1_7_2014 - CGIL Basilicata

RASSEGNASTAMPA
RASSEGNASTAMPA
1 luglio 2014
RASSEGNASTAMPA
E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati.
Martedì 1 luglio 2014
www.ilquotidianodellabasilicata.it
Il prezzo
ed il futuro
di una
informazione
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A3, AUTOSTRADA DEL SANGUE
Il numero di ieri in edicola de il Quotidiano
della Basilicata, per
come i lettori avevano
imparato a conoscerlo, è stato l'ultimo ad
essere stato pubblicato! Nel tredicesimo anno di vita de il Quotidiano della Basilicata
cessano le pubblicazioni della testata
segue a pagina 17
Giornali, politica, sud
Il cammino
continua
di LUCIA SERINO
La prendo da lontano,
a rischio di apparire
laggard, come direbbe
un mio amico nerd. Solo un attimo, ma con
convinzione. Nel lontanissimo 1930 Giustino Fortunato convocò nel suo studio napoletano un giovane
giornalista di un quindicinale fiorentino
continua a pagina 16
Il nuovo vento
che soffia
verso Sud
di GIANNI FESTA
C’è un Mezzogiorno
delle idee, della passione civile, del coraggio
e delle proposte. E’ un
Sud che invoca legalità, trasparenza, giustizia sociale. Questo è
il Mezzogiorno dell’anima, del desiderio di
credere che sente, tra i
suoi doveri, quello di
contrastare
continua a pagina 17
OPERAZIONE TRITOLO A MATERA
Investito da un camper
Muore un altro operaio
E’ il terzo in 100 giorni
FALABELLA a pagina 12
di FRANCESCO DODARO
Martedì 1 luglio 2014
Otto laertini arrestati
per intimidazioni
e attentati a un imprenditore
QUARTO a pagina 35
Il luogo dell’incidente
Le armi sequestrate
LA POLEMICA: gli interessati smentiscono, ma il clima è già velenoso
Trasferimenti, assunzioni, delibere last minute al Comune di Potenza
Il “blitz” degli sconfitti
un’ora prima Berlinguer
difende
dell’arrivo
la giunta
tecnica
del sindaco
L’intervista
Oggi la nomina degli assessori
Rosa lancia la sua proposta su royalty e petrolio
Patto di stabilità: Folino, Speranza
e Bubbico disertano l’incontro con Pittella
E Braia apre la sfida del congresso Pd
«E’ un modello di governance,
l’unico modo per spezzare
la filiera corta
I dipendenti regionali?
Serve uno sforzo in più»
di LUCIA SERINO a pagina 9
SANTORO, AMATO, LABANCA alle pagine 6, 7, 8, 10 e 11
DA OGGI “MISSIONE ESTATE”
Un solo giorno
e scoppierà
la festa di Matera
da pagina 23 a pagina 26
Vi aspetto
il 6 LUGLIO
alle ore 19.00
Spiagge e mare:
si parte da Policoro
Il compleanno
di Silvio Orlando
a Castelmezzano
LI
TO
RA
LE
ANNO 14 - N. 180 - e 1,20
MARTOCCIA a pagina 13
CORRADO alle pagine 14 e 15
VI SEGNALIAMO:
Potenza
La giovane scomparsa era a Roma con un’amica
E’ stata una bravata adolescenziale
PECORARO a pagina 20
Matera
Garantite le navette per il Crob e per Palese
La Provincia convince il Cotrab ma il caso resta
a pagina 38
Borgo Venusio - Matera
www.giardinivenusio.com
Matera
Bernalda
Arrestato un 28enne stalker per lesioni
«Ha perseguitato la madre»
a pagina 39
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Martedì 1 luglio 2014
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887
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BLITZ DELLA POLIZIA IN MANETTE SETTE INDIVIDUI NEL TARANTINO. IL SICARIO È RIUSCITO A FAR PERDERE LE PROPRIE TRACCE
LAGONEGRO SETARO ERA A LAVORO SU UN CANTIERE DELLA A3
Operazione Tritolo a Matera Operaio ucciso
con omicidio commissionato da un camper
sull’autostrada
Otto arresti. Volevano mettere le mani su una sala ricevimenti
LA RINASCITA
CHE PUÒ PARTIRE
DALLA VOCAZIONE
DEI TERRITORI
di MIMMO SAMMARTINO
Preso di mira anche un
imprenditore a Matera
con 5 attentati.
Assoldato un killer
l Avevano un debole per le sale da ricevimento gli otto arrestati dalla
Polizia di Matera, Taranto, Laterza e Montescaglioso. Nove in tutto le
ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di
altrettante persone, otto pugliesi e uno di Montescaglioso. Sono accusati a vario titolo di tentato omicidio, tentata estorsione, detenzione
e porto illegale di esplosivo e armi. Uno è sfuggito alla cattura.
DORIA A PAGINA II >>
È stato colpito in modo
violento alla testa
dallo specchietto
retrovisore di un camper
MATERA
l Colpito alla testa dallo specchietto retrovisore di un camper mentre stava effettuando
dei lavori sulla corsia sud della
Salerno – Reggio Calabria tra
Casalbuono (Sa) e Lagonegro.
PERCIANTE A PAGINA IV >>
PETROLIO
U
na Basilicata impoverita e disorientata cerca
una via di scampo.
L’iniziativa di Pittella,
con minaccia di incostituzionalità, tenta di salvare la barca sottraendo le royalty del petrolio dalla ghigliottina del «patto di stabilità». Ma le falle sono molteplici.
In Basilicata è più difficile che altrove fare impresa. Si continua a
morire sul lavoro, com’è accaduto
ancora nei cantieri dell’autostrada A3. E, come emerge dalle notizie che provengono dal Materano, non esiste alcuna «isola felice»:
la criminalità alligna e moltiplica
estorsioni, ricatti, usura. Progettando (e talvolta eseguendo) attentati e omicidi. La scarsa efficienza
della pubblica amministrazione e
i casi di malcostume e corruzione
fanno il resto.
Eppure quando paesi di margine, come Castelmezzano e Pietrapertosa, sanno mettere a valore
le proprie risorse ambientali e
paesaggistiche e scommettono su
se stessi (proponendosi, ad esempio, come set naturale per il cinema), indicano una delle modalità possibili per venir fuori dalla
palude: rispettare la vocazione dei
territori e investire su di essa. Tutelare le risorse che si hanno in
dote. Preparare i giovani in modo
mirato per renderli protagonisti
di nuovi lavori. È una strada sulla
quale sinora si è pensato poco e si è
fatto meno. E, se qualcosa è stato
realizzato, è accaduto per intuizione e talento dei contesti locali.
Troppo poco per una rinascita.
Parlamentari
e Pittella
a confronto
sulle royalty
SERVIZIO A PAGINA III >>
POTENZA
Giunta comunale
pronta la squadra
SERVIZIO A PAGINA V >>
Tutto pronto
per la Bruna
CALCIO C’È TEMPO FINO AL 10 LUGLIO PER METTERSI IN REGOLA
È tutto pronto per la festa del 2
luglio. Le luci sono accese, la musica risuona nelle vie cittadine e
nella Cassarmonica di piazza
Vittorio Veneto. Anche Maria
Santissima della Bruna è stata
preparata per il lungo giorno di
festa in suo onore. Un momento
riservato a pochi intimi. La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie di questa antica
tradizione. Sono ormai 25 anni
che si occupa della Vergine.
POTENZA ASSOCIAZIONE «VOLO» CONTRO IL DEGRADO
Melfi iscritto con riserva Volontari a via Racioppi
manca la fidejussione
ripuliscono il verde
PRESIDENTE
Giuseppe
Maglione
insieme a
mister Bitetto
[foto Massari]
.
SERVIZIO A PAGINA XV >>
VOLONTARI Pulizia [foto Tony Vece]
l Il volontariato si mobilita
per contrastare il degrado della
città di Potenza. Un degrado che,
fra l’erba alta e la sporcizia, rischia di nascondere anche pericoli. Nella foto di Tony Vece, si
vedono gli operatori dell’associazione di volontariato Vola, durante la pulizia delle aiuole e dei
giardini in via Racioppi. Una
quindicina di volontari hanno liberato le panchine sommerse da
erba alta. Operazione che avverrà
anche in altre zone della città.
COSENTINO ALLE PAGINE X E XI >>
AVIGLIANO
8mila telefonate alla ex
Abbreviato per lo stalker
SERVIZIO A PAGINA VI >>
RASSEGNASTAMPA
Dopo la seconda guerra non
costruimmo certo l’Europa
accusandoci a vicenda.
Oggi dobbiamo ricostruire
e riposizionare la Ue
concentrandoci su un obiettivo
prioritario: crescita e lavoro.
Sigmar Gabriel
vicecancelliere tedesco
1,30 Anno 91 n. 172
Martedì 1 Luglio 2014
U:
Immigrati, chi ferma la strage?
Quattro inviate
raccontano
le guerre
pag. 19
L’identità? È solo
un’illusione
Jerome Ferrari pag. 17
La Francia
va avanti: 2 a 0
sulla Nigeria
pag. 23
● Altri 30 morti nel Canale di Sicilia: asfissiati tra 600 migranti in un barcone che poteva contenerne
poche decine ● Il governo: avanti con Mare Nostrum ● Juncker propone un commissario ad hoc
Nel Canale di Sicilia un’altra strage di
immigrati. La Marina Militare ha soccorso in mare un barcone con oltre
600 migranti: poteva contenerne solo
poche decisne. Trenta sono morti asfisA PAG. 2-4
siati.
TROVATI I CADAVERI DEI TRE RAGAZZI
Il banco di prova
dell’Europa
●
UNCOMMISSARIOCHESIOCCUPISOLO DELL’IMMIGRAZIONE? VEDREMO – DICONO A BRUXELLES - ci pensere-
mo. Quando si toccano certi argomenti, lassù i verbi si coniugano al futuro. L’idea viene attribuita a
Jean-Claude Juncker e certo sarebbe
proprio bello se la prima iniziativa
pubblica del presidente della Commissione designato riguardasse non
l’economia, i conti, i mercati, i bilanci
e le flessibilità ma l’umanità vittima
della crudelissima mattanza che si
consuma nel Grande Mare.
Ai lettori
A PAG.15
Ammissione
umanitaria
LA PROPOSTA
LUIGI MANCONI
Ma è possibile fermare questa
strage? C’è un metodo o un’idea,
uno strumento o una strategia qualora ce ne sia la volontà - che
non consista nell’affidarsi al buon
Dio o a un destino diventato
improvvisamente propizio? Nel
corso dell’ultimo quarto di secolo,
il mare Mediterraneo è diventato
una tomba d’acqua o, se si
preferisce, un cimitero marino che
accoglie ogni giorno i suoi morti.
SEGUE A PAG. 4
Israele, l’escalation dell’orrore
● I corpi di Eyal, Gilad
e Naftali scoperti vicino
a Hebron: erano scomparsi
da 18 giorni ● Netanyahu
pronto alla rappresaglia:
«Sarà la fine di Hamas»
Staino
Israele piange la morte dei suoi tre ragazzi rapiti e trucidati. I loro corpi sono stati ritrovati vicino a Hebron. Eyal,
Gilad e Naftali erano scomparsi il 12
giugno mentre facevano l’autostop.
L’ira del premier israeliano Netanyahu su Hamas.
A PAG.9
PRESENTATE LE LINEE GUIDA
«Giustizia, il tabù è finito»
● Il governo si dà due mesi
● Riforme, votate le prime
norme sul nuovo Senato
«Un tema che per vent’anni è stato tabù può essere affrontato senza il timore di violare santuari o riserve ideologiche». Renzi e il ministro Orlando presentano le linee guida della riforma della giustizia. Intanto in commissione Affari Costituzionali arrivano i primi sì al
A PAG. 5-6
nuovo Senato.
La guerra
dei Pos
RUGGERO PALADINI
Chi si occupa di evasione sa bene
che tra i metodi usati a livello
internazionale c’è l’uso (eccessivo)
SEGUE A PAG. 15
del contante.
FRONTE DEL VIDEO
L’incredibile caso del dottor Fini
ni) per consolare gli inconsolabili.
●
aggiungendosi al numero dei
Ma, niente paura: torneranno tutti, i
conduttori che, non si sa perché, più che belli e anche i brutti. E tornerà sul luogo,
ANCHELILLIGRUBERÈANDATAINFERIE,
ferie lunghe, fanno delle vere e proprie
vacanze scolastiche (senza neanche affrontare gli esami di maturità!). Ma non
saremo noi a lamentare che rimangano
sguarniti i reparti informativi del supermarket tv. Restano sempre affollati, del
resto,i reparti surgelati de La7, conil trucido Paragone e la sua Gabbia Reloaded,
mentresi annunciaqualchenuova accoppiata (Salvo Sottile e Alessandra Sardo-
diciamo così, del delitto anche Giovanni
Floris, che non abbiamo mai creduto potessedavvero lasciare la Rai, per la soddisfazione di Brunetta. E, tra tanti rientri
previsti, al vertice dell’imprevisto è assurto Gianfranco Fini, che ha pensato di tornareinpista astagione finita, perfare l’allenatore di una squadra inesistente. Ma,
più che di politica, nel suo caso si tratta di
metafisica.
Per i lavoratori de l’Unitàcon la giornatadi oggicomincia il terzomese di lavoro senza retribuzioni. Per alcuni collaboratori il quarto mese, per altri si arriva all’anno e mezzo. Inaccettabile per
qualsiasi azienda, ancora di più per
un’azienda di sinistra. Non c’è crisi che
giustifichi un comportamento di questo tipo, con i rappresentanti sindacali
lasciati all’oscuro di tutto per settimane. Non ci ha dato risposte l’amministratore delegato Fabrizio Meli che ha
malgestito fino a una settimana fa,
chiudendo la sua esperienza nel peggiore dei modi: la liquidazione. Non ci
dà risposte l’azionista Matteo Fago,
che pure si premura di annunciare una
rinascita della testata, ancora in edicola solo grazie al lavoro non pagato dei
dipendenti. Torniamo a ricordarlo con
orgoglio: se il valore de l’Unità non si è
depauperato finora è solo grazie al nostroimpegno, alla nostra professionalità, al nostro attaccamento a un giornale, su cui esprimiamo la nostra protesta non firmando gli articoli da quasi
due mesi. Non ci hanno ancora dato risposte i due liquidatori, che incontreremo giovedì. Per noi non sarà un appuntamento formale. O si prospetteranno
soluzioniconcrete, oppuresarà inevitabile una reazione dura, che per il sindaIL CDR
cato significa lo sciopero.
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2 PRIMO PIANO
Martedì 1 luglio 2014
LA CRISI E IL PIANO
LE AZIONI DEL GOVERNO
LA QUESTIONE
Avviene nel segno di critiche e polemiche
il via dello stop ai contanti oltre i 30 euro
per imprese, artigiani e professionisti
UNA PISTOLA A SALVE
Si tratta di una norma depotenziata:
nessuna sanzione o multa è prevista per
gli inadempienti all’obbligo
Pagamenti col Pos
che caos al debutto
M5S: noi con i commercianti. FdI: regalo alle banche
l ROMA. Avviene nel segno di critiche e polemiche il debutto dell’obbligo (forse) del Pos per i
pagamenti sopra i 30 euro per imprese, artigiani e
professionisti, una platea di circa 1,5 milioni di
soggetti che devono accettare da oggi il pagamento
con moneta elettronica da parte dei clienti privati.
Anche se si tratta di una norma depotenziata: nessuna sanzione è prevista per gli inadempienti.
Monta intanto lo scontro politico con voci che si
levano, soprattutto dall’opposizione, a sostegno delle lamentele delle categorie, per niente contente di
dover sostenere costi aggiuntivi dopo anni di grande difficoltà. Per un’azienda con 100.000 euro di
ricavo annuo, tra canone mensile, canone annuale
e la percentuale di commissione sull'incasso, a
spesa media annua di 1.200 euro, secondo la Cgia
che chiede, così come le altre associazioni di categoria, che i costi di commissione siano abbattuti.
Su tutto ciò l’appello delle associazioni ai consumatori: «non
pagate con denaro contante chi
non ha istallato il Pos - dice il
Codacons – Fatevi mandare il conto a casa da artigiani e professionisti che in barba alla legge
non si sono muniti del Pos, in
modo da scegliere in un secondo
momento la modalità migliore per saldare il conto".
Anche se il fornitore è inadempiente, non viene
meno l'obbligo di pagare il conto, assicurano avvocati e commercialisti. In una circolare al riguardo, il Consiglio nazionale forense precisa infatti che: «qualora il cliente dovesse effettivamente
richiedere di effettuare il pagamento tramite carta
di debito, e l’avvocato ne fosse sprovvisto, si determinerebbe semplicemente la fattispecie della
mora del creditore, che, come noto, non libera il
debitore dall’obbligazione. Nessuna sanzione è infatti prevista in caso di rifiuto di accettare il pagamento tramite carta di debito». Concorda Marco
Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale
commercialisti: «non viene meno il fatto che la
prestazione professionale o la fornitura di prodotti
debbano essere pagati. Sta al cliente chiedere preventivamente la possibilità di pagare tramite moneta elettronica». Andrebbe previsto però un cre-
dito d’imposta o un abbattimento delle commissioni per la dotazione del dispositivo, «altrimenti –
dice – è un regalo alle banche. Comunque nel caso
dei commercialisti è un provvedimento inutile. Le
nostre transazioni sono già tracciate».
Non c'è obbligo ma funziona il circolo virtuoso,
sul quale forse ha puntato il legislatore: «I grandi
studi sono già dotati di Pos, gli altri si stanno
allineando alle nuove disposizioni. Ognuno con la
sua tempistica, ma piano piano si adegueranno
tutti» assicura Gianluca Petrone, avvocato a Roma.
Sul terreno politico lo scontro è aperto: «Io sto con i
commercianti», scrive su Facebook il deputato del
M5S Luigi Di Maio. Per la presidente di FdI-An,
Giorgia Meloni, è un regalo alle banche. Il Nuovo
Centrodestra invita il governo a «negoziare con il
sistema creditizio la gratuità della moneta elettronica eliminando il costo di transazione del Pos.
Lo scambio può riguardare da
un lato gli incentivi all’uso dei
pagamenti elettronici e dall’altro il risparmio per le banche
degli oneri di gestione del contante che nel complesso superano ancora i 10 miliardi». La
Confcommercio chiede di attivare al più presto «tavoli di confronto con le organizzazioni
d’impresa per ridurre le commissioni e rivedere le
soglie di fatturato in base alla quali applicare la
norma».
Poi, posizione di netta chiusura degli artigiani e
professionisti: dal tappezziere all’idraulico, dal falegname al dentista, dal parrucchiere a tutte le
attività professionali siano essi notai, avvocati, architetti o commercialisti:
"Noi artigiani siamo in ginocchio. Il pos obbligatorio è l'ennesima bastosta". È quanto spiega con
voce decisa e braccia conserte Mariano Collaringi,
tappezziere di via Collato Sabino a Roma. "Questa
nuova legge porterà solo disastri per noi. I costi di
questi Pos sono elevatissimi per via delle commissioni bancarie e il prezzo degli apparecchi. .
Il mercato ha già affrontato l’esigenza di incassare denaro in modo facile per artigiani e professionisti, direttamente con uno smartphone, e
oggi anche in Italia sono già attive varie soluzioni.
Paola Barbetti
LA PROTESTA
Dall’idraulico al
tappezziere, coro di no
alla novità
REVISIONE DELLA SPESA L’ANALISI DELL’ISTAT SUGLI ACQUISTI
La P.A. risparmia il 22%
con la convenzione Consip
BANCOMAT E CARTE DI CREDITO Il primo giorno del Pos «obbligatorio» è stato un caos
Lo spettro della recessione
l’Istat smorza le stime di crescita
Nel secondo semestre, Pil negativo. Giù i prezzi degli alimentari
l ROMA. L'Istat vede nero tra i rischi di un Pil
ancora negativo nel secondo trimestre 2014 e un
rallentamento dei prezzi allo 0,3%, che porta il
Paese vicino alla deflazione. A gelare le speranze di una rapida ripresa è la nota mensile
dell’istituto di statistica, che si attende un variazione congiunturale del Pil, tra aprile e giugno, compresa tra il -0,1% e il +0,3% rivedendo
in lieve ribasso le stime precedenti
(+0,1%/+0,4%). «Il recupero dei ritmi di attività
economica dovrebbe risultare più graduale di
quanto atteso all’inizio dell’anno», osservano i
tecnici dell’Istat, che alimentano timori di una
nuova recessione tecnica (data da due trimestri
consecutivi in rosso) citando le incertezze sulla
ripresa e le difficoltà del mercato del credito. «Il
Pil è previsto evolvere intorno a ritmi sostanzialmente analoghi anche nella seconda metà
dell’anno in corso», spiega l’Istituto, e «la variazione del prodotto lordo nella media del 2014
risulterebbe debolmente positiva».
Non arrivano buone notizie nemmeno
Serve un miliardo Caccia a nuovi fondi
per i cassintegrati ma senza manovra
Il ministro Madia: riforma entro il 2015 Rischia uno su due chi è in «deroga»
l ROMA. Telefonate, sms, stampanti e fotocopiatrici fanno risparmiare 2,6 miliardi di euro alla Pubblica amministrazione.
Basta che siano acquistate attraverso le convenzioni Consip che in
media hanno registrato uno «sconto» del 22%. Lo certifica l’Istat che
ha fatto il check up sulle aste di 21 categorie merceologiche. L’indagine, pubblicata sul sito del ministero dell’Economia, fornisce
dati proprio mentre è in arrivo una stretta-anti furbizie da parte del
Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Criteri e «paletti» eviteranno che gli enti locali possano aggirare gli obblighi di
acquisto tramite Consip introdotti recentemente dal governo.
I dati dell’Istat consentono di capire le potenzialità dell’intervento. «Gli acquisti effettuati attraverso le convenzioni Consip
consentono alle amministrazioni pubbliche un risparmio medio
del 22% rispetto ai prezzi fuori convenzione», si legge nel rapporto
Istat-Consip. Che aggiunge: «un adeguamento, da parte di tutta la
P.a., al prezzo Consip porterebbe ad un risparmio di 2,6 miliardi di
euro».
Tra le categorie in cui il risparmio di prezzo ottenuto da Consip è
più elevato – continua la nota – ci sono la telefonia fissa e mobile,
rispettivamente con il 71,4% e il 39,4%, le stampanti, con oltre il
70%, le fotocopiatrici prese a noleggio con il 45,3%, i pc desktop con
il 35,9% e le centrali telefoniche con il 29%.
Si nota anche un discreto risparmio nella gestione degli acquisti
di pc portatili di fascia base con un prezzo fuori convenzione di 570
euro.
E il ministro della semplificazione Marianna Madia, parlando
della riforma, afferma che il percorso sarà terminato entro il 2015.
dall’Eurozona dove l'inflazione resta inchiodata
allo 0,5% a giugno, secondo le stime flash Eurostat. Per il nono mese consecutivo la crescita
dei prezzi rimane così sotto all’1%, ben distante
dall’obiettivo della Banca centrale europea del
2%. I timori di Francoforte per il possibile impatto sulla crescita di andamento dei prezzi
debole e prolungato portano a pensare che non
ci saranno novità sulla politica monetaria nella
riunione della Bce del 3 luglio, in attesa degli
effetti delle misure straordinarie di giugno.
A far temere per una possibile deflazione, il
calo dei prezzi che contraddistingue alcune delle crisi più gravi, sono i tanti segni meno rilevati
dall’Istat, a partire quelli dei prodotti alimentari (-0,6% sul 2013) e del cosiddetto carrello
della spesa che include, oltre al cibo, i prodotti
per la cura della casa e della persona (-0,5%).
Entrambe le categorie, infatti. non vedevano un
calo così marcato dal settembre 1997, ben 17
anni fa.
Paola Barbetti
l ROMA. Le parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, o meglio le cifre fatte sulle
risorse che mancano, riaccendono l’allarme sulla cassa integrazione in deroga. Una questione che tiene ormai banco da mesi, da quando già a inizio marzo
il ministro aveva constatato come ci fosse «una differenza di un
miliardo tra ciò che abbiamo finanziato in passato e quello che
è in bilancio quest’anno». Un
«buco» che sembrerebbe essere
stato confermato dai fatti, visto
che il ministro spiega come per
rifinanziare l’ammortizzatore
occorra proprio «un miliardo di
euro». Risorse da cui dipendono
le sorti di 50 mila persone, secondo i calcoli della Cgil, su un
totale di lavoratori sostenuti da
cig in deroga pari a 112 mila. Uno
su due sarebbe quindi a rischio.
Poletti comunque già indica
la sede in cui potere sbloccare i
fondi: «Possiamo farlo anche
LAVORO Situazione critica
con la legge di Stabilità».
Poletti accenna anche a un’intervento sugli incentivi, distinguendo tra utili e inutili. Rassicurazioni arrivano anche dal
ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che garantisce: «Il Governo troverà il miliardo per la cassa integrazione
in deroga».
Il governo ai ripari: occhi sugli Enti locali
l ROMA. Gli ultimi dati dell’Istat sul Pil del secondo trimestre
spiazzano il Governo, che però mantiene la fiducia sull'andamento
dell’economia italiana e attende sereno i dati definitivi di inizio
agosto. Le ultime stime dell’Istat, che paventa il segno meno per il
secondo trimestre consecutivo, hanno destato l’attenzione dell’Esecutivo che, però, non esclude, in occasione della nota di aggiornamento del Def a settembre, di poter confermare le proprie previsioni per quest’anno, vale a dire il Pil allo 0,8%. Per il premier
Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, (che si
sono visti in una riunione che ha preceduto il consiglio dei ministri)
l’obiettivo resta lo stesso: evitare una nuova manovra e l’aumento
della pressione fiscale o l’introduzione di nuove tasse.
Tra le novità allo studio in vista dell’autunno anche - secondo
quanto si apprende da fonti ministeriali – l'ipotesi di rivedere il patto
di stabilità interno dei Comuni. Un lavoro, quest’ultimo, appena
iniziato e che punterebbe a superare lo stesso patto allineando le
norme a quelle della contabilità generale.
Tutto dipenderà però dall’andamento della crescita e quindi del Pil.
Il governo – secondo quanto viene spiegato – resta convinto che vi sia
ancora una possibilità di restare nel quadro attuale, evitando quindi
qualsiasi manovra correttiva anche se non si nasconde che la situazione non sia fra le più favorevoli. Occorre considerare – si
sottolinea infatti – da una parte, i margini consentiti dal deficit al 2,6%
(che fa sì che l’Italia - è l’osservazione – abbia una sorta di riserva da
poter utilizzare in casi di emergenza), e dall’altra tenere in conto voci
finora non contabilizzate come quella proveniente dagli effetti Iva
sulle ristrutturazioni degli immobili, pari circa a 3 miliardi.
RASSEGNASTAMPA
4 PRIMO PIANO
Martedì 1 luglio 2014
IL SEMESTRE EUROPEO
I CONTI E L’ECONOMIA IN CRISI
L’unica via di uscita concreta sarebbe
l’esclusione del cofinanziamento italiano dal
patto di stabilità: salverebbe anche la Puglia
Ecco perché resta l’austerità
senza sforamenti ai vincoli Ue
La «vittoria italiana» sul rigore tedesco è solo sulla carta: il patto di stabilità resta
di ANDREA DEL MONACO*
I
nvestire, creare lavoro e incoraggiare le riforme per la competitività
attraverso "un buon uso della flessibilità che è prevista nelle regole
dell'esistente Patto di Stabilità e Crescita".
I media hanno titolato un'inesistente vittoria italiana sul rigore tedesco su tali
parole (tratte dal documento "Strategic
Agenda for the Union in Times of Change", che Renzi e gli altri 28 leaders europei
hanno approvato il 27 giugno). Sull'aggettivo "esistente", riferito al Patto di Stabilità, si sgretolano i trionfalismi sulla
presunta vittoria del Presidente Renzi sul
rigore tedesco. Le regole rimarranno
quelle dell'esistente Patto di Stabilità. Ergo sarà impossibile investire per creare
sviluppo e occupazione: infatti, o si mantengono le regole attuali aumentando disoccupazione e fallimenti di imprese. Oppure si cambia il Patto di Stabilità e si
concede la possibilità di un piano di sviluppo che crei lavoro vero. Per investire si
devono fare due cose: abolire il pareggio di
bilancio e alzare il limite del 3% nel rapporto deficit/PIL. Non a caso un ex presidente della Commissione Europea ha
fatto chiarezza. "La dichiarazione del vertice è più un atto di buona volontà che una
decisione concreta... La Merkel non ha
fatto vere concessioni": così Romano Prodi ha commentato domenica 29 giugno, in
un'intervista su Repubblica. Vediamo nel
merito. L'Italia sullo sforamento del Patto
di Stabilità non ha ottenuto nulla perchè il
riferimento al "buon uso della flessibilità"
è slegato dall'applicazione delle famose
regole d'oro dell'art. 126, par. 3, del Trattato di funzionamento della UE (TFUE); le
golden rules rafforzate dal Fiscal Compact (in vigore da gennaio 2013) sono i
quattro principi fondamentali dell'austerità: a) l'impegno ad avere un bilancio
pubblico in pareggio (in equilibrio) o in
avanzo (positivo). È ammesso un disavanzo (deficit) strutturale fino allo 0,5 % del
PIL per chi ha un rapporto debito/PIL
inferiore al 60%; b) il rapporto deficit/PIL
deve stare sotto il 3%; c) salvo casi eccezionali è attivato automaticamente un
meccanismo di correzione per lo Stato che
sfora; d) il Fiscal Compact deve essere
inserito negli ordinamenti degli Stati
Membri, preferibilmente in Costituzione:
purtroppo l'Italia è stata "più realista del
re" trasformando il preferibilmente in ne-
cessariamente. Qual è il margine di flessibilità esistente?
Il Protocollo n. 12 allegato ai Trattati
Europei sulla procedura sui disavanzi eccessivi (sforamento tetto 3%; rapporto debito/PIL sopra il 60%) ammette scostamenti a condizione che: il superamento
del 3% sia eccezionale e temporaneo; il
rapporto disavanzo pubblico/PIL diminuisca in modo sostanziale e continuo; il
rapporto debito pubblico/PIL si stia avvicinando in modo adeguato al valore di
riferimento del 60%. Solo grazie a questa
locuzione l'Italia nel 1998 entrò nell'euro
poichè su un piano meramente contabile
il rapporto debito pubblico/PIL era pari al
121,6%. Ma se ora siamo al 135% sarà
impossibile avere margini di flessibilità.
Quali sanzioni rischiamo? La BEI potrebbe interromperci i prestiti oppure il Consiglio UE potrebbe chiederci di costituire
un deposito infruttifero a Bruxelles fino
allo 0,3 % del PIL (4,8 miliardi di euro
circa) per ogni punto di sfondamento del
3%. L'unica eccezione contemplata è che
Bruxelles riconosca che l'Italia è in una
grave recessione. Questo Renzi dovrebbe
dire chiaramente nel discorso di domani.
Vediamo operativamente cosa ci aspetta
nel semestre di presidenza europeo. Il Ministro Padoan, il 7 luglio partecipa all'Eurogruppo (Ministri Economici area
Euro), l'8 luglio all'Ecofin (Ministri economici intera UE). Padoan sarà presidente di turno mentre si approveranno le
Raccomandazioni per i 28 paesi UE. Il
Governo italiano è in difficoltà dopo aver
annunciato ad aprile il rinvio del pareggio
strutturale di bilancio dal 2015 al 2016.
Bruxelles nelle Raccomandazioni non
concorderà con l'Italia perchè l'aumento
del PIL nel 2014 sarà al massimo dello 0,6
(stima BCE e FMI) e non dello 0,8 come
sostenuto dall'Italia. Qualora l'Italia non
invertisse l'andamento del rapporto debito/PIL, Bruxelles ci chiederebbe una
manovra aggiuntiva ad ottobre: tra i 17 e i
25 miliardi di euro per coprire (tra le altre
cose) la stabilizzazione del bonus Irpef da
80 euro e la Cassa Integrazione in Deroga.
Soluzioni alternative? Escludere dal Patto
di Stabilità il cofinanziamento italiano ai
programmi UE. Servirebbe alla Puglia la
cui spesa è bloccata ingiustamente.
[email protected]
* esperto fondi strutturali europei, già consulente
secondo Governo Prodi
CANCELLIERA L’austera Merkel guida la Germania
l Il premier Renzi interverrà al Parlamento Europeo domani. Nel contempo tratta
con Bruxelles l'esclusione dal
Patto di Stabilità del cofinanziamento italiano ai programmi UE. L'enfasi mediatica data alla trattativa non corrisponde ad una coerente attenzione del Governo. I 110 miliardi dei programmi UE sono
il 33% della spesa in conto
capitale nazionale, e, il 50% di
quella meridionale: un programma di sviluppo con tali
risorse avrebbe meritato un
dibattito d'aula. Nella stagione
del primo centrosinistra Moro, Colombo e Fanfani discutevano di programmazione
con La Malfa, Togliatti, Nenni
e Lombardi in Parlamento.
Oggi non si vedono epigoni di
Pasquale Saraceno e Achille
Ardigò che organizzarono nel
settembre 1961 il Convegno di
S. Pellegrino della DC, premessa culturale per i governi
del primo centrosinistra. Allora un partito, prima di imprimere una svolta alle politiche del Governo, studiava le
dinamiche del capitalismo nazionale e organizzava un convegno: lì furono le basi del
congresso della DC del gennaio 1962. Aldo Moro nelle sei
ore di relazione affermò che:
«...Se non siamo un partito di
classe siamo però un partito
di popolo, schierato non con i
pochi ma con i molti... pronto
a favorire gli interventi... che
rendono impossibili le ingiustizie dei detentori del potere
economico anche sul terreno
sociale e politico...». Moro ha
preceduto Renzi come Presidente di turno della CEE nel
1975. Le sue parole apparireb-
RASSEGNASTAMPA
PRIMO PIANO 5
Martedì 1 luglio 2014
Spesso si addebita alle Regioni il mancato utilizzo L’esempio dei Pon: ecco quali sono tutti i
delle risorse comunitarie ma anche il governo ha finanziamenti bloccati su Ricerca, Trasporti,
le sue responsabilità sui programmi nel Meridione Cultura, Energia, Pubblica istruzione, Sicurezza
Il governo può aiutare il Sud
ha 5 miliardi pronti da spendere
Puglia e Basilicata sono virtuose ma scontano la maggiore lentezza nazionale
IL PREMIER Il
presidente del
Consiglio si
appresta a
presiedere il
semestre di
presidenza italiana
dell’Ue ma con un
Paese alle prese
con grandi
contraddizioni
proprio sul rispetto
delle regole
europee
.
l I fondi europei sono nuovamente finiti in prima pagina
la settimana scorsa. La trattativa Renzi-Merkel sullo sforamento del 3% nel rapporto deficit/PIL ha come oggetto il cofinanziamento italiano ai programmi UE: circa 55 miliardi
fino al 2020, la metà dei 110
miliardi dei programmi regionali e nazionali. Vediamo come
si arriva a questa cifra. Nei
prossimi due anni si sovrapporranno due canali finanziari. Primo: i 26,4 miliardi di euro
non spesi del ciclo 2007-2013 al
31 maggio 2014 (secondo il monitoraggio della spesa certificata sui siti del Ministero delle
Politiche Agricole e del Dipartimento Sviluppo e Coesione)
così suddivisi: a) i rimanenti
20,9 miliardi dei programmi
nazionali (PON), interregionali (POIN) e regionali (POR) cofinanziati dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e
dal FSE (Fondo Sociale Europeo); b) i rimanenti 5,45 miliardi di euro dei piani regionali
cofinanziati dal FEASR (Fondo
Europeo Agricolo di Sviluppo
Rurale); tali fondi devono essere spesi e certificati entro il
31 dicembre 2015, altrimenti
Bruxelles riprenderà il contributo comunitario. Secondo: gli
84,2 miliardi di euro del ciclo
2014-2020: circa 63,37 miliardi di
euro dei programmi cofinanziati da FESR e FSE; circa 20,85
miliardi dei programmi cofinanziati dal FEASR. La cifra
degli 84,2 miliardi è basata sull'ipotesi di un cofinanziamento
italiano (nazionale al 35% e regionale al 15%) che arrivi al
50%, equivalente ai 42,1 miliar-
di di cofinanziamento europeo
contenuti nell'Accordo di Partenariato, il documento italiano di programmazione; solo
quando la UE avrà approvato
tale Accordo, la spesa degli 84,2
miliardi potrà partire.
Vediamo alcune criticità del
ciclo 2007-2013. Spesso si addebita la mancata spesa dei fondi
europei alle Regioni. Anche il
Governo ha le sue responsabilità poichè gestisce i programmi nazionali che insistono nelle cinque Regioni Convergenza:
Puglia, Basilicata, Campania,
IL CASO DELL’AUTORITÀ DI GESTIONE DEI FONDI. E IL RISCHIO DEL COMMISSARIAMENTO DELLA MERKEL
Sui 110 miliardi di finanziamenti Ue
nessun piano per sviluppo e lavoro
bero di un "pericoloso estremismo" nel quadro politico attuale. Quanti posti di lavoro,
infrastrutture utili e brevetti
Renzi creerà con i 110 miliardi UE? I parlamentari (d'opposizione e di maggioranza) lo
incalzeranno? Mentre il dibattito sull'IMU ha bloccato i lavori d'aula, nessun partito ha
chiesto un vero dibattito su
come impiegare i 110 miliardi
UE. Probabilmente nessun politico ha una proposta strategica sul sistema produttivo
italiano e sulle nostre infrastrutture. Il Sottosegretario
Delrio ha avuto una veloce
audizione nelle Commissioni
riunite Bilancio-Politiche Europee della Camera dei Deputati il 9 aprile. Al Senato
Delrio è stato audito velocemente in 14ª Commissione il 5
e 19 giugno. La rapidità ha
suscitato irritazione. "Se il
Governo non ha tempo da dedicare al Parlamento è un altro discorso... ma non mi
aspetto audizioni così francamente... Se questa audizione è
servita a lavarci la coscienza,
fare da sfogatoio non aderisco... non ho partecipato alla
seduta con questa idea" esclamava il 5 Giugno, il Senatore
GAL Giovanni Mauro (p. 13
del resoconto stenografico del
Senato). Poichè Bruxelles
chiede la sostituzione della
Autorità di Gestione sui fondi
UE inefficaci e inefficienti,
poichè l'Agenzia per la Coesione Territoriale ha poteri
sostitutivi, poichè l'On. Francantonio Genovese è accusato
di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche dalla
Procura di Messina, il 19 giu-
gno la Senatrice M5S Fattori
ha chiesto a Delrio se sostituirà le Autorità di Gestione e
di Audit del FSE siciliano che
avrebbero dovuto vigilare (pp.
8-9 resoconto stenografico del
Senato). Inoltre, poichè il Generale dei Carabinieri Scoppa
si è dimesso da consulente
sulla legalità e la sicurezza
sui fondi UE in Campania
(perchè non gli hanno dato i
mezzi adeguati), la Senatrice
Fattori ha chiesto a Delrio:
"Interverrete sul Governatore
Caldoro, chiedendo di riprendere il Generale Scoppa e dandogli i mezzi adeguati? In caso contrario, l'Agenzia per la
Coesione Territoriale interverrà sulla Regione Campania
esercitando i poteri sostitutivi?". Probabilmente gli staff
del M5S hanno letto gli ar-
ticoli precedenti a questo. Delrio si è limitato a dire che
"certamente l'Agenzia per la
Coesione eserciterà poteri sostitutivi se sarà necessario,
anche se noi stiamo già lavorando su task forces regionali e Commissione" aggiungendo che "se vi sono irregolarità la Magistratura vada
avanti". Speriamo che Renzi
domani dica qualcosa. La
Cancelliera Merkel, appena
rieletta a settembre 2013, ipotizzò una task force con poteri
sostitutivi degli Stati Membri
che spendono male i fondi UE,
in primis l'Italia. Se Renzi
vuole ottenere l'esclusione dal
Patto di stabilità del cofinanziamento europeo dovrà fare
ciò Bruxelles chiede: sostituire le autorità di gestione ina[A.D.M.]
deguate.
[email protected]
Calabria e Sicilia. Vediamo le
dotazioni da spendere entro il
2015: il Ministro Giannini ha
1684,5 milioni del PON Ricerca
e Competitività: potrebbe far
tornare i ricercatori meridionali fuggiti all'estero e bloccare
la fuga di quelli che continuano
ad andarsene; il Ministro Lupi
ha 1134,5 milioni del PON Reti e
Mobilità: potrebbe estendere
l'alta velocità fino a Lecce o concludere la Salerno-Reggio Calabria; il Ministro Franceschini ha 381 milioni del PON Attrattori Culturali: potrebbe pagare gli interventi di recupero e
conservazione a Pompei; il Ministro Galletti ha 479,4 milioni
per le energie rinnovabili; sempre il Ministro Giannini ha 710
milioni dei due PON Istruzione: poichè le scuole meridionali cadono a pezzi e gli studenti indietreggiano nei Test
Ocse, potrebbe riqualificare gli
edifici e lottare contro la dispersione scolastica; il Ministro Alfano ha 325,6 milioni del
PON Sicurezza: potrebbe digitalizzare gli atti giudiziari di
tutte le Procure. In campagna
elettorale il Presidente Renzi
ha dichiarato che "il mancato
uso dei fondi europei grida vendetta". Gli echi del grido non si
odono. Tanto più se si compara
il monitoraggio dei programmi
nazionali del 31 maggio 2014
con il monitoraggio del 31 dicembre 2013: allora la spesa totale certificata dei PON e POIN
in tabella ammontava a 6225,2
milioni; ora al 31 maggio la stessa spesa arriva a 6526,4 milioni.
In cinque mesi sono stati spesi
solo 301,2 milioni su una dotazione complessiva di 11,4 miliardi di euro. Ciò ha un impatto negativo e iniquo sui cittadini della Regione Puglia e
della Regione Basilicata: pugliesi e lucani, con una spesa
comunitaria veloce, comparabile a quella tosco-emiliana,
scontano la maggiore lentezza
[A.D.M.]
del Governo.
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
6 PRIMO PIANO
LE RIFORME
Martedì 1 luglio 2014
I PROGETTI DEL GOVERNO
LE QUESTIONI PIÙ SPINOSE
La commissione rinvia il voto sugli articoli
che disciplinano la composizione di
Camera e Senato e il metodo di elezione
L’alba del nuovo Senato
per ora il patto regge
ll premier: alla faccia dei gufi. Il M5S chiede un altro incontro
MINISTRO Elena Boschi
l ROMA. Il ghiaccio è rotto: con le prime sugli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione, che temente minoritaria.
votazioni in commissione, inizia a prendere disciplinano la composizione di Camera e
È anche per questa ragione, spiegano fonti
forma il «nuovo Senato».
Senato e il metodo di elezione del Senato. Su parlamentari, che l’assemblea dei senatori,
Con i sì della maggioranza, ma anche di quest’ultimo punto, in particolare, è ancora inizialmente prevista per domattina, è stata
Forza Italia e Lega, passa il principio per cui aperta la trattativa con FI, che dovrebbe rinviata e potrebbe svolgersi solo dopo che FI
è solo la Camera a dare la fiducia al governo trovare un punto di caduta in un sistema di avrà preso una posizione.
mentre il Senato «rappresenta le istituzioni elezione di secondo grado, come vuole Renzi,
Ancora nessuna decisione è stata presa,
territoriali». È la fine del bicameralismo ma fortemente proporzionale, come chiede FI. intanto, spiegano dal governo, sulla queperfetto, il cardine della riMa solo quando
stione dell’immunità per i seforma costituzionale varata
giovedì mattina
natori, anche se sembra escludal governo due mesi fa e che
Berlusconi riuso che la competenza venga
va avanti, dice Matteo Renzi,
nirà in assemassegnata alla Consulta. Nes«alla faccia dei gufi». Ma i nodi
blea i parlamensuna apertura neanche alla riveri, quelli che metteranno
tari ed eurodechiesta dei senatori di Area
davvero alla prova il «patto del
putati forzisti si
riformista di ridurre il nuNazareno», sono per ora accapirà se l’intemero dei deputati, mentre pocantonati, nell’attesa che giosa c'è, se il patto
trebbe essere allargata la plavedì Silvio Berlusconi riunisca
del
Nazareno
tea di elezione del capo dello
i gruppi di FI e detti la linea.
tiene. Preme anStato.
Proseguono fino all’ultimo
cora, infatti, la
Per definire questi e altri
le riunioni tecnico-politiche
fronda interna
aspetti, il ministro Boschi proper mettere a punto il testo: in PD Anna Finocchiaro
a FI che vorreb- LEGA Roberto Calderoli
seguirà nei prossimi giorni gli
mattinata la relatrice Anna
be fare asse con
incontri "con tutti i gruppi".
Finocchiaro vede prima il correlatore Ro- i dissidenti del Pd e il M5S per far passare il Mentre non sono ancora in agenda gli inberto Calderoli, poi il ministro Maria Elena Senato elettivo. Ma se il Cavaliere schiererà il contri di Renzi con Berlusconi e M5S ("VeBoschi. Ma niente più rinvii: alle 16, come da partito sulla linea del Senato non elettivo, il diamoci giovedì", gli chiede Luigi Di Maio).
calendario, in commissione si inizia a votare. fronte del dissenso non avrà speranza di far Quella di oggi (ieri, ndr) «è stata un ottima
E fin da subito, annota Boschi, si procede passare la sua linea in Aula. A dispetto di chi, giornata per le riforme, alla faccia dei gufi»,
«spediti»: la maggioranza regge, anche perchè come Augusto Minzolini, in commissione ha registra il premier: «Siamo ottimisti».
si affrontano i temi meno controversi, a votato contro gli emendamenti del governo,
L’obiettivo, spiega Finocchiaro, è portare il
partire dal superamento del bicameralismo in dissenso dal suo partito.
testo in Aula «la prossima settimana». Semperfetto.
Se FI rientra, confida il governo, rientrerà pre che il patto con FI regga.
La commissione, come preannunciato alla anche il fronte del dissenso interno al Pd. O
Oggi si riprende.
Serenella Mattera
vigilia, rinvia invece per il momento il voto almeno, sarà relegato in una posizione for-
IL CASO SONO 12 I PUNTI QUALIFICANTI. IL PREMIER: CI INCHINIAMO NON ALLA MAGISTRATURA MA AL CONCETTO DI INDIPENDENZA
Gli emendamenti approvati
Solo la Camera darà
la fiducia al governo
così finisce il bicameralismo
Con i sì della maggioranza, ma anche
di Forza Italia e Lega, passa il principio
per cui è solo la Camera a dare la fiducia
al governo mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali». Anche FI e Lega votano con la maggioranza l’emendamento dei relatori che riscrive l’articolo
55 della Carta, affermando che solo la
Camera «è titolare del rapporto di fiducia
con il governo», «rappresenta la Nazione» ed esercita «la funzione legislativa»,
mentre il Senato «rappresenta le istituzioni territoriali» e «concorre» alla funzione legislativa. Inoltre il Senato «esercita
le funzioni di raccordo tra l’Ue, lo Stato e
gli altri enti costitutivi della Repubblica»,
valuta l’attività delle P.a. e l’attuazione
delle leggi ed esprime pareri sulle nomine del Governo «nei casi previsti dalla
legge». Passa anche l'emendamento dei
relatori sui senatori di nomina presidenziale: saranno al massimo cinque (non
21, come previsto dal governo), in carica
per sette anni, non rinnovabili e prenderanno gradualmente il posto degli attuali
senatori a vita.
GIUSTIZIA IL VICEPRESIDENTE PARLA DELLA POSSIBILE RIFORMA
Giustizia, riforma targata Matteo Vietti: non è un tabù
«Da 20 anni si litiga senza discutere» la struttura del Csm
l ROMA. Il governo ci prova a cambiare la giustizia che comem dice
Renzi, da «20 anni si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere nel merito e possibilmente senza litigare. Il premier ha
annunciato i temi salienti: «Al termine dei mille giorni delle riforme
noi puntiamo al processo civile in un
anno per il primo grado». «Le correnti - aha aggiunto .in magistrature
hanno portato a discussioni di diritto, nascono da belle discussioni politiche ma siamo contrari alle carriere per appartenenza ad una corrente.
Il governo riformerà anche il Csm,
ma dopo le elezioni che porteranno al
rinnovo delle cariche. Ma «ci inchiniamo – ha aggiunto non alla magistratura ma al concetto di indipendenza». Sulle intercettazioni - aggiunge . sono l’unica argomento su cui non
abbiamo pronta la norma».
Questi i 12 i punti della riforma
della giustizia.
- GIUSTIZIA CIVILE: la riduzione
dei tempi punta a portare ad un anno
il primo grado del procedimento civile. La riforma vuole poi portare a
dimezzare l’arretrato con una corsia
preferenziale per imprese e famiglia.
CSM: «Chi giudica non nomina,
chi nomina non giudica" ha detto
Renzi spiegando che la carriera sarà
legata al merito.
RESPONSABILITA'
CIVILE
DEI MAGISTRATI: sul modello europeo. RIFORMA DEL DISCIPLINARE
DELLE MAGISTRATURE SPE-
CIALI NORME CONTRO LA CRIMINALITA' ECONOMICA: Riguarda
falso bilancio, autoriciclaggio.
ACCELERAZIONE DEL PROCESSO PENALE E RIFORMA
DELLA PRESCRIZIONE INTERCETTAZIONI: si tratta del
diritto all’informazione e tutela privacy)
INFORMATIZZAZIONE ; si punta all’integrale del sistema giudiziario.
- RIQUALIFICAZIONE: L’0aggiornamento del personale amministrativo.
GOVERNO Matteo Renzi con il ministro Orlando
l TORINO. «L'attuale struttura
del Csm non è un tabù». Lo ha detto
il vicepresidente Michele Vietti a
margine dell’insediamento di Armando Spataro al vertice della procura di Torino. «Aspetterei di leggere i testi – ha commentato Vietti -.
e spero che dal Consiglio dei ministriesca qualcosa che ci permetta
di fare un commento. Ma – ha
aggiunto – il Csm può essere riformato sia per quanto riguarda
l’elezione dei togati, che a mio
parere deve vedere la riforma della
legge elettorale in modo da dare più
libertà di scelta al magistrato elet-
tore, sia per quanto riguarda i
componenti laici, il cui numero si
può anche immaginare di accrescere, ovviamente attraverso una
riforma costituzionale, sia attraverso una modifica dell’organo disciplinare".
«La sezione disciplinare – ha
proseguito Vietti -, che peraltro
funziona, ha un problema di contaminazione rispetto all’attività
amministrativa che viene svolta
dagli stessi componenti. Credo che
una riforma che la renda più autonoma possa considerarsi benvenuta".
LA QUESTIONE CONVEGNO PROMOSSO DAL DEPUTATO PUGLIESE. LE RICHIESTE DI DEBENEDETTI E DI CONFALONIERI
Boccia: la web tax tra le priorità italiane alla Ue
l ROMA. Anche gli «over the top», i big
di internet devono pagare le tasse dove
fanno utili e fatturato, così come fanno gli
editori. E ora che si avvia il semestre
europeo a guida italiana il premier Matteo Renzi deve mantenere la promessa
fatta di portare il problema in sede europea, trovando anche una soluzione. A
dirlo, in accordo, il presidente del Gruppo
editoriale L’Espresso Carlo De Benedetti
e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, partecipando a un convegno
sull'economia digitale organizzato dal
presidente della commissione Bilancio
della Camera Francesco Boccia.
Bisogna cogliere «l'occasione del semestre italiano di presidenza Ue per af-
frontare questo problema", ha aggiunto
De Benedetti. Imprese come Google sono
"straordinarie ma si basano su una loro
presentazione, come società tecnologiche, quando Google fa azione commerciale che nulla ha a che vedere con la
tecnologia».
«La chiamino come vogliono basta che
la mettano – ha tagliato corto Confalonieri – gli over the top devono essere
assoggettati allo stesso nostro regime,
non solo sul piano fiscale. Ci deve essere
parità di trattamento, visto che il fatturato lo fai con la pubblicità". Il presidente
di Mediaset, che ha definito le attività sui
contenuti delle big del web come «pirateria d’alto bordo» si aspetta «che il Paese
reagisca, se poi si muove la commissione
qualcosa accadrà. Ma mi aspetto di più da
Renzi, ha detto che ha portato a casa la
flessibilità, speriamo che porti a casa anche qualcos'altro». «Sono convinto che il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi»
metterà la web tax «tra le priorità del
semestre» di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, replica Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio alla Camera dei Deputati.
La web tax era stata fortemente voluta da
Boccia e inserita nella legge di Stabilità.
Poi Renzi aveva rinviato il dibattito sulla
web tax a livello europeo. «E' una questione - ha aggiunto Boccia al convegno
alla Camera - di civiltà fiscale».
RASSEGNASTAMPA
Martedì 1 luglio 2014
13
ECONOMIA&FINANZA
«Il contratto alla Fiat
si faccia al più presto»
Marchionne: la Fiom firmi gli accordi, Renzi può voltare pagina
l GRUGLIASCO (TORINO). Sergio Marchionne fa la pace con i sindacati e auspica
che arrivi «presto, prima dell’estate» l’accordo sul contratto degli 86.000 lavoratori
di Fiat e Cnh Industrial. «L'impegno da
parte nostra c'è, bisogna chiarire tutto e
poi tornare a sedersi al tavolo», spiega.
Dopo lo scontro dei giorni scorsi è un nuovo clima quello che si respira all’interno
della Maserati di Grugliasco, che l'Unione
Industriale di Torino ha scelto come sede
dell’assemblea annuale. Danno forfait il
presidente del Consiglio Matteo Renzi e,
per un malessere notturno, anche il leader
di Confindustria, Giorgio Squinzi, ma non
ci sono malumori nè polemiche. Marchionne è convinto che Renzi possa «voltare pagina».
Nel capannone del montaggio, dove accompagnano gli imprenditori per un giro
fra le linee da cui escono la Quattroporte e
la Ghibli, Marchionne e il presidente John
Elkann sono accolti dall’applauso dei lavoratori. C'è anche il bacio dell’operaia
Marisa D’Agostino a Elkann tra i flash
delle compagne di lavoro. «Questa è una
bella realtà, speriamo ce ne siano presto
delle altre. Il futuro dell’Italia è in luoghi
come questo, il resto sono chiacchiere. Lasciamoli lavorare e andiamo avanti», commenta l’amministratore delegato del Lingotto. Il viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ringrazia la Fiat
«per avere creduto in un Paese difficile ma
che ha ancora straordinarie opportunità».
C'è la Fiom che manifesta ai cancelli con i
sindacati di base, qualcuno fa notare che si
potrebbe ricucire i rapporti anche con il
sindacato di Maurizio Landini. «Non andiamo a rivangare vecchie storie. C'è un
accordo con i sindacati di maggioranza.
L’invito alla Fiom a firmare quegli accordi,
a sedersi al tavolo e a far parte di questo
mondo rimane, è inutile reinventarsi delle
regole», osserva Marchionne.
Il manager italo-canadese non pensa a
un rientro in Confindustria, ma non lo
esclude in modo drastico. «Non credo»,
risponde ai cronisti. «Non lo escludo, ma
diciamo che neppure lo includo», aggiunge
scherzando. Marchionne indica «i primi
giorni di agosto» come data dell’assemblea
straordinaria Fiat sulla fusione con
Chrysler e spera che vada in porto «entro
ottobre» la quotazione a Wall Street di Fca.
Quanto al mercato italiano dell’auto, di cui
oggi si conosceranno i numeri di giugno,
l'ad non si sbilancia: «Per il mercato americano – dice – sarà un buon mese, abbiamo
migliorato mese per mese, aprile, maggio,
giugno e quindi il trimestre sarà buono in
linee generali. Per il resto aspettiamo con
fiducia i risultati». «E' positiva la disponibilità di Marchionne a chiudere il contratto», commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, mentre il
segretario nazionale della Uilm Eros Panicali invita a firmare prima dell’estate ma
chiede all’azienda di migliorare la proposta sul salario. Per Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo
Fismic «il contratto si può fare nei prossimi giorni, le distanze sono irrisorie».
Amalia Angotti
GUIDI GARANTISCE
«Contratti solidarietà
decontribuzione ok»
l UDINE. La decontribuzione dei
contratti di solidarietà ci sarà. Lo
ha ribadito a Udine il ministro per
lo Sviluppo Economico, Federica
Guidi. «Il decreto del ministro Poletti è già stato firmato ed ora è
all’attenzione del ministro dell’Economia e delle Finanze.
Ci sono dei tempi tecnico-burocratici che vanno rispettati ma non
ci sono problemi o cambiamenti
rispetto a quello che tutti noi e il
governo si è impegnato a dare. Tutti
– ha concluso Guidi – siamo interessati alla soluzione di questo
problema».
FIAT L’amministratore delegato Sergio Marchionne
.
Il monito: si rafforzi la separazione
Antitrust: stop al controllo
delle fondazioni in diverse banche
ROMA – «Va realizzato un rafforzamento della separazione tra fondazione e banca conferitaria, estendendo il divieto di detenere partecipazioni di controllo in società bancarie anche ai casi in cui il controllo è
esercitato, di fatto, congiuntamente ad altri azionisti».
Lo afferma il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella.
Tra le priorità dell’azione dell’Antitrust a tutela dei
consumatori, insieme a settori tradizionali come
energia, trasporti, prodotti alimentari, viaggi, tlc, c'è
anche l’e-commerce, settore nel quale si possono
annidare «nuove forme di sfruttamento del consumatore», ha assicurato Pitruzzella. Ricordando i 160
casi di oscuramento di siti che vendevano prodotti
contraffatti, le istruttorie nei confronti dei big del web
(Google, Apple, Amazon, Gameloft, Tripadvisor e
Groupon), Pitruzzella ha riconosciuto che «l'e-commerce offre straordinarie possibilità di crescita economica», avvertendo però che «Internet non può tramutarsi in un Far West dove tutto è consentito».
Il presidente dell’Antitrust ha infine reso noto che fra
il 2013 e il 2014 ha irrogato sanzioni per oltre 314 milioni. In particolare, nel 2013, per comportamenti anticoncorrenziali ha irrogato sanzioni pari a
112.873.512 euro e, nei primi sei mesi del 2014, pari a
184.528.819 euro. In sede di accertamento di pratiche commerciali scorrette, sono state irrogate sanzioni per 9.253.000 euro nel 2013 e per 8.198.500 nei
primi sei mesi del 2014.
Da oggi balza al 26%
la pressione fiscale
sulle rendite finanziarie
CORRUZIONE L’EX PRESIDENTE DELLA FINMECCANICA COINVOLTO IN UN’INCHIESTA SUI FONDI NERI PER GLI APPALTI SISTRI
l ROMA. Era stata annunciata, come una misura di redistribuzione fiscale. E scatta da oggi l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26%. Voluta dal
governo di Matteo Renzi in effetti serve a finanziare la spesa
prevista dal decreto Irpef per il bonus di 80 euro che da maggio
è previsto nelle buste paga dei lavoratori dipendenti che
dichiarano meno di 26mila euro. Si tratta del secondo rincaro
in poco meno di due anni (con il governo Monti l’aliquota era
già salita dal 12,5% al 20% dal 1 gennaio 2012) che, ha sottolineato più volte l’esecutivo, ci porta in linea con l’Europa
sulla tassazione del risparmio gestito. Aumento che comunque non riguarda i risparmiatori che hanno investito in titoli
pubblici che rimangono al 12,5%. C'è tempo comunque ancora
fino al 30 settembre per scegliere giornata per «affrancare» il
capital gain al 30 giugno. Ecco una sintesi delle nuove norme.
l NAPOLI. Fondi neri realizzati con il sistema delle false fatturazioni, ingenti somme in contanti consegnate agli ex vertici di
Finmeccanica. Fondi che prendono nome di tangenti perchè
destinati, secondo l’ipotesi
dell’accusa, ad esponenti politici
ed in particolare a quanti avrebbero sponsorizzato le nomine dei
A CHI AUMENTA L’ALIQUOTA -La tassazione passa dal 20
al 26% per i redditi da capitale (dividendi, cedole e interessi di
conti correnti, depositi bancari e postali). La misura è automatica, e valida anche per i redditi derivanti da obbligazioni, titoli simili e cambiali finanziarie, maturati a partire
da oggi, indipendentemente dalla data di emissione dei titoli.
Da oggi, come precisato dall’Agenzia delle Entrate, l’aliquota
di tassazione passa al 26% anche per i redditi diversi di natura
finanziaria, con esclusione delle plusvalenze relative a partecipazioni qualificate).
RISPARMIO GESTITO -Anche per il risparmio gestito (fondi comuni, gestioni patrimoniali) il passaggio è automatico e
sarà il gestore a calcolare quanta parte dei guadagni è maturata con la vecchia aliquota e quanta dopo il rincaro. La
tassazione al 26% sarà applicata a tutti gli strumenti soggetti
al rincaro.
NON CAMBIA PER I TITOLI DI STATO -Resta al 12,5%
l’aliquota sui titoli pubblici (come titoli del debito pubblico,
Boc, Bor, Bop, buoni fruttiferi postali emessi dalla Cassa
Depositi e Prestiti) e titoli equiparati, emessi da organismi
internazionali, nonchè per le obbligazioni emesse da Stati
esteri white list e da loro enti territoriali. Per questi ultimi,
l’aliquota di tassazione passa dal 20% al 12,5%.
«Una mazzetta da 800mila euro»
domiciliari per Guarguaglini
vertici della holding. E' questo lo
scenario investigativo dell’inchiesta della Dda di Napoli che
ha portato all’emissione di una
ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nei confronti di
Pierfrancesco Guarguaglini, ex
presidente di Finmeccanica.
Associazione per delinquere
finalizzata alla corruzione è il
reato contestato all’ex dirigente
nell’ambito dell’inchiesta sul Sistri, il sistema di monitoraggio
satellitare del trasporto dei rifiuti mai entrato in funzione, una
indagine condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli
e dai pm della Direzione distrettuale antimafia partenopea Catello Maresca, Marco Del Gaudio
e Maurizio Giordano. Un arresto
che ha già portato a numerosi
arresti (gli ultimi nel marzo scorso) di imprenditori e dirigenti
attualmente sotto processo davanti al Tribunale di Napoli.
Il nome di Guarguaglini già
spuntò nel corso dell’ultima fase
dell’indagine come destinatario
di ingenti somme in contanti. Ma
la richiesta di misura cautelare,
sempre agli arresti domiciliari,
non fu accolta dal gip Francesco
De Falco Giannone. Ora alcuni
elementi nuovi scaturiti dagli
approfondimenti investigativi,
basati su interrogatori di testimoni e coindagati nonchè sul
contenuto di intercettazioni telefoniche, hanno indotto il giudice a firmare il provvedimento,
eseguito all’alba dei militari del
Nucleo di polizia tributaria della
Guardia di Finanza di Napoli. La
vicenda ruota intorno alle attività di due imprenditori abruzzesi Sabatino e Maurizio Stornelli (il primo amministratore di
Selex Service spa, società interamente partecipata da Finmeccanica e concessionaria del ser-
vizio legato alla realizzazione del
Sistri), i quali avrebbero realizzato la provvista per circa 4 milioni di euro, distribuita in parte
a Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne del
gruppo e in parte a Guarguaglini, che avrebbe ricevuto, secondo
gli inquirenti, 800mila euro.
In estrema sintesi il denaro,
depositato presso una banca
svizzera, sarebbe poi tornato in
Italia attraverso «spalloni» e, dopo essere stato custodito in un
doppio fondo della libreria di
Maurizio Stornelli, sarebbe stato
portato all’interno di un borsone
della società calcistica Pescina
Valle del Giovenco al settimo piano della sede di Finmeccanica,
dove erano gli uffici Borgogni e
Guarguaglini. A consegnare la
presunta tangente sarebbe stato
Vincenzo Berardino Angeloni,
ex deputato di Forza Italia e dentista di Guarguaglini, ritenuto
una sua persona di fiducia. Tra
gli elementi nuovi, le dichiarazioni rese ai pm dalla segretaria
di Guarguaglini, Patrizia Silverio. La donna ha riferito di aver
visto lasciare nell’ufficio del presidente un borsone del Pescina
Valle del Giovenco, del tipo che
utilizzano i calciatori. Il borsone,
di cui la testimone ha detto di
ignorare il contenuto, fu lasciato
«come un regalo che Sabatino
Stornelli presidente della squadra, faceva al presidente di Finmeccanica».
RASSEGNASTAMPA
LETTERE E COMMENTI 17
Martedì 1 luglio 2014
DE TOMASO
Rischio beffa per chi già paga
>> CONTINUA DALLA PRIMA
M
a altrettanto intollerabile è la pretesa dello Stato di scaricare sui
contribuenti onesti la propria incapacità nel far pagare tutti gli
altri.
Con l’argomento che per colpa dell’evasione
(a dire il vero il fenomeno dell’elusione è persino più grave) i conti pubblici sono sempre in
rosso, la pressione impositiva reale, calcolando
cioè Pil sommerso (18%), arriva a sfiorare quota 60%. Una cifra che bloccherebbe la crescita
anche in un Paese affollato da migliaia di Bill
Gates. Figuriamoci da noi.
Uno Stato serio si darebbe una bella regolata. Metterebbe sul mercato tutte le società
pubbliche succhiasoldi, buone solo ad assicurare clientele alla classe politica nazionale e
municipale; accorperebbe alcune Regioni e
molti Comuni; taglierebbe la spesa ministeriale eccetera. Eviterebbe così di dover escogitare ogni due-tre mesi provvedimenti punitivi per i portafogli dei cittadini. L’ultima
ideona, ormai vicina al traguardo, è la revisione del catasto, un marchingegno per aumentare il prelievo sulla casa, come se finora il
possesso di un immobile non fosse già compromesso da una ragnatela di balzelli e addizionali.
Pur di fare cassa, lo Stato non si fa scrupolo
di violare leggi da se stesso varate, a cominciare dallo Statuto del Contribuente, la normativa più violentata di tutti i tempi, visto che
si è perso addirittura il conto dei casi di stupro
ai suoi danni. Ma più crescono le esigenze di
bilancio, più l’Europa fa la faccia severa, più
s’allunga la spirale tassaiòla, giustificata quasi
sempre dall’obiettivo di battere una volta per
tutte lo spregiudicato esercito degli infedeli del
Fisco.
Ora. Una pressione fiscale attorno al 60% è
di per sé insostenibile (per chi paga). Uno Stato
equanime si dovrebbe porre il problema del
riequilibrio del carico tributario, senza pretendere un euro in più. Si dovrebbe porre cioè il
problema di ridurre le proprie uscite finanziarie. Invece, che fa lo Stato arraffa-arraffa?
Sceglie un obiettivo condivisibile, com’è quello
del contrasto (delle frodi fiscali) attraverso
l’uso della moneta elettronica, e piano piano lo
lancia nei mercati dove si confrontano venditori e consumatori. Tanto, comunque vada, il
risultato è assicurato: le entrate aumenteranno. Aumenteranno sia se i venditori (e i potenziali evasori) accetteranno di guadagnare
meno (non sfuggendo al fisco grazie alla tracciabilità elettronica), sia se i venditori di beni e
servizi spalmeranno sulla platea dei consumatori i costi maggiori determinati dal rispetto delle nuove regole. Quest’ultimo fenomeno
si chiama «traslazione d’imposta»: si verifica
quando lo Stato, non intendendo colpire direttamente la platea dei tartassati abituali, ne
affida l’incombenza ad altri attori (enti locali,
imprese, lavoratori autonomi): un ambaradan
giustificato con la necessità ineludibile di rendere imparziale il Grande Fratello fiscale.
Anche l’avvento della moneta elettronica nasce da questo retropensiero: fare cassa in nome
della lotta all’evasione fiscale. Il che, ripetiamo,
sarebbe un proposito più che sacrosanto, a
condizione però che lo Stato contemporaneamente riducesse le spese, cioè riducesse in
partenza le pesanti richieste quotidiane per le
tasche dei contribuenti. Ma, da quest’orecchio,
tutti i governi sentono poco o nulla. Cosicché il
copione non cambia: lotta al sommerso, lotta
all’evasione, ma lotta soprattutto a chi lavora e
risparmia onestamente.
Non ci vuole la competenza di un Premio
Nobel o l’immaginazione di uno scrittore di
fantascienza per prevedere che la «rivoluzione
del Pos» sfocerà nella «rivelazione del Pos»,
vale a dire nella conferma di tutte le pratiche
del passato, a cominciare proprio dalla «traslazione d’imposta». Professionisti e autonomi
saranno tentati di pretendere compensi più alti
per le loro prestazioni, pur di assicurarsi gli
stessi introiti di quando la tracciabilità elettronica era di là da venire. Sarà perciò la massa
dei clienti e consumatori a patire gli effetti
della misura governativa.
Lo Stato così incasserà di più. Ma, forse, solo
sulla carta, perché nel frattempo diminuiranno i consumi delle famiglie, il che provocherà
una flessione delle entrate Iva. La qual cosa
richiederà una nuova manovra correttiva (cioè
altre tasse). Un girotondo senza fine, col pericolo di impoverire annualmente quasi tutti
gli italiani.
Fino a quando durerà? Fino a quando non si
deciderà di curare la seguente perversione culturale: lo Stato fissa spese insostenibili, tanto
provvederà il parco buoi dei contribuenti e
risparmiatori a finanziarle. Viceversa: uno
Stato perbene adegua le sue uscite alle entrate,
cioè a tasse decenti pagate da tutti i contribuenti.
Ecco. Fino a quando non si cambierà musica, anche provvedimenti ragionevoli come
l’estensione del Pos rischieranno di trasformarsi nell’ennesimo strumento di spremitura
fiscale: la beffa più inaccettabile per chi è in
regola con le leggi dello Stato.
Giuseppe De Tomaso
[email protected]
FRANCO LANDELLA*
Foggia, l’emergenza sicurezza
>> CONTINUA DALLA PRIMA
L
a recente tentata rapina alla «Np Service», condotta con
tecniche e metodi «militari» e che per un soffio non si è
trasformata in una vera e propria tragedia, è stata
l’ennesimo «ruggito» di una criminalità che torna ad
«alzare il tiro» in maniera inquietante. I segnali di questa
recrudescenza, per la verità, erano noti da tempo. Non a caso più
volte la Commissione parlamentare Antimafia aveva evidenziato
i rischi connessi tanto alla pericolosità della mafia «garganica»
quanto ai legami tra la «società» foggiana e pezzi di organizzazioni mafiose siciliane, calabresi e campane.
Di fronte a questo allarme occorre che lo Stato faccia sentire con
forza la sua voce e la sua presenza. Servono segnali concreti di
attenzione e interventi che costituiscano una risposta efficace alla
«sfida» lanciata dai sodalizi criminali. Da questo punto di vista,
voglio sottolineare lo straordinario lavoro condotto dalle Forze
dell’Ordine, dalla Prefettura e dalla Magistratura, che ogni giorno
con passione, dedizione e sacrificio operano sul territorio. A loro
va il mio grazie, non soltanto come sindaco della città di Foggia,
ma innanzitutto come semplice cittadino. Purtroppo va detto che
spesso questi presidi di legalità sono costretti a fare i conti con
difficoltà logistiche e strutturali, afferenti una inadeguata dotazione di mezzi e uomini. Le denunce dei sindacati di Polizia
testimoniano in maniera limpida questa urgenza, tanto più dopo
i dati resi noti dal presidente della Commissione d’inchiesta del
Senato, Doris Lo Moro, sul fenomeno degli atti intimidatori nei
confronti degli amministratori pubblici. Numeri che hanno
portato la condizione della Puglia alla ribalta nazionale, rendendo
ormai improrogabile un intervento del Governo nazionale.
Sono da sempre convinto che il tema della sicurezza debba
essere affrontato mettendo in campo uno schema «sistemico», in
cui dispiegare una complementarietà di funzioni e competenze
istituzionali. Il «Patto per la Sicurezza» firmato qualche anno fa
andava proprio in questa direzione. L’efficacia di una strategia,
però, dipende inevitabilmente dalle risorse che possono essere
attivate, dal «modello» complessivo in cui è incardinata e, se
vogliamo, dal sostegno stesso che lo Stato fornisce alle tecniche
con le quali il territorio viene presidiato.
Lungi da me la volontà di aprire una polemica con l’esecutivo
nazionale. Tuttavia non possiamo ignorare che sicurezza e legalità non devono essere considerate alla stregua di una «spesa da
tagliare». Come il Suo quotidiano ha opportunamente ricordato,
la chiusura della Scuola di Polizia, la soppressione del Tribunale
di Lucera ed il suo conseguente accorpamento con quello di
Foggia – che non è in possesso dell’organico necessario a gestire la
mole di cause di cui sarà investito – non aiutano la battaglia
contro l’illegalità e la criminalità. Al contrario, la rendono più
difficile e faticosa.
Quella di cui discutiamo è dunque una battaglia «campale», in
cui ciascuno è chiamato a fare fino in fondo la sua parte,
costruendo un «fronte comune» che venga incontro alla legittima
richiesta di sicurezza avanzata dai cittadini. Una battaglia in cui
è fondamentale e decisivo il contributo di tutti: Enti locali,
parlamentari, Governo nazionale. Ognuno di noi deve attivarsi
affinché lo Stato abbia chiara la gravità della situazione e
disponga interventi all’altezza delle aspettative e dell’emergenza.
Sottovalutare il quadro disegnato dalla Commissione d’inchiesta
del Senato – e che proprio la tentata rapina alla «Np Service» ci ha
consegnato in modo emergenziale – sarebbe un errore.
Il Comune di Foggia, per parte sua, è pronto a mettere in campo
la sua «quota» di competenza. Cominciando da una riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale che abbia come
assoluta priorità il controllo del territorio, la lotta all’abusivismo
e ai reati amministrativi. In quest’ottica, è mia intenzione
istituire un «presidio permanente» in ogni quartiere della città,
poiché la sicurezza è un obiettivo che va perseguito anche con
azioni che assicurino «fisicamente» la presenza sul territorio.
Allo stesso modo intendo migliorare e rafforzare i sistemi di
videosorveglianza, fornendo così un sostegno concreto all’attività
delle Forze dell’Ordine. È di tutta evidenza, però, che questo
nostro impegno da solo non è sufficiente. Non sono le Amministrazioni comunali a dover combattere il crimine. A loro è
assegnato un compito di mera collaborazione con le altre Istituzioni.
Da queste colonne rivolgo quindi un appello accorato non
soltanto ai parlamentari della provincia di Foggia, ma più in
generale a tutti i deputati e i senatori eletti in Puglia. L’emergenza
sicurezza a Foggia ed in Capitanata, infatti, non può essere
considerata una «faccenda locale». È un tema che riguarda
l’intera regione e l’intero Paese.
È questo il momento di stare insieme, di manifestare un’unità
reale ed operativa. È il momento che il Governo, e nello specifico
il Ministero dell’Interno guidato da Angelino Alfano, prenda
finalmente coscienza dell’impossibilità di procrastinare un potenziamento di uomini e mezzi sia per le Forze dell’Ordine sia per
la Magistratura del nostro territorio.
* Sindaco di Foggia
CHE AMBIENTE FA
di GIORGIO NEBBIA
Le invadenti carrette
che inquinano l’aria
D
a poco tempo il numero di autoveicoli circolanti nel
mondo ha raggiunto il valore di un miliardo, uno ogni
sette abitanti della Terra. Tale numero comprende
circa 750 milioni di autoveicoli passeggeri e circa 250
milioni di autoveicoli commerciali “leggeri”, definiti come quelli
di peso inferiore a 3500 chili. A questi vanno aggiunti circa 400
milioni di camion “pesanti”. A occhio e croce si tratta di una
massa di circa 3000 milioni di tonnellate di ferro, alluminio,
gomma, plastica, e poi rame, cromo, vetro, vernici, eccetera, che
circolano senza sosta nelle strade del mondo, che trasportano,
lungo le strade e nelle città, persone, e poi merci, alimenti, benzina, macchinari, carta, legname, metalli, eccetera. Un ininterrotto flusso di materiali che rappresenta il sangue dell’economia,
e che ogni anno “beve” 2500 milioni di tonnellate di benzina e
gasolio, che immette nell’atmosfera 9 dei 30 miliardi di tonnellate complessivi di gas serra. In Italia gli autoveicoli passeggeri
sono circa 40 milioni, più di uno ogni due abitanti, a cui si
aggiungono altri quattro milioni di mezzi di trasporto commerciali. Il traguardo “del miliardo” è stato raggiunto in poco più di
un secolo. Fino alla prima metà dell’Ottocento gli unici modi per
spostare persone e merci erano le proprie gambe e il cavallo. A
cavallo viaggiavano veloci e senza fatica le persone; i cavalli
trascinavano le carrozze per i passeggeri che volevano stare più
comodi, e i carri con le merci. Il cavallo, fin dall’alba dell’umanità, è stato così importante come fonte di energia che gli ingegneri, quando hanno voluto dare una misura della potenza
delle macchine, non hanno trovato di meglio che confrontare la
loro potenza con quella del cavallo e hanno chiamato l’unità di
misura “cavallo-vapore”, HP (Horse-Power), corrispondente a
circa 0,75 chilowatt. Il cammino degli autoveicoli è stato lento ed
è cominciato in forma modesta negli ultimi anni dell’Ottocento.
Abbastanza curiosamente, l’avvento del “veicolo che si muove da
solo”, l’auto-mobile, appunto, è stato all’inizio osteggiato: era
rumoroso, spaventava i cavalli, emetteva fumi e sollevava polveri. Per arrivare all’attuale miliardo di autoveicoli sono state
necessarie innumerevoli innovazioni tecniche; tanto per cominciare è stato necessario asfaltare le strade, perfezionare i processi di raffinazione del petrolio in modo da ottenere dei carburanti adatti ai nuovi motori, modificare la tecnologia della
gomma naturale e di quella sintetica per realizzare le coperture
delle ruote, fino ai moderni pneumatici. Soprattutto è stato necessario rivoluzionare i processi dell’industria meccanica.
SIMBOLO -Nei primi anni del Novecento le varie parti di ogni
autoveicolo venivano messe insieme a mano. L’automobile sarebbe diventata, proprio cento anni fa, con l’inizio della “prima”
sciagurata guerra mondiale, un mezzo di trasporto militare essenziale; finita la guerra, nel 1919, è diventata anche un simbolo
di stato sociale, come prima erano state le carrozze a cavalli. A
soddisfare la nuova domanda di un mondo desideroso di miglioramento pensò l’americano Henry Ford, il re delle automobili, introducendo nella sua fabbrica la produzione “in serie” di
veicoli in grande quantità e a prezzo ragionevole. Gli autoveicoli
dovevano essere quanto più simili fra loro, “standardizzati”, e
venivano messi insieme in una “catena” di montaggio da operai
affiancati, ciascuno dei quali doveva fare lo stesso gesto, mentre i
veicoli avanzavano su un nastro trasportatore, per uscire alla
fine pronti al viaggio. Una delle prime automobili prodotte in
grande serie negli Stati Uniti era il favoloso “modello T” che
Ford si vantava di poter offrire di qualsiasi colore purché fosse
nero ! La lunga strada avrebbe anche incontrato vari inconvenienti di natura ambientale. Il primo è stato rappresentato dal
fatto che i motori a scoppio, con ciclo Otto a benzina o Diesel a
gasolio, funzionano quasi esclusivamente bruciando un derivato
del petrolio; la loro “perfezione” viene pagata con l’inevitabile
produzione, durante la combustione dei carburanti, di gas che
sono nocivi per la salute, principalmente ossido di carbonio, poi
ossidi di azoto, insieme a polveri e idrocarburi cancerogeni.
Molti tentativi di perfezionamento dei carburanti per renderli
più adatti ai motori capaci di muovere veicoli veloci e grandi,
sono stati accompagnati da crescenti inquinamenti dell’atmosfera, soprattutto dell’aria delle città. Il piombo tetraetile, uno
degli additivi per benzina di maggior ”successo”, usato per mezzo secolo, ha avvelenato migliaia di persone con i composti del
piombo scaricati dai tubi di scappamento. Il “miglior” agente di
attrito dei freni e delle frizioni è stato per decenni a base di
amianto; l’usura dell’amianto e della gomma dei pneumatici sono stati fonti di polveri nocive nell’aria. L’aumento della popolazione di autoveicoli si scontra anche con la limitata capacità
ricettiva delle strade e delle città, come si vede nelle città europee
col traffico congestionato. Senza contare che quando un autoveicolo non serve più, la sua “rottamazione”, cioè lo smantellamento per recuperare una parte dei materiali ancora utili,
comporta rilevanti problemi di inquinamento. Trappole tecnologiche ben note ai paesi industriali ormai sazi, anche troppo, di
autoveicoli ma in cui cadranno i paesi emergenti, così assetati
delle ”Insolent chariots”, le invadenti carrette, come lo scrittore
americano John Keats ha definito le automobili.
RASSEGNASTAMPA
2
martedì 1 luglio 2014
LA STRAGE DEGLI IMMIGRATI
Nel barcone soffocano
in trenta. «Qui non c’è
posto per i cadaveri»
Nuova tragedia
nel Canale di Sicilia
A bordo della carretta
erano in 600
● Il sindaco di Pozzallo:
«Piene le due uniche
celle frigorifere
del cimitero» ● Il Sap
denuncia un possibile
caso di vaiolo
●
#iostoconlunita
«Trenta cadaveri? Trenta cadaveri dove
li mettiamo?» Il sindaco di Pozzallo, praticamente buttato giù dal letto dalla Marina Militare, è costretto ad un conto
macabro. Due celle frigorifere, le uniche del cimitero, ospitano già i corpi di
due profughi che aspettano ancora sepoltura. «Come facciamo? Non c’è spazio». È praticamente l’alba quando la
fregata Grecale avvista al largo delle coste siciliane un grosso peschereccio stipato all’inverosimile. Si vede benissimo
anche da lontano: sul barcone è appoggiata una tettoia che traballa, sopra sono stipate una ventina di persone, sotto
ci sono gli altri pigiati come sardine. I
morti sono nella stiva di prua, soffocati
nella calca si suppone. La barca è tanto
pesante che galleggia a metà, praticamente sprofondata in acqua. Seicento
persone stipate su un peschereccio di
30 metri. «Mai vista una cosa così - dice
il capitano Stefano Frumento - Sono tanti anni che soccorro i profughi in mare,
ma non ho mai visto tanta gente in così
poco spazio». Il capitano Frumento capi-
sce che deve fare in fretta e prima di
agganciare la nave carica su un gommone dei grandi sacchi neri. Sono i salvagente, per prima cosa i salvagente. «Nessuno di loro li aveva - dice adesso - . Non
avevano la minima misura di sicurezza». Il peschereccio avvistato dalla Grecale arriverà questa mattina a Pozzallo
e il primo cittadino Luigi Ammatuna ha
poche ore di tempo per capire come affrontare questa ennesima emergenza.
A bordo c’erano, ci sono, 566 profughi.
Alcuni deceduti per asfissia, alcuni forse per annegamento visto che la metà
della stiva viaggiava sott’acqua. Non potevano far nulla al momento, impossibile spostarli, quindi hanno prima trasbordato i vivi sulla Grecale, poi hanno deciso di trainare i morti sulla carretta fino
al porto di Pozzallo. E questa mattina a
Pozzallo è arrivata anche la corvetta
Chimera con altri 353 migranti sottratti
al mare.
Sono 5mila gli immigrati soccorsi nelle ultime 48 ore nel Mediterraneo. Le
navi militari praticamente non fanno altro. Caricare cadaveri, soccorrere chi ce
l’ha fatta. Si prova a contare, certamente sono sette i barconi soccorsi e arrivano in condizioni sempre peggiori. Verso
Taranto è diretta la nave anfibia San
Giorgio; a bordo ha 1170 migranti. Il pattugliatore d’altura Dattilo che viaggia
.. .
Sono 5mila gli immigrati
soccorsi nelle ultime 48
ore nel Mediterraneo
a bordo di 7 imbarcazioni
.. .
Il primo cittadino
di Taranto Stefàno
a Lorenzin: «Preoccupato
per i rischi sanitari»
con 1096 immigrati è diretto verso il
porto di Augusta. La rifornitrice Etna,
che di migranti ne porta 1044, arriverà
oggi nel porto di Salerno. E ancora il
mercantile Mare Atlantic, 235 immigrati, diretto a Messina; la motovedetta
Corsi ne porta 341 e si dire a Porto Empedocle; il mercantile City of Beirut,
105 migranti e il mercantile Ticky, 190,
in viaggio verso Trapani.
Poi c’è il dramma del pattugliatore
Orione che viaggia con 396 immigrati
verso Messina e un caso sospetto di vaiolo a bordo. I medici che sono saliti a bordo per i primi soccorsi hanno dovuto
lanciare subito l’allarme: «Il paziente è
stato isolato - ha comunicato ufficialmente in una nota il ministero della Salute allertato subito dai militari ma senza menzionare la patologia - . La malattia infettiva è di interesse per il Regolamento sanitario dell’Oms, il ministero e
la Marina proseguono la sorveglianza
sanitaria per i potenziali rischi infettivi
connessi ai flussi migratori». Ma i sindaci cominciano ad allarmarsi. E anche il
Sap (il sindacato di polizia) che ha riferito: «La Croce Rossa ha minacciato di
non impiegare il proprio personale in
assenza di adeguate misure di profilassi». La nave sarà messa in quarantena.
In questo momento però l’allarme sanitario si sta alzando alimentando polemiche. Ezio Stefano, primo cittadino di Taranto, ha scritto ai ministri della Salute,
Beatrice Lorenzin, e dell'Interno, Angelino Alfano dopo aver appreso che alcuni militari impegnati nell'operazione
«Mare Nostrum» avrebbero contratto
la Tbc durante gli interventi di assistenza ai profughi. Ora chiede che vengano
destinati all’ accoglienza solo «quei volontari e quelle unità per i quali è accertata la condizione di non rischio. È legittima la preoccupazione che i tanti volontari addetti ai servizi di assistenza a terra possano contrarre tale infezione, se
non sono già venuti a contatto con il bacillo di Koch».
LA PROPOSTA DELL’ARCI
Titolo di soggiorno europeo e canali d’ingresso
Canali di ingresso umanitari e titolo di
soggiorno europeo. È la «ricetta»
dell’Arci per evitare il ripetersi di
nuove tragedie del mare. «La risposta
dell'Europa - sottolinea l’Arci - è stata
la costituzione di Frontex, cioè di un
sistema di controllo aereo-navale
volto non ad assistere ma ad impedire
l'arrivo delle imbarcazioni. E il nostro
governo ne chiede il rafforzamento,
sensibile forse ai soliti attacchi
scomposti della Lega, che vuole la
chiusura dell'operazione Mare
Nostrum. L’Arci è invece convinta che,
per evitare altre tragedie, la via sia
quella di aprire canali di ingresso
umanitari, affidandone la gestione alle
organizzazioni delle Nazioni Unite che
di questo si occupano (in primo luogo
l'Unhcr) in tutto il mondo. Questo non
solo garantirebbe la sicurezza dei
profughi, ma impedirebbe ai mercanti
di morte di continuare a fare affari
sulla loro pelle». L'altra misura
sollecitata dall'associazione «è
l'applicazione della direttiva europea
sulla protezione temporanea in caso di
afflusso straordinario di persone in
cerca di protezione, rilasciando a
coloro che arrivano dalle principali
aree di crisi un titolo di soggiorno
valido in tutta l'Ue. Adottare queste
due proposte sarebbe il modo
migliore per iniziare il semestre di
presidenza italiana dell'Unione
europea, dando un segnale chiaro di
come l'Europa, fedele ai principi della
sua costituzione».
«Asilo e prima accoglienza, siamo ancora lontani»
Sono in prima linea a Lampedusa come
nei campi profughi sorti ai confini della
martoriata Siria. Ogni giorno hanno a
che fare con una umanità sofferente
che spesso, troppo spesso, diviene vittima dei trafficanti di esseri umani e delle organizzazioni criminali che fanno affari miliardari sulla pelle di quanti provano a sfuggire all’inferno dei loro Paesi, imbarcandosi sulle carrette del mare, in viaggi che per decine di migliaia
di loro, finiscono tragicamente. Per
questo, per l’esperienza maturata sul
campo, è importante ascoltare la voce
di Carlotta Sami, portavoce italiana
dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr).
Ancora una tragedia nel Canale di Sicilia:
unatrentina dimigranti sonomorti, forse
perasfissia,inunbarconecheèstatosoccorsol’altranottedaunanavedellaMarina militare. Qual è la reazione
dell’Unhcr?
«La prima reazione è quella di una profonda tristezza per queste persone, anche perché tutte loro, purtroppo, sanno di rischiare la morte in questi tipi di
viaggi. Dovremmo interrogarci, tutti,
su cosa significhi avere consapevolezza
dei rischi che si corrono in questi viaggi
e tuttavia si tenta lo stesso. Stiamo parlando di persone, uomini, donne, bambini, che subiscono ricatti, pestaggi, le
più indicibili sofferenze, ma nonostan-
L’INTERVISTA
Carlotta Sami
La portavoce italiana
Unhcr: «Si passi dalla fase
dell’emergenza a quella
della programmazione. Il
salvataggio in mare diventi
un’operazione europea»
te ciò preferiscono tentare la sorte pur
di sfuggire a guerre, violenze, pulizie etniche, stupri di massa...».
Dolore, dunque, e anche rabbia?
«No, rabbia no, piuttosto parlerei della
consapevolezza che le risposte a questa
situazione vanno date con la massima
urgenza perché ogni ritardo può causare più morti».
A chi vi rivolgete in particolare?
«Come Unhcr abbiamo posto l’accento
sul fatto che proprio alla vigilia del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, si debba dare molto spazio
al salvataggio in mare, facendolo diventare una operazione europea. Inoltre,
abbiamo sollecitato l’importanza della
solidarietà per garantire accesso al territorio e protezione per i richiedenti asilo. Quello che chiediamo è di aumentare la flessibilità del sistema di asilo
nell’Ue, incrementando i posti per le
operazioni di reinsediamento e ammissione umanitaria e per i ricongiungimenti familiari».
Questo per quanto concerne l’Europa. E
dall’Italia cosa vi attendete?
«All’Italia chiediamo che finalmente si
finalizzi il piano per la prima accoglienza, il miglioramento delle strutture e
l’efficienza delle procedure di asilo. In
altri termini, ciò che ci attendiamo
dall’Italia è che vari un efficace piano di
accoglienza e passi dalla fase dell’emer-
genza a quella della programmazione».
Inconcretocosaintende l’Unhcrperprogrammazione?
«Ad esempio, regolamentare questi
flussi per i primi 2-3 giorni dopo l’arrivo, identificare le persone che arrivano
e allargare questa condivisione di responsabilità agli altri Stati dell’Europa».
Donne e uomini dell’Unhcr operano, con
straordinaria professionalità e altrettanta umanità, nei luoghi di maggiore sofferenza, soprattutto nel Vicino Oriente e in
Africa. Quanto pesano nelle tragedie del
mare che si susseguono senza soluzione
di continuità, le vicende che segnano
quelle aree del mondo?
«Pesano tantissimo. Le persone che arrivano sono prevalentemente siriani,
eritrei, somali, maliani.. Migliaia e migliaia di esseri umani che fuggono dalle
guerre, dalle violenze, dal terrorismo.
Non cercano fortuna, cercano di sopravvivere».
Cosa è diventato il Mediterraneo?
«È diventato una delle frontiere principali verso l’Europa, la frontiera che occorre attraversare per trovare la salvezza. Ma è una frontiera molto rischiosa.
e lo è anche, e per certi versi soprattutto, perché c’è l’impossibilità di lavorare
per evitare questi rischi, in particolare
in Paese come al Libia, dove l’Unhcr
non è accreditata. Un Paese che non ha
sottoscritto la Convenzione di Ginevra
sui rifugiati e quindi non riconosce
neanche lo status di rifugiato a quanti,
disperati, arrivano in Libia».
Tornando all’Europa, dietro il rimpallo
delle responsabilità c’è solo cecità o che
altro?
«La verità è che ci troviamo a fare i conti con un fenomeno in qualche modo
strutturale e al tempo stesso nuovo nella sua entità e caratteristiche. Tutta
l’Europa è chiamata in causa, ma in modi diversi. L’Italia, ad esempio, ha delle
difficoltà evidenti nella prima accoglienza, ma è vero che altri Stati
dell’Unione accolgono molti più rifugiati rispetto al nostro paese. Quello che
noi diciamo è che occorre dare concretezza al principio di solidarietà, il che
significa accogliere i rifugiati direttamente negli Stati membri dell’Ue senza
che debbano rischiare di attraversare il
mare».
Come dare concretezza a questo principio?
«Prevedendo misure di esame delle richieste di asilo già nei Paesi di transito
dei rifugiati, in Libia, ad esempio. Inoltre, ampliando il numero di di quelli
che provengono direttamente dai campi dei rifugiati, quello che ha fatto dieci
giorni fa la Germania portando a 10mila le ammissioni umanitarie e di reinsediamento per i rifugiati siriani».
RASSEGNASTAMPA
3
martedì 1 luglio 2014
Dalla Ue la promessa di più soldi
e di un commissario ad hoc
● Il prossimo presidente Ue, Juncker, starebbe
pensando di inserire nella sua squadra una figura
dedicata alla questione delle migrazioni
● Malmstrom: attingeremo dalle risorse esistenti
#iostoconlunita
Sopra, un momento dei soccorsi
Sotto, il peschereccio dove erano
stipati i 30 cadaveri FOTO MARINA MILITARE
Jean-Claude Juncker, designato dai
28 come prossimo presidente della
Commissione europea, sta pensando
di inserire nella sua squadra per il
nuovo Esecutivo Ue un commissario
dedicato alla questione delle migrazioni. «La questione sarà dibattuta dopo il 16 luglio» ha detto una fonte giorno in cui Juncker sarà formalmente
eletto presidente della Commissione
dal Parlmento europeo. «In ogni caso,
un commissario per le migrazioni e la
mobilità è una delle opzioni allo studio della sua squadra di consiglieri»
precisa la fonte vicina a Juncker. Nelle ultime Commissioni, il tema dell’immigrazione è stato parte della competenze del commissario agli affari interni.
Nell’attesa dell’insediamento di
Juncker la Ue, secondo il commissa-
rio agli affari interni Cecilia Malmstrom, sta cercando il modo di «contribuire maggiormente» dal punto di vista finanziario, ma «nell’ambito delle
risorse esistenti», per «aiutare l'Italia
nei suoi sforzi di gestione della pressione crescente di migranti e richiedenti asilo». La Malmstrom, in un comunicato, esprime il suo rammarico
per le nuove vittime nel Mediterraneo e ringrazia le autorità italiane
«per il loro sforzo significativo che ha
portato al salvataggio di circa 5000
persone negli ultimi giorni». Per il
commissario i morti dimostrano «i
trafficanti e i criminali non hanno rispetto per le vite umane e dobbiamo
urgentemente aumentare i nostri
sforzi per combatterli».
La Commissione, spiega la Malmstrom, «sta cooperando da vicino con
la presidenza italiana su questo fronte, e sta preparando un piano europeo contro il traffico di migranti, con
la partecipazione di Europol e Frontex, e concentrandosi sulle azioni prioritarie in collaborazione con i Paesi
terzi». Lo scopo «è combattere le reti
criminali laddove hanno le basi operative e lavorare insieme per smantellarle». La Malmstrom ricorda di aver
avuto un incontro con Alfano giovedì
scorso, nel quale ha «riaffermato che
la Commissione è pronta a aiutare
l'Italia nei suoi sforzi per gestire la
pressione di migranti e richiedenti asilo». Al momento, ricorda il commissario, la Ue sta rendendo disponibili 4
milioni di euro nell'ambito dell'assistenza d'emergenza all'Italia, ma vorrebbe fare di più: «Stiamo cercando i
modi per contribuire anche di più,
nell'ambito delle risorse esistenti, al
finanziamento degli sforzi italiani per
ospitare migranti e rifugiati». E rilancia l'appello agli altri Stati Ue affinchè «forniscano posti per riallocare i
rifugiati in Europa direttamente dai
campi profughi dei Paesi terzi, nell'
ambito del programma dell'Unhcr».
Questo «eviterebbe a persone vulnerabili di mettere le loro vite nelle mani di questi mercanti della morte per
cercare di raggiungere le coste europee e avere la protezione di cui hanno
diritto».
Se l’Italia resta da sola a fronteggiare la marea
D
a una parte una contabilità che
si fa ogni giorno più preoccupante, dall’altra una Unione Europea che al massimo si è limitata a qualche buon proposito espresso sempre e
soltanto a parole. Da una parte un impegno concreto, oneroso, che ha permesso di salvare migliaia di vite umane anche a costo di spendere milioni di euro
sottratti a bilanci che non tornano mai
in tempi di crisi e spending review,
dall’altra istituzioni continentali che
hanno già spiegato di non essere disposte ad aprire i cordoni della borsa, come
se il problema immigrazione riguardasse soltanto l’Italia e non la frontiera meridionale dell’Unione. Sullo sfondo,
quell’allarme sollevato un mese fa dal direttore centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, Giovanni Pinto, ascoltato in audizione dalle commissioni Difesa ed Esteri riunite del Senato:
«Un nostro esperto immigrazione a Tripoli parla di 800mila presenze in territorio libico pronte a partire verso l'Europa» ha detto Pinto, sottolineando che i
migranti sono «eritrei, somali, sudanesi,
senegalesi, gambiani». Un esodo potenziale favorito dal fatto che «in quel paese
c’è la percezione di assoluta mancanza
di controllo e rischiamo in prospettiva
di vedere aumentare sensibilmente il numero di clandestini. In Libia non c’è un
primo ministro, non c’è alcuna compagine governativa, non ci sono ministri».
Ci vorranno ancora diverse settimane prima che la nuova commissione europea venga costituita e per verificare
se eventualmente possa esserci un cambio di linea, per ora la linea di Bruxelles
è quella ribadita nei giorni scorsi dal
Commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia Malmström, in una intervista al Wall Street Journal: «sono
piena di ammirazione per il piano Mare
Nostrum che ha salvato migliaia e migliaia di vite umane - le sue parole - Ma
sostituire questo piano d’intervento con
Frontex è impossibile. Non abbiamo i
soldi». Tradotto in parole semplici, l’Europa non ha intenzione di destinare ulteriori fondi per il rafforzamento
dell’agenzia europea fondata nel 2004
il cui compito, da statuto, sarebbe quello di «agevolare e rendere più efficace
l’applicazione delle misure dell’Ue, esistenti e future, relative alla gestione delle frontiere esterne, assicurando il coordinamento delle azioni degli stati membri» e di fornire «il sostegno tecnico e le
conoscenze specialistiche di cui necessi-
IL DOSSIER
#iostoconlunita
L’operazione «Mare
Nostrum» costa all’Italia
fra i 6 ei 9 milioni di euro
al mese, ma da ottobre ha
salvato 60mila vite e fatto
arrestare più di 200 scafisti
tano» e soprattutto promuovere «la solidarietà tra i paesi membri».
Discorso che evidentemente non
sembra riguardare l’Italia visto che
dall’ottobre scorso, l’Unione Europea
non ha di fatto battuto un colpo a sostegno del nostro paese e del suo impegno
nel canale di Sicilia. Eppure i numeri fotografano senza ombra di dubbio il lavoro delle nostre forze armate: dal momento del suo varo ad ottobre scorso,
dopo la strage in cui persero la vita quasi 400 persone, le navi impegnate
nell’operazione Mare Nostrum hanno
recuperato in mare 55.915 persone (i dati sono aggiornati a ieri) di cui 43.463
uomini, 6.003 donne e 6.449 minori assicurando alla giustizia più di 200 scafi-
sti. Risultati ottenuti attraverso l’impiego costante di sei unità navali, due elicotteri e tre velivoli (di cui uno senza pilota
di tipo Predator) a costante monitoraggio di un tratto di mare ampio circa
71mila metri quadrati, un’estensione pari a circa tre volte quella della Sicilia.
Uno spiegamento di forze che all’Italia
costa fra i 6 e i 9 milioni di euro al mese e
che negli otto mesi di servizio ha già im-
piegato risorse quasi pari al bilancio di
Frontex per l’anno in corso, fissato a 98
milioni di euro. Solo che se i risultati di
Mare Nostrum sono sotto gli occhi di tutti, quelli di Frontex sono tutti da verificare. Anche per questo, tre settimane fa, il
ministro dell’Interno Angelino Alfano,
in una telefonata con il Commissario europeo uscente agli Affari Interni, Cecilia
Malmström, aveva espresso la «necessità di una exit strategy da Mare Nostrum, che preveda tempi e scadenze
certi, in un’auspicabile collaborazione
con l’Unione Europea». E la risposta, come abbiamo visto, è stata negativa su
tutta la linea.
Come se il fenomeno migratorio in arrivo dall’Africa del Nord e dal Medio
Oriente fosse solo un problema italiano.
Un problema che, peraltro, sembra destinato ad aggravarsi vista la crescente
instabilità dell’area. E lo dicono ancora
una volta i numeri: da gennaio ad aprile,
secondo i dati forniti dal vicedirettore di
Frontex Arias Fernandez, i migranti approdati in Italia dopo aver attraversato
il Mediterraneo sono stati 26.220. Ciò
significa che rispetto allo stesso periodo
del 2013 gli sbarchi sono aumentati
dell’823%. Il numero sale poi a 36mila,
secondo quanto riferito dal ministero
dell’Interno, se si considera il periodo
gennaio-maggio. Numeri che sono tornati ad aumentare, quindi, e che hanno
già raggiunto dimensioni paragonabili
a quelle del 2011 quando l’emergenza si
fece insostenibile sulla scorta dell’instabilità causata dall’esplosione delle cosiddette primavere arabe. Nel 2002, infatti, i migranti che avevao raggiunto le nostre coste erano stati 23.719, dato poi
sceso nel 2003 a quota 14.331 per e a
13.635 nel 2004. Un picco è stato registrato ancora nel 2005 quando sono
sbarcati 22.939 persone. Gli sbarchi sono rimasti pressoché costanti sulle
20mila presenze sia per il 2006 che nel
2007 mentre nel 2008 la cifra è schizzata a 36.971 persone. In questi dodici anni il minor numero di sbarchi è quello
relativo al 2009 e 2010 quando sono arrivati rispettivamente 9.573 e 4.406 migranti. Ma se il fenomeno sembrava essersi fermato o comunque aver rallentato il flusso di sbarchi, nel 2011 ha raggiunto il picco maggiore: 64.261 migranti sbarcati in Italia da gennaio e dicembre contro i 13.267 del 2012. Ma già nel
2013 il trend si è invertito precipitosamente per un totale di 42.925 ingressi
via mare.
RASSEGNASTAMPA
4
martedì 1 luglio 2014
POLITICA
Il governo: «Avanti
con Mare Nostrum»
Lunga pre-riunione sull’immigrazione fa slittare
il Cdm: mancano i fondi per soccorsi e accoglienza
● Renzi: «Riforme all’insegna della partecipazione,
ora due mesi per il confronto e poi si decide»
●
#iostoconlunita
Matteo Renzi arriva in conferenza
stampa poco dopo le 20.30 della sera,
dopo una giornata fitta di incontri su
immigrazione, giustizia, riforme e un
cdm iniziato con oltre due ore di ritardo. Una giornata intensa, difficile, per
le notizie delle morti in mare, per i tre
ragazzi israeliani rapiti 18 giorni fa e
ritrovati morti vicino Hebron. «È stata
una giornata in cui i sentimenti sono
molto contrastanti per ciò che è accaduto. Il cdm si è aperto col pensiero ai
tre ragazzi israeliani uccisi. Abbiamo
espresso tutto il dolore nei confronti
delle famiglie e del popolo israeliano
per ciò che è accaduto in modo così tragico e ingiusto», dice. Poi, le altre vittime, quelle del mare: «Esprimiamo dolore per ciò che accade quotidianamente sul nostro mare, ma anche la grande
convinzione per quello che stiamo svolgendo come Italia. Quanti sarebbero
stati i morti senza l'azione del governo?». Rivendica il lavoro del governo,
ma lancia una frecciata anche a proposito delle riforme all’esame del Senato,
«è stata un'ottima giornata per le riforme alla faccia dei gufi. Il lavoro proseguirà nelle prossime ore. Siamo molto
convinti e ottimisti», dice mentre nello
stesso momento le agenzie di stampa
annunciano che è stato votato l’emendamento che abolisce il bicameralismo
perfetto. Il timing è stretto, non è un
caso che proprio da Palazzo Chigi, raccontano fonti accreditate, sia partito
l’invito a rinviare la riunione del gruppo dei senatori dem indetta per oggi
dal capogruppo Luigi Zanda. Ufficialmente uno slittamento dovuto a impegni delle commissioni, in realtà il presi-
.. .
Alfano: «Ogni sforzo sarà
fatto per fermare
i mercanti di morte, su
questo ci giochiamo tutto»
dente del Consiglio vuole che si vada
avanti, perché domani inizia il semestre italiano di presidenza Ue e l’Italia
deve presentarsi con un percorso riformatore avviato.
Le riforme istituzionali e quella della giustizia, la vera nota dolente. Renzi
annuncia la rivoluzione destinata ad accelerare i tempi del processo civile e il
funzionamento del sistema giudiziario, a cui l’Europa e gli investitori guardano con grande attenzione. Il metodo, spiega, è quello che si è dato il governo, il metodo Renzi, per capirci: da
adesso due mesi di tempo per il confronto tra le parti, mail all’indirizzo del
governo che verranno lette una per
una, proprio come è accaduto per la riforma della Pubblica amministrazione, ma poi si decide. «Mi fa sorridere
chi dice che questo Governo fa le riforme da solo. Stiamo facendo la più grande operazione partecipata della storia», puntualizza rispondendo indirettamente ai sindacati e alle parti sociali.
Altro tema al centro dei lavori di ieri
è stato l’immigrazione, a cui il premier
ha dedicato un lungo vertice prima del
Consiglio dei ministri con il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio e
i ministri della Difesa Roberta Pinotti,
dell'Interno Angelino Alfano, degli
Esteri federica Mogherini, dell'Economia Pier Carlo Padoan. Mentre la cronaca racconta di sbarchi e morti, di migliaia di immigrati che arrivano sulle
nostre coste, sono 61.585 quelli arrivati
fino ad oggi, il Cdm ha dovuto affrontare anche il nodo dei fondi da destinare
all’emergenza sbarchi: 100 milioni la cifra necessaria per l’oggi, quasi 300
quelli da recuperare entro la fine
dell’anno, altrimenti non sarà possibile
far fronte ai soccorsi e all’accoglienza
dei migranti. Anche per questo ieri si è
lavorato a lungo con il ministro Padoan, perché alla luce della nuova
drammatica emergenza sbarchi quei
soldi sono fondamentali. D’altra parte
Renzi è convinto che senza l’operazione Mare Nostrum i nostri mari sarebbero pieni di cadaveri, molto più di quan-
to stia accadendo.
In questo semestre Ue «sull'immigrazione ci giochiamo tutto», dice il ministro dell’Interno Angelino Alfano, a
cui Renzi lascia il compito di parlare in
conferenza stampa. «I mercanti di morte hanno fatto altre vittime. Ogni sforzo sarà fatto contro i mercanti di morte», dice il titolare del Viminale (che i
rumors danno in uscita verso gli Esteri
- quando la ministra Mogherini diventerà miss Pesc - dopo la gaffe sul caso di
Yara Gambirasio).
Un tema, quello dell’immigrazione,
che l’Italia non può risolvere senza
l’aiuto concreto dell’Europa. Non a caso il ministro Alfano dice che giovedì al
Quirinale ci sarà l’incontro tra il governo italiano e la commissione europea,
ma, aggiunge, «è stata annunciata l'assenza del commissario Malmstrom.
Con il presidente Renzi abbiamo convenuto che giudichiamo molto grave l'assenza». Per questo se la commissaria
agli affari interni, Cecilia Malmstrom,
che ieri ha detto che l’Ue sta cercando
il modo «di contribuire maggiormente» dal punto di vista finanziario per
aiutare l’Italia, non sarà presente all’incontro, « il presidente del consiglio e il
governo si riserverebbero importanti
azioni anche sul piano diplomatico,
perché sarebbe considerato un segnale
negativo anche sul tema del rapporto
tra il governo italiano e l'Unione europea», dice il ministro chiudendo la conferenza stampa. Ma ieri durante il consiglio dei ministri è stato anche annunciato che sarà l'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci il commissario Ue indicato dall'Italia per i prossimi 4 mesi, in
sostituzione di Antonio Tajani. «Un servitore dello Stato, che può darci una
mano in questi 4 mesi su tante questioni europee aperte», ha spiegato Renzi.
Altro annuncio in vista del semestre italiano: «Sono felice di poter aprire il semestre, grazie anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con
la cittadinanza italiana a Joseph Wiler,
presidente dell'Istituto universitario
europeo di Fiesole».
.. .
Il presidente del Consiglio:
«Quanti sarebbero stati
i morti senza l’azione
del governo?»
«Sporchi di sangue»
Bufera su Salvini
#iostoconlunita
«Altri 30 morti su un barcone. Altri
30 morti sulla coscienza di chi difende Mare Lorum. Fermare le partenze, aiutarli a casa loro, subito! Le camicie di Renzi e Alfano sono sporche
di sangue. O no?» A scrivere queste
parole su Facebook è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, suscitando sdegno e proteste nei partiti
della maggioranza, e non solo.
«Di fronte alla morte, le speculazioni di Matteo Salvini sono indegne»,
dichiara Davide Faraone, responsabile welfare del Pd. «Per le sue piccole
convenienze - prosegue Faraone preferisce non capire e non vedere cosa accade a pochi chilometri dalle nostre coste lavandosi le mani e la coscienza con parole miserabili. Cerca
visibilità sulle tragedie altrui proponendo soluzioni inutili e irrealizzabili».
Reazioni dure, com’era facile attendersi, anche dal Nuovo centrodestra, il partito di Angelino Alfano.
«Abbiamo sempre sostenuto che
l’operazione Mare Nostrum non può
essere a tempo indeterminato e in
questo senso il governo ha attivato
un’opera di responsabilizzazione in
sede europea - spiega Gaetano Qua-
La risposta si chiama «ammissione umanitaria»
SEGUE DALLA PRIMA
Sono state, innanzitutto, le cifre crudeli
di questa macabra contabilità, che ci
hanno indotti a elaborare una proposta
di «ammissione umanitaria». Un piano,
formulato nei mesi scorsi, all’indomani
del naufragio del 3 ottobre a largo di
Lampedusa. Oggi quel piano, già sottoposto ai rappresentanti del governo, alle più alte cariche istituzionali e alle
principali organizzazioni internazionali, e che ha raccolto consensi e osservazioni, appare più che mai indifferibile.
In estrema sintesi, si tratta di anticipare
geograficamente, territorialmente, diplomaticamente, giuridicamente, nei
Paesi della Costa settentrionale
dell’Africa, il momento e la procedura
di richiesta della protezione. E si deve
cominciare a progettare tutto ciò da subito.
Altri trenta corpi si sono aggiunti al
tragico computo dei morti nel canale di
Sicilia, nonostante gli sforzi della nostra
marina militare a cui dobbiamo la vita
di oltre sessantamila migranti tratti in
salvo grazie all’operazione «Mare Nostrum».
Un movimento inarrestabile, carico
LA PROPOSTA
LUIGI MANCONI
Anticipare nei Paesi
della costa settentrionale
dell’Africa il momento
e la procedura di richiesta
della protezione. Ma tutto
ciò va progettato subito
di dolore, che non cesserà con le misure
che l’Ue ha adottato finora né con quanto la task force «Mediterraneo» si appresta a fare in materia di frontiere e di cooperazione giudiziaria e di polizia.
Occorre ampliare il raggio di intervento a livello europeo, alzare lo sguardo e realisticamente percorrere una
strada comune che veda l’Europa protagonista di una politica d'asilo efficace,
in grado di farsi carico di uomini, donne
e bambini, in fuga da guerre e persecuzioni, offrendo loro un’opportunità di vita futura. Una soluzione duratura
nell’ambito della gestione delle migrazioni e della politica di protezione
dell’Unione europea nei confronti dei rifugiati.
Al centro di questa azione umanitaria, la necessità di garantire asilo e protezione dando ai profughi la possibilità
di chiedere soccorso senza dover rischiare la vita attraversando il Mediterraneo. E senza l’intermediazione dei
trafficanti di esseri umani. Un programma di reinsediamento nei paesi europei
che garantisca viaggi legali e sicuri per
poterli raggiungere, con il coinvolgimento di tutti gli Stati membri, stabilen-
do quote di accoglienza per ciascuno stato.
Si tratta, dunque, di istituire centri e
strutture nei paesi della sponda sud del
Mediterraneo (Giordania, Libano, Tunisia, Egitto, Algeria, Marocco), da cui
partono o dove transitano o si addensano i movimenti migratori verso l’Europa. Il primo passo è la realizzazione di
presidi internazionali in quei paesi per
l’avvio della procedura di concessione
di protezione, presidi da istituire sulla
scorta di quelli delle organizzazioni
umanitarie internazionali che accolgono i profughi lì presenti. I presidi andrebbero realizzati dalla stessa Ue, d’intesa con le organizzazioni umanitarie internazionali, attraverso ambasciate e
consolati dei singoli stati o la rete del
Servizio europeo per l’azione esterna.
Le necessarie intese con i Paesi interessati potrebbero rientrare nella cooperazione Ue sul modello dei partenariati
per la mobilità, già conclusi con Marocco e Tunisia.
Questa proposta vuole essere una
traccia, delineata guardando ad esperienze già esistenti - si pensi alla Germania che ha aderito a un programma di
resettlement
(re-insediamento)
dell’Unhcr accogliendo migliaia di siriani - e la sua articolazione può essere differente ricorrendo a strumenti giuridici
e procedure di altra natura. E proprio
perché è forte la consapevolezza delle
difficoltà di rendere concreto un piano
europeo di ammissione umanitaria. Ma
è una traccia che va assolutamente segnata e ulteriormente definita.
Le statistiche pubblicate da Eurostat
nei giorni scorsi riguardanti i rifugiati
accolti in re-insediamenti nella Ue nel
2013 parlano chiaro: sono in tutto
4.840 i profughi siriani inseriti nei paesi
europei. A queste cifre ridottissime vanno accostati i 2,5 milioni di profughi rifugiati all’estero che l'Unhcr stima siano
la conseguenza della guerra in Siria.
Ora tocca all’Italia e al nostro governo, fare in modo che la volontà politica
degli Stati europei si indirizzi verso scenari nuovi, scelte consapevoli e condivise, lungimiranti e coraggiose. Nessun
piano sarà efficace se non si parte dalla
necessità di porre fine alla politica degli
ultimi anni che ha causato solo morte,
incapace di guardare a quanto avviene
al di là del Mediterraneo.
RASSEGNASTAMPA
5
martedì 1 luglio 2014
Falso in bilancio, Csm e civile
«La giustizia non è più un tabù»
A
Il presidente del Consiglio
Matteo Renzi
FOTO ALPRESSE
gliariello - ma se qualcuno in Italia ritiene che a fronte di un così intenso
flusso di richiedenti asilo una politica
di egoistica chiusura ermetica sul modello delle tre scimmiette possa contenere le partenze di migranti, o è in malafede o non ha capito assolutamente
nulla della situazione drammatica determinatasi nel Nord Africa dopo il fallimento delle cosiddette “primavere
arabe”».
«SCIACALLAGGIO»
«Le affermazioni di Matteo Salvini
sull’operazione Mare Nostrum sono
vergognose e indegne», dichiara Khalid Chaouki, deputato Pd e coordinatore Intergruppo parlamentare immigrazione. «Al segretario della Lega prosegue - ricordiamo che l’operazione della Marina militare italiana ha salvato migliaia di vite in quest’ultimo anno, le vite degli stessi immigrati che, è
bene ricordarlo, il suo partito respingeva in mare aperto sino a qualche anno
fa verso morte certa o tra le braccia
del dittatore Gheddafi. Questa di Salvini è un’operazione di sciacallaggio deplorevole, la Lega ormai dimostra di
non avere argomenti, e di cercare un
po’ di notorietà speculando su tragedie sulle quali serve invece riflessione
e ricerca di soluzioni positive».
Cosa ha fatto la Lega quando era al
governo? In cosa si segnalò al ministero degli Interni Maroni? E non porta il
nome di Bossi la peggiore legge che
l’Europa conosca e di cui paghiamo
prezzi altissimi anche in termini di vite
umane? Sono le domande di Emanuele Fiano, capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali della Camera
dei deputati. «Il premier Renzi - aggiunge - ha preso un impegno di fronte
al Parlamento affinché il tema sia posto all’attenzione della Ue e siano adottate al più presto misure con mezzi e
strategie che non possono che essere
assunte dall’intera comunità europea.
C’è chi si occupa di risolvere i problemi e chi continua la campagna elettorale».
ule parlamentari affollate. Di decreti e provvedimenti di legge su
materie che scottano.
Della grande riforma
della giustizia, quindi,
se ne riparla a settembre. Per ora se ne
conoscono i temi e i confini, ma per la
loro realizzazione si può aspettare ancora un po’. «Almeno quei due mesi
per dare tempo a cittadini e professionisti del settore di poter dire la loro»
dice il premier Renzi. Una consultazione on line aperta a tutti all’indirizzo
[email protected] come era già
successo per la pubblica amministrazione. La parola chiave, rivendica Renzi, è «partecipazione, contro tutti quelli che dicono che questo governo decide da solo». L’importante è rispettare
dodici linee guida. Dodici paletti insuperabili ma già di per sè rivoluzionari
perchè toccano santuari inviolabili come il Csm e le intercettazioni. E li toccano in un modo per cui lo stesso Renzi è «molto curioso di vedere cosa scriveranno i giornali e come reagiranno
gli interessati». In un modo nell’altro,
però, il governo vuole dire basta «ai
magistrati che fanno carriera grazie
all’appartenenza a una corrente della
magistratura» mentre è l’ora delle
«carriere basate solo sul merito». Basta anche al meccanismo perverso per
cui «chi giudica non può nominare e
chi nomina non può giudicare». E basta alla pubblicazione sui giornali delle intercettazioni. Si tratta dei punti
4-5 e 10 della lista. Ora, ci si può girare
intorno quanto si vuole, ma l’unico modo per ottemperare a questi principi è
impedire ai giornali di pubblicare le intercettazioni, indebolire il peso delle
correnti durante l’elezione del Csm e
creare una sezione disciplinare specializzata e a se stante. Miele per le papille di Silvio Berlusconi che da venta’anni insegue questi principi.
Il grande giorno della giustizia diventa un giorno scandito da grandi impegni e linee guida ma pochi fatti e zero provvedimenti legislativi. Il consiglio dei ministri inizia con due ore e
mezzo di ritardo per via della correzione, leggi aggiustamento, di bilancio
che deve essere firmato tassativamente entro il 30 giugno, cioè ieri. Alle 19 e
30, quando finalmente i ministri si riuniscono intorno al grande tavolo, tra il
premier Renzi e il Guardasigilli Orlando è già stato tutto chiarito in precedenti riunioni, l’ultima delle quali a fine mattinata. Il ministro della Giustizia ingoia a fatica il fatto di dover rin-
IL DOSSIER
#iostoconlunita
La riforma slitta
a settembre. Dodici
le linee guida. «Carriere
dei giudici basate solo
sul merito». E parte online
la consultazione popolare
viare ancora una volta provvedimenti
già pronti come il falso in bilancio, l’autoriciclaggio, le nuove norme per rendere più efficaci sequestri e confische,
la responsabilità civile dei magistrati e
più di tutto il provvedimento, che doveva andare per decreto, per dimezzare
numeri e tempi dell’arretrato del processo civile («5 milioni e 200 mila cause - ha precisato il premier - e circa
900 giorni per il primo grado, tre volte
in più della media europea. Ma ci rendiamo conto!!!») prevedendo nei fatti
modi alternativi, con l’assistenza di avvocati, per risolvere i contenziosi fuori
dalle aule dei tribunali. Si tratta di un
handicap per lo sviluppo che rende tutto il sistema paese inaffidabile, alla voce giustizia, per gli investimenti.
Al tavolo del consiglio dei ministri
si è molto insistito sul fatto che «il nodo giustizia è stato deideologizzato e
non è più ostaggio degli interessi di
una parte politica». Adesso, finalmente, «un tema che per vent’anni è stato
tabù può essere affrontato senza il ti-
more di violare santuari o riserve ideologiche». Si punta sul «valore culturale» di quello che il governo sta per fare. Perchè anche questo, a suo modo,
fissa la fine di un’epoca. E l’inizio di
un’altra. Dopo di che, visto che è tutto
pronto e da settimane, la nuova epoca
poteva cominciare anche ieri. E la consultazione estiva sa tanto di un modo
per prendere tempo, per non affollare
il Parlamento mentre è impegnato
con le riforme istituzionali e non stressare gli alleati. Primo fra tutti Berlusconi.
L’elenco delle cosiddette linee guide è lungo e realmente rivoluzionario:
i processi civili devono durare al massimo un anno in primo grado; l’arretrato di 5 milioni e 200 mila deve essere
dimezzato («cause di divorzio e altre
che non riguardano la persona saranno decise fuori dalle aule e davanti agli
avvocati» ha precisato poi Orlando);
saranno rinforzati i tribunali specializzati su famiglie e imprese. Ai punti 4 e
5 le due norme sul Csm. Il punto 6 affronta un altro nodo delicato, quello
sulla responsabilità civile dei magistrati. «Vogliamo fare riferimento al modello europeo per cui chi sbaglia per
dolo o per colpa grave, deve pagare».
Per essere chiari, ha aggiunto il premier, «la norma Pini (già approvata
dalla Camera e ora al Senato, ndr) non
va bene». Il modello è europeo prevede la responsabilità indiretta dei giudici. Un testo è già pronto al Senato.
Le linee guida comprendono la riforma del disciplinare sia nella giustizia civile che in quella amministrativa.
E, al punto 8, le norme contro la criminalità economica. «Vogliamo il falso in
bilancio e l’autoriciclaggio » ha aggiunto il ministro Orlando «in una cornice
complessiva anche il nodo della prescrizione e della accelerazione del processo penale». Queste norme sarebbero già pronte e scritte dal legislativo di
via Arenula. Ma si è preferito attendere un po’.
Al punto 10 sono previste le intercettazioni. Nessuna modifica allo strumento investigativo, molte limitazioni
invece alla loro diffusione prima del
processo «nell’ottica di una necessaria
tutela della privacy». Si tratta quindi
di far sì che i giudici per le indagini
preliminari che firmano gli atti preliminari di ogni indagine - ordinanze,
decreti di sequestro o di altri misure
preventive - non consentano più la trascrizione integrale o anche solo per
parti delle intercettazioni ma la loro
sintesi.
A Genova lo smaltimento della Costa Concordia
● L’annuncio del premier: «Comprendiamo chi
sperava in altri porti, ma è la decisione dei privati
e noi l’abbiamo autorizzata» ● Il ministro Galletti:
«Ora vigilare per la massima tutela ambientale»
#iostoconlunita
Il relitto della Costa Concordia
«Nei tempi previsti» la Costa Concordia «sarà smaltita in Italia nel porto di
Genova». Il premier Matteo Renzi dà
la notizia al termine del Consiglio dei
ministri. «Ovviamente - aggiunge Renzi riferendosi alle richieste giunte da
Piombino e da altri porti italiani - comprendiamo coloro i quali speravano in
altri porti, ma la soluzione sulla quale i
privati hanno convenuto, e che noi ben
volentieri abbiamo semplicemente autorizzato, è quella che permetterà di intervenire nel porto di Genova».
Un attimo prima, era stato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti
a twittare la decisione, commentando:
«Soluzione italiana premia nostro impegno, ora vigiliamo per massima tute-
la ambiente». Una decisione arrivata
non proprio a sorpresa - al termine di
un acceso derby fra porti per ottenere
la commessa, con l’attivismo del presidente della Regione Toscana Enrico
Rossi in primo piano - se già prima di
entrare nel Consiglio dei ministri la titolare della Difesa, Roberta Pinotti, sottolineava come «guardando all’interesse nazionale, non c’è dubbio che debba
essere Genova la destinazione» della
nave naufragata il 13 gennaio del 2012
di fronte all’isola del Giglio. «Anche
perché tecnicamente - aggiungeva la
ministra Pinotti - tutti coloro che hanno affrontato questa materia hanno
detto che Genova è il porto dove questo lavoro può essere fatto al meglio e
in sicurezza».
Esultante il sindaco di Genova, Marco Doria, che accoglie una decisione
«basata su considerazioni di carattere
industriale», che «consentirà di liberare presto dal relitto zone ambientali e
turistiche di grande valore. Per questa
stessa ragione - prosegue Doria - il trasferimento verso Genova dovrà avvenire adottando, così come indicato dal
ministero dell'Ambiente, tutte le misure e i controlli indispensabili a salvaguardare l’ambiente del Mar Tirreno e
del Mar Ligure».
Proprio ieri a Grosseto, intanto, si è
tenuta un’altra udienza del processo
per il naufragio, stavolta dedicata
all’esame dei periti del Tribunale che
avevano recentemente depositato due
perizie sul generatore di emergenza e
sugli ascensori.
Ma Greenpeace polemizza proprio
sulle modalità dello smaltimento:
«Non sappiamo cosa accadrebbe se,
com’è già successo, durante il traino si
dovesse staccare un altro cassone. Non
conosciamo previsioni meteo davvero
affidabili a cinque giorni (tanto, e forse
più, ci vorrà per portare la Concordia a
Genova) e non abbiamo certezze su come verranno limitati i rischi di rilascio
dei liquidi pericolosi o contaminati».
RASSEGNASTAMPA
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martedì 1 luglio 2014
POLITICA
Parte il treno riforme
Bicameralismo addio
● Il premier: «Ottima
giornata, alla faccia
dei gufi il percorso
è iniziato» ● Tiene
la maggioranza
in commissione Affari
costituzionali
● Finocchiaro:
«La prossima settimana
saremo in Aula»
#iostoconlunita
Partiti. La commissione Affari costituzionali del Senato ieri ha votato il primo
pacchetto di emendamenti alla riforma
costituzionale. La maggioranza ha tenuto, in molte votazioni anche 4 senatori
di Forza Italia (con l’eccezione di Augusto Minzolini) hanno votato insieme a
Pd e Ncd. «Un’ottima giornata per le riforme. Alla faccia dei gufi il percorso è
iniziato, siamo molto ottimisti», dice il
premier Renzi, «Stiamo andando avanti
bene - ha detto la presidente Anna Finocchiaro - tutti si possono esprimere
ma procediamo celermente. Di sei libroni di emendamenti ne abbiamo già esaurito uno e mi auguro che in tempi brevi
possiamo arrivare in aula. Se continuiamo così avremo raggiunto lo scopo che
ci eravamo prefissati». A chi le chiede se
si potrà quindi portare il testo del ddl in
aula il 3 luglio, Finocchiaro replica: «Il 3
luglio è dopodomani, non voglio fare
promesse o previsioni avventate. Ma
certamente la prossima settimana dovremo essere in grado di andare in Aula». Oggi pomeriggio una riunione dei
capigruppo si esprimerà sulla sbarco in
Aula del delicato disegno di legge che
ridisegna l’architettura costituzionale:
la data probabile, ad oggi, è tra il 9 e il
.. .
Romani: «Accordo vicino
Minzolini? Le 37 firme
non ce le ha: erano
su un’altra proposta»
10 luglio. In tempo, dunque, per un sì
del Senato prima della pausa estiva. E
forse anche prima del 18 luglio, data caldissima per via della sentenza d’appello
per Berlusconi al processo Ruby.
Gli uomini dell’ex Cavaliere in commissione per ora sono stati ligi alle consegne. «Siamo vicini a un accordo complessivo», spiega a l’Unità il capogruppo
paolo Romani. «Ma sulla proporzionalità nella composizione del nuovo Senato
c’è ancora un po’ di lavoro da fare, perché vanno scelti in modo proporzionale
tra le varie forze politiche non solo i consiglieri regionali ma anche i 21 sindaci».
Sul fronte interno a Fi, e in vista della
riunione degli azzurri con Berlusconi
prevista per giovedì, Romani sparge ottimismo: «Sono sicuro che i problemi si
risolveranno. E ribadisco che gli emendamenti di Minzolini non hanno 37 firme di nostri senatori. Quelle firme erano su una sua vecchia proposta di legge
che ormai è superata». Prosegue Romani: «Il senatore Minzolini potrà votare
secondo i propri convincimenti. Ma credo che non saranno in molti a seguirlo...».
Fatto sta che ieri tutti i nodi più caldi
sono stati accantonati. Persino il M5s
ha accettato di accantonare un emendamento sull’elezione diretta dei senatori,
«per aspettare che si sviluppi la discussione dentro gli altri partiti e dare più
chances a questa proposta». Il Pd, a sua
volta, ha disdettola riunione del gruppo
prevista per oggi, a cui avrebbe dovuto
partecipare anche Renzi. Tutti aspettano l’incontro di Forza Italia di giovedì,
con Brunetta sulle barricate per dire no
all’accordo sul Senato, «del patto del Nazareno di cinque mesi fa non so cosa rimanga oggi...».
«Questi primi voti non erano particolarmente difficili: le prove importanti
dovranno arrivare. Ma la determinazione della maggioranza ad andare avanti
è assoluta», dice gaetano Quagliariello
di Ncd. «Su alcuni punti, come la composizione del Senato, la materia viene accantonata, come d’accordo, in attesa
dell'assemblea dei gruppi di Forza Italia», spiega il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti.
Ieri intanto è stato approvato un
emendamento dei relatori che ridisegna le funzioni di Camera e Senato. «La
Camera dei deputati - si legge - è titolare
del rapporto di fiducia con il governo ed
esercita la funzione di indirizzo politico,
la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del governo». Il Senato della Repubblica, invece, «rappresenta le istituzioni territoriali. Concorre
nei casi e secondo modalità stabilite dalla Costituzione, alla funzione legislativa
ed esercita la funzione di raccordo tra lo
Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica». Sì anche a un emendamento
del deputato Pd Roberto Cociancich
che affida al nuovo Senato poteri di «raccordo con l’Unione europea». Approvata infine la modifica al testo del governo
che riduce da 21 a 5 i senatori di nomina
quirinalizia: non saranno più a vita, ma
resteranno in carica 7 anni. Prevista anche una norma transitoria per gli attuali
senatori a vita, che resteranno in carica
7 anni dal momento dell’entrata in vigore del ddl costituzionale.
Il ministro Boschi ha confermato che
nei prossimi giorni incontrerà le forze
politiche di maggioranza e opposizione.
Per ora invece non è in agenda un summit tra Renzi e Berlusconi. Dentro il Pd
invece si avvicina l’accordo su come integrare la platea dei grandi elettori che
eleggono il Capo dello Stato. L’area riformista ha proposto alcuni emendamenti per portare a 100 i delegati regionali (in aggiunta a deputati e senatori) e
sta prendendo piede anche l’ipotesi di
aggiungere i 73 eurodeputati, sponsorizzata dal bersaniano Miguel Gotor e dal
lettiano Francesco Sanna. Ieri le eurodeputate Alessandra Moretti e Alessia Mosca hanno sottoscritto l’ipotesi: «Ci auguriamo che sia presa seriamente in
considerazione».
IL CASO
Il Berlusconi pro-gay scuote Fi. Gasparri: «L’ho sentito, niente adozioni»
Ha scatenato una discussione allarmata,
dentro Forza Italia, l’apertura di Silvio
Berlusconi ai diritti delle coppie
omosessuali. Subito in fibrillazione
Maurizi Gasparri, che sulla questione ha
sentito l’ex premier e fa sapere, ora, di
sentirsi «ampiamente rassicurato da
quanto mi ha detto», «affermando di
essere assolutamente contrario a
matrimoni o ad adozioni gay». Ma è lo
stesso Gasparri che si sente di
aggiungere che «del resto una coppia
gay con diritto all’adozione rischierebbe
di alimentare il turpe commercio degli
uteri in affitto». A smorzare le polemiche
ci prova il consigliere politico e ora
europarlamentare Giovanni Toti che
giudica «doveroso» e «positivo» il
dibattito sui diritti delle coppie gay e
sottolinea di essere contrario alla
possibilità di adozioni. «In Forza Italia
non c’è stato ancora un dibattito sul
tema quindi è difficile dire quale sia la
posizione del partito, ma di base non è il
punto da quale partiremo. Il punto da cui
partire è l’allargamento dei diritti a tutte
le coppie di questo Paese, ma vanno
tutelati i diritti dei figli a crescere in una
famiglia tradizionale». Sul fronte
opposto la posizione di Gianfranco
Rotondi, che rivendica: «Nessun
pregiudizio, sono stato tra i primi
esponenti del centrodestra a parlare di
diritti per gli omosessuali». E intanto un
altro ex colonnello di An, Gianni
Alemanno, avverte: su questi temi «si
può aprire nel centrodestra una
profonda frattura. Dobbiamo chiederci
dove vuole arrivare Forza Italia».
RASSEGNASTAMPA
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martedì 1 luglio 2014
M5S chiede un nuovo incontro
Renzi: «Oggi la risposta del Pd»
Di Maio al premier: «Vediamoci giovedì per
la legge elettorale» ● Polemica nel Movimento sui
compensi degli assistenti degli europarlamentari
●
#IOSTOCONLUNITA
La ministra Boschi
con Calderoli e Finocchiaro
FOTO LAPRESSE
CESANO BOSCONE
Botta e risposta tra Renzi e il M5s sulle
riforme. Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, ieri il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, via twitter,
ha lanciato un appello al premier:
«Renzi, non c’è tempo da perdere e tanto da fare. Noi siamo pronti. Incontriamoci giovedì per la legge elettorale».
La risposta del premier è arrivata in
serata. Non ci sarà un nuovo incontro,
ma una lettera pubblica indirizzata dal
Pd ai grillini, che conterrà le risposte ai
tanti nodi rimasti irrisolti la settimana
scorsa. A partire dall’introduzione delle preferenze, che il M5s considera imprescindibile per proseguire il dialogo.
«La nostra lettera è già pronta», ha detto Renzi ieri sera, annunciando per oggi la sua pubblicazione.
Oggi è anche il giorno della seconda
visita di Grillo ai suoi europarlamentari. Il leader M5s interverrà a Strasburgo alla riunione dell’Efdd, il nuovo
gruppo costruito insieme alla destra
britannica di Nigel Farage. Ma la visita
del Capo politico ha anche un risvolto
tutto interno al M5s. La truppa è nervosa, e nonostante le smentite chieste e
ottenute da Grillo e Casaleggio agli eurodeputati sulle polemiche con il capo
comunicazione a Bruxelles Claudio
Messora, la tensione resta alta. Il sito
giornalettismo ha reso pubblico ieri un
documento (che doveva restare riservato) e che gira da un paio di giorni tra
i grillini: si tratta di un file che contiene
numeri e stipendi della truppa dei collaboratori M5s all’Europarlamento. Il
sito parla di 104mila euro di stipendi
per il gruppo comunicazione, formato
da 24 persone, un numero maggiore
degli eurodeputati che sono 17 (i 24 però si sarebbero già ridotti nelle ultime
ore a seguito delle proteste degli eletti).
Fatto sta che sulla rete grillina la polemica è già divampata. «Qualche assistente parlamentare europeo guadagnerà più di un deputato o senatore 5
stelle in italia. Il parlamentare europeo 5 volte e oltre . Poi i nostri del
Transatlantico ...sono nervosi...la povertà si dimentica subito......comunque», si legge su un profilo Facebook
vicino al M5s di Roma («878 blogger
Beppe Grillo»). «ll disfattismo non ci
appartiene. Non condividiamo sentimenti anti movimento o anti Casaleggio», si legge in un post successivo.
Non mettiamo in discussione codici di
comportamento. Ma ora che "sono sta-
.. .
Grillo oggi a Strasburgo
per la riunione
del gruppo Efdd
con Farage
«Combattere le disuguaglianze
priorità in un partito di sinistra»
è in stile Putin. Lei è d’accordo?
#iostoconlunita
L’INTERVISTA
Polemiche sul video
dell’ex premier
tra gli anziani
Esiste un video, sul servizio di assistenza ai malati di Alzheimer che
Berlusconi svolge all’interno dell’Istituto di Cesano Boscone. A girarlo è
stato, con una telecamera nascosta il
giornalista Stefano Apuzzo (ex parlamentare dei Verdi e consigliere comunale a Rozzano, nel milanese). Immagini finite online e che ritraggono
il leader di Forza Italia mentre offriva la colazione e scambiava battute
con gli ospiti del centro, fino a regalare una collanina d’oro a una anziana
signora, mentre gli altoparlanti diffondevano la canzone “Rosamunda”
in versione ballabile. Ed è subito polemica. Parla di «atto di sciacallaggio
verso anziani malati» la deputata di
Forza Italia Elvira Savino, mentre i
legali dell’ex premier, Franco Coppi
e Niccolò Ghedini, annunciano denunce e una segnalazione al Garante
della privacy, poiché il video è stato
girato «in clamorosa violazione delle
più elementari normative sulla privacy, utilizzando mezzi nascosti ed
invasivi».
ti trovati con le mani in mezzo alla marmellata" con scelte fuori dal mondo (in
Europa ) e soprattutto in prevalenza
con persone fuori M5S o si resettano
scelte indifendibili e si ricomincia un
processo cambiando musica oppure
ne prendiamo atto. Chi deve prendersi
le responsabilità le prenda, incluso
Messora. C'è un silenzio inacettabile e
complice». La protesta è stata rilanciata anche da una radio grillina di Limbiate, in Lombardia. «Quando inizieranno ad eliminare i cerchi magici e a
pensare alla democrazia partecipata?
Casaleggio ci sta sfidando?», si chiede
lo speaker della radio web.
Nel mirino ci sono diversi nomi del
nuovo staff europeo, che non provengono dal mondo degli attivisti e che sono stati scelti direttamente dal gruppo
comunicazione, senza il solito esame
dei curriculum inviati dal basso. Tra i
nomi compaiono anche Monia Albertini e Cecilia Arvedi, ex collaboratori di
europarlamentari delle passate legislature, Pino Arlacchi e Gino Trematerra.
«Se non si coinvolge chi è del movimento, si perdono quelli del movimento.
Non solo, si tradisce chi lavora per questo e si premiano invece quelli che lavorano per altri», si legge ancora sul profilo Facebook 878 blogger. «Ci sentiamo
presi in giro».
Certamente oggi Grillo a Strasburgo dovrà affrontare anche questa grana. Oltre ai malumori di molti eletti
per la stessa alleanza con Farage. Il codice di comportamento firmato dai
candidati prima di entrare in lista, però. parla chiaro. Sugli organici dei
gruppi di comunicazione l’ultima parola spetta a Grillo e Casaleggio. I deputati si adeguino.
Sinistradem, l’area della sinistra del
Pd che si raccoglie intorno a Gianni
Cuperlo, battezzata lo scorso fine settimana a Milano al Centro congressi Ex
Stelline, come spiega il deputato Francesco La Forgia, «non è una corrente,
se la facessimo saremmo dei matti da
rinchiudere». L’ex segretario del Pd
milanese aggiunge: «Vogliamo che
l’idea della sinistra informi le scelte di
tutto il Partito democratico, a partire
da un punto: noi non usciamo dalla crisi se non rimuoviamo il macigno più
grande, che è quello delle disuguaglianze». E nella quotidianità sono tante. Una ha il volto di una studentessa
che La Forgia ha incontrato qualche
settimana fa. «Con gli occhi lucidi mi
ha raccontato che ha dovuto abbandonare l’università perché i suoi genitori
erano stati licenziati - dice - e io ho
pensato che se noi non facciamo tornare quella studentessa a studiare generiamo una ingiustizia sociale oggi, ma
creiamo le condizioni perché non si ritorni a crescere domani, poiché ci priviamo di un’intelligenza, di una risorsa». Eccola la mission della sinistra
del Pd.
Ma come si fa?
«Pensiamo che dalla crisi si esca con
un nuovo modello di sviluppo e noi vogliamo dare il nostro contributo dentro il Pd per riportare al centro il tema
della democrazia, che vuol dire: capire che ruolo devono avere i partiti nel
tempo della disaffezione alla politica,
dei populismi e della semplificazione
del messaggio. Se diamo questo contributo, allora, non siamo una corrente
per definizione, noi vogliamo che quel
40, 8% non sia soltanto un dato elettorale, ma di cultura politica e di radicamento vero nella società italiana».
Francesco La Forgia
«Autoritarismo da Renzi?
Non bisogna essere
tranchant. Sinistradem
vuole allargare lo spazio
del confronto. Sul Senato
chiariamoci le idee»
«Io non userei espressioni che poi si
prestano a strumentalizzazioni e ci
fanno perdere di vista la serietà del dibattito. Sono d’accordo però con chi
dice che se l’approdo è il monocameralismo, allora, dobbiamo occuparci in
modo serio dei controbilanciamenti
per evitare che una maggioranza politica della Camera possa determinare
anche gli assetti del Csm, della Corte
Costituzionale e la presidenza della
Repubblica».
Unsoluzionepotrebbeesserelariduzione del numero dei deputati?
«Se ne può discutere. Credo che non
ci debbano essere tabù».
SinistrademcomesiponeversoqueisenatoridelPdcontrariallariformadelSenato presentata dal governo?
Un banco di prova sono le riforme. Nel
Pd il clima non è dei migliori.
«Su questo tema il Pd deve chiarirsi
un po’ le idee, perché il non detto della
discussione, ora è partita quella sugli
emendamenti alla riforma del Senato,
tocca il modello a cui vogliamo arrivare alla fine. Se ci chiariamo questo
obiettivo la discussione diventa più
semplice. Faccio un esempio: se vogliamo arrivare ad uno schema di monocameralismo, bene, ci dobbiamo occupare però di cosa deve fare il Senato. Insomma serve una discussione un
po’ meno superficiale, sapendo che
dobbiamo fare le riforme nel migliore
modo possibile, dobbiamo farle perché gli italiani le chiedono da tempo».
Per Gotor il progetto sul nuovo Senato
«Premetto che la rappresentazione
fra chi vuole le riforme e chi no è una
caricatura, anche perché se ci fosse
questo confine sarebbe trasversale alle correnti. Bisogna fare le cose per bene e rispettare la funzione dei parlamentari, anche se vale il principio della decisione presa a maggioranza, si
sta discutendo delle istituzioni e della
qualità della democrazia, quindi servono serenità e nervi saldi».
Ancheinunpartitoche,comediceCivati, sarebbe gestito da Renzi al limite
dell’autoritarismo?
«Io credo che la democrazia interna
sia una pianta da curare giorno per
giorno, non si devono dare dei giudizi
tranchant, e non si deve neanche dare
per scontato che essendoci ora un leader forte tutto possa essere delegato a
quella leadership. Penso che il ruolo
di Sinistradem sia di allargare gli spazi del confronto politico, dando anche
un contributo all’interno degli organismi dirigenti, naturalmente per fare
questo occorre che tutti si sentano a
casa».
Il presidente Napolitano
Onu dei giovani
a Roma. Colle:
da qui mondo
più coeso
«Nei confronti del sistema delle Nazioni Unite in quanto strumento
multilaterale per eccellenza l'impegno italiano non ha mai vacillato e
si è anzi convintamente accresciuto
nel corso del tempo, al fine di sostenere iniziative forti e condivise per
la costruzione di un mondo più
equo, coeso e dialogante. Sono dunque lieto che si sia deciso di tenere a
Roma la prima edizione del Wimun
che, ne sono certo, contribuirà a
promuovere e rilanciare, in particolare tra i giovani, la conoscenza del
sistema delle Nazioni Unite, dei
suoi valori e delle sue funzioni».
Lo ha affermato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
nel messaggio di «saluti calorosi» inviato a partecipanti e organizzatori
della prima edizione del «World Federation of United Nations Associations - International Model United
Nations - WIMUN», che si è aperto
ieri Roma. «La complessità e la crescente interconnessione tra i sistemi politici, le economie e le società
del mondo contemporaneo - ha sottolineato Napolitano, in occasione
della simulazione Onu dei giovanipongono alla comunità internazionale sfide nuove, che si affiancano e
sovrappongono a quelle già affrontate nel corso del XXesimo secolo.
Si tratta di sfide che i singoli Paesi
non possono affrontare autonomamente, ma che possono, invece, essere vinte dall'azione concertata di
una comunità internazionale ispirata ai principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite. In questo spirito ha concluso il capo dello Stato- che
auguro a tutti i giovani coinvolti nel
Wimun 2014 ed ai partecipanti ai
lavori di questi giorni di saper dar
vita ad un dibattito proficuo e costruttivo su temi che investono il futuro di tutti noi».
All’iniziativa, che proseguirà fino a venerdì, partecipano un migliaio ragazzi provenienti da tutto il
mondo, da più di cento Paesi. Sono
aspiranti diplomatici che hanno voluto dare il via alla loro partecipazione, nell’incontro inaugurale, issando cartelli con cui hanno chiesto la liberazione delle studentesse
nigeriane rapite da Boko Aram. I ragazzi affronteranno otto ore al giorno di lavoro sui più diversi temi: disarmo, sicurezza alimentare, tolleranza religiosa ed eguaglianza di genere.
Sono stati raggruppati centinaia
di studenti di licei e università provenienti dalle più prestigiose università del mondo, alle prese con il
mondo che cambia. Strategia, conoscenza e talento le parole chiave della simulazione che si svolgerà tra la
sede della Fao e la Sioi, l'Associazione delle Nazioni Unite in Italia che
quest’anno festeggia i suoi 70 anni
ed è presieduta da Franco Frattini
che ai ragazzi ha detto: «Grazie a
questa esperienza, oltre a capire come funziona l’Onu potete immaginare il futuro e credere che i sogni
possono diventare realtà».
RASSEGNASTAMPA
10
martedì 1 luglio 2014
ECONOMIA
Monte Paschi
rimborsa oggi
3,4 miliardi
di Monti bond
La sede romana dell’Istituto nazionale di Statistica
Grande incertezza sulla ripresa
● Stime Istat: il secondo trimestre più debole
delle attese ● Il Pil atteso tra -0,1 e +0,3%
● Il 2014 solo «debolmente positivo» ● Difficile
centrare gli obiettivi di bilancio
#iostoconlunita
La ripresa non si vede. Almeno per
ora. L'evoluzione dell`economia nel
corso del 2014 resta condizionata dagli
«alti livelli di incertezza» e dalle «condizioni ancora difficili sul mercato del
credito, giudicato solo in lieve miglioramento». Parola di Istat. L’istituto di statistica ha diffuso ieri la nota mensile
sull’andamento dell’economia, e le prospettive non sembrano affatto rosee.
«Tenuto conto del dato del primo trimestre e dei valori centrali degli intervalli sui vari passi di previsione - si legge nella nota - la variazione del prodotto lordo nella media del 2014 risulterebbe debolmente positiva».
Tenendo conto delle informazioni
più recenti, prosegue l'Istituto, nel secondo trimestre «l`attività produttiva
dell`industria (al netto delle costruzioni) potrebbe risultare stazionaria. Nello stesso periodo, la variazione con-
giunturale del Pil è prevista ricadere in
un intervallo compreso tra -0,1% e
+0,3%. Vi contribuirebbero positivamente, tra le componenti interne di domanda, la spesa privata per consumi
mentre l`apporto delle esportazioni
nette è stimato essere lievemente negativo. Il Pil è previsto evolvere intorno a
ritmi sostanzialmente analoghi anche
nella seconda metà dell`anno in corso». Parole come pietre, che allontanano sempre di più l’obiettivo fissato dal
governo di una crescita allo 0,8%.
Obiettivo già rivisto al ribasso rispetto
all’1,1% stimato dall’esecutivo Letta.
Già era arrivata la gelata del primo trimestre, tornato in territorio negativo
(-0,1%): se il segno meno dovesse confermarsi anche nel secondo trimestre
saremmo tornati anche tecnicamente
in recessione. «Il recupero dei ritmi di
attività economica - si legge ancora nel
documento Istat - dovrebbe risultare
più graduale di quanto atteso all`inizio
dell`anno». Anche se resta una speran-
za residua. La spesa in beni capitali, infatti, «il principale driver per la ripresa
- scrivono ancora gli esperti - potrebbe
essere favorita sia dalle più favorevoli
condizioni di liquidità delle imprese,
sia dalle operazioni di rifinanziamento
a tasso agevolato annunciate dal consiglio direttivo della Bce di inizio giugno».
Il mercato del lavoro avrebbe segnalato «primi segnali favorevoli» che tuttavia «non delineano una chiara inversione di tendenza». A giugno le attese
di occupazione sono risultate positive
in tutti i settori, a parte la manifattura.
«In aprile tuttavia - si legge ancora nella nota - si è registrata una nuova diminuzione dell’occupazione (-0,3%) mentre il tasso di disoccupazione è risultato invariato rispetto a marzo a quota
12,6% (11,7% nell’area euro)». Ancora
peggio il dato sui prezzi, su cui gli statistici non temono di utilizzare la parola-chiave «deflazione». «In prospettiva
l'inflazione dovrebbe mantenersi intorno agli attuali ritmi fino all'autunno,
evidenziando una moderata risalita
nella parte finale dell'anno - continua
la nota - Gli operatori economici segnalano per i prossimi mesi sviluppi estremamente contenuti per i prezzi. Non
sembrano, quindi, ancora emergere
chiari segnali di allontanamento dal ri-
schio di deflazione».
Il quadro che si prospetta è molto
lontano da quello tratteggiato nel Def.
Per questo si rafforzano i timori di una
manovra da varare in autunno. Anche
se - va detto - proprio le regole del Patto di stabilità dovrebbero concedere
più margini in caso di una crisi ancora
profonda. I numeri con cui dovrà vedersela l’Italia non sono affatto «facili». Si
dovrà operare una correzione del deficit di mezzo punto percentuale, pari a
circa 9 miliardi. Si dovranno stabilizzare gli 80 euro in busta paga, se non ampliarli, come più volte promesso
dall’esecutivo. Altri 10 miliardi. Considerando le altre voci obbligatorie, si arriverebbe a circa 25 miliardi. Per reperire queste risorse finora si punta alla
Spending Review di Carlo Cottarelli,
che ha annunciato un possibile taglio
di spesa di 17 miliardi. Cifra altissima
per i ritmi italiani. Anche eprché ritagliare la spesa improduttiva è molto difficile. Nel 2013 il contenimento della
spesa ha comportato una riduzione reale dei consumi pubblici dello 0,8% del
Pil, quasi 12 miliardi. Che vuol dire meno investimenti e anche minore spesa
per redditi da lavoro. Una rasoiata alle
condizioni di vita delle famiglie. Il risultato è stata solo la recessione, che perdura fino a oggi.
Finisce ufficialmente l’emergenza in
casa del Monte Paschi di Siena. Dopo
la positiva conclusione dell’aumento
di capitale di 5 miliardi, l’Istituto rimborsa oggi gli ingenti finanziamenti
ricevuti dallo Stato.
Una nota informa che la Banca
Monte dei Paschi di Siena, «sulla base dell'esito del periodo di sottoscrizione dell'aumento di capitale, che
ha visto la sottoscrizione del 99,85%
delle azioni offerte per un ammontare di 4,992 miliardi, e delle discussioni con il ministero dell'Economia,
provvederà a riscattare 3 miliardi nominali di Nuovi Strumenti Finanziari», i cosiddetti Monti bond, «oltre a
riscattare i Nuovi Strumenti Finanziari relativi agli interessi maturati
nell'esercizio finanziario 2013 e contestualmente emessi, dietro pagamento di 3,455 miliardi, ammontare
inclusivo degli effetti delle previsioni
del prospetto di emissione dei NSF in
seguito alle vendite della Fondazione
Monte dei Paschi di Siena».
Senza la positiva conclusione
dell’aumento di capitale e la restituzione dei Monti bond, lo Stato sarebbe diventato il maggior azionista della banca senese che, dopo una durissima ristrutturazione passata attraverso il taglio dei dipendenti e degli sportelli, pare avviato alla fase di risanamento e di rilancio.
Rimane, invece, ancora incerta la
designazione del nuovo presidente
della Fondazione Mps dopo le annunciate dimissioni di Antonella Mansi.
La riunione di ieri della deputazione
generale è durata circa un'ora e mezzo ed è stata aggiornata al 7 luglio.
Altre riunioni sono già state convocate per il 18 e il 25. A norma di statuto,
il 10 luglio scocca il termine per la nomina dei vertici (un mese dall'approvazione del bilancio) ma la scadenza
non è perentoria. Forse qualche novità arriverà dopo il palio del 2 luglio.
Piazza del Campo, infatti, sarà anche
terra di incontri e confronti. Tra gli
ospiti attesi, a palazzo Sansedoni, ci
sono i rappresentanti di Btg Pactual
e Fintech, che con la Fondazione hanno stretto un patto parasociale, e Carlo Salvatori, presidente di Lazard italia, advisor della fondazione,
La gelata dei prezzi: più 0,3%
I consumi non ripartono
#iostoconlunita
L’inflazione a giugno rallenta ancora,
raggiungendo il livello più basso da ottobre 2009. Giù anche i prezzi del « carrello della spesa», che a giugno toccano i
livelli più bassi da 17 anni. L’indice Istat
registra un incremento dello 0,1% rispetto al mese precedente per un dato tendenziale in aumento dello 0,3%, in rallentamento dallo 0,5% di maggio. Il calo
dell’inflazione è in primo luogo imputabile all’accentuarsi del calo dei prezzi degli alimentari non lavorati; contribuiscono anche le decelerazioni della crescita
su base annua dei prezzi degli alimentari lavorati, dei beni energetici non regolamentati e dei servizi abitativi. L’«inflazione di fondo», al netto degli alimentari
freschi e dei beni energetici, scende allo
0,7% (dallo 0,8% di maggio) e al netto
dei soli beni energetici si porta allo 0,5%
(da +0,6% del mese precedente). L’aumento mensile è da ascrivere principalmente ai rialzi - su cui incidono fattori di
natura stagionale - dei prezzi dei servizi
relativi ai trasporti (+0,7%). I prezzi dei
beni alimentari, per la cura della casa e
della persona, che rientrano nel carrello
della spesa, diminuiscono dello 0,5% in
termini tendenziali (da +0,1% del mese
precedente), toccando il livello più basso da settembre 1997. L’inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%.
Il dato per la Cisl conferma che «occorre intervenire con mezzi straordinari, proseguendo sulla linea del bonus fiscale, rendendolo strutturale ed allargandone la fruizione anche ai pensionati ed agli incapienti e con politiche orientate alla crescita che favoriscano le imprese più virtuose e responsabili sul piano sociale». Per Confesercenti «la frenata di giugno è peggiore delle aspettative,
e adesso appare sempre più realistico
uno scenario di inflazione negativa».
Adusbef e Federconsumatori ricordano
che la crescita del tasso di inflazione allo
0,3% «comporta ricadute, per una famiglia di 3 persone, di 106 euro annui in
più» e ribadiscono «la necessità di un piano straordinario per l’occupazione».
Per il servizio studi Intesa Sanpaolo l’in-
flazione non varierà, se non di poco, almeno sino a fine estate, ma non ci sono
rischi deflattivi. Il calo dei prezzi «è dovuto non solo alla debolezza della domanda ma anche a fattori di offerta». Più
preoccupato, invece, il commento di
Confcommercio: ricorda che stiamo vivendo il periodo a più bassa inflazione
degli ultimi 50 anni, nonostante l’aumento dell’Iva di ottobre 2013. Confcommercio torna a chiedere una riduzione
del carico fiscale per famiglie e imprese,
e lancia l’allarme sull’assenza di segnali
di ripresa, che «amplifica il rischio di un
2014 di stagnazione».
A livello aggregato di eurozona, invece, a giugno l’inflazione annua è attesa
al +0,5%, stabile rispetto a maggio, come rende noto Eurostat. Adesso l’attenzione si focalizza sulle mosse della Bce,
che si riunirà giovedì: la Banca centrale
considera il dato aggregato, ma gli economisti sostengono che Francoforte sbagli ad ignorare la situazione dei singoli
Paesi. Alcuni sono già in deflazione,
mentre molti si muovono intorno allo
0,2%.
ANSA
RASSEGNASTAMPA
11
martedì 1 luglio 2014
«Capitalismo di relazione
un danno per il Paese»
Il presidente dell’Antitrust, Pitruzzella, denuncia la commistione
politica-interessi economici ● Ridefinire i rapporti tra mercato e coesione
●
#iostoconlunita
«È necessario scardinare in Italia un capitalismo di relazione, basato sull'intreccio con il sistema politico e sulle
rendite di posizione». È un vero j’accuse quello lanciato dal presidente dell'
Antitrust, Giovanni Pitruzzella, nella
relazione annuale dell'autorità. Il malsano intreccio tra politica e potentati
economici ha provocato parecchi danni al Paese. Partendo da questo punto,
il presidente offre anche un contributo
prezioso nell'indicare le aree di intervento, le riforme da realizzare, le storture da rimuovere per ricreare un ambiente favorevole. In estrema sintesi
«ritornare alle idee ispiratrici del capitalismo americano».
Non è la prima volta che l'Antitrust
segnala tendenze pericolose del sistema economico nel complesso. Alcuni
anni orsono l'autorità garante della
concorrenza indicava come alcuni
grandi gruppi puntavano a investire e
diversificare in settori che garantivano
rendite di posizione e comunque al riparo dalla concorrenza. Pitruzzella sottolinea la fase di profondo cambiamento che stiamo vivendo. E proprio la crisi profonda che ha colpito l'economia
impone di scardinare questo modello,
basato sull'intreccio «tra pochi grandi
potentati economici, sulle loro relazioni con il potere politico e amministrativo, sulla ricerca delle rendite di posizione». Il capitalismo di relazione si basa
su privilegi, piuttosto che su meriti, aggrava la disuguaglianze e rende la società chiusa, poco aperta alla concor-
Giovanni Pitruzzella FOTO LAPRESSE
renza e all'innovazione. In un Paese come l'Italia il capitalismo di relazione ha
«favorito l'espansione della spesa pubblica improduttiva e inefficiente, diretta a soddisfare gli interessi particolari
delle lobbies e dei cacciatori di rendite». Anche per questa via si è creato
«quell'enorme debito pubblico che costituisce un grande ostacolo alla cresci-
ta economica».
Pitruzzella puntualizza tuttavia che
sarebbe ingiusto etichettare l'economia italiana nel suo complesso come capitalismo di relazione. La necessità di
riforme radicali dell'assetto istituzionale del Paese non possono limitarsi solo
alla sfera costituzionale e all'architettu-
ra normativa. L'Antitrust rileva che è
in corso una ridefinizione dei rapporti
tra democrazia, mercato e coesione sociale. Da una parte c'è un modello di
capitalismo fondato sulle «relazioni tra
alcuni grandi poteri economici, sul rapporto privilegiato con gli apparati pubblici, sulla protezione nei confronti dei
concorrenti». Dall'altra c'è un modello
ispirato a una concezione aperta dell'
economia e della società, dove è centrale una competizione basata sui meriti
che spinge verso l'innovazione e pone
al centro dell'iniziativa il benessere del
consumatore». L' Antitrust e le sue decisioni spingono verso questo secondo
modello, con l'obiettivo di realizzare
l'economia sociale di mercato così come si ricava dai trattati europei. «In
pratica le cose sono andate diversamente - rileva Pitruzzella - ma questo
dovrebbe indurci a rendere effettivi i
principi dell'economia di mercato piuttosto che ripudiare la concorrenza».
Se solo con il mercato libero si uscirà dalla crisi, consegue che l’Italia ha
bisogno di uscire dal sistema delle municipalizzate. «A livello locale servono
riforme - dichiara il presidente - Dobbiamo mettere mano al meccanismo
del capitalismo municipale. Molte società pubbliche vanno male e i tempi
sono maturi per mettere mano a questi
settori. Dall'economia locale dobbiamo attenderci investimenti importanti
per la crescita». Ma far ripartire l’Italia
non è facile. Continuano i comportamenti irregolari, tanto che l’Authority
nel 2013 ha irrogato sanzioni pari a
112.873.512 euro e, nei primi sei mesi
del 2014, pari a 184.528.819 euro. In sede di accertamento di pratiche commerciali scorrette, prosegue Pitruzzella, sono state irrogate sanzioni per
9.253.000 euro nel 2013 e per
8.198.500 nei primi sei mesi del 2014.
«Ai consumatori interessano risposte
rapide e giuste, ed alle imprese la prevedibilità e l'esclusione di interventi
contraddittori», continua Pitruzzella.
«La debolezza del quadro macroeconomico, le incertezze intorno all'intensità
e al vigore della ripresa, le fragilità che
ancora caratterizzano i mercati finanziari impongono il presidio rigoroso
dei conti pubblici, ma anche di realizzare concretamente le riforme fino ad oggi rimandate», aggiunge il presidente.
Bonomi
lancia
la scalata
al Club Med
Andrea Bonomi, con il gruppo Investindustrial, ha lanciato una contro-Opa sul Club Med proponendo
21 euro per azione e 22,41 euro per
obbligazione convertibile. L'offerta,
avanzata formalmente dalla società
Global Resorts Sas che fa parte del
gruppo Investindustrial, valorizza il
Club 790 milioni di euro, il 22% in
più rispetto all'Opa lanciata dal tandem Fosun-Ardian, che è di 17,50 euro per azione. Tramite, un'altra società, la lussemburghese Strategic
Holdings che fa capo alla holding di
famiglia Bi Invest, Bonomi ha l'11%
del Club.
Bonomi «prevede inoltre 150 milioni di euro di investimenti supplementari, oltre il piano della società,
per accelerare il suo sviluppo». Il
consorzio Global Resorts è composto oltre che da Bonomi (con il 90%)
dal magnate sudafricano Solomon
Kerzner che controlla le catene alberghiere Atlantis e One and Only,
dalla Gp Nvestments, proprietaria
della Brazil Hospitalyt Group e dai
manager del parco di divertimenti
spagnolo Port Aventura che fa capo
alla famiglia Bonomi. «Insieme i
membri di Global Resorts - indica
una nota - vantano un'esperienza di
gestione che comprende 51mila posto letto in tutto il mondo e in particolare nelle aree geografiche strategiche e rilevanti per il Club Med, come le Maldive, l'isola di Mauritius, il
Brasile, i Caraibi e l'Europa». «Con
questa offerta vogliamo dare al Club
Med i mezzi per realizzare un progetto ambizioso e le capacità per innovarsi attraverso una crescita duratura nel tempo, nel rispetto dei valori, delle identità e dei dipendenti»,
ha affermato Andrea Bonomi, senior partner di Investindustrial e
fondatore del consorzio.
L’offerta di Marchionne «Sorgenia, un insuccesso»
Contratto? Se fate i bravi De Benedetti, tocca ai figli
#iostoconlunita
#iostoconlunita
Un Sergio Marchionne in versione buonista, quello che ha ospitato e partecipato ieri mattina alla
assemblea annuale di Unindustria Torino nel suo
stabilimento di Grugliasco, anche se la Fiat è uscita polemicamente da Confindustria. Spande buoni
propositi e promesse di un futuro radioso per Torino - incontrando il sindaco Piero Fassino e il presidente della Regione e vecchio conoscente Sergio
Chiamparino - e gli stabilmenti italiani. Regalando
miele anche sulla trattativa - bruscamente interrotta con i sindacati firmatari - sul contratto Fiat: «Si
chiuderà. Cercheremo di farlo il prima possibile. Il
nostro impegno c'è, spero che si arrivi ad un accordo sul contratto prima delle ferie».
Omaggiato dalla presidente di Unindustria Licia Mattioli e dal viceministro allo Sviluppo Carlo
Calenda («Grazie per aver creduto in questo Paese
difficile»), Marchionne ha poi annunciato che la
quotazione di Fca «sarà nel quarto trimestre di
quest'anno» e che l’assemblea dei soci per la fusione «sarà ad inizio agosto». Non c’è stato invece l’atteso incontro con Giorgio Squinzi, il presidente di
Confindustria non era presente «a causa di un malessere». E comunque Marchionne ha ribadito che
non rientrerà: «Non credo. Non lo escludo, ma non
lo includo».
Anche con la Fiom sceglie la carota e non il bastone, ma il refrain è sempre quello: «Non andiamo a rivangare vecchie storie. È inutile inventarsi
le regole. Abbiamo fatto un accordo con i sindacati
di maggioranza, invito la Fiom a firmare quell'accordo e a sedersi al tavolo per far parte di questo
mondo». La Fiom aveva già parlato. Con un presidio di protesta fuori dallo stabilmento. «Dire che
va tutto bene non è vero, esiste un problema di
natura strutturale in Fca, un problema oggettivo
che tutti gli imprenditori aderenti a Federmeccani-
In attesa che le banche ufficializzino il salvataggio di Sorgenia senza che la famiglia sborsi una
lira, i De Benedetti ieri hanno ufficializzato la
“staffetta” alla guida della Cir, la holding di famiglia: fuori dal board il padre Carlo (che rimane
presidente onorario) e dentro tutti i suoi figli, non
solo il riconfermato presidente Rodolfo, ma anche Edoardo e Marco.
INSUCCESSO
Sergio Marchionne incontra gli operai
FOTO LAPRESSE
ca dovrebbero affrontare, cioè che in tutti gli stabilimenti Fiat c'è ancora cassa integrazione - attacca
il responsabile auto Michele De Palma - . Dopo il
poco combinato dai precedenti governi, Renzi non
ha cambiato verso, c'è bisogno di un tavolo unico,
tra imprese sindacati e governo, per rilanciare il
sistema dell'auto in Italia». E su Torino, il segretario cittadino Federico Bellono ha sottolineato:
«Non c’è da parte nostra l'idea di contrapporre Maserati a Mirafiori, però non si può negare che su
Mirafiori è di nuovo calato un discreto silenzio».
Sul contratto arriva il commento positivo della
Fim Cisl: «Siamo pronti a superare la rottura e fare gli ultimi sforzi necessari per avvicinare le parti.
È un negoziato molto difficile e le tensioni dei giorni scorsi confermano le difficoltà», commenta il
segretario Fim Cisl Ferdinando Uliano.
«Dobbiamo riconoscere» ha detto ieri durante
l’assemblea Rodolfo De Benedetti «che l'investimento di Cir in Sorgenia è stato un insuccesso.
Abbiamo ritenuto che una presenza importante
nel settore dell'energia potesse rappresentare
una opportunità di creazione di valore per la Cir e
per tutti gli azionisti ma così, purtroppo, non è
stato. Per questo siamo rammaricati, ma al tempo stesso pronti a ripartire».
Proprio a causa dell’effetto Sorgenia, la holding ha chiuso il primo trimestre 2014 con una
perdita netta di 2,6 milioni di euro rispetto all'utile di 6,4 milioni del primo trimestre 2013. In calo
del 13,8% i ricavi, pari a poco meno di 1,1 miliardi,
mentre quelli di Sogefi e Kos hanno registrato
una crescita. L’ottimismo di De Benedetti è dato
dal fatto che la patata bollente di Sorgenia, controllata al 53% da Cir, è stata scaricata (manca
solo l’ufficialità) sulle 19 banche creditrici, che ne
conquisteranno quasi il 100% attraverso l'azzeramento del capitale e la sua ricostituzione con un'
iniezione di 400 milioni, più altri 200 di prestito
«convertendo». In questo modo gli istituti di credito eviteranno il fallimento, garantiranno la continuità aziendale, per poi puntare a far funzionare
il gruppo e rivenderlo, rientrando almeno in parte dei 2,3 miliardi impiegati in questi anni.
Rodolfo De Benedetti
«Nell'ultimo anno» ha aggiunto De Benedetti
«la questione relativa a Sorgenia è stata la priorità assoluta di Cir e del suo management, in particolare dell'a.d. Monica Mondardini, nominata un
anno fa. Una volta auspicabilmente e rapidamente avviato a definitiva soluzione il lavoro nella delicata fase attuale, spetterà a lei la gestione dell'intero gruppo in una prospettiva di rilancio. La
Mondardini (assente all'assemblea per motivi di
salute ndr) ha il pieno supporto mio e dei miei
fratelli come azionisti di riferimento. Sono convinto che il gruppo potrà tornare al più presto a
generare il valore che tutti voi azionisti vi aspettate. Permettetemi poi un sentito ringraziamento a
mio padre, Carlo De Benedetti, che dopo 38 anni
lascia il cda della Cir, per aver dato vita all'azienda».
RASSEGNASTAMPA
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martedì 1 luglio 2014
COMUNITÀ
Il commento
L’analisi
Il banco di prova dell’Europa
Evasione fiscale e costi
la guerra dei «Pos»
SEGUE DALLA PRIMA
Un segnale di cambiamento? Vogliamo sperarlo,
ma i precedenti non aiutano. Oggi ci sono i trenta
morti soffocati sotto la massa viva di seicento uomini e donne ammucchiati sopra un barcone di 30
metri (provate a immaginare, se non avete visto le
foto). Otto mesi fa c’erano i trecento affogati del
barcone rovesciato davanti a Lampedusa. Da Bruxelles arrivaronolacrime epromesse, il predecessoredi Juncker, l’ineffabile ManuelJosé Barroso, arrivò sull’isola, si prese un mare di fischi e disse che la
lezione era arrivata anche nei palazzi dell’Unione.
Davvero? Pochi giorni dopo, il Consiglio europeo si
concluse con un documento in cui si esprimeva
«profonda tristezza» per la morte di tante persone
e si annunciava l’istituzione di una task force «per
identificare, in breve tempo, azioni concrete vòlte a
migliorarel’impiego delle politiche edegli strumentiesistenti, in particolare riguardoalla collaborazione con i Paesi di origine e transito, alle attività di
Frontex (l’agenzia di vigilanza sulle frontiere esterne) e alla lotta contro il traffico di esseri umani e…il
contrabbando». Sì: il contrabbando. Testuale.
Lepolitiche e gli strumenti«esistenti» sono quelli che esistono ancora: non c’è stata alcuna riforma
deicriteri di accoglimento edistribuzione dei profughi chechiedono asilo,nessuna modifica del regolamento «Dublino II» che impone che le domande
d’asilo possano essere rivolte solo al primo Paese
d’ingresso dei rifugiati. L’idea che l’Unione europea in quanto tale apra degli uffici nei Paesi da cui
arrivano i profughi e che si decida là come organizzare il viaggio e dove distribuire i richiedenti asilo è
stata fatta cadere con un tonfo. L’ipotesi della creazionedi corridoi umanitari vieneconsiderata fantasia da anime belle. Della task force non sappiamo
nulla. Forse l’hanno istituita veramente e magari si
è pure riunita. Ma negli otto mesi da quel vertice
una sola cosa è cambiata, e non perché qualcuno
l’abbia voluto a Bruxelles: la nostra marina militare
ha fattosplendidamente ilsuo dovere nell’operazione Mare Nostrum e ha tratto in salvo 66 mila profughi. Un solo Paese ha affiancato le sue navi alle nostre: la Slovenia.
Questo è lo stato dell’arte: l’Europa latita: nelle
acque tra l’Africa e la Sicilia, la Spagna, la Grecia,
Maltasemplicementenonc’è.È come se cominciasse più su, dove non fioriscono più i limoni. E però
questa latitanza non deve essere usata come un ali-
L’intervento
Non solo calorie
il cibo legato alla felicità
Stefano
Bartolini
Università di Siena
●
NEGLI ULTIMI DECENNI LA CULTURA SCIENTIFICA HA PRODOTTO UNA RIVOLUZIONE NELLA
NOSTRA CONCEZIONE del cibo. L’idea dominante
fino agli anni 70-80 del secolo scorso era semplice: il cibo è fondamentale per la nostra sopravvivenza e quello che conta è la sua quantità, cioè il
suo contenuto calorico. Era sulla base di questa
concezione e di un poderoso aumento della produttività in agricoltura e allevamento che la saggezza convenzionale sosteneva che nei Paesi occidentali il problema alimentare era stato risolto. Il
messaggio era che c’erano abbastanza calorie per
tutti ed era quello che contava.
Era vero che c’erano abbastanza calorie ma
non era vero che questo era tutto quello che contava. Le calorie contano ma adesso sappiamo che
conta anche la qualità del cibo e il mondo sociale
che gli ruota intorno.
Inoltre è divenuto chiaro che il cibo è fondamentale anche per la nostra felicità oltre che per
la nostra sopravvivenza. L’alimentazione è legata
alla felicità in molto modi, il più diretto dei quali è
che contribuisce a determinare i nostri stati d’animo. Infatti il cervello regola l’umore attraverso i
neurotrasmettitori, come ad esempio la serotonina, quello più direttamente connesso alla felicità.
Queste sostanze sono create da composti derivan-
bi in Italia. La commissaria agli Affari interni cui è
toccato l’ingrato compito di gestire il dossier, la svedese Cecilia Malström, aveva pochi strumenti e ancor meno soldi mala buona volontà nonle èmancata e non ha mai avuto torto quando ha denunciato
come gli stanziamenti (pochi) che pure erano stati
assegnatiall’Italiaper l’assistenzanon sono statiutilizzati. E dello stato vergognoso dei centri di prima
accoglienza, della lentezza delle procedure per
l’esame delle richieste di asilo, delle clamorose violazioni dei diritti umani (e in qualche caso del diritto internazionale) che avvengono nei centri di identificazione ed espulsione siamo responsabili noi italiani, non «quelli di Bruxelles». C’è molto da fare,
segnala l’Unhcr in un appello alla presidenza di turno italiana, per quanto riguarda «il miglioramento
dellestrutture di accoglienza,l’istituzionedi meccanismi di cooperazione per l'individuazione di soluzioni per i rifugiati e la creazione di alternative legali ai pericolosi movimenti irregolari». Insomma, chi
è senza peccato scagli la prima pietra: noi il sasso lo
metteremmo solo nelle mani dei nostri marinai e
dei loro ufficiali di Mare Nostrum.
Un commissario ad hoc all’immigrazione sarebbeuna soluzione? Non potrebbe certofare i miracoli, ma potrebbe contribuire, intanto, a un’operazione di igiene culturale di cui si comincia a sentire un
gran bisogno. Le destre in tutti i Paesi d’Europa
stanno cavalcando le paure indotte dall’immigrazione in modo sempre più spregiudicato e immora-
le. In Italia la Lega e Gasparri reclamano la chiusura di Mare Nostrum perché sarebbe un incentivo a
mettersi in mare. Come se uomini e donne che si
ammucchiano in seicento su una barca di trenta
metri avessero bisogno di altri incentivi oltre alla
propria disperazione. La nostra marina – dicono se ne torni nei porti, e se poi quelli partono lo stesso
emuoiono noiche c’entriamo? Viene agitata la paura irrazionale delle malattie e dei contagi, proprio
come i mestatori facevano con la peste nel Medio
Evo: dàlli all’untore, portatore, oggi, di Ebola e tubercolosi. Agli imbecilli e ai criminali che propagano queste paure, ma soprattutto a chi ci crede, bisognerebbe mostrare, magari in tv, il rigore estremo
con cui si effettuano i controlli sanitari sulle navi e
poi a terra.
Ma c’è un argomento che le istituzioni europee
dovrebbero sforzarsi di far diventare senso comune, e magari un commissario potrebbe dedicarsi a
farlo. Oggi i migranti che arrivano sono nella stragrande maggioranza profughi politici e provengonoda aree precise e circoscritte: la Siria, la Somalia,
l’Eritrea, l’Afghanistan, domani forse l’Iraq. Quelli
che arrivano sono tanti, sull’ordine delle decine e
forse, in futuro, delle centinaia di migliaia. Ma
l’Unione europea ha 800 milioni di abitanti e nella
storia di tutti i suoi Paesi ci sono state migrazioni
ben più massicce. Le quali hanno fatto di quei Paesi
quel che sono oggi. Perché gli europei dovrebbero
aver paura di chi viene qui per non avere più paura?
Maramotti
ti dal cibo ed alcuni cibi sono migliori di altri nel
fornire materia prima per la produzione di neurotrasmettitori.
Ma il legame tra cibo e felicità va ben oltre questo legame diretto. Perché il cibo è anche cultura
e socialità. Il cibo ha una forte carica simbolica
che riguarda l’appartenenza, l’identità, il legame
col territorio e con la comunità. Il cibo è anche
convivialità, relazioni affettive e sociali. Questo è
il motivo per cui parole come «cena», «pranzo»,
«cibo» sono tra quelle che la gente più associa a
momenti felici. Felicità e buone abitudini alimentari sono strettamente associati. Infatti gli studi
su bambini e studenti mostrano che un maggior
stress è associato alla tendenza a saltare i pasti e
ad alimentarsi di snacks e merendine.
È per questi motivi che la tesi che il problema
alimentare sia stato risolto è divenuta insostenibile. È stato risolto il problema della quantità del
cibo ma quello della qualità è peggiorato. In pratica il problema della quantità del cibo è stato risolto creando una alternativa tra quantità e qualità
del cibo. Questa alternativa è connessa alla invenzione della agricoltura intensiva, basata sul largo
impiego di macchinari e di chimica in agricoltura.
Questo tipo di agricoltura aumenta la produttività della terra a prezzo della diminuzione della qualità dei suoi frutti, sia nel senso nutritivo che del
sapore. Un esempio estremo di questi problemi
riguarda il vasto uso di pesticidi, alcuni dei quali al
di sotto di ogni sospetto di essere cancerogeni.
Inoltre in agricoltura si è creato un gigantesco
problema di sostenibilità. L’agricoltura ha smesso da molti decenni di essere un fattore di cura e
manutenzione del territorio per diventare fonte
di problemi ecologici come l’inquinamento chimico delle acque sotterranee e di superficie e la perdita progressiva di una fertilità accumulata in secoli di lavoro umano. Oltre naturalmente a un sensibile contributo al cambiamento climatico visto
che l’agricoltura è divenuta forte consumatrice di
petrolio.
Oltre alla qualità, anche l’aspetto culturale e
conviviale del cibo si sono indeboliti. Insomma il
cibo è sempre meno una fonte di piaceri personali
e sociali. In questo modo il problema alimentare
contemporaneo fornisce un contributo a creare i
problemi di malessere diffuso che gli studi sulla
felicità hanno evidenziato. Il cibo non è semplicemente qualcosa che consumiamo per sostenerci
ma contribuisce alla nostra felicità, purchè questo cibo sia di qualità, la sua produzione non minacci il nostro futuro e lo si tratti con la cura e la
consapevolezza che la sua importanza merita. Invece è proprio questo che si sta perdendo.
La società italiana sembra avere una crescente
consapevolezza della «questione alimentare», testimoniata dalla vivacità dell’associazionismo in
materia e dal successo di iniziative commerciali
che hanno la qualità alimentare al centro del proprio progetto. Questo attivismo sta in parte contrastando la enorme pressione sociale che esiste
per educare a mangiare male.Il sistema politico
sembra in confronto soffrire di un ritardo culturale, evidenziato ad esempio da tendenze come
quella a centralizzare la preparazione dei pasti
delle scuole cittadine eliminando le cucine scolastiche e distribuendo alle scuole pasti precotti.
L’Italia in materia di cultura alimentare parte
avvantaggiata rispetto a tanti altri Paesi. È un vantaggio importante che secondo molti si riflette nella salute e nella longevità degli italiani, tra le più
elevate al mondo. È un vantaggio che si sta perdendo e che invece è urgente proteggere, coltivare e rafforzare.
Una strada da battere è quella di campagne
per l’educazione alimentare da condursi soprattutto nelle scuole e da mettersi in pratica nelle
mense pubbliche. L’educazione alimentare è un
aspetto molto importante in un contesto di deterioramento degli aspetti socio-culturali dell’alimentazione. La crescita della cultura dell’alimentazione è inoltre elemento essenziale di una transizione ad una agricoltura sostenibile trainata da
uno spostamento progressivo della domanda verso prodotti sostenibili.
Ruggero
Paladini
SEGUE DALLA PRIMA
Vi è una relazione diretta tra il livello dell’evasione, in un dato Paese, e la quantità di moneta cartacea usata; l’Italia è un caso tipico. Tra
i vari metodi che possono essere usati per
combattere il fenomeno dell’evasione, vi è sicuramente quello di limitare l’uso del contante, e quindi di avvicinare il nostro Paese a
quello che è consuetudine normale negli altri
Paesi europei.
Il dispositivo elettronico «Point of sale» da
ieri dovrebbe essere a disposizione dei clienti
di qualunque artigiano o professionista per
acquisti di beni e servizi superiori a 30 euro.
Proteste, anche di segno opposto, sono fioccate numerose sui media. La Confesercenti stima una spesa di 5 miliardi (costi di esercizio e
commissioni). La Cgia di Mestre ha stimato
un costo annuo di 1200 euro. Dividendo le
due cifre se ne ricava il numero di 4.167.000
operatori economici, attualmente sprovvisti,
che dovrebbero munirsi di Pos, cui si devono
aggiungere oltre un milione e mezzo di dispositivi già in dotazione degli operatori. Ora è
vero che il nostro è il Paese delle micro-imprese, ma se sommiamo le due cifre arriviamo a
sei milioni di Pos, cifra che sembra francamente esagerata, se è vero che la densità di
Pos installati per impresa in Italia sia leggermente inferiore alla media europea (398 ogni
mille contro 469).
Il costo, che tra l’altro è fiscalmente deducibile, non sembra particolarmente pesante, essendo mediamente inferiore all’1%. Nasce il
sospetto che, almeno in molti casi, la vera ragione sia quella di resistere ad uno strumento
che, più ancora degli assegni bancari, lasci
una traccia indelebile nei conti dell’operatore. Di fronte a un cliente che vuole pagare
tramite Pos, l’operatore dovrebbe fare uno
sconto: «Se me li dà in contanti, le tolgo il
10%». I minori incassi in questo caso supererebbero nettamente il costo del Pos. Non sarebbe, insomma, proprio vero che la grande
maggioranza degli italiani non ha intenzione
di cambiare le proprie abitudini di pagamento, come dice Confesercenti; la possibilità di
pagare tramite Pos serve a ridurre il contante
che si tiene in tasca nonché, eventualmente,
a ottenere qualche sconto.
Accanto alle proteste delle organizzazioni
degli operatori economici, si registrano le opposte proteste delle associazioni dei consumatori, che puntano il dito sul fatto che non siano previste sanzioni per coloro che non si muniscono del dispositivo elettronico. Un’altra
protesta consiste nel dire che il provvedimento non servirebbe a combattere l’evasione fiscale, ma soltanto a favorire gli interessi di
banche e società esercenti le carte di credito.
Ma se in mancanza di sanzioni la misura finisce col divenire una grida manzoniana, non si
vede quale affare particolare possano fare le
banche.
È sempre possibile introdurre sia incentivi
(in termini di crediti d’imposta) che disincentivi, in termini di sanzioni. Una particolare
forma di incentivo potrebbe essere quella di
introdurre una lotteria a premi per tutti coloro che usano i Pos. Lo scontrino che il dispositivo elettronico rilascia conterebbe un numero, e periodicamente alcuni di questi sarebbero estratti, con premi di vario tipo. Esperienze di questo genere sono state fatte da tempo,
a cominciare da Taiwan, per incentivare
l’emissione degli scontrini, con risultati interessanti.
Può essere quindi che l’approccio governativo sia stato «burocratico e statalista», come
afferma, evidentemente in modo autocritico,
il sottosegretario Enrico Zanetti. È vero che a
volte anche banche, poste e uffici della pubblica amministrazione fanno difficoltà ad accettare le transazioni elettroniche. Un Paese,
tuttavia, che cerca di assomigliare di più agli
altri Paesi europei deve promuovere l’uso della moneta elettronica; pur non essendo l’unico modo per combattere l’evasione, i Pos possono rappresentare un valido aiuto in questa
direzione. I dispositivi elettronici fanno parte
di quegli strumenti che spingono i contribuenti a una maggiore compliance, cioè
all’adeguamento spontaneo al debito fiscale.
Ovviamente allo stesso tempo devono essere
messi a regime i controlli sui flussi finanziari.
RASSEGNASTAMPA
16
martedì 1 luglio 2014
COMUNITÀ
L’analisi
L’intervento
Renzi e la politica al tempo del digitale
Cattolici, ma è vero
che non contano più in politica?
Michele
Di Salvo
●
UNA DELLE FRASI CHE MENO SI RICORDANO DI MATTEO RENZI È CHE «UN LEADER SI
VEDE DALLA CAPACITÀ DI CREARE ALTRI LEADER». Era la Convenzione nazionale del Pd
del 24 novembre 2013. Sono passati sette
mesi. Politicamente un’era geologica. E
spesso invece dei leader ricordiamo uno slogan, una frase, un discorso, e difficilmente
potremmo descrivere cosa concretamente
quel leader abbia realizzato.
Questo vale per i leader politici della «comunicazione analogica», la cui politica era
rappresentata prevalentemente da eventi
mediatici che ne cadenzavano cronologicamente anche l'azione di governo. L’era della comunicazione digitale ha rimodulato anche questa sintassi della comunicazione politica.
Immagini, ma anche idee, frasi, azioni,
non hanno più «un singolo momento dato»,
semmai solenne, a reti unificate, ma diventano «liquidi» e, decontestualizzati e privati
quasi della propria data calendarizzata, diventano ciclici e imminenti. Questa «dinamica della comunicazione» finisce con il ridefinire anche chi sia un leader, o meglio
chi sia leader nell'era digitale. È un «mestiere» e un ruolo differente, che va oltre il singolo momento e la data dello stesso.
Avviene così che la vera rivoluzione nel
linguaggio politico di Matteo Renzi non stia
più in uno slogan - seppure efficace e virale
- come «Adesso!» o «#cambiaverso» ma consista nella capacità di trasformare e dettare
il vocabolario rituale della scena politica.
La forza di Renzi sta nell’essere riuscito
a imporre, sin dall’inizio, e sia in attacco
che in difesa, un vero e proprio vocabolario
al quale si sono adeguati alleati, amici, antagonisti ed avversari. Dal generico «staisereno» al «tiziochi?» Matteo Renzi ha rubato la
scena del web anche a chi sino a qualche
mese prima l'aveva dominata, addirittura
obbligando Grillo e Casaleggio ad adottare
le stesse parole d’ordine trasformate in
hashtag su twitter o parole tag su siti e socialnetwork.
Quella che è cambiata - è bene comprenderlo e chiarirlo - è la comunicazione come
sistema, in cui tra televisione e giornali si è
inserito il «tempo del web», rimodulando la
struttura e i tempi della notizia ed anche il
mondo dei media come linguaggio, in cui
sempre più spesso ciò che avviene e come
avviene e viene raccontato in rete entra nei
media tradizionali e fa notizia, ma in cui anche il web è cassa di risonanza e trasformazione della notizia del giornale e di tg e talk.
Dialoghi
La fecondazione
eterologa
In questo tempo le ritualità cui eravamo
abituati non resistono più perché non sono
più idonee alla permeabilità del mezzo. E i
nuovi leader possono essere definiti esattamente così: coloro che sono capaci di creare sintassi e linguaggi permeabili e permeanti. E la loro forza sta nell’obbligare i
propri avversari ad adeguarsi a quelle sintassi e «citare» quegli slogan per essere riconoscibili.
Su questa base - che potremmo definire
di «linguaggio» - si inserisce il concetto di
autorevolezza politica, questo si immutato
nel tempo, e tuttavia nuovo nella politica
italiana, storicamente incline alla mediazione ed al multi-leaderismo della concertazione e parlamentarizzazione.
Renzi «detta l’agenda», nel senso più ampio dell’espressione: da un lato, come premier, lancia i temi e le proposte di governo,
dall’altro come leader politico «obbliga» i
players della scena politica ad adeguarsi al
tema. In altre parole, «per esistere» mediaticamente chiunque, dai leader degli altri partiti agli stessi democratici, deve adeguarsi
all’agenda tematica, esprimersi e restare su
quei temi, pena l’esclusione come «soggetti
avulsi dal contesto».
Non è un caso che per sopravvivere a se
stesso Berlusconi debba essere co-protagonista delle riforme scelte da Renzi, e non è
un caso che per far parlare di sé ed avere
una qualsiasi citazione nella narrazione politica lo stesso Grillo debba «piegarsi» a
chiedere un incontro - sempre considerato
improponibile - proprio al Partito Democratico, per discutere del tema scelto dal segretario-premier.
Questa forse è la vera novità di importazione americana, dove l’agenda politica e
legislativa è sostanzialmente dettata dalla
Casa Bianca, il dibattito è orientato e incentrato sui provvedimenti proposti dall’esecu-
LA LETTERA
Arci solidale con l’Unità
Gentile Direttore, sono Francesca
Chiavacci, neo eletta presidente
nazionale dell’Arci. Con questa lettera
volevo esprimerti tutta la solidarietà per
la situazione in cui si trova il vostro
giornale, i giornalisti e la redazione.
Seguiamo da vicino la vostra protesta,
sappiamo più di altri quanto sia prezioso il
contributo e l’apporto che la vostra
testata porta alla ricchezza
dell’informazione e alla libertà delle idee
in questa fase complicata e difficile.
Ringraziandovi ancora per quello che
fate, i migliori auguri.
Francesca Chiavacci
Presidente nazionale ARCI
Sono convinto che ogni essere umano
abbia il diritto inalienabile di conoscere
chi sono i genitori naturali, non soltanto
sotto un profilo che direi ontologico, ma
anche per possibili aspetti sanitari.
Perché il professor Flamigni, che leggo e
stimo, non tocca nei suoi articoli su
«l’Unità» questi aspetti/conseguenze della
procreazione eterologa? Una presunta
«etica laica» giustifica tutto?
GIORGIO CASTRIOTA
Luigi
Cancrini
psichiatra
e psicoterapeuta
Questo giornale è stato
chiuso in tipografia alle
ore 21.30
L’etica laica non giustifica nulla. In modo
laico, però, occorre porsi di fronte ai
problemi. Ragionando sul modo in cui le
banche del seme di cui ci si avvale nel caso
della fecondazione eterologa sono tenute a
dare tutte le garanzie possibili per evitare
malattie geneticamente trasmissibili e
ragionando poi sulla validità di affermazioni
come quelle fatte dal lettore «sulle
conseguenze psicologiche e comportamentali
tivo, il dibattito politico, giornalistico, parlamentare, lobbistico è su quei temi, sino a
quando è lo stesso presidente a «chiudere i
giochi» e misurarli concretamente nel voto
in Congresso. Se ci riflettiamo, è esattamente ciò che sta avvenendo sulla legge elettorale, in cui Renzi non solo detta il «tema» ma
in qualche modo anche i «tempi» dell’agenda politica.
Questo profondo, e per certi versi radicale, cambiamento della dialettica e della sintassi politica, implica tuttavia anche una diversa concezione della responsabilità politica diretta del premier nelle scelte e nelle
nomine. In senso molto più ampio e meno
diluito del passato Renzi è responsabile politicamente dell’operato di chi sceglie.
Mentre prima c’era una sorta di alibi delle scelte condivise, dei vari manuali Cencelli della politica, della delega di responsabilità, oggi questo capitale - prima comunicativo e poi politico - è ineluttabilmente in capo
al premier-leader, che senza mediazioni ed
attenuanti è «il soggetto» della politica, che
risponde in maniera diretta delle nomine e
delle scelte degli uomini e dei programmi.
Se qualcosa non è adeguato alle aspettative, se non dovesse essere oltremodo trasparente, qualsiasi mancanza di rigore richiesto da questi tempi e dalla società del nostro tempo, è percettivamente responsabilità diretta e non mediata di Matteo Renzi,
che del resto rivendica spesso non solo l'ampio consenso politico e capitale mediatico
personale (confermato dal voto delle europee) ma anche come valore il suo decisionismo attivo in prima persona.
Non stupisce quindi che in questa fase di
profonda trasformazione della politica e
della comunicazione del nostro Paese non
vi siano quei bilanciamenti della dialettica
parlamentare che «creano leader», come avviene ad esempio nella citata politica americana, dove se è vero che il capo indiscusso
del partito coincide con il presidente, è pur
vero che - ben lontani da ciò che avviene da
noi - senza fratture considerevoli, esistono
altre leadership che «non lasciano il capo
da solo». In questo momento nella politica
italiana, e nel centrosinistra in particolare,
complice anche la mancanza di altri autentici leader negli altri schieramenti, Renzi «è
solo al comando». Del resto, l’implosione
degli altri micro-partiti della sinistra e la forte riduzione delle altre componenti del Partito Democratico, lasciano spazio all’emersione di qualche singola personalità, più
per propria sopravvivenza che come vera e
propria alternativa alla leadership.
Il vero obiettivo politico di medio periodo di Renzi potrebbe proprio essere mantenere l’impegno preso lo scorso 24 novembre: diventare quel «leader che crea nuovi
leader» e che va ben oltre il dare la chance
di apparente emersione a qualche volto
nuovo.
sui figli eterologhi e sui loro genitori
medicalmente assistiti». Di cui oggi non c'è
evidenza scientifica, però. Anche se molte
sono le osservazioni fatte nei centri che di
fecondazione assistita, omologa o eterologa,
si occupano sulle difficoltà comunque vissute
dalle coppie che la affrontano. Difficoltà che
ben altra attenzione meriterebbero spesso
dal punto di vista psicologico ed
eventualmente psicoterapeutico per
affrontare i problemi legati alle stimolazioni
ormonali, il dramma dei fallimenti e la
delicatezza dei meccanismi interpersonali
messi in moto dalla necessità di chiedere
aiuto a degli specialisti. Giusto è infatti offrire
alle coppie che si confrontano con le difficoltà
della procreazione, le occasioni proposte dal
progresso scientifico e giusto sarebbe però
anche prendersi cura della complessità delle
emozioni vissute da chi da queste occasioni
ha la possibilità di essere aiutato. Nel caso, in
particolare, della fecondazione eterologa.
La tiratura del 30 giugno 2014
è stata di 66.311 copie
Giorgio
Merlo
●
DA PIÙ PARTI CIRCOLA UNA TESI ALQUANTO SINGOLARE. E
CIOÈ, I CATTOLICI NELLA VITA POLITICA ITALIANA DI OGGI
«CONTANO» QUASI NULLA, PER NON DIRE NIENTE. Tesi singolare
perché non c'è quasi forza politica che non dichiari di avere
leader che affondano le loro radici nell'area cattolica, o nei valori cattolici o che abbiano avuto una formazione riconducibile
alla cultura cattolica. Ora, delle due l'una. O questi leader politici sono cattolici, e cristiani, - di facciata - oppure nella concreta
declinazione politica e legislativa sono sostanzialmente indifferenti, se non estranei ai valori di riferimento. Una riflessione
legittima, credo, perché attorno alla risposta a questa domanda
riusciamo anche a capire qual è l'incidenza reale e pubblica
della cultura cattolica democratica e del popolarismo di ispirazione cristiana nel nostro paese e, nello specifico, nella politica
italiana.
Al riguardo, non c'è alcun dubbio che paragonare la stagione
cinquantennale della Dc con la situazione contemporanea sarebbe del tutto fuori luogo. Un paragone anacronistico per un
semplice motivo: oggi non esiste più, e forse non esisterà mai
più, un partito di ispirazione cristiana in cui si riconosce una
forte maggioranza dei cattolici italiani. Un partito, comunque,
che rifletteva quel contesto storico e che è nato e decollato perché prodotto di quella stagione politica e culturale. Un partito
di ispirazione cristiana, di massa, popolare e interclassista, non
nasce come un fatto di laboratorio ma perché riflette le esigenze e le domande che provengono dalla società in quel particolare momento storico. Oggi, semplicemente, non esiste né quella
domanda né quella richiesta.
In secondo luogo il pluralismo politico dei cattolici è un fatto
largamente acquisito e metabolizzato. Certo, come emerge anche da vari documenti ecclesiali, non tutti i partiti possono dire
apertamente e pubblicamente che si rifanno ai valori cristiani o
che possono sottoscrivere riflessioni e istanze che provengono
da settori dell'area cattolica italiana o dagli stessi ambienti ecclesiali. Ma sul pluralismo politico dei cattolici italiani il dato è
ormai irreversibile e nulla può renderlo un fatto episodico o
revisionabile.
In terzo luogo non esiste più un personale politico con una
solida, qualificata e visibile cultura cattolica democratica e popolare. Certo, questo non dipende dai leader politici di oggi né
può essere addebitato come una responsabilità personale o collettiva. Semplicemente, sono cambiate profondamente le modalità di formazione e di selezione della classe dirigente politicamente impegnata. E la presenza dei cattolici nei vari partiti o
movimenti si caratterizza prevalentemente sul versante della
capacità personale di saper incidere nella legislazione ai vari
livelli istituzionali. Senza più strutture organizzate e ferree. Del
resto, non solo sono tramontati i partiti identitari sul fronte cattolico, ma sono tramontate anche le cosiddette correnti organizzate all'interno dei partiti. Anche dei partiti «plurali» come il
Partito democratico. Per non parlare di altri partiti dove questa
preoccupazione, o questa sensibilità, non è mai esistita. Per fermarsi al Pd, è noto che l'area popolare e cattolica democratica
che si riconosce in quel partito sin dall'inizio non ha dato vita a
correnti organizzate riconducibili direttamente a quel filone
culturale. E questo per il semplice motivo che in un partito plurale che è nato per superare le precedenti identità politiche e
culturali, difficilmente può riproporre al suo interno la divisione identitaria ed organizzativa del passato.
Tutto ciò non significa arrivare alla conclusione che i cattolici in politica oggi contano poco o nulla. Tutto ciò non significa,
ancora di più, che i cattolici contano politicamente solo e soltanto se danno vita ad un partito in cui si riconoscono solo cattolici
o che declina una politica riconducibile solo a quel patrimonio
culturale. Se così fosse, le lancette della storia si dovrebbero
riportare indietro di qualche decennio con il rischio di cadere in
una nuova e, per certi versi, inedita deriva clericale e confessionale. Insomma, i cattolici possono «contare» sul terreno della
politica e nelle istituzioni anche senza una presenza organizzata nei rispettivi partiti. Il lievito della presenza cattolica, ovviamente laica e pluralistica, può manifestarsi concretamente attraverso le singole scelte politiche e non nella declamazione
astratta dei valori e dei principi. Dopodiché, e qui il vuoto da
colmare è gigantesco, si tratta di far ripartire una nuova stagione di seria e qualificata preparazione di una nuova classe dirigente di ispirazione cristiana. Ma su questo versante la responsabilità non è di coloro che si impegnano in politica ma, semmai, di quelli che devono fornire strumenti e modalità per formare una classe dirigente che non sia solo riconducibile ad una
fresca carta di identità, ad una buona performance televisiva o
ad una efficace batteria di battute e barzellette. Per quelle non
servono né formazione, né studio, né spiritualità né approfondimento. È sufficiente la «lezione» berlusconiana. Che, purtroppo, ha contagiato in modo trasversale e profondo ampi settori
della sicietà italiana. E non solo quelli di centro destra.
RASSEGNASTAMPA
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4
Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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RIFORME
Cancellato
il bicameralismo
perfetto, Renzi
soddisfatto
«Alla faccia dei gufi»
di SERENELLA MATTERA
ROMA - Il ghiaccio è rotto: con le prime votazioni in commissione, inizia a prendere
forma il “nuovo Senato”. Con i sì della maggioranza, ma anche di Forza Italia e Lega,
passa il principio per cui è solo la Camera a
dare la fiducia al governo mentre il Senato
«rappresenta le istituzioni territoriali». E’
la fine del bicameralismo perfetto, il cardine
della riforma costituzionale varata dal governo due mesi fa e che va avanti, dice Matteo Renzi, «alla faccia dei gufi». Ma i nodi veri, quelli che metteranno davvero alla prova
il “patto del Nazareno”, sono per ora accantonati, nell’attesa che giovedì Berlusconi
riunisca i gruppi di FI e detti la linea.
Proseguono fino all’ultimo le riunioni
tecnico-politiche per mettere a punto il testo: in mattinata la relatrice
Anna Finocchiaro vede prima il correlatore Roberto
Calderoli, poi il ministro Maria Elena Boschi. Ma niente
più rinvii: alle 16, come da
calendario, in commissione
si inizia a votare. E fin da subito si procede “spediti”: la
maggioranza regge, anche
perché si affrontano i temi
meno controversi, a partire dal superamento del bicameralismo perfetto.
Anche FI e Lega votano con la maggioranza l’emendamento dei relatori che riscrive l’articolo 55 della Carta, affermando
che solo la Camera «è titolare del rapporto di
fiducia con il governo», «rappresenta la Nazione» ed esercita «la funzione legislativa»,
mentre il Senato «rappresenta le istituzioni
territoriali» e «concorre» alla funzione legislativa. Inoltre il Senato «esercita le funzioni di raccordo tra l’Ue, lo Stato e gli altri enti
costitutivi della Repubblica», valuta l’attività delle P.a. e l’attuazione delle leggi ed
esprime pareri sulle nomine del Governo
«nei casi previsti dalla legge». Passa anche
l’emendamento dei relatori sui senatori di
nomina presidenziale: saranno al massimo
cinque (non 21, come previsto dal governo),
in carica per sette anni, non rinnovabili e
prenderanno gradualmente il posto degli
attuali senatori a vita.
La commissione, come preannunciato alla vigilia, rinvia invece per il momento il voto sugli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione, che disciplinano la composizione di Camera e Senato e il metodo di elezione del Senato. Su quest’ultimo punto, in particolare,
L’immunità
è un altro
dei nodi
da sciogliere
Regge il patto
sul Senato
Ma è solo la prova meno controversa da affrontare, tra cui
il metodo di elezione dei senatori, da discutere con FI
è ancora aperta la trattativa con FI, che dovrebbe trovare un punto di caduta in un sistema di elezione di secondo grado, come
vuole Renzi, ma fortemente proporzionale,
come chiede FI. Ma solo quando giovedì
mattina Berlusconi riunirà in assemblea i
parlamentari ed eurodeputati forzisti si capirà se l’intesa c’è, se il patto del Nazareno
tiene. Preme ancora, infatti, la fronda interna a FI che vorrebbe fare asse con i dissidenti del Pd e il M5S per far passare il Senato
elettivo. Ma se il Cavaliere schiererà il parti-
to sulla linea del Senato non elettivo, il fronte del dissenso non avrà speranza di far passare la sua linea in Aula. A dispetto di chi,
come Augusto Minzolini, già ieri in commissione ha votato contro gli emendamenti
del governo, in dissenso dal suo partito.
Se FI rientra, confida il governo, rientrerà anche il fronte del dissenso interno al Pd.
O almeno, sarà relegato in una posizione
fortemente minoritaria. E’ anche per questa ragione, spiegano fonti parlamentari,
che l’assemblea dei senatori, inizialmente
prevista per stamattina, è stata rinviata e
potrebbe svolgersi solo dopo che FI avrà
preso una posizione.
Ancora nessuna decisione è stata presa,
intanto, sulla questione dell’immunità per i
senatori, anche se sembra escluso che la
competenza venga assegnata alla Consulta.
Nessuna apertura neanche alla richiesta
dei senatori di Area riformista di ridurre il
numero dei deputati, mentre potrebbe essere allargata la platea di elezione del capo
dello Stato.
GLI SCENARI A Strasburgo Salini, ex presidente della provincia di Cremona
Maurizio Lupi: «Resto ministro»
Vince la paura del rimpasto
di TEODORO FULGIONE
Qui sopra il
ministro
Maurizio Lupi
ROMA - Dopo settimane di riflessioni personali ma soprattutto discussioni relative
alle ipotesi di una sua sostituzione tra i membri del governo, il ministro
Maurizio Lupi ha deciso: non ricoprirà l’incarico di europarlamentare e resterà alla guida
del dicastero delle Infrastrutture. Al suo posto a Strasburgo, dopo la rinuncia, andrà invece Massimiliano Salini che si è dimesso da
presidente della Provincia di Cremona proprio per potersi trasferire al parlamento europeo. La scelta dell’esponente del Nuovo
Centrodestra, primo degli eletti per il suo
partito nella circoscrizione Nord Ovest, chiude di fatto la porta all’opzione «rimpasto di
governo». O meglio, la rinvia in attesa che si
definiscano meglio le nomine dei commissari europei che potrebbero coinvolgere il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Ma più
di ogni altra cosa, sulla permanenza del lea-
der ciellino alle Infrastrutture hanno certamente influito le preoccupazioni dei piccoli
partiti di avviare un gioco di walzer che alla
fine avrebbe potuto penalizzarli.
Ncd, Sc e Udc possono contare attualmente
su ben cinque ministri (Alfano,
Lupi, Lorenzin per Ncd; Giannini
per Sc; e Galletti per l’Udc) sui 16
dell’esecutivo Renzi. Si tratta del
30% circa della composizione governativa, un dato che appare sovradimensionato rispetto ai voti
ottenuti dai centristi alle ultime
Europee dove, unendo le loro percentuali, hanno superato di poco
il 5%.
Dal suo canto Renzi, forte del 40,8% ottenuto alle elezioni continentali di maggio, potrebbe invece sfruttare a suo vantaggio un
eventuale «ritocco» alla squadra ministeriale
in modo da spostare gli equilibri a favore del
Pd. Ma a frenare l’operazione ci sono i dubbi
sull’opportunità politica di una operazione di
questa natura che, tra l’altro, il Colle osserva
con la dovuta attenzione. In Parlamento, infatti, è in corso l’esame di provvedimenti delicati come le riforme istituzionali e la legge
elettorale. I piccoli partiti hanno già dato
qualche avvisaglia di tensione
proprio al Senato, dove si discutono le riforme, e non è da escludere
che un loro ridimensionamento
possa determinare “ritorsioni”
politiche tali da minare il cammino delle riforme stesse.
In ogni caso, il tema «rimpasto»
potrebbe caratterizzare anche le
prossime giornate. A buttare acqua sul fuoco prova il sottosegretario Graziano Delrio che esclude la possibilità di un cambio all’interno della compagine
governativa: «Se Mogherini andrà in Europa
- dice - si tratterà di sostituire lei». Renzi si
troverebbe di fronte ad un bivio: una semplice staffetta alla Farnesina o allargare il giro
anche ad altri ministeri.
Rimane
il nodo
del successore
di Mogherini
CINQUE STELLE
Ue, Castaldo
teme il voto
STRASBURGO - Per i 17 eurodeputati pentastellati è
tempo della prima transumanza a Strasburgo. E per
oggi è attesa la “benedizione” di Beppe Grillo al gruppo.
Ma già nelle votazioni per i 14
vicepresidenti del Parlamento europeo, il M5S rischia di
trovarsi ad affrontare la prima
trappola della “grande coalizione” europeista popolarisocialisti-liberali. E perdere il
posto di vicepresidente che
spetterebbe al gruppo formato con Nigel Farage. Il
candidato di Farage è il romano Fabio Massimo Castaldo, 27 anni. Ma la candidatura deve essere votata
dalla plenaria e i liberali
avrebbero intenzione di presentare un candidato in più. I
voti di popolari e socialisti taglierebbero fuori l’italiano
pentastellato.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
[email protected]
5
GIUSTIZIA Dalle carriere al Csm, all’accelerazione del processo penale
Si cambia in 12 punti
Intercettazioni, «valutare anche con i direttori dei quotidiani»
A sinistra il premier Renzi; sopra il ministro della giustizia Orlando
|
LE TRATTATIVE
|
Silvio riunisce i suoi
per dettare la linea
REPPUCCI
«Chi
sbaglia
paghi»
ROMA - E' stato rimosso il prefetto di
Perugia
Antonio
Reppucci «per le
frasi sbagliate e ingiuste». L’ultima parola di Renzi sul caso dell’ex prefetto è
lapidaria. Nella conferenza stampa dopo il Cdm il premier
non ha lasciato spazio a possibilità di
revoca della rimozione. «Nelle prossime ore sarà nominato il successore.
E' un gesto che dovevamo alle madri
che vivono situazioni di difficoltà. Chi
sbaglia paga il conto
dei propri errori», ha
aggiunto
Matteo
Renzi ringraziando
il ministro Alfano.
Silvio Berlusconi
di YASMIN INANGIRAY
ROMA - L’umore non è dei migliori e Silvio Berlusconi non
lo nasconde a quanti lo hanno
sentito in questi giorni. L’ex
capo del governo non nasconde infatti la preoccupazione
(che aumenta di giorno in
giorno) in vista del 18 luglio
quando potrebbe arrivare la
sentenza di appello del processo Ruby: vogliono disintegrarmi, avrebbe confidato il
Cavaliere ai suoi uomini.
Ed è proprio per questo motivo che l’ex premier ha poca
voglia di occuparsi di tutto il
resto, comprese le fibrillazioni
di alcuni senatori sulle riforme. Il Cavaliere è atteso nella
Capitale per domani sera giusto il tempo di riunire giovedì i
gruppi azzurri di Camera e Senato insieme con gli eurodeputati, per poi far rientro ad
Arcore. Certo è un’agenda che
può subire dei cambiamenti
anche se al momento non sembra all’orizzonte l’incontro
con il premier Matteo Renzi.
Berlusconi d’altronde evite-
rebbe volentieri anche l’assemblea in programma per
giovedì sulle riforme.
L’idea di dover assistere ad
una riunione-sfogatoio non lo
alletta, ma sul tema delle riforme non può permettersi passi
falsi da parte dei suoi parlamentari: spiegherò - sarebbe il
ragionamento - che noi rispettiamo gli accordi presi. Non
faremo mancare il nostro sostegno alle riforme ma chiediamo che anche Renzi faccia
lo stesso votando a favore dell’Italicum così com’è senza
modifiche. Insomma il Cavaliere non ha nessuna intenzione di tradire l’accordo siglato
con il capo del governo ecco
perchè, nonostante manchino
ancora le convocazioni ufficiali, l’assemblea congiunta resta
al momento in agenda.
Quello però che Berlusconi
vuole evitare è di riaprire altri
fronti polemici. La presenza di
tutti i dirigenti azzurri, compresi gli eurodeputati, potrebbe essere l’occasione per affrontare anche la riorganizzazione del partito.
Angelino Alfano
ROMA - Il premier Matteo Renzi, al termine del Cdm, ha illustrato le linee guida della riforma della giustizia: «Per due mesi
vogliamo discutere della giustizia in modo
non ideologico, sarà una discussione la più
filosofica, concettuale e astratta prima di
approvare la riforma per coinvolgere l'Italia su questo tema».
«Sono 20 anni che sulla giustizia si litiga
senza discutere. Noi vogliamo cambiare
metodo e discutere nel merito e possibilmente senza litigare», ha spiegato Renzi
parlando della riforma della Giustizia.
Sono 12 i punti della riforma che ieri il
ministro della Giustizia Andrea Orlando
ha presentato in consiglio dei ministri.
Hanno come obiettivo la riduzione dei tempi della giustizia civile, il dimezzamento
dell’arretrato e una riforma del Csm che
senza toccare l’indipendenza della magistratura premi le carriere per merito e
non, ha chiarito il premier, per appartenenza di corrente.
Ecco dunque i 12 punti, alcuni sintetizzati per temi, della riforma che ora sarà
aperta alla discussione per 2 mesi tra addetti ai lavori e cittadini.
La giustizia civile è al centro del primo
punto. La riduzione dei tempi punta a portare ad un anno il primo grado del procedimento civile. La riforma vuole poi portare
a dimezzare l’arretrato con una corsia preferenziale per imprese e famiglia. «Oggi ci
sono cinque milioni e duecentomila processi pendenti - ha ricordato il premier una roba pazzesca».
Un altro punto riguarda il Csm. «Chi
giudica non nomina, chi nomina non giudica» ha detto Renzi spiegando che la carriera sarà legata al merito.
Ancora, la responsabilità civile dei magistrati sarà sul modello europeo.
Altri punti della riforma sono il disciplinare delle magistrature speciali; le norme
contro la criminalità economica (falso bilancio, autoriciclaggio); l’accelerazione del
processo penale e la riforma della prescrizione; le intercettazioni (diritto all’informazione e tutela privacy); l’informatizzazione integrale del sistema giudiziario; la
riqualificazione del personale amministrativo.
Si è parlato anche dei divorzi consensuali non da giudice. «Per separazioni e divorzi, se consensuali, non servirà più andare
davanti al giudice», ha asserito Orlando
sottolineando come questo sia uno degli
obiettivi della riforma della giustizia nell'ambito della riduzione dei tempi della
giustizia amministrativa.
«Serve una normativa sul falso in bilancio degna di questo nome, ci saranno due
mesi per discutere e poi a settembre la faremo dentro la cornice complessiva della riforma», ha concluso il presidente del Consiglio nella conferenza stampa che ha seguito il Cdm.
Infine, si è toccato il tema delle intercettazioni. «Il dibattito è se c'è un limite all'uso
delle intercettazioni», ha spiegatoco Renzi
assicurando che «nessuno vuole bloccare
le intercettazioni dei magistrati» ma piuttosto valutare la questione anche «con i direttori dei quotidiani».
IL CASO Centrodestra compatto contro l’apertura degli azzurri
Sulla “svolta gay” del Cav
Forza Italia contro tutti
ROMA - Se Matteo Renzi cercava
una maggioranza con cui provare
a cambiare le leggi sui diritti civili
delle coppie omosessuali potrebbe
averla trovata. Ciò che stupisce è
che l’appoggio non arriverà dai suoi alleati
di governo del Ncd,
ma da Forza Italia. Almeno questa sembra
l’ipotesi in campo dopo l’apertura di Silvio
Berlusconi, che ha definito quella per i diritti civili degli omosessuali come una
«battaglia che in un paese moderno e democratico dovrebbe essere
un impegno di tutti». Un impegno
che però prevede dei limiti se, come sostiene Maurizio Gasparri, il
Cavaliere rimane contrario a matrimoni e adozioni gay. Così come
Critiche
da Ncd
e Fratelli
d’Italia
conferma la contrarietà alle adozioni Daniela Santanchè, a cui fa
eco Mariastella Gelmini.
Tutti d’accordo, però, sul fatto
che ci si trovi davanti a una nuova
«realtà sociale» e che i «tempi sono
maturi». Tutti, in sostanza, dalla
parte di Berlusconi: dalla Carfagna alla Bergamini, dalla Ravetto
alla Brambilla.
Intanto, la frattura sul tema nel
centrodestra appare netta. Non
un buon segnale per il tentativo di
ricostruire una coalizione che, invece, inizia a dividersi su molti
contenuti.
Difatti, contro l’apertura di Forza Italia si sono subito schierati
Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. E critica
è apparsa anche la Lega, con Maroni che accusa Berlusconi di voler solo farsi «sentire e vedere».
Da Ncd arrivano i rilievi più duri. La linea la esprime il giornale
del Nuovo Centrodestra, l’Occidentale: «Vigileremo contro gli
snaturamenti della famiglia»,
preoccupati dalla «subalternità di
Berlusconi alla sinistra».
La frattura che si apre con FI è
netta, come spiegano Formigoni e
Sacconi. E non poteva mancare la
difesa alla «famiglia naturale» di
Giovanardi. L’unica apertura arriva da Schifani, «disponibile a
parlare di diritti ma non di matrimonio». Non basta però per evitare la replica di Micaela Biancofiore, che accusa il Ncd di essere «ipocrita e bigotto». Il rischio di frattura viene sottolineato anche da FdI
con Alemanno e Rampelli: quest’ultimo chiede ironicamente a
Francesca Pascale di occuparsi solo di Dudù.
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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CONGRESSO
Pd: Non è più il tempo
delle mediazioni
Ora si comincia a fare
sul serio per la sfida a
chi diventa segretario
di SALVATORE SANTORO
POTENZA - Luca Braia con Marcello Pittella al suo fianco ci crede davvero. Crede di poter ripetere il “terremoto” di un
anno fa con le Primarie del Pd.
Il dado è sempre più tratto. Si va allo
scontro vero nel congresso regionale del
Partito democratico. Fino al prossimo 4
luglio un piccolo spiraglio per tentare di
trovare una mediazione in realtà c’è ancora in realtà. Ma è veramente difficile.
Perchè da sabato scorso, dopo che Antonio Luongo, ha aperto la propria campagna elettorale per il Congresso regionale a Policoro sembra essere partito il rish
finale. E già dalle prossime ore tutto dovrebbe diventare sempre più vivo. La
campagna elettorale dovrebbe entrare
davvero nel vivo per quelli che si preannunciano come 12 giorni caldissimi per
il Partito democratico lucano.
Prima di partire “pancia a terra” comunque
c’è un appuntamento
importante oggi: la nomina dei direttori generali che
verranno ufficializzati
dal
presidente del
Consiglio regionale Piero Lacorazza che
si avvale dei poteri straordinari, secondo quanto stabilità dallo Statuto, dopo
che la seduta consiliare di sabato scorso
è andata deserta. Insomma per questioni di equilibri fino alle nomine si evitano
polemiche. Poi si partirà senza più freno
a mano tirato.
Ieri ad ogni modo Luca Braia non ha
fatto sconti. Nella sua Matera è partito
ufficialmente in campagna elettorale
per la segreteria regionale del Pd presso
l’Hotel Hilton. E come scontato ha fatto
il pienone. Al suo fianco il presidente
della giunta regionale, Marcello Pittella. Braia si è lanciato con la premessa:
«Bisogna cambiare il Pd per cambiare la
Basilicata». E ancora: «Il Partito bdemocratico deve aprirsi a un dibattito serio
ed aperto». Tra i big oltre a Pittella in prima fila hanno trovato posto, i consiglieri
regionali Vito
Giuzio e Luigi
Bradascio. Presente ovviamente anche la deputata democratica Maria Antezza.
E immancabile anche la “rivoluzione democratica” iniziata
circa un anno fa
per le Primarie del centrosinistra lucano per la scelta del candidato alla presidenza della giunta. Su questo Braia ha
condiviso la frase: «Il vento del cambiamento è un tornado che non si può più
fermare».
Non ha preso la parola il candidato segretario per primo. Si è fatto anticipare
da 4 giovani amministratrori. In particolare dagli assessori comunali di Pomarico Alessandro Scandiffio e Tiziana
Angelotti.
E poi è stata la volta del governatore
Marcello Pittella che ha rotto gli indugi:
«Dobbiamo saper cogliere questa opportunità». E ancora ha aggiunto il presidente della Regione: «Bisogna correggere la rotta. Si é aperto un varco. Non si
torna indietro. Basta peccare di supponenza nel Pd». Pittella ha poi proseguito: «Siamo gli uomini di un tempo diverso. Io e Luca siamo utili all'unità con la
tolleranza della diversità nel Pd». E
quindi ha ricordato: «Una sfida data per
persa e vinta grazie a voi alle primarie.
Pittella: «Una sfida
data per persa e vinta
grazie a voi .
Ora terminiamo
di costruire la casa»
Pittella II: «Un tempo
diverso. Io e Luca
siamo utili all'unità
con la tolleranza
della diversità nel Pd»
Braia risponde a Luongo
dalla sua Matera
«Noi giochiamo per vincere» , il candidato renziano
alla segreteria regionale mostra i muscoli e tutta la sua squadra
Ora terminiamo di costruire la casa».
Da parte sua Luca Braia ha sottolineato: «Serve un partito tra la gente, con la
gente. Che si sporca le mani in mezzo alla gente e non nelle stanze chiuse. Un
partito inclusivo, catalizzatore di talenti
e di energie. A 360 gradi con le idee della
società». E ancora ha detto Braia: «Ci sono uomini e donne, belle teste pensanti e
creative nel nostro partito. Includerli è
la sfida reale del Pd di Basilicata. Diamo
forza e valore al bello del Pd: le persone».
Insomma la sfida è iniziata e finirà solo il
prossimo 12 luglio con il conteggio delle
preferenze. Fino ad allora sarà sfida vera nel Pd lucano. Di nuovo.
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L’Hilton Hotel pochi minuti prima dell’inizio del comizio congressuale di Braia
La giunta regionale stanzia 574 mila euro
per lavori infrastrutturali in dieci Comuni lucani
POTENZA - La Giunta regionale di Basilicata ha approvato ieri alcuni finanziamenti per messa in sicurezza infrastrutture di alcune opere comunali: oltre 574 mila euro per interventi su ripristino viabilità, opere di consolidamento e mitigazione del rischio idrogeologico, nei comuni di Vietri di Potenza, Bella, Rapone, Guardia Perticara, Cirigliano, Garaguso, Ferrandina,
Calvera, Ripacandida e Ginestra.
Nei dettagli al Comune di Vietri di
Potenza sono stati assegnati 60 mila
euro per la realizzazione di lavori di ripristino e messa in sicurezza della strada comunale di collegamento con il cimitero. Al Comune di Bella per il ripristino delle strade comunali Valle d’Oro, Pomella e Torre - Lagarelli sono stati assegnati 70 mila euro.
Il Comune di Rapone ha ottenuto in-
vece 25 mila euro per i lavori di ripristino della strada comunale in località
Mazzapone.
E ancora la giunta regionale ha destinato per il Comune di Guardia Perticara 40 mila euro per il ripristino del
muro di sostegno lungo via Speranzella.
Nell’abitato di Cirigliano saranno
effettuati lavori di ripristino transitabilità lungo la variante al centro abitato e la strada comunale Santa Maria Vignola, importo stanziato 60 mila euro.
Per quanto riguarda il centro abitato
del Comune di Garaguso, è stato deciso
che partiranno a breve lavori urgenti
di consolidamento con una spesa di 65
mila euro.
Finanziati, quindi, per un importo di
67 mila euro, i lavori di consolidamen-
to e messa in sicurezza della scarpata
“Viale Papa Giovanni” nel comune di
Ferrandina.
Oltre 37 mila euro, infine, sono stati
concessi ai Comuni di Ripacandida e
Ginestra per i lavori di messa in sicurezza della rete di adduzione gas in media pressione.
La Giunta regionale ha approvato,
inoltre, per un importo complessivo di
150 mila euro, in attuazione del secondo piano strategico nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico (annualità 2007 – decreto del Ministero
dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare), il progetto esecutivo, la
lettera di invito e lo schema di contratto
per i lavori di messa in sicurezza dell’area a valle della strada provinciale Fardella - Calvera nella zona ovest del comune di Calvera.
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Martedì 1 luglio 2014
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Dopo tanta attesa, oggi pomeriggio l’ufficializzazione dell’esecutivo
La Giunta De Luca si presenta
Nella squadra anche l’ex sindaco Pepe. Salvia al posto di Giuliano
talia, Pasquale Pepe e del consigliere neo eletto con lo stesso partito,
POTENZA - Giunta comunale, enne- l’avvocato Dino Bellettieri. Come
sima fumata nera. Era attesa per ie- pure può considerarsi già in Giunri, così come aveva annunciato lo ta, l’esperta di progettazione e prostesso sindaco De Luca, qualche grammazione, Annalisa Percoco.
giorno fa. E, invece, l’ufficializzaDovrebbe entrare nell’esecutivo
zione della squadra di governo co- anche un’altra donna, moglie dello
munale è saltata ancora, rinviata a storico consigliere comunale di dequesto pomeriggio, quando final- stra, Vincenzo Belmonte, Marghemente dovrebbero essere resi noti i rita De Francesco. Con esperienza
nomi dei nuovi assessori. Ufficial- nel mondo della scuola e della formente sono stati gli impegni istitu- mazione, potrebbe vedersi assegnazionali del primo cittadino a portare ta la delega alla cultura. Dovrebbe
al rinvio.
far parte della
Nei fatti, però,
squadra cittadiieri è stata l’ennena, senza troppi
sima
giornata
dubbi, anche l’eutile per tentare
conomista che ha
di comporre un
già collaborato
puzzle non facile
con la Regione
e che, prima anBasilicata, Leocora di nascere, è
nardo
Cuoco.
già stato oggetto
Mentre pare semdegli attacchi del
pre più probabile
Pd. Ultimi ritocche fra i nuovi aschi che ancora
sessori ci sia anoggi potrebbero
che il presidente
subire ulteriori
dell’Avis di Povariazioni.
tenza, Nicola StiNon è ancora
gliani.
certo, a esempio,
Oggi si conoil nome di Giosceranno gli otto
vanni Salvia, il Pasquale Pepe e in basso Giovanni Salvia
nomi.
giovane candidaMa quelli fino a
to dei Popolari
ora circolati non
per l’Italia. All’ulpiacciono all’optimo momento ha
posizione, che in
preso il posto che
consiglio è magsembrava essere
gioranza,
che
(almeno fino a doparla di un esemenica) del coorcutivo molto polidinatore regionatico e poco tecnile del partito, Vinco, a differenza di
cenzo Giuliano.
quanto era stato
Ma su Salvia sono
annunciato da
ancora in corso
De Luca.
delle verifiche di
Di certo, per il
natura “tecnica”
sindaco si è tratper capire se postato di un lavoro
sa realmente ennon facile.
trare a far parte
Come dimostra
della squadra di
il fatto che sia
De Luca.
passato
molto
Manca ancora la certezza di una più tempo rispetto a quello da lui
promozione ad assessore anche Ma- stesso auspicato, per dare risposte
ria Martoccia, commercialista e do- celeri alle tante emergenze del capocente alla Luiss di Roma, nonché luogo.
nuora dell’ex consigliere regionale
De Luca ha dovuto fare i conti con
Filippo Margiotta. Che, in caso di un i rifiuti di molti dei profili che aveva
rifiuto, dovrebbe essere sostituita individuato, ma anche con i difficili
dall’avvocato Giuditta Lamorte, an- equilibri politici, alla luce della comche se il nome della prima rimane il plicata governabilità che si va profipiù probabile.
lando sulla base dei numeri in ConCerti, invece, i nomi dell’ex sinda- siglio.
[email protected]
co di Tolve e dirigente di Fratelli d’I-
di MARIATERESA LABANCA
Il neo sindaco di Potenza, Dario De Luca ieri al convegno dedicato
alla figura dello statista lucano, Emilio Colombo
|
SULLE NOMINE
|
Tra prassi consolidate ed ennesima occasione perduta
La vera rivoluzione sarebbe
rinunciare ai poteri
straordinari e decidere in aula
POTENZA - Nomine enti sub regio- su ciascun profilo professionale: un
nali. Una vera rivoluzione sarebbe promosso per ente e tantissimi bocstato non arrivare ai poteri straordi- ciati magari anche tra personalità
nari del presidente del Consiglio. In- prestigiose e di primo piano.
vece per le nomine si prosegue, coPer questo con i poteri straordiname sempre, alle decisioni assunte ri del presidente si rinvia tutto alle
nelle stanze dei bottoni.
stanze chiuse dei partiti e dei gruppi
Una prassi portata avanti da anni. consiliari. In pratica è l’unico modo
Non è una questione di chi siede sul- per evitare la bocciatura pubblica di
la poltrona più alta della presidenza centinaia di aspiranti candidati ed è
dell’assemblea legislativa regiona- in fondo l’unico modo per la mediale.
Funziona
zione su ciascun
così e basta.
ente. Ma così si
Questo il metotorna sempre aldo quando il
la solita routine:
presidente del
decide la politica
Consiglio recon il solito megionale si chiatodo del bilancimava Vincenzo
no e del metodo
Folino, piuttoCencelli. C’è posto che Prospeco di rivoluzioro De Franchi o
nario in questo.
Maria Antezza
E’ il solito modo.
o Filippo BubE i nomi (almeno
bico e Vito De
la gran parte di
Filippo.
La
essi) viene scelto
prassi non è
per simpatie pomai
cambialitiche a questo o
taanche scora quel big. Non
rendo a ritroso
si sfugge. Certo
l’almanacco dei
anche con il paspresidenti fino
saggio in Consiagli albori delglio i numeri e
l’ente Regione.
cioè il peso di
C’è chi sostieciascun partito
ne che sia la Una fase dei lavori in consiglio regionale
conterebbero lo
norma da camstesso.
biare: le nomine non possono essere
Probabilmente se Tizio è il più
effettuate dall’assemblea in quanto sponsorizzato o il più simpatico vergli enti sub regionali fanno parte rebbe nominato lo stesso anche atdell’apparato di governo. Spettereb- traverso il voto palese del Consiglio.
be al governatore non al Consiglio. Ma almeno su ciascun nome si poUn difetto normativo del vecchio trebbe raccontare con precisione coStatuto regiona le insomma. Ma non me sono andate le cose e perchè poi
è solo questo. Nominare i direttori davvero Tizio è stato preferito a
generali dei vari enti regionali si- Caio. Insomma sarebbe stata una
gnificherebbe discutere per ore su novità vera. Rivoluzionaria o no è
centinaia di nomi e decine di votazio- difficile da dire non essendo avvenuni. Preso l’elenco dei candidati am- ta. Ma di certo fare tutto come è semmessi si aprirebbe una discussione pre stato non è innovazione ma conconsiliare infinita su ogni nome. C’è servazione. Questo è poco ma sicuchi fa notare che si tradurrebbe in ro.
sal.san.
una vera e propria mattanza su cia© RIPRODUZIONE RISERVATA
scun nome; su ciascun curriculum e
REPUBBLICA TV INTERVISTA BAROZZINO
Il metalmeccanico senatore che fa beneficenza
Una breve intervista fuori da Palazzo Madama. Il senatore lucano di Sel, Giovanni
Barozzino racconta la propria storia, “dai turni di notte alla Fiat” alla Commissione
parlamentare Lavoro del Senato. Da fare l’emigrato in Canada a 16 a trovarsi nella
camera alta del Parlamento a 50 anni.
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Martedì 1 luglio 2014
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IL RETROSCENA
Appalti, trasferimenti, bilancio e 5 nuove assunzioni
Il lascito degli uscenti prima dell’arrivo di De Luca
Blitz all’ultimo minuto? E’ polemica
Il nuovo sindaco nomina un coordinatore per iniziare a rovistare nei cassetti e partono i veleni
di LEO AMATO
diventa la ditta di un imprenditore potentino considerato vicino al Pd come quella di
POTENZA - Hanno approvato il bilancio
uno dei fratelli Auletta, che già in passato
consuntivo del Comune un’ora prima della
aveva subappaltato da Romeo Gestioni il
proclamazione del nuovo sindaco. Ma a chi
contratto dell’Università della Basilicata
parla di «blitz», rispondono parlando di
(poi bocciato dal Tar). Mentre un altro ha
«un atto di responsabilità». Quanto ad apappena concluso un affare milionario con
palti come quello per le pulizie negli immoil Comune vincendo una gara piazzando
bili di proprietà dell’amministrazione, o al28 alloggi di edilizia popolare nelle due torl’acquisto di 28 alloggi di edilizia popolare
ri costruite a ridosso della Basentana all’alnelle due torri di fronte alla ferriera, o ad
tezza di Bucaletto, a un centinaio di metri
alcuni repentini trasferimenti da un uffiin linea d’aria dai camini della Siderpotencio all’altro, o ancora all’assunzione di cinza.
que nuovi vigili urbani, rinviano le responAltra questione riguarda i trasferimenti
sabilità ai dirigenti. Eppure i veleni rimandi personale all’interno del Comune, in
gono.
particolare di quello distaccato nello staff
Si aggira nei corridoi del Municipio da
dei vecchi assessori da uffici più impegnaqualche giorno Antonio Infantino, già retivi, con almeno un passaggio repentino a
sponsabile del controllo strategico e di gepostazioni più “comode”.
stione del Comune, e appena incaricato da
Premi fedeltà o vecchi debiti regolare?
De Luca di passare al setaccio determine e
Dall’altra parte, tra gli uscenti del tandem
documenti per fotografare in maniera
Santarsiero-Campagna, le accuse vengono
quanto più realistica lo stato dei fatti, anrispedite al mittente e c’è chi insinua che si
che a costo di rovistare negli armadi e nei
tratti quasi di un tentativo di precostituirsi
cassetti dei vari uffici.
un alibi degli entranti rispetto ai problemi
L’ingegnere aveva annunciato quella
quotidiani di una gestione congestionata.
che in Bocconi chiamano “due diligence”
Quanto al passaggio in giunta del bilannon appena si era concretizzata la sua vit- Il Municipio a Piazza Matteotti
cio consuntivo il 23 giugno, pochi minuti
toria al ballottaggio, ed è
prima della proclamazioapparso subito chiaro che
ne di De Luca in Tribunasarebbe potuta essere l’ocle, si fa notare che soltancasione per una resa dei
to due giorni prima sarebconti.
be arrivata in Comune dal
Quello che invece non
Ministero la comunicapoteva immaginare è che
zione delle spettanze cergli uscenti avrebbero mantificate del gettito Imu.
tenuto la presa anche dopo
I 5 nuovi vigili urbani?
il bagno elettorale, nel pe- DA ieri la banca dati del Consiglio re- zioni dirigenziali oltre che delle deliLo scorrimento di una
riodo di tempo intercorso gionale è disponibile al pubblico. Col- berazioni dell’Ufficio di Presidenza.
vecchia graduatoria deciSempre da ieri sono disponibili sul
prima del passaggio di legandosi al sito istituzionale dell’enso in autonomia dal diriLe informazioni saranno reperibili in rete
consegne , fino all’adozio- te (www.consiglio.basilicata.it/atti- sito web dell’ente, nella sezione Amgente rispettando un piane della bozza del bilancio consiglio) è possibile consultare gli at- ministrazione Trasparente - Paga- l’obiettivo di favorire la conoscenza
no per il personale datato
consuntivo 2013 il giorno ti prodotti dall’Assemblea (delibera- menti dell’Amministrazione (ht- degli atti e dei documenti prodotti dal2012.
l’Assemblea e di consentire in ogni
stesso della sua proclama- zioni, mozioni, interrogazioni, pareri tp://www.consiglio.basilicata.it/conL’appalto per le pulizie?
delle Commissioni consiliari perma- siglionew/site/Consiglio/demomento ai cittadini di partecipare alzione.
Un’altra decisione in auL’aria insomma sembra nenti, ordini del giorno) e le delibera- tail.jsp?otype=1040&id=695835), i la vita pubblica. C’è ancora molto da
tonomia del dirigente reessersi fatta subito pesan- zioni dell’Ufficio di Presidenza fino al- mandati di pagamento e i relativi fare, ne siamo consapevoli, ma l’apersponsabile, mentre la
te dalle parti di piazza Mat- la precedente legislatura. Le delibera- provvedimenti di liquidazione emessi tura al pubblico della banca dati, che
giunta spingeva per una
andrà certamente implementata e miteotti, e c’è chi sostiene che zioni dell’ufficio di Presidenza dell’at- dal Consiglio regionale.
nuova gara.
«E’ un altro piccolo passo verso la gliorata, è la precondizione per portail passo indietro rispetto tuale legislatura saranno, invece,
L’acquisto degli alloggi
alla prospettiva iniziale di pubblicate non appena sarà terminata trasparenza - ha affermato il presi- re la nostra Assemblea legislativa vernelle torri di Bucaletto?
una giunta tecnica al la fase di sperimentazione in corso del dente del Consiglio regionale Piero so gli open data, che richiedono anche
Soltanto l’esito di una ga100% sia stata determina- sistema informativo dei provvedi- Lacorazza – che l’Ufficio di Presidenza un investimento tecnologico e che sara regolare.
to proprio dall’esigenza di menti digitali, che prevede la digita- ha voluto, nel doveroso rispetto delle ranno oggetto della nostra attenzione
Certo aspettare l’inse“blindare” l’amministra- lizzazione di determinazioni e disposi- norme che regolano la materia, con nei prossimi mesi».
diamento del nuovo sinzione, piazzando degli uodaco prima di firmare un
mini di fiducia nei gangli
atto notarile così pesante
vitali di una macchina burocratica perce- esempio l’assunzione di 5 nuovi vigili ur- gara d’appalto per le pulizie negli immobili forse sarebbe stato più opportuno, invece
pita come ostile.
bani, quando mancano i soldi per garanti- di proprietà del Comune stipulando una di farlo proprio tra la fine dello scrutinio,
A indispettire l’ambiente attorno a De re un contratto ai membri della segreteria convenzione con la Consip, ossia Romeo l’8 giugno, e la sua proclamazione, il 23.
Luca sono state alcune decisioni viste come politica del nuovo cittadino, a differenza Gestioni, che è la vincitrice del lotto che in- Ma a quanto pare non sembra averci penvere e proprie cambiali elettorali da onora- del suo predecessore.
clude la gran parte delle regioni del Sud sato davvero nessuno, se non a cose fatte.
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re prima del cambio della guardia. Ad
Oppure la scelta di non indire una nuova Italia. Specie se a gestirlo in concreto poi
Nuova banca dati online
Più trasparenza a Via Verrastro
|
L’ALLARME
|
Il Pil cala ancora e “spiazza” il Governo Renzi
Tra le misure allo studio anche l’ipotesi di rivedere il patto di stabilità interno dei Comuni
ROMA - Gli ultimi dati dell’Istat
sul Pil del secondo trimestre
spiazzano il Governo, che però
mantiene la fiducia sull’andamento dell’economia italiana e attende sereno i dati
definitivi di inizio
agosto.
Le ultime stime
dell’Istat, che paventa il segno meno per il secondo
trimestre consecutivo, hanno
destato l’attenzione dell’Esecutivo che, però, non esclude, in
occasione della nota di aggior-
C’è il rischio
di una nuova
manovra
namento del Def a settembre, di
poter confermare le proprie
previsioni per quest’anno, vale
a dire il Pil allo 0,8%.
Per il premier Matteo Renzi e
il ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan, (che si sono visti
ieri in una riunione che ha preceduto il consiglio dei ministri)
l’obiettivo resta lo stesso: evitare una nuova manovra e l’aumento della pressione fiscale o
l’introduzione di nuove tasse.
Sempre in vista di settembre intanto inizia anche il lavoro per
stilare “la lista della spesa” della Legge di Stabilità 2015.
Le voci che hanno bisogno di
essere finanziate sono già numerose: si va dall’estensione del
Bonus Irpef al prossimo anno
alla conferma del taglio dell’Irap, dalla Cig alle missioni internazionali e alle calamità naturali, senza escludere la partita esodati e un’ulteriore tranche del pagamento dei debiti
della Pubblica amministrazione. Un insieme di capitoli, che
ammonterebbero - secondo i
primi calcoli - ad almeno 15 miliardi di euro.
Tra le novità allo studio in vista dell’autunno anche - secon-
do quanto si apprende da fonti
ministeriali - l’ipotesi di rivedere il patto di stabilità interno dei
Comuni. Un lavoro, quest’ultimo, appena iniziato e che punterebbe a superare lo stesso patto allineando le norme a quelle
della contabilità generale. Tutto dipenderà però dall’andamento della crescita e quindi
del Pil. Il governo - secondo
quanto viene spiegato - resta
convinto che vi sia ancora una
possibilità di restare nel quadro
attuale, evitando quindi qualsiasi manovra correttiva anche
se non si nasconde che la situa-
zione non sia fra le più favorevoli. Occorre considerare - si
sottolinea infatti - da una parte,
i margini consentiti dal deficit
al 2,6% (che fa sì
che l’Italia - è l’osservazione - abbia
una sorta di riserva da poter utilizzare in casi di
emergenza), e dall’altra tenere in
conto voci finora
non contabilizzate come quella
proveniente dagli effetti Iva
sulle ristrutturazioni degli immobili, pari circa a 3 miliardi.
Si guarda già
alla legge
di stabilità
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Martedì 1 luglio 2014
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INTERVISTA ALL’ASSESSORE BERLINGUER
Il bilancio su attività e riforme avviate, uno sguardo
alla macchina regionale e una convinzione istituzionale
di LUCIA SERINO
Assessore Berlinguer, i primi 100
giorni della Giunta Pittella sono ormai alle spalle, quale bilancio consegnate alla Basilicata?
Guardi, per quanto concerne i settori
di mia competenza, le iniziative intraprese sono davvero tante, sia sul versante infrastrutture che su quello dell’ambiente. A cominciare dalla firma
dell’APQ rafforzato, che comporta opere per oltre 400 milioni di euro, all’Intesa generale quadro sulle infrastrutture, ai nuovi treni delle FAL, appena
arrivati, ai nuovi 3 treni che Trenitalia
si è impegnata a consegnarci entro febbraio 2015, agli inestimenti sul comparto viario, ai problemi di connessione sulle reti elettriche che abbiamo risolto con la collaborazione di TERNA.
E poi, i tantissimi provvedimenti sul
versante ambientale e del governo del
territorio. Dalla Diffida ad ENI, all’AIA
e alla Bonifica del sito Fenice, ad Ila
Valdadige, con l’inibizione a bruciare
petcoke, alle bonifiche a Tito e in Valbasento, con 46 ml di euro mantenuti sul
territorio, ai controlli su Siderpotenza.. e via discorrendo.
Ma di riforme vere, strutturali? Se ci
sono, non riusciamo a percepirle
Certo, ed anche tante; vanno da quella
relativa all’ARPAB, che ha ripreso il
suo cammino dopo aver atteso che andasse in porto la riforma nazionale, alla rivisitazione dell’Osservatorio in Val
d’Agri, alla riforma dei trasporti, con
la relativa Agenzia regionale, a quella
sul rischio sismico e la certificazione
dei fabbricati, a quella
del settore idrico; tutte
riforme complesse che
abbiamo elaborato in
questi mesi e che a breve porteremo nei competenti Organi esecutivi e consiliari.
La rivoluzione di Pittella? Per molti è slogan su cui ironizzare.
La macchina regionale risponde ai comandi?
Credo proprio di si, anche se le difficoltà sono
tante, sul versante finanziario, dei vincoli del patto di stabilità e della macchina amministrativa
che, in certi casi, sconta problemi di organico. Nel mio Dipartimento, ad
esempio, il problema è particolarmente
sentito. In altri casi ci sono problemi di
efficienza e di organizzazione.
Problemi di organico alla Regione?
Assessore, non mi dica che non si è
accorto che in questa Regione la politica ha pensato più alla lottizzazione, premiando amici e parenti, piuttosto che alla qualità dei funzionari
regionali. Un refugium peccatorum,
lei non crede?
Non spetta a me giudicare la Politica
locale. Certo è che nel momento in cui
si chiedono sacrifici a tutti, e molti non
riescono a trovare un lavoro, è lecito essere particolarmente esigenti con chi il
lavoro ce l’ha. Un po’ di rigore in più
non guasterebbe. E verrebbe, credo,
apprezzato anche da coloro che lavorano con sacrificio , mentre qualcun altro prende il caffè al bar.
E cosa pensa della scelta Pittella di
un Governo tecnico con esponenti addirittura di fuori Regione? Anche il
neo sindaco De Luca ha intrapreso un
percorso simile con molti tecnici,
questa volta lucani. Che ne pensa?
Non voglio intromettermi in valutazioni altrui. Non mi compete e non conosco sufficientemente bene il contesto
cittadino. Resto però dell’idea che la
scelta del Presidente Pittella sia stata
coraggiosa e meritoria.
Ma lei come può dirlo? Non è in conflitto di interessi?
Vede, il tema è proprio questo. Quella
di Marcello Pittella è stata una scelta
estremamente innovativa, che avrebbe
forse meritato una più larga eco a livel-
Perseguire
il bene comune
altrimenti siamo
condannati
a un oppressivo
centralismo
dirigista
Gli assessori tecnici?
Sono un modello
di governance
«Possono cambiare i nomi, ma penso che il meccanismo debba rimanere e debba essere un esempio per il Mezzogiorno. E’ necessario iniettare nel governo regionale
quella dose di professionalità, intesa come competenza tecnica e, di libertà da condizionamenti di “filiera corta”, che altrimenti rischiano di paralizzare il sistema»
lo nazionale, anche perché sposa in
pieno la linea di fondo promossa da
Matteo Renzi. Si tratta infatti di un
nuovo modello di governance istituzionale che sa coniugare democrazia rappresentativa con professionalità, autonomia e capacità decisionale. Un modello che dovrebbe essere guardato con
attenzione, specie dalle tante realtà locali, a basso contenuto demografico,
caratterizzate dalla cd “filiera corta”,
cioè da stretti legami relazionali, parentali, amicali tra persone, che spesso
inibiscono scelte decise e concrete a tutela dell’interesse generale. Il “Modello
Pittella” non è di Aldo Berlinguer, o degli altri Assessori tecnici. Non mi affezionerei ai singoli. Ma è, a mio avviso,
un modello di governo che andrebbe
emulato in tante realtà italiane che,
prigioniere di piccole dinamiche locali,
non riescono a recuperare efficienza e
dinamismo.
Un attimo, scusi: sono parole significative. Lei propone quindi una “sospensione della democrazia” come
modello generalizzato per l’Italia?
Ma quale sospensione della democrazia?! Gli assessori tecnici sono dei civil
servants al servizio della politica regionale. Rispondiamo al nostro Presidente, che mi consta sia stato eletto due
volte, con le primarie e con le elezioni
amministrative, e rispondiamo delle
nostre scelte al Consiglio regionale, organo elettivo e assolutamente sovrano.
Ci mancherebbe altro. Ciò che dico è
che è però anche necessario iniettare
nel Governo regionale quella dose di
professionalità, intesa come compe-
tenza tecnica, e di libertà da condizionamenti di “filiera corta”, che altrimenti rischiano di paralizzare il sistema.
Cioè, in altre parole, quei veti e contro-veti che hanno reso impossibile a
Pittella formare un esecutivo politico? O quelle frizioni interne al PD
che hanno contribuito alla vittoria di
De Luca, col paradosso di una Giunta
senza maggioranza consiliare?
Res ipsa loquitur, non aggiungo altro.
E lei pensa quindi che il “modello Pittella” possa essere un buon antidoto
verso simili fenomeni? E magari, come per magia, contribuire a rivitalizzare gli enti locali del Mezzogiorno?
Il tema è serio, non scherziamo. Vi sono tanti Comuni, in Italia, ove un consigliere comunale viene eletto con meno di dieci voti, un nucleo familiare.
Come fa chi governa a perseguire poi
l’interesse generale? Guardi, la Riforma del Titolo V è emblematica. Se non
riusciremo, da una parte, ad ottimizzare i livelli di governo territoriale e dall’altra a restituire agli enti locali la capacità di perseguire efficacemente il
bene comune dovremo arrenderci ad
un nuovo, opprimente centralismo dirigista. Allora si che la rappresentanza
di interessi, le identità e le specificità
saranno penalizzate. Il “modello Pittella” è rivoluzionario proprio per questo
e sarebbe sbagliato relegarlo ad “incidente di percorso”.
Ma secondo il suo ragionamento allora, un Assessore tecnico vale l’al-
tro. Potrebbero cambiarvi domani,
come qualcuno, lo saprà, non vede l’ora di fare. Non le dispiacerebbe lasciare così presto?
Vede, io non credo che si tratti di una
questione di nomi, di singoli. Si tratta
piuttosto di voler sposare un nuovo
modello di governance istituzionale
oppure no. E credo che, specie in una
situazione, generalizzata e diffusa di
difficoltà finanziaria, questo modello
di giunta tecnica vada affermato con
forza, non solo in Basilicata. In altre
parole, non è Aldo Berlinguer che va
difeso e mantenuto in carica ma il modello si, con i criteri di scelta che implica.
Quindi domani il presidente Pittella
potrebbe paradossalmente cambiare
anche tutti gli assessori tecnici con
altri indicati dai Partiti, a patto che
abbiano le stesse caratteristiche?
Ripeto, non spetta a me esprimermi su
una valutazione che non mi compete. A
me sembra che i criteri della competenza e dell’ autonomia/capacità decisionale debbano essere mantenuti. Spetterà poi ai Lucani valutare se l’operato di
ciascun Assessore sia stato all’altezza
delle aspettative oppure no. E nel caso
chiedere la sua sostituzione. Ad ogni
buon conto, per avere risultati, specie
in certi settori, ci vuole tempo e pazienza. Non basta schioccare le dita, specie
dopo lunghi periodi di stallo. E per
cambiare conducente occorre fermarsi
e ripartire. La Basilicata non mi sembra che abbia bisogno di fermarsi nuovamente, semmai di accelerare per
uscire dalla crisi.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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ESTRAZIONI
Fratelli d’Italia presenta la sua iniziativa:
una proposta di modifica alla legge nazionale
«Sul petrolio la strada
da seguire è questa»
Royalty al 25 per cento, moratoria per 10 anni
per nuove concessioni, più controlli sulle compagnie
di MARIATERESA LABANCA
POTENZA - Sul petrolio, da Fratelli d’Italia di
Basilicata, arrivano una bocciatura e una
proposta. La prima (posizione in verità già
nota) è relativa al disegno di legge approvato
venerdì notte in Consiglio regionale sull’esclusione delle royalty dal patto di stabilità.
«Una legge chiaramente incostituzionale sentenzia il consigliere Gianni Rosa nella
conferenza convocata ad hoc - che tra qualche
mese sarà dichiarata tale. E Pittella non potrà
fare altro che stringersi nelle spalle così come
ha fatto De Filippo per la moratoria». La proposta alternativa di Fdi, invece, prende le
mosse proprio a partire dai limiti del Ddl: se
quest’ultimo va contro le leggi dello Stato,
Fratelli d’Italia di Basilicata supera il problema presentando una
proposta di legge di modifica delle norme nazionali. Che quindi dovrebbe essere approvata in Parlamento, dopo
aver avuto il via libera
del Consiglio regionale.
Ed è per questo che Rosa si appella alla responsabilità non solo
dei colleghi d’aula ma
anche di tutti i parlamentari lucani. «Il testo
- precisa - è aperto a tutti
i contributi. Ma sono si
tratterà di migliorie da
apportare, in termini di
benefici ai cittadini».
«Se Pittella ci vuole
propositivi, questa è la
sfida che gli lanciamo»,
prosegue il consigliere
in conferenza stampa.
Che sottolinea pure:
«La nostra iniziativa ha
anche un altro grande
merito: tenere insieme
tutta la materia che riguarda il petrolio, e non
lavorare su dieci tavoli
di concertazione differenti, come sta facendo
il governatore, senza
portare nessun risultato a casa».
E, in effetti, i punti
che la proposta di legge affronta sono tanti e
diversificati. Illustrati, ieri mattina, oltre che
dal consigliere Rosa, anche dall’avvocato Maria Bonsera e l’ingegnere Angelo Cioè che
hanno lavorato al testo. I due nodi principali
che sono: aumento della royalty dal 10 al 25
per cento e blocco temporaneo - per almeno
dieci anni - delle nuove concessioni di coltivazione e stoccaggio.
La premessa è la stessa che fa base alla legge approvata venerdì in Consiglio: se la Basilicata garantisce l’80 per cento della produzione complessiva nazionale, troppo poco ha
guadagnato dalle attività estrattive. Dal primo gennaio 2015, quindi - recita il primo articolo della proposta di legge che va a modificare il decreto legislativo 625 del 116 - i titolari
di ciascuna concessione dovranno corrispondere un’aliquota maggiorata del 15 per cento
rispetto a quella attuale. L’aliquota da corrispondere alle regioni a statuto ordinario dovrà passare dal 55 al 65 per cento. Ma nel con-
1) Più compensazioni
alle Regioni, meno
ai comuni, ma non sono
quelli dei pozzi
2) Riduzione del prezzo
della benzina
alla pompa
3) Istituzione zona
economica di fiscalità
agevolata
4) Royalty fuori
dal patto di stabilità
5) Apertura di un ufficio
territoriale Unmig
6) Ddl per vincolo
di destinazione
delle compensazioni
tempo la quota ai comuni verrà abbassata dal
15 al 5 per cento. «Nonostante la riduzione - è
stato sottolineato in conferenza - di tratta di
una somma comunque superiore rispetto a
quella attuale, visto che va calcolata sul 25% e
non più sul 10». Ma proprio sul fronte dei comuni, la proposta prevede un’altra novità destinata a far discuture: «Le compensazioni
economiche andranno spalmate equamente
su tutto il territorio». E in proposito, il neo
consigliere comunale, Alessandro Galella
aggiunge: «E’ un assoluto non senso che piccoli comuni della Basilicata abbiano così tanti
soldi da non sapere come spenderle, mentre
la città capoluogo, a esempio, che eroga servizi a tutta la regione, sia sull’orlo del collasso
economico».
La proposta di legge prevede anche monitoraggi più severi per le compagnie petrolifere,
in particolare sulle quantità estratte, con i
controlli intesi come obbligo e non più come
facoltà da parte dell’Unmig. Di cui viene chiesta anche l’apertura di un ufficio territoriale
a Potenza.
Vanno intesi come benefici economici direttamente a vantaggio dei lucani la riduzione del prezzo della benzina alla pompa, e l’istituzione di una zona economica di fiscalità
agevolata speciale. Un pò come accade in
Svizzera e come si sta cercando di fare in Sicilia e Sardegna. La proposta tiene dentro anche la previsione di una anticipazione da parte della Cassa depositi e prestiti delle somme
dovuto per le concessioni per le quali il pagamento delle royalty è in ritardo.
Trova spazio anche, all’articolo 8, la questione dell’esclusione delle compensazioni
economiche dal patto di stabilità interno. Che
però dovranno essere soggetto a un vincolo di
destinazione, per evitarne il cattivo utilizzo:
investimenti e non spesa ordinaria. La previsione dell’articolo è supportata da un disegno
di legge parallelo che Fdi si appresta a presentare a Consiglio: la regione Basilicata dovrà destinare l’aliquota della coltivazione di
idrocarburi al finanziamento di piani di sviluppo economico e all’incremento industriale. Il disegno individua anche sei assi di interventi: investimenti infrastrutturali, opere
per la tutela dell’ambiente, attività di prevenzione e monitoraggio, occupazione, imprenditoria, sostegno alle libere professioni.
«Un modo - spiega ancora Rosa - per vincolare le royalty a un utilizzo più virtuoso. La
legge nazionale lo prevede già. Ma sappiamo
bene com’è andata in questi anni, con i proventi del petrolio che sono stati destinati a
tappare i buchi della sanità a o pagare la Forestazione». E conclude: «Ora Pittella ci dimostri che è pronto a raccogliere la sfida».
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IL COMMENTO
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RIFORMA TITOLO V
Se venisse approvata
per noi nessun futuro
di AURELIO PACE*
Il disegno di legge del Governo di modifica del Titolo V della Costituzione prevede una drastica limitazione delle competenze proprie del sistema delle autonomie regionali con accentramento al potere centrale di compiti e funzioni già devolute alle Regioni
e agli Enti locali.
Una limitazione importante sull’ autonomia
decisionale sarebbe proprio quella in tema di
energia. Un argomento
che riguarda molto da vicino proprio la nostra
Regione al centro di
grossi interessi da parte
delle
multinazionali
energetiche.
E’ necessario rivedere
le competenze in materia
di industrie e di risorse
del territorio, partendo
dal presupposto che se la
responsabilità incombe
sulle Istituzioni Locali, non è pensabile che lo Stato
si riservi la competenza nelle materie citate. Allo
Stato spettano solo le competenze in materia di industria strategica di interesse nazionale e, quanto
al sistema di tassazione sulle risorse del territorio,
alle regioni tocca il potere di tassazione primario ed
allo Stato quello derivato.
Non è pensabile quindi che, ad esempio, sui prodotti petroliferi si possa conservare allo Stato la tassazione primaria ed alle regioni solo le accise o le
royalties: il sistema va letteralmente invertito.
E’ necessario fare chiarezza su questa impostura, ha continuato Pace, perché si inauguri una nuova fase della storia nazionale e del benessere dei territori.
Privati delle proprie risorse, conclude Pace, non
esiste un futuro concreto di sviluppo per la Basilicata. Al Governo regionale, al consiglio ed alle forze sociali affidiamo questa sfida determinante.
*Consigliere regionale
Popolari per l’Italia
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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Pd, guerriglia precongressuale sulla vertenza romana
Il governatore incontra i parlamentari
Ma gli ex Ds lo lasciano solo
Presenti solo i renziani e De Filippo
BONUS IDROCARBURI PER I PIÙ DEBOLI
PdS, «Con parte delle risorse liberate
reddito minimo d’inserimento»
NEL corso dell’incontro, il presidente
Pittella ha ribadito anche la sua proposta sul fondo che attualmente finanzia il bonus carburanti
«La nostra proposta è di utilizzare
direttamente, come ente regionale, le
risorse della card benzina – ha affermato il governatore – destinandole
non solo ai patentati ma a tutti i residenti in Basilicata dando priorità alla
platea di meno abbienti che purtroppo
si sta allargando a causa della crisi
duratura». Destinazione “sociale” anche per le risorse del petrolio che andranno svincolate dal patto di stabilità. «Vorremmo utilizzare una parte di
quelle risorse per il reddito minimo di
inserimento. La Basilicata ha bisogno
delle royalties del petrolio per poter sopravvivere e ricucire una ferita che altrimenti non sarà più sanabile».
Il tavolo con i parlamentari e il sottosegretario De Filippo
AVEVA auspicato il più largo e trasversale deputato di Forza Italia, Cosimo Latronico.
sostegno a quella che lui stesso aveva defiSe sono comprensibili, invece, le assenze
nito «la partita per la vita della Basilicata», dei due parlamentari del Movimento 5 Steltradotta nella legge regionale che esclude le, Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli che non
le royalty del petrolio dal patto di stabilità credono in una possibile via di sviluppo luinterno. E invece, ieri mattina, nel previsto cano nel nome del petrolio, meno lo è quella
incontro potentino che doveva discutere del senatore dei Popolari per l’Italia, Tito Di
anche di bonus carburante e Memoran- Maggio. Che, dopo la conferenza stampa di
dum, il governatore Pittella si è dovuto ac- Pittella anche annunciava il disegno di legcontentare di pochissimi parlamentari lu- ge, aveva dichiarato: «Su questa strada, il
cani accorsi al capezzale del malato. Ma la presidente della Giunta ci troverà sempre
notizia non è tanto che dei 13 previsti, ci fos- al suo fianco».
sero solo 5 tra deputati e senatori presenti.
I parlamentari presenti hanno comunIl peggio è che, tra gli assenti, ben 4 sono que assicurato il massimo impegno comudel Pd. Il primo a defilarsi è stato il capo- ne per portare avanti a Roma le ragioni delgruppo alla Camera, Roberto Speranza, che la Basilicata. Lo stesso ha fatto il sottosenell’autorevole ruolo ricoperto avrebbe do- gretario De Filippo che però, anche in quavuto essere la punta avanzata della squadra lità di ex governatore, molto ha spinto sulle
che prova a spingere la causa lucana sui ta- ragioni che potrebbero far dichiarare incovoli nazionali. Non si è presentato nemme- stituzionale la legge regionale. Stessi dubbi
no il vice ministro Filippo Bubbico (che nel- anche per il deputato Latronico, anche se
l’immediato aveva espresso entusiasmo per con una nota ha precisato di condividere la
l’iniziativa del governatore lucano, tradot- ragione che muove l'iniziativa legislativa
to, venerdì scorso in legge regionale). E che manifesta la speciale sofferenza della
nemmeno la senatrice Emma Fattorini e il regione. Alla fine i parlmentari hanno condeputato Vincenzo Folino. Un segnale pe- diviso la proposta del sottosegretario De Fisante nei confronti del governatore lucano, lippo di costruire una strategia unitaria
lasciato “solo” nell’iniziativa che avrebbe per una interlocuzione diretta con il goverdovuto trovare almeno il suo partito com- no nazionale. La delegazione intessirà i
patto. E invece i democratici di Basilicata rapporti per un incontro tra il presidente
sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi, com- della Regione, la Presidenza del Consiglio
pletamente proiettati verso un congresso dei Ministri e i Ministeri dello Sviluppo ecodifficile e complicato, si fanno la guerra an- nomico e delle Finanze. «La “vertenza” nache sulle questioni più importanti e delica- zionale è aperta. «Ci giochiamo la sopravvite. Non è forse un caso che a sostegno della venza stessa della nostra regione - ha combattaglia del governatore, ieri ci fossero so- mentato il governatore - Per questo chiedelo i parlamentari renziani Salvatore Mar- rò loro di farne una grande battaglia condigiotta e Maria Antezza. Con l’eccezione del visa, che deve vederci protagonisti a tutti i
sottosegretario e segretario regionale del livelli». Ma il più grande segnale di debolezpartito, Vito De Filippo. A prendere parte ai za arriva proprio dal suo partito.
marlab
lavori anche senatore e deputato di Sel, [email protected]
tonio Placido e Giovanni Barozzino. Oltre al
L’INTERVENTO
Ecco perché da ex sindaco “ribelle”
sostengo l’azione del presidente
di PASQUALE DE LUISE*
GENTILE Direttore,
intervengo per portare il mio
contributo, da fresco ex sindaco di
Spinoso, sul nodo fondi royalties/patto di stabilità e sul modo, secondo me più che giusto, con il quale il presidente Pittella, ha deciso
oggi di muoversi, mettendo in campo una procedura regionale che ne
autorizzi il suo sforamento.
Non è più il tempo di aspettare,
non è più il tempo di tergiversare.
E’ finito anche il tempo della resistenza passiva. Forse siamo già in
ritardo per arrestare la moria continua e lo spopolamento dei nostri
piccoli paesi. Non c’è più tempo per
perdere tempo.
La rivoluzione democratica che
la gente si aspetta è anche questa,
quella di avere il coraggio di riscrivere la storia che altri, forse, hanno
già scritto per la nostra Regione e
dimostrare che, se i lucani hanno
scelto un medico al proprio capezzale, è per portare a questo malato
una terapia d’urto e non per essere
assistiti in una triste e scontata eu-
tanasia.
Servono scelte coraggiose e noi,
che fummo sindaci Ribelli, questo
coraggio (anche se poi non ha pagato elettoralmente, ma chi se ne
frega) l’abbiamo messo tutto e da
tempo, abbiamo avvertito i manovratori che sul tema petrolio si gioca la nostra esistenza.
E il Patto di Stabilità, esteso da 2
anni anche ai comuni al di sopra
dei 1000 abitanti, rappresenta oggi
il primo vincolo alla nostra resistenza.
E’ inaudito che, in un periodo di
crisi economica come questa, per le
famiglie e per le imprese, un comune che riesce, dopo vari passaggi
burocratici, ad arrivare ad esperire
le gare di appalto per numerosi lavori, pur avendo i fondi provenienti dalle royalties, debba fermarsi
per rispettare quel numerino impostogli dal patto e bloccare investimenti necessari alla ripresa dell’economia.
Il solo fatto che il Comune di Spinoso, solo per il 2014, ha investimenti per più di un milione di euro,
imporrebbe di chiamare tutte le im-
prese che da questi investimenti dipendono (muratori, falegnami,
carpentieri, artigiani, ecc) e di accompagnarli, insieme al presidente Pittella, dal Ministro per farsi
spiegare come si crea, se non così,
l’economia reale in questa Regione.
Per non parlare degli effetti che il
Patto ha sui pagamenti alle imprese e ai fornitori, che, non solo hanno dovuto anticipare somme per
mantenere gli impegni presi e pagare i dipendenti, per poi trovarsi
ad aspettare anni per avere il dovuto a causa dei vincoli del Patto.
E non si può nascondere il risultato, non secondario, della impossibilità di erogare fondi, pur disponibili, per calmierare, sui più deboli e
sui soggetti affetti da handicap, gli
effetti di una crisi senza precedenti
che proprio i Sindaci, più di altri,
conoscono a fondo e caso per caso.
Certo un effetto però il Patto l’ha
avuto: quello di legittimare quei solerti funzionari pubblici che pensando solo al loro stipendio e alle
eventuali riduzioni che ne deriverebbero, consigliano agli ammini-
L’ex sindaco, Pasquale de Luise
stratori di non fare nulla, perché
meno si fa e meno si incorre nei rischi di sforamento del Patto. Ah come sarebbe bello, in questo periodo
storico, se una consiliatura comunale fosse eseguita scambiandosi
di ruolo e chiamando i burocrati a
fare gli amministratori.
Per queste ragioni, esorto tutti i
primi cittadini a sostenere, più che
mai, questa azione intrapresa dal
Presidente Pittella, con un invito
però: non facciamo diventare quest’azione un ulteriore elemento di
differenziazione politica tra correnti interne in vista del congresso
del Pd. Qui non si tratta di difendere filiere politiche già ben difese; è
stato già fatto in passato con scarsi
risultati concreti; qui si tratta di difendere la resistenza, sempre più
ardua, della nostra gente e la vera e
propria esistenza dei nostri paesi.
Come diceva Cesare Pavese: “ Un
paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante,
nella terra c'è qualcosa di tuo, che
anche quando non ci sei resta ad
aspettarti.”
Ecco perchè i nostri paesi meritano di essere strenuamente difesi.
*già sindaco di Spinoso
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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MORTI BIANCHE
L’uomo è stato investito da un camper
mentre stava lavorando lungo la Salerno-Reggio
Sopra il luogo dell’incidente avvenuto tra le uscite di Padula-Buonabitacolo in Campania e Lagonegro nord. Sull’asfalto ancora visibili i rilievi delle forze dell’ordine
A3: la lunga scia di sangue
Ennesimo incidente sul lavoro. A perdere la vita il sessantenne Domenico Setaro
|
di FABIO FALABELLA
LAGONEGRO – «Basta morire di lavoro: la costituzione di un osservatorio strutturato sulla questione della
sicurezza non è più rinviabile». Sono
le parole di apertura di un comunicato stampa durissimo diffuso ieri
mattina da Enzo Iacovino della Fillea
Cgil e da Angelo Summa, segretario
generale della confederazione di Potenza, poche ore dopo l’ennesimo incidente mortale avvenuto ad un operaio in servizio su un cantiere della
Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, tra le uscite di Padula-Buonabitacolo in Campania e Lagonegro
nord. L’uomo, Domenico Setaro di
60 anni, originario di Corleto Monforte in provincia di Salerno e padre
di famiglia, lavorava in un tratto del
secondo
macro-lotto
per conto
della ditta
PaganiAscolillo,
con sede a
San Rufo
nei pressi
di Sala Consilina, della
quale era
dipendente
da molto
tempo. Intorno alle
otto si stava
apprestando, probabilmente da solo
secondo le prime ricostruzioni fornite agli inquirenti, al posizionamento
di segnaletica di cantiere mobile per
permettere successivamente a squadre di tecnici specializzati di installare cavi e apparecchiature per la videosorveglianza, mentre i suoi colleghi lo precedevano, qualche centinaio di metri più avanti in direzione
sud, all’interno del mezzo di servizio
utilizzato per gli spostamenti. All’altezza del chilometro 117, in località
Tempa ospedale immediatamente a
ridosso di una galleria che doveva essere cablata, Setaro è stato travolto
da un camper che lo avrebbe centrato
in pieno alla nuca colpendolo con lo
specchietto destro retrovisore e fran-
FOCUS
|
Tre decessi
in 100 giorni
A sinistra Domenico Setaro (fonte: www.ondanews.it) In alto gli operai a lavoro subito
dopo l’incidente e il camper che ha investito l’uomo
tumandogli il capo sul colpo a causa
della forte velocità e della violenza
dell’impatto. Sul punto dell’incidente insieme ai rilievi col gessetto effettuati dalla polstrada che rimaneva
molto cauta sulla dinamica di quanto avvenuto, era ancora visibile in
tarda mattinata una estesa chiazza
di sangue e il direttore sanitario della Asl di Lagonegro Antonio Gagliardi, presso il cui nosocomio l’uomo è stato immediatamente condotto
dai soccorritori, ha affermato che Setaro sarebbe «arrivato al Pronto Soccorso già deceduto, con il cranio distrutto, mentre adesso il cadavere è
stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria in attesa dell’esame
autoptico» il quale terrà questa mattina alla presenza del medico legale
designato dalla Procura. Grande
sconcerto tra i colleghi e «sentimento di cordoglio appesantito da un forte impulso di rabbia e di rammarico»
ha commentato ancora Summa, che
si era recato prima in autostrada e
poi in ospedale dove ha incontrato i
familiari di Domenico Setaro, increduli e straziati dal dolore. «Ormai è
necessario convocare d’urgenza un
tavolo in prefettura – aggiunge - così
come richiesto dalle organizzazioni
sindacali di categoria, con tutti i soggetti preposti per legge alle funzioni
di controllo, vigilanza e sicurezza,
per fare chiarezza su errori e/o colpevoli omissioni: i tempi di consegna
pur importantissimi di opere di interesse nazionale non possono essere
accorciati allungando la lista dei
morti sul lavoro. Non è pensabile né
ulteriormente accettabile – conclude
– sacrificare il livelli di sicurezza delle condizioni di lavoro e l’incolumità
degli operai in funzione della ottimizzazione dei tempi e dei risparmi
sui costi sostenuti da aziende appaltatrici e subappaltatrici».
LAGONEGRO - «Quanti
altri lavoratori dovranno
morire sulla SalernoReggio Calabria prima
che le istituzioni si decidano ad intervenire con
fermezza?» Se lo chiede il
segretario generale della
Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, commentando l’ennesimo incidente mortale occorso ieri mattina a Domenico
Setaro. Proprio a Lagonegro era cominciata
questa tremendascia di
sangue, che sta segnando in maniera tremenda
e sinistra la fase di completamento dei lavori sul
segmento lucano della
A3, con la morte avvenuta il 30 marzo scorso di
Giuseppe Palagano, un
lavoratore esperto colpito da una centina staccatasi in fase di montaggio
dalla volta della nuova
galleria in costruzione
Renazza, a poco più di
due chilometri dal punto
dove è avvenuto l’impatto mortale che ha stroncato ieri mattina Setaro.
E tutti avevano sperato si
fosse trattato solo di un
accidente nel senso letterale del termine, di un accadimento imprevedibile, fortuito e del tutto casuale, di quelli da compendiare nei registri del-
le statistiche come per
gli schiavi che venivano
sacrificati, scientificamente, alle erezioni delle
piramidi
nell’antico
Egitto. Peccato che siano
passati appena duemila
anni, conclusi con due
secoli di lotte di classe ed
operaie che, seppur datate, superate e buone per
la copertina nostalgica
di una cartolina da riporre in soffitta, avevano
guadagnato ai lavoratori di tutto il mondo diritti
e sicurezze, a cominciare
dalla tutela della salute e
della incolumità nei luoghi deputati alla produzione. Dopo Palagano è
stata la volta di Francesco Cosentino ai primi di
maggio, colpito da sedimenti rocciosi in galleria
Serra Rotonda nei pressi
di Lauria e rimasto in pericolo di vita e prognosi
riservata al San Carlo di
Potenza per molte settimane. Infine Antonio De
Luca, operaio abruzzese
rimasto ucciso sempre a
Serra Rotonda: tutti casi
molto simili, probabilmente dovuti a disattenzione o mancanza di rispetto delle norme di legge e sulle quali sta ancora indagando la magistratura competente.
fa. fa.
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
EDITORIA
La sinergia
tra tre testate
per affrontare
la trasformazione
dell’informazione
Martedì 1 luglio 2014
[email protected]
segue dalla prima
di LUCIA SERINO
e gli disse - mi piace immaginare - più o meno così: ragazzo, vieni qui che ti spiego un po' cos'è la
questione meridonale. E' utile che lo sappia pure tu, che meridionale non sei”. Quel giovanotto
era Indro Montanelli.
Portò i suoi occhi su un mondo che non conosceva. Paolo di Paolo, sul Foglio, scrive: Vorrei
sbagliarmi, ma temo che l’Italia non sappia più
che farsene di Indro Montanelli. Quando lui
stesso, negli ultimi anni, non faceva che ripetere “So di avere scritto sull’acqua”, quando ricordava la frase del suo maestro Ugo Ojetti – “L’Italia è un paese di contemporanei senza antenati
né posteri perché senza memoria” – credevo si trattasse di una posa scaramantica.
Non abbiamo più bisogno di giornalisti?
Oggi che basta una gmail per vedersi e dialogare, a chi vogliamo raccontare? Da oggi i lettori che ci seguono qui e altrove troveranno un piccolo ma sostanziale cambiamento nella testata: Quotidiano del
Sud, perchè vadano a braccetto tre limes:
si rincorrono i lupi dell'Irpinia con quelli
della Sila, passando per l'osso duro della
Basilicata fino ad arrivare in fondo allo
Stivale, alla fine della terra, quella che si
tuffa nelle acque mosse dello Stretto. Perchè?
1) Mi ha molto colpito quello che ha
scritto il direttore de Linkiesta.it, Marco
Alfieri, un paio di giorni fa: “I conti e la salute di un’azienda editoriale non sono un
fatto privato, anzi offrono l’occasione per
fare alcune considerazioni sul presente e sul futuro dei giornali”. Nella strana emigrazione
che ho fatto all'incontrario, vent'anni fa, ho trovato un editore con il quale pur mi è capitato
qualche volta di avere discussioni ma mai per
un articolo. Mai. Non so quanti giornalisti in
segue dalla prima
di FRANCESCO DODARO*
da parte della società editrice che fa
riferimento al nostro Gruppo e, soprattutto, io e la mia famiglia non
ne saremo più gli Editori.
E’ con non poca tristezza che mi
accingo a raccontare le motivazioni
di una dolorosa decisione, certamente non riconducibile alla mia
espressa volontà, né a quella della
mia famiglia, ma imposta da situazioni contingenti, alcune delle quali, davvero non mi sarei mai aspettato di incrociare.
Devo subito evidenziare, però, che
tutto quello che ho subito personalmente e che tanto danno mi ha creato, non mi ha fatto perdere la voglia
di continuare a combattere, di volere bene al mio territorio ed ai miei
collaboratori, cui intendo poter assicurare un futuro nonostante tutto.
Conservo, infatti, integro, nonostante le ingiuste e devastanti (da
un punto di vista imprenditoriale e
personale) vicende subite, lo spirito
che mi ha portato, insieme ai miei
familiari, ormai 13 anni or sono, a
lanciare la sfida, delicata ed utopistica, della pubblicazione di un giornale che potesse essere una voce libera ed autorevole di informazione,
nonché uno strumento di cultura,
all’interno di una regione e di un
territorio difficili in cui si sentiva
forte l’esigenza di una iniziativa editoriale che dovesse colmare un vuoto di informazione, a tutti fin troppo
evidente.
Pian piano, con l’aiuto insostituibile di Direttori autorevoli e profes-
sionalmente irreprensibili, con la
professionalità, man mano cresciuta, dei giornalisti e dei collaboratori,
con l’abnegazione ed il sacrificio dei
dipendenti tutti, abbiamo creato
una realtà editoriale davvero importante ed autorevole per i nostri
territori, un punto di riferimento
per tanti, una voce libera di informazione, sottratta alle logiche perverse del potente di turno; soprattutto una opportunità di lavoro per
tanti giornalisti, grafici, poligrafici, amministrativi, addetti di diffusione e agenti pubblicitari, e che,
senza, difficilmente avrebbero potuto crescere e vivere nella loro regione di origine, andando a incrementare il triste fenomeno dei nostri territori legato alla forte emigrazione
intellettuale.
Certamente il percorso non è stato semplice ed i problemi non sono
mancati, ma, con sacrificio e dedizione, sono stati quotidianamente
affrontati e risolti, e così non hanno
impedito di continuare la splendida
avventura editoriale intrapresa.
Nemmeno la ben nota crisi nazionale, avvertita con più forza nel settore dell’editoria, che ha condotto testate nazionali ed internazionali
ben più importanti della nostra a
drastici provvedimenti, era riuscita
a sconfiggere la determinazione e
l’entusiasmo di mandare avanti e
comunque, ogni giorno, la pubblicazione del giornale. Ma ulteriori
motivi, purtroppo esterni alle normali dinamiche imprenditoriali,
hanno condotto e costretto me e la
mia famiglia a prendere la decisione
sofferta or qui in commento.
Il riferimento corre ad una tristissima vicenda imprenditoriale, trasformatasi ben presto in giudiziaria, condotta ad armi impari nei
confronti del sottoscritto e delle sue
aziende e che, nonostante la strenua
difesa dei miei diritti e delle mie ragioni, ha prodotto effetti devastanti
a tutte le società del mio gruppo imprenditoriale/societario, che si sono
riverberati pesantemente anche nei
confronti del gruppo editoriale che,
anzi, indirettamente, ne é stata la
causa scatenante per come tra breve
spiegherò.
Dicevo appunto di una grave vicenda imprenditoriale in cui una
società del gruppo è stata vittima
dapprima di una condotta spregiudicata da parte di un proprio importante partner commerciale (una
multinazionale del settore food) il
Giornali, politica,
IL CAMMINO
Italia possano dire la stessa cosa. In questa stessa pagina potete leggere un lungo articolo a firma del presidente della Luedi e della Finedit,
Francesco Dodaro, che riepiloga la sua vicenda
di imprenditore ed editore. Fare i giornali non è
mai stato semplice. Per lui ancora più difficile.
Tutti quelli che hanno a cuore la questione morale e giudiziaria dovrebbero leggerlo. Forte di
questa esperienza varchiamo la soglia di una
nuova casa editoriale: ci accoglie Gianni Festa
(troppo lungo il curriculum, provate su Google). Per me un destino, mi ascoltò quando ero
già con la valigia in mano. Direzione Sud
territori, ma ne cerca elementi di coesione e connessione. Quotidiano della Calabria, Quotidiano della Basilicata, già fratelli, e Corriere dell'Irpinia (sì, la testata è quella di Guido Dorso). Con
grande orgoglio sabato mattina, ho sentito un
navigato politico della prima repubblica, Nicola
Mancino, che alla platea diceva: prendete esempio dalla Basilicata. Io, campana, orgogliosa
della mia Basilicata. Caro Erminio Restaino,
ancora ti chiedi quando la Basilicata avrà un
rettore lucano? Godiamoci il sole di Aurelia, e
poi speriamo che il suo successore venga da
Johannesburg. O da Cuba, se vuoi.
2) Non è in crisi il giornalismo, è in crisi il sistema di produzione industriale dell'informazione. Non è in crisi la figura del giornalista, ma
la sua identità soggettiva. Non è in crisi il ruolo,
ma la sua reputazione. Internet è già alle nostre
spalle. La trasformazione dell'informazione ha
subito lo stesso passaggio che c'è da una monarchia a una democrazia. Ma questa democrazia è
in cerca di governo.
Da dove si riparte? Da uno sforzo di professionalità ulteriore che offra contenuti in un ciclo
produttivo diverso. Proviamo a gestire il cambiamento, invece che subirlo. Noi ripartiamo,
come dicevo l'altra mattina ad Avellino, da una
sinergia editoriale che non scomunica i suoi
3) Informazione iperlocale, racconto delle comunità, direzione comune Europa. Occhio al
mondo, relazione e interazione e distribuzione
di contenuti nell'ecosistema digitale. Come ha
fatto Giampiero Perri con i suoi libri: a chi facciamo raccontare la Basilicata? A un americano
e a un francese. Voce a tutti e poi, sempre lì si arriva, scrivere (nella maniera che volete, per parole, per immagini, per infografica) quello che
ci produce il più alto tasso di querele e richieste
di risarcimento: diffamatori di professione?
Non credo. Almeno i giudici, finora, non l'hanno mai pensata così. Uniamo allora i nostri sforzi, con un progetto che è solo all'inizio e che sta
disegnando un nuovo modello di sostenibilità
quale, con condotte tutt’ora al vaglio della magistratura civile e penale, ha artatamente creato una ingente posta di credito, che le ha consentito, cinque anni or sono, di
avanzare una istanza di fallimento.
Fin qui nulla di straordinario: un
credito fittizio e contestato ed una
istanza di fallimento audace e senza
la presenza di altri creditori, avrebbero condotto a sicuro rigetto l’iniziativa giudiziale.
E sarebbe stato certamente così se
non avessi incontrato sulla mia
strada un giudice (l’arbitro della
partita) che, per come si è scoperto
dopo alcuni anni, non è stato affatto
imparziale (come la legge e la Costituzione gli impongono), ma anzi, a
causa di forti motivi di risentimento
personale nei confronti del sottoscritto, ha emesso sentenze e provvedimenti viziati da tale mancanza
di imparzialità.
Motivi di risentimento che, per
come scoperto in corso di causa, trovavano origine, tra l'altro, proprio
in un articolo comparso sul giornale pochi mesi prima dell’avvio della
procedura fallimentare, il quale
aveva riportato una normale notizia
di cronaca giudiziaria, riguardante
il menzionato giudice non imparziale, per una sua condanna personale subita a causa di una aggressione ad un vicino di casa: una signora che rimase vittima di lesioni
procuratele dal giudice con un martello pneumatico. Una notizia pubblicata senza enfasi o particolari e
morbose attenzioni, una normale
notizia di cronaca giudiziaria che
un giornale libero aveva ed ha il diritto ed il dovere di pubblicare, ma
che alla fine, purtroppo, tanto cara è
costata alla esistenza stessa del
giornale: di più, una notizia che, a
dispetto dell'appellativo di "ras dell'informazione”, con cui quel giudice mi etichettava proprio con l'allora Direttore della Basilicata, Paride
Leporace, neppure io conoscevo così come tutte le notizie che, con orgoglio, ho sempre letto il giorno dopo perché mai il mio giornale mi ha
visto presente in redazione a decidere alcunché sui contenuti proprio
per rispetto di quella libertà e indipendenza che ha ispirato il mio modo di interpretare l’essere editore!
Ma, tornando alla narrazione dei
fatti, quella istanza di fallimento finita in mano a quel giudice non imparziale, conduce ad una ingiusta
ed illegittima dichiarazione di falli-
IL PREZZO ED
DI UNA INFORMAZ
mento della società (un fallimento
che, come sarà accertato sia dalla
Corte d’Appello che dalla Suprema
Corte di Cassazione, non avrebbe
dovuto esser dichiarato).
Un fallimento che, però, nonostante la immediata revoca disposta
dalla Corte d’Appello, e quella definitiva della Cassazione, mantiene
perduranti i suoi effetti disastrosi
per l’azienda e per il sottoscritto,
nonché per le società dal sottoscritto amministrate e/o partecipate, a
causa della pervicace e perfida azione di quel giudice non imparziale,
che con proprie ordinanze perentorie, tra l’altro, impone addirittura ai
vertici della locale Camera di Commercio di contravvenire ad una
prassi nazionale consolidata, costringendo il Conservatore ad evidenziare il fallimento revocato sulla
visura ordinaria della società.
Il danno, quindi, nonostante la disposta revoca, continua ad aggravarsi per l’evidente motivo che nessun operatore economico e finanziario (che non conosce esattamente
i fatti) intende dar credito ad un soggetto o ad una società collegata ad
un’altra che risulta fallita (ed oggi,
con gli attuali sistemi informatici,
la notizia del fallimento è facilmente
ed immediatamente reperibile da
qualsiasi interlocutore).
La vicenda dura tre lunghi anni,
fin quando, dopo un estenuante
contenzioso giudiziario che porta in
Cassazione alla revoca definitiva di
quel fallimento che mai avrebbe dovuto essere dichiarato, il Tribunale
di Cosenza prende tardivamente atto della definitiva revoca del fallimento e dispone la riconsegna della
azienda al "fallito" (sì, testualmente
mi si definisce fallito nel testo del dispositivo che, a seguito di ben tre diversi giudicati, chiude la procedura
fallimentare).
Ma quel giudice non imparziale –
sempre lui! – non pago ancora dei
danni procurati e del discredito
creato, lo stesso giorno in cui il Tribunale riconsegna l’azienda per la
revoca del fallimento, con separato
decreto, su istanza sempre della medesima multinazionale in odore di
truffa e con il suo credito che dimostreremo essere artefatto, giudizialmente contestato, emette un provvedimento, di inaudita gravità e ferocia nei confronti del sottoscritto:
una anomala sospensione immediata ed inaudita altera parte dalla
carica di amministratore della società appena ritornata in bonis; una
vera e propria beffa! Nemmeno il
tempo di gioire per la agognata riconsegna dell’azienda, perché nuovamente mi veniva sottratta di mano ed affidata ad un Amministratore Giudiziario.
Ma il disegno non era ancora concluso. Dopo un mese circa di amministrazione Giudiziaria, la società
viene nuovamente dichiarata fallita: sempre dal medesimo ed imperterrito giudice non imparziale, sull’istanza, fotocopia di quella che
portò al primo revocato fallimento,
presentata dalla multinazionale in
odore di truffa e con il suo credito
contestato.
Il secondo fallimento, dichiarato
senza soluzione di continuità con il
primo, che era stato perentoriamente revocato, è stato davvero devastante: se durante il primo ero
riuscito a tenere aperte le aziende,
anche se con grandissimi sacrifici
personali ed economici, dopo la seconda ingiusta dichiarazione di fallimento invece, sono stato costretto
a chiudere molte aziende del Gruppo; anche quella storica di famiglia,
quella ereditata dal sacrificio di mio
padre e che per oltre cinquant’anni
aveva fatto conoscere ed apprezzare
le tradizioni del Sud e della sua norcineria in Italia ed all’estero ha dovuto sospendere le proprie produzioni. E, quel che più mi è dispiaciuto, sono stato costretto a mandare a
casa tanti, tantissimi dipendenti,
che avevano creduto fino in fondo
alla possibilità di ripresa.
Ma dicevo: con impressionante
perseveranza e pervicacia, quel giudice non imparziale continuava ad
accanirsi nei miei confronti e nei
RASSEGNASTAMPA
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Primo piano
Martedì 1 luglio 2014
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sud
CONTINUA
economica. Troppe truffe editoriali hanno ammazzato e avvelenato il Paese. Qui c' è un gruppo libero e responsabile. Che lavora. Il nostro lavoro si incrocia con la trasformazione dei territori che raccontiamo. Indomabili sui fatti, refrattari alla volgarità, sovversivi su regole che
l'Ordine della Basilicata tiene incatenate ma che
vanno ridiscusse.
4) La politica ha lo stesso problema del giornalismo. I giornali italiani hanno capito in ritardo
cosa stava succedendo alla loro storia. La Basilicata, vista da fuori, è un modello. Vissuta da dentro mostra il limite del rancore dei suoi protagonisti e della mancanza di credibilità delle posizioni
conflittuali. Oggi Leo Amato vi racconta gli ultimi veleni prima dell'insediamento del nuovo consiglio comunale. Forse, sindaco De Luca, occorre
adesso uno scatto di denuncia pubblica da parte
tua. E così il Pd che si lamenta delle scelte politiche nella nominanda giunta è quello stesso Pd
che non vuole più assessori esterni alla Regione?
E il congresso? Facciamo un confronto pubblico
tra i candidati. Braia deve avere il coraggio di rivendicare la sua posizione giudiziaria, e Folino altrettanto coraggio a contestargliela. Perchè non
sia un pretesto. Dopodichè contenete la rabbia del
protagonismo. La selezione la fanno gli altri.
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L’EDITORIALE
17
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IL NUOVO VENTO
CHE SOFFIA
SUL MEZZOGIORNO
segue dalla prima
di GIANNI FESTA
il trasformismo e il clientelismo, la malapolitica.
Impresa ardua, ma non
impossibile se
la voce del bene
comune riesce
a
sconfigge
quella
della
rassegnazione,
dell’indifferenza, del tutto
male, comunque sia.
Per questo, e
con questi sentimenti , nasce
da oggi, in tre
regioni meridionali, Calabria, Basilicata e Campania, Il Quotidiano del Sud . Un progetto ambizioso che,
con umiltà e perseveranza, si pone nel
quotidiano racconto come sentinella di un
vasto territorio la cui voce si è persa nelle
distanze che lo separano dai palazzi del potere politico nazionale e dai robusti insediamenti industriali del nord.
Siamo in un tempo in cui le trasformazioni, il vento del cambiamento, ha schiuso le porte alla voglia di credere. Lo spirito
del fare si sostituisce alla stanchezza delle
parole vuote.
Per il Sud tutto questo appare molto lontano per una mentalità che stenta a confrontarsi con il nuovo, per l’assenza di
strumenti che possano favorire il cambiamento. La stessa agenda del governo Renzi deve arricchirsi di nuove pagine con il
linguaggio del meridionalismo propositivo. Ecco un altro obiettivo di questa iniziativa editoriale. Dare voce al Mezzogiorno
che produce, che nelle nuove trincee lancia messaggi di speranza e di ottimismo.
Siamo nati per raccontare anche questo. E
ora, ricordando Guido Dorso, non ci resta
che dire: ed ora al lavoro.
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IL FUTURO
IONE LIBERA
confronti delle mie aziende; per vero
io ero venuto a conoscenza (per la
confidenza incautamente fatta dal
quel giudice al Direttore Leporace
al quale ebbe pure modo di propalare la notizia della sentenza di fallimento che lo stesso, in qualità di
giudice relatore, anticipò 10 giorni
prima della camera di consiglio in
cui venne emessa) della causa di cotanto accanimento che, come detto,
risiedeva, tra l'altro, nella famosa
notizia di cronaca pubblicata anni
addietro sul giornale. Invano ho
cercato per molto tempo di segnalare l’accaduto alle competenti Autorità Giudiziarie; ho finanche proposto un esposto contro quel giudice
al CSM, ma senza riuscire a scalzare
la sua figura di giudice non imparziale dalle mie cause e da quella anche del secondo fallimento.
Ho proposto anche diverse istanze di ricusazione nei confronti del
medesimo giudice, che nel frattempo avevo pure convenuto insieme allo Stato presso il Tribunale di Salerno, per il risarcimento dei danni
provocati dal primo fallimento revocato (e che non doveva essere dichiarato – come scritto testualmente nelle sentenze di revoca!). Ma
niente, i suoi colleghi del competente Tribunale, che dovevano decidere
sulle mie istanze, venivano fuorviati dalle sue difese, nelle quali asseriva con forza di non avere alcun motivo di inimicizia e, soprattutto, di
aver proposto nei confronti del giornale solo una mera rettifica e non altro; e che la mera rettifica non poteva dar luogo a motivo di ricusazione.
Intanto il secondo fallimento continuava a provocare disastri nelle
mie aziende; altre dolorose chiusure, altri dipendenti a casa… altra
continua emorragia di finanze e di
iniziative che faticosamente la mia
famiglia ed io eravamo riusciti a costruire negli anni.
Ed anche le sorti del giornale che,
nonostante la sempre più incisiva
crisi del settore, non ha mai sospeso
le pubblicazioni, continuando a far
sentire la sua voce libera e ad affermarsi con sempre maggiore autorevolezza nel panorama editoriale regionale, ben presto mi facevano rendere conto dell’impossibilità di proseguire il mio impegno di editore.
Intanto continuavo a combattere
nelle aule giudiziarie, rimarcando
tutto il mio sdegno nei confronti di
quel giudice che io ormai sapevo
non imparziale, ma che, senza evidenze giudiziarie, non riuscivo a
scalzare dallo scranno autorevole e
delicato che lui continuava ad occupare, e dal quale continuava ad ordire odiose azioni contro il sottoscritto e contro il suo Gruppo imprenditoriale.
Ma il caso ha voluto che, alla fine,
sono spuntate anche le evidenze
giudiziarie che hanno confermato
tutto il livore e l’ostilità mostrata dal
giudice non imparziale nei confronti del sottoscritto e delle sue aziende,
a causa della pubblicazione di una
semplice notizia di cronaca, pubblicata da un giornale libero e senza
macchia.
Per caso, infatti, presso il Tribunale di Salerno un mio legale ha scoperto che quel giudice non imparziale, per la vicenda di quell’articolo
di cronaca, pubblicato assolutamente nei limiti della verità, della
pertinenza e della continenza, che
riguardava la sua condanna per
aver procurato lesioni con un martello pneumatico alla vicina di casa,
non soltanto aveva proposto una
semplice rettifica al giornale (come
da lui sostenuto nelle sue difese),
bensì aveva proposto una lunga serie di atti giudiziari (denunce, querele, memorie, plurime opposizioni
a richieste di archiviazione) nei quali con inequivocabile e durissimo
linguaggio accusatorio, si scagliava contro il Giornale, il suo Direttore ed evidentemente anche contro il
suo editore (definendolo addirittura ispiratore), chiedendo la severa
punizione penale di tutti i responsabili.
E nonostante i suoi colleghi P.M.
di Salerno, proprio non riuscivano
ad intravedere ipotesi di reato nell’articolo incriminato, il giudice
non imparziale, ha lottato e non poco per riuscire ad ottenere la punizione di quelli che solo Lui riteneva
colpevoli, proponendo plurime ed
incalzanti opposizioni, nelle quali è
arrivato finanche a dedurre di aver
visto la sua carriera rovinata a causa di quell’articolo (non dal suo insano gesto contro il vicino!) che aveva semplicemente informato i lettori su una vicenda di cronaca giudiziaria.
Non essendo riuscito ad ottenere
giustizia con le sue denunce contro
il giornale, quel giudice non imparziale, ha pensato bene di trovare
soddisfazione accanendosi contro le
società rientranti nel Gruppo dell’editore, con le vicende fallimentari
sopra narrate.
La scoperta di queste carte giudiziarie ha ovviamente avuto importante influenza anche nei Giudizi in
corso.
Infatti, la Corte di Appello di Catanzaro, investita del giudizio di revocazione avverso la seconda dichiarazione di fallimento, letti i
nuovi atti giudiziari scoperti presso
il Tribunale di Salerno, non ha potuto far altro che accertare e dichiarare i gravi ed evidenti motivi di inimicizia e di rancore che quel giudice
non imparziale aveva ed ha nei confronti del sottoscritto: una grave
inimicizia che, secondo la Corte catanzarese (v. sent. 1814/2013, ormai passata in giudicato), avrebbe
comportato la mancanza di serenità
e di imparzialità in quel giudice ed
avrebbe dovuto imporgli l’astensione dai giudizi nei confronti del sottoscritto e delle sue aziende; astensione che non c’è stata e che, quindi,
in difetto, si è tradotta in motivo di
nullità di tutte le sue sentenze.
Questa importante sentenza, che
ha dato la conferma al sottoscritto
che la Giustizia in Italia esiste e funziona, nonostante la presenza di
qualche giudice non imparziale che
ne scalfisce l’immagine ed il prestigio, ha finalmente tolto di mezzo dai
giudizi riguardanti le società del
Gruppo quel giudice non imparziale, ed adesso posso attendere con
maggiore serenità gli esisti della
Suprema Corte che dovrà tenere
conto dell’importante arresto sopra
citato.
Intanto, però, ancora oggi a distanza di cinque anni dal primo, il
secondo fallimento è attivo e continua a produrre ulteriori devastanti
conseguenze.
L’ultima, purtroppo, è quella che
mi conduce oggi a “passare il Giornale ad altri”, che mi costringe all’ennesima rinuncia imprenditoriale e che mi porta a ridimensionare
fortemente la mia figura di editore.
La tristezza è tanta, ma l’orgoglio
di aver creato e condotto (insieme
agli altri artefici del successo editoriale – direttori, giornalisti, impiegati, e poligrafici) ai livelli di successo attuali il Quotidiano della Basilicata, mi rincuora.
Ringrazio tutti quelli che hanno
vissuto, sofferto e gioito insieme a
me ed alla mia famiglia, per lo
splendido successo editoriale che
siamo riusciti a portare avanti fino
ad oggi, pur nelle mille difficoltà
narrate.
L’esperienza rimarrà indelebile
nel mio cuore e nella mia memoria:
io continuerò a combattere nelle aule giudiziarie per vedere riconosciuti fino in fondo i miei diritti e quelli
delle mie aziende, sacrificate purtroppo sull’altare di un giudice non
imparziale. Ma, come già detto, non
ho perso la voglia di continuare a
combattere, di volere bene al mio
territorio ed ai miei collaboratori e
dipendenti, cui intendo poter assicurare ancora un futuro, nonostante tutto.
E’ per questo motivo che sono comunque lieto che il Quotidiano del
Sud raccolga il testimone di una editoria sana, libera e di qualità che
mettendo in sinergia con altre testate le proprie competenze, conoscenze e attenzione e amore per il proprio territorio di riferimento può rilanciare e sviluppare una voce autorevole che da Sud parli a tutto il Paese.
Da parte mia la consapevolezza di
non aver tradito quei valori di libertà e di operosità rivolta al bene comune che è stata l’eredità più importante che ho ricevuto da mio padre affidandola nelle mani di giornalisti e operatori dell’informazione
che sapranno difenderli e valorizzarli con altrettanta caparbietà e determinazione.
*presidente Luedi srl
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Martedì 1 luglio 2014
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Europa Mezzogiorno
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Da oggi guida l’Italia per 6 mesi
Dopo la Grecia è il nostro turno alla presidenza del Consiglio dell’Unione Europea
DA OGGI l'Italia prende il
posto della Grecia alla presidenza del Consiglio dell'Unione europea (UE), in cui i
governi nazionali sono rappresentati nel processo decisionale dell'UE.
Il Parlamento europeo lavora a stretto contatto con lo
Stato membro in carica della
presidenza di turno e assicura che il programma legislativo dell'UE funzioni correttamente.
La Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, dove siedono i ministri, ruota
ogni sei mesi per essere occupato da uno dei 28 Stati
membri. Il paese che detiene
la presidenza si occupa di
presiedere le riunioni del
Consiglio, gestire gli accordi tra Stati membri e di negoziare per conto dei suoi
membri con le altre istituzioni europee, compreso il Parlamento e la Commissione.
All'inizio di ogni presidenza, i rappresentanti dello
Stato membro in questione
presentano le loro priorità al
Parlamento europeo per il
semestre. Domani, il premier italiano, Renzi, discuterà con gli eurodeputatiin
sessione plenaria i temi che
ritiene più importanti per
l'UE.
I ministri italiani discuteranno tali priorità in dettaglio durante le riunioni delle
commissioni parlamentari.
Un'altra tradizione consiste nel dibattito lo stesso
giorno della presidenza
uscente. Domani la Grecia
quindi presenterà ai deputati i risultati della sua presidenza, a nome del Consiglio.
Nel corso del semestre, la
presidenza dell'UE parteciperà a tutte le discussioni e
tutte le riunioni delle commissioni parlamentari per
rappresentare i governi nazionali.
Da quando il trattato di Lisbona ha reso la procedura
di codecisione la procedura
legislativa ordinaria, i negoziati con il Parlamento europeo sono diventati uno dei
compiti più importanti della
presidenza di turno. Oggi, il
Parlamento europeo e il
Consiglio lavorano su un
piano di parità nella maggior parte delle aree del diritto. Entrambi cercano di
rimanere informati sui diversi punti di vista al fine di
trovare un compromesso il
più rapidamente possibile. I
compromessi emergono solitamente durante delle riunioni informali tra i membri, la Presidenza di turno e i
rappresentanti della Commissione europea. Nei rari
casi in cui durante tali riunioni non si raggiunge un
accordo sulle proposte legislative, la procedura formale di conciliazione costringe
i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio a trovare un compromesso all'ultimo minuto.
IL RICORDO
Istituire una Fondazione
“Emilio Colombo” per l’Europa
di MARCELLO PITTELLA
Non vi è stata quella corale partecipazione
popolare e quel calore affettivo che pure sarebbe stato giusto attendersi nei confronti
di un leader prestigioso e carismatico del
più grande partito politico italiano del secolo scorso, la Democrazia Cristiana.
Mi capitava spesso di incrociarmi con
persone provenienti da altre regioni italiane. E al termine delle presentazioni, quando pronunciavo il nome della città capoluogo da cui provenivo, era quasi d’obbligo
sentirmi rispondere: Potenza? La città di
Emilio Colombo? Certo, poi per la mia provenienza politica e familiare, con mio padre
all’epoca senatore del Psi, io ero costretto ad
aggiungere subito dopo, a mo’ di chiarimento, di essere socialista e non democristiano come Colombo.
In questi tempi difficili, con la Basilicata
maltrattata e dimenticata a livello governativo, come dimostrano le vicende di questi
giorni sul Patto di Stabilità, l'Emilio Colombo che si batteva per la riforma fondiaria,
per dare la terra ai contadini, per sottrarre
migliaia e migliaia di lucani dalla schiavitù
della miseria e dell'abbandono.
Come vorremmo che ci fosse ancora a Roma un uomo, della statura politica e della
levatura morale di Emilio Colombo, al quale affidare le nostre ragioni.
Poi certo si potrà dire che su alcune materie da noi sollevate, come quella del Patto di
Stabilità, anche il Governo di Roma deve a
sua volta fare i conti con l'Europa della Merkel e dei banchieri. Quella Europa di cui Colombo è stato uno dei padri fondatori, sulle
orme di Adenauer, Monnet, De Gasperi e
Schuman. Ed anche qui io sono certo che il
suo convinto ed appassionato europeismo,
al quale credo sia necessario continuare ad
ispirarsi, avrebbe convinto in questi giorni
anche i falchi di Bruxelles a ritornare sulle
proprie posizioni. Esattamente come umilmente tentiamo di fare anche noi, nella nostra azione politica quotidiana.
Lo dico per me, ma sono certo di interpretare il pensiero di tanti miei colleghi consiglieri regionali. Il ricordo di Colombo è ancora forte e vivo nella mente di quanti l’hanno conosciuto e di quella classe dirigente
che ha avuto la fortuna di avvalersi dei suoi
insegnamenti.
C’è in tutti noi un forte debito di gratitudine dei suoi confronti . E per come io lo avverto, sapendo che quel patrimonio di storia, di esperienza e di ideali non può andare
disperso, io credo che questo debito di gratitudine non sia maturato solo nei confronti di Emilio Colombo. Ma sia un atto dovuto
nei confronti dei giovani, delle nuove generazioni, di quanti cioè, al contrario di noi,
non hanno avuto la fortuna di conoscerlo,
se mai di muovergli anche qualche critica,
come pure a me è capitato di fare, ma in fondo di amarlo e di apprezzarlo, soprattutto
negli ultimi anni della sua vita, quando il
suo ruolo super partes di Senatore a vita
aveva, diciamo così, ammorbidito qualche
asprezza caratteriale e politica, di cui c’era
stata evidente traccia negli anni del duro
scontro ideologico Dc-Pci, quando la cultura cattolica, da un lato, e quella social-comunista, dall’altro, si affrontavano quasi
senza esclusione di colpi.
La domanda ora è: come possiamo ripagare il debito di gratitudine che abbiamo
nei confronti di Emilio Colombo?
Ho letto in questi giorni sui giornali una
serie di interessanti suggerimenti. Il collega Achille Spada ha proposto, per esempio,
di intitolargli una piazza nelle nostre città
capoluogo e nei tanti piccoli paesi nei quali
egli non ha mai fatto mancare la propria
presenza, soprattutto in campagna elettorale. Sono pienamente d’accordo. Scriverò,
se necessario, una lettera a sostegno di questa idea a tutti i sindaci lucani.
Ho poi letto la lunga e appassionata nota
scritta qualche giorno fa da Vincenzo Viti,
proprio nel giorno del primo anniversario
della morte di Emilio Colombo.
Vincenzo ha lanciato una proposta, che
per la verità egli aveva avuto modo di anticiparmi e che io condivido in pieno.
Vale a dire: istituire una Fondazione
Emilio Colombo per l’Europa, chiamando a
cooperare le migliori intelligenze del Paese
e non solo.
Io credo che dobbiamo seriamente fare
nostro l’appello di Vincenzo Viti, saldando
il debito di gratitudine che abbiamo nei confronti di Colombo, dando vita ad una Istituzione di studi, di ricerche e di formazione
che ricordi l’impegno che valse a “don Emilio” – come affettuosamente lo chiamavano
i suoi amici più cari - l’attribuzione dei Premi Carlo Magno ad Aquisgrana e Monnet a
Losanna. Una Fondazione che guardi alle
nuove generazioni, alle quali ricordare che
solo in Europa è possibile ritrovare le ragioni di una rinnovata prospettiva etica, culturale e civile che consenta alla Basilicata, al
Mezzogiorno e all’Italia di affrontare le
grandi sfide che ci attendono.
Per quanto mi riguarda offro sin d’ora la
piena disponibilità della Regione a lavorare
alla costituzione di una Fondazione Emilio
Colombo per l’Europa. Potremo così recuperare il lascito che la migliore tradizione
del meridionalismo europeo ha saputo realizzare e che attende di rivivere con la qualità e l’intransigenza che Colombo sepe mettere nel suo impegno di uomo del Sud, dell’Italia e dell’Europa“.
L’INTERVENTO
Una politica
che riparta dal Sud
di PIERO LACORAZZA
EMILIO Colombo ha sempre cercato di
affermare una visione delle Regioni e
delle autonomie locali come elemento
di forte adesione ai bisogni dei territori, che mantenesse però una visione
unitaria dello Stato. Una visione equilibrata e temperata del rapporto fra Stato
e Regioni che, dopo le poche luci e le
tante ombre di una stagione caratterizzata da un federalismo mai nato e dal ritorno forte dello statalismo, tornerebbe
molto utile proprio mentre si discute
della riforma del Senato e del Titolo V.
Il Mezzogiorno e l’Europa, i due orizzonti sempre presenti nelle idee di Colombo, sono in realtà il vero tema di oggi, quello da cui dipende in buona parte
lo stesso successo del semestre di presidenza italiana dell’Ue che si apre in
questi giorni. Serve un’Europa politicamente sempre più unita, come Colombo amava ripetere, pur nel rispetto
delle diversità e delle identità nazionali. E questa Europa, a maggior ragione
oggi, non può lasciare il tema dell’integrazione solo alla dimensione monetaria e finanziaria: occorre invece fondare sulla crescita, sullo sviluppo, e parallelamente, sulla democrazia, sulla partecipazione e sui diritti dei cittadini nello spazio europeo, la ripresa del Continente allargato.
l’Europa a 28 naturalmente non è più
quella dei fondatori, e in questo quadro
il Mezzogiorno non può essere il luogo
a cui vengono di fatto delegate soltanto
le politiche di accoglienza dei tanti disperati che arrivano e continueranno
ad arrivare in Europa dall’Asia e dall’Africa, ma deve assumere il ruolo di piattaforma logistica nell’area euro mediterranea, in una Europa che finalmente si apre al Mediterraneo e ne diventa
punto di riferimento. Emerge cioè con
forza la necessità di un politica nazionale che riparta dal Sud e chiami le Regioni e le autonomie locali a condividere e implementare strategie, a coordinare politiche e scelte alla vigilia della
nuova e delicata partita della programmazione comunitaria per il periodo
2014/2020.
L’attualità di Colombo incrocia queste riflessioni e ci interroga sul presente e sul futuro, sui valori autentici del
regionalismo e sulle classi dirigenti
meridionali. Studiare e ricordare questa figura importante, e soprattutto di
non dimenticare i suoi moniti, è utile a
quanti con fatica cercano di affrontare
i problemi della Basilicata di oggi.
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Martedì 1 luglio 2014
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Omicidio Gianfredi: la Cassazione annulla gli arresti per il 63enne di Filiano Angelo Nolè
Il quarto uomo resta a piede libero
Intanto la Dda di Salerno chiude le indagini sui vertici del vecchio clan dei basilischi
POTENZA – Resterà a piede libero Angelo Nolè, 63enne di Filiano: il quarto
uomo finito nel mirino degli inquirenti
con l’accusa di essere stato tra gli organizzatori del duplice omicidio dei coniugi Gianfredi, il 29 aprile del 1997.
Lo ha deciso la Corte di cassazione
accogliendo il ricorso presentato dal legale di Nolè, l’avvocato Valeria D’Addezio, che aveva evidenziato in particolare la mancanza di esigenze cautelari
nei suoi confronti.
Intanto da Salerno sono già partiti
gli avvisi di chiusura delle indagini, e
la Dda sembra intenzionata a chiedere
il rinvio a giudizio per lui e per i vertici
del vecchio clan dei basilischi, in carcere da febbraio come mandanti dell’agguato di Parco Aurora. Si
tratta del pignolese Saverio Riviezzi, del potentino
Carmine
Campanella, e del
fondatore della
“quinta mafia” nonché ex pentito - Gino Cosentino, che fino alla
revoca del programma di protezione nei suoi
confronti
non
aveva mai ammesso responsabilità per i fatti di
sangue attribuiti
alla “famiglia”
tutta lucana.
Con loro risultano indagati e
potrebbero finire “alla sbarra” anche
due pentiti: il melfitano Alessandro
D’Amato, e il boss Antonio Cossidente,
che hanno confessato rispettivamente
di aver fatto parte del gruppo di fuoco e
di aver organizzato l’agguato.
Secondo i giudici della Suprema corte Nolè non sarebbe più in grado né di
inquinare le prove, né di scappare o
commettere nuovi omicidi. Fermi restando gli indizi a suo carico. D’altronde i suoi ultimi contatti con gli uomini
del vecchio clan dei basilischi risulterebbero molto datati.
A chiedere il suo arresto, già negato
a febbraio dal gip Maria Zambrano, era
stato il pm Rosa Volpe, e ad aprile il Tribunale del riesame aveva dato anche il
via libera, sospeso proprio in attesa della scadenza dei termini per il ricorso in
Cassazione.
A fare il suo nome prima con gli investigatori dell’antimafia lucana, e poi
con i colleghi campani, sono stati sempre i due pentiti che con le loro dichiarazioni - nel 2010 - hanno segnato la
svolta nel mistero sui killer di Pinuccio
Gianfredi e Patrizia Santarsiero.
Secondo Alessandro D’Amato, l’ex
camionista che ha ammesso di aver
sparato - senza sapere che nell'auto ci
fossero anche la donna e i figli della
coppia, scampati soltanto per miracolo
- Nolè avrebbe fatto da intermediario
tra lui e Riviezzi.
«Io so solo che si sono riuniti tutti e
tre, Cossidente, Riviezzi e Nolè, e hanno deciso che comunque si doveva incominciare ad ammazzare queste persone. A fare rumore. E a far rumore significava far rumore forte (…) dovevamo colpire il pezzo». Queste sono state
le parole di D'Amato ai pm di Salerno
nell’interrogatorio del 5 dicembre del
2012.
L’avvocato:
«Siamo
fiduciosi
nell’esito
del processo»
Mentre Antonio Cossidente, il boss
pentito della calciopoli rossoblu e delle
relazioni scottanti coi palazzi che contano, ha riferito di sopralluoghi effettuati da Nolè assieme a Campanella,
con cui sarebbe stato legato anche da
un rapporto di parentela.
«E’ andato pure Angelo Nolè qualche
volta insieme a lui, perché poi erano... i
due sono, tra parentesi, dovrebbero essere anche, se non sbaglio, cugini o
compari». Così il padrino diventato collaboratore di giustizia due mesi dopo le
prime dichiarazioni di D’Amato. «Molte volte anche il Nolè accompagnava il
Campanella nei vari appostamenti anche perché Nolè non era conosciuto in
quella zona e
neanche
dal
Gianfredi. Quindi spesso, mi diceva Campanella, che qualche
volta è capitato
che Nolè andava
anche sotto casa,
così passeggiando come una persona normale».
Di più sul suo
conto gli investigatori della Mobile di Potenza
hanno recuperato un tabulato telefonico in cui
compare il numero di sua moglie
affianco a quello
di Massimo Cassotta, considerato il referente del
clan dei basilischi nel melfitano e fratello di Marco
Ugo, un’altra delle vittime di Alessandro D’Amato.
Per il gip di Salerno si sarebbe trattato comunque di elementi insufficienti.
A suo dire infatti i collaboratori sarebbero stati «vaghi nel tracciarne il contributo limitandosi a identificarlo tra i
mandanti ed organizzatori».
Soddisfazione per la decisione della
Cassazione è stata espressa dal difensore di Nolè, Valeria D’Addezio, contattata dal Quotidiano. «Adesso siamo fiduciosi - ha aggiunto - che in sede giudiziaria anche i dubbi residui sulla sua
posizione vengano chiariti in maniera
definitiva».
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Indagati
anche
i pentiti
Cossidente
e D’Amato
I rilievi della polizia sull’auto di Giuseppe Gianfredi e della moglie Patrizia (sotto)
Obiettivo: migliorare la qualità delle leggi regionali
Pubblicati i bandi del Consiglio per le Università
L’ingresso del Consiglio regionale
POTENZA - Il Consiglio regionale della Basilicata ha pubblicato sul suo sito web 2 avvisi
pubblici, rivolti alle università
per «reperire dottorandi in materie giuridiche e tirocinanti
che saranno selezionati dalle
Università di appartenenza ed
opereranno a supporto dell’Ufficio Legislativo, Studi e Documentazione del Consiglio regionale». Il primo avviso, ha spiegato l’ufficio stampa del Consiglio, «ha lo scopo finanziare 2
progetti di ricerca presentati
dalle Università italiane pubbliche e private che hanno attivato
dottorati di ricerca in materia di
diritto costituzionale e diritto
pubblico generale, diritto regionale e degli enti locali, metodi e
tecniche della formazione e della valutazione delle leggi».
Il secondo bando «riguarda
l’attivazione di alcuni tirocini
formativi, fino a un massimo di
dieci, per laureandi in materie
giuridiche ed economiche, o
equipollenti, residenti in Basilicata e in procinto di redigere
una tesi su argomenti e questioni di interesse regionale». Le
manifestazioni di interesse dovranno essere presentate dalle
Università entro il 31 luglio
2014.
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Martedì 1 luglio 2014
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Conclusa, per fortuna a lieto fine, la scomparsa della quattordicenne potentina
Era a Roma la giovane Miriam
Voleva dare un aiuto all’amica. Due giorni di paura a Bosco Grande
UN INCUBO lungo 48 ore. Svanito, con somma gioia di tutti, verso
le 10 della mattina di ieri, quando
lo squillo del telefono era quello
giusto.
Miriam Monaco era a Roma, assieme a un’amica, Sara Fabiani,
nei pressi del Colosseo. E’ stata la
stessa Sara a chiedere in prestito
un cellulare a un passante per
chiamare un’amica che si è affrettata a contattare le forze dell’ordine, giunte prontamente sul posto,
in via Cavour, per dare la necessaria assistenza alle due quattordicenni, delle quali si erano perse le
tracce.
Un sospiro di sollievo, tanti interrogativi e la conclusione che, in
fin dei conti, si è trattato di una
bravata adolescenziale. Vista dalla “parte” della quattordicenne
della contrada Bosco Grande, un
atto di generosità e di vicinanza a
un’amica in una situazione difficile. Uno scatto d’impulso sconsiderato, perchè fatto all’insaputa dei
genitori, ma non del tutto ingiustificato. Considerazioni, queste,
fatte però solo a posteriori, quando la tensione si è sciolta in un ab-
Miriam e Sara, le due adolescenti protagoniste della storia conclusasi con un lieto fine
braccio comune e il terrore si è tra- ieri, solo tanta paura, diverse faL’allarme scatta nel momento in
sformato in un grande senso di miglie nel panico, genitori dispe- cui la potentina non fa rientro al
umanità e amicizia. Non solo vir- rati. Stando al racconto delle due solito orario, dopo la passeggiata
tuale, dato che le due proprio con protagoniste della vicenda, senti- “sopra Potenza” del sabato. Fino
Facebook avevano stretto un lega- te nel commissariato di Velletri, in ad allora, nel corso dell’intero pome affettivo.
provincia di Roma, sabato mattina meriggio, solo brevi telefonate di
Nel frattempo però, dal pome- Miriam va a incontrare Sara a casa routine, whats up e sms con i geniriggio di sabato alla mattinata di sua. Viaggio, quindi, mediatato.
tori, quasi a volerli tranquillizza-
re. Ma dalle 21 di sabato è panico:
polizia allertata e celle telefoniche
che agganciano il cellulare della
ragazza a Velletri. E’ lì che si recano i genitori.
Dai racconti delle due amiche, è
proprio in provincia che trascorrono l’intera prima nottata, per
poi mettersi sul treno per la capitale all’alba di domenica. Durante
il viaggio, addormentatesi nel
convoglio per la stanchezza, sono
state oggetto del furto di pochi
spiccioli e dell’unico telefonino di
cui disponevano. A Roma hanno
stazionato per l’intera giornata
nel quartiere di San Lorenzo, uno
dei più “vivi” della capitale, dove
hanno trascorso la loro movida e
anche la seconda notte fuori di casa. Poi, in preda a preoccupazione
e stanchezza, il gesto sensato di
chiedere aiuto.
I genitori hanno potuto riabbracciare Miriam in tarda mattinata, proprio a Velletri, dove sono
state esperite tutte le formalità
della Polizia per fare chiarezza
sull’allontanamento volontario
dal proprio domicilio.
Alfonso Pecoraro
L’attività di sensibilizzazione e prevenzione voluta dallo Stato Maggiore
Giovani e alcol, l’Esercito ne discute
Preoccupazioni e dati allarmanti
L’incontro
di ieri a
Potenza
(Mattiacci)
“I GIOVANI E L’ALCOL” è
stato il tema dell’incontro
che si è tenuto a Potenza
nella Caserma “De Rosa”
sede del Comando Militare,
voluto dal Comando dell’Esercito in Basilicata sempre
più aperto al territorio ed
alle esigenze della collettività.
L’evento coordinato dal
dottor Emanuele Venezia,
Dirigente del Servizio Sanitario dell’Esercito in Basilicata, e alla presenza del Comandante Colonnello Giu-
lio Barba e di numerosi
ospiti ed autorità intervenute, tra cui l’ing. Pafundi
rappresentante della Sanità regionale, è nato da una
iniziativa dello Stato Maggiore dell’Esercito ed è stato organizzato d’intesa tra:
Comando Militare di Basilicata e Associazione Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, (Organo volontario ed ausiliario dell’Esercito).
Dati allarmanti relativi
all’uso, abuso di sostanze
alcoliche; il fenomeno,
spesso sottovalutato a livello sociale ed anche familiare, è ormai in aumento in
tutt’Italia e coinvolge una
fascia d’età sempre più bassa che riguarda anche gli
adolescenti al di sotto dei 15
anni.
Questa importante attività d’informazione, prevenzione e sensibilizzazione,
come precisato dal Capitano medico Dottor Dattola,
del Sovrano Militare Ordine di Malta e presiedente il
centro di riabilitazione alcologica di Chiaromonte,
ha la finalità di far conoscere ai giovani ed alle loro famiglie i danni alla salute
provocati dall’utilizzo di alcolici, sostanze stupefacenti ed altre forme di dipendenza psicofisica con conseguenze devastanti dal
punto di vista sanitario.
L’attività di sensibilizzazione e prevenzione sanitaria dell’Esercito proseguirà
in Basilicata durante il corso dell’anno.
Eredità Giacente
Il Giudice del Tribunale di
Lagonegro, con decreto del
27.05.2014 N 301/13 V.G. ha
nominato la Dott.ssa Elisabetta
Brigante,con
studio
in
Lagonegro
(PZ),
Via
Napoli,37,curatore all'eredità
giacente della sig.ra Lista
Rosa, nata a Chiaromonte (PZ)
il 14.06.1943, deceduto il
08.11.2004.
Il richiedente
Dott.ssa Elisabetta Brigante
Eredità Giacente
Il Giudice del Tribunale di
Lagonegro, con decreto del
27.05.2014 N 245/13 V.G. ha
nominato la Dott.ssa Elisabetta
Brigante,con
studio
in
Lagonegro
(PZ),
Via
Napoli,37,curatore all'eredità
giacente
del sig. Sabella
Giovanni, nato a Lagonegro
(PZ) il 14.08.1948, deceduto il
26.11.1999.
Il richiedente
Dott.ssa Elisabetta Brigante
Vipera in casa, salvata
Era di una specie protetta
Sgradita sorpresa per un cittadino di Potenza che
domenica pomeriggio, al rientro a casa si è imbattuto in una piccola vipera. L’uomo, che abita abita
in un appartamento in Discesa San Gerardo, nei
pressi dell'incrocio con via Carlo Bo, ha richiesto
l'intervento dei vigili del fuoco che sono giunti sul
posto cinque minuti più tardi, e hanno recuperato
il piccolo di vipera, sostenendo che si trattava di
un esemplare molto giovane e consigliando di porre particolare attenzione perché poteva essere
prossimo all'abitazione un nido. Sempre i vigili del
fuoco hanno confermato di come si tratti di una
specie protetta e dunque non poteva essere soppressa e che quindi sarebbe stata liberata in una
zona di campagna. Altro onsiglio dei vigili è stato
quello di dotarsi di un gatto, felino notoriamente
aggressivo con i rettili. Lo stesso cittadino, nell’area prospiciente la sua abitazione ha visto in
un'aiuola un topo di grandi dimensioni. In ragione di questo ha ritenuto di interessare Acta e Comune affinché adottino le opportune misure.
La vipera in
mano a un
vigile del fuoco
e, a destra,
nello stipite
della porta
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Potenza
Martedì 1 luglio 2014
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Genovesi (Cgil), Falotico (Cisl) e Vaccaro (Uil) propongono un accordo con la Regione
Liste d’attesa, la ricetta dei sindacati
Quattro i punti salienti. Tra questi sblocco del turn over e orari prolungati
PROCEDERE a nuove assunzioni - anche a tempo determinato - non solo nei reparti di pronto intervento e
primo soccorso facendo ricorso alla deroga del blocco
del turn over. Procedere alla costituzione aggiuntiva
di un fondo per prestazioni
straordinarie volontarie, ricorrendo a unaccordo sperimentale che, attraverso
l'implementodelle
fasce
orarie o dei giorni di intervento sanitario consenta
diridurre i tempi sulle prestazioni diagnostiche e specialistiche con tempi di erogazione superiori ai 60
giorni, partendo proprio
dalleliste di attesa più lunghe. Ampliare l’orario di attività dei servizi ambulatoriali e radiologici nei giorni
festivi e prefestivi e negli
orari serali, facendo ricorso
al sistema delle “prestazioni
aggiuntive”, allo scopo di
mantenere aperte le strutture per i servizi diagnostici
e l’accesso alle grandi apparecchiature in fasce orarie
uniformi nelle diverse
Aziende: 12 al giorno e fino
alla mezzanotte, sia nei
giorni feriali che festivi della settimana e accompagnare il tutto con unpiano di
formazione, aggiornamento e mobilità professionale
dentro le strutture, in base a
precisi modelli di intervento perseguendol’obiettivo di
migliorare il grado di offerta dei servizi. Questi i quattro passaggi che Cgil, Cisl e
Uil hanno individuato per
risolvere il problema delle
liste d’attesa.
I quattro punti sono stati
illustrati ieri nel corso di un
incontro nella sala “Ugo
Bianchi” della Cisl dai segretario regionali dei tre
sindacati: Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro. Attraverso la
sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Regione
e con le Aziende sanitarie come avvenuto in Puglia -
Genovesi, Falotico e Vaccaro durante la conferenza stampa di ieri (foto Andrea Mattiacci)
sarà possibile garantire «il
diritto alla salute - ha detto
Falotico - come diritto costituzionalmente sancito».
Garantire realmente il diritto alla salute vuol dire aggredire principalmentesia
la barriera dei costi che ancora il cittadino deve sostenere(costi indiretti, legati
all’accesso materiale alle
strutture, alla corretta informazione o costi diretti,
quali quelli dei ticket a livello nazionale e, a livello regionale, quelli connessi al
ticket per la farmaceutica),sia la barriera rappresentata dall'effettiva offerta
sanitaria, dal suo accesso in
tempi ragionevoli, dall'esigibilita' di una prestazione
di qualità.
Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie del lavoro pubblico e dei sindacati dei pensionati in primis sono impegnati «già da tempo in questa battaglia che ora va ripresa e rilanciata, aprendo
una “vertenza salute” a tutto campo, indicando priorità e metodi per un confronto
serrato a partire con la Regione».
Occorre, pertanto, rafforzare e migliorare l’intero sistema domanda-offerta del-
le prestazioni sanitarie,
partendo, appunto, dalle liste di attesa, attraverso il
superamento della logica di
compartimentazione dei tre
segmenti di erogazione dei
servizi: Pronto soccorso, attività in regime di ricovero,
attività ambulatoriali.
Questi tre segmenti «devono essere considerati ha
aggiunto Alessandro Genovesi - come componenti di
un unico sistema che deve
condividere le stesse logiche e criteri di appropriatezza per l’accesso alle prestazioni, adeguandosi in
modo flessibile all’anda-
mento della domanda, utilizzando tutte le risorse
umane e strumentali disponibili». Un “sistema a rete”
ben definito nel quale la persona sia accolta da qualsiasi
punto il sistema sia approcciato, individuandone subito il suo bisogno di salute. Il
tempo è una variabile decisiva che fa la differenza tra
la buona e la cattiva sanità le
liste di attesa sono un oltraggio alla salute dei cittadini e hanno un costo sociale incalcolabile.
In quest’ottica,l’abbattimento dei tempi delle liste
di attesa rappresenta una
priorità assoluta.
Vi sono ormai interi settori della medicina diagnostica e di laboratorio che, per
sovraccarico di lavoro rispetto al personale presente, per modalità organizzative dei vari reparti «vedono
esami disponibili all’utenza
in tempi abbastanza ragionevoli (30-40 giorni) - ha aggiunto Falotico - ed esami,
spesso
importantissimi,
con tempi superiori a 120
giorni, di fatto limitando il
diritto alla salute dei cittadini». Cittadini che se possono permetterselo si rivolgono ai centri privati pagando
di tasca loro altrimenti sono
costretti a lunghe attese.
«Come sindacati - ha proseguito Carmine Vaccaro siamo convinti le nostre
proposte non possono prescindere anche dal ruolo
che riveste il medico di base
sulla sua funzione di filtro
rispetto alla attribuzione
della classe di priorità , del
quesito diagnostico , del
tempo d’attesa proposto in
relazione al bisogno di salute, a garanzia di una reale
ed effettiva presa in carico
del paziente nel suo percorso di salute».
Per fare ciò sarà fondamentale costruire una visione di insieme, tra organizzazioni sindacali, Regione e
Direzioni sanitarie. «Chiediamo, pertanto - hanno
concluso Genovesi, Falotico
e Vaccaro - un incontro urgente al Presidente della
Giunta Marcello Pittella, e
all'assessore Regionale alla
Salute, Flavia Franconi, per
porre tra le priorità dell'agenda regionale proprio il
tema dell'abbattimento delle liste di attesa nella sanità».
al.g.
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Il provvedimento del sindaco fino al prossimo 29 settembre
Ztl, De Luca firma il suo primo atto
Il centro storico aperto al traffico
PRIMO provvedimento del nuovo
sindaco di Potenza, Dario De Luca.
Da oggi e fino al prossimo 29 settembre è stata disposta la prosecuzione della temporanea sospensione della validità della zona a traffico limitato (Ztl) nel centro storico
cittadino con il libero transito attraverso tutti i varchi attivi. La Ztl è
stata istituita dall’ex sindaco Vito
Santarsiero nel 2011 per migliora-
re la vivibilità ma ci sono state polemiche da parte dei commercianti
della città vecchia, confluite anche
in contenziosi. La Ztl era sospesa
dallo scorso aprile per consentire
sia le feste religiose che le elezioni.
De Luca, come suo primo atto, ha
firmato un decreto con cui proroga
questa sospensione. Durante la
campagna elettorale De Luca aveva
promesso «la completa revisione
delle condizioni di circolazione
stradale nel centro storico con istituzione di una nuova regolamentazione della zona a traffico limitato», programma che è riportato anche nel decreto.
Pertanto si studieranno le questioni della pedonalizzazione di
spazi pubblici, della circolazione
degli autoveicoli, della regolamentazione della sosta a pagamento nel
centro storico e poi si deciderà. Infine, a corroborare le intenzioni di
De Luca, nel provvedimento si riporta che hanno avuto «esiti positivi» le precedenti sospensioni della
Ztl.
Il patriarca maronita Rai ringrazia “Together onlus” per la nuova chiesa
«Un grande progetto per tutti noi libanesi»
«L’OPERA di Together onlus e
del suo presidente Nello Rega
ci riempie di gioia. Un grande
progetto per il Libano e i libanesi. Per questo a “Together
onlus” va la nostra gratitudine
e quella di tutti i libanesi». Così
il patriarca maronita, Bechara
Rai, ha commentato il progetto
di restauro della chiesa di Maria Ausiliatrice di Houssoun
centro a 30 chilometri da Beurut.
Alla cerimonia di benedizione, presieduta dal cardinale
Rai, hanno partecipato tra gli
altri il nunzio apostolico, Caccia, l’ambasciatore italiano Morabito ,il rappresentante del
ministero degli Esteri libanese,
Gabi Gebrail, l’ispettore salesiano per il Medioriente e don
Munir. Parole di apprezzamento per il lavoro svolto, anche da
parte di Morabito e di gnor Caccia. Il tutto alla presenza di centinaia di fedeli provenienti da
Il patriarca maronita, Bechara Rai durante la prima messa nella nuova chiesa
tutto il Libano. Un tocco italiano nel cuore del Libano. L’associazione “Together onlus” ha,
infatti, restaurato la Chiesa di
Maria Ausiliatrice a Houssoun.
Costruita nel 1962 su iniziativa
di don Carlo Moroni e il contributo di benefattori italiani, la
chiesa dei Salesiani è stata spettatrice della storia recente del
Paese dei Cedri. Dopo 52 anni,
grazie all’attività di Together
Onlus con la collaborazione del
Panathlon international, la
struttura è stata totalmente restaurata, con un nuovo design
firmato da Raffaele Gerardi. In
quasi 4 mesi di lavori la Chiesa
è stata completamente ridisegnata: impermeabilizzazione
anti-pioggia, impianti elettrici,
tinteggiatura, lavori strutturali, infissi, arredamenti. Colori, tonalità di luci, sicurezza. Il
tutto accompagnato con il “fascino” dei marmi di Carrara
che impreziosiscono le stazioni
della Via Crucis, l’acquasantiera, la scritta “Gloria Libani data
est ei” e il tabernacolo. Così come il murales realizzato da Raffaele Gerardi (designer italiano
che ha firmato campagne pubblicitarie per le più grandi
aziende italiane) che accompagna i fedeli con gli occhi di Don
Bosco e lo sguardo dei suoi ragazzi.
Nel dipinto “Le luci di Don
Bosco”, il cedro simbolo del Libano e “le luci” del Santo dei
giovani si posano sulla chiesa
di Maria Ausiliatrice di Houssoun, portando gioia, speranza
e sorrisi. Il tutto alla vigilia del
bicentenario della nascita di
San Giovanni Bosco (18152015). Il tutto scandito dai rintocchi della nuova campana in
bronzo realizzata dalla Fonderia di Beit Chabab.
BREVI
“LA COCCINELLA”
L’asilo nido c’è
ma non può aprire
L’ASILO nido “La coccinella” c’è ed è
pronto però, per problemi burocratici, non può ancora aprire i battenti.
E così oggi, alle 16.30 i dirigenti dell’associazione “Centro infanzia Basilicata” e le operatrici non solo illustreranno la vicenda che impedisce
l’entrata in funzione del Nido e l’avvio dell’attività ma mostreranno la
struttura che purtroppo è ancora
chiusa.
EQUITALIA
“Sportello amico”
Da oggi in funzione
OGGI nella sede Equitalia entrerà
ufficialmente in funzione lo “Sportello amico imprese” che sarà aperto
ogni giorno dalle 8.15 alle 13.15.
Agli imprenditori verranno spiegate le modalità di rateizzazione, di
compensazione e sospensione della
riscossione
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Potenza e provincia
Martedì 1 luglio 2014
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BELLA La struttura di San Cataldo purtroppo è aperta solo tre giorni alla settimana
Petizione per l’Ufficio postale
Come se non bastasse, i problemi di connessione bloccano le operazioni
BELLA - Da mesi l’Ufficio
postale della popolosa frazione di San Cataldo dove
abitano circa 1.200 cittadini è aperto a giorni alterni
pur essendo di tipologia B.
Gli uffici postali di tipologia B, spieghiamo, sono caratterizzati dalla presenza
di un direttore e di un collaboratore e dovrebbero essere aperti tutti i giorni.
La singolarità dell’ufficio di San Cataldo, forse
unica in Basilicata o addirittura in Italia, sta nel fatto che vi è, invece, un solo
operatore che garantisce
l’apertura al pubblico a
giorni alterni (oppure solo
tre giorni a settimana).
Se a tutto questo si aggiunge la circostanza che
nei pochi giorni di apertura l’ufficio non è efficiente
a causa della continua interruzione delle linea telefonica che non consente di
effettuare qualsiasi operazione finanziaria ne esce
fuori un vero disservizio.
Non è possibile continuare ad accettare quella
che è una vera e propria
strategia messa in atto da
PICERNO
L’ingresso di un Ufficio postale
Poste Italiane, al fine di
rendere “volutamente” improduttivi questi presidi,
per poi giustificarne la
chiusura per una mera logica di razionalizzazione
dei costi. Poste italiane, dimostrandosi ancora una
volta vulnerabile a vuoti di
memoria, dimentica che la
specificità di questi presidi, come da accordi sottoscritti con il Governo ita-
liano, è quella di garantire
un doveroso servizio universale.
San Cataldo, se pur una
frazione, ha una popolazione residente, in molti casi,
superiore a quella di alcuni
comuni limitrofi, e ben merita un ufficio postale che
si caratterizzi per la tipologia ad esso assegnata.
Una petizione popolare
con oltre 400 firmatari è
Giornata dedicata ai “diversamente socievoli”
Tramutola, venticinque anni
per l’associazione “Auser”
TRAMUTOLA - Circa 400
persone hanno invaso il centro storico tramutolese per
festeggiare l’anniversario
dei 25 anni dell’Auser. «Una
giornata - ha dichiarato la
presidente dell’Auser locale,
Annamaria Grieco - per i diversamente socievoli. Sono
arrivati da tutta la Regione
non solo anche - prosegue la
presidente - delegazioni provenienti dalla Campania e
Puglia. E’ stata un’occasione
per stare - ha specificato - insieme e in particolare per far
conoscere il patrimonio storico culturale del paese: dalla
chiesa della Madonna del Rito all’antico lavatoio comunale, alla visione dell’antica
bandiera dell’Unitá d’Italia
collocata nel Municipio. Una
giornata - ha aggiunto - ricca
di interesse per i nostri asso-
Le volontarie dell’Auser e il gazebo allestito in piazza
ciati e di convivialità». L’au- degli adulti, la solidarietà inser è una associazione di pro- ternazionale, la tutela e l’afgetto tesa alla valorizzazione fermazione dei diritti umani
delle persone e delle loro re- e della pace in ogni parte del
lazioni. E’ ispirata a principi mondo. Sostenere le persodi equità sociale, di rispetto e ne, migliorare la qualità delvalorizzazione delle differen- la vita, con particolare riferize, di tutela dei diritti, di svi- mento alle persone anziane e
luppo delle opportunità e dei ai rapporti fra le generaziobeni comuni. Tra gli obiettivi ni, orientandole all’esercizio
quello di Sviluppare il volon- della solidarietà.
an. pe.
tariato, le attività di promo© RIPRODUZIONE RISERVATA
zione sociale, l’educazione
già stata inviata ai vertici
di Poste Italiane, al Prefetto di Potenza ed al Comune
di Bella, per denunciare la
grave anomalia dell’Ufficio Postale di San Cataldo,
per sollecitare tutte le autorità preposte a farsi carico dell’annoso problema e
per chiedere l’immediato
ripristino
dell’apertura
continuativa del predetto
presidio.
POTENZA
Lampione
pericoloso
Intervento
dei vigili
POTENZA - Singolare intervento dei Vigili del fuoco in
via dell’Edera. Forse le forti
raffiche di vento oppure un
colpo accidentale di una vettura fatto sta che i pompieri
hanno dovuto sistemare la
coppa di un lampione che
sporgeva pericolosamente
rischiando di cadere e colpire qualche passante. I Vigili
del fuoco giunti sul posto
hanno
immediatamente
provveduto a sistemare la
struttura evitando ulteriori
problemi ai passanti e ai residenti che escono dal vicolo di
via dell’Edera in direzione
dell’incrocio che conduce in
viale Dante e via Vaccaro.
L’intervento è durato pochi
minuti ed è stato seguito da
un dirigente del Comune di
Potenza giunto sul posto.
[email protected]
Alcuni lavoratori forestali
Lavoratori forestali
Russillo denuncia
«Utilizzo improprio»
PICERNO - «Si consenta
l’utilizzo dei lavoratori
forestali secondo le intese regionali al fine di
raggiungere gli obiettivi prefissati dalla legge a
vantaggio del nostro territorio».
E’ quanto si legge in
un’interrogazione presentata dal capogruppo
del gruppo consiliare di
minoranza “Vince Picerno” Valeria Russillo, posta all’attenzione del
presidente del consiglio
comunale, del Responsabile dell’Utc-Forestazione e del sindaco di Picerno, del Responsabile
al ramo dell’Area Programma Marmo Platano-Melandro.
«In questi giorni - afferma Valeria Russillo più volte sono stati riscontrati episodi nel Comune di Picerno che testimoniano l’utilizzo difforme delle maestranze
degli addetti alla forestazione rispetto alle intese regionali».
A Picerno, a quanto
pare, «gli addetti forestali sono utilizzati per
pulire le strade e, in
gran parte, per tagliare
semplicemente l’erba in
ambiti che nulla hanno a
che fare con la “forestazione”». Tali maestranze
costano al bilancio regionale circa 38 milioni
di euro ogni anno.
«Mentre sulle carte regionali gli obiettivi della
forestazione - prosegue sono “economia forestale efficiente ed innovativa”, tutela del territorio
e dell’ambiente “con la
valorizzazione
multifunzionale dei complessi
forestali pubblici, con
particolare attenzione
ad interventi mirati alla
mitigazione del dissesto
idrogeologico”, nei fatti,
invece, le maestranze sono utilizzate in ambiti e
mansioni del tutto estranee. Il tutto con l’assenso di amministratori locali e delle persone che
hanno il compito di dirigere e coordinare i lavori».
AVIGLIANO Ottanta giovanissimi al primo trofeo “Villa diamante”
Una giornata tra sport e amicizia
AVIGLIANO - Seconda domenica consecutiva all’insegna dell’amicizia, dello sport e, soprattutto, dedicata alla condivisione
dell’amore per la bicicletta. Si è
tenuto, infatti, primo trofeo
“Villa diamante”, gara per esordienti valida per l’assegnazione
del campionato regionale 2014.
La competizione è stata organizzata da Ads gruppo ciclismo
Avigliano, con il supporto dell’amministrazione comunale,
del corpo di Polizia locale, dai carabinieri e dei volontari della
Protezione civile.
La gara è consistita in un circuito, che si è sviluppato nel centro urbanoed extra urbano, da
percorrere più volte per coprire
una distanza di 30 chilometri.
All’invito degli organizzatori,
favorito anche da una gradevole
giornata estiva, hanno aderito
più di 80 giovanissimi ciclisti in
rappresentanza di molte società
sportive interregionali, oltre a
tanti appassionati delle due ruote.
Il vicesindaco di Avigliano,
Antonio Bochicchio, insieme ai
giudici di corsa, ha dato il via al-
la manifestazione.
«La gara ha segnato una
splendida domenica – ha dichiarato Bochicchio - uno spettacolo
che, da tempo, non si vedeva ad
Avigliano. E se abbiamo arrecato qualche disagio alla circolazione veicolare, l’amministrazione comunale chiede scusa.
Ma ne è valsa la pena. Basta osservare la gioia dipinta sui volti
dei giovani corridori e dei loro
genitori». Al termine, con grande soddisfazione di tutti i partecipanti, un meritato ristoro e
premiazione per i vincitori delle
due gare. La prima è stata vinta
dal giovanissimo Alessandro
Verri, la seconda, invece, è stata
vinta da Bryan Di Palma bryan
.
Da segnalare il quarto classificato alla seconda corsa, una
strepitosa bella e determinata
ragazza, Elisa Ronchetti.
È stato un bel test per tutt , e
una giornata da incorniciare
per la città di Avigliano.
Enzo Claps
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Il sodalizio è di area Pd. Il fondatore: «Necessari nuovi luoghi di confronto»
A Venosa scoppia il “big bang”
Nasce l’associazione politico culturale fondata dal giovane Alessandro Lettini
VENOSA - Si è costituita nella
cittadina oraziana l’Associazione
politico-culturale
“Big
Bang”. Il nuovo sodalizio, coordinato dal giovane Alessandro
Lettini, consigliere comunale
Pd e recentemente candidato alla locale segreteria del partito in
contrapposizione a Luigi Russo, è una sezione staccata del
movimento renziano “BasilicatAdesso”.
Tra gli obiettivi qualificanti
dell’associazione: sollecitare la
partecipazione attiva e l’impegno civile dei cittadini, anche
nei rapporti con le pubbliche
amministrazioni, alla vita sociopolitica della comunità, promuovendo attività di carattere
politico, culturale e di impegno
sociale.
L’associazione svolge, quindi,
attività a vari livelli e con varie
iniziative. A livello culturale, intende studiare, approfondire,
dibattere e diffondere, attraverso tavole rotonde, convegni, mostre e seminari, la cultura e le
tradizioni locali. A livello formativo, organizzerà corsi di studio
Alessandro Lettini
e di formazione politica e amministrativa. A livello sportivo e ricreativo promuoverà e organizzerà eventi sportivi, teatrali,
d’intrattenimento
musicale.
Nell’ambito editoriale intende
pubblicare e diffondere, anche
attraverso siti internet, una rivista di informazione e di dibattito per fornire informazioni
sull’attività svolta dall’associazione e in generale su tutto ciò
che possa contribuire al conseguimento degli scopi che si prefigge. Incontriamo il coordinatore Alessandro Lettini per capire i motivi della costituzione della nuova associazione, che arriva a ridosso dell’assemblea che
ha eletto come segretario politico Luigi Russo. E azzardiamo
una domanda: Questa iniziativa
è un modo per smarcarsi dalla
maggioranza che governa il Pd
locale? «Come ben si evince dai
risultati delle competizioni elettorali, il nostro non è il partito
dei tesserati e l’elettorato non
può e non deve essere escluso
dalle decisioni - ci dice Alessandro Lettini - Un partito chiuso è
un partito chiuso al rinnovamento. Un partito aperto è un
partito capace di guardare
avanti e di fare proprie le istanze
che provengono dalla gente,
dall’elettorato attivo. Molte persone sono riluttanti ad entrare
nei partiti perché sono partiti
chiusi. E’ necessario quindi dare a tutti i cittadini nuovi luoghi
e nuovi modelli di confronto
aperto e schietto dove sia libero
il dibattito delle idee e si possano
cogliere e sviluppare le istanze
di rinnovamento e di cambiamento. Per dare più forza agli
elettori non tesserati, ai cittadini vicini al nostro comune sentire ma stanchi dei soliti giochini
della politica, abbiamo pensato
di creare una sezione staccata
del già costituito circolo renziano di Melfi Big Bang BasilicatAdesso».
La vostra associazione nasce
in contrapposizione alla maggioranza del Pd che sostiene la
segreteria di sezione e ha rappresentanti nella Giunta Gammone?
«Non volgiamo contrapporci
a nessuno. Intendiamo indicare
la strada da percorrere per rendere i cittadini partecipi delle
scelte che riguardano la nostra
comunità e realizzare una democrazia accessibile a tutti - ci
risponde Lettini-Sosterremo le
scelte sia della Giunta che della
Segreteria, anteponendo sempre l’interesse della nostra comunità a quello personale”»
Giuseppe Orlando
VENOSA L’iniziativa è stata voluta dai Padri Trinitari
Il “benvenuto” all’estate
Ventiduesima edizione per la festa che chiude l’anno scolastico
VENOSA - Per chiudere
l’anno scolastico e aprire il
periodo delle tanto attese
vacanze si è svolta nel Centro dei Padri Trinitari di Venosa la XXII edizione della
“Festa d’Estate”. Ancora
una volta il cortile dei Trinitari si è trasformato in un
grande teatro sul cui palcoscenico si esibiscono ospiti,
operatori e volontari, e che
accoglie parenti dei giovani
ospiti e semplici cittadini
venosini. Una iniziativa che
si inserisce in quella osmosi
continua tra Istituto dei
Trinitari e comunità venosina, che si realizza per
strada, nelle piazze, nei bar,
nei luoghi di ritrovo. La manifestazione ha tutti gli ingredienti della “festa”: luci,
colori, suoni, che fanno da
sfondo a canti, balli, coreografie, poesie, perfino fuochi d’artificio . Il risultato è
un’aria frizzante che genera gioia e allegria. «Si ride,
ci si commuove , ci si diverte» hanno sottolineato ad
inizio serata i brillanti conduttori, Enzo Lagala e Lucia Bruno. «Su questo palcoscenico si sono esibiti insieme operatori e ragazziha sottolineato Padre Angelo Cipollone, Direttore del
Centro dei Trinitari - E’ una
vera equipe che lavora all’unisono». Insomma, anche
questa volta i giovani ospiti
della struttura hanno avuto modo di far apprezzare
qualità e talenti che coltivano tutto l’anno. Si sono alternati sul palcoscenico i
tanti cantanti, ognuno col
suo repertorio particolare; i
vari gruppi che operano
nell’Istituto, ognuno con
una propria identità: Rollingston, la “Banda senza
problemi”, il Gruppo di
FORENZA - Si è disputato domenica la terza tappa a Masagne del
campionato regionale dell’Associazione Cavallo Reining Puglia.
La Basilicata partecipa con il cavaliere Vittorio Avigliano che si è
aggiudicato il primo posto nella
categoria Prime time Non Pro, secondo nella Novice Horse e due
quarti posti nella Limited e Intermeted Non Pro con il suo cavallo
Ot Taris Bandito.
Per saperne di più abbiamo
intervistato il cavaliere lucano
ci può spiegare cos’é il reining?
«E’ un disciplina western che
consiste nell’ eseguire un percorso stabilito chiamato Pattern che
mette in evidenza il binomio ca-
Alcune immagini della “Festa dell’estate”
Danzaterapia e “I Girasoli” ci fate sentire meno soli-ha
con le loro coreografie. A sottolineato Padre Angelo
conclusione dello spettaco- rivolgendosi alle autorità,
lo il coinvolgente can-can ai volontari e ai semplici citdel Moulin Rouge. Per la tadini - Vi promettiamo che
prima volta quest’anno continueremo ad avvicinarhanno partecipato alla Fe- ci in punta di piedi a questi
sta d’Estate anche gli ospiti ragazzi per ascoltarli e tradella struttura di Bernalda, durre in progetti concreti i
recentemente aperta dai loro desideri e le loro esiTrinitari in quella cittadi- genze!» Lo spettacolo è stana. «Con la vostra presenza to molto apprezzato dagli
ospiti: «Ho ricevuto la delega per i grandi eventi: e
questo è sicuramente un
grande evento per Venosaha sottolineato Carmela Sinisi, vicesindaco di Venosa Da 45 anni i Trinitari conducono sperimentazioni innovative: per questo non sono stati mai uguali a se stessi. Nel campo della diseguaglianza sono emersi in ma-
niera eccellente». Il rappresentante dell’Asp, Vito Bochicchio, si è sentito tanto
coinvolto da fare una proposta: «Dagli occhi dei ragazzi traspare l’entusiasmo
e la gioia di partecipare allo
spettacolo - ha confessato
Bochicchio - Chiedo, quindi, agli organizzatori di utilizzarmi come attore».
giu. orl.
FORENZA Il campione lucano si è aggiudicato il “Reining Puglia”
La vita a cavallo di Vittorio Avigliano
vallo-cavaliere eseguendo le manovre fondamentali del reining
quali:spin, slinding stop, cerchi,
cambi di galoppo e roll back».
Ci spiega la ragione dei passaggi alla varie discipline nealla sua carriera?
«Dopo aver raggiunto ottimi risultati nel barrel raicing, nel
team peanning ora mi cimento e
cerco nuovi stimoli nel reining».
Come è avvenuta la sua for-
mazione a riguardo?
«In passato con Franco Bertolani, ora emigrato in America con
ottimi risultati. Quest’anno in
collaborazione con Michele Lambo abbiano tenuto dei clinic con il
professionista Max Ruggeri. Il
prossimo incontro formativo sarà il 12 e 13 luglio presso il mio
centro Horse Point a Forenza».
I suoi risultati nel reining ad
oggi?
«Nella mia prima gara a Castellaneta ho raggiunto il primo posto nella categoria Prime time
Non Pro e secondo e terzo posto
nella Intermeted e Limited Non
Pro. Nella seconda tappa a Copertino primo classificato nella Novice Horse Non Pro, secondo Prime
Time, secondo e terzo Limited e
Intermeted Non Pro. Ottimi risultati per essere le mie prime gare».
Vittorio Avigliano
Le sue aspettative future?
«Completare il campionato regionale per classificarmi alle finali del campionato italiano che
si terranno a Manerbio».
Katia Cillis
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LAGONEGRESE
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CHIAROMONTE Il Comune continuerà a mettere a disposizione dei locali
Salvo l’ufficio del giudice di pace
Il sindaco Viola: «Un segnale di vicinanza alle popolazioni di questa area»
CHIAROMONTE - Sospiro di sollievo per gli abitanti di Chiaromonte: l’ufficio del giudice di pace è salvo e quindi continuerà a
funzionare normalmente. A comunicarlo è il primo cittadino
Valentina Viola. «Il 27 giugno
dopo una frenetica giornata di
incontri, interlocuzioni con il
Ministero della Giustizia e la
conseguente adozione degli atti
amministrativi necessari, è stata
inviata la nota con la quale il Comune di Chiaromonte ha indica-
to al suddetto Ministero i nominativi del personale che svolgerà
le mansioni amministrative dell’ufficio».
«Il termine ultimo per tale comunicazione era stato fissato
per il 29 giugno, e fino a pochi
giorni fa era sembrato impossibile poter conseguire tale risultato e onorare gli impegni assunti con la domanda di mantenimento, presentata a suo tempo.
Ma grazie all’azione di raccordo
istituzionale avviata da questa
amministrazione, in quest’ultimi giorni si è avuta una improvvisa accelerazione dell’iter procedurale avviato, che ha consentito
di superare la situazione di stallo
creatasi e protrattasi fino al nostro insediamento e che ha portato, altresì, al coinvolgimento fattivo dei vertici regionali, dell’Area Programma Lagonegre-Pollino e dei sindaci del circondario,
conseguendo questo insperato
successo. A loro va il mio sentito
ringraziamento».
«L’ufficio - riprende il
sindaco - continuerà a
svolgere la sua attività
nella stessa sede, con tre
unità amministrative, e
non quattro come si era
erroneamente dato per Il sindaco Viola
scontato fino a qualche settima- carico delle spese di funzionana fa, di cui due distaccati dalla mento e, da oggi, anche di distacRegione Basilicata, ex dipenden- care un proprio dipendente per
ti dell’Area Programma».
l’Ufficio del Giudice di Pace, in
«Questo Comune - conclude - è quanto il suo mantenimento è un
ben lieto di continuare a mettere segnale di vicinanza alle popolaa disposizione i locali e di farsi zioni di questa area».
SANT’ARCANGELO Raccolte più di 800 adesioni
Bilancio positivo per l’iniziativa
cup Total”
Discarica, il Comitato di cittadini La“Oil
quarta edizione
sollecita l’amministrazione alla squadra di Corleto
S.ARCANGELO - Sarà l’assemblea municipale alla
prima riunione utile prossima ventura, a sancire la
fine dello stato di emergenza della discarica per rifiuti
solidi urbani di Santarcangelo. Lo avrebbe preannunciato il sindaco Domenico Esposito che avrebbe
sostenuto la necessità di
uscire dallo stato di precarietà. Una emergenza alla
quale nessuno crede più da
tempo e che è partita dall’ordinanza del presidente
la giunta regionale n.1 del
31 gennaio 2013,p ubblicata sul Bur n.4 del 16 febbraio dello stesso anno.
Prorogata di sei mesi in sei
mesi, ultima in scadenza
appunto il 31 ottobre prossimo. Proroghe che hanno
allarmato la cittadinanza e
che hanno portato alla costituzione di un comitato
cittadino “per Santarcangelo”, il quale ha raccolto
più di ottocento adesioni
firmate. Mettendo in discussione oramai la bontà
della proposta socioeconomica-ambientale. Il perico-
La discarica di Sant’Arcangelo
lo infatti, per il comitato, è
quello di ritrovarsi in casa
una mega discarica non
più regionale ma extraregionale. Eppure si era partiti da un progetto indirizzato al conferimento di rifiuti solidi urbani dei soli
cinque comuni della disciolta comunità montana
Medioagri con sede proprio a S.Arcangelo. Invece,
successivamente sarebbe-
ro stati ammessi al conferimento altri comuni per un
totale di ventitre, ora arrivato addirittura a quarantaquattro, compresa la
piattaforma di Tito. I dati
insomma preoccupano la
gente, che a questo punto
non crede più nella buona
fede ma anzi alza le antenne allorquando apprende
che proprio questa discarica nata piccola, già diven-
RIVELLO Comunità sul piede di guerra
Chiude il bancomat
RIVELLO – Chiuso in via definitiva in via definitiva il minisportello della Banca Carime di Rivello i
cui dipendenti sono stati trasferiti rispettivamente dalle filiali di
Lauria e Lagonegro ormai radicati da diverso tempo nel territorio. La notizia è stata data ai correntisti, nei giorni scorsi, dalla
Direzione della Banca che informava i propri clienti dell’imminente chiusura dei due minisportelli. Ciò ha messo in fibrillazione
i vari utenti dell’Istituto, anche
perché, ormai la Banca Carime,
sin dal 1994, data della sua operatività, era diventata un punto di
riferimento per i cittadini del
comprensorio.
Anche il settore bancario sta at-
traversando una fase carica di
tensioni per molteplici ragioni
che in parte sono riassunte dalla
congiuntura, in parte dalla redditività delle filiali, in parte dal conto presentato alle banche dalla riforma pensionistica e dal tema
esodati, in parte da gestioni. Sicuramente la chiusura porterà un
danno non quantificabile alle comunità del comprensorio, con riduzione dei servizi ai cittadini e
conseguente incidenza negativa
sulla qualità della vita con particolare rilevanza sulle fasce più
deboli, anziani e diversamente
abili, fortemente penalizzati dalla
mancanza di collegamenti adeguati.
Emilia Manco
tata spropositata, potrebbe
diventare una delle più
grandi dell’intero Meridione, se solo si consentisse
l’ulteriore capacità di accoglimento dei rifiuti, che dovrebbe passare dai venticinquemila metri cubi iniziali ma sicuramente già
ampiamente superati in
questi pochissimi anni,ai
centocinquantamila previsti dal nuovo progetto consegnato in comune. A supporto,il comitato mette sulla bilancia, proprio la propagazione dello stato di
emergenza della discarica
locale mentre le discariche
di Moliterno e di Lauria,
continuano a rimanere
chiuse. La domanda d’obbligo dunque da parte del
comitato: se c’è emergenza,
perché non ripristinare le
due discariche appena citate? C’è invece assenza di fiducia nel percorso iniziato
e per questo hanno chiesto
un dibattito in consiglio regionale ed analisi indipendenti su aria, suolo e acqua.
gia. cos.
BREVI
RIVELLO
Torneo di scopone
RIVELLO – Domenica 6 luglio a partire dalle ore 9.30 si svolgerà il 3° turno
del Torneo Nazionale Gioco Scopone
presso il chiostro del Monastero di
Sant’Antonio a Rivello organizzato
dall’Associazione Culturale e Sportiva
Renato Dattoli con il patrocinio della
Federazione Italiana Gioco Scopone.
A seguire degustazione di prodotti tipici ldurante i turni di gioco. (e. m.)
POLLINO
Nuova mini guida
POLLINO - E’ stata presentata ieri
mattina la nuova mini guida dedicata
al Pollino. Il libretto scritto da Francesco Bevilacqua è edito dal Parco Nazionale del Pollino e stampato da Rubbettino.
CORLETO - All’insegna del itinerante,allestita per l’ocricordo degli eroi sportivi casione, dal tema “Gli azcaduti nel corso della Prima zurri alla grande guerra”
Guerra Mondiale che si è con i ritratti dei calciatori
svolta la quarta edizione del della Nazionale Italiana catorneo di calcio “Oil Cup To- duti in guerra e decorati al
tal” a Corleto Perticara. Una Valor Militare. Un progetto
grande festa nella Valle del dell’Associazione “Azzurro
Sauro che ha preso il via sa- che Valore” gli Sportivi nelbato scorso ed è terminata la Grande Guerra dell’Istidomenica sera con il torneo tuto Nazionale del Nastro
Azzurro per ricordare, nel
di calcio amatoriale.
Torneo a cui hanno preso corso del centenario della
Prima
Guerra
parte la rappreMondiale, tutti
sentativa di Total
gli sportivi caduE&P Italia, e i gioti e decorati al Vacatori dei comuni
lore militare. L’idi Corleto, Guarniziativa naziodia Perticara e
nale, presentata
Gorgoglione.
già a Roma e a Fi“Una due giorni renze
prevede
ha evidenziato il
una mostra itinePrimo cittadino
rante nelle prindella
comunità L’evento sportivo
cipali città italiacorletana, Rosane e nei centri
ria Vicino - nel segno dei veri valori sportivi e che stanno aderendo al prodi momenti di aggregazio- getto.«La mostra - ha spiene e socializzazione per le gato il professore Rocco Gacomunità coinvolte. Un’op- lasso - è corredata da cimeli
portunità di crescita e di ri- calcistici che sintetizzano la
scoperta anche di un terri- storia dei titoli mondiali
torio.” Sulla stessa lun- dell’Italia calcistica, quali
ghezza d’onda anche i neo maglie, giornali, coppe,
Sindaci di Guardia Pertica- palloni da collezione».
ra,Angelo Mastronardi e di Esposti per la prima volta le
Gorgoglione, Giuseppe Fi- interessanti immagini dellippo. Cultura,sport e il pia- la Nazionale del 1914 e delcere di stare insieme sono l’amichevole Italia-Austria
stati i concetti chiave evi- del gennaio 1914. Un modo
denziati dai delegati della per ripercorrere un pezzo di
compagnia
petrolifera storia del Paese, ma sopratfrancese durante la cerimo- tutto per riscoprire anche
nia di presentazione della attraverso lo sport e riferimanifestazione. E a cattu- menti ludici, valori e princirare l’attenzione nella loca- pi tipici della dedizione al
tion della piazzetta risorgi- territorio e allo Stato.
mentale e’ stata la mostra
Angela Pepe
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MATERA
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Escalation di cinque episodi intimidatori alla struttura ricettiva sulla Ss 99
In manette estorsori a colpi di tritolo
Otto persone di Laterza arrestate dalla polizia, uno è ancora latitante
UNA BOMBA di tritolo di 1,6
non esplosa. Un imprenditore di una struttura ricettiva
lungo la statale 99, Giardini
della Corte, vittima di cinque
episodi estorsivi ed un altro
imprenditore pugliese messo nel mirino e per il quale veniva pianificato un omicidio.
E’ l’attività di un gruppo
criminale di nove persone,
per la maggior parte originari della provincia di Taranto che sono state poste ieri agli arresti domiciliari dal
Gip Nettis su richiesta del sostituto procuratore Salvatore Colella.
L'obiettivo era il controllo
di una sala ricevimenti di Laterza messa all'asta e per riuscirci avevano progettato anche l’omicidio di un imprenditore del settore e una serie
di episodi intimidatori nei
confronti degli altri che volevano gestire la struttura
stessa.
Tutto è cominciato con gli
attentati alla sala ricevimenti di Matera: la banda - composta da persone residenti in
provincia di Taranto, anche
se una dimorava in provincia di Matera - voleva «convincere» il titolare a rinunciare alla gara per l’assegnazione della sala ricevimenti
di Laterza, che stava per essere sganciata dall’amministrazione controllata in cui
si trovava.
All’operazione «Tritolo» è
sfuggito per ora il presunto
killer che è attualmente latitante. Nei cinque episodi intimidatori in un caso un
esplosione aveva lasciato
due persone miracolosamente illese e in un secondo
ed ultimo un guardiano sempre per miracolo aveva staccato in tempo la miccia di
una bomba al tritolo pronta
ad esplodere.
Quella delle forze dell'ordine è stata una risposta forte
dopo gli episodi contro la sala ricevimenti Giardini della
Corte lungo la statale 99 e
per i quali è arrivata anche
l’audizione a Matera della
commissione antimafia.
A cui ha fatto seguito pochi giorni fa l’audizione a Roma del procuratore capo di
Matera Celestina Gravina.
Oggi, appunto, la risposta
forte a questa serie di fatti è
avvenuta con gli arresti e
con una conferenza stampa a
cui, contravvenendo alle
proprie abitudini, ha scelto
di partecipare lo stesso procuratore Gravina.
«E’ stata un’attività che si è
sviluppata nel tempo attraverso una forte intelligenza
investigativa ed una grande
trasparenza da parte della
vittima del fatto» ha spiegato
il procuratore capo di Matera
Celestina Gravina, «è stata
verificata la pressione estorsiva su un imprenditore a
Matera con artefici tutti
quanti pugliesi (una sola
persona ha dimora nel mate-
Antonio Giannini ancora latitante
Egidio Apollinare
Il capo della mobile Fucarino con il procuratore capo Celestina Gravina e Questore Stanislao Schimera
Michele Mottolese
Matteo Ditaranto
Marco Carenza
rano) e l’azione intimidatoria
ha avuto un crescendo rossiniano e poi si è anche appurata con intercettazioni ambientali l’azione preparatoria di un omicidio ad un altro
imprenditore ed allora si è
deciso di intervenire privilegiando la necessità di porta-
Filippo Carbotti
re a termine il tentativo di
omicidio».
Le perquisizioni messe in
campo hanno consentito di
sequestrare pistole, un casco, munizioni ed una moto
che doveva servire per portare a termine l’atto criminale.
«Si è trattato» ha spiegato
Stefano Clemente
il capo della mobile materana
Nicola Fucarino, «di una decisione coraggiosa presa dal
sostituto procuratore Colella
che ha dato i suoi frutti».
La svolta delle indagini si è
avuta proprio quando gli investigatori hanno appreso
del piano omicida.
Cosimo Damiano Morrone
Questi i nomi degli arrestati: Egidio Apollinare 47
anni, Filippo Carbotti 50 anni, Marco Carenza 29 anni,
Stefano Clemente 23 anni,
Vincenzo Clemente 50 anni,
Matteo Ditaranto 58 anni,
Cosimo Morrone 59 anni,
Michele Mottolese 34 anni.
Vincenzo Clemente
A questi va aggiunto il latitante Antonio Giannini
Antonio di 38 anni.
Per tutti le accuse vanno
dal tentato omicidio, alla tentata estorsione, alla detenzione e porto illegale di materiale esplosivo e armi.
[email protected]
IL COMMENTO DI LIBERA
Don Cozzi soddisfatto per l’opera della polizia: «Ci auguriamo le stesse risposte sul Metapontino»
«E’ lo Stato che ci piace, quello che prevale sul crimine»
«Esprimiamo soddisfazione e gratitudine agli
uomini della Polizia di Stato di Matera per l'operazione anticrimine con la quale questa
mattina hanno stroncato un clan malavitoso
che da tempo esercitava intimidazioni e violenze ai danni di imprenditori nella città dei
Sassi».
Così don Marcello Cozzi vicepresidente nazionale di Libera a nome dell’associazione lucana commenta l’esito dell’operazione Tritolo
e i risultati presentati ieri dalla Polizia di Matera a danno di una banda di estorsore che avevano progettato anche un altro omicidio nei
confronti di un altro imprenditore pugliese.
Ma oltre a sottolineare il lavoro svolto in
quest’occasione e che ha portato ad un risultato concreto arriva anche un ulteriore intervento da parte dell’Associazione che «nello
stesso tempo però non possiamo non essere
preoccupati per il materiale dinamitardo che è
stato ritrovato.
E' lo Stato che ci piace, quello che prevale sul
crimine e su ogni forma di illegalità, quello
che risponde concretamente al grido di aiuto
di chi subisce l'aggressione malavitosa, quello che mostra vicinanza e in questo modo diffonde sicurezza ai cittadini.
Ci auguriamo al più presto la stessa fermezza e le stesse risposte sul territorio del Metapontino».
Un invito quindi anche ad altre situazioni,
ad altri episodi e ad altre “minacce” che gravano sul territorio e su cui la guardia alta, come
dimostra l’esito dell’operazione Tritolo, è certamente la ricetta migliore per poter poi otteL’elicottero che volteggiava ieri mattina all’alba
nere risultati.
sulla città
RASSEGNASTAMPA
II I BASILICATA PRIMO PIANO
Martedì 1 luglio 2014
OPERAZIONE TRITOLO
STRATEGIA DEL LOGORAMENTO
Ritorsioni sempre più dure contro
per costringerlo a cedere
TENTATI L’OMICIDIO E L’ESTORSIONE l’imprenditore
la sua struttura a quattro soldi
DECISIVA LA COLLABORAZIONE
Cittadini, con forze dell’ordine e magistratura
hanno reagito, concentrato gli sforzi
e sostenuto una brillante attività investigativa
«Ci devi cedere la tua azienda»
arrestati otto pregiudicati
dopo un anno d’intimidazioni
Fermati in tempo, avevano assoldato anche un killer
PASQUALE DORIA
l Avevano sviluppato un debole per le
sale da ricevimento gli otto arrestati dalla Polizia di Matera. Nove in tutto le
ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di altrettante
persone, otto pugliesi e uno di Montescaglioso. Sono accusati a vario titolo di
tentato omicidio, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di esplosivo e
armi. Uno è sfuggito alla cattura.
Gli episodi contestati agli indagati
rientrano nell’ambito di un’inchiesta
denominata «Tritolo». È iniziata
nell’estate dello scorso anno, a valle di
una serie di atti intimidatori sempre più
decisi consumati nei confronti di un imprenditore che opera a Matera. Per la
crescente pressione, compreso l’uso di
tritolo, a un certo punto la sua azienda è
stata presidiata 24 ore su 24. Decisive
sono risultate le intercettazioni telefoniche e ambientali. Le ricostruzioni da
parte dei diretti interessati riguardanti i
reati consumati e quelli da eseguire hanno consentito agli investigatori di centrare al meglio le loro indagini.
I provvedimenti - eseguiti dagli agenti
della Squadra mobile - sono stati disposti
dal giudice per le indagini preliminari di
Matera, Angela Rosa Nettis, su richiesta del pubblico ministero Salvatore
Colella. I particolari dell’operazione sono stati illustrati ieri dal procuratore
della Repubblica, Celestina Gravina,
dal questore, Stanislao Schimera, e dal
capo della Mobile, Nicola Fucarino.
Nel corso di una conferenza stampa, si
è appreso che gli arrestati, oltre a cinque
attentati contro la sala da ricevimenti di
Matera, intendevano esercitare il controllo su una sala ricevimenti di Laterza
e per riuscirci avevano progettato anche
l’omicidio di un imprenditore del settore. A quel punto, bisognava intervenire senza perdere altro tempo. L’uomo
che sarebbe stato designato quale killer
dell’imprenditore è però riuscito a far
perdere le tracce. La stessa persona, Antonio Giannini, 38 anni, è indagata per
il tentativo di omicidio di un carabiniere, avvenuto in provincia di Foggia
circa un anno fa. Gli arrestati sono Egidio Apollinare 47 anni, Filippo Carbotti, 50, Marco Carenza, 29, Stefano
Clemente, 23, Vincenzo Clemente, 50,
Matteo Ditaranto, 58, di Montesacaglioso, Cosimo Damiano Morrone, 59,
Michele Mottolese, 34.
Volevano convincere l’imprenditore a
rinunciare alla sua attività, costringerlo
a cederla a quattro soldi. Gli attentati
alla sala ricevimenti di Matera sono iniziati, così, in sordina fino ad arrivare al
lancio di bombe carta contro il personale
della struttura ricettiva. Episodio da brividi quello di un guardiano che ha staccato all’ultimo momento la miccia da un
ordigno di tritolo del peso 1 chilo è 600
grammi. È vivo per miracolo.
A questo punto, la collaborazione tra
cittadini, forze dell’ordine e magistratura ha dato i suoi frutti. L’imprenditore
ha raccontato ciò che gli stava capitando, imprimendo maggiore efficacia alle
indagini in corso. È in questo frangente
che gli investigatori hanno scoperto e
bloccato anche il piano per uccidere uno
dei due imprenditori interessati alla sala di Laterza. Di più, è stata trovata anche la moto che il killer avrebbe utilizzato. Dotata di casco, si trovava custodita in un furgone. Mentre durante le
perquisizioni sono state sequestrate anche munizioni e due pistole (una calibro
9 e una 7,6), probailmente le armi destinate all’agguato mortale.
Le indagini proseguono.
QUESTURA Una fase del blitz scattato ieri, alle prime luci dell’alba [foto Genovese]
QUESTURA Una fase della conferenza stampa [foto Genovese]
Egidio Apollinare
Filippo Carbotti
Marco Carenza
Stefano Clemente
Vincenzo Clemente
Matteo Ditaranto
Cosimo Damiano Morrone
Michele Mottolese
Antonio Giannini, latitante
QUESTURA Uno degli arrestati scortato dalla Polizia [foto Genovese]
IL TERRITORIO MATERANO COLLEGAMENTI TRA LA PUGLIA E LA CALABRIA
È una zona di confine
ad alta permeabilità
FILIPPO MELE
DOPO LE PERQUISIZIONI Una delle due pistole trovate dalla Polizia [foto Genovese]
l Matera e Metapontino ed i collegamenti con Puglia e Calabria: quando la
criminalità è permeabile. Vale a dire che le cosche quasi mai agiscono per
confini geografici. A parte gli esempi degli anni passati, anche nei giorni
nostri vi sono “operazioni” condotte dalla magistratura che hanno messo in
risalto questa “permeabilità”. Così, i sequestri di sostanze stupefacenti sulla
106 Jonica operati dalla Guardia di finanza hanno dimostrato come sul tratto
lucano di questa arteria viaggi ogni sorta di merce illecita. L’ipotesi è che Sacra
corona unita, dal versante pugliese, e 'ndrangheta, da quello calabrese, paghino “dazio” alla malavita locale.
Ma andiamo con ordine. Il 15 gennaio scorso fu la
Direzione distrettuale antimafia di Lecce a coordinare l’operazione denominata “Neve tarantina”.
Cocaina, eroina, ed armi, da Gioia Tauro, “piazza”
gestita rigidamente dalla 'ndrangheta, a Taranto
per il tramite della Basilicata, in particolare da
Scanzano Jonico, dove tre soggetti furono arrestati.
L’accusa, a vario titolo, nei loro confronti e di altre
27 persone era quella di “associazione per delinquere finalizzata al traffico, anche internazionale,
detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con aggravante della disponibilità di armi e munizioni”. E che dire dei colpi messi a segno dalla “Fiamme
gialle” nel traffico di stupefacenti Est - Porto di Bari - Calabria? Dall’11 febbraio
sino al 7 maggio scorsi, la Guardia di finanza, sempre sulla 106 Jonica e sempre
con l’ausilio di unità cinofile, ha sequestrato, in 4 distinte operazioni, 4 chili di
cocaina e 37 di eroina per un valore di mercato di 5.800.000 euro. Di chi è la droga
che viaggia dalla Puglia alla Calabria? Sono molte le piste che portano alla
‘ndrangheta. Con il “placet” di gruppi attivi nei centri del Metapontino.
SCENARI APERTI
Quasi mai le cosche
agiscono seguendo
confini geografici
LA MOTOCICLETTA L’avrebbe dovuta usare un killer [foto Genovese]
RASSEGNASTAMPA
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Matera
Martedì 1 luglio 2014
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39
A Marconia si divide sempre più il fronte dei genitori dopo l’indagine della Polstato
«E’ una maestra esemplare»
Un gruppo di mamme della classe difende l’insegnate accusata di maltrattamenti
UN’ALTRA lettera di solidarietà e stima per la
maestra di Marconia indagata per presunti maltrattamenti ad alcuni suoi alunni. Questa volta a
firmarla sono le mamme, ben 14 (Maddalena
Quinto, Mariella Tortorelli, Filomena Zambrella, Mariella Ruvo, Monica Bandello, Anastasia Silletti, Rosalia Fumarola, Marilena
Cavallo, Alessandra Lieti, Olimpia D’Onofrio,
Maria Logioia, Stefania Lopatriello, Carmen
PISTICCI - Siamo un gruppo di
mamme della classe, in cui insegna la maestra accusata ingiustamente e dissentiamo in maniera totale rispetto a tutto ciò che i
media in questi giorni hanno divulgato. Possiamo dirvi che questa insegnante è riuscita a scolarizzare i nostri bambini in maniera esemplare.
Questi sono sereni, con tanta
voglia di imparare, e con tanto
entusiasmo di andare a scuola.
Se, come dicono i giornali (o
meglio le forze dell’ordine ndr)
questa insegnante avesse maltrattato i nostri bambini, non
avremmo avuto questi risultati.
La maestra è preparata, dolce,
materna, capace di stabilire
un’armonia nella classe. I nostri
Lopatriello, Camilla Di Marsico) di alcuni degli
attuali alunni della docente, appartenenti alla classe in cui, secondo chi indaga, si sarebbero verificati
alcuni episodi attenzionati dagli inquirenti. Il caso
di cronaca ha creato una partecipatissima discussione nella comunità pisticcese, con immancabile
seguito sui social network. Differenti le prese di
posizione ed i commenti. C’è una attività d’indagine che, per quanto ufficialmente comunicato dalla
bambini sono ansiosi di rivederla
e rincontrarla a settembre tra i
banchi di scuola. Sono spaventati
dall’idea di incontrare un’altra
insegnante al suo posto.
Per lei tutti i bambini sono
uguali, senza differenze di classe
sociale, lingua e religione.
Uno dei suoi obiettivi è stato
quello di portare tutti allo stesso
livello di apprendimento. Inoltre,
vogliamo sottolineare che durante l’uscita dalla scuola, la maestra
con premura consegnava singolarmente ogni bambino al suo genitore.
E se qualcuno tardava ad arrivare, lei aspettava con pazienza il
suo arrivo.
L’insegnante per un certo periodo è stata assente, noi mamme
abbiamo constatato che i nostri
bambini erano ansiosi di rivederla al più presto.
Per loro la sua assenza significava un vero e proprio disagio.
Pur avendola conosciuta da poco,
è diventata una figura fondamentale per la loro crescita e formazione. Questa piccola grande
donna ha trasmesso ai nostri figli la passione per la cultura, infatti la sua filosofia di vita è “il sapere rende liberi”.
Noi come genitori ci auguriamo che questa brutta storia abbia
un lieto fine per la nostra cara
maestra e per il futuro dei nostri
figli.
Con infinita stima e grande riconoscenza le auguriamo tutto il
bene del mondo.
Questura agli organi di stampa, ha fatto un suo
corso ed è stata condivisa da un magistrato della
Procura della Repubblica di Matera. Ma c’è anche
un forte senso di vicinanza a questa persona da
parte di molti di coloro che hanno avuto modo di conoscerla affidandole i loro figli. Un sentimento che
ha trovato conferma in diverse pubbliche esternazioni. La verità? Dovrà stabilirla il giudice.
r.d.a.
Una maestra con i suoi studenti
Spaventoso incidente, sfondato il guard rail. Un ferito al San Carlo
Mezzo pesante fuori strada
UNO SPAVENTOSO incidente stradale sulla Basentana SS 407 allo scalo
di Ferrandina in direzione
Potenza con un mezzo pesante per cause imprecisate è uscito di strada sfondando il guard rail e fermando la sua corsa contro
gli alberi che si trovavano
lì sotto.
Il mezzo si è ribaltato su
un lato.
Ferito è rimasto il conducente che è stato trasportato con l'eliambulanza del 118 all'Ospedale
San Carlo.
Ma non è stato l’unico
incidente, anche se sicuramente quello più grave e
che ha colpito maggiormente coloro che si sono
trovati a passare proprio
in quella zona.
Paura e fortuna sulla
Statale 7 per la caduta di
un grosso ramo su una
delle carreggiate.
Non ha fatto danni, l'enorme ramo sradicato ieri
mattina, erano circa le 9,
all'ingresso della galleria
Millotta poco dopo il ponte
Porsaro, dal forte vento
registrato anche sulla
ss7.
Conseguenze nessuna,
ma solamente grandi timori.
La polizia municipale di
Miglionico è stato il primo
soccorso al traffico, bloccato in direzione Potenza Metaponto.
Le immagini mostrare
dai telegiornali nelle ultime ore hanno condizionato l'immaginario degli automobilisti.
Ma l'albero questa volta
nella non è stato nemico
inconsapevole dell'uomo.
Lo spaventoso incidente in cui è rimasto ferito l’autista di un autoarticolato sulla Basentana
L’elicottero di soccorso sulla statale 407
Carabinieri a Bernalda
Stalking e lesioni
alla propria madre
Arrestato 28enne
BERNALDA - I carabinieri della Stazione di Bernalda, coordinati dai militari della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato un 28enne originario di laterza, perchè resosi responsabile dei reati continuati di atti
persecutori, stalking e lesioni
personali. I militari hanno fermato il giovane, in esecuzione
di un’ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa
dall’Ufficio del giudice per le
indagini preliminari del tribunale di matera, su richiesta
della Procura della Repubblica, che ha concordato con le risultanze delle indagini condotte dai carabinieri.
L’uomo si sarebbe reso responsabile di reiterati comportamenti persecutori nei confronti della propria madre, ricorrendo anche ad azioni violente, sino a caglionarle lesioni
personali, verificatisi nell’atrio condominiale, al fine di far
sottostare la vittima a delle richieste di pulire l’appartamento e del luogo di lavoro dove
l’arrestato espleta l’attività lavorativa. Questi comportmenti hanno determinato continue
sofferenze ed umiliazioni, costituendo fonti di disagio continuo, costringendola altresi’
ad alterare le sue abitudini di
vita, rendendo pertanto necessario l’emissione del provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Al termine degli accertamenti di rito presso la caserma
di pisticci, l’arrestato e’ stato
tradotto in carcere a matera, a
disposizione dell’autorità giudiziaria titolare delle indagini.
Anche da questa vicenda traspare, che sempre più donne
sono vittime di atteggiamenti
persecutori da parte di uomini
violenti.
[email protected]
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I III
Martedì 1 luglio 2014
REGIONE BASILICATA
STRAPPO AL PATTO DI STABILITÀ
LA STRATEGIA
«Senza quelle risorse la Basilicata muore».
L’idea di spiegare le ragioni della Basilicata
a un tavolo con l’esecutivo nazionale
Royalty del petrolio
«Un tavolo col governo»
Incontro alla Regione fra Pittella e i parlamentari. Le perplessità di Latronico
l Royalties petrolio e patto stabilità: ieri l’incontro alla Regione
fra il governatore Marcello Pittella e i parlamentari lucani. «Serve
interlocuzione diretta con il Governo», dice il presidente della Regione. Auspicata «un’azione congiunta tesa a organizzare, tramite
la delegazione di parlamentari lucani e il sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo, un incontro
tra il presidente Pittella, la Presidenza del Consiglio dei Ministri
e i Ministeri dello Sviluppo economico e delle Finanze, per porre
all’attenzione dell’esecutivo nazionale e far sì che quest’ultimo lo
inserisca tra le priorità di governo, il tema delle royalties del petrolio che andrebbero escluse dal
conteggio del Patto di stabilità, secondo il disegno di legge presentato dalla Giunta e approvato dal
Consiglio regionale».
È la proposta emersa all’incontro di ieri al quale hanno partecipato, oltre a Pittella, l’assessore
regionale alle Politiche di sviluppo Raffaele Liberali, il sottosegretario Vito De Filippo, i senatori
Salvatore Margiotta e Giovanni
Barozzino e i deputati Antonio
Placido, Maria Antezza e Cosimo
Latronico. Pittella ha posto nuo-
vamente sul tavolo i tre temi già
affrontati in occasione degli incontri avuti a Potenza e a Roma
con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e le parti
sociali: la ripresa del Memorandum, la questione della card benzina e l’esclusione delle royalties
petrolifere dal Patto di stabilità.
«Proponiamo di utilizzare direttamente, come ente regionale,
le risorse della card benzina – ha
affermato il governatore – destinandole non solo ai patentati ma a
tutti i residenti in Basilicata dando priorità alla platea di meno abbienti sempre più numerosi». Destinazione «sociale» anche per le
risorse del petrolio che andranno
svincolate dal patto di stabilità:
«Vorremmo utilizzare una parte
di quelle risorse per il reddito minimo di inserimento. La Basilicata ha bisogno delle royalties del
petrolio per poter sopravvivere e
ricucire una ferita altrimenti non
sanabile».
I parlamentari lucani Margiotta, Antezza, Placido e Barozzino
hanno condiviso la proposta del
sottosegretario De Filippo di costruire una strategia unitaria al
fine di ottenere una interlocuzione diretta con il governo nazio-
nale, tale da porre la questione
delle royalties petrolifere della Basilicata all’interno del programma che lo stesso presidente Matteo
Renzi sta perseguendo a livello europeo per un allentamento del vincolo del patto di stabilità. «Riserve
sulla costituzionalità» dell’atto sono state invece espresse da Latronico che ha auspicato il «negoziato» fra Regione e governo centrale, partendo dalla centralità
della Basilicata nella strategia
energetica nazionale.
REGIONE
L’incontro di
ieri fra Pittella
e alcuni
parlamentari
lucani
[foto Tony Vece]
.
PETROLIO PRESENTATE DUE PROPOSTE DI LEGGE SULLA MATERIA. TRA LE RICHIESTE UN AUMENTO DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI
«Royalty fuori dal patto, legge incostituzionale»
Gli esponenti di Fratelli d’Italia all’attacco: «Vogliamo un nuovo sistema di gestione»
ANTONELLA INCISO
l Non girano attorno alle parole. Non
usano la diplomazia. L’attacco degli esponenti di Fratelli d’Italia sulle legge approvata dal Consiglio regionale che stabilisce che gli investimenti fatti con le
royalty del petrolio siano fuori dal Patto di
stabilità è diretto. «Quella legge è incostituzionale» gridano, nel corso di una
conferenza stampa, il consigliere regionale Gianni Rosa e gli esponenti del partito Maria Bonsera ed Angelo Cioè. Per
loro, però, anche se la normativa utilizzata per discutere con lo Stato del contributo della Basilicata sul fronte ener-
getico è incostituzionale, il tema c’è e va
affrontato concretamente. Di qui le due
proposte di legge sulle royalty e sul loro
utilizzo presentate ieri. Proposte che rappresentano una «sfida» per il Consiglio
regionale e per lo stesso presidente Pittella. Perchè l’idea di Fratelli d’Italia non
solo è quella di portare le royalty al 25 per
cento, mantenendo gli attuali pozzi, ma
distribuire il 5 per cento dei proventi a
tutti i comuni della Basilicata. «Si devono
abbondonare le chimere di leggi palesemente anticostituzionali – affermato Rosa
- e avviare un sistema nuovo di gestione ed
utilizzo dei proventi del petrolio». Un utilizzo che passi per gli investimenti e lo
sviluppo, ma anche la tutela ambientale e
della salute, il sostegno alle imprese,
all’occupazione e anche alle libere professioni. «Occorre giungere ad un'unica
normativa – continua Rosa - che disciplini
l’intera materia che riguarda il petrolio a
fronte di una legislazione polverizzata e di
troppi tavoli aperti con diversi interlocutori. Serve certezza delle competenze
statali e regionali – conclude - e l’apertura
della sede, anche in Basilicata, dell’Ufficio
nazionale minerario per gli idrocarburi e
le georisorse istituito presso il Ministero
dello sviluppo economico, al quale il rappresentante della società estrattiva comunica i dati relativi alla produzione».
RASSEGNASTAMPA
IV I BASILICATA PRIMO PIANO
MORTI BIANCHE
AUTOSTRADA DI SANGUE
Martedì 1 luglio 2014
INCIDENTE
L'incidente si è verificato al chilometro
117, al confine tra Basilicata e Campania
prima della galleria «Tempa Ospedale»
CONDUCENTE
Il conducente del camper è stato
sottoposto ai test dell’alcol e della droga
che avrebbero dato esito negativo
I sindacati
Chiesto un incontro urgente a Prefettura e Anas
«La notizia dell'ennesima vittima sul tratto lucano dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria non solo ci costringe, ancora, ad occuparci di morti
bianche ma ci mette dinanzi ad una sconfitta collettività».Lo affermano le
segreterie regionali di Feneal, Filca e Fillea, che chiederanno un incontro
urgente alla Prefettura con la presenza di Anas per esaminare le dinamiche della sicurezza all’interno dei cantieri autostradali «con lo scopo di arrivare alla sigla di un protocollo che istituisca l'osservatorio regionale su
salute e sicurezza sui luoghi di lavori». I sindacati stanno anche valutando
[p.perc.]
la possibilità di costituirsi parte civile in eventuali processi.
AUTOSTRADA Lavori sulla Salerno Reggio Calabria [foto Tony Vece]
OPERAIO Domenico Setaro
Operaio ucciso da uno specchietto
Domenico Setaro è stato colpito dal retrovisore di un camper sulla Sa-Rc
Si tratta del terzo
infortunio mortale sul
lavoro sulla A 3 dall’inizio
dell’anno
PINO PERCIANTE
l LAGONEGRO. Colpito alla testa
dallo specchietto retrovisore di un
camper mentre stava effettuando
dei lavori sulla corsia sud della
Salerno – Reggio Calabria tra Casalbuono (Sa) e Lagonegro. È morto
così un operaio di 57 anni, Domenico Setaro, di San Rufo (Sa),
dipendente di un’azienda di San
Pietro al Tanagro (Sa), addetta al
montaggio di segnaletica autostradale. Si tratta del terzo infortunio
mortale sul lavoro sulla A 3 dall’inizio dell’anno. L'incidente si è verificato all'altezza del chilometro
117, al confine tra Basilicata e Campania, prima della galleria «Tempa
Ospedale». Per Setaro, purtroppo,
non c'è stato nulla da fare. Al momento dell'incidente, i suoi colleghi
presenti nel cantiere hanno immediatamente chiamato i soccorsi.
Tutto inutile: l’operaio è morto sul
colpo. I soccorritori hanno cercato
di rianimarlo ma il suo cuore aveva
già cessato di battere. La dinamica
dell'incidente non è ancora chiara
neanche per gli agenti della polizia
stradale che per tutta la mattina di
ieri hanno effettuato rilievi sul luogo dell'incidente. Sul posto sono
intervenuti gli agenti della Polizia
Stradale di Lagonegro. Il conducente del camper è stato sottoposto
al test dell’alcol e della droga che
avrebbero dato esito negativo. Setaro era originario di San Rufo e
ritenuto molto esperto nel suo lavoro. Secondo quanto emerso, l’uomo stava lavorando sulla corsia di
emergenza per posizionare i «birilli», in un tratto regolarmente
evidenziato da segnali quando
all’improvviso, per cause ancora
ancora da accertare, è sopraggiunto il camper che lo ha colpito alla
testa con lo specchietto retrovisore.
La tragedia si è consumata poco
dopo le 8 e il sessantenne è morto
sul colpo. Sul posto la Polizia stradale per tutti gli accertamenti del
caso. Dall’inizio dell’anno altri due
lavoratori hanno perso la vita in
incidenti nei cantieri della Salerno
– Reggio Calabria sul tratto lucano,
dopo che in sei anni di lavori non
era mai successo niente. Nella galleria Renazza, a Lagonegro, il 30
marzo, un operaio di Lauria di 55
anni, Giuseppe Palagano, è morto
mentre era impegnato nel fissaggio
di una centina. A Lauria il 19 maggio, nella galleria Serra Rotonda, la
più lunga della A 3, il crollo dell’armatura metallica montata per il
rivestimento provoca la morte di
Antonio De Luca, un operario di 39,
originario di Montecilfone (Cb), ma
residente a San Salvo (Ch). Appena
dodici giorni prima, sempre nella
galleria Serra Rotonda, era rimasto
ferito gravemente un altro operaio.
E sale la polemica sulla sicurezza
nei luoghi di lavoro: «Quanti altri
lavoratori dovranno morire sulla
Salerno-Reggio prima che le istituzioni si decidano ad intervenire?» Se lo chiede il segretario generale della Filca Cisl, Michele La
Torre, che torna a sollecitare, così
come il suo collega della Fillea Cgil,
Enzo Iacovino, la convocazione di
un tavolo di crisi in prefettura per
valutare la situazione e adottare i
necessari provvedimenti.
INFORTUNI
Dall’inizio
dell’anno sul
tratto lucano
dell’A3 si
sono verificati
4 incidenti sul
lavoro, di cui
tre mortali
[foto Tony Vece]
.
Liste di attesa, serve un taglio
Cgil, Cisl e Uil rilanciano la vertenza salute e propongono un protocollo di intesa
300
LA DENUNCIA
Oltre 300 giorni per un
eco doppler: il
sindacato propone di
seguire il modello
offerto dalle regioni
Puglia e Veneto
65
LE PREVISIONI
Nel 2050 si prevede
che oltre il 65 per
cento della
popolazione lucana
sarà
ultrasessantacinquenne
GIOVANNA LAGUARDIA
l Lunghe liste di attesa per
le visite specialistiche? Occorre darci un taglio. Cgil, Cisl e
Uil di Basilicata rilanciano la
vertenza salute e chiedono alla
regione un protocollo per
smaltire i ritardi, sul modello
di quanto hanno già fatto con
successo le regioni Veneto e
Puglia, dove, grazie ad un ampliamento degli orari dei laboratori, i tempi di attesa sono
stati già abbattuti del 20-30%.
L’iniziativa è stata presentata ieri mattina alla stampa
dai segretari regionali di Cgil
Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine
Vaccaro nel corso di un in-
I quattro punti cardine
per migliorare il servizio
l Quattro i punti cardine della proposta di Cgil, Cisl e Uil per smaltire le
lunghe liste di attesa.
Primo, procedere a nuove assunzioni.
Nei reparti di pronto intervento e primo
soccorso, facendo ricorso alla deroga
del blocco del turn over previsto dalla
legge di stabilità regionale, ma anche in
realtà impegnate nella diagnostica «in
un primo momento anche con un mix di
assunzioni a tempo indeterminato e
assunzioni a termine».
Il secondo punto della proposta dei
sindacati riguarda la costituzione «di
un fondo per prestazioni straordinarie
volontarie, ricorrendo ad un accordo
sperimentale che, attraverso lìimplementazione delle fasce orarie o dei giorni di intervento sanitario consenta di
ridurre i tempi , partendo dalle liste di
attesa più lunghe». In step successivi, e
questo è il terzo punto, «ampliare l’orario di attività dei servizi ambulatoriali e
radiologici nei giorni festivi e prefestivi
e negli orari serali facendo ricorso al
sistema delle prestazioni aggiuntive, allo scopo di mantenere aperte le strutture per i servizi diagnostici e l’accesso
alle grandi apparecchiature in fasce
orarie uniformi nelle diverse aziende:
12 ore al giorno e fino alle 24 ore, sia nei
giorni feriali che festivi della settimana». Infine, i sindacati chiedono di «accompagnare il tutto con un piano di
formazione, aggiornamento e mobilità
professionale dentro le strutture», «perseguendo l’obiettivo di migliorare in
maniera omogenea in tutto il territorio
regionale il grado di offerta dei servizi».
SANITÀ Attese, sos dei sindacati [foto Tony Vece]
contro che si è tenuto nella
sede della Cisl, in via del Gallitello. I rappresentanti sindacali hanno annunciato di
aver già inviato formale richiesta per attivare un protocollo di intesa al presidente
della Giunta regionale di Basilicata Marcello Pittella e
all’assessore alla Sanità Flavia
Franconi.
«La salute - ha detto Nino
Falotico nel presentare l’iniziativa - è un diritto che non
può essere negato. Non solo i
lungi tempi di attesa si traducono in costi, ma in alcuni
casi il tempo non è una variabile indipendente. Nei casi
più gravi o paghi l’esame in
una struttura privata oppure
muori; ma non tutti possono
permettersi di pagare. Ecco
perché abbiamo presentato
una proposta unitaria che non
ha bisogno di alcuna legge per
diventare operativa, ma solo di
un protocollo di intesa e di
alcuni milioni di euro». Cifra
che i sindacati hanno al momento quantificato in circa
cinque milioni.
Oltre 300 giorni di attesa per
un eco doppler, 229 per una
visita reumatologica, 160 per
una risonanza, 153 per l’ortopedia e la traumatologia pediatrica, 98 per un’ecografia,
53 per una visita fisiatrica:
sono alcune delle cifre snocciolate nel corso della conferenza stampa («risalenti - ha
precisato Falotico - al dicembre del 2013»), dei tempi di
attesa al San Carlo di Potenza.
«Occorre - ha detto Falotico coinvolgere le direzioni generali delle aziende sanitarie per
risolvere questo problema. Per
quanto ci riguarda stiamo conducendo questa battaglia insieme al sindacato dei pen-
sionati ed in accordo con i
lavoratori del pubblico impiego, che hanno già manifestato
la propria disponibilità al prolungamento degli orari».
Ma, per i sindacati, l’operazione smaltimento delle liste
di attesa potrebbe portare anche nuovi posti di lavoro. «La
legge finanziaria regionale ha spiegato Alessandro Genovesi - ha previsto la possibilità
di sbloccare il turn over,
quiondi ci sono le condizioni
per assumere, ovviamente, a
nostro parere, dando priorità a
quei reparti dove le liste sono
più lunghe o a quei reparti
dove liberando macchinari si
può raggiungere l’obiettivo». I
sindacati non hanno ancora
quantificato con precisione
quante unità, a tempo determinato o indeterminato, potrebbero essere assunte nel rispetto dei limiti imposti dal
patto di stabilità. L’argomento,
è stato detto nel corso della
conferenza stampa, sarà oggetto del tavolo di trattative.
«Occorre - ha concluso Carmine Vaccaro - rimettere in
rete il sistema sanitario della
Basilicata perché le lunghe liste di attesa fanno perdere
punti alla Basilicata. Ma occorre ragionare anche su un
altro fatto. Nel 2050 la Basilicata sarà per il 65 per cento
abitata da persone di età maggiore di 65 anni, quindi bisogna organizzare un sistema
razionale di tutela della salute
degli anziani fin da oggi. Finora parte delle royalty petrolifere sono state ultilizzate
per ripianare i debiti della
Sanità. Noi vorremmo vedere
di quei soldi essere spesi per
nuove assunzioni e per la tutela della salute dei cittadini».
RASSEGNASTAMPA
BASILICATA PRIMO PIANO I V
Martedì 1 luglio 2014
POLITICA
IL MARTEDÌ DELLE NOMINE
IL CRITERIO
Accolta la richiesta del Centrosinistra
di avere «un esecutivo non troppo
colorato politicamente»
NEW ENTRY E VOLTI NOTI
Quattro le donne, due gli avvocati e gli
economisti. Ora attesa per l’indicazione
delle priorità programmatiche
Larghe intese per il De Luca I
Assessori scelti da destra a sinistra: oggi l’ufficializzazione in attesa del primo consiglio
l Gli ultimi tasselli sono stati sistemati nel tardo pomeriggio di ieri.
Con una breve discussione, una riunione conclusiva e la definizione dei
punti programmatici ritenuti fondamentali. Il De Luca I è stato varato
così, con un lavoro complesso ed articolato andato avanti sino all’ultimo
giorno prima dell’ufficializzazione.
È stato varato - come era prevedibile
all’insegna delle larghe intese. Con
assessori che fanno riferimento, più o
meno direttamente, ad aree politiche
che vanno da destra a sinistra. E con
buona pace della maggioranza di Centrosinistra che, per dare il sostegno
aveva chiesto al primo cittadino una
sola garanzia «quella di una giunta
non eccessivamente colorata politicamente».
Un governo di larghe intese, dunque, per il comune capoluogo. Un governo che sembra tenere insieme seppure sotto l’egida dei tecnici - rappresentanze partitiche che vanno da
destra a sinistra. Il sindaco De Luca
COMUNE
Nel
pomeriggio di
oggi la
presentazione
ufficiale della
giunta guidata
da Dario De
Luca
[foto Tony Vece]
.
presenterà nel pomeriggio di oggi il
suo esecutivo. E lo farà nel corso di una
conferenza stampa in cui ufficializzerà anche i punti fondamentali del
suo programma. A cominciare dal risanamento del bilancio, vera croce per
il nuovo Consiglio comunale . Per questo, per fronteggiare la pesante eredità
di debiti e di tagli ai trasferimenti
statali, De Luca ha scelto Maria Martoccia, commercialista e docente della
Luiss, come assessore al bilancio.
Sempre un economista per il dicastero
della programmazione, il professore
Leonardo Cuoco. L’urbanistica , invece, verrà assegnata all’architetto
Rosanna Argento. Ancora una donna, Margherita Di Francesco, per
l’assessorato all’Istruzione, alla cultura ed all’edilizia scolastica, mentre
il dicastero delle politiche comunitarie e dei rapporti con l’Università è
stato assegnato ad Annalisa Percoco,
vice-presidente della Fondazione Mat-
tei. Inoltre, all’assessorato all’ambiente ed all’energia andrà l’avvocato Pasquale Pepe (in quota Fdi), al dicastero delle politiche sociali il presidente dell’Avis comunale Nicola Stigliani (in quota Popolari per l’Italia)
ed infine al dipartimento dello sport e
delle politiche giovanili Giovanni
Salvia (sempre in quota Popolari per
l’Italia). Ruolo di vice sindaco e delega
alla mobilità, infine per l’avvocato Gerardo Bellettieri (in quota Fdi).
Nove assessori, quindi. Nove professionisti che, però, potrebbero diventare sei considerato che una legge
statale ha disposto la riduzione degli
assessorati da dieci a sei. Per farlo,
però, serve una modifica allo Statuto
comunale. Modifica che potrà essere
effettuata, però, esclusivamente dal
Consiglio comunale. Il che - tra tempi
tecnici e priorità di interventi - significa almeno un anno di attesa. Mesi
in cui, nel frattempo, si dovranno affrontare i delicati, delicatissimi pro[a.i.]
blemi del bilancio.
CONSIGLIO
NOMINE Giorni intensi
per le indicazioni sulle
nomine in Consiglio
regionale. Oggi il
termine ultimo per le
decisioni
.
ANTONELLA INCISO
l Dopo una lunga giornata di
lavoro delle diplomazie, nelle
stanze del Consiglio regionale
sono arrivati i primi passi avanti
verso la definizione del cruciale
dossier delle nomine. Un puzzle
complicatissimo, fatto di veti incrociati – soprattutto dentro il
Partito democratico - e di partite
che di fatto, alla vigilia dell’ufficializzazione, restano a carte
coperte. Con i democrat che continuano a rivendicare le presidenze degli enti più importanti
di questa tornata ed i minori che,
invece, fanno a braccio di ferro
per riuscire a spuntare qualche
poltrona. La partita, però, resta
ancora tutta da giocare. Almeno
sino alla mezzanotte di oggi, termine ultimo entro il quale il presidente del Consiglio regionale,
Piero Lacorazza, potrà esercitare i poteri sostitutivi. Nel frattempo non mancano rumors e
indiscrezioni sui nominati e sui
possibili «assi» che saranno tirati fuori dalla manica all’ultimo momento. Come nel caso
dell’Arpab, ente per il quale c’è
una sola certezza: il nuovo responsabile sarà un professionista di fuori regione. Un tecnico
esterno, capace di coniugare le
esigenze contigenti con un curriculum di alto livello. Un profilo
preciso, dunque, che data la delicatezza della materia in questione l’intera maggioranza di
Centrosinistra ha deciso di far
individuare solo ed esclusivamente al governatore Marcello
Pittella.
Diverso lo scenario, invece,
per quanto riguarda gli altri enti
dove il confronto tra e con i dem
resta, comunque, serrato. Terreno di sconto delicatissimo è, ad
esempio, l’Apt. Tramontata
l’idea di prorogare sino all’Expo
Nomine, puzzle complicatissimo
tra veti incrociati e carte coperte
L’Apt a un renziano e l’Arpab a un professionista di fuori regione
2015 l’incarico di Giampiero
Perri, in pole position per i renziani vi sarebbero Piero Scutari
ed Antonio Bruno e con qualche chance in meno anche Giancarlo Ronchi. In calo, poi, anche
le quotazioni del commissario
regionale di Realtà Italia, Alfredo Borzillo. L’ effetto Apt, però,
non potrà non avere conseguenze sugli altri enti. Considerato
che si tratta dell’ente sub -regionale indubbiamente più importante di questa tornata di nomine. Per mantenere gli equilibri interni al partito, infatti, i
renziani dovrebbero cedere
all’area riformista le presidenze
delle due Ater: quella di Potenza
(per la quale potrebbe essere indicato l’ex sindaco di Satriano
Michele Miglionico) e quella di
Matera (con un nome ancora da
definire). Sempre che in quest’ultimo caso non si ribaltino gli
ll particolare
I grillini si astengono
«Non indichiamo alcun nome».
Alle consultazioni si sono presentati. Ma solo per cortesia e per non incorrere nella sanzione pecuniaria che viene inflitta in caso di assenza. I grillini, però, a questa tornata di nomine
non intendono per nulla partecipare. «Non ci interessano, non vogliamo fare alcun nome» precisa il consigliere regionale Gianni Leggieri. Per
loro il pacchetto di incarichi è qualcosa da non
analizzare assolutamente. «Non abbiamo indicato nessuno e la cosa non ci interessa - sottolinea ancora Leggieri - Piuttosto sono qui a lavorare sul bilancio. E’ in quell’occasione che presenteremo le nostre proposte». Una scelta netta, dunque. Ma soprattutto una scelta inusuale
considerato che fino ad oggi alcun partito, neppure piccolo, non aveva partecipato alla «suddivisione» delle nomine negli enti sub -regionali.
[a.i.]
scenari e non venga riconfermato l’attuale presidente, il socialista Innocenzo Loguercio.
Quasi certa, poi, la riconferma
anche il presidente dell’Ardsu,
Arduino Lospinoso, sostenuto
dai renziani. Esattamente come
il responsabile delle politiche
per il lavoro, il «pittelliano di
ferro» Pinuccio Maggio.
Per la nomina del componente
della Corte dei Conti, incarico
delicatissimo sarebbe stato individuato l’ex direttore della
Presidenza del Consiglio regionale, Luigi Gianfranceschi, avvocato vicino all’area Bubbico.
Per completare il pacchetto,
con l’opposizione a cui sarà assegnata la presidenza del garante per l’infanzia (data a Vincenzo Giuliani in quota Popolari
per l’Italia), però, servirà un altro vertice dopo quello di ieri
pomeriggio. Da definire, infatti,
restano ruoli meno noti ma altrettanto importanti come quello del difensore civico o del presidente della Commissione paesaggistica. Nel primo caso, infatti, i riformisti vorrebbero
puntare su Antonia Fiordalisi
Comodo, ma troverebbero forti
frizioni da parte dei renziani.
Nel secondo, invece, ci sarebbe
una rosa di tre nomi: Vincenzo
Lopergola (renziano del Materano) Viviana Cappiello e Antonio Maroscia, entrambi vicini ai riformisti.
Girandola di nomi, poi, anche
per altri enti come il Corecom o
la Commissione pari- opportunità. Per entrambi la quadra è
ancora lontana. Forse andranno
ai dem, forse ai minori come
compensazione. Molti dipenderà dalle trattative di oggi quando
si riempiranno le ultime caselle.
RASSEGNASTAMPA
VI I POTENZA CITTÀ
RAGAZZA SPARITA
È STATA UNA BRAVATA
Martedì 1 luglio 2014
FUGA DI DUE GIORNI
Partita da Potenza sabato ha trascorso
due notti fuori casa senza avvertire i
genitori. È stata rintracciata e sta bene
Miriam era a Roma
con una sua amica
Trovata la ragazza di Bosco Grande sparita sabato scorso
l Era alla fermata della linea «B»
della Metropolitana, in pieno centro
a Roma, via Cavour. Lì l’ha trovata
la polizia. È stata una brutta disavventura per Miriam, 14 anni,
scomparsa da contrada Bosco Grande di Potenza sabato scorso.
La ragazza si sarebbe allontanata
da Potenza per raggiungere un’amica romana conosciuta sul social
network facebook.
Sarebbe stata l’amica a riferire
alla polizia che Miriam non poteva
contattare la famiglia perché era
stata derubata di soldi e telefono
cellulare.
Ecco perché il cellulare della ra-
gazza risultava spento.
Stando alla prima ricostruzione
effettuata dagli agenti del commissariato di Velletri sulla base del
racconto delle giovani, la notte di
sabato l’avrebbero trascorsa per
strada a Velletri e domenica mattina avrebbero preso il treno per
Roma.
Una delle due ragazze ha raccontato di aver subito il furto del
cellulare durante il viaggio e di aver
trascorso la notte di domenica nel
quartiere San Lorenzo a Roma.
Poi ieri mattina l’amica di Miriam ha contattato uno dei genitori
spiegando che stavano bene e che in
quel momento si trovavano in via
Cavour. Lì sono state subito raggiunte da una pattuglia della polizia.
Con molta probabilità le due ragazze volevano trascorrere un po’ di
tempo senza rispettare le regole
imposte dai loro genitori.
La Questura di Potenza ha immediatamente attivato i canali informativi con le altre Questure
d’Italia e una scheda con la descrizione della ragazza era stata
diffusa online anche dal sito web
della trasmissione Rai «Chi l’ha
visto?».
Miriam - studentessa al Liceo
.
RINTRACCIATA Miriam è stata rintracciata a Roma dalla polizia
delle scienze umane «E. Gianturco»
del capoluogo - avrebbe confidato a
una sua amica l’intenzione di andarsene da casa e sabato, con una
scusa, si è fatta accompagnare dal
padre a Potenza.
Da qui è partita in treno verso
Roma per raggiungere Velletri dove
ad aspettarla c’era un’altra amica
conosciuta su facebook con la quale
avrebbe programmato la fuga. Infatti per due giorni interi anche
l’amica aveva fatto perdere le sue
tracce.
Entrambe erano state viste per
l’ultima volta in piazza Garibaldi a
Velletri, sabato sera intorno alle
23.
Dopo la denuncia della scomparsa da parte della famiglia di Miriam
i carabinieri sono andati a casa
della madre di Sara e lei ha chiamato la figlia sul cellulare avvisandola che stavano cercando l’amica.
Da allora è calato il silenzio.
E le due ragazze hanno staccato la
batteria dai rispettivi telefonini per
evitare di essere rintracciate.
Ieri mattina - appena hanno ricevuto notizie confortanti dalla polizia - i familiari di Miriam sono
partiti di corsa per raggiungere la
ragazza a Roma.
AVIGLIANO BIGLIETTI «MINACCIOSI E FARNETICANTI» E UNA VENTINA DI CHIAMATE AL GIORNO PER UN ANNO. MA NON È L’UNICO PROCESSO CHE DOVRÀ AFFRONTARE
POTENZA CENTRO STORICO
Sileo, 53 anni, sceglie il giudizio abbreviato. La vittima si è costituita parte civile
De Luca prolunga
la sospensione
della Ztl
fino a settembre
Perseguita la ex: 8mila telefonate
l La chiamava tutti i giorni, almeno una ventina di
volte. In un anno i contatti
telefonici accertati dagli investigatori sono stati oltre
8mila. Vito Sileo, 53 anni di
Avigliano, non si è mai rassegnato alla fine della relazione con sua moglie. E lei, la
vittima, è stata costretta a
cambiare le abitudini di vita.
Ora Sileo (difeso dall’avvocato
Gaetano Basile) dovrà affrontare il processo. E ha scelto il
rito abbreviato.
La sua ex moglie si è costituita parte civile (rappresentata dall’avvocato Cristiana Coviello).
Secondo l’accusa la seguiva
quando usciva di casa per
andare a lavoro e le lasciava
messaggi «dal contenuto farneticante e minaccioso» sul
parabrezza dell’auto o nelle
vicinanze dell’abitazione.
E non si è fermato neanche
quando ha appreso di essere
finito sotto inchiesta.
Era accusato di violenza in
famiglia e di aver fatto lo
scalpo a sua figlia. E per questo era finito agli arresti do-
PROCESSO Il
palazzo di
giustizia di
Potenza.
Sileo,
accusato di
stalking, ha
scelto il rito
abbreviato.
.
miciliari (in un’indagine condotta dagli investigatori della
Squadra mobile della polizia
di Stato). Aveva anche ottenuto il permesso di andare a
lavorare. Ma i carabinieri
hanno scoperto che l’attività
lavorativa era solo «una copertura». E l’hanno arrestato.
Sileo è accusato di «stalking»
nel procedimento in cui ha
chiesto il rito abbravieto. Ed è
indagato per «minaccia, atti
persecutori, violenza privata
e inosservanza degli obblighi
imposti dal Tribunale di Potenza» in un ulteriore procedimento.
Le indagini della Terza sezione della Squadra mobile,
invece, hanno prodotto un terzo fascicolo. Sileo è indagato
per maltrattamenti, violenza
sessuale, atti persecutori, in-
giuria e danneggiamento, per
aver in particolare maltrattato la propria ex moglie e i
propri figli, oggi tutti maggiorenni, durante il periodo
in cui erano con lui conviventi, compiendo nei loro confronti atti vessatori, aggressioni fìsiche e verbali, minacce, umiliazioni, percosse,
assumendo
atteggiamenti
violenti e prevaricatori nei
confronti della moglie, condotte criminose terminate solo con il volontario allontanamento della donna dalla casa familiare avvenuto nel
2011.
Da allora - secondo l’accusa
- non ha smesso di perseguitare la donna. Nell’ultimo
dei procedimenti, infatti, gli
viene contestata anche l’aggravante della recidiva.
DIPENDENZE CONFRONTO TRA MILITARI ED ESPERTI SULL’ABUSO DI SOSTANZE ALCOLICHE E DROGHE TRA I GIOVANI
Bollettino di guerra a causa dell’alcol
Incontro sugli abusi dei minorenni organizzato dal comando dell’esercito
MARIA VITTORIA PINTO
l Un incidente stradale su quattro è causato dall’abuso di alcol o
sostanze stupefacenti, il 20 per cento dei ragazzi fra gli undici e i 15
anni consuma abitualmente bevande alcoliche, la prima causa di morte per un giovane è l’alcol. Questo è
un bollettino di guerra.
Se n’è parlato ieri, a Potenza, durante la conferenza – dibattito «Alcol & giovani» nella Caserma «De
Rosa», sede del Comando dell’Eser-
cito di Basilicata. Presenti al tavolo
dei relatori, il colonnello Giulio
Barba, Comandante Cme Basilicata;
il tenente colonnello medico Emanuele Venezia, dirigente servizio sanitario Cme Basilicata; l’ingegnere
Donato Pafundi, Regione Basilicata;
il capitano medico Alberto Dattola,
responsabile Centro di riabilitazione alcologica di Chiaromonte.
«E’ fondamentale – ha sottolineato il dottor Dattola – una costante
attività d’informazione, prevenzione
e sensibilizzazione, perché i giovani
e le loro famiglie devono conoscere i
danni alla salute provocati dall’utilizzo di alcolici, sostanze stupefacenti e altre forme di dipendenza
psicofisica. C’è bisogno di un cambiamento culturale. Importante è la
sinergia fra istituzioni, famiglia,
militari. Se ad un giovane gli fornisci gli strumenti per comprendere
il pericolo sarai stato bravo, ma ancor più bravo è quel giovane che, in
futuro, userà quegli strumenti di conoscenza per rispettare se stesso, la
sua vita e quella degli altri».
DIPENDENZE Un momento dell’incontro di ieri
l Circoilazione in centro
storico ancora libera per tutti.
Tra i primi provvedimento
adottati dal neo sindaco Dario
De Luca, c’è la prosecuzione
della sospensione temporanea
della Ztl, fino al 29 settembre
prossimo.
Nel provvedimento emanato
il 28 giugno scorso De Luca ha
annunciato che «nei programmi del sindaco è prevista la
completa revisione delle condizioni di
circolazione stradale
nel centro
storico con
istituzione
di una nuova regolamentazione della zona a traffico limita- ZTL Varco
to» e che
«all’uopo è in corso apposito
studio di tutte le questioni afferenti alla pedonalizzazione
di spazi pubblici, alla circolazione degli autoveicoli, alla regolamentazione della sosta a
pagamento riguardanti le aree
di tutto il Centro Storico di Potenza». In attesa degli esiti di
tale studio e dell’emanazione
della nuova regolamentazione
del traffico in centro storico, la
Ztl rimane sospesa, anche perchè «è in corso di validità l’ordinanza di chiusura di via Bonaventura al fine di consentire
l’ultimazione dei lavori di realizzazione del sottostante parcheggio» e percò «le problematiche legate alle esigenze di accessibilità e fruizione del centro storico» non sono cessate.
La Ztl è stata istituita dall’ex
sindaco Vito Santarsiero nel
2011 per migliorare la vivibilità ma ci sono state polemiche
da parte dei commercianti della città vecchia, confluite anche in contenziosi. La Ztl era
sospesa dallo scorso aprile per
consentire sia le feste religiose
che le elezioni.
RASSEGNASTAMPA
POTENZA CITTÀ I VII
Martedì 1 luglio 2014
I NOSTRI SOLDI
FISCO E CONTRIBUENTI
SERVIZI
L’obiettivo è risolvere situazioni
di particolare difficoltà e offrire la migliore
assistenza possibile agli imprenditori
OPPORTUNITÀ
Come dilazionare nel tempo i pagamenti.
L’opzione dei crediti fiscali.
La sospensione delle cartelle
Oggi Equitalia apre
un nuovo sportello
per imprese in crisi
l Equitalia apre oggi a Potenza
lo Sportello Amico Imprese, un
canale diretto con le aziende in
difficoltà. Si tratta di un canale
diretto per ascoltare e risolvere
casi di particolare difficoltà per
imprenditori, commercianti e artigiani del territorio. È uno spazio di ascolto dedicato al mondo
produttivo, pensato per dare assistenza mirata alle piccole imprese del potentino che a causa
della crisi economica stanno vivendo situazioni complesse. Lo
Sportello Amico Imprese è operativo presso la sede di Equitalia
a Potenza in viale del Basento 128,
aperto dal lunedì al venerdì, dalle
8.15 alle 13.15. Ne parliamo con
Salvatore Baffa, direttore regionale Basilicata di Equitalia.
Direttore, quali sono gli
obiettivi che Equitalia vuole
raggiungere con lo Sportello
Amico Imprese?
«Risolvere situazioni di particolare difficoltà e offrire la migliore assistenza possibile a imprenditori, commercianti e artigiani, partendo dall’ascolto e dal
dialogo con i contribuenti. Solo in
questo modo noi possiamo conoscere la reale situazione in cui si
può trovare un piccolo imprenditore e assicurargli tutto il supporto necessario per giungere alla migliore soluzione consentita
dalle norme. Dopo l’attivazione di
un canale dedicato ai cittadini,
Equitalia ha voluto raddoppiare
l’assistenza aprendo, appunto,
uno spazio per le imprese che,
nelle città dove è partito in via
sperimentale lo scorso anno, ha
consentito di gestire centinaia di
casi particolarmente difficili.
Non a caso si è deciso di estendere
il servizio anche alla provincia di
Potenza dove è consistente la presenza di piccole imprese che in
questo momento possono avere
più bisogno di consulenza specifica per effetto della crisi economica».
Cosa deve fare un imprenditore che si trova in difficoltà e non sa come far fronte al debito con il fisco?
«Innanzitutto deve rivolgersi a
noi con tempestività. Soltanto
grazie a un contatto diretto con i
nostri Sportelli dedicati è possibile per noi analizzare ogni caso e
conoscere le situazioni particolari che possono esserci dietro un
mancato pagamento. L’obiettivo
di questa iniziativa è proprio
quello di semplificare i rapporti
con le imprese e il dialogo permette di trovare soluzioni ad
hoc».
I vostri punti di forza sono
quindi il dialogo e l’ascolto.
Come possono aiutare?
«Ascoltare e parlare con i cittadini è un impegno fondamentale per chi riveste un ruolo come
il nostro. È l’unica strada che ci
consente di trovare un punto di
contatto diretto, riservato e personalizzato, indispensabile anche per rassicurare chi si trova in
difficoltà. A volte in particolari
momenti ricevere una cartella
può sembrare un problema insormontabile che si può attenuare
ottenendo il giusto supporto. Per
questo noi invitiamo sempre tutti
i cittadini a venire a parlare con
noi senza timore. Solo in questo
modo possiamo fornire tutte le
informazioni necessarie per conoscere la propria situazione, le
leggi in vigore, le possibilità per
mettersi in regola e soprattutto le
tutele a favore dei contribuenti».
Quali sono le soluzioni che
un imprenditore può trovare rivolgendosi allo Sportello Amico Imprese?
«Oggi le imprese in difficoltà
puntano a dilazionare nel tempo i
pagamenti e la legge offre la possibilità di farlo con la rateizzazione. Ma non solo. Molti contribuenti non sanno che possono
compensare in tutto o in parte i
propri debiti utilizzando dei crediti fiscali. Allo Sportello Amico
Imprese abbiamo spesso consigliato di farlo e abbiamo illustrato le opportunità e le modalità per
avvalersene, aiutando i contribuenti.
Un altro servizio importante è
quello della sospensione delle
cartelle che il contribuente non
ritiene di dover pagare. In questi
casi Equitalia fa da tramite con
l’ente creditore che ha richiesto il
pagamento e assicura in tal modo
che le ragioni dei cittadini vengano tutelate».
Ha detto che la rateizzazione
è uno strumento importante
che trova riscontro. Quali
modalità sono previste e come è possibile chiedere una
rateazione?
«Tutti possono chiedere di pagare a rate qualsiasi importo. Fino a 50 mila euro di debito basta
presentare una semplice domanda senza la necessità di alcuna
documentazione. Per debiti superiori a 50 mila euro, invece, bisogna presentare la documentazione attestante la situazione economico-finanziaria del contribuente. Si può chiedere una rateizzazione secondo un piano ordinario in 6 anni (72 rate) oppure,
in presenza di particolari condizioni di difficoltà previste dalla
legge, un piano lungo 10 anni. Si
può chiedere un piano di dilazione a rate variabili e crescenti,
in modo da poter pagare meno
all’inizio nella prospettiva di un
miglioramento delle condizioni
economiche, oppure a rate costanti. È importante rispettare le
scadenze ed essere in regola, perché in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive, la rateazione deve essere
revocata».
DIRETTORE Salvatore Baffa direttore regionale di Equitalia
Quale vantaggi comporta rateizzare il debito?
«I vantaggi sono molteplici: in
primo luogo i contribuenti possono regolarizzare la loro posizione debitoria con più tranquillità. In caso di peggioramento della propria situazione economica è
possibile prorogare la dilazione e,
se si ricevono nuove cartelle, si
può chiedere una nuova rateizzazione, ma solo se si è in regola
con i pagamenti. Le imprese, rateizzando, non sono più considerate inadempienti e possono ottenere il Durc, cioè il certificato
di regolarità fiscale per poter lavorare con le pubbliche amministrazioni. Inoltre la legge prevede che non si può iscrivere ipoteca né attivare qualsiasi altra
procedura cautelare ed esecutiva,
nei confronti di chi sta pagando a
rate chiaramente finché si è in
regola con i pagamenti».
Ma ci sono ulteriori novità
in materia di pagamenti a
rate? Di che si tratta?
«Una norma approvata da
qualche giorno consente a chi ha
perso il diritto alla rateazione,
perché non in regola con i pagamenti alla data del 22 giugno
2013, di chiedere entro il prossimo
31 luglio un nuovo piano di dilazione fino a un massimo di 72
rate. Il nuovo piano concesso non
è prorogabile e si perde in beneficio con il mancato pagamento
di due rate anche non consecutive. Si tratta di un’ulteriore opportunità, sin da principio auspicata da Equitalia e oggi diventata
legge, per andare incontro alle
difficoltà di cittadini e imprese
alle prese con particolari difficoltà che non sono riusciti a rimanere in regola con il pagamento
della dilazione precedente.
Le iniziative di assistenza
mirata per cittadini e imprese hanno dato dei risultati?
«Direi proprio di sì, basta guardare i numeri. In tutta Italia sono
ormai più di 50 mila i casi di
contribuenti in situazione di particolare difficoltà gestiti dai nostri sportelli d’ascolto. A livello
nazionale sono attive 2 milioni e
300 mila rateizzazioni per quasi
25 miliardi. Di queste, 30.694 sono
state concesse in Basilicata per
un importo di quasi 295 milioni,
nel dettaglio 11.218 in provincia
di Matera e 19.476 in provincia di
Potenza».
Con lo sportello amico Equitalia è impegnata su due
fronti, cittadini e imprese.
Quali altre iniziative di dialogo a favore dei contribuenti sono attive sul territorio?
«Da tempo cerchiamo di migliorare le sinergie con gli Ordini
professionali, le Associazioni di
categoria e gli Enti per semplificare le pratiche degli iscritti e
degli assistiti. Sono state siglate
su tutto il territorio oltre 200 convenzioni e sono state individuate
modalità di relazione con email
dedicate, presenze di funzionari
Equitalia in sede, appuntamenti e
seminari formativi. Grazie a questi accordi Equitalia ha rafforzato ulteriormente la collaborazione con il mondo produttivo e
professionale. Inoltre, sono stati
ampliati e diversificati di canali
di pagamento e assistenza che
consentono ai cittadini di procedere nel modo più comodo. Oltre
agli sportelli di Equitalia è possibile pagare le cartelle presso gli
uffici postali, le banche, i tabaccai
e nelle ricevitorie Sisal e Lottomatica abilitate. Ma è anche possibile pagare direttamente e comodamente da casa attraverso i
servizi di homebanking della propria banca o procedere direttamente via web con un semplice
click, attraverso il sito di Equitalia.
Chi preferisce non andare allo
sportello, o è impossibilitato a
farlo, può consultare il sito istituzionale
www.gruppoequitalia.it e avere tutte le informazioni
utili sempre a portata di mano.
Direttamente da casa è possibile
verificare la propria situazione
debitoria attraverso il servizio
Estratto conto, effettuare pagamenti con carta di credito, scrivere al Servizio contribuenti, simulare un piano di rateazione,
inviare una richiesta di sospensione della riscossione e scaricare la modulistica. E per chi non ha
dimestichezza con internet, è attivo 24 ore su 24 il numero verde
800.178.078 (gratuito da rete fissa)
oppure il numero 02.3679.3679 (a
pagamento da cellulare e estero)
con servizio operatore dal lunedì
al venerdì, dalle ore 8 alle ore 18.
RASSEGNASTAMPA
X I ATTUALITÀ
Martedì 1 luglio 2014
C’È ARIA DI FESTA
LA CURA DELLA SACRA EFFIGIE
La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie della antica tradizione. Da 25 anni
si occupa della statua della Vergine
TUTTI IN ATTESA DEL 2 LUGLIO
Matera è pronta per vivere
il suo giorno più lungo
Domani la città è in Festa per la solennità della della Madonna della Bruna
CARMELA COSENTINO
l È tutto pronto per la festa
del 2 luglio. Le luci sono
accese, la musica risuona nelle vie cittadine e nella Cassarmonica di piazza Vittorio
Veneto. Anche Maria Santissima della Bruna è stata
preparata per il lungo giorno
di festa in suo onore. Un
momento riservato a pochi
intimi. La signora Rosa Andrisani è una delle depositarie di questa antica tradizione. Sono ormai 25 anni
che si occupa della Vergine
custodita nella Chiesa di San
Francesco D’Assisi. Ma non è
in questa sede che avviene la
vestizione. La Madonna verrà portata in processione nella Chiesa di San Giuseppe in
via Riscatto e lì sarà preparata per l’inizio della Novena, il 23 giugno. Le vesti
indossate dalla Madonna,
Statua che risale insieme a
Gesù Bambino al ‘700, furono
realizzate da tre sarte materane, tre sorelle che possedevano un telaio lungo 3
metri e con questo realizzarono lo splendido abito cucito in filo d’oro, che indossa
la Vergine. La vestizione della Statua avviene a porte
chiuse nella Chiesetta di via
Riscatto. È un rito che si
tramanda tra donne ma in
origine questo compito era
affidato alla suore di San
Giuseppe. Quando andarono
via, la signora Andrisani
chiese al vescovo l’autorizzazione per occuparsi della
vestizione della Vergine. Un
compito che porta avanti per
fede e devozione perché la
Madonna sia pronta per il 2
luglio, il lungo giorno della
festa che ha inizio alle prime
luci dell’alba, con la celebrazione della Santa Messa
in piazza san Francesco
D’Assisi alle 5 del mattino. Al
termine della funzione, intorno alle 6.15, ha inizio la
Processione dei Pastori. Il
Quadro di Maria Santissima
della Bruna accompagnato
dai fedeli, dal suono delle
Bassa Musica Città di Miglionico e quest’anno anche
dal Concerto Bandistico Città
di Matera, verrà portata in
processione per le vie cittadine del centro e dei quartieri dei Piano, passando per
via Ridola, vico Case Nuove,
via Lucana, via Cappelluti,
viale Europa, via Lazazzera,
via Dante, via Petrarca, Piazza Giovanni XXIII-Sagrato
della Chiesa di San Pio X, via
Parini, via Manzoni, via Nazionale, via Annunziatella,
via XX Settembre per arrivare infine nella Chiesa di
San Francesco Paolo per la
I SIMBOLI
PIÙ NOTI
Una rappresentanza dei
Cavalieri della Bruna posa
con alle spalle il carro
trionfale in
cartapesta.
Nella altre
foto, alcuni
particolari
[foto Genovese]
.
celebrazione della Santa messa.
Alle 9 nella sala Levi di
Palazzo Lanfranchi si terrà la
cerimonia di vestizione del
generale dei Cavalieri della
Bruna, Angelo Raffaele Tataranni che alle 10.20, insieme ai Cavalieri raggiungerà piazza Vittorio Veneto
per assumere il comando della Cavalcata. Alle 10.45 nella
Chiesa di San Francesco
D’Assisi si svolgerà la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da monsignore Salvatore Ligorio e a
seguire, alle 12.15, la Sacra
Immagine di Maria Santissima della Bruna, scortata
dai Cavalieri verrà accompagnata nella Chiesa di Maria Santissima Annunziata
del Rione Piccianello. Alle 17
la Sacra Immagine sarà trasferita nella piazzetta di via
Marconi e collocata sul Carro
trionfale che alle 22 arriverà
in piazza San Francesco
D’Assisi per il rituale dei
“Tre Giri” e la reposizione
della Statua della Vergine in
Chiesa. Alle 22.30 il carro
riprenderà la sua corsa verso
piazza Vittorio Veneto dove
sarà consegnato ai cittadini
per lo “strazzo”. Chiude la
festa lo spettacolo pirotecnico
della ditta Pirotecnica Santa
Chiara Castorano.
ORDINE PUBBLICO LA FESTA DEVE ESSERE VISSUTA IN TRANQUILLITÀ ANCHE PER LA GRANDE MASSA DI PERSONE CHE VI PARTECIPANO E LA VIVONO
La sicurezza prima di tutto
Nessun dettaglio è stato trascurato per assicurare un sereno svolgimento
l Per assicurare un perfetto funzionamento
della Festa, la macchina organizzativa della sicurezza è stata messa a punto dal prefetto di
Matera Luigi Pizzi nel corso della riunione del
Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza
pubblica per una verifica conclusiva delle misure da adottare in occasione dei festeggiamenti
patronali in onore di Maria SS. della Bruna,
affinché anche la corrente edizione della Festa
possa svolgersi in condizioni di sicurezza e nel
rispetto della tradizione. All’incontro hanno preso parte i vertici provinciali delle Forze di Polizia, del rappresentante dell’Amministrazione
provinciale, del vice sindaco di Matera, del comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, del
Dirigente del servizio veterinario dell’Asm, del
rappresentante della Curia arcivescovile, del vice presidente dell’Ente parco, del presidente del
Comitato organizzatore dei festeggiamenti della
Festa Patronale di Maria SS. della Bruna e del
presidente dell’Associazione cavalieri.
Nel corso dell’incontro si è concordato che
durante il passaggio della tradizionale “Processione dei Pastori” saranno esplosi i mini colpetti
ibridi. È stato, altresì, confermato il posizionamento di tre maxi schermo in piazza Vittorio
Veneto – di maggiori dimensioni – in piazza San
Francesco d’Assisi e presso la villa comunale.
Nelle aree del centro cittadino di maggiore
affluenza, sarà dislocato un congruo numero di
bagni chimici.
Analogamente, sarà allestita, all’interno dello
“Stadio Comunale XXI Settembre - Franco Salerno”, un’area attrezzata per i venditori ambulanti, con strutture amovibili, per offrire ospi-
talità ai venditori ambulanti ed evitare “bivacchi” nel centro cittadino.
Il numero dei cavalieri che parteciperanno
alla sfilata mattutina e serale sarà di sessanta,
quaranta dei quali defluiranno da via Ridola e
altri venti assisteranno ai tre giri del carro in
piazza San Francesco. Solo dieci cavalieri potranno seguire il carro durante i tre giri nello
spiazzo antistante la Banca Popolare del Mezzogiorno e fino a piazza Vittorio Veneto, ove
avverrà l’assalto per la distruzione.
Per il benessere degli animali si è convenuto,
IN PREFETTURA
È stata fatta una verifica conclusiva
delle misure da adottare
in occasione dei festeggiamenti
anche per la corrente edizione della Festa, che i
cavalli debbano essere in possesso di certificato
sanitario, di certificato di provenienza e di test di
Coggins. Alla sfilata non potranno essere ammesse cavalle gravide. Gli animali dovranno essere condotti da persone esperte e dovranno essere dotati di calzari antiscivolo o ferri gommati.
Per l’abbeveraggio dovranno essere utilizzati
contenitori singoli. Infine, durante la sfilata, dovrà essere garantita la presenza di un veterinario
libero professionista, che assicuri l’assistenza
sanitaria continua nonché la presenza, per ciascun equide, di una persona maggiorenne, di
provata esperienza, regolarmente assicurata,
che provvederà al benessere dell’animale.
I cavalieri partecipanti ala cavalcata del 1° e
del 2 luglio, dovranno osservare le precauzioni
previste dal vigente Codice della Strada per la
conduzioni degli equidi sulle strade urbane.
Inoltre, a salvaguardia della pubblica e privata
incolumità, a cura del sindaco di Matera è stata
adottata ordinanza ai sensi dell’art. 54 del
T.U.E.L., vietando a chiunque di compiere gesti o
di tenere comportamenti che possano irritare gli
equidi lungo il percorso della cavalcata.
Per prevenire la consumazione di reati in genere e contro il patrimonio, durante il periodo
dei festeggiamenti è stata prevista una intensificazione di tutti i servizi di vigilanza nel centro
storico e nell’area mercatale di Piccianello.
Analogamente, è stato previsto il rafforzamento di tutti i servizi volti a contrastare il commercio ambulante abusivo, delle merci con marchi contraffatti e di ogni forma di illegalità.
Inoltre, atteso che in occasione della festa patronale la città di Matera sarà interessata da una
notevole, prevedibile affluenza di persone, nella
riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e
la Sicurezza Pubblica si è convenuto di disporre,
nel centro storico cittadino, servizi con pattuglie
appiedate composte da personale della Polizia di
Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia
di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, della
Polizia Provinciale e della Polizia Municipale.
Detti servizi sono in corso dal 28 giugno scorso
e proseguiranno per tutto il periodo della festa,
come disposto con ordinanza del Questore di
Matera.
PARTICOLARE Alcune statue del carro trionfale [foto Genovese]
BAMBINELLO L’omaggio di un piccolo alla statua [foto Genovese]
RASSEGNASTAMPA
ATTUALITÀ I XI
Martedì 1 luglio 2014
IL PRIMO CARRO IN CARTAPESTA
Fu un realizzato dall’artigiano Annibale
D’Antona in stile barocco nel 1890:
introdusse in città l’arte della cartapesta
I CAVALIERI E LA CAVALCATA
Secondo la leggenda indossavano costumi spagnoleggianti. Erano guardie del
corpo del Conte Giancarlo Tramontano
Su storia e simboli
le «scuole di pensiero»
Le versioni con cui il credo popolare tramanda la festa
L’ICONA
BIZANTINA
La immagine di
Maria
Santissima della
Bruna che
si trova nella
basilica
cattedrale
di Matera. A
sinistra, i fuochi
pirotecnici,
con i quali
si concluderà
la giornata
più lunga dei
materani
[foto Genovese]
.
MUSICA MAESTRO TRA SFILATE PER LE PRINCIPALI VIE E IL SERVIZIO D’ORCHESTRA, SARANNO PRESENTI ANCHE NEI MOMENTI TOPICI DELLA FESTA
Sfilata di bande per la Patrona
Prestigiosi complessi bandistici assicureranno la colonna sonora della solennità
l Con le loro divise colorate, gli
strumenti di ottone che brillano al
sole o sotto le luci della Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto,
rappresentano l’elemento artistico-musicale più rappresentativo della Festa del 2 luglio. In questi giorni,
calcheranno le scene gruppi bandistici di gran pregio che proporranno repertori lirico-sinfonici tratti
dalla grande tradizione del melodramma, da Verdi a Puccini, da Rossini a Bellini, spaziando anche nel
repertorio contemporaneo con l’esecuzione dell’Inno per Matera 2019
composto e arrangiato per banda da
Vito Paternoster.
Ieri ha sfilato per le vie della città il
Gran Concerto Musicale Città di Noicattaro diretto dal maestro Rocco
Eletto, un gruppo bandistico già
presente nella passata edizione della
festa che si è esibito anche la sera in
piazza Vittorio Veneto dalle 19 alle
24.
Oggi toccherà al Concerto musicale Città di Lizzano diretto dal
maestro Gaetano Cellamara sfilare
per le vie cittadine a partire dalle 8.30
e garantire il servizio d’orchestra
dalle 18.30 alle 24 nella Cassarmonica. Eseguiranno un repertorio lirico-sinfonico con la presenza di 4
cantanti.
Novità di questa 625 esima edizione della festa in onore di Maria
Santissima della Bruna, la presenza
nella Processione dei Pastori, accanto alla Bassa musica Città di
Miglionico che aprirà il corteo, il
Concerto Bandistico Città di Matera
(ridimensionato nel numero) diretto
dal maestro Nunzio Paolicelli che
stazionerà accanto al Quadro della
Vergine. La mattina e la sera del 2
luglio garantirà il servizio musicale
il Concerto Musicale Città di Mon-
Si rinnovano i riti
Il programma di cerimonie
che precedono il 2 Luglio
tescaglioso diretto dal maestro Giovanni Pellegrini.
Eseguiranno un repertorio tradizionale, lirico-sinfonico e al passaggio del carro Trionfale in piazza
Vittorio Veneto “La marcia trionfale” tratta dall’Aida di Giuseppe
Verdi. La stessa formazione garantirà servizio in Cassarmonica anche
[c.cos.]
la sera del 3 luglio.
SQUILLI DI
TROMBA
Il trombettiere
dei Cavalieri della
Bruna. In altro,
la cassarmonica
in piazza, dove
si esibiscono
le bande
[foto Genovese]
.
Per i festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Bruna questa mattina alle 8.30 girerà per le vie cittadine il
Concerto musicale “Città di Lizzano” diretto dal maestro Gaetano Cellamara.
Alle 9.30 nel Palazzo di Città l’Associazione Maria Santissima della Bruna incontrerà le Autorità civili e militari e i sindaci dei Comuni dell’Arcidiocesi. Alle 10
in via Don Luigi Sturzo nel piazzale della
Chiesa di San Paoli si raduneranno i Cavalieri che da lì sfileranno per le vie del
centro storico. Sempre alle 10 il Corteo
partito dal Comune si dirigerà in piazza
Vittorio Veneto per rendere onore ai Caduti con la deposizione della Corona
d’alloro da parte del Comitato dei festeggiamenti. Alle 11 nella Chiesa di San
Francesco D’Assisi l’arcivescovo della
diocesi di Matera-Irsina monsignor Salvatore Ligorio incontrerà i membri Comitato e le Autorità civili e militari, e il
sindaco Salvatore Adduce porterà un’offerta floreale alla Patrona della città. Alle
12 in piazza San Francesco D’Assisi si raduneranno i Cavalieri mentre il corteo
delle Autorità rientrerà nella Casa Municipale.
La giornata si concluderà alle 12.45 nel
piazzale del Palazzo di Città dove si terrà
lo spettacolo pirotecnico della Ditta Santa Chiara. Nel pomeriggio alle 18 in piazza Vittorio Veneto si accoglierà la Sacra
Immagine di Gesù Bambino proveniente
dalla Casa Circondariale e da lì sarà portato nella Chiesa di San Francesco D’Assisi per l’affidamento dei bambini alla
Madonna. Dalle 18.30 alle 24 nella Cassarmonica di piazza Vittorio Veneto si
esibirà il Concerto musicale “Città di Lizzano” diretto dal maestro Cellamara che
eseguirà un repertorio lirico- sinfonico e
l’Inno per Matera 2019 composto da Vito Paternoster.
[c.cos.]
l Sulla storia del carro trionfale e
sull’origine della festa del 2 luglio, ci sono
diverse leggende e scuole di pensiero. A
raccontarle è Giovanni Santantonio
dell’Associazione Maria Santissima della
Bruna nel corso di un’intervista rilasciata alla Gazzetta. Di getto inizia a
parlare della storia della festa, del primo
carro realizzato per festeggiare la Vergine e dell’origine dei Cavalieri della
Bruna.
«Un tempo – racconta – si festeggiava la
Madonna di Matera, la Madonna Bruna,
scura, nera di origine orientale. Dal 1397
monsignor Bartolomeo Prignano allora
arcivescovo della diocesi di Matera-Acerenza, poi trasferito a Bari e successivamente divenuto Papa con il nome
Urbano VI, nel 1389 preparò il decreto,
promulgato nel 1390 dal suo successore,
Bonifacio IX , che fissò la data della festa
della Visitazione di Maria a sua cugina
Elisabetta il 2 luglio. Da allora anche la
Festa di Matera e della Madonna di
Matera venne festeggiata in quella data,
una tradizione che è stata mantenuta fino
ai nostri giorni». Anche sulla Cavalcata
le scuole di pensiero si dividono. «Secondo la leggenda – continua Santantonio – erano cavalieri che indossavano
costumi spagnoleggianti. Erano per lo
più guerrieri e guardie del corpo del
Conte di Matera Giancarlo Tramontano,
il quale per ingraziarsi il popolo materano mise i suoi cavalieri a difesa del
carro. Usanza che è stata mantenuta nel
tempo, seppur con varie modifiche».
L’origine del carro risalirebbe invece
intorno al 1700. «Non era un carro trionfale – dice – ma una carrozza messa a
disposizione, così narra la leggenda, dalla famiglia Gattini. Per anni è stata
sempre la stessa, non veniva curata,
pulita e così il popolo la distrusse. L’anno
successivo Gattini fecero costruire una
nuova carrozza, ma la mancanza di manutenzione spinse nuovamente il popolo
a distruggerla. La storia proseguì per
diversi anni finché un vecchio falegname
materano, un certo Traetta, decise di
costruire un carro precisando che ogni
anno ne avrebbe fatto uno diverso, e da
qui nasce il detto “A mogghij a mogghij
l’onn cj vàn”- Di meglio in meglio nell’anno che verrà».
Il carro non era in cartapesta ma fatto
di legno e abbellito con fiori di carta
realizzati dalla massaie materane. Il primo manufatto in cartapesta risale alla
fine dell’800. «Fu un artigiano materano
Annibale D’Antona – racconta Santantonio – a realizzare il prima carro in
cartapesta in stile barocco. Era il 1890. Fu
anche il primo artigiano a portare la
cartapesta a Matera. Aveva studiato a
Firenze e nel Salento, a Lecce, dove aveva
appreso l’arte della cartapesta e l’aveva
trasposta nella sua opera. Da allora sono
diversi i maestri cartapestai che si sono
alternati nella costruzione del carro, dai
D’Antona, ai Niglio, dai Pentasuglia ai
Nicoletti, per arrivare ai nostri giorni
con la famiglia Daddiego e oggi Andrea
Sansone. Un’alternanza che giudico positiva, perché solo in questo modo si
riesce a stimolare la produzione artistica
del territorio». Tra i carri che fanno
parte della memoria collettiva, c’è sicuramente quello del 1946. «Si tratta –
aggiunge – di un carro costruito nel ‘38 o
nel ’39. Erano gli anni della guerra per
cui la festa fu sospesa. Nel 1946 il popolo
materano per devozione nei confronti
della Madonna decise di farlo sfilare per
le vie della città. Era un carro danneggiato dal tempo, ma per la gente non
ebbe alcuna importanza, perché erano
felici di poter festeggiare ancora una
[c.cos.]
volta la Vergine».
RASSEGNASTAMPA
XII I MATERA CITTÀ E PROVINCIA
IGIENE E AMBIENTE
L’INIZIATIVA NEI QUARTIERI
Martedì 1 luglio 2014
I PIÙ VIRTUOSI
La zona Centro (Sassi, centro storico,
Serra Venerdì e via Castello ha raccolto
ben sette tonnellate di carta e cartone
Le «Cartoniadi» fanno
incrementare il riciclo
La raccolta differenziata è arrivata al 31 per cento
CARMELA COSENTINO
l Un mese di lavoro che ha coinvolto un’intera città divisa in tre
macro aree, Nord, Centro e Sud, ma
alla fine, un solo vincitore delle Cartoniadi di Matera, campionato di
raccolta differenziata di carta e cartone organizzato da Comieco – Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo
degli Imballaggi a base Cellulosica, in
collaborazione con la Camera di
Commercio e il Comune della città
dei Sassi. Ad aggiudicarsi il titolo di
“Campione del riciclo” e il premio di
2 mila euro, la Zona Centro composta
dai quartieri Sassi, Centro Storico,
Serra Venerdì e via Castello che ha
raccolto 7 tonnellate di carta e cartone registrando , rispetto al maggio
dello scorso anno, un incremento
pari al 21 per cento. Ieri mattina nella
piazzetta di via Marconi, dove ha sede
la Fabbrica del Carro, il presidente
dell’Ente Camerale Angelo Tortorelli ha consegnato al vicesindaco
Sergio Cappella l’assegno di 2 mila
euro che saranno utilizzati, come già
annunciato un mese fa dall’allora
assessore comunale Rocco Rivelli,
per creare aree verdi attrezzate nella
zona centrale e per l’acquisto di giochi e panchine. Insomma «un risultato - ha detto Tortorelli- che di-
mostra l’impegno profuso dai cittadini nel fare la raccolta differenziata anche se l’obiettivo del 50 per
cento di raccolta è ancora un traguardo lontano. Ma la campagna di
sensibilizzazione e di informazione
attuata nelle scuole per promuovere
le Cartoniadi ha permesso di registrare dati interessanti. La città di
Matera infatti ha superato la media
regionale di raccolta della carta che è
del 24 per cento, arrivando al 31 per
cento». E non solo. «I dati dell’indagine svolta da Astra Ricerche prima e dopo le Cartoniandi - ha sottolineato Carlo Montalbetti direttore generale di Comieco - fanno
CONFERENZA STAMPA Un momento dell’incontro svoltosi ieri mattina
registrare non solo l’incremento della
raccolta differenziata ma anche una
maggiore informazioni dei cittadini.
Infatti prima dell’avvio della gara
solo il 46 per cento dei materani
conosceva la raccolta differenziata e
sapeva farla, mentre dopo la manifestazione, si è avuto un incremento del dato del 20 per cento.
Questo significa che se nel giro di un
mese si sono riscontrati risultati importanti, non sarà difficile con il
tempo arrivare a raggiungere la media di Comuni virtuosi come la Puglia dove la media a persona è del 29
per cento. Il prossimo passo è la
realizzazione a Matera, in accordo
con il presidente Tortorelli che è
anche vicepresidente del Conai, delle
Olimpiadi della raccolta differenziata
che riguarderanno la raccolta di tutti
i materiali, dalla plastica al vetro,
dall’alluminio all’acciaio» e naturalmente si continuerà con la raccolta
della carta, materiale utilizzato per la
costruzione del Carro trionfale. Per
questa edizione - ha detto l’artigiano
Andrea Sansone - sono stati utilizzati 2 quintali di carta, che sono
serviti non solo per la struttura ma
anche per gli abiti delle statue realizzati con tre strati di carta. Per
questo il contributo di ogni cittadino
è fondamentale».
TRASPORTI I COLLEGAMENTI DA MATERA E NOVA SIRI PER L’AEROPORTO DI BARI-PALESE E QUELLO PER IL CROB-RIONERO, NON SUBIRANNO INTERRUZIONI
Continua il servizio del bus-navetta
L’amministrazione provinciale, col Cotrab, assicurerà le corse sino alla fine del mese
l I servizi di collegamento
da Matera e da Nova Siri per
l’aeroporto di Bari-Palese e
quello, sempre andata e ritorno, per il Crob-Rionero,
non subiranno alcuna interruzione. In questi giorni, dove le critiche non sono state
di certo risparmiate, c’è statao un impegno preciso da
parte dell’Amministrazione
provinciale con il Cotrab che
ha acconsentito ad assicurare il prosieguo del servizio
fino a tutto il mese di luglio.
«Le pressioni, legittime,
pervenute dal territorio e
l’oggettiva strategicità dei
servizi - ha sottolineato la
giunta provinciale - hanno
sostenuto un’attenzione che
da parte nostra non è mai
mancata, sin dall’inizio, e che
continua a esserci anche in
un frangente così complicato
qual è quello attuale. In questo mese di luglio, in cui i
servizi continueranno a essere garantiti, continueremo
a dialogare con il Cotrab perché applichi la delibera regionale che prevede la eliminazione di alcune linee a
DUE SERVIZI
NECESSARI
L’Amministrazione
provinciale
ha evitato
che ci fossero
interruzioni,
ma chiaramente
il problema
dei collegamenti non è
stato risolto
.
vantaggio di queste che a
oggi sono considerate linee
aggiuntive (rientrerebbero in
pratica nei cosiddetti servizi
minimi a carico dei finanziamenti regionali)».
La giunta ha insistito sulla
importanza dei collegamenti:
«a cominciare dalla navetta
per il Crob Rionero, la cui
valenza sociale è indiscuti-
bile, fino ad arrivare alle linee che collegano Matera e
Nova Siri all’aeroporto di Bari-Palese, di vitale importanza per il rilancio dell’economia locale. Tutelare il diritto alla cura dei cittadini,
che si esplica anche attraverso la garanzia di un trasporto che metta il cittadino
nella condizione reale di po-
ter essere assistito e curato, e
soddisfare le esigenze di sviluppo del nostro territorio
sono responsabilità importanti. Noi siamo riusciti a
evitare che ci fossero interruzioni, ma chiaramente il
problema non è risolto».
«Se il Cotrab alla fine dovesse mantenere ferma la decisione di continuare a os-
servare il contratto in essere,
e quindi a non mettere in atto
la rimodulazione - ha concluso la giunta - non avendo
la Provincia gli strumenti
per risolvere la questione,
perché agisce su delega regionale, si dovrà prendere
atto delle evidenti limitazioni
in cui la stessa costringe a
operare».
AMMINISTRAZIONE LETTERA DEL COMITATO DENOMINATO «PARCO DELLA SANTA FAMIGLIA» CHE SI OPPONE ALLA LOTTIZZAZIONE DI CONTRADA GRANULARI VICINO ALLA CHIESA
Manca il numero legale, salta la discussione del bilancio
Consiglio in seconda convocazione il 3 luglio e il giorno dopo su due nuove aree di espansione urbana
l Si doveva approvare il bilancio. Ma
dopo aver discusso i primi tre punti
all’ordine del giorno, non c’era più il
numero legale. Erano 19 i consiglieri
presenti in aula, sindaco compreso, nonchè il consigliere di Forza Italia, Adriano Pedicini, che dai banchi dell’opposizione ha fatto suo l’onere di chiedere la
verifica del numero legale. A quel punto
la conta numerica ha detto che non si
poteva più andare avanti. La seduta è
stata sciolta e aggiornata in seconda
convocazione il giorno 3 luglio, poche
ore dopo la Festa della Bruna. A più voci
è stata chiesto l’approfondimento del Bilancio, secondo i passaggi consueti della
discussione tra i consiglieri comunali.
Più di qualcuno ha fatto notare l’opportunità di non portare a scatola chiusa il provvedimento in aula, come di non
portare fuori sacco la lottizzazione di
contra Granulari nella seduta del Consiglio comunale già fissata il 4 luglio.
A questo proposito è stato diffuso un
comunicato dal Comitato “Parco della
Santa Famiglia”. S’intitola «La nostra
battaglia di civiltà. «Il Comitato - si legge
- si è costituito al fine di preservare una
delle poche zone della città di Matera dal
tentativo di una selvaggia cementificazione di detta zona limitrofa alla chiesa,
inoltre ha promosso una Petizione pubblica per sensibilizzare le Istituzioni affinché si adoperino per trovare una soluzione praticabile che sia in grado di
restituire all’intero quartiere di San
Giacomo un parco urbano ponendo così
fine allo sconcio intervento di una nuova edificazione che mina la qualità della
vita dei cittadini e favorisce il degrado
delle periferie urbane. La città ha un
cronico bisogno di spazi vitali e i 20.000
metri quadrati dell’area in Contrada
Granulari destinati alla cementificazione sono un vero e proprio oltraggio a
questa esigenza collettiva. I cittadini
materani e i residenti in Contarda Granulari chiedono pertanto di stralciare
dall’area ogni intenzione di edificazione, salvaguardando la destinazione
dell’area a verde pubblico. Inoltre in
data 19 maggio 2014 il comitato ha chiesto che una delegazione venisse udita
per rappresentare le proprio ragioni che
a tutt’oggi sono rimaste inevase e disattese».
le altre notizie
MATERA
L’Asm ha nominato
sei nuovi primari
n Si rafforza la governance sanitaria ed amministrativa
della Asm. Ieri mattina mattina hanno sottoscritto il
contratto individuale di lavoro dinanzi al Direttore Generale Maglietta sei primari
ospedalieri ed il responsabile
del Provveditorato. Si tratta
dei direttori medici di struttura complessa. Al presidio
ospedaliero di Matera: medicina interna Nello Buccianti;
malattie dell’apparato respiratorio, Elio Costantino; cardiologia Giacinto Calculli;
nefrologia Francesco Casino. Al presidio ospedaliero di
Policoro: ostetricia e ginecologia Tommaso Riccardi;
anestesia e rianimazione
Francesco Dimona. Direttore di economato e provveditorato dell’Asm Davide Falasca. Due dei nuovi direttori
di struttura complessa sono
esterni, precisamente Buccianti e Costantino.
MATERA
Il club Falco Naumanni
gemellato con La Spezia
n Si è svolto un proficuo gemellaggio tra l’associazione Falco Naumanni e il CAI della
Spezia. Una amicizia che è
stata suggellata con
un’escursione nella gravina
e sulla murgia materana. IL
gruppo spezzino ha percorso
quasi 900 chilometri in autobus per apprezzare il fascino
e la bellezza del territorio lucano. Il gruppo ligure, composto da circa trenta escursionisti, insieme ao soci di
Trekking Falco Naumanni,
sono discesi nella Gravina,
hanno guadato il torrente e
poi sono risaliti sull’altro
versante. Insieme agli amici
materani, hanno visitato alcune delle più belle chiese rupestri prossime alla città.
Ora tocca ai camminatori
materani ricambiare la visita percorrendo i sentieri del
bellissimo territorio spezzino, tra le Cinque Terre e le vicine Alpi Apuane.
RASSEGNASTAMPA
MATERA CITTÀ E PROVINCIA I XIII
Martedì 1 luglio 2014
TURSI VALEVA 500MILA EURO È STATA VENDUTA PER 80 MILA. CONTINUA LA BATTAGLIA DEL COMITATO TERRE JONICHE
In presidio per difendere
l’azienda venduta all’asta
FILIPPO MELE
l TURSI. Niente immissione in possesso
attorno alle 15 di ieri per l’ufficiale giudiziario e per chi ha comprato all’asta fabbricati e 17 ettari dell’azienda Fior di salumi
di Leonardo Conte ed Angela Ergastolo. Ci
sono stati momenti di tensione. Il gruppo,
arrivato per notificare i relativi atti, ha trovato i cancelli chiusi con un lucchetto. Ed
all’interno dell’azienda i militanti del sindacato Altragricoltura e del Comitato di difesa delle terre Joniche che dalla mattinata
avevano organizzato un presidio di difesa.
Con loro c'era anche l’avvocato Antonio Melidoro, di Soccorso Contadino. Ed in quei
frangenti, la signora Ergastolo ha accusato
un malore. Sul posto è arrivata anche una
volante della Polizia di Stato. Alla fine ha
prevalso la trattativa. L’ufficiale giudiziario
ha redatto un verbale in cui ha descritto la
situazione che si è trovato di fronte. «Ho fatto
presente – ha detto Gianni Fabbris, portavoce di Altragricoltura e di Terre Joniche –
che io ero lì come legale rappresentante della
cooperativa Rinascita lucana che ha in gestione i terreni. Gestione ottenuta dalla famiglia Conte - Ergastolo che riconosciamo
come esclusiva proprietà. Alla richiesta dei
relativi titoli mi sono riservato di presentarli
in tribunale. Ho anche ribadito la necessità di
trovare un accordo in considerazione che il
sindaco di Tursi, Giuseppe Labriola, aveva
già convocato per domani un incontro con
tutti i protagonisti della vicenda. E l’ufficiale
giudiziario ha stabilito al 21 luglio il prossimo
tentativo di immissione in possesso di chi ha
comprato all’asta per 80mila euro una azienda dal valore di 500mila. La nostra fermezza –
ha concluso Fabbris – ha evitato il rilascio dei
locali ed ha aperto alla possibilità di una
trattativa. Non sappiamo se andrà in porto. Si
sappia, tuttavia, che noi da qui non andremo
via senza un’intesa neanche con i carri armati». Questo quanto accaduto nel pomeriggio. In mattinata, invece, nel corso di una
conferenza stampa, Fabbris aveva delineato
le posizioni delle organizzazioni a difesa della
Conte - Ergastolo, presenti il sindaco Labriola ed il parroco emerito di Policoro, don Salvatore De Pizzo. Labriola ha convocato un
“tavolo” di confronto per domani alle 12 in
municipio. A Don Salvatore è stata consegnata una lettera per il vescovo Francesco
Nolè in cui è stata rappresentata al situazione
di difficoltà della Fior di salumi bio.
Lo sfogo e il pianto
«Sono stato distrutto
dalle istituzioni»
TURSI. «La mia azienda è stata
distrutta dalle istituzioni quando
esplose il caso delle infezioni da afta. Non fui risarcito. Potevo non pagare nessuno dei miei creditori invece pagai tutti. Cosa che i miei debitori non fecero con me. Io non ho
mai giocato al casinò». Così, con la
voce rotta dalla commozione, Leonardo Conte ha spiegato i motivi
della crisi della sua “creatura”, la
Fior di salumi, il primo allevamento
biologico di suini del Sud Italia. «Io
– ha continuato – potrei dare lavoro non a 10 ma a 20 famiglie. Ma in
Italia, quando ti capita qualcosa come quel che è accaduto a me, ti
scrivono nel libro dei morti. Se mi
servono 1000 euro per dar da mangiare ai miei maiali nessuno mi fa
credito. Non posso più vedere senza reagire le ingiustizie dello Stato
[fi.me.]
o della società».
STRENUA DIFESA L’azienda Fior di Salumi [foto Mele]
RABBIA E SCONFORTO Leonardo Conte [foto Mele]
BERNALDA LA DONNA COSTRETTA CON LESIONI E MINACCE A PULIRE LA CASA DEL FIGLIO
Violenze sulla madre
arrestato un uomo
PIERO MIOLLA
STALKING Operazione dei carabinieri
l BERNALDA. Minacciava sua madre, ricorrendo anche ad azioni violente, per obbligarla a pulire l’appartamento ed il luogo di lavoro dove
espletava l’attività lavorativa. Con
l’accusa di atti persecutori, stalking e
lesioni personali continuati i Carabinieri della Stazione di Bernalda,
coordinati dai militari della Compagnia di Pisticci, hanno arrestato un
28enne originario di Laterza, in provincia di Taranto, in esecuzione di
un’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa dall’ufficio del giudice
per le indagini preliminari del tribunale di Matera, su richiesta della Procura della Repubblica della città dei
Sassi. La magistratura materana, infatti, ha concordato con le risultanze
delle indagini condotte dagli uomini
dell’Arma bernaldesi e pisticcesi:
l’uomo, in buona sostanza, si sarebbe
reso responsabile di reiterati comportamenti persecutori nei confronti della propria madre ricorrendo anche ad
azioni violente, sino a cagionarle delle
lesioni
personali,
verificatisi
nell’atrio condominiale al fine di far
sottostare la vittima a delle richieste
di fare le pulizie dell’appartamento e
le altre notizie
del luogo di lavoro dove l’arrestato
espletava l’attività lavorativa. Questi
comportamenti, secondo i Carabinieri ed i magistrati materani, hanno determinato delle continue sofferenze
ed umiliazioni nella mamma dell’arrestato, costituendo vere e proprie fonti di disagio continuo: tali comportamenti, infatti, hanno costretto la
donna ad alterare le sue abitudini di
vita rendendo, pertanto, necessaria
l’emissione del provvedimento varato
dall’autorità giudiziaria. Al termine
degli accertamenti di rito svolti nella
caserma dei Carabinieri di Pisticci,
l’arrestato è stato poi tradotto nel carcere di via Cererie, a Matera, dove sarà
a disposizione dell’autorità giudiziaria titolare delle indagini. Una vicenda quella di Bernalda tra madre e figlio, dalla quale traspare, ancora una
volta, che sono sempre di più le donne
vittima di atteggiamenti persecutori
da parte di uomini che fanno della
violenza il proprio modus operandi.
BERNALDA
Il Pd critica l’elezione
di Nicola Benedetto
n BERNALDA - Per il Pd l’elezione di Nicola Benedetto a
presidente del consiglio comunale «è una nota veramente stonata. L’autocandidatura
- osservano dai banchi del centrosinistra - non ha trovato
condivisione per le note vicende personali che lo riguardano e per un eccessivo carattere
politico della proposta. Era,
infatti, l’unica opzione che
non avrebbe ricevuto l’unanimità, ma forse l’unica votabile
dalla maggioranza. Si è persa
una bella occasione per cementare un ampio consenso e
offrire freschzza e rinnovamento alla politica loca[an.mor.]
le».
FERRANDINA FORSE PER UN COLPO DI SONNO METAPONTO È STATA DONATA DALLO STATO MAGGIORE DELLA MARINA ALL’ASSOCIAZIONE DI BERNALDA
Autotreno sbanda sulla Ss 407 L’ancora omaggio ai Caduti in mare
e finisce in una scarpata
ma il conducente resta illeso sarà finalmente posizionata al borgo
INCIDENTE
STRADALE
Il mezzo
pesante
finito fuori
strada ieri
mattina lungo la statale 407 Basentana
nei pressi
del bivio di
Ferrandina
l FERRANDINA. È uscito fuori
strada finendo con il suo autotreno in una scarpata lungo la statale
407 Basentana rimanendo fortunatamente illeso. L’incidente si è
verificato ieri mattina attorno alle
11.30 nei pressi del bivio di Ferrandina. Il conducente, forse a
causa di un colpo di sonno, ha
perso il controllo del mezzo pesante sbandando e tentando una
disperata manovra, come si evince dai segni della frenata
sull’asfalto. L’autotrasportatore è
rimasto intrappolato dalle lamiere. Ci hanno pensato i Vigili del
fuoco del Distaccamento di Ferrandina ad estrarlo dall’abitacolo.
Soccorso dai sanitari del 118 il camionista è stato trasportato in
eliambulanza all’ospedale San
Carlo di Potenza ma le sue condizioni non sarebbero gravi. Sul
posto è intervenuta anche una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei
[d.mas.]
Carabinieri di Pisticci.
ANGELO MORIZZI
l METAPONTO. L’Associazione dei marinai d’Italia, sezione di Bernalda, non demorde. L’àncora dismessa, del peso di 80 quintali,
donata dallo Stato Maggiore della Marina alla
comunità bernaldese, come omaggio ai caduti
in mare, sarà finalmente posizionata, a circa
due anni dalla definitiva cessione. Problemi
di natura economica da parte dell’amministrazione comunale, ma anche lungaggini burocratiche, accentuate dalla fase di commissariamento prefettizio del Municipio jonico,
non hanno finora consentito di inaugurare il
nuovo monumento, che, nel frattempo, è stato
parcheggiato in un’officina meccanica della
località jonica. «Ci siamo fatti carico del trasporto dell’àncora da Brindisi a Metaponto
sin dal 2012 - osserva Carlo Benedetto, presidente dell’Anmi locale -. Nonostante promesse e delibere in merito, la prima ipotesi di
inaugurazione sul lungomare di Metaponto,
prevista per il 2 giugno 2013, è saltata. Il nostro
Municipio, purtroppo, non è in grado coprire
le spese per l’installazione, né, tantomeno,
quelle di rappresentanza, per ospitare le tante
autorità, civili e militari, che confluiranno a
Metaponto, in occasione del posizionamento
dell’àncora. Anche da questo punto di vista
l’associazione dei marinai cercherà di accollarsi l’onere economico, magari attingendo
alla sensibilità di associazioni e imprenditori
del luogo, vista la grande visibilità che la
nostra cittadina avrà in ambito nazionale».
Quanto all’ubicazione, però, non avverrà più
sul lungomare, bensì sarà individuata al bor-
MARINAI L’àncora donata al sodalizio
go residenziale, in un’aiuola della centralissima piazza Giovanni XXIII, tra la Chiesa di
San Leone e la Delegazione comunale. «L'amministrazione, dunque - riprende Benedetto ha concesso l’area all’Associazione Marinai
d’Italia Gruppo di Bernalda, che, a sua volta,
eseguita l’opera monumentale, la consegnerà
al nuovo sindaco di Bernalda Domenico Ta-
taranno. Restiamo in attesa che l’Ufficio tecnico comunale conceda l’autorizzazione paesaggistica. Siamo soddisfatti della nuova allocazione, data la posizione centrale e perché
sarà vivibile per tutto l’anno. Resta, però,
l'amarezza per la mancata condivisione del
progetto da parte delle Istituzioni locali». La
scelta di Metaponto, del resto, racchiude tutta
una serie di motivazioni simboliche. «L'àncora della Marina - osserva Benedetto - sarà
un omaggio a quanti, operando in mare, in
pace ed in guerra, dal mare non tornarono
più. Metaponto, storicamente, è l’anello che
congiunge il nostro territorio al mare. Per noi
Marinai, quindi, è fondamentale, per tenere
vivo il culto della Patria e l’attaccamento ai
valori e alla Marina Militare, ma anche per
preservare lo spirito che permea la vita marinara». Il momento dell’inaugurazione sarà
solenne e molto frequentato. Saranno invitati
i 25 Gruppi della Delegazione della Puglia
settentrionale e della Basilicata, oltre che i
Gruppi della costa ionica a noi vicini. È prevista, inoltre, la presenza del “Medagliere”
della Marina Militare, che sarà accompagnato da una delegazione della Presidenza nazionale e, molto probabilmente, dal Presidente nazionale in persona, oltre che di autorità
civili e religiose regionali.
RASSEGNASTAMPA
XIV I LETTERE E COMMENTI
Martedì 1 luglio 2014
VITTORIO VIGGIANO *
ROCCO LIGRANI *
La Parrocchia di Gesù Maestro Sovraindebitamento
che cosa può fare il cittadino
L
a Parrocchia di Gesù Maestro, istituita nel 1995 da Mons. varie presenze parrocchiali (facenti parte della più vasta platea del tempio
Appignanesi, è da poco tempo nella sua nuova sede, quella che, per chi vi opera, è sembrata mutilata e mal servita).
di Macchia Romana, quartiere della periferia nord del
Nel frattempo, Don Aldo ha preso atto della esistenza delle varie “anime”
Capoluogo, formato da tutta una serie di cooperative, con il della parrocchia, prima fra tutte quella che raggruppa tutta l‘attività
conseguente insediamento di giovani famiglie, e da case popolari, catechetica, che allo stato è ancora incardinata nella vecchia sede (Chiesa
nelle quali hanno trovato posto nuclei familiari di terremotati,tra- di Maria Discepola), prendendo atto, purtroppo,che ciò non aiuta il consferiti da Bucaletto.
tatto diretto dei suoi fruitori (gli adolescenti e le proprie famiglie, in
Allo stato, la parrocchia serve una comunità di oltre diecimila particolare i genitori), che naturalmente sono costretti a tenersi lontano
residenti, di ceto e provenienza molto diversificati, situazione che dalla sede istituzionale del rione.
preoccupa il nuovo Parroco, Don Aldo Di Girolamo, che è qui
Le opera nella parrocchia sono notevoli e vanno dalla Iniziazione
soltanto dal settembre scorso; egli, infatti, è del tutto nuovo all’am- cristiana (preparazione alla prima comunione ed alla Cresima), alla forbiente, in quanto le sue origini sono della provincia dell’Aquila e la mazione delle giovani coppie (per il matrimonio cattolico), dall’Azione
sua esperienza sacerdotale si è svolta lontano dall’Italia per essere .Cattolica. (catechesi istituzionalmente rivolta ai ragazzi ed agli adulti),
stato per ben ventitre anni in Brasile, da dove è rientrato proprio per alla Legione di Maria, (gruppo di laici che, in aiuto del Vescovo e della
prendere possesso della nuova parrocchia. Suo Vice è don Giuseppe parrocchia, pratica l’esperienza specifica della preghiera ed opera, nel
Marrone: entrambi fanno parte della Famiglia dei Discepoli di Padre concreto, in una missione di sollievo per chi è nel disagio), dal Gruppo
Minozzi che, come si sa, da vecchia data si trova nel nostro Ca- Caritas (che si impegna nel gestire i casi di bisogno sia materiale che
poluogo e sono stati stimati“ed amati custodi” dell’Istituto Principe sociale della zona), al G.I.V..(gruppo di laici dedito alla preghiera per le
di Piemonte, nella Piazza delle Regioni, nel quale hanno studiato vocazioni sacerdotali).
tantissimi potentini e lucani, che con affetto e riconoscenza riPer quanto attiene alle iniziative di tipo culturale, sociale ed artistico, è
cordano, fra gli altri per primo don Fragola e da ultimo don Ci- stato istituito un Corso di chitarra aperto a tutti e gratuito, che ha visto la
liberti.
partecipazione di una ventina di bambini ed adolescenti; è in atto l’avvio
Prima del trasferimento nella nuova zona cittadina, la Parrocchia, del “Centro estivo”, che interesserà la fascia degli adolescenti nei mesi che
come è noto, fin dal 1959 aveva sede proprio presso l’Istituto Principe vanno da giugno a settembre, occupandoli in attività di formazione varia,
di Piemonte. Con il trasferimento, negli
di sana ricreazione e sereno svago. Molto folto è
ultimi anni, nella Chiesa di Macchia Roil Gruppo dei Ministri Straordinari dell’ Eumana del titolo di Gesù Maestro, la chiecaristia, che collaborano per portare la comusa dell’Istituto è stata intitolata a Maria
nione agli ammalati costretti a restare in caDiscepola, divenendo così una Rettoria,
sa.
ora appartenente, per zona, alla parrocLa Festa del Quartiere è anche qui un evento
chia confinante di S. Maria.
importante; essa è in atto proprio in questi
Entrambe le Chiese, comunque, regiorni (ultima settimana di giugno), e sono
stano affidate, come da sempre, ai Dipreviste diverse iniziative di carattere cultuscepoli di P. Minozzi.
rale, artistico e di intrattenimento (mostre,
Incontrando Don Aldo in questi giortornei multidisciplinari, ecc.) con la partecini, mentre ho notato in lui uno spirito
pazione anche di artisti, che metteranno a serfresco, vivace e gioioso (doti che ogni
vizio le proprie doti creative (le cui opere, se
buon sacerdote dall’esperienza “brasivendute, potranno produrre una rendita in dalena” porta con se); ho avuto la netta
naro a favore della stessa parrocchia).
sensazione che dopo appena pochi mesi
Don Aldo, sottolineando che è da poco nella
dal suo insediamento pastorale, egli si
nostra città, mette in evidenza che il suo imtrovasse ancora in difficoltà a causa delpegno fondamentale sarà quello di contribuire
la situazione logistica complessiva della
a creare, soprattutto con i percorsi formativi e
sede parrocchiale, che è caratterizzata PARROCCHIE Luoghi di incontro e di preghiera
di riflessione della Parola, il senso dell’appardalla insufficienza distributiva degli
tenenza alla parrocchia; nel contempo, si adoambienti(assoluta mancanza di locali e servizi adeguati) e dalla pererà per invitare tutta la comunità locale a sentirsi parte interessata, in
persistenza di“due anime”operative(l’una quella rimasta radicata prima persona, ai problemi del quartiere e, quindi, alla vita associativa,
presso la vecchia chiesa dell’Istituto di S. Maria, e l’altra quella che propone anche la Parrocchia. A questo proposito, farà di tutto perché al
nascente, ed istituzionalmente assorbente, della nuova sede di Mac- più presto le attività parrocchiali possano trovare unificazione nella nuova
chia Romana, che sta servendo la comunità per la quale è ri-sorta..
sede rionale, onde evitare disarticolazioni pericolose, rapporti difficili e
Tali situazioni ambientali sono condizionanti a tal punto, sot- distrazioni dirompenti, che finiscono sempre non soltanto nel disagtolineava don Aldo, che il rapporto con i fedeli e, più in generale, con gregare, ma anche nel far perdere tutto il meglio dell’impegno a favore di
il popolo di Dio, avviene in modo non del tutto corretto e ciò una comunità bisognosa di crescere. La parrocchia, infatti, non deve essere
sminuisce l’effetto aggregante con la intera comunità.
vista soltanto come il luogo di culto, di preghiera e di incontro privilegiato
Ciò nonostante, egli chiaramente non demorde e, pur non avendo con Dio e con i fratelli nella fede, che è cosa fondamentale, ma anche come
potuto conoscere ancora persone e cose del quartiere, mi dichiara occasione per divenire sede di incontro tra persone , che si aggregano per
apertamente che non si è perso d’animo, tanto che ha auspicato con conoscersi, valorizzarsi e contribuire alla loro promozione ed a quella della
forza che possa avvenire, con la sua guida, il completamento dell’ope- intera comunità, specie in un contesto di periferia urbana, che pone unità
ra già iniziata ed ereditata dal don Ciliberti e l’avvio di una nuova e concordia di azione e di rappresentazione, onde poter raggiungere mete
fase di crescita a vantaggio della intera comunità rionale.
più elevate di crescita sociale e civile, oltre che spirituale .
I contatti, infatti, si stanno intensificando sia per la prima coRivolge, quindi, in occasione di questo intervento, un invito accorato
noscenza che per l’ascolto che, dice don Aldo, va curato ed at- perché i residenti del quartiere comprendano la chiamata in questo senso
tentamente preparato; se pure già si sono avute le prime adesioni di che proviene dalla Chiesa locale, che va amata nella sua rappresentanza sul
collaborazione da parte di fedeli adulti e ben disposti a spendersi per territorio, la parrocchia appunto, da riconoscere come luogo e casa di tutti,
il bene della comunità; resta un problema, però, la mancanza di e soprattutto voce di chi si trova nel disagio e va aiutato con azioni solidali
specifiche strutture e di adeguati locali a servizio della parrocchia, e e improntate all’amore fraterno ed unificante.
ciò mette in discussione ogni azione ed ogni iniziativa, diventando
Le Messe nella nuova parrocchia del Rione vengono celebrate, per ora,
un problema ed una emergenza; ecco perché, in questi pochi mesi di soltanto alle ore 11,00 e 18,30 nei giorni festivi ed alle ore 18,30 .nei giorni
sua permanenza a Potenza, sta tentando di porvi riparo, cercando di feriali.
[* cattolico impegnato]
inventare spazi e ritagli di ambiente da utilizzare per ospitare le
Copiamo il modello salentino
R
eti di operatori e innovazione
tecnologica sono gli ingredienti
principali del modello di successo del turismo salentino. Specialmente negli ultimi anni il Salento ha
attratto, oltre a un gran numero di visitatori italiani e non, l’attenzione dei
media. La grande notorietà della penisola
salentina è dovuta alla bellezza del suo
mare limpido, del paesaggio mozzafiato,
della cultura, della tradizione culinaria e
degli intensi sapori, diventando così un
polo, non solo per una semplice vacanza
ma anche come località per il «buen retiro».
Tuttavia la sua grande fama ha portato
alla luce diverse criticità nel sistema tra
cui un rinnovamento tecnologico che,
sfruttando le connessioni globali, permetta di alzare lo standard di competitività dei
servizi al turista, potenziare lo sviluppo
del territorio e soprattutto di stare al passo
con gli strumenti usati dagli stessi visitatori. Oltretutto di fondamentale importanza resta la necessità di fare squadra,
e di creare un ambiente di solidarietà e di
collaborazione che permetterà agli operatori del settore di lavorare in perfetta
sinergia.Sono le stesse esigenze che ha il
turismo lucano per cambiare e che, per
molti aspetti analoghi, può ispirarsi al
modello salentino.
Il turismo crescerà del 5,4 per cento
all’anno nel prossimo decennio.
I risultati della ricerca condotta da
Oxford Economics su commissione di
Amadeus, dicono che il settore del turismo
crescerà del 5,4 per cento all’anno nel
prossimo decennio, superando il ritmo di
incremento del pil mondiale.Secondo lo
studio la crescita sarà guidata dai grandi
mercati emergenti, con la Cina che quest’anno diventerà il più grande mercato
turistico outbound del mondo e il maggior
mercato nazionale entro il 2017.Dall’indagine è inoltre emerso che entro il 2017 i
viaggi aerei nazionali e internazionali aumenteranno del 31 per cento, raggiungendo i 3,91 miliardi di passeggeri all’anno
e che si dovrà puntare sul seamless travel,
cioè il viaggio che utilizza diversi mezzi di
trasporto organizzati in un unico booking
process o ticket.
In uno scenario che vede da una parte
una crisi nazionale, che è destinata a
durare ancora diversi anni, con la Basilicata che ha come principale riferimento ricettivo i mercati di prossimità, quindi
mercati in sofferenza e da un’altra parte
un mercato internazionale in espansione.
Sarà fondamentale per la Basilicata modificare le strategie turistiche adottate
nell’ultimo decennio, per seguire i cambiamenti sociali, economici di mercato e
quindi anche motivazionali che sono avvenuti negli ultimi anni.
La Basilicata non ha ancora completato
una offerta di ospitalità adeguata ai nuovi
bisogni di mercato e coerenti con le caratteristiche del territorio.
Paga una debolezza significativa nei sistemi di assistenza e servizi turistici.
Viene penalizzata da un sistema legislativo e di metodologia di sostegno al
settore turistico, inadeguato, ferraginoso,
non moderno, senza elasticità, che non
favorisce creatività, ingegno e la necessità
di essere sempre più veloci nell’adattarsi
alle domande di mercato.
Per crescere , per una crescita capace di
portare maggiori ricadute benefiche al
territorio, la Basilicata nel turismo deve
cambiare Metodo, perché le scelte ed i
sistemi di sviluppo e pianificazione del
passato, non sono più adeguate ai tempi
attuali.
[* Centro Studi Thalia]
per potersi difendere?
C
os’è il sovraindebitamento e come fronteggiarlo? Sempre
più famiglie sono costrette ad affidarsi a banche e finanziarie, sostenendo oneri eccessivi e spesso sconosciuti, dall’altro verso società di recupero crediti corrono
dietro al consumatore con fare “quasi” persecutorio. Un fenomeno,
quello del sovraindebitamento, che sta crescendo chiamando in
causa la necessità di rivedere i rapporti fra consumatori, banche,
finanziarie e società di recupero crediti. Situazioni molto diversificate fra loro vedono numerosi utenti impegnati ad estinguere
debiti di varia natura: dal consumatore che si rivolge alla finanziaria per pagare il conguaglio di una bolletta, al lavoratore dipendente cui la cessione del quinto si porta via quasi l’intera busta
paga, lasciando poche centinaia di euro per sopravvivere, fino a chi
arriva addirittura a chiedere aiuto per aver attivato più di dieci linee
di credito. Sono questi i problemi delle famiglie che si ritrovano in
una situazione di sovraindebitamento, tema affrontato il 24 luglio
scorso nell’incontro “Sdebitiamoci”, organizzato a Roma da Federconsumatori e dall’Ambulatorio Antiusura per “provare a risolvere alcuni problemi fra banche, finanziarie, società di recupero
crediti e consumatori”, come ha ricordato Sergio Veroli, vicepresidente Federconsumatori.
Nel 2000 in Italia c’erano 190 mila famiglie sovra indebitate: pari
allo 0,9%; nel 2012 sono diventate 1 milione 200 mila: pari a circa il 5%
del totale. Tutto questo in un contesto che non promette bene: i
redditi non aumentano, la disoccupazione sale, i costi dei servizi
sono in costante rincaro e volano più dell’inflazione. Nel rapporto
con banche e finanziarie, l’asimmetria del consumatore è sempre
più evidente e ciò riguarda sia le informazioni che ha a disposizione
che il suo potere contrattuale. Un esempio di riequilibrio nei rapporti è venuto recentemente dal Tribunale di Catania, che ha
omologato un piano del consumatore nel quale una famiglia che era
stata affidata a sette finanziarie e due banche è stata letteralmente
“liberata” da una parte consistente dei debiti contratti. Altro problema da sviscerare riguarda gli oneri eccessivi che si pagano:
spesso gli indebitati non conoscono il tasso di interesse delle proprie
carte revolving o della cessione del quinto. Il terzo aspetto riguarda
la persecuzione attuata da alcune società di recupero crediti. Per
Veroli non basta l’approvazione di un codice di condotta con le
società di recupero crediti: bisogna chiamare in causa la “corresponsabilità” di banche e finanziarie nel momento in cui si
affidano a una società di recupero crediti. Dal 2009 c’è l’Arbitro
Bancario Finanziario che è importante e funziona. Ci aspettiamo
però che la Banca d’Italia non intervenga solo dopo, ma che lo faccia
a monte.
L’Ambulatorio Antiusura (che gestisce circa mille utenti l’anno)
ha denunciato vere e proprie modalità vessatorie esercitate da
alcune società di recupero crediti nei confronti dei debitori: telefonate ossessive, presentazione alla porta di casa di personale che
si qualifica come “esattore” e simula una telefonata col giudice. Si
rischia di impazzire. È necessario promuovere un uso responsabile
del denaro e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori
stessi. Ma “un recupero corretto è anche un modo per garantire un
recupero più efficace”, ha ricordato Luigi Ciatti, presidente
dell’Ambulatorio Antiusura. Nel 2013 c’è stato un aumento del 20%
delle richieste di aiuto arrivate all’Ambulatorio, su una tendenza già
in crescita nel 2012 che tenderà a perdurare anche quest’anno. Negli
anni di attività dell’Ambulatorio è inoltre cambiata l’utenza assistita: prima si trattava soprattutto di imprenditori, artigiani,
commercianti, ora “il sovraindebitamento riguarda per più del 50
per cento le famiglie”, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Il
problema di maggiore compromissione deriva dall’eccesso di credito che viene erogato: ci sono persone che arrivano con dodici linee
di credito.
Il confronto internazionale vede l’Italia in una situazione di
minore indebitamento rispetto ad altri paesi. I numeri dati da
Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo Assofin (Associazione
italiana del credito al consumo e immobiliare) dicono che sul piano
internazionale l’indebitamento dei privati a livello procapite è pari
a circa 70 mila euro in Svizzera contro i circa 10/11 mila euro in Italia
e che il peso medio delle rate rispetto al reddito delle famiglie è del
9,2%, in flessione negli ultimi anni. Piano Mortari ha ricordato le
iniziative attuate per affrontare il problema del sovra indebitamento; fra le principali sono state menzionate: la sottoscrizione di
un protocollo d’intesa con Unirec (Unione nazionale imprese a
tutela del credito) sulle condizioni generali di contratto e di un
codice deontologico che le associate si impegnano ad adottare, il
progetto Monitorata che intende dare la possibilità di valutare
preventivamente la sostenibilità dell’impegno finanziario che si
vuole attivare, il progetto “cosa fare in caso di difficoltà” per
rivedere determinati piani di rimborso, il sostegno all’iniziativa
legislativa per l’introduzione della disciplina sulla procedura di
composizione delle crisi da sovraindebitamento. Inoltre il direttore
operativo Assofin, ha mostrato evidente disponibilità rispetto
all’ipotesi di sottoscrivere un codice di condotta che impegna ad
affidarsi solo a società di recupero crediti che seguano determinate
linee guida.
Un’esperienza di dialogo con le associazioni di consumatori è
quella che viene da Unire, che dialoga con le associazioni dal 2004 e
che a maggio ha lanciato il Forum Unirec-Consumatori (insieme ad
Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento
Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino). Le finalità del
Forum – ha spiegato il presidente Unirec, Gianni Amprino – sono
varie e comprendono la realizzazione di un codice comportamentale, l’attivazione di strumenti di conciliazione fra consumatori e
imprese del recupero crediti, il monitoraggio del rapporto, delle
attese e della soddisfazione dei consumatori nei confronti dei servizi
di recupero crediti, la possibilità di consentire scelte consapevoli da
parte dei consumatori e quella di definire regole certe per gli
operatori. L’intento finale è dunque quello di promuovere azioni di
collaborazione con le imprese titolari del credito, le loro associazioni e le authority e se l’associato non rispetta questo Codice lo
cacciamo. Con i primi piani del consumatore si stanno muovendo i
primi passi verso un nuovo modo di pensare il credito.
[* Presidente Federconsumatori]
RASSEGNASTAMPA
Corriere.it
Renzi: riforma della giustizia in 12 punti, via a processo telematico
Il processo civile di primo grado dovrà durare un anno. A margine il premier annuncia: «La Concordia sarà smaltita a Genova»
di Redazione Online
Dopo un lunghissimo consiglio dei ministri il premier Matteo Renzi annuncia: la riforma della giustizia avverrà in tempi brevi e sarà articolata in 12 punti.
Riforma della giustizia in 12 punti
Il premier ha poi proseguito presentando il tema della riforma della giustizia: sarà in 12 punti e toccherà al ministro della Giustizia Andrea Orlando illustrarne i contenuti.«Avremmo potuto essere qui
a mezzanotte per dare il primo click per il via al processo civile telematico - ha spiegato Renzi - Lo facciamo ora: da mezzanotte parte il processo civile telematico, parte formalmente la riforma». Questo,
ha aggiunto Renzi, «segna l’addio dai tribunali pieni di scartoffie. La nostra scommessa è che si possa
discutere di giustizia in modo non ideologico».
shadow carouselRenzi e i 12 punti della riforma
Discussione non ideologica, si parte a settembre
Secondo Renzi la riforma avverrà in 60 giorni: «Per due mesi vogliamo discutere della giustizia in
modo non ideologico, sarà una discussione la più filosofica, concettuale e astratta prima di approvare
la riforma per coinvolgere l’Italia su questo tema. Saranno a disposizione i disegni di legge per chi li
vuole cambiare o modificare. C’è una trasparenza totale, li approviamo il 1 settembre». Questo perché
«Sono 20 anni che sulla giustizia si litiga senza discutere. Noi vogliamo cambiare metodo e discutere
nel merito e possibilmente senza litigare».
Basta correnti, Csm riformato dopo le elezioni
«Le correnti in magistratura hanno portato a discussioni di diritto, nascono da belle discussioni politiche ma siamo contrari alle carriere per appartenenza ad una corrente - commenta Renzi a proposito
dell’ideologia nell’ambito dell’amministrazione della giustizia - Il governo riformerà anche il Csm, ma
dopo le elezioni che porteranno al rinnovo delle cariche». Secondo il premier il Consiglio dei ministri
«è un presidio straordinario, un punto di garanzia di indipendenza alla quale noi ci inchiniamo». Ma
«ci inchiniamo - ha aggiunto - non alla magistratura ma al concetto di indipendenza». I particolare
«chi giudica non nomina, chi nomina non giudica».
La responsabilità civile dei magistrati
Sul tema della responsabilità civile dei giudici, il premier è possibilista: se un magistrato «sbaglia per
dolo o per colpa grave è giusto che ci sia un sistema di responsabilità civile su un modello europeo.
Non si tratta però dell’emendamento Pini, sarà in linea con l’Europa».
Processo civile in un anno
Tra gli obiettivi chiari e fermi c’è quello di accorciare la durata dei processi: «Al termine dei mille
giorni delle riforme noi puntiamo al processo civile in un anno per il primo grado», e a ottenere il
«dimezzamento dell’arretrato della giustizia civile».
Prescrizione e falso in bilancio
Per quanto riguarda alcuni degli annosi problemi della giustizia italiana, il premier ribadisce che la
riforma della prescrizione «ci sta a cuore», è una questione di «civiltà e la confermiamo» e che occorre
«una normativa sul falso in bilancio degna di questo nome. Ci saranno due mesi per discutere e poi a
settembre la faremo dentro la cornice complessiva della riforma».
Intercettazioni e diritto alla pubblicazione
Sulle intercettazioni, invece, «non abbiamo pronta una norma», ma Renzi ha le idee chiare: «Per noi
un magistrato deve essere libero di intercettare», dice il presidente del Consiglio, «ma dov’è il limite
RASSEGNASTAMPA
alla pubblicazione delle intercettazioni? Ci sono vicende che attengono alla privacy che possono essere slegate
dalle indagini. Faccio appello ai direttori di quotidiani: aiutateci a capire cosa dobbiamo fare: qual è il limite
delle pubblicazioni? È giusto che non ci sia limite?».
Concordia smaltita a Genova
La Costa Concordia sarà smaltita a Genova. Arriva, anche, l’annuncio definitivo per la demolizione della nave
da crociera naufragata un anno e mezzo fa all’isola del Giglio: «La soluzione sulla quale i privati hanno convenuto e che noi abbiamo autorizzato è quello che permetterà di intervenire nel porto di Genova», ha detto
Renzi
Migranti: quanti sarebbero i morti senza di noi?
La riunione di lunedì «naturalmente è stata segnata dal dibattito sull’immigrazione e dal dolore». Il premier
infatti aveva preso la parola ricordando le ultime vittime del canale di Sicilia, e sottolineando: Quanti sarebbero stati i morti - ha aggiunto - se noi non facessimo le cose che stiamo facendo? Il dolore per ciò che accade
quotidianamente sul nostro mare ma anche il lavoro che stiamo facendo. È stata una giornata di impegno a
360 gradi».
30 giugno 2014 | 20:49