LE NOSTRE INIZIATIVE GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2014 I.C. «Riccardo Morzenti» - Sant’Angelo Lodigiano (LO) LA REDAZIONE - CLASSE 5^C :Alessandro Affaba, Martina Affaba, Nicole Arrigoni, Stefano Arrigoni, Alice Aspirandi, Andrea Avaldi, Erika Bellani, Fabiana Bottoni, Davide Carlotti, Siria De Vincentis, Thomas Ferrari, Sofia Fossati, Manar Hefny, Martina Mortello, Chiara Papini, Pepa Redon, Gabriele Pizzi, Edoardo Pozzi, Nadia Sali, Kevin Stromba, Daniele Vitaloni. CLASSE 5D: Matteo Beccaria, Arianna Bellan, Martina Camastra, Sara Cambielli, Luca Cutillo, Valentina Elmadhi, Federico Faleri, Mattia Ferrari, Giacomo Gnocchi, Sara Grassi, Lara Lucini, Alessandro Magnaghi, Marika Maligieri, Michelle Monachello, Daniel Moro, Davide Moro, Elisa Oliveri, Nicholas Patrignani, Francesca Porreca, Filippo Savarè, Mattia Stringhetti , Beatrice Zambelli, Chiara Zanaboni. DOCENTI: Carla Bassi, Angela Bellani, Giovanna Vitaloni «Gamba de legn»: il mitico treno correva sui binari mezzo secolo fa All’epoca era un mezzo di trasporto tecnologicamente molto avanzato IL COMMENTO Un nome con tante storie e altrettanti ricordi CI SONO DIVERSE interpretazioni riguardo all’origine del nome Gamba de Legn. Alcuni ricordano che il treno passando sulle connessioni delle rotaie produceva un monotono suono «To-toc to-toc» che ricordava il rumore dei passi di una persona con la gamba di legno. Altri raccontano che il treno, senza porte, poteva consentire di salirci al volo, mentre era in corsa. Questo, a volte, provocava tragiche cadute sotto le ruote dei vagoni. Alle persone così mutilate venivano applicate gambe artificiali. SI NARRA anche che un tale Romildo, dipendente della società “Tranway” avesse il compito di precedere il convoglio durante le giornate di nebbia con un corno ed una lanterna per avvisare i passanti del transito del treno. A causa della nebbia fu travolto dal mezzo rimettendoci una gamba. Nonostante questo infortunio, mantenne il lavoro. TUTTE queste storie hanno un fondo di verità e hanno contribuito a creare la leggenda del gamba de legn o, gamba de lègne, come si dice a Sant’Angelo Lodigiano dove nessuno dimentica quel tram in fondo così romantico. ENRICO CERRI, nonno di Giacomo, ci ha raccontato che più di un secolo fa a Sant’Angelo c’era il treno, il mitico “Gamba de Legn”. Questa storia ci ha molto incuriosito, ci ha invogliato a scoprire le origini e a cercare le avventure del treno sui binari lombardi. Nel 1870 la società Belga Tram Interprovinciali ottenne la concessione di costruire diverse linee e nello stesso anno diede inizio ai lavori. La Prima Rete funzionò nel 1871 e collegava Sant’Angelo con Melegnano e Milano. La stazione di partenza era situata in via Cavour. Il capostazione alla partenza del treno suonava due volte il corno di Bue. Di fronte alla stazione c’era la “Trattoria della Stazione”, era sempre affollata, perché c’erano molti viaggiatori, faceva anche da piccolo albergo. La Seconda Rete funzionò ai primi del 1872, collegava Sant’Angelo con Lodi, Bergamo e Soncino. Da Soncino si scambiava il treno nella stessa stazione con altro Tram gestito dalla società Bresciana e proseguiva per Orzinuovi, Brescia, Salò. La stazione era situata in via Garibaldi. La Terza Rete funzionò più tardi ed era gestita dalla società Belga Ferrovie del Ticino. Collegava Sant’Angelo con Pavia – Voghera con Pavia – Binasco – Milano. La stazione era situata in via Mazzini e precisamente dove si trova Piazza Duca degli Abruzzi. La prima corsa partiva la mattina alle 6,20 e ritornava verso l’una. Alle 20 arrivava l’ultima corsa da Pavia. Non vi è dubbio che a quei tempi Sant’Angelo era favorita nei suoi commerci e per la mano d’opera pendolare con Milano. IL GAMBA DE LEGN all’epoca era un mezzo di trasporto tecnologicamente molto avanzato. Il tram, era formato normalmente da tre vagoni, mentre quando c’erano i mercati, diventavano sei. Si racconta che quando arrivava vicino alla salita di San Rocco, a volte i passeggeri dovevano scendere a spingere il treno che non riusciva a continuare la sua corsa. Dopo cinquant’anni il Tram era superato perché troppo lento: da Sant’Angelo a Milano due ore, da Sant’Angelo a Bergamo tre ore, da Sant’Angelo a Brescia cinque ore, da Sant’Angelo a Pavia un’ora. Ma c’era un altro motivo: il Tram percorreva le strade provinciali e si può immaginare i pericoli di investimenti per i viandanti e per carri e carrozze che viaggiavano ai lati. Per queste ragioni e per lo sviluppo dell’automobilismo i tram si dimostrarono superati. Le società dei Tram decisero così lo smantellamento delle linee. La prima ad essere soppressa fu Sant’Angelo – Lodi – Bergamo nel 1926 -27; la seconda Sant’Angelo –Milano nel 1930; la terza Sant’Angelo – Pavia nel 1933. La motrice del Gamba de Legn è conservata tuttora nei sotterranei del Museo della Scienza e della Tecnica, sezione trasporti terrestri, in un ambiente cittadino ricostruito. NOSTRA INCHIESTA RACCONTI DI VITA QUOTIDIANA LEGATI AL VIAGGIO Amarcod di un convoglio lento e polveroso PER SAPERNE di più abbiamo chiesto ulteriori notizie ai nonni che hanno avuto modo di usare questo treno. Maria, bisnonna di Arianna comincia a raccontare: «Quando ero piccola sono salita sul treno. Sono andata a Lodi. I sedili erano di legno e non avevano lo schienale. Sul treno c’era molta gente». Continua Luisa, nonna di Elisa: «Mia mamma era salita sul treno con mio papà. Il treno era chiamato Gamba di Legn perché andava piano. Sul treno c’era un po’ di polvere» La maestra Carla aggiunge: «Mia nonna aveva una drogheria e mi raccontava che ordinava il caffè dal Brasile; i sacchi arrivavano con la nave a Genova, poi con il treno a Pavia e infine a Sant’Angelo con il Gamba di Legn. Arrivava in via Mazzini, poi il nonno caricava i sacchi sul carretto». Mentre Marialuisa, nonna di Sofia ricorda: «Mia mamma prendeva questo treno per attraversare Milano: saliva sul treno alla stazione di Niguarda, perché vicina a casa. In piazza Baracca, in corso Vercel- li, si trovava il deposito, era una casetta tutta nera. Questo treno aveva i finestrini». La nonna di Davide, Luciana, dice che: «Il Gamba de Legn si prendeva al volo: questo treno andava piuttosto lento e rallentava in prossimità delle fermate», mentre Irene, nonna di Federico, sottolinea: «Il Gamba de Legn era diviso in prima seconda e terza classe». Chiude nonno Enrico: «I bambini si arrampicavano sul tram, quando arrivavano in piazza saltavano giù e andavano dritti a scuola. Se li scoprivano erano guai!». XV ••
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