NEWS n.10 del 14 agosto 2014 La Voce dell'apicoltore Notiziario ARAL Top news n. 10 2014 Miele: l'unica cosa che si produrrà sempre ARAL Associazione regionale Apicoltori Lazio Sede operativa: Via Albidona, 20 – 00040 Roma Tel. 06/7232131 CF 80400530582 P. IVA 0939641002 C. C. Postale /N. 64555006 Per la corrispondenza: Via di Tor Vergata 255 – 00133 Roma Cell. 3466281022; 3924578539 -Sito web www.aralonline.org - E Mail: [email protected] Questo notiziario viene inviato solo via E MAIL ad apicoltori, autorità. sanitari, enti di ricerca. In caso di rinuncia, previa comunicazione, si provvederà a depennare l'utente.. ***** ARGOMENTI 2 1) Maqs®Top 20132ww 5) lavori mese di agosto 2) Miele, annata negativa 6) Un caso di avvelenamento 3) Il saccheggio 7) Esonero dal registro dei trattamenti 4) Il buon miele MAQS®-, NUOVO FORMULATO A BASE DI ACIDO FORMICO E' nato il Maqs®- acronimo di Mite (acaro),Away (fuori), Quick (veloce), Strips (strisce) - acido formico veicolato sotto forma di un gel zuccherino inglobato in speciali pellicole che permettono una evaporazione graduale. Importante è poi l’azione delle api che, con la ventilazionee durante il trattamento, veicolano il principio attivo in tutto l’alveare. L’aspetto più interessante di questo formulato sembra essere la penetrazione dell’acaricida all’interno della cella opercolata e quindi l’efficacia del prodotto anche in presenza di covata opercolata. Ecco perché può essere considerato un prodotto contro la malattia della covata (a differenza degli altri prodotti antivarroa che agiscono solo sulla varroa foretica). Già nel 2012 la rivista Apimondia Italia numero 1-2 riportava i risultati dei primi test che mostravano un’efficacia del 90-91% di acari abbattuti. Il formulato non lascia residui nel miele e nella cera. Importanti sono le temperature che il 1° giorno devono essere comprese fra i 10 e i 29 °C, il 2° e 3° giorno non superiori ai 29 °C, al 4° giorno non devono superare i 33 °C e dal 5° giorno potrebbero anche superare questo limite, ma è meglio se restano inferiori ai 33 °C. Per manipolare le strisce occorre usare guanti di gomma (non di cuoio perché verrebbero corrosi dall’acido). Il costo varierà in funzione delle quantità richieste e.comunque da 5,50 a 6.00 Euro + IVA per due strisce (un trattamento per un alveare). Per i primi sei mesi (praticamente per questo primo intervento dell’anno in corso) servirà la “ricetta bianca” individuale per ogni Apicoltore. Il decreto in questione stabilisce che vengano commercializzate nel nostro Paese le confezioni da 4, 6, 10 e 20 strisce a base di acido formico per il controllo della varrroatosi (ne servono due per alveare). Il prodotto non presenta alcuna tossicità per il miele, tanto che il decreto ne fissa un tempo di attesa a “zero giorni”. Il medicinale ha un periodo di validità di un anno e va usato immediatamente dopo l’apertura della confezione. (Fonte: estratto da un articolo di FAIAPICOLTURA, notiziario n. 3 - 2014 dell'Associazione veneta Apat) MIELE: UN'ANNATA NEGATIVA L'anno 2014 sarà ricordato a lungo per la scarsa produttività di miele. Hanno contribuito sicuramente le condizioni atmosferiche, ma non sono mancati effetti devastanti provocati dall'uso sconsiderato di pesticidi che hanno provocato la scomparsa completa della popolazione di api in molti apiari. Che cosa sta accadendo nelle campagne del territorio laziale. Gli agricoltori, anche se produttori per autoconsumo, acquistano semi e piantine di ortaggi, semi di granturco, di barbabietole e semi per la produzione di piccole quantità di foraggi o per la semina della colza . Senza rendersene conto, non sanno che tutti questi semi sono stati conciati con molecole di pesticidi che evitano lo sviluppo di parassiti nel frutto che si produce. Pertanto, sia il polline che il nettare prodotti da queste piante risultano inquinati. Succede che le api o non vanno più a bottinare su queste piante o, a causa di tali pesticidi, perdono l'orientamento e quindi la loro capacità di bottinamento. La concia sulle sementi con polveri inquinanti è vietata, ma la vendita continua per cui i nostri terreni e le relative piantaggioni continuano ad avvelenarsi. Ritornando alla situazione climatica, le variazioni di temperatura verificatesi nella prima metà di quest'anno, hanno a lungo influito sullo sviluppo della covata e sulla fecondazione delle regine. Inoltre, improvvisi ritorni di bassa temperatura hanno impedito la raccolta di polline e nettare. Quindi le famiglie sono rimaste deboli, tali che il cibo raccolto è stato appena sufficiente per la loro sopravvivenza. Fino alla fine di giugno i melari erano quasi vuoti. Nel mese di luglio si è avuto però un buon raccolto di melata che ha parzialmente ri sollevato il morale degli apicoltori. Per concludere, è stata un'annata molto difficile per la produzione del miele, ma non diamo le responsabilità solo alle condizioni meteorologiche. L'apicoltura deve cambiare. La pericolosità dell'uso di molti pesticidi assume un ruolo molto importante nella salute dell'alveare e anche negli uomini. La salvaguardia del benessere delle api significa difendere della biodiversità e la salute dell'umanità. ATTENZIONE AL SACCHEGGIO Le api, nei momenti di scarsa produzione, sono indotte a saccheggiare gli alveari deboli. Il saccheggio vero e proprio è un fenomeno tipicamente estivo che però può verificarsi fino all'autunno inoltrato. Viene saccheggiato solo miele anche se opercolato. Di solito il saccheggio è motivato da una inclinazione gentica delle famiglie forti verso alveari più deboli. Sono api particolarmente aggressive portate a saccheggiare le più deboli. Spesso la api aggredite, per difendersi, incaggiano un combattimento contro le saccheggiatrici. Infatti, spesso ai piedi della porticina di volo si possono riscontrare api morte. Inoltre, nel cassettino antivarroa degli alveari saccheggiati si riscontrano abbonanti scagliette di cera rosicchiata. Alcune razze si difendono molto bene. Infatti, è stato accertato che la ligustica abbia una migliore capacità di azione difensiva. Il saccheggio, oltre ai periodi di scarso raccolto, è spesso provocato anche dall'apicoltore. Vediamone le cause. - lasciare melari e materiale sporco in prossimità dell'apiario; - prolungare eccessivamente le visite agli alveari; lasciare completamente aperta la porticina di volo; - usare sostanze per combattere la varroa che abbassano i feromoni della regina; - avere in apiario la presenza di famiglie con poche api, improduttive o malate. Infine, con i saccheggi, si corre il rischio di patologie che possono diffondersi nell'apiario. Per evitare il saccheggio occorre ripulire dal miele qualsiasi oggetto alla portata delle api. Se si vuole dare il miele alle api per alimentarle o riporre i melari per la ripulitura è opportuno farlo di sera. Con l'oscurità le api smettono ogni attività fuori dall'arnia; restringere o chiudere temporanemaente la porticina di volo; si può anche posizionare sul predellino dell'arnia erba verde. Dopo poco tempo si secca e viene facilmente rimossa dalla famiglia aggredita. Non sono poi solo le api a saccheggiare il miele, spesso sono anche piccoli topolini di campagna capaci di ingurgitare il miele con tutti gli opercoli di cera. IL BUON MIELE INIZIA DAL POLLINE Vi siete mai chiesti da dove viene il polline che è stato utilizzato per fare il miele che mangiate? In Italia è molto raro che qualcuno si preoccupi della sua provenienza o almeno così era fino a poco tempo fa. Oggi infatti anche il nostro paese sta muovendo i primi passi ed inizia ad avere una discreta produzione di polline controllato; risaltando le specifiche e le qualità dei pollini monoflorali, si è creato uno spazio su un mercato dominato quasi interamente da Spagna e Cina. Il cavallo di battaglia del Made in Italy è l’alta qualità di un prodotto fondamentale per la realizzazione di un buon miele. Ma sapere da dove viene il polline non basta. Noi del Pungiglione cerchiamo di realizzare un miele che raggiunga la migliore qualità possibile, quindi prestiamo molta attenzione anche al processo di essicazione. Perché è importante controllare questo processo? Perché con il più diffuso metodo dell’essicazione al sole, durante il quale il polline viene riscaldato, molte delle sue qualità più importanti vengono perse. Come è possibile “seccare a freddo”? Semplicemente deumidificando, utilizzando dei deumidificatori d’ambiente, gli stessi che vengono comunemente utilizzati per il miele. Questo metodo garantisce un miele con qualità organolettiche decisamente apprezzabili, nettamente distinto da quello cinospagnolo. Il principale problema derivante dalla deumidificazione è quello di capire quando il polline ha raggiunto il livello ideale di disidratazione, anche perché questa procedura viene condizionata dal livello di umidità dell’ambiente. Entra qui in gioco un apposito apparecchio, ideato sui monti della Valle Varaita, in grado di portare il polline ad un livello di disidratazione ottimale, utilizzando il principio fisico del frigorifero: raffreddando e successivamente riscaldando l’aria se ne sottrae l’umidità, pertanto il polline asciuga senza venire riscaldato e mantiene completamente intatte tutte le sue qualità, garantendo la produzione di un miele eccellente. (Fonte: il Pungiglione) I LAVORI NEI MESI DI AGOSTO E SETTEMBRE L'apicoltore, dopo la smielatura deve provvedere a mettere ordine negli apiari.. E' certamente antipatico parlare sempre di varroa, ma questo è il periodo di maggior infestazione. Occorre quindi intervenire con presidi sanitari autorizzati ( Api Life Var Thymovar,- Apiguard, Api-Bioxal ecc.) per contenere il livello dell’acaro ad una soglia accettabile. I trattamenti antivarroa devono essere effettuati contemporaneamente su tutto il territorio al fine di evitare la reinfestazione. Molte cose si devono fare in apiario prima dei trattamenti. Dopo aver tolti i melari, è opportuno fare una visita approfondita con particolare attenzione alla covata. Verificare se si può prevenire l’insorgere di malattie, se la covata è compatta, indice di una regina ancora giovane, verificare cellette di covata isolate nel favo e solo foracchiate, indice di peste americana o peste europea, facendo la prova dello stecchino. In questi periodi si possono sostituire le regine che manifestano di essere portatrici di virosi o hanno manifestato problemi di sciamatura eccessiva, utilizzando quelle fatte "in casa" o provenienti da ceppi selezionati. Riunire infine le famiglie più deboli. Si possono produrre sciami artificiali per procurarsi una scorta di regine che, superato l'inverno, possono essere utili per gli alveari che rimangono orfani. Tanto non supererebbero l'inverno. Negli alveari si deve riscontrate una buona scorta di polline. Questo alimento determina lo svilupparsi della nuova covata; le api che nasceranno a settembre e anche dopo, finché la temperatura ambiente consente alla regina la deposizione, saranno quelle che costituiranno la famiglia per tutto il periodo invernale. Considerato che in questi periodi le scorte sono limitate, è bene alimentare le famiglie con sciroppo zuccherino. Questro anche durante i trattamenti antivarroa. La somministrazione deve avvenire sempre di sera per almeno dieci/quindici giorni. Al fine di disinfettare l'organismo delle api , che aiuta a prevenire lo sviluppo delle spore di nosema ceranae, aggiungere un cucchiaio di aceto di vino bianco ad ogni litro di sciroppo. I melari devono essere conservati privi di ogni goccia di miele, onde prevenire lo sviluppo della tarma della cera. I melari, impilati cinque a cinque sopra un piedistallo, protetti con una fitta rete sia sotto che sopra e ricoperti con un coperchio, possono essere conservati anche all'aperto. Si raccomanda infine, per evitare il saccheggio, di non lasciare in prossimità degli apiari materiale di risulta o sporco di miele. Se si verifica qualche sciame autunnale, spesso è dovuto a motivi sanitari. Perciò, prima di portarlo in apiario, disinfettarlo con una spruzzata di API-BIOXAL, seguendo attentamente le istruzioni riportate nella confezione. UN CASO DI AVVELENAMENTO Nella seconda metà di agosto 2011 ho potuto costatare direttamente gli effetti degli avvelenamenti. Sotto una tettoia avevo sistemato quattro alveari senza arnia che erano stati recuperati tagliando i rami di alberi dove le api avevano costruito i favi. La prima anomalia l'ho notata nella famiglia A: grande agitazione delle api tipica delle famiglie che perdono la regina. Quest'alveare si è rapidamente spopolato. A metà settembre la famiglia era morta; dai favi ho prelevato il polline e le analisi eseguite dall' IZSLT hanno rilevato la presenza di Imidacloprid: 0,0068 mg/kg =0,0068 ng/mg (Lim. Rilev. 0,0002 mg/kg). Matematica: 0,0068 ng/mg x 65 mg (consumo di polline in 10 giorni) = 0,442 ng/ape che è la quantità di " Massimo Cittadini (socio ARAL)" imidacloprid assunta dalle api nutrici in 10 giorni. Il 27 agosto, quando anche le altre famiglie erano meno popolate, ho dedicato tempo per osservare con più attenzione. La famiglia B , fino a 10 giorni prima, era stato un grosso alveare molto popolato simile alla famiglia A. L' osservazione è iniziata verso le ore 17 ; le api arrivano si poggiano sui favi e cadono a terra dove iniziano una danza come quella che serve a comunicare la posizione del luogo dove hanno raccolto. La danza somiglia a quella circolare, 8 - 15 fino a 20 giri da una parte e poi nell' altro senso. All' inizio i movimenti sono abbastanza coordinati poi, dopo un minuto circa, smette di fare la danza, comincia a camminare, si rovescia sul dorso, ricomincia a fare la danza sempre più scoordinata. L' ape è ancora forte e mostra chiari segni di danni al sistema nervoso. Un ape ha iniziato a girare velocissima su se stessa come una girandola. L' alveare è a 1,5 metri sopra, ma nessuna tenta di risalire sui favi. Dopo un po' i movimenti rallentano, le api continuano a rovesciarsi spesso sul dorso, infine restano quasi immobili come moribonde. Ho raccolto 200 di queste api che ho subito congelate. Le analisi dell' IZSLT hanno rilevato la presenza di Imidacloprid : 0,2 mg/kg = 0,2 mcg/g (Lim. Rilev. 0,005 mg/kg). Matematica: 0,2 mcg/g x 0,1 g (peso di un ape) = 0,02 mcg/ape che corrisponde alla quantità di imidacloprid trovata sopra o dentro le api. Questa famiglia B è sopravvissuta fino a marzo 2012. Note: - Il Limite di Rilevabilità (L.R.) ed il Limite di Quantificazione (L.Q.) sono un’importante caratteristica del metodo analitico che identifica il limite inferiore di concentrazione sotto il quale il campione non può essere rilevato (L.R.) o quantificato (L.Q.) con sufficiente probabilità statistica. -Sistemici sono gli insetticidi i cui principi attivi (p.a.) possono essere assorbiti dalle radici e/o dalle foglie ed essere traslocati nel resto degli organi della pìanta. - CCD, Colony Collapse Disorder, (in italiano SSA Sindrome dello Spopolamento degli Alveari), è il fenomeno che nel 2006 ha portato a gravi perdite in America. - La guttazione consiste nell'eliminazione di acqua allo stato liquido dalle foglie che si verifica quando, per l'eccessiva umidità atmosferica, la traspirazione non può avvenire regolarmente o quando la quantità d'acqua assorbita dalle radici è superiore a quella traspirata dalle foglie. L' ape come bioindicatore del grado di inquinamento ambientale. "Essa esplora il territorio, raccoglie nettare e polline, si posa sulle foglie, si abbevera all' acqua dei fossi, si espone, cioè, a tutti i possibili rischi di intossicazione, e la sua morte è sempre un segnale di allarme, da considerare con grande attenzione" (Giorgio Celli). Le informazioni che ho riportato sono prese dalle riviste e dai siti web di apicoltura; con google è possibile fare ricerche nella vasta letteratura che riguarda i temi della salute e dell' ambiente, confrontando i dati e i risultati degli studi di enti, ricercatori indipendenti o dei produttori di agrofarmaci. Prendendo esempio dalle api, potremmo adottare la trofallassi, come modo di comunicazione efficace; quanto scritto è il risultato delle goccioline di informazioni che ho raccolto e confrontato con le osservazioni personali e di altri apicoltori, che a mia volta consegno alla riflessione di quanti sentono la propria coscienza preoccupata, che vogliono essere consapevoli e responsabili nel mondo e nel tempo in cui viviamo. Novembre 2012 [email protected] ESONERO DAL REGISTRO DEI TRATTAMENTI Il Ministero della Salute, con nota del 4 marzo 2013, al paragrafo 3.3, ha specificato che " Le aziende in cui vengono allevati animali produttori per alimenti per autoconsumo, in considerazione del fine non commerciale, sono esonerati dagli obblighi di registrazione di cui agli articoli 4, 5 e 15 del D. legs 158/2006. Rimane comunque l'obbligo della conservazione per almeno tre anni delle relative prescrizioni medico-veterinarie da esibire a richiesta delle ASL per i controlli del caso.
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