20 f ebbr a io 20 1 4 N UM ER O 28 AN N O 8 Pharma kronos Q UO TI D I AN O D’IN FO R M AZ I ON E F AR M AC EU T IC A Incretine, diabetologi contro Aifa Le società scientifiche della diabetologia bocciano le nuove indicazioni prescrittive dell'Aifa per le terapie basate sulle incretine: secondo l'Associazione medici diabetologi (Amd) e la Società italiana di diabetologia (Sid), "sembrano ispirate solo al criterio del contenimento dei costi, ma non tengono conto dell'enorme spesa generata dalle possibili complicanze provocate dai vecchi farmaci". E l'effetto di queste nuove indicazioni contenute nel documento prodotto dall'Agenzia del farmaco, per gli esperti sarà "un peggioramento della qualità della cura per una parte delle persone con diabete". Il rischio, secondo i diabetologi, è di "esporre molti malati a eventi avversi gravi associati alle terapie alternative". Preoccupazioni che hanno spinto le due società scientifiche a scrivere all'Aifa chiedendo di "rivedere le norme". La nota di Amd e Sid è stata inviata all'Agenzia del farmaco e pubblicata sui siti delle due società scientifiche. Gli specialisti esprimono "profondo disaccordo in merito ai nuovi piani terapeutici per i farmaci basati sulle incretine". Contrarietà già espressa, fanno presente, in occasione "dell'unico incontro avuto nonostante la ripetuta disponibilità manifestata". Lucia Scopelliti Ematologi su Nature, con test su bimbi ritardi irragionevoli Esperti Policlinico Milano, per anti-emofilia si rischiano 2 anni di 'gap' con gli Usa Paese Testare ogni nuovo farmaco anche sui bambini prima di somministrarlo ai malati di ogni età, come richiede l'agenzia regolatoria europea, rischia di portare "a un ritardo irragionevole nell'accesso" alle nuove terapie nel Vecchio continente. Per le persone con emofilia, ad esempio, questo secondo passaggio di sperimentazione potrebbe tradursi in un 'gap' di almeno 2 anni rispetto ai pazienti americani. "Proteggere i bambini non deve trasformarsi in uno svantaggio per i pazienti adulti". Un gruppo di esperti lancia l'allarme su 'Nature', in una lettera che ha come pri- mi firmatari Flora Peyvandi, direttrice del Centro trombosi ed emofilia della Fondazione Policlinico di Milano, e Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico dell'Irccs. L'emofilia, ricordano, è una malattia rara, che colpisce ogni anno un nuovo nato ogni 30 mila in Europa. "Data la sua rarità sottolineano gli esperti - i test sui bambini richiederebbero anni. Nel frattempo, però, gli adulti che soffrono di questa patologia non possono accedere a farmaci già pronti per essere messi in commercio, che migliorerebbero sensibilmente la loro qualità di vita e il trattamento della malattia". Circa il 30% dei malati di emofilia A (il tipo più » ALL’INTERNO Ancora un anno di test, anche Google Ventures ha investito sulla ricerca Creata pillola robot anti-diabete, sostituirà iniezioni ---------------------- Certificazione per il secondo anno consecutivo Sanofi si conferma azienda 'Top Employers' in Italia ---------------------- Proseguire su strada tracciata da ministro Lorenzin Tdm a Renzi, Ssn sia priorità Governo ---------------------- Simulazione Cergas Bocconi Fino a 376 mln per autosufficienza plasma e derivati » PHARMAMARKET Istat, spesa pubblica 2012 a 111 mld euro, 1.800 euro a testa - Nel 2012 la spesa sanitaria pubblica del Belpaese è stata pari di circa 111 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil. Qualcosa come 1.867 euro annui per abitante, ovvero "un livello molto inferiore rispetto ad altri importanti Paesi europei". E' quanto emerge dalla sesta edizione del rapporto 'Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo', realizzato dall'Istat. A fronte dei circa 2.345 dollari per abitante, in parità di potere d'acquisto, spesi in Italia nel 2011 (dato di poco inferiore alla spesa sostenuta dalla Finlandia, con 2.477 dollari pro capite, e poco superiore alla Spagna, con 2.244 dollari pro capite), il Regno Unito spende quasi 2.821 dollari pro capite, mentre Francia e Germania superano i 3.000 dollari, con importi pro capite rispettivamente di 3.204 e 3.436 dollari. Il livello di spesa più alto si registra per i Paesi Bassi (4.055 dollari pro capite), quello più basso per la Polonia (1.021 dollari pro capite). Sempre nel 2011 le famiglie contribuiscono con proprie risorse alla spesa sanitaria complessiva per una quota pari al 20,6%. Se il contributo delle famiglie risulta in calo tra il 2001 e il 2011, la spesa complessiva si accresce di oltre un punto percentuale nello stesso periodo; questo incremento "è stato quindi interamente finanziato attraverso un aumento della spesa pubblica". focus Ancora un anno di test, anche Google Ventures ha investito sulla ricerca Creata pillola robot anti-diabete, sostituirà iniezioni Buone notizie per chi soffre di diabete o altre malattie croniche, ma ha anche la fobia degli aghi. E' stata infatti creata una pillola robot che ambisce a rivoluzionare la terapia del diabete. Il gadget, protagonista di studi preclinici e realizzato grazie a un finanziamento dell'unità di venture capital di Google Inc, consiste in un polimero digeribile con sottili aghi cavi fatti di zucchero, disegnati per rilasciare con sicurezza e senza problemi il farmaco nell'intestino. Che questo sia il futuro della terapia lo dimostra la recente approvazione di due pillole robotiche negli Usa. La Food and Drug Administration ha infatti detto sì a PillCam, una telecamera grande come una pasticca e realizzata da Given Imaging Ltd, capace di fotografare l'interno del corpo umano a caccia di polipi del colon. Un anno e mezzo fa, invece, Proteus Digital Health Inc ha ricevuto il via libera per inserire sensori commestibili in alcune pillole e aiutare così i pazienti e i medici a sape- re quante ne erano state ingerite. Un problema, specie per i malati cronici e per chi fatica a seguire correttamente le cure. La pillola di Google Ventures, messa a punto da Mir Imran, Chairman & Ceo di Rani Therapeutics, punta a far diventare un ricordo le iniezioni di insulina, ma non è ancora stata testata nell'uomo. Dunque è probabile che "occorrerà almeno un anno prima della richiesta di approvazione". Ma in caso di successo, il gadget hi-tech potrebbe rivoluzione il mercato dei farmaci iniettabili e rendere la vita più semplice non solo a chi soffre di diabete, ma ad esempio anche ai malati di artrite reumatoide. Il 'papà' della pillola robot, fondatore del laboratorio di ricerca e di InCube Labs della Silicon Valley, ha ideato più di 30 start-up di medical device e detiene 300 brevetti nel settore. La sua Rani Therapeutics, start-up ideata proprio per commercializzare la pillola robot, l'anno scorso ha ottenuto fondi da Google Ventures e Ven- tureHealth. Secondo Blake Byers di Google Ventures , che ha creduto nel progetto, Imran potrebbe aver scoperto il 'Santo Graal delle biotecnologie', individuando un modo per rilasciare farmaci come l'insulina basale nell'organismo senza usare aghi. "Questo investimento non era esattamente nei nostri programmi, ma siamo aperti alle persone che possono cambiare il nostro modo di pensare", ha spiegato Byers, ricordando che solo in Usa si spendono 100 miliardi di dollari in farmaci biologici, tutti iniettabili. Insomma, l'idea di Imran di creare un "sistema autonomo e robotico per il rilascio di farmaci", capace di arrivare dove serve e poi dissolversi senza lasciare traccia, lasciando il medicinale libero di agire, può davvero rivelarsi rivoluzionaria. E semplice come bere un bicchier d'acqua. Margherita Lopes Fino a 376 mln per autosufficienza plasma e derivati Simulazione Cergas Bocconi L'autosufficienza piena nella produzione di plasma derivati ci potrebbe costare tra i 164 e i 376 milioni di euro l'anno. E uno dei dati di cui si è parlato alla presentazione, a Roma, del libro-ricerca 'La raccolta di plasma e il sistema di emocomponenti ed emoderivati in Italia' (Egea). La normativa europea - come è emerso dal dibattito tra i maggiori esperti del settore - ha introdotto importanti novità per il Servizio sanitario nazionale in tema di produzione di emocomponenti e plasma-derivati: dalla fine del monopolio della lavorazione all'accreditamento delle strutture pubbliche e no profit. Cambiamenti che potrebbero avere un impatto rilevante sulla governance e l'efficienza del sistema. "Il nostro lavoro ha l'obiettivo di analizzare, in una prospettiva comparata internazionale, il sistema plasma, emocomponenti ed emoderivati del Ssn", spiegano Claudio Jommi e Marianna Cavazza, economisti Cergas università Bocconi di Milano e autori della ricerca. In particolare, lo studio si focalizza sull'efficienza complessiva del sistema nella consapevolezza che, oltre che efficiente, un sistema deve essere efficace, cioè avere la capacità di soddisfare un bisogno in modo equo (pari accesso per pari bisogno). Per quanto riguarda la produzione di emoderivati, la maggiore criticità è il disallineamento tra la domanda e l'offerta generata dalla produzione in conto terzi, attualmente in regime di monopolio, con riferimento in particolare ad albumina ed immunoglobuline. Il prospettato incremento della produzione in conto terzi, basato sulla plasmaferesi, sostituendo l'attuale ricorso al mercato commerciale, produrrebbe - secondo una simulazione Cergas - costo aggiuntivo compreso tra i 164 ed i 376 milioni di euro annui, a seconda, tra gli altri fattori, dei dati di costo di produzione del plasma. Ciò suggerisce che il ricorso al mercato commerciale per la parte non coperta dalla produzione in conto terzi, come peraltro sta avvenendo nell'attuale contesto, è un soluzione più percorribile ed efficiente. A questo si aggiunge che la domanda non necessariamente si rivolge agli emoderivati prodotti in conto terzi, generando quindi un ulteriore disallineamento tra domanda ed offerta. Solo nel 2010 sono rimasti in magazzino lotti di Fattori VIII della coagulazione per un valore di 5.800.000 euro (frutto della produzione di 9 regioni). Questo aspetto potrebbe trovare una soluzione, almeno parziale, nell'offerta più ampia di emoderivati prodotti in conto terzi. Raffaella Ammirati » TDM A RENZI, SSN PRIORITA’ » SANOFI ITALIA ‘TOP EMPLOYERS’ "Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) è un bene comune da difendere e rilanciare: per questo chiediamo al futuro Governo di considerarlo una priorità nell’agenda politica". E' l'appello lanciato da CittadinanzattivaTribunale per i diritti del malato al futuro esecutivo che dovrebbe prendere forma tra pochi giorni e guidato da Matteo Renzi. "Al ministero della Salute, che ci aspettiamo venga preservato senza nessun accorpamento, deve essere affidato un ruolo forte come garante dei principi del Ssn", aggiounge il Tdm. "Chiediamo inoltre - suggerisce Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tdm - che si prosegua sulla strada tracciata dal ministro Lorenzin di garantire adeguati livelli di finanziamento del Ssn, impegnarsi nell’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e che si promuova maggiormente il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. Sanofi Italia si conferma anche quest'anno fra le 51 aziende 'Top Employers' del Paese, ottenendo per il secondo anno consecutivo la certificazione assegnata alle imprese che si distinguono per un ambiente di lavoro ottimale, in grado di favorire la crescita non solo professionale, ma anche personale dei propri collaboratori, e grazie a questo dell'intera azienda. Il riconoscimento - spiega in una nota la filiale italiana del gruppo farmaceutico francese - viene assegnato dopo un processo di analisi e verifica di circa un anno, che prende in considerazione 5 criteri di valutazione: politiche retributive, condizioni di lavoro e benefit, formazione e sviluppo, opportunità di carriera e cultura aziendale. "Siamo estremamente lieti di questo nuovo riconoscimento che premia l'impegno della nostra azienda nei confronti dei dipendenti”, commenta Laura Bruno, direttore Risorse umane di Sanofi Italia. Sostenibilità oncologici, stretegie esperti In Italia, secondo i dati Osmed 2013, tra i primi dieci principi attivi a maggior spesa farmaceutica ospedaliera, ben sei sono farmaci oncologici. Ma come riuscire a conciliare accesso alle cure innovative e sostenibilità economica? Il primo passo, secondo alcuni esperti riuniti a Roma, è guardare ai vantaggi reali dimostrati dell'innovazione terapeutica. Inoltre sarebbe bene puntare sul risk sharing, ovvero la ripartizione del rischio tra i sistemi sanitari e le imprese farmaceutiche rispetto a una non sufficiente efficacia delle terapie innovative. Su questi temi si sono confrontati esperti europei provenienti da Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, insieme a farmacologi, farmacoeconomisti e clinici. L'incontro, promosso da Hps (Health Publishing and Services) e Fondazione Charta, con il contributo incondizionato di Astellas, punta a "promuovere il confronto con decisori, esperti e specialisti in Oncologia nel contesto dei singoli Paesi europei, per favorire l'accesso sicuro ai trattamenti oncologici innovativi", afferma Christopher Thompson, direttore della Business Unit Oncology di Astellas Europe. "Ogni Paese ha la sua metodologia di valutazione, ma occorre costruire una visione il più possibile globale del contesto europeo, per mettere a frutto le esperienze e i modelli in grado di accelerare l'introduzione delle terapie innovative e d'eccellenza". Il dato di partenza è che l'accesso ai farmaci innovativi è uno degli strumenti chiave per aumentare tempo e qualità del vivere dei pazienti: come rileva l'ultimo Rapporto Cerm sugli anticancro in Italia, la semplice riduzione di un anno dell'età media di presenza sul mercato dei farmaci, comporta un aumento dell'1,50% della probabilità di sopravvivenza a 5 anni per i tumori maschili. Margherita Lopes
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