Corso di IMPIANTI TECNICI per l’EDILIZIA Dimensionamento dei Corpi scaldanti Prof. Paolo ZAZZINI Dipartimento INGEO Università “G. D’Annunzio” Pescara www.lft.unich.it Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Dimensionamento di un corpo scaldante Dati a disposizione (di solito forniti dai costruttori) Potenza termica nominale Temperature di esercizio Inoltre è necessario stimare il fabbisogno termico del locale Q in cui il corpo verrà installato Il corpo scaldante dovrà essere in grado di fornire all’ambiente una potenza termica uguale o superiore a tale fabbisogno Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Il fabbisogno termico dell’ambiente viene determinato calcolando le dispersioni termiche per trasmissione e ventilazione nelle condizioni statisticamente più severe trascurando gli apporti gratuiti La dispersione dell’ambiente viene calcolata considerando la temperatura esterna minima di progetto fornita dalla UNI 5364/76 e ribadita dalla UNI 12831/06 Temperatura esterna di progetto per Pescara: 2 °C Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Potenza termica nominale P50: potenza termica nominale Potenza termica fornita in condizioni normali da un corpo scaldante (es. ventilconvettore) o da un elemento se si tratta di corpi modulari (es. radiatore) Condizioni normali (secondo la UNI EN 442-1/2) : Dt tra la temperatura media della superficie di scambio del corpo scaldante (tm) e quella dell’aria ambiente (ta) pari a 50°C tm: in prima approssimazione pari a quella media dell’acqua tra ingresso e uscita tm tin tout 2 ta : temperatura aria ambiente = 20 °C Dt tm ta Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Se è nota la potenza nominale con un Dt di 60 °C (P60), si può utilizzare la seguente: 50 P50 P60 60 n in cui n: esponente caratteristico del corpo scaldante (fornito dal costruttore) Se il DT è diverso da 50°C si opera la seguente correzione: DTeff Peff P50 50 m Corpo scaldante m (UNI 10347) Radiatore 1,3 Termoconvettore 1,4 Es. circuito monotubo: Ventilconvettori/aerotermi ogni radiatore ha un diverso DTeff Pannelli radianti 1 1,13 La potenza termica fornita dal corpo scaldante in condizioni nominali o con il Dteff è detta resa termica del corpo scaldante stesso. Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Corpi scaldanti monoblocco (es. ventilconvettori): In questo caso i costruttori in genere forniscono la resa termica o quella frigorifera erogata globalmente da un mobiletto di un certo tipo e di date dimensioni. La scelta cadrà su quello in grado di fornire o di sottrarre dall’ambiente una potenza uguale o superiore a quella richiesta dall’ambiente stesso. Peff Q Corpi scaldanti modulari (radiatori) Dividendo il fabbisogno termico dell’ambiente per la resa termica del singolo elemento si ottiene il numero di elementi necessari Q n Peff Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Max 2000 2900 Med 1470 2130 Min 1070 1550 Potenza termica (W) acqua in ingresso a 50°C 1100 1750 Portata (l/h) 170 240 Perdita di carico (kPa) 1,5 3,8 Max 850 1250 Med 670 970 Min 480 680 Max 730 990 Med 520 740 Min 380 510 Potenza termica (W) H L P Riscaldamento (ta = 20°C): Potenza frigorifera totale (W) Tin = 70°C Dt = 10°C Raffrescamento (tba = 27°C / tbb=19°C) : Tin =7°C Dt=5°C Potenza frigorifera sensibile (W) Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it L P H H (mm) L (mm) P (mm) P50 (W) m 566 500 60 55,6 1,3 690 623 60 66,5 1,307 880 813 60 83,6 1,317 566 500 95 78 1,317 690 623 95 92,1 1,321 880 813 95 114 1,327 566 500 130 98,6 1,348 690 623 130 117 1,344 880 813 130 145 1,338 566 500 165 119 1,385 690 623 165 140 1,394 880 813 165 172 1,407 Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Dimensionamento di un pavimento/parete radiante Dati a disposizione: W Resa termica del sistema per unità di superficie 2 al variare del m diametro delle tubazioni e dell’interasse tra le stesse. Dividendo il fabbisogno termico dell’ambiente per la resa termica del sistema si ottiene la superficie del pavimento da trattare Se il pavimento non fornisce area sufficiente di solito si utilizzano le pareti perimetrali in particolare la fascia più bassa e vicina al pavimento stesso Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it Valori limite della temperatura superficiale del pavimento da non superare: 29°C: zone occupate da persone 33°C: locali bagno, docce e piscine 35°C: zone perimetrali non calpestate Considerando un valore della temperatura ambiente di 20°C si può usare la seguente relazione per calcolare la potenza massima per unità di superficie che il sistema è in grado di scambiare W m2 W 1,1 8,92 33 20 150 m2 W 1,1 8,92 35 20 175 m2 Qmax 8,92 29 20 100 1,1 Qmax Qmax La potenza massima cedibile all’ambiente si ottiene moltiplicando il Qmax per la superficie occupata dal pavimento radiante Prof. Paolo ZAZZINI – Dipartimento INGEO – Università “G. D’Annunzio” Pescara - www.lft.unich.it
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