Design Grafico FreeLanceGrafick © BOLLET T I NO PA R R OC C H IAL E - S E M E S TR A L E - APR IL E 2 0 1 4 Parrocchia S.S. Filippo e Giacomo Gorgo - 33053 Latisana - tel.0431.55447 - Parrocchia S. Spirito Pertegada - 33053 Latisana - tel. 0431.55036 Pasqua è liberarsi da tutto ciò che ci impedisce di essere veri, coltivando la stima di sé e degli altri, condividendo vita, sentimenti, difficoltà, gioie, con semplicità e verità. LʼEDITORIALE DI DON RINALDO Pasqua: risurrezione personale e della comunità La parola “Pasqua” vuol dire “passare oltre” e si riferisce al momento in cui, in Egitto, Dio prepara alla liberazione gli ebrei resi schiavi dai faraoni. Dio passa oltre le porte che gli ebrei hanno segnato, in segno di presenza di una famglia ebraica, con il sangue dell’agnello consumato in fretta, in piedi, prima della partenza. Dio fa strage dei primogeniti egiziani. Gli ebrei “passano oltre” il mar Rosso e iniziano il cammino verso la libertà, verso la terra che Dio aveva loro promesso, cominciando da Abramo. La libertà dalla schiavitù egiziana costerà cara al popolo ebraico in marcia, in esodo verso la Palestina, camminando nel deserto, protestando, “mormorando” per la mancanza di acqua, cibo, sicurezza… La prima Pasqua vissuta in Egitto, verrà e viene celebrata ogni anno dagli ebrei, secondo l’ordine di Dio e anche Gesù stava celebrando i giorni importanti che ricordavano il dono della libertà. E sarà lui, sulla croce, che sostituirà quel sangue dell’agnello che ha fatto riconoscere e quindi salvare le famiglie ebraiche in Egitto. Ancora oggi quel sangue, il dono della propria vita, è per noi un dono prezioso del Signore che riviviamo in ogni Eucarestia. Anche per noi il dono della libertà dal male, dal peccato è un cammino difficoltoso. Anche il nostro “esodo” e costellato da mormorazioni, proteste, delusioni, sofferenze, insuccessi. Costruirsi come popolo, come comunità, richiede la capacità di “uscire” da noi stessi, dal nostro mondo personale, per costruire relazioni nuove e positive con noi stessi, con gli altri, con Dio. Pasqua è liberarsi da tutto ciò che ci impedisce di essere veri, coltivando la stima di sé e degli altri, condividendo vita, sentimenti, difficoltà, gioie, con semplicità e verità. Pasqua è lasciarsi “liberare” da Dio, “risorgere”, aprendo la nostra vita a lui, alla sua Parola, incontrandolo così come siamo, nella nostra povertà interiore e fiduciosi nell’amore che Dio ha per noi. Pasqua è impegnarsi, con le nostre capacità, per trovare e dare armonia, bontà, condivisione; è credere che con il Signore la morte, non solo fisica, non è la situazione definitiva personale e delle nostre comunità. Pasqua è il cammino umano e spirituale di ciascuno di noi. don Rinaldo 2 Edizione Pasqua 2014 PARROCCHIE DI GORGO E PERTEGADA L’Editoriale di don Rinaldo La mia Cresima Ragazzi, Dio vuole liberarvi dal peso del peccato - Catechismo: un valore aggiunto Festa degli anziani I Francescani secolari L’incontro con Gabriele della casa famiglia - La scuola primaria di Pertegada - Una mano per Vivere Il Miracolo delle adozioni Uscita per la giornata del ricordo - 30 Anni e pantaloni corti Carnevale 2014 I Santi della Chiesa di Gorgo Avis Gorgo e Pertegada Padre Stefano un cuore una mente Orari delle celebrazione liturgiche Pasquali 2 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 16 Questo bollettino verrà consegnato a tutte le famiglie delle due comunità parrocchiali ed inviato a tutti gli emigranti. Fateci, per favore pervenire gli indirizzi di coloro che fossero interessati a riceverlo. Edizione Pasqua 2014 3 LA CRESIMA La mia Cresima Pertegada 1 dicembre 2013 Il primo dicembre l’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha conferito il sacramento della cresima ad un gruppo di giovani delle nostre due parrocchie. All’inizio della celebrazione i giovani hanno letto al vescovo una breve presentazione del loro gruppo; eccola: “Siamo un gruppo di 17 giovani delle comunità di Gorgo e Pertegada e ci troviamo qui oggi, insieme con le nostre comunità parrocchiali, per ricevere il dono del Sacramento della Cresima. Il nostro cammino di preparazione a questo Sacramento è iniziato poco più di due anni fa, con i primi incontri di catechismo nella nostra parrocchia. Nell’ultimo periodo i due gruppi, di Gorgo e Pertegada, si sono uniti per fare insieme l’ultimo tratto del cammino di preparazione. Nei nostri incontri abbiamo riflettuto su molti brani della Bibbia e sui 4 temi principali del Catechismo della Chiesa Cattolica; abbiamo partecipato a incontri di preghiera nella nostra forania e in cattedrale a Udine. Abbiamo incontrato persone che in diversi modi operano nella società: una casa-famiglia dell’associazione Papa Giovanni ventitreesimo, alcune persone che hanno vissuto un’esperienza con l’associazione “Dinsi une Man”, il club degli alcolisti in trattamento, il gruppo dei donatori di sangue, che ci hanno aiutato a capire l’importanza del dono. Qualcuno del nostro gruppo ha partecipato quest’anno alla tre-giorni di preparazione per i neo-catechisti, altri hanno fatto diverse esperienze come animatori, prima nei corsi di preparazione (per imparare), poi con i bambini e i ragazzi più piccoli in diverse occasioni, come l’estate-ragazzi. Il legame che abbiamo avuto con loro ci ha aiutato nel nostro cammino di preparazione e ci ha regalato momenti belli ed emozioni. Inoltre alcuni di noi hanno contribuito ad animare la Via Crucis del venerdì santo, altri hanno aiutato nella costruzione del presepe in chiesa. Alla fine di questo cammino di preparazione, ci sentiamo disposti a confermare quello che, un giorno, i nostri genitori hanno scelto per noi col battesimo. Fin da quel giorno il Signore Gesù è stato presente nella nostra vita: nei momenti difficili, come sicuro riferimento, nei momenti di gioia, come amico, e ci ha chiamati per essere qui oggi, tutti insieme, per confermare la nostra scelta. Preghiamo, perché rimanga sempre con noi, perché protegga i nostri rapporti e ci tenga sempre uniti, come oggi”. Edizione Pasqua 2014 LA CATECHESI Ragazzi, Dio vuole liberarvi dal peso del peccato Un migliaio i giovani presenti alla liturgia penitenziale presieduta dall’arcivescovo Tratto dal periodico “La Vita Cattolica” articolo pubblicato il 7 marzo 2014 Cattedrale gremita da un migliaio di giovani, venerdì sera, per la tradizionale veglia di preghiera di inizio Quaresima, presieduta dall'Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato. «Il peso del peccato» il significativo tema prescelto, che ha condotto i giovani in un approfondito itinerario spirituale condotto da mons. Cattedrale gremita da un migliaio di giovani, venerdì sera, per la tradizionale veglia di preghiera di inizio Quaresima, presieduta dall’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato. «Il peso del peccato» il significativo tema prescelto, che ha condotto i giovani in un approfondito itinerario spirituale condotto da mons. Mazzocato. Dopo una prima ambientazione, nella quale l’Arcivescovo ha invitato i presenti a fare silenzio dentro se stessi e a scendere nella profondità della propria coscienza, la riflessione si è sviluppata attorno al Vangelo che racconta l’episodio dell’adultera. «Per il suo egoismo aveva fatto del male ai suoi figli e a suo marito - ha sottolineato l’Arcivescovo -; scoperta a fare il male, ne provava vergogna». Gli scribi, applicando alla lettera la legge, volevano lapidarla, «per scacciare il male con il male. In tal modo avrebbero prodotto una nuova “catena del male”, come le tante che caratterizzano l’umanità anche nel nostro tempo», ha evidenziato il presule. «Gesù rompe questa catena di male con il perdono - ha spiegato ai giovani, molto attenti e assorti in un clima di grande silenzio -. Dice agli scribi: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” e, uno a uno, a iniziare dal più anziano, riconoscono la propria colpa e se ne vanno. Nessuno però si ferma a chiedere e a ricevere il perdono di Gesù. Solo l’adultera, che riceve dal Cristo l’assoluzione, cioè la forza e il coraggio di rialzarsi dal suo peccato e ricominciare a vivere nella serenità e nella gioia. Anche voi, cari giovani, potete scegliere questa sera di ricevere il perdono di Gesù». Lo stesso Arcivescovo, quindi, dopo aver guidato i ragazzi nell’esame di coscienza, assieme ad una ventina di sacerdoti che si sono disposti in ogni angolo della Cattedrale si è messo a disposizione dei giovani per le confessioni individuali. Al termine, come segno liberazione dal peso del peccato, alcuni giovani hanno deposto un grosso sasso ai piedi dell’altare. Roberto Pensa CATECHISMO: un valore aggiunto Ci siamo spesso chiesti; perché fare catechismo? Una delle risposte potrebbe essere… è un’opportunità di crescita spirituale per noi catechisti, per i bambini, ragazzi ed adulti, che hanno voglia di conoscere Dio e tutto quello che gli sta intorno. Spesso ci siamo chiesti, cosa ci fa uscire di casa tutte le volte che abbiamo un incontro di catechismo? Desideriamo trasmettere qualcosa di cui facciamo esperienza quotidianamente attraverso la preghiera, attraverso la Santa Messa, la confessione, l’adorazione Eucaristica, i pellegrinaggi ed i ritiri spirituali ai quali partecipiamo ogni volta che ne abbiamo occasione. In realtà quello che ci fa uscire di casa è lo SPIRITO SANTO che ci guida nel nostro cammino senza il quale non avremmo la forza e la capacità di trasmettere nulla. Ogni battezzato è chiamato ad essere testimone ed apostolo mediante l’insegnamento dei principi fondamentali della dottrina cristiana. Partendo da questo concetto ogni battezzato potrebbe e dovrebbe essere un catechista, riconoscendosi nel valore del sacramento del BATTESIMO, della CRESIMA, dell’EUCARISTIA, della RICONCILIAZIONE (penitenza), dell’UNZIONE DEGLI INFERMI, dell’ORDINE e del MATRIMONIO, ognuno seguendo la propria vocazione senza aver paura di camminare con Cristo, di avere familiarità e di imitarlo nella vita di tutti i giorni. Non è facile parlare ai ragazzi di Dio poiché non è un Edizione Pasqua 2014 argomento all’ordine del giorno e nel linguaggio comune. Negli incontri di catechismo è naturale parlare di DIO della BIBBIA, dei 10 COMANDAMENTI, dei DONI DELLO SPIRITO SANTO. Chiediamo chi è Gesù? Cos’è la Comunione? Cos’è lo Spirito Santo? A cosa serve andare alla Santa Messa? La nostra intenzione è cercare di avvicinare i ragazzi ad una maggiore consapevolezza dei Sacramenti, accompagnandoli attraverso il cammino di fede che la parrocchia propone ed offre mediante il catechismo, le testimonianze, i ritiri spirituali, gli incontri organizzati dalla Diocesi, invitandoli a vivere la vita parrocchiale partecipando alle varie attività: la santa Messa, la via Crucis, il santo Rosario, in particolare nel mese di maggio, le adorazioni Eucaristiche, gli incontri per i lettori e molto altro. Riscontriamo ogni giorno le difficoltà dei bambini e dei ragazzi nelle cose più semplici, come farsi il segno della croce o recitare le preghiere, questo ci incoraggia a cercare la collaborazione delle famiglie, pensiamo che assieme è meglio, che l’unione fa la forza, e che se ognuno fa qualcosa... quel qualcosa diventa grande e bello. Ringraziamo Dio per l’opportunità che ogni giorno ci dà nell’essere suoi apostoli e testimoni. I catechisti Franco e Cristina 5 VITA DI COMUNITÀ FESTA DEGLI ANZIANI Prima edizione 29 dicembre 2013 Ad un anno dal suo arrivo a Pertegada, al nostro nuovo parroco è stata posta questa domanda: “Come vede la nostra comunità?” . La risposta è stata sincera e non del tutto inaspettata: risultiamo una comunità disomogenea e settoriale, composta da nuovi abitanti, vecchi residenti e “indifferenti”. In parte è vero e questa divisione ha portato alla formazione di una comunità in equilibrio precario, nella quale gli eventi che ci riguardano hanno perso importanza, poiché è venuto meno lo spirito di appartenenza e la voglia di condividere e confrontarsi con gli altri. Con l’intento di rimettersi in gioco e di essere di nuovo propositivi è nata l’idea del pranzo di Natale, perché, qual’ è il miglior modo per riscoprire una comunità se non attraverso la sua storia, gli anziani? Lo scopo non è stato difficile da raggiungere perché con semplicità e voglia di partecipare molte persone si sono adoperate per l’organizzazione del pranzo che ha avuto un felice esito. Gli invitati si sono presentati numerosi ed hanno vissuto con entusiasmo un evento comunitario. Questa giornata è stata la dimostrazione che lo spirito di condivisione, assente per lungo tempo da Pertegada, non è andato completamente perso e ha mostrato che ognuno 6 di noi è una grande risorsa per la nostra comunità;v la vita frenetica dei giorni nostri non lascia molto tempo libero e noi siamo spesso troppo indaffarati e preoccupati per prestare attenzione ad argomenti ed attività che esulano dal nostro diretto interesse, questo è comprensibile perché le energie non sono inesauribili e non siamo in grado di occuparci di mille faccende. Ma è importante rendersi conto che anche con poco si può dare molto ed essere utili, e ciò sta al pensiero di ognuno di noi. Ora quello che è importante per Pertegada è essere una comunità nella quale la condivisione e la solidarietà non siano solo atteggiamenti passeggeri ma che siano intrinsechi e permanenti nella nostra collettività. Non è un obiettivo raggiungibile da Natale a Pasqua, ne siamo consapevoli, e queste parole non vogliono essere una costrizione ma semplicemente un invito alla riflessione su ciò che siamo e su quello che comporterà per le generazioni future la permanenza di questa condizione comunitaria. Rachele Castellano Edizione Pasqua 2014 VITA DI COMUNITÀ I Francescani secolari la loro presenza e attività nel latisanese. San Francesco d’Assisi ha scoperto il Vangelo come un modo per vivere la vita. Da religiosi come da secolari, da laici come da sacerdoti o diaconi, da uomini, donne, ragazzi... «Ad ognuno dava una regola di vita»... solitamente con queste parole di un suo biografo, si spiega la nascita di un Ordine per secolari contemporanea all’avvio del I Ordine per i frati e alle monache del II Ordine. Fu una grande intuizione che portò alla nascita di uno dei più antichi ed importanti Ordini laicali della Chiesa. Vivere il Vangelo di Gesù sulle orme di Francesco nella quotidianità, non scegliendo una forma di “separazione”, ma “mescolandosi”, impastandosi alla vita di ogni uomo ed ogni donna. Questa l’ambiziosa promessa che i francescani secolari fanno a Dio e alla Chiesa con un atto pubblico, la “Professione di vita evangelica”. Cercando una relazione profonda e significativa con ogni creatura, i francescani secolari vivono tra il “piano superiore” dello stretto contatto con il Signore Gesù nella dimensione contemplativa che apre all’azione trasformante dello Spirito Santo, e la strada, luogo di appartenenza alla città degli uomini. La chiamata alla vita di fraternità sta a fondamento della scelta nell’Ordine Francescano Secolare (Ofs): è proprio tale vocazione che distingue, dal punto di vista della motivazione, l’appartenenza all’Ofs rispetto ad altre associazioni o movimenti ecclesiali. I francescani secolari, emettendo, dopo un periodo di formazione e di approfondimento spirituale e culturale, una vera e propria “professione”, si impegnano a vivere questa vocazione in ogni situazione in cui si trovano. L’Ofs, la cui Regola fu promulgata da papa Paolo VI nel 1978, è oggi presente in tutti e cinque i continenti, organizzato in Fraternità nazionali, regionali e locali, ognuna retta da un Consiglio. La Fraternità regionale del Friuli Venezia Giulia comprende 22 fraternità attive, di cui 7 nella diocesi di Udine. Tra queste, l’unica presente nel Basso Friuli è la Fraternità “San Giovanni Battista” di Latisana, il cui Assistente spirituale è il Cappuccino padre Aurelio Blasotti. Attualmente la fraternità conta 12 “Professi”, 6 uomini e 6 donne, provenienti da varie parrocchie (Latisana, Latisanotta, Pertegada, Palazzolo dello Stella e San Michele al Tagliamento). I Francescani si incontrano due volte al mese (di norma il 2° e il 4° mercoledì), alle 17.30, presso la Chiesa di S. Antonio a Latisana per fare un’esperienza di preghiera, fraternità, formazione e condivisione, per poi ritornare carichi della forza della carità nel loro ambiente di vita (famiglia, posto di lavoro, parrocchia, ecc.) dove si propongono di attuare pratiche iniziative di carità e di testimonianza cristiana. Oltre alla presenza di un diacono, quasi tutti sono operatori pastorali nelle rispettive parrocchie (catechisti, animatori della liturgia, ministri straordinari della comunione, ecc.), altri si dedicano alla visita di persone anziane e ammalate a casa o nelle strutture pubbliche (Ospedale, Casa di riposo) o fanno volontariato nei GREST. Riportiamo sotto il Calendario degli incontri fraterni per il 2013 – 2014: chiunque volesse conoscere la realtà dell’Ofs e la Spiritualità francescana secolare può liberamente partecipare agli incontri, sia locali che zonali o regionali. Venite e vedete... Pace e bene a tutti! Le sorelle e i fratelli francescani secolari di Latisana. CALENDARIO FRATERNO DELL’O.F.S. 2013 – 2014 Incontri della Fraternità di Latisana (ore 17.30, chiesa di S. Antonio, 2° e 4° mercoledì del mese): 13 e 27 novembre; 11 dicembre 2013; 8 gennaio; 12 e 26 febbraio; 26 marzo; 9 e 23 aprile; 14 e 28 maggio; 11 e 25 giugno 2014. Gli incontri iniziano con la preghiera dei Vespri. Incontri di Zona e/o Regionali: sabato 23 novembre 2013 e sabato 29 marzo 2014 a Udine: formazione itinerante zona UD e GO; domenica 19 gennaio, 23 marzo e 4 maggio a Udine: Scuola di Fraternità; domenica 1° dicembre 2013 a Castions di Strada: ritiro d’Avvento; domenica 9 marzo 2014 a Mereto di Tomba: ritiro di Quaresima; dal 3 al 6 luglio 2014 a Gorizia: esercizi spirituali. Per ulteriori informazioni si può contattare il Ministro (responsabile) della Fraternità, Mauro Candussi (3282658580) o la sorella Cinzia Guarnieri (3405245636). Per saperne di più sull’Ofs, si può anche visitare il sito www.ofs.fvg.it «Alcune sorelle e fratelli della Fraternità di Latisana all’incontro del Movimento Francescano del Nordest tenutosi nella Basilica di Aquileia sabato 21 settembre 2013» Edizione Pasqua 2014 7 VITA DI COMUNITÀ L’incontro con Gabriele della casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII di Zellina Sabato 1 marzo, abbiamo avuto la possibilità di capire meglio cosa succede all’interno di una casa famiglia ed in particolare quella di Zellina, nella quale vivono diverse figure “utenti” che compongono questa famiglia allargata. L’incontro con Gabriele (presentazione e visione di diapositive e filmati della casa famiglia) accompagnato da Renato, nonno speciale dei bambini di Gabriele, ci ha messo a contatto con una realtà che fino ad ora ci sembrava lontanissima. Il contatto con queste difficili situazioni ha fatto scaturire in noi la riflessione sulla nostra vita, sulla fortuna che ogni giorno abbiamo per il semplice fatto di avere come punto di riferimento una famiglia che, pur non essendo sempre esattamente come vorremmo, è per noi comunque protezione e sicurezza. E stata una serata in cui in un paio di ore si è potuto avvicinare i giovani cresimandi, e non solo, al mondo delle persone in condizione di disagio nella certezza che sia stata un’opportunità importante di riflessione ed arricchimento personale. Il gesto che si è potuto cogliere dalle parole di Gabriele si prefigge di essere un “ grande segno”, concreto e visibile, del precetto della carità, in modo che tutta la comunità sia stimolata a viverla; di accogliere, assistere, aiutare materialmente e spiritualmente, con amore cristiano e spirito evangelico persone bisognose, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla nazionalità. Questo è il messaggio che mi sento di porre e vorrei che risuonasse nelle vite annoiate, sempre troppo stanche e insoddisfatte. Certo, bisogna essere disposti a rinunciare a qualche piacere e comodità e non tutti lo sono: poche notti brave e tante notti in bianco, rari viaggi e frequenti soste. Sono convinto, però, che le emozioni facili e i tanto invidiati piaceri moderni siano ben diversi e ben più fragili di una profonda e appagante soddisfazione interiore. Interessante è stata la proposta rivolta a singoli giovani o piccoli gruppi (esperienza già collaudata recentemente negli anni scorsi) di provare a vivere l’esperienza della vita quotidiana all’interno della casa. Si tratta di momenti nei quali si alternano servizio e riflessione, conoscenza e condivisione, con la presenza e il supporto di Gabriele e degli altri componenti della comunità. Vorremmo augurare a Gabriele e alla sua famiglia tutto il bene che ci possa immaginare che possiate avere e vivere un futuro di grandi soddisfazioni che continuate a porre al centro della vostra vita questa magnifica realtà. La Scuola Primaria di Pertegada La scuola primaria di Pertegada accoglie più di cento bambini e nel paese rappresenta un punto di incontro e di aggregazione. Essa, oltre a curare gli aspetti più propriamente didattici, promuove iniziative ed attività che vogliono favorire la crescita e la formazione personale e sociale dei propri alunni. Da diversi anni vengono attivati progetti di educazione motoria, di educazione musicale e di educazione alla salute. L’educazione ambientale viene realizzata anche concretamente dai bambini che si prendono cura dell’orto realizzato da qualche anno in una parte cortile della scuola. Molti sono i momenti in cui si crea un clima di collaborazione: gli incontri con gli Alpini, i progetti proposti dal Comune di Latisana, le iniziative della Parrocchia e i giochi di fine anno che vedono protagonisti sia i bambini che le mamme, impegnate a “rifocillare i piccoli atleti”. Da quest’anno la parrocchia, in accordo con la scuola ha attuato un’iniziativa che vede protagonisti alcuni degli ex alunni della nostra scuola. Questi si sono resi disponibili a fare da tutori ai bambini, seguendoli durante i compiti pomeridiani. E’ importante che alunni, genitori, insegnanti, associazioni del territorio si impegnino a collaborare per rendere la scuola un luogo di crescita per tutti. Le insegnanti L’esperienza di seguire i bambini nei compiti pomeridiani, ci è servita a comprendere quanto noi ragazzi possiamo, con piccoli gesti e sacrifici, renderci utili e quindi essere d’aiuto ai bambini della comunità che richiedono particolari attenzioni oppure che hanno bisogno di un sostegno durante le loro attività. Francesca e Giulia Il giorno 11 febbraio 2014 si è svolto presso l’Area Festeggiamenti di Pertegada, un incontro promosso da “Una Mano per Vivere” sul tema “L’UNIONE FA LA FORZA”. E’ un argomento molto sentito da questa Associazione di Latisana che opera nel mondo del volontariato da ormai 18 anni e che vanta un parco macchine di 10 vetture, una delle quali dislocata proprio a Pertegada; sono molti gli autisti del paese che dedicano parte del loro tempo per il trasporto dei malati oncologici verso i centri di cura. VOLONTARIATO e SOLIDARIETA’ sono il biglietto da visita di “Una Mano per Vivere” e rafforzano il concetto di mettere a disposizione delle ore libere per quelle persone che attraversano un momento di difficoltà legato alla malattia. Considerando poi che l’attività di “Una Mano per Vivere” è completamente gratuita, cioè valorizza ancora di più il significato di VOLONTARIATO che si trasforma 8 in pura SOLIDARIETA’. “Una Mano per Vivere” svolge il suo volontariato anche in Hospice e Oncologia presso l’ospedale di Latisana dove i volontari sono attivi nell’ascolto e sostegno di pazienti e familiari. E’ inoltre operativo da poco, in collaborazione con l’Associazione “Alzheimer” di Latisana, il servizio di trasporto verso il Centro Diurno della Casa di Riposo di Latisana. “Una Mano per Vivere” mette a disposizione le vetture e gli autisti e l’associazione “Alzheimer” coordina i trasporti e gli accompagnatori. Edizione Pasqua 2014 VITA DI COMUNITÀ Il Miracolo delle adozioni La Parrocchia di Pertegada fin dai primi anni novanta ha aderito all’iniziativa che prende generalmente il nome di “adozione a distanza”. E’ una forma di sostegno economico mirato a garantire ad una persona, solitamente ad un bambino del Sud del mondo; i beni primari: alimentazione, cure mediche, vestiario, istruzione ed educazione. Nasce negli anni 70 e si sviluppa negli anni 80. Il primo riferimento esplicito “ufficiale” all’adozione a distanza lo troviamo al n° 93 dell’enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium Vitae (1995). La formula dell’adozione a distanza è nata anche dall’intento di rendere meno anonime le offerte, creando una relazione tra il benefattore e il beneficiato, stimolando cosi l’interesse e la comprensione del donatore nei confronti dei problemi in cui si dibattono milioni di essere umani: denutrizione, malattie, analfabetismo, sfruttamento, schiavitù. La nostra Parrocchia sostiene attualmente un bambino che vive in Etiopia, si chiama Alehign Kibru e ha 6 anni. Per il suo sostentamento viene versata una quota annuale di 225,00€. Pur in questi momenti di profonda crisi economica e anche di valori cristiani quale la solidarietà e l’aiuto verso chi è comunque in difficoltà. Sarebbe bello se tutti prendessimo a cuore il futuro di questo bambino con azioni concrete. E’ con questo spirito e intenzione che è stata posizionata all’entrate della Chiesa, lato destro in corrispondenza della bacheca che contiene gli avvisi, una cassetta per la raccolta delle offerte da destinare appositamente al sostentamento di Alehign Kibru. Questo per farci sentire tutti più vicini e partecipi in prima persona nell’aiuto verso un nostro fratello più piccolo, anche se non lo conosciamo personalmente e forse mai avremo modo di incontrarlo. Ogni più piccolo contributo è comunque preziosissimo agli occhi di Dio e come dice Madre Teresa “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Edizione Pasqua 2014 9 ATTIVITÀ GIOVANILI Uscita per la Giornata del Ricordo Ronchis 22-23 febbraio 2014 Ci siamo ritrovate in piazza a Ronchis assieme agli Esploratori sabato pomeriggio. Dopo esserci sistemate nelle stanze dell’oratorio, i Capi ci hanno lasciato un po’ di tempo per preparare l’attività di espressione da presentare alla sera. Tutti assieme abbiamo poi preparato la cena: i Capi hanno cucinato la pasta, mentre noi e gli esploratori abbiamo preparato tre tipi di sugo diverso. Abbiamo concluso la cena con dei dolci fatti in casa da noi. Ci siamo poi riuniti per il Fuoco di Bivacco, un momento di allegria che trascorriamo fra canti e danze e dove abbiamo presentato ai Capi le scenette preparate nel pomeriggio. Abbiamo concluso il Fuoco di Bivacco ascoltando una storia raccontata da un capo su dei vecchi esploratori. Al termine del bivacco siamo andate in Chiesa con le Capo per la Veglia d’Armi, una veglia di preghiera in preparazione della cerimonia della Promessa. Come i cavalieri nell’antichità vegliavano prima di ricevere l’investitura ufficiale di cavaliere così anche noi scout vegliamo la sera prima di pronunciare la nostra Promessa con cui entriamo ufficialmente a far parte della grande Famiglia degli Scout d’Europa. La giornata è terminata con la cerimonia della Promessa di una nostra sorella Guida che purtroppo doveva andare via prima. La mattina dopo, finita la ginnastica e la colazione, ci hanno raggiunti anche le Coccinelle e i Lupetti. Abbiamo iniziato l’attività con la cerimonia dell’alza bandiera, poi con un gioco i Capi ci hanno diviso in squadre miste (Lupetti, Coccinelle, Guide e Esploratori). Girando per le strade di Ronchis abbiamo incontrato, sia la mattina che nel pomeriggio, vari personaggi che ci hanno fatto conoscere diversi aspetti della storia dello scoutismo. Prima di pranzo abbiamo anche partecipato alla Santa Messa in chiesa assieme alla comunità di Ronchis. L’uscita si è conclusa con la cerimonia della Promessa di tre Guide e sei Esploratori. Anche 3 Coccinelle hanno raggiunto una tappa importante, hanno ricevuto il distintivo della Genziana. Tra i momenti più belli dell’uscita per noi c’è stato il Fuoco di Bivacco e la grade emozione delle Promesse. Arianna, Alice, Carolina, Ilaria, Stefania e Sara 10 30 anni e pantaloni corti… Saltuariamente il mio capoufficio mi chiede se durante il weekend ho messo i pantaloni corti per andare via con gli scout. La domanda arriva il lunedì, dopo una domenica di calcio e motomondiale per gli altri (il nostro fondatore li chiamava “visi pallidi”) e una dura sfacchinata in mezzo ai monti col mio clan per me. L’ultima volta, in particolare, il monte in questione era il Cuarnan, sopra Gemona. 30 anni e pantaloni corti. Bè, io non li avevo ma alcuni dei miei ragazzi si… Loro d’altra parte ne hanno 18… 30 anni e pantaloni corti. E tanta voglia di prendere sulle spalle quello zaino, pesante come un saggio consiglio di un amico che non sempre vuoi stare ad ascoltare. Prendere e partire, all’imbrunire. E salire piano… perché il fiato un po’ scarseggia e perché te la vuoi godere fino al rifugio, dove non sarà comunque finita… accendere il fuoco, cucinare, cantare e anche pregare. Perchè sei comunque lassù, e sei un po’ più vicino al cielo. E mentre sali, e mentre il sole comincia a nascondersi… guardare giù e vedere il paesaggio che si tinge di rosso… lo stesso rosso che i rover portano sui loro distintivi. Fermarsi e prendere la macchina fotografica… scattare una foto si, ma prima col cuore così da ricordarla per sempre, anche quando la stampa ingiallirà, ma quel ricordo resterà vivido… E provare un po’ di amarezza quando torni a casa, proprio perché quei paesaggi sono belli solo se li guardi dall’alto, e gioia al contempo perché i tuoi ragazzi crescono e in loro riesci a vedere anche un po’ di te. Perché vedi coraggio, forza e fierezza in quello che fanno anche se portano i calzoni corti. Uno scout è uno scout sempre, nelle uscite, in casa, a lavoro… porta nel cuore uno “stile”, un atteggiamento nei confronti della vita… E porta un sorriso a chi pensa che siano solo… Pantaloni corti. Edizione Pasqua 2014 ATTIVITÀ GIOVANILI Carnevale 2014 Lo scorso 4 marzo noi, un gruppo folto di mamme di Gorgo, abbiamo organizzato presso la piazza Enea Codotto un pomeriggio di balli per festeggiare il “Carnevale Paesano”, con lo spirito di coinvolgere tutti gli abitanti del paese, grandi e piccini, mascherati e non. Ci siamo organizzate preparando l’allestimento all’esterno con grande entusiasmo e fantasia, con festoni fai-da-te, molto pittoreschi, ma ben riusciti, coriandoli e stelle filanti. A colorare di musica lo sfondo, e ad insegnarci i passi delle danze ci hanno pensato i ragazzi e le ragazze del nostro paese, già esperti animatori di Centri Estivi e Grest. E tutti abbiamo ballato molto… eccome se abbiamo ballato! E dopo i balli si ha più appetito, ed ecco pronti i crostoli, le frittelle, i dolciumi vari e le patatine; e per la sete? Ecco pronte le bevande più classiche gassate, ma anche bevande calde come thè, caffè e una novità tutta paesana: la Bevanda Magica… un miscuglio di infusi di frutta e succo d’uva con il marchio delle Mamme di Gorgo. La festa è andata avanti per tutto il pomeriggio, allietando tutte le mascherine, e colorando di coriandoli e musica tutta la piazza. Ci riteniamo fortunate e felici per la buona riuscita della festa, perché con poco ma non in pochi, siamo riusciti tutti a trascorre in serenità un pomeriggio in compagnia, incontrando persone che magari non abbiamo spesso l’occasione di frequentare. Non vediamo l’ora di ripetere questa esperienza, e vi invitiamo tutti fin d’ora per il Carnevale 2015! Un ringraziamento di cuore va al parroco don Rinaldo, al Gruppo Alpini di Gorgo e al fotografo ufficiale. Grazie a tutti per la disponibilità spirituale e materiale. Gorgo Edizione Pasqua 2014 Il carnevale dei ragazzi in piazza a Pertegada anche quest'anno ha visto l'affluenza di tante persone che non si sono fatte intimorire dalla pioggia che immancabile è stata presente in questa giornata, anche se, per fortuna ha influito solo in mattinata, giusto il tempo di organizzare la festa nell'area festeggiamenti adiacente la chiesa, e poi tutto è andato bene! In apertura la sfilata, che percorrendo la via principale con la presenza di tutte quelle maschere sorridenti e chiassose ha creato la giusta atmosfera... Bello vedere grandi e piccini organizzati in gruppi variopinti e gruppi armati di strumenti musicali da loro preparati... Bello vedere le varie mascherine sfilare in allegria vedere poi la festa con salti e balli, giochi, trucchi, scherzi, musica e allegria! E poi le piccole sfilate per vincere un piccolo premio... e ancora... crostoli, frittelle, brulè tutto servito dai sempreverdi e sempre presenti alpini della nostra comunità e poi... chi poteva rinunciare a un bocconcino di nutella? Tutti semplici ingredienti per una festa riuscita! E allora... dopo un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito per la riuscita di questa festa, vi inviamo un arrivederci al prossimo anno sempre tutti insieme in allegria! Gruppo Mamme Pertegada 11 I SANTI DELLE NOSTRE CHIESE I Santi nella Chiesa Di Gorgo B.V. Maria Ausiliatrice Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, per i cristiani è da sempre Colei che con il suo “Sì” ha donato al mondo il Salvatore, Colei che ci guida verso di Lui e ci invita a compiere sempre la sua volontà. I cristiani ricorrono a Maria quando vivono momenti di difficoltà, di dolore, di sconforto, di malattia fisica ma anche morale, come si fa con la propria mamma, invocando il suo aiuto. E proprio a questo suo titolo ricorriamo noi parrocchiani di Gorgo, pregandola come “Ausiliatrice”, cioè aiuto dei cristiani. Il titolo di Maria aiuto dei cristiani era presente, fin dal 1500, tra le litanie lauretane. La devozione a Maria Ausiliatrice era già nota e diffusa all’epoca di S. Pio V e si propagò largamente a seguito della vittoria dei cristiani contro i turchi, a Lepanto (1571) e a Vienna (1683). Il Papa Pio VII, dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica (1814), istituì la festa di Maria Ausiliatrice, fissandone la data al 24 maggio. In tempi particolarmente difficili per la Chiesa, don Bosco (1815-1888) divenne apostolo della devozione all’Ausiliatrice: nel 1862 così confidava a don Cagliero, futuro cardinale: “La Madonna vuole che la onoriamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice: i tempi corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana”; nel 1868 eresse a Torino uno stupendo tempio a lei intitolato, nel 1869 fondò l’Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice e in seguito diffuse in tutto il mondo questa devozione. Nel 1872 fondò, con suor Maria Domenica Mazzarello, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nella basilica torinese a Lei intitolata, in cui c’è anche la tomba di S. Giovanni Bosco, vi è il maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio di don Bosco come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del 12 pittore Tommaso Lorenzone. Il significato: come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli (gli Apostoli rappresentano il Papa ed i Vescovi). Nella chiesa parrocchiale di Gorgo, l’altare, con la statua che la raffigura, si trova sul lato sinistro. L’immagine della Madonna è caratterizzata dalla predominanza del colore azzurro delle sue vesti. Maria tiene in braccio il Bambino Gesù sulla sua sinistra, mentre con la mano destra impugna lo scettro. Entrambi portano una corona; Gesù ha le braccia aperte. La festa, come detto, ricorre il 24 maggio, ma per vari motivi la nostra comunità parrocchiale la celebra nella prima domenica di settembre, con al mattino, una solenne Santa Messa e nel pomeriggio la processione con la sua immagine per le vie del paese. Tutte le famiglie di Gorgo sono particolarmente legate a questa ricorrenza anche per un voto fatto durante la seconda guerra mondiale, per chiedere alla Madonna che per sua intercessione il paese fosse risparmiato dai bombardamenti, che in quel periodo avevano causato tante vittime sia a Latisana che a Pertegada. Esiste una testimonianza storica scritta di questo fatto: è la copia originale della supplica a Maria, redatta dall’allora parroco don Gelindo Codarini e firmata da tutti i capifamiglia della comunità, che si trova, incorniciata, accanto all’altare dell’Ausiliatrice, nella chiesa parrocchiale di Gorgo. Oggi viviamo problemi diversi, essere cristiani nella società di oggi non è facile, la crisi che stiamo attraversando, crisi sociale ed economica, ma anche crisi di valori, colpisce anche le nostre famiglie. Invochiamo anche noi Maria, aiuto dei cristiani, perché continui sempre a indicarci la via per vivere con coerenza la nostra fede. Preghiera a Maria Ausiliatrice di San Giovanni Bosco O Maria Ausiliatrice, Madre benedetta del Salvatore, validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani. Per te le eresie furono sconfitte e la Chiesa uscì vittoriosa da ogni insidia. Per te le famiglie e i singoli furono liberati ed anche preservati dalle più gravi disgrazie. Fa’, o Maria, che sia sempre viva la mia fiducia in te, affinché in ogni difficoltà possa anch’io sperimentare che tu sei veramente il soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi, la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori e la perseveranza dei giusti. Edizione Pasqua 2014 LA PAROLA ALLE ASSOCIAZIONI AVIS COMUNALE DI GORGO Il 17 febbraio scorso si è tenuta l’assemblea costituente che ha sancito la nascita di una nuova sezione Avis: quella di Gorgo! Tutto è nato dalla volontà del sig. Buffon Celestino, vice Presidente dell’Avis Provinciale di Udine, che ha proposto ad un gruppo di avisini del nostro paese di formare una nuova sezione. La risposta è stata subito positiva e così a febbraio, alla presenza del Presidente provinciale Ivano Tortul e del Vicario Provinciale Buffon Celestino, è stato tutto ufficializzato all’Assemblea Costituente con la consegna del Labaro e l’elezione del Consiglio Direttivo. Il Consiglio eletto è composto da me, Lazzarini Debora, con la nomina a Presidente, Vignotto Sandro vice presidente, Bandolin Elisa segretaria, Gobbo Stefania amministratore e Lenardon Simone, Francia Fausto, Bandolin Matteo, Vatri Luciano e Galizio Serena in qualità di consiglieri. Come ogni sezione AVIS il nostro gruppo è composto da volontari ed il nostro scopo sarà quello di promuovere il dono del sangue e dei suoi emocomponenti per rispondere alla sempre crescente domanda che arriva dagli ospedali: attraverso il dono vogliamo compiere un gesto di solidarietà, vogliamo aiutare concretamente i malati che ne hanno bisogno! I Donatori sono angeli di tutte le età ed appartenenze socioculturali che restano anonimi, che non raccontano la loro generosità perché vivono come normale e naturale un gesto che rappresenta una grandissima testimonianza d’amore! Anonimi nel senso che non sanno a chi verrà donato il proprio sangue, ma certi che quel poco tempo che trascorrono al centro trasfusionale salverà la vita a qualcun altro! Il dono è sempre gratuito, un atto di scelta che è un impegno e una promessa, un desiderio di con-passione e di con-divisione. Donare il sangue vuole dire condividere una parte di sé mettersi a disposizione del prossimo non solo a parole ma con azioni concrete che non Edizione Pasqua 2014 si limitano al semplice prelievo perché il sangue, per potere venire donato deve essere “sano”, deve essere “puro”. Quindi la donazione è, in primis, un impegno che i volontari prendono con se stessi, un atto di responsabilità e d’amore verso se stessi, il proprio corpo e la propria esistenza. Se non rispettassero la propria vita come potrebbero avere la forza e il coraggio di donare parte di essa per salvare gli altri? Il sangue è vita, è calore, è colore e amore. Per certi popoli il sangue contiene lo spirito, è la fonte dei sentimenti, delle emozioni, dei pensieri. Questo è lo spirito e lo scopo del nostro gruppo e di tutte le associazioni di volontariato di donatori, senza alcuna distinzione politica, religiosa o socioculturale. Ed è con questo spirito di solidarietà che invito tutti i donatori che intendono far parte dell’Avis di Gorgo a farlo compilando il modulo di registrazione come nuovo donatore e specificando di volersi iscrivere all’AVIS sezione di Gorgo, oppure contattando uno qualsiasi di componenti del Consiglio Direttivo. Le porte del nostro gruppo sono aperte a tutti, senza distinzione, e non solo ai donatori! Infatti, chiunque sia impossibilitato a donare ma volesse comunque collaborare con noi a tutte le attività che decideremo di organizzare, lo può fare come Socio Collaboratore! Ci trovate anche su Facebook come AVIS Gorgo, vi aspettiamo! Ringrazio tutte le persone che ci stanno aiutando e che ci sostengono in questa nuova avventura ed in particolare Buffon Celestino e Ivano Tortul, sempre presenti e pronti ad indicarci la strada da percorrere! Grazie al Circolo Giovanile Gorgo che ci ha concesso di usufruire della sala del Campo Sportivo per i nostri incontri! Ma il ringraziamento più grande va a tutti i donatori! GRAZIE DI CUORE! Presidente dell’AVIS Comunale di Gorgo, Lazzarini Debora 13 LA PAROLA ALLE ASSOCIAZIONI Relazione delle attività 2013 Amici Associati e Donatori E’ con piacere che rivolgo a tutti voi un cordiale saluto e un benvenuto all’assemblea annuale. Si chiude un altro anno per la nostra sezione, che ci ha visti impegnati in diverse attività e iniziative, con lo scopo di sensibilizzare al dono del sangue. Per quanto riguarda le donazioni, sono stati raggiunti risultati soddisfacenti, ma non eccellenti, contando, infatti, 229 donazioni totali, di cui 190 di sangue intero, 36 di plasma e solo 2 di piastrine. Inoltre i nuovi donatori sono stati 18. Come dimostrano i numeri non sono elevati, ma non per questo ci perdiamo d’animo, anzi è da qui che troveremo la motivazione per tirare fuori la grinta, l’impegno e nuove idee per raggiungere risultati migliori. Alcune iniziative, come la consueta gita a Gardaland e la gita di due giorni che si doveva svolgere all’Oktoberfest a Monaco di Baviera, sono state cancellate per mancanza di adesioni. È andata molto bene l’ormai tradizionale marcialonga “La Ferragostana” che si svolge nel periodo dei festeggiamenti di S.Antonio, dove siamo presenti anche con il chiosco delle bibite vicino alla pista da ballo. Sono stati organizzati anche due incontri di sensibilizzazione: uno a luglio diretto dai bambini e ragazzi del centro estivo e uno ad ottobre con i cresimandi. Ad entrambi era presente la Dott.sa Elisa Bedina che ha spiegato loro in modo semplice e chiaro l’importanza del dono. Esperienza sicuramente da ripetere. Molta soddisfazione c’è stata anche per la prima edizione della giornata del donatore, che si è svolta in ottobre e che vogliamo far diventare una routine da rinnovare annualmente. Il 15 novembre poi si è svolta la serata medica, il cui tema era il diabete, organizzata dall’Avis di Precenicco, Pertegada e dall’Associazione “Stin insieme”. Buona è stata anche la partecipazione dei donatori che hanno usufruito dell’autoemoteca in occasione della tradizionale fiera “Nautilia” di Aprilia Marittima. Infine vorrei fare i migliori auguri agli amici della neonata sezione di Gorgo a cui va tutto il nostro sostegno. Programma 2014 Per quanto riguarda l’attività della sezione nell’anno 2014, il primo impegno è di aumentare le donazioni cercando di aumentare anche il numero di nuovi donatori. Riconfermiamo la Ferragostana, che quest’anno sarà organizzata in collaborazione con il gruppo marciatori Apicilia di Gorgo; la giornata del donatore nella prima domenica di ottobre e gli incontri con i giovani del centro estivo. Ci sarà anche una serata medica, il cui tema sarà stabilito più avanti. C’è poi l’idea di creare una squadra di calcetto per partecipare ai vari tornei. Cercheremo anche di riallacciare i rapporti con l’Avis di Varena, con cui nel settembre del ‘95 c’era stato il gemellaggio. Concludo ringraziando tutti i donatori presenti e non, che sono la vera colonna portante della nostra associazione e un ringraziamento lo devo al gruppo direttivo che ha svolto e svolge un ottimo lavoro. AVIS Gruppo di Pertegada Padre Stefano Un cuore, una mente una vita dedicata a curare i poveri Nel 2006 mi trovavo a Viterbo,il mio incarico prevedeva che mi occupassi della ricostruzione della Scuola per Marescialli dell’Aeronautica Militare. I rapporti con le persone del luogo e con le autorità locali erano buoni per cui risultavano facili gli scambi di informazioni e gli aiuti reciproci. In una delle tante occasioni di incontro, Giancarlo Gabbianelli, il sindaco di Viterbo, mi invitò a pranzo dicendomi:“Roberto ti devo far conoscere una bella persona che ha bisogno di un po’ del nostro aiuto”. Non avevo mai dubitato della precisione e dell’ obiettività dei suoi giudizi sulle persone ma restai sbalordito dalla figura di Padre Stefano Scaringella dell’ordine dei Cappuccini. Una persona che ha fatto sì che la conoscenza, la carità e la semplicità siano i suoi migliori strumenti per dare aiuto a chi ne ha bisogno. In quel pranzo cominciai a conoscerlo. Mi colpì molto la sua serenità ed il suo sorriso sempre presenti anche mentre raccontava storie di vita dure e talvolta terribili. Aveva bisogno, in quella occasione, di 14 un generatore di corrente per l’ospedale perchè la corrente mancava con frequenze ormai insostenibili. Chiamiamolo caso o provvidenza, sta di fatto che mi ricordai che stavo dismettendo, per raggiunti limiti di utilizzo e di età, un generatore a scoppio molto grande che per l’ospedale poteva essere molto utile. Oltre agli anni di vita, il generatore dismesso non era più adeguato alle norme di sicurezza europee. I tecnici mi dissero che con un intervento non molto oneroso si poteva farlo funzionare dignitosamente ancora per alcuni anni ma che non sarebbe però stato possibile adeguarlo alle norme di sicurezza Europee. In Madagascar le regole in tale settore sono meno rigide. Raccontai la storia di Padre Stefano ai ragazzi che frequentavano il corso Marescialli sotto il mio comando. La mia intenzione era quella di provare a farmi autorizzare dal mio Comando la cessione del generatore all’Ospedale di Padre Stefano in Madagascar. Bisognava però aggiustarlo, renderlo operativo, spedirlo e metterlo in condizioni di operare per un adeguato numero di anni, almeno cinque. Si scatenò l’entusiasmo e la corsa a dare il proprio contributo al progetto. Lo fecero riparare, contribuendo anche direttamente nelle spese. Lo riverniciarono e ci scrissero il nome del loro corso su entrambi i lati. Fu spedito superando non pochi problemi ed arrivò a destinazione. Il ricordo di quella operazione mi da ancora oggi serenità e soddisfazione. Fare una cosa bella unisce ed avvicina le persone. Fa superare limiti ed ostacoli che in tempi normali non sarebbero facili da affrontare. Per i cinque anni successivi persi un po’ i contatti con Padre Stefano ma dopo aver affrontato una prova di vita a cui non ero preparato decisi che avrei dedicato parte del mio tempo ed energie ad aiutare nuovamente Padre Stefano, magari facendo ricorso a quanto avevo imparato ed a chi avevo conosciuto nella mia vita. La scelta si rivelò decisamente fruttuosa: a dicembre dello scorso anno lo chiamai e gli dissi che sarei stato felice di essergli d’aiuto. Il vecchio spirito (parte prima) d’avventura sebbene affievolito dai 60 anni di pellegrinaggi in giro per il mondo ricomparve quasi come per dono della provvidenza. Comunicai a Padre Stefano l’intenzione di raggiungerlo in Madagascar, per essergli subito d’aiuto in qualcosa di realizzabile con i miei trascorsi lavorativi ante arruolamento. Volevo conoscere da vicino la sua realtà e perciò, armato dello stretto necessario partii per l’Africa. Intendevo approfondire la sua conoscenza e il suo operato per poi raccontare chi è questa persona, cosa ha fatto e cosa sta facendo per la gente, tutta la gente: poveri, musulmani, animisti. Dal suo esempio, da ciò che lui è e sta facendo si può solo che ricevere del bene e trarre spunti per vivere la vita in un modo migliore e più piacevole. Non volevo, però, essergli di peso, se c’era del lavoro da fare ne sarei stato felice. Ho voluto vedere e capire; volevo e sto ora raccontando ciò che con i miei occhi ho visto e fotografato. Mi ha scritto “Bene ti aspettiamo”. Sistemazione in un albergo pulito non caro e l’unico con Edizione Pasqua 2014 l’aria condizionata (poi, la mancanza di corrente, normale per il paese, ha fatto si che l’aria condizionata è stata solo un desiderio non esaudito). Se volevo potevo stare con lui, mangiare con lui dalle bambine e che per il resto non dovevo pensare a nulla. Se volevo potevo fare delle visite nelle varie località ed avere un idea delle cose realizzate con il lavoro e gli aiuti. All’aeroporto mi ha inviato ad accogliermi uno dei suoi dottori. Dopo una 40 di minuti d’auto a Nosy Be arriviamo al porto e saliamo, con tutti i bagagli, su una barchetta a motore, che ci porta a destinazione (circa un ora). Sbarco in un altro mondo. Davanti a me un villaggio di pescatori. Capisco subito che lì il turismo come lo intendiamo noi, non esiste. Vedo bambini che giocano nella terra, capanne di paglia, donne alle prese con il fuoco allestito all’esterno di queste abitazioni. Arrivo quindi alla cittadina di Ambanja (40.000 abitanti). Penso che ho fatto bene a portare disinfettanti intestinali, lo spray antizanzara poi ci ripenso e mi ricordo che sarò ospite del direttore di un ospedale. La strada costeggia in un primo momento una laguna completamente coperta da mangrovie. Il paesaggio è bello, selvaggio. Di tanto in tanto una capanna coperta con i rami della palma del viaggiatore l’unica che resiste per anni a piogge e calure. Attraversiamo un tratto di foresta e poi un piccolo villaggio. Poche capanne e all’arrivo dell’auto diretta in “città” ci vengono incontro bimbi sorridenti. Non hanno nulla, eppure i loro occhi brillano ed ogni occasione è buona per giocare. Diversamente da quanto ci si possa attendere, i ragazzini non chiedono nulla. Mi studiano con curiosità, come se fossero di fronte ad un altro dei tanti bianchi europei che si avventurano dalle loro parti. Dopo poco meno di un ora di viaggio, la strada e buona, arriviamo ad Ambanja, ospedale Saint Damien. L’accoglienza di padre Stefano è bella così come me la aspettavo. Mi porta a visitare i vari reparti, tutto è lindo e pulito. La sala operatoria, Edizione Pasqua 2014 dove padre Stefano , assistito da un’ infermiera, fa il suo lavoro di chirurgo. Avevo portato dall’Italia su sua indicazione un po’ di cioccolata (qualche kg per la verità) e un po’ di magliette che un amico mi aveva dato per le bambine.Nelle righe che seguono voglio raccontare un po’ della sua vita, di ciò che ha fatto e realizzato con la sua completa dedizione al prossimo. Credo che chi leggerà queste righe, pur non avendolo ancora incontrato, così come è successo a me, resterà stupito nello scoprire cosa può fare nelle persone l’amore per il prossimo. Padre Stefano Scaringella, cappuccino e chirurgo, è nato a Roma 63 anni fa. La sua vocazione di missionario, egli afferma con semplicità, è nata nella parrocchia Regina Pacis di Ostia Lido, negli anni sessanta. Il cappellano della parrocchia, don Mario Pecchi, dopo la messa portava i chierichetti a vedere un film. Un giorno un frate cappuccino spagnolo proiettò un film sulle missioni, riguardava delle suore che curavano i lebbrosi. Tornato a casa disse con molta semplicità ai suoi genitori: da grande farò il frate cappuccino e partirò per l’Africa come medico. Nel 1973 è diventato sacerdote cappuccino. Nel 1980 è partito come medico nel lebbrosario di Ambanja dopo aver conseguito la specializzazione al Policlinico Gemelli in dermatologia e successivamente con l’aiuto dell’Università di Strasburgo, ha fatto il corso di chirurgia. Due parole sui luoghi dove opera... Ambanja si trova nella provincia di Diegosoarez nel nord del Madagascar. Questa provincia è grande quanto il Lazio. Il capoluogo, Diegosoarez, è una città molto islamizzata, piena di moschee, sembra di essere in Arabia Saudita. Nel territorio di Ambanja le religioni sono quella animista e quella islamica, poi vengono i cristiani che sono intorno al 5% della popolazione totale. Con soddisfazione aggiunge che la comunità cattolica è comunque una presenza molto valida, sia perché ha realizzato scuole e sia perché c’è questo ospedale che in 30 anni di esistenza ha fatto più di 50 mila interventi chirurgici. In questo momento Padre Stefano e i suoi tre medici sono gli unici nella regione che fanno chirurgia. Non ci sono altri ospedali chirurgici. Sono l’ospedale di riferimento anche secondo il Ministero della Sanità, per una popolazione di 500 mila abitanti. che vivono di agricoltura e di pesca. Molte famiglie pescano, coltivano il riso, il mais, il cacao, il caffè, che sono colture che danno una piccola rendita, perché sul posto queste merci vengono pagate pochissimo. La comunita ad Ambanja non è stata toccata dalla crisi perchè qui tutti vivono come vivevano prima. La gente è povera, ma sopravvive. L’ospedale lo ha fatto padre Stefano con i soldi che aveva quando è partito per il Madagascar. Pian pianino è cresciuto e adesso ci sono delle fondazioni che lo seguono, perché è un ospedale che costa molto. Che malattie cura l’ospedale? È un ospedale prettamente chirurgico. Vengono fatti interventi chirurgici di tutti i tipi: interventi ortopedici, ginecologici, ecc. Come medicina si curano solo i bambini. Esiste poco lontano dall’ospedale anche un lebrosario dove viene curata una quarantina di malati di lebbra ed un numero pressochè uguale di malati di tubercolosi. La lebbra è diventata una cosa endemica, ci sono in tutto 5 o 6 nuovi casi all’anno ed è per questo che nel villaggio dei lebbrosi adesso vengono curati soprattutto i malati di tubercolosi. Da ricordare, per curiosità, che il lebbrosario nella sua storia ha curato più di 6 mila malati di lebbra. Lo sforzo è stato molto produttivo perché la lebbra si è ridotta, anche perché sono migliorate le condizioni igieniche e si è maggiormente diffusa la conoscenza della curabilità di questa terribile malattia. Con le due unità mobili che vanno in 12 villaggi è anche più facile scoprire per tempo i casi di malattia e mettere in piedi le azioni per trattare la malattia nel modo corretto. Il problema maggiore è che per una popolazione di circa 80 mila abitanti ci sono solo le due unità mobili che periodicamente Padre Stefano mette a disposizione per la comunità. In questo viene coadiuvato dai medici della clinica e talvolta da volontari provenienti da svariati paesi tra cui anche l’Italia. L’altra unità va nelle scuole e curare i denti dei bambini ed insegnare loro l’igiene della bocca. L’attività dell’ospedale e dei frati è una presenza accettata dagli islamici e dagli appartenenti alle altre religioni. “Bisogna dire che in Madagascar niente è estremizzato, niente è fanatico. È gente molto ragionevole. Poi, con questo fatto dell’ospedale, tutti ci guardano con simpatia.” afferma padre Stefano che oltre a medico chirurgo ha anche la responsabilità di far vivere l’ospedale. E’ lui infatti che mantiene le relazioni con l’estero e i rapporti con le persone che danno aiuto. Attualmente ci sono 100 posti letto. Vengono visitati in un anno 10 mila malati, di questi 3 mila circa vengono operati anche agli occhi. Gli altri servizi sono: radiologia, laboratorio analisi e una piccola farmacia. L’attività del Centro Medico Chirurgico Saint Damien deve infine fare i conti con la realtà culturale della popolazione abitante in queste zone remote del Madagascar, che proprio perché distante dalle grandi città, è fortemente ancorata alle antiche tradizioni locali e quindi fondamentalmente diffidente nei confronti della medicina occidentale e più incline a ricorrere ai “rimedi tradizionali”. Con la descrizione delle attività di Padre Stefano ho cercato di raccontare una storia di vita che è nata da un incontro fortuito e grazie alla provvidenza si è sviluppata in un modo coinvolgente e bello. Il messaggio che questa persona riesce a trasmettere nelle persone che hanno la fortuna di conoscerlo e’ fantastico nella sua semplicità. “Fare del bene con le opere è sempre possibile. Non esiste situazione difficile che non possa essere superata quando si lavora per fare del bene.” Roberto Scodellaro 15 Orario delle celebrazioni liturgiche Pasquali PERTEGADA GORGO 13 aprile domenica Delle Palme Ore 8:00 e ore 11:00 ss. Messe 13 aprile domenica Delle Palme Ore 09:30 s. Messa 17 aprile giovedì santo Ore 20:00 s. Messa “Nella cena del Signore” 17 aprile giovedì santo Ore 18:00 s. Messa “Nella cena del Signore” 18 aprile venerdì santo Ore 15:30 Liturgia della Passione Ore 20:30 Via Crucis 18 aprile venerdì santo Ore 14:30 Liturgia della Passione Ore 19:00 Via Crucis 19 aprile sabato santo Ore 21:00 Veglia Pasquale 19 aprile sabato santo Ore 19:00 Veglia Pasquale 20 aprile domenica di Pasqua Risurrezione del Signore Ore 08:00 e 11:00 ss. Messe 20 aprile domenica di Pasqua Risurrezione del Signore Ore 09:30 s. Messa 21 aprile lunedì dell’Angelo Ore 11:00 s. Messa 21 aprile lunedì dell’Angelo Ore 09:30 s. Messa Il comitato festeggiamenti comunica che nei prossimi giorni saranno indette delle assemblee per programmare ed organizzare le varie attività che verranno svolte in occasione dei festeggiamenti di S. Antonio c.a. Nel ringraziare quanti fin qui si sono adoperati per l’allestimento dei necessari preparativi e la gestione delle varie attività organizzate, si rinnova un caloroso invito affinché la partecipazione diventi sempre più numerosa e tale da garantire il necessario rinnovamento nelle idee e nelle modalità di condivisione delle stesse. Redazione de “L’Informatore Parrocchiale” c/o Canonica via Florida, 3 - 33053 Pertegada (Ud) La Comunità parrocchiale di Pertegada ha un sito Internet: www.pertegada.org per informazioni [email protected] - Editore: Parrocchia Spirito Santo, Pertegada. Autorizz. Tribunale di Udine n. 4 del 28.02.06 - Direttore responsabile: dott. Duilio Corgnali. Progetto grafico: Mauro Olivo. Curatrice editoriale: Marzia Tamos. Revisori degli articoli: don Rinaldo Gerussi Gelisio Giulia, Meotto Sabrina, Castellano Rachele, Carmisin Daniele. Stampa: Tipografia Lignanese s.n.c. Via Degli Artigiani Ovest 21 Lignano Sabbiadoro.
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