DIRER Giovedì, 06/02/2014 10:22 Indice dei documenti DIRER Direr Direv Dirigenza E-Governament E-Procurament Pubblica Amministrazione le Nubi sul Cnel che non alza il Velo sui Compensi Da 'Corriere della Sera' del 06/02/2014 - Pagina 9 E il capo di Gabinetto del Comune chiede il conto ai minisindaci in 5 ore Da 'La Repubblica' del 06/02/2014 - Pagina 1 Il Lazio è la regione più corrotta Da 'Italia Oggi' del 06/02/2014 - Pagina 10 Navigatore distrae? Perdonato chi guida Da 'Italia Oggi' del 06/02/2014 - Pagina 24 Equitalia, stop alle «cartelle pazze» si possono sospendere con un clic Da 'Il Messaggero' del 06/02/2014 - Pagina 6 La consegna del contratto non fa scattare il «caso d' uso» Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 18 In Italia paghiamo troppe tasse (Vero) Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 8 Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 7 Sui rating il silenzio normativo si fa assordante Da 'MF' del 06/02/2014 - Pagina 8 1 5 7 11 13 15 17 19 23 Normativa Comuni Con l' ecobonus «extralarge» l' efficienza taglia la bolletta Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 14 Professioni e lavoro, competenza allo Stato Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 6 25 27 Normativa Enti Locali IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D' INTERESSI Da 'Corriere della Sera' del 06/02/2014 - Pagina 35 Con l' ecobonus «extralarge» l' efficienza taglia la bolletta 29 Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 14 Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 7 Professioni e lavoro, competenza allo Stato Da 'Il Sole 24 Ore' del 06/02/2014 - Pagina 6 Sui rating il silenzio normativo si fa assordante Da 'MF' del 06/02/2014 - Pagina 8 33 35 39 41 Normativa Province brevi Da 'Italia Oggi' del 06/02/2014 - Pagina 31 43 Sindacati Scontro Camusso-Landini La Cgil rischia la "guerra civile" Da 'La Stampa' del 06/02/2014 - Pagina 6 Fiat-sindacati, il nodo del contratto sono gli aumenti Da 'La Stampa' del 06/02/2014 - Pagina 22 Fiat-sindacati: niente aumenti Congelata la trattativa Da 'Corriere della Sera' del 06/02/2014 - Pagina 25 L' accordo conteso Da 'La Repubblica' del 06/02/2014 - Pagina 10 Lite con i sindacati E Ferrari crea la newco del brand Da 'La Repubblica' del 06/02/2014 - Pagina 10 GIOVEDÌ UNO SCIOPERO PARTICOLARE Da 'La Repubblica' del 06/02/2014 - Pagina 27 L' Abi convoca i sindacati Che replicano: troppa fretta Da 'MF' del 06/02/2014 - Pagina 2 Pensionati 45 47 49 51 53 55 57 . Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 9 Primo Piano Corriere della Sera Giovedì 6 Febbraio 2014 9 I mercati La magistratura contabile Debito, agenzie di rating nel mirino «Hanno avuto un peso eccessivo» Il giudizio di Saccomanni. Dopo la Corte dei conti si muove il Parlamento RO M A — « N o n f a c c i o commenti diretti. Ma ho sempre trovato che il ruolo delle agenzie fosse eccessivo». Dopo la lettera inviata dalla Corte dei conti alle agenzie Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch nel procedimento sui possibili danni causati all’Italia dai tagli del rating nel 2011, il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni conferma le perplessità sul sistema usato per valutare il rischio economico di un Paese. Della questione si occuperà presto anche il Parlamento: il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, annuncia l’avvio di un’indagine conoscitiva. Mentre la procura di Terni è ad un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio per due delle tre agenzie (per Moody’s è stata chiesta l’archiviazione), già coinvolte in un’altra inchiesta a Trani. Nella lettera la Corte dei conti stima un danno di 351 miliardi e chiede alle agenzie di inviare entro due mesi le loro controdeduzioni. Anche se, dopo l’anticipazione del Financial Times, la Corte frena e parla di «azione solo in fase istruttoria» che «potrebbe dunque concludersi anche con archiviazione». Il ministro dei Beni culturali Massimo Bray coglie la palla al balzo sul fatto che tra le contestazioni c’è il fatto che le agenzie non hanno considerato il valore dei nostri monumenti: «La nostra ricchezza non può essere messa in discussione. Ma dobbiamo valorizzarla meglio». L. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA I downgrade dell’Italia LA CLASSIFICA Il livello più alto, massima capacità di ripagare il debito AAA 19 settembre 2011 A AA 4 i più recenti giudizi delle agenzie di rating sul debito sovrano Capacità molto forte A 7 ottobre ottobre 2011 2011 A2 A+ Forte capacità di ripagare il debito ma in qualche modo influenzabile da condizioni economiche avverse 13 gennaio 2012 BBB+ Il debitore è poco vulnerabile nel breve termine ma si trova ad affrontare maggiori incertezze economiche BB 27 13 gennaio febbraio 2012 2012 A- A3 CCC COME LEGGERE I RATING I giudizi espressi da Standard & Poor’s - così come dalle altre agenzie Moody’s e Fitch, ma con scale differenti - vengono sintetizzati con le vocali A, B, C, D, in certi casi con l’aggiunta di un segno «+» o «-» per indicare i vari gradini nella scala dalla maggiore affidabilità, «AAA», fino al fallimento, espresso con la «D» (per default). Sotto il livello BBB- si esce dall’area di «investment grade» e passa a un livello «speculative», cioè più a rischio Debitore attualmente vulnerabile e dipendente da condizioni favorevoli economiche, finanziarie e di business per ripagare i debiti 13 8 luglio marzo 2012 2013 Baa2 Fallimento (default). Il debitore non può ripagare D 9 luglio 2013 BBB+ BBB Il magistrato Il procuratore De Dominicis: non hanno letto bene, i danni sono pari a 351 miliardi «Ecco perché l’indagine Anche Obama la pensa così» ROMA — «Guardi che se lo sprid sta calando...». Lo spread, intende. «Sì, insomma, se scende è perché dopo che noi ci siamo mossi quelli si sono dati una calmata con i down ground». I downgrade. «Ecco, quelli. E poi anche Obama li ha chiamati a rispondere. Voglio dire: se non avessi lanciato il mio sasso nello stagno non sarebbe mica successo. Non le pare?». L’uomo che ha dichiarato guerra alle Big Three, le tre grandi agenzie di rating, si chiama Angelo Raffaele De Dominicis, è il procuratore della Corte dei conti per il Lazio, 30 pubblicazioni scientifiche nel curriculum, più un libro di poesie e un saggio che intreccia le vite di Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass. Procuratore, come è arrivato a calcolare i danni, quei 234 miliardi di euro? «Non hanno letto bene. I miliardi sono di più, 351: 117 per il costo delle manovre che il governo italiano ha dovuto approvare dall’inizio della crisi. Più altri 234, il doppio delle manovre: il danno morale causato dalla perdita di credibilità internazionale». E il patrimonio artistico cosa c’entra? «Il concetto è semplice anche se l’hanno buttata in caciara, come si dice. Se tu sei il mio debitore a me non interessa sapere quanto guadagni ma quante case hai, quanti titoli, quanti soldi in banca. È sul patrimonio che mi posso rifare, non sulla busta paga. Con gli Stati funziona allo stesso modo». L’indagine parte da una denuncia? «No, dalla lettura dei giornali. Mi è sembrato subito chiaro che ci fosse un attacco all’Italia. Ci invidiano perché siamo tra i più ric- Accusa Angelo Raffaele De Dominicis è dal 2011 procuratore regionale della Corte dei conti per il Lazio. Proveniente dall’amministrazione civile dell’Interno, è entrato nella Magistratura Contabile nel 1985 e per 13 anni ha esercitato le funzioni requirenti di secondo grado presso la Procura Generale chi al mondo». Ma un attacco di chi? «Questo lo dovreste scoprire voi. Resta il fatto che i tagli del rating erano immotivati. Ed avevano come unico obiettivo far scendere il valore delle nostre aziende, per poi comprarle a prezzi convenienti. È la prima volta nella storia del mondo che un Paese onorato e onorabile come il nostro viene aggredito così». Sembra pronto per la politica. «Scherza? Non accetterei mai. Guardi che sono stato io a sollevare la questione di legittimità costituzionale sul finanziamento ai partiti. Faccio solo il mio dovere, gli altri non lo so». Gli altri chi? «La verità è che sono isolato. Dalla politica poche parole. E anche qui alla Corte dei conti... quel comunicato che parla di possibile archiviazione sembra una smentita. I colleghi se ne stanno tutti in pantofole chiusi nelle loro stanze». Lorenzo Salvia [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso LE NUBI SUL CNEL CHE NON ALZA IL VELO SUI COMPENSI La segnalazione del responsabile per la trasparenza sulla retribuzione di Marzano. Le proposte per cancellare l’ente di SERGIO RIZZO ROMA — Non sappiamo quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sappiamo però che non più tardi di dieci giorni fa all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione che ha pure il compito di vigilare sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni, è arrivata una clamorosa segnalazione. Mittente: Mariano Michele Bonaccorso, responsabile per la trasparenza del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Il quale, dopo aver ricordato che la legge impone la pubblicazione su Internet delle situazioni patrimoniali dei vertici degli enti pubblici, denuncia come «i titolari di incarichi politici» non abbiano ancora «comunicato tali dati per la relativa pubblicazione». A ben otto mesi dalla legge che l’ha resa obbligatoria e «nonostante il sollecito». Il riferimento è all’economista Antonio Marzano, ex ministro ed ex parlamentare di Forza Italia, da otto anni e mezzo alla guida del Cnel. Così convinto di essere esentato da quell’obbligo che ha chiesto un ennesimo parere al Consiglio di Stato, chiamato a rispondere al seguente quesito: la legge sulla trasparenza si applica pure a un organo di rilevanza costituzionale e al suo attuale presidente? Che, dice Matteo Renzi, dovrebbe essere anche l’ultimo. «Il Cnel non serve a nulla», decretava il segretario Pubblica Amministrazione del Pd già tre mesi fa. E alla fine di gennaio il renziano Dario Nardella ha annunciato un disegno di legge per cancellarlo dalla Costituzione. Battuto però sul tempo, a quanto pare, da quelli del Nuovo centrodestra, autori a loro volta di una proposta abolizionista. «Il Cnel pesa sul bilancio dello Stato per quasi venti milioni di euro e non è più essenziale per le funzioni che i Costituenti avevano immaginato»: questa la sentenza pronunciata il 30 gennaio dal capogruppo ncd al Senato Maurizio Sacconi. In perfetta sintonia, o almeno così pare, con la linea oggi vincente nel Partito democratico. Ma a conforto della tesi dell’inutilità del Cnel c’è ora un rapporto inviato il 24 gennaio al presidente del Consiglio Enrico Letta dall’Organismo indipendente di valutazione che la legge Brunetta del 2009 ha istituito per tutte le amministrazioni pubbliche. È un collegio tecnico composto da tre per- La critica Maurizio Sacconi (Ncd): il Cnel pesa sul bilancio dello Stato per 20 milioni di euro sone, coordinato dall’ex presidente della Corte dei conti Tullio Lazzaro, che ha passato al setaccio l’attività del Consiglio degli ultimi tre anni. Arrivando a conclusioni non esattamente lusinghiere. Il fatto è, sostengono i tre esperti, che il Cnel ha sulla carta compiti che abbracciano un arco di argomenti «smisurato». Si potrebbe spiegare così «l’affidamento all’esterno di un gran numero di studi e richieste di consulenza». Dal 2008 al 2013, ben 104 consulenze a singole persone per 2,2 milioni e 54 contratti a società e centri studi per un ammontare identico. E tutto senza gara. Il che non ha mancato di comportare «perplessità» sul modo in cui vengono scelti i beneficiari dei contratti. Le medesime che già da diversi mesi hanno spinto la procura della Corte dei conti ad avviare una indagine sul Cnel per verificare la presunta illegittimità degli incarichi di consulenza e di certi oneri di missione. Perplessità, affermano Lazzaro e i suoi collaboratori, «ancor più evidenziate dal fatto che può essere difficile immaginare come un organismo che dichiara di non avere al proprio interno professionalità idonee possa poi razionalmente giudicare i risultati prospettati da un diverso soggetto». Tanto più considerando la varietà delle materie. Nel triennio 2011-2013, oltre a 4 disegni di legge, 29 testi di osservazioni e proposte e 14 collaborazioni interistituzionali, il Cnel ha prodotto 31 rapporti su temi che vanno dagli indicatori del benessere all’efficienza della pubblica amministrazione, passando per la primavera araba, l’immigrazione, la criminalità economica e le nuove professioni. L’utilità reale di tutto ciò? La Costituzione, si sottolinea nella relazione Ex ministro Antonio Marzano è presidente del Cnel dal 2005. Nel luglio del 2010 è stato riconfermato fino al 2015. Professore di Economia, esponente di Forza Italia dalla sua fondazione, nel ‘94, Marzano è stato ministro delle Attività produttive nel secondo governo Berlusconi del 24 gennaio a Letta, «non identifica il Cnel come un ente di studio e ricerca». Dunque non c’è alcun obbligo di commissionare all’esterno studi e ricerche «nuovi o originali». Basterebbe reperire i dati copiosamente disponibili su Internet, quando servono, e far funzionare l’assemblea composta da 10 esperti e 54 rappresentanti delle categorie produttive: le cui deliberazioni, dice il rapporto, avrebbero «peso politico ben diverso» rispetto a qualunque pezzo di carta. «L’ottica accennata consentirebbe anche di superare i problemi di affidamento e conseguire un significativo risparmio di spesa». Anche se sarebbe ingeneroso non riconoscere i tagli degli ultimi anni, grazie anche al dimezzamento dei consiglieri. Marzano lo ricorda sempre quando restituisce al governo qualche milioncino, attribuendone il merito alla «nuova gestione del segretario generale». Potrebbe però aggiungere che con gli avanzi accumulati e una dotazione del Tesoro ormai ampiamente superiore alle esigenze, il Cnel potrebbe campare almeno un paio d’anni senza chiedere un euro allo Stato. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Quel riflesso «patriottico» che fa male a chi investe di DANILO TAINO I eri, gli investitori di mezzo mondo si sono divertiti parecchio quando hanno letto della minaccia avanzata dalla Corte dei conti italiana alle agenzie di rating. Forza della novità: non risultava che qualcosa del genere fosse mai successo prima, da nessuna parte. Non sono andati per il sottile: prima ancora di sapere i dettagli ne hanno approfittato per prendere i 234 (o 351) miliardi di danni che Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch rischiano di dovere pagare allo Stato italiano e da quelli calcolare il valore della Divina Commedia, del marchio registrato «Pizza», de La Dolce Vita, cioè dei beni intangibili che secondo un procuratore della Corte non sono stati considerati come garanzie sul debito dalle Big Three quando hanno declassato l’Italia. Fare sorridere il triste mondo del denaro è in fondo un bel gesto. Chi ha osato in passato investire in Italia ha sorriso meno, naturalmente. Ha avuto la spiritosa conferma che nella Penisola, oltre al rischio debito e all’instabilità politica, c’è un rischio giudiziario: ma se prima pensava che fosse una questione di tempi lunghi dei processi ora sa che è anche un fatto di creatività nazionale. I Paesi emergenti sono in crisi, molti capitali escono dalle loro economie e cercano Paesi e storie di crescita su cui investire. L’Italia è nella posizione di poterne attrarre (anche senza meriti) perché ha buone imprese e di recente è scesa molto, ha dunque parecchio spazio per risalire. L’idea di pagare la tassa su Dante Alighieri e Federico Fellini, perché non li si è messi nel patrimonio nazionale, non è però detto che addolcisca il rischio di incappare in un procuratore della Corte dei conti. Fatto sta che, d’ora in poi, qualsiasi analista — di banca, di università, indipendente — dovrà calcolare, insieme all’inflazione, lo stato delle pietre di Pompei, oppure dovrà seguire le orme delle tre agenzie. Non sarà mai più un Paese per pavidi. Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch hanno fatto errori negli anni passati. Li stanno pagando in termini di reputazione. Ma fino a quando non saranno trovate alternative alla loro funzione di analisi rimarranno soggetti indispensabili dei mercati finanziari moderni, necessari a chi vuole investire. Nei Paesi dove non ci sono, non si investe. Possono sbagliare ancora, ma le istituzioni e i politici che considerano la trasparenza dei bilanci e i giudizi di agenzie esterne trame oscure di poteri antiitaliani mettono un Paese fuori dalla fotografia dei luoghi in cui si può investire. I rating di Stato li compila Putin. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 1 di 58 Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 9 Il caso. le Nubi sul Cnel che non alza il Velo sui Compensi La segnalazione del responsabile per la trasparenza sulla retribuzione di Marzano. Le proposte per cancellare l' ente. ROMA - Non sappiamo quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sappiamo però che non più tardi di dieci giorni fa all' Anac, l' Autorità nazionale anticorruzione che ha pure il compito di vigilare sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni, è arrivata una clamorosa segnalazione. Mittente: Mariano Michele Bonaccorso, responsabile per la trasparenza del Consiglio nazionale dell' economia e del lavoro. Il quale, dopo aver ricordato che la legge impone la pubblicazione su Internet delle situazioni patrimoniali dei vertici degli enti pubblici, denuncia come «i titolari di incarichi politici» non abbiano ancora «comunicato tali dati per la relativa pubblicazione». A ben otto mesi dalla legge che l' ha resa obbligatoria e «nonostante il sollecito». Il riferimento è all' economista Antonio Marzano, ex ministro ed ex parlamentare di Forza Italia, da otto anni e mezzo alla guida del Cnel. Così convinto di essere esentato da quell' obbligo che ha chiesto un ennesimo parere al Consiglio di Stato, chiamato a rispondere al seguente quesito: la legge sulla trasparenza si applica pure a un organo di rilevanza costituzionale e al suo attuale presidente? Che, dice Matteo Renzi, dovrebbe essere anche l' ultimo. «Il Cnel non serve a nulla», decretava il segretario del Pd già tre mesi fa. E alla fine di gennaio il renziano Dario Nardella ha annunciato un disegno di legge per cancellarlo dalla Costituzione. Battuto però sul tempo, a quanto pare, da quelli del Nuovo centrodestra, autori a loro volta di una proposta abolizionista. «Il Cnel pesa sul bilancio dello Stato per quasi venti milioni di euro e non è più essenziale per le funzioni che i Costituenti avevano immaginato»: questa la sentenza pronunciata il 30 gennaio dal capogruppo ncd al Senato Maurizio Sacconi. In perfetta sintonia, o almeno così pare, con la linea oggi vincente nel Partito democratico. Ma a conforto della tesi dell' inutilità del Cnel c' è ora un rapporto inviato il 24 gennaio al presidente del Consiglio Enrico Letta dall' Organismo indipendente di valutazione che la legge Brunetta del 2009 ha istituito per tutte le amministrazioni pubbliche. È un collegio tecnico composto da tre persone, coordinato dall' ex presidente della Corte dei conti Tullio Lazzaro, che ha passato al setaccio l' attività del Consiglio degli ultimi tre anni. Arrivando a conclusioni non esattamente Pubblica Amministrazione lusinghiere. Il fatto è, sostengono i tre esperti, che il Cnel ha sulla carta compiti che abbracciano un arco di argomenti «smisurato». Si potrebbe spiegare così «l' affidamento all' esterno di un gran numero di studi e richieste di consulenza». Dal 2008 al 2013, ben 104 consulenze a singole persone per 2,2 milioni e 54 contratti a società e centri studi per un ammontare identico. E tutto senza gara. Il che non ha mancato di comportare «perplessità» sul modo in cui vengono scelti i beneficiari dei contratti. Le medesime che già da diversi mesi hanno spinto la procura della Corte dei conti ad avviare una indagine sul Cnel per verificare la presunta illegittimità degli incarichi di consulenza e di certi oneri di missione. Perplessità, affermano Lazzaro e i suoi collaboratori, «ancor più evidenziate dal fatto che può essere difficile immaginare come un organismo che dichiara di non avere al proprio interno professionalità idonee possa poi razionalmente giudicare i risultati prospettati da un diverso soggetto». Tanto più considerando la varietà delle materie. Nel triennio 2011-2013, oltre a 4 disegni di legge, 29 testi di osservazioni e proposte e 14 collaborazioni interistituzionali, il Cnel ha prodotto 31 rapporti su temi che vanno dagli indicatori del benessere all' efficienza della pubblica amministrazione, passando per la primavera araba, l' immigrazione, la criminalità economica e le nuove professioni. L' utilità reale di tutto ciò? La Costituzione, si sottolinea nella relazione del 24 gennaio a Letta, «non identifica il Cnel come un ente di studio e ricerca». Dunque non c' è alcun obbligo di commissionare all' esterno studi e ricerche «nuovi o originali». Basterebbe reperire i dati copiosamente disponibili su Internet, quando servono, e far funzionare l' assemblea composta da 10 esperti e 54 rappresentanti delle categorie produttive: le cui deliberazioni, dice il rapporto, avrebbero «peso politico ben diverso» rispetto a qualunque pezzo di carta. «L' ottica accennata consentirebbe anche di superare i problemi di affidamento e conseguire un significativo risparmio di spesa». Anche se sarebbe ingeneroso non riconoscere i tagli degli ultimi anni, grazie anche al dimezzamento dei consiglieri. Marzano lo ricorda sempre quando restituisce al governo qualche milioncino, attribuendone il merito alla «nuova gestione del segretario generale». Pagina 2 di 58 Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 9 Potrebbe però aggiungere che con gli avanzi accumulati e una dotazione del Tesoro ormai ampiamente superiore alle esigenze, il Cnel potrebbe campare almeno un paio d' anni senza chiedere un euro allo Stato. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 3 di 58 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 4 di 58 . Gio 06/02/2014 La Repubblica Società “Il giuoco della parti” Umberto Orsini rilegge Pirandello @ RODOLFO DI GIAMMARCO A PAGINA XI Dal 1977 l’Agricoltura Sociale a Roma www.agricolturanuova.it Pagina 1 Roma.it Giorno e Notte Cinema America gli occupanti disegnano il progetto di restyling Al Parco della Musica concerto di Sol Gabetta maestra del violoncello GIOVANNI D’ALÒ ALLE PAGINE XII E XIII VIOLA GIANNOLI SU ROMA.IT ROMA GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 Dal 1977 l’Agricoltura Sociale a Roma www.agricolturanuova.it roma.repubblica.it REDAZIONE DI ROMA Via Cristoforo Colombo, 90 | 00147 | tel. 06/49822931 | fax 06/49822508 | CAPO DELLA REDAZIONE GIUSEPPE CERASA | INTERNET roma.repubblica.it | e-mail: [email protected] | SEGRETERIA DI REDAZIONE tel. 06/49822813 dalle ore 13.00 alle ore 20.00 | TAMBURINI fax 06/49822380 | e-mail: [email protected] | TROVAROMA tel. 06/49822475 | fax 06/49822315 | PUBBLICITÀ A. MANZONI & C. S.p.A. | Via C. Colombo, 98 | 00147 ROMA | tel. 06/514625802 Alluvione, 243 milioni di danni. In città è ancora caos Coppia gay L’aggressione La denuncia La polemica “Buche, il 5% degli automobilisti ha dovuto cambiare pneumatici” E il capo di Gabinetto del Comune chiede il conto ai minisindaci in 5 ore CECILIA GENTILE GIOVANNA VITALE ISASTRO buche. A causa delle voragini aperte dal maltempo degli ultimi cinque giorni il 5% dei cittadini romani è stato costretto a cambiare le gomme, spendendo in media 150 euro tra nuovo pneumatico e manodopera. Particolarmente colpiti sono stati i tassisti, i più esposti al rischio per l’uso intensivo della vettura. La stima è dell’Adoc. SEGUE A PAGINA XVII A PRETESO e ottenuto una prestazione da velocisti, il capo di gabinetto del sindaco Marino. Alla faccia di chi rimprovera alla pubblica amministrazione di essere lenta come una lumaca.Per5giornie5nottiRomaèstatasferzatadallatempesta?LuigiFucito ha chiesto ai presidenti e ai direttori dei 15 municipi di quantificare i danni sul territorio in 5 ore, elencarli e spedire il report via mail. SEGUE A PAGINA XVII H D Piazza del Popolo al buio da 5 giorni A PAGINA V La crisi dei musei di arte contemporanea. Vacante la presidenza dell’Azienda speciale che include le Scuderie del Quirinale Poker di donne per il PalaExpò Al Macro in pole position c’è Bonami, con Enel supersponsor IL CRITICO d’arte Francesco Bonami in pole position per rilanciare il Macro e quattro donne in lizza per la presidenza dell’Azienda speciale Palaexpò. Pare che i giochi, in Campidoglio, siano quasi fatti. E a giorni il sindaco Marino potrebbe svelare i nomi dei prescelti, dopo mesi di impasse che hanno causato problemi a varie istituzioni museali romane. In corsa, per il Palaexpò, Sabina Florio, appassionata d’arte e collezionista, Claudia Ferrazzi, trentaseienne ora segretario dell’Accademia di Francia, Ester Coen, curatrice dal solidissimo curriculum artistico ed Elena Di Giovanni Valensise che a lungo ha lavorato nelle relazioni esterne delle Biennali d’arte, ora impegnata nell’Expò 2015. GIULIANI E I COMMENTI DI MARCHINI, PIETROMARCHI E PRATESI A PAGINA III I numeri del crac Via Nizza e Testaccio, in un anno visitatori dimezzati SARA GRATTOGGI EL 2013 ha registrato la metà degli ingressi di Maxxi e Palaexpò. Nonostante il boom di dicembre, in cui è riuscito quasi a triplicare il numero dei visitatori rispetto alla media dei mesi precedenti (30.952), trainato dall’affluenza in via Nizza (21.467) e dal clamoroso successo della “Rete dei draghi” di Toshiko Horiuchi MacAdam (9.023), in un anno il Macro ha perso terreno rispetto agli altri due poli romani votati al contemporaneo, “abbandonato” dai visitatori, dimezzati rispetto al 2012. SEGUE A PAGINA XVII N I lettori denunciano @ OGGI SU ROMA.IT Monteverde, camion del mercato Montespaccato, rifiuti in strada A Montesacro si vive senza regole davanti all’ingresso della scuola è l’invasione dell’inciviltà continui furti di gomme e in casa Abito a Monteverde. Quando la mattina accompagno mio figlio a scuola, nei pressi di Piazza Carlo Alberto Scotti, ho difficoltà a girare per le vie adiacenti. In effetti i camion e le macchine dei proprietari dei banchi del mercato che si trova proprio davanti alla scuola ostruiscono spesso il passaggio per le altre macchine. Molti genitori trovano difficile accostarsi da qualche parte per non far attraversare da soli i propri figli. Giorgio Lincei Sono giorni difficili per la Capitale, ma è ridicolo ritrovarsi in certe situazioni: abito in via Gattinara, zona di Montespaccato, nel nord-ovest di Roma. Ogni mattina mi affaccio dalla finestra con la speranza di trovare la strada davanti casa mia pulita dai rifiuti, ma non è così. Non si può andare avanti in questa maniera: è una vergogna non solo per il mio quartiere ma per tutta la città. Valeria Serrani Nel mio quartiere, Montesacro, si vive nell’anarchia. Sono aumentati i furti nelle abitazioni e degli pneumatici delle vetture. Inoltre si incontrano per strada sempre più sbandati che chiedono le elemosina ai passanti e persone che rovistano nei cassonetti riversando la sporcizia per terra e aumentando il degrado. La tutela del cittadino dovrebbe essere tra le priorità per l’amministrazione di Roma. @DarioGargasole Lettere con firma, indirizzo e telefono ˜ max 6 righe ˜ fax 06/49822508 ˜ e-mail [email protected] Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 minacciata “Morirete di Aids” ANNA RITA CILLIS INACCE omofobe. Ancora. Ma questa volta al grido «tanto morirete di Aids». Le frasi urlate — non solo quella, ma anche ecco un f...., eccone un altro, andate via dall’Italia... — e la paura provata da due romani quarantenni la sera del 12 gennaio la racconta, ora, il Gay Center al quale hanno denunciato l’accaduto. Luca (sposato in Spagna con il suo compagno) si trovava con un amico in via Celio Vibenna, vicino al Colosseo e dunque anche alla gay street, quando dal nulla, denunciano dal Gay Center, è saltato fuori un gruppo di circa dieci ragazzi sui vent’anni: «Uno degli aggressori ha minacciato i due con una bottiglia mentre gli altri gridavano viva il Duce». I due sono riusciti a scappare e a chiamare il 113: «Luca ha denunciato il tutto alla polizia e ha contattato la Gay help line, il numero verde contro l’omofobia», aggiungono dall’associazione. Ma «ancora una volta — fanno notare dal Gay Center — siamo di fronte a un episodio di omofobia a Roma. Ci sono bande di bulli, gruppi che usano la violenza, ma anche molti che rimangano inerti a osservare senza reagire; ora aspettiamo l’esito delle indagini augurandoci che gli aggressori vengano identificati, ma il dato delle violenze verbali o fisiche è purtroppo alto». Il caso è stato segnalato all’Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni e all’ufficio contro le discriminazioni della Presidenza del Consiglio. Ogni mese, rimarca Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center «riceviamo alla help line 2mila contatti». E il 20-30 per cento riguarda discriminazioni, insulti e aggressioni. M © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Le Iene: nel municipio II furbetti e assenteisti GIULIA CERASI NTRANO in ufficio, timbrano il cartellino vanno tranquillamente a bere un cappuccino al bar. Oppure al mercato per regalarsi un paio di scarpe nuove. È il “duro lavoro” di una ventina di dipendenti comunali del II municipio, pizzicati da Filippo Roma nella puntata de Le Iene show andata in onda ieri sera. SEGUE A PAGINA II E Pagina 5 di 58 Gio 06/02/2014 La Repubblica Pagina 1 La polemica. E il capo di Gabinetto del Comune chiede il conto ai minisindaci in 5 ore H A PRETESOeottenutounaprestazionedavelocisti,ilcapod i gabinetto del sindaco Marino. Alla faccia di chi rimprovera alla pubblica amministrazione di essere l e n t a c o m e u n a l u m a c a . Per5giornie5nottiRomaèstatasferzatadallatempesta?L uigiFucito ha chiesto ai presidenti e ai direttori dei 15 municipi di quantificare i danni sul territorio in 5 ore, elencarli e spedire il report via mail. SEGUE A PAGINA XVII. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 6 di 58 . Gio 06/02/2014 10 Italia Oggi Pagina 10 PRIMO PIANO Giovedì 6 Febbraio 2014 Con 96 casi ogni 100 mila abitanti. Seguono Molise, Valle d’Aosta, Liguria, Calabria Il Lazio è la regione più corrotta Maggiore è il decentramento e più alta è la corruzione DI GIORGIO PONZIANO C orruzione. È stata oggetto anche di una tesi di laurea, che ha consentito a Simona Corrado (università dell’Aquila) di diventare dottore in Economia. Una ricerca sul campo, incrociando dati e rilevando tendenze. Ne esce l’identikit del malaffare nel nostro Paese. Innanzi tutto la classifica delle regioni per tasso di corruzione: il tasso è ricavato dal numero dei casi denunciati nel periodo 19802004 («crimini commessi dai funzionari pubblici ai danni della pubblica amministrazione») per centomila abitanti. In testa alla classifica c’è il Lazio con un tasso di corruzione 96 (cioè 96 casi ogni 100.000 abitanti), seguono: Molise (90), Valle D’Aosta (79), Liguria (77), Calabria (70), Sicilia e Sicilia (62), Friuli (61), Abruzzo (60), Campania (56), Basilicata (50), Toscana (49), Puglia (48), Umbria e Trentino (46), Piemonte (43), Marche (39), Lombardia (38), Veneto (37), Emilia-Romagna (35). «Questi dati si riferiscono all’ufficialità», dice la ricercatrice, «sicuramente vi è anche una forte presenza di «cifra nera», cioè reati che vengono commessi, ma di cui non si ha notizia. La “cifra nera” è sicuramente alta in quanto c’è paura nel denunciare e poca fiducia nella legge. Perciò sarebbe necessario incentivare la propensione dei cittadini a denunciare i fatti di corruzione con opportuni meccanismi di impunibilità del denunciante». Come si è “evoluta” la corruzione? Cioè qual è il tasso che si registra nel periodo successivo, dal 2004 al 2010? La classifica fotografa un mutamento geografico: al primo posto balza la Calabria, con un tasso di corruzione 19 (casi denunciati nei 7 anni ogni centomila abitanti), seguono: Basilicata (14), Molise (12) e Valle D’Aosta (12), Sicilia (10), Abruzzo (9), Puglia e Umbria (8), Campania (7), Friuli (6), Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Trentino e Veneto (5), Lombardia ed Emilia-Romagna (3). La situazione è peggiorata in alcune regioni come la Calabria, passata da 70 casi ogni centomila abitanti in 26 anni (dal 1980 al 2004 compresi) a 19 casi in 7 anni (dal 2004 al 2010 compresi) e migliorata in altre, come il Lazio (da 96 a 5). «C’è una netta distanza – commenta Simona Corrado- tra le re- Pubblica Amministrazione gioni del Nord e quelle del Sud; infatti, le regioni del Nord, sono quelle che nonostante l’elevata popolosità hanno il minor numero di delitti denunciati». La ricerca ha pure analizzato il rapporto tra la corruzione e il decentramento dei poteri: «Per quanto riguarda – si rileva- la variabile federalismo costituita dal rapporto tra tributi propri ed entrate totali si nota come in quasi tutte le regioni esista una correlazione positiva, ovvero maggiore è il decentramento e maggiore è la corruzione. Una più decentrata gestione delle risorse non porta quindi alla diminuzione della corruzione nonostante ci si aspettasse il contrario. Quindi più la governance è “multilevel” e più risulta difficile attribuire le responsabilità dei suoi risultati a questa o a quella amministrazione e minori sono le possibilità di controllo a disposizione dei cittadini». L’aumento di un punto percentuale nell’indice della corruzione è associato ad una diminuzione complessiva del rapporto entrate pubbliche/Pil di 1,5 punti percentuali, una diminuzione del rapporto tra le entrate sotto forma di tasse e il Pil del 2,7% e un aumento del rapporto tra le entrate non da tassazione e il Pil dell’1,3%. La corruzione diviene anche formula matematica: il burocrate vende il bene pubblico ad un prezzo pari a p+b in cui “p” è il corrispettivo per l’ottenimento del bene/servizio pubblico che va a finire nelle casse dello Stato, mentre “b” rappresenta la tangente intascata dal burocrate stesso, quindi la corruzione aumenta il prezzo del bene pubblico (e ne riduce la quantità venduta). Il risultato varia a seconda dei settori in cui si insinua l’illegalità. A sorpresa a guidare il moloch della corruzione è l’ambito della giustizia, dagli uscieri benevolenti ai curatori fallimentari disonesti (28,8%), seguono le pratiche doganali (13,9), il settore immobiliare (12,9), il sistema sanitario (10), le utilities (8,7), le imposte (6,9), l’accorciamento dei tempi per ottenere permessi di vario tipo (6,4). In Italia (la ricercatrice fa la media di vari rapporti e delle inchieste finora effettuate) ha pagato tangenti, o dato mance finalizzate a ottenere favori illegali di una certa rilevanza, il 3,8% della popolazione, ovvero oltre un milione di persone in età lavorativa. Sul piano economico, particolarmente esposte al rischio di dovere Difese le donne di sinistra e quelle di destra, niente? Laura Boldrini, prima d’essere martirizzata dagli strupratori digitali della rete grillita, non era simpatica a nessuno, nemmeno alla sinistra che l’aveva nominata alla presidenza della camera per fare contento Nichi Vendola (uno che nel frattempo è tornato a mostrare i denti al Pd, cosa che rende Boldrini, se possibile, ancor meno simpatica alla sinistra). Adesso, grazie ai comici, Boldrini è l’eroina del giorno, ed è giusto che sia così, perché un paese che non difende la vittima di un’aggressione mediatica dai teppisti che l’hanno presa di mira è un paese che merita sul serio di finire sotto il Ruanda nelle classifiche della pubblica moralità. Non ha torto, però, Alessandro Sallusti che, sul Giornale, chiede che si mostri un minimo di sdegno anche per le offese sessiste che hanno colpito, e continuano a colpire, le donne di destra, di cui nessun opinionista autorevole ha mai preso le difese (anzi). Ma non succederà. Non si può contare su un incivilimento dell’Italia, che rimane pur sempre il paese del Caso Calabresi, cioè il paese della calunnia e delle pistole. Si spera che il fascismo grillita rimanga digitale o che almeno se ne scoraggi per tempo la conversione al manganello. © Riproduzione riservata sottostare a richieste improprie sono le piccole e medie imprese. «Esse», dice Simona Corrado, «non hanno i mezzi da dedicare alla creazione di dipartimenti specializzati a rapportarsi con i funzionari pubblici e nello stesso tempo non possono sopportare le perdite d’efficienza dovute ai tempi procedurali di si- SOTTO A CHI TOCCA Grillo ha spiegato ai suoi che gli insulti li fa solo lui DI D ISHMAEL isincantati e disillusi, dal mondo «resi glacial», parapapà-papà-papà, gli scettici blu del giornalismo d’opinione non si stupiscono di niente. Un deputato accusa le parlamentari di parte avversa d’aver fatto carriera col sesso orale? Embé? Vogliamo mettere la Tav? E l’Ilva di Taranto, eh, ve la siete già scordata, l’Ilva di Taranto? C’è ben altro di cui disperarsi che d’un po’ di satira da caserma. È assai più grave devastare il paesaggio della Val di Susa e provocare cancheri ai tarantini, sospirano i dandies del giornalismo senza macchia e senza paura. Paragonati a chi discute le sentenze della magistratura, o all’impudenza senza limiti di chi non riconosce la statura politica e intellettuale del Comico e del suo più stretto compagno d’armi, il Capellone, cosa volete che siano quattro energumeni che, strillando grandi «vaffa» all’indirizzo dei partiti rivali, bloccano con la forza le commissioni parlamentari? Agli occhi dei giornalisti blasé, che appaiono nei meglio salotti televisivi dopo aver meditato le loro elevate opinioni seduti a una scrivania, mordicchiando una penna d’oca mentre l’abat-jour «soffonde una luce blu», non c’è che uno scandalo: il sistema politico corrotto e ladro, bugiardo e baro, che urge abbattere. Non sono giornalisti qualsiasi. Sono giornalisti del Fatto quotidiano, in missione per conto di Dio, come i Blues Brothers nel film di John Landis. Non si scompongono nemmeno un po’ se le aule parlamentari e le sedi istituzioni sono trasformate in bivacco per i manipoli di Grillo Khan. Grillo e la sua Orda sono stati provocati: il «sistema» è marcio, non si salva nessuno, le donne sono donnacce, gli uomini zombie e facce da culo. Grillo forse esagera un po’, tanto che lui stesso ha invitato i suoi prodi guerrieri, come ha chiamato i parlamentari che hanno preso d’assalto i banchi del governo, a passare dagl’«insulti» al «sorriso di compatimento», quello che fa più male (come lui deve sapere per esperienza). Esagera, ma cosa sono le sue esagerazioni al confronto dell’evasione fiscale, dell’Olgettina, delle leggi elettorali che non piacciono al Guru? Una sigaretta profumata che fuma tra le dita, l’altra mano che regge un bicchierino d’assenzio, il giornalista di sangue blu sospira al pensiero che bisogna a tutti i costi esorcizzare l’Italia, prima che passi al lato oscuro della democrazia. (Dove con «lato oscuro» s’intende un insano rispetto le buone maniere, meno parolacce e meno arie, qualche pericolosa nozione di cultura generale). © Riproduzione riservata stemi poco trasparenti. Ne consegue che se non hanno la disponibilità finanziaria per far fronte all’estorsione di tangenti rischiano l’uscita dal mercato». Poi, attenzione: spesso sentiamo lamenti sugli scarsi investimenti stranieri in Italia. Il freno arriva dalla paura della corruzione più che dall’elevato costo del lavoro (per colpa delle imposte). «Gli investimenti che risentono maggiormente di percezioni negative sul livello di corruzione di un Paese sono quelli effettuati da operatori stranieri», aggiunge la ricercatrice. «Soprattutto negativo è l’impatto sui capitali stranieri destinati ad attività che presentano un basso grado di liquidità (a differenza dei capitali destinati ad attività finanziarie) attraverso i quali gli operatori assumono un impegno di medio–lungo periodo. In un Paese a forte corruzione gli investimenti si spostano a favore delle joint ventures, attività che avendo una componente nazionale vengono ritenute più adatte a rapportarsi col fenomeno corruttivo». Infine, quali sono le categorie percepite come più coinvolte nella corruzione in Italia? La politica (indicata da 4 intervistati su 5), le imprese (3,7), il sistema giudiziario (3,4), i media (3,3). Quelle ritenute meno corrotte sono le organizzazioni non governative, l’esercito, il sistema educativo e la polizia. Twitter: @gponziano © Riproduzione riservata Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 7 di 58 Gio 06/02/2014 Italia Oggi Pagina 10 Con 96 casi ogni 100 mila abitanti. Seguono Molise, Valle d' Aosta, Liguria, Calabria. Il Lazio è la regione più corrotta Maggiore è il decentramento e più alta è la corruzione. Corruzione. È stata oggetto anche di una tesi di laurea, che ha consentito a Simona Corrado (università dell' Aquila) di diventare dottore in Economia. Una ricerca sul campo, incrociando dati e rilevando tendenze. Ne esce l' identikit del malaffare nel nostro Paese. Innanzi tutto la classifica delle regioni per tasso di corruzione: il tasso è ricavato dal numero dei casi denunciati nel periodo 1980-2004 («crimini commessi dai funzionari pubblici ai danni della pubblica amministrazione») per centomila abitanti. In testa alla classifica c' è il Lazio con un tasso di corruzione 96 (cioè 96 casi ogni 100.000 abitanti), seguono: Molise (90), Valle D' Aosta (79), Liguria (77), Calabria (70), Sicilia e Sicilia (62), Friuli (61), Abruzzo (60), Campania (56), Basilicata (50), Toscana (49), Puglia (48), Umbria e Trentino (46), Piemonte (43), Marche (39), Lombardia (38), Veneto (37), Emilia-Romagna (35). «Questi dati si riferiscono all' ufficialità», dice la ricercatrice, «sicuramente vi è anche una forte presenza di «cifra nera», cioè reati che vengono commessi, ma di cui non si ha notizia. La "cifra nera" è sicuramente alta in quanto c' è paura nel denunciare e poca fiducia nella legge. Perciò sarebbe necessario incentivare la propensione dei cittadini a denunciare i fatti di corruzione con opportuni meccanismi di impunibilità del denunciante». Come si è "evoluta" la corruzione? Cioè qual è il tasso che si registra nel periodo successivo, dal 2004 al 2010? La classifica fotografa un mutamento geografico: al primo posto balza la Calabria, con un tasso di corruzione 19 (casi denunciati nei 7 anni ogni centomila abitanti), seguono: Basilicata (14), Molise (12) e Valle D' Aosta (12), Sicilia (10), Abruzzo (9), Puglia e Umbria (8), Campania (7), Friuli (6), Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Trentino e Veneto (5), Lombardia ed Emilia-Romagna (3). La situazione è peggiorata in alcune regioni come la Calabria, passata da 70 casi ogni centomila abitanti in 26 anni (dal 1980 al 2004 compresi) a 19 casi in 7 anni (dal 2004 al 2010 compresi) e migliorata in altre, come il Lazio (da 96 a 5). «C' è una netta distanza commenta Simona Corrado- tra le regioni del Nord e quelle del Sud; infatti, le regioni del Nord, sono quelle che nonostante l' elevata popolosità hanno il minor numero di delitti denunciati». La ricerca ha pure analizzato il rapporto tra la corruzione e il Pubblica Amministrazione decentramento dei poteri: «Per quanto riguarda - si rileva- la variabile federalismo costituita dal rapporto tra tributi propri ed entrate totali si nota come in quasi tutte le regioni esista una correlazione positiva, ovvero maggiore è il decentramento e maggiore è la corruzione. Una più decentrata gestione delle risorse non porta quindi alla diminuzione della corruzione nonostante ci si aspettasse il contrario. Quindi più la governance è "multi-level" e più risulta difficile attribuire le responsabilità dei suoi risultati a questa o a quella amministrazione e minori sono le possibilità di controllo a disposizione dei cittadini». L' aumento di un punto percentuale nell' indice della corruzione è associato ad una diminuzione complessiva del rapporto entrate pubbliche/Pil di 1,5 punti percentuali, una diminuzione del rapporto tra le entrate sotto forma di tasse e il Pil del 2,7% e un aumento del rapporto tra le entrate non da tassazione e il Pil dell' 1,3%. La corruzione diviene anche formula matematica: il burocrate vende il bene pubblico ad un prezzo pari a p+b in cui "p" è il corrispettivo per l' ottenimento del bene/servizio pubblico che va a finire nelle casse dello Stato, mentre "b" rappresenta la tangente intascata dal burocrate stesso, quindi la corruzione aumenta il prezzo del bene pubblico (e ne riduce la quantità venduta). Il risultato varia a seconda dei settori in cui si insinua l' illegalità. A sorpresa a guidare il moloch della corruzione è l' ambito della giustizia, dagli uscieri benevolenti ai curatori fallimentari disonesti (28,8%), seguono le pratiche doganali (13,9), il settore immobiliare (12,9), il sistema sanitario (10), le utilities (8,7), le imposte (6,9), l' accorciamento dei tempi per ottenere permessi di vario tipo (6,4). In Italia (la ricercatrice fa la media di vari rapporti e delle inchieste finora effettuate) ha pagato tangenti, o dato mance finalizzate a ottenere favori illegali di una certa rilevanza, il 3,8% della popolazione, ovvero oltre un milione di persone in età lavorativa. Sul piano economico, particolarmente esposte al rischio di dovere sottostare a richieste improprie sono le piccole e medie imprese. «Esse», dice Simona Corrado, «non hanno i mezzi da dedicare alla creazione di dipartimenti specializzati a rapportarsi con i funzionari pubblici e nello stesso tempo non possono sopportare le perdite d' efficienza dovute ai tempi procedurali di sistemi poco trasparenti. Ne consegue che se non Pagina 8 di 58 Gio 06/02/2014 Italia Oggi Pagina 10 hanno la disponibilità finanziaria per far fronte all' estorsione di tangenti rischiano l' uscita dal mercato». Poi, attenzione: spesso sentiamo lamenti sugli scarsi investimenti stranieri in Italia. Il freno arriva dalla paura della corruzione più che dall' elevato costo del lavoro (per colpa delle imposte). «Gli investimenti che risentono maggiormente di percezioni negative sul livello di corruzione di un Paese sono quelli effettuati da operatori stranieri», aggiunge la ricercatrice. «Soprattutto negativo è l' impatto sui capitali stranieri destinati ad attività che presentano un basso grado di liquidità (a differenza dei capitali destinati ad attività finanziarie) attraverso i quali gli operatori assumono un impegno di medio-lungo periodo. In un Paese a forte corruzione gli investimenti si spostano a favore delle joint ventures, attività che avendo una componente nazionale vengono ritenute più adatte a rapportarsi col fenomeno corruttivo». Infine, quali sono le categorie percepite come più coinvolte nella corruzione in Italia? La politica (indicata da 4 intervistati su 5), le imprese (3,7), il sistema giudiziario (3,4), i media (3,3). Quelle ritenute meno corrotte sono le organizzazioni non governative, l' esercito, il sistema educativo e la polizia. © Riproduzione riservata. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 9 di 58 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 10 di 58 . Gio 06/02/2014 24 Italia Oggi Pagina 24 G IU ST I Z I A E S O C I ETÀ Giovedì 6 Febbraio 2014 Le nuove norme approvate dal Parlamento europeo a seguito dello scandalo Libor Insider trading, pugno duro Ue Abusi informativi, sanzioni penali da quattro anni in su DI TANCREDI CERNE P ugno di ferro dell’Europa contro i reati finanziari. Per ripristinare la fiducia nei mercati e migliorare la tutela degli investitori, il Parlamento Ue ha approvato nuove norme che prevedono sanzioni penali da 4 anni in su per i reati di abuso d’informazioni privilegiate (insider trading), manipolazione di mercato, favoreggiamento e istigazione a commettere tali reati e manipolazione del tasso d’interesse Libor. «Si tratta di un grande passo in avanti per consentire ai tribunali in tutta Europa di fermare gli abusi di mercato», ha commentato la relatrice della proposta di legge, Arlene McCarthy. Quella approvata dall’Assemblea di Strasburgo rappresenta infatti la prima norma che introduce dure sanzioni penali a livello comunitario per gli abusi di mercato, con una pena minima di carcere di 4 anni per reati gravi come l’insider trading e la manipolazione di mercato. «Lo scandalo Libor può non essere l’ultimo», ha avver- tito McCarthy secondo cui accuse di manipolazione di mercato stanno emergendo anche nei mercati del petrolio, del gas e delle valute. Per garantire un’applicazione uniforme in tutta l’Unione europea, gli Stati membri dovranno chiedere ai giudici di condannare i trasgressori a un massimo di pena non inferiore a 4 anni di carcere per le forme più gravi d’insi- der trading e manipolazione di mercato e non meno di 2 anni per la divulgazione illegale di informazioni. «I reati di manipolazione di mercato, punibili con una pena detentiva di almeno 4 anni, includono la partecipazione in una transazione o un ordine che dà indicazioni false o fuorvianti in merito all’offerta, alla domanda o al prezzo di uno o più strumen- ti finanziari, o fornire input falsi o fuorvianti per manipolare il calcolo di tassi di riferimento, come il London Interbank Offered Rate (Libor) o l’Euro Interbank Offered Rate (Euribor)», si legge nel testo della normativa approvata dalla Pleniaria. «I reati di abuso di informazioni privilegiate puniti con 4 anni di carcere includono anche quelli in cui le infor- Online l’elenco delle auto senza polizza Il ministero dei trasporti mette a disposizione online i dati sulla copertura assicurativa Rca di auto e moto. Si potranno quindi consultare i numeri di targa degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei ciclomotori immatricolati in Italia che non risultano in regola con gli obblighi assicurativi. I cittadini inadempienti dovranno regolarizzare la propria posizione entro 15 giorni. Le informazioni, informa il ministero, «sono aggiornate dalle compagnie assicuratrici con cadenza giornaliera. Coloro i quali, sapendo di avere in corso un regolare contratto di assicurazione Rca, verifichino che il proprio veicolo non risulta assicurato, sono pregati di contattare subito la propria compagnia di assicurazione. I cittadini che, volendo utilizzare il proprio veicolo, non sono in regola con gli obblighi assicurativi, sono invitati a provvedere tempestivamente». Il ministero ricorda che, «a norma dell’articolo 193 del codice della strada, è vietato circolare su strada senza copertura assicurativa Rca e che è prevista la sanzione del pagamento di una somma da 841 a 3.366 euro, oltre al sequestro del veicolo». Scaduti i 15 giorni entro i quali i cittadini potranno regolarizzare la propria posizione si procederà alla trasmissione delle informazioni sui casi di inadempienza al competente ministero dell’interno affinché ne vengano informate tutte le forze di polizia e le prefetture competenti. mazioni sono utilizzate con l’intento di acquistare o vendere strumenti finanziari o di annullare o modificare un ordine». La normativa comunitaria concede tuttavia agli Stati membri la libertà di stabilire o mantenere sanzioni penali più severe per gli abusi di mercato rispetto a quelle stabilite dalla direttiva Ue. «I criminali che si arricchiscono attraverso la manipolazione dei mercati e l’insider trading non dovrebbero cavarsela solo con una sanzione amministrativa», ha aggiunto la seconda relatrice della normativa, Emine Bozkurt. «Abbiamo permesso alle autorità di perseguire tali crimini in modo più efficace, sia fornendo formazione e risorse per il loro personale sia rendendo possibile l’estensione della giurisdizione per affrontare la criminalità transfrontaliera». Una volta che il progetto di direttiva sarà approvato formalmente dal Consiglio dei ministri, gli Stati membri avranno a disposizione 24 mesi di tempo per dare attuazione alle disposizioni comunitarie. © Riproduzione riservata BREVI A fronte di una crisi del mercato delle opere pubbliche che nel 2013 si approfondisce ulteriormente, l’edilizia sostenibile mostra di muoversi in controtendenza e di essere una concreta opportunità per ridare slancio a un comparto fondamentale per rilanciare occupazione e investimenti. È quanto emerge, in estrema sintesi, dal rapporto «Il Partenariato pubblico e privato e l’edilizia sostenibile in Italia nel 2013». Curato da Unioncamere, e realizzato in collaborazione con Cresme Europa Servizi - lo studio è stato presentato oggi a Roma nel corso di un convegno organizzato da Unioncamere ed è disponibile su www.unioncamere.gov.it e www. infopieffe.it. Ieri mattina ad Ostia, presso la Caserma «IV Novembre», alla presenza del Comandante generale della Guardia di finanza, Saverio Capolupo, si è svolta la cerimonia di inaugurazione del Centro lingue estere della Guardia di finanza. L’edificio è dotato di 314 posti d’aula dislocati in nove aule didattiche, quattro laboratori linguistici (con 78 postazioni multimediali), due aule «one to one» e una conference hall. Un’imposta che svantaggia le imprese collegate, nell’ambito di un gruppo, a società stabilite in un altro stato membro costituisce Pubblica Amministrazione Migliorare i servizi a favore delle imprese, grazie a canali dedicati di assistenza e informazione che incrementino un confronto continuo, agevolando i rapporti tra il mondo della riscossione e quello imprenditoriale. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato tra Equitalia Nord e Cna Servizi Srl (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola Il presidente e il direttore e media impresa) della provincia di della Commissione tributaria Milano e Monza Brianza. L’accordo, regionale di Venezia hanno reso firmato dal direttore generale di noto la cerimonia dell’inaugu- Equitalia Nord, Adelfio Moretti, e dal razione dell’Anno giudiziario presidente di Cna Servizi, Stefano tributario 2014 si svolgerà sabato 1° Mazzocchi, prevede l’attivazione di marzo 2014 dalle ore 09:30, presso la uno sportello telematico dedicato Sala congressi della Cassa di rispar- agli associati. Tramite il sito intermio di Venezia - con sede in Mestre net www.gruppoequitalia.it, nella sezione Contatti, i delegati di Cna - Via Torino 164 - Venezia. Servizi Milano e Monza Brianza possono richiedere informazioni, ricevere assistenza su pratiche per le quali non è necessario prestradali. Occorre infatti che le preoccupasentare documentazione in zioni sulla persistenza dei requisiti tecnici originale ed eventualmente di cui devono disporre tutti i conducenti fissare un appuntamento. dei veicoli siano ragionevoli, gravi e concordanti. Nel caso esaminato dal collegio Sulla Gazzetta Ufficiale gli elementi adottati dalla motorizzazione n. 29 di ieri è stato pubblicanon sono idonei a ottemperare all’onere to il decreto del presidente motivazionale posto a carico della pubblica del consiglio dei ministri amministrazione. La revisione della paten25 ottobre 2013 recante «Dete, conclude la sentenza, comporta infatti terminazione dei criteri per verifiche impegnative circa l’idoneità alla la ripartizione dei fondi di guida dell’autista e incide notevolmente cui agli articoli 9 e 15 della sulle abitudini di vita del destinatario legge 15 dicembre 1999, n. dell’atto. Quindi i dubbi sottesi all’ado482, in materia di tutela zione del provvedimento devono essere delle minoranze linguistiseri e fondati. Non basta una distrazione che storiche, per il triennio occasionale al volante. 2014-2016». Stefano Manzelli del fatturato complessivo realizzato. Lo ha sostenuto la Corte di giustizia europea nella sentenza, depositata ieri, nella causa C-385/12, Hervis Sportés Divatkereskedelmi Kft./ Nemzeti Adó- és Vámhivatal Közép-dunántúli Regionális Adó Föigazgatósága. La Corte di giustizia europea una discriminazione indiretta fondata sulla sede delle società. Ciò potrebbe verificarsi nel caso dell’imposta ungherese sul fatturato del commercio al dettaglio dovuta dall’insieme delle imprese collegate sulla base Navigatore distrae? Perdonato chi guida L’automobilista che finisce fuori strada a causa di manovre negligenti sul navigatore non deve essere necessariamente sottoposto a revisione della patente. Una distrazione momentanea al volante infatti non è di per sé idonea a incidere sull’idoneità tecnica alla guida dei veicoli. Lo ha stabilito il Tar Liguria, sez. II, con la sentenza 24 gennaio 2014, n. 144. La revisione della patente è disciplinata dal codice stradale il quale dispone che siano sottoposti a visita medica o ad esame di idoneità i titolari della licenza di guida qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti fisici e psichici prescritti o dell’idoneità tecnica richiesta. Ma per l’applicazione di questa misura cautelare non basta una semplice infrazione alle regole Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 11 di 58 Gio 06/02/2014 Italia Oggi Pagina 24 Navigatore distrae? Perdonato chi guida L' automobilista che finisce fuori strada a causa di manovre negligenti sul navigatore non deve essere necessariamente sottoposto a revisione della patente. Una distrazione momentanea al volante infatti non è di per sé idonea a incidere sull' idoneità tecnica alla guida dei veicoli. Lo ha stabilito il Tar Liguria, sez. II, con la sentenza 24 gennaio 2014, n. 144. La revisione della patente è disciplinata dal codice stradale il quale dispone che siano sottoposti a visita medica o ad esame di idoneità i titolari della licenza di guida qualora sorgano dubbi sulla persistenza dei requisiti fisici e psichici prescritti o dell' idoneità tecnica richiesta. Ma per l' applicazione di questa misura cautelare non basta una semplice infrazione alle regole stradali. Occorre infatti che le preoccupazioni sulla persistenza dei requisiti tecnici di cui devono disporre tutti i conducenti dei veicoli siano ragionevoli, gravi e concordanti. Nel caso esaminato dal collegio gli elementi adottati dalla motorizzazione non sono idonei a ottemperare all' onere motivazionale posto a carico della pubblica amministrazione. La revisione della patente, conclude la sentenza, comporta infatti verifiche impegnative circa l' idoneità alla guida dell' autista e incide notevolmente sulle abitudini di vita del destinatario dell' atto. Quindi i dubbi sottesi all' adozione del provvedimento devono essere seri e fondati. Non basta una distrazione occasionale al volante. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 12 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Messaggero Pagina 6 -MSGR - 20 CITTA - 6 - 06/02/14-N: 6 Primo Piano Giovedì 6 Febbraio 2014 www.ilmessaggero.it Stretta Rc Auto una banca dati per punire chi non paga Verifica on line, poi interviene la polizia `Alla Camera salta la riforma del settore Le polizze Rc auto PREZZO ANNUO PER IL CLIENTE Dati medi. Cifre in euro PREZZO SOLO AUTO Italia PREZZO SOLO MOTO 526 491 ROMA Quindici giorni di tempo per fare l’assicurazione auto. Poi partirà la denuncia a polizia e prefettura. Stretta del governo su chi guida senza polizza di responsabilità civile. Il ministero dei Trasporti ha attivato sul suo sito l'applicazione per l'accesso alle informazioni sulla copertura assicurativa dei veicoli. E se gli automobilisti in difetto, magari anche solo perché vittime inconsapevoli di una truffa da parte di agenti senza scrupoli, non si metteranno in regola nel giro di due settimane, ha annunciato ieri il dicastero, «si procederà alla trasmissione delle informazioni al ministero degli Interni». Con conseguenze pesanti in quanto circolare su strada senza copertura prevede sanzioni comprese tra 841 e 3 mila e 366 euro, oltre al sequestro del veicolo. L'applicazione messa a disposizione degli italiani (tra i quali ci sarebbero 3,8 milioni di non assicurati) consente di consultare i numeri di targa degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei ciclomotori immatricolati non assicurati e le informazioni sono aggiornate dalle compagnie con cadenza giornaliera. «Coloro i quali – hanno avvertito i Trasporti - convinti di avere un contratto di assicurazione Rc auto, verifichino che il veicolo non risulta assicurato, sono pregati di contattare subito la compagnia di assicurazione. I cittadini che, volendo utilizzare il proprio veicolo, non sono in regola con gli obblighi assicurativi, sono invitati a provvedere tempestivamente». «Abbiamo l'obbligo di superare il record negativo che ci vede unico paese europeo con 10 auto su cento che circolano senza assicurazione» ha spiegato il sottosegretario ai trasporti Erasmo D'Angelis. Gli automobilisti non in regola «possono essere sanzionati anche grazie alla prova fotografica di telecamere Ztl e Tutor». LE REGOLE Al passo in avanti nella lotta contro gli evasori dell’Rc-auto, si è contrapposto ieri lo stop alle nuove norme sull'assicurazione che il governo aveva inserito nel de- RISARCIMENTI CASO MORTE 278 291 649.000 Incidenza sugli aumenti in Italia FRODI 279 150 40-45% RISCHIO STRADALE (uso del cellulare, niente cinture...) 138.000 55.000 *Francia, Spagna, Germania, Regno Unito ANSA Regole Ue Più tutele per chi viaggia in aereo Tra un paio d'anni potrebbe aprirsi una nuova era per il settore aereo, con più oneri per le compagnie, ma più diritti per i passeggeri, dopo che l'Europarlamento ha adottato una proposta di direttiva per rafforzare le regole in caso di ritardi, reclami o fallimenti dei vettori. Informazioni chiare negli aeroporti, compensazioni finanziarie per ritardi e cancellazioni, obbligo di rispondere ai reclami, maggiore flessibilità sui bagagli e garanzie in caso di bancarotta: sono queste le principali misure contenute nel testo votato ieri dall'Europarlamento e che ora dovrà essere negoziato con i governi dell'Unione Europea. Quella dei diritti dei © RIPRODUZIONE RISERVATA Equitalia, stop alle «cartelle pazze» si possono sospendere con un clic ROMA Da ieri le cartelle esattoriali che contengono importi non dovuti si possono sospendere anche on line, direttamente sul sito di Equitalia (www. gruppoequitalia.it). La società di riscossione amplia e facilita questa forma di tutela per il contribuente, introdotta autonomamente nel 2010 e poi ufficializzata con la legge di stabilità dell’anno scorso. Ora non è più necessario individuare l’agente della riscossione competente, scaricare il relativo modulo compilarlo e inviarlo: si può fare tutto davanti al pc, allegando copie digitalizzate della documentazione richie- 35.000 25-30% Fonte: Ania creto Destinazione Italia. Al termine di una riunione tra i capi gruppo di maggioranza e il governo, i relatori della commissione Finanze della Camera Raffaello Vignali (Ncd) e Yoram Gutgeld (Pd), hanno chiesto la soppressione dell'articolo 8. Ed ora le norme potrebbero confluire in un apposito disegno di legge. La riforma prevedeva una serie di novità per il contenimento dei costi dell'assicurazione e per prevenire le frodi, attraverso il risarcimento presso carrozzerie convenzionate con le imprese assicurative le prestazioni di servizi medico-sanitari offerte da professionisti anch'essi convenzionati. Di «occasione persa per ridurre i costi» ha parlato l’Ania. Mentre in Parlamento esultano le opposizioni e una vasta area del Pd. Nel mirino erano finiti in particolare il depennamento dei risarcimenti per i danni lievi e la decadenza del diritto di richiesta di risarcimento in mancanza di apertura della pratica entro 90 giorni dall’incidente. Michele Di Branco LA NOVITÀ Big Ue* DANNO PATRIMONIALE A POSSIBILI BENEFICIARI 60% ` ASSICURAZIONI Incidenza sui prezzi del costo del sinistro in Italia sta. Dunque da quando la cartella viene notificata ci sono 90 giorni di tempo per chiedere la sospensione, nel caso in cui il tributo a cui si riferisce sia già stato pagato, oppure non sia più dovuto a causa di una sentenza giudiziaria favorevole o per un altro motivo. A quel punto Equitalia sospenderà qualsiasi attività di riscossione e invierà tutta la documentazione all’ente creditore (cioè quello al quale spetterebbe il tributo, ad esempio il Comune) il quale dovrà verificare come stanno effettivamente le cose. MANCATA RISPOSTA Se l’ente non risponde entro 220 giorni, la cartella sarà auto- maticamente annullata e le somme non saranno più dovute. Questa nuova modalità tecnologica per far valere i propri diritti dovrebbe contribuire ad archiviare definitivamente un’epoca di rapporti non proprio felici tra pubbliche amministrazioni e contribuente, quella delle cartelle pazze, che negli anni Novanta a più ripre- PIÙ FACILE AVVALERSI DELLA TUTELA IN CASO DI TRIBUTO GIÀ PAGATO OPPURE CANCELLATO DAL GIUDICE se si erano abbattute sui cittadini italiani. «In questi anni - ha spiegato l’amministratore delegato della società di riscossione Benedetto Mineo - siamo riusciti a perfezionare i nostri sistemi informatici per evitare quelle situazioni eccezionali che si sono verificate prima della nascita di Equitalia; qualche problema però si può ancora verificare quando l'ente fornisce informazioni errate o parziali». E un’ulteriore novità in tema di riscossione dovrebbe arrivare con il decreto legge detto “Destinazione Italia” approvato in commissione alla Camera. Un emendamento prevede che per il 2014 siano sospese le cartelle a «imprese titolari di passeggeri «è la storia di Davide contro Golia», ha ricordato il relatore del provvedimento, il lussemburghese del PPE, George Bach: malgrado l'esistenza di una Carta dei Diritti, «solo il 2% dei passeggeri ottiene realmente un risarcimento dopo la presentazione di una denuncia contro una compagnia aerea». In realtà, le compagnie aeree sono sul piede di guerra per gli extra costi della nuova regolamentazione. L'associazione che riunisce i vettori in Germania ha avvertito che il testo proposto dall'Europarlamento porterà a «voli più costosi e tempi di attesa più lunghi. D. Car. © RIPRODUZIONE RISERVATA crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, per somministrazione, forniture, appalti e servizi anche professionali maturati nei confronti della Pubblica Amministrazione e certificati, qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». NUOVO TASSELLO Dunque in se lo Stato o un altro ente è in ritardo con il pagamento, l’azienda non sarà tenuta a pagare il proprio debito tributario. Si tratta di un ulteriore tassello legislativo in un panorama che già prevede la possibilità di compensare non solo le cartelle esattoriali con i crediti verso la pubblica amministrazione ma anche questi ultimi con i debiti fiscali del contribuente, prima che siano iscritti a ruolo. La sospensione dovrebbe permettere al contribuente di attuare poi la compensazione in un successivo momento. L. Ci. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corte dei conti: Italia sottovalutata dalle agenzie di rating IL CASO ROMA Quanto vale l'Italia? E con quali criteri bisogna valutarla? Economici, culturali, monetari? Bisogna fermarsi al Pil, al debito sovrano, alla stabilità dei governi o c'è anche altro? Secondo la lettera inviata dalla Corte dei Conti alle Agenzie di rating, da tempo interessate da un'istruttoria aperta dal Procuratore Generale del Lazio, Raffaele De Dominicis, sembra che Pil e debito pubblico non bastino, almeno per un Paese che ha un patrimonio storico, artistico e letterario prodotto (e sì, prodotto, proprio come da un'azienda) in millenni. Per questo, secondo il ragionamento della Corte dei Conti, le tre agenzie che dal primo luglio 2011 al 13 gennaio 2012 abbassa- Pubblica Amministrazione rono a più riprese il rating dell' Italia quasi a livello «spazzatura» con effetti negativi sullo spread, sui tassi di interesse dei titoli di stato e quindi sul debito sovrano, avrebbero sbagliato le proprie analisi creando enormi danni all'Italia. I danni sarebbero stati valutati in 234 miliardi di euro. La cifra non viene confermata dalla Corte dei Conti tanto più che l'istruttoria è ancora in corso. «È del tutto prematuro nella attuale fase di indagine qualsiasi quantificazione in merito ad un eventuale risarcimento» afferma in una nota la magistratura contabile, ma la cifra viene confermata da fonti accreditate. Secondo la lettera della Corte dei Conti, Standard & Poor's, Moody's e Fitch nelle loro valutazioni non avrebbero tenuto conto della ricchezza immate- riale dell'Italia, ricchezza data dal patrimonio artistico e culturale, storico e letterario. Calcolare quel valore è complesso. Chiariamo: il punto non è dare un prezzo alla fontana di Trevi per venderla in caso di bancarotta, quel calcolo meglio lasciarlo a Totò, ma si può calcolare tutto il giro d'affari che quel bene è in grado di produrre (dalle statuine che riproducono il capolavoro La sede di Standard and Poor’s L’ACCUSA: NON STIMANO IL PATRIMONIO ARTISTICO DEL PAESE AVVIATA L’ISTRUTTORIA S&P: «NON È UNA COSA SERIA, CI OPPORREMO» Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 -TRX IL:05/02/14 del Bernini all'affitto per spot e film che, tra l'altro, si richiamano a «La Dolce Vita» altro capolavoro che ha contribuito a creare l'Italian Syle). È il paradosso dell' Italia che un genio come Orson Wells aveva ben capito. «In Italia - diceva nel ”Terzo Uomo” - sotto i Borgia hanno avuto guerre, terrore, omicidi e stragi ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento». Tornando all'oggi, la sortita della Corte dei Conti non è piaciuta per niente alle agenzie, soprattutto a S&P's che ha diffuso la seguente dichiarazione: «L'accusa è inconsistente, superficiale e priva di fondamento; ci opporremo con tutte le nostre forze». E questa volta le agenzie di ratinmg non hanno davvero torto. R. Ec. © RIPRODUZIONE RISERVATA 23:06-NOTE: Pagina 13 di 58 Gio 06/02/2014 Il Messaggero Pagina 6 Equitalia, stop alle «cartelle pazze» si possono sospendere con un clic LA NOVITÀ ROMA Da ieri le cartelle esattoriali che contengono importi non dovuti si possono sospendere anche on line, direttamente sul sito di Equitalia (www.gruppoequitalia.it). La società di riscossione amplia e facilita questa forma di tutela per il contribuente, introdotta autonomamente nel 2010 e poi ufficializzata con la legge di stabilità dell' anno scorso. Ora non è più necessario individuare l' agente della riscossione competente, scaricare il relativo modulo compilarlo e inviarlo: si può fare tutto davanti al pc, allegando copie digitalizzate della documentazione richiesta. Dunque da quando la cartella viene notificata ci sono 90 giorni di tempo per chiedere la sospensione, nel caso in cui il tributo a cui si riferisce sia già stato pagato, oppure non sia più dovuto a causa di una sentenza giudiziaria favorevole o per un altro motivo. A quel punto Equitalia sospenderà qualsiasi attività di riscossione e invierà tutta la documentazione all' ente creditore (cioè quello al quale spetterebbe il tributo, ad esempio il Comune) il quale dovrà verificare come stanno effettivamente le cose. MANCATA RISPOSTA Se l' ente non risponde entro 220 giorni, la cartella sarà automaticamente annullata e le somme non saranno più dovute. Questa nuova modalità tecnologica per far valere i propri diritti dovrebbe contribuire ad archiviare definitivamente un' epoca di rapporti non proprio felici tra pubbliche amministrazioni e contribuente, quella delle cartelle pazze, che negli anni Novanta a più riprese si erano abbattute sui cittadini italiani. «In questi anni - ha spiegato l' amministratore delegato della società di riscossione Benedetto Mineo - siamo riusciti a perfezionare i nostri sistemi informatici per evitare quelle situazioni eccezionali che si sono verificate prima della nascita di Equitalia; qualche problema però si può ancora verificare quando l' ente fornisce informazioni errate o parziali». E un' ulteriore novità in tema di riscossione dovrebbe arrivare con il decreto legge detto ?Destinazione Italia? approvato in commissione alla Camera. Un emendamento prevede che per il 2014 siano sospese le cartelle a «imprese titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, per somministrazione, forniture, appalti e servizi anche professionali maturati nei confronti della Pubblica Amministrazione e certificati, qualora la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato». NUOVO TASSELLO Dunque in se lo Stato o un altro ente è in ritardo con il pagamento, l' Pubblica Amministrazione azienda non sarà tenuta a pagare il proprio debito tributario. Si tratta di un ulteriore tassello legislativo in un panorama che già prevede la possibilità di compensare non solo le cartelle esattoriali con i crediti verso la pubblica amministrazione ma anche questi ultimi con i debiti fiscali del contribuente, prima che siano iscritti a ruolo. La sospensione dovrebbe permettere al contribuente di attuare poi la compensazione in un successivo momento. L. Ci. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 14 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 18 Norme e tributi Telefisco 2014. Il quadro dopo il chiarimento fornito dall’Agenzia sull’applicazione del nuovo strumento Ctp di Reggio Emilia. Salvagente per il contribuente Redditometro, dati incerti La consegna del contratto nonfascattareil«casod’uso» Sulla quota di risparmio divergenza tra Entrate e Garante privacy Laura Ambrosi 2014 Dario Deotto La quota di risparmio dell’annononpuòassumererilevanza ai fini del redditometro, nonostantequantoriportatodalle Entrate a Telefisco 2014. Va notato che nelle conclusioni del ProvvedimentodelGarantedella privacy del 21 novembre 2013 nonviene in alcun modo fatto riferimento alla possibilità di utilizzare la quota di risparmio: il Garante (punto G.3) prescrive all’agenzia delle Entrate di tenere conto «dei soli dati relativi alle spese certe, alle spese per elementi certi e al fitto figurativo». Della quota di risparmio non c’è traccia;l’Agenzia,invece,sostiene che la quota di risparmio non appare interessata dai rilievi del Garante. Occorre osservare che i rilievi del Garante riguardano tutto il contenuto del Dm 24 dicem- bre 2012 (il decreto attuativo del redditometro), il quale contempla anche la quota di risparmio dell’anno. La quota di risparmio viene quindi citata nella parte iniziale del Provvedimento, ma non nella parte finale in cui vengono riportati gli elementi che secondo lo stesso Garante - possono rilevare ai fini del redditometro. Se ne deduce che, anche per il Garante, la quota di risparmio non può assumere rilevanza ai fini del redditometro. D’altronde, va considerato che l’accertamento sintetico si è sempre contraddistinto per il principio (che nasce sostanzialmente con il Rd 1261/1932) che, se un soggetto ha speso, si può presumere che prima abbia guadagnato. Si tratta di un principio cosiddetto "inverso", che poi con la riforma degli anni Settanta - fondata principalmente, per gli accertamenti, sulla rettifica analitica - è stato considerato una vera e propria anomalia. Tant’è che proprio per questo è stato previsto che nell’accertamentosinteticolarettificapotesse essere effettuata solamente quandoilreddito accertabile superava di un quarto (ora di un quinto) quello dichiarato. Sul concettochelaspesapresuntivamente non può che derivare dal reddito prodotto si è basato anche il vecchio redditometro (quello applicabile fino al 2008). Perilprecedentestrumentoredditometrico,infatti,iprevisti coefficienti moltiplicatori non volevano altro che individuare figurativamente la capacità che un soggetto aveva di mantenere determinati beni e servizi: quindi, in sostanza, una capacità di spesa (ed è per questo che vecchioenuovoredditometrorisultano pienamente confrontabili). In tutto questo, va rilevato chelanormadacuiderivailnuovo redditometro (articolo 38, comma 5, del Dpr 600/1973) stabilisce che il decreto di attuazione (Dm 24 dicembre 2012) deve individuareilcontenutoinduttivodielementidicapacitàcontributiva. Il Dm 24 dicembre 2012 prevede chiaramente che per elemento di capacità contributiva si intende «la spesa sostenuta dal contribuente». Il decreto, però, alla fine dell’articolo1menzionaanchela quota di risparmio dell’anno. Il principio sarebbe il seguente: l’incremento delle disponibilità finanziariepotrebbepresuntivamente essere considerato derivante da una ricchezza (imponibileomeno)formatasinellostesso anno in cui si è generato l’in- L’evoluzione 01 | IL DM In base al Dm 24 dicembre 2012, ai fini del redditometro rilevano: le spese correnti, la quota delle spese per investimenti, le spese medie Istat (e derivanti da analisi e studi socio economici) e la quota di risparmio dell’anno 02 | IL GARANTE PRIVACY Per le indicazioni del Garante della privacy si dovrebbero considerare: le spese certe (compresi anche gli investimenti); le spese per elementi certi (relative alla disponibilità di abitazioni e mezzi di trasporto); il fitto figurativo 03 | L’AGENZIA Per le Entrate (indicazioni fornite a Telefisco 2014) rileverebbero invece: le spese certe (compresi anche gli investimenti); le spese per elementi certi (relative alla disponibilità di abitazioni e mezzi di trasporto); il fitto figurativo; la quota di risparmio dell’anno cremento. Tutto ciò, però, risulta in contrasto con la ratio dell’accertamentosintetico,fondato sul concetto di spesa, oltrechécon le disposizioni successive dello stesso decreto di attuazione. Va notato, infatti, che l’articolo 4 del decreto, che si occupa delle possibili giustificazioni (erroneamente definite «prove») del contribuente, fa sempre riferimento alla possibilità di giustificare come sono state sostenute le spese (con redditi esenti, con redditi di altri anni, eccetera). Mai viene fatto cenno alla possibilitàdigiustificare l’incremento della quota di risparmio. La sensazione è che la quota di risparmio sia stata inserita nel decreto all’ultimo momento, per "assecondare" la nuova comunicazioneintegrativa dei dati finanziari del Dl 201/201, la quale, comunque, può essere utilizzata solo per la selezione delle posizioni da sottoporre a controllo e non per gli accertamenti. Anche quest’ultima considerazione avvalora il fatto che laquotadirisparmiononpuòessere assunta ai fini della determinazione del reddito presunto, come sembra dire anche il Garante della privacy. © RIPRODUZIONE RISERVATA Va segnalato, in proposito, Consegnare un contratto che gli atti da registrare solo all’agenzia delle Entrate ai fi- in "caso d’uso" sono quelli ni della difesa per il reddito- per i quali l’obbligo di richiemetro, non realizza il «caso derela registrazionesorge sod’uso» per il quale conseguo- lonelmomentoincuisonodeno le imposte di registro. Ad positati, per essere acquisiti affermarlo è la Ctp di Reggio pressole cancelleriegiudiziaEmilia con la sentenza nume- rie nell’esplicazione dell’attiro 54/3/2014 depositata il 30 vità amministrativa o presso gennaio 2014 (Presidente ed le pubbliche amministrazioni estensore Marco Montanari). delloStatoodeglientipubbliLa singolare vicenda trae ci territoriali e i rispettivi ororigine da un questionario inviato a una contribuente al fine di ottenere informazioni CONTRO IL SINTETICO circa la disponibilità di som- La presentazione me. Quest’ultima, in sede pre- di un accordo di mutuo contenziosa, ha prodotto un contratto di mutuo, concluso per difendersi per corrispondenza con un non obbliga a pagare terzo soggetto privato. l’imposta di registro L’attoera necessarioper attestareche ildenaro nellapropria disponibilità proveniva gani di controllo, salvo che il da un prestito ottenuto da un deposito avvenga in adempiconoscente. mento di un’obbligazione di Tuttavia, se da un lato, ai fi- tali amministrazioni ovvero ni delle imposte dirette, l’agen- che sia obbligatorio per legge zia delle Entrate ha accolto la o regolamento. Solo in tale tesi difensiva della contri- ipotesi, sorgecontestualmenbuente, ritenendo giustificata te l’obbligo di versamento la disponibilità di denaro, dell’imposta di registro. L’ufficio, dunque, ritenendall’altro, ai fini delle indirette, ha emesso un avviso di li- do che il deposito del contratquidazione, in quanto il depo- todi mutuotraprivati costitusito di tale contratto avrebbe isse "l’uso" dello stesso, con il provvedimento emesso, ha integrato il "caso d’uso". preteso l’imposta di registro conseguente. L’avviso di liquidazione è stato così impugnato dinanzi alla commissione tributariaprovinciale,laquale accogliendo il ricorso, ha fornito alcune precisazioni sulla questione. Preliminarmente i giudici emiliani hanno precisato che in tema di imposta di registro si ha caso d’uso quando un atto si deposita presso le amministrazioni dello Stato per essere acquisito agli atti. Il verbo "deposita" nella norma, non è impiegato per indicare una modalità di consegna dell’atto alla pubblica amministrazione, ma bensì perindicareun effettosostanziale e cioè l’acquisizione dell’atto medesimo a fini giuridici e operativi. Nella specie, la consegna avvenuta in sede precontenziosa, non aveva certamente uno scopo "sostanziale" del contratto stesso, ma è servita semplicemente per rendere nota all’ufficio l’esistenza di quell’accordo. A ciò non poteva quindi conseguire la pretesa dell’imposta di registro e pertanto il collegio ha annullato gli avvisi emessi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le risposte ai quesiti dei lettori È possibile consultare le risposte fornite dagli esperti ai quesiti mandati durante Telefisco al forum dedicato e alla mail. Per vedere le risposte basta andare su www.ilsole24ore.com/ telefisco. Di seguito le risposte ad alcuni quesiti arrivati alla casella di posta elettronica. Le prime risposte sono state pubblicate sul Sole 24 Ore di ieri. Paga l’Imu l’immobile merce in costruzione L’Imu è esentata sugli immobili merce destinati alla vendita, ma se l’immobile è in fase di costruzione e quindi ancora accatastato come area edificabile l’Imu è dovuta? Sì, l’Imu è dovuta sull’area in corso di costruzione. Dopo l’ultimazione e l’accatastamento il fabbricato diviene esente da Imu e rimane escluso fino alla vendita o alla locazione. R Quando si comunica il finanziamento Nelle comunicazioni dei beni ai soci e dei finanziamenti, i finanziamenti effettuati da società fiduciarie vanno indicati? Sì se la fiduciaria agisce per conto di un socio persona fisica. R Compensazioni interne senza visto Per compensare un’ imposta a debito con un credito della stessa natura ( per es. Irap con Irap) per importo superiore a 15mila euro è necessario il visto? Per le compensazioni "interne" o verticali non c’è obbligo di visto. R NOTIZIE In breve CONFEDILIZIA «Tornare allo Statuto del contribuente» Torniamo ai «principi di civiltà giuridica dello Statuto del contribuente», una legge del 2000 che «non è stata quasi mai applicata». È l’appello del segretario generale di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in audizione alla commissione bicamerale per la Semplificazione. Spaziani propone di «dare forza costituzionale» ai principi dello statuto come l’irretroattività delle leggi tributarie o l’impossibilità di prevedere adempimenti ravvicinati (meno di 60 giorni) all’entrata in vigore di una norma. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 La ditta individuale non deve comunicare Una ditta individuale in contabilità ordinaria o semplificata con conto corrente dedicato è tenuto a comunicare il finanziamento del titolare e l’utilizzo promiscuo dell’auto da parte dello stesso? In caso di impresa individuale non scatta l’obbligo di comunicazione né in relazione agli apporti effettuati dal titolare né in relazione all’utilizzo "privato" dei beni d’impresa. R compensi resta, pertanto, fissato a 30mila euro. Registro al 9% per l’area edificabile Quale imposta di registro si applica sull’acquisto di aree edificabili da privati soggette e non a piano particolareggiato. La vendita di area edificabile da parte di soggetto privato sconta: l’imposta di registro del 9% (sul prezzo); l’imposta ipotecaria fissa (50 euro); l’imposta catastale fissa (50 euro). R Compensazioni: limiti La fiduciaria «esenta» sugli importi dell’anno dal quadro RW L’incremento del limite per le compensazioni a 700mila euro riguarda i crediti formatisi a partire dal 1’ gennaio 2014, ovvero anche i crediti formatisi precedentemente per le compensazioni operate a partire dal 1’ gennaio I limiti della compensazione riguardano gli importi che vengono utilizzati nei modelli F24 dell’anno, anche perché sarebbe praticamente impossibile gestire diversi massimali in funzione dell’anno di formazione del credito. R Per i «minimi» il tetto resta a 30mila euro Vorrei sapere se, per il regime dei minimi è stato elevato il tetto di permanenza o accesso da 30mila a 65mila euro così come autorizzato dalla Ue. L’autorizzazione all’elevazione del tetto è stata richiesta dall’Italia ma non è stata a tutt’oggi emanata una norma che sancisca tale elevazione ai fini della fruizione dei regimi contabili agevolati. Il tetto dei ricavi o R Una persona fisica italiana che detiene partecipazione estera tramite società fiduciaria italiana deve indicarne il valore nel quadro RW? Le partecipazioni estere direttamente detenute attraverso società fiduciarie italiane non vanno indicate in RW per effetto dell’articolo4, comma 3 delDl 167/90. Si veda anche la circolare 38/E/2013. In occasione del Telefisco 2014 (si veda la risposta 14) è stato anche chiarito che se la società estera detenuta mediante fiduciaria detenesse a sua volta partecipazioni in società estere,la persona fisica non deve indicare queste ultime nel quadro RW. L’esonero spetta anche quando la persona fisica possa essere considerata"titolare effettivo" delle partecipazioni detenute indirettamente, in quanto possiedaindirettamente oltre il 25% del capitale di tali società. R RISPOSTE A CURA DI Angelo Busani, Gianfranco Ferranti, Luca Gaiani, Marco Piazza, Paolo Rana, Paolo Ranocchi, Raffaele Rizzardi, Gian Paolo Tosoni UNIVERSITÀ Facoltà a numero chiuso: iscrizioni dal 12 febbraio e test ad aprile Le domande di partecipazione ai test d’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso a livello nazionale dovranno essere presentate, solo online, dal 12 febbraio all’11 marzo. Il ministro dell’Istruzione ha firmato il decreto che stabilisce contenuti e modalità di svolgimento delle prove. I primi a cominciare, l’8 aprile, saranno gli aspiranti medici. Anche in questa tornata restano 60 i quesiti a cui i candidati dovranno rispondere in 100 minuti. Le prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale (medicina e chirurgia, odontoiatria, medicina veterinaria, corsi finalizzati alla formazione di architetto, professioni sanitarie) da quest’anno si svolgeranno in aprile, fatta eccezione per i corsi delle professioni sanitarie. Un anticipo deciso – ricorda il Miur – per allineare l’Italia alla prassi di altri paesi, con il doppio scopo di favorire l’ingresso di studenti stranieri e consentire il tempestivo avvio dei corsi sin dall'inizio dell’anno accademico. Il Miur ha anche nominato ieri la professoressa Anna Maria Ajello presidente dell’Invalsi. Q APPROFONDIMENTO ON LINE Le date dei test per l’accesso www.ilsole24ore.com Pagina 15 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 18 Ctp di Reggio Emilia. Salvagente per il contribuente. La consegna del contratto non fa scattare il «caso d' uso» CONTRO IL SINTETICO La presentazione di un accordo di mutuo per difendersi non obbliga a pagare l' imposta di registro. Laura Ambrosi Consegnare un contratto all' agenzia delle Entrate ai fini della difesa per il redditometro, non realizza il «caso d' uso» per il quale conseguono le imposte di registro. Ad affermarlo è la Ctp di Reggio Emilia con la sentenza numero 54/3/2014 depositata il 30 gennaio 2014 (Presidente ed estensore Marco Montanari). La singolare vicenda trae origine da un questionario inviato a una contribuente al fine di ottenere informazioni circa la disponibilità di somme. Quest' ultima, in sede precontenziosa, ha prodotto un contratto di mutuo, concluso per corrispondenza con un terzo soggetto privato. L' atto era necessario per attestare che il denaro nella propria disponibilità proveniva da un prestito ottenuto da un conoscente. Tuttavia, se da un lato, ai fini delle imposte dirette, l' agenzia delle Entrate ha accolto la tesi difensiva della contribuente, ritenendo giustificata la disponibilità di denaro, dall' altro, ai fini delle indirette, ha emesso un avviso di liquidazione, in quanto il deposito di tale contratto avrebbe integrato il "caso d' uso". Va segnalato, in proposito, che gli atti da registrare solo in "caso d' uso" sono quelli per i quali l' obbligo di richiedere la registrazione sorge solo nel momento in cui sono depositati, per essere acquisiti presso le cancellerie giudiziarie nell' esplicazione dell' attività amministrativa o presso le pubbliche amministrazioni dello Stato o degli enti pubblici territoriali e i rispettivi organi di controllo, salvo che il deposito avvenga in adempimento di un' obbligazione di tali amministrazioni ovvero che sia obbligatorio per legge o regolamento. Solo in tale ipotesi, sorge contestualmente l' obbligo di versamento dell' imposta di registro. L' ufficio, dunque, ritenendo che il deposito del contratto di mutuo tra privati costituisse "l' uso" dello stesso, con il provvedimento emesso, ha preteso l' imposta di registro conseguente. L' avviso di liquidazione è stato così impugnato dinanzi alla commissione tributaria provinciale, la quale accogliendo il ricorso, ha fornito alcune precisazioni sulla questione. Preliminarmente i giudici emiliani hanno precisato che in tema di imposta di registro si ha caso d' uso quando un atto si deposita presso le amministrazioni dello Stato per essere acquisito agli Pubblica Amministrazione atti. Il verbo "deposita" nella norma, non è impiegato per indicare una modalità di consegna dell' atto alla pubblica amministrazione, ma bensì per indicare un effetto sostanziale e cioè l' acquisizione dell' atto medesimo a fini giuridici e operativi. Nella specie, la consegna avvenuta in sede precontenziosa, non aveva certamente uno scopo "sostanziale" del contratto stesso, ma è servita semplicemente per rendere nota all' ufficio l' esistenza di quell' accordo. A ciò non poteva quindi conseguire la pretesa dell' imposta di registro e pertanto il collegio ha annullato gli avvisi emessi. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 16 di 58 . Gio 06/02/2014 8 Il Sole 24 Ore Pagina 8 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 Commenti e inchieste Le risposte ai lettori Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) SUPERDESK CARTA-DIGITAL: Caporedattori responsabili: Marina Macelloni e Guido Palmieri Ufficio centrale: Daniele Bellasio (social media editor), FrancescoBenucci, GiuseppeChiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Antonio Quaglio, Giorgio Santilli,Alfredo Sessa, Alberto Trevissoi (vice) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi, Paola Bottelli, Luca De Biase, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino, Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri, Paolo Zucca PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Benito Benedini AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Il pannicello caldo degli sconti Rc auto LO STRALCIO DAL DL DESTINAZIONE ITALIA N onc’èdastracciarsi levesti pergliscontiobbligatori sulla Rc auto andati in fumo per lo stralcio del pacchetto sull’assicurazione obbligatoria dal decreto legge Destinazione Italia: a parte la probabile illegittimità dei ribassi imposti, quel che conta è il livello effettivo dei prezzi. E, se questo continuasse ad essere il più alto d’Europa, gli sconti sono solo un pannicello caldo. Né il resto del pacchetto avrebbe inciso molto sulla dinamica dei prezzi. A sentire le compagnie, il provvedimento più efficace sarebbe stato il taglio dei risarcimenti per le lesioni gravi e permanenti, bloccato da anni e non inserito nel pacchetto stralciato ieri (in attesa di una formulazione che possibilmente salvaguardi i diritti dei più indifesi nella giungla della Rc auto). Ma nemmeno le altre misure del Dl sarebbero statedavvero decisive.Peresempio,quellesullascatolanera avrebbero comportato costi (probabilmente aumentati dall’obbligodigestionecentralizzatapubblicadeidati)probabilmentesuperioriaibenefici, perchéavrebberoconvinto a montare il dispositivo anche assicurati di zone a basso rischio di frode, limitando le risorse a disposizione per chi abita in aree "calde", che avrebbe bisogno di sconti molto robusti. E pure l’obbligo di fatto di far riparare il veicolo a una carrozzeria convenzionata con la compagnia lascia il tempo che trova: l’esperienza dimostra che i convenzionati possono gonfiare i costi (anche per rifarsi su condizioni contrattualimoltorestrittive)senzachelacompagnia controlli.Aproposito:servepureunsistema checertifichidavvero la sicurezza delle riparazioni, chiunque le effettui. Magari l’Europa fosse unita come con Google LACREDIBILITÀDELL’UENELL’ANTITRUST C’ era un tempo in cui le società americane prese in castagnainEuropa,perchénonrispettavanoleregole sulla concorrenza, accettavano di battagliare con la Commissione. Google ha scelto la via negoziale. L’accordo con Bruxelles sul modo in cui sono elencati i risultati di una ricerca su Internet è giunto dopo un tira-e-molla di tre anni, ma dovrebbe permettere alla società di evitare multe miliardarie, a differenza di Microsoft. Quest’ultima è rimasta impelagata in una controversia con la Commissione per diecianni eneèuscita conunaammenda diquasi duemiliardi di euro. Se la californiana Google non ha voluto seguire questa via, e ha proposto varie soluzioni extra-giudiziali pur di evitare un salasso, è anche perché forte dei suoi poteri nel settore della concorrenza la Commissione è riuscita in questi anni a dimostrare credibilità nel difendere le regole antitrust.Peccatochequandositrattadifarepiùingeneralepolitica estera la posizione comunitaria sia ancora nelle mani dei paesi e rimanga il debole riflesso di troppi compromessi. MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’ Via Monte Rosa, 91 20149 Milano - fax 02.312055 email: [email protected] Includere per favore nome, indirizzo e qualifica Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba Sono sicuro che avrà la possibilità di raccontare la sua esperienza di imprenditore innvotativo, legata peraltro ad un territorio dell’eccellenza artigianale in Italia. E sono d’accordo sul fatto che una corretta ed approfondita informazione può contribuire in modo decisivo ad alzare un livello di fiducia oggi ai minimi termini. È un muro che va abbattutto, e lo si può fare solo con il concorso di tutti, informazione compresa. Ma, le assicuro, conforta il fatto che esistono tante giovani imprese come la sua che si mettono in gioco e scommettono sul futuro con la forza delle proprie idee e gambe. Se così non fosse, anche noi non avremmo nulla da raccontare e, soprattutto, non avrebbe alcuna speranza l’Italia. Quelle giovani imprese che (nonostante tutto) continuano a combattere L a nostraazienda, giovanee innovativa,sioccupa della produzionedidivaniartisticinel comunedi Quarratain provinciadi Pistoia,da semprezonadieccellenza nell’indottoartigianale.Lanostra impresaèun’unionetral’artigianalità madeinitalyeunaspiccatapassioneper l’arte.Creazioninumerate, certificateed esclusive,fatte inmodo unicoesartoriale. Un’ideainnovativapercercaredi rilanciareunmercatonuovo,inunacittà chevivevadiartigianatoeche negliultimi annihavisto morire tanteimprese storicheeconsé tantimaestridel mestiere. Mipiacerebbeaverelapossibilitàdi raccontarvicomein unmomentocome questosipuòcontinuareacrederciea seguireil propriosogno,nella speranzadi poteralpiùprestodarenuove opportunitàdilavoroagiovani volenterosidi trovareun’occupazione. Stiamocercandodifaretuttoquesto reinventandoil mododiconcepiree realizzareil divano,facendolovedere non piùcomeunasemplice"seduta",ma Frau americana © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA l’impegno e la qualità che da sempre contraddistingue le imprese nel nostro paese si possa riuscire a fare rifiorire un indotto che ci ha dato tante soddisfazioni. Una sana informazione a volte può cambiare l’andamento delle cose e dare speranza a chi ancora oggi non vuole arrendersi e cerca di darsi e dare un opportunità. Quando fa comodo, si dice che lo vuole l’Europa. Ora, nessuno dice che l’Europa voleva pagamenti più rapidi dalla Pa e legge anticorruzione più incisiva, tanto da aprire addirittura due procedure di infrazione. Intanto, si continua a non tener conto che gli italiani vogliono poter scegliere col loro voto il candidato da eleggere fra quelli elencati dai partiti. Alexandro Fini Quarrata (PT) Mario De Florio Caserta TRA COSTITUZIONE E LEGGE ORDINARIA Riforma del titolo V: sussidiarietà Il nuovo Senato come luogo per risolvere i conflitti tra Stato ed enti di Vincenzo Visco ariformadelTitoloV dellaCostituzioneintrodottanel2001fuideata e gestita essenzialmente a livello parlamentare. All’epoca chiscriveeraministrodelTesoro;sottosegretario al Tesoro era Piero Giarda, il principale esperto italiano dei problemi della finanza locale; eppure nessuno di noi venne consultato per sapere cosa pensassimodellariformachesistavadiscutendo. Ci fu alla fine un dibattito in Consiglio dei Ministri nel corso del quale alcuni ministri mostrarono forti perplessitànelmerito,peresempioGiovannaMelandriera(giustamente)preoccupataperibeniculturali,mentreioeFranco Bassanini sottolineammo con forza (e fummo i soli) che non era né corretto né opportuno votare una riforma della Costituzioneamaggioranza.Igiochierano comunque già fatti e la riforma fu approvata in un clima culturale e politico in cui il problema principale era quello (ideologico) di limitare i poteri del governo centrale e di porre gli enti decentrati allo stesso livello dello Stato. I guai che ne sono derivatisono noti, e derivanodalla sceltadi aver voluto inserireinCostituzione,nongiàiprincipigenerali cui dovesse ispirarsi l’assetto regionalistico (federale?) del Paese, bensì unlungoelencodimateriedicompetenza esclusiva per lo Stato o concorrenti tra Stato e Regioni, orientato a limitare per quanto possibile il ruolo dello Stato. Tale soluzione non poteva che creare confusione, errori, dimenticanze, conflittualità, e paralisi nei processi di decisione, come si è puntualmente verificato. In proposito è opportuno ricordare i L quasi2000 ricorsi di cui laCorte costituzionale si è dovuta far carico, dopo l’approvazione della riforma. Eppuresarebbestatosufficientefarriferimentoallateoriaeconomicasulfederalismo fiscale per rendersi conto che la questione non può non essere affrontata in termini di scelte nette e definitive da cristallizzare in una Carta costituzionale. La teoria infatti giustifica l’intervento pubblicoaidiversilivellidigovernoinrelazione alla natura dei beni pubblici che devono essere prodotti e che possono avere una rilevanza sia nazionale che lo- SOLUZIONE EQUILIBRATA L’ideale sarebbe inserire nella Carta l’indicazione che le relazioni fra i livelli di governo andrebbero regolate sui principi della sussidiarietà cale, sicché la produzione dei primi andrebbe riservata allo Stato e quella degli altripotrebbeessereaffidataaentidecentrati.Tuttavia,poichéibeneficidiunaattivitàpubblicanonsempre, anzi inverità quasi mai, risultano circoscrivibili con esattezza in sede locale, esisterà sempre unasovrapposizionetralediversecircoscrizioni dei benefici ricevuti e quindi la necessità di accordi per la loro corretta gestione e anche di compartecipazione alfinanziamentodelleattivitàsvolte,mediante trasferimenti finanziari dagli enti sovraordinati a quelli di dimensione più ridotta,trasferimentichesonostatiinvece incomprensibilmente esclusi nel testoapprovato.Insostanzasitrattadipre- scrizioni di buon senso coerenti con il principio di sussidiarietà generalmente condiviso e che indicano la necessità di rapporti non cristallizzati in scelte permanentietassative. Conlariformadel2001sièinvecefatto riferimento (implicitamente) a un altro approccio teorico (che pure esiste, ma chenonsembraparticolarmenteconvincente) che postula l’esistenza di un rapporto competitivo e conflittuale tra i diversi livelli di governo come strumento per evitare ingerenze (soprattutto fiscali) da parte dello Stato nei confronti delle (indifese)comunitàlocali. In realtà le cose funzionano diversamente. In un contesto ben ordinato infattièlogicoedèunbenechevengaindividuata una specializzazione produttiva e decisionale in relazione alla natura del bene prodotto e della sua fruizione, e quindi un decentramento di poteri e risorse appare utile ed efficiente da un puntodivistaeconomico.Altempostessoperònonsipuòignorarechelaripartizione ritenuta ottimale dei compiti tra governi locali e centrali, risulta (molto) variabile nel tempo e tra i diversi Paesi, purinpresenzadialcunecostanti.Visono per esempio Paesi che attribuiscono aglientidecentratianchealcunefunzioni relative all’ordine pubblico e alla giurisdizionedistinguendo in base alla gravitàdeireati,altricheripartisconocompitirelativiall’istruzione,soltantoinItalia la Sanità è interamente regionalizzata,mentre le politiche assistenzialisono quasi dovunque ripartite tra diversi enti.Altempostessoalcuneattivitàimportantitendonoatrasferirsialivellosovranazionale proprio perché le dimensioni del fenomeno da gestire trascendono le dimensioni nazionali. Gli esempi sono evidenti nelle politiche contro il riscaldamento globale, nelle politiche militari, nella cooperazione nelle repressione delle criminalità organizzata, ecc. Viceversa altre funzioni, un tempo pubbliche,possonoesseredecentralizzate nel corso del tempo, anche in maniera selettiva,oppureaddiritturaprivatizzate. Bastipensareperesempioall’assettodelle nostre Regioni a Statuto speciale, o anche alle ipotesi di "federalismo differenziato" di cui si è discusso. In sostanza appareevidente che l’attività e i compiti del settore pubblico non possono essere cristallizzatiinunafotografiaistantanea,ma devonoessereoggettodiunpotenzialefinetuningpermanente.Nederivachelasoluzione più equilibrata per la riforma del Titolo V dovrebbe essere quella di limitarsiamettereinCostituzionel’indicazionechelerelazionitraidiversilivellidigovernoandrebberoregolateinbasealprincipiodisussidiarietàsalvarestandolaprevalenza dell’interesse nazionale in caso di conflitti. L’articolazione specifica del principiodovrebbeinveceesseredelegata alla legge ordinaria, come avviene in tutti i casi regolati da principi costituzionaligenerali.LatrasformazionedelSenato in una Camera delle autonomie fornisce anche il ruolo naturale in cui dibattereerisolverelequestionidimeritoecreare un’abitudine al confronti e alla cooperazione.Limitarsiaspostaredaunelenco aunaltrosingolefunzionioindividuarne di nuove non risolve il problema che resta quello di fissare nelle Costituzioni i principigeneralisenzaaddentrarsiinparticolari che possono risultare superflui e controproducenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lacartariforme La musica che torna «a girare intorno» Crescita: la strada è possibile di Fabrizio Galimberti MERCATODISCOGRAFICOINRIPRESA u Continua da pagina 1 I l mercato discografico italiano nel 2013 torna a crescere dopo 11 anni. Una crescita non esplosiva (+2%) per arrivareaun livellodivenditenoncertodebordante(117,7milioni in termini di sell-in e quindi di vendite effettuate dalle imprese a intermediari commerciali). Tuttavia un incremento importante, tanto più perché messa a segno in un anno non certo baciato da una favorevole congiuntura economica. A ogni modo, un aumento che contiene in sé messaggi di grande rilievo. Anche perché a crescere – e di molto: +182% – è stata l’offerta digitale in abbonamento, come quella di Deezer, Spotify,Cubomusica. Segnale insomma che sembra confermarel’ideadi chiritienechequandol’offertac’èpuòesserciancheuntrainosulladomanda.Equestononostantelapirateria e nonostante l’assenza di una infrastrutturazione adeguata in termini di banda larga. Eccole le prossime sfide. C’è un regolamento Agcom che sta per entrare nel vivo. C’è ancheun’Agenziadigitale cheva versolapienaoperatività.Promesse da cui dipende il futuro anche dell’industria musicale. PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano - Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano REDAZIONE DI ROMA: Piazza dell’Indipendenza 23b/c, 00185 - Tel. 063022.1 Fax 063022.6390 e-mail: [email protected] PUBBLICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax0230223214-e-mail:[email protected] Pubblica Amministrazione M a i sostenitori dell'austerità espansionistahannosempretorto?Giàsiscrissesuquestecolonne(vediIlSole-24Oredel14ottobre2012) che Andrew Lo, un economista del Mit, affermòungiornoche"lafisicahatreleggi che spiegano il 99% dei fenomeni, e l'economia ha 99 leggiche spiegano il3% deifenomeni".Ecipossonoquindiessere circostanzeincuilemisureaustereportanobeneficienonmalefici.Maperchél'austerità espansionista funzioni ci vorrebberomoltecondizionidicontorno:lapolitica economica dovrebbe irradiare concordia e determinazione, spargere fiducia,comunicare sicurezza, rimuovere incertezza... Se i governanti europei non irradiano, non spargono, non comunicano © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati di uso redazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, telefono (02 o 06) 3022.2888, fax (02 o 06) 3022.2519, ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D.Lgs. 196/03. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. e non rimuovono, sappiamo perché l'austeritànonfunziona. Certamente,quanticomeilPresidente oggicondannanol'austeritàfineasestessa si preoccupano allo stesso tempo di raccomandarecontiinordine,dinoncercarelostimoloinundisordinatoritornoa una finanza pubblica allegra. Ma allora? Come si fa a conciliare il no alla cieca austerità con il sì a un risanamento che non sipuòfarese non conriduzioni di spesae aumenti di entrate? O bisogna concludere, per parafrasare ancora una volta quel che Winston Churchill diceva a proposito della democrazia, che l'austerità "è il peggiore di tutti i sistemi, fatta eccezione per tutti gli altri"? La posizione ufficiale non solo dei dinosauri della Bundesbank maanche,inmodomenogreve,deigovernanti tedeschi e della Bce di Mario Draghi - è, pur se esplicitata solo sottovoce, MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: Prezzo di copertina in Italia À 1,50 perle edizioni da lunedì a venerdì, À 2 per le edizioni di sabato e domenica. Abbonamento Italia 359 numeri: À 359,00 (sconto 39% rispetto al prezzodi copertina)+À19,90percontributo spesediconsegna(postale oinedicola). L'Abbonamento Italia non comprende il magazine "IL - Intelligence in Lifestyle". 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Non potendone fare oggetto di esperimenti di laboratorio, l'Unione europea, eterodirettadalleseveremaestrineteutoniche, si è imbarcata in un gigantesco esperimento fatto sulla carne viva di Italia,Spagna,Grecia,Portogallo...Irisultati, dopo il soggiorno in questo ospedale da camposprovvisto di anestesisti e di analgesici, dicono che alcune misure strutturali sono state prese e altre avviate, ma il prezzoèstatoalto,troppoalto.L'occupazione è scesa, la disoccupazione è salita, la domanda interna è crollata e i benefici potenziali sono stati oscurati dai malefici reali. Per sollevarsi dalle macerie di que- LEFONO e FAX / EMAIL. Altre offerte di abbonamento sono disponibili su Internet all’indirizzo www.ilsole24ore.com/offerte. Non inviare denaro. I nuovi abbonati riceveranno un apposito bollettino postale già intestato per eseguireilpagamento.La sottoscrizionedell'abbonamento dàdirittoa ricevereoffertedi prodottieservizidelGruppoIl Sole24 ORE S.p.A.Potrà rinunciare a tale diritto rivolgendosi al Database Marketing de Il Sole 24 ORE. Informativa ex D.Lgs. n. 196/03 - Il Sole 24 ORE S.p.A. Titolare del trattamento tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indicati. Per i dirittidi cuiall'art.7delD.Lgs. n.196/03 eperl'elenco ditutti iResponsabilidel trattamento rivolgersi al Database Marketing, Via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (MI). I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne sto esperimento fallito non si possono certo prospettare impossibili fughe, come l'uscita dall'euro ("L'è peso el tacòn del buso", come si direbbe dalle parti dei leghistiveneti).QuandoilpresidenteNapolitano,nelsuodiscorso,parladel"disarmantesemplicismo"concuialcuniconsiderano le conseguenze dell'abbandono della moneta unica, è forte l'impressione chesoloilsuoruoloistituzionaleel'innata pacatezza gli abbiano consigliato di nonusareparolepiùforti.Perusciredalle macerie non c'è che una strategia a due punte:da unlato,insistere per unallentamentodellecostrizionisullafinanzapubblica,specieperquantoriguardagliinvestimenti.Dall'altro,riprenderealavorare nel cantiere trascurato delle semplificazioniedegliadempimenti (bastaguardare ad alcuni tristi esempi citati nell'editoriale di ieri di Fabrizio Forquet). Non si può risanare la finanza pubblica se non si risana un'economia che era e rimane "ostaggiodellaburocrazia". per la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIOABBONAMENTI:Tel.0230222999 (conoperatoreda lunedìavenerdì 8:30-18:00)-Fax0230222885-Email:[email protected]. SERVIZIO ARRETRATI PER I NON ABBONATI (non disponibili le edizioni cartacee più vecchie di 24 mesi dalla data odierna): Inoltrare richiesta scritta via posta a: Il Sole 24 ORE S.p.A., Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, (Tel. 02 o 06 3022.2888) allegando la fotocopia della ricevuta di versamento sul c.c.p. 519272 intestato a Il Sole 24 ORE S.p.A. Oppure via fax al n. 02 o 06 3022.2519. Il costo di una copia arretrata è pari al doppio del prezzo di copertina del giorno richiesto. Non verranno rimborsate le istanze relative ad edizioni più vecchie di 24 mesi dalla data odierna. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 di Franco Debenedetti [email protected] Cosa vuole l’Europa e cosa no elevandolo ad una vera e propria opera d’arte, da ammirare e contemplare, nella sua unicità ed irripetibilità. Purtroppo le giovani imprese sono sempre meno aiutate e spesso non hanno la possibilità nell’immediato di farsi conoscere dal grande pubblico; sempre meno si dà spazio,in testate giornalistiche o servizi televisivi, a chi cerca di non mollare credendo che rimboccandosi le maniche ancora qualcosa può cambiare, che con In Italia paghiamo troppe tasse (Vero) er Luigi Einaudi, le imposte sono il compenso dato allo stato in cambio dei servizi ai cittadini. Per Innocenzo Cipolletta, che «si paghino troppe tasse e non si abbiano indietro servizi sufficienti e di qualità adeguata» è solo una sensazione diffusa: e titola provocatoriamente il suo pamphlet In Italia paghiamo troppe tasse. Falso!. Toni differenti, ma per l’uno e per l’altro, per giudicare di tasse e servizi, li si deve porre a confronto. Confronto tuttavia in sé problematico: l’entità delle tasse è un fatto oggettivo; la qualità dei servizi dipende da un giudizio soggettivo. Il problema del confronto Einaudi lo risolve collocandosi nel campo soggettivo del linguaggio, sostituendo la parola imposta con la parola compenso. Cipolletta, trincerandosi in quello oggettivo delle statistiche, e usandole in un suo singolare sillogismo. Premessa maggiore: le statistiche mostrano che in Italia, al netto dell’evasione fiscale, non si paga di più della media europea. Premessa minore: le statistiche mostrano che l’Italia spende soldi pubblici in maniera molto simile a quella degli altri Paesi europei. Conclusione: che si paghino troppe tasse e si abbiano servizi inefficienti è solo una «sensazione» non confermata da fatti, si spiega solo con la «campagna di demonizzazione della spesa pubblica», con la «ventata liberista». «Buscar el levante por el poniente»: quando si scende dalla caravella con cui Cipolletta ci ha fatto attraversare l’oceano statistico - fuori di metafora, quando si posa il libro - ci si chiede dove sia finita la realtà, l’esperienza vissuta da chi produce reddito e da chi fruisce dei servizi. Ci si domanda se non ci sia modo più diretto per valutare spese e servizi, e rispondere alla domanda se in Italia paghiamo troppe tasse. (A parte il fatto che, essendo provato che il rapporto Spesa/Pil cresce al crescere del Pil, per chi come noi è cresciuto meno sarebbe fisiologico avere un rapporto più basso). Prendiamo le spese: è quasi mezzo secolo, 43anni, che si susseguono i tentativi, che dico?, i programmi le decisioni gli impegni per ridurre la spesa pubblica. Ne documenta gli insuccessi Conoscere per non deliberare, un paper di Nicola Rossi per l’Istituto Bruno Leoni. Ma il bilancio dello Stato è guardato a vista dai mercati e da Bruxelles, e allora per far quadrare i conti si dà il via ai tagli lineari: sono la dichiarazione ufficiale non solo che si spende troppo, ma che il sovrappiù è tanto grande e tanto distribuito da sopportare una generale riduzione mantenendo sostanzialmente il livello dei servizi. Se siamo sopravvissuti ai tagli lineari, quanto di meno si potrebbe spendere e quanto di più si potrebbe fornire, con i tagli indicati via via dai Giarda, dai Bondi, dai Giavazzi, e con quelli che indicherà Cottarelli? Quanto si spenderebbe di meno se la pubblica amministrazione mettesse mano alla reingegnerizzazione dei processi? Le statistiche ci dicono anche della nostra competitività rispetto agli altri Paesi: recuperarla tocca solo alle imprese private - come tutti riconosciamo -, o anche lo Stato dovrebbe fare la sua parte - come Cipolletta sostanzialmente nega? E se non ci si riesce, perché non lasciar fare a privati in concorrenza quello che il pubblico in monopolio non sa fare? Consentire di diversificare l’offerta e dare ai cittadini libertà di scelta sarebbe una «ventata liberista»? Servizio universale, quante diseguaglianze perpetrate in tuo nome! Per fare confronti non abbiamo bisogno di guardare gli altri, abbiamo sottomano quelli tra Nord e Sud. Sulla qualità del sistema scolastico un po’ di statistiche ci sono; su quella della sanità ci sono i numeri di chi si sposta per farsi curare al Nord. Chiusa la Cassa del Mezzogiorno, la "nuova programmazione economica" di Fabrizio Barca avrebbe dovuto realizzare un minimo di professionalità amministrativa: è recente la notizia che forse si dovrà commissariare un’intera Regione. Quanto si ridurrebbe la spesa pubblica e quanto migliorerebbe la qualità dei servizi se venissero adottati i costi standard? Finito di leggere, mi cade l’occhio sui titoli della collana Idòla di cui fa parte In Italia paghiamo troppe tasse. (Falso!). Noto che il quarto libro della serie ha per titolo Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce. (Falso!). E tutto mi è chiaro. twitter@guidogentili1 Domenico Rosa ILLIBRODICIPOLLETTA P STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e Via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Etis 2000 S.p.A., 8˚ strada, 29 zona industriale, 95100 (CT) - Stampa quotidiana S.r.l., via Galileo Galilei 280/A, località Fossatone, 40059 Medicina (BO)- L'Unione Sarda S.p.A., via Omodeo 5, 09030 Elmas (CA) - B.E.A. Printing BVBA, Maanstraat 13 Unit 17-18 (Bedrijvenpark), 2800 Mechelen (Belgium) DISTRIBUZIONE ITALIA: m-dis Distribuzione Media S.p.A., Via Cazzaniga 1 - 20132 Milano, Tel. 02-2582.1 Certificato Ads n. 7743 del 18-12-2013 Registrazione Tribunale di Milano n. 322 del 28-11-1965 La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 6 febbraio è stata di 272.267 copie Pagina 17 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 8 IL LIBRO DI CIPOLLETTA. In Italia paghiamo troppe tasse (Vero) Per Luigi Einaudi, le imposte sono il compenso dato allo stato in cambio dei servizi ai cittadini. Per Innocenzo Cipolletta, che «si paghino troppe tasse e non si abbiano indietro servizi sufficienti e di qualità adeguata» è solo una sensazione diffusa: e titola provocatoriamente il suo pamphlet In Italia paghiamo troppe tasse. Falso!. Toni differenti, ma per l' uno e per l' altro, per giudicare di tasse e servizi, li si deve porre a confronto. Confronto tuttavia in sé problematico: l' entità delle tasse è un fatto oggettivo; la qualità dei servizi dipende da un giudizio soggettivo. Il problema del confronto Einaudi lo risolve collocandosi nel campo soggettivo del linguaggio, sostituendo la parola imposta con la parola compenso. Cipolletta, trincerandosi in quello oggettivo delle statistiche, e usandole in un suo singolare sillogismo. Premessa maggiore: le statistiche mostrano che in Italia, al netto dell' evasione fiscale, non si paga di più della media europea. Premessa minore: le statistiche mostrano che l' Italia spende soldi pubblici in maniera molto simile a quella degli altri Paesi europei. Conclusione: che si paghino troppe tasse e si abbiano servizi inefficienti è solo una «sensazione» non confermata da fatti, si spiega solo con la «campagna di demonizzazione della spesa pubblica», con la «ventata liberista». «Buscar el levante por el poniente»: quando si scende dalla caravella con cui Cipolletta ci ha fatto attraversare l' oceano statistico - fuori di metafora, quando si posa il libro - ci si chiede dove sia finita la realtà, l' esperienza vissuta da chi produce reddito e da chi fruisce dei servizi. Ci si domanda se non ci sia modo più diretto per valutare spese e servizi, e rispondere alla domanda se in Italia paghiamo troppe tasse. (A parte il fatto che, essendo provato che il rapporto Spesa/Pil cresce al crescere del Pil, per chi come noi è cresciuto meno sarebbe fisiologico avere un rapporto più basso). Prendiamo le spese: è quasi mezzo secolo, 43anni, che si susseguono i tentativi, che dico?, i programmi le decisioni gli impegni per ridurre la spesa pubblica. Ne documenta gli insuccessi Conoscere per non deliberare, un paper di Nicola Rossi per l' Istituto Bruno Leoni. Ma il bilancio dello Stato è guardato a vista dai mercati e da Bruxelles, e allora per far quadrare i conti si dà il via ai tagli lineari: sono la dichiarazione ufficiale non solo che si spende troppo, ma che il sovrappiù è tanto grande e tanto distribuito da sopportare una generale riduzione mantenendo sostanzialmente il livello dei Pubblica Amministrazione servizi. Se siamo sopravvissuti ai tagli lineari, quanto di meno si potrebbe spendere e quanto di più si potrebbe fornire, con i tagli indicati via via dai Giarda, dai Bondi, dai Giavazzi, e con quelli che indicherà Cottarelli? Quanto si spenderebbe di meno se la pubblica amministrazione mettesse mano alla reingegnerizzazione dei processi? Le statistiche ci dicono anche della nostra competitività rispetto agli altri Paesi: recuperarla tocca solo alle imprese private - come tutti riconosciamo -, o anche lo Stato dovrebbe fare la sua parte - come Cipolletta sostanzialmente nega? E se non ci si riesce, perché non lasciar fare a privati in concorrenza quello che il pubblico in monopolio non sa fare? Consentire di diversificare l' offerta e dare ai cittadini libertà di scelta sarebbe una «ventata liberista»? Servizio universale, quante diseguaglianze perpetrate in tuo nome! Per fare confronti non abbiamo bisogno di guardare gli altri, abbiamo sottomano quelli tra Nord e Sud. Sulla qualità del sistema scolastico un po' di statistiche ci sono; su quella della sanità ci sono i numeri di chi si sposta per farsi curare al Nord. Chiusa la Cassa del Mezzogiorno, la "nuova programmazione economica" di Fabrizio Barca avrebbe dovuto realizzare un minimo di professionalità amministrativa: è recente la notizia che forse si dovrà commissariare un' intera Regione. Quanto si ridurrebbe la spesa pubblica e quanto migliorerebbe la qualità dei servizi se venissero adottati i costi standard? Finito di leggere, mi cade l' occhio sui titoli della collana Idòla di cui fa parte In Italia paghiamo troppe tasse. (Falso!). Noto che il quarto libro della serie ha per titolo Il Sud vive sulle spalle dell' Italia che produce. (Falso!). E tutto mi è chiaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 18 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 Politica e società 7 Quirinale. «Svolta possibile, ora c’è dialettica sull’asse Parigi-Berlino - Riforma carceri o lo Stato pagherà cifre enormi» Quale Europa. L’intervento di Carlo Azeglio Ciampi «Conti, no a riequilibri a tappe forzate» Perché nel nostro futuro puo esserci solo l’euro Napolitano: i governi Monti e Letta non sono stati miei capricci ANSA Lina Palmerini STRASBURGO. Dal nostro inviato All’incontroconglieuroparlamentari italiani, Giorgio Napolitano teneva particolarmente e quando prende la parola la prima cosa che fa è ringraziare tutti della partecipazione. Anche la Lega è presente nonostante le contestazioni del giorno prima da cui Napolitano dice di «non sentirsi turbato» e non riserva alcun tonopolemiconeppureallarichiesta di dimissioni. «Ciascuno ha diritto di chiederle», dirà ai cronisti senza dare troppo peso alla nuova offensiva leghista mentre nel botta e risposta con i parlamentariha voluto mettere ancora a fuoco il tema del rigore e replicare alle domande sui Governi Montie Letta «nati non per un mio capriccio». Ma si comincia dall’austerità e da come rendere concreto quell’altolà che il capo dello Stato ha rivolto all’Europa. «Quello che intendo – risponde Napolitano – è che non è più perseguibile una politica di ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Dunque, «ulteriore» e «tappe forzate» sono le parole-chiave perché il capo dello Stato non condanna tout court l’austerità ma il perseguimento di un rigore che non ammette flessibilità alla luce della recessione. «Non si poteva sfuggire al riequilibrio delle finanze pubbliche» per frenare quegliinteressisuldebitoaumentati dallo spread. «L’austerità non è nata per perseguitare la gentemaèstataimpostadallacrisi nata negli Usa» ma che poi ha dato il suo morso velenoso anche in Europa nonostante l’Italia non abbiaavutobisogno«disalvataggio delle banche grazie alla vigi- UNA LEGA «EUROCRITICA» Il Carroccio chiede le dimissioni, il Colle: «C’è diritto di chiederle, vorrei leghisti critici ma senza demolire capisaldi Ue» lanza più efficace di Bankitalia». Mac’èunpassaggiocheNapolitano vuole chiarire dopo le domande degli europarlamentari di centro-destra. «La politica del rigore è nata ben prima dei Governi Monti e Letta». Scorre il diario di quei giorni il capo dello Statoerimetteinfilaifattiapartire dal 2010 e il novembre 2011, la crisi dello spread e del Governo Berlusconi nata «non solo per quel voto negativo sul rendiconto dello Stato ma per il distacco corposo di gruppi dalla maggioranza» che diedero luogo alla scelta del Governo Monti. Dunque, non risponde ai fatti dire chegliEsecutiviMonti eLettasiano stati «quasi inventati per capriccio del presidente della Repubblica».Piuttostoc’eral’obiettivo di evitare le elezioni anticipate e i partiti si espressero a favore di quei Governi tant’è che ottennero il voto di fiducia. Insomma,lafavoladelReGiorgio cade nel ricordo puntuale di quei giorni. Oggi invece c’è l’esigenzadi«uncambiamentodirottanelle politiche di austerity». La chiamaanche «svolta» Napolitano che fa un breve excurcus su quantisignificatiabbiaassunto la parola austerità: «Ugo La Malfa ne fu un autorevole rappresentanteancheseconalcunesingolarità: si battè, per esempio, in nome dell’austerità anche contro la televisioneacolori.Epoineglianni’76-’77Berlinguerneful’emblema anche se il male di allora si chiamava inflazione». Il punto è come convincere l’Europa. E Napolitano non si sottrae indicando nelConsiglio Ueenell’asseBerlino-Parigi i punti chiave. «Non può bastare introdurre formule astruse nei Consigli Ue, così difficili da capire che ogni volta bisognerebbe avere un Moavero accanto per la traduzione. Serveuncambiamentodirottaeffettivo e credo che nel Consiglio Ue si sia aperta una dialettica che prima non c’era: prima si ratificavano decisioni di Germania e Francia, adesso altri Paesi hanno preso le distanze da quella prassi dei fatti compiuti. E ora, perfino traParigie Berlino esiste qualche divergenza. Vedremo anche se il cambio di Governo in Germania avrà riflessi in sede Ue». L’altrodossier,apertodallaLega, è sull’immigrazione e qui Napolitanodistinguetraquellalegale – dovuta a una domanda di manodopera di imprese (soprattutto del Nord) – e quella illegale che va distinta dal diritto d’asilo. Ma alla Lega fa una richiesta: «Vorreichefosteeuropeisticritici e che tutti ci riconoscessimo in un atteggiamento non acritico di fronteaquello chenonva nell’Ue ma senza mettere in discussione i capisaldi». Infine, parla del messaggio inviato alle Camere che si discuterà tra domani e sabato e che è nato proprio da una condanna della Corte di Strasburgo sulle condizioni inumane dei carcerati: «Se l’Italia non provvederà saranno accolti tutti i ricorsi dei detenuti e lo Stato dovrà pagare centinaia di milioni di euro». L’ultima risposta è sui marò su cui conferma ci sia «un interesse comune europeo». Capo dello Stato. Giorgio Napolitano © RIPRODUZIONE RISERVATA di Carlo Azeglio Ciampi u Continua da pagina 1 L acostruzionedellostraordinario cammino europeo non può fermarsi alla caricatura che ne fanno i suoi oppositori.Lacomplessitàinevitabile in un progetto che ha, come suo approdo finale, la composizionediun’unicacittadinanzaeun’unicaentitàpolitica composta da popoli che non molti decenni fa si sono trovati addiritturain armicomenemici, non può non procedere secondoritminonsempreprevedibili e secondo avanzamenti non sempre uniformi. Resta però una certezza: l’uscita dall’euro sarebbe esiziale per l’Italia (come del resto ha ben documentato, ancora ieri, proprio Il Sole 24 Ore) e chi vagheggia una riedizione dellestagioni felicidellesvalutazioni competitive non si rendecontodiquanto ciòsiairrealistico e non riproducibile. Il mondo è un altro rispetto a quello dell’Italia della lira: nulla procede più secondo quelle dinamiche e quelle attese. La globalizzazione ha cambiato gli uomini, i popoli e il loro modo di agire, di pensare e, direi, perfino di sperare. Certo, rimane vero che l’Eu- ropa–inattesadicolmarequella che non mi stancherò mai di denunciare come una "zoppìa", vale a dire il completamento dell’Europa politica dopoaverraggiuntol’Europadella moneta – sembra, in questa fase, avere scelto una deriva di arroccamento in scelte di corto respiro volte a dividere gli Stati tra virtuosie no, in un manicheismochedimenticala natura solidale e inclusiva del progetto europeo. Il rigore per il rigore non è mai stato un saggio viatico per la costruzione di un’Europa che fosse realmente dei cittadini e dei popoli. E, ancora una volta, mi trovo in consonanza con le parole usatemartedì dalPresidenteNapolitano laddove ha chiesto un cambio di atteggiamento nella strategia di sviluppo. La sostenibilità delle politiche pubbliche va perseguita, naturalmente, ma nulla vieta di adattarla alle situazioni prospettatedalle contingenzedella storia che, mai come adesso, con l’impatto devastante avuto dalla recessione, hanno una rilevanzaprioritaria per l’azione politica, soprattutto se si tratta di una politica che abbia l’ambizione di guidare le scelte di un intero continente. © RIPRODUZIONE RISERVATA PRESIDENTE EMERITO AGF Carlo Azeglio Ciampi Senatoreavita,classe1920, CarloAzeglioCiampi,èstato PresidentedellaRepubblicadal 1999al2006. Nominato governatoredellaBancad’Italia nel1979,lasciaviaNazionalenel 1993quandodiventaPresidente delConsigliodi ungovernodi "transizione" ComeministrodelTesoroedel BilanciodelIgovernoProdi (1996-1998)edelgoverno D’Alema(1998-1999),hadatoun contributodeterminanteal raggiungimentodeiparametri previstidalTrattatodi Maastricht,permettendocosìla partecipazionedell’Italiaalla monetaunicaeuropea,sindalla suacreazione L’agenda. La road map per spuntare nuovi margini sugli obiettivi di deficit Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità di Dino Pesole M argini di flessibilità, qualora Bruxelles sblocchi la clausola per investimenti sospesa lo scorso novembre, cui affiancare una trattativa parallela per cercare di spuntare ulteriori margini nella forchetta che separal’obiettivodideficitatteso quest’anno(2,5%delPil)daltettomassimodel3percento.Percorso che sarà possibile definire già a fine febbraio, quando la Commissione europea renderà note le nuove stime sull’Italia, con annessa la valutazione sullostato diavanzamentodelle «misure aggiuntive» chieste alla fine dello scorso anno: in primo piano la spending review, ma anche l’avvio delle privatizzazioni, garanzie che Bruxellesgiudicafondamentali per sostenere la progressiva riduzione del debito. Lastradacheilgovernosiaccinge a percorrere, pur tra perduranti difficoltà e ostacoli, va di pari passo con l’autorevole intervento pronunciato due giorni fa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al Parlamento europeo. Nonsidisconoscecerto lastrada imboccata nel pieno della crisi dell’eurozona, per molti versi obbligata, quanto piuttosto l’aver agito brandendo l’arma esclusiva del rigore. Ora è tempo di voltare pagina, e non a caso anche ieri Napolitano hadefinitonon più perseguibile una politica di «ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Se la sfida ora si chiama crescita e occupazione, segnali in direzione di una oculata flessibilità paiono ormai doverosi da parte di Bruxelles. Nell’immediato, lo spazio di manovra nell’anno in corso può valere, conti alla mano, da un minimo di 3 a 4,5 miliardi sotto forma di progetti infrastrutturali cofinanziati con IN PARLAMENTO Discussione al via sulla richiesta di impeachment Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 l’Unione europea, benzina potenziale da immettere nel motore della ripresa. Poi a partire dall’autunno, si cominceràaistruireinsedeeuropea il dossier delle cosiddette«intesecontrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita. E già nel prossimo «Programma nazionale di riforma», che il governo approverà in aprile insieme alnuovoDocumento dieconomia e finanza, vi si farà cenno, partendo dalle raccomandazioni rivolte al nostro paese dalla Commissione europea, nell’ambito del «semestre europeo». L’elenco è nutrito: miglioramentodell’efficienzadella pubblica amministrazione, semplificazioni del quadro normativo, riduzione della du- SOTTO ESAME A fine mese la Commissione renderà note le nuove stime sull’Italia e la valutazione sull’attuazione delle misure chieste a fine 2013 LA STRATEGIA Le intese contrattuali Apartiredall’autunno,il governocominceràaistruirein sedeeuropeaildossierdelle cosiddette«intesecontrattuali»: incentiviincambiodiriforme strutturaliperlacrescita Dalla giustizia ai fondi Ue L’elencodelleriformesucui puntailgovernoèlungo: miglioramentodell’efficienza dellapubblicaamministrazione, semplificazionidelquadro normativo,riduzionedelladurata deiprocessicivili,migliore gestionedeifondieuropei.Epoiil completamentodellariformadel mercatodellavoro,delsistemadi istruzioneedellaformazione Il Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa ha avviato ieri la discussione sulla propostadelM5S,presentatavenerdì scorso, di messa in stato di accusa del capo dello Stato Giorgio Napolitano. La prima decisione è stata quella di bocciare la richiesta della diretta streaming avanzata dai 5 stelle. Oggi alle 13.30 ci sarà un ufficio dipresidenzachestabiliràitempi, ma secondo il presidente del Comitato, Ignazio La Russa (Fdi), il voto finale potrebbe esserci già entro la prossima settimana: «Non ci sarà nessuna ac- rata dei processi civili, miglioregestione deifondi europei.E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, del sistema di istruzione e della formazione professionale. Quanto al fisco, di certosarà un segnale importante se in fase di confronto con Bruxelles il Governo potrà contare sull’approvazione definitiva del disegno di legge delega, all’esame della Camera per il terzo passaggio parlamentare. Il tutto, tenendo conto che la stessa Commissione europea invita l’Italia a ridurre il carico fiscale sul lavoro, potenziando al tempo stesso le azioni di contrasto dell’evasione e dell’economia sommersa. Il meccanismo incentivante potrebbetradursi in prestiti a tassi inferiori rispetto a quelli offerti attualmente dal mercato, finanziando in parte il costo delle riforme. Se questo è lo scenario che va prospettandosi da qui ai prossimi mesi, la trattativa dovrà essere condotta con notevole abilità negoziale. Qualche apertura è possibile coglierla nelle ultime esternazioni del presidente della Commissioneeuropea,JoséManuelBarroso e del guardiano dei conti pubblici Olli Rehn: Bruxelles è pronta a sbloccare la «clausola diflessibilità»,apatto cheilgoverno tenga fede ai suoi impegni sul fronte del deficit e della riduzione del debito. In primo piano, i proventi attesi dalla spending review, il piano di dismissioni di asset pubblici, gli introiticheaffluirannodalrientrodeicapitali esportatiillegalmente attraverso il meccanismodella«voluntary disclosure».Persitonodubbi sulla"vulnerabilità" del nostro paese, sui rischi dell’instabilità politica,e sulle croniche criticità costituite dall’alto debito e dalla bassa competitività. © RIPRODUZIONE RISERVATA celerazione immotivata a patto che non ci sia nessuna dilazione strumentale», ha detto. La successiva seduta potrebbe tenersi giàdomani o lunedì e durare5-6 oreper permettere ladiscussione generale; poi si passerà alla votazione in una seduta ulteriore.SeilComitatovoteràperl’archiviazione della proposta di impeachment, non ci sarà alcun passaggio in aula. A meno che, così come previsto dal Regolamento, non lo chieda il 25% dei parlamentari. I 5 stelle da soli, però, non avrebbero i numeri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 19 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 L' agenda. La road map per spuntare nuovi margini sugli obiettivi di deficit. Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità SOTTO ESAME A fine mese la Commissione renderà note le nuove stime sull' Italia e la valutazione sull' attuazione delle misure chieste a fine 2013. Dino Pesole Margini di flessibilità, qualora Bruxelles sblocchi la clausola per investimenti sospesa lo scorso novembre, cui affiancare una trattativa parallela per cercare di spuntare ulteriori margini nella forchetta che separa l' obiettivo di deficit atteso quest' anno (2,5% del Pil) dal tetto massimo del 3 per cento. Percorso che sarà possibile definire già a fine febbraio, quando la Commissione europea renderà note le nuove stime sull' Italia, con annessa la valutazione sullo stato di avanzamento delle «misure aggiuntive» chieste alla fine dello scorso anno: in primo piano la spending review, ma anche l' avvio delle privatizzazioni, garanzie che Bruxelles giudica fondamentali per sostenere la progressiva riduzione del debito. La strada che il governo si accinge a percorrere, pur tra perduranti difficoltà e ostacoli, va di pari passo con l' autorevole intervento pronunciato due giorni fa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al Parlamento europeo. Non si disconosce certo la strada imboccata nel pieno della crisi dell' eurozona, per molti versi obbligata, quanto piuttosto l' aver agito brandendo l' arma esclusiva del rigore. Ora è tempo di voltare pagina, e non a caso anche ieri Napolitano ha definito non più perseguibile una politica di «ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Se la sfida ora si chiama crescita e occupazione, segnali in direzione di una oculata flessibilità paiono ormai doverosi da parte di Bruxelles. Nell' immediato, lo spazio di manovra nell' anno in corso può valere, conti alla mano, da un minimo di 3 a 4,5 miliardi sotto forma di progetti infrastrutturali cofinanziati con l' Unione europea, benzina potenziale da immettere nel motore della ripresa. Poi a partire dall' autunno, si comincerà a istruire in sede europea il dossier delle cosiddette «intese contrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita. E già nel prossimo «Programma nazionale di riforma», che il governo approverà in aprile insieme al nuovo Documento di economia e finanza, vi si farà cenno, partendo dalle raccomandazioni rivolte al nostro paese dalla Commissione europea, nell' ambito del «semestre europeo». L' elenco è nutrito: miglioramento dell' efficienza della pubblica amministrazione, Pubblica Amministrazione semplificazioni del quadro normativo, riduzione della durata dei processi civili, migliore gestione dei fondi europei. E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, del sistema di istruzione e della formazione professionale. Quanto al fisco, di certo sarà un segnale importante se in fase di confronto con Bruxelles il Governo potrà contare sull' approvazione definitiva del disegno di legge delega, all' esame della Camera per il terzo passaggio parlamentare. Il tutto, tenendo conto che la stessa Commissione europea invita l' Italia a ridurre il carico fiscale sul lavoro, potenziando al tempo stesso le azioni di contrasto dell' evasione e dell' economia sommersa. Il meccanismo incentivante potrebbe tradursi in prestiti a tassi inferiori rispetto a quelli offerti attualmente dal mercato, finanziando in parte il costo delle riforme. Se questo è lo scenario che va prospettandosi da qui ai prossimi mesi, la trattativa dovrà essere condotta con notevole abilità negoziale. Qualche apertura è possibile coglierla nelle ultime esternazioni del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e del guardiano dei conti pubblici Olli Rehn: Bruxelles è pronta a sbloccare la «clausola di flessibilità», a patto che il governo tenga fede ai suoi impegni sul fronte del deficit e della riduzione del debito. In primo piano, i proventi attesi dalla spending review, il piano di dismissioni di asset pubblici, gli introiti che affluiranno dal rientro dei capitali esportati illegalmente attraverso il meccanismo della «voluntary disclosure». Persitono dubbi sulla "vulnerabilità" del nostro paese, sui rischi dell' instabilità politica, e sulle croniche criticità costituite dall' alto debito e dalla bassa competitività. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STRATEGIA Le intese contrattuali A partire dall' autunno, il governo comincerà a istruire in sede europea il dossier delle cosiddette «intese contrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita Dalla giustizia ai fondi Ue L' elenco delle riforme su cui punta il governo è lungo: miglioramento dell' efficienza della pubblica amministrazione, semplificazioni del quadro normativo, riduzione della durata dei processi civili, migliore gestione dei fondi europei. E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, Pagina 20 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 del sistema di istruzione e della formazione. Pubblica Amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 21 di 58 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 22 di 58 . Gio 06/02/2014 8 MF Pagina 8 Giovedì 6 Febbraio 2014 DENARO & POLITICA L’UTILE LORDO 2013 DELLA SPA È SALITO DEL 25% A 490 MILIONI, IN AUMENTO ANCHE I VOLUMI Sace, conti in crescita per l’ipo Entro i primi di marzo i consulenti metteranno a punto il piano per la cessione del 60% del capitale. Ma prima dev’essere risolta la questione delle garanzie dello Stato di Anna Messia È salito del 25% a 490 milioni l’utile lordo 2013 di Sace spa, l’assicuratore del credito controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti che il governo vuole privatizzare. La società guidata da Alessandro Castellano si presenterà così al mercato con conti in crescita. Anche se si tratta solo di dati preliminari (quelli definitivi saranno approvati dal consiglio di amministrazione che si riunirà a metà marzo) i numeri appaiono positivi, non solo per quanto riguarda l’utile. Lo scorso anno Sace spa ha deliberato garanzie per 8,7 miliardi, in crescita del 2%, di cui 5,7 miliardi sono andati a sostegno delle esportazioni italiane, che hanno registrato una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo del 2012. «Un risultato al di sopra delle aspettative e conseguito in un anno ancora difficile per l’Italia», ha commentato ieri Castellano, aggiungendo che il gruppo Sace (che comprende anche altre società come Sace Bt o Sace Fct) ha complessivamente «assicurato oltre 30 miliardi di transazioni commerciali e di investimento». Continuano però a crescere i sinistri, con 312 milioni di indennizzi liquidati alle imprese nel 2013, che rappresentano una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. Benché il trend negativo sia stato parzialmente mitigato dall’andamento positivo delle attività di recupero crediti, che è stata pari a 217 milioni (+45%). Bene anche l’attività di factoring, con l’aumento del 45% del turnover, pari a 2,6 miliardi. Per quanto riguarda invece le operazioni per la privatizzazione, i consulenti (Bain & Company e Goldman Sachs Poste-Cdp, oggi il governo scioglie nodo convenzione di Anna Messia a riunione è fissata per oggi a Palazzo Chigi, quando il goLDepositi verno che discuterà della convenzione delle Poste con Cassa e Prestiti. E si parlerà anche del servizio universale di Poste italiane. Ad annunciarlo è stato ieri il viceministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, a margine di un’audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato. Due questioni che vanno risolte rapidamente in vista dell’ingresso dei privati nel capitale di Poste Italiane, atteso entro fine anno con la cessione dal parte del ministero dell’Economia del 40% del capitale. Per quanto riguarda in particolare la convenzione con Cdp, per conto della quale il gruppo guidato da Massimo Sarmi distribuisce buoni e libretti postali, l’intenzione del governo sembra essere di stabilizzare i flussi commissionali. Attualmente le Poste Italiane lavorano in base a un accordo annuale Massimo (nel 2012 sono stati incassati 1,6 Sarmi miliardi) che l’esecutivo vorrebbe trasformare in pluriennale. Oggi si entrerà più nel dettaglio. Ieri intanto Sarmi, come anticipato da MF-Milano Finanza, ha incontrato i sindacati per aggiornarli sui lavori in corso per la privatizzazione che, come noto, prevede anche l’ingresso dei lavoratori nel capitale dell’azienda con una quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 5%. Le modalità sono ancora tutte da definire e si starebbe ragionando a un modello del tutto innovativo per l’Italia che avrebbe anche bisogno di un intervento legislativo. E che potrebbe portare anche a un cambio della governance delle Poste Italiane prevedendo magari un sistema duale, con un comitato di gestione e un comitato di sorveglianza. Ipotesi per ora solo embrionali; per formulare proposte concrete da presentare al governo i sindacati e l’azienda apriranno gruppi di lavoro che si riuniranno nelle prossime settimane. Oggi intanto Sarmi sarà in audizione in commissione Trasporti alla Camera proprio sul tema privatizzazione. (riproduzione riservata) Pubblica Amministrazione per Sace; Société Générale per conto dell’azionista Cassa Depositi e Prestiti) sono in piena attività per decidere modalità e valore dell’operazione. Bain, in particolare, sta lavorando al nuovo piano industriale 20142017. L’obiettivo è definire tutto entro fine febbraio o al più tardi inizio marzo, quando dovrà essere chiaro non solo il valore di Sace ma anche le modalità con cui la società si presenterà al mercato, ossia se tramite un’ipo (che sembra al momento l’ipotesi più probabile) o con un collocamento a privati. Maggiore chiarezza sembra invece esserci per quanto riguarda la quota da cedere: il governo appare intenzionato a collocare il 60% delle azioni, il che vorrebbe dire mantenere nelle mani di Cdp, e quindi indirettamente del Tesoro, una partecipazione di minoranza. Scelta che però porta con sé qualche conseguenza: perché Sace spa ope- Alessandro Castellano ra con la garanzia dello Stato italiano (benché il rating del gruppo, pari ad A-, sia superiore a quello dell’Italia). Come mantenere questa copertura per un’azienda a maggioranza privata? I consulenti sono al lavoro per trovare una soluzione anche a questo quesito, oltre ovviamente che per definire il valore di Sace, cui sembrano interessati anche investitori di Emirati Arabi e Qatar, come sarebbe emerso nella recente missione del governo Letta in quei Paesi. Per quanto riguarda la valutazione, si parte dai 6 miliardi pagati da Cdp nel dicembre 2012, quando rilevò Sace dal ministero dell’Economia. Anche se nel frattempo, lo scorso dicembre, Cdp ha incassato un maxi-dividendo straordinario da 1 miliardo. Ieri intanto la spa guidata da Giovanni Gorno Tempini ha reso noto di aver concluso un’emissione obbligazionaria a tasso fisso di 750 milioni che ha registrato richieste di titoli per 1,9 miliardi di euro. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/sace Sui rating il silenzio normativo si fa assordante L e cronache hanno dato notizia del procedimento avviato dalla Corte dei Conti contro le tre principali agenzie di rating, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, per i danni causati dai giudizi dati sul debito italiano nel 2011 che tra l’altro contribuirono alla caduta del governo Berlusconi. In particolare, la chiamata in giudizio di S&P riguarderebbe il risarcimento di un danno allo Stato per 234 miliardi. Gli avvocati delle agenzie contesterebbero la legittimità dell’azione della Corte perché toccherebbe organismi esterni alla pubblica amministrazione. Tuttavia questi legali trascurano che il danno erariale, alla base dell’intervento della Corte, non necessariamente deve riguardare funzionari o soggetti pubblici, ben potendo avere come destinatario un privato, persona fisica o giuridica, la cui condotta, per colpa o dolo, abbia arrecato danni allo Stato. Una copiosa giurisprudenza in tal senso elimina qualsiasi dubbio. L’altro punto di critica riguarderebbe le componenti del danno stimato dal giudice contabile, che avrebbe valutato non solo gli aspetti strettamente patrimoniali ma anche la ricchezza immateriale dello Stato costituita dalle opere d’arte, dalla letteratura, dai film che siano capolavori eccetera. Certamente c’è materia di discussione per questo tipo di valutazione che alla lontana mima i danni morali o il danno biologico nelle vicende di danneggiamenti tra privati. Ma, ammesso e non concesso che questo computo sia contestabile, resta la fondatezza di un’azione risarcitoria da parte dello Stato che è il destinatario del rating e delle previsioni emesse dalla agenzie. Il fatto che tale iniziativa sia stata avviata non può essere smontato per il modo in cui i danni vengono stimati. Resta pur sempre il concetto di danno erariale che è logicamente e giuridicamente sostenibile; nel contempo il procedimento della Corte è anche un monito nei confronti delle agenzie di rating, che per troppo tempo si sono sentite legibus solutae in presenza di una normativa europea regolatrice assai debole e parziale e di incerte iniziative di contestazione da parte dei governi. Ora è legit- timo attendersi un comunicato ufficiale della Corte - anche per l’esigenza di trasparenza del mercato - che precisi lo stato del procedimento e i tempi del suo svolgimento. Per ora la Corte ha fatto sapere che esiste solo l’avvio di indagine. A maggior ragione occorrerà, non appena in grado, che si sia messi in condizioni di saperne di più. Attendiamo poi la ripresa, il 18 febbraio, del procedimento davanti al gup di Trani sulla richiesta di rinvio a giudizio di S&P e Fitch per manipolazione del mercato: un procedimento da tempo pendente e che ora bisognerebbe portare a conclusione. Non siamo sostenitori della via giudiziaria alla riforma delle suddette agenzie. Ma proprio per la persistente inadeguatezza della regolamentazione il vuoto finisce con l’essere colmato da inevitabili iniziative del giudice ordinario, amministrativo o contabile. Le agenzie di rating non godono dell’extraterritorialità; dovrebbero avvertire l’interesse loro stesso a un’autoregolamentazione, soprattutto nella predisposizione dei procedimenti per le valutazioni, che le renda difficilmente attaccabili sul piano della correttezza e dell’efficienza; ma dovrebbero anche capire che da una disciplina primaria più rigorosa e completa trarrebbero vantaggio loro per prime, potendo agire in un contesto più affidabile per oggettività, rigore, trasparenza. Ciò non significa affatto abbandonare l’esigenza che la disciplina comunitaria sia emendata e fortemente ampliata e rafforzata. Ma occorre pure tener presente quanto proprio ieri ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni a proposito dell’eccessivo ruolo che si sta dando ai giudizi delle agenzie di rating; gli investitori oggi, secondo il ministro, danno maggiore peso ad altri fattori, quale per esempio il rendimento dei titoli pubblici. In questo quadro, va aggiunto, un aiuto potente a questa riduzione di importanza potrà essere dato dall’eliminazione dagli ordinamenti, in particolare per le norme riguardanti le banche, dell’obbligatorietà, per diverse operazioni, del loro accompagnamento con i giudizi di tali società. (riproduzione riservata) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 23 di 58 Gio 06/02/2014 MF Pagina 8 Sui rating il silenzio normativo si fa assordante Le cronache hanno dato notizia del procedimento avviato dalla Corte dei Conti contro le tre principali agenzie di rating, Moody' s, Standard & Poor' s e Fitch, per i danni causati dai giudizi dati sul debito italiano nel 2011 che tra l' altro contribuirono alla caduta del governo Berlusconi. In particolare, la chiamata in giudizio di S&P riguarderebbe il risarcimento di un danno allo Stato per 234 miliardi. Gli avvocati delle agenzie contesterebbero la legittimità dell' azione della Corte perché toccherebbe organismi esterni alla pubblica amministrazione. Tuttavia questi legali trascurano che il danno erariale, alla base dell' intervento della Corte, non necessariamente deve riguardare funzionari o soggetti pubblici, ben potendo avere come destinatario un privato, persona fisica o giuridica, la cui condotta, per colpa o dolo, abbia arrecato danni allo Stato. Una copiosa giurisprudenza in tal senso elimina qualsiasi dubbio. L' altro punto di critica riguarderebbe le componenti del danno stimato dal giudice contabile, che avrebbe valutato non solo gli aspetti strettamente patrimoniali ma anche la ricchezza immateriale dello Stato costituita dalle opere d' arte, dalla letteratura, dai film che siano capolavori eccetera. Certamente c' è materia di discussione per questo tipo di valutazione che alla lontana mima i danni morali o il danno biologico nelle vicende di danneggiamenti tra privati. Ma, ammesso e non concesso che questo computo sia contestabile, resta la fondatezza di un' azione risarcitoria da parte dello Stato che è il destinatario del rating e delle previsioni emesse dalla agenzie. Il fatto che tale iniziativa sia stata avviata non può essere smontato per il modo in cui i danni vengono stimati. Resta pur sempre il concetto di danno erariale che è logicamente e giuridicamente sostenibile; nel contempo il procedimento della Corte è anche un monito nei confronti delle agenzie di rating, che per troppo tempo si sono sentite legibus solutae in presenza di una normativa europea regolatrice assai debole e parziale e di incerte iniziative di contestazione da parte dei governi. Ora è legittimo attendersi un comunicato ufficiale della Corte - anche per l' esigenza di trasparenza del mercato - che precisi lo stato del procedimento e i tempi del suo svolgimento. Per ora la Corte ha fatto sapere che esiste solo l' avvio di indagine. A maggior ragione occorrerà, non appena in grado, che si sia messi in condizioni di saperne di più. Attendiamo poi la ripresa, il 18 febbraio, del procedimento davanti al gup di Pubblica Amministrazione Trani sulla richiesta di rinvio a giudizio di S&P e Fitch per manipolazione del mercato: un procedimento da tempo pendente e che ora bisognerebbe portare a conclusione. Non siamo sostenitori della via giudiziaria alla riforma delle suddette agenzie. Ma proprio per la persistente inadeguatezza della regolamentazione il vuoto finisce con l' essere colmato da inevitabili iniziative del giudice ordinario, amministrativo o contabile. Le agenzie di rating non godono dell' extraterritorialità; dovrebbero avvertire l' interesse loro stesso a un' autoregolamentazione, soprattutto nella predisposizione dei procedimenti per le valutazioni, che le renda difficilmente attaccabili sul piano della correttezza e dell' efficienza; ma dovrebbero anche capire che da una disciplina primaria più rigorosa e completa trarrebbero vantaggio loro per prime, potendo agire in un contesto più affidabile per oggettività, rigore, trasparenza. Ciò non significa affatto abbandonare l' esigenza che la disciplina comunitaria sia emendata e fortemente ampliata e rafforzata. Ma occorre pure tener presente quanto proprio ieri ha detto il ministro dell' Economia Fabrizio Saccomanni a proposito dell' eccessivo ruolo che si sta dando ai giudizi delle agenzie di rating; gli investitori oggi, secondo il ministro, danno maggiore peso ad altri fattori, quale per esempio il rendimento dei titoli pubblici. In questo quadro, va aggiunto, un aiuto potente a questa riduzione di importanza potrà essere dato dall' eliminazione dagli ordinamenti, in particolare per le norme riguardanti le banche, dell' obbligatorietà, per diverse operazioni, del loro accompagnamento con i giudizi di tali società. (riproduzione riservata) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 24 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 14 TUTTOCASA 2014 06 ILLUSTRAZIONE DI MAURO GATTI IBENEFICIARI EL’ITER DASEGUIRE Con l’ecobonus «extralarge» l’efficienza taglia la bolletta Proroga del bonus del 65% a tutto il 2014, nel 2015 si scende al 50% Dario Aquaro Circa il 40% dei consumi energetici italiani è legato agli immobili e attribuibile per la maggior parte a impianti di riscaldamento inefficienti e scarso isolamento. D’altra parte il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976, anno della prima normativa (legge 373) sull’efficienza energetica, e un quarto del patrimonio immobiliare non è mai stato sottoposto a interventi di riqualificazione. Sui temi di risparmio energetico, in una cornicenormativachehamostratonegliul- CONSUMI FUORI CONTROLLO Il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976 e il 25% non è mai stato ristrutturato: così gli sprechi energetici aumentano timi anni chiari progressi, è aumentata anchelasensibilitàdei proprietari di immobili. La proroga della detrazione in versione extralarge punta a coltivare proprio questa sensibilitàeatrasformarla inopereconcrete, offrendo un sostegno a chi vuol ridurre le emissioni inquinanti e i consumi energetici. C’è ancora altro tempo dunque per affrontareinterventi di riqualificazioneenergetica, dare un taglio alla bolletta, e garantirsiun rimborso pari a quasi i due terzi della spesa: l’ecobonus sarà infatti al 65% fino al 31 dicembre 2014, per poi ridursi nel 2015 Normativa Comuni al50 per cento. Dal 2016, a meno di ulteriori proroghe,questi interventi potrannogodere solo del bonus al 36%, confluendo nell’agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio (si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 gennaio). Le scadenze prorogate sono più lunghe di sei mesi per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali ocheinteressano «tutte leunità immobiliari di cui si compone il singolo condominio» (65% fino al 30 giugno 2015, poi 50% fino al 30 giugno 2016). Anche per la riqualificazione energetica loscontosaràdunqueascalare,e perindividuarelamisuradelladetrazionecontaladata in cui la spesa viene "sostenuta": pagata per le persone fisiche o di competenza per le imprese. A differenza del bonus sulle ristrutturazioni, infatti, quello sul risparmio energetico può riguardare qualsiasi tipo di immobile,di qualsiasicategoria catastale, e può essere sfruttato da tutti i contribuenti, a prescindere dalla tipologia di reddito di cui siano titolari (soggetti Irpef e Ires). La platea è ampia e riunisce persone fisiche, compresigliesercentiartieprofessioni,impresecommerciali (ditte individuali,società di persone o di capitali), associazioni tra professionisti, enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. Beneficiario del maxisconto è chi sostienelaspesa,siaproprietarioomeno(inquilino,comodatario,usufruttuario)dell’immobile oggetto dei lavori. Ma di quali lavori parliamo?L’agevolazioneriguardaleriqualificazioni energetiche globali degli edifici; gliinterventisustruttureopacheorizzonta- .com SU INTERNET Aggiornamenti su norme, fisco e mercato sul Quotidiano della Casa e del Territorio IlQuotidianodellaCasa&delTerritorioèlo strumentodigitaleriservatoagliabbonati delSole24Orechefornisceun aggiornamentocostantesututtelenotizie relativealmondodellacasa,dell’ediliziae delrealestate.Siarticolanelleseguenti12 sezioni:ediliziaprivata;appalti; infrastruttureecittà;mercatoimmobiliare; realestate;architetturaeprogetti; condominio;fisco;arredodesign;impresae professione;bandidigaraeprogettazione. www.casaeterritorio.ilsole24ore.com li o verticali (inclusi i cappotti termici, i solai, tutte le coperture di un fabbricato) e la sostituzione degli infissi; l’installazione di pannelli solaritermici, per la produzionedi acqua calda; la sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, con pompe di calore ad alta efficienza o impiantigeotermiciabassaentalpia.Aquestequattrocategoriedi lavoricorrispondono diversi valori massimi di detrazione (da 100mila a 30mila euro), come viene spiegato in questa guida che riassume le novità e tutti i passaggi per destreggiarsi e sfruttare l’ecobonus.Perchéoltreagliimportimassimi detraibili a seconda del tipo di intervento cambiano anche le procedure da seguire: i documenti da acquisire e quelli da trasmetterein via telematica all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Mentre i titolari di reddito d’impresa sono esonerati dall’obbligo di bonifico, perché non è rilevante la data di pagamento ma la competenza del costo imputato in bilancio, per i privati il bonifico "parlante" rimane invece un requisito fondamentale per accedere albonus e deve essere eseguito dalla stessa persona alla quale sono intestate le fatture. La detrazione, sia per il privato sia per l’impresa, viene comunque ripartita in dieci quote annuali di pari importo e riduce l’Irpef o l’Ires lorda dovuta per l’anno d’imposta. Ma non è prevista alcuna possibilità di rimborso o rinvio: se l’imposta dovuta per un determinato esercizio è inferiore alla quota di detrazione, la parte in eccesso va persa. NELLADICHIARAZIONE DEIREDDITI Hanno accesso alle detrazioni persone fisiche e soggetti Ires Principio di cassa per determinare la quota di «bonus» a cui si ha diritto erl’accesoalledetrazionifiscali collegateallarealizzazionedegli interventidiriqualificazioneenergetica,in temadipraticheamministrativee documentazionedaconservare,occorre,in lineagenerale,seguirelemedesimeregole previstepergliinterventidiristrutturazione edilizia.Èinfattilostessocomma348della legge296/2006arichiamareespressamente lemodalitàoperative dicuiall’articolo1della 449/1997concernentiappuntogliinterventi direcuperodelpatrimonioedilizio,regolati dall’articolo16-bisdelTuir(si veda«IlSole 24Ore»del23gennaio).Unaprima, rilevante,differenzaèrappresentatadal fattochegliinterventiagevolatipossono interessarequalsiasitipologiad’immobile,a prescinderedallacategoriacatastale,ivi compresiquindigliimmobilistrumentalie rurali.Daciòconsegueun’altrapeculiarità: possonoinfattiusufruireditale agevolazionenonsololepersonefisichema anchelepersonegiuridiche(soggettiIres). Diconseguenza,cambianolemodalitàdi pagamento,chevarianoasecondacheil soggettosiatitolareomenodireddito d’impresa.Mentreperlepersonefisiche restaobbligatorioilpagamentomediante bonificobancario"parlante",perititolaridi redditod’impresanonvièquestoobbligo, potendoglistessiprovareilpagamentocon altraidoneadocumentazione.Perottenere ladetrazioneprevistadagliecobonusil contribuentedeveperòacquisire,oltreagli eventualititoliabilitativi,diverse certificazioni.Èinfattinecessaria l’asseverazionediuntecnicoabilitatoola dichiarazioneresadaldirettoredeilavori attaacertificarechel’interventorealizzatoè conformeairequisititecnicirichiestiper l’agevolazionerichiesta.Nelcasodi interventiminori,qualilasostituzionedi finestreeinfissioperlecaldaiea condensazioneconpotenzainferiorea100 kW,questodocumentopuòesseresostituito daunacertificazionedelproduttore attestantelecaratteristichedeiprodotti installati.Perlariqualificazionediedifici esistentioperinterventisullesuperfici opache,oltreall’asseverazione,ènecessario, quandorichiesto,acquisirelacertificazione energeticadell’immobilechecomprende i datirelativiall’efficienzaenergeticapropria dell’edificio,qualoraintrodottadalla Regioneodall’entelocale,o,neglialtricasi, unattestatodiqualificazioneenergetica, predispostodaunprofessionistaabilitato.Si devepoitrasmettereall’Enea,entro90 giornidalterminedeilavorieconmodalità telematiche,laschedainformativadegli interventirealizzatielacopiadell’attestato diqualificazioneenergetica.Nonvanno inviateall’Eneaasseverazione,relazioni tecniche,fatture,copiadibonifici,piantinee documentazionevaria.Nelcasoincuii lavorinecessariarealizzaregliinterventi proseguanoinpiùperiodid’imposta,è necessariocomunicareall’agenziadelle Entratelespeseeffettuatenei periodi precedenti,inviatelematica,entro90giorni dalterminedelperiodod’imposta. P e spesesostenute nell’anno 2013 per interventifinalizzati al risparmio energeticodegli edificiesistenti, di qualsiasicategoria catastale, danno diritto a una detrazione d’impostadel 55 o del 65%: nelladichiarazione dei redditi, modello 730 oUnico, siindicano sia lequote spettanti perle spese sostenute nell’anno 2013, sia le quote spettanti in relazionealle spesedi anniprecedenti. Vale il criterio dicassa, rilevacioè l’annoin cui le spese sonostate sostenute. Il limite massimodi detrazione spettanteva riferito all’unità immobiliaree va suddivisotra i detentorio possessori dell’immobile,in base all’importo effettivamentesostenuto. Rimane fermo chegli oneri deducibili o detraibilipossono ridurreo azzerareil peso dell’Irpef e delle relative addizionali regionalie comunali, manon danno diritto al rimborso. Nel modello730,per i redditidel 2013, per la detrazione del 55 odel 65% si devono compilare i righi da E61 a E63. In particolare, incolonna 2 si indical’anno in cui sono state sostenute lespese e, in colonna3, si indicano,con il codice1, lespese sostenute dal1˚gennaio al 5giugno 2013 (detrazione del55%) e, con il codice2, le spese sostenute dal6 giugno al 31 dicembre 2013(65%). Il beneficiofiscale per interventifinalizzati al risparmio energeticodegli edificiesistenti è pari al: 55% per lespese sostenute dal 2008 al 2012 e dal1˚gennaio al 5giugno 2013; 65% perle spese sostenute dal 6 giugnoal 31 dicembre2013. Perla detrazione d’imposta sullespese sostenute per il risparmio energetico,la legge di stabilità 2014 fissala misura: del 65% anche sulle spese sostenute fino al 31 dicembre2014; del 50% sullespese sostenute dal1˚gennaio 2015al 31 dicembre 2015.In base alle spese sostenute, la detrazione è ripartita:in dieci rateannuali dipari importo, entro il limite massimo previstoper ciascun intervento effettuato, dal2011 al 2013;in cinque rate annuali, per le spesesostenute nel 2009e nel 2010. Fino a 96milaeuro, è altresì riconosciutoil bonus perle spese sostenute dal 4agosto 2013 al 31 dicembre2013 per gliinterventi finalizzati all’adozionedi misureantisismiche su edificiadibiti ad abitazione principale oad attivitàproduttive ricadenti nelle zone sismichead alta pericolosità,le cui procedure diautorizzazione sono state attivatedal 4agosto 2013.In caso di più beneficiari,la scelta effettuata al momento delsostenimento delle spese non può esserevariata a causa dellasopraggiunta incapienza diuno dei beneficiari. Nell’ipotesi divendita odonazione dell’immobilesul quale sono statirealizzati gliinterventi chedanno diritto alla detrazione prima chesia trascorso il periodo digodimento del beneficio,le quote didetrazione non godute sono trasferite, salvodiverso accordo delle parti, agliacquirenti o donatari. Nelcaso di morte deltitolare dell’immobile,il diritto alla detrazione sitrasmette esclusivamente all’erede checonserva la detenzione materialee diretta dell’immobile. Gianni Marchetti e Alberto Bonino Salvina Morina e Tonino Morina © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 L Pagina 25 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Con l' ecobonus «extralarge» l' efficienza taglia la bolletta Proroga del bonus del 65% a tutto il 2014, nel 2015 si scende al 50% CONSUMI FUORI CONTROLLO Il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976 e il 25% non è mai stato ristrutturato: così gli sprechi energetici aumentano. Dario Aquaro Circa il 40% dei consumi energetici italiani è legato agli immobili e attribuibile per la maggior parte a impianti di riscaldamento inefficienti e scarso isolamento. D' altra parte il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976, anno della prima normativa (legge 373) sull' efficienza energetica, e un quarto del patrimonio immobiliare non è mai stato sottoposto a interventi di riqualificazione. Sui temi di risparmio energetico, in una cornice normativa che ha mostrato negli ultimi anni chiari progressi, è aumentata anche la sensibilità dei proprietari di immobili. La proroga della detrazione in versione extralarge punta a coltivare proprio questa sensibilità e a trasformarla in opere concrete, offrendo un sostegno a chi vuol ridurre le emissioni inquinanti e i consumi energetici. C' è ancora altro tempo dunque per affrontare interventi di riqualificazione energetica, dare un taglio alla bolletta, e garantirsi un rimborso pari a quasi i due terzi della spesa: l' ecobonus sarà infatti al 65% fino al 31 dicembre 2014, per poi ridursi nel 2015 al 50 per cento. Dal 2016, a meno di ulteriori proroghe, questi interventi potranno godere solo del bonus al 36%, confluendo nell' agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio (si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 gennaio). Le scadenze prorogate sono più lunghe di sei mesi per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano «tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio» (65% fino al 30 giugno 2015, poi 50% fino al 30 giugno 2016). Anche per la riqualificazione energetica lo sconto sarà dunque a scalare, e per individuare la misura della detrazione conta la data in cui la spesa viene "sostenuta": pagata per le persone fisiche o di competenza per le imprese. A differenza del bonus sulle ristrutturazioni, infatti, quello sul risparmio energetico può riguardare qualsiasi tipo di immobile, di qualsiasi categoria catastale, e può essere sfruttato da tutti i contribuenti, a prescindere dalla tipologia di reddito di cui siano titolari (soggetti Irpef e Ires). La platea è ampia e riunisce persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, imprese commerciali (ditte individuali, società di persone o di capitali), associazioni tra professionisti, enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. Beneficiario del maxisconto è chi Normativa Comuni sostiene la spesa, sia proprietario o meno (inquilino, comodatario, usufruttuario) dell' immobile oggetto dei lavori. Ma di quali lavori parliamo? L' agevolazione riguarda le riqualificazioni energetiche globali degli edifici; gli interventi su strutture opache orizzontali o verticali (inclusi i cappotti termici, i solai, tutte le coperture di un fabbricato) e la sostituzione degli infissi; l' installazione di pannelli solari termici, per la produzione di acqua calda; la sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, con pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici a bassa entalpia. A queste quattro categorie di lavori corrispondono diversi valori massimi di detrazione (da 100mila a 30mila euro), come viene spiegato in questa guida che riassume le novità e tutti i passaggi per destreggiarsi e sfruttare l' ecobonus. Perché oltre agli importi massimi detraibili a seconda del tipo di intervento cambiano anche le procedure da seguire: i documenti da acquisire e quelli da trasmettere in via telematica all' Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Mentre i titolari di reddito d' impresa sono esonerati dall' obbligo di bonifico, perché non è rilevante la data di pagamento ma la competenza del costo imputato in bilancio, per i privati il bonifico "parlante" rimane invece un requisito fondamentale per accedere al bonus e deve essere eseguito dalla stessa persona alla quale sono intestate le fatture. La detrazione, sia per il privato sia per l' impresa, viene comunque ripartita in dieci quote annuali di pari importo e riduce l' Irpef o l' Ires lorda dovuta per l' anno d' imposta. Ma non è prevista alcuna possibilità di rimborso o rinvio: se l' imposta dovuta per un determinato esercizio è inferiore alla quota di detrazione, la parte in eccesso va persa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 26 di 58 . Gio 06/02/2014 6 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 Politica e società Lo strappo del Senato mette alla prova il duopolio Renzi-Berlusconi S ul caso De Gregorio il presidente del Senato ha senza dubbio esercitato le sue prerogative. Ma è come se avesse avvicinato in piena coscienza una torcia accesa a una santabarbara piena di dinamite. Questo a causa delle modalità con cui si è arrivati alla decisione di costituirsi parte civilenelprocessodiNapolicontro Berlusconi per la presunta compra-vendita di parlamentari. Modalità che riguardano in particolare il pasticcio del voto, peraltro consultivo,concuil’Ufficiodipresidenzadi Palazzo Madama aveva in precedenza imboccato la strada opposta, ossia nessun intervento nel processo, nessuna «parte civile». Viceversa, Grasso ha subito smentito quel voto ed era suo diritto farlo. Ma le con- 7 il PUNTO DI Stefano Folli Tuttavia la vicenda non può compromettere la riforma. Può rendere più complesso il suo iter seguenze non sono trascurabili, visto che si tratta della seconda carica dello Stato e che l’imputato,tantopercambiare,sichiamaSilvio Berlusconi, ormai ex senatore, ma pur sempre al centro della vita politica. Anzi, da pochi giorni rinato nelle vesti di «padre costituente» della nuova Repubblica. L’episodio non produrrà effetti politici immediati, ma sarebbe sbagliato sottovalutarlo. Si inserisce in un clima tutt’altro che sereno,comesièappenavistoanchea Montecitorio(sia purepermotividiversi).Qualcheerroreandavaevitato,a cominciareproprio da quel voto dell’Ufficio di presidenza. Se il presidente aveva già deciso come procedere, avrebbe fatto meglio a non permettere quella votazione. Se invece era indeci- so o aveva dato tale impressione ai suoi interlocutori, doveva sapere che la scelta di ricorrere ai suoi poteri e di non tener conto di quel voto lo avrebbe esposto ad accuse di parzialità. Dicertonon sipuò direche inquestalegislatura i presidenti delle due assemblee abbiano fortuna. Prima Laura Boldrini e ora PietroGrassosonofinitientrambinelfrullatore e vengono bersagliati da rilievi spesso ingiusti. È come se quell’alone di rispetto istituzionalechesecondotradizionecircondava le figure dei presidenti, anche i meno popolari, si sia dissolto in questa ennesima fase di transizione. Oltre tutto Grasso guida la Camera Alta, di cui viene ribadita ogni giorno l’inutilità e annunciata la prossima chiusura. Non è il modo migliore per garantire la tranquillità degli animi. O per reclamare dal presidente dell’assembleaunospiritodeltutto«aldisopra delle parti». In ogni caso anche questa vicenda dimostra quanto la legislatura si stia sfilacciando. Difficile pensare che entrambe le Camere possano trasformarsi in arene dove lo scontro è totale e i due presidenti vengono delegittimati e contestati in modo sistematico. Qualcuno ha voluto leggere nella vicenda,salutataconentusiasmo dai CinqueStelleedatutto ilfrontediciamo così«giustizialista», un tentativo di sabotare l’asse RenziBerlusconi sulla riforma elettorale. L’inter- pretazione è ragionevole, ma solo nel senso che dimostra quanto sarà impervio, soprattutto al Senato, il cammino della legge elettorale. A parte questo aspetto, che non è una novità, difficile credere che il patto fra RenzieBerlusconipossavacillareperl’incidente di ieri. È e resta nell’interesse preciso dei due contraenti arrivare al risultato della riforma bipolare. D’altra parte, i nemici del duopolio sono tanti e agguerriti. Il caso De Gregorio li avrà resi più determinati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Q APPROFONDIMENTO ON LINE Online «il Punto» di Stefano Folli www.ilsole24ore.com Politica e giustizia. La decisione nel processo per la compravendita di voti - Pd e M5S plaudono al presidente di Palazzo Madama Il Colle. «Bene la continuità di azione» Senato parte civile contro Berlusconi Napolitano «blinda» il governo Letta I partiti: serve verifica Grasso ribalta il voto del consiglio di presidenza - Ira Fi: zelo giustizialista, ci saranno conseguenze Barbara Fiammeri ROMA Il Senato si costituirà parte civile contro Silvio Berlusconi, nel processo che vede l’ex premier imputato per la presuntacompravenditadisenatori. A deciderlo è stato Pietro Grasso, presidente del Senato,nonostanteilparerecontrario espresso dall’ufficio di presidenza di Palazzo Madama.Il verdettodiGrassoè arrivato via mail ad alcune ore dal parere consultivo che aveva bocciatol’ipotesidellacostituzione di parte civile con dieci voti contro otto. Decisivi i voti di Linda Lanzillotta di Sc e di Antonio De Poli (PpI) che si sono schierati con Fi, Ncd, LegaeGalcontro irappresentanti di Pd, M5s e Sel. Sembrava fossefinitalì. Mail regolamento affida al presidente la decisione finale. E Grasso, dopo unasolitaria riflessione,alla fine ha scelto di far costituire per la prima volta il Senato come parte civile. Il presidente ha ribaltato il responso dell’ufficio di presidenza perché è «ineludibile dovere morale» che la Camera Alta partecipi all’accertamento della verità dei fatti in quanto, secondo i magistrati chehannopreparatoil processo, i fatti relativi alla presunta compravendita si sarebbero realizzati proprio al Senato. Insorge il centrodestra, soprattutto Fi che attacca compatto il presidente del Senato per il suo «zelo giustizialista», che ha portato a una decisione «turpe»eche–avverteMaurizioGasparri–«nonresteràpriva di conseguenze». Proprio Gasparri, come Renato Brunettaemoltialtriesponentiazzurri poche ore prima si erano invece detti certi che Grasso LA DECISIONE Il presidente di Palazzo Madama: «Dovere morale» Fra i voti contrari Sc e Udc Brunetta: colpo a freddo alla pacificazione, Renzi valuti avrebbe rispettato la volontà dell’ufficiodi presidenza.Contemporanemente dal fronte opposto, il M5s chiedeva al Presidente di «prendere posizione», Di Pietro lo invitava a «nonfare PonzioPilato»mentre il Pd si limitava a confidare nella «saggezza» di Grasso. È plausibile che il presidente abbia tenuto conto anche del fatto che a propendere per la costituzione di parte civile fossero i rappresentanti dei principali gruppi parlamentari e quindi del Senato. Qualcun altro, più maliziosamente, legge in questa scelta un obiettivo politico di cui il capogruppo alla Camera di Fi si fa interprete.«Viene il sospetto chesia in realtà un colpo dato a freddo alla pacificazione, quella sì istituzionale, voluta da Renzi e Berlusconi», dice Brunetta seguito poco dopo da Daniela Santanchè che se la prende anche con il Capo dello Stato («L’asse Napolitano-Grasso fa molto male a questo Paese»). Dal Pd il plauso verso il presidente è unanime. In particolare il vicepresidente dei democratici Stefano Lepri ci tiene a sottolineare che «oggi, nel consiglio di Presidenza, non c’è stata nessuna votazione ma solo una consultazione dei membri dell’Ufficio». AncheilM5stellesispendeafavore del presidente del Senato, sia pure per lanciare una nuova frecciata nei confronti della sua omologa alla Camera Laura Boldrini. «Grasso ha sceltoditutelare primaildecoro delle istituzioni rispetto agli interessi dei partiti» segnali positivi che i grillini vorrebbero«leggereanchenell’altro ramo del Parlamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA Intimidazione al presidente della Camera ROMA ANSA Lettera minatoria inviata a Boldrini Nella busta un proiettile e minacce Una lettera minatoria contenente un proiettile calibro 3,80 è stataintercettatainuncentrosmistamento delle poste a Milano: era destinata alla presidente della Camera Laura Boldrini. Nella busta anche un biglietto con minacce. «Solidarietà da parte di tutti i deputati democratici» ha espres- soAndreaMartella,vicepresidente del Pd della Camera. Sostegno allapresidenteanchedaForzaItalia: «La violenza scivola dalle parole ai gesti: solidarietà alla Presidente Boldrini», ha scritto Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario alla Camera dei deputati. Intanto il M5S starebbe organiz- zando una querela di massa contro la presidente e la sua affermazione sui «potenziali stupratori». LareplicadelportavocedellaBoldrini,RobertoNatale:«Dalorooffese e sconcezze. Sottoporremo ai giudici il lunghissimo repertorio di minacce». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ipotesi di «successione» a Letta. Il segretario esclude «manovre di Palazzo», ma il pressing da parte della maggioranza di governo è forte Renzifrena sullastaffetta:non sonoD’Alema Emilia Patta ROMA «No a manovre di Palazzo, io non sono D’Alema». Matteo Renzi ha riunito ieri la segreteria a Largo del Nazareno per preparare la direzione di oggi dedicata alle riforme costituzionali. E ai suoi ha ripetuto di non essere interessato alla staffetta con EnricoLettaperproseguirelalegislatura. Ma nei numerosi incontri avuti ieri – con il leader della minoranza interna Gianni Cuperlo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, con la segretaria di Scelta civica Stefania Giannini ed anche con Pier Ferdinando Casini, appena tornato nelle braccia di SilvioBerlusconigraziealbipolarismo resuscitato dall’Italicum – illeaderdelPd hadovuto constatare che il pressing per un’assunzione diretta di responsabilità è fortissimo. Da parte dei montiani (Andrea Romano lo chiede da settimane), da parte del Nuovo centrodestra (è di due giorni fa il facciaafacciaconAngelinoAlfano), da parte della sinistra del IL PIANO B DELLE URNE La strategia del sindaco: la vera alternativa non è tra Letta bis e Renzi 1 ma tra Letta bis ed elezioni anticipate. Se non a maggio, anche in autunno partito e anche da parte di alcuni dei suoi. Tanto che Cuperlo, dopo l’incontro di ieri al Nazareno, sièfatto l’idea che ilRenzi 1non è ipotesi peregrina. «Quello che è certo è che così non si può andare avanti – ha detto a Renzi il leader della minoranza –. Il Pd non può continuare a far parte di un governo di nessuno. Poi scegli tu lo strumento: un Letta bis o altro. Quellocheserveèunrilancioverodell’azionedi governo ea questo fine un rimpastino non basta». E anche dal Nuovo centrodestra di Alfano fanno trapelare che il punto è proprio l’atteggiamento del Pd nei confronti del governo: «Renzi appoggia il governoLetta o dobbiamo farlo noi dasoli?».Eseil rilanciodell’azione di governo passa per una staffetta – è il ragionamento che si fa tra gli alfaniani – allora va bene anche la staffetta... In serata la «blindatura» del governo da parte del Quirinale (siveda l’articoloinpagina)sembraalmomentochiuderelapartita e allontanare anche il rimpasto o Letta bis che sia. Di patto di coalizione e squadra di governo, concordano a questo punto sia Renzi che il premier, se ne parleràafinemese,ossiadopol’approvazione da parte della Camera della legge elettorale frutto del patto Renzi-Berlusconi. Prima di quel passaggio è difficile prevedere scenari. E i boatos su un Renzi 1, non frenati dai suoi più stretti collaboratori, sembrano peroraavereloscopodaunaparte di blindare l’accordo sull’Italicum in vista del voto dell’Aula previstoperla prossimasettimana e dall’altra di tenere il fiato sul collo del premier. Perché la vera alternativa – confidano dalla stretta cerchia di Renzi – non è tra il Letta bis o il Renzi 1 bensì il Letta bis e le elezioni anticipate. Insomma,Renzinonavrebbeancora rinunciato del tutto all’ipotesi di election day a fine maggio qualora fosse possibile. E se non a fine maggio, anche in autunno nonostante il semestre europeo. Vero che una delle modifiche concordate alla legge elettorale prevede una delega al governo per ridisegnare i collegi «entro 45 giorni» dall’approvazione definitiva della legge (norma che è stata appunto chiamata salva- Letta),malamodificanonèancora stata approvata. Al momento il testo base presentato alla Camera contiene già le tabelle con i nuovi collegi, come voluto da Fi. «Vediamo come va il voto in Aula, su questo e su altri punti. Nullaèscontato...»,diconoalcunideputati renziani. La direzione di oggi, dedicata allariformadelTitoloVealsuperamento del bicameralismo perfetto con l’abolizione del Senato e alla quale parteciperà anche Letta, si apre dunque in un clima surreale.Siparladiriformecostituzionali che necessiteranno di almeno un anno per essere approvate mentre ancora non è chiaro come il Pd si appresterà ad affrontare le prossime settimane.Tuttodipenderàdachecosa uscirà dal voto segreto della Camera sull’Italicum. forma di Governo che avrebbe dovuto collegarsi alle decisioni sulla legge elettorale». Sul piano dei contenuti, si diceva, le convergenze con il piano del Pd non mancano, a partire dal superamento delle «competenze concorrenti», l’articolazione delle competenze più per funzioni che per materie e la riconduzione al centro di alcuni temi frettolosamente devoluti nel 2001, come il trasporto e l’energia. Su questo filone si innesta anche l’ipotesi di una «clausola di salvaguardia» statale, da esercitare con un passaggio al Senato delle Regioni, per accompagnare l’attuazione di piani nazionali di riforma in grado di evitare inciampi del passato come avvenuto per esempio sul Piano Casa, fermato di fatto dalle Regioni. Il progetto del ministero delle Riforme, però, prova a fare dei passi in più, e mira anche a blindare in Costituzione alcune mosse tentate dal federalismo fiscale del 2009-2011 ma impantanatesi nell’attuazione (alla stesura del Ddl ha contribuito anche Luca Antonini, che guida la Commissione paritetica sul federalismo fiscale). È il caso della tagliola ad agenzie, consorzi ed enti intermedi, che le Regioni finora hanno difeso con successo in Corte costituzionale, e di una forte limitazione alle società partecipate, che secondo il Ddl dovrebbero operare solo quando il fine pubblico non possa essere conseguito da privato con pari efficienza e adeguatezza: a definire il quadro normativo dovrebbe essere, entro sei mesi dall’approvazione del Ddl costituzionale, una legge ordinaria, chiamata a tradurre in pratica il principio della «sussidiarietà rafforzata». © RIPRODUZIONE RISERVATA Titolo V. Pronto il ddl del ministro per le Riforme - Nel menù anche il taglio alle società partecipate Professioni e lavoro, competenza allo Stato Gianni Trovati MILANO Addio alla competenza regionale su grandi reti di trasporto ed energia, ma anche su ordinamento delle professioni e tutela e sicurezza del lavoro; cancellazione delle «competenze concorrenti» fra Stato e Regioni, che in questi anni hanno fatto esplodere le battaglie in Corte costituzionale e che nel nuovo assetto saranno sostituite dal nuovo ruolo dei territori nel Senato delle Regioni; forte regia centrale sul procedimento amministrativo, nel tentativo di superare gli ostacoli alzati dai territori sui progetti di semplificazione, taglio drastico alle società partecipate, azzeramento di consorzi, agenzie ed enti inter- Normativa Comuni medi in genere, taglio al numero e alle indennità dei consiglieri regionali e raggruppamento dei piccoli Comuni per ambiti ottimali. Sono gli ingredienti principali nel ricco menù della riforma del Titolo V scritta nel disegno di legge preparato dal ministero delle Riforme costituzionali. Sullo stesso tema stanno lavorando anche al ministero degli Affari regionali e delle Autonomie (si veda il IL MINISTRO Quagliariello: incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera dopo l’ok alla legge elettorale Sole 24 Ore del 21 gennaio), con alcune convergenze importanti sul versante del meccanismo delle competenze, ma ora si tratta di fare la sintesi. «Noi siamo pronti – taglia corto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello –; il Pd ci ha chiesto di attendere per decidere quali interventi affidare al Governo e quali al Parlamento, ma ora bisogna ripartire davvero per uscire da questa situazione in cui tutti chiedono di cambiare passo ma il cammino non si sblocca. Se poi si decide che le riforme sono tutte competenza del Parlamento, nessun problema: ma a quel punto l’esistenza di un ministero delle Riforme perde significato. Parliamone laicamente, perché l’im- portante è fare le riforme, non dove si fanno». Nella tempesta politica perenne che sta caratterizzando questi mesi, il cammino di una legge costituzionale che richiede un doppio passaggio alla Camera e al Senato rischia di rivelarsi più accidentato del solito, e da questo punto di vista la questione dei tempi diventa cruciale. «Penso – sostiene Quagliariello – che si debba incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera appena votata la legge elettorale, quindi entro la fine del mese o i primi giorni di marzo. Già la defezione di Forza Italia, che ha fatto saltare l’iter accelerato delle riforme, ha impedito la revisione della Un governo c’è e lavora con risultati apprezzabili. Di ritorno daStrasburgo,GiorgioNapolitano rassicura Enrico Letta al telefono e fa diramare una nota dal suoufficiostampaincuisirimarca che il Capo dello Stato ha «ribadito il suo apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell’azione di Governo sul pianonazionaleenellerelazioniinternazionali». Il premier si appresta dunque a partecipare oggi alla direzione del suo Pd con animo rinfrancato. Non è infatti uncasochel’interventodelQuirinale– cheha stesosul governo il suo mantello protettivo – avvenga al termine di una giornata in cui i boatos di un staffetta con illeader del Pd Matteo RenziaPalazzoChigisisonorincorsi con insistenza. «Chiacchiere da Transatlantico», chiosano da Palazzo Chigi. Una giornata, quella di Letta, iniziata con una riunione dei capigruppo della sua maggioranza sul tema dei decreti in scadenza esubitoscivolata– perviadi una dichiarazione del capogruppo di Scelta civica Andrea Romano («se l’assunzione di responsabilità del Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a Palazzo Chigi» – sulla spinosa via della «verifica di governo chiesta» dai "piccoli". Il pressing di Scelta civica e Nuovo centrodestra di Angelino Alfano affinché si sigli il famoso patto di coalizione "Impegno 2014" per rilanciare l’azione di governo senza aspettare il via libera alla legge elettorale – come vuole Renzi – c’è in effetti da giorni. «Un governo non è fatto persopravvivere,maperdecidere su cose concrete. Ncd non resterà a guardare le liti nel Pd. Bisogna coinvolgere Renzi nell’esecutivo, altrimenti così non si può andare avanti», ha detto ieri il ministro alfaniano Maurizio Lupi. Ma durante un pranzoproprio conAlfanoecon DarioFranceschiniLettasièsentito rassicurato sulle intenzioni dei suoi principali alleati. Che chiedono un maggior coinvolgimentodel Pd enon un cambiodi premier. Basta che – è questa la posizione del vicepremier – si passi ad affrontare i problemi del Paese, che non sono la legge elettorale,esichiuda sulpattodi coalizione. Ad ogni modo la "verifica" si farà, ha ribadito Letta ai suoi interlocutori,subitodopo l’approvazione della legge elettorale alla Camera e quindi a fine mese. Ilpremier,spieganoisuoi,èconsapevole dell’importanza dell’approvazione dell’Italicum come condizione per andare avanti con l’azione di governo e lavora per una buona soluzione in Aula. Oggi Letta dovrebbe intervenire in direzione – ma non è ancora deciso, dipende anche da come andrà il dibattito – ma non ci sarà nessun aut aut e nessuna perentoria richiesta a Renzi. «Non è tipo da fare Krusciov che batte la scarpa sul tavolo», sorride chi lo conosce bene. Il possibile intervento di Letta si muoverà dunque su tre direttive: pieno sostegno alle riforme messe in campo Renzi, necessità di un impegno più forte del Pd nel governo, sottolineatura dei provvedimenti che comunque l’esecutivo ha già messo in cam- IMPEGNO 2014 A FINE MESE «Il patto di coalizione sarà siglato solo dopo l’ok alla legge elettorale alla Camera». Oggi il premier incontrerà Renzi alla direzione del Pd poinquestomeseedhagiàprontiperilprossimo.Insomma,indipendentemente dalla sigla di "Impegno 2014", da fare ce n’è, sulla scia del discorso programmatico dell’11 dicembre su cui Letta ha ottenuto la fiducia del Parlamento. E i risultati di questi ultimi dieci giorni (dalla legge sul rientro dei capitali al caso Mastrapasqua,da Alitaliaal fondo sovrano del Kuwait) confermano per Letta che il governo è tuttofuorchédiordinariaamministrazione». Lagiornatadiieriregistrainfine, al positivo, anche la tregua con il presidente di ConfindustriaGiorgioSquinzi(sivedapagina 5). «Pure nella diversità di vedute – si sottolinea da Palazzo Chigi–ilfattocheLettasièimpegnato ad andare il 19 febbraio in Confindustria per un incontro con i vertici degli industriali testimonia del clima positivo e costruttivo». Em. Pa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giustizia. Ancora bagarre in Aula [email protected] Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 © RIPRODUZIONE RISERVATA Decreto carceri, l’ostruzionismo della Lega fa slittare il voto finale ROMA Dopo gli esami degli ordini del giorno (120, prevalentemente firmati Lega e M5S), la Camera voterà oggi il decreto svuota carceri su cui il governo martedì ha incassato la fiducia. Arallentarelacorsadelprovvedimento l’ostruzionismo del Carroccio. Tutti i deputati leghistisonointervenuti araffica ma ilprotagonista è ancora una volta Gianluca Buonanno, che dopo aver sventolato martedì un paio di manette davanti al banco della presidenza, ieri si è presentato in aula per un nuovoshow.Nelmezzodeldibattito sul decreto che vuole fronteggiareilsovraffollamentodegliistitutidipena,ildeputatoleghista ha esibito un cartello contro il Pd "complice dei ma- fiosi". Il presidente di turno, Luigi Di Maio (M5S), dopo due richiami l’ha espulso dall’Aula. Buonanno ha poi chiesto alla presidenza di essere riammesso con la promessa di non turbarepiù ilavoridell’AulaeLaura Boldrini in via "eccezionale" lo ha perdonato riaprendogli le porte dell’emiciclo. In serata però i leghisti sono tornati a sventolare cartelli («clandestinoè reato») questavolta in rotta di collisione con i grillini per il loro ordine del giorno volto ad abolire il reato di clandestinità.Sulprovvedimentoèintervenuto il presidente della Repubblica che da Strasburgo ha messo in guardia dal rischio chel’Italia,senzalalegge,sitrovi a «pagare pesanti sanzioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 27 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Titolo V. Pronto il ddl del ministro per le Riforme - Nel menù anche il taglio alle società partecipate. Professioni e lavoro, competenza allo Stato IL MINISTRO Quagliariello: incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera dopo l' ok alla legge elettorale. Gianni Trovati MILANO Addio alla competenza regionale su grandi reti di trasporto ed energia, ma anche su ordinamento delle professioni e tutela e sicurezza del lavoro; cancellazione delle «competenze concorrenti» fra Stato e Regioni, che in questi anni hanno fatto esplodere le battaglie in Corte costituzionale e che nel nuovo assetto saranno sostituite dal nuovo ruolo dei territori nel Senato delle Regioni; forte regia centrale sul procedimento amministrativo, nel tentativo di superare gli ostacoli alzati dai territori sui progetti di semplificazione, taglio drastico alle società partecipate, azzeramento di consorzi, agenzie ed enti intermedi in genere, taglio al numero e alle indennità dei consiglieri regionali e raggruppamento dei piccoli Comuni per ambiti ottimali. Sono gli ingredienti principali nel ricco menù della riforma del Titolo V scritta nel disegno di legge preparato dal ministero delle Riforme costituzionali. Sullo stesso tema stanno lavorando anche al ministero degli Affari regionali e delle Autonomie (si veda il Sole 24 Ore del 21 gennaio), con alcune convergenze importanti sul versante del meccanismo delle competenze, ma ora si tratta di fare la sintesi. «Noi siamo pronti - taglia corto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello -; il Pd ci ha chiesto di attendere per decidere quali interventi affidare al Governo e quali al Parlamento, ma ora bisogna ripartire davvero per uscire da questa situazione in cui tutti chiedono di cambiare passo ma il cammino non si sblocca. Se poi si decide che le riforme sono tutte competenza del Parlamento, nessun problema: ma a quel punto l' esistenza di un ministero delle Riforme perde significato. Parliamone laicamente, perché l' importante è fare le riforme, non dove si fanno». Nella tempesta politica perenne che sta caratterizzando questi mesi, il cammino di una legge costituzionale che richiede un doppio passaggio alla Camera e al Senato rischia di rivelarsi più accidentato del solito, e da questo punto di vista la questione dei tempi diventa cruciale. «Penso - sostiene Quagliariello - che si debba incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera appena votata la legge elettorale, quindi entro la fine del mese o i primi giorni di marzo. Già la defezione di Forza Italia, che ha fatto saltare l' iter accelerato delle Normativa Comuni riforme, ha impedito la revisione della forma di Governo che avrebbe dovuto collegarsi alle decisioni sulla legge elettorale». Sul piano dei contenuti, si diceva, le convergenze con il piano del Pd non mancano, a partire dal superamento delle «competenze concorrenti», l' articolazione delle competenze più per funzioni che per materie e la riconduzione al centro di alcuni temi frettolosamente devoluti nel 2001, come il trasporto e l' energia. Su questo filone si innesta anche l' ipotesi di una «clausola di salvaguardia» statale, da esercitare con un passaggio al Senato delle Regioni, per accompagnare l' attuazione di piani nazionali di riforma in grado di evitare inciampi del passato come avvenuto per esempio sul Piano Casa, fermato di fatto dalle Regioni. Il progetto del ministero delle Riforme, però, prova a fare dei passi in più, e mira anche a blindare in Costituzione alcune mosse tentate dal federalismo fiscale del 2009-2011 ma impantanatesi nell' attuazione (alla stesura del Ddl ha contribuito anche Luca Antonini, che guida la Commissione paritetica sul federalismo fiscale). È il caso della tagliola ad agenzie, consorzi ed enti intermedi, che le Regioni finora hanno difeso con successo in Corte costituzionale, e di una forte limitazione alle società partecipate, che secondo il Ddl dovrebbero operare solo quando il fine pubblico non possa essere conseguito da privato con pari efficienza e adeguatezza: a definire il quadro normativo dovrebbe essere, entro sei mesi dall' approvazione del Ddl costituzionale, una legge ordinaria, chiamata a tradurre in pratica il principio della «sussidiarietà rafforzata». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 28 di 58 . Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 35 <VRF1,16.5,0.2,0,0> <RAF1,6,0,0,0,0.2,0><CONERO,55> <COCBLU01> 35 3 Corriere della Sera Giovedì 6 Febbraio 2014 Corriere della Sera Giovedì 6 Febbraio 2014 <CONERO> <HRF1,0,0.2,0,0> <HRF2CBLU01,0,2,0,0> <HRF1,0,0.2,0,0> Lettere al Corriere IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D’INTERESSI Risponde Sergio Romano Forse era dovuto dal galateo istituzionale ma ho trovato francamente fuori luogo il ringraziamento di Giovannini e addirittura la definizione di «una decisione saggia» da parte di Letta nei confronti di Mastrapasqua per le sue dimissioni, tardive. Erano un atto dovuto e meglio sarebbe stato tacere da parte di «autorevoli» esponenti del governo, se non altro per rispetto ai milioni di lavoratori/aziende che con i loro contributi alimentano le casse Inps. Lei che ne pensa? Claudio Gandolfi [email protected] La vicenda Mastrapasqua, che tiene banco in questi giorni, credo sia illuminante sul livello di degrado, politico e sociale, che sta attraversando il nostro Paese. A prescindere dalle implicazioni giudiziarie che potrebbe avere e sulle quali SCOPI DELLA RIVALUTAZIONE Capitale di Bankitalia Caro Romano, il ministero della Economia dichiara che «nessun onere per lo Stato» deriva dal decreto legge di rivalutazione delle quote di Bankitalia. Il dividendo annuale distribuibile dalla Banca d’Italia verrà decuplicato fino a 450 milioni. I beneficiati saranno in grossa parte azionisti privati. Ricordando che il Tesoro emette titoli di Stato che mediamente rendono il 4% (86 miliardi di interessi su 2,065 miliardi di debito), l’operazione equivale a finanziare un titolo di circa 10 miliardi al 4%. L’operazione equivale ad avere donato un titolo di 10 miliardi agli azionisti privati. ovviamente non mi posso pronunciare, le chiedo come sia stato possibile accorgersi solo ora che il presidente di un fondamentale Ente pubblico non possa ricoprire altri incarichi, dal momento che solo ora Letta afferma che c’è un vuoto normativo al riguardo che sta cercando di colmare. La vicenda parrebbe assumere risvolti ancora più inquietanti se, come sembra, Mastrapasqua avesse falsificato esami per laurearsi. Mi chiedo come facciano i nostri governanti, non solo quelli attuali, a nominare i responsabili degli Enti pubblici. Giorgio Galli [email protected] Cari lettori, pprofitto delle vostre lettere per due considerazioni. Il caso Mastrapasqua spiega A che dovranno superare nei prossimi mesi. In secondo luogo garantisce al Fisco italiano una più lauta imposta sui dividenti. milioni a braccialetto utilizzato. Insomma, un fiume di denaro sprecato inutilmente. speriamo non succeda ancora! TITOLO DI ONOREVOLE causeranno altri deficit nei prossimi anni. Silvano Stoppa [email protected] Domenico Spedale, Milano L’accorpamento di Inpdap nell’Inps è stato ingiusto. Il patrimonio dell’Inps, costituito dai contributi di lavoratori privati e imprese, è stato azzerato dal deficit dell’istituto dei dipendenti pubblici. E i privilegi pensionistici dei dipendenti pubblici (ai quali è pure garantita la certezza del posto di lavoro) si prevede La tua opinione su sonar.corriere.it La rivalutazione del capitale della Banca ha due effetti. In primo luogo permette alle Banche italiane di presentarsi con una maggiore dote agli esami di Beppe Severgnini processo mediatico a Mastrapasqua e la sua immediata condanna a furor di popolo non mi sono piaciuti. Per due ragioni. In primo luogo perché l’eccessiva concentrazione su un caso singolo finisce per oscurare l’esistenza del problema generale. In secondo luogo, perché crederò alla sua colpevolezza, nonostante molti legittimi sospetti, soltanto quando sarà stata documentata e certificata da una sentenza. Temo che una parte della società italiana sia contemporaneamente colpevolista e garantista, a seconda delle sue simpatie e antipatie. Se il caso sembra confermare la tesi populista secondo cui il «popolo» è buono e gli «altri» cattivi, i processi si celebrano sui blog e la condanna viene pronunciata sull’istante. Di questa giustizia «popolare» il Paese non ha bisogno. L’accorpamento Luigi Lavorgna, Roma meglio di qualsiasi altro argomento perché il centrosinistra, quando era al potere, non abbia varato una legge sul conflitto d’interessi, e perché quella approvata durante il governo di centrodestra sia incompleta e inefficace. Se il problema fosse stato affrontato seriamente, il legislatore avrebbe constatato che il conflitto è diffuso nella società nazionale ed è l’inevitabile conseguenza di una cultura familistica e corporativa. Si parlava molto di Berlusconi perché il suo caso aveva una forte rilevanza politica. Ma si dimenticavano gli infiniti casi di conflitto e incompatibilità di cui gli italiani sono personalmente testimoni o protagonisti. La vicenda di Antonio Una scuola elementare inglese ha deciso di multare i genitori che portano i figli in ritardo. Siete d’accordo? TEST IN CANTON TICINO DECRETO SVUOTACARCERI Sirene di allarme Uso dei braccialetti Nel dl svuotacarceri una norma prevede l’uso di braccialetti elettronici per gli arresti domiciliari. Mi risulta che: 1) il loro uso risale al 2001. 2) Fino al 2011 ne furono usati solo 14. 3) La spesa fu di 81 milioni, con un costo di 5,7 A proposito della necessità di usare sirene d’allarme per avvertire la popolazione in caso di alluvioni, segnalo che ieri in tutto il Canton Ticino sono stati effettuati test con sirene per allarme generale e per allarme acqua. Franco Lodigiani, Eupilio (Co) SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 80 No 20 La domanda di oggi Roberto Maroni: se per salvare Alitalia si tocca Malpensa sarà guerra totale. Ha ragione? © RIPRODUZIONE RISERVATA Prevedere l’abolizione Da Internet rilevo che il titolo di onorevole ebbe origine quando il mandato era gratuito e rappresentava un segno di riconoscimento. Volere mantenere il titolo è ingiusto. Da anni giacciono in Parlamento proposte di legge che ne prevedono l’abolizione. Che si aspetta? Luisa Passalacqua, arturo. [email protected] FORESTALI SICILIANI Numero esorbitante I nodi siciliani sono infiniti, ma quello che colpisce di più è il numero delle guardie forestali: 28-30mila. Il Canada conta 4.500 ranger! Ora la Regione si propone di accendere un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per finanziare la forestazione. Prima si assumono i forestali e poi si creano le foreste? Maria Pia Torretta, Palermo Ecco il Corriere per i «digItalians» A metà degli anni Ottanta avevo i capelli neri, vivevo a Londra e scrivevo per il Giornale di Montanelli. Il biglietto da visita diceva: «London Bureau Chief». In effetti non c’era alcun ufficio da condurre, né uno staff da dirigere. Lavoravo solo in una stanza d’affitto — prima a Clapham South, poi a Notting Hill, infine a Kensington — e avevo tre fonti d’informazione: la tv e la radio, per capire cosa succedeva in Gran Bretagna; e i giornali italiani, per sapere cos’era successo in Italia. Ogni giorno uscivo a comprarli: il Giornale, il Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, Il Sole 24 Ore. Li trovavo tutti, in qualunque newsagent, tra gli avocados e il vino rosso cileno. Cercate i giornali italiani, oggi, a Londra o in un’altra città straniera: è una caccia al tesoro (anche per il prezzo del giornale medesimo!). Quante copie di carta del Corriere arrivano ogni giorno a Detroit, Michigan? Forse una, sulla scrivania di Sergio Marchionne. Ma non è detto. Probabilmente legge l’edizione digitale. E non è una cosa diversa. Perché il Corriere non è la carta su cui è stampato. È l’insieme di informazioni, spiegazioni, interpretazioni, previsioni, commenti, numeri, immagini e intrattenimento. È la velocità e la varietà di Corriere.it. Questo vi offriamo: non dodici fogli piegati a metà. Non importa dove ci leggete; l’importante è che ci riteniate degni d’essere letti. Non è la fine del giornalismo: è una rivoluzione industriale. È accaduto ai tessitori, ai macchinisti, ai linotipisti. Ora tocca a noi. DiSi attiva online spiace? Certo: alle macchine e ai materiali ci s’affeziona, come ai un abbonamento parenti (di più, dite?). Ma il rimspeciale per i pianto non può diventare feticiStampare e distribuire copie nostri connazionali smo. di carta costa, e presto (2030?) diall’estero venterà insostenibile. Il pubblico che le pretende, ogni giorno, si riduce. Già oggi, dicevamo, portarle all’estero è diventato illogico, a meno d’avere un pubblico planetario, come The Economist, FT, Wall Street Journal e New York Times. Ma un pubblico planetario, a pensarci bene, ce l’ha anche il Corriere della Sera. La nuova diaspora italiana vuole sapere cosa accade in Italia: per capire, per preoccuparsi, per sperare, per decidere se restare o rientrare. Per capire qual è il nostro posto e il nostro ruolo nel mondo. Quattrocentomila italiani nell’Inghilterra del sud, cinquecentomila in Germania, duecentomila in Svizzera, altrettanti negli Stati Uniti, almeno centocinquantamila tra Spagna, Belgio e Olanda, più di ventimila — giovanissimi — in Australia. Per loro — per questi lettori altrimenti irraggiungibili — abbiamo creato un abbonamento su misura, scontato del 35%. Un mese di prova gratuita. La promozione si attiva entrando dall’estero nel sito www.digitalians.it. Consente l’accesso alla versione digitale del quotidiano da tablet, computer e smartphone; accesso da smartphone a corriere.it. C’è anche un servizio d’assistenza (controllato personalmente!): scrivete a [email protected]. È un modo di andare incontro a lettori lontani: ci sembrava opportuno e doveroso. Italiani per nascita, Italians per scelta, digitali per età, necessità e formazione. DigItalians. Interventi & Repliche Dissesto idrogeologico e prevenzione Gian Antonio Stella ha ricordato che la legge di Stabilità 2014 ha stanziato per la prevenzione del rischio idrogeologico un sedicesimo della somma richiesta dal parlamento e dal ministro Andrea Orlando (Corriere, 2 febbraio). Questa situazione ha origine nella persistente considerazione che la spesa pubblica per la prevenzione è un costo a carico del debito pubblico. Voglio ricordare che il 19 novembre 2012 avevo scritto alla Commissione europea, mettendo in evidenza che la prevenzione del dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio costituiscono una «misura infrastrutturale per la crescita sostenibile dell’Italia ad alto valore aggiunto, con effetti significativi per l’occupazione giovanile e con effetti positivi a breve-medio termine sulle © RIPRODUZIONE RISERVATA entrate e sulla riduzione del debito pubblico, che deve essere compresa tra quelle incluse nelle misure in deroga rispetto al patto di Stabilità». I commissari europei per l’ambiente e i cambiamenti climatici avevano condiviso questa posizione, mettendo in evidenza che la decisione di deroga al patto di Stabilità avrebbe dovuto essere presa dall’Italia e notificata alla Commissione europea. Ma il governo di cui facevo parte aveva ritenuto di non aprire alla deroga, per evitare una «falla» nella politica della riduzione del debito pubblico: decisione che non ho condiviso, e che è molto simile a quella ricordata da Gian Antonio Stella. Aggiungo che il 21 dicembre 2012 ho portato al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) le «Linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio» che contengono indicazioni puntuali sulle misure di prevenzione, sui meccanismi di finanziamento pubblico per costituire un fondo nazionale nel periodo 2013-2020, sull’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per la copertura dei rischi connessi a eventi climatici estremi, sul divieto di ogni uso delle zone classificate a rischio idrogeologico molto elevato. La delibera presentata al Cipe, e gli «Elementi per una strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici» che Andrea Orlando ha messo in consultazione pubblica, contengono tutti gli elementi per decidere, finalmente. Avendo chiaro che la prevenzione del dissesto idrogeologico è un investimento per la crescita e deve essere fuori dai © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI 4 FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 139 del 30 giugno 1948 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana CONSIGLIERI VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni, Carlo Pesenti DIRETTORE GENERALE DIVISIONE QUOTIDIANI Alessandro Bompieri E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Italians Mastrapasqua è esemplare. Se è vero, come è stato scritto, che l’ex presidente dell’Inps aveva incarichi in una ventina di aziende e istituzioni, quante persone erano in varia misura, direttamente o indirettamente, complici di questa anomalia? Perché il fenomeno non è stato pubblicamente denunciato da coloro che gli sedevano accanto nei consigli d’amministrazione? È azzardato pensare che molti non avessero alcun desiderio di contestare una prassi a cui intendevano conformarsi? Quante aziende e istituzioni si sono valse della collaborazione di Mastrapasqua proprio perché garantiva una molteplicità di relazioni, amicizie, entrature? Sostituire Mastrapasqua con una persona più attenta e prudente non basterà a curare un male che ha progressivamente contagiato una buona parte del Paese. Seconda considerazione. Il INPS E INPDAP @ Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. 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Vauro Corrado Clini, ministro dell’Ambiente del governo Monti Direttori dei teatri: gli stipendi In riferimento all’articolo «Direttori dei teatri, stipendi sul web» (Corriere di ieri), ove si riferisce dell’obbligo per i teatri di pubblicare gli stipendi dei loro direttori sui propri siti, il Teatro Verdi di Trieste e il Regio di Parma specificano che li avevano già pubblicati e da noi non sono stati individuati. Il teatro di Pisa, invece, specifica che il presidente Toscano riceve solo 280 euro all’anno e i due amministratori 210 (Messina) e 180 (Donati). EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia Divisione Quotidiani RCS MediaGroup S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 S RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 S Seregni Padova s.r.l. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 S Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. Tel. 080-58.57.439 S Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 S L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 S BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium S Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA S CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) Spagna S La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina S Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta S Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus S FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia S Milkro Digital LTD - 51 Hephaestou Street - 19400 Koropi - Grecia PREZZI: *Non acquistabili separati, il venerdì Corriere della Sera + Sette e 1,90 (Corriere e 1,40 + Sette e 0,50); il sabato Corriere della Sera + IoDonna e 1,90 (Corriere e 1,40 + IoDonna e 0,50) . A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + Cor. Como e 1,20 + e 0,20; ven. Corsera + Sette + Cor. Como e 1,20 + e 0,50 + e 0,20; sab. Corsera + IoDonna + Cor. Como e 1,20 + e 0,50 + e 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. e 0,93 + e 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. e 0,93 + e 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. e 0,93 + e 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,93 + e 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,93 + e 0,50 + e 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo e 0,62 + e 0,78; ven. Corsera + Sette + CorBo e 0,62 + e 0,50 + e 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorBo e 0,62 + e 0,50 + e 0,78. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi e 0,62 + e 0,78; ven. Corsera + Sette + CorFi e 0,62 + e 0,50 + e 0,78; sab. Corsera + Io Donna + CorFi e 0,62 + e 0,50 + e 0,78. ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013 La tiratura di mercoledì 5 febbraio è stata di 481.849 copie Lg. 1,80; Ungheria Huf. 650; U.S.A. USD 5,00 ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l'estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni). * Con "Sette" e 2,90; con "Io Donna" e 2,90; con "Style Magazine" e 3,40; con "Living" e 4,90; con "I campioni ricordano" e 9,30; con "Supereroi. Il Mito" e 11,39; con "Braccialetti Rossi" e 14,30; con "Giorgio Scerbanenco e il giallo italiano" e 8,30; con "Le grandi storie Disney" e 9,39; con "Barenboim il mio Beethoven" e 8,39; con "Il Cosmo" e 12,30; con "I dolci di Benedetta" e 9,39; con "Classici dell’Avventura" e 8,30; con "Francesco Guccini. Storie di libertà" e 11,30; con "Manara, maestro dell’Eros" e 12,39; con "Holly e Benji" e 11,39; con "Il commissario Montalbano" e 11,39; con "Luigi Pirandello. Romanzi, novelle e teatro" e 9,30; con "English da Zero" e 12,39; con "Grandi Italiani" e 13,30; con "Biblioteca della Montagna" e 10,30; con "Il Mondo" e 4,40 Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 29 di 58 Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 35 Risponde Sergio Romano. IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D' INTERESSI Forse era dovuto dal galateo istituzionale ma ho trovato francamente fuori luogo il ringraziamento di Giovannini e addirittura la definizione di «una decisione saggia» da parte di Letta nei confronti di Mastrapasqua per le sue dimissioni, tardive. Erano un atto dovuto e meglio sarebbe stato tacere da parte di «autorevoli» esponenti del governo, se non altro per rispetto ai milioni di lavoratori/aziende che con i loro contributi alimentano le casse Inps. Lei che ne pensa? Claudio Gandolfi [email protected] La vicenda Mastrapasqua, che tiene banco in questi giorni, credo sia illuminante sul livello di degrado, politico e sociale, che sta attraversando il nostro Paese. A prescindere dalle implicazioni giudiziarie che potrebbe avere e sulle quali ovviamente non mi posso pronunciare, le chiedo come sia stato possibile accorgersi solo ora che il presidente di un fondamentale Ente pubblico non possa ricoprire altri incarichi, dal momento che solo ora Letta afferma che c' è un vuoto normativo al riguardo che sta cercando di colmare. La vicenda parrebbe assumere risvolti ancora più inquietanti se, come sembra, Mastrapasqua avesse falsificato esami per laurearsi. Mi chiedo come facciano i nostri governanti, non solo quelli attuali, a nominare i responsabili degli Enti pubblici. Giorgio Galli [email protected] Cari lettori, A pprofitto delle vostre lettere per due considerazioni. Il caso Mastrapasqua spiega meglio di qualsiasi altro argomento perché il centrosinistra, quando era al potere, non abbia varato una legge sul conflitto d' interessi, e perché quella approvata durante il governo di centrodestra sia incompleta e inefficace. Se il problema fosse stato affrontato seriamente, il legislatore avrebbe constatato che il conflitto è diffuso nella società nazionale ed è l' inevitabile conseguenza di una cultura familistica e corporativa. Si parlava molto di Berlusconi perché il suo caso aveva una forte rilevanza politica. Ma si dimenticavano gli infiniti casi di conflitto e incompatibilità di cui gli italiani sono personalmente testimoni o protagonisti. La vicenda di Antonio Mastrapasqua è esemplare. Se è vero, come è stato scritto, che l' ex presidente dell' Inps aveva incarichi in una ventina di aziende e istituzioni, quante persone erano in varia misura, direttamente o indirettamente, complici di questa anomalia? Perché il fenomeno non è stato pubblicamente denunciato da coloro che gli sedevano accanto nei consigli d' Normativa Enti Locali amministrazione? È azzardato pensare che molti non avessero alcun desiderio di contestare una prassi a cui intendevano conformarsi? Quante aziende e istituzioni si sono valse della collaborazione di Mastrapasqua proprio perché garantiva una molteplicità di relazioni, amicizie, entrature? Sostituire Mastrapasqua con una persona più attenta e prudente non basterà a curare un male che ha progressivamente contagiato una buona parte del Paese. Seconda considerazione. Il processo mediatico a Mastrapasqua e la sua immediata condanna a furor di popolo non mi sono piaciuti. Per due ragioni. In primo luogo perché l' eccessiva concentrazione su un caso singolo finisce per oscurare l' esistenza del problema generale. In secondo luogo, perché crederò alla sua colpevolezza, nonostante molti legittimi sospetti, soltanto quando sarà stata documentata e certificata da una sentenza. Temo che una parte della società italiana sia contemporaneamente colpevolista e garantista, a seconda delle sue simpatie e antipatie. Se il caso sembra confermare la tesi populista secondo cui il «popolo» è buono e gli «altri» cattivi, i processi si celebrano sui blog e la condanna viene pronunciata sull' istante. Di questa giustizia «popolare» il Paese non ha bisogno. SCOPi DELLA RIVALUTAZIONE Capitale di Bankitalia Caro Romano, il ministero della Economia dichiara che «nessun onere per lo Stato» deriva dal decreto legge di rivalutazione delle quote di Bankitalia. Il dividendo annuale distribuibile dalla Banca d' Italia verrà decuplicato fino a 450 milioni. I beneficiati saranno in grossa parte azionisti privati. Ricordando che il Tesoro emette titoli di Stato che mediamente rendono il 4% (86 miliardi di interessi su 2,065 miliardi di debito), l' operazione equivale a finanziare un titolo di circa 10 miliardi al 4%. L' operazione equivale ad avere donato un titolo di 10 miliardi agli azionisti privati. Luigi Lavorgna, Roma La rivalutazione del capitale della Banca ha due effetti. In primo luogo permette alle Banche italiane di presentarsi con una maggiore dote agli esami che dovranno superare nei prossimi mesi. In secondo luogo garantisce al Fisco italiano una più lauta imposta sui dividenti. INPS E INPDAP L' accorpamento L' accorpamento di Inpdap nell' Inps è stato ingiusto. Il patrimonio dell' Inps, costituito dai contributi di lavoratori privati e imprese, è stato Pagina 30 di 58 Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 35 azzerato dal deficit dell' istituto dei dipendenti pubblici. E i privilegi pensionistici dei dipendenti pubblici (ai quali è pure garantita la certezza del posto di lavoro) si prevede causeranno altri deficit nei prossimi anni. Domenico Spedale, Milano DECRETO SVUOTACARCERI Uso dei braccialetti Nel dl svuotacarceri una norma prevede l' uso di braccialetti elettronici per gli arresti domiciliari. Mi risulta che: 1) il loro uso risale al 2001. 2) Fino al 2011 ne furono usati solo 14. 3) La spesa fu di 81 milioni, con un costo di 5,7 milioni a braccialetto utilizzato. Insomma, un fiume di denaro sprecato inutilmente. speriamo non succeda ancora! Silvano Stoppa [email protected] TEST IN CANTON TICINO Sirene di allarme A proposito della necessità di usare sirene d' allarme per avvertire la popolazione in caso di alluvioni, segnalo che ieri in tutto il Canton Ticino sono stati effettuati test con sirene per allarme generale e per allarme acqua. Franco Lodigiani, Eupilio (Co) TITOLO DI ONOREVOLE Prevedere l' abolizione Da Internet rilevo che il titolo di onorevole ebbe origine quando il mandato era gratuito e rappresentava un segno di riconoscimento. Volere mantenere il titolo è ingiusto. Da anni giacciono in Parlamento proposte di legge che ne prevedono l' abolizione. Che si aspetta? Luisa Passalacqua, arturo. [email protected] FORESTALI SICILIANI Numero esorbitante I nodi siciliani sono infiniti, ma quello che colpisce di più è il numero delle guardie forestali: 28-30mila. Il Canada conta 4.500 ranger! Ora la Regione si propone di accendere un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per finanziare la forestazione. Prima si assumono i forestali e poi si creano le foreste? Maria Pia Torretta, Palermo. Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 31 di 58 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 32 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 14 TUTTOCASA 2014 06 ILLUSTRAZIONE DI MAURO GATTI IBENEFICIARI EL’ITER DASEGUIRE Con l’ecobonus «extralarge» l’efficienza taglia la bolletta Proroga del bonus del 65% a tutto il 2014, nel 2015 si scende al 50% Dario Aquaro Circa il 40% dei consumi energetici italiani è legato agli immobili e attribuibile per la maggior parte a impianti di riscaldamento inefficienti e scarso isolamento. D’altra parte il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976, anno della prima normativa (legge 373) sull’efficienza energetica, e un quarto del patrimonio immobiliare non è mai stato sottoposto a interventi di riqualificazione. Sui temi di risparmio energetico, in una cornicenormativachehamostratonegliul- CONSUMI FUORI CONTROLLO Il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976 e il 25% non è mai stato ristrutturato: così gli sprechi energetici aumentano timi anni chiari progressi, è aumentata anchelasensibilitàdei proprietari di immobili. La proroga della detrazione in versione extralarge punta a coltivare proprio questa sensibilitàeatrasformarla inopereconcrete, offrendo un sostegno a chi vuol ridurre le emissioni inquinanti e i consumi energetici. C’è ancora altro tempo dunque per affrontareinterventi di riqualificazioneenergetica, dare un taglio alla bolletta, e garantirsiun rimborso pari a quasi i due terzi della spesa: l’ecobonus sarà infatti al 65% fino al 31 dicembre 2014, per poi ridursi nel 2015 Normativa Enti Locali al50 per cento. Dal 2016, a meno di ulteriori proroghe,questi interventi potrannogodere solo del bonus al 36%, confluendo nell’agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio (si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 gennaio). Le scadenze prorogate sono più lunghe di sei mesi per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali ocheinteressano «tutte leunità immobiliari di cui si compone il singolo condominio» (65% fino al 30 giugno 2015, poi 50% fino al 30 giugno 2016). Anche per la riqualificazione energetica loscontosaràdunqueascalare,e perindividuarelamisuradelladetrazionecontaladata in cui la spesa viene "sostenuta": pagata per le persone fisiche o di competenza per le imprese. A differenza del bonus sulle ristrutturazioni, infatti, quello sul risparmio energetico può riguardare qualsiasi tipo di immobile,di qualsiasicategoria catastale, e può essere sfruttato da tutti i contribuenti, a prescindere dalla tipologia di reddito di cui siano titolari (soggetti Irpef e Ires). La platea è ampia e riunisce persone fisiche, compresigliesercentiartieprofessioni,impresecommerciali (ditte individuali,società di persone o di capitali), associazioni tra professionisti, enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. Beneficiario del maxisconto è chi sostienelaspesa,siaproprietarioomeno(inquilino,comodatario,usufruttuario)dell’immobile oggetto dei lavori. Ma di quali lavori parliamo?L’agevolazioneriguardaleriqualificazioni energetiche globali degli edifici; gliinterventisustruttureopacheorizzonta- .com SU INTERNET Aggiornamenti su norme, fisco e mercato sul Quotidiano della Casa e del Territorio IlQuotidianodellaCasa&delTerritorioèlo strumentodigitaleriservatoagliabbonati delSole24Orechefornisceun aggiornamentocostantesututtelenotizie relativealmondodellacasa,dell’ediliziae delrealestate.Siarticolanelleseguenti12 sezioni:ediliziaprivata;appalti; infrastruttureecittà;mercatoimmobiliare; realestate;architetturaeprogetti; condominio;fisco;arredodesign;impresae professione;bandidigaraeprogettazione. www.casaeterritorio.ilsole24ore.com li o verticali (inclusi i cappotti termici, i solai, tutte le coperture di un fabbricato) e la sostituzione degli infissi; l’installazione di pannelli solaritermici, per la produzionedi acqua calda; la sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, con pompe di calore ad alta efficienza o impiantigeotermiciabassaentalpia.Aquestequattrocategoriedi lavoricorrispondono diversi valori massimi di detrazione (da 100mila a 30mila euro), come viene spiegato in questa guida che riassume le novità e tutti i passaggi per destreggiarsi e sfruttare l’ecobonus.Perchéoltreagliimportimassimi detraibili a seconda del tipo di intervento cambiano anche le procedure da seguire: i documenti da acquisire e quelli da trasmetterein via telematica all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Mentre i titolari di reddito d’impresa sono esonerati dall’obbligo di bonifico, perché non è rilevante la data di pagamento ma la competenza del costo imputato in bilancio, per i privati il bonifico "parlante" rimane invece un requisito fondamentale per accedere albonus e deve essere eseguito dalla stessa persona alla quale sono intestate le fatture. La detrazione, sia per il privato sia per l’impresa, viene comunque ripartita in dieci quote annuali di pari importo e riduce l’Irpef o l’Ires lorda dovuta per l’anno d’imposta. Ma non è prevista alcuna possibilità di rimborso o rinvio: se l’imposta dovuta per un determinato esercizio è inferiore alla quota di detrazione, la parte in eccesso va persa. NELLADICHIARAZIONE DEIREDDITI Hanno accesso alle detrazioni persone fisiche e soggetti Ires Principio di cassa per determinare la quota di «bonus» a cui si ha diritto erl’accesoalledetrazionifiscali collegateallarealizzazionedegli interventidiriqualificazioneenergetica,in temadipraticheamministrativee documentazionedaconservare,occorre,in lineagenerale,seguirelemedesimeregole previstepergliinterventidiristrutturazione edilizia.Èinfattilostessocomma348della legge296/2006arichiamareespressamente lemodalitàoperative dicuiall’articolo1della 449/1997concernentiappuntogliinterventi direcuperodelpatrimonioedilizio,regolati dall’articolo16-bisdelTuir(si veda«IlSole 24Ore»del23gennaio).Unaprima, rilevante,differenzaèrappresentatadal fattochegliinterventiagevolatipossono interessarequalsiasitipologiad’immobile,a prescinderedallacategoriacatastale,ivi compresiquindigliimmobilistrumentalie rurali.Daciòconsegueun’altrapeculiarità: possonoinfattiusufruireditale agevolazionenonsololepersonefisichema anchelepersonegiuridiche(soggettiIres). Diconseguenza,cambianolemodalitàdi pagamento,chevarianoasecondacheil soggettosiatitolareomenodireddito d’impresa.Mentreperlepersonefisiche restaobbligatorioilpagamentomediante bonificobancario"parlante",perititolaridi redditod’impresanonvièquestoobbligo, potendoglistessiprovareilpagamentocon altraidoneadocumentazione.Perottenere ladetrazioneprevistadagliecobonusil contribuentedeveperòacquisire,oltreagli eventualititoliabilitativi,diverse certificazioni.Èinfattinecessaria l’asseverazionediuntecnicoabilitatoola dichiarazioneresadaldirettoredeilavori attaacertificarechel’interventorealizzatoè conformeairequisititecnicirichiestiper l’agevolazionerichiesta.Nelcasodi interventiminori,qualilasostituzionedi finestreeinfissioperlecaldaiea condensazioneconpotenzainferiorea100 kW,questodocumentopuòesseresostituito daunacertificazionedelproduttore attestantelecaratteristichedeiprodotti installati.Perlariqualificazionediedifici esistentioperinterventisullesuperfici opache,oltreall’asseverazione,ènecessario, quandorichiesto,acquisirelacertificazione energeticadell’immobilechecomprende i datirelativiall’efficienzaenergeticapropria dell’edificio,qualoraintrodottadalla Regioneodall’entelocale,o,neglialtricasi, unattestatodiqualificazioneenergetica, predispostodaunprofessionistaabilitato.Si devepoitrasmettereall’Enea,entro90 giornidalterminedeilavorieconmodalità telematiche,laschedainformativadegli interventirealizzatielacopiadell’attestato diqualificazioneenergetica.Nonvanno inviateall’Eneaasseverazione,relazioni tecniche,fatture,copiadibonifici,piantinee documentazionevaria.Nelcasoincuii lavorinecessariarealizzaregliinterventi proseguanoinpiùperiodid’imposta,è necessariocomunicareall’agenziadelle Entratelespeseeffettuatenei periodi precedenti,inviatelematica,entro90giorni dalterminedelperiodod’imposta. P e spesesostenute nell’anno 2013 per interventifinalizzati al risparmio energeticodegli edificiesistenti, di qualsiasicategoria catastale, danno diritto a una detrazione d’impostadel 55 o del 65%: nelladichiarazione dei redditi, modello 730 oUnico, siindicano sia lequote spettanti perle spese sostenute nell’anno 2013, sia le quote spettanti in relazionealle spesedi anniprecedenti. Vale il criterio dicassa, rilevacioè l’annoin cui le spese sonostate sostenute. Il limite massimodi detrazione spettanteva riferito all’unità immobiliaree va suddivisotra i detentorio possessori dell’immobile,in base all’importo effettivamentesostenuto. Rimane fermo chegli oneri deducibili o detraibilipossono ridurreo azzerareil peso dell’Irpef e delle relative addizionali regionalie comunali, manon danno diritto al rimborso. Nel modello730,per i redditidel 2013, per la detrazione del 55 odel 65% si devono compilare i righi da E61 a E63. In particolare, incolonna 2 si indical’anno in cui sono state sostenute lespese e, in colonna3, si indicano,con il codice1, lespese sostenute dal1˚gennaio al 5giugno 2013 (detrazione del55%) e, con il codice2, le spese sostenute dal6 giugno al 31 dicembre 2013(65%). Il beneficiofiscale per interventifinalizzati al risparmio energeticodegli edificiesistenti è pari al: 55% per lespese sostenute dal 2008 al 2012 e dal1˚gennaio al 5giugno 2013; 65% perle spese sostenute dal 6 giugnoal 31 dicembre2013. Perla detrazione d’imposta sullespese sostenute per il risparmio energetico,la legge di stabilità 2014 fissala misura: del 65% anche sulle spese sostenute fino al 31 dicembre2014; del 50% sullespese sostenute dal1˚gennaio 2015al 31 dicembre 2015.In base alle spese sostenute, la detrazione è ripartita:in dieci rateannuali dipari importo, entro il limite massimo previstoper ciascun intervento effettuato, dal2011 al 2013;in cinque rate annuali, per le spesesostenute nel 2009e nel 2010. Fino a 96milaeuro, è altresì riconosciutoil bonus perle spese sostenute dal 4agosto 2013 al 31 dicembre2013 per gliinterventi finalizzati all’adozionedi misureantisismiche su edificiadibiti ad abitazione principale oad attivitàproduttive ricadenti nelle zone sismichead alta pericolosità,le cui procedure diautorizzazione sono state attivatedal 4agosto 2013.In caso di più beneficiari,la scelta effettuata al momento delsostenimento delle spese non può esserevariata a causa dellasopraggiunta incapienza diuno dei beneficiari. Nell’ipotesi divendita odonazione dell’immobilesul quale sono statirealizzati gliinterventi chedanno diritto alla detrazione prima chesia trascorso il periodo digodimento del beneficio,le quote didetrazione non godute sono trasferite, salvodiverso accordo delle parti, agliacquirenti o donatari. Nelcaso di morte deltitolare dell’immobile,il diritto alla detrazione sitrasmette esclusivamente all’erede checonserva la detenzione materialee diretta dell’immobile. Gianni Marchetti e Alberto Bonino Salvina Morina e Tonino Morina © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 L Pagina 33 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 14 Con l' ecobonus «extralarge» l' efficienza taglia la bolletta Proroga del bonus del 65% a tutto il 2014, nel 2015 si scende al 50% CONSUMI FUORI CONTROLLO Il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976 e il 25% non è mai stato ristrutturato: così gli sprechi energetici aumentano. Dario Aquaro Circa il 40% dei consumi energetici italiani è legato agli immobili e attribuibile per la maggior parte a impianti di riscaldamento inefficienti e scarso isolamento. D' altra parte il 70% degli edifici è stato realizzato prima del 1976, anno della prima normativa (legge 373) sull' efficienza energetica, e un quarto del patrimonio immobiliare non è mai stato sottoposto a interventi di riqualificazione. Sui temi di risparmio energetico, in una cornice normativa che ha mostrato negli ultimi anni chiari progressi, è aumentata anche la sensibilità dei proprietari di immobili. La proroga della detrazione in versione extralarge punta a coltivare proprio questa sensibilità e a trasformarla in opere concrete, offrendo un sostegno a chi vuol ridurre le emissioni inquinanti e i consumi energetici. C' è ancora altro tempo dunque per affrontare interventi di riqualificazione energetica, dare un taglio alla bolletta, e garantirsi un rimborso pari a quasi i due terzi della spesa: l' ecobonus sarà infatti al 65% fino al 31 dicembre 2014, per poi ridursi nel 2015 al 50 per cento. Dal 2016, a meno di ulteriori proroghe, questi interventi potranno godere solo del bonus al 36%, confluendo nell' agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio (si veda «Il Sole 24 Ore» del 23 gennaio). Le scadenze prorogate sono più lunghe di sei mesi per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano «tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio» (65% fino al 30 giugno 2015, poi 50% fino al 30 giugno 2016). Anche per la riqualificazione energetica lo sconto sarà dunque a scalare, e per individuare la misura della detrazione conta la data in cui la spesa viene "sostenuta": pagata per le persone fisiche o di competenza per le imprese. A differenza del bonus sulle ristrutturazioni, infatti, quello sul risparmio energetico può riguardare qualsiasi tipo di immobile, di qualsiasi categoria catastale, e può essere sfruttato da tutti i contribuenti, a prescindere dalla tipologia di reddito di cui siano titolari (soggetti Irpef e Ires). La platea è ampia e riunisce persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, imprese commerciali (ditte individuali, società di persone o di capitali), associazioni tra professionisti, enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. Beneficiario del maxisconto è chi Normativa Enti Locali sostiene la spesa, sia proprietario o meno (inquilino, comodatario, usufruttuario) dell' immobile oggetto dei lavori. Ma di quali lavori parliamo? L' agevolazione riguarda le riqualificazioni energetiche globali degli edifici; gli interventi su strutture opache orizzontali o verticali (inclusi i cappotti termici, i solai, tutte le coperture di un fabbricato) e la sostituzione degli infissi; l' installazione di pannelli solari termici, per la produzione di acqua calda; la sostituzione di impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, con pompe di calore ad alta efficienza o impianti geotermici a bassa entalpia. A queste quattro categorie di lavori corrispondono diversi valori massimi di detrazione (da 100mila a 30mila euro), come viene spiegato in questa guida che riassume le novità e tutti i passaggi per destreggiarsi e sfruttare l' ecobonus. Perché oltre agli importi massimi detraibili a seconda del tipo di intervento cambiano anche le procedure da seguire: i documenti da acquisire e quelli da trasmettere in via telematica all' Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Mentre i titolari di reddito d' impresa sono esonerati dall' obbligo di bonifico, perché non è rilevante la data di pagamento ma la competenza del costo imputato in bilancio, per i privati il bonifico "parlante" rimane invece un requisito fondamentale per accedere al bonus e deve essere eseguito dalla stessa persona alla quale sono intestate le fatture. La detrazione, sia per il privato sia per l' impresa, viene comunque ripartita in dieci quote annuali di pari importo e riduce l' Irpef o l' Ires lorda dovuta per l' anno d' imposta. Ma non è prevista alcuna possibilità di rimborso o rinvio: se l' imposta dovuta per un determinato esercizio è inferiore alla quota di detrazione, la parte in eccesso va persa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 34 di 58 . Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 Politica e società 7 Quirinale. «Svolta possibile, ora c’è dialettica sull’asse Parigi-Berlino - Riforma carceri o lo Stato pagherà cifre enormi» Quale Europa. L’intervento di Carlo Azeglio Ciampi «Conti, no a riequilibri a tappe forzate» Perché nel nostro futuro puo esserci solo l’euro Napolitano: i governi Monti e Letta non sono stati miei capricci ANSA Lina Palmerini STRASBURGO. Dal nostro inviato All’incontroconglieuroparlamentari italiani, Giorgio Napolitano teneva particolarmente e quando prende la parola la prima cosa che fa è ringraziare tutti della partecipazione. Anche la Lega è presente nonostante le contestazioni del giorno prima da cui Napolitano dice di «non sentirsi turbato» e non riserva alcun tonopolemiconeppureallarichiesta di dimissioni. «Ciascuno ha diritto di chiederle», dirà ai cronisti senza dare troppo peso alla nuova offensiva leghista mentre nel botta e risposta con i parlamentariha voluto mettere ancora a fuoco il tema del rigore e replicare alle domande sui Governi Montie Letta «nati non per un mio capriccio». Ma si comincia dall’austerità e da come rendere concreto quell’altolà che il capo dello Stato ha rivolto all’Europa. «Quello che intendo – risponde Napolitano – è che non è più perseguibile una politica di ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Dunque, «ulteriore» e «tappe forzate» sono le parole-chiave perché il capo dello Stato non condanna tout court l’austerità ma il perseguimento di un rigore che non ammette flessibilità alla luce della recessione. «Non si poteva sfuggire al riequilibrio delle finanze pubbliche» per frenare quegliinteressisuldebitoaumentati dallo spread. «L’austerità non è nata per perseguitare la gentemaèstataimpostadallacrisi nata negli Usa» ma che poi ha dato il suo morso velenoso anche in Europa nonostante l’Italia non abbiaavutobisogno«disalvataggio delle banche grazie alla vigi- UNA LEGA «EUROCRITICA» Il Carroccio chiede le dimissioni, il Colle: «C’è diritto di chiederle, vorrei leghisti critici ma senza demolire capisaldi Ue» lanza più efficace di Bankitalia». Mac’èunpassaggiocheNapolitano vuole chiarire dopo le domande degli europarlamentari di centro-destra. «La politica del rigore è nata ben prima dei Governi Monti e Letta». Scorre il diario di quei giorni il capo dello Statoerimetteinfilaifattiapartire dal 2010 e il novembre 2011, la crisi dello spread e del Governo Berlusconi nata «non solo per quel voto negativo sul rendiconto dello Stato ma per il distacco corposo di gruppi dalla maggioranza» che diedero luogo alla scelta del Governo Monti. Dunque, non risponde ai fatti dire chegliEsecutiviMonti eLettasiano stati «quasi inventati per capriccio del presidente della Repubblica».Piuttostoc’eral’obiettivo di evitare le elezioni anticipate e i partiti si espressero a favore di quei Governi tant’è che ottennero il voto di fiducia. Insomma,lafavoladelReGiorgio cade nel ricordo puntuale di quei giorni. Oggi invece c’è l’esigenzadi«uncambiamentodirottanelle politiche di austerity». La chiamaanche «svolta» Napolitano che fa un breve excurcus su quantisignificatiabbiaassunto la parola austerità: «Ugo La Malfa ne fu un autorevole rappresentanteancheseconalcunesingolarità: si battè, per esempio, in nome dell’austerità anche contro la televisioneacolori.Epoineglianni’76-’77Berlinguerneful’emblema anche se il male di allora si chiamava inflazione». Il punto è come convincere l’Europa. E Napolitano non si sottrae indicando nelConsiglio Ueenell’asseBerlino-Parigi i punti chiave. «Non può bastare introdurre formule astruse nei Consigli Ue, così difficili da capire che ogni volta bisognerebbe avere un Moavero accanto per la traduzione. Serveuncambiamentodirottaeffettivo e credo che nel Consiglio Ue si sia aperta una dialettica che prima non c’era: prima si ratificavano decisioni di Germania e Francia, adesso altri Paesi hanno preso le distanze da quella prassi dei fatti compiuti. E ora, perfino traParigie Berlino esiste qualche divergenza. Vedremo anche se il cambio di Governo in Germania avrà riflessi in sede Ue». L’altrodossier,apertodallaLega, è sull’immigrazione e qui Napolitanodistinguetraquellalegale – dovuta a una domanda di manodopera di imprese (soprattutto del Nord) – e quella illegale che va distinta dal diritto d’asilo. Ma alla Lega fa una richiesta: «Vorreichefosteeuropeisticritici e che tutti ci riconoscessimo in un atteggiamento non acritico di fronteaquello chenonva nell’Ue ma senza mettere in discussione i capisaldi». Infine, parla del messaggio inviato alle Camere che si discuterà tra domani e sabato e che è nato proprio da una condanna della Corte di Strasburgo sulle condizioni inumane dei carcerati: «Se l’Italia non provvederà saranno accolti tutti i ricorsi dei detenuti e lo Stato dovrà pagare centinaia di milioni di euro». L’ultima risposta è sui marò su cui conferma ci sia «un interesse comune europeo». Capo dello Stato. Giorgio Napolitano © RIPRODUZIONE RISERVATA di Carlo Azeglio Ciampi u Continua da pagina 1 L acostruzionedellostraordinario cammino europeo non può fermarsi alla caricatura che ne fanno i suoi oppositori.Lacomplessitàinevitabile in un progetto che ha, come suo approdo finale, la composizionediun’unicacittadinanzaeun’unicaentitàpolitica composta da popoli che non molti decenni fa si sono trovati addiritturain armicomenemici, non può non procedere secondoritminonsempreprevedibili e secondo avanzamenti non sempre uniformi. Resta però una certezza: l’uscita dall’euro sarebbe esiziale per l’Italia (come del resto ha ben documentato, ancora ieri, proprio Il Sole 24 Ore) e chi vagheggia una riedizione dellestagioni felicidellesvalutazioni competitive non si rendecontodiquanto ciòsiairrealistico e non riproducibile. Il mondo è un altro rispetto a quello dell’Italia della lira: nulla procede più secondo quelle dinamiche e quelle attese. La globalizzazione ha cambiato gli uomini, i popoli e il loro modo di agire, di pensare e, direi, perfino di sperare. Certo, rimane vero che l’Eu- ropa–inattesadicolmarequella che non mi stancherò mai di denunciare come una "zoppìa", vale a dire il completamento dell’Europa politica dopoaverraggiuntol’Europadella moneta – sembra, in questa fase, avere scelto una deriva di arroccamento in scelte di corto respiro volte a dividere gli Stati tra virtuosie no, in un manicheismochedimenticala natura solidale e inclusiva del progetto europeo. Il rigore per il rigore non è mai stato un saggio viatico per la costruzione di un’Europa che fosse realmente dei cittadini e dei popoli. E, ancora una volta, mi trovo in consonanza con le parole usatemartedì dalPresidenteNapolitano laddove ha chiesto un cambio di atteggiamento nella strategia di sviluppo. La sostenibilità delle politiche pubbliche va perseguita, naturalmente, ma nulla vieta di adattarla alle situazioni prospettatedalle contingenzedella storia che, mai come adesso, con l’impatto devastante avuto dalla recessione, hanno una rilevanzaprioritaria per l’azione politica, soprattutto se si tratta di una politica che abbia l’ambizione di guidare le scelte di un intero continente. © RIPRODUZIONE RISERVATA PRESIDENTE EMERITO AGF Carlo Azeglio Ciampi Senatoreavita,classe1920, CarloAzeglioCiampi,èstato PresidentedellaRepubblicadal 1999al2006. Nominato governatoredellaBancad’Italia nel1979,lasciaviaNazionalenel 1993quandodiventaPresidente delConsigliodi ungovernodi "transizione" ComeministrodelTesoroedel BilanciodelIgovernoProdi (1996-1998)edelgoverno D’Alema(1998-1999),hadatoun contributodeterminanteal raggiungimentodeiparametri previstidalTrattatodi Maastricht,permettendocosìla partecipazionedell’Italiaalla monetaunicaeuropea,sindalla suacreazione L’agenda. La road map per spuntare nuovi margini sugli obiettivi di deficit Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità di Dino Pesole M argini di flessibilità, qualora Bruxelles sblocchi la clausola per investimenti sospesa lo scorso novembre, cui affiancare una trattativa parallela per cercare di spuntare ulteriori margini nella forchetta che separal’obiettivodideficitatteso quest’anno(2,5%delPil)daltettomassimodel3percento.Percorso che sarà possibile definire già a fine febbraio, quando la Commissione europea renderà note le nuove stime sull’Italia, con annessa la valutazione sullostato diavanzamentodelle «misure aggiuntive» chieste alla fine dello scorso anno: in primo piano la spending review, ma anche l’avvio delle privatizzazioni, garanzie che Bruxellesgiudicafondamentali per sostenere la progressiva riduzione del debito. Lastradacheilgovernosiaccinge a percorrere, pur tra perduranti difficoltà e ostacoli, va di pari passo con l’autorevole intervento pronunciato due giorni fa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al Parlamento europeo. Nonsidisconoscecerto lastrada imboccata nel pieno della crisi dell’eurozona, per molti versi obbligata, quanto piuttosto l’aver agito brandendo l’arma esclusiva del rigore. Ora è tempo di voltare pagina, e non a caso anche ieri Napolitano hadefinitonon più perseguibile una politica di «ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Se la sfida ora si chiama crescita e occupazione, segnali in direzione di una oculata flessibilità paiono ormai doverosi da parte di Bruxelles. Nell’immediato, lo spazio di manovra nell’anno in corso può valere, conti alla mano, da un minimo di 3 a 4,5 miliardi sotto forma di progetti infrastrutturali cofinanziati con IN PARLAMENTO Discussione al via sulla richiesta di impeachment Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 l’Unione europea, benzina potenziale da immettere nel motore della ripresa. Poi a partire dall’autunno, si cominceràaistruireinsedeeuropea il dossier delle cosiddette«intesecontrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita. E già nel prossimo «Programma nazionale di riforma», che il governo approverà in aprile insieme alnuovoDocumento dieconomia e finanza, vi si farà cenno, partendo dalle raccomandazioni rivolte al nostro paese dalla Commissione europea, nell’ambito del «semestre europeo». L’elenco è nutrito: miglioramentodell’efficienzadella pubblica amministrazione, semplificazioni del quadro normativo, riduzione della du- SOTTO ESAME A fine mese la Commissione renderà note le nuove stime sull’Italia e la valutazione sull’attuazione delle misure chieste a fine 2013 LA STRATEGIA Le intese contrattuali Apartiredall’autunno,il governocominceràaistruirein sedeeuropeaildossierdelle cosiddette«intesecontrattuali»: incentiviincambiodiriforme strutturaliperlacrescita Dalla giustizia ai fondi Ue L’elencodelleriformesucui puntailgovernoèlungo: miglioramentodell’efficienza dellapubblicaamministrazione, semplificazionidelquadro normativo,riduzionedelladurata deiprocessicivili,migliore gestionedeifondieuropei.Epoiil completamentodellariformadel mercatodellavoro,delsistemadi istruzioneedellaformazione Il Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa ha avviato ieri la discussione sulla propostadelM5S,presentatavenerdì scorso, di messa in stato di accusa del capo dello Stato Giorgio Napolitano. La prima decisione è stata quella di bocciare la richiesta della diretta streaming avanzata dai 5 stelle. Oggi alle 13.30 ci sarà un ufficio dipresidenzachestabiliràitempi, ma secondo il presidente del Comitato, Ignazio La Russa (Fdi), il voto finale potrebbe esserci già entro la prossima settimana: «Non ci sarà nessuna ac- rata dei processi civili, miglioregestione deifondi europei.E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, del sistema di istruzione e della formazione professionale. Quanto al fisco, di certosarà un segnale importante se in fase di confronto con Bruxelles il Governo potrà contare sull’approvazione definitiva del disegno di legge delega, all’esame della Camera per il terzo passaggio parlamentare. Il tutto, tenendo conto che la stessa Commissione europea invita l’Italia a ridurre il carico fiscale sul lavoro, potenziando al tempo stesso le azioni di contrasto dell’evasione e dell’economia sommersa. Il meccanismo incentivante potrebbetradursi in prestiti a tassi inferiori rispetto a quelli offerti attualmente dal mercato, finanziando in parte il costo delle riforme. Se questo è lo scenario che va prospettandosi da qui ai prossimi mesi, la trattativa dovrà essere condotta con notevole abilità negoziale. Qualche apertura è possibile coglierla nelle ultime esternazioni del presidente della Commissioneeuropea,JoséManuelBarroso e del guardiano dei conti pubblici Olli Rehn: Bruxelles è pronta a sbloccare la «clausola diflessibilità»,apatto cheilgoverno tenga fede ai suoi impegni sul fronte del deficit e della riduzione del debito. In primo piano, i proventi attesi dalla spending review, il piano di dismissioni di asset pubblici, gli introiticheaffluirannodalrientrodeicapitali esportatiillegalmente attraverso il meccanismodella«voluntary disclosure».Persitonodubbi sulla"vulnerabilità" del nostro paese, sui rischi dell’instabilità politica,e sulle croniche criticità costituite dall’alto debito e dalla bassa competitività. © RIPRODUZIONE RISERVATA celerazione immotivata a patto che non ci sia nessuna dilazione strumentale», ha detto. La successiva seduta potrebbe tenersi giàdomani o lunedì e durare5-6 oreper permettere ladiscussione generale; poi si passerà alla votazione in una seduta ulteriore.SeilComitatovoteràperl’archiviazione della proposta di impeachment, non ci sarà alcun passaggio in aula. A meno che, così come previsto dal Regolamento, non lo chieda il 25% dei parlamentari. I 5 stelle da soli, però, non avrebbero i numeri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 35 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 L' agenda. La road map per spuntare nuovi margini sugli obiettivi di deficit. Entra nel vivo con Bruxelles il «negoziato» sulla flessibilità SOTTO ESAME A fine mese la Commissione renderà note le nuove stime sull' Italia e la valutazione sull' attuazione delle misure chieste a fine 2013. Dino Pesole Margini di flessibilità, qualora Bruxelles sblocchi la clausola per investimenti sospesa lo scorso novembre, cui affiancare una trattativa parallela per cercare di spuntare ulteriori margini nella forchetta che separa l' obiettivo di deficit atteso quest' anno (2,5% del Pil) dal tetto massimo del 3 per cento. Percorso che sarà possibile definire già a fine febbraio, quando la Commissione europea renderà note le nuove stime sull' Italia, con annessa la valutazione sullo stato di avanzamento delle «misure aggiuntive» chieste alla fine dello scorso anno: in primo piano la spending review, ma anche l' avvio delle privatizzazioni, garanzie che Bruxelles giudica fondamentali per sostenere la progressiva riduzione del debito. La strada che il governo si accinge a percorrere, pur tra perduranti difficoltà e ostacoli, va di pari passo con l' autorevole intervento pronunciato due giorni fa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al Parlamento europeo. Non si disconosce certo la strada imboccata nel pieno della crisi dell' eurozona, per molti versi obbligata, quanto piuttosto l' aver agito brandendo l' arma esclusiva del rigore. Ora è tempo di voltare pagina, e non a caso anche ieri Napolitano ha definito non più perseguibile una politica di «ulteriore rigore finanziario a tappe forzate». Se la sfida ora si chiama crescita e occupazione, segnali in direzione di una oculata flessibilità paiono ormai doverosi da parte di Bruxelles. Nell' immediato, lo spazio di manovra nell' anno in corso può valere, conti alla mano, da un minimo di 3 a 4,5 miliardi sotto forma di progetti infrastrutturali cofinanziati con l' Unione europea, benzina potenziale da immettere nel motore della ripresa. Poi a partire dall' autunno, si comincerà a istruire in sede europea il dossier delle cosiddette «intese contrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita. E già nel prossimo «Programma nazionale di riforma», che il governo approverà in aprile insieme al nuovo Documento di economia e finanza, vi si farà cenno, partendo dalle raccomandazioni rivolte al nostro paese dalla Commissione europea, nell' ambito del «semestre europeo». L' elenco è nutrito: miglioramento dell' efficienza della pubblica amministrazione, Normativa Enti Locali semplificazioni del quadro normativo, riduzione della durata dei processi civili, migliore gestione dei fondi europei. E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, del sistema di istruzione e della formazione professionale. Quanto al fisco, di certo sarà un segnale importante se in fase di confronto con Bruxelles il Governo potrà contare sull' approvazione definitiva del disegno di legge delega, all' esame della Camera per il terzo passaggio parlamentare. Il tutto, tenendo conto che la stessa Commissione europea invita l' Italia a ridurre il carico fiscale sul lavoro, potenziando al tempo stesso le azioni di contrasto dell' evasione e dell' economia sommersa. Il meccanismo incentivante potrebbe tradursi in prestiti a tassi inferiori rispetto a quelli offerti attualmente dal mercato, finanziando in parte il costo delle riforme. Se questo è lo scenario che va prospettandosi da qui ai prossimi mesi, la trattativa dovrà essere condotta con notevole abilità negoziale. Qualche apertura è possibile coglierla nelle ultime esternazioni del presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso e del guardiano dei conti pubblici Olli Rehn: Bruxelles è pronta a sbloccare la «clausola di flessibilità», a patto che il governo tenga fede ai suoi impegni sul fronte del deficit e della riduzione del debito. In primo piano, i proventi attesi dalla spending review, il piano di dismissioni di asset pubblici, gli introiti che affluiranno dal rientro dei capitali esportati illegalmente attraverso il meccanismo della «voluntary disclosure». Persitono dubbi sulla "vulnerabilità" del nostro paese, sui rischi dell' instabilità politica, e sulle croniche criticità costituite dall' alto debito e dalla bassa competitività. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STRATEGIA Le intese contrattuali A partire dall' autunno, il governo comincerà a istruire in sede europea il dossier delle cosiddette «intese contrattuali»: incentivi in cambio di riforme strutturali per la crescita Dalla giustizia ai fondi Ue L' elenco delle riforme su cui punta il governo è lungo: miglioramento dell' efficienza della pubblica amministrazione, semplificazioni del quadro normativo, riduzione della durata dei processi civili, migliore gestione dei fondi europei. E poi il completamento della riforma del mercato del lavoro, Pagina 36 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 7 del sistema di istruzione e della formazione. Normativa Enti Locali Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 37 di 58 Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 38 di 58 . Gio 06/02/2014 6 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Il Sole 24 Ore Giovedì 6 Febbraio 2014 - N. 36 Politica e società Lo strappo del Senato mette alla prova il duopolio Renzi-Berlusconi S ul caso De Gregorio il presidente del Senato ha senza dubbio esercitato le sue prerogative. Ma è come se avesse avvicinato in piena coscienza una torcia accesa a una santabarbara piena di dinamite. Questo a causa delle modalità con cui si è arrivati alla decisione di costituirsi parte civilenelprocessodiNapolicontro Berlusconi per la presunta compra-vendita di parlamentari. Modalità che riguardano in particolare il pasticcio del voto, peraltro consultivo,concuil’Ufficiodipresidenzadi Palazzo Madama aveva in precedenza imboccato la strada opposta, ossia nessun intervento nel processo, nessuna «parte civile». Viceversa, Grasso ha subito smentito quel voto ed era suo diritto farlo. Ma le con- 7 il PUNTO DI Stefano Folli Tuttavia la vicenda non può compromettere la riforma. Può rendere più complesso il suo iter seguenze non sono trascurabili, visto che si tratta della seconda carica dello Stato e che l’imputato,tantopercambiare,sichiamaSilvio Berlusconi, ormai ex senatore, ma pur sempre al centro della vita politica. Anzi, da pochi giorni rinato nelle vesti di «padre costituente» della nuova Repubblica. L’episodio non produrrà effetti politici immediati, ma sarebbe sbagliato sottovalutarlo. Si inserisce in un clima tutt’altro che sereno,comesièappenavistoanchea Montecitorio(sia purepermotividiversi).Qualcheerroreandavaevitato,a cominciareproprio da quel voto dell’Ufficio di presidenza. Se il presidente aveva già deciso come procedere, avrebbe fatto meglio a non permettere quella votazione. Se invece era indeci- so o aveva dato tale impressione ai suoi interlocutori, doveva sapere che la scelta di ricorrere ai suoi poteri e di non tener conto di quel voto lo avrebbe esposto ad accuse di parzialità. Dicertonon sipuò direche inquestalegislatura i presidenti delle due assemblee abbiano fortuna. Prima Laura Boldrini e ora PietroGrassosonofinitientrambinelfrullatore e vengono bersagliati da rilievi spesso ingiusti. È come se quell’alone di rispetto istituzionalechesecondotradizionecircondava le figure dei presidenti, anche i meno popolari, si sia dissolto in questa ennesima fase di transizione. Oltre tutto Grasso guida la Camera Alta, di cui viene ribadita ogni giorno l’inutilità e annunciata la prossima chiusura. Non è il modo migliore per garantire la tranquillità degli animi. O per reclamare dal presidente dell’assembleaunospiritodeltutto«aldisopra delle parti». In ogni caso anche questa vicenda dimostra quanto la legislatura si stia sfilacciando. Difficile pensare che entrambe le Camere possano trasformarsi in arene dove lo scontro è totale e i due presidenti vengono delegittimati e contestati in modo sistematico. Qualcuno ha voluto leggere nella vicenda,salutataconentusiasmo dai CinqueStelleedatutto ilfrontediciamo così«giustizialista», un tentativo di sabotare l’asse RenziBerlusconi sulla riforma elettorale. L’inter- pretazione è ragionevole, ma solo nel senso che dimostra quanto sarà impervio, soprattutto al Senato, il cammino della legge elettorale. A parte questo aspetto, che non è una novità, difficile credere che il patto fra RenzieBerlusconipossavacillareperl’incidente di ieri. È e resta nell’interesse preciso dei due contraenti arrivare al risultato della riforma bipolare. D’altra parte, i nemici del duopolio sono tanti e agguerriti. Il caso De Gregorio li avrà resi più determinati. © RIPRODUZIONE RISERVATA Q APPROFONDIMENTO ON LINE Online «il Punto» di Stefano Folli www.ilsole24ore.com Politica e giustizia. La decisione nel processo per la compravendita di voti - Pd e M5S plaudono al presidente di Palazzo Madama Il Colle. «Bene la continuità di azione» Senato parte civile contro Berlusconi Napolitano «blinda» il governo Letta I partiti: serve verifica Grasso ribalta il voto del consiglio di presidenza - Ira Fi: zelo giustizialista, ci saranno conseguenze Barbara Fiammeri ROMA Il Senato si costituirà parte civile contro Silvio Berlusconi, nel processo che vede l’ex premier imputato per la presuntacompravenditadisenatori. A deciderlo è stato Pietro Grasso, presidente del Senato,nonostanteilparerecontrario espresso dall’ufficio di presidenza di Palazzo Madama.Il verdettodiGrassoè arrivato via mail ad alcune ore dal parere consultivo che aveva bocciatol’ipotesidellacostituzione di parte civile con dieci voti contro otto. Decisivi i voti di Linda Lanzillotta di Sc e di Antonio De Poli (PpI) che si sono schierati con Fi, Ncd, LegaeGalcontro irappresentanti di Pd, M5s e Sel. Sembrava fossefinitalì. Mail regolamento affida al presidente la decisione finale. E Grasso, dopo unasolitaria riflessione,alla fine ha scelto di far costituire per la prima volta il Senato come parte civile. Il presidente ha ribaltato il responso dell’ufficio di presidenza perché è «ineludibile dovere morale» che la Camera Alta partecipi all’accertamento della verità dei fatti in quanto, secondo i magistrati chehannopreparatoil processo, i fatti relativi alla presunta compravendita si sarebbero realizzati proprio al Senato. Insorge il centrodestra, soprattutto Fi che attacca compatto il presidente del Senato per il suo «zelo giustizialista», che ha portato a una decisione «turpe»eche–avverteMaurizioGasparri–«nonresteràpriva di conseguenze». Proprio Gasparri, come Renato Brunettaemoltialtriesponentiazzurri poche ore prima si erano invece detti certi che Grasso LA DECISIONE Il presidente di Palazzo Madama: «Dovere morale» Fra i voti contrari Sc e Udc Brunetta: colpo a freddo alla pacificazione, Renzi valuti avrebbe rispettato la volontà dell’ufficiodi presidenza.Contemporanemente dal fronte opposto, il M5s chiedeva al Presidente di «prendere posizione», Di Pietro lo invitava a «nonfare PonzioPilato»mentre il Pd si limitava a confidare nella «saggezza» di Grasso. È plausibile che il presidente abbia tenuto conto anche del fatto che a propendere per la costituzione di parte civile fossero i rappresentanti dei principali gruppi parlamentari e quindi del Senato. Qualcun altro, più maliziosamente, legge in questa scelta un obiettivo politico di cui il capogruppo alla Camera di Fi si fa interprete.«Viene il sospetto chesia in realtà un colpo dato a freddo alla pacificazione, quella sì istituzionale, voluta da Renzi e Berlusconi», dice Brunetta seguito poco dopo da Daniela Santanchè che se la prende anche con il Capo dello Stato («L’asse Napolitano-Grasso fa molto male a questo Paese»). Dal Pd il plauso verso il presidente è unanime. In particolare il vicepresidente dei democratici Stefano Lepri ci tiene a sottolineare che «oggi, nel consiglio di Presidenza, non c’è stata nessuna votazione ma solo una consultazione dei membri dell’Ufficio». AncheilM5stellesispendeafavore del presidente del Senato, sia pure per lanciare una nuova frecciata nei confronti della sua omologa alla Camera Laura Boldrini. «Grasso ha sceltoditutelare primaildecoro delle istituzioni rispetto agli interessi dei partiti» segnali positivi che i grillini vorrebbero«leggereanchenell’altro ramo del Parlamento». © RIPRODUZIONE RISERVATA Intimidazione al presidente della Camera ROMA ANSA Lettera minatoria inviata a Boldrini Nella busta un proiettile e minacce Una lettera minatoria contenente un proiettile calibro 3,80 è stataintercettatainuncentrosmistamento delle poste a Milano: era destinata alla presidente della Camera Laura Boldrini. Nella busta anche un biglietto con minacce. «Solidarietà da parte di tutti i deputati democratici» ha espres- soAndreaMartella,vicepresidente del Pd della Camera. Sostegno allapresidenteanchedaForzaItalia: «La violenza scivola dalle parole ai gesti: solidarietà alla Presidente Boldrini», ha scritto Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario alla Camera dei deputati. Intanto il M5S starebbe organiz- zando una querela di massa contro la presidente e la sua affermazione sui «potenziali stupratori». LareplicadelportavocedellaBoldrini,RobertoNatale:«Dalorooffese e sconcezze. Sottoporremo ai giudici il lunghissimo repertorio di minacce». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ipotesi di «successione» a Letta. Il segretario esclude «manovre di Palazzo», ma il pressing da parte della maggioranza di governo è forte Renzifrena sullastaffetta:non sonoD’Alema Emilia Patta ROMA «No a manovre di Palazzo, io non sono D’Alema». Matteo Renzi ha riunito ieri la segreteria a Largo del Nazareno per preparare la direzione di oggi dedicata alle riforme costituzionali. E ai suoi ha ripetuto di non essere interessato alla staffetta con EnricoLettaperproseguirelalegislatura. Ma nei numerosi incontri avuti ieri – con il leader della minoranza interna Gianni Cuperlo, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini, con la segretaria di Scelta civica Stefania Giannini ed anche con Pier Ferdinando Casini, appena tornato nelle braccia di SilvioBerlusconigraziealbipolarismo resuscitato dall’Italicum – illeaderdelPd hadovuto constatare che il pressing per un’assunzione diretta di responsabilità è fortissimo. Da parte dei montiani (Andrea Romano lo chiede da settimane), da parte del Nuovo centrodestra (è di due giorni fa il facciaafacciaconAngelinoAlfano), da parte della sinistra del IL PIANO B DELLE URNE La strategia del sindaco: la vera alternativa non è tra Letta bis e Renzi 1 ma tra Letta bis ed elezioni anticipate. Se non a maggio, anche in autunno partito e anche da parte di alcuni dei suoi. Tanto che Cuperlo, dopo l’incontro di ieri al Nazareno, sièfatto l’idea che ilRenzi 1non è ipotesi peregrina. «Quello che è certo è che così non si può andare avanti – ha detto a Renzi il leader della minoranza –. Il Pd non può continuare a far parte di un governo di nessuno. Poi scegli tu lo strumento: un Letta bis o altro. Quellocheserveèunrilancioverodell’azionedi governo ea questo fine un rimpastino non basta». E anche dal Nuovo centrodestra di Alfano fanno trapelare che il punto è proprio l’atteggiamento del Pd nei confronti del governo: «Renzi appoggia il governoLetta o dobbiamo farlo noi dasoli?».Eseil rilanciodell’azione di governo passa per una staffetta – è il ragionamento che si fa tra gli alfaniani – allora va bene anche la staffetta... In serata la «blindatura» del governo da parte del Quirinale (siveda l’articoloinpagina)sembraalmomentochiuderelapartita e allontanare anche il rimpasto o Letta bis che sia. Di patto di coalizione e squadra di governo, concordano a questo punto sia Renzi che il premier, se ne parleràafinemese,ossiadopol’approvazione da parte della Camera della legge elettorale frutto del patto Renzi-Berlusconi. Prima di quel passaggio è difficile prevedere scenari. E i boatos su un Renzi 1, non frenati dai suoi più stretti collaboratori, sembrano peroraavereloscopodaunaparte di blindare l’accordo sull’Italicum in vista del voto dell’Aula previstoperla prossimasettimana e dall’altra di tenere il fiato sul collo del premier. Perché la vera alternativa – confidano dalla stretta cerchia di Renzi – non è tra il Letta bis o il Renzi 1 bensì il Letta bis e le elezioni anticipate. Insomma,Renzinonavrebbeancora rinunciato del tutto all’ipotesi di election day a fine maggio qualora fosse possibile. E se non a fine maggio, anche in autunno nonostante il semestre europeo. Vero che una delle modifiche concordate alla legge elettorale prevede una delega al governo per ridisegnare i collegi «entro 45 giorni» dall’approvazione definitiva della legge (norma che è stata appunto chiamata salva- Letta),malamodificanonèancora stata approvata. Al momento il testo base presentato alla Camera contiene già le tabelle con i nuovi collegi, come voluto da Fi. «Vediamo come va il voto in Aula, su questo e su altri punti. Nullaèscontato...»,diconoalcunideputati renziani. La direzione di oggi, dedicata allariformadelTitoloVealsuperamento del bicameralismo perfetto con l’abolizione del Senato e alla quale parteciperà anche Letta, si apre dunque in un clima surreale.Siparladiriformecostituzionali che necessiteranno di almeno un anno per essere approvate mentre ancora non è chiaro come il Pd si appresterà ad affrontare le prossime settimane.Tuttodipenderàdachecosa uscirà dal voto segreto della Camera sull’Italicum. forma di Governo che avrebbe dovuto collegarsi alle decisioni sulla legge elettorale». Sul piano dei contenuti, si diceva, le convergenze con il piano del Pd non mancano, a partire dal superamento delle «competenze concorrenti», l’articolazione delle competenze più per funzioni che per materie e la riconduzione al centro di alcuni temi frettolosamente devoluti nel 2001, come il trasporto e l’energia. Su questo filone si innesta anche l’ipotesi di una «clausola di salvaguardia» statale, da esercitare con un passaggio al Senato delle Regioni, per accompagnare l’attuazione di piani nazionali di riforma in grado di evitare inciampi del passato come avvenuto per esempio sul Piano Casa, fermato di fatto dalle Regioni. Il progetto del ministero delle Riforme, però, prova a fare dei passi in più, e mira anche a blindare in Costituzione alcune mosse tentate dal federalismo fiscale del 2009-2011 ma impantanatesi nell’attuazione (alla stesura del Ddl ha contribuito anche Luca Antonini, che guida la Commissione paritetica sul federalismo fiscale). È il caso della tagliola ad agenzie, consorzi ed enti intermedi, che le Regioni finora hanno difeso con successo in Corte costituzionale, e di una forte limitazione alle società partecipate, che secondo il Ddl dovrebbero operare solo quando il fine pubblico non possa essere conseguito da privato con pari efficienza e adeguatezza: a definire il quadro normativo dovrebbe essere, entro sei mesi dall’approvazione del Ddl costituzionale, una legge ordinaria, chiamata a tradurre in pratica il principio della «sussidiarietà rafforzata». © RIPRODUZIONE RISERVATA Titolo V. Pronto il ddl del ministro per le Riforme - Nel menù anche il taglio alle società partecipate Professioni e lavoro, competenza allo Stato Gianni Trovati MILANO Addio alla competenza regionale su grandi reti di trasporto ed energia, ma anche su ordinamento delle professioni e tutela e sicurezza del lavoro; cancellazione delle «competenze concorrenti» fra Stato e Regioni, che in questi anni hanno fatto esplodere le battaglie in Corte costituzionale e che nel nuovo assetto saranno sostituite dal nuovo ruolo dei territori nel Senato delle Regioni; forte regia centrale sul procedimento amministrativo, nel tentativo di superare gli ostacoli alzati dai territori sui progetti di semplificazione, taglio drastico alle società partecipate, azzeramento di consorzi, agenzie ed enti inter- Normativa Enti Locali medi in genere, taglio al numero e alle indennità dei consiglieri regionali e raggruppamento dei piccoli Comuni per ambiti ottimali. Sono gli ingredienti principali nel ricco menù della riforma del Titolo V scritta nel disegno di legge preparato dal ministero delle Riforme costituzionali. Sullo stesso tema stanno lavorando anche al ministero degli Affari regionali e delle Autonomie (si veda il IL MINISTRO Quagliariello: incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera dopo l’ok alla legge elettorale Sole 24 Ore del 21 gennaio), con alcune convergenze importanti sul versante del meccanismo delle competenze, ma ora si tratta di fare la sintesi. «Noi siamo pronti – taglia corto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello –; il Pd ci ha chiesto di attendere per decidere quali interventi affidare al Governo e quali al Parlamento, ma ora bisogna ripartire davvero per uscire da questa situazione in cui tutti chiedono di cambiare passo ma il cammino non si sblocca. Se poi si decide che le riforme sono tutte competenza del Parlamento, nessun problema: ma a quel punto l’esistenza di un ministero delle Riforme perde significato. Parliamone laicamente, perché l’im- portante è fare le riforme, non dove si fanno». Nella tempesta politica perenne che sta caratterizzando questi mesi, il cammino di una legge costituzionale che richiede un doppio passaggio alla Camera e al Senato rischia di rivelarsi più accidentato del solito, e da questo punto di vista la questione dei tempi diventa cruciale. «Penso – sostiene Quagliariello – che si debba incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera appena votata la legge elettorale, quindi entro la fine del mese o i primi giorni di marzo. Già la defezione di Forza Italia, che ha fatto saltare l’iter accelerato delle riforme, ha impedito la revisione della Un governo c’è e lavora con risultati apprezzabili. Di ritorno daStrasburgo,GiorgioNapolitano rassicura Enrico Letta al telefono e fa diramare una nota dal suoufficiostampaincuisirimarca che il Capo dello Stato ha «ribadito il suo apprezzamento per la continuità e i nuovi sviluppi dell’azione di Governo sul pianonazionaleenellerelazioniinternazionali». Il premier si appresta dunque a partecipare oggi alla direzione del suo Pd con animo rinfrancato. Non è infatti uncasochel’interventodelQuirinale– cheha stesosul governo il suo mantello protettivo – avvenga al termine di una giornata in cui i boatos di un staffetta con illeader del Pd Matteo RenziaPalazzoChigisisonorincorsi con insistenza. «Chiacchiere da Transatlantico», chiosano da Palazzo Chigi. Una giornata, quella di Letta, iniziata con una riunione dei capigruppo della sua maggioranza sul tema dei decreti in scadenza esubitoscivolata– perviadi una dichiarazione del capogruppo di Scelta civica Andrea Romano («se l’assunzione di responsabilità del Pd passa per Renzi alla guida del governo, ben venga Renzi a Palazzo Chigi» – sulla spinosa via della «verifica di governo chiesta» dai "piccoli". Il pressing di Scelta civica e Nuovo centrodestra di Angelino Alfano affinché si sigli il famoso patto di coalizione "Impegno 2014" per rilanciare l’azione di governo senza aspettare il via libera alla legge elettorale – come vuole Renzi – c’è in effetti da giorni. «Un governo non è fatto persopravvivere,maperdecidere su cose concrete. Ncd non resterà a guardare le liti nel Pd. Bisogna coinvolgere Renzi nell’esecutivo, altrimenti così non si può andare avanti», ha detto ieri il ministro alfaniano Maurizio Lupi. Ma durante un pranzoproprio conAlfanoecon DarioFranceschiniLettasièsentito rassicurato sulle intenzioni dei suoi principali alleati. Che chiedono un maggior coinvolgimentodel Pd enon un cambiodi premier. Basta che – è questa la posizione del vicepremier – si passi ad affrontare i problemi del Paese, che non sono la legge elettorale,esichiuda sulpattodi coalizione. Ad ogni modo la "verifica" si farà, ha ribadito Letta ai suoi interlocutori,subitodopo l’approvazione della legge elettorale alla Camera e quindi a fine mese. Ilpremier,spieganoisuoi,èconsapevole dell’importanza dell’approvazione dell’Italicum come condizione per andare avanti con l’azione di governo e lavora per una buona soluzione in Aula. Oggi Letta dovrebbe intervenire in direzione – ma non è ancora deciso, dipende anche da come andrà il dibattito – ma non ci sarà nessun aut aut e nessuna perentoria richiesta a Renzi. «Non è tipo da fare Krusciov che batte la scarpa sul tavolo», sorride chi lo conosce bene. Il possibile intervento di Letta si muoverà dunque su tre direttive: pieno sostegno alle riforme messe in campo Renzi, necessità di un impegno più forte del Pd nel governo, sottolineatura dei provvedimenti che comunque l’esecutivo ha già messo in cam- IMPEGNO 2014 A FINE MESE «Il patto di coalizione sarà siglato solo dopo l’ok alla legge elettorale alla Camera». Oggi il premier incontrerà Renzi alla direzione del Pd poinquestomeseedhagiàprontiperilprossimo.Insomma,indipendentemente dalla sigla di "Impegno 2014", da fare ce n’è, sulla scia del discorso programmatico dell’11 dicembre su cui Letta ha ottenuto la fiducia del Parlamento. E i risultati di questi ultimi dieci giorni (dalla legge sul rientro dei capitali al caso Mastrapasqua,da Alitaliaal fondo sovrano del Kuwait) confermano per Letta che il governo è tuttofuorchédiordinariaamministrazione». Lagiornatadiieriregistrainfine, al positivo, anche la tregua con il presidente di ConfindustriaGiorgioSquinzi(sivedapagina 5). «Pure nella diversità di vedute – si sottolinea da Palazzo Chigi–ilfattocheLettasièimpegnato ad andare il 19 febbraio in Confindustria per un incontro con i vertici degli industriali testimonia del clima positivo e costruttivo». Em. Pa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giustizia. Ancora bagarre in Aula [email protected] Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 © RIPRODUZIONE RISERVATA Decreto carceri, l’ostruzionismo della Lega fa slittare il voto finale ROMA Dopo gli esami degli ordini del giorno (120, prevalentemente firmati Lega e M5S), la Camera voterà oggi il decreto svuota carceri su cui il governo martedì ha incassato la fiducia. Arallentarelacorsadelprovvedimento l’ostruzionismo del Carroccio. Tutti i deputati leghistisonointervenuti araffica ma ilprotagonista è ancora una volta Gianluca Buonanno, che dopo aver sventolato martedì un paio di manette davanti al banco della presidenza, ieri si è presentato in aula per un nuovoshow.Nelmezzodeldibattito sul decreto che vuole fronteggiareilsovraffollamentodegliistitutidipena,ildeputatoleghista ha esibito un cartello contro il Pd "complice dei ma- fiosi". Il presidente di turno, Luigi Di Maio (M5S), dopo due richiami l’ha espulso dall’Aula. Buonanno ha poi chiesto alla presidenza di essere riammesso con la promessa di non turbarepiù ilavoridell’AulaeLaura Boldrini in via "eccezionale" lo ha perdonato riaprendogli le porte dell’emiciclo. In serata però i leghisti sono tornati a sventolare cartelli («clandestinoè reato») questavolta in rotta di collisione con i grillini per il loro ordine del giorno volto ad abolire il reato di clandestinità.Sulprovvedimentoèintervenuto il presidente della Repubblica che da Strasburgo ha messo in guardia dal rischio chel’Italia,senzalalegge,sitrovi a «pagare pesanti sanzioni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 39 di 58 Gio 06/02/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 Titolo V. Pronto il ddl del ministro per le Riforme - Nel menù anche il taglio alle società partecipate. Professioni e lavoro, competenza allo Stato IL MINISTRO Quagliariello: incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera dopo l' ok alla legge elettorale. Gianni Trovati MILANO Addio alla competenza regionale su grandi reti di trasporto ed energia, ma anche su ordinamento delle professioni e tutela e sicurezza del lavoro; cancellazione delle «competenze concorrenti» fra Stato e Regioni, che in questi anni hanno fatto esplodere le battaglie in Corte costituzionale e che nel nuovo assetto saranno sostituite dal nuovo ruolo dei territori nel Senato delle Regioni; forte regia centrale sul procedimento amministrativo, nel tentativo di superare gli ostacoli alzati dai territori sui progetti di semplificazione, taglio drastico alle società partecipate, azzeramento di consorzi, agenzie ed enti intermedi in genere, taglio al numero e alle indennità dei consiglieri regionali e raggruppamento dei piccoli Comuni per ambiti ottimali. Sono gli ingredienti principali nel ricco menù della riforma del Titolo V scritta nel disegno di legge preparato dal ministero delle Riforme costituzionali. Sullo stesso tema stanno lavorando anche al ministero degli Affari regionali e delle Autonomie (si veda il Sole 24 Ore del 21 gennaio), con alcune convergenze importanti sul versante del meccanismo delle competenze, ma ora si tratta di fare la sintesi. «Noi siamo pronti - taglia corto il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello -; il Pd ci ha chiesto di attendere per decidere quali interventi affidare al Governo e quali al Parlamento, ma ora bisogna ripartire davvero per uscire da questa situazione in cui tutti chiedono di cambiare passo ma il cammino non si sblocca. Se poi si decide che le riforme sono tutte competenza del Parlamento, nessun problema: ma a quel punto l' esistenza di un ministero delle Riforme perde significato. Parliamone laicamente, perché l' importante è fare le riforme, non dove si fanno». Nella tempesta politica perenne che sta caratterizzando questi mesi, il cammino di una legge costituzionale che richiede un doppio passaggio alla Camera e al Senato rischia di rivelarsi più accidentato del solito, e da questo punto di vista la questione dei tempi diventa cruciale. «Penso - sostiene Quagliariello - che si debba incardinare subito il bicameralismo al Senato e affidare la riforma del Titolo V alla Camera appena votata la legge elettorale, quindi entro la fine del mese o i primi giorni di marzo. Già la defezione di Forza Italia, che ha fatto saltare l' iter accelerato delle Normativa Enti Locali riforme, ha impedito la revisione della forma di Governo che avrebbe dovuto collegarsi alle decisioni sulla legge elettorale». Sul piano dei contenuti, si diceva, le convergenze con il piano del Pd non mancano, a partire dal superamento delle «competenze concorrenti», l' articolazione delle competenze più per funzioni che per materie e la riconduzione al centro di alcuni temi frettolosamente devoluti nel 2001, come il trasporto e l' energia. Su questo filone si innesta anche l' ipotesi di una «clausola di salvaguardia» statale, da esercitare con un passaggio al Senato delle Regioni, per accompagnare l' attuazione di piani nazionali di riforma in grado di evitare inciampi del passato come avvenuto per esempio sul Piano Casa, fermato di fatto dalle Regioni. Il progetto del ministero delle Riforme, però, prova a fare dei passi in più, e mira anche a blindare in Costituzione alcune mosse tentate dal federalismo fiscale del 2009-2011 ma impantanatesi nell' attuazione (alla stesura del Ddl ha contribuito anche Luca Antonini, che guida la Commissione paritetica sul federalismo fiscale). È il caso della tagliola ad agenzie, consorzi ed enti intermedi, che le Regioni finora hanno difeso con successo in Corte costituzionale, e di una forte limitazione alle società partecipate, che secondo il Ddl dovrebbero operare solo quando il fine pubblico non possa essere conseguito da privato con pari efficienza e adeguatezza: a definire il quadro normativo dovrebbe essere, entro sei mesi dall' approvazione del Ddl costituzionale, una legge ordinaria, chiamata a tradurre in pratica il principio della «sussidiarietà rafforzata». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 40 di 58 . Gio 06/02/2014 8 MF Pagina 8 Giovedì 6 Febbraio 2014 DENARO & POLITICA L’UTILE LORDO 2013 DELLA SPA È SALITO DEL 25% A 490 MILIONI, IN AUMENTO ANCHE I VOLUMI Sace, conti in crescita per l’ipo Entro i primi di marzo i consulenti metteranno a punto il piano per la cessione del 60% del capitale. Ma prima dev’essere risolta la questione delle garanzie dello Stato di Anna Messia È salito del 25% a 490 milioni l’utile lordo 2013 di Sace spa, l’assicuratore del credito controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti che il governo vuole privatizzare. La società guidata da Alessandro Castellano si presenterà così al mercato con conti in crescita. Anche se si tratta solo di dati preliminari (quelli definitivi saranno approvati dal consiglio di amministrazione che si riunirà a metà marzo) i numeri appaiono positivi, non solo per quanto riguarda l’utile. Lo scorso anno Sace spa ha deliberato garanzie per 8,7 miliardi, in crescita del 2%, di cui 5,7 miliardi sono andati a sostegno delle esportazioni italiane, che hanno registrato una crescita del 18% rispetto allo stesso periodo del 2012. «Un risultato al di sopra delle aspettative e conseguito in un anno ancora difficile per l’Italia», ha commentato ieri Castellano, aggiungendo che il gruppo Sace (che comprende anche altre società come Sace Bt o Sace Fct) ha complessivamente «assicurato oltre 30 miliardi di transazioni commerciali e di investimento». Continuano però a crescere i sinistri, con 312 milioni di indennizzi liquidati alle imprese nel 2013, che rappresentano una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. Benché il trend negativo sia stato parzialmente mitigato dall’andamento positivo delle attività di recupero crediti, che è stata pari a 217 milioni (+45%). Bene anche l’attività di factoring, con l’aumento del 45% del turnover, pari a 2,6 miliardi. Per quanto riguarda invece le operazioni per la privatizzazione, i consulenti (Bain & Company e Goldman Sachs Poste-Cdp, oggi il governo scioglie nodo convenzione di Anna Messia a riunione è fissata per oggi a Palazzo Chigi, quando il goLDepositi verno che discuterà della convenzione delle Poste con Cassa e Prestiti. E si parlerà anche del servizio universale di Poste italiane. Ad annunciarlo è stato ieri il viceministro dello Sviluppo Economico, Antonio Catricalà, a margine di un’audizione alla commissione Lavori Pubblici del Senato. Due questioni che vanno risolte rapidamente in vista dell’ingresso dei privati nel capitale di Poste Italiane, atteso entro fine anno con la cessione dal parte del ministero dell’Economia del 40% del capitale. Per quanto riguarda in particolare la convenzione con Cdp, per conto della quale il gruppo guidato da Massimo Sarmi distribuisce buoni e libretti postali, l’intenzione del governo sembra essere di stabilizzare i flussi commissionali. Attualmente le Poste Italiane lavorano in base a un accordo annuale Massimo (nel 2012 sono stati incassati 1,6 Sarmi miliardi) che l’esecutivo vorrebbe trasformare in pluriennale. Oggi si entrerà più nel dettaglio. Ieri intanto Sarmi, come anticipato da MF-Milano Finanza, ha incontrato i sindacati per aggiornarli sui lavori in corso per la privatizzazione che, come noto, prevede anche l’ingresso dei lavoratori nel capitale dell’azienda con una quota che dovrebbe aggirarsi intorno al 5%. Le modalità sono ancora tutte da definire e si starebbe ragionando a un modello del tutto innovativo per l’Italia che avrebbe anche bisogno di un intervento legislativo. E che potrebbe portare anche a un cambio della governance delle Poste Italiane prevedendo magari un sistema duale, con un comitato di gestione e un comitato di sorveglianza. Ipotesi per ora solo embrionali; per formulare proposte concrete da presentare al governo i sindacati e l’azienda apriranno gruppi di lavoro che si riuniranno nelle prossime settimane. Oggi intanto Sarmi sarà in audizione in commissione Trasporti alla Camera proprio sul tema privatizzazione. (riproduzione riservata) Normativa Enti Locali per Sace; Société Générale per conto dell’azionista Cassa Depositi e Prestiti) sono in piena attività per decidere modalità e valore dell’operazione. Bain, in particolare, sta lavorando al nuovo piano industriale 20142017. L’obiettivo è definire tutto entro fine febbraio o al più tardi inizio marzo, quando dovrà essere chiaro non solo il valore di Sace ma anche le modalità con cui la società si presenterà al mercato, ossia se tramite un’ipo (che sembra al momento l’ipotesi più probabile) o con un collocamento a privati. Maggiore chiarezza sembra invece esserci per quanto riguarda la quota da cedere: il governo appare intenzionato a collocare il 60% delle azioni, il che vorrebbe dire mantenere nelle mani di Cdp, e quindi indirettamente del Tesoro, una partecipazione di minoranza. Scelta che però porta con sé qualche conseguenza: perché Sace spa ope- Alessandro Castellano ra con la garanzia dello Stato italiano (benché il rating del gruppo, pari ad A-, sia superiore a quello dell’Italia). Come mantenere questa copertura per un’azienda a maggioranza privata? I consulenti sono al lavoro per trovare una soluzione anche a questo quesito, oltre ovviamente che per definire il valore di Sace, cui sembrano interessati anche investitori di Emirati Arabi e Qatar, come sarebbe emerso nella recente missione del governo Letta in quei Paesi. Per quanto riguarda la valutazione, si parte dai 6 miliardi pagati da Cdp nel dicembre 2012, quando rilevò Sace dal ministero dell’Economia. Anche se nel frattempo, lo scorso dicembre, Cdp ha incassato un maxi-dividendo straordinario da 1 miliardo. Ieri intanto la spa guidata da Giovanni Gorno Tempini ha reso noto di aver concluso un’emissione obbligazionaria a tasso fisso di 750 milioni che ha registrato richieste di titoli per 1,9 miliardi di euro. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/sace Sui rating il silenzio normativo si fa assordante L e cronache hanno dato notizia del procedimento avviato dalla Corte dei Conti contro le tre principali agenzie di rating, Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, per i danni causati dai giudizi dati sul debito italiano nel 2011 che tra l’altro contribuirono alla caduta del governo Berlusconi. In particolare, la chiamata in giudizio di S&P riguarderebbe il risarcimento di un danno allo Stato per 234 miliardi. Gli avvocati delle agenzie contesterebbero la legittimità dell’azione della Corte perché toccherebbe organismi esterni alla pubblica amministrazione. Tuttavia questi legali trascurano che il danno erariale, alla base dell’intervento della Corte, non necessariamente deve riguardare funzionari o soggetti pubblici, ben potendo avere come destinatario un privato, persona fisica o giuridica, la cui condotta, per colpa o dolo, abbia arrecato danni allo Stato. Una copiosa giurisprudenza in tal senso elimina qualsiasi dubbio. L’altro punto di critica riguarderebbe le componenti del danno stimato dal giudice contabile, che avrebbe valutato non solo gli aspetti strettamente patrimoniali ma anche la ricchezza immateriale dello Stato costituita dalle opere d’arte, dalla letteratura, dai film che siano capolavori eccetera. Certamente c’è materia di discussione per questo tipo di valutazione che alla lontana mima i danni morali o il danno biologico nelle vicende di danneggiamenti tra privati. Ma, ammesso e non concesso che questo computo sia contestabile, resta la fondatezza di un’azione risarcitoria da parte dello Stato che è il destinatario del rating e delle previsioni emesse dalla agenzie. Il fatto che tale iniziativa sia stata avviata non può essere smontato per il modo in cui i danni vengono stimati. Resta pur sempre il concetto di danno erariale che è logicamente e giuridicamente sostenibile; nel contempo il procedimento della Corte è anche un monito nei confronti delle agenzie di rating, che per troppo tempo si sono sentite legibus solutae in presenza di una normativa europea regolatrice assai debole e parziale e di incerte iniziative di contestazione da parte dei governi. Ora è legit- timo attendersi un comunicato ufficiale della Corte - anche per l’esigenza di trasparenza del mercato - che precisi lo stato del procedimento e i tempi del suo svolgimento. Per ora la Corte ha fatto sapere che esiste solo l’avvio di indagine. A maggior ragione occorrerà, non appena in grado, che si sia messi in condizioni di saperne di più. Attendiamo poi la ripresa, il 18 febbraio, del procedimento davanti al gup di Trani sulla richiesta di rinvio a giudizio di S&P e Fitch per manipolazione del mercato: un procedimento da tempo pendente e che ora bisognerebbe portare a conclusione. Non siamo sostenitori della via giudiziaria alla riforma delle suddette agenzie. Ma proprio per la persistente inadeguatezza della regolamentazione il vuoto finisce con l’essere colmato da inevitabili iniziative del giudice ordinario, amministrativo o contabile. Le agenzie di rating non godono dell’extraterritorialità; dovrebbero avvertire l’interesse loro stesso a un’autoregolamentazione, soprattutto nella predisposizione dei procedimenti per le valutazioni, che le renda difficilmente attaccabili sul piano della correttezza e dell’efficienza; ma dovrebbero anche capire che da una disciplina primaria più rigorosa e completa trarrebbero vantaggio loro per prime, potendo agire in un contesto più affidabile per oggettività, rigore, trasparenza. Ciò non significa affatto abbandonare l’esigenza che la disciplina comunitaria sia emendata e fortemente ampliata e rafforzata. Ma occorre pure tener presente quanto proprio ieri ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni a proposito dell’eccessivo ruolo che si sta dando ai giudizi delle agenzie di rating; gli investitori oggi, secondo il ministro, danno maggiore peso ad altri fattori, quale per esempio il rendimento dei titoli pubblici. In questo quadro, va aggiunto, un aiuto potente a questa riduzione di importanza potrà essere dato dall’eliminazione dagli ordinamenti, in particolare per le norme riguardanti le banche, dell’obbligatorietà, per diverse operazioni, del loro accompagnamento con i giudizi di tali società. (riproduzione riservata) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 41 di 58 Gio 06/02/2014 MF Pagina 8 Sui rating il silenzio normativo si fa assordante Le cronache hanno dato notizia del procedimento avviato dalla Corte dei Conti contro le tre principali agenzie di rating, Moody' s, Standard & Poor' s e Fitch, per i danni causati dai giudizi dati sul debito italiano nel 2011 che tra l' altro contribuirono alla caduta del governo Berlusconi. In particolare, la chiamata in giudizio di S&P riguarderebbe il risarcimento di un danno allo Stato per 234 miliardi. Gli avvocati delle agenzie contesterebbero la legittimità dell' azione della Corte perché toccherebbe organismi esterni alla pubblica amministrazione. Tuttavia questi legali trascurano che il danno erariale, alla base dell' intervento della Corte, non necessariamente deve riguardare funzionari o soggetti pubblici, ben potendo avere come destinatario un privato, persona fisica o giuridica, la cui condotta, per colpa o dolo, abbia arrecato danni allo Stato. Una copiosa giurisprudenza in tal senso elimina qualsiasi dubbio. L' altro punto di critica riguarderebbe le componenti del danno stimato dal giudice contabile, che avrebbe valutato non solo gli aspetti strettamente patrimoniali ma anche la ricchezza immateriale dello Stato costituita dalle opere d' arte, dalla letteratura, dai film che siano capolavori eccetera. Certamente c' è materia di discussione per questo tipo di valutazione che alla lontana mima i danni morali o il danno biologico nelle vicende di danneggiamenti tra privati. Ma, ammesso e non concesso che questo computo sia contestabile, resta la fondatezza di un' azione risarcitoria da parte dello Stato che è il destinatario del rating e delle previsioni emesse dalla agenzie. Il fatto che tale iniziativa sia stata avviata non può essere smontato per il modo in cui i danni vengono stimati. Resta pur sempre il concetto di danno erariale che è logicamente e giuridicamente sostenibile; nel contempo il procedimento della Corte è anche un monito nei confronti delle agenzie di rating, che per troppo tempo si sono sentite legibus solutae in presenza di una normativa europea regolatrice assai debole e parziale e di incerte iniziative di contestazione da parte dei governi. Ora è legittimo attendersi un comunicato ufficiale della Corte - anche per l' esigenza di trasparenza del mercato - che precisi lo stato del procedimento e i tempi del suo svolgimento. Per ora la Corte ha fatto sapere che esiste solo l' avvio di indagine. A maggior ragione occorrerà, non appena in grado, che si sia messi in condizioni di saperne di più. Attendiamo poi la ripresa, il 18 febbraio, del procedimento davanti al gup di Normativa Enti Locali Trani sulla richiesta di rinvio a giudizio di S&P e Fitch per manipolazione del mercato: un procedimento da tempo pendente e che ora bisognerebbe portare a conclusione. Non siamo sostenitori della via giudiziaria alla riforma delle suddette agenzie. Ma proprio per la persistente inadeguatezza della regolamentazione il vuoto finisce con l' essere colmato da inevitabili iniziative del giudice ordinario, amministrativo o contabile. Le agenzie di rating non godono dell' extraterritorialità; dovrebbero avvertire l' interesse loro stesso a un' autoregolamentazione, soprattutto nella predisposizione dei procedimenti per le valutazioni, che le renda difficilmente attaccabili sul piano della correttezza e dell' efficienza; ma dovrebbero anche capire che da una disciplina primaria più rigorosa e completa trarrebbero vantaggio loro per prime, potendo agire in un contesto più affidabile per oggettività, rigore, trasparenza. Ciò non significa affatto abbandonare l' esigenza che la disciplina comunitaria sia emendata e fortemente ampliata e rafforzata. Ma occorre pure tener presente quanto proprio ieri ha detto il ministro dell' Economia Fabrizio Saccomanni a proposito dell' eccessivo ruolo che si sta dando ai giudizi delle agenzie di rating; gli investitori oggi, secondo il ministro, danno maggiore peso ad altri fattori, quale per esempio il rendimento dei titoli pubblici. In questo quadro, va aggiunto, un aiuto potente a questa riduzione di importanza potrà essere dato dall' eliminazione dagli ordinamenti, in particolare per le norme riguardanti le banche, dell' obbligatorietà, per diverse operazioni, del loro accompagnamento con i giudizi di tali società. (riproduzione riservata) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 42 di 58 . Gio 06/02/2014 Italia Oggi Pagina 31 LAVO R O E P RE V I D EN ZA RAGIONIERI/Corte conti lancia l’allarme sull’ente di previdenza Giovedì 6 Febbraio 2014 31 STAGIONALI Lavoratori extra-Ue I contributi non riscossi salgono a 314 milioni più tutelati Cnpr, i conti non tornano DI ANTONIO G. PALADINO N onostante l’avvenuta riforma, desta preoccupazione la tenuta del sistema previdenziale nel medio-periodo della Cassa dei ragionieri e dei periti commerciali. Come destano preoccupazione, altresì, le entrate non riscosse che hanno raggiunto dimensioni rilevanti e su cui occorre porre immediata soluzione. È quanto emerge dalla lettura della deliberazione n.3/2014 con cui la Sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti ha messo nero su bianco le proprie valutazioni sulla gestione 2012 della Cassa oggi guidata da Paolo Saltarelli. Per la Corte si pone in maniera rilevante anche il problema dell’adeguatezza delle future prestazioni previdenziali, con particolare riguardo alla sostenibilità della gestione, tenuto BREVI L’Associazione nazionale archeologi, dopo aver promosso la manifestazione «500 no al Mibact» dell’11 gennaio scorso, ha impugnato dinanzi al Tribunale amministrativo del Lazio l’Avviso pubblico «500 giovani per la cultura», pubblicato a dicembre dal ministero dei beni culturali e del turismo. «Il bando», spiega una nota dell’Ana, «a nostro avviso non tiene conto della normativa in materia di tirocinio, la cui competenza spetta peraltro alle regioni e alla province autonome». «150 milioni di euro per interventi nelle aree di crisi della Campania, finalmente ci siamo. Il 21/2 la legge andrà in G.U.: gli imprenditori avranno 45 giorni di tempo per fare le domande, 90 serviranno per valutarle ed entro fine luglio conosceremo i nomi di coloro che avranno l’onere di assumere quei dipendenti che godono di ammortizzatori sociali e che quindi saranno reinseriti nel mercato del lavoro». Lo ha detto l’assessore regionale alle attività produttive, nel corso del convegno «Incentivi alle imprese: nuovi strumenti per lo sviluppo del territorio» dell’Ordine dei commercialisti di Napoli. Normativa Province conto che solo nel novembre del 2012, la Cassa ha provveduto ad operare modifiche in tal senso e che solo sei mesi fa, dopo i rilievi mossi dal ministero del lavoro, si è arrivati all’approvazione definitiva della riforma. Il documento in esame, però, fa emergere le perplessità e le preoccupazioni della magistratura contabile soprattutto in relazione al fatto che il bilancio tecnico, redatto sulla base delle modifiche al sistema previdenziale, evidenzi un saldo negativo dal 2033 e un saldo generale, sempre in rosso, dal 2040. Non sono rassicuranti, a detta della Corte, che in tale periodo sia il patrimonio del- AVVOCATI La pratica forense all’Inail La pratica forense anche all’Inail. A disporlo è una recente determinazione del presidente, Massimo De Felice, grazie alla quale viene approvato l’apposito regolamento che disciplina il tirocinio presso l’Avvocatura dell’Istituto. La pratica non potrà superiore i 12 mesi (rispetto ai 18 richiesti per l’accesso all’esame di abilitazione di avvocato). La formazione teorico-pratica prevede l’affiancamento a un avvocato dell’Inail che, nello svolgimento delle sue funzioni di tutor, consentirà al tirocinante di entrare in contatto con l’attività di stesura di atti, di svolgere ricerche di dottrina e giurisprudenza, nonché di partecipare alle udienze dinanzi la magistratura civile, penale e amministrativa. A decorrere dal settimo mese è previsto un rimborso forfettario di 450 euro mensili (a seguito dell’attestazione del regolare ed effettivo svolgimento della pratica forense). L’ammissione sarà realizzata a seguito di una procedura selettiva per titoli indetta con bando pubblico, secondo una disponibilità di posti che sarà determinata annualmente la Cassa che il grado di copertura non assumano mai il segno negativo. Infatti, i segni in positivo di questi due fattori si fondano su una previsione che vede il rendimento del patrimonio intorno al 3,5%. Una percentuale questa molto ottimistica, in una fase in cui la congiuntura economica nazionale stenta a decollare, «con evidenti ripercussioni sul rendimento del patrimonio mobiliare ed immobiliare». Sul versante dei numeri, poi, la Corte si è soffermata sul capitolo entrate non riscosse che hanno raggiunto «dimensioni rilevanti» e presentano un andamento crescente, attestandosi intorno a 314,4 milioni alla fine del 2012. Non può pertanto sottacersi una «evidente diffi coltà» della Cassa sul fronte della riscossione dei contributi, nonostante le iniziative poste in essere per il recupero dei crediti contributivi. Resta comunque grave la si- tuazione che richiede il pagamento dei contributi entro tempi ravvicinati rispetto alle naturali scadenze degli obblighi contributivi. Quanto alla gestione caratteristica, nel periodo 2010/2012 si è verificata una diminuzione degli iscritti (da 31.842 a 30.050) e un aumento del numero dei pensionati (da 7.064 a 8.007). Il rapporto tra iscritti e pensionati si è gradualmente ridotto fino a 3,29 iscritti per pensionato nel 2012. Le entrate contributive hanno fatto registrare un lieve aumento dell’1,5% con un ammontare alla fine del 2012 pari a circa 264 milioni, rispetto ai 260 milioni del 2011. © Riproduzione riservata La delibera della Corte dei conti sul sito www. italiaoggi.it/documenti Agenti e mediatori, stessa sede con incompatibilità Nella stessa sede possono svolgersi più attività. Se però le attività sono incompatibili (come agente e mediatore), la condivisione della sede non vuol dire che l’agente può operare nell’ambito dell’impresa di mediazione (né viceversa). In concreto, in un’unica ubicazione (sede fisica) possono coesistere l’attività di mediazione e agenzia ma nei confronti dei terzi le due attività (mediazione e agenzia) stante il regime di incompatibilità, non possono sovrapporsi e incardinarsi in una sola impresa o in una sola persona fisica. Questa è quanto si legge nella circolare Mise dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione (registro imprese) del 5 febbraio 2014 n. 3367/C in risposta a un quesito da parte delle Cciaa e associazioni di categoria. Le Cciaa chiedevano al Mise l’esatta interpretazione della dicitura «presso la sede o localizzazione sopra indicata non viene svolta l’attività di mediazione» contenuta nella sezione Scia modello Arc. I tecnici del Mise sottolineano che la disciplina generale non prevede limitazioni di sorta affinché, più imprese (sia individuali che societarie) eleggano la propria sede all’interno di un medesimo ufficio, immobile o stabile. No diversamente appare, con riferimento alle attività soggette a regolamentazione, come quelle di agente e rappresentante di commercio e di mediatore. È pur vero ricordano i dirigenti Mise che la disciplina pubblicistica pone un espresso e reciproco divieto di esercizio congiunto delle attività sopra richiamate, da parte della stessa persona fisica o della stessa impresa. Infatti, l’articolo 5, 4 comma, della legge n. 2014 del 1985 sanziona l’incompatibilità specifica dell’esercizio delle due attività quando afferma che «l’iscrizione nel ruolo degli agenti e rappresentanti di commercio è altresì preclusa a coloro che sono iscritti nei ruoli dei mediatori o che comunque svolgono attività per le quali l’iscrizione è prescritta in detti ruoli». Mentre, l’articolo 5, della legge n. 39 del 1989 pone un’incompatibilità generale con tutte le La circolare altre attività professiosul sito www. nali «escluse quelle di mediazione comunque italiaoggi.it/docuesercitate». menti Cinzia De Stefanis Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 DI SIMONA D’ALESSIO Salto di qualità per i diritti degli oltre 100 mila lavoratori stagionali extracomunitari: una legge fresca di approvazione da parte del Parlamento europeo, infatti, ne accresce sensibilmente le tutele, consentendo loro di poter usufruire di un «alloggio adeguato» (s’intende dignitoso), e stabilendo che gli orari di servizio debbano avere un limite, in modo da porre un argine al fenomeno dello sfruttamento. Si tratta della prima disciplina comunitaria che s’interessa di questa categoria di occupati che arrivano da paesi terzi, e si prefigge di impedire che i permessi di soggiorno temporanei diventino permanenti; approvata ieri con 498 voti a favore, 56 voti contrari e 68 astensioni, la normativa, tuttavia, non pregiudica la libertà degli stati membri dell’organismo di Bruxelles di decidere quanti stagionali ammettere sul proprio territorio. In base alle norme varate, dunque, tali lavoratori godranno dei medesimi diritti di qualunque cittadino d’Europa in merito all’età minima per impiegarsi, alla retribuzione, al licenziamento, all’orario, alle ferie, alla copertura sanitaria e ai requisiti di sicurezza, potendo, inoltre, iscriversi a un sindacato, accedere a percorsi formativi, nonché alla pensione; viene, a seguire, anche favorito il reingresso degli extracomunitari nella nazione europea interessata, quella cioè nella quale intendano svolgere l’attività, accelerando le pratiche burocratiche per il loro ritorno. Ma cosa accadrà se i datori di lavoro (o anche i subappaltatori) rifiuteranno di assolvere ai nuovi obblighi verso gli addetti? Il provvedimento fissa delle sanzioni che vengono definite «effettive, proporzionate e dissuasive», incluso l’obbligo di risarcimento agli occupati, insieme alla possibilità di vedersi vietata, in futuro, l’opportunità di ricorrere a personale stagionale. Le nuove regole, dichiara il relatore socialdemocratico Claude Moraes (Gran Bretagna), permettono «una certa flessibilità, essenziale perché i lavoratori in questione non vengano trattati alla stregua di merce, ma come esseri umani». All’indomani del via libera di Strasburgo, i paesi Ue avranno ora due anni e mezzo per trasporre la disciplina nel proprio ordinamento. Pagina 43 di 58 Gio 06/02/2014 Italia Oggi Pagina 31 brevi L' Associazione nazionale archeologi, dopo aver promosso la manifestazione «500 no al Mibact» dell' 11 gennaio scorso, ha impugnato dinanzi al Tribunale amministrativo del Lazio l' Avviso pubblico «500 giovani per la cultura», pubblicato a dicembre dal ministero dei beni culturali e del turismo. «Il bando», spiega una nota dell' Ana, «a nostro avviso non tiene conto della normativa in materia di tirocinio, la cui competenza spetta peraltro alle regioni e alla province autonome». «150 milioni di euro per interventi nelle aree di crisi della Campania, finalmente ci siamo. Il 21/2 la legge andrà in G.U.: gli imprenditori avranno 45 giorni di tempo per fare le domande, 90 serviranno per valutarle ed entro fine luglio conosceremo i nomi di coloro che avranno l' onere di assumere quei dipendenti che godono di ammortizzatori sociali e che quindi saranno reinseriti nel mercato del lavoro». Lo ha detto l' assessore regionale alle attività produttive, nel corso del convegno «Incentivi alle imprese: nuovi strumenti per lo sviluppo del territorio» dell' Ordine dei commercialisti di Napoli. Normativa Province Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 44 di 58 . Gio 06/02/2014 6 .Primo Piano La Stampa Pagina 6 STAMPA .LA GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 U GIUSTIZIA Presidente TENSIONE Hanno detto La vicenda R Piero Grasso presidente del Senato Ho dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla cosiddetta compravendita di senatori Il presidente Grasso recita l’ennesima parte incivile nella tragedia del colpo di Stato consumato in Parlamento con l’estromissione del leader dei moderati Piero Grasso Renato Brunetta 1 R 2 I senatori “assolvono” Berlusconi ma Grasso si oppone R 3 Compravenditadiparlamentari,ilSenatosaràpartecivile FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Costituirsi o non costituirsi contro Berlusconi? Piero Grasso, il presidente del Senato, ha deciso in splendida solitudine per il sì. Mettendo nel conto le polemiche. Nel corso dell’Ufficio di presidenza, infatti, la maggioranza delle forze politiche si era espressa per il no. Ma Grasso evidentemente non è stato d’accordo. L’11 febbraio, a Napoli, comincia il processo al Cavaliere per la compravendita di senatori. Fatti che risalgono al 2008, quando al governo c’era Romano Prodi, e secondo la procura di Napoli il gioco politico fu falsato dal Cavaliere grazie a 3 milioni di euro in mazzette. Il presidente Grasso doveva decidere se far costituire il Senato parte civile al processo. Si è espresso dopo aver sentito i partiti e ave- re constatato che si era creata una maggioranza trasversale Fi, Lega, Gal e Ncd, appoggiati da Linda Lanzillotta di Scelta Civica e da Antonio De Poli dei Popolari per l’Italia, erano contro; Pd, Sel, M5S e il gruppo Autonomie erano a favore contraria alla decisione. Nonostante tutto, Grasso è andato avanti. «Il presidente - fa sape- Il presidente ribalta la decisione dell’ufficio di presidenza che era contrario re - ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del pubblico ministero poi del giudice, del Senato della Repubblica italiana quale “persona offesa” di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un inelu- il caso ROBERTO GIOVANNINI ROMA L a Cgil è una federazione di sindacati di categoria più o meno indipendenti, o una confederazione in cui ciò che si decide al «centro» impegna tutti quanti gli iscritti? Il confronto sul testo unico firmato da sindacati e Confindustria che definisce le regole per la rappresentanza tra Susanna Camusso, il segretario generale, e Maurizio Landini, il leader dei metalmeccanici, sta prendendo una brutta piega. E non è escluso che prima o poi dallo scontro politico si possa passare a una specie di «guerra civile» tra la casa madre e il sindacato di categoria. Una guerra che è anche personale, e mette di fronte due sindacalisti molto poco disponibili a una mediazione su un tema che per loro è di principio. Come aveva anticipato nei giorni scorsi Pagina99, qualche tempo fa Camusso ha scritto al Collegio Statutario della Cgil (una specie di Corte Costituzionale interna) per chiedere una interpretazione autentica: Sindacati dibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento». Come prevedibile, è seguito il diluvio. Da parte dei berlusconiani si grida al tradimento. Uno su tutti, Maurizio Gasparri: «Decisione sconcertante. Un gravissimo vulnus. Questa sua decisione gravissima, lesiva di regole istituzionali e rapporti politici e personali, non potrà restare priva di conseguenze. Richiamo l’attenzione anche del Presidente della Repubblica su questa scelta grave e vergognosa». Ma sono in tanti da quelle parti a essere furibondi. Raffaele Fitto: «Sconcerta lo zelo giustizialista». Osvaldo Napoli: «Un fatto grave e un atto per niente dovuto». Luca D’Alessandro: «Forse è in cerca di un posto al sole nel Pantheon dei forcaioli, nella speranza che un domani que- Inps Ilgovernopensa auncommissario n In attesa di riformare la governance dell’Inps il Gover no si prepara a nominare un commissario pro tempore per un massimo di sei mesi che so stituisca il presidente dimis sionario Antonio Mastrapa squa. La nomina potrebbe ar rivare già nel consiglio dei mi nistri di oggi per non lasciare a lungo l’Istituto senza rappre sentante legale. Sembra sfu mata invece l’ipotesi di desi gnare direttamente un nuovo presidente perché i tempi pre visti sono lunghi con la neces sità del parere delle commis sioni parlamentari (60 giorni di tempo) e un nuovo passag gio al Consiglio dei ministri. La leader del sindacato: la Fiom si deve allineare ai vertici IL CAPO DELLE «TUTE BLU» «Non applicheremo un accordo che equivale alla nostra morte» risposta del Collegio statutario a Camusso è stata chiarissima: Landini e la Fiom devono obbedire al voto del Direttivo. Se non lo fanno sono sanzionabili dal Collegio di Garanzia, con una punizione che va dal «biasimo scritto» «all’espulsione». Un messaggio chiarissimo alla Fiom: state attenti. La notizia, ripresa Eletto con Prodi passa subito al centrodestra LA DICHIARAZIONE AI MAGISTRATI De Gregorio dice di aver ricevuto 3 milioni di euro L’INIZIO DEL PROCESSO L’11 febbraio a Napoli inizia il procedimento GIUSEPPE LAMI/ANSA sto atteggiamento lo porti al Quirinale». All’opposto, l’assemblea dei senatori del Pd, che era riunita dell’aula della commissione difesa, ha accolto con un applauso la notizia. «Come ha affermato il presidente Grasso commenta il capogruppo Pd, Luigi Zanda - vi è un’ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità nel processo di Napoli sulla compravendita dei senatori. A difesa, innanzitutto, delle istituzioni democratiche. E davanti alla difesa della democrazia risultano ingiustificati gli assurdi attacchi di alcuni esponenti di Forza Italia». E c’è chi va oltre. «Ora anche il Pd si costituisca parte civile nel processo per la compravendita dei parlamentari. È un dovere civico», afferma Danilo Leva, componente commissione Giustizia della Camera. Esultano anche i grillini, che Scontro CamussoLandini La Cgil rischia la “guerra civile” il leader Fiom Maurizio Landini può legittimamente dire che il sì del Direttivo Cgil al testo sulla rappresentanza non impegna né lui né la Fiom? Può affermare Landini che discuterà del da farsi solo con la Fiom? E se la risposta in tutti e due i casi è no, Landini può e deve ricevere una sanzione? La IL «TRADIMENTO» DI DE GREGORIO ieri dal Fatto, ha scatenato la reazione di Landini: «Se la Cgil fosse davvero pronta a denunciare la Fiom agli organi di garanzia del sindacato sull’accordo sulla rappresentanza sarebbe un fatto gravissimo. Abbiamo chiesto di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere sugli accordi, una richiesta di democrazia minima». Camusso ha replicato spiegando che finora non ci sono esposti contro Landini. Ma non è detto che non ci possano essere, se la Fiom dovesse davvero violare la decisione del Direttivo Cgil. Dopo di che sempre stamani sono successe due cose importanti: prima, a Roma, Landini ha incontrato il segretario del Pd Matteo Renzi. Poi proprio Landini e Camusso si sono visti a Firenze, per partecipare all’assemblea congressuale degli iscritti Cgil del Nuovo Pignone. In assemblea i due hanno confrontato le loro Maurizio Landini Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 in mattinata avevano ingaggiato un duro duello verbale con chi aveva votato contro. «Meglio Grasso della presidente Boldrini», è il commento a caldo della senatrice Paola Taverna, ex capogruppo M5S. Non è un mistero che i grillini oppongano spesso la gestione Grasso a quella di Laura Boldrini, sottolineando che se a Palazzo Zanda: «Davanti alla difesa della democrazia ingiustificati gli attacchi di Forza Italia» Madama i rapporti con la maggioranza sono meno tesi è anche grazie ad una diversa conduzione dei lavori. «Finalmente ritrovo il Pietro Grasso che mi aspettavo», afferma intanto in una nota il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. posizioni, e ognuno è rimasto della sua idea. L’assemblea ha poi votato un documento che sostanzialmente condivide le critiche Fiom al Testo unico (che introduce le sanzioni per chi non rispetta gli accordi votati a maggioranza e un comitato arbitrale). Ma che pure chiede ai due contendenti di mettersi d’accordo. Non c’è dubbio che il nuovo vertice Landini/Renzi sul Jobs Act e la legge sulla rappresentanza fa infuriare Camusso. Landini anche in questo caso ha agito come fosse il capo di un’organizzazione indipendente, con proprie priorità, diplomazie e obiettivi. Al sindaco di Firenze il dialogo con Landini fa gioco da più punti di vista: uno, perché apre un ponte con una personalità che potrebbe un giorno avere un ruolo politico importante a sinistra. Due, perché depotenzia la Cgil, che potrebbe osteggiare il programma economico renziano. Non è un caso che Renzi non abbia mai incontrato Camusso; lei dice ai suoi che «pur di avere una legge sulla rappresentanza lascerebbe le prime pagine ad altri». Quel che è certo, però, è che il braccio di ferro tra Camusso e Landini rischia di finire molto male. Il leader Fiom dice che «non applicherà un accordo che equivale alla nostra morte». Ma la leader Cgil non può accettare impunemente che un pezzo del suo sindacato sbeffeggi le sue decisioni. Pagina 45 di 58 Gio 06/02/2014 La Stampa Pagina 6 Scontro Camusso-Landini La Cgil rischia la "guerra civile" La leader del sindacato: la Fiom si deve allineare ai vertici. La Cgil è una federazione di sindacati di categoria più o meno indipendenti, o una confederazione in cui ciò che si decide al «centro» impegna tutti quanti gli iscritti? Il confronto sul testo unico firmato da sindacati e Confindustria che definisce le regole per la rappresentanza tra Susanna Camusso, il segretario generale, e Maurizio Landini, il leader dei metalmeccanici, sta prendendo una brutta piega. E non è escluso che prima o poi dallo scontro politico si possa passare a una specie di «guerra civile» tra la casa madre e il sindacato di categoria. Una guerra che è anche personale, e mette di fronte due sindacalisti molto poco disponibili a una mediazione su un tema che per loro è di principio.Come aveva anticipato nei giorni scorsi Pagina99, qualche tempo fa Camusso ha scritto al Collegio Statutario della Cgil (una specie di Corte Costituzionale interna) per chiedere una interpretazione autentica: il leader Fiom Maurizio Landini può legittimamente dire che il sì del Direttivo Cgil al testo sulla rappresentanza non impegna né lui né la Fiom? Può affermare Landini che discuterà del da farsi solo con la Fiom? E se la risposta in tutti e due i casi è no, Landini può e deve ricevere una sanzione? La risposta del Collegio statutario a Camusso è stata chiarissima: Landini e la Fiom devono obbedire al voto del Direttivo. Se non lo fanno sono sanzionabili dal Collegio di Garanzia, con una punizione che va dal «biasimo scritto» «all' espulsione». Un messaggio chiarissimo alla Fiom: state attenti. La notizia, ripresa ieri dal Fatto, ha scatenato la reazione di Landini: «Se la Cgil fosse davvero pronta a denunciare la Fiom agli organi di garanzia del sindacato sull' accordo sulla rappresentanza sarebbe un fatto gravissimo. Abbiamo chiesto di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere sugli accordi, una richiesta di democrazia minima». Camusso ha replicato spiegando che finora non ci sono esposti contro Landini. Ma non è detto che non ci possano essere, se la Fiom dovesse davvero violare la decisione del Direttivo Cgil.Dopo di che sempre stamani sono successe due cose importanti: prima, a Roma, Landini ha incontrato il segretario del Pd Matteo Renzi. Poi proprio Landini e Camusso si sono visti a Firenze, per partecipare all' assemblea congressuale degli iscritti Cgil del Nuovo Pignone. In assemblea i due hanno confrontato le loro posizioni, e ognuno è Sindacati rimasto della sua idea. L' assemblea ha poi votato un documento che sostanzialmente condivide le critiche Fiom al Testo unico (che introduce le sanzioni per chi non rispetta gli accordi votati a maggioranza e un comitato arbitrale). Ma che pure chiede ai due contendenti di mettersi d' accordo.Non c' è dubbio che il nuovo vertice Landini/Renzi sul Jobs Act e la legge sulla rappresentanza fa infuriare Camusso. Landini anche in questo caso ha agito come fosse il capo di un' organizzazione indipendente, con proprie priorità, diplomazie e obiettivi. Al sindaco di Firenze il dialogo con Landini fa gioco da più punti di vista: uno, perché apre un ponte con una personalità che potrebbe un giorno avere un ruolo politico importante a sinistra. Due, perché depotenzia la Cgil, che potrebbe osteggiare il programma economico renziano. Non è un caso che Renzi non abbia mai incontrato Camusso; lei dice ai suoi che «pur di avere una legge sulla rappresentanza lascerebbe le prime pagine ad altri». Quel che è certo, però, è che il braccio di ferro tra Camusso e Landini rischia di finire molto male. Il leader Fiom dice che «non applicherà un accordo che equivale alla nostra morte». Ma la leader Cgil non può accettare impunemente che un pezzo del suo sindacato sbeffeggi le sue decisioni. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 46 di 58 . Gio 06/02/2014 22 .Economia La Stampa Pagina 22 STAMPA .LA GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 Panorama LA SOCIETÀ: IN IRLANDA INFRASTRUTTURE ALL’AVANGUARDIA La Yahoo europea avrà sede a Dublino La disputa internazionale Panama, stop ai negoziati per ampliare il Canale E Google convince l’Antitrust Ue: evitata la multa L a disputa del Canale di Panama va avanti. Ieri, a sorpresa, sono stati interrotti i negoziati per finanziare i costi extra da 1,6 miliardi di dollari per ampliare il Canale di Panama. L’Autorità (Acp) del Canale, guidata da Jorge Luis Quijano, ha rifiutato ogni tipo di proposta da parte del Consorzio guidato dall’italiana Impregilo e dalla spagnola Sacyr e ha interrotto le trattative rischiando di bloccare i lavori. I colloqui vanno comunque avanti anche se lo stesso Quijano, parlando da Panama City, ha avvertito che l’opera sarà conclusa nei tempi previsti «con o senza» Sacyr. Alla finestra, ci sono altri aspiranti costruttori, come l’americana Bechtel. E l’Autorità del Canale in più di un’occasione ha minacciato di ricorrere ad un piano B. Dura la reazione del consorzio: la strategia dell’Autorità «che non tarderà, se attuata fino in fondo, a rivelarsi come fallimentare, è quella di porre il consorzio in condizioni di mancanza di flusso di cassa portandolo all’asfissia finanziaria e, in definitiva, obbligandolo ad abbandonare il campo», ribattono fonti della cordata europea. Uno dei rischi per il Paese centroamericano, se non si dovesse arrivare a un compromesso, è quello di azioni legali a catena non solo da parte di Sacyr, Impregilo e dei suoi partner ma anche da tutti i fornitori. E il consorzio, che ritiene la decisione dell’Acp «illogica», appare comunque disponibile ad «una comune ed equilibrata soluzione» per fare in modo che il progetto (già realizzato per il 70%) sia terminato come previsto per la metà del 2015. Sulla vicenda è tornato a parlare anche Antonio Tajani. Il vice presidente dell’Ue ha auspicato che «le parti riconsiderino le loro posizioni nei prossimi giorni». Con l’impasse sono piovute anche le vendite in Borsa: a Madrid Sacyr ha perso il 6,86% mentre Impregilo a Milano ha contenuto il calo a -1,06%. [LUCA FORNOVO] GIUSEPPE BOTTERO MARCO ZATTERIN La notizia è arrivata direttamente nelle caselle mail degli utenti: dal 21 marzo i servizi di Yahoo di Europa - quindi anche Italia - Africa e Medioriente traslocheranno a Dublino, dove saranno centralizzati e gestiti da un’unica società. Dopo Starbucks, Google e Amazon tocca all’azienda di Melissa Mayer trasferirsi in Irlanda. La scelta di creare Yahoo Emea Limited, ha spiegato il gruppo in una nota, è dovuta ad «una più estesa infrastruttura dei data center» e al fatto che Dublino è già la «casa di una serie di aziende tecnologiche mondiali». Ma è difficile, dietro la mossa della Mayer, non leggere i vantaggi che garantisce il diritto irlandese. Solo qualche settimana fa il Financial Times ha calcolato che sette colossi hi-tech a stelle strisce, compresi Apple e eBay, hanno pagato 154 milioni di sterline di imposte sui redditi d’impresa nel 2012 in Gran Bretagna a fronte di 15 miliardi di dollari di ricavi. Yahoo tira dritto. La decisione, spiegano dall’azienda, segue il processo di espansione ANSA Yahoo ha aperto i primi uffici a Dublino nel 2003 Telecom, comitato sul Brasile GovernanceinCda,masenzamodifiche n Governance e trattative con parti correlate, e sullo sfondo la partita sul futuro di Tim Brasil. Questo il menù ri servato ai consiglieri di Tele com nella riunione di oggi. Per quanto riguarda eventua li future offerte sulla control lata brasiliana, verrà costitui to un comitato ad hoc per ef fettuarne la valutazione. Sul la governance invece non ci sarà nessuna proposta di mo difica oggi sul tavolo del Con siglio d’amministrazione di Telecom. Lo ha chiarito la stessa società rispondendo alla Consob. in Irlanda «già iniziato lo scorso anno», che prevedeva l’assunzione di 200 nuovi addetti ai data center, le unità organizzative che coordinano e mantengono le apparecchiature ed i servizi di gestione dei dati. «Rispettiamo le leggi locali, paghiamo le tasse in ogni paese» fa sapere un portavoce. L’Europa, che non riesce ad offrire incentivi, fatica a tenere sotto controlli giganti del web e dell’innovazione. Ieri, dopo un braccio di ferro di tre anni, la Commissione Ue ha annunciato di aver ottenuto delle «importanti concessioni» da re dei motori di ricerca, Google, che intende così di mettere a tacere le accuse proposito di un suo abuso di posizione dominante sul mercato continentale. L’azienda si impegna fra l’altro a cambiare il modo in cui visualizza i risultati delle ricerche in favore dei suoi concorrenti. Un sistema che, se accolto da Bruxelles, le potrà far risparmiare una multa sino al 10% del fatturato. Joaquin Almunia, sceriffo dell’Antitrust a dodici stelle, si è detto «convinto che sia sufficiente». La proposta sarà ai soggetti che sono all’origine del ricorso all’Ue e la Commissione dovrà poi deliberare tenendo da conto anche il loro parere. La reazione a caldo di Fairsearch (il gruppo di 17 operatori in campo contro Google tra cui Microsoft, Oracle, Nokia, Expedia e TripAdvisor) è stata veemente: la proposta di Almunia è «peggio di niente», e i rimedi sono «discriminatori e fanno salire i costi per i rivali». Lo spagnolo non sembra però orientato ad ascoltarli. Una volta chiuso il caso, il nuovo contesto detterà giurisprudenza in tutta lo spazio economico europeo, mercato di cui Google detiene il 90%. Novità sul sito di Equitalia Adesso le cartelle pazze si possono bloccare online P er bloccare le «cartelle pazze» adesso può bastare un clic. Equitalia ha attivato sul suo sito www.gruppoequitalia.it un nuovo servizio che consente ai cittadini di inviare via web la richiesta di sospensione del pagamento, in alternativa alle altre modalità già operative: allo sportello, via fax, via email o con raccomandata r/r. Una sede di Equitalia Che cosa sono le cartelle pazze? Equitalia come sua attività istituzionale spedisce ai cittadini i mandati di pagamento di vari enti, rispetto ai quali fa da semplice tramite; ma se questi enti mandano dati sbagliati o incompleti, Equitalia si trova (senza saperlo) a chiedere ai cittadini somme già pagate o mai dovute. In base alla legge di Stabilità 2013 il cittadino che ritiene non dovuti gli importi richiesti dall’ente creditore può rivolgersi direttamente a Equitalia per chiedere la sospensione della riscossione. C’è tutta una procedura per chiarire gli equivoci; la novità è che la domanda si può presentare online con un percorso guidato. «Grazie a Equitalia il fenomeno delle cartelle pazze è ormai relegato al passato - dice Benedetto Mineo, che di Equitalia è amministratore delegato -. In questi anni siamo riusciti a perfezionare i nostri sistemi informatici per evitare quelle situazioni eccezionali che sostanzialmente si sono verificate prima della nascita di Equitalia. Qualche problema però si può ancora verificare quando l’ente fornisce a Equitalia informazioni errate o parziali, o quando omette di comunicare eventuali cancellazioni del debito. Per evitare disagi abbiamo ampliato i nostri canali di assistenza intervenendo su questi disguidi non imputabili alla nostra attività e oggi è possibile risolvere la situazione anche dal computer di casa». [LUIGI GRASSIA] Sindacati LA CORTE DEI CONTI SCRIVE A STANDARD&POOR’S, FITCH E MOODY’S “Rating, danno da 234 miliardi” «Le tre agenzie non hanno valutato il patrimonio culturale del Paese» ROMA Pil e debito pubblico non sono sufficienti per valutare l’Italia. Così, almeno, la pensa la Corte dei Conti: che ha inviato una lettera alle agenzie di rating Moody’s, Fitch e Standard&Poor’s spiegando che non si può prescindere dal patrimonio storico, artistico e letterario del paese. Secondo la Corte le tre agenzie, abbassando a più riprese il giudizio sull’Italia - portandolo quasi al livello «junk», spazzatura tra luglio 2011 e gennaio 2012 senza valutare il peso della cultura hanno creato all’Italia un danno quantificato in circa 234 miliardi di euro. Il giudizio negativo ebbe conseguenze negative, spiegano i magistrati contabili, sullo spread, sui tassi di interesse dei titoli di stato e quin- di sul debito sovrano. La Corte dei Conti non conferma direttamente la cifra perché al momento c’è solo un’istruttoria: «è prematura, nella fase di indagine qualsiasi quantificazione in merito ad un eventuale risarcimento». Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, era direttore generale di Bankitalia ai tempi dello spread sopra 500 punti. Dice: «ho sempre trovato che il ruolo delle agenzie di rating fosse eccessivo. Governo e Banca d’Italia hanno chiarito che non c’è solo il loro giudizio». Secondo la Corte dei Conti le agenzie non hanno tenuto nel giusto conto il giro d’affari che il patrimonio culturale è in grado di produrre: dal merchandising legato a musei e opere d’arte all’affitto di spazi per spot e film che spopolano ovunque nel mondo. Secondo S&P «l’accusa è inconsistente, superficiale e priva di ogni fondamento; ci opporremo con tutte le nostre forze». Il ministro dei Beni e Attività culturali Massimo Bray ha molto apprezzato: «Il valore del patrimonio storico, culturale, artistico e paesaggistico ci offre enormi potenzialità di crescita che dobbiamo saper valorizzare al meglio». [R. E.] CHRYSLER: FINANZIAMENTI PER 5 MILIARDI E RISPARMI DI 134 MILIONI L’ANNO Fiatsindacati, il nodo del contratto sono gli aumenti Non è una rottura, ma la trattativa tra Fiat e sindacato per il rinnovo per due anni del contratto di gruppo è imballata. Lo scoglio è quello economico: per Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione Quadri non si può fare un contratto senza aumento economico. La Fiat ha ribadito che a fronte della crisi di mercato in Italia e in Europa, al ricorso alla Cig e agli investimenti non ci sono margini per ri- n spondere alle richieste. E così ieri pomeriggio, le delegazioni si sono lasciate senza la data di un nuovo incontro. Una pausa di riflessione. Intanto i sindacati hanno previsto riunioni e la Fim ipotizza assemblee negli stabilimenti. I sindacati propongono di fare subito il contratto anche per la parte economica relativa al 2014 e, dopo la presentazione a maggio del nuovo piano, riaprire il confronto. Intanto Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Chrysler ha comunicato il pricing della già annunciata emissione di bond senior garantiti per la raccolta di circa 3 miliardi di dollari. E inoltre ha annunciato il pricing di finanziamenti senior garantiti in base ai quali si attende di raccogliere circa 2 miliardi. Il risparmio di costi per interessi a seguito delle operazioni di rifinanziamento è stimato in circa 134 milioni di dollari annui dal 2014 al 2016. Pagina 47 di 58 Gio 06/02/2014 La Stampa Pagina 22 chrysler: finanziamenti per 5 miliardi e risparmi di 134 milioni l' anno. Fiat-sindacati, il nodo del contratto sono gli aumenti Non è una rottura, ma la trattativa tra Fiat e sindacato per il rinnovo per due anni del contratto di gruppo è imballata. Lo scoglio è quello economico: per Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Associazione Quadri non si può fare un contratto senza aumento economico. La Fiat ha ribadito che a fronte della crisi di mercato in Italia e in Europa, al ricorso alla Cig e agli investimenti non ci sono margini per rispondere alle richieste. E così ieri pomeriggio, le delegazioni si sono lasciate senza la data di un nuovo incontro. Una pausa di riflessione. Intanto i sindacati hanno previsto riunioni e la Fim ipotizza assemblee negli stabilimenti. I sindacati propongono di fare subito il contratto anche per la parte economica relativa al 2014 e, dopo la presentazione a maggio del nuovo piano, riaprire il confronto. Intanto Chrysler ha comunicato il pricing della già annunciata emissione di bond senior garantiti per la raccolta di circa 3 miliardi di dollari. E inoltre ha annunciato il pricing di finanziamenti senior garantiti in base ai quali si attende di raccogliere circa 2 miliardi. Il risparmio di costi per interessi a seguito delle operazioni di rifinanziamento è stimato in circa 134 milioni di dollari annui dal 2014 al 2016. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 48 di 58 . Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 25 25 Corriere della Sera Giovedì 6 Febbraio 2014 Economia Indici delle Borse FTSE MIB Dati di New York aggiornati alle ore 20.00 Cambi 1 euro Mediolanum 3,26 3,00 0,34 Btp 03-01/08/34 5,000% 108,57 3,80 Btp 11-15/04/16 3,750% 105,68 0,64 Btp 06-15/09/17 2,100% 103,40 Btp 13-15/09/18 1,700% 101,71 1,11 1,77 Btp 05-01/02/37 4,000% 95,92 Btp 07-01/08/39 5,000% 107,91 Cct 07-01/12/14 0,420% 100,19 3,80 3,92 0,50 Btp 09-01/03/20 4,250% 108,60 Btp 11-01/03/22 5,000% 111,81 Btp 13-01/03/24 4,500% 106,50 2,20 2,74 3,20 Cct 08-01/09/15 0,590% 100,04 Cct 09-01/07/16 0,560% 99,39 Cct 11-15/04/18 0,677% 98,77 0,70 1,00 1,51 FTSE It.Star 17.599,17 0,19% Parigi (Cac40) 4.117,79 0,01% 1 euro 0,8322 sterline 0,38% Dow Jones 15.462,39 0,11% Hong Kong 21.269,38 -3,48% 1 euro 1,2222 fr. sv. 0,05% Nasdaq 4.020,45 -0,27% Tokio (Nikkei) 14.180,38 1,23% 1 euro 8,8290 cor.sve. 0,06% S&P 500 1.754,27 -0,05% Madrid 9.775,00 0,21% 1 euro 1,4976 dol.can. 0,04% © RIPRODUZIONE RISERVATA Quot. Rend. eff. 05-02 netto % Btp 10-15/04/15 3,000% 102,68 1 euro 136,7800 yen Ma come funziona la sospensione della riscossione? Può essere richiesta quando il contribuente ha già pagato il tributo prima della formazione del ruolo, ha ottenuto una sospensione dell’ente o del giudice, una sentenza favorevole oppure può dimostrare qualsiasi altra causa, prevista dalla norma, che rende inesigibile il credito. La domanda va inviata entro 90 giorni dalla notifica dell’atto. Equitalia sospende ogni attività di riscossione e invia tutta la documentazione all’ente creditore per l’eventuale annullamento della cartella. Se dopo 220 giorni dalla presentazione della domanda l’ente creditore non fornisce riscontri, le somme contestate vengono annullate di diritto. Ora invece la domanda si può presentare online senza la necessità di registrazione e con un percorso guidato. Ced. Btp 96-01/11/26 7,250% 132,19 Btp 11-15/09/26 3,100% 104,19 9.116,32 -0,13% milioni i «ruoli» emessi e poi annullati quando alle fine degli anni 90 esplose il fenomeno delle «cartelle pazze» Titolo 0,13 Francoforte 1,2 Quot. Rend. eff. 05-02 netto % Btp 04-01/02/15 4,250% 103,50 0,29% U Ced. -0,19% FTSE It.All Share 20.295,61 n clic sul sito di Equitalia e la cartella «pazza» si può fermare. La società che riscuote i tributi ha annunciato infatti di aver attivato sul proprio sito internet (www.gruppoequitalia. it) un nuovo servizio che consente ai cittadini di inviare via web la richiesta di sospensione. La richiesta online si aggiunge alle altre modalità di presentazione della domanda già operative: allo sportello, via fax, email oppure con raccomandata con ricevuta di ritorno. Un reticolo di possibilità che fa affermare all’amministratore delegato Benedetto Mineo che «grazie a Equitalia il fenomeno delle cartelle pazze è ormai relegato al passato». È auspicabile. Titoli di Stato Titolo Btp 11-01/04/14 3,000% 100,36 6.457,89 ORA SI POSSONO BLOCCARE VIA INTERNET La settimana 0,17% Londra CARTELLE PAZZE, 0,13% 1,3543 dollari 0,26% La lente Sindacati La settimana 19.069,62 FTSE MIB Bruxelles Mountain View raggiunge l’accordo con l’Antitrust Ue. Il motore di ricerca mostrerà anche i prodotti dei siti concorrenti Pubblicità e rete, l’Europa piega Google Al presidente Schmidt bonus da cento milioni. YouTube, una donna al vertice DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Chi cerca, trova. Anzi: dovrà trovare, obbligatoriamente, tutto e su tutte le pagine di Google. Così ha imposto la Commissione Europea, e questo ha accettato il colosso digitale, promettendo «cambiamenti significativi». Eccoli: d’ora in poi, se uno di noi vorrà prenotare su Internet un albergo o un aereo o avere informazioni su qualunque offerta più o meno commerciale, sulla pagina dei risultati si vedrà offrire con pari evidenza almeno tre altri servizi di ricerca, oltre a quello dello stesso motore Google già di per sé in primo piano. Perciò, almeno in teoria: più occasioni di raffronto con più concorrenza, pari opportunità di accesso ai prodotti senza «dirottamenti» sulla rete, prezzi più miti per i consumatori. E niente più sospetti di monopolio nell’offerta, come invece aveva dubitato a suo tempo l’Antitrust Ue, sotto la guida del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia, aprendo un’indagine per abuso di posizione dominante sul mercato Internet. L’indagine in sé non è finita. Ma il negoziato assai spinoso, apertosi nel 2013, si avvia a una chiusura ora, anche perché Google accetta di tramutare le sue promesse in altrettanti obblighi legali, e una commissione indipendente sorveglierà per 5 anni sul suo operato. Le nuove offerte, ha spiegato ieri Almunia, saranno «chiaramente visibili agli utenti» sulla pagina, «e saranno anche attraenti: per esempio, se Google usa una fotografia per promuovere i suoi servizi, una foto che è un elemento-chiave per attrarre gli utenti, i servizi rivali avranno anch’essa una foto. Questo garanti- rà una scelta reale fra differenti alternative. E spetterà agli utenti – solo a loro – scegliere quella che preferiscono. Ci preoccupava il fatto che, il visto il trattamento favorevole di Google verso i suoi stessi servizi, altri servizi ugualmente o più importanti potessero essere meno visibili o non direttamente visibili». D’ora in poi, Google consentirà anche ai fornitori delle offerte la possibilità di abbandonare le sue pagine, il suo motore di ricerca, «se lo vorranno e senza paura di ritorsioni: fino a oggi, era libera di copiare i contenuti dai rivali senza alcuna restrizione». La lista degli inviti, o coman- damenti, non è finita. Google accetta di cancellare ogni clausola di esclusiva dai suoi accordi con chi eventualmente procura le «inserzioni» per questa o quella ricerca. Bruxelles commenta orgogliosamente il risultato: «Nessun altro Antitrust nel mondo ha raganni Il periodo di controllo delle giunto simili riattività di Google da parte di sultati – dice anuna commisione indipendente cora Almunia – ricordiamoci che i nostri colleghi della Commissione federale sul commercio negli I servizi per Europa, Africa e Medio Oriente Usa hanno indagato sulle stesse questioni: e se è vero che si trovavano di fronte a una diversa situazione di mercato, non hanno però richiesto a Google delle azioni di portata così grande» Prima la notizia è arrivata via mail agli utenti, Intanto è stato pubblicato il poi è stata confermata da una nota ufficiale maxicompenso del presidente della società. Dal 21 marzo i servizi di Yahoo! di esecutivo ed ex Ceo di Google Europa - quindi anche Italia - Africa e Medio Eric Schmidt: cento milioni di Oriente traslocheranno a Dublino, in Irlanda, dollari in titoli vincolati più un dove saranno centralizzati e gestiti da un’unica premio in contante per 6 milioni società. La decisione, ha spiega l’azienda di dollari. Infine, il nuovo numeguidata da Marissa Mayer, è dovuta ad una «più ro uno della controllata YouTube estesa infrastruttura dei data center» e al fatto potrebbe essere una donna: Gooche Dublino «è già la casa europea di una serie gle avrebbe già nominato Susan di aziende tecnologiche mondiali». L’Irlanda è Wojcicki, una manager di lungo stata scelta in passato come sede da diversi corso del colosso, in sostituzione grandi gruppi anche per il trattamento fiscale di Salar Kamangar. più favorevole rispetto ad altri Stati europei. Luigi Offeddu © RIPRODUZIONE RISERVATA Vertice Marissa Mayer, alla guida di Yahoo! [email protected] 5 E Yahoo! sposta tutto a Dublino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’equo compenso Gino Paoli, presidente Siae: non è una tassa, le imprese non scarichino sui consumatori «Chi produce smartphone e tablet deve pagare i diritti agli autori» MILANO — «La definizione è importante. Questa situazione è complicata perché ci sono troppi equivoci. Di sicuro non si tratta di una tassa sugli smartphone. E poi cosa vuol dire copia privata? Non l’ho capito. Qui si parla di compenso dell’autore». Gino Paoli, cantautore, 79 anni, è il presidente della Siae, la Società italiana degli autori ed editori, ed è determinato a mettere ordine sull’argomento, fronteggiando «la propaganda delle multinazionali». Riassumendo la questione, c’è in ballo la rideterminazione dei compensi per copia privata da parte del ministero dei Beni culturali – prevista come aggiornamento del Decreto del 30 dicembre 2009 – che i produttori di smartphone, tablet, e computer dovranno versare alla Siae, che a sua volta girerà agli autori. «Si tratta di un compenso – spiega Paoli – in cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore. Questo compenso, però, non deve essere a carico di chi acquista lo smartphone ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un film. È previsto anche in Francia e Germania». L’«equo compenso» è già presente e verrà aggiornato. Oggi paghiamo 0,90 euro per gli smartphone, niente per i tablet e 1,90 euro per i computer. In ba- se a una tabella provvisoria (il ministero ha parlato della necessità di un supplemento di indagine), il compenso salirebbe a 5,20 euro per smartphone e tablet, 6 per i computer, più Iva. «Si tratta di fissare la tariffa – prosegue Paoli –. In Italia il prelievo è pari allo 0,12% contro il Siae Gino Paoli, 79 anni, è presidente dall’aprile 2013 Maranello Ferrari, newco da 100 milioni per il marchio La Ferrari scorpora il marchio, separando le attività automotive da tutte quelle legate allo sfruttamento del proprio brand, che nel 2013 hanno fatturato sui 100 milioni. Nelle scorse settimane è stato conferito alla newco Ferrari Brand l’intero ramo d’azienda legato alle licenze e alla vendita di accessori. Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 5,12% della Germania. Eppure smartphone e tablet da noi costano in certi casi anche di più. La battaglia di Confindustria Digitale punta a proteggere le multinazionali, che spesso non pagano nemmeno tutte le tasse in Italia e che di certo non producono qui. Mentre la Siae rappresenta un milione e mezzo di lavoratori, che paga le tasse in questo Paese. Dobbiamo ricordarci che l’industria culturale vale il 5% del nostro Pil. Quello che chiediamo non è una tassa. Quando prendiamo un taxi paghiamo la corsa e lo consideriamo il compenso per il servizio ricevuto, non una tassa». Per Paoli è importante che si capisca l’«importanza della Siae»: «Sono stanco di sentirla definire un carrozzone. Sto cercando di cambiarla, ora è un palazzo di vetro. È un’istituzione importante, un presidio di libertà per gli autori». E su chi fa i conti dei possibili nuovi introiti per la Siae – tra i 160 e i 200 milioni in base alle stime di vendita per il 2014 di smart, tablet, pc e tv con presa Usb – Paoli taglia corto: «Il problema è mal posto. Noi stiamo rivedendo la tariffa. Il resto sono solo ipotesi. Potrebbero vendere di più, come di meno. Ma il punto è il diritto d’autore». Il contratto Fiat-sindacati: niente aumenti Congelata la trattativa Resta al palo il rinnovo del contratto collettivo biennale del gruppo Fiat. Sindacati e azienda torneranno a incontrarsi (anche se ancora non è stata fissata una data). Il nodo è tutto economico. Fiat e sindacati hanno visioni diverse rispetto all’aumento da accordare alle tute blu. Alla chiusura, ieri pomeriggio, dell’incontro all’Unione industriale di Torino, entrambi sono rimasti sulle proprie posizioni: da un lato i sindacati che hanno ribadito la necessità di un aumento dei minimi per sottoscrivere l’intesa, dall’altro l’azienda che – a fronte della crisi di mercato in Italia e in Europa, al massiccio ricorso alla cassa integrazione e agli investimenti annunciati – non intende accordare aumenti. Il contratto collettivo di Fiat (dal 2012 il gruppo è uscito da Confindustria) interessa circa 85 mila dipendenti negli stabilimenti italiani. «E’ grave che Fiat ribadisca che per il 2014 non ci deve essere risposta salariale alle nostre rivendicazioni – ha lamentato Ferdinando Uliano della Fim Cisl –. Per noi questo aspetto è indispensabile per chiudere positivamente l’accordo». Oggi si riuniranno le segreterie territoriali della Fim. «In questa situazione di crisi del negoziato, è indispensabile riprendere la discussione con tutte le rsa – ha aggiunto Uliano –. Se entro le prossime settimane non ci sarà risposta concreta dobbiamo essere pronti ad affrontare una stagione di rottura con Fiat». Ri. Que. © RIPRODUZIONE RISERVATA Francesca Basso @BassoFbasso © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 49 di 58 Gio 06/02/2014 Corriere della Sera Pagina 25 Fiat-sindacati: niente aumenti Congelata la trattativa Resta al palo il rinnovo del contratto collettivo biennale del gruppo Fiat. Sindacati e azienda torneranno a incontrarsi (anche se ancora non è stata fissata una data). Il nodo è tutto economico. Fiat e sindacati hanno visioni diverse rispetto all' aumento da accordare alle tute blu. Alla chiusura, ieri pomeriggio, dell' incontro all' Unione industriale di Torino, entrambi sono rimasti sulle proprie posizioni: da un lato i sindacati che hanno ribadito la necessità di un aumento dei minimi per sottoscrivere l' intesa, dall' altro l' azienda che - a fronte della crisi di mercato in Italia e in Europa, al massiccio ricorso alla cassa integrazione e agli investimenti annunciati - non intende accordare aumenti. Il contratto collettivo di Fiat (dal 2012 il gruppo è uscito da Confindustria) interessa circa 85 mila dipendenti negli stabilimenti italiani. «E' grave che Fiat ribadisca che per il 2014 non ci deve essere risposta salariale alle nostre rivendicazioni - ha lamentato Ferdinando Uliano della Fim Cisl -. Per noi questo aspetto è indispensabile per chiudere positivamente l' accordo». Oggi si riuniranno le segreterie territoriali della Fim. «In questa situazione di crisi del negoziato, è indispensabile riprendere la discussione con tutte le rsa - ha aggiunto Uliano -. Se entro le prossime settimane non ci sarà risposta concreta dobbiamo essere pronti ad affrontare una stagione di rottura con Fiat». Ri. Que. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 50 di 58 . Gio 06/02/2014 la Repubblica GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 ■ 10 La Repubblica Pagina 10 @ ECONOMIA E POLITICA PER SAPERNE DI PIÙ www.cgil.it www.fiom.it La Cgil Camusso ricorre ai garanti contro la Fiom “Chi non accetta le intese viola lo statuto”. Ma Cofferati: “Il dissenso non si governa così” ROMA — Tensione altissima tra Cgil e Fiom sull’intesa sulla rappresentanza firmata il 10 gennaio scorso da tutti i sindacati con la Confindustria. Un accordo che i metalmeccanici non riconoscono perché - dicono - non sono stati consultati i lavoratori. Un dissenso che ha portato il segretario generale della confederazione, Susanna Camusso, a chiedere con una lettera - pubblicata ieri dal Fatto - al Collegio statutario di Corso d’Italia se il via libera del Direttivo della Cgil all’intesa (avvenuto il 17 gennaio) sia vincolante anche per chi non è d’accordo e se, nel caso, siano previste sanzioni per chi non si adegua. In entrambi i casi i garanti dello statuto della Cgil hanno risposto sì. Iniziativa politicamente rilevante, e davvero senza precedenti, quella della Camusso rivolta contro la Fiom di Maurizio Landini. E a poco sono servite ieri le precisazioni della Confederazione. La Camusso si è rivolta al Collegio come semplice iscritta ma è sempre il numero uno della Cgil. L’obiettivo - ha spiegato la Confederazione - era quello di ottenere «un’interpretazione autentica» dello statuto niente di più. Negando così l’intenzione di chiedere punizioni nei confronti della Fiom di Landini o di aver definito un disegno per commissa- suoi collaboratori: «Se si giungesse a una legge sulla rappresentanza, obiettivo che la Cgil persegue da 25 anni, le prime pagine le lasciamo volentieri ad altri. Noi andremo a brindare con i lavoratori nelle fabbriche e negli uffici». E sul clamoroso scontro Ca- Susanna Camusso musso-Landini è intervenuto anche l’ex segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, oggi parlamentare europeo e iscritto, tra i pensionati, al sindacato. «Il dissenso - ha detto - non si risolve impugnando gli statuti. Io non l’ho mai fatto. Se ci sono opinioni diverse tra Confederazione e categorie bisogna cercare di ricomporle attraverso il confronto. E quando il dissenso rimane è una contraddizione che si deve vivere con serenità». (r.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Non ci può essere un rinnovo contrattuale senza alcun aumento salariale. Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri “raffreddano” la trattativa, rinviando il nuovo incontro a data da destinarsi, e minacciano di FOTO: BUSSALINO Ma niente denunce Ieri nulla di fatto tra i due leader dopo un incontro al Nuovo Pignone riare la categoria dei metalmeccanici. Difficile però capire il senso di una richiesta al Collegio statutario se poi non si ha in mente di ricorrere al Comitato di garanzia perché commini le eventuali sanzioni che possono andare dal biasimo fino all’espulsione. Certo, in questo modo la Camusso ha potuto dimostrare - come già aveva sostenuto - che è la Fiom ad essersi messa fuori dalle regole confederali avendo pubblicamente dichiarato che non intende conformarsi all’accordo sulla rappresentanza approvato con 95 voti a favore e 13 contrari dal Direttivo. Landini e i suoi sostengono che, applicando proprio lo statuto confederale, si debbano consultare i lavoratori o almeno gli iscritti alla Cgil su un testo che cambia in profondità le regole sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, prevedendo anche le sanzioni per i delegati che non rispettano gli accordi. La maggioranza della Cgil ribatte che gli iscritti possono esprimersi proprio in queste settimane visto che sono in corso le assemblee congressuali in vista delle assise nazionali di maggio a Rimini. E ieri Camusso e Landini si sono incrociati all’assemblea promossa dalla Rsu del Nuovo Pignone di Firenze. Nessun segno distensivo, ma la conferma di due linee contrapposte. Tra l’altro, prima di arrivare a Firenze, Landini aveva incontrato il segretario del Pd, Matteo Renzi per parlare di politica industriale e della legge sulla rappresentanza. A conferma di un asse tra i due leader che disturba non poco la Camusso. Che ieri, infatti, commentava con i Sindacati La Fiat Lite con i sindacati E Ferrari crea la newco del brand L’accordo conteso SOGLIA APPROVAZIONE SANZIONI Possono partecipare alle trattative i sindacati che raggiungono almeno il 5% della rappresentanza Gli accordi sono validi se approvati dal 50% più uno dei sindacati ammessi a trattare e dalla maggioranza dei lavoratori Chi, sindacati o imprese, viola le intese può subire o sanzioni pecuniarie o la sospensione di diritti sindacali aprire «una stagione di conflittualità» se l’azienda non prenderà in considerazione le loro istanze. E intanto la Ferrari annuncia la separazione ufficiale delle attività automotive dall'intero ramo d'azienda legato al licensing e alla vendita di accessori con il marchio del cavallino rampante, che viene conferito alla newco Ferrari Brand. L’obiettivo «è la creazione di maggior valore», spiega una nota della controllata di Fiat. Il segretario della Fiom: lo statuto della Confederazione è chiaro e stabilisce che l’ultima parola spetta ai lavoratori L’intervista Landini: “Iniziativa senza precedenti è una grave regressione democratica” IL LEADER ROBERTO MANIA ROMA — Landini, si aspettava l’iniziativa della Camusso? «No perché il compito di un segretario generale è quello di far applicare i principi dello statuto. In più di cento anni di vita, nella Cgil hanno sempre vissuto in maniera dialettica posizioni diverse. Il dissenso non si è mai risolto a colpi di ricorsi. Questa, invece, è una grave regressione democratica. Del resto, io nella riunione del Direttivo della Cgil l’avevo detto: l’accordo sulla rappresentanza deve essere sottoposto al voto dei lavoratori. E visto che Cisl e Uil non erano disponibili alla consultazione, ho chiesto di far votare gli iscritti alla Cgil, come stabilisce lo statuto della Cgil. Senza questo voto — l’ho detto e lo ripeto — non mi sento vincolato a rispettare quell’accordo». Ma è la Fiom che si mette fuori dal momento che il Direttivo della Cgil ha approvato l’intesa sulla rappresentanza a larghissima maggioranza. «Non è così. Il nostro statuto stabilisce che si consultino i lavoratori interessati. Lo statuto è chiaro e non ha bisogno di inter- Maurizio Landini Nessuna scissione Le teste, per evitare che si rompano, vanno contate. Non penso a nessuna scissione: la Cgil siamo noi Intesa anti-contrattazione L’accordo sulla rappresentanza è contro la contrattazione perché introduce sanzioni per i delegati pretazioni. È la nostra politica». Eppure, sostiene la Camusso, gli iscritti alla Cgil che partecipano alle assemblee congressuali si esprimono anche sull’accordo. Non è una consultazione? «Il congresso ha le sue regole. Il discussione congressuale riguarda la strategia della Cgil per i prossimi quattro anni. La consultazione su un accordo è un’altra cosa, tanto che la Fiom aveva proposto di sospendere il congresso per far votare i lavoratori sull’intesa. In più alle assemblee congressuali partecipano i lavoratori di tutti i settori, dalla scuola al commercio, mentre l’accordo sulla rappresentanza interessa i lavoratori delle imprese industriali aderenti a Confindustria». Lei pensa che questo sia un accordo per imbrigliare la Fiom? «Io penso che sia un accordo contro la contrattazione. Questo è un accordo che introduce per la prima volta le sanzioni a carico dei delegati e delle organizzazioni sindacali; che limita i diritti e introduce forme di arbitrato interconfederale che si sostituisce al ruolo delle categorie». Però il Direttivo, che è l’organo più rappresentativo della Cgil, ha detto sì all’intesa. Perché la Fiom non rispetta la posizione della maggioranza? «Prendo atto del voto del Direttivo. Ma insisto: lo statuto prevede la consultazione. Solo il voto dei lavoratori è vincolante altrimenti cambia la natura della Cgil». Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha incontrato la Camusso all’assemblea del Nuovo Pignone. Cosa vi siete detti? «Ciascuno è rimasto delle proprie opinioni». Anche la Fiom si rivolgerà al Collegio statutario per chiedere se il Direttivo ha violato lo statuto? «No. Conosciamo lo statuto e Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 non abbiamo bisogno di interpretazioni. Ma possibile che con quello che sta accadendo nel nostro sistema industriale il segretario della Cgil non trovi di meglio che chiedere sanzioni per il segretario della Fiom?». La Camusso ha precisato che non intende chiedere sanzioni nei suoi confronti. «Lo ha chiesto esplicitamente, domandando se in caso di violazione dello statuto sono previste le sanzioni. E poi non è un iscritto qualsiasi: è il segretario generale della Cgil!». Si aspetta di essere punito? «Non mi aspetto niente. Ma penso che in un’organizzazione democratica le teste, per evitare che si rompano, vadano contate». Sta pensando a una scissione? «No, nel modo più assoluto. La Cgil siamo noi». Oggi (sempre ieri per chi legge, ndr) ha anche incontrato Renzi. Si sta alleando con il segretario Pd per indebolire la Camusso? «Ma no! La Fiom ha chiesto a tutti i partiti di potersi confrontare sulle politiche industriali e per il lavoro. Tutto qua». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 51 di 58 Gio 06/02/2014 La Repubblica Pagina 10 L' accordo conteso APPROVAZIONE SANZIONI. Possono partecipare alle trattative i sindacati che raggiungono almeno il 5% della rappresentanza Gli accordi sono validi se approvati dal 50% più uno dei sindacati ammessi a trattare e dalla maggioranza dei lavoratori Chi, sindacati o imprese, viola le intese può subire o sanzioni pecuniarie o la sospensione di diritti sindacali. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 52 di 58 . Gio 06/02/2014 la Repubblica GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 ■ 10 La Repubblica Pagina 10 @ ECONOMIA E POLITICA PER SAPERNE DI PIÙ www.cgil.it www.fiom.it La Cgil Camusso ricorre ai garanti contro la Fiom “Chi non accetta le intese viola lo statuto”. Ma Cofferati: “Il dissenso non si governa così” ROMA — Tensione altissima tra Cgil e Fiom sull’intesa sulla rappresentanza firmata il 10 gennaio scorso da tutti i sindacati con la Confindustria. Un accordo che i metalmeccanici non riconoscono perché - dicono - non sono stati consultati i lavoratori. Un dissenso che ha portato il segretario generale della confederazione, Susanna Camusso, a chiedere con una lettera - pubblicata ieri dal Fatto - al Collegio statutario di Corso d’Italia se il via libera del Direttivo della Cgil all’intesa (avvenuto il 17 gennaio) sia vincolante anche per chi non è d’accordo e se, nel caso, siano previste sanzioni per chi non si adegua. In entrambi i casi i garanti dello statuto della Cgil hanno risposto sì. Iniziativa politicamente rilevante, e davvero senza precedenti, quella della Camusso rivolta contro la Fiom di Maurizio Landini. E a poco sono servite ieri le precisazioni della Confederazione. La Camusso si è rivolta al Collegio come semplice iscritta ma è sempre il numero uno della Cgil. L’obiettivo - ha spiegato la Confederazione - era quello di ottenere «un’interpretazione autentica» dello statuto niente di più. Negando così l’intenzione di chiedere punizioni nei confronti della Fiom di Landini o di aver definito un disegno per commissa- suoi collaboratori: «Se si giungesse a una legge sulla rappresentanza, obiettivo che la Cgil persegue da 25 anni, le prime pagine le lasciamo volentieri ad altri. Noi andremo a brindare con i lavoratori nelle fabbriche e negli uffici». E sul clamoroso scontro Ca- Susanna Camusso musso-Landini è intervenuto anche l’ex segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, oggi parlamentare europeo e iscritto, tra i pensionati, al sindacato. «Il dissenso - ha detto - non si risolve impugnando gli statuti. Io non l’ho mai fatto. Se ci sono opinioni diverse tra Confederazione e categorie bisogna cercare di ricomporle attraverso il confronto. E quando il dissenso rimane è una contraddizione che si deve vivere con serenità». (r.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA — Non ci può essere un rinnovo contrattuale senza alcun aumento salariale. Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri “raffreddano” la trattativa, rinviando il nuovo incontro a data da destinarsi, e minacciano di FOTO: BUSSALINO Ma niente denunce Ieri nulla di fatto tra i due leader dopo un incontro al Nuovo Pignone riare la categoria dei metalmeccanici. Difficile però capire il senso di una richiesta al Collegio statutario se poi non si ha in mente di ricorrere al Comitato di garanzia perché commini le eventuali sanzioni che possono andare dal biasimo fino all’espulsione. Certo, in questo modo la Camusso ha potuto dimostrare - come già aveva sostenuto - che è la Fiom ad essersi messa fuori dalle regole confederali avendo pubblicamente dichiarato che non intende conformarsi all’accordo sulla rappresentanza approvato con 95 voti a favore e 13 contrari dal Direttivo. Landini e i suoi sostengono che, applicando proprio lo statuto confederale, si debbano consultare i lavoratori o almeno gli iscritti alla Cgil su un testo che cambia in profondità le regole sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, prevedendo anche le sanzioni per i delegati che non rispettano gli accordi. La maggioranza della Cgil ribatte che gli iscritti possono esprimersi proprio in queste settimane visto che sono in corso le assemblee congressuali in vista delle assise nazionali di maggio a Rimini. E ieri Camusso e Landini si sono incrociati all’assemblea promossa dalla Rsu del Nuovo Pignone di Firenze. Nessun segno distensivo, ma la conferma di due linee contrapposte. Tra l’altro, prima di arrivare a Firenze, Landini aveva incontrato il segretario del Pd, Matteo Renzi per parlare di politica industriale e della legge sulla rappresentanza. A conferma di un asse tra i due leader che disturba non poco la Camusso. Che ieri, infatti, commentava con i Sindacati La Fiat Lite con i sindacati E Ferrari crea la newco del brand L’accordo conteso SOGLIA APPROVAZIONE SANZIONI Possono partecipare alle trattative i sindacati che raggiungono almeno il 5% della rappresentanza Gli accordi sono validi se approvati dal 50% più uno dei sindacati ammessi a trattare e dalla maggioranza dei lavoratori Chi, sindacati o imprese, viola le intese può subire o sanzioni pecuniarie o la sospensione di diritti sindacali aprire «una stagione di conflittualità» se l’azienda non prenderà in considerazione le loro istanze. E intanto la Ferrari annuncia la separazione ufficiale delle attività automotive dall'intero ramo d'azienda legato al licensing e alla vendita di accessori con il marchio del cavallino rampante, che viene conferito alla newco Ferrari Brand. L’obiettivo «è la creazione di maggior valore», spiega una nota della controllata di Fiat. Il segretario della Fiom: lo statuto della Confederazione è chiaro e stabilisce che l’ultima parola spetta ai lavoratori L’intervista Landini: “Iniziativa senza precedenti è una grave regressione democratica” IL LEADER ROBERTO MANIA ROMA — Landini, si aspettava l’iniziativa della Camusso? «No perché il compito di un segretario generale è quello di far applicare i principi dello statuto. In più di cento anni di vita, nella Cgil hanno sempre vissuto in maniera dialettica posizioni diverse. Il dissenso non si è mai risolto a colpi di ricorsi. Questa, invece, è una grave regressione democratica. Del resto, io nella riunione del Direttivo della Cgil l’avevo detto: l’accordo sulla rappresentanza deve essere sottoposto al voto dei lavoratori. E visto che Cisl e Uil non erano disponibili alla consultazione, ho chiesto di far votare gli iscritti alla Cgil, come stabilisce lo statuto della Cgil. Senza questo voto — l’ho detto e lo ripeto — non mi sento vincolato a rispettare quell’accordo». Ma è la Fiom che si mette fuori dal momento che il Direttivo della Cgil ha approvato l’intesa sulla rappresentanza a larghissima maggioranza. «Non è così. Il nostro statuto stabilisce che si consultino i lavoratori interessati. Lo statuto è chiaro e non ha bisogno di inter- Maurizio Landini Nessuna scissione Le teste, per evitare che si rompano, vanno contate. Non penso a nessuna scissione: la Cgil siamo noi Intesa anti-contrattazione L’accordo sulla rappresentanza è contro la contrattazione perché introduce sanzioni per i delegati pretazioni. È la nostra politica». Eppure, sostiene la Camusso, gli iscritti alla Cgil che partecipano alle assemblee congressuali si esprimono anche sull’accordo. Non è una consultazione? «Il congresso ha le sue regole. Il discussione congressuale riguarda la strategia della Cgil per i prossimi quattro anni. La consultazione su un accordo è un’altra cosa, tanto che la Fiom aveva proposto di sospendere il congresso per far votare i lavoratori sull’intesa. In più alle assemblee congressuali partecipano i lavoratori di tutti i settori, dalla scuola al commercio, mentre l’accordo sulla rappresentanza interessa i lavoratori delle imprese industriali aderenti a Confindustria». Lei pensa che questo sia un accordo per imbrigliare la Fiom? «Io penso che sia un accordo contro la contrattazione. Questo è un accordo che introduce per la prima volta le sanzioni a carico dei delegati e delle organizzazioni sindacali; che limita i diritti e introduce forme di arbitrato interconfederale che si sostituisce al ruolo delle categorie». Però il Direttivo, che è l’organo più rappresentativo della Cgil, ha detto sì all’intesa. Perché la Fiom non rispetta la posizione della maggioranza? «Prendo atto del voto del Direttivo. Ma insisto: lo statuto prevede la consultazione. Solo il voto dei lavoratori è vincolante altrimenti cambia la natura della Cgil». Oggi (ieri per chi legge, ndr) ha incontrato la Camusso all’assemblea del Nuovo Pignone. Cosa vi siete detti? «Ciascuno è rimasto delle proprie opinioni». Anche la Fiom si rivolgerà al Collegio statutario per chiedere se il Direttivo ha violato lo statuto? «No. Conosciamo lo statuto e Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 non abbiamo bisogno di interpretazioni. Ma possibile che con quello che sta accadendo nel nostro sistema industriale il segretario della Cgil non trovi di meglio che chiedere sanzioni per il segretario della Fiom?». La Camusso ha precisato che non intende chiedere sanzioni nei suoi confronti. «Lo ha chiesto esplicitamente, domandando se in caso di violazione dello statuto sono previste le sanzioni. E poi non è un iscritto qualsiasi: è il segretario generale della Cgil!». Si aspetta di essere punito? «Non mi aspetto niente. Ma penso che in un’organizzazione democratica le teste, per evitare che si rompano, vadano contate». Sta pensando a una scissione? «No, nel modo più assoluto. La Cgil siamo noi». Oggi (sempre ieri per chi legge, ndr) ha anche incontrato Renzi. Si sta alleando con il segretario Pd per indebolire la Camusso? «Ma no! La Fiom ha chiesto a tutti i partiti di potersi confrontare sulle politiche industriali e per il lavoro. Tutto qua». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 53 di 58 Gio 06/02/2014 La Repubblica Pagina 10 La Fiat. Lite con i sindacati E Ferrari crea la newco del brand ROMA - Non ci può essere un rinnovo contrattuale senza alcun aumento salariale. Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri "raffreddano" la trattativa, rinviando il nuovo incontro a data da destinarsi, e minacciano di aprire «una stagione di conflittualità» se l' azienda non prenderà in considerazione le loro istanze. E intanto la Ferrari annuncia la separazione ufficiale delle attività automotive dall' intero ramo d' azienda legato al licensing e alla vendita di accessori con il marchio del cavallino rampante, che viene conferito alla newco Ferrari Brand. L' obiettivo «è la creazione di maggior valore», spiega una nota della controllata di Fiat. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 54 di 58 . Gio 06/02/2014 La Repubblica GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 Pagina 27 Il caso Gli spettacoli Testosterone la mania Usa contro il calo del desiderio Anna Netrebko “Altro che diva mio figlio conta di più” FEDERICO RAMPINI ANNA BANDETTINI ■ 27 Dai monumenti alla letteratura il nostro patrimonio vale più di 200 miliardi. Così l’Italia può trasformare in Pil le sue bellezze FRANCESCO ERBANI LUISA GRION iamo poveri, ma “belli”. Talmente belli e ricchi di cultura che nel valutare la solidità finanziaria dell’Italia varrebbe la pena di tenerne conto: non di sola industria, infatti, vive un Paese, ma anche della ricchezza che può produrre la sua arte, la sua storia, il paesaggio. Fonti di reddito che le agenzie di rating si guardano bene dal considerare, e sulle quali invece la Corte dei conti non intende più tacere. Tanto che ha aperto un’istruttoria nei confronti di Standard & Poor’s e dell’«incauto» declassamento che l’agenzia ci ha propinato nel 2011. Un crollo che ci ha fatto versare lacrime e sangue in termini di spread, pressione fiscale, fiato sul collo da parte di mezza Europa. Cosa sarebbe successo invece se l’agenzia avesse tenuto conto del valore, materiale e non, del nostro patrimonio artistico e culturale? Voci non confermate dalla Corte dei conti stimano in 234 miliardi il danno subito. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE S La Penisola del tesoro SALVATORE SETTIS a davvero è possibile, consigliabile, lodevole ammucchiare nello stesso shopping cart il Colosseo e Tintoretto, La dolce vita e Machiavelli, Bernini e la Traviata? Se veramente lo dice la Corte dei conti, dovremo prendere sul serio la notizia rimbalzata dal Financial Times. Ma a chi fa il conto della spesa si ha il diritto di chiedere un dettagliato breakdown: quanto vale Caravaggio? Come prezzare Dante e Petrarca? E l’impero romano, dove lo mettiamo? Per non dire di altri prodotti della creatività italica, dal sonetto al pianoforte, dall’opera lirica al papato. Ci siamo allenati a simili esercizi, negli ultimi anni: per esempio quando il ministero delle Finanze, in clima di cartolarizzazioni e di finanza creativa, ha fissato al centesimo il prezzo delle Dolomiti e dei templi di Paestum (in un numero da collezione della Gazzetta Ufficiale le Dolomiti furono prezzate 866.294 euro, con scarsissimo beneficio di stambecchi e sciatori). SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE M OGGI SU REPUBBLICA.IT Sport Nell’asteroide c’è il segreto del sistema solare Sochi 2014 Scopri il nostro speciale Web Love App la passione è virtuale Spettacoli Immagini iPad Home Session la musica in casa di chi la fa Vita in tribù i Kajang del Borneo L’iniziativa ON DEMAND TUTTA LA PUNTATA DI WEBNOTTE Sindacati Le vendite giudiziarie del GIOVEDÌ ENRICO FRANCESCHINI UNO SCIOPERO PARTICOLARE Spazio INVITO A FORMULARE OFFERTE D’ACQUISTO DEL COMPLESSO AZIENDALE DELLA SOCIETÀ “ABBIGLIAMENTO GROSSETO S.R.L. EX MABRO S.P.A.” IN STATO DI INSOLVENZA (procedimento n. 1/SI del Tribunale di Grosseto) RIAPERTURA DEL TERMINE Il Commissario Giudiziale della Abbigliamento Grosseto S.r.l. – ex Mabro S.p.A. INVITA NUOVAMENTE tutti i soggetti interessati a formulare un’offerta per l’acquisto DELL’INTERO COMPLESSO AZIENDALE OVVERO DI TALUNI RAMI D’AZIENDA (intesi come una porzione del complesso aziendale che mantenga, secondo i piani dell’offerente, una sua unitarietà e funzionalità allo scopo) DELLA ABBIGLIAMENTO GROSSETO S.R.L. – EX MABRO S.P.A., facendola pervenire, nei modi e nei termini descritti nel Regolamento, ENTRO IL TERMINE DELLE h. 12.00 DEL GIORNO 28 FEBBRAIO 2014 presso lo studio dell’advisor incaricato dalla procedura: Dott. Riccardo Bonivento c/o ComLegal Via N. Tommaseo n. 68 – 35131 Padova (PD) Si precisa che tutte le altre condizioni rimangono quelle previste nel Bando e nel Regolamento del 17.1.2014 pubblicate sul sito www.mabro.it e che la stima del compendio è un dato di riferimento non vincolante. mmaginate la scena. Da una parte, 3 milioni di passeggeri che ogni giorno usano l’Underground, la metropolitana di Londra. Dall’altra, 19 mila dipendenti della società pubblica che la gestisce. In mezzo, i sindacati che indicono uno sciopero di 48 ore contro un piano per tagliare 1000 posti di lavoro, chiudere tutte le biglietterie (ormai ci comprano i biglietti soltanto il 3 percento dei passeggeri — gli altri li prendono alle casse automatiche) e tenere aperto il metrò 24 ore su 24 nel week-end (ora chiude all’1 di notte). Risultato: code chilometriche per i bus, traffico congestionato, strade invase dai pedoni. Una giornata particolare. Eppure non una giornata di caos o tensione. Nessuno insulta gli scioperanti. Gli addetti al metrò, sulle poche linee che funzionano a intermittenza, danno informazioni con cortesia. Il capo del governo e quello dell’opposizione, in parlamento, discutono il problema senza retorica. I sindacati fanno appello a riprendere il negoziato. Il sindaco promette che quasi tutti gli esuberi saranno volontari. Dateci un po’ d’Inghilterra, please. I Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 55 di 58 Gio 06/02/2014 La Repubblica Pagina 27 GIOVEDÌ UNO SCIOPERO PARTICOLARE Immaginate la scena. Da una parte, 3 milioni di passeggeri che ogni giorno usano l' Underground, la metropolitana di Londra. Dall' altra, 19 mila dipendenti della società pubblica che la gestisce. In mezzo, i sindacati che indicono uno sciopero di 48 ore contro un piano per tagliare 1000 posti di lavoro, chiudere tutte le biglietterie (ormai ci comprano i biglietti soltanto il 3 percento dei passeggeri - gli altri li prendono alle casse automatiche) e tenere aperto il metrò 24 ore su 24 nel week-end (ora chiude all' 1 di notte). Risultato: code chilometriche per i bus, traffico congestionato, strade invase dai pedoni. Una giornata particolare. Eppure non una giornata di caos o tensione. Nessuno insulta gli scioperanti. Gli addetti al metrò, sulle poche linee che funzionano a intermittenza, danno informazioni con cortesia. Il capo del governo e quello dell' opposizione, in parlamento, discutono il problema senza retorica. I sindacati fanno appello a riprendere il negoziato. Il sindaco promette che quasi tutti gli esuberi saranno volontari. Dateci un po' d' Inghilterra, please. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 56 di 58 . Gio 06/02/2014 MF 2 Pagina 2 Giovedì 6 Febbraio 2014 PRIMO PIANO NEGLI ULTIMI MESI MEDIOBANCA AVREBBE AVVIATO CONTATTI CON BANCHE MEDIE QUOTATE Cinque istituti per la bad bank Colloqui in corso con Popolare Emilia, Creval e altre tre o quattro banche delle stesse dimensioni Fuori i primi cinque gruppi, che però potrebbero entrare nell’operazione in una fase successiva di Luca Gualtieri Mercati Mercoledì 5 Febbraio 2014 DI PIAZZETTA CUCCIA 11 GIÀ ANTICIPATO DA MF-MILANO FINANZA in campo Bad Bank, Mediobanca PRENDE CORPO IL PROGETTO l’estate potrebbe e autorità di vigilanza, entro di alcuni istituti scorsi con banche medie Dopo i colloqui dei mesi veicolo cui conferire parte dei crediti non performing essere costituito un primo BACKSTAGE «L’ e la matassa Bpm Alberto Nagel BPER quotazioni in euro 8,2 IERI 7,8 1,6 1,3 6,6 1,2 6,2 1,1 5 nov ’13 5 feb ’14 di Mediobanca? Secondo quanto appreso in ambienti finanziari, in questa fase il progetto non interesserebbe le prime cinque banche quotate. Da un lato infatti Unicredit e Intesa stanno procedendo in maniera autonoma sul tema della gestione dei crediti non performing. Dall’altro lato Monte dei Paschi e Banco Popolare hanno messo in cantiere iniziative di cessione di crediti IERI 1,138 € +0,71% 5 nov ’13 5 feb ’14 problematici, mentre Ubi Banca sarebbe per il momento concentrata su altre priorità. Per adesso insomma gli interlocutori di Mediobanca sarebbero principalmente istituti di medie dimensioni e impostazione retail. Tra gli altri, per esempio, ci sarebbero stati diversi contatti sia con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna che con il Credito Valtellinese. Le due popolari si stanno infatti attrezzando per fronteggiare al meglio il problema del credito deteriorato e la soluzione messa sul piatto da Piazzetta Cuccia viene naturalmente seguita con attenzione. «Siamo interessati a tutti i progetti che possono offrire soluzioni positive sul tema dei non performing loan», spiega una fonte, aggiungendo però che «per il momento ci sono ancora molte incognite aperte e siamo in fase di studio». In generale il numero di istituti potenzialmente interessati oscillerebbe tra i quattro e i sei, comprese banche non quotate. Altri soggetti preferiscono invece stare alla finestra. Di sondaggi di carattere generale con Medioban- L’Abi convoca i sindacati Che replicano: troppa fretta di Mauro Romano ediobanca torna a parlare di Fondazioni di origine bancaria. Un divertente titolo, già accattivante in sé (Three Birds with one Stone, l’equivalente italiano di Tre piccioni con una fava), ci porta dai mercati reali di frutta e verdura a quello finanziario dei CoCo markets, raggiungendo con un solo colpo tre obiettivi utili. Una ipotesi win-win-win necessaria a dare fiato al mondo delle fondazioni, alcune delle quali davvero giù di giri. Mediobanca torna ad analizzare la cattiva politica di mantenimento della banca come alimentatore unico o almeno principale della risorse necessarie per le Fondazioni. Coglie poi l’eccesso di costi, soprattutto degli organi statutari, che deprimono l’ammontare delle erogazioni. Conferma infine il fosco orizzonte che abbatterà i bilanci degli enti. A quel punto estrae dal cappello la buona soluzione: trasformare le azioni delle banche detenute nei portafogli in COnvertible COntingent bonds, titoli che assicurano un rendimento di tipo obbligazionario, ma che si riconvertono da soli in azioni, quando necessario a rinforzare i coefficienti patrimoniali, senza peraltro modificare i rendimenti degli azionisti di minoranza. È una ipotesi intelligente, che accontenta tutti come spiegato nelle 31 pagine del rapporto. Tuttavia vi è un elemento sotteso che non convince: gli attivi delle fondazioni passano dalla banca alla banca. Non viene facilitato lo sforzo che alcuni enti stanno producendo per uscire dall’impronta originaria di azionisti bancari. Se una fondazione non riesce a costruirsi un proprio obiettivo di azione nei settori che la legge le assegna, se non è in grado di focalizzarsi su investimenti maggiormente correlati con la propria missione, capaci di consolidarne la presenza nella vita sociale ed economica italiana, la banca continuerà a essere il progetto «esistenziale» della fondazione, con le amare conseguenze che stiamo vedendo in almeno dieci casi. Ben venga quindi il rapporto Mediobanca per aprire un dibattito importante prima che i bilanci futuri invece lo chiudano. *presidente Fondazione Venezia S 16 Febbraio 2013 ANZA 18 FIN MILANO degli istituti e gestire le sofferenze investitori per smobilizzaretra le banche e aperta a ha un piano a Bankitalia comune Mediobanca un’iniziativa ESCLUSIVO per essere illustrata Che prevede L’idea pronta creditizi italiani. non sarà una bad bank. Ma istituzionali. parlano chiaro. Piazza Affari fine del 2011 le Rispetto alla cresciute del GRUPPI BANCARI sofferenze sono a 46,18 mi- In milioni di euro DEI SEI PRINCIPALI Totale attività 16% attestandosiil complesso Totale rettifiche di valore su totale DETERIORATE Crediti 2012, al netto delle liardi, mentre Incagli ATTIVITÀ attività deteror.vs clienti è salito scaduti Dati al 30 settembre Sofferenze Sofferenze Biase e crediti deteriorate crediti dei crediti deteriorati Totale di Andrea Di sul totale crediti ristrutturati e sconfinanti dai 92 miliar12,85% crediti a 113 miliardi vs clienti 2011. Dati 12.052 opera1.034 vs clienti ultima grande 6.768 di del 31 dicembre di 11,99% 4,53% dell’approvazione 17.425 4.250 zione di smobilizzo che, in vista 2.711 desti93.778 7.356 2012, sono 9,98% Popolare 5,06% crediti in sofferenza dei bilanci 8.838 7.358 Gruppo Banco merulteriormente. 957 145.328 4.557 realizzata sul nati a crescere 8,19% di Banca 3,75% risale al 7.760 3.324 Gruppo Mps 950 cato italiano 88.547 Secondo le rilevazioni 3.960 allodicembre l’am8,15% escl. Italease 3,01% Banca Intesa, 45.765 d’Italia, a fine 2.850 Gr. Banco Pop. sofferenze 5.324 maggio 2005. Corrado Passera e 94.800 20.243 7,94% montare delle sistema am3,59% ra guidata da con il Sanpaolo 2.773 Gruppo Ubi Banca 136 561.875 20.198 lorde dell’intero miliardi con 1.802 non ancora fusauna joint ventu7,27% 2,39% 125 27.266 a 835 Gruppo Unicredit montava a di 3 miliardi so2.884 34.938 Imi, cedette Fortress, uno dei 13.693 di Milano 8,66% 2,85% una crescita mese. Ma al dato re formata da Banca Popolare globali nella 13.039 113.041 374.807 10.689 53.822 lo nell’ultimo si somma anche su dati di bilancio Sanpaolo principali operatori deteriorati, e 3,54% MF-Milano Finanza Gruppo Intesa congiunturaleimpresso proprio Fonte: elaborazioni 1.305.526 46.180 di gestione dei crediti un portafoglio il giro di vite TOTALE politica di Merrill Lynch pari a 9,06 mitutta il suo frago- da Bankitalia sulla e copertusofferenze lorde il 70% del totale deflagrasse in sembrava Da per 1,5 miliardi. re. Allora il mercato principali contabilizzazione liardi, cioè circaperforming che al- GRAFICA MF-MILANO FINANZA deteriorati. ei di crediti dubbi anche gruppo». all interno di ciascun non ra dei icrediti documento di Via ha presentato primi ispettori fatto una in poi, complice della deisacrediti essersi riaperto previsione ad altri tri gruppi sempre attraverso e lo ha Da allora Peraltro a partiredell’analisi sul bilancio Bankitalia anche novembre gli te per italiani, risultati sc pesavano mutui subprime Alberto Ignazio Visco lora istituti Banca 7,4 miliardi ( l’attività ispettivaper comincia- condotta da ordinastanno psetaccianla crisi deiriconosciuto, L’incasso come sostenuto Nagel Bankitalia bolla immobiliare de Sass. 25 gruppi del 31% su 20 Nazionale ai 2 il cui di copertura Ca’ da Intesa, avevano ria». L’azione di Bankitalia scoppio della sulladipossibilità banche conti dei primi del Vecchio dall’Abi, do iinferiore «le definizioni fu di poco superiore di tasso mercati che copertura delle era Intesa to a ragionare per verificare ispett nei potrebbe parte ispet alla richiesta zione». Inolte in alcuni casi anche italianiaccantonamenti euro, ma l’operazioè credito deteriorato di condurre più nulla. Già iscritti in ambito Ue allagran smobilizzare media di pasiano miliardi avevabancari registrato fatto salire di nuovi accantonamenti a 10,8 mil mi e di ca- risultato «inadeguato il vaglio continente, l’asta av- ediquella Ma fu un fuoco o all’istituto milanese se i crediti dubbi 2007eterogenee valore sono molto permise a fine diminuizione giusto ne significative: destinare a loro tasso del 43,5%). pitali aggiuntivi. L’in Banca sofferenze. Il risanamento della speculazione su questi aspetti da parte delle adottata risorse da ragda Ubibanche a bilancio al viata dalle abbiano di è questi glia. L’attacco credito. gruppi sovrano fa capo «non implica necessa deiliberare bilanci potrebbe mutui italiane necess coperture al debito di nuovoavere con- funzioni di risk management e particolarmente seille40% a etotali. per cedere soffeLe ampia».internazionale all’erogazione adeguato. Non Se si dei crediti fatto. deteriorati le banche Perlivelloun’analoga seguenze è statoper esigenza di negative d l’eroga- internal audit». I gruppi ispezio- applicasse giunto un ipotecari alleinbanche Da allora poco che in occasiodell’Italia costrinse piano rilevanti ogni banca ogniVia 240 italiane Nazionale escluso ri rettifiche zione sul restante restan di operazioni cassetto credito, già in nati sono stati invitati a adottare la definizione è dunqueha renza per circa dei bilanci libri altre duenuovo riporre ionedei dichiucredito de- nelfatto due tipii di esame:d su crediti non perll’ un glio 20 gruppi o pe fase si era di forte dicontrazione. ad alleggerire p Per misure per il superamento delle teriorato milioni di smobilizzo finalizzatocampione adottatalldadiprimarie negli anni mirato di posizioni del sistema bancario i minimizzare gli effetti carenze organizzative. Nel do- banche europee, che forming realizzate due soloprocicliesclude le individuali (per circa 24 miliar- ha precisato Bankital state ha ciseguenti la Bancasono Bankita d’Italia richiesto cumento, i cui contenuti sono posizioni interamente garantite, di) e su un campione La notizia riportata ieri f da MF-Milano Finanza quotazioni in euro 1,4 7,0 di Giuliano Segre* Sindacati Guido Rossi prova a sbrogliar statistico condo esame ha invece ancora una volta la riduzione di stati anticipati nel pomeriggio «il tasso invec di copertura delle italia- rappresentativo delle sofferen- a stimare stimar maggiori pr costi, dividendi e stipendi. «Per dal Wall Street Journal, è stata ne risulterebbe molto più alto e ze complessive l (per circa 3,4 di perdita sulle soffer 300 milioni, rispetto che già fatte per 1,65 E UNICREDIT UNIC LAVORA A UNA VIA AUTONOMA PER LA GESTIONE DEI NPL Banca d’Italia ha poi ulteriori previsioni di per un importo comple 4,3 miliardi: stime che « utilizzate per l’applica add on patrimoniali». di Andrea Di Biase di accantonamento, non dovrebbero esserci svalutazione sui conti degli istituti, visto che I campioni esamina più dubbi sull’effettivo valore del portafoglio i crediti, anche per rendere appetibile l’inve- ispettori sono stati sel crediti deteriorati. In altre parole il prezzo di stimento a soggetti terzi, dovrebbero essere a settembre 2012, ma n uali saranno le conseguenze sul sistema un’eventuale cessione lo fisserebbe di fatto conferiti al veicolo al loro fair value. Questa successivi le banche creditizio nazionale della decisione del- la Banca d’Italia. ha soluzione, tuttavia, permetterebbe da un lato fettuato ulteriori la Banca d’Italia di estendere, per 8 dei A quel punto le soluzioni sul tavolo potreb- di gestire in modo accentrato crediti verso un crediti deterioratirettific 20 gruppi bancari già oggetto di ispezione, bero essere molteplici. Una, se ancora unico soggetto oggi spezzettati tra più isti- campioni mirati enon in le verifiche a tutto il portafoglio crediti? A in fase preliminare, l’ha giàanche statist messa a punto tuti, e dall’altro consentirebbe alle banche, state effettuate oggi è ancora troppo presto per dirlo, visto Mediobanca, trovando riscontri rettifiche che l’attività ispettiva è ancora in corso e non parte di alcuni istituti. Questo positivi da specie quelle di medie dimensioni, che non ammontare di 3,8 miliar è possibile prevedere se saranno necessarie linee guida sono state svelate neipiano, le cui hanno sufficienti risorse, di affidare la ristrut- tando così a 7,5 miliardi mesi scorsi turazione e il recupero del credito a dei sog- degli accantonamenti ulteriori rettifiche rispetto a quelle già ef- da MF-Milano Finanza, prevede ag fettuate finora, né tantomeno quantificarne zione di un veicolo comune tra la costitu- getti con un’adeguata professionalità. Non tra settembre e dicembre più banche, per nulla i gruppi più grandi, dove esistono Per effetto queste l’eventuale importo. Tuttavia, banche d’af- cui queste dovrebbero conferire riso i propri cre- le competenze adeguate, si pensi a Unicredit, dizionali ilditasso fari e società di consulenza qualche stima diti problematici, ricevendo cambio di co azioni starebbero pensando a soluzioni individuali sul totale dei crediti hanno già cominciato a farla, anche alla luce del veicolo, il cui capitale in det sarebbe tuttavia alla gestione dei crediti non performing. Già dei 20 gruppi delle soluzioni per la gestione dei crediti non aperto anche a investitori istituzionali è passato priva- ora Piazza Cordusio ha effettuato una segre- di giugno 2012 al 43%d performing, a livello di sistema o di singo- ti. Questa soluzione, nei piani dei tecnici di gazione interna dei propri crediti non per- 2012. «Il fatto la banca, che nelle ultime settimane, dopo Piazzetta Cuccia, non prevederebbe che cres l’inter- forming affidandone la gestione a un team tasso di coperturalacomp le levate di scudi dell’Abi sull’idea di bad vento pubblico, per cui il veicolo bank, sembrano aver ripreso quota. Anche zierebbe dalla Sareb, la bad banksi differen- dedicato, ma non è escluso che nel prossimo sia relativamente conte spagnola, futuro questi possano essere conferiti ad un spiegato dal perché, dopo una verifica così capillare da il cui attivo è stato finanziato in gran parte veicolo, inzialmente detenuto al 100% e nel- to delle pa titsensibile inc parte di Via Nazionale, che intende dare da un’emissione obbligazionaria d garantita le fasi successivi ap t ll’ precise indicazioni alle banche anche sulle dallo Stato spagnolo Il vant i d modalità di governo e gestione del ri hi CREDITO VALTELLINESE 1,5 6,67 € +2,62% 7,4 Fondazioni, da Mediobanca un’idea che può aiutare M dettaglio il progetto, almeno di Andrea Di Biase nella sua versione originaria, prevedeva che ciascun istituto (ma come per conferisse al veicolo e Piovene resta l piano di Mediobanca racdetto è possibile che ne possale, la permanenza di Perfetti seconcreare un veicolo che sui generis per una no essere creati diversi acrediti) comunque una situazione Luca Gualtieri i due consicolga i crediti problematici quotata. Anche perché se di da della categoria dei tempo utile per convulse vicen- società delle banche italiane,ave- una porzione dei propri prestiti punta Guido Rossi nellepopolare di Mi- glieri non si dimetteranno in primavera sarà efcui MF-Milano Finanza della prossima non performing. Una volta de interne della Banca del consi- l’assemblea va dato conto nei mesi scorsi, fettuato il conferimento, ciadifficile organizzare una lano. Nel corso della riunione ieri sta iniziando a concretizzarsi scuna banca otterrebbe una sostituzione. Tanto più operatiglio di sorveglianza tenutasi lo diventare ai crediti potrebbe e che, secondo indiscreche quota, proporzionaleQuest’ulpomeriggio è stato affrontato vo entro l’estate, una volta zioni circolate nei giorni ceduti, del veicolo. spinoso tema dei due consiglieri Bce e Banca d’Italia avranno scorsi, i due posti potrebeletti a dicembre timo potrebbe poi finanziarsi review sorveglianza di quality titoli di l’asset ultimato ovvero bero andare a rappresenattraverso l’emissione in quota Investindustrial,Piovene sui conti dei primi 15 gruppi di debito, anche se l’opzione tanti di altri soci istituLuca Perfetti e Cesare membro bancari italiani. Nonostante preferita semzionali, a partire forse da tra l’altro (quest’ultimo oggi e quella Mincione, Unicredit brerebbe Raffaele del comitato controlli). Guido Intesa SanFTSE ITALIA BANKS di aprire il capi- anche primo azionista della Rossi Dopo l’uscita di Investindustrial si è paolo abbia- 14.500 tale a investitori Bpm al 7%. I prossimi dal capitale di Piazza Medadella no deciso di istituzionali e a mesi saranno comunque IERI aperto infatti il problema nel procedere operatori speciadecisivi per gli assetti di 12.976,6 presenza di Perfetti e Piovene con progetti 13.500 lizzati nella gerisulta a Bpm. In calendario ci sa+1,43% board. Secondo quanto nel corautonomi, la stione dei crediti ranno scadenza decisive MF-Milano Finanza, viene banca d’af- 12.500 non performing. della governance e l’aumenso della riunione di oggi legale come la riforma fari guidata Parte della liquiun circostanziato parere ed ex to di capitale da 500 milioni. Due operazioni presentato la sarà (giurista che la prima da Alberto dità incassata del professor Guido Rossi che in sostanza strettamente legate vistodella seconda, come N a g e l n o n 11.500 potrebbe anche della Consob) condicio sine qua non del consorzio di gapresidente p 4 feb ’14 ha dunque 4 nov ’13 in punta di diritto la permanenza dalle banche giustifica g Anche se in- richiesto rinunciato dei d due consiglieri nel board. cornice lega- ranzia. (riproduzione riservata) all’idea, che ora in un’approfondita serita s avrebbe invece suscitato la forza di l’interesse di un drappellonei L’unione fa iscritti al loro fair value. essere utilizzata per remune- Anche se in questa fase Uniistituti medio-grandi. Giàdi un rare subito le banche conferenmesi scorsi si era parlato di L’ credit e Intesa stanno procetema, il parte da ovviamente autonoma ti. Rimane generico interesse va- dendo in maniera bandei non certo secondario, della istituti quali Mps e alcune sul tema della gestione il a lutazione dei crediti conferiti. che popolari. Il piano messo in- crediti non performing, MeFinora nessun istituto si era punto dai tecnici di Piazzetta piano messo a punto da costafatti mosso in questa direzione Cuccia, e che sarebbe già di dover diobanca consentirebbe proprio per il rischio di più munque a quegli istituti che to sottoposto all’attenzione Bad Bank, il piano Mediobanca c’è opportuno di valutare tali asset a valori Via Nazionale, non prevedebilan- lo ritenessero bad bassi rispetto a quelli diquality poter aderire al progetto anQ rebbe la creazione di una cio. L’esito dell’asset sgom- che in una fase successiva. bank (nell’accezione negativa o più review potrebbe tuttavia del termine) ma di uno (riproduzione riservata) brare il campo da ogni dubbio, veicoli per la valorizzazione della considerato che la finalità dei crediti non performing analisi su e news dal altre dall’autorità Quotazioni, verifica condotta Alberto finanziato esclusivamente di www.milanofinanza.it/mediobanca pubLe anticipazioni di MF Nagel di vigilanza è proprio quella settore privato e dove il siano sulla bad bank targata accertare che tali crediti blico, se ritenesse conveniente Mediobanca fare parteciparvi, lo potrebbe Nel di ioni di mercato I BANCHE idea è ottima e penso proprio che qualunque banca dovrà almeno valutarla». Così ieri un banchiere commentava le indiscrezioni sul progetto di bad bank al quale Mediobanca starebbe lavorando in contatto con alcuni istituti di credito italiani. Come anticipato da MF-Milano Finanza, il piano messo a punto dai tecnici di Piazzetta Cuccia prevederebbe la creazione di uno o più veicoli per la valorizzazione dei crediti non performing finanziato esclusivamente dal settore privato e dove il pubblico, se ritenesse conveniente parteciparvi, lo potrebbe fare a condizioni di mercato. Già nell’estate scorsa l’iniziativa sarebbe stata illustrata in termini molto generali ai vertici di diverse banche e da allora ci sarebbero stati numerosi incontri bilaterali per testare il livello di gradimento dell’operazione e porre alcune premesse. Per i prossimi mesi è attesa un’ulteriore battuta di accelerazione che potrebbe consentire al progetto di diventare operativo entro l’estate. Ma chi sono oggi gli interlocutori er mesi il confronto sul P nuovo contratto di lavoro dei bancari è stato impedito dal muro contro muro tra sindacati e Abi, con i primi scesi sul piede di guerra per la decisione dell’associazione delle banche di disdire con tre mesi d’anticipo il vecchio contratto, rispetto alle scadenze tradizionale di fine anno. Lando Dopo lo sciopero nazionale Sileoni organizzato dai sindacati lo scorso 31 ottobre, durante la giornata del Risparmio (il primo dopo 13 anni), i contatti sotterranei erano però ripresi, fino al disgelo di fine anno, quando le parti hanno ricominciato a parlarsi ufficialmente, anche se limitatamente al fondo di garanzia per i lavoratori. E ieri è arrivata anche la convocazione formale, da parte dell’Abi, dell’avvio della trattativa sul nuovo ccnl. La riunione è stata fissata per venerdì 28 febbraio. Data prevista anche dai protocolli sottoscritti dalle parti, ma che in realtà i sindacati volevano far slittare per avere più tempo per definire la loro piattaforma e farla discutere poi anche dalle assemblee dei lavoratori. «Non vorrei che dietro questa fretta» sostiene il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, «ci fosse una certa paura per le nostre, innovative, proposte di modello di banca». «Mi stupisco del loro stupore» è la replica del vicepresidente dell’Abi, Francesco Micheli, capodelegazione dell’associazione nelle trattative. «La data era già stata fissata dai protocolli e andava rispettata per la credibilità di entrambe le parti». (riproduzione riservata) Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 ca parlano fonti vicine al Banco di Desio e della Brianza, mentre semplici contatti esplorativi potrebbero esserci stati con Banca Carige (che smentisce però colloqui veri e propri). Conclusa la fase pilota con gli istituti di medie dimensioni, il progetto potrebbe essere allargato sia ai big che alle banche piccole o piccolissime, come le bcc che in questi mesi stanno risentendo del problema delle sofferenze. A maggior ragione quindi i prossimi mesi saranno decisivi per capire quale sarà l’architettura del progetto, che oggi sta progressivamente prendendo corpo. Nella sua versione originaria il piano prevedeva infatti che ciascun istituto conferisse al veicolo (ma, come detto, è possibile che ne siano creati diversi a seconda della categoria dei crediti) una porzione dei propri prestiti non performing. Una volta effettuato il conferimento, ciascuna banca otterrebbe una quota, proporzionale ai crediti ceduti, del veicolo. Quest’ultimo potrebbe poi finanziarsi attraverso l’emissione di titoli di debito, anche se l’opzione preferita sembrerebbe quella di aprire il capitale a investitori istituzionali e a operatori specializzati nella gestione dei crediti non performing. Parte della liquidità incassata potrebbe anche essere utilizzata per remunerare subito le banche conferenti. Rimane ovviamente il tema, non certo secondario, della valutazione dei crediti conferiti. Finora nessun istituto si era infatti mosso in questa direzione proprio per il rischio di dover valutare tali asset a valori più bassi rispetto a quelli di bilancio. L’esito dell’asset quality review potrebbe tuttavia sgombrare il campo da ogni dubbio, considerato che la finalità della verifica condotta dall’autorità di vigilanza è proprio quella di accertare che tali crediti siano iscritti al loro fair value. (riproduzione riservata) Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/mediobanca Pagina 57 di 58 Gio 06/02/2014 MF Pagina 2 L' Abi convoca i sindacati Che replicano: troppa fretta Per mesi il confronto sul nuovo contratto di lavoro dei bancari è stato impedito dal muro contro muro tra sindacati e Abi, con i primi scesi sul piede di guerra per la decisione dell' associazione delle banche di disdire con tre mesi d' anticipo il vecchio contratto, rispetto alle scadenze tradizionale di fine anno. Dopo lo sciopero nazionale organizzato dai sindacati lo scorso 31 ottobre, durante la giornata del Risparmio (il primo dopo 13 anni), i contatti sotterranei erano però ripresi, fino al disgelo di fine anno, quando le parti hanno ricominciato a parlarsi ufficialmente, anche se limitatamente al fondo di garanzia per i lavoratori. E ieri è arrivata anche la convocazione formale, da parte dell' Abi, dell' avvio della trattativa sul nuovo ccnl. La riunione è stata fissata per venerdì 28 febbraio. Data prevista anche dai protocolli sottoscritti dalle parti, ma che in realtà i sindacati volevano far slittare per avere più tempo per definire la loro piattaforma e farla discutere poi anche dalle assemblee dei lavoratori. «Non vorrei che dietro questa fretta» sostiene il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni, «ci fosse una certa paura per le nostre, innovative, proposte di modello di banca». «Mi stupisco del loro stupore» è la replica del vicepresidente dell' Abi, Francesco Micheli, capodelegazione dell' associazione nelle trattative. «La data era già stata fissata dai protocolli e andava rispettata per la credibilità di entrambe le parti». (riproduzione riservata) Sindacati Riproduzione autorizzata licenza Ars PromoPress 2013-2016 Pagina 58 di 58
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