CLASSI AD ABILITà DIFFERENZIATE Un modello operativo: l'unità differenziata e stratificata Progetto A.I.M.S. - Accoglienza e Integrazione dei Minori Stranieri – Aprile 2014 – Zaira Facioli Mezzadra Contesto CLASSE DI ITALIANO L2 AD ABILITà DIFFERENZIATE Gruppi di studenti non italofoni di diversi livelli in lingua italiana, diversa lingua e diversa cultura Gruppo classe composto da italofoni e non (sono possibili alcune attività e momenti di lavoro comune) dunque Classi plurilingue e multietniche 2 In queste classi si percepisce un disequilibrio di natura: Organizzativa, nel senso di gestire i diversi livelli di competenza linguistico-comunicativa in base alle risorse a disposizione Comunicativa: per cui una lezione frontale e verbale tradizionale non è efficace isola lo studente nel momento in cui non comprende con conseguenze negative, scarsa autostima) e ancora... 3 Socio-culturale: le diversità vanno gestite in modo tale da evitare conflitti, incomprensioni, pregiudizi, ecc.. (anche l'insegnante deve controllare i propri pregiudizi neg. o pos.) Didattico-metodologico: è necessario un ripensamento della propria azione didattica 4 COSA SIGNIFICA CLASSI AD ABILITà DIFFERANZIATE Si parla di differenza in termini di: Personalità come l'insieme della caratteristiche psichiche di una persona e delle modalità di comportamento che nel loro insieme ne costituiscono l'essenza (introverso/estroverso, autonomo/dipendente) Intelligenze multiple (Gardner 1983,1995): linguistica, logico- matematica, spaziale, personale (intrapersonale, interpersonale), musicale, corporea o cinestetica, naturalistica. 5 Contesto socio-culturale di provenienza Attitudini all’apprendimento di determinate abilità disciplinari (punti di forza e di debolezza rispetto all’apprendimento: nelle lingue straniere, ad es. chi discrimina e riproduce i suoni facilmente, chi memorizza ascoltando o deve scrivere, ecc..) Stile cognitivo come approccio generale preferito nell'esperienza, nell'elaborazione delle informazioni e nella rappresentazione della realtà 6 Motivazione allo studio se intrinseca lo studente prova autonomamente interesse, bisogno, desiderio, curiosità piacere per e nell'imparare (si può promuovere attraverso contenuti, metodologie e relazioni) se estrinseca le ragioni che stanno alla base dell'apprendimento non sono interne allo studente, ma dipendono da fattori esterni come la gratificazione, il premio, ecc.. (intrinseca > estrinseca) Sviluppo cognitivo Stili di apprendimento come la tendenza di una persona a preferire un certo modo di apprendere e studiare 7 Ribadito il concetto che lo studente è al centro del processo di apprendimento: Lo studente migrante è in una fase di ripensamento, di ricostruzione della propria immagine e identità Le relazioni che instaura a scuola con i compagni e gli insegnanti possono facilitarne: L'integrazione L'assimilazione (adeguamento passivo) L'isolamento L'insegnante deve ricordarsi che il suo stile di insegnamento influisce sulla costruzione di questa nuova immagine che l'alunno si sta costruendo nella nuova scuola. 8 Se queste sono le caratteristiche degli studenti che compongono le classi differenziate, allora si può dire che tutte le classi lo siano, indipendentemente dalla presenza o meno di studenti non autoctoni, perché comunque ogni studente è diverso e ha proprie caratteristiche che lo rendono unico. 9 Differenze specifiche della classe multietnica e plurilingue “Distanza” tra la L1 e l’italiano Cultura d’appartenenza Risorse (genitori, parenti, amici, servizi a cui accede) Motivazione allo studio e aspettative legate al percorso migratorio (personali e familiari) Stili d’apprendimento influenzati dall’esperienza pregressa Rapporto con il sapere creatosi nel paese d'origine Concezione della relazione educativa Vulnerabilità psicologica del soggetto migrante 10 La scuola oggi presenta dunque una complessità maggiore dovuta alla presenza di studenti non italofoni. La pluralità dei valori può essere una risorsa o un problema: sta all’insegnante sviluppare in classe un atteggiamento che, preso atto delle differenze , valorizzi la complementarità attraverso la conoscenza di esperienze e punti di vista diversi. 11 Il ruolo dell'insegnante in questa scuola ricca e complessa Due modelli a confronto: Modello a mediazione dell'insegnante che prevede una concezione trasmissiva e passiva dell’apprendimento, lezione frontale, verbale, ecc.. VS Modello a mediazione sociale che ha una concezione attiva dell’apprendimento attraverso la co-costruzione di conoscenze, il docente non è l’unica e indiscutibile fonte di sapere, ognuno porta un suo sapere personale che dev’essere riconosciuto e valorizzato e integrato 12 Se accogliamo il primo modello dobbiamo accettare che: La lezione frontale e verbale pone dei maggiori problemi di comprensione che ricadono su: - l'apprendimento in genere - lo sviluppo cognitivo - la motivazione - l'atteggiamento psicologico (rifiuto, abbandono..) 13 Invece i metodi a mediazione sociale sono maggiormente adatti a facilitare l'apprendimento nelle classi ad abilità differenziate. 14 Alla base dei metodi a mediazione sociale ci sono numerosi concetti teorici di riferimento che provengono da diverse scienze e oramai affermate teorie: - neuroscienze, linguistica, psicologia cognitiva, ecc.. - cooperativismo, peer education, ecc.. I metodi sono oramai numerosi. 15 Concetti basilari di riferimento sono: Approccio costruttivista Si impara e si costruisce conoscenza attraverso la comunicazione e il dialogo, in base alla qualità delle relazioni con gli altri. Attraverso la cooperazione e la collaborazione di gruppo nell'esecuzione di compiti motivanti. L'apprendimento si realizza meglio quando chi apprende è coinvolto, dunque attivamente impegnato nella costruzione della propria conoscenza e comprensione, realizzando connessioni tra ciò che sta apprendendo in quel periodo e le sue conoscenze precedenti. 16 Partecipazione periferica legittimata di Lave e Wenger La classe è formata da individui che hanno diverse identità e abilità, che provengono da culture diverse e comunità. L'elenco continua... 17 Queste teorie di riferimento dei metodi a mediazione sociale pongono particolare attenzione alle dimensioni: Relazionale Affettiva Cognitiva Metacognitiva Sociale Linguistico-culturale e interculturale dei soggetti coinvolti 18 I diversi metodi pratici derivanti proposti sono: Cooperative Learning Glottodidattica ludica Peer tutoring Didattica multisensoriale/esperienziale Pedagogia interculturale Didattica centrata sui processi cognitivi e sul potenziamento metacognitivo Didattica differenziata Problem solving 19 Nelle CAD si può utilizzare un modello di Unità di Apprendimento STRATIFICATA e DIFFERENZIATA che molto deve al modello di Unità di Apprendimento elaborato nei contesti L2 Si tenga sempre in mente il percorso: Globalità → Analisi →Sintesi Che sottostà all'Unità di Apprendimento elaborato nei contesti L2 Obiettivi: facilitare l'apprendimento dell'italiano Gestire classi miste, eterogenee 20 Unità di Apprendimento in contesto L2 Struttura dell'UdA: - Motivazione - Globalità - Analisi - Sintesi - Riflessione - Verifica 21 Differenziazione e stratificazione DIFFERENZIAZIONE: s'intende qui fornire input diversi, che implicano un diverso canale: sonoro, visivo e gestuale. STRATIFICAZIONE: presentazione di testi e compiti con un diverso grado di complessità 22 UN MODELLO OPERATIVO PER LE CAD l'Unità Stratificata e Differenziata Punti basilari da tenere a mente: Ricorrere ad elementi costitutivi ricorsivi: differenziazione e stratificazione Utilizzare elementi costitutivi variabili: condivisione, analisi ed elaborazione, metacognizione, transfer o rielaborazione creativa La struttura di questo modello può essere riproposta per singole lezioni o in un intero corso, dunque è ricorsiva essa stessa 23 Ricorsività significa Riproporre il modello, la sua struttura pur applicandola a livelli di difficoltà cognitiva, linguistica e di contenuto All'interno del modello far ricorrere fasi ed elementi, il tutto e il particolare, il macro e il micro Ricorsività delle scelte strategiche quali stratificazione e differenziazione Circolarità della struttura che ripropone forme o strutture linguistiche, compiti che vengono proposti 24 All'interno del modello abbiamo dei punti cardine: MOTIVAZIONE – COMPRENSIBILITà - VALUTAZIONE Motivazione: come stimolare tutti a lavorare e come avere la loro attenzione Comprensibilità: come rendere gli input comprensibili a tutti 25 Valutazione : come monitorare e valutare i progressi, le produzioni linguistiche. Non si tratta di un processo conclusivo, né di un processo finalizzato alla rilevazione degli errori. Gli errori vanno valutati come passaggi interlinguistici, osservarli serve per comprendere l'interlingua e per orientare la programmazione. 26 Motivazione Comprensibilità Valutazione Questi elementi non si collocano in un momento unico e in una fase precisa, ma sono trasversali a tutta l'unità, sono elementi che ricorrono in momenti diversi dell'unità e che si collegano poi ad approcci, tecniche, compiti diversi. 27 Differenziazione e stratificazione Differenziazione: Cosa deve essere differenziato? a) gli approcci b) le tecniche c) la tipologia di tasks d) i ritmi di gestione della lezione e) l'input fornito dal docente 28 Stratificazione: Si tratta di proporre attività dalla più semplice alla più complessa, Contemporaneamente a tutto il gruppo, ma non tutti eseguiranno tutte le attività Si possono stratificare: tasks, tecniche didattiche e contenuti 29 I già citati: Condivisione: momenti di condivisione delle conoscenze Analisi ed Elaborazione: gli esercizi relativi gli obiettivi dell'unità Metacognizione: sull'autoconsapevolezza apprendimento, esplicitazione dei processi sui processi di Transfer: il reimpiego delle conoscenze e abilità acquisite e sperimentate precedentemente in contesti strutturati e noti Rielaborazione creativa: inventare, immaginare, rielaborare i dati della realtà per esercitare la propria creatività, risolvere problemi, condividere esperienze, paragonare e comparare, mettere in ordine sequenziale sono considerati variabili, possono esserci oppure no, avere uno spazio e un ordine diversi 30 Alcune esperienze in Laboratorio 31 Scheda relativa l'esperienza di laboratorio Gruppo classe e profili degli alunni: Obiettivi: Strutturazione dell'intervento: Condivisione: Analisi ed elaborazione: Metacognizione: Transfer: Rielaborazione creativa: Comprensibilità, motivazione, ricorsività: 32 Bibliografia Daloiso M. (2009), L'italiano con le fiabe. Costruire percorsi didattici per bambini stranieri, Guerra Edizioni, Perugia D'Annunzio B., Luise M. C. (2008), Studiare in lingua seconda. Costruire l'accessibilità ai testi disciplinari, Guerra Edizioni, Perugia Caon F. (a cura di) (2006), Insegnare italiano nella classe ad abilità differenziate, Guerra Edizioni, Perugia 33
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