Partecipazione degli Enti Locali alla programmazione sanitaria Strategie aziendali 3.1 Partecipazione degli Enti Locali alla programmazione sanitaria Nel corso dell’anno 2012 la partecipazione degli Enti Locali della provincia di Bologna alla programmazione sanitaria regionale e al suo controllo periodico locale sono state realizzate, come di consueto, attraverso la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e in stretta collaborazione con l'Azienda USL di Bologna e l'Istituto Ortopedico Rizzoli. Anche nel corso di quest’anno sono stati attuati: il percorso per l’approvazione dei bilanci sia consuntivi che preventivi, nonché le altre attività di programmazione congiunta da parte delle Aziende. 3.2 Universalità ed equità di accesso Uno dei principali obiettivi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna è la rimozione delle barriere, da quelle architettoniche a quelle linguistiche, per consentire a tutti i cittadini che ne hanno necessità di usufruire dei servizi erogati. Nel primo caso l'Azienda si è impegnata ad eliminarle in tutti gli edifici in ristrutturazione e nella progettazione di quelli nuovi. In questa azione l’Azienda è affiancata dai componenti del Comitato Consultivo Misto che effettuano periodicamente valutazioni ed analisi sullo stato delle strutture e le trasferiscono alle direzioni competenti per la definizione e la programmazione delle specifiche azioni. Su questo aspetto è attivo un gruppo di lavoro aziendale a cui partecipano i componenti del Comitato Consultivo Misto. In collaborazione con l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale - Regione Emilia-Romagna Area Sviluppo delle professionalità per l'assistenza e la salute è stato cooprogettato un percorso formativo: “Laboratorio Sperimentale di Mediazione Interculturale nel Dipartimento Salute Donna Bambino e Adolescente”. Il progetto definisce principalmente le modalità e gli strumenti utili per migliorare e per favorire l’accoglienza, l’accesso e la fruizione dei servizi aziendali da parte degli utenti stranieri e dei loro familiari. Sul versante dell’eliminazione delle barriere “linguistiche” e culturali, nel 2012 sono proseguite le attività del progetto “Ospedale Multiculturale” condotto in collaborazione con l’Azienda USL di Bologna. In particolare, gli obiettivi definiti per il 2012 hanno riguardato il consolidamento ed il miglioramento dei servizi di mediazione implementati negli anni precedenti e la loro riprogettazione in relazione alle nuove esigenze emerse sia dall’analisi dell’andamento degli accessi di utenti stranieri all’interno del Policlinico, (il cui trend è in continua crescita, + 14% nel 2012) sia dall’analisi dei bisogni espressi dai professionisti dell’area sanitaria e del personale addetto all’accoglienza. 110 Anche con l’aiuto del Comitato Consultivo Misto, prosegue l’impegno dell’Azienda per l’eliminazione delle barriere di ogni genere Universalità ed equità di accesso 3 Obiettivi istituzionali Grafico 3.1 Trend delle presenze di utenti stranieri all’interno del Policlinico Continua l’incremento di presenza di utenti stranieri all’interno del Policlinico Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi Nell’ambito dei servizi di mediazione attivi nel Policlinico, nel 2012 grande attenzione è stata rivolta alla “mediazione fissa”, tipologia di servizio che prevede la presenza fissa di mediatori in sedi specifiche e in alcuni reparti selezionati tra quelli con il maggior afflusso di utenti stranieri e una maggior complessità di prestazioni erogate (in particolare nell’ambito delle Unità operative di Cardiochirurgia Pediatrica e di Oncoematologia Pediatrica). Nel 2012 la mediazione fissa ha previsto la presenza di mediatrici che parlano albanese, serbocroato, spagnolo, inglese e cinese, in specifiche giornate e fasce orarie, disponibili per l’esecuzione di interventi di mediazione ed interpretariato nelle Unità Operative afferenti principalmente all’area pediatrica. Il numero di ore dedicate alla mediazione fissa è stato di 860. Non sono stati invece apportati cambiamenti significativi nell’ambito delle altre due tipologie di servizi: • la“mediazione a chiamata”, che comprende la mediazione a chiamata urgente e programmata; in questo caso è prevista la possibilità da parte delle Unità operative e Direzioni di richiedere la presenza di un mediatore culturale esperto in grado di affrontare situazioni particolari e delicate, in cui è necessario trasmettere informazioni e notizie e occorre farlo in modo efficace, soprattutto con attenzione alla modalità di comunicazione. Nel 2012 l’analisi dei dati di utilizzo del servizio ha evidenziato un mantenimento delle ore di “mediazione a chiamata” (1200 ore rispetto a 1192 ore del 2011), confermando l’utilità del servizio nelle UU.OO. a supporto della relazione tra sanitari e utenti di nazionalità e lingua non italiana; 111 Universalità ed equità di accesso Obiettivi istituzionali Grafico 3.2 Interventi di mediazione a chiamata “urgente”, “programmata” e da postazione fissa Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi Grafico 3.3 Interventi di mediazione a chiamata per lingua Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi Grafico 3.4 Interventi di mediazione a chiamata per lingua Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi 112 Universalità ed equità di accesso 3 Obiettivi istituzionali Grafico 3.5 Interventi di mediazione a chiamata per Unità Operativa Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi • la “mediazione telefonica”, che fornisce assistenza e supporto informativo tramite un Call Center di mediatori madrelingua; la caratteristica principale del servizio è l'immediata disponibilità del mediatore: la risposta è garantita entro 60 secondi. Dall'analisi dei dati è possibile osservare che sono state registrate 305 chiamate di mediazione telefonica in 12 mesi. Nel 2012 è iniziata anche la riorganizzazione del servizio per renderlo disponibile a tutte le Unità operative del Policlinico. La lingua maggiormente richiesta nei servizi di mediazione a chiamata è quella Cinese. 113 Universalità ed equità di accesso Obiettivi istituzionali Tabella 3.1 Numero di interventi di mediazione a chiamata e telefonica relativi alle lingue maggiormente richieste Interventi di mediazione telefonica (servizio attivo su 20 unità operative) CINESE 109 ARABO 31 BENGALESE 29 SPAGNOLO 28 RUMENO 15 HINDI 14 INGLESE 14 FRANCESE 12 TIGRINO 12 URDU 11 ALBANESE 8 RUSSO 7 SERBO 6 CROATO 3 CINGALESE 3 UCRAINO 1 TEDESCO 1 PORTOGHESE 1 Fonte: Aosp Bologna S. Orsola - Malpighi La trasparenza sui tempi di attesa è assicurata dalla disponibilità di specifici indicatori all’interno delle guide all’utente delle unità operative e nelle aree dedicate del portale. Periodicamente, su specifica richiesta del Comitato Consultivo Misto, l’Azienda relaziona a questo organismo sullo stato delle liste di attesa per le specifiche prestazioni. Le informazioni sulle possibilità di accesso e l’orientamento all’interno del Policlinico sono erogate dal punto URP e dai punti informativi dell’ospedale. 114 Centralità del cittadino 3.3 Centralità del cittadino 3 Obiettivi istituzionali L’ordinamento regionale riconosce al cittadino - in quanto titolare del diritto alla salute - un ruolo attivo di partecipazione alla definizione delle prestazioni, dell’organizzazione dei servizi e della loro valutazione. A tal fine, l’organizzazione del Sistema Sanitario Regionale è chiamata a garantire la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli utenti e delle loro rappresentanze organizzate. Lo scopo dell'analisi riportata in questo punto è di analizzare quanto e come l’Azienda sia capace di rapportarsi ai propri utilizzatori e di modificare se stessa, riconoscendo loro una posizione di assoluta centralità. L’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Bologna riconosce il ruolo di interlocutore primario del cittadino assicurandogli la possibilità di partecipare alla valutazione della qualità dei servizi e alla tutela dei diritti degli utenti. Questa possibilità è riconosciuta al singolo come soggetto attivo, attraverso le Associazioni di Volontariato che operano all’interno del Policlinico e nell’ambito del Comitato Consultivo Misto. Attraverso i rapporti con il Comitato Consultivo Misto e le Associazioni di Volontariato è, inoltre, garantita la trasparenza delle informazioni che sono rese disponibili agli utenti con gli strumenti a tal fine predisposti. Gli strumenti attraverso i quali può essere assicurata la partecipazione sono: Numerosi sono gli strumenti attraverso i quali si garantisce al cittadino la partecipazione nelle scelte e nell’organizzazione dei servizi • la carta dei servizi nella quale sono declinati gli indicatori generali di qualità che possono essere valutati nel loro andamento annuale; • la guida all’Unità operativa che contiene informazioni dettagliate sull’erogazione dei servizi e sugli indicatori di processo collegati alle prestazioni; • la disponibilità e la diffusione delle informazioni attraverso il portale aziendale con particolare riferimento a tutto quanto raggruppato nell’area “informazioni utili per i cittadini”; • la partecipazione alla valutazione dei risultati di gestione delle segnalazioni sia nel momento della presentazione al Comitato Consultivo Misto, che con la partecipazione attiva di alcuni rappresentanti al gruppo di lavoro aziendale per il miglioramento del processo gestionale; • la partecipazione attiva al processo di gestione delle segnalazioni attraverso l’evidenziazione di situazioni particolari che possono creare disagio a specifiche categorie di utenti; • la possibilità di inviare segnalazioni sulle modalità di funzionamento dell’Azienda, sugli strumenti (anche informatici) disponibili e sulla loro efficacia; • la partecipazione alla valutazione dei risultati ottenuti nella misurazione della soddisfazione dell’utente; • il contatto diretto con il punto URP da parte dei cittadini o attraverso le loro Associazioni di tutela. Per i dati relativi a questi strumenti rinviamo al capitolo 5 del presente Bilancio. 115 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali 3.4 Qualità dell’assistenza ed efficienza gestionale 3.4.1 Qualità e accreditamento La necessità di disporre di strumenti per la verifica del mantenimento e dello sviluppo del sistema di gestione per la qualità che garantisca il soddisfacimento dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi previsti dall’Accreditamento Istituzionale ha rappresentato l’input per l’attivazione, nell’anno 2012, di un sistema di capillare sorveglianza presso i Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI) e le Unità Operative ad essi afferenti. Tale sistema di sorveglianza sui DAI già accreditati nel periodo 2009-2010, si propone l’obiettivo di garantire il più possibile il mantenimento dei requisiti generali e specifici, previsti dai modelli di Autorizzazione e Accreditamento delle diverse aree sanitarie, in attesa delle successive visite ufficiali di rinnovo dell’Accreditamento da parte della Agenzia Socio Sanitaria Regionale. Le verifiche interne sul Dipartimento vedono l’indispensabile collaborazione di gruppi di valutatori interni, medici, infermieri, tecnici, afferenti alle diverse aree sanitarie. A supporto delle attività di audit interno intervengono, ciascuno per le proprie competenze, le funzioni delle reti dipartimentali dei rappresentanti della Direzione per la Qualità, dei referenti del Governo clinico, degli animatori di Formazione, a garanzia della corretta applicazione dei principi e degli strumenti di governo per l’analisi e gestione dei processi, la sicurezza e l’appropriatezza delle cure, l’aggiornamento continuo delle competenze per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il modello, che vede l’applicazione nel 2012, si propone di valutare non solo gli aspetti di novità intervenuti nell’organizzazione del Dipartimento, ma anche eventuali criticità emerse attraverso gli strumenti di rilevazione: le segnalazioni dei cittadini, quelle dei professionisti, le criticità rilevate attraverso altri sistemi di audit. La valutazione di questi aspetti si propone di mettere in evidenza la reattività del Dipartimento e la tendenza al miglioramento continuo. Nel 2012 sono state effettuati audit presso l’Unità di Immunoematologia e Trasfusionale e la Banca Regionale del Sangue Cordonale, in previsione delle verifiche da parte di Commissioni internazionali per il rinnovo dell’Accreditamento/Certificazione EFI per la prima e dell’Accreditamento FACT per la seconda. L’esito di tali verifiche ha confermato la piena applicazione dei requisiti dei due modelli. L’Accreditamento EFI del Laboratorio di Immunogenetica rappresenta un traguardo importante, dato il ruolo di centrale importanza delle attività che vi si svolgono, per garantire il rispetto di standard di riferimento relativi alle strutture, alle tecnologie e alle competenze necessarie, nel processo di trapianto ed in particolare nella fase di accertamento dell'idoneità dei pazienti e dei donatori. 116 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali La certificazione FACT della Banca del Sangue Cordonale, anche questa basata su standard fissati a livello internazionale, e rilasciata a seguito di un’ispezione da parte di una commissione internazionale di esperti del settore, assicura l’eccellenza nella crioconservazione e tracciabilità delle unità di sangue da cordone ombelicale e nel loro rilascio e utilizzo sicuro in ambito trapiantologico. Un ulteriore sistema di sorveglianza interna finalizzata al miglioramento è quello relativo alla valutazione della qualità della documentazione sanitaria, attraverso audit su un campione di cartelle cliniche di tutte le Unità Operative, allo scopo di verificare la corretta e completa compilazione della cartella clinica, a garanzia della sicurezza del percorso assistenziale del paziente e degli aspetti di tutela del paziente e dei professionisti che intervengono nel processo di cura. Nel 2012 si è attuata una valutazione della documentazione predisposta a livello aziendale a supporto delle attività sanitarie e organizzative, allo scopo di mettere in evidenza eventuali necessità di aggiornamento o eliminazione delle procedure e istruzioni operative applicate e far sì che il personale disponga sempre di documenti di riferimento sicuri e attuali. Dall’analisi è scaturita la revisione 2012 di numerosi documenti inerenti principalmente tematiche di sicurezza e gestione del rischio e dei processi di cura, di cui si riporta una sintesi: • Gestione in emergenza del distress respiratorio; • Emergenze Cliniche; • Eventi sentinella ed eventi clinici maggiori; • Manutenzione dei dispositivi medici; • Identificazione del paziente (braccialetto identificativo); • Influenza virus A (H1N1); • Provvedimenti profilattici da adottare in caso di Meningite; • Provvedimenti profilattici da adottare in caso di Tubercolosi; • Movimentazione del materiale biologico/richieste/referti/attrezzature; • Utilizzo delle piastre operatorie nel polo chirurgico e dell’emergenza; • Privacy (DPS) ; • Reclami e segnalazioni; • Procedure relative al Trapianto di cuore e polmone; • Gestione della trasfusione (controllo tramite lettore barcode). 3.4.2 Processi aziendali La definizione e la valutazione dei principali dei percorsi di cura per la presa in carico del paziente Al fine di promuovere l’appropriatezza clinico - assistenziale e favorire l’implementazione di linee guida e raccomandazioni per la buona pratica clinica, l’AOU di Bologna ha avviato nel corso degli anni specifici progetti aziendali per la strutturazione di percorsi clinico– assistenziali che si caratterizzano per la centralità del paziente, la collaborazione e l’integrazione interdisciplinare e multiprofessionale e la continuità delle cure. La 117 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali strutturazione, l’applicazione dei percorsi e/o il monitoraggio attraverso audit clinici e indicatori specifici, desunti dalla letteratura di riferimento, costituiscono parte degli obiettivi di budget dei Dipartimenti e delle unità operative coinvolti. Nel corso del 2012 l’Azienda ha partecipato a progetti a valenza integrata ospedale– territorio nell’ambito dei quali sono stati implementati percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) integrati con l’AUSL di Bologna nell’ambito di patologie cardiovascolari, cronico–degenerative e oncologiche. In particolare, nell’area della post-acuzie si è proceduto all’ottimizzazione del collegamento operativo con la Centrale Metropolitana PostAcuzie CEMPA, la Centrale CCOT e nella definizione dei percorsi integrati post-acuzie per patologie chiave quali frattura di femore, scompenso cardiaco, percorsi riabilitativi post-stroke. Patologia oncologica Per quanto riguarda la rete oncologica provinciale, l’Azienda Ospedaliero Universitaria è da anni impegnata nella costruzione e nel monitoraggio dei PDTA delle principali malattie oncologiche allo scopo di assicurare un trattamento equo per tutti i cittadini e garantire la continuità delle cure attraverso l’integrazione ospedale-territorio. Ogni percorso strutturato prevede l’individuazione di un infermiere case manager che accompagna il paziente durante il percorso di cura, dalla fase di ingresso fino al termine della terapia. Inoltre, il percorso viene sottoposto ad un attento monitoraggio da parte dell’azienda e delle UO coinvolte soprattutto per quanto riguarda i tempi di attesa legati all’intervento chirurgico. In vista della negoziazione di Budget 2013, l’AOSP ha individuato, di concerto con l’AUSL, i percorsi principali da sottoporre ad un attento monitoraggio attraverso indicatori che potessero consentire anche un confronto sull’area metropolitana bolognese. I percorsi oncologici individuati sono quelli relativi ai tumori del colon, del polmone e della mammella. 118 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Tabella Tumore Colon 3 Obiettivi istituzionali TUMORE POLMONE Tabella Tumore Polmone TUMORE MAMMELA Tabella Tumore Mammella Patologia croniche Nel corso del 2012 è stato implementato il percorso aziendale per la gestione del paziente con scompenso cardiaco (acuto o riacutizzato) individuando i setting assistenziali più appropriati per la gestione di questi pazienti in funzione del livello di gravità e comorbidità. In coerenza con le linee regionali sono state inoltre promosse azioni finalizzate a perseguire e mantenere il rientro a domicilio del paziente dopo un ricovero ospedaliero, 119 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali mediante l’attivazione di attività di Day Service e rafforzando la relazione con i punti di coordinamento di assistenza primaria (PCAP) e la CCOT per pazienti che necessitano assistenza domiciliare integrata (ADI). Anche nel caso di questo percorso di cura le due aziende di Bologna hanno definito e condiviso alcuni indicatori comuni da monitorare con l’obiettivo di uniformare il comportamento dei professionisti a fronte di analoghe situazioni cliniche. SCOMPENSO CARDIACO Si riportano di seguito gli indicatori individuati per il percorso in questione: Tabella Scompenso Cardiaco e quelli individuati per il monitoraggio del percorso POST IMA/SCA: POST Tabella PostIMA IMA Anche per quanto riguarda la patologia diabetica, nell’ambito della Commissione interaziendale diabetologia, i professionisti diabetologi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria insieme con i medici di medicina generale (MMG) e il nucleo di cure primarie dell’AUSL di Bologna hanno definito il percorso del paziente diabetico, comprensivo del monitoraggio da effettuarsi da parte dello specialista, del medico di medicina generale e 120 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale dell’infermiere case manager nelle future case della salute. 3 Obiettivi istituzionali In particolare, l’Unità operativa di Diabetologia dell’Azienda Ospedaliera nell’anno 2012 ha sottoposto a monitoraggio i pazienti come sotto riportato. Circa 1000 pazienti sono già a gestione integrata con il MMG. Diabetici censiti in anagrafica su programma Eurotouch Diabetici con almeno 1 accesso nel 2012 13.750 5.164 Diabetici in gestione integrata con i MMG (Progetto Diabete città di Bologna) con almeno 1 accesso nel 2012 984 Donne gravide con diabete e donne con diabete gestazionale 183 Pazienti con piede diabetico 186 Totale visite diabetologiche per esterni Totale visite diabetologiche per ricoverati 10.643 2.770 Totale visite per donne gravide (prime visite + controlli) 589 Totale visite piede diabetico(prime visite + controlli) 541 Totale prestazioni piede diabetico 2.266 Totale prestazioni (visite + laboratorio) 37076 Nell’ambito della rete per l’assistenza alle patologie reumatologiche sono stati definiti, in collaborazione con l’associazione dei malati e i MMG, e implementati dopo specifico intervento formativo, i percorsi clinico organizzativi relativi ad artrite reumatoide, spondilite anchilosante e connettiviti allo scopo di uniformare in ambito metropolitano il processo di gestione del paziente reumatologico dalla fase di accesso ai servizi all’impostazione del follow up ambulatoriale. Frattura di femore Nel 2012 la percentuale di pazienti operati nell’Azienda Ospedaliero Universitaria per frattura al femore entro le 48 ore e con età superiore ai 65 anni è stata del 48.1 %, dato in miglioramento rispetto al risultato 2011 (43%). 121 Qualità dell’assistenza, FRATTURA efficienza FEMOREgestionale PAZIENTIObiettivi OVER istituzionali 65 Tabella frattura del femore over 65 Al fine di migliorare ulteriormente la qualità della risposta assistenziale, nell’ambito del modello ortogeriatrico, già implementato in Azienda dal 2008, sono state individuate revisioni organizzative, da attivare nel 2013, per assicurare al paziente con frattura di femore un percorso preoperatorio più adeguato e tempestivo in linea con gli indirizzi regionali e aziendali. In area metropolitana è stata, inoltre, condivisa una procedura che definisce percorsi omogenei per la riabilitazione del paziente con questa tipologia di frattura con l’obiettivo di ottimizzare i tempi dell’intervento riabilitativo. Patologia cerebro-vascolare La definizione della rete Stroke nell’area metropolitana di Bologna è stata completata nel 2011 attraverso il lavoro di stretta integrazione con l’Azienda USL di Bologna. In particolare, si è progressivamente implementato il percorso che estende a tutto il territorio dell’Azienda USL di Bologna il trattamento trombolitico dell’ictus ischemico acuto secondo il modello integrato da AOU e Azienda AUSL di Bologna. Il percorso prevede l’inquadramento sul territorio del paziente candidabile a trombolisi e la corretta centralizzazione ai due Hub (Ospedale Maggiore e Policlinico S. OrsolaMalpighi) dove viene effettuata la trombolisi sistemica ai pazienti con profilo rischiobeneficio vantaggioso. Successivamente si prevede il ricovero in Stroke Unit (Hub) per i pazienti selezionati e il ricovero in Stroke Care sul territorio negli ospedali di prossimità di competenza territoriale se il paziente presenta controindicazioni alla trombolisi. Nel Policlinico è già attiva da tempo un’area Stroke Unit dedicata al trattamento dei pazienti con Stroke in accordo alle indicazioni contenute nella D.G.R. n. 1720/2007 e l’Azienda è Hub di 2° livello per la trombolisi EV. In Azienda è inoltre attivo (dal 2010) un percorso assistenziale dedicato al TIA (fast track TIA) che permette l’inquadramento diagnostico-terapeutico rapido del paziente con TIA al fine di prevenire l’incidenza di ictus cerebrale. Nel corso del 2012, sono state messe in atto specifiche strategie per indirizzare nel setting più appropriato il maggior numero possibile di pazienti con stroke, quali refreshing formativi sugli operatori del Pronto Soccorso e interventi per un deflusso più rapido dei pazienti dalla Stroke Unit a setting a minore intensità, che hanno consentito 122 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali di incrementare il numero di pazienti con Stroke assistiti in tale area rispetto all’anno precedente (63.2% vs 57.2%). Le azioni avviate/realizzate nel 2012 relativamente alla patologia cerebro-vascolare hanno riguardato: Le azioni avviate/realizzate nel 2012 relativamente alla patologia cerebro-vascolare hanno riguardato • la valutazione dell’aderenza dei comportamenti professionali alle indicazioni clinico – organizzative del percorso di cura Fast track TIA • la valutazione e il monitoraggio anche attraverso confronti interaziendali del percorso trombolisi allo scopo di omogeneizzare maggiormente i comportamenti professionali • la conduzione di un audit clinico in area medico – geriatrica sul trattamento della Fibrillazione Atriale e la condivisione di raccomandazioni cliniche per la gestione di tale patologia ai fini della prevenzione primaria e secondaria dell’ictus cerebrale cardioembolico • la definizione in ambito metropolitano del percorso riabilitativo del paziente a seguito di stroke allo scopo di omogeneizzare fra Ausl di Bologna, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Orsola Malpighi e gli ospedali privati accreditati della provincia, l’accesso alle cure nella fase post acuta. Si riportano di seguito gli indicatori per la valutazione STROKE Tabella Stroke Ospedale - Territorio senza dolore Il Programma Ospedale senza Dolore è stato trasformato dal 2011 in Programma ospedale-territorio senza dolore, coerentemente con quanto previsto dalla Legge 38 del 2010 e dalle successive indicazioni regionali. La composizione del Comitato aziendale ospedale senza dolore (COSD) è stata integrata da professionisti del Dipartimento delle cure primarie e della rete delle cure palliative dell’ Azienda USL di Bologna. Anche nell’anno 2012 sono stati organizzati diversi incontri informativi/formativi indirizzati a tutti i professionisti del Policlinico, in particolare al personale di area medico– geriatrica, di area chirurgica e di area pediatrica. Le azioni inerenti la gestione del dolore sono proseguite sulla base dell’esperienza acquisita in questi anni rivolgendo in particolare l’attenzione sulle quattro direttrici 123 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali di lavoro identificate: dolore perioperatorio, dolore oncologico adulto, dolore cronico, dolore rilevabile in area materno - infantile. Come ogni anno il Comitato Ospedale Territorio Senza Dolore (COTSD) ha recepito gli obiettivi regionali, definito le priorità d’intervento e diffuso gli obiettivi specifici di area, monitorando e valutando periodicamente i risultati delle azioni messe in campo dai diversi gruppi di lavoro attivati. In particolare, in tutte le Unità Operative del Policlinico è applicata la scala NRS per la valutazione del dolore e nei reparti di degenza di area internistico – geriatrica tale scala è parte integrante della scheda di terapia. L’effettuazione della registrazione del dolore viene sistematicamente valutata nell’ambito dei controlli di qualità della documentazione sanitaria. La verifica 2012 ha confermato la presa in carico del paziente con dolore al momento dell’ammissione in reparto nel 95% delle degenze. E’ stato inoltre attivato un nuovo progetto sul sollievo del dolore procedurale in area cardiologica a partire da un’indagine del livello di dolore percepito dai pazienti sottoposti alle procedure invasive/interventive dedicate in particolare alla elettrofisiologia cardiaca. Il monitoraggio del consumo di oppiacei conferma nel 2012 il trend in aumento del consumo di oppiodi e la riduzione del ricorso ai FANS, andamento coerente con quanto atteso per un appropriato trattamento del dolore oncologico. Dolore perioperatorio Nell’anno 2012 la gestione del dolore perioperatorio (che coinvolge anestesie e chirurgie generali e specialistiche) è avvenuta in applicazione delle indicazioni definite nella specifica documentazione di riferimento aziendale e verificata attraverso la valutazione periodica degli indicatori di monitoraggio del percorso. Dolore procedurale in area pediatrica Le procedure in oncoematologia pediatrica sono effettuate con trattamento medico di sedazione/analgesia nell’ambito di un percorso con supporto psicologico di accompagnamento con colloqui, gioco e giocoterapia. E’ proseguita la collaborazione tra i professionisti dell’Azienda e l’associazione AGEOP nella condivisione degli standard di riferimento della qualità delle cure. In area pediatrica è inoltre proseguita l’applicazione del trattamento non farmacologico del dolore (es. tecniche di distrazione) nella gestione del dolore procedurale lieve con prevalente componete di paura o stress o in associazione alle procedure farmacologiche nei casi più gravi, e l’utilizzo di tecniche di sedazione per le procedure diagnostiche di imaging. Dolore da parto Relativamente al contenimento/controllo del dolore in corso di travaglio e parto è proseguita la formazione sul campo dei nuovi assunti/inseriti sull’utilizzo di tecniche non farmacologiche e sono stati effettuati incontri mensili aperti anche all’utenza. l dati relativi al monitoraggio delle tecniche di contenimento e controllo del dolore in 124 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali travaglio/parto evidenziano che per i 2829 parti spontanei come inizio travaglio espletati nel 2012 sono state eseguite le seguenti procedure: controllo dolore con analgesia epidurale 1074 (548 istituzionali e 526 ALP) contenimento non farmacologico del dolore nessuna tecnica antalgica 1436 319 Dolore oncologico Il dolore del paziente oncologico adulto viene sistematicamente rilevato con scale di misurazione ai fini del trattamento antalgico più appropriato e della verifica di efficacia (utilizzo delle scale NRS e PAINAD per il paziente non collaborante). Vengono sistematicamente monitorati indicatori di efficienza del processo di rilevazione ed indicatori di efficacia del trattamento antidolorifico che evidenziano una assoluta attenzione da parte degli operatori alla gestione della problematica. Inoltre la consegna ai pazienti dimessi dai reparti oncologici del diario per l’autovalutazione a domicilio del dolore permette di realizzare il collegamento con il medico di medicina generale e con i servizi territoriali per la continuità assistenziale del paziente con dolore oncologico. Dolore cronico Sono state implementate e rese accessibili anche tramite CUP le attività ambulatoriali per la diagnosi e la cura di tutte le tipologie di dolore cronico e per la continuità delle cure. Sulla base delle linee di indirizzo regionali, sono inoltre in corso di implementazione percorsi diagnostico terapeutici integrati per specifiche patologie croniche che possono generare dolore. Rete delle cure palliative in ambito oncologico L’Azienda è parte della rete cure palliative in ambito oncologico, collaborando con l’Azienda USL di Bologna - Distretto delle Cure Primarie e Rete delle Cure Palliative nel raccordare le azioni intraprese all’interno del Policlinico alle opzioni assistenziali offerte dalla rete territoriale delle cure palliative. Nel 2012 sono state richieste 280 attivazioni ADI 2-3 (assistenza domiciliare integrata) per pazienti ricoverati in area oncologica e sono state effettuate 85 valutazioni di pazienti oncologici ricoverati nel Policlinico per il trasferimento presso gli Hospice territoriali. L’Azienda partecipa inoltre al percorso regionale della rete delle cure palliative in età pediatrica, che prevede la realizzazione di un Hospice pediatrico per le cure del paziente “cronico critico” non necessariamente oncologico. Nell'ambito delle cure palliative pediatriche, attualmente si realizza la domiciliazione dei pazienti pediatrici cronici, formando i care giver, fornendo il supporto per l’individuazione dei presidi da erogare e per specifiche necessità cliniche e/o antalgiche. 125 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Governo clinico del farmaco La Regione Emilia–Romagna, nel corso dell’ultimo triennio, ha realizzato con il contributo degli specialisti una serie di linee guida/raccomandazioni terapeutiche per il trattamento con farmaci innovativi/ad alto costo di specifiche patologie in diverse aree cliniche sulla base delle migliori evidenze disponibili e del profilo beneficio-rischio . Allo scopo di valutare, a livello locale, l’adesione dei comportamenti prescrittivi degli specialisti alle raccomandazioni di appropriato utilizzo dei farmaci in questione, sono periodicamente pianificati audit clinici per verificare la congruità delle scelte terapeutiche attraverso gli indicatori di monitoraggio previsti per i diversi trattamenti e con studi retrospettivo o prospettico in relazione alla disponibilità dei dati attraverso specifici Registri. In particolare nel corso del 2012 l’attenzione si è focalizzata sulle seguenti aree terapeutiche: 1.Uso appropriato dei farmaci biologici nell'artrite reumatoide (AR) Dal confronto della pratica corrente con gli standard di riferimento contenuti nelle raccomandazioni regionali “Trattamento sistemico dell’Artrite Reumatoide nell’adulto con particolare riferimento ai farmaci biologici” si evince come il ricorso ai farmaci biologici avvenga solo nei casi definiti dalle linee guida regionali, ossia quando non vi sia stata una risposta adeguata ad un precedente trattamento con DMARD’s e in presenza di AR in fase attiva o danno strutturale progressivo (100% dei pazienti analizzati nell’audit clinico). Tab. 1 - Indicatore n.1 Totale Azienda N. Pazienti N di pazienti che hanno fallito almeno un DMARDs e DAS28 >5,2 etc 60 N pazienti in trattati con farmaci anti TNF altri farmaci biologici 60 STANDARD % % 100% 100% Tab. 2 – Indictore n.2 Totale Azienda N. Pazienti N pz terapia con Anti TNF alfa 41 Tot dei pazienti 60 126 STANDARD % MONITORAGGIO 68% Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale N pz terapia con Adalimumab 7 Tot dei pazienti con Anti TNF alfa 41 3 Obiettivi istituzionali 17% MONITORAGGIO N pz terapia con Infliximab 6 Tot dei pazienti con Anti TNF alfa 41 15% Tab. 3 - Indicatori n.3 e n.4 Totale Azienda N. Pazienti N pazienti in terapia con anti TNF + MTX 21 Tot dei pazienti 41 N pazienti in terapia con anti TNF + Altro DMARDs 10 Tot dei pazienti 41 N pazienti in terapia con anti TNF in monoterapia 10 Tot dei pazienti 41 STANDARD % 51% MONITORAGGIO 24% 24% Per quanto riguarda i costi, è stata analizzata tutta la casistica che ha ricevuto uno o più trattamenti con farmaci biologici nel 2012 vs 2011 (tab.4) Tabella 4 – Casistica e costi trattamenti con farmaci biologici AR: 2012 vs 2011 127 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Complessivamente, nel 2012 sono stati trattati 19 pazienti in meno, registrando una minor spesa pari a – 230.871 euro, cui corrisponde anche una diminuzione del medio/ paziente nell’ordine di circa il 5,5% (- 428euro). Come si può evidenziare dalla tabella i costi maggiori sono sostenuti per i pazienti che proseguono il trattamento, il cui costo medio supera del 19% circa il costo medio di tutti i pazienti trattati nel periodo. Ciò può essere attribuibile non solo alla durata più lunga del trattamento, ma anche ad eventuali switch verso altre terapie a maggior costo, a seguito di riduzione della risposta o insorgenza di eventi avversi. 2. Trattamento della Epatite Cronica nell’adulto naive In considerazione alle elevate risorse correlate al trattamento della patologia epatica con interferone e/o NUC nel 2012 sono state attivate, con le Unità operative del Policlinico maggiormente coinvolte, opportune verifiche sull’adesione dei comportamenti prescrittivi alle linee guida regionali e sull’uso appropriato di tali farmaci. I principali obiettivi sono quelli di intercettare possibili aree di miglioramento in termini di appropriatezza prescrittiva nel trattamento dell’epatite cronica B e realizzare un confronto dei costi posologici ai fini del possibile contenimento della spesa. I criteri di appropriato utilizzo selezionati con i professionisti fanno riferimento ai contenuti delle linee guida regionali “Trattamento dell’epatite cronica B nell’adulto con particolare riferimento agli analoghi nucleotidici/nucleosidici (NUC)” Dall’analisi dei dati delle Unità operative coinvolte nell’audit si è evidenziata una non piena aderenza alle raccomandazioni regionali. Infatti i pazienti naive ricevono più frequentemente un trattamento in prima linea con NUC invece che con IFN. Alcuni pazienti trattati con IFN non completano i primi 6 mesi di terapia (24 settimane), come previsto dalle raccomandazioni. Tuttavia, questo dato può non essere completamente attendibile per carenze informative: i pazienti possono avere ritirato i farmaci in altra sede e quindi aver completato il ciclo di trattamento. Indicatori % Pazienti (HBeAg positivi e negativi) che in primo livello di trattamento hanno iniziato una terapia con Peg-IFN % Pazienti (HBeAg positivi e negativi) che in primo livello di trattamento hanno iniziato una terapia con Peg-IFN e che hanno completato 48 settimane di terapia 128 Numeratore/Denominatore N. Pazienti trattati con Peg-IFN in prima linea N. Pazienti trattati con PegIFN e NUC in prima linea N. % 12 26% 47 N. Pazienti trattati con Peg-IFN in prima linea che hanno completato 48 settimane di terapia 4 N. Pazienti trattati con Peg-IFN in prima linea 12 33% Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Indicatori % Pazienti (HBeAg positivi e negativi) che in primo livello di trattamento hanno iniziato terapia con Peg-IFN e che hanno interrotto la terapia a 6 mesi % Pazienti (HBeAg positivi e negativi) che in primo livello di trattamento hanno iniziato la terapia con NUC (tenofovir,entecavir) % Pazienti (HBeAg positivi e negativi) che hanno iniziato terapia con NUC dopo una valutazione a 6 mesi dal termine della terapia con Peg-IFN Numeratore/Denominatore N. Pazienti trattati con PegIFN in prima linea che hanno interrotto la terapia a 6 mesi 3 Obiettivi istituzionali N. % 1 8% N. Pazienti trattati con Peg-IFN in prima linea 12 N. Pazienti trattati con NUC in prima linea 35 N. Pazienti trattati con PegIFN e NUC in prima linea 47 74% N. Pazienti trattati con NUC in seconda linea Alla luce dei dati rilevati si rendono pertanto necessari ulteriori approfondimenti in particolare per identificare eventuali controindicazioni al trattamento con IFN che potrebbero avere reso necessario l’utilizzo in prima linea dei NUC attraverso la valutazione della documentazione sanitaria dei pazienti o di ulteriori prescrizioni di farmaci che possano essere correlati con le controindicazioni all’IFN. 3. Trattamento farmacologico del Carcinoma del colon metastatico RACCOMANDAZIOME EVIDENCE BASED: Tumore del Colon Retto metastatico - Parte A: Bevacizumab (Doc. PTR n.100) Raccolta dati Bevacizumab nell'anno 2011: PAZIENTI CHE HANNO RICEVUTO ALMENO UN TRATTAMENTO NELL'ANNO 2011 Criteri di esclusione dal monitoraggio: pazienti reclutati in trial clinici Informazioni aggiuntive: n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in I° linea e arruolati nei trials n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in II° linea e arruolati nei trials n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in III° linea e arruolati nei trials 129 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Bevacizumab 1° linea di trattamento Quesito 1. Nei pazienti con tumore del colon-retto o non operabile, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con solo Fluoropirimidine? Forza della raccomandazione: Negativa debole Numero pazienti INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici (valore assoluto) Numero pazienti con tumore del colon-retto o non operabile, trattabili in prima linea con qualsiasi schema terapeutico 26 (escluso Trials) - X Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattabili in prima linea con qualsiasi schema 122 terapeutico (escluso Trials) - Y Numero pazienti valore in % (valore assoluto) Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in 0 prima linea con Bevacizumab e Fluoropirimidine Indicatore in assenza di coclalipatino e irinotcan 0 DDenominatore: Numero pazienti con carcinoma per Q1 colon retto metastatico non operabile trattati in 3 prima linea con Fluoropirimidine +/- Bevacizumab, in assenza di coclalipatino e irinotcan Bevacizumab 2° linea di trattamento Quesito 4. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in seconda linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con solo Fluoropirimidine? Forza della raccomandazione: Negativa debole Numero pazienti INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici (valore assoluto) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in seconda linea con Bevacizumab 14 (escluso Trials) - H Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in prima linea con qualsiasi schema 66 terapeutico (escluso Trials) - W Numero pazienti valore in % (valore assoluto) Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Bevacizumab e Fluoropirimidine 0 in assenza di coclalipatino e irinotcan, che non Indicatore hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea 0 Denominatore: Numero pazienti con per Q4 carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con 4 Fluoropirimidine +/- Bevacizumab che non hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea 130 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali Bevacizumab 3° linea di trattamento Quesito 7. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in terza linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia? Forza della raccomandazione: Negativa forte Numero pazienti INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici (valore assoluto) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in terza linea con Bevacizumab (escluso 1 Trials) - Z Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in terza linea con qualsiasi schema 32 terapeutico (escluso Trials) - K Numero pazienti valore in % (valore assoluto) Indicatore per Q4 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in terza linea con Bevacizumab e qualsiasi chemioterapia Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in terza linea con chemioterapia 1 3,125 32 Quesito 2. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Oxaliplatino? Forza della raccomandazione: Negativa debole Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q2 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile in prima linea trattati con Bevacizumab, Fluoropirimidine o Oxaliplatino Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile in prima linea trattati con Fluoropirimidine o Oxaliplatino +/- Bevacizumab valore in % 0 0 47 131 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Quesito 5. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in seconda linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Oxaliplatino? Forza della raccomandazione: Positiva debole Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q5 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Bevacizumab, Fluoropirimidine e Oxaliplatino che non hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea 0 Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Fluoropirimidine o Oxaliplatino +/- Bevacizumab, he non hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea 9 valore in % 0 Quesito 3. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Irinotecan? Forza della raccomandazione: Positiva debole Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q3 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in prima linea con Bevacizumab, Fluoropirimidine e Irinotecan 15 Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Fluoropirimidine e Irinotecan +/- Bevacizumab 64 valore in % 23,4375 Quesito 6. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, in seconda linea, è raccomandabile l'impiego del Bevacizumab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Irinotecan? Forza della raccomandazione: Negativa forte Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q6 132 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Bevacizumab, Fluoropirimidine e Irinotecan, che non hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea Denominatore:Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile trattati in seconda linea con Fluoropirimidine e Irinotecan +/- Bevacizumab, che non hanno ricevuto Bevacizumab in prima linea valore in % 8 20 40 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali RACCOMANDAZIOME EVIDENCE BASED: Tumore del Colon Retto metastatico - Parte B: Cetuximab (Doc. PTR n.101) Raccolta dati Bevacizumab nell'anno 2011: PAZIENTI CHE HANNO RICEVUTO ALMENO UN TRATTAMENTO NELL'ANNO 2011 Criteri di esclusione dal monitoraggio: pazienti reclutati in trial clinici Informazioni aggiuntive: n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in I° linea e arruolati nei trials n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in II° linea e arruolati nei trials n° pazienti con tumore del colon-retto o non operabile in III° linea e arruolati nei trials Cetuximab 1° linea di trattamento Quesito 1. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con solo Fluoropirimidine? Forza della raccomandazione: Negativa forte Numero pazienti (valore assoluto) INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in prima linea con Cetuximab (escluso Trials) - X Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in prima linea con Cetuximab (escluso Trials) - Z Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in prima linea con qualsiasi schema terapeutico (escluso Trials) - Y 25 0 122 Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q1 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in prima linea con Cetuximab e Fluoropirimidine in assenza di Oxaliplatino e Irinotecan 0 Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in prima linea con Fluoropirimidine +/Cetuximab in assenza di Oxaliplatino e Irinotecan 3 valore in % 0 Cetuximab 2° linea di trattamento Quesito 4. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in seconda linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con solo Fluoropirimidine? Forza della raccomandazione: Negativa forte INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici Numero pazienti (valore assoluto) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in seconda linea con Cetuximab (escluso Trials) - H 8 133 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, indipendente dalla determinazione e dal kras wild type, trattati in seconda linea con Cetuximab (escluso Trials) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in seconda linea con qualsiasi schema terapeutico (escluso Trials) - W 0 66 Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q4 Numeratore: Numero pazienti con tumore del colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in seconda linea con Cetuximab e Fluoropirimidine in assenza di Oxaliplatino e Irinotecan Denominatore: Numero pazienti con tumore del colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in seconda linea con Fluoropirimidine +/- Cetuximab in assenza di Oxaliplatino e Irinotecan valore in % 0 0 4 Cetuximab 3° linea di trattamento Quesito 7. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in cui sia fallita la chemioterapia con Oxaliplatino e Irinotecan e intolleranti a Irinotecan, in terza linea, è raccomandabile la monoterapia con Cetuxumab? Forza della raccomandazione: Positiva debole INDICATORE Criteri di eclusione: pazienti reclutati in trial clinici Numero pazienti (valore assoluto) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in terza linea con Cetuximab (escluso Trials) - Z Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, indipendente dalla determinazione e dal kras wild type, trattati in terza linea con Cetuximab (escluso Trials) Numero pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, trattati in terza linea con qualsiasi schema terapeutico (escluso Trials) - K 10 0 32 Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q7 Numeratore: Numero pazienti con tumore del colon retto metastatico o non operabile, kras wild type, trattati in terza linea con solo Cetuximab Denominatore: Numero pazienti con tumore del colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in terza linea con o senza Cetuximab in precedenza trattati con Irinotecan ed Oxaliplatino valore in % 10 35,7 28 Quesito 2. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Ozaliplatino? Forza della raccomandazione: Negativa debole Numero pazienti (valore assoluto) 134 valore in % Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Indicatore per Q2 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile kras wild type, trattati in prima linea con Cetuximab, Fluoropirimidine e Ozaliplatino Denumeratore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile kras wild type, trattati in prima linea con Fluoropirimidine, Irinotecan e Ozaliplatino +/- Cetuximab 3 Obiettivi istituzionali 0 0 42 Quesito 5. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in seconda linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Ozaliplatino? Forza della raccomandazione: Negativa forte Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q5 Numeratore: Numero pazienti con tumore colon retto metastatico non operabile kras wild type, trattati in seconda linea con Cetuximab, Fluoropirimidine e Ozaliplatino Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile kras wild type, trattati in seconda linea con Fluoropirimidine, Irinotecan e Ozaliplatino +/- Cetuximab valore in % 0 0 14 Quesito 3. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Irinotecan? Forza della raccomandazione: Positiva debole Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q3 Numeratore: Numero pazienti con carcinoma del colon retto metastatico non operabile, trattati in prima linea con Cetuximab, Fluoropirimidine e Irinotecan valore in % 4 8 Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile, trattati in prima linea con Fluoropirimidine e Irinotecan +/- Cetuximab 50 Quesito 6. Nei pazienti con tumore del colon-retto metastatico o non operabile, kras wild type, in prima linea, è raccomandabile l'impiego del Cetuximab in aggiunta alla chemioterapia con Fluoropirimidine e Irinotecan? Forza della raccomandazione: Negativa forte Numero pazienti (valore assoluto) Indicatore per Q6 Numeratore: Numero pazienti con tumore del colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in seconda linea con Cetuximab, Fluoropirimidine e Irinotecan Denominatore: Numero pazienti con carcinoma colon retto metastatico non operabile, kras wild type, trattati in seconda linea con Fluoropirimidine e Irinotecan +/Cetuximab valore in % 4 12,5 32 135 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 4. Obiettivi istituzionali Trattamento farmacologico del mieloma multiplo e leucemia La strategia terapeutica del mieloma multiplo è stata finalizzata per molti anni al contenimento della taglia neoplastica attraverso l’impiego di un ristretto numero di farmaci, primi tra tutti gli agenti alchilanti associati ai corticosteroidi (chemioterapia convenzionale). Per superare la chemioresistenza e ottenere un prolungamento della sopravvivenza, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, è stata introdotta la chemio(radio)terapia a dosi (sub)mieloablative con successivo trapianto di progenitori emopoietici autologhi o allogenici. Nonostante questa strategia terapeutica abbia comportato un significativo miglioramento in termini di ottenimento di risposte di elevata qualità e di progressione libera da malattia (PFS), la malattia tende invariabilmente a ricadere e a necessitare di ulteriori terapie. Recentemente sono stati introdotti nuovi farmaci con attività diretta contro il clone mielomatoso e il microambiente midollare che supporta la crescita e la progressione del tumore. A questa nuova categoria di farmaci appartengono Talidomide, Bortezomib(®Velcade), e Lenalidomide(®Revlimid). Inizialmente impiegati come terapia di salvataggio per pazienti con malattia ricaduta/refrattaria, questi farmaci, combinati tra di loro e/o con agenti chemioterapici, sono attualmente parte integrante del programma terapeutico dei pazienti con malattia di nuova diagnosi. Allo scopo di valutarne l’appropriatezza d’uso e condividere, in base ai risultati, una strategia per migliorare eventuali ambiti di inappropriatezza rilevati e il rapporto costo/efficacia dei trattamenti, è stato condotto un audit clinico per valutare il trattamento con i farmaci talidomide, lenalidomide e bortezomib dei pazienti con MM. In assenza di raccomandazioni regionali sul trattamento del Mieloma Multiplo (nelle diverse linee di trattamento) si sono presi in considerazione specifici documenti (Technical Appraisal) del NICE , le Linee guida del National Comprehensive Cancer Network (NCCN) per la definizione dei criteri di riferimento e la costruzione degli indicatori e l’esperienza dei clinici esperti. La tabella 1 riporta i risultati del monitoraggio sulle strategie terapeutiche del MM messe in atto nella pratica clinica e il confronto con gli standard condivisi dal gruppo di lavoro. Tab. 1 - STRATEGIE TERAPEUTICHE e confronto con gli standard attesi 100 N. % numeratore Non candidabili a TMO 69 75 numeratore Candidabili a TMO (VTD) 23 25 denominatore Tutti i pazienti in I linea 92 100 N. % Standard (%) Note audit 26 38 20 Verificare 43 62 80 1 LINEA NON CANDIDABILI A TMO numeratore numeratore 136 Talidomide + Melphalan + Prednisone (MPT) Bortezomib + Melphalan + Prednisone (MPV) Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale denominatore Tutti i pazienti in I linea non candidabili a TMO 2° LINEA 69 100 100 N. % Standard appropriatezza (%) 90 numeratore Bortezomib 94 62 numeratore Lenalidomide 57 38 denominatore Tutti i pazienti in II linea 151 100 100 N. % Standard appropriatezza (%) 90 > 2° LINEA 3 Obiettivi istituzionali numeratore Bortezomib 60 38 numeratore Lenalidomide 99 62 denominatore Tutti i pazienti > II linea 159 100 1° scelta Verificare Verificare 1° scelta 100 5. Progetti di Governo Clinico in altri ambiti terapeutici 1. Prescrizione degli antibiotici (stewardship antimicrobica): appropriatezza d’uso dei farmaci antibiotici ed antifungini innovativi e/o di peculiare impatto epidemiologico La messa in atto di strategie sulla politica prescrittiva degli antimicrobici (stewardship antimicrobica) rappresenta oggi una necessità imprescindibile all’interno delle strutture assistenziali. Tradizionalmente i programmi di stewardship basati su atteggiamenti restrittivi delle prescrizioni vengono vissuti in modo conflittuale dalla componente medica e ciò ne limita l’efficacia e la capacità di mantenere i propri effetti nel tempo. All’interno del Policlinico la presenza di un team infettivologico dedicato esclusivamente all’attività di consultant intra/inter-aziendale, l’elevato livello di integrazione delle attività cliniche con quelle della Farmacia Ospedaliera e il sostegno puntuale della Direzione Sanitaria hanno permesso di proporre un progetto in grado di sposare sia l’appropriatezza sia il contenimento dei consumi. Il progetto si basa su un controllo prospettico della prescrizione di molecole selezionate per 1. peculiarità di indicazione, 2. rischio di danno ecologico, 3. tossicità, 4. elevato costo di acquisizione e si svolge in collaborazione tra farmacia clinica, team di consultant infettivologico e referenti delle singole unità operative coinvolte. Per gli antimicrobici selezionati si definiscono collegialmente gli ambiti di appropriatezza. Una volta definito questo aspetto è lasciata libera prescrizione dei farmaci individuati ma, ove non vi sia una prescrizione diretta da parte del consulente infettivologo, il team verifica entro 24-48 ore dalla prescrizione la sua congruità 137 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali confermandone l’indicazione o procedendo a variazione terapeutica. In tal modo l’infettivologo interviene anche come strumento educativo sui colleghi. Inoltre si genera una sorta di pattern gerarchico di prescrizione di molecole selezionate che consentirà al gruppo operativo di confrontarsi e discuterne l’appropriatezza con una sola figura professionale. L’attenzione comunque posta da tempo alle tematiche della corretta terapia antibiotica e al fenomeno delle resistenze batteriche ha permesso nel 2012 di realizzare i seguenti positivi risultati: 138 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali Tab. 3 Consumi in DDD/100 giornate di degenza per ATC e Area Dis I dati sull’andamento delle resistenze batteriche di seguito riportati sono forniti dal Laboratorio di Microbiologica – Osservatorio Epidemiologico Sorveglianza batterica e Monitoraggio dell’attività degli antibiotici. Tab. 3 - Trend di incidenza di patogeni sentinella (Cl. difficile – Acinetobacter MDR – MRSA) N (n/100ggdd) 2011 2012 N (n/100ggdd) 149 (0.0286) 92 (0.0180) Isolati di Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) da batteriemie 69 (0.0133) 37 (0.0072) Isolamenti di Acinetobacter baumannii MDR 130 (0.0250) 99 (0.0193) Casi di positività perssina di Clostridium difficile 110 (0.0211) 127 (0.0248) Dato micorbiologico Isolati di enterobatteri con ridotta sensibilità ai carbapenemi da batteriemie Tab. 4 - Trend di incidenza di pattern di resistenza sentinella 2011 2012 % (var%) Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) 42% 39.6% (-2.4%) Escherichia coli ESBL-produttore (resistenza a cefotaxime) 31% 29% (-2%) Klebsiella pneumoniae con ridotta sensibilità ai carbapenemi (resistenza ad ertapenem) 50% 40% (-10%) Dato microbiologico 139 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali 2. Profilassi antibiotica in chirurgia e sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico Le infezioni del sito chirurgico sono una complicanza comune di cura, si verificano nel 2-5% dei pazienti dopo interventi puliti (ad es. chirurgia del torace e ortopedica) e fino al 20% dei pazienti sottoposti a procedure chirurgiche addominali. Queste complicanze determinano un aumento della morbilità per i pazienti e un consumo sostanziale di risorse aggiuntive. Se un'appropriata profilassi antibiotica e la qualità nella tecnica chirurgica garantiscono la riduzione di incidenza di infezione, anche la sorveglianza attiva delle infezioni che si manifestano e un appropriato flusso informativo che permetta l’identificazione e la quantificazione delle infezioni stesse nei diversi presidi costituiscono un importante strumento di governo. A partire dalle attività già implementate nell’arco degli ultimi anni, nel 2012 le attività si sono prevalentemente incentrate su: 1.aggiornamento dei protocolli di profilassi antibiotica adottati nelle chirurgie specialistiche e monitoraggio sistematico dei livelli di adesione, applicando il seguente algoritmo: 2. revisione degli interventi da sottoporre a sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico, anche alla luce delle modifiche degli assetti organizzativi di alcune chirurgie e della casistica chirurgica dell’anno 2011. 140 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali 3. raccolta sistematica dei dati di sorveglianza al fine di quantificare l’incidenza di infezioni della ferita chirurgica per categorie di pazienti clinicamente omogenei, tenendo conto del volume di attività di ogni specifica unità operativa, del rischio intrinseco del paziente e del rischio correlato al tipo di intervento chirurgico. I dati rilevati sono regolarmente trasmessi all’Agenzia Socio Sanitaria Regionale, nell’ambito del Progetto SIChER. Questo consente di confrontare i dati di incidenza delle infezioni fra le diverse strutture partecipanti al progetto regionale e di migliorare le pratiche assistenziali. Di seguito alcuni dati di sintesi relativi all’anno 2012: 1. Antibioticoprofilassi Tab. 1 La valutazione di appropriatezza è stata effettuata sul 93,4% degli interventi eseguiti, escludendo tutti i casi di pazienti già in trattamento antibiotico prima dell’intervento ed i casi di interventi classificati come “sporchi” per i quali si attua una vera e propria terapia antibiotica. Tab. 2 141 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali L’appropriatezza complessiva del 66,3%, evidenzia un range molto ampio tra le singole U.O. chirurgiche per le quali il dato varia da un minimo del 12% ad un massimo del 92%. Come evidenziato dalla tabella 2, la causa prevalente di NON appropriatezza è legata all’uso di un antibiotico o di un’associazione di antibiotici non previsti dal protocollo per lo specifico intervento (46% dei casi). Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico L’importanza della sorveglianza è stata sottolineata anche dalla Circolare della Direzione del Servizio Presidi Ospedalieri della Regione (prot. 293495 del 24.11.2010) nella quale vengono esplicitati i criteri che devono essere adottati da ogni U.O. chirurgica per avviare la sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico. La rilevazione viene effettuata all’atto della dimissione o del trasferimento del paziente presso altro reparto; a livello sperimentale è stata applicata la procedura SiChER al controllo durante la visita ambulatoriale post-intervento. 142 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali Nonostante siano stati messi a disposizione semplici strumenti di compilazione della scheda di sorveglianza e sia stata svolta una capillare azione di sensibilizzazione, permane ancora un'insufficiente rilevazione da parte di molte chirurgie. Sono pertanto necessari interventi aggiuntivi per rafforzare ulteriormente l’importanza della sorveglianza. A tale riguardo, come azione di miglioramento, si stanno valutando possibili “alert”, introdotti nelle procedure informatizzate di gestione del processo assistenziale (procedura ADT e procedura ambulatoriale) per richiamare il medico alla compilazione della Scheda SiChER nel caso di paziente sottoposto ad intervento oggetto di sorveglianza. Terapia HAART (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) Un altro ambito di intervento di governo è stato individuato nella terapia dell’HIV con farmaci antiretrovirali ad alto costo. Nel 2012 è stato avviato un progetto specifico che vede l’inserimento del farmacista clinico in un sistema assistenziale multidisciplinare rivolto alla cura del paziente HIV positivo. In tale contesto, il farmacista opera con i clinici nella gestione della HAART (Highly Active Anti-Retroviral Therapy) e delle eventuali terapie concomitanti e supporta le scelte terapeutiche dei singoli pazienti con le seguenti finalità: • Monitoraggio dell’aderenza terapeutica; • Valutazione dell’incidenza di eventi avversi; • Miglioramento della gestione del farmaco e valutazione della spesa farmaceutica. a) Monitoraggio dell’aderenza terapeutica Dall’1 febbraio 2012 a oggi sono stati registrati presso l’ambulatorio della Farmacia 12.729 accessi per una media di circa mille pazienti mensili e le schede di aderenza consegnate sono state 5180. Il numero totale di pazienti è di 1255, di cui 1018 (81%) hanno risposto almeno una volta al questionario sull’aderenza alla HAART consegnato dal farmacista. Una stratificazione dei dati in relazione alla quantità di compresse non assunte al mese ha permesso di definire 5 classi di aderenza. I dati ottenuti dimostrano che il 68% dei pazienti dichiara di essere totalmente aderente alla terapia e solo l’1% ha dichiarato il livello più basso di aderenza. Fig. 1 – Valutazione dell’Aderenza alla Terapia HAART Classi di Aderenza (%) Dosi non assunte/mese 100 0 95-99 1 90-94 2-3 80-89 4-6 < 80 >7 143 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali Dall’analisi dei dati l’aderenza appare correlata al numero di compresse di TARV assunte quotidianamente: dei pazienti che hanno dichiarato un’ aderenza completa, i tre quarti assume da 1 a 3 cpr/die e il rimanente quarto ne assume da 4 o più. Tra i pazienti che hanno espresso un’aderenza maggiore all'80%, il 18% assume da 1 a 3 cpr/die e l’82% ne assume 4 o più. Il dato conferma che la semplicità posologica del regime antiretrovirale, possibile oggi grazie alle formulazioni contenenti più farmaci appartenenti alla stessa o a diverse classi di antiretrovirali, è utile per favorire l’aderenza alla terapia. TFig.2 - Correlazione tra aderenza e n° di compresse/die L’aderenza è un fattore essenziale per l’efficacia del trattamento. L’analisi su un campione di pazienti naive, con aderenza >95% mostra infatti come in tre mesi, dall’inizio della terapia HAART, si riscontri un abbattimento della carica virale ed un aumento della conta media CD4 (Fig.3) Fig.3 – Efficacia della terapia HAART in pazienti naive con aderenza ≥95% b) Farmacovigilanza Per quanto riguarda la segnalazione di ADR sono state effettuate 26 segnalazioni (di cui 8, pari al 31%, effettuate dal farmacista), per un totale di 46 principi attivi sospetti (Fig. 4). Il 23% delle segnalazioni sono risultate gravi; il miglioramento o la risoluzione della ADR si sono verificati nel 58% dei casi, mentre per il restante 42% il dato non è ancora disponibile. (Fig. 5) 144 3 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Fig.4 Obiettivi istituzionali Fig.5 c) Costi L’introduzione della HAART ha reso l’infezione da HIV una patologia tendenzialmente cronica, con un aumento progressivo della prevalenza dei casi in trattamento e un conseguente aumento dei costi. (Fig. 6) TREND COSTI TARV 2003-2012 Fig. 6-Trend Costi TARV 2003-2012 10.000.000 1400 9.000.000 1200 8.000.000 7.000.000 6.000.000 800 5.000.000 600 4.000.000 spesa (€) paz(n) 1000 paz (n) spesa (€) 3.000.000 400 2.000.000 200 1.000.000 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Tuttavia nel 2012 si è registrata un’inversione di tendenza, con una diminuzione del costo medio pro-capite per 12 mesi di trattamento pari a -4,5% (fig. 7). Fig.7- Costo medio paziente per 12 mesi di trattamento: 2003-2012 145 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali La figura del farmacista clinico in questo specifico contesto assistenziale può aver contribuito a: una maggiore responsabilizzazione del paziente (aderenza terapeutica) un migliore controllo degli eventi avversi n governo della distribuzione dei farmaci e della spesa correlata. 6. Farmacovigilanza e vigilanza dei Dispositivi Medici Nel corso del 2012 sono stati avviati alcuni progetti multicentrici regionali di farmacovigilanza attiva, per i quali si illustra una breve sintesi dei risultati raggiunti. 1) Farmaci in area pediatrica: raccomandazioni per un uso più sicuro e sensibilizzazione alle segnalazioni di ADR Il progetto multicentrico, coordinato dal nostro Policlinico, coinvolge le Farmacie ospedaliere e le Unità Operative di Pediatria di diverse Aziende sanitarie della Regione: AUSL Ferrara, AUSL Ravenna, AOU Modena, AOU Bologna, AOU Ferrara, IOR. Il progetto si propone due obiettivi principiali: a. predisporre un prontuario commentato di farmaci per i quali esiste documentazione per l’uso sicuro nel bambino, in armonia con il prontuario terapeutico regionale, che, tenendo conto delle indicazioni della letteratura e della pratica clinica consolidata, riassuma indicazioni terapeutiche, dosaggi e bibliografia di riferimento ed eventuali raccomandazioni b. sensibilizzare il personale sanitario all’importanza della segnalazione di ADR ed implementare un sistema di facilitazione per la segnalazione di ADRs nelle diverse strutture pediatriche al fine aumentare i tassi di segnalazione. a) Prontuario Regionale Pediatrico La prima fase per la realizzazione del PTR di Area pediatrica, ha comportato la raccolta di tutti i farmaci prescritti in tale ambito presso le strutture aderenti al progetto, e la successiva creazione di un apposito database. Successivamente, per le diverse Classi terapeutiche, è stata svolta un’analisi per verificare la presenza di indicazioni all’uso in pediatria nelle RCP, eventuali limitazioni ambiti di utilizzo secondo la legge 648, controindicazioni, possibili alternative o altre evidenze a supporto per l’uso pediatrico, consultando la letteratura in materia. E’ stato condiviso un elenco di principi attivi in ordine di classe ATC, dosaggio, formulazione e via di somministrazione di cui si redigerà nel 2013 il format definitivo. b) Attività di farmacovigilanza Le segnalazioni di ADR pediatriche (fascia di età: 0 mesi-17 anni) di tutte le aziende partecipanti, relative al periodo compreso tra l'1 gennaio 2005 e il 31 dicembre 2012, sono state raccolte ed inserite in uno specifico Database e successivamente aggiornate ogni tre mesi. In particolare nella nostra azienda si è registrato un importante incremento (+92%) 146 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Obiettivi istituzionali Fig. 1 –segnalazioni ADR in area Pediatrica: 2012 vs 2011 N. SEGNALAZIONI 2012 vs 2011 PER AZIENDA 60 55 50 43 40 38 30 2011 2012 20 13 14 10 10 6 3 3 0 A.S.L. FERRARA A.S.L. AOSP RAVENNA MODENA AOU S.ORSOLAII.OO. FERRARA MALPIGHI - RIZZOLI BO BO 2) Sviluppo di una rete regionale integrata di farmacovigilanza finalizzata a migliorare la sicurezza del paziente oncologico Il progetto multicentrico regionale, coordinato dall’IRST di Meldola, è statoavviato presso l’Azienda Ospedaliera nel 2012. Nell’ambito della realizzazione di iniziative volte a migliorare la conoscenza sul rapporto beneficio/rischio dei farmaci onco-ematologici dopo la commercializzazione, il progetto si propone in primo luogo di: 1. contribuire alla definizione di un più preciso profilo di rischio a breve e lungo termine dei farmaci utilizzati in ambito oncologico ed ematologico, con particolare attenzione ai farmaci innovativi; 2. formare e sensibilizzare gli operatori sanitari al fine di aumentare la conoscenza e l’attenzione sulle reazioni avverse, ridurre la tossicità e le malattie iatrogene, favorire la segnalazione di sospetta reazione avversa a farmaci (ADR – Adverse Drug Reaction) e concorrere alla migliore informazione fornita al paziente, anche nell’ottica di un miglioramento della compliance; 3. strutturare una rete regionale di farmacovigilanza integrata con la rete di farmacia oncologica regionale (ROFO – Rete Oncologica delle Farmacie Ospedaliere) che coinvolga, in progettualità specifiche e collegate, i diversi nodi della rete. In secondo luogo, attraverso l’ottimizzazione nell’impiego di strumenti informatizzati già esistenti, quale ad esempio il software Log80 (impiegato quotidianamente da 147 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale Obiettivi istituzionali medici e farmacisti per la prescrizione e l’allestimento di terapie antiblastiche) ci si propone di monitorare le riduzioni di dosaggi e le sospensioni di trattamenti al fine di rilevare, tra le possibili cause, sospette reazioni avverse a farmaci (ADR – Adverse Drug Reaction) non segnalate. L’attività di sensibilizzazione alla segnalazione di sospetta ADR da parte del farmacista è stata svolta sistematicamente in collaborazione con i Referenti di progetto. Il numero di segnalazioni effettuate nel 2012 dalle Unità operative coinvolte nel progetto sono state in totale 19 (Fig.2). Fig.2 – Farmaci oncologici oggetto di segnalazione di ADR – anno 2012 Principi attivi segnalati anno 2012 PACLITAXEL 7 LENALIDOMIDE 5 ANASTROZOLO 3 PAZOPANIB 1 NILOTINIB 1 ERIBULINA 1 DASATINIB 1 3) Monitoraggio epidemiologico di reazioni ed eventi avversi da farmaci in pronto soccorso L’Azienda Ospedaliera ha aderito nell’anno 2012 al progetto nazionale multicentrico biennale MEREAFaPS finanziato da fondi AIFA 2008-2009 con l’obiettivo di analizzare gli accessi al Pronto Soccorso (PS) attribuibili ad ADR/ADE valutandone tipo, frequenza ed eventuale prevedibilità, le classi farmacologiche maggiormente responsabili di tali eventi e la tipologia della popolazione coinvolta. Allo stesso tempo, il progetto è volto ad aumentare la sensibilità negli operatori del PS alla segnalazione, così da creare un osservatorio su ADR/ADE che causano il ricorso alle strutture ospedaliere. 148 Qualità dell’assistenza, efficienza gestionale 3 Nel 2012 le segnalazioni di ADR provenienti dal Pronto soccorso sono state 86 (+274% rispetto al 2011), a conferma il ruolo primario del PS come osservatorio di eventi e reazioni avverse da farmaci e dell’importanza della presenza del farmacista nel reparto per sensibilizzare maggiormente gli operatori alla segnalazione. Fig. 3- schede di segnalazione PS – 2012-2011 Schede di segnalazione PS 2011 vs 2012 86 90 80 N° segnalazioni Obiettivi istituzionali 70 +274% 60 50 40 23 30 20 10 0 Tot. Schede PS 2011 Tot. Schede MEREAFaPS 2012 Nelle figure 4 e 5 sono riportate le percentuali di segnalazioni per gravità e per classe ATC. Fig.4 – Segnalazioni di ADR in PS per gravità – anno 2012 149 Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali Fig.5 – Segnalazioni di ADR in PS per Classe ATC 3.5 Promozione dell’eccellenza tecnologica, clinica e organizzativa 3.5.1 Progetti di sviluppo a forte valenza integrata con Ausl di Bologna Al fine di promuovere politiche comuni di governance clinica ed organizzativa, in grado di favorire l’adozione di comportamenti ed interventi omogenei ed efficaci in ambito clinico - assistenziale, perseguendo altresì la continuità dei processi fra ospedale e territorio, sono stati definiti indirizzi comuni con l’AUSL di Bologna di programmazione, identificabili in progetti di sviluppo a forte valenza integrata, e specifiche azioni orientate a politiche comuni nell’uso dei farmaci, nella definizione di percorsi clinico - assistenziali, nella prevenzione primaria e secondaria, nella protesica e nella erogazione delle cure odontoiatriche. In particolare oltre ai percorsi clinico – assistenziali sviluppati nel corso del 2012, puntualmente descritti nel paragrafo 3.4.2, sono stati sviluppati i seguenti progetti. Progetto Laboratorio Unico Metropolitano Nel corso del 2012 si è pressoché completato il progetto per quanto concerne il trasferimento delle indagini. Si è 150 provveduto ad accentrare presso la Microbiologia Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali e Virologia dell’AOU di Bologna gli esami di virologia e di batteriologia richiesti per pazienti esterni e/o ricoverati negli ospedali dell’AUSL di Bologna; nel contempo sono stati trasferiti, presso il Trasfusionale dell’AUSL di Bologna tutti gli esami relativi alla validazione delle sacche di sangue. Sempre nel corso del 2012 sono stati concentrati presso il laboratorio della AUSL di Bologna tutte le indagini relative all’auto immunità. Ciò ha comportato specifiche analisi sulle risorse impiegate (personale ed attrezzature) e più in generale modifiche organizzative e gestionali in entrambe le aziende coinvolte. Con queste riorganizzazioni si è realizzato quanto a suo tempo concordato fra le due Aziende (Ospedaliero - universitaria e USL di Bologna) circa l’allocazione delle indagini. Nel 2014 saranno realizzati ulteriori trasferimenti di tipologie di indagini dall’AOU all’AUSL di Bologna compatibilmente con i tempi di ristrutturazione edilizia della nuova sede. Con decorrenza 1 gennaio 2012, si è proceduto all’unificazione completa delle attività di patologia clinica svolte dalle due aziende e all’ individuazione di un unico responsabile delle attività laboratoristiche. Successivamente anche l’AUSL di Imola ha conferito la responsabilità del proprio laboratorio al direttore già designato. Nella primavera, il gruppo AVEC ha formalizzato il progetto di riassetto complessivo dell’attività laboratoristica del territorio, andando ad individuare le necessità logistiche e le risorse necessarie allo svolgimento delle attività. Nella realtà bolognese si creerà entro il 2014, una volta terminati i lavori strutturali, il laboratorio HUB ubicato al Maggiore (15/18 milioni di esami) che sarà in rete con i laboratori spoke presenti sul territorio dedicati quasi esclusivamente alle urgenze; presso il laboratorio del Policlinico saranno svolte alcune specifiche analisi in relazione alla tipologia della casistica trattata in ricovero. Le procedure di acquisizione dei reagenti hanno tenuto conto del disegno finale così come le previsioni delle necessità di risorse umane. Quanto finora realizzato rappresenta un esempio di forte integrazione e condivisione di valori fra le tre aziende provinciali ed ha permesso di ottenere risultati positivi in termini di efficienza e contenimento dei costi secondo il modello Hub e Spoke con collegamento in rete, condividendo l’infrastruttura informatica, l’assetto logistico (con particolare attenzione ai trasporti nelle diverse sedi anche in considerazione degli aspetti oro-geografici), le valutazioni sui costi, le modalità di acquisizione dei reagenti e delle attrezzature ed infine dei meccanismi di compensazione economica. Trasfusionale Unico Metropolitano Nell’area metropolitana sono presenti 3 servizi di Immunoematologia e medicina trasfusionale ed una struttura dipartimentale ad Imola. E’ in corso un profondo ripensamento dell’organizzazione complessiva: dalla raccolta degli emocomponenti, alla lavorazione ed alla loro distribuzione anche in considerazione del percorso di accreditamento delle strutture che dovrà essere completato entro il dicembre 2014. 151 Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali La riprogettazione dovrà tenere conto di quanto previsto nel Piano sangue e Plasma della Regione Emilia Romagna che identifica il Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’AUSL di Bologna quale sede di Polo per la validazione e la lavorazione per l’intera Area Vasta Centro e per l’AOU di Modena. La Banca del Latte Umano Donato - Allattami Il 2 ottobre 2012 è nata Allattami, la Banca del Latte Umano Donato (BLUD) di Bologna, per iniziativa del Policlinico di S. Orsola - Unità operativa di Neonatologia e di Granarolo Spa. Allattami è stata realizzata secondo le più recenti Linee Guida per la costituzione e organizzazione di una BLUD ed è la prima banca italiana nata e gestita in stretta collaborazione tra una struttura sanitaria pubblica e un’azienda privata. Allattami è nata per fornire il latte umano ai neonati prematuri ricoverati nelle terapie intensive neonatali del Policlinico di S. Orsola e dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Per raggiungere questo obiettivo è stata avviata un’importante azione di sensibilizzazione verso le future e nuove mamme residenti a Bologna e nei comuni limitrofi, grazie alla collaborazione dell’Azienda Usl di Bologna, del Collegio delle Ostetriche, dei Pediatri di famiglia e de Il Cucciolo, associazione in Bologna dei genitori dei bambini nati pretermine. Le aspiranti donatrici si rivolgono per una prima informazione a Il Cucciolo e vengono poi selezionate dai medici del Policlinico di Sant’Orsola che valutano, caso per caso, se vi siano tutte le condizioni utili alla donazione. A tutte le donatrici ‘arruolate’ vengono fornite le attrezzature utili per l’estrazione e la conservazione del latte al loro domicilio: un tiralatte professionale, una serie di biberon monouso, un datalogger per la misurazione della temperatura del proprio freezer. Un tecnico specializzato passa a ritirare il latte donato direttamente a casa delle donatrici una o due volte alla settimana. Il latte è portato nel laboratorio della Banca del Latte Umano Donato, presso lo stabilimento Granarolo di Bologna. Qui ogni biberon viene sigillato e pastorizzato per renderlo massimamente sicuro per i neonati che lo riceveranno. Ogni passaggio di ogni singolo biberon viene registrato con un apposito programma informatizzato, dal momento del ritiro dalla casa della donatrice fino a quando arriverà alla Terapia Intensiva Neonatale che ne ha fatto richiesta. 3.5.2 Progetti di riorganizzazione L’Ospedale per intensità di cura Nell’ambito del percorso regionale “Realizzazione di modelli organizzativi di ospedali per intensità di cure e/o complessità assistenziale” l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna sta sviluppando un progetto di innovazione organizzativa, suddiviso in tre sotto progetti così individuati: 1) Riorganizzazione del Polo Cardiochirurgico e dei Trapianti in funzione della intensità di cura e della flessibilità gestionale: fra appropriatezza ed efficienza un modello per il successo dei setting ad altissimo assorbimento di risorse. E’ in corso la fase di studio 152 Promozione dell'eccellenza 3 Obiettivi istituzionali del modello organizzativo in funzione dell’attivazione prevista del nuovo polo prevista per l’anno 2014. 2) Riorganizzazione delle attività chirurgiche - Il contesto assistenziale nel quale si è inteso sviluppare la sperimentazione di nuovi modelli gestionali è il nuovo Polo Chirurgico e della Emergenza, attivato nel corso del 2011 coinvolgendo l’attività in elezione delle chirurgie generali e di alcune chirurgie specialistiche. Complessivamente sono interessati circa 150 posti letto a diversa intensità assistenziale, dedicati all’attività chirurgica e 60 posti letto di specialità mediche che hanno consolidato percorsi di relazione professionale e funzionale con le chirurgie generali coinvolte nella sperimentazione. In particolare nel 2012 è stato messo a punto il percorso pre - operatorio per le chirurgie generali e per l’ortopedia, avendo l’azienda tra le priorità il rispetto dei tempi di attesa per la patologia neoplastica e l’appropriatezza del setting assistenziale. E’ stata identificata una sede fisica in cui opera un pool infermieristico gestito da un Coordinatore Infermieristico esperto con le funzioni di presa in carico del paziente per la valutazione preoperatoria, di ottimizzazione del percorso e degli accessi evitando giornate di ricovero improprie, con funzioni di accoglienza e accettazione nelle date previste. Il Coordinamento delle Attività Chirurgiche (Co.A.Ch.) attualmente svolto da un pool multi professionale si pone quale elemento gestionale delle risorse di sala, della pianificazione delle attività complessive così come della programmazione quotidiana e del relativo monitoraggio. E’ in corso di valutazione la possibilità di organizzare una gestione centralizzata delle note operatorie, il collegamento con la Terapia Intensiva Post-Operatoria (attualmente svolta con incontri settimanali multidisciplinari) e la programmazione degli interventi sulla base dei criteri di priorità. La riorganizzazione delle degenze chirurgiche per complessità di cura e per processi rappresenta uno dei fondamentali obiettivi del progetto: si tratta di una sperimentazione per la quale si intendono specializzare le degenze per processi omogenei. La maggior parte delle chirurgie generali hanno casistiche in parte (o integralmente) sovrapponibili. Si tratta di superare il concetto della dotazione di posti letto per U.O. in funzione di una settorializzazione delle degenze per processi omogenei, completando poi il programma con l’integrazione fra le degenze mediche e chirurgiche. Sul versante infermieristico si prevede di adottare un modello di primary nurse, in base al quale ogni paziente avrà, durante il suo ricovero, un infermiere di riferimento, ovvero ogni infermiere definito case manager seguirà un numero definito di pazienti per garantire la continuità assistenziale nel rispetto del percorso del paziente. Nel 2012 sono stai analizzati i volumi di attività ed è stato predisposto il progetto e l’analisi di fattibilità; la realizzazione avverrà nel 2013 nelle more di ulteriori valutazioni a seguito della spending review. 3) Riorganizzazione dell’area internistico - geriatrica del Padiglione 2 La riorganizzazione in atto presso il nostro ospedale coinvolge diverse aree e discipline. Di seguito si riporta la rendicontazione dell’area internistico -geriatrica che accoglie 153 Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali pazienti prevalentemente da Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza e per una quota residua in elezione. L’area interessata dalla riorganizzazione è costituita da: • 8 unità operative di medicina e geriatria per un totale di 255 posti letto; • 3 UO di area medica ad orientamento specialistico per un totale di 22 posti letto; • 2 unità operative di post acuti per un totale di 46 posti letto. Si tratta complessivamente di 323 posti letto all’interno di un medesimo padiglione. La riorganizzazione trae origine da circostanze contingenti tra cui: • accesso di pazienti dal Pronto Soccorso provenienti dal domicilio, da Case di cura convenzionate e da Case di Riposo/CRA; • trasferimento di pazienti provenienti dalla Medicina d’urgenza e/o da altre unità operative del Policlinico durante le ore diurne verso l’area internistica; • la crescita esponenziale di persone anziane con polipatologie e disabilità, spesso in condizioni di fragilità, che richiedono una valutazione multidimensionale fin dall’arrivo in reparto; • la necessità di superare l’organizzazione a confini, spesso non adatta ad un’ottimale allocazione dei pazienti; • la necessità di individuare un percorso di ricovero in elezione separato dal ricovero d’urgenza; • la possibilità di creare un ambiente confortevole in grado di ospitare pazienti dimessi in attesa del ritorno a domicilio o nella struttura di afferenza (Discharge Room); • la necessità di rivedere la dotazione ottimale in una logica di intensità di cura tra posti letto di degenza ordinari, posti letto di post-acuti, posti di lungodegenza/RSA; • la necessità di individuare ed uniformare un metodo di lavoro integrato tra medici e infermieri ed altri professionisti coinvolti nel percorso di cura (briefing e debriefing); • la necessità di deaffollare le stanze di degenza. Questo progetto consta di diverse fasi alcune delle quali (fase propedeutica,1,2 e 3) sono state già realizzate, mentre le restanti saranno oggetto di intervento nel corso del 2014. L’avvio della riorganizzazione dell’attività internistico geriatrica ha avuto come “primum movens” la chiusura di un reparto ad indirizzo Geriatrico dotato di 28 pl. Tale condizione ha consentito da un lato, di collocare su un unico piano le restanti 2 U.O. di Geriatria (consentendo tra l’altro un deciso deaffollo delle stanze di degenza), dall’altro di creare un’area dedicata al percorso del paziente in elezione separando così i percorsi dell’urgenza da quelli programmati. Fase Propedeutica - Tale fase è stata necessaria per concretizzare diverse attività preliminari alla successiva realizzazione del progetto di cui si riportano di seguito le principali tappe: • insediamento del gruppo di lavoro; • analisi dati; • stesura degli scenari possibili; 154 Promozione dell'eccellenza 3 Obiettivi istituzionali • condivisione con lo staff di Direzione Sanitaria per apportare ulteriori integrazioni o modifiche; • presentazione alla Direzione Strategica (Direttore Generale, Sanitario e Amministrativo) • condivisione con i professionisti coinvolti • formalizzazione della soluzione presso i comitati direttivi dei due Dipartimenti maggiormente coinvolti Prima fase - Ricondurre la attività geriatrica su un unico piano. L’opportunità di iniziare la rimodulazione dell’attività internistico geriatrica è fornita dal pensionamento dell’apicale di un reparto di geriatria dotato di 28 pl. In tale contesto si è concretizzata la possibilità di collocare, su un unico piano attraverso il trasferimento in “contenitori” diversi e più ampi, le restanti 2 U.O. di Geriatria consentendo un deciso deaffollo delle stanze di degenza. Seconda fase - Separare il percorso del paziente programmato da quello dell’urgenza. L’obiettivo principale era a separazione dei percorsi dei pazienti urgenti da quelli programmati. Il reparto è in funzione dal 1 Ottobre 2012. Metodologia - Calcolo della quota di ricoveri in elezione per le U.O. che avrebbero avuto accesso all’area programmati ed in particolare • reparti di medicina interna del padiglione 2 ad orientamento epatologico, • alcuni reparti specialistici (Dermatologia, Angiologia, Diabetologia); • Individuazione della collocazione più idonea per questo reparto; • Ipotizzare e sperimentare nuovi modelli gestionali (reparto a gestione infermieristica); • Definizione dei criteri per l’inserimento dei pazienti in lista d’attesa • Ridurre il livello di inappropriatezza dei ricoveri anche attraverso l’analisi delle patologie e delle caratteristiche dei pazienti da inserire in lista • Preparazione di protocolli condivisi tra professionisti (medici ed infermieri) per la presa in carico dei pazienti afferenti alle diverse discipline; • Prevedere gli strumenti e le modalità di monitoraggio Terza fase - Rimodulare il percorso del paziente specialistico acuto in Dermatologia, Angiologia, diabetologia • Individuare le modalità di gestione dei letti funzionali aggregati ai reparti di medicina/geriatria per i ricoveri di pazienti acuti (ricoveri riservati fino al termine dell’ambulatorio urgenze) • Individuare i criteri per il ricovero Urgente (U 24 ore; U 48 ore ; U 72 ore) • Modalità di gestione del Paziente Specialistico “acuto/urgente non da PS” in reparto Quarta fase - Riunire le due sezioni post-acuti (PARE) per valutare la possibilità di implementare una modello di gestione infermieristica dell’intero reparto o di parte di esso per riportare l’attività Post- acuzie ad un unico processo assistenziale che comprenda condivisione dei criteri di accesso, garanzia dei pazienti inseriti in percorsi predefiniti (ictus, frattura femore e delirio), Briefing e de briefing, attività integrata con Assistenti 155 Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali sociali, FKT, geriatra, Famiglia, quartiere, Valutazione del PAI secondo criteri ed attività comuni e condivise. Di particolare interesse, per la nostra Azienda, la sperimentazione di un nuovo reparto denominato “Area Programmati”. La scelta della Direzione Strategica di perseguire una separazione “netta” dei percorsi per pazienti programmati dai ricoveri urgenti si è rivelata positiva in particolare per alcuni aspetti che si riportano di seguito: • Certezza del p. l.: la gestione di un reparto che prevede la presenza di soli pazienti programmati e che quindi, per definizione, vengono ricoverati a seguito della disponibilità del posto letto consente un’organizzazione dei ricoveri non “complicata” dalle richieste, talvolta pressanti ed estemporanee, del Pronto Soccorso creando non pochi disagi sia ai pazienti che al personale sanitario. • Condivisione dei p. l.: uno degli obiettivi fondamentali di questo progetto è stato quello di utilizzare appieno i p.l. disponibili non definendo a priori le assegnazioni rispetto a professionisti e discipline che hanno accesso all’area ma di comporre gli ingressi sulla base di percorsi e della lista d’attesa. Tale lavoro, condotto dalla Direzione insieme ai professionisti, ha consentito l’individuazione chiara della tipologia di pazienti che possono accedere unitamente alle competenze cliniche richieste al personale sanitario che lavora presso tale U.O.. Laddove queste competenze, per alcuni profili di pazienti, si sono rilevate carenti il personale è stato sottoposto ad opportuni corsi di formazione; • Gestione infermieristica: altro obiettivo sfidante di questo reparto, proprio per le molteplici discipline presenti (anche molto diverse tra loro: Medicina interna ad indirizzo epatologico, Angiologia, Dermatologia e Diabetologia) è quello di assegnare la gestione di questo reparto al coordinatore infermieristico. Quest’ultimo, a cui vengono affidati obiettivi e risorse di budget al pari di una U.O. con un medico come apicale, farà da cinghia di trasmissione nonché da interfaccia tra il personale medico operante nell’area e la Direzione Sanitaria. L’individuazione del coordinatore avverrà nel corso del 2013. Esperienza che si accompagna anche ad alcune difficoltà che inevitabilmente ci si è trovati ad affrontare. • Condivisione dei p. l.: tale aspetto, che compare anche tra i punti di forza del progetto, inizialmente ha trovato una certa resistenza da parte dei professionisti i quali, non vedendosi assegnare in via esclusiva p. ., ritenevano che questa scelta potesse penalizzarli. Solo dopo diverse riunioni, nelle quali si illustravano concretamente le ricadute positive ed in ultima analisi dopo l’avvio effettivo del reparto, lo scetticismo iniziale dei professionisti si è trasformato in un apprezzamento vero del nuovo modello; • Informatizzazione: questo uno degli aspetti più critici. La rendicontazione delle attività agli stakeholders istituzionali (Regione e Ministero) che prevede una suddivisione dei posti letto come presupposto essenziale per il calcolo degli indici di attività ha creato 156 Promozione dell'eccellenza 3 Obiettivi istituzionali non poche difficoltà in quanto il nuovo modello parte da basi se non proprio “opposte” comunque radicalmente diverse. Tale biforcazione ha imposto la creazione di una reportistica ad hoc per il reparto per poi “transcodificare” gli indici secondo i “canoni” attualmente richiesti. In ultima analisi si può affermare, per una sperimentazione che è in divenire, il prevalere di aspetti positivi rispetto a quelli negativi. Sarà interessante comprendere più a fondo, attraverso un’esperienza più consolidata (e quindi al termine del primo anno) grazie anche agli indicatori individuati, se tale impressione sia effettivamente corroborata dai dati a nostra disposizione. 3.5.3 Innovazione tecnologica Progetto Endoscopie Il progetto ha per obiettivi l’ammodernamento delle strutture, l’adeguamento ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, la concentrazione delle attività rispetto ai numerosi punti di svolgimento dell’attività, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, la razionalizzazione dei percorsi. A tali fini, si intendono creare due piastre endoscopiche nel padiglione 5 utilizzando i blocchi operatori 3° e 4° ormai dismessi dopo il trasferimento nel nuovo polo chirurgico e dell'emergenza dell'attività operatoria. Sono stati valutati i lavori di adeguamento da fare, che si presentano, però, molto onerosi; perciò si è scelta una soluzione intermedia in due fasi che prevede lavori di adeguamento di minima per uno dei due blocchi nel 2012 e la ristrutturazione dell'altro blocco nel 2013. Si evidenzia particolarmente che entrambe le piastre endoscopiche, oltre alle numerose sale per svolgere l’attività, saranno dotate di posti (7+6) e servizi per l’osservazione breve intensiva in precedenza mancanti. Tutte le misure programmate sono necessarie per l’accreditamento. A regime vi saranno quattro sedi, costituite dalle due piastre endoscopiche citate e da altri due punti per i pazienti interni ai padiglioni 2 e 25. La piastra endoscopica - ex blocco operatorio 3° - è stata realizzata con lavori di minima ed attivata nel 2012; consta di 3 sale endoscopiche in cui si concentrano attività di routine, attività di screening, urgenza endoscopica e attività interventistica di terzo livello (ERCP, eco endoscopia, etc.) con una sala appositamente attrezzata e di una osservazione breve post-endoscopia con 6 postazioni e bagno attiguo. Il progetto proseguirà nel 2013, con la ristrutturazione dell’ex blocco operatorio e con la realizzazione di 5 sale endoscopiche e di una osservazione breve post-endoscopia con 7 postazioni e bagno attiguo. Il progetto, nel suo assetto organizzativo e gestionale, al fine di assicurare un utilizzo ottimale delle risorse, ha previsto l’individuazione di una funzione di coordinamento clinico complessivo dell’attività di endoscopia digestiva. 157 Promozione dell'eccellenza Obiettivi istituzionali Sviluppo della struttura di radio farmacia della Medicina Nucleare Nel 2012 è arrivato a compimento, con la piena disponibilità delle strutture, il piano di adeguamenti delle strutture di radio farmacia della Unità operativa di Medicina Nucleare. Tale piano, avviato dalla Regione Emilia Romagna con il Programma Regionale di investimenti in Sanità – Delibera dell’Assemblea Legislativa della Regione EmiliaRomagna n. 236 del 27 ottobre 2009, era volto a raggiungere i nuovi standard in materia di sicurezza e qualità delle preparazioni radiofarmaceutiche dettati dalle Norme di Buona Preparazione dei radiofarmaci (D.M. 30/03/2005). Gli adeguamenti hanno riguardato, in diverse fasi, i locali della radiofamacia PET al piano terreno del Padiglione 30 Polo tecnologico e quindi la radiofarmacia SPECT al primo piano dello stesso. Sono stati interamente ridisegnati i percorsi di accesso ai laboratori, migliorati i sistemi di ventilazione e la qualità delle finiture e delle superfici di lavoro, installando componenti di grado farmaceutico. Il percorso ha previsto quindi anche un innovativo percorso di qualificazione dei locali e delle strutture, secondo gli standard più recenti (qualificazione delle installazioni o IQ e delle condizioni operative od OQ). Il progetto, nel suo insieme, ha quindi permesso di raggiungere un nuovo livello di qualità e sicurezza delle preparazioni atto a consolidare le capacità operative della struttura di Medicina Nucleare e a fornire le basi, dopo i primi 10 anni di attività del Polo tecnologico, per una rinnovata vitalità. Nella seconda parte del 2012 è stata avviata la redazione delle specifiche per l’acquisizione (tramite noleggio) di un nuovo tomografo PET-CT la cui installazione è prevista, al completamento delle procedure di gara, nel corso del 2013. Centro Logistico Nel corso del 2012 è stato condotto uno studio, in collaborazione con la ITL (Istituto sui trasporti e la logistica), per l’analisi del processo di gestione materiali (farmaci e beni economali) con particolare attenzione alle procedure fisiche ed informative all’interno e fra Centro Logistico e Punti di Consumo (UP). Sulla scorta di tale analisi sono stati formulati alcuni progetti di miglioramento per portare la supply chain interna ad un maggior grado di efficienza funzionale ed economica. 158 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca 3 Obiettivi istituzionali 3.6 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Il paragrafo di chiusura del terzo capitolo illustra gli aspetti di integrazione tra le attività assistenziali, di didattica e ricerca svolte da entrambe le componenti: Dati relativi alla consistenza ed alle variazioni dei professori e ricercatori dei dipartimenti che costituiscono la Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna ospedaliera e universitaria. A questo riguardo, è opportuno che il presente paragrafo sia letto in collegamento con i paragrafi 1.2. “Il sistema delle relazioni con l’Università” e 2.4. “Indicatori sulla ricerca e sulla didattica”. 3.6.1. Informazioni sul personale Di seguito, sono esposti i dati riguardanti la consistenza del personale universitario (professori e ricercatori) dei dipartimenti che costituiscono la Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna, nel complesso e per quel che riguarda la componente clinica integrata nelle attività assistenziali dell’Azienda. Nella tabella seguente è riportato il numero dei professori e dei ricercatori complessivamente afferenti ai dipartimenti che oggi costituiscono la Scuola di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna e, negli anni precedenti, la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Tabella 3.11 Numero dei professori e dei ricercatori universitari presso i dipartimenti costituenti la Scuola di Medicina e Chirurgia Anno Professori I fascia Professori II fascia Ricercatori Assistenti ordinari Totale 2012 86 131 205 1 423 2011 86 140 208 1 435 2010 91 149 213 3 456 Fonte: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Tabella 3.12 Numero dei professori e dei ricercatori universitari integrati nell’attività assistenziale presso l’Azienda Anno Professori I fascia Professori II fascia Ricercatori Assistenti ordinari Totale 2012 52 69 106 1 228 2011 50 73 108 1 232 2010 51 78 110 2 241 Fonte: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna 159 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Obiettivi istituzionali Tabella 3.13 Numero dei professori e dei ricercatori universitari cessati/assunti presso i dipartimenti costituenti la Scuola di Medicina e Chirurgia ANNO Professori I fascia Cessati 2012 5 2011 8 2010 19 Assunti 2 2 Professori II fascia Cessati Ricercatori Assunti Cessati Assunti Assistenti ordinari Cessati 10 5 7 7 0 11 1 3 2 2 19 5 7 10 1 Fonte: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Tabella 3.14 Numero dei professori e dei ricercatori universitari integrati nell’attività assistenziale presso l’Azienda, cessati/assunti ANNO Professori I fascia Cessati Assunti Professori II fascia Cessati Ricercatori Assunti Cessati Assunti Assistenti ordinari Cessati 2012 2 3 8 2 4 3 0 2011 4 0 4 1 2 1 1 2010 8 0 8 0 3 4 0 Fonte: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Riguardo alla programmazione del personale universitario, nel periodo di riferimento risulta indetta dall’Università di Bologna e non ancora conclusa una sola procedura ad un posto di professore associato per il SSD MED/50 - Scienze Tecniche Mediche applicate, bandita con D.R. n. 691 del 20.05.2008. Nell’Azienda, l’integrazione tra le funzioni universitarie e del servizio sanitario si esplica innanzitutto attraverso la compresenza del personale nelle strutture organizzative. Delle 68 unità operative - strutture complesse dell’area assistenziale, in cui si articolano i 7 Dipartimenti ad Attività Integrata dell’Azienda, 39 sono classificate, in base all’Accordo vigente tra Azienda e Università, come strutture a direzione universitaria, qualificate come essenziali per le esigenze di didattica e di ricerca dei corsi di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia (allegato 1 dell’Accordo attuativo Azienda-Università). La direzione delle strutture di allegato 1 è affidata a esclusivamente a docenti universitari dal Direttore Generale, d’intesa col Rettore, al quale spetta la designazione. Altre 9 unità operative sono strutture affidate temporaneamente alla direzione di professori universitari, ma qualificate non essenziali per dette funzioni. Tali strutture rientrano nella piena disponibilità dell’azienda, una volta cessato il professore universitario che svolgeva l’incarico di Direttore (allegato 2 dell’Accordo) e 20 sono le strutture complesse affidate alla direzione di personale dirigente del Servizio sanitario nazionale (allegato 3 160 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca 3 Obiettivi istituzionali dell’Accordo). I processi di riorganizzazione che si sono sviluppati negli anni in risposta a continue esigenze di cambiamento e adeguamento degli assetti, mostrano una tendenza alla diminuzione del numero delle strutture complesse, in parte bilanciata dal progressivo aumento delle strutture semplici dipartimentali. Queste sono 18 e, tra esse, 9 sono dirette da professori universitari. Gli incarichi di programma aziendale o dipartimentale sono 11, di cui 7 affidati a professori o a ricercatori universitari, ai sensi dell’art. 5, comma 4, del D.Lgs. n. 517/99. Il personale dirigente medico e sanitario “ospedaliero” è largamente presente anche nell’organico delle Unità Operative o delle strutture semplici dipartimentali “a direzione universitaria” (attestandosi, nelle unità operative a direzione universitaria di allegato 1, e tenendo conto del solo personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, su valori medi superiori al 50%) e opera in modo integrato con la componente professionale di estrazione universitaria, non solo nelle attività assistenziali, ma contribuisce anche alla formazione ed alla ricerca. Nelle Unità Operative a direzione c.d. “ospedaliera” vi è, solo in alcuni casi, una presenza in organico di universitari. Si pone in evidenza la progressiva diminuzione di numero del personale universitario professore e ricercatore che svolge funzioni assistenziali all’interno dell’Azienda, determinata dalla mancata o parziale sostituzione dei pensionamenti. Si tratta di un fenomeno presente non soltanto a livello locale. Tale situazione incide sfavorevolmente sull’adeguatezza degli organici universitari, in rapporto alle necessità complessive di soddisfacimento delle funzioni integrate di assistenza, didattica e ricerca. Fatte salve le specifiche disposizioni a tutela dello status dei professori e dei ricercatori universitari, identiche sono le opportunità di accesso ai diversi tipi di incarichi dirigenziali offerte al personale. 3.6.2 Integrazione Ospedale - Università L’integrazione tra l’Azienda e l’Università non si attua soltanto attraverso gli accordi, ma comprende altre forme di collaborazione. Si tratta di accordi formalizzati, ma anche di prassi che fissano collaborazioni in campi e settori specifici. Collaborazione alla formazione universitaria delle professioni sanitarie. Va ricordato, in primo luogo, che la funzione aziendale di Formazione svolge un ruolo significativo di collaborazione con l’Università per quanto riguarda i corsi di laurea, i master e i corsi di alta formazione per le professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative e tecnico-sanitarie e della prevenzione (vedi il paragrafo 2.4.2). Il settore aziendale Formazione partecipa direttamente alle attività formative riferite a: • Corsi di laurea per le figure professionali di: infermiere, ostetrica, fisioterapista, tecnico di laboratorio biomedico, tecnico di radiologia medica; • Master di 1° livello in: 1. “Management nell’area Infermieristica e Ostetrica, Tecnico Sanitaria, Preventiva e Riabilitativa”; 2. “Assistenza Infermieristica in Area Critica”; 3. “Evidence-Based Practice e Metodologia della Ricerca Clinico-Assistenziale”; 161 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Obiettivi istituzionali • Corso di laurea specialistica in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche; • Corsi di Alta Formazione: 1. “Case Management in Infermieristica ed Ostetricia”; La collaborazione inerente i corsi di laurea, i Master e i corsi di Alta Formazione per le figure professionali specifiche della sanità, in termini più concreti, si sostanzia: • nel coordinamento didattico e tecnico pratico; • nell’espletamento delle docenze per le aree professionalizzanti; • nel garantire il collegamento con le sedi di tirocinio e favorire l’integrazione delle attività di didattica e ricerca con l’assistenza; • nel facilitare l’apprendimento dello studente nella sede di tirocinio. In particolare, l’Azienda, in conformità a quanto stabilito nel protocollo d’intesa RegioneUniversità e nelle specifiche convenzioni in materia, mette a disposizione le seguenti risorse: • il coordinatore tecnico pratico e il coordinatore didattico nel Corso di laurea in fisioterapia; • il coordinatore didattico nel Corso di laurea in Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia; • il coordinatore tecnico pratico e due coordinatori didattici nel Corso di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico; • il Referente Scientifico e il Tutor per il Master in Management nell’area Infermieristica e Ostetrica, Tecnico Sanitaria, Preventiva e Riabilitativa; • il Referente Scientifico e i tutor per il Master in Assistenza Infermieristica in Area Critica (uno per il Master e uno per ogni indirizzo attivato nella nostra azienda TI e Dialisi); • il Tutor per il Master in “Evidence Based Practice e Metodologia della Ricerca Clinico - Assistenziale”; • il Tutor per il Corso di Alta Formazione “Case Management in Infermieristica ed Ostetricia”; • i tutor clinici nelle Unità Operative sedi di tirocinio. Tra l’Azienda e l’Università intercorrono svariate forme di collaborazione in ambiti diversi, che sono però coessenziali nel quadro di un’efficace integrazione. Altri accordi e forme di collaborazione in settori diversi • Accordo fra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna – Policlinico S. Orsola – Malpighi e l’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna sull’impiego nell’attività assistenziale dei ricercatori a tempo determinato di cui all’art. 24 co. 3 lettera a) l. 240/2010” (delibera n. 577 del 27 dicembre 2012); • “Accordo tra l’Università di Bologna e l’Azienda Ospedaliera sulla rilevazione del debito orario del personale universitario convenzionato, equiparato alla dirigenza sanitaria”, sottoscritto il 26 febbraio 2002; • “Protocollo integrativo concernente il personale tecnico-amministrativo, tra l’Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi e l’Università degli Studi di Bologna”, approvato con deliberazione del Direttore generale n. 112 del 22 luglio 162 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca 2002 (per le parti tuttora compatibili); 3 Obiettivi istituzionali • “Accordo tra l’Università degli Studi di Bologna e l’Azienda Ospedaliera di Bologna - Policlinico S. Orsola - Malpighi, sull’impiego nell’attività assistenziale dei Dottorandi (L. 14/01/99, n. 4) e dei Titolari di Assegno di Ricerca (L. 27 dicembre 1997, n. 449)”, operativo dal 2003, con il quale sono stati stabiliti i criteri e le modalità per l'impiego dei dottorandi e degli assegnisti nelle attività assistenziali all'interno dell'Azienda. • Gestione unificata delle infrastrutture di rete e delle attrezzature informatiche. E’ una collaborazione che ha avuto inizio dal 1997 con accordi sempre rinnovati ed in seguito ampliati. Tutela della sicurezza e salute dei lavoratori • La materia è disciplinata da un “Accordo per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori ospedalieri e universitari all’interno del Policlinico S. OrsolaMalpighi, in attuazione dell’art. 10 del D.M. 363/98”. La norma prevede che “al fine di garantire la salute e la sicurezza di tutto il personale che presta la propria opera per conto delle Università presso Enti esterni, […] i soggetti cui competono gli obblighi previsti dal D.Lgs. 626/94 (oggi sostituito dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) sono individuati di intesa tra gli enti convenzionati e le singole Università, attraverso specifici accordi”. L’accordo è scaduto ed è in regime di proroga. I complessi lavori per il rinnovo si sono conclusi al termine del 2012 con la condivisione del nuovo testo, rinnovato e ampliato, formalizzato nei primi giorni del 2013. Già nel corso del 2012, con specifici accordi a stralcio è stato messo a regime il sistema per la gestione della sorveglianza sanitaria e della sorveglianza fisica di radioprotezione rivolto a tutto il personale operante all’interno del Policlinico S. Orsola Malpighi in ragione di un rapporto di lavoro, di studio, di collaborazione o altro intercorrente con l’Università. Unità Operativa di Medicina del Lavoro dell’Università • L’Unità Operativa di Medicina del Lavoro dell’Università svolge le funzioni attribuite dal D.Lgs. 81/08 al Medico Competente e dal D.Lgs. 230/95 al Medico Autorizzato e si occupa della sorveglianza sanitaria del personale dell'Università di Bologna. Le sue funzioni interagiscono con quelle dell’omonima struttura complessa dell’Aziendale. Rappresenta un’utile sinergia la collocazione delle due strutture in un’unica sede con l’opportuna suddivisione degli spazi. E’ stato rinnovato l’”Accordo concernente la disponibilità dei locali ubicati al 5° piano del Padiglione Palagi per la U.O. di Medicina del Lavoro dell’Università di Bologna”. L’accordo regola la situazione di compresenza e definisce gli aspetti economici collegati. Centro di Ricerca Biomedica Applicata (CRBA) • La “Convenzione tra l'Università degli Studi di Bologna e l'Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi per l'istituzione di un Centro di Ricerca Biomedica Applicata (CRBA)” è vigente dal 2001 e, ripetutamente prorogata, disciplina il concorso dell’Università nell’istituzione del CRBA, inizialmente qualificato come programma aziendale. Il CRBA rappresenta un esempio concreto di integrazione nel 163 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Obiettivi istituzionali campo della ricerca e con le attività assistenziali, essendo un laboratorio di ricerca a carattere multidisciplinare di tipo aperto, ideato con le finalità di accogliere, soddisfare e integrare le esigenze dei diversi gruppi di ricerca presenti all'interno del Policlinico S. Orsola-Malpighi, con particolare orientamento al trasferimento nell'ambito clinico degli avanzamenti diagnostici e terapeutici. Si sono avviati i lavori per un rinnovo degli accordi, con la previsione di un potenziamento dell’esperienza e di una sua più forte integrazione con la ricerca universitaria. Si prevede il rinnovo della convezione nel 2013. Trattamento Economico personale universitario Nel 2012 non si registrano novità significative riguardo alla gestione del trattamento economico del personale universitario integrato in assistenza e in particolare: 1.per i docenti e ricercatori, applicazione dell’Accordo attuativo del Verbale d’intesa tra la Regione Emilia - Romagna e le Università degli Studi di Bologna, Ferrara, Modena - Reggio Emilia sottoscritto il 26 novembre 2007, con particolare attenzione al problema della perequazione dei trattamenti economici universitari disallineati al ribasso rispetto agli omologhi trattamenti del personale dipendente dell’Azienda ospedaliero universitaria. 2. per il personale tecnico – amministrativo, erogazione del trattamento equiparativo in applicazione delle Linee Guida regionali per l’equiparazione del personale tecnicoamministrativo universitario al corrispondente personale delle Aziende sanitarie, condiviso con le Organizzazioni sindacali il 19/12/2006, basato sul raffronto delle categorie di inquadramento giuridico e dei trattamenti economici previsti nei rispettivi Contratti collettivi nazionali di lavoro aggiornati al biennio economico 2004-2005. 3.6.3 Assetto istituzionale e organizzativo dell’Azienda L’assetto istituzionale dell’Azienda è stato completato secondo le previsioni della legge regionale n. 29 del 23 dicembre 2004. L’Atto Aziendale è stato adottato con deliberazione del Direttore generale n. 147 del 4 novembre 2008, d’intesa con il Rettore dell’Università di Bologna per le parti riguardanti, in modo specifico, i Dipartimenti ad Attività Integrata e le Strutture assistenziali complesse essenziali per la Facoltà di Medicina e Chirurgia. L’Atto aziendale è stato dichiarato conforme alle direttive della Regione Emilia-Romagna, con deliberazione di Giunta regionale n. 2158 del 15 dicembre 2008. Comitato di Indirizzo E’ stato rinnovato con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 94 del 23 maggio 2011. Il Comitato di indirizzo ha esercitato le proprie funzioni esprimendo i prescritti pareri sul Bilancio di esercizio e sul Bilancio di missione, sul Bilancio Economico Preventivo, sul Piano Programmatico. 164 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Collegio di Direzione 3 Obiettivi istituzionali Nel Collegio di Direzione trovano la loro espressione i Dipartimenti ad Attività Integrata direttamente rappresentati al livello di organo dell’Azienda. La presenza dei dipartimenti caratterizza, inoltre, il Collegio di Direzione come sede sostanziale di integrazione tra l’Ospedale e l’Università per la consistente presenza della componente universitaria al vertice della maggioranza dei DAI. Collegio aziendale delle professioni sanitarie L’assetto istituzionale dell’Azienda, come previsto dall’Atto aziendale, si è completato nel 2012 con l'istituzione del Collegio aziendale delle professioni sanitarie, composto di 25 membri elettivi, organismo che concorre allo sviluppo delle competenze professionali presenti in Azienda (delibera n. 455/2012). Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI) e Dipartimenti Universitari In seguito ad un processo di riorganizzazione dell’assetto dipartimentale aziendale, fin dal 2006 erano state rivedute le aggregazioni delle strutture. Tali scelte avevano determinato anche la contemporanea riduzione del numero dei Dipartimenti (da 14 a 7). La fase successiva che ha visto la conferma delle aggregazioni dipartimentali già definite col riassetto dei dipartimenti assistenziali, si è conclusa nel corso del 2007 con l’istituzione e l’effettiva attivazione dei DAI d’intesa con l’Università, che ne ha condiviso l’assetto, l’organizzazione e la disciplina di funzionamento (Delibera del Direttore Generale n. 79 del 7 giugno 2007 e Decreto Rettorale 751/27311 del 6 giugno 2007). In relazione con l’attivazione dei DAI, l’Università di Bologna, secondo gli impegni assunti nella condivisione del nuovo assetto, aveva poi realizzato una ristrutturazione dei propri dipartimenti presenti nell’area clinica allo scopo di favorire l’integrazione tra le due organizzazioni. E’ opportuno evidenziare che la successiva entrata in vigore delle disposizioni della legge n. 240/2010 (“legge Gelmini”) e la conseguente adozione del nuovo Statuto dell’Università di Bologna, con decreto rettorale del 13 dicembre 2011, hanno comportato un profondo rivolgimento istituzionale, in seguito al quale si sono ridotti di numero e fortemente concentrati anche i dipartimenti dell’Università nei quali prima si articolava l'area medica. In particolare, dopo la disattivazione dei precedenti 8 dipartimenti universitari che insistevano nell'area clinica, i dipartimenti costituenti la Scuola di Medicina e Chirurgia sono così divenuti tre: il Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale. il Dipartimento di Scienze Biomediche e NeuroMotorie, il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche. L'assetto organizzativo dell'Azienda è orientato all'integrazione con le funzioni istituzionali universitarie, ragione per la quale occorre rivedere anche l'assetto degli attuali sette dipartimenti ad attività integrata aziendali (DAI). Uno degli obiettivi della revisione, da condividere con l’Università, sarà quello di rendere i nuovi DAI maggiormente riconoscibili, quanto ai contenuti, al tipo di patologia/organo gestiti, ai pazienti. 165 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca Obiettivi istituzionali 3.6.4 Altre strutture assistenziali essenziali per l’attività didattica In quest’ultima parte sono riepilogati i rapporti fra l’Università e altre strutture, pubbliche o private, per far fronte a specifiche esigenze, ai sensi dell’articolo 14, comma 4, del vigente protocollo d’intesa Regione-Università. Bisogna premettere che per soddisfare le esigenze dell’attività formativa e scientifica dell’area di Medicina e Chirurgia, l’Università di Bologna fa ricorso a un’area assistenziale più ampia di quella offerta da questa Azienda, che pure è il principale riferimento. Sia dall’Istituto Ortopedico Rizzoli sia dall’Azienda USL di Bologna svolgono in questo senso un ruolo importante. L’Università, inoltre, si articola in una struttura “Multicampus” per permettere la diffusione dell'offerta formativa e l'attivazione di una stabile attività di ricerca sul territorio. A tale scopo sono stati costituiti i Poli di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, dotati di particolari forme di autonomia. A livello normativo, la legge regionale 23.12.2004, n. 29 e l’art. 14 del Protocollo d’intesa Regione – Università stabiliscono che la programmazione sanitaria regionale individua eventuali ulteriori sedi, rispetto all’Azienda ospedaliero - universitaria di riferimento, nelle quali si realizza la collaborazione tra Regione e Università. L’Università, previo accordo con la Regione, ha stipulato varie convenzioni per assicurarsi la disponibilità di specifiche strutture sanitarie pubbliche ed, in taluni casi, private accreditate, valutate essenziali per l’attività didattica, non presenti all’interno dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria Policlinico S. Orsola-Malpighi o ad integrazione di quelle presenti nel Policlinico. Di seguito è riportato l’elenco dei rapporti dell’Università, regolati da appositi accordi o convenzioni, con altre strutture sanitarie pubbliche e private: • Convenzioni attuative Università - Azienda USL di Bologna (Convenzione Attuativa Università degli Studi di Bologna - ex Usl N. 29, Convenzione Attuativa Università degli Studi di Bologna - ex Usl N. 27 per la gestione ai fini assistenziali dell’Istituto di Psichiatria “P. Ottonello” e Protocollo d’intesa per lo svolgimento delle attività assistenziali della Clinica Neurologica) • Accordo Attuativo tra l'Università degli Studi di Bologna e l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di diritto pubblico "Istituti Ortopedici Rizzoli" di Bologna; • Accordo Attuativo Università di Bologna -DA AFFITTARE Azienda USL di Rimini per le esigenze della Facoltà di Medicina e Chirurgia e per lo svolgimento dell’attività assistenziale del dott. Bulletti • Accordo Attuativo tra l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e l’Azienda Usl di Imola per le esigenze della Facoltà di Medicina e Chirurgia e per lo svolgimento dell’attività assistenziale del prof. Caletti e del dott. Fusaroli; • Accordo tra l’Università di Bologna e la Montecatone Rehabilitation Insitute S.P.A. per le esigenze della Facoltà di Medicina e Chirurgia e per l’attività assistenziale del dott. Gabriele Bazzocchi; • Accordo attuativo Università di Bologna – Azienda USL di Cesena per il programma “Progettazione, formazione e ricerca per l’integrazione del programma delle 166 Integrazione tra assistenza didattica e ricerca 3 Obiettivi istituzionali neuroscienze e del Dipartimento di salute mentale al fine di promuovere la salute mentale” in applicazione del titolo I, punto 2.3 del protocollo d’intesa Regione – Università emiliane sottoscritto il 18.3.1998; • Accordo tra l’Università degli Studi di Bologna, il Gruppo Villa Maria e le case di cura private accreditate Villa Maria Cecilia spa e San Pier Damiano spa per l’ Unità Operativa di Chirurgia Toracica; • Accordo tra Università degli Studi di Bologna e l’Azienda USL di Imola per le esigenze della Facoltà di Medicine e Chirurgia e per l’attività assistenziale del prof. Francesco Taroni. 167
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