CBM libretto insegnanti IV QUARTA:Layout 1

Apriamo
gli occhi!
Apriamo gli occhi!
CBM
Guida
Insegnanti
entile insegnante, tra le proposte presentate di seguito potrai
scegliere il materiale più adatto per organizzare un laboratorio “su
misura” per la tua classe.
Potrai decidere di seguire il percorso completo svolgendo tutte le attività presentate oppure selezionarne solo alcune a seconda delle esigenze di tempo e delle caratteristiche della classe.
G
Partiamo con alcune attività ludiche per introdurre l’argomento con
una modalità esperienziale e favorire un contatto immediato e il più
possibile “concreto” al tema.
Successivamente sono previste attività suddivise per ambito disciplinare, in modo da poter scegliere quelle più idonee alla classe.
Sul sito www.cbmitalia.org troverai altri materiali e informazioni per arricchire ulteriormente il percorso didattico scelto e per adattarlo alle caratteristiche e alle esigenze specifiche della classe e al programma dell’anno scolastico:
• Illusioni ottiche
• Breve introduzione al braille
• Attività pratiche
• Il questionario
• I quadri per le attività di Arte e Immagine
• I fumetti di Cibì
• I disegni di Cibì da colorare
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Apriamo gli occhi!
Partiamo con la proposta di alcune attività preliminari per far sperimentare il ruolo importante che la vista ha nella vita di ognuno, ogni
giorno, soffermandoci anche sulla funzione vicaria che assumono in alcune situazioni gli altri organi di senso.
La vista
Una statua
vivente
Una statua fatta non di marmo o bronzo, ma di bambini in carne
e ossa. Scegli un bambino che sarà il primo scultore e che insieme
ad altri tre compagni uscirà dall’aula.
Tra gli alunni rimasti in aula si sceglierà un secondo scultore, che
a sua volta ha a disposizione tre bambini che disporrà come preferisce: meglio se vicini e un po’ aggrovigliati. Conclusa la composizione, si fa rientrare il primo scultore che ha qualche minuto
per osservare bene “l’opera”. A questo punto il gruppo “si scioglie” e si fanno entrare i tre compagni ancora in attesa fuori dall’aula: toccherà a loro, seguendo le istruzioni del primo scultore,
ricreare la composizione assumendo le pose che il primo scultore
ha avuto modo di vedere solo per qualche minuto e che ora deve
trasmettere.
Attenzione però: deve farlo dando la schiena ai suoi modelli,
senza poter vedere come eseguono i suoi ordini. Il risultato sarà
piuttosto diverso rispetto all’originale! Lo si potrà facilmente constatare quando, finito il tempo a disposizione che sarà stabilito in
anticipo, i tre della prima composizione si rimetteranno in posa
esattamente come all’inizio, per un confronto tra le due statue.
La memoria
della vista
Chiedi agli alunni di mettere alla prova le loro capacità di osservare e ricordare ciò che osservano.
Gli alunni a turno dovranno osservare con attenzione e per un
tempo stabilito degli oggetti disposti sul banco. Poi si volterà di
spalle e dall’insieme si sottrarranno uno o più oggetti. L’alunno dovrà scoprire quali oggetti mancano.
Gli oggetti da utilizzare potranno essere i più vari.
Il tatto
Se le mani
sono sole
a modellare
Solo con l’aiuto del tatto (gli occhi sono bendati) chiedi agli alunni
di modellare (con creta o altro materiale adatto) delle forme stabilite in precedenza: un cubo, una lumaca, una casetta, una ciotola, un topolino... quale sarà il risultato? Falli poi riprovare senza
benda confrontando le due esperienze.
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Apriamo gli occhi!
Calcola il tempo che l’alunno impiega con gli occhi bendati a rimettere insieme i pezzi di un giochino o di un pupazzetto che ha
davanti smontato. Calcola di nuovo il tempo per la medesima
operazione, dopo che però l’avrà già fatta una volta a occhi
aperti.
Allo stesso modo, ci si può mettere alla prova con un foglio di
carta da piegare e trasformare in barchetta.
Assemblare
al buio
Si “gioca” in due. Chiedi ai due alunni di mettersi uno di fronte all’altro e di far capire, usando la mimica facciale, quale emozione
o sentimento stanno esprimendo.
Poi la cosa viene fatta a occhi chiusi, per cui chi interpreta deve
riuscire a individuare che cosa l’altro prova grazie al tatto, esplorando con le mani il viso di chi ha davanti.
Come stai?
L’udito
Dove siete?
Consegna a tre o quattro bambini un contrassegno sonoro diverso (un fischietto, un campanello, un sonaglio, un bastone
della pioggia...).
Un compagno, bendato, sceglie uno di loro e prova a indicare i
suoi spostamenti da una parte all’altra di una ambiente mentre si
spostano anche gli altri, però in direzioni diverse.
L’olfatto
Ora arriva la prova più difficile: riconoscere qualcuno dal suo
odore! Con quattro o cinque essenze profumate (profumi, deodoranti, profuma biancheria...) ben caratterizzate e tra loro abbastanza diverse “marca” quattro o cinque alunni. Gli altri li annuseranno ben bene cercando di ricordare l’associazione
nome-essenza. Poi, bendati, dovranno riconoscere chi hanno di
fronte affidandosi solo al loro naso.
Chi sei?
Ti annuso
e lo scopro!
Il tatto e l’olfatto
Se due sensi si alleano, è tutto più facile. Chiedi a un alunno,
bendato, di riconoscere un frutto dal suo profumo (meglio scegliere frutti maturi e se è il caso sbucciali: la banana per esempio
senza la buccia è molto più profumata).
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Chi sei?
Ti annuso
e lo scopro!
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Apriamo gli occhi!
L’alunno esplorerà i frutti che saranno rimasti misteriosi sia con
l’olfatto sia con il tatto. A quel punto non dovrebbero più esserci
dubbi.
Il gusto
Ci sono informazioni che può darci solo il gusto. L’alunno ha davanti due bicchieri pieni di un liquido trasparente, con bollicine. In
uno è stata versata acqua gassata e nell’altro acqua tonica.
Come distinguerli? Non gli resta che assaggiare!
Per sapere
devi…
assaggiare
Per un approfondimento del tema “organi di senso”.
Se la classe offre gli spunti per affrontare la questione, è interessante
spiegare che alcuni organi di senso concorrono, si aiutano a vicenda:
- gusto e olfatto: se ho il naso chiuso per via del raffreddore gusti meno
i sapori o non li senti proprio
- vista e tatto: se vedo della carta vetrata e del velluto già ho un’idea
della consistenza dei due materiali
- le orecchie invece… vanno da sé. Ci sono però alcuni musicisti sordi
come Evelyn Glennie che suonano strumenti a percussione captandone le vibrazioni. Sarebbe interessante guardare un video insieme!
Vedere con le orecchie, gustare con gli occhi… Si può? No. Ogni
organo di senso ha un suo compito preciso. Grazie agli occhi vediamo e alle orecchie sentiamo i suoni, la pelle ci trasmette le sensazioni di caldo, freddo, liscio, ruvido, morbido eccetera; il naso
è l’addetto agli odori; il gusto è l’esperto dei sapori.
Si può farne la prova!
1. Chiedi agli alunni di tappare il naso e avvicina alle loro orecchie
una fialetta di profumo, scelta tra tre o quattro con essenze distinguibili (agrumi – lavanda – rosa - vaniglia...). Riusciranno a riconoscerla? No, naturalmente.
2. Distribuisci un pizzico di sale sul palmo di una mano e un pizzico di zucchero sul palmo dell’altra. Chiedi all’alunno di riconoscere l’uno e l’altro senza assaggiare ma limitandosi a osservare
bene. Come reagiranno?
3. Presenta agli alunni due bicchieri con del tè e chiede loro di
scoprire in quale è stato aggiunto dello zucchero affidandosi all’olfatto. Solo dopo avere assaggiato non ci saranno più dubbi.
4. Chiedi agli alunni di indicare più liscia o più morbida tra più
stoffe, senza toccarle. In alcuni casi, la vista potrebbe valutare correttamente (basandosi sulla trama del tessuto: cotone, seta, velluto, fustagno, microfibra…) ma in altri non sarà di nessun aiuto.
Tutti diversi,
tutti importanti
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Apriamo gli occhi!
Si parte, insieme a CIBì!
Le schede che seguono, suddivise per ambito disciplinare, sono proposte di attività da svolgere in classe. Ogni attività, indipendente e compiuta, non è inserita in un percorso vincolante e potrai attingervi liberamente selezionando quelle più adatte alle esigenze della classe.
Il Quaderno Alunni presenta le stesse attività in modo che possano essere eseguite dai bambini con la guida dell’insegnante e può essere
scaricato dal sito in singole schede oppure come unico documento per
creare un quaderno didattico per ogni alunno.
Da questo punto in poi un personaggio speciale vi accompagnerà in
tutto il percorso: CIBÌ, il rinoceronte - volontario di CBM Italia nel
mondo.
CIBÌ, infatti, è sempre in giro per portare il suo messaggio di solidarietà e aiuto e comunicare, soprattutto ai bambini, le attività e gli obiettivi di CBM Italia.
“CIBÌ è un piccolo eroe, un amico dei più piccoli che vuole trasmettere
ai bambini i valori dell’amicizia e della fratellanza nei confronti di persone in difficoltà che vivono dall’altra parte del mondo.”
Gli alunni potranno partire dalla copertina colorandola e personalizzandola con il proprio nome.
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Apriamo gli occhi!
Italiano
Proposta 1
Fumetto 1 - Che disastro! Ci pensa Cibì!
Agli alunni si chiederà di leggere molto attentamente (si può proporre,
dopo una prima lettura per acquisire sicurezza, una lettura a più voci)
e di colorare le vignette in bianco e nero come nel fumetto (vedi l’allegato Fumetto 1 “Che disastro! Ci pensa Cibì!”).
Proposta 2
Quella volta che ho avuto bisogno di aiuto.
Chiedi a ogni alunno di provare a raccontare un’esperienza personale
condividendola con il gruppo classe.
Rielaborazione ed espressione del vissuto personale: esposizione
orale.
Proposta 3
Un’emergenza che non dimenticherò
Chiedi a ogni alunno di provare a raccontare un avvenimento o una notizia di cui ha letto o sentito parlare alla tivù o dai propri genitori che riguardi una situazione di emergenza legata a calamità naturali, guerre,
violenze...
Rielaborazione ed espressione del vissuto personale: esposizione
scritta.
In qualche parte del mondo, anche in questo momento la gente
dice: che disastro!
C’è una brutta situazione che ti ha particolarmente colpito?
Racconta...
Le domande che seguono ti forniscono una traccia:
Che succede? Dove? Da quanto tempo? Perché? C’è qualcuno che
sta facendo qualcosa per migliorare la situazione? Puoi fare qualcosa
anche tu?
Proposta 4
Leggi e analizza
Esercizi linguistici a partire dal testo del fumetto Che disastro! Ci
pensa Cibì!
Chiedi agli alunni di rileggere con attenzione il fumetto per eseguire i
seguenti esercizi:
1. Ricerca gli aggettivi possessivi e i pronomi personali.
2. Sottolinea i verbi individuando la coniugazione.
3. Fai l’analisi delle parole evidenziate: Che disastro! Qualcuno lo interrompe. Questa è una emergenza! Molte persone hanno perso
tutto. La situazione è difficile per i disabili. Una terribile alluvione ha
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Apriamo gli occhi!
sconvolto le Filippine. Ci penso io. Qualche ora dopo Cibì torna con
Analyn. Ho perso le mie stampelle. Un regalo che le sarà utile. Da
parte di un bambino che è tuo amico.
4. Segna con una X i nomi alterati: lavoretto-bambino-scatolonetifone-stampelle-rotelle-alluvione-frittella-situazione-foglietto-scrivaniatavolino.
5. Nella frase “un piccolo aiuto per un grande risultato” ci sono due aggettivi qualificativi: come diventano al grado comparativo e superlativo?
Piccolo: .................... o .................; ................... o ...............
Grande: .................... o ..................; ................... o ...............
Proposta 5
Chiedi agli alunni di eseguire i seguenti esercizi:
1. Una i di troppo...e il significato cambia del tutto.
Attento a mettere la vocale solo quando serve:
Un ceco forse è cieco e forse no; di sicuro vive nella Repubblica
Ceca, un paese dell’Europa Centrale.
Attento anche a come scrivi le voci del verbo accecare.
2. Sottolinea le parole scritte in modo corretto:
Igiene/igene – celo/cielo – sufficiente/sufficente – chiacchiera/chiacchera – società/socetà – crociera/crocera – camicie/camice – gelato/gielato
3. Le parole di questo elenco, invece, vanno inserite nella frase da
dove sono state prese:
vedere-vista-ottico-cannocchiale-visione-monocolo-video-visibileoculare-avvistato-binocolo-visto
I rapaci hanno una .... acutissima. (vista)
Il capitano guardò dentro il ... (cannocchiale) e gridò: “Pirati! Ci attaccano!”
Siamo andati dall’... (ottico) a ritirare gli occhiali nuovi.
Sul ... (video) è apparsa una faccia cattivissima. Allora ho spento la tivù.
Il poliziotto interrogò il testimone ... (oculare) e gli fece un sacco di domande.
Gli appassionati di birdwatching vanno nei boschi armati non di fucile
ma di... (binocolo).
Il giornale riporta la notizia che è stato ... (avvistato) un ufo proprio sopra la nostra città. A te piacerebbe ... (vedere) un alieno?
Che ... (visione) meravigliosa: una pizza gigante!
Il ... (monocolo) che andava di moda nel 1800, non si usa più. Infatti
gli occhiali sono molto più comodi.
Per visitare alcuni Paesi, c’è bisogno di un ... (visto) speciale.
Quel palazzo è così alto che risulta ... (visibile) da ogni punto della città.
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Apriamo gli occhi!
Qualche informazione in più…
Occhio deriva dal latino oculus, divenuto poi oclus e infine appunto occhio. Questa derivazione è facile da riconoscere, infatti chi cura gli occhi non si chiama “occhista”, ma oculista.
Molti termini italiani però, specialmente quelli che usano i dottori e gli
scienziati, derivano dal greco. Infatti nel nostro vocabolario c’è anche
la parola oftalmologo: dal greco oftalmòs (occhio) e logos (studio).
Proposta 6
Con le parole si può anche giocare...
Ecco alcune semplici proposte di giochi enigmistici sul tema della vista. In questa guida sono incluse anche le soluzioni dei giochi.
1.Gli anagrammi dei continenti
CBM opera in tutto il mondo. Risolvi gli anagrammi e troverai il nome
di cinque continenti. Come si fa? Prendi le singole lettere che formano
una parola e rimescolale per formarne un’altra.
Iasa=Asia Cafari=Africa Apoure=Europa Ecimara=America
Aratusali=Australia
2. Un anagramma in due pezzi
CI sono già andato OTTO volte,
è il mio XXXXXX di fiducia. (OTTICO)
3. Indovinello
Gli alunni dovranno indovinare la parola che si nasconde dietro la definizione.
Due a due!
Nei hai due, per guardare. (occhi)
Ne hanno due gli uccelli, per volare. (ali)
Insieme fanno un oggetto che porti sul naso e non per caso! (occhiali)
Proposta 7
Guarda il video della storia di Jessy insieme ai tuoi alunni. Dopo aver
conosciuto la sua vicenda, non sarà difficile trovare qualcosa da dirgli
in una comunicazione individuale oppure collettiva.
Scarica il video dal sito, nella sezione Storie troverai Filippa Lagerbäck
che ha seguito da vicino il percorso di guarigione del piccolo Jessy.
Caro Jessy,
ora che ti conosco ………………………..
Introduci ai bambini qualche semplice informazione sulla cataratta
prendendo spunto dalle informazioni che seguono e facendo riferimento alla sezione SCIENZE per sperimentare direttamente.
In seguito, si potrà chiedere agli alunni di scrivere o raccontare una
breve cronaca della propria esperienza.
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Apriamo gli occhi!
La cataratta, prima causa di cecità nei Paesi in Via di Sviluppo, è una
patologia che causa una progressiva opacizzazione del cristallino
ostacolando così il passaggio della luce. Chi ne è affetto vede come
attraverso un velo che si ispessisce sempre più con il progredire della
malattia.
La cataratta può essere legata all’invecchiamento (cataratta senile),
ma può anche presentarsi nei bambini fin dalla nascita (cataratta
congenita), oppure a causa di un evento traumatico (cataratta da
trauma).
La cataratta si può curare con un’operazione chirurgica che può ridare la vista ai pazienti che ne sono colpiti in soli 15 minuti.
La parola cataratta ci arriva dal greco antico katà-raktis, cioè cascata, ma anche saracinesca. Infatti l’occhio malato di cataratta è
come se avesse sempre davanti una cascata opaca che gli offusca
la vista.
Scienze
Proposta 1
Parlando di vista, non si può non parlare anche degli occhi.
Seleziona tra le diverse informazioni quelle più adeguate al percorso intrapreso con la classe.
.
Occhio agli occhi
A. Un organo prezioso e ben protetto:
Gli occhi ci sono molto utili perciò sono per noi preziosi. Ecco perché
sono una parte del nostro corpo particolarmente protetta.
Il bulbo oculare si trova all’interno dell’orbita, adagiato dentro una nicchia di ossa che lo ripara dai colpi.
Sopra c’è la “tettoia” delle sopracciglia che ferma il sudore.
Le palpebre provvedono a ripulire e disinfettare la superficie dando una
passatina di lacrime molte volte al minuto. E sono prontissime a chiudersi in caso di una minaccia dall’esterno.
Le due fila di ciglia, incastrandosi, garantiscono una chiusura quasi ermetica e sono una efficace barriera contro le “invasioni” dall’esterno.
Le lacrime lavano via la polvere e i bruscolini che potrebbero irritare gli
occhi e graffiarli.
Con un’illustrazione anatomica dell’occhio, chiedi agli alunni di individuare le parti citate nel testo.
In seguito, chiedi agli alunni di disegnare l’occhio con gli elementi più
semplici: sopracciglia, palpebra, ciglia, iride, pupilla.
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Apriamo gli occhi!
Un consiglio pratico
Se sfortunatamente un corpuscolo estraneo entra nell’occhio, non sfregare perché potresti provocare una ferita o un’infiammazione. Devi toglierlo subito. Come?
Se il corpo estraneo galleggia sulle lacrime, sciacqua bene gli occhi con
acqua fresca e pulita. Se invece aderisce al bulbo ed è scivolato sotto
la palpebra, solleva quest’ultima delicatamente e “cattura” il corpuscolo
con l’angolo di un fazzoletto pulito.
B. Senza luce non ci vedi
Per vedere abbiamo bisogno degli occhi e... della luce! Quello che arriva ai nostri occhi, infatti, è la luce riflessa dagli oggetti che ne vengono
colpiti. Al buio non distinguiamo gli oggetti, però anche una luce
troppo intensa ci acceca. Gli occhi sono programmati per regolare la
luce grazie all’apertura o chiusura dell’iride, che è il cerchio colorato con
nel mezzo il cerchio più piccolo della pupilla. La pupilla non ha sempre la stessa misura. Se c’è molta luce la pupilla si chiude fino a diventare una linea sottilissima; se la luce scarseggia si dilata per riceverne il più possibile e si prende quasi tutto lo spazio.
Anche in questo caso si può proporre un semplice esperimento. Basta procurarsi una torcia, non troppo potente, e osservare che cosa
succede alla pupilla quando un occhio è colpito dal fascio luminoso.
Tenendo “separati” i due occhi con un foglio di cartone, si noterà la differenza tra le due pupille.
Chi convive con un gatto, probabilmente avrà avuto occasione di notare lo stesso meccanismo che nei felini si verifica in modo ancora più
evidente perché hanno le pupille verticali: chiudendosi diventano una
linea sottile.
La vista notturna e diurna del gatto è aiutata dalle enormi capacita della
sua pupilla di dilatarsi enormemente al buio e di ridursi ad una piccola
"virgola" durante il giorno, per avere sempre la quantità di luce ideale
che colpisce l'occhio.
Non troppo velocemente...
Quando passi troppo velocemente da un ambiente illuminato a un atro
piuttosto buio, non vedi nulla. Dopo qualche minuto però comincerai
a distinguere delle forme perché l’occhio ha avuto tempo di adattarsi
alla nuova condizione. Una cecità temporanea colpisce anche chi
passa da un ambiente in ombra a un altro dove c’è molta luce. Questa temporanea difficoltà a vedere può essere pericolosa quando si
guida. Ecco perché all’ingresso e all’uscita delle gallerie ci sono luci più
potenti di quelle che si trovano all’interno.
Rispondi alla domanda: perché le luci in galleria sono più potenti nel
primo tratto e nell’ultimo, cioè quando si entra e quando si esce?
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Apriamo gli occhi!
C. Vediamo con gli occhi... e con il cervello
Come funziona la vista? Prima di tutto i raggi luminosi arrivano agli occhi che, attraverso uno strato trasparente, la cornea, si infilano nella pupilla, una piccola “finestra” circolare (la pupilla è circolare nell’uomo, ma
può essere di forma diversa in altri animali).
I raggi luminosi poi incontrano il cristallino, che ha il compito di mettere a fuoco e trasformare i raggi luminosi in un’immagine chiara anche se capovolta; infine c’è la retina, costituita da coni e bastoncelli
chiamati così per via della loro forma: i coni sono sensibili ai colori (alcuni più al blu, altri al rosso eccetera) e “funzionano” solo se c’è molta
luce; i bastoncelli captano luci e ombre e sono sensibili al movimento.
Questi impulsi luminosi che arrivano al cervello tramite il nervo ottico
ci permettono finalmente di visualizzare l’immagine.
Scheda B
Un segnale ancora grezzo
Il segnale che esce dall’occhio è però estremamente grossolano: è costituito solo da impulsi elettrici che viaggiano rapidissimi nel nervo ottico (un “cavo” particolare, più un prolungamento del cervello che un
nervo vero e proprio). Il nervo, dopo essere passato nella parte inferiore del cervello, arriva alla cosiddetta corteccia visiva, a sua volta suddivisa in tante aree diverse, che tradurranno il segnale in immagine. È
il cervello che “raddrizza” l’immagine, identifica forma e colori, li confronta con i “documenti” dello stesso tipo già immagazzinati nella sua
memoria-dati e dà un senso agli oggetti.
Dopo aver introdotto gli alunni alle fondamentali conoscenze dell’occhio e del suo funzionamento, chiedi loro di eseguire il seguente esercizio:
Elenca nel giusto ordine, rispettando le tappe del percorso della luce:
pupilla - retina - corteccia visiva - nervo ottico – cornea - cristallino.
........................................
Gli alunni possono eseguire un altro esperimento
Tenendo una matita morbidamente tra indice e pollice in orizzontale e
muovendo in fretta la mano su e giù si trasmette un movimento “sfarfallante”. A un certo punto la matita si piegherà come se fosse di
gomma. Ancora una volta il cervello non si è limitato a registrare quel
che gli hanno trasmesso gli occhi ma ha scelto una “scorciatoia” di sua
iniziativa.
Per procedere velocemente, il cervello a volte semplifica un po’. Per
esempio mette insieme movimenti che di per sé sarebbero separati anche se molto vicini.
Un’altra dimostrazione dell’esigenza del nostro cervello di mettere ordine anche dove non c’è e di organizzare ciò che vede secondo delle
regole la fornisce un semplice disegno geometrico con tanti triangoli
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Scheda C
Apriamo gli occhi!
neri. Dopo aver osservato “invano” per alcuni secondi, ecco che cominciamo a “vedere” emergere abbozzi di figure più complesse, ombre, sovrapposizioni... Sono i tentativi, vani, del lavoro del cervello. (per
queste esercitazioni scarica l’allegato Illusioni ottiche)
D. Una macchina sofisticata
Gli occhi sono una “macchina” complicata e sofisticata. Sono capaci
di fare operazioni difficili in pochissimo tempo. Per esempio il cristallino, che è una parte di questa “macchina”, decide in meno di un secondo come e quanto curvarsi per farti vedere nitido un oggetto che
avvicini o allontani; lo fa automaticamente. Prova a guardare qualcosa
attraverso una lente di ingrandimento: dovrai allontanarla e avvicinarla
un paio di volte, prima di trovare la posizione giusta per una messa a
fuoco perfetta. Il tuo cristallino lavora così, ma con una precisione e una
velocità molto superiori. Ovviamente con il passare degli anni si stanca,
perde elasticità e le sue prestazioni diminuiscono! Ecco perché i nonni
hanno bisogno di lenti che correggono questa rigidità che impedisce
al cristallino di curvarsi.
Più l’oggetto che guardi è vicino, più il cristallino dovrà farsi convesso.
Ma se la distanza è minore di 15 centimetri, allora il cristallino non riesce a curvarsi così tanto e l’immagine non risulta nitida.
Perché si dice “mettere a fuoco” un oggetto?
Il termine fuoco o messa a fuoco di una lente, deriva dall'effetto che
producono i raggi del Sole focalizzati con una lente di ingrandimento
per esempio su un foglio di carta: la concentrazione dei raggi solari riscaldano il foglio e gli danno letteralmente fuoco.
Si dice che il grande matematico e inventore greco Archimede avesse
costruito una lente gigantesca con la quale riusciva a incendiare le vele
delle navi nemiche, che assediavano la sua città.
E. Vedere quello che... non c’è
Ecco altri spunti per far sperimentare agli alunni lo straordinario funzionamento degli occhi e del cervello.
Prima di proporli in aula procurati delle immagini.
1. Noi vediamo soprattutto ciò che ci interessa. Poiché i nostri simili ci
interessano molto, scopriamo volti umani anche dentro una nuvola o
nella macchia di umidità sopra un muro o sulla corteccia di un albero.
Come già sai, vediamo infatti con gli occhi ma anche con il cervello.Quando le informazioni “raccolte” dagli occhi non sono precise,
il cervello interviene ad aggiustare e ricostruire, basandosi per esempio sui ricordi accumulati e sulle informazioni che già possiede.
2. Probabilmente il segmento in alto ti sembrerà più grande di quello
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Apriamo gli occhi!
in basso. In realtà sono della stessa misura (controlla con il righello: .......
Cm AB e ....... cm CD).
La linea è identica, ma il nostro cervello sa che ciò che è lontano ci appare più piccolo e provvede ad “aggiustare” il messaggio che gli arriva
dagli occhi. Insomma, loro gli dicono che le due linee sono uguali, ma
il cervello non ci crede!
Come si spiega questa “svista”? È semplice: il nostro cervello interpreta
le due linee come una prospettiva perché ha imparato che così “funzionano” le strade dritte o i binari del treno.
Dal momento che il cervello ha imparato che le cose lontane sembrano
più piccole, non si fa imbrogliare. Ecco il suo ragionamento: la linea in
alto è più lontana e io vedo due linee uguali ma so che non può essere
così, quindi provvedo a restituire un po’ di grandezza all’oggetto a cui
la distanza l’ha tolta.
Il meccanismo è identico anche se invece di un segmento c’è un oggetto.
F. Sempre in coppia
I nostri occhi si muovono sempre insieme, nella stessa direzione. Se
guardano entrambi dalla stessa parte, sono tutti e due necessari?
Forse poteva bastarne uno soltanto... Invece no, perché proprio grazie a questo doppio punto di vista possiamo percepire gli oggetti non
solo in larghezze e altezza, ma anche in profondità. Abbiamo cioè una
visione “stereoscopica”. Come due casse acustiche ti permettono di
sentire meglio, così due occhi ti permettono di vedere meglio!
Gli alunni sono invitati a scegliere una delle attività qui proposte, a
sperimentarla e impratichirsene per poi proporla a un conoscente al
quale dovranno anche spiegare il senso del “giochino”.
1. Scegli un oggetto di fronte a te, un po’ lontano, e indicalo con il tuo
dito indice. Ora chiudi l’occhio destro: che cosa noti? Poi chiudi il sinistro (dopo aver riaperto il destro, altrimenti vedi... buio!) Ancora una
volta avrai l’impressione che il tuo dito si sia spostato.
2. Distendi il braccio poi, molto lentamente, avvicina la mano con il
palmo rivolto verso il viso. Gli occhi provvederanno a mettere a fuoco
l’immagine della mano che però a un certo punto comincerà a perdere
qualche dito!
Le dita ci sono ancora tutte, naturalmente: basta chiudere un occhio
e riappariranno.
3. Unisci gli indici tenendo i palmi rivolti al volto. Solleva le dita all’altezza degli occhi e, fissando un punto sullo sfondo, avvicinale e allontanale lentamente. A un certo punto tra i due indici apparirà un altro
dito, o meglio un pezzetto di dito. Anche se separi leggermente gli indici, l’intruso è sempre lì. Per farlo scomparire anche in questo caso
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Apriamo gli occhi!
basterà chiudere un occhio.
Questi strani fenomeni si verificano proprio perché ogni occhio vede
un’immagine un po’ diversa. Solo a una giusta distanza, l’oggetto viene
percepito correttamente.
4. Arrotola a tubo un foglio, avvicinalo a un occhio e appoggia la mano
libera a metà del tuo cannocchiale di carta. Che cosa succede se
chiudi un occhio? Se chiudi l’altro? E se invece li tieni entrambi aperti?
Sorpresa! Il tubo è penetrato dentro la mano! Ovviamente è solo un’illusione ottica.
Proposta 2
Gli occhi sono organi delicati e la vista, come tutti i sensi, può risultare
“difettosa”. Anzi, i difetti della visione sono molti e colpiscono molte
persone, anche i bambini. Ecco una semplice descrizione di problematicità della funzione. Tenendo conto della situazione della classe (per
esempio la presenza di un alunno con una specifica patologia o difetto)
potrai decidere quali presentare agli alunni
A. Anche gli occhi si ammalano
Le malattie degli occhi colpiscono soprattutto le persone che vivono
nei paesi in via di sviluppo, è lì infatti che si trova circa il 90 % delle persone con una grave disabilità visiva.
Il fatto di non vedere o non vedere bene rende ancora più difficile la vita
in zone dove già ci sono tante difficoltà dovute alla povertà, al clima,
a volte alla guerra. Se per cucinare devo andare a raccogliere legna
secca nel bosco, ma i miei occhi non sono in grado di guidarmi, devo
accontentarmi di cibi crudi... La metà dei bambini che, in queste zone,
perdono la vista, entro un anno muore.
Gli alunni sono invitati a immaginare altre difficoltà che incontra chi non
vede nel contesto di un paese povero.
Curare per guarire
L’80% delle disabilità visive possono essere evitate o curate. Ecco
perché CBM mette in campo medici e medicine e soprattutto si dà da
fare per prevenire le malattie. Come? Insegnando alle persone i comportamenti corretti e intervenendo sul contesto, nell’ambiente dove
esse vivono per eliminare le cause dei problemi.
Una buona vista passa anche... dalla pancia! Proprio così. Infatti i bambini malnutriti soffrono di xeroftalmia o avitaminosi A. In parole semplici:
se un corpo non riceve la vitamina A attraverso il cibo, non è abbastanza forte per difendersi dalle malattie. Dopo un po’ sulla cornea di
formano delle piccole cicatrici opache, biancastre, che portano alla cecità per sempre.
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B. Viva la vitamina!
VITAMINA A:
Secondo l'Oms vivono nel mondo vivono 18,9 milioni di bambini affetti da una disabilità visiva grave: 17,5 milioni ipovedenti e 1,4 milioni ciechi. Nell'infanzia uno dei problemi più gravi, nei Paesi in via
di sviluppo, è la carenza di vitamina A (per alimentazione insufficiente), che a livello oculare provoca una patologia chiamata xeroftalmia a causa della quale gli occhi non riescono più a lacrimare.
La distribuzione delle rosse pastiglie della vitamina A è uno degli interventi più comuni che CBM mette in campo e con un investimento
limitato si ottengono grandi risultati. Se vuoi approfondire, sul sito
www.cbmitalia.org/ troverai tutte le informazioni relative alla cecità infantile.
Agli alunni viene chiesto semplicemente di riconoscere, tra quelle presentati, i cibi ricchi appunto di vitamina A.
Nel 1912 uno scienziato polacco, Casimir Funk, scoprì che per la salute dell’uomo è indispensabile una sostanza a cui diede il nome di
“ammina della vita”, in breve “vitamina”. In seguito furono identificate
13 tipi di vitamine. Vent’anni dopo altri scienziati riuscirono a riprodurre
in laboratorio delle vitamine sintetiche uguali a quelle organiche, cioè
presenti in natura. Al nostro corpo ne basta una quantità piccolissima,
però mentre alcune vitamine vengono prodotte direttamente dall’organismo, altre devono essere prese dai cibi che mangiamo.
La vitamina A si trova nel grano integrale, nel miglio, nella frutta, nei legumi (ceci, fagioli, piselli e lenticchie), nel latte nelle verdure, specialmente in carote, spinaci, cipolle e pomodori. A che cosa serve? A
molte cose: stimola la crescita nei bambini, migliora vista e udito, difende dai microbi e protegge la pelle.
Ecco un anagramma che è anche un buon consiglio.
Rimescola le lettere maiuscole per scoprire la parola misteriosa.
Anche se non TI VA, lavati le MANI!
Poi ti darò la XXXXXXXX A che cura la vista.
Proposta 3
Una cascata opaca
Di cataratta i bambini italiani non si ammalano ma ne sentono parlare
se frequentano i nonni o altre persone anziane. Nei Paesi del Sud del
mondo, invece, la cataratta è una malattia che colpisce anche i bambini come il piccolo Jessy. Proprio per capire meglio la vicenda, e l’importanza degli interventi di CBM, può essere utile proporre la scheda
in classe per far sperimentare in prima persona il disagio che la cataratta comporta con un’attività concreta: Provare per capire.
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Che cos’è la cataratta? Per capire fino in fondo l’avventura di Jessy,
documentata da un video bellissimo e molto coinvolgente, bisogna saperlo, se pure non nei dettagli. Oltre alla breve spiegazione “tecnica”
ti presentiamo la proposta di un “esperimento” a base di… tulle!
Semplifica più che puoi la comunicazione per gli alunni per renderla appropriata alle capacità di comprensione della classe. La spiegazione indirizzata all’alunno, servirà come verifica/consolidamento della sua
capacità di seguire/eseguire le consegne.
La cataratta.
Cristallino significa trasparente, limpido come il cristallo. Infatti il cristallino, nell’occhio, è una specie di piccola lente trasparente. Corrisponde, dentro una macchina fotografica, al diaframma. Qual è il
suo “lavoro”? Curvandosi leggermente ci permettere di mettere a
fuoco le immagini, cioè ce le fa vedere sempre nitide “aggiustando
il tiro” in base alla distanza.
Ma se il cristallino diventa opaco a causa di una malattia chiamata
cataratta, la luce non riesce ad attraversarlo e allora si vede tutto
come attraverso un velo, che diventa sempre più fitto man mano che
la malattia si aggrava. Perché viene la cataratta? La cataratta senile è dovuta all’invecchiamento, infatti molti nonni ne soffrono.
Però c’è anche una cataratta congenita, che colpisce i bambini fin
dalla nascita. E poi c’è la cataratta da trauma, dovuta cioè a un
colpo, un urto che ha danneggiato la struttura delicata dell’occhio.
Come vede chi è ammalato di cataratta? Puoi sperimentarlo anche tu.
Ti spieghiamo come:
1. Procurati un paio di occhiali di plastica senza lenti o realizzane un
paio con l’aiuto della maestra.
2. Procurati un pezzo di tulle: una stoffa molto leggera dove si avvolgono i confetti nelle bomboniere.
3. Ritaglia una striscia di tulle grande come le lenti e incollala (la colla
però non va messa sopra le lenti, ma sulla montatura).
4. Inforca gli occhiali e guardati intorno: ti apparirà tutto un po’ sfocato.
5. Ritaglia e incolla un’altra striscia di tulle e guardati intorno.
6. Ritaglia una terza striscia e guarda...
Ogni strato che aggiungi rende il mondo intorno un po’ più opaco.
È quello che succede agli occhi ammalati di cataratta man mano che
la malattia peggiora. Per fortuna il chirurgo può togliere quella specie
di velo con un’operazione.
7. Strappa via le strisce di tulle, inforca gli occhiali così ripuliti... E torna
a splendere la luce!
Fortunatamente la cataratta si può curare grazie a un’operazione chi-
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rurgica. I medici di CBM visitano le persone per scoprire quelle ammalate e poi le operano. A volte, dopo l’operazione, c’è bisogno di portare gli occhiali e allora CBM li fornisce e organizza visite di controllo
periodiche.
Proposta 4
Difetti refrattivi
Ecco una carrellata su altri difetti piuttosto comuni. A chiusura, si può
proporre una semplice indagine, anche solo all’interno dell’istituto, per
stilare una graduatoria basata sulla frequenza.
Non corregge l’insegnante, ma la lente!
Quando la retina non mette a fuoco bene le immagini, la visione non
è nitida ma sfuocata. Difetti refrattivi, dovuti cioè a questa difficoltà a
ricevere nel modo corretto i raggi luminosi, sono la miopia, la presbiopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo.
Chi è miope non vede bene da lontano perché il suo bulbo oculare è
un po’ troppo allungato e le immagini non si formano esattamente sopra la retina ma un po’ più in avanti. La correzione è una lente che fa
“retrocedere” l’immagine.
Al contrario, chi è ipermetrope non vede bene da vicino perché il suo
bulbo oculare è un po’ corto e le immagini si “stampano” dietro la retina. Anche in questo caso, il rimedio è un paio di occhiali con lenti su
misura.
Si diventa presbiti di solito dopo i 40-50 anni quando gli occhi cominciano ad essere stanchi. Il cristallino perde elasticità non è più tanto
bravo a curvarsi per mettere a fuoco anche oggetti molto vicini. I
nonni devono allontanare il giornale, per vedere bene le parole, specialmente quelle più piccole. Oppure indossare delle lenti correttive.
Gli astigmatici vedono gli oggetti sfocati oppure un po’ deformati, perché la loro cornea non ha una curva perfettamente regolare e simmetrica. La maggior parte delle persone soffre di un leggero astigmatismo.
Nei casi più gravi, come per tutti i difetti refrattivi, la cura è un buon paio
di occhiali.
Chiedi agli alunni di eseguire il test per scoprire se soffrono di astigmatismo. Scarica l’allegato Illusioni ottiche.
Lo strabismo è causato da un funzionamento non perfetto di alcuni
muscoli oculari, per cui i due occhi non sono esattamente allineati.
Questo può rendere più difficile percepire la profondità.
L’ambliopia viene detta comunemente “occhio pigro”. Infatti uno dei
due occhi lavora poco perché... vede poco. Il cervello si abitua così a
non contare su di lui e questo peggiora la situazione perché l’occhio
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pigro alla fine non sfrutta nemmeno quella sua ridotta capacità.
Alla base può esserci una malattia, come la cataratta, oppure un difetto refrattivo (una forte miopia) oppure lo strabismo. Come si può intervenire? Costringendo l’occhio pigro a lavorare e facendogli praticare
una “ginnastica” che lo renda più forte.
Predisponi una semplice scheda per la raccolta dei dati e chiedi la collaborazione di tutte le classi dell’istituto, degli insegnanti e del personale non docente. Gli alunni della tua classe, intervistando tutti gli
alunni, il personale docente e non docente presente nell’istituto e segnando una X per ogni intervistato che soffre di una delle patologie o
dei difetti presi in considerazione potrà completare la scheda. Verrà poi
stilata una graduatoria in base ai “punti” ottenuti da ogni voce.
Geografia
Proposta 1
A. Un viaggiatore instancabile
Prendendo spunto dagli innumerevoli viaggi di Cibì in giro per il mondo,
si parla dei continenti. Per ognuno è proposta una semplice informazione
geografica o sociale o storica o culturale... Solo dopo averla letta,
l’alunno potrà scrivere il nome del continente di volta in volta presentato.
Cibì, per conto di CBM, ha già fatto così tanta strada che è come due
volte il giro del mondo! Ha messo piede, cioè zampa, su tutti i continenti e sa tante cose. Leggi e le saprai anche tu. Ma il nome del continente devi scoprirlo da solo.
In viaggio... nel tempo e nello spazio
L’…………… è il continente più vasto. Ha una superficie quattro volte
più grande dell’Europa. Comprende circa un terzo di tutte le terre
emerse del pianeta Terra.
L’…………… è detta il continente nero perché in gran parte abitato da
popolazioni dalla pelle scura. In realtà i colori sono anche il rosso e il
verde che compaiono in tantissime bandiere delle nazioni di questo
continente.
L’…………… è considerata il continente più “giovane” perché è l’ultimo
esplorato e colonizzato dagli gli Europei. Dal 1770, dopo la spedizione
dell’inglese James Cook in questo continente si parla la lingua inglese.
Anche se gli aborigeni, originari di quella terra, ci vivevano già da 60
mila anni!
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Apriamo gli occhi!
Perché l’…………… prende il nome da Amerigo Vespucci, se a “scoprirla” fu Cristoforo Colombo? Perché Colombo pensava di essere
giunto in Asia, mentre Vespucci si rese conto di trovarsi in un continente
“nuovo”, che non compariva ancora su nessuna carta geografica.
L’…………… deve il suo nome a una leggenda dell’antica Grecia. La
leggenda racconta che Zeus, innamorato della figlia del re di una città
fenicia, Tiro, decide di rapirla.
Come fa Zeus a rapirla? Si trasforma in un bellissimo toro bianco che
avvicina la ragazza intenta a raccogliere fiori vicino al mare. La principessa, vedendo un animale tanto bello e docile, gli sale in groppa e il
toro si lancia in mare e la porta sull’isola di Creta dove riprende il suo
aspetto divino e le dichiara il suo amore.
Dalla loro unione nacquero tre figli, tra cui il famoso Minosse. Come si
chiamava la principessa?
B. Cinque colori per cinque continenti
I cinque cerchi colorati della bandiera olimpica simboleggiano i cinque
continenti poiché almeno uno dei colori, compreso il bianco dello
sfondo, è presente in tutte le bandiere.
Inoltre, i cinque cerchi intrecciati, che rappresentano lo spirito di fratellanza dei giochi Olimpici, furono scelti dal “fondatore” delle olimpiadi
moderne, Pierre de Coubertin. Anche se de Coubertin non lo dichiarò
apertamente, è ormai tradizione associare un continente a ogni colore.
Storia
Proposta 1
Di Egizi e Fenici si sanno tantissime cose, troppe per presentarle
tutte.
La scelta, visto l’argomento generale della proposta, non può che cadere sugli occhi che gli Egizi truccavano, non solo per una questione
di moda e che i Fenici dipingevano sullo scafo delle navi.
A. Mostri del mare
I Fenici erano grandi mercanti e marinai abilissimi, viaggiando in tutto
il Mediterraneo con navi da carico molto grandi (lunghe tra i 20 e i 30
metri, larghe 6 o 7 metri) dette golah.
La poppa, la parte posteriore, era tondeggiante e finiva con un decoro
a forma di ricciolo o di coda di pesce; la prua, la parte anteriore, era
curva e a volte veniva scolpita come una testa di cavallo.
Sulla prua dello scafo, la parte galleggiante, erano dipinti due grandi
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Apriamo gli occhi!
occhi per mantenere la direzione, specialmente durante le tempeste,
quando era pericoloso perdere la rotta. In quei tempi lontani (circa tremila anni fa) i marinai non potevano contare sugli strumenti di precisione: non avevano nemmeno la bussola!
I due occhi giganteschi dipinti sullo scafo di una nave da guerra però,
avevano anche un altro compito: spaventare i nemici. Le navi da battaglia erano più sottili e slanciate di quelle da carico, per essere più veloci. La prua finiva con un rostro di metallo, un pesante oggetto che serviva ad affondare le navi nemiche. I due grandi occhi servivano anche
per un altro scopo: dovevano tenere lontani i mostri marini. Gli antichi
immaginavano il mare popolato di creature terrificanti, pronte a divorare e trascinare negli abissi gli avventurosi naviganti.
Attività
Chiedi agli alunni di inventare e disegnare un mostro marino.
B. Alla moda egizia
Nelle antiche pitture egizie tutti - uomini, donne e bambini - hanno gli
occhi truccati. Per dare risalto allo sguardo tracciavano un contorno
scuro con il kohl ottenuto mescolando polvere di galena (un minerale
di piombo), fuliggine e grassi animali; sulle palpebre stendevano l’udju:
polvere di malachite (un minerale di rame), di colore verde-azzurro impastata con olii e miele per farla aderire bene alla pelle.
Udju e kohl, una volta pronti, venivano posti sopra una specie di piccola tavolozza e spalmati sul viso con un bastoncino di legno (o di avorio, nelle famiglie più ricche).
Truccare gli occhi aveva però anche uno scopo pratico: il kohl teneva
lontane le mosche, che erano molto fastidiose; proteggeva gli occhi
dalla luce molto forte perché riduceva l’effetto accecante dei raggi del
sole; difendeva gli occhi dalle malattie (la galena di cui era fatto il kohl
era considerata un disinfettante). Si credeva addirittura che avesse un
potere magico e che proteggesse dall’“occhio del male”, cioè dal malocchio.
Gli antichi egizi usavano anche creme per il corpo, fatte con miele, sostanze estratte dalle erbe e olio. La pelle così protetta si manteneva
morbida nonostante il clima molto caldo e secco.
Le donne mettevano in evidenza la bocca con un rossetto a base di
polvere di terra rossa.
Capelli e unghie erano colorati con una tintura ricavata da un arbusto
chiamato henné. Facendo seccare le foglie, macinandole e mescolandole con olio e grassi si otteneva una pasta che dava ai capelli e alle
unghie una sfumatura arancione.
Uomini e donne avevano l’abitudine, durante le feste e le cerimonie religiose, di profumarsi. Quei piccoli, buffi cappellini che, nei dipinti murali, vedi sulla testa dei personaggi importanti sono in realtà coni di pro-
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Apriamo gli occhi!
fumo. Erano fatti con grassi e unguenti impregnati di essenze profumate. Il calore della pelle li faceva sciogliere lentamente, mentre effondevano intorno il loro aroma.
Attività
Fornisci agli alunni dei disegni molto semplificati di due figure da completare e colorare con gioielli e trucchi.
Matematica
Proposta 1
Cibì è il protagonista che macina chilometri e offre lo spunto per alcuni
semplici problemi (addizione, sottrazione, divisione).
1. Questa volta Cibì deve affrontare un viaggio molto faticoso. Impiegherà ben quattro giorni per percorrere una pista di 1200 chilometri,
piena di buche e sassi. Ogni giorno, per quanti chilometri dovrà stare
al volante?
2. Cibì deve distribuire le pastiglie di vitamina A ai 3 bambini che vivono
nella capanna. Dal momento che le pastiglie sono 18, quante ne deve
dare a ogni bambino? Se bisogna prenderne due al giorno, in quanti
giorni le avranno prese tutte?
3. Cibì, sotto una pioggia insistente, ha percorso finora 300 chilometri, che sono il doppio della strada che gli manca per arrivare a Manila.
Quanti strada ancora lo aspetta? In tutto quanti chilometri deve percorrere?
4. Cibì ha preso dal magazzino un rotolo di corda lungo 1,25 km. Deve
dividerlo in 10 pezzi uguali. Quanto sarà lungo ciascun pezzo, misurato in metri?
Proposta 2
Frazioni, numeri decimali, misure di lunghezza, capacità, peso.
1. Cibì è in una scuola a spiegare quanto è importante l’igiene per non
ammalarsi. Ha davanti tantissimi bambini, nelle loro uniformi azzurre.
In tutto sono 255. Se i maschi sono i 3/5 del totale, quante sono le femmine?
2. Che mal di testa! Cibì sta calcolando quanti chilometri ha percorso
oggi. Non è facile, perché a volte ha fatto lo stesso tragitto, avanti e indietro, anche dieci volte, anche cento! Aiutalo tu.
Prima 14,5 km, poi 2,3 km per 100 volte, poi 5,84 km e 24 km per 6
volte, poi 7,9 km, poi 184,32 km poi 16,5 km per 4 volte...
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Apriamo gli occhi!
In tutto sono ben ..... Ecco perché è tanto stanco! Ora farà un riposino
all’ombra di ....
3. Cibì ha fatto rifornimento di vestiti da distribuire ai bambini del villaggio. Ha preso nota di quanto ha speso, ma un acquazzone ha un
po’ cancellato le voci. Prova tu a completare quel che manca.
5. La jeep di Cibì può trasportare un peso massimo di 500 kg.
Se carica due sacchi da 42 kg, un barile da 56 kg, tre scatoloni da 33
kg, altre dieci scatole ognuna da 98 hg, due collaboratori che pesano
uno 63 kg e l’altro 81,5 kg potrà salire anche qualcun altro?
6. Nel serbatoio della jeep ci stanno 70 litri di carburante. Se Cibì ha
in magazzino ancora 14 barili da 3 hl ciascuno, quanti pieni sono garantiti?
Proposta 3 - Scarica il questionario
Dall’intervista alla statistica!
Gli alunni dovranno intervistare uno o più familiari (fino a quattro) per
raccogliere dati da inserire poi in classe e costruire un istogramma (grafico a colonne) che fornirà occasione per commenti personali, riflessioni, valutazioni.
Inoltre, potrai chiedere agli alunni (se già effettuato in classe) di riproporre a casa l’esperimento della cataratta.
Con il tuo aiuto, gli alunni costruiranno un istogramma inserendo i dati
raccolti per avere una rappresentazione grafica di quante persone, tra
quelle intervistate:
1. portano gli occhiali
2. non portano gli occhiali
3. portano gli occhiali per vedere meglio da vicino
4. portano gli occhiali per vedere meglio da lontano
5. portano gli occhiali da sole
6. non portano gli occhiali da sole
7. sanno cos’è la cataratta
8. non sanno cos’è la cataratta
9. conoscono CBM Italia
10. non conoscono CBM Italia
A ogni “domanda” (saranno in tutto 10) corrisponderà una colonna di
colore diverso che crescerà ogni qualvolta si aggiungerà una risposta
alla domanda corrispondente.
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Apriamo gli occhi!
Arte e immagine
Proposta 1
Osserva bene, anzi benissimo!
In viaggio!
Osserva bene i disegni: sono uguali a coppie, tranne uno. Quale?
Proposta 2
Un quadro da esplorare
Un bel quadro è un ricco campo di esplorazione per la vista!
Scarica dal sito i quadri selezionati per la classe IV.
Chiedi agli alunni di osservare attentamente l’opera di Escher o quella
di Magritte per qualche minuto. Poi chiedi loro commentare le opere
e di raccontare le loro impressioni.
Per svolgere ulteriori attività sul tema, puoi scaricare altre immagini degli stessi autore dal web. Per esempio, stampa singoli dettagli di
un’opera a scelta e chiedi agli alunni di realizzare un puzzle.
Proposta 3
Illusioni ottiche
I nostri occhi a volte ci imbrogliano, facendoci vedere quello che in realtà... non c’è! Scarica dal sito il documento sulle illusioni ottiche.
L’alunno ripensando alle diverse “illusioni” di cui ha fatto esperienza descrive quella che più lo ha colpito accompagnando il testo con un disegno esplicativo, o più di uno se necessario.
Io non credo a quel che vedo!
Viene chiamata illusione ottica una percezione che imbroglia i nostri
occhi, facendoci vedere qualcosa che non c’è; oppure ce lo fa apparire diverso da come è nella realtà. Che sorpresa!
Proposta 4
Le figure che imbrogliano
Infatti, alcune forme sono impossibili e non potrebbero esistere nella
realtà. Per esempio, i tre francobolli emessi dalla Svezia.
Di qua o di là
Altre forme sono ambigue, si possono cioè “vedere” in due modi diversi. Il tuo cervello ansioso di restituire la profondità alle immagini bidimensionali, trasforma i sei cerchi in un bidone con l’apertura a destra. O forse a sinistra? Riesci a vedere entrambi gli orientamenti?
Prova a guardare chiudendo prima un occhio e poi l’altro: cambia qualcosa?
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Salute e prevenzione
Proposta 1
Occhio agli occhi!
Dopo un confronto in classe, l’alunno deve riconoscere i comportamenti che fanno bene alla tua vista e quelli invece che la danneggiano.
Convivenza
e cittadinanza
Proposta 1
A. Delle parole molto importanti!
Cibì incarna qualità positive che sono tali nei paesi del sud del mondo
ma anche vicino a noi. Negli ambienti dove quotidianamente si svolge
la nostra vita, si sente il bisogno di parole belle e si sperimenta il beneficio dei comportamenti che significano. L’insegnante invita gli alunni
a una riflessione in merito.
B. Dalle parole, ai fatti
Solidarietà.
Qualcuno, mentre nuota nel mare, è in difficoltà:
A - Continui a lavorare al tuo castello di sabbia
B - Corri a chiamare il bagnino
Attenzione
Dalla tasca di un tuo compagno è caduta una figurina:
A - Lo avvisi
B - Raccogli la figurina e la tieni
Impegno
Il tuo vicino, ormai anziano, non può più portare fuori il suo cane per
il giretto quotidiano:
A - Ti offri di portarlo a passeggio tu, almeno qualche volta
B - Pensi: “Non è il mio cane”
Condivisione
Un compagno ha dimenticato la merenda:
A - Mangi la tua molto in fretta
B - La dividi con lui
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Gentilezza. Sull’autobus affollato sale una persona con un braccio
ingessato:
A - Pensi: “Speriamo che alla prossima curva non mi caschi addosso”
B - Ti alzi e gli lasci il posto dove sei seduto.
Aiuto
La barchetta di un bambino piccolo si sta allontanando sempre più
dal bordo della fontana e lui si dispera:
A - Recuperi un legnetto per agganciare la barchetta e recuperarla
B - Guardi la scena ridendo
Rispetto delle regole
Hai mangiato una merendina:
A - Getti la carta in terra, tanto ce ne sono già altre
B - Cerchi il cestino più vicino e la metti lì dentro
Generosità
Sono rimaste due fette di torta: una per te e una per tua sorella:
A - Ti affretti a prendere la fetta più grande
B - Ti accontenti di quella più piccola, anche se scegli prima tu
Proposta 2
Ancora uno stimolo per riflettere sulla convivenza “a stretto contatto”.
Aiuta gli alunni a individuare ed esprimere sinteticamente ciò che li fa
stare bene insieme, nel contesto della classe e della scuola.
Dai fatti alle parole!
Per la classe che ha aderito al progetto è arrivato il momento, dopo
tanto lavoro, di essere protagonista. Il titolo sottolinea che dopo essere
passati dalle parole (il lavoro di conoscenza preliminare) a una consapevolezza ben acquisita e, di conseguenza, aver agito con un’azione
concreta a favore di CBM, ora si torna di nuovo alle parole, per raccontare il tutto.
Se è stato organizzato un evento o un mercatino per la raccolta fondi,
non può mancare una scheda sull’iniziativa, completata da una foto.
L’alunno potrà stilare una brevissima cronaca completando uno
schema in cui vanno inseriti una breve descrizione e qualche dato relativo all’esperienza vissuta.
Scegli tra i due modelli proposti quello più adatto alla modalità dell’iniziativa.
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Apriamo gli occhi!
Il giorno ............... nella scuola ............... che io frequento è successa
una cosa molto importante: .............................................................
Con i miei compagni, abbiamo realizzato ......................... e poi l’abbiamo
..................... per raccogliere fondi per CBM.
È stato un successo! I soldi guadagnati andranno al progetto “..........”.
Sono felice e orgoglioso perché ...... potrà guarire (essere curato) anche
grazie al mio contributo.
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Apriamo gli occhi!
Il giorno ............... nella scuola ............... che io frequento è successa
una cosa molto importante: ................................................................
Con i miei compagni abbiamo presentato ufficialmente il risultato del nostro lavoro sulla vista e su CBM, l’associazione che ........... È stato un
successo!
Ecco alcuni commenti di chi ha partecipato: .......................................
............................................................................................................
............................................................................................................
............................................................................................................
Ed ecco la mia opinione:......................................................................
............................................................................................................
............................................................................................................
Il voto che io do a tutto il progetto “............” è ......................................
Mi è piaciuto soprattutto quando ........................................................
Ho imparato ........................................................................................
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