9 Dona dona Testo di A. Zeitling, musica di S. Secunda Questa canzone è stata scritta nel 1940 per lo spettacolo teatrale Esterke, che racconta la storia di una giovane bellissima ebrea che divenne la favorita di Casimiro il Grande (1310–1370), re di Polonia. Dentro un carro ben legato un capretto al macello va. Alto in cielo sopra i tetti vola la rondine in libertà. Come ride il vento nel cielo dell'estate. Come son tristi le bestie incatenate. Dona dona …. “Su, non piangere”, dice l'uomo, “tu ti devi rassegnar, non hai ali per volare, non puoi viver in libertà”. Come ride il vento nel cielo dell'estate. Come son tristi le bestie incatenate Dona dona…. I capretti son legati, macellati con crudeltà, e chi vuol viver libero farsi rondine lui dovrà. Come ride il vento nel cielo dell'estate. Come son tristi le bestie incatenate Dona dona... 10 Fischia il vento 11 La Brigata Garibaldi Tradizione Resistenza italiana 12 Migrare Testo di M. Lo Verde, musica di U. Mosca Questa canzone è nata dall’indignazione che suscitarono in noi le dichiarazioni dell’ex nazista, ora esponente della Lega Nord, Mario Borghezio,che il 27 gennaio 1999 ebbe il coraggio di dichiarare, in Parlamento, che la Marina militare italiana avrebbe dovuto affondare a cannonate i gommoni degli albanesi che attraversavano clandestinamente il canale d’Otranto. GLI INTEPRETI LE MUSICHE MEMORIA PER IL FUTURO Ballata per cori, musici ed attori Voci recitanti Adele Pellegatta, Silvano Piccardi Soprani: Paola Bozzolini, Giorgia Levantesi, Federica Olcese, Enrica Mandelli, Mariuccia Vezzoli, Carla Brambilla, Antonella Cionci, Federica Sala, Lilli Nono, Maria Dilon,Nicoletta Olcese Contralti: Laura Balestra, Manuela Raponi, Chiara Vlahlov, Claudia Cigala, Elena Novello Direttore: Giorgio Radaelli Soprani: Antonietta Bergamo, Umberta Conti, Sara Meraviglia, Silvia Menchini, Renata Osella, Nadia Rebeccato Contralti: Rossana Albertella, Vanna Antonietti, Cesarina Baruffaldi, Giovanna Calati, Monica Kleinefeld, Ilaria Lena, Paola Mazzini, Erika Samsa Tenori: Angela Bassani, Giampaolo Boretti, Osvaldo Casadei, Dario Ciarletta, Dianella Mancosu, Corrado Meroni, Aldo Not, Stefano Nutini, Carlo Rizzi, Carmela Romito, Eligio Rossi Baritoni: Mario Antenucci, Fulvio Beretta, Maurizio Ghirardini, Giovanni Granata, Ettore Meraviglia, Mauro Venegoni, Alfredo Zaino Direttore: Umberto Mosca la Moresca antica Elena Novello, Franca Nolo, Marco Macchi: canto Marco Angilella: violoncello barocco Libero Sellaro: flauti diritti Stefano Romano: percussioni Carlo Rosso: canto, chitarra Umberto Mosca: canto, chitarra barocca, buzuki regia delle luci: Stefano Chiovini 13 Ballata del giorno dopo Testo di S. Piccardi, musica di U. Mosca musiche originali ed arrangiamenti: 14 Bella ciao Tradizione drammaturgia e regia: Un concerto/spettacolo di recitazione e musica per ricordare l'orrore del nazismo e del fascismo, la persecuzione e lo sterminio razziale e politico, la lotta e la vittoria della democrazia contro l'oppressione e la follia delle "razze superiori". Per riaffermare i valori umani e civili dei combattenti della libertà. Per riflettere su diritti e doveri della democrazia, per ricostruire una società di convivenza civile e di rispetto delle diversità. Per educare le giovani generazioni ad un futuro di luce che sappia vedere anche nelle ombre di un passato che mai più dovrà ritornare. con adele pellegatta e silvano piccardi la Moresca antica musiche originali e arrangiamenti di giorgio radaelli e umberto mosca luci di stefano chiovini drammaturgia e regia di silvano piccardi Giorgio Radaelli, Umberto Mosca, Silvano Piccardi www.anpivittoria.it - infoanpivittoria.it LE MUSICHE MEMORIA PER IL FUTURO 1 Fischia il vento Testo di F. Cascione, musica di Blanter 2 Inno dell’ELAS * 4 Ballata per cori, musici ed attori Il 25 febbraio 1944 (Philomela) Testo di Primo Levi, musica di Giorgio Radaelli E’ la data dell’ingresso di Primo Levi nel campo di prigionia di Buna-Monowitz (Auschwitz III). Testo di Sofia Mavroidi Papadaki,musica di N.Tsàkonas,1942 Vorrei credere oltre, Oltre che morte ti ha disfatta. Vorrei poter dire la forza Col mio fucile sulla spalla Con cui desiderammo allora, Nelle città, nei campi e nei villaggi Noi già sommersi, Apro la strada della libertà Di potere ancora una volta insieme E la ricopro di fronde di alloro al suo passaggio. Camminare liberi sotto il sole. U. Avanti ELAS! ELAS per la Grecia, la giustizia e la libertà! Sulle vette e sulle pianure, vola! Combatti con il cuore, ELAS! Una canzone è la tua vita Quando scendi in azione e ti batti, dirupi e pianure fanno eco alla tua voce, ELAS! Molti i nomi, un solo ideale: antichi guardiani, partigiani, ribelli, briganti, cavalieri senza macchia. Io sono sempre lo stesso popolo. Avanti ELAS…. La patria mi ha mandato per ogni dove a difenderla E insieme a vendicarla E dalla mia vita apparirà un’altra vita, libera e nuova Avanti, ELAS… * Esercito popolare per la liberazione della Grecia 3 Attesa Testo di Primo Levi, musica di Giorgio Radaelli Questo è tempo di lampi senza tuono, Questo è tempo di voci non intese, Di sonni inquieti e di vigilie vane. Compagna, non dimenticare i giorni Dei lunghi facili silenzi, Delle notturne amiche strade, Delle meditazioni serene, Prima che cadano le foglie, Prima che il cielo si richiuda, Prima che nuovamente ci desti, Noto, davanti alle nostre porte, Il percuotere di passi ferrati. 5 Il male (lMa) Testo di S. Piccardi, musica di U.Mosca 6 Buna (Philomela) Testo di Primo Levi, musica di Giorgio Radaelli Buna-Werke. La Buna, l’impianto chimico della IG Farben tedesca per la produzione di gomma sintetica che sorgeva a Monowitz, accanto ad Auschwitz, dove il prigioniero Primo Levi fu costretto a lavorare dal 1943 fino alla liberazione del campo da parte dell’Armata Rossa. Piedi piegati e terra maledetta Lunga schiera nei grigi mattini. Fuma la Buna dai mille camini, Un giorno come ogni giorno ci aspetta. Terribili nell'alba le sirene: "Voi moltitudine dai visi spenti, Sull'orrore monotono del fango È nato un altro giorno di dolore" Compagno stanco ti vedo nel cuore, Ti leggo gli occhi compagno dolente. Hai dentro il petto freddo fame niente Hai rotto dentro l'ultimo valore. Compagno grigio fosti un uomo forte, Una donna ti camminava al fianco. Compagno vuoto che non hai più nome, Uomo deserto che non hai più pianto, Così povero che non hai più male, Così stanco che non hai più spavento, Uomo spento che fosti un uomo forte: Se ancora ci trovassimo davanti Lassù nel dolce mondo sotto il sole, Con quale viso ci staremmo a fronte? 7 Asma asmàton (Cantico dei Cantici) 8 Die Moorsoldaten (Soldati del pantano) Testo di I.Kambanellis, musica di M. Theodorakis, trad. di A. Iniotakis Testo di J. Esser e W. Langhoff, musica di R.Goguel Traduzione di M. Lo Verde Poesia del poeta greco I. Kambanellis, deportato in Germania, e musicata da M. Theodorakis, famoso compositore cretese. Fa parte della “Trilogia di Mauthausen”. Canto scritto ed eseguito dai deportati del lager di Börgermoor nel 1934, viene qui proposto nell’arrangiamento originale con cui fu eseguito dai deportati stessi, che venne fatto uscire dal lager dal calzolaio Otto Gaudig, nascosto nelle sue scarpe. Com’è bello il mio amore Con il suo vestito semplice Con un pettine nei capelli Nessuno sapeva quanto fosse bella. Ragazze di Auschwitz Ragazze di Dachau Avete visto il mio amore? Dove poserai il tuo sguardo Le paludi attorno a te Non c’è uccello che rallegri E la quercia nuda muor L’abbiamo vista in un viaggio lungo, non aveva più il suo vestito, neanche il pettine tra i capelli. Soldato del pantano Che spala il fango nero Sul ciel Soldato del pantano Che spala il fango nero Nel cuor Com’era bello il mio amore coccolata da sua madre e dai baci di suo fratello nessuno sapeva quanto fosse bella. Proprio in mezzo alla brughiera Questo lager troverai Dove noi siamo negati Con il filo e il ferro al sol Ragazze di Mathausen Ragazze di Belsen Avete visto il mio amore? L’abbiamo vista sulla piazza gelida con un numero sulla sua mano bianca con una stella gialla sul cuore. Soldato… com’era bello il mio amore coccolata da sua madre e dai baci di suo fratello nessuno sapeva quanto fosse bella. Soldato… Al mattino le colonne In palude a lavorar A scavare nel calore Mentre a casa vuoi tornar Van le guardie avanti e indietro Mai nessuno può fuggir Chè fuggir costa la vita Via dal campo non si va! Soldato… La mia bocca resta chiusa Chè l’inverno passerà L’aprirò solo per dire Patria mia , mia libertà Soldato del pantano Che spalerà il dolore Dal ciel Soldato del pantano Che spalerà il dolore Dal cuor!
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