Se lo straordinario diventa ordinario

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Se lo straordinario
diventa ordinario
LE SEI ADOZIONI DEL LEO CLUB
Il Leo Club, associazione giovanile del Lions Club
International, composta da 140mila ragazzi tra i
12 e i 30 anni in più di 130 Paesi nel mondo, che
contano in Italia circa 5000 soci capaci di mettersi
a disposizione per fornire un contributo fattivo a
sostegno delle realtà più fragili nella nostra società, sia attraverso l’organizzazione di campagne
di sensibilizzazione o raccolte fondi, sia attraverso operazioni
di volontariato
attivo sul territorio, in accordo con le
più note associazioni umanitarie.
Ogni anno,
il Distretto Leo
108IB1 che
raggruppa i
Leo Club delle
province di
Monza, Lecco,
Sondrio, Como
e Varese, sceglie un'associazione da sostenere mediante una raccolta fondi.
Due anni fa, una nostra socia, attiva anche nel
Movimento per la vita, ci presentò ProgettoGemma e ne propose l'adozione. Tutti i soci si impegnarono attivamente e alla fine dell'anno
riuscimmo a realizzare ben 6 Progetti (nella foto
il gruppo dei sottoscrittori). E' stata una grande
emozione ricevere le foto di alcuni dei bambini
che abbiamo aiutato... ci siamo sentiti un po' tutti
delle mamme e dei papà".
dalla lettera di Francesca Galimberti
presidente Leo Club Monza
ADESIONE DEL CARCERE DI MASSA CARRARA
Cinquanta detenuti nel carcere di Massa Carrara
hanno aperto una sottoscrizione per realizzare un
Progetto Gemma.
Alcune testimonianze
di adozioni eccellenti raccolte
negli anni per dimostrare
che tutti, ma proprio tutti,
possono dare il proprio
contributo a ProgettoGemma
DODICI VESCOVI LIGURI DIVENTATI PAPA’
Dieci vescovi italiani hanno "adottato" altrettanti
bambini non ancora nati per aiutare le future
mamme in difficoltà. Oltre a dare così un contributo economico - 300mila lire al mese, la settima
parte dello stipendio di un vescovo - sono diventati col loro gesto "testimonial" eccellenti di un
progetto varato sull'esempio delle adozioni a distanza. Si chiama ProgettoGemma e tra i dieci
prelati che hanno aderito all'iniziativa sono l'arcivescovo XXX, il cardinale YYY, il cardinale ZZZ,
che ha festeggiato il settantesimo compleanno
"regalandosi" un'adozione...
da Il Secolo XIX di Genova, del 12 giugno 1997
NB. Dopo pochi giorni i vescovi erano diventati già 12
QUANDO A SOTTOSCRIVERE È UN COMUNE
La giunta comunale di Meda, nell’hinterland milanese, ad un passo dalla Seveso della diossina,
sottoscrive un’adozione prenatale che va ad bambino ed una mamma assistiti dal Cav di Parma. È
il 1999 ed è il terzo caso in Italia. Pochi mesi prima
il Comune di Palermo aveva approvato il finanziamento di quattro ProgettoGemma.
Ormai non si contano più le amministrazioni
Comunali e le Istituzioni pubbliche che hanno
aderito a Gemma. La Provincia di Trento, ad
esempio, ha finanziato 10 adozioni nel 2010.
EDDA E LA CATENA DELLA VITA
Edda Castelluccia, una signora di Marino, vicino a
Roma ha cominciato alla morte del marito. In quell’occasione ha suggerito a parenti ed amici di sostituire i fiori con un’offerta per ProgettoGemma.
Pochi mesi dopo, un’amica la imita in occasione
della morte in un incidente stradale di un figlio di
amici. I genitori del ragazzo, venuti a conoscenza
dell’iniziativa l’hanno fatta propria realizzato sei
Progetti Gemma dedicati al figlio scomparso.
Altri genitori accumunati dalla perdita prematura dei figli li hanno imitati. Ora i Progetti coordinati da Edda sono 110.
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PROGETTO GEMMA
PONTE NUOVO DA RECORD
Gli abitanti di Ponte Nuovo, piccola frazione
del comune di Magenta, l’amore per la vita ce
l’hanno nel dna. Non solo (o forse proprio
per questo) qui ha vissuto, dopo il matrimonio,
Gianna Beretta Molla, ma la gente continua a lavorare per la vita. Nel 2003 110 famiglie (bastano
pochi calcoli per accorgersi che sitratta della gran
parte della popolazione) si sono autotassate per
sottoscrivere 12 progettiGemma.
UNA “RIDUZIONE” MULTIPLA EVITATA
A Mestre sono nati sei gemelli: quattro maschietti (Daniele, Jacopo, Nicolò e Mattia) e due
femminucce (Silvia ed Elena). Ai genitori un po'
incerti e timorosi quando ne furono annunciati
cinque (perché così mostrava un'ecografia) un
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medico aveva prospettato la "riduzione della
gravidanza", che voleva dire eliminarne qualcuno per consentire agli altri maggior spazio vitale nel seno della mamma: più vita a un prezzo
di morte?
I genitori si rivolsero allora al Cav, che li confortò e assicurò aiuto di tutti i generi. Poi il Cav,
considerata la condizione della famiglia, si rivolse
a ProgettoGemma per cercare cinque persone che
volessero in qualche modo considerare come propri quei bambini così stretti. Presto, malgrado il
rischio effettivo che la vicenda non andasse per il
meglio, fu trovato un adottante. Anzi una adottante: una signora di Firenze che aveva già, per
due volte, adottato prima due e poi tre gemelli e
che questa volta ne adottò due.
Poi si è aspettato, e ora che ne sono nati sei
(Jacopo, il più piccolo, che pesava appena 530
grammi, evidentemente, si era nascosto dietro gli
altri per non spaventare troppo la mamma) sono
arrivate altre due adozioni. C'è bisogno di qualche altra adozione: perché lasciare che due gemellini siano privi dei genitori adottivi come gli
altri quattro?
da Avvenire del 12 agosto 1997
ADOTTANTI CON HANDICAP
Sono le 11 del 21 novembre dell'anno scorso: alla
segreteria milanese di ProgettoGemma arriva da
una città dell'Emilia una telefonata. Vogliono sapere se si può contare su una sesta adozione. Il
Cav di quella città ha già avanzato cinque richieste e soltanto una ne è stata accolta: è un momento difficile, perchè da varie parti sono
arrivate complessivamente 65 richieste e invece
mancano del tutto offerte di adozioni.
La segreteria risponde che anche la nuova richiesta sarà messa in lista di attesa, ma che la precedenza sarà data comunque ai Cav più deboli,
quelli dei piccoli centri, che hanno maggiori difficoltù a reperire aiuti economici.
Al telefono si capisce che la cornetta passa di
mano: una voce di donne piangente spiega che
"deve" andare a fare l'aborto, perché il marito
per la seconda volta la costringe. Hanno già una
bambina di sei anni e il papà, che lavora sempre
meno e il peso di un grosso mutuo per la casa sostiene che non possono permettersi un altro figlio. La donna ha già in borsetta il certificato di
aborto con l'appuntamento fissato per il giorno
dopo.
Il caso sembra davvero disperato. Che cosa
fare? Dalla segreteria di Gemma la risposta è una
scommessa: “Signora, vada a casa tranquilla, dica
alla bambina che le arriverà un fratellino e cerchi
di rasserenare suo marito. Vedrà che la cosa si risolve”.
Sono quasi le 11.30 quando la telefonata si
conclude. Passano molti interminabili minuti, in
cui sembra che il tempo si sia fermato. Che sarà di
quella scommessa?
L'orologio ormai segna le 11.58: è quasi l'ora
dell'Angelus quando il telefono squilla di nuovo.
Un'altra voce di donna, si chiama Silvia. Annuncia timidamente, con voce incerta per l'emozione,
che manderà l'importo di un'adozione. Ma chi
parla?
“Mi chiamo Silvia G., ma il denaro non è mio,
Io sono soltanto l'incaricata di un gruppo di handicappati...”
Incaricata di chi? “di un gruppo di handicappati, che ha deciso di adottare una mamma con il
suo bambino, perché non lo abortisca. Sa, perché
nemmeno loro sono stati abortiti...”
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I RECORDMEN
DELL’ADOZIONE
Giovanni Nardi insieme a nonna
1. 221
Gemma ed altri amici di Brescia
adozioni
Cav Busto Arsizio insieme ad
2. 136
Antonio Pellegatta
adozioni
Giuseppina Ventura con Edda
3. 121
Castelluccia e don Andrea (RM)
adozioni
Cav Parma e “la visita ai giardini”
4. 111
adozioni
Thiene
5. 96Cavadozioni
Corelli (mpv Lugo R.)
6. 90Franca
adozioni
GIANMATTIA HA 30 MAMME
Il piccolo Giammattia, nato in Sicilia, ha trenta
"mamme adottive" che vivono a Brescia. Filippo,
un bimbo bresciano, è nato grazie al sostegno di
un gruppo di preghiera della Campania e Maria,
anche lei bresciana, grazie all'intervento dei parrocchiani di un paesino in Calabria. Giovanni,
anche lui nato a Brescia, ma da genitori africani,
è stato adottato a distanza da trentaquattro
"amici della vita" lombardi mentre un "amico
della vita" bresciano sta aiutando la mamma di
un bimbo che nascerà nel Lazio.
SE OGNI PARROCCHIA D’ITALIA...
È possibile soddisfare tutte le richieste di adozione a distanza? La risposta a questo interroga-
CON OLTRE 50 ADOZIONI
- Fausto Ruggeroni, parrocchia di Soave
- Renato Turini, Cav Brescia
- Carlo Casini Firenze
- Mons. Mario Panizza Milano
- Giuseppina Castiglioni, Cav di Bollate
(MI) insieme ad altri amici
- Mpv di Torino
Ma tutti gli adottanti sono campioni di
amore per la vita
UN’ADOZIONE DALLE GUARDIE SVIZZERE
Quando arrivò in Italia qualche mese fa Almira,
giovanissima profuga bosniaca, era già incinta di
poche settimane. Teneva molto a quel bambino,
lo voleva, ma ben presto si rese conto che, da sola,
non ce l'avrebbe fatta ad allevarlo. Senza lavoro,
senza soldi, senza amici: come poteva fare?
Cerca e cerca, alla fine Almira una risposta l'ha
trovata: decisa a salvare suo figlio, un giorno è
entrata in un Cav dove i volontari hanno subito
trovato ciò che faceva per lei: ProgettoGemma...
Anche l'adozione che ha permesso alla giovane bosniaca di tenere il suo bambino, come
tante altre di Gemma, è stata attuata da un
gruppo di persone. Ma questa volta si tratta di un
gruppo un po' speciale: le Guardie svizzere pontificie che, coordinaste dal cappellano, per compiere insieme un gesto di solidarietà hanno scelto
proprio Gemma...
da FamigliaCristiana, n. 25 del 1997
tivo viene dai componenti del consiglio pastorale
di Salzano, comune della terraferma veneziana
dipendente, come parrocchia, dalla diocesi di Treviso.
Ogni prima domenica del mese viene posta al
centro della Chiesa una cassetta con il manifesto
di ProgettoGemma e di SosVita. Ad ogni messa i
sacerdoti ricordano lo scopo della raccolta e sottolineano il valore della vita nascente, del cammino di condivisione, da parte di una comunità
parrocchiale, delle difficoltà di una mamma in
attesa, del fare proprio, sia pure a distanza, il
compito di dare la vita, infine del fare e del diffondere la cultura della vita.
È questa una goccia d'acqua che va ad alimentare l'oceano della vita, ma se ogni parrocchia
d'Italia facesse propria l'idea di Salzano, quanti
bambini verrebbero salvati e quanto senso di paternità e maternità si diffonderebbe in Italia?
da una lettera della presidente del Cav di Mestre
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PROGETTO GEMMA
S.Giustino. Con
S
an Giustino Valdarno, a dieci chilometri da
Arezzo e non arriva a mille abitanti. E', insomma una delle tante piccole parrocchie
della provincia italiana. Ma può vantare un Centro
di aiuto alla vita.
Paolino è invece un bambino che, oltre ai suoi
legittimi genitori, è anche figlio di quel Cav e di
quel Paese perché, tramite il Centro di aiuto alla
vita, inizialmente un gruppo di parrocchiani e poi
tutta la gente di San Giustino ha deciso di adottarlo
attraverso ProgettoGemma.
“Tre anni fa - è papà Francesco che parla - mi trovavo a dover decidere per la vita o per la morte di
mio figlio. Un problema di salute, quattro interventi
chirurgici e un rischio di paralisi mi avevano messo
in crisi. Così quando mia moglie si è trovata incinta,
le ho chiesto io di abortire. Eppure, mentre gli altri
due figlioli non erano stati programmati, quest'ultimo lo avevamo proprio voluto. Avevamo dunque
preso concordemente questa terribile decisione e
mia moglie, dopo avere percorso tutta la procedura, aveva già in mano il certificato per l'aborto“.
E' in quel momento che i due sposi di Orbassano
SPOSI E GENITORI ADOTTIVI
Sono sempre più numerosi gli sposi che rinunciano
ai regali di nozze per sottoscrivere, insieme a parenti ed amici, adozioni a distanza.
Qualche esempio? Fulvio e Katia di Monfalcone,
grazie allaloro generosità è nato un bambino a
Lecce.
I coniugi Motta hanno coinvolto 45 parenti in
due adozioni. Alice e Maurizio di Ferrara hanno festeggiato con Gemma le nozze d’argento.
A Firenze, Chiara e Francesco raccolgono dieci
adozioni in occasione del loro matrimonio.
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DIECI COPPIE DI TESTIMONI DI NOZZE
Una mattina d'estate mi avvisano che alla casa di
accoglienza di X (una città del Triveneto) è arrivata
una ragazza in attesa di un bimbo. Vado a incontrarla e trovo una persona sconvolta, diffidente, incline al malumore, ma capisco che il suo stato
d'animo è giustificato. Dopo una relazione che
sembrava stabile, Lorenza rimane incinta e si vede
rifiutata sia dal partner che dai genitori. Lei vuole
questo figlio, ma non sa dove trovare un appoggio.
I servizi sociali la fanno allontanare dal suo
paese e venire a X. Nella casa di accoglienza Lorenza, abituata all'indipendenza, non trova facile
adattarsi a condividere spazi e compagnie.
Il nostro Cav la segnala subito per un ProgettOGemma e questo le dà un primo conforto: per lei è
importante che qualcuno, senza neanche conoscerla, provveda a lei e al suo bambino, mentre le
persone che erano il suo mondo l'hanno rifiutata.
Parte così l'adozione grazie a un gruppo di
dieci famiglie di Verona, che - tramite il Cav - la seguono con cura e affetto senza però conoscerne il
nome. Lei, da parte sua, vorrebbe conoscere quelle
famiglie, ma il regolamento lo vieta.
Si avvicina intanto il parto. Lorenza mi vuole vicina in quel momento e accoglie con gioia la nascita della sua bambina.
Ora lei si è rasserenata, la sua famiglia le si è
riavvicinata e il suo vecchio compagno ha capito il
male che le ha fatto.
Dopo tanta attesa da entrambe le parti, arriva
finalmente il momento di conoscersi: il prossimo 23
agosto i due ragazzi si sposeranno e hanno invitato
per quella occasione il gruppo delle dieci coppie veronesi di adottanti.
dalla lettera della presidente del Cav di X
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un intero paese per papà
conoscono Marisa e, con lei, il Cav
di quella cittadina. A Marisa che li
invitava a recedere dal loro proposito, Francesco e sua moglie pongono subito il loro problema: “Chi
potrà provvedere ai miei figli se io
resterò paralizzato e impossibilitato
a lavorare?”. Marisa ascolta, comprende, cerca di persuadere. Il colloquio è lungo e difficile. In
Francesco e sua moglie, inizialmente, si coglie come un senso di
ostilità Più tardi, però, diranno: “Il
Cav non soltanto ci ha messo di
fronte a una realtà: che tante
donne che abortiscono non sanno
che abortire vuol dire permettere a
un medico di uccidere il loro bambino. Ci ha dato soprattutto affetto,
sostegno e assistenza. E ci ha fatto
scoprire che esiste gente sconosciuta e lontana disposta, per amore
e senza voler nulla in cambio, a ca-
ricarsi almeno il peso economico di
quel figlio che noi non volevamo, a
fare una specie di adozione a
tempo”.
E così, attraverso la segreteria di
Milano, Gemma crea questo strano
e stupendo abbinamento. A qualche centinaio di chilometri di distanza, a San Giustino, parte la
macchina per raccogliere la somma
necessaria. Obbiettivo in breve
tempo con il concorso, praticamente, di tutta la gente del paese.
E' come una gestazione spirituale
collettiva. La notizia arriva a Orbassano e allora il papà e la mamma di
Paolino si presentano al Cav: “Ecco il
certificato di aborto, era per domani, fatene spazzatura”.
A Paolino, quando è nato, tutto
San Giustino ha voluto far festa: lo
hanno ospitato con i genitori e con
gli amici del Cav, hanno messo i ma-
nifesti per strada, e la domenica in
cui cadeva la Giornata per la vita
hanno celebrato, nella chiesa parrocchiale, la Messa di ringraziamento per i bambini nati nell'anno.
Poi c'è stato un pranzo comunitario
con Paolino al posto d'onore e un ricordino per tutti.
Adesso papà Francesco non è più
preoccupato: “Con Paolino tante
porte si sono aperte, ho perso il mio
lavoro, ma ne ho trovato un altro e
problemi non ce ne sono più. Quella
di Gemma è stata la soluzione definitiva per il bambino e per tutta la
nostra famiglia. Soprattutto ho trovato tanti amici disinteressati a cui
basta, in cambio, il sorriso di un
bambino.
Una delle storie iniziali di Gemma
tratta dalla prima pubblicazione
di presentazione del servizio
SEBASTIANO È BELLO E SANO
L. è maestra d'asilo, sola, con un figlio con grave
anomalia congenita (grida e si muove in continuazione). Incinta un'altra volta [...] ricorre,
nonostante il nostro intervento e terrorizzata dall'handicap del primo figlio, all'aborto. Dopo due
anni è ancora in stato di gravidanza. Di nuovo non
vuole assolutamente questo figlio, ma il ginecologo la convince a eseguire un accertamento a T.,
che stabilisce la malattia del primo bimbo: "sindrome da x fragile", malattia che si trasmette solo
ai maschi. L. ci chiama in causa. Insomma, malgrado difficoltà apparentemente insormontabili e
poiché il bimbo, che è un maschio, è risultato sano,
accetta di proseguire la gravidanza e chiede aiuto
di ogni genere. Troviamo stupendo il significato
del vostro gesto. Voi siete i veri genitori del bambino! Sebastiano è nato il 20 novembre, pesava kg.
3,200 e soprattutto è sano.
dalla lettera del Cav di B. al sig. Giovanni
DUE “GEMELLI” A DISTANZA
Da quattro anni ci occupiamo nella nostra parrocchia dell'organizzazione della Giornata per la
Vita Questa esperienza, molto bella e sentita, ci
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PROGETTO GEMMA
IN UDIENZA DA FRANCESCO
P
er esprimere tutta la nostra gratitudine per l’attenzione con cui Papa
Francesco ci segue e ci è vicino, ad
aprile il Movimento per la vita si recherà in
udienza in Vaticano.
Sarà anche l’occasione per festeggiare i
vent’anni di ProgettoGemma. Per questo ad
incontrare il Pontefice sarà una folta rappresentanza di mamme che sono state assistite
dai Centri di aiuto alla vita con lo strumento
dell’adozione a distanza.
Con loro, ovviamente, i bambini sottratti
all’aborto ed i volontari che le hanno seguite.
Per Gemma, dunque, doppia festa: prima
l’inaugurazione della nuova sede, a Milano
alla presenza del cardinal Scola (30 marzo), e
poi l’incontro che - c’è da giurarci - sarà allegro e festoso con Francesco (11 aprile).
A cui si aggiunge (il 27 aprile) la canonizzazione di Giovanni Paolo II.
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Avere cura
della fragilità
Evangelii gaudium 209-215
209. Gesù, l’evangelizzatore per eccellenza e il Vangelo in
persona, si identifica specialmente con i più piccoli (cfr
Mt 25,40). Questo ci ricorda che tutti noi cristiani siamo
chiamati a prenderci cura dei più fragili della Terra. Ma
nel vigente modello “di successo” e “privatistico”, non
sembra abbia senso investire affinché quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi
strada nella vita.
210. È indispensabile prestare attenzione per essere vicini
a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati
a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza
tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli
anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. (...)
212. Doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché
spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro
diritti. Tuttavia, anche tra di loro troviamo continuamente
ha accompagnato durante un periodo molto
difficile della nostra vita di coppia. Quando,
infatti, ci fu chiesto di occuparcene, avevamo
da poco vissuto la dolorosa esperienza della
perdita di un figlio. Le nostre vicende personali, unitamente alla riflessione e alla discussione intorno al tema della vita del quale
eravamo divenuti, in qualche modo, i portavoce nella nostra comunità, hanno contribuito a far maturare in noi una sempre
maggiore sensibilità nei confronti del miracolo della nascita, al punto che sentimmo
forte l'urgenza di aderire al ProgettoGemma.
Lo abbiamo fatto con il cuore e non per sentirci a posto con la nostra coscienza. Abbiamo voluto bene a quel bimbo sconosciuto
e abbiamo desiderato che potesse nascere,
anche senza sapere nulla di lui.
Nel frattempo anche per noi si è compiuto
il miracolo dell'attesa di una nuova creatura
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i più ammirevoli gesti di quotidiano eroismo nella difesa e nella
cura della fragilità delle loro famiglie.
213. Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con
predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità
umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la
vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa
che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare
la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente
legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé
stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta
per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle
convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è
sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana,
ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, «ogni violazione
della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo».
214. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona
umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme
o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere
i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che
e siamo stati tutti presi dalla gioia e dalla preoccupazione che tutto andasse bene. Finalmente
il nostro bambino nasce con parto cesareo il 19
agosto: è un bel maschietto e pesa 3,200 grammi,
lo chiamiamo Saverio. Circa un mese dopo ci arriva la comunicazione, da Milano, che è nato
anche il bambino adottato con il ProgettoGemma: è nato anche lui con il parto cesareo, è
un bel maschietto e pesa 3,200 grammi, si chiama
Manuel. Non credo di poter descrivere l'emozione che abbiamo provato. E' stata una risposta
d'amore a un gesto d'amore. Ora la nostra famiglia si è fatta più grande e Saverio ha un fratello,
che avrà sempre un posto nel nostro cuore. Al
nostro racconto anche un'altra famiglia di amici
ha deciso di aderire al ProgettoGemma, forse
perchè anche loro hanno letto la nostra storia
con il cuore.
dalla lettera di una mamma di Roma
si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro
come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza
di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non
capire tali situazioni così dolorose?
215. Ci sono altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé degli interessi economici o di un uso indiscriminato. Mi riferisco all’insieme della creazione. Come esseri umani
non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature.
Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo
è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione.
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