Scuola di Dottorato in Ingegneria e Scienze per l’Ambiente e il Territorio Corso di Dottorato in Botanica Ambientale ed Applicata Università degli Studi di Cagliari Ente Foreste della Sardegna e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale Comune di Gonnosfanadiga Comune di Villacidro ESCURSIONE MONTE LINAS Dislivello in salita: 880 m Dislivello totale: 1760 m Tempo di percorrenza netto: 7-8 ore Livello di difficoltà tecnico: facile Livello di impegno fisico: medio Sintesi: 1) Il percorso parte dal piazzale presso la vecchia dispensa del Rio Bidda Scema, alla base di Cuccuru Murdegu, alla quota di 330 m s.l.m. circa. 2) Si percorre un tratto del sentiero che costeggia il torrente nel fondovalle e che si biforca quasi subito. Si prende il sentiero di destra che, dopo aver attraversato il torrente, si mantenersi parallelo al Rio Gutturu Derottu. Il sentiero prende quota senza affrontare grandi pendenze, attraversando alcuni impluvi minori sui versanti di P.ta Santu Miali. Con un breve tratto in discesa, si giunge alla confluenza tra Canale Mela Mida e Canali Opus (570 m s.l.m. circa). 3) Dopo la confluenza, il percorso si inoltra nella lecceta e sale rapidamente, con un tratto in forte pendenza, sino a Genna Farraceus (710 m s.l.m. circa), dove ci si ricongiunge allo sterrato che parte da Perda ‘e Pibera e sale verso Punta Cammedda. 4) Si prosegue sulla strada sterrata verso sinistra e si continua a salire sino a un vascone antincendio (950 m s.l.m. circa) situato poco prima di Punta Perda Suasa (957 m s.l.m.). 5) La strada sterrata piega poi in direzione Ovest; dopo circa 150 m si incontra un bivio e si prende la strada che sale verso Nord-Nord/Ovest. Dal termine della strada sterrata si attraversa il bosco di Castangias, mantenendo la direzione Nord-Nord/Ovest, sino a Punta Conca de Sa Ruta (1103 m s.l.m.). 6) Da questo punto si sale verso Ovest sino a Punta Cammedda (1214 m s.l.m.), lungo la cresta di displuvio. 7) Da Punta Cammedda si scende verso Ovest seguendo la linea di displuvio o tenendosi poco a Sud di questa sino a Genn’e Impi (1036 m s.l.m.). 8) Da questo valico si percorre il sentiero in discesa verso Nord, nella suggestiva valle di Canali Mau, circondata da pareti, pietraie e pinnacoli rocciosi. La parte più alta della valle divide Punta Cammedda (1213 m s.l.m.), la seconda cima del massiccio del Linas per altezza, da Punta Sa Cabixettas (1202 m s.l.m.). La discesa si presenta in alcuni tratti ripida e impegnativa, la stessa porta rapidamente all’inizio di un una mulattiera meno accidentata (550 m s.l.m. circa). 9) Si percorre poi la mulattiera che continua verso Nord parallela al Riu Zairi sino ad attraversare il corso d’acqua (350 m s.l.m. circa) ed arrivare all’inizio di una strada sterrata presso una piccola costruzione (330 m s.l.m. circa). 10) Si segue la strada sterrata che costeggia Riu Piras sino a incontrare la strada asfaltata nel punto in cui questo si congiunge con Riu Perda ‘e Pibera (280 m s.l.m. circa). Descrizione 1) Presso il piazzale di partenza sono presenti alcuni esemplari di Olea europaea e Quercus ilex e una flora erbacea di tipo nitrofilo, dovuta alla presenza di bestiame nell’area: Silybum marianum, Onopordum illyricum, Carduus pycnocephalus, Marrubium vulgare, Urtica pilulifera, Urtica atrovirens, Malva sylvestris. Il vicino corso d’acqua si individua per la presenza di oleandri (Nerium oleander), che rappresentano il geosigmeto ripariale sardo diffuso in tutte le principali vallate del Monte Linas. 2) Il tratto in salita, lungo il fianco della valle, attraversa una boscaglia termofila caratterizzata da Q. ilex, con numerosi esemplari di Phillyrea latifolia, Erica arborea e Pistacia lentiscus. Sul bordo del sentiero è frequente la presenza di Micromeria graeca. Il sentiero attraversa il corso di alcuni piccoli rii, presso i quali è possibile osservare alcune specie che caratterizzano le aree umide del massiccio, come Carex microcarpa e Cyperus badius. 3) L’ultimo tratto in salita, prima di Genna Farracceus, attraversa una fitta lecceta riferibile all’associazione Galio scabri-Quercetum ilicis, nella quale è possibile osservare le specie caratteristiche di queste formazioni: Quercus ilex, Cyclamen repandum ssp. repandum, Galium scabrum, Carex distachya, Asplenium ceterach e Asplenium onopteris. Vi si trovano con frequenza, inoltre, orchidee spontanee come Limodorum abortivum ed Epipactis helleborine. 4) La salita verso Punta Perda Suasa presenta alcuni punti panoramici e consente di osservare alcune specie interessanti a partire dagli 850 m s.l.m., quali Armeria sulcitana, Genista sulcitana (endemica esclusiva dell’Iglesiente), Echium anchusoides, Hypochaeris robertia, Hypochaeris sardoa. 5) Giunti a Punta Perda Suasa è possibile osservare le garighe xerofile dominate dalle specie caratteristiche dei Cisto-Lavanduletea, e in particolare da Cistus creticus ssp. eriocephalus, Lavandula stoechas e presenza frequente di Asphodelus ramosus ssp. ramosus. Iniziano anche a vedersi le formazioni riferibili all’alleanza endemica del Teucrion mari, dove si inseriscono gli arbusti prostrati comuni nelle aree cacuminali del massiccio. Il tasso di endemismi aumenta e le specie di gariga divengono più interessanti, tra queste ricordiamo: Thymus herba-barona, Genista corsica, Helichrysum microphyllum ssp. tyrrhenicum, Stachys glutinosa ed Echium anchusoides. In tarda primavera i pratelli attorno a Punta Perda Suasa sono caratterizzati dalle notevoli fioriture di Armeria sulcitana, endemica del Sulcis-Iglesiente. 6) Lungo la salita verso Punta Cammedda è possibile osservare la maggior parte delle specie endemiche presenti alle quote più elevate del massiccio. Poco dopo Punta Conca de Sa Ruta è presente Rumex acetosella ssp. pyrenaicus, una specie rupicola presente alle quote più elevate. Proseguendo la salita verso Punta Cammedda si possono incontrare anche Silene morisiana, Genista sulcitana, Armeria sulcitana, Bunium corydalinum e Stachys corsica. 6-7) Nelle aree cacuminali si rinvengono formazioni a Genista salzmannii e Viola corsica ssp. limbarae, nelle cui radure è possibile osservare la rara Anchusa montelinasana, specie endemica esclusiva del massiccio; si evidenziano anche alcuni esemplari isolati di Acer monspessulanum ssp. monspessulanum e popolamenti di Echium anchusoides nei pratelli, riferibili alla classe Poetea bulbosae, dove sono altresì presenti Anthoxanthum ovatum, Filago pygmaea, Filago tyrrhenica, endemismo sardo generalmente limitato ai contesti costieri della Sardegna occidentale e settentrionale. 8) Dal punto di vista botanico e paesaggistico Canali Mau rappresenta la parte più interessante dell’intero percorso assieme alle cime di Punta Cammedda. Nelle parti più elevate della valle e presso Genna ‘e Impi, è possibile osservare Genista sulcitana. Poco dopo aver lasciato Genna ‘e Impi, nelle fessure delle rocce al margine del sentiero è facile osservare Helichrysum montelinasanum, raro endemismo delle cime più elevate del Sulcis e dell’Iglesiente. Altre specie rupicole osservabili sono Galium glaucophyllum e Dianthus mossanus, due specie endemiche esclusive della Sardegna meridionale; oltre a Saxifraga corsica ssp. corsica e Silene nodulosa, endemismi sardo-corsi. Sulle rupi umide e ombrose sono presenti Arenaria balearica e Cymbalaria aequitriloba ssp. aequitriloba. Nella parte alta della valle, appena entrati nella lecceta, si incontra un monumentale esemplare di Acer monspessulanum ssp. monspessulanum, mentre scendendo lungo il sentiero si possono osservare alcuni esemplari di Atropa belladonna. Quando il sentiero diviene meno ripido, a circa 650 m s.l.m., sulla sinistra si apre una stretta valle e più in alto, non visibile dal sentiero, si trova l’unico popolamento di Taxus baccata del Linas. Proseguendo lungo Canali Mau, a circa 540 m s.l.m., vi è sulla destra l’inizio di un sentiero poco tracciato che conduce, con una ripida salita, in una valle nella quale si trova l’unico popolamento di Ilex aquifolium del Monte Linas (in poche altre località vi sono esemplari isolati). 9) La parte più bassa della valle è caratterizzata da flora e vegetazione più termofile. Tra le specie più interessanti che si possono osservare in quest’area si segnala la presenza, presso la località Campo Baranta (410 m s.l.m. circa), di Verbascum plantagineum e Clinopodium sandalioticum, rari endemismi rispettivamente del Sulcis-Iglesiente e del solo Iglesiente. Dal punto di vista della vegetazione dominano le formazioni a Olea europaea sui versanti esposti a Sud più caldi e aridi, mentre nel corso d’acqua gli oleandreti e sui materassi alluvionali le garighe con Polygonum scoparium e Rumex scutatus ssp. glaucescens, ai quali si aggiungono sovente Helichrysum microphyllum ssp. tyrrhenicum e Dittrichia viscosa. Nel punto in cui il sentiero attraversa il corso d’acqua tali formazioni si possono osservare agevolmente e, nei pressi del corso d’acqua, sono presenti anche Alnus glutinosa e Vitis vinifera ssp. sylvestris, oltre all’endemismo sardo-corso Bryonia marmorata, due lianose caratteristiche di questi ambienti. 10) Il sentiero prosegue nella valle, in un paesaggio che risente fortemente dell’intervento antropico reso evidente dalle costruzioni e dagli esemplari di Eucalyptus camaldulensis piantumati. Giunti alla strada asfaltata ci si trova in un punto del Rio Perda ‘e Pibera in cui le formazioni di gariga su materassi alluvionali sono particolarmente sviluppate.
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