È recessione, il Pil peggio del previsto

GIOVEDÌ 7 AGOSTO 2014 ANNO 139 - N. 186
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La sonda Rosetta
Montagne e crateri,
fotografata una cometa
Dopo 36 anni
La nonna argentina
che ritrova il nipote
Su Sette
Reporter di guerra
Poche ma motivate
di Giovanni Caprara
a pagina 20
di Alessandra Coppola
a pagina 15
Domani il magazine
con il Corriere della Sera
I timori di Bruxelles sui conti italiani. Padoan: nessuna manovra aggiuntiva. Le opposizioni attaccano: Paese in ginocchio
È recessione, il Pil peggio del previsto
Nel secondo trimestre frenata dello 0,2%. Segnali negativi anche dall’export
Borsa giù, sale lo spread. La strategia in dieci punti del premier per reagire
L’andamento dal 2007
BAGNO NELLA REALTÀ
1,7
di DARIO DI VICO
-1,2
-2,4
-1,9
-5,5
2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: Istat
2013
-0,3
rispetto
al secondo
trimestre
del 2013
di MARCO GALLUZZO
A PAGINA 2
2014
(6 mesi)
La mappa
delle 1.213
società inutili
L’Istat annuncia il ritorno della recessione «tecnica»: il
Pil nel secondo trimestre 2014 scende dello 0,2%, dopo il
-0,1% del primo trimestre. La Borsa brucia 12,8 miliardi, lo
spread sale a 170. Il ministro Padoan assicura che non ci sarà una manovra aggiuntiva, il premier Renzi scrive ai parlamentari di maggioranza e fissa le «10 scelte» per crescere.
di SERGIO RIZZO
A PAGINA 5
DA PAGINA 2 A PAGINA 5 Basso, Di Frischia, Querzé, Savelli, Sensini
GRANDE GUERRA
I PARALLELI
STORICI
CHE INGANNANO
di NIALL FERGUSON
È
passato un secolo da
quando il fragore
assordante dei cannoni di
agosto 1914 segnò la fine
del dominio europeo.
Potrebbe ripetersi ai
giorni nostri una simile
catastrofe? La successione
di eventi occorsi da
quando il jet malese
MH17 è stato abbattuto
nella regione orientale
dell’Ucraina assomiglia in
realtà a quanto accadde
in seguito all’omicidio
dell’Arciduca austriaco
Francesco Ferdinando nel
giugno del 1914. Oggi,
come allora, la crisi inizia
con un atto di terrorismo
di Stato. Oggi, come
allora, la Russia è al
fianco dei guerrafondai.
CONTINUA A PAGINA 33
Le due volontarie lombarde rapite sette giorni fa
L’intesa regge, ma il governo va sotto al Senato
Renzi e Berlusconi:
così cambia l’Italicum
L’imprenditore
«Portai Matteo
da Silvio:
si capirono»
di PAOLO ERMINI
Greta e Vanessa, sequestrate in Siria
di FIORENZA SARZANINI
D
ue cooperanti italiane — Greta Ramelli, 20 anni di Gavirate (Varese, a sinistra nella foto) e Vanessa
Marzullo, 21 anni di Brembate (Bergamo) — sono state rapite in Siria nella notte tra il 31 luglio e il
primo agosto. Sarebbero state portate via da una banda di criminali comuni che potrebbero poi
cederle a un gruppo organizzato.
A PAGINA 12 Baroni - A PAGINA 33 un commento di Beppe Severgnini
S
i chiama Enrico Marinelli. È un imprenditore
fiorentino. Oggi rivela che
fu lui a propiziare il celebre
primo incontro Renzi-Berlusconi, il 6 dicembre 2010
a villa San Martino, Arcore.
C i f u ro n o p o l e m i c h e .
«Matteo era un sindaco che
doveva discutere della sua
città col premier — spiega
Marinelli —, la sua filosofia
era: dove mi invita, vado».
ALLE PAGINE 8 E 9
Parla a un master sulla gestione del panico alla Sapienza. Lo sconcerto del ministro
L’assurdo caso del professor Schettino
di ALDO CAZZULLO
Da Mosca agli Stati Uniti
F
rancesco Schettino in cattedra, a parlare di «gestione
del panico» a un seminario di
criminologia all’Università La
Sapienza di Roma. E scoppia la
polemica. Il ministro dell’Istruzione Giannini chiede rispetto
per le famiglie delle vittime del
naufragio e parla di «fatto sconcertante». Di «iniziativa autonoma e indegna di un docente»
parla il rettore Frati, che deferisce il promotore del seminario.
A PAGINA 16 De Leo
Gli hacker e il furto dei record,
più di un miliardo di password
di MASSIMO GAGGI
U
n miliardo e 200 milioni di
password e 420 mila indirizzi di
posta elettronica: è l’incredibile
«bottino» di una gang di hacker
russi, reso noto da una società Usa.
A PAGINA 19
IMAGE ZOO/CORBIS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E Delrio:
non faremo
patrimoniali
trimestri
trimestri
+0,1
-0,1 -0,2
-0,2 -0,1
-0,6
0,4
0
In primo piano
ANSA
le stanze dei bottoni, tanto
più in presenza di economie
che si sono autonomizzate,
globalizzate e che usciranno
dalla recessione diverse rispetto a come sono entrate.
Un’amministrazione responsabile però ha alcuni
doveri. Primo: evitare la bulimia legislativa e curare
meglio l’accompagnamento
dei provvedimenti che sceglie o ha ereditato.
Degli 80 euro finora non
abbiamo usufruito in termini di crescita del mercato interno causa le tante tasse da
pagare, dei provvedimenti di
politica industriale spicciola
varati anche dai governi
Monti e Letta veniamo a sapere che per la maggior parte sono fermi causa la mancanza di decreti attuativi e il
rimpallo di carte tra ministero dello Sviluppo e Tesoro.
Potremmo continuare, la fenomenologia è ricca e persino gli addetti ai lavori fanno
fatica a districarsi tra i tanti
decreti/pacchetti annunciati e solo formalmente approvati. Nella confusione normativa e nella delusione da
Pil calante c’è il rischio di
buttare al macero gli ultimi
mesi del 2014: siccome le
previsioni ci dicono che incroceremo la ripresa solo nel
2015 potremmo cadere nella
tentazione di un ritorno dalle ferie a bassa intensità. Si
provi, invece, a imbastire accanto a quello europeo un
semestre italiano. Chiamando alla mobilitazione e alla
responsabilità tutte le componenti dell’economia. Anche tra loro serpeggia la disillusione, si accontentano
di compilare periodicamente i quaderni delle lagnanze
e non prendono invece veri
impegni. L’hashtag per loro
è #inclusione.
1,7
AFP
9 771120 498008
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Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
È
andata peggio del
previsto. I dati Istat
ci restituiscono l’immagine di un Paese
in recessione. Lo 0,2 in meno di Pil rispetto al trimestre
precedente è una botta e non
ha senso tentare di minimizzare. Una botta che azzera i
segnali di cauta speranza
che pure venivano da settori
industriali vivaci (macchine
utensili, occhialeria), dai territori più dinamici (Padova,
Vicenza e l’Emilia), dall’indice di fiducia delle imprese e
persino dagli ultimi dati sull’occupazione. La verità è che
in questi anni sono state le
esportazioni a salvare il Paese e quando qualcuno dei
mercati-chiave per i nostri
prodotti batte in testa i riflessi negativi sull’Italia sono
immediati. Poi, che la misurazione a mezzo Pil non sia
uno strumento perfetto e
che i meccanismi di previsione/valutazione siano invecchiati davanti agli sconvolgimenti della Grande Crisi è più che un’ipotesi, che
vale anche per economie come l’inglese e la spagnola
che comunque crescono.
Sul breve però dobbiamo
capire che cosa questo dato
ci comunica e individuare
un percorso per uscire dallo
stallo. Cominciamo sgomberando il campo da un
equivoco: la comunicazione
governativa sta esagerando
nel danno di immagine procurato ai gufi, che sono animali miti, saggi e considerati nel Medioevo come dei
portafortuna. Non è colpa
loro se l’effetto Renzi ha una
provata efficacia nella raccolta del consenso (il Pd oggi è valutato attorno al 42%)
ma non si trasmette all’economia. Del resto è dal tempo
di Pietro Nenni che dovremmo sapere che non esistono
Giannelli
Pil Italia (variazioni %)
1914-2014
Tre ore di colloquio. Sul tavolo del
nuovo incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi c’era la futura legge elettorale, l’Italicum. Ma si è anche parlato
della ricaduta in recessione dell’Italia e
della situazione allarmante in Libia. Sul
fronte legge elettorale l’asse tra il premier e l’ex Cavaliere regge bene. Nel faccia a faccia si sono ipotizzate possibili
modifiche sulle soglie per accedere al
premio di maggioranza ed entrare in
Parlamento. Parti più distanti, ma sempre dialoganti, sulla reintroduzione delle preferenze.
ALLE PAGINE 8 E 9 Labate, Mastrantonio
Dopo le sanzioni
La Russia blocca
i cibi dall’Europa
di FABRIZIO DRAGOSEI
A PAGINA 15
2
Primo Piano
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
I conti L’Istat
La frenata dell’Italia, il Pil scende dello 0,2%
Padoan: segnali positivi dall’industria. Alfano: l’articolo 18 non valga per i nuovi assunti

La recessione
e le clausole
più
favorevoli
di MARIO SENSINI
Ne avrebbero fatto volentieri
a meno, ma né Matteo Renzi
né Pier Carlo Padoan, si
strappano i capelli davanti al
brutto dato del Pil. Buon viso
a cattivo gioco? Può darsi,
ma forse c’è anche un’altra
spiegazione. Quel meno 0,2%
è la conferma che l’Italia è
ancora in recessione. E di
quelle «circostanze
eccezionali», contemplate
dai Trattati Ue, che
consentono un allentamento
del piano di risanamento dei
conti pubblici. Il governo
Renzi le ha invocate già ad
aprile, per giustificare il
maggior debito dovuto al
pagamento degli arretrati
dello Stato, e per spostare il
pareggio strutturale di
bilancio dal 2015 al 2016.
Sono le stesse «circostanze»
che restano oggi, e che anzi
si aggravano: la crescita,
negativa, sempre molto al di
sotto del prodotto
potenziale, la scarsa liquidità
delle imprese, la necessità di
varare imponenti riforme
strutturali. Se erano motivi
validi ad aprile, a maggior
ragione lo sono ora. Quella
di un ulteriore rinvio del
pareggio è una strada
percorribile. Il presupposto
c’è, ma in base ai nuovi
accordi Ue, bisognerà
rispettare alcune altre
condizioni. La prima è quella
di mantenersi sempre sotto il
3% del deficit. Poi bisogna
rispettare la regola della
spesa e quella del debito.
Sulla prima non dovrebbero
esserci problemi, a patto che
i tagli previsti si facciano. Per
stare a posto anche con il
debito, invece, bisognerà fare
alcune dismissioni. Niente di
impossibile, comunque,
tenuto conto che la stessa
crisi dalla quale l’Italia non
esce dopo una raffica
mostruosa di manovre
correttive (solo quelle fatte
dal 2011 a oggi pesano sui
conti 2014 per 67 miliardi) è
di per sé una buona carta da
giocare per avere dalla Ue più
flessibilità. Resta, tuttavia,
un’ultima condizione, la più
importante: il gradimento
dei mercati, che al di là dei
Trattati, può vanificare ogni
strategia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Alla fine il dato del
Pil è stato peggiore delle previsioni, in Italia la crescita non c’è e la
recessione torna a fare paura. Il
Prodotto interno lordo nel secondo trimestre 2014 scende ancora
dello 0,2% rispetto al primo trimestre, quando aveva fatto registrare un altro dato negativo (meno 0,1%). Peggiore la diminuzione su base annua: meno 0,3%. Lo
rivela la stima preliminare dell’Istat. Un rallentamento che arriva dopo i dati delle scorse settimane dalla Germania e che ha
messo in agitazione la Borsa, che
ha perso il 2,7%. Il termometro
dello spread, dopo lunghe settimane nelle quali segnava stabile,
è tornato a fibrillare: dai 158 punti
di martedì a quota 171. Pesanti
critiche all’esecutivo e al premier
Renzi da parte delle opposizioni.
Replica Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, che ribadisce:
«Dietro l’angolo non c’è nessuna
manovra». E Angelino Alfano
(Ndc), ministro dell’Interno, propone «riforme e misure choc», a
cominciare da questa: «Nel decreto “sblocca Italia” l’articolo 18 non
valga per i nuovi assunti».
Come nel 2000
secondo trimestre 2000: alla luce
dei numeri, gli esperti parlano di
Italia «in recessione tecnica» che
si manifesta dopo due trimestri
negativi (la terza in cinque anni).
Il Pil «conferma la necessità di fare le cose in maniera rapida, di fare riforme che siano orientate alla
crescita, che io credo sia abbastanza vicina», ha sottolineato il
ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, intervistata
dal Tg3.
La reazione di Piazza Affari è in
deciso calo, a 19.509 punti e 12,8
miliardi di capitalizzazione persa.
PRIMO TRIMESTRE 2008
SECONDO
TRIMESTRE 2011
È il momento più alto del Pil italiano,
prima che la crisi dei mutui subprime
Usa, scoppiata nel 2007, faccia sentire
il suo peso anche nel nostro Paese
Il Pil
108
La risalita del Pil
si arresta a metà 2011,
complici nuove tensioni
finanziarie, questa volta
sul debito pubblico
di Paesi europei come
l’Italia
VARIAZIONE DEL PIL
Recessione
Un Paese entra
in recessione
quando registra
due trimestri
consecutivi
di Pil in calo:
così è successo
all’Italia nei primi
sei mesi del 2014,
dopo un ultimo
trimestre del 2013
positivo (+0,1%),
preceduto
a sua volta
da nove trimestri
in negativo
Intanto il calo congiunturale,
spiegano dall’Istat, è la sintesi di
una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda, il contributo
alla variazione congiunturale del
Pil della componente nazionale al
lordo delle scorte risulta nullo,
mentre quello della componente
estera netta è negativo. L’Istituto
spiega come si tratti di dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. In valore assoluto
si tratta del peggior risultato dal
+0,1%
-0,1%
104
Ultimo trimestre 2013
Le vendite si sono concentrate soprattutto sui titoli bancari. Da
New York l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, la fusione
finita nel mirino per le voci di un
possibile rischio di rinvio, Sergio
Marchionne, commenta: «Le informazioni che arrivano dall’Italia
generano un sentimento negativo, con un impatto negativo sull’Italia stessa. E noi siamo trascinati dentro come parte di questa.
Se avessimo potuto scegliere,
avremmo scelto tempi migliori
per annunciare la fusione».
Sul fronte politico, in risposta
al premier che nei giorni scorsi
aveva parlato più volte di «gufi,
rosiconi e professoroni» che
commentavano l’andamento dell’economia, nel suo blog Beppe
Grillo scrive: «Altro che crescita e
ripresa. L’Italia è in piena recessione. Il vero gufo è Renzi». Pensieri condivisi da Renato Brunetta
(Fi) che chiede in un tweet rivolgendosi al presidente del Consiglio: «Con i gufi come la mettiamo?». Più dura Giorgia Meloni
(Fdi-An) che su Facebook non usa
mezze misure:«Renzi la smetta di
dire boiate: l’Italia è in ginocchio
-0,2% Le previsioni
la diminuzione
nel secondo
trimestre 2014
rispetto ai tre mesi
precedenti
Dati in %
1,5
+1,3
+1,3
Primo trimestre 2014
+1,2
+0,9
0,5
SECONDO TRIMESTRE 2009
96
2004
2005
2006
2007
2008
+0,3
+0,3
0
92
2003
+0,5
+0,2
+0,2
Dopo il crac di Lehman Brothers,
nel settembre del 2008, l’economia
italiana accelera la discesa, che
si fermerà nella primavera del 2009
2009
2010
2011
2012
2013
2014
valori concatenati, dati destagionalizzati e corretti (indice 2005=100)
Fonte: Istat
Il sottosegretario
+1,1
+0,8
+0,6
2002
+1,1
+1
1
100
2001
2015
Italia, il confronto
TRIMESTRE
2000
Proiezioni
2014
nc
Ba
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ad
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tal
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tr
us
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n
Co
Fo in
Oc
«La nostra prudenza non era eccessiva, lo 0,8% di crescita a fine anno al momento sembra lontano ma i conti si fanno alla fine»
Delrio: lavoro e investimenti esteri
fra i dati ci sono anche delle luci
«Crediti d’imposta e sblocca Italia, il secondo semestre sarà diverso»
ROMA — Sottosegretario Graziano
Delrio, l’Italia è di nuovo in recessione. Siete ancora ottimisti?
«Noi siamo convinti che il secondo
semestre del 2014 sarà diverso, risentirà degli effetti di alcune misure che abbiamo messo in campo. Fra i dati pubblicati dall’Istat ci sono anche delle luci. Sono settimane che l’occupazione
continua a dare segnali positivi. Il decreto Poletti sta dando i suoi frutti,
stanno tornando gli investitori esteri. Il
nostro problema più grande è il basso
numero di occupati, poco più di 20 milioni, mentre in Germania il tasso di
inattività è la metà rispetto all’Italia».
Luci e ombre, lei dice, ma il Paese
non si muove. Anzi, va indietro.
«Nessuno ha mai pensato che sarebbe stata una passeggiata, sappiamo che
abbiamo tanti punti di debolezza e tante medicine da somministrare, in termini di riforme: è il programma dei
mille giorni che abbiamo davanti e che
attueremo con ancora più velocità».
Ma di questo passo rischiamo di
sforare il 3%, dopo l’estate dovrete rifare tutti i conti.
«No, non sforeremo il 3 per cento.Intanto c’è da dire che tutta l’Europa
sta dando segnali di crisi maggiore di
quello che ci si attendeva. In Germania
si è fermata la produzione industriale,
il presidente della Bundesbank dice
che si debbono aumentare i salari per
stimolare la domanda interna: è il percorso che abbiamo intrapreso in Italia,
del quale non ci pentiamo ed è una verità che riguarda tutta la Ue».
Abbiamo sulle spalle un debito che
si «mangia» buona fetta degli sforzi
di finanza pubblica, dove troverete i
soldi per mantenere gli impegni?
«Fra le entrate abbiamo prudenzialmente sottostimato la lotta all’evasione, gli impegni di spending review sono tutti confermati, anzi alla fine credo
che porteremo a casa cifre superiori a
quelle previste. Risparmieremo alme-
no 2 miliardi sugli interessi sul debito,
quindi c’è un margine non indifferente. E poi ci sono tante cose che stanno
già dando frutti: il bonus sulle ristrutturazioni è stato molto positivo, non
solo per risollevare il settore e il gettito
ma anche per le conseguenze sull’emersione, dobbiamo continuare su
questa strada, con credito di imposta
anche su altri settori. E poi guardi che i
soldi non mancano...».
In che senso?
Al governo

I conti
Fra le entrate
abbiamo
sottostimato la
lotta
all’evasione, gli
impegni di
spending
review sono
confermati. Alla
fine porteremo
a casa cifre
superiori a
quelle previste
«Nel senso che in tanti settori ci sono enormi somme già stanziate, in alcuni casi da anni, che sono bloccate
perché le opere non partono o non
procedono come dovrebbero. Alla fine
del mese porteremo sul tavolo del Consiglio dei ministri il provvedimento
che il presidente ha chiamato sblocca
Italia, è ampiamente istruito, darà ulteriore forza all’economia».
Sindacati e politica temono una
stangata patrimoniale, prima o poi.
Può promettere che non la farete?
«Questo governo si è dato come metodo che non aumenterà le tasse, siamo nati per fare il contrario: restituiremo denaro tagliando la spesa improduttiva e recuperando su efficienze e
attrazione di capitali privati. Tutto
questo è un processo che richiede tempo, e le prime misure non si sono ancora trasferite all’economia reale, non si è
ancora prodotta la necessaria fiducia
nei consumi. Gli italiani continuano ad
avere prudenza, ma stiamo formando
una nuova credibilità, e di certo gli 80
euro sono stabili perché alimentati
dalla spending review».
A questo punto a cosa puntate in
termini percentuali a fine anno, realisticamente?
«E’ inutile fare previsioni, abbiamo
già ridimensionato aspettative di crescita del Def precedente, e si è visto che
la nostra prudenza non era eccessiva,
lo 0,8 di crescita al momento sembra
lontano, ma i conti si fanno alla fine».
Nel Def stimate 17 mld di tagli nel
2015 e 32 nel 2016, avranno certamente anche un impatto negativo sul Pil.
Potreste rallentare sui tagli?
«Assolutamente no, io credo che abbiamo anzi sottovalutato alcune voci,
possiamo ottenere risparmi ulteriori
rispetto a quelli già stimati, ad esempio
sulle Province. E comunque tutti i risparmi sono assolutamente alla nostra
portata, se poi con i risparmi alimenti i
consumi interni non c’è da essere preoccupati, si tratta di tagliare spesa inefficiente e trasformarla in spesa produttiva».
Fassina dice che non sono credibili
tagli di quell’entità senza intaccare il
welfare su cui si regge il Paese.
«Noi non tagliamo welfare. Tagliamo spesa pubblica assolutamente improduttiva, non tagliamo servizi. Se diciamo alla pubblica amministrazione
di pagare a 60 giorni e dunque di contrattare degli sconti rispetto al passato
si tratta di risparmi virtuosi e che fra
l’altro vanno incontro alle leggi comunitarie. Ed è uno dei tanti esempi che si
possono fare».
Non si smette mai di parlare di interventi su pensioni e/o contributi di
solidarietà: è possibile che previdenza e diritti acquisiti non abbiano mai
pace?
«Noi abbiamo messo mano sui risparmi dei ministeri, delle municipalizzate, lasciamo stare le pensioni, non
stiamo lavorando su quello».
Debito che cresce, recessione, sono passati tre anni dalla lettera dalla
Bce ma le riforme necessarie sono
ancora in parte inattuate. Non è che
alla fine arriverà la Troika?
«No, l’Italia ha tutti i mezzi per rispettare i parametri europei, per continuare a produrre un avanzo primario,
abbiamo imboccato una strada virtuosa che non abbandoneremo, non vedo
troike all’orizzonte, vedo la necessità di
stabilità e di riforme che si approvano e
si attuano. Fra tre anni intendiamo
Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
3
Il premier La lettera del presidente del Consiglio a deputati e senatori
e milioni di italiani non riescono
ad arrivare a fine mese». E i deputati M5S denunciano: «Renzi dovrebbe evitare di prendere esempio dai gamberi e dal loro passo».
Opinione diversa quella del ministro del Tesoro che parlando al
Tg2 precisa: «Nel secondo trimestre c’è un dato negativo, ma ci sono anche aspetti positivi: la produzione industriale sta andando
molto meglio e i consumi continuano a crescere». I conti vanno
male, secondo Padoan, per colpa
«di una crisi internazionale, ma
soprattutto europea che non è finita» e l’Italia sconta anche «il peso di impedimenti infrastrutturali
e di un debito elevato che ci si porta appresso da tempo». Se sarà
molto difficile arrivare al Pil stimato da Palazzo Chigi nel 2014
(più 0,8%), per uscire dalla recessione, secondo il ministro, biso-
gna proseguire sulla strada tracciata dal governo, ovvero «riforme
strutturali, semplificazioni e aumento della competitività». Il ministro dell’Economia sottolinea:
«Per le famiglie soprattutto, ma
anche per le imprese, abbiamo abbattuto le tasse. Renderemo permanente il bonus, quindi alle famiglie dico: dovete avere allo stesso tempo fiducia e spendere al
meglio le risorse aggiuntive che vi
vengono trasmesse». Il leader della Cgil, Susanna Camusso, invece,
chiede di «cambiare ricette e mettere il lavoro come priorità». Se
per la Confcommercio «la ripresa
è ancora tutta da costruire», Raffaele Bonanni (Cisl) sottolinea: «Gli
80 euro non sono stati sufficienti a
incrementare i consumi: serve un
taglio vigoroso delle tasse».
Francesco Di Frischia
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Le Borse
Le stime del Fondo
monetario internazionale
Milano
Dati in %
+4
4
3,5
+3,4
+3,2
3
+3
+2,7
-2,7%
Madrid
-1,04%
2,5
+1,9
+1,7
+1,6
+1,4
1,5
+1,2
2
1
+1,7
Londra
1,5
1,1
+0,7
-0,69%
Francoforte
0,5
-0,65%
0
IA
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P
consegnare agli italiani un Paese diverso, senza raccomandazioni che provengono dalla Ue».
Rimpianti sul bonus, era meglio
mettere tutto sul taglio dell’Irap?
«Nessun rimpianto, in questo Paese
c’è ancora troppa sofferenza sociale,
aiutare le fasce più deboli e sostenere il
potere di acquisto sono gli obiettivi
primari, è stata la cosa più giusta e
equa».
Il governo è più debole?
«No, per noi l’orizzonte non è un trimestre».
Marco Galluzzo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Parigi
-0,61%
CORRIERE DELLA SERA
20
milioni, gli occupati in Italia. Per
Delrio l’occupazione continua a
dare segnali positivi, ma rimane
basso il numero
di persone che
hanno un lavoro
Il rilancio di Renzi:
serve più coraggio,
dieci scelte per crescere
«Adesso una strategia fino al 2017
La decisione di cosa tagliare è politica»
ROMA — Scrive ai parlamentari, ma è
come se scrivesse agli italiani. Chiede di
avere pazienza, di credere nel governo, di
condividere una missione che non è semplice nè passeggera: durerà tre anni, «così
come il governo che presiedo», concetto da
ribadire a chi lo va a trovare in queste ore.
Ma mentre scrive a deputati e senatori della
maggioranza, quella che in queste ore si sta
dimostrando compatta, è come se i destinatari siano i cittadini: siamo di nuovo in
recessione, la lettera è un programma, al
quale si chiede adesione, collaborazione,
collettiva e individuale, un progetto di riforma che non può essere solo di Palazzo
Chigi.
Renzi scrive per suggellare il rush finale
della riforma della Costituzione, rush almeno della prima lettura, ma diffonde la
lettera alle agenzie poche ore dopo i dati
impietosi dell’Istat: il Paese è di nuovo in
recessione tecnica, due trimestri con il segno meno, nessun segnale di ripresa, la domanda interna latita, sui consumi il bonus
di 80 euro non ha ancora avuto effetti di
sorta. E allora occorre almeno ridisegnare e
chiarire un orizzonte: maggio 2017, Renzi
ha intenzione di non muoversi da Palazzo
Chigi da oggi ad allora, chiede fiducia per i
prossimi mille giorni, «per disegnare
un’Italia diversa, più efficiente e competitiva».
È l’incipit della lettera, che indica 10
obiettivi, politici e amministrativi, del governo. Non ci sono novità eclatanti, lo
scheletro del testo era già pronto da giorni,
il confronto delle ultime ore con Padoan ha
prodotto uno sforzo mediatico congiunto
per comunicare che il governo non traballa, che non si fa condizionare dai dati di un
trimestre. Mentre si chiede fiducia, si commentano i dati, si chiarisce anche che «non
esistono conigli da tirare fuori dal cilindro», la strada è tracciata, rimarcano a Palazzo Chigi, e occorre continuare senza
sbandamenti.
Il presidente del Consiglio è convinto
che si tratti di una doppia sfida, la chiama
così, «da un lato richiamiamo la politica al
proprio ruolo, dall’altro interveniamo sulle
principali amministrazioni dello Stato con
riforme strutturali». Ed è convinto che produrrà i suoi frutti, senza apparenti tentennamenti: «Alla fine di questo percorso l’Italia tornerà ad essere la guida, e non il problema dell’eurozona».
Dieci programmi e dieci punti per trasformare il Paese. Sotto il profilo politico
La lettera del Premier
Gli obiettivi
politici
e quelli
amministrativi
1
La riforma
costituzionale
La fine del
bicameralismo perfetto,
il riequilibrio del ruolo
delle Regioni,
l’abolizione degli enti
non più utili
1
La riforma
del lavoro
Dopo l’approvazione
del decreto Poletti si va
avanti: alla ripresa va
accelerato
il disegno di legge
delega
2
La riforma del sistema
elettorale
La garanzia di un
vincitore e la stabilità
per chi vince. Passata la
prima lettura alla
Camera, alla ripresa si
approda in Senato
2
La pubblica
amministrazione
Il decreto Madia è in
approvazione, il disegno
di legge delega inizierà a
breve il proprio iter. Per un
nuovo rapporto cittadinomacchina pubblica
3
La politica,
il fronte estero
C’è bisogno di Italia, di
più Italia. Mai come in
questo momento i
confini politici sono
problematici: Ucraina,
Siria, Gaza e Libia
3
La riforma
del sistema fiscale
Presto la dichiarazione
precompilata. La riduzione
delle tasse per i ceti medio
bassi per 10 miliardi e la
riduzione del 10%
dell’Irap non bastano
4
La formazione
tra scuola e cultura
A fine mese parte una
radicale riflessione sulla
scuola, in particolare
sulla scuola media, sul
rapporto tra formazione
e lavoro e sull’autonomia
4
La riforma
della giustizia
Alla fine dei «Mille Giorni»
l’Italia avrà una giustizia
civile più veloce: un anno
anziché tre per il primo
grado. I testi saranno nel
Cdm del 29 agosto
5
La revisione
della spesa
La scelta di cosa tagliare
e cosa non tagliare è
una questione politica,
che non si può rinviare.
Gli obiettivi saranno
mantenuti
5
Il provvedimento
«sblocca Italia»
Sarà in Cdm il 29 agosto
con le misure su
efficientamento
energetico, reti digitali e
semplificazioni
burocratiche
«riforma costituzionale, riforma elettorale,
con la garanzia di un vincitore e la stabilità
per chi vince, poi la politica estera («c’è bisogno di Italia, di più Italia, specie nel Mediterraneo»), la sfida educativa (Rai, scuola, cultura «attendono un disegno organico
di riscrittura e riscoperta»). Poi la spending
review, i risparmi che provengono dai tagli
alla spesa, quelli da rivendicare in questo
modo, ancora una volta, «ci hanno detto
che la spending è una questione tecnica.
Ma è una finzione. La scelta di cosa tagliare
e cosa non tagliare è la suprema scelta politica. La spending è ontologicamente questione politica, che non possiamo rinviare.
Ci siamo dati obiettivi che manterremo».
Poi c’è il profilo amministrativo, la riforma del lavoro («abbiamo già approvato il
decreto Poletti e siamo contenti dell’aumento di centomila posti di lavoro tra maggio e giugno. Ma alla ripresa va accelerato il
disegno di legge delega»), la riforma della
pubblica amministrazione («il decreto Madia è in approvazione, il disegno di legge
delega inizierà a breve il proprio iter:
l’obiettivo è uscire dalla cultura del certificato per reimpostare il rapporto cittadinomacchina pubblica»), la riforma del fisco,
la riforma della giustizia. In queste ore stiamo procedendo con la consultazione pubblica, lo sblocca Italia («un provvedimento
di legge impegnativo ma affascinante, finalizzato a rendere operativi gli interventi
infrastrutturali troppo spesso fermi, conterrà anche le misure sull’efficientamento
energetico, sulle reti digitali, sulle semplificazioni burocratiche. Anche questo sarà
in Consiglio dei ministri il 29 agosto»).
In sintesi: non date retta ai dati di un trimestre, il governo chiede fiducia e pazienza
per «un lavoro puntuale e puntiglioso di ripartenza del sistema. Non una serie di annunci spot». In queste ore «i dati negativi
sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d’ufficio, ma dobbiamo avere il
coraggio e la voglia di guardare la realtà:
l’Italia ha tutto per farcela e per uscire dalla
crisi. Ma deve cambiare. Se non cambia sarà sempre negativa. I Mille Giorni sono un
arco di tempo che consente una strategia
globale».
M.Gal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4
Primo Piano
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
La crescita L’Unione europea
I timori di Bruxelles: impatto negativo sui conti
Vertice tra Draghi e il neopresidente Juncker. Attesa per la riunione oggi della Bce
DALLA NOSTRA INVIATA
La Confcommercio
Sangalli: il bonus?
Mossa giusta,
ma adesso
ridurre le tasse
A Renzi non è piaciuta la bocciatura del
bonus di 80 euro da parte di
Confcommercio. Dopo il botta e risposta a
distanza di ieri con il premier, il presidente
dell’associazione, Carlo Sangalli, non fa
marcia indietro. E precisa: «Non abbiamo
voluto bollare il bonus degli 80 euro come
una misura sbagliata. Al contrario, siamo
stati i primi a dire che era un passo nella
giusta direzione. Anche se è stato escluso
ingiustamente il popolo delle partite Iva. Il
circolo virtuoso – annuncio delle riforme,
crescita della fiducia, bonus, maggiori
consumi – al momento però non è partito».
Sangalli non ha nessuna intenzione di dare
ragione a chi sostiene che sarebbe stato
meglio usare le risorse del bonus per
tagliare le tasse alle imprese e incentivare la
produzione prima dei consumi. «I dati Istat
di ieri dimostrano che con la domanda
interna ko siamo ostaggio dell’export. E
appena la domanda estera vacilla torniamo
in recessione. Il problema strutturale della
nostra economia è l’estrema debolezza della
domanda interna. Che per consumi e
investimenti vale l’80% del Pil». Secondo
Sangalli la via per riprendere a crescere può
essere una e una soltanto: «Diminuire le
tasse su famiglie e imprese attraverso un
percorso certo, graduale e compatibile». E le
coperture? «Dopo sette
commissari alla
spending review tutto
dovrebbe essere chiaro.
Le risorse devono
venire dai tagli alla
spesa pubblica e dalla
lotta all’evasione. Si
tratta di un percorso
obbligato. Ci sono circa
80-100 miliardi di spesa
pubblica ritenuti
Presidente aggredibili».
Confcommercio chiede
anche politiche per il
lavoro. «Un prerequisito per la crescita
Spesa
dell’occupazione è
«Dopo sette
rappresentato da buone
commissari
regole nel mercato del
alla spending lavoro che lo rendano
più flessibile e meno
review non
Il grado di
bisognerebbe costoso».
allerta di
più esitare
Confcommercio è
aumentato nell’ultimo
sui tagli»
mese per colpa del
deludente risultato dei
saldi. Dopo un inizio che faceva ben sperare,
i primi consuntivi hanno un segno
negativo. Federmodaitalia ha calcolato un
calo del fatturato del 4,3% rispetto all’anno
scorso. Per finire, un dubbio è legittimo: che
nell’emergere di una differenza di vedute tra
Renzi e il presidente di Confcommercio
abbia pesato anche la scarsa considerazione
del presidente del Consiglio per i corpi
intermedi oltre alle tensioni su alcuni
dossier aperti, come quello della riforma
delle Camere di commercio? «Il registro
delle imprese, considerato che funziona
bene e che è un modello anche per altri
Paesi, credo debba essere lasciato dov’è e
cioè alle Camere. Questo non esclude che il
sistema camerale possa e debba essere
riformato», dice Sangalli. Sui corpi
intermedi, la riflessione è diversa: «Nessuna
nostalgia della vecchia concertazione ma
riteniamo indispensabile il dialogo con le
parti sociali. In una battuta: per comandare
si può essere soli. Ma per governare no».

Rita Querzé
© RIPRODUZIONE RISERVATA
BRUXELLES — Non se l’aspettava in base alle proprie previsioni, ma per l’evolversi dello
scenario alla fine la Commissione europea se l’aspettava. Del resto la primavera, con lo slancio
dei risultati elettorali, sembra
davvero lontana per il governo di
Roma e i dati del Pil del secondo
trimestre sono un macigno sulla
via dell’Europa. Per la Commissione Ue «sfortunatamente i dati
indicano che la ripresa in Italia è
nuovamente ritardata», ha dichiarato Simon O’Connor, portavoce del Commissario agli Affari
economici Jyurki Katainen in vacanza in Finlandia: il Pil del nostro Paese nel secondo trimestre
è più debole rispetto alle previsioni di primavera di Bruxelles,
«ma in linea con le più recenti
stime del Fondo monetario e
della Banca d’Italia».
Certo è che i dati «peggiori
delle attese» avranno «un impatto negativo sulle finanze
pubbliche» e a cascata sulle valutazioni dei conti che la Commissione europea dovrà fare in
autunno. Bruxelles osserva che
rispetto alle previsioni di primavera (+0,3%), il Pil ha registrato
un ribasso di ben mezzo punto
(Istat -0,2%). Ma è ancora «troppo presto» per soppesarne l’impatto sul deficit – spiega la Commissione –, si dovrà attendere le
nuove stime economiche di novembre, che saranno la base per
giudicare la Legge di Stabilità
2015. Se il deficit dovesse avvicinarsi troppo alla soglia del 3%,
sarà impossibile procedere a
nuove spese che non abbiano
coperture e la Commissione sarà
costretta a fare rapporto al Consiglio per lo scostamento dell’Italia.
È evidente fin d’ora, invece,
che sul fronte del debito la situazione si complica, perché in assenza di crescita sarà assai difficile ridurlo. La Commissione ha
ribadito che «le raccomandazioni di giugno all’Italia sono ancora valide» e ha apprezzato le parole del ministro dell’Economia
Pier Carlo Padoan sulla necessità
di accelerare le riforme. Ma su di
noi pesano altri due impegni: il
L'andamento del Pil nell'area euro
0,9
0,7
2,2
1,7
Variazioni % annuali
3,2
2,9
2
0,4
1,6
0
-0,7
-4,4
Fonte:
Eurostat
-0,4
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Il cambio
Quanti dollari comprano un euro
1,40
1,38
1,36
1,34
1,32
1,30
1,337
ieri
2013 2014
set
nov
gen
mar
mag
lug
Il deficit
In percentuale sul Pil, stime 2014
Fonte:
The Economist
Germania
+1,5
Area euro
Italia
-2,6
-3
Francia
-4
Grecia
Spagna
-5,5
-5,7
CDS
Il vertice
Mario Draghi, presidente
della Banca centrale
europea. Ex governatore
della Banca d’Italia
Jean-Claude Juncker,
candidato in pectore alla
presidenza della
Commissione europea
Jyrki Katainen, finlandese,
è il commissario europeo
per gli Affari economici
e monetari
raggiungimento del pareggio di
bilancio che il governo ha spostato al 2016 e il rispetto della
«regola del debito» che entra in
vigore nel 2016 ma prevede un
inizio di rientro già nel 2015.
In uno scenario simile la battaglia del premier Matteo Renzi
per una maggiore flessibilità fiscale appare quanto mai difficile. I Paesi sostenitori del rigore
manterranno la loro posizione.
Anche se bisogna aspettare di
vedere i dati sul Pil dell’eurozona
che Eurostat comunicherà il 14
agosto. Lo stesso giorno si saprà
la «verità» anche su Francia e
Germania (le previsioni della
Bundesbank danno la locomotiva d’Europa in stagnazione). È
vero che Gran Bretagna, Spagna
e pure la Grecia hanno ripreso a
crescere, ma lo scenario rimane
complesso. A Parigi, che in più
occasioni ha chiesto al governo
tedesco di cambiare la propria
politica economica per dare più
sostegno alla crescita europea,
Berlino ha risposto piccatamente: non ne vediamo la ragione.
Del resto proprio ieri l’eurobarometro segnalava che il 58% dei
tedeschi non ha fiducia nell’Unione europea.
A destare preoccupazione nell’eurozona però non è solo il
nuovo rallentamento del ciclo
economico, ma anche l’inflazione troppo bassa e assai lontana
dalla soglia del 2% indicata dalla
Banca centrale europea. Ieri a
Lussemburgo si sono incontrati
il neo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il numero uno della Bce,
Mario Draghi. Hanno avuto «un
costruttivo scambio di vedute
sullo stato attuale dell’economia
europea», ha fatto sapere un
portavoce dell’Eurotower. Un
confronto alla vigilia della riunione di politica monetaria della
Bce che si tiene oggi, cui seguirà
la tanto attesa conferenza stampa di Draghi, da cui i mercati si
attendono ancora tassi fermi al
minimo storico in attesa di vedere gli effetti dei nuovi stimoli all’economia annunciati da Francoforte a giugno e che saranno
attuati a partire da settembre.
Francesca Basso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Intervista Claeys (Bruegel): le sanzioni con la Russia peseranno su Paesi come Germania, Italia, Francia e Polonia
«Inflazione troppo bassa e disoccupazione
Ecco i due mali che rallentano l’Europa»
DALLA NOSTRA INVIATA
BRUXELLES — «Con le percentuali della disoccupazione, soprattutto giovanile, era difficile pensare
che la crescita del Pil di fine 2013
fosse una vera ripresa». Grégory
Claeys, ricercatore del think tank
europeo Bruegel, non è stupito dalle
ultime statistiche dell’Istat che descrivono il nostro Paese in recessione tecnica.
L’Italia torna a frenare, la Germania è in stagnazione e anche la
Francia è in difficoltà. Qual è la fotografia attuale dell’Europa?
«Nel primo trimestre 2014 e soprattutto alla fine del 2013 si vedeva
una ripresa nell’Unione europea ma
era molto debole e alcuni Paesi erano in stagnazione. Allora in molti
furono positivi, si diceva che era il
ritorno della crescita in Europa ma
noi eravamo già pessimisti perché il
tasso di disoccupazione nell’eurozona è ancora troppo alto, oltre
l’11%, in Italia oltre il 12% e quella
giovanile è al 50% in Spagna e Germania, al 40% in Italia. È difficile
avere una ripresa economica quando la metà dei giovani non lavora.
Tre situazioni sono preoccupanti in
questo momento in Europa: la disoccupazione, l’inflazione molto
bassa (anche in Germania che di solito è la prima della classe) e il crollo
degli investimenti privati e pubblici.
In Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo sono stati tagliati negli ultimi
anni del 50%, in Italia di circa il 20%,
perché là dove c’è un debito alto è
più facile intervenire tagliando».

Produzione
Il clima di incertezza
toglie fiducia e spinge
le imprese a rinviare
gli investimenti
In Germania gli ordini all’industria in giugno sono calati inaspettatamente del -3,2% rispetto al mese precedente. Cominciano a sentirsi gli effetti della crisi ucraina?
«È presto per dirlo, ma è vero che
la Germania ha importanti scambi
commerciali con la Russia. Non è
però l’unica. Le sanzioni avranno
certo un impatto sull’economia russa e dunque anche sui quei Paesi in
relazione commerciale con Mosca,
come l’Italia, la Francia o la Polonia.
Questo è l’effetto diretto ma poi c’è
n’è uno indiretto che è quello della

Soluzioni
La Banca europea degli
investimenti potrebbe
avere un maggior ruolo
nei Paesi come l’Italia
fiducia delle imprese: il clima di incertezza le spinge a rinviare gli investimenti».
Il nuovo presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker,
ha promesso all’Europarlamento
«un ambizioso pacchetto di interventi per l’occupazione, la crescita e gli investimenti». È la strada giusta dopo tanto
rigore?
«Il discorso di Juncker è molto interessante dal punto di vista politico, perché ha
promesso qualcosa a tutti, ai diversi
schieramenti politici e agli Stati. Ma
mancano i dettagli. La nuova Commissione giocherà un ruolo importante e le aspettative sono alte, così
come per la Banca europea degli investimenti, che ora è molto conservatrice e avversa al rischio ma potrebbe avere un ruolo più forte in
quei Paesi che hanno bisogno di investimenti».
La prima tappa dopo l’estate è
l’Ecofin di settembre.
«Bruegel presenterà su incarico
della presidenza italiana un progetto, a cui sto lavorando anch’io, sull’assicurazione europea di disoccupazione: illustreremo le diverse
possibilità e si aprirà il dibattito. I
Paesi del Nord in genere sono i più
scettici perché temono che gli Stati
con un alto tasso di lavoro nero possano approfittarne. Ma è uno sforzo
per uniformare il mercato europeo
del lavoro. Quanto al Fiscal Compact, c’è la necessità di semplificarlo
ma è già in programma a fine anno
Grégory Claeys, ricercatore
di Bruegel, il think tank europeo sulle politiche economiche, monetarie e commerciali con sede a Bruxelles
una sua verifica».
In settembre saranno messe in
atto le nuove misure della Bce
(Ltro) per stimolare l’economia.
Basterà?
«È necessario che le sue misure
non convenzionali siano più veloci e
forti, come il quantitative easing
della Fed».
F. Bas.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
» Approfondimenti
Economia e conti pubblici
I numeri
Per raggruppamento principale di industrie
Per settore di attività economica
Dati in %
0,8
Beni di consumo non durevoli
Beni intermedi
Energia
Dati in %
Industrie alimentari
0,1
Beni di consumo durevoli
0
Beni strumentali
5
Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
4,0
3,9
Computer ed elettronica
2,2
2,1
1,2
Prodotti farmaceutici
Industrie tessili
-0,4
Mezzi di trasporto
-0,1
Gomma e materie plastiche
Dati giugno 2014 sull’anno precedente, (indici in base 2010=100)
0,7
Attività manifatturiere
Energia elettrica e gas
0,5
0,5
0,5
0,4
Coke e prodotti petroliferi
Altre industrie manifatturiere
Metallurgia e prodotti in metallo
Macchinari e attrezzature n.c.a.
Industria del legno, carta e stampa
TOT
0
-1,0
0,6
0,5
Prodotti chimici
-7,9
-10,8
Apparecchiature elettriche
Attività estrattiva
-11,7
Fonte: Istat
D’ARCO
a cura di Fabio Savelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ILLUSTRAZIONI DI GUIDO ROSA
Recessione
I
l dubbio sulle ipotesi di ripartenza del nostro Paese è contenuto
nella nota Istat: «Il calo congiunturale — scrive l’istituto di statistica
— è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i
comparti dell’attività economica: agricoltura, industria e servizi». A cui
fa da corollario la piatta domanda domestica — al netto dei tentativi di
ravvivarla (vedi il bonus 80 euro la cui misura incide solo per il mese di
giugno) — mentre l’export peggiora rispetto ai primi tre mesi.
L’agricoltura in Italia sta vivendo una
seconda giovinezza, pur con le difficoltà di
un settore alle prese con una delicata
trasformazione verso l’alto di gamma e le
produzioni biologiche meno intensive nei
confronti dei terreni e per forza di cose capaci
di generare minori volumi di prodotto. Si
spiega così il dato del primo trimestre 2014
diffuso dall’Istat che contabilizzava un meno
0,8% di produzione aggregata rispetto allo
stesso periodo precedente. Si pensava che
il dato potesse essere il frutto di una lenta
riconversione sui prodotti a maggiore valore
aggiunto. L’istituto di statistica ci dice però
che anche nel secondo trimestre dell’anno
la variazione è negativa, confermando
che siamo nel pieno della transizione.
Il freno al terziario
coinvolge le professioni
SERVIZI
Il dato forse più preoccupante della stima
preliminare del Pil per il secondo trimestre
dell’anno investe le esportazioni, finora
capaci di attenuare lo smottamento della
domanda domestica di consumi. L’Istat nella
nota a corredo di ieri ammette — pur senza
indicare il valore percentuale che verrà
diffuso il 29 agosto — che «il contributo della
componente estera alla variazione
congiunturale del Pil è negativo». Tradotto
significa che a differenza dei primi tre mesi
dell’anno la nostra bilancia commerciale sarà
negativa, cioè il volume delle importazioni
sarà maggiore di quello delle esportazioni.
L’opposto di quanto si è verificato nel primo
trimestre dove l’export era salito dello 0,8% e
l’import dello 0,3%, con un saldo dello 0,5%
La discesa di marzo
e la riconversione
AGRICOLTURA
A ben vedere le criticità riscontrate anche
dall’Eni con l’ipotesi della chiusura
dell’impianto siciliano di Gela testimonia le
difficoltà croniche del settore. Confermate
anche dal dato della produzione industriale
relativo al secondo trimestre dell’anno
diffuso ieri dall’Istat. È il comparto delle
attività estrattive (miniere, raffinerie) a far
registrare il peggior risultato tra i diversi
settori di attività economica (secondo la
classificazione Ateco 2007) rispetto all’anno
precedente: -11,7% a giugno. Un dato che
finisce per impattare anche sulle prospettive
occupazionali. Resiste invece l’industria
alimentare (+4% rispetto a giugno 2013).
Bene anche l’industria farmaceutica,
preoccupano gli elettrodomestici (-10,8%)
Rallenta anche l’export
E ora il saldo è negativo
ESPORTAZIONI
INDUSTRIA
Crollo della raffinazione
Resiste l’alimentare
L’economia dei servizi subisce un altro stop
sulla via della crescita. Anche nei mesi
compresi da aprile a giugno 2014 il settore
denota una variazione negativa dei volumi,
secondo quanto certifica l’Istat a corredo del
dato preliminare del Pil. Un risultato che fa il
paio con quello del primo trimestre dell’anno
che riscontrava un meno 0,2% rispetto
all’analogo periodo del 2013. L’esito
complessivo è che nel 2014 il terziario/postterziario sta correndo all’indietro come un
gambero e il dato conferma come da noi il
passaggio a una vera e propria economia
della conoscenza capace di mitigare le
sofferenze della nostra manifattura alle prese
con la concorrenza asiatica sia lungi dal
verificarsi coinvolgendo tutte le professioni
Conti pubblici Il commissario alla spending review presenta il piano per i risparmi sulle municipalizzate
L’ora dei tagli, 1.213 società sono soltanto scatole vuote
Ai Comuni fanno capo oltre 33 mila aziende.
Fabbriche di poltrone in perdita. La linea di
Cottarelli: vanno accorpate per eliminare i consiglieri
ROMA — Carlo Cottarelli ne è perfettamente cosciente: il problema più grosso non è scovare le migliaia di società pubbliche inutili,
ma come liberarsene. Venderle? Impossibile
trovare qualche pazzo suicida disponibile a
farsene carico. Chiuderle, allora? Ne sa qualcosa chi ci ha provato. Valga per tutte l’esempio della Siace, ovvero la Società per l’industria agricola, cartaria editoriale, di proprietà
della Regione siciliana. L’hanno messa in liquidazione nel 1985, quando il Verona di
Osvaldo Bagnoli vinceva lo scudetto, un commando palestinese sequestrava l’Achille Lauro
e Michail Gorbaciov diventava segretario del
Pcus. E ancora non ne sono venuti a capo.
In molti casi, allora, la soluzione non potrà
che essere quella di accorpare, accorpare e accorpare ancora, prima di liquidare. Per tagliare
intanto le poltrone nei consigli di amministrazione. Quindi i posti di lavoro inventati e
clientelari. Ma non crediate che siano operazioni semplicissime. Nemmeno per quelle
2.761 società che, dice il rapporto Cottarelli
sulle partecipate pubbliche, hanno più amministratori che dipendenti. Come Rete autostrade mediterranee: la quale, udite udite, non
è di un ente locale sprecone, e neppure di una
Regione spendacciona. Ma del Tesoro. Creata
dieci anni fa dal governo di centrodestra per il
progetto delle autostrade del mare, gestisce le
istruttorie per i contributi dovuti ai tir che
viaggiano sulle navi anziché intasare le strade.
Ha cinque amministratori e quattro dipendenti, di cui tre a tempo determinato. Più alcuni contratti a progetto. Con una spesa per i
compensi degli amministratori che nel 2012
superava di 55 mila euro quella per le retribuzioni del personale. Il solo amministratore delegato Tommaso Affinita, dirigente del Senato
che era stato capo di gabinetto dei ministri
Agostino Gambino e Pinuccio Tatarella nonché presidente dell’autorità portuale di Bari,
percepiva secondo i dati pubblicati dal Tesoro
un compenso di 246 mila euro.
E non sarà una passeggiata, purtroppo,
neppure mettere mano alle 1.213 società che
sono soltanto scatole vuote. Hanno, sì, gli amministratori. Ma nemmeno una segretaria. Il
fatto è che se lo Stato centrale controlla 50
gruppi, con 526 società di secondo livello, il
resto della faccenda sta tutta in periferia, e ha
dimensioni enormi. Ben prima del commissario alla spending review la Corte dei conti ha
provato a tracciarne i contorni. Arrivando a un
livello di approssimazione che fa venire i brividi, come ha raccontato il procuratore generale Salvatore Nottola in occasione dell’approvazione del rendiconto statale, il 26 giugno
scorso. Perché alle 576 società che fanno capo
allo Stato ne bisogna sommare altre 5.258 di
Regioni, Province e Comuni, più 2.214 «organismi di varia natura». Consorzi, enti, agenzie,
che porterebbero il totale a 8.048. Con un dedalo inestricabile di partecipazioni: secondo la
Corte dei conti le singole quote azionarie in
mano ai soli Comuni sarebbero qualcosa come
33.065. Il condizionale è d’obbligo. Sentite che
Il caso
Il Tesoro possiede ancora il 90%
di Eur spa, una immobiliare
creata per organizzare l’Expo del
1942. Che poi non si è mai tenuta
cosa scrive Cottarelli nel suo blog: «Si è parlato
di ottomila società, consorzi, enti vari partecipati degli enti locali, comuni e regioni soprattutto. Ma sono certo di più», In questa «giungla molto variegata», come il commissario
uscente la definisce, c’è davvero di tutto. Perfino, sottolinea, società che vendono «ciò che è
già offerto dal mercato» privato. Già. Come
l’Enoteca laziale, un ristorante
di proprietà della Regione Lazio, dove però certo assessori
mangiavano gratis con ospiti e
amici: e infatti si è scoperto che
aveva accumulato un milione e
mezzo di debiti. Ma senza arrivare a questi estremi, sarebbe
comunque da chiedersi perché il Tesoro debba
controllare una società di consulenza (Studiare Sviluppo, si chiama), o possedere ancora il
90% di Eur spa, immobiliare che ha raccolto
l’eredità dell’ente che doveva organizzare
l’Esposizione universale del 1942 a Roma. Che
ovviamente non si tenne mai, causa seconda
guerra mondiale. Proprio qui sta il punto: le
Regioni e gli enti locali hanno utilizzato le società partecipate spesso per aggirare le norme
statali, come il blocco delle assunzioni, alimentare il consenso o pagare dazi politici. E
per lo Stato centrale intervenire su certe situazioni può rivelarsi complicato. Soprattutto
quando c’è di mezzo l’autonomia. Dice tutto la
vicenda della Sicilia, che fra tutte le Regioni
italiane ha il record delle partecipazioni. Le società regionali hanno 7.300 dipendenti e sono
costate per il solo personale, nei quattro anni
dal 2009 al 2012, un miliardo e 89 milioni. Più
87 milioni per retribuire, nello stesso periodo,
una pletora di amministratori: con una spesa
576
le società che fanno
capo ai 50 gruppi
controllati dallo Stato
media annua, per ogni società, di 768 mila euro. Per non parlare del miliardo e 91 milioni
sborsato per farle funzionare, e dei 75 milioni
di perdite nei conti economici. Perdite «costanti e rilevanti», affermano i giudici contabili, evidenziate «per tutte le società a capitale
interamente pubblico» della Regione. E non
succede soltanto in Sicilia se risulta in perdita,
secondo Nottola, addirittura un terzo delle
imprese controllate dagli Enti locali. Allucinante. Al punto da far sorgere un sospetto.
Cioè che sia la loro missione: perdere soldi.
Sergio Rizzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
6
Primo Piano
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
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Riforme Il confronto
Senato, il governo sotto
con un altro voto segreto
Torna il muro contro muro
scongiurare una «torsione plebiscitaria» del sistema. I 5 Stelle, che
hanno ripreso la guerriglia (e le
urla) per rallentare i lavori, sono
rientrati in Aula per votare
l’emendamento Gotor sperando
di mandare sotto il governo, ma il
blitz è fallito: 156 no, 110 sì e 18
astenuti. «Abbiamo perso un’occasione», ha commentato Gotor.
La corelatrice Finocchiaro resta
convinta che la commissione abbia fatto la scelta giusta, ma al
tempo stesso si augura che «alla
Camera si possa svolgere un ulteriore approfondimento su un tema così rilevante». Il problema
esiste e lo conferma l’apertura di
Maria Elena Boschi a eventuali
modifiche in seconda lettura. Per
il ministro si è trovato «un punto
di equilibrio» che non si può rimettere in discussione al Senato,
Caos fino a notte. Zanda: Lega e M5S violenti
ROMA — Sembrava tutto pronto per il brindisi, con un giorno di
anticipo. Ma a mezzanotte, dopo
una serata di puro caos, la corsa di
Palazzo Madama verso la fine del
bicameralismo perfetto si è arrestata. Lega e M5S hanno ripreso
l’ostruzionismo e il presidente
Pietro Grasso si è rassegnato a
convocare la riunione dei capigruppo, come chiesto dal democratico Luigi Zanda. «Credo che
nessuno dei presenti abbia mai
partecipato a sedute in cui sia stata
espressa una così costante violen-
relativo alle minoranze linguistiche. I franchi tiratori sono tornati
in azione. Sul Quirinale è stata
battaglia. Gasparri (FI) ha rilanciato il tema dell’elezione diretta e
Casini (Udc) ha insistito con la
proposta di un ballottaggio popolare tra i due candidati più votati
dal Parlamento in seduta comune.
Il presidente Grasso, in linea con
la commissione e con la «totale
contrarietà» di Zanda, ha ritenuto
di non procedere all’esame: la materia della riforma «è circoscritta»
alla fine del bicameralismo, all’abolizione del Cnel e
al Titolo V.
i voti coi quali
Minzolini (FI) ha
il governo è
trasformato le protestato messo
ste in carte bollate,
in minoranza:
presentando un ri5 di scarto
corso alla Corte Ue dei
diritti dell’uomo: «La
za nei confronti nostri e dell’istitu- decisione arbitraria di Grasso di
zione del Senato», aveva accusato giudicare inammissibili gli emenle minoranze il presidente dei se- damenti sull’elezione diretta è la
natori «dem». Toccherà alla capi- tipica goccia che fa traboccare il
gruppo stamattina, alle 9.30, deci- vaso». Anche Gasparri si è lamendere come ripartire.
tato di Grasso: «È un modo di opeLa tensione è esplosa per il con- rare che crea confusione in una sitingentamento dei tempi e sul me- tuazione delicata».
rito della modifica del Titolo V che
Tra gli scranni delle opposizioha spinto la Lega a tornare sulle ni, rientrate in Aula in blocco, ma
barricate. Per il Carroccio aver riportato con l’emendamento della
relatrice pd Anna Finocchiaro i Beni culturali e l’Ambiente sotto la I punti della riforma
competenza dello Stato è «una dichiarazione di guerra» e i senatori
La platea che elegge
leghisti si riservano di decidere sul
voto finale. Si era parlato della pre- il capo dello Stato
senza in Aula di Matteo Renzi, per
seguire da vicino la «giornata stoAboliti i delegati
rica», ma adesso il premier sta
regionali, a eleggere il
pensando di disertare, anche percapo dello Stato sono i
ché il voto finale potrebbe slittare
630 deputati e i 100
di un giorno.
senatori. Cambia il
Neanche la giornata era stata
quorum: per i primi 4
indolore. Si è votato a oltranza, fiscrutini serve la
no a ridosso della mezzanotte. Il
maggioranza dei 2/3,
governo è andato sotto di 5 voti,
per i successivi 4 dei 3/5,
con scrutinio segreto chiesto dalla
poi basta quella assoluta
Lega, su un emendamento di Sel
140
anche tra quelli di maggioranza,
c’è stanchezza e tensione, un clima che amareggia il presidente.
Grasso è convinto di aver guidato i
lavori in modo imparziale, nel rispetto della Costituzione e dei regolamenti. Eppure durante la seduta in diversi lo hanno contestato per aver imposto il rispetto della tempistica, che ha visto
esaurirsi i minuti a disposizione
delle minoranze. Anche dai banchi del Pd si è alzato qualche mugugno, da parte di quei senatori ai
quali è stato spento il microfono
mentre illustravano il loro emendamento. I collaboratori del presidente spiegano che lui non ha fatto altro che rispettare le decisioni
della capogruppo. E oggi potrebbe
far notizia lo strappo della senatrice a vita Elena Cattaneo, che nella
dichiarazione di voto contesterà
molti punti chiave della riforma:
«Potrei non votarla, ma non ho
deciso. Ci sto ancora pensando».
L’altro casus belli è stato
l’emendamento sul quale il democratico Gotor aveva raccolto 90 firme, 60 delle quali del Pd, che proponeva di ampliare agli eurodeputati il collegio dei «grandi elettori» del Quirinale per
Referendum, firme
e quorum variabile
In Aula
Il presidente
del Senato
Pietro
Grasso ieri
durante i
lavori sulla
riforma.
Sotto, nei
banchi del
governo, il
sottosegretario alla
presidenza
del Consiglio
Luca Lotti
(Ansa)
La lite sul Quirinale
Forza Italia rilancia
l’elezione diretta
ma Grasso decide di non
procedere all’esame
I disegni di legge
Solo la Camera
di iniziativa popolare voterà la fiducia
Con l’emendamento
dei relatori le firme
per i referendum
resterebbero 500 mila,
ma con 800 mila si
abbassa il quorum:
servirà la metà più uno
dei votanti alle ultime
politiche. Introdotti i
referendum propositivi
In base a un altro
emendamento
dei relatori le firme per
una proposta di legge di
iniziativa popolare
diventerebbero 150 mila:
più di quanto previsto
oggi dalla Carta (50 mila),
ma meno rispetto al ddl
originario (250 mila)
Il Senato non voterà più
la fiducia al governo:
sarà solo la Camera a
farlo. E solo ai deputati
sarà riservata la
competenza di decidere
sulle autorizzazioni a
procedere nei confronti
del presidente del
Consiglio o dei ministri
Aboliti il Cnel
e le Province
Abolite le Province:
sono cancellate
dall’articolo 114 della
Costituzione sulle
articolazioni territoriali
della Repubblica.
Soppresso anche il
Consiglio nazionale
dell’economia e del
lavoro (Cnel)
ma la riforma «è ancora perfettibile» e alla Camera si vedrà.
Il governo ha superato indenne
un altro voto segreto e tra i dissidenti del Pd si è notata l’assenza di
Mineo. Il leghista Tosato ha sventolato la bandiera della Repubblica di Venezia, costringendo Grasso a far intervenire i commessi.
Una proposta della Finocchiaro ha
salvato gli ex inquilini del Colle,
garantendo loro il seggio «di diritto e a vita». La relatrice e il correlatore Calderoli, dopo lunga trattativa, hanno abbassato a 500 mila le
firme necessarie per indire un referendum abrogativo, ma resta in
campo l’opzione di un quorum
più basso se ne vengono raccolte
800 mila. Una soluzione che non
accontenta Sel. I relatori hanno
firmato anche le modifiche per introdurre i referendum propositivi
e portare a 150 mila le firme necessarie per le leggi di iniziativa
popolare. Le Province spariscono
e così il Cnel. Solo la Camera darà
la fiducia al governo.
Monica Guerzoni
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Italia mia
Quella lezione di Benedetto Croce
e il linguaggio dei giovani «costituenti»
di CORRADO STAJANO
P
overo Palazzo Madama. La Camera
Alta della Repubblica
ridotta a un retrobottega di Montecitorio. Il
senatore del Regno Benedetto Croce riuscì a
parlare in quell’aula
rossa persino ai tempi
del fascismo, nel maggio 1929, contro il Concordato tra lo Stato e
la Chiesa. «Un certo canagliume senatorio
e un certo canagliume giornalistico —
scrisse il filosofo nel 1947 — m’interrompevano con sconce invettive, e io li lasciavo
sfogare, e poi ripetevo il mio detto finché la
vinsi». Mussolini, irato, reagì con durezza
e con villania: «Accanto agli imboscati della guerra vi possono essere gli imboscati
della storia, i quali, non potendo per ragioni diverse e forse anche per la loro impotenza creatrice, produrre l’evento, cioè fare la
storia prima di scriverla, si vendicano dopo, diminuendola spesso senza obbiettività e qualche volta senza pudore».
Con le dovute diversità di tempo, politiche e sociali, è parso di sentire le stesse
umilianti invettive interrompere chi ha
osato manifestare ora al Senato il proprio
dissenso: non si deve far perdere tempo — è
la parola d’ordine — al governo fautore e
presentatore della riforma della Costituzione. (Una prerogativa riservata, tra l’altro,
al Parlamento).
Le urla da stadio non sono accettabili e
non servono le marce di protesta al colle più
alto. Ma la discussione, anche la più aspra,
è il sale della democrazia. L’ostruzionismo,
come ha scritto la costituzionalista Lorenza Carlassare, «non è un insulto, ma uno
degli strumenti classici di ogni democrazia
che sia davvero tale». E Stefano Rodotà si è
espresso così: «Non si può reagire con un
“mascalzoni, state facendo l’ostruzionismo”. Serve una competenza tecnica. Che
non c’è stata. La qualità dei costituenti, voglio essere generoso, è molto molto bassa».
Se si pensa a chi furono i protagonisti
della Costituzione del 1947, Luigi Einaudi,
Moro, Terracini, Dossetti, Concetto Marchesi, La Pira, Togliatti, Lussu, Calamandrei, viene un po’ di malinconia.
Il linguaggio usato dai giovani governanti contro chi dissente è corrivo e stizzo-
so, tra l’oratorio parrocchiale e il festino
goliardico: i professoroni, i gufi brontoloni,
i gufi indovini, come dichiara il presidente
del Consiglio. Insieme con gli insulti che
spuntano puntuali contro chi cerca di usare il cervello e ricordano «il culturame» di
Scelba, gli «intellettuali dei miei stivali» di
Craxi.
Il Senato diventa dunque una Camera
delle corporazioni non più eletta dai cittadini: cessa il ping-pong tra Palazzo Madama e Montecitorio, come ha commentato
festosa una ministra. Cento senatori anziché 315, di cui 5 nominati dal presidente
della Repubblica, 21 sindaci, 74 consiglieri

Perché discutere
in modo così affannoso
la Legge fondamentale,
tra minacce e blandizie?
regionali. Come faranno poi a funzionare
gli enti locali da cui provengono non si sa:
forse si tratta di una nomina premio per la
buona prova data in non poche Regioni dove la corruzione ha trionfato, dal Piemonte
alla Lombardia al Veneto al Lazio all’Abruzzo alla Campania alla Calabria alla
Sicilia.
Perché, ci si chiede, discutere della legge
fondamentale della Repubblica in modo così affannoso e dilettantesco, col ritmo di
una tappa a cronometro su pista, tra minacce e blandizie? Il contingentamento dei
tempi, la cancellazione degli emendamenti,
i troppi no al voto segreto, la sostituzione
militaresca, all’interno di una commissione parlamentare, di un senatore dissenziente dalle decisioni del gruppo di appartenenza, violando l’articolo 67 della Costituzione e l’articolo 31 del regolamento del
Senato, non sono stati segni di libertà in un
dibattito che non dovrebbe avere alcun limite. Non sarebbe stato più serio che fosse
un’Assemblea costituente a discutere e approvare le riforme utili?
Il governo Renzi ha ottenuto la fiducia di
un Parlamento eletto con una legge, il «Porcellum», dichiarata illegittima dalla Consulta. Il ministero è quindi di emergenza e
dovrebbe operare a termine in attesa del ripristino della legalità costituzionale. Si impanca, invece, febbrilmente, proprio nella
riforma della Costituzione. I maggiori costituzionalisti hanno dato, inascoltati, un
giudizio severamente negativo al progetto:
ora sono ridotti all’osso i giornali che ospitano le loro opinioni. «Basta col culto del
“discussionismo”», ha detto Renzi.
Il governo delle larghe intese non demorde. Il segreto patto d’acciaio del Nazareno
tra Renzi e Berlusconi, un vincolo globale
utile a entrambi, rende tutto più anomalo e
fuori dalle regole di una democrazia. Siamo
approdati davvero a una post democrazia
senza controllo.
La società, passiva, impotente, depressa, preoccupata, impoverita, segue quel
che accade spesso allibita. L’economia è
piatta, il Paese è in recessione, la stima dell’Istat è di un -0,2% del Pil, il viso del ministro Padoan sembra uno specchio abbrunato. Non pare proprio che sia questo il tempo
fertile e adatto per certe riforme strutturali
di uno Stato.
La riforma del Senato si propone di dare
all’Europa un segno che l’Italia si sta rinnovando, che è davvero sulla giusta via come la Spagna? All’Europa, sembra chiaro,
interessano piuttosto la quantità del nostro debito pubblico, il Fisco, il lavoro, la
corruzione e le mafie, la politica economica, la limpidezza del fare più che riforme
istituzionali malfatte.
I tedeschi, i francesi, gli olandesi, gli
spagnoli colti non si appassionano alla fine
del bicameralismo, alla caduta del Senato.
Di Palazzo Madama sanno probabilmente
che alla fine del Cinquecento vi abitava il
Caravaggio, ospite del cardinal Del Monte,
e che lì vicino, nelle chiese di San Luigi dei
Francesi e di Sant’Agostino, il gran pittore
dipinse proprio in quegli anni alcuni dei
suoi capolavori.
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Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
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Primo Piano
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Riforme La legge elettorale
A palazzo Grazioli Silvio Berlusconi
rientra con Gianni Letta dopo
l’incontro con il premier (Ansa)
Il premier e Berlusconi saldano l’asse
Tre ore di vertice e l’Italicum cambia
La soglia per il premio sale al 40%, per i piccoli coalizzati scende al 4%
Kermesse Leader in prima fila
L’arrivo I primi gruppi scout ieri a San Rossore, Pisa (Ansa)
Se nell’epoca di Renzi
il raduno degli scout
diventa l’agorà politica
N
ell’anno di Matteo Renzi al governo l’agenda politica
estiva non passa più da Rimini, dall’annuale Meeting di
Comunicazione e liberazione, ma da San Rossore, nel
Pisano (terra di Enrico Letta), dove inizia oggi il raduno degli
scout della Agesci, l’Associazione guide e scout cattolici: la
«Route nazionale». Route significa «strada», e il raduno è il
punto di arrivo e incontro di 30 mila ragazzi provenienti da
tutta Italia. Una quattro giorni che si concluderà domenica,
con la messa celebrata dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco. La star è ovviamente Matteo Renzi, che con il mondo degli
scout ha una sintonia naturale, a partire dal tema del raduno: il
coraggio. Messo nero su bianco dalla «Carta del Coraggio» che
raccoglie riflessioni e proposte sul futuro dell’Italia elaborate
dal mondo scout e verrà presentata. Quel coraggio, soprattutto
di guardare in faccia alla realtà, chiesto da Renzi ai suoi parlamentari nella nota inviata dopo i dati negativi del Pil. A San
Rossore, interverranno anche i presidenti di Camera e Senato,
Laura Boldrini e Pietro Grasso. Boldrini che deve molto agli
scout, come ha raccontato a Famiglia Cristiana: lì ha imparato
«la vita nel gruppo, l’amore per la natura, il rispetto dei più
deboli, lo spirito del servizio». Scoutista nell’anima anche il
ministro della difesa Roberta Pinotti, che parteciperà al raduno, e ammette che questa esperienza comune, a Palazzo Chigi,
crea un’intesa particolare. E non accetta paragoni con Cl:
«Un’esperienza come quella scout ti segna in un modo profondo. Ma Cl — ha detto all’Espresso — è un’altra cosa:
ha deciso di farsi movimento
anche politico, fa meeting
politici, sostiene suoi candidati. Gli scout no». Fatto sta
che il no di Renzi al meeting è
in controtendenza, rispetto ai
premier degli ultimi anni.
L’appuntamento agostano era
diventato anche la vetrina
ideale delle intese, più o meno larghe, dei governi tra la
Seconda e la Terza Repubblica. Gli incontri politici, al di
là delle attività di confronto e
scambio di una comunità
legata al centrodestra ma
trasversale (quest’anno ci
In Francia Matteo Renzi
scout a Lourdes da ragazzo saranno Giuliano Pisapia e
Letizia Moratti), hanno prodotto dichiarazioni programmatiche e titoli ad effetto da parte
delle massime cariche politiche e istituzionali. Giorgio Napolitano nell’estate 2011, mentre sondava Mario Monti per Palazzo Chigi, al meeting criticò duramente il ventennio trascorso,
negativo sul piano economico e politico, perché si erano sedimentati «chiusure, arroccamenti, faziosità, obbiettivi di parte,
e anche personalismi dilaganti in seno ad ogni parte». Bisognava provare a cambiare. E nel 2012, toccò a Monti: a Rimini
disse di aver visto una «luce in fondo al tunnel» della crisi.
Idem Enrico Letta, che nel 2013 da premier sfidò Berlusconi
sulla legge elettorale e parlò di una «uscita dalla crisi a portata
di mano». Quell’anno, per il meeting, fu l’occasione per delle
inedite autocritiche: sulla deriva politica economica del movimento di don Giussani; e inedita fu anche l’assenza di Roberto
Formigoni, venuto a prendersi gli applausi e a polemizzare con
chi l’aveva escluso dal programma. Anche quest’anno non è
inserito in nessun panel. Ma l’assenza che colpisce di più è
quella di Maurizio Lupi, legato a Cl e ministro delle Infrastrutture, un settore molto compatibile con gli interessi imprenditoriali rappresentati al meeting (che Lupi presenziava dal
2002). Infatti ci sarà, tra gli altri, il ministro dello Sviluppo
economico, Federica Guidi. Ma chi cerca tracce di renzismo
doc, dovrà andare all’incontro con l’imprenditore Oscar Farinetti.
Luca Mastrantonio
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ROMA — La formula, «incontro cordiale e positivo», è quella
di rito. Ma la durata dell’incontro, quasi tre ore, è decisamente
sopra la media. Segno che nel
terzo summit tra Matteo Renzi e
Silvio Berlusconi — ieri mattina
presto a Palazzo Chigi, alla presenza di Lorenzo Guerini e Luca
Lotti per il Pd, e di Gianni Letta e
Denis Verdini per Forza Italia —
nel menù non c’è stata solo la
legge elettorale. Ma anche l’economia di un Paese che rischia
l’autunno caldo, come dimostrano anche i dati Istat. E pure di
questioni di politica internazionale, come la Libia.
Ma è l’Italicum il punto centrale del summit. L’accordo, di
fatto, c’è. La soglia per ottenere il
premio di maggioranza viene innalzata dal 37,5 al 40%. Intatte,
almeno per ora, le soglie per accedere in Parlamento delle coalizioni (12) e dei partiti non coalizzati (8). Viene abbassata al
momento dal 4,5 al 4% la soglia
per i partiti singoli coalizzati. Ma
potrebbe essere ulteriormente
rivista al ribasso in futuro, per
andare eventualmente incontro
ad Alfano e Vendola.
«Si è stabilita la possibilità di
modifiche che saranno oggetto
di un ampio confronto», scandisce di fronte ai cronisti Guerini,
l’uomo che i protagonisti del tavolo bipartisan hanno scelto di
comune accordo come portavoce. Il metodo? «Continuiamo con
l’impianto stabilito e su quello
possono esserci cambiamenti
nell’ambito di un confronto
aperto a tutte le forze politiche».
Distinguo a parte sul merito, è
il segno che non solo l’asse tra
Renzi e Berlusconi regge. Ma è
anche la prova che la nuova versione riveduta e corretta del patto del Nazareno partirà per l’appunto solo col via libera dei con-
La storia
traenti originali. Il Pd renziano e
la Forza Italia berlusconiana, appunto. «I punti del tavolo», sono
le parole centellinate da Guerini
poco dopo le 11, quando l’incontro è appena terminato, «sono
innanzitutto il tema delle soglie
per accedere al premio di maggioranza, e mi pare che ci siano
le condizioni per arrivare a una
convergenza così come per le soglie più basse». E poi ci sono le
preferenze, storicamente mai digerite dall’ex Cavaliere, su cui il
vicesegretario del Pd spende
quella parola — «cautela» — che
i protagonisti dell’incontro hanno selezionato con cura. «Sulle
I lavori dell’Aula
Montecitorio
va in ferie
per 4 settimane
ROMA — Quattro settimane
di ferie. I lavori nell’aula della
Camera si concluderanno
venerdì 8 agosto e
riprenderanno giovedì 4
settembre. È quanto deciso
ieri dalla conferenza dei
capigruppo. L’attività
ripartirà con l’esame del
decreto legge di proroga delle
missioni internazionali.
Andrà nel calendario del
mese prossimo anche la
proposta di legge sul reato di
depistaggio, che dovrebbe
tornare in Aula martedì 9
settembre. Venerdì 8 agosto,
ultima seduta prima della
pausa, sono previste
interpellanze e
interrogazioni.
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preferenze andrei molto cauto.
Ma c’è la disponibilità a confrontarci nelle prossime settimane». Gli altri soggetti del confronto, a cominciare da Ncd e
M5S, guardano all’incontro Renzi-Berlusconi con un misto di
circospezione (i primi) e di sospetto (i secondi). «Un patto a
tre è già nei fatti. Non servono
riunioni», dice in serata Angelino Alfano. «Con Renzi abbiamo
parlato chiaro e sono certo che
un accordo si troverà», aggiunge
prima di precisare che «sulle
preferenze comunque teniamo
duro». Prima ancora Gaetano
Quagliariello aveva nuovamente
invitato il premier a «guardare
prima alla sua maggioranza che
ad altri».
Critiche arrivano dall’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Sulla materia elettorale va
bene parlare con tutti, ma l’ultima parola non può essere lasciata all’opposizione». Bordate arrivano dal M5S. Dove, in vista di
un possibile intervento di Grillo,
scende in campo Roberto Fico:
«Ecco come si fanno le riforme e
si governa un Paese secondo
Renzi e Berlusconi. Si stringono
patti di cui i cittadini non possono conoscere il contenuto. Si
scrive una legge elettorale senza
preferenze, con un premio di
maggioranza abnorme».
Ed è perfino poca cosa rispetto ai siluri diretti a Palazzo Chigi
dai «neofalchi di FI». Da quelli
che, dietro il summit tra Renzi e
Berlusconi, vedevano (e vedono
ancora) il rischio che il partito
possa decidere, in autunno, di
soccorrere l’esecutivo sui temi
economici. Basta ascoltare Raffaele Fitto: «La via di Renzi è fatta di tasse. Ed è questa che impedisce al Paese di crescere».
I punti dell’accordo
1
Le coalizioni
e la soglia
Nell’incontro di ieri
sull’Italicum Renzi e
Berlusconi avrebbero
trovato un’intesa sulla
soglia di sbarramento
necessaria alla
coalizione per poter
ottenere il premio
di maggioranza:
dal 37 al 40%
2
I partiti
non coalizzati
Buona parte della
discussione si sarebbe
incentrata tra i due
leader proprio sulle
soglie: sembrerebbe
vicino un accordo
sull’8% di
sbarramento per i
partiti che partecipano
al voto non coalizzati
T . Lab.
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L’imprenditore: loro erano vestiti in modo informale, Renzi aveva un abito scuro. Parlarono poco di politica nazionale
«Portai Matteo ad Arcore
Tra Firenze, calcio e battute
i due si capirono subito»
Marinelli: con noi, i tre figli minori di Silvio
di PAOLO ERMINI
«P
er molto tempo è sembrato
quasi che la politica italiana
fosse ormai divisa in due
stagioni: l’Ante e il Post pranzo Berlusconi-Renzi ad Arcore. Come se intorno a quel tavolo si fosse disegnato il
futuro dell’Italia. Ma non andò così».
A parlare è Enrico Marinelli, imprenditore fiorentino e fondatore di
«Guild of the Dome association»
(onlus che si batte per i valori universali espressi dalla cattedrale di Santa
Maria del Fiore, secondo lo spirito
delle antiche Arti e Corporazioni, e
che negli Stati Uniti è una fondazione). Fu lui il propiziatore dell’incontro avvenuto il 6 dicembre 2010 a villa
San Martino, residenza storica del Cavaliere a poco meno di 30 chilometri
da Milano. Tanto che poi ci partecipò
dall’inizio alla fine, accanto ai due
protagonisti: Silvio Berlusconi, che
era premier, e Matteo Renzi, sindaco
di Firenze. Il primo alle prese con il
2010
l’anno in cui
avvenne, il 6
dicembre, il primo
incontro tra
Berlusconi e Renzi
nella residenza
dell’allora premier
ad Arcore
45
i minuti previsti
dalla segreteria di
Berlusconi per
l’incontro con
l’allora sindaco di
Firenze. In realtà il
faccia a faccia
durò tre ore
governo del Paese, ma anche con i
consueti guai giudiziari e con le rivelazioni sui famosi festini bunga bunga consumati proprio in quella villa; il
secondo alla guida di Palazzo Vecchio
da un anno e mezzo, ma già deciso a
dire la sua sulla scena nazionale in
nome della rottamazione. Quasi
quattro anni dopo Enrico Marinelli
rompe il silenzio su quell’incontro. E
racconta.
Perché si è deciso a farlo?
«Forse è utile svelenire un po’ il clima. Si sono fatte tante illazioni su
quell’incontro ad Arcore. Io stesso sono stato interpellato diverse volte.
Domande che andavano dal pettegolezzo alle grandi questioni geopolitiche. Di tempo ne è passato. Meglio
dissipare qualche sospetto».
Da chi fra i due partì l’idea di incontrarsi?
(sorride) «Francamente... da nessuno dei due».
Vuol dire che l’iniziativa fu sua?
«Io all’epoca vivevo a Milano e ve-
Mediazione L’imprenditore Enrico Marinelli, 61 anni (Ansa)

L’ex premier
Gli faceva piacere avere
lì un giovane brillante,
più affine ai suoi ragazzi
di altri politici
Primo Piano
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
9
Retroscena Bloccati solo i capilista. E si avvia anche il dialogo sull’economia
L’apertura sulle preferenze
E il leader pd assicura:
non si vota, qui fino al 2018
3
I partiti
coalizzati
Sarebbe stata decisa
un’altra modifica in
merito alla
partecipazione alle
elezioni dei partiti
coalizzati: la soglia
del 4,5% dovrebbe
scendere, nelle
intenzioni di Renzi e
Berlusconi, al 4%
Chi è
Imprenditore
Enrico Marinelli è un
imprenditore
fiorentino, nato nel
1953, laureato in
Giurisprudenza e poi
formatosi alla Harvard
business school. È
stato amministratore
delegato, due volte
negli Anni 90, di
Frette, nonché
membro del board del
gruppo. Ha lavorato in
Arabia Saudita e negli
Stati Uniti
Impegno non profit
Nel 2012 ha fondato
a Firenze «Guild of the
dome», associazione
non profit, nata per
sostenere le iniziative
dell’Opera del Duomo,
con la missione di
«condividere valori
artistici, spirituali, etici
e universali attraverso
l’arte di tutti i tempi».
Operazione realizzata
insieme a grandi
imprenditori globali
dalla Cina all’India a
Israele. È presidente
della Galleria Frilli di
Firenze specializzata
nella riproduzione di
sculture famose di
tutte le epoche
4
Capilista
e preferenze
Sembra possibile
anche un’apertura
da parte di
Berlusconi all’ipotesi
di modifica
dell’Italicum con i soli
capilista bloccati (ad
elezione garantita) e
le preferenze per gli
altri candidati
nivo invitato regolarmente dal dottore (Berlusconi, ndr) a cene che lui organizzava per l’imprenditoria italiana. Lo avevo conosciuto anni prima
quando veniva al Grand Hotel di Firenze per vendere gli spazi delle sue
reti televisive. Avevo con lui un buon
legame insomma...».
E dunque?
«Per una festa della Polizia a Villa
Madama, a Roma, Berlusconi mi aveva preso sotto braccio chiedendomi
di Firenze. Io gli dissi che sarebbe stato giusto che il sindaco potesse parlare con il capo del governo delle questioni irrisolte della città. Lui mi rispose: è una persona che non conosco, lo incontro volentieri. Ma a
Matteo l’idea un pochino gli piaceva e
un pochino no. Ci fu un po’ di tira e
molla».
Poi il via libera.
«Era settembre od ottobre: Matteo
un giorno mi disse che a Firenze ormai c’erano un sacco di questioni
aperte con Roma (dalle autostrade all’Alta velocità) e tanti soldi che il governo doveva sbloccare, insieme con
la tassa di soggiorno che il sindaco
chiedeva. E così io iniziai a organizzare l’incontro. Sul cellulare conservo
un messaggio di Matteo in cui mi
scriveva: Firenze è nelle tue mani».
La sede dell’incontro era scontata?
«Il sindaco non pose condizioni.
Con un preavviso di cinque-sei giorni
la segretaria di Berlusconi, Marinella
Brambilla, ci avvisò che il giorno migliore per il premier sarebbe stato il
successivo lunedì, ad Arcore. Renzi
era un sindaco che doveva incontrare
il capo del governo per discutere della
ROMA — «Alla fine avremmo dovuto farlo per davvero un patto scritto.
Anche perché sicuramente i signori del
Cinquestelle avrebbero apprezzato».
Uscendo da Palazzo Chigi dopo l’incontro con Matteo Renzi, Silvio Berlusconi si concede una battuta. Una voce
dal sen fuggita che indica come, «al di
là di quello che si dice e si scrive», anche l’esercito di Beppe Grillo potrebbe
teoricamente apprezzare l’ultima versione dell’Italicum venuta fuori ieri nel
bilaterale Pd-Forza Italia.
Attorno alla scrivania del presidente
del Consiglio, infatti, Renzi, Berlusconi, Guerini, Lotti, Verdini e Gianni Letta appongono idealmente le loro firme
alle correzioni alla riforma elettorale
che saranno apposte al Senato. A settembre.
«L’Italicum parte seconda», licenziato ieri, prevede innanzitutto l’innalzamento — dal 37 al 40% — della soglia che serve alla prima coalizione per
aggiudicarsi il premio di maggioranza.
Era una richiesta dei berlusconiani, va
teoricamente incontro ai desiderata del
M5S e, soprattutto Renzi l’ha accettata.
Ma che cos’è che Berlusconi ha dato
in cambio? La risposta sta in quella parolina magica ripetuta nelle ultime ore,
e a più riprese, sia dalla minoranza del
Pd, sia dai grillini, sia da Angelino Alfano. La parolina è «preferenze». Quando si arriva a trattare il punto, che doveva essere il più spinoso, è l’ex Cavaliere a cavare d’impaccio il resto della
compagnia. «Per quanto mi riguarda,
signori, siamo d’accordo. Possiamo ragionare anche su questo sistema di liste bloccate e preferenze», scandisce
l’ex premier. Le malelingue penseranno che si tratti di un puro calcolo, visto
che con Forza Italia al 17,5% degli ultimi sondaggi — infatti — il sistema
delle teste di lista (nominate) consentirebbe in ogni caso all’ex Cavaliere di
sua città, quindi la sua filosofia era:
dove m’invita, vado».
Così venne il giorno fatidico.
«Io ero a Milano. Matteo arrivò in
treno con il fido Luca Lotti. Ci incontrammo alla stazione. Poi prendemmo un’auto a noleggio con autista ed
arrivammo in grandissimo anticipo a
Villa San Martino: l’appuntamento
era per mezzogiorno e mezzo. Ci accolse Marinella, che ci disse: “Mi raccomando, il dottore ha 45 minuti al
massimo”. Mentre stavamo aspettando in un salottino entrò Mariastella
Gelmini, allora ministro dell’Istruzione, che poi se ne andò. Poco dopo arrivò Berlusconi: “Scusatemi per il ritardo. Ci sono anche i miei figli”. Erano i tre più giovani: Eleonora, Luigi e
Barbara, nati dal matrimonio con Veronica Lario. Lui era in pullover, e anche i figli erano vestiti in modo informale, perché era un pranzo informale».
E Renzi com’era vestito?
«Noi tutti in giacca e cravatta. Renzi
aveva un abito scuro. Blu, mi pare».
Che cosa vedeste ad Arcore?
«Prima di andare in sala da pranzo
Berlusconi volle mostrarci un salotto
con una balconata in alto. “Dicono

Le domande
I figli chiesero molte
cose all’allora sindaco
Barbara era interessata
agli aspetti culturali
riportare in Parlamento soprattutto
eletti col «timbro» di Arcore. Secondo
altri, invece, si tratta semplicemente
dell’ennesimo assist a Palazzo Chigi di
un Berlusconi intenzionato a far durare
questa legislatura a lungo.
Sia come sia, l’apertura berlusconiana al sistema misto che contempla anche le preferenze resta fuori dalle dichiarazioni ufficiali. Per un motivo che
lo stesso Berlusconi spiegherà ai vertici
del suo partito: «C’è ancora il voto finale del Senato sulle riforme. Meglio non
La giornata
L’uscita
Denis
Verdini
mentre
lascia
palazzo
Grazioli
(Benvegnù
Guaitoli)
Portavoce
Lorenzo
Guerini,
vicesegretario nonché
portavoce
del Pd,
fuori da
Palazzo
Chigi
dopo
l’incontro
di tre ore
tra Matteo
Renzi e
Silvio
Berlusconi
(Benvegnù
Guaitoli)
L’entrata
Giovanni
Toti,
consigliere
del leader
di Forza
Italia arriva
a palazzo
Grazioli
(Ansa)
che qui — disse — io faccia cene strane. Per l’ultima festa c’erano tanti
striscioni e tante signore ultrasessantenni scatenate”. Scatenate per il partito, aggiunse».
Tema caldo le feste di Arcore. Battute? Imbarazzi?
«Solo la battuta sulle fan di una certa età. Berlusconi chiese subito se potevano darsi del tu. Mise Renzi a suo
agio e non servì la classica mezz’ora di
riscaldamento. Mi colpì il loro modo
di parlare diretto, sia nella scelta delle
parole che nel tono. Uno stile inaugurato da Berlusconi e che è diventato
anche il punto di forza di Renzi».
E a tavola che cosa successe?
«Berlusconi fece sedere il sindaco
al suo fianco, io ero davanti al premier, i figli in mezzo, di qua e di là.
Menu tricolore, con piatti bianchi,
rossi e verdi: un risottino, un’insalata.
Parlarono delle esigenze fiorentine,
pochissimo di politica nazionale, così
come della schermaglia noi e voi
(centrosinistra e centrodestra)».
Ma Berlusconi non gli propose di
passare con il centrodestra? È famosa la sua sortita: lei così bravo e brillante che ci fa con i comunisti?
«Per tutto il pranzo io pensai che
uno degli intenti di Berlusconi fosse
quello. Invece non ne fece parola.
Molta parte della conversazione finì
sul calcio: Fiorentina e Milan. Parlarono solo di calcio giocato, però. Della
Valle non fu nominato. Piuttosto ci fu
qualche battuta su Massimiliano Allegri “comunista” (all’epoca era l’allenatore del Milan, ndr). Eravamo entrati nella villa con un mandato di 45
minuti e ci rimanemmo tre ore».
I figli che dicevano?
creare ansie».
Un’altra, di ansia, ci aveva pensato
Renzi a toglierla dai radar. Quando poco dopo le 8 la delegazione azzurra entra nella sua stanza, il presidente del
Consiglio mette un punto rispetto ai
boatos che agitano il palazzo. «Su una
cosa mi sento di rassicurare tutti voi.
Non ci sarà alcun voto anticipato. Io ho
intenzione di rimanere qui fino al
«Fecero domande a Renzi su Firenze. Commentavano. Barbara si mostrò molto interessata agli aspetti culturali della città. Quanto a Berlusconi
era evidente che gli faceva piacere fare
bella figura con i figli. Era compiaciuto di avergli portato in casa Renzi, che
era ancora un signor nessuno, ma un
giovane brillante, più affine a loro degli altri politici».
Quasi un assaggio di antipolitica.
«Pochi giorni prima Berlusconi e
Renzi si erano sentiti telefonicamente
per l’emergenza rifiuti a Napoli e il
premier aveva assai apprezzato la disponibilità del sindaco a farsene carico mandando a Napoli mezzi per ripulire la città. Poi però non se n’era
fatto di nulla per problemi burocratici. Durante il pranzo ci fu una serie di
battute sul “mandarino” di turno che
non ce lo fa fare».
Soluzioni trovate?
«Berlusconi rassicurò Renzi innanzitutto sulla tassa di soggiorno a favore di Firenze, che in effetti poi rese
possibile con un decreto. Parlarono
anche di infrastrutture. In questo
contesto Berlusconi sottolineò la
grande fiducia che riponeva in Denis
Verdini. Si capiva che Matteo invece

Verdini
Quando Berlusconi
parlò di Verdini
si capì che Renzi ancora
non lo conosceva
2018. E questa mia parola di oggi vale
anche per il futuro».
Di cose che possono accadere ce ne
sono molte. Ma l’asse tra Renzi e Berlusconi tiene. L’ex premier, alla fine della
riunione, torna a palazzo Grazioli dove
l’attende lo stato maggiore del suo partito. Molti di quelli che dividono con
lui il pasto temono che nella mente
dell’ex Cavaliere ci sia ancora «il soccorso azzurro» da dare al governo, in
autunno, sull’economia. «Non ne abbiamo parlato. Renzi non mi ha chiesto, io non gli ho detto», è stata la formula con cui il leader di Forza Italia ha
tentato di nascondere le carte. Ma, dall’analisi che ha fatto dopo, sembrava
quasi il contrario. «Renzi sta facendo
molto bene sulle riforme, soprattutto
perché noi siamo con lui. Sull’economia, invece, sta succedendo quello che
avevo ampiamente previsto. Chiunque
sosteneva che Renzi avrebbe incrociato
qualche segnale di ripresa è stato
smentito. Serve uno choc. E quello
choc, da soli, Pd e Ncd non sono in grado di darlo».
Difficile capire in prospettiva quali
possono essere i punti di caduta del
nuovo patto che i leader della «maggioranza istituzionale» — come la
chiamano sia Renzi che Berlusconi —
hanno siglato ieri. Punti di caduta che
potrebbero riguardare anche i «files
coperti» del dialogo, quelli rimasti
fuori anche dalle confidenze ai rispettivi amici e colleghi di partito. Dalla
politica estera, dove i due hanno parlato a lungo sia di Libia che di Russia. Alla riforma della giustizia, dove un tavolo che comprenda anche Forza Italia
potrebbe essere istituito a settembre.
Fino, secondo alcune ricostruzioni, al
«caso Tavecchio». Sulla corsa del criticatissimo candidato alla presidenza
della Figc, il premier e l’ex Cavaliere sono teoricamente dalle parti opposte
della barricata. Il primo è palesemente
contrario. Il secondo, considerando
che il Milan è schierato con Tavecchio
(e il diretto concorrente di Mediaset, e
cioè Sky, contro), dovrebbe avere una
posizione opposta. Renzi, ovviamente,
si terrà alla larga dal dossier. Ma possibile che uno dei due possa tentare di
convincere l’altro a cambiare idea o a
trovare soluzioni che possano superare
l’impasse? Sì, è possibile. Forse.
Tommaso Labate
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ancora non lo conosceva. Quando ce
ne andammo, Berlusconi ci accompagnò alla porta con i figli, molto affettuosamente. Ci dobbiamo rivedere,
disse. Era chiaro che a lui Renzi era
piaciuto. Ma anche Renzi era visibilmente soddisfatto».
Il sindaco contava di tener nascosta la notizia dell’incontro. Invece la
notizia uscì scatenando un putiferio.
«Brambilla mi garantì che non era
dipeso da loro, e che non era nel loro
interesse. L’incontro doveva rimanere
riservato per qualche giorno, invece
restò riservato per qualche ora. Arcore è una corte, c’è un sacco di gente...».
Crede che l’intesa Renzi-Berlusconi sulle riforme reggerà?
«Per quello che ho visto quel giorno, penso proprio di sì. Renzi ha tutto
l’interesse a cogliere un successo importante, Berlusconi è uno che vuole
il bene del suo Paese perché va di pari
passo con il bene delle sue aziende».
Ma lei alle ultime elezioni ha votato per Berlusconi o per Renzi?
«Per tutt’e due. Alle Europee ho votato per Forza Italia, perché non voglio che Berlusconi sparisca, e alle Comunali ho votato per Dario Nardella,
renziano, sindaco».
Un colpo al cerchio e uno alla botte...
«Cerco solo di dare una mano, con
pragmatismo, al mio Paese e alla mia
città, in un’Italia in cui, come in tutte
le democrazie occidentali, sinistra e
destra ora non sono più ideologicamente in conflitto su tutto».
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Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Primo Piano 11
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Giustizia Il confronto
Riforma della giustizia
Orlando accelera
I dubbi di Forza Italia
Il progetto
I 5 Stelle e la sfida in Senato:
«Battaglia civile, non farsa»
Oggi il Guardasigilli vede il M5S
ROMA — Il ministro Andrea
Orlando va avanti con la riforma
della giustizia e con la benedizione del premier Matteo Renzi che
proprio questa riforma ha citato
ieri in maniera prioritaria nel suo
pacchetto dei mille giorni per
l’Italia. Ieri il Guardasigilli ha
avuto una serie di incontri tecnici (gli avvocati e i magistrati) e
politici (con i capigruppo di
maggioranza e di Forza Italia delle commissioni Giustizia di Camera e Senato). «Ci sono le condizioni per fare un buon lavoro»,
ha commentato soddisfatto in
serata.
Un sostanziale consenso è venuto dai rappresentanti della
maggioranza sul pacchetto di riforma della giustizia civile e sull’introduzione dei reati di falso in
bilancio e di autoriciclaggio,
mentre con Forza Italia si sono
registrate delle distanze che si
soppeseranno meglio in Parlamento.
Stamattina Orlando aprirà la
giornata alle nove e mezza con
un incontro con il Movimento 5
Stelle. Quattro parlamentari, tra
loro il senatore Maurizio Buccarella (quello del peluche a forma
di canguro esibito fra i banchi
per protesta durante le votazioni
per la riforma del Senato): la delegazione pentastellata avrebbe
voluto lo streaming per l’incontro in via Arenula. «Non sappiamo ancora se ci sarà o meno, ma
abbiamo deciso di andare lo
stesso a incontrare il ministro
Orlando», dice Andrea Colletti,
capogruppo in commissione
Giustizia alla Camera. E poi spiega: «Noi ci presenteremo con il
nostro pacchetto anti corruzione
e speriamo che il ministro possa
darci risposte concrete. Per adesso i dodici punti della riforma
della giustizia che ci sono stati
mostrati sono i più generici possibili. Diciamo che fanno ridere i
polli».
Alcuni di questi dodici punti
che costituiscono le linee guida
della riforma della giustizia sono
Dialogo con l’Anm
Il ministro per mezz’ora
faccia a faccia con Sabelli
dopo le tensioni
sulla responsabilità civile
stati postati sul sito del ministero
della Giustizia e sottoposti alle
valutazioni on-line degli utenti.
Linee guida che, intanto, hanno convinto i rappresentanti del
Consiglio nazionale forense:
«Condividiamo le linee guida
sulla riforma della giustizia civile, anche se ci riserviamo di leggere gli articolati e di fornire un
contributo di proposte più dettagliato». Insieme al Consiglio sono stati ricevuti anche l’Ordine
degli avvocati, le Camere civili,
l’Associazione dirigenti della
giustizia e l’Associazione nazionale dei magistrati.
Dopo l’incontro con le associazioni il ministro Orlando si è
ritagliato una mezz’ora di faccia a
faccia con il presidente della
Anm Rodolfo Sabelli, probabilmente per affrontare in maniera
diretta la questione della riforma
della responsabilità civile dei
magistrati, dopo le dichiarazioni
a distanza che Orlando e Sabelli
si erano scambiati martedì scorso. Hanno comunque stilato
un’agenda di incontri in materia
penale e ordinamentale.
Al.Ar.
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La lettera
La responsabilità civile delle toghe
1
2
3
Lunedì il ministero mette online le linee guida
sulla responsabilità civile: possibilità di ricorso
ampliate, ma niente azione diretta contro le toghe
Tempi di prescrizione più lunghi
I progetti del governo riguardano anche la
prescrizione: i tempi saranno calcolati in base alla
gravità del reato; sospensione dopo le condanne
Le altre questioni della riforma
Tra gli altri nodi della riforma della giustizia,
annunciata il 30 giugno: processo penale, regole
per le intercettazioni, riorganizzazione del Csm
Caro direttore,
nell’editoriale di ieri si rimprovera
al Movimento 5 Stelle di oltrepassare il
confine tra «protesta e sceneggiata».
La nostra non è sterile protesta, ma
una battaglia di civiltà e democrazia.
Ci siamo seduti al tavolo del confronto
per migliorare una legge elettorale
frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Consapevoli dell’importanza di
arrivare a un punto di mediazione, e
nonostante avessimo una nostra proposta votata in Rete, abbiamo fatto
non uno, ma dieci passi in avanti verso
le richieste di Renzi su governabilità e
stabilità. Verso di noi, nulla. E ad oggi
ancora aspettiamo risposte.
Caro Cazzullo, chi ha fatto davvero
la sceneggiata?
Sulla riforma della Costituzione, abbiamo presentato 200 emendamenti:
parlamentari scelti dai cittadini anziché nominati dai partiti; nessun privilegio da Casta come immunità e stipendi d’oro; dimezzamento reale dei
parlamentari così da tagliare davvero i
costi della politica. Il governo, che finge di volere il dialogo e invece ha paura
del vero cambiamento, ha estromesso
il Movimento 5 Stelle bocciando tutti i
suoi emendamenti. E lo ha fatto stravolgendo il Regolamento e piegandolo
ai suoi interessi con la complicità del
Presidente Grasso, che ha applicato
ghigliottina, tagliola e canguro su una
riforma costituzionale.
Caro Cazzullo, chi ha impedito davvero il dialogo?
Abbiamo deciso di uscire dall’Aula
solo quando i giochi erano ormai chiusi, e il ruolo della nostra opposizione
definitivamente svilito. E lo abbiamo
fatto anche per richiamare l’attenzione
sulla vera priorità del Paese, che non è
lo sfascio della Costituzione, ma la crisi economica. I giornali, inebriati da
Renzi, non ci hanno dato ascolto quando spiegavamo che il bluff degli 80 euro
era solo merce di scambio per vincere le
elezioni europee e che non avrebbero
fatto ripartire i consumi. E i dati Istat
di oggi purtroppo ci danno ragione.
Adesso non ci ascoltano quando diciamo che la nostra democrazia viene ferita da una riforma che fa del Senato un
carrozzone senza poteri ma con un apparato costoso come lo è oggi. Oscurando le nostre ragioni, la stampa censura quei milioni di cittadini che noi
rappresentiamo. Le «pulsioni istintive
e disperate» degli italiani non le abbiamo assecondate, ma trasformate in
proposte concrete. Proposte che puntualmente sono andate a sbattere contro l’arroganza di questo governo.
Caro Cazzullo, finché daremo voce
agli italiani il nostro patrimonio non
andrà disperso ma sarà una speranza
per il futuro.
Senatori del Movimento 5 Stelle
Cari senatori,
vi ringrazio per l’attenzione e per la
cortesia dei toni, non sempre praticata
(non solo da voi). Mi limito a far notare che il passaggio sulle «pulsioni
istintive e disperate» si riferisce alla
scelta del Comune di Livorno, amministrato dai 5 Stelle, a favore di Stamina.
A. C.
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12
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Esteri
Ostaggi
della guerra
Per oltrepassare le guerre abbiamo bisogno di accettare
l’altro
Paolo Dall’Oglio, padre gesuita nelle mani dei rapitori dal 29 luglio 2013
La guerra La notizia tenuta riservata dalla Farnesina. Gli analisti: al momento non sono in mano alle formazioni più radicali
Siria, le ragazze italiane rapite 7 giorni fa
Gli investigatori: sequestrate da criminali per essere vendute a gruppi più organizzati
ROMA — Portate via da una
banda di criminali comuni
che potrebbero poi cederle a
un gruppo più organizzato. È
questo il timore forte di chi
sta cercando di aprire canali
per negoziare il rilascio di Vanessa Marzullo, 21 anni di
Brembate, e Greta Ramelli, 20
anni di Gavirate, le due cooperanti rapite in Siria nella
notte tra il 31 luglio e il primo
agosto. Le due ragazze sono
state caricate su un furgone da
una decina di uomini armati
che hanno fatto irruzione verso le 4 del mattino nell’appartamento situato vicino a Idlib,
nella zona di Aleppo, dove
erano arrivate con due guide
appena tre giorni prima. Un
sito Internet locale sostiene
che «prima di essere portate
via sono state viste nella casa
del capo del Consiglio rivolu-
zionario della zona».
Nessuno sembra aver fornito sino ad ora indicazioni
utili, non è arrivata alcuna richiesta nè rivendicazione. E
questo aumenta il rischio che
la trattativa sia lunga, soprattutto che sia difficile trovare
gli intermediari giusti. Non a
caso la notizia del rapimento,
arrivata sabato scorso e rilanciata su Twitter due sere fa,
era stata tenuta riservata per
evitare di far alzare il prezzo
del riscatto anche con rivendicazioni di tipo «politico».
Ieri pomeriggio le indiscrezioni sono però rimbalzate in
maniera sempre più frenetica
e alla fine la Farnesina ha deciso di confermare «la irreperibilità delle due connazionali».
In quell’area è attivo il fronte Al Nusra, formato da cellule
di rivoltosi armati che lottano
contro il regime e sono affiliati ad Al Qaeda. Al momento gli
analisti escludono che le due
ragazze possano essere nelle
loro mani, anche se attendono un segnale, anche la minima traccia per attivare il canale di contatto. E per questo
hanno già mobilitato le organizzazioni non governative
presenti nella zona, ma anche
chi ha in passato trattato per
altri ostaggi occidentali.
Vanessa Marzullo e Greta
Ramelli erano entrate in Siria
attraverso la Turchia circa
dieci giorni fa per portare
avanti il progetto Horryaty,
iniziativa di solidarietà con la
popolazione siriana che hanno fondato con Roberto Andervill. L’obiettivo è distribuire kit di pronto soccorso e
pacchi alimentari nell’area di
confine, ma anche istruire i
giovani a praticare interventi
di pronto soccorso in caso di
lievi ferite o comunque insegnare nozioni infermieristiche.
L’ultima ad aver parlato con
Progetto
Erano entrate in Siria
dieci giorni fa
per portare avanti
un progetto di solidarietà
Estremisti
Nell’area sarebbe
attivo il gruppo
islamico Al Nusra,
affiliato ad Al Qaeda
loro è Silvia Moroni, la presidente della onlus Rose di Damasco che partecipa all’intervento umanitario. «Dal 22 luglio le ho sentite tre volte, ma
il 31 luglio, quando avevamo
appuntamento su Skype non
erano in linea», racconta la
donna. La cattura è avvenuta
qualche ora dopo, ma non si
può escludere che già prima
dell’arrivo dei miliziani le due
giovani fossero state bloccate
nell’appartamento.
Il progetto delle due ragazze non ha alcun sostegno da
parte dell’Italia, si tratta di
un’iniziativa indipendente e
anche questo sarà evidenziato
nel momento in cui si comincerà a trattare per il rilascio.
Ufficialmente il nostro Paese
non ha alcuna presenza di intelligence nella zona e dunque
sono già stati aperti canali di
comunicazione con la Turchia
— che già in passato aveva
collaborato con l’Italia per ottenere il rilascio dei giornalisti della Rai — e con la Coalizione nazionale siriana. Ieri
sera il rappresentante ad
Aleppo Ahmad Ramadan, ha
dichiarato all’agenzia AdnKronos: «Stiamo indagando,
al momento non abbiamo altre informazioni oltre a quelle
della loro scomparsa».
A vuoto anche le richieste
fatte da monsignor Mario Zenari, il nunzio apostolico in
Siria, che proprio ieri ha rivolto un nuovo appello — dopo
quello della settimana scorsa
per padre Paolo Dall’Oglio —
«per tutti i sequestrati siriani
e stranieri».
Fiorenza Sarzanini
[email protected]
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
Un’amica di Greta
Doveva stare via una
settimana ma aveva
prolungato perché si
sentiva più utile sul campo
La zona del rapimento
Idlib
Dirbesi
Qamishli
Aleppo
Shadadi
Latakia
Hama
SIRIA
Mayadin
IRAQ
ISRA
ELE
LI
BA
NO
Homs
Damasco
Deraa
GI
D
OR
AN
IA
Quella voglia di cambiare il mondo Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate, e Vanessa Marzullo, 21, di Brembate
I ritratti La giovane varesina era già stata a Calcutta e nello Zambia. La collega bergamasca studia cooperazione internazionale
Greta, Vanessa, due amiche
e quel patto di curare i bambini
Di ragazze così ce ne sono più di
quanto si creda. Quelle che, fosse per
loro, il mondo avrebbe bisogno subito
di qualche ritocco. Anche perché a vent’anni fai più fatica a mandar giù le ingiustizie. Greta e Vanessa. Due ragazze
lombarde. Tutte casa, scuola e volonta-
riato. In Siria c’erano già state altre due
volte. Sempre a portare medicinali.
Niente politica, solo aiuti sul campo.
Greta Ramelli, 20 anni, di Gavirate,
nel Varesotto, nel sociale si era buttata
subito. Alle scuole medie, frequentate a
Comerio, il paese dove nacque l’Ignis di
Borghi, l’avevano eletta presidente del
consiglio comunale dei ragazzi. Poi alle
superiori l’impegno internazionale.
Prima in Africa e poi in India. Era il
2011 e Greta decide di andare nello
Zambia. Ci resta quattro mesi. Un’esperienza che scrive e racconta sul sito della sua ex scuola, il Rosetum di Besozzo.
Due anni dopo, è il 2013, annuncia che
partirà per Calcutta «dove lavorerò con
le suore di madre Teresa, per tre settimane».
E intanto si diploma, si
iscrive all’università, fa
la volontaria per la
Croce Rossa. Quando
torna si prende a cuore
le sofferenze di un altro Paese martoriato: la
Siria. Con Vanessa incontra Roberto Andervill e insieme decidono di fondare la comunità di assistenza sanitaria Horryaty. Battono il
territorio varesino per organizzare cene, creare eventi, tutto per raccogliere
fondi.
Vanessa Marzullo, 21 anni, è di
Brembate, nel Bergamasco. Il padre ha
un ristorante a Verdello e lei, quando
torna, lo aiuta come cameriera. I suoi
genitori sono separati e ha un fratello
più piccolo. Ha studiato a Trezzo d’Adda e adesso frequenta la facoltà di Lingue e cooperazione internazionale alla
Statale di Milano. Al paese la vedono
sempre meno. Ormai il suo orizzonte è
il mondo. Quasi inevitabile che incon-
trasse una come Greta.
«Dopo il suo primo viaggio in Siria
Greta era rimasta molto colpita — ricorda il suo ex insegnante di religione
al Rosetum, don Andrea Gariboldi —
aveva deciso di ripartire per condividere le sofferenze del popolo siriano, in
particolare dei bambini». Esperienze
che aveva già riportato ai ragazzi del
suo vecchio istituto. «È una ragazza
forte, coraggiosa e determinata» la descrive don Andrea.
L’amica Maria 22 anni, di Comerio,
Le foto siriane su Facebook
Speranza La musica di un pianista
in una Siria martoriata: a sinistra
il commento postato da Vanessa
Guerra Le macerie di una città
siriana: l’inaccettabile quotidianità
del Paese avvolto dalla guerra
racconta che «il 30 luglio Greta aveva
mandato un messaggio su Facebook a
una decina di amici. Doveva stare in Siria solo una settimana, ma ci ha comunicato che aveva deciso di fermarsi ancora perché si sentiva più utile sul campo. In questi mesi ha fatto un lavoro
splendido. Ci chiedeva di comprare latte in polvere, materiale medico e altro.
Prendeva l’aereo per la Turchia portando i soldi della raccolta fondi e poi entrava in Siria. Comprava tutto prima del
confine, quindi entrava nelle città che
considerava più sicure».
Un’altra amica di Greta, Nicoletta, 21
anni di Travedona Monate, il 31 luglio
riceve un messaggio su Facebook undici minuti dopo mezzanotte «ma dormivo — racconta — e non l’ho visto:
mi chiedeva di poter entrare nella sua
mail, perché aveva delle cose importanti da vedere. La mattina dopo le ho
scritto su whatsapp, ma non mi ha più
risposto. Nel messaggio mi aveva anche chiesto se la Pegasus, una compagnia area, rimborsava i biglietti del volo, perché da quello che sapevamo noi
amici, lei doveva rientrare prima ma
aveva deciso di rimanere più tempo in
Siria. Il primo agosto però era ancora
attivo il suo profilo».
Carlo Baroni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Minoranza yazida
In Iraq
l’Isis cattura
centinaia
di donne
Perseguitati perché non
musulmani. Uomini
assassinati in esecuzioni di
massa, giovani donne
rapite, abitazioni bruciate,
denaro e gioielli rubati,
auto sequestrate, sembra
addirittura che migliaia di
famiglie sulle colline a
ovest di Mosul rischino di
morire di sete e fame: sono
da tragedia biblica le
notizie che arrivano nelle
ultime ore dalle regioni
occupate dagli estremisti
islamici dell’auto
proclamato «Califfato» nel
nordovest dell’Iraq e lungo
le zone di confine con la
Siria. Dopo l’aggressione
sistematica contro la
comunità cristiana, sono
ora gli yazidi a essere nel
mirino dei sunniti. Il
ministero per gli Affari
femminili iracheno da
Bagdad denuncia che
centinaia di donne
sarebbero state rapite per
«essere vendute come
schiave». L’informazione
va presa con cautela: la
propaganda e la
demonizzazione del
nemico sono parte
integrante della guerra
civile che lacera l’Iraq e
destabilizza il Medio
Oriente. Eppure diverse
fonti confermano la
tragedia della comunità
yazida.
Due giorni fa Vian Dakhil,
parlamentare irachena di
origine yazida, aveva
precisato che «500 uomini
della nostra comunità sono
stati massacrati e
altrettante ragazze rapite e
portate nella cittadina di
Tal Afar». Non è la prima
volta che i circa 500.000
seguaci di questa religione
vengono aggrediti dai
fondamentalisti. Li
accusano di essere «eretici
adoratori del diavolo». In
realtà la loro fede è
composta di un misto
sincretico di religioni e
credi antichi di oltre 4.000
anni. La maggioranza
risiede nella regione di
Mosul, caduta nelle mani
dell’Isis il 10 giugno. Lo
scorso fine settimana gli
islamici sono riusciti a
prendere alcuni villaggi del
nordovest dove vivono gli
yazidi. L’offensiva è
coordinata con le loro forze
in Siria, che da lunedì sono
anche sconfinate in Libano
occupando il villaggio di
Arsal, dove al momento
l’esercito libanese ha
lanciato un’offensiva per
riprenderlo. E lo stesso
fanno i curdi, che stanno
cercando di liberare Mosul,
forti adesso del sostegno
militare del governo di
Bagdad. Ieri un raid
dell’aviazione irachena
avrebbe causato decine di
morti nel carcere della città
usato come base dai
fondamentalisti.
Lorenzo Cremonesi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Esteri 13
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
La tregua
e le macerie
Il reportage
Ogni vittima civile è una tragedia, Hamas ne è responsabile
Benjamin Netanyahu, premier israeliano
Gli Usa e il terrore
Trincee abbandonate, sabbia, rovine. Oltre ai bossoli, i militari hanno lasciato scatolette di tonno e olive della Galilea
File segreti
trafugati
C’è un nuovo
Snowden?
DAL NOSTRO INVIATO
Distruzione Un gruppo di palestinesi cammina fra le rovine di Shajaiya, uno dei quartieri più colpiti di Gaza City (foto Reuters / Finbarr O’Reilly)
Via i soldati, Gaza prova a ripartire
È già lotta tra Hamas e Abu Mazen
Il premier israeliano Netanyahu: ricostruzione in cambio del disarmo
IL BILANCIO
23
morti
8 luglio: inizio dell’operazione «Margine protettivo»
17 luglio: inizio dell’offensiva di terra
H = ospedale
Gaza
City
= i bombardamenti più gravi
3.356
razzi lanciati da Gaza
Deir al-Balah
H
16
morti
Palestinesi sfollati
250.000
Israeliani morti
1.814 67
H
10
morti
Dahanya
km
H
Palestinesi uccisi
Khan Yunis
Rafah
Beit Lahiya
Beit Hanoun
ISRAELE
H
STRISCIA
DI GAZA
H
H
H
Shajaiya
32
tunnel di Hamas distrutti
Valico
di Erez
Jabaliya
= campi profughi
= scuole colpite
E G I T T O
RAFAH — Ashouka, la Spina, è orti che provano a nascondere il deserto, baracche che non possono nascondere la povertà. Questo villaggio sta a un paio di chilometri dal
confine con Israele. Case basse, poche sono costruite in muratura, qui
Rafah ritorna nomade, perde le pretese di città. Il palazzotto di Ali AlShur è stato trasformato in trincea
temporanea dalle truppe, per arrivare alla porta d’ingresso al primo piano non c’è bisogno di prendere le
scale, basta salire la montagnola di
sabbia innalzata dalle ruspe per proteggere i soldati israeliani dietro le
finestre. Hanno lasciato indietro
scatolette di tonno, fagioli, olive della Galilea e altro metallo svuotato:
bossoli di mitragliatrice, proiettili
da 402 mm.
Una settimana fa Tsahal ha temuto che uno dei suoi fosse stato catturato tra i vicoli della Spina. Il sottotenente Hadar Goldin, 23 anni, è morto in una delle gallerie scavate sotto
a questi campicelli ormai arati dai
cingolati dei carrarmati. La ricostruzione dell’esercito racconta che i miliziani sono sbucati da una galleria,
uno di loro si è fatto esplodere, ha
ucciso due soldati, gli altri hanno
cercato di trascinare nel buco Goldin o quel che ne restava. I comandanti hanno dato l’ordine di applicare la «dottrina Annibale», colpire
con ogni mezzo il commando in fuga anche a rischio di uccidere
l’ostaggio.
La casa dell’agguato non è raggiungibile. Ali indica le macerie attraverso la voragine nella parete del
soggiorno. «Non possiamo avvicinarci, due agenti dell’intelligence di
Hamas mandano via chiunque provi
a raggiungere quella galleria» spiega. E’ tornato a quel che resta della
sua villetta solo ieri, temeva che la
tregua non reggesse, troppe volte
era stata annunciata per poi durare
poche ore, durante i ventinove giorni di guerra si è rifugiato in una delle
scuole delle Nazioni Unite. Con i figli
recupera quel che non è stato distrutto dall’ultimo tiro di artiglieria:
«Quando i soldati sono andati via
l’hanno demolita».
La bandiera gialla di Fatah e la foto di Abu Mazen assieme a Yasser
Arafat stanno appese come una provocazione sulla tenda funebre di Abdel Al Baset Abu Helal. Non le esibiva da sette anni, da quando i fondamentalisti di Hamas gli hanno imposto di non indossare più la divisa
delle forze palestinesi e lo hanno relegato a una vita da pensionato più o
meno agli arresti domiciliari (anche
se continua a ricevere lo stipendio
da Ramallah). La morte del figlio toglie speranza, ridà coraggio. Lavorava come volontario nella scuola dell’Unrwa, l’organizzazione Onu per i
rifugiati palestinesi, è stato ammazzato cinque giorni fa dall’esplosione
di un missile israeliano sparato per
eliminare tre miliziani della Jihad
Islamica.
«Speriamo che questa guerra almeno riporti Abu Mazen a Gaza: de-
DAL NOSTRO INVIATO
6,5
72%
dei quali civili
Fonti Onu
(Secondo Israele sarebbero
circa 900 i miliziani uccisi)
64 soldati
3 civili
Fonti dell’esercito
israeliano
ve ritornare a essere il presidente di
tutti i palestinesi, non solo in Cisgiordania».
Mukhaimer Abu Saada insegna
Politologia all’università Al Azhar,
fondata da Fatah. Ammette che Hamas abbia riconquistato popolarità
con le operazioni attraverso i tunnel,
gli attacchi dentro a Israele, i 64 caduti tra i soldati. «La gente però sta
già chiedendo se ne sia valsa la pena.
La distruzione, i quasi 1.900 morti...
Per ottenere quale risultato?». Hani
Basous è uno studioso dell’ateneo
islamico, finanziato da Hamas. «Le
sanzioni economiche e la chiusura
dei valichi avevano messo in difficoltà il movimento, gli abitanti erano al limite della sopportazione. La
scelta di rinunciare al governo, di
tornare agli interventi sociali e infine lo scontro militare hanno ridato
sostegno al movimento. D’ora in
avanti Hamas resterà fuori da ogni
coalizione politica, hanno preso la
strada esclusiva della resistenza».
La scuola dell’Unrwa sulla strada
tra Khan Yunis e la città di Gaza ha
accolto tremila palestinesi in fuga
dalle aree dei combattimenti, dopo
la tregua sono andati via quasi tutti,
in 700 non hanno dove tornare. «I
tre piani dove vivevamo tutti insieme sono stati distrutti» dice Abed Al
Samad Masri». Fa da portavoce al
clan, gli uomini lavoravano in Israele prima della chiusura dei valichi,
sono disoccupati, abitano sul confi-
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ne. «Nessuno è venuto a rassicurarci, non sappiamo se ci saranno i soldi per risarcirci. In queste settimane
le autorità palestinesi non si sono
fatte vedere».
Al Cairo le delegazioni stanno negoziando un’intesa che permetta di
riportare la calma. I mediatori egiziani sembravano aver ottenuto
un’estensione della tregua fino a lunedì, ma Hamas non ha accettato.
L’annuncio su un tweet di Moussa
Abu Marzuk, il numero due del movimento. A Gerusalemme il premier
In Egitto
Al Cairo le due delegazioni
non raggiungono l’intesa
per estendere, fino
a lunedì, il cessate il fuoco
Benjamin Netanyahu convoca i giornalisti stranieri per quella che sembra una conferenza stampa di fine
guerra. Ribadisce: «La comunità internazionale deve legare la ricostruzione al disarmo di Hamas, che
sfrutta i morti tra la popolazione come strumento di pubbliche relazioni. Siamo dispiaciuti per ogni singola vittima civile e pronti ad accettare
un ruolo di Abu Mazen a Gaza».
Davide Frattini
@dafrattini
NEW YORK — C’è un nuovo
Edward Snowden che sta
trafugando documenti top
secret dell’intelligence
americana? Il sospetto negli
Stati Uniti è forte dopo che il
sito The Intercept fondato da
Green Gleenwald — il
giornalista che ha pubblicato le
migliaia di file copiati dall’ex
contractor della Nsa svelando il
sistema di sorveglianza di
massa antiterrorismo — ha
reso noto che gli Stati Uniti
hanno compilato una lista di
680 mila «potenziali terroristi»,
20.800 dei quali cittadini
americani o stranieri residenti
nel Paese. Altre 320 mila
sarebbero comprese in una più
ampia lista di persone sospette,
portando a circa 1 milione il
numero dei potenziali
terroristi. Gli elenchi
verrebbero alimentati anche
con informazioni acquisite
dalla Cia attraverso un
programma finora
sconosciuto, «Hydra», che
consente di accedere
segretamente ai database di
Paesi stranieri. A far pensare a
un nuovo caso Snowden è la
circostanza che i documenti del
National Counterterrorism
Center pubblicati da
Greenwald sono aggiornati al
novembre 2013, dunque a
diversi mesi di distanza dalla
fuga di Snowden in Russia.
Dopo aver lasciato il Guardian,
il 47enne giornalista
americano, ex avvocato, che
vive e lavora a Rio de Janeiro,
ha lanciato a febbraio la testata
online The Intercept insieme al
fondatore di eBay, Pierre
Omidyar. Ieri Greenwald non
ha voluto confermare né
smentire l’esistenza di una
nuova fonte. I documenti sono
classificati come «segreti» e
«noforn», cioè da non
condividere con i Paesi alleati.
Il dato più allarmante, secondo
The Intercept, è che circa il 40%
dei sospetti terroristi del
Terrorist Screening Database
(Tsdb) non è ricondotto ad
alcun gruppo terroristico. Tra
le organizzazioni conosciute,
Al Qaeda è la più numerosa con
73 mila sospetti affiliati in Iraq
e altri 50 mila in altri Paesi. I
talebani schedati sono 62 mila,
gli appartenenti ad Hamas 21
mila e altrettanti quelli a
Hezbollah. Ad altri gruppi
terroristici non specificati
appartengono quasi 93 mila
soggetti. Da questi elenchi
viene tratta la lista dei soggetti
da porre nella «no fly list», oggi
cresciuta fino a 47 mila nomi, o
quelli da controllare con
particolare attenzione agli
imbarchi in aeroporto.
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,62 + € 0,78; ven.
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La tiratura di mercoledì 6 agosto è stata di 445.041 copie
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14
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
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Le foreste europee sono il 30% in
più rispetto al 1950*.
In pratica, ogni anno sono cresciute
dell’equivalente di 1 milione e
mezzo di campi da calcio.
Inoltre la fibra di cellulosa può
essere riciclata fino a 7 volte. E con
2.000 chili riciclati al secondo**,
la carta è il materiale più riciclato
in Europa. Lunga vita alla carta!
* elaborazione Two Sides su dati FAO 2010;
(Le foreste europee forniscono l’88% del
legno usato per fare la carta in Europa)
** fonte ERPC 2010
Two Sides è un’iniziativa della
comunicazione su carta e promuove
la produzione e l’uso responsabile
della carta e della stampa.
Per saperne di più visita:
www.twosides.info/it
il lato
verde
della
carta
Esteri 15
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Dopo le sanzioni Ue Bloccate o ridotte le merci straniere, a rischio vino e pasta dall’Italia. I pericoli di un ritorno all’autarchia sovietica

Putin sfida l’Europa:
stop alle importazioni
di prodotti agricoli
E Boris corre
per il Parlamento
(sognando
Downing Street)
Truppe russe alla frontiera ucraina
MOSCA — Sale sempre di
più la tensione tra la Russia e
l’Occidente con il Cremlino
che ammassa ventimila soldati alla frontiera ucraina e
blocca o riduce le importazioni di prodotti agricoli europei
e americani. Un ritorno all’autarchia di tipo sovietico che
potrebbe anche rivelarsi un
clamoroso autogol, visto che
il Paese produce molto poco e
compra all’estero gran parte
dei beni di consumo. Tanto
che qualcuno già ipotizza di
vedere tra breve i negozi con
gli scaffali vuoti, come 25 anni fa.
Intanto nella città ribelle di
Donetsk, quasi assediata dalle
truppe governative ucraine, ci
sono stati bombardamenti
aerei e si annunciano violenti
combattimenti, con centinaia
di civili che ancora non hanno potuto allontanarsi. La Nato teme che Vladimir Putin
voglia approfittare di una
probabile crisi umanitaria per
invadere l’Ucraina dell’Est
con i suoi uomini che vestirebbero i panni delle truppe
di pace. Ma alla frontiera,
sempre secondo l’Alleanza
Atlantica, ci sarebbero carri
armati, artiglieria, sistemi di
difesa aerea, forze speciali e
aerei da combattimento.
L’annuncio delle controsanzioni è arrivato ieri dopo
che da giorni le autorità sanitarie russe avevano iniziato a
colpire con varie scuse i prodotti europei: le mele polacche a causa di un presunto
contenuto di nitrati; un bourbon americano accusato di
provocare alterazioni del sistema nervoso, di quello endocrino, nonché malattie oncologiche e problemi di sterilità. Ma Putin voleva fare di
più e ha dato mandato ai suoi
tecnici di studiare misure più
I settori colpiti
Le mele polacche
1
Le mele e il sidro della
Polonia sono stati i primi
prodotti di cui è stato
sospeso l’import.
I polacchi l’hanno presa
con ironia e hanno
postato sui social network
una valanga di selfie in cui
si mostravano mentre
addentavano un frutto
I polli dagli Usa
2
Ieri l’Agenzia russa per
il controllo veterinario
e fitosanitario ha
annunciato il bando
all’importazione di polli
dagli Stati Uniti. Nel 2013
il valore complessivo
dell’import russo dagli
Usa è stato di 43 miliardi
di dollari
Le produzioni baltiche
3
Nella lista dei prodotti
banditi anche carne suina
proveniente dai Paesi
baltici, soia ucraina
e frutta prodotta in
Moldova. In tutti i casi
le decisioni sono state
motivate da ragioni
sanitarie, a protezione
del consumatore
Il Made in Italy
4
Si temono effetti anche
sull’export italiano.
A essere penalizzati
potrebbero essere
innanzitutto vini, pasta
e prodotti ortofrutticoli,
le cui esportazioni hanno
già subito pesanti cali
dall’inizio della crisi
ucraina
incisive. Così si sta pensando
al divieto di sorvolo della Siberia per le compagnie europee e americane. Ma la misura
è ancora ferma perché costerebbe almeno 300 milioni di
dollari all’Aeroflot che incassa
i diritti.
Per le importazioni c’è un
vastissimo panorama, visto
che da quando si è sciolta
l’Unione Sovietica il Paese
produce pochissimo. Il 55%
dei beni strumentali, delle
auto e dei prodotti ad alta tecnologia viene dall’estero. Poi
ci sono la chimica (31%) e i
prodotti farmaceutici. Sanzioni in questo campo sarebbero disastrose per il Paese e
quindi gli esperti hanno consigliato di ripiegare sull’agroalimentare e sulle materie
prime.
Ma la cosa non sarà comunque indolore sia per i
consumatori che per l’economia, con la possibilità di una
forte ripresa dell’inflazione.
Oltre ai prodotti di alta gamma che vengono tutti dall’estero, anche generi essenziali sono importati. La carne
di manzo e quella di maiale;
pollame, pesce, formaggi (il
50%), latte, frutta, zucchero.
Nei prossimi giorni la Russia
cercherà di sostituire l’import
europeo e americano con
prodotti, come la carne, provenienti dal Sud America,
Brasile in particolare.
Complessivamente si tratta
di oltre 35 miliardi di euro, di
cui un miliardo, secondo alcune fonti, verrebbe dall’Italia. Noi vendiamo soprattutto
vino, pasta, ortaggi e frutta.
Per prudenza, Putin ha ordinato al governo di stabilire
quali saranno i prodotti da
bloccare e quali solo da contingentare, in modo da non
far aumentare troppo i prezzi
di FABIO CAVALERA
I
e da non creare problemi ai
consumatori. Compito assai
arduo, vista la situazione. E’
così possibile che al di là dell’effetto annuncio, il boicottaggio sarà assai limitato.
In ogni caso la nuova iniziativa, assieme all’esibizione
di forza alla frontiera con
l’Ucraina, ci dice che il presidente russo non ha alcuna intenzione di abbandonare gli
indipendentisti. Anzi, tutto
sembra indicare la volontà di
alzare la posta di fronte alle
nuove sanzioni occidentali.
Fabrizio Dragosei
Ieri e oggi
Il presidente
russo Vladimir
Putin, 61 anni,
a Mosca
(Reuters)
l biondo cinquantenne Boris Johnson, il
sindaco di Londra che annuncia di
lanciarsi nella campagna del 2015 per
ritornare in Parlamento e per scalare la
leadership tory, è il più naïf fra i
conservatori. Ma, del resto, non può essere
che così visto che in lui si incrociano
ascendenze turche (il trisnonno Ali Kemal fu
ministro nell’impero ottomano), tedesche,
francesi e americane (Boris è nato a New
York e fino al 2006 è rimasto cittadino
statunitense). Un’interessante condivisione
di culture che gli regala molte passioni
intellettuali e virtù: adora la storia di
Roma, declama in latino (che vorrebbe fosse
insegnato sin dalle elementari), è lestissimo
nelle battute (il «Borisismo»), va in ufficio
in bicicletta (rischiò di essere travolto da un
tir), è poco formale nonostante l’educazione
severa di Eton e di Oxford dove ebbe una
infatuazione per i socialdemocratici prima
di sposare i tory. Boris Johnson però è anche
un grande bugiardo. Il più simpatico fra
tutti i grandi bugiardi. Ma se non lo fosse,
di natura, non sarebbe neppure diventato
un bravo giornalista (ex corrispondente da
Bruxelles per il Daily Telegraph). Nel 2008,
abbandonando i Comuni per conquistare
Londra, aveva giurato che mai e poi mai
avrebbe aspirato a cariche più alte. E replicò
nel 2012, vincendo per la seconda volta. Poi,
ancora, ogni anno il solito ritornello.
Dicendo: non sgambetterò David Cameron.
Adesso, in contropiede, Alexander Boris de
Pfeffel Johnson (è il suo nome per intero) va
alla carica e nel 2015 correrà per
Westminster, passo iniziale per provare a
prendersi la leadership tory. Cameron ha
accolto l’annuncio con fairplay: «Magnifico,
in campo voglio solo fuoriclasse». Già ma il
fuoriclasse punta a diventare capitano a
Downing Street. Durante la visita di Renzi a
Londra, in primavera, Boris l’euroscettico
aveva ammesso: «Se tu, sindaco di Firenze,
sei diventato premier, pure io che sono
sindaco della quarta città italiana, visto il
numero dei residenti italiani a Londra,
posso farci un pensierino». I colleghi inglesi
non lo avevano sentito. E pensare che era
stato, per una volta, sincero.
@fcavalera
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Argentina Estela Carlotto ritrova il bambino strappato alla figlia Laura, desaparecida, durante la dittatura. «Lei dal cielo mi dice: la battaglia l’hai vinta tu»
La nonna di Plaza de Mayo e il nipote. L’abbraccio atteso 36 anni
«Kirchner ha chiamato, abbiamo pianto»
E si «commuove» anche papa Francesco
Alla fine, dopo tanto cercare, è
stato lui a trovarla. Aveva una famiglia, un lavoro, una vita consolidata nella provincia argentina.
Ma lo agitavano dubbi, alimentati
dalle rivelazioni di un conoscente:
«Non sei figlio dei tuoi genitori».
A 36 anni appena compiuti, allora, ha mandato un’email, ha fatto
un test del Dna, e ha scoperto di
chiamarsi Guido Montoya Carlotto. Il bambino ritrovato numero
114 è il nipote della presidente
delle Abuelas, le nonne di Plaza de
Mayo, la più conosciuta delle
donne in lotta per la verità sui desaparecidos, Estela Carlotto.
«Per fortuna ho appena fatto un
controllo al cuore — la prima dichiarazione della nonna, nel suo
stile leggero — e va tutto bene.
Ora voglio toccarlo, guardarlo in
faccia. La sua sedia non sarà più
vuota, i portaritratti avranno la
sua foto». Quella di un giovane
uomo che finora s’è chiamato
Ignacio Hurban, cresciuto in campagna, a Olvarria, musicista.
Ignaro per decenni, ma probabilmente già incuriosito dalla ricerca
delle Abuelas: di lui si sa che ha
partecipato a uno dei Concerti per
l’Identità organizzati dagli attivisti.
«Si è compiuta la nostra profezia — le parole di Estela — sarebbero stati loro a venirci incontro».
Un cambio di strategia degli ultimi quindici anni. Se alla fine della
dittatura si cercavano bambini e
le tattiche di avvicinamento erano
molto delicate, negli anni Duemi-
la si sperava di incontrare adulti
spontaneamente attirati dallo
slogan: «Sai chi sei?». Ignacio, al
termine del suo percorso cominciato a giugno, l’ha scoperto l’altro ieri, dalla voce della zia, Claudia Carlotto, responsabile della
Commissione Nazionale per il diritto all’Identità: «Sei il nipote di
Estela. E sei anche mio nipote».
Poco dopo alla nonna è arrivata
la telefonata della presidente della
Repubblica, Cristina Kirchner,
che la conosce bene da anni: è
sotto il mandato del marito, il defunto Nestor, che Buenos Aires ha
Leader Estela Carlotto, 84 anni, è la presidente delle Abuelas di Plaza de Mayo
cambiato rotta riaprendo i conti
con i golpisti. «Dimmi se è vero»
ha chiesto Cristina a Estela, «e poi
abbiamo pianto assieme». «Commosso» l’argentino Papa Bergoglio.
Non è un lieto fine scontato,
l’emozione è autentica. Estela,
che ha 84 anni, ha visto molte
compagne di lotta non farcela:
«Non volevo morire anch’io senza
riabbracciarlo». Negli elenchi
delle Abuelas mancano oltre trecento bambini, oggi trentenni,
partoriti negli anni della dittatura
(1976-83) da giovani madri sequestrate in carceri illegali e poi
fatte sparire, quindi dati in adozione a famiglie vicine al regime.
E’ la vicenda di Laura, tra le tante, primogenita della maestra elementare Estela e del commerciante di vernici Guido, studentessa di
Storia all’Università di La Plata,
militante dei montoneros, i peronisti di sinistra che al colpo di Stato si danno alla clandestinità e diventano i primi bersagli della repressione. Laura scompare. In
quei mesi di dittatura non è ancora chiara la fine che fanno i detenuti. Ma quel poco che emerge è
inquietante. Dalla tranquillità
della media borghesia di provincia Estela, come tante delle Madri,
viene trascinata in un percorso
La famiglia
La figlia
Laura Carlotto, figlia di Estela, è
stata arrestata durante la dittatura
e l’avrebbero vista partorire in cella
nel giugno del 1978
Il nipote ritrovato
Ignacio Hurban, 36 anni,
tastierista e compositore:
la madre lo aveva chiamato
Guido come il nonno
che non avrebbe mai immaginato. Gli incontri, le petizioni, il giro
attorno all’obelisco della Plaza de
Mayo, «e io tremavo come una foglia». Una donna le racconta di essere stata sequestrata con Laura:
«E’ incinta, se è maschio lo chiamerà Guido». Impossibile avere
risposte ufficiali, si procede così,
raccogliendo le testimonianze dei
pochi sopravvissuti: un uomo,
poi una coppia, sostengono di
aver visto Laura partorire, un maschio, nel giugno del 1978, Guido.
La ragazza è morta, in uno scontro a fuoco, mentono i golpisti,
eccezionalmente il corpo viene
consegnato alla famiglia. Che dopo la dittatura, lo fa riesumare per
avere la conferma: ha partorito. La
ricerca di Estela si rafforza.
L’aveva detto Laura: «Mia madre non dimenticherà quello che
mi hanno fatto e li perseguiterà».
Bambini ritrovati, decine di processi, una sentenza anche a Roma,
grazie alle origini italiane dei Carlotto. «Io non perseguo altro che
la giustizia, la verità e l’incontro
con i nipoti — dice adesso la donna — E Laura dal cielo mi starà dicendo: la battaglia l’hai vinta tu».
Alessandra Coppola
@terrastraniera
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16
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Cronache
La contestazione Invitato a un master di criminologia. L’ex comandante: «Solo un parere tecnico sulla scorta della mia professionalità»
La vicenda
Ex comandante
Francesco Schettino sotto processo
per il naufragio
della Costa
Concordia
di ALDO CAZZULLO
«Il mondo intero cammina sulla testa, dei ciechi conducono altri ciechi e li
fan precipitare negli abissi, gli uccelli si
lanciano prima di aver preso il volo,
l’asino suona la lira, i buoi danzano,
Maria non ama più la vita contemplativa e Marta non ama più la vita attiva,
Lea è sterile, Rachele ha l’occhio carnale, Catone frequenta i lupanari»; e
Schettino insegna all’università.
Nel mondo — o almeno nell’Italia —
alla rovescia, è dato anche questo: il
simbolo del disastro più grave della nostra storia recente sale in cattedra in un
seminario, nell’ambito di un master in
scienze criminologiche organizzato da
un docente della più grande università
italiana, la Sapienza di Roma. È succes-
L’assurdo caso di Schettino
che sale in cattedra
so il 5 luglio scorso, nel Circolo dell’Aeronautica, vicino alla sede dell’università, davanti a studenti imbarazzati.
L’ha rivelato La Nazione. Dopo la farsa,
ieri è andato in scena lo psicodramma
delle reazioni: il rettore Frati incredulo,
la ministra Giannini sconcertata, vari
parlamentari indignati tra cui si segnalano per prontezza quattro senatori alfaniani, che firmano una nota vibrante
subito seguiti da colleghi di ogni partito. Si diffonde la voce che Schettino
avrebbe tenuto una lezione sulla «gestione del controllo del panico». Il dettaglio stimola la creatività dei social
network, su cui si accende una gara di
similitudini: «Grillo apre una scuola
guida, Berlusconi un asilo per le fanciulle», «Cicciolina docente alle Clarisse» (questa è di Maurizio Gasparri),
«Carlo Conti illustrerà i rischi delle
lampade abbronzanti», «Renzi darà lezioni d’inglese», «Dracula terrà un corso sull’anemia» (questa è del capo della
protezione civile Franco Gabrielli, che
pure avrebbe altro da fare). Schettino
sulle prime tace. Indimenticabile l’intervento di uno dei suoi legali, avvocato
Domenico Pepe: «Il comandante Francesco Schettino è persona in gamba e
capace, quindi in grado di gestire situazioni difficili e di panico, come ha am-
La tragegia
La notte di venerdì 13
gennaio 2012, intorno
alle 21.45, la Costa
Concordia, con a bordo
3.216 passeggeri di 63
nazionalità (tra cui
989 italiani)e un
equipaggio di 1.013
persone, urta nelle
acque dell’Isola del
Giglio uno scoglio.
L’impatto provoca
l’apertura di una falla
lunga 75 metri sul lato
sinistro. La nave si
arena su uno scalino
roccioso , imbarca
acqua e si piega.
L’incidente provoca la
morte di 32 persone,
più un sommazzatore
durante la fase di
recupero
Il processo
Francesco Schettino, il
Lezione sul panico. Interviene il ministro
piamente dimostrato».
Interviene a questo punto il criminologo che l’ha invitato al seminario, professor Vincenzo Mastronardi, e precisa
che non si è trattato di una lectio magistralis ma di un breve intervento —
meno di una decina di minuti —, per
commentare un video in 3D che ricostruiva il naufragio della Concordia. Secondo il luminare, Schettino ha sostenuto di non essere «scivolato dalla nave» ma di essere «letteralmente preci-
pitato su una lancia»; dopo la telefonata
di De Falco avrebbe cercato di tornare a
bordo, «ma anche la lancia aveva dei
problemi, si stava sgonfiando»; e comunque «se avessi dato l’ordine di gettare le ancore sarebbero morti tutti»,
Gli altri casi
L’ex br Curcio
a Bologna
Il dietrofront
di Valerio Morucci
Stefano Delle Chiaie Contrasti per l’arrivo
contestato a Cosenza di Sofri a Macerata
1
2
3
Nel 2007 l’arrivo di
Renato Curcio, uno
dei fondatori delle Br,
all’università di
Bologna provoca
malumori. Anche
l’allora sindaco
Cofferati è contrario
L’ex brigatista, Valerio
Morucci, coinvolto nel
sequestro di Aldo
Moro, viene invitato
nel 2009 alla
Sapienza di Roma.
Ma dopo le polemiche
arriva il dietrofront
Stefano Delle Chiaie,
fondatore di
Avanguardia
Nazionale, viene
contestato nel 2012
a Cosenza durante
la presentazione
del suo libro
4
Polemiche precedono
l’arrivo di Adriano
Sofri, condannato
per l’omicidio
del commissario
Calabresi,
nel 2013 all’ateneo
di Macerata
comandante della
nave, (nella foto,
durante una festa a
Ischia il mese scorso)
finisce in carcere e in
seguito ai domiciliari.
Misura tramutata poi
in obbligo di dimora e
poi revocata.
Attualmente è l’unico
imputato nel processo
in corso a Grosseto. A
luglio è iniziato
l’ascolto dei periti del
tribunale e dei
consulenti delle parti. A
settembre sarà la volta
dei consulenti medici.
Presumibilmente, la
sentenza arriverà nella
prima metà del
prossimo anno
perché la nave sarebbe affondata in alto
mare anziché adagiarsi vicino alla riva.
Ma perché non fu dato subito l’allarme?
Perché «a Civitavecchia erano salite
seicento persone che non avevano ancora ricevuto la formazione per le
emergenze», quindi era inutile allarmarle. In ogni caso, ricorda il professor
Mastronardi, «Schettino è da ritenersi
innocente fino al terzo grado di giudizio». Il rettore si dichiara insoddisfatto
delle spiegazioni e deferisce il professor
Mastronardi al Comitato Etico. La procura di Grosseto annuncia di voler acquisire l’audio «per verificare eventuali
dichiarazioni di interesse per il processo in corso». A questo punto, nel pomeriggio, interviene Schettino in persona:
«Ribadisco che il mio è stato un intervento tecnico sulla scorta delle mie conoscenze e della professionalità acquisita in tanti anni di servizio». Sipario.
Resta un fatto che il comandante e i
suoi volenterosi
a v vo c a t i n o n
potranno smentire: al di là delle
responsabilità
penali, che spetta alla magistratura accertare ed
eventualmente
sanzionare,
Schettino — la
sua figura, non
la sua persona
— è diventato in
questi anni una maschera di alcuni vizi
italici: la faciloneria, l’inadeguatezza, la
corsa a evitare le responsabilità. E nella
nave finita sugli scogli è stata inevitabilmente vista l’immagine di un Paese
in crisi (non a caso, quando il relitto fu
recuperato Mentana scrisse su Facebook: «Vediamo chi sarà il primo, politico o giornalista, a usare la Costa Concordia come metafora per frasi tipo “ora
raddrizziamo la nave Italia”». La competizione fu vinta da Saviano). Il naufragio del Giglio ha già fatto sin troppo
male alla nostra autostima e all’immagine del nostro Paese del mondo. Dell’intervento di Schettino al seminario
della Sapienza si potrebbe anche tacere,
forse persino sorridere. Se non fosse
per i trentadue morti e per le loro famiglie, che chiedono giustizia e richiamano ognuno a responsabilità da cui non
è possibile né pensabile fuggire.
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L’organizzatore Il docente: «I suoi legali hanno chiesto di esserci, speravo che lui non venisse. Giusto il deferimento fatto dal rettore, così chiarirò tutto»
«Ho sbagliato, ma l’ho invitato per par condicio»
Mastronardi: l’ho fatto parlare 5 minuti
Ho avuto paura che tutto degenerasse
«Lo scriva che non era una Lectio
magistralis, che non è salito in cattedra:
è stato un semplice intervento, persino
breve. Non ho cronometrato, ma il comandante avrà parlato per 5-7 minuti».
Il professor Vincenzo Maria Mastronardi, titolare della cattedra di Psicopatologia forense della Sapienza — noto
criminologo del caso Cesaroni e autore
delle perizie su Pietro Maso e Rudy
Guede — si difende dalle accuse che gli
sono piovute addosso per la presenza di
Francesco Schettino al seminario da lui
organizzato.
Ha fatto infuriare il rettore Luigi
Frati che l’ha mandata letteralmente
«a quel paese» e l’ha deferita al Comitato etico.
«Il deferimento è giusto, lo avrei fatto anche io al suo posto: servirà a chiarire la vicenda nei prossimi giorni».
Cosa dirà al rettore?
«La Sapienza non c’entra niente. Il
seminario è un’iniziativa del Centro
sperimentale cineteatrale di criminologia e si è svolto fuori dalle aule (il Circo-
lo della casa dell’aviatore che si trova a
poca distanza dalla città universitaria,
ndr)».
Perché allora nella locandina
c’era il logo della Sapienza?
«Ribadisco, era un ciclo di incontri
collaterali. Ha ragione il rettore Frati a
prendere le distanze».
Professore, ammetterà di aver
sbagliato a chiamare Schettino.
«Ho commesso un errore, ma sono
stato vittima degli eventi».
In che senso?
«Mi accusano di averlo invitato a
parlare, ma in realtà non è stata una mia
idea. È lui che, saputo dell’iniziativa, ci
ha contattato attraverso i suoi legali
chiedendo di poter intervenire per una
sorta di par condicio».
Cosa c’entra la par condicio?
«Nella giornata conclusiva del seminario, il 5 luglio, si parlava dei grandi
casi di cronaca, con una sessione sul
Al seminario Vincenzo Mastronardi (a
destra) con l’ingegnere Ivan Paduano
Le ricerche dell’ultimo disperso
Concordia, trovate ossa e un teschio
Il relitto della Concordia restituisce i resti di una delle
vittime. Ieri i sommozzatori dei vigili del fuoco al lavoro
all’interno della nave, in sicurezza nel porto di Genova,
hanno individuato sul ponte 3 parti di un teschio e
alcuni resti ossei. La Procura di Genova ha acquisito
quanto ritrovato per disporrre l’esame del Dna e
procedere all’identificazione. Sono stati avvertiti i
famigliari di Russel Rebello, il cuoco indiano il cui corpo
non è ancora stato ritrovato, la trentaduesima vittima, e
quelli di Maria Grazia Trecarichi. Il corpo dell’insegnante
siciliana, morta nel naufragio della Concordia, venne
straziato, perciò non si esclude che le parti del teschio
possano appartenere a lei. Le ricerche di vigili del fuoco
e guardia costiera continueranno nei prossimi giorni
anche nel ponte 1 tutt’ora semisommerso (e. d.).
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giornalismo investigativo e una serie di
ricostruzione in 3D, dall’omicidio di
Meredith Kercher al naufragio del Giglio, curate dall’ingegnere Ivan Paduano. Schettino temeva che da queste analisi potessero derivare danni alla sua linea difensiva. Fino all’ultimo, se lo vuole sapere, ero convinto che non
venisse...».
Il nome di Schettino, però, era
scritto nero su bianco sul programma del seminario «Dalla scena del
crimine al profiling»?
«Credevo che sarebbero venuti solo
gli avvocati e sono rimasto sorpreso
quando me lo sono trovato davanti. Una
volta lì cosa dovevo fare? Non le nego,
però, l’imbarazzo da parte di tutti noi».
Cosa ha detto l’ex comandante?
«È stato un breve intervento tecnico,
per ribadire la sua professionalità anche
nella gestione del panico in quel momento di crisi»
Ha detto davvero così?
«Sì e ha aggiunto che se avesse dato
ordine di buttare le ancore sarebbe state
un’ecatombe: la nave sarebbe colata a
picco troppo lontana dalla riva».
La procura di Grosseto ora vuole
verificare se Schettino abbia fatto
dichiarazioni interessanti per il pro-
cesso.
«L’ex comandante e i suoi legali sono
intervenuti con grande discrezione.
Nessuno ha mai prevaricato, né anticipato il dibattimento»
Ma ci sarà stato qualcuno che ha reagito? Ci sarà stata qualche obiezione?
«I partecipanti al seminario, una sessantina in tutto, hanno chiesto perché
si fosse avvicinato così tanto agli scogli
del Giglio, perché avesse fatto quell’inchino. Ho avuto paura che la situazione

Diploma
Nessun diploma,
gli abbiamo dato
soltanto un attestato
di partecipazione
degenerasse e ho chiuso la discussione
velocemente».
C’è chi ha scritto che Schettino sia
uscito dal seminario col diploma...
«Ci mancherebbe altro: quello era
solo un attestato di partecipazione».
Carlotta De Leo
carlottadeleo
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Cronache 17
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Fiumicino Continua lo sciopero bianco degli addetti ai bagagli
La testimonianza
Le valigie abbandonate
spedite a Malpensa
per restituirle ai turisti
«Non ci
hanno dato
notizie»
Nervosismo, pianti, panico
incontrollato. Chi in questi
giorni è transitato dall’aeroporto di Fiumicino si è reso
conto di quante difficoltà ha
creato lo sciopero dei «facchini». Decine di carrelli con centinaia e centinaia di bagagli, in
media trenta per ogni carrello,
rimasti ammucchiati nei padiglioni dello scalo. Aurelia Caramia (foto in basso) ne sa
qualcosa. Lei vive a Milano con
la sua famiglia e per quest’anno ha deciso di dividere a metà
le vacanze estive: qualche giorno in Puglia assieme ai parenti, il resto ad Alghero, in Sardegna. «Ma martedì — racconta
— è stata una giornata da dimenticare. Siamo partiti da
Bari e abbiamo fatto scalo a
Fiumicino prima di imbarcarci
per Alghero. Non solo l’aereo è
partito con tre ore di ritardo
rispetto all’orario previsto ma
all’arrivo in Sardegna abbiamo
trovato la “sorpresa”: le nostre
valigie non erano proprio state
Il ministro Lupi: protesta intollerabile
Le prime centinaia di valigie disperse sono partite con i
corrieri verso gli aeroporti italiani. Altre migliaia potrebbero a breve prendere il volo a
bordo di aerei cargo con destinazione Malpensa, dove poi
saranno smistate. Sono solo
alcune delle contromisure
prese da Alitalia per limitare i
2.171
Gli esuberi previsti dal nuovo
piano di salvataggio di
Alitalia. Alcune centinaia
riguardano gli addetti ai
bagagli
Emergenza Bagagli fermi al terminal 1 di Fiumicino
14.000
Le valigie ancora ferme a
Fiumicino. Grazie
all’intervento di una forza
d’emergenza ieri ne sono
state spedite a destinazione
un migliaio

danni del «caos-valige», che
negli ultimi giorni ha messo
in ginocchio l’aeroporto di
Fiumicino. Ma ci vorrà ancora
molto tempo per smaltire
l’enorme montagna di bagagli
(intorno ai 14 mila colli), che
giacciono negli hangar dello
scalo capitolino. Almeno dieci
giorni, secondo le stime. E
questo solo se la mobilitazione degli operai della compagnia italiana si fermerà.
«Non stiamo protestando,
quindi non si può parlare di
precettazione, stiamo solo applicando le norme di sicurezza alla lettera, come dovrebbe
essere sempre fatto», continuano a ripetere i facchini e
gli addetti di pista dell’handler che confermano la rivolta
silenziosa a oltranza, finché
dai 2.171 esuberi previsti dall’accordo con Etihad non sarà
cancellato il loro reparto. La
protesta quindi continua, anche se i ritmi di lavoro sono
aumentati. «Qui si parla del
destino di centinaia di famiglie, le nostre, senza padri che
portano gli stipendi a casa»,
spiegano. Più calma, almeno
all’apparenza, la situazione a
Fiumicino. Sono diminuite le
attese per il ritiro bagagli(ol-
tre l’ora negli ultimi giorni),
mentre i ritardi si sono registrati ancora per i voli Alitalia.
E intanto, in giro per il mondo, ci sono invece le migliaia
di vacanzieri orfani di valigie,
che forse rivedranno ormai al
ritorno a casa. Ieri allo scalo è
sbarcata, senza problemi, anche la squadra della Roma, in
arrivo con volo Alitalia da Boston: Totti e compagni, sono
usciti dal terminal 3 con bagagli a seguito, accerchiati dai
fan.
Meno fortunati i passeggeri
di un volo proveniente da Venezia. Atterrati intorno alle 15,
sono rimasti ad aspettare i bagagli per oltre due ore: alcuni
hanno sporto denuncia, altri
torneranno allo scalo in cerca
di notizie. Sono terminati persino i carrelli portabagagli: la
maggior parte «ospita» le valigie in stand by e Alitalia è
stata costretta a chiederli in
prestito alle altre compagnie.
Insieme agli addetti del vettore tricolore, le task force di
Adr, società di gestione degli
aeroporti romani, martedì
notte hanno smaltito circa
1.000 bagagli. Per ridurre i disagi nei terminal, Aeroporti di
Roma, in coordinamento con
l’Enac, ha messo in campo 200
addetti per assistere Alitalia
nell’emergenza. Sulle criticità
di Fiumicino è intervenuto
anche Maurizio Lupi, Ministro dei Trasporti, che ha definito «intollerabile e incomprensibile» la protesta. «Intol-
In arrivo
Totti, De Rossi e gli altri
calciatori della Roma al
rientro a Fiumicino dopo
la tournée negli Usa. Per i
passeggeri in arrivo i
problemi con il ritiro
bagagli sono meno gravi
lerabile perché si interrompe
un servizio creando danni ai
passeggeri italiani e stranieri,
proprio nel periodo di maggior affluenza per il nostro
primo scalo internazionale. —
ha specificato Lupi facendo
appello alla ragionevolezza
degli operai — Incomprensi-
L'analisi
Alitalia ed Etihad a un passo dall’accordo
ROMA — Manca poco. Alitalia e Etihad sono a un passo
dall’accordo attraverso il quale gli emiratini acquisteranno il
49% dell’ex compagnia di bandiera. L’operazione è vitale per il
salvataggio di Alitalia. Non a caso, la presenza a Roma di James
Hogan, numero uno di Etihad, si è tradotta in un fitto calendario
di incontri con i soci italiani. Risultato, Ethiad è pronta a
mettere 50 milioni nel bilancio 2014 della compagnia italiana e
Poste a versare a settembre 25 dei 75 milioni che investirà
nell’operazione. Ieri sono stati affrontati gli ultimi nodi da
sciogliere nel corso di un appuntamento tra Hogan e i vertici di
Alitalia (Gabriele Del Torchio), Atlantia (Giovanni Castellucci) e
Unicredit (Alessandro Decio). In ballo c’era, soprattutto, il tema
della liquidità da versare nelle casse di Alitalia per garantirne la
sopravvivenza fino al closing dell’operazione. Tanto che è già
previsto un aumento di capitale da 300 milioni, che domani
verrà sottoposto al via libera all’assemblea. Per chiudere serve
anche un cosiddetto prestito ponte. Un dettaglio discusso
ancora ieri, così come la clausola che impedisce ai soci italiani di
vendere per alcuni anni (lock up). Si tratta ormai di limature a
un accordo che nessuno intende fare saltare. Anche Francesco
Caio di Poste Italiane (verserà 75 milioni nell’operazione) ieri ha
visto Hogan per la partnership sulle strategie commerciali e le
sinergie. Oggi il capo di Etihad incontrerà i rappresentati del
governo. A riceverlo sarà Maurizio Lupi, ministro delle
Infrastrutture. Se tutto filerà liscio domani pomeriggio alle 16 è
prevista la conferenza stampa per l’accordo.
Andrea Ducci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
bile perché succede nei giorni
in cui si sta facendo di tutto
per salvare l’azienda».
Una dura condanna, definita «sconcertante» dall’Usb,
che invece ritiene legittima la
ribellione degli operai «contro i licenziamenti ingiusti».
«La loro reazione, che non è
uno sciopero bianco ma consiste nell’attenersi legittimamente alle procedure operative, — difende i lavoratori il
sindacato — si inquadra in
una situazione dello scalo potenzialmente esplosiva, perché il personale che sarà collocato in mobilità comincia a
essere individuato e identificato». «Comprendiamo le
preoccupazioni degli operai
ma ora è importante sostenere la ristrutturazione di Alitalia, — ha commentato Giovanni Galiotto, presidente
dell’Anpac, associazione piloti — dobbiamo essere uniti
per dare una bella immagine
di una compagnia che può e
deve risorgere».
Valeria Costantini
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imbarcate a Roma». E quando
assieme al marito ha provato a
chiedere lumi si è trovata di
fronte un muro: «Il personale
non ha voluto fornire la minima spiegazione sui disguidi.
Dopo 24 ore siamo riusciti a
recuperare soltanto 1 bagaglio
su 5 spediti». Una situazione
paradossale, insomma. Che ha
trasformato quello che doveva
essere un meritato periodo di
relax in un incubo.
È andata meglio a Mariacristina Ferraioli, 34enne salernitana che da tempo vive a Milano. Martedì si trovava all’aeroporto «Leonardo da Vinci» di
ritorno da una vacanza alle
Baleari. Per fortuna (sua) aveva con sé solo un bagaglio a
mano. Chi ne ha imbarcato
qualcuno è rimasto con le pive
nel sacco. «C’erano ragazzi —
spiega — disperati. Hanno
passato lì la notte in attesa di
riavere le loro valigie. Una roba
mai vista, non degna di un
Paese civile».
Antonio Ricchio
@AntonioRicchio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Bergamo Tre ore di interrogatorio davanti alla pm arrivata in motocicletta
La morte di Pantani Manola si chiama fuori dalla denuncia presentata dalla madre
Bossetti: «Con mia moglie
liti per motivi economici»
La sorella del Pirata
«Non c’entro con l’esposto»
BERGAMO — Tre ore di interrogatorio, buona parte concentrato sui
rapporti con la moglie. Il pubblico ministero Letizia Ruggeri — arrivata alla
guida della sua moto Honda blu — ha
rivoltato come un guanto la vita familiare di Massimo Giuseppe Bossetti, il
carpentiere di Mapello che da 53 giorni è in isolamento, in una cella del carcere di Bergamo, con l’accusa di aver
ucciso Yara Gambirasio. Amore, litigi
e riappacificazioni, gelosie, screzi.
Il pm, insieme agli uomini del Ros e
del Nucleo investigativo di Bergamo,
ha chiesto conto a Bossetti di tutti gli
aspetti dei rapporti coniugali, anche
quelli sessuali. E lui ha risposto alle
domande descrivendo il quadro di
sempre fatto di routine e normalità:
«Sento l’amore di mia moglie e ho fiducia in lei. Se ci sono stati degli scre-
Al lavoro Il pubblico ministero Letizia Ruggeri arriva in moto al carcere di Bergamo per l’interrogatorio di
Massimo Bossetti, l’uomo accusato
di aver ucciso Yara Gambirasio
zi, erano motivati più che altro da
qualche problema economico». Perché, allora, gli aspetti personali interessano così tanto agli inquirenti? Sono lo sfondo di un’indagine che si regge sulla prova regina, il Dna del carpentiere trovato sugli slip e
sui leggings della tredicenne. Ma non vengono sottovalutati.
La procura è convinta
che sia lui l’assassino e che
l’omicidio sia a sfondo sessuale (anche se non risulta
esserci stata violenza sulla
vittima). Manca, però, il
movente e Bossetti non lo
dice di certo. Messo sotto
torchio per la seconda volta dal pm (la terza se si conta l’interrogatorio di convalida del fermo), infatti,
ha ribadito: «Non confesso
qualcosa che non ho commesso». Allora si scandaglia negli angoli più nascosti della sua vita privatissima.
Giuliana Ubbiali
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DALLA NOSTRA INVIATA
RIMINI - Il cane salta abbaiando
verso il cancello. Periferia di Cesenatico, casa Pantani - Boschetti. Una
bandana verde a mo’ di collare denuncia l’inclinazione giocosa del lupo. Manola Pantani ha la voce limpida e i modi decisi: «Non è una mia
iniziativa. Non sono stata io a chiedere di riaprire le indagini. L’esposto
e’ stato presentato dai miei genitori,
questo credo che tutti lo sappiano».
Non si entra nella vita di Manola
come attraverso un cancello. Dall’altra parte del citofono, il tono è conclusivo: «Se mi avete cercato saprete
anche che, da molti anni, ho smesso
di parlare della mia famiglia. Le loro
scelte non mi riguardano. In questo
caso specifico si tratta di una loro de-
nuncia e non della mia». Vite separate, scelte differenti. Tonina Pantani,
ad esempio, ha un modo tutto suo di
concedersi e poi negarsi. Martedì
mattina, davanti al cimitero di Cesenatico, ha tirato un calcio al fotografo
del Corriere e ieri mattina sul suo
blog era comparso un post: «Giornalisti invadenti, erano anche davanti
al cimitero. Sono entrata in chiesa
per nascondermi, ma sono venuti
pure lì e mi sono sentita braccata».
La dichiarazione
«Qualche dubbio sull’esito
della prima inchiesta l’ho
avuto ma non ho mai
pensato di condividerlo»
Da dieci anni la sorella minore del
Pirata protegge i suoi affetti e la memoria del fratello senza necessariamente condividere le scelte di famiglia. Perplessità ne ha, ma tiene per
sé: «Certo, qualche dubbio sulle risposte date dall’inchiesta nel suo insieme, l’ho avuto anche io. Ma sinceramente non mai pensato di condividerlo e non lo farò certo adesso». Sono quasi le tredici e lei, rapida, esce
di scena: «Sono a pranzo mi spiace. E
comunque questa è una conversazione che non posso fare. Capisco che la
nuova indagine ha riacceso le curiosità ma non sarò io a darvi risposte
su Marco».
A poche centinaia di metri, suo figlio Denis si occupa dello «Spazio
Pantani». Gigantografie, titoli dei
quotidiani e diplomi ad honorem. Il
Pirata in trionfo al Giro. Il Pirata che
allarga le braccia tagliando il traguardo, che vince sudando. Aveva 14 anni, Denis, quando perse suo zio. Anche le gigantografie, a volte, aiutano.
Ilaria Sacchettoni
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18 Cronache
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
L’epidemia
Ebola, rimpatriato spagnolo: è il primo malato sul suolo europeo
DALLA NOSTRA INVIATA
PARIGI — Aveva accudito per giorni il
direttore dell’ospedale di Monrovia
in Liberia, stroncato sabato dal virus
più mortale della storia che sta
flagellando l’Africa occidentale e
allarmando il mondo. E si è
ammalato anche lui. Da venerdì il
missionario spagnolo Miguel Pajares,
75 anni, era in isolamento.
Sofferente, aveva chiesto di poter
tornare a casa. È stato il suo ordine
religioso a sollecitarne il rimpatrio. E
ieri Madrid ha deciso di andarlo a
prendere con un aereo militare.
Primo malato di Ebola rimpatriato in
Europa. Destinazione l’ospedale
Carlos III, dove è stato predisposto
uno speciale reparto «sigillato» e
dedicato soltanto a lui. La
responsabile della Sanità spagnola,
Mercedes Vinuesa, tenta di fugare le
paure: assicura che sono state prese
tutte le misure per evitare il contagio:
«La sicurezza è garantita». Ma la
psicosi da ebola si sta diffondendo
nel Paese iberico. E anche in Italia. Al
punto che la responsabile della
Salute, Beatrice Lorenzin, è
intervenuta ieri per smentire le voci
sulla presenza del virus a Lampedusa
che circolavano su Internet.
Rispondendo poi alla Camera a
un’interrogazione di un deputato
leghista, Lorenzin ha denunciato che
sono in corso «tentativi di procurato
932
I morti
causati
dall’Ebola
in Africa
allarme», «nel nostro Paese non è
stato riscontrato nessun caso» ha
assicurato. Anche negli Stati Uniti,
dove invece i ricoverati sono saliti a
quattro, la situazione sarebbe sotto
controllo: Anthony Fauci, direttore
dell’Istituto Nazionale Usa per le
malattie infettive, pioniere della lotta
all’Aids, si è detto «fiducioso» che
l’epidemia non si svilupperà negli
States. L’esperto giudica invece
«molto seria» la situazione in Africa,
per le condizioni sanitarie e i costumi
locali. Spesso la gente appena avverte
i sintomi della malattia (febbre,
vomito, diarrea fino alle emorragie
finali) esce dal villaggio alla ricerca di
un guaritore tradizionale. Così il
virus si diffonde velocemente,
attraverso i liquidi, come sudore e
sangue. Non solo: la tradizione vuole
che quando un contagiato muore
debba essere lavato e sepolto dai
familiari. Ma la malattia è più
aggressiva dopo la morte e questo è
un ulteriore motivo di diffusione. Il
bilancio delle vittime continua a
salire, l’ultima conta dell’Oms riporta
932 morti e 1.711 casi accertati nei
Fecondazione assistita Pronta la bozza di decreto per il Consiglio dei ministri
La banca dati e la sicurezza
Istituisce una banca dati nazionale che assicuri la tracciabilità delle cellule riproduttive nel
percorso dal donatore al nato e
viceversa. Sarà presso l’Istituto
superiore di Sanità — Centro
nazionale trapianti. Le strutture
sanitarie autorizzate al prelievo
e al trattamento delle cellule riproduttive comunicano al Registro i dati anagrafici dei donatori, salvaguardandone comunque l’anonimato. Stabilisce che
la donazione è volontaria e gratuita; importazione ed esportazione di gameti sono consentite, rispettivamente, solo da e
verso istituti di tessuti accreditati ai sensi della normativa europea vigente e operanti senza
scopo di lucro. Per i donatori è
comunque previsto un rimborso spese.
I limiti: dall’età alle nascite
Fissa l’età in cui la donazione
è consentita: 18-40 anni per gli
uomini; 20-35 per le donne. È
vietata la donazione di cellule
riproduttive tra parenti fino al
quarto grado. I gameti di un
medesimo donatore non possono determinare più di dieci nascite. Tale limite può essere derogato esclusivamente nei casi
in cui una coppia, che abbia già
avuto un figlio tramite procreazione medicalmente assistita di
tipo eterologo, intenda sottoporsi nuovamente a tale pratica.
Disegni di Emanuele Lamedica
Il decreto sulle «Disposizioni
urgenti in materia di procreazione medicalmente assistita di
tipo eterologo» è pronto. Ecco i
punti salienti: recepisce la sentenza della Consulta e annulla il
divieto all’eterologa della legge
40. E recepisce le direttive Ue in
materia, garantendo la sicurezza e la tutela della salute di tutti i
soggetti coinvolti.
I punti principali della nuova legge
Si potrà risalire al genitore in caso di malattie
L’anonimato
La gratuità
Sarà assicurata la tracciabilità delle cellule
riproduttive ma le strutture autorizzate
assicureranno l’anonimato per i donatori
La donazione di cellule riproduttive da
utilizzare per la fecondazione eterologa
deve essere volontaria e gratuita
Il registro
Dieci figli al massimo
Il nome dei donatori dovrà essere
riportato su un registro. L’identità potrà
essere svelata solo in caso di malattia
In base alla legge il seme di un donatore
potrà essere utilizzato per generare un
massimo di dieci bambini
I limiti di età
Il colore della pelle
La legge fissa l’età in cui la donazione è
consentita: tra i 18 e i 40 per gli uomini,
tra i 20 e i 35 per le donne
Il ministro Lorenzin è contraria alla
possibilità di scegliere il colore della pelle
ma la legge al momento non ne fa cenno
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«I donatori
siano compatibili»
La senatrice a vita Elena Cattaneo, scienziata italiana
di prestigio internazionale, ha ascoltato la ministra Beatrice Lorenzin con molta attenzione nel suo intervento in commissione Sanità al Senato. Tema dell’audizione: la fecondazione eterologa in Italia.
Che cosa ha detto?
«Ha ribadito una posizione a mio avviso ineccepibile sul tema, sottolineando la sua determinazione nel
voler spogliare la questione della fecondazione eterologa di qualsiasi aspetto bioetico per portarla esclusivamente in ambito sanitario. Ha inoltre ribadito che,
pur immaginando le complesse riflessioni individuali
di cui ciascuno si fa carico sull’argomento, la sua decisione è di voler stabilire
un diritto e l’accesso a
questo diritto in ambito La vicenda
anche delle strutture sanitarie pubbliche, affinché sia un diritto per tutti.
Io condivido pienamente
questa posizione. Mentre
interveniva mi sono chiesta se fosse un sogno, se
per caso mi trovassi in
Svezia e a parlare fosse un
ministro svedese».
Un plauso alla sua determinazione, quindi?
«Sicuramente».
Ha parlato anche della
sua posizione riguardo
la possibilità della coppia ricevente di scegliere
La senatrice
colore di occhi e pelle del
Elena Cattaneo, professore
futuro nascituro nei terordinario alla Statale di
mini di compatibilità?
Milano, è stata nominata
«No. Non ne ha parlato
senatrice a vita lo scorso
ma ho letto la sua posizioanno dal capo dello Stato
ne sui giornali».
Il ministro
La condivide?
Beatrice Lorenzin ha
«Non la comprendo. La
chiarito che nel decreto
ministra non ritiene che
sull’eterologa non sarà
debba essere garantita nel
garantita la compatibilità
decreto la compatibilità
del colore della pelle del
tra coppia ricevente e donascituro con quello degli
natori del colore di occhi
aspiranti genitori
e pelle. Avrà fatto le sue
valutazioni, ma credo sia
una decisione sbagliata. Si tratta di uno pseudo problema. In tutto il mondo la riproduzione assistita consente questa scelta, che è nella natura delle cose. Studi
in merito sottolineano che anche questo sia un bene
da garantire. Si potrebbe eventualmente lasciare la libertà di non conoscere la compatibilità di colore di
pelle e di occhi a coloro che non lo vogliono sapere. Diversamente, le coppie continueranno ad andare all’estero».
Creando di nuovo quelle discriminazioni sottolineate dalla Consulta?
«Esattamente».
I costi
La fecondazione eterologa sarà gratuita, con ticket, praticabile nelle strutture pubbliche. Prevista per l’anno 2014 la spesa di
poco più di 10 milioni di euro da
ripartire tra le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Circa 600 mila euro sono
stanziati per la banca dati nazionale. Vi sono poi gli allegati che
normano i criteri di sicurezza, i
test a cui sottoporre i donatori, e
cosi via. Le linee guida, nelle
quali gli scienziati hanno proposto la compatibilità del colore
di pelle e occhi, seguiranno.
Il dibattito
Ieri in commissione Sanità
del Senato la ministra Beatrice
Lorenzin ha illustrato la ratio
del decreto, l’eterologa italiana
sarà «democratica e no profit».
La presidente della commissione, Emilia De Biasi, ha commentato: «Il contenuto del decreto come ce lo ha illustrato
Lorenzin mi sembra buono. Occorre fare in fretta ad approvarlo. Argomenti come la compatibilità del colore di pelle e occhi
deve essere di competenza solo
medica e non politica». Un
«brava Lorenzin» arriva da Umberto Veronesi, in prima linea
contro i molteplici divieti della
legge 40 smantellati da sentenze
di vario grado. «Fa bene a portare avanti l’eterologa — dice —.
Il colore della pelle? Falso problema, serve solo a rallentare il
via libera all’applicazione dell’eterologa». Le associazioni dei
pazienti, invece, «diffidano la
ministra a procedere con atti
normativi o amministrativi tesi
a escludere la compatibilità di
razza tra donatore e ricevente: in
tutti i protocolli medici internazionali è prevista».
Mario Pappagallo
M.Pap.
@Mariopaps
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Animali e tecnologie
Sudoku Diabolico
Rebus L’autoscatto del macaco (a sinistra) realizzato con la collaborazione del fotografo David Slater ha
aperto un caso di diritto d’autore
Le foto sono state pubblicate in un
articolo online e quindi riprese da
Wikimedia Commons, progetto della
stessa fondazione che ha dato vita a
Wikipedia. Slater ha chiesto la
rimozione della foto ma fin qui non c’è
stato niente da fare. «Il file è di
dominio pubblico perché frutto del
lavoro di una scimmia, non c’è un
autore umano a cui si possa applicare
il diritto d’autore». E Slater? Ci ha
chiesto di rimuovere la foto perchè il
copyright era suo, ha spiegato ancora
Wikimedia, «ma non siamo stati
d’accordo e abbiamo negato la
richiesta»
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5 Puzzles by Pappocom
Selfie del macaco, di chi è il diritto d’autore?
È un selfie della scimmia. Non uno
scatto del fotografo. Quindi niente
copyright, niente diritto d’autore e
nessun compenso per David Slater, il
fotoreporter britannico che nel 2011 si
era portato tutta la sua attrezzatura
fino al parco nazionale nel Nord
Sulawesi in Indonesia per ritrarre
alcuni esemplari di cinopiteco (Macaca
nigra). Una femmina, sicuramente
socievole, si era messa a trafficare con
camera e obiettivi facendosi decine di
autoscatti. Per lo più impubblicabili.
Ma anche qualche selfie bene a fuoco.
Alessandra Muglia
L’esperta La senatrice Cattaneo
L’accesso alle informazioni
Fermo restando l’anonimato,
è consentito «l’accesso alle informazioni sanitarie e del patrimonio genetico del donatore
esclusivamente nei casi in cui
sussistono gravi e comprovati
motivi attinenti alla salute dell’embrione formato o del nato»,
attestati da un medico responsabile di una struttura ospedaliera
pubblica. Il nato sarà «informato
delle modalità del suo concepimento e i genitori vi provvedono
nei modi e termini che essi ritengono più opportuni».
Gratuita e (quasi) anonima,
così funzionerà l’eterologa
Scontro sul colore della pelle
quattro Paesi africani colpiti: Guinea,
Liberia, Sierra Leone e Nigeria, dove
ieri è morta una delle infermiere che
curò la prima vittima del virus nel
Paese. Ieri il presidente Obama ha
assicurato pieno aiuto per rispondere
all’emergenza. E il governo nigeriano
ha chiesto a Washington il farmaco
sperimentale somministrato ai
volontari americani ammalatisi in
Liberia e rimpatriati. L’Oms ha
convocato una riunione d’emergenza
per valutare se, in assenza di farmaci
o vaccini registrati contro Ebola, si
possa ricorrere a trattamenti
terapeutici mai testati sull’uomo
come quello usato negli Usa.
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Altri giochi su www.corriere.it
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Come si gioca
Bisogna riempire la
griglia in modo che ogni
riga, colonna e riquadro
contengano una sola
volta i numeri da 1 a 9
LA SOLUZIONE DI IERI
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Cronache 19
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Sicurezza Una dozzina di hacker ha anche preso di mira 400 mila indirizzi di posta elettronica inondandoli di spam
Il colpo grosso dei russi ladri di password
La scoperta di una società americana: sottratte 1,2 miliardi di combinazioni
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — Che una password non ci metta al sicuro da
incursioni di estranei nel nostro
computer, nella nostra posta
elettronica e, magari, nella gestione del nostro conto in banca, lo sappiamo da tempo. I raid
degli hacker sono sempre più
frequenti e quasi sempre la stalla viene chiusa troppo tardi
mentre individuare e colpire i
criminali informatici che operano dai luoghi più remoti del Pianeta è impresa proibitiva anche
per gli Usa, che, pure, dispongono di un imponente apparato di
«cybersecurity». Ma se non maneggi grossi capitali o tecnologie sensibili sul web, speri sempre di cavartela: perché gli hacker dovrebbero sprecare il loro
tempo a occuparsi di te?
Anche quest’ultima illusione
è svanita ieri quando Hold Security, una società del Milwaukee
che opera nel campo della sicurezza informatica, ha reso noto
di aver individuato una gang di
hacker russi che ha rubato e accumulato un miliardo e 200 milioni di password e 420 mila indirizzi di posta elettronica. Non
è la prima volta che viene scoperto un furto di questo tipo. La
stessa Hold Security l’anno
scorso ha scoperto il furto di decine di milioni di dati ai danni di
Adobe Systems, mentre più di
recente nel mirino degli hacker
sono finiti i supermercati Target
e la finanziaria Court Ventures.
Ma non si era mai visto nulla di
così enorme, indistinto, indi-
scriminato.
L’attacco scoperto dalla Hold
Security è, al tempo stesso, meno grave e più allarmante di
quelli che lo hanno preceduto:
meno grave perché la gang non
ha preso di mira grandi aziende
o banche, né ha tentato di accedere al patrimonio dei soggetti
colpiti. Fin qui i malfattori si sono limitati a seppellire le loro
vittime sotto un mare di «spam»
e pubblicità indesiderata, incas-
sando per questo una commissione,erogata sempre attraverso
i canali informatici. Al tempo
stesso l’attacco è più allarmante
perché gli hacker non sono andati a cercare bersagli particolarmente attraenti ma hanno
agganciato letteralmente tutti i
soggetti che sono capitati loro a
tiro: piccole società come singoli individui.
Alex Holden, fondatore della
società che ha rivelato la mas-
siccia incursione a Las Vegas
durante Black Hat, la conferenza
annuale degli operatori della sicurezza, non ha fornito indicazioni sull’identità delle vittime
ma ha spiegato che gli hacker
sono entrati nei computer di un
certo numero di vittime e poi le
hanno seguite copiando tutti i
loro contatti con soggetti esterni. In questo modo sono arrivati
a mettere insieme una banca dati sterminata. Ma fin qui non
L’attacco
Non si era mai visto
un attacco così
indistinto e
indiscriminato
Per liberare un passeggero in Australia
La spinta al treno
Nel tentativo di liberare un passeggero che era rimasto intrappolato fra le rotaie
e una carrozza, decine di pendolari si sono messi a spingere un treno. È
accaduto nella stazione di Stirling nella città australiana di Perth.
Il rapporto Il dossier del Wwf e il confronto con le foto satellitari
hanno tentato di commettere
reati finanziari, né hanno provato a vendere i dati sul «mercato
nero» delle informazioni digitali.
In uno sviluppo alquanto curioso (ma solo fino a un certo
punto, visto che le società della
«security» informatica spesso
vengono create da hacker pentiti) Hold Security è stata in grado
di tracciare un identikit della
gang con la quale è entrata in
contatto di Internet: si tratta di
una dozzina di ventenni maschi,
quasi tutti amici tra loro, che vivono in una cittadina della Russia centrale, una regione confinante da un lato col Kazakistan e
dall’altro con la Mongolia, come
ha spiegato la società al New
York Times.
Nulla di paragonabile, in termini di gravità, al caso degli
hacker cinesi penetrati nei file
più segreti del Pentagono e delle
industrie americane della difesa
per carpire segreti militari in vista di una possibile «cyberwar»:
i ragazzi russi non hanno preso
di mira bersagli sensibili, né ci
sono indizi di loro collegamenti
col governo di Mosca. Che, comunque, non persegue questi
criminali comuni informatici:
quando, di recente, gli americani hanno catturato mentre era in
vacanze alle Maldive, Roman
Seleznev, un russo di 30 anni ricercato da anni per aver rubato
centinaia di migliaia di numeri
di carte di credito, Mosca ha
protestato parlando di rapimento.
Salute
Mucca pazza
Un nuovo test
da Milano
I ricercatori dell’Istituto
neurologico Carlo Besta di
Milano in collaborazione con
la University of Texas Health
Science Center di Houston
hanno elaborato il primo test
al mondo per diagnosticare
in maniera certa e semplice il
morbo della «mucca pazza»,
cioè la variante umana della
malattia di CreutzfeldtJakob. Lo studio sarà
pubblicato domani sul The
New England Journal of
Medicine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alla «Zanzara»
Frasi omofobe
Condannato
Taormina
Le affermazioni contro gli
omosessuali pronunciate lo
scorso 16 ottobre durante la
trasmissione radiofonica La
zanzara sono costate
all’avvocato Carlo Taormina
una condanna per
discriminazione. La sentenza
è stata emessa dal giudice del
lavoro di Bergamo Monica
Bertoncini che stabilito come
risarcimento del danno» il
pagamento di 10 mila euro a
favore dell’associazione
Avvocatura per i diritti LgbtRete Lenford.
Massimo Gaggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
C’è qualcosa
di grande
che puoi lasciarle
in eredità.
I 312 giganti di cemento
che hanno cambiato le coste
Un mondo senza
sclerosi multipla.
Ventimiglia Il porto della città ligure nel 2003 e, a destra, come appariva l’anno scorso
Con il patrocinio e la collaborazione
del Consiglio Nazionale del Notariato
Pomezia Il comune laziale nel 2002, a sinistra, e come è adesso con nuove costruzioni con piscina
turistico sul Basento in Basilicata. E poi i tanti esempi nelle zone
più colpite: Sicilia e Sardegna,
con 95 e 91 casi rispettivamente
di nuove aree invase dal cemento, e soprattutto la costa adriatica (dal Friuli Venezia Giulia alla
Puglia) in cui meno del 30% della costa è libero dal cemento.
L’Italia non è stata risparmiata neanche nelle aree protette
(120 gli interventi edilizi) e dei
circa ottomila chilometri di coste quasi il 10 % sono artificiali.
La costa ha bisogno di cure e
non solo in termini ambientali:
l’Agenzia europea per l’ambiente stima nei prossimi anni 312
milioni di presenze.
«In un quarto di secolo — af-
ferma Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia — abbiamo
cancellato e imprigionato, coprendole di cemento, le nostre
dune sabbiose e compromesso
irrimediabilmente la macchia
mediterranea, i boschi costieri e
le aree di riposo e ristoro per migratori. Non solo bellezza che
scompare o natura cancellata,
ma una ricchezza economica
che sperperiamo e che solo una
visione miope e scellerata può
consentire». Per il Wwf i vincoli
vanno estesi e andrebbe applicata una moratoria di tutte le costruzioni lungo la fascia costiera.
N. C.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
72.000 casi in Italia. Una nuova diagnosi ogni 4 ore.
La sclerosi multipla colpisce soprattutto i giovani. Non si può prevenire e non esiste una cura definitiva.
Con un lascito testamentario ad AISM
sostieni la ricerca e proteggi il futuro di chi ami.
PER RICEVERE GRATUITAMENTE
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N°
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Le informazioni da Lei rilasciate potranno essere utilizzate, nel rispetto del D.Lgs. 196/2003, da FISM - Fondazione Italiana Sclerosi Multipla Onlus - Via
Operai, 40 16149 Genova esclusivamente per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. In qualsiasi momento potrà consultare, modificare,
opporsi al trattamento dei suoi dati rivolgendosi a: FISM - Via Operai, 40 - 16149 Genova. Per un’ informativa completa visiti il sito: www.aism.it
RCS 2014
Il Wwf non fa sconti alle scelte urbanistiche degli ultimi venticinque anni e lancia un appello
per salvare la «Grande Bellezza»
che confina con il mare. Nel rapporto «Cemento coast to coast»,
attraverso la comparazione di
immagini da Google Earth, offre
l’immagine di un territorio ferito. Sono 312 i macro interventi
che hanno sottratto suolo naturale per far posto a villaggi, residence, centri commerciali, porti, autostrade. L’associazione
ambientalista cita il mega villaggio turistico della Baia di Sistiana in Friuli, la darsena di Castellammare di Stabia in Campania, le costruzioni alla foce del
Sangro in Abruzzo o il villaggio
20 Cronache
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Spazio A novembre un modulo di sbarco scenderà sulla superficie per le trivellazioni
Colline, dirupi e distese polverose
Una cometa come non s’era mai vista
Le prime immagini scattate dalla sonda Rosetta che è entrata in orbita
Mai si era visto il cuore di una
cometa con tanta precisione. E a
guardarlo suscita emozione
pensando che nei prossimi mesi lentamente il corpo celeste
così quieto all’apparenza diventerà un ribollire infernale di gas
e polveri generando nel cosmo
una gigantesca coda, forse due,
di colori diversi. È la cometa
67P/Churyumov-Gerasimenko
fotografata da vicino, un centinaio di chilometri, dalla sonda
Rosetta dell’agenzia spaziale
europea Esa. È arrivata dopo un
lungo viaggio di oltre sei miliardi di chilometri, durato dieci
anni, essendo partita dalla Terra
il 2 marzo 2004. Lungo il sentiero cosmico si era avvicinata anche ai due asteroidi Steins e Lutezia, trascorrendo poi il tempo
in uno stato di ibernazione, con
gli strumenti spenti. Nei mesi
scorsi veniva risvegliata, riattivata, controllati gli strumenti
giungendo, infine, ieri mattina
a destinazione. I suoi occhi elettronici ci hanno mostrato la
stranissima forma che subito
era apparsa come un enigma
con i due bulbi uniti assieme
tanto da far ipotizzare a qualche
astronomo che fosse il frutto di
due nuclei cometari fusi assieme nel corso del tempo. Ma nei
più è prevalsa l’idea che il suo
inconsueto disegno sia il frutto
dell’evaporazione perpetrato
dalla radiazione solare ogni volta che si avvicina all’astro. L’ultima volta era accaduto il 13
marzo 2009 e la prossima l’anno
prossimo il 13 agosto 2015.
Così della Churyumov-Gerasimenko lunga circa quattro
chilometri si sono potuti scrutare ampie vallate, lievi colline
di una trentina di metri, dirupi
scoscesi e distese quasi vellutate, tutti raccolti dall’obiettivo di
Osiris, un sistema ottico di cui
fa parte la camera a grande campo costruita in Italia e messa a
punto dal gruppo di Cesare Barbieri dell’Università di Padova.
Il ricordo delle prime immagini di un nucleo cometario riprese nel 1985 dalla sonda Giotto, sempre dell’Esa, offriva un
impareggiabile confronto. Riguardavano la celebre cometa di
Halley ed appariva come una gigantesca e indistinta arachide
avvolta dalla nebbia. Ma era sta-
L’incontro con la cometa
1 Marzo 2004
Lancio della sonda Rosetta
dalla base di Kourou
nella Guiana Francese
5 Fino a dicembre 2015
Marte
La sonda studierà
la cometa
4 Novembre 2014
4
Prima di Natale
il lander Philae dovrebbe
atterrare sul nucleo
della cometa
1 TERRA
2
3
Orbita della co
meta
2 Novembre 2007 e 2009
3 Gennaio-Ottobre 2014
I passaggi di Rosetta
vicino alla terra
Lander Philae
La sonda è in orbita attorno
al nucleo della cometa
Churyumov-Gerasimenko
Spazio
Una foto
ravvicinata
della cometa
67P/Churyum
ovGerasimenko
scattata
dall’obiettivo
Osiris della
sonda Rosetta.
A sinistra si
vede il capo
della cometa,
poi il
restringimento
e l’inizio della
coda. In alto, al
centro, Thomas
Reiter dell’Esa
applaude allo
storico incontro
to un grande passo nello studio
degli oggetti più affascinanti
del cielo. Adesso grazie a Rosetta sarà possibile compiere un
gigantesco balzo perché i dieci
strumenti di cui è dotata scandaglieranno in dettaglio la sua
natura da distanza ravvicinata.
Già hanno misurato una temperatura di 70 gradi sotto zero,
più alta del previsto di 30 gradi.
Churyumov-Gerasimenko
era stata scoperta il 20 settembre 1969 dai russi Klim Ivanivic
Churyomov analizzando una
fotografia scattata da Svetlana
Ivanovna Gerasimenko dall’Istituto di astrofisica di Alma
Ata impegnata a indagare un’altra cometa, la Comas Solà. E inizialmente si pensò che la fotografia fosse proprio la sua. Invece approfondendo gli sguardi ci
si rese conto che si trattava di
un nuovo corpo celeste che prese il nome dai due protagonisti.
L’Esa, però, arrivò a sceglierla
per superare un problema. Inizialmente l’obiettivo doveva essere la cometa Wirtanen ma il
ritardo di un anno nel lancio costringe al cambiamento.
Nelle prossime settimane lo
spettacolo offerto da Rosetta sarà ancora più entusiasmante
perché la sonda progressivamente abbasserà la sua altezza
prima a 50 chilometri e poi anche a 30 rivelando dettagli sempre più minuti e ricchi di scienza. Questo servirà a scegliere il
passo successivo, cioè il luogo
dove far sbarcare il piccolo ma
preziosissimo modulo Philae
che si aggrapperà alla superficie. Sarà la prima volta che accade nella storia spaziale e all’impresa contribuiscono in maniera importante scienziati e tecnologi italiani attraverso
l’agenzia Asi. Oltre a due strumenti imbarcati su Rosetta più
altre parti, su Philae una trivella
studiata al Politecnico di Milano
da Amalia Finzi e costruita da
Selex Es, forerà il suolo e lo analizzerà rivelando la sua natura.
E molti veli del mistero che avvolgono le comete dall’antichità
suscitando spesso il terrore, allora cadranno.
Giovanni Caprara
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’incontro di Google Il motore di ricerca ha riunito per quattro giorni in Italia i grandi della finanza, della moda e di Silicon Valley
Aerei privati e velieri, con banchieri e guru in Sicilia
Al vertice: Blankfein di Goldman Sachs,
Musk di Tesla, Lapo Elkann e Kalanick di Uber
DALLA NOSTRA INVIATA
SCIACCA (Agrigento) — Scuotono la testa due pescatori, giù al
porto di Sciacca. «Alla fine di
questo incontro internazionale, a
noi siciliani rimarrà poco», spiegano. Sud Ovest dell’Isola, non
troppo distante dal tempio di
Hera, al Verdura Golf resort, ci si
rilassa su sei campi da tennis e
tre da golf. Qui i fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page
hanno invitato il gotha di finanza, moda e tecnologia per una
quattro giorni di incontri blindati. Nome scelto per la manifestazione, The Camp. Chi è arrivato
in yacht, chi sui jet privati che
hanno affollato la pista di Punta
Raisi. Lloyd C. Blankfein di Goldman Sachs, Anshu Jain di Deut-
sche Bank, e Ana Patricia Botín
del Banco di Santander. Ma anche Elon Musk di Tesla Motors e
SpaceX; Travis Kalanick di Uber e
Evan Spiegel di Snapchat. C’è chi
giura anche di aver visto Bill Gates. Arianna Huffington per
l’emozione stava quasi per non
farcela, causa passaporto dimenticato a casa. Poi anche lei si è
unita alla compagnia con figlia al
seguito, cinguettando versi di
Dacia Maraini.
Prima serata, tra le colonne
doriche del tempio di Giunone,
illuminato per l’occasione (costo
40 mila euro per l’allestimento e
7 mila per l’affitto del sito archeologico). «L’Italia è bella da
impazzire! Se ci date i templi vi
regaliamo il petrolio del Kuwait», scherza abbagliato un cugino dell’emiro. «Forse il turi-
smo ci salverà, sempre se decidiamo di non far crollare i nostri
monumenti», gli risponde qualcuno in paese. Già perché a rappresentare l’Italia in questa Davos estiva non ci sono né la politica né l’alta finanza tricolore.
Passa Jovanotti con una granita in mano e si fa scattare una
delle poche foto sfuggite alle
grinfie della security. Poi Lapo
Elkann si ferma in farmacia per
un infortunio al ginocchio e
schizza via in coupé rossa. L’eccellenza italiana è il menù a base
di piatti locali. Un gusto che piace
ai grandi della Silicon Valley. Lo
sa bene anche il fondatore di
Twitter Jack Dorsey, in vacanza
in questi giorni in Toscana, che
posta, orgoglioso, il certificato di
nascita dei nonni, originari del
Friuli. Ma scenario a parte, il
nocciolo della questione è altrove, in meeting tenuti segreti a
tutti. Da Google le bocche sono
serrate. Solo il New York Times
azzarda che in agenda ci sono temi globali e legati all’area mediterranea. Per il resto nulla.
Così mentre si decidono i destini dell’umanità, agli occhi dei
bagnanti viene svelato il tre alberi di Diane von Furstenberg. Big
G governa il mondo: tecnologia,
sicurezza, comunicazioni. Ma di
farlo sapere a tutti non c’è bisogno. Meglio rispettare la privacy
degli ospiti. Poi si va a cena tra le
vigne. Eva Longoria e la stilista
Tory Burch contemplano beate il
sole che dora le colline. E nessuno bada a quei due giornalisti
nascosti tra i grappoli d’uva che
vengono fatti allontanare con discrezione.
Marta Serafini
Veliero Il 93 metri dell’americano Barry Diller, ospite di Google con la moglie
stilista Diane von Furstenberg, ormeggiato di fronte il Verdura Resort di Sciacca
martaserafini
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In Rete
Lavezzi
e le foto hard
assieme
alla ragazza
Come siano finite online è
un mistero, visto che non
sembra l’opera di un hacker
e non è confermata la
notizia secondo cui
sarebbero stati gli
interessati a postarle. Certo
è che le foto hard che
ritraggono Ezequiel Lavezzi,
il calciatore del Paris Saint
Germain ed ex del Napoli,
impegnato in giochi erotici
con la fidanzata, la modella
Yanina Screpante, hanno
fatto in breve tempo il giro
della Rete partendo dai
social network e
approdando sui giornali
argentini. Che, però, si sono
trattenuti dal diffondere gli
scatti più imbarazzanti. I
«selfie» della coppia (nella
foto una delle immagini
finite su Internet) li
immortalano nelle
posizioni più stravaganti,
lui con cappellino da
poliziotto e tatuaggi in
mostra e lei senza veli, e
testimoniano tutta la
passione (peraltro già
dichiarata pubblicamente) e
l’intimità di una coppia
assolutamente disinibita.
Con l’unico ma necessario
distinguo che Lavezzi non
pare del tutto consapevole
della possibilità che quelle
foto facciano il giro del
mondo. Il «Pocho» e Yanina,
che non commentano
l’accaduto, non hanno
denunciato nei giorni scorsi
il furto dei loro portatili né
fatto sapere di essere stati in
altro modo raggirati. C’è chi
ha azzardato il legame con
un altro fatto: la sparizione
dall’auto di un giornalista
argentino di una valigetta
con video e foto hot di
personaggi famosi. Per ora,
tolto il velo anche ai gossip,
restano le indiscrezioni sul
rientro in Italia del
calciatore. Le proposte non
mancano, ad apprezzare le
prestazioni (calcistiche) del
giocatore argentino sono in
tanti e del suo eventuale
ingaggio si è parlato per il
futuro di Milan e Juventus.
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Cronache 21
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
La querelle
Non privatizzate
la grande bellezza
del centro storico
di PAOLO CONTI
Roma è l’unica capitale europea sfigurata
da una illegalità e da un arbitrio che occupano e privatizzano, senza regole né sanzioni, interi pezzi di centro storico. Lo stesso ragionamento in base al quale a Roma è
stato possibile che sedicenti artisti abbiano
sequestrato dal lontano 14 luglio 2011 il
settecentesco teatro Valle (lasciando il fastidioso compito di pagare le utenze al Campidoglio, forse ora se ne andranno davvero)
«La nostra è una rivoluzione
culturale. Il concetto di legalità
rinvia a qualcosa di poliziesco.
Preferisco parlare di rispetto
delle regole. Di normalità amministrativa. Perché Roma deve
tornare una città ’normale’» Il
sindaco Ignazio Marino segue
minuto per minuto l’evoluzione
del caso piazza Navona, sa che
sta facendo il giro dei social
network nel mondo: bar e ristoranti che ritirano tavolini e sedie
tallonati dai vigili urbani (anzi:
dalla polizia di Roma Capitale)
guidati dal comandante Raffaele
Clemente. Il tutto dopo una
giornata in cui gli esercenti hanno ricollocato l’infilata di tovaglie e sedie com’era fino a due
giorni fa e, appunto, i vigili che
sgombravano non appena i turisti finivano la consumazione.
Difficile descrivere la loro reazione, tra stupore e assoluta incredulità.
La storia è nota. Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso dei
quindici titolari di gelaterie, ristoranti, pizzerie che si affacciano sulla piazza «firmata» da
Borromini (chiesa di sant’Agnese) e Bernini (la Fontana dei
quattro Fiumi). Avevano chiesto
l’annullamento di due provvedimenti con cui il Comune imponeva la chiusura per cinque
giorni e il ridimensionamento
dei tavolini in base alla delibera
278 del 2012 (sindaco Gianni
Alemanno). Ancora Marino:
«Nessuno vuole abolire i tavolini, sia ben chiaro. Non ci sono
imposizioni dittatoriali. Ma ripeto: ci sono le regole e vanno
rispettate. A gennaio mandammo una lettera in cui ricordavamo la delibera, mai applicata da
Alemanno, io penso per l’imminenza delle elezioni. Sollecitavamo un piano di occupazione
del suolo in base a quei dettami.
Su quindici esercenti solo uno lo
ha presentato. Due hanno provveduto negli ultimi giorni. Gli
altri hanno contato su una sospensiva del Tar per continuare
ad occupare gli spazi illegalmente, così come è accaduto per
anni e anni»
Il fenomeno si chiama «tavolino selvaggio», divora e oscura
Pubblicità
Perché le tovaglie di caffè e ristoranti fanno discutere: le ragioni dei contrari e dei favorevoli
che non correva alcun rischio di privatizzazione. O che consente a una potentissima
(anche politicamente) famiglia di ambulanti di piazzare decine di camion bar sotto
il Colosseo, accanto a Fontana di Trevi, ai
Fori Imperiali, a piazza del Popolo praticando indecenti tariffe commerciali. Tutto
questo offende Roma, la sfregia, le sottrae
dignità, umiliandola a ricca terra di conquista economica e di monopolio per una
manciata di titolari di rendite di posizione
illecite e abusive.
Roma può ritrovare la sua dignità solo se
imboccherà la via delle regole condivise,
uguali per tutti. Altrimenti, come ipotesi
alternativa, c’è solo il modello Quarto Mondo. Dove le regole, appunto, non esistono.
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Non cancellate
uno dei piaceri
della vita cittadina
di PIERLUIGI BATTISTA
Va bene, sbaraccate pure i tavolini selvaggi. Ma quelli non selvaggi, per favore,
lasciateli. Non cancellate, per fanatismo
regolistico, uno dei piaceri della vita romana. Sedersi a un tavolino a piazza Navona,
che meraviglia. Il caffè a piazza del Popolo,
le trattorie con le vecchie sedie di legno
attorno a Campo de’ Fiori, la «piazzetta» a
Monti, prima che ci prenda casa Francesca
Pascale con il suo fidanzato. I tavolini am-
massati sulle piazze sono bellissimi. E non
credete ai soliti soloni del «solo in Italia bla
bla». A Barcellona si mangia sulla Rambla
e di fronte alla Cattedrale. Andate a Madrid, nei luoghi della movida. Nell’East
Village e a Tribeca a Manhattan. A Lisbona,
nel caffè in cui sosteneva Pereira. A Parigi,
sulla rive gauche e nel cuore del Marais.
Complici il clima, la bellezza, il cibo,
l’amore, le piazze e le vie ingombre di tavolini sono uno spettacolo. Non date retta
ai lugubri burocrati della Regola impersonale. Ai grigi contabili dei centimetri quadrati occupati da caffè e ristoranti. Andate
verso la vita. Sedetevi a un tavolino. Ci
sono Bernini e Borromini che vogliono
essere guardati (e consumati).
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Disputa
Roma Nuovi interventi dei vigili dopo l’ordinanza del Tar
I tavolini messi e tolti
Una rivoluzione legale
a piazza Navona
Portoghesi: «Diritti collettivi lesi dai bar»
piazze storiche (preferibilmente
quelle pedonalizzate, e si va da
piazza Navona a Campo de' Fiori
o al caso di largo de’ Ricci) ridotte a plateatici per ristoranti, vicoli e vicoletti dove spesso non
riesce a passare un’ambulanza.
Bar e ristoranti di piazza Navona
(l’altro giorno alcuni turisti
americani hanno messo on line
lo scontrino da 42 euro per tre
Grande schermo
La struttura architettonica
della piazza è stata
resa celebre e sfruttata
da moltissimi film
gelati e una bottiglietta d’acqua,
ripreso da Fox News) hanno risposto esponendo sulle saracinesche l’elenco dei dipendenti e
i versamenti all’Inps: «Grazie
sindaco, adesso perdiamo il lavoro». Marino ribatte: «Non si
possono contrapporre il decoro
e la correttezza amministrativa
ai diritti dei lavoratori. Speriamo
che ora la ragionevolezza prenda
il sopravvento. Cioè che gli esercenti prendano atto della delibera del 2012, compilino i formulari per precisare il loro ambito.
Pensiamo a collocare delle borchie tra i sampietrini, per evitare
contestazioni»
Piazza Navona è straordinariamente amata dai romani (il
Belli la cantò così: «Se pò ffregà
Piazza Navona mia/ E dde San
Pietro e dde Piazza de Spagna») e
dai turisti per la straordinaria
nobiltà urbanistica e architettonica, per quella sua nascita legata alla pianta dello Stadio di Domiziano, per una storia di mercati all’aperto e di allagamenti
organizzati in agosto, soprattutto nel ’700, per regalare un po’ di
fresco ai romani. La sua struttura
è stata sfruttata in innumerevoli
film, fino a La grande bellezza in
una splendida, struggente sequenza notturna. Dice l’urbanista Paolo Portoghesi, grande
studioso di Borromini: «Quando
i privati si impossessano di intere parti di città, ledono sempre i
Il Tribunale
amministrativo
Il Tar del Lazio ha
respinto il ricorso dei
quindici titolari di
gelaterie, ristoranti,
pizzerie che si
affacciano sulla piazza
«firmata» da Borromini
(chiesa di sant’Agnese)
e Bernini (la Fontana
dei quattro Fiumi).
Avevano chiesto
l’annullamento di due
provvedimenti con cui il
Comune imponeva la
chiusura per cinque
giorni e il
ridimensionamento dei
tavolini in base alla
delibera 278 del 2012
(sindaco Gianni
Alemanno).
Il Comune
Il sindaco Marino
ribatte: «Speriamo che
ora la ragionevolezza
prenda il sopravvento.
Cioè che gli esercenti
prendano atto della
delibera del 2012,
compilino i formulari
per precisare il loro
ambito. Pensiamo a
collocare delle borchie
tra i sampietrini, per
evitare contestazioni»
Tavolini In piazza Navona gli
esercenti ieri hanno deciso
di riposizionarli davanti a bar
e ristoranti: ma solo sul marciapiede
diritti collettivi. Piazza Navona
aveva, fino ad alcuni anni fa, taluni parterre per sedie e tavolini.
Poi tutto si è trasformato in una
fiera, nel senso più negativo del
termine. Marino fa bene a occuparsene. Occorre un contenimento armonioso che tenga
conto della giusta misura, dell’interesse pubblico, dell’estetica. Troppa Roma è fuori controllo. Suggerirei anzi al sindaco
Marino di occuparsi presto di via
Veneto, vittima di una fiera della
vanità, di un’assurda gara di gazebo e di dehor che ha prodotto
solo autentici, atroci orrori urbani». Anche perché piazza Navona
così perde misure e parametri,
come spiega Elisabetta Catalano,
fotografa autrice di ritratti famosi nel mondo: «Ho abitato lì per
quindici anni intorno al 1970, ho
assistito alla nascita e alla crescita dell’abusivismo. Ombrelloni,
tende, tavolini rompono inevitabilmente la proporzione di qualsiasi paesaggio urbano. Figuriamoci cosa può accadere con uno
splendore come piazza Navona».
P. Co.
La Snai:
da noi nessun
appello
a lady Renzi
L’appello alla moglie di
Renzi? Con un SOS che
campeggia in rosso sopra il
testo? La Snai prende le
distanze dalle iniziative
pubbliche di Maurizio Ughi,
tra i maggiori gestori di
agenzie di scommesse nella
sua Toscana. Anche il
gruppo presieduto da
Giorgio Sandi, quotato in
Borsa e controllato dai fondi
Investindustrial e Vei,
contrasta da anni la rete
parallela che sottrae ricavi
ai concessionari di
scommesse sportive e
ippiche, e quindi all’erario.
Ma la presa di distanza da
Ughi è netta sulla forma e i
toni. Ecco l’antefatto. Due
settimane fa l’imprenditore
lucchese, fondatore della
Snai che però ha venduto a
inizio 2011, fa pubblicare su
una mezza dozzina di
quotidiani nazionali un
appello al premier Matteo
Renzi contro la raccolta
illegale delle scommesse.
L’altro ieri la replica, sempre
firmata da Snai servizi, che
gestisce agenzie ma non è
concessionaria delle
scommesse come la Snai
quotata in Borsa. Questa
volta, sempre con pagine a
pagamento sui quotidiani,
Ughi si rivolge alla signora
Agnese Renzi pregandola di
sottoporre il suo appello al
marito l’indomani, assieme
alla tazzina del caffè.
A questo punto, per evitare
equivoci e dissentire dalla
forma, il gruppo leader
delle scommesse e titolare
delle concessioni vinte nelle
gare indette
dall’amministrazione dei
Monopoli interviene con
una nota per precisare che il
firmatario dell’appello Snai
servizi «è un soggetto terzo
non riconducibile in alcun
modo alla Snai o ad altre
società del gruppo» e che la
posizione espressa da Ughi
«non coincide con quella
della Snai», ossia «il
concessionario autorizzato
dallo Stato italiano alla
raccolta di giochi e
scommesse» con 3.500 sale
e corner sul territorio
nonché online. Il gruppo
guidato da Sandi, che ha
una quota di mercato del
57% nelle scommesse
ippiche e del 29% in quelle
sportive, chiarisce «che
svolge da anni azioni di
contrasto in collaborazione
con le autorità e l’Adm
(Agenzia delle dogane e dei
monopoli) alla rete
parallela» di accettazione
delle puntate «sostenendo
un rilevante impegno
economico a tutela della
legalità e dei consumatori».
C.T.
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Lettere e interventi
AIUTI ALL’EXPORT ITALIANO
Passi avanti
della Costituzione per abrogare
le competenze delle Regioni in
materia di export; il taglio dei
contributi alle Camere di
commercio italiane e il riordino
di quelli alle Camere all’estero. In
questo quadro, l’Ice sta facendo
la sua parte: l’obiettivo
principale è supportare
l’internazionalizzazione delle 70
mila aziende che possono
esportare ma ancora non lo
fanno. Abbiamo iniziato a
cercarle andando nei loro
territori: e stiamo rendendo
l’agenzia più agile e a
disposizione di ogni azienda che
ha l’ambizione di vendere
all’estero. Nel piano del prossimo
anno è poi centrale la formazione
di nuovi manager temporanei
per l’export (un’occasione di
lavoro per tanti giovani), e nuovi
voucher per le imprese per
provare l’utilità di nuovi servizi
professionali: non aiuti a pioggia
ma strumenti in più. Altre azioni
riguarderanno la presenza di
nuovi prodotti nelle grandi
catene della distribuzione
commerciale e il contrasto ai
prodotti «fintamente italiani»
che ci sottraggono importanti
quote di mercato. Tutto ciò non
sarebbe realizzabile se non ci
fosse una costante cooperazione
tra Mae e Mise. Molto resta da
fare, ma se c’è una area di
attività su cui l’Italia ha fatto
enormi passi avanti negli ultimi
anni è di certo il sistema di
supporto
all’internazionalizzazione.
Riccardo Maria Monti
Presidente Agenzia ICE
Vice Presidente Simest Spa
Il presidente dell’Ice scrive che
il governo dedica al supporto all’export un’attenzione «che non
ha avuto precedenti nei decenni
passati». Aggiunge che l’Ice sta
facendo ogni sforzo per trasformarsi in agile agenzia. Propositi
lodevoli che testimoniano che c’è
ancora da fare per porre rimedio
a ritardi e inefficienze. Nell’attesa
dell’indispensabile modifica del
Titolo V e dell’effetto salvifico di
Expo, creare da subito una catena
di comando univoca sarebbe un

Caro direttore, ho letto con
interesse l’intervento di Antonio
Armellini (Corriere, 5 agosto)
sull’urgenza di un riordino del
sistema di supporto all’export.
L’attenzione posta a questo tema
dall’attuale Governo non ha
precedenti nei decenni passati, e
negli scorsi mesi si è lavorato per
modernizzare, semplificare e
rendere più efficace il nostro
sistema di supporto. Le attività
si basano ora su analisi
comparate — commissionate ai
migliori centri studi indipendenti
— del nostro potenziale, per
identificare priorità e mercati
strategici per poter aumentare le
esportazioni. La cosiddetta
«cabina di regia» non è stata un
organismo pletorico, ma
l’insieme di ministeri ed enti che
hanno condiviso queste priorità:
da questo dialogo è nato il piano
straordinario per fare del 2015
l’anno del Made in Italy.
L’obiettivo per le esportazioni è
di 50 miliardi in più nei prossimi
3 anni. Questo piano si affianca
ad altri provvedimenti: la
proposta di riforma del titolo V
passo avanti, così come arrivare a
una sinergia vera sia all’interno
del settore pubblico, sia fra questo e le imprese. Si tratta di superare diffidenze radicate: ma sarebbe un’innovazione rivoluzionaria. Abbiamo un obiettivo condiviso: in attesa dei risultati, gli
faccio un augurio di buon lavoro.
(A.A.)
Le lettere vanno indirizzate al Corriere della Sera,
via Solferino 28, 20121 Milano. Fax: 02.6282.7579
E-mail: [email protected], oppure al sito
www.corriere.it. La rubrica di Sergio Romano
riprenderà lunedì 1 settembre.
22 Cronache
Sussidiario
di LUCA MASTRANTONIO
Il sogno edipico
di laureati e
giovani Holden
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
L’
acronimo «milf» è un ultra-corpo
linguistico. Si diffonde con American
pie, film demenziale del 1999, dove la
mamma di Stifler, il protagonista, è la
«Mother» che ognuno dei suoi amici vorrebbe («I’d Like») concupire («to Fuck»).
Poi il termine esplode con siti e canali web
pornografici, dove indica una particolare
categoria di sexy (sedicenti) mamme. Il
fenomeno è globale, benché in alcuni
Paesi asiatici «milf» indichi il Fronte islamico di liberazione moro, nelle Filippine;
in Italia, patria dei mammoni, «milf» è
molto cercato su Google in Molise, Abruzzo, Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli:
Mel piase la milf fu una locale hit del
2013. I benpensanti linguistici e le veterofemministe parlano di sessismo, di donna
oggetto — come «toy boy», ragazzo giocattolo, ma più triviale: la somma dei due
tipi dà Lolito, romanzo di Ben Brooks
(Isbn). I neo-edipici invece, maschi più o
meno adulti e adulti più o meno maschi,
si godono il complesso di Freud rispar-
miando sull’analista. Ma poi: alcune donne rivendicano il diritto di poter essere
sessualmente desiderabili oltre che madri;
in America e in Italia fioccano «confessioni di una milf» e manuali di «self help»
(da Berkley Book è uscito Got Milf: The
Modern Mom’s Guide to Feeling Fabulous, Looking Great, and Rock a Minivan).
Così le più arrabbiate, alla fine, sono le più
giovani, che vedono minacciato da questa
concorrenza imprevista il parco-ragazzi.
Davvero il fenomeno è così nuovo? Il lau-
reato è del 1967, con Benjamin (Dustin
Hoffman) diviso tra mrs Robinson (foto) e
figlia. E una «milf» ante-litteram c’è anche
nel Giovane Holden di Salinger del 1951.
Holden in treno incontra la madre di Ernest Morrow, odiato compagno di scuola:
la trova così sexy e attraente che le dice un
sacco di bugie sulla bravura del figlio, pur
di compiacerla, provare quasi a sedurla.
[email protected]
criticalmastra.corriere.it
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Il benefattore seriale
Il mio eroe segreto
S
iamo nella cucina di un appartamento
di una casa popolare. Sono passate le
dieci di sera. Marito e moglie sono seduti al tavolo da pranzo. Davanti a loro, alcune pile di banconote di piccolo taglio
e mucchietti di spiccioli. Hanno facce sconvolte dalla stanchezza, ma continuano a
contare i soldi con l’illusoria speranza che
cambi il risultato. Quel denaro non basta.
Lui fa l’operaio, lei la casalinga. Sono giovani invecchiati, combattenti che non possono arrendersi: genitori. Di là, nella sua cameretta, dorme un bambino di tre anni che
ha urgente bisogno di un’operazione al cuore. La fanno solo in America, ma costa un
sacco. E fra parenti, amici, risparmi e collette
in parrocchia, loro non hanno neanche metà
della somma. E il tempo passa. Qualcuno
suona al campanello. I due si guardano: chi
può essere a quell’ora? Aprendo si ritrovano
davanti una specie di gigante. Ha l’aria trasandata e sembra pure piuttosto incazzato.
Non l’hanno mai visto prima, ma lui chiede
lo stesso di entrare. Si accomoda in cucina e
tira fuori una busta con cento milioni di lire.
I due coniugi si guardano, increduli. Il gigante assicura che sono soldi «puliti» e che
non c’è nessun inganno sotto. Quindi si appresta a togliere il disturbo. Quando la donna prova a gettargli le braccia al collo, riconoscente, lui la ferma e non vuole vedere neanche il bambino. Perché, da sempre, dete-
Chi è
Donato Carrisi è nato
a Martina Franca nel 1973
È scrittore, giornalista e
sceneggiatore. Il suo primo
romanzo è uscito nel 2009
sta i bambini e le donne che frignano.
«Ora, per capire bene questa storia, devi
immaginarti la faccia di quei due a questo
punto» mi dice l’avvocato Di Santo, settant’anni, sigaro fra i denti, vestito completamente di bianco come un coltivatore di cotone della Louisiana. Da anni assiste quelli che
vincono grosse somme al lotto, giochi vari e
lotterie. «Se ci nasci è un conto, altrimenti
mica è facile fare i ricchi» mi mette in guardia. Poi mi racconta una serie di aneddoti. Ci
sono quelli che mettono a posto i conti col
passato. Quelli che sperperano tutto in poco
tempo e poi sono più poveri di prima. Quelli
che nel periodo fra la vincita e l’incasso — di
solito qualche mese — si ammalano e muoiono. Famiglie felicissime che implodono. E
il destino che come toglie, prende: «Un tipo
era allergico al caviale e non lo sapeva, se
fosse rimasto povero sarebbe ancora vivo».
È lui a mettermi in contatto col misterioso
benefattore seriale. Un vincitore diverso da
tutti gli altri.
Il gigante si chiama M.L., lo incontro in un
bar di periferia. Ha l’aria burbera di chi non
sopporta il genere umano. Fra un caffè corretto e l’altro — ne beve una decina — mi
racconta la sua vita. Lo fa senza ricamarci sopra, senza sconti, né per gli altri né per se
stesso.
Ex bagnino, ex gigolò, ex dj. Giocatore di
poker incallito, imprenditore capace di far
fallire l’azienda e scappare coi soldi dei soci,
rapinatore di banca condannato a sei anni di
carcere. Due matrimoni alle spalle, figli
sparsi un po’ ovunque.
Alla fine degli anni ’90 i monopoli lanciano un nuovo gioco, si chiama SuperEnalotto
e promette di far guadagnare parecchio.
M.L. compila una schedina con sei numeri, e
vince. Miliardi di lire. Una parte di lui già
progetta di abbandonare per sempre questo
Paese, ma poi s’imbatte in una notizia sul
giornale. Un imprenditore, che non conosce
IL BUONO PER FORZA
CHE REGALA MILIONI
ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI
di DONATO CARRISI
un’estate italiana
L’uomo che dopo aver vinto al SuperEnalotto aiuta gli altri suo malgrado
«Se non sei arrabbiato non puoi fare del bene. A provare pietà ci riescono tutti»
e non ha mai visto in vita sua, si è incatenato
davanti al Comune chiedendo aiuto per la
sua azienda che sta per chiudere. M.L., senza
sapere il perché, va da lui e gli consegna una
manciata di milioni. Però, dopo, non è fiero
per aver fatto una buona azione. È incazzato.
E la cosa si ripete. Invece di sperperare i soldi
per sé, si ritrova a dare una mano a chiunque
ne abbia bisogno. E, ogni volta, è una sofferenza.
«Sono una specie di supereroe» dice di se
stesso, ma senza compiacimento o vanagloria. «Proprio come i supereroi dei fumetti.
Loro non vorrebbero sempre salvare le persone, ma devono farlo per forza. È nella loro
natura. Rischiano la pelle e quasi sempre
nessuno li ringrazia, perché nessuno sa chi
sono veramente. Chi glielo fa fare, scusi?». Il
ragionamento non fa una grinza: il supereroe del SuperEnalotto.
Il gigante ha una sua teoria: «Se non sei
incazzato, non puoi fare del bene. A provare
pietà ci riescono tutti. Ma pochi riescono a
immedesimarsi con la rabbia di chi subisce
un’ingiustizia dalla vita. La pietà è una scusa
per sentirci migliori degli altri».
La cucina dei romanzi
Nei fumetti

Per natura
I supereroi
salvano gli
altri perché
devono farlo
Mi sarei aspettato qualche racconto commovente, la cronaca delle sue gesta benefiche. Invece mi ritrovo a pensare che quest’uomo forse ha ragione. Il vero eroe non
cerca il martirio o la santificazione. E non fa
del bene perché è buono. Il vero eroe deve
essere incazzato.
«Io sono un bastardo» dice M.L. «E questa
cosa nessuno la potrà cambiare». A questo
punto, ne ha abbastanza. Si alza e se ne va dal
bar, lasciandomi solo con questa storia e il
conto da pagare.
A passo leggero
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di CRISTINA GABETTI
di PAOLO DI STEFANO
La fiera dell’aragosta
Soffre se cotta viva?
A
lla Fiera dell’Aragosta del Maine, una delle
maggiori sagre gastronomiche del mondo: 11
mila chili di crostacei appena pescati e da mettere in pentola per centomila visitatori. Tra questi c’è David Foster Wallace, inviato per la rivista «Gourmet». Intorno, si vedono magliette con l’aragosta e statuine a forma di aragosta, aragoste
gonfiabili per i bimbi in piscina, cappelli a forma di aragosta
con grosse chele scarlatte penzolanti. Bambini e adulti, uomini e donne mangiano panini all’aragosta, involtini all’aragosta, sauté all’aragosta, insalata all’aragosta, vellutata all’aragosta, ravioli all’aragosta, fagottini fritti all’aragosta, aragosta gratinata o allo zafferano. E poi: cotta al forno, alla
fiamma, al vapore, alla griglia, rosolata, saltata in padella.
Bollita. Celebrazione totale del crostaceo. Una domanda dell’autore: proverà dolore quando viene gettata viva nel pentolone ribollente?
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, Einaudi
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La lezione dell’acqua
per vivere in armonia
M
i domando se l’aggressività dell’acqua che si rovescia sulle nostre teste e sulla terra, causando inondazioni, esondazioni e
ondate violente, non sia uno specchio di come ci stiamo comportando. Tanto le sue molecole sono capaci di aggregarsi e trasformarsi,
tanto noi siamo ostili alla collaborazione e al cambiamento. Mentre
l’acqua sa relazionarsi con gli altri elementi, noi cerchiamo sempre di
prevaricare. Abbiamo costruito le nostre città attorno a corsi e bacini
d’acqua per poi dirottarla e costringerla ad adeguarsi ai nostri bisogni.
Viene da pensare che abbiamo perso di vista le sue leggi e che la sua
ribellione sia un campanello d’allarme. La caratteristica dell’acqua,
elemento vitale e sacro, è l’adattabilità. Agile, supera gli ostacoli, ma
quando diventano troppi, li devasta e travolge tutto ciò che intralcia il
suo cammino. Osservare come scorre dentro e fuori di noi può aiutarci a rispettarla, a riconoscerne il valore. Se accettiamo la sua superiorità e la ringraziamo per la vita e i piaceri che ci regala, potremo evolvere, ricordando da dove veniamo e scegliendo di dare alla nostra esistenza un corso degno, in armonia con un sistema complesso e sofisticato di cui siamo solo una piccola parte.
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Cronache 23
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Un’estate fa
di MARIA LUISA AGNESE
L’esordio
di Fiorello
«Io animatore »
«M
i chiamo Fiorello, vengo da
una famiglia povera, e ho
scelto questo come lavoro. Lavoro?
Ma che lavoro, è una vacanza! Ma che
vacanza, è un lavoro, non si è capito
che cos’è. Sulla carta c’è scritto che io
faccio questo lavoro, per me non è un
lavoro, però quando la gente me lo
chiede io dico che faccio questo lavoro, altrimenti cosa devo dire? Che
non faccio niente? Io faccio l’animatore». Nell’estate del 1987 il Tg1 fa
Sul palco
Fiorello
al lavoro come
animatore in
una foto pubblicata nel 2009
un’inchiesta sui nuovi mestieri dei
ragazzi italiani e Tiziana Ferrario intervista quel siciliano moro moro e
lungo lungo che a 27 anni appare per
la prima volta in tv e racconta di un
mestiere molto libero e divertente
che qualche anno dopo lo porterà alla
ribalta con il karaoke: tutta l’Italia si
scatena dietro a lui a improvvisare
note, e quel lavoro/non lavoro gli
regalerà la gloria e lo consacrerà come showman del futuro. Uno capace
di far saltare tutti i codici precedenti
e di impostare una presenza tv più
flessibile che, pur partendo da un’apparente improvvisazione, riesce a
raggiungere punte di eccellenza e di
comunicativa. E ogni ragazzo che
ancora oggi, ai tempi della crisi, fa
l’animatore sulle spiagge italiane, un
po’ per arrotondare un po’ per farsi
un curriculum spera, in fondo al cuore, di diventare come lui.
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Le relazioni
pericolose
Preferirei di no
di MARIA LAURA RODOTÀ
Se Berlino
attrae turisti
col letto-risciò
(e Roma no)
Piaf e l’atleta dagli occhi azzurri:
per lui cantava «La vie en rose»
di PAOLO DI STEFANO
ILLUSTRAZIONE DI STEFANIA CAVATORTA
«T
u non puoi sapere quanto ho voglia di toccarti di guardarti di
mangiarti con gli occhi senza
perdere niente di te». Edith Piaf
non lesina lodi, invocazioni, inni al suo «bell’angelo biondo e azzurro». È una dedizione assoluta, persino imbarazzante. Tanto più che
Louis Gérardin, detto Totò, sembra non reagire: e non solo perché rimangono soltanto le
lettere di lei, ma perché l’abnegazione della
cantante francese, la più grande del momento
e forse di sempre, la voce magnetica che incanterà anche l’America, è un monologo con un
interlocutore che non sa assecondare slanci e
romanticismi eccessivi. Lei è uscita piena di cicatrici dal rapporto travolgente con il boxeur
Marcel Cerdan, morto in uno schianto aereo,
sull’arcipelago delle Azzorre, una notte dell’ottobre 1949. Era stata Edith a chiedergli: «Prendi l’aereo, il mio corpo ti aspetta». Ora, dopo
quasi due anni, ha trovato sulla sua strada un
altro campione, un ciclista, lo sprinter più acclamato di Parigi, il dandy bellissimo, elegante,
mondano, biondo e con gli occhi azzurri, ai cui
piedi vorrebbero cadere molte donne di Parigi.
L’ha conosciuto al Vélodrome d’Hiver, grazie a
un amico comune e sarà un amore travolgente.
Qualche anno fa Christie’s mise all’asta, nella meraviglia generale, una cinquantina di lettere (uscite in Italia per Archinto) che la Piaf inviò tra il novembre 1951 e il settembre dell’anno dopo al suo «grande tesoro», «uomo adorato», «tu!», «tenero amore», «piccolo angelo»,
«Re tanto amato»... Un flusso emotivo straripante e quasi privo di punteggiatura, segnato
da numerosi errori di ortografia, da sottolineature, da punti esclamativi.
Louis è stato per tredici volte campione della
velocità su pista, ha quasi quarant’anni e una
moglie, Bichette, con cui è sposato da un decennio. Edith è più giovane, 37 anni, ma il suo
corpo minuto (un metro e 45) è consumato
dall’alcol e dalla morfina. È la môme Piaf, un
passato di abbandoni, malattie, povertà, prostituzione, finché con il successo arrivano cascate di denaro e una sequela infinita di amori
per lo più disastrosi: quando incrocia lo sguar-
Le cinquanta lettere senza pudore
di Edith al ciclista Gérardin
do azzurro del pistard più famoso di Francia si
è già esibita al Carnegie Hall di New York e ha
già nel suo repertorio «La vie en rose» e «Milord». Sono canzoni che canta in giro per la
Francia dedicandole segretamente al suo Totò.
A mezzanotte e mezza del 15 febbraio, gli
confessa che ha cantato il suo inno: «Plus bleu
que tes yeux». Perché ogni notte, appena finisce il concerto, a Lione o a Marsiglia, la piccola
Edith torna in albergo, strappa un foglio, due,
tre, quattro fogli da un quaderno e comincia a
rovesciare sulla carta la sua passione bruciante,
senza pudore: «Sai, con il pensiero ti faccio una
quantità di cose, non sono per niente timida»,
«Schiacciami contro di te!»; «Vorrei metterti
tutto nudo sul letto, prima sulla schiena e baciarti dappertutto (...) ti avverto onestamente
che nessun punto sarà risparmiato». Lo rimprovera con delicatezza dopo un incontro clandestino macchiato da un litigio: «Sei stato duro
ieri, non ti avevo mai visto così con me, mi hai
parlato con durezza perché avevo lasciato della
cipria sulla tua cravatta...».
Gli scrive anche due o tre volte al giorno. Gli
promette di essere docile, gli racconta che ha
acceso un cero a suor Teresa perché protegga il
loro amore, gli comunica di aver giurato in
Chiesa che non toccherà mai più un bicchiere
di alcol, gli assicura miracoli che neanche Giovanna d’Arco, gli garantisce che avrà tutti i diritti su di lei e che smetterà di cantare se lui
glielo chiederà; potrebbero anche avviare
un’attività insieme, ma lo supplica di «fare
qualcosa di definitivo», di divorziare, di entrare in pianta stabile nella sua vita, compreranno
una casa, lei acquisterà un terreno a Boulogne,
condivideranno la sua fortuna, magari faranno
un figlio...
Lui si dà da fare per cercare una casa, in primavera lascia provvisoriamente sua moglie,
raccomanda al «Passerotto» di tenere i piedi
Senza futuro
Dall’incontro al Vélodrome d’Hiver
alla rottura per paura dello scandalo
minacciato dalla moglie del pistard:
«Resta con lei, io mi accontenterò»
per terra, ma lei è pazza, continua a fare progetti. E se Totò non le risponde, lei, che si firma
«la donnina», invia telegrammi ansiosi ai suoi
genitori. Finché a un certo punto la Piaf gli
scrive impaurita: «Non lasciare Bichette, ferma
la pratica di divorzio e la querela». La signora
Gérardin li ha fatti pedinare da un detective, ha
scoperto il tradimento e minaccia lo scandalo,
prendendosela soprattutto con il «piccolo mostro». E allora Edith ribadisce: «Non fare nulla
per il momento, smetti di tormentarti, resta
con Bichette e io mi accontenterò...». Il 19 giugno sa di malinconia: «Anche se parto per
l’America senza rivederti (...) so e sono certa
che ti amerò con la stessa violenza». Tre mesi
dopo, da New York l’ultima lettera: «Totò,
quando riceverai questa lettera sarò sposata, e
devo essere onesta nei confronti di Jacques e
tuoi, lo faccio con tutto il cuore e sono felice di
farlo, ti ho avvertito mille volte che mi avresti
perduta ma tu non hai reagito». Jacques è il
cantante Jacques Pills. Il matrimonio era stato
celebrato il 29 luglio, testimone Marlene Dietrich.
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Il giallo Il male non dimentica
NELLA PIAZZA DELLA CITTÀ DEI MORTI E DEI VIVI SENZA SCARPE
di ROBERTO COSTANTINI
Italia Balistreri vola giù da una scogliera a Tripoli il 31 Agosto 1969. Quella notte Gheddafi prende il
potere. Nel 2011, mentre Gheddafi crolla, il commissario Balistreri indaga su una serie di delitti che
lo riporteranno dove non voleva mai più tornare
(Il Cairo, giugno 1967) È scoppiata la guerra e
Karim non ha voluto sentire ragioni. Allah mi
chiama, io vado. Io, Ahmed e Nico lo abbiamo
seguito al Cairo per andare a combattere la guerra
santa contro Israele. Una follia, per onorare il
patto di sangue che ci rende indivisibili.
Arriviamo al Cairo dopo tre giorni in uno scassatissimo camion e la guerra è già finita. Man
mano che ci addentriamo in città ci sono migliaia
di profughi senza meta né speranza, fuggiti dal
Sinai sotto le bombe dell’aviazione israeliana. Le
radio dai bar e dai balconi continuano a trasmettere poco credibili inni di gloria mentre gli abitanti affollano finestre e balconi, guardando timorosi l’orizzonte, temendo di vedervi i carri con
la stella di Davide. Per strada c’è spazzatura maleodorante dovunque, frutta e ortaggi in decomposizione raccolti da mendicanti e attaccati da grossi ratti, bambini scalzi in mezzo allo sterco dei
cavalli e degli asini.
È quasi buio quando arriviamo nella piazza
dietro la moschea Al Azhar, una bolgia di profughi e di soldati egiziani, molti senza le scarpe,
lasciate nel deserto del Sinai durante la fuga per
correre più veloci sulla sabbia. Mentre Ahmed e
Karim vanno a chiedere ospitalità agli zii e Nico
gironzola per le strade, tre soldati egiziani mi
circondano. Uno di loro, con una vecchia pistola
russa, mi punta la canna tra le costole. Hanno una
ventina d’anni, due o tre più di me. Solo quello
con la pistola ha le scarpe. Uno porta delle infradito da spiaggia e l’altro due pantofole di colore
diverso. Mi spingono in fondo al vicolo che finisce con un muro alto due metri. Mi ruberanno i
soldi e poi mi ammazzeranno. Nessuno cercherà
il mio assassino in questo inferno. Dalla piazza
arriva Ahmed con l’aria di uno che si è smarrito.
Uno dei soldati si avvia verso di lui e gli intima di
andarsene. Ahmed ha un sorriso idiota e l’aria
innocua. Avanza e mi avvisa, in italiano: Quello
con la pistola. Non abbiamo bisogno di dirci altro. Lui scaglia il tae al mento del soldato che gli
si è avvicinato mentre io ne sferro uno al petto di
quello armato.
Rumore di denti, mandibole, costole che si
rompono. Urla di dolore. Il terzo soldato, terrorizzato, fugge verso la piazza. Ma Nico è lì e lo scaraventa tra i rifiuti con un kwon alla tempia. Karim
Edicola e web
Su Corriere.it
Ogni puntata di
questo giallo si
può trovare su
Corriere.it
L’iniziativa
Dal 12 con
Corriere e
Gazzetta in
vendita il primo
libro della
trilogia di
Roberto
Costantini
osserva allibito. Lui che è venuto ad aiutare i soldati egiziani, ora li vede massacrare dagli altri
membri del patto di sangue. Ahmed si avvicina al
soldato a terra, tira fuori dalla tasca il suo nuovo
coltello seghettato e afferra il soldato per i capelli.
«No, fratello» esclama Karim.
«Stai zitto» gli ordina Ahmed. Poi guarda me
negli occhi. Della mia autorizzazione ha bisogno.
«Se li lasciamo andare ci denunciano, Mike. E
qui come niente ci fucilano».
Provo a dire no, ma quel no resta sulle mie
labbra mentre Ahmed gli squarcia la gola. Con
calma, Ahmed raggiunge i due soldati feriti. Questa volta non mi guarda neanche. Come se stesse
tagliando una pesca, taglia loro la gola. Prima
all’uno, poi all’altro. Senza la minima esitazione.
Ora so dove ci sta portando il nostro patto di
sabbia e di sangue. Forse era sempre stato inciso
nel nostro destino, nei nostri geni, nei nostri
interminabili pomeriggi solitari a infilzare gli
scorpioni, a sparare alle tortore, a fiocinare le
cernie e a imparare le arti marziali.
Ha ragione Laura, diventeremo gangster, come
Ahmed.
E so anche che prima o poi Karim romperà il
patto.
(5 — continua)
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E
ra preferibile di no, in
teoria. Non era un’attività
appropriata per una signora
timida. Che solo pochi giorni
fa, alla profezia «tu girerai per
Berlino su un letto a quattro
ruote guidato da un ciclista»,
avrebbe chiamato la neuro
per il profeta. Invece si è fatto,
all’ora del tramonto, tra giochi di luce dei palazzi sulla
Sprea e bande di turisti che
ridevano e fotografavano (si
verrà taggati da chissà chi,
sicuro; pazienza). Si è vissuto
quel che ci si ripete come un
disperato mantra da tempi
difficili: servono idee, anche
idee strane, anche surreali,
per restituire leggerezza e
gioia di vivere; ma anche per
cambiare l’atmosfera delle
città, e attrarre visitatori, e
aumentare le entrate. L’idea
del letto — si chiama Berlin
Horizontal, ha un sito e una
pagina Facebook — è di Richard Eckes, cameraman freelance. Eckes rivendica il suo
ruolo di terapeuta urbano
della felicità. Quando passa, la
gente ride. Fotografa, fa battute, saluta, applaude, si informa. «Qualcuno mi insulta,
ma solo pochi». Dopo averlo
visto (è andata così; si è visto
il letto in giro per il Mitte, lo si
è inseguito in bici per prenotarlo) sono quasi tutti più
allegri. Se ci si sale, all’inizio
ci si vergogna. Poi si scopre il
trucco, ci si libera dalla coperta e dall’imbarazzo, ci si tira
su e si osserva la città come
bambini in una favola (a Berlino, poi, la strega non ti mangia; casomai si dedica a pratiche sadomaso al KitKat Club).
Ps. Il letto-risciò è praticabile
in città come Berlino, con
strade larghe. Ma anche con
traffico fluido, doppia fila
inesistente, ciclabili ovunque.
E la possibilità di inventarsi
un’attrazione turistica senza
venire inglobato/taglieggiato
da un racket. Può esistere in
una città europea. Roma, per
dire, non lo è più, pensandola
dal letto che caracolla lungo la
Sprea, accidenti.
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L’axforisma di J-Ax
Le ragazze che incontri la sera
al mare sono come la Guardia
di Finanza, vogliono sapere
come hai guadagnato tutto quello
che hai e quando scoprono
che non hai canne con te
perdono subito interesse
24
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
COMUNE DI CALTAGIRONE - AREA I
IL RUP
Ai sensi e per gli effetti dell’art. 224
comma 1 lettera c) D.Lgs. n. 163/2006
e successive modifiche ed integrazioni
RENDE NOTO
Che con Det. Dir. n. 208 del
30/05/2014 sono stati annullati gli atti
relativi al Bando di gara, a procedura
aperta ai sensi dell’artt. n. 3 e 55 del
succitato Decreto, relativi a PO-FESR
2007-2013 Misura 3.3.3.3 “Progetto
per migliorare la fruizione e la sostenibilità turistica del Centro Storico di
Caltagirone. Fornitura e posa in opera
di sistemi informativi e segnaletica turistica”. Si comunica, altresì, che con
D.D. n. 279 del 17/07/2014 sono stati
approvati i nuovi atti che per cinquantadue giorni consecutivi, a decorrere
dal 1° di Agosto, data di pubblicazione
del presente Avviso sulla GURS,
si trovano pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente www.comune.caltagirone.ct.it.
Caltagirone, 5 agosto 2014
Il RUP - Dott.ssa Giovanna Terranova
Sede legale in Milano, Via Grosio n. 10/4, sede secondaria in Torino, C.so Mortara n. 22
Capitale sociale Euro 450.265.793,58 i. v.
iscritta nel Registro delle Imprese di Milano al n. 03970540963, C. F. 03970540963
Si rende noto che, ai sensi delle vigenti disposizioni, è stata
depositata presso la sede legale in Milano, Via Grosio n.
10/4, la sede secondaria in Torino, Corso Mortara n. 22,
nonché sul sito internet di Borsa Italiana S.p.A. all’indirizzo
www.borsaitaliana.it, nonché sul meccanismo di stoccaggio centralizzato, denominato “1Info”, consultabile all’indirizzo www.computershare.it, gestito da Computershare
S.p.A. autorizzato da CONSOB con delibera n. 18852 del
9 aprile 2014, - a disposizione del pubblico - la Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2014.
Si precisa inoltre che la predetta Relazione sarà altresì disponibile sul sito internet www.seat.it e potrà essere richiesta tramite l’indirizzo e-mail [email protected].
Torino, 7 agosto 2014
SAVE S.P.A.
RELAZIONE SEMESTRALE
La relazione semestrale al 30 giugno 2014, approvata
dal Consiglio di Amministrazione, è stata depositata
presso la sede legale e la Consob ed è consultabile sul
sito Internet www.tasgroup.it.
TAS - Tecnologia Avanzata dei Sistemi S.p.A.
Soggetta a direzione e coordinamento di TASNCH Holding S.p.A.
Sede legale in Via Benedetto Croce, 6 - 00142 Roma - Capitale
sociale Euro 21.919.574,97 i.v. - C.F. e n. iscr. Reg. Impr. di Roma
n. 05345750581- P.IVA 03984951008
www.tasgroup.it
Per la pubblicità legale e finanziaria
rivolgersi a:
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Tel. 02 2584 6665/6256 - Fax 02 2588 6114
Via Campania, 59 - 00187 Roma
Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682
Vico II San Nicola alla Dogana, 9
80133 Napoli
Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12
Via Villari, 50 - 70122 Bari
Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126
RCS MediaGroup S.p.A.
Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano
Università degli Studi di Udine
AVVISO DI GARA
L’Università degli Studi di Udine bandisce
una procedura aperta per l’affidamento dei
servizi assicurativi dell’Università. Durata
contrattuale: 4 anni. Importo stimato per il
quadriennio € 1.040.000,00. Valore massimo dell’appalto, comprensivo delle ipotesi di proroga o rinnovo € 2.470.000,00.
Termine per la presentazione delle offerte:
ore 11.30 del 12/09/2014. Il bando è stato
inviato alla GUUE il 16/07/2014. Il bando
integrale e la documentazione di gara sono
reperibili sul sito http://www.uniud.it/ateneo/organizzazione/appalti/appalti_servizio
(tel. 0432/556814 - fax 0432/556822).
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Massimo Di Silverio
ESTRATTO AVVISO DI GARA
PER PROCEDURA NEGOZIATA
(D. Lgs. n. 163 del 12.04.2006)
Ente aggiudicatore: SAVE S.p.A., Viale Galileo
Galilei 30/1, 30173 Venezia Tessera, Italia, tel.
0039-041-2606277-6261, telefax 0039-0412606689. Criterio di aggiudicazione: offerta
economicamente più vantaggiosa. Oggetto:
Appalto di lavori per la realizzazione dell’ampliamento terminal passeggeri Lotto n. 1
dell’Aeroporto Marco Polo di Tessera Venezia
- CIG 5863094A38. COD. C.d.P. 1.01. Tempi
di esecuzione dell’appalto: 735 giorni naturali e consecutivi dalla consegna dei
lavori. Importo complessivo dell’appalto: €
57.603.131,22 dei quali € 756.305,40 a copertura degli oneri per l’attuazione dei piani di
sicurezza non soggetti a ribasso. Termine ultimo di ricezione delle domande di partecipazione: 22.08.2014 ore 12.00. La procedura
viene gestita interamente per via telematica
sul portale https://save-procurement.bravosolution.com.
L’Amministratore Delegato
Paolo Simioni
SAVE S.P.A.
AVVISO PER AFFIDAMENTO
DI SUBCONCESSIONE
Subconcedente: SAVE S.p.A., Viale Galileo
Galilei, 30/1, Tessera Venezia, telefono
041/2606286/6608, e-mail [email protected], fax 041/2606609, www.veniceairport.it. Oggetto: Affidamento in
subconcessione di uno spazio (Box n. 2193)
di mq 10,50 ad uso negozio, ubicato al
piano terra dell’aerostazione dell’Aeroporto
Marco Polo di Tessera Venezia, per la durata
di anni tre per lo svolgimento, non in esclusiva, di attività strumentali e/o accessorie a
quelle di agenzie di viaggio. Importo a base
di gara: € 15.000,00/anno (euro quindicimila/00). Non sono ammesse offerte
al ribasso. Criteri di aggiudicazione: la subconcessione sarà affidata al concorrente che
avrà offerto il corrispettivo annuo più elevato. Termine per il ricevimento delle offerte: 29 agosto 2014 ore 12.00. Bando di
gara integrale pubblicato sul sito della SAVE
sezione Area Aziende/Bandi.
ANAS S.p.A.
DIREZIONE GENERALE
SISTEMA TANGENZIALE DI LUCCA
VIABILITÀ EST DI LUCCA COMPRENDENTE I
COLLEGAMENTI TRA PONTE A MORIANO E I CASELLI
DELL’A11 FRIZZONE E LUCCA EST
Procedimento di compatibilità ambientale
Ai sensi e per gli effetti della seguente normativa:
• Artt. 7 e seg. L. 241/1990 e s.m.i. • Artt. 165 e seg. D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. • Art.
52 L.R. 10/2010 e s.m.i.
La Direzione Centrale Progettazione di ANAS S.p.A. - Via Monzambano, 10 - 00185 ROMA
premesso che:
- ha predisposto il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale relativo all’intervento
“Sistema Tangenziale di Lucca. Viabilità Est di Lucca comprendente i collegamenti tra
Ponte a Moriano e i caselli dell’A11 Frizzone e Lucca Est”;
- mediante avviso pubblicato su “Il Giorno - Resto del Carlino - La Nazione” il 9 dicembre
2013 ha comunicato di aver richiesto alla Regione Toscana in data 25 febbraio 2013 ed
alla Provincia di Lucca in data 25 giugno 2013 l’avvio del procedimento di Valutazione
di Impatto Ambientale, depositando la documentazione prescritta presso tutte le
amministrazioni interessate;
considerato che:
- la Provincia di Lucca, con nota prot.n. 0051102/2014 del 06/03/2014, ha richiesto
integrazioni documentali;
- con nota prot. n. CDG0080031 del 13/06/2014 Anas ha trasmesso alla Provincia ed a tutte
le Amministrazioni interessate i documenti integrativi richiesti.
• Le integrazioni attengono alla valutazione di impatto ambientale e riguardano:
- le componenti: ambiente idrico, emissioni atmosfera e clima acustico, vegetazione,
flora, fauna ed ecosistemi, suolo e sottosuolo, paesaggio e patrimonio culturale,
aspetto infrastrutturale nonché assetto socio economico; •
le
analisi
delle
alternative e la relativa cantierizzazione.
- con successiva nota prot. 139145 del 03/07/2014 la Provincia di Lucca ha comunicato
che le integrazioni prodotte contenendo elementi e informazioni sostanziali e rilevanti
per il pubblico necessitavano di una nuova pubblicazione a cura del proponente.
Tutto ciò premesso si da comunicazione del deposito della documentazione integrativa
citata.
Il Responsabile del Procedimento è l’Ing. Nicola Dinnella in sevizio presso la Direzione
Centrale Progettazione di Anas S.p.A.
Entro sessanta giorni dalla presente pubblicazione chiunque abbia interesse può presentare
proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi, in
relazione alle sole integrazioni ai sensi dell’art. 55, comma 3, L.R. 10/2010 e s.m.i.
Copia della documentazione integrativa è, dalla data odierna, a disposizione del pubblico
per la consultazione presso:
• Provincia di Lucca - Ufficio Relazioni con il Pubblico - Palazzo Ducale - Piazza Napoleone
ingresso Cortile Carrara - 55100 Lucca - nei seguenti orari: lunedì - venerdì 9.00-13.00,
martedì e giovedì: 15.00-16.00. Contatti: numero verde: 800-747175 - telefoni: 0583
417216, 0583 417780, 0583 417938 - fax: 0583 417326 - E mail: [email protected] Posta certificata: [email protected];
• Comune di Altopascio - Piazza Vittorio Emanuele, 24 - 55011 Altopascio (LU)
• Comune di Capannori - Piazza Aldo Moro - 55012 Capannori (LU)
• Comune di Lucca - Palazzo Santini - Via C. Battisti, 14 - 55100 Lucca
• Comune di Porcari - Piazza F. Orsi, 1 - 55016 Porcari (LU)
La documentazione depositata è consultabile sul sito web della Provincia di Lucca all’indirizzo
http://www.provincia.lucca.it/ambiente/aaa_valutazione.php
IL DIRETTORE CENTRALE PROGETTAZIONE
Ing. Ugo Dibennardo
VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA
Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224 • sito internet www.stradeanas.it
ANAS S.p.A.
Compartimento della viabilità
per la Sardegna
CITTA’ DI SIRACUSA
AVVISO DI GARA ESPERITA
GARA N° CALAV074-14_19A2014 - CIG 5807493ED1 - CUP: F67H13001600001 - Lavori di
ripristino delle condizioni di sicurezza mediante sostituzione, adeguamento ed integrazione
delle barriere di protezione laterali e centrali in tratti saltuari lungo le SS. SS. del Centro
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Sardegna, sito internet www.stradeanas.it. e sito informatico del Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti. Maggiori informazioni e/o chiarimenti rivolgersi a: ANAS Spa (società con
socio unico) - sede Compartimentale della Sardegna - Ufficio Gare Via Biasi, 27 - 09131
CAGLIARI - Tel. 070 52971 - Fax 070 5297268.
Il Dirigente Amministrativo: Dott.ssa Silvia Assunta Anna Mereu
VIA BIASI, 27 - 09131 CAGLIARI
Tel. 070/52971 - 070/5297268 • sito internet www.stradeanas.it
AMMINISTRAZIONE CENTRALE
SERVIZIO APPALTI
AVVISO dI AggIudICAZIONE dI APPALTO
Si rende noto che sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 23/07/2014 è stato pubblicato l’avviso relativo all’esito delle procedure
negoziate ai sensi dell’art. 57, comma 2, lett. a),
del D.Lgs. n. 163/2006 indette per l'affidamento
delle polizze: a) Responsabilità civile verso terzi e
verso prestatori di lavoro e Infortuni della Banca
d'Italia (CIG: 5384349959); b) Responsabilità civile
derivante dalla circolazione di veicoli a motore e
auto rischi diversi della Banca d'Italia (CIG:
542775986A). L’avviso è altresì pubblicato integralmente sul sito internet della Banca d’Italia
(www.bancaditalia.it) ed è in corso di pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
PER DELEGA DEL DIREttoRE GEnERALE
Manlio Ricotti
Azienda Provinciale
FONDAZIONE IRCCS
“Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico”
Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano
tel. 02/5503.8265 - fax 02/5830.6067
Responsabile del procedimento:
Dirigente U.O.C. Approvvigionamenti
E’ indetta procedura aperta, da esperirsi ai sensi dell’art. 55 del
d.l.vo n. 163/2006, con aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli artt. 83 e 81,
comma 3), e degli artt. 86, 87 e 88 del medesimo d.l.vo, per
l’aggiudicazione della fornitura di un sistema diagnostico multifunzionale automatico per l’esecuzione di 85.000/anno determinazioni immunoistochimiche di preparati cito-istologici, per
60 mesi (Determina a contrattare n. 1705 del 31/7/2014). La
presente procedura sarà espletata tramite la piattaforma SINTEL, secondo quanto stabilito dall’art. 1, comma 6 bis, della
legge regionale Lombardia 28 dicembre 2007 n. 33, come modificato dall’articolo 10, comma 4 della legge regionale 3 agosto
2011 n. 11. Importo complessivo, per sessanta mesi, posto a
base d’asta € 2.553.000,00.= esclusa I.V.A.. Le modalità ed i requisiti di partecipazione alla gara sono indicati nel bando di gara,
inviato alla GUCE in data 31/7/2014. La documentazione di gara
(bando integrale, capitolato speciale e disciplinare di gara) potrà
essere scaricata dal sito internet www.policlinico.mi.it (gare e
concorsi/bandi di gara) oppure dal sito per le gare telematiche
www.centraleacquisti.regione.lombardia.it - area SINTEL.
IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO - Dott. Osvaldo Basilico
IL DIRETTORE GENERALE - Dr. Luigi Macchi
per i Servizi Sanitari
Provincia Autonoma di Trento - Via Degasperi n. 79 - 38123 Trento
ESTRATTO BANDO DI GARA
Questa Azienda sanitaria ha indetto una Procedura aperta, suddivisa in 7 lotti distinti, per l’afÚ
fidamento della FORNITURA di dispositivi medici per prestazioni di assistenza protesica e del
SER VIZIO DI MANUTENZIONE degli stessi, occorrenti all’Azienda provinciale per i servizi sanitaÚ
ri di Trento. L’importo di gara relativo alla durata contrattuale di 3 (tre) anni ammonta ad €
4.252.998,00, IVA e oneri per prevenire i rischi da interferenze, questi ultimi relativi al solo
Lotto n. 7, esclusi, con possibilità per l’APSS di concordare una eventuale proroga di ulteriori 3
(tre) anni L’aggiudicazione avverrà ai sensi dell’art. 83 del DLgs n. 163/2006. Bando, Norme di
Partecipazione e Capitolati Speciale e Tecnico sono reperibili sul sito internet dell’APSS:
www.apss.tn.it, sezione “Bandi di gara”. Le offerte, corredate della necessaria documentazioÚ
ne e indirizzate all’Ufficio protocollo dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari Via Degasperi,
79, Trento, dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 08/09/2014, termine perentorio. Per
informazioni sulla procedura di gara: tel. 0461904005.
Bando trasmesso per la pubblicazione nella GUUE il giorno 16/07/2014.
IL DIRETTORE DEL SERVIZIO PROCEDURE DI GARA E CONTRATTI
dott. Luciano Bocchi
Si rende noto che il giorno 23/09/2014 alle ore 10.00 sarà esperita procedura
aperta per l’affidamento dei servizi di supporto all’amministrazione Comunale
di Siracusa (custodia, front-office, supporto agli uffici comunali, manutenzione,
affissione e defissione manifesti, rimozione graffiti, tag e imbrattamenti,
cimetriali, facchinaggio, trasloco, allestimento palchi, autista per trasporto
pubblico locale).
CIG 5839062265.
Pubblico incanto ai sensi del D.L.vo n. 163/2006 e s.m.i..
Modalità di aggiudicazione: a favore dell’offerta economicamente più
vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.L.vo n. 163/2006 e smi.
Scadenza presentazione offerta: entro ore 12.00 del giorno 22/09/2014.
Importo a base d’asta: € 10.143.600,00 oltre iva.
Durata del servizio: anni quattro.
Finanziamento: fondi determina del Direttore Generale n. 4/d del 30.6.2014.
Gli atti sono visionabili presso la divisione gare piazza Adda n. 9 96100 Siracusa
nei giorni: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30.
Dalla sede municipale, li’ 04/08/2014
Il Capo Settore - Dott.ssa Loredana Caligiore
CITTA’ DI SIRACUSA
Si rende noto che il giorno 19/09/2014 alle ore 10.00 sarà esperita procedura
aperta per l’affidamento dei servizi di manutenzione impianti elettrici e telefonici,
segnaletica orizzontale, verticale e luminosa, reperibilità per pronto intervento
stradale, riqualificazione sedi stradali, manutenzione e pulizia di caditoie e chiusini del Comune di Siracusa.
CIG 5838925157.
Pubblico incanto ai sensi del D.L.vo n. 163/2006 e s.m.i..
Modalità di aggiudicazione: a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.L.vo n. 163/2006 e smi.
Scadenza presentazione offerta: entro ore 12.00 del giorno 18/09/2014.
Importo a base d’asta: € 2.862.000,00 oltre iva.
Durata del servizio: anni quattro.
Finanziamento: fondi determina del Direttore Generale n. 3/d del 30.6.2014.
Gli atti sono visionabili presso la divisione gare piazza Adda n. 9 96100 Siracusa
nei giorni: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.30.
Dalla sede municipale, li’ 04/08/2014
Il Capo Settore - Dott.ssa Loredana Caligiore
AMG ENERGIA SPA
PALERMO
Estratto Bando di gara
Questa Società indice per le ore
09,00 del giorno 11/9/14 Procedura Aperta per Accordo Quadro
con un solo operatore per appalto
fornitura di corpi illuminanti per la
Direzione pubblica illuminazione.
Importo presunto massimo fornitura, IVA esclusa: € 350.000,00.
Il bando di gara, redatto su formulario CEE, è stato inviato alla
GUCE il 26/06/14. Estratto bando
di gara su GURS n. 27, parte II,
del 04/07/14. Ulteriori informazioni telefonando orari uffici allo
091-7435263.
IL DIRETTORE GENERALE
Dario Allegra
REGIONE TOSCANA
ESTAV Nord-Ovest
Sede Legale: via Cocchi, 7/9 loc. Ospedaletto - 56121 PISA
ESITO DI GARA PER ESTRATTO
Si rende noto che l’ESTAV Nordovest con delibera n. 250 del
16/07/2014 ha aggiudicato la seguente procedura di gara: “Accordo quadro, suddiviso in 5 lotti con più operatori economici,
per la fornitura di “Sistemi per l’Elettrocardiografia, Prove da
Sforzo e Holter” per le Aziende Sanitarie della Regione Toscana.
Valore totale della convenzione: €.3.020.000,00 iva esclusa. Vigenza contrattuale: 24 mesi.
Il Direttore
Dipartimento UOC Attrezzature Sanitarie, Diagnostica,
Arredi, Informatica e strumentario - Dr.ssa Pia Paciello
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA
DI FERRARA
Avviso di aggiudicazione
Amministrazione aggiudicatrice:
Azienda Ospedaliero Universitaria di
Ferrara – Via Aldo Moro, 8 Cona - 44124
Ferrara Tel. 0532/236111 – Telefax
0532/236588.
Procedura
di
aggiudicazione:
procedura aperta.
Oggetto dell’appalto: aggiudicazione
procedura aperta per la fornitura
quadriennale di sistemi per infusione a
siringa per Aosp di Ferrara (capofila) e
Ausl di Ferrara in unione d’acquisto.
Criterio di aggiudicazione: offerta
economicamente più vantaggiosa.
Numero di soggetti partecipanti: Lotto
unico: nr. 3.
Data di aggiudicazione: Determina n°
338 del 27.06.2014.
Impresa aggiudicataria: B.Braun –
Milano.
Ulteriori informazioni potranno essere
richieste
al
Responsabile
del
Procedimento Dott.ssa Teresa Cavallari
( Tel. 0532/236209 ).
Il Responsabile
del Dipartimento Interaziendale
Acquisti e Logistica Economale
(Dott.ssa Monica Pertili)
25
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Economia
Indici delle Borse
FTSE MIB
Dati di New York aggiornati alle ore 20.00
UBI Banca
Cambi
La settimana
19.509,84
-2,70%
Londra
6.636,16 -0,69%
1 euro
FTSE It.All Share 20.705,95
-2,62%
Francoforte
9.130,04 -0,65%
1 euro 136,5800 yen
FTSE It.Star
16.923,76
-2,19%
Parigi (Cac40)
4.207,14 -0,61%
1 euro
0,7928 sterline -0,13%
Dow Jones
16.455,83
0,16%
Hong Kong
24.584,13 -0,26%
1 euro
1,2152 fr. sv.
Nasdaq
4.365,39
0,29%
Tokio (Nikkei)
15.159,79 -1,05%
1 euro
9,2454 cor.sve. 0,42%
S&P 500
1.921,87
0,09%
FTSE MIB
La lente
IL CONFRONTO
E IL RITORNO
DI PIAZZA AFFARI
ALLA NORMALITÀ
I
l crollo del listino italiano
ai livelli di 19.500 punti
dell’indice Ftse Mib 40,
avvenuto ieri sulla scia dei
negativi dati di crescita del
Pil nel secondo trimestre
del 2014, cancella in un
colpo solo le buone
performance che avevano
distinto il mercato italiano,
riportandolo ad una sorta
di normalità dopo i rialzi
raggiunti nella prima parte
dell’anno quando il nuovo
governo di Matteo Renzi e
del suo ambizioso
programma di riforme
aveva messo le ali al listino
milanese toccando un
massimo il 10 giugno a
22.502 punti con un + 18%
da inizio anno. Mentre il
mercato azionario italiano
scontava una sorta di
premio tecnico sui dati
macroeconomici che ancora
non si vedevano, oggi dopo
questo crollo, la situazione
non si può considerare
ritornata negativa, ma solo
ridimensionata. Se si
osservano gli andamenti
degli altri listini si può
notare come il mercato
italiano nonostante questa
fase difficile mantenga un
segno positivo del 2%
rispetto a inizio anno,
contro il – 4% del Dax
tedesco e il – 1.6% del Ftse
di Londra. Questa fase di
consolidamento era
abbastanza nell’aria a
causa di uno scenario
internazionale che
registrava un ritorno delle
tensioni sia sul fronte della
crisi in Ucraina che su
quello più drammatico di
Israele, ma il dato sul Pil
negativo comunicato ieri
dall’Istat ha accelerato il
crollo delle ultime ore in
modo eccessivo. E’ indubbio
che le nuove difficoltà di
crescita che coinvolgono
l’intera area europea si
stanno riproponendo anche
in Portogallo (-11%) a causa
del salvataggio del Banco di
Santo Spirito, e Grecia (5%), ma non sono immuni
dalle vendite nemmeno
Paesi virtuosi come
l’Austria, che registra
difficoltà a causa della
storica relazione economica
con i paesi dell’Europa
dell’Est frenati dalla crisi
russa. In questo scenario la
recente debolezza del listino
italiano è da inquadrare
come un ritorno ai
fondamentali dell’economia
che ancora mostra ampi
segni di instabilità, ma non
raggiunge i picchi 2009 e
2011.
Marco Zulberti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Madrid
10.246,20 -1,04%
19509,84
(-2,7%)
G
V
L
M
M
1,3345 dollari
1 euro
La settimana
Titoli di Stato
Titolo
Ced.
Quot. Rend. eff.
06-08
netto %
Titolo
Ced.
Quot. Rend. eff.
06-08
netto %
-0,27%
Btp 04-01/02/15 4,250% 101,92
-
Btp 96-01/11/26 7,250% 142,59
2,33
-0,64%
Btp 10-15/04/15 3,000% 101,86
-
Btp 11-15/09/26 3,100% 113,45
1,81
Btp 11-15/04/16 3,750% 105,48
0,01
Btp 03-01/08/34 5,000% 119,84
3,06
Btp 06-15/09/17 2,100% 104,88
-
Btp 13-15/09/18 1,700% 104,51
Btp 09-01/03/20 4,250% 114,47
0,65
1,04
Btp 05-01/02/37 4,000% 105,92
Btp 07-01/08/39 5,000% 119,43
Cct 07-01/12/14 0,420% 100,19
3,15
3,26
0,07
Btp 11-01/09/21 4,750% 117,91
Btp 11-01/03/22 5,000% 119,44
Btp 13-01/03/24 4,500% 115,37
1,48
1,62
2,16
Cct 08-01/09/15 0,380% 100,27
Cct 09-01/07/16 0,300% 100,24
Cct 11-15/04/18 0,726% 101,27
0,16
0,27
0,79
-0,18%
1,4643 dol.can. -0,08%
5,72
G
V
L
M
M
Agenzia delle Entrate La strategia nella circolare della neodirettrice: redditometro solo con scostamenti significativi
«Fisco, ora nel mirino i grandi evasori»
Orlandi: faro sulle frodi più rilevanti, meno controlli su importi minori
ROMA — Occhi puntati sui
grandi evasori e le frodi fiscali
più insidiose, quelle che oltre
al gettito mettono a rischio
anche la normale concorrenza sul mercato, meno contestazioni puramente formali, e
addio ai controlli meno rilevanti, quelli che riguardano
piccoli contribuenti o piccole
somme. È quanto prevede il
nuovo atto di indirizzo operativo trasmesso ieri dal nuovo
Direttore, Rossella Orlandi, ai
funzionari e agli ispettori dell’Agenzia delle Entrate. Delineando i nuovi obiettivi della
caccia all’evasione, ma soprattutto sottolineando due
nuovi criteri che gli agenti
delle tasse dovranno seguire,
la «proporzionalità» e la
«proficuità» della loro azione.
Inutile inseguire disoccupati o pensionati, o tentare di
recuperare somme trascurabili o minime. Fanno perdere
tempo e denaro, quindi meglio concentrarsi sui pesci
grossi. «Particolare impegno
deve essere riservato all’approfondimento dei comportamenti evasivi più gravi, segnatamente individuati tra
quelli che, oltre ad avere un
impatto rilevante sul gettito
erariale, provocano distorsioni alla libera concorrenza»,
scrive la Orlandi, sottolineando come questi fenomeni
ruotino spesso intorno al-
D’ARCO
L’evasione in Italia
418,2
REDDITI NASCOSTI AL FISCO
miliardi
(in miliardi)
180,2
39
40
36,8
miliardi
30
Valore del
sommerso
200
miliardi
di euro
Tasse
perse
21,4
22,0
22,2
2008
2009
2010
26
20
10
i soldi nascosti
dagli italiani
nei paradisi
fiscali all’estero
0
l’evasione dell’Iva. I controlli
dovranno partire da una «selezione delle forme più insidiose di frodi ed evasione»,
«abbandonando rilievi di carattere meramente formale»,
e concentrarsi sui casi «da cui
Rossella Orlandi è
il nuovo direttore
dell’Agenzia delle
Entrate. Classe ‘56,
toscana di Empoli,
è stata nominata
lo scorso giugno
2011
2012
2013
possano scaturire maggiori
imposte accertabili, tralasciando quelli di scarsa rilevanza in termini di recupero
di imposte o di scarsa sostenibilità». Sono proprio questi, scrive la Orlandi, «che generano nei contribuenti l’idea
di un’Agenzia che presta attenzione a situazioni poco significative o, ancor peggio, di
natura solo formale».
La «proficuità» della macchina fiscale, secondo il nuovo Direttore, significa anche
concentrarsi sulla nuova evasione, più che inseguire quella passata con l’ossessione
della prescrizione. Tanto che
l’atto di indirizzo specifica come i controlli debbano concentrarsi sulle dichiarazioni
2013 e 2014, a meno che ovviamente non ci siano ragioni
specifiche che impongano
controlli su anni precedenti.
Massima prudenza anche
sui controlli a carico degli autonomi, delle piccole imprese, delle persone fisiche. Tutti
gli strumenti di ricostruzione
presuntiva del reddito «devono essere usati con la massima attenzione, evitando di
contestare redditi non connessi con la realtà riferibile al
contribuente o alla sua capacità contributiva». Così come
gli studi di settore per gli auto n o m i d e b b o n o ess e re
Concorrenza
Particolare attenzione
alle forme di evasione,
come quella dell’Iva, che
minano la concorrenza
«sempre maggiormente impiegati come strumento di selezione per un ulteriore attività di controllo, piuttosto
che quale mero strumento accertativo». Per i controlli sulle
grandi e medie imprese la circolare operativa non introduce grandi novità, così come
per le verifiche sui grandi
contribuenti.
Mario Sensini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Farmacie I due fondatori saranno vicepresidenti. Con gli altri azionisti incasseranno 9 miliardi
Maxi fusione Alliance-Walgreens
Pessina primo socio con il 18%
Barra: la priorità era fare in fretta, leader nel mondo
E’ un’operazione che in tutto vale
15,3 miliardi dollari, destinata a
spiazzare le classifiche mondiali della
distribuzione farmaceutica tra Europa
e Stati Uniti. Protagonisti, Stefano Pessina, l’ingegnere nucleare riconvertito
all’healthcare e alla sua Alliance Boots,
e la compagna di sempre, l’imprenditrice Ornella Barra (foto). Lo fanno
con una mossa a sorpresa che accorcia
le distanze con la nascita di Walgreens
Boots Alliance, quotata a Wall Street,
primo gruppo mondiale di farmacie e
distribuzione all’ingrosso di prodotti
terapeutici e di bellezza con circa 110
miliardi di fatturato, 12 mila farmacie
e 356 mila dipendenti. «Accorciare i
tempi dell’operazione — ha spiegato
Ornella Barra — significa creare più
rapidamente valore, trovare sinergie
per almeno un miliardo entro due anni». D’altronde le aggregazioni si moltiplicano nel settore. L’ultima, pochi
giorni fa quando l’americana McKesson ha comprato la tedesca Celesio.
Il percorso è stato impostato due
anni fa e ieri è stato chiuso a sorpresa,
con largo anticipo, rispetto alle sca-
denze previste tra gennaio e agosto
2015. In dettaglio, la Walgreens di
Chicago, numero uno dei drugstore,
ha deciso di esercitare l’opzione d’acquisto 55% che ancora non possiede
dell’inglese Alliance Boots di Pessina e
Barra. Valore dell’operazione, 7,3 miliardi. Il gruppo Usa verserà ai soci di
Alliance Boots 5,3 milioni per cassa e
salderà il resto con azioni, valorizzando l’operazione 15,3 miliardi. E con un
incasso totale di 9 miliardi per i soci.
In pratica si tratta della replica della
130 100
miliardi di dollari di ricavi
previsti a fine 2016. Con
la fusione tra Walgreens
e Alliance Boots nascerà
il numero uno mondiale
della distribuzione farmaceutica. L’Italia vale
1,2 miliardi di fatturato
miliardi di dollari è la capitalizzazione attesa a
Wall Street. Stefano Pessina e Ornella Barra
avranno tra il 16 e il 18%
del capitale a fianco del
fondo Kkr che resterà con
una quota sotto il 2%
transazione di due anni fa quando
Walgreen acquistò il primo 45% delle
farmacie Alliance Boots, in parte cash
e in parte con azioni, da Pessina, Barra
e dal fondo Kkr che otto anni fa sostenne l’imprenditore italiano nella
sua conquista della Alliance. La fusione delle due realtà è stata approvata
dal cda di ieri e il passaggio finale è atteso ad aprile del prossimo anno
quando l’assemblea taglierà il nastro
del progetto. Post fusione, Pessina e
Ornella Barra saliranno dall’attuale
7% (custodito nel trust Alliance santé
part.) al 16-18%, confermandosi primi azionisti a fianco di Kkr (avrà il 2%)
nell’ambito di un sindacato che darà
loro il controllo. La nuova società resterà quotata a Wall Street e avrà una
capitalizzazione record stimata di 100
miliardi di dollari. La guida operativa
sarà affidata a Greg Wasson (ex Walgreens), Barra sarà presidente della
divisione global wholesale e retail internazionale e Pessina guiderà le attività di m&a come vicepresidente esecutivo. Avrà quindi un ruolo chiave,
quello di moltiplicare ancora la presenza su scala planetaria. «Siamo
pronti ad afferrare le opportunità di
acquisizione, abbiamo relazioni con
tutti i protagonisti del settore — spiega Barra — il monitoraggio è continuo. C’è una squadra sempre in allerta».
Daniela Polizzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Wall Street Journal
Multa record
negli Usa,
BofA pagherà
16-17 miliardi
Bank of America sta
trattando con il
Dipartimento della giustizia
americano per chiudere con
una mega transazione da
circa 16-17 miliardi di
dollari, la più alta mai
siglata, un’inchiesta relativa
a violazioni di legge nella
vicenda dei mutui
subprime, che tra il 2007 e il
2008 portarono allo scoppio
della crisi. Lo ha rivelato ieri
sera il Wall Street Journal
online. Le trattative
sarebbero molto vicine a un
accordo. La banca guidata da
Brian Moynihan (foto) —
che nel weekend del
fallimento di Lehman
Brothers aveva assorbito
l’altra grande malata, Merrill
Lynch — pagherebbe 9
miliardi in contanti al
Dipartimento della giustizia,
ad alcuni Stati e enti locali,
mentre il resto verrebbe
pagato attraverso benefici
economici concessi ai clienti
della banca stessa. Di recente
Citigroup ha raggiunto una
transazione da 7 miliardi di
dollari sempre sui mutui,
fino ad oggi la transazione
più alta raggiunta, mentre la
banca francese Bnp Paribas
è stata multata per 9 miliardi
di dollari per alcune
violazioni dell’embargo Usa
verso l’Iran.
Fabrizio Massaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
COMUNE DI NAPOLI
ESTRATTO ESITO DI GARA
Si avvisa che con Determina Dirigenziale
n. 22 del 24/06/14 è stata aggiudicata
la gara: “Realizzazione e manutenzione
di un sistema informativo di gestione
dei servizi demografici, tributari e
finanziari del Comune di Napoli” a favore
di RTI Halley Informatica srl (mandataria)/Halley Campania srl-Advanced Systems srl (mandanti). Valore iniziale:
€ 1.500.000,00 oltre IVA, valore finale:
€ 1.397.777,07 oltre IVA. Testo integrale
su www.comune.napoli.it. Invio GUUE:
31/07/2014.
Il Dirigente del SACUAG
Area Gare Forniture e Servizi
avv. Rossana Lizzi
26
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Economia 27
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Piazza Affari Titolo giù del 5,55%. A fine mese i dati sulle richieste di rimborso
Marchionne: su Fiat
pesano Pil e voci
Il recesso? Esagerazioni
«Non sono turbato, avanti con la fusione»
MILANO — Dice: «Non sono
turbato». Però: «La stampa ha
ingigantito il diritto di recesso». si è dipinto «uno scenario
esagerato», in Borsa «stiamo
pagando un prezzo per questa
reazione eccessiva e per la
mancanza di comprensione di
ciò che comporta». Mostra
tranquillità ma va giù pesante,
Sergio Marchionne. Con il titolo a —5,55% siamo al secondo
dei quindici giorni di passione,
rumors, incertezza che attendono Fiat Chrysler. E il copione
è lo stesso del primo, martedì,
quando per i soci contrari alla
fusione si è aperta la finestra di
due settimane che consente di
recedere dall’azionariato.
L’altro ieri, sui timori che alla
fine le richieste di rimborso si
rivelino tali da bucare il tetto
fissato a 500 milioni e facciano
così slittare il merger, la nascita
di Fca, lo sbarco a Wall Street, le
quotazioni erano arrivate a perdere oltre il 7% (rosso dimezzato al 3,11% della chiusura solo
dopo le secche smentite di Torino). Ieri, clima persino peggiore. In primo piano c’erano i
dati sul Pil, la confermata recessione tecnica al posto della
sperata ripresa, e tutta Piazza
Ieri in Borsa
La chiusura
-5,55%
a 6,46 euro
0,727
0,629
0,53
0,431
0,332
0,234
10:00
11:00
14:00
Affari ha navigato dall’inizio in
piena bufera.
In conference call da Detroit,
con gli analisti convocati per
l’ultima trimestrale Chrysler
15:00
16:00
17:00 D’ARCO
(619 milioni di dollari di utile
netto, +22%, ma «sono ancora
esageratamente insoddisfatto»
di un margine inferiore a quelli
di Ford e Gm), Marchionne ha
Kunze-Concewitz
dunque ragione a sottolineare
che «i numeri in arrivo dall’Italia generano sui mercati un
sentimento e un impatto negativo sull’Italia stessa, e noi veniamo trascinati dentro come
parte del Paese». Però nel caso
Fiat tutto ciò non fa che amplificare l’effetto-recesso e la relativa speculazione. È questo che
continua a tener banco in Piazza Affari. È questo che, dopo
aver affossato il titolo oltre
l’8,5%, costa in chiusura quell’altro pesante passivo: —5,55%
significa quota 6,465 euro. Un
solco ancora più ampio rispetto ai 7,727 euro del recesso.
È un rebus, peraltro, il tutto.
Il diritto a recedere vale soltanto per le azioni possedute prima dell’assemblea straordinaria che, venerdì scorso, ha approvato la fusione (anche se,
per qualcuno, aggiungerci altri
titoli ora puntando al valore di
rimborso potrebbe servire ad
abbassare il prezzo medio di
carico). Sul fronte di chi possiede questi requisiti ci sono
senz’altro fondi e investitori
istituzionali. Tutt’altro che
compatti, nella valutazione
dell’operazione, e lo spartiacque è il ruolo blindato di Exor.
Assicurazioni
Nel semestre sale la raccolta di Cattolica (+30%), piano a settembre
(f.ch.) Prima metà dell’anno positiva per
Cattolica Assicurazioni, con l’utile e la
raccolta che crescono entrambi del 30 per
cento. Il risultato netto consolidato ammonta
a 56 milioni (+30,2% su anno) e l’utile netto
di competenza è di 48 milioni (+60%). I premi
complessivi raggiungono 2,95 miliardi
(+30,6%). In miglioramento al 91,5% il
combined ratio dal 93,5% dello scorso anno.
Il margine di solvibilità si attesta a 1,45 volte
il minimo regolamentare. «Gli ottimi risultati
della semestrale sono una premessa
incoraggiante per il piano triennale che
vareremo in settembre e che avrà obiettivi
ambiziosi di crescita qualitativa e di
dimensioni del gruppo», ha commentato il
presidente Paolo Bedoni (nella foto).
Dopo la fusione, grazie al meccanismo del voto multiplo, il
30% della holding guidata da
John Elkann potrebbe in realtà
arrivare a pesare fino al 46%. La
bassissima contendibilità che
ne deriva è quello che divide i
fondi. Ha votato sì alla fusione
— per avere i nomi occorrerà
attendere il verbali d’assemblea
— chi considera comunque superiori i vantaggi legati alla
quotazione a Wall Street. Pollice verso da chi si è concentrato
sulla contendibilità. E che ora,
se è vero che sono sufficienti
meno di 65 mila azioni a superare il tetto dei 500 milioni, ha
L’analisi Barclays
Rispetto al mercato
«vediamo un piccolo
rischio che la fusione
non vada in porto»
in mano l’arma (il recesso) che
può far naufragare l’intera operazione.
È plausibile, lo scenario? A
rafforzare le tesi di Marchionne
— rumors « infondati» ed
«esagerati dalla stampa» — è
arrivata ieri sera un’analisi di
Barclays. Sintesi: «Vediamo solo un piccolo rischio che la fusione non vada in porto» (e la
stessa Exor avrebbe gli spazi
«per proteggere il merger»).
Dopodiché, se «fino a ieri
(martedì, ndr) non c’è stata alcuna notifica di recesso, i dati li
vedremo a fine agosto e io non
sono turbato», non è che l’amministratore delegato possa
escludere tout court l’ipotesi.
La liquida però con le solite tre
parole: «Ripeteremmo tutto
più avanti».
Raffaella Polato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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«Campari,
crescita in Italia
e più utili»
«Abbiamo visto un miglioramento in
Italia, la gente ha comunque voglia di
vivere: la fiducia dei consumatori c’è».
A parlare, il giorno dopo la
presentazione della semestrale, è Bob
Kunze-Concewitz (foto),
amministratore delegato di Campari.
Dopo un primo trimestre debole,
soprattutto grazie al business degli
aperitivi, il gruppo ha proseguito
l’anno con un recupero delle vendite:
+3,8% a livello organico, con i sei mesi
che raggiungono quota 686,1 milioni
di euro (di cui il 28,3% proviene dal
mercato domestico). L’utile di gruppo è
quasi stabile a 57,3 milioni (-0,5%).
«Abbiamo avuto un’ottima crescita di
Aperol, che era un marchio regionale
del Triveneto ed è diventato nazionale
con lo spritz, oggi protagonista
dell’aperitivo lungo non solo a
Milano». Positivi gli andamenti degli
aperitivi cosiddetti monodose, Crodino
e Campari soda. Il gruppo si aspetta
una crescita positiva in Italia anche per
il resto dell’anno e una performance
migliore negli Usa. «Abbiamo avuto
problemi di produzione e di logistica
che abbiamo superato — dice KunzeConcewitz —. Gli americani hanno
riscoperto il Negroni e stanno
apprezzando gli amari. Dopo il Cynar
nei cocktail, ci aspettiamo un successo
anche dell’Averna».
F.Ch.
Bilanci semestrali Profitti per 23 milioni in Di.vi. finanziaria, la holding di Della Valle. Cairo, risultato a quota 14,5 milioni
Il lusso resiste alla crisi, ricavi Prada a 1,75 miliardi
Utili Unipol in crescita del 4,5% a 357 miliardi. Italmobiliare, margini su del 10,3%
Il gruppo cinese
Cdp Reti,
i paletti
per State Grid
I due amministratori di Terna e
Snam che saranno
nominati dal gruppo State Grid
of China, prossimo socio di
minoranza di Cdp Reti, holding
controllata da Cdp che avrà in
pancia sia il 30% di Snam che il
29,85% di Terna, non potranno
partecipare ai rispettivi cda
delle due società delle reti
dell’energia italiane quando si
discuteranno temi sui quali i
cinesi sono in conflitto di
interesse. È uno dei passaggi
chiariti nel testo del patto
parasociale siglato da Cdp e da
State Grid Europe, la società di
diritto inglese che acquisirà la
partecipazione in
Cdp Reti (35%) per conto del
colosso cinese dell’energia.
Inoltre se gli amministratori di
Terna e Snam indicati dai cinesi
non avranno la qualifica di
indipendenti, ai sensi del Testo
Unico della Finanza, è previsto
che «si astengano, nella misura
massima consentita dalla
legge, dal ricevere informazioni
o documentazione da Terna e
Snam in relazione a questioni
sulle quali abbiano un conflitto
di interesse». Questo si
verificherà «in relazione ad
opportunità commerciali» in
cui sia Snam e/o Terna da un
lato e sia l’investitore cinese o
una sua affiliata dall’altro
«abbiano un interesse e
possa sussistere concorrenza».
MILANO — I conti di Prada
confermano la frenata della
pelletteria di lusso. Il gruppo
quotato a Hong Kong nei primi
sei mesi dell’anno ha registrato
vendite in crescita solo dell’1%,
a 1,75 miliardi di euro, rispetto
al +13% messo a segno nel primo semestre del 2013 (rispetto
allo stesso periodo dell’anno
precedente) e al +36% raggiunto nei primi 5 mesi del 2012. Un
risultato deludente, che potrebbe spingere la casa di moda
a rivedere le previsioni di crescita per l’intero anno. Ma il calo dei consumi nella regione
del Sudest asiatico, finora mecca del lusso, e l’andamento sfavorevole dei cambi fa soffrire
l’intero settore di borse e accessori di pelle, che negli anni
scorsi hanno fatto volare i conti
dei grandi marchi del lusso.
Come Gucci, che proprio la settimana scorsa ha comunicato
vendite in calo del 4,5% nel pri-
mo semestre. O Lvmh, che ha
avuto una flessione del 4% del
fatturato semestrale.
Di segno opposto invece i risultati Moncler, che però non
vende pelle, con ricavi e utili in
salita nel primo semestre. I ricavi sono cresciuti del 19% a
218,3 milioni, mentre l’utile
netto si è attestato a 18,1 milioni dagli 8,3 milioni dello stesso
periodo 2013, dato che però includeva il risultato netto negativo da attività operative cessate pari a 3 milioni.
E’ il lusso in ogni caso a salvare i conti della Di.vi. Finanziaria, la holding di Diego Della
Valle che custodisce la partecipazione in Tod’s, ha chiuso il
2013 con un utile di 23,2 milioni di euro, in calo rispetto ai
34,9 milioni del 2012. I profitti,
emerge dal bilancio, sono stati
conseguiti grazie a 44,4 milioni
di dividendi incassati dal gruppo calzaturiero che hanno più
Miuccia Prada, alla guida
dello stile
della casa di
moda che
porta il suo
nome e quotata a Hong
Kong
che compensato la svalutazione per 20,9 milioni della quota
del 2,69% in Rcs (il restante
4,63% è custodito nella Diego
Della Valle & C srl).
In campo editoriale, Cairo
Communication
ha chiuso il primo semestre con
ricavi a 142,2 milioni, in leggero
calo rispetto ai
143, 4 milioni
dello stesso periodo 2013 e con
un utile sceso
a 14,5 milioni, in
calo rispetto ai
63,6 milioni di un anno fa,
quando il gruppo aveva però
beneficiato di 55,1 milioni di
proventi non ricorrenti associati all’acquisto di La7.
Tra le assicurazioni, Unipol
ha chiuso il primo semestre
dell’anno con un utile di 357
milioni, in crescita del
4,5% sullo stesso periodo del
2013, e con una raccolta premi
di 8,9 miliardi (+8,9%), superando i target del piano industriale. E una mano ai risultati
2014 contribuirà anche l’incasso della cessione, imposta dall’Antitrust, di 1,1 miliardi di
premi ad Allianz, che verrà
contabilizzata nel secondo semestre.
Infine il gruppo Italmobiliare ritorna all’utile ante imposte,
pari a 14,1 milioni contro una
perdita lorda di 23,2 milioni,
mentre il risultato netto totale
segna una perdita di 70 milioni
rispetto a quella di 88,7 milioni
a fine giugno 2013. I ricavi consolidati sono calati del 3,9% a
2,2 miliardi rispetto allo stesso
periodo del 2013, e il margine
operativo lordo è cresciuto del
10,3% a 325,9 milioni.
Giu. Fer.
@16febbraio
Patuano: il Brasile? Non faremo offerte pazze
una delle possibilità nell’interesse
del nostro portafoglio. Il fatto che
sia iniziata un’attività di M&A non
cambia i nostri piani». Per rispondere al blitz di Telefonica, la Findim
di Marco Fossati ha chiesto la fusione Gvt/Tim Brasil subito e un’alleanza industriale Telecom Italia/Vivendi». Ieri il M5S ha chiesto la ricapitalizzazione di Telecom, «asset
imprescindibile per il nostro Paese
e che non può essere trattata come
una cenerentola». In Argentina, invece, si va verso la finalizzazione
entro la data termine del 12 agosto
della vendita a Fintech. «Stiamo solo attendendo l’approvazione» delle Autorità locali, ma siamo«fiduciosi che i requisiti saranno soddisfatti», ha detto Patuano.
La giornata ha offerto anche un
botta-risposta con 3 Italia. «Sul
I conti
Nel semestre la società è
tornata in utile, con profitti
per 543 milioni di euro
Statistiche Ads di giugno
Carta e digitale,
«Corriere» primo
per diffusione
MILANO — Il «Corriere della Sera» si
conferma ancora una volta il
quotidiano più diffuso in Italia, con
una media di 411 mila copie
giornaliere a giugno. Sono i dati Ads,
basati sulle statistiche degli editori: la
somma delle copie cartacee e digitali.
Al secondo posto c’è la «Repubblica»
a quota 378 mila copie, quindi il «Sole
24 Ore» con 368 mila copie. Seguono
la «Gazzetta dello Sport» (242 mila
copie il lunedì, 269 mila copie gli altri
giorni), la «Stampa» (227 mila copie),
il «Messaggero» (147 mila copie), il
«Corriere dello Sport-Stadio» (124
Le copie
Il quotidiano di via Solferino
arriva a una media di 411 mila
copie giornaliere nella somma
tra carta e digitale
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Telecom Italia L’amministratore delegato: fiduciosi sull’Argentina. Botta e risposta con 3 Italia sulle tariffe
Torna in utile Telecom Italia, che
nel semestre ha registrato profitti
per 543 milioni dal rosso di 1,4 miliardi del 2013 causato dalla svalutazione dell’avviamento. I ricavi calano dell’11,2% a 10,551 miliardi e il
mercato domestico continua a soffrire (ricavi in calo dell’8,2%).
Ma quel che è stato oggetto di attenzione ieri è la «grana» Brasile.
«Teniamo aperte tutte le opzioni —
ha detto il ceo Marco Patuano — ma
«non siamo interessati a nulla che
possa essere irrazionale. Non farò
alcuna offerta pazza, anche se fosse
© RIPRODUZIONE RISERVATA
fronte della pressione sulle tariffe
vedo solo H3G verso un atteggiamento irrazionale, poiché propone
uno sconto eccessivo», ha detto Patuano. «Non c’è nulla di irrazionale
nelle politiche tariffarie, bensì un
rapporto chiaro con i clienti che ne
ha permesso l’incremento costante
e la crescita dei risultati quando la
concorrenza — incumbent compreso — ha perso clienti e margini», ha replicato l’Ad di 3 Italia Vincenzo Novari.
Fausta Chiesa
© RIPRODUZIONE RISERVATA
mila copie il lunedì, 122 mila gli altri
giorni) e «Qn-Il Resto del Carlino»
(121 mila copie). I numeri valgono
come diffusione totale, includendo
per esempio la distribuzione in
edicola, gli abbonamenti, le vendite
dirette e le copie digitali, con dati per
singolo canale diversi a seconda della
testata. Per quanto riguarda le vendite
di copie digitali, in testa c’è il «Sole 24
Ore» (183 mila), quindi seguono il
«Corriere» (88 mila) e la
«Repubblica» (67 mila). Al quarto
posto «La Stampa» con 20 mila copie,
quindi «Italia Oggi» (19 mila) e la
«Gazzetta dello Sport», che il lunedì
arriva a 17 mila copie e gli altri giorni
della settimana a 16 mila copie. La
classifica prosegue con il «Fatto
Quotidiano» (12 mila copie), il
«Messaggero» (9 mila copie) e
l’«Unione Sarda» (8 mila copie).
G.Str.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
28
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
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6,261
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04/08 EUR
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6,860
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AZ F. Bond Target 2015 DIS
AZ F. Bond Target 2016 ACC
AZ F. Bond Target 2016 DIS
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op ACC
AZ F. Bond Target 2017 Eq Op DIS
AZ F. Bond Target Giugno 2016 ACC
AZ F. Bond Target Giugno 2016 DIS
AZ F. Bond TargetSettem.2016 ACC
AZ F. Bond TargetSettem.2016 DIS
AZ F. Cash 12 Mesi
AZ F. Cash Overnight
AZ F. Carry Strategy ACC
AZ F. Carry Strategy DIS
AZ F. Cat Bond ACC
AZ F. Cat Bond DIS
AZ F. CGM Opport Corp Bd
AZ F. CGM Opport European
AZ F. CGM Opport Global
AZ F. CGM Opport Gov Bd
AZ F. Commodity Trading
AZ F. Conservative
AZ F. Core Brands ACC
AZ F. Core Brands DIS
AZ F. Corporate Premium ACC
AZ F. Corporate Premium DIS
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AZ F. Emer. Mkt Asia
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AZ F. European Dynamic ACC
AZ F. European Dynamic DIS
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AZ F. Formula 1 Absolute ACC
AZ F. Formula 1 Absolute DIS
AZ F. Formula 1 Alpha Plus ACC
AZ F. Formula 1 Alpha Plus DIS
AZ F. Formula Target 2014
AZ F. Formula Target 2015 ACC
AZ F. Formula Target 2015 DIS
AZ F. Formula 1 Conserv.
AZ F. Global Curr&Rates ACC
AZ F. Global Curr&Rates DIS
AZ F. Global Sukuk ACC
AZ F. Global Sukuk DIS
AZ F. Hybrid Bonds ACC
AZ F. Hybrid Bonds DIS
AZ F. Income ACC
AZ F. Income DIS
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 ACC
AZ F. Int. Bd Targ. Giugno 2016 DIS
AZ F. Institutional Target ACC
AZ F. Institutional Target DIS
AZ F. Italian Trend ACC
AZ F. Italian Trend DIS
AZ F. Lira Plus ACC
AZ F. Lira Plus DIS
AZ F. Macro Dynamic
AZ F. Opportunities
AZ F. Pacific Trend
AZ F. Patriot ACC
AZ F. Patriot DIS
AZ F. Qbond
AZ F. Qinternational
AZ F. QProtection
AZ F. Qtrend
AZ F. Renminbi Opport
AZ F. Reserve Short Term
AZ F. Short Term Gl High Yield ACC
AZ F. Short Term Gl High Yield DIS
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AZ F. Top Rating ACC
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AZ F. Trend
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Quota/od.
Quota/pre.
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5,080
5,086
6,013
5,466
5,452
5,146
5,170
5,086
5,661
5,187
5,888
5,496
5,367
5,268
4,982
4,982
5,303
5,266
6,094
6,554
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5,622
4,191
6,545
5,546
5,543
5,624
5,290
5,691
4,984
6,211
3,255
5,165
5,127
5,126
3,259
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5,208
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4,786
6,091
5,542
4,933
4,453
4,160
5,121
4,982
5,343
5,181
6,353
5,825
4,688
4,357
5,550
5,512
3,438
3,438
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4,312
6,848
6,292
5,309
5,206
5,271
4,980
5,309
6,310
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4,957
6,125
5,676
5,920
5,087
5,087
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5,535
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5,091
5,093
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5,087
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4,988
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5,548
5,509
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3,439
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4,798
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4,963
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5,186
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5,303
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5,532
Data Valuta
Quota/od.
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Nome
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
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117,845
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Comm Euro R1C A
Currency Returns Plus R1C
04/08 EUR
05/08 EUR
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58,350
107,200
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Croci Euro R1C B
Croci Japan R1C B
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Sovereign Plus R1C A
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05/08
05/08
05/08
31/07
05/08
31/07
117,400
8705,170
169,020
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116,740
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6035,850
107,080
10406,780
Euro Corp. Bond A
Euro Corp. Bond A-Dis M
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Glob. Equity Income A-Dis
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Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond A
Glob. Tot. Ret. (EUR) Bond E-Dis
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Active Liquid Bond B
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DB Platinum
DB Platinum IV
Fondi Unit Linked
04/08
04/08
04/08
01/08
01/08
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31/07
31/07
01/08
01/08
01/08
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Global Equity
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30/07
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30/06
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JPY
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EUR
EUR
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EUR
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Kairos Multi-Str. B
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Kairos Income
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Data Valuta
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05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
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05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
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05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
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05/08 EUR
Dividendo Arancio
05/08 EUR
Convertibile Arancio
05/08 EUR
Cedola Arancio
30/07 EUR
Borsa Protetta Agosto
30/07 EUR
Borsa Protetta Febbraio
30/07 EUR
Borsa Protetta Maggio
30/07 EUR
Borsa Protetta Novembre
05/08 EUR
Inflazione Più Arancio
05/08 EUR
Mattone Arancio
05/08 EUR
Profilo Dinamico Arancio
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Profilo Equilibrato Arancio
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Profilo Moderato Arancio
05/08 EUR
Top Italia Arancio
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61,510
58,830
62,310
61,180
63,430
61,360
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58,910
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61,210
63,520
61,360
57,430
44,790
65,390
63,220
59,350
47,970
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
JPY
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
USD
USD
USD
USD
Quota/od.
Quota/pre.
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5,799
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15,250
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42,130
10,468
13,028
11,863
48,580
32,450
3116,000
17,380
15,680
11,670
18,850
13,610
14,340
13,630
10,783
9,769
14,000
11,684
10,458
32,360
30,930
16,877
12,760
11,002
5,772
5,800
60,470
15,230
11,463
42,060
10,475
13,033
11,868
48,620
32,100
3146,000
17,350
15,660
11,670
18,860
13,620
14,260
13,560
10,766
9,733
13,950
11,725
10,496
32,120
30,710
Tel: 02 77718.1
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05/08 EUR
10,226
KAIROS INTERNATIONAL SICAV
EUR 16714,943 16535,470
4820,392
4959,673
EUR
EUR 771435,023 762273,652
EUR 771435,023 762273,652
EUR 621201,142 622586,663
EUR 60323,743 61951,842
KIS - America A-USD
KIS - America P
KIS - America X
KIS - Bond A-USD
KIS - Bond D
KIS - Bond P
KIS - Bond Plus A Dist
KIS - Bond Plus D
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KIS - Dynamic D
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KIS - Italia X
KIS - Key
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KIS - Multi-Str. UCITS A USD
KIS - Multi-Str. UCITS D
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KIS - Selection D
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KIS - Sm. Cap D
KIS - Sm. Cap P
KIS - Target 2014 X
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04/08
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04/08
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276,310
194,340
195,710
173,200
123,760
128,080
126,690
131,630
133,850
175,010
121,840
124,170
131,400
129,540
118,870
121,170
121,820
103,420
103,850
107,440
131,960
131,450
137,420
140,350
153,310
112,580
115,520
116,480
122,620
124,750
124,750
96,770
101,550
100,310
875792,556
572375,300
590472,785
537936,773
6,818
10,256
275,280
193,610
194,970
173,130
123,710
128,030
126,660
131,600
133,810
175,050
121,870
124,200
130,790
128,950
118,750
121,040
121,680
103,530
103,860
107,440
131,750
131,280
137,580
140,500
152,880
112,280
115,200
116,150
122,960
125,100
125,030
97,230
102,030
100,300
La lista completa dei comparti Invesco autorizzati in Italia
è disponibile sul sito www.invesco.it
Invesco Funds
Num tel: 178 311 01 00
www.compamfund.com - [email protected]
04/08 USD
1518,735
1518,904
Active Dollar Bond A
04/08 EUR
1655,586
1657,700
Active Emerging Credit A
04/08 EUR
1592,230
1594,315
Active Emerging Credit B
04/08 EUR
1452,119
1453,199
Active European Credit A
04/08 EUR
1389,535
1390,619
Active European Credit B
04/08 EUR
1392,483
1395,366
Active European Equity A
Asia Balanced A
Asia Balanced A-Dis
Asia Consumer Demand A
Asia Consumer Demand A-Dis
Asia Infrastructure A
Asian Bond A-Dis M
Balanced-Risk Allocation A
Em. Loc. Cur. Debt A
Em. Loc. Cur. Debt A-Dis.M
Em. Mkt Corp Bd A
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
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05/08
05/08
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05/08
USD
USD
USD
USD
USD
USD
EUR
USD
USD
USD
25,800
16,830
15,000
14,620
14,790
10,369
15,230
15,147
9,530
12,597
25,790
16,820
14,990
14,610
14,760
10,361
15,250
15,124
9,516
12,610
ASIAN OPP CAP RET EUR
ADWISE L/S CAP RET EUR
FLEX QUANTITATIVE HR6 A EUR
HIGH GROWTH CAP RET EUR
ITALY CAP RET A EUR
SELECTED BOND DIS RET EUR
SELECTED BOND CAP RET EUR
VALUE OPP CAP RET EUR
TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA
Rubriche in abbinata obbligatoria:
Corriere della Sera - Gazzetta
dello Sport: n. 0: € 4,00; n. 1: €
2,08; n. 2, 3, 14: € 7,92; n. 5, 6, 7,
8, 9, 12, 20: € 4,67; n. 10: € 2,92;
n. 1: € 3,25; n. 13: € 9,17; n. 15: €
4,17; n. 17: € 4,58; n. 18, 19: €
3,33; n. 21: € 5,00; n. 24: € 5,42.
Rubriche in abbinata facoltativa:
n. 4: Corriere della Sera € 4,42;
Gazzetta dello Sport € 1,67; abbinata € 5,00.
n. 16: Corriere della Sera € 1,67;
Gazzetta dello Sport € 0,83; abbinata € 2,08.
n. 22: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 4,67.
n. 23: Corriere della Sera € 4,08;
Gazzetta dello Sport € 2,92; abbinata € 5,00.
RICHIESTE SPECIALI
Data Fissa: +50%
Data successiva fissa: +20%
Per tutte le rubriche tranne la 21,
22 e 24:
Neretto: +20%
Capolettera: +20%
Neretto riquadrato: +40%
Neretto riquadrato negativo: +40%
Colore evidenziato giallo: +75%
In evidenza: +75%
Prima fila: +100%
Tablet: + € 100
Rubrica 4 “Avvisi Legali”:
1 modulo: € 400
2 moduli: € 800
Rubriche Compravendite immobiliari
Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di
appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica
espresso in kWh/mqa o kWh/mca a
seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti
dall’indicazione, riportare la dicitura
“Immobile non soggetto all’obbligo di
certificazione energetica”.
[email protected]
Nome
Il Corriere della Sera e La Gazzetta
dello Sport con le edizioni stampa e
digital offrono quotidianamente agli
inserzionisti una audience di oltre 8
milioni di lettori, con una penetrazione
sul territorio che nessun altro media è
in grado di ottenere.
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05/08
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12,729
109,984
113,517
112,398
24,554
5,755
120,480
9212,732
12,819
110,342
113,174
113,851
24,700
5,762
120,620
9213,577
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
www.multistarssicav.com [email protected]
T. +41 (0)91 640 37 80
05/08 EUR
101,650
101,650
05/08 EUR
103,400
103,610
05/08 EUR
149,540
149,980
05/08 EUR
1526,230
1530,660
Orazio Conservative A
Sparta Agressive A
WM Biotech A
WM Biotech I
www.newmillenniumsicav.com
Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475
05/08 EUR
191,610
191,740
NM Augustum Corp Bd A
05/08 EUR
146,830
146,800
NM Augustum High Qual Bd A
05/08 EUR
136,010
136,070
NM Balanced World Cons A
05/08 EUR
139,070
139,130
NM Euro Bonds Short Term A
05/08 EUR
46,700
46,740
NM Euro Equities A
05/08 EUR
72,600
73,120
NM Global Equities EUR hdg A
105,830
106,110
NM Inflation Linked Bond Europe A 05/08 EUR
05/08 EUR
112,180
112,280
NM Italian Diversified Bond A
05/08 EUR
114,750
114,850
NM Italian Diversified Bond I
05/08 EUR
136,710
136,750
NM Large Europe Corp A
05/08 EUR
105,190
105,170
NM Market Timing A
05/08 EUR
106,210
106,190
NM Market Timing I
05/08 EUR
62,480
62,690
NM Q7 Active Eq. Int. A
01/08 EUR
105,650
105,790
NM Q7 Globalflex A
01/08 EUR
121,260
121,880
NM Total Return Flexible A
05/08 EUR
101,210
100,830
NM VolActive A
05/08 EUR
101,830
101,470
NM VolActive I
AUGUSTUM EQUITY EUROPE I
AUGUSTUM G.A.M.E.S. A
AUGUSTUM G.A.M.E.S. I
05/08 EUR
05/08 EUR
05/08 EUR
106,920
112,780
150,080
106,970
113,430
150,950
Numero verde 800 124811
[email protected]
05/08 EUR
6,998
Nextam Bilanciato
05/08 EUR
7,546
Nextam Obblig. Misto
05/08 EUR
6,221
BInver International A
05/08 EUR
5,548
Cap. Int. Abs. Inc. Grower D
05/08 EUR
5,763
CITIC Securities China Fd A
05/08 EUR
5,395
Fidela A
05/08 EUR
5,768
Income A
05/08 EUR
7,198
International Equity A
05/08 EUR
6,512
Italian Selection A
05/08 EUR
5,341
Liquidity A
05/08 EUR
4,943
Multimanager American Eq.A
05/08 EUR
4,767
Multimanager Asia Pacific Eq.A
05/08 EUR
4,499
Multimanager Emerg.Mkts Eq.A
05/08 EUR
4,467
Multimanager European Eq.A
05/08 EUR
5,310
Strategic A
05/08 EUR
6,027
Usa Value Fund A
05/08 EUR
5,546
Ver Capital Credit Fd A
Tel: 0041916403780
www.pharusfunds.com [email protected]
05/08 EUR
113,580
PS - Absolute Return A
05/08 EUR
119,900
PS - Absolute Return B
05/08 EUR
108,540
PS - Algo Flex A
05/08 EUR
103,760
PS - Algo Flex B
05/08 EUR
86,140
PS - BeFlexible A
05/08 USD
84,720
PS - BeFlexible C
05/08 EUR
102,150
PS - Best Global Managers A
05/08 EUR
106,120
PS - Best Global Managers B
05/08 EUR
109,290
PS - Best Gl Managers Flex Eq A
05/08 EUR
163,660
PS - Bond Opportunities A
05/08 EUR
122,130
PS - Bond Opportunities B
05/08 USD
102,070
PS - Bond Opportunities C
05/08 EUR
122,550
PS - EOS A
7,008
7,558
6,224
5,552
5,725
5,400
5,772
7,206
6,567
5,341
4,927
4,758
4,483
4,466
5,319
6,042
5,551
113,480
119,800
108,590
103,800
86,250
84,830
102,800
106,780
109,560
163,610
122,090
102,040
125,550
Nome
Data Valuta
PS - Equilibrium A
PS - Fixed Inc Absolute Return A
PS - Global Dynamic Opp A
PS - Global Dynamic Opp B
PS - Inter. Equity Quant A
PS - Inter. Equity Quant B
PS - Liquidity A
PS - Liquidity B
PS - Opportunistic Growth A
PS - Opportunistic Growth B
PS - Prestige A
PS - Quintessenza A
PS - Quintessenza B
PS - Target A
PS - Target B
PS - Target C
PS - Titan Aggressive A
PS - Total Return A
PS - Total Return B
PS - Valeur Income A
PS - Value A
PS - Value B
PS - Value C
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
03/06
05/08
05/08
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05/08
05/08
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05/08
05/08
05/08
05/08
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
EUR
USD
Quota/od.
Quota/pre.
99,860
99,280
99,970
100,440
112,560
114,990
125,040
100,370
97,660
103,280
98,860
103,710
107,170
108,240
108,350
104,430
107,210
102,210
95,990
111,530
104,560
106,830
102,370
100,270
99,350
99,650
100,120
112,290
114,710
125,030
100,380
97,610
103,230
98,560
104,580
106,870
108,970
109,070
105,130
108,250
102,420
96,190
111,470
105,430
107,720
103,200
www.pegasocapitalsicav.com
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
05/08
Strategic Bond Inst. C
Strategic Bond Inst. C hdg
Strategic Bond Retail C
Strategic Bond Retail C hdg
Strategic Trend Inst. C
Strategic Trend Retail C
EUR
USD
EUR
USD
EUR
EUR
106,960
107,110
105,440
105,550
102,040
99,830
106,980
107,140
105,460
105,580
102,220
100,000
www.sorgentegroup.com
Fondo Donatello-Michelangelo Due
Fondo Donatello-Tulipano
Fondo Donatello-Margherita
Fondo Donatello-David
Fondo Tiziano Comparto Venere
Caravaggio di Sorgente SGR
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
31/12
EUR 51470,165 52927,939
EUR 46691,916 47475,755
EUR 27926,454 27116,197
EUR 58259,864 57863,932
EUR 468728,464 477314,036
2451,889
2506,583
EUR
www.vitruviussicav.com
05/08 EUR
Asian Equity B
05/08 USD
Asian Equity B
05/08 USD
Emerg Mkts Equity
05/08 EUR
Emerg Mkts Equity Hdg
05/08 EUR
European Equity
05/08 USD
European Equity B
05/08 EUR
Greater China Equity B
05/08 USD
Greater China Equity B
05/08 USD
Growth Opportunities
05/08 EUR
Growth Opportunities Hdg
05/08 JPY
Japanese Equity
05/08 USD
Japanese Equity B
05/08 EUR
Japanese Equity Hdg
05/08 CHF
Swiss Equity
05/08 EUR
Swiss Equity Hdg
05/08 USD
US Equity
05/08 EUR
US Equity Hdg
8a+ Eiger
8a+ Gran Paradiso
8a+ Latemar
8a+ Matterhorn
97,990
137,510
458,210
447,750
272,850
336,980
113,600
161,680
74,920
82,070
133,180
132,130
173,230
131,070
99,580
172,190
189,660
99,230
139,260
460,110
449,640
272,980
337,190
114,540
163,010
75,600
82,830
134,630
133,570
175,110
130,740
99,320
173,840
191,470
Tel 0332 251411
www.ottoapiu.it
05/08 EUR
5,930
5,928
05/08 EUR
5,217
5,220
05/08 EUR
5,793
5,814
25/07 EUR 810715,769 816790,368
Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
Quota/od. = Quota odierna
133536B
Economia/Mercati Finanziari 29
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Sussurri & Grida
Piazza Affari
VENDITE SU GTECH
EFFETTO CONTI, PIRELLI SALE
di GIACOMO FERRARI
In un quadro europeo già difficile
per le ritorsioni della Russia alle
sanzioni dell’Ue (dazi all’import su
prodotti agroalimentari e materie
prime), Piazza Affari ha accelerato
al ribasso dopo il dato sul Pil del
secondo trimestre. Il Ftse-Mib è
così terminato in calo del 2,70%, la variazione peggiore
nel Vecchio Continente dopo quella (-4,07%) del
portoghese Psi 20. Per il secondo giorno consecutivo
sono stati i titoli bancari a frenare l’indice principale,
complice anche il peggioramento dello spread BundBtp (a 170 punti base in chiusura di seduta). La
Popolare Milano ha ceduto addirittura l’8,29%, seguita
nel comparto dalla Popolare dell’Emilia Romagna
(-6,60%) e dal Monte Paschi (-5,94%). Un forte flusso
di vendite, inoltre, ha colpito Gtech (-6,55%) e ancora
una volta Fiat (-5,55%). Pochi, fra le blue-chips, i valori
in rialzo. La migliore performance è stata quella di
Pirelli (+1,36%) che ha presentato risultati trimestrali
superiori alle attese. In recupero, inoltre, World Duty
Free (+1,20%) e, in misura minore, Salvatore
Ferragamo (+0,92%). Nel segmento Star, infine, balzo
di Interpump (+4,80%) grazie ai conti del trimestre,
con ricavi e utili in forte progresso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Borsa Italiana
Nome Titolo
Tel.
A A.S. Roma .....................(ASR)
ItaliaOnline, operazione Borsa. Con stock option
(c.tur.) Ad Assago, quartier generale di ItaliaOnline alle porte di Milano, il presidente Khaled
Bishara e gli altri uomini di Naguib Sawiris sono
convinti di poter raggiungere nel collocamento in
Borsa un valore equity vicino a 400 milioni. E questo «pre money», ossia prima dell’aumento di capitale che costituirà la parte prevalente dell’Opvs destinata a creare un flottante attorno al 35% per sbarcare al mercato Mta di Piazza Affari. Il magnate egiziano, che controlla la società dei portali internet
Virgilio e Libero attraverso la sua Orascom Tmt, ha
già arruolato la squadra delle banche che curerà il
listing: si tratta di Barclays e Banca Imi, quest’ultima
anche sponsor e responsabile dell’offerta al pubblico. Tra i passi propedeutici alla domanda di amissione, attesa a settembre per avviare l’Opvs entro
l’anno, c’è anche un generoso piano di stock option
fino al 4% del capitale da riservare al ceo Antonio
Converti e a una dozzina di manager di prima linea,
che scatterà per una prima tranche in sede di ipo e
per il resto 24 mesi dopo se verrà raggiunto l’85%
dell’ebitda messo a piano nel periodo 2014-2016. I
ricavi dei portali Libero e Virgilio, più la raccolta di
pubblicità online e le directory via telefono (il numero 1254) hanno raggiunto lo scorso anno 97,7
milioni con un margine ante ammortamenti di 23
milioni. Quanto al patrimonio, tocca 150 milioni
ma pesa il valore di 53 assegnato al marchio Virgi-
lio. Con questa base ci vorrebbero multipli da new
economy per arrivare a 400 milioni equity . Ma l’Internet company di Sawiris ha consegnato alle banche un piano ricco di sfide. Con un ebitda vicino a
40 milioni entro due anni.
azioni. Il risultato è che la duplice ora costringe
Deutsche Telekom a rivedere la sua decisione di
uscire dal mercato statunitense vendendo T-Mobile
Usa, un tentativo già fallito 3 anni fa quando il gruppo tedesco non era riuscito a cedere la sua partecipazione di maggioranza in Sprint a At&T proprio per
problemi di concorrenza. Il nuovo stop ai progetti di
Deutsche Telekom non piace al mercato: ieri le azioni dell’operatore hanno segnato un ribasso del 5% a
Francoforte, per poi chiudere in discesa del 2,78% a
11,5 euro. Peggio è andata a Wall Street per Sprint,
che a metà seduta crollava del 18,6% a 5,9 dollari, e
di T-Mobile, in calo del 7% a 31,5 dollari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
T-Mobile, Sprint si ritira
(giu.fer.) Dopo la ritirata di Fox 21 Century su Time Warner, in America salta un’altra mega fusione.
Sprint rinuncia ad acquistare T-Mobile Usa, e cambia amministratore delegato: da lunedì il miliardario e imprenditore di origini sudamericane Marcelo
Claure, attualmente ceo del distributore di cellulari
Brightstar, sostituirà Dan Hesse alla guida del terzo
operatore di telefonia mobile americano. Hesse, ceo
di Sprint dal 2007, ha cercato strenuamente un’alleanza con T-Mobile, quarto gruppo nel settore della
telefonia mobile negli Stati Uniti, ma la strategia è
naufragata davanti alle resistenze dei regolatori. Come ha detto apertamente Masayoshi Son, il miliardario giapponese presidente di Sprint e ceo del
gruppo nipponico Softbank (che l’anno scorso ha
comprato il 70% di Sprint), incolpando l’autorità
Antitrust americana di aver fatto fallire il matrimonio tra i due operatori. T-Mobile, a sua volta, ha respinto le avance dell’operatore francese Iliad, giudicando troppo bassa la sua offerta da 33 dollari per
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Azimut entra in Futurimpresa
(f.ch.) Ha l’intento di rafforzare i prodotti alternativi con la creazione di una piattaforma dedicata
al settore del private equity l’ingresso di Azimut nel
capitale sociale di Futurimpresa, Sgr delle Camere
di Commercio di Milano, Bergamo, Brescia e Como.
L’acquisizione, che è soggetta al nulla osta da parte
di Banca d’Italia, sarà fatta tramite un aumento di
capitale riservato in cui è previsto un esborso totale
di circa 2,5 milioni di euro Al termine della sottoscrizione Azimut avrà una del 55% in Futurimpresa.
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Prezzo Var.
Var.
Min Max Capitaliz
Rif.
Rif. 02-01-2014 Anno Anno (in milioni
(euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Nome Titolo
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0,795 +7,43 +16,77
0,469
0,795
103,6
CNH Industrial......................(CNHI)
6,460
-2,12 -21,12
6,460
8,800
8733,5
I Grandi Viaggi .................(IGV)
0,650 +0,46 +70,92
0,380
0,860
28,1
Piaggio ...................................(PIA)
2,110
-3,83 -12,30
2,110
2,978
776,4
A2A .......................................(A2A)
0,781
-2,56
0,780
1,029
2475,1
Cobra * .................................(COB)
1,486
—+163,71
0,560
1,487
144,3
IGD *......................................(IGD)
0,987 +0,97 +14,71
0,860
1,455
348,7
Pierrel ...................................(PRL)
0,706
-2,96 +36,56
0,504
0,813
33,4
Acea......................................(ACE)
9,900
-3,88 +19,42
7,995 11,200
2106,4
Cofide ...................................(COF)
0,490
-2,99 -11,49
0,462
0,571
350,1
Il Sole 24 Ore ........................(S24)
0,709
0,603
1,340
30,8
Pierrel 12w.....................(WPRL12)
—
—
—
—
—
—
Acotel Group * ......................(ACO) 14,650
-2,79 -26,64 14,650 23,160
61,9
Cogeme Set ..........................(COG)
—
—
—
—
—
-7,02 26,150 39,220
952,7
Pininfarina ............................(PINF)
3,198
-2,74
-1,11
3,090
5,330
95,9
Acque Potabili .......................(ACP)
1,185
-0,42 +56,75
0,749
1,439
43,0
Conafi Prestito' .....................(CNP)
0,319
-0,50 -47,67
Piquadro .................................(PQ)
1,776
-2,95
-1,33
1,763
2,358
89,1
Acsm-Agam ..........................(ACS)
1,070
— +1,90
1,050
1,375
81,1
Cred. Artigiano ......................(CRA)
—
Pirelli & C. ...............................(PC) 11,150 +1,36 -10,59 10,920 12,930
5281,6
AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI)
—
Aedes * ...................................(AE)
0,028
Aedes 14w *.....................(WAE14)
—
Aeffe *...................................(AEF)
1,325
—
-6,64
—
—
0,319
0,648
15,3
—
—
—
—
I
-0,84 +16,32
Ima * .....................................(IMA) 26,500 +1,34
Immsi ....................................(IMS)
0,595
-1,49 +28,45
0,463
0,790
196,9
Indesit....................................(IND) 10,850
-0,09 +9,21
9,390 11,260
1239,0
—
—
—
—
Cred. Emiliano .........................(CE)
6,000
-4,76 +3,72
5,660
7,780
2025,6
Industria e Inn. ........................(IIN)
0,485
-6,64 -27,07
0,485
1,020
11,4
-8,33 -31,25
0,028
0,057
30,9
Cred. Valtellinese .................(CVAL)
0,788
-7,62 -15,21
0,781
1,209
883,4
Intek Group ............................(IKG)
0,391
-5,33 +21,38
0,315
0,485
136,2
Poligr. S.Faustino *.................(PSF)
6,530 +0,62 +7,49
5,900
8,375
—
—
—
—
Crespi ...................................(CRE)
—
—
—
—
—
Intek Group rnc ....................(IKGR)
0,625
-3,92 +51,66
0,408
0,664
31,1
Poligrafici Editoriale...............(POL)
0,287
-1,38
-2,78
0,287
0,453
37,0
-3,92 +65,62
0,701
1,480
141,6
Csp .......................................(CSP)
1,571 +0,71 +19,92
1,310
2,048
50,1
Interpump * ..............................(IP)
9,600 +4,80 +9,46
8,720 11,230
1023,0
Prelios...................................(PRS)
0,400
-2,82 -30,19
0,400
0,764
199,1
—
—
Pirelli & C. rnc .......................(PCP) 10,260
-0,39 +7,43
8,800 10,930
124,2
55,2
Aiòn Renewables....................(AIN)
—
—
—
—
—
—
D D'Amico * .......................(DIS)
0,452
-2,94 -29,60
0,452
0,734
191,3
Intesa Sanpaolo......................(ISP)
2,164
-3,22 +21,37
1,783
2,612 33646,6
Premuda .................................(PR)
0,310
-0,83 +7,98
0,284
0,407
56,8
Alerion ..................................(ARN)
3,088
-1,97
-7,54
3,082
3,958
135,9
D'Amico 16 warr *...........(WDIS16)
0,079
-4,15 -24,06
0,080
0,128
—
Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR)
1,932
-2,87 +32,60
1,457
2,236
1799,2
Prima Industrie * ....................(PRI) 10,740
-6,85 +14,80
9,250 15,690
113,1
-0,92 -18,59 15,150 19,540
3240,4
Ambienthesis.........................(ATH)
0,470
-4,51
-5,24
0,470
0,685
44,3
Dada * ....................................(DA)
3,214
-1,35
-6,57
3,160
4,200
53,1
Invest e Sviluppo ....................(IES)
0,530
-3,55 -21,13
0,530
0,830
3,4
Prysmian ...............................(PRY) 15,150
Amplifon...............................(AMP)
4,370
-1,49 +7,37
3,996
4,890
969,6
Damiani *.............................(DMN)
1,277
-6,10 +3,07
1,230
1,800
104,8
Irce *......................................(IRC)
1,930
-1,28 +14,88
1,675
2,340
53,8
R R. De Medici * ..................(RM)
0,283
-2,92 +5,21
0,264
0,365
Anima Holding .............................()
4,326 +0,60
—
3,700
4,598
1275,0
Danieli ..................................(DAN) 20,200
-4,13 -18,78 20,200 26,830
828,4
Iren ........................................(IRE)
1,003
-1,18
-8,65
1,003
1,340
1172,1
Ratti ......................................(RAT)
2,332
— +6,29
2,194
2,608
62,7
Ansaldo Sts *.........................(STS)
7,160
-2,85 +2,59
6,525
7,668
1429,8
Danieli rnc ..........................(DANR) 14,900
-3,25
-7,34 14,900 18,070
605,6
Isagro * ..................................(ISG)
1,694
-1,45
-1,42
1,690
2,400
41,7
RCS Mediagroup ...................(RCS)
1,096
-2,66 -15,04
1,096
1,806
575,7
Arena ....................................(ARE)
—
—
—
—
—
—
Datalogic * ............................(DAL)
-4,35
-3,19
7,700 10,000
472,4
Isagro Azioni Sviluppo * ...............()
1,328
—
—
1,256
1,860
18,6
Recordati *............................(REC) 11,700
-1,27 +13,26 10,330 13,330
2450,8
Ascopiave *...........................(ASC)
1,780
-4,51
-0,06
1,780
2,326
424,1
De'Longhi .............................(DLG) 15,110
-4,25 +26,87 11,860 17,000
2287,3
IT WAY * ................................(ITW)
1,690
-0,59 +13,50
1,489
2,110
13,4
Reply * ..................................(REY) 56,600
-0,70
-3,41 49,440 66,150
Astaldi * ................................(AST)
6,560
-3,81 -14,42
6,560
8,380
648,3
Dea Capital *.........................(DEA)
1,350
-0,30 +8,43
1,207
1,529
409,9
Italcementi................................(IT)
5,210
-3,52
5,210
8,514
1830,5
Retelit.....................................(LIT)
0,517
-2,82
-6,59
0,517
0,775
84,8
-3,30 +8,35 16,310 21,310 14681,5
Delclima................................(DLC)
1,325
-2,21 +4,33
1,180
1,590
195,3
Italmobiliare...........................(ITM) 27,190
-2,89 +8,33 24,550 34,980
611,1
Risanamento...........................(RN)
0,160
-2,73 -24,43
0,160
0,238
281,5
1606,0
Italmobiliare rnc...................(ITMR) 16,540
-3,61 +12,67 14,460 22,900
271,1
Rosss....................................(ROS)
1,375
-4,51 +3,46
1,278
1,659
15,9
346,7
S Sabaf S.p.a. *..................(SAB) 11,600 -2,77
-9,59 11,600 15,500
133,8
Atlantia ..................................(ATL) 17,900
Autogrill ................................(AGL)
5,935
-3,34
-3,02
7,675
1512,6
Diasorin *...............................(DIA) 28,740
-0,73 -17,91 28,680 35,690
Autostrada To-Mi .....................(AT) 10,680
-3,35
-7,13 10,680 12,950
949,4
Digital Bros *..........................(DIB)
2,516
-0,87 +13,85
2,180
3,802
Autostrade Mer. ................(AUTME) 14,950
-1,32
-5,38 14,950 17,330
65,7
Dmail Group * ......................(DMA)
2,572
-6,74 -35,05
2,572
Azimut..................................(AZM) 17,280
-4,00 -10,04 17,280 25,848
2498,2
B B&C Speakers *.............(BEC)
5,870
-2,41
-9,55
5,935
8,035
5,870
DMT *.....................................(EIT) 39,170
8,640
64,6
E Edison r........................(EDNR)
0,899
EEMS..................................(EEMS)
0,210
Banca Generali .....................(BGN) 19,870
-2,12 -12,70 19,200 25,110
2304,3
Banca Ifis *...............................(IF) 13,700
-1,79 +7,37 11,570 16,350
729,7
Banca Pop. Emilia R. .............(BPE)
5,870
-6,60
-5,74
5,870
8,762
Banca Pop. Sondrio.............(BPSO)
3,240
-2,11
-5,61
3,240
Banco Popolare .......................(BP) 10,350
-5,27
106,0
523,4
35,5
IVS Group ...............................(IVS)
4,690
4,0
IVS Group 16 warr ...............(WIVS)
—
—
—
—
—
Saes *.....................................(SG)
7,090
-1,46 +1,29
6,880
8,850
-2,20 +14,90 33,450 44,000
1098,6
0,225
-1,05 +0,40
0,215
0,254
226,6
Saes rnc *.............................(SGR)
6,090
-0,57
6,070
7,805
44,9
98,2
J Juventus FC..................(JUVE)
K K.R.Energy......................(KRE)
1,249
-2,27 -34,02
1,070
1,910
41,0
Safilo Group...........................(SFL) 15,000
-2,09 -15,64 14,190 19,030
936,4
Saipem.................................(SPM) 16,830
-2,04 +9,00 15,430 20,850
7440,1
-0,17
-7,94
0,892
1,053
-4,15 -31,51
0,160
8,900 +0,06 +22,76
—
7,230
9,360
0,534
9,1
Kinexia..................................(KNX)
1,735
-2,25 -19,75
1,735
2,528
37,2
El.En. * ..................................(ELN) 20,320
-3,24 +27,56 15,710 25,150
98,1
L La Doria * .........................(LD)
5,155
-1,81 +31,37
3,896
6,790
160,7
Saipem risp........................(SPMR)
—
2888,3
Elica * ...................................(ELC)
1,680
-0,59
-0,53
1,622
2,040
105,3
Landi Renzo *..........................(LR)
1,100
-1,61 -12,84
1,100
1,574
123,5
Salini Impregilo .....................(SAL)
2,980
4,465
1473,9
Emak * ...................................(EM)
0,717
-4,40 -12,88
0,717
1,054
118,6
Lazio .....................................(SSL)
0,549
-0,18 +12,68
0,487
0,640
37,1
8,972 15,780
—
-9,51
103,6
—
—
—
—
-7,28 -38,17
2,980
4,980
1491,5
Salini Impregilo rnc .............(SALR) 10,670
-1,66 -15,59 10,490 13,140
17,1
-6,72 +2,46
-4,87
-0,15
3826,7
Enel.....................................(ENEL)
3,920
-3,59 +25,08
3,134
4,460 37203,2
Luxottica ...............................(LUX) 39,710
-1,63 +1,77 37,410 43,200 19135,6
Saras ....................................(SRS)
Banco Popolare w10.........(WBP10)
—
—
—
—
—
—
Enel Green Pw....................(EGPW)
1,947
-3,90 +5,53
1,831
2,176
Lventure Group ....................(LVEN)
-2,15 +39,07
Sat ........................................(SAT) 12,430
Basicnet................................(BAN)
2,168
-3,99
-6,47
2,120
2,546
132,8
Bastogi......................................(B)
2,120
-4,93+157,59
0,823
3,870
37,1
Screen Service......................(SSB)
0,039
-9,51 -35,54
0,039
0,178
5,4
-2,07 +10,65 109,100 147,400
—
Seat PG...................................(PG)
0,001
— -22,22
0,001
0,002
22,3
BB Biotech *............................(BB) 127,800
9795,4
0,569
0,403
1,472
6,0
0,853
0,831
1,300
826,3
-0,64 +14,99 10,800 14,220
121,1
Save....................................(SAVE) 12,500 +1,87 +1,21 11,870 13,750
691,7
Bca Carige ............................(CRG)
0,122
-6,15 -33,67
0,122
0,274
1241,1
Seat PG r ..............................(PGR)
—
Bca Carige r........................(CRGR)
1,222
-3,02 +24,06
0,901
1,994
3,2
Servizi Italia * .........................(SRI)
4,200
0,353
Bca Finnat * ..........................(BFE)
0,422
-4,00 +5,50
0,317
0,599
154,4
Servizi Italia 15 warr *.....(WSRI15)
Bca Intermobiliare .................(BIM)
3,206
-2,20 +3,02
3,098
3,690
510,1
Sesa......................................(SES) 12,550
—
—
—
—
-5,36 +2,94
—
3,982
5,650
117,2
-6,64 +44,08
0,235
0,528
—
-3,31 +5,55 11,380 14,150
181,7
Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL)
0,659
-3,30 +29,22
0,510
1,040
141,8
SIAS .......................................(SIS)
8,290
-1,78 +14,34
7,215
9,770
Bca Pop.Milano......................(PMI)
0,575
-8,29 +44,36
0,384
0,727
2590,2
Sintesi .....................................(SII)
0,095
-2,56 -12,04
0,095
0,131
3,9
Bca Pop.Spoleto ....................(SPO)
—
—
—
—
Snai ......................................(SNA)
1,648
-1,90 +21,27
1,359
2,272
191,3
4,516 14458,1
—
—
1881,7
Bca Profilo ............................(PRO)
0,315
-3,32 +56,46
0,199
0,476
209,7
Snam Gas .............................(SRG)
4,240
-1,90 +4,85
3,974
Bco Desio-Brianza ................(BDB)
2,706
-3,01 +23,00
2,194
3,398
320,6
Sogefi *...................................(SO)
2,700
-5,40 -36,89
2,700
4,980
318,1
Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR)
2,250
-4,34 +10,40
2,038
3,154
29,9
Sol ........................................(SOL)
6,360
-3,05 +10,90
5,630
7,180
579,5
Bco Santander ....................(SANT)
7,265
-0,62 +12,64
6,245
7,870
—
Sorin.....................................(SRN)
1,990
-1,00
-7,01
1,990
2,306
951,8
Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) 10,660
-2,29 +8,00
9,530 11,780
70,2
Space....................................(SPA)
—
—
—
—
—
—
0,420 -11,02 +60,61
0,259
0,642
57,1
Space warr.........................(WSPA)
—
—
—
—
—
—
-6,13 -12,36
Bee Team *............................(BET)
Beghelli ...................................(BE)
0,413
-5,71
-3,01
0,403
0,654
83,8
Stefanel * ............................(STEF)
0,320
Beni Stabili ...........................(BNS)
0,590
-0,42 +18,78
0,490
0,693
1129,2
Stefanel risp * ...................(STEFR)
—
Best Union Co......................(BEST)
2,074
-0,77 +39,29
1,489
2,236
18,6
STMicroelectr. ......................(STM)
5,835
Bialetti Industrie *...................(BIA)
0,670 +3,08+198,84
0,224
0,930
50,1
T Tamburi ...........................(TIP)
0,320
0,462
26,9
—
—
—
—
-1,44 +1,92
5,470
7,360
—
2,174
2,810
309,9
—
2,192 +0,64
-2,66
Biancamano *.......................(BCM)
0,505
-0,69 +1,41
0,495
0,845
17,4
Tamburi 13w ...................(WTIP15)
0,470 +6,09 +16,05
0,322
0,815
—
Biesse * ................................(BSS)
8,070
-7,72 +49,03
5,130
9,595
225,7
TAS .......................................(TAS)
0,499
-3,57 +1,86
0,473
0,650
21,5
Bioera.....................................(BIE)
0,320
-3,03 -15,46
0,320
0,450
11,4
Telecom IT ..............................(TIT)
0,804
-2,61 +13,41
0,709
1,003 10878,1
— +15,00 20,000 23,000
99,8
Telecom IT Media .................(TME)
1,160
-1,94 -32,25
1,160
2,057
Boero Bart.............................(BOE) 23,000
Bolzoni *................................(BLZ)
3,284
Bon.Ferraresi...........................(BF) 30,410
Borgosesia..............................(BO)
0,795
Borgosesia rnc......................(BOR)
—
-0,42 +11,32
4,130
84,3
-0,62 -14,00 28,000 38,980
171,2
0,763
0,934
29,0
—
—
—
Brembo * ..............................(BRE) 26,590
-1,52 +31,11 18,880 29,660
Brioschi..................................(BRI)
-3,94 +21,92
0,095
— -11,57
2,870
—
—
0,076
63,4
M Maire Tecnimont ...............(MT)
1,750
-2,78 +5,42
1,485
2,870
530,8
Telecom IT Media rnc .........(TMER)
0,560
-6,67+194,89
0,171
0,921
3,1
Engineering * ........................(ENG) 38,050
-4,88 -13,33 38,050 54,050
481,8
Management e C. .................(MEC)
0,120 +1,69 -24,29
0,118
0,169
56,3
Telecom IT rnc......................(TITR)
0,655
-2,46 +16,13
0,564
0,789
3942,1
Eni .........................................(ENI) 18,470
-0,81 +6,64 16,250 20,410 67155,8
816,0
3,530
-3,29 +9,70
3,140
0,188
19,7
Mediaset ................................(MS)
2,800
-3,05 -19,17
2,800
4,332
3318,2
TerniEnergia *........................(TER)
1,943
-1,12 -11,28
1,925
2,364
71,5
—
—
Mediobanca............................(MB)
5,980
-4,85
5,980
8,410
5207,9
Tesmec * ...............................(TES)
0,610
-1,61 -22,74
0,600
0,920
65,7
-5,87 +17,22
0,042
0,080
93,1
0,000
0,001
—
— -30,07 81,050 120,100
2571,7
Ergy Capital...........................(ECA)
0,117
0,117
75,4
Ergy Capital 16w ............(WECA16)
—
—
—
1,075
-5,23
1,075
2,300
20,1
3,750
Brunello Cucinelli *..................(BC) 16,450
-0,12 -37,33 15,820 26,250
1108,1
Esprinet * ..............................(PRT)
6,925
-7,48 +31,53
5,265
8,765
366,9
Mediolanum .........................(MED)
5,470
-4,20 -13,24
5,470
7,145
4082,1
Tiscali.....................................(TIS)
0,050
Buzzi Unicem ........................(BZU) 10,920
-3,62 -16,70 10,920 15,150
1816,1
Eukedos ................................(EUK)
1,022 +0,10 +61,58
0,619
1,150
18,1
Meridie ...................................(ME)
0,133
-5,07 +68,23
0,077
0,188
6,8
Tiscali 14w ......................(WTIS14)
0,000
Buzzi Unicem rnc ................(BZUR)
6,900
-3,50
283,0
Eurotech * .............................(ETH)
1,744
-2,02
-5,42
1,744
2,642
60,7
Mid Industry Cap ...................(MIC)
—
—
—
—
—
—
Tod's.....................................(TOD) 83,500
4,100
-0,24 -12,02
-9,74 27,260 33,090
-1,34
C Cad It * ..........................(CAD)
Cairo Comm. *........................(CAI)
5,515 +0,55
Caleffi....................................(CLF)
1,429
-1,65
-3,36
6,690
8,050
—
-2,27 -35,24
1764,2
—
-0,86 +2,16 14,800 17,650
-1,83 +3,71
-2,47 +1,07 11,620 14,380
Mediacontech ......................(MCH)
9,319 12,020
-5,28 -33,05
Tenaris ..................................(TEN) 16,070
Terna ....................................(TRN)
MARR * ..............................(MARR) 12,240
1628,2
Erg........................................(ERG) 10,990 +1,95 +15,62
0,147
119,8
5,940
Enervit ..................................(ENV)
—
—
3,560
4,114
4,100
5,300
36,5
Exor ......................................(EXO) 27,260
-2,29
6725,5
Mittel.....................................(MIT)
1,547
-8,35
1,510
1,821
133,2
Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI)
5,380
-3,32 -13,92
5,380
-6,53
5,320
7,720
425,6
Exprivia *...............................(XPR)
0,718
-0,76 -14,28
0,718
0,995
36,9
Moleskine * ..........................(MSK)
1,170
— -25,53
1,148
1,738
250,0
TXT e-solution *.....................(TXT)
7,950
-2,21 -12,59
7,805 11,910
—
1,404
1,670
17,3
F Falck Renewables * .........(FKR)
1,173
-2,82 -12,20
1,173
1,490
340,2
MolMed ...............................(MLM)
0,505
-2,51 -31,95
0,505
0,849
119,6
U UBI Banca .......................(UBI)
5,720
-5,38 +18,18
4,840
7,520
8,480
7594,8
375,3
94,5
5241,7
Caltagirone ..........................(CALT)
2,358
-2,88 +16,04
1,995
3,000
279,3
Ferragamo...........................(SFER) 19,810 +0,92 -28,28 19,540 27,680
3309,2
Moncler .............................(MONC) 11,350
-0,35 -29,59 11,150 16,350
2828,4
Unicredit ...............................(UCG)
5,640
-3,75 +4,74
5,360
6,870 33372,1
Caltagirone Ed.......................(CED)
1,044
-3,15
-0,57
1,044
1,348
129,9
Fiat............................................(F)
6,465
-5,55
-6,58
5,945
9,070
8103,2
Mondadori..............................(MN)
0,855
-0,23 -38,49
0,855
1,539
222,0
Unicredit risp ......................(UCGR)
7,965 +0,06 +1,40
7,800
9,500
19,5
Campari ................................(CPR)
5,700
-1,38
-6,02
5,700
6,420
3319,3
Fidia * ...................................(FDA)
2,810
-0,35 +16,12
2,360
3,570
14,4
Mondo Tv * ...........................(MTV)
1,763
-5,97+248,76
0,502
2,254
47,5
Unipol ....................................(UNI)
3,932
3,932
5,740
1729,2
-2,82
-9,61
Cape Live ................................(CL)
2,150
-3,50 +19,98
1,760
2,797
21,6
Fiera Milano * .........................(FM)
5,430
-4,15 -25,10
5,430
8,560
231,9
Monrif..................................(MON)
0,295
-4,78 -33,11
0,295
0,616
45,0
Unipol prv ............................(UNIP)
3,480
-4,66
-5,13
3,480
5,070
961,4
Carraro ...............................(CARR)
2,182
-3,02 -30,06
2,182
3,332
100,9
Fincantieri ...................................()
0,682
-3,20
—
0,682
0,780
1160,9
Monte Paschi Si. ................(BMPS)
1,187
-5,94 +8,24
1,034
2,562
6150,8
UnipolSai.................................(US)
2,140
-4,29
-6,76
2,061
2,697
4916,5
Cattolica As.........................(CASS) 14,770
-2,06 -24,10 14,770 19,680
791,8
FinecoBank .................................()
3,900
-1,61
—
3,884
4,170
2382,0
Montefibre ..............................(MF)
—
—
—
—
—
—
UnipolSai risp......................(USRA) 216,800
-0,87 +19,19 173,097 280,233
272,5
Cell Therap...........................(CTIC)
-0,28 +21,56
—
Finmeccanica........................(FNC)
6,460
-2,42 +18,64
5,445
7,355
3765,8
Montefibre rnc....................(MFNC)
—
—
—
—
—
—
UnipolSai risp B ..................(USRB)
-2,38 +7,22
2,641
796,2
V Valsoia ...........................(VLS) 13,690 +0,29 +27,94 10,060 15,790
139,5
1,787
1,337
3,110
2,132
1,907
Cembre * .............................(CMB)
9,950
-0,70 +10,74
8,600 12,240
168,2
FNM .....................................(FNM)
0,580 +1,84 +18,71
0,482
0,688
246,0
Moviemax............................(MMG)
0,038
-6,17 -39,68
0,038
0,100
2,9
Cementir *............................(CEM)
4,718
-8,92 +11,01
4,162
7,440
768,4
Fullsix....................................(FUL)
1,750
-5,35 -33,31
1,750
3,198
19,7
Mutuionline *........................(MOL)
4,422
-4,08 +7,54
4,050
5,315
174,0
Vianini Industria......................(VIN)
1,279
-0,08 +6,58
1,192
1,524
38,0
Cent. Latte Torino * ................(CLT)
2,874
-3,10 +65,93
1,726
5,935
28,9
G Gabetti Pro.S..................(GAB)
1,050
-8,38 -40,18
1,050
2,175
45,8
N Nice *............................(NICE)
2,808
-2,84 +1,96
2,726
3,566
323,6
Vianini Lavori.........................(VLA)
5,040
-1,18
4,990
6,470
216,6
-0,64 +38,99
3,464
6,060
38,0
Vittoria Ass. *.........................(VAS)
9,890
-2,08 +13,42
8,580 10,750
663,0
—
—
—
Ceram. Ricchetti.....................(RIC)
0,275
-5,02 +47,90
0,184
0,381
22,3
Gas Plus................................(GSP)
4,250
-0,70
-9,27
4,250
5,025
191,6
Noemalife .............................(NOE)
4,998
Cerved..................................(CDC)
4,480
-3,66
4,480
5,000
880,0
Gefran * ..................................(GE)
3,372
-4,10 +20,43
2,762
4,336
49,7
Noemalife 15 warr .........(WNOE15)
—
Novare ....................................(NR)
—
—
—
—
—
—
O Olidata ............................(OLI)
0,390
-0,97
-1,04
0,378
0,532
13,2
1,245
-1,89
—
CHL.......................................(CHL)
0,038
-2,57 -13,86
0,038
0,061
9,3
CIA .........................................(CIA)
0,241
-5,11
-5,30
0,241
0,310
22,2
Ciccolella ................................(CC)
0,282
-3,29
-6,47
0,282
0,415
50,3
Cir..........................................(CIR)
0,975
-1,32 -14,62
0,943
1,220
770,2
Class Editori ..........................(CLE)
0,197
-5,56 +9,41
0,177
0,362
21,0
Generali ....................................(G) 15,290
-1,80
-9,63 15,020 17,430 23869,0
Geox .....................................(GEO)
2,628
-4,78
-3,17
2,628
3,486
Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES)
1,113
-1,24 -17,74
1,113
Gtech ....................................(GTK) 15,990
H Hera...............................(HER)
1,921
683,8
—
—
W World Duty Free .............(WDF) 7,995 +1,20 -14,03 7,900 10,830 2011,4
Y Yoox *...........................(YOOX) 17,300 -4,16 -48,63 17,300 34,750 1033,2
Z Zignago Vetro * .................(ZV) 4,950 -2,37 -1,59 4,940 6,315 438,2
1,952
449,5
-4,96
1,245
1,600
55,4
Zucchi...................................(ZUC)
0,069
-4,70
0,069
0,145
-6,55 -28,17 15,990 23,980
2877,3
Parmalat ................................(PLT)
2,502 +0,16 +1,05
2,460
2,554
4571,3
Zucchi 14 warr...............(WZUC14)
0,001
— -60,61
0,001
0,008
—
-2,49 +17,85
2902,3
Parmalat 15w ................(WPLT15)
1,492 +0,07 +1,50
1,416
1,502
—
Zucchi rnc...........................(ZUCR)
0,225
-1,75 +21,62
0,185
0,308
0,8
1,630
2,172
P Panariagroup * ...............(PAN)
B.O.T.
Valuta al 08-08-14
14.08.14
12.09.14
14.10.14
14.11.14
12.12.14
14.01.15
6
35
67
98
126
159
99,999
99,994
99,990
99,986
99,961
99,939
Rend.
0,02
0,05
Scadenza Giorni Pr.Netto
13.02.15
13.03.15
14.04.15
14.05.15
12.06.15
14.07.15
189
217
249
279
308
340
99,898
99,873
99,846
99,813
99,793
99,752
-1,57
26,7
* Titolo appartenente al segmento Star.
Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano
Scadenza Giorni Pr.Netto
-2,42
Rend.
0,11
0,14
0,15
0,16
0,18
0,22
Euribor
Periodo
1 sett.
1 mese
2 mesi
3 mesi
4 mesi
5 mesi
6 mesi
Monete auree
Oro
T. 360
T. 365
Periodo
T.360
T.365
06 ago
06 ago
0,044
0,096
0,154
0,206
0,306
0,045
0,097
0,156
0,209
0,310
7 mesi
8 mesi
9 mesi
10 mesi
11 mesi
12 mesi
0,398
0,487
0,404
0,494
Sterlina (v.c)
Sterlina (n.c)
Sterlina (post.74)
Krugerrand
Marengo Italiano
Marengo Svizzero
Marengo Francese
Denaro Lettera
220,36 238,08
221,58 240,67
221,58 240,67
929,59 1.011,12
173,69 197,81
173,01 196,42
171,92 196,02
Tassi
Mattino Sera
Oro Milano (Euro/gr.)
—
Oro Londra (usd/oncia) 1.288,50 1.306,50
Argento Milano (Euro/kg.)
—
Platino Milano (Euro/gr.)
—
Palladio Milano (Euro/gr.)
—
Italia
Euro17
Canada
Danimarca
Finlandia
Francia
Sconto
Interv
0,15
0,15
0,999
0
0,15
0,15
0,15
0,15
1
0
0,5
0,15
Germania
Giappone
G.B.
USA
Svezia
Sconto
Interv
0,15
0,15
0,1
0,5
0,25
0,25
0,3
--0,25
0,25
Borse Estere
A New York valori espressi in dollari, a Londra
in pence, a Zurigo in franchi svizzeri. Dati di
New York e Toronto aggiornati alle ore 20.00
indici
MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08
Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 397,21
Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . 103,42
Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 3057,37
DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 306,64
DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 3050,37
DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 329,19
DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2934,00
FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2688,97
Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 24584,13
Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 46062,62
Londra (FTSE100) . . . . . . . . . . . 6636,16
Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 10246,20
Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 549,93
Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 3320,23
Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 5504,02
Toronto (300Comp) . . . . . . . . . 15194,03
Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2242,30
Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 8290,16
var.%
-0,29
-0,40
-0,33
-0,91
-0,71
-0,88
-0,62
-0,72
-0,26
-1,19
-0,69
-1,04
-1,05
-0,22
-0,14
+0,04
-0,58
-0,62
selezione
FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 06-08
Adidas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58,09
Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121,75
Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96,57
Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,18
Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,04
Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . 10,41
Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 24,59
Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 23,65
Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 11,54
Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 12,65
Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . 103,10
Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25,10
Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,23
Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . 168,40
var.%
-0,39
-0,57
-0,22
+0,30
-0,52
-0,67
-0,73
-0,42
-2,78
-1,40
-2,00
-1,67
+0,12
-0,94
PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08
Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,59
Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,32
Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,61
Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,93
Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52,21
Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,18
Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88,28
Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 10,58
Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54,16
Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5,70
L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126,45
Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80,06
Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 10,31
Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59,28
Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,04
Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 78,48
Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 35,78
Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 73,18
Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,70
var.%
+0,13
-1,59
-1,46
-1,10
-2,14
-0,21
-1,59
+0,67
-0,20
-1,40
-0,51
-0,56
-2,41
-3,01
-0,06
-1,28
-1,85
+0,69
+0,28
NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08
Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 314,19
American Express . . . . . . . . . . . . . 86,31
Apple Comp Inc. . . . . . . . . . . . . . . 95,05
At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34,54
Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 15,23
Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118,21
Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,39
Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . 101,66
Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 25,04
Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . 48,20
Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 39,86
Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 64,81
Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 51,25
DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64,75
Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 98,95
Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,01
General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 25,53
General Motors . . . . . . . . . . . . . . . 33,57
Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 170,18
Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 35,09
Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90,60
Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 186,59
Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 2,40
Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33,02
Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . 100,42
JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56,25
Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . 163,55
Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 53,07
McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 93,49
Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 55,93
Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42,96
Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . 116,08
Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 31,63
Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 77,05
Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 99,69
Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28,28
Philip Morris . . . . . . . . . . . . . . . . . 83,35
Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 80,89
Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 40,63
Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 87,28
Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145,61
Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,99
Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,79
var.%
+0,60
-0,06
-0,07
-1,63
+1,53
-1,93
+1,11
+0,16
+0,28
+0,65
+1,74
+1,63
+0,29
+1,12
+0,76
+0,83
+2,04
+0,63
+0,45
+0,06
-0,70
+0,32
+1,27
+0,61
+0,60
+0,34
-2,02
-1,10
+0,06
-0,18
-0,28
+0,94
+0,70
+0,17
+0,59
-0,46
+2,16
+1,86
+0,63
+0,61
+1,20
-0,69
+0,25
LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08
3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373,00
Anglo American . . . . . . . . . . . . . 1548,00
AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 4295,00
B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 865,87
Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 219,00
BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 473,32
British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 377,00
Burberry Group . . . . . . . . . . . . . 1415,00
Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1416,00
Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 422,90
Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1125,00
Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . 1334,00
Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . 1040,00
Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 448,00
Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . 346,10
Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 2308,00
Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 2550,00
Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 199,34
var.%
-0,75
-0,25
-3,58
-1,10
-1,96
-1,78
+0,08
+0,07
-2,04
-0,40
-0,18
-0,64
+0,29
-1,18
-0,35
-0,99
-0,47
+1,10
ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 06-08
Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,10
Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78,25
Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15,44
var.%
+0,15
-0,95
+0,13
30
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Veri «squadroni di parole straniere», accolti «con gioia
dai paladini di una certa modernità». Il linguista Claudio
Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca,
mette all’indice l’uso (a suo dire eccessivo), nella lingua
di Dante (a fianco), di anglismi e di parole tratte da altri
idiomi. «Certi prestiti possono essere necessari, altri
sono lussi inutili, usati per esibizionismo», afferma in
un’intervista a «Famiglia Cristiana», citando i termini
Server sì, spending review no
«Troppi termini stranieri
usati per esibizionismo»
server e spending review come esempi per i due estremi.
Per Marazzini alcuni accorgimenti lessicali sono mutuati
dalla scrittura veloce di sms e social network. Per dire:
ke al posto di che. Il linguista fa notare che «il primo
documento in italiano comincia con la frase sao ko kelle
terre. I giovani hanno trovato da soli una soluzione già
usata dagli scrivani del Medioevo, poi l’italiano non l’ha
accettata». Per Marazzini, questa espressione può
Cultura
essere accettabile in un sms, ma l’importante è sapere
che esistono altri livelli di scrittura. La lingua parlata,
conclude lo specialista, si evolve rapidamente:
scompare «un attimino», ma va di moda rispondere
«assolutamente» a una domanda come alternativa
a «sì» o «no», cosa che genera confusione. Per non dire
del «piuttosto che» al posto di «o». (r. sco.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Addio a Lauretta, studioso di Pirandello
È morto ieri a 90 anni, nella sua casa di Agrigento, lo scrittore e
saggista Enzo Lauretta. Oggi i funerali. Oltre ad aver ricoperto
vari incarichi pubblici, Lauretta è stato un noto studioso di
Pirandello e, nel 1967, ha fondato il Centro nazionale di studi
pirandelliani. Tra i suoi libri, la biografia Luigi Pirandello,
storia di un personaggio fuori chiave, pubblicata da Mursia.
Personaggi A 60 anni dalla morte del leader, un incontro ricorda il dramma che visse dal 1914 al 1918, quando era deputato austriaco
De Gasperi al bivio tra Vienna e Roma
Il calvario del Trentino nella Grande guerra sgretolò la sua fedeltà agli Asburgo
Governo
I
Inizio
10 dicembre 1945
13 luglio 1946
Fine
II
III
13 luglio 1946
2 febbraio 1947
2 febbraio 1947
31 maggio 1947
IV
31 maggio 1947
12 maggio 1948
V
12 maggio 1948
27 gennaio 1950
VI
27 gennaio 1950
26 luglio 1951
VII
26 luglio 1951
16 luglio 1953
VIII
16 luglio 1953
17 agosto 1953
Molto usata
PAROLA
N° di volte utilizzata
Poco usata
POPOLO
SINISTRA
PACE
CENTRO
LIBERTÀ
DIFESA
TRATTATO
POPOLO
EUROPA
GUERRA
TRIESTE
LIBERTÀ
PACE
GUERRA
TRIESTE
TRATTATO
DIFESA
SINISTRA
CENTRO
EUROPA
Uno statista in dieci parole
Dati forniti da FBK ~ Digital Humanities Group ed elaborati con Voyant Tools
A
veva difeso l’identità italiana del
Trentino contro il pangermanesimo, tanto da essere arrestato a Innsbruck nel 1904 in seguito a tafferugli studenteschi. Ma rivendicava la sua lealtà
verso gli Asburgo, dissentiva dagli irredentisti che, come Cesare Battisti, volevano congiungersi all’Italia. Per Alcide De Gasperi la
Prima guerra mondiale fu una
prova dolorosa e per la sua gente
L’evento
fu un trauma brutale, con costi
umani tra i più alti in Europa.
A sessant’anni dalla scomparsa
dello statista e nel centenario della Grande guerra, la Fondazione
Trentina Alcide De Gasperi, diret] «Silenzio
ta da Beppe Tognon, ricorda indelle patrie e
sieme le due date. La conferenza
fedeltà trentina.
che si tiene regolarmente a Pieve
De Gasperi nella
Tesino, paese natale di De GaspePrima guerra
ri, nella ricorrenza della sua mormondiale» è il
te (19 agosto 1954) è stata affidata
titolo della
a due studiosi, Maurizio Cau e
conferenza che
Marco Mondini, che il prossimo
Maurizio Cau e
18 agosto rievocheranno il fatale
Marco Mondini
1914 e le vicende successive.
terranno il 18
«De Gasperi, eletto al Parlaagosto (ore 18)
mento di Vienna nel 1911, non
a Pieve Tesino
metteva in discussione l’apparte(Trento), a 60
nenza della sua terra all’Austriaanni dalla morte
Ungheria, ma si era battuto, senza
dello statista
successo, perché il Trentino aves]L’incontro è
se un ordinamento autonomo e
promosso dalla
non dipendesse più dal Tirolo auFondazione
striaco: capì subito che la guerra
Trentina Alcide
esponeva quella regione a rischi
De Gasperi,
enormi», ricorda Cau, che è stato
dall’Istituto
tra i curatori degli scritti politici
Sturzo e dalla
degasperiani. Prima dell’interrete Trentino
vento italiano contro l’Impero
Grande Guerra
asburgico, aggiunge, De Gasperi
fu molto attivo: «Si recò più volte
a Roma, incontrò l’ambasciatore
austriaco, il ministro degli Esteri Sidney
Sonnino, il Papa Benedetto XV. In quei mesi
si ipotizzava che Vienna cedesse il Trentino
ai Savoia in cambio della neutralità e De Gasperi cercò d’inserirsi nella trattativa per tutelare gli interessi della regione. Ma l’entrata
in guerra dell’Italia pose fine ai suoi sforzi».
Nel frattempo il conflitto aveva già investito la sua terra in modo pesantissimo, osserva
Mondini, autore del libro La guerra italiana
(Il Mulino): «Nel 1914 i trentini si presentarono in massa ai centri di reclutamento: renitenti e disertori furono poche centinaia su
55-60 mila uomini chiamati alle armi durante la guerra, una cifra enorme per una regione che contava 350 mila abitanti. Spaventose
le perdite in Galizia (oggi in Ucraina), dove
quei reparti furono mandati al macello per
tamponare la prima offensiva russa: al termine del conflitto i caduti trentini furono oltre
11 mila, il 20 per cento dei mobilitati, mentre
nel resto d’Europa furono tra il 10 e il 15 per
cento e nel Regno d’Italia meno del 13».
Il peggio però venne dopo il maggio 1915,
sottolinea Mondini, quando ogni trentino
diventò sospetto agli occhi delle autorità austriache. «Cominciarono vessazioni sistematiche, con la militarizzazione del territorio,
l’internamento in prigionia dell’intera classe
dirigente (circa 2.500 persone, compreso il
vescovo di Trento Celestino Endrici), lo sfollamento e la deportazione di oltre 75 mila civili verso località austriache e ceche. La fedeltà all’imperatore, solida all’inizio del conflitto, prese ben presto a sgretolarsi nel cuore
di molti, tra cui De Gasperi».
Il deputato cattolico, racconta Cau, subì la
chiusura del giornale «Il Trentino», di cui
ALCIDE DE GASPERI (1881-1954) FU CAPO DEL GOVERNO ITALIANO TRA IL 1945 E IL 1953
di ANTONIO CARIOTI
La svolta del 1915
Dopo l’entrata in guerra dell’Italia
molti civili trentini furono deportati
per ordine delle autorità imperiali
Una lezione importante
Il leader cattolico vide la minaccia
rappresentata dai nazionalismi
e accentuò l’impegno autonomista
La visualizzazione
Su Corriere.it
il grafico
interattivo
Il progetto Alcide De
Gasperi e le parole del
consenso è da oggi visibile
sul sito del «Corriere della
Sera», nella versione
dinamica e interattiva che
permette al lettore di
apprezzare le strategie
politiche messe in atto da
Alcide De Gasperi, da
quelle partitiche a quelle
linguistiche: in particolare,
nella visualizzazione che
anticipiamo in questa
pagina, si mostrano
l’aumento e la
diminuzione della
frequenza di dieci parole
chiave di De Gasperi nei
suoi discorsi. Il progetto è
stato realizzato dal
laboratorio di sintesi finale
del Corso di Laurea in
Design della
Comunicazione — Scuola
del Design, del Politecnico
di Milano — coordinato
dal laboratorio di ricerca
DensityDesign, diretto dal
professor Paolo Ciuccarelli.
Struttura che ha
collaborato a molte delle
visualizzazioni di dati
pubblicate su«la Lettura».
Gli studenti che hanno
progettato e sviluppato il
grafico web interattivo
sono Tommaso Elli,
Natalia Laptes, Gianluca
Malimpensa, Mattia
Parietti e Matteo Pozzi
con Giorgio Uboldi.
In collaborazione con il
Digital Humanities Group
di FBK (Fondazione Bruno
Kessler).
era divenuto direttore a soli 23 anni nel 1904,
ma evitò l’internamento: «Si trasferì a Vienna nel 1915 per dimostrare la sua lealtà alla
corona. E ciò gli consentì di prestare assistenza ai deportati. False sono le accuse, che
gli vennero poi rivolte dai fascisti, di aver appoggiato lo sforzo bellico austriaco. Gli anni
di guerra furono per De Gasperi “l’ora di
Dio”, un periodo tragico in cui preferì sospendere il giudizio e rimettersi alla divina
provvidenza, impiegando ogni energia per
alleviare le sofferenze dei suoi conterranei.
Uscì allo scoperto solo alla fine del conflitto:
con gli ultimi due discorsi al Parlamento di
Vienna, nell’ottobre 1918, non solo denunciò
con forza la repressione contro le popolazioni trentine, ma prese di fatto congedo da un
Impero in dissoluzione. Ormai si trattava di
difendere la stessa causa autonomista in un
altro contesto, sotto il tricolore italiano».
In Trentino, nota Mondini, il ritorno alla
normalità fu lungo e difficile: «Migliaia di
soldati arruolati nell’esercito asburgico erano caduti nelle mani dei russi e furono coinvolti nel caos della rivoluzione bolscevica.
Con l’aiuto di missioni militari italiane, alcuni trentini tornarono in Europa dalla Siberia
imbarcandosi in Cina; altri passarono attraverso gli Stati Uniti; altri ancora parteciparono ai conflitti interni russi e cinesi. Gli ultimi
rientri furono alla metà degli anni Venti».
E De Gasperi? «S’inserì presto nella vita
politica italiana, quale mediatore in una fase
di transizione che i governi liberali gestirono
in modo morbido e tollerante. In Trentino e
nello stesso Alto Adige di lingua tedesca non
vi fu un’epurazione dei dipendenti statali
che avevano lavorato per il regime asburgico,
al contrario di quanto avvenne in Francia
nelle regioni recuperate di Alsazia e Lorena.
Gli stessi sudtirolesi all’inizio non erano così
scontenti di essere passati sotto l’Italia, poiché ciò li sottraeva all’obbligo di pagare le
pesanti riparazioni di guerra imposte all’Austria. Tutto mutò poi con il fascismo, che attuò una politica di italianizzazione forzata.
Credo che quella esperienza dei guasti cui
possono portare i nazionalismi esasperati
nelle zone di confine abbia convinto De Gasperi che fosse necessario disinnescare i
contrasti etnici valorizzando le autonomie
regionali, come fece poi, da capo del governo, dopo il secondo conflitto mondiale».
@A_Carioti
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Terza Pagina 31
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Classici La Normale ristampa «Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio». Parla il curatore Michele Ciliberto
Elzeviro
Scienza e armonia nel libro di Dalla Chiara
IL CUORE QUANTISTICO
DEL MONDO DEI SUONI
di EDOARDO BONCINELLI
M
i è capitato di recente in mano
un libretto illustrato da graziose figurine sulla copertina e
nel testo, da parere un libro
per ragazzi. Ma l’apparenza
non poteva essere più ingannatrice. Il libretto tratta
nientemeno che di meccanica quantistica, anzi della
logica della meccanica
quantistica, applicata però
alla realtà di tutti i giorni, e
in particolare alla musica.
Il libretto di Maria Luisa
Dalla Chiara, con altri tre
collaboratori, s’intitola Dall’informazione quantistica
alla musica (Aracne, pagine 164, e 13) e offre esattamente quel che promette.
Dopo una breve descrizione dei principi fondamentali e comprensibili della
meccanica quantistica, il libro cerca di dare una possibile interpretazione nuova
e illuminante dell’esperienza musicale.
È noto che la meccanica
quantistica è stata una delle
grandissime novità della fi-

Anche Einstein
affermò che la
teoria appare
«profondamente
musicale»
sica dell’inizio del XX secolo e ci è servita a comprendere meglio il mondo degli
atomi e delle particelle subatomiche.
Sappiamo però che il
grande Einstein una volta
affermò che questa teoria
ha in sé qualcosa di «profondamente musicale».
Einstein stesso contribuì a
fondarla ma poi fu sempre
più scontento della piega
che avevano preso le cose.
C’era qualcosa che non lo
persuadeva ma, siccome
era un genio, gli articoli da
lui scritti per criticarla di
fatto arricchirono la teoria
stessa. Più criticava e più
contributi portava alla sua
ricchezza e applicabilità.
Come l’idea del famoso entanglement. Quando due
particelle si separano dopo
essere state insieme per un
po’ e vanno da parti opposte, allontanandosi sempre
più, portano con sé qualcosa che le accomuna: c’era
un filo che le legava e questo filo non si spezza, se
non dopo una manovra violenta.
L’altro aspetto che i nostri autori prendono in
considerazione è il fatto
Machiavelli da esportazione
«Edizioni, dibattiti: nel ’500 l’Inghilterra amava la nostra cultura»
di ARMANDO TORNO
che un oggetto quantistico
può stare in una sovrapposizione di stati: è questo,
ma è anche quello e quell’altro. Secondo i nostri autori tutto ciò apre la porta a
una certa forma di olismo e
di contestualità semantica,
due caratteristiche del
mondo della vita e dell’arte.
«Può essere ragionevole
e interessante applicare
queste idee generali, che
vengono dal lontano mondo dei quanti, per trattare
con strumenti formali
astratti alcuni aspetti della
musica, dove l’olismo e la
contestualità semantica
hanno un ruolo essenziale?» si chiedono gli autori.
E rispondono: «In questo
libro cercheremo di dare
qualche risposta a questa
domanda».
Le risposte sono molte e
servono a introdurre concetti come l’indeterminazione e l’ambiguità, che
«sono caratteristiche essenziali non solo dei fenomeni quantistici ma anche
delle situazioni umane.
Sembra allora ragionevole
avanzare la congettura seguente: il formalismo matematico della teoria quantistica ha una sorta di universalità, e può ammettere
applicazioni interessanti a
campi anche molto lontani
dalla micro fisica».
Ed eccoci alla musica: «Il
mondo dei suoni è un
mondo tipicamente relazionale, il cui comportamento è molto diverso da
quello dei colori. In generale, non è possibile associare
un significato preciso a una
singola nota o a un singolo
suono. È ragionevole ipotizzare che le monadi musicali siano rappresentate dagli intervalli?». Gli intervalli
sono ovviamente le distanze tonali da una nota alla
successiva. Ogni intervallo
ha «una connotazione semantica che, in generale,
dipende in modo essenziale dal contesto (musicale ed
extramusicale) in cui l’intervallo compare». Da qui il
problema della contestualità dei significati musicali,
ampiamente illustrato da
numerosi esempi tratti da
opere, da sinfonie, da quartetti e da Lieder.
Non credo di svelare
niente di segreto riferendo
che la chiave è trovata nell’ambiguità, la capacità di
giocare su molti registri
contemporaneamente, sovrapposti e tra loro risuonanti. Che è in fondo la maniera con la quale funziona
il nostro cervello, con i suoi
cammini paralleli e irriducibilmente ambigui.
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I dati di Artprice
L’arte da collezione: più 17 %
nel primo semestre 2014
Un mercato in crescita, quello dell’arte, trainato
(nell’ordine) dai collezionisti americani, cinesi e
britannici: + 17% nel primo semestre 2014 e 7,15
miliardi di euro di vendite. Le cifre appena rese note da
Artprice, società francese leader mondiale delle banche
dati sulle quotazioni e gli indici dell’arte (con più di 30
milioni tra indici e risultati d’asta di più di 500.000
artisti), descrivono dunque un mercato in grande
evoluzione: «un mercato più maturo e consapevole,
sempre più affamato di nuove opere e di nuovi artisti»
per riempire fondazioni, collezioni, musei (in crescita
soprattutto in Asia, America Latina e Medio Oriente).
Un mercato passato dai 500 mila collezionisti del
dopoguerra ai 70 milioni di «conoscitori d’arte» di oggi.
Francesco
Guicciardini
(1483-1540)
I
n Inghilterra circolavano alla fine del
Cinquecento numerosi testi in italiano. Le Edizioni della Normale di Pisa
hanno pubblicato l’anastatica di uno
di essi: I discorsi di Nicolo Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio, con la falsa indicazione Palermo «appresso gli heredi d’Antoniello degli Antonielli», 1584
(la ristampa è con una nota di Michele Ciliberto, pp. 448, e 20). In realtà l’opera
uscì a Londra, impressa da John Wolfe,
uno dei maggiori torcolieri-editori del
periodo, che diffonderà nel mondo inglese anche altre opere del segretario fiorentino. Del quale Bompiani pubblicherà a
fine anno, a cura dello stesso Ciliberto,
Giordano Bruno
(1548-1600)
Giovan
Francesco
Pico
(1469-1533)
Girolamo
Savonarola
(1452-1498)
Gerolamo
Cardano
Pietro
Pietro
(1501-1576)
Pomponazzi Aretino
(1462-1525) (1492-1556)
Niccolò
Machiavelli
(1469-1527)
Leon Battista
Alberti
(1404-1472)
Michele Ciliberto
(Napoli, 1945),
docente alla
Normale di Pisa,
è un esperto di
Niccolò Machiavelli
tutte le opere in un volume (nella collana
«Il Pensiero Occidentale»), mentre la
Treccani uscirà in autunno con un’enciclopedia a lui dedicata in tre volumi (diretta da Gennaro Sasso). Ma, per tornare a
Londra, Machiavelli è la punta di un iceberg, giacché nel tardo Cinquecento la
cultura italiana è di casa nella capitale inglese. Ne abbiamo parlato proprio con Ciliberto, professore di Storia della filosofia
moderna e contemporanea alla Normale
di Pisa e presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Dove è conservato il raro esemplare dei Discorsi.
Chi erano gli autori italiani letti dagli
inglesi del tempo?
«Direi Machiavelli, Giordano Bruno e
Pietro Aretino. La nostra cultura era straordinariamente diffusa. La regina Elisabetta conosceva bene la lingua di Dante e
lesse lo Spaccio de la bestia trionfante di
Bruno dando un giudizio assai severo:
“Uomo senza fede”. L’Italia era protagonista, tanto che L’Ebreo di Malta di Marlowe si apre mettendo in scena direttamente Machiavelli».
E Shakespeare?
«Uno dei motivi che il grande drammaturgo sviluppa, quello dell’uomo giocattolo nelle mani degli dei, di origine
platonica, era stato elaborato nella cultura italiana da Leon Battista Alberti, Pietro
Pomponazzi, in genere dai nostri moralisti che incentrarono la loro visione della
realtà sul principio del rovesciamento degli ordini del mondo. Questo, d’altra parte, è un motivo dei Ricordi di Francesco
Guicciardini».
Ma Aretino da noi aveva forse qualche problema di censura...
«Certo, ma veniva letto in Europa e con
attenzione particolare in Inghilterra. Del
resto, le opere là pubblicate nella nostra
lingua erano destinate a un doppio mer-
Marsilio Ficino
(1433-1499)
cato: quello locale, soprattutto londinese,
ma anche al giro clandestino italiano».
Machiavelli aveva nemici anche sulle
rive del Tamigi?
«Moltissimi. Gli attacchi al segretario
fiorentino cominciano già nella prima
metà del Cinquecento e continuano in
Rinascimento
Bruno ma anche Savonarola e
l’Aretino: da Londra le opere
pubblicate partivano per l’Europa
Poesia
Il «Lerici Pea» compie 60 anni
e premia il milanese ibrido di Loi
di CRISTINA TAGLIETTI
È
nato a Genova il grande poeta di Milano, Franco Loi (nella foto). Non
a caso il premio Lerici Pea, prestigioso riconoscimento che quest’anno
compie sessant’anni (è tra i più antichi d’Italia) gli rende omaggio con
il premio intitolato a Paolo Bertolani per la sezione Poesia in dialetto
(Valerio Magrelli ha vinto la sezione Edito). Quella di Loi è una voce ricca,
fortemente espressiva, impastata di altre lingue, di lessici contigui, di
arcaismi e di forme colte che, tra invettiva e rimpianto, parla
alle periferie e alla classe operaia, senza temere un certo
intimismo lirico. Ottantaquattro anni, ex militante del Pci,
libero da servitù ideologiche, testimone, quattordicenne, del
massacro di piazzale Loreto, Loi è autore di una trentina di
raccolte e poemi, fra cui Strolegh, Teater, Niül. Ma sopratutto
L’Angel, un romanzo in versi che i luoghi del poeta (Genova,
Milano, ma anche Colorno, la cittadina parmense da cui veniva
la madre) li incrocia tutti, calandosi nella vita di un italiano
medio che attraversa i momenti cruciali della storia d’Italia. A
quest’opera Giovanni Martinelli si è ispirato per il suo bel lungometraggio,
Il viaggio del poeta. Loi riceverà il premio Lerici Pea il 20 settembre alla
Spezia, quando verrà consegnato anche il premio per la Poesia Inedita a
Roberto Maggiani. Le celebrazioni si chiudono il 21 con altre iniziative, tra
cui il convegno Poesia del Mediterraneo.
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ambiente puritano, nella seconda parte
del secolo, in maniera violenta. Tuttavia
sono inglesi alcuni dei più grandi interpreti di Machiavelli di tutti i tempi: Francis Bacon e soprattutto James Harrington,
l’autore di Oceana, che è forse il più acuto. Riprende temi del Principe e, in particolare, dei Discorsi».
La fortuna della nostra cultura...
«...non è limitata soltanto a Machiavelli e a qualche letterato. Si prenda Girolamo Savonarola: era molto diffuso; lo stesso Giovan Francesco Pico della Mirandola, il nipote del grande Giovanni, è letto in
modo particolare in ambiente puritano».
E Gerolamo Cardano, che nel 1552 si
recò a Edimburgo?
«Lui, tranne qualche eccezione, era detestato, come Pomponazzi. Anche Marsilio Ficino era molto letto ma altresì fortemente criticato, specialmente da un grande esponente come John Rainolds».
Giordano Bruno?
«Quando si recò a Oxford nel 1583 venne frontalmente attaccato e poi cacciato,
con l’accusa di aver plagiato Ficino. Nonostante questi incidenti, la cultura italiana
rinascimentale era stimata, discussa e
studiata. Posso aggiungere che le Istorie
fiorentine di Machiavelli circolano tradotte prima manoscritte e poi, negli anni 90,
sono pubblicate».
Questa ristampa anastatica dei «Discorsi»?
«Si inserisce all’interno delle Edizioni
della Normale sulla cultura del Rinascimento. Esce accanto a una nuova traduzione del De incantationibus di Pomponazzi e all’edizione critica del testo dell’opera Methodus di Jean Bodin, a un saggio su Giacomo Aconcio e ad altro che si
desidera riproporre al lettore: sono i
grandi libri della rinascenza».
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Thriller Il romanzo d’esordio dello svedese Fredrik T. Olsson (Sperling & Kupfer) guarda a Crichton. Sarà un film
Chiuso nel castello a creare il codice dell’angoscia
di ARIEL PENSA
H
a cercato di farla finita e lo hanno salvato per un pelo. Riapre gli occhi in
ospedale e sta ancora chiedendosi
perché, quando lo rapiscono e si ritrova su
un aereo. Chi sono e cosa vogliono da lui? Impiegherà un paio di giorni a dare una risposta alla seconda domanda: pretendono che
salvi il mondo. Quanto al primo quesito è
una faccenda un po’ più complicata. The Code è il primo romanzo di Fredrik T. Olsson,
attore e sceneggiatore di Göteborg; un thriller, ma niente a che vedere con Stieg Larsson,
Henning Mankell e gli altri celebrati autori
scandinavi dell’ultimo decennio. Siamo più
dalle parti di Michael Crichton, tant’è vero
che la Warner Bros ne farà un film (stesso titolo di quello del 2009 con Morgan Freeman?) sulla scia della pubblicazione del libro
in 26 Paesi. Il filone — se esiste — è quello
dell’angoscia. Una storia pazzesca che sembra sempre essere sul punto di deragliare e
che invece regge fino all’ultima pagina.
William Sandberg ha passato i 55 anni e
non è per niente in forma; fino a qualche anno fa aveva sempre lavorato per l’esercito co-
L’autore
Fredrik T. Olsson
(1969) è uno
sceneggiatore
e scrittore
nato a Göteborg
in Svezia. Il suo
libro d’esordio,
«The Code»,
è edito
da Sperling &
Kupfer
(traduzione
di Carmen
Giorgetti Cima,
pagine 520,
e 17,90)
me esperto matematico specializzato nella
decifrazione dei codici; maniaco dell’ordine,
programmatore di computer sperimentali,
pensava di aver sempre tutto sotto controllo
fino a quando la sua vita privata era improvvisamente andata a rotoli.
Adesso, reduce dal mancato suicidio, si risveglia prigioniero di lusso in un castello —
che solo i lettori sanno essere nel Liechtenstein — dove l’organizzazione che lo ha sequestrato gli mette a disposizione le tecnologie più avveniristiche perché lui cerchi di
partorire un codice, il Code del titolo, per disinnescarne un altro, complicatissimo, che
un gruppo di scienziati internazionali ha scovato lavorando sulla catena del Dna umano.
Perché? Non glielo vogliono dire. Per conto
di chi? Top secret. E se non ci riesce, che succede? Meglio che nessuno lo sappia. Sandberg intuisce solo che molti altri prima di lui
hanno fallito. E si ritrova come unica alleata
Janine, una giovane dottoranda americana di
archeologia, rapita ad Amsterdam dove stava
perfezionando i suoi studi sulla scrittura cuneiforme. Civiltà sumerica.
Lui è come ipnotizzato dalla sfida intellettuale che gli viene imposta. Lei è soprattutto
ossessionata dall’impulso di fuggire. Due
frustrazioni opposte e ugualmente impossibili. Poi arriva il virus a imporre una tragica
accelerazione ai loro tentativi, alla trama e a
quello che succede nel mondo, fuori da quel
castello di cui nessuno sembra conoscere
l’esistenza. Un virus ignoto, letale e contagiosissimo. Prima in Olanda, dove come uno
tsunami si abbattono catastrofi inimmaginabili; poi a Berlino... Ed è solo l’inizio. Là fuori,
in un’Europa improvvisamente impazzita
senza alcuna logica scientifica, c’è qualcuno
che cerca le tracce di William e Janine: l’ex
moglie di lui, il fidanzato di lei. In due Paesi
diversi e senza sapere da che parte cominciare. Infine ci sono i guardiani, i soli a sapere,
registi impotenti di uno scenario apocalittico
che non riescono a governare.
La narrazione di Olsson è secca, senza sbavature, irrobustita dalla lunga militanza come sceneggiatore. Chi temesse che il film —
pardon, il libro — stia per contagiarsi di una
muffa paranormale o esoterica, non si preoccupi. La svolta finale porta in un’altra direzione, dignitosamente letteraria.
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Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Idee&opinioni
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SOMIGLIANZE PERICOLOSE E DIFFERENZE DECISIVE

Per chi vive il mondo delle imprese il dato negativo del Prodotto interno lordo (Pil) nel secondo trimestre del 2014 non è una sorpresa: lo si
vedeva già negli andamenti di questi mesi delle aziende legate al mercato interno. In Italia, purtroppo, la domanda rimane molto debole. Il brutto dato comunicato ieri dall’Istat rende più complicato
il percorso che dobbiamo fare e più lontano l’obiettivo — necessario e prioritario — di tornare al più presto alla crescita
economica. L’Italia non è in grado di reggere ancora a lungo una crisi che dura da
sette anni, di cui gli ultimi tre drammatici, soprattutto per l’occupazione.
Nessuno ha la bacchetta magica, specie in un Paese con il debito pari al 130
per cento del Pil — ed è prevedibile che
verso il governo si alzino critiche strumentali. È indubbio, però, che l’esecutivo abbia bisogno di chiarire quale visione ha in campo economico e poi agire in
modo concreto e conseguente. La mancanza di chiarezza in questi mesi, specie
in campo fiscale e del mercato del lavoro, ha sicuramente disorientato consumatori e imprese. Non è coerente, ad
esempio, voler far ripartire la domanda
interna e alzare — in modo non selettivo — la tassazione sulle rendite finanziarie. Quest’ultima, per il piccolo imprenditore, in Italia è già altissima: bisogna abbassarla, non aumentarla. Cosi
come non è accettabile per famiglie e
imprese il balletto su Imu e Tasi. Anche
il cosiddetto «bonus Renzi» da 80 euro,
pur apprezzabile nello spirito, è tecnicamente infelice perché non copre i non
protetti, mentre viene garantito anche a
chi ha redditi familiari ingenti.
Il governo Renzi sta giocando la sua partita, specie in questi ultimi mesi, sulla necessità di modificare i meccanismi decisionali per poter cambiare poi — finalmente — la politica e le policy che questa
elabora. Speriamo. Ma per tornare alla crescita economica non esistono scorciatoie:
bisogna dare fiducia alle famiglie e alle imprese. Senza una visione e una agenda —
in campo fiscale ed economico — chiara,
concreta e coerente, questo è però impossibile. Attenzione, si rischia l’avvitamento.
Andrea Tavecchio
@actavecchio
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IL PREZZO SHOCK DEI MEDICINALI ANTI-EPATITE
L’INDUSTRIA DEI FARMACI SIA PIÙ RESPONSABILE

«Non possiamo più ignorare l’elefante in salotto». E ancora: «Quand’è che il troppo è troppo? Di questo passo
saltiamo in aria tutti». Con chi ce l’hanno le
compagnie di assicurazione degli Stati Uniti? Con l’industria dei farmaci, e in particolare con Gilead Science, produttrice del farmaco Sofosbuvir - Sovaldi per l’epatite C. Il
medicinale funziona in nove casi su dieci:
insomma, si guarisce. Ma
costa troppo: 84 mila dollari
(63 mila euro) per un ciclo
di trattamento.
Non sono solo gli assicuratori a lamentarsi; per la
prima volta nella storia degli
Usa — un mercato senza regole, per i farmaci — la
commissione Finanze del
Senato ha scritto a John
Martin, il capo di Gilead, per
esprimere «preoccupazione e sconcerto».
Tanto più che una pillola di Sovaldi che in
America costa mille dollari in Egitto ne costa
solo 11. «Se lo si può vendere a un prezzo così, perché gli americani devono pagare mille
volte di più?» scrive Andrew Ward sul Financial Times. Il punto di vista dell’industria è
che si dovrebbe mettere in conto anche il valore del guarire: «Anche questo ha un prez-
zo». Giusto, ma chi lo stabilisce? In 12 settimane di mercato, Gilead ha già venduto per
circa sei miliardi di dollari. Non è un po’
troppo?
In Italia il prezzo dei farmaci si negozia,
per fortuna. L’Agenzia italiana del farmaco
(Aifa), prima di farlo con Gilead per Sovaldi,
ha già incontrato pazienti e medici per mettere a punto un programma che contribuisca a risolvere il problema
dell’epatite C. E le altre agenzie regolatorie dell’Europa
vorrebbero muoversi nella
stessa direzione: chissà che
non si riesca ad arrivare a un
atteggiamento comune.
E gli ammalati, intanto?
Quelli più gravi possono
avere il farmaco per uso
compassionevole; per gli altri se ne parla dopo che Aifa
avrà negoziato il prezzo con Gilead. Forse è
venuto il momento che l’industria dei farmaci, che ha comunque grandissimi meriti,
sia messa di fronte alle sue responsabilità
senza mezzi termini. «Quello dei farmaci
nuovi», scrive ancora il Financial Times, è
un mercato competitivo o un cartello?»
Giuseppe Remuzzi
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Grande Guerra, i paralleli storici ingannano
Ecco perché non capiterà di nuovo
di NIALL FERGUSON
SEGUE DALLA PRIMA
Persino la richiesta olandese di poter accedere al
sito dove sono morti i suoi cittadini ricorda
l’ultimatum dell’Austria alla Serbia. Oggi, come
allora, è conteso il possesso di una regione
apparentemente senza importanza: nel 1914 era
la Bosnia-Erzegovina, oggi sono la Crimea e la
«Repubblica popolare» di Donetsk e Luhansk. E
oggi come allora la crisi si sta aggravando. Gli
Usa avevano inasprito le sanzioni contro la
Russia già prima dell’abbattimento del MH17;
pochi giorni fa, con l’Unione Europea, hanno
colpito interi settori dell’economia russa. Più
forte è la stretta economica e più all’angolo è
Vladimir Putin. Di fatto, l’Occidente lo sta
mettendo di fronte alla scelta tra resa — ritirare
l’ appoggio ai separatisti — ed escalation —
assicurandosi che questi ultimi non siano
schiacciati da Kiev. Per uno come Putin, la
prima opzione non è un’alternativa. La crisi del
luglio 2014 appare quindi essere di cattivo
auspicio. Nella migliore delle ipotesi, è
naufragata la speranza che la Russia postsovietica potesse pacificamente integrarsi
nell’ordine mondiale basato su democrazia e
libero mercato; nella peggiore, quello iniziato
come un problema locale in Ucraina potrebbe
degenerare in un conflitto molto più ampio.
Come spiegare dunque l’apparente calma dei
mercati finanziari? Colpa degli storici. Per i
sostenitori della tesi che identifica le cause della
Prima guerra mondiale nelle patologie
dell’Europa del XX secolo (imperialismo,
militarismo, nazionalismo e diplomazia
segreta), non c’è da preoccuparsi per l’attuale
crisi: gli europei hanno rinunciato
all’imperialismo, sono quasi disarmati, si
vergognano del nazionalismo e conducono le
loro azioni diplomatiche più via Twitter che con
telegrammi segreti. Ancor più fiducioso è chi
insiste nel dare la colpa del 1914 alla Germania. I
tedeschi di oggi preferiscono vincere Coppe del
mondo che perdere guerre mondiali. Angela
Merkel sembra l’antitesi perfetta dell’imperatore
Guglielmo II: donna, eletta democraticamente,
molto accorta e quasi comica nel suo
tergiversare quando le si chiede cosa la faccia
sentire orgogliosa di essere tedesca. («Le nostre
finestre ben sigillate», disse una volta al giornale
Bild). Eppure, la maggior parte delle spiegazioni
accademiche della Prima guerra mondiale ha un
difetto: le «cause» del conflitto sembrano essere
sfuggite ai contemporanei, per i quali — con
rare eccezioni — la guerra fu una sorpresa
totale. Tra i più informati nel 1914 vi erano i
banchieri della City londinese, che rischiavano
di perdere molto denaro nell’eventualità di una
guerra mondiale. Eppure la corrispondenza dei
Rothschild, all’epoca la dinastia finanziaria più
potente al mondo, rivela un fallimento quasi
totale del tentativo di prevenire lo sviluppo del
conflitto.
Il 23 luglio 1914, Nathaniel, primo Lord
Rothschild, riferì che l’«idea generale», era «che
le varie controversie sarebbero state risolte
senza ricorrere alle armi». Solo il 31 luglio,
giorno di apertura delle ostilità, il mondo
finanziario vide «il significato della guerra, in
un flash». È noto che i mercati finanziari non
badano alle brutte notizie provenienti da Medio
oriente ed Est Europa: ma ciò non significa che
esse non siano infauste. Nessuno aveva messo in
conto neppure i cannoni dell’agosto 1914.
Questo dovrebbe far riflettere non solo gli
storici. Se i grandi eventi possono avere cause
troppo poco evidenti per essere notate dai
contemporanei, perché non potrebbe essere in
atto oggi una crisi analoga? Per il fatto che ora
abbiamo l’Onu? Difficile: con la Russia nel
Consiglio di sicurezza, quell’istituzione è
CONC
POCA CHIAREZZA SU FISCO E LAVORO
CONSUMATORI E IMPRESE DISORIENTATI
impantanata nella crisi. Per l’Ue? Certo, ciò
elimina il rischio che uno stato dell’Europa
occidentale possa prendere apertamente le parti
della Russia, come fecero Francia e Gran
Bretagna nel 1914: ma non ha impedito agli Stati
Ue che importavano molta energia dalla Russia
di lottare contro l’inasprimento delle sanzioni.
Per la globalizzazione? Lo stesso argomento
poteva essere addotto 100 anni fa: altissimi livelli
di interdipendenza economica non sempre
vaccinano i Paesi da aggressioni reciproche.
Sento dire che sono le armi nucleari ad aver
ridotto la probabilità di una guerra mondiale.
Ma nel fare i loro calcoli sulle sanzioni i leader
europei non hanno pensato alla superiorità
della Russia a livello di testate atomiche.
Una risposta migliore risiede nell’equilibrio
delle forze convenzionali — e in quello della
volontà di usarle. Dalla fine della Guerra fredda,
gli europei hanno proceduto a un significativo
disarmo, e ora non sono in condizioni di
combattere senza l’assistenza Usa. Cosa ancora
più significativa, hanno perso la voglia di
combattere. Un secolo fa, la stragrande
VANESSA E GRETA, FIGLIE DELL’ITALIA BUONA
NON CHIAMATELE TURISTE DEL RISCHIO
IL FUTURO DELLA COMPAGNIA E IL TYCOON FRANCESE

di FABIO TAMBURINI
«A Cesenatico non le rapivano!»,
scrive Riccardo su Twitter. Ed è un
gentiluomo, perché aggiunge: «La loro
motivazione è comunque nobilissima». Un
gentiluomo isolato. Le reazioni alla scomparsa di Vanessa e Greta ad Aleppo, in Siria,
sono state, in media, più crudeli. È sembrato di tornare, di colpo, ai giorni di Rossella
Urru, sequestrata in Algeria nel 2011; o ai
tempi delle due Simone, rapite in Iraq, dieci anni fa. Stessi giudizi frettolosi. Ai pavidi
non piacciono quelli che hanno coraggio.
«Evviva l’incoscienza due ventenni senza
nessun tipo di preparazione!!! Bene che vada ci toccherà pagare profumatamente e riportarle con l’aereo di Stato!», scrive un lettore tra i commenti di Corriere.it. «Due ragazze ventenni se ne vanno in Siria senza
arte né parte», commenta un altro. «Va bè,
non diciamo che se la sono cercata: ma
possiamo pensarlo?». E arriverà di peggio,
state certi. Due belle ragazze con i sorrisi
aperti e i capelli lunghi, una bionda e una
mora. Basta e avanza, perché si scateni
l’immaginario televisivo dei superficiali.
Secondo l’Unicef la mattanza siriana ha
già ucciso 11.400 bambini. Un terzo aveva
meno di 10 anni. Le persone coinvolte dal
conflitto sono ormai 11 milioni, quasi 5 milioni di minori. Aggiungete quasi 3 milioni
di profughi fuggiti nei Paesi dell’area (Turchia, Giordania, Libano, Iraq): tra loro, un
milione e mezzo di bambini. Metteteli in fila indiana: arrivano da Milano e Roma.
Pensiamo poco, e non facciamo nulla, davanti a questo scandalo. Giudichiamo subito, e con sufficienza, due ragazze che davanti all’orrore hanno provato, con i loro
mezzi, ad aiutare, prima in Italia poi in Siria. Inesperte? Ovvio. Impulsive? Probabilmente: chi a vent’anni non cerca di dividere
il bene dal male? Incoscienti? D’accordo.
Ma ammirevoli.
Il confine tra incoscienza e coraggio è
spesso nascosto dalla passione. Le due ragazze ne hanno in abbondanza. Greta e Vanessa, 20 anni e 21 anni, Brembate (Bergamo) e Besozzo (Varese): la Lombardia che
ogni mattina sale sul pullman per andare a
scuola, e poi scopre, di colpo, la ferocia del
mondo. «Lo prendo come un fatto personale», diceva Vanessa di quanto accadeva
in Siria, un Paese dove aveva contatti ed era
già stata. Non sono turiste del rischio, Vanessa e Greta. Sono le figlie di una buona
Italia, che ora deve riportarle a casa. Senza
gridare, senza accusare e, almeno stavolta,
senza litigare.
Beppe Severgnini
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maggioranza dei britannici sposò la tesi del
governo, secondo cui la violazione tedesca della
neutralità belga costituiva un casus belli
legittimo. E oggi? Persino dopo l’abbattimento
dell’MH17, solo un britannico su 10 è a favore
dello schieramento di truppe per difendere
l’Ucraina dalla Russia. L’asimmetria
fondamentale nella crisi è che il Cremlino può e
vuole usare la forza militare; europei — e
americani, in questo caso — non vogliono
andare oltre le sanzioni.
Ma c’è un modo ancora migliore per spiegare la
differenza fra il 1914 e il 2014: riconoscere che
anche gli avvenimenti di 100 anni fa furono una
sciagura molto improbabile, dovuta a una serie
di valutazioni diplomatiche e militari errate. Un
modo (non ortodosso per gli standard storici)
per dimostrare questa tesi è quello di emulare la
crisi del 1914 attraverso
simulazioni a computer,
oggi possibili grazie al
sofisticato gioco di
strategie Making History:
The Great War, che fa
capire che chi compie
decisioni non è
prigioniero di immense
forze impersonali, ma ha
alternative significative. È
possibile riprodurre
svariate volte la crisi del
luglio 1914 senza arrivare
ad una guerra mondiale.
La vera lezione della storia
è che una crisi di poco
conto per un fazzoletto di
terra dell’Europa orientale
può scatenare un conflitto
globale solo se chi compie
decisioni fa una serie di errori macroscopici.
Penso che sia un clamoroso abbaglio utilizzare
le sanzioni per mettere con le spalle al muro il
Presidente Putin con l’aut aut di arrendersi o
combattere, come succede oggi. Ma —
ammesso che non si verifichino altri casi MH17
— il costo di quell’errore sarà pagato
mensilmente dal popolo ucraino. Gli svarioni di
un secolo fa hanno causato la morte di più di 10
milioni di persone, soprattutto giovani, in ogni
parte del globo. Mentre commemoriamo lo
scoppio della Prima guerra mondiale, non
beviamoci la vecchia ma resistente menzogna
che descrive il loro «sacrificio» come nobile e
necessario. Al contrario, la guerra deve essere
intesa come il più grave errore della storia
moderna. Lo scorso giugno, il Presidente
Obama stupì i giornalisti a bordo dell’Air Force
One dichiarando la sua nuova dottrina politica:
«non fare idiozie» . La lezione della storia, per
parafrasare Donald Rumsfeld, è che le idiozie
accadono.
(Traduzione di Ettore Claudio Iannelli)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il ruolo di Bolloré nel riassetto Telecom
I
l contropiede estivo di César Alierta smarca
Telefonica dallo stallo in Italia, ma rappresenta più il fischio d’inizio del secondo
tempo che quello triplo di chiusura della
partita. Finora il bilancio, per quanto riguarda il gruppo spagnolo, è a doppia lettura.
Negativo perché l’operazione Telecom ha significato perdite pesanti. Tuttavia ha avuto l’effetto di
paralizzare la società italiana, di cui Telefonica è
tuttora l’azionista di maggior peso. Il risultato è
che negli ultimi 15 anni il rapporto tra le due
compagnie si è invertito a favore degli spagnoli,
in forte crescita mentre la società italiana ha perso posizioni importanti.
La prima reazione al blitz di Alierta dell’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, è
stata, e ancora è, rispondere colpo su colpo in
Brasile, rilanciando su Gvt, una operazione allo
studio da mesi. Ma per farlo occorrono soldi, tanti soldi, perché l’offerta degli spagnoli è generosa. E Telecom non li ha. Anzi, ha tanti debiti (come peraltro gli spagnoli). La differenza, che rende complesso il rilancio, è l’assetto azionario, con
i principali azionisti di Telecom in uscita, da Intesa Sanpaolo a Generali e Mediobanca. La possibilità all’ordine del giorno è la proposta, alternativa
all’offerta di Telefonica, della fusione tra Gvt (Vi-

Il finanziere bretone,
presidente
di Vivendi, potrebbe
diventare partner
della società italiana

Le conseguenze
della possibile uscita
di Telefonica
dal gruppo guidato
da Patuano
vendi) e Tim Brasil (Telecom) nel quadro di un
accordo organico con il colosso francese.
Lo scenario, condiviso dall’azionista di minoranza della Telecom, Marco Fossati, prevede di
cogliere l’attimo per dare impulso alla nascita di
una Telecom partner di Vivendi sia in Italia sia in
Brasile. E il cardine intorno a cui può ruotare
l’operazione è il finanziere bretone Vincent Bolloré, al tempo stesso presidente di Vivendi e azionista importante di Mediobanca. Telecom sarebbe protagonista di una grande alleanza con un
produttore di contenuti come Vivendi, nel quadro delle convergenze che si stanno delineando
tra le società del settore e le aziende di telecomunicazioni.
Ma Bolloré entrerebbe in scena anche se Vivendi darà via libera all’offerta di Telefonica in
Brasile che, secondo quanto previsto dalla seconda parte dell’operazione proposta da Alierta, porterà in dote ai francesi l’8% di Telecom. Non solo.
L’alleanza tra Telecom e Vivendi potrà coinvolgere un terzo gruppo, Mediaset, che separerebbe le
strade da Telefonica. Un giro di volta possibile
anche grazie alla mediazione di una vecchia conoscenza di Bolloré: Tarak Ben Ammar, consigliere di Mediobanca.
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34
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Spettacoli
In autunno
Johnny Depp chitarrista in un album con testi di Dylan
Johnny Depp suona la chitarra in un disco
che mette in musica una serie di vecchi
testi mai usati da Bob Dylan. L’album si
chiama «Lost On The River: The New
Basement Tapes» e il progetto coinvolge
Elvis Costello, Marcus Mumford dei
Mumford & Sons, il produttore T Bone
Burnett e altri artisti.
Il personaggio La regina del country pop nel cast di «The Giver»
Sette Grammy
Taylor Swift, 24 anni, è
nata a Wyomissing, in
Pennsylvania. Ha scritto il
suo primo pezzo a 11
anni. Nel 2006, il suo
primo album è rimasto in
classifica per 273
settimane. La sua «Love
Story» è il pezzo country
più venduto della storia.
Ha vinto sette Grammy
Awards e, secondo
Billboard, nel 2013, è
stata l’artista ad aver
guadagnato di più
Con Jeff Taylor Swift in versione bruna con Jeff Bridges L’inquietante Meryl Anche Streep (65 anni) tra i protago(64 anni) in «The Giver», in uscita a settembre
nisti del film tratto dall’omonimo romanzo di Lois Lowry
Taylor Swift tra i divi:
vinco le mie insicurezze
avere molte insicurezze, ma tutti mi
hanno aiutato. Il successo, le tonnellate di vestiti che ti mandano, il
complesso rapporto con la tua immagine, non sempre ti aiutano a
trovare un equilibrio. Quanto ai
miei modelli di attrice e donna ho
sempre ammirato Grace Kelly, Audrey Hepburn e non mi stanco di essere una fan di Françoise Hardy».
Ha le idee chiare su cosa vorrebbe
che la sua partecipazione al film
desse al pubblico: «La capacità di
andare per una strada diritta, cosa
che anche la comunità del film a un
certo punto perde».
Spiega l’autrice Lois Lowry:
Debutto sul set con Meryl Streep e Bridges
«Conflitti familiari in un futuro da incubo»
LOS ANGELES — Taylor Swift,
cantautrice amatissima da tutti in
Usa, con il suo aspetto da brava ragazza (miliardaria, classe 1989, al
settimo posto nelle classifiche di
Forbes fra le celebrità più di tendenza nel mondo) non si accontenta
più di vendere i suoi album pop, ma
ormai cerca strade nuove anche nel
cinema.
«Sono davvero onorata di far parte del cast di The Giver diretto da
Phillip Noyce, al fianco di attori che
amo, da Meryl Streep a Jeff Bridges,
ai giovani che con me fanno parte
del cast come Brenton Thwaites e
Odeya Rush», dichiara sminuendo
il suo ruolo da neoattrice e con il
suo aspetto da teenager firmata di
tutto punto nel vestire elegante, che
l’ha fatta diventare un modello per
tutte le sue coetanee.
In una estate di film con apocalissi di ogni tipo, la pellicola ha un
passo diverso: anche se è ambientata in un futuro da incubo dove le
persone non hanno memoria del
loro passato è centrata sulla famiglia e sulle sue crepe, sui rapporti
che aiutano i giovani a crescere. The
Giver è tratto dall’omonimo libro di
Lois Lowry, che affronta nei suoi
scritti temi sociali (ha all’attivo 45
romanzi) con un occhio per lo più
su storie di giovani. Definito dalla
critica «un punto di riferimento per
la generazione Y», è stato pubblicato anche in Italia da Giunti Editore
(Il donatore) e — in libreria da più
di 18 anni — era un progetto di cinema sempre rimandato e ambito da
molti registi.
Racconta Taylor Swift, mettendo
da parte con umiltà i suoi trionfi da
multi premiata Grammy: «Jeff Bridges è un mentore per il giovane protagonista e, lo ammetto, sul set non
Parigi
Paura per Delon
operato d’urgenza
alla schiena
Alain Delon di nuovo in
ospedale. Dopo il problema al
cuore, l’attore francese è stato
ricoverato d’urgenza lo scorso
weekend lamentando «terribili
dolori alla schiena che gli
impedivano di muoversi».
Delon, 78 anni, è stato
soccorso nella sua casa di
Parigi e trasportato al reparto
di neurochirurgia dell’ospedale
Lariboisière. L’attore, dicono,
era allo stremo delle forze con i
tratti del viso molto tirati ed è
stato operato lo scorso lunedì.
Alain Delon aveva già sofferto
di un problema alla schiena.
smettevo mai di guardarlo, di ascoltarlo. Nel libro il protagonista e i
suoi amici avevano poco più di 12
anni, nel film sono adolescenti e
più — dai 16 ai 20 anni — e vivono
all’interno di una comunità dove
Bridges per i ragazzi è un pozzo inesauribile di memorie. Abbiamo girato anche in Sud Africa, per me è
stata una esperienza eccezionale
come lo studiare la comunità al centro del film nella quale non esistono
più guerre, conflitti, discriminazioni sociali e tutti seguono le ferree
regole, specie le famiglie che, come
prescrive il controllo governativo e
il Consiglio degli Anziani, devono
essere formate da una coppia e da
due figli, un maschio e una femmina».
Continua: «Ho un ruolo secondario, ma mi sono dedicata al film
davvero con passione. In passato
per il cinema ho lavorato solo come
autrice di canzoni e colonne sonore,
compreso Hunger Games, e, divertendomi, ho dato la voce ai personaggi di svariati film d’animazione e
ho partecipato a serie tv come autrice. Sono nata in Pennsylvania, a
Hollywood vado solo per lavorare e
quando mi chiedono di definirmi
non dico certamente che sono
un’attrice, ma una cantante country,
che forse ha segretamente un sogno: interpretare un musical a
Broadway. The Giver ha un cast importante e io prima avevo fatto al ci-

Miti
I miei modelli sono
Grace Kelly e Audrey
Hepburn. Ora sogno
un musical a Broadway
nema e in tv solo brevi apparizioni».
Riservata, malgrado il legame
con Harry Styles degli One Direction, i flirt con Taylor Lautner e Jake
Gyllenhaal, il primo amore Joe Jonas, gli intrecci con John Mayer e
Connor Kennedy, la ragazza è spiritosa quando dice: «Gli amori servo-
no anche come ispirazioni per le
canzoni. Sono autrice dei miei testi,
della mia vita e avevo davvero amato
il romanzo di Lois Lowry, sono stata
una dei suoi milioni di fan. Gli autori della sceneggiatura hanno scritto
pensando a me il personaggio di
Rosemary, una pianista».
Sincera, afferma: «Confesso di
IL NUOVO LIBRO DI
sette di noi
In lIBReRIa e In eBook
Giovanna Grassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Margherita d’Amico
è una passionaria.
Quel che sorprende in questi
racconti è non solo l’abilità
della fattura e dei dialoghi,
ma la partecipazione
al dolore del mondo.
Questo è un libro in cui
Margherita d’Amico
mostra una maturità
di scrittura ormai acquisita.”
MaRgheRIta
D’aMIcO
Romanzo
BomPIanI
«Quando un autore cede i diritti di
un proprio romanzo al cinema deve
accettare il fatto che gli sceneggiatori faranno sul suo libro un lavoro
diverso. Ho dato un solo consiglio al
regista: “Non tramutare il libro in
un romanzo amoroso e di conflitti
tra adolescenti”». Chiarisce la sua
filosofia: «È verissimo che io prediligo scrivere per i giovani, perché
ancora sognano di poter cambiare
l’universo che ci circonda, fatto di
violenza e brutture ma anche di
grandi scoperte e conquiste della
scienza. La comunità di The Giver
era e resta nelle mie intenzioni un
microcosmo che può suggerire
molte cose: anche la ribellione».
RaffaeLe La capRIa
Corriere della Sera
@libribompiani
LibriBompiani
www.bompiani.eu
Spettacoli 35
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Festival di Locarno Apertura con «Lucy», storia di una spietata eroina
Il film
Droga, intrighi, strani poteri
Scarlett estrema per Besson
Il regista: cerco la spiritualità anche attraverso la violenza
LOCARNO — La nuova micidiale eroina di Luc Besson Lucy,
c h e i e r i s e r a h a a p e r to i l
67esimo Festival di Locarno, è
un’ambiziosa postilla alla filosofia del dovunque sei mi ascolterai accanto a te mi troverai, come sospirava Il nostro concerto
di Bindi. Come Her e Trascendent si ipotizza che con la scusa
del web l’immanenza dello spirito diventi realtà. Besson non si
nega l’immagine delle dita che
si sfiorano, vedi Michelangelo:
«La tecnologia di oggi è ai limiti
del possibile e l’immaginazione
è di nuovo al potere forse dobbiamo ridare lo scettro al Creatore».
Good news: «Il finale del film
parla di religione e di Dio, come
facciamo da duemila anni, se si
è padroni del Tempo si è ovunque». Refrattaria al sorriso degli
esseri umani, Scarlett Johansson dopo essere stata aliena serial killer in Under the skin, è
qui una ragazza trafficante di
droga, «una ragazza media mediocre, americana, fragile, con
la gonna che non può menar le
mani e deve industriarsi: come
una pecorella bianca in un bran-
La creazione di Eva
«Con la Johansson
abbiamo inventato
un linguaggio. Quasi una
Eva cinematografica»
co di coccodrilli. E con Scarlett,
grande professionista, ci siamo
inventati un linguaggio».
E quando il pacchettino regalo di una potente sostanza color
le grand bleu le scoppia nello
stomaco con l’effetto di un super Maalox, ecco che la biondina amata 15enne da Redford diventa spietata e capace di teleci-
nesi, strani poteri, indenne alla
forza di gravità. «È quasi una
nuova Eva» dice il regista, che
nega di aver creato solo donne
violente. Lo scienziato Morgan
Freeman cui spetta il compito di
assistere e non capire, dice che
Lucy usa il suo cervello alla massima potenza, utilizzando i mille segnali al secondo dei suoi
L’autore
Luc Besson
(foto sopra), 55
anni, è nato a
Parigi; il suo
primo
lungometraggio
è del 1983 e si
intitola «Le
Dernier
Combat».
Tra i suoi film:
«Nikita»
(1990), «Léon»
(1994)
e «Giovanna
d’Arco» (1999)
La trama
Nella foto
grande Scarlett
Johansson, 29,
protagonista di
«Lucy» in cui
interpreta una
ragazza
sbandata che
all’improvviso
si ritrova
capace
di sfruttare
al meglio le
capacità
del suo cervello:
si vendicherà
così di malvagi
criminali
Il concerto
miliardi di cellule: non vuol dire
che mandi a memoria Dante o Il
Cardellino ma solo che se la
prenda, dalla poetica del luna
park, con il malaffare del mondo, il perfido che l’ha messa nei
guai (lo spietato Choi Min Sik,
campione di sadomaso coreano). «Mi interessava il tema del
cervello, questo chilo e quattro
di cui parlo da anni con gli
scienziati e che usiamo al 20%
delle sue potenzialità: volevo capire e spiegare, in un film divertente, quel mistero che mi aveva
iniziato al cinema quando vidi
2001 a 11 anni, ed è un tale capolavoro che ogni riferimento non
è casuale».
Vent’anni anni dopo Nikita
Besson torna sullo splatter in
gonnella, eliminando d’un colpo i dieci comandamenti e col
senno della vita oggi più che
mai virtuale, per cui il suo incubo fantasy è sospeso in una zona
di cattiva coscienza collettiva
che si fa aiutare da effetti speciali trash poco di bon ton, fuoco vomito e fiamme, senza negarsi l’inseguimento d’auto contro mano sotto i portici in rue de
Rivoli, un bel sfracello di carrozzerie e stuntmen.
«Il cinema è viaggiare nel
mondo, gustare i sapori e i colori e tentare di restituirli». Un
compito che il Festival nella sua
prima serata ha tentato di soddisfare con Jean Pierre Lèaud,
premiato settantenne ad insaputa di Truffaut che, l’anno di
nascita di Besson, girava I 400
colpi. E plausi per Melanie Griffith, la figlia di Tippi Hedren
Marnie, con un corto di 10 minuti a Locarno, dove la retrospettiva cronaca familiare Titanus entra ora nel vivo con Guido
Lombardo e la diva testimone
dei musicarelli, la tosta Rita Pavone la zanzara.
Maurizio Porro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Successo per Benini
a Montecarlo
Sì è esibito anche Maurizio Benini —
direttore italiano molto richiesto
all’estero — nella serie di concerti
all’aperto che tra luglio e agosto
vengono ospitati al Palais Princier del
Principato di Monaco, nella Cour
d’Honneur del palazzo. Il 3 agosto
Benini ha guidato l’Orchestre
Philharmonique de Montecarlo (tra gli
altri orchestrali, i primi violini David
Lefèvre e Claude Costa; all’arpa Sophia
Steckeler), su celebri temi tratti da
film, tra cui La strada, Amarcord e Il
Gattopardo di Nino Rota e Lawrence
d’Arabia, Passaggio in India e Il
Dottor Zivago di Maurice Jarre. È stato
tra i più apprezzati del ciclo di concerti
che si chiuderà stasera con quello in
cui si esibirà il Coro del Carlo Felice.
«Non aprite quella porta»
Morta Marilyn Burns
Fu un’icona horror
È stato uno dei
volti più famosi
della storia del
cinema horror. E’
morta Marilyn
Burns (foto),
attrice divenuta
celebre nel 1974 grazie al film Non
aprite quella porta. Aveva 65 anni. Il
corpo della donna, sopravvissuta a
Leatherface, il cannibale che nella
saga uccideva le sue vittime con una
motosega, è stato trovato due giorni
fa nel suo appartamento di Houston,
in Texas. Sono ancora ignote le cause
del decesso. Dopo l’exploit nel film
di Tobe Hooper, divenuto celebre
per il suo urlo, la carriera della Burns
si è divisa tra televisione e teatro.
36
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Sport
Torino in campo per l’Europa
Rihanna compra una squadra
Questa sera alle 20.30 (tv Premium Calcio), il Torino gioca all’Olimpico la
gara di ritorno del turno preliminare di Europa League contro gli svedesi
del Brommapojkarna, battuti 3-0 nella gara d’andata. Nonostante la qualificazione blindata, sono già stati venduti oltre 22 mila biglietti: «È una partita — ha detto Ventura — che per noi rappresenta qualcosa di speciale».
Rihanna, la cantante protagonista, come tifosa, ai Mondiali di Brasile
2014, avrebbe deciso di acquistare un club nel Regno Unito. La 26enne popstar si è detta «molto interessata» a creare un’accademia nella sua Barbados e
a diventare proprietaria di una squadra di calcio in Inghilterra, tanto da aver
chiesto consiglio a un amico, il giocatore del Chelsea, Didier Drogba.
50 milioni 25 milioni 15 milioni 45 milioni 12 milioni
I nodi del mercato
La serie A aspetta 200 milioni. A tanto ammonta il valore di
alcune delle (poche) stelle rimaste nel nostro campionato
che potrebbero lasciare l’Italia.
Il campionato sarebbe ulteriormente impoverito dal punto di
vista tecnico, ma i club otterrebbero un po’ di ossigeno sotto forma di risorse fresche per
aggiustare i conti e fare mercato. Qui da noi non esistono
mecenati come Klaus-Michael
Kuhne, il magnate tedesco che
pochi giorni fa ha donato 17
milioni per ripianare le perdite
del «suo» Amburgo. Inoltre, da
un po’ di anni a questa parte, le
nostre big non possono più
permettersi gli acquisti milionari che tante volte hanno fatto
sognare i tifosi sotto l’ombrellone. E che ora sono appannaggio esclusivo di Real Madrid,
Barcellona, Bayern Monaco,
Paris Saint Germain, Manchester United, Manchester City e
Chelsea. Prova ne è la formula
attualmente più in voga nei trasferimenti nostrani: il prestito
con diritto di riscatto.
Ecco allora che, da qui all’1
settembre, giorno di chiusura
delle trattative, il mercato potrebbe riservare alcuni fuochi
d’artificio. Diversi infatti sono i
giocatori appetiti all’estero,
considerati incedibili dai nostri
club ma alla fine «sacrificabili»
nel caso arrivasse una megaofferta. È il caso di Juan Cuadrado, il nome più caldo in queste
ore perché a breve, forse già
oggi, incontrerà il patron viola,
Andrea Della Valle, per chiarire
il suo futuro. Il colombiano è
appena tornato ad allenarsi con
i compagni, ma la sua permanenza non è certa. Il Manchester United infatti insiste, il
Barcellona resta spettatore defilato ma interessato, la Fiorentina fa muro e chiede 45 milio-
Incedibili in teoria, da vendere se c’è l’offerta giusta
Per quadrare il bilancio e per fare nuovi acquisti
ni. Ieri Alessandro Lucci, agente del giocatore, si è incontrato
con il direttore tecnico viola,
Eduardo Macia, per un primo
confronto. In attesa della verità,
si guarda al dopo: per il centrocampo piacciono Fernando e
Miguel Veloso; per la fascia il
nome buono sarebbe Bonaventura.
La Juventus è alle prese con il
nodo Vidal. E anche qui la ten-
tazione si chiama Manchester
United anche se c’è chi sostiene
che l’incertezza sulle condizioni del ginocchio destro operato
prima del Mondiale, potrebbe
far cambiare obiettivo ai Red
Devils. Che quindi punterebbero tutto proprio su Cuadrado.
Fatto sta che la Juve continua a
considerare incedibile Vidal,
valutato 50 milioni, non avendo al momento ricevuto offerte.
La giornata dei portieri
200
milioni di euro
il tesoretto da reinvestire da parte
dei club più importanti nel caso partissero
tutti i giocatori in vendita. Una cifra importante
da reinvestire nel mercato in entrata per club
come Juventus, Roma, Inter, Milan e Fiorentina
Diego Lopez chiede un triennale,
il Milan tratta col procuratore
Reina saluta e va al Bayern Monaco
MILANO — La tournée americana del Milan ha
evidenziato una lacuna nel settore dei portieri.
Abbiati, ritenuto il più affidabile, soffre di
problemi alla schiena; Agazzi tradisce
immaturità per il ruolo; Gabriel è considerato
troppo acerbo. Ecco perché il Milan sta
stringendo i tempi per Diego Lopez del Real
Madrid, titolare nell’ultimo anno e mezzo ma
ora chiuso dalla super-concorrenza del neo
arrivo Navas e del canterano Casillas. Fra
domani e dopodomani il suo agente sarà a Forte
dei Marmi per trattare l’ingaggio con Adriano
Galliani. Il giocatore (seguito anche da Liverpool
e Monaco) si oppone infatti alla formula del
prestito: 32enne, chiede un contratto triennale
(che altrove gli verrebbe garantito). A Madrid
guadagna 2,5 milioni di euro, l’ad rossonero
punta a un robusto sconto. Poi potrà partire uno
fra Agazzi (che interessa al Sassuolo anche se
non ha ancora formalizzato un’offerta) e Gabriel
(verso il Brasile). Pepe Reina, seguito anche dal
Milan, nel frattempo ha salutato il Napoli di
Benitez e si è accasato al Bayern Monaco.
L’altro ingresso rossonero è quello di Pablo
Armero, attualmente in Colombia ma che la
prossima settimana si potrebbe già aggregare
alla squadra di Inzaghi (prestito con diritto di
riscatto). Prima sarà necessaria l’uscita di
Constant, oggi in Turchia per le visite mediche e
la firma con il Trabzonspor. Robinho è arrivato
ieri in Brasile: ha postato una foto con la maglia
del Santos (che lo preleva con la formula del
prestito per un anno, impegnandosi però a
pagare dei bonus in caso di conquista della
La palla quindi passa proprio al
giocatore che attualmente è in
tournée in Asia con la squadra e
che ieri non ha giocato l’amichevole a Giacarta perché sta
svolgendo un lavoro specifico
per recuperare dall’operazione
al ginocchio. Che cosa fare senza il Guerriero? Per Allegri tornerebbe di moda Guarin, già a
un passo dai bianconeri a gennaio. Ma l’incasso sarebbe reinvestito anche sugli altri due
obiettivi identificati dall’ad
Marotta. Un difensore (Manolas e Nastasic i preferiti) e un
attaccante: piacciono Lavezzi,
Pastore, Jovetic e Gabbiadini.
Anche la Roma ha il suo «sacrificabile»: è Mehdi Benatia,
Libertadores o del campionato). Dall’Inghilterra
arriva un’indiscrezione: il Manchester United
avrebbe incontrato i manager di De Jong. Ma al
Milan non è al momento arrivata alcuna offerta
dai Red Devils. L’Inter, che ieri ha ufficializzato
l’arrivo in prestito con diritto di riscatto (fissato
a 7 milioni) di Osvaldo, ora pensa a sfoltire la
rosa. Ceduto Taider con la stessa formula al
Southampton (riscatto fissato a 9 milioni), oggi
Ausilio incontrerà l’agente di Mbaye: se non si
troverà l’accordo sul rinnovo, andrà in prestito
al Genoa. Il presidente Preziosi (che ha
prelevato il cileno Pinilla dal Cagliari) punta
anche a Campagnaro, su cui c’è pure l’interesse
della Samp. La nostalgia per l’Italia di
Ibrahimovic rivelata dall’amico-tecnico
Hansson («Zlatan rivuole la Juve...») non trova
riscontri a Torino. «Fantacalcio» è il commento
che proviene dalla sede bianconera.
Nell’organico di Allegri manca un difensore
centrale: allo stadio le opzioni Nastasic, Zapata e
Manolas (che costa però 15 milioni). Il greco
dell’Olympiacos è stato proposto anche alla
Roma (che lo considererà solo in caso di futura
cessione di Benatia).
Monica Colombo
Conteso Pepe Reina, 31 anni, del Liverpool (Fotopress)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Sport 37
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Webb lascia, allenerà gli arbitri Tennis, Fognini e Seppi out
Golf, McIlroy punta al tris
Dopo 25 anni di carriera e oltre 500 gare dirette ha annunciato il ritiro l’inglese Howard Webb, arbitro internazionale tra i più apprezzati. Webb diventerà direttore tecnico dell’organismo che supervisiona l’operato degli arbitri
inglesi, l’equivalente dell’Aia italiana. Ex poliziotto, 43 anni, Webb vanta una
finale Mondiale (Sudafrica 2010) e una di Champions.
Inizia oggi a Valhalla, nel Kentucky, il Pga Championship (tv dalle 19,
Sky Sport 3), quarto e ultimo Major della stagione. Favorito il nordirlandese Rory McIlroy, che punta al quarto Major in carriera e al terzo
successo consecutivo (dopo British Open e Bridgestone). In campo anche gli italiani Edoardo e Francesco Molinari e Matteo Manassero.
In vendita
40 milioni
Date e bilanci
Stop il 1° settembre
Il mercato estivo, avviato
il 1° luglio, si concluderà
in Italia lunedì
1° settembre alle ore 23.
Dopo questa data
possibili i trasferimenti
solo per i giocatori
svincolati. Le trattative
riprenderanno, per
la sessione invernale,
dal 5 gennaio
al 23 febbraio 2015
Basta comproprietà
Novità di questo
calciomercato
è che non si possono
più acquistare calciatori
con la formula della
comproprietà.
Sarà possibile rinnovare
di un solo anno
le comproprietà
esistenti
Bilanci a oggi
Le 20 squadre
della serie A hanno
finora incassato
complessivamente
117,1 milioni di euro,
spendendone
171,1 con un bilancio
di -54 milioni.
Ecco il dettaglio:
Atalanta
incassati 3 milioni
spesi 2 milioni
Cagliari
+2 -6
Cesena
+2 -1,9
Chievo
+3,2 -5,8
Empoli
+0 -0
Fiorentina
+1,1 -3,6
Genoa
+8,5 -5,5
Inter
+2 -4,6
Juventus +14,8 -36,8
Lazio
+0 -18,4
Milan
+2,6 -0,5
Napoli
+4,3 -5
Palermo
+4,5 -4,2
Parma
+5,5 -5
Roma
+2,6 -39,5
Sampdoria +8,6 -5,4
Sassuolo
+0,5 -3,5
Torino
+10 -12,7
Udinese
+8,5 -8,2
Verona
+33,4 -2,5
Sei giocatori
(e le rispettive
valutazioni)
che potrebbero
essere ceduti nei
prossimi giorni.
Giocatori
importanti che,
in caso di cessione,
permetterebbero
ai loro club di
tornare sul
mercato per
acquistare. Da
sinistra, Arturo
Vidal, 27 anni,
centrocampista
della Juve; Mario
Balotelli, 23 anni,
attaccante del
Milan; Fredy
Guarin, 28 anni,
centrocampista
dell’Inter; Juan
Cuadrado,
26 anni,
centrocampista
della Fiorentina;
Ricky Alvarez,
26 anni,
centrocampista
dell’Inter; Mehdi
Benatia, 27 anni,
difensore
della Roma
(Ansa, Liverani,
Reuters,
Canoniero, Action
Images)
colonna della retroguardia di
Rudi Garcia. Un primo assalto
del Manchester City è stato respinto ma la società giallorossa
è comunque ancora disposta ad
ascoltare eventuali offerte. Non
inferiori, però, a 40 milioni. Ecco perché il ds Sabatini pensa
all’eventuale post-Benatia: ha
incontrato l’entourage del greco Manolas (sul quale c’è anche
la Juve) e monitora il montenegrino Basa del Lille. Ma in entrata potrebbe esserci anche un
esterno: occhio a Konoplyanka
del Dnipro.
E poi c’è Balotelli. Sì, anche
SuperMario è tra i possibili
partenti. Il Milan ha lasciato intendere che potrebbe rinunciare al suo campione, la cui valutazione è attorno ai 25 milioni
dopo la delusione del Mondiale. Forse anche per questo, l’interesse dell’Arsenal è scemato;
per il Liverpool, al momento
Balo sembra essere soltanto
un’idea e niente più. Tutto è
quindi fermo in attesa di novità. Che potrebbero aprire la
porta di Milanello ad Alessio
Cerci, l’esterno che chiede Inzaghi. Il Torino lo valuta 20 milioni, il presidente Cairo non vuole privarsene ma, oltre ai rossoneri, c’è da registrare il ritorno
forte nelle ultime ore dell’Atletico Madrid. Proprio ieri il tecnico granata Ventura ha confermato l’incertezza: «Cerci sta lavorando per fare una grande
stagione. Con il Torino? Non lo
sappiamo...».
Fronte Inter: qui il tesoretto
potrebbe sfiorare i 30 milioni
ed essere destinato a un attaccante (Hernandez?) e un esterno (piace Biabiany) e un difensore (Rolando o Balanta). Mazzarri potrebbe infatti dover salutare Guarin, seguito dal Monaco e possibile alternativa a
Vidal per la Juve. Costo: 15 milioni. Ma anche Ricky Alvarez,
appena tornato in gruppo dopo
il Mondiale, ha estimatori all’estero, soprattutto in Bundesliga. La sua valutazione è di 12
milioni.
Filippo Bonsignore
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Secondo turno amaro per gli italiani al Masters 1.000 di Toronto, in
Canada. Escono Andreas Seppi, battuto da Ivan Dodig 6-4, 3-6, 7-6, e
Fabio Fognini: il ligure, 16a testa di serie, è stato eliminato dal sudafricano Kevin Anderson, n.21 del ranking, già killer dell’azzurro al terzo turno di Wimbledon: 7-5, 6-2 in un’ora e 7’ per il gigante di Johannesburg.
Verso le elezioni La risposta a Lotito: «De Rossi ha diritto di parola. E di voto»
Tommasi: «Altro che ignoranti
Calciatori pronti a comandare»
Pensate a giocare, ignoranti. Un po’ brutalmente, ma è
questo il concetto espresso
dal presidente della Lazio
Claudio Lotito («Ora parla
pure De Rossi: i dipendenti
dovrebbero fare i dipendenti») e dal numero 1 del Coni
Giovanni Malagò («Negli altri
sport gli atleti studiano, nel
calcio no»). Parole che rimbombano fragorose alla vigilia delle elezioni federali.
Non ci sta Damiano Tommasi, scudetto con la Roma
nel 2001 e 25 presenze in nazionale, a 40 anni ancora in
campo — in 3ª divisione nel
facendo, attraverso iniziative
e corsi sul dopo carriera, management, istituzioni, rapporti con il mondo esterno. E
ora siamo arrivati a candidare
un ex giocatore a presidente
federale».
Che parte da sfavorito però...
«Fino a due settimane fa
Tavecchio era dato vincente al
100 per cento, ora la partita va
giocata. E l’esito non è così
scontato, anzi».
Che cosa deciderà? I soldi,
le riforme, le simpatie, che
cosa?
«Il coraggio. Ci vuole molto
coraggio nel segreto dell’urna. Con Albertini abbiamo
dato un’alternativa».
Sta invitando a votare Demetrio?
«Sarebbe un salto di qualità, un segnale forte per il nostro calcio, anche all’estero».
Si creerebbe però uno scenario difficile da gestire.
«Diciamo pure ingarbugliato, ma sarebbe un punto
da cui ripartire, se davvero

L’invito

La sorpresa
Il presidente dell’Aic spinge Albertini: «Un’occasione»
Ci vuole coraggio
nel segreto dell’urna
Possiamo dare
una svolta al calcio
Sant’Anna di Alfaedo («Hanno ridotto le dimensioni del
campo per venirmi incontro»,
scherza) — e dal 2011 presidente dell’Associazione calciatori.
«Mi va di ricordare che il
fondatore ed ex presidente
dell’Aic, Sergio Campana, è
laureato in giurisprudenza».
Anche lei ha studiato.
«Sono ragioniere, come Tavecchio, ma per la laurea c’è
ancora tempo. Anche se con
cinque figli...».
Dunque, i giocatori possono parlare.
«Lotito può dire quello che
vuole, ma gli ricordo che dal
2000 i calciatori hanno diritto
di voto, per delega. E magari
potessero votare tutti...».
È vero che il calcio italiano
è così ignorante?
«Macché, a livello sindacale europeo siamo tra i più autorevoli e competenti. Certo
c’è molto da fare e lo stiamo
Alleanza Demetrio Albertini, 42 anni, candidato alla guida Figc e Damiano Tommasi, 40 anni, presidente Aic (Ipp)
La corsa alla Figc
Oggi la serie B decide per chi votare
Un documento unisce i no-Tav di A
Oggi la serie B dirà con chi sta: se confermare
l’appoggio a Carlo Tavecchio nonostante le gaffe
oppure virare, a sorpresa, su Demetrio Albertini.
In ballo un 5% di voti che potrebbe spostare gli
equilibri nell’assemblea elettiva Figc di lunedì a
Fiumicino. Per ora i numeri dicono Tavecchio, il
presidente della Lega di B Andrea Abodi ha più
volte ribadito il proprio sostegno al presidente
dei Dilettanti e i club, a grande maggioranza,
non si sono discostati dalla sua linea («Il Bari gli
conferma il sostegno», ha detto ieri il nuovo
patron dei pugliesi Gianluca Paparesta). A parte
due dissidenti, Brescia e Ternana, e una società
ancora incerta, il Latina. Di sicuro quello di oggi
a Lerici (dove sarà presentato il calendario di B
2014/15) è un passaggio cruciale, forse l’ultimo
ostacolo che potrebbe lanciare Tavecchio verso
la presidenza della Figc. Ma «ci vuole un
veggente per capire come andrà a finire», ha
detto ieri il presidente del Coni, Giovanni
Malagò. Niente è così scontato, insomma. E,
infatti, le 9 società di A che hanno ritirato il
sostegno a Tavecchio (in principio Juventus e
Roma, le altre dopo la frase su «Optì Pobà»)
stanno preparando un documento per
formalizzare la loro posizione e, così, sottoporla
al summit di Lega che andrà in scena nell’Hilton
di Fiumicino a poche ore dall’assemblea elettiva
con l’obiettivo di allargare il fronte dei no-Tav.
Intanto ieri Sky ha precisato la nota diffusa
martedì: «Nessun documento segreto né
contrarietà o appoggio ai candidati, ma solo
proposte concrete che Sky vuole mettere a
disposizione dello sport più amato dagli
italiani».
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Fino a due settimane
fa Tavecchio
era dato sicuro, ora
la partita è aperta
vogliamo cambiare qualcosa.
Attenzione, Albertini non sarebbe un presidente di parte,
ma il presidente di tutti. Perché il senso è che ognuno di
noi deve togliersi idealmente
la propria maglietta e indossare la casacca della nazionale».
E l’azzurro dona più ad Albertini che a Tavecchio...
«Chiunque venga eletto
dovrà fare il presidente di tutti. Ci si dovrà accomodare a
un tavolo, condividere, progettare, rinnovare».
Dopo Perrotta, De Sanctis
è pronto a sedersi nel consiglio federale e Albertini rischia di diventare presidente
di tutto. È la riscossa dei calciatori, altro che ignoranti.
«Non parliamo di riscossa,
ma di un modo moderno di
gestire il calcio. Se ci teniamo».
Federico Pistone
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A Ginevra
A Giacarta
Napoli, una prodezza di Dzemaili Juve, 8 gol alle stelle indonesiane
piega il Barcellona senza fenomeni Tripletta di Llorente, bene Pogba
Una staffilata a effetto di Dzemaili a
10 minuti dalla fine regala al Napoli
una vittoria di prestigio contro il
Barcellona di Luis Enrique
nell’amichevole di ieri a Ginevra. Sul
tiro c’è stata la chiara complicità di
Claudio Bravo, il portiere cileno
appena arrivato in blaugrana, che è
intervenuto goffamente sul pallone
che è terminato in rete. Il Barça si è
presentato senza Messi e Neymar e ha
creato pochi pericoli alla porta di
Rafael, anzi è stato il Napoli a rendersi
subito pericoloso con una punizione
di Hamsik, su cui Insigne è in ritardo
di un soffio, e con un colpo di testa
dello stesso Hamsik neutralizzato da
Bravo. Nel Barcellona si è distinto
Munir che costringe Rafael a una
grande parata alla mezz’ora. Nella
ripresa la squadra di Luis Enrique ci
Positivo Marek Hamsik, 27 anni (Reuters)
prova due volte con Pedro e, dopo la
girandola di sostituzioni, il Napoli
passa a sorpresa. Nel finale, Rafael
salva il successo con una parata sul
destro di Deulofeu. Comincia bene la
stagione di Rafa Benitez.
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(f.bon.) Goleada Juve a Giacarta. I
bianconeri colgono il primo successo
dell’era-Allegri vincendo 8-1 (tripletta
di Llorente e gol di Pirlo su rigore,
Giovinco, Coman, Tevez e Pepe)
l’amichevole con la selezione All Stars
Indonesia, davanti a 88 mila spettatori.
Il test è stato poco più che un
allenamento e non può essere
considerato significativo dal punto di
vista tecnico vista l’enorme differenza
di caratura tra le due squadre. Così la
gara si è rivelata utile per far crescere la
condizione fisica e favorire
l’inserimento dei nuovi. Allegri si è
affidato al marchio di fabbrica contiano
del 3-5-2, con Buffon e Pogba
all’esordio stagionale. Il francese è
apparso tra i più in palla nei 45’ giocati.
Nella ripresa, debutto per Evra, qualche
taglio interessante in profondità da
In forma Paul Pogba, 21 anni (Reuters)
parte di Pereyra e la conferma del
talento di Coman, il giovane ex Psg che
ha mostrato rapidità e senso del gol.
Domenica seconda amichevole contro
le A-League All Stars del grande ex
Alessandro Del Piero.
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38
Giovedì 7 Agosto 2014 Corriere della Sera
Sport 39
Corriere della Sera Giovedì 7 Agosto 2014
Basket I figli di Nando protagonisti nella squadra di Pianigiani che affronta le qualificazioni europee
Fratelli d’Italia, rivoluzione Gentile
Tragedia
Fratelli d’Italia: Alessandro,
impeto e passione, Stefano, tenacia e riflessione. I fratelli
Gentile, rimpallandosi colpo su
colpo, sono stati protagonisti
del break decisivo nella vittoria
contro la Serbia di Sasha Djordjevic, ultima gara, la più dura
e probante, del vittorioso torneo di Trieste. Nel nome del padre. E l’abbraccio di Alessandro
con Nando dopo lo scudetto a
Milano: «Era quello il sogno
che mi portavo dentro, l’immagine che cullavo fin da bambino — confessa l’ala della EA7
— vincere lo scudetto con la
stessa maglia e lo stesso numero sopra, nella stessa città, da
capitano, come mio padre, 18
anni dopo di lui». Pochi giorni
di vacanza in Sardegna, e subito l’estate sul campo, con la nazionale: «Un gruppo fantastico,
«Se è per questo, penso che
Alessandro faccia ombra a tutti
— sorride Stefano, che gioca
con Cantù, i più acerrimi nemici di Milano —. Se lo scudetto
non lo devo vincere io è meglio
che lo vinca lui, e da Mvp delle
finali. Ale è più estroverso di
me, e se ogni tanto gli scappa
un’escursione sopra le righe io
gli raccomando di concentrarsi
solo sul campo e mantenersi
sereno. Averlo raggiunto in nazionale per me è bellissimo: era
troppo tempo che non stavamo
insieme giorno e notte».
Fratelli modello?
«Da ragazzini litigavamo
sempre e per qualsiasi cosa,
non dico basket o calcio, ma
anche biliardino o ping-pong,
in ogni occasione che ci mettesse l’uno contro l’altro».
Poi?
«Un giorno Ale da ragazzino