21_3_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
21 marzo 2014
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 21 marzo 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
ANNO 13 - N. 79e 1,20
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Un disastro sociale
Quando scrissi (nei giorni della discussione sull'obolo da dare alle donne che, pentite, rinunciavano all'interruzione di gravidanza) che
occorrevano servizi e aiuti, mi riferivo ad emergenze come quella che potete leggere oggi. Tra un paio di settimane tre asili nido della
città di Potenza potrebbero chiudere perchè non hanno avuto un euro per la gestione. Vero che si strumentalizzano i lavoratori. Vero
che il comune di Potenza è sul lastrico. Vero tutto quello che volete, però il problema resta e resta l'idea di una priorità di cose da
affrontare, da programmare, da decidere che si perde nell'accumulo degli annunci quotidiani. Poche idee, chiare e precise. Ci sarà un
asilo nido alla regione, hanno annunciato. 200 mq a piano terra del consiglio regionale. Se guardiamo alla media anagrafica delle
dipendenti regionali alla fine forse saranno in poche ad averne bisogno. Ma è bene che si faccia perchè è bene che da qualche parte si
cominci. Rendiamoci conto, però, di cosa sta succedendo per tutte le altre famiglie della città. Donne del Pd: visto che non si apre uno
spazio di rappresentanza politica, almeno sui problemi reali che vi/ci riguardano una battaglia per distinguersi si riesce a farla?
POTENZA Dopo le pulizie altro caos
Tre asili nido a rischio
Potrebbero chiudere ad aprile
Chi li gestisce avanza arretrati dal comune
Vertice col Governo per la riforma del titolo V. “Cambio epocale”,
annuncia Pittella, ma sulle estrazioni c’è un non trascurabile equivoco
Petrolio, chi decide: lo Stato o la Regione?
Il governatore dice sì a un documento
ma poi ne prende le distanze
Il presidente annuncia
che la Basilicata non molla
sull’autonomia territoriale
per quanto riguarda le trivelle
ma intanto condivide
il documento delle regioni
sottoposto a Renzi che prevede
la spoliazione della competenza
in materia di energia
VI SEGNALIAMO:
UNA BUONA NOTIZIA
Il 40% dei laureati
in Architettura
all’Unibas
trova occupazione
L’Unibas
Ma da Matera arriva un dato
per molti il futuro è nell’agricoltura
PANETTIERI e GRASSI a pagina 12
CONGRESSO CGIL
Pittella all’incontro tra le Regioni il
Governo
Il caso: quando il professor Ortolani lavorava per l’Agip
E per le perforazioni in mare si va verso la moratoria
Pignola: se l’appalto per la scuola è un affare di famiglia
MARIATERESA LABANCA a pagina 9
POTENZA
AGROMONTE
Il pacco degli Iphone
Truffatore potentino
spedisce solo pietre
Raid vandalico
nella sede
dei rifugiati
Iphone
Le priorità
nella relazione
del segretario
a pagina 13
Alessandro
Ge novesi
IL CASO
LABANCA e PANETTIERI a pagina 8
LEO AMATO a pagina 14
GIAMMARIA a pagina 16
SAVIO SALERNO a pagina 23
L’ingresso della sede
Quello strano furto
alla Daramic
nell’area di Tito
a pagina 17
#MATERA2019
La cineteca lucana
mostra i suoi tesori
col trono
di Zanussi
e il proiettore
di Tornatore
GRASSI alle pagine 10 e 11
40321
9
771128
022007
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Venerdì 21 marzo 2014
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LA GAZZETTA
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Rinnovabili, la beffa Puglia, 500 assunzioni
della super-produzione ma c’è il rebus dei soldi
TRUFFA ONLINE DA 4MILA EURO
Potenza, acquista
dieci iPhone
ma gli rifilano un sasso
SERVIZIO IN GAZZETTA BASILICATA A PAGINA II >>
TELEFONINI IPhone in bella mostra
EOLICO E
FOTOVOLTAICO
Coperto il
55% del
fabbisogno:
spesso
l’elettricità
verde si butta
via
REGIONE
Maxiconcorso
nel mirino.
Oggi
audizione
dell’assessore
regionale
pugliese
Caroli
SCAGLIARINI A PAGINA 10 >>
A PAGINA 11 >>
LO SCONTRO IL PREMIER INSISTE PER L’ELASTICITÀ SUI CONTI PUBBLICI ED È SUBITO GELO CON BARROSO, CHE FA I SORRISINI INSIEME CON VAN ROMPUY LA STRAGE DI PALAGIANO LE RISULTANZE DELL’AUTOPSIA
ucciso
Renzi fa l’euro-rottamatore Ildabambino
più colpi al volto
La sfida: via i fondi comunitari dal patto di stabilità. No di Bruxelles
Berlusconi lascia il nome in lista, ma non candiderà nessun figlio
l . Matteo Renzi fa sentire la sua voce al Cosiglio
europeo e ingaggia un braccio di ferro con Barroso,
presidente della Commissione europea. Il governo
italiano chiede che i fondi comunitari siano «liberati» dal rispetto del patto di stabilità. Ma la
risposta della Commissione è negativa: i vincoli
vanno rispettati. Replica Renzi: noi gli impegni li
rispettiamo. Sul fronte politico, il nome di Berlusconi sarà scritto nel simbolo elettorale, ma
nessuno dei figli scenderà in campo.
FEDERALISMO
ARMA
DI STERMINIO
DI MASSA
di LINO PATRUNO
E
mbè, stavolta ha ragione chi dice che i mali del
Sud siano colpa della
sua classe dirigente. E
non perché abbia sprecato o governato male, le accuse abituali.
Ma perché ha creduto alla Befana.
E al suo federalismo fiscale donato
come arma di sterminio di massa
degli odiati terroni. Ce ne fosse
stato uno che avesse aperto gli occhi. Tutti proni e giulivi non solo
nel dire sì, ma che anzi era un loro
cavallo di battaglia. Dichiararsi
federalisti faceva figo, dava l’aria
di meridionali non retrogadi di
fronte a Bossi e Salvini trattati
come profeti oltre che benefattori.
Non bisogna fare una cura di fosforo per ricordare la lunga battaglia di questo giornale per evitare la madre di tutte le beffe. E
cioè che il federalismo fiscale si
traducesse in aumento delle tasse
e aumento della spesa, cioè tutto il
contrario di quanto prometteva la
Lega Nord.
SEGUE A PAGINA 21 >>
Alfano alla Gazzetta: due gruppi
di lavoro al fianco degli inquirenti
L’ABITO NON FA IL MONACO
IL CAPPOTTO FA IL POLITICO
di MICHELE COZZI
DEL MONACO E SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4, 5, 6 E 7 >>
A PAGINA 2 >>
IL CASO DEI TESORI COMPRATI IN PUGLIA COI SOLDI PUBBLICI
Quadri spariti
Mirabella
«Intervenga
il ministro»
L’ARTE
NASCOSTA
Michele
Mirabella
chiede di
fare
chiarezza
sulle opere
artistiche
nascoste al
grande
pubblico
SIMONETTI A PAGINA 22 >>
MINISTRO DELL’INTERNO Alfano oggi sarà a Taranto
COLUCCI, MASSARI E PALMIOTTI IN 8 E 9 >>
LA GEOPOLITICA DÀ UNA SPINTA
AL PROGETTO TAP NEL SALENTO
di TONIO TONDO
S
e non è un via libera esplicito, da parte del numero uno
dell’Eni Paolo Scaroni, poco ci manca. Da ieri il
progetto Tap (Trans Adriatic Pipeline) che dovrebbe
portare il gas dell’Azerbaijan fino al Salento, attraverso Turchia, Grecia, Albania e Canale di Otranto, è più
forte.
SEGUE A PAGINA 17 >>
CALCIO IN EUROPA LEAGUE
Una magia di Pirlo NONNO TERRIBILE
la Juve è ai quarti IN CONDOMINIO
Napoli fuori, passa il Porto
di MASSIMO BRANCATI
E'
JUVE L’esultanza di Andrea Pirlo
SERVIZI NELLO SPORT >>
il non plus ultra
della
falsità
umana. Si entra accolto da
convenevoli, si esce con il fegato spappolato da contrasti e
antipatie. E qualche volta ci
scappa pure l'aggressione fisica come è accaduto in una palazzina di San Fele (Potenza)
dove i vicini di casa hanno
discusso di bilanci, quote e lavori a colpi di bastone.
SEGUE A PAGINA 20 >>
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VENERDÌ 21 MARZO 2014
BASILICATA
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Anno IX - N. 79
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40321 >
9
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Latronico, in fiamme la casa dei Stalking a Marsico N.: gatti “Vento del Sud”: il colonnello
rifugiati alla vigilia del loro arrivo morti per spaventare la vicina Zarrillo interrogato dal gip
LATRONICO – Atto vandalico all’ex delegazione
comunale di Agromonte
alla vigilia dell’arrivo
dei primi rifugiati politi-
ci: bruciati nelle notte
scorsa alcuni materassi.
Il sindaco Fausto De Maria: “Andremo avanti”.
A PAGINA 20
POTENZA - Per mesi
avrebbero minacciato e
molestato la loro vicina
di casa arrivando, in
un’occasione, a lanciare
dei gatti morti sul terrazzo della sua abitazione.
E’ solo uno dei molteplici episodi
A PAGINA 11
POTENZA - E’ in programma oggi l’interrogatorio di garanzia del
colonnello della Guardia
di Finanza, Mario Zarril-
lo, agli arresti domiciliari per i presunti appalti
pilotati tra Potenza e provincia.
A PAGINA 11
Confindustria si straccia le vesti e attacca la risoluzione: gli investitori scapperebbero. Lo stesso “copione” del lucano Somma
Royalties al 15%. E piangono pure
La Commissione Ambiente impegna il governo ad un incremento. Ma i petrolieri già fanno barricate
Intanto il bonus
All’Unibas al via la campagna
benzina resta
congelato
elettorale per il dopo Fiorentino
e fa litigare la
Il provvedimento
riguarderebbe
però solo le nuove
estrazioni e non
quelle già in atto
in Basilicata
La decisione è
della seduta del
13 marzo scorso
Nel solito silenzio
dei parlamentari
della Basilicata
Il richiamo in prima del Sole24Ore di ieri. PAGINE 2, 3, 4 E 5
politica. Forza
Italia ci ripensa
Sull’inquinamento
“da petrolio”
del Pertusillo
denuncia
alla Ue contro
la Regione
L’ultima novità per il sindaco di Potenza Ballottaggio sul nome del candidato
e De Luca, i due nomi
Il Pd (non pittelliano) Imbesi
che dividono Forza Italia
sull’avvocato Petrone dagli alleati di Fratelli d’Italia
POTENZA- Il centrosinistra, dopo la discesa in
campo di Roberto Falotico, è pronto a candidare a sindaco di Potenza,
l’avv. Luigi Petrone.
L’avv. Petrone
A PAGINA 9
POTENZA- Il centrodestra discute su due nomi:
Dario De Luca e Antonino Imbesi. Due nomi
per la candidatura a sindaco di Potenza. Stasera,
forse, la scelta definitiva.
Il Comune di Potenza
Gli operai agricoli erano tutti romeni domiciliati in
Puglia. A PAGINA 24
A PAGINA 9
Il rettore Mauro Fiorentino
Giubbe gialle, l’arrivo in Siria
Missione compiuta per il Gruppo lucano. A PAG. 17
A PAGINA 6
Nove lavoratori a nero nei campi La Cgil prova a fidarsi di Pittella
di Bernalda: 30mila euro di multa Genovesi: uscire dall’isolamento
Il congreso
regionale
della Cgil in
corso a
Rifreddo si
concluderà
oggi con
l’intervento
del governatore
Pittella. A
PAGINA 13
POTENZA- Il 28 maggio si vota il nuovo Rettore che reggerà le
sorti dell’Università
degli studi di Basilicata fino al 2020. Via libera, quindi, alla campagna elettorale per il
dopo Fiorentino.
Sport violento. La Takler Matera
accusa: “A Modugno clima ostile,
siamo stati minacciati con una lametta”
MATERA - Ancora un
episodio violento nello sport: La Taker Matera in una nota ha
raccontato l’orribile
pomeriggio al Palasport di Modugno nel
macth di sabato scorso.: “A parte l’accoglienza immediata, c’è
stato subito un clima
di tensione e siamo stati minacciati con una
lametta”. La gara fa riferimento al campionato di calcio a 5, Serie
B.
NELLO SPORT
RASSEGNASTAMPA
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
Venerdì 21 marzo 2014
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IL CASO TORNA D’ATTUALITÀ IL TEMA DELLE MACROREGIONI. LA PROVOCAZIONE DELL’ON. GINEFRA (PD)
Vogliono cancellarci
Basilicata troppo piccola
per restare autonoma
FRANZA
O SPAGNA
PURCHÉ
SE MAGNA
di LUCIO ATTORRE *
N
Destino comune con Molise e Valle d’Aosta
«Nessuna imposizione dall’alto.
Ma già oggi sulle infrastrutture
ragioniamo su tavoli interregionali.
E poi saremmo più forti in Europa»
l Si tor na a parlare di macroregioni per contenere la spesa pubblica. E la Basilicata dei
piccoli numeri finisce come sempre nel tritacar ne. Il deputato barese Dario Ginefra (Pd) ha
riacceso i riflettori sul tema: «Che senso ha, nel
contesto dell’unione europea, tenere Regioni come Basilicata, Molise e Valle d’Aosta che messe
insieme hanno una popolazione inferiore a quella
di Milano?».
BRANCATI A PAGINA III >>
IL BALLO
DELLE PRIMARIE
E LA CITTÀ
SENZA FUTURO
di ANTONELLA INCISO
D
ifficile
immaginare
una situazione peggiore: senza una parola
precisa su come affrontare le emergenze, senza una visione concreta di quello che deve
essere il futuro della città, senza
un accenno alla soluzione delle
tante, troppe, criticità.
La politica ha esordito nel peggiore dei modi affrontando le imminenti elezioni amministrative
nel capoluogo. Al netto dei nomi
sul candidato sindaco, delle alleanze, dell’interrogativo «primarie sì, primarie no» e di qualche
slogan, da nessuno schieramento
è arrivata una parola chiara su
quello che si dovrà fare nel capoluogo nei prossimi 5 anni: non
sulle tasse comunali schizzate al
massimo storico, non sull’emergenza rifiuti, sulla quale non si è
udita alcuna parola di merito, non
sulla macchina amministrativa
comunale ancora troppo lenta rispetto ai tempi, non sulle scuole
dove presidi e dirigenti scolastici
non sanno più a che santo votarsi
anche solo per aggiustare una
lampadina. I progetti si mettono
nero su bianco, si preparano con
cura soprattutto se riguardano la
visione di una città, per di più
capoluogo di regione. Con belle
frasi retoriche che aiutano la gente a sognare, ma soprattutto con
indicazioni strategiche chiare e rigorose, che servono a dimostrarne
la concretezza. Certo, perchè l’avventura amministrativa entri nel
vivo ci vorrà più di un mese. Ma
peggio di così non si poteva cominciare e forse la politica, tutta,
dovrebbe interrogarsi smettendola di litigare su nomi, primarie ed
alleanze, e lavorando, invece, ad
un progetto serio di rilancio della
città. Sempre che non sia troppo
tardi.
IPOTESI Un possibile futuro delle Regioni italiane
POTENZA IERI MATTINA GIORNATA INTRODUTTIVA DEL CONGRESSO REGIONALE DEL SINDACATO A RIFREDDO DI PIGNOLA
«Ricetta» Cgil per la regione
Occhi puntati su lavoro, petrolio e inclusione. La relazione di Genovesi
CONGRESSO
Ieri la prima
giornata del
congresso
regionale
della Cgil
A SAN MAURO FORTE
Fiamme dal camino
ustionano a morte
un uomo di 88 anni
.
SERVIZIO A PAGINA V >>
IL CASO FACEVANO TROVARE GATTI MORTI SULLO ZERBINO DEL VICINO
l Un uomo di 88 anni, Alessandro
Borgia, è morto ieri mattina a San Mauro Forte a causa delle ustioni causate dal
fuoco del camino della sua abitazione. Viveva da solo in una vecchia casa del centro storico. L'allarme è stato dato da alcuni vicini che hanno segnalato il fumo e
lo scorrere di un rubinetto dell’acqua lasciato aperto. Forse l’anziano, trovato
senza vita sul pavimento, aveva cercato
di spegnere le fiamme, ma non è riuscito
nell’intento. Sul posto, poi, sono intervenuti i Carabinieri e i Vigili del fuoco.
ERA IN VIAGGIO. VIVEVA A GENZANO, MA IL CORPO È FERMO A TOLVE
«Stalking condominiale» La burocrazia blocca
Imputati due anziani
i funerali di un infartuato
TOGA Il pm Piccininni [foto T. Vece]
l Urla e rumori spaventosi
in piena notte. Ripetute molestie con il citofono durante tutte le ore della giornata. Le interiora di un animale sventrato
abbandonate sullo zerbino. Ma
quando la vittima ha trovato
sul suo terrazzo dei gatti morti
non ce l’ha fatta più. E ha presentato l’ennesima denuncia
contro i suoi vicini di casa. Due
anziani di Marsico Nuovo sono
accusati di «stalking».
AMENDOLARA A PAGINA II >>
118 Funerali in ritardo
l Colto da malore, muore per
infarto, mentre in ambulanza si
cerca di trasportarlo al «San Carlo» per un intervento disperato.
Per la rigidità della burocrazia i
funerali vengono celebrati in ritardo, tra l’indignazione e la rabbia dei parenti. Si tratta di Rocco
Albani, un 75enne molto conosciuto a Genzano: i sanitari accertano che la morte è causata da
un infarto dovuto a precedenti
complicazioni cardiache.
MASSARO A PAGINA VII >>
elle barzellette vince sempre l’italiano
e in un subordine
regionale sempre il
napoletano, ma, con tutto il
rispetto per questi due termini
di comune appartenenza,
l’amara constatazione è che il
presunto e sedicente primato
si alimenta dei cocci di un’autoesaltazione negata, invece,
da organi pubblico-privati internazionali, che bocciano come insipiente e coreografico
questo scanzonato trionfalismo rivendicato dai guitti della nostrana Accademia politica.
Incalzati, per dirla con Bobbio, dal dualismo che oscilla
tra «il dubbio e la scelta»,
seppur privi, per usare una
dotta locuzione, di intelligenza
ermeneutica arricchita e resa
credibile da autentica passione
civile o elementare amore verso il prossimo, assumiamo noi
italiani un’aria da saggi senza
accorgerci di operare sul superficiale terreno del luogo comune. Così la tautologia, ossia
la scienza di girare torno torno
per poi ritrovarsi al punto di
partenza,
affaticati,
però,
dall’inutile corsa, diventa il
metodo fondamentale del nostro attivismo riformatore ad
effetto statico, esattamente come ci si sfianca di sudore
galoppando sul tapis roulant.
Quando nel 1952 si diede
avvio al programma di rilancio della politica per la montagna non si immaginò che
l’istituto delle Comunità montane sarebbe sorto anche in
riva al mare, obbedendo a criteri e bisogni meramente
clientelari. Il principio era
buono meno la sua distorsione
di basso profilo utilitaristico
che equivocava l’acqua solida
della candida neve con quella
mobile sospinta dalla brezza
marina sui litorali gestiti con
alpestre in-competenza amministrativa.
CONTINUA A PAGINA III >>
POTENZA
Vende dieci iPhone
per 4mila euro
e gli «rifila» un sasso
SERVIZIO A PAGINA II >>
«VENTO DEL SUD»
Oggi l’interrogatorio
del colonnello Gdf
Mario Zarrillo
SERVIZIO A PAGINA II >>
RASSEGNASTAMPA
Chi ha inquinato la Terra
dei fuochi ha potuto farlo
perché non ha rischiato
e non rischia nulla.
È ora che i delitti contro
l’ambiente siano
introdotti nel codice
Roberto Saviano
penale.
1,30 Anno 91 n. 78
Venerdì 21 Marzo 2014
U:
-5
Europa, la battaglia dei vincoli
La satira
come palestra
di scrittura
●
Il lavoro
nelle carte
della Cgil
Ugolini pag. 17
Gallozzi pag. 14
Costa pag. 14
●
Disegni: «Cuore?
Eravamo un partito»
Renzi chiede di tenere fuori dal bilancio i fondi strutturali Ue ● Barroso: rispettate tutti gli impegni
La replica: «Lo stiamo già facendo, ma la Ue deve risolvere i problemi» ● Schulz: «Io sto con Matteo»
«I fondi strutturali vanno esclusi dai
vincoli posti dal Patto di stabilità». È la
proposta che Matteo Renzi porta al
Consiglio Europeo di Bruxelles, scontrandosi con le posizioni conservatrici
di Barroso e Van Rompuy. Schulz: «Io
sto con Matteo».
L’INTERVISTA
Macaluso:
«La passione
non è finita
con il Pci»
FRULLETTI A PAG. 2
La doppia sfida
del premier
● Oggi compie 90 anni
Una vita di battaglie dalla
Sicilia dei minatori
PAOLO SOLDINI
●
CI SONO DUE MATTEO RENZI A BRUXELLES. Il primo è il capo del gover-
no di Roma che, in continuità con i due
predecessori, chiede che nel computo del
debito pubblico italiano non vengano calcolate, o vengano calcolate in modo diverso, le spese per gli investimenti. È quello
che farà anche lui nel modo concordato
anche con sindaci e presidenti di Regione
e ben chiarito da Errani e da Fassino: fuori sacco i fondi strutturali e, in particolare, le spese per l’edilizia scolastica.
SEGUE A PAG. 3
Voto di maggio
prova cruciale
L’ARTICOLO
MASSIMO D’ALEMA
L’Europa che va al voto
nel prossimo mese
di maggio è, come non mai,
un’Europa attraversata da un
profondo e drammatico
malessere sociale e da
un’incertezza sul suo futuro,
da una preoccupante
diffidenza nelle sue classi
dirigenti politiche e nelle
sue istituzioni, sia nazionali
che comunitarie.
SEGUE A PAG. 16
SARDO A PAG. 15
Auguri al mio
«vecchio amico»
GIORGIO NAPOLITANO
Foto di gruppo al vertice europeo a Bruxelles FOTO INFOPHOTO
Caso Alpi, via ogni segreto
● L’annuncio del governo
a vent’anni dall’assassinio
della giornalista Rai
e di Hrovatin in Somalia
● La Procura di Roma
acquisirà i documenti
Staino
Vent’anni dopo l’assassinio in Somalia
della giornalista Rai Ilaria Alpi e
dell’operatore Miran Hrovatin, il governo toglie il segreto di Stato. Ad annunciarlo è stata la sottosegretaria per i rapporti con il Parlamento, Teresa Amici
rispondendo alle richiesta arrivate da
più parti. L’ultimo appello lanciato dalla presidente della Camera, Boldrini.
●
CON EMANUELE MACALUSO
SIAMO GENERALMENTE DEFINITI
COME «VECCHI AMICI» O «AMICI
STORICI». Non so da quale suo
compleanno possa partire la
datazione di questo nostro
rapporto. Amici, e portatori di
comuni posizioni ideali, lo siamo
stati da quando Emanuele ed io
non avevamo ancora compiuto i
quarant’anni (forse i trenta). Ma ci
siamo sempre più avvicinati negli
ultimi venticinque anni. E
l’augurio che oggi dunque gli
rivolgo dalle colonne de l’Unità,
che egli diresse in un’epoca ormai
lontana, è di continuare
incrollabilmente, come sta
facendo, ad arricchire di nuovi
motivi politici, culturali, umani il
nostro personale rapporto ed il suo
rapporto con quel che si muove di
più vivo e genuino, abbracciando
diverse generazioni, nel mondo
politico, nelle istituzioni, nella
società, insomma in questo nostro
Paese, cui egli è legato da mille fili,
ricordi preoccupazioni speranze.
Buon novantesimo.
DE GIOVANNANGELI A PAG. 8
ARRESTI A MILANO
CALCIO
Appalti, scandalo lombardo Europa league
● In manette l’ex direttore
delle Infrastrutture. «Era
associazione a delinquere»
Manette per Antonio Rognoni», ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde e per il manager Pier Paolo Perez: devono rispondere di 66 capi di imputazione e vengono definiti nelle 243
pagine dell’ordinanza d’arresto «organizzatori del sodalizio».
VESPO A PAG. 7
La Juve vince
La frattura tra
Maroni e Pisapia la sfida
di Firenze
ORESTE PIVETTA
Di matrimonio non s’era mai
parlato, ma di una dignitosa
convivenza civile sì.
SEGUE A PAG. 7
● Un gol di Pirlo qualifica
i bianconeri ai quarti
BUCCIANTINI A PAG. 23
FRONTE DEL VIDEO
MARIA NOVELLA OPPO
Il cerchio tragico di Berlusconi
lo vede circondato, aggiungiamo noi, di
avanzi di galera e di individui che in gale●
Sarà che ra sembrano destinati a finirci, prima o
SIAMOTRA QUELLI CHE QUANDOVEDONO FLAVIO BRIATORE IN TV, METTONO MANO AL TELECOMANDO.
non ci piacciono i miliardari, soprattutto quando hanno problemi col fisco e sono amici di altri miliardari che non ci
piacciono. L’altra sera siamo capitati sulla faccia amareggiata di Briatore, intervistato da Daria Bignardi alle Invasionibarbariche. Prima che cambiassimo canale,
abbiamo sentito il noto manager parlare della capacità di Berlusconi di attirare le persone peggiori. Una qualità che
poi. Briatore però non parlava di soci cofondatori dell’impero, come Dell’Utri,
Previti o politici vari ma si riferiva alla
«dama bianca», nota per aver trasvolato
gli oceani sull’aereo di Berlusconi, arrestata la scorsa settimana con 24 chili
di droga nel trolley. Cose che capitano
solo a lui, pregiudicato, interdetto, decaduto perfino da cav, ma sempre
«brand vincente» secondo Brunetta.
RASSEGNASTAMPA
2 PRIMO PIANO
Venerdì 21 marzo 2014
CONSIGLIO D’EUROPA
LA MISSIONE DEL PREMIER
Il rottamatore si «scontra» con
Barroso, presidente della Commissione:
«L’Italia rispetta tutti i vincoli»
Europa, braccio di ferro
sui vincoli di bilancio
Renzi: via i fondi comunitari dal patto di stabilità. L’Ue nicchia
IL RETROSCENISTA
di MICHELE COZZI
L’abito fa il monaco
il cappotto fa il politico
vedere per credere
A
Matteo, «toscanaccio» col piglio rinascimentale, non è proprio andato giù
che il «faccia a faccia» con Angela, la
teutonica cancelliera, sia diventato il
flop del «cappotto abbottonato male». Sul web, la
moderna piazza digitale del processo di massa, il
cappotto è stato analizzato ai raggi X. Certo, elegante, di classe, forse con una taglia inferiore. Che
non gli rendeva giustizia. Tanto che lo stilista è
dovuto intervenire: «Lo ha rovinato». Anche se poi,
ha assolto il suo illustre cliente.
Una banalità, ma nel «regno dell’immagine», del
linguaggio del corpo, ogni atto, gesto, viene vivisezionato nel laboratorio del «grande fratello»
planetario. Per molto meno, negli Stati Uniti, vanno in fumo promettenti carriere politiche.
Non proprio un bel bigliettino da vista, quindi,
per il Belpaese, proprio nelle settimane in cui tutto
il mondo celebra la «Grande bellezza», fotografia di
un’Italia tanto decadente quanto affascinante.
Così ieri Renzi, come una delle sue solite battute
ai giornalisti, prima degli incontri ufficiali al Consiglio d’Europa, ha giocato d’anticipo: «Questa volta non ho sbagliato bottone».
Ma il «cappotto mal abbottonato» sembra la parabola di un Paese che deve mettersi in ordine. A
cominciate dai conti, dai vincoli europei da rispettare, da un nuovo senso del bene comune da
ritrovare. Quel cappotto abbottonato male è finito
con il diventare il simbolo del «disordine» del
Belpaese, nonostante la sua «grande bellezza».
Quella che il resto d’Europa ci rimprovera d’avere.
Il «cappotto» ha assunto un ruolo non secondario nella formazione dell’immaginario collettivo del Belpaese.
Resta mitica la scena del film «Miseria e nobiltà», del 1954, in cui Totò lo utilizza per avere
qualche soldo dal «monte di pietà». Unica ricchezza, buona per inverno, estate, di una povertà
senza limiti. Emblema di un Paese che emergeva
con difficoltà dalla macerie della guerra.
Il cappotto «entra» anche in alcune vicende della
politica italiana del Dopoguerra. Così De Gasperi,
nel 1945 andò alla conferenza di pace con il cappotto
rovesciato. Non solo, ma nel 1947, dovendo andare
in America, si fece prestare il soprabito dal ministro Piccioni. Lo stesso si racconta del presidente
De Nicola, ricordato per il suo cappotto parecchio
dimesso. Anzi si racconta che fu riparato gratis da
un sarto napoletano, contro il volere del presidente. Anche Nenni si rivoltava il cappotto.
Politici di un tempo che avevano una instintiva
austerità, prima che essa divenisse una politica
(molto in teoria). La Pira e Dossetti dicevano che
con «i sandali si arrivava prima in Paradiso».
Altri tempi, certo, quando la politica era esclusivamente un servizio. Poi è arrivato lo tsunami,
con un mix di «cattiva coscienza», di usi, abusi,
sperperi. Deviazioni in cui la «grandezza italica»
ha avuto modo di manifestarsi.
Ora tocca a Renzi abbottonare bene il cappotto e
rilanciare la «grande bellezza» del Paese. Che in
politica significa crescita, sviluppo, rigore morale.
Ma anche arte e cultura.
In un film del 2013 («Viva la Libertà»), Tony
Servillo interpreta un doppio ruolo: il grigio segretario di partito di sinistra e il fratello gemello,
filosofo, poeta, con la testa non proprio in ordine. Il
secondo, in incognito, prende il posto del primo. Si
reca da una leader di un Paese del Nord, e la
conquista con la magia del ballo.
Non aspettiamo tanto da Renzi. Ma almeno che
rimetta a posto il «cappotto dell’Italia».
l BRUXELLES. Non vuole stare dietro
la lavagna Matteo Renzi, nè essere oggetto di sorrisetti sulla via italiana per
tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per
questo, alla sua «prima» al Consiglio
europeo, il premier ingaggia un braccio
di ferro con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso
che, poco prima di incontrare l’ex sindaco, torna a chiedere il rispetto degli
impegni. «L'Italia rispetta tutti i vincoli», sbotta, irritato, Renzi poco prima
del chiarimento a quattr'occhi con Barroso che, se non cambia le reciproche
posizioni, si chiude con un «sostegno»
della Commissione Ue alle riforme italiane.
Il premier arriva a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua
ricetta: solo con la crescita del pil l’Italia
può continuare anche ad erodere la mole
del debito. Ma Renzi non è ingenuo e sa
che per cambiare l’Ue va fatto un passo
alla volta. Per questo anticipa un po’ i
tempi, spiegano fonti governative,
l’uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale il premier
sarebbe venuto a Bruxelles per chiedere
che i fondi strutturali vengano esclusi
dai vincoli posti dal Patto di stabilità.
Un annuncio che sembra irrigidire i
cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono ad aprile il Def e il
piano nazionale delle riforme italiano
per capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri
economici. «Il rispetto degli impegni
presi è fondamentale» per la fiducia
nell’Italia e nell’Ue, è il «benvenuto» che
il presidente della commissione Ue dà, a
distanza, al premier italiano, appena
sbarcato nella capitale belga. Che non ha
alcuna intenzione, però, di farsi fare le
pulci visto che, ribatte, «noi rispettiamo
tutti i vincoli» e quindi certe «polemiche» sono a suo avviso incomprensibili.
Un botta e risposta alla vigilia del
faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come
poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l’incontro, parlerà di colloquio «molto positivo» e di sostegno
dell’Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra quasi tifo da parte del
presidente dell’Europarlamento Martin
Schulz che «lotta» con Renzi per un’Italia «forte» ed una Ue «solidale».
«Sono contento che l’Ue apprezzi le
nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli
ma anche l’Europa deve risolvere i suoi
problemi», chiarisce il premier insistendo sul fatto che «l'Italia non viene in
Europa come uno studente fuori corso
ma come un paese fondatore che rispetta
i vincoli». Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act,
rimandando al Def, che sarà pronto in-
torno al 10 aprile, per una verifica del
rispetto dei vincoli Ue e anche di un
«eventuale» utilizzo del margine tra il
2,6 ed il 3 per cento del decifit. All’Europa, è la posizione del premier, interessano le riforme, tra l’altro chieste da
tempo proprio dalla Ue, e non «discussioni su uno 0,2%-0,3% di deficit» visto
che «noi rispettiamo e rispetteremo i
parametri europei». Tetti che, però, assicura Renzi, non gli impediranno di
«rivoluzionare e cambiare l’Italia» e, in
prospettiva, l’Europa che non deve essere «la causa del problema ma la possibile soluzione».
Cristina Ferrulli
NUOVO IMBARAZZO DOPO IL «CASO» MERKEL-SARKOZY AI DANNI DI BERLUSCONI NEL 2011
L’Europa «sorride» ancora
tocca a Barroso e Van Rompuy
l BRUXELLES. Un giornalista gli chiede delle
richieste di Matteo Renzi di maggiore flessibilità
sul deficit e Josè Manuel Barroso e Herman Van
Rompuy si scambiano sguardo d’intesa, anzi un
sorrisino d’intesa, prima di rispondere. E’ successo ieri a Bruxelles, durante una conferenza stampa prima del vertice Ue, e subito sono tornati alla
memoria i sorrisini di Angela Merkel e Francois
Sarkozy il 23 ottobre del 2011, sempre a Bruxelles e
in occasione di un Consiglio europeo, quando i
giornalisti fecero una domanda su Silvio Berlusconi.
Interpellati, il presidente della Commissione europea - che subito dopo ha avuto un lungo incontro
con Renzi - ed il presidente del Consiglio Ue si
sono guardati tra di loro e hanno sorriso. Quindi,
ha preso la parola Van Rompuy e ha detto: «Non
ho ancora avuto occasione di parlare con Matteo
Renzi per capire la natura delle sue dichiarazioni:
tutti devono continuare ad applicare le regole concordate, ne riparleremo». Poi ha parlato Barroso:
«Dico le stesse cose, avrò una riunione con Renzi
questo pomeriggio, non faccio commenti prima di
discuterne personalmente con lu. Ho preso nota
delle sue dichiarazioni, specialmente quelle di
Berlino: si è impegnato in un programma ambizioso di riforme e nel rispetto di tutti gli impegni
europei. E’ importante per la fiducia in Italia e
nell’insieme dell’Europa che si rispettino tutti gli
impegni firmati e ribaditi in questi anni».
«Lascio da parte gli sgradevoli eurosorrisini tra
Barroso e Van Rompuy. Per quanto mi riguarda,
dico solo che, diversamente dalle abitudini del
passato proprie della sinistra, che, quando il premier Berlusconi era all’estero, faceva tifo contro,
io credo che si debba sempre indossare la maglia
azzurra, a difesa degli interessi nazionali. Ciò detto e ribadito, a me pare però che, se resteremo
entro gli attuali vincoli europei, a partire dal 3%,
come Van Rompuy, Barroso, la Merkel e lo stesso
Renzi dicono e ribadiscono, la crescita si allontanerà inevitabilmente», ha commentato Daniele
Capezzone (Forza Italia) presidente della commissione Finanze della Camera.
LA QUESTIONE IL GOVERNO CHIEDE CHE I FINANZIAMENTI NAZIONALI NON FACCIANO PARTE DELLE SPESE CHE RIENTRANO NEL CALCOLO DEL DEFICIT
La partita degli eurofondi
Molti miliardi da liberare dal cappio del 3%. Risorse vitali per il Mezzogiorno
EUROPARLAMENTO Martin Schulz
l BRUXELLES. Svariati miliardi
di euro, che potrebbero essere «liberati» dal cappio del 3% del deficit e
spesi in ulteriori investimenti per
crescita ed occupazione. E' la posta
in gioco, concreta e tutt'altro che
«euroburocratica», della «battaglia»
a nove zeri sui fondi Ue che il premier Matteo Renzi vuol far passare a
Bruxelles. I finanziamenti europei
che arrivano in Italia, per progetti
mirati allo sviluppo del paese e in
particolare delle regioni più deboli,
per essere spesi devono essere «completati» da fondi italiani in base ad
una quota di cofinanziamento precisa, che fino a qualche tempo fa era
del 50%. Per esempio, se Bruxelles
dava 10 milioni per l'avvio di
start-up innovative, l’Italia doveva
metterne altrettanti per poter realizzare un progetto da 20 milioni
complessivi. Questo vuol dire che, in
tempi di crisi e di casse pubbliche
vuote, un paese rischia di non poter
usufruire dei fondi Ue perchè non
può mettere la sua quota. E infatti
per i paesi sotto programma come la
Grecia e il Portogallo, Bruxelles ha
deciso di portare la sua quota di
cofinanziamento al 95%. L'Italia,
grazie a quattro riprogrammazioni
concordate con Bruxelles nel solo
periodo 2012-2013 sotto l’operato dei
ministri per la coesione territoriale
Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, è
riuscita a far scendere l’aliquota al
25% liberando un «tesoretto» da 12
miliardi. Questi, con l’ok di Bruxelles, sono stati impegnati in misure di carattere strutturale. Ora si
tratta di fare un ulteriore passo in
avanti: fermo restando che deve essere ancora concordata l’aliquota di
cofinanziamento per i fondi Ue per i
prossimi sette anni (circa 33 miliar-
di di euro) e che l’obiettivo è di tenerla al 25%, il governo vorrebbe
che la parte di finanziamenti nazionali sin da ora venisse «decurtata» dalle spese che rientrano nel
calcolo del deficit. Questo vorrebbe
dire avere più spazio di manovra per
altri investimenti produttivi, liberando margine al tetto del 3%. Perchè, è il ragionamento, i fondi che
servono per completare i progetti
realizzati con quelli Ue, sono investimenti strutturali per crescita e
occupazione, che non dovrebbero
andare a pesare sul deficit. E proprio
su questo Renzi ha incassato il sostegno del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, secondo cui
il premier «ha ragione a sollevare la
questione, bisogna discuterne», anche se «non possiamo rimettere in
causa i criteri di Maastricht».
Lucia Sali
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 3
Venerdì 21 marzo 2014
LA DIRETTA
Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 21
Sì della Commissione
«Riforme ambiziose»
Bruxelles promuove il piano: «Ma conti da rispettare»
VERTICI
Matteo Renzi
nella foto
ufficiale con
alcuni dei
capi di
governo
partecipanti
alla riunione
del Consiglio
d’Europa
.
LOTTA ALL’EVASIONE UN GRUPPO DI LAVORO DELLA LEGGE DELEGA STA DANDO I PRIMISSIMI RISULTATI
Dalla riforma del Catasto
stop ai furbetti del mattone
l ROMA. Stop ai furbetti del mattone: mai più,
ad esempio, case «popolari» nel centro storico delle
città. La riforma del catasto, dopo un lunghissimo
dibattito legato al cammino parlamentare della
legge delega, entra infatti nel vivo. E il numero uno
dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, annuncia che «abbiamo già costituito un gruppo di lavoro
in itinere della legge delega che sta dando i primissimi risultati». Infatti appena ieri Confedilizia
spiegava che il primo decreto legislativo della delega fiscale, che dovrà arrivare entro trenta giorni,
sarebbe proprio per definire le tipologie edilizie e
gli ambiti territoriali per costruire un catasto
«zonizzato». Un’operazione che nel giro di qualche
anno dovrebbe portare a determinare la rendita
finale con una formula matematica che metterà in
relazione tutte le caratteristiche dell’immobile,
dal valore di mercato alla posizione.
Befera, durante la sua audizione alla commissione sul federalismo fiscale, tocca anche un altro
punto delicato: la fiscalità locale. Tema ripreso in
parte anche da Benedetto Mineo, l’amministra-
tore delegato di Equitalia, al quale inoltre lo stesso
Befera riconosce un ruolo di primo piano. Da quasi
900 comuni - spiega Befera – tra febbraio 2009 e
febbraio 2014 sono state trasmesse circa 63 mila
segnalazioni; di queste oltre 10 mila sono state già
trasfuse in atti di accertamento con oltre 186 milioni di maggiori imposta accertata». Cioè un potenziale enorme se si calcola che in Italia i Comuni
sono oltre 8000. E infatti anche Mineo fa un calcolo:
degli 894 miliardi affidati alla riscossione dai diversi enti impositori (tra il 2000 e il 2014), e passati
in carico ad Equitalia nel 2006, restano da «lavorare» e quindi potenzialmente da riscuotere
«circa 60 miliardi».
Ma la «potenzialità» sono state decisamente attenuate dal legislatore soprattutto per «ammorbidire» gli effetti della crisi economica. Mineo
rilancia: bisogna dare una nuova chance per chi ha
perso la possibilità di pagare a rate il debito con il
fisco. Si tratterebbe di riammettere i contribuenti
che non hanno pagato 2 rate perdendo il beneficio
secondo la vecchia normativa.
IL NODO LE REGIONI CHIEDONO DI REINVESTIRE NELLO STESSO SETTORE. L’OK DEL MINISTRO
Taglio delle spese avanti
ma «prudenza» in sanità
l ROMA. Si prende ancora
«qualche giorno» di tempo il premier, Matteo Renzi, per sciogliere
il nodo della Spending review nel
settore Sanità. Sulla richiesta di
reinvestire nello stesso settore sanitario le risorse derivate dalle
misure di razionalizzazione, il
presidente del Consiglio si mostra
dunque «prudente», innescando
le critiche dei sindacati medici
che chiedono più «coerenza».
Il presidente del Consiglio «ha
affermato di capire la posizione
espressa dalle Regioni» ma sulla
questione darà una risposta nei
prossimi giorn». Un atteggiamento di «prudenza» che potrebbe però far pensare anche ad una «frenata», dopo le recenti dichiarazioni del premier: «Sulla Sanità
abbiamo dei margini di miglioramento. La spending review la
SANITÀ Il ministro Lorenzin
facciamo, ma i soldi li lasciamo
sulla Sanità».
Su questo punto cruciale le Regioni restano però ferme e in un
documento presentato ieri al governo chiedono che vengano assicurati per la sanità i 109,902 mld
già previsti per il 2014, i 113,352
mld previsti per il 2015 e i 117,563
mld per il 2016. «E' stato concordato che i risparmi derivanti da
azioni di razionalizzazione della
spesa sanitaria – si legge nel documento - debbano rimanere nella disponibilità dei bilanci sanitari».
Sulla destinazione delle risorse
della Spending sanitaria resta fermo anche il ministro della Salute:
«Bisogna rendere sostenibile il sistema, tagliare gli sprechi e rinvestirli nella Sanità. La sfida dei
tagli – ha affermato Lorenzin –
significa reinvestire i risparmi in
salute, assistenza agli anziani, Livelli essenziali di assistenza, tecnologie e risorse umane». Concorde il neo direttore dell’Istituto
superiore di Sanità, Angelino Del
Favero: «Da questa crisi possiamo
uscire rafforzati».
l BRUXELLES. La Commissione europea guarda con favore e
speranza all’«ambizioso» programma di riforme annunciato
dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma quanto alle regole,
cioè ai paletti fissati dalle norme
Ue per i conti pubblici, non può
che ribadire la sua posizione di
sempre: sono state sottoscritte da
tutti e quindi devono essere rispettate. Ed anche per l’idea di non
conteggiare nel calcolo del deficit
pubblico il cofinanziamento dei
fondi Ue la strada appare in salita.
Nonostante ciò, il primo incontro «ufficiale» tra Renzi premier e
Barroso, a quanto si è appreso, si è
svolto in un clima di «simpatia e
cordialità». I due del resto si conoscono bene: negli ultimi anni è
stato sempre l’ormai ex sindaco di
Firenze ad accogliere il presidente
dell’esecutivo europeo all’Istituto
universitario europeo di Fiesole il
9 maggio per celebrare la festa
dell’Europa.
Barroso su Twitter ha detto che
sosterrà le riforme dell’Italia – che
l’Europa chiede da anni, si osserva alla Commissione – ed ha giudicato il colloquio con Renzi «molto positivo». Il «non detto» è che
COMMISSIONE UE Barroso
Bruxelles non può certo modificare le regole o interpretarle in
maniera diversa. Questo - si sottolinea ai piani alti del Berlaymont, la sede della Commissione
– è un compito che spetta ai governi, ovvero ai negoziati tra leader. E nonostante ci sia in Europa
tanta voglia di credere e aiutare
Renzi e l’Italia, non pare proprio ci
sia una volontà consolidata di rimettere mano alle norme varate
con il Fiscal compact, lo strumento intergovernativo fortemente
voluto dalla ex coppia Merkel-Sarkozy.
Barroso e il presidente permanente del Consiglio Europeo Herman van Rompuy, che oltre ad essere figure molto istituzionali sono anche in uscita (entrambi dovranno lasciare i rispettivi incarichi nei prossimi mesi), non hanno quindi potuto far altro che ripetere il solito «mantra» davanti
all’ipotesi di far crescere il deficit
pubblico: «Tutti devono continuare ad applicare le regole concordate». Senza per altro riuscire a
nascondere completamente un
certo imbarazzo nel dover pronunciarsi su una questione che ritorna ciclicamente, tanto più con
l’approssimarsi dell’appuntamento con le elezioni europee e la necessità di combattere le spinte populiste e antieuropee.
Le prime reazioni raccolte a
Bruxelles sono destinate anche a
raffreddare gli entusiasmi sulla
richiesta di non conteggiare il cofinanziamento dei fondi strutturali nel calcolo del deficit. «E' la
solita battaglia già portata avanti
da Monti e Letta...» si osserva. Ma
il vero banco di prova, si aggiunge,
sarà la presentazione del prossimo Documento di programmazione economica-finanziaria.
Enrico Tibuzzi
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Venerdì 21 marzo 2014
L’INCHIESTA
SI RIVENDICHI L’EQUITÀ
L’Italia non può essere strozzata
«leggi» che francesi e tedeschi
5 DOMANDE AL CAPO DEL GOVERNO da
nel 2003 non hanno rispettato
Ue, Renzi batta i pugni
le regole valgano per tutti
Il premier dica come promuoverà il rinascimento industriale
ANDREA DEL MONACO*
Il presidente Renzi ha invocato
la crescita, la competitività e un
rinascimento industriale italiano
ed europeo. Coerentemente il premier dovrebbe dire come spenderà gli unici denari disponibili
per promuovere il rinascimento
industriale: i 114 miliardi di fondi
europei destinati all'Italia fino al
2020.
L'Italia sarebbe dovuta arrivare al Consiglio europeo con una
chiara proposta di spesa di quei
soldi. Nel contempo Renzi porta a
Bruxelles la richiesta del presidente della Conferenza delle Regioni Errani e del presidente dell'Anci Fassino: escludere dal Patto di stabilità il cofinanziamento
nazionale ai programmi sostenuti dai fondi europei, la spesa per
l'edilizia scolastica e per il dissesto idrogeologico. Traspare la
volontà di rinegoziare le politiche
di austerità. Renzi ha ricordato
che il tetto del 3% da rispettare è il
rapporto tra deficit di bilancio
(numeratore) e Pil (denominatore); per rispettare tale tetto si possono fare due cose: diminuire il
deficit e aumentare il Pil, ovvero
crescere. E allora, se l'Italia programmerà bene i fondi europei,
farà investimenti per la crescita;
se cresceremo, se aumenterà il
Pil, potremo rispettare il Patto di
stabilità. Poichè il futuro delle
aziende italiane e la creazione di
lavoro vero saranno una conseguenza delle scelte di politica in-
Patto: Austria, Finlandia, Olanda,
Spagna. Poichè grazie al complice
sostegno degli italiani (e all'appoggio esterno degli inglesi), nel
2003 i tedeschi e i
francesi ottennero
l'intervento dei Ministri delle Finanze e
l'esenzione dalle sanzioni previste, oggi
l'Italia potrebbe chiedere a Barroso alternativamente due cose per varare investimenti: o la stessa deroga avuta da francesi e tedeschi nel
2003 oppure l'innalzamento del
tetto del 3% per tutti.
2) Smentirà alla stampa in-
dustriale nazionale, poichè quest'ultima dipenderà dalla qualità
della programmazione dei fondi
europei e dalla possibilità contabile di investire concessa da Bruxelles, poichè il futuro del Sud
dipenderà dal modello di specializzazione produttiva scelto dal
governo, poniamo al presidente
Renzi le seguenti domande.
1) Francia e Germania hanno violato il Patto di stabilità
nel 2003: il 3% vale solo per
l'Italia?
Al Consiglio europeo Renzi dovrebbe ricordare che le regole o
valgono per tutti o si cambiano.
L'Italia non può essere strozzata
da regole che francesi e tedeschi
nel 2003 non rispettarono. Nel
2003, infatti, la Commissione europea, presieduta da Romano Prodi (con il professor Monti commissario alla Concorrenza), denunciò Francia e Germania poiché avevano sforato i limiti del 3%
imposti dal Patto di stabilità. Ma
alla Commissione, che difendeva
le regole stabilite, si opposero
l'Eurogruppo ed Ecofin che fecero
sospendere la procedura per deficit eccessivo nei confronti di Parigi e Berlino. Allora furono discriminati gli Stati membri virtuosi che avevano rispettato il
ternazionale il luogo comune secondo cui la UE ci mantiene (41,2 miliardi a Bruxelles dall'Italia in 7 anni)?
È semplicemente falso. Dopo
Germania e Francia, l'Italia è il
«terzo contribuente netto» (dà a
Bruxelles più di quello che riceve), prima di Gran Bretagna,
Olanda, Belgio e della rigorosa
Svezia. La Corte dei Conti (pag.
25-32 della Relazione del 30 dicembre 2013 della Sezione di Controllo
per gli Affari Comunitari e Internazionali) stima il contributo
netto dell'Italia al Bilancio dell'Unione europea per il 2012 pari a 5,7
miliardi di euro: abbiamo versato
16,4 miliardi di euro e ne abbiamo
ricevuti 10,7. Tra il 2006 e il 2012
l'Italia ha avuto nel complesso un
saldo negativo tra i contributi versati all'Ue e le risorse ricevute
pari a 41,2 miliardi di euro. A settembre il cancelliere tedesco Merkel sottolineò che i fondi europei
avrebbero dovuto essere spesi meglio e che il primo paese problematico fosse l'Italia: la Merkel ipotizzò una task force a Bruxelles
sui fondi europei con poteri sostitutivi nei confronti degli stati
membri inefficienti. In realtà i tedeschi sono ben contenti: poichè
spendiamo poco e male i fondi Ue
per lo sviluppo, regaliamo 41,2 miliardi in sette anni a Bruxelles e
non facciamo concorrenza alle
imprese tedesche.
dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e dal Fse (Fondo
sociale europeo); i rimanenti 6 miliardi di euro dei piani cofinanziati dal Feasr (Fondo europeo
agricolo di sviluppo rurale). Grazie alla deroga del meccanismo
N+2 il governo può dimostrare di
essere capace, può usare tutti i
28,89 miliardi
di euro entro
dicembre 2015
ed evitare il disimpegno automatico del
cofinanziamento europeo. 19,5 miliardi (di quei
28,89)
sono
concentrati in
Puglia, Sicilia,
Calabria, Campania e Basilicata;
5,2 miliardi sono gestiti direttamente dal governo. Il ministro
Giannini ha 1839 milioni del Pon
3) Sostituirà chi non ha speso
28,8 miliardi di fondi Ue del
ciclo 2007-2013 (5,2 miliardi
li gestisce il governo)?
«Noi siamo qui per dirigere l'Europa nei prossimi 20 anni», ha dichiarato Renzi. Inizi spendendo bene le risorse comunitarie: sono 28,89 i
miliardi di euro non
usati al 31 dicembre 2013
(secondo i dati già pubblicati sui siti dei ministeri della Coesione territoriale e
delle Politiche agricole) e sono così suddivisi: i rimanenti 22,89 miliardi dei programmi cofinanziati
Ricerca e Competitività: potrebbe
far tornare i ricercatori meridionali fuggiti all'estero; il ministro
Lupi ha 1153 milioni del
Pon Reti e Mobilità: potrebbe concludere la Salerno-Reggio Calabria o
estendere l'Alta Velocità
fino a Lecce; il ministro
Franceschini ha 381 milioni del Pon attrattori
culturali: 105 milioni sono assegnati al grande
progetto Pompei, ma
mentre i crolli si susseguono e gli affreschi vengono rubati, non si ha notizia di spesa
veloce ed efficace; il ministro Galletti ha 482 milioni per le energie
AL TIMONE Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi
tario Delrio i ministri saranno
valutati sulla effettiva spending
review. Speriamo siano valutati
anche sui fondi europei e che il
sottosegretario Gozi
vigili su questo, in
un governo che ha
abolito i ministeri
della Coesione Territoriale e degli Affari
Europei.
4) Secondo il Position Paper inviato il 10 marzo
da Bruxelles non
abbiamo
una
strategia chiara
di sviluppo sugli 85 miliardi
del ciclo 2014-2020. Lo pubblicherà?
11 obiettivi tematici da raggiungere, non si capisce come funzionerà la futura Agenzia per la coesione territoriale, mancano dati e
osservazioni a sostegno dei progetti da finanziare. I cittadini italiani hanno il diritto di sapere
perché i fondi europei assegnati
all'Italia non si possono ancora
spendere secondo
l'Ue.
Speriamo che
il governo, per
trasparenza,
pubblichi il position paper.
5) Quale sarà la politica per il
Mezzogiorno del governo Renzi?
La nomina di Carmela Lanzetta a ministro e del magistrato Raffaele Cantone a capo della Autorità anti-corruzione sono un segnale importante per la lotta alla
criminalità organizzata. Tuttavia, per sottrarre alle mafie il controllo dell'economia meridionale
occorre un piano di sviluppo del
sistema produttivo che crei lavoro
vero, altrimenti un disoccupato
ha solo tre possibilità: trovare un
impiego tramite il clientelismo,
chiedere lavoro alle mafie o emigrare. La programmazione dei
fondi europei sarà il termometro
dell'attenzione al meridione di
Renzi poichè la maggioranza di
quei soldi è assegnata al Sud. La
Nel ciclo 2014-2020 l'Italia avrà
circa 85,3 miliardi: orientativamente 64,5 miliardi di euro dei
programmi cofinanziati da Fesr e
Fse (44,6 miliardi per Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Basilicata); 20,8 miliardi dei programmi cofinanziati dal Feasr
(probabilmente 8 miliardi assegnati alle cinque regioni del Sud).
Per spendere questi soldi l'Italia
deve farsi approvare il documento di programmazione (Accordo
di partenariato) dalla Commissione europea: il governo ha spedito tale documento a Bruxelles
solo il 9 dicembre. Il sottosegretario Delrio ha comunicato che i
Servizi della Commissione hanno
inviato il 10 marzo il position paper, il documento comunitario
che valuta l'accordo di partenariato. Come già riportato da Zatterin su «La Stampa» e come confermano fonti «romane», il position paper critica la proposta italiana perchè non delinea un progetto sul Paese: è assente una
chiara strategia di sviluppo, gli 11
obiettivi tematici delineati dal governo sono generici, la logica dell'intervento proposto è debole e si
riflette sulla scelta degli obiettivi,
è assente un'analisi della capacità
amministrativa in funzione degli
Ue ha bocciato la proposta del professor Perotti su Il Sole 24Ore di
usare il cofinanziamento europeo
per tagliare il cuneo fiscale. Tale
soluzione è già fallita in Irlanda
negli anni '90: lì le Zone Franche
Urbane attrassero le aziende straniere alla ricerca di sconti fiscali;
finiti gli sconti, le imprese fuggirono verso l'Europa Orientale
dove trovarono nuovi vantaggi.
Se si confonde la competitività
con il dumping fiscale, non si capisce perchè imprese italiane delocalizzano in Germania ed Austria dove il costo del lavoro è
superiore a quello italiano. Al
contrario, poichè i fondi Ue sono
circa il 33% della spesa pubblica
italiana in conto capitale e circa il
50% di quella meridionale, occorre usarli e riprogettare il sistema
produttivo: scegliere le filiere su
cui puntare, finanziare la ricerca
necessaria a rendere innovative
quelle filiere e costruire le infrastrutture per renderle competitive. A Roma il sindaco Marino non
può finire la metro C, a Barcellona
con i fondi Ue negli anni '80 hanno
costruito un'ottima metropolitana. Si chiama programmazione.
*Esperto fondi strutturali europei, già consulente del governo
Prodi
rinnovabili; sempre il ministro
Giannini ha 775 milioni dei due
Pon Istruzione: potrebbe riqualificare le scuole meridionali e lottare contro la dispersione scolastica; il ministro Alfano ha 354
milioni del Pon Sicurezza: potrebbe digitalizzare gli atti giudiziari
delle Procure. Per il sottosegre-
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Venerdì 21 marzo 2014
LA MISSIONE
TROPPE RESTRIZIONI
LE REGIONI
«Bisogna rivedere il riparto
tra gli enti superando definitivamente
il criterio della spesa storica»
«Renzi, basta con i vincoli
del patto di Stabilità»
Il mandato di Comuni e Regioni al premier per il Consiglio europeo
ALESSANDRA FLAVETTA
l ROMA. Prima ha incontrato Regioni e Comuni e poi è volato a Bruxelles
con due richieste per il Consiglio europeo, il premier Matteo Renzi: l’esclusione dai vincoli del patto di stabilità dei
fondi strutturali e degli investimenti
per l’edilizia scolastica e la messa in
sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. «Questo significa
aumentare la massa di investimenti di
cui abbiamo bisogno», ha affermato il
presidente del Consiglio, incontrando
una delegazione di sindaci dell’Anci
(Associazione dei Comuni) e dei governatori della Conferenza delle Regioni, a palazzo Chigi.
«Occorre escludere dal patto – si legge
nel documento delle Regioni – le spese
per investimento finanziate senza debito e con risorse autonome, quelle
relative agli investimenti strategici ovvero obbligati, e le risorse del cofinanziamento nazionale per la programmazione 2014-2020, ivi comprese le risorse del Fondo sviluppo e coesione (ex
Fas), e quelle gestite tramite il Piano di
azione coesione. Bisogna altresì rivedere – prosegue la nota – il riparto tra le
Regioni superando definitivamente il
criterio della spesa storica».
L’incontro con le autonomie locali è
servito anche a fare il punto sulla
riforma del Titolo V della Costituzione,
con la revisione delle materie concorrenti tra Stato e Regioni, e sull’abolizione del bicameralismo perfetto, con
il Senato trasformato in Camera delle
Autonomie.
Due fronti uniti in un unico testo su
cui il governo intende chiudere entro
fine marzo, ecco perché il premier ha
sollecitato il confronto degli amministratori locali e le loro proposte emendative. Renzi ed i ministri per le Riforme
Maria Elena Boschi, per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetto e il
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio hanno condiviso
un documento con le autonomie, che
parteciperanno da protagoniste al processo di trasformazione delle istituzioni
attraverso gruppi di lavoro comuni.
Le Regioni vorrebbero rivedere il
meccanismo delle materie esclusive dello Stato e la composizione, il funzionamento e le funzioni del Senato federale, per superare l’attuale conflittualità tra Stato e Regioni nella podestà
legislativa che ingolfa la Corte Costituzionale. Renzi, sulla proposta delle
macroregioni caldeggiata dal presidente della Campania Caldoro, si è detto
«caldoriano», ma ha fatto notare che a
riguardo le posizioni sono diversificate.
Mentre c’è unità, come rileva la presidente del Friuli Venezia Giulia, De-
bora Serracchiani, sulla necessità che la
riforma del Titolo V rispetti gli statuti
speciali di Regioni e Province autonome, come già accadde nel 2001.
L’Anci, con il presidente Piero Fassino, giudica positivamente il primo
vertice con Renzi, e lo stesso fanno il
presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e il governatore
della Puglia, Nichi Vendola, che apprezza il metodo del premier, e «la lotta
per nettizzare il cofinanziamento della
spesa comunitaria rispetto ai vincoli del
patto di Stabilità». Le Regioni, nell’ambito della spending review, hanno ribadito la richiesta di reinvestire nella
sanità tutti i risparmi che si genereranno con la razionalizzazione della
spesa sanitaria: «Vedremo quello che si
può fare», ha detto Renzo. Mentre il
governatore Roberto Maroni si è detto
contrario ai tagli orizzontali, che penalizzerebbero le regioni virtuose che
già oggi hanno una media più bassa dei
costi standard, come la Lombardia. Altra questione al centro del confronto, il
rifinanziamento degli ammortizzatori
sociali e la Cassa integrazione in deroga, per la cui copertura manca un
miliardo, «senza il quale è impossibile
gestire le crisi aziendali in atto», ha
chiosato Errani, a cui il premier ha
assicurato che il governo interverrà già
domani.
Inps: basta tagli o servizi a rischio
ROMA – L'Inps è ad una «situazione limite» nella
quale non ci sono «ulteriori margini» per tagli alla spesa
e al personale «senza incidere sui livelli di servizio per
la cittadinanza». Ad avvertire sullo stato dell’Istituto è lo
stesso commissario straordinario Vittorio Conti, nel documento consegnato alla commissione parlamentare
di controllo sugli enti previdenziali, che contiene il nuovo Piano industriale, cioè il programma di sviluppo
2014-2016. Si va dal contesto di riferimento alle «eccellenze» conseguite, alle nuove sfide (a partire dalla ricerca di «equilibrio» delle diverse gestioni previdenziali e
dal «bilanciamento» tra le forme pensionistiche obbligatorie e complementari). Ma il punto di partenza è
che, dopo l’attuazione della vecchia revisione della
spesa del governo Monti, conseguiti gli obiettivi, l’Istituto, che da gennaio 2012 ha incorporato Inpdap ed
Enpals, è «ad una situazione limite nella quale non sarebbe più possibile sfruttare ulteriori margini di efficientamento senza incidere sui livelli di servizio per la
cittadinanza».
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 21
Venerdì 21 marzo 2014
PATRUNO
Federalismo arma di sterminio
>> CONTINUA DALLA PRIMA
M
a che dite, il federalismo è
l’unica possibilità si salvezza per il Sud. E’ la guarigione taumaturgica da
tutti i suoi mali, dalla sciatica alla povertà: più di san Nicola, san Gennaro e
santa Rosalia messi assieme.
Il principio, onestamente, era da sballo.
Lo Stato dà meno a Regioni e Comuni, i
quali però possono trattenere qualcosa in
più delle loro tasse. E non le avrebbero
aumentate se avessero amministrato come il buon padre di famiglia, con accortezza, senza debiti, eliminando consulenze agli amici, feste e sagre coi soldi
pubblici, opere inutili tanto per regalare
qualche appalto.
Quindi meno spese, meno tasse, più
efficienza, meno vecchio Sud brutto,
sporco e cattivo. Nel frattempo anche lo
Stato avrebbe ridotto le sue tasse, dovendo dare meno a Regioni e Comuni. E
avrebbe ridotto la sua spesa, perché Regioni e Comuni avrebbero fatto di più da
sé.
Attesa finale: Sud finalmente di fronte
alle sue responsabilità ma anche con la
fiducia che avrebbe saputo non sfigurare.
Perché il governatore e il sindaco che
avessero sbarellato coi conti sarebbero
stati puniti dai loro elettori, vi abbiamo
sotto gli occhi, siete incapaci e andatevene a casa. Vedo-pago-voto. Una bellezza.
Magari questo giornale si permetteva
di alzare il ditino per dire che così gli
amministratori locali avrebbero potuto
essere sotto pressione più diretta sia dei
questuanti che della criminalità: altra
cosa se gestisce la più lontana Roma. Se
ne era allarmato anche Gratteri, il magistrato della lotta anti-‘ndrangheta in
Calabria. E però il timore principale era
che le famose tasse non sarebbero affatto
diminuite, anzi quelle locali si sarebbero
sommate a quelle nazionali. Perché lo
Stato non sarebbe riuscito a ridurre la
sua spesa e la sua fame compulsiva. E
Regioni e Comuni anche (a parte l’obiettivo vero della Lega di tenersi i suoi soldi
al Nord più che offrire un salvagente al
Sud).
Vent’anni dopo, la Corte dei Conti.
Tasse locali esplose del 130 per cento sia
al Sud che in quel Centro Nord che faceva
la lezione al Sud. Ma più al Sud, ed è
ovvio: non perché al Sud sono i soliti
sudici, ma perché, essendo meno ricchi,
la stessa percentuale dà meno gettito che
al Nord, quindi occorreva aumentare la
percentuale. Tasse locali responsabili per
i quattro quinti dell’aumento della pressione fiscale nazionale, il cui ulteriore
quinto è opera dello Stato (nessuno innocente). Ma soprattutto, “una sorta di
regola distorsiva che penalizza i territori
con redditi più bassi ed economia in
affanno”.
Nel linguaggio da Corte dei Conti, vuol
dire maggiore danno proprio a quel Sud
che Bossi e Salvini dicevano di avere a
cuore (e che lo Stato aggiungeva di avere
in cima, ma proprio in cima ai suoi
pensieri). Con una pressione fiscale cresciuta al Sud del 2,5 per cento in più. E
contemporaneamente non più ma meno
servizi dove più servivano. Asili, scuole,
assistenza agli anziani, case popolari,
mense per i poveri. Tradendo la Costituzione che parla di livelli essenziali di
servizi pari ovunque. E la stessa Costituzione che parla di pari diritto di
cittadinanza, non devi essere favorito o
sfavorito in base al luogo di nascita.
Senza infine parlare della famosa perequazione per il Sud: se devo fare da me,
prima mi devi dare ciò che mi serve (dai
treni, alle università, agli ospedali) per
partire alla pari degli altri, altrimenti è
gioco a perdere. Ma perequazione fantasma, mai pervenuta.
Come sempre in Italia, del patatrac ci si
è accorti quando era fatto. E continua:
basta vedere il balletto delle tasse sulla
casa, sempre a rischio aumento e sempre
peggio al Sud (dove tutto è peggio causa,
appunto, il maggior affanno). E la famosa
classe dirigente meridionale? Non una
parola neanche ora, coda fra le gambe. Sì,
sì, responsabile dei mali del Sud. Magari
non perché vuole sempre di più per il
Sud, non perché malata di assistenza. Ma
perché non riesce ad evitare che ciò che il
Sud ha di più, e di cui farebbe volentieri
a meno, siano soprattutto i danni.
Lino Patruno
LUCA CELLAMARE
Contribuenti, il grido del Garante
L
a cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, tenutasi lo scorso 15 marzo presso l’Università
degli studi di Bari, ha rappresentato l’occasione per i
massimi esponenti del settore di mettere in luce l’efficienza degli organi di giustizia tributaria pugliesi, ancora in
grado di garantire la ragionevole durata dei processi e l’equità nei
giudizi. E tanto, ha sottolineato il Presidente della Commissione
Tributaria Regionale Puglia “Ennio Attilio Sepe”, nonostante le
innumerevoli criticità della fase attuale, caratterizzata da un’evasione fiscale stimata in circa 120 miliardi di euro, un debito
pubblico che si attesta intorno ai 2 mila miliardi di euro, una
disoccupazione esorbitante ed una povertà dilagante.
Del tutto condivisibili, poi, le preoccupazioni manifestate dal
Garante del Contribuente per la Puglia (Presidente Salvatore
Paracampo) che, tra le molte denunce, ha posto in evidenza il clima
di “sfiducia” dei contribuenti onesti, nei confronti del fisco e del
legislatore, che determina in loro “un sentimento di avversione
che mina la propria coscienza civica”.
Tale espressione rappresenta l’emblema del rapporto tra fisco e
contribuente, inaspritosi negli ultimi anni e sempre più lontano da
un sistema il cui fulcro è costituito dalla giustizia fiscale e quindi
dalla pace sociale. Tali perplessità sono state tutte affrontate
dall’illustre Garante Dott. Paracampo nella propria relazione annuale per l’anno 2013 che, come noto, tutti i Garanti sono tenuti ad
inviare al Governo ed al Parlamento fornendo loro dati e notizie
sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della
politica fiscale.
Della relazione del dott. Paracampo ci occuperemo più in dettaglio in un prossimo articolo. Dalla stessa comunque emerge
prima facie che lo Statuto dei diritti del Contribuente (L. 212/2000),
apparso al momento della sua entrata in vigore come una grande
“conquista” in quanto promulgato in attuazione dei principi costituzionali, sia “continuamente e impunemente calpestato dal
legislatore” riducendosi di fatto ad uno “zerbino”. Sono state ben
505, sottolinea il Garante, le modifiche normative al testo di legge,
che hanno progressivamente annientato la ratio legis di garanzia
ad esso sottesa. Le violazioni dello Statuto sono così frequenti da
rendere la Legge più violata “dei limiti di velocità in autostrada
quando manca il tutor”. In tal modo, sostiene Paracampo, “viene
archiviata la leggenda del possibile fair play tra fisco e contribuente”.
A tal proposito nella relazione viene illustrato il subdolo tentativo, da parte del Legislatore, di sopprimere la figura del Garante:
«in un primo momento il legislatore, fingendo di recuperare sul
piano formale un modestissimo risparmio di spesa in applicazione
del principio della spending review, ha ridotto il numero dei
componenti dell’Organo del Garante, da tre ad uno. In un secondo
momento (...) ha tentato di sopprimerlo decidendo di affidare le
relative funzioni al Presidente della Commissione Tributaria Regionale». Parole dure - ma giuste - quelle del Garante per la Puglia,
quando sostiene che colui (ignoto) che ha ispirato e fatto redigere
tale proposta di soppressione «è certamente digiuno di conoscenze
giuridiche, perché altrimenti si sarebbe accorto di aver proposto
un Organo ibrido e giuridicamente incostituzionale». Prosegue
Paracampo: «il Garante è già per legge finalisticamente qualificato
a favore del contribuente e cioè di una parte del rapporto giuridico
d’imposta, mentre il Presidente della CTR è un giudice che, in
conformità al suddetto principio costituzionale, deve essere terzo e
cioè indipendente rispetto alle altre parti». Dopo tale necessaria
premessa, nella relazione annuale viene anche criticato l’atteggiamento per niente solerte del Fisco che, il più delle volte, non dà
riscontro alle numerose richieste del cittadino. Si legge infatti: «il
contribuente fa spesso istanze e richieste al Fisco, ma nella maggior parte dei casi gli uffici non si degnano di rispondere. I
contribuenti che hanno sollecitato interventi al Garante sono
numerosi e talvolta richiedono adeguate misure sanzionatorie che
peraltro la legge non consente al Garante di irrogare. Orbene, pur
tenendo conto dell’esigenza di norme che per fictio-legis equiparano il silenzio (mantenuto dagli Uffici fiscali per novanta
giorni su di una richiesta specifica del contribuente) al rigetto
della stessa (impugnabile in sede giurisdizionale), una riposta al
contribuente, che sovente ignora norme e risoluzioni, appare pur
doverosa non solo in base alle norme dello Statuto del Contribuente, ma anche in base alla deontologia». Discorso analogo può
farsi per le istanze di rimborso: «se il rimborso non è dovuto
sovente gli uffici non rispondono, se invece è dovuto i tempi
materiali di erogazione sono lunghissimi e così, da una parte si
determina un danno all’erario per maggiori interessi dovuti e
dall’altra si alimenta una maggiore rabbia del contribuente».
Tale atteggiamento ostativo del Fisco non cambia anche in
relazione al diritto di accesso ai documenti consentito dalla L.
241/90: «in alcuni casi gli Uffici negano l’accesso ... In altri casi non
rispondono; in altri ancora dicono che la richiesta è stata adempiuta con il deposito degli atti in sede giurisdizionale». Ebbene,
precisa Paracampo, «la posizione assunta da tali uffici è assolutamente illegittima perché l’esclusione degli accessi agli atti dei
procedimenti tributari è limitata alla fase istruttoria (...); il silenzio mantenuto sulla richiesta di acceso è impugnabile presso il
TAR, per cui se è illegittimo sorgono responsabilità di varia natura
anche per il responsabile del procedimento; il deposito degli atti
richiesti nel fascicolo del processo tributario non è equipollente e
sostitutivo, dato che il contribuente ha interesse difensivo a conoscere gli atti prima di instaurare la controversia».
[email protected]
IL GRANDE PROGETTO
PER IL CONTINENTE
EURO-ASIATICO
di MARIO LETTIERI E PAOLO RAIMONDI
M
entre i venti di una nuova guerra fredda e
i rischi di veri e propri conflitti intorno
alla questione Ucraina crescono, importanti personalità dell’economia e delle
scienze della Russia propongono invece una visione
pacifica dello sviluppo infrastrutturale, economico e
culturale dell’intero continente euro-asiatico.
L’11 marzo scorso, a Mosca il presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin, con il decisivo sostegno
della prestigiosa Accademia delle Scienze Russa (RAS),
ha proposto un progetto di grandi investimenti infrastrutturali noto come “Il corridoio euro-asiatico Razvitie”. Questa parola russa significa sviluppo.
Gli autori sono stati tra i pochi stranieri invitati
all’evento. Dopo la sua validazione scientifica da parte
della RAS, il progetto adesso è pronto per essere presentato e discusso nelle varie istituzioni dell’amministrazione statale.
INVESTIMENTI -Si tratta di un mega progetto, che
negli anni potrebbe richiedere investimenti per parecchie centinaia di miliardi di euro, per collegare con
moderne infrastrutture la costa russa del Pacifico con i
Paesi europei fino all’Atlantico. Nel corridoio, oltre ai
trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche
collegamenti continentali con pipeline per il gas, il
petrolio, l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni,. Si
prevedono anche collegamenti diretti futuri con la Cina, che del resto sta già attivamente portando avanti
simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la
realizzazione di moderne Vie della Seta, e con il Nord
America, con la realizzazione di collegamenti ferroviari che, passando attraverso lo Stretto di Bering,
potranno collegare via terra la Russia e l’Asia con
l’Alaska.
Evidentemente la visione strategica del progetto va
ben oltre la realizzazione del corridoi di transito. Infatti
si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia
di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi. Secondo Yakunin un tale progetto potrebbe creare almeno 10-15
nuovi tipi di industrie basate su tecnologie completamente nuove.
Potrebbe sembrare l’idea di visionari. Ma la Russia
da tempo sta cercando di definire una strategia che non
sia soltanto economica ma che sappia mobilitare e
unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera
popolazione intorno ad un grande progetto.
In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli
ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di
popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere
in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi
totalmente disabitati.
PROGETTI -In verità la Russia in passato si è sempre
mobilitata intorno a grandi progetti che inizialmente
sembravano irrealizzabili. La costruzione più di cento
anni fa della linea ferroviaria transiberiana lunga 9.300
km, il piano di elettrificazione dell’Unione Sovietica e i
programmi spaziali sono gli esempi più noti.
Yakunin ha ricordato che recentemente sono già stati
decisi investimenti di lungo termine quali la modernizzazione della Transiberiana e della linea ferroviaria
Bajkal-Amur.
La crisi globale che ancora caratterizza l’inizio del
ventunesimo secolo potrebbe essere un importante stimolo per un nuovo accordo della Russia con l’Unione
europea e gli Stati Uniti dando una risposta vincente
alla politica di deindustrializzazione che ha colpito tutte e tre le aree.
L’utopia della società post-industriale è fallita e potrebbe così essere superata con una nuova e moderna
industrializzazione. In un mondo di scambi di beni e di
tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico dovrebbe quindi conciliare gli interessi dei tre grandi
sistemi economici, creando nel contempo una garanzia
di sicurezza geopolitica per tutti.
E’ ovvio che un progetto di così grande portata può
essere realizzato soltanto con la partecipazione di tutti i
Paesi coinvolti ed interessati, a cominciare dall’Unione
europea, il cui contributo tecnologico appare insostituibile. Per l’Europa e per l’Italia si aprirebbero anche
prospettive di modernizzazione tecnologica, di nuova
occupazione e di nuovi business per le nostre imprese..
Può sembrare stravagante in questo delicato momento dei rapporti tra i Paesi del G8 parlare di simili
progetti, ma riteniamo che occorra pensare a nuove
fasi di sviluppo globale e a nuovi assetti geopolitici
pacifici e fortemente integrati.
RASSEGNASTAMPA
2
venerdì 21 marzo 2014
POLITICA
Renzi, battaglia sui vincoli Ue
Schulz: «Siamo con te»
Il premier a Bruxelles: i fondi strutturali vanno
tenuti fuori dal bilancio ● Botta e risposta
con Barroso che chiede all’Italia di «rispettare
gli impegni» ● La replica: «Lo stiamo già facendo»
●
VLADIMIRO FRULLETTI
[email protected]
Il bottone questa volta non l’ha sbagliato, come fa notare lui stesso ai giornalisti, mentre stringe la mano al presidente della Commissione Ue Manule Barroso, ma per Renzi la giornata di Bruxelles ha avuto altre smagliature. Come la
risatina fra lo stesso Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman
Van Rompuy al momento di rispondere
alla domanda del corrispondente di Radio Radicale, David Carretta, sulla reale
capacità del premier italiano di convincere i vertici europei sulla sostenibilità
delle proprie riforme. Un messaggio indiretto, che a molti ha ricordato i sorrisi
di Merkel e Sarkozy su Berlusconi, su
una presunta inaffidabilità italiana, tanto che entrambi si preoccupano di sottolineare che i vincoli sono da rispettare
non solo perché ci sono patti sottoscritti, ma anche perché la parità di bilancio
l’Italia l’ha messa in Costituzione.
Lettura forse esagerata, ma certamente rigettata da Palazzo Chigi e dallo
stesso Renzi che non a caso, appena s’affaccia di fronte ai giornalisti fa subito
notare il tweet con cui il presidente della Commissione Barroso, commentando una foto assieme a Renzi, fornisce
una apertura di credito alla piattaforma
italiana parlando di incontro «molto positivo» e spiegando che l’Europa «sostiene» le riforme italiane.
Un tweet «molto chiaro» sottolinea
Renzi. Utile perlomeno a sgombrare il
campo, fanno notare gli uomini del premier, da possibili equivoci su vincoli da
rispettare come chiede l’Ue e volontà di
rispettarli come continua a ripetere
l’Italia. E come ribadisce il premier
(«stiamo rispettando tutti i vincoli») facendo notare come in Italia il rapporto
debito/Pil sia sotto il fatidico tetto del
3%. Le polemiche sui numeri e le coperture alle sue misure, dice, sono «incomprensibili» e chi non si fida di quello che
ha garantito lo scorso con le slides una
settimana fa, può aspettare il Documento di economia e finanza. E lì troverà
tutti i numeri che cerca. Insomma il premier ci tiene a far sapere che la sua visita al Consiglio europeo non è quella di
«uno studente fuori corso», ma di un
premier di un Paese che è un fondatore
della Ue e che soprattutto è in regola,
ma che ora vuole uscire dalla crisi cambiando se stesso in profondità e in poco
tempo. Renzi si dice convinto che questo messaggio coi partner europei è
«passato, ma che adesso il compito più
complesso e che riguarda anche i colleghi europei è far passare fra le famiglie
italiane il messaggio che l’Europa non è
il problema, ma «la soluzione ai nostri
problemi».
Del resto lo stesso sorrisino incriminato esce dalla bocca di Barroso prima
che il presidente della Commissione incontri Renzi. I due si vedono solo dopo
la partecipazione del Presidente del
Consiglio al pre-vertice coi colleghi del
Pse. Dove Renzi ha trovato voci assai assonanti con le sue richieste. Come testi-
.. .
Il sorrisino tra Barroso
e Van Rompuy a una
domanda sull’Italia
richiama il caso Merkozy
...
In un tweet il presidente
della Commissione Ue
poi smorza: «Incontro
positivo, bene le riforme»
moniana il sostegno del presidente del
Parlamento Europeo e candidato dei socialisti europei alla presidenza della
Commissione alle elezioni del 25 maggio, Martin Schultz. «Io sto con Matteo
e con le sue riforme» dice, prima di volerlo a fianco, alla propria sinistra nella
tradizionale foto di rito con tutti i Capi
di Stato e di governo della Ue. Per Schultz infatti Renzi ha spiegato «molto bene» perché non mettendo in discussioni
gli impegni derivanti dai tratti europei a
cominciare da Maastrich, gli investimenti per la crescita vadano tenuti fuori dai vincoli di rispetto del debito.
L’obiettivo con cui infatti Renzi è salito a Bruxelles è quello di far considerare fuori dal patto di stabilità i fondi comunitari, i soldi per rimettere a posto le
scuole e quelli per gli interventi di messa in sicurezza del territorio. Almeno
questa è la cartellina che, prima di prendere l’aereo, fa vedere ai presidenti delle regioni guidati da Vasco Errani e alla
delegazione dei sindaci con a capo quello di Torino Piero Fassino. Due incontri
da cui la strategia renziana esce rafforzata. Tanto che il presidente dell’Anci,
Fassino, spiega che i comuni non saranno interlocutori, ma «alleati» del premier in questo cammino. «C’è piena condivisione alla spinta riformatrice che il
governo vuole realizzare» dice Fassino.
Ma oltre che sui contenuti Renzi incassa un sostanziale via libera da governatori e sindaci anche sui tempi. Entro la
prossima settimana dovranno essere definite le proposte sul superamento del
bicameralismo con la trasformazione
del Senato in Camera delle Autonomie
e sulla modifica del Titolo V che prevede non solo un nuova ditribuzione di
competenze fra Stato e Regioni, ma anche il superamento in Costituzione delle Province che intanto, come chiedono
ai parlamentari Regioni e soprattutto
Comuni, dovranno essere svuotate di
competenze attraverso la legge Delrio
in attesa del sì (si ricomincia martedì)
dal Senato.
Ed è di questa trasformazione «strutturale» che tocca le istituzioni italiane,
in cui ovviamente va inserita anche la
nuova legge elettorale che permette di
avere un chiaro vincitore con una chiara maggioranza per governare, e che riguarda anche lavoro e fisco che Renzi
ha discusso con Barroso. Come già aveva fatto sabato a Parigi con Hollande e
Lunedì a Berlino con la Merkel. «Noi
stiamo cambiando e rivoluzionando
l’Italia» un processo che è «molto più importante che non lo 0,1 o lo 0,2». Il tema
dei soldi di cofinanziamento dei fondi
europei messi da Stato e Regioni da tener fuori il patto di stabilità è «sul tavolo» spiega il viceministro agli affari europei Sandro Gozi, ma con Barroso «non è
stato posto». «Abbiamo parlato di riforme, non di zero virgola» precisa lo stesso premier. Di certo il faccia a faccia è
stato piuttosto lungo e non privo di battute. Con Renzi che si sede alla destra
del presidente della Commissione Ue
spiegandogli che è difficile trovare qualcuno più a destra di lui e con Barroso
che gli ricorda quando due anni fa, dopo
un incontro fiorentino, gli profetizzò un
futuro da premier.
Il premier Matteo Renzi col
presidente della Commissione
Ue, José Manuel Barroso
FOTO DIRE
IL CASO
Camusso: «Cercare
alleati tra i partner
per rivedere i trattati»
Cercare un sistema di alleanze a livello
europeo per modificare alcuni trattati,
a partire dal Fiscal compact. È la linea
tracciata dal segretario nazionale della
Cgil, Susanna Camusso, in vista della
serie di incontri europei che attendono
il presidente del Consiglio, Matteo
Renzi. Arrivando a Ercolano per
l’apertura del congresso regionale
della Cgil, Camusso ieri ha ricordato
che «da anni ci si immagina, a ogni
consiglio dei governi, che si possano
avere alcune risposte, e segue
regolarmente una delusione».
L’operazione da fare, sostiene, «è
provare a vedere se esiste un sistema
di alleanze in Europa che decida che si
rivedano alcuni trattati, a partire dal
Fiscal compact, che rischia di essere
la prosecuzione politica a tagli che il
Paese non può reggere».
Interpellata sulle proposte del
commissario per la spending review,
Carlo Cottarelli, resta critica. Molte di
quelle idee, sostiene, vanno «nel solco
dei tagli lineari che non hanno fatto
bene al nostro Paese, non hanno
risolto alcun problema, non abbassato
il debito né diminuito la spesa. Penso,
quindi, che bisogna avere un’altra
linea, fare un’altra scelta». Infine la
leader della Cgil interviene per
ribadire che «se la scelta economica
del governo è quella di ridare,
attraverso la riduzione della pressione
fiscale, reddito a lavoro dipendente e
all’area medio-bassa dei redditi, c’è
anche un’area di pensionati che rientra
e che avrebbe diritto a una
restituzione fiscale per favorire la
domanda e la crescita nel Paese».
«La revisione della spesa? Paghi chi guadagna di più»
BIANCA DI GIOVANNI
ROMA
«La scommessa è tornare a crescere.
Quella sarà la strada per consolidare
i conti e abbattere il debito». Giovanni Legnini, sottosegretario all’Economia, interviene sui conti italiani e sulle richieste del nostro Paese, mentre
il premier è a Bruxelles per il suo primo vertice Ue.All’orizzonte c’è la manovra sul cuneo fiscale annunciata
da Matteo Renzi il 12 marzo. E non
solo. C’è anche il corposo dossier Cottarelli, che ha già provocato parecchie reazioni negative, soprattutto
tra i sindacati. Una raffica di proposte che potrebbe tagliare la strada al
cammino del giovane premier verso
quella «svolta» più volte evocata.
Sottosegretario, l’Italia chiede piùflessibilità di spesa. Perché Renzi dovrebbe
ottenere quello che Letta non ha avuto?
«La flessibilità prevede due profili,
che vanno distinti. Poter utilizzare lo
spazio finanziario fino al 3% è possibile, con l’attivazione di una precisa
procedura, disciplinata dalla legge di
contabilità. Ovvero, una relazione da
votare in Parlamento, sentito il parere della Commissione Ue. Si tratta
quindi di lavorare su questo fronte,
molto importante per finanziare le
misure di riduzione delle tasse annunciate dal premier».
Dunque le risorse servono per il fisco,
non per gli investimenti.
Giovanni Legnini
«È quello sulla esclusione dei fondi
strutturali dai vincoli del Patto. In
questo caso si tratta di modificare le
regole, oggi si è fatto il primo passo,
ma il percorso si espleterà durante
l’anno, e sarà al centro centro dell’iniziativa italiana durante il semestre di
presidenza».
Il sottosegretario
all’Economia: l’obiettivo
centrale del governo è
favorire la crescita. Sarà
quella la strada del
consolidamento dei conti
E il secondo profilo?
IlministroPadoanavevaannunciatouna
duediligencesuicontiitaliani.Èstatafatta? Con quali risultati? Brunetta dubita
che il deficit sia al 2,6%.
«I conti italiani sono in ordine: le previsioni sono note a tutti. Eventuali
scostamenti, derivanti da una possibile minore crescita, si verificheranno a fine anno. Ma noi siamo fiduciosi che le misure oggi in cantiere saranno orientate al rafforzamento del
Pil».
Propriotuttelemisure?Itagliprospettatida Cottarellinon avrannoeffettirecessivi?
«La riduzione della spesa di per sé è
recessiva. Ma se le risorse vengono
destinate ai redditi delle famiglie,
specie a quelli più bassi, abbiamo la
certezza che i consumi aumenteranno, con un effetti benefici sul Pil. Il
tagli di spesa. Naturalmente sappiamo che la crisi ha avuto un impatto
fortissimo sui redditi, determinando
molte criticità, ma la lotta all’evasione resta l’altro grande capitolo in
agenda per recuperare risorse per
l’equità e la crescita. L’esercizio della delega fiscale e la semplificazione
vanno letti anche in questa direzione, ovvero accrescere la compliance fiscale».
L’INTERVISTA
«Certo, per il fisco, ma sempre in
un’ottica di sostegno alla domanda
interna del Paese».
tema importante è selezionare bene
sia gli interventi di riduzione della
spesa che il finanziamento delle misure espansive».
Molti di quelli indicati da Cottarelli pesano proprio sulle famiglie più deboli.
«La manovra complessiva di Renzi
ha un segno chiaro e inequivocabile
di equità sociale e di impulso alla crescita. È evidente che le riduzioni di
spesa, che pure noi riteniamo necessarie, non possono contraddire il segno sociale della manovra. Tradotto:
la revisione della spesa deve orientarsi innanzitutto verso le spese improduttive e superflue, e poi verso chi ha
più possibilità di dare. Sarebbe un
controsenso far pagare le famiglie
che la manovra intende invece soste-
Le imprese si aspettavano un po’ di più
nere».
Lei conferma che le pensioni non saranno toccate?
«Sto a quello che ha detto il premier.
Cottarelli ha indicato gli obiettivi di
risparmio possibili. A questo punto
le scelte spettano alla politica. Ritengo sia giusto ripristinare il rapporto
di strumentalità positiva tra le indicazioni tecniche e le scelte della politica».
Comemainonsiparlapiùdilottaall’evasione?Eppure sec’èunparametroeuropeo che l’Italia non rispetta è proprio
quello della fedeltà fiscale.
«Tra i nostri obiettivi la lotta all’evasione c’è. E aggiungo che non si è
mai fermata, anche se il dibattito politico in questa fase si concentra sui
«Nel pacchetto dei provvedimenti come è noto è ricompreso l’obiettivo di
riduzione dell’Irap attingendo all’aumento del prelievo sulle rendite finanziarie e la riduzione delle bollette energetiche, oltre che l’ambizioso
programma per il drastico abbattimento degli oneri burocratici. Non
mi sembra poco come, e comunque
l’intera manovra di politica economica è orientata a sostenere la crescita».
Achepuntoè illavorosulDef?Saràlìche
sivedràilpianodiattuazionedellamanovra?
«Siamo nel pieno del lavoro, visto
che si deve presentare entro il 10
aprile assieme al piano nazionale per
le riforme».
Quando saranno distribuite le deleghe
all’interno del ministero dell’Economia?
«Credo molto presto, è questione di
giorni».
RASSEGNASTAMPA
3
venerdì 21 marzo 2014
Ma il nodo
è il Fiscal
Compact
IL COMMENTO
NICOLA CACACE
REPETITA IUVANT! A pochi giorni di
distanza dal monito di Angela Merkel a
Matteo Renzi «bene la tua promessa di
rispettare il vincolo del 3%, ma ricordati
anche gli altri vincoli», stamane il
commissario della Ue Barroso ed il
presidente Van Rompuy hanno ripetuto il
monito a Renzi «ricordati il rispetto anche
degli altri vincoli». Quali sono gli altri
vincoli? Il deficit zero del Pil,
malauguratamente trasformato in art.81
della Costituzione e, soprattutto, il Fiscal
Compact.
Questo avviene mentre tutto il dibattito
politico e mediatico italiano è incentrato sul
3%, sulla possibilità di sforare il deficit 2014
dall’attuale 2,7% al 2,9%, che significherebbe
la possibilità di avere subito disponibili 3,2
miliardi per le riforme economiche. Perché
si parla così poco degli «altri vincoli»? Perché
non li si conosce? O è un pericoloso caso di
«ignoranza attiva», quello che Goethe
giudicava «non esserci altro caso più
pericoloso»: i nostri politici non hanno
ancora capito bene che non è il 3% il
problema, Bruxelles ci potrà sicuramente
concedere un 0,2% di sforamento purché noi
ci impegniamo a rispettare il Fiscal
Compact, senza parlare dell’altro assurdo
vincolo del deficit zero, malauguratamente
trasformato nell’articolo 81 della
Costituzione. Si dà il caso che il Fiscal
Compact potrà funzionare solo a due
condizioni: a) che l’economia reale cresca
almeno dell’1%, cosa difficile già quest’anno
a giudicare dalle previsioni di Confindustria
e degli organismi internazionali; b) che ci sia
un inflazione minima intorno al 2%, al posto
della quasi deflazione attuale. Perché
questo? La formula del Fiscal Compact
impone che, dal 2015 il rapporto debito/ Pil
passi dal 133% del 2014 al 129,3% del 2015.
Perché 129,3%? Perché, dice il F.C. «il
rapporto debito/Pil attuale di 133% deve
essere ridotto al 60% in 20 anni, cioè, a
partire da quest’anno, di 73/ 20= 3,7 punti
del Pil, pari a 61 miliardi annui se il Pil
nominale non cresce, a 40 miliardi se il Pil
nominale cresce dell’1%, a 20 miliardi se il
Pil nominale cresce del 2%, a poco più di un
miliardo se il Pil nominale cresce del 3%.
Quest’ultimo caso è un obiettivo possibile
ma difficile se non si riesce ad attivare un
minimo di crescita reale, 1%-1,5%. Allora è
questo il discorso che Renzi dovrà fare a
Bruxelles, «cari signori, io voglio rispettare il
Fiscal Compact, ma il suo rispetto richiede
un minimo di crescita, impossibile senza
due-tre anni di investimenti pubblici e quindi
senza un minimo di tolleranza sui deficit di
bilancio».
Tertium non datur. Se nei prossimi
uno-due anni il governo eccederà nei tagli di
spesa - l’agenda Cottarelli va vista anche in
questa luce, non solo in quella, sempre
presente, che i tagli «riguardino solo gli
altri», ma anche in quella, poco discussa
sinora, degli effetti recessivi dei tagli di spesa
- e lesinerà negli investimenti pubblici,
nessuna ripresa reale del Pil superiore all’1%
e nessuna ripresa dei prezzi almeno
dell’1,5%, sarà possibile, così come nessun
rispetto del Fiscal Compact. Solo se a
Bruxelles ignorassero l’a,b,c delle leggi di
mercato - più che di economia, liberale o
keynesiana che sia - impedendo al governo
una politica minimamente keynesiana per
rilanciare il Pil, non resterebbe che l’altra,
extrema ratio, allungare da 20 a 40 anni il
timing del passaggio del debito al 60% del
Pil. Quest’ultima sarebbe comunque una non
soluzione, condannerebbe l’Italia all’ultimo
atto di un film del declino già visto altre
volte nella storia, come nella grande
depressione del 1929 che durò più di 10 anni
e si «risolse» solo con fascismo, nazismo, la
II guerra mondiale e 40 milioni di morti.
Non si possono mettere le mutande alla
storia (se non si vuol rischiare di restar
senza mutande)!
●
La doppia sfida europea di Matteo
per l’Italia e per il Pse
SEGUE DALLA PRIMA
Il secondo Matteo Renzi è il leader di
un partito che da poche settimane è entrato, e con un certo peso, nella famiglia socialista europea ed è titolato ad
esprimerne le istanze in merito alla politica economica europea e ai modi e ai
tempi con cui essa va modificata. Nel
senso di un diverso modo di affrontare
le questioni del deficit e del debito rispetto alla austerity che ha dominato la
politica dei governi più importanti (soprattutto, ma non solo, la Germania) e
delle autorità brussellesi attualmente
in carica. E anche rispetto alle acquiescenze, timidezza o subalternità di cui
la stessa famiglia ha dato talvolta deplorevoli prove.
I due Renzi coincidono nel momento
in cui l’uomo si presenta a Bruxelles
per il suo primo Consiglio europeo senza cappotto e con i bottoni bene allacciati. Ovvio che i massimi dirigenti
dell’Unione così com’è oggi, cioè il presidente della Commissione José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, e
mettiamoci pure il supercommissario
agli Affari economici Olli Rehn, accolgano sia quello «italiano» che quello
«socialista» (absitiniuriaverbis) con qualche prevenzione, che hanno tradotto
verbalmente nella cruda reiterazione
dell’eterna formuletta secondo la quale
l’Italia deve, comunque, «rispettare gli
impegni presi».
E certo. Noi li rispettiamo dicono i
due Renzi, ma siamo qui proprio per
discutere quali siano gli impegni: dite
anche voi che è ora di pensare alla crescita? E allora qualche margine di manovra dovete metterlo nel conto: ragioniamo insieme e trattiamo su come e
quanto.
Le posizioni sono chiare da ambedue le parti, e ribadite senza troppo cedere alla diplomazia. Ma forse è un po’
troppo per parlare di scontro, come faceva ieri qualche sito italiano. Si vedrà
nel comunicato finale (e come sempre
nelle interpretazioni che le sue inevitabili vaghezze permetteranno alle parti)
se l’Italia avrà ottenuto o no quello che
il capo del governo aveva messo nella
.. .
Presto la Commissione
avrà un nuovo presidente,
è probabile che non tirerà
più l’aria dell’austerità
IL COMMENTO
PAOLO SOLDINI
Nel suo primo Consiglio
europeo il premier punta
a superare le resistenze
neo-liberiste dei vertici
impersonati da Barroso,
Van Rompuy e Rehn
valigia partendo: gli stralci nel computo del bilancio che in passato con pochissima fantasia venivano rubricati come «golden rule» o comunque qualche
ammorbidimento al no preventivo
all’aumento di due o tre decimi di punto nel rapporto deficit-Pil sempre sotto
il fatidico 3%, formula «arcaica» come,
garantendo comunque che non lo met-
EMERGENZA CARCERI
Orlando: «Lunedì
presento a Strasburgo
le nostre proposte»
«Lunedì e martedì prossimi sarò a
Strasburgo, dove presenteremo un
pacchetto di dati, proposte,
politiche e convenzioni: è
un’azione molto articolata che
intendiamo illustrare alla Corte».
Lo ha annunciato il ministro della
Giustizia, Andrea Orlando,
parlando della situazione di
sovraffollamento dei penitenziari
del nostro Paese.
Entro il 28 maggio l’Italia deve
fornire alla Corte di Strasburgo una
risposta sull’emergenza carceri.
«Stiamo lavorando ventiquattro
ore su ventiquattro per mettere a
punto una piattaforma da portare
a Strasburgo», ha detto il
Guardasigilli a margine del IX
Congresso del Consiglio nazionale
forense. «Si tratterà di un
pacchetto molto articolato. Da
parte nostra si tratta di un’azione
che ci auguriamo sarà
apprezzata».
te in discussione, ha detto Renzi con un
giudizio un po’ provocatorio il cui
copyright spetta però a Romano Prodi.
Anche i sorrisini che qualche cronista
malizioso ritiene di aver còlto sulle labbra di Barroso e Van Rompuy quando
gli si è chiesto del leader italiano non
evocano drammi e non dovrebbero ferire anime belle e stimolare ipersensibilità. Niente a che vedere con quelli della
cancelliera tedesca e del presidente
francese a Cannes su Berlusconi: qui e
ora non si ha a che fare con un disastro
umano che rischia di mettere tutti nei
guai.
Il capo del governo italiano, questo,
rappresenta una politica credibile e che
ha appena incassato il credito nelle due
capitali più importanti dell’Unione, pur
se presidiato da rigidi ceppi di confine
quello di Berlino. Si può non apprezzarla e prepararsi a dirgli di no, giudicare
troppo “ambiziosi” i suoi programmi e
troppo spendaccione le sue propensioni ma si tratta di roba da discutere: da
Monti in poi a Bruxelles l’Italia è una
cosa seria. I due Renzi, oltretutto, si presentano al loro primo Consiglio europeo in un momento storico che dovrebbe aiutare tutti e due. Gli interlocutori
che ha avuto davanti ieri e con il loro
fuoco di sbarramento sono ormai quasi
alla fine della loro corsa. Entro la fine
dell’anno ci saranno un nuovo presidente della Commissione e un nuovo presidente del Consiglio ed è possibile, forse
addirittura probabile, che nei palazzi di
Bruxelles non tiri più l’aria dell’austerità e della disciplina di bilancio costi-quel-che-costi che ancora vi si respira pur se qualche finestra da qualche
tempo è stata aperta.
Con qualche azzardo d’ottimismo si
può sperare che anche nelle capitali,
persino in quella che mena le danze, spirino arie meno fanaticamente neoliberiste. Intanto ci saranno state le elezioni
europee, che comunque segneranno
una svolta (speriamo tutti nel bene) e il
semestre di presidenza italiana, che,
senza sopravvalutarne le possibilità, potrebbe favorire l’avvento del clima nuovo.
.. .
I tempi di Berlusconi sono
archiviati, il premier
italiano rappresenta una
politica credibile
.. .
Il semestre italiano
di presidenza
dell’Ue potrebbe
favorire l’avvento
di un clima nuovo
RASSEGNASTAMPA
4
venerdì 21 marzo 2014
POLITICA
«Sul Senato federale
il governo ci ascolti»
ANDREA CARUGATI
ROMA
Ieri mattina il premier Renzi ha incontrato prima i governatori, poi i sindaci guidati da Piero Fassino per discutere della riforma del Senato e del Titolo V. Clima
«positivo», i presidenti di Regione hanno
presentato un documento che chiede alcune modifiche ma l’obiettivo di arrivare
a un testo condiviso entro marzo è condiviso. Sulla spending review la richiesta
dei governatori è che «i risparmi ottenuti
nella Sanità vengano reinvestiti nello
stesso settore». «Finalmente si chiude
una fase, quella di un federalismo assai
poco fondato e molto strumentalizzato,
che ha provocato danni all’Italia e generato scandali nella classe politica», spiega Enrico Rossi, presidente della Toscana. «Si chiude l’epoca delle Regioni intese come staterelli, una concezione
dell’autonomia spinta al punto da aprire
sedi estere o immaginare una storia veneta da insegnare nelle scuole. Tutto questo è stato spazzato via dalla crisi e dalla
globalizzazione, così come l’idea di uno
Stato minimo che non interviene
nell’economia, nelle politiche industriali
e nella mobilità, e che ha trasferito la crisi fiscale in periferia».
La sua è una bocciatura senza appello.
Eppurenel2001lariformadelTitoloVla
votò il centrosinistra...
«Il centrosinistra dell’epoca è stato subalterno a un’ideologia leghista che sembrava trionfante. Era una fuga in avanti, ora
bisogna tornare al regionalismo immaginato dai padri costituenti».
Detto da un presidente di Regione fa un
certo effetto. Non c’è il rischio di tornare
indietro, al centralismo del passato?
«Il rischio di un pendolo che passa da un
estremo all’altro c’è e va evitato. Sarebbe
un grave errore. Ora c’è l’occasione per
arrivare a un regionalismo forte, a partire
dalla creazione di un Senato delle autonomie composto da rappresentanti di Regioni e Comuni al 50%. Il compito di questa
camera è portare nel cuore dello Stato i
territori. Questo Senato non dovrà legiferare, fatta eccezione per le norme costituzionali, ma esprimere pareri in tempi rapidi su ciò che decide la Camera. La proposta dei presidenti di Regione, a differenza
della bozza del governo, è che le Regioni
abbiano un numero di rappresentanti pro-
L’INTERVISTA
Enrico Rossi
«Bene la Camera delle
autonomie ma la bozza
dell’esecutivo contiene
errori. Ci sia proporzione
tra rappresentanti e abitanti
delle diverse Regioni»
porzionale al numero di abitanti».
Checosacambieràrispettoallasituazione attuale?
«Serve innanzitutto una migliore definizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Faccio due esempi. Nella
bozza del governo la Sanità è esclusivamente regionale, mentre l’urbanistica torna allo Stato. Io credo che siano due errori: l’urbanistica è di competenza delle Regioni dal 1972 e dovrebbe restare tale.
Mentre sulla Sanità serve un ruolo dello
Stato perché il Servizio sanitario è nazionale. Bisogna trovare il giusto equilibrio
tra il principio di supremazia dello Stato uno dei punti chiave di questa riforma - e
quello di sussidiarietà che va tutelata. Si è
aperta una discussione con il governo, nei
prossimi giorni dobbiamo chiudere in
fretta e bene».
Quali sono i poteri che torneranno allo
Stato?
«Politiche industriali, grandi infrastrutture. Sul turismo non si può evitare una promozione nazionale del Paese. Non possiamo pensare di andare in Cina a promuovere le singole Regioni. Francia e Spagna su
questo hanno politiche nazionali».
Cosasalvadiquestiultimiannidifederalismo?
«Credo che, nonostante tutto, la gestione
regionale della Sanità sia stata positiva.
Se non avessimo governato bene il Servizio sanitario nazionale non si sarebbe salvato. E invece oggi è tra i migliori d’Europa e con una spesa complessivamente sotto controllo. Poi è andato bene il comparto dell’agricoltura, mentre sulla mobilità
purtroppo scontiamo dei problemi molto
seri, a partire dalle ferrovie. Poi c’è il capitolo dei fondi comunitari, dove alcune Regioni hanno fatto molto bene e altre devono ancora imparare».
Pare incredibile che abbiate firmato un
documentosuquestitemiinsiemeaipresidenti leghisti di Lombardia e Veneto.
«È una domanda da rivolgere a loro. Credo che uno dei motivi del sostegno a questa riforma è che per la prima volta nasce
un Senato delle autonomie che dà un senso al regionalismo».
I “senatori” eletti dalle Regioni saranno
consiglieri regionali in carica?
«Consiglieri regionali, che non smetteranno di svolgere la loro funzione. Il nuovo
Senato non richiederà un impegno full time, i senatori non riceveranno alcuna indennità aggiuntiva».
Lostipendiodelconsigliereregionalesarà parificato a quello del sindaco del Comune capoluogo.
«Va benissimo. In alcune regioni come la
mia gli stipendi sono già molto vicini a
questo obiettivo».
Conquesta riforma pensate di uscire dal
clima disfiducia dovuto agli scandali dei
rimborsi regionali?
«Credo che possa aiutarci a uscire dalle
secche. Ci sono stati comportamenti che
sono espressione di un insopportabile degrado della classe dirigente, ma anche eccessi nella gogna mediatica».
In cosa la vostra proposta sul Senato si
differenzia da quella del governo?
«Noi vorremmo che, come nel Bundesrat
tedesco, ci fosse un vincolo territoriale. In
Germania si vota in base all’appartenenza territoriale, sì o no per tutti i rappresentanti di ciascun Land. Per me è opportuno che il Capo dello Stato nomini nel Senato 21 alte personalità, ma su questo altri
presidenti non sono d’accordo».
Dunque non sarete più governatori?
«A me non è mai piaciuto questo appellativo, si è perso il senso delle parole. Chiamateci presidenti».
Renzi su casa in affitto:
«Solo ospite di Carrai»
CATERINA LUPI
ROMA
La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla vicenda dell’appartamento di Firenze, dove il premier Matteo
Renzi, all’epoca sindaco della città, ha
avuto la residenza, dal marzo 2011 al
gennaio 2012. Al momento non ci sono
indagati, né ipotesi di reato. A pagare
l’affitto di quell’alloggio è stato l’imprenditore Marco Carrai, molto vicino
all’allora sindaco.
Il fascicolo è stato aperto in seguito
a un esposto presentato da un dipendente del Comune di Firenze, Alessandro Maiorano.
A voler fare chiarezza sulla vicenda,
anche perché Cinque Stelle e Lega stavano montando la polemica politica
con interrogazioni parlamentari, è lo
stesso Matteo Renzi con una nota del
suo ufficio stampa: «Nelle ultime ore il
quotidiano Liberoha sollevato più polemiche su alcune vicende personali di
Matteo Renzi e della sua famiglia», meglio chiarire i vari punti: «In questi anni Renzi ha vissuto a Pontassieve»,
mentre «la casa di via Alfani è stata per
alcuni anni la casa di Marco Carrai, pagata dallo stesso Carrai. Non era, dunque, la casa di Renzi pagata da altri,
ma la casa di Carrai pagata da Carrai»,
spiega la nota, che continua: «Renzi ha
Ok a parità nel 2019. Insulti alle donne Pd: «Codarde»
● Approvata con un compromesso la legge
elettorale per le Europee ● I popolari attaccano
le senatrici dem: «Avete gravidanze isteriche»
● La replica: «Puntate solo alle soglie più basse»
CLAUDIA FUSANI
@claudiafusani
«Ci sono dieci disegni di legge già depositati, possibile che non ne andasse bene neppure uno?». I senatori del Pd,
tutti, renziani compresi, ingoiano il rospo e cominciano a discutere, tra l'offeso e l'irritato, il testo di riforma del Senato così come è uscito da palazzo Chigi. Intenzionati a presentare «entro
una settimana, secondo il timing del
governo» il disegno di legge di riforma
costituzionale che potrebbe tenere insieme sia la riforma della camera alta
che quella del Titolo V della Costituzione (anche su questo nel Pd ci sono posizioni diverse). Ma, è l'indicazione uscita dalla riunione coordinata a palazzo
Madama dal capogruppo Luigi Zanda
e dalla presidente degli Affari costituzionali Anna Finocchiaro, «la nuova
Assemblea, seppur senza fiducia e
composta da membri non eletti, conserverà molte funzioni e sarà in tutto e
per tutto una camera vera».
Renzi va ripetendo, anche ieri con
Vasco Errani presidente della Conferenza stato-regioni, che entro il 25
maggio, election day europeo ed amministrativo, sarà stata approvata una
nuova legge elettorale e le riforme costituzionali avranno avuto il primo dei
quattro sì necessari per diventare legge. Il ring della riforme adesso si sposta al Senato. Settimana prossima andrà in aula il ddl Delrio che svuota le
Province e subito dopo la Commissio-
.. .
A presiedere Lanzillotta
(Sc) che non interviene
per redarguire l’autore
delle offese sessiste
ne Affari costituzionali comincerà ad
esaminare la riforma del Senato. Forza Italia è molto perplessa per l’inversione in agenda - vogliono prima la legge elettorale - e i senatori azzurri, ma
anche quelli di Ncd dicono come «della
bozza Renzi resterà viva solo la fine della fiducia, tutto il resto è da vedere, a
cominciare dal nome. Perché mai, ad
esempio, non dovrebbe chiamarsi più
Senato?». Insomma, c’è qualcosa che
non torna tra l’ottimismo del premier
e la forte dialettica interna che si raccoglie tra i senatori di ogni colore a palazzo Madama.
Il nervosismo sulle riforme è stato
evidente ieri nelle votazioni finali della
legge che modifica il sistema di voto
per le Europee e introduce, da subito,
l’obbligo di una preferenza femminile
se l’elettore ne esprime tre. Dal 2019,
poi, ci sarà la parità di genere, obbligo
di avere il 50 per cento di donne in lista
e obbligo di alternanza tra primo e secondo in lista. I piccoli partiti della
maggioranza, da Svelta civica ai Popolari, hanno ostacolato fino in fondo
l’approvazione delle legge. Non certo
per il capitolo quote. Ma perchè speravano di riuscire ad introdurre in questo testo, e per il voto di fine maggio,
soglie di accesso più basse. Abbassare
dal 4 al tre per cento può significare la
sopravvivenza per molti partiti. È un
fastidio per Pd e Fi. Che infatti hanno
fatto muro. Il compromesso è stato
aver rinviato al 2019 la vera parità di
genere nelle liste per le Europee.
Così nelle dichiarazioni di voto il Pd
è stata azzannato in aula dal senatore
Popolare Tito Di Maggio. Il quale ha
primo offeso le colleghe del Pd definendole «codarde». Da segnalare che in
quel momento presiedeva l’aula la vicepresidente Linda Lanzillotta (Scelta civica) la quale ha ritenuto di sorvolare
sul lessico del collega visto che «stava
parlando in italiano, senza insultare
nessuno». Per Lanzillotta codardo è
un aggettivo senza colore, neutro. Ma
il peggio doveva ancora arrivare visto
che, nello stesso intervento, Di Maggio
ha detto alla senatrice De Biasi (Pd)
che «probabilmente è affetta da una
.. .
Senatori di Forza Italia
e di Ncd: della bozza
Renzi resterà viva solo
la fine della fiducia
gravidanza isterica visto che ha denunciato in Italia un grave problema culturale di discriminazione». Anche di fronte alla «gravidanza isterica», la vicepresidente Lanzillotta non è intervenuta.
Monica Cirinnà (Pd) chiede provvedimenti disciplinari per entrambi.
Va detto che con questa legge si poteva, si doveva ottenere molto di più
specie dopo il tradimento alla Camera
quando la parità di genere è stata impallinata da sessanta deputati Pd coperti dal voto segreto. Ma tra maggioranza di governo e maggioranze allargate non è stato possibile fare di più.
«Non ci vengano a dire che il Pd ha fatto una scelta al ribasso giocando sulla
pelle delle donne - ha detto Giuseppina
Maturani (Pd) - perché in realtà sulla
rappresentanza delle donne hanno giocato quelle forze politiche che hanno
anteposto la soglia di accesso alla parità di genere». Sintetizza Anna Finocchiaro: «I partiti piccoli si sono messi
di traverso ma solo perchè volevano abbassare le soglie di accesso non per
una battaglia di genere». Il problema è
che per approvare le riforme, Renzi
non può permettersi il lusso di perdere
al Senato i dieci voti di Scelta civica e i
dodici dei Popolari.
RASSEGNASTAMPA
5
venerdì 21 marzo 2014
Europee, «Berlusconi» nel simbolo
L’ipotesi di Marina reggente di Fi
M
L’aula della Camera
dei Deputati in seduta comune
FOTO REUTERS
usufruito in alcune circostanze dell’ospitalità di Carrai, il cui contratto di affitto
dell’appartamento è stato già reso pubblico». (Carrai lo ha mandato a Libero,
che ha sollevato il caso). La nota dello
staff del premier prosegue: «Renzi ha affittato per circa un anno un appartamento a Firenze, nel 2009, in via Malenchini. Ovviamente a sue spese».
L’ufficio stampa chiarisce un altro
punto: «La signora Agnese Landini Renzi - moglie del premier - non è mai stata
a Roma con quattro auto blu al seguito,
come denunciato dal senatore leghista
Candiani su Libero», quindi è «una notizia destituita di ogni fondamento». Ultimo punto contestato: «Rispetto all’assunzione di Renzi nella società Chil», un
anno prima che venisse eletto presidente della provincia di Firenze, nella nota
si ricorda che «l’assunzione fu la conseguenza di un cambio al vertice della
azienda che produsse l’esito di un diverso inquadramento contrattuale» in
un’azienda in cui Renzi lavorava già da 9
anni, quindi «nessuna assunzione fitti-
zia last minute».
Ieri anche Marco Carrai ha contestato le «tante falsità dette in liberta» su
una vicenda «trattata in modo squallido». L’avvocato dell’imprenditore, Alberto Bianchi, spiega che Carrai aveva
preso in affitto l’appartamento per sé e
poi «ha anche ospitato lo stesso Renzi il
quale vi si appoggiava», per praticità,
«nei momenti in cui ne aveva bisogno in
relazione alla sua attività di sindaco di
Firenze». Quanto alla residenza, per il
legale è «tutto regolare»: ovvio che un
sindaco abbia la residenza nella città
che governa e come ospite può farlo.
I Cinque stelle (Grillo aveva rilanciato sul blog la polemica di Libero) hanno
chiesto che Renzi chiarisca in aula in un
question time. Il deputato M5s Fraccaro
elenca gli incarichi di Carrai: «È presidente della società Aeroporti di Firenze», è stato ad della Florence Multimedia srl per la comunicazione del sindaco,
«ha ottenuto la fornitura di servizi ai musei fiorentini con la sua C&T Cross media senza un bando».
ettere in campo liste robuste senza
minare la già barcollante unità del partito. E tenere in campo il brand Berlusconi - testato anche in questi giorni
da appositi sondaggi - senza terremotare gli assetti delle aziende di famiglia.
Non è facile il dilemma in cui si dibatte Forza Italia. Eppure dovrà risolverlo entro il 15 aprile, data ultima
per la presentazione delle candidature. «Lo scopriremo all’ultimo minuto» pronostica un big azzurro.
Anche perché i capilista sono ancora occupati da un gigantesco «Mister
X» o «Miss X». La «candidatura di famiglia», che adesso dopo Marina e
Barbara si è arricchita dell’ultimo
spiffero: magari Pier Silvio, solido,
prestante, sentimentalmente accasato da anni, professionalmente realizzato a Mediaset. E chissà se Luigi, il
piccolo di casa, sarà il prossimo a entrare nel toto-candidati, o se verrà
preceduto dalla sorella Eleonora.
Più realisticamente, la soluzione a
cui si sta lavorando è quella soft: il
cognome nel simbolo di Forza Italia
con il logo tricolore. A questo lavorano Gianni Letta, Paolo Romani, Renato Brunetta, ma anche l’avvocato
Ghedini. Il capogruppo al Senato lo
ha spiegato: «Silvio resta il nostro leader. Il nome nel simbolo ci sarà, ma la
soluzione dinastica non si pone. Se
ciò dovesse accadere vuol dire che in
quel momento non sarà più Berlusconi il leader del centrodestra. Allora si
porrà il problema e se i figli, come cittadini di questo Paese, volessero scendere in campo sarà una scelta loro e
degli organismi preposti».
IL RETROSCENA
FEDERICA FANTOZZI
twitter @Federicafan
La road map prevede
solo il nome dell’ex Cav
e nessun figlio in lista
Dal 10 aprile la primogenita
potrebbe però essere
il tramite con il partito
VIA LIBERA A FITTO
SUGGESTIONE PIER SILVIO
L’escamotage per non vedere le liste
bocciate dagli uffici elettorali potrebbe essere «con» o «per Berlusconi» oppure «Berlusconi presidente» o «fondatore». Il timore, però, è che molti
elettori attirati dal cognome ritengano che l’ex Cavaliere sia in campo a
tutto tondo, nonostante le preferenze scrivano «Berlusconi» sulla scheda
e che questa finisca annullata. Con il
rischio di perdere migliaia di voti.
Ecco perché molti dirigenti del partito, dalla Gelmini alla Santanchè, sono in pressing per una soluzione meno minimal. Con l’obiettivo di costrui-
10 aprile?».
È questa l’operazione sul tavolo:
preparare uno dei figli come erede
politico - candidandolo o meno per
Strasburgo questo si vedrà - per gestire l’emergenza dei servizi sociali e
poi trainare il partito alle politiche
del 2018. E in questo scenario la più
quotata sarebbe Marina. Tutti e tre i
figli più grandi sono stati testati dal
padre a più riprese, mostrando vantaggi e svantaggi. Barbara, la più glamour e smart dei tre, ha il maggiore
appeal per l’opinione pubblica. Pier
Silvio è percepito dall’elettorato forzista come solido e affidabile. Marina
però è considerata quasi un clone del
padre, che ha difeso strenuamente e
pubblicamente nelle fasi giudiziarie
più dure. Un pregio che, nell’ottica
della «reggenza», fa premio sulla sua
scarsa dimestichezza con la sfera pubblica.
In ogni caso, tra Arcore e Palazzo
Grazioli si tenta di allestire appunto
una «centrale operativa», una cabina
di regia con diversi terminali per non
perdere la capacità di scegliere la linea sull’attualità politica man mano
che si presenta. E anche sotto questo
aspetto il ruolo dei figli è cruciale: in
assenza di moglie, sarebbero tra i pochi ammessi ai colloqui con il Silvio
intento a scontare la pena residua.
Ma l’operazione in più step potrebbe anche aiutare a mantenere unito il
partito dove in tanti - da Gasparri a
Brunetta, da Rotondi a Fitto - non sarebbero per nulla entusiasti della
svolta dinastica.
re una «centrale operativa» capace di
tenere insieme il partito dopo il 10
aprile. «Quella data per noi sarà deflagrante - ammette un senatore - La
perdita di agibilità politica di Berlusconi avrà un impatto incredibile. Restrizioni alla mobilità, alle telefonate,
ai colloqui. Niente comizi né propaganda elettorale. Ecco perché, al di là
delle candidature, serve un figlio in
campo per dare continuità all’azione
politica. Il punto vero allora è: a chi
telefoniamo per avere la linea dopo il
Ed è chiaro che, con le teste di lista
ancora tutte da definire, gli altri nomi non possono che rimanere in
stand-by. Anche se sembra infine
sbloccata la situazione di Raffaele Fitto: per lui, pur essendo parlamentare, sarebbe arrivata la sospirata deroga. Anche se non può essere ufficializzata prima di aver chiuso l’intero pacchetto. Che comprende Toti a Nord
Ovest, Tajani al Centro, Micciché nelle Isole. A Nord Est si profila una sfida economica tra Brunetta e Tremonti (che non ha ancora deciso cosa fare). Mentre Claudio Scajola ieri ha
battuto un colpo con un’intervista al
Corriere: «Questa tornata elettorale
è importantissima, giusto candidare
chi ha preferenze e radicamento sul
territorio».
Al film su Berlinguer un «red carpet» della sinistra
● La proiezione del doc di Veltroni diventa
un grande evento. Ovazione all’arrivo del Capo
dello Stato ● A trent’anni dalla morte del leader
del Pci tra emozione e ricordi
GIUSEPPE VITTORI
ROMA
È stata una prima affollatissima, quella di ieri sera all’Auditorium di Roma
per il film di Walter Veltroni Quando
c’eraBerlinguer. Duemila i posti esauriti e 800 persone in lista d’attesa, a
caccia di biglietti. Alla presenza del
presidente Giorgio Napolitano, accolto da una standing ovation.
In sala, oltre alla famiglia Berlinguer, tanti gli esponenti del mondo
politico e istituzionale, dal presidente del Senato Pietro Grasso, ai ministri Andrea Orlando, Dario Franceschini, Federica Mogherini, Giuliano
Poletti, Maria Elena Boschi, Marianna Madia, Graziano Delrio e altri ancora. Presenti anche gli ex Pci Achille
Occhetto, Alfredo Reichlin, Fausto
Bertinotti, Nichi Vendola, Oliviero Diliberto. E ovviamente gli esponenti
del Pd da Enrico Letta a Pier Luigi
Bersani, da Rosy Bindi a Piero Fassino, insieme a quelli degli altri partiti
come Gianfranco Fini, Gaetano Quagliariello, Paolo Romani e Pier Ferdinando Casini. Presente anche il mondo dell'economia, per citare solo alcuni nomi Luca Cordero di Montezemolo e Alessandro Profumo, dei sindacati Susanna Camusso e Raffaele Bonnani, il presidente di Confindustria
Giorgio Squinzi. Per il mondo dello
spettacolo Renzo Arbore, Mara Venier, il regista premio Oscar Paolo
Sorrentino.
Insomma, un red carpet con la sinistra di tante generazioni, condito da
un po’ di star system. Tutti convenuti
per la pellicola di 110 minuti che esce
nel trentennale della scomparsa di
Berlinguer: prodotta da Sky e realizzata da Palomar, sarà nelle sale da
giovedì 27 marzo. A giugno poi il film
Un’immagine di Berlinguer e Benigni, dal film documentario di Walter Veltroni «Quando c’era Berlinguer»
verrà trasmesso su Sky Cinema, mentre a ottobre diventerà un volume per
Rizzoli.
Assente giustificato alla prima del
film Massimo D’Alema, che al neo-regista ha inviato invece una lettera ringraziandolo per avergli «consentito,
qualche giorno fa, di vedere il film insieme» e per complimentarsi. «Sono
rimasto molto colpito dal tuo lavoro -
ha scritto D’Alema a Veltroni - sia per
il rigore con cui hai ricostruito la vicenda umana e politica di Berlinguer,
i suoi successi e le sfide più difficili
che ha dovuto affrontare, sia per la
capacità di evocare, senza retorica, il
fascino della sua personalità e la forza del suo legame con tanta parte del
popolo italiano».Naturalmente, aggiunge D’Alema, «in chi come noi ha
visto scorrere sullo schermo le immagini e le persone che hanno accompagnato una stagione così importante
della nostra vita, il film suscita anche
una grande emozione. Spero proprio
che questa emozione, che non è solo
per una persona, ma per una politica
bella, pulita e sorretta da grandi idealità, possa coinvolgere i tanti giovani
ai quali il tuo film si rivolge».
RASSEGNASTAMPA
11
venerdì 21 marzo 2014
Finmeccanica:
«Fincantieri
su Ansaldo?
È benvenuta»
ROBERTO MONTEFORTE
CITTA’ DEL VATICANO
Difendere la dignità del lavoro e lottare per questo. Perseguire la solidarietà e non le logiche del dio danaro. Lo
ha ribadito ieri Papa Francesco ai
tanti operai delle Acciaierie di Terni
che ha ricevuto ieri nell’aula Paolo
VI con il vescovo della città umbra e
una folta delegazione di fedeli della
diocesi di Terni-Narni e Amelia.
L’occasione è stata il 130° della fondazione dello stabilimento siderurgico che, ha sottolineato il pontefice,
«è simbolo di capacità imprenditoriali ed operaie che hanno reso celebre
questo nome ben oltre i confini d’Italia». Ma ora è una realtà segnata dal
dramma della crisi. Il Papa invita a
non rassegnarsi alla disperazione.
«Cari fratelli e sorelle, non smettete
mai di sperare in un futuro migliore.
Lottate per quello, lottate! Non lasciatevi intrappolare dal vortice del
pessimismo!» scandisce il pontefice.
Sprona il Papa argentino. E come durante l’incontro di Cagliari con i lavoratori e i disoccupati, invita a non abbattersi. «Se ciascuno farà la propria
parte, se tutti metteranno sempre al
centro la persona umana, con la sua
dignità, se si consoliderà un atteggiamento di solidarietà e condivisione
fraterna, ispirato al Vangelo, si potrà
uscire dalla palude di una stagione
economica e lavorativa faticosa e difficile».
Ma non è così facile. Lo sa bene
Bergoglio che richiamando il dovere
della solidarietà osserva come, invece, questa sia «una parola che rischia
di essere esclusa dal dizionario. Sembra quasi – osserva - una parolaccia
in questa società». Ricorda il costante impegno della Chiesa a fianco dei
lavoratori e delle loro famiglie testimoniato anche dalla visita alle Acciaierie di Terni di Giovanni Paolo II
e all’apporto che la dimensione di fede può dare alla società «grazie alla
carica di fraternità concreta che porta in sé stessa».
LA CENTRALITÀ DEL LAVORO
Ma è sulla centralità del lavoro che
insiste Bergoglio. «Di fronte all’attuale sviluppo dell’economia e al travaglio che attraversa l’attività lavorativa – scandisce - occorre riaffermare
che il lavoro è una realtà essenziale
per la società, per le famiglie e per i
singoli». Perché – continua - «il lavoro riguarda direttamente la persona,
la sua vita, la sua libertà e la sua felicità». «Il valore primario del lavoro –
afferma il pontefice - è il bene della
persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue
capacità intellettive, creative e manuali». La sua conclusione è che il lavoro non ha soltanto una finalità economica e di profitto, ma soprattutto
una finalità che interessa l’uomo e la
sua dignità. «E se manca il lavoro
questa dignità viene ferita!» esclama.
«Chi è disoccupato o sottoccupato
-aggiunge - rischia, infatti, di essere
posto ai margini della società, di di-
ANDREA BONZI
@andreabonzi74
Papa Francesco incontra i lavoratori dell’Acciaieria di Terni FOTO AP
Papa Francesco: lottare
per la dignità del lavoro
Il pontefice incontra i lavoratori delle Acciaierie di Terni e invita a non
cedere al pessimismo ● Critiche al sistema economico dell’«idolo denaro»
●
ventare una vittima dell’esclusione
sociale. Tante volte capita che le persone senza lavoro - penso soprattutto ai tanti giovani oggi disoccupati scivolano nello scoraggiamento cronico o peggio nell’apatia». E come
per dare ancora più forza alle sue parole il pontefice racconta dello sfogo
di alcuni giovani operai senza lavoro.
Gli hanno detto: «Noi a casa con figli
e mogli mangiamo tutti i giorni, perché la parrocchia, il club, la Croce
rossa ci danno da mangiare, ma non
sappiamo cosa significa portare il pane a casa. E abbiamo bisogno di mangiare, ma anche di portare a casa il
L’INTESA
Ceramica, nel nuovo contratto aumenti da 112 euro
Dopo nove mesi di trattative e di lotte,
è stata siglata martedì in tarda serata
l’ipotesi di accordo per il rinnovo del
contratto nazionale della ceramica per
il triennio 2014-16, che coinvolge circa
37mila addetti, di cui 13mila nel solo
distretto modenese di Maranello e
Sassuolo-Fiorano.
L’accordo riguarda tutti i settori del
comparto: l’aumento in 3 anni è di 112
euro mensili, (30 euro dal 1° aprile, 40
euro dal 1° gennaio 2015 e 42 euro dal
1° gennaio 2016). Prevista anche un
una tantum di vacanza contrattuale di
300 euro (150 euro a giugno 2014 e
150 euro a gennaio 2015). Prevista, tra
l’altro, anche la stabilizzazione dei
lavoratori dopo 40 mesi totali di
lavoro tra contratti a termine e
somministrazione e introdotti, per la
prima volta, i concetti di polivalenza e
polifunzionalità utili a riconoscere le
accresciute professionalità delle
maestranze. Soddisfazione è stata
espressa dalla Filctem/Cgil: ora la
parola passa ai lavoratori, che
dovranno validare nelle prossime
settimane l’ipotesi di accordo».
pane da mangiare». «Questa – osserva - è la dignità del lavoro».
Il Papa invita ad affrontare la crisi
con «creatività e della solidarietà».
Con la creatività di imprenditori e artigiani coraggiosi, che guardano al futuro con fiducia e speranza e «con la
solidarietà fra tutte le componenti
della società, che rinunciano a qualcosa, adottano uno stile di vita più sobrio, per aiutare quanti si trovano in
una condizione di necessità».
ALLE RADICI DELLA CRISI
Ma per Francesco occorre andare alle radici di questa crisi dalle dimensioni europee. «È la conseguenza –
osserva - di un sistema economico
che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro!». Va cambiata logica. «I diversi soggetti politici, sociali ed economici – spiega - sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà, per assicurare a tutti la
possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa. «Il lavoro- conclude - è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti».
Un’eventuale iniziativa di Fincantieri o di un partner italiano per l’acquisto di Ansaldo Breda «è benvenuta»,
anche se al momento «per assicurare un futuro nel settore trasporti in
Italia è cruciale trovare un partner
internazionale». A parlare è l’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, che ieri ha partecipato alla Commissione Industria
di palazzo Madama, rispondendo alle domande dei senatori.
Le aziende di cui Finmeccanica sivuole liberare sono Ansaldo Breda,
definito da Pansa «un soggetto non
sostenibile dal punto di vista industriale, patrimoniale, economico e finanziario» , e Ansaldo Sts, «un fiorellino che continuerà a essere bello se
inserito in una struttura che gli consenta di crescere». L’idea di Finmeccanica, che ha già ricevuto «proposte preliminari» è di chiudere «in
tempi compatibili l’operazione» di
scorporo del settore trasporti.
Una strategia che, però, trova
l’opposizione dei sindacati. Maurizio Landini, segretario della
Fiom-Cgil, ieri a Bologna all’assemblea delle cooperative edili, è netto:
l’intento di Finmeccanica, «che ha
avuto anche il consenso di alcuni ministri, io lo trovo un errore molto forte». «Prima di svendere pezzi importanti dell’industria italiana ci sarebbe bisogno di avere progetti e politiche che rilancino i settori strategici
del Paese», insiste Landini.
Sulla stessa linea Michele Zanocco, segretario della Fim-Cisl: la vendita di Ansaldo Breda e Sts «rischia,
se non governata di concerto con le
organizzazioni sindacali e con il governo, di decretare la fine dell’interesse strategico dei trasporti ferroviari da parte del nostro paese». E si
chiede «se e quale ruolo vorrà giocare il Governo nel nuovo assetto proprietario, e se il settore del trasporto
ferroviario rimane d’interesse nazionale oppure no». Giovanni Contento, numero uno della Uilm, attacca a
testa bassa: i manager «sbagliano e
persistono nell’errore, perchè Ansaldo Breda si può risanare ed invece
viene immolata per far risultare l’utile. Pansa - conclude - sia meno esterofilo e si rivolga in casa propria,
chiedendo magari a Fincantieri se è
disponibile all’acquisto».
La Borsa, intanto, sembra aver accolto positivamente la direzione impressa dai vertici di Finmeccanica:
tra gli industriali quotati a piazza Affari, infatti, il titolo ieri è stato uno
dei più tonici, chiudendo in serata a
+2,84%.
Lucchini, aspettando l’arabo
SILVIA GIGLI
[email protected]
Lucchini, i termini sono scaduti ma ancora non c’è certezza sul futuro delle
acciaierie di Piombino. Il commissario
Nardi aveva infatti fissato al 19 marzo il
termine ultimo perché le otto delle nove aziende interessate al polo siderurgico consegnassero la documentazione
mancante ma non si sa ancora niente
di ufficiale al riguardo. Tantomeno si
sa se la società Smc del giordano Khaled al Habahbeh, l’unica tra le nove che
si era dichiarata interessata a comprare tutto il gruppo, a mantenere il ciclo
integrale e l’occupazione e tenere acceso l’altoforno fino a riconversione in
elettrico e corex, abbia completato tutte le garanzie. Voci ufficiali non ce ne
sono. Se da una parte l’azienda non si
pronuncia facendo intendere che allo
stato attuale sta lavorando a verificare
tutte le offerte, i sindacati dal canto loro dicono di non sapere niente.
Questa l’ufficialità. Ufficiosamente
invece circolano molte voci. Fatto comprensibile, visto che il futuro della Lucchini coinvolge almeno 5mila persone,
in un modo o nell’altro l’intera Piombino. Si dice in città che Khaled al Habahbeh non abbia ancora perfezionato le
pratiche bancarie per trasferire alla
banca araba di Roma, la Uae, tutta la
somma necessaria all’acquisizione ma
che lo stia facendo e che chieda un po’
di tempo in più. Al tempo stesso si dice
che abbia chiesto di poter andare al ministero per poter dimostrare dati alla
mano la sua effettiva disponibilità. I sindacati ci credono, sono sicuri che nonostante la procedura un po’ originale la
sostanza ci sia tutta. Rsu, Fim, Fiom e
Uilm hanno affidato ad un comunicato
le loro certezze: «Sappiamo che Smc
ha intenzioni “irrevocabili” di acquisire la Lucchini di Piombino, la Lucchini
servizi, Gsi e gli stabilimenti di Lecco e
Condove (Torino) mantenendo a Piombino e sviluppando l’intero ciclo produttivo e garantendo l’occupazione così come previsto dal bando, tutto ciò è
dato dal fatto che stanno ricapitalizzando proprio per questo motivo, con 2 miliardi di dollari. Quindi crediamo importante che siano fatte tutte le verifiche fino in fondo senza nessun dubbio.
Niente può essere lasciato a non verifiche certe, è dovere di tutti noi accertare tutte le opportunità».
La richiesta di proroga dell’arabo sarà accolta? C’è chi sussurra di sì, almeno per altre due settimane.
RASSEGNASTAMPA
16
venerdì 21 marzo 2014
COMUNITÀ
L’articolo
La lettera
La sinistra riformista alla prova del voto
L’Unità, quei titoli
e la mia Ucraina
Massimo
D’Alema
SEGUE DALLA PRIMA
Mentre il mondo si è rimesso in movimento, nel tentativo di uscire dalla più grave
crisi economica, finanziaria e sociale del
dopoguerra, l’Europa stenta a ripartire.
Dobbiamo reagire, non possiamo lasciare i cittadini europei in balia della sfiducia
o della rivolta populista, senza alcuna prospettiva. È compito dei progressisti rilanciare una visione europeista rinnovata,
consapevoli della limitata efficacia delle
politiche attuate su scala nazionale, della
incerta legittimazione delle decisioni prese su base intergovernativa e, viceversa,
della forza di un’Europa unita e rappresentativa.
La sinistra riformista ha messo in campo alcune grandi novità.
Innanzitutto, per la prima volta, noi vogliamo offrire ai cittadini europei la possibilità di scegliere il presidente della Commissione, che non dovrà più scaturire da
opache trattative fra governi, ma dovrà essere indicato dal voto popolare. Quindi,
per la prima volta, le elezioni saranno davvero europee. La posta in gioco sarà reale:
il voto conterà.
I progressisti si presentano agli elettori
esprimendo un candidato che è senza dubbio tra le personalità politiche più «europee» che siano oggi sulla scena. Martin
Schulz, infatti, ha legato tutta la sua passione ed esperienza politica alle istituzioni comunitarie. La sua storia non lo qualifica
come rappresentante di uno Stato nazionale, ma come uno dei più importanti fautori
del processo politico e democratico europeo. Un impegno, questo, al quale si è dedicato durante tutto il suo percorso politico
e istituzionale, come presidente di commissione parlamentare, come capogruppo, come presidente del Parlamento europeo.
I progressisti propongono un programma di profondo cambiamento, che, in primo luogo, investe direttamente, come già
accennato, i processi democratici a livello
europeo e che va nel senso di uno spostamento dalla dimensione intergovernativa
a quella sovranazionale, ovvero di un riequilibrio di poteri tra Consiglio da una parte e Parlamento e Commissione dall’altra.
È indubbio, infatti, che il prevalere delle
politiche dettate dai paesi più forti in seno
al Consiglio ha determinato una perdita di
credibilità che talvolta sfocia in aperta ostilità delle opinioni pubbliche dei paesi economicamente più fragili contro l’insieme
delle istituzioni europee.
Secondo pilastro del programma è il superamento del “dogma” dell’austerità.
Sappiamo bene che ciò non significa negare la necessità del rigore nella gestione della spesa pubblica, ma implica una maggiore solidarietà tra gli Stati europei. Occorre
un’armonizzazione delle politiche fiscali e
degli standard sociali, spostando il peso
della tassazione dal lavoro alla rendita finanziaria per liberare risorse a favore di
crescita e sviluppo. Occorre mutualizzare
il debito e prevedere piani di investimenti
che puntino sull’innovazione e sostengano
le piccole e medie imprese. A questo proposito, quello dei progressisti è un programma puntuale e concreto di misure
che possono essere realizzate nel breve e
medio periodo, con l’obiettivo di imprimere quella svolta necessaria, e dunque percepibile nella vita quotidiana dei cittadini,
alle politiche economiche europee.
Terzo pilastro è il rafforzamento della
proiezione europea sullo scenario internazionale, e in particolare sull’area del Mediterraneo, che, per evidenti ragioni geopolitiche, è sempre stata prioritaria nella poli-
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
tica estera dell’Italia e ha acquisito nuova
importanza strategica in seguito alla tumultuosa stagione delle rivolte arabe.
Guardando a Est, invece, l’Europa si confronta con l’assertività nazionalista di Putin. Su questo fronte va scongiurato il rischio di una nuova guerra fredda, ma deve
essere ferma la condanna e determinata
l’azione in tutte le sedi diplomatiche contro ogni forma di aggressione e violazione
dei diritti umani, da qualsiasi parte essa
provenga. L’Europa, consapevole della
sua unicità, che affonda le proprie radici
in principi e valori di pace, democrazia e
solidarietà, non può sottrarsi alle responsabilità a cui è chiamata in un mondo fortemente globalizzato, multipolare e in continuo mutamento.
Ci presentiamo alle elezioni, infine, con
una novità di fondo: il Pd parte integrante
di una rinnovata sinistra europea. L’anomalia italiana è ormai alle spalle, grazie a
una scelta politica che non rappresenta
una conversione ideologica del nostro partito, ma la presa d’atto che una grande forza, sia pure culturalmente plurale e innovativa come il Partito Democratico, ha il
suo spazio naturale, insieme a progressisti, socialisti, socialdemocratici e laburisti
europei, nel Pse. D’altro canto, vogliamo
partiti europei più forti, che rappresenta-
no il migliore antidoto al ritorno dei nazionalismi e senza i quali è difficile avere
un’Europa più unita e democratica.
Non siamo in campagna elettorale per
riaffermare una retorica europeista di
maniera, ma per segnare il profondo cambiamento di un’Europa che così com’è
non solo non funziona, ma non dà risposte alle domande legittime dei suoi cittadini. Possiamo vincere. In campo c’è anche una sinistra più
radicale, a cui guardiamo con interesse
perché non cavalca
la retorica antieuropeista, ma non c’è
dubbio che la sfida
per il primato sia tra
socialisti e popolari,
che chiedono il voto sulla base di proposte alternative.
Il voto di maggio deciderà quale sarà la
guida e dunque la direzione che prenderà
l’Europa del prossimo futuro. Noi vogliamo un’altra Europa. Un’Europa diversa
da quella che conosciamo, più democratica e inclusiva, che metta al centro della
sua azione crescita, lavoro e innovazione.
Maramotti
●
CARO DIRETTORE,
DOPODIVERSI ANNI DI VICINANZAE DI LAVORO NEL GIORNALECHECIACCOMUNA,L’UNITÀ, ti scrivo queste poche righe, pre-
gandoti di pubblicarle, nel caso le giudicassi idonee ad una
maggiore comprensione della crisi internazionale che strangola la mia Ucraina. Tu sai che da quasi dieci anni vivo felicemente in Italia, da più di un anno faccio parte del Consiglio
d’Amministrazione dell’Unità e sono una cittadina ucraina.
Ricopro questo importante incarico perché insieme ad altri
quattro amici rappresento un importante esperimento di
neuroscienze.
Oggi il mio Paese, la mia patria, è sull’orlo della guerra civile. Da un lato ci sono gli Stati Uniti e la Germania (evitiamo
per favore di parlare di Europa... ) e dall’altro la Russia. Il
nostro giornale, tuttavia, in questa circostanza m’è parso un
po’ ambiguo. Per richiamarci ad un termine «politichese» di
gran moda, usato spesso da due frequentatori dei «Ballarò»
televisivi, Paolo Mieli e Pierluigi Battista, sei un po’ «cerchiobottista», con tendenza a strizzare l’occhio agli americani,
probabilmente più per partito preso che per un’attenta analisi obiettiva dei fatti.
Vuoi che ti legga qualche titolo del nostro giornale negli
ultimi giorni? Ecco: «L’esercito russo mette sotto controllo
la Crimea»; «L’Ucraina chiama i riservisti: siamo pronti a
difenderci»; «Usa a Putin: posto a rischio nel G8»; «Renzi
sente Hollande e Merkel: violare la sovranità è inaccettabile».
Tu sai meglio di me che non occorre parteggiare apertamente, è sufficiente che nei titoli gli avversari siano dipinti in
negativo, che diventino i conquistatori, gli invasori insomma. Anche quando il distacco della Crimea è il risultato di
un referendum indetto fra tutta la popolazione, come avvenne, ha ricordato il presidente russo Putin, fra la Serbia e il
Kosovo.
Così come sarebbe bene dichiarare apertamente e senza
inutili eufemismi e giri di parole che questo «gruppo di liberazione» che oggi ha in mano il mio Paese, altro non è che
un gruppo di estremisti di destra.
Mi auguro che l’appoggio palese e dichiarato di Europa e
America a questo gruppo e a questo «governo ucraino», sia
ragionevolmente rimeditato e di breve durata. Sono pronta
ad accompagnare personalmente giornalisti in Crimea e in
Ucraina, al fine di verificare la realtà delle cose, senza filtri,
ma con la dovuta obiettività. Non sarebbe anche questo il
compito del nostro quotidiano?
Caro Direttore, io e i miei giovani amici del gruppo di studio
«GR5» (a proposito fra noi ci sono russi, francesi, americani, venezuelani e ucraini) vorremmo che l’Ucraina avesse
libertà di scelta; che, se possibile, restasse una nazione unita
e indivisibile.
Grazie per l’attenzione e buon lavoro.
OLENA CRISTINA PRYSHCHEPKO
Luigi
Cancrini
Dialoghi
psichiatra
e psicoterapeuta
I ticket della Sanità
devono essere
di nuovo eliminati
Secondo la rivista medica «Lancet» in
Grecia i tagli alla Sanità del 2008 hanno
prodotto un’impennata del 43% di
mortalità infantile, +21% di mortalità alla
nascita, incidenza Hiv aumentata di 30
volte, raddoppio per la tubercolosi.
GIORGIO BIANCIARDI
«In Italia - continua la lettera - una delle
ultime leggi del governo di centrodestra
reintroduceva (Prodi II l’aveva eliminato)
un ticket per le prestazioni
ambulatoriali/prestazioni specialistiche e
quello pesante per i codici bianchi di
Pronto Soccorso ha fatto sì che 2 milioni
di italiani stanno evitando di fare indagini
diagnostiche, pur segnalate dal medico di
base. In effetti, anche con Isee inferiore a
36mila euro, una serie di analisi
ematologiche di routine, un
elettrocardiogramma e una radiografia al
torace viene a costare intorno ai 100
euro, pur in una regione virtuosa come la
Toscana. I ticket sanitari, pur nati con lo
scopo di evitare sprechi, sono diventati
ormai un danno grave». La conseguenza
che questo tipo di situazioni avrà sulla
salute dei cittadini ci porterà a
conseguenze simili a quelle segnalate da
Lancet per la Grecia? Difficile non
pensarlo, purtroppo, se alla situazione
dei ticket così come la ereditiamo dalla
spending review berlusconiana non si porrà
riparo adesso che a governare ci sono i
rappresentanti della sinistra. Quelli che
la riforma sanitaria l’hanno voluta e
difesa sempre. Pensando soprattutto a
chi non aveva soldi sufficienti per
assicurarsi da solo quell’assistenza cui
tutti in un Paese civile avrebbero diritto.
Cara Olena,
ti ringrazio della tua lettera che mi convince ancora di più
del momento difficile e drammatico che il tuo Paese sta vivendo in questi giorni e in queste ore. Il punto è che il popolo ucraino si trova da tempo all’interno di uno di quei momenti della storia in cui i torti e le ragioni si mischiano in
una pericolosa miscela esplosiva. Proprio per questo trovo
del tutto fuori luogo l’uso del termine «cerchiobottista». Lo
scopo di un quotidiano non può essere quello di prendere
una posizione «a prescindere» ma di raccontare e spiegare,
a se stesso e ai propri lettori, quello che sta accadendo.
I titoli che tu citi - «L’Ucraina chiama i riservisti»; «Usa a
Putin: posto a rischio nel G8»; «Renzi: violare la sovranità è
inaccettabile» - si riferiscono ad articoli di stretta cronaca,
al pari di altri che non citi ma che l’Unità ha ugualmente
pubblicato e che, secondo la tua logica, dovrebbero essere
definiti di segno opposto (come «Putin: la Ue mi fa solo ridere», a proposito della minaccia di sanzioni).
Temo tuttavia che l’attenzione riservata ai fatti drammatici
che stanno avvenendo (e agli inevitabili titoli di cronaca) ti
abbia distratto dagli interventi, dalle analisi e dalle interviste che abbiamo pubblicato in questi giorni e che, primi nella stampa italiana, hanno denunciato - proprio come tu dici
e confermi - l’infiltrazione di forze di destra estrema all’interno dei movimenti di protesta di piazza Maidan o le ragioni che hanno spinto gran parte della popolazione della
Crimea a vedere con timore l’insediamento a Kiev dell’attuale governo ad interim e con favore l’ipotesi di un intervento
della Russia. Questo, però, non può allontanarci dalle ragioni di chi, sempre in Ucraina, sostiene la necessità di un avvicinamento alle posizioni europee fino ad un possibile ingresso nell’Unione.
Comprendo il tuo stato d’animo e condivido il tuo desiderio
affinché l’Ucraina abbia sempre libera possibilità di scelta.
Il ruolo di un giornale, lo ripeto, è fare in modo che la ragioni delle parti in gioco vengano raccontate e spiegate in modo che ciascuno possa farsi un’opinione fondata, il più possibile, sulla interpretazione dei fatti e non sui pregiudizi.
LUCA LANDÒ
La tiratura del 20 marzo 2014
è stata di 66.581 copie
RASSEGNASTAMPA
U:
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venerdì 21 marzo 2014
MEMORIE
Un secolo
di lotte
Fotografie, documenti
e ricordi raccontano la Cgil
«Le carte del lavoro» Dai giornali mazziniani a Salvemini,
fiero avversario dei «sindacalisti rivoluzionari»:
un libro di Giuseppe Sircana prezioso e pieno di rarità
BRUNO UGOLINI
È UNA SORTA DI «VETRINA CARTACEA», COME DICE
L’AUTORE, LO STORICO GIUSEPPE SIRCANA. Sotto il
Documenti tratti dal libro «Le carte
del lavoro»
titolo Le carte del lavoro, un secolo di lotte sociali,
sindacato e politica (Ediesse), prende forma un
viaggio tra fotografie, documenti, ricordi. É la
carta d’identitá di una Cgil che passa dai tempi
di Mazzini e Garibaldi a tempi più recenti. Eccolo questo sindacato, oggi sotto accusa, come
se ormai non rappresentasse più nulla, nei giorni della frantumazione produttiva e della globalizzazione. Sarebbe il caso di rispettarlo, almeno scavando nella sua memoria, se non per i
suoi iscritti contemporanei, quei circa sei milioni di donne e uomini con tessera Cgil, da contare accanto agli associati con Cisl e Uil. Un soggetto sociale che mantiene la sua grande forza
organizzata, malgrado ritardi e acciacchi.
Il bel volume di Sircana spiega perché questo «gigante del lavoro» ha mantenuto un tale
radicamento. Perché ha saputo tener conto, come annota Susanna Camusso nella prefazione,
delle «straordinarie trasformazioni intervenute nel corso del tempo». Le vediamo in questo
viaggio, documentato da Ilaria Romeo che cura l’archivio nazionale Cgil. Passiamo così dal
«Mutuo soccorso tecnico» fondato a Napoli nel
1877, alle società dei tornitori, ai lavoratori della terra guidati da una donna, Argentina Altobelli, agli anni della clandestinità antifascista,
alla poderosa industrializzazione degli anni
60.
Scaturisce, altresì, di pagina in pagina, il volto di un’organizzazione che sa anche coltivare
il confronto interno spesso aspro. Un caso
esemplare riguarda Rinaldo Rigola, tra i fondatori del sindacato, segretario generale dal 1906
al 1918. Un dirigente che poi, a differenza di
altri, soggiace agli imperativi del corporativismo fascista. Ebbene quando il fascismo è sconfitto Di Vittorio e la segreteria confederale, pur
senza dimenticare il «profondo contrasto» del
passato vuole riconoscergli il «grande contributo» portato al nascere del movimento sindacale. Tanto che in una lettera lo stesso Di Vittorio
annuncia un aiuto economico spiegando come
del resto «in una organizzazione sindacale degna di questo nome, le divergenze d’opinioni
sono perfettamente legittime».
Non trattasi, insomma, di un’organizzazione segnata da autoritarismi e dogmatismi. Lo
testimonia una lettera (1957) di Louis Saillant
(a capo della Federazione sindacale mondiale)
polemico con il segretario Cgil socialista Fernando Santi reo di aver difeso gli operai polacchi di Poznam in rivolta contro il regime stalinista. Lo stesso Di Vittorio, del resto, aveva assunto nel 1956 una posizione autonoma, diversa da
quella del Pci, contro la repressione in Ungheria. Nel volume di Sircana è a tal proposito ospitato un telegramma dello scrittore Italo Calvino: «Commosso condivido tua posizione indispensabile per salvare nostro partito et causa
socialismo».
Interessante, tra le «chicche» del libro, una
documentazione relativa a Gaetano Salvemini,
fiero avversario dei «sindacalisti rivoluzionari», considerati, in sostanza, dei parolai inconcludenti. Sono le tappe di un percorso accidentato che giunge fino ad anni più recenti. È possibile così imbattersi in nuove drammatiche discussioni, connesse al fenomeno sanguinoso
del terrorismo. C’è un confronto animato nella
segreteria Cgil, (approfondito su «Rassegna
sindacale» da Giovanni Rispoli), tra i sostenitori della «fermezza» e i cosiddetti «trattativisti».
Con Sergio Garavini che dice: «I riflessi di una
trattativa sarebbero devastanti, la massa di
qualunquismo crescerebbe e inquinerebbe anche noi». Mentre Marianetti e Didò oppongono
un giudizio differente. Con Elio Giovannini che
osserva come rimettere al centro della discussione «il rifiuto della morte di qualcuno è una
parte della battaglia contro il terrorismo».
Esce il volto, da queste Carte del lavoro (scelte
dagli scaffali dell’archivio di Roma «Manuela
Mezzelani», dell’archivio nazionale e da quello
della Flai dedicato a Donatella Turtura) il volto
di un’organizzazione viva e vivace, non certo di
un apparato spento. Ora è chiamata a rinascere e rinnovarsi. Queste «memorie» possono risultare una medicina potente e un monito per
tanti.
Ovvero per coloro che appaiono intenti a
trinciare giudizi definitivi sulla possibilità di
«estinguere», tra le idee di sinistra, anche quella che diede vita oltre un secolo fa a un’organizzazione tesa ad affermare i diritti di chi lavora.
: L’indagine Nielsen sulla lettura in Italia, con dati catastrofici P. 18
WEEK END LIBRI : La storia di Helen Hessel, «la donna che amò Jules e Jim» P. 19
ARTE : I fotomontaggi di Eleazar Lissitzky in mostra al Mart P. 21
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Primo piano
Venerdì 21 marzo 2014
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GOVERNO E PARTITI
Il premier è arrivato a Bruxelles determinato e non ha
accettato i sorrisetti maliziosi sul suo piano di crescita
«Rispetteremo
i vincoli Ue»
Braccio di ferro tra Renzi e Barroso. Il presidente Ue
alla fine si dichiara sostenitore delle riforme italiane
di CRISTINA FERRULLI
BRUXELLES - Non vuole stare
dietro la lavagna Matteo Renzi,
né essere oggetto di sorrisetti
sulla via italiana per tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per
questo, alla sua prima al Consiglio europeo, il premier ingaggia un braccio di ferro con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che,
poco prima di incontrare l’ex
sindaco, torna a chiedere il rispetto degli impegni.
«L’Italia rispetta tutti i vincoli», sbotta, irritato, Renzi poco
prima del chiarimento a quattr’occhi con Barroso che, se non
cambia le reciproche posizioni, si
chiude con un
«sostegno» della
Commissione Ue
alle riforme italiane.
Il premier arriva a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua ricetta: solo con la crescita del pil l’Italia può continuare anche ad erodere la mole
del debito.
Ma Renzi non è ingenuo e sa
che per cambiare l’Ue va fatto un
passo alla volta. Per questo anti-
Un botta
e risposta
ritenuto
da molti
irrituale
cipa un pò i tempi, spiegano fonti governative, l’uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale ieri il premier sarebbe andato a Bruxelles
per chiedere che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli
posti dal Patto di stabilità.
Un annuncio che sembra irrigidire i cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono
ad aprile il Def e il piano nazionale delle riforme italiano per
capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri economici.
«Il rispetto degli impegni presi è fondamentale» per la fiducia
nell’Italia e nell’Ue, è il «benvenuto» che il presidente della
commissione Ue dà, a distanza,
al premier italiano, appena
sbarcato nella capitale belga.
Che non ha alcuna intenzione,
però, di farsi fare le pulci visto
che, ribatte, «noi rispettiamo
tutti i vincoli» e quindi certe «polemiche» sono a suo avviso incomprensibili.
Un botta e risposta alla vigilia
del faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l’incontro, parlerà di colloquio «molto positivo» e di sostegno dell’Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra qua-
si tifo da parte del presidente
dell’Europarlamento Martin
Schulz che «lotta» con Renzi per
un’Italia «forte» ed una Ue «solidale».
«Sono contento che l’Ue apprezzi le nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli ma anche
l’Europa deve risolvere i suoi
problemi», chiarisce il premier
insistendo sul fatto che “l’Italia
non viene in Europa come uno
studente fuori corso ma come
un paese fondatore che rispetta i
vincoli».
Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il
suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act, rimandando
al Def, che sarà pronto intorno
al 10 aprile, per una verifica del
rispetto dei vincoli Ue e anche di
un «eventuale» utilizzo del margine tra il 2,6 ed il 3 per cento del
decifit.
All’Europa, è la posizione del
premier, interessano le riforme,
tra l’altro chieste da tempo proprio dalla Ue, e non «discussioni
su uno 0,2%-0,3% di deficit» visto che «noi rispettiamo e rispetteremo i parametri europei».
Tetti che, però, assicura Renzi,
non gli impediranno di «rivoluzionare e cambiare l’Italia» e, in
prospettiva, l’Europa che non
deve essere «la causa del problema ma la possibile soluzione».
LA SCHEDA Più spazio di manovra per gli investimenti produttivi
Fondi europei: miliardi per l’Italia
di LUCIA SALI
BRUXELLES - Svariati miliardi
di euro, che potrebbero essere liberati dal cappio del 3% del deficit
e spesi in ulteriori investimenti
per crescita ed occupazione. E’ la
posta in gioco, concreta e tutt’altro che euroburocratica, della
battaglia a nove zeri sui fondi Ue
che il premier Matteo Renzi vuol
far passare a Bruxelles. I finanziamenti europei che arrivano in
Italia, per progetti mirati allo sviluppo del paese e in particolare
delle regioni più deboli, per essere
spesi devono essere completati da
fondi italiani in base ad una quota
di cofinanziamento precisa, che
fino a qualche tempo fa era del
50%. Per esempio, se Bruxelles
dava 10 milioni per l’avvio di
start-up innovative, l’Italia doveva metterne altrettanti per poter
realizzare un progetto da 20 milioni complessivi. Questo vuol dire che, in tempi di crisi e di casse
pubbliche vuote, un paese rischia
di non poter usufruire dei fondi
Ue perché non può mettere la sua
quota. E infatti per i paesi sotto
Martin Schulz
programma come la Grecia e il
Portogallo, Bruxelles ha deciso di
portare la sua quota di cofinanziamento al 95%. L’Italia, grazie a
quattro riprogrammazioni concordate con Bruxelles nel solo periodo 2012-2013 sotto l’operato
dei ministri per la coesione territoriale Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, è riuscita a far scendere l’aliquota al 25% liberando un tesoretto da 12 miliardi. Questi, con
l’ok di Bruxelles, sono stati impegnati in misure di carattere strutturale. Ora si tratta di fare un ulteriore passo in avanti: fermo restando che deve essere ancora
concordata l’aliquota di cofinanziamento per i fondi Ue per i prossimi sette anni (circa 33 miliardi
di euro) e che l’obiettivo è di tenerla al 25%, il governo vorrebbe che
la parte di finanziamenti nazionali sin da ora venisse decurtata dalle spese che rientrano nel calcolo
del deficit. Questo vorrebbe dire
avere più spazio di manovra per
altri investimenti produttivi, liberando margine al tetto del 3%.
Perché, è il ragionamento, i fondi
che servono per completare i progetti realizzati con quelli Ue, sono
investimenti strutturali per crescita e occupazione, che non dovrebbero andare a pesare sul deficit. E proprio su questo Renzi ha
incassato il sostegno del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, secondo cui il premier
«ha ragione a sollevare la questione, bisogna discuterne», anche se
«non possiamo rimettere in causa
i criteri di Maastricht».
|
IL CASO
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Fascicolo del pm
su casa a Renzi
di MICHELE GIUNTINI
FIRENZE - Un fascicolo conoscitivo della procura di Firenze,
per ora senza ipotesi di reato, né
indagati. E aperto in base ad un
esposto di un dipendente comunale, che da tempo spulcia le attività di Renzi. Tanto basta per
far scatenare in Parlamento, al
Senato, il Movimento 5 Stelle
contro il premier Matteo Renzi.
Perché il suo amico nonché
stretto consigliere, l’imprenditore Marco Carrai, pagava l’affitto di un attico nel centro storico dove Renzi,
da sindaco di Firenze, trasferì la
residenza e vi ha
vissuto dal 14
marzo 2011 al
22
gennaio
2014.
«In questi anni Renzi - precisa
una nota dell’ufficio stampa dello stesso premier - ha vissuto a Pontassieve.
La casa di via Alfani è stata per
alcuni anni la casa di Marco
Carrai, pagata dallo stesso Carrai. Non era, dunque, la casa di
Renzi pagata da altri, ma la casa di Carrai pagata da Carrai.
Renzi ha usufruito in alcune
circostanze dell’ospitalità di
Carrai».
«Mi sembra che la questione
sia già stata abbondantemente
trattata in modo squallido e con
tante falsità dette in libertà»,
commenta brevemente dall’estero, dove si trova, lo stesso
Marco Carrai. E il suo legale,
avvocato Alberto Bianchi:
“Quella casa non è stata presa
in affitto da Marco Carrai per
Matteo Renzi ma per lo stesso
Marco Carrai che poi, per amici-
zia, ha anche ospitato lo stesso
Renzi il quale vi si appoggiava,
per evidente praticità, nei momenti in cui ne aveva bisogno in
relazione alla sua attività di sindaco di Firenze».
Eppure M5S vuole spiegazioni e, col capogruppo al Senato
Vincenzo Maurizio Santangelo, ha domandato di «calendarizzare al più presto una seduta
“question time” dove, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dovrà spiegare i suoi rapporti con l’imprenditore Carrai e
soprattutto, spiegare agli italiani a che titolo
godeva del suo
appartamento
vicino a Palazzo
Vecchio». Intenzione, però, nettamente stroncata dagli altri
partiti. Come riferisce lo stesso
M5S: «Tutti i
partiti hanno detto no. Sono
senza vergogna. Per Pd, Forza
Italia e compagnia la trasparenza può attendere». E comunque, lamentano sempre i
grillini, «Renzi e il suo governo
non vogliono la trasparenza».
Oltre a M5S, si distingue la critica del leghista Marco Marcolin, che ha annunciato un’interrogazione al Governo.
Esplicito il deputato di M5S,
Riccardo Fraccaro: «La vicenda
che riguarda Matteo Renzi e
Marco Carrai è di natura prettamente politica: Renzi deve spiegare perché ha affidato incarichi pubblici ad un imprenditore
che gli ha pagato per anni l’affitto e ha ricevuto incarichi e appalti», «Renzi venga in aula a
spiegare che interesse aveva
Carrai a pagargli l’affitto».
L’M5s chiede
che il premier
dia spiegazioni
in Parlamento
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Primo piano
Venerdì 21 marzo 2014
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5
L’INTERDIZIONE Berlusconi sarà comunque in campo
Il nome nel simbolo di FI
ma i figli fuori dalla mischia
di MICHELE ESPOSITO
Il premier
Matteo Renzi
con il
presidente
José Barroso
Salva Roma: Marino, soldi alluvione
per la manutenzione delle strade
ROMA - Approvare il bilancio 2014 entro il 30 aprile per sapere
«esattamente quanti soldi potremo spendere, proiettarci verso
il futuro, far scorrere le graduatorie e procedere con le assunzioni». E non solo. Anche per affrontare più serenamente il piano di rientro triennale che si deve presentare al Governo, così
come impone il Salva Roma ter. A lanciare l’appello all’Assemblea capitolina è stato il sindaco di Roma Ignazio Marino che
ieri mattina ha avuto un incontro con Matteo Renzi.
IL PIANO I partiti in attesa per Senato e titolo V
Pressing sul Governo
per il pacchetto riforme
ROMA- La decisione del tribunale di Milano sempre più vicina, le tensioni sulle liste per le europee, le voci - smentite - di
un’uscita di Silvio Berlusconi dalla presidenza di Forza Italia: attorno alla sede di
San Lorenzo in Lucina, per usare le parole di Giovanni Toti, ieri volavano diversi
uccelli del malaugurio.
Anche perchè, di fronte a quello che è
ormai un fatto - l’impossibilità per il leader di candidarsi - sono molte le perplessità all’interno del partito su una ventilata ma, ad oggi, non probabile discesa in
campo di uno dei figli di Berlusconi: Marina, Pier Silvio o Barbara.
Una cosa, tuttavia, sembra certa. Berlusconi, anche se non in lista, «sarà in
campo» nella campagna
elettorale ormai imminente, sono le parole con cui il
consigliere politico Toti ha
voluto rassicurare i «tanti
gufi» che vedono il leader
totalmente fuori dai giochi.
Mere supposizioni che, nel corso della
giornata sono state accompagnate dalle
indiscrezioni su un’idea che avrebbe del
clamoroso: quella secondo cui Berlusconi, stretto dalla decisione dei giudici di
Milano del 10 aprile - destinare l’ex premier ai servizi sociali, ai domiciliari o, meno probabilmente, al carcere - opti per abbandonare la presidenza di Fi. Indiscrezioni smentite dal gruppo azzurro che,
tuttavia, fanno capire come l’aria dalle
parti di Palazzo Grazioli sia comunque
agitata soprattutto per quanto riguarda
la composizione delle liste.
Tant’è che sembra ancora in altro mare
la definizione della lista dei nomi dei capolista per le europee. Ieri a Palazzo Grazioli
- con Berlusconi presente - e alla sede di Fi
sono stati diversi gli incontri tra i big e
parlamentari del partito, potenziali can-
Incontro
a Palazzo Grazioli
per definire
le candidature
IL CONFRONTO Ruolo attivo per sindaci e presidenti
A Regioni e Comuni
più forza e autonomia
di CHIARA SCALISE
di VALENTINA RONCATI
ROMA - Il governo insiste nel
voler accelerare: entro la
prossima settimana - assicura Palazzo Chigi - sarà pronto
il disegno di legge costituzionale sulla riforma del Senato
e del titolo V. Ancora una volta, come quando sono state illustrate le linee guida del
progetto, il premier Matteo
Renzi invita tutti, Enti locali
in testa, a collaborare per
mettere a punto un testo condiviso. Che poi possa passare
all’esame di Palazzo Madama
e incassare un primo ok entro l’inizio del semestre europeo a guida italiana.
In attesa della presentazione del ddl Boschi, il Senato ha
approvato le misure sulle elezioni europee con tanto di
rinvio al 2019 delle norme
sulle quote rose. Uno slittamento di cinque anni che è
conseguenza del lavoro per
garantire la tenuta dell’intesa sul percorso delle riforme,
dall’Italicum al restyling del
bicameralismo.
Ufficialmente all’ordine
del giorno della commissione
Affari costituzionali del Senato al momento compaiono
però solo il ddl Delrio sulle
province e città metropolita-
ROMA - Regioni e Comuni
plaudono la scelta del Governo Renzi di trattare in un unico contesto di riforma e in un
solo testo normativo la trasformazione del Senato e la
riscrittura del Titolo V della
Costituzione, ma vogliono
contribuire alla stesura del
nuovo testo, perché, come ha
sottolineato ieri il presidente
dell’Anci, Piero Fassino, «siamo un alleato, non un interlocutore del Governo per le riforme istituzionali».
In un clima positivo si è
svolto di prima mattina a Palazzo Chigi un incontro prima tra il premier Renzi - presenti il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio
Graziano Delrio, il ministro
per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta e il ministro per le Riforme Maria
Elena Boschi - e i presidenti
delle Regioni, guidati da Vasco Errani, subito dopo con i
sindaci dell’Anci, Piero Fassino in testa.
Riforme ma anche vincoli
del Patto di stabilità, sanità,
programmazione dei Fondi
Ue, cassa integrazione in deroga, Expo, sono stati al centro dell’incontro, con l’assi-
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio
ne e la legge elettorale. Ma le
intenzioni di Palazzo Chigi
sono chiare: entro qualche
giorno il menù sarà arricchito dalla riforma delle Istituzioni. Ad aver fatto un passo
avanti intanto è il pacchetto
Delrio sulla riforma delle
province, dopo settimane in
cui è stato ostaggio dei veti
incrociati delle forze politiche. Il ddl sembra infatti finalmente avviato a ottenere il
via libera dell’Assemblea dei
senatori. Martedì sarà in Aula (solo nella stessa mattinata
è però previsto l’ok della commissione) e mercoledì ci sarà
il voto finale.
Sul tappeto ancora molti in
realtà i nodi aperti ma un accordo fra i partiti avrebbe individuato una norma transitoria che prevede che prima
dell’entrata in vigore della riforma Delrio vi sia, fino alla
fine del 2014, un periodo in
cui i commissari possono essere gli stessi presidenti.
Lavori in corso anche sul
fronte della riforma del Senato e del titolo V, il cui testo è atteso dai partiti (Pd in testa)
perchè oggetto ancora di definizione da parte dell’Esecutivo.
didati inclusi, come quel Raffaele Fitto
che, con Toti e Antonio Tajani, è dato come sicuro: il primo al Sud, il secondo al
Nord-Ovest, il terzo al Centro.
Le due «x», come osservano fonti parlamentari, restano il Nord-Est e le Isole dove, si fa notare, Berlusconi potrebbe presentare un nome “noto”. Ormai da escludere sembra invece la candidatura di Renato Brunetta al Nord-Est. Lo stesso Brunetta, che oggi vedrà Berlusconi proprio
sulla partita delle europee, in serata ha
negato qualsiasi tensione, mostrando ottimismo: «Noi puntiamo ad avere il 2530%, per vincere le elezioni europee».
Un obiettivo per il quale, Berlusconi deve però in qualche modo
scendere in campo. A partire dal suo nome, che stando
al capogruppo Fi al Senato
Paolo Romani, comparirà
sul simbolo elettorale. «La
lista potrebbe chiamarsi
magari Fi-Berlusconi per
l’Europa, oppure Forza Italia per l’Europa con Berlusconi Presidente», osserva
Romani escludendo invece la possibilità
di una successione dinastica. Del resto, se
la primogenita Marina ha già in passato
negato qualsiasi discesa in campo, molti
dubbi restano, all’interno di Fi ma forse
anche tra i diretti interessati, su Pier Silvio e sulla seppur più giovane e mediatica
Barbara.
Per Romani, candidare un figlio di Berlusconi sarebbe sbagliato. Ma il dibattito
resta comunque aperto e c’è chi, come
Giancarlo Galan «spera» in una simile soluzione. Perchè un cognome che ricordi
la «storia» di Berlusconi, è, comunque,
un’arma in più sull’elettorato. La situazione giudiziaria di Berlusconi rende però tutto molto difficile. Gli azzurri temono di perdere quell’elettorato che l’ex Cavaliere aveva conquistato. Si profila dunque, una battaglia molto dura per continuare a mantenere in vita FI.
Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani
curazione di Renzi di chiedere a Bruxelles che gli investimenti dei fondi strutturali
vengano esclusi dai vincoli
posti dal Patto di stabilità e
che anche gli investimenti
per l’edilizia scolastica e il
dissesto idrogeologico non
siamo conteggiati nel Patto
di stabilità.
Quanto invece alla richiesta delle Regioni di reinvestire le risorse ottenute dalla
Spending review in sanità
nel settore stesso, Renzi «è
stato prudente» e darà una risposta «nei prossimi giorni»,
ha riferito il presidente della
Conferenza delle Regioni,
Vasco Errani. Il grande banco di confronto è stata comunque la bozza di ddl costituzionale messa a punto dal
Governo: Regioni e Comuni
lavoreranno già dalle prossime ore con il ministro per le
Riforme Maria Elena Boschi
per giungere, nel giro di una
settimana, ad una sintesi che
accontenti tutti. Se le Regioni
“colgono con favore il superamento del bicameralismo
perfetto”, criticano invece
«l’identico numero di rappresentanti di ciascuna Regione
e Provincia autonoma».
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Venerdì 21 marzo 2014
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POLITICA LUCANA
Continua a prevalere la “confusione”
con le decisioni spostate di giorno in giorno
Il Pd prende
ancora tempo
Nella riunione di maggioranza per il sindaco i democratici
chiedono tempo. E per il congresso si insiste ancora sul rinvio
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Non si decide. E se
lo si fa è solo per obblighi di scadenze. Il Partito democratico
continua a trascinare la decisione per il sindaco di Potenza e
intanto non ha rinunciato ancora al al rinvio congressuale.
Nonostante tutto. A fari spenti,
i big del Pd lavorano ai fianchi i
vertici nazionali del partito per
ottenere un rinvio di tutto il
congresso regionale a dopo le
elezioni amministrative ed europee. A giugno insomma. E
nel frattempo ieri nella riunione che c’è stata a Potenza per il
discorso relativo al sindaco di
Potenza - allargata alle forze del
centrosinistra - il Pd ha di nuovo chiesto tempo. Insomma in
entrambe le questioni calde i
democratici prendono tempo (o
sperano di ottenerlo). Prima la
vicenda congressuale. E da
quanto trapela da fonti autorevolissime ancora si lavora per il
rinvio del congresso ormai fissato: le Primarie si svolgeranno il prossimo 13 aprile.
Tutto questo a dispetto della
chiusura della prima fase congressuale e cioè della presentazione della candidature avvenute martedì scorso entro le 20.
Come è noto sono 6 i candidati
alla segreteria regionale. Quattro renziani: Mario Polese, Luca Braia, Salvatore Margiotta e
Francesco Mitidieri. Uno dell’area Cuperlo - Bersani: Antonio
Luongo. E uno in corsa per la
corrente di Civati: Dino Paradiso.
E proprio quelli della Civati
potrebbero diventare lo “scoglio” maggiore che si frappone
tra i colonnelli del Pd lucano e il
rinvio congressuale. Perchè
Franco Labriola, che della Civati è un pò l’anima pensante, lo
ha chiarito sia durante la Direzione regionale di lunedì scorso: “Siamo i topolini contro i giganti ma non vogliamo nessun
rinvio”. E la posizione rimane
la stessa. Non è una posizione
ininfluente perchè come è noto
da Roma, hanno fatto già sapere che il rinvio potrà essere ottenuto solo se tutti fossero stati
d’accordo. Tutti quindi comprese le varie anime renziane, i
cuperliani e i vcivatiani che seppur minoranza hanno esponenti sia in Direzione regionale
che in quella nazionale.
Ma lo stesso a Roma pare si
stiano già studiando le modalità (semmai fossero raccolte le
firme di tutti e sei i candidati alla segreteria regionale) per presentarsi alla segreteria nazionale con la richiesta del rinvio.
Insomma continua il “caos”. In
tutto questo c’è sempre il tema
del ricorso presentato da Vito
A sinistra e sopra due immagini di big del pd lucano
durante delle riunioni di partito
Giuzio per la modifica delle regole congressuali. La Commissione di garanzia regionale ha
già risposto allo stesso Giuzio
difendendo il proprio operato e
spiegando la legittimità della
decisione adducendo motivazioni statutarie. Ma la questione è stata comunque trasferita
alla Commissione nazionale di
garanzia che dovrebbe decidere
entro il 7 aprile (giorno in cui i
candidati segretari devono presentare le liste). Insomma al
netto delle decisioni sul rinvio
continua a esserci l’incertezza
dei regolamenti.
E se non bastasse c’è la “grana” del Comune di Potenza.
Passano i giorni e ancora non ci
sono elementi determinanti
per la scelta del candidato e per
l’eventuale scelta di svolgere le
Primarie interne al centrosinistra. Le trattative vanno avanti,
ma finora senza risultati. Nell’incontro di ieri il Pd cittadini
ha chiesto altre 48 ore per concludere l’istruttoria interna al
fine di arrivare a un candidato
unitario. Nome che poi verrebbe proposto alla coalizione. Non
prima di lunedì a questo punto.
Ovviamente non sono per
nulla escluse le primarie. Nella
riunione di ieri comunque gli
alleati hanno posto al Pd anche
il tema del perimetro della coalizione. La priorità delle scelte -
hanno sottolineato i partiti che
hanno già fatto parte della coalizione in passato o almeno alle
scorse regionali - devono essere
appannaggio delle forze tradizionali. Pare uno stop alle liste
civiche dell’ultima ora. La motivazione: “favorire e garantire
l’agibilità governativva nella
prossimo consiglio comunale
al netto della vittoria”.
Ovviamente è stato affrontata anche la questione Roberto
Falotico che rompendo gli indugi si è già candidato a sindaco. Per il momento non c’è una
posizione precisa da parte del
Pd e degli alleati. Ma la vicenda
ha ovviamente scomposto il
quadro al netto dei nomi dei pa-
pabili del Pd (Carretta, Pace,
Restaino) che da settimane sono già noti. In tutto questo è anche emersa la posizione della
Sel che ha chiesto di conoscere
il nome del candidato prima di
esprimersi a favore oppure no.
Questo per un elemento di coerenza - è stato detto - con le scelte
effettuate alle scorse regionali
quando la Sel non condividendo la candidatura di Marcello
Pittella si sfilò dalla maggioranza. Insomma il quadro è
scomposto. Per no dire che si è
ancora in alto mare. Nonostante le scadenze siano più che
prossime.
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L’INCONTRO
Inaugurata la sede regionale di Prima Persona a Potenza. Presente l’assessore Franconi
Polese rilancia dal centro del dibattito politico
POTENZA - «Aiutatemi ad esser funzionale per la nostra terra, con la voglia di lavorare assieme per il bene collettivo e comune e per la nostra generazione che deve rimanere e non andar via». Sono queste le frasi
che il coordinatore regionale di
Prima Persona Basilicata, Mario Polese, ha pronunciato nel
concludere la serata inaugurativa della sede regionale a Potenza, davanti ad oltre 300 invitati.
A dare il via ai lavori e introdurre le novità del nuovo anno
associativo è stato Giovanni Loponte, coordinatore di Prima
Persona Potenza, che ha annunciato il riavvio dei progetti
messi in campo nel periodo pregresso e lo sviluppo dei nuovi
attraverso l’identificazione di
quattro fondamentali aree tematiche d’azione: Smart city,
Ambiente - territorio - turismo,
Terzo settore, Politiche sociali,
Cultura -Commercio. A pren-
der subito dopo la parola anche
il vicesindaco di Brindisi Montagna annunciando l’avvio dei
lavori del 1 Maggio in Grancia
2014, l’imprenditore lucano
Feliciano Roselli e la rappresentante dell’Osservatorio Parità e Politiche sociali, Rosangela Cafarelli.
L’attesa si è però concentrata
sulle parole del neo consigliere
Polese, la cui figura, come ha
lui stesso sottolineato, «è ultimamente al centro di attenzione massima». «E’ una fase delicata - ha aggiunto Polese - ci
aspettano le amministrative in
55 comuni e le europee. Il mio
auspicio è che, passato questo
periodo, nel mese di maggio
avremo quella stabilità politica
che è fondamentale per prendere una serie di provvedimenti
stringenti e necessari soprattutto per la nostra generazione».
Infine ha tenuto a sottolineare che «nell’associazione Prima
Polese e Franconi ieri nella sede di Prima Persona a Potenza
Persona, che è un contenitore
politico - culturale e tale rimarrà, non sarò più presente come
prima in attesa del Congresso
regionale di Prima Persona che
avverrà in estate». A conclusione della manifestazione Mario
Polese ha ribadito con forza il
valore e l’importanza dei numerosi circoli e dei tanti associati
nei vari comuni della regione.
A tal proposito ha rilanciato
la sfida che Prima Persona Basilicata si pone innanzi che consiste nel continuo dibattito sui
temi centrali per lo sviluppo
delle nostre comunità e nelle
proposte dei numerosi associati che lui si farà carico per contribuire a costruire un futuro
migliore. Ha partecipato come
ospite della serata anche l’assessore regionale alla Sanità,
Flavia Franconi.
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#POTENZA2014 L’opposizione vuole diventare fronte di governo
Il centrodestra corteggia De Luca
Forza Italia dice «no alle primarie»
di SARA LORUSSO
FORZA ITALIA
Oggi pomeriggio il coordinamento
regionale per le comunali
POTENZA - Sono giorni decisive
per le scelte in vista delle elezioni
amministrative di maggio con il
rinnovo di 55 consigli comunali lucani. In tale logica il senatore e
coordinatore lucano di Forza Italia, Cosimo Latronico ha convocato il coordinamento regionale
del partito «al fine di valutare le
iniziative necessarie per affrontare la prossima tornata elettorale».
La riunione allargata ai responsabili territoriali si svolge oggi a
partire dalle 16 e 30 nella Sala A del Consiglio regionale.
POTENZA - «In Basilicata la nuova era
del centrodestra è
chiaramente legata alle scelte che si
faranno per le elezioni amministrative a cominciare
dalla città di Potenza». Anche perché,
dice Gianni Rosa,
portavoce regionale di Fratelli d’Italia, sarebbe un peccato perdere il capitale di autorevolezza e voti raccolto
durante la corsa
per le regionali di
novembre.
«Dopo le soddisfazioni ottenute
alle politiche e alle
regionali, più che
mai i cittadini che
ci hanno dato fiducia e quelli delusi
da 20 anni di governo di centrosinistra, da noi si attendono unità». Non lo dice in maniera
esplicita, ma è ai colleghi di Forza Italia che rivolge un appello. Nel centrodestra, infatti, sembrano essersi stabilizzati due fronti. Uno che mette insieme Fratelli d’Italia, esponenti della destra storica e moderna, i moderati di
diverse esperienze centriste e con
sguardo al Ppe. L’altro, quello di Forza Italia che, in piena riorganizzazione territoriale, ha detto chiaramente
«no» alle primarie.
«Un peccato», faceva notare ieri
Alessandro Galella, responsabile comunicazione FdI e uno dei candidati
in corsa alle prossime comunali. «Un
peccato» perchè quel rifiuto ha messo
da parte la possibilità di sviluppare un
confronto collettivo con la città, utile
anche a dare una nuova immagine
dello schieramento pronto a discutere, piuttosto che replicare vecchie logiche di imposizione centralistica.
«I cittadini - fa eco Gianni Rosa - si
aspettano quella risposta che per anni
non è arrivata dal centrodestra ma che
Dall’alto Dario De Luca, Gianni Rosa, Alessandro Galella
finalmente può generarsi se solo si abbandonano vecchi stereotipi ed egoismi che troppe volte hanno rappresentato un freno alla nostra voglia di cambiamento».
L’idea di svolgere le primarie non è
però l’unica in campo. Non è certo un
mistero che lo schieramento, almeno
il primo fronte, stia da tempo corteggiando un professionista del capoluogo. Dario De Luca è un ingegnerie apprezzato, il cui nome è più volte circolato in altri contesti come candidato
ideale. Sul nome di De Luca ci sarebbe
il sostegno di uno schieramento largo
all’interno di quel fronte riformista
del centrodestra. Ma in Forza Italia
non c’è unità su questo punto: gli Azzurri lucani sembra stiano cercano di
trovare una quadratura interna.
«È il momento di scelte chiare e vincenti con cui portare in campo forze
credibili e non consumate dal tempo -
scrive ancora Gianni Rosa - Uomini e
donne che esprimano competenze e
serietà. I cittadini vogliono identificarsi in altro rispetto al centrosinistra
contraddistinto da spartizioni di poltrone elargite nell'interesse di pochi,
in altro rispetto al populismo dei grillini».
Il punto: «Abbiamo voglia e capacità
di farlo? FdI-An si è messa in discussione, ha accettato il confronto, ha
aperto spazi di democrazia partecipata, oggi però spetta agli altri partner
del centrodestra fare un passo in
avanti accettando la sfida che a Potenza è possibile vincere. Ricordando che
i cittadini ci osservano e bocciano i tatticismi legati alle dinamiche della legge elettorale. Serve altro».
Le cose, dice ancora, possono cambiare. «Oggi siamo maturi per essere
classe di governo. La sfida è aperta, attendiamo risposte».
L’INTERVENTO
POTENZA - Riflettendo sulla bocciatura all’Accordo di partenariato italiano e su cosa noi lucani intendiamo fare con i circa 1700 milioni di euro dei prossimi fondi UE
2014 - 2020, mi sono ricordato di
quanto diceva Moravcsik sul modo in cui l’Europa influenza le decisioni degli Stati. La teoria della
contrattazione intergovernativa
liberale (1995) può essere, infatti,
parafrasata (con somme scuse all’autore) e usata per spiegare bene
cosa una Regione deve fare per
non subire passivamente le decisioni dello Stato e dell’Europa nelle scelte che vuole compiere.
In questi anni abbiamo familiarizzato fino all’eccesso con
espressioni quali: “ce lo chiede
l’Europa”, “ce lo chiede il Ministero”. Possiamo anche dire: “ce lo
chiede la Basilicata”? E come? Un
modo è elaborare un progetto di
largo respiro che ci aiuti a ridurre
le asimmetrie congenite tra i diversi livelli di governo con cui ci
confrontiamo. (1) Riducendo le
asimmetrie temporali: se una Regione ha strategie di breve termine allora aumentano le opportunità per le istituzioni nazionali e
comunitarie di influenzarne le
decisioni, viceversa queste opportunità diminuiscono di fronte a
Come utilizzare i 1.700 milioni di euro
dei prossimi fondi Ue 2014 - 2020
strategie di lungo periodo. (2) Tali strategie devono contenere delle preferenze stabili: se le preferenze di una Regione sono tali, allora è possibile esercitare una
maggiore pressione sui governi
nazionali e sovranazionali. (3) La
stabilità, poi, dipende dalla riduzione dell’asimmetria di competenze e informazioni fra i diversi
livelli territoriali: se le autorità regionali esercitano e organizzano
maggiori informazioni e una più
qualificata expertise, allora per i
‘‘protagonisti’’ della politica europea sarà più difficile esercitare un
reale controllo sulle azioni degli
‘‘agenti’’ regionali. (4) Questa informazione deve essere strategica e multilivello: quanto più una
Regione ha accesso alle informazioni di importanti gruppi di
pressione nazionali e europei,
tanto più può utilizzarle per incrementare il proprio potere nella
fase della negoziazione intergovernativa. (5) Allentare il controllo delle altre istituzioni: quanto
più l’azione pubblica riduce il ricorso al controllo degli altri livelli
governativi sulle istituzioni regionali (spesso richiesto volontariamente per superare blocchi nel
processo decisionale), più debole
il potere di veto dello Stato e dell’Ue e più forte è l’autonomia degli
“agenti” regionali.
In altre parole, più piccola è una
regione, più ha bisogno di grandi
visioni. Un altro modo di affrontare la programmazione è sviluppare una strategia corta, ritrosa a
formulare una visione chiara di
sviluppo, con obiettivi misurabili
e strumenti vaghi con cui raggiungerli, che permetta ampi
margini di manovra all’élite politica ed amministrativa locale di
correggere alla bisogna. Va detto
che questo secondo modo, sebbene pratico e praticato, ci fa più dipendenti dalle decisioni altrui, indebolisce le nostre capacità di autodeterminazione, frammenta
gli interessi e ci rende prede facili.
Su questo terreno è molto positiva la svolta sulla programmazione che questo governo regionale sembra voler compiere. E’necessaria tuttavia una accelerazione solida e efficace che permetta
di completare il processo di dotazione strumentale della regione
intera. La ristrutturazione dei dipartimenti, infatti, una buona dirigenza a capo, e talvolta anche
una guida politica coraggiosa
può non bastare se la politica tutta
e l’amministrazione dei territori
non fanno propria la necessità di
sviluppare una seria programmazione di medio-lungo periodo
da inserire in una visione per la
regione di grande respiro. Per
sviluppare un progetto così ambizioso alcune cose urgenti vanno
affrontate con tempestività. Vanno innanzitutto rimosse quelle
strozzature che hanno influito
sul risultato deludente della programmazione 2007-2013. Fra
queste cito solo: la razionalizzazione della governance territoria-
le (come ha ricordato recentemente l’assessore Ottati) e la riforma del partenariato e in generale delle modalità di concertazione, da snellire e da attuare in forme e con strumenti moderni.
In secondo luogo è urgente la
definizione di una struttura realmente indipendente di monitoraggio e valutazione regionale.
Senza la crescita di un forte apparato informativo e valutativo a
supporto della politica e dell’amministrazione non è possibile sviluppare nessuna efficace strategia. Ma dovremmo avviare subito
una consultazione pubblica per la
definizione degli obiettivi e degli
strumenti di nuova programmazione regionale, se non vogliamo
dover riadattare in tutta fretta un
qualsiasi modello nazionale o un
documento redatto da qualche dirigente pur volenteroso. Per le
stesse ragioni, dobbiamo realizzare un confronto serio per la
strategia della specializzazione
intelligente della Basilicata e formulare proposte da avanzare per
il dibattito sulle aree interne. Gli
strumenti e la metodologia per attuarla da protagonisti sono sperimentati da tempo in molte regioni
europee.
Michele Lo Russo
RASSEGNASTAMPA
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PETROLIO
Venerdì 21 marzo 2014
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Il vertice Governo Regioni, firma il documento
che “espropria” la Basilicata ma poi ne prende le distanze
Titolo V, la doppia versione di Pittella
Renzi vuole accentrare le competenze. Il governatore dovrà recuperare e difendere i lucani
di MARIATERESA LABANCA
UFFICIALMENTE, nel comunicato stampa che ha fatto seguito al vertice romano
tra Governo e Regione, il presidente Pittella dice che, nell’ambito della discussione
sulla riforma del Titolo V della Costituzione, il nodo cruciale per la Basilicata, ovvero
quello dell’energia, ancora
non è stato affrontato. E che
se ne parlerà solo nel prossimo incontro fissato per mercoledì. Ma nel documento
sottoscritto dalla Conferenza delle Regione e presentato
a Palazzo Chigi, firmato anche dallo stesso governatore
lucano, il tema è stato affrontato, eccome. E non a vantaggio della Basilicata. La bozza, infatti, contiene un passaggio, che si potrebbe definire molto pericoloso per i lucani. Renzi ha annunciato
che, tra le riforme previste
c’è anche quella relativa all’accentramento di alcune
competenze attualmente in
capo alle Regioni, come l’energia, appunto. Se le modifiche andassero in porto così
come previste dal piano di
Renzi, per la Basilicata si
tratterebbe di un “esproprio”
rispetto alla gestione del petrolio. Pittella aveva annunciato netta contrarietà a questa previsione. Precisando
che «nessuna alleanza politica potrà prevalere rispetto
agli interessi dei lucani».
Fatto sta che, probabilmente
per una svista, il governatore lucano ha apposto anche
la sua firma sul documento
in cui le Regioni sostanzialmente dicono: se proprio alleggerimento deve essere, si
trasferiscano a Roma competenze quali l’energia, ma
non quelle relative altre materie. Chiaramente i colleghi
di Pittella non hanno gli stessi interessi nel settore che invece la Basilicata ha. E che
quindi dovrebbe difendere
con i denti la possibilità di determinare la gestione del suo
ricco sottosuolo. Una distrazione, quella del governatore lucano, su cui ora bisognerà recuperare. Costi quel che
costi. L’occasione dovrebbe
essere proprio quella del
nuovo confronto Governo
Regioni programmato per il
prossimo mercoledì, con un
ulteriore approfondimento
sulle materie concorrenti,
con il ministro Boschi, come
annunciato dallo stesso Pittella. Che nel comunicato
stampa diffuso ieri al termine dell’incontro a Palazzo
Chigi, si è premurato di far
sapere: «Parte delle istanze
presentate sono state oggetto di positivo riscontro da
parte del primo ministro».
Già la settimana prossima il
Governo intende chiudere il
testo. «Siamo davanti ad un
cambio epocale - ha spiegato
il governatore lucano - e la
Basilicata non farà mancare
il suo positivo apporto».
Il primo risultato è questo:
Renzi, accogliendo le richieste delle Regioni, chiederà a
Il tavolo Governo Regioni a Palazzo Chigi
Bruxelles che i fondi struttu- ne messi in atto dal premier
rali vengano esclusi dai vin- fanno il paio con l’azione ricoli posti dal Patto di stabili- formista che si sta avviando
tà.
anche qui in Basilicata», ha
«L’approccio e l’accelerata concluso il governatore. Ma
ai processi di trasformazio- ora la parte più difficile, pe-
|
rò, arriverà proprio la settimana prossima, quando la
Basilicata dovrà giocare la
sua partita più importante e
Pittella dovrà corregere il tiro rispetto a quanto sotto-
LA PROPOSTA
scritto nel documento insieme ai suoi colleghi. L’obiettivo dovrà essere “scippo” della capacità di decidere sulle
risorse del suo sottosuolo.
Nella conferenza stampa di
martedì scorso, convocata
da Pittella per replicare ai
contestatori che il giorno
prima lo avevano spinto ad
abbandonare l’incontro che
era in corso a Marsico Nuovo, il governatore aveva ammesso: «La riforma del Titolo V così immaginata da Renzi, seppure spaventi, fa il
paio che non errori che fino a
ora hanno caratterizzato la
gestione della risorsa petrolio». Chiaro che però la Basilicata non può più permettersi alcuna distrazione.
[email protected]
La curiosità
Quando
Ortolani
lavorava
per Agip
|
Royalties al 50%, odg al Senato
Tra sette giorni l’analisi della risoluzione della commissione Ambiente
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Se ne dovrà discutere
la settimana prossima in Senato
della risoluzione licenziata dalla
Commissione Ambiente riguardo royalties
ed estrazioni petrolifere. E due sono i punti
fondamentali: una moratoria per le estrazioni nell’Adriatico e nel
Mediterraneo, visti anche i casi di prospezioni abusive nelle tra Sardegna e Baleari, proprio al confine con le
acque territoriali, e accaparrarsi in termini di royalties
almeno il 50% della produzione
delle società petrolifere che opera-
Da valutare
anche
la moratoria
alle trivelle
in mare
no invece sul suolo italiano. La
questione è che il sensibile aumento sulle royalties sarà destinato esclusivamente a chi si appresta a fare nuove estrazioni.
Contestualmetne bisognerà accentrare la questione con la modifica del titolo V.
L’iter dells risoluzione è iniziato
a luglio in commissione Ambiente, in tutto questo tempo il presidente Giuseppe Marinello del
Nuovo Centrodestra ha preferito
fare audizioni e parlare con i diretti interessati. «Abbiamo previsto ha detto Marinello - una moratoria sulle attività estrattive di idrocarburi liquidi, un sensibile aumento delle royalty per tutte le attività di nuova coltivazioni e una
forte e determinata partecipazio-
ne degli enti locali nell'iter autorizzativo.
Lo scopo è salvaguardare interessi strategici ed economici del
nostro Paese, con l'esigenza prioritaria della reale tutela dell'ambiente. Si tratta di un importante
passo avanti su una controversa e
difficile problematica che deve, a
nostro avviso, con questo atto, risarcire in qualche modo anche i
territori e le popolazioni». Dunque con l’accentramento della gestione dell’energia dovrebbe arrivare, sempre se la risoluzione sarà approvata, un sensibile aumento delle royalties. L’obiettivo sembra chiaro: fare in modo che non
solo le regioni petrolifere possano
incassare “benefici” dalle estrazioni.
L’INTERVENTO
Il presidente dica come difenderà la Regione?
di MIKO SOMMA
LE urla scomposte di Marsico Nuovo verso il presidente
Pittella e la sua giunta, verso i
vertici Eni e verso Arpab, verso lo stesso sindaco “quaglista” del centro valligiano,
pur nella palese evidenza di
una sovra-determinazione
che da tempo viene esercitata
su “petrolio & dintorni” da
un certo movimentismo grillino saldatosi a frange di utilitarismo
ambientalista,
mette in chiara evidenza, come da anni avverto, più che
malumore o delusione del
tutto giustificabile, quel profondo risentimento verso la
politica tutta che ha gestito i
processi legati alle estrazioni
.
E così se sembra davvero
strano che il presidente Pittella non percepisca, dall’alto
del suo “rapporto diretto”
Miko Somma
con l’elettorato che oggi pare
diventato cartina di tornasole della politica che si misura
in spot, la tromba di allarme
che a Marsico è suonata e rischia di suonare ancora ed altrove e su ben altre partite,
preferendo glissare quasi offeso e rivolgere la sua attenzione altrove, ancor più strana appare la sua valutazione
su quel processo di riforma
dello stesso titolo V che quasi
par certo di riuscire a ritagliare a misura degli interessi della regione in base al suo
personale “charme”, più che
sulla base di una valutazione
condivisa tra forze politiche e
cittadini lucani.
Per essere ancor più chiari,
il timore che la giunta si arrotoli in un tentativo di trattativa con il Governo sulla base di
una strategia inconosciuta,
nel mentre perde del tutto il
controllo della situazione interna di una regione dove è la
rabbia a prendere ormai il posto del ragionamento, che
pure non è avulso alla “società civile”, e dove i processi di
gestione della crisi necessitano di risposte immediate e
non più di tavoli inconcludenti . Non suoni critica fine
a se stessa, quanto stimolo al
fare e fare bene, ritrovando –
inutile il reiterativo –il valore
di un progetto per la regione
che molti cominciano a sospettare non fosse contenuto
in alcuna rivoluzione pro-
messa.
Ciò vale a dire nello specifico che se non esiste strategia
verso aspetti di questa riforma che rischiano di collassare la regione in una damigiana petrolifera, questa strategia deve essere discussa subito sia in rapporto agli obiettivi, sia in rapporto alle alternative con le quali dovrà confrontarsi ogni opposizione a
questi progetti biecamente
neo-centralistici, e cioè se l’obiettivo sia solo limitare i
danni, contrattando benefit
senza potere contrattuale a
riforma approvata, o impostare sin da subito la conflittualità che a Marsico è sembrata evidente e chiara nella
sua manifestazione e di cui
sarebbe folle non tener conto.
Provi a cambiare verso alla
protesta e farla diventare essa stessa la base per una nuova proposta.
Franco Ortolani
TUTTI lo conoscono
come il professore dei
Geologia, più volte
ospite delle associazioni ambientaliste
lucane (da ultima
quella che si è tenuta
non più di un mese fa
in val d’Agri), “paladino” dell’ambiente, e
strenuo ammonitore
dei danni che le attività estrattive possono
portare sui territori.
Non Tutti sanno, invece, che Franco Ortolani che oggi tanto
si spende contro gli
interessi dell’Eni, in
passato è stato consulente della stessa società del cane a sei
zampe. Non solo.
Ortolani fu colui
che, nella collaborazione che risale agli
anni ‘70, insieme ad
altri geologi, curò pr
Agip gli approfondimenti sulla potenzialità di produzione della zona di Appennino
che va dal Matese a
Monte Alpi, aprendo
di fatto la strada per
l'interesse alla esplorazione petrolifera
nella zona.
“La continuità fisica di tale piattaforma
più esterna di quella
campano lucana - si
legge nella relazione
dell’epoca - e vari altri
elementi consentono
di riconsiderare sotto
altra angolazione il
problemma della ricerca di idrocarburi
(..).
A nostro avviso prosegue la relazioni alla luce di queste
considerazioni, che
dovrebbero essere valutate le possibilità
petrolifere».
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APPALTI SOSPETTI
Il fratello del sindaco si Pignola si aggiudica
i lavori per la realizzazione dell’edificio comunale
Il nuovo asilo, un affare di famiglia
Il progetto commissionato dalla Comunità montana di cui Ferretti era presidente
di MARIATERESA LABANCA
PIGNOLA - Un affare di famiglia,
con al centro interessi molto privati, a dispetto del carattere pubblico dell’opera da realizzare.
Un appalto goloso, finanziamenti pubblici per più di un milione di euro, procedure di gara molto discutibili, e i soliti parenti e
amici che si aggiudicano i lavori.
Ingredienti di un copione che si
si ripete ormai sempre più spesso,
in cui però, questa, volta, ad aggiudicarsi l’intervento di realizzazione dell’edificio è direttamente
un parente diretto dell’attuale sindaco di Pignola, Gerardo Ferretti.
Suo fratello, Saverio, oltre che
geometra, è il direttore tecnico
della Geda srl, la
società che realizza
edifici civili e industriali e che, guarda caso, si è aggiudicata i lavori per
la realizzazione del
nuovo asilo comunale di Pignola che
dovrà sorgere in
corrispondenza
del vecchio edificio
che ospitava i bambini, vicino al parco giochi cittadino,
che il Comune ha
deciso di demolire.
Qualche anno fa
era stata la Comunità montana Alto
Basento - presidente proprio l’attuale primo cittadino che ancora ora continua a essere a capo della rispettiva Area programma - a commissionare il progetto esecutivo, per la nuova scuola finanziata attraverso il Po Fesr
2007-2013: fondi nazionali comunitari, nazionali e regionali per
un finanziamento complessivo di
1.238.000 euro.
E’la stessa Comunità montana a
nominare il responsabile unico
del procedimento, nella persona
della responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, Maria Vittoria
Perito. Solo che invece di procedere nell’affidamento dei lavori con
un bando pubblico, come sarebbe
stato forse più giusto, dato l’ammontare dell’appalto, si decide di
procedere tramite “cottimo fiduciario”, ovvero una procedura
d’urgenza, in genere motivata dal
carattere dell’urgenza o dall’eseguità dell’importo dei lavori.
Qualche rinvio, con diversi “ritocchi” alle determine comunali.
Poi, finalmente si parte. E’ la stessa responsabile del procedimento
a invitare dieci ditte, anche questa
volta con ulteriore rinvio dei termini, a presentare la propria offerta.
Ma, fatto abbastanza strano per
questi tempi di crisi soprattutto
nel settore edile, rispondono all’invito solo due società, tra cui la
Geda srl. Che, com’è facile prevedere, dopo essersi dotata di tutti i
requisiti necessari, ha vinto l’affidamento.
Un affidamento di lavori pubbliche che convince poco, soprattutto per le modalità con cui si è proceduto. Dato l’ammontare dell’importo sarebbe stato meglio procedere con un bando aperto che
avrebbe evitato qualsiasi malinteso.
[email protected]
I lavori finanziati
con il Po Fesr
per 1.238.000
euro sono stati
affidati senza
bando aperto
ma con procedura
di cottimo
fiduciario
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’asilo nido di Pignola, così come previsto dal progetto. Al lato il sindaco Ferretti
LA SCHEDA
Ecco cosa prevede il progetto
Il nuovo edificio destinato ad asilo nido è stato ubicato in aderenza alla
Scuola materna già esistente in un’area posta sul lato Ovest del Parco giochi comunale.
Accanto a tale scuola sorgeva il vecchio asilo che, in un primo momento,
si prevedeva di ristrutturare ed ampliare ma che successivamente, essendosi verificati dei dissesti, l’Amministrazione comunale ha deciso di
demolire. Proprio in corrispondenza
dell’area su cui era ubicato il vecchio
asilo comunale si è deciso di realizzare il nuovo edificio. Pertanto, il progetto prevede la costruzione dell’Asilo Nido del Comune di Pignola, in posizione adiacente alla Scuola Materna.
La nuova struttura, ha una pianta
rettangolare piuttosto allungata che
si sviluppa lungo il confine orientale
del Parco comunale. In elevazione si
articola in due parti ad altezza diversa. La prima di due livelli, è addossata
alla scuola materna da cui riprende,
prolungandoli, prospetti e tetto; una
seconda parte, di un solo livello, con
copertura a terrazzo posta alla stessa
quota al Parco comunale. La parte a
due piani ha altezza massima fuori
terra (al colmo della copertura) pari a
11,40 m; la parte ad un piano ha, invece, altezza fuori terra di 3,80 m. Il
piano terra ha dimensioni in pianta
di 32,86 m per 15,82 m ed una superficie lorda complessiva di 519,84 m2 .
Il piano primo, invece, ha dimensioni
in pianta di 10,06 per 15,82 m ed una
superficie lorda di 159,15 m2 . L’accesso all’Asilo Nido è previsto dal lato
Sud-Ovest, ossia dalla stradina comunale che dalla Via Risorgimento
lambisce il lato Sud del Parco comunale.
Il volume a due livelli ha, come detto, una copertura a falde che riprende
e completa 3 quella della struttura
esistente.
Con la realizzazione del nuovo corpo si otterrà un complesso omogeneo, caratterizzato da un unico tetto a
padiglione e prospetti longitudinali
continui.
In ragione di tale continuità, le facciate saranno armonizzate architettonicamente nella disposizione delle
aperture, nella tipologia dei serramenti e nella tinteggiatura.
Il corpo ad un livello, posto in continuità con quello “alto”, ha una copertura piana a terrazzo. Quest’ultima sarà arredata con fioriere e giochi
per l’infanzia in modo da apparire come una estensione del Parco comunale.
Da questo, infatti, sarà possibile accedere direttamente al terrazzo attra-
verso un ballatoio di comunicazione.
Anche in questo caso, gli elementi architettonici di facciata saranno
uguali a quelli dell’intero complesso
edilizio (cfr Figura 1). L’accesso all’Asilo Nido avverrà dal lato Sud-Ovest,
dalla stradina comunale che dalla Via
Risorgimento lambisce il lato Sud del
Parco comunale e va in direzione Ovest.
La capienza massima prevista è di
30 bambini, di cui 6 lattanti e n. 24 divezzi. Particolare cura è stata posta
nella coibentazione termica dell’edificio, in modo da limitare al massimo i
consumi energetici relativi al riscaldamento.
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VERSO IL 2019
A Palazzo Lanfranchi la mostra promossa
da Lucana Film Commission e Soprintendenza
La storia del cinema
passa per Matera
Da domani sarà possibile vedere gli straordinari
reperti della collezione raccolta da Gaetano Martino
|
di ANTONELLO GRASSI
La storia del cinema passa per Matera.
E non soltanto perché, come ormai
sanno anche le pietre, la città s’è guadagnata da almeno sessant’anni a questa parte un posto importante nell’immaginario cinematografico internazionale. Ma perché, da domani, a Palazzo Lanfranchi, questa storia sarà
possibile toccarla con mano: attraverso gli oggetti che ne hanno costituito
altrettante tappe evolutive. Proiettori,
macchine da presa, pellicole, foto di
scena, manifesti: nelle sale del museo
materano una sterminata messe di
manufatti documenterà, fin dalle sue
origini, la stupefacente, rivoluzionaria impresa artistica che ha accompagnato la modernità.
“Una rassegna straordinaria - sottolinea il direttore della Lucana
Film Commission, Paride Leporace, che ne è l’ispiratore – perché mostra il cinema nella sua
dimensione produttiva:
di arte del fare. E perché,
in una città come Matera, mette in moto i meccanismi della memoria,
consentendo a tutti, anche a coloro che non sono cinefili, di rituffarsi
nel proprio passato. Il cinema fa parte della nostra memoria
collettiva”. Ma c'è di più. “Questa eccezionale stagione materana – precisa
Leporace -, tutta caratterizzata da
eventi legati al cinema (dal Consiglio
dell’European Film Academy, con l'arrivo stamane di autentiche star, alle
prossime celebrazioni del cinquantenario del “Vangelo secondo Matteo” di
Pier Paolo Pasolini, ndr), dimostra che
non è più tempo di eventi fini a se stessi. Le iniziative della Camera di commercio, il ruolo prezioso della Soprintendenza, la collaborazione degli enti
sono ora il frutto di uno sforzo unitario, di una logica costruttiva. Si tratta
di creare e promuovere modelli che siano creativi e allo stesso tempo economici: come il cinema, appunto. Non è
un caso se, nel presentarsi alla città, il
direttore artistico di Matera 2019, Joseph Grima, abbia raccontato che il
suo primo rapporto con i Sassi risalga
a un ricordo di bambino: quello della
visione, assieme al padre, del Vangelo
secondo Matteo. Insomma, non dobbiamo dimenticare che esistiamo anche grazie al cinema e che esso può rappresentare una prodigiosa risorsa
produttiva”.
Non più, dunque, Matera e il cinema? D’ora in poi, sarà più giusto dire
che Matera è il cinema? Certo, se si segue la strada indicata da Leporace,
questa suggestione ha un suo fondamento. E l’esposizione che si inaugura
domani a Palazzo Lanfranchi ce ne fornisce la trama. A cominciare dalla singolare storia del vero artefice della mostra, Gaetano Martino.
Originario di Oppido Lucano, Martino ha dedicato tutta la sua vita, a una
LA RIFLESSIONE
|
Da oggetti dimenticati
a pezzi da museo
di MARGHERITA AGATA
Paride Leporace:
«Grande sintonia
tra le istituzioni
Vanno promossi
modelli creativi
e insieme
produttivi»
Una macchina da presa. Sopra Paride Leporace. Sotto Gaetano Martino
mostra antichi vetrini dipinti a mano, tra i preziosi reperti portati a Matera
SE non ci fosse il grande telero di Carlo Levi “Lucania ‘61”, entrando nella sala intitolata allo
scrittore torinese non si ha l’impressione di trovarsi in un museo di arte medievale e moderna.
Sparse per terra decine di locandine di film d’epoca, pannelli, macchine da presa, oggetti di scena e in una stanza un assortimento straordinario di “lanterne magiche” che profumano d’infanzia del cinema e di civiltà d’altri tempi.
In realtà quest’ordinata confusione è dovuta
all’allestimento della mostra “La grande bellezza
della cineteca lucana”. Solo una finestra piccolissima sullo sterminato patrimonio, raccolto con
amore e dedizione quasi certosina nel corso di decenni da Gaetano Martino, che ha ereditato dal
papà proiezionista il virus del cinema. Cosa c’entra con il museo e con l’arte? Tanto. Tanto quanto
le ingegnose “Patamacchine” realizzate dal collettivo d’arte La luna al guinzaglio che la sempre
lungimirante soprintendente Marta Ragozzino
ha fortemente voluto ospitare proprio negli stessi spazi adesso assegnati ai tesori di Gaetano
Martino.
Non una semplice coincidenza, ma il proseguimento naturale di un percorso di contaminazione tra linguaggi e codici che trova nel museo, inteso come luogo di partecipazione collettivo, la
sua casa naturale. Futuro e memoria nelle sale di
Palazzo Lanfranchi si incontrano in un felice e
fecondo connubio: puro ossigeno per la corsa di
Matera a capitale europea della Cultura nel
2019. Da queste parti la sfida è stata presa sul serio e si continua a volare altissimo, con iniziative
che allargano positivamente a forme meno tradizionali di arte il concetto di “bene culturale”.
Le Patamacchine come i cimeli di Martino non
sono semplicemente oggetti curiosi, rari o “carini” , ma patrimonio culturale a tutti gli effetti. E
al pari di tele, sculture e monumenti, vanno valorizzati e tutelati. Ma non “museizzati”.
La loro funzione è l’esatto contrario: trasformare il museo da semplice contenitore di opere a
luogo vivo e fucina degli “abitanti culturali” di
domani. Un domani che a Palazzo Lanfranchi è
già presente.
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eccezionale impresa: mettere insieme
la più ricca collezione di oggetti legati
al cinema che si conosca in Italia e con
ogni probabilità in Europa. In capannoni di fortuna sparsi tra Roma, Potenza e Oppido, giacciono, a decine di
migliaia, i reperti della storia, e finanche della preistoria, di quella che un
tempo fu detta la settima arte. Con passione da archeologo Martino ha accumulato (ma numeri precisi è impossibile farne), qualcosa come 800 tra
proiettori e macchine da presa, almeno
quindicimila film, oltre diciottomila
documentari,
centocinquantamila
manifesti di cui un centinaio dell' epoca del muto, dodicimila libri di interes-
se cinematografico, centottanta tra
lanterne magiche e visori. E ancora:
cinquantamila foto di scena e un numero imprecisato di ‘liste di dialoghi’
corrette dai vari registi. E poi centinaia di vetrini dipinti a mano, episcopi
e proiettori fissi, quasi quattrocento
macchine da proiezione (Goumont, Pathè, Pion e altre ancora). E macchine
del suono, mascherine, bobine… Insomma: un capitale formidabile, una
piccola parte del quale è da domani in
bella mostra nel museo Lanfranchi.
Un capitale che Martino mette a disposizione di chi è disposto a investire nella sua tutela: «La mia speranza – dice –
è che questa collezione diventi un im-
portante veicolo per diffondere la cultura del cinema, che rischia di essere
dimenticata».
E’ per questo che la soprintendente
Marta Ragozzino, mentre accompagna i giornalisti in un viaggio tra le
quinte della mostra, accenna alla speranza che, “in un momento in cui si
parla tanto di cinema”, le istituzioni
capiscano che qui c’è un tesoro da difendere e valorizzare. Nel frattempo,
ricorda, il reggente della Soprintendenza archivistica, Michele Durante,
ha avviato un'azione di tutela della cineteca lucana. “I vincoli – aggiunge la
Ragozzino - non sono strumenti coercitivi, ma di conservazione: che per-
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Venerdì 21 marzo 2014
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CURIOSITÀ
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Anteprima per cronisti, scene di panico
Giornalisti come elefanti
nella cristalliera di Marta
A sinistra Gaetano Martino. Sopra una
vecchia cinepresa. Sotto la sedia di Wojtyla
nel film di Zanussi e alcune lampade magiche
Marta Ragozzino
di DAMIANO LATERZA
MATERA – La grande bellezza della
Cineteca Lucana del mitico Gaetano
Martino è, al momento, tutta da vagheggiare. Sì, perché la prima per la
stampa di questa mostra-evento che
illuminerà il clou della stagione turistica (ossia i ponti pasquali) della
Hollywood di Tufo, difatti, è puro cinema.
Nel senso più onirico del termine.
Perché? E’ presto detto: per noi pennivendoli qui convenuti non c’è nessuna mostra da vedere ma solo un
caotico work in progress tra cimeli
accatastati, men at work, stagisti distratti e delirio organizzativo da ultimo minuto. A rendere indimenticabile questo back-backstage c’è il
brivido di rendersi, per una volta,
protagonisti di atti vandalici assolutamente non voluti. Ed eccoli, i
giornalisti, che camminano inavvertitamente su preziosissimi manifesti degli anni ’10; c’è chi urta accidentalmente il mastodontico
proiettore che Peppuccio Tornatore
– prendendolo in prestito proprio
dal grande conservatore Martino –
usò nel suo Cinema Paradiso; qualcuno si è poi seduto sul trono usato
da Krzysztof Zanussi per il suo documentario su Giovanni Paolo II,
sporcandolo: «Alla mitomania umana non c’è mai fine» commenta un’esterrefatta donna delle pulizie.
La domanda a questo punto è una
sola: ce la faranno i nostri eroi a completare il tutto per domani alle 18 e
30, quando s’inaugurerà in pompa
mettono di lavorare meglio e di avere
finanziamenti per portare avanti l'opera di catalogazione. Diamo l’esempio
di un lavoro fatto insieme sia pure con
competenze diverse”. Attraversando
le sale in allestimento, a rischio di inciampare tra oggetti preziosi confusi a
masserizie di quello che appare un
grande cantiere, la soprintendente indica gli artigiani al lavoro, “tutti grandi professionisti” e sottolinea il nuovo
stile che si sta dando il museo. “Vedete? E’ così che realizziamo cultura a Palazzo Lanfranchi. Vogliamo essere un
luogo in cui, assieme alla comunità,
produciamo cultura e conoscenza.
Non soltanto un luogo di trasmissio-
ne, dall’alto, del sapere. Questa mostra
è importante…Soprattutto per i ragazzi. Permetterà loro una cavalcata attraverso sogni e visioni, in mezzo a oggetti di una memoria collettiva ormai
perduta…Non è anche questo il nostro
compito?”.
Matera è il cinema, dunque? La metafora involontariamente suggerita
all’inizio da Leporace ritorna ad affacciarsi alla fine del viaggio tra i preziosi
reperti di Martino. Il quale è anche una
fonte inesauribile di ricordi legati al cinema. Memorie che, trattandosi del cinema, sono visioni. Ed emozioni nate
da incontri casuali tasformatisi in
grandi amicizie. Come quella con Giu-
seppe Tornatore, “un grande collezionista di macchine e manifesti anche
lui”, al quale Martino fornì una antica
e preziosa cinepresa per un suo film,
ottenendo poi, in segno di riconoscenza, una piccola parte nel suo Baaria girato a Palermo.
Girando tra questi reperti, rileggendone il cammino attraverso ciò che ci
resta, riscopriamo che il cinema è ancora e soprattutto questo: artigianato,
immagini e memoria, al di là delle forme tecnologiche e stravaganti che ha
finito per assumere. E allora sì, in controluce, possiamo leggervi una metafora della storia di Matera. La quale è
appunto il frutto insieme di una mille-
magna con tanto di governatore in
persona? Sembra non avere dubbi
Marta Ragazzino, la padrona di casa
dell’evento. E si sa: nel Palazzo di
Marta tutto diventa possibile. Lei
svolazza come una libellula elargendo disposizioni e riferendo aneddoti. Epica, Marta, la Soprintendente
più amata dai materani, vera domina della cultura di Mater Matera, altera e sgargiante con quel volto e
quella silhouette che fanno tanto cinema di una volta. Adesso è col Direttore della Film Commission a decidere come disporre i totem informativi lungo il percorso. «Paride,
mi fai fare un tiro?». Un giornalista
lì vicino prova a offrirle una sigaretta. E lei: «No grazie. Ho smesso. Volevo solo sporcare di rossetto la cicca
di Leporace». Simpatica come sempre, la Marta, espertissima di Surrealismo e Dada, nella città più surrealista e dada del mondo. Intorno,
intanto, l’allestimento prosegue a
ritmo serrato. I giornalisti vanno
via alla spicciolata. «Chi viene con
me a farsi un caffè al bar?» propone
un fotografo. Ma come, niente buffet? «Mannaggia, me ne sono dimenticata!» si cruccia Marta. Poi,
però, si ripiglia quasi subito: «Ma sabato ci sarà. Spumante e tarallini
per tutti!». Sorride e va via. Come l’eroina di un ipotetico peplum didattico post-moderno. Una colei che salva la comunità dall’oblio dell’ignoranza, seminando cultura. A Matera. Dove puoi farti tutti i film che
vuoi.
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naria cultura del fare e di visioni testimoniate dalla sterminata iconografia
legata al suo ricco passato, ma anche
luogo di memorie e di stratificazioni.
Questo passato incancellabile innerverà il futuro trasmettendogli l'energia sepolta sotto le pietre. Forse è davvero il tempo che la città cominci a pensarsi non più come oggetto ma come
soggetto di visioni, non più come il set
di un grande cinema, ma come il luogo
che ha contribuito a produrre, esso
stesso, cinema. E, chissà, può essere
che, per la seconda volta, grazie al cinema, la città avvii l'ennesima fase della
sua storia.
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UNIVERSITÀ
Venerdì 21 marzo 2014
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L’analisi sui laureati in tutta Italia è incoraggiante per la Lucania
ad un anno dal titolo non è difficilissimo lavorare nel campo
Architettura, il 40% trova lavoro
I disoccupati restano ancora tanti, ma si può invertire la tendenza negativa
|
di VALERIO PANETTIERI
POTENZA - Per gli studenti delal
facoltà di Architettura dell’Unibas
sembra essere relativamente facile trovare un lavoro, o un corso di
formazione retribuito ad un anno
dalla laurea. Il problema però è che
i disoccupati restano comunque di
più, creando un gap che, però, si
può restringere se si continua a lavorare su una didattica di qualità.
I dati sono stati pubblicati da Ustation, il network delle reti universitari che ha pubblicato i dati dei tassi di occupazione e disoccupazione
per quanto riguarda esclusivamente la facoltà di Architettura.
Dunque la Basilicata è in basso in
una classifica sovrastata dai grandi atenei, ma rispetto al resto del
Sud è messa tutto
sommato bene. In
basilicata, stando
alle stime di Ustation, il 40,7% dei
ragazzi che sono
stati contattati ad
un anno dalla laurea sono riusciti a
trovare un’occupazione. Di contro, invece, il 47,6% è tutt’ora senza lavoro.
Quest’ultimo dato è meno confortante, perché mette la Basilicata agli ultimi posti, ma la percentuale è decisamente bassa anche se
ci sono Regioni con crisi strutturali maggiori che riescono comunque a “grattare il fondo del barile.
È ovvio che l’analisi, seppure
sommaria, disegna un quadro importante quantomeno per il futuro. Ma c’è da fare attenzione ad un
altro problema, che è il possibile
sovraffollamento di lauree che potrebbe portare ad una saturazione
della richiesta, così come sta accadendo a Napoli culla storica dell’architettura Meridionale. Nella
classifica sull’occupazione è il
Nord a regnare con gli atenei di
Urbino Carlo Bo (83,3%), Trento
(81,4%), Torino (75%), L'Aquila
(74%), Perugia (66,7%). Per quanto riguarda l’altra parte, la questione disoccupazione, è ancora
una volta il Sud a non fare sconti:
Seconda Università di Napoli
(50,4%), Molise (50%), Reggio Calabria Mediterranea (48,2%), Basilicata (47,6%), Federico II di Napoli (40,6%).
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In testa
resta solo
il Nord
del Paese
IL CONVEGNO
|
I giovani scelgono di ritornare alla terra
Sempre più ampio l’interesse per l’agricoltura, il neo-ruralismo e la vita sostenibile
di ANTONELLO GRASSI
MATERA - E’ solo crisi? Dipende. In un’economia che da anni ristagna o arretra, c’è un
comparto, quello agricolo, che è in crescita.
A confermarcelo, oltre ai dati nazionali che
scodelleremo di qui a poco, è la sensazione
diffusa di un movimento trasmigratorio
che si è fatto via via più consistente: prima
dal centro verso la periferia, quindi dalla città in direzione della campagna. Il fenomeno, ancora in buona parte sotterraneo, riguarda in particolare le grandi città. E ha il
suo rovescio della medaglia nella progressiva mancanza di fiducia - da parte di coloro
che abitano nei piccoli centri - nella capacità
delle metropoli di offrire una prospettiva dignitosa di vita e di lavoro. Per questa ragione, ma non solo per questa, sempre più giovani decidono di scommettere sul proprio
territorio e riscoprono l’agricoltura.
Una ulteriore testimonianza di quel che
sta accadendo viene dall’appuntamento
promosso mercoledì mattina a Matera dal
Ministero delle Politiche agricole in collaborazione con l’Ismea e la Regione Basilicata,
tema: “Giovani imprenditori in agricoltura: il panorama delle opportunità”. Il seminario, il quarto della serie promossa dal Mipaf, è convocato a Borgo Venusio per le ore
10. Ma già alle 9,30 nell’immensa sala del
centro congressi scelta per ospitare i quasi
quattrocento imprenditori agricoli, o aspiranti tali, provenienti da tutta la Lucania,
c’è il pienone, e l’organizzazione è costretta a
far aggiungere altre sedie in platea. In un silenzio religioso, mentre sulla grande parete
alle loro spalle scivolano le slides, il funzionario del Ministero Mariella Santevecchi,
quello della Regione Pino Balsebre, i tecnici
dell’Ismea Giuseppe Fierro, Stefania Aiazzi
ed Elisabetta Cardosi, e Roberto Milletti, del
Safa, sciorinano numeri e sigle, parlano di
bandi e incentivi, di programmazione Ue e
misure regionali, di credito e finanziamenti. Argomenti non proprio avvincenti. Eppure, dopo oltre due ore di relazione, i relatori devono affrontare le numerose domande di un pubblico competente che ancora
non è sazio e vuol conoscere tutti i risvolti
pratici dei temi affontati nel corso del seminario.
Ma qual è la situazione dell’agricoltura in
Italia? E quali sono le ragioni di questo ritorno alla terra? Nell’ultimo trimestre dello
scorso anno, unico comparto produttivo del
Paese, il settore primario ha visto aumenta-
Un momento del convegno
re dello 0,8 per cento il proprio prodotto interno lordo. Un risultato eclatante non soltanto perché le fa da contraltare una recessione senza precedenti, ma perché in Italia
l’agricoltura sconta ritardi storici e handicap strutturali: come la scarsa propensione
all’aggregazione e l’insufficiente innovazione. Il che spinge le associazioni di categoria a premere sul governo perché, da subito,
“attui misure concrete in grado di assecondare i segnali positivi che arrivano dalle
aziende agricole italiane”; e fa sì che il neo
ministro Maurizio Martina scopra “la centralità e l’importanza di un settore”il cui apporto “è fondamentale per l’economia italiana” e si impegni “ad andare avanti spedito
con i provvedimenti a sostegno del comparto”. Provvedimenti come quelli che il Ministero, assieme all’Ismea e alla Regioni, sta
appunto promuovendo in tutta Italia con il
ciclo di seminari informativi sulle opportunità a disposizione di chi voglia fare impresa in agricoltura. Un ventaglio di proposte,
quelle presentate a Matera, che riguardano
le strategie di insediamento, lo crescita
aziendale e, soprattutto, la possibilità di accedere a finanziamenti e a incentivi a sostegno di nuove iniziative. Il tutto in un contesto in cui si tenta di agevolare, con l’accesso
al credito, lo sviluppo della ricerca applicata
e delle politiche cosiddette di filiera, indi-
spensabili per poter competere sul mercato
globale.
Se l’agricoltura, dunque, riparte dopo
due anni consecutivi di calo produttivo,
mentre i consumi interni sprofondano e i
costi produttivi lievitano; e riparte, in un
anno di alluvioni e nubifragi, avendo nelle
ali il piombo della burocrazia e del fisco, vuol
dire che qualcosa di importante si sta muovendo nella società e nell’economia italiana.
Forse soprattutto al Sud. E non è detto che si
tratti di una conseguenza della crisi. O, perlomeno, non soltanto della crisi economica.
Il ritorno alla terra sembra accompagnarsi,
in molti casi, alla riscoperta o al vagheggiamento di un nuovo modo di vivere che recuperi l’antico; a una nuova religione del territorio; e all’aspirazione di impiantare nuove
comunità fondate su una diversa idea del
consumo e della produzione. Un fenomeno
culturale , insomma, che riflette, anche nel
Sud, le ideologie neoruraliste che predicano
un modello di sviluppo eco-compatibile, e
nei casi estremi, quella che Latouche chiamava la decrescita felice. Ma non c’è solo
questo, ovviamente. C’è anche la consapevolezza, al contrario, che proprio la globalizzazione e le nuove tecnologie costituiscano
una formidabile opportunità per i territori.
E allora il mondo rurale non rappresenta
soltanto la via di fuga da un mondo in crisi.
Tant’è vero che nelle università c’è un interesse crescente per le discipline legate all’agricoltura, testimoniato da un boom di
iscrizioni che, nel 2013, ha fatto segnare
una crescita del 30 per cento, mentre, secondo la Coldiretti, l’anno scorso gli istituti professionali agricoli hanno visto aumentare
le immatricolazioni di circa un terzo. Ciò sta
a significare che per molti giovani l’agricoltura, se è capace di essere all’altezza delle
nuove sfide economiche, rappresenta una
prospettiva seria e credibile; che può essere
declinata in forme inedite e con strumenti
innovativi. “Ormai la maggioranza delle
aziende agricole –afferma Franco Verrascina, presidente di Copagri –è multifunzionale. Non ci si dedica soltanto alla produzione
agroalimentare, ma anche ad attività come
l’agriturismo, le fattorie didattiche…”. Ma
dietro il ritorno all’agricoltura c’è ancora
un’altra ragione, spiega Verrascina, ed è
una ragione che ci riporta alle grandi trasformazioni in corso nel pianeta: “Molti
hanno capito che il prossimo business per
tutti i Paesi ruoterà attorno al cibo: e per
questo ci investono”.
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Benedetto Vigna, di Pietrapertosa, ha inventato gli indispensabili sensori 3D
Il fisico lucano nella “hall of fame” dei brevetti
POTENZA - Un’azienda, la Stmicroelectronics, distribuita anche nel Sud
italia, una serie di brevetti e invenzioni
che hanno letteralmente sconvolto il
mondo, tutto per mano di un uomo di
Pietrapertosa, Benedetto Vigna. Vigna, considerato un genio dell’elettronica, classe 1969 con una laurea all’università di Pisa è l’inventore, tra le
tante cose, dei sensori tridimensionali.
Sono quei sensori che utilizziamo
quotidianamente per ruotare le pagine
di tablet e smartphone e per poter giocare a videogames nuovi, quelli che
sfruttano i sensori di movimento del-
l’utente. Dalla Wii al Kinect i progetti
arrivano tutti da questo brevetto che
saranno esposti alla Città della Scienza
di Napoli per tre mesi insieme alle invenzioni della Hall Of Fame, evento
promosso dall’ufficio europeo dei brevetti.
Ma Vigna è soprattutto un fisico, uno
di quelli che «Con il treno - dice in una
intervista rilasciata al Corriere del
Mezzogiorno - da Potenza a Pisa ci mettevo quanto oggi per volare da Milano a
San Francisco».
A 45 anni, dopo aver fatto il ricercatore in tutto il mondo: dal Cern di Ginevra fino a Grenoble e Monaco di Bavie-
ra, ha aperto un’azienda che produce
migliaia di componenti elettronici destinati agli usi più disparati, compresa
l’ingegneria aerospaziale.
«Ho scelto - dice - di continuare la mia
carriera nell’industria perché la ricerca pura ha tempi molto lunghi. In Italia
ho trovato il contesto adatto per realizzare le mie aspettative».
Ed è per questo che Vigna si tiente
strettissimo un team di ragazzi giovanissimi come collaboratori. E oggi il
quarantacinquenne di Pietrapertosa è
finito nella “Hall Of Fame. I brevetti che
cambiano la nostra vita» alla Città della
Scienza.
Benedetto Vigna
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Venerdì 21 marzo 2014
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SINDACATO
Il segretario generale della Cgil
lucana Alessando Genovesi
Un percorso
dalla crisi fino
ai rapporti con Pittella
Senza dimenticare
una severa autoanalisi
di ALESSANDRO GENOVESI*
Nella mia relazione proverò a tenere insieme: il contesto entro cui abbiamo collocato e
collocheremo la nostra azione; e un bilancio
di quanto fatto. Di quello che abbiamo fatto
bene, fatto male o non siamo riusciti a fare.
Questo non per darci i voti, ma per migliorarci, partendo dal fatto che io per primo,
insieme alla Segreteria Regionale, ne porto
la responsabilità. (...)
Oltre 29 mila iscritti sono stati coinvolti
nelle 478 assemblee fatte, con oltre il 99%
dei consensi al documento “Il lavoro decide
il futuro”e con oltre 18 mila iscritti che si sono espressi positivamente sul Testo Unico,
con diversi emendamenti aggiuntivi o sostitutivi giunti dal basso. (...)
Per quanto riguarda l’Europa abbiamo
presentato una nostra proposta su un fondo di redenzione dei debiti
pubblici europei. Pensiamo
che l’Euro debba diventare
una moneta compiuta trasformando la Bce in una vera e propria banca di ultima
istanza. Riteniamo che l’Europa debba sostituire l’attuale politica deflazionistica. Crediamo, infine, che si
debba tornare ad una separazione tra banche commerciali e banche d’affari. (...) In
Italia sono necessarie politiche anticiclicheche siano necessariamente coerenti con
l’idea di una diversa struttura economica.
Si tratta di aumentare la domanda e cambiare l’offerta contemporaneamente. Noi
abbiamo chiesto da tempo (anche con diverse mobilitazioni e scioperi) una restituzione
fiscale per i redditi fissi. Il segnale giunto
dal Governo Renzi è positivo e va nella direzione giusta, e la reputiamo anche una nostra vittoria che ri da un primato alla scelta
politica rispetto a quella “ragionieristica” e
invitiamo il Governo a continuare, in vista
del semestre europeo, la comune battaglia
con i francesi per modificare il Fiscal Compact e togliere dalla clausola del 3% i grandi
investimenti in infrastrutture, ricerca, conoscenza. Ora serve però una politica di sostegno agli investimenti industriali, alle spese in conto capitale e alla ricerca. Il
Piano del Lavoro è questo: una grande politica dell’innovazione (verso l’economia digitale) e un “new deal” dei beni comuni. Per
beni comuni intendiamo i beni sociali (in
particolar modo politiche per l’infanzia,
contro l’emarginazione e per la non autosufficienza), i beni culturali,
i beni ambientali. Cercando
di allargare, all’interno dell’economia generale e per la
sua crescita sostenibile,
un’economia dei valori d’uso basata su lavori che rispondano a bisogni sociali
insoddisfatti. (...) Anche per
questo dobbiamo ampliare
le capacita' di spesa dei cittadini e le nuove domande
di beni sociali. (...) Al Sud
più urgenti sono le scelte da fare in termini
di concentrazione e selezione delle priorità,
che vuol dire alcuni settori; maggiore e più
incisivo intervento pubblico nella creazione diretta ed indiretta di lavoro nel Welfare,
nelle infrastrutture, nella valorizzazione
dell'ambiente e di un nuovo manifatturiero;
maggiore redistribuzione delle risorse, con
leve fiscali nazionali e locali, maggiore lotta
all'elusione, evasione, illegalità; lotta agli
sprechi, riforma della macchina amministrativa, prosciugamento di ogni “pozza”di
clientelismo che, per dirla con Barca, è la
strategia di parte delle classi dirigenti meridionali per non liberare la società da un
assistenzialismo voluto prima di tutto dai
detentori delle cariche politiche. Dentro
questa cornice abbiamo del resto come Cgil
Basilicata operato in questi anni e secondo
queste parole d'ordine. (...) I direttivi unitari del 29 Aprile e il 1 Maggio a Corleto sono lì
a sancire questa nuova fase in cui, come Se-
«Dall’Ue
serve
una banca
di ultima
istanza»
«Creare
una crescita
sostenibile
sui valori
d’uso»
13
Le priorità
della Cgil
La relazione del segretario al congresso
per raccontare le prossime sfide sindacali
greteria Regionale, crediamo molto, perché certi dell'attualità della grande lezione
di Di Vittorio: solo uniti si vince. (...) Su questo, avendo visto la campagna elettorale e
letto poi le dichiarazioni programmatiche
del Presidente Pittella, possiamo dire che
un primo obiettivo lo abbiamo centrato, almeno sulla carta: la Cgil ed il sindacato sono
in campo, sono riconosciuti interlocutori e
la Cgil è diventata punto di riferimento per
molti, oltre gli iscritti ed i simpatizzanti,
tanto da permetterci, pur nel “vuoto”e nella
“palude” che ha condizionato i mesi da settembre a dicembre, di continuare a svolgere
la nostra funzione e di portare a casa diversi
risultati: come i nuovi bandi Fse, il rifinanziamento dell'apprendistato, la proroga dei
Copes e degli ammortizzatori, le nuove norme sui tirocini, lo scorrimento dei bandi per
la reindustrializzazione.
(...) Abbiamo provato e stiamo provando a
contrastare non solo e tanto il decreto in se
sulla modifica dell’articolo 16 del “memorandum”, ma la debolezza politica della Basilicata ai tavoli romani, perchè il Governo
ha approfittato del vuoto politico che c'era
per “colpire alle spalle” la Basilicata. (...)
Una debolezza che sconteremo(...). Soprattutto se andrà avanti la riforma del Titolo
V.
Dobbiamo costruire prima ed imporre poi
al Presidente Renzi e al Ministro Guidi le ragioni di un vero “grande scambio” ovvero:
1) avere il via libera a mettere tutte insieme
le risorse del petrolio per 3-4 grandi progetti infrastrutturali, sulla messa in sicurezza
del territorio, sulla generalizzazione di un
reddito minimo di inserimento; 2) obbligare Governo, Eni, Total a portare in Basilicata una nuova Sata, nel farmaceutico, nei
nuovi materiali, nei bio carburanti. 5-6 mila
posti di lavoro di qualità intorno cui dare un
futuro alla Val Basento e ad aree più depresse, come il Senisese. una visione: usare le
risorse del petrolio, per costruire una basilicata futura, decarbonizzata,“fuori dal
petrolio”, terra di accoglienza e di poche ma
reali eccellenze. (...) Il banco di prova con
Pittella sarà nelle prossime settimane, a
partire dalla Finanziaria regionale che non
potrà che essere una finanziaria delle emergenze. Il Governo Pittella e la maggioranza
che lo sostiene sceglieranno realmente la
strada della concertazione? Cioè saranno
disposti a sacrificare un po' di tempo (nei limiti del possibile e del giusto) a favore di un
consenso reale, non di facciata, non a spot?
(...) La Cgil sceglie oggi di fare un'apertura al Presidente Pittella. Un’apertura condizionata al merito, per questo vera. Perchè
il merito viene prima di ogni cosa, la tutela
dei nostri disoccupati, precari, lavoratori,
pensionati prima di tutto. Allo stesso modo
diciamo al Presidente Pittella, agli amici
tutti: non ci sono cambiali in bianco. Mettiamo tutto sul tavolo, a partire dalle risorse
regionali, nazionali e da quelle della riprogrammazione 2014-2020, evitiamo condizionamenti impropri di questo o quel dirigente, diciamoci ora da che parte stiamo.
Serve un prelievo di solidarietà da chi sta
meglio e guadagna bene, per finanziare
oggi l'emergenza, contribuire a strumenti
universali di lotta all'esclusione domani.
Allora noi diciamo al Presidente Pittella, vai
avanti, sull'aumento dell'irpef regionale
sopra i 65 mila e sopra i 75 mila euro, anzi
non rinunciare ad aumentare, come hanno
fatto tutte le principali regioni, del nord e
del sud, il bollo auto sulle macchine di lusso.(...) Vai avanti e fai 2 cose: finalizza le risorse ad interventi strutturali per l'inclusione e accompagna il tutto con una normativa anti elusione, stringente che valorizzi
la compartecipazione dei comuni, sul modello della Toscana. Perchè il primo vero atto di giustizia è colpire chi evade il fisco, chi
non partecipa al patto di cittadinanza; in
una Regione dove la disuguaglianza è cresciuta e dove il 7% dei lucani è diventata addirittura più ricco nella crisi. (...) Oggi dobbiamo sfidare noi le aziende a fare le Rsu in
ogni posto di lavoro, sfidare Cisl e Uil sul
terreno della costruzione delle migliori
piattaforme e riscoprire il valore del voto e
dell'iscrizione perchè oggi, in quella scelta,
il lavoratore esercita un potere e una responsabilità che prima non aveva. Soprattutto il nuovo sistema di relazioni industriali ci potrebbe mette in condizione di
aprire altri terreni veri: i lavoratori precari
come partecipano alle scelte sindacali e alla
vita dell'azienda? Quanto siamo in grado di
utilizzare la contrattazione aziendale per
redistribuire, con una nuova organizzazione del lavoro, l'occupazione che c'è? E siamo
pronti a delegare questo potere alle Rsu, le
stiamo valorizzando il giusto, stiamo decidendo di spostare risorse verso i luoghi di
lavoro? Questi i temi veri su cui dovremo discutere: senza fare terrorismo. Senza dire
che i lavoratori che sciopereranno saranno
sanzionati e senza dire che non si potrà più
scioperare.
O ancora che le eventuali sanzioni, se ci
saranno nei Ccnl, colpiranno i delegati, perchè le sanzioni potranno al massimo essere
sulle agibilità aggiuntive (non su quelle
legge 300/70) o sulle quote sindacali, cioè al
massimo ne risponderanno le organizzazioni, così come risponderanno le aziende
(in termini pecuniari) se saranno loro a non
rispettare gli accordi. Poi vogliamo dirci
che c'è una ferita aperta che riguarda il rapporto tra la nostra Fiom e le altre sigle sindacali? Che in Fiat il clima è irrespirabile e che
c'è un tema di reale agibilità dei nostri compagni negli stabilimenti?
Certo che c'è questa
questione. Ed è pesante
e interroga tutti noi,
non se abbiamo fatto
male o bene, ma su cosa
fare ora. Così come abbiamo ancora dei limiti, relativamente al nostro sistema dei servizi e del patronato. Ora
intendiamoci: i servizi offerti dal Sistema
Cgil in Basilicata, sono - guardando i dati, le
cause, i numeri –a livello altissimo, per professionalità e serietà degli operatori. Sindacalisti della tutela individuale, come mi piace chiamarli, che –lo dico a qualche estremista renziano – colmano i vuoti di un pubblico che non funziona. Soprattutto c'è un terreno da recuperare: il rapporto con le categorie. Mi riferisco ai nostri “media” e alle
nostre capacità di comunicare più in generale. Dove siamo in forte ritardo è nella creazione di una banca dati unica. Si può ragionare di uno spazio comune su tutti i diversi
fogli, curati da Ufficio Stampa Cgil Basilicata, dove per esempio pubblicizzare eventi
o servizi? E possibile studiare un progetto
dove, mettendo insieme più categorie, si
possa pensare ad un foglio comune? Quindi, per passare ai nostri delegati, è possibile
costruire una mailing list generale di tutti i
delegati, Rsu/Rsa a cui mandare “lavori in
corso”e soprattutto i vari volantini Caaf, Inca, Uvl, Sportello Rosa, iniziative di Federconsumatori e Auser, ecc.? Questo anche
per sgravare le categorie da comunicazioni
massive, oltre le specificità legate alle attività
contrattuali e vertenziali proprie?
Su questo compagni
possiamo e dobbiamo
lavorare, sapendo che
la fatica grande è all'inizio. Ovviamente a
fronte di questi, ed altri
limiti
organizzativi
possiamo annoverare anche positivi risultati. Abbiamo finalmente reso operativi i
nostri ispettori confederali. Abbiamo approvato il nuovo regolamento amministrativo e soprattutto stiamo mettendo in sicurezza i conti della nostra organizzazione.
Un'organizzazione che vive tutta sul contributo dei propri iscritti, vero e proprio baluardo della nostra autonomia politica da
imprese e Governi. Una messa in sicurezza
che non è finita ma che mi fa dire oggi che
siamo a buon punto.
Con questo stesso spirito dobbiamo affrontare le prossime campagne 730 e del
tesseramento e con questo spirito dobbiamo continuare a valorizzare i nostri Uvl a
Potenza e Matera, il lavoro impagabile di
Sergio, Filomena, Maurizio, lo sportello
rosa. (...) Non dobbiamo farci chiudere nel
recinto in cui ci vogliono gli altri, non dobbiamo farci dipingere come i conservatori.
* Segretario Generale Cgil Basilicata
«Sviluppare
un’economia
basata
sui beni
comuni»
«Serve
un prelievo
ai più ricchi
per frenare
l’emergenza»
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 21 marzo 2014
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Comprano 10 iPhone su eBay ma ricevono un sasso: denunciato 25enne del capoluogo
Un “pacco” made in Potenza
Si era fatto mandare 4000 euro in anticipo, casi simili segnalati pure nei mesi scorsi
POTENZA - Versa 4.000 euro per uno
«stock» di 10 iPhone 5S e un iPad, e si ritrova con un sasso.
Vittima della truffa on-line è stato un
giovane dell’hinterland udinese, 20 anni,
che ieri si è recato dagli agenti della Squadra Mobile della città friulana per denunciare l’accaduto.
Letto un annuncio su un sito internet di
compravendite, effettuati i controlli che
davano riscontro positivo sull'affidabilità
del venditore, aveva proposto l’affare agli
amici.
Dopodiché avevano fatto una colletta in
sei e avevano concordato i pagamenti con
il venditore: mille euro versati in anticipo e
gli altri tremila dopo la spedizione del pacco, alla ricezione
del codice per controllarne il percorso via posta.
Il pacco è regolarmente arrivato
a destinazione, ma
all’interno c’era solo una grossa pietra avvolta in plastica da imballaggi.
Contattato
il
venditore, un ragazzo di Potenza di
25 anni già noto
per analoghe truffe, avrebbe negato
le accuse. «Ci vediamo in tribunale». Queste sarebbero state le sue parole rivolte al 20enne friulano che gli preannunciava l’intento di sporgere denuncia.
I poliziotti hanno già verificato la riconducibilità del numero e dei conti correnti
su cui sono finiti i soldi al giovane di Potenza. Di più hanno già inoltrato una comunicazione ai colleghi del capoluogo lucano
che nei prossimi giorni con ogni probabilità lo sentiranno per verbalizzare la sua
versione dei fatti.
Il pacco, posto sotto sequestro, è stato
spedito da un ufficio postale poco distante
dalla residenza del 25enne di cui non sono
state rese note le generalità. Ma da fonti investigative emerge che sono diverse le segnalazioni di casi simili che da tutta Italia
nelle ultime settimane stanno convergendo verso Potenza. Anche i soggetti denunciati sarebbero più d’uno, con un’identikit
similare: maschi e tra i 20 e i 30 anni senza
una stabile occupazione. A volte ancora
studenti, che a breve potrebbero dover rispondere dell’accusa di truffa aggravata
davanti ai giudici del Tribunale.
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Il classico “pacco” con un mattone confezionato con della carta da imballaggio. A sinistra un agente della Polizia Postale
MALAGIUSTIZIA
Gli avvocati potentini si rivolgono ai cittadini
«Lo stato vuole impedirvi di far valere i vostri diritti»
Il
presidente
degli
avvocati
di Potenza
Enzo Sarli
«UN luogo comune, un pregiudizio demagogico» è quello che denuncia l’Ordine degli avvocati di Potenza in occasione della due
giorni di astensione che si concluderà oggi.
Bersaglio dell’invettiva dei legali potentini ci sono i «soloni che reputano essere i depositari della verità» sulla crisi della giustizia italiana e in particolare chi ne attribuisce la colpa alla classe forense e in
particolare al «numero esorbitante degli avvocati», alla «loro preparazione», e «al
loro tornaconto personale».
In risposta a loro, ma nell’intento di informare quante più persone, l’ordine ha pubblicato un
elenco di domande che passano in rassegna
moltissime delle criticità del sistema giustizia
in Italia.
«Lo sapevate che i tempi del processo sono aumentati di 2 anni, passando da una durata media per singolo procedimento ordinario di primo e secondo grado da 5,7 anni a 7,4 anni?» Si
chiedono gli avvocati. E poi il meccanismo dei
Tratta Potenza-Foggia, nuovo appello di Berlinguer ai pm
A QUALCHE mese di distanza
dall’incidente avvenuto sulla
tratta Potenza-Foggia, l’assessore all’Ambiente e
Infrastrutture, Aldo
Berlinguer,
lancia un
nuovo
appello
alla Procura della Repubblica di Foggia perché svolga le
necessarie attività e si giunga
così al dissequestro della linea
ferroviaria, che collega la Basilicata con la Puglia.
«La chiusura della tratta ferroviaria –ha sottolineato Berlinguer – comporta disagi ai cittadini, che pure usufruiscono del
servizio di trasporto sostitutivo,
ed alle imprese che, forse ancor
più penalizzate, ancora non possono movimentare le merci come facevano precedentemente».
L’assessore ha ricordato che
«la Regione si è fatta interprete
delle istanze urgenti presentate
dagli utenti, sollecitando più
volte la Procura della Repubbli-
ca ad attivarsi al fine di svolgere
tutte le operazioni peritali necessarie sulla tratta. La magistratura, che ringraziamo - ha
aggiunto l’assessore - ha accolto
il nostro invito e consentito a Rfi
di svolgere i lavori di riattivazione della linea, che tuttora, però,
è ancora sotto sequestro.
Oggi – ha concluso Berlinguer - abbiamo il paradosso di
una linea ormai ripristinata,
con i lavori completati, che però
non può essere utilizzata.
Rivolgo, quindi, un nuovo invito alla magistratura ad accelerare le procedure di dissequestro».
rinvii automatici che oggi arrivano fino al 2021
«senza che l’Avvocato possa dire o fare niente?».
O la lentezza delle indagini rispetto ai
tempi di prescrizione. O ancora
le carenze d’organico, gli
oneri per il cittadino senza uguali in Europa e la
revisione della geografia giudiziaria.
Per non parlare della scure che rischia
di abbattersi contro
le «cause innovative» per la tutela dei
diritti del cittadino
con l’introduzione della solidarietà dei legali
per le liti considerate temerarie.
«Risolvere il problema della
Giustizia per lo Stato italiano - insistono gli avvocati potentini - si attua solo mediante misure
finalizzate ad impedire al cittadino di fare causa
per far valere i propri diritti».
Picchia l’ex, denunciato
POTENZA - Poteva finire male ieri pomeriggio
a Potenza quando è stato necessario l’intervento degli agenti delle volanti della Polizia per fermare la violenza.
Vittima del giovane che
risulta denunciato a piede
libero è stata la sua ex fidanzata, colpevole soltanto del
fatto che lui non riesca a rassegnarsi alla loro separazione.
La ragazza dopo l’intervento degli agenti ha formalizzato una querela nei confronti del suo aggressore che ora rischia un’incriminazione pesante per l’accaduto se non dovessero ricorrere le circostanze per l’applicazione di una forma di tutela anti-stalking per lei.
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Il Comune non ha pagato “La giostra” e 25 dipendenti sono senza stipendio
Asili chiusi, bimbi a spasso
Il 31 marzo lavoratori in sciopero. L’assessore Pace: «Non abbiamo i soldi»
HA un po’ il sapore della beffa la
nota, inviata dall’amministrazione comunale, con la quale si comunica che fino al prossimo 10
aprile si potranno presentare le
domande di iscrizione alle scuole
comunali dell’infanzia “L’allegra
brigata”, “Pollicinia”, “Il giardino dei colori” e “I due noci”. Eh sì
perché proprio quest’ultimo è
uno degli asili che a partire dal
prossimo primo aprile - e non si
tratta di uno scherzo - potrebbe
chiudere i battenti per mancanza
di soldi.
Così i bimbi de “I due noci” ma
anche quelli che frequentano gli
asili di via Perugia, via delle Acacie e via Adriatico se non verrà
trovata una soluzione andranno
in vacanza prima del tempo con
buona pace - si fa per dire - dei genitori che non solo hanno pagato
al Comune le rette ma che dovranno trovare una soluzione alternativa. E visto che l’asilo nel Palazzo
di via Anzio aprirà solo il prossimo settembre per di più servirà
solo per i figli dei dipendenti della
Regione i bimbi rimasti senza
scuola potrebbero magari trascorrere le loro giornate nel Palazzo di città. Tutto questo perché
la cooperativa “La giostra 2000” che insieme al “Melograno” gestisce per conto dell’amministrazione alcune scuole dell’infanzia avanza circa 200.000 euro e da tre
mesi non riesce a pagare gli stipendi ai 25 dipendenti impiegati
nei 4 asili a rischio chiusura.
Le organizzazioni sindacali FP-Cgil, Fp-Cisl e Uiltucs - sono
scese immediatamente in campo
e hanno proclamato per il prossimo 31 marzo lo stato di agitazione
e lo sciopero dei lavoratori che
manifesteranno sia davanti la sede de “La giostra” - quest’ultima,
va detto, non è la prima volta che
non paga gli stipendi ai lavoratori - sia sotto il Palazzo di città.
La lettera con cui “La giostra”
denuncia il mancato pagamento
E se fino a tre mesi fa la società
cooperativa è riuscita in qualche
modo a fare fronte alle spese oggi
non ce la fa più perché non ha più
fondi disponibili per potere andare avanti e i fornitori non le fanno
più credito.
Insomma si prospetta un fine
marzo di fuoco per le scuole visto
che il 31 scade anche l’affidamento dell’appalto delle pulizie per
circa 400 ex Lsu. E quindi a caos si
aggiungerà caos.
Se per la questione degli appalti
la palla spetta alla Regione per gli
asili nido toccherà al Comune trovare una soluzione. Soluzione che
a oggi non c’è e, a meno che non si
trovi un compromesso con “La
giostra 2000”, difficilmente ci sa-
“Toscana in treno”
sul convoglio per Salerno
IL cartello è affisso su un divisorio. “Toscana in treno” tradotto
anche in inglese “Tuscany by
train”.
Gli inglesi si sa amano molto
questa regionale italiana. Sotto
una serie di percorsi e di coincidenze affinché i turisti possano
viaggiare tranquillamente da
una città all’altra.
Una bella iniziativa, non c’è
che dire. Tutto è più facile e si
può fare anche a meno di consultare l’orario ferroviaro per
capire quale treno prendere per
andare, a esempio, da Siena ad
Arezzo.
Peccato che “Toscana in treno” faccia bella mostra di sè in
una delle carrozze del treno - regionale 12435 - questa la segnalazione che gira su Facebook che collega Potenza a Salerno.
Due città che sicuramente non
si trovano in Toscana.
E quindi è facile comprendere
che quel convoglio - peraltro ben
tenuto - dalla Toscana è stato di-
La mappa della Toscana in una
carrozza del Potenza-Salerno
rottato in Basilicata. Insomma
Le Ferrovie dello Stato non hanno avuto neanche l’accortezza di
rimuovere quel cartello. Come
se non bastassero i continui disagi per i viaggiatori lucani.
rà perché il «Comune non ha soldi», ha detto chiaro e tondo l’assessore al Bilancio Federico Pace.
L’istruzione, infatti, passa per le
casse comunali e nulla può fare
l’assessore alla Pubblica istruzione, Giuseppe Messina tranne ammettere che «nel nostro ufficio abbiamo in sospeso solo la fattura di
gennaio» mentre le altre già da
tempo sono “ferme” al Dipartimento bilancio.
«La “Giostra” ma soprattutto i
lavoratori - ha ammesso - hanno
ragione anche perché il credito
che vantano è consistente». Insomma «se dipendesse da me,
avendo la liquidità, pagherei e pagherei anche subito» ma le buone
intenzioni non bastano. I conti
non tornano e «in cassa - ha aggiunto l’assessore Pace - non ci sono soldi».
E quindi? «O “La giostra 2000”,
che tra l’altro in passato ha rifiutato la nostra proposta di cessione
del credito, accetta un piano di
rientro - ha proseguito l’assessore comunale al Bilancio - o altre
vie non ce ne sono».
Al massimo prima del 31 marzo
«riuscirò a saldare qualche cosa
ma sia ben chiaro che lo faccio solo perché ci potrebbe essere una
disponibilità economica e non
perché accetto che quelli della
cooperativa utilizzino i lavoratori
come arma di ricatto». Ricatto o
meno rimane il fatto che “La giostra” - e non è escluso che a breve
la stessa situazione possa coinvolgere anche “Il melograno” - di
soldi dal Comune ne avanza e sono anche parecchi.
Ed è alquanto demagogistico,
come ha fatto Pace - «ci rendiamo
conto di quello che il Paese sta vivendo e dei vincoli che ci vengono
imposti?» - puntare sempre il dito
contro il patto di stabilità o la crisi
economica che attanaglia il paese.
Perchè se è vero, come è vero,
che patto di stabilità e crisi economica un peso l’hanno e continuano ad averlo è pur vero che il Comune di Potenza da sempre si barcamena.
Alessia Giammaria
[email protected]
VIAGGIO NEL MONDO DELL’ASSOCIAZIONISMO
Donarsi in vita e dopo la vita
Enzo Manicone è il presidente dell’associazione “Ritorno alla vita” di
Potenza che da due anni opera sul
territorio lucano nell’ambito della
sensibilizzazione della donazione
degli organi.
In stretta collaborazione con l’Aido (Associazione italiana donazione
degli organi), “Ritorno alla vita”,
promuove il suo operato “solidale”
attraverso campagne di sensibilizzazione e non solo, organizza convegni, scuole e serate di beneficienza,
tutte improntate sull’informazione e
la conoscenza del mondo della donazione degli organi.
«Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto nell’anno 2013 - afferma il presidente Manicone - posso
dire che con la costituzione di Ritorno alla vita si è avuto un incremento,
nella nostra Regione, di adesioni e di
iscritti, pari al 200 per cento con oltre 400 espressioni di volontà registrate in due anni».
La nascita di questa associazione,
nasce però da un situazione tragica
che è quella personale di Enzo Mani-
cone.
Affetto da un grave problema al fegato e condannato a pochi mesi di vita, scopre che l’unica soluzione per
vivere è il trapianto. Questa drammatica notizia porta il Manicone a informarsi e conoscere questo mondo
della donazione, che di solidarietà
non ha eguali.
Da questo punto in poi la sua vita
ha assunto una forma diversa. «Donarsi in vita e dopo la vita», questo il
leit motiv di Enzo e della sua associazione che ormai conta 180 iscritti e
10 volontari solo nel potentino. «Noi
siamo qui per ascoltare, aiutare
quanti hanno bisogno di un sostegno e di un conforto, abbiamo uno
sportello d’ascolto e una sociologa a
disposizione, la dottoressa Antonietta Di Lorenzo», dice Enzo. «A noi possono rivolgersi tutte quelle persone
che hanno necessità di informarsi e
vogliono essere aiutati anche nei piccoli impegni quotidiani, dalla prenotazione di una visita medica al supporto morale - continua Manicone - Il
nostro lavoro si impegna in toto sul-
la sensibilizzazione e promozione e
visti gli importanti risultati raggiunti, apprezzati a livello nazionale, abbiamo motivo di credere che
presto la sede provinciale dell’Aido
che si trova a Rapolla, venga trasferita nel capoluogo di regione».
Sono 9000 le persone che a livello
nazionale aspettano un trapianto,
327 sono solo bambini.
Più si fanno espressioni di volontà, più sarà la serenità delle persone
che si trovano in lista di attesa.
L’appello che il Presidente lancia è
quello di donarsi ora e dopo, pur consapevole del coinvolgimento emotivo dei familiari che, nella triste occasione, può prevalere sulla chiara e
definitiva volontà del donatore stesso.
«Donare un anello alla fidanzata,
donare una cravatta al papà, sono
gesti di profondo affetto, ma donare
qualcosa di tuo a qualcuno che nemmeno si conosce è qualcosa di straordinario e di generosità assoluta».
Veronica D’Andrea
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Potenza
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Saccheggiato lo stabilimento abbandonato di Tito Scalo: indagini dei carabinieri
Ladri in azione alla Daramic
Prelevato un grosso quantitativo di rame, per centinaia di migliaia d’euro
POTENZA - Sono entrati nello
stabilimento abbandonato e hanno razziato quanto di più pregiato, rame in particolare.
E' accaduto la scorsa settimana
all'ex Daramic di Tito Scalo.
Difficile realizzare una stima
del bottino, ma se si considera il
quantitativo di materiale prelevato è ragionevole parlare di centinaia di migliaia di euro, com'è ragionevole pensare che i ladri abbiano avuto svariate ore per operare in assoluta tranquillità,
smontando e caricando il frutto
del loro “lavoro” su un mezzo pesante con cui poi è stato portato
via.
Ad accorgersi di quanto successo sarebbero stati gli attuali
responsabili dell’impianto che
hanno allertato i carabinieri.
Le pattuglie sono arrivate sul
posto una prima volta domenica
mattina, e una seconda mercoledì, per effettuare tutti i rilievi del
caso.
Spetterà ai militari adesso provare a rintracciare i ladri, che potrebbero provenire anche da fuori
regione come testimoniano le
cronache degli ultimi mesi di
scorribande simili messe a segno
a Potenza e non solo.
Il colpo alla ex Daramic arriva a
BREVI
L’APPUNTAMENTO/1
Piazza arancione
contro il razzismo
Il sito Daramic
quasi 6 anni dall'inizio della vertenza, 3 dal presidio dei lavoratori per evitare che qualcuno portasse via i macchinari, dopo il fallimento del piano di reindustrializzazione di Sistema srl e la
“scomparsa” dalle casse della
controllata Step One, che ha rilevato impianto e dipendenti, dei
soldi degli incentivi all'esodo e di
parte del trattamento di fine rapporto. Su tutta la vicenda è in corso tra i vecchi soci un contenzioso
di cui da tempo si sono perse le
tracce.
Le ultime notizie risalgono a
febbraio dell'anno scorso quando
un tragico incidente stradale ha
spezzato la vita del giovane amministratore delegato di Sistema e
Step One.
Il 38enne Davide Longa che viveva a Livigno, in provincia di
Sondrio, è morto in Valtellina
mentre si stava dirigendo verso il
capoluogo, in un incidente che ha
Terminati i lavori dei locali di via Adriatico
Campagnia: «Assegnarli subito
Evitare che siano vittime di vandali»
NEL verificare lo stato di
avanzamento dei lavori di
realizzazione dei locali posti
al di sotto di piazza Adriatico, il vicesindaco e assessore
all’Urbanistica e ai Lavori
Pubblici, Pietro Campagna
ha potuto constatare come
«gli spazi siano ormai pronti
per essere assegnati. Rimangono da espletare le ultime formalità come gli allacci
delle utenze. È importante
invece riuscire ad assegnare
i locali già entro Pasqua. Si
tratta di spazi – ha ribadito
Campagna – che potranno e
dovranno essere utilizzati
esclusivamente per attività
aventi finalità sociali». Con i
lavori praticamente completati, assegnare velocemente
i locali significa evitare che
questi spazi «cadano nel degrado o finiscano per essere
oggetto di eventuali atti vandalici, cosa che comporterebbe ulteriori spese e allungamento complessivo dei
tempi di consegna». Al sopralluogo presenti anche
una delegazione del Comitato di quartiere di Poggio Tre
Galli guidata dal presidente
Vincenzo Iacovino, dirigente e funzionario dell’Unità di
direzione Opere pubbliche.
Si tratta di circa 600 metri
quadrati divisi grosso modo
in due spazi equivalenti con
ingrassi separati, con complessivamente 8 ambienti e
due sale da 100 metri quadri
ciascuna, oltre ai servizi
igienici. «La volontà dell’amministrazione che si andrà a
concretizzare
attraverso
l’assegnazione è quella di dotare il popoloso quartiere potentino di uno spazio aggre-
Il sopralluogo nei locali di via Adriatico
gativo che, insieme alla parrocchia e al parco dell’Europa Unita, diventi l’autentico
cuore pulsante della vita sociale del rione. Con la medesima finalità siamo intervenuti, in occasione degli importanti lavori che hanno interessato parte della fogna-
tura di via Anzio, per migliorare l’accessibilità alla piazza, facilitando la percorribilità della gradinata e consentendo anche alle persone
diversamente abili e alle
mamme con i propri carrozzini di fruire pienamente degli spazi a disposizione».
dell’assurdo: era sceso dalla sua
auto e si era fermato sul ciglio della strada per capire cosa fosse
successo a un camion fuoriscito
di strada e finito sui binari ferroviari.
Ma l’imprenditore è stato letteralmente travolto dai rottami del
mezzo contro cui, nel frattempo,
si è schiantato a un treno in corsa
che non è riuscito a fermarsi prima del violento impatto.
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Sicuri in rete, difendersi dal cyberbullismo
Arriva il truck della Postale
in piazzale Verrastro
per studenti e insegnanti
SI chiama “Una vita da social” ed è la campagna
educativa itinerante su social network cyberbullismo, adescamento, sicurezza e violazione della
privacy online. Organizzata dalla Polizia di Stato, la campagna farà tappa a Potenza sabato 22
marzo. Nel piazzale di via Verrastro, nei pressi
della Regione, il truck di 18 metri della Polizia
Postale, allestito con un’aula didattica multimediale con postazioni internet sarà pronto ad ospitare studenti, genitori e insegnati. Obiettivo della campagna educativa itinerante, realizzata in
collaborazione con il Miur, è la sensibilizzazione
e la prevenzione sui rischi e pericoli dei social
network e del Cyber bullismo. Il truck partito da
Roma ha toccato diverse città prima di raggiungere la Basilicata. Gli operatori della Polizia Postale, dalle ore 9.30 alle ore 16.00, saranno a disposizione per dare consigli sull’utilizzo sicuro,
consapevole, responsabile e critico di internet.
Sarà presente anche il trio cabarettistico lucano
“La Faina” testimonial dell’iniziativa.
Incontri istituzionali: Superbo in visita dalle Fiamme Gialle
Il grazie per l’impegno costante
L’ARCIVESCOVO di Potenza, Agostino Superbo, ha
fatto visita al Comando Regionale Basilicata della
Guardia di Finanza. Superbo è stato accolto dal comandante regionale Valerio Zago, dal comandante
provinciale di Potenza Gianluca Dinoi e dal cappellano militare don Domenico
Pitta.
Al termine dell’incontro è
stata celebrata una Santa
Messa in occasione del periodo quaresimale, tempo
di avvicinamento alla Santa
Pasqua, a cui ha partecipato anche una rappresentanza di militari appartenenti
IN occasione della Giornata
Mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, che
si celebra in tutto il mondo il 21
marzo di ogni anno il Dipartimento ministeriale per le Pari
Opportunità, tramite l’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) organizza la decima edizione della settimana contro il razzismo, una campagna
di sensibilizzazione contro tutte
le forme di razzismo e intolleranza. «Ancora oggi, sono tanti
i vergognosi episodi di razzismo
che ledono non solo la dignità
delle vittime ma anche l’intero
Paese», commenta l’assessore
con delega per la Pace Emiddio
Fiore. Il Comune di Potenza tramite l’assessorato affidato a Fiore, in collaborazione con l’associazione di promozione sociale
“Le rose di Atacama”, aderisce
alla campagna: colorare di arancione la propria città. Per questo
si è deciso di colorare di arancione piazza Mario Pagano (piazza
Prefettura) oggi 21 marzo, «affinché sia una giornata gioiosa e
di festa, ma anche un segnale
simbolico e al contempo concreto, della volontà del paese di dire
‘no’ alle discriminazioni» conclude l’assessore Emiddio Fiore.
L’APPUNTAMENTO/2
Interrogazioni
in consiglio
IL consiglio comunale è stato
convocato, in seduta ordinaria
di prima convocazione, presso la
sala delle riunioni di via Nazario
Sauroper il giorno 26 marzo
2014, alle ore 8.00. In ordine del
giorno diverse interrogazioni
legate a servizi o bisogni della
cittadinanza. Come, per esempio, l’interrogazione del consigliere Becce sul teatro Stabile. È
prevista anche una mozione presentata da vari consiglieri sul rischio chiusura uffici provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Potenza e accorpamento alla Calabria.
TRIBUNALE DI POTENZA
Ufficio Esecuzioni Immobiliari
Nel procedimento di esecuzione immobiliare n. 92/03 R.G..E
- Il G..E., all’udienza del 23/05/2014, ore 12,00, presso il Tribunale di
Potenza, aula delle Pubbliche udienze, procederà alla vendita SENZA
INCANTO del bene sotto descritto;
- nel caso non pervengano offerte di acquisto la VENDITA CON INCANTO
sarà tenuta il giorno 20/06/14 alle ore 12.00 ;
- LOTTO C: terreno seminativo in agro del Comune di Corleto Perticara,
loc. Montagnola, in catasto terreni al foglio 99, p.lla 116, classe 2 di ha 1
are 53 ca 20 ;
prezzo base d’asta già ridotto di ULTERIORE 1/4 : € 2.868,75.
- Le offerte di acquisto senza incanto dovranno essere presentate nella
Cancelleria entro le ore 12,00 del giorno prima dell’udienza del
23/05/2014, corredata di assegno circolare non trasferibile intestato a
Tribunale di Potenza, per l’importo pari al 10% del prezzo offerto, a titolo
di cauzione.
- Le offerte di acquisto con incanto dovranno essere depositare presso la
Cancelleria entro le ore 12.00 del giorno prima dell’udienza del
20/06/2014, corredata di un assegno circolare, non trasferibile, intestato al
Tribunale di Potenza, per l’importo pari al 10% del prezzo posto a base
d’asta, a titolo di cauzione.
Le offerte minime in aumento rispetto al prezzo a base d’asta non potranno essere inferiori ad € 200,00.
La visita di Superbo alle Fiamme Gialle di Potenza
alle varie categorie dei reparti alla sede di Potenza.
Al termine della funzione
religiosa Superbo ha augurato una serena Pasqua,
esprimendo ai militari profonda stima e gratitudine
per l’ottimo servizio fornito
quotidianamente in favore
della comunità.
L’aggiudicadario dovrà versare la differenza del prezzo (detratta la cauzioni
di cui sopra) entro un termine massimo di 60 giorni dalla data di aggiudicazione sul libretto in atti.
Maggiori informazioni in Cancelleria – Ufficio Esecuzioni Immobiliari – Via
Nazario Sauro piano quarto - e sui siti Internet www.astegiudiziarie.it,
www.tribunalepotenza.astegiudiziarie.it.
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Potenza e provincia
Venerdì 21 marzo 2014
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Ieri il tavolo tecnico tra l’assessore Berlinguer e i soggetti gestori
«Pantano, un’area da valorizzare»
Per la zona del lago è allo studio un progetto di sviluppo sostenibile
POTENZA - «Valorizzare il
lago di Pignola sotto il profilo della fruibilità e della sostenibilità è un’occasione
da non perdere».
E’ quanto ha dichiarato
l’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer a margine di un tavolo
tecnico tenutosi ieri in Regione, con tutti i soggetti
che compartecipano alla gestione dell’area.
Si tratta del Consorzio per
lo sviluppo industriale della Provincia di Potenza, proprietario dell’invaso, della
Provincia di Potenza, titolare dell’area, del Wwf che,
mediante il Ceas “Nova terra”, dal 2002 gestisce le attività dell’Oasi, e del Comune
di Pignola, che ospita l’area
nel suo perimetro.
Il lago di Pantano, nato
come invaso artificiale ad
uso industriale, ha modificato negli anni questa funzione, diventando luogo di
svago per l’hinterland di
Potenza, grazie al suo contesto naturalistico.
Lariserva regionale Lago
L’incontro alla presenza di Berlinguer
Pantano di Pignola,infatti, della Provincia di Potenza,
èarea naturale protettaisti- nel quale vengono curati
tuita nel1984, riconosciuta circa 200 animali ogni anzona Sito di importanza co- no. Nel corso dell’incontro
munitaria, Zona a Protezio- di ieri si è condiviso un nuone Speciale e zona umida vo progetto di sviluppo so“Ramsar” di importanza in- stenibile dell’area che tenga
ternazionale.
conto delle sue peculiarità e
Il Ceas “Nova Terra” inol- potenzialità, ma soprattuttre, gestisce il Centro di re- to che ridisegni il ruolo decupero di animali Selvatici gli attori attualmente coin-
volti e presenti al tavolo. L’idea, proposta dal Comune
di Pignola, è quella di una
gestione finalizzata ad attività di intrattenimento, ad
eventi culturali e ad una
maggiore fruizione del lago, di cui lo stesso sarebbe
disposto a farsene carico,
salvo giungere, nel medio
periodo, all'acquisizione
dell'intero invaso. Il progetto solleverebbe l’Asi dalla
gestione ordinaria del lago,
pur rimanendone proprietaria. L’amministrazione
regionale, che sta fungendo da cabina di regia, ha ipotizzato la sottoscrizione di
un Protocollo di Intesa, sul
modello di quello già vigente per la riserva naturale
speciale dei Calanchi di
Montalbano Jonico, che disciplinerebbe i rapporti fra
le parti e consentirebbe una
gestione virtuosa del Lago.
La riunione è stata aggiornata ai prossimi giorni; intanto, gli uffici regionali lavoreranno ad una bozza di
intesa da sottoporre alle
parti
“Prima/Vera rinascenza d’amore” è promossa da Tomangelo Cappelli
Nel segno di Musmeci
Corteo di giovani per ricordare il grande ingegnere romano
“GRANDE Festa della ‘Prima/Vera
Rinascenza d’Amore: I Giovani abbracciano Ponte Musmeci”. E’ il titolo della manifestazione in programma per oggi che punta sulla conoscenza e promozione del Patrimonio
artistico e culturale.
L’appuntamento è per le ore 9.30
nel piazzale della Stazione di Potenza Centrale «dove i giovani – spiega
Tomangelo Cappelli, ideatore dell’iniziativa - si raduneranno per poi
iniziare una passeggiata emozionale in fila indiana lungo la stradina
adiacente le Scale Mobili in direzione
di Viale Marconi per attraversare,
mano nella mano, Ponte Musmeci,
lungo la prima corsia a sinistra in direzione Basentana.
I giovani percorreranno il Ponte e
quando lo riempiranno interamente
sventoleranno un fazzoletto di cotone o di carta, bianco o colorato. La
Passeggiata proseguirà in direzione
dell’Area pedonale del Parco del Basento, dove in corrispondenza delle
arcate inferiori del Ponte Musmeci,
icona dell’Evento, verrà allestito un
Palco per la esibizione di Giovani talenti del Liceo Artistico, del Liceo
Musicale e dell’Istituto Alberghiero
di Potenza e dell’Ensemble “Viaggio
TRIBUNALE DI POTENZA
(Sezione Fallimentare)
Fallimento N.R.F. 575/2007
Giudice Delegato dott. Ivano Caputo
Curatore dott. Vincenzo Moccia
***** ***** *****
BANDO DI GARA PER LA VENDITA
DEL COMPLESSO INDUSTRIALE “OPIFICIO MULINO”
NEL SUO INSIEME
Ovvero e in alternativa
DELLE SOLE ATTREZZATURE DA UNA PARTE
E DELLA SOLA PARTE IMMOBILIARE DALL’ALTRA
Il complesso è ubicato nel COMUNE DI VENOSA (PZ)
Si rende noto che il curatore del Fallimento N.R.F.: 575/2007, Dott.
Vincenzo Moccia, con studio in Melfi (Pz) 85025, alla Via San Francesco,
24, Tel. 0972/237338, Fax. 0972/237339, posta elettronica [email protected] pone in vendita, con procedura aperta e in maniera alternativa tra loro:
MOLINO sito in Venosa, (PZ) Strada Ofantina, 38
PER LA PRODUZIONE DI SEMOLA DI GRANO
COMPRENSIVO DI IMMOBILI ED ATTREZZATURE
Prezzo base € 432.000,00
(euro quattrocentotrentaduemila/00)
ovvero
LA SOLA PARTE IMMOBILIARE DEL PREDETTO MOLINO
Prezzo base € 380.160,00
(euro trecentottantamilacentosessanta/00
e
LE SOLE ATTREZZATURE DEL PREDETTO MOLINO
Prezzo base € 51.840,00
(euro cinquantunomilaottocentoquaranta/00)
La vendita, fissata per il giorno 07/05/2014 avverrà al miglior offerente con
offerte pari o superiori al prezzo base.
Il disciplinare di gara recante le modalità di partecipazione e la stima peritale possono essere richieste in copia al curatore ai riferimenti sopra indicati,
ovvero prelevato direttamente dal sito specializzato in aste giudiziarie
www.astegiudiziarie.it e dal sito www.tribunale.potenza.it.
Il Curatore
- Dott. Vincenzo Moccia -
al Cuore della Vita”».
Per l’occasione verranno presentati alcuni prodotti specifici relativi
ad attività di marketing per la promozione del Programma Umanitario promosso sempre da Cappelli
‘VVV: Vivi una Vita che Vale’ tra cui
un gustoso cioccolatino al Ficotto, a
forma di cuore, preparato dai maestri pasticceri dell’Istituto Alberghiero di Potenza, un adesivo con il
logo del Ponte Musmeci e opere in
estemporanea create dagli allievi del
Liceo Artistico di Potenza che verranno poi esposte all’interno di edifici pubblici.
BRIENZA Comunali, nota di Sel
«Pd supponente»
BRIENZA - E’un Pd «supponente» e «arrogante» quello
descritto dal circolo di Sel di
Brienza. Al centro della diatriba le prossime elezioni
comunali. «Qualche mese spiega una nota del partito fa in un incontro preliminare chiesto da Sel con il Pd,
abbiamo mostrato con forza
la nostra volontà di creare
una discussione larga estesa alla popolazione non partitica e senza pregiudizi su
un programma condiviso
capace di risollevare la tristezza sociale e politica della
città burgentina. A quanto
pare però quelle aperture
che sembravano prendere
corpo in quella riunione,
erano solo fumo negli occhi.
Quella del Pd è certamente
una grande responsabilità
come massima espressione
politica dei cittadini burgentini ma anziché aprire
un dibattito con tutte le forze di centrosinistra per
creare davvero un gruppo
capace e coordinato da un
programma che non crei
dopo dei fraintendimenti, si
è concentrato nell’appagare tutte le anime che lo compongono». «Volevamo concordare con il Pd una visione di atti amministrativi continua - capaci di sottrarre Brienza da quella morbosa immobilità di cui è affetta
da anni e non dalla sola ultima legislatura. Volevamo
insieme tagliare i ponti con
la brutta politica del passato». «Invece - conclude la nota - tutto questo non è stato
possibile, con la solita arroganza, il Pd pare voglia sottoporci un programma già
scritto e con candidature
già stabilite. Noi da questo
castello di carta decidiamo
di stare fuori».
“CAMPIONI SENZA TRUCCO”
Il manifesto dell’iniziativa
La scuola in campo
per combattere
la piaga del doping
POTENZA - Combattere
il doping, eliminare le
devianze giovanili grazie alla pratica dello
sport.
E’ questo il senso di
“Campioni senza trucco” l’iniziativa presentata ieri mattina nella
sede della Rai di Basilicata dal direttore Fausto Taverniti di cui “Il
Quotidiano” è media
partner insieme all’ufficio scolastico provinciale e i presidi di numerosi istituti superiori
particolarmente sensili
nel motivare i circa 500
ragazzi.
La Federazione Italiana Giuoco Calcio, presieduta da
Giancarlo
Abete
ha
elaborato
un volume
nel quale sono evidenziate le fasi
storiche, le
criticità, gli
aspetti nutrizionali,
etici e deontologici della pratica
agonistica.
Un volume piccolo e
maneggevole che coadiuva le società agonistiche nella pratica dello sport sano, quello legato ai valori autentici
della vita.
Potenza, grazie al lavoro di Fausto Taverniti è stata scelta nel progetto insieme a Crema,
Firenze e Pescara.
Nel capoluogo lucano
l’iniziativa si terrà il
prossimo 3 aprile.
Durante la mattinata
è previsto un convegno
presso l’Auditorium del
Conservatorio Gesualdo da Venosa di Potenza.
Di pomeriggio, invece si svolgerà una gara
di calcio juniores tra le
rappresentative di Potenza e Matera, ospiti
d’eccezione l’ex campio-
ne del mondo Franco
Selvaggi, il tecnico Bortolo Mutti e il difensore
potentino, Francesco
Colonnese che ha militato nell’Inter e nella
Roma.
Sempre nel pomeriggio è programmata la
proiezione di un video
messaggio ad opera di
Andrea Baldini, campione di fioretto.
Ogni città sceglierà i
tre migliori video che i
ragazzi sono chiamati a
produrre e li trasmetterà ad una commissione
centrale che selezionerà per ogni comune il
più rappresentativo allo scopo del progetto. Le
commissioni selezionatrici saranno composte
dai
rappresentanti delle
istituzioni
che a vari livelli hanno
contribuito
alla realizzazione del
progetto, Figc, Amministrazioni Comunali,
Unicef e Miur e da personalità del mondo dello sport e dell’informazione.
I ragazzi autori dei
quattro video prescelti
parteciperanno
alla
giornata conclusiva del
progetto che si svolgerà
a Coverciano presso il
Centro Tecnico Federale.
Anche il mondo del
calcio si mobilità per
combattere una piaga
storica e dannosa che
crea non pochi problemi agli sportivi di qualsiasi disciplina.
L’iniziativa “Campioni senza trucco, dalla
scuola e dalla vita” si rivolge ai ragazzi delle
prime classi degli istituti di scuola secondaria di secondo grado.
Francesco Menonna
Potenza
è stata scelta
insieme
ad altre 4 città
italiane
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VULTURE
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MELFI Il sindaco Valvano: «Puntiamo a dare ai giovani nuove opportunità»
Progetto Key: assegnate le borse di studio
MELFI - E’ un’opportunità
non solo per formarsi, ma
soprattutto per confrontarsi con altre culture facendo
un lavoro.
E’ questo lo spirito del
progetto Key, nato nell’al
bito di “Leonardo” e che permetterà a 4 ragazzi di vivere
un’esperienza di 13 settimane a Malta. Ieri l’amministrazione comunale ha
consegnato le 4 borse di studio.
Il sindaco, Livio Valvano,
ha sottoscritto i contratti
per l’attuazione dei tirocini
“Leonardo Da Vinci” nell’ambito del “Lifelong Learning Programma” alla presenza dell’assessore alla
Pubblica Istruzione, Lucia
Mocca e dei beneficiari: Luca Famoos Paolini (Roma),
Claudio Suriano (Roma),
Alfredo Moscaritolo (Melfi)
e Costanza Corona (Melfi).
Per il sindaco, Livio Valvano «si punta a dar vita a
nuove opportunità per i giovani attraverso la loro attiva partecipazione ad attività di formazione continua
al fine di far accrescere il
proprio know how, facilitando l’occupabilità e la partecipazione al mercato del
lavoro europeo. In linea con
quanto previsto dalla Strategia di Lisbona, l’obiettivo
generale del Progetto Key è
quello di incentivare l’ ap-
Alcune immagini dell’incontro di ieri
prendimento permanente
per uno sviluppo economico sostenibile, per nuovi e
migliori posti di lavoro ed
una maggiore coesione sociale garantendo nel contempo un futuro più competitivo per le nuove genera-
zioni».
«Per l’Amministrazione
Valvano è una priorità sostenere l’investimento formativo sui giovani – ha detto l’assessore Moccia - affinché acquisiscano competenze a largo raggio in set-
tori più disparati al fine di
incrementare il proprio
background attraverso le
nuove forme di mobilità
transazionali».
A breve saranno effettuati anche i colloqui di selezione per le altre 33 borse di
studio sia per la Spagna e
sia per il Regno Unito (secondo flusso). Il 9 ed il 10
aprile partirà la formazione
linguistica, culturale e pedagogica per gli assegnatari del primo flusso destinazione Regno Unito.
RAPOLLA Il valore della corrente asportata dall’uomo è di circa 2.000 euro
Ennesimo furto di energia
E’ il terzo caso in pochi giorni. I carabinieri hanno arrestato un quarantaquattrenne
RAPOLLA - E’ il terzo episodio in pochi giorni. Il segno che “il fenomeno”sta assumendo
proporzioni notevoli se si tiene conto che si
sono verificato in un piccolo paese come
Rapolla. Non
siamo all’emergenza sociale, ma il
furto di energia elettrica è
anche frutto
del
nostro
tempo. Le motivazioni che
spingono i cittadini ad “allacciarsi” in
maniera fraudolenta alla linea elettrica
possono esse- Una pattuglia di carabinieri
re diverse.
Da non trascurare l’elemento “crisi” che
molto spesso spinge a commettere questi tipi
di reati.
I carabinieri del nucleo operativo della
compagnia di Melfi, hanno scoperto l’ennesimo arrestando un cittadino romeno domiciliato nel comune di Rapolla. L’accusa è furto aggravato continuato di corrente elettrica.
Questa volta a cadere nelle rete dei militari
è stato S.G., di anni 44, di origine romena, da
anni residente in basilicata. l’uomo, che lavora in qualità
di operaio
precario allo
scopo di alleggerire la
bolletta, ha
pensato bene di rimuovere i sigilli
del contatore della propria abitazione allacciandosi alla
rete. Ad accertare
la
manomissione è stato
un tecnico
dell’Enel nominato dai
carabinieri ausiliario di polizia giudiziaria.
Il valore della corrente elettrica asportata
è di circa 2.000 euro. L’uomo accompagnato
in caserma per le incombenze del caso, è stato
dichiarato in arrestro e, su disposizione del
magistrato di turno presso la Procura della
Repubblica di potenza, tradotto presso la
propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
MELFI Presentato il cartellone della manifestazione
Porte aperte al Mediashow
MELFI - Tutto è pronto a Melfi per la sedicesima edizione del Mediashow, olimpiade
multimediale organizzata dal liceo scientifico Federico II di Svevia in accordo con il
Miur e che si svolgerà dal 28 al trenta marzo
prossimo. Anche quest’anno il mediashow
è rivolto a studenti delle scuole medie superiori che si confronteranno sulla produzione di un prodotto multimediale. Nell’ambito dell’evento si svolgerà anche il tradizionale corso di aggiornamento per docenti su
temi inerenti la multimedialità, le nuove
tecnologie ed i nuovi ambienti di apprendimento. L’evento, cui parteciperanno oltre
150 studenti, si concluderà con la presentazione delle opere multimediali prodotte dalle scuole partecipanti e realizzate in classe
nell’ambito delle attività scolastiche. Quattro le delegazioni di studenti stranieri che
quest’anno arriveranno da Cina, Svezia,
Ungheria ed Albania: “anche se per problemi burocratici – spiega il dirigente scolastico del liceo Federico II, Michele Corbo - non
siamo riusciti ad ospitare altre delegazioni
straniere. Contiamo di farlo il prossimo an-
VENOSA Effettuati interventi sulla pavimentazione dello slargo
Piazza Orazio torna a splendere
VENOSA - Dopo l’articolo
denuncia del nostro giornale torna a risplendere la
piazza più importante della
città, piazza Orazio.
Fino a pochi giorni fa, il
pavimento del più importante luogo di incontro della città, in alcuni punti, era
completamente rotto, ridotto ad una gruviera, fino al
punto che alcuni pedoni sono rimasti vittime di cadute. C’è voluto l’intervento
dell’ex sindaco, Donato Bellasalma (che proprio in questa piazza negli anni ’90, si
incatenò insieme all’intero
consiglio comunale per de-
La piazza prima e dopo gli interventi
nunciare il degrado viario
per raggiungere la cittadina oraziana, a distanza di
20 anni, le cose non sono
cambiate!) con foto e com-
mento, per smuovere qualcosa per questa piazza. Infatti, era in cantiere per questa piazza proprio un progetto di recupero che il
Commissario Prefettizio
che regge il Comune di Venosa ha finalmente attivato.
l. z.
no per dare un respiro ancora più internazionale al Mediashow”. Tutte le scuole di
Melfi, a vario titolo, saranno coinvolte in un
evento che ormai caratterizza la stagione
scolastica italiana. “Negli ultimi anni –conclude il preside, Michele Corbo – si sono effettuati numerosi investimenti in tecnologie basate su mobile devices, ebook, ambienti ed arredi tecnologici. A fronte di ciò,
tuttavia. Le agenzie dedicate alla formazione degli insegnanti hanno smesso di organizzare e fornire efficaci corsi di aggiornamento su vasta scala aventi come focus le didattiche innovative con l’impiego delle tecnologie digitali, perdendo di vista, probabilmente, il lavoro sulle competenze”. Saranno proprio questi i temi che si affronteranno a Melfi dal prossimo 28 marzo durante la sedicesima edizione del Mediashow. Le
scuole partecipanti saranno circa sessanta
in rappresentanza di 14 regioni italiane. I
premi per i primi dieci studenti classificati
saranno in denaro assieme a strumenti tecnologici, pacchetti software e libri.
v. l.
A Rionero Paolo Albano
e i suoi scritti vaganti
RIONERO - “Basilicata al bivio. Svolta o declino?” E’ il titolo di un simposio attorno
agli scritti di Paolo Albano
che si terrà questo pomeriggio alle 17 nella biblioteca
“Fortunato” di Rionero. Oltre a Paolo Albano autore
del libro: “I pesci non sanno
l’acqua”, saranno presenti
il sindaco Antonio Placido e
poi Giampaolo D’Andrea,
Piero Di Siena e Giuseppe
Molinare. A coordinare gli
interventi sarà Costantino.
L’evento è promosso dall’assessorato alla Cultura del
comune di Rionero e dal
centro annali “Nino Calice”.
La copertina del libro di Albano
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LAGONEGRO Ma restano aperte alcune questioni
LAGONEGRO
Presentata l’istanza
per la scarcerazione
del padre di
Dopo le polemiche, partito verso il chiarimento interno Pasquale Di Silvio
Segnali di pace nel Pd
LAGONEGRO - Mercoledì scorso, presso la sala congressi del
Midi Hotel dal momento che si
sta ancora cercando una sede
idonea per ospitare la sezione locale, si è svolta la prima assemblea ufficiale del Consiglio direttivo del Partito Democratico, al
fine di ratificare l'elezione dei
nuovi componenti della segreteria.
Il clima era fiducioso e propositivo, anche se non sembrano
affatto risolte tutte le criticità
emerse in seno all'ultimo congresso, che hanno portato ad
una evidente lacerazione del
partito: da un lato gli organismi
appena eletti e dall'altro quasi
tutti gli assessori e gli esponenti
di maggioranza di centro-sinistra, con in testa il sindaco Domenico Mitidieri e la Presidente
del Consiglio comunale, dott.sa
Giuseppina Ammirati.
Si attende ancora la verifica interna con possibile rimpasto di
giunta, ed una prima riunione ci
dovrebbe essere probabilmente
La riunione del Pd
martedì prossimo, ma intanto si
è pensato di costituire un gruppo di contatto capace di ricucire
lo strappo; anche per superare
l'attuale situazione di stallo che
non giova a nessuno, determinata, secondo alcuni, dal mancato
riconoscimento della nuova segretaria e dalla volontà di parte
degli iscritti di sottrarsi al confronto.
Evidenti anche l'altra sera infatti, sono state le assenze di tutti
gli amministratori, unico giustificato ufficialmente per impegni istituzionali è stato proprio il
Sindaco, che pure erano stati invitati per aprire una discussione
sui risultati finora raggiunti e
sulla programmazione futura.
C'era solo l'Assessore al turismo ed alle attività produttive
Mimmo Camardo, che ha evidenziato con forza la propria posizione personale paventando
addirittura l'ipotesi di rimettere
il suo mandato e lamentando
una marginalizzazione ed un
mancato coinvolgimento nelle
scelte politiche», immediatamente ripreso e sostenuto dall'ex capogruppo Pasquale Mitidieri, che ha ribadito essere stata
questa la ragione fondamentale
delle sue dimissioni.
Dopo un dibattito articolato
che ha trattato varie tematiche la
segretaria Assunta Mitidieri ha
convocato una prossima seduta,
nella quale verrà discusso ed approvato il nuovo regolamento e
si affronteranno le questioni
delle elezioni del segretario regionale e della campagna di mobilitazione per le imminenti consultazioni europee.
Fabio Falabella
VILLA D’AGRI L’arteria è stata rimessa a nuovo
Restyling per la Ss 276
La strada era soprannominata “bucanville”
VILLA D’AGRI – Finalmente realizzati i lavori di rifacimento sulla ex SS 276, il tratto
di strada di via Nazionale che connette il bivio della statale 598 fino all’uscita del paese,
congiungendo l’arteria viaria di collegamento al comune di Viggiano.
Gestita in precedenza dalla Provincia,
oggi dall’amministrazione di Marsicovetere, versava da anni in uno stato disagevole
per gli utenti che quotidianamente l’attraversano.
Di fatto era stata definita dai fruitori come la “bucanville” della Valle, per il problema delle buche presenti sul manto stradale.
Una sorta di mulattiera “moderna” che aveva sollevato diverse lamentele per i disagi
creati nella circolazione.
Oltre allo stato dell’asfalto – spesso anche
in manutenzione ordinaria - le buche ormai
non si contavano più e negli ultimi tempi
era diventato ancora più difficile da transitare.
Con poco meno di 70 mila euro di fondi comunali, la strada è stata rimessa a nuovo.
Effettuati i lavori di scarificazione e di rifacimento del manto stradale. La novità a bre-
ve: eliminati i dorsi, si inseriranno i gabbiotti per postazioni di autovelox in alcuni
punti strategici del tratto stradale, per consentire agli automobilisti di rispettare i limiti di velocità.
Un’opera che rappresenta per l’assessore
comunale alla viabilità, Marco Zipparri
«l’ultimo tassello annunciato – spiega con
soddisfazione - della programmazione sulle opere pubbliche. Il tratto asfaltato – prosegue - rappresenta un’importante collegamento non solo per Villa d’Agri, ormai riconosciuto centro servizio dell’alta val d’agri,
ma anche per il comune di Viggiano, quale
meta di turismo religioso ed estivo».
E per i ritardi nell’intervento, riferisce
«via Nazionale o meglio conosciuta come ex
SS276, non era comunale. E’ stata realizzata dall’Anas – ha evidenziato - gestione urbana, proprietà della Provincia. E’ la strada
più trafficata e i vigili urbani spesso sono
intervenuti. I rallentamenti – ha affermato
- sono, poi, stati accentuati anche dalle opere delle acque bianche e nere di Acquedotto
Lucano (attualmente in corso). I lavori concludono – ha aggiunto l’assessore comuna-
Il manto stradale rifatto
le - la road map della viabilità di servizio delle contrade, quelle del centro storico di Marsicovetere, quelli delle contrade rurali, della 167 e del collegamento del monte Volturino».
Insomma per l’amministratore «sul fronte della viabilità, si è fatto molto nel centro
marsicovetere», contando «opere – chiarisce - per un totale di 14 – 15 chilometri di
strada su tutto il territorio comunale e con
una spesa – conclude - di circa 2 milioni di
euro nei cinque anni».
Angela Pepe
La manifestazione organizzata per ricordare il
giovane Pasquale Di Silvio
LAGONEGRO - Con una fiaccolata gli
amici e parenti hanno voluto ricordare il
giovane Pasqualino Di Silvio.
C'erano circa duecento persone, tra cui
alcuni compagni di classe di Pasqualino,
venuti appositamente dall'Istituto Alberghiero di Maratea.
È stato un corteo rispettoso e silenzioso,
che ha attraversato tutto il paese, per
giungere al parcheggio multipiano, in
prossimità del luogo dove è stato ucciso il
giovane e dove è
stato deposto un
mazzo di fiori.
Al termine è stato osservato un
minuto di raccoglimento, sfociato
in un applauso
spontaneo ed accorato, mentre alcuni ragazzi componevano una scritta con le candele ed in
cielo venivano liberati palloncini bianchi
e una colomba portata dalla ex fidanzata,
l'unica che è riuscita a pronunziare poche
parole, in lacrime.
Non erano presenti alla cerimonia il padre ed il fratello maggiore, Nicolino ed
Antonio Di Silvio, «ancora sottoposti a
misure cautelari - sottolinea il legale di
parte avvocato Antonio Boccia - Nicolino
è detenuto nel carcere di Sala Consilina,
ma abbiamo presentato istanza al Tribunale del riesame di Potenza per chiederne
la scarcerazione a causa di gravi problemi di salute; Antonio per fortuna è già
uscito, grazie ad un permesso speciale
per ottemperare ai suoi obblighi scolastici, visto che quest'anno ha l'esame di maturità, ed al momento rimane sottoposto
esclusivamente al regime degli arresti
domiciliari in attesa dello sviluppo delle
indagini».
«A breve - ha concluso l’avvocato della
famiglia - dovrebbero essere disponibili i
risultati dell'esame autoptico, che sicuramente aiuteranno a fare luce su questa
triste vicenda, noi siamo molto fiduciosi».
In un corteo
il ricordo
del ragazzo
ucciso
f. f.
MERCURE Il consigliere ha presentato un’interrogazione al governatore
Centrale, Romaniello chiede spiegazioni
MERCURE - Torna d’attualità la questione legata alla
centrale del Mercure. Ad
accendere i riflettori sull’annosa questione che vede contrapposte due fazioni (i pro e i contro la riattivazione) è il consigliere regionale Giannino Romaniello, presidente del Gruppo “Sinistra, Ecologia, Libertà” in Consiglio regionale che ha presentato una
interrogazione al Presidente della Giunta regiona-
le.
Ricordando che «il Consiglio regionale ha approvato, il 3 novembre 2010, una
mozione con cui esprimeva
un orientamento contrario
alla riattivazione della Centrale”, il consigliere di Sel
chiede di conoscere “quali
iniziative sono state assunte dalla Giunta regionale
per rispettare l’orientamento contrario del Consiglio alla riattivazione della
Centrale del Mercure e qua-
li siano le motivazioni per le
quali, a distanza di quasi 3
anni e mezzo dall’approvazione della mozione, non si
è provveduto ad attivare le
necessarie indagini ambientali finalizzate a determinare il ‘punto zero’».
Romaniello intende sapere, inoltre, «se e in quale
occasione la Regione è stata coinvolta in iniziative finalizzate a dare corso alla
decisione dell’Enel di riattivazione della Centrale e
qual è stata, in tale contesto, la posizione espressa
dall’Ente; le motivazioni
che hanno portato la Regione a partecipare al tavolo
attivato al ministero dello
Sviluppo economico per valutare ‘misure di compensazione’, considerato che la
norma che ne regolamenta
la materia demanda ad un
Decreto Interministeriale
l’individuazione degli enti,
la quantificazione, la natura e le finalità; per quali ra-
La centrale del Mercure
gioni non si è attivato il tavolo al ministero dell’Ambiente e della Salute, considerate le implicazioni che
una eventuale riapertura
della Centrale determina
sull’ecosistema della valle e
la salute dei cittadini».
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AGROMONTE La struttura avrebbe dovuto ospitare rifugiati politici siriani
«Qualche razzista fomenta l’odio»
Duro il sindaco Di Maria dopo l’atto vandalico nell’ex delegazione comunale
AGROMONTE - Si sono verificati atti vandalici la scorsa
notte nell'ex delegazione comunale di Agromonte, luogo
che deve ospitare diversi nuclei familiari di rifugiati politici siriani. Non è il primo episodio del genere, perchè poco
più di un mese fa all'interno
del locale erano stati rotti i vetri delle finestre. «C’era già
stato un atto vandalico più di
un mese fa ma l'avevamo inteso come una bravata - commenta amareggiato il Sindaco Fausto De Maria - ma adesso iniziamo a preoccuparci e
vogliamo assolutamente denunciare questo fatto anche
agli organi d'informazione.
Vogliamo isolare questo episodio vergognoso che pregiudica l'accoglienza di una
comunità che già si era mostrata sensibile a questo progetto. Sicuramente qualcuno poteva essere dubbioso su
questa iniziativa, ma mai potevamo pensare ad una reazione del genere. Soprattutto
molti giovani erano e sono
entusiasti di questo progetto
sociale, perchè da grande lustro al paese e porta anche
La sede ex delegazione comunale presa di mira dai vandali
una bella testimonianza di
volontariato e di umanità. Oltre a tutto ciò in questa iniziativa lavoreranno anche delle
persone latronichesi e quindi
è importante anche dal punto
di vista occupazionale». Un
episodio sicuramente isolato, visto che la comunità di
Latronico da sempre si è di-
mostrata accogliente ed
aperta a qualsiasi iniziativa
di questo genere. «Io penso
che questi atti siano opera di
qualche vigliacco, qualche
razzista che fomenta e crea
queste situazioni gravissime. Per questo il mio appello
è che chi sappia parli, perchè
questa comunità non merita
tutto ciò. Noi andremo avanti
di fronte a questi atti intimidatori e anzi, chiederemo a
tutta la popolazione di essere
ancora più partecipe. Invito
le Forze dell'Ordine a mettercela tutta, perchè si tratta di
un gesto grave che fa male a
tutti e per questo motivo mi
auguro che i responsabili
vengano presi al più presto».
Il grave gesto però non comprometterà la buona riuscita
del progetto, tanto che il sindaco in persona e tutta l'amministrazione Comunale sono già al lavoro per rimediare. «Questo atto - conclude - ci
ha creato dei problemi perchè
dovremo quantificare i danni e ripararli. Tutto ciò causerà dei ritardi e vedremo subito cosa si potrà rimediare per
poter accogliere al meglio
queste famiglie siriane. Infine il mio ultimo appello vorrei farlo a tutte le forze politiche perché condannino questo gesto senza ambiguità».In serata a esprimere solidarietà al sindaco è stato il
presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza.
Savio Salerno
Distretto alimentare, parla il presidente
Suanno: «Agire in fretta
per generare occupazione»
LAGONEGRESE - «La
crisi ha messo e sta mettendo a dura prova la tenacia dell’imprenditoria
che, comunque, sta resistendo come un soldato
in trincea in attesa del
momento propizio o dei
rinforzi per un attacco».
E’ quanto afferma Giuseppe Suanno, presidente del Distretto agroindustriale rurale del Pollino-Lagonegrese e copresidente dell’Alleanza
delle cooperative italiane di Basilicata, all’indomani dell’incontro organizzato dal presidente
della Comunità del Parco
nazionale del Pollino,
Berardone, per la promo-valorizzazione dell’agricoltura dell’area
Parco.
«Sono le imprese – se-
condo Suanno - le uniche
realtà che possono generare occupazione (considerato che il pubblico da
noi è già al 50% del Pil)
ma per fare questo è necessario agire in fretta (il
fattore tempo è determinante) e, prendo spunto
dalla presentazione delle
linee del Psr: occorre che
tra le priorità indicate si
parta dalla priorità 0 (zero) che, guardando alle
reali condizioni del nostro tessuto imprenditoriale, trovi nel consolidamento, nel credito, nella
patrimonializzazione
delle imprese i veri pilastri su cui costruire la
nuova programmazione
ed avere imprese in grado di candidarsi ai benefici previsti dai futuri
bandi».
RASSEGNASTAMPA
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I fondi arriveranno da Governo e Regione e adegueranno tecnologicamente l’istituto
Torraca, l’edificio non è a rischio
Terminati i sopralluoghi dei tecnici. Il sindaco però annuncia lavori per 6 milioni
«ATTUALMENTE la situazione dell’edificio scolastico
che ospita la scuola media
“Torraca” non desta particolare preoccupazione così
come rilevato dai sopralluoghi effettuati. Il Comune di
Matera, tuttavia, continuerà a monitorare le sue condizioni considerato che è trascorso quasi mezzo secolo
dalla sua costruzione».
Lo ha detto ieri il sindaco
di Matera, Salvatore Adduce che insieme all’assessore
comunale ai Lavori pubblici, Nicola Trombetta, ha incontrato, in municipio, il dirigente scolastico della
“Torraca”, Marialuisa Sabino, il presidente del Consiglio d’istituto, Pino Sicolo,
Angela Martulli della segreteria, Michele Lupo e
Anna Maria Ambrico, dello
staff di dirigenza per fare il
punto della situazione in
merito alle condizioni dell’edificio. «Nelle prossime settimane la Regione Basilicata sottoscriverà un accordo
con il Governo per assegna-
L’incontro di ieri al Comune
re alla città di Matera 3 milioni di euro da destinare alla “Torraca”. Altri tre milioni di euro il Comune di Matera li ha richiesti direttamente al Governo sulla base delle
indicazioni fornite dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. In particolare, Trombetta e Adduce, hanno specificato che il
finanziamento richiesto è finalizzato non solo a rendere
più sicura la scuola, ma anche a realizzare spazi di apprendimento al passo con
l’innovazione digitale. “Se
la scuola cambia e si rinnova
–ha detto Trombetta –allora
devono cambiare anche gli
edifici e gli spazi educativi,
secondo nuovi criteri».
“L’obiettivo che vogliamo
raggiungere – ha aggiunto
il sindaco – è quello di garantire agli studenti un edificio scolastico sicuro, sostenibile, accogliente e adeguato alle più recenti concezioni della didattica sostenute attraverso i nuovi strumenti educativi messi a disposizione dall’innovazione
tecnologica. Quando saranno resi effettivi i finanziamenti necessari avvieremo
un dialogo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dai
rappresentanti dell’istituto, dai genitori, le forze sindacali, per decidere insieme
sul destino della Torraca».
I rappresentanti della
“Torraca” hanno espresso
soddisfazione per l’esito dell’incontro e si è deciso di aggiornarsi quando sarà definitivo lo stanziamento dei finanziamenti.
Raccolta fondi per vico Piave alla scuola dell’infanzia “Rodari”
Scolari dal cuore d’oro
A due mesi dalla tragedia del crollo di
vico Piave, non si arresta la solidarietà
dei materani nei confronti dei residenti
del palazzo crollato. Si è chiuso infatti, il
secondo incontro di “iniziativa di beneficenza scolastica”per gli sfollati di vico
Piave. Questa volta sono i piccoli della
scuola dell’infanzia “ Gianni Rodari” di
via Emilia a dare un segno tangibile della loro presenza.
Infatti, con due spettacoli divertenti
(fissati per il 13 e 19 marzo dalle ore
9.30 alle 11.30) cui ha preso parte il Mago Zeus, i bambini e i loro familiari si sono resi protagonisti di una raccolta economica da devolvere in favore degli
sfollati che dallo scorso 11 gennaio si
sono ritrovati senza casa a causa del
crollo di una palazzina. Una piccolo gesto che rappresenta come anche i più
piccoli possono essere generosi e capire
il grande significato della solidarietà.
“In questo periodo in cui la nostra città è
stata colpita da un evento così infausto,
che ha toccato grandi e piccini, l’intera
cittadinanza si è stretta intorno alle famiglie coinvolte e attivato iniziative e
manifestazioni di solidarietà ha detto
Marialuisa Sabino dirigente scolastico
dell’ex istituto comprensivo Francesco
Torraca. I bimbi e le famiglie della scuola dell’infanzia “Gianni Rodari” hanno
voluto contribuire a questa corsa alla
solidarietà con l’organizzazione nell’edificio scolastico con due spettacoli di
beneficenza con la partecipazione del
Mago Zeus.
Anche una festa continua Sabino può
costituire momento educativo e di socializzazione sia sotto il profilo civico
che culturale. Così conclude Sabino si
vuole sensibilizzare i bambini con un
gesto di solidarietà”. Le insegnanti della scuola dell’infanzia hanno ben accolto l’iniziativa fortemente sostenuta dai
genitori, la loro collaborazione, e la sensibilità dimostrata.
Michelangelo Ferrara
RASSEGNASTAMPA
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Confapi, Cna e Confindustria preoccupate per l’incremento del fenomeno ai danni delle imprese
Troppi furti, serve vigilanza unica a La Martella
VENTI furti consumati o
tentati in una settimana e
la preoccupazione che aumenta tra le imprese. Questo è quanto registrato dalle Associazioni imprenditoriali,
Confindustria,
Confapi e Cna dopo avere
incontrato le aziende dell’area industriale La Martella.
Raccogliendo
l’invito
del Prefetto, le tre Associazioni hanno cominciato a
mettere insieme le imprese perché si addivenga alla
stipula di un contratto di
vigilanza unico con un
istituto di vigilanza privato, valevole per tutte le
aziende ubicate a Martella
o comunque per quelle che
decideranno di aderire.
La vigilanza unica garantirà una presenza costante con una o più pattuglie dedicate all'area industriale de La Martella e
consentirà un monitoraggio più puntuale.
Sarà fondamentale un’adesione totale degli operatori. Ovviamente un maggior numero di aziende potrà permettere all'istituto
di vigilanza di incremen-
tare il numero delle pattuglie (quindi offrire un servizio migliore) ed una contestuale diminuzione dei
costi.
In ogni caso, la preservazione del patrimonio
aziendale, soprattutto dopo gli ultimi episodi verificatisi, alcuni anche con
danni fisici alle persone,
vale il costo economico sostenuto.
Le imprese lamentano
anche la scarsa illuminazione dell’agglomerato industriale, con interi tratti
di strada completamente
al buio.
Inoltre, propongono un
accesso regolamentato all'intera area nelle ore serali e notturne e nei giorni festivi e chiedono al Consorzio per lo Sviluppo Industriale di farsi promotore
dell’iniziativa, con costi da
ripartire sui soggetti presenti nell’area.
L’area de La Martella –
sostengono le imprese – dispone di tre accessi asfaltati più alcune strade sterrate interpoderali. La
chiusura notturna con appositi cancelli e la vigilan-
za con presidio fisso e telecamere all’accesso principale, fatta salva la possibilità di libero accesso a tutti
i proprietari, diminuirà di
gran lunga gli episodi malavitosi e consentirà anche
di valorizzare l’intera area
industriale, quindi i patrimoni esistenti, frutto dei
sacrifici di tutti.
Un'area industriale sicura potrà anche attrarre
nuovi investitori in cerca
di tranquillità con la possibilità di creare nuovi posti
di lavoro.
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Capannoni dell’area industriale
Andrisani e Bruno soddisfatti: «La manifestazione potrebbe diventare vivaio di giovani leve»
Bruna dei Piccoli, l’anno della svolta
E’ la materana, Elena Mirimao, l’autrice del bozzetto, già pronta a coinvolgere i baby artigiani
SARA’ l’anno della svolta: a realizzare il
Carro della Bruna dei piccoli sarà infatti
una donna materana, ovvero Elena Mirimao (che lo scorso anno fu “faccia da
Carro” nel
gruppo del
precedente
Carro trionfale, ndr.).
Ne
sono
convinti sia
Pino Bruno
della cooperativa La
Città essenziale, che
Mimì Andrisani,
presidente
del Comitato Madonna
della Bruna.
L’edizione del cambiamento segnerà
anche alcuni elementi di distinzione, a
cominciare dalla partecipazione attiva
ed esclusiva dei bambini. Anche il percorso che si svilupperà il prossimo 6
giugno dalle 17,30 nella Masseria Pantaleone, verrà realizzato per la partecipazione dei bambini e la presenza di
adulti (genitori, appassionati e curiosi)
in un’area distinta.
«Vogliamo che siano i bambini ad assaltare il Carro - spiega Mimì Andrisani, ed evitare che ci sia l’ingresso di intrusi. I piccoli fino a 6 anni saranno gli
unici ad essere autorizzati a partecipare. Ci auguriamo che l’autrice del bozzetto dei bambini di quest’anno, Elena
Mirimao, partecipi il prossimo anno alla competizione principale. La famiglia
è ancora al centro di tutte le nostre ini-
Per Matera 2019
anche le scuole al lavoro
La conferenza stampa di presentazione e il bozzetto della Bruna dei piccoli
ziative e i bambini devono avere grande realizzazione del carro e degli altri marisalto, essere al centro di questo mo- nufatti». Si tratta di una iniziativa automento, perchè porteranno per sempre finanziata dalla cooperativa “Il Puzzle”
nei loro ricordi questa festa». Gli fa eco con la scuola “L’albero azzurro”.
Pino Bruno: «Eviteremo che genitori
L’edizione 2014 soddisfa particolartroppo intraprendenti annullino lo spi- mente gli organizzatori. «Questo porito della festa dedicata interamente ai trebbe essere un anno molto importanbambini». Entrando più nel merito del- te. La scelta di affidare il bozzetto ad una
l’organizzazione, Bruno chiarisce: «I donna, è stata condivisa con il Comitato.
genitori verranno coinvolti nei labora- Per noi è uno stimolo e crediamo molto
tori che Elena Mirimao realizzerà. Le ot- che possa essere un segnale importante
to maestre si impegneranno ulterior- per il prosismo anno. La Bruna dei picmente per la costruzione del manufatto, coli, da questo punto di vista, potrebbe
insieme a 6 assistenti ausiliarie che sa- diventare un vivaio per giovani artisti».
Antonella Ciervo
ranno impegnate. Elena Mirimao ha
[email protected]
fortemente voluto che i bambini fossero
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protagonisti attivi di tutto il processo di
E’ stato pubblicato sul sito
del comitato Matera 2019
(www.matera-basilicata2019.it) il bando per partecipare al concorso “Porta
la tua scuola nel 2019”. Si
tratta di un progetto promosso dal comitato Matera
2019 e realizzato in collaborazione con il Biscottificio
Di Leo rivolto alle Scuole
Primarie e Secondarie di 1°
grado e di 2° grado che hanno sede in Basilicata. Il concorso selezionerà 15 classi,
5 scuole primarie, 5 scuole
secondarie di 1° grado, 5
scuole secondarie di 2° grado con cui organizzare una
grande mostra del titolo
“Racconta il buono di Matera(2019)” , che verrà inaugurata a settembre. Il concorso si articola in due fasi:
una prima di preselezione,
con termine 2 maggio, data
entro la quale – come da regolamento pubblicato sul
sito – ogni scuola potrà inviare al Comitato la propria
proposta progettuale collegata ai temi della candidatura. La seconda sarà dedicata alle 15 classi seleziona-
te, e durerà fino al 3 giugno,
nel corso della quale le classi verranno affiancate nel
loro lavoro da associazioni
culturali/tutor residenti in
regione, che aiuteranno la
realizzazione di elaborati di
qualità. Per elaborato si intende: un disegno realizzato con qualsiasi tecnica
(formato massimo 300 x
150); un’opera plastica realizzata con qualsiasi tecnica (formato massimo 200 x
100 x 50); una fotografia
originale (formato massimo di stampa 100 x 70); un
componimento letterario
in prosa o in versi per un
massimo di dieci cartelle;
un video documentario o
narrativo della durata massima di 5 minuti. Il risultato verrà esposto in una mostra che sarà allestita nel
mese di settembre. Inoltre il
Biscottificio Di Leo, tramite
apposita giuria, selezionerà a sua volta, tra le 15 classi
che esporranno i loro lavori, 3 classi (una per grado
scolastico) che riceveranno
una lavagna interattiva
multimediale (L.I.M.).
Insegnamento innovativo fra Amici del Parco e scuola Pascoli Il direttore dell’Asm ha incontrato l’assessore Franconi
Orienteering in lingua inglese Maglietta: «Pareggio nel 2014»
GRAZIE al progetto "Divertimento Pulito"
promosso dall'Associazione Volontariato
Materano, di cui gli Amici del Parco sono
partner, all'Istituto Comprensivo "G. Pascoli" di Matera, ci si diverte orientandosi,
parlando in inglese e scoprendo il territorio, in questo fine settimana. Continua
quindi la collaborazione tra il sodalizio culturale degli Amici del Parco e l'Istituto "G.
Pascoli" nell'ambito del protocollo d'intesa
“Una Scuola Pubblica sempre più Europea”. L'associazione sta sviluppando progetti educativi con ragazzi inglesi, James
Jones e Scott Radicliffe, sull'orientamento,
la cartografia, la natura e lo sport. I due giovani tirocinanti, formati dall'Associazione
Amici del Parco della Murgia Materana,
tengono lezioni questo fine settimana (oggi
e domani) dalle 15.30 alle 17 nella Villa Comunale di Matera con una gara, incentrata
sulla conoscenza della lingua inglese, di
Orienteering. Queste attività sono svolte
grazie alla convenzione, firmata all'inizio
dell'anno scolastico in corso, che vede l'Istituto "G.Pascoli" beneficiare dei volontari e
tirocinanti europei che sono impegnati nelle varie iniziative degli Amici del Parco.
L'attività mira a far esercitare gli studenti
ad esercitare la lingua straniera, alle varie
forme di accenti e pronunce, a nuove forme
di educazione non formale, attiva, dinamica e sul campo e allo stesso tempo allo studio
del territorio. Ancora una volta gli studenti
dell'Istituto Pascoli sono proiettati in Europa, ricevendo nuovi stimoli.
[email protected]
L'ASSESSORE regionale alla sanità Flavia Franconi ha
incontrato ieri la direzione
strategica della Asm ed i direttori di Dipartimento, nel
corso di un incontro nel quale il direttore generale Maglietta ha illustrato i «Numeri" dell'azienda in termini di
utenti, strutture e prestazioni e gli eccellenti risultati economici conseguiti negli ultimi due anni grazie ad una politica di miglioramento dei
servizi coniugata all'uso efficiente delle risorse . Nel 2009
-ha spiegato Maglietta- la
Asm aveva un disavanzo im-
Rocco Maglietta, dg della Asl
portante, mentre nel 2014
contiamo di chiudere il bilancio con un sostanziale pareggio». Maglietta ha chiesto all'assessore un intervento affinché siano fissati al più presto gli standard regionali su-
gli assetti organizzativi delle
aziende e degli ospedali della
Basilicata. Il Direttore Generale ha anche auspicato che
la Regione consenta alle
aziende il rapido turn over sia
del personale infermieristico
sia di quello medico, specie
dei direttori di strutture complesse ormai prive da tempo
della figura del responsabile.Franconi ha poi visitato il
laboratorio di Genetica Medica, il laboratorio analisi, la
neuropsichiatria infantile ed
altri reparti dell'ospedale,
preannunciando
risposte
immediate.
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PISTICCI
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COMUNALI A POMARICO Il candidato sindaco sarà scelto con le Primarie il 5 aprile
Patto di ferro del centrosinistra
Pd, Alternativa comunitaria e Udc si coalizzano aprendo anche al Psi
POMARICO - E' stato firmato, presso la sede del Pd di Pomarico, l'accordo di base fra
Pd, Alternativa Comunitaria
e Udc, che lascia la coalizione
di centrodestra. L'intesa è il
primo passo che porterà alla
formazione
di
una lista congiunta per le
prossime elezioni comunali; uno
schieramento
che guidi il raggruppamento
politico-elettorale di centrosinistra, riunitosi
con moderati e sinistra radicale; con una squadra che si
prefige, per il prossimo maggio, di cambiare segno al Comune, ma attraverso la risoluzione dei problemi reali della comunità.
«Dopo dieci anni di amministrazione fallimentare del
centrodestra capeggiato dal
sindaco Casolaro. -si legge in
una nota- Il primo atto della
prossima amministrazione
di centrosinistra di Pomarico
sarà la revoca della delibera
che ha aperto la strada all'autorizzazione dell'ulteriore
ampliamento della discarica
di Manferrara Sottana, primo passo d'un percorso che
guarda all'obiettivo di "rifiuti
zero".
Fra gli altri temi, esplicitati tra l'altro nel programma
della coalizione, l'impegno a
procedere verso il risanamento del debito finanziario
del Comune; la risoluzione
definitiva del problema del
dissesto idrogeologico insistente su abitato e zone limitrofe e l'approvazione del
nuovo strumento urbanistico. Come l'idea di mettere a
punto un progetto complessivo che miri alla valorizzazione delle risorse storiche,
culturali e naturalistiche del
paese, senza intaccarne il valore ma aumentandone l'attrattività anche ai fini turistici. Tutto
ciò sostenuto da
trasparenza, partecipazione e sensibilizzazione per
e della comunità.
Per la composizione della
nuova giunta, due delle cariche saranno sicuramente designate già dalla volontà popolare, in quanto il sindaco di
centrosinistra sceglierà le
Tra le priorità
Il blocco
della discarica
due figure più votate della lista. Mentre un terzo incarico
potrà esser affidato per competenza, ove ce ne fosse la necessità e si scegliesse di affidare quindi secondo la logica
dell'assessorato esterno».
Il progetto è stato sottoposto al Psi, che sceglierà se
condividerne strada e intenti. E’ sicuramente aperto alla
condivisione anche d'altre
anime del centro sinistra che
vorranno aderirvi, nei tempi
e nelle modalità fissati dal
gruppo promotore. Il candidato sindaco, invece, sarà
scelto col metodo innovativo
delle Primarie. Che, per la
prima volta a Pomarico, viene scelto quale modalità d'apertura assoluta agli apporti
provenienti dall'esterno del
gruppo promotore stesso; oltre che per rinunciare alle
vecchie logiche di trattative
private fra soggetti politici
sulla figura da scegliere. Le
Primarie si svolgeranno il 6
aprile. Il seggio rimarrà
aperto, allestito presso la sala
consiliare dalle 8 alle 21. Il
Comitato organizzatore sarà
composto da un minimo di 5
ad un massimo di 7 membri.
Una volta presentate le candidature partecipano ai lavori del Comitato un rappresentante delegato per ogni candidato. Fino al 28 marzo sono
aperte le iscrizioni per la candidatura a candidato sindaco
del centrosinistra.
Nunzio Festa
Corso Garibaldi a Pomarico
PISTICCI I carabinieri hanno arrestato due pregiudicati per il colpo a Marconia
In manette i topi d’appartamento
PISTICCI - Dopo circa due mesi di
pressanti e certosine indagini, per
un furto in abitazione a Marconia nel
mese di gennao, i carabinieri hanno
dato esecuzione a una ordinanza
emessa dal Tribunale – Ufficio del
Giudice delle Indagini Preliminari
nei confronti di A.A. di 28 anni e B.L.
di 24, entrambi pisticcesi già noti alle Forze dell’ordine. Sono ritenuti responsabili a vario titolo di furto in
abitazione e per uno di loro anche
inosservanza degli obblighi della
sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Il furto è accaduto quando
la famiglia era uscita di casa, dopo
aver forzato una porta finestra. Le
investigazioni hanno permesso di
vagliare le posizioni di vari pregiudicati per questa tipologia di reato e da
una cernita di persone tenute in costante attenzione operativa, sono
emersi gravi indizi di colpevolezza
nei confronti degli arrestati in particolare con il determinante rinvenimento della refurtiva presso un negozio di compro-oro della zona. Nell’ambito di altre attività di controllo
del territorio operato dalla Compagnia di Pisticci e delle Stazioni dipendenti, si registrano altre 11 persone
denunciate alla magistratura a vario titolo.
A Ferrandina e Bernalda due per-
sone sono state denunciate: una veniva sorpresa alla guida della sua autovettura con il contrassegno assicurativo contraffatto, mentre un sudanese è stato sorpreso senza patente di guida. A Pisticci sono stati denunciati due automobilisti per hanno rifiutato l’invito fatto dai carabinieri a sottoporsi agli accertamenti
tecnici mediante l’apparecchio etilometro per il tasso alcolemico; in ultimo nel per quanto riguarda il Comando Compagnia di Pisticci salgono ad otto le persone arrestate per
furto e tredici denunciate in stato di
libertà dall’inizio dell’anno ad oggi.
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GRASSANO Guidati dagli esperti di storia locale, gli appassionati entreranno anche in chiesa
Con il Fai si va a spasso tra i Cinti
Due giorni di visite guidate nell’antichissimo geosito oggi patrimonio naturale
GRASSANO - Fedele allo slogan
“2 giorni per ammirare l’Italia,
365 per salvarla”, il Fai di Basilicata avvia le Giornate di Primavera in programma sabato e domenica.
Visite speciali nel corso della
due giorni sono previste a Tricarico,
Grassano e Irsina. Le
visite coinvolgeranno i volontari dell’associazione, i giovani
delle scuole e gli studenti di archeologia
dell’Università della
Basilicata.
A Grassano fervono i preparativi per queste due
giornate che faranno riscoprire
ai grassanesi una parte importante della loro storia. Per gli
ospiti che verranno da fuori sarà
una piacevole scoperta poter ammirare il Geossito dei Cinti e la
Chiesa Madre di Grassano intrise
della storia e della presenza dei
Cavalieri di Malta. A favorire il
nascere e lo svilupparsi dell’iniziativa Rosanna Papapietro, diri-
Due giorni
anche
a Irsina
e Tricarico
I Cinti di Grassano
gente scolastico della sede dell’Istituto Tecnico Commerciale di
Grassano che ha individuato in
Antonella Loiudice, la referente
del progetto che visto coinvolti
ben 22 del locale Istituto Superiore e 4 del Liceo Classico di Matera
che hanno seguito un percorso
per poter essere i “ciceroni” delle
Giornate di Primavera del FAI del
22 e 23 marzo. A coordinare le attività delle giornate Fai Antonio
Bronzino.
Il geosito dei Cinti è tra i luoghi
che custodiscono la parte più significativa del patrimonio geologico italiano e racchiudono interessanti testimonianze della lunga e affascinante storia dell'evoluzione geologica dell'Italia. I
Cinti di Grassano sono patrimonio naturale di un territorio che
merita di essere tutelato, valorizzato e protetto dalla possibile distruzione. Luisa Sabato del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell'Università di Bari ha scritto: "…Oltre a rappresentare un
importante patrimonio storico,
per noi l'area di Cinti rappresenta
un importante tassello in tutta l'area bradanica, ricadente sia in Basilicata che in Puglia, per la comprensione dell'evoluzione geologica degli ultimi milioni di anni
dell'Italia intera". Poi ci saràa la
chiesa madre di Grassano, intitolata a San Giovanni Battista e a
San Marco, era inizialmente una
cappella del ben più ampio castello della Commenda Gerosolomitana. Oggi la chiesa si presenta
con una pianta a croce latina, con
tre ampie navate dove trovano numerosi altari devozionali ed una
grande cupola che sovrasta l'altare maggiore. Tra gli oggetti di
pregio l’organo a canne del '700,
perfettamente funzionante.
[email protected]
BREVI
MONTESCAGLIOSO
Laboratorio
di Primavera
MONTESCAGLIOSO Si chiama “Benessere
è primavera” l’evento
organizzato a Montescaglioso dal Centro
Studi Intergenerazionale per oggi pomeriggio con inizio alle
ore 16.30. In coincidenza con l’ingresso
della Primavera alla
sala Donizetti sono tre
i laboratori previsti
con lo scopo di migliorare la comunicazione
tra le diverse generazioni.
SAN MAURO FORTE
Anziano morto
bruciato in casa
SAN MAURO FORTE
- Un anziano ultraottantenne, Alessandro
Borgia, è stato ucciso
dal rogo sprigionatosi
dal caminetto, ieri pomeriggio in una vecchia abitazione del
centro storico di San
Mauro Forte. I soccorritori hanno trovato
l’uomo già privo di vita, con il rubinetto dell’acqua aperto, forse
nel tentativo vano di
spegnere le fiamme.
STIGLIANO
Scommesse
illegali
STIGLIANO - Una persona è stata denunciata per aver gestito
un’agenzia di commesse senza autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di
Stato e per non aver ottemperato al provvedimento di chiusura dell’agenzia emesso dal
Questore di Matera.
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BERNALDA
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TURSI Un’enorme sacca di degrado a poche centinaia di metri dal paese
Bomba ambientale a Santa Maria
Nel fosso eternit, pneumatici, vecchi elettrodomestici, cemento e mobili
TURSI - Un’enorme sacca di
degrado ambientale si presenta, ormai da mesi, agli occhi del passante in contrada
Santa Maria delle Vigne.
Continua così, senza sosta,
per mano di imperterriti e
scellerati terroristi ambientali, l’opera di inquinamento
del territorio extraurbano di
Tursi. Nel fosso c’è davvero di
tutto: canne di caminetto e
tubi in amianto, lastre di eternit sfibrato, pneumatici, paletti in cemento, guaina, tubi
di gomma e plastica, vetro,
inerti da costruzioni, scarti
vegetali, mobili, televisori e
masserizie varie ma, anche
grandi sacchi cellophane colmi di rifiuti, che sarebbero
dovuti essere svuotati nei
contenitori della “raccolta
differenziata”.
Tutti questi rifiuti in gran
parte speciali e speciali pericolosi si trovano accumulati
nelle discariche abusive a cielo aperto della contrada. Sicuramente una delle più suggestive e ricche di storia, che
il paese di Albino Pierro possa vantare. Ferma restando
la condanna per il comportamento incivile nei confronti
di coloro che compiono tali
deprecabili azioni, appare
evidente che le condizioni di
degrado ambientale ed igienico-sanitario in cui versa l’area in questione, non possono continuare a persistere e
che quindi richiedono un immediato intervento delle autorità locali, in primis il sindaco, affinché, visto anche
l'enorme quantitativo di lastre di coperture di eternit,
nella sua veste anche di massima autorità sanitaria locale, provveda ad emanare tutti
quei provvedimenti necessa-
Le lastre di eternit nel fosso
Altri particolari di rifiuti abbandonati
METAPONTO Blitz della Finanza, impiegava 9 rumeni in nero
Multa da 30mila euro al caporale
METAPONTO - Nell’ambito dell’attività trasversale di polizia economico-finanziaria condotta dal Corpo della
Guardia di Finanza nella lotta al “sommerso” sia d’azienda che da lavoro, i
militari della Brigata di Metaponto
hanno individuato 9 lavoratori stranieri che prestavano la loro opera senza regolare assunzione.
I lavoratori in nero, tutti di nazionalità romena e domiciliati nella vicina
Puglia, sono stati localizzati a Bernalda dai militari delle Fiamme Gialle di
Metaponto intervenuti direttamente
nei campi, mentre prestavano la propria opera a favore di un imprenditore
agricolo che non è stato in grado di
Un’auto della Finanza
giustificare diversamente la loro presenza sugli appezzamenti agricoli da
lui condotti.
Il sommerso d’azienda e/o da lavoro,
sono fenomeni intimamente connessi
anche ad altri “comportamenti” che
penalizzano l’economia nazionale,
quali la corruzione e la criminalità
economica organizzata, producendo
ulteriori conseguenze negative, in termini di carente sviluppo, distorsione
dei mercati, minore attrattività del sistema paese per gli investitori esteri.
Al titolare dell’azienda, al termine
dell’ispezione, è stata contestata la maxisanzione prevista per l’impiego di lavoratori subordinati in nero, insieme
ad altre sanzioni complementari previste dalla normativa che disciplina i
rapporti di lavoro non regolarizzati,
per una somma complessiva di oltre
30mila euro.
[email protected]
ri ai fini della rimozione degli
elementi inquinanti per limitare i rischi sanitari e ambientali, che potrebbero essere causati dall’esposizione a
rischio (in particolare ai proprietari dei terreni agricoli
confinanti e sui loro prodotti;
terreni votati soprattutto ad
uliveti e seminativi) consequenziali alla liberazione nell’aria delle fibre di amianto.
Eppure ci sono sul territorio istituzioni preposte alla
salvaguardia del territorio
ed alla sicurezza dei cittadini:
come le varie forze di Polizia,
carabinieri, Guardia forestale, Vigili urbani. Ma a vedere
le cose pare che tutto questo
non basti. Sarà perché il territorio di Tursi è molto vasto, o
probabilmente bisogna verificare se gli organici sono
adeguati. Si perchè scorgere
un automezzo che si dirige
verso questa contrada non è
poi affatto così difficile. Per
raggiungere la zona contaminata, bisogna percorrere
dei tornanti tutti in salita e,
proprio dal bivio della pineta
di Tursi, è facile controllare
tutti i movimenti senza nemmeno essere sul posto a sorvegliare. Poi c’è l'azione di
usura perpetrata ai danni dei
costoni, per ricavarne sabbia
da impasto per opere di muratura. Quindi è ben visibile
anche una cava di arenaria a
cielo aperto dove tutti godono la libertà dell'approvvigionamento di sabbia. I pneumatici visibili sono centinaia e
centinaia se non migliaia accumulatosi in fondo a un dirupo. Eppure siamo ad appena trecento metri in linea d'aria dal centro abitato.
Salvatore Di Gregorio
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TURSI Confermata la tradizione degli anni Cinquanta
Grandi falò, tutti in piazza
per salutare San Giuseppe
TURSI – Nella serata della vigilia di San Giuseppe sono stati accesi alcuni falò anche a Tursi. E’
un rito che si ripete da tantissimi anni. Negli anni ’50 del secolo scorso gli abitanti dei quartieri del centro storico accendevano il loro falò. La gente si riuniva attorno ai fuochi.
I ragazzi lo alimentavano con le
frasche (i rami ricavati dalla potatura
degli alberi di ulivo)
che i contadini avevano ammassato vicino casa. I giovani
di allora gareggiavano a saltare
il fuoco. Gli anziani portavano il
vino e quindi si passava la serata in allegria. I giovani ci tenevano a bruciare il falò più grande
di quello dei vicini. A metà degli
anni ’90 è arrivato il gas metano. Per cui per motivi di sicurezza il rito del falò si svolge in tre o
quattro posti. Uno di questi falò
si è svolto in piazza Plebiscito
(cuore del centro storico). E’ la
piazza che si trova ai piedi della
scalinata della chiesa di San Filippo. Era stato organizzato come ogni anno da Teresa Cipolla
e Natalina Romano, rappresentanti della “Società Operaia di
Mutuo Soccorso”
(Soms), che avevano pubblicizzato l’evento con manifestini. Alle nove sono
arrivate le persone
che si sono sedute ai
bordi della piazza. Il
falò era stato acceso
al lato della statua di Padre Pio e
veniva alimentato dalle persone, che in ossequio alla tradizione, prendevano almeno una
“frasca” e la gettavano nel fuoco. Così anche i bambini. Nella
piazza invece c’era la musica e i
giovani hanno ballato le tarantelle, i valzer e i balli di gruppo.
Piazza per una sera libera dalle
Coinvolti
i rioni
con la Soms
macchine. Lì negli
anni ’50 si svolgevano i comizi elettorali.
C’era il salone del parrucchiere, il negoziante di scarpe, il
venditore del latte,
una cabina telefonica, un negozio di alimentari, una cantina, un bar, il tabacchino e l’ufficio postale.
Adesso la piazza ci so- Il falò a Tursi
no solo auto. Ma quella sera si è nell’olio), le aranciate e qualche
animata. Tra i presenti un tursi- bicchiere di vino. A mezzanotte
tano che vive al Nord, bambini in punto la musica ha cessato di
albanesi e romeni che insieme ai suonare e cittadini che abitano
bambini tursitani si sono messi là, hanno bruciato le ultime fraa correre, saltare e giocare. C’e- sche. Poi hanno spento il fuoco
ra un reporter da anni filma con l’acqua e coperto i carboni
questi eventi e che metterà su con la cenere. Antonio Romano,
Facebook. Alcuni sono saliti presidente della Soms, ha racsulle scalinate della chiesa e colto le sedie e le ha portate in sehanno filmato il falò con i telefo- de.
nini. Alle undici c’è stato il bufSalvatore Martire
fet e i presenti hanno gustato i
[email protected]
dolcetti, le crespelle (pasta fritta
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BREVI
METAPONTO
Occupano il palazzetto
Tutti denunciati
A METAPONTO i carabinieri hanno
denunciato sei persone: un pregiudicato originario di Bernalda per ricettazione di attrezzi agricoli ed un torchio;
quattro extracomunitari per occupazione arbitraria di un’ala del Palazzetto dello sport, in disuso, di proprietà
Comunale ed in ultimo una persona
per porto di coltello del genere vietato.
TURSI
Attesa per le olimpiadi
della matematica
TURSI - C’è attesa anche all’Itcgt di
Tursi per la prossima partecipazione
alle finali delle Olimpiadi della matematica, che si svolgeranno a Cesenatico. Sulla base della correzione degli
elaborati, i 6 migliori studenti del Materano verranno segnalati per la partecipazione alla gara nazionale, che si
svolgerà nei giorni 9-10-11 maggio.
Una gara di soluzione di problemi matematici elementari, rivolta ai ragazzi
delle scuole superiori di tutto il mondo.
RASSEGNASTAMPA
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Venerdì 21 marzo 2014
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32
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POLICORO
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POLICORO I legali della famiglia Mitidieri attendono la relazione al pm Ventricelli
E’ morta per un’ernia al diaframma
L’autopsia ha confermato le prime ipotesi sul decesso della neonata
POLICORO - E’morta per gli effetti
letali di un’ernia diaframmatica
congenita, Chiara Mitidieri, la
neonata deceduta in eliambulanza
poco dopo il parto, avvenuto lunedì
mattina all’ospedale di Policoro.
La conferma dei primi sospetti, è
arrivata nel tardo pomeriggio di
ieri, all’esito dell’autopsia, effettuata sul corpicino nell’obitorio
dell’ospedale San Carlo di Potenza,
dove era terminata la corsa per cercare di salvare la neonata. L’esame
è avvenuto alla presenza del con-
sulente tecnico della famiglia Mitidieri, il professor Luigi Strada
(Medicina legale al policlinico di
Bari), del neonatologo professor
Laforgia e del consulente nominato dall’Azienda sanitaria De Fazio.
Dall’autopsia è emerso che l’ernia
avrebbe compresso l’intestino, facendolo risalire fino a compromettere la funzionalità del polmone sinistro. Un evento drammatico e
micidiale per la piccola. I legali della famiglia Mitidieri, gli avvocati
Piero Marrese e Maria Delfino, per
il momento non vogliono attribuire alcuna responsabilità sull’accaduto, riservandosi di acquisire la
relazione, che sarà consegnata al
pm della Procura di Matera, la dottoressaVentricelli, nei prossimi
60 giorni.
Secondo Cosimo Mitidieri e Maria Pina Digilio, i genitori della piccola, potrebbe esserci stata negligenza nel personale medico, che
aveva già intuito la presenza di
una malformazione durante la visita d’urgenza effettuata il 7 mar-
zo. D’altra parte, la puerpuera era stata sempre
seguita dall’ambulatorio
di Ginecologia di Policoro, dove risiede la coppia.
L’Azienda sanitaria, attraverso il primario del Cosimo Mitidieri e Maria Pina Digilio
reparto Silvio Anastasio, sta ana- sto, dalla cartella clinica emergelizzando la cartella clinica e ribadi- rebbe che la mamma ha effettuato
sce che il parto è avvenuto regolar- il primo controllo solo al sesto memente, con il valore del ph nella se di gravidanza.
Antonio Corrado
norma; le condizioni della piccola
[email protected]
sarebbero precipitate dopo, per ef© RIPRODUZIONE RISERVATA
fetto della malformazione. Del re-
POLICORO Fabbris: «C’è un piano di rilancio, invitiamo l’acquirente a ragionare»
Fermato l’ufficiale giudiziario
Blitz di “Rinascita Lucana” per impedire la rilevazione dell’azienda “Conte”
POLICORO – L’azienda agricola
di viale Matera a Policoro, appartenente da sempre alla famiglia
Conte, è stata acquistata da un
confinante, con una procedura
giudiziaria che, seppur legittima,
lascia strascichi sociali.
Ieri mattina un presidio di agricoltori di “Rinascita Lucana”,
guidati da Gianni Fabbris, ha atteso l’ufficiale giudiziario, fermando la procedura per cavilli burocratici.
«Noi da qui –ammonisce Fabbris- non ce ne andiamo. In questo
anno e mezzo da quando è iniziata
la protesta, abbiamo coltivato l’azienda che non è vuota ma piena di
attività. Non contestiamo la procedura, anche se c’è un difetto di
notifica nell’immissione in possesso alla nuova proprietà, per
esempio a noi non è stato notificato nulla, ma gli atti di sciacallaggio non ci piacciono. Qui non sono
ammessi speculatori e tra due settimane ci rivediamo. Anche se arrivano i Carabinieri con la nuova
proprietà ci facciamo arrestare».
Ma Fabbris non ha posizioni settarie: «Cerchiamo, come abbiamo
fatto in questo anno e mezzo, di
trovare una soluzione bonaria che
salvaguardi gli interessi di tutti.
Per esempio, la nuova proprietà si
riprenda i soldi versati, anche con
gli interessi, e lasci l’azienda sulla
quale c’è un Piano di rilancio che
prevede la suddivisione in piccoli
orti, da destinare ai pensionati;
oppure entri anch’egli con il suo
capitale in azienda e ne contribuisca al rilancio sociale.
Qui il problema non è giuridico
o di diritto ma etico, e se il caso non
si risolve sul piano morale continueremo la nostra battaglia facendolo diventare un caso nazionale».
L’azienda Conte, attiva negli
anni ’80 sul fronte della macellazione della carne allevata con medoto biologico sotto il nome di “Basilbest”, era tra le più fiorenti di
tutto il circondario. Poi negli anni
successivi il morbo della mucca
pazza/afta epizotica seminò il panico tra i consumatori e numerosi
capi di bestiame furono abbattuti
in tutta Italia. Tra questi anche un
migliaio della famiglia Conte che
chiuse la “Basilbest”. Tuttavia la
stessa famiglia nell’azienda di
viale Matera ha continuato ad allevare animali in questi anni
aprendo anche un’attività di ristorazione. Poi alterne vicende
l’hanno condotta sull’orlo del baratro. Al presidio era presente anche Angela Ergastolo, moglie di
Conte, la quale era alquanto amareggiata per questa triste disavventura: «Non pensavo che un vicino di casa potesse fare questo.
All’asta non si è presentato nessuno, credo anche per solidarietà,
però l’operazione, legittima sia
ben chiaro, è avvenuta in uno studio di Matera dove l’unico offerente era il mio vicino di casa».
Gabriele Elia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Aliano, rogo al frantoio
Ugl: «Un dramma
evitato dai soccorsi»
Il presidio all’azienda “Conte” di Policoro
Ergastolo: «Sono pronta anche a restituire l’investimento»
HA dato inizialmente una cauzione
di 15mila euro, poi ha acquistato
palazzina e terreni per soli 80mila,
quando la stima è di almeno 500 mila euro.
«Io personalmente -spiega Angela Ergastolo- pur di riprendermi la
mia azienda sono disposta a restituire i soldi spesi per l’acquisto con
gli interessi».
La nuova proprietà nella giornata di ieri non era presente, né personalmente, né con un suo delegato
per capire le intenzioni: se andare
incontro alle proposte di Fabbris e
di Angela Ergastolo, o entrare in
azienda per prenderne possesso definitivamente. Erano presenti rappresentanti della fondazione Antiusura e i coltivatori di “Rinascita
lucana”, oltre ai legali di “Soccorso
contadino”, che seguono passo passo questa vicenda al fianco di Fabbris. La prossima data utile è quella
del 5 aprile, quando Fabbris presenterà pubblicamente il Piano di
rilancio dell’azienda. «Faccio appello alla coscienza dell’acquirente,
affinchè non porti a termine questo
atto di acquisizione; in questa fase,
non servono gli avvocati ma solo
buon senso, lui potrebbe anche
mantenere la proprietà con l’attuale gestione. Se entro il 5 aprile non
avremo risposte, siamo pronti ad
avviare una campagna stampa nazionale per rendere pubblico questo
caso ed il suo protagonista».
[email protected]
ALIANO - «Grazie alla provata
esperienza dei carabinieri, dei Vigili del fuoco e di tanti cittadini volontari si è evitato il degenerarsi
della situazione che poteva avere
risvolti drammatici. Un incendio,
verificatosi presso la struttura
olearia di un noto frantoio in Aliano, provocato da causa ancora in
fase di accertamento, ha evitato seri problemi anche alla cittadinanza». Lo dicono i segretari regionali
dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano per i quali,
«nella struttura ospitante tantissimi macchinari per la trasformazione e lavorazione delle olive, tale
episodio ha creato gravi danni all’azienda sia dal lato economico, sia
dal lato occupazionale. Persi circa
ora, per quando a regime 50 posti
di lavoro con danni calcolati all’incirca gli oltre 100mila euro. Ai dipendenti, al titolare, agli agenti
prontamente intervenuti sul luogo va la solidarietà e vicinanza di
tutta l’Ugl Basilicata convinti che
si arrivi, grazie all’intelligenze investigative, il prima possibile a stabilire la causa di tale disastro».
POLICORO Maiuri (Policoro Futura) sul progetto naufragato
«Tutela dell’ambiente, solo fumo»
Giuseppe
Maiuri di
Polic. Fut.
POLICORO - «Che fine ha fatto
lo strumento definito dal sindaco Leone imprescindibile
per la tutela dell’ambiente?». A
chiederselo è Giuseppe Maiuri
di Policoro Futura, secondo cui
«l’amministrazione comunale
di Policoro, con la riunita assise del 5 febbraio 2013, all’unanimità ha deliberato l’adesione, a quello che ad oggi può definirsi un eccezionale modello
di governance multilivello detto “Patto dei sindaci” o “convenant of mayors”, ossia quello
strumento, lanciato dall’Unione europea, volto ad aumentare l’efficienza energetica ed incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tale dispositivo prevede anche contributi e finanziamenti a favore di quei Comuni che intraprendono azioni
volte a ridurre le emissioni di
CO2, almeno del20% entro il
2020. Aderire al Patto dei sindaci -spiega- comportava, però, ben altre azioni e strategie
da intraprendersi oltre la mera
deliberazione in consiglio comunale; i firmatari, infatti con
la deliberazione in consiglio,
assumono un impegno serio
volto a raggiungere l’ambizioso obiettivi di ridurre le emissioni di CO2 stabiliti.
Nello specifico l’amministrazione avrebbe dovuto, successivamente alla formale adesione
avvenuta con la deliberazione
in Consiglio: 1) Individuare
adeguati strumenti finanziari
e risorse umane per preparare
un Inventario delle Emissioni
di Base (Ieb). 2) Preparare o far
preparare, e presentare in consiglio comunale, un (Paes) Piano d'azione per l'energia sostenibile, comprendente misure
concrete per il raggiungimento delle finalità stabilite dal patto ed inviarlo poi alla Ce. 3) Mobilitare e coinvolgere la società
civile. Dopo 13 mesi sul sito della Commissione Europea ad
oggi, del Paes, che il Comune
avrebbe dovuto presentare entro un anno non c’è traccia».
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
IL CASO
Venerdì 21 marzo 2014
Per due anziani di Marsico Nuovo
Il pubblico ministero Piccininni
il processo comincerà il 3 aprile
ha accusato gli indagati
davanti al giudice del Tribunale di Potenza del reato di «atti persecutori»
LITI TRA VICINI
Stalking condominiale
Imputati due anziani
I dispetti: gatti morti sul terrazzo del vicino e molestie notturne
FABIO AMENDOLARA
l Urla e rumori spaventosi
in piena notte. Ripetute molestie con il citofono durante
tutte le ore della giornata. Le
interiora di un animale sventrato abbandonate sullo zerbino. Ma quando la vittima ha
trovato sul suo terrazzo dei
gatti morti non ce l’ha fatta
più. E ha presentato l’ennesima denuncia contro i suoi
vicini di casa. Goffredo Cioccolino, 79 anni, e sua moglie
Carmelinda Pisano, 67 anni,
di Marsico Nuovo, sono accusati di «stalking».
Questa volta non si tratta di
una banale lite condominiale
per le molliche di pane volate
cusa, avrebbero «abbandonato interiora di animali sullo
zerbino dell’abitazione o terra
sulla biancheria pulita stesa
ad asciugare».
Ma l’episodio che la vittima
ha rimarcato in modo particolare nella sua denuncia è
quello dei gatti morti.
Li ha trovati sul terrazzo
della sua abitazione. E pare
non sia capitato solo una volta.
I due anziani (difesi dall’avvocato Raffaele Sassano), secondo l’accusa, avrebbero anche rivolto alla donna e ai due
figli ogni volta che la incrociavano «epiteti minacciosi e
ingiuriosi». La finalita? «Indurli - sostiene il pm Piccininni nell’atto che contiene
le contestazioni ai due anziani
- a lasciare l’abitazione familiare».
Le «reiterate molestie», se-
condo l’accusa, avrebbero prodotto nella parte offesa «un
perdurante e grave stato d’ansia». Ecco il perché dell’accusa di «stalking condominiale».
Per quasi due anni la coppia
avrebbe infastidito e molestato la vicina di casa, costretta a
denunciare ripetutamente ai
carabinieri ciò che accadeva.
E il caso è finito in tribunale.
STALKING Il
pm Piccininni
(nella foto in
alto) sostiene
l’accusa di
«stalking
condominiale»
denunciato da
una donna di
Marsico Nuovo
rappresentata
dall’avv.
Gelsomina
Sassano (qui a
fianco) [f. T.Vece]
RUMORI NOTTURNI
Nel cuore della notte
avrebbero provocato
rumori spaventosi
dal piano di sopra, per tv e
stereo a tutto volume, per sacchetti d’immondizia lasciati
sul pianerottolo.
Quel condominio, fino a
quel momento tranquillo, era
diventato invivibile.
È un vero e proprio caso di
«stalking condominiale». Così
lo definisce il pubblico ministero della Procura di Potenza Anna Gloria Piccininni
nel capo d’imputazione con
cui riassume l’accusa nei confronti dei due anziani.
Il processo si svolgerà il 3
aprile davanti al giudice del
Tribunale di Potenza Natalia
Catena.
L’accusa (le indagini sono
state condotte dai carabinieri): i due anziani avrebbero
«con condotte reiterate e costanti nel tempo», sostiene la
Procura, «minacciato, mole-
LA FINALITÀ
L’obiettivo della coppia
sarebbe stato quello di far
cambiare casa alla vittima
stato e ingiuriato la vittima
(costituita parte civile e rappresentata dall’avvocato Gelsomina Sassano).
Come? «Durante l’orario
notturno - scrive il magistrato
nella richiesta di rinvio a giudizio - disturbando e spaventando anche i bambini della
parte offesa, bussando insistentemente
al
citofono
dell’abitazione e procurando
nel palazzo rumori violenti e
spaventosi tali da interrompere bruscamente il sonno
delle parti offese».
Persino il dopo cena, che
dovrebbe costituire un momento di serenità e relax, era
diventato insopportabile.
Ma le molestie si sarebbero
ripetute anche di giorno.
I due anziani, secondo l’ac-
L’anno giudiziario contabile
«Il dottor Vergari non ha mai
percepito rimborsi spese
dall’Ater di Matera»
«Il dottor Vergari, nella qualità di direttore generale pro tempore dell’Ater
di Matera, non è mai stato interessato
da alcuna condanna per danno erariale
da parte della Corte dei Conti regionale,
in quanto i fatti rappresentati nell’articolo in questione sono relativi alle gestione antecedente al suo mandato
professionale». Lo sostiene l’avvocato
Leonardo Pace. Il caso era stato sollevato dal procuratore contabile Michele
Oricchio durante l’inaugurazione
dell’anno giudiziario contabile. Il procuratore si riferiva al precedente direttore
dell’Ater.
«Nel ribadire - scrive il legale - pertanto,
la completa estraneità del suddetto
professionista rispetto alle vicende riportate, colgo l’occasione per sottolineare che il dottor Vergari, per sua precisa scelta e volontà, non ha mai percepito alcun rimborso spese ed ha rinunciato ad ogni ulteriore beneficio relativo
allo svolgimento dell’incarico».
POTENZA TRUFFA ONLINE: DENUNCIATO UN GIOVANE DI POTENZA
VENTO DEL SUD L’UFFICIALE DELLE FIAMME GIALLE È AI DOMICILIARI
l Versa 4mila euro per uno «stock»
di dieci iPhone 5S e un iPad, e si
ritrova con un sasso. Vittima della
truffa on-line un giovane dell’hinterland udinese, 20 anni, che ieri si è
recato dalla Squadra mobile per denunciare l’accaduto.
Letto un annuncio su un sito internet di compravendite, effettuati i
controlli che davano riscontro positivo sull'affidabilità del venditore,
aveva proposto l’affare agli amici.
Avevano
fatto
una colletta in sei e
poi avevano concordato i pagamenti con il venditore:
mille euro versati
in anticipo e gli altri tremila dopo la
spedizione del pacco, alla ricezione
del codice per controllarne il percorso via posta.
Il pacco è regolarmente arrivato a
destinazione, ma all’interno c'era solo una grossa pietra avvolta in plastica da imballaggi. Contattato, il
venditore, un ragazzo di Potenza di
25 anni già noto per analoghe truffe,
ha negato le accuse: «Ci vediamo in
tribunale», ha replicato al friulano
l È disposto per oggi l’interrogatorio di Mario Zarrillo, il colonnello,
già capo di stato maggiore della Guardia di finanza in servizio al comando
regionale della Basilicata, accusato di
millantato credito, accesso abusivo a
sistemi informatici, peculato e danneggiamento aggravato. L’ufficiale che da tempo non ricopriva più alcun
incarico operativo - è finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta
«Vento del Sud» della Procura di Potenza .
Oggi dovrà spiegare al giudice per le
indagini preliminari del Tribunale di
Potenza Rossella Larocca, che l’ha privato della libertà, a
chi si riferiva nelle telefonate intercettate dagli investigatori della Squadra mobile di Potenza.
Questa seconda fase dell’ inchiesta
«Vento del Sud» parte dalle intercettazioni sui telefoni dell’imprenditore
Leonardo Mecca che, dopo essersi accorto che lo polizia lo seguiva, ha chiesto al colonnello di verificare una targa nel sistema informatico della Guardia di finanza. A questo punto gli in-
Paga 4mila euro per 10 iPhone Oggi l’interrogatorio di garanzia
ma nel «pacco» trova un sasso del colonnello Mario Zarrillo
che gli preannunciava l’intento di
sporgere denuncia.
I poliziotti hanno già verificato la
riconducibilità del numero e dei conti correnti su cui sono finiti i soldi al
giovane di Potenza. Il pacco, posto
sotto sequestro, è stato spedito da un
ufficio postale poco distante dalla
sua residenza.
Il ragazzo aveva messo in piedi un
sistema di truffa telematica specializzata nella vendita
di Iphone: prometteva la consegna del
cellulare, si faceva
versare due acconti
su carta Postapay e
come garanzia inviava la fotocopia di
una carta di identità
fasulla, risultata poi
smarrita.
Esattamente un anno fa c’era stata
un’altra denuncia, sporta da una
ragazza salernitana, che contattata
dal giovane per l’acquisto, e nonostante il versamento dei due acconti, non ha mai ricevuto il telefono. Il giovane è stato individuato
grazie ai controlli effettuati sulla
Postapay utilizzata per le transazioni.
LUI REPLICA
«Ci vediamo in tribunale»
Si è difeso così il potentino
accusato di truffa
vestigatori hanno acceso i riflettori
sul militare, scoprendo anche una sua
«dichiarata» disponibilità a di interessarsi di alcuni «affari», tra cui una
«spintarella» per il concorso per allievi marescialli che si è svolto lo scorso anno, con la richiesta di circa 20mila euro (gli atti che riguardano questo
aspetto sono stati inviati alla Procura
di Bari per competenza territoriale. Il
concorso si è tenuto a Bari, per questo
la competenza non è
della Procura potentina), e «favori» per
trasferimenti di personale tra alcune
aziende sanitarie lucane. Ma non ci sono
indagati tra dirigenti sanitari e medici.
Vasapollo «voleva
essere trasferita a Potenza da Lagonegro - spiegano gli investigatori negli
atti dell’inchiesta - e Zarrillo si è impegnato per la pratica». Il trasferimento è poi andato a buon fine - come
hanno spiegato i testimoni agli investigatori - ma senza l’aiuto concreto
del colonnello. Questa «disponibilità»
d’aiuto si è però estesa anche ad altre
colleghe della donna, con richieste di
compenso intorno ai 10mila euro.
LE MILLANTERIE
È accusato di millantato
credito e accesso abusivo
al sistema informatico Gdf
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Venerdì 21 marzo 2014
IL CASO
TROPPO «MICRO» PER ESISTERE
GEOGRAFIA
La provocazione dell’on. Dario Ginefra
(deputato pugliese del Pd) riaccende i
riflettori sull’accorpamento delle Regioni
AUTODETERMINATI
FRANZA O SPAGNA
PURCHÉ SE MAGNA
di LUCIO ATTORRE *
MASSIMO BRANCATI
>> CONTINUA DA PAGINA I
l Non è la Lega. Né Grillo. Questa volta arriva
dal Pd l’ennesima «condanna» alla Basilicata dei
piccoli numeri. Tanto piccoli da non meritare
neppure il diritto di esistere. Il deputato barese
Dario Ginefra, parlando di contenimento della
spesa pubblica, ha cinguettato su twitter:
«Nell’Europa unita che senso hanno Regioni come la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta che
sommate hanno una popolazione inferiore a quella di Milano?». E ha aggiunto: «Forse è arrivato il
tempo di un serio ripensamento dell’intero assetto istituzionale del Paese che non escluda l’ipotesi di un accorpamento delle regioni finalizzato
al risparmio della spesa pubblica e all’efficientamento della macchina amministrativa». Quella di Ginefra è chiaramente una provocazione in tema
di spending review, ma basta per
riaccendere i riflettori su un tema
che ciclicamente si riaffaccia da
queste parti. «Intendiamoci - spiega - non c’è alcuna volontà di imporre dall’alto certe scelte, ma invito a fare una valutazione serena
quelle comunità che hanno affinità
come possono essere, solo per fare
qualche esempio, Altamura e Matera o Potenza e il Salernitano. La
logica è quella di fare corpo unico
per contare di più in Europa, ma
anche - prosegue Ginefra - ottimizzare rapporti interregionali che già oggi ci sono su
questioni che riguardano le infrastrutture, le strade e le ferrovie. Dobbiamo ragionare su sistemi di
area vasta». Argomentazioni condivise dal molisano Antonio Di Pietro: «Lo dico da cittadino. Sì,
il Molise può aggregarsi con quelle realtà che
sono affini nella cultura e nella storia».
La Basilicata, dunque, continua a fare i conti
con la logica dei numeri. Inutile insistere sul fatto
che 600mila abitanti a Milano o a Roma sono altra
cosa rispetto alle 600mila anime in un’area periferica e dell’interno. Che un paese lucano può
numericamente equivalere a un condominio di
Napoli, ma non per questo (nell’interesse anche
dell’Italia delle metropoli) deve essere messo in
condizione di chiudere bottega.
A
DISEGNO
In alto l’on.
Dario Ginefra.
A sinistra
un’ipotesi della
Basilicata
smembrata
.
Un destino apulo-campano
per la piccola Basilicata?
Nuovi venti di smembramento e di «macro-regioni»
Sui piccoli borghi il governo centrale, con gli
accordi siglati in materia di scuola, servizi e telecomunicazioni (accesso a internet), comincia a
parlare una lingua condivisa. Non altrettanto sta
avvenendo in tema di università, viabilità o trasporti. Ed è uno svantaggio pagato a caro prezzo.
Quando, agli inizi degli anni ‘90, la Fondazione
Agnelli teorizzò un’Italia di «macroregioni» - progetto che prevedeva, tra l’altro, la cancellazione
della Basilicata il cui territorio sarebbe dovuto
essere smembrato e riaggregato a Campania e
Puglia - si evidenziava una logica schematica e
ragionieristica. Confondevano il loro centro per il
Centro, per supponenza e povertà culturale. Ma
esplicitavano anche l’infimo grado di considerazione (e il senso di estraneità) che si aveva per
interi territori e comunità.
Quel progetto, formalmente, non si è mai realizzato. Ma subdolamente (ad esempio, con i servizi negati) è stato perseguito ugualmente. Così la
Basilicata-Lucania, coerente con se stessa e la
propria storia, è rimasta terra di confine e di
confino: anche per gli incarichi nell’amministrazione. Basta guardare alla Direzione scolastica
ormai più apulo che lucana oppure al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria in
odore di accorpamento alla Calabria.
Insomma, al di là delle uscite del politico di
turno che boccia l’attuale assetto delle Regioni,
qualcosa si sta muovendo realmente nella direzione della cancellazione di realtà territoriali piccole come la Basilicata.
ntonio Stella ha bollato questa alterazione concettuale e politico-istituzionale
analogicamente col riferimento al prete
che ritrovandosi in tavola di venerdì la
carne per non peccare ricorse al suo potere sacramentale riconvertendo il cibo con la formula
alchemica: «Ego te baptizo piscem». Nel Cinquecento, durante le lotte per il dominio della Penisola
italiana, si diceva: «Franza o Spagna purchè se magna», ora si equivoca su autodeterminazione e governo politico del territorio. Un coltello non è di per
sé né buono né cattivo, tutto dipende dall’uso che se
ne fa. Nella storia unitaria italiana anche quando la
gestione era accentrata i nostri progenitori hanno
dovuto tirare per lunghi anni la cinghia per riuscire
a recuperare la voragine deficitaria di una finanza
allegra. Come le Comunità Montane per le aree
marginali così gli istituti regionali trovano il loro
limite non in sé e per sé ma risolvendo i criteri
gestionali e la loro ragion d’essere, comunque frutto
della storia o, per usare un linguaggio cartesiano, del
principio di ragion sufficiente. Come italiani ci scagliamo contro l’Europa perché attua un federalismo
incongruo e lesivo dei nostri interessi in quanto
obbedisce ad una logica puramente economica, di
natura tecnocratica e poi disinvoltamente ripetiamo
in casa nostra, entro un processo di imperialismo»
fatto di cannibalismo regionalistico, quanto coralmente biasimiamo riferendoci alle conseguenze del
Trattato di Maastricht. Il vizio invincibile alla esemplificante omologazione, già pretestuosamente e
presuntuosamente avviato con la scusa dell’urgente
bisogno dalla «Fondazione Agnelli» torna a riprendere slancio con buona pace della fantasia applicata
costruttivamente all’ingegneria costituzionale.
L’autonomia deve coniugarsi ad una progettualità
che tenga conto degli uomini, dei loro sentimenti,
base primaria se non essenziale del loro dinamismo
storico. Abolire le Province e sostituirle con l’elefantiasi, anche finanziaria, delle città metropolitane
non dà certo risposte ottimistiche e se poi, gira gira
dovevamo finire verso la soluzione delle tre macroregioni, tanto valeva lasciare i Savoia al Nord, il
Papa o Gerolamo Bonaparte al Centro e Franceschiello a Napoli, con buona pace dei festeggiamenti
per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
[* docente Università di Basilicata]
RASSEGNASTAMPA
IV I POTENZA CITTÀ
Venerdì 21 marzo 2014
POLITICA
IL TOTO CANDIDATI
Il «Comitato di saggi» continua a lavorare
di un nome condiviso,
VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE all’ipotesi
ma per la soluzione servono altri giorni
NUOVA SPACCATURA
Sul nome dell’ex consigliere scontro tra
gli ex margherita e gli ex diesse. I primi
contrari, i secondi possibilisti
Centrodestra
«Da noi cittadini lucani
si attendono unità»
Richiamo di Rosa a FI
«In Basilicata la nuova era del centrodestra è chiaramente
legata alle scelte che si faranno per le elezioni amministrative
a cominciare dalla città di Potenza». È quanto sostiene in una
nota il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Gianni Rosa.
«Dopo le soddisfazioni ottenute alle politiche e alle regionali,
più che mai i cittadini che ci hanno dato fiducia e quelli delusi
da 20 anni di governo di centrosinistra, da noi si attendono
unità - precisa Rosa - si aspettano quella risposta che per anni
non è arrivata dal centrodestra ma che finalmente può generarsi se solo si abbandonano vecchi stereotipi ed egoismi che
troppe volte hanno rappresentato un freno alla nostra voglia
di cambiamento». «È il momento di scelte chiare e vincenti
con cui portare in campo forze credibili e non consumate dal
tempo - continua Rosa - Uomini e donne che esprimano competenze e serietà. I cittadini vogliono identificarsi in altro rispetto al centrosinistra contraddistinto da spartizioni di poltrone elargite nell'interesse di pochi, in altro rispetto al populismo dei grillini. La domanda da porsi è una sola: abbiamo voglia e capacità di farlo? FdI-An - conclude Rosa - si è messa in
discussione, ha accettato il confronto, ha aperto spazi di democrazia partecipata, oggi però spetta agli altri partner del
centrodestra fare un passo in avanti accettando la sfida che a
Potenza è possibile vincere. Ricordando che i cittadini ci osservano e bocciano i tatticismi legati alle dinamiche della legge elettorale. Oggi siamo maturi per essere classe di governo.
La sfida è aperta, attendiamo risposte».
COMUNE Il palazzo del Municipio di Potenza
Falotico «scombina» il Pd
pittelliani e antezziani con lui
Ma il partito frena: «Il nostro candidato sindaco sarà ufficializzato a giorni»
ANTONELLA INCISO
l Dopo la fuga in avanti Roberto
Falotico rischia di essere il «casus
belli» dell’ennesima spaccatura del
Partito democratico. La discesa in campo dell’ex assessore regionale, pur prevista da tempo ma ufficializzata solo
ieri (forse per facilitare la strada delle
primarie) in realtà è servita, al momento, solo ad acuire la già profonda
frattura tra le varie correnti del Pd.
Perchè Falotico non solo andrà a prendere i voti tra i democrat , ma da
almeno due correnti di questi, i pittelliani e gli antezziani, sarà sicuramente sostenuto in campagna elettorale. Messaggi in questo senso sono
stati notificati anche al «Comitato di
saggi» che lavora all’ipotesi di un nome
unitario come candidato sindaco da
sottoporre alla coalizione. E subito
IL PASSATO
Tra le «contestazioni» l’essere
stato un esponente
del Centrodestra
quelle voci sono diventate l’ennesima
dichiarazione di guerra in un partito
che - dalle primarie per il governatorato - non riesce a ritrovare l’unità.
Perchè il ritorno all’ovile del Centrosinistra dell’ex consigliere regionale, eletto alle regionali del 2010 con un
movimento apparentato al Centrodestra, non convince soprattutto gli ex
margherita che con lui avevano condiviso la militanza prima nella Democrazia cristiana poi nei Popolari.
«Non possiamo far finta che alle scorse
regionali non si sia candidato con un
altro partito e con un’altra coalizione»
è il ragionamento che fanno autorevoli
esponenti del Pd dell’area Margherita.
Un punto politico che avrebbe portato a
frizioni con la corrente renziana, ma
anche con gli ex diesse che, invece,
sulla candidatura di Falotico sono decisamente più possibilisti.
Insomma, le obiezioni ci sono ma
non sono riuscite a frenare l’avanzata
dell’aspirante sindaco che, a questo
punto, potrebbe trovare solo un sassolino sulla sua strada: quello del no
alle primarie. Senza le consultazioni
aperte ma con un candidato unitario da
parte del Pd e del’intera coalizione,
infatti, la strada di Falotico sarebbe in
salita. Decisamente in salita. Anche
perchè difficilmente pittelliani e antezziani che stanno lavorando a liste
civiche apparentate al simbolo del candidato sindaco potrebbero scegliere un
nome alternativo a quello offerto dal
Pd, senza le conseguenze del caso.
Ed allora la «caccia» al nome unitario ed autorevole da parte di alcuni
componenti dei democrat resta l’ultima
chance se non per evitare quanto meno
per frenare la corsa di Roberto Falotico
allo scranno di Piazza Matteotti.
RIUNIONI CONTINUANO GLI INCONTRI SIA NEL CENTRODESTRA SIA NEL CENTROSINISTRA
Il Pd annuncia agli
alleati di avere il nome,
ma non lo fa. La «rosa»
di tre papabili
l Si naviga a vista. Senza un
orientamento preciso, senza
una rotta definita. Si naviga a
vista tenendo sul ponte il nome
di un esterno, di alto profilo, che
possa mettere insieme i pezzi di
un partito se non di una coalizione. Sul nome del candidato
certo, l’attesa è strategica. Perchè tra oggi e domani ci sarà la
riunione dei consiglieri ed assessori uscenti che avevano
espresso l’ambizione di concorrere alle primarie e occorre
aspettare le loro reazioni. Ma è
strategica anche perchè nell’ultima rosa messa a punto c’erano
almeno tre nomi, tra cui due
donne. Tutti avvocati naturalmente: Luigi Petrone junior
(quello ritenuto con le maggiori
chance) , Angela Pignatari e
Maria Martoccia. Su uno di
questi tre, dunque, alla fine i
democrat avrebbero trovato la
Audizione
sul rischio
amianto
l Le proposte motivate a sostegno delle vittime dell’amianto
sono state il tema affrontato nella
seduta della terza Commissione
consiliare. La segretaria della sezione di Potenza dell’Aiea, Liliana
Guarino, ha specificato che «in occasione dell’audizione della sezione di Potenza dell’Associazione
italiana esposti amianto è stato
richiesto che lo studio portato
avanti dall’organismo sia supportato dalle proposte in merito». «La
nostra associazione – ha detto
Guarino – ha l’obiettivo fondamentale di dare assistenza ai tanti
lavoratori senza assistenza con vicende di salute legate alla presenza di amianto sul loro posto di
lavoro. Bisogno reale di assistenza, quindi, con una legislazione
più chiara in materia ed una normativa meno farraginosa. Intervenire – ha proseguito – anche laddove le organizzazioni sindacali
per loro specifica competenza non
possono arrivare, se non denunciando, l’industrializzazione selvaggia degli anni settanta che ha
portato finora a 4000 morti per
amianto». «Intervenire, dunque,
sul territorio, evitando ogni tipo
di discriminazione circa il riconoscimento della patologia. Una
azione previdenziale – ha affermato - con la messa in rete di un
sistema complesso che riguarda
più attori, evitando sottovalutazioni, bensì tenendo presente che
il fenomeno è destinato ad ingrandirsi.Il pericolo che diviene una
forte remora è che per la mancata
sensibilizzazione la situazione
possa essere ulteriormente essere
sottovalutata»
“Per quanto concerne i progetti
in essere – ha detto Guarino – ci
vorrebbe una precisa analisi delle
ricadute anche con studi epidemiologici ed una informatizzazione che contempli lo stato di avanzamento dei programmi e ricalibri i nuovi progetti da attuare. I
consiglieri intervenuti nel corso
del dibattito hanno ricordato i progetti in itinere e, nel contempo,
chiesto lumi sulla loro effettiva
utilità, hanno ricordato la proposta di legge del consigliere Romaniello con la necessità di intervenire con modalità più ampie»
ELEZIONI
Corsa per le
elezioni
amministrative
a Potenza
Il ballo delle primarie
un passo avanti, 2 indietro
sindaco a Potenza la nave del
Centrosinistra non sembra
aver trovato ancora la sua rotta
definitiva. I dem che si sono caricati di offrire alla coalizione
un nominativo autorevole e rappresentativo - a poco più di un
mese dalla presentazione delle
liste - hanno ufficializzato agli
alleati di aver trovato la persona
su cui convergere. Un esterno di
alto profilo, un professionista in
grado di traghettare l’amministrazione nei prossimi 5 anni.
Al tavolo del Centrosinistra di
ieri, però, il nome non viene
fatto. Il motivo? Da chiarire. Di
COMMISSIONE
.
convergenza. Ma prima di lunedì sarà difficile sapere di chi
si tratti. Perchè il «comitato di
saggi» si è aggiornato al fine
settimana e lunedì è stato aggiornato il tavolo del Centrosinistra.
Chiarita la questione nome,
resta da definire il tema prima-
rie. «Sono nel Dna del Pd» vanno ripetendo diversi esponenti
del partito, ma al di là di questo
il nodo non è stato sciolto. Certo,
l’intenzione è quella di evitarle.
Considerati anche i tempi stretti. Ma i democrat non lo dicono
apertamente. Piuttosto si trincerano dietro un «si, no, forse».
Stessa strategia del Centrodestra e di Forza Italia per la verità che solo venerdì, in una riunione allargata, alla base scioglierà la riserva presa con Fratelli d’Italia, Lista Storace e Popolari per l’Europa: o De Luca
candidato unitario o divisi con
[a.i.]
Imbesi candidato.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I V
Venerdì 21 marzo 2014
CONGRESSO REGIONALE
EVENTO ALL’INSEGNA DELLA CULTURA
Apertura con la musica
e chiusura con un recitativo
LA RELAZIONE DEL SEGRETARIO GENOVESI
l Un congresso all’insegna della cultura. Dopo l’apertura dell’assise con la
musica dell’orchestra del Conservatorio di Basilicata, diretto dai maestri
Rocco Eletto e Donato Semeraro, concerto che ha preceduto la relazione di
Alessandro Genovesi, segretario generale Cgil Basilicata, la «due giorni»
assembleare si conclude questa sera
con il recitativo tratto dal libro «Un
canto clandestino saliva dall’abisso» di
Mimmo Sammartino. L’appuntamento
è alle 18.30 sempre al Giubileo Hotel.
Sammartino sarà supportato dalle tastiere di Gianni Montecalvo e dalle
percussioni di Valerio Sammartino. Il
racconto riguarda il dramma dei migranti, di chi - fuggendo da guerre e
persecuzioni - cerca approdo sulle coste
d’Europa (da Capopassero a Lampedusa), di chi sovente vede naufragare le
CONGRESSO Prima giornata del congresso regionale Cgil
CULTURA
Apertura
del
congresso
Cgil a suon
di musica
.
oroprie speranze sul fondo del mare. È
una storia di annegati-negati. È una
vicenda di migranti e di morti che si
vedono chiudere le porte attraverso
leggi violente e ottuse. E si vedono
negare persino il diritto al nome. A una
sepoltura. Dentro il racconto si muove
la domanda: cosa tocca fare per rispondere a questa umanità?
La «ricetta» della Cgil lucana
su lavoro, petrolio e inclusione
Innovazione, «nuova Sata» dal greggio e compartecipazione alla solidarietà
l Lavoro, petrolio, inclusione sociale sono i tre assi principali lungo i quali si è
sviluppata la dettagliata relazione di Alessandro Genovesi, segretario della Cgil in
occasione della giornata introduttiva del
congresso regionale a Rifreddo di Pignola. Il
leader del sindacato lucano ha rimarcato la
necessità di attivare una grande politica
dell’innovazione (verso l’economia digitale) e un «new deal» sul fronte sociale, culturale e ambientale: dalle politiche per l’infanzia, contro l’emarginazione e per la non
autosufficienza, alla valorizzazione e creazione di filiera e di industrializzazione, prevedendo opere straordinarie di messa in
sicurezza, di riqualificazione e di bonifica
ambientale del territorio. Dopo aver ricordato il «Piano del lavoro e della coesione»,
firmato d’intesa con Cisl e Uil anticipando
così una ritrovata unità di azione tra le tre
confederazioni a livello nazionale, Genovesi
ha sintetizzato le idee del sindacato per
rilanciare l’occupazione: incentivi ai contratti a tempo indeterminato, tirocini per i
più giovani (avendo la Basilicata una delle
migliori norme a livello nazionale), politiche di settore, intervento pubblico diretto
attraverso un servizio sociale territoriale,
RELAZIONE Il segretario Genovesi
«senza nascondersi - ha detto il segretario dietro la paura di creare nuovi Lsu, con un
impiego mirato, magari con progetti ad hoc,
con numeri sperimentali, nella tutela del
suolo, nell’implementazione di servizi di
manutenzione, nella tutela e valorizzazione
del patrimonio culturale e anche nella stessa forestazione, come ha proposto – sul pun-
to specifico della forestazione – la Uil e
come, tutti insieme, l’abbiamo poi inserita
nel Piano del Lavoro».
Capitolo petrolio. Occorre, a parere di
Genovesi, avere il via libera a mettere tutte
insieme le risorse derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti (royalties, decreto
modificato, card benzina cui risorse sono
già disponibili) per 3-4 grandi progetti infrastrutturali, sulla messa in sicurezza del
territorio, sulla tutela ambientale, sulla generalizzazione di un reddito minimo di inserimento. «Governo, Eni e Total vanno obbligati - ha aggiunto Genovesi - a portare in
Basilicata una «nuova Sata», nel farmaceutico, nei nuovi materiali, nei bio carburanti.
Seimila posti di lavoro di qualità intorno cui
dare un futuro alla Val Basento e ad aree più
depresse, come il Senisese. Dobbiamo costruire prima ed imporre poi al Presidente
Renzi e al Ministro Guidi le ragioni di un
vero «grande scambio» di fronte al senso di
responsabilità che sta dimostrando la Basilicata nel contribuire alla Strategia Energetica Nazionale. Che - ha precisato Genovesi - è aumento delle estrazioni nei pozzi
già autorizzati, non nuovi pozzi».
Sul fronte delle nuove povertà, inoltre,
Genovesi suggerisce un prelievo di solidarietà da chi sta meglio e guadagna bene «per
finanziare oggi l’emergenza (Copes e non
solo), contribuire a strumenti universali di
lotta all’esclusione». Per quanto riguarda il
rapporto con il governo regionale Genovesi
metterà alla prova la Giunta Pittella: «Sceglierà realmente la strada della concertazione? La Giunta - ha detto il leader cigiellino - accetta l’idea che viene prima il
progetto e poi l’ansia di legittimarsi? Cioè
sono «gli assessori esterni» a servizio della
comunità lucana e non viceversa? Lo dico
senza malizia e senza dietrologie, con quella
passione ed onestà intellettuale che, spero,
ci vengano sempre riconosciute».
Inevitabile, infine, un riferimento al rapporto tra la Fiom e le altre sigle sindacali:
«In Fiat - ha concluso Genovesi - il clima è
irrespirabile e c’è un tema di reale agibilità
dei nostri compagni negli stabilimenti.
Dobbiamo interrogarci sul rischio che con
la chiusura della seconda linea e la fine della
Punto si possa assistere ad una lenta agonia
per 2500 operai tra diretti ed indotto, scientificamente «portati a spasso» con il miraggio di una ricollocazione in produzione
che potrebbe non giungere mai».
le altre notizie
PIAZZA ADRIATICO
Sopralluogo vice sindaco
per i locali da assegnare
n I locali sotto piazza Adriatico a
Potenza. Il vicesindaco e assessore all’Urbanistica e ai Lavori
Pubblici, Pietro Campagna:
«Gli spazi siano ormai pronti
per essere assegnati, rimangono da espletare le ultime formalità come gli allacci delle
utenze. Sarebbe auspicabile
che si riuscisse a giungere
all’assegnazione dei locali già
entro Pasqua. Si tratta di spazi
che potranno e dovranno essere utilizzati per attività aventi
finalità sociali».
IL 25 MARZO
Sciopero degli addetti
alle pulizie delle scuole
n Le segreterie regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno proclamato lo
stato di agitazione dei lavoratori addetti alle pulizia delle
scuole di ogni ordine e grado
della Basilicata in preparazione dello sciopero nazionale del
25 marzo e della manifestazione che si terrà a Potenza nello
stesso giorno dalle 9.30 presso
la direzione regionale scolastica. Nel capoluogo sono attesi
circa 400 lavoratori ex Lsu e dei
cosiddetti «appalti storici»che
a partire dal 1° aprile rischiano di perdere il posto di lavoro.
POTENZA IL COMUNE RASSICURA: CI VORRÀ QUALCHE GIORNO DI TEMPO PER TORNARE ALLA NORMALITÀ
Spazzatura, ancora critica
la situazione in alcune zone
RIFIUTI
Sacchetti
ancora da
raccogliere
ieri mattina
in via della
Pineta e via
Vespucci
[foto Tony
Vece]
GIOVANNA LAGUARDIA
l È ripresa la raccolta dei rifiuti
solidi urbani nella città di Potenza,
dopo alcuni giorni di blocco causati
da un contenzioso economico tra
l’amministrazione comunale e la
stazione di trasferenza di tito Scalo.
Nonostante questo, però, da varie
zone della città giungono alla Gazzetta segnalazioni di gravi criticità.
Ieri mattina, ad esempio, era ancora emergenza rifiuti in via Vespucci, via Fabio Filzi, via della
Pineta, via Vaccaro. «Hanno detto
che la raccolta è ripresa regolarmente, ma qui i rifiuti sino ancora
più di prima», lamentavano alcuni
cittadini. La situazione, del resto,
come testimoniano le foto del nostro reporter Tony Vece, era di
grande disagio. In altre zone della
.
città, invece, la spazzatura è del
tutto sparita dalle strade ed i cassonetti sono stati regolarmente
svuotati. L’assessore comunale
all’ambiente, Nicola Lovallo, torna
a rassicurare la cittadinanza. «Una
volta che si è creato l’intoppo spiega - ci vuole qualche giorno di
tempo per riportare la situazione
alla normalità. Gli uomini dell’Acta stanno lavorando indefessamente per intervenire quanto prima in
tutte le zone della città, ma c’è
anche un problema di tempi tecnici
che non possono essere accorciati.
Anche se riusciamo a conferire alla
stazione di trasferenza una percentuale di rifiuti un po’ superiore alla
media, non si possono saltare i
tempi tecnici di preselezione del
materiale che arriva alla stazione
di trasferenza, per non parlare del
fatto che lo spazio di stoccaggio in
ogni caso non è infinito. È vero, ci
sono ancora delle criticità in alcune
zone di Potenza, ma sto tenendo
costantemente la situazione sotto
controllo, sia per quanto riguarda i
quartieri della cinta urbana, sia per
quanto riguarda le zone di periferia. Stiamo conferendo regolarmente alla stazione di trasferenza e
contiamo di risolvere tutto in pochissimo tempo».
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
POGGIO TRE GALLI
L’AREA SPORTIVA ABBANDONATA
Venerdì 21 marzo 2014
CARTA CANTA
Vincenzo Iacovino del comitato di
quartiere trova una delibera del 1979: al
Comune spetta manutenzione e pulizia
TEMPISTICA
Il futuro dei campetti tra bando di gara per
i lavori e gestione. «L’importante è che si
faccia presto senza buttare via altri anni»
Campetti nel degrado
«Il Comune doveva
garantirne la cura»
EMANUELA FERRARA
l Il Comune gioisce. La
paternità delle aree sportive
del rione Poggio Tre Galli,
stando alle parole dell’assessore allo sport, Giuseppe Ginefra, sembra essere una vittoria dell’amministrazione
comunale. «Niente di più fuori luogo» commenta il comitato di quartiere.
Dopo anni difficili, in cui
sembrava impossibile venire
a capo della querelle, il trionfalismo comunale appare
quasi una beffa.
Si sfoga Vincenzo Iacovino,
presidente del comitato di
quartiere. «Per anni ho subito personalmente l’arroganza dell’assessore allo
sport. Gli impianti del nostro
rione erano, stando a quanto
mi ha ripetutamente riferito
in questo lunghissimo periodo, inesistenti». È stato il suo
non arrendersi a portare
all’accertamento della verità.
Una ricerca minuziosa di
tutta la documentazione e di
tutti gli atti a partire dal 1979,
anno della prima delibera in
materia.
«Come si evince proprio da
questo documento ufficiale –
spiega Iacovino – i campetti
sono di proprietà comunale.
Citando testualmente si legge: sono a carico del Comune
la manutenzione, la pulizia, il
riscaldamento, l’illuminazione e l’acqua per gli impianti e
per il piccolo spogliatoio annesso in muratura».
Una cessione a titolo gratuito del suolo, insomma, da
parte delle cooperative ricadenti nell’area. E non, come
ha sempre dichiarato il Comune, una proprietà priva-
ta.
Rendere funzionale ed usufruibile l’area, mettendo una
volta per tutte la parola fine
al cronico degrado degli impianti, è ora il prossimo
obiettivo. È stata richiesta
pazienza, ora ce ne vorrà
dell’altra.
«Vorremmo che ci venisse
riconosciuto almeno il merito
della
costanza
e
dell’umiltà – ha aggiunto il
presidente del comitato di
quartiere – Senza di noi, senza la nostra caparbietà nulla
si sarebbe risolto. Ora chiediamo tempi celeri e trasparenza».
In ultima battuta, in una
lettera aperta, Vincenzo Iacovino prova ad analizzare la
questione bando di gara per
l’assegnazione dei lavori di
rifacimento e, soprattutto,
per la futura gestione. «Ci
piacerebbe – conclude il presidente del comitato di quartiere di Poggio Tre Galli – che
le strutture sportive siano
realizzate con fondi pubblici
e che la gestione sia affidata o
ad associazioni riconosciute
dal Coni o a cooperative di
giovani disoccupati. Coloro
che utilizzeranno le strutture
sportive dovrebbero contribuire in qualche modo al
mantenimento delle stesse».
Per tutti questi dettagli tecnici, però, appare ancora
troppo presto. In fondo, per
accertare la paternità delle
strutture ci sono voluti decenni.
Ora pretendere, giustamente, celerità nell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione e, addirittura, assegnazione della gestione, appare un tantino esagerato. La
speranza resta, però, che non
ci vogliano altri lustri per
vedere finalmente risorgere
un’area di tutto rispetto sorta
tanti anni fa con il dispendio
anche di risorse economiche
importanti.
RECUPERO Il nodo da sciogliere è quello della gestione [foto T. Vece]
CELEBRAZIONE L’APPUNTAMENTO È IN PIAZZA MATTEOTTI
TEMPO LIBERO Ecco come sono ridotti i campi di gioco del quartiere [foto Tony Vece]
L’ACCUSA IL MUNICIPIO SI È ASSUNTO LA RESPONSABILITÀ DELL’AREA. MA ERA DA SEMPRE LA SUA
Per riconoscere la paternità
ci sono voluti trent’anni
l Anni di lotte intestine portate avanti da un
intero rione ma, nello specifico, dal presidente
di comitato di quartiere. Poggio Tre Galli e
Vincenzo Iacovino hanno vinto una vera e propria battaglia: il Comune si è assunto la paternità e dunque anche la responsabilità degli
«impianti sportivi» dell’area. Poggio Tre Galli
è uno dei quartieri più popolosi della città. Per
troppo tempo, però, alcune sue aree sono state
lasciate all’abbandono ed al degrado più assoluto. Era il 1982 quando sorsero quelli che gli
abitanti della zona chiamano «campetti». Fiore
all’occhiello non solo del rione ma di tutta
un’intera comunità. Campi da tennis, da bocce,
da calcio e parco giochi per bambini. A guardare le foto dell’epoca si resta affascinati. Una
via Adriatico viva in cui si faceva la fila per
poter accedere alle strutture. Tornei e feste
dello sport. Un bel vivere insomma. Poi gli anni
sono passati e con essi anche lo splendore. Si sa,
la manutenzione è fondamentale per mantenere in piedi, in maniera decente e funzionale,
una qualunque opera o struttura. A chi spettava però questa manutenzione? Una diatriba
lunga tre decenni. Uno scaricarsi di responsabilità imbarazzante. Da una parte il Comune
che indicava come legittima proprietaria dei
«campetti» la cooperativa che aveva messo in
piedi i palazzi circostanti, dall’altra la cooperativa che sosteneva l’esatto contrario. Chi
aveva ragione? Il comitato di quartiere non si è
POLIZIA DOMANI LA CAMPAGNA CONTRO CYBERBULLISMO E PER LA SICUREZZA DEL WEB
Giornata della memoria
e delle vittime delle mafie
Oggi sit-in nel capoluogo
A Potenza fa tappa
«Una vita da social»
l Dal 1996 ogni 21 marzo si
celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte
le mafie e rinnovare in nome di
quelle vittime l'impegno nella
lotta alla criminalità organizzata. Il 21 marzo, primo giorno di
primavera, è il simbolo della
speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i
familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di
risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca
di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di
impegno e di azione di pace.
Nelle piazze di molte città italiane si leggerà la lista dei nomi
delle persone cadute per mano
criminale alle quali va il nostro
l Farà tappa domani a Potenza «Una
vita da social» la campagna educativa itinerante della Polizia di Stato sui temi dei
social network Cyber bullismo, adescamento, sicurezza e violazione della privacy online. Nel piazzale di Via Verrastro,
nei pressi della Regione, sosterà il truck
di 18 metri della Polizia Postale, allestito
con un’aula didattica multimediale con
postazioni internet. Obiettivo della campagna educativa itinerante, realizzata in
collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è la
sensibilizzazione e la prevenzione sui rischi e pericoli dei social network e del
Cyber bullismo. Il truck partito da Roma
ha toccato diverse città prima di raggiungere la Basilicata. Gli operatori della Polizia Postale del Compartimento di Basilicata, dalle 9.30 alle 16, incontreranno
studenti, genitori, insegnanti per dare loro consigli ed indicazioni sull’utilizzo sicuro, consapevole, responsabile e critico
omaggio e la nostra promessa di
impegno. Anche in Basilicata,
dopo un percorso di preparazione alla giornata che ha coinvolto
in 21 incontri numerose scuole e
realtà associative lucane, sono
previste diverse iniziative durante le quali verrà letto l'elenco
degli oltre 900 nomi delle vittime della violenza mafiosa.
A Potenza la commemorazione, promossa da Libera in collaborazione con il Comune di
Potenza e la Consulta provinciale degli Studenti Medi, si
svolgerà oggi in Piazza Matteotti a partire dalle 9.30. Saranno
presenti diverse delegazioni
delle scuole superiori potentine, insegnanti, rappresentanti
di associazioni. L’appuntamento nazionale è per domani a Latina.
della rete internet. Sarà presente anche il
trio cabarettistico lucano «La Faina» testimonial dell’iniziativa. Tra le novità,
non poteva mancare la pagina facebook
«Una vita da social» dove verranno postate le attività e le impressioni dei giovani internauti durante tutte le tappe del
truck. 2 La Polizia di Stato da oltre dieci
anni è fortemente impegnata nei progetti
educativi su questi temi. Con il progetto
itinerante «Una vita da social» l’obiettivo
è di raggiungere con la formazione anche
gli adulti, che svolgono un ruolo determinante nel garantire che l’esperienza di
utilizzo del web da parte dei ragazzi sia
una grande opportunità. Grazie alle attività di formazione si è potuto constatare
una crescita della consapevolezza che difendersi è possibile; sono cresciute le denunce, è cresciuta la percezione che ciascuno è responsabile di ciò che compie in
rete e che anche un gesto fatto per scherzo
può avere conseguenze rilevanti e serie.
mai arreso. Troppo male al cuore, dice Iacovino, a vedere tanto degrado. Oramai tutto è
abbandonato, rotto ed inutilizzabile. Ma non
poteva e non doveva finire così. Esiste un documento ufficiale, ed è stato quello ad accertare
la verità, in cui si attesta la cessione dell’intera
area dalla cooperativa al Comune. Dopo ben 30
anni l’ufficio tecnico di Palazzo di Città non ha
potuto far altro
che alzare le mani. I campetti sono i loro e loro se
ne dovranno necessariamente
ed obbligatoriamente occupare
nel minor tempo
possibile. Ora il
quartiere
non
aspetta altro che
un bando di gara
ufficiale per il rifacimento e ma- COMITATO Vincenzo Iacovino
gari per la gestione di quelli che potrebbero diventare un punto
di aggregazione e ritrovo non solo per gli abitanti di Poggio Tre Galli. Un voler tornare, più
in fretta possibile, agli antichi splendori. Si
conclude così una diatriba lunghissima. Si
apre però un nuovo periodo. Quello dell’attesa
che, si spera, non duri altri trent’anni. [em.fer.]
IL SIMBOLO DI POTENZA ABBRACCIATO DAI GIOVANI
Sul ponte Musmeci
è il giorno della festa
della Primavera
l È arrivato il giorno della «Grande festa della
Prima/Vera Rinascenza d’Amore». I giovani abbracciano il ponte Musmeci a Potenza. L’iniziativa
rientra nel progetto di «Valorizzazione Scenografica Illuminotecnica del Ponte Musmeci», in corso
di realizzazione, e nel programma Umanitario
«VVV: Vivi una Vita che Vale», ideati e coordinati
da Tomangelo Cappelli dell’Ufficio Turismo regionale, che punta sulla conoscenza e promozione
del Patrimonio artistico e culturale. L’appuntamento è per le 9.30 nel piazzale della Stazione di
Potenza Centrale «dove i giovani – spiega Cappelli
- si raduneranno per poi iniziare una passeggiata
emozionale in fila indiana lungo la stradina adiacente le Scale Mobili in direzione di viale Marconi
per attraversare, mano nella mano, Ponte Musmeci, lungo la I^ corsia a sinistra in direzione Basentana. I giovani percorreranno il ponte e quando
lo riempiranno interamente sventoleranno un fazzoletto di cotone o di carta, bianco o colorato. La
passeggiata proseguirà in direzione dell’Area pedonale del Parco del Basento dove verrà allestito
un palco per la esibizione di giovani talenti.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA PROVINCIA I VII
Venerdì 21 marzo 2014
GENZANO DI LUCANIA UN 75ENNE COLTO DA INFARTO MENTRE COL «118» VIENE TRASPORTATO AL SAN CARLO DI POTENZA PIGNOLA L’ASSESSORE BERLINGUER
Muore per cause naturali
ma il funerale è ritardato
dalla rigida burocrazia
I familiari: «La salma bloccata a Tolve per 24 ore»
ANTONIO MASSARO
l GENZANO DI LUCANIA. Colto da malore,
muore per infarto, mentre in ambulanza si
cerca di trasportarlo al «San Carlo» per un
intervento disperato. Ma per la rigidità della
burocrazia i funerali devono essere celebrati in
ritardo, tra l’indignazione e la rabbia dei
parenti. Si tratta di Rocco Albani, un 75enne
molto conosciuto a Genzano. I sanitari accertano che la morte è causata da un infarto
dovuto a precedenti complicazioni cardiache,
nonostante ciò viene trattenuto nell’obitorio di
Tolve per oltre 24 ore. In sostanza un giorno e
una notte.
Ecco la storia. Nella notte di mercoledì
l’uomo nella sua casa avverte un malore di
particolare entità. Il medico di guardia suggerisce il ricovero urgente in ospedale. Arriva
l’ambulanza del «118», però senza medico a
bordo. Gli operatori mentre sono in viaggio con
il paziente verso il «San Carlo» di Potenza
«La normativa - sottolinea Basilicata
Soccorso - stabilisce che la persona
morta venga trasferita per almeno
15 ore nell’obitorio più vicino»
chiedono il supporto di un’altra ambulanza con
la presenza del medico. Ma è tutto inutile.
Albani non ce la fa. Il «118» con la salma a
bordo, percorsi una decina di chilometri dal via
da Genzano si ferma presso la stazione di
servizio sulla sp «123». L’area carburanti, va
detto, per un paio di km, si trova in territorio di
Tolve. Nel frattempo giunge l’ambulanza partita da Potenza con il medico che stabilisce che
il decesso è avvenuto per cause naturali. E da
qui per la normativa in vigore la salma invece
di tornare, come sarebbe lecito verso Genzano,
approda nell’obitorio del cimitero di Tolve. E
SOCCORSI Un’ambulanza
siamo già nella mattinata di ieri. Per la tumulazione del cadavere occorrerà attendere un
giorno intero per l’espletamento di pratiche
burocratiche quanto mai macchinose. I familiari del morto non vogliono sentir ragioni:
«È assurdo - dicono con stizza - essere piantati
nell’obitorio di Tolve per oltre 24 ore, con tutti i
disagi connessi, a cominciare dal funerale che
sarà celebrato in ritardo. In questo caso non c’è
stato un minimo di buon senso. Oltretutto
abbiamo dovuto ringraziare il Comune di Tolve
che ci ha aperto il cimitero,visto che era giorno
di
chiusura».
Intanto per saperne di più sui comportamenti
da tenere quando il paziente muore in ambulanza abbiamo ascoltato il direttore del «118»
Basilicata Soccorso. «La normativa è chiara dice Libero Mileti - il deceduto viene tenuto per
almeno 15 ore nella camera ardente o obitorio
del paese più vicino al punto dove avviene il
decesso. In sostanza non si può circolare con il
morto in ambulanza».
LAVELLO DOPO LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AI SINDACI ITALIANI SULL’ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE SCOLASTICHE
Scuole, il Comune risponde a Renzi
Partita la richiesta di intervento sull’edificio di piazza Matteotti per un milione e 600mila euro
FRANCESCO RUSSO
l LAVELLO. Una richiesta di
intervento al governo nazionale
pari ad un milione e 600 mila
euro, per rimettere a nuovo il
grande edificio scolastico di
piazza Matteotti dopo la lettera
inviata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ai sindaci
italiani. L’amministrazione comunale di Lavello, progetto alla
mano, ha risposto così all’appello lanciato dal capo del governo per adeguare alle esigenze di docenti e studenti le strutture pubbliche dedicate al mondo scolastico.
«Abbiamo risposto tempestivamente - dice il sindaco di Lavello, Sabino Altobello - all’invito rivolto dal presidente del
Consiglio Matteo Renzi a tutti i
sindaci, perché segnalassero un
edificio scolastico da ammodernare e sul quale intervenire in
tempi rapidi. Alcuni giorni fa è
stata inviata da parte del Comune di Lavello la richiesta di
intervento per un importo di
circa un milione e 600 mila euro,
per lavori da realizzare sull’edificio scolastico di piazza Matteotti, che attualmente accoglie
tra scolaresche dell’istruzione
primaria e secondaria di primo
grado, circa 600 alunni». Una
buona parte degli alunni delle
scuole medie ed elementari di
Lavello (ci sono infatti anche gli
edifici dei rioni Madonnina e
Sant'Anna) sono ospitati proprio nella struttura di piazza
Matteotti, costruita il secolo
scorso.
«Si tratta - prosegue il primo
cittadino - di un intervento imponente che riguarderà circa
tremila metri quadrati di solai
esistenti e che consentirà di ammodernare la struttura scolastica innalzando gli standard di
sicurezza. Stiamo parlando, tra
l’altro, di un immobile realizzato negli anni 30 di particolare
pregio e valore storico». La speranza, nel Comune di Lavello, è
che il progetto venga approvato
e finanziato. «Siamo tra le prime
amministrazioni - continua Altobello - a rispondere all’invito
di Renzi. Per noi intervenire su
edilizia scolastica e patrimonio
pubblico ha un valore per la
qualità dell’offerta dell’istruzione e dell’educazione, ma è anche
un modo per contrastare questo
momento di grande crisi e di
recessione. Avviare lavori per
un tale importo - evidenzia - significherebbe rimettere in moto
l’economia e dare lavoro a tanti
disoccupati del settore delle costruzioni e delle piccole imprese
artigiane».
PLESSO DA
ADEGUARE
L’edificio
scolastico di
piazza
Matteotti a
Lavello
[foto Luciano
Massari]
.
Accolto dal generale Zago
Mons. Superbo in visita
alla Guardia di Finanza
.
L’arcivescovo Metropolita di Potenza
Mons. Agostino Superbo ha fatto visita al
Comando Regionale Basilicata della
Guardia di Finanza. L’Autorità religiosa è
stata accolta dal Comandante Regionale
generale Valerio Zago, dal comandante
Provinciale di Potenza col. Gianluca Dinoi
e dal Cappellano Militare don Domenico
Pitta.
Al termine dell’incontro è stata celebrata
una Santa Messa in occasione del periodo quaresimale, tempo di avvicinamento
alla Santa Pasqua, a cui ha partecipato
anche una rappresentanza di militari appartenenti alle varie categorie dei reparti
alla sede di Potenza. La funzione religiosa
è stata una occasione importante per gli
uomini in uniforme di trovarsi uniti nella
fede e al termine della quale Mons. Superbo ha augurato una serena Pasqua,
esprimendo loro profonda stima e gratitudine per l’ottimo servizio fornito quotidianamente in favore della comunità.
«Il Pantano
una grande
opportunità
di sviluppo»
l «Valorizzare il lago di Pignola sotto il
profilo della fruibilità e della sostenibilità è
un’occasione da non perdere».
E’ quanto ha dichiarato l’assessore all’ambiente Aldo Berlinguer a margine di un tavolo
tecnico tenutosi ieri in Regione, con tutti i
soggetti che compartecipano alla gestione
dell’area. Si tratta del Consorzio per lo Sviluppo
Industriale della Provincia di Potenza, proprietario dell’invaso, della Provincia di Potenza,
titolare dell’area, del WWF che, mediante il
Ceas «Nova Terra», dal 2002 gestisce le attività
dell’Oasi, e del Comune di Pignola, che ospita
l’area nel suo perimetro.
Il lago di Pantano, nato come invaso artificiale ad uso industriale, ha modificato negli
anni questa funzione, diventando luogo di svago
per l’hinterland di Potenza, grazie al suo contesto naturalistico. La riserva regionale Lago
Pantano di Pignola infatti, è area naturale
protetta istituita nel 1984, riconosciuta zona
Sito di importanza comunitaria, Zona a Protezione Speciale e zona umida «Ramsar» di
importanza internazionale. Il Ceas «Nova Terra» inoltre, gestisce il Centro di Recupero di
animali Selvatici della Provincia di Potenza, nel
quale vengono curati circa 200 animali ogni
anno.
Nel corso dell’incontro di ieri si è condiviso
un nuovo progetto di sviluppo sostenibile
dell’area che tenga conto delle sue peculiarità e
potenzialità, ma soprattutto che ridisegni il
ruolo degli attori attualmente coinvolti e presenti al tavolo. L’idea, proposta dal Comune di
Pignola, è quella di una gestione finalizzata ad
attività di intrattenimento, ad eventi culturali e
ad una maggiore fruizione del lago, di cui lo
stesso sarebbe disposto a farsene carico, salvo
giungere, nel medio periodo, all'acquisizione
dell'intero invaso. Il progetto solleverebbe l’Asi
dalla gestione ordinaria del lago, pur rimanendone proprietaria.
L’amministrazione regionale, che sta fungendo da cabina di regia, ha ipotizzato la
sottoscrizione di un Protocollo di Intesa, sul
modello di quello già vigente per la riserva
naturale speciale dei Calanchi di Montalbano
Jonico, che disciplinerebbe i rapporti fra le
parti e consentirebbe una gestione virtuosa del
Lago. La riunione è stata aggiornata ai prossimi
giorni; intanto, gli uffici regionali lavoreranno
ad una bozza di intesa da sottoporre alle parti.
POTENZA LA DENUNCIA DEI CAF-UIL
POTENZA LEGAMBIENTE
Inps, «Cud 2014, via internet Come recuperare
penalizzate le fasce più deboli» vecchi computer
per nuovi cicli di vita
Il canale telematico non favorisce gli anziani
l Anche quest’anno, come già accaduto nello scorso anno, le conseguenze della normativa che ha previsto per l’Inps l’utilizzo del canale telematico per l’invio di comunicazioni e
certificazioni al cittadino si scarica
sulle categorie sociali più deboli, i pensionati, gli invalidi civili. Oltre al Cud
2014, l’Inps non spedirà più ai diretti
interessati il Red (modulo per comunicare all’Inps i dati reddituali, al fine
di consentire la verifica del diritto
all’integrazione della prestazione previdenziale ed assistenziale); il Modello
Invciv (dichiarazione di responsabilità diretta a verificare il diritto all’indennità di accompagnamento, all’indennità di frequenza ed all’assegno
mensile nonché delle dichiarazioni relative alle situazioni di ricovero e di
dimora all’estero per il diritto alla pensione sociale e all’assegno sociale); il
Mod. Iclav (agli invalidi civili titolari
di assegno mensile); il Mod. Icric (agli
invalidi civili titolari di indennità di
accompagnamento e agli invalidi civili titolari di indennità di frequenza);
il Mod. Acc. Asps (ai titolari di pensione sociale e assegno sociale). I pen-
sionati pertanto - informano gli uffici
Caf-Uil e Ital-Uil possono scordarsi, come è accaduto in tutti questi anni, di
ricevere comodamente a casa nella
cassetta delle lettere i moduli fondamentali per la dichiarazione dei redditi. E devono prepararsi a fronteggiare una procedura tutta telematica
per poterlo stampare oppure, paradosso, a doversi muovere di persona per
andare nelle sedi dell’ Inps o di un
patronato. Sono i risultati della legge
di Stabilità ereditata dal governo Monti che per risparmiare sull’invio cartaceo dei documenti obbligherà numerosi pensionati a muoversi (e anche gli
uffici Inps a destinare personale allo
smaltimento di pratiche che prima venivano risolte semplicemente con l’invio a domicilio di un documento).
Come si può immaginare, la procedura decisa dall’Inps per l’utilizzo
del sistema telematico è abbastanza
farraginosa e soprattutto difficile da
attuare per chi - la maggioranza degli
ultrasettantenni - non ha dimestichezza con il computer e con internet. Il
meccanismo, infatti, non è per nulla
semplice.
l Legambiente Basilicata promuoverà - all’interno del progetto Centro
per la sostenibilità, sostenuto da Fondazione con il Sud attraverso il Bando
Verso Rifiuti Zero - giornate di raccolta
straordinaria di rifiuti elettronici (Raee) e iniziative volte a prolungare il ciclo
di vita di Pc ed elettrodomestici. Personal computer, ancora in buono stato,
potranno essere ricondizionati e immessi in un circuito sociale. Un esempio
concreto che, grazie alla collaborazione
con l’azienda Ri.plastic e l’Ipsia «Giorgi» di Potenza, mira a far comprendere
l’importanza del corretto smaltimento
di questi rifiuti e incentivare pratiche
virtuose di riuso. Attorno al mercato
legale dei rifiuti elettronici, sostiene
Legambiente che ieri ha presentato a
Milano un dossier sui «pirati del Raee»,
prospera un fiorente mercato illecito
fatto di discariche abusive, traffici illeciti anche internazionali, inquinamento, truffe e criminalità ambientale
che sfruttando il lavoro nero e la manodopera a basso costo, sottrae profitti
all’economia legale, inquina i terreni,
minaccia la salute pubblica e alimenta
il business delle ecomafie.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA PROVINCIA I IX
Venerdì 21 marzo 2014
MARSICO NUOVO FA DISCUTERE IL CASO DEL POZZO PETROLIFERO «PERGOLA 1» DOPO LE CONTESTAZIONI DELL’ALTRO GIORNO
Un ricorso all’Unione europea
Ora si tenta di bloccare le trivelle
«Stop alle estrazioni vicino a faglie che possono generare terremoti»
INCONTRO
TURBOLENTO
Nelle foto
due momenti
dell’incontro
sul pozzo
petrolifero
«Pergola 1»,
culminato
con una serie
di
contestazioni
a Marsico
Nuovo
PINO PERCIANTE
l Eventuali sversamenti di idrocarburi finirebbero nell’Agri e quindi nel Pertusillo mettendo a
serio rischio la salute dell’invaso. Per questo comitati
e associazioni ambientaliste di Basilicata e Calabria
hanno presentato una denuncia alla Commissione
delle Comunità Europee per violazioni dei diritti
comunitari che sarebbero state compiute dalla Regione rispetto alla tutela delle acque in val d’Agri. La
denuncia segnala anche la possibile inadempienza
della Regione rispetto al rischio sismico del territorio. «Tra le tante norme che noi consideriamo
violate – spiega l’avvocato Giovanna Bellizzi che ha
redatto la denuncia - la più importante è quella che
impone a ciascun stato di allestire il registro delle
aree idriche protette, vale a dire le aree con presenza
di acqua destinata al consumo umano. Questo registro in Basilicata non c’è». I contenuti della denuncia sono stati presentati ieri pomeriggio alla
stampa nella sala del consiglio regionale, scelta simbolicamente per richiamare l’attenzione delle istituzioni. «Il centro oli – spiega Bellizzi – si trova a soli
2, 5 km dall’invaso del Pertusillo che fornisce acque
destinate al consumo umano a Puglia e Basilicata.
Inoltre, si consente l’estrazione di idrocarburi vicino
a faglie che possono generare terremoti, vicino alle
aree di ricarica degli acquiferi e vicino ad aree carsiche che alimentano le falde sotterranee. Tutto questo costituisce un elemento che indica una possibile
violazione del rispetto delle norme Ue in materia di
tutela della acque. Infatti in Basilicata non risultano
adottate utili misure volte a tutelare le immense
risorse idriche e impedirne l’inquinamento. Le violazioni del diritto comunitario si concretizzano anche nella mancata adozione delle misure di prevenzione e nella mancata azione di riparazione quando si
è verificato qualche danno ambientale». La denuncia
è stata supportata dalle ricerche di due docenti universitari, il geologo Franco Ortolani e la prof. Albina
Colella, sulla sismicità e sulle acque della val d’Agri.
Per la prof. Colella dalla moria di pesci nel Pertusillo
alla fuoriuscita di liquidi sospetti a Montemurro
(contrada La Rossa) il principale indiziato resta il
pozzo di reiniezione Costa Molina 2. «Dagli studi fatti
– spiega la Colella - si desume che la provenienza
petrolifera sia la più probabile. Non c’è la prova
provata ma ci sono degli indizi che dimostrano che
questa è l’ipotesi più plausibile». La prof. Colella ha
poi ribadito le critiche e le obiezioni tecniche sull’ubicazione del pozzo Pergola 1, ultimamente al centro
delle polemiche in relazione al rischio idrogeologico
e sismico. A Pergola si trova la faglia chiamata «Melandro-Pergola» che si ritiene sia stata responsabile
del violento terremoto del 1857.
MELFI TUTTO PRONTO PER LA XVI EDIZIONE DELLE OLIMPIADI DELLA MULTIMEDIALITÀ IN PROGRAMMA DAL 28 AL 30 MARZO PROSSIMI
Mediashow, in attesa del pronti via
In gara 150 studenti provenienti da scuole di tutta Italia e da Svezia, Ungheria, Albania e Cina
EVENTO Il
Mediashow
2014 è
promosso
dall’Istituto di
istruzione
superiore
«Federico II
di «Svevia»
della cittadina
normanna
ROSA ALBIS
l MELFI. Tutto pronto per la XVI
edizione del Mediashow, le Olimpiadi della multimedialità in programma dal 28 al 30 marzo prossimi
a Melfi, competizione nel corso della quale 150 studenti provenienti da
tutta Italia e da alcuni Paesi stranieri (Svezia, Ungheria, Albania,
Cina) metteranno a confronto competenze e abilità nelle gestione di
strumenti informatici e telematici.
L'evento - organizzato dall’Istituto di istruzione superiore «Federico
II di Svevia» della città federiciana,
in collaborazione con il Ministero
dell’Istruzione, gli Assessorati regionale e provinciale alla Cultura e
formazione e il Comune di Melfi - è
stato presentato ieri ai giornalisti.
«La scuola deve produrre cultura.
Il Mediashow stimola la produzione
multimediale di una cultura non
fine a se stessa - ha spiegato il
dirigente scolastico Michele Corbo ma basata su conoscenze storico-filosofiche e scientifiche. Questo rappresenta una grossa sfida, una battaglia di civiltà: la scuola si avvicina alle nuove tecnologie attraverso la sua ricchezza, i suoi tesori,
ossia la cultura che è patrimonio di
tutti. Così il Mediashow offre la
possibilità di verificare lo sviluppo
dell’uso delle tecniche multimediali
nella scuola e di valorizzare le po-
tenzialità degli studenti stimolando
il confronto positivo».
Il messaggio lanciato dalla manifestazione è che il digitale «unisce, non divide». Tra le novità di
questa edizione, l’aumento del numero di studenti, regioni e paesi di
provenienza dei partecipanti e il
miglioramento della qualità della
prova e del corso di formazione per
docenti intitolato «Dall’Aula al
Cloud passando per la mente: quali
ambienti per i nuovi apprendimenti».
Accanto alla tecnologia e all’informatica, anche quest’anno il Mediashow punterà sulla valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e artistiche della Basilicata. E
perché no, dei talenti nostrani. Dopo la competizione, che avrà luogo
venerdì 28 marzo, ai ragazzi sarà
data l’opportunità di incontrare
l’attore e regista lucano Rocco Papaleo. L’appuntamento è previsto
per sabato 29 marzo, alle 11, in piazza Duomo a Melfi. Nella serata di
sabato, inoltre, ci sarà l’animazione
in piazza con il gruppo folk di Melfi
«Lu scarecavasce», prima della tradizionale cena di gala.
La premiazione dei vincitori della XVI edizione delle Olimpiadi della multimedialità si svolgerà domenica 30 marzo, alla presenza, tra
gli altri, del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico.
LATRONICO LA STRUTTURA DESTINATA ALL’ACCOGLIENZA DI EXTRACOMUNITARI RAPOLLA SI TRATTA DI UN RUMENO DI 44 ANNI
Vandali in un edificio comunale
a fuoco i letti dei rifugiati
Un altro furto di energia elettrica
terzo arresto dei Cc in paese
l LATRONICO. Sono ignoti, al momento.
Sono entrati nella sede dell’ex delegazione
comunale di Latronico e hanno incendiato
alcuni letti. Le fiamme hanno danneggiato
anche una porta e annerito le pareti della
struttura che si trova nella frazione di
Agromonte Magnano. Un incendio misterioso. L’ipotesi è quella dell’atto vandalico.
La struttura, destinata all’accoglienza di
alcune famiglie di rifugiati politici, era
stata già oggetto di un atto vandalico qualche mese fa. Nella notte tra mercoledì e ieri
altri danneggiamenti e il rogo quasi certamente di origine dolosa. Sul fatto indagano i carabinieri della compagnia di
Lagonegro.
«Potrebbe essere qualcosa di più di un
atto vandalico – si sente dire in paese -. Non
possiamo sapere, e speriamo che non lo sia,
se dietro questo episodio si nasconda qualche altra matrice. Certamente è un doloso e
grave danneggiamento che ferisce profondamente tutta la comunità di Latronico».
Il sindaco Fausto De Maria sulla sua
pagina di Facebook parla della vicenda e
dichiara che questo gesto non fermerà il
progetto di integrazione avviato dall’amministrazione comunale: «Questo gesto intimidatorio non ci fermerà, una comunità
l Non si fermano i furti di
corrente elettrica a Rapolla. È il
terzo caso in pochi giorni. I
carabinieri del nucleo operativo
della compagnia di Melfi, infatti, hanno scoperto l’ennesimo episodio arrestando un cittadino romeno domiciliato a Rapolla. L’accusa è di furto aggravato continuato di corrente
elettrica. Come detto è il terzo
arresto in pochi giorni.
Stavolta a cadere nelle rete
dei militari è stato un 44enne di
origine romena, da anni residente in Basilicata. L’uomo,
che lavora in qualità di operaio
precario, forse attanagliato dalla crisi, allo scopo di «alleggerire» la bolletta, ha pensato
bene di rimuovere i sigilli del
contatore della propria abitazione ed allacciarsi abusivamente. Ad accertare la manomissione è stato un tecnico dell’
Enel nominato dai carabinieri
ausiliario di polizia giudiziaria.
Il valore della corrente elettrica
asportata è di circa due mila
IL PAESE Una veduta di Latronico
accogliente come la nostra non può essere
rovinata. Spero che le forze dell'ordine
riescano ad individuare subito i responsabili, e chi sa qualcosa parli, per il bene
della nostra comunità». Intanto al momento
il centro non può essere utilizzabile.
Le indagini continuano per cercare di
[p.perc.]
risalire agli autori dell’incendio.
L’uomo ha fatto un allaccio abusivo alla rete Enel
le altre notizie
VIABILITÀ
Sulla «598» istituito
senso unico alternato
n L’Anas fa sapere che da oggi a
venerdì 16 maggio 2014, nella
fascia oraria 7 – 17 esclusivamente nei giorni feriali, sarà
istituito un senso unico alternato sulla strada statale 598 «Di
Fondo Valle Agri», in corrispondenza dei viadotti «Tempe» e «Verzarulo» , nel Comune
di Marsiconuovo. Il provvedimento per consentire i lavori di
manutenzione straordinaria,
per il ripristino dei viadotti.
LA UIL-FP
Sanità, «aprire confronto
con le parti sociali»
IN AZIONE I carabinieri
euro.
L’uomo è stato dichiarato in
arrestro e, su disposizione del
magistrato di turno presso la
Procura della Repubblica di Potenza, tradotto presso la propria
abitazione in regime di arresti
domiciliari.
n «Aprire subito il confronto con
le parti sociali», così Giuseppe
Verrastro della Uil-Fp. « Sono
oltre 2 mesi - dice - dalla nomina dell’ assessore regionale alla salute e oltre 3 settimane dalla nomina del direttore generale, ma non si registra nessun
segnale relativamente ai problemi della sanità. A più riprese i sindacati hanno sollecitato
un confronto per un aggiornamento sulla riforma del sistema socio sanitario regionale».
RASSEGNASTAMPA
X I MATERA CITTÀ
Venerdì 21 marzo 2014
LA DISCARICA
E L’ITER PER L’AMPLIAMENTO
IERI L’AVVISO PUBBLICO DI POTENZA
Quanto riportato sul portale istituzionale
dell’ente lucano per le autorizzazioni
ambientali non corrisponde al cartaceo
SI ALLUNGANO I TEMPI
Mancano computo metrico, elenco prezzi,
Piano operativo, quadro economico,
relazioni e l’indicazione dei progettisti
La cronistoria
Alla fine del 2012
la richiesta di aumento
delle volumetrie
le altre notizie
CONSIGLIERE D’AMBASCIATA
Delegazione cinese
visita in Prefettura
L’11 dicembre 2012, il Comune di Matera ha presentato il
progetto di chiusura e messa in
sicurezza dei bacini III e IV della
discarica di La Martella.
I nuovi profili comporteranno
un incremento volumetrico pari
a 122.700 mc (di cui circa 53mila sono relativi ai sovrabbanchi
già presenti nei settori III e IV, e
un apliamento della capacità di
stoccaggio dei rifiuti nel V settore, nella misura di 82mila metri cubi.
Il 15 gennaio del 2013, invece,
gli uffici di prevenzione e controllo ambientale della Regione
Basilicata chiesero il parere della Provincia di Matera sull’ampliamento proposto dal Comune (Settore igiene e ambiente).
L’ente di via Ridola, presieduto
da Franco Stella, a marzo del
2013, disse sì alla richiesta di
aumento delle volumetrie della
struttura ubicata a La Martella.
n Il Prefetto Luigi Pizzi, riceverà oggi alle 10 nel Palazzo di
Governo il Consigliere degli
Affari Consolari dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, Yao Cheng che sarà accompagnato dal Direttore dell’Ufficio Consolare Li
Fan e da alcuni rappresentanti della comunità cinese operanti nella provincia di Matera.
IL TRUCK IN PIAZZA
Internet, la Polizia
incontra i giovani
L’IMPIANTO La struttura di La Martella per la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi
Piattaforma integrata dei rifiuti
c’è un «intoppo» per la modifica
La Regione rimuove dal suo sito la documentazione pervenuta dal Comune
EMILIO SALIERNO
l Intoppo nella vicenda infinita
dell’impianto di trattamento dei rifiuti di
Borgo La Martella.
La documentazione tecnica relativa
all’istanza di V.I.A (Valutazione di impatto ambientale) ed A.I.A. (Autorizzazione integrata ambientale) per il progetto di modifica sostanziale alla piattaforma integrata di gestione dei rifiuti
urbani della città di Matera, riportata sul
supporto informatico, non comprende
tutta quella presentata in formato cartaceo, pertanto è stata rimossa dal sito
web regionale.
Lo ha fatto sapere ieri, in un avviso
pubblico, la Regione, in particolare l’ing.
Nicola Grippa, responsabile per le procedure sugli impatti ambientali di piani,
programmi e progetti.
La documentazione tecnica completa,
TUTTO DA RIFARE
Il ritiro degli atti dal web
interrompe il termine dei 60 giorni
per le osservazioni al progetto
chiarisce la Regione Basilicata, verrà
nuovamente pubblicata sul sito web
dell’ente non appena il proponente ( il
Comune di Matera) avrà integrato l’istanza di V.I.A. ed A.I.A. con quanto richiesto
dall’Ufficio compatibilità ambientale con
la nota n. 0045168/75AB del 18 marzo 2014,
pubblicata sul sito istituzionale. Ma che
cosa mancherebbe dalla documentazione
pervenuta dal Comune di Matera e pubblicata sul sito regionale? Pare il computo
metrico, l’elenco prezzi, il Piano operativo, il quadro economico, le relazioni specialistiche e tecniche. E manca l’indicazione degli autori del progetto. Insomma,
se le cose stanno così, un bel po’ di roba.
Il ritiro della documentazione dal sito
regionale, interrompe, di fatto, i sessanta
giorni (dalla pubblicazione) per le osservazioni al progetto, e questo significa una
ulteriore perdita di tempo per la conclusione delle procedure di V.I.A ed A.I.A.
(un altro anno, forse, mentre l’impianto di
La Martella corre il rischio di esaurire la
capacità ricettiva).
Quanto è accaduto era stato già segnalato - prima cioè che se ne rendessero
conto gli uffici di Potenza - da un’associazione ambientalista materana, proposto in un intervento proprio nelle pagine
de La Gazzetta del Mezzogiorno.
In definitiva, sul sito regionale era stato pubblicato solo lo Studio di impatto
ambientale (S.i.a.) e una relazione idrogeologica.
Ora bisognerà mettere le carte a posto,
aggiungere quelle che mancano, tra vecchie e nuove relazioni dei vari tecnici che
si sono avvicendati. Solo dopo la documentazione tecnica completa sarà ripubblicata sul sito della Regione Basilicata e
cominceranno a decorrere i sessanta
giorni utili per l’eventuale iter autorizzativo.
una contestuale diminuzione dei
costi.
In ogni caso, la preservazione
del patrimonio aziendale, soprattutto dopo gli ultimi episodi verificatisi, alcuni anche con danni
fisici alle persone, vale il costo
economico sostenuto.
Le imprese lamentano anche la
scarsa illuminazione dell’agglomerato industriale, con interi
tratti di strada completamente al
buio. Inoltre, propongono un accesso regolamentato all'intera
area nelle ore serali e notturne e
nei giorni festivi e chiedono al
Consorzio per lo Sviluppo Indu-
Bassolino presenta
il suo libro
n Oggi alle 17 a Palazzo Lanfranchi, Sala delle Arcate è in programma un incontro con Antonio Bassolino per la presentazione del libro “Le dolomiti
di Napoli. Racconti di politica
e di vita” edito da Marsilio.
L’iniziativa è a cura dell'associazione Energheia. Lello
Chiacchio leggerà alcuni brani del libro.
ALL’ATENEOLUCANO
Educazione alla salute
si parla del cuore
n «Cuore e sue funzioni» è l’incontro in programma oggi alle 17.30 nell’aula magna
dell’Università di Basilicata
in via Lazazzera. L’iniziativa
promossa dall’istituto comprensivo “Torraca” rientra
nel progetto di educazione alla salute.
Al museo «Ridola»
il libro di Palumbo
Furti nelle aree industriali
le associazioni protestano
unico con un istituto di vigilanza
privato, valevole per tutte le
aziende ubicate a Martella o comunque per quelle che decideranno di aderire.
La vigilanza unica garantirà
una presenza costante con una o
più pattuglie dedicate all'area industriale de La Martella e consentirà un monitoraggio più puntuale. Sarà fondamentale un’adesione totale degli operatori. Ovviamente un maggior numero di
aziende potrà permettere all'istituto di vigilanza di incrementare
il numero delle pattuglie (quindi
offrire un servizio migliore) ed
A PALAZZO LANFRANCHI
SU GIUSEPPE GIORDANO
SICUREZZA IMPRESE VENTI FURTI CONSUMATI O TENTATI IN UNA SETTIMANA A LA MARTELLA
l Confapi, Confindustria e Cna
insieme contro i furti nell’area
industriale La Martella. Venti
furti consumati o tentati in una
settimana e la preoccupazione
che aumenta tra le imprese. Questo è quanto registrato dalle Associazioni imprenditoriali, Confindustria, Confapi e Cna dopo
avere incontrato le aziende
dell’area industriale La Martella.
Raccogliendo l’invito del prefetto, le tre associazioni hanno cominciato a mettere insieme le imprese perché si addivenga alla stipula di un contratto di vigilanza
n Farà tappa oggi in piazza della
Visitazione il truck attrezzato
della Polizia di Stato per spiegare ai giovani quali sono le
principali insidie della rete e
fornire consigli per una navigazione sicura. Il truck, lungo
18 metri e munito di aula didattica multimediale all’interno, nell’ambito della campagna didattica “Una vita da
social” stazionerà nella piazza dalle 9 alle 18. All’incontro
con gli esperti della Polizia Postale parteciperanno anche i
giocatori ed il tecnico della
squadra di basket Bawer, testimonial dell’iniziativa.
n Alle 19 nel Museo “Ridola”
verrà presentato il libro «Le
vicende di Giuseppe Camillo
Giordano. Frammenti d’Erbario di un botanico romantico»,
scritto da Gianni Palumbo.
IN PIAZZA VITTORIO VENETO
ZONA PRODUTTIVA Il Paip di La Martella
striale di farsi promotore dell’iniziativa, con costi da ripartire sui
soggetti presenti nell’area.
L’area de La Martella – sostengono le imprese – dispone di tre
accessi asfaltati più alcune strade
sterrate interpoderali. La chiusura notturna con appositi cancelli
e la vigilanza con presidio fisso e
telecamere all’accesso principale,
fatta salva la possibilità di libero
accesso a tutti i proprietari, diminuirà di gran lunga gli episodi
malavitosi e consentirà anche di
valorizzare l’intera area industriale, quindi i patrimoni esistenti, frutto dei sacrifici di tutti.
Un'area industriale sicura potrà anche attrarre nuovi investitori in cerca di tranquillità con la
possibilità di creare nuovi posti di
lavoro.
Una raccolta firme
per Tsipras
n Secondo fine settimana di raccolta firme in tutta Italia per
l'Altra Europa con Tsipras.
L'obiettivo sono le 150mila firme necessarie da presentare
entro il 15 aprile per partecipare alle prossime elezioni europee. In Piazza Vittorio Veneto saraà allestito un banchetto
informativo e di raccolta firme nei giorni: oggi dalle 18 alle 21), domani e domenica dalle 10-13 e dalle 18 alle 21.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ I XI
Venerdì 21 marzo 2014
CAPITALE CULTURA
LE COSE DA FARE
Primo obiettivo riproporre progetti già realizzati
di fuori del contesto materano. Secondo
IL DIRETTORE ARTISTICO IN GIOCO alpasso
un data base di associazioni ed enti
Grima cerca di sciogliere
tutti i nodi di Matera 2019
Tra malumori per l’assegnazione dei fondi e dubbi sul Comitato
CARMELA COSENTINO
l Disinvolto, aperto al dialogo e
con un programma di azione che
lo vedrà impegnato per i prossimi
100 giorni non solo a mettere mano al percorso di candidatura ma
anche a sedare malumori e perplessità mostrati da alcuni operatori culturali. Joseph Grima
direttore artistico di Matera 2019,
si trova oggi a dover affrontare
una situazione complessa. Da una
parte ci sono i malumori dettati
dalla discussa distribuzione dei
fondi pubblici contenuta nella delibera comunale, e dall’altra i dubbi che riguardano l’operato del
Comitato Matera 2019 e la gestione del percorso di candidatura.
L’incontro tenutosi l’altra sera
nella Casa Cava, è servito per
chiarire alcune questioni, la prima delle quali sollevata dal sindaco della città dei Sassi che ha
chiesto al direttore artistico di
definire il suo ruolo e il programma avendo a disposizione un tempo così limitato. Domanda a cui
Grima ha ribattuto con una pronta risposta dimostrando di non
essere venuto impreparato a ricoprire un ruolo così delicato. «Il
primo obiettivo- ha spiegato- sarà
quello di riproporre progetti già
realizzati e dalla grande forza collettiva e proporli al di fuori del
contesto materano, anche in una
dimensione europea. Il secondo
passo sarà la costruzione di un
Data Base di associazioni ed enti
che operano sul territorio lucano
per capire cosa fanno, conoscere
le abilità e le risorse, i progetti, il
lavoro e poi mettere in campo
azioni collettive. Parte importante
CASA CAVA A sinistra, il direttore artistico
Joseph Grima, alla sua prima uscita in un
contenitore pubblico, accompagnato da Paolo
Verri, direttore di Matera 2019 [foto Genovese]
di questo percorso sarà la comunicazione che avverrà non solo on
line, ma anche offline in modo da
non escludere coloro che non utilizzano le piattaforme di internet.
Il lavoro non parte da zero. Ho
esaminato gli atti e i documenti
del Comitato scientifico e su questi organizzeremo le iniziative che
andremo a progettare insieme».
Buone le intenzioni ma le critiche
non mancano. A sollevarle è Raffaello de Ruggieri membro del
Comitato Scientifico Matera 2019.
«Una città culturale – ha sottolineato- non eroga cultura ma la
produce. Da qui la necessità di
ricaricare l’attenzione di coloro
che hanno la gestione di questo
progetto, sulle testimonianze ed
esperienze delle energie creative e
associative di questa città che non
è possibile ignorare. Noi non abbiamo la necessità di importare
ricalchi mimetici, nè di essere
decalcomanie. Questa città ha vissuto un’esperienza unica, mostrando l’ orgoglio di appartenenza con un’operazione di coinvolgimento della popolazione che si è
concretizzata con legge 771 relativa al recupero dei Sassi. Questo è
il quadro. E noi vogliamo segnalare queste situazioni perché lei
possa trovare il modo di rompere
alcuni confini autarchici che nel
frattempo si sono registrati in
questa città e riproporre un discorso di partecipazione attiva.
Dobbiamo uscire dal disagio e dalla sensazione di esclusione che
molte associazioni vivono in questo momento per ritrovare un percorso unitario attraverso una progettualità che nasce dal territorio,
che evita la cultura come consumo e acquisto e che punta alla
cultura come produzione. Se realizzeremo questo disegno forse
avremo vinto questa battaglia
straordinaria che porterà Matera
ad essere un esempio di protagonismo civile e di azione culturale».
MANIFESTAZIONI SI SVOLGERÀ IL 6 GIUGNO LA «BRUNETTA», VERSIONE PER BAMBINI DELLA SOLENNITÀ
Una Festa della Bruna
ma a misura dei piccoli
ENZO FONTANAROSA
l Nel solco della tradizione ma a misura di
bambino. La Festa della Bruna dei piccoli, la
cosiddetta “Brunetta”, torna per il quarto
anno e presenta alcune novità. L’iniziativa,
che si svolgerà il 6 giugno a Matera, dalle
17.30, negli spazi della Masseria del Pantaleone, è ancora una volta promossa dalla
cooperativa “Il Puzzle” insieme alla scuola
materna “L’albero azzurro”. I dettagli della
manifestazione sono stati presentati in un
incontro con la stampa, nella cornice della
masseria e col clima festoso creato dalla presenza di quei piccoli che saranno protagonisti della iniziativa fatta su misura per loro.
«Saranno i bambini al centro in tutti i sensi,
mentre gli adulti avranno solo un ruolo di
semplici spettatori», ha detto Giuseppe
Bruno, presidente de Il Puzzle. Saranno almeno un centinaio i giovanissimi che prenderanno parte attiva alla “Brunetta” vivendo
in piccolo tutti momenti della vera Festa del 2
luglio. Dalla processione dei pastori alla vestizione del generale, così come la sfilata dei
cavalieri e fino all’assalto del carro trionfale
in cartapesta. L’artistico manufatto in cartapesta, a sua volta, sarà realizzato da Elena
Mirimao con l’aiuto dei piccoli. Ieri è stato
presentato il bozzetto che, come per quello
che sfilerà in occasione della Festa patronale, è ispirato al tema della Carità. «Gli
elementi del carro trionfale ci saranno tutti –
ha spiegato Mirimao, che ha già collaborato
con i maestri cartapestai per i carri di precedenti edizioni della Festa –. Poi ho scelto
colori sgargianti ma non ci saranno le statue
al centro: il tema sarà rappresentato da elementi simbolici». Ma la versione baby della
solennità patronale non si basa solo sugli
elementi più evidenti della Solennità. A condurre i bambini alla scoperta dei significati
più profondi e di fede c’è don Vincenzo Di
Lecce, rappresentante della Curia nel Comitato dei festeggiamenti e parroco della
Cattedrale. «Abbiamo intrapreso un percorso – ha detto il sacerdote – in modo che i
piccoli vivano la Bruna il 2 luglio serenamente e in tutti i suoi aspetti, partendo chiaramente da quello religioso». Un elemento di
novità per la Brunetta, è rappresentato dalla
processione dei pastori. «È importante che i
bambini siano educati a pensarla come un
momento devozionale – ha detto Emanuele
Calculli, priore della Confraternita dei Pastori – e non come una “maratona” corredata
dallo scoppio di petardi». Che i bambini festeggino «tranquilli una Bruna senza tran-
INCONTRO
La presentazione alla
stampa della Festa della
Brunetta [foto Genovese]
.
senne e tutta per loro» vede d’accordo Angelo Loperfido, titolare della Masseria del
Pantaleone. Domenico Andrisani, presidente dell'associazione “Maria SS della Bruna”, accompagnato da Giovanni Santantonio, ha a sua volta manifestato l’apprezzamento del Comitato promotore «per la versione della Bruna a misura di bambino. Sono
contento, poi, dell’impiego della giovane Mirimao che spero sia di buon auspicio, il prossimo anno, affiché oltre lei altre donne possano candidarsi per la costruzione del carro
trionfale del 2 luglio». Ricordiamo, infine,
che i lavori dei piccoli che parteciperanno
alla Brunetta nei vari ruoli sono coordinati
dall’insegnante Valeria Piscopiello. Alla
manifestazione, poi, collabora anche l’istruttore ippico Davide Ingusci, mentre Enzo
Festa, cavaliere della Bruna, realizzerà lo
scheletro in legno del baby-carro il cui auriga sarà Raffaele Tataranni.
Altra storia dietro le quinte
Tra luci riflesse e luci spente
In qualche modo è stato anche detto. Ora, si
dovrà passare, se così si può sintetizzare, dalla fase preliminare alla redazione di un progetto esecutivo. Vuol dire che siamo ancora nella più evidente modalità della comunicazione. Intanto,
qualche scarica elettrica l’altra sera si è avvertita
nella Casa Cava. Qualcosa più di un refolo rupestre è rimbalzato tra le pareti di calcarenite quando il direttore artistico, Joseph Grima, e il direttore
generale di Matera 2019, Paolo Verri, hanno dato
il via alla seconda fase del percorso di candidatura
della città a Capitale europea della cultura. Strano,
ma a questa solenne iniziativa sembra essere stato avvistato uno solo dei 40 consiglieri comunali e
nessun assessore, neppure quelli che hanno lavorato al Dossier 2019. Poi, sono apparsi anche abbastanza critici i toni dei pochissimi interventi dal
pubblico (4), praticamente solo di addetti ai lavori,
che significa quanto prevale lo spettatore (spesso
annoiato) e non il cittadino che partecipa. Difficili
da interpretare, inoltre, le affermazioni del sindaco, Salvatore Adduce. Intervenendo per primo, a
Grima - che non sembra persona chissà quanto
aggressiva - ha chiesto a bruciapelo cosa s’intende fare, visto che mancano solo 100 giorni per arrivare a definire quello che in realtà è un nuovo
dossier sulla città, stavolta in chiave di proposta
operativa, a valle del percorso seguito fino ad oggi. Hanno destato una strana curiosità, poi, le affermazioni di uno dei componenti del consiglio di
amministrazione e del comitato scientifico di Matera 2019, Raffaello De Ruggieri. Soprattutto
quando ha candidamente (?) affermato che solo
in quel momento gli è stato concesso di rivolgere
la parola al direttore artistico Grima. Come mai, se
tutti sanno che alloggia a Matera già dall’inizio del
mese? Di più, De Ruggieri, auspicando la necessità di evitare «inutili ricalchi mimetici», circa il lavoro da fare, ha anche parlato di «una certa sensazione di disagio che vivono le associazioni attive
in città» e, in questo caso, ha rimarcato l’esigenza
di «rompere alcuni cortili autarchici» a favore di
una progettazione inclusiva. Allusivo, sibillino?
Insomma, non è neppure un linguaggio tanto cifrato. Forse si arriverà a dividere i compiti senza
confliggere più di tanto. Resta in piedi una vicenda sempre abbastanza spinosa, però, quando a
Matera si parla di urbanistica e si pescano nomi
nobili come quello di Adriano Olivetti. Da un lato
si riconosce e si evoca il contributo esemplare
che fece della città un laboratorio urbano apprezzato su scala planetaria. Dall’altro, questa pratica
sembra destinata a diventare sempre più sterile,
esercizio di copertura. Del resto anche ad aprile
dell’anno scorso, quale flebile voce nel deserto, è
stato fatto presente al celebre urbanista Charles
Landry, ospite della città, che da noi il mito e la
storia non sempre coincidono. Matera ha sviluppato in questi ultimi anni una sorta di mistica delle
varianti agli strumenti di pianificazione che volta
palesemente le spalle proprio a quella stagione
sempre evocata, ma forse poco conosciuta e soprattutto molto dimenticata e tradita. Difficile, però non ripartire da un punto fermo come quello.
Vale nonostante tutto, benchè ripetutamente strumentalizzato e continuamente violato. E tuttavia,
quale messaggio consegna una città che negli ultimi anni è stata stravolta da una valanga di 43 varianti al piano regolatore generale, mentre altre
sono pronte ad essere trasversalmente approvate? Insomma, se le nostre periferie estreme sono
ormai ridotte ad un mosaico di tragiche solitudini
è forse colpa del destino cinico e baro? Oppure
queste sono escluse da Matera 2019 e per sempre da qualsiasi altro discorso?
[Pasquale Doria]
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA PROVINCIA
Venerdì 21 marzo 2014
POLICORO IERI L’OPPOSIZIONE DI ALTRAGRICOLTURA ALL’AZIONE NEI CONFRONTI DELL’AZIENDA AGRICOLA CONTE-ERGASTOLO
Arriva l’ufficiale giudiziario
ma gli sbarrano l’ingresso
FILIPPO MELE
l POLICORO. «Da questa azienda non uscirà nessuno. Siamo disposti a farci arrestare
ma impediremo con ogni mezzo, legale, lo
sciacallaggio sulle aziende agricole in crisi».
Lo ha dichiarato Gianni Fabbris, leader nazionale di Altragricoltura, all’ufficiale giudiziario che ieri, attorno alle 9.30, si era recato
nell’azienda agricola di Leonardo Conte ed
Angela Ergastolo, in contrada Golfo, al confine tra Policoro e Tursi, per prendere possesso di stabili e terreni, su cui insiste una
delle prime porcilaie biologiche d’Italia, per
conto di chi ha comprato i beni all’asta. Con
Fabbris ed Ergastolo, alcuni aderenti ad Altragricoltura; il parroco della chiesa madre di
Policoro, don Antonio Mauri; e l’avvocato di
Soccorso contadino, Antonio Melidoro. Molti anche i giornalisti arrivati per seguire una
vertenza che, per Fabbris, ha una valenza
nazionale. Ed è stato l’avvocato Melidoro, che
sta seguendo la vicenda per conto non solo di
Altragricoltura, Conte ed Ergastolo ma anche
dell’associazione Rinascita lucana, che da un
anno ha la gestione dell’azienda, e dei lavoratori che abitano nello stabile, ad evidenziare anomalie nella procedura d’accesso.
Cancelli, dunque, sbarrati per l’ufficiale giudiziario che ha dovuto far ritorno nei suoi
uffici dopo aver redatto un verbale dell’accaduto. «Finalmente – ha detto Fabbris al
termine delle “operazioni” - sappiamo chi nel
chiuso di una stanza ha comprato per poche
decine di migliaia di euro una azienda che ne
vale oltre mezzo milione. E noi non ci rassegniamo all’idea che questo possa avvenire
nella nostra comunità. Chiediamo a chi ha
acquistato all’asta di arrivare ad una composizione. Se questo avverrà, sarà un segnale
importante di solidarietà. A chi ha comprato
diciamo di fare questo gesto. Altrimenti noi
non molleremo e qui non entrerà mai nessuno. Con noi ci sono i sindaci di Tursi, Giuseppe Labriola, e di Policoro, Rocco Leone;
don Mauri; la fondazione antiusura di Matera
con don Basilio Gavazzeni. Siamo un fronte
ampio. Ed anche oggi non facciamo il nome
dell’acquirente. Che è un vicino dei Conte. E
questo ci riempie di amarezza. Se fosse stata
una cordata di speculatori ce ne saremmo fatti
una ragione. Ma il vicino che ci colpisce alle
spalle non ci piace. Il coltello, però, può essere
tolto dalla ferita. Lanciamo un appello alla
composizione. Altrimenti daremo il nome di
costui. Appuntamento al 5 aprile prossimo».
Parroco chiesa madre
Don Antonio Mauri:
«Qui per solidarietà»
«Sono qui per dare solidarietà alla famiglia Conte». Lo ha detto don Antonio Mauri, parroco
della chiesa madre, presente al
sit in organizzato da Altragricoltura che, di fatto, ha impedito l’accesso dell’ufficiale giudiziario
nell’azienda di contrada Golfo
comprata all’asta per 80mila euro. Ancora don Mauri: «Le cose
che sono accadute ai Conte non
dovrebbero succedere. Certo,
ognuno può fare nella giustizia.
Ma c’è una legge superiore:
quella della carità. Quando non ci
si perde si può anche fare un passo indietro. Rappresento una
chiesa militante? Gesù è andato
con gli ultimi non con i potenti.
Ed io cerco di far si che la chiesa
di oggi, come dice anche il nostro Papa Francesco, deve stare
[fi. me.]
con chi ha bisogno».
LO STABILE L’azienda di Conte ed Ergastolo
LA VISITA L’ufficiale giudiziario
BERNALDA OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA. SONO TUTTI DI NAZIONALITÀ RUMENA
Nei fragoleti c’erano
nove lavoratori in nero
FIAMME GIALLE Campagne joniche a setaccio
l BERNALDA. Blitz degli agenti
della Guardia di finanza nei campi
coltivati a fragole e ad insalate. Così,
le “Fiamme gialle” hanno scoperto
ben 9 lavoratori stranieri in nero.
L’operazione è scattata nell’ambito
dell’attività trasversale di polizia
economico - finanziaria condotta dalla Compagnia di Matera nella lotta al
“sommerso” sia d’azienda sia da lavoro. Ad operare “sul campo”, letteralmente, sono stati i militari della
Brigata di Metaponto. I lavoratori in
nero, tutti di nazionalità romena e
domiciliati nella vicina Puglia, sono
stati localizzati nel territorio di Ber-
nalda dai finanzieri intervenuti direttamente nei fragoleti e nei terreni
coltivati ad ortaggi mentre prestavano la propria opera a favore di un
imprenditore agricolo che non è stato in grado di giustificare diversamente la loro presenza sugli appezzamenti da lui condotti. Ricordiamo che, secondo gli esperti, il
sommerso d’azienda e da lavoro è
intimamente connesso anche ad altri
“comportamenti” che penalizzano
l’economia nazionale, quali la corruzione e la criminalità economica
organizzata, producendo ulteriori
conseguenze negative, in termini di
carente sviluppo, distorsione dei
mercati, minore attrattività del sistema Paese per gli investitori esteri.
Ma ci sarebbe di più. Le indagini
continuano per accertare se dietro
all’impiego illecito della manodopera ci sia anche l’odioso fenomeno del
caporalato, vale a dire dello sfruttamento di alcuni uomini sul lavoro
di altri uomini. Una pratica illecita
che ha vuto forte sviluppo negli anni
scorsi proprio a carico dei braccianti
che dalla Puglia venivano trasportati
nel Metapontino per le grandi campagne di raccolta dei prodotti agricoli. Al titolare dell’azienda, al termine dell’ispezione, è stata contestata la maxisanzione prevista per
l’impiego di lavoratori “in nero” unitamente ad altre sanzioni complementari previste dalla normativa
che disciplina i rapporti di lavoro
non regolarizzati, per una somma
complessiva di oltre 30.000 eu[fi.me.]
ro.
PISTICCI OPERAZIONE DEI CARABINIERI
POLICORO IL DECESSO È AVVENUTO SOLO A POCHE ORE DALLA SUA NASCITA
Furto in casa e inosservanza
Ma adesso c’è anche un indagato
obblighi di sorveglianza speciale
arrestate due persone
per la morte della piccola Chiara
PIERO MIOLLA
l PISTICCI. Ritenute responsabili a vario titolo di furto in abitazione ed inosservanza degli obblighi di sorveglianza speciale, 2
persone di Pisticci sono state arrestate dai Carabinieri della Stazione di Marconia in collaborazione con quelli della Compagnia
di Pisticci. Ai 2 si è giunti dopo
certosine indagini conseguenti ad
un furto in abitazione avvenuto a
gennaio a Marconia: si tratta del
28enne A.A. e del 24enne e B.L.,
entrambi di Pisticci, già noti alle
forze dell’ordine e catturati in esecuzione di un’ordinanza del gip
del Tribunale di Matera. Il furto è
stato perpetrato in un’abitazione
di Marconia nel lasso di tempo in
cui il nucleo familiare era uscito
di casa. Le investigazioni hanno
permesso di vagliare le posizioni
di vari pregiudicati per questa tipologia di reato e, da una cernita
di persone tenute in costante attenzione operativa, sono emersi
gravi indizi di colpevolezza nei
confronti degli arrestati, con il determinante rinvenimento della
refurtiva in un negozio di compro
oro. Altre attività di controllo del
territorio della Compagnia di Pisticci e Stazioni dipendenti hanno
fatto registrare anche 11 denunce
alla magistratura a vario titolo. A
Ferrandina e Bernalda 2 persone
sono state denunciate perché sorprese alla guida di autovetture, la
prima con il contrassegno assicurativo contraffatto, la seconda
per guida patente. A Metaponto 6 i
denunciati: un pregiudicato di
Bernalda per ricettazione di attrezzi agricoli ed un torchio; quattro extracomunitari per occupazione arbitraria di un’ala del palazzetto dello sport in disuso; una
persona per porto di coltello del
genere vietato. A Pisticci denunciati 2 automobilisti per il rifiuto
dell’invito a sottoporsi all’etilometro per accertarne il tasso alcolemico. A Stigliano, infine, una
denuncia è stata elevata per la
gestione di un’agenzia di scommesse senza autorizzazione.
FILIPPO MELE
sarebbe stato determinato da un’ernia diaframmatica. Gli intestini sarebbero risaliti nel torace
l POLICORO. C’è un nome iscritto nel registro impedendo lo sviluppo del polmone sinistro. A
degli indagati relativamente all’inchiesta aperta seguire l’autopsia per i Mitidieri c’erano anche i
dalla magistratura per accertare le cause della due legali da loro nominati, Maria Delfino e
morte di Chiara Mitidieri,
Piero Marrese. Il loro inavvenuta sull’eliambulanza
carico sarà quello di accerche la trasportava al San
tare se vi sono colpe e neCarlo di Potenza il 17 marzo
gligenze di qualcuno nel descorso. Inchiesta che ieri ha
terminarsi degli eventi che
avuto un passaggio imporhanno portato alla morte di
tante: l’autopsia effettuata
Chiara. Il dato certo è che la
sul corpicino della neonata.
Procura per aprire la sua
Presenti nella sala settoria
indagine, dopo la denuncia
dell’ospedale del capoluogo
di Cosimo Mitidieri presendi regione, il prof. Nicola
tata alla questura di PotenLaforgia, neonatologo, noza, ha scritto nel registro
minato dalla Procura di Podegli indagati un nome. Ovtenza, che ha operato per
viamente, stante il segreto
rogatoria di quella di Maistruttorio, non è dato di
tera; il prof. Luigi Strada,
sapere di chi si tratti. Il
per Cosimo Mitidieri e
Comune di Policoro, intanMaria Pina Digilio, i geto, ha fatto sapere che si
nitori di Chiara; ed il dottor
accollerà le spese per il traAldo Di Fazio, per l’Azien- POLICORO I genitori della piccola
sporto della salma da Poda sanitaria di Matera. Da
tenza alla cappella del ciquel che è trapelato al termine dell’autopsia, in mitero. I funerali della piccola Chiara, vissuta
attesa della relazione dei periti della Procura che solo poche ore, si svolgeranno in giornata.
[fi.me.]
arriverà tra 60 giorni, il decesso della bambina
le altre notizie
MONTESCAGLIOSO
Centro studi, laboratori
sul benessere
n Si chiama “Benessere è primavera” l’evento organizzato a
Montescaglioso dal Centro
Studi Intergenerazionale oggi
con inizio alle 16.30. In coincidenza con l’ingresso della primavera alla sala Donizetti sono tre i laboratori previsti con
lo scopo di migliorare la comunicazione tra le diverse generazioni, rafforzare i legami sociali e incoraggiare iniziative
per uno sviluppo dinamico
della proposta formativa. Il
primo laboratorio dal titolo
“Volersi belli a tavola” sarà tenuto da Francesco Di Leo, biologo nutrizionista. Il secondo
è una sfilata di acconciature
tenuto dallo staff di “Hairstyling Di Pierro”. Il terzo è un
laboratorio coreografico tenuto da Emanuela Vanagiano e
Michele Lobefaro dal titolo
“Sogni di tango” che include
anche un saggio di tango argentino.
ALL’HOTEL SAN DOMENICO
Feniarco, assemblea
dei cori italiani
n Il 22 e 23 marzo prossimi si incontreranno a Materati i rappresentanti della coralità italiana. Grazie al ruolo propulsivo e organizzativo dell’Associazione Basilicata Cori
(Abaco) si terrà infatti a Matera l’assemblea primaverile
della Feniarco, la federazione nazionale dei cori italiani.
I momenti assembleari della
Feniarco, che di solito sono
due all’anno, in primavera ed
autunno, sono caratterizzati
dalla presenza concentrata
dei rappresentanti della coralità di tutta Italia. Per qualità professionale e fermento
culturale, è un evento molto
importante che farà tappa
nella città dei sassi proprio
in questo momento storico a
sostegno di Matera Capitale
Europea della Cultura 2019. I
lavori assembleari cominceranno domani nell’Hotel San
Domenico che ospiterà tutti i
delegati provenienti dalle diverse regioni d’Italia, e si
concluderanno domenica.
RASSEGNASTAMPA
_Basilicata_
_Primo Piano Basilicata
_
Venerdì 21 marzo 2014
13
CGIL A CONGRESSO
Genovesi: rilanciare la domanda e uscire dall’isolamento. Su Total e forestali pronti a mobilitarci
La Cgil prova a fidarsi di Pittella
Atteso oggi per la chiusura dei lavori congressuali. Ieri la relazione del segretario regionale
POTENZA - E’ entrato nel
vivo ieri pomeriggio per
concludersi oggi l’undicesimo Congresso della
Cgil regionale di Basilicata in via di svolgimento al Giubileo Hotel di Rifreddo. Al centro le 10
proposte contenute nel
documento per il governo regionale e il Piano del
lavoro redatto, unico caso al sud, in modo unitario. Il momento clou di ieri è stata la relazione del
segretario generale Alessandro Genovesi, che ha I lavori congressuali della Cgil ieri a Rifreddo. Stamane si riprende alle 9.30
anche annunciato l’intervento del presidente Pittella, previsto per oggi attorno alle 12. Un bilancio
di due anni e mezzo, da
cui tirare le somme. “Siamo confortati -ha esordito Genovesi- anche dallo
svolgimento dei congressi di Potenza e Matera e
delle diverse categorie,
per la qualità delle relazioni e degli interventi,
per la visibilità e il riconoscimento ricevuto dal
nostro percorso, con ben
5 Segretari Generali di
categoria e 3 componenti della Segreteria Nazionale Confederale che
hanno partecipato ai nostri lavori”. Definito poi
il momento storico di
“rottura” in cui la società vive nel pieno di una
crisi da “svalorizzazione
del lavoro a tutti i livelli” che “non è finita a livello globale, finchè non
si comprende che la ripresa è ancora da costruire”.
“Il prezzo delle diseguaglianze -ha sottolineato
ancora- deriva dall’aver
postulato un sistema di
profitti senza salari; il
prezzo della finanziarizzazione sta nell’aver postulato un capitalismo
senza lavoro. Questo ha
subìto un eccesso di competizione nell’allargamento senza regole dei
mercati e nei mercati del
lavoro nazionali con la
diffusione della precarietà. Mentre alla natura è
stato inflitto un eccesso
di sfruttamento”. Auspicata una svolta sia per
l’Italia che per l’Europa.
Una svolta indicata nella Piattaforma della Confederazione Europea dei
sindacati, nelle 11 azioni della Cgil, nel Piano del
Lavoro nazionale e nel
Piano del Lavoro e della
Coesione presentato da
Cgil, Cisl e Uil di Basilicata. La ricetta europea
prevede che “l’euro diven-
“Deboli ai tavoli
romani. Non
possiamo far finta
che non ci sia un
problema tra Fiom
e le altre sigle”
ti moneta compiuta, che
la Bce diventi una banca
di ultima istanza”. Genovesi sottolinea come “oltre mille miliardi di euro in vent’anni si sono
spostati dai salari ai profitti e alle rendite”. Dunque basilare diventa il rilancio di “politiche a sostegno della domanda”.
Promosso il governo Renzi per i segnali positivi
sulla modifica del fiscal
compact. E sugli sprechi
si può ancora “colpire la
spesa parassitaria”. La relazione ha inoltre toccato le pensioni: “Rimettere mano alla riforma
Fornero sulla previdenza garantendo la tutela
reale delle pensioni”. E
l’edilizia scolastica: “Inserire in agenda la specificità meridionale”. Urgono poi interventi determinati nel sociale: “Maggiore e più incisivo intervento pubblico nella creazione diretta ed indiretta di lavoro nel Welfare
(per governare anche la
transizione demografica
che vedrà la Basilicata nel
2025, come la Regione
più vecchia di Italia)”.
Nelle infrastrutture “per
rompere l’isolamento della regione rispetto alle
due dorsali adriatica e tirrenica” e nella valorizzazione dell’ambiente e di
un nuovo manifatturiero. Genovesi ha anche elogiato Pittella sull’impegno preso nella lotta al lavoro nero e ha ricordato
le mobilitazioni in tutta
la regione, ricordando
quella unitaria per i forestali di lunedì prossimo
“dove abbiamo difeso un
importante accordo e tenuta aperta la vertenza,
con lo sblocco del turn
over”. E ancora la vertenza alla fine “vinta sulla
diagnostica e ancora
aperta per quanto riguarda il ticket sulla
farmaceutica (aboliamolo l’euro per i più poveri)
e sulle liste di attesa”.
Senza dimenticare le vertenze petrolifere con Total ed Eni dove senza uno
sblocco “sarà mobilitazione”. Non è mancato il ricordo della prima festa
della Cgil lucana dell’anno scorso e il “problema” delle relazioni tra
Fiom e altri sindacati. A
fare da contorno ieri si è
avuto pure un momento
musicale con tanto di orchestra. Infine attacchi
alla politica su art. 16 e
Memorandum: “Basilicata debole ai tavoli romani, il governo ha approfittato del vuoto politico
per colpirci alle spalle”.
Resta l’apertura a Pittella. Un’apertura condizionata al merito. La vera
sfida è il confronto. A partire da quello di oggi.
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Il congresso Cgil è tante cose: un grande momento di democrazia e partecipazione popolare (uno dei pochi rimasti dove
si discute e non “si vota e basta”), l’occasione per un bilancio (tanto a livello nazionale che locale) sapendo valorizzare
quanto si è fatto ma senza nasconderci limiti ed esigenze di riorganizzazione, la base per ripartire con iniziative all’altezza
dei problemi.
In Basilicata sono stati circa 29mila le lavoratrici e i lavoratori, disoccupati, pensionati che si sono confrontati con le
azioni proposte nel documento “Il lavoro decide il futuro”, con le dieci priorità per il governo regionale indicate nel
documento della Cgil Basilicata e infine con il Piano del lavoro – nell’unica regione d’Italia in cui il Piano è stato redatto
unitariamente –. Perché se la crisi assume tratti specifici nel Mezzogiorno e in quell’area “interna per definizione” che è
la Basilicata, è dentro la più generale necessità di avviare una forte politica di redistribuzione verso il basso, di rilancio
dell’intervento pubblico, di creazione di occupazione che la Cgil Basilicata ha concentrato il proprio percorso congressuale.
L’abbondanza di risorse naturali (acqua e petrolio), la presenza di un significativo patrimonio ambientale e culturale, la
particolarità del tessuto produttivo (con grandi player industriali quali Fiat, Eni, Total, Barilla, Ferrero, Coca Cola, Telespazio, Italcementi ecc.), la sfide di rilanciare eccellenze come l’agricoltura e la produzione del mobile imbottito: dentro
queste coordinate si è mossa e si muove la discussione della Cgil Basilicata.
Una Cgil che, attraverso i congressi delle proprie categorie e camere del lavoro, ha cercato di tenere insieme tanto le
proposte nazionali (le richieste più sentite sono quelle di rimettere mano al sistema pensionistico post Fornero e la
definizione di un piano nazionale per l’occupazione giovanile) e l’esigenza di valorizzare il positivo salto di qualità che il
nuovo modello sindacale ci consegna (che dà più protagonismo proprio a delegati e ai territori), quanto la costruzione dal
basso di una vertenzialità diffusa che faccia del Piano del lavoro uno strumento di azione, mobilitazione, confronto reale
con tutti gli interlocutori, siano essi aziende private che istituzioni.
E da qui la proposta concreta di estendere il Contratto di sito anche a Total, dopo la positiva esperienza con l’Eni, di
qualificare una concentrazione tanto delle risorse comunitarie che del petrolio (diverse centinaia di milioni se si mettono
insieme royalties, risorse destinate alla carta carburante da superare, ed eventuali nuove risorse dal cosiddetto “memorandum” tra Regione e governo nazionale connesso alle nuove estrazioni) per alimentare un welfare virtuoso (in grado
di governare la transizione demografica che vedrà la Basilicata diventare la regione più vecchia del nostro paese entro il
2025) e un rilancio di alcuni settori nei quali, per valore aggiunto e per vantaggi comparati, la Basilicata sarebbe in grado
di competere.
Lo stesso congresso regionale del 20 e 21 marzo a Rifreddo (Potenza) è attraversato da questi punti. Un congresso, concluso per la segreteria nazionale da Fabrizio Solari, che – sul versante più propriamente interno – ha sancito anche quella
ricomposizione dei gruppi dirigenti confederali e di alcune importanti categorie (a partire dallo Spi) che non sarebbe
stata possibile senza il sostegno delle segreterie nazionali, senza l’attenzione che tanti dirigenti nazionali hanno saputo
dedicare a questa piccola regione. Dai positivi congressi della Cdlt di Matera e Potenza a quello delle principali categorie
giunge un segnale forte di rinnovamento e di sperimentazione di modelli organizzativi volti a snellire in alto per dedicare
risorse al territorio e ai luoghi di lavoro premiando un lavoro collettivo che, dopo quasi tre anni, non si può che giudicare
positivamente e all’altezza dei problemi veri della nostra regione, dei disoccupati, dei pensionati.
Con questa consapevolezza la Cgil Basilicata vuole portare al dibattito nazionale alcuni piccoli contributi a partire da
alcune specifiche questioni (Trentin definiva i compagni lucani “piccoli ma testardi”): come governare una Strategia Energetica Nazionale che, pur con l’obiettivo della piena decarbonizzazione dell’economia, deve accompagnare una transizione
energetica? Come ragionare sempre di più in un’ottica di progetti interregionali che diano nuova centralità alla questione
meridionale, totalmente espunta dalle scelte di politica economica e industriale dai passati governi e anche dal nuovo governo Renzi, a partire dal tema delle infrastrutture, degli investimenti pubblici, della lotta al dissesto idrogeologico, della
creazione di indotti di qualità e di eccellenza intorno a stabilimenti che sono ancora stabilimenti quasi sempre di ultima
lavorazione, senza connessioni con i territori in cui operano?
E infine, ma non per importanza, è possibile assumere il tema della lotta al lavoro nero e al caporalato, dopo le importanti
iniziative della Flai e della Fillea, come questione centrale che qualifichi l’azione del governo nazionale dopo i primi non
positivi segnali di “nuova disattenzione” che giungono da Roma? Perché accanto alle grandi emergenze che si chiamano
esodati, beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga (sempre più a rischio), povertà ed esclusione, non vogliamo
rinunciare ad “andare all’attacco” e dare il nostro piccolo sostegno alle battaglie della Cgil in tutto il Meridione e nel paese.
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