NUOVA SECONDARIA RICERCA Quale didattica della lingua latina? a cura di Ilaria Torzi Premessa Francesco Lo Monaco (Università degli Studi di Bergamo) Docere e discere. Un preambolo Nicola Flocchini (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) Studio del latino ed educazione linguistica Guido Milanese (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano) Dopo i miti didattici, a partire dal “Documento dei Saggi” Ilaria Torzi (Università degli Studi di Bergamo, Liceo Scientifico Statale “Vittorio Veneto”, Milano) Ipotesi didattiche in riferimento a Verg. Aen. IV 1-30 Paola Grazioli (Università degli Studi di Bergamo) Un curriculum per il latino con il supporto della grammatica storica e della valenza del verbo © NS Ricerca n. 9, maggio 2014 1 NUOVA SECONDARIA RICERCA Premessa C i si potrebbe legittimamente interrogare sull’utilità di pubblicare in questa sede i resoconti di un corso di aggiornamento svoltosi a settembre del 2007 e usciti l’anno successivo con l’introduzione di F. Lo Monaco (Docere e discere. Un preambolo al “Quaderno di didattica del latino”): il materiale, infatti, soprattutto in seguito alla riforma Gelmini, che ha notevolmente modificato il monte ore di latino nei licei diversi da quello classico, potrebbe apparire obsoleto. Ammetto che io stessa ho avuto delle perplessità: era sicuramente importante rendere disponibili anche i testi del primo Quaderno di Latino, se non altro per concludere idealmente la serie, nell’auspicio che l’esperienza di un aggiornamento che aveva ottenuto un buon successo possa riprendere al più presto, ma il rischio era quello di fornire strumenti non più adeguati alla nuove esigenze. Rileggendo i testi, invece, mi sono accorta di quanto siano attuali e aderenti alle ‘linee guida’ del ministero seguenti alla riforma, così come si muovano già nell’ottica di una programmazione per competenze, secondo i principi stilati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2006 che vanno sotto il nome di Raccomandazione relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, più note, per gli ‘addetti ai lavori’, come ‘competenze di cittadinanza’, recepite in Italia dall’allora Ministro dell’Istruzione G. Fioroni nel Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione del 22 agosto 2007 (G.U. n. 202 del 31 agosto 2007). Si tratta del documento in cui vengono stilati i cosiddetti ‘assi dei saperi’ o ‘assi culturali’, in base ai quali vanno certificate le competenze in uscita dal biennio: è vero che il 2 latino, non essendo disciplina insegnata in tutte le scuole, non viene direttamente chiamato in causa in questa certificazione, ma è altresì innegabile, come, ad esempio, dimostra chiaramente Flocchini nel suo contributo (Studio del latino ed educazione linguistica), che non serve solo a sviluppare competenze linguistiche spendibili nell’apprendimento della lingua madre e di una lingua straniera moderna (asse dei linguaggi), ma anche, soprattutto per quanto concerne la traduzione, aiuta nell’“individuare strategie appropriate per la soluzione di problemi” e nell’“analizzare dati ed interpretarli, sviluppando deduzioni e ragionamenti sugli stessi anche con l’ausilio di rappresentazioni grafiche”, competenze che fanno capo all’asse matematico1. Ormai tutte le scuole, più o meno velocemente, e opponendo una resistenza più o meno forte, si sono dovute cimentare in una programmazione che tenesse conto, non solo di obiettivi e contenuti, ma appunto anche delle competenze che l’apprendimento aiutava a sviluppare, possibilmente in sinergia con altre discipline2. Il titolo del corso Quale didattica della lingua latina? potrebbe richiamare l’“opposizione” fra metodo ‘tradizionale’ e metodo natura; inequivoco il 1. Fra i testi più recenti che si occupano in generale dell’insegnamento per competenze, presentando una panoramica sui documenti riguardanti la questione, ma illustrando anche un tentativo di declinarli all’interno della realtà scolastica, ricordo F. Batini, Insegnare per competenze, Torino 2013. 2. Chiamata a mia volta, assieme alle colleghe di dipartimento, a stilare qualcosa di analogo per il biennio di uno scientifico, ho svolto un’accurata ricerca in rete per trarre spunto da quanto già prodotto da docenti più zelanti e ho trovato di valido aiuto La didattica per competenze per il raggiungimento degli OSA di latino nel biennio liceale, a cura del D.S. Antonia Piva - Liceo “Duca degli Abruzzi” - Treviso. Delivery Unit Ufficio Scolastico Regionale del Veneto - Laboratorio di Ricerca didattica per coordinatori di dipartimento di latino della provincia di Treviso (www.istruzione.treviso.it/utxi/wpcontent/uploads/2011/05/DIDATTICA-DEL-LATINO-UST-Treviso.pdf ). La programmazione del LSS “Vittorio Veneto” di Milano è invece consultabile sul sito dell’Istituto (www.liceovittorioveneto.it/studenti/programmazione-didattica). © NS Ricerca n. 9, maggio 2014 NUOVA SECONDARIA RICERCA fatto che i contributi di Flocchini e di Milanese si avvicinino rispettivamente all’utilizzo del primo e del secondo; mi pare tuttavia altrettanto indubbio che gli autori denunciassero già allora una crisi che il Flocchini definiva ‘epocale’ non tecnica, non risolvibile quindi con un rinnovo metodologico o con un aggiornamento della classe docente. Anche dopo la riforma Gelmini, le linee guida puntano soprattutto a ‘razionalizzare’ l’insegnamento della disciplina: non si schierano a favore di un metodo, anche se suggeriscono come alternativa ad una metodologia ‘tradizionale’ il ‘metodo natura’. Personalmente ho già espresso le mie perplessità in merito, proprio sulle pagine di «Nuova Secondaria», XXX.1, 2012, pp. 76-79), nella programmazione di latino per i licei diversi dal classico all’inizio dell’a.s. 2012/2013; ritenevo infatti che il decurtamento delle ore a disposizione della disciplina impedissero di affrontare con la dovuta serietà un insegnamento di questo tipo. Invero mi sono dovuta ricredere all’inizio di quest’anno scolastico, leggendo sempre nella stessa sede («Nuova Secondaria», XXXI.1, 2013, pp. 57-60) quanto proposto da C. Moro, che dimostra come si possa utilizzare il manuale di Ørberg in modo non pedissequo per raggiungere i risultati prefissi anche con tre ore settimanali. Penso che ormai, dopo quattro anni di riforma, tutti noi docenti, magari ancora rimpiangendo l’abbondanza delle ore a disposizione precedentemente, abbiamo adeguato il nostro insegnamento ai nuovi curricula e ci siamo anche accorti che ‘si può fare’, con l’aiuto di nuovi manuali o l’adattamento e l’ampliamento on line di quelli già esistenti, di entrambe le metodologie. Quello che però ha messo drammaticamente in luce la riforma e ha contribuito ad aggravare, è il crollo motivazionale che già segnalava Milanese nel suo contributo (Dopo i miti didattici, a partire dal “Documento dei Saggi”): se nel 2007 gli studenti ritenevano pregiudizialmente difficile il latino e inutile in senso ‘pratico’, la ‘virata’ del Liceo Scientifico verso un’impostazione almeno apparentemente più scientifica (a mio avviso forse più tecnica che scientifica) e la possibilità di un Liceo delle Scienze © NS Ricerca n. 9, maggio 2014 Applicate che è privo dell’insegnamento del latino, lo ha fatto apparire ancora più ‘posticcio’; il crollo di iscrizioni ai licei classici nell’ultimo anno scolastico, favorito indubbiamente anche dalla crisi economica che porta a privilegiare istituti che prevedano un impegno scolastico a termine più breve, ha confermato la crisi della materia e più in generale delle discipline classiche. Milanese stesso, in tempi più recenti (Insegnare le lingue antiche, insegnare le lingue moderne. Convergenze e illusioni, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 67-82), ha sottolineato proprio questo fatto richiamandosi all’articolo qui pubblicato e notando l’acuirsi del problema. Proprio per questa ragione, oggi ancora più di ieri, non si può valutare il successo nell’apprendimento del latino, come ricorda ancora Flocchini nel suo testo, nel fatto che uno studente sappia o meno decifrare l’epigrafe di una chiesa; si debbono invece far capire ai ragazzi le vere finalità culturali e soprattutto linguistiche della disciplina. In questa direzione si muovono le varie proposte di ‘certificazione’ del latino il cui scopo non è quello di ‘scimmiottare’ quanto si fa nell’ambito delle lingue moderne, né di proporre un nuovo certamen, ma di portare gli studenti ad un livello assodato di competenze linguistiche, spendibile in ambito universitario e soprattutto in Europa, che li motivi nell’apprendimento e che dimostri finalmente che, al di là del metodo di insegnamento, si può arrivare a conoscere il latino come un’altra lingua, ancorché non più utilizzata come lingua veicolare se non che in ambiti di nicchia e, grazie a questo, essere favoriti nella conoscenza dell’italiano e della altre lingue moderne3. 3. In Lombardia l’esperimento è iniziato nel corrente anno scolastico; pioniere dell’esperienza è la regione Liguria, si può vedere in proposito S. Rocca - M. Tixi, Didattica del latino e competenza linguistica: una proposta di certificazione, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 159-173. Utile nello stesso volume per ribadire l’importanza dello studio del latino nell’educazione linguistica, U. Cardinale, Ripensare l’insegnamento linguistico per la generazione “sempre connessa”, pp. 27-44. Interessanti anche le osservazioni dello stesso autore in Linguistics and the Teaching of Classical Languages, in R. Oniga - R. Iovino - G. Giusti (a cura di), Formal Linguistics and the Teaching of Latin. Theoretical and Applied Perspectives in Comparative Grammar, Cambridge 2011, pp. 343-353, che si chiede che 3 NUOVA SECONDARIA RICERCA Del tutto evidente la funzione ancillare del latino rispetto allo studio proprio delle lingue moderne nel Liceo Linguistico dopo la riforma: due ora la settimana per due soli anni implicano la necessità di rivedere totalmente la programmazione4. Sono usciti dei manuali ad hoc, ma mi pare senz’altro utile un insegnamento improntato alla grammatica storica come quello proposto da P. Grazioli nel suo contributo (Un curriculum per il latino con il supporto della grammatica storica e della valenza del verbo) che si sofferma, in una prima fase, sull’evoluzione del lessico latino nell’italiano e permette quindi un’apertura al confronto con l’evoluzione dei latinismi nelle altre lingue moderne; in una seconda sulla formazione e scomposizione dei termini nelle loro diverse parti costitutive, imprescindibile per l’apprendimento del vocabolario di ogni lingua. Senz’altro fondamentale e in sintonia con le linee guida del ministero seguenti la riforma Gelmini, il porre al centro dell’analisi della proposizione il verbo e esaminarne le valenze. Per quanto riguarda da ultimo il mio contributo (Ipotesi didattiche in riferimento a Verg. Aen. IV 1-30), rivolto al triennio, devo ammettere che io stessa, trovatami a insegnare Virgilio nella prima quarta scientifica della riforma, lo ho potuto utilizzare solo in parte nell’ambito della didattica curricolare. Come dice il titolo, tuttavia, si tratta di proposte, fra le quali si possono selezionare le più adatte al gruppo classe cui ci si trova di fronte. Sicuramente in un Liceo Classico lo spazio dedicato a Virgilio può essere più ampio; in ogni caso lo si può usare nell’ambito di lezioni di approfondimento o in un’esperienza di Cooperative Learning, secondo il Jig Saw Method, la cui funzionalità nell’ambito 4 della letteratura latina ha dimostrato recentemente Balbo5. Voglio ricordare infine che l’attenzione dedicata negli ultimi anni ai commentatori virgiliani è andata crescendo, non solo nell’ambito della ricerca accademica ma anche della didattica, come attestano, oltre alle nuove edizioni parziali dei libri di Servio6, e ai convegni dedicati all’argomento7, monografie che si prefiggono proprio lo scopo di avvicinare questo materiale, nato per la scuola, ad un pubblico di insegnanti: ad esempio A. Cignarella, Virgilio a scuola. Servio e il secondo libro dell’Eneide, Foggia 2011, senza dimenticare il contributo apparso proprio sulle pagine di «Nuova Secondaria», XXX.9, 2014, pp. 13-14: A. Celada, Didattica del Classico: I commentatori tardoantichi a scuola. Ilaria Torzi Università degli Studi di Bergamo Liceo Scientifico Statale ‘Vittorio Veneto’ cosa ci sia dietro al ‘mito’ dell’educazione classica, secondo cui gli studenti di quest’ambito abbiano anche più successo nello studio delle lingue moderne, nonostante la disparità metodologica: «Our conclusion is that the study of grammar creates language awareness and, in so doing, it seems to facilitate the study of both L1 and L2, not just classic languages, regardless of the fact that the learning must take into account their status as natural languages that are no more spoken» (p. 345). 4. Si veda in proposito anche A. Balbo, Latino perdente? Le opzioni offerte alla didattica del latino nel liceo scientifico, linguistico e delle scienze umane, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne, cit., pp. 175-195, in part. 189-192. 5. Faccio riferimento a A. Balbo, Proposing Jig Saw Method to Teach Latin Literary Text in Small Classes, in P. M. Pumilla-Gnarini - E. Favaron et alii (ed.), Handbook of Research on Didactic Strategies and Technologies for Education: incorporating Advancements, vol. 1, Hershey PA 2013, pp. 753-762, dove si portano ad esempio testi di Cesare, ma nulla esclude di utilizzare il metodo anche in poesia. 6. Si può citare fra tutti, oltre alle edizioni di G. Ramires del IX e del VII libro, edite a cavallo fra anni Novanta e primo decennio del Duemila, quella del VI libro uscita per i tipi de Les Belles Lettres: E. Jeunet-Mancy, Servius, Commentaire sur l’Enéide de Virgile. livre VI., Paris 2012. 7. Si possono ricordare Totus scientia plenus. Percorsi dell’esegesi virgiliana antica, tenutosi a Roma il 19-21settembre 2013, di cui sono usciti gli atti a cura di F. Stok (Pisa 2013) e Servius et le savoire antique, svoltosi a Lyon il 23-25 aprile 2014. © NS Ricerca n. 9, maggio 2014 NUOVA SECONDARIA RICERCA BIBLIOGRAFIA A. Balbo, Proposing Jig Saw Method to Teach Latin Literary Text in Small Classes, in P.M. Pumilla-Gnarini - E. Favaron et alii (a cura di), Handbook of Research on Didactic Strategiesand Technoligies for Education: incorporating Advancements, vol. 1, Hershey PA 2013, pp. 753762. A. Balbo, Latino perdente? Le opzioni offerte alla didattica del latino nel liceo scientifico, linguistico e delle scienze umane, in R. Oniga U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 175-195. F. Batini, Insegnare per competenze, Torino 2013. U. Cardinale, Linguistics and the Teaching of Classical Languages, in R. Oniga - R. Iovino - G. Giusti (a cura di), Formal Linguistics and the Teaching of Latin. Theoretical and Applied Perspectives in Comparative Grammar, Cambridge 2011, pp. 343-353. U. Cardinale, Ripensare l’insegnamento linguistico per la generazione “sempre connessa”, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 27-44. A. Celada, Didattica del Classico: I commentatori tardo-antichi a scuola, in «Nuova Secondaria», XXXI.9, 2014, pp. 13-14. A. Cignarella, Virgilio a scuola. Servio e il secondo libro dell’Eneide, Foggia 2011. E. Jeunet-Mancy, Servius, Commentaire sur l’Enéide de Virgile. livre VI, Paris 2012. G. Milanese, Insegnare le lingue antiche, insegnare le lingue moderne. Convergenze e illusioni, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 67-82. C. Moro, Latino - Liceo scientifico, linguistico, delle scienze umane, in «Nuova Secondaria», XXXI.1, 2013, pp. 57-60. G. Ramires, Servio, Commento al Libro IX dell’Eneide di Virgilio, Bologna 1996. G. Ramires, Servio, Commento al Libro VII dell’Eneide di Virgilio, Bologna 2003. R. Rocca - M. Tixi, Didattica del latino e competenza linguistica: una proposta di certificazione, in R. Oniga - U. Cardinale (a cura di), Lingue antiche e moderne dai licei alle università, Bologna 2012, pp. 159-173. F. Stok, Totus scientia plenus. Percorsi dell’esegesi virgiliana antica, Pisa 2013. I. Torzi, Latino - Liceo scientifico, linguistico, delle scienze umane, in «Nuova Secondaria», XXX.1, 2012, pp. 76-79. www.istruzione.treviso.it/utxi/wp-content/uploads/2011/05/DIDATTICA-DEL-LATINO-UST-Treviso.pdf www.liceovittorioveneto.it/studenti/programmazione-didattica © NS Ricerca n. 9, maggio 2014 5
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