ESTRATTO Marzo 2013 1/88 SOMMARIO 1. PREMESSE E CONDIZIONI ALLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PROPOSTA. .......................................................................................................................................... 2 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO. ...................................................... 5 2.1. Situazione attuale ........................................................................................................5 2.2. Ampliamento della discarica, con costruzione di nuovi moduli di stoccaggio ..............7 3. UBICAZIONE (PUNTO 2.1 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). ................................................ 13 4. PREDISPOSIZIONE DELL’INVASO (PUNTO 2.4.2. ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). ................................................................................................................................................... 16 5. RETE DI RACCOLTA, DEFLUSSO E RILANCIO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (PUNTO 2.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03)............................................................................... 25 5.1. Acque di scarico reflui civili ......................................................................................26 5.2. Acque meteoriche .....................................................................................................28 6. DRENAGGIO E RETE DI RACCOLTA E TRASPORTO DEL PERCOLATO (PUNTO 2.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03)............................................................................... 51 7. ASSESTAMENTI PREVISTI ED EVOLUZIONE DELLA MORFOLOGIA FINALE. ............................................................................................................................................... 51 8. OPERAZIONI DI COPERTURA (PUNTO 2.4.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). .......... 51 9. MATERIALI ALTERNATIVI PROPOSTI E ATTIVITA’ DI RECUPERO RELATIVE .......................................................................................................................................... 54 10. BIOGAS (PUNTO 2.5 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03)............................................................. 54 10.1. Valutazione teorica del gas di discarica prodotto. ......................................................54 10.2. Valutazione della quantità di gas di discarica captato. ................................................57 10.3. Impianto di captazione e combustione del biogas. ....................................................79 11. IMPIANTO ANTINCENDIO ED IMPIANTO ELETTRICO. ............................................. 87 12. DISTURBI E RISCHI (PUNTO 2.6 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). .................................... 87 13. DOTAZIONE DI ATTREZZATURE E PERSONALE (PUNTO 2.9 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). .................................................................................................................................... 87 14. MODALITÀ E CRITERI DI COLTIVAZIONE (PUNTO 2.10 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). .................................................................................................................................... 88 15. DIAGRAMMA A BLOCCHI DEL CICLO DI SMALTIMENTO IN DISCARICA E INDICAZIONE DELLE RISORSE UTILIZZATE. ................................................................. 88 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 2/88 1. PREMESSE E CONDIZIONI ALLA BASE DELLA PROGETTAZIONE PROPOSTA. Il presente progetto illustra le scelte effettuate per l’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi ubicata in località “Casa Rota”, nel Comune di Terranuova Bracciolini, in Provincia di Arezzo. La discarica su cui si interviene è uno degli impianti previsti dalla programmazione della gestione integrata dei rifiuti urbani che l’Amministrazione della Provincia di Arezzo ha elaborato ed approvato nell’anno 2000, sulla base di “ … una accurata indagine sulle produzioni e sulle modalità e possibilità di smaltimento attuali al fine di individuare le aree problematiche e le carenze esistenti …”. Il PPGR (Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti) “ … ha come obiettivo quello di concentrare i rifiuti in un limitato numero di impianti costituenti un unico “sistema integrato di livello sovracomunale”, conformemente a quanto previsto dal D.Lgs. 05/02/1997, n. 22, modificato ed integrato con il D. Lgs. 08/11/1997, n. 389, dalla L.R. 25 del 18/05/1998 e dal Piano regionale di gestione dei rifiuti …. … Come fulcro dell’intero sistema di gestione dei rifiuti a livello provinciale si propone il costruendo impianto integrato di selezione, compostaggio ed incenerimento in località S. Zeno del Comune di Arezzo, affiancato dagli impianti di servizio in località Il Pero del Comune di Castiglion Fibocchi e in località Casa Rota del Comune di Terranuova Bracciolini …”. In particolare alla discarica di Podere Rota viene affidato “ … il ruolo di discarica di supporto sia della struttura di selezione e compostaggio da realizzare all’interno del medesimo, sia dell’impianto di selezione, compostaggio ed incenerimento di S. Zeno. Verrà destinato anche allo smaltimento dei rifiuti industriali dell’ATO provinciale e del Valdarno fiorentino, nonché dei residui di processo degli impianti di S. Zeno e di Selvapiana … La discarica servirà, nei periodi di manutenzione dell’inceneritore di S. Zeno e Selvapiana, anche per l’eventuale smaltimento dei rifiuti da fermo impianto di incenerimento …”. La discarica è certamente l’elemento più rilevante, ormai storico e consolidato, di un sistema articolato che le società Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A. e TB S.p.A. stanno sviluppando nell’area tecnologica di “Casa Rota”, in modo da attuare i criteri e le finalità indicate nella parte IV – Titolo I del D.Lgs. 152/2006 in materia di trattamento e smaltimento dei rifiuti. In effetti l’impianto di discarica rappresenta l’elemento di sostenibilità in un sistema più complesso, in cui i rifiuti ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 3/88 verranno selezionati, separati e valorizzati, e consente già da ora di sfruttare, in modo efficace, i processi di decomposizione anaerobica della sostanza organica che residua nella frazione conferita, utilizzando i rifiuti come mezzo per produrre energia. L’impianto è in possesso dal 2003 dell’autorizzazione del Piano di Adeguamento ai sensi del D.Lgs. 36/2003 ed è stato recentemente autorizzato anche ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. 59/2005, con Provvedimento Dirigenziale n. 88/EC del 30/06/2006, aggiornato con successivo Provvedimento Dirigenziale n. 38/EC del 02/04/2007. In termini concreti ciò equivale ad affermare che l’impianto in questione risponde ai requisiti recentemente introdotti dalla normativa italiana per le discariche, in recepimento delle indicazione europee, e che nello stesso sono applicate tutte le misure necessarie per conseguire un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Proprio in funzione delle particolari condizioni tecniche e gestionali che contraddistinguono l’impianto, la Provincia di Arezzo ha ritenuto opportuno applicare, in sede di autorizzazione ai sensi del D.Lgs. 59/2005 (AIA-IPPC) quanto previsto dall’art. 7 del D.M. 03 agosto 2005, con impianto che si configura perciò quale discarica per rifiuti non pericolosi sottocategoria c), cioè una “discarica per rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas”. Per questi impianti sono possibili deroghe rispetto ad alcuni parametri che caratterizzano i rifiuti in ingresso: nel nostro caso, l’autorizzazione rilasciata con Provvedimento Dirigenziale n. 88/EC del 30/06/2006, prevede la deroga al parametro DOC. Per quanto attiene la normativa a cui riferirsi per gli aspetti costruttivi e gestionali, si ricorda che lo Stato Italiano ha recentemente recepito la direttiva comunitaria CE 31/99, applicata a livello nazionale tramite il Decreto Legislativo n. 36 del 13 gennaio 2003, relativo ai soli impianti di discarica. La norma si pone l’obiettivo generale (art. 1) di prevedere misure, procedure ed orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente indotte dalla realizzazione di impianti di discarica. Il D.Lgs. 36/2003 costituisce infatti il riferimento tecnico di settore per l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili in materia di prevenzione integrata dell’inquinamento (MTD, versione italiana del più noto acronimo BAT inglese), così come esplicitato all’art. 4, comma 4 del D.Lgs. 59/2005 Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 4/88 In accordo con l’obiettivo del decreto, si evidenzia che i criteri progettuali assunti per la definizione dell’ampliamento sono improntati alla tutela dell’impianto esistente, al conseguimento della massima garanzia contro eventuali inquinamenti, all’ottimizzazione della funzionalità e della logistica e alla riduzione dei fattori di impatto ambientale. In particolare si sono esaminati e considerati tutti gli aspetti riconducibili al massimo livello di garanzia per la protezione delle acque, sotterranee e superficiali, contro eventuali fughe di percolato, e si sono assunti criteri che tendono al contenimento delle emissioni in atmosfera di odori, gas, e rumori. L’adeguata e immediata realizzazione di interventi per il recupero e la riqualificazione ambientale dell’area contribuirà a ridurre l’impatto che deriva dalla presenza dell’opera, nonché ai potenziali disagi arrecati al territorio circostante dove, peraltro, non risulta che l’impianto già insediato abbia provocato sensibili variazioni delle condizioni ambientali. Altro aspetto ritenuto di fondamentale importanza riguarda la costante tenuta in efficienza di un sistema di monitoraggio ambientale e strutturale efficace, che consenta di intervenire tempestivamente qualora si manifestassero inconvenienti all’impianto o problemi di inquinamento. La descrizione delle varie opere previste per l’ampliamento in oggetto verrà presentata al lettore proponendo l’esame dei singoli criteri costruttivi e gestionali, così come introdotti dall’allegato 1 della normativa italiana in materia di discariche. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 5/88 2. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO. 2.1. Situazione attuale Il progetto iniziale della discarica di Iª e IIª categoria Tipo B di Casa Rota è stato approvato in data 28/07/88 dalla Provincia di Arezzo (Deliberazione C.P. di Arezzo n. 340 del 28/07/88), e prevedeva una capacità di abbancamento di 1.526.000 m3, con volumetria suddivisa su un totale di 7 moduli di coltivazione (nel seguito si farà riferimento a tale zona come “modulo storico”). Nel febbraio del 2002 il titolare della proprietà e della gestione dell’impianto, la società Centro Servizi Ambiente S.p.A. (CSA), ora denominata Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A. (CSAI), ha presentato un progetto di ampliamento che ha portato allo sviluppo dell’impianto sia per ampliamento che per sopraelevazione della discarica esistente, con interventi che si inquadrano nella pianificazione proposta dalla Provincia di Arezzo, con l’adozione del “Piano di Gestione dei Rifiuti 1° stralcio Rifiuti urbani ed assimilabili”. L’ampliamento prevedeva la realizzazione di 4 moduli, da coltivare in 6 fasi successive, per una volumetria netta totale di 2.174.000 m3, da sommare a quella del modulo storico. L’istruttoria di questo progetto è stata particolarmente lunga ed articolata: si rammenta, ad esempio, che durante l’esame è intercorsa l’applicazione della Direttiva CE 31/1999 e questo ha comportato, tra l’altro, la produzione di nuovi elaborati e dei piani richiesti dall’allegato 2 al D.Lgs. 36/2003. La versione finale del progetto è stata approvata con la Delibera di Giunta della Provincia di Arezzo n. 589 del 04/08/2003. Nel novembre del 2005 CSA S.p.A. ha presentato un “Progetto definitivo di riassetto morfologico di ottimizzazione gestionale dell’impianto di Casa Rota” approvato contestualmente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) di cui al Provvedimento Dirigenziale della Provincia di Arezzo n. 88/EC del 30/06/2006. Il progetto mantiene inalterata la volumetria complessiva dell’impianto ma ne prevede una nuova suddivisione, con imposizione di linee di quota temporanee più acclivi, in modo da consentire un miglior deflusso delle acque dalle coperture e ridurre gli spazi esposti all’azione degli eventi meteoclimatici. Il dettaglio dei volumi per le varie fasi di coltivazione è riportato nella seguente tabella, estrapolata dall’Allegato 1 dell’AIA. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 6/88 Progetto originale Fasi di costruzione Fasi di autorizzazione alla gestione Storico modulo stralcio modulo di 1° modulo monte ampliamento modulo di valle 2° modulo 3° modulo 1ª fase 2ª fase 3ª fase 4ª fase 4° modulo 5ª fase 6ª fase totale Progetto di ottimizzazione della fase gestionale del novembre 2005, con dati volumetrici riepilogati al 31/12/2005 Volumetria prevista dal progetto approvato, da intendersi al netto degli assestamenti (m3) Volumetria autorizzata alla gestione ed attivata (m3) Fasi di costruzione e corrispondenza con suddivisione originale 1.526.000 327.500 1.526.000 327.500 83.000 83.000 170.000 182.000 134.000 165.000 11.000 12.000 539.000 12.000 199.000 339.500 3.700.000 Storico moduli già realizzati, 170.000 compresa superficie 182.000 riconducibile a parte del 3° modulo 134.000 (area modulo 3a) 165.000 11.000 / modulo 3b (spicchio) modulo 3 b / modulo 4a modulo 4b 12.000 già realizzato / moduli 5 e 6 / 2.610.500 Nuova Volumetria Volumetria residua Suddivisione residua al complessiva al della volumetria volumetria da considerarsi già 31/12/2005, 31/12/2005, relativa al netto degli autorizzata alla relativa alle aree alle aree autorizzate assestamenti gestione ed già autorizzate ed ancora da attivare, attesi attivata, al netto alla gestione ed al netto degli (m3) degli attivate, al netto assestamenti attesi assestamenti degli (m3) attesi assestamenti (m3) attesi (m3) 1.526.000 1.526.000 0 0 327.500 327.500 0 0 83.000 83.000 0 0 170.000 138.194 101.747 125.285 8.352 86.320 210.267 166.000 421.563 10.435 170.000 138.194 101.747 125.285 8.352 / 0 108.319 79.752 98.201 6.547 / / / 10.435 / / 0 0 108.319 79.752 98.201 6.547 86.320 210.267 166.000 421.563 0 325.337 / / 325.337 3.700.000 2.490.513 292.819 1.502.306 Tab. 1 - Tabella E contenuta nell’Allegato 1 al Provvedimento Dirigenziale n°88/EC del 30/06/2006 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione di Progetto - 7/88 2.2. Ampliamento della discarica, con costruzione di nuovi moduli di stoccaggio Il progetto in esame si configura come adeguamento di un impianto di discarica esistente per sopraelevazione ed ampliamento. Nel rispetto del D.Lgs. 36/03 e delle successive note interpretative per l’approvazione dei Piani di Adeguamento di cui all’art. 17 comma 3 dello stesso decreto, emanate dalla Regione Toscana con deliberazione n. 739 del 18 luglio 2005, per le operazioni di ampliamento e/o sopraelevazione di impianti di discarica esistenti, vengono definite alcune specifiche procedure: nel caso di ampliamento di discariche autorizzate [lettera a) del punto 4) dell’allegato A] gli impianti sono assoggettati al rispetto delle normative vigenti in materia di autorizzazione di discariche ma possono essere applicate deroghe ai criteri previsti negli Allegati al D.Lgs. n. 36/2003 e nel D.M. 03/08/2005 per quanto attiene ai criteri localizzativi; per le sopraelevazioni, ammesse solo nel caso in cui sia stato approvato il piano di adeguamento, trattandosi di discariche già in esercizio, si deve fare riferimento ai criteri tecnici di cui al D.Lgs. n. 36/2003 e al D.M. 13 marzo 2003, per quanto applicabili. In questo caso l’esame delle varie operazioni tecniche e dei criteri costruttivi deve essere implementato dal concetto di “opere infrastrutturali possibili”. In sintesi pare che la norma si basi sul principio che la presenza della discarica sul territorio e la sua conformità ai criteri introdotti dal D.Lgs. 36/03 siano elementi favorevoli di cui tener conto nella valutazione complessiva dell’impianto e delle sue ricadute nei confronti delle matrici ambientali. Sia la sopraelevazione che l’ampliamento interessano le parti superiori dell’anfiteatro naturale in cui si sviluppa l’impianto, con parte basale dello stesso che rimane inalterata, nella configurazione morfologica ed impiantistica ormai consolidata. In effetti la discarica, con livelli di conferimento che si attestano dal basso verso l’alto, è caratterizzata da parti basali in fase post-operativa da diversi anni, con sagome ormai assestate e superfici recuperate “a verde” grazie ad azioni di ricomposizione paesaggistica ed ambientale. L’ampliamento in oggetto si svilupperà a nord e ad est della zona interessata dai conferimenti attuali e dall’impianto originale, e si presenterà come un classico esempio di discarica di “versante”, intendendo con ciò un impianto che si sviluppa sul fianco di uno o più versanti naturali, previa verifica delle loro condizioni di stabilità ed impermeabilità, o su parti di discarica già esistente, stante la verifica della compatibilità statica e gestionale dell’ampliamento rispetto a quanto già autorizzato. In questa configurazione i rifiuti si appoggiano sulla “sponda” rappresentata dalla pendice o dai cumuli di discarica già realizzati mentre la sigillatura finale viene eseguita nelle sole parti esposte agli ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 8/88 eventi meteoclimatici, con coperture temporanee e finali coerenti ai criteri costruttivi di cui al D.Lgs. 36/03. L’area di ampliamento sarà quindi opportunamente sagomata e predisposta, operando inizialmente con esecuzione di scavi per rimuovere gli strati di copertura alterati e non affidabili e provvedendo, nel seguito, con interventi di ricostruzione del fondo invaso e delle scarpate con terre idonee, compattate per strati a modesto spessore, in modo da garantire le migliori caratteristiche geotecniche agli strati minerali collocati in opera. Sia per il fondo invaso che per le scarpate dell’impianto di nuova costruzione è prevista la realizzazione di un sistema di protezione idraulica di tipo multibarriera, in grado di garantire la costruzione di un pacchetto impermeabilizzante particolarmente efficace, descritto nel seguito nel rispetto dei criteri costruttivi già richiamati. Inoltre si sottolinea che si prevede di suddividere l’ampliamento in moduli tra loro separati da strutture in terra. In questo modo si vuole limitare la superficie dei rifiuti esposta all’azione degli agenti atmosferici ed a confinare, per quanto possibile, le aree in cui gli apporti pluviometrici determinano incrementi nella produzione di percolato. I moduli verranno raggruppati in tre fasi operative, così descritte: Fase 1ª fase I modulo della 2ª fase II modulo della 2ª fase III modulo della 2ª fase I modulo 3ª fase Completamento 3ª fase Superficie fondo (m2) 6.410 4.390 5.020 1.930 Superficie scarpate (m2) 7.960 2.480 3.315 2.300 Capacità (m3) 516.795,00 102.805,00 136.490,00 357.990,00 13.405 17.575 370.043,00 103.646,00 Tab. 2 - Caratteristiche geometriche delle singole fasi Complessivamente l’ampliamento consentirà l’utilizzo di ulteriori 1.587.769 m3, con volumetria determinata ai sensi della lettera c) del comma 1 dell’art. 8 del D.Lgs. 36/2003 “ … espressa in termini di volume utile per il conferimento dei rifiuti, tenuto conto dell’assestamento dei rifiuti e della perdita di massa dovuta alla trasformazione in biogas …”. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 9/88 Considerando un peso specifico del rifiuto conferito pari a 1,1 t/m3 il quantitativo complessivo che si potrà smaltire nell’impianto è valutato in circa 1.746.546 tonnellate, da suddividere nei moduli di ampliamento per il periodo che va dal 2012 al 2022. Fig. 1 - Rappresentazione delle fasi di ampliamento ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 10/88 I nuovi volumi in progetto andranno a sommarsi a quelli già autorizzati, che presumibilmente residueranno alla data del 31/12/2007, valutati in 1.042.231 m3. Pertanto, per il periodo considerato, pari alla gestione quindicennale dell’impianto di selezione e compostaggio e quindi relativo agli anni che vanno dal 2008 al 2022, si ipotizza una volumetria complessiva di 2.630.000 m3, a cui corrispondono 2.893.000,00 tonnellate di rifiuti non pericolosi. La tabella successiva descrive la previsione della tempistica di smaltimento nell’impianto in oggetto, relativa ai volumi già autorizzati ed a quelli di progetto. Suddivisione volumi ampliamento (1.587.769 m3 complessivi) 1ª fase I modulo 2ª fase II modulo 2ª fase III modulo 2ª fase I modulo 3ª fase completamento 3ª fase anno tonnellate volumi 2008 286.000 260.000 2009 286.000 260.000 2010 286.000 260.000 2011 275.000 250.000 2012 275.000 250.000 237.769 2013 187.000 170.000 170.000 2014 187.000 170.000 109.026 2015 143.000 130.000 2016 143.000 130.000 2017 143.000 130.000 130.000 2018 143.000 130.000 130.000 2019 143.000 130.000 16.311 2020 132.000 120.000 120.000 2021 132.000 120.000 120.000 2022 132.000 120.000 16.354 103.646 Tot. 2.893.000 2.630.000 370.043 103.646 60.974 41.831 88.169 48.321 516.795 102.805 136.490 81.679 357.990 113.689 Tab. 3 - Volumetrie di progetto A partire dal 2008, anno in cui entrerà a regime il limitrofo impianto di compostaggio, gli smaltimenti annui sono previsti in leggera diminuzione, con decrementi più significativi in concomitanza delle probabili attivazioni di ulteriori impianti di trattamento-smaltimento dei rifiuti, con conseguente e significativa diminuzione dei conferimenti in discarica. Dal 2015 in poi le quantità ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 11/88 previste in smaltimento rimangono pressoché costanti, con un leggero decremento nell’ultimo triennio prima dell’esaurimento della volumetria, previsto per il 2022. Come detto si opera in un’area caratterizzata da pendici, in cui si realizza una discarica di versante. E’ quindi opportuno che la progettazione si ponga innanzitutto obiettivi che mirano a garantire la stabilità delle pendici e dei fronti di discarica sia in condizioni ante che post-operam, con attività di approntamento che, come già detto, richiederanno la rimozione di strati a minori caratteristiche geotecniche e la ricostruzione di porzioni significative di versanti. Acquisire e garantire gli obiettivi suddetti comporterà operazioni di scoronamento estese a tutte le parti di versante che sono attualmente residuali rispetto alle attività antropiche già condotte, con lavorazioni che inizieranno dalle zone di crinale e raggiungeranno le zone di attuale conferimento/approntamento. Applicare questa procedura equivale a consolidare e stabilizzare i versanti esistenti dall’alto verso il basso, in modo da evitare l’innesco di fenomeni gravitativi connessi ad operazioni di movimento terra condotte nelle parti basali del versante senza aver preventivamente stabilizzato le zone a quote geodetiche maggiori, evitando così l’attivazione di scivolamenti superficiali e/o modifiche delle pressioni interstiziali ed efficaci che caratterizzano gli strati in cui si opera. Tutte le lavorazioni saranno progettate e sviluppate in funzione di quanto accertato dalle varie campagne di indagine, dagli studi condotti per la descrizione del modello geomorfologico dell’area e dalle specifiche relazioni già elaborate per gli interventi precedenti. L’apposito documento di cui all’elaborato 3.A., denominato Relazione geologica, idrologica e geotecnica, rappresenta il compendio di tutte le informazioni prima brevemente riepilogate, in quanto basata anche su informazioni ricavate in modo diretto durante l’esecuzione dei lavori di costruzione dei moduli di discarica già attivati. La morfologia finale dell’impianto colmato verrà sagomata in modo da garantire linee e profili compatibili con l’assetto del territorio ed il naturale deflusso delle acque meteoriche che interessano l’area, con costruzione di appositi sistemi di deflusso e canalizzazioni predisposte perimetralmente all’invaso. La regimazione prevista per le acque permetterà, in ogni fase operativa, la separazione fisica tra acque meteoriche e di percolazione, con sistemi indipendenti afferenti a vettori idraulici distinti. Le emissioni liquide e gassose verranno gestite [leggasi raccolte e/o aspirate e trattate] per tutta la durata della fase operativa e post-operativa, nel rispetto delle indicazioni normative e delle necessarie ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 12/88 precauzioni e protezioni già prese in esame dal gestore per limitare gli impatti ambientali connessi all’impianto. In particolare il percolato verrà drenato sul fondo invaso e rilanciato ai sistemi di stoccaggio temporaneo per poi essere inviato alla depurazione, mentre il biogas, prodotto dalla decomposizione della sostanza organica contenuta nei rifiuti, verrà captato dall’ammasso e inviato alla combustione per il recupero energetico. La dimensione delle operazioni da effettuare, l’entità dei materiali da approvvigionare ed utilizzare e la quantità dei materiali naturali da movimentare per la predisposizione degli invasi di contenimento dei rifiuti consigliano, anche per motivi connessa alla successiva fase di gestione operativa, di suddividere l’opera in fasi di intervento. Si è già riportato che il progetto prevede tre fasi operative distinte. La loro organizzazione operativa risulta di fondamentale importanza per la corretta gestione dell’impianto. Per questo motivo nel seguito si riporta, per capitoli, la descrizione delle varie lavorazioni previste per la costruzione e la gestione dell’ampliamento. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 13/88 3. UBICAZIONE (PUNTO 2.1 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). La discarica per rifiuti non pericolosi di Casa Rota si colloca nella località omonima, a circa 4 km a NO dal centro abitato di Terranuova Bracciolini, in Provincia di Arezzo. Le principali vie di comunicazione circostanti il sito sono: - la SC di Piantravigne che si sviluppa a Est dell’impianto prendendo origine dalla SP 7 - la SP 7 di Piantravigne (Persignano) a Sud della discarica - la SP del Botriolo che si sviluppa in direzione Nord/Sud a circa 750 m a Ovest della discarica - l’A1, Autostrada del Sole, a circa 1200 m a Sud/Ovest del sito. L’area di discarica, intesa quale impianto esistente e ampliamento in progetto, è censita al Catasto Terreni del Comune di Terranuova Bracciolini ai fogli 3 e 4 ed interessa, anche solo parzialmente, i seguenti mappali: Foglio 3 Foglio 4 Mappali n° Mappali n° 96-97-98-99-100-101-109 15-43-44-51-52-80-227-267-269-271-273-278-279 I vertici delle coordinate Gauss-Boaga e UTM riferiti agli spigoli perimetrali dell’impianto di discarica, inviluppo complessivo delle varie fasi gestionali, sono riportati nella figura di pagina seguente. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 14/88 Dal punto di vista geologico, la zona collinare a monte degli ex fabbricati colonici di Casa Rota, attualmente interessati dagli impianti di discarica e selezione e compostaggio, è caratterizzata dalla presenza di affioranti sedimenti ad elevato contenuto di argilla, tutti scarsamente permeabili, con buone garanzie per la salvaguardia della acque sotterranee da possibili modifiche/inquinamenti connesse alla presenza dell’area tecnologica. Per quanto riguarda l’inquadramento urbanistico, si rileva che il Comune di Terranuova Bracciolini, in attuazione alla legge urbanistica regionale (L.R. 5/95 poi modificata con la L.R. 1/2005) Norme per il governo del territorio, si è recentemente dotato di un nuovo strumento urbanistico, composta da: Piano Strutturale, strumento della pianificazione territoriale che ha determinato la componente strategica, le invarianti e gli indirizzi generali di conformazione del territorio Regolamento Urbanistico, atto di governo del territorio che definisce il quadro operativo e giuridico amministrativo. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 15/88 Nella tavola n. 10 allegata al Regolamento Urbanistico l’area tecnologica di Casa Rota, destinata alla gestione integrata dei rifiuti ed in cui è inserita anche l’area di discarica esistente, viene compresa nella Zona F3SMA01, così definita dalle norme tecniche all’articolo 56 - AREE PER ATTREZZATURE DI INTERESSE PUBBLICO (SOTTOZONE “F3”): Area per la gestione integrata dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi. All’interno di tale ambito sono ammessi esclusivamente interventi funzionali all’esercizio dell’attività svolta nel rispetto di indici e parametri funzionali alle esigenze. Nell’area di rispetto a corona della zona non è ammessa alcuna nuova edificazione, essa dovrà essere piantumata a bosco con essenze autoctone. Parte dell’area inserita nell’ampliamento in progetto non è compresa nella zonizzazione descritta, e questo richiede lo sviluppo di una specifica variante alla destinazione urbanistica riportata dal PSC, in modo da estendere la zona sopra richiamata anche all’intervento in progetto, proponendo eventualmente al suo contorno ancora la creazione di una zona di rispetto. La variante fa parte della documentazione che CSAI ha elaborato per la presente richiesta di ampliamento e viene allegata alla presente documentazione. L’evoluzione dimensionale della discarica è attualmente correlata alle varie scelte urbanistiche e di programmazione dell’intero territorio provinciale che si sono sviluppate nel corso degli anni, nel rispetto delle esigenze da soddisfare. Gli altri aspetti di inquadramento territoriale e di vincolistica sono trattati in modo approfondito nell’elaborato 1 - Quadro di riferimento programmatico. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 16/88 4. PREDISPOSIZIONE DELL’INVASO (PUNTO 2.4.2. ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Come noto ed indicato al punto 2.4.1 dell’Allegato 1 al D.Lgs. 36/03 “ … l’ubicazione e la progettazione di una discarica devono soddisfare le condizioni necessarie per impedire l’inquinamento del terreno, delle acque sotterranee o delle acque superficiali e per assicurare un’efficiente raccolta del percolato. La protezione del suolo, delle acque sotterranee e di superficie deve essere realizzata, durante la fase operativa, mediante la combinazione della barriera geologica, del rivestimento impermeabile del fondo e delle sponde della discarica e del sistema di drenaggio del percolato, e durante la fase post-operativa anche mediante copertura della parte superiore”. In effetti il recente D.Lgs. 36/2003 introduce, al successivo punto 2.4.2, l’obbligo della impermeabilizzazione del fondo e delle pareti della discarica, con un rivestimento di materiale artificiale posto al di sopra della barriera geologica, con caratteristiche idonee a resistere alle sollecitazioni chimiche e meccaniche presenti nella discarica: “ … Il substrato della base e dei fianchi della discarica deve consistere in una formazione geologica naturale che risponda a requisiti di permeabilità e spessore almeno equivalente a quello risultante dai seguenti criteri: discarica per rifiuti non pericolosi: k minore o uguale a 1 x 10-9 m/s e spessore maggiore o uguale a 1 m; discarica per rifiuti pericolosi: k minore o uguale a 1 x 10 -9 m/s e spessore maggiore o uguale a 5 m; La continuità e le caratteristiche di permeabilità della barriera geologica su tutta l'area interessata dalla discarica devono essere opportunamente accertate mediante indagini e perforazioni geognostiche. La barriera geologica, qualora non soddisfi naturalmente le condizioni di cui sopra, può essere completata artificialmente attraverso un sistema barriera di confinamento opportunamente realizzato che fornisca una protezione equivalente. Per tutti gli impianti deve essere prevista l’impermeabilizzazione del fondo e delle pareti con un rivestimento di materiale artificiale posto al di sopra della barriera geologica, su uno strato di materiale minerale compattato. Tale rivestimento deve avere caratteristiche idonee a resistere alle sollecitazioni chimiche e meccaniche presenti nella discarica. Il piano di imposta dello strato inferiore della barriera di confinamento deve essere posto al di sopra del tetto dell'acquifero confinato con un franco di almeno 1,5 m, nel caso di acquifero non confinato, al di sopra della quota di massima escursione della falda con un franco di almeno 2 m. Le caratteristiche del sistema barriera di confinamento artificiale sono garantite normalmente dall'accoppiamento di materiale minerale compattato (caratterizzato da uno spessore di almeno 100 cm con una conducibilità idraulica k ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 17/88 minore o uguale a 10 alla -7 cm/s, depositato preferibilmente in strati uniformi compattati dello spessore massimo di 20 cm) con una geomembrana. L’utilizzo della sola geomembrana non costituisce in nessun caso un sistema di impermeabilizzazione idoneo; la stessa deve essere posta a diretto contatto con lo strato minerale compattato, senza interposizione di materiale drenante.” Sull’area di Casa Rota sono state effettuate diverse campagne di indagini geognostiche sviluppate sia in sito che in laboratorio, per valutare l’effettiva idoneità dei terreni con quanto richiesto dalla normativa vigente. Nella Relazione geologica, idrologica e geotecnica, a firma del dott. geologo Giorgio Francini, e nello Studio Idrogeologico redatto da Golder Associates, ai quali si rimanda per una descrizione più dettagliata, si rileva che nell’area dell’impianto esistente ed in quella di ampliamento sono presenti formazioni a carattere prevalentemente limo e limo-argilloso e che gli strati presenti, seppur di potente spessore, non hanno omogeneità diffusa. In altri termini le formazioni in cui si opera, che nel loro complesso presentano bassa permeabilità, possono contenere, in modo anche del tutto casuale e certamente non diffuso, interstrati e lenti a maggior permeabilità, tali da compromettere l’affidabilità della barriera naturale al passaggio di acqua e, quindi, della protezione delle acque da fenomeni di inquinamento. Lo strato minerale compattato di fondo previsto dalla norma viene perciò integrato da specifiche attività di riqualificazione e bonifica di strati meno affidabili, procedendo secondo le metodologie usuali in casi simili, fino alla costruzione della barriera geologica espressamente richiamata dal punto 2.4.2. dell’allegato 1 al D.Lgs. 36/03, a cui si sovrappone, in continuità, uno spessore di almeno 1 metro a caratteristiche geotecniche e di permeabilità certificate, nel rispetto delle caratteristiche stabilite al punto 4 della D.C.R.T. n. 88/98 “Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti – Approvazione primo stralcio relativo ai rifiuti urbani e assimilati” ed al punto 2.4.2. dell’allegato 1 del D.Lgs. 36/2003. I moduli dell’ampliamento verranno rivestiti con una barriera artificiale, composta in modo diverso a seconda della collocazione, in modo da realizzare le barriere multistrato di seguito descritte. Fondo invaso barriera geologica naturale e/o artificiale; barriera di confinamento composta da strati minerali compattati dello spessore minimo di 100 cm e coeff. di permeabilità k ≤ 10-7 cm/s e geomembrana impermeabile in polietilene ad alta ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 18/88 densità (hdpe) da 2,5 mm, con caratteristiche conformi alle indicazioni della norma UNI EN 13493 per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi; geotessile a protezione della geomembrana con resistenza al punzonamento statico ≥ 6.500 N strato drenante dello spessore di almeno 50 cm, in cui vengono inseriti i collettori macrofessurati in polietilene ad alta densità (hdpe) che costituiscono la rete di drenaggio del percolato. Nel rispetto delle indicazioni costruttive e tecniche derivanti dalla lettura combinata della D.C.R.T. 88/1998 e del D.Lgs. 36/03 verranno adottate le seguenti modalità costruttive: il fondo degli invasi sarà sagomato in modo da garantire una pendenza minima del 2% verso il punto di raccolta del percolato; il fondo invaso verrà suddiviso in settori per separare fisicamente le acque bianche dei settori non ancora attivati e i percolati di quelli oggetto di conferimenti. Infine, come previsto dal Piano di Sorveglianza e Controllo (PSC) dell’impianto esistente, i materiali utilizzabili per la costituzione della barriera geologica artificiale di fondo saranno scelti sulla base di prove di laboratorio, quali: limiti di Atterberg; determinazioni granulometriche; prove Proctor Standard; oltre alle verifiche dirette, condotte in fase realizzativa, per la determinazione delle caratteristiche di permeabilità e di densità del singolo strato. Scarpata “P Particolari soluzioni progettuali nella realizzazione del sistema barriera di confinamento delle sponde, che garantiscano comunque una protezione equivalente, potranno eccezionalmente essere adottate e realizzate anche con spessori inferiori a 0,5 m, a condizione che vengano approvate dall'Ente territoriale competente; in tal caso dovranno essere previste specifiche analisi di stabilità del sistema barriera di confinamento.” (stralcio del punto 2.4.2. dell’allegato 1 al D.Lgs. 36/2003) La metodologia costruttiva proposta per la costruzione delle scarpate presenta alcune modifiche rispetto ai sistemi consolidati nelle parti di discarica già attivate. Come detto la procedura di costruzione prevede, di norma, attività di scoronamento della pendice dall’alto verso il basso, con ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 19/88 sponde dei moduli che vengono “ritagliate” all’interno delle formazioni presenti. A secondo delle caratteristiche riscontrate all’atto della sagomatura si procede alla costruzione per solo scavo, fino alla costruzione di profili di progetto o, nel caso di terreni meno affidabili, alla loro completa rimozione ed alla ricostruzione del profilo con terre scelte compattate. Tale procedura è possibile proprio in funzione della nuova metodica costruttiva adottata, con attività che, condotte dall’alto verso il basso, consentono di rimuovere tutti gli strati a minor caratteristiche geotecniche in condizioni di stabilità e sicurezza sia per l’area di cantiere che per i settori già attivati alla gestione. Una volta ultimata la fase di messa in vista di strati e formazioni geotecnicamente affidabili, si provvederà alla eventuale ricostruzione del profilo, riportando le sagome a pendenze e sistemazioni coerenti con il fondo invaso approvato. La ricostruzione verrà eseguita con terre idonee, opportunamente caratterizzate e compattate in corso d’opera per strati a modesto spessore, su cui verranno condotte prove di qualificazione e verifica sia delle condizioni di portanza che di permeabilità. Da questo punto in poi la procedura costruttiva prevede, in modo ancor più cautelativo rispetto alle indicazioni della norma, l’interposizione, tra strato minerale compattato e geomembrana, di un geocomposito bentonitico. In questa logica si procede alla costruzione della seguente stratigrafia, descritta dal basso verso l’alto: barriera geologica naturale e/o artificiale; materassino in geocomposito bentonitico costituito da due strati di geotessile non tessuto con interposto uno strato di bentonite sodica naturale granulare; geomembrana impermeabile in polietilene ad alta densità (hdpe) da 2,5 mm, con caratteristiche conformi alle indicazioni della norma UNI EN 13493 per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi; strato di protezione realizzato con pneumatici usati, utilizzati quale materiale da ingegneria. Il telo sarà normalmente ancorato in trincee riempite con il terreno di scavo ricavate a bordo delle piste a coronamento dei nuovi moduli. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 20/88 Fig. 2 - Barriere impermeabili di protezione Le operazioni di scavo per la sagomatura dei moduli di stoccaggio sono state suddivise in 3 fasi elementari, con una ulteriore fase preliminare propedeutica alla realizzazione del cantiere e delle attività operative di dettaglio. La descrizione che segue ripercorre le varie attività previste, già in parte illustrate, e riporta uno schema operativo tipologico da adottare nel caso si riscontrasse la presenza di terreni da riqualificare. Fase preliminare Preliminarmente all’avvio delle operazioni di scavo delle singole fasi, si provvederà a realizzare la pista di accesso perimetrale alle zone di lavorazione. Gli interventi prevedono: lo scavo della pista in asse alla viabilità perimetrale definitiva; lo spostamento della recinzione al limite dell’area di proprietà per contenere le attività di cantiere entro l’area impiantistica; la preventiva piantumazione delle essenze arboree schermanti previste dal progetto di ripristino ambientale; lo scavo delle canalette perimetrali di intercettazione delle acque meteoriche di monte. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 21/88 Prima fase: La prima fase di scavo interessa l’area nord-ovest dell’ampliamento, nella zona a contatto con l’impianto “storico” e con il sottomodulo di completamento della quarta fase dell’attuale ampliamento. Operativamente si procederà secondo il seguente programma: iniziale decespugliamento e realizzazione di canalette, anche a sviluppo locale, a cui verranno affidate le funzioni di canale di guardia dell’area oggetto degli scavi. Ad integrazione di questo sistema si prevede la costruzione di una pista provvisoria intermedia per l’accesso ai gradoni previsti nella morfologia finale; scotico dell’area di scavo e tracciamento sul suolo delle opere da realizzare. In linea generale il terreno di scotico, essendo quello con caratteristiche più idonee per le successive azioni di ricomposizione paesaggistica, sarà collocato in quelle aree che necessitano di materiali per lo strato vegetale della copertura finale; scavo e trasporto dei materiali nelle zone di stoccaggio previste all’interno dell’impianto. In questa fase i materiali idonei potranno essere inviati direttamente nelle zone di conferimento dei rifiuti, per gli utilizzi previsti in ambito gestionale (esecuzione delle coperture temporanee). Fig. 3 - Area oggetto degli scavi preliminari e di Prima Fase ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 22/88 Seconda fase: La seconda fase di scavo interessa l’area posta a nord e nord-est a contatto con i primi due moduli della 4a fase dell’attuale ampliamento. In questa area, operativamente si procederà secondo il programma descritto nella prima fase. Terza fase: Fig. 4 - Area oggetto degli scavi di seconda Fase La terza fase di scavo interessa l’area posta a nord della seconda fase e ad est della prima fase di ampliamento e costituisce il completamento del presente intervento di ampliamento. Anche in questa area si procederà secondo il consueto programma operativo. Fig. 5 - Area oggetto degli scavi di terza Fase ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 23/88 Durante le operazioni di scavo il materiale di risulta, se ritenuto idoneo per essere utilizzato come materia prima per la ricostituzione dello strato impermeabile di fondo, verrà caratterizzato geotecnicamente presso un laboratorio autorizzato: nel caso presentasse caratteristiche conformi con quanto stabilito nel PSC si provvederà a stoccarlo temporaneamente in un area prossima al cantiere per il suo successivo riutilizzo. I materiali provenienti dagli scavi ed eccedenti gli usi ai quali saranno direttamente inviati (come indicato nel programma operativo relativo alle singole fasi), verranno stoccati entro l’area impiantistica in aree di volta in volta concordate con la gestione. In alternativa, per i soli materiali compatibili, si può prevedere l’utilizzo di quota parte delle materie di scavo, per effettuare interventi mirati di sistemazione agraria. Durante tutto lo sviluppo cantieristico delle tre fasi di realizzazione, le operazioni di movimento terra saranno sempre condotte procedendo dall’alto verso il basso, a garanzia della stabilità dei fronti di scavo. Fig. 6 - Schema di conduzione degli scavi (a strati successivi) Sul fondo dei moduli sagomato in via definitiva si procederà con la ricostituzione dello strato minerale impermeabile di fondo (utilizzando se possibile i materiali idonei temporaneamente stoccati) (caratterizzato da uno spessore di almeno 100 cm con una conducibilità idraulica k minore o uguale a 10 alla -7 cm/s, depositato preferibilmente in strati uniformi compattati dello spessore massimo di 20 cm). ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 24/88 Durante le operazioni di scavo dei moduli, in corrispondenza delle gradonature poste a nord, qualora il rispetto della morfologia del profilo di scavo progettato non consentisse la rimozione di tutti gli strati alterati di suolo si procederà con interventi specifici, con riqualificazioni localizzate condotte secondo il seguente schema operativo: rimozione del materiale non ritenuto idoneo; sagomatura a gradoni della zona di ripristino; riporto di materiale con caratteristiche idonee (reperito fra quello proveniente dagli scavi e stoccato per il successivo riutilizzo) steso con l’utilizzo di ruspa e rullo compattatore; riprofilatura della zona di riporto secondo il profilo previsto dal progetto. Le operazioni sopra indicate verranno condotte, per quanto possibile, appena ultimato lo scavo dello strato posto alla stessa quota della zona da bonificare, come schematizzato nella figura successiva. Fig. 7 - Schema tipologico di intervento di riqualificazione della barriera geologica in fase di realizzazione degli scavi ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 25/88 5. RETE DI RACCOLTA, DEFLUSSO E RILANCIO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (PUNTO 2.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Il D.Lgs. 36/2003 indica che “devono essere adottate tecniche di coltivazione e gestionali atte a minimizzare l’infiltrazione dell’acqua meteorica nella massa dei rifiuti. Per quanto consentito dalla tecnologia, tali acque meteoriche devono essere allontanate dal perimetro dell’impianto per gravità, anche a mezzo di idonee canalizzazioni dimensionate sulla base delle piogge più intense con tempo di ritorno di 10 anni.” La discarica dispone attualmente, come previsto dalla normativa, di un sistema di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche dimensionato con tempo di ritorno almeno decennale. Il sistema permette di intercettare e trasportare a recapiti idrici stabili le acque meteoriche che corrivano sui bacini circostanti l’invaso di discarica e/o sulle aree di impianto già coperte in modo definitivo. L’intervento di ampliamento non modifica, quindi, l’impostazione generale già presente nell’impianto ma la adegua, sia planimetricamente che altimetricamente, in funzione della nuova morfologia di discarica e delle verifiche eseguite, di seguito riportate. Innanzitutto è però il caso di definire le diverse tipologie di acque generate all’interno dell’impianto di discarica di Casa Rota, così definite secondo le indicazioni contenute nel D.Lgs. 36/2003, nel D.Lgs. 152/06 e nelle leggi regionali della Toscana: percolato ed acque di discarica: prodotto nelle aree di discarica in coltivazione ovvero nelle aree caratterizzate da lisciviazione delle acque meteoriche dei rifiuti non protetti in superficie da alcuna copertura o comunque non sufficiente ad evitare l’infiltrazione delle precipitazioni nel corpo della discarica e quindi a produrre percolato. Le acque di percolazione vengono raccolte dalla rete di drenaggio collocata sul fondo invaso. Quest’area è di buona norma limitata alle zone di scarico non ancora protette dalle prime coperture, anche provvisorie; ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 26/88 acque di scarico reflui civili: sono le acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche. Nel caso in esame l’attività dalla quale derivano gli scarichi rientra nella tabella allegata al D.P.G.R. n. 28/R del 23/05/2003, “Regolamento d’attuazione all’art. 6 della L.R. 21/12/2001 n. 64” e pertanto sono assimilabili ad acque reflue domestiche. In particolare si fa espresso riferimento all’attività contrassegnata con il numero 1, ovvero alla produzione e commercio di beni o servizi le cui acque reflue sono costituite esclusivamente dallo scarico di acque derivanti dal metabolismo umano e da attività domestiche. Gli scarichi in questione, infatti, derivano da moduli prefabbricati destinati a servizi, uffici e spogliatoi, senza interessare alcun altro elemento riconducibile all’impianto di discarica; acque meteoriche: raccolte nelle aree di discarica non ancora interessate dai conferimenti o nelle aree invece già esaurite e/o abbandonate definitivamente dai conferimenti su cui è stata realizzata la copertura giornaliera, provvisoria/definitiva e sulla quale è comunque in avanzamento il recupero a verde tale da favorire il deflusso delle acque e da minimizzare l’infiltrazione delle stesse nella discarica; I temi connessi al percolato ed alle acque di discarica verranno trattati in modo approfondito al capitolo successivo, mentre nel seguito si descrivono le modalità di raccolta e scarico delle altre tipologie di acque prima classificate. 5.1. Acque di scarico reflui civili Queste acque, riconducibili agli scarichi di servizi, uffici e spogliatoi, vengono attualmente raccolte con fognatura separata che prevede, prima del conferimento al collettore di allacciamento con il depuratore di S. Giovanni Valdarno, il trattamento dei reflui in tre fosse biologiche tricamerali, in modo da ottenere una notevole riduzione dei solidi sospesi presenti nel flusso e dei conseguenti fenomeni di occlusione del collettore. Si riporta uno schema descrittivo della situazione riscontrabile nell’area servizi. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 27/88 L’ampliamento in progetto non modificherà in alcun modo la gestione di questi scarichi. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 28/88 5.2. Acque meteoriche L’ampliamento in progetto comporta l’adeguamento e/o il rifacimento dei canali perimetrali a protezione dell’impianto, dimensionati sulla base di piogge intense e con deflusso a gravità, mentre all’interno, in corrispondenza dei vari settori individuati per la compartimentazione di questi ultimi, verranno adottati efficaci sistemi di separazione delle aree, mirando ad evitare che acque meteoriche che precipitano in aree non interessate dai rifiuti corrivino sulle aree già in fase operativa, dove sono presenti rifiuti e le acque sono classificate unicamente come percolato. In questo modo si dovrebbe minimizzare la contaminazione di acque meteoriche e la produzione di percolato; in modo complementare la nuova morfologia di impianto massimizza senz’altro l’efficienza di contenimento ed allontanamento delle acque meteoriche che trovano naturale recapito idraulico nell’area interessata dalla discarica, ridotte senz’altro rispetto alla configurazione attuale. Come già anticipato, è dunque bene distinguere la tipologia “acque meteoriche” in base all’evoluzione dell’impianto, ovvero in: a) acque meteoriche raccolte in aree non ancora interessate dal conferimento dei rifiuti; b) acque meteoriche raccolte dalle aree di pertinenza della discarica e dalle coperture provvisorie e finali d’impianto. a) Acque meteoriche raccolte in aree non ancora interessate dal conferimento dei rifiuti. Si è già detto che per ottimizzare la gestione del cantiere e proporre evoluzioni coerenti con le necessità impiantistiche l’ampliamento in esame viene suddiviso in fasi costruttive, secondo lo schema sequenziale riportato di seguito. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 29/88 Fig. 8 - Indicazione delle fasi realizzative Il fondo di ogni invaso elementare verrà sagomato con pendenza del 2% in modo da garantire il deflusso delle acque ai pozzetti posizionati nel punto più depresso del modulo. Per quanto riguarda il drenaggio delle acque, si osserva che fino all’attivazione del conferimento dei rifiuti le acque rilanciate sono da assimilare ad acque meteoriche. In effetti le stesse non giungono a contatto con alcun tipo di rifiuto e non possono quindi, in alcun modo, essere oggetto di potenziale inquinamento. Risulta quindi corretto ipotizzare un sistema che consenta una netta separazione tra acque meteoriche ed acque di percolazione, intendendo con questa definizione le acque che sono giunte a contatto con i rifiuti e che, per questo, sono da ritenere rifiuto con codifica CER. La separazione viene realizzata sia tra aree esterne e di invaso che tra le singole aree di invaso. In questa condizione anche nel caso di predisposizione di più moduli gli stessi risulteranno tra loro indipendenti, con strutture in terra che consentiranno di isolare idraulicamente le singole porzioni di discarica. All’interno di ciascuna verrà posizionato, in corrispondenza del punto più depresso dell’invaso, un pozzetto o un elemento specifico in cui inserire una pompa per il rilancio nel fosso perimetrale delle acque meteoriche. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 30/88 Una volta attivato il conferimento dei rifiuti, il percolato drenato nel primo modulo verrà opportunamente convogliato alla rete di raccolta ed agli stoccaggi presenti nell’impianto attuale. Attivazione dei moduli successivi All’attivazione del modulo successivo, già a suo tempo predisposto, si provvede all’esecuzione di una serie di semplici lavorazioni: rimozione della pompa di rilancio delle acque meteoriche e del pozzetto in cui è installata; eventuale prolungamento del pozzo di rilancio del percolato e posizionamento della pompa per il suo rilancio alle cisterne di stoccaggio temporaneo. Questo schema gestionale verrà replicato anche per la realizzazione dei moduli successivi, per cui le acque meteoriche dei moduli non ancora attivi verranno rilanciate tramite pompe ai fossi perimetrali. Si specifica inoltre che man mano che i moduli verranno coltivati, si provvederà a posizionare teli impermeabili sulla scarpata interna dell’ammasso: tale intervento temporaneo impedirà l’ingresso di acque meteoriche in discarica, con l’ovvio beneficio di diminuire la produzione di percolato. b) Acque meteoriche raccolte dalle aree di pertinenza della discarica e dalle coperture provvisorie e finali d’impianto. Si è già detto che l’ampliamento in progetto comporta l’adeguamento e/o il rifacimento dei canali perimetrali a protezione dell’impianto, dimensionati sulla base di piogge intense e con deflusso a gravità, e la prosecuzione, all’interno delle aree di invaso, delle procedure di separazione delle acque, mirando ad evitare che le acque meteoriche che precipitano in aree non interessate dai rifiuti corrivino sulle aree già in fase operativa, dove sono presenti rifiuti e le acque sono classificate unicamente come percolato. In questo modo si dovrebbe raggiungere il doppio obiettivo di minimizzare la contaminazione di acque meteoriche e la produzione di percolato in fase di costruzione e di prima operatività dell’impianto. In modo complementare si prevede di realizzare, in fase operativa e di copertura, sagome e profili tali da massimizzare l’efficienza dei sistemi di contenimento ed allontanamento delle acque meteoriche che interessano le coperture della discarica, applicando, nella maggior parte possibile delle aree, azioni di isolamento tra corpo dei rifiuti ed ambiente esterno. In questa logica si conferma che, compatibilmente con le scelte gestionali, sulle aree in fase operativa che dovessero essere ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 31/88 temporaneamente essere escluse dal conferimento dei rifiuti, si provvederà ad eseguire coperture intermedie con terra e rivestimento impermeabile, in modo da diminuire la produzione di percolato. Le aree così sagomate e protette troveranno recapito idraulico nelle fossette e canalette realizzate a perimetro nell’impianto o nelle aree già predisposte ma escluse dal conferimento (moduli prima descritti). Sulle aree progressivamente portate alle quote ed alla morfologia finale si procederà quindi alla realizzazione della rete di drenaggio superficiale definitiva, descritta nella tavola 4.2.C.23 e così costituita: canali realizzati sulla superficie portata a colmatazione finale e sulla quale è stata realizzata la stratigrafia prevista dal capping definitivo: sono realizzati in scavo a sezione trapezoidale ed hanno come dimensioni massime b = 0,3 m, h=0,5 cm; tubi chiusi in pvc o pead per la canalizzazione delle portate di pioggia lungo le linee di massima pendenza delle scarpate portate a colmatazione finale e sulle quali è stata realizzata la stratigrafia prevista dal capping definitivo; pozzetti di confluenza dei canali trapezoidali e dei tubi chiusi realizzati in calcestruzzo gettato in opera, sagomato secondo il numero e la forma dei recapiti e chiuso con coperchio carrabile in calcestruzzo di dimensioni opportune; tubazioni chiuse per il sottopasso delle viabilità, secondo le dimensioni indicate nelle tavole di progetto; canalizzazioni esterne all’area interessata dallo stoccaggio dei rifiuti, per l'allontanamento finale delle portate meteoriche intercettate: questi canali, di norma con pendenze inferiori al 4% sono realizzati in scavo a sezione trapezoidale ed hanno le dimensioni massime b= 0,3 m, h=0,5 cm. Essi si trovano al margine interno della viabilità a perimetro dell'impianto e recapitano le acque nei canali di destra e sinistra idraulica per l’allontanamento finale verso i recapiti stabili. In corrispondenza dei manufatti di attraversamento e di confluenza sono rivestiti in calcestruzzo per un tratto di 1,50 ml. a monte ed a valle del manufatto; canalizzazioni esterne all'area interessata dallo stoccaggio dei rifiuti, per l'allontanamento finale delle portate meteoriche afferenti all’invaso di discarica e provenienti dalle coperture: questi linee di deflusso, identificabili con i canali di sinistra e destra idraulica sono a sezione trapezia in terra con dimensioni massime b=0,5 m, h=0,7m. Si osserva che al perimetro della copertura ed in presenza di cambi di pendenza, può essere inserito nello strato di drenaggio superiore della copertura anche un tubo di drenaggio che raccoglie le acque ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 32/88 di infiltrazione eventualmente presenti nello strato di sigillatura finale, nella zona immediatamente superiore alla barriera impermeabile, e le recapita nei sistemi esterni già descritti. Nel seguito si procederà quindi a progettare/verificare l’affidabilità idraulica dei sistemi, di nuova realizzazione ed esistenti, per le portate di progetto, secondo il seguente schema operativo: individuazione dei bacini e dei sottobacini scolanti; determinazione dei dati geometrici caratteristici dei bacini; quantificazione delle portate da smaltire; verifica delle corrispondenti sezioni idrauliche. Particolare attenzione è stata riservata nei confronti delle seguenti situazioni: il deflusso delle acque dai sottobacini della discarica; la possibilità di procedere alla rapida e costante manutenzione delle opere; l’assenza di conflitti ed interferenze con la viabilità dell’impianto; la flessibilità della rete, con possibilità di adeguamenti senza costi eccessivi; il mantenimento per i canali principali, per quanto possibile, di una situazione di deflusso a cielo aperto, senza tratti tombati e possibilità di ostruzioni. Per quanto riguarda gli scarichi nei recettori, si ricorda che sono presenti cinque punti di scarico (S1÷S5), la cui ubicazione è riportata nelle planimetrie. Per gli scarichi, numerati con i codici S1, S3 ed S5, interessati dal possibile deflusso di acque da discarica a basso contenuto di inquinanti, si ritiene opportuno prevedere, prima del recapito al corpo idrico esterno, una sezione di controllo/trattamento, per ora identificato con un bacino di sedimentazione a sezione trapezoidale. Come noto questi impianti consentono la separazione solidi-liquidi per l’effetto combinato della ridotta velocità di trasporto e della velocità di caduta delle particelle solide se trasportate in un flusso liquido (con velocità di separazione dipendente dalla loro dimensione, peso, forma e dal numero di Reynolds della corrente). La velocità di sedimentazione è facilmente calcolabile partendo dalla legge di Stokes, che correla in modo direttamente proporzionale la forza F di attrito che un liquido di viscosità oppone al moto di una sferetta di raggio R che scorre in esso alla velocità della sferetta, al suo raggio e al coefficiente di viscosità del liquido. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 33/88 Individuazione dei bacini scolanti e determinazione dei dati geometrici caratteristici Una volta determinati i bacini imbriferi, le rispettive aree ed i corrispondenti tempi di corrivazione, è possibile procedere alla determinazione delle portate idrauliche per il dimensionamento e la verifica delle sezioni significative. Si riporta di seguito una planimetria con indicazione del cumulo di discarica in cui si evidenziano i sottobacini scolanti. Fig. 9 - Planimetria con indicazione della morfologia finale della discarica in progetto e dei sottobacini scolanti ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 34/88 Le caratteristiche dei bacini individuati sono di seguito riassunte: BACINO valori dimensionali A m2 L km HM m A1 5,536 A2 16,381 A3 20,660 A4 4,808 A5 2,606 A6 4,670 A7 17,565 A8 A9 15,060 27,600 0.49 0.21 0.23 0.10 0.05 0.10 0.16 0.14 0.39 11.90 7.00 2.75 5.00 5.00 6.15 4.50 4.50 7.00 BACINO valori dimensionali A m2 L km HM m A10 13,910 A11 10,850 A12 10,475 A13 6,670 A14 15,680 A15 93,910 A16 4,870 A17 8,311 A18 4,560 0.25 0.16 0.17 0.07 0.24 0.50 0.18 0.20 0.09 7.00 5.50 7.00 6.00 5.75 73.50 0.50 7.15 5.65 BACINO valori dimensionali A m2 L km HM m A19 8,515 A20 1,514 A21 8,520 A22 5,160 A23 2,530 A24 5,150 A25 6,610 A26 1,600 A27 2,820 0.17 0.09 0.21 143.00 0.06 0.24 0.07 0.05 0.16 1.40 4.25 10.00 5.25 3.25 9.75 10.68 4.20 10.00 BACINO valori dimensionali A m2 L km HM m A28 2,931 A29 8,211 A30 1,308 A31 2,330 A32 12,900 A33 55,100 A34 5,700 A35 4,200 0.08 0.05 0.05 0.15 0.32 0.54 0.12 0.26 3.00 3.00 5.00 10.00 17.50 23.50 6.50 9.00 Quantificazione delle portate da smaltire Per il dimensionamento delle opere idrauliche si è fatto riferimento ai risultati ottenuti dalla elaborazione della curva di possibilità pluviometrica con tempo di ritorno pari a 10 anni, elaborazione per la quale è stato utilizzato uno studio statistico delle piogge intense, servendosi dei dati pluviometrici della stazione di Renacci, da tempo utilizzata quale riferimento in fase progettuale. La curva calcolata esprime il legame esistente tra l’altezza di pioggia che cade nella località considerata e la sua durata, per un assegnato valore del tempo di ritorno. Si ricorda che con il termine altezza di precipitazione in un punto della superficie terrestre si indica l’altezza della lama ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 35/88 d’acqua che si formerebbe al suolo in un certo intervallo di tempo (durata della precipitazione) in assenza di perdite, su una superficie orizzontale ed impermeabile di estensione limitata (al limite infinitesima) sviluppatesi attorno al punto. La curva di possibilità climatica ha la forma: h a tn dove: h = altezza di pioggia caduta nel tempo considerato (mm); a = parametro (mm); n = parametro (adimensionale). Entrambi i parametri risultano in generale variabili al variare del tempo di ritorno considerato. Tuttavia, mentre il parametro a, che rappresenta la pioggia di durata unitaria avente il tempo di ritorno T, è ovviamente crescente al crescere del tempo di ritorno, il parametro n presenta spesso variazioni modeste al variare di T. Dalla relazione precedente si ricava l’espressione della intensità di pioggia : i(d,T)= adn-1 (2) Fig. 10 - Andamento delle curve che rappresentano l’altezza e l’intensità di pioggia in funzione della durata. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 36/88 La curva di possibilità climatica è stata stimata a partire dall’analisi delle serie storiche delle piogge intense misurate nella stazione del Servizio Mareografico Nazionale di interesse, di seguito riportate così come rese disponibili dal sito http://www.idropisa.it. Si riporta inoltre l’ubicazione della stazione pluviometrica utilizzata. Fig. 11 - Ubicazione della stazione pluviometrica considerata ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 37/88 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 38/88 Attraverso le tecniche proprie della statistica, si può ricercare la funzione di distribuzione di probabilità più adatta ad interpretare il campione di dati disponibile. Trattandosi di valori massimi risulta particolarmente adatta a questo scopo la legge di Gumbel. Si ricorda che la funzione di distribuzione di tale legge, F(x), esprimente la possibilità che la generica osservazione risulti minore od uguale ad un valore x assegnato, ha la seguente espressione: FX x e e x u (3) in cui i parametri α e u possono essere stimati grazie alla conoscenza delle caratteristiche statistiche del campione, secondo le formule 4 e 5: d 1.283 d (4) ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 39/88 ud d 0.577 d (5) dove σ e μ rappresentano rispettivamente lo scarto quadratico medio e la media della serie dei massimi di pioggia per una data durata. Esplicitando la (3) rispetto al quantile di probabilità assegnata x(T) si ottiene: xT u d 1 d ln ln F x (6) Introducendo nella 6 il legame tra tempo di ritorno e la probabilità di non superamento in un anno generico dell’assegnato valore x T 1 1 FX x (7) si ottiene: xT u d T 1 ln ln T d 1 (8) da cui è immediato ricavare il valore della pioggia di assegnata durata d in funzione del tempo di ritorno. In particolare, per il caso in esame si sono ottenuti i seguenti risultati per durate assegnate: durata 1h h(T=5) 3h 6h 12h 24h 32,17 51,86 58,97 71,06 83,79 h(T=10) 39,20 65,02 72,88 87,05 103,70 h(T=20) 45,95 77,64 86,22 102,38 122,80 h(T=50) 5468 103,49 122,23 147,52 h(T=100) 61,22 106,22 116,43 137,11 166,04 h(T=200) 67,74 118,42 129,32 151,93 184,50 93,98 Se i valori di h(d,T) così calcolati vengono disposti su un piano bilogaritmico in cui in ascisse si riportano le durate d e in ordinata le corrispondenti h(d,T), si osserva che i punti che corrispondono ad un medesimo valore del tempo di ritorno tendono a disporsi approssimativamente su di una retta: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 40/88 individuando quella che meglio interpola le stime delle altezze di pioggia di pari tempo di ritorno, ad esempio con il metodo dei minimi quadrati, si possono individuare i parametri a ed n cercati. Si riportano di seguito i valori di a ed n desunti in funzione del Tempo di ritorno, e, il grafico rappresentante la curva h-d,. T=5 T=10 T=20 T=50 T=100 T=200 n 0.293 0.295 0.296 0.297 0.298 0.298 a 34.35 42.27 49.85 59.68 67.02 74.35 CURVA DI POSSIBILITÁ PLUVIOMETRICA STAZIONE DI RENACCI - COMUNE DI SAN GIOVANNI VALDARNO 250 T=5 T=10 T=20 T=50 T=100 T=200 200 h (mm) 150 100 50 0 0 5 10 15 20 d (ore) Fig. 12 - Curva di possibilità pluviometrica della stazione di Renacci per diversi tempi di ritorno. Per coerenza con i precedenti progetti elaborati e approvati per l’impianto di Discarica, una volta verificata l’attendibilità dei coefficienti calcolati per la curva di possibilità pluviometrica si sono adottati quali valori di a ed n i valori considerati nei progetti a suo tempo approvati, in quanto leggermente più cautelativi, ovvero: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 41/88 a=45 n=0.28 Il tempo di corrivazione del singolo bacino è stato determinato inizialmente con la formula empirica ideata dal Giandotti: Formula di Giandotti che determina il tempo di corrivazione tc del bacino espresso in ore: tc a* A b*L c Hm dove: a = coefficiente adimensionale da assumere pari a 4; A = area del bacino espressa in km2; b = coefficiente adimensionale da assumere pari a 1,5; L = lunghezza in km del percorso idraulicamente più lungo del bacino; Hm = altezza media del bacino, in metri, rispetto alla sezione di chiusura; c = coefficiente adimensionale da assumere pari a 0,8. La portata corrispondente ai dati di input è stata calcolata applicando il metodo cinematico basato sulle seguenti considerazioni: gocce di pioggia cadute in punti diversi dell’area considerata impiegano tempi diversi per arrivare alla sezione di chiusura; il contributo di ogni singolo punto del bacino alla portata è direttamente proporzionale alla intensità della pioggia caduta nel punto in un istante precedente quello del passaggio della piena del tempo necessario perché detto contributo raggiunga la sezione di chiusura; questo tempo è caratteristico di ogni singolo punto ed invariante nel tempo; La formula utilizzata è la seguente: Q * * h * A tc dove: coefficiente di deflusso (rapporto tra pioggia netta afferente alla rete e pioggia totale), cautelativamente assunto pari a 1; ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 42/88 coefficiente di laminazione/ritardo (valore che dipende dalle caratteristiche del bacino quali superficie, pendenza dei versanti, sviluppo della rete idrografica, natura dei terreni, etc..), assunto pari a 1; h altezza di pioggia determinata per il rispettivo tempo di corrivazione; A area scolante; tc tempo di corrivazione. Di seguito si riporta, a titolo esemplificativo, lo sviluppo del calcolo del bacino 1 e i risultati ottenuti per i bacini individuati: A area del bacino (in km2) = 0,0055; L lunghezza dell’asta fluviale per la sezione esaminata (in km) = 0,490; Hm altitudine media del bacino sulla sezione di chiusura (m) = 11,90; a* A b*L tc c Hm 4 * 0,0055 1,5 * 0,490 0,8 11,90 0,37 h = altezza di pioggia calcolata per il tempo di corrivazione e con i coefficienti a ed n sopra indicati: h a * t c 45 * 0,37 n 0 , 28 34,14 mm Q1 = portata calcolata con il metodo cinematico, adottando un coefficiente di afflusso pari ad 1, a cui corrisponde una situazione cautelativa di saturazione superficiale del bacino: Q1 * * h * A 3600 * t c 1 *1 * 27,42 * 4500 0,141 m³/s 3600 * 0,37 Si ripotano di seguito quindi i valori di portata per i singoli bacini: BACINO valori tc dimensionali h A1 0.373 A2 0.394 A3 0.693 A4 0.239 A5 0.159 A6 0.214 A7 0.451 A8 0.411 A9 0.590 h mm 0.141 0.401 0.336 0.168 0.123 0.177 0.389 0.357 0.504 Q m³/s 0.251 0.744 0.938 0.218 0.118 0.212 0.798 0.684 1.253 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 43/88 BACINO valori tc dimensionali h A10 0.402 A11 0.350 A12 0.314 A13 0.223 A14 0.445 A15 0.287 A16 0.971 A17 0.311 A18 0.213 h mm 0.335 0.289 0.302 0.245 0.351 2.884 0.062 0.241 0.174 Q m³/s 0.632 0.493 0.476 0.303 0.712 2.884 0.221 0.377 0.207 BACINO valori tc dimensionali h A19 0.655 A20 0.172 A21 A22 0.270 117.176 A23 0.202 A24 0.259 A25 0.163 A26 0.146 A27 0.176 h mm 0.144 0.067 0.273 0.002 0.100 0.170 0.305 0.080 0.123 Q m³/s 0.387 0.069 0.387 0.234 0.115 0.234 0.300 0.073 0.128 BACINO valori tc dimensionali h A28 0.237 A29 0.319 A30 0.123 A31 0.165 A32 0.279 A33 0.451 A34 0.239 A35 0.272 h mm 0.103 0.234 0.074 0.106 0.404 1.222 0.200 0.134 Q m³/s 0.133 0.373 0.059 0.106 0.404 1.222 0.259 0.191 Verifica delle sezioni idrauliche Il dimensionamento delle opere idrauliche verrà sviluppato riferendosi alle formule che simulano l’andamento delle correnti idriche che percorrono i corsi d’acqua naturale (fiumi e torrenti) o i canali artificiali (di bonifica, di irrigazione, di fognatura, di navigazione interna). Queste correnti sono caratterizzate dall’avere una parte della loro superficie di contorno, e precisamente quella superiore, non a contatto con una parte solida, ma con un gas, che nella più grande generalità dei casi è l’atmosfera. Tale superficie, che si dice appunto superficie libera o pelo libero è pertanto una superficie isobarica, a pressione costante, nulla nel riferimento relativo. Si potrà pertanto parlare, per la generica sezione, della quota d’alveo o di fondo invaso, del pelo libero della corrente o, più semplicemente, del profilo del pelo libero, della pendenza motrice e della velocità, approssimando lo studio della corrente ad una corrente lineare, secondo la teoria unidimensionale, caratterizzata da moto uniforme. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 44/88 Presa ad esame la singola sezione idraulica potremo indicare con h l’altezza del pelo libero, misurata rispetto al punto più depresso del suo contorno e con A l’area della sezione trasversale occupata dal liquido: negli alvei considerati l’area sarà funzione solo dell’altezza della corrente idraulica. Definiremo con R il raggio idraulico corrispondente ad una data altezza h come il rapporto fra la sezione liquida A ed il suo contorno bagnato B: ricordiamo che, per le correnti a pelo libero, si assume quale contorno bagnato soltanto quella parte del perimetro della sezione liquida che è costituita dalla parte solida dell’alveo, giacchè soltanto ad essa si deve praticamente la resistenza alla corrente. In condizioni di moto uniforme la velocità media V è legata alle caratteristiche dell’alveo (pendenza, scabrezza, forma della sezione trasversale) e della corrente (profondità, area della sezione liquida, raggio idraulico) dalla legge del moto uniforme, che di norma si esprime a mezzo della formula di Chézy V C * R *i nella quale si pone la pendenza i quale pendenza media dell’alveo considerato. Al coefficiente di scabrezza C sono state assegnate varie espressioni da diversi autori, riferendosi sempre alle condizioni dell’alveo e prescindendo dal tipo di moto, assunto sempre turbolento (la formulazione non considera quindi il numero di Reynolds). Limitandoci alle formule più comunemente utilizzate, per la determinazione di C possiamo citare quelle di Bazin, Manning, Kutter, e quella di Strickler, detta anche di Gaukler e Strickler, di tipo monomio, così riassumibile: C c*R 1 6 nella quale il coefficiente c, dipendente dalla scabrezza della parete, può essere anche considerato un indice di scabrezza. Lo sviluppo dei calcoli idraulici vedrà perciò l’utilizzo della formula del moto uniforme, con il coefficiente di scabrezza di Strickler, utilizzando parametri c dedotti dalle tabelle di bibliografia o fornite dalle ditte produttrici dei collettori utilizzati, adottando la formula: Q A V A *C * R *i Di ogni sezione idraulica verificata verranno riportati i dati significativi, calcolati in modo iterativo per successive approssimazione del tirante d’acqua, fino a determinare le condizioni che consentono di smaltire la portata effluente dai bacini di monte. Si specifica che verranno realizzati esclusivamente linee di deflusso in terra, senza utilizzare elementi antropizzanti, quali cemento o acciaio, per la realizzazione dei canali. La scelta è dettata sia dal minor ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 45/88 impatto provocato sull’ambiente, sia dalla volontà di realizzare una rete efficiente ma flessibile, realizzata secondo i dettami dell’ingegneria naturalistica e facilmente adattabile ad eventuali evoluzioni o cambiamenti. Fa eccezione rispetto a questa scelta l’utilizzo di una linea di deflusso rivestita in cls già esistente nella parte meridionale della discarica, con immissione nel Borro del Molinaccio, nella quale, previa apposita verifica della compatibilità idraulica, verranno fatte defluire parte delle acque provenienti dalle coperture del modulo di ampliamento. Al fine di prevenire eventuali problemi di erosione a cui i canali in terra potrebbero essere esposti, si provvederà a realizzare, con concentrazioni maggiori nei punti più ripidi, un sistema idoneo di briglie in legno e pietrame, necessarie a limitare la pendenza delle linee di deflusso e di conseguenza la velocità dell’acqua, maggiore responsabile dei fenomeni di erosione, secondo quanto riportato nel seguito. Canali circolari (collettori chiusi) elemento u.d.m. descrizione diametro (m) dimensione interna del collettore verificato, al netto dello spessore if (%) pendenza del tratto di canale verificato (livelletta, così come desunta dai profili o da misure ricavate sui rilievi planoaltimetrici allegati) h (m) altezza del tirante d’acqua corrispondente alla portata effluente B (m) contorno bagnato della sezione (misura lo sviluppo del perimetro della sezione a contatto con l’acqua) A (m2) superficie scolante nella sezione verificata (area della vena fluida) R (m) raggio idraulico della sezione, determinato dal rapporto tra l’area ed il contorno bagnato della sezione determinata c (m1/3/s) coefficiente di scabrezza del collettore (Gauckler-Strickler) Q (m3/s) portata effluente V (m/s) velocità media della corrente idrica, determinata dal rapporto tra portata e sezione Fr n° di Froude, rapporto fra la velocità media e la velocità critica della sezione. Se Fr>1 la corrente è veloce, al contrario è lenta. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 46/88 Canali a cielo aperto (sezioni idrauliche di fossi e torrenti) elemento base pendenza u.d.m. (m) angolo sponde if descrizione dimensione del fondo alveo della sezione esaminata pendenza delle sponde della sezione esaminata, con angolo di inclinazione misurato rispetto all’orizzontale passante per il fondo alveo (%) pendenza del tratto di canale verificato (livelletta, così come desunta dai profili o da misure ricavate sui rilievi planoaltimetrici allegati) h (m) altezza del tirante d’acqua corrispondente alla portata effluente B (m) contorno bagnato della sezione (misura lo sviluppo del perimetro della sezione a contatto con l’acqua) A (m2) superficie scolante nella sezione verificata (area della vena fluida) R (m) raggio idraulico della sezione, determinato dal rapporto tra l’area ed il contorno bagnato della sezione determinata c (m1/3/s) coefficiente di scabrezza della sezione (Gauckler-Strickler) Q (m3/s) portata effluente V (m/s) velocità media della corrente idrica, determinata dal rapporto tra portata e sezione E’ il caso di notare che, per le sezioni scolanti più bacini, le portate assunte nel calcolo sono quelle massime ottenute per l’insieme dei bacini, definite cioè adottando il tempo di corrivazione più gravoso per l’intero comparto sotteso. In questi casi la portata massima utilizzata non corrisponde alla somma delle portate massime dei singoli bacini considerati, ma leggermente inferiore a questo valore. Nella figura e nelle tabelle seguenti si riporta un estratto della planimetria delle verifiche condotte per il dimensionamento delle linee di deflusso individuate e i risultati delle stesse, suddivisi per linee di deflusso a cielo aperto, con sezione trapezia, e tubi chiusi. Si rileva che relativamente alle linee di deflusso in terra delle acque di copertura si è provveduto a verificare esclusivamente quella in condizioni più gravose, ovvero quella scolante le acque del bacino 9, indicata come verifica c. Relativamente ai sistemi di deflusso delle aree relative ai piazzali non si rilevano modifiche degne di nota, per cui si omettono le verifiche di tali elementi: ci si limiterà a verificare il tubo Dn 1000 mm in cls che costituisce il recapito finale individuato con la sigla S4, in quanto parte delle acque della copertura confluiscono in tale tubo, con probabile modifica delle portate afferenti rispetto a quelle attuali. Si precisa infine che nella verifica di tale tubo è stato considerato anche l’apporto relativo a ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 47/88 parte all’impianto di compostaggio, pari a 1,49 m³/s, considerando sempre eventi pluviometrici con T=10 anni. Fig. 13 - Planimetria della colmatazione generale con indicazione delle sezioni di verifica ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 48/88 Verifica n° 1 2 3 Sezione c p s Linea di deflusso canaletta in terra in condizioni più gravose canale di destra idraulica canale di sinistra idraulica sottobacini 9 5+6+9+10 1÷4, 11, 16, 20, 24 Base (m) 0.3 0.5 0.5 Altezza (m) 0.5 0.7 0.7 Sponde (angolo) 30 30 30 if (%) 0.4 0.4 0.5 h (m) 0.46 0.57 0.64 B (m) 1.362 1.816 1.978 A (m2) 0.260 0.473 0.556 R (m) 0.191 0.260 0.281 c (m1/3/s) 30 30 30 Q (m3/s) 0.508 1.115 1.613 V (m/s) 1.95 2.36 2.90 Verifica n° 4 5 6 7 8 sezione a b d e f sottobacini 5+6 2+4 3 11 16 Diametro (mm) 400 500 315 400 315 if (%) 0.03 0.04 0.12 0.03 0.03 h (m) 0.29 0.33 0.24 0.27 0.15 B (m) 0.81 0.94 0.66 0.76 0.47 A (m2) 0.09 0.13 0.06 0.09 0.04 R (m) 0.12 0.14 0.09 0.11 0.07 c (m1/3/s) 80 80 80 80 80 Q (m3/s) 0.31 0.58 0.34 0.28 0.09 V (m/s) 3.29 4.34 5.59 3.25 2.46 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 49/88 Verifica n° 9 10 11 12 13 sezione g h i l m sottobacini 7+8 7+8+12+13 7+8+12+13+17 7+8+12+13+17 7+8+12+13+17+1 +18 +18+21+22 8+21+22+26+27 Diametro (mm) 400 500 500 600 600 if (%) 0.21 0.20 0.26 0.20 0.35 h (m) 0.29 0.33 0.375 0.38 0.34 B (m) 0.81 0.94 1.04 1.09 1.01 A (m2) 0.09 0.13 0.15 0.18 0.16 R (m) 0.12 0.14 0.15 0.17 0.16 c (m1/3/s) 80 80 80 80 80 Q (m3/s) 0.81 1.29 1.70 1.95 2.20 V (m/s) 8.66 9.71 11.22 10.80 13.88 Verifica n° 14 15 16 17 18 sezione n o q r t sottobacini 9+10 14 5+6+9+10+14 20 7+8+12+13+17+1 8+21+22+ 25÷31+34+35+co mp. Diametro (mm) 600 400 500 315 4.70 if (%) 0.03 0.04 0.39 0.03 1000 h (m) 0.41 0.29 0.29 0.11 0.04 B (m) 1.15 0.81 0.85 0.39 0.8 A (m2) 0.20 0.09 0.11 0.02 2.21 R (m) 0.17 0.12 0.13 0.06 0.67 c (m1/3/s) 80 80 80 80 0.30 Q (m3/s) 0.84 0.35 1.50 0.05 75 V (m/s) 4.26 3.80 13.09 2.13 4.68 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 50/88 Verifica n° 19 20 21 22 23 sezione u v z aa ab sottobacini 30 25 7+8+12+13+17+18 +21+22+25÷30 19 23 Diametro (mm) 400 400 2.90 315 315 if (%) 0.02 0.03 1000 0.29 0.20 h (m) 0.15 0.28 0.02 0.11 0.1 B (m) 0.52 0.79 0.73 0.39 0.37 A (m2) 0.04 0.09 2.05 0.02 0.02 R (m) 0.08 0.11 0.61 0.06 0.06 c (m1/3/s) 80 80 0.30 80 80 Q (m3/s) 0.09 0.29 75 0.15 0.11 V (m/s) 2.11 3.27 2.92 6.57 5.29 Verifica n° 24 25 sezione ac ad sottobacini 29+29 34 Diametro (mm) 400 315 if (%) 0.03 0.25 h (m) 0.31 0.13 B (m) 0.86 0.43 A (m2) 0.10 0.03 R (m) 0.12 0.07 c (m1/3/s) 80 80 Q (m3/s) 0.33 0.20 V (m/s) 3.30 6.67 Relativamente alle verifiche indicate con le lettere g÷m, si evidenzia che, in fase gestionale, si valuterà l’opportunità di sostituire i tubi dei diametri indicati con un numero sufficiente di tubi di diametro inferiore, posati anche in tempi diversi, tali da permettere il deflusso complessivo delle portate afferenti, ma in maniera coordinata con le fasi evolutive della discarica, con configurazione finale da raggiungersi per step successivi. Si ritiene opportuno procedere con questa soluzione anche in virtù dei probabili fenomeni d’assestamento ai quali il corpo di discarica andrà incontro, fenomeni che potrebbero richiedere la sostituzione dei tubi ancor prima del raggiungimento della configurazione finale della discarica. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 51/88 6. DRENAGGIO E RETE DI RACCOLTA E TRASPORTO DEL PERCOLATO (PUNTO 2.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Omissis: non oggetto del presente appalto ASSESTAMENTI PREVISTI ED EVOLUZIONE DELLA MORFOLOGIA FINALE. 7. Omissis: non oggetto del presente appalto 8. OPERAZIONI DI COPERTURA (PUNTO 2.4.3 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). “... La copertura superficiale finale della discarica deve rispondere ai seguenti criteri: isolamento dei rifiuti dall’ambiente esterno; minimizzazione delle infiltrazioni d’acqua; riduzione al minimo della necessità di manutenzione; minimizzazione dei fenomeni di erosione; resistenza agli assestamenti ed a fenomeni di subsidenza localizzata. La copertura deve essere realizzata mediante una struttura multistrato costituita, dall’alto verso il basso, almeno dai seguenti strati: 1. strato superficiale di copertura con spessore ≥ 1 m che favorisca lo sviluppo delle specie vegetali di copertura ai fini del piano di ripristino ambientale e favorisca una protezione adeguata contro l’erosione e di proteggere le barriere sottostanti dalle escursioni termiche; 2. strato drenante protetto da eventuali intasamenti con spessore ≥ 0,5 m in grado di impedire la formazione di un battente idraulico sopra le barriere di cui ai successivi punti 3 e 4; 3. strato minerale compattato dello spessore ≥ 0,5 m e di conducibilità idraulica ≥ 10-8 m/s, o di caratteristiche equivalenti, integrato da un rivestimento impermeabile superficiale per gli impianti di discarica di rifiuti pericolosi; 4. strato di drenaggio del gas e di rottura capillare, protetto da eventuali intasamenti, con spessore ≥ 0,5 m; 5. strato di regolarizzazione con la funzione di permettere la corretta messa in opera degli strati sovrastanti ...”. Nella normale gestione delle discariche uno degli aspetti di più difficile soluzione è quello relativo alle coperture giornaliere e finali dei rifiuti. Per soddisfare ai criteri richiesti dalla norma, la copertura deve essere in grado di affrontare ogni situazione meteoclimatica della zona in cui è realizzata la ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 52/88 discarica e garantire adeguati presidi gestionali anche nella fase operativa, dove la copertura ha scopi temporanei riconducibili essenzialmente alla mitigazione degli aspetti visivi ed eolici. Il progetto della copertura finale della discarica è realizzato in funzione: della merceologia e del trattamento a cui sono stati sottoposti i rifiuti; del tipo di manutenzione e controllo dell’efficienza della copertura nel tempo; degli eventuali riutilizzi futuri della superficie di copertura. E’ il caso di rimarcare l’importanza degli aspetti associati a questa progettazione, in quanto la copertura finale interessa un ammasso di rifiuti ancora in fase di decomposizione e/o assestamento e, quindi, una superficie soggetta a deformazioni e cedimenti differenziali, che possono pregiudicare l’integrità e/o l’efficienza della copertura stessa. A questo proposito è auspicabile ricorrere inizialmente all’esecuzione di una copertura provvisoria tale da proteggere il cumulo durante la maggior parte dell’assestamento dopo di che, trascorso un tempo ragionevole, si provvederà a realizzare una copertura finale, in cui è ugualmente previsto un residuo di assestamento calcolato su un intervallo di tempo abbastanza ampio. In fase di progetto occorre comunque considerare anche altri fattori che possono mettere in crisi l’efficienza della barriera: variazioni atmosferiche di temperatura, che possono dare origine sia a fenomeni di gelodisgelo fino a profondità significative, sia a cicli di bagnature e essiccamenti dovuti alle condizioni atmosferiche; penetrazione di radici e di animali negli strati sotterranei; problemi di stabilità delle scarpate; traffico veicolare sulle strade di trasporto che attraversano la copertura; erosione ad opera del vento e dell’acqua. La copertura di progetto tiene conto di quanto sopra descritto e delle tecnologie attualmente presenti sul mercato per la costruzione del capping definitivo delle discariche. Inoltre garantisce ottimi risultati relativamente alla produzione del percolato e delle esigenze connesse alla produzione e captazione del biogas e si pone obiettivi ragionevoli, per quanto attiene l’uso delle materie prime, anche in termini di impatto ambientale, così riassumubili: migliorare la captazione del biogas ed estenderla su gran parte dell’area di discarica; evitare la formazione di acquiferi sospesi o la loro alimentazione dalla copertura finale, anche in funzione di fenomeni di assestamento dei rifiuti, peraltro sempre presenti in discariche come quella in esame; garantire il corretto smaltimento delle acque meteoriche dell’intera copertura; ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 53/88 accelerare il processo di inerbimento delle coperture e garantire un adeguato ripristino ambientale dell’area. “... La copertura superficiale finale della discarica nella fase di post-esercizio può essere preceduta da una copertura provvisoria, la cui struttura può essere più semplice di quella sopra indicata, finalizzata ad isolare la massa di rifiuti in corso di assestamento. Detta copertura provvisoria deve essere realizzata al fine di consentire il regolare deflusso delle acque superficiali e di minimizzarne l’infiltrazione nella discarica ...”. Quanto previsto dal decreto trova evidente riscontro nella realtà gestionale delle discariche per rifiuti urbani. Questa categoria di impianti, in modo assai differente rispetto a quelli per rifiuti industriali, è infatti caratterizzata da assestamenti e cedimenti differenziati rilevanti, di cui si è ampiamente trattato al capitolo precedente. La fase di gestione post-operativa risente della necessità di interventi frequenti di ripristino, tali da garantire una corretta baulatura dell’impianto, coerente alle linee di quota utili al deflusso delle acque meteoriche. Nel caso in cui l’impianto sia coperto in modo definitivo fin dal momento della sua chiusura si deve prevedere, in presenza di assestamenti eccessivi, di intervenire sulla superficie esterna. Gli adeguamenti della morfologia interessano, perciò, il solo strato vegetale superiore, con rettifiche che comportano la completa rimozione degli apparati e delle specie vegetali insediate e non possono, nel contempo, ripristinare la sagomatura degli strati impermeabili e di drenaggio interni. In altri termini, gli interventi “distruggono” le azioni di recupero agrovegetazionale realizzate e non evitano la formazione di acquiferi negli strati interni della copertura finale. Proprio per questo motivo si provvede alla preventiva costruzione di una copertura provvisoria della discarica, con cui affrontare i primi anni della fase di gestione post-operativa. La struttura di questa copertura è più semplice di quella prima indicata, composta soltanto dallo strato di regolarizzazione e da una geomembrana in ldpe opportunamente zavorrata al terreno, in modo da isolare idraulicamente l’ammasso di discarica. Ad assestamento principale ultimato, trascorsi due o tre anni dalla fine della fase operativa, si procederà alla costruzione della copertura finale, adottando la seguente soluzione multibarriera: PARTI PIANEGGIANTI E CON PENDENZA FINO A 21° 1. strato superficiale realizzato con 60 cm di terreno di riporto e 40 cm di terreno vegetale; ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 54/88 2. strato drenante realizzato con ghiaia o con materiali inerti drenanti, con spessore minimo di 50 cm, protetto da due geotessili da 200 g/m2; 3. strato impermeabilizzante costituito da uno strato di 50 cm di minerale compattato con K 10-8 m/s e da una geomembrana in polietilene in ldpe da 200 g/m2; 4. strato di drenaggio del gas realizzato con F.O.S. mista a materiale inerte o con pneumatici interi annegati in un letto di sabbia o pneumatici frantumati, per uno spessore complessivo di almeno 50 cm; 5. strato di regolarizzazione con spessore variabile fra i 10 ed i 30 cm, composto da F.O.S. miscelata a terreno naturale. NOTA: STRATIGRAFIA IN SEGUITO MODIFICATA CON PD 111/EC del 11/07/2013 e successiva nota di aggiornamento richiesta dalla conferenza dei servizi del 20/11/2013 Si osserva che l’utilizzo di pneumatici nello strato 4 del capping finale era già stato autorizzato con il Progetto di riassetto morfologico ed ottimizzazione dell’impianto, presentato dal gestore nel novembre 2005 ed approvato con Provv. Dirig. n. 88/EC del 30/06/2006. In questa sede si propone come materiale alternativo anche la frazione organica stabilizzata, tale tecnica, prevista dalla D.C.R.T. n. 88/1998, viene argomentata nel capitolo successivo. 9. MATERIALI ALTERNATIVI PROPOSTI E ATTIVITA’ DI RECUPERO RELATIVE Omissis: non oggetto del presente appalto 10. BIOGAS (PUNTO 2.5 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). 10.1. Valutazione teorica del gas di discarica prodotto. La valutazione della produzione di biogas, intesa come cinetica di gassificazione del rifiuto o, meglio, del carbonio organico in esso contenuto, richiede la conoscenza di diversi dati relativi alle ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 55/88 caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti, alle loro modalità di deposito e copertura, alle condizioni climatiche ed idrologiche locali. Esistono ormai vari modelli utili alla descrizione della formazione del gas da discarica (biogas o landfill gas, LFG). In linea di principio i modelli teorici di generazione del biogas possono essere basati su considerazioni microbiologiche o biochimiche: la loro evoluzione e cinetica viene correlata a fattori principali quali: disponibilità di nutrienti contenuti nell’ammasso; ph; temperatura; umidità; livello del substrato; condizioni ambientali dell’ammasso dei rifiuti; condizioni ambientali del sito di discarica. Il rapporto esistente tra velocità e fattori di generazione è di vario tipo, indipendente o correlato. E’ altrettanto vero che le condizioni reali che caratterizzano l’evoluzione di una discarica sono assai varie, al limite dell’indeterminazione, e che allo stato attuale le variabili presenti nelle modellazioni sono tante e tali da confondere l’applicazione delle correlazioni sopraindicate. In funzione di quanto osservato, spesso si adottano semplici descrizioni del fenomeno, basati principalmente su osservazioni in laboratori o in impianti in vera grandezza, con modellazioni delle cinetiche inferiori al secondo ordine. La formazione del biogas è, in breve, il risultato della biodegradazione del carbonio organico contenuto nel rifiuto: per ogni kg di carbonio organico che si degrada si formano approssimativamente 1,87 Nm3 di biogas (COOPS ed altri, Validation of landfill gas formation models SARDINIA ‘95 - Volume 1, pagg.635÷647). La cinetica di formazione, al tempo t , è proporzionale al decadimento della sostanza organica: t 1, 87 A dC dt (1) La definizione della cinetica di reazione consente di valutare l’evoluzione temporale del fenomeno degradativo e quindi la durata della produzione del biogas. L’espressione generale è un’equazione differenziale del primo ordine del tipo: dC c Cn dt (2) ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 56/88 Dove con C si è indicata la concentrazione di carbonio organico gassificabile e con n l'ordine della cinetica. Tale relazione è usualmente applicata ad una massa di rifiuti depositata in uno stesso strato o in un determinato periodo (mese o semestre). Particolare attenzione va rivolta all'esponente n che rappresenta l’ordine del modello. Una cinetica di ordine zero (n=0) implica che variazioni non eccessive di C, non influenzano la velocità di massificazione della frazione organica del rifiuto, ed essa quindi risulta evidentemente costante nel tempo, eventualmente influenzabile solo da altre condizioni al contorno, quali il contenuto di acqua e la disponibilità di nutrienti. Alcuni processi dovuti ad un certo numero di reazioni, vengono descritti da cinetiche del secondo ordine (n=2) (ad esempio massificazione anaerobica della sostanza organica). Tuttavia la maggior parte dei modelli attualmente in uso fa riferimento a cinetiche del primo ordine, in cui il fattore limitante del processo è rappresentato dalla concentrazione di carbonio gassificabile residuo. La soluzione di (2) in funzione di condizioni iniziali e di una quantità di rifiuto trasformato in biogas (quantità definita quale fattore di generazione ) porta alla formazione di modelli funzione dell’ordine della cinetica di reazione, in cui la quantità di materia organica C è funzione della quantità iniziale C0. Ulteriore metodologia per la valutazione della cinetica di biogassificazione è quella pratica basata su raccolta di serie di dati da campagne estrattive e relative verifiche. Questo metodo, peraltro estremamente utile, ha un grosso limite: necessita dell’impianto stesso per cui vengono effettuate le campagne di indagine. In altri termini questo metodo è applicabile solo in presenza di una discarica in evoluzione per lotti, con conferimento e tipo di gestione costanti nel tempo. Altri ricercatori hanno condotto sperimentazioni in ambienti controllati (lisimetri) con risultati però non estendibili a grossi ammassi eterogenei. Riassumendo si può affermare che: a) la corretta progettazione di un impianto di captazione e trattamento di biogas richiede la modellazione della produzione di biogas; b) i fattori che influenzano la produzione di biogas possono riassumersi nella seguente tabella: caratteristiche ambientali caratteristiche dei rifiuti precipitazioni temperatura composizione ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 57/88 umidità granulometria densità pretrattamenti spessore dei rifiuti gestione del collocamento materiale di copertura ricircolo del percolato modalità di gestione dell’impianto Tab. 9 - Fattori di influenza per la produzione del biogas. c) le maggiori problematiche riscontrate nella produzione del biogas, inteso come gas sviluppato dalla fermentazione metanigena, pare risiedano nella estensione della interfaccia solido-liquido e perciò sono collegate alla densità del rifiuto, alla sua pezzatura ed al contenuto di umidità e, di riflesso, alla temperatura dell’ammasso. Studi condotti su discariche di rifiuti domestici mostrano una scarsa fermentazione metanigena quando il contenuto d’acqua è inferiore al 50% rispetto alla saturazione. Questo accade non solo nel caso di discariche situate in area secche ma anche in zone della stessa discarica, a causa di differenziati contenuti d’acqua, ed è dovuto al fatto che i microrganismi metanigeni non sono in grado di emigrare in zone distanti (alcuni centimetri) dal luogo di origine. Anche a causa di notevoli eterogeneità del rifiuto conferito, un elevato numero di parti della stessa discarica possono mostrare perciò piccole e non appropriate attività microorganiche; d) i gas che si sviluppano in discariche per rifiuti non pericolosi sono solitamente metano, anidride carbonica, composti azotati, idrogeno, idrogeno solforato e composti sulfurei, idrogeno ed ossido di carbonio in percentuali volumetriche assai diverse, con netta predominanza di metano ed anidride carbonica. In pratica si stima che da una tonnellata di rifiuto urbano di un paese industrializzato possano svilupparsi dai 100 ai 200 Nm3 di biogas, in un arco temporale compreso tra 10 e 50 anni, concentrati maggiormente nei primi 5÷10 anni di fermentazione metanigena, a seconda delle diverse velocità di decomposizione del rifiuto. e) tutte le schematizzazioni attualmente disponibili non possono comunque dare informazioni su valori assoluti ma descrivono la probabilità delle emissioni, in un certo intervallo piuttosto che su un singolo valore, caratterizzando in modo omogeneo un reattore biochimico che omogeneo non è, uniformando così le variazioni puntuali ed intermittenti che possono verificarsi nello stesso. 10.2. Valutazione della quantità di gas di discarica captato. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 58/88 Sulla base delle indicazioni formulate si ritiene opportuno, nel caso pratico in esame, determinare la produzione di biogas effettiva adottando modelli matematici basati su due distinti sottomodelli: uno chimico-fisico ed uno biochimico. La modellazione prevede anche fattori di correzione, riconducibili a coefficiente di efficienza, che tengono conto dei fattori che caratterizzano l’impianto e di fattori impiantistici, esterni all’impianto di smaltimento controllato, riassumibili in: depressione di aspirazione; distanza planimetrica dei pozzi; tipo di pozzo; tipologia del materiale drenante; tipologia della sonda drenante. Il dato teorico ottenuto viene corretto in funzione dell’efficienza del sistema di captazione: nel caso di pozzi verticali esistono grafici (quale quello attribuibile ai proff. Doedens e Weber) che consentono di ricavare il rapporto tra portata aspirata e portata prodotta (Qa/Qt) in funzione della forma dell’elemento di captazione (pozzo o trincea) e del raggio medio di influenza attribuito al singolo pozzo. Nel caso della discarica in oggetto, con copertura pressoché impermeabile, si può stimare un coefficiente di efficienza pari al 90%. Va detto, a ragion del vero, che un metodo di questo genere, seppur basato su esperienze empiriche diffuse per vari tipi di impianto, non garantisce l’attendibilità del dato, che verrà determinato correttamente solo in via sperimentale, una volta attivato l’impianto, anche perché questi valori di efficienza sono funzione della distribuzione dei pozzi, come chiaramente intuibile dalle indicazioni riportate nelle figure riportate in precedenza. Sviluppo e confronto dei modelli usati per la stima della produzione del biogas Sono stati confrontati diversi modelli atti a stimare la produzione di biogas in modo da acquistare maggiore capacità di analisi ai fini progettuali. Per poter condurre uno studio valido dal punto di vista dell’affidabilità dei dati previsti ed eventuale fittaggio di quelli esistenti, passo fondamentale è stata la scelta dei modelli da utilizzare come architrave teorica. Le caratteristiche che questo studio richiede ai modelli da scegliere sono: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 59/88 1 relativa linearità concettuale (assenza di vincoli troppo stretti legati all’impianto), in modo da poter inserire dei parametri di impianto da poter lasciare liberi di variare in base alle esigenze; 2 possibilità di utilizzo multifase del modello: volendo studiare il comportamento dell’impianto al variare del contenuto merceologico dei rifiuti in esame; 3 possibilità di aggiornamento dei dati in ingresso. Per questo sono stati scelti e implementati il modello di Scholl Canyon, per la sua attendibilità previsionale e per il suo largo impiego nei sistemi esistenti, ed il modello triangolare, che ad una buona approssimazione di previsioni associa una grande versatilità, e, infine, il modello LandGEM (versione 3.02) sviluppato da E.P.A.. ( Environmental Protection Agency). Dati e assunzioni comuni ai modelli Conferimenti annuali Un dato comune ai modelli è la quantità di rifiuti conferiti per ogni anno di gestione nella discarica di Podere Rota. La chiusura della discarica è stata ipotizzata per il 2022, di conseguenza sono stati inseriti nei modelli i valori reali dei conferimenti annuali fino al 2006 ed è stato stimato un quantitativo annuale per i conferimenti dopo il 2007 . Una volta ipotizzati i conferimenti in entrata all’impianto, sono stati definiti, in base ai dati forniti dal gestore, i quantitativi attesi in entrata all’impianto di inerti e Frazione Organica Stabilizzata, provenienti da altri impianti di trattamento rifiuti. Non è facile stimare l’evoluzione merceologica del rifiuto: è comunque ragionevole ipotizzare un percorso in cui, anche per steps discontinui connessi all’attivazione di specifici impianti di trattamento o per il recepimento di stringenti normative, la quantità di frazione organica putrescibile conferita in discarica tenda a diminuire. Questa determina, come effetto più evidente, una conseguente diminuzione del potenziale di produzione del biogas, con le immaginabili conseguenze in fase previsionale. La dinamica di evoluzione delle caratteristiche merceologiche del rifiuto è rappresentata nei modelli previsionali attraverso il concetto di rifiuto trattato equivalente (tonnellate/anno RU_eq), ipotizzato in ingresso nell’impianto dal 2008 in poi. Per stimare le tonnellate di rifiuto equivalente sono state utilizzate le previsioni dei flussi dell’ATO 6 e le produzioni di FOS e ceneri in output agli impianti della comunità di ambito. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 60/88 Per ogni singolo flusso di rifiuto proveniente dagli impianti di trattamento, è stata definita una percentuale di biodegradabilità residua, intendendo con ciò la percentuale in peso dei rifiuti trattati e/o stabilizzati che partecipano ai processi di degradazione anaerobica interni al corpo di discarica. FOS 10%1 Ceneri e Inerti 0% Tab. 10 - Biodegradabilità residua (percentuale in peso) Tenendo conto di queste percentuali di biodegradabilità a fronte dei flussi in entrata all’impianto ipotizzati, si ottengono le seguenti tonnellate di rifiuto equivalente: Lavoro di tesi: Brizzi Tommaso, 2003: “Studio di soluzioni di gestione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani integrate a livello di macro-ambiti territoriali”. Relatore: Prof. E. Carnevale; Università di Firenze. 1 ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 61/88 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Conferimenti totali + FOS a recupero 301.000 301.000 301.000 290.000 290.000 202.000 202.000 158.000 158.000 158.000 158.000 158.000 147.000 147.000 147.000 Tonn RU_eq 245.132 244.963 243.021 231.868 231.799 128.536 128.495 95.856 95.583 95.310 95.037 94.764 83.491 83.218 82.945 Tab. 11 - Tonnellate di rifiuto in input ai modelli. Composizione merceologica media Per poter rappresentare una realtà quantomeno “gestibile e realistica” si è scelto di dividere i rifiuti urbani in 8 categorie merceologiche: Categorie merceologiche considerate Organico Verde Carta e cartone Legno Plastiche Vetro Tessili Metalli Tab. 12 - Categorie merceologiche del rifiuto Come situazione di riferimento è stata scelta la distribuzione merceologica dell’area di raccolta dell’ATO di Arezzo, con percentuale di composizione media fornita dal gestore: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 62/88 Merceologica Ato 6 6% 12% Organico 25% Carta e cartone plastica 4% Tessili Verde Legno 9% Vetro Metalli 20% 8% 11% Fig. 32 - Grafico della composizione merceologica del rifiuto implementata da 1991 al 2007. Dal 2008 al 2022 sono state implementate le distribuzioni merceologiche previste dall’ATO 6 che, in funzione delle percentuali di raccolta differenziata programmate, cambiano le caratteristiche del rifiuto in entrata agli impianti di ambito. Previsione ATO 6 Organico Carta e cartone Plastica Tessili Verde Legno Vetro Metalli 2007 25% 20% 11% 8% 9% 4% 12% 6% 2008 28% 19% 12% 9% 11% 5% 5% 3% 2009 26% 20% 13% 9% 10% 4% 5% 3% 2010 25% 21% 13% 10% 10% 4% 5% 3% 2011 22% 21% 14% 11% 10% 4% 5% 2% 2012 21% 23% 14% 12% 9% 4% 5% 2% 2013 19% 24% 14% 12% 10% 4% 6% 2% 2014 19% 24% 14% 12% 10% 4% 6% 2% 2015 16% 24% 15% 13% 10% 4% 6% 2% Tab. 13 - Merceologica prevista dall’ATO 6 , dal 2015 al 2022 rimane invariata. Affinché i modelli considerati si adattino realisticamente alla situazione italiana, sono stati considerati i dati in possesso per altre realtà impiantistiche riguardo le composizioni chimiche medie delle varie merceologie, soprattutto rispetto alla loro biodegradabilità e umidità [1]. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 63/88 C Organico Carta e cartone Plastiche Tessili Sfalci e potature Legno Vetro e inerti Metalli H O N S Inerti % % umidità biodegra dabilità % s.s. 28,70% % s.s. 3,10% % s.s. 29,20% % s.s. 1,90% % s.s. 0,60% % s.s. 36,50% u.j 70,00% B.j 82% 44,40% 4,40% 40,90% 0,10% 0,30% 9,90% 5,50% 50% 70,50% 39,60% 11,50% 6,50% 11,30% 25,30% 0,90% 5,60% 0,90% 0,70% 4,90% 22,30% 2,00% 10,00% 0% 54% 45,50% 8,70% 20,10% 1,80% 0,20% 23,70% 60,00% 60% 49,50% 6,00% 42,70% 0,20% 0,10% 1,50% 20,00% 72% 0,50% 0,10% 0,40% 0,10% 0,00% 98,90% 2,00% 0% 0,50% 0,60% 4,30% 0,10% 0,00% 94,50% 3,00% 0% Tab. 14 - Composizioni merceologiche tipiche Calcolo del potenziale di generazione del biogas La stima della produzione del biogas risente in modo sostanziale del potenziale di generazione Lo, elemento essenziale per la elaborazione di un qualunque modello Si assume come ipotesi semplificativa che i processi di formazione del biogas seguano il seguente schema: materia organica -> acidi organici -> biogas + materia non-biodegradabile Esprimendo la composizione elementare della materia organica in base ai suoi componenti fondamentali (C,H,O,N,S) si può usare il seguente schema stechiometrico per la reazione globale: CaHbOcNdSe + w H2O → x CH4 + y CO2 + z NH3 + k H2S (3) Dai bilanci elementari si possono ottenere i coefficienti stechiometrici w, x, y, z e k in funzione di a, b, c, d, raggiungendo il seguente bilancio stechiometrico: 4a b 2c 3d 2e )H 2 O 4 4a b 2c 3d 2e 4a b 2c 3d 2e ( )CH 4 ( )CO 2 dNH 3 eH 2 S 8 8 (4) C a H b Oc N d Se ( In totale le moli di biogas prodotte saranno: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 64/88 xyzk 4a b 2c 3d 2e 4a b 2c 3d 2e d e a d e moli bio,s 8 8 (5) Questa quantità è relativa a condizioni di biogas secco. Se si considera che il processo ha luogo in un ambiente saturo di vapore acqueo, a temperatura nell’ordine di almeno 50÷60 °C,, si possono calcolare le moli di biogas umido prodotte. Con l’equazione 3 viene quindi determinato il potenziale di generazione di biogas della reazione in questione, nell’ipotesi teorica che tutta la massa di rifiuti reagisca in condizioni anaerobiche. moli bio ,s 22.414 L0 [ Nm 3 ] tonn RSU (6) E’ evidente che non è realistico ipotizzare che tutto il materiale biodegradabile smaltito in discarica reagisca anaerobicamente nei tempi previsti, o, in termini complementari, è logico attendersi che i processi descritti dalle equazioni sopra riportate subiscano dei rallentamenti che, nella modellazione, vengono rappresentati da un coefficiente di biodegradabilità w.s,bd,j e da un coefficiente dipendente dalla temperatura [DOCF(T), fraction of degradable organic carbon dissimilated] che indica l’efficienza di biodegradazione della materia deposta. DOC F 0.014T 0.28 (7) Il coefficiente preso di default è 0.77, pari a 35°C. Perdite di acqua legate alla produzione del biogas Una quota parte dell’acqua che si infiltra nel corpo discarica viene consumata durante la decomposizione anaerobica dei componenti organici contenuti nei rifiuti. La quantità di acqua richiesta nel processo può essere stimata usando l’ equazione 4. In particolare la quantità di acqua consumata è rappresentata dal coefficiente w, il quale, essendo calcolato attraverso i contributi dei termini a, b, c, d, e, che esprimono le kmoli dei corrispondenti elementi per ogni tonnellata di rifiuto , indica le kmoli di acqua persa per ciascuna tonnellata. Pertanto, moltiplicando tale coefficiente per il peso molecolare dell’acqua si ottengono i kg di H2O persa per tonnellata di RU: KgH 2 O 4a b 2c 3d 2e 18 tonnRU 4 (8) ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 65/88 Inserendo nell’equazione il potenziale di generazione di gas Lo (Nm3/tonnellate RU), si può calcolare la quantità di acqua consumata per ogni Nm3 di gas prodotto: KgH 2 O ( 4 a b 2c 3d 2e) (18 / 4) Lo Nm 3 gas (9) Il fabbisogno di acqua viene quindi determinato in funzione dei Nm3 di gas prodotto: risulta quindi evidente che la disponibilità di acqua è un fattore determinante sia per la produzione dei gas di discarica che del percolato, come si evince dal modello descritto al paragrafo 6.2. Costante cinetica k di generazione del metano Un altro parametro fondamentale utilizzato dai modelli è la costante di velocità di biodegradazione k, espressa in anni-1, con il quale si stima la rapidità della produzione di CH4 dopo il conferimento dei rifiuti. I valori di k in letteratura variano in un range da 0.02 a 0.69 anni-1. Questo parametro dipende da vari fattori, riconducibili a: quantità di acqua presente nel rifiuto (fino ad un livello del 60-80% in umidità, al crescere di questo parametro cresce anche la produzione di metano, dopo di che si ha stabilità), pH, temperatura ed altri parametri ambientali, condizioni operative della discarica e condizioni del rifiuto trattato. Scenari di simulazione: Fatte le suddette assunzioni, per ogni singolo modello sono stati simulati differenti scenari di produzione di biogas (dal 1991 al 2072, assunto quale ultimo anno di post-gestione) considerando: 1. i quantitativi di rifiuto equivalente e quindi l’entrata in discarica del rifiuto trattato e/o stabilizzato secondo le percentuali di biodegradabilità attese (indicato con 1-R_Eq) ; 2. le tonnellate di rifiuto riferite ai soli moduli già approvati ipotizzando l’anno di chiusura nel 2011 (chiamato in precedenza “stato attuale o scenario zero”); tale simulazione è stata effettuata al fine di ricavare l’aliquota di biogas prodotta dai soli moduli di ampliamento (indicato con 2- Senza ampl.); 3. i conferimenti totali addizionati dei quantitativi della FOS a recupero, assunti come rifiuti tal quali, in modo da valutare la riduzione percentuale della produzione totale di biogas introdotta dall’ipotesi di diminuzione della sostanza organica putrescibile in entrata alla discarica (indicata con 3- R_tal_quale). ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 66/88 Risultati dei modelli Il modello di Scholl Canyon Il modello di Scholl Canyon è un metodo di decadimento del primo ordine e si basa sulla seguente equazione (3): QCH 4 L0 k R( e kc e kt ) (10) dove QCH4= rateo di generazione del metano al tempo t [m3/anno] L0= potenziale di generazione di CH4 dei rifiuti [m3/tonn] R= media del rateo di accettazione annuale di rifiuti [tonn/anno] k= costante di generazione del CH4 [1/anno] c= tempo trascorso dalla chiusura della discarica [anni] (c=0 per le discariche ancora attive) t= tempo trascorso dal conferimento iniziale dei rifiuti [anni] Per il calcolo della costante di generazione del metano k, le varie merceologie sono state raggruppate in tre macrocategorie: biodegradazione moderata, lenta e veloce, in accordo con la classificazione Emcon MGM. In particolare sono state identificate a quale classe appartengono le categorie merceologiche identificate e le percentuali degli elementi chimici che costituiscono tali categorie: Organico Carta e cartone Plastiche Tessili Sfalci e potature Legno Vetro e inerti Metalli Reaz. Veloce V.j 100% 0% 0% 0% 100% 0% 0% 0% Reaz.Moder. M.j 0% 100% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Reaz. Lenta L.j 0% 0% 0% 100% 0% 100% 0% 0% Tab. 15 - Percentuali di velocità di biodegradazione In base ai dati della tabella 15 sono stati calcolati kl, km, kv tramite la seguente equazione[4]: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 67/88 k ln 2 1 [ ] t 1 / 2 anni (10) Categoria Rapidamente degradabili Moderatamente degradabili Lentamente degradabili Merceologie organico domestico organico grandi utenze sfalci e potature carta cartone prodotti cellulosici Legno altri materiali (resistenti alla decomposizione anaerobica) k t½ 0.36 anni-1 1-10 anni 0.15 anni-1 10 – 20 anni 0.07 anni-1 20 – 40 anni Tab. 16 - Tipologie di rifiuti in base alla velocità di biodegradazione L’ipotesi fondamentale di questo modello è l’assunzione che il massimo della produzione di biogas si raggiunga al momento di fine conferimento dei rifiuti, oltre il quale si ha solo decadimento esponenziale: questo vincolo impone i tempi di biodegradazione, tarati su di un set di discariche. Altra semplificazione radicale è considerare la composizione di biogas al 50% in metano e 50% in CO2 , mentre L0 è calcolato anche su NH3 e H2S. Risultati: Dal calcolo del potenziale di generazione del biogas si ricava: Lo veloce Lo mode. Lo lenta Nm3 biogas/t RU 40 60 49 Tab. 17 - Potenziale di produzione di biogas Le produzioni annue di biogas dal 1991, al 2072 ultimo anno della fase di post-gestione, sono rappresentate nel grafico seguente: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 68/88 Fig. 33 - Stima della produzione annua di biogas Dai valori delle produzione annue sono state ricavate le portate medie orarie attese di biogas prodotto; nel grafico seguente si riporta anche le portate del gas aspirato considerando due differenti coefficienti di captazione: coeff. di captazione pari al 67% (valore stimato per il 2006); coeff. di captazione pari al 90% (valore di progetto). ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 69/88 Fig. 34 - Produzione oraria di biogas e ipotesi di captazione nel modello Scholl-Canyon Dai risultati delle simulazioni dei differenti scenari si osserva che: il biogas totale prodotto dai moduli di ampliamento rappresenta il 25% della produzione totale; la riduzione della produzione di biogas totale, dovuta alla diminuzione dei quantitativi di sostanza organica putrescibile conferiti, è di circa il 30%; la produzione massima di biogas si ha nell’anno 2012 ed è pari a 3.291 Nm3/h; il biogas che si prevede di captare nell’anno 2012, con un coefficiente di captazione del 90%, è pari a 2.962 Nm3/h. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 70/88 Il modello triangolare Questo modello è stato proposto da Tchobanoglous [6] e poi riadattato da Bonori, Pasquali e Bergonzoni [7]. Viene ipotizzata una crescita lineare del rateo di produzione di biogas in un primo periodo, seguita da una decrescita anch’essa lineare nella seconda fase. Tchobanoglous ha inizialmente ipotizzato un tempo di ritardo di un anno dal conferimento dei rifiuti, prima che inizi la produzione di biogas, ed ha assunto le curve triangolari come formate ad ogni istante da due contributi: quello dato dai rifiuti rapidamente degradabili e quello dei rifiuti lentamente biodegradabili. A differenza nel modello precedente, si considerano due k una per i rifiuti a degradazione veloce e una per i rifiuti a degradazione lenta; in questo modo si dovranno considerare due masse di sostanza organica biodegradabile per ciascuna classe merceologica: w s,bd, j, V w s, j w s,bd, j,L w s, j Bj Vj Lj 100 100 Bj (11) 100 100 (12) dove ws,j sta ad indicare la percentuale di massa secca della frazione j-esima, ws,bd,j la percentuale di massa secca e biodegradabile di tale frazione mentre Vj ed Lj indicano rispettivamente le percentuali di velocità di biodegradazione veloce e lenta. Per ognuna di queste masse si devono calcolare i coefficienti a,b,c,d da inserire nello schema stechiometrico globale della reazione. Categoria merceologica Organico domestico Carta Cartone Plastiche Sfalci e potature Vetro ed inerti Metalli Sottovaglio Reaz. Veloce V.j 100% 100% 100% 0% 60% 0% 0% 0% Reaz. Lenta L.j 0% 0% 0% 0% 40% 0% 0% 100% Tab. 18 - Percentuali di velocità di biodegradazione veloce e lenta La degradazione dei rifiuti avviene in tempi differenti per i diversi tipi di rifiuto per cui la produzione media annuale di biogas si potrà ottenere sommando i contributi dovuti ai due termini di degradazione veloce e lenta. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 71/88 Curve di biodegradazione lenta e veloce aliquota di produzione annuale 0,250 0,200 0,150 lenta veloce 0,100 0,050 anno 21 anno 19 anno 17 anno 15 anno 13 anno 11 anno 9 anno 7 anno 5 anno 3 anno 1 0,000 anni trascorsi dal conferimento Fig. 35 - Generatrici triangolari del modello Risultati: Dal calcolo del potenziale di generazione del biogas si ricavano i seguenti valori: Lo veloce Lo lenta Nm3 biogas/t RU 46 15 Tab. 19 - Potenziali di generazione del biogas Da cui derivano i seguenti grafici riepilogativi della produzione stimata di biogas. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 72/88 Fig. 36 - Stima della produzione annua di biogas Fig. 37 - Stima della produzione oraria di biogas ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 73/88 Dai risultati delle simulazioni dei differenti scenari si osserva che: il biogas totale prodotto dai moduli di ampliamento rappresenta il 35% della produzione totale; la riduzione della produzione di biogas totale, dovuta alla diminuzione dei quantitativi di sostanza organica putrescibile conferiti, è di circa il 21%; la produzione massima di biogas si ha nell’anno 2014 ed è pari a 3.705 Nm3/h; il biogas captato nell’anno 2014, con un coefficiente di captazione del 90%, è pari a 3.335 Nm3/h. LandGEM Landfill Gas Emission Model è uno strumento di stima con interfaccia Microsoft Excel che è stato sviluppato da E.P.A. per stimare il rateo di emissione dei gas da discarica (CH4, CO2, ed altri inquinanti prodotti da discariche di rifiuti non pericolosi) e utilizza una cinetica del primo ordine. Il metodo è di possibile applicazione ma non si può però ignorare, nel momento del suo utilizzo, che il modello di calcolo nella versione che viene liberamente concesso in uso non è molto idoneo per la previsione della produzione di biogas per siti italiani. In effetti anche adattando i valori di default in funzione di numerose campagne di ricerca dati è assai difficile trovare una giusta correlazione tra impianti di discarica italiani ed un modello che è espressamente riferito a condizioni di progetto e gestione statunitensi. In particolare, i modelli fino ad ora illustrati considerano due o tre valori di k e Lo relativi alle categorie di materia identificate (velocemente, moderatamente e lentamente biodegradabile) mentre il LandGem utilizza un solo valore per questi parametri. Risultati: Per il calcolo della produzione di biogas si è utilizzato Lo e k di default, tali parametri non sono pertanto stati calcolati sulla merceologica in esame. k 0.05 Lo Nm3 biogas/t RU 170 Tab. 20 - Parametri del modello ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 74/88 Fig. 38 - Stima della produzione annua di biogas Fig. 39 - Stima della produzione oraria di biogas ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 75/88 Dai risultati delle simulazioni dei differenti scenari si osserva che: il biogas totale prodotto dai moduli di ampliamento rappresenta il 12% della produzione totale; la riduzione della produzione di biogas totale, dovuta alla diminuzione dei quantitativi di sostanza organica putrescibile conferiti, è di circa il 16%; la produzione massima di biogas si ha nell’anno 2013 ed è pari a 5.300 Nm3/h; il biogas captato nell’anno 2013, con un coefficiente di captazione del 90%, è pari a 4.700 Nm3/h. Verifica e confronto fra i modelli Al fine di verificare l’attendibilità previsionale dei modelli, sono state confrontate le produzioni orarie ottenute (scenario 1) con i valori realmente aspirati ai quali è stata sommata la portata stimata delle emissioni diffuse dalla copertura della discarica. 2005 2006 Nm3/h Nm3/anno aspirati 10.841.925 1.238 13.259.497 1.514 Nm3/h emessi* 772 755 Nm3/h prodotti 2.010 2.289 *Stime fornite dal gestore inseguito alle campagne di monitoraggio delle emissioni diffuse. Tab. 21 - Produzioni stimate e portate reali aspirate Dal grafico si osserva come LandGEM sovrastimi i quantitativi di biogas prodotto, in ragione del fatto che il modello presenta le limitazioni evidenziate in precedenza (unica velocità di reazione e parametri svincolati dalla distribuzione merceologica del rifiuto locale). ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 76/88 Fig. 40 - Confronto fra i modelli Nel caso dei modelli Scholl Canyon e triangolare, si hanno invece risultati migliori, anche se gli andamenti hanno delle differenze sostanziali: l’anno di massima produzione è diverso a causa delle assunzioni fatte in merito al tempo di innesco delle reazioni; mediante le generatrici triangolari si considera un tempo massimo di esaurimento dei processi di degradazione di 20 anni (degradazione lenta) pertanto rispetto al decadimento esponenziale di Scholl Canyon le emissioni di biogas residue, in fase di post gestione, si esauriscono prima. Entrambi i modelli sono stati scelti per verificare le necessità impiantistiche connesse al sistema di trattamento dei gas da discarica. Si riportano di seguito i valori anno per anno delle produzioni di biogas risultate dai modelli: ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 77/88 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 Scholl Canyon Nm3/h 128 240 326 392 454 500 582 628 926 1386 1743 2164 2335 2514 2676 2818 2962 3083 3174 3240 3263 3292 3051 2872 2650 2478 2343 2235 2149 2049 1967 1685 1457 1270 1115 986 876 781 700 630 Triangolare Nm3/h 0 22 67 136 197 249 291 332 363 430 570 786 1042 1254 1430 1540 1626 1853 2210 2710 3098 3417 3654 3706 3575 3230 2910 2599 2347 2154 2012 2010 1925 1774 1419 1105 833 604 415 275 2031 2032 2033 2034 2035 2036 2037 2038 2039 2040 2041 2042 2043 2044 2045 2046 2047 2048 2049 2050 2051 2052 2053 2054 2055 2056 2057 2058 2059 2060 2061 2062 2063 2064 2065 2066 2067 2068 2069 2070 Scholl Canyon Nm3/h 568 513 465 423 385 351 320 293 268 246 225 207 190 175 162 149 137 127 117 108 100 93 86 80 74 68 64 59 55 51 47 44 41 38 35 33 31 28 26 24 Triangolare Nm3/h 225 182 146 117 92 70 51 36 23 12 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Tab. 22 – Produzioni orarie stimate dai modelli ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 78/88 Le portate nominali delle torce e dei motori a recupero energetico sono le seguenti: torce: 3.600 Nm3/h motori: 2.666 Nm3/h totale: 6.266 Nm3/h Complessivamente il sistema integrato di combustione consente, a pieno regime, la combustione di una portata di biogas nettamente superiore rispetto alla massima prevista dai modelli. Non si prevede quindi l’istallazione di altri utilizzatori dedicati ai moduli di ampliamento. Fig. 41 - Verifica delle portate degli utilizzatori Riferimenti bibliografici: [1] AGAC & “Gf ambiente” S.n.c. (Calderara di Reno, Bo) (1997) Determination of chemical-physical composition and commercial fraction of solid wastes managed by AGAC, Reggio Emilia [2] Salcone A. (2002) Controllo della produzione di biogas da rifiuti solidi. Il caso della discarica di Maiolati Spontini. Relatore tesi: Prof. Ing. Maurizio Mancini – [3] DISTART - Facoltà di Ingegneria - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Augenstein D., Pacey J. (1991). “Landfill methane models” in atti del 29 esimo Convegno SWANA Annual International solid Waste Exposition (Silver Springs), SWANA, pp. 111.87-111.111 [4] Jensen J.E. e altri (2000), CH4 emissions from solid waste disposal, in Good Practice Guidance and Uncertainty Management in National Greenhouse Gas Inventories, Institute for Global Environmental Strategies (IGES) for the IPCC, Japan, pp. 419-439 [5] Tchobanoglous G. et al. (1993), Water resources and environmental engineering, McGraw-Hill. [6] Tchobanoglous G. et al. (1993), Integrated solid waste management, McGraw-Hill. [7] B.Bonori, G.Pasquali, M.Bergonzoni, (2001), Landfill gas production valued with a mathematical method, in Sardinia 2001, CISA, Cagliari ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 79/88 10.3. Impianto di captazione e combustione del biogas. “ … Le discariche che accettano rifiuti biodegradabili devono essere dotati di impianti per l’estrazione dei gas che garantiscano la massima efficienza di captazione e il conseguente utilizzo energetico. La gestione del biogas deve essere condotta in modo tale da ridurre al minimo il rischio per l’ambiente e per la salute umana; l’obiettivo è quello di non far percepire la presenza della discarica al di fuori di una ristretta fascia di rispetto. Poiché il naturale assestamento della massa dei rifiuti depositati può danneggiare il sistema di estrazione del biogas, è indispensabile un piano di mantenimento dello stesso, che preveda anche l’eventuale sostituzione dei sistemi di captazione deformati in modo irreparabile. E’ inoltre indispensabile mantenere al minimo il livello del percolato all’interno dei pozzi di captazione del biogas, per consentirne la continua funzionalità, anche con sistemi di estrazione del percolato eventualmente formatosi; tali sistemi devono essere compatibili con la natura di gas esplosivo, e rimanere efficienti anche nella fase post-operativa. Il sistema di estrazione del biogas deve essere dotato di sistemi per l’eliminazione della condensa; l’acqua di condensa può essere eccezionalmente reimmessa nel corpo della discarica. Il gas deve essere di norma utilizzato per la produzione di energia, anche a seguito di un eventuale trattamento, senza che questo pregiudichi le condizioni di sicurezza per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Nel caso di impraticabilità del recupero energetico la termodistruzione del gas di discarica deve avvenire in idonea camera di combustione a temperatura T>850°, concentrazione di ossigeno maggiore o uguale a 3% in volume e tempo di ritenzione maggiore o uguale a 0,3 s. Il sistema di estrazione e trattamento del gas deve essere mantenuto in esercizio per tutto il tempo in cui nella discarica è presente la formazione del gas e comunque per il periodo necessario, come indicato all'articolo 13, comma 2…”. (stralcio del punto 2.5. dell’allegato 1 al D.Lgs. 36/03) E’ evidente che la descrizione dell’impianto connesso al presente ampliamento rappresenta la sommatoria fra interventi già effettuati e nuove predisposizioni/realizzazioni previste, con sistema di captazione che viene prolungato in modo coerente con l’evoluzione d’impianto. L’intero sistema viene predisposto affinché sia possibile procedere per lotti successivi, sviluppati in funzione delle fasi di abbancamento e copertura dei rifiuti; in ogni configurazione i gas aspirati dai sistemi verticali e suborizzontali esistenti nell’ammasso dei rifiuti vengono convogliati tramite apposite tubazioni alla stazione di aspirazione e, da qui, agli utilizzatori finali. Data la presenza della fase liquida all’interno del biogas (il biogas è una miscela molto umida vista la particolarità del luogo di produzione) vengono previste opportune livellette di posa dei collettori, caratterizzate da punti ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 80/88 depressi imposti in fase di progettazione ed esecuzione dell’impianto in cui sono collocati sistemi di raccolta e rilancio delle condense. Nella discarica è presente, oltre alle torce ad alta temperatura, un impianto per il recupero energetico dei gas di discarica, costituito da motori endotermici per la produzione di energia elettrica. Entrambi gli impianti consentono la combustione del gas in condizioni di temperatura e di eccesso di ossigeno controllate, in modo da garantire un’efficace riduzione dei composti inquinanti che caratterizzano la miscela gassosa. A questo proposito si ricorda che è stato recentemente approvato, con Provv. Dirig. n. 38/EC del 02/04/2007, un progetto di ottimizzazione del sistema di aspirazione e combustione dei gas di discarica, introducendo nuovi sistemi di controllo e recupero energetico dai flussi aspirati. Le scelte impiantistiche adottate possono riassumersi in: 1. installazione di un nuovo sistema di valorizzazione del gas di discarica costituito da una specifica stazione di aspirazione completa di n. 2 motori a combustione interna e da un sistema del tipo a ciclo di Rankine con fluido organico (ORC), con produzione di energia elettrica dal recupero del calore generato dai gas di scarico dei motori; 2. attivazione di un sistema di aspirazione e combustione dedicata ai gas di discarica a scarso tenore di metano, cioè al gas con basso potere calorifico che non rappresenta, viste le qualità energetiche, un combustibile adeguato per il funzionamento sia dei motori dell’impianto esistente che di quello di nuova realizzazione. A tal fine nel progetto, ora in corso di costruzione, si proponeva la realizzazione dei seguenti sistemi di aspirazione (peraltro già realizzati in buona parte): linea di aspirazione dedicata unicamente al “gas povero”, costituita da un anello perimetrale collegato ai pozzi più esterni della parte vecchia di discarica. Scopo di tale elemento è quello di captare i flussi attesi nella fascia esterna di questa parte di discarica, correlabili in particolare alla discontinuità tra la barriera di confinamento, realizzata in materiale impermeabile, e i rifiuti; un sistema di pozzi verticali con linee drenanti suborizzontali ed inclinate. Le linee suborizzontali vengono realizzate nei punti di discontinuità morfologica del fondo invaso ed in apposite trincee ricavate all’interno dei rifiuti; ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 81/88 tubi inclinati di tipo duale sulle scarpate esterne, in grado cioè sia di aspirare biogas che drenare e condurre sul fondo invaso l’eventuale percolato intercettato nei livelli superiori del corpo di discarica. Si precisa che il sistema di captazione e aspirazione del biogas già in essere, che verrà ampliato man mano che si procederà con la copertura delle superfici in cui il conferimento è esaurito, continuerà ad alimentare i sistemi di recupero energetico esistenti (impianto di cogenerazione), mentre il nuovo sistema di estrazione perimetrale sarà prioritariamente a servizio di una torcia di combustione, in quanto non si ritiene che le caratteristiche quantitative e qualitative del biogas estratto in questa zona siano sufficienti a giustificare il ricorso al recupero energetico. E’ comunque già previsto il collegamento tra i due sistemi, in modo da avviare a recupero tutto il gas estratto appena ne verranno accertate le condzioni. Lo schema funzionale previsto per l’intero impianto, valido anche nella configurazione di ampliamento attuale, viene schematizzato nella figura successiva. Fig. 42 - Layout dell’impianto di aspirazione e combustione del biogas nella configurazione finale ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 82/88 Le unità funzionali (o sottosistemi) in cui è suddiviso il sistema biogas possono essere così riassunte: 1. elementi per l’aspirazione dei gas, riconducibili a: pozzi verticali, rappresentati sia da specifici pozzi verticali trivellati dopo aver conferito i rifiuti e pozzi verticali di gestione del percolato, già descritti in precedenza; tubi inclinati drenanti inseriti in scarpata e/o di sfiato delle platee drenanti di fondo invaso; drenaggi di strato (di cui si è già detto nel capitolo relativo al percolato), a posa suborizzontale, e di collegamento tra i pozzi verticali di gestione del percolato; drenaggi suborizzontali realizzati in corrispondenza delle parti sommitali delle varie scarpate in cui viene sagomato il versante, punto che per sue caratteristiche rappresenta il naturale bersaglio dei flussi gassosi che corrono al contatto della discontinuità geologica realizzata tra fondo impermeabile e cumulo dei rifiuti. Tale drenaggio viene solitamente indicato con il termine di masso drenante perimetrale o, ancor più brevemente, masso drenante; drenaggi suborizzontali inseriti all’interno dello strato 4 [strato di drenaggio dei gas] espressamente richiesto dalla norma nella copertura finale; 2. linee di collettamento e trasporto; 3. stazioni di regolazione; 4. organi di separazione delle condense; 5. stazione di aspirazione; 6. impianto di deumidificazione; 7. sala controllo; 8. impianto per il recupero energetico; 9. torce di combustione. Di seguito vengono sinteticamente descritte alcune delle unità funzionali prima indicate, rimandando anche a quanto già riferito per la gestione del percolato per specifici elementi duale. Si rileva infatti che, come già osservato dalla lettura del testo, i sistemi di aspirazione e drenaggio dei gas di discarica e del percolato sono sempre più tra loro connessi e funzionali, con elementi che assolvono al duplice scopo e trovano applicazione in entrambe le parti impiantistiche. Non va peraltro sottovalutato che questa dualità, certamente fondamentale per l’ottimizzazione della gestione delle emissioni, è fortemente limitabile in seede operativa e post-operativa, e trova applicazione solo nel caso in cui gli elementi siano posati in modo da rimuovere le condense che si ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 83/88 formano all’interno per gravità. In effetti è abbastanza frequente il caso in cui alcuni sistemi di drenaggio dei gas risultino inefficaci a causa di “tappi idraulici” presenti nei collettori, tappi che, viste le depressioni in gioco, non possono essere rimossi dal sistema aspirante. E’ quindi evidente che il progettista ma, soprattutto, il gestore, deve riuscire a costruire un sistema in cui le condense che si formano nei tratti convogliati possano essere allontanate in modo semplice ed efficace (leggasi per gravità) ed afferite a posizioni in cui siano presenti elementi efficaci di rilancio (leggasi pompe del percolato) per il maggior tempo possibile. In queste condizioni, con elementi di aspirazione in efficienza, si può ipotizzare una ben evidente sovrapposizione tra elementi aspiranti, con schema tipologico rappresentato nella figura seguente ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 84/88 Fig. 43- Schema del sistema di drenaggio del biogas. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 85/88 Pozzi verticali Quando lo stoccaggio dei rifiuti ha raggiunto le quote definitive previste in progetto e si è provveduto ad eseguire la copertura definitiva dei rifiuti, si procede alla trivellazione meccanica di pozzi verticali. In questo caso il pozzo viene costruito con tecnologie usuali, realizzando un cilindro verticale con altezza prossima allo spessore della colonna dei rifiuti (la trivellazione viene interrotta a circa quattro metri dal fondo invaso) e foro con diametro di 800 mm. Nel pozzo vengono inseriti una sonda drenante centrale in tubo in hdpe fessurato Ø 250 e ghiaia basaltica con funzioni di filtro: da notare che la sonda centrale può essere attrezzata per l’inserimento di pompe di controllo ed eventuale rilancio delle condense e del percolato, qualora il battente misurato presenti quote anomale. Ogni singolo pozzo è dotato di una valvola di regolazione, al fine di modificare la portata di biogas in funzione della percentuale ottimale di ossigeno e metano. Rispetto a quanto già realizzato si prevede la costruzione di 45 nuovi pozzi verticali indicati nella planimetria 4.2.C.24, ai quali corrisponde un raggio d’influenza medio pari a circa 20 m. Fra gli elementi di captazione verticale sono introdotti anche i nuovi pozzi di emungimento del percolato, i quali saranno attrezzati con testa di sigillatura a tenuta e collegamenti di messa in depressione della colonna. Trincee drenanti Una delle problematiche maggiormente presenti nelle fasi post-operative di discariche in rilevato è la possibile uscita, in corrispondenza del punto di raccordo tra corpo di discarica e copertura, di emissioni liquide e/o gassose, essenzialmente da ricondurre alla presenza di lenti o strati a maggior permeabilità presenti nelle strutture arginali di contenimento. Per evitare l’insorgere di queste criticità, si provvede alla costruzione di un apposito innesto nella scarpata esterna, nel quale verrà installato un tubo drenante in hdpe Ø 200. Questo elemento, solitamente denominato masso drenante, risulta completamente impermeabilizzato sulla sommità e diventa il punto di aspirazione del cuneo dei rifiuti idealmente confinato tra la parete d’invaso e la verticale passante dal perimetro del fondo invaso. Tubi inclinati drenanti e/o di sfiato delle platee drenanti di fondo invaso I collettori di fondo invaso vengono, per quanto possibile, prolungati sulle pendici e sulle parti esterne della discarica, in modo da consentire l’ispezionabilità del sistema di drenaggio del percolato anche nel lungo periodo. ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 86/88 Questi sistemi diventano, nel tempo, elementi di tipo duale, in grado cioè sia di aspirare biogas sia drenare e condurre sul fondo invaso l’eventuale percolato intercettato nei livelli superiori del corpo di discarica. Esperienze già condotte in altre realtà mostrano come questi elementi di aspirazione, collocati in zone della discarica caratterizzate da elevati spessori del rifiuto e discontinuità litostratimetriche, sono solitamente interessati da elevate portate e buona qualità del gas, con tenori della concentrazione di metano superiore al 50%. Nel caso in esame questi elementi possono essere raccordati al sistema di aspirazione di nuova costruzione prevista sulle banche canale realizzate in scarpata. Linee di collettamento e trasporto La rete di captazione e collettamento del biogas è composta essenzialmente dalla rete di collettori secondari, dalle sottostazioni e dalla rete di collettamento principale. Una volta che si è completato il conferimento dei rifiuti ed è stata realizzata la copertura finale, si procede alla realizzazione della rete di collettori secondari, che prevede il collegamento di ciascun pozzo con la sottostazione mediante tubo in hdpe avente diametro 90 mm. Le linee di collettamento principali sono costituite da tubazioni in hdpe del diametro di 250 mm e servono per il trasporto del biogas da ciascuna sottostazione alla centrale di aspirazione. Per ragioni di protezione meccanica e per ridurre le dilatazioni termiche e l’influenza della luce, tutte le tubazioni hdpe sono collocate in scavo ad una profondità minima di cm 60 dal piano campagna, opportunamente alloggiate in sabbia con sovrastante copertura di terra. Stazioni di regolazione Omissis: non oggetto del presente appalto Organi di separazione delle condense Omissis: non oggetto del presente appalto Stazione di aspirazione Omissis: non oggetto del presente appalto ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 87/88 Impianto di deumidificazione Omissis: non oggetto del presente appalto Sala di controllo Omissis: non oggetto del presente appalto Impianto per il recupero energetico Omissis: non oggetto del presente appalto Torce di combustione Omissis: non oggetto del presente appalto 11. IMPIANTO ANTINCENDIO ED IMPIANTO ELETTRICO. Omissis: non oggetto del presente appalto 12. DISTURBI E RISCHI (PUNTO 2.6 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Omissis: non oggetto del presente appalto 13. DOTAZIONE DI ATTREZZATURE E PERSONALE (PUNTO 2.9 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Omissis: non oggetto del presente appalto ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica - 88/88 14. MODALITÀ E CRITERI DI COLTIVAZIONE (PUNTO 2.10 ALLEGATO 1, D.LGS. 36/03). Omissis: non oggetto del presente appalto 15. DIAGRAMMA A BLOCCHI DEL CICLO DI SMALTIMENTO IN DISCARICA E INDICAZIONE DELLE RISORSE UTILIZZATE. Omissis: non oggetto del presente appalto ____________________________________________________________________________________________________________________________ C.S.A.Impianti S.p.A. PROGETTO DEFINITIVO DI AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO DI DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI DI CASA ROTA - Relazione Tecnica -
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