B. P. R. - CSSR - Missionari Redentoristi

B. P. R.
Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R.
Anno 59. Nuova serie, n. 10-11 – 22 novembre 2014
Pagina 2 [146]______________________________________________________GOVERNO GENERALE
GOVERNO GENERALE______________________________________________________pagina 3 [147]
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SINTESI DELLE RISPOSTE DELLA PROVINCIA
AL QUESTIONARIO IN PREPARAZIONE AL 25° CAPITOLO GENERALE
Subject:
INTRODUZIONE AL QUESTIONARIO
In vista del XXV Capitolo Generale, vorremmo dar via a un processo, riflettendo sul tema che ci ha guidato durante il sessennio:
"Predicare il Vangelo in modo sempre nuovo (San Clemente): Rinnovata Speranza, Rinnovati Cuori, Rinnovate Strutture per la
Missione" . Per ricevere un vostro aiuto, vi invitiamo a rispondere al seguente questionario. Per essere più precisi, il Questionario ha
tre scopi:
1.
Impegnare tutti i Confratelli nella preparazione al XXV Capitolo Generale.
2.
Avviare una valutazione da parte della Congregazione su come sono state attuate le decisioni del XXIV Capitolo Generale
3.
Aiutare il XXV Capitolo Generale ad esaminare la vita apostolica della Congregazione.
Vi chiediamo di rispondere alle domande proposte , da tre punti di vista:
a partire dalla vostra esperienza -personale e comunitaria
a livello della Unità di cui fate parte
a livello della intera Congregazione
PARTE A - VALUTAZIONE
1.
RINNOVAMENTO DELLA MISSIONE
Vediamo la ristrutturazione come un processo, una dinamica di trasformazione personale e comunitaria ... (Communicanda 1, 2004,
N. 31)
1.a
"Predicare il Vangelo in maniera sempre nuova"
Essendo dovere dei congregati la ricerca continua di nuove iniziative apostoliche, sotto la guida della legittima autorità, essi non
possono lasciarsi vincolare da quelle forme e strutture che renderebbero non più missionaria la loro attività. Ma tenteranno con
sagacia di scoprire nuove vie per portare il Vangelo a ogni creatura. (Cost. 15)
A. In che modo avete fatto esperienza di un modo nuovo di predicare il Vangelo?
Un primo aspetto che è emerso è quello dell’importanza del ministero della
confessione, dove si annuncia e si sperimenta la Redenzione abbondante, e che quindi deve
essere vista come occasione di Evangelizzazione personalizzata. Su questo aspetto è da
sottolineare il nuovo modo di porsi dinanzi alla Parola di Dio, non più alla ricerca di
avvalorare le proprie tesi ma come Parola da cui lasciarsi illuminare. Su questo punto è
necessario aprirsi ad una conversione continua e tenere conto che i destinatari dell’annuncio
sono diversi da quelli di ieri, che il mondo è cambiato.
Altro aspetto importante è quello di dare valore alla pietà popolare che diventi davvero
occasione di nuova evangelizzazione. Per questo è sempre necessaria una attenta
preparazione delle omelie e della catechesi. Dare nuovo valore anche alle feste popolari
come occasione di incontro e di evangelizzazione anche attingendo dalla storia, dall’arte e
dalle vite dei santi.
Importante pure la pastorale familiare da viversi come un andare verso le persone (Chiesa
in uscita) in particolare verso le periferie.
B.
Quali sono gli ostacoli perché il Vangelo sia predicato in modo nuovo?
Le difficoltà certo non mancano, legate anzitutto alla situazione sociale che ci fa operare in
una società che da una parte ha ancora molto di cristiano e dall’altra è indifferente, multietni-
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ca, multiculturale e multi religiosa, e nella quale non è facile annunciare il Vangelo. Emerge
la difficoltà di un insufficiente ascolto da parte dei destinatari, il divario tra lo sforzo e la
vastità dell’impresa, un certo rilassamento spirituale, la difficoltà a lavorare insieme sia tra noi
che con altri, una pastorale non sempre adeguata, una certa chiusura alle novità, e anche
una preparazione non sempre sufficiente ai compiti assegnati. Emerge anche la difficoltà
della formazione dei laici da affiancare alla nostra missione e soprattutto la necessità di
essere sempre più consapevoli dell’urgenza della evangelizzazione.
C. Vi sono aree ancora non sperimentate, in vista di una predicazione del Vangelo in modo nuovo?
In una comunità vicina ad un ospedale si è sottolineata l’importanza di una pastorale del
dolore, per affiancare chi vive particolari situazioni di salute o di lutto. Importante anche dare
vigore alla pastorale della famiglia e in particolare dei divorziati.
Bisognerebbe trovare nuove forme di evangelizzazione: di strada, della cultura, nei luoghi
dove già siamo presenti o dove ci si rende conto della necessità.
Importante anche mettersi a passo con i tempi per l’uso dei nuovi strumenti di
comunicazione, e della tecnologia, Si dovrebbe forse guardare con maggiore simpatia anche
i nuovi movimenti ecclesiali e i nuovi istituti di vita consacrata
1.b
Rinnovata speranza
Lo Spirito ci spinge oltre i limiti dei nostri orizzonti per sognare il mondo come lo vede Dio ed agire in accordo con questa visione ...
La speranza rafforza la nostra convinzione che il cambiamento non solo è possibile. Nel piano di Dio, è inevitabile . (Documento
finale, Prefazione, 2010)
A.
In che modo avete sperimentato speranza?
Noi siamo chiamati ad essere uomini di speranza e in quanto tali a valorizzare ogni segno in
questo senso:
Le nuove vocazioni è più in generale l’anno vocazionale che stiamo vivendo e le iniziative ad
esso legate tra le quali da rimarcare il pellegrinaggio dei giovani studenti ai luoghi Alfonsiani.
La pastorale giovanile e vocazionale con un rimando importante al meeting europeo di San
Sperate del 2013.
Motivo di speranza è pure l’incontro dei confratelli nelle assemblee zonali e nei ritiri annuali, e
il lavoro positivo della CRE, con la nascita delle nuove comunità internazionali in Albania e
Lussemburgo.
Anche nel lavoro in campi specifici di ministero, in particolare nel confessionale e nella
pastorale dei malati, nel campo dell’ecumenismo, e della predicazione dei ritiri, si è
sperimentata la speranza nel futuro.
B.
Nella vostra esperienza c'è qualcosa che vi scoraggia o demoralizza? Cosa, precisamente?
Ciò che scoraggia è anzitutto l’età avanzata e la salute malferma di molti confratelli e il
numero esiguo. Pertanto può essere demoralizzante il poter contare su poche forze e non
avere la possibilità di rischiare su nuovi progetti. Occorre poi tenere presente il pericolo di un
certo individualismo, e quindi spesso la mancanza di collaborazione.
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C.
Cosa potrebbe suscitare maggiore speranza?
Anzitutto lasciarsi rinnovare nel profondo, poi chiedendo al Signore nuove vocazioni, e
accrescendo la fiducia reciproca tra i confratelli.
Anche il lavoro della Conferenza è visto da tanti confratelli come grande motivo di
speranza.
1.c
Rinnovati Cuori
Abbiamo percepito acutamente la consapevolezza della necessità di lasciare quello che ci impedisce o ci limita nel vivere il
nostro carisma e la chiamata a crescere più intensamente nel nostro impegno per il Regno di Dio. Più radicale è la nostra
conversione, più radicale e profetica è la nostra Vita Apostolica (Documento Finale, Messaggio del XXV Capitolo Generale).
A. In che modo avete fatto esperienza di un cuore rinnovato?
Anzitutto attraverso un contatto assiduo con la Parola di Dio dalla quale lasciarsi
trasformare, e quindi la valorizzazione della preghiera individuale e comunitaria e anche con i
giovani e i laici. Si è sperimentato che tutto è grazia e che nella condivisione fraterna ci si
vuole più bene e si sperimentano le novità dello Spirito che aprono il cuore.
B. Nella vostra esperienza, quali sono gli ostacoli a un cuore rinnovato?
L’ostacolo più grande è quello del pensare di non aver bisogno di conversione, non
solo individuale e spirituale, ma anche comunitaria e pastorale. In altre parole l’ostacolo
siamo noi stessi quando non ci poniamo in discussione. Altro ostacolo è l’individualismo, e la
chiusura alle possibili novità, con la classica espressione “si è sempre fatto così”.
C. Quale rinnovamento del cuore ci è ancora richiesto?
Anzitutto si devono vivere meglio i voti, in particolare quello della povertà per il quale
sarebbe forse necessaria maggiore attenzione da parte del Governo generale che potrebbe
dare indicazioni concrete per i singoli e le comunità, e per la quale è anche opportuna una
migliore formazione.
Occorre anche distaccare il cuore dagli averi e dalle strutture e favorire relazioni
sincere e di amicizia tra i confratelli.
2. STRUTTURE RINNOVATE PER LA MISSIONE
La ristrutturazione non riguarda soltanto l’organizzazione . Essa è un appello ad uno spirito rinnovato ed al rinnovamento profondo
della nostra Vita Apostolica (Prefazione, Documento Finale 2010)
Per facilitare un discernimento missionario più ampio e prendere le decisioni, la Congregazione sarà organizzata in Conferenze.
(Documento Finale: Decisione del XXIV Capitolo Generale, 2.1)
2a
Impatto della Ristrutturazione
In che modo il Processo di Ristrutturazione vi ha interessato personalmente?
Le comunità hanno generalmente risposto che il processo viene considerato in maniera
molto positivo. Questo perché permette di uscire dal provincialismo, fa sentire più vicina la
Congregazione, aiuta a crescere, ad aprirsi alle altre unità, e a pensare la nostra missione in
senso europeo, in vista del futuro.
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Normalmente i confratelli dicono di essere informati adeguatamente, e quindi di aver avuto
una vasta e costante azione di sensibilizzazione, che ha permesso di seguire almeno con
curiosità, le varie fasi. Qualcuno ha osservato che vedendo dalla base tale processo non ci si
sente protagonisti ma viene piuttosto subito.
2b
1.
Conferenze e Sub-Conferenze
In che modo la Struttura di (Sub) Conferenza ha aiutato la missione e il programma formativo della vostra Unità?
La provincia, prendendo atto degli statuti e delle priorità apostoliche della Conferenza,
ne ha recepito lo spirito e i contenuti nei propri statuti e vi ha adeguato il suo attuale piano
pastorale. Inoltre è stato rimarcato che la Conferenza ha aiutato la Provincia a ridefinire il
concetto di “poveri” nel contesto dell’attuale scristianizzazione.
2.
In che modo la Struttura di (Sub) Conferenza è risultata meno efficace?
Si sottolinea una certa lentezza del processo di ristrutturazione e della azione della
Conferenza, pur tenendo conto che si vive ancora nella fase iniziale. Forse ci sono anche
delle aspettative che vanno al di là del progetto stesso.
In particolare si auspica una maggiore mobilità del personale in vista di specifici
progetti anche ad tempus. Ci si augura anche di non appiattire l’attività apostolica nella
Conferenza col rischio di perdere le specificità delle singole unità.
3. In che modo le Priorità Apostoliche della (Sub) Conferenza hanno influenzato la missione della vostra
Unità?
Vedi risposta a 2b 1.
2c
Coordinatore di Conferenza
1.In che modo il ruolo del Coordinatore di Conferenza è stato di aiuto nel promuovere maggiore
solidarietà e cooperazione dentro la Conferenza?
Da sottolineare anzitutto il fatto che, almeno provvisoriamente, il Coordinatore ha la
sua sede a Roma San Gioacchino; questo ha dato alla Provincia la possibilità di vedere da
vicino il suo impegno e l’entusiasmo nel suo lavoro che viene considerato molto valido.
Siamo fiduciosi che il suo ruolo si preciserà ulteriormente sia favorendo la
collaborazione tra le unità, sia collaborando con le singole unità.
2.
Avete suggerimenti che possano aiutare a sviluppare il ruolo del Coordinatore?
Non abbiamo suggerimenti se non quello di continuare e... Migliorarsi.
2d
Il Processo di Ristrutturazione
1.Pensate che il Processo di Ristrutturazione sia stata la risposta giusta alle sfide della nostra
missione? Perché? O perché no?
Per quanto ci riguarda, la Ristrutturazione, intesa come rinnovamento nel ripensare la fede
nella tradizione redentorista, nel rivisitare le modalità della Missione e nel predisporre gli
opportuni organismi, la scelta del XXIV Capitolo Generale è stata giusta e adeguata. Occorre
continuare. E’ troppo presto comunque per esprimere un giudizio realistico.
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Perché? Per i motivi accennati, inoltre facilita il compito di prendere coscienza di appartenere
a un “Corpo” missionario internazionale, nel quale i singoli confratelli imparano a conoscersi
e a interagire. In più è un processo, un cammino nel quale le nuove generazioni si sentiranno
certamente più a proprio agio e avvantaggiate.
2. Secondo la vostra esperienza, riscontrate differenze nelle relazioni tra il Governo Generale e la
vostra Unità, come risultato del Processo di Ristrutturazione? Quali?
Alcuni confratelli hanno fatto notare che con la nascita delle Conferenze si è attenuata
l’attività di guida e di indirizzo alla Congregazione da parte del Governo Generale, soprattutto
attraverso le Comunicanda. D’altra parte si riconosce una maggiore presenza e visibilità del
Superiore generale nella vita delle province.
PARTE B. VERSO IL FUTURO
1. In termini di Congregazione, avete preoccupazioni , suggerimenti, raccomandazioni o proposte che
volete condividere?
Incoraggiamo la collaborazione dei coordinatori su casi specifici.
Sarebbe bene valorizzare maggiormente il ruolo dei laici e dei religiosi insieme nella
missione con i popolo, nel contesto del modello ecclesiologico comunionale fondato sul
Battesimo. Vorremo anche maggiore attenzione per la conservazione e l’uso dei beni (librari,
archivistici, artistici, immobiliari) della Congregazione.
2. Avete suggerimenti per il tema del XXV Capitolo Generale?
- Nuova “tappa” evangelizzatrice marcata dalla gioia e
vie per il cammino della
Congregazione nei prossimi anni. (Cfr EG1)
- Approfondire e diffondere la spiritualità alfonsiana e redentorista.
E-MAIL DEL VICARIO GENERALE
Date:
From:
To:
Mon, 3 Nov 2014 09:26:17 +0100
"Vice Secretary General" <[email protected]>
[email protected]
Caro Padre Gianni,
saluti e grazie per la vostra e-mail. Sono particolarmente grato per la risposta della Provincia di
Roma al questionario della Commissione Centrale Preparatoria per il Capitolo Generale XXV. Si
prega di trasmettere la mia gratitudine ai confratelli per il loro tempo e fatica.
Nel Redentore,
Brendan
GOVERNO PROVINCIALE________________________________________________pagina 9 [153]
AI CONFRATELLI CHE COMPIONO 60 ANNI
DI PROFESSIONE RELIGIOSA
Prot. 39.14
RR.PP.
p. GIACOMO CIRELLI
p. DARIO MARTINO
p. CARLO RIZZARDO
p. ALFREDO VELOCCI
fr. LUIGI DI CINTIO
LORO SEDI
Il Signore è mia forza e mio scudo,
in lui ha confidato il mio cuore.
Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore,
con il mio canto voglio rendergli grazie.
Forza è il Signore per il suo popolo,
rifugio di salvezza per il suo consacrato.
(Sal 28, 7-8)
Carissimi
Con sentimenti di vera gioia mi accingo a scrivere questa lettera nel momento in
cui state per concludere i primi 60 anni di professione religiosa nella nostra
Congregazione redentorista. L’intenzione esplicita è quella di farmi portavoce di
ciascuno dei confratelli della Provincia, che certamente vi sono vicini in questa
gioiosa circostanza, e pregano il Signore per voi e con voi, ringraziandolo e
invocando nuove grazie.
“Gli uomini e le donne del nostro tempo aspettano parole di consolazione,
prossimità di perdono e di gioia vera. Siamo chiamati a portare a tutti l’abbraccio
di Dio, che si china con tenerezza di madre verso di noi: consacrati, segno di
umanità piena, facilitatori e non controllori della grazia, chinati nel segno della
consolazione”. Così si esprime al n. 8 Rallegratevi! la lettera della CIVCSVA in
preparazione allo speciale anno per la vita consacrata.
Ritengo sia significativo ripensare i vostri 60 anni di vita consacrata
redentorista alla luce di queste parole che sono dirette a tutti i consacrati ma che ci
interpellano in profondità proprio nel cuore del nostro carisma missionario
dell’annuncio della Abbondante Redenzione. Avete portato ai fratelli che il
Signore vi ha fatto incontrare l’abbraccio di Dio, attraverso la musica,
nell’impegno della vita parrocchiale e delle missioni al popolo, nella missione in
Paraguay, nel prezioso servizio alle comunità dove lo Spirito vi ha mandato.
Insieme ai confratelli della Provincia ringraziamo perciò il Signore datore di
ogni bene: convinti che “Dio vi dà tutto con abbondanza perché siate generosi”
(2Cor 9, 11), ma è giusto ringraziare anche ciascuno di voi, soprattutto per
l’impegno e la fedeltà.
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Grazie, p. Giacomo, p. Dario, p. Carlo, p. Alfredo e fr. Luigi per la vostra vita
redentorista per esservi “chinati nel segno della consolazione” su coloro che
avevano bisogno della vostra testimonianza di vita e della Parola di vita che avete
donato senza riserve nei vostri 60 anni di religiosi redentoristi, nei tempi, nei
luoghi e nei modi che il Signore stesso vi ha suggerito. Grazie per la vostra
fedeltà all’impegno che prendeste allora di essere proprio “Collaboratori, soci e
ministri di Gesù Cristo nella grande opera della Redenzione” (Cost. 2).
Ma la vita continua, il cammino è ancora lungo! Ecco allora l’espressione dei
migliori auguri per il futuro: vi auguro che possiate ancora a lungo sperimentare
che “Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo
consacrato”, e che possiate incontrare ancora tante persone alle quali annunciare
con gioia che in Gesù Cristo la Redenzione è abbondante.
L’augurio naturalmente si trasforma per noi in preghiera che affido al Signore
per l’intercessione di Maria, la nostra madre del Perpetuo Soccorso, del nostro
padre S. Alfonso e di tutti gli altri santi e beati redentoristi che ci hanno preceduto
nella consacrazione religiosa e sono stati fedeli e gioiosi fino in fondo.
Tanti e cari auguri, dal vostro fratello in Cristo Redentore
Roma, 8 settembre 2014
P. Giovanni Congiu CSsR
(Superiore Provinciale)
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA 54a ASSEMBLEA NAZIONALE
DELLA CONFERENZA ITALIANA SUPERIORI MAGGIORI (CISM)
Sala Clementina
Venerdì, 7 novembre 2014
(Era presente anche il nostro Superiore Provinciale che aveva partecipato
all’Assemblea svoltasi nei giorni 3-7 novembre all’hotel Duca d’Este di Tivoli)
Cari fratelli,
vi do il benvenuto e vi ringrazio per la vostra accoglienza, in particolare ringrazio il Padre
Presidente per aver introdotto questo nostro incontro, che si pone al termine della vostra
Assemblea nazionale. Alla luce di quello che ho sentito del vostro lavoro, vorrei condividere con
voi alcuni punti di riferimento per il cammino.
Prima di tutto, la vita religiosa aiuta principalmente la Chiesa a realizzare quell’“attrazione” che
la fa crescere, perché davanti alla testimonianza di un fratello e di una sorella che vive veramente
la vita religiosa, la gente si domanda “che cosa c’è qui?”, “che cosa spinge questa persona oltre
l’orizzonte mondano?”. Questa direi è la prima cosa: aiutare la Chiesa a crescere per via di
attrazione. Senza preoccuparsi di fare proseliti: attrazione!
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L’abbiamo sentito nel Vangelo di mercoledì scorso: se uno «non rinuncia a tutti i suoi averi, non
può essere mio discepolo» (Lc 14,33). Questa decisione, con forme diverse, è richiesta ad ogni
cristiano. Ma noi religiosi siamo chiamati a darne una testimonianza di profezia. La
testimonianza di una vita evangelica è ciò che distingue il discepolo missionario e in particolare
chi segue il Signore nella via della vita consacrata. E la testimonianza profetica coincide con la
santità. La vera profezia non è mai ideologica, non è in confronto con l’istituzione: è istituzione.
La profezia è istituzionale. La vera profezia non è ideologica, non è “alla moda”, ma è sempre un
segno di contraddizione secondo il Vangelo, così come lo era Gesù. Gesù, per esempio, fu un
segno di contraddizione per le autorità religiose del suo tempo: capi dei farisei e dei sadducei,
dottori della legge. E lo fu anche per altre opzioni e proposte: esseni, zeloti, ecc. Segno di
contraddizione.
Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto in questi giorni, come diceva il Padre Presidente: un
lavoro che aiuta ad andare avanti nella strada tracciata da Evangelii Gaudium. Lui ha usato una
bella espressione, ha detto: “non vogliamo combattere battaglie di retroguardia, di difesa, ma
spenderci tra la gente”, nella certezza di fede che Dio sempre fa germogliare e maturare il suo
Regno. Questo non è facile, non è scontato; richiede conversione; richiede anzitutto preghiera e
adorazione. Mi raccomando, adorazione. E richiede condivisione con il popolo santo di Dio che
vive nelle periferie della storia. Decentrarsi. Ogni carisma per vivere ed essere fecondo è
chiamato a decentrarsi, perché al centro ci sia solo Gesù Cristo. Il carisma non va conservato
come una bottiglia di acqua distillata, va fatto fruttificare con coraggio, mettendolo a confronto
con la realtà presente, con le culture, con la storia, come ci insegnano i grandi missionari dei
nostri istituti.
Un segno chiaro che la vita religiosa è chiamata a dare oggi è la vita fraterna. Per favore, che non
ci sia fra voi il terrorismo delle chiacchiere! Cacciatelo via! Ci sia fraternità. E se tu hai qualcosa
contro il fratello, lo dici in faccia… Alcune volte finirai ai pugni, non è un problema: è meglio
questo che il terrorismo delle chiacchiere. Oggi la cultura dominante è individualista, centrata sui
diritti soggettivi. E’ una cultura che corrode la società a partire dalla sua cellula primaria che è la
famiglia. La vita consacrata può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di
fraternità, che è possibile vivere insieme come fratelli nella diversità: questo è importante!
Perché nella comunità non ci si sceglie prima, ci si trova con persone diverse per carattere, età,
formazione, sensibilità… eppure si cerca di vivere da fratelli. Non sempre si riesce, voi lo sapete
bene. Tante volte si sbaglia, perché siamo tutti peccatori, però si riconosce di avere sbagliato, si
chiede perdono e si offre il perdono. E questo fa bene alla Chiesa: fa circolare nel corpo della
Chiesa la linfa della fraternità. E fa bene anche a tutta la società.
Ma questa fraternità presuppone la paternità di Dio e la maternità della Chiesa e della Madre, la
Vergine Maria. Dobbiamo ogni giorno rimetterci in questa relazione, e lo possiamo fare con la
preghiera, con l’Eucaristia, con l’adorazione, con il Rosario. Così noi rinnoviamo ogni giorno il
nostro “stare” con Cristo e in Cristo, e così ci mettiamo nella relazione autentica con il Padre che
è nei cieli e con la Madre Chiesa, la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica, e la Madre Maria. Se
la nostra vita si colloca sempre nuovamente in queste relazioni fondamentali, allora siamo in
grado di realizzare anche una fraternità autentica, una fraternità testimoniale, che attrae.
Cari fratelli, vi lascio queste semplici tracce, sulle quali state già camminando. Vi incoraggio ad
andare avanti e vi accompagno in questa strada. Il Signore vi benedica e benedica tutte le vostre
comunità, specialmente quelle più provate, più sofferenti. E vi ringrazio per la preghiera con cui
voi accompagnate me e il mio servizio alla Chiesa. Grazie!
Pagina 12 [156]______________________________________________GOVERNO PROVINCIALE
Prot. 56.14
Oggetto: Risultati del 2° scrutinio per l’elezione di n. 6 componenti del Capitolo
della provincia Romana C.Ss.R.
Oggi, 13 novembre alle ore 9.30, la Commissione scrutatoria, composta dal p. Giovanni
Congiu, Superiore Provinciale, p. Vincenzo Ricci, segretario, p. Pietro Sulkowski, P. Nicola
Fiscante e p. Raffaele Jaworski, si è riunita nella nostra casa di santa Maria in Monterone in
Roma per le operazioni di spoglio, conteggio e scrutinio delle schede per l’elezione dei membri
del Capitolo Provinciale.
Questi i risultati:
Elettori: 45
Schede bianche: 0
schede inviate: 45
Schede nulle: 0
schede pervenute: 44
Maggioranza richiesta: relativa
schede scrutinate: 44
Hanno riportato voti:
Fiscante
Nicola
26
Ramazzotti
Luigi
6
Ricci
Vincenzo
24
Bellonia
A. Raffaele
5
Jaworski
Raffaele
24
Velocci
fr. Antonio
5
Lombardi
Vito
19
Rizzardo
Carlo
4
Maloszek
Luciano
18
Cirelli
Giacomo
3
Gimigliano
Massi
17
Perez
Luis
3
Marcelli
Ezio
16
Velocci
Alfredo
2
Desideri
Franco
16
Baldesarra
Vincenzo
2
Sulkowski
Pietro
14
Arlone
Felice
2
Salim
Salam
14
Cordioli
Luigi
1
Scelzi
Giuseppe
10
Velocci
Giovanni
1
Divona
Angelino
6
Semenzin
Quirino
1
GOVERNO PROVINCIALE_______________________________________________pagina 13 [157]
Rizzardo
Pietro
1
Martino
Dario
1
Buszek
Miro
1
Di Cintio
fr. Luigi
1
Risultano eletti i rr. pp.
Fiscante Nicola, Ricci Vincenzo, Jaworski Raffaele, Lombardi Vito, Maloszek Luciano e
Gimigliano Massimo.
PERTANTO
COMPOSTO:
IL
CAPITOLO
PROVINCIALE PER IL QUADRIENNIO
2015 – 2018
RISULTA COSÌ
P. GIOVANNI CONGIU, RICCI VINCENZO, UBALDI ALFIERE, CABONI ANTONIO, SILVESTRI
GILBERTO, FISCANTE NICOLA, SANTI SERGIO, CIRULLI ANTONIO, JAWORSKI RAFFAELE,
MALOSZEK LUCIANO, LOMBARDI VITO, LA MENDOLA VINCENZO, GIMIGLIANO MASSIMO E
GUARDINI MASSIMILIANO.
P.S.
La Commissione preparatoria ha predisposto quanto dovuto in vista dell’inizio del
Capitolo.
È previsto che i capitolari arrivino a Francavilla al mare per il pranzo del 12 gennaio perché
per il pomeriggio è prevista una mezza giornata di ritiro da parte del p. Generale.
È stato preparato anche l’orario provvisorio che sarà inviato ad ogni capitolare, insieme a
tutto il resto della documentazione necessaria.
Si informano infine i confratelli che alla Commissione non è arrivato alcun postulato né
richieste né proposte.
Pagina 14 [158]_______________________________________________________________IN MEMORIA
P. BRUNO VISURI
Omelia del p. Provinciale al funerale
Carissimi confratelli sacerdoti e redentoristi, carissimi parenti e amici di p. Bruno,
fratelli e sorelle.
Stiamo vivendo insieme un momento di preghiera dinanzi ad una di quelle
situazioni che vengono definite dalla parola “limite”, a sottolineare la nostra impotenza
umana ad affrontarle e superarle. la morte sembra infatti la fine di tutto! Segna il momento
del distacco, della separazione definitiva, della chiusura in una tomba.
Umanamente parlando p. Bruno ha affrontato tante situazioni difficili nella sua vita,
ha sofferto duramente sperimentando in prima persona il limite della sofferenza e della
malattia, ma era comunque bello incontrarlo, sentirlo, sperimentare ancora la sua amicizia
e la sua affabilità. La morte ce lo ha tolto, ha messo un punto fermo che non ci fa più
godere del suo sorriso, delle sue battute, qualche volta anche del suo sarcasmo....
Ma dinanzi a questi pensieri è importante recuperare subito il fatto che p. Bruno era
un uomo di fede, un missionario, un religioso redentorista, un sacerdote.
La sua e la nostra fede ci invita a prendere sul serio la Parola di Dio a partire dalla
prima lettura (1Cor 5,1.6-10) “siamo pieni di fiducia” che quando verrà disfatto questo
misero corpo “riceveremo una abitazione eterna” perché “finché siamo in questo corpo
siamo come in esilio”...
P. Bruno aveva ben chiaro questo quando è stato il momento di decidere di
affrontare un intervento che non gli era stato nascosto essere ad alto rischio. Diceva con
serenità: la mia vita l’ho vissuta, sono contento di quello che ho fatto si compia ciò che
vuole il Signore.
La vita l’ha vissuta come missionario: ha girato almeno mezza Italia con le missioni
parrocchiali, curandone la preparazione e la celebrazione e spesso tornando più volte ad
alimentare il fervore e la vita devota. Ma è stato missionario anche come parroco a San
Gioacchino in Roma e come responsabile del Santuario della Madre del Perpetuo Soccorso
ancora in Roma. In entrambe le chiese molti sono coloro che lo ricordano e che ringraziano
il Signore per averlo potuto incontrare.
La vita l’ha vissuta come religioso: per lui appartenere alla Congregazione del SS.
Redentore, non era un di più, un optional, ma l’essenza stessa della sua vita; ha avuto
importanti incarichi istituzionali, vicario provinciale, consigliere provinciale, superiore di
comunità, semplice padre come ultimamente qui a Bussolengo. Sempre ha testimoniato la
gioia e la bellezza e la gioia di essere redentorista, Missionario della Abbondante
Redenzione in Cristo.
La vita l’ha vissuta infine come sacerdote: fino agli ultimi giorni della sua vita ha
alzato il suo braccio a tracciare sui penitenti il segno della croce nella assoluzione
sacramentale o nelle benedizioni, e soprattutto ha distribuito il cibo della vita eterna di cui
ancora una volta abbiamo sentito nel brano del Vangelo (Gv 6,51-59).
Lasciamo risuonare ancora la Parola del vangelo:
“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”;
“Chi mangia di questo pane dimora in me ed io in lui”;
“Chi mangia di me vivrà per me”;
“chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Dinanzi alla morte di un sacerdote, è importante prendere coscienza che tutti i
sacramenti sono un grande dono di Dio per noi, ma in modo davvero unico dobbiamo
riflettere sulla preziosità insostituibile della Eucarestia. Lasciatemi dire che padre Bruno
IN MEMORIA_________________________________________________________________pagina 15 [159]
era davvero un innamorato della Eucarestia, ed era sempre
impegnato a trasmettere,
anche
nelle
omelie, questo suo
amore.
Da buon religioso redentorista infine, non si stancava
mai di aiutare quanti
incontrava a comprendere che non si
può
essere
buoni
cristiani se non si è
anche “mariani”: lo
zelo per la promozione
della devozione a
Maria e in particolare
del titolo della Madre
del Perpetuo Soccorso, era chiarissimo
nelle sue missioni al
popolo, e soprattutto
quando è stato chiamato al santuario di
Roma dove è venerata
l’Icona originale: giornate intere passate ad
accogliere i pellegrini,
ad ascoltarne le confessioni, a dirigere le coscienze come direttore spirituale: il p. Generale
mi ha detto che ancora viene cercato dopo anni che ormai manca, e ancora se ne sente la
mancanza.
Continuiamo la nostra celebrazione dicendo grazie al Signore per averlo donato alla
famiglia da cui proviene, alla nostra famiglia redentorista e alla famiglia ancora più grande
che è la Chiesa.
Chiediamo al Signore che possa sperimentare le chiare parole del Vangelo, che
sono molto più che una semplice promessa, e che quindi abbia la vita eterna.
Ma diciamo anche a p. Bruno che forse in questo momento dal cielo ci sorride
come era suo solito, il nostro grazie per la sua vita di missionario, di religioso e di
sacerdote: un grazie che viene dal profondo del cuore di tutti noi che lo abbiamo
conosciuto e stimato, e che in sincerità possiamo dire:
«Grazie, caro p. Bruno.
Chiunque ti ha conosciuto, ti ha anche voluto bene.
Il Signore ti accolga e ti dia la sua gioia per sempre.
Amen».
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Testimonianza su p. Visuri di Noemi Girelli
“Non preoccuparti.. Ci pensa la madonna! Era la frase con la
quale padre Bruno rasserenava quanti a Lui chiedevano conforto e
consiglio. Sapeva di poter contare sull’amatissima Madre del Perpetuo
Soccorso: la tesoriera di ogni grazia presso la quale riponeva la sua
illimitata fiducia e devozione.
“La Madonna non delude mai”. Era solito dire. Ed ora che se n’è
andato “di fretta”, avrà avuto certamente qualcosa d’importante da
chiederle, qualcosa di urgente da raccontarle.
Per Lui le cose di quaggiù prendevano urgenza e valore quando
erano rivolte alle persone, al rapporto umano e spirituale della gente, al
dialogo della famiglia. Allora sì, il suo cuore si accendeva di zelo e con la
sua voce tonante di esperto oratore e saggio consigliere, sapeva difendere i
deboli e far star zitti gli arroganti.
Ma noi lo ricordiamo anche paterno, dolce, affabile e scherzoso, con
la battuta pronta, l’espressione divertita di chi sa giocare con la vita senza
lasciarsi impressionare dagli eventi umani.
“Lascia perdere, che te ne frega...?” Ripeteva spesso. “Vai avanti
per la tua strada!” Così il suo incoraggiamento diventava luce e stimolo
per quelli che avvicinava. In confessionale poi, dove assiduo trascorreva il
suo tempo, sapeva risollevare dal fango, far scrollare la sabbia dai vestiti,
ridare pace e serenità.
Quanto ci manchi, padre Bruno! Ci manchi come padre – guida –
maestro di vita.
Manchi soprattutto a noi – gruppo San Gerardo – che tra i più
fortunati abbiamo avuto la gioia e il privilegio di averti guida del nostro
cammino spirituale, come maestro alla scuola dell’umile san Gerardo.
Zelo, fervore e speranza erano il condimento delle tue parole che
toccavano il cuore, che aprivano a nuovi orizzonti e facevano dimenticare
le miserie umane.
Adesso, da lassù, non farti ripetere i nostri problemi che già conosci:
riportali tu alla Madonna e intercedi per tutti. Ti chiediamo di darci una
mano, di camminare con noi per poter ascoltare ancora il tuo pressante
invito: “Non preoccuparti, affida tutto alla Madonna, ci pensa Lei!”
Grazie per avercelo ripetuto tante volte. Ciao Bruno.
Bussolengo, 8 settembre 2014
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Scheda personale di p. Bruno Visuri di p. Vincenzo Ricci
Nato a Pastrengo (VR) il 30 luglio 1932 da Giovanni e Maria Conati, entra nell’educandato
di Bussolengo l’11 novembre del 1943.
Inizia il noviziato il 15 settembre 1949 a Marzocca (AN), dove emette i voti il 15
settembre dell’anno seguente.
È ordinato sacerdote a Cortona (AR) da mons. Giuseppe Franciolini il 27 ottobre 1957.
Titoli accademici: Licenza in Teologia, Laurea in Pedagogia con indirizzo filosofico.
Attività: insegnante di religione, prima, presso l’Istituto nautico di Venezia; poi, presso il
liceo scientifico Castelnuovo di Roma.
Consulente ecclesiastico di registi cinematografici (si ricorda in particolare
Zeffirelli per il film Fratello Sole e Sorella Luna, nel quale fece anche una
comparsa).
Responsabile dell’area Nuova Evangelizzazione della CISM nel 1998.
Direttore dell’oratorio di Frosinone.
Viceparroco e assistente dell’Azione Cattolica con attività oratoriale a San
Gioacchino in Roma per oltre un decennio.
Direttore dell’Ufficio Missionario per oltre un ventennio, ha riorganizzato e
diretto le missioni popolari e il gruppo missionario della Provincia, inserendovi
suore e collaboratori laici e curandone la preparazione. Sull’argomento ha scritto
La missione redentorista a popolo e La missione popolare redentorista.
Superiore delle comunità di Bussolengo, Monterone, Venezia; superiore e parroco
a San Gioacchino.
Consigliere e vicario provinciale.
Dal 2005 al 2010, prefetto della chiesa di Sant’Alfonso.
È deceduto la sera del 4 settembre 2014 nell’ospedale di Verona Borgo Trento in seguito a
intervento chirurgico, da lui stesso consentito, al cuore.
Storia della sua vocazione, come descritta da lui stesso nel Libro delle Memorie
(1907-1966) conservato nell’archivio della Provincia Romana.
Il Signore me l’ha fatta sempre sentire […] Nel primo
incontro con Gesù sentii una voce nel fondo del cuore:
«Ti voglio mio sacerdote!»
Trascorso un po’ di tempo ne parlai al parroco il
quale mi rispose che mi avrebbe condotto in
seminario. Ma la vita del semplice prete di parrocchia
non mi soddisfaceva, io volevo diventare qualche cosa
di più. Sacerdote sì, ma missionario; e ne parlai al
parroco, ma questi non ne volle sapere: o in seminario
o niente. E non si interessò più di me. Addolorato ma
non scoraggiato, ogni mattina dopo la s. Comunione
chiedevo al buon Gesù che se era proprio suo
desiderio che diventassi suo sacerdote avesse pensato
Lui ad aprirmi la via.
Frattanto, mentre frequentavo le scuole di Religione,
una buona giovine (allora mia insegnante, ora suora
della Madonna del Buon e Perpetuo Soccorso) veden-
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domi ogni mattina servire all’Altare e a scuola più calmo degli altri ragazzi, mi domandò:
«Ti piacerebbe diventare sacerdote missionario?» Dietro mia risposta affermativa ne
parlò col suo direttore spirituale padre Nereo Spagnolo, direttore dell’educandato di
Bussolengo. Credevo di essere giunto al compimento dei desideri del mio cuore, quando il
p. Spagnolo rispose che dovevo aspettare un altro anno perché dovevo ancora fare la IV.
Durante questo anno di attesa, questa buona giovine mi regalava di tanto intanto dei libri
di lettura, la lettura dei quali serviva ad alimentare e tener vivo il pensiero della vocazione
religiosa.
Finalmente trascorso l’anno di attesa, dato l’addio ai parenti, partii per Bussolengo. Il
primo anno di educandato trascorse lieto e sereno, ma a causa della guerra, alle vacanze
il direttore ci rimandò in famiglia. Quelle vacanze furono per me disastrose; tanto che
giunto il momento di ritornare in collegio dissi alla mamma che non volevo più ritornare.
Mamma, disperata per questa mia risoluzione, mi condusse dalla giovane più volte
nominata, la quale tanto fece e tanto disse che mi indusse a rientrare in collegio.
Naturalmente in collegio rimpiangevo la libertà della casa mia, ma passati alcuni giorni,
ritornai lieto.
Finiti gli anni del ginnasio inferiore a Bussolengo, passai a Scifelli e anche qui le
tentazioni contro la vocazione non mancarono, ma con l’aiuto del direttore p. Silvino
Battistoni riuscii a superarle tutte e a giungere al noviziato dove ora mi trovo.
In questa foto, al centro, p. Bruno in una delle tante e riuscite rappresentazioni teatrali durante lo
studentato a Cortona
Nella pagina precedente, Una sua tipica espressione di predicatore di missione popolare
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I FRATELLI COADIUTORI
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p. Gilberto Silvestri e Anna Cordioli
I fratelli coadiutori, o semplicemente “fratelli”, sono sempre stata una componente importante della
Congregazione del Santissimo Redentore. Sull’esempio di san Gerardo Maiella, vissuto al tempo del Fondatore, essi, con i
loro umili e preziosi servizi, hanno dato un contributo enorme alla santità e allo sviluppo dell’Istituto. Questo articolo – al
quale ha collaborato il fratel Marcos Vinicius, brasiliano – si collega con l’Anno della Vita Consacrata che sta per iniziare
(30 nov. 2014-2 feb. 2016) e vuol essere un segno di riconoscenza per tutto il bene che i Fratelli hanno fatto e ancora
fanno in ogni Unità della Congregazione.
I religiosi si dedicano a Dio e al prossimo mediante la professione dei voti di povertà, castità e
obbedienza. Negli istituti religiosi maschili sono presenti anche i fratelli coadiutori. Essi non si sentono
chiamati al sacerdozio, ma soltanto alla vita religiosa, che ha caratteristiche e spiritualità diverse a
seconda del carisma del Fondatore.
Profilo dei fratelli redentoristi
Secondo le Costituzioni e gli Statuti dei Redentoristi i fratelli
“partecipano alla stessa vocazione missionaria della Congregazione,
ma in compiti non sacerdotali” (Cost. 89). “La Congregazione del
Santissimo Redentore riunisce sacerdoti, diaconi e (fratelli) laici che, in
comunione fraterna, si aiutano a compiere, in casa e fuori, la stessa
missione” (St. 01).
Ne deriva che i fratelli non sono redentoristi di serie B, ma
missionari a pieno titolo come i Padri. Perciò si dovrebbe dire e
scrivere “Missionari Redentoristi”, non “Padri Redentoristi”, termine
che indica solo una parte di essi. Altre caratteristiche: padri e fratelli
vivono insieme in comunità fraterne con gli stessi diritti e doveri,
osservando la stessa regola e seguendo come modello Cristo nel suo
ministero pubblico, oppure Cristo nella sua vita nascosta. I fratelli
hanno compiti non sacerdotali, che possono essere i più diversi:
sacrestani, portinai, infermieri, catechisti, medici, ragionieri, amministratori, ecc.
Quante possibilità per chi vuol diventare fratello redentorista e quanto bisogno hanno le
comunità di persone qualificate in grado di svolgere quei lavori che non sono strettamente sacerdoti!
Quanti sono e cosa fanno
Il numero dei fratelli coadiutori redentoristi è il seguente: Europa 153 - America Nord 70 America Latina e Caraibi 120 - Asia-Oceania 67 - Africa e Madagascar 21 - Totale 431.
Attualmente i fratelli sono pochi e in gran parte anziani. Quarant’anni fa essi erano il 16% dei
congregati, oggi sono l’8%. La maggior parte di essi si dedica ai lavori domestici e di sagrestia, ma
negli ultimi anni, specialmente in America Latina e Caraibi, è cresciuto il numero di fratelli che si
dedica esclusivamente alle attività missionarie o alla catechesi. Tra i nuovi fratelli c’è chi si occupa di
amministrazione, opere sociali, architettura, insegnamento e formazione, missioni popolari e tante altre
attività conformi alle attitudini personali.
Nel passato tanti fratelli si sono distinti per santità o per ingegno. Possiamo ricordare:
Gioacchino Gaudiello (+1741); Vito Curzio (+1745); san Gerardo Maiella (+1755); Rosario Adduca
(+1860); Francesco Tartaglione (+1744); poi il famoso Maximilian Schmaltz (+1930), autore delle
illustrazioni per il Messale romano; il servo di Dio Giovanni Battista Stöger (+1883); fr. Gerardo
(Giovanni Battista) Uriati (1857-1905), falegname, costruttore di armadi e confessionali; l’architetto
Giovanni Stielhe autore della Cattedrale di Cuenca, in Ecuador; il Servo di Dio vietnamita Marcel Van
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(+1959); e il beato Victoriano Calvo (+1936), martire spagnolo. Qui, a Bussolengo, ricordiamo anche
Fr. Serafico di Innsbruck, del quale conserviamo la statua dell’Immacolata.
Ricordiamo soprattutto i fratelli: Gabriele Perciballi
(foto a lato) a Roma Monterone; Maurizio Agostini e Antonio
Velocci a Roma S. Gioacchino; Angelo Pizzamiglio a S. Maria
Maggiore; Luigi Raponi a Scifelli; Valentino Onorati a Cortona;
Oreste Tardini a Modena; Pierluigi Di Cintio a Frosinone.
Quest’ultimo, insieme ai fratelli Valentino e Antonio, grazie a
Dio sono ancora vivi. Un ricordo particolare lo dedichiamo ai
due coadiutori vissuti più a lungo a Bussolengo.
Fratel Paolo Durante. Nato a Venegazzù di Volpago
(TV) nel 1908 e morto a Bussolengo il 12.11.1982. E’ stato il
primo della zona a farsi Redentorista, su suggerimento di don
Luigi Panizzolo parroco di Volpago. Dopo di lui sono diventati
redentoristi i padri: Giovanni e Rino Semenzin, Giovanni
Pessetto, Tito Furlan e Rizzardo Pietro, Armando e Carlo.
Svolse il suo apostolato nei Santuari mariani di Oropa e
Bussolengo. Ad Oropa, dove rimase per circa 20 anni, era ben
conosciuto dai parroci del biellese che guidavano i
pellegrinaggi delle parrocchie. Oltre al lavoro nel Santuario, che d’estate cominciava alle 5 del
mattino, svolgeva l’incarico di rilevare i dati dell’Osservatorio Meteorologico situato sul monte
Camino (m 2260) dove si recava anche in condizioni atmosferiche avverse.
Gli ultimi 24 anni di vita li trascorse a Bussolengo prestando un servizio umile e prezioso in
questo Santuario. Una domenica del 1969 durante la Messa si raccoglievano offerte per pavimentare il
piazzale del Santuario e fr. Paolo passava per la questua. Prima che cominciasse, il p. Giovanni disse:
“Guardate fratel Paolo che cammina con fatica trascinandosi sui piedi! Per favore, non dategli monete
pesanti, ma soldi di carta, che sono leggeri!” E la gente, sorridendo, lo ascoltò.
Fratel Paolo si dedicava anche alla Comunità, per la quale ogni giorno usciva in bicicletta a fare
qualche servizio. Negli ultimi anni soffrì per il diabete, a causa del quale gli amputarono l’alluce del
piede destro e, prima di morire, anche la gamba. Ripeteva spesso: “Come Dio vuole!”.
Fratel Prospero Fontana (foto nella pagina precedente), nato a Fellegara di Scandiano (RE)
nel 1915, morto a Bussolengo il 28.11.1985. Entrò come Postulante a Bussolengo nel 1939 e dopo aver
cominciato il noviziato a Scifelli fu chiamato alle armi. Rientrò a Venezia nel 1945. Riprese il
noviziato nel 1947 fino alla professione a Scifelli il 14 aprile 1948.
Ha vissuto nelle comunità di Modena e Venezia, poi è stato mandato a Bussolengo, dove per
tanti anni ha fatto il cuoco della comunità. Alla domenica mattina gli amici del Santuario dopo la
messa andavano a salutarlo, ed egli offriva loro un brodo squisito.
un giorno prima dell’inizio della novena dell’Immacolata. Ad alcuni collaboratori aveva dato
appuntamento per le ore 15 per trasportare la statua della Madonna. Non avendolo visto, lo cercarono e
lo trovarono morto nella sua camera composto e sereno sul letto, come se placidamente dormisse.
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Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma
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