Sonnets in Babylon Project ITA-EN (pdf)

LIBESKIND DESIGN
Sonnets in Babylon
Il progetto di Daniel Libeskind per il Padiglione Venezia è una meditazione sulle origini e sul
destino della Forma architettonica. L’esposizione Sonnets in Babylon è concepita come una
continuazione di Three Lessons in Architecture, tre macchine presentate da Daniel Libeskind alla
Biennale di Architettura nel 1985 e premiate con il Leone d’oro.
Trent’anni dopo, in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura, Daniel Libeskind
presenta Sonnets nello stesso spirito di investigazione e sperimentazione. L’elemento principale
dell’esposizione consiste in una serie di cento disegni, che Daniel Libeskind ha creato a mano
utilizzando penna e acquerello con tonalità seppia mista a fondi di caffè, appartenenti alla serie
inedita Sonnets in Babylon, serigrafati su lastre di vetro di grandi dimensioni e disposti intorno alla
parete curva del padiglione in modo che la luce venga riflessa e rifratta tra le superfici, come dei
prismi biomorfi. Visualizzando i capitoli, i disegni raffigurano uno spazio fermo nel tempo, una
sorta di “favela della mente” o città metamorfica del futuro. Collegandosi al tema Fundamentals
sul quale è incentrata la 14. Mostra Internazionale di Architettura, l’esposizione di Daniel Libeskind
esplora il rapporto fondamentale tra pensiero e disegno architettonico, materialità e poesia, la città
e l’immaginazione. L’intenzione è di sollevare la domanda “La Forma sta scomparendo nella
techne, oppure è un prodotto dell’espressione permanente dell’essere umano?”. Lev Libeskind
per Libeskind Design
Daniel Libeskind’s project for the Venice Pavilion at the 2014 Venice Biennale is a meditation on
the origins and destiny of form in architecture.
Sonnets in Babylon extends a line of questioning begun in 1985 by the architect with his
presentation of three machines known collectively as Three Lessons in Architecture at the
International Architecture Exhibition in Venice, for which he won that year’s Golden Lion Prize.
Nearly thirty years later, Daniel Libeskind presents the Sonnets in the same spirit of questioning
and experimentation.
Its central element is a series of 100 drawings that Mr. Libeskind created by hand from pen and
sepia-toned wash mixed from coffee grounds. Never before exhibited, the drawing series is
screen-printed on large-scale glass panels and arranged around the curved wall of the pavilion so
that light is reflected and refracted between surfaces like biomorphic prisms.
Displayed by chapters, the drawings depict a space in frozen flux, a kind of “favela of the mind” or
metamorphic city of the future.
As the theme of this year’s Biennale focuses on the “fundamentals” of architecture, Daniel
Libeskind has set out to create a symbolic matrix that encompasses architecture and drawing,
materiality and poetry, and the city and the imagination. The architect raises the question of
whether `Form’ is disappearing into `Techne’ or continually emerging as the permanent
expression—indeed, the fate—of human beings. Lev Libeskind for Libeskind Design
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