Incretine, Diabetologi Contro Aifa

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N UM ER O 28
AN N O 8
Pharma
kronos
Q UO TI D I AN O D’IN FO R M AZ I ON E F AR M AC EU T IC A
Incretine,
diabetologi contro
Aifa
Le società scientifiche della diabetologia bocciano le nuove
indicazioni prescrittive dell'Aifa
per le terapie basate sulle incretine: secondo l'Associazione
medici diabetologi (Amd) e la
Società italiana di diabetologia
(Sid), "sembrano ispirate solo al
criterio del contenimento dei
costi, ma non tengono conto
dell'enorme spesa generata dalle possibili complicanze provocate dai vecchi farmaci". E l'effetto di queste nuove indicazioni contenute nel documento
prodotto dall'Agenzia del farmaco, per gli esperti sarà "un
peggioramento della qualità
della cura per una parte delle
persone con diabete". Il rischio,
secondo i diabetologi, è di "esporre molti malati a eventi
avversi gravi associati alle terapie alternative". Preoccupazioni
che hanno spinto le due società
scientifiche a scrivere all'Aifa
chiedendo di "rivedere le norme". La nota di Amd e Sid è
stata inviata all'Agenzia del
farmaco e pubblicata sui siti
delle due società scientifiche.
Gli specialisti esprimono "profondo disaccordo in merito ai
nuovi piani terapeutici per i
farmaci basati sulle incretine".
Contrarietà già espressa, fanno
presente, in occasione "dell'unico incontro avuto nonostante la
ripetuta disponibilità manifestata".
Lucia Scopelliti
Ematologi su Nature, con test su bimbi ritardi irragionevoli
Esperti Policlinico Milano, per anti-emofilia si rischiano 2 anni di 'gap' con gli Usa
Paese
Testare ogni nuovo farmaco anche sui bambini
prima di somministrarlo ai malati di ogni età,
come richiede l'agenzia regolatoria europea, rischia di portare "a un ritardo irragionevole
nell'accesso" alle nuove terapie nel Vecchio continente. Per le persone con emofilia, ad esempio,
questo secondo passaggio di sperimentazione
potrebbe tradursi in un 'gap' di almeno 2 anni
rispetto ai pazienti americani. "Proteggere i bambini non deve trasformarsi in uno svantaggio per i
pazienti adulti". Un gruppo di esperti lancia l'allarme su 'Nature', in una lettera che ha come pri-
mi firmatari Flora Peyvandi, direttrice del Centro
trombosi ed emofilia della Fondazione Policlinico
di Milano, e Pier Mannuccio Mannucci, direttore
scientifico dell'Irccs. L'emofilia, ricordano, è una
malattia rara, che colpisce ogni anno un nuovo
nato ogni 30 mila in Europa. "Data la sua rarità sottolineano gli esperti - i test sui bambini richiederebbero anni. Nel frattempo, però, gli adulti che
soffrono di questa patologia non possono accedere a farmaci già pronti per essere messi in commercio, che migliorerebbero sensibilmente la loro
qualità di vita e il trattamento della malattia".
Circa il 30% dei malati di emofilia A (il tipo più
» ALL’INTERNO
Ancora un anno di test, anche Google Ventures ha investito sulla ricerca
Creata pillola robot anti-diabete, sostituirà iniezioni
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Certificazione per il secondo anno consecutivo
Sanofi si conferma azienda 'Top Employers' in Italia
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Proseguire su strada tracciata da ministro Lorenzin
Tdm a Renzi, Ssn sia priorità Governo
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Simulazione Cergas Bocconi
Fino a 376 mln per autosufficienza plasma e derivati
» PHARMAMARKET Istat, spesa pubblica 2012 a 111 mld euro, 1.800 euro a
testa - Nel 2012 la spesa sanitaria pubblica del Belpaese è stata pari di circa 111 miliardi di euro, pari al 7 per
cento del Pil. Qualcosa come 1.867 euro annui per abitante, ovvero "un livello molto inferiore rispetto ad altri
importanti Paesi europei". E' quanto emerge dalla sesta edizione del rapporto 'Noi Italia. 100 statistiche per capire
il Paese in cui viviamo', realizzato dall'Istat. A fronte dei circa 2.345 dollari per abitante, in parità di potere d'acquisto, spesi in Italia nel 2011 (dato di poco inferiore alla spesa sostenuta dalla Finlandia, con 2.477 dollari pro
capite, e poco superiore alla Spagna, con 2.244 dollari pro capite), il Regno Unito spende quasi 2.821 dollari pro
capite, mentre Francia e Germania superano i 3.000 dollari, con importi pro capite rispettivamente di 3.204 e
3.436 dollari. Il livello di spesa più alto si registra per i Paesi Bassi (4.055 dollari pro capite), quello più basso per
la Polonia (1.021 dollari pro capite). Sempre nel 2011 le famiglie contribuiscono con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 20,6%. Se il contributo delle famiglie risulta in calo tra il 2001 e il 2011, la
spesa complessiva si accresce di oltre un punto percentuale nello stesso periodo; questo incremento "è stato quindi
interamente finanziato attraverso un aumento della spesa pubblica".
focus
Ancora un anno di test, anche Google Ventures ha investito sulla ricerca
Creata pillola robot anti-diabete, sostituirà iniezioni
Buone notizie per chi soffre di diabete o
altre malattie croniche, ma ha anche la
fobia degli aghi. E' stata infatti creata una
pillola robot che ambisce a rivoluzionare la
terapia del diabete. Il gadget, protagonista
di studi preclinici e realizzato grazie a un
finanziamento dell'unità di venture capital
di Google Inc, consiste in un polimero digeribile con sottili aghi cavi fatti di zucchero, disegnati per rilasciare con sicurezza e
senza problemi il farmaco nell'intestino.
Che questo sia il futuro della terapia lo
dimostra la recente approvazione di due
pillole robotiche negli Usa. La Food and
Drug Administration ha infatti detto sì a
PillCam, una telecamera grande come una
pasticca e realizzata da Given Imaging Ltd,
capace di fotografare l'interno del corpo
umano a caccia di polipi del colon. Un
anno e mezzo fa, invece, Proteus Digital
Health Inc ha ricevuto il via libera per inserire sensori commestibili in alcune pillole e aiutare così i pazienti e i medici a sape-
re quante ne erano state ingerite. Un problema, specie per i malati cronici e per chi
fatica a seguire correttamente le cure. La
pillola di Google Ventures, messa a punto
da Mir Imran, Chairman & Ceo di Rani
Therapeutics, punta a far diventare un
ricordo le iniezioni di insulina, ma non è
ancora stata testata nell'uomo. Dunque è
probabile che "occorrerà almeno un anno
prima della richiesta di approvazione". Ma
in caso di successo, il gadget hi-tech potrebbe rivoluzione il mercato dei farmaci
iniettabili e rendere la vita più semplice
non solo a chi soffre di diabete, ma ad esempio anche ai malati di artrite reumatoide. Il 'papà' della pillola robot, fondatore
del laboratorio di ricerca e di InCube Labs
della Silicon Valley, ha ideato più di 30
start-up di medical device e detiene 300
brevetti nel settore. La sua Rani Therapeutics, start-up ideata proprio per commercializzare la pillola robot, l'anno scorso ha
ottenuto fondi da Google Ventures e Ven-
tureHealth. Secondo Blake Byers di Google Ventures , che ha creduto nel progetto, Imran potrebbe aver scoperto il
'Santo Graal delle biotecnologie', individuando un modo per rilasciare farmaci
come l'insulina basale nell'organismo
senza usare aghi. "Questo investimento
non era esattamente nei nostri programmi, ma siamo aperti alle persone
che possono cambiare il nostro modo di
pensare", ha spiegato Byers, ricordando
che solo in Usa si spendono 100 miliardi
di dollari in farmaci biologici, tutti iniettabili. Insomma, l'idea di Imran di creare
un "sistema autonomo e robotico per il
rilascio di farmaci", capace di arrivare
dove serve e poi dissolversi senza lasciare traccia, lasciando il medicinale libero
di agire, può davvero rivelarsi rivoluzionaria. E semplice come bere un bicchier d'acqua.
Margherita Lopes
Fino a 376 mln per autosufficienza plasma e derivati
Simulazione Cergas Bocconi
L'autosufficienza piena nella produzione di
plasma derivati ci potrebbe costare tra i 164 e i
376 milioni di euro l'anno. E uno dei dati di cui
si è parlato alla presentazione, a Roma, del libro-ricerca 'La raccolta di plasma e il sistema di
emocomponenti ed emoderivati in Italia' (Egea). La normativa europea - come è emerso dal
dibattito tra i maggiori esperti del settore - ha
introdotto importanti novità per il Servizio sanitario nazionale in tema di produzione di emocomponenti e plasma-derivati: dalla fine del
monopolio della lavorazione all'accreditamento
delle strutture pubbliche e no profit. Cambiamenti che potrebbero avere un impatto rilevante sulla governance e l'efficienza del sistema. "Il
nostro lavoro ha l'obiettivo di analizzare, in una
prospettiva comparata internazionale, il sistema
plasma, emocomponenti ed emoderivati del
Ssn", spiegano Claudio Jommi e Marianna Cavazza, economisti Cergas università Bocconi di
Milano e autori della ricerca. In particolare, lo
studio si focalizza sull'efficienza complessiva
del sistema nella consapevolezza che, oltre che
efficiente, un sistema deve essere efficace, cioè
avere la capacità di soddisfare un bisogno in
modo equo (pari accesso per pari bisogno). Per
quanto riguarda la produzione di emoderivati,
la maggiore criticità è il disallineamento tra la
domanda e l'offerta generata dalla produzione
in conto terzi, attualmente in regime di monopolio, con riferimento in particolare ad albumina ed immunoglobuline. Il prospettato incremento della produzione in conto terzi, basato
sulla plasmaferesi, sostituendo l'attuale ricorso
al mercato commerciale, produrrebbe - secondo
una simulazione Cergas - costo aggiuntivo
compreso tra i 164 ed i 376 milioni di euro annui, a seconda, tra gli altri fattori, dei dati di
costo di produzione del plasma. Ciò suggerisce
che il ricorso al mercato commerciale per la
parte non coperta dalla produzione in conto
terzi, come peraltro sta avvenendo nell'attuale
contesto, è un soluzione più percorribile ed
efficiente. A questo si aggiunge che la domanda
non necessariamente si rivolge agli emoderivati
prodotti in conto terzi, generando quindi un
ulteriore disallineamento tra domanda ed offerta. Solo nel 2010 sono rimasti in magazzino lotti
di Fattori VIII della coagulazione per un valore
di 5.800.000 euro (frutto della produzione di 9
regioni). Questo aspetto potrebbe trovare una
soluzione, almeno parziale, nell'offerta più ampia di emoderivati prodotti in conto terzi.
Raffaella Ammirati
» TDM A RENZI, SSN PRIORITA’
» SANOFI ITALIA ‘TOP EMPLOYERS’
"Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è un
bene comune da difendere e rilanciare: per
questo chiediamo al futuro Governo di considerarlo una priorità nell’agenda politica". E'
l'appello lanciato da CittadinanzattivaTribunale per i diritti del malato al futuro
esecutivo che dovrebbe prendere forma tra
pochi giorni e guidato da Matteo Renzi. "Al
ministero della Salute, che ci aspettiamo venga preservato senza nessun accorpamento,
deve essere affidato un ruolo forte come garante dei principi del Ssn", aggiounge il Tdm.
"Chiediamo inoltre - suggerisce Tonino Aceti,
coordinatore nazionale Tdm - che si prosegua
sulla strada tracciata dal ministro Lorenzin di
garantire adeguati livelli di finanziamento
del Ssn, impegnarsi nell’aggiornamento dei
Livelli essenziali di assistenza (Lea) e che si
promuova maggiormente il coinvolgimento e
la partecipazione dei cittadini.
Sanofi Italia si conferma anche quest'anno fra
le 51 aziende 'Top Employers' del Paese, ottenendo per il secondo anno consecutivo la
certificazione assegnata alle imprese che si
distinguono per un ambiente di lavoro ottimale, in grado di favorire la crescita non solo
professionale, ma anche personale dei propri
collaboratori, e grazie a questo dell'intera
azienda. Il riconoscimento - spiega in una
nota la filiale italiana del gruppo farmaceutico francese - viene assegnato dopo un processo di analisi e verifica di circa un anno,
che prende in considerazione 5 criteri di valutazione: politiche retributive, condizioni di
lavoro e benefit, formazione e sviluppo, opportunità di carriera e cultura aziendale.
"Siamo estremamente lieti di questo nuovo
riconoscimento che premia l'impegno della
nostra azienda nei confronti dei dipendenti”,
commenta Laura Bruno, direttore Risorse
umane di Sanofi Italia.
Sostenibilità oncologici, stretegie esperti
In Italia, secondo i dati Osmed
2013, tra i primi dieci principi attivi
a maggior spesa farmaceutica ospedaliera, ben sei sono farmaci
oncologici. Ma come riuscire a conciliare accesso alle cure innovative e
sostenibilità economica? Il primo
passo, secondo alcuni esperti riuniti
a Roma, è guardare ai vantaggi
reali dimostrati dell'innovazione
terapeutica. Inoltre sarebbe bene
puntare sul risk sharing, ovvero la
ripartizione del rischio tra i sistemi
sanitari e le imprese farmaceutiche
rispetto a una non sufficiente efficacia delle terapie innovative. Su questi temi si sono confrontati esperti
europei provenienti da Francia,
Spagna, Germania e Regno Unito,
insieme a farmacologi, farmacoeconomisti e clinici.
L'incontro, promosso da Hps (Health Publishing and Services) e
Fondazione Charta, con il contributo incondizionato di Astellas, punta
a "promuovere il confronto con
decisori, esperti e specialisti in Oncologia nel contesto dei singoli Paesi europei, per favorire l'accesso
sicuro ai trattamenti oncologici innovativi", afferma Christopher
Thompson, direttore della Business
Unit Oncology di Astellas Europe.
"Ogni Paese ha la sua metodologia
di valutazione, ma occorre costruire
una visione il più possibile globale
del contesto europeo, per mettere a
frutto le esperienze e i modelli in
grado di accelerare l'introduzione
delle terapie innovative e d'eccellenza". Il dato di partenza è che
l'accesso ai farmaci innovativi è uno
degli strumenti chiave per aumentare tempo e qualità del vivere dei
pazienti: come rileva l'ultimo Rapporto Cerm sugli anticancro in Italia, la semplice riduzione di un anno dell'età media di presenza sul
mercato dei farmaci, comporta un
aumento dell'1,50% della probabilità di sopravvivenza a 5 anni per i
tumori maschili.
Margherita Lopes