17 1 18-MAR-14 10:30:02 Se lo straordinario diventa ordinario LE SEI ADOZIONI DEL LEO CLUB Il Leo Club, associazione giovanile del Lions Club International, composta da 140mila ragazzi tra i 12 e i 30 anni in più di 130 Paesi nel mondo, che contano in Italia circa 5000 soci capaci di mettersi a disposizione per fornire un contributo fattivo a sostegno delle realtà più fragili nella nostra società, sia attraverso l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione o raccolte fondi, sia attraverso operazioni di volontariato attivo sul territorio, in accordo con le più note associazioni umanitarie. Ogni anno, il Distretto Leo 108IB1 che raggruppa i Leo Club delle province di Monza, Lecco, Sondrio, Como e Varese, sceglie un'associazione da sostenere mediante una raccolta fondi. Due anni fa, una nostra socia, attiva anche nel Movimento per la vita, ci presentò ProgettoGemma e ne propose l'adozione. Tutti i soci si impegnarono attivamente e alla fine dell'anno riuscimmo a realizzare ben 6 Progetti (nella foto il gruppo dei sottoscrittori). E' stata una grande emozione ricevere le foto di alcuni dei bambini che abbiamo aiutato... ci siamo sentiti un po' tutti delle mamme e dei papà". dalla lettera di Francesca Galimberti presidente Leo Club Monza ADESIONE DEL CARCERE DI MASSA CARRARA Cinquanta detenuti nel carcere di Massa Carrara hanno aperto una sottoscrizione per realizzare un Progetto Gemma. Alcune testimonianze di adozioni eccellenti raccolte negli anni per dimostrare che tutti, ma proprio tutti, possono dare il proprio contributo a ProgettoGemma DODICI VESCOVI LIGURI DIVENTATI PAPA’ Dieci vescovi italiani hanno "adottato" altrettanti bambini non ancora nati per aiutare le future mamme in difficoltà. Oltre a dare così un contributo economico - 300mila lire al mese, la settima parte dello stipendio di un vescovo - sono diventati col loro gesto "testimonial" eccellenti di un progetto varato sull'esempio delle adozioni a distanza. Si chiama ProgettoGemma e tra i dieci prelati che hanno aderito all'iniziativa sono l'arcivescovo XXX, il cardinale YYY, il cardinale ZZZ, che ha festeggiato il settantesimo compleanno "regalandosi" un'adozione... da Il Secolo XIX di Genova, del 12 giugno 1997 NB. Dopo pochi giorni i vescovi erano diventati già 12 QUANDO A SOTTOSCRIVERE È UN COMUNE La giunta comunale di Meda, nell’hinterland milanese, ad un passo dalla Seveso della diossina, sottoscrive un’adozione prenatale che va ad bambino ed una mamma assistiti dal Cav di Parma. È il 1999 ed è il terzo caso in Italia. Pochi mesi prima il Comune di Palermo aveva approvato il finanziamento di quattro ProgettoGemma. Ormai non si contano più le amministrazioni Comunali e le Istituzioni pubbliche che hanno aderito a Gemma. La Provincia di Trento, ad esempio, ha finanziato 10 adozioni nel 2010. EDDA E LA CATENA DELLA VITA Edda Castelluccia, una signora di Marino, vicino a Roma ha cominciato alla morte del marito. In quell’occasione ha suggerito a parenti ed amici di sostituire i fiori con un’offerta per ProgettoGemma. Pochi mesi dopo, un’amica la imita in occasione della morte in un incidente stradale di un figlio di amici. I genitori del ragazzo, venuti a conoscenza dell’iniziativa l’hanno fatta propria realizzato sei Progetti Gemma dedicati al figlio scomparso. Altri genitori accumunati dalla perdita prematura dei figli li hanno imitati. Ora i Progetti coordinati da Edda sono 110. xes---DATA: 18-Mar-2014 ---SEGNATURA: 1 ----COLORE: CyanMagentaGialloNero --- LATO: Bianca 17 marzo 2014 18 1 18-MAR-14 10:30:04 PROGETTO GEMMA PONTE NUOVO DA RECORD Gli abitanti di Ponte Nuovo, piccola frazione del comune di Magenta, l’amore per la vita ce l’hanno nel dna. Non solo (o forse proprio per questo) qui ha vissuto, dopo il matrimonio, Gianna Beretta Molla, ma la gente continua a lavorare per la vita. Nel 2003 110 famiglie (bastano pochi calcoli per accorgersi che sitratta della gran parte della popolazione) si sono autotassate per sottoscrivere 12 progettiGemma. UNA “RIDUZIONE” MULTIPLA EVITATA A Mestre sono nati sei gemelli: quattro maschietti (Daniele, Jacopo, Nicolò e Mattia) e due femminucce (Silvia ed Elena). Ai genitori un po' incerti e timorosi quando ne furono annunciati cinque (perché così mostrava un'ecografia) un 18 marzo 2014 medico aveva prospettato la "riduzione della gravidanza", che voleva dire eliminarne qualcuno per consentire agli altri maggior spazio vitale nel seno della mamma: più vita a un prezzo di morte? I genitori si rivolsero allora al Cav, che li confortò e assicurò aiuto di tutti i generi. Poi il Cav, considerata la condizione della famiglia, si rivolse a ProgettoGemma per cercare cinque persone che volessero in qualche modo considerare come propri quei bambini così stretti. Presto, malgrado il rischio effettivo che la vicenda non andasse per il meglio, fu trovato un adottante. Anzi una adottante: una signora di Firenze che aveva già, per due volte, adottato prima due e poi tre gemelli e che questa volta ne adottò due. Poi si è aspettato, e ora che ne sono nati sei (Jacopo, il più piccolo, che pesava appena 530 grammi, evidentemente, si era nascosto dietro gli altri per non spaventare troppo la mamma) sono arrivate altre due adozioni. C'è bisogno di qualche altra adozione: perché lasciare che due gemellini siano privi dei genitori adottivi come gli altri quattro? da Avvenire del 12 agosto 1997 ADOTTANTI CON HANDICAP Sono le 11 del 21 novembre dell'anno scorso: alla segreteria milanese di ProgettoGemma arriva da una città dell'Emilia una telefonata. Vogliono sapere se si può contare su una sesta adozione. Il Cav di quella città ha già avanzato cinque richieste e soltanto una ne è stata accolta: è un momento difficile, perchè da varie parti sono arrivate complessivamente 65 richieste e invece mancano del tutto offerte di adozioni. La segreteria risponde che anche la nuova richiesta sarà messa in lista di attesa, ma che la precedenza sarà data comunque ai Cav più deboli, quelli dei piccoli centri, che hanno maggiori difficoltù a reperire aiuti economici. Al telefono si capisce che la cornetta passa di mano: una voce di donne piangente spiega che "deve" andare a fare l'aborto, perché il marito per la seconda volta la costringe. Hanno già una bambina di sei anni e il papà, che lavora sempre meno e il peso di un grosso mutuo per la casa sostiene che non possono permettersi un altro figlio. La donna ha già in borsetta il certificato di aborto con l'appuntamento fissato per il giorno dopo. Il caso sembra davvero disperato. Che cosa fare? Dalla segreteria di Gemma la risposta è una scommessa: “Signora, vada a casa tranquilla, dica alla bambina che le arriverà un fratellino e cerchi di rasserenare suo marito. Vedrà che la cosa si risolve”. Sono quasi le 11.30 quando la telefonata si conclude. Passano molti interminabili minuti, in cui sembra che il tempo si sia fermato. Che sarà di quella scommessa? L'orologio ormai segna le 11.58: è quasi l'ora dell'Angelus quando il telefono squilla di nuovo. Un'altra voce di donna, si chiama Silvia. Annuncia timidamente, con voce incerta per l'emozione, che manderà l'importo di un'adozione. Ma chi parla? “Mi chiamo Silvia G., ma il denaro non è mio, Io sono soltanto l'incaricata di un gruppo di handicappati...” Incaricata di chi? “di un gruppo di handicappati, che ha deciso di adottare una mamma con il suo bambino, perché non lo abortisca. Sa, perché nemmeno loro sono stati abortiti...” 19 1 18-MAR-14 10:30:04 I RECORDMEN DELL’ADOZIONE Giovanni Nardi insieme a nonna 1. 221 Gemma ed altri amici di Brescia adozioni Cav Busto Arsizio insieme ad 2. 136 Antonio Pellegatta adozioni Giuseppina Ventura con Edda 3. 121 Castelluccia e don Andrea (RM) adozioni Cav Parma e “la visita ai giardini” 4. 111 adozioni Thiene 5. 96Cavadozioni Corelli (mpv Lugo R.) 6. 90Franca adozioni GIANMATTIA HA 30 MAMME Il piccolo Giammattia, nato in Sicilia, ha trenta "mamme adottive" che vivono a Brescia. Filippo, un bimbo bresciano, è nato grazie al sostegno di un gruppo di preghiera della Campania e Maria, anche lei bresciana, grazie all'intervento dei parrocchiani di un paesino in Calabria. Giovanni, anche lui nato a Brescia, ma da genitori africani, è stato adottato a distanza da trentaquattro "amici della vita" lombardi mentre un "amico della vita" bresciano sta aiutando la mamma di un bimbo che nascerà nel Lazio. SE OGNI PARROCCHIA D’ITALIA... È possibile soddisfare tutte le richieste di adozione a distanza? La risposta a questo interroga- CON OLTRE 50 ADOZIONI - Fausto Ruggeroni, parrocchia di Soave - Renato Turini, Cav Brescia - Carlo Casini Firenze - Mons. Mario Panizza Milano - Giuseppina Castiglioni, Cav di Bollate (MI) insieme ad altri amici - Mpv di Torino Ma tutti gli adottanti sono campioni di amore per la vita UN’ADOZIONE DALLE GUARDIE SVIZZERE Quando arrivò in Italia qualche mese fa Almira, giovanissima profuga bosniaca, era già incinta di poche settimane. Teneva molto a quel bambino, lo voleva, ma ben presto si rese conto che, da sola, non ce l'avrebbe fatta ad allevarlo. Senza lavoro, senza soldi, senza amici: come poteva fare? Cerca e cerca, alla fine Almira una risposta l'ha trovata: decisa a salvare suo figlio, un giorno è entrata in un Cav dove i volontari hanno subito trovato ciò che faceva per lei: ProgettoGemma... Anche l'adozione che ha permesso alla giovane bosniaca di tenere il suo bambino, come tante altre di Gemma, è stata attuata da un gruppo di persone. Ma questa volta si tratta di un gruppo un po' speciale: le Guardie svizzere pontificie che, coordinaste dal cappellano, per compiere insieme un gesto di solidarietà hanno scelto proprio Gemma... da FamigliaCristiana, n. 25 del 1997 tivo viene dai componenti del consiglio pastorale di Salzano, comune della terraferma veneziana dipendente, come parrocchia, dalla diocesi di Treviso. Ogni prima domenica del mese viene posta al centro della Chiesa una cassetta con il manifesto di ProgettoGemma e di SosVita. Ad ogni messa i sacerdoti ricordano lo scopo della raccolta e sottolineano il valore della vita nascente, del cammino di condivisione, da parte di una comunità parrocchiale, delle difficoltà di una mamma in attesa, del fare proprio, sia pure a distanza, il compito di dare la vita, infine del fare e del diffondere la cultura della vita. È questa una goccia d'acqua che va ad alimentare l'oceano della vita, ma se ogni parrocchia d'Italia facesse propria l'idea di Salzano, quanti bambini verrebbero salvati e quanto senso di paternità e maternità si diffonderebbe in Italia? da una lettera della presidente del Cav di Mestre xes---DATA: 18-Mar-2014 ---SEGNATURA: 1 ----COLORE: CyanMagentaGialloNero --- LATO: Volta 19 marzo 2014 20 1 18-MAR-14 10:30:01 PROGETTO GEMMA S.Giustino. Con S an Giustino Valdarno, a dieci chilometri da Arezzo e non arriva a mille abitanti. E', insomma una delle tante piccole parrocchie della provincia italiana. Ma può vantare un Centro di aiuto alla vita. Paolino è invece un bambino che, oltre ai suoi legittimi genitori, è anche figlio di quel Cav e di quel Paese perché, tramite il Centro di aiuto alla vita, inizialmente un gruppo di parrocchiani e poi tutta la gente di San Giustino ha deciso di adottarlo attraverso ProgettoGemma. “Tre anni fa - è papà Francesco che parla - mi trovavo a dover decidere per la vita o per la morte di mio figlio. Un problema di salute, quattro interventi chirurgici e un rischio di paralisi mi avevano messo in crisi. Così quando mia moglie si è trovata incinta, le ho chiesto io di abortire. Eppure, mentre gli altri due figlioli non erano stati programmati, quest'ultimo lo avevamo proprio voluto. Avevamo dunque preso concordemente questa terribile decisione e mia moglie, dopo avere percorso tutta la procedura, aveva già in mano il certificato per l'aborto“. E' in quel momento che i due sposi di Orbassano SPOSI E GENITORI ADOTTIVI Sono sempre più numerosi gli sposi che rinunciano ai regali di nozze per sottoscrivere, insieme a parenti ed amici, adozioni a distanza. Qualche esempio? Fulvio e Katia di Monfalcone, grazie allaloro generosità è nato un bambino a Lecce. I coniugi Motta hanno coinvolto 45 parenti in due adozioni. Alice e Maurizio di Ferrara hanno festeggiato con Gemma le nozze d’argento. A Firenze, Chiara e Francesco raccolgono dieci adozioni in occasione del loro matrimonio. 20 marzo 2014 DIECI COPPIE DI TESTIMONI DI NOZZE Una mattina d'estate mi avvisano che alla casa di accoglienza di X (una città del Triveneto) è arrivata una ragazza in attesa di un bimbo. Vado a incontrarla e trovo una persona sconvolta, diffidente, incline al malumore, ma capisco che il suo stato d'animo è giustificato. Dopo una relazione che sembrava stabile, Lorenza rimane incinta e si vede rifiutata sia dal partner che dai genitori. Lei vuole questo figlio, ma non sa dove trovare un appoggio. I servizi sociali la fanno allontanare dal suo paese e venire a X. Nella casa di accoglienza Lorenza, abituata all'indipendenza, non trova facile adattarsi a condividere spazi e compagnie. Il nostro Cav la segnala subito per un ProgettOGemma e questo le dà un primo conforto: per lei è importante che qualcuno, senza neanche conoscerla, provveda a lei e al suo bambino, mentre le persone che erano il suo mondo l'hanno rifiutata. Parte così l'adozione grazie a un gruppo di dieci famiglie di Verona, che - tramite il Cav - la seguono con cura e affetto senza però conoscerne il nome. Lei, da parte sua, vorrebbe conoscere quelle famiglie, ma il regolamento lo vieta. Si avvicina intanto il parto. Lorenza mi vuole vicina in quel momento e accoglie con gioia la nascita della sua bambina. Ora lei si è rasserenata, la sua famiglia le si è riavvicinata e il suo vecchio compagno ha capito il male che le ha fatto. Dopo tanta attesa da entrambe le parti, arriva finalmente il momento di conoscersi: il prossimo 23 agosto i due ragazzi si sposeranno e hanno invitato per quella occasione il gruppo delle dieci coppie veronesi di adottanti. dalla lettera della presidente del Cav di X 21 1 18-MAR-14 10:30:07 un intero paese per papà conoscono Marisa e, con lei, il Cav di quella cittadina. A Marisa che li invitava a recedere dal loro proposito, Francesco e sua moglie pongono subito il loro problema: “Chi potrà provvedere ai miei figli se io resterò paralizzato e impossibilitato a lavorare?”. Marisa ascolta, comprende, cerca di persuadere. Il colloquio è lungo e difficile. In Francesco e sua moglie, inizialmente, si coglie come un senso di ostilità Più tardi, però, diranno: “Il Cav non soltanto ci ha messo di fronte a una realtà: che tante donne che abortiscono non sanno che abortire vuol dire permettere a un medico di uccidere il loro bambino. Ci ha dato soprattutto affetto, sostegno e assistenza. E ci ha fatto scoprire che esiste gente sconosciuta e lontana disposta, per amore e senza voler nulla in cambio, a ca- ricarsi almeno il peso economico di quel figlio che noi non volevamo, a fare una specie di adozione a tempo”. E così, attraverso la segreteria di Milano, Gemma crea questo strano e stupendo abbinamento. A qualche centinaio di chilometri di distanza, a San Giustino, parte la macchina per raccogliere la somma necessaria. Obbiettivo in breve tempo con il concorso, praticamente, di tutta la gente del paese. E' come una gestazione spirituale collettiva. La notizia arriva a Orbassano e allora il papà e la mamma di Paolino si presentano al Cav: “Ecco il certificato di aborto, era per domani, fatene spazzatura”. A Paolino, quando è nato, tutto San Giustino ha voluto far festa: lo hanno ospitato con i genitori e con gli amici del Cav, hanno messo i ma- nifesti per strada, e la domenica in cui cadeva la Giornata per la vita hanno celebrato, nella chiesa parrocchiale, la Messa di ringraziamento per i bambini nati nell'anno. Poi c'è stato un pranzo comunitario con Paolino al posto d'onore e un ricordino per tutti. Adesso papà Francesco non è più preoccupato: “Con Paolino tante porte si sono aperte, ho perso il mio lavoro, ma ne ho trovato un altro e problemi non ce ne sono più. Quella di Gemma è stata la soluzione definitiva per il bambino e per tutta la nostra famiglia. Soprattutto ho trovato tanti amici disinteressati a cui basta, in cambio, il sorriso di un bambino. Una delle storie iniziali di Gemma tratta dalla prima pubblicazione di presentazione del servizio SEBASTIANO È BELLO E SANO L. è maestra d'asilo, sola, con un figlio con grave anomalia congenita (grida e si muove in continuazione). Incinta un'altra volta [...] ricorre, nonostante il nostro intervento e terrorizzata dall'handicap del primo figlio, all'aborto. Dopo due anni è ancora in stato di gravidanza. Di nuovo non vuole assolutamente questo figlio, ma il ginecologo la convince a eseguire un accertamento a T., che stabilisce la malattia del primo bimbo: "sindrome da x fragile", malattia che si trasmette solo ai maschi. L. ci chiama in causa. Insomma, malgrado difficoltà apparentemente insormontabili e poiché il bimbo, che è un maschio, è risultato sano, accetta di proseguire la gravidanza e chiede aiuto di ogni genere. Troviamo stupendo il significato del vostro gesto. Voi siete i veri genitori del bambino! Sebastiano è nato il 20 novembre, pesava kg. 3,200 e soprattutto è sano. dalla lettera del Cav di B. al sig. Giovanni DUE “GEMELLI” A DISTANZA Da quattro anni ci occupiamo nella nostra parrocchia dell'organizzazione della Giornata per la Vita Questa esperienza, molto bella e sentita, ci 21 marzo 2014 22 1 18-MAR-14 10:30:10 PROGETTO GEMMA IN UDIENZA DA FRANCESCO P er esprimere tutta la nostra gratitudine per l’attenzione con cui Papa Francesco ci segue e ci è vicino, ad aprile il Movimento per la vita si recherà in udienza in Vaticano. Sarà anche l’occasione per festeggiare i vent’anni di ProgettoGemma. Per questo ad incontrare il Pontefice sarà una folta rappresentanza di mamme che sono state assistite dai Centri di aiuto alla vita con lo strumento dell’adozione a distanza. Con loro, ovviamente, i bambini sottratti all’aborto ed i volontari che le hanno seguite. Per Gemma, dunque, doppia festa: prima l’inaugurazione della nuova sede, a Milano alla presenza del cardinal Scola (30 marzo), e poi l’incontro che - c’è da giurarci - sarà allegro e festoso con Francesco (11 aprile). A cui si aggiunge (il 27 aprile) la canonizzazione di Giovanni Paolo II. 22 marzo 2014 Avere cura della fragilità Evangelii gaudium 209-215 209. Gesù, l’evangelizzatore per eccellenza e il Vangelo in persona, si identifica specialmente con i più piccoli (cfr Mt 25,40). Questo ci ricorda che tutti noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei più fragili della Terra. Ma nel vigente modello “di successo” e “privatistico”, non sembra abbia senso investire affinché quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi strada nella vita. 210. È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc. (...) 212. Doppiamente povere sono le donne che soffrono situazioni di esclusione, maltrattamento e violenza, perché spesso si trovano con minori possibilità di difendere i loro diritti. Tuttavia, anche tra di loro troviamo continuamente ha accompagnato durante un periodo molto difficile della nostra vita di coppia. Quando, infatti, ci fu chiesto di occuparcene, avevamo da poco vissuto la dolorosa esperienza della perdita di un figlio. Le nostre vicende personali, unitamente alla riflessione e alla discussione intorno al tema della vita del quale eravamo divenuti, in qualche modo, i portavoce nella nostra comunità, hanno contribuito a far maturare in noi una sempre maggiore sensibilità nei confronti del miracolo della nascita, al punto che sentimmo forte l'urgenza di aderire al ProgettoGemma. Lo abbiamo fatto con il cuore e non per sentirci a posto con la nostra coscienza. Abbiamo voluto bene a quel bimbo sconosciuto e abbiamo desiderato che potesse nascere, anche senza sapere nulla di lui. Nel frattempo anche per noi si è compiuto il miracolo dell'attesa di una nuova creatura 23 1 18-MAR-14 10:30:10 i più ammirevoli gesti di quotidiano eroismo nella difesa e nella cura della fragilità delle loro famiglie. 213. Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, «ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo». 214. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che e siamo stati tutti presi dalla gioia e dalla preoccupazione che tutto andasse bene. Finalmente il nostro bambino nasce con parto cesareo il 19 agosto: è un bel maschietto e pesa 3,200 grammi, lo chiamiamo Saverio. Circa un mese dopo ci arriva la comunicazione, da Milano, che è nato anche il bambino adottato con il ProgettoGemma: è nato anche lui con il parto cesareo, è un bel maschietto e pesa 3,200 grammi, si chiama Manuel. Non credo di poter descrivere l'emozione che abbiamo provato. E' stata una risposta d'amore a un gesto d'amore. Ora la nostra famiglia si è fatta più grande e Saverio ha un fratello, che avrà sempre un posto nel nostro cuore. Al nostro racconto anche un'altra famiglia di amici ha deciso di aderire al ProgettoGemma, forse perchè anche loro hanno letto la nostra storia con il cuore. dalla lettera di una mamma di Roma si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà. Chi può non capire tali situazioni così dolorose? 215. Ci sono altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé degli interessi economici o di un uso indiscriminato. Mi riferisco all’insieme della creazione. Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione. © Copyright - Libreria Editrice Vaticana 23 marzo 2014
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