il riso - ResearchGate

il riso
coltivazione
Parassiti animali
Luciano Süss, Daniela Lupi,
Sara Savoldelli
www.colturaecultura.it
Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.
Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l.
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Kravestky) sono dell’agenzia Dreamstime.com.
Le foto alle pagine 104 e 105 sono di Renato Guttuso ©
Renato Guttuso by SIAE 2008.
coltivazione
Parassiti animali
Introduzione
Il riso è colpito da diverse specie di parassiti animali che possono
attaccare la coltura sia in campo sia in magazzino.
Tra gli insetti del riso fino a qualche anno fa si citavano in particolare: gli afidi Sypha glyceriae e Rhopalosiphum padi, il secondo dei quali è in grado di trasmettere il virus del giallume al riso; i
chironomidi, le cui larve attaccano i semi germinati e le plantule;
il dittero Hydrellia griseola e il coleottero Donacia dentata, che
saltuariamente attaccano il riso in quanto normalmente infeudati
ad altre piante spontanee. Diversa invece la situazione attuale,
dopo la recente segnalazione di artropodi dannosi al riso nuovi
per le risaie italiane. In particolare si ricorda il rinvenimento del
punteruolo acquatico del riso Lissorhoptrus oryzophilus, coleottero chiave della coltura in America e in Asia, dell’emittero Trigo­
notylus caelestialium, che in Giappone è uno dei più importanti
agenti della macchia della cariosside, dei lepidotteri Ostrinia nu­
bilalis e Mythimna unipuncta, del decapode Procambarus clarkii
e del roditore Myocastor coypus.
Da non dimenticare neppure il nematode Aphelenchoides bes­
seyi, organismo da quarantena (portato dal seme) che mette a
rischio le produzioni direttamente in campo.
Occorre sottolineare che la macchia della cariosside, dovuta all’introduzione di funghi e batteri durante l’attività trofica di numerose specie di emitteri, è un danno qualitativo in aumento a livello
mondiale e che, in alcune zone, gli insetti agenti della macchia
sono diventati il maggior problema entomologico del riso.
Parassiti animali in risaia
•La risaia costituisce una nicchia
ecologica che riproduce aspetti
caratteristici di Paesi tropicali
e subtropicali, dove le escursioni
termiche sono contenute dalla
presenza dell’acqua che funge da
volano termico. Sebbene il panorama
delle specie che possono attaccare
il riso in campo non sia così ampio
come nei Paesi tropicali si determina
un microclima favorevole a numerosi
organismi animali e vegetali
Glossario
•Attero: insetto privo di ali
•Ermafrodita: specie caratterizzata dal
possedere contemporaneamente organi
sessuali maschili e femminili
•Neanide: stadio giovanile di insetto
caratterizzato da metamorfosi
progressiva
Principali parassiti del riso immagazzinato
•Monoico: specie che vive su unico
ospite
•Partenogenesi: particolare modalità
di riproduzione per cui un insetto è in
grado di dar luogo a una discendenza
in assenza di individui maschili
•Stigmi: aperture presenti, in genere,
sui lati del corpo degli insetti che
consentono la respirazione
•Sifoni: strutture proprie degli afidi,
presenti sugli ultimi segmenti
addominali, in grado di espellere
sferule di cera
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Su risone
Su riso sbramato
Su riso raffinato o in detriti
Infestanti primari
Sitophilus oryzae
Sitophilus zea mays
Sitophilus granarius
Rhyzopertha dominica
Sitotroga cerealella
Infestanti micetofagi
(o terziari)
Typhaea stercorea
Ahasverus advena
Alphitobius diaperinus
Psocotteri
Acari
Sitophilus oryzae
Sitophilus zea mays
Sitophilus granarius
Rhyzopertha dominica
Plodia interpunctella
Corcyra cephalonica
Sitophilus oryzae
Sitophilus zea mays
Sitophilus granarius
Rhyzopertha dominica
Plodia interpunctella
Tribolium confusum
Tribolium castaneum
Latheticus oryzae
Oryzaephilus surinamensis
Oryzaephylus mercator
Cryptolestes spp.
Lasioderma serricorne
Stegobium paniceum
Carpophilus spp.
parassiti animali
Afide verde scuro
•La presenza di pochi individui
di R. padi può risultare temibile per
la trasmissione del virus del giallume
•Il monitoraggio viene efficacemente
realizzato tramite trappole di Taylor
(o Rothamstead)
•Le popolazioni afidiche sono
normalmente controllate dalle coccinelle
Attacco di afidi su spighetta
Parassiti animali di campo
Afide verde scuro (Rhopalosiphum padi) (Homoptera: Aphidi­
dae)
È considerato l’afide più dannoso per il riso, non tanto per i danni
diretti ma in quanto è il principale vettore del virus del giallume del
riso (YDV, yellow dwarf virus). La forma attera presenta una lunghezza di 1,2-2,5 mm. È di colore verde più o meno scuro con una
sfumatura rossastra in prossimità dei sifoni.
Si tratta di specie cosmopolita. Presenta come ospite primario
Prunus padus e come ospiti secondari numerose poacee e ciperacee. In mancanza dell’ospite primario, nelle zone risicole del
Nord Italia la specie può svernare come neanide sulle radici di
ospiti secondari quali per esempio Poa annua. Verso la fine di
marzo, raggiunto lo stadio adulto, si trasferisce dapprima sulla
parte aerea di numerose piante spontanee di ripa e in seguito su
riso, dove la maggior densità di popolazione si riscontra verso la
seconda metà di giugno. Successivamente abbandona progressivamente la risaia.
Femmina attera e naenidi di R. padi
Afide italiano del riso o afide verde del riso (Sipha glyceriae)
(Homoptera: Chaitophoridae)
È frequentementente associato al riso. È specie comune in gran
parte dell’Europa e diffusa ovunque nel nostro Paese. Si tratta
di una specie di colore verdastro, a ciclo monoico, che vive sulla
parte aerea di numerose piante (poacee e ciperacee) spontanee
associate a corsi d’acqua, paludi, canali e in risaia, in quanto
predilige i luoghi umidi. In Italia tra gli ospiti si annoverano anche
frumento e mais. L’insetto sverna come uovo durevole, deposto
a novembre sulla pagina superiore delle foglie in corrispondenza
delle nervature di piante spontanee presenti sulle rive dei canali.
Dalla metà di marzo alla metà di aprile le uova schiudono. Si sus-
Colonia di afide verde del riso
333
coltivazione
seguono alcune generazioni partenogenetiche attere. Quando il
riso emerge dall’acqua iniziano a nascere le prime forme alate
che lo colonizzano. A partire da maggio sul riso si osservano
delle coloniole di afidi atteri nella porzione apicale delle foglie.
Analogamente a R. padi le colonie afidiche raggiungono il massimo sviluppo verso la seconda metà di giugno e abbandonano
la risaia per trasferirsi nuovamente sulla vegetazione spontanea
alla fine dell’estate.
Il danno su riso è di carattere economico solo quando l’afide è
presente in numero molto elevato: le sue punture di alimentazione
causano tipiche striature necrotiche trasversali alle lamine fogliari,
che possono portare al disseccamento dell’apice delle foglie.
Miride del riso (Trigonotylus caelestialium) (Hemiptera: Miridae)
Si tratta di un Emittero Miride recentemente individuato anche in
Italia come uno tra i maggiori responsabili della macchia nera della cariosside. Specie diffusa in tutta l’Asia, l’Europa e l’America
settentrionale, presenta come ospiti numerose poacee, tra cui, oltre al riso, Poa annua, P. pratensis, Agrostis spp. e Digitaria spp.
L’adulto è lungo 5-6 mm, di colore verde chiaro, con antenne
rossastre. L’insetto, che può compiere più generazioni l’anno (in
Giappone 3), sverna allo stadio di uovo sulle erbe spontanee. Dopo la schiusura, a primavera, rimane sulle erbe spontanee fino a
giugno, quando si trasferisce sul riso, e vi rimane fino a settembre.
Su riso si nutre dapprima delle giovani foglie sulle quali effettua
punture di suzione. Quando le foglie si distendono evidenziano
piccole aree trasparenti disposte perpendicolarmente alle nervature fogliari. Successivamente, dalla fioritura in poi, T. celestialium
Striature determinate dalle punture
di alimentazione dell’afide verde
Controllo dell’afide verde del riso
•Le popolazioni dell’afide vengono
normalmente controllate da
due coccinellidi (Hippodamia
tredecimpunctata e Anisosticta
novedecimpunctata), ma può trarre
vantaggio da improvvise diminuzioni
dei predatori
Miride del riso su cariosside
Miride del riso su spighetta
334
Fori determinati dall’attività trofica
del miride
parassiti animali
attratto dalla pannocchia vi si trasferisce e sugge le cariossidi in
formazione. In particolare si alimenta dall’apertura lasciata dalla
saldatura imperfetta di lemma e palea o dalla fessura all’apice delle spighette. Con le punture di alimentazione, favorisce l’ingresso
di funghi e batteri che alterano il colore e danno avvio alla formazione della macchia della cariosside con perdite qualitative.
Chironomidi
•Le larve dei Ditteri Chironomidi sono
presenti nei campi di riso di tutto
il mondo e sono comunemente note
come leccariso o vermi rossi, per la
colorazione rossastra determinata dalla
presenza di pigmenti respiratori, che
consentono all’insetto di sopravvivere
in acque ferme
Leccariso o vermi rossi (Diptera: Chironomidae)
Le specie considerate dannose al riso specialmente nelle zone
temperate appartengono per lo più ai generi Chironomus e Cri­
cotopus. Sono insetti legati all’ambiente acquatico (laghi, fossati
con acque ferme, acquitrini, pozzanghere e risaie) che generalmente si nutrono, durante la vita larvale, di sostanza organica.
Gli adulti, il cui aspetto generale ricorda molto le zanzare, non si
nutrono. Le larve possono raggiungere i 2 mm in funzione della
specie. I danni su riso sono generalmente determinati dall’attività delle larve sui semi in germinazione in quanto, nutrendosi
dell’embrione, uccidono la pianta. Possono inoltre cibarsi dei
germinelli e delle foglie delle plantule sommerse provocando a
volte danni notevoli. Infine si possono nutrire delle foglie sul pelo
dell’acqua. In questo caso si notano piccoli fori sulla superficie
fogliare che talvolta possono interessare l’intera lamina.
I danni risultano raramente di carattere economico. Svernano
come larva matura nei tessuti marcescenti di piante acquatiche
o nella fanghiglia. A febbraio sfarfallano i primi adulti. Seguono
numerose generazioni, fino a dicembre. Colonizzano la risaia
già durante le fasi di preparazione. Pullulazioni di questi insetti
sono associate a risaie che utilizzano acque ricche in sostanza
organica.
Hydrellia griseola
•La specie è cosmopolita e in Europa
Hydrellia griseola (Diptera: Ephydridae)
La specie è associata al riso nello stadio larvale. Gli adulti, di
2-3 mm di lunghezza, sono grigiastri con una macchia verde bluastra e riflessi metallici sull’addome.
Il danno su riso è arrecato appunto dalla larva, che scava sulle
foglie piccole mine irregolari che spesso abbandona durante il
suo sviluppo per costituire una nuova mina. Le foglie attaccate
assumono un aspetto punteggiato e possono andare incontro
a marcescenza. La pianta risponde all’infestazione riemettendo foglie basali.
Sverna come pupa o come adulto. Sul riso sembra possa compiere 2 generazioni l’anno, mentre su altre poacee spontanee può
compiere un numero imprecisato di generazioni.
H. griseola viene normalmente controllata da numerosi limitatori naturali ma può avvantaggiarsi dal verificarsi delle seguenti
condizioni: monocoltura, presenza di piante spontanee di ripa,
acque alte dove il riso cresce filato, uso indiscriminato di prodotti chimici.
presenta un ampio areale, dalla
Finlandia all’Italia
•Polifaga, si può alimentare, oltre che
di riso, di numerose monocotiledoni sia
acquatiche sia terrestri appartenenti
alle famiglie delle poacee e ciperacee
oltre che di dicotiledoni erbacee
(generi: Agrostis; Alopecurus; Apera;
Arrhenatherum; Avena; Brachypodium;
Briza; Bromus; Calamagrostis;
Digitaria; Elymus; Festuca; Glyceria;
Helictotrichon; Holcus, Hordeum;
Lolium; Phalaris; Phleum; Phragmites;
Poa; Setaria; Triticum; Allium; Bellis;
Carex; Papaver)
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coltivazione
Scarificazioni determinate
dall’attività trofica di L. oryzophilus
Larva di L. oryzophilus
Punteruolo acquatico del riso (Lissorhoptrus oryzophilus) (Co­
leoptera: Erirhinidae)
Originario del Nord America, è attualmente presente in gran parte
del Sud-Est asiatico e in Italia. Nel nostro Paese è oggi presente in
molti degli areali risicoli di Lombardia e Piemonte con popolazioni
di sole femmine partenogenetiche.
La lunghezza dell’adulto è compresa tra i 3,3 e i 3,7 mm. Di colore
bruno rossastro, ma con tegumento ricoperto da squame bruno
chiare sui lati di pronoto ed elitre, che diventano più scure nella
parte dorsale, dove formano una chiazza di estensione variabile.
La larva, di 8 mm a maturità, è di colore bianco latte con capo
bruno chiaro; presenta sul dorso 6 coppie di uncini, collegati al
sistema respiratorio, che inserisce nel parenchima aerifero delle
piante ospiti. Le prime indagini effettuate in Italia hanno dimo-
Adulti del punteruolo acquatico del riso
Punteruolo acquatico del riso
•Lissorhoptrus oryzophilus è un
coleottero appartenente alla famiglia
Erirhinidae ed è considerato uno
degli insetti più dannosi per il riso nel
mondo. In Italia è stato individuato
per la prima volta nel 2004 ed è
attualmente diffuso in gran parte delle
zone risicole di Lombardia e Piemonte
Pupa di L. oryzophilus estratta
dalla celletta pupale
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Cellette pupali di L. oryzophilus tra
le radici del riso
parassiti animali
strato che nei nostri areali L. oryzophilus compie una generazione l’anno. Sverna come adulto alla base di piante arboree, tra la
vegetazione spontanea, cespi di poacee e ciperacee, stoppie di
riso, nella lettiera e in zone boscose in prossimità della risaia. A
primavera l’insetto esce dai ricoveri e si sposta sulle erbe spontanee adiacenti per nutrirsi per poi trasferirsi sulle piantine di riso.
Ogni femmina depone in media 75-78 uova. Condizione indispensabile affinché avvenga l’ovideposizione è che le piantine
siano sommerse. Le femmine scendono infatti sotto la superficie dell’acqua e depongono le uova singolarmente nell’epidermide delle guaine delle foglie sommerse. La larva sguscia;
nutrendosi dapprima della guaina della foglia basale e, successivamente, delle radici, dove continua ad alimentarsi fino
all’impupamento.
Il danno è causato principalmente dalle larve che con la loro attività trofica compromettono la funzionalità dell’apparato radicale, con conseguente crescita stentata delle piante e decremento
quali-quantitativo delle produzioni. In casi estremi, se l’attacco
avviene molto precocemente e l’apparato radicale è notevolmente danneggiato, il vento può causare lo sradicamento delle
piante con conseguente morte delle stesse.
Punteruolo acquatico
•L’alimentazione sulle erbe spontanee
a primavera permette all’insetto
di riattivare i muscoli alari, diventati
atrofici nel periodo invernale,
e gli organi riproduttori, non ancora
sviluppati
Donacia dentata
•Specie a diffusione eurosiberica
in Italia è presente in tutto il Nord
e il Centro, preferibilmente nelle zone
di pianura
Donacia dentata (Coleoptera: Chrysomelidae)
Coleottero crisomelide le cui larve possono arrecare danni all’apparato radicale del riso.
L’adulto, di 6-8 mm di lunghezza e di colore verde ramato, possiede sul ventre dei peli idrofughi che consentono all’insetto di
accumulare aria e di utilizzarla quando è immerso sott’acqua.
Le larve oligopode, di colore bianco, sono adattate a vivere sott’acqua in quanto posseggono sull’ottavo segmento addominale due
processi spinosi che inseriscono nei canali aeriferi delle piante acquatiche e che sono collegati al sistema respiratorio dell’insetto.
Pare abbia una sola generazione per anno, anche se alcuni autori
riportano che le larve possono sopravvivere 2 anni. La deposizione avviene sulle porzioni sommerse delle piante acquatiche. La
larva si fissa al parenchima aerifero e si ciba della radice. La presenza di 1-6 larve sulle radici del riso a fine maggio può portare
alla totale distruzione dell’apparato radicale e di conseguenza alla
morte delle piante.
Una volta raggiunta la maturità, la larva costruisce, con del fango,
una celletta pupale entro cui si impupa.
•Piante ospiti sono numerose
monocotiledoni acquatiche, tra cui
anche il riso. L’adulto mostra una
spiccata predilezione per le piante
di Alisma plantago-aquatica
Specie minori
Piralide del mais (Ostrinia nubilalis) (Lepidoptera: Crambidae)
La piralide del mais è un insetto estremamente polifago, che annovera fra le piante ospiti numerose monocotiledoni e dicotiledoni, spontanee e coltivate. L’adulto ha un’apertura alare di 3 cm;
Adulto di piralide del mais
337
coltivazione
Femmina di idrocampa
Maschio di idrocampa
presenta colorazione bruno chiara con tipiche striature più scure
nella femmina; bruno scura con striature più chiare nel maschio.
Su riso le larve, che si nutrono dapprima delle foglie e forano
successivamente il fusticino, divorano i tessuti dall’interno. Se la
pianta è attaccata dopo la fioritura, la pannocchia appare biancastra, secca, con spighette vuote, e, se sfilata delicatamente
dalla guaina della foglia paniculare, esce facilmente, mostrando
il culmo forato o roso, di colore brunastro e marcescente. Se
l’attacco è massiccio, tale attività trofica può risultare estremamente dannosa.
Larve di piralide del mais
Idrocampa
•Lepidottero crambide che solo
sporadicamente provoca danni in risaia
•Tra gli ospiti sono annoverate anche
piante erbacee acquatiche ornamentali
(ninfee, Potamogeton ecc.) spontanee
•I danni sono causati dalla larva che,
Idrocampa (Elophila nymphaeata sub. Nymphula) (Lepidoptera:
Crambidae)
L’adulto ha un’apertura alare di 22-26 mm e presenta colorazione
biancastra con bande serpentiformi brunastre. La larva è polipoda e raggiunge i 20-25 mm di lunghezza.
Racchiusa in un riparo, costituito da foglie di riso tagliate, si
sposta e si alimenta delle foglie e si diffonde nella risaia. La
larva rinnova periodicamente l’astuccio ogni qualvolta questo
ingiallisce e marcisce. Infatti, se le pareti sono verdi, l’acqua in
prossimità della larva viene arricchita di ossigeno e l’insetto ne
trae giovamento. Presenta 4-5 generazioni per anno e solo le
prime due su riso.
dopo una prima età in cui vive da
minatrice della pianta ospite, dalla
seconda età taglia le foglie, ricavando
una sorta di astuccio tenuto insieme
da fili di seta per proteggersi
Pentatomidi
•Le cimici dei campi pungono
tutte le porzioni aeree della pianta.
I danni possono essere qualitativi per
l’insediamento di funghi che provocano
una macchia della cariosside, oppure
quantitativi, a seguito dell’aborto dei
fiori e della riduzione di peso delle
cariossidi
Pentatomidi o cimici dei campi (Carpocoris pudicus, Nezara viri­
dula, Aelia rostrata, Eurigaster spp.) (Heteroptera: Pentatomidae)
I Pentatomidi sono insetti estremamente polifagi che annoverano tra le specie ospiti anche il riso. Il danno è arrecato da tutti
gli stadi di sviluppo che si nutrono con il loro apparato boccale
pungente succhiante della linfa della pianta perforando tutti gli
organi verdi, comprese le cariossidi in fase di sviluppo. Proprio
l’attività trofica su queste ultime è la responsabile dell’insediamento di funghi che causano la macchia nera della cariosside.
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parassiti animali
Adulto di Nezara viridula
Ovatura di pentatomide
Tipule (Tipula maxima, T. oleracea) (Diptera: Tipulidae)
Sono ditteri di dimensioni piuttosto grandi (Tipula maxima raggiunge i 4 cm di apertura alare), con zampe molto lunghe che si
staccano con grande facilità.
Le femmine lasciano cadere le uova sul terreno, prediligendo luoghi con acque ferme e abbondante sostanza organica.
Le larve, generalmente con apparato boccale masticatore, si
nutrono in prevalenza di sostanze vegetali in decomposizione
e possono attaccare l’apparato radicale di alcune piante acquatiche, compreso il riso. Quanto più le piante sono giovani
e l’apparato radicale è ridotto tanto maggiore sarà il danno.
Talvolta le piante ingialliscono o, se l’attacco è grave, possono essere sradicate dall’acqua. Sverna come larva nel terreno.
L’adulto si trova in estate in folti gruppi sia lungo gli argini sia
nei pressi degli acquitrini.
Ninfa di Nezara viridula
Adulto di tipula
Larve di tipula
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coltivazione
Adulto di Mythimna unipuncta
Adulto di Spodoptera littoralis
Nottue (Spodoptera littoralis e Mythimna unipuncta [= Pseudale­
tia] unipuncta) (Lepidoptera: Noctuidae)
Questi lepidotteri nottuidi sono segnalati solo sporadicamente
come dannosi per il riso, anche se le loro pullulazioni possono
risultare significative per i danni provocati dalle larve.
Gli adulti di S. littoralis hanno un’apertura alare di 35-40 mm
con ali anteriori di colore grigio-bruno con caratteristici disegni
a linee e ali posteriori biancastre con riflessi violacei e parte
marginale scura. Le larve, brune a maturità, mostrano strisce
dorso laterali gialle.
M. unipuncta presenta adulti con un’apertura alare di 40-50 mm,
ali anteriori giallastre o rossastre, con un netto puntino bianco
nella porzione distale e ali posteriori grigie. La larva, che a maturità raggiunge i 4 cm di lunghezza, presenta fasce longitudinali grigio chiare e grigio scure spesso interrotte e una linea
gialla che decorre nella zona al di sotto degli stigmi. Presenta
un’ampia diffusione nei vari continenti, Europa compresa, dove
fu segnalata per la prima volta negli anni ’50. Entrambe le specie
sono estremamente polifaghe. Il danno su riso è causato dalle
larve che si alimentano delle foglie, divorandone i margini; talvolta l’attacco può avvenire direttamente sulla pannocchia, che
viene recisa alla base.
Compiono più generazioni l’anno e svernano come larva nel terreno.
Larve di S. littoralis
Gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) (Malaco­
straca: Decapoda: Cambaridae)
Vive in tutte le acque dolci, ma preferisce quelle stagnanti o debolmente correnti (paludi, risaie, canali ecc.), anche soggette a
completo o parziale prosciugamento durante i mesi meno piovosi. Può sopravvivere per diversi mesi fuori dall’acqua, purché vi
sia un elevato tasso di umidità.
Ovatura di Spodoptera exigua ricoperta da
peli (a destra); uova estratte (a sinistra)
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parassiti animali
L’adulto raggiunge una lunghezza massima di 15 cm e assume
una colorazione bruno rossiccia che lo rende facilmente riconoscibile. Le forme giovanili presentano una colorazione brunogrigiastra.
Può diventare dannoso in risaia per i danni diretti su semi germinanti e plantule di riso ma soprattutto per l’abitudine di scavare
delle gallerie più o meno complesse nei campi e negli argini, che
causano instabilità degli argini stessi e perdite d’acqua. I freddi
mesi invernali sono trascorsi in quiescenza, per lo più in tane,
anfratti naturali e nicchie ben riparate.
Nei nostri ambienti il periodo riproduttivo è piuttosto ampio, tra
la primavera e l’autunno; la specie è in attività da marzo a novembre, con il massimo nella stagione tardo-primaverile ed estiva
(maggio-settembre). La femmina è in grado di deporre 200-700
uova per volta.
Gambero rosso della Louisiana
•Il gambero rosso della Luisiana è un
Decapode Cambaride che provoca
danni su riso sia diretti sia indiretti
•Originario del Centro-Sud degli Stati
Uniti e del Nord-Est del Messico è
presente in numerosi Paesi in cui è stato
introdotto accidentalmente.
Sfuggito da alcuni allevamenti,
attualmente è diffuso e acclimatato
anche in Pianura Padana. Si è
rapidamente diffuso nel territorio grazie
alla sua elevata capacità di adattamento
ad ambienti estremamente differenti
Coppetta (Triops cancriformis) (Branchiopoda: Notostraca:
Triop­side)
Crostaceo Brachipode di 4-5 cm reperibile nelle risaie. T. cancri­
formis presenta un notevole adattamento alla siccità, in quanto
le uova sono in grado di conservarsi per decenni in assenza di
acqua e schiudono non appena si trovano in condizioni di elevato rifornimento idrico. T. cancriformis è specie termofila, presente anche nel Sud-Est asiatico, in Giappone, Africa ed Europa.
Si alimenta di alghe, plancton e prede più grandi come anellidi, larve di zanzare o persino girini, che trova scavando nel
terriccio fangoso. Proprio questa attività di ricerca, che provoca sollevamento di terra dal fondo e intorbidisce l’acqua,
può risultare dannosa al riso nelle fasi di germinazione e può
determinare fallanze.
Adulto di gambero rosso della Louisiana
Coppetta
•È considerato un “fossile vivente”,
in quanto sopravvive immutato
da milioni di anni. Nel nostro Paese
è presente con popolazioni ermafrodite,
mentre in altri ambienti può essere sia
partenogenetico sia a sessi separati.
È associato ad ambienti acquatici
a carattere stagionale o temporale
e di conseguenza anche alle risaie
Adulto di coppetta
341
coltivazione
Topolino delle risaie (Micromys minutus) (Mammalia: Rodentia:
Muridae)
Vive tra le erbe degli incolti marginali, in particolare quelle che
ricoprono le sponde dei fossi e dei canali. Da questi passa facilmente nelle colture cerealicole prossime a maturazione, divorando una gran quantità di cariossidi, arrampicandosi lungo il culmo
ed estraendole, una dopo l’altra, dalle spighe.
L’attività è sia diurna sia notturna. Il nido di riproduzione è costruito a 30-80 cm dal suolo, tra gli steli delle erbe alte, intrecciando
foglie e altre erbe sottili in modo da formare una struttura subsferica (8-10 cm di diametro) con un foro di accesso laterale. Ogni
nido serve per l’allevamento di una sola figliata a causa del rapido
accrescimento delle erbe alle quali è appeso.
Il periodo riproduttivo va da maggio a settembre e una femmina,
che ha una gestazione di 18 giorni, porta a termine ogni anno
fino a 3 figliate, ciascuna con mediamente 4 piccoli.
Topolino delle risaie
•Il topolino delle risaie è il più piccolo
roditore italiano, presente in tutta la
Pianura Padana e negli ampi fondovalle
a essa adiacenti. Il peso dell’adulto
si aggira intorno ai 6 grammi;
la coda, lunga almeno quanto il corpo,
è leggermente prensile. Si distingue
da un topo domestico per il colore
rosso arancio delle parti dorsali,
per l’estremità del muso arrotondata
e per i piccoli padiglioni auricolari
•L’importanza economica della specie
è trascurabile anche se sono riportati
casi di ingenti danni in corrispondenza
di periodi di sovrabbondanza di questo
roditore, in condizioni ambientali
favorevoli
Nutria (Myocastor coypus) (Mammalia: Rodentia: Myocastoridae)
È un roditore di grande taglia, di origine sud-americana, allevata
in alcune parti del mondo come animale da pelliccia che in seguito a fughe accidentali è oggi presente allo stato selvatico, oltre che in Italia, in diversi Paesi europei. Il peso dell’adulto varia
tra 7 e 10 kg e il corpo misura complessivamente 60 cm circa. Il
mantello è marrone-rossastro con peli ruvidi che proteggono un
sottopelo soffice e vellutato di colore ardesia scuro. Le femmine
hanno la particolarità di avere i capezzoli localizzati nella parte
alta dei fianchi, così da consentire ai piccoli di nutrirsi mentre la
madre, nuotando, li trasporta sul dorso.
Foto V. Bellettato
Nutria
•La nutria è un animale semi-
acquatico, ottimo nuotatore, che vive
esclusivamente in stretta prossimità
dei corsi d’acqua a decorso lento, laghi
o paludi. Per allevare la prole scava
orizzontalmente, nelle sponde degli
invasi o dei corsi d’acqua, gallerie poco
profonde, con una camera terminale.
La femmina può fare 2 parti in un anno
di 2-4 piccoli per volta; la gestazione
si aggira intorno ai 4 mesi
Nutria
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parassiti animali
La presenza delle nutrie in prossimità dei canali di irrigazione e
degli invasi artificiali rappresenta un problema per la creazione di
pericolosi punti di infiltrazione e frattura.
Foto C. Chersi
Difesa dai parassiti animali in campo
Relativamente alla lotta agli insetti di campo, bisogna sottolineare che attualmente sono pochi i prodotti autorizzati per l’impiego
in risaia. Si ricordano per esempio un prodotto a base di triclor­
fon autorizzato per l’uso su coppette, chironomidi e idrocampe
e un prodotto aficida a base di alfacipermetrina. Tale situazione
è dovuta al fatto che, fino all’introduzione di specie esotiche più
dannose per le produzioni, le pullulazioni determinate da parassiti animali erano sporadiche. Soprattutto gli insetti, venivano normalmente tenuti a freno da numerosi limitatori naturali o
erano risolvibili con pratiche agronomiche. Basti ricordare che
per molte specie si può operare indirettamente, controllando gli
ospiti alternativi. Per i chironomidi una lotta indiretta può essere effettuata prosciugando gli acquitrini, sgrondando le risaie,
eventualmente anche con l’effettuazione di arature autunnali
ed evitando la presenza di residui vegetali in risaia; nel caso di
Hydrellia griseola bisogna controllare il livello dell’acqua. Anche
per il crostaceo Triops cancriformis (coppetta) i danni possono
essere limitati praticando un’asciutta.
Uno dei maggiori problemi entomologici attualmente presente
in Italia è rappresentato dal punteruolo acquatico del riso nei
riguardi del quale non vi sono ancora formulati disponibili ma
sono in atto procedure di registrazione che fanno supporre una
disponibilità futura di alcuni prodotti. Anche per il contenimento
di questo insetto possono essere di aiuto tecniche agronomiche, quali la pratica di asciutte programmate, la scelta di varietà
meno suscettibili all’attacco o l’effettuazione di diserbi, finalizzati all’eliminazione degli ospiti alternativi.
Danni da punteruolo acquatico del riso.
Le strategie di lotta contro questo insetto
sono attualmente allo studio
Attacchi parassitari sulle derrate
•Numerose specie di insetti e acari
sono attive nei magazzini di cereali in
genere, nonché nelle riserie. Dopo la
trebbiatura, il risone viene conservato
nei magazzini, ancora rivestito e
protetto da glume e glumelle, il che
può rendere più difficile un attacco
parassitario. Successivamente,
sottoposto a lavorazione e “svestito”
(riso sbramato o semigreggio), perde
questa sua naturale difesa, divenendo
più suscettibile a infestazioni da insetti.
Le successive lavorazioni in riseria
privano le cariossidi degli strati più
esterni (riso raffinato); ciò determina
una ulteriore possibilità di infestazione
Parassiti da magazzino
La conservazione di tutti i cereali è pratica difficile, tanto è vero che spesso si devono lamentare perdite dovute ad attacchi
parassitari. È un gravissimo errore considerare i cereali come un
materiale inerte: le cariossidi infatti sono organismi vivi, seppure
in stato di quiescenza. Per una corretta conservazione è necessario conoscere innanzitutto le caratteristiche della materia prima,
nonché il magazzino ove le cariossidi stazionano per tempi più o
meno lunghi.
Anche le condizioni ambientali esercitano un ruolo molto importante, divenendo elemento più o meno favorevole alla moltiplicazione di insetti e acari; per quanto si riferisce al riso, ciò
vale in modo rilevante: si pensi che gran parte della coltivazione
avviene in Paesi tropicali e subtropicali, in cui diverse specie di
insetti infestanti questo cereale nei depositi possono svilupparsi
Commercio del riso
e contaminazione delle derrate
•Le infestazioni sono favorite dagli
scambi commerciali. Partite di riso
provenienti da Paesi tropicali e
subtropicali sono spesso già infestate
all’origine; gli Artropodi, nel corso del
viaggio, si moltiplicano e vengono così
trasferiti nei magazzini di stoccaggio
343
coltivazione
pure in pieno campo. I magazzini, poi, spesso non sono affatto
adeguati, consentendo una rapida moltiplicazione dei parassiti
infestanti.
L’importazione di riso grezzo di tali Paesi deve essere considerata come una fonte di rischio di possibile introduzione di organismi dannosi anche in Italia.
Infine, se sottoposto in riseria a trattamenti termici (riso parboiled), viene sicuramente disinfestato con tale pratica e, successivamente, solo in rari casi è suscettibile di ulteriori attacchi parassitari. Il risone a volte può essere immagazzinato con elevata
umidità, il che lo rende ancora più soggetto a infestazioni di insetti
micetofagi e di acari.
Infatti, se viene insilato riso ancora umido, in presenza di temperature elevate, è possibile che si sviluppino ammuffimenti,
e nel contempo si verifica un aumento di anidride carbonica
nella massa, con incremento di umidità e di temperatura, il che
provoca un più rapido sviluppo degli insetti infestanti “primari”, che a loro volta aprono la via agli organismi “secondari”,
detriticoli, e ai micetofagi, definiti anche come insetti e acari
“terziari”.
Punteruoli o Sitophilus spp.
•Sono specie simili tra loro che
causano danni ai cereali conservati
(riso compreso) oltre che ai prodotti
derivati, come le paste alimentari. Sono
caratterizzati da un capo con clipeo
molto allungato, all’estremità del quale
si trova l’apparato boccale masticatore
(da questo aspetto prendono il nome
comune di “punteruoli”). Le antenne
sono genicolate, con gli ultimi
antennomeri clavati. Le larve sono
apode
Punteruoli o Sitophilus spp.
Si tratta di coleotteri appartenenti alla superfamiglia Curcu­
lionoidea, trasferiti dalla famiglia dei Curculionidi a quella dei
­Dryophthoridae.
Calandra o punteruolo del riso (Sitophilus oryzae)
Diffuso in tutto il mondo, causa ingenti perdite di riso durante
la conservazione. I danni sono provocati sia dalle larve sia dagli adulti che si nutrono delle cariossidi, svuotandole completamente o riducendole in polvere. L’infestazione può avere inizio
anche in pieno campo perché S. oryzae è in grado di volare e
Adulti di S. oryzae su risone
S. oryzae su riso bianco
Larva di Sitophilus oryzae
344
parassiti animali
raggiungere le risaie, deponendo le uova nelle cariossidi ancora
sulla pannocchia. Oltre al riso è in grado di attaccare anche altri
cereali nonché le paste alimentari e le leguminose da granella.
Gli adulti, lunghi 2-3 mm, sono di color bruno scuro, con 2 macchie rosso mattone su ciascuna elitra. Il capo è prolungato in un
rostro alla cui estremità si trovano le appendici boccali, idonee
a rodere e forare le cariossidi. Le femmine depongono le uova
individualmente in fori scavati nelle cariossidi per un totale di 300400 uova in 40-50 giorni. La larva, apoda e biancastra, si alimenta dell’endosperma fino a maturità, impupandosi pure all’interno
della cariosside. In un anno si possono avere 3-4 generazioni e lo
svernamento avviene di solito allo stadio adulto, negli strati più
interni della massa dei cereali.
Calandra o punteruolo del grano (Sitophilus granarius)
È cosmopolita, ma molto più abbondante nei climi temperati.
L’adulto, di colore bruno, è lungo 3-5 mm. I danni, come nel
caso di S. oryzae, sono sulle cariossidi intere dei cereali o sulle
paste alimentari. Morfologicamente è simile a S. oryzae, da cui
si differenzia per l’assenza delle macchie rosso mattone sulle
elitre e per le ali atrofizzate, che lo rendono incapace di volare,
anche se risulta un ottimo camminatore. Ogni femmina è in grado di deporre 50-250 uova in un periodo di 3-5 mesi. Nei nostri
ambienti si possono avere 2-3 generazioni l’anno. Sverna come
adulto negli strati più profondi della massa del cereale o nelle
fessure delle pareti; in altri casi sverna la larva all’interno della
cariosside.
Danni da Sitophilus granarius su frumento
Foto L. Riccioni
Calandra o punteruolo del mais (Sitophilus zeamais)
Inizialmente descritto come una varietà di S. oryzae, risultò poi
specie a sé stante. È meno comune di S. oryzae e, poiché resiste poco al freddo, è più attivo nelle regioni tropicali dove può
infestare il riso anche in pieno campo. Sembra che S. zeamais
sia in grado di svilupparsi sul riso più velocemente di S. oryzae.
A 30 °C e con il 70-80% di UR il ciclo di sviluppo si completa
in 25-27 giorni.
L’adulto, di color bruno-nerastro, normalmente misura 3-4 mm.
Le elitre sono generalmente più lucenti che in S. oryzae e presentano 4 macchie rosso mattone ben evidenti e delimitate, quasi a
configurare una croce di S. Andrea.
Adulto di Sitophilus zeamais
Cappuccino dei cereali (Rhyzopertha dominica)
È un coleottero appartenente alla famiglia dei Bostrichidi, comunemente conosciuto come cappuccino dei cereali a causa
del capo che è interamente nascosto nel protorace, che lo ricopre come un cappuccio. Cosmopolita, è di origine tropicale.
L’adulto è di colore bruno-rossastro, lungo 2,5-3 mm. I danni
sono causati dalle larve e dagli adulti che attaccano le cariossidi
Adulto di Rhyzopertha dominica
345
coltivazione
intere o spezzate ma anche la farina e le paste alimentari. La
femmina può deporre dalle 200 alle 500 uova isolatamente o
in piccoli gruppi sulla superficie dei cereali o in gallerie precedentemente scavate. Le larve, per addentrarsi nelle cariossidi,
sfruttano fratture o aperture già esistenti, nutrendosi della farina
derivante dall’alimentazione degli adulti. Il ciclo di sviluppo varia
in funzione delle condizioni ambientali e può durare solo 30 giorni in condizioni ottimali (34 °C), mentre nella stagione fredda si
prolunga fino a 6 mesi; gli adulti sono molto longevi e superano
in nocività le larve, in quanto sono i maggiori responsabili delle
gallerie scavate nei prodotti attaccati. In un anno si possono registrare 4-5 generazioni.
Tignola fasciata (Plodia interpunctella)
È un piccolo lepidottero cosmopolita, appartenente alla famiglia
dei Piralidi. È comunemente nota con il nome di tignola fasciata
in quanto le ali anteriori sono per metà biancastre e per metà di
colore rosso rame lucente, rigate da fasce nere. L’apertura alare è
di 15-16 mm. Specie polifaga per eccellenza, infesta una grandissima quantità di sostanze alimentari, tra cui i cereali. I danni sono
causati dalle larve che si nutrono delle cariossidi in cui entrano più
o meno parzialmente. Secernono abbondanti fili sericei coi quali legano insieme i chicchi, creando una nicchia di annidamento
che progressivamente ampliano. Vivono nello strato superficiale
delle cariossidi immagazzinate e quando raggiungono la maturità
escono dal groviglio di fili e semi e cercano un posto riparato per
incrisalidarsi. Di solito si trasferiscono sulle pareti dei magazzini,
entro crepe e fessure. L’insetto compie in genere 3-4 generazioni
l’anno, a seconda delle caratteristiche ambientali, ma in caso di
forti infestazioni le generazioni si accavallano e si possono trovare
adulti tutto l’anno. La tignola fasciata sverna di solito come larva
e in estate si può trovare anche all’aperto.
Attacco di R. dominica su risone
Foto L. Riccioni
Adulto di Plodia Interpunctella
Confezione di riso infestata da Plodia interpunctella
346
parassiti animali
Vera tignola dei cereali (Sitotroga cerealella)
Insetto cosmopolita tra i maggiori infestanti del riso, considerato,
come importanza, secondo solo a Sitophilus spp.
L’adulto è una piccola farfalla, appartenente alla famiglia dei Gelechidi, dall’apertura alare di 13-17 mm. Le ali sono fortemente
frangiate: quelle anteriori di color paglierino luccicante, quelle posteriori plumbeo chiaro.
Le uova (in media 200-250 per femmina) possono essere deposte direttamente in campo, sulle spighe. Le larve neonate riescono a penetrare facilmente nella cariosside, mentre in magazzino
ciò è più difficile a causa della maggior secchezza e durezza
dei granelli. La larva attacca e divora l’endosperma e quando
si avvicina la maturità rode in prossimità della superficie della
cariosside una porzione circolare per agevolare lo sfarfallamento
dell’adulto. Sul chicco si può notare un dischetto di pericarpo
sottilissimo che sarà rotto con il capo dall’adulto pronto a uscire
dalla cariosside. In campo l’insetto può compiere 1-2 generazioni, mentre all’interno dei magazzini arriva a 3-4 generazioni.
Sverna come larva dentro le cariossidi.
Tignola fasciata
•Questa specie, presente in tutto
il mondo, è ritenuta responsabile del
97-98% delle infestazioni di derrate
provocate da Lepidotteri
•La tignola fasciata depone sempre
le uova negli strati superficiali delle
cariossidi immagazzinate
Tignola del riso (Corcyra cephalonica)
Lepidottero di origine subtropicale, probabilmente asiatica, può
divenire un importante infestante in magazzini mal tenuti. L’adulto ha apertura alare di 14-24 mm, con ali anteriori bruno-grigiastro o giallastro e ali posteriori color crema. La femmina depone
sino a 400 uova in screpolature di muri impolverati, o direttamente nelle cariossidi. Il ciclo di sviluppo è completato di solito
in 3-4 mesi. Le larve producono una discreta quantità di seta,
con cui inglobano detriti alimentari e cariossidi; formano così un
astuccio sericeo in cui si annidano per incrisalidare.
Danno da Sitotroga cerealella
Adulto di Corcyra cephalonica
Larva di Corcyra cephalonica
347
coltivazione
Detritivori
Psocotteri
Numerose sono le specie che possono risultare infestanti: tra
le più comuni si ricordano Liposcelis bostrychophila e L. divina­
torius. Questi insetti sono caratterizzati da minutissime dimensioni (0,8-2 mm), colore generalmente grigio pallido, presenza o
assenza di ali, a seconda della specie. Si nutrono di detriti, sia
di origine animale sia vegetale, oppure di micelio fungino. Ubiquitari, depongono decine di uova e lo sviluppo sino ad adulto
si completa in 20-40 giorni, in relazione alla specie e alle condizioni ambientali.
A volte si osservano imponenti infestazioni nei silos di cereali, con
colonie di migliaia e migliaia di individui.
Psocotteri
•A questo ordine appartengono specie
di piccole dimensioni attere o alate, con
capo fornito di occhi composti e, nelle
forme alate, di 3 ocelli. Possiedono
antenne filiformi e apparato boccale
masticatore
•Questi insetti frequentano solitamente
luoghi umidi e bui
Triboli delle farine (Tribolium confusum e T. castaneum)
Sono coleotteri appartenenti alla famiglia dei Tenebrionidi che si
alimentano per lo più di cariossidi spezzate e di detriti. Si trovano
di frequente anche nella crusca di riso.
Gli adulti delle due specie, di color bruno scuro, lunghi 3-4 mm, si
differenziano per la conformazione delle antenne che in T. confu­
sum si ispessiscono progressivamente dalla base all’apice, mentre in T. castaneum gli ultimi 3 antennomeri formano una clava
ben distinta.
Ogni femmina è in grado di deporre dalle 200 alle 500 uova,
isolatamente per un periodo di 150-200 giorni. A 30 °C e con il
70-90% di UR il ciclo più breve è di 40 giorni per T. castaneum e
di 25 giorni per T. confusum. Le sostanze attaccate tendono ad
assumere un odore sgradevole, causato dalla secrezione ghiandolare di diversi chinoni, che le altera irreparabilmente.
Foto A. Pollini
Psocottero liposcelide
Foto L. Riccioni
Triboli delle farine
•Gli adulti di Tribolium spp. sono in
grado di vivere fino a circa 2 anni
•T. castaneum è un buon volatore
mentre T. confusum si sposta
preferibilmente sulle proprie zampe
•Circa la metà di una cariosside
può venire consumata da un unico
individuo di tribolio nel corso dello
sviluppo postembrionale
Adulto di Tribolium castaneum
348
parassiti animali
Silvano (Oryzaephilus surinamensis)
È un minuto coleottero della famiglia dei Silvanidi. Cosmopolita,
causa seri danni ai cereali, soprattutto al riso. L’adulto, molto agile, è di color bruno più o meno scuro e raggiunge i 2,5-3 mm di
lunghezza. I silvani sono caratteristici per avere il pronoto con 6
dentelli su ogni lato, di cui il primo particolarmente lungo e appuntito, mentre la superficie dorsale presenta tre creste longitudinali.
Sia le larve sia gli adulti si alimentano delle cariossidi conservate,
divenendo un grosso problema, soprattutto se il riso è umido o è
già attaccato da altri insetti. Le uova (200-300 per femmina) sono
deposte direttamente sulle cariossidi. Il ciclo di sviluppo dipende
sensibilmente dalla temperatura e dall’umidità: a 27 °C e con il 7090% di UR si completa in 24-27 giorni. Di solito nei nostri ambienti
presenta da 2 a 4 generazioni all’anno, ma quando le infestazioni
avvengono in ambienti caldo-umidi possono anche essere 8.
I silvani
•Gli adulti sono rapidi camminatori
ma raramente volano
•Si sviluppano velocemente in derrate
con un contenuto di umidità superiore
o pari al 20%
•Per il loro sviluppo sono essenziali
i carboidrati mentre il fabbisogno
di vitamina B è molto basso
Foto A. Capizzi
Adulti di silvano
Larva di Oryzaephilus surinamensis
Oryzaephilus mercator
Molto simile alla specie precedente, con la quale è spesso confuso. Predilige semi oleaginosi e loro derivati, nonché frutta secca.
È molto meno importante come infestante del riso rispetto a O.
surinamensis. Si distingue da quest’ultimo per il capo più allungato e per la conformazione del bordo dietro agli occhi, che in O.
mercator è sporgente con un dente traverso e lungo la metà del
diametro dell’occhio, mentre in O. surinamensis il dente è lungo
quanto il diametro dell’occhio.
Criptoleste (Cryptolestes spp.)
Sono piccolissimi coleotteri appartenenti alla famiglia dei Cucuidi,
caratterizzati da corpo appiattito e sottile e lunghe antenne filiformi. Le specie che infestano le derrate sono per lo più detriticole e
si trovano come infestanti secondari dei cereali immagazzinati. Le
specie più comuni sono C. ferrugineus e C. pusillus.
Adulti di Cryptolestes spp.
349
coltivazione
Gli adulti, di colore bruno-rossastro, sono lunghi 1,5-1,8 mm con
antenne lunghe circa la metà del corpo. Sono cosmopoliti e nei
nostri climi possono compiere fino a 3 generazioni all’anno. Il
ciclo a 25 °C e con il 75% di UR si completa in 5-6 settimane.
Sono in grado di creare grossi problemi quando trovano condizioni di umidità e temperatura favorevoli (i cosiddetti “punti
caldi” nella massa di cereali immagazzinati) che consentono lo
sviluppo di popolazioni con numerosissimi individui.
Criptoleste
•I Cryptolestes prediligono attaccare
il germe piuttosto che l’endosperma
delle cariossidi
Latheticus oryzae
Frequente nei Paesi tropicali, può rinvenirsi in partite di riso importate. Si tratta di specie detriticola, ragion per cui è più frequente su riso spezzato o sul germe. L’adulto, dal corpo appiattito e di
colore bruno-giallastro, è lungo 2,5-3 mm.
Essendo di origine tropicale predilige temperature e umidità elevate. Con tali condizioni, a 25 °C e con il 75% di umidità relativa,
completa un ciclo in circa 2 mesi.
Foto M. Mazzotti
Anobio del tabacco (Lasioderma serricorne)
Questo minuto coleottero della famiglia degli Anobidi (mm 2,53), affine morfologicamente e per costumi alimentari a Stego­
bium paniceum, è specie cosmopolita, polifaga per eccellenza.
Nelle riserie si insedia, così come S. paniceum, in ambienti con
abbondanti detriti, di cui si nutre. La femmina depone sino a
100 uova; il ciclo di sviluppo si completa in circa 4 mesi. Le
due specie sono monitorabili con trappole a feromone. Per
l’aspetto complessivo, gli adulti possono essere confusi con T.
stercorea, ma quest’ultima specie presenta il corpo rivestito di
fitta peluria, mentre i due Anobidi summenzionati hanno elitre
glabre.
Adulto di Lasioderma serricorne
Micetofagi
Tifea (Typhaea stercorea)
Si tratta di un tipico infestante di cereali ammuffiti, apparentemente della famiglia dei Micetofagidi.
L’adulto, lungo 2,5-3 mm, di colore bruno-rossastro, è caratterizzato da una densa e finissima pubescenza.
Si riscontra in magazzini con elevata umidità; il ciclo di sviluppo, a
22 °C e con l’80% di UR, si completa in circa 1 mese.
Ahasverus advena
Coleottero Silvanide, cosmopolita, di color bruno-rossastro chiaro, lungo 1,5-2 mm. L’importanza di questo infestante è relativamente scarsa in quanto si alimenta delle muffe che crescono sul
riso umido e non delle cariossidi in quanto tali. Per questo motivo
A. advena non può svilupparsi sul riso brillato o sul riso a basso
contenuto di umidità.
Adulto di Typhaea stercorea
350
parassiti animali
Micetofagi
•Diversi coleotteri prediligono
substrati ammuffiti e possono essere
responsabili della diffusione, sulle
derrate, delle spore fungine di cui
si imbrattano nutrendosi
Adulti di Typhaea stercorea
Alfitobio (Alphitobius diaperinus)
Questo tenebrionide coleottero colonizza sostanze organiche in
putrefazione e può rinvenirsi in magazzini ove è conservato risone
molto umido; pertanto la sua presenza deve essere considerata come indicatrice di cattive condizioni di stoccaggio. L’adulto,
lungo 5-6 mm, è di colore nero brillante, mentre la larva, dapprima bianco crema, approssimandosi alla maturità assume colore
giallo-brunastro. L’insetto completa una generazione in 6-7 settimane a 30 °C.
Adulto di Ahasversus advena
Acari
Numerose specie di acari possono infestare i cereali immagazzinati, quando l’umidità della massa è elevata. Caratterizzati da
dimensioni minute (0,5-0,6 mm), possono completare una generazione in 2-3 settimane. La femmina depone di solito 20 o più
uova. Diverse specie sono in grado di sopravvivere in uno stadio
quiescente, detto ipopiale, qualora le condizioni ambientali non
siano favorevoli allo sviluppo. Vengono trasferiti nei magazzini a
opera di uccelli o roditori, che li ospitano su piume e pelo, o addirittura vengono trasportati dal vento. Gli attacchi determinano
un odore acre nella massa, con rapida alterazione delle caratteristiche organolettiche di quanto infestato. La loro presenza può
provocare anche fenomeni allergici alle persone che ne vengono
in contatto.
Difesa dai parassiti da magazzino
Le possibilità di proteggere dagli attacchi parassitari il riso nei magazzini vanno considerate sotto diversi aspetti.
Inizialmente si può procedere a immagazzinare il risone, che può
essere trattato, attualmente, con piretroidi di sintesi, ad azione
Adulti e larve di Alphitobius diaperinus
351
coltivazione
contatticida, durante la fase di stivaggio o, nel caso di già accertata infestazione, con idrogeno fosforato (fosfina).
Nell’utilizzo di tale gas tossico bisogna avere l’avvertenza che il
magazzino sia a buona tenuta e che il risone non sia eccessivamente umido, per evitare pericoli di incendio della massa.
Sulla superficie del risone così stivato può essere effettuato un
trattamento di copertura, con impiego di deltametrina formulata
come polvere secca.
Come alternativa all’utilizzo della fosfina o degli insetticidi di contatto si può prevedere l’impiego di mezzi fisici, in particolare della
CO2 (con una concentrazione del 60-65%) o attuando la frigoconservazione.
Mentre per la CO2 è richiesto il mantenimento dell’atmosfera controllata per almeno 10 giorni, ed è necessario avere sili a perfetta tenuta stagna, la frigoconservazione, a 10 °C, determina solo
l’arresto dello sviluppo degli insetti, ma non la loro morte: questa
tecnica quindi deve essere considerata come un metodo di mantenimento, ma non eradicante.
Inoltre è possibile effettuare la frigoconservazione in impianti con
buona ventilazione, per evitare fenomeni di condensa, cui inevitabilmente seguono ammuffimenti. Ciò consente lo sviluppo di
insetti e acari micofagi (infestanti terziari).
Nella conservazione in magazzino è opportuno monitorare assiduamente l’eventuale presenza di ospiti indesiderati, mediante trappole a feromone sessuale (per i lepidotteri Plodia inter­
Prevenzione degli attacchi
parassitari sulle derrate
•Prima dello stoccaggio sili e magazzini
piani devono essere ripuliti da polveri,
granella vecchia e, a volte, ammuffita,
cui seguirà un trattamento
di disinfestazione
Silos e magazzini per la conservazione
dei cereali
Foto D. Cauzzi
352
parassiti animali
punctella e Sitotroga cerealella) e a feromone di aggregazione
per diversi coleotteri (Sitophilus spp., Rhyzopertha dominica,
Tribolium spp.).
È pure possibile utilizzare trappole “a caduta” (pitfall trap): sono
in commercio infatti alcuni modelli di tali trappole, costituiti da
piccole sonde, provviste di numerosi fori sui lati, da posizionare
immediatamente sotto la superficie del risone; gli insetti vi si annidano, ma non riescono più a uscirne.
Se si ha a che fare con riso grezzo o brillato, le possibilità di
disinfestazione sono più limitate, venendo a mancare la protezione offerta da glume e glumelle, ragion per cui il rischio di
contaminazione con residui di antiparassitari utilizzati diviene
più elevato.
D’altra parte, quando il riso è ormai lavorato, risulta più suscettibile all’attacco di insetti primari o secondari (detriticoli), mentre
di solito scompare la possibilità di disinfestazione da acari o da
insetti micetofagi.
Il riso lavorato, inoltre, viene conservato in sili o in sacconi: questi ultimi, nelle pieghe di cucitura, possono raccogliere polvere e
consentire l’annidamento di insetti.
Le pratiche di prevenzione (pulizia accurata e disinfestazione dei
magazzini o dei reparti produttivi vuoti) sono analoghe a quelle
previste per il risone. Anche il monitoraggio deve essere effettuato
nello stesso modo; è evidente però che, se il riso è conservato in
sacconi, ci si limita a un monitoraggio esterno a questi involucri.
Conservazione
•La lotta antiparassitaria prescinde,
sul riso brillato, da mezzi chimici, che
possono essere utilizzati solo negli
ambienti di conservazione, mentre sul
riso lavorato devono essere impiegati
la frigoconservazione o la CO2
•Dopo il confezionamento, il riso
può subire attacchi parassitari sino
nell’abitazione del consumatore.
Per tale motivo è preferibile il
confezionamento del riso sottovuoto
Frigoconservazione
•Se il riso viene commercializzato
in sacchetti o scatole di cartoncino,
è opportuno che l’acquirente tenga
il prodotto in ambiente fresco, meglio
se nel frigorifero
Foto R. Angelini
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