Lte Advanced in Italia dal 2015

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n°14. 15 settembre 2014
Versoil5G
► Gli operatori testano il Cat4 che permette di raggiungere 100 Megabit al secondo. Ma restano
ostacoli sul cammino. Non ultima la scarsità di frequenze che impedisce la carrier aggregation
LteAdvanced in Italia dal 2015
antoniodini
L’Italia non è la Corea. E le velocità non sono le stesse. Se a Seul si
viaggia a velocità fantascientifiche e i
produttori di telefoni cellulari offrono
al pubblico i primi apparecchi Cat.6,
capaci di arrivare a 225 Mbit/s in
download, nel resto del mondo le cose
sono molto differenti e l’Italia non fa
eccezione. Anzi. Gli operatori nostrani puntano infatti ad arrivare a un Lte
Advanced più “lento”: il Cat4 che permette di raggiungere i 100 Megabit al
secondo, cioè un terzo di quanto non si
possa fare già oggi in Corea. Solo che
si potrà a partire dall’anno prossimo e
su una fetta di territorio molto limitato:
in Italia la copertura Lte è pari a circa il 50% della popolazione, e questo
vuol dire prevalentemente le grandi
città o le aree vicine a quelle urbane:
deserto assoluto se si esce fuori dai
percorsi tradizionali. E considerando
che la velocità mobile è utile soprattutto in trasferta, quando si è lontani
La velocità dell’Lte
consentirà
di utilizzare il Volte
da casa o dall’ufficio, il problema non
pare piccolo. L’unico vantaggio è che
perlomeno l’accelerazione a Cat.4 per
gli operatori sarà indolore dal punto di
vista dell’infrastruttura perché si tratterà quasi esclusivamente di un upgrade
software della rete.
C’è da chiedersi piuttosto se le velocità nominali saranno poi realistiche
nell’utilizzo reale “su strada”. A Seul
il Corriere delle Comunicazioni ha testato due dispositivi Cat.6 e un altro
Cat.4, verificando che le velocità di
download e upload sono elevatissime e
la latenza molto bassa. Nei nostri centri
abitati, dove la dorsale che fa da supporto alle torri radio e che garantisce la
banda passante è solo parzialmente in
fibra e spesso sovraccarica il rischio è
quello di avere latenze e velocità molto diverse da quelle prospettate sulle
brochure.
Per adesso i test vanno avanti: Tim
ha iniziato subito prima dell’estate
con un “live test” aperto al pubblico
a Torino, dove si sono viste velocità
inedite dell’Lte Advanced, almeno per
l’Italia. Velocità che sfruttano anche la
poca saturazione della rete visto il numero limitato di apparecchi connessi
con questa tecnologia. Qualche mese
prima anche Vodafone aveva fatto test
simili a Napoli e anche Wind e 3 Italia
ci stanno lavorando.
Non ci sono solo i telefoni e i tablet, ma anche le chiavette Usb da
connettere al computer: veri e propri
modem in mobilità che stanno diventando sempre meno popolari rispetto
ai terminali mobili con schermi di dimensione diversa, ma che offrono una
buona opportunità di mercato se non
altro nei primi momenti di transizione.
Peccato che ancora non ci sia un’offerta sufficientemente ampia: fare “car-
rier aggregation”, cioè fondere assieme
due o più spicchi di radiofrequenza per
raddoppiare, triplicare o quadruplicare
la velocità di connessione richiede non
solo torri radio adeguate ma anche terminali predisposti. In Italia si potreb-
e la sovrapposizione delle trasmissioni,
fisiologica quando le celle radio diventano sempre più piccole e la copertura
deve essere calcolata al millimetro per
evitare brusche cadute della connessione. Torri di trasmissione, bande base,
be già adesso sfruttare questo tipo di
tecnologia se non ci fosse il problema
della scarsità di frequenze e del fatto
che solo pochissimi hanno uno spettro
adeguato. Sorgono poi altri problemi
legati alle interferenze.
In Corea uno dei principali sforzi
tecnologici è stato quello di trovare
soluzioni per eliminare le onde spurie
sistemi di amplificazione e riduzione
del “rumore” digitale generato dalla
sovrapposizione dei segnali, sistemi
multi-antenna capaci di coordinare le
trasmissioni tra celle diverse prevedendo in qualche modo gli spostamenti
degli utenti e tagliare quindi le interferenze: problematiche che in Italia vengono studiate e sperimentate ma non
test partiti
Tim, Vodafone,
Wind e 3 Italia
hanno già
avviato i test
esistono soluzioni “ready-to-go” dei
fornitori di tecnologia. Ogni operatore
deve creare la sua ricetta ed attivare la
soluzione giusta per la topologia della
sua rete e per il territorio in cui viene
realizzata.
La spinta ad andare più veloce comunque c’è e non è solo marketing.
In un mercato saturo, di sostituzione,
in cui i margini calano e i rendimenti
decrescono molto velocemente, non ci
si può affidare solo ai nuovi terminali
come l’ultimo iPhone per “catturare”
utenti. Servono nuovi servizi: la velocità del Lte-A permette di utilizzare il
Volte, Voice over Lte, in cui la voce
viene instradata su circuito virtuale
a 64 kilobit anziché sul sistema voce
tradizionale, analogo a quello usato a
partire dal 2g. Insomma, un circuito
simulato che garantisce voce cristallina, aggancio della linea immediato,
performance di tutto rilievo rispetto
alle telefonate di oggi. Ma il modello
non cambierebbe e si continuerebbe a
misurare la voce a tempo, mentre gli
utenti stanno sempre più “staccandosi” dalla telefonia tradizionale usando
sistemi Voip alternativi: Skype, Facetime, Messagenet.it. Su questo fronte
l’Lte Advanced con il Volte combatte
una battaglia di retroguardia.
Infrastruttura: il passaggio
comporterà quasi unicamente
un upgrade software di rete
Infrastrutture
Un cloud «smart» per torri «stupide»
L’utilizzo della nuvola cruciale per il passaggio da trasmissioni 5G a wifi
Il segreto delle reti ultraveloci per la Corea è il cloud e
la capacità di separare la parte
di trasmissione e ricezione radio
delle torri da quella delle torri. Il
nome che i vari operatori danno
alle tecnologie di C-Ran (si veda
l’intervista a Maurizio Décina, nelle
pagine precedenti) cambia, ma la
sostanza rimane la stessa. “In Corea - spiegano i ricercatori di SK
Telecom - ci sono state varie fasi
di evoluzione della tecnologia che
hanno fatto da punto di riferimento
per l’intero mercato. Oggi l’utilizzo
del cloud per la gestione di tutte le
torri di trasmissione radio è il punto
di partenza, non di arrivo”.
L’utilizzo di più frequenze e la
velocità di trasmissione dei dati rende necessario avere celle più “piccole”, con un raggio di un centinaio
di metri al massimo. Aumentano
quindi in maniera radicale sia la
densità delle celle che i costi, proprio in un momento in cui invece
si cerca di controllare e diminuire
le spese di capitale e operative. “La
grande opportunità per la Corea
deriva dalla capillarità della fibra
ottica”, spiegano i ricercatori di SK
Telecom indicando che gli sforzi
fatti dall’incumbent di mercato e
coordinati dai finanziamenti pubblici oltre che da una pianificazione
centralizzata dopo quasi venti anni
stanno pagando un dividendo altissimo per il sistema paese coreano.
Per arrivare all’attuale sistema
chiamato dalla telco “Lte Warp
Advanced” si sono dovute attraversare fasi diverse. La prima fase di
separazione tra componenti, che ha
visto la divisione tra “core” delle
trasmissioni con le Digital Unit
(DU) incaricate di eseguire la parte
di trasformazione calcolo digitale
del segnale rispetto alle Radio Unit
(RU) gestite da una stazione base
a macrocelle. Il paradigma delle
grandi celle ha permesso anche di
lavorare sulla realizzazione di WiBro, la versione per la mobilità del
In Corea ci sono
già oltre 200mila
access point wifi
wimax. La seconda fase è quella
che ha visto trasformare in senso
centralizzato le reti degli operatori
coreani. Ha coinciso con il passaggio al 3g e ha visto sostanzialmente
nascere la divisione tra DU e RU
collegate al “core” della rete in maniera tale che si potesse aumentare
la capillarità a scapito però dei costi.
Infine, l’attuale terza fase è quella della virtualizzazione. Anziché
avere dei DU fisici connessi alle
RU, si ha una batteria di server centralizzati all’interno dei quali i DU
sono fatti di software e virtuali. A
seconda dei carichi di lavoro e della
natura dei segnali ricevuti dalle torri
radio, il pool di DU virtualizzato
viene popolato dinamicamente di
unità virtuali adatta a gestire il tipo
di lavoro (come accoppiare fette di
spettro per fare carrier aggregation),
che poi vengono “spente” o sospese
mentre le risorse informatiche vengono indirizzate ad altre richieste
da altri segmenti della rete.
La rete coreana prevede anche
una quarta fase in cui ci sarà una
esplosione nel numero di apparecchi connessi, nel volume di dati e
nella velocità di trasmissione di
questi dati. La Corea vede nel video una delle richieste imminenti
di maggior peso. L’idea di avere
una rete fatta di torre radio per la
trasmissione “stupide” e poco costose gestite da un cloud di risorse
informatiche “smart” è tentatrice:
in Corea ci sono già più di 200mila
access point wifi che in un breve
futuro potrebbero essere integrati
all’interno delle femtocelle, permettendo di passare da una trasmissione radio per servizi 4g e poi 5g
a una per servizi wifi evoluti senza
soluzione di continuità. Il passaggio tecnologico è semplice: tra Lte
Warp e Lte Warp Advanced è previsto che ogni armadio di server alla
base dei servizi di virtualizzazione
possa gestire da 144 a mille celle
passando dalla modalità “multi
carrier” a quella di “carrier aggregation” cambiando la natura della
rete gestita. Mentre Lte Warp gestisce una rete omogenea di telefonia
mobile l’Advanced gestirà quella
eterogenea con celle small, femto e
wifi grazie alla capacità di allocare
risorse informatiche dal cloud in
tempo reale e gestire pacchetti di
frequenza a seconda degli usi. A.D.