41 Giovedì 8 Gennaio 2015 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Cerroni inchiodato da un testimone: «Truffava sui rifiuti» La foto Fiaccolata a piazza Farnese Esquilino Fermato, si finge agente denunciato un vigilante `Le accuse di un investigatore al processo per la discarica: «Intascava milioni ai danni di molti comuni dell’hinterland» IL PROCESSO Tariffa truffaldina per far sganciare soldi in più ai Comuni. Il teste cardine del processo contro Manlio Cerroni, un investigatore del Nucleo Tutela Ambiente dei carabinieri, il maresciallo Massimo Lelli, ieri ha raccontato per sette ore in aula come l'ex patron dei rifiuti ha gestito la grande truffa ai danni di una sfilza di comuni dell'hinterland, ora parti civili. Un affare semplice, che secondo la ricostruzione del teste e dell'accusa, ha fruttato quasi cinque milioni di euro. La Pontina Ambiente di Cerroni avrebbe infatti conferito in discarica una fetta maggiore del cosiddetto cdr, il combustibile da rifiuti, che, invece, si sarebbe dovuto spedire agli impianti di termovalorizzazione, in questo caso di Colleferro, per la produzione di energia. Raggirando co- LE INDAGINI AVREBBERO ACCERTATO CHE IL PATRON DELLA COLARI GETTAVA IN DISCARICA MATERIALI CHE DOVEVA SMALTIRE DIVERSAMENTE sì i Comuni e i cittadini che pagavano la relativa tassa. IL BLITZ Ad un anno quasi dal blitz che il 9 gennaio del 2014 ha portato all' arresto del re dei rifiuti e di altri sei indagati, il processo a carico della cricca di Manlio Cerroni è entrato nel vivo, sotto le domande incalzanti del pm Alberto Galanti, titolare dell'inchiesta. «Ci sono state comunicazioni della Pontina Ambiente sui quantitativi di rifiuti in ingresso e in uscita dall'impianto» ha spiegato il maresciallo Lelli. «Quindi la Regione era a conoscenza di quello che avveniva e non ha attivato le procedure necessarie di controllo e di rivalutazione delle tariffe a carico dei comuni». Per questo processo nell'elenco degli imputati, per lo più non presenti in aula, figurano oltre a Cerroni, patron dell'ex megadiscarica di Malagrotta, anche il suo braccio destro, Francesco Rando; l'ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi; Piero Giovi, socio del rais; Giuseppe Sicignano, già supervisore delle attività operative condotte presso gli impianti di Cecchina; Luca Fegatelli, ex dirigente dell'Area Rifiuti della Regione e Raniero De Filippis, responsabile del Dipartimento del territorio della Re- gione. Ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio sono stati spediti a giudizio con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico dei rifiuti, e, secondo le posizioni, anche di violazione di norme contro la pubblica amministrazione e la truffa in pubbliche forniture. Regione, Provincia e Roma Capitale, più otto centri dei Castelli, oltre ministero dell'ambiente, Legambiente Lazio e gruppi di cittadini, invece rappresentano le parti civili. I DANNI Tra le richieste più mirate quella di Genzano, l’unico Comune che punta alla restituzione di tutte le somme pagate per lo smaltimento dei rifiuti. L'avvocato Giuseppe Lo Mastro, decano nel settore, ha fatto un calcolo di 11 milioni e mezzo di euro tra danni patrimoniali e non. «Perché» ha spiegato «tra il 2006 e il 2012 è stato prestato un servizio illecito». I rifiuti, infatti, come ha accertato l'inchiesta e ricostruito il sottufficiale ieri, venivano ammassati, senza una preselezione adeguata, nel settimo invaso della discarica di Roncigliano, a Albano, fulcro dell'inchiesta. Adelaide Pierucci © RIPRODUZIONE RISERVATA «Siamo tutti Charlie Hebdo» Davanti all'ambasciata di Francia in piazza Farnese, un centinaio di persone ha dato vita ad un presidio di solidarietà dopo l'attentato al settimanale francese Charlie Hebdo. Oggi alle 18, la fiaccolata organizzata dalla Fnsi Fermato dai carabinieri a piazza Vittorio per un controllo di routine ha esibito un falso distintivo della polizia dichiarando ai militari di essere un agente. Per questo i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno denunciato a piede libero un romano di 37 anni, dipendente di un istituto di vigilanza privata, con l’accusa di falsa attestazione a pubblico ufficiale sull’identità e possesso di segni distintivi contraffatti. L’uomo quando è stato fermato ha esibito una riproduzione di una placca metallica distintivo. Nella sua auto i carabinieri hanno anche recuperato una ricetrasmittente scanner sintonizzata sulle frequenze delle comunicazioni radio delle forze dell’ordine. Anziano rapinato dalla giovane badante LA STORIA Ha conquistato la fiducia del signor Luciano con l'inganno: facendo leva sulla tenerezza e sulla voglia di compagnia di un ultrasettantenne rimasto solo al mondo. Dopo essersi proposta come badante, l'ha convinto a farla entrare in casa e ha iniziato a prendersi cura di lui. L'ha fatto accomodare sul divano e gli ha offerto un succo di frutta. Il vecchietto, ammaliato dalla gentilezza di una ragazza giovane e bella, ha bevuto la bibita. E si è risvegliato la mattina seguente con il portafoglio vuoto e con l'anulare sinistro sguarnito della fede nuziale, ultimo ricordo della moglie defunta. Ha capito di essere stato raggirato e derubato, nel modo più subdolo, per giunta. Disperato, ha quindi sporto denuncia. Poi, si è recato in Procura e ha riconosciuto in fotografia la signorina che gli aveva spezzato il cuore: si chiama Stella Maria R., ha 30 anni ed è di Roma. Ora si trova agli arresti domiciliari, disposti dal gip Maria Agrimi su richiesta del pm Giuseppe Bianco. La don- LA DONNA È STATA IDENTIFICATA E SI TROVA ADESSO AGLI ARRESTI DOMICILIARI: È UNA ROMANA TRENTENNE na era già nel mirino degli inquirenti perché, pochi giorni prima di derubare Luciano, aveva tentato di avvicinare altre due vecchiette. L'APPROCCIO Una di loro si chiama Angela, 73 anni, e per ingannarla l’indagata si era offerta come donna delle pulizie. E anche Angela, dopo averla accolta a casa, è stata derubata. L'avvocato Federico Sciullo, difensore do Maria Stella R., è invece certo dell’innocenza della sua assistita: «Si è sottoposta all’interrogatorio di fronte al gip negando l'addebito - ha dichiarato il penalista -l'arresto è frutto di un equivoco». Michela Allegri © RIPRODUZIONE RISERVATA Casal Bruciato, muore per overdose di eroina L’ALLARME E’ stata trovata a notte fonda, cadavere, distesa su una poltrona in salotto. Accanto ai piedi una siringa d’insulina con tracce di eroina. Quella di Deborah B., 43 anni, è la prima morte di overdose da eroina dell’anno nella Capitale, preceduta da molte altre: la prova che il ”buco” è tornato ad infettare le periferie. Erano quasi le tre di notte di martedì quando il convivente ha chiamato un’ambulanza da uno stabile di via Sebastiano Satta, a Casal Bruciato, sulla Tiburtina. Ma il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso e chiamare la polizia. Sul posto sono arrivati gli agenti che subito hanno appurato che la situazione era poco chiara. Il convivente della donna, origi- naria di Cremona, era stravolto dal dolore e non ha saputo fornire indicazioni su come siano andati i fatti e su chi ha fornito la droga letale alla compagna. E’ stato indagato dall’Autorità Giudiziaria che, quindi, indagherà d’ufficio anche su di lui in relazione alla morte della donna. LE INDAGINI L’uomo, sempre secondo gli investigatori, risulta avere dei precedenti penali e, in passato, avrebbe avuto dei contatti con la malavita di zona dove da tempo agiscono spacciatori e altri malviventi nonostante le tante retate di polizia e carabinieri. Il medico legale, intanto, ha accertato attraverso l’ispezione del cadavere, che l’orario della morte è compatibile con la chiamata del convivente dell’ambulanza. Sarà svolta l’autopsia nei prossimi giorni e anche gli esami tossicologici. Da una prima indagine risulta che la donna morta era tossicodipendente. Da qualche mese aveva spostato la residenza da una casa a Tor Bella Monaca a quella a Casal Bruciato dove viveva il compagno. IL CEIS A DARE L’ALLARME È STATO IL COMPAGNO GLI INVESTIGATORI TEMONO CHE GIRI UNA PARTITA DI DROGA TAGLIATA MALE Gli agenti stanno indagando amicizie e conoscenze della donna per arrivare ad individuare il ”puscher” che le ha dato la dose fatale. Ad agosto dello scorso anno i dati del Ceis (centro italiano di solidarietà) di Don Picchi già parlavano di una crescita netta in tre anni del consumo di eroina pari al 37% che vedrebbe nella capitale oltre 50.000 persone tra i 13 e i 48 anni cadere nell'utilizzo di questa sostanza a dispetto di una diminuzione del -7% del numero di consumatori di cocaina. M.D.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA Una Volante Minaccia un poliziotto con la siringa insanguinata IL CASO Ha aggredito con una siringa usata un agente di polizia. L’episodio è accaduto l’altroieri pomeriggio in via Amico Aspertini, nella zona di Torre Angela quando, intorno alle 17,30 una Volante - durante il consueto servizio di controllo del territorio - ha fermato un’auto. Il conducente non ha voluto fornire le proprie generalità; dopo qualche attimo, dall’interno dell’auto, ha mostrato una siringa completa di ago sporco. Con un gesto repentino è poi sceso, e con la siringa in mano ha minacciato i 2 poliziotti; nel tentativo di fermarlo un agente è stato colpito con la siringa, il cui ago gli si è infilzato nel palmo di una mano. L’uomo, identificato per V.D., 31enne romano, è stato poi comunque bloccato e arrestato per lesioni, violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale. L’agente della Polizia di Stato ferito è stato poi visitato in ospedale per le cure del caso.
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