Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Anno VII, Numero 52, Settembre 2014 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza INDICE In primo piano Michl Ebner, Presidente della Camera di commercio di Bolzano 1 I fondi strutturali: tutto quello che c’è da sapere 4 Cartolarizzazione: un’opportunità anche per le PMI? 7 Debiti PA: lo stato dell’arte Start up innovative: esperienze estere a confronto 12 Il crowdfunding e i beni culturali La gestione dei crediti deteriorati per le banche sottoposte ai test della BCE 19 Viaggio tra gli incubatori certificati. 4ª puntata: Techno Seed (Udine) 21 Il mercato immobiliare: focus Milano e provincia 23 Gli eventi 26 Le pubblicazioni 26 Le consultazioni pubbliche 28 Start up innovative: la Top Twenty di settembre 31 Economic outlook 32 Consorzio Camerale per il credito e la finanza Via Meravigli 9/B, Milano Tel. 02 8515 4258 [email protected] www.consorziocamerale.eu I Presidenti si raccontano: Michl Ebner Dal 2008 alla guida della Camera di commercio di Bolzano, Michl Ebner fornisce il suo punto di vista sulle sfide che si prospettano per il nostro sistema imprenditoriale e la nostra economia, e si racconta. Segue a pag. 1 9 15 Focus: fondi strutturali In attesa della definizione delle linee operative e della pubblicazione dei relativi bandi da parte delle Regioni, una panoramica sulle opportunità di finanziamento offerte dai fondi strutturali e d’investimento nella nuova programmazione 2014-2020. Segue a pag. 4 Start up innovative: un confronto con l’estero L’analisi delle best practice estere fornisce alcuni spunti di riflessione su come potenziare l’efficacia delle misure messe in atto per sostenere l’innovazione e la competitività delle nostre imprese, in particolare delle start up innovative. Segue a pag. 12 Presidente: Francesco Bettoni Direttore: Pier Andrea Chevallard Coordinatore: Roberto Calugi La newsletter è redatta a cura dell’Ufficio Studi e Comunicazione 1 Paglietti Responsabile progetto editoriale: Gianmarco Responsabile operativo: Maria Gloria Cesarini Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 I Presidenti si raccontano A colloquio con… Michl Ebner, Presidente della Camera di commercio di Bolzano A cura dell’Ufficio Studi Nato a Bolzano nel 1952, laureato in Giurisprudenza, è Presidente della Camera di commercio di Bolzano dal 2008. Ha intrapreso un’intensa carriera politica sia presso la Camera dei Deputati che come deputato presso il Parlamento Europeo. In tale ambito ha partecipato alla Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, alla Commissione sui lavori pubblici e l’ambiente, alla Delegazione alla Commissione parlamentare mista UE-Croazia. E’ Presidente dell’Unioncamere delle Regione Trentino Alto-Adige, Vice-Presidente della Banca di Trento e Bolzano e di Eurochambres Bruxelles e Amministratore delegato di Athesia Spa. Signor Presidente, da sei anni è alla guida della Camera di commercio di Bolzano. Può farci un bilancio di questa esperienza? Fin dalla mia elezione nel 2008 ho cercato di avvicinare l’Ente alle reali esigenze dell’economia locale come prestatore di servizi e non come istituzione. Lotta alla burocrazia, revisione della spesa pubblica nella provincia di Bolzano, riduzione della pressione fiscale a livello locale, supporto dell’infrastruttura aeroportuale, promozione della multilinguità (e quindi non solo delle due lingue parlate localmente, il tedesco e l’italiano) e aumento del tasso di internazionalizzazione delle imprese locali sono temi in cui la Camera ha saputo giocare un ruolo fondamentale vincendo importanti battaglie. La riforma che sta interessando il sistema camerale rappresenta Michl Ebner un’importante sfida, che comporterà, presumibilmente, una ridefinizione delle politiche e degli obiettivi. Qual è la sua opinione a riguardo? Quali ritiene possano essere le direttrici lungo cui strutturare il percorso futuro? La riforma del sistema camerale è ineluttabile. Credo sia fondamentale razionalizzare il sistema, anche se la via della riforma deve coinvolgere il mondo delle Camere di commercio e non può avvenire con lo strumento del decreto legislativo. Le Camere debbono essere ancora più snelle e ancora più prossime alle aziende. Da un lato, debbono essere rivisti gli obiettivi dell’azione camerale e, dall’altro, deve essere comunque ribadito il tema della rappresentanza unitaria del sistema economico locale che, se venisse a mancare, snaturerebbe l’essenza della Camera di commercio. Bolzano ha saputo coltivare in maniera vincente la propria vocazione all’innovazione valorizzando, al contempo, tradizione e territorio. Qual è la ricetta per coniugare i due aspetti? Quali iniziative ha messo in campo la Camera di commercio per contribuire in tal senso? L’innovazione deve interessare trasversalmente la vita aziendale. La Camera di commercio, alla luce del basso tasso di investimenti in R&S delle aziende locali rispetto ai competitors tirolesi e trentini e al fine di supportare le piccole imprese a intraprendere la sfida 1 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Credo che l’evoluzione nello stile dei consumatori porti automaticamente alla valorizzazione dei diritti di proprietà industriale. Se il brevetto è fondamentale per alimentare l’innovazione nelle imprese, i marchi, i disegni e i modelli rappresentano un sistema di richiamo fondamentale del cliente. Apple docet. Dolomiti, Gruppo delle Odle dell’innovazione, ha lanciato un servizio denominato “my innovation” che accompagna le imprese a sperimentare dei percorsi per trovare idee per nuovi prodotti, nuovi processi o nuovi servizi. E l’elevato numero di imprese interessate ha decretato il successo dell’iniziativa. Il boom di emissioni registrato negli ultimi mesi sembra aver annoverato definitivamente i mini-bond tra gli strumenti di finanziamento complementari rispetto al canale bancario - a disposizione delle imprese. Quali ritiene che possano essere i fattori che ne hanno decretato il successo? Quali gli aspetti eventualmente da migliorare per valorizzarlo ulteriormente? Il mini-bond non risolve i problemi di finanziamento delle PMI ma va a colmare un buco nell’offerta dei servizi finanziari a disposizione delle imprese. L’altissimo ricorso in Italia a tipologie di finanziamento classiche di natura bancaria, arrivate ormai a un limite strutturale, così come la relativa semplicità nell’emissione del minibond ne hanno determinato il successo. La Camera di commercio di Bolzano è da sempre molto attenta alle tematiche inerenti la proprietà industriale delle imprese e attiva nel promuovere gli strumenti di tutela a disposizione delle stesse. Che importanza può rivestire la valorizzazione di marchi, brevetti e disegni in termini di competitività, specialmente sui mercati internazionali? Nel corso della sua esperienza europea ha avuto occasione di partecipare attivamente alla definizione delle politiche in ambito agricolo. Qual è il suo giudizio sulla nuova PAC e quali opportunità può offrire all’Italia? La nuova PAC è sicuramente più mirata rispetto a quella che conoscevamo negli anni Settanta: le risorse destinate all’agricoltura nel bilancio UE sono calate dal 70% al 40% attuale ma con una maggiore attenzione alla tutela della salute del consumatore e all’incentivazione dell’innovazione nelle aziende agricole, facendo in modo di non discriminare gli imprenditori agricoli dei Paesi in via di sviluppo. Il giudizio non può che essere positivo. Vediamo cosa riusciamo a fare in Italia recependo la nuova PAC. Chi è Michl Ebner nella vita privata? Se dovesse descrivere se stesso attraverso tre aggettivi, quali sceglierebbe? Attento, preciso e determinato. Se non avesse seguito il suo percorso professionale, cosa le sarebbe piaciuto fare? Ha un sogno nel cassetto? Tanti. Spero di realizzare parzialmente l’uno o l’altro “da grande”. Il territorio della provincia di Bolzano accoglie alcune tra le principali bellezze naturalistiche italiane. Quali sono i “fiori all’occhiello” del turismo locale? Sono certamente le Dolomiti, patrimonio dell’umanità e tutti i territori alpini dove i contadini preservano prati e pascoli come dei giardini privati. Qual è il posto più bello in Italia, al di fuori della sua regione, che ha visitato? Quale 2 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 quello che non ha mai visto e che le piacerebbe visitare? Roma, Firenze, Venezia, Caserta, Venaria Reale, Lecce, Assisi, Perugia, Siena, Matera…. Mi piacerebbe visitare il Gran Sasso. Se dovesse consigliare la lettura di un libro, quale sceglierebbe? Perché? “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro. Preferisce il cinema o il teatro? Il film o lo spettacolo preferito? Entrambi. Tra i miei film preferiti, “La vita è bella” di Roberto Benigni. Le piace l’arte? Quale forma apprezza maggiormente? La sua opera d’arte preferita? Sì, mi piace molto e in tutte le sue forme. Quale aspetto apprezza maggiormente nelle persone? Cosa, invece, non sopporta? Apprezzo la voglia di fare e non sopporto i pigri. Aumenta il valore delle Spa italiane quotate Secondo i dati recentemente pubblicati da Unimpresa, le società per azioni italiane quotate in Borsa hanno registrato un aumento della capitalizzazione del 45% per un valore corrispondente a 159 miliardi di euro, passando da 355 miliardi di gennaio 2013 a 514 miliardi di euro di gennaio 2014. E’ stato, altresì, rilevato un deciso incremento delle partecipazioni di soggetti esteri che ha raggiunto quota 42% delle società per azioni quotate, per un valore complessivo di 215 miliardi di euro, contro i 140 miliardi detenuti a gennaio 2013. Al contempo, sono aumentate di oltre il 55% le partecipazioni in Spa quotate da parte di imprese italiane, per un valore pari a oltre 141 miliardi di euro a gennaio 2014. Le banche continuano ad avere una presenza forte, seppure in lieve calo, nel capitale delle Spa quotate con il 6,4%, corrispondente a circa 33 miliardi, seguite dallo Stato centrale che detiene nel suo portafoglio titoli azionari italiani quotati per oltre 16 miliardi di euro, in aumento del 49% rispetto all’anno prima; i privati controllano quote di poco inferiori a 70 miliardi di euro, il 13% del totale, registrando un aumento del 27% sull’anno precedente. Se trovasse un’ipotetica lampada di Aladino e avesse a disposizione un unico desiderio, quale esprimerebbe? Senz’altro sceglierei la salute. Se dovesse dare un consiglio o un suggerimento alle nuove generazioni, cosa direbbe loro? Direi loro di studiare sodo, di non perdere le radici con la propria terra e li inviterei a fare un’esperienza di studio e lavoro all’estero. LE FOTO DEL MESE Le foto pubblicate in questo numero sono relative alla città e al territorio della provincia di Bolzano, presso cui si è tenuto lo scorso 11 settembre il primo appuntamento della quarta edizione del roadshow “Marchi e disegni comunitari”. Nella copertina è ritratta una veduta delle Tre Cime di Lavaredo nelle Dolomiti di Sesto. 3 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 I fondi strutturali: tutto quello che c’è da sapere M. Jacob Consulente marketing e internazionalizzazione Bonucchi e associati A che punto siamo con la programmazione europea, nazionale e regionale? Il 1° gennaio 2014 è partito il nuovo periodo di programmazione settennale dei fondi europei (2014-2020). Questo ciclo di finanziamenti è particolarmente interessante per la politica economica comunitaria, visto che convergerà con la scadenza degli obiettivi definiti dalla Strategia Europa 2020, cioè economia intelligente, sostenibile ed inclusiva. La programmazione di dettaglio, però, è attualmente in forte ritardo: solo ai primi di settembre è stata pubblicata la delibera CIPE contenente il cosiddetto “Accordo di partenariato” con il quale si sanciscono le strategie di impiego dei fondi. A questo punto la palla passa alle Regioni che dovranno compiere le proprie scelte e preparare i documenti di bando. Alcune hanno già predisposto i Piani Operativi Regionali (POR) per il settennato a venire; una volta approvati, nei prossimi mesi, potranno essere pubblicati e aperti i bandi regionali. Le linee strategiche generali tracciate prima dalla Commissione - e poi dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) - sono qui delineate per comprendere gli orientamenti intrapresi per il prossimo futuro. Bolzano, veduta notturna del Duomo La politica di coesione: fondi europei strutturali e d’investimento (ESIF) La politica di coesione dell’Unione è finalizzata alla riduzione delle disparità nel livello di sviluppo tra le Regioni e gli Stati membri; il presupposto della Commissione è che, nel lungo periodo, ne possa beneficiare l’intera Unione, in particolare grazie all’aumento dei flussi commerciali all’interno del mercato comune. I fondi europei strutturali e d’investimento sono cinque: - Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) con l’obiettivo di rafforzare la coesione economica e sociale attraverso la correzione degli squilibri regionali; - Fondo sociale europeo (FSE) con l’obiettivo di migliorare la qualificazione professionale e la mobilità dei lavoratori dell’UE; - Fondo di coesione (FC) finalizzato a ridurre le differenze economiche e sociali, nonché a stabilizzare l’economia; si rivolge agli Stati membri che presentano un prodotto interno lordo (PIL) pro capite inferiore al 90% della media dell’Unione; - Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurare (FEASR) per stimolare competitività, sostenibilità ed equilibrio del sistema agricolo; - Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) per incentivare la sostenibilità e diversificazione in tale ambito. 4 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Le regole generali di assegnazione dei fondi si basano su una classificazione del territorio europeo ripartito in regioni in tre categorie sulla base del PIL procapite: - regioni meno sviluppate (obiettivo convergenza): cioè le regioni il cui PIL pro capite è inferiore al 75% della media del PIL dell'UE-27; - regioni in transizione (sostituisce l'attuale sistema di phasing-out e phasing-in): ovvero tutte le regioni con un PIL pro capite compreso tra il 75% e il 90% della media dell'UE-27; - regioni più sviluppate (obiettivo competitività): cioè le regioni con un PIL pro capite superiore al 90% della media dell'UE-27. Il nostro Paese nella sua interezza non potrà usufruire del fondo di coesione avendo PIL superiore al 90% di quello della media europea –; tuttavia, con riferimento agli altri fondi, entrano nel novero delle regioni meno sviluppate Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, mentre Abruzzo, Molise e Sardegna nel novero delle regioni in transizione; tutte le altre regioni sono classificate “più sviluppate.” Classificazione delle regioni italiane in base al PIL procapite Programmazione fondi strutturali 20142020 L'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sancisce che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l'Unione debba mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno centrali o insulari, e che un'attenzione particolare debba essere rivolta alle zone rurali, a quelle interessate da transizione industriale e alle regioni che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici. I fondi ESIF sono il principale strumento finanziario utilizzato dall’Unione Europea per l’attuazione della politica di coesione. La gestione dei programmi finanziati dai fondi strutturali e la selezione dei progetti avviene a livello nazionale e regionale, quindi l’utilizzo dei fondi, pur dovendosi attenere alle linee guida fissate dalla Commissione Europea e alla programmazione, varia da regione a regione, sulla base delle caratteristiche del tessuto economico locale e delle priorità dell’amministrazione regionale. Molti dei programmi finanziati dai fondi prevedono forme di sostegno agli investimenti realizzati dalle PMI locali. I fondi sono però a gestione indiretta, cioè l’interlocutore del destinatario del finanziamento (ad esempio l’impresa) è l’autorità locale, generalmente la Regione, che definisce programmi e misure di finanziamento in accordo con la Commissione e nell’ambito di quadri strategici. Stanziamento italiano fondi 2014-2020: 41 miliardi di euro Fonte: Commissione europea Sulla Gazzetta Ufficiale n. 209 del 9 settembre 2014 è stata pubblicata la delibera del CIPE del 18 aprile 2014, con la quale è stata approvata la proposta di Accordo di partenariato concernente la 5 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 programmazione dei fondi ESIF per il periodo 2014-2020. Come accennato in precedenza, l'Accordo stabilisce la strategia di impiego dei fondi, indicando le priorità di investimento negli undici obiettivi tematici (OT) previsti dal regolamento di disposizioni comuni n. 1303/2013: - OT1: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione; - OT2: migliorare l’accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il loro impiego e la loro qualità; - OT3: promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell'acquacultura; - OT4: sostenere la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori; - OT5: promuovere l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi; - OT6: tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse; - OT7: promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete; - OT8: promuovere l'occupazione sostenibile e di qualità, sostenendo la mobilità dei lavoratori; - OT9: promuovere l'inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione; - OT10: investire nell'istruzione, nella formazione e nella formazione professionale, per le competenze e l'apprendimento permanente; - OT11: rafforzare la capacità delle amministrazioni pubbliche e degli stakeholders e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente. L’Accordo di partenariato prevede una ripartizione indicativa, tra gli 11 obiettivi tematici, delle risorse UE complessivamente assegnate all'Italia per il periodo 2014-2020 a valere sui fondi FESR, FSE e FEASR e FEAMP. L'importo complessivo di risorse a valere sui fondi FESR, FSE e FEASR - al netto del FEAMP per cui ancora non è stato approvato il regolamento comunitario - è pari a oltre 41,5 miliardi di euro per il periodo 20142020. Stanziamenti per obiettivo e fondo riferimento (valori in milioni di euro) Obiettivo tematico FESR FES di FEASR Totale 434 3.715 OT1 3.281 - OT2 1.789 - 137 1.926 OT3 4.018 - 4.650 8.668 OT4 3.055 - 1.057 4.112 OT5 932 - 1.351 2.283 OT6 2.650 - 1.640 4.290 OT7 1.941 - OT8 OT9 OT10 OT11 Totale OT Assistenza tecnica Totale generale - - 1.941 3.939 190 4.129 1.040 2.159 615 3.814 854 3.237 83 4.174 433 645 19.993 9.980 10.157 - 40.130 1.078 748 398 272 1.418 20.741 10.378 10.429 41.548 Fonte: Commissione europea Alcuni link utili: La delibera integrale è reperibile al seguente indirizzo: http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_g enerale/caricaDettaglioAtto/originario;jsess ionid=1tlxgSjp4YpeqQQeg+AHIA__.ntc-as2guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2 014-0909&atto.codiceRedazionale=14A06886&ele nco30giorni=false Come esempio, al seguente link è disponibile la proposta di POR inviata dalla Regione Lombardia: http://www.ue.regione.lombardia.it/shared /ccurl/417/319/Programme_Acknowledge ment_2014IT05SFOP007_1_0_it.pdf 6 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Cartolarizzazione: un’opportunità anche per le PMI? A. Sannini AD di Twin Advisor Limited La cartolarizzazione è la traduzione italiana di “securization”, lo strumento nato negli Stati Uniti nel 1975 da un team di Salomon Brothers e Bank of America e, ad oggi, tra i più utilizzati nei mercati mondiali. Sostanzialmente, la cartolarizzazione è uno strumento che converte attività illiquide o a liquidità differita (come crediti e asset immobiliari) in titoli negoziabili e liquidabili sul mercato. Solitamente questi titoli prendono il nome di ABS (Asset Backed Securities), hanno una natura obbligazionaria e assumono denominazioni specifiche a seconda del tipo di attività sottostante. Le caratteristiche dell’operazione si riassumono, innanzitutto, nella composizione di un portafoglio di attività che prescindono dal mero rischio creditizio dell’azienda. La gestione dell’operazione viene effettuata in maniera autonoma da un’entità giuridicamente esterna al soggetto cedente. Tale strumento può offrire opportunità interessanti anche per le PMI. I principali vantaggi possono essere riconducibili, in primis, al riequilibrio della struttura finanziaria: l’impresa, infatti, ottiene liquidità per estinguere fonti troppo onerose o finanziamenti contratti a condizioni poco convenienti. Un altro vantaggio, soprattutto in questa fase di Punta dei Tre Scaperi, Dolomiti di Sesto contrazione degli investimenti di tipo industriale, può essere rappresentato dalla diversificazione delle fonti di finanziamento, dal momento che consente di liberare liquidità da destinare potenzialmente allo sviluppo e alla crescita (ad esempio attraverso investimenti in nuove attività produttive o acquisizioni). Da ultimo, è necessario considerare anche un sensibile miglioramento del profilo di rischio attraverso la riduzione del rischio liquidità e del rischio di portafoglio. La cartolarizzazione è un’operazione di una certa complessità soprattutto per il numero di attori che intervengono nelle diverse fasi. Le varianti di un’operazione di questo tipo sono praticamente infinite. La prima fase di una cartolarizzazione riguarda la mappatura degli asset da cartolarizzare ad opera dell’originator (la PMI), eventualmente con il supporto di advisor. Ad esempio, nel caso si voglia cartolarizzare uno o più asset immobiliari ci sarà bisogno di una perizia per determinarne il valore. Grande attenzione deve essere data alla composizione del portafoglio di asset oggetto di una cartolarizzazione, che devono essere valutati a livello di cashflow ed è, altresì, necessario che la PMI progetti l’operazione in un’ottica di elevata trasparenza, al fine di ridurre le conseguenze di possibili asimmetrie informative. 7 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Nella seconda fase si procede alla costituzione di una società veicolo (SPV, Special Purpose Vehicle) di diritto italiano o straniero, che deve acquisire gli asset finanziandosi con l’emissione di titoli sul mercato. A questo punto si definisce la tipologia di titoli nel rispetto del mercato e delle modalità di collocamento. Segue la scelta di eventuali prestatori di garanzie, società di rating e servicer. Nella fase conclusiva del processo avviene il rimborso dei titoli ABS emessi, mediante un piano definito in funzione dei flussi di cassa generati dai collateral eventuali attività poste a garanzia di un prestito - che può avere un rapporto diretto tra le scadenze dei titoli o, in alternativa, con operazioni rotative (revolving). La cartolarizzazione può rappresentare una delle possibili chiavi per far sbarcare sui mercati dei capitali le imprese di medie dimensioni, indipendentemente dal profilo di rischio. Spesso una delle principali difficoltà di tale tipologia di imprese riguarda la mappatura efficace dell’attivo; questo può rendere conveniente un’operazione di cartolarizzazione. Gli attori coinvolti l’impresa (originator) il cessionario, ovvero la società veicolo (SPV), un intermediario finanziario costituito con lo scopo di effettuare uno o più operazioni di cartolarizzazione il sottoscrittore dei titoli (noteholder) I possibili vantaggi una migliore gestione dello stato patrimoniale una maggiore possibilità di adattamento delle attività alle scadenze di fonti di finanziamento, attraverso una migliore gestione del rischio di tasso di interesse una gestione più efficiente del rischio di credito attraverso cessioni selezionate la riduzione del rischio di valuta l’aumento di visibilità sui mercati Le principali caratteristiche taglio minimo: superiore a 5 milioni di euro asset di proprietà ed esenti da ipoteche asset indistintamente mobiliari e immobiliari costi: tra i 20 e i 50 mila euro per la strutturazione della SPV, a cui aggiungere una “success fee” variabile Gli strumenti di finanziamento alternativo disintermediato dalle banche possono essere utilizzabili con ottimi risultati finali. Vanno, però, inseriti in un’ottica di revisione e di riorientamento delle abitudini di finanziamento e, più in generale, della gestione finanziaria delle PMI. Per quanto il risultato finale - ottenere finanza “fresca” - sia omologo a quello ottenibile attraverso l’emissione di minibond, la cartolarizzazione ha come attività sottostante non la performance della PMI a tutto tondo, ma uno o più asset mobiliari o immobiliari, ceduti a una società veicolo che sarà responsabile del pagamento del prestito a fronte del valore degli stessi. 8 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Debiti PA: lo stato dell’arte M.G. Cesarini Secondo le ultime stime, lo stock totale dei debiti accumulati nei confronti delle imprese, tra il 2012 e i primi mesi del 2014, e non ancora pagati dalla pubblica amministrazione ammonterebbe a circa 90-100 miliardi di euro1. L’annosa questione dei ritardi nei pagamenti della PA – che è anche costata al Paese l’avvio della procedura di infrazione da parte della Commissione europea - è stata, negli ultimi anni, oggetto di numerosi interventi normativi e regolamentari finalizzati alla definizione di obiettivi scadenzati e strumenti ad hoc che potessero agevolare e accelerare le procedure di pagamento. La portata e l’urgenza del problema hanno, altresì, reso necessario il coinvolgimento di un’ampia platea di soggetti e l’azione congiunta di Ministero dell’Economia e Finanze, ABI, Cassa Depositi e Prestiti, sistema camerale, principali associazioni di categoria e associazioni rappresentative degli enti locali2, chiamati a giocare un ruolo di promozione e informazione nonché, in taluni casi, a partecipare direttamente nei meccanismi di smobilizzo crediti. A tal proposito, infatti, sono state introdotte, nel corso di questi anni, diverse opzioni percorribili. In primis, è stata offerta alle imprese la possibilità di usufruire di anticipazioni di liquidità da parte di banche e altri intermediari finanziari, Fonte: Cgia di Mestre, 2014. Tali soggetti hanno sottoscritto, nello scorso luglio, un apposito Protocollo di impegni in un’ottica di intervento esteso e condiviso. 1 2 Vecchio campanile che emerge dal Lago di Resia, Curon senza che questi subentrino al creditore originario nel rapporto con i soggetti pubblici debitori. In alternativa, è stata introdotta la possibilità di cedere il credito vantato nei confronti della PA - con riferimento a forniture, appalti e prestazioni professionali – a banche o istituti finanziari 3 convenzionati . La cessione avviene con la formula pro soluto che rende, in tal caso, la banca titolare effettivo del credito vantato verso la PA, beneficiando di un tasso di sconto pari all’1,9% per importi inferiori a 50 mila euro e all’1,6% per importi superiori a tale soglia, nonché di una specifica garanzia dello Stato. E’ stato, altresì, previsto un possibile intervento della Cassa Depositi e Prestiti per ridefinire termini e condizioni del pagamento del debito, sulla base dell’apposita convenzione sottoscritta con Abi lo scorso mese. Un’ulteriore strada, alternativa alla cessione del credito, riguarda la compensazione dello stesso – o di parte di esso - con eventuali somme dovute all’Agenzia delle entrate e all’Agenzia della riscossione, sulla base di cartelle esattoriali notificate entro il 30 settembre 2013. Cfr. “Decreto Competitività”, decreto Legge 24 giugno 2014 n. 92, convertito nella Legge 11 agosto 2014 n. 116. 3 9 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Risorse stanziate per il pagamento dei debiti delle PA attraverso i diversi interventi normativi (valori in miliardi di euro) 60 9,3 50 40 7,2 7,2 40 40 0,5 7,2 0,5 30 20 40 40 10 Lago di Braies 0 DL 35/2013 E’ importante sottolineare che la conditio sine qua non per poter beneficiare di tutte queste opportunità è che il credito detenuto dall’impresa sia maturato entro il 31 dicembre 2013 e che sia valutato come certo, liquido ed esigibile attraverso un’apposita procedura di certificazione elettronica. Una recente proroga ha fissato il nuovo termine per la sua attuazione al prossimo 31 ottobre. Questo pacchetto di misure - a cui, si prevede, si affianchino ulteriori strumenti complementari, quali l’introduzione della fatturazione elettronica anche per gli enti pubblici locali, obbligatoria da marzo 2015 – si pone, dunque, l’obiettivo di imprimere un’accelerazione nei pagamenti e di promuovere il ricorso alla certificazione dei crediti da parte delle imprese. A tal fine, attraverso le diverse misure introdotte a livello normativo, sono state finora erogate risorse per 30 miliardi di euro, di cui 26 miliardi già effettivamente pagati alle imprese creditrici4, rispetto a uno stanziamento complessivo pari a 57 miliardi di euro. DL 35/2013 DL 35/2013 DL 35/2013 DL 102/2013 DL 102/2013 DL 102/2013 L Stab L Stab DL 66/2014 Fonte: MISE, dati al 21 luglio 2014 Al momento risultano essere pervenute alla piattaforma elettronica oltre 56 mila istanze di certificazione per un controvalore di circa 6 miliardi di euro, presentate da 15 mila imprese5. I dati disponibili indicano che la maggior parte dei debiti risulta in carico alle amministrazioni locali, con una percentuale che sfiora il 90%; i soggetti meno performanti risultano gli enti locali e quelli relativi al Servizio sanitario nazionale. E’ evidente, pertanto, come lo smobilizzo di tali crediti possa rappresentare per le imprese creditrici una boccata d’ossigeno, quanto mai vitale in un contesto recessivo come quello attuale. Alcune analisi realizzate su un campione di imprese hanno messo, infatti, in luce che i mancati pagamenti della PA hanno inciso per quasi il 57% sul totale delle fatture insolute, con ritardi accumulati superiori ai 60 giorni nel 16% dei casi – con punte che arrivano fino ai 210 giorni - e inferiori ai 60 giorni nel 60% del campione analizzato6. Inoltre è necessario considerare l’effetto a cascata che i ritardi nei pagamenti dei debiti delle PA determinano sulla liquidità 4 5 Fonte: MISE, dati al 21 luglio 2014. Fonte: MISE, dati all’8 settembre 2014. Fonte: Cerved Group, Osservatorio sui pagamenti della PA, dati a giugno 2013. 6 10 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 delle imprese e sulla loro capacità di evadere, a loro volta, le fatture dei rispettivi fornitori. Anche su questo fronte i dati non sono confortanti. A giugno 2014 è stato, infatti, registrato un aumento dei casi di ritardo superiore a 30 giorni, passati da circa il 5% delle imprese nel 2010 a quasi il 17% del 2014. Si è ridotta anche la quota delle imprese puntuali, in calo di oltre 8 punti percentuali rispetto al 20137. La roadmap per la cancellazione del debito è stata, dunque, delineata e punta all’utilizzo di tutte le risorse stanziate entro la fine del 2014. Al di là delle difficoltà oggettive nel raggiungimento dell’obiettivo - di certo ambizioso - il successo dell’iniziativa dipenderà anche da quanto riuscirà ad avvalersi del supporto e della partecipazione proattiva di tutti gli attori operanti nel mercato, configurandosi come un’autentica azione di sistema. Alcuni link utili: http://certificazionecrediti.mef.gov.it/Certifi cazioneCredito/home.xhtml http://certificazionecrediti.mef.gov.it/Certifi cazioneCredito/documents/Vademecum_ Breve_guida_alla_certificazione_dei_crediti. pdf http://www.mef.gov.it/certificazionecrediti Il Consorzio Camerale per il credito e la finanza è a disposizione per ulteriori approfondimenti e per la realizzazione di appositi percorsi di affiancamento e formazione sul tema. Debiti delle imprese aumentano i ritardi verso i fornitori: E’ stato registrato, a giugno 2014, un peggioramento dei tempi di pagamento dei debiti detenuti dalle imprese nei confronti dei propri fornitori. Maggiori difficoltà si riscontrano, in particolar modo, nel settore del commercio al dettaglio, che registra ritardi superiori a un mese nel 27% dei casi, rispetto a una media del 12%; maggiore puntualità riguarda, invece, tra le imprese operanti nell’ambito dei servizi finanziari (39%) e dell’agricoltura (47%). Dal punto di vista territoriale, si registrano al Sud i maggiori ritardi nei pagamenti, con una percentuale di imprese puntuali che non va oltre il 24%, seguito dal Centro, fermo al 33%; la percentuale di imprese virtuose sale al 43% nel Nord Ovest e al 6% nel Nord Est. Registro imprese: l’iscrizione nuove regole per Dallo scorso 1 settembre è entrata in vigore l’iscrizione immediata delle aziende e degli atti notarili al Registro Imprese - prevista dalla Legge 116/2014 - a condizione che alla richiesta sia allegato un atto notarile (sia atto pubblico che scrittura privata autenticata), con l’obiettivo di facilitare le procedure per l’avvio delle attività economiche. Risulteranno, dunque, più veloci le procedure di iscrizione degli atti costitutivi e modificativi di società di capitali e di persone, non essendo più necessario il controllo di legalità da parte del conservatore del Registro, in quanto effettuato esclusivamente dal notaio. Restano escluse da tale opportunità altre richieste delle società, quali nomine di amministratori o di esercizio dell’attività, e le iscrizioni di imprese individuali e Spa. 7 Fonte: CRIBIS D&B, Studio Pagamenti 2014 IIQ. 11 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Start up innovative: esperienze estere a confronto S. Davico Ufficio Credito e start up Camera di commercio di Milano Tra le grandi sfide che il nostro Paese si trova a fronteggiare in termini di politiche industriali, due sono quelle che riguardano lo sviluppo di innovazione e la crescita di imprese moderne in grado di reggere le sfide derivanti dalla globalizzazione dei mercati: il sostegno a una ricerca scientifica maggiormente funzionale al sistema produttivo e il supporto della nascita, e ancor più della crescita, delle start up innovative. È innegabile che in Italia siano stati fatti diversi sforzi al fine di creare un ecosistema più florido e attraente, anche in prospettiva europea, per lo sviluppo di ricerca applicata e di imprese innovative. Purtroppo, però, questi sforzi si sono spesso scontrati con l’assenza di una visione strategica della questione, limitandosi a rimuovere vincoli e a rendere più agevoli le normative, senza però proporsi di indirizzare l’attività di imprenditori, piccole e medie imprese e ricercatori. Il Decreto Legge Crescita 2.0, convertito in legge a fine 2012, ha definito una nuova tipologia di imprese, le “start up innovative”, le quali possono beneficiare di una serie di benefici e agevolazioni, tra cui esenzioni ai fini della costituzione e iscrizione al Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nella definizione dei rapporti di lavoro di imprese. Indubbiamente l’istituzione di questa nuova categoria ha permesso la costituzione di numerose società sulla Merano, Giardini di Castel Trauttmansdorff base di idee più o meno valide, ma la cronica assenza di fondi, supporto attivo e indirizzo strategico all’attività degli imprenditori fatica a concretizzarsi in un vero boom del binomio start upinnovazione in Italia. Tale boom si sostanzia, ad oggi, più sulle pagine dei giornali e su Twitter piuttosto che nelle politiche industriali del Paese. Ciò che emerge da un confronto con l’estero è la presenza in Italia di un alto livello di capitale umano, condizione assolutamente necessaria ma purtroppo non sufficiente allo sviluppo di un’innovazione che possa essere funzionale al miglioramento della competitività internazionale del nostro sistema produttivo. A un numero molto alto di pubblicazioni sulle riviste scientifiche internazionali, che testimonia un ottimo livello di ricerca scientifica, non corrisponde, infatti, un adeguato numero di brevetti e, quindi, di utilizzo pratico degli ottimi risultati ottenuti dalla pura ricerca. In Italia solo il 4% delle imprese formate da meno di 5 anni è in possesso di un brevetto, laddove questo dato si attesta intorno al 15% in Germania e Francia ed addirittura al 29% negli Stati Uniti. Sarebbe, dunque, utile prendere spunto da alcune delle best practice estere, adeguandole a quelle che sono le caratteristiche del nostro sistema produttivo e, in particolare, a quella che dovrà essere una chiara direttrice strategica di sviluppo. 12 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 applicata e a una struttura di programmi molto ben radicata e in grado di ripetersi ed aggiornarsi negli anni. È il caso, ad esempio, del Technological Incubators Program, nato nel 1991 con il fine di permettere lo sviluppo di idee giudicate troppo rischiose per reperire fondi sul mercato e di accompagnarle fino al raggiungimento di un grado di maturità sufficiente per reggersi da sole grazie al reperimento di finanziamenti privati. Gruppo del Catinaccio, le Torri del Vajolet Dall’esperienza statunitense sarebbe importante assorbire una visione degli incentivi alla ricerca maggiormente rivolta alla domanda del mercato, soprattutto nel momento in cui nella scelta dei progetti e delle iniziative da finanziare si cerca di valorizzare il potenziale commerciale, ben oltre il mero valore aggiunto “scientifico”. Inoltre negli Stati Uniti è presente in maniera ingente un’educazione all’imprenditorialità, quasi completamente assente in Italia, dove, al contrario, si tende a immaginare l’imprenditore più come un genio visionario che come un individuo altamente formato sotto il punto di vista accademico. A livello europeo è, per esempio, la Germania ad aver costituito un ottimo sistema di incentivazione alla nascita di start up e spin-off accademici all’interno del mondo universitario, tramite l’EXIST Business Startup Grant. Esso è finalizzato a stipendiare e fornire attrezzature e servizi di coaching a studenti universitari e dottorandi qualora essi scelgano di tentare la strada di diventare imprenditori. Israele rappresenta un caso di assoluta eccellenza per quanto concerne la nascita e l’incentivazione delle start up. La spesa per ricerca e sviluppo è pari al 4,25% del PIL (in Italia tale valore si attesta intorno all’1,25%), risultato dovuto a un’ampia gamma di incentivi e benefici indirizzati ai settori dell’hi-tech e della ricerca Anche il caso francese potrebbe costituire una best practice, in particolare per quanto concerne l’esistenza di OSEO, una holding pubblica creata per supportare l’innovazione del sistema economico. Essa cerca di rimediare alle imperfezioni del mercato nell’allocazione dei finanziamenti alle imprese nascenti. Laddove il progetto presenti caratteristiche positive ma i ritorni appaiano incerti oppure troppo differiti nel tempo, OSEO interviene offrendo sovvenzioni o prestiti a interessi zero, addossandosi parte del rischio e agendo come partner delle imprese innovatrici e dei loro potenziali finanziatori. Infine, una delle caratteristiche comuni a diversi casi di successo nel mondo e, in particolare, negli Stati Uniti ed in Israele è la presenza di un regime fiscale incentivante per le attività di venture capital. Per quanto gli interventi pubblici diretti siano fondamentali, non si può, infatti, prescindere dalla creazione di condizioni volte a favorire un intervento maggiore dei privati nell’ambito del finanziamento delle attività innovative. Per quanto riguarda il caso italiano, emerge che il 59% delle giovani imprese italiane ha cercato un finanziamento da parte di fondi di venture capital, ma solamente l’1,2% riesce ad accedervi. Per rendere un’idea della dimensione del problema, il mercato del venture capital nel 2012 ha riguardato risorse nella misura di 135 milioni di euro contro i 3,2 miliardi di euro a livello europeo. I maggiori investitori in questa asset class risultano essere i 13 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 governi, ragion per cui un intervento del settore pubblico si rende strettamente necessario. Dalle esperienze internazionali si possono dunque trarre insegnamenti importanti anche per i policy maker italiani, i quali dovranno imprescindibilmente tornare a pensare in termini di politiche industriali pluriennali. A livello di definizione delle linee strategiche potrebbe essere, senz’atro, opportuno provvedere all’istituzione di agenzie o centri di programmazione e coordinamento a livello interministeriale, con la possibilità di avere una panoramica ad ampio spettro e il coinvolgimento di tutti gli stakeholder chiave che popolano il mondo dell’innovazione (associazioni di imprese, università, centri di ricerca, pubbliche amministrazioni). Occorrerà, in primis, superare la separazione, che va ampliandosi, tra il mondo della ricerca scientifica e dell’innovazione produttiva, in quanto l’asset costituito dall’alto livello di capitale umano presente in Italia va necessariamente saputo sfruttare in maniera produttiva per il Paese. Una struttura di incentivi più forte e più orientata alle logiche del mercato e un sistema agevolato per l’ottenimento dei brevetti saranno necessari per spingere il mondo della ricerca italiano a rivolgersi al mondo imprenditoriale. Il ruolo delle associazioni di imprese e delle Camere di commercio sarà dunque fondamentale, in particolare nella creazione di una massa critica del sistema delle piccole e medie imprese, nonché nella fase di matching tra ricerca scientifica e necessità di innovazione produttiva. anche al fine di creare un canale di comunicazione tra studenti di management e studenti di ingegneria, il cui interscambio di conoscenze permetterebbe a molte start up di crescere e svilupparsi in maniera più autonoma e a 360 gradi. Per quanto concerne il sistema del venture capital, infine, qualcosa si sta muovendo, anche grazie al coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti. Essa ha dato il proprio apporto al Fondo Italiano di Investimento con il fine di lanciare il più importante “fondo di fondi” di venture capital italiano, per un ammontare fino a 200 milioni di euro e che interverrà in fondi di venture capital dedicati a investimenti in trasferimento di tecnologia, seed capital, early and late stage - e di expansion/growth capital. Le sfide per il futuro riguardano ora l’ampliamento della dotazione di questo fondo di fondi e la trasformazione dello stesso in un catalizzatore di fondi di venture capital stranieri e di investitori istituzionali. Le misure introdotte fino a questo momento, quali le esenzioni, le deroghe e le agevolazioni concesse dalla normativa riservata alle start up innovative, si sono dimostrate necessarie ma non sufficienti. Occorrerebbe incentivare e accompagnare le imprese nelle fasi successive alla mera costituzione della forma societaria e, per fare ciò, non ci si può affidare alla razionalità del mercato. Occorre intervenire attivamente, ripensando le politiche industriali e incentivando la ricerca applicata, scegliendo i settori su cui puntare e non perdendo energie e risorse economiche in ciò che non costituisce una priorità definita dalla visione strategica che si vuole dare al futuro dell’innovazione nel nostro Paese. Non si può, inoltre, prescindere da specifici programmi di educazione all’imprenditorialità, auspicabilmente ad opera delle amministrazioni pubbliche, 14 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Il crowdfunding e i beni culturali L. Marchegiani Docente presso Università LUISS di Roma In principio furono Indiegogo e Kickstarter, due delle piattaforme di crowdfunding più famose al mondo. La prima, Indiegogo, è nata proprio con l’obiettivo di finanziare con canali non convenzionali la realizzazione di un film, mentre la seconda per finanziare progetti creativi ed è cresciuta in termini di utenti e progetti finanziati con il contributo determinante delle categorie musica e film e video (Kickstats, 2012). Considerando solo quest’ultima piattaforma, dal suo lancio ad oggi sono stati finanziati 69 mila progetti, dando la possibilità a diversi artisti di portare a compimento il loro progetto. Il meccanismo è piuttosto semplice nella sostanza: far incontrare un artista, più o meno noto, con una “massa” (crowd) di potenziali finanziatori, più o meno esperti di arte o creatività. Da un lato, dunque, c’è un soggetto o un’organizzazione a corto di risorse finanziarie, dall’altro ci sono soggetti a vario titolo interessati a sostenere la creatività artistica, come tanti piccoli Mecenate. Questo incontro di interessi complementari risulta particolarmente virtuoso nel mondo della musica e delle arti audiovisive, e nei settori creativi in generale. Ci si chiede, allora, se non sia possibile utilizzare il crowdfunding anche per finanziare, sostenere e rilanciare la ricchezza principale del nostro Paese, ovvero il patrimonio culturale. Va ricordato che l’industria culturale rappresenta una parte significativa della produzione di ricchezza e dell’occupazione in Italia: il 4,9% del PIL, 1,4 milioni di occupati, 400 mila imprese Bolzano, Chiesa di San Procolo, particolare di un affresco coinvolte. Tuttavia, i fondi pubblici a sostegno di questo importante settore sono, da tempo, ritenuti inadeguati ed è evidente l’urgenza di trovare fonti di finanziamento complementari, se non alternative. Diverse iniziative già realizzate supportano questa intuizione. Ad esempio, è di recente diffusione la notizia di una collaborazione fra Art Basel e Kickstarter per il finanziamento di progetti artistici no profit, denominata Art Basel Crowdfunding. L’iniziativa è finalizzata a sostenere le organizzazioni internazionali senza scopo di lucro per le arti visive, tramite una selezione di progetti meritori che saranno sottoposti alla community dei finanziatori crowd di Kickstarter. A ben vedere il crowdfunding può essere inteso come una forma di micro mecenatismo, attraverso il quale il pubblico, la “folla”, sostiene economicamente una causa o un progetto per cui sarebbe difficile trovare risorse. Il paradigma del mecenatismo prevedeva che Signori, Principi e Papi supportassero economicamente artisti pittori, scultori, letterati o musici - e questi, in cambio della possibilità di produrre le proprie opere in tranquillità economica, celebravano ed esaltavano il prestigio delle corti dei propri benefattori, ponendo la propria attività artistica al servizio del potere da essi rappresentato. Questo modello è via via entrato in crisi ed è stato soppiantato nella concezione 15 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 fornirebbe, tra l’altro, la possibilità di contatto e interazione diretti con il pubblico, con un conseguente aumento del livello di partecipazione e di consumo culturale. Castelbello, Val Venosta moderna di Stato, dall’idea che il patrimonio culturale, in quanto bene pubblico, debba essere sostenuto e gestito con fondi prevalentemente pubblici, laddove l’onerosità del restauro e conservazione non giustifichi un investimento privato. Questa concezione è restata valida anche nell’affermazione del modello delle industrie culturali. Attualmente, ci si rende conto che la cultura assume valenza positiva anche al di fuori del settore specifico e si sta consolidando il modello delle piattaforme culturali. In tale ambito, si riconosce che la cultura ha valore, non solo in quanto volano dello sviluppo economico di un Paese, ma anche per la sua capacità di orientare il contesto sociale di riferimento verso nuovi modelli mentali e di fornire agli altri settori del sistema produttivo contenuti, strumenti, pratiche creative, valore simbolico e identitario8. Nell’ambito delle piattaforme culturali è, allora, fondamentale il ruolo attivo del pubblico. Così come nei Paesi anglosassoni sono largamente diffuse le donazioni per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale da parte di privati, anche se di piccola entità, è possibile auspicare che anche nel nostro Paese si sviluppi un moderno mecenatismo privato. Il contributo dei cittadini al sostegno della cultura Fonte: Unioncamere e Fondazione Symbola, “L’Italia che verrà – Industria Culturale, made in Italy e territori”, 2011. 8 E’ ben vero che il Decreto Legge 6 luglio 2011 n. 98 - che ha introdotto il 5 per mille “a favore del finanziamento delle attività di tutela promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”9 - ha costituito un primo passo verso il micro mecenatismo. Il limite di questo strumento consiste, però, nel fatto che i contribuenti non possano scegliere l’organizzazione a cui destinare il loro denaro (come accade invece per altri settori come volontariato e ricerca), che verrà raccolto direttamente dal MiBACT, il quale si occuperà poi della redistribuzione delle risorse. Questo ha creato diverse insoddisfazioni e polemiche in quanto non dà la possibilità ai cittadini di controllare come e dove vengano effettivamente utilizzate le loro risorse10. Gli esigui incentivi fiscali a favore di chi effettua donazioni e la scarsa trasparenza e tracciabilità nell’uso delle risorse raccolte possono essere considerate tra i limiti più forti alle donazioni da parte dei cittadini per il sostegno alla cultura e per la salvaguardia del patrimonio nazionale. L’utilizzo sapiente dello strumento del crowdfunding potrebbe certamente contribuire a superare questi limiti. Ci sono già alcuni esempi di micro mecenatismo italiano, come il progetto che ha permesso il restauro del “Nudo femminile di schiena” eseguito da Pierre Subleyras intorno al 1740. Il quadro, di proprietà della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, è stato restaurato grazie alle donazioni raccolte attraverso una fondazione e, dal 7 marzo 2012, è nuovamente esposto a Palazzo Barberini. Decreto Legge 6 luglio, n. 98 – articolo 23, comma 46. 10 Cherchi, 2012. 9 16 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Nell’ampio panorama del crowdfunding è necessario, però, fare un pò di chiarezza per capire adeguatamente quali potenzialità questo strumento possa esprimere nell’ambito dei beni culturali. Una campagna di crowdfunding può essere condotta come iniziativa autonoma o attraverso una piattaforma. Nel primo caso un soggetto, ente, organizzazione o individuo, che necessiti denaro per sostenere una causa o progetti singoli, dà vita a una campagna di raccolta online specifica per raggiungere il proprio obiettivo. Ne è un esempio di successo la campagna “Tous Mecenes” del Museo del Louvre, per l’acquisto del quadro “Le tre grazie” di Cranach da un collezionista privato. Per la campagna, iniziata il 13 novembre del 2010, è stato creato un sito internet ad hoc (www.troisgraces.fr) che forniva tutte le informazioni sull’operazione e dava la possibilità agli interessati di fare una promessa di donazione. Alla campagna hanno partecipato circa 7 mila donatori, ricompensati con l’inserimento del proprio nome all’interno della lista dei mecenati del museo del Louvre, che hanno permesso di raccogliere in un mese 1,2 milioni di euro. Ma questo esempio può essere poco significativo nel caso di organizzazioni culturali meno note. A meno che non si goda di un’importanza e di un’immagine come quella del Louvre - e si ritenga quindi di riuscire a raggiungere il proprio obiettivo in modo autonomo - una valida alternativa può essere quella di inserire il proprio progetto all’interno di una piattaforma di crowdfunding, per dare maggiore visibilità alla propria campagna. Si ricorda che le piattaforme possono essere suddivise in 4 categorie: equitybased, donation-based, lending-based, reward-based. Secondo il V Rapporto Rita Bolzano, Chiostro dei Domenicani del 2013, la categoria reward-based è quella più ampia e si rileva una crescita media annuale rispetto al numero di piattaforme pari al 79%. Nell’ambito di una ricerca condotta dal Dipartimento di Studi Aziendale dell’Università Roma Tre, si è cercato di evidenziare le condizioni di successo per una campagna di crowdfunding relativa ai beni culturali attraverso diverse piattaforme, intendendo per successo la capacità di raccogliere nei tempi stabiliti il finanziamento target. I risultati di tale ricerca mostrano che, in generale, le piattaforme reward-based sono le più adatte a progetti culturali, ma che il successo delle operazioni dipende principalmente da due fattori: i) la scelta delle ricompense, che devono essere creative, emozionanti e coinvolgenti, fornire qualcosa di unico e raro, che non è possibile comprare, ovvero “un tipo di beneficio che consiste nella possibilità di ritorno economico sul finanziamento di progetti destinati a qualche forma di sfruttamento commerciale”; d’altronde, sia che si tratti di micro mecenatismo che di micro investimenti, senza un coinvolgimento emotivo difficilmente un consumatore deciderebbe di pagare per la produzione di un prodotto anziché comprarlo; ii) la creazione di una community, che deve essere stimolata, coinvolta, emozionata fin dalle fasi precedenti il lancio della campagna, aumentando 17 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 in questo modo la disponibilità a donare degli utenti che ne fanno parte; è necessario, cioè, sfruttare la rete e gli effetti traino che rinforzano comportamenti aggregati11. Perché ciò sia possibile è però indispensabile un rilevante impegno di comunicazione, che richiede un ingente investimento di tempo e risorse. Entrambi i fattori vengono positivamente innestati nei casi in cui vi sia la segnalazione da parte di soggetti autorevoli al di fuori del perimetro della piattaforma. Per questo motivo, la capacità di gestire la presenza sui social media è fondamentale per le organizzazioni culturali che vogliano sfruttare il crowdfunding. timore nell’effettuare un investimento in crowdfunding. In conclusione, le organizzazioni culturali hanno una opportunità senza precedenti: grazie alle tecnologie ICT, sempre più pervasive e coinvolgenti, è oggi possibile non solo intercettare la volontà a contribuire da parte di moderni micro mecenati, ma anche sollecitare i comportamenti collaborativi di una platea più ampia di soggetti che possono diventare fruitori di beni culturali, proprio tramite la partecipazione a campagne di crowdfunding. D’altra parte, la sfida dell’audience engagement è certamente una priorità non solo per l’Italia ma per l’intera Unione europea e il crowdfunding può essere un tassello centrale per raccogliere tale sfida. La ricerca mostra che la volontà a contribuire da parte di potenziali investitori in progetti di crowdfunding è fortemente influenzata da motivazioni intrinseche, quali riconoscimento e prestigio e accesso al processo creativo - che puntano sulla centralità e sul coinvolgimento del consumatore nel processo creativo -, e volontà di intavolare una relazione più stretta con i richiedenti. Emerge, infatti, che creare occasioni esclusive di interazione e di incontri con i creativi può invogliare a contribuire in progetti. Da ultimo, incide la motivazione del bene collettivo, in quanto utilizzare il crowdfunding per finanziare progetti con scopi benefici o per l’utilità della società può essere un incentivo volto ad aumentare la volontà di contribuzione. Inoltre, il rischio di carenza informativa percepito dagli utenti può produrre un effetto contrario: è opportuno che il potenziale investitore disponga di tutte le informazioni necessarie – i termini e le condizioni alle modalità di pagamento, di restituzione dell’importo qualora il progetto non raggiungesse il target finanziario prefissato, le ricompense qualora previste -; una carenza potrebbe produrre un disincentivo e, soprattutto, 11 Ward e Ramachandran, 2010. 18 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 La gestione dei crediti deteriorati per le banche sottoposte ai test della BCE C. Carzaniga Per le più importanti banche europee si avvicina l’appuntamento con la BCE per la verifica dei risultati ottenuti nel recente stress test. Diverse sono le strade che le banche hanno percorso per arrivare preparate all’incontro di Francoforte: dall’aumento di capitale all’incremento di accantonamenti su crediti. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero 9 gli istituti europei a rischio (di cui 3 italiani), ma bisognerà attendere la fine di ottobre per conoscere i risultati definitivi. Una delle grandi preoccupazioni che accomuna gli istituti di credito è la presenza nei propri bilanci di una quantità crescente di “Non Performing Loans”, ovvero di crediti deteriorati e sofferenze. Si stima che il valore dei crediti deteriorati in Europa ammonti a mille miliardi di euro, dei quali 160-170 sono da imputare all’Italia. Un numero già di per sé alto ma che potrebbe incrementare ulteriormente vista la fase recessiva in cui si trova il Paese. Nell’effettuare delle comparazioni occorre considerare la differente applicazione della definizione di credito deteriorato nei diversi stati membri; è noto, infatti, che i criteri per il computo dei crediti in sofferenza sono molto più stringenti in Italia rispetto ad altri Paesi europei, anche se di recente sono stati Castel Coira, Sluderno fatti dei passi verso l’allineamento della normativa e l’armonizzare del sistema. In Italia, a dicembre 2013, i prestiti deteriorati rappresentavano il 15,9% del totale, percentuale maggiore rispetto a quanto rilevato nel mese di giugno dello stesso anno (14,4%); mentre l’incidenza delle sofferenze nette sul patrimonio di vigilanza era pari al 33,6%. Qualità del credito e incidenza dei crediti deteriorati Crediti verso clientela (mil. euro) Di cui in bonis (%) Di cui deteriorati (%) Primi 5 gruppi* 1.253.855 83,4 16,6 Banche grandi* 445.249 86,4 13,7 Banche piccole* 130.646 83,5 16,6 Banche minori* 177.072 84,1 15,9 2.006.828 84,1 15,9 Totale *La suddivisione in classi dimensionali è effettuata sulla base della composizione dei gruppi bancari a dicembre 2013 e del totale dei fondi intermediati non consolidati a dicembre 2008. Primi 5 gruppi: banche appartenenti ai gruppi UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, UBI Banca, Banco Popolare. Le categorie “grandi”, “piccole” e “minori” comprendono banche appartenenti a gruppi o indipendenti con totale dei fondi intermediati, nell’ordine, superiori a 21,5 miliardi di euro, compresi tra 3,6 e 21,5 miliardi, inferiori a 3,6 miliardi. Sono escluse le filiali di banche estere. Fonte: Banca d’Italia Tra i fattori che negli ultimi anni hanno determinato un incremento dei “Non 19 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Performing Loans” vi sono sicuramente la crisi finanziaria globale che ha inciso negativamente sulle performance economico-finanziarie delle imprese (rispetto al periodo pre crisi la produzione industriale italiana è diminuita di quasi il 25%) e l’aumento del tasso di disoccupazione che ha raggiunto secondo le ultime rilevazioni dell’Istat il 12,6%, un valore pari a più del doppio rispetto al 2007, quando tale indicatore era pari al 6,1%. La percentuale di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti si mantiene in ogni caso più elevata per il comparto produttivo (4,5% nell’ultimo trimestre 2013) rispetto al dato rilevato per le famiglie (1,3%). La gestione dei crediti deteriorati può essere effettuata internamente dagli stessi istituti bancari; la gestione interna risulta, però, particolarmente onerosa, sia in termini di capitale regolamentare che in termini gestionali, visto il dispiego di risorse umane e di capitale necessari al recupero delle posizioni deteriorate. L’alternativa per gli istituti di credito è quella della cessione dei crediti attraverso, ad esempio, operazioni di cartolarizzazione, una modalità utilizzata già a partire dagli anni ’90 con l’introduzione del Testo Unico Bancario e della Legge sulla cartolarizzazione. Il principale ostacolo al perfezionamento di transazioni relative ai portafogli di “Non Performing Loans” è costituito dalla differenza nelle aspettative di prezzo tra venditori e acquirenti. Secondo una rilevazione di Banca d’Italia, alcuni fattori - tra cui l’innalzamento dei tassi di copertura (il rapporto tra svalutazioni e partite deteriorate è salito al 41,8% a fine 2013 rispetto al 39,9% registrato a giugno dello stesso anno) seguito alle ingenti rettifiche di valore iscritte dalle banche nei bilanci di fine anno, la riduzione dell’incertezza sul valore delle attività connessa con il miglioramento della congiuntura, la diminuzione degli spread sui titoli di Stato e una maggiore propensione degli operatori stranieri a investire in Italia – hanno portato, nel I trimestre 2014, ad un assottigliamento del divario tra il valore di bilancio dei crediti deteriorati e i prezzi che gli investitori sono disposti ad offrire. A ciò si aggiunge la modifica, in vigore dal 2013, della normativa sul trattamento fiscale delle rettifiche sui crediti che, tra i vantaggi previsti, riduce l’onere per le banche nell’adottare politiche di valutazione dei crediti più prudenti. La volontà degli istituti bancari di cedere i crediti deteriorati, collegata come si è detto inizialmente anche alle attività di verifica in corso da parte della BCE, è confermata dai dati di Banca d’Italia: nei primi tre mesi del 2014 le banche italiane hanno ceduto o cartolarizzato sofferenze per circa 2 miliardi di euro (nell’intero anno 2013 il dato ammontava a 3 miliardi). La definizione di esposizioni deteriorate e oggetto di concessioni nelle regole EBA e nell’Asset Quality Review A partire dal 30 settembre entreranno in vigore le definizioni armonizzate di esposizioni creditizie deteriorate (non performing exposures) e di quelle oggetto di concessioni (forbearance), da utilizzare ai fini delle segnalazioni finanziarie di vigilanza armonizzate a livello europeo. Con l’obiettivo di allineare la normativa italiana alle regole EBA in merito a questo tema, la Banca d’Italia ha posto in consultazione un documento con le bozze di aggiornamento delle rispettive circolari. 20 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Viaggio tra gli incubatori certificati 4ª puntata: Techno Seed (Udine) Lago di Carezza F. Pozzar Techno Seed Con oltre 400 idee di business vagliate, un centinaio di business plan valutati e 34 imprese accompagnate nella fase di start up – tutte ancora sul mercato -, Techno Seed di Friuli Innovazione è stato uno dei primissimi incubatori certificati in Italia e il primo in Friuli-Venezia Giulia, una regione che oggi vanta ben 3 strutture con il bollino di qualità introdotto dalla legge n. 221 del dicembre 2012. I severi parametri qualitativi e quantitativi fissati dal governo per individuare le strutture migliori che offrono supporto e servizi specialistici per l’avvio di nuove imprese hanno, infatti, premiato l’incubatore di Udine, attivo in forma sperimentale già dal 2005 grazie a un progetto allora finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (legge 388/2000). La creazione di Techno Seed è stata ideata per rispondere all’esigenza di intervenire sulle difficoltà manifestatesi nel contesto locale, rispetto al dato medio nazionale e all’area del Nordest, e di creare nuove imprese in Friuli-Venezia Giulia agli inizi degli anni 2000. Contestualmente, è stata rilevato nell’area un netto ritardo con riferimento alla dinamica di sviluppo aziendale nei settori dell’informatica e delle telecomunicazioni. Con Techno Seed si è inteso stimolare la diffusione della cultura imprenditoriale, rafforzando in particolare il rapporto dialettico tra le università e il sistema economico regionale. “In due anni nacquero le prime 15 imprese ICT – ricorda il direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio – ma non ci siamo fermati e, alla conclusione del progetto, abbiamo cercato i mezzi per continuare ad offrire un percorso di accompagnamento e una sede ai giovani imprenditori della regione. Oggi abbiamo all’attivo 34 start up, di cui 17 al momento sono in fase di incubazione, ovvero fondate da meno di 4 anni. A queste si aggiungono una ventina di gruppi imprenditoriali che seguiamo da vicino, cioè ragazzi che hanno un’idea di impresa di cui intendono approfondire le potenzialità, per poi decidere se fondare o meno la loro start up”. Da subito l’incubatore friulano si è distinto per la capacità di sviluppare con rapidità nuove imprese, ricevendo diverse certificazioni di qualità. Nel 2007 è entrato a far parte della rete internazionale Achieve, un network che riunisce oltre una ventina tra i migliori incubatori europei specializzati nell’ICT, che nel 2011 gli ha attribuito un premio come migliore incubatore nel settore. L’obiettivo di Techno Seed è offrire agli aspiranti imprenditori la possibilità di analizzare e migliorare la loro idea di business innovativa prima di lanciarla sul mercato e di ridurre i rischi e le difficoltà burocratiche legate al suo avvio. Si tratta 21 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Passo del Tonale di un incubatore pubblico, che trova in maniera autonoma, attraverso bandi competitivi regionali nazionali ed europei, le risorse per poter mettere in campo i servizi che lo caratterizzano. E’ un modello di business molto diverso da quello degli incubatori privati e unico nel panorama del Friuli-Venezia Giulia. “Non selezioniamo solo le idee con un potenziale di crescita esponenziale; siamo una realtà no profit e il principale obiettivo è creare imprese e formare imprenditori” spiega ancora Feruglio. Oltre all’assistenza specialistica e all’insediamento fisico a costi agevolati al parco scientifico e tecnologico di Udine, Techno Seed ha messo in campo un fondo di rotazione per le start up particolarmente innovative, con un capitale complessivo di 135 mila euro, che consente prestiti senza garanzie fino a 50 mila euro da restituire in 5 anni. “Il fondo rotativo è risultato per EasyStaff uno strumento fondamentale, perché ci ha fornito una solida base finanziaria iniziale per sviluppare il nostro progetto d’impresa” – racconta Fabio De Cesco, amministratore a socio fondatore di EasyStaff Srl, azienda che sviluppa e commercializza soluzioni per l’ottimizzazione degli aspetti organizzativi aziendali e delle risorse umane, fondata nel 2006 in Techno Seed e acquisita dal player internazionale Zucchetti nel 2013. “In particolare – spiega De Cesco - il fondo ci ha permesso di anticipare gli investimenti per il primo progetto di ricerca per il quale EasyStaff aveva richiesto un contributo regionale. Una volta completato il progetto di ricerca e incassato il contributo, abbiamo restituito a Friuli Innovazione il prestito. E’ come aver avuto un salvagente mentre imparavamo a nuotare; questo ci ha permesso di sviluppare le nostre soluzioni con molta più tranquillità. E quando hai la tranquillità nel fare le cose, anche la qualità ne guadagna.” Le imprese sviluppate in Techno Seed vedono oggi occupate circa 170 persone tra soci, dipendenti e collaboratori e hanno un fatturato stimabile, nel 2013, di quasi 4 milioni di euro. Le semplificazioni per la costituzione di Spa e Srl Il “Decreto Competitività”, recentemente convertito dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, ha introdotto una serie di semplificazioni relativamente alla costituzione di società di capitale, sia in forma di Spa che di Srl. La principale novità riguarda la riduzione da 120 a 50 mila euro dell’importo del capitale sociale minimo necessario per costituire una società per azioni, con implicazioni anche per ciò che concerne i casi di riduzione del capitale per perdite di cui agli articoli 2446 e 2447 del Codice civile; in tal senso, infatti, saranno considerate perdite rilevanti quelle che eccederanno un terzo di 50 mila euro e la ricostituzione del capitale per perdite dovrà avvenire nel rispetto del nuovo limite di capitale minimo. Le novità riguardano anche le società a responsabilità limitata, per le quali è stato abrogato il secondo comma dell’art. 2477 del Codice civile che impone alle Srl con capitale sociale pari almeno a quello minimo stabilito per le Spa (ora ridotto a 50 mila euro) di nominare un organo di controllo o un revisore unico. 22 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Il mercato immobiliare: focus Milano e provincia M. Pedretti Responsabile Analisi di mercato e sviluppo servizi TeMA Scpa In uno scenario macroeconomico che si conferma ancora problematico, nel mercato immobiliare di Milano e provincia si iniziano a cogliere alcuni segnali di stabilizzazione: la lieve ripresa del numero di compravendite, l’attenuazione del calo dei prezzi e una maggiore propensione degli istituti di credito a erogare finanziamenti diretti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni12. Il numero di scambi di abitazioni torna a crescere nel 2013 nel comune di Milano (+3,4% su base annua), anticipando i dati tendenziali riscontrati nel I trimestre 2014 sia a livello provinciale (+ 3,4% nel comune di Milano e +5,1% nel resto della provincia) che nazionale (+4,1%): si tratta di incrementi ancora modesti e determinati su basi numeriche esigue (dimezzate rispetto al periodo pre-crisi). La ripresa, seppure lieve, del numero di transazioni è evidentemente trainata dall’aumento delle erogazioni di mutui diretti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni13 e dalla contrazione dei prezzi che, rispetto ai picchi di qualche anno fa, sono calati in misura significativa anche per il prodotto di nuova costruzione, che Fonte: TeMA - Territori, Mercati e Ambiente, rilevazioni semestrali sui prezzi effettuate, in collaborazione con FIMAA Milano Monza & Brianza. 13 Nonostante non siano al momento disponibili dati certi sull’effettivo andamento delle erogazioni nel 12 Lago di Caldaro offre standard qualitativi elevati e notevoli risparmi sui costi di gestione. ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) sottolinea il perdurare della situazione di grande difficoltà dal lato della produzione edilizia: tra il 2007 e il 2013, a livello nazionale, le erogazioni di nuovi mutui per investimenti in edilizia residenziale sono diminuite di oltre 64 punti percentuali, mentre la contrazione tocca addirittura i 73 punti percentuali per le erogazioni dirette a investimenti in edilizia non residenziale. Il principale effetto è la diminuzione degli investimenti in entrambi i comparti e, in modo particolarmente accentuato, in quello della costruzione di nuove abitazioni (secondo stime ANCE nel 2014 gli investimenti si attesteranno all’incirca sui 20 miliardi di euro, ovvero -51,7% rispetto ai picchi raggiunti nel 2008). Come anticipato, dall’ultima rilevazione effettuata nel I semestre 2014 sulla piazza di Milano e provincia emerge come la contrazione delle quotazioni si stia gradualmente attenuando. A Milano il prezzo medio (ottenuto come media aritmetica delle quotazioni delle 70 zone di rilevazione in cui è suddivisa la città) degli “appartamenti nuovi/classe energetica A-B” è di 4,9 mila euro/mq, primo semestre del 2014 e le fonti più autorevoli non concordino sulle cifre, tutte rilevano un aumento. 23 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Castel Mareccio valore in calo del 2% su base annua, quello degli “appartamenti recenti (entro 30 anni), ristrutturati d’epoca e di pregio” si attesta sui 4 mila euro/mq (-2,6% in un anno) mentre quello degli “appartamenti vecchi (impianti obsoleti) o da ristrutturare” è di circa 3 mila euro/mq (-1,8% in un anno). Per il comparto residenziale le decrescite dei prezzi più accentuate rilevate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si registrano nel centro storico (-3,1%) e nel decentramento cittadino (-2,7%), mentre rimangono più contenute nelle cerchie dei bastioni (-0,9%) e della circonvallazione (-1,6%). Ma sono i canoni di locazione che fanno registrare i cali più significativi, evidentemente per via della notevole quantità di offerta disponibile sul mercato dell’affitto: -4,2% in un anno e -19,5% rispetto a cinque anni fa. Queste contrazioni, unitamente alle difficoltà di accesso al credito degli ultimi anni, stanno rendendo sempre più frequente la soluzione dell’affitto, come confermato dal deciso aumento del numero di contratti. Nel corso dell’ultimo anno nel comune di Milano si attenua anche il calo dei prezzi degli immobili strumentali: i valori di mercato medi degli “uffici” (unità immobiliari a destinazione terziaria Come prezzo provinciale medio si intende la media tra i valori rilevati in tutti i comuni della 14 localizzate all’interno di stabili ad uso misto) e degli “uffici direzionali” (unità immobiliari a destinazione terziaria localizzate all’interno di stabili completamente adibiti a uso direzionale) sperimentano contrazioni annuali rispettivamente dell’1,7% e del 2,5%, attestandosi i primi sui 2,5 mila euro/mq e i secondi sui 2,9 mila euro/mq, mentre la quotazione media dei “negozi” (3 mila euro/mq) si contrae dell’1,5% in un anno. Decisamente più significative, soprattutto su base quinquennale, le decrescite dei canoni di locazione di “uffici” (-6,3% in un anno e -28,3% in cinque anni) e “negozi” (-2,6% in un anno e -16,6% in cinque anni). Comune di Milano: prezzi medi del comparto residenziale nel I semestre 2014 e variazioni percentuali Appartamenti nuovi/classe energetica A-B Variazione annuale reale Appartamenti recenti (entro 30 anni) ristrutturati, epoca e pregio Variazione annuale reale Appartamenti vecchi (impianti obsoleti) o da ristrutturare Variazione annuale reale Prezzo medio €/mq Var.% 6 mesi Var.% 1 anno Var.% 5 anni 4.941 -0,5 -2,0 -1,1 -2,7 4.042 -1,1 -2,6 -2,7 -3,3 3.033 -1,0 -1,8 -2,5 -2,5 Fonte: Elaborazioni TeMA – Territori, Mercati e Ambiente su dati estratti da “Rilevazione dei prezzi degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” di TeMA - FIMAA Milano Monza & Brianza In provincia di Milano il calo dei valori immobiliari registrato nel I semestre 2014 è stato più accentuato che in città. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, infatti, il prezzo provinciale medio14 del prodotto residenziale di nuova costruzione sperimenta decrescite del 3,2% nelle zone provincia di Milano, con distinzione tra zone centrali dei comuni e zone periferiche. 24 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 centrali dei comuni e del 2,8% in quelle periferiche. Ma è il prodotto usato che, in provincia, risulta maggiormente colpito da dinamiche di contrazione delle quotazioni: le decrescite annuali dei prezzi degli “appartamenti recenti” (entro 30 anni), ristrutturati, d’epoca e di pregio” si attestano sul 4,1% sia nelle zone centrali che in quelle periferiche dei comuni, mentre quelle degli “appartamenti vecchi (impianti obsoleti) o da ristrutturare” sul 5,3% nelle zone centrali e sul 5,5% in quelle periferiche. praticamente dimezzati. Novità anche dal mercato del credito: le erogazioni di mutui dirette all’acquisto di abitazioni sono in aumento. Si iniziano a cogliere segnali di stabilizzazione del mercato, ma per una vera ripartenza è necessario che tutti facciano la loro parte: gli operatori devono essere capaci di offrire, in modo sempre più professionale, un prodotto qualitativamente elevato, le banche devono riaprire, ora più che mai, i rubinetti del credito alle famiglie e la politica deve sostenere attivamente il settore immobiliare che incide fortemente sulla capacità complessiva del Paese di generare ricchezza”. Comune di Milano: prezzi medi (espressi in €/mq) e variazioni % annuali degli Appartamenti nuovi/classe energetica A-B per cerchia cittadina Fonte: Elaborazioni TeMA – Territori, Mercati e Ambiente su dati estratti da “Rilevazione dei prezzi degli Immobili sulla piazza di Milano e Provincia” di TeMA - FIMAA Milano Monza & Brianza “La rilevazione effettuata sul I semestre 2014 restituisce l’immagine di un mercato immobiliare locale in cui la dinamica di contrazione dei prezzi a cui abbiamo assistito negli scorsi semestri sembra essersi attenuata grazie anche all’effetto Expo”, ha dichiarato Marco Dettori, Presidente di TeMA. “Il numero di compravendite di abitazioni cresce nel I trimestre dell’anno sia a Milano che in provincia, ma si tratta di incrementi ancora molto contenuti che fanno seguito a un lungo periodo negativo in cui i volumi del mercato si sono 25 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Gli eventi Le pubblicazioni Bergamo 23 settembre, Brescia 25 settembre : Progetto “Libera Impresa” Il Consorzio Camerale per il credito e la finanza e Azimut Holding spa realizzano giornate di Business Forum nell’ambito del Progetto “Libera Impresa”. L'obiettivo degli incontri, declinati nelle diverse realtà territoriali, è coinvolgere gli attori locali per creare nuove sinergie d'azione tra aziende, imprenditori e investitori al fine di sviluppare soluzioni efficaci per ogni fase del ciclo di vita dell’impresa. I prossimi appuntamenti sono previsti a Bergamo il 23 settembre e a Brescia il 25 settembre. Per maggiori informazioni: https://www.azimutliberaimpresa.it/il_tour .php MISE: riepilogo normativa per start up Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una nota nella quale si illustrano le principali novità normative che sono state introdotte successivamente all’entrata in vigore del “Decreto Crescita 2.0” a favore delle start up innovative. Nello specifico, nel mese di giugno, il Ministero ha lanciato il programma “Italia Startup Visa” finalizzato a facilitare la concessione dei visti di ingresso per lavoro autonomo a richiedenti che intendono avviare una start up innovativa in Italia. Insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato avviato, inoltre, un progetto pilota per la costituzione di Contamination Lab (luoghi di contaminazione che promuovono la cultura dell’imprenditorialità, dell’innovazione e nuovi modelli di apprendimento) in alcune università italiane delle Regioni Convergenza. Per ulteriori informazioni: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/im ages/stories/normativa/Scheda_sintesi_di sciplina_startup_agosto_2014.pdf Milano 29 settembre: “Start up innovative e agevolazioni” Prosegue il ciclo di incontri dedicati alle start up e, in particolar modo alle start up innovative, organizzati dal Consorzio Camerale e dalla Camera di commercio di Milano. In questa sessione saranno approfonditi ai temi inerenti il contratto di lavoro e le agevolazioni riservate alle start up innovative, con un focus con le opportunità offerte dallo strumento delle stock options. Il programma del seminario è disponibile alla pagina web: http://www.mi.camcom.it/c/document_li brary/get_file?uuid=710324d7-1fb5-48c2a514-0782cf8f5a31&groupId=10157 Banca d’Italia: strumenti di politica monetaria dell'Eurosistema. Guida per gli operatori La guida descrive le modalità operative seguite dalla Banca d'Italia nell'assolvimento dei propri compiti istituzionali di politica monetaria con particolare riferimento agli strumenti utilizzati, tra cui rientrano le operazioni di politica monetaria eseguite nell'ambito dell'Eurosistema (operazioni di mercato aperto e operazioni su iniziativa delle controparti) e la riserva obbligatoria. Per consultare il documento: http://www.bancaditalia.it/banca_centr ale/polmon/strumenti/guida_operatori_s ettembre_2014.pdf 26 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 BCE: pubblicato il bollettino mensile Nell’ultimo bollettino della BCE gli esperti hanno rivisto al ribasso le proiezioni di crescita del PIL dell’area euro per il 2014 e il 2015 a seguito di quanto rilevato nel secondo trimestre dell’anno quando il PIL in termini reali dell’area euro è rimasto invariato rispetto al periodo precedente, dopo quattro trimestri di moderata espansione. Il ciclo economico, insieme al rischio di credito, si è riflettuto sulla dinamica dei prestiti alle imprese a favore delle società non finanziarie: in luglio il tasso di variazione sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è rimasto negativo al -2,2% e stabile rispetto al mese precedente. Con riferimento ai prestiti alle famiglie non si registrano sostanziali variazioni dall’inizio del 2013: il tasso di crescita sui dodici mesi si è collocato in luglio allo 0,5%. Il rapporto è disponibile al link: http://www.bancaditalia.it/eurosistema/ comest/pubBCE/mb/2014/settembre/Boll mensile-09-14.pdf OCSE: inflazione e prezzi al consumo L’OCSE ha pubblicato un aggiornamento dell’analisi sull’inflazione nei Paesi OCSE. A luglio 2014, l’inflazione ha fatto registrare una variazione rispetto a quanto rilevato nello stesso mese del 2013 dell’1,9%; un valore minore rispetto a quanto rilevato in giugno (+2,1%). In Italia, a luglio, si è registrato un tasso di inflazione dello 0,1%. Per ulteriori informazioni: http://www.oecd.org/std/pricesppp/OECD-CPI-09-14.pdf Consob: “Financial architecture and the source of growth. International evidence on technological change” L’indagine condotta da Luca Giordano e Claudia Guagliano di Consob approfondisce la relazione tra sviluppo finanziario e crescita economica indagando il legame tra le più ampie caratteristiche morfologiche del sistema finanziario ("financial architecture") di un campione di Paesi OCSE e uno dei principali driver della crescita economica, ovvero il progresso tecnico ("technological change"). I risultati mostrano che sistemi finanziari più orientati al mercato, con una maggior presenza di banche straniere, più concorrenziali, ovvero meno concentrati e con spread bancari più contenuti, con una maggior propensione delle imprese a quotarsi e con mercati azionari meno volatili, sono caratterizzati da tassi di progresso tecnico superiore a quello sperimentato da Paesi con sistemi finanziari ugualmente sviluppati ma privi di queste caratteristiche. Per consultare il paper: http://www.consob.it/main/consob/pub blicazioni/studi_analisi/quaderni_finanza/i ndex.html?symblink=/main/consob/pubbl icazioni/studi_analisi/quaderni_finanza/el enco.html 27 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Le consultazioni pubbliche Scadenza: 29 settembre Aggiornamento della definizione di attività deteriorate Il documento, posto in consultazione da Banca d’Italia, propone l’aggiornamento di alcune circolari con l’obiettivo di allineare la definizione di attività deteriorata alle definizioni di NonPerforming Exposures (NPE) e di Forbearance introdotte dagli Implementing Technical Standards (ITS) pubblicati dall’EBA nell’ottobre 2013 e in attesa di adozione da parte della Commissione Europea. Per consultare il documento: http://www.bancaditalia.it/vigilanza/con spubblica/proc_in_corso/doc_cons_attivit a_deteriorate Scadenza: 30 settembre Gli aumenti di capitale con rilevante effetto diluitivo Avendo riscontrato alcune anomalie nell’andamento dei prezzi di mercato dei titoli azionari nel caso di operazioni di aumento di capitale caratterizzate da un elevato rapporto tra il numero di azioni da emettere e il numero di azioni in circolazione e da una forte differenza fra il prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni ed il prezzo del titolo nell'ultimo giorno di negoziazione prima dell'avvio dell'aumento (aumenti di capitale con rilevante effetto diluitivo), la Consob ha avviato una consultazione al fine di raccogliere pareri in merito all’introduzione di una finestra di consegna addizionale delle nuove azioni in ciascuna giornata del periodo d'offerta (c.d. modello rolling). Per partecipare alla consultazione: http://www.consob.it/main/documenti/R egolamentazione/lavori_preparatori/con sultazione_aumenti_capitale_20140807.ht m?hkeywords=&docid=0&page=0&hits=3 Scadenza: 3 ottobre 2014 Migliorare il controllo sulle operazioni di fusione E’ stata aperta una consultazione dalla Commissione europea per individuare possibili miglioramenti nella regolamentazione comunitaria in materia di fusioni contenuta nel Libro Bianco “Verso un controllo delle fusioni più efficace”. La proposta riguarda, in particolare, la revisione delle acquisizioni di partecipazioni minoritarie che potrebbero danneggiare la concorrenza nel mercato, la modifica delle procedure di invio dei casi tra Stati membri e Commissione europea secondo un approccio maggiormente “businessfriendly”, la semplificazione delle procedure soprattutto per ciò che concerne le operazioni che non hanno un impatto sul mercato europeo e la promozione di una maggiore cooperazione e convergenza tra le autorità nazionali responsabili della concorrenza, al fine di evitare decisioni differenti nei controlli. Maggiori dettagli sono disponibili al link: http://ec.europa.eu/competition/consult ations/2014_merger_control/index_en.ht ml 28 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Scadenza: 20 ottobre 2014 Regole per la compilazione del bilancio bancario e dei bilanci e dei rendiconti degli Intermediari finanziari La Banca d’Italia ha posto in consultazione la bozza del terzo aggiornamento della Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” e delle modifiche al Provvedimento “Istruzioni per la redazione dei bilanci e dei rendiconti degli Intermediari finanziari ex art. 107 del TUB, degli Istituti di pagamento, degli IMEL, delle SGR e delle SIM”. In particolare, con tali interventi verrebbero recepite le novità in materia di disclosure introdotte dal principio contabile internazionale IFRS 12 “Disclosure of Interests in Other Entities” e sarebbe modificata, per i soli intermediari bancari, l’informativa sull’adeguatezza patrimoniale per tenere conto delle novità introdotte dal regolamento CRR e dalla direttiva CRD IV. Per maggiori informazioni: http://www.bancaditalia.it/vigilanza/con s-pubblica/proc_in_corso/provvedimentiart107TUB Scadenza: 28 ottobre 2014 Estensione della protezione delle indicazioni geografiche dell’UE ai prodotti non agricoli Attraverso un questionario, cittadini, organizzazioni e autorità pubbliche potranno fornire alcune indicazioni in merito alla possibilità di estendere la protezione di alcuni prodotti di natura non agricola legati alla storia e alla cultura di una particolare regione geografica. Per accedere alla documentazione disponibile e partecipare alla consultazione: http://ec.europa.eu/internal_market/con sultations/2014/geo-indications-nonagri/index_en.htm Scadenza: 31 ottobre 2014 Strategia Europa 2020 A quattro anni dall’avvio della strategia Europa 2020, la Commissione europea ha tracciato un bilancio dei progressi realizzati per il conseguimento degli obiettivi prefissati. Tale documento è stato posto in consultazione nell’ottica di raccogliere il parere di tutti i soggetti coinvolti nel programma. I risultati emersi dalla consultazione saranno usati come linee guida per promuovere l'ulteriore sviluppo della strategia Europa 2020. Il documento è disponibile al link: http://ec.europa.eu/europe2020/publicconsultation/index_it.htm Scadenza: 1 novembre 2014 Impatto dei principi internazionali di informativa finanziaria (IFRS) nell'Unione europea La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica al fine di valutare l’impatto dell’introduzione dei principi internazionali di informativa finanziaria nell’Unione (IFRS). La standardizzazione delle modalità di rendicontazione finanziaria ha reso le informazioni aziendali di tipo finanziario maggiormente trasparenti e comparabili, con un notevole impatto sulle transazioni oltre confine, sul commercio, sul costo del capitale, sulla tutela degli investitori, sulla credibilità dei mercati finanziari e sulla gestione manageriale. Ulteriori dettagli sono disponibili alla pagina web: http://ec.europa.eu/internal_market/con sultations/2014/ifrs/docs/consultationdocument_en.pdf 29 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Scadenza: 1 dicembre 2014 Fusioni e scissioni transfrontaliere Con l’obiettivo di migliorare l’attuale sistema legislativo che regola le operazioni transnazionali di fusione e scissione tra imprese, la Commissione Europea ha avviato una consultazione attraverso la quale invita imprese, Associazioni, Camere di commercio, sindacati, consulenti, avvocati e tutti i soggetti interessati a fornire delle indicazioni utili in merito alle barriere esistenti e ai cambiamenti necessari per migliorare il sistema e abbassare i costi. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/internal_market/con sultations/2014/cross-border-mergersdivisions/index_en.htm Scadenza: 15 dicembre 2014 Small Business Act E’ stata avviata una consultazione, attraverso cui la Commissione europea potrà raccogliere pareri e suggerimenti in merito all’aggiornamento dello Small Business Act, ovvero l’insieme di regole finalizzate ad aiutare le PMI europee in termini di accesso al credito, sostegno all’imprenditoria, competitività sui mercati, internazionalizzazione, regolamentazione, formazione e competenze. La consultazione contribuirà, altresì, a fornire orientamenti utili alla modulazione di efficaci politiche di supporto alle PMI nella programmazione 2015-2020 e alla creazione di un quadro strategico finalizzato a sfruttare meglio il potenziale di crescita e di innovazione delle PMI. L’invito a partecipare alla consultazione è aperto a istituzioni, cittadini, stakeholder e, in particolar modo, a imprese e organizzazioni imprenditoriali. Per i dettagli relativi alla consultazione è possibile consultare la pagina web: http://ec.europa.eu/enterprise/policies/s me/small-business-act/publicconsultation-sba/index_en.htm 30 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Start up innovative: la Top Twenty di settembre Dati aggiornati al 18 settembre 2014 A cura di M. Bolchini e G. Paglietti Le start up innovative registrate sono 2.583 Le prime 20 Province italiane Le Regioni italiane Numero Start PosizionePoPé Provincia Posizione up 1 Milano 366 1 Lombardia Numero Start up 564 2 Roma 206 2 Emilia-Romagna 281 3 Torino 150 3 Lazio 236 4 Trento 96 4 Veneto 200 5 Bologna 77 5 Piemonte 193 6 Napoli 77 6 Toscana 180 7 Firenze 67 7 Campania 149 8 Padova 63 8 Trentino-A.A. 116 9 Modena 61 9 Puglia 109 10 Cagliari 60 10 Marche 102 11 Bergamo 52 11 Sicilia 96 12 Sardegna 80 12 Bari 51 13 Friuli-V.G. 76 13 Ancona 48 14 Calabria 58 14 Brescia 43 15 Abruzzo 39 15 Pisa 43 16 Liguria 38 15 Treviso 41 17 Umbria 31 15 Venezia 39 18 Basilicata 13 15 Lecce 38 19 Molise 13 19 Salerno 38 20 Valle d'Aosta 9 20 Palermo 37 ITALIA 2.583 Regione 31 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Economic outlook Dati aggiornati al 19/22 settembre 2014 A cura di C. Bettonica Previsioni macro-economiche: Paesi del G7 ed emergenti PIL in % 2014 (S) Cambi 2015 (S) Paese Prezzo Variazione annua Mondo 3,10% 3,70% Euro – $ USA 1,3486 -1,87% Stati Uniti 1,80% 3,10% Euro – Sterlina 0,8208 -1,17% Eurozona -0,40% 0,70% Euro – Yen 137,735 -4,84% Regno Unito 1,40% 2,40% Euro – Fr. Svizzero 1,222 -0,39% Giappone 2,00% 1,50% Euro – Yuan Cina 8,1747 -1,76% Cina 7,50% 7,50% Euro – $ Canada 1,4995 2,70% Euro – Rublo Russo 47,4118 4,74% Euro – Real Brasile 3,2541 0,19% Euro - $ NZ 1,6636 -0,47% Euro - $ AUS 1,5393 -0,12% Inflaz. in % 2014 (S) 2015 (S) Stati Uniti 1,30% 1,70% Eurozona 1,30% 1,50% Regno Unito 2,70% 2,50% Giappone 1,20% 1,50% Cina 2,80% 3,10% (S) Stime Global Investment Committee Fonte: Bloomberg 32 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Mercati azionari Variazione Paese Valore 1 sett. FTSE/Mib Milano Dax Francoforte Cac 40 Paris Eurostoxx 50 FTSE London Swiss Mkt. Zurich S&P 500 – US Nasdaq Comp – US 21.418 9.306 4.166 3.014 1 sett. (€) YTD (€) YTD % rispetto al massimo Minimo al 9 marzo 2009 % rispetto al minimo 50.109,00 -61,25% 12.363,00 57,07% 8.213,69 -4,48% 3.692,41 152,07% 6.922,15 -39,82% 2.519,45 65,35% Eurostoxx 50 5.464,57 -44,84% 1.809,98 65,52% FTSE London 6.930,40 -6,06% 3.542,73 82,79% Swiss Mkt. Zurich 9.531,46 -14,06% 4.308,61 90,18% S&P 500 – US 1.680,15 -3,56% 677,38 162,49% 5.048,62 -18,71% 1.269,85 223,49% Massimo storico Paese 0,31% 2,38% -0,91% -2,57% 0,10% -3,03% Dax Francoforte -0,47% -3,08% Cac Paris 40 6.510 -0,30% -1,91% 11,26% 8.191 -2,53% -2,48% 12,86% 11,12% 1.783 -1,11% -0,35% 19,53% 19,24% 4.104 -0,54% -0,42% 22,98% 21,60% Nikkei 225 14.915 -0,80% -1,86% 28,13% 15,89% Hang Seng Index 22.035 -2,43% -1,42% 08,96% 6,89% 1.301 -1,04% -2,57% -8,55% -17,2% Nasdaq Comp – US 2.033 -0,78% -0,43% -1,57% -3,01% Nikkei 225 38.915,87 -61,67% 7.055,10 111,40% 47.369 -1,65% -1,62% -15,9% -29,7% 31.638,22 -30,36% 11.375,52 94,24% 392 -1,78% -1,24% 17,75% 12,62% Hang Seng Index 2.488,92 -30,76% 619,921 138,72% 6.092,57 -30,78% 2.118,75 79,75% 73.513,81 -47,70% 36.741,09 46,93% RTS Russia Shangai – Cina Bovespa Brasil MSCI Mondo 3,52% FTSE/Mib Milano RTS Russia Shangai Cina – Bovespa Brasil - Fonte: Bloomberg 33 Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Rendimenti Indici obbligazionari Variazione Paese Valore 1sett. 1 sett.(€) 2 anni YTD YTD (€) Italia govern. 1 – 3 anni 384,3 0,15% 3,58% Italia govern. 3 – 5 anni 511,9 0,40% 5,12% Italia govern. 5 – 7 anni 627,5 0,61% 5,63% Italia govern. 7 – 10 anni 677,6 0,72% 7,48% Italia govern. > 10 anni 609,2 1,20% 8,09% Euro govern. 1 – 3 anni 165,7 0,11% 1,97% Euro govern. 3 – 5 anni 189,6 0,28% 2,65% Euro govern. 5 – 7 anni 203,7 0,41% 3,85% Euro govern. 7 – 10 anni 207,6 0,50% 3,12% Euro govern. > 10 anni 212,9 5 anni 0,92% 2,30% 3,76% 4,61% Germania 0,07% 0,65% 1,66% 2,48% Francia 0,18% 0,89% 2,12% 3,17% Spagna 0,94% 2,19% 3,66% 4,56% Materie prime Variazione Commodities Petrolio (WTI) (barile) Valore JP Morgan 1 - 3 anni 232,2 JP Morgan 1 – 10 anni 208,4 0,18% 0,58% 1,92% 2,78% 1 sett.(€) YTD (€) YTD 97,5 0,84% 2,23% -0,94% 0,94% 1.244,7 -0,99% 0,38% 3,24% 5,20% 19,2 -2,99% Platino (oncia) 1.379,3 -3,62% 2,41% -5,52% Rame (libbra) 319,7 -2,29% 3,28% -9,69% -11,69% Mais (bushel) 434,0 1,09% -0,63% -28,76% -30,31% Frumento (bushel) 655,8 -1.69 -1,07% -18,64% -20,42% Oro (oncia) Argento (oncia) 2,98% 30 anni Italia 1 sett. 0,82% 10 anni -0,69% -27,90% -29,47% Fonte: Bloomberg 34 -7,58% Appunti La newsletter del Consorzio Camerale per il credito e la finanza Settembre 2014 Newsletter N. 52 Settembre 2014 Hanno collaborato: Gianmarco Paglietti Maria Gloria Cesarini Marta Jacob Alessandro Sannini Stefano Davico Lucia Marchegiani Chiara Carzaniga Francesca Pozzar Matteo Pedretti Milena Bolchini Carlo Bettonica Consorzio Camerale per il credito e la finanza Via Meravigli 9/B, Milano Tel. 02 8515 4258 [email protected] www.consorziocamerale.eu Per maggiori informazioni e approfondimenti circa i contenuti della newsletter è possibile contattare: Ufficio Studi e Comunicazione Tel. 02 8515 4264-69 Mail: [email protected] 35
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