Dipartimento Urologia - Corte di Giustizia Popolare per il diritto alla

CORTE DI GIUSTIZIA POPOLARE
PER IL DIRITTO ALLA SALUTE
III CONGRESSO NAZIONALE
IL DIRITTO ALLA SALUTE: UN DIRITTO INALIENABILE
CRITICITA’ A CONFRONTO
COMMISSIONE TECNICA NAZIONALE
DIPARTIMENTO UROLOGIA
FederAnziani - Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute
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La prevalenza dell’Iperplasia Prostatica Benigna (IPB) aumenta con l’aumentare
dell’età, quindi il numero dei soggetti colpiti è in crescita a causa proprio
dell’invecchiamento della popolazione. Colpisce il 5-10% dei 40enni e arriva fino
all’80% degli uomini tra 70 e 80 anni. Non in tutti questi, però, l’IPB diventa
sintomatica. Tra i sintomi (LUTS) troviamo:

frequente bisogno di urinare durante il giorno (pollachiuria);

risvegli notturni per la necessità di urinare (nicturia);

bisogno impellente e improvviso di urinare (urgenza);

incontinenza da urgenza;

flusso urinario debole e intermittente;

difficoltà ad iniziare la minzione;

sforzarsi per urinare;

gocciolamento post-minzionale;

tempo di svuotamento prolungato;
L’IPB causa anche una riduzione della qualità della vita, a causa dei sintomi infatti
vengono intaccate in maniera riduttiva le relazioni sociali e l’attività nel tempo libero.
Tuttavia, soltanto un 50% dei soggetti che evidenziano LUTS consulta il proprio
medico.
Una variabile che influisce in maniera significativa nella diagnosi di IPB è la scarsa
consapevolezza dei soggetti verso questa patologia. Molti uomini associano questi
sintomi a normali problematiche legate all’età (70% dei casi), e non la concepiscono
quindi come una patologia curabile. La mancata consultazione di un medico deriva
anche dallo scetticismo sull’efficacia dei trattamenti medici disponibili (50%), e dal
timore di un’eventuale intervento chirurgico (25%).
Un’altra variabile fondamentale risulta essere la scarsa aderenza alla terapia in quei
soggetti che, presa coscienza del problema e vedendo un iniziale miglioramento legato
al trattamento a loro prescritto, pensano che il problema in effetti sia stato risolto e
smettono di assumere farmaci. Questo accade da un lato, da un altro, invece, la
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responsabilità ricade sul MMG che non sottolinea la cronicità della patologia e non
raccomanda quindi una continuità di cura.
Ad un anno, infatti, l’aderenza al trattamento per IPB risulta essere di circa il 30%, e
ciò denota una scarsa compliance
da parte del paziente nel curare la propria
patologia.
In uno Studio recente su pazienti di nuova diagnosi con IPB è stato trovato che la
maggioranza di essi aveva sospeso la terapia per l’IPB in modo prematuro e circa un
terzo ha sospeso il trattamento dopo 3 mesi, mentre il 64% nell’arco di un anno.
Impatto Epidemiologico
Lo studio D-Impact portato avanti in 3 Paesi europei (Italia, Spagna e Francia) ha
evidenziato come circa 3 pazienti su 4 con LUTS che si presentavano nello studio del
MMG mostravano una prostata ingrossata.
Nello specifico l’86,8% degli italiani al momento della prima valutazione presentava
una dimensione della prostata >30 ml, contro il 78,7% degli spagnoli e il 54,4% dei
francesi, mentre per i livelli di PSA non si sono riscontrate significative differenze. La
prevalenza di IPB confermata in un secondo step dall’urologo è stata poi 66%.
Nei vari studi presenti in letteratura, i pazienti con sintomi avanzati decidono di
consultare il medico con percentuali medie di accesso variabili dal 18% al 45%. Le
motivazioni di accesso in ambulatorio sono, in ordine di frequenza, la gravità della
sintomatologia, la sintomatologia da svuotamento piuttosto che da riempimento, la
presenza di disturbo/fastidio piuttosto che da sintomi propriamente detti, la maggiore
informazione sull’argomento (derivante
dal livello socio-culturale), dall’età più
avanzata.
Il numero di prestazioni sanitarie legate alla affezioni prostatiche è molto alto, l’IPB,
con circa 8,1 milioni di visite effettuate ogni anno, è infatti la seconda patologia per
diagnosi effettuate negli uomini, dietro soltanto all’ipertensione arteriosa. Dagli anni
’90 ad oggi questo numero è più che raddoppiato. Dai dati del Ministero della Salute in
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merito ai farmaci che vengono rimborsati dal SSN, troviamo otre 327,8 milioni di
euro. I ricoveri per questa patologia sono oltre 14.000, per un totale di 74.834
giornate di degenza.
Consumo dei farmaci per IPB
Un confronto europeo dimostra come la spesa dei farmaci per l’apparato uro genitale
e gli ormoni sessuali, in percentuale sul totale della spesa per farmaci, sia molto alta
in Spagna (7,9%), Finlandia (7%) e Italia (6,9%) rispetto ad altri Paesi. Secondo
l’OsMed, questo tipo di farmaci è all’ottavo posto per spesa pro-capite nel 2013, con
21,7 euro a persona (Figura 1).
Figura 1: Confronto internazionale della distribuzione percentuale della spesa farmaceutica
territoriale* 2013 per i farmaci Genito-urinari e ormoni sessuali
UK
Spagna
Portogallo
Irlanda
Grecia
Germania
Francia
Finlandia
Belgio
Austria
Italia
6,1
7,9
6,5
4,6
2,9
4,4
4,1
7
5,5
4,3
6,9
0
2
4
6
8
10
* Il valore di spesa comprende i farmaci di classe A-SSN (pubblico + privato), di classe C con ricetta e i
farmaci di automedicazione (SOP e OTC)
Fonte: Elaborazioni OsMed su dati IMS/Health
La curva dei consumi registra, dai 30 ai 60 anni, valori di consumo maggiori nelle
donne grazie all’assunzione dei preparati ormonali; dai 75 anni in su, invece, la curva
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mostra una vera e propria impennata negli uomini proprio a causa della cura dell’IPB.
La prevalenza di consumo di questi farmaci supera il 30% della popolazione in questa
fascia d’età, ed in parallelo cresce anche la spesa pro capite, fino ad arrivare a 62,7
euro negli uomini over 75.
Tabella 1: Iperplasia prostatica, andamento regionale delle DDD/1.000 abitanti die pesate.
Confronto 2005-2013
Regione
2005
Piemonte
Valle D'Aosta
Lombardia
PA Bolzano
PA Trento
Veneto
Friuli VG
Liguria
Emilia R.
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
* Interruzione di
2006
18,7
20,6
17,2
18,8
16,5
17,9
14,2
15,6
15,4
17,2
15,3
17,0
17,1
19,0
20,8
22,6
20,0
21,2
20,1
21,7
20,9
23,5
22,7
24,6
23,4
25,5
18,4
21,6
14,5
17,4
19,1
20,9
18,0
20,7
17,8
20,4
21,1
23,3
21,3
23,6
17,1
18,9
19,0
20,9
serie storica
2007
22,2
19,9
19,2
16,4
18,6
18,6
20,4
24,2
22,5
23,1
25,4
26,6
26,8
23,0
18,9
22,2
22,7
22,5
24,3
25,5
20,8
22,4
2008
23,9
20,5
20,6
17,3
20,2
20,0
21,6
25,7
22,8
24,4
26,8
28,6
27,9
24,6
21,4
23,9
24,8
24,5
27,1
27,0
22,3
23,8
2009
2010
25,2
21,8
21,7
17,7
21,2
21,3
22,3
27,0
23,6
25,4
28,1
30,1
29,1
24,9
22,7
25,2
26,6
26,4
27,7
28,0
23,7
25,0
26,5
23,3
22,9
18,5
22,2
22,6
23,5
28,0
25,2
26,8
30,2
32,1
30,2
26,7
23,9
26,3
28,1
26,9
28,7
29,4
25,4
26,3
2011*
28,2
24,9
24,8
20,5
24,3
24,5
24,8
29,2
30,3
28,3
32,6
34,3
33,1
28,2
25,1
28,3
29,1
28,9
31,3
31,3
27,4
28,4
2012
28,9
25,3
25,8
21,0
25,4
25,4
25,4
29,8
31,6
28,9
34,2
35,2
33,5
28,8
26,1
29,1
30,0
29,9
31,2
32,3
28,5
29,3
2013
30,0
26,8
27,2
21,1
27,1
26,3
26,6
31,1
31,8
29,6
35,7
37,1
34,5
30,3
26,6
30,6
32,0
32,3
32,8
33,4
29,6
30,4
Δ%
'13'12
3,8
5,9
5,4
0,5
6,7
3,5
4,7
4,4
0,6
2,4
4,4
5,4
3,0
5,2
1,9
5,2
6,7
8,0
5,1
3,4
3,9
3,8
Fonte: OsMed 2013
Per l’assistenza convenzionata, la spesa dei farmaci per il sistema genito-urinario
registra un incremento del 3% rispetto al 2012, tale incremento è dato dall’aumento
dei consumi in maniera più che proporzionale rispetto alla riduzione dei prezzi. I dati
delle strutture sanitarie pubbliche evidenziano una crescita della spesa del 3,5% e una
riduzione dei consumi del 2,9% rispetto al 2012.
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In termini di spesa e consumi a carico del SSN, l’OsMed evidenzia inoltre come per il
sistema genito-urinario e ormoni sessuali siano stati spesi, nel 2013, 518 milioni di
euro: +3,2% rispetto l’anno precedente. La prescrizione di farmaci ha registrato un
49% di spesa lorda pro-capite per farmaci equivalenti (2,55 euro) sia branded (1,71
euro) che unbranded (0,84 euro) mentre il 51% per farmaci coperti da brevetto (2,65
euro).
L’OsMed analizza poi la serie storica sulla quale sono state sviluppate ulteriori analisi
di consumo di farmaci per il trattamento dell’iperplasia prostatica. Da queste analisi
emerge che in Italia l’utilizzo di questi farmaci è aumentato dal 2005 al 2013 di circa il
60%. Nel 2013 risulta maggiormente utilizzatrice di questi farmaci la Regione Marche,
con il 37,1%, quella che registra valori inferiori, invece, la Provincia Autonoma di
Bolzano (21,1%).
Far emergere in maniera preventiva questo problema potrebbe risolvere molti ricoveri
inappropriati. Con un semplice test (Quick Prostate Test) si riuscirebbe a capire se un
soggetto è a rischio di ingrossamento della prostata.
Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute, visto l’elevato impatto che questa
patologia evidenzia nella popolazione anziana maschile, ha deciso di inserire
quest’argomento all’interno di un dipartimento ad hoc, nel quale verranno discusse le
principali criticità e proposte le possibili soluzioni da attuare in maniera concreta e
sostenibile.
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SSN: CRITICITÀ E SOLUZIONI A CONFRONTO

Prevenzione

Ipertrofia Prostatica Benigna: un problema da nascondere?

Ipertrofia Prostatica Benigna e invecchiamento nel terzo millennio

IPB nella terza età: il disagio di un problema non dichiarato

Linee guida internazionali: esistono per essere osservate

IPB non diagnosticata e trattata: impatto e costi sociali

Campagne di informazione e sensibilizzazione sulla diagnostica e tipologie di
cura dell’IPB

L’approccio diagnostico corretto

Ruolo del Medico di Medicina Generale

Ruolo dello specialista

Ruolo dell’uro-ginecologo

Ruolo del neuro-urologo

Costo-efficacia del trattamento chirurgico dell’Ipertrofia Prostatica Benigna

Diffusione delle procedure chirurgiche mininvasive: differenze regionali

Terapie innovative e precocità di trattamento

Corretta informazione dei programmi terapeutici

Percorso specifico per l’IPB

La sessualità nel paziente affetto da IPB

Centro specialistico di neuro-urologia: proposta di modello organizzativo

Esperienze nazionali ed internazionali a confronto: best practice

Il diritto alla salute garantisce l’accesso alle terapie più appropriate?

Il diritto alla salute garantisce la continuità terapeutica?
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