una realtà alquanto diversa e meno negativa, contrassegnata dalle risposte che Venezia seppe fornire ai cambiamenti in atto in campo mercantile, accentuando il proprio ruolo di mediazione commerciale fra Impero ottomano ed Europa continentale. Al centro della ricerca – basata sulle fonti archivistiche veneziane e turche – una indagine storiografica comparativa sul rapporto tra Venezia e Impero ottomano nella seconda metà del Settecento, attraverso l’esame di quattro diverse realtà storico-sociali. Si tratta della cipriota Larnaca, della siriana Aleppo, della turca Smirne e della greca Salonicco: quattro testimoni di una ribadita vitalità di Venezia (soprattutto per gli scambi delle merci di lusso) e insieme delle crescenti difficoltà patite dalla sua economia di fronte alla concorrenza francese, inglese e dei mercanti greci, sempre meno propensi a ricorrere all’intermediazione della Serenissima per i loro traffici in Adriatico. In fondo, se il Settecento non fu un secolo di totale declino per Venezia, altrettanto si potrebbe dire per l’Impero ottomano, con le due entità statali parimenti impegnate a trasformare in senso più razionale e centralizzato, in nome di canoni assolutistico-illuminati, come sostiene l’Autrice, le rispettive strutture economiche e politiche. Avviati alla decadenza, Venezia e l’Impero ottomano, ma capaci ancora di cercare entrambi (a volte non trovandoli) gli opportuni correttivi, anche a costo di intaccare consolidati interessi e di alienarsi l’appoggio dei loro detentori. [G.Sal.] n Marzo 2014 La Storia è un Romanzo a cura di Elena & Michela Martignoni www.elenaemichelamartignoni.com Di fronte alla guerra Quattro racconti sul primo conflitto mondiale fra pacifismo e patriottismo, dovere e amore «I l più orribile dei sogni umani è spaventosa realtà: la guerra di tutti contro tutti». Cento anni fa scoppiava una tragedia dalle proporzioni immani: la Prima guerra mondiale. Il conflitto rappresenta il fil rouge che unisce i quattro pezzi, due articoli e due racconti di Stefan Zweig (1881-1942) finora inediti in Italia, riuniti sotto il titolo «Il mondo senza sonno». Il primo articolo – che dà il titolo alla raccolta – descrive, come in una dolorosa poesia, l’insonne tormento delle notti di guerra. L’umanità perde il sonno, e nostalgia e ricordi contribuiscono alla veglia. Nemmeno gli animali e la Natura vengono risparmiati da questa privazione: la veglia uccide i sogni e la vita del mondo. Commovente, quasi straziante, il secondo racconto: in una notte d’estate del 1918 un pescatore del lago di Ginevra salva un uomo nudo che aggrappato a un improbabile veicolo fatto di assi, rema verso riva. Lo sconosciuto è uno dei tanti profughi russi fuggiti dall’ospedale militare dov’era stato curato. Diretto caparbiamente verso la sua patria, nonostante gli abitanti del paesino cerchino di farlo ragionare, non riesce a capire che il mondo è cambiato e che la guerra non è ancora terminata. Più lungo e più psicologicamente scavato è il terzo racconto. Tratta della faticosa scelta di chi si trova davanti al bivio se ubbidire alle leggi o dare ascolto alle proprie convinzioni etiche. I protagonisti sono due coniugi sfollati in Svizzera: il marito, valente pittore in congedo temporaneo per le ferite riportate in combattimento, viene richiamato al fronte; la moglie tenta di dissuaderlo a varcare il confine, ricordandogli le sue convinzioni pacifiste, ma trova in lui la feroce resistenza di chi è determinato a compiere il proprio dovere, anche se detesta la guerra. Il contrasto fra i due è descritto con minuzia e partecipazione estreme e risulta un vero e proprio capolavoro letterario. Per concludere il toccante articolo «Ypres», pubblicato nel 1928 sul «Berliner Tage- blatt». L’imponente mercato – vanto della cittadina belga tristemente nota per le quattro battaglie che la distrussero completamente e per l’uso dei gas tossici – non esiste più. È lasciato nella sua desolante devastazione, come spaventoso esempio di ciò che la ferocia della guerra è capace di compiere. In queste poche magistrali pagine Zweig riesce a comunicare l’atmosfera ansiogena di chi vive la guerra. Pochi autori raggiungono un così perfetto splendore nella lingua: la prosa, impeccabile, si eleva a pura poesia senza mai perdere la concretezza e la durezza dei significati. La passione con cui l’autore vive il dramma che sta schiacciando l’umanità traspare da ogni pagina, coinvolgendo il lettore quasi con violenza. Zweig scava senza pietà nell’animo umano mettendo a nudo le bassezze e le debolezze degli esseri umani senza mai cadere nel sentimentalismo. Quattro racconti, lucidi e spietati, che andrebbero letti e commentati nelle scuole perché, passando per il cervello, arrivano direttamente al cuore e servirebbero più di tanti tomi di storia a far comprendere l’assurdo orrore della guerra. n Il mondo senza sonno di Stefan Zweig Ed. Skira pp. 98, € 12,00 | 95 STORIA IN RETE
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