yotam ottolenghi

YOTA M OT TO L E N G H I
PLENTY
traduzione di Giancarlo Buzzi
BOMPIANI
Sommario
Introduzione
Radici e tuberi
7
Fette di zucca in crosta con panna acida
72
La ratatouille di Tamara
74
10
Verdure baby in camicia con maionese di capperi
12
Peperoni
78
Insalata di carote marocchina con spezie
14
Paella di molte verdure
80
Insalata di barbabietole, arance e olive nere
15
Insalata di peperoni marinati con pecorino
82
Una torta strapiena
84
Pastinache e patate dolci al forno con vinaigrette
di capperi
Vindaloo con due tipi di patate
16
Uova di anatra strapazzate con chipotles
18
su fette di pane a lievitazione naturale
Barbabietole, yogurt e salsa a base di conserva
di limone
Shakshuka
86
87
19
Insalata di patate Jersey Royal
20
Cavoli e broccoli
Torta tatin a sorpresa
22
Torta di broccoli e gorgonzola
90
92
Topinambur con formaggio manouri e olio al basilico 24
Insalata di broccoletti e sesamo dolce
94
Spicchi di patate dolci con crème fraîche alla
Cavolo ripieno
95
26
Frittata affumicata
96
Gnocchi di pastinaca in brodo
28
Broccoletti viola con spaghetti di riso
98
Tempura di stagione
29
Insalata di cavolo cappuccio bianco e cavolo rapa
Frittelle di patate dolci
32
Insalata dolce di cavolo invernale
102
Zuppa di cavolo verza e crosta di parmigiano
104
Strane cipolle
34
Cavolini di Bruxelles e tofu
105
Frittelle di porri
36
Cavolfore allo zafferano
106
Torta di aglio caramellato
38
citronella
99
Cipolle ripiene
39
La possente melanzana
Frittura di porri
42
Melanzane con salsa al buttermilk
Tofu al pepe nero
44
Soba noodle con melanzane e mango
112
Zuppa di aglio e harissa
46
Melanzane a tre (e più) colori
114
Zuppa di verdure grigliate
115
Funghi
48
Lenticchie con melanzane grigliate
116
Ragù di funghi con uova di anatra affogate
50
Crocchette di melanzane
120
Bánh xèo
54
Melanzane alla famma con tahini
122
Funghi portobello ripieni con taleggio fuso
56
Funghi marinati con noci e yogurt tahini
58
Pomodori
124
Lasagne ai funghi
59
Marinata di mozzarella di bufala e pomodoro
126
Funghi selvatici al cartoccio
60
Insalata di quinoa e pane a lievitazione naturale
Zucche e zucchine
62
Minestra di pomodoro, semolino e coriandolo
130
Souffé di Halloween
64
Pomodoro party
131
Quesadillas
134
Pomodori con ripieno di erbe aromatiche
136
grigliato
Zucca violina al forno con spezie dolci, lime e
peperoncino verde
65
108
110
128
Grigliata mista con olio al prezzemolo
68
Zucchine ripiene
69
Foglie cotte e crude
138
Insalata di zucchine e nocciole
70
Uova al forno con yogurt e peperoncino
140
4 | Sommario
142
Lenticchie verdi, asparagi e crescione
220
Insalata di lattuga
146
Lenticchie rosse speziate con yogurt al cetriolo
221
Stufato di bietole, ceci e tamarindo
148
Lenticchie di Castelluccio con pomodori
Frittelle di bietole con salsa all’acetosella
149
Pancake verdi con burro aromatizzato al lime
150
Socca
Omelette con bietole e zafferano
e gorgonzola
222
224
Insalata di crescione pistacchi e fori
154
Cereali
226
Pizza con uovo, spinaci e pecorino
156
Insalata di avocado, quinoa e fave
228
Indivia caramellata con groviera
157
Riso al latte di cocco con salsa sambal e gombo
230
Torta di foglie di vite, erbe aromatiche e yogurt
158
Risotto al limone e alle melanzane
231
Indivia con abbondanza di noci e roquefort
160
Insalata di farro e peperoni arrosto
234
Insalata dolceamara
162
Riso al vapore con erbe aromatiche (o meglio, erbe
Altre cose verdi
164
d’arancio
aromatiche con riso)
235
Focaccine allo yogurt con orzo e funghi
236
238
Insalata di cetrioli con aglio pestato e zenzero
166
Insalata di orzo e melagrana
Carciof al limone
168
Kisir
239
Asparagi, fnocchi e barbabietole all’agresto
170
Riso al cardamomo con uova affogate e yogurt
240
Finocchi caramellati con cagliata di capra
172
Pilaf di freekeh
241
Carciof con fave schiacciate
176
Pilaf di bulgur di Itamar
242
Carciof gratinati
178
Insalata di riso con mango e cocco
244
Gombi con pomodoro, limone e coriandolo
179
Insalata di quinoa con lime iraniano secco
245
Gazpacho verde
180
Asparagi mimosa
182
Pasta, polenta, cuscus
Asparagi grigliati
182
Ravioli con limone e formaggio di capra
250
Vichyssoise di asparagi
184
Pappardelle croccanti
252
Mee goreng
185
Insalata di pasta e zucchine fritte
254
Soba noodle con wakame
188
Cuscus verde
255
Tagliatelle allo zafferano con burro speziato
260
Fagiolini
190
248
Il non plus ultra dei cuscus invernali
262
Fagioli misti con molte spezie e levistico
192
Polenta con funghi ed erbe aromatiche
264
Medaglioni di fave
194
Polenta di mais dolce
266
Gado-gado
195
Frutta e formaggio
Insalata di fagiolini con semi di senape
e dragoncello
196
Spaghetti caldi di soia e edamame
198
Zuppa calda di yogurt e fave
202
Fichi con basilico, cagliata di capra e vinaigrette
alla melagrana
206
272
Souffé di formaggio di capra con pesche
alla vaniglia
Legumi
270
Insalata di mele cotogne e dolcelatte
274
275
Sfogliatine con lenticchie di Puy
208
Crostoni alle pere
278
Hummus con ful
210
Datteri e formaggio di pecora turco
280
Sauté di ceci con yogurt greco
211
Anguria e feta
282
Fagioli bianchi di Lima fritti con feta, acetosella
e sommacco
214
Sedano rapa e lenticchie con nocciole e menta
216
Zuppa di ceci, pomodori e pane
218
Plenty | 5
Introduzione
Partiamo da qualcosa di semplice e senza pretese come il riso. Quando cerco di pensare
a tutti gli usi di questo cereale, vengo colto da una specie di capogiro di fronte alle
innumerevoli possibilità che offre – nell’ambito di ogni cultura e nell’interazione fra culture
diverse, abbinato ad altri ingredienti, per le molteplici varietà esistenti, per i metodi di
cucinarlo e i modi di servirlo, per la sua variabile consistenza, i diversi gradi di lavorazione,
le svariate preparazioni casalinghe, i numerosi usi commerciali. Penso alla paella, all’insalata
di riso selvatico, alle tagliatelle di riso cinesi (ho fun noodles). Mi vengono in mente gli
arancini, con la loro crosta di pangrattato dorato, il riso iraniano allo zafferano con patate,
il riso fritto cinese, il riso al latte, il semplice riso al vapore che mia madre mi preparava
quando avevo mal di pancia, con appena un po’ di burro aggiunto alla fne per condirlo.
Possiamo poi passare a un altro cereale, il frumento, e a tutto ciò che facciamo con la farina –
gnocchi, pasta, tipi di pane, sfoglie e dolci – o per fare esempi di lavorazioni meno sofsticate,
il bulgur e la farina integrale. La mia fantasia vola poi verso le lenticchie, i fagioli secchi, i
fagiolini, i piselli. Ci sono erbe, foglie, semi, fori, radici, bulbi, frutti, funghi – tutti appartenenti
a piccoli universi distinti, ognuno con un milione di varietà e varianti al suo interno.
Quello che voglio dire è quanto siamo fortunati (certo, non tutti, purtroppo) a vivere
e cucinare in un mondo che offre una tale moltitudine di ingredienti e tante tradizioni
gastronomiche a cui attingere. È questo che mi dà la carica – il numero enorme di
ingredienti cucinati e trattati da tanta gente, in tanti modi e con tanta varietà di intenti.
Il nuovo vegetariano
Anni fa, nel 2006, quando il Guardian mi contattò per propormi di tenere una rubrica
sul cibo vegetariano nel loro inserto Weekend, rimasi alquanto perplesso. In fn dei conti
vegetariano non ero, il tema non mi stava a cuore e non vi avevo mai dedicato molta
attenzione. Tuttavia compresi il ragionamento che stava dietro alla proposta del giornale.
Ottolenghi era diventato famoso per le preparazioni a base di cereali e di verdure, per la
freschezza e l’originalità delle sue insalate, e aveva quindi decisamente senso chiedermi di
condividere tutto questo con quei lettori che erano, appunto, vegetariani.
Mi ci volle comunque un po’ di tempo per familiarizzare con la mia rubrica, The New
Vegetarian, e procurò grandissima amarezza ad alcuni lettori del Guardian l’apprendere
che il nuovo vegetariano, vegetariano non lo era affatto. Mi sono rimasti impressi nella
memoria un paio di lettere rabbiose indirizzate alla redazione del giornale e un incidente
in cui incorsi suggerendo di servire un’insalata con cotolette di agnello alla griglia.
Sfortuna volle che neanche la redazione se ne fosse accorta.
Con l’andare del tempo, però, tutto divenne più facile. L’immagine di un Ottolenghi
vegetariano era giustamente basata sul fatto che sia io sia Sami Tamimi – l’altra energia
creativa dell’azienda e coautore del manuale di Ottolenghi: The Cookbook – eravamo
Plenty | 7
cresciuti in Israele e in Palestina e avevamo familiarità con l’enorme quantità di verdure,
legumi e cereali che sono il vanto delle varie cucine mediorientali.
Il cibo con cui ero cresciuto era una grande mescolanza di varie culture culinarie – europea
in famiglia, mediorientale in tutte le altre occasioni – con un’abbondanza di ingredienti
freschi di facile reperimento. Il fruttivendolo da cui si serviva mia madre nel vicino villaggio
arabo me lo ricorda sempre. Nella sua bottega ha una quantità fantastica di frutta e
verdura fresca locale e di stagione: prodotti con un aspetto verace, un sapore autentico e
coltivati da persone reali, cioè agricoltori arabi o ebrei, non da aziende anonime di chissà
quali parti del mondo. Vende cetrioli, cavoli rapa, fchi, melagrane, albicocche, mandorle
e pistacchi e poi erbe aromatiche della zona, il dolce mediorientale halva, olio d’oliva e
molti altri prodotti. I miei genitori usavano tutte queste buone cose quotidianamente, per
cucinare piatti autentici con autentici prodotti della terra, la loro terra.
Questa quantità di ingredienti e i molteplici modi per ottenere risultati culinari miracolosi
si sono rivelati strumenti perfetti per creare piatti e farne delle ricette. È anche la ragione
per cui la cucina vegetariana non mi è mai sembrata una seccatura. A me piacciono la
carne e il pesce, ma posso cucinare facendone tranquillamente a meno. Le zucchine di mia
nonna marinate nell’aceto o i fchi maturi con il formaggio pecorino che pappavamo prima
di pranzo li considero sostanziali e basilari quanto qualunque pezzo di carne.
Il vegetarianismo
Tuttavia non sono vegetariano e ci tengo a dirlo. Nelle introduzioni alle mie ricette può
succedere che io faccia riferimento a carne e a pesce che riafforano dai meandri della
memoria, ma sono due elementi di cui non sento la mancanza. In questo libro presento
decine di piatti corposi, equilibrati e nutrienti dai quali pesci e carni sono esclusi.
E dunque, perché il mio vegetarianismo? Qual è il motivo che mi ha indotto a fare a meno
della carne e del pesce? Perché la gente dovrebbe provare interesse per questa raccolta
di ricette vegetariane?
Primo: questa è una raccolta dei miei testi degli ultimi quattro anni per il Guardian.
Lettori che si sono stufati di mettere da parte ritagli di giornale sgualciti mi hanno
spesso chiesto di raccoglierli in un unico volume. Molti di questi brandelli di carta si
ritrovano adesso qui, insieme a una quantità di nuove ricette inedite.
Ma ben più signifcativo per la mia decisione è che le motivazioni della gente a mettere
in pratica ricette vegetariane sono molto diverse. C’è chi inequivocabilmente decide di
escludere la carne dalla sua alimentazione, fra i quali molti per ragioni morali o di altro
genere, che capisco e rispetto. Costoro possono trovare molesti i miei riferimenti a
ingredienti non vegetariani, altri non gradire l’ampio uso che faccio di uova e di prodotti
caseari, parecchi potrebbero respingere le mie raccomandazioni di usare il parmigiano
e altri formaggi continentali per la cui fabbricazione si adopera il caglio. Ho un’unica
risposta a queste obiezioni: io non posso che essere fedele a me stesso e cucinare ciò
che mi piace mangiare. Credo che moltissimi vegetariani di lungo corso sappiano quali
elementi di un libro fare propri e quali scartare, quali siano compatibili e quali no con il
loro tipo di vegetarianismo.
8 | Introduzione
C’è un secondo gruppo, in aumento: i vegetariani pragmatici. È gente che ha in
parte eliminato la carne o il pesce dalla propria alimentazione e a questo gruppo
appartengono persone preoccupate delle implicazioni salutistiche del consumo di carne.
Ma anche individui che vorrebbero ridurre o eliminare il loro consumo di carne e pesce
per ragioni ecologiche: infastiditi dagli effetti dell’allevamento su vasta scala sugli
ambienti terrestre e marino e dal contributo che esso dà alle emissioni di gas serra e
al surriscaldamento del pianeta. Molti rimpiangono i tempi in cui la carne era un bene
prezioso, un elemento per festeggiare anziché un prodotto a buon mercato come oggi, i
tempi in cui l’allevamento degli animali era un’attività che godeva di alta considerazione
e la loro macellazione si faceva secondo criteri più assennati.
Recenti campagne per ridurre il consumo di carne hanno evidenziato quanto sia dannoso
soddisfare il nostro fabbisogno di calorie ricorrendo alla carne anziché alle verdure,
ai legumi, ai cereali. Queste considerazioni e la generale percezione degli eccessi degli
ultimi decenni hanno convinto molti a diminuire la quantità di carne nella propria dieta,
così che tornasse a essere qualcosa di speciale e di qualità.
Questo, insieme a una maggiore disponibilità di vecchie e nuove verdure e alla
conoscenza dei modi etici di coltivarle o procurarsele, è il più importante elemento di
forza che sta dietro l’aumento di interesse per l’alimentazione vegetariana.
Il libro
Ho diviso questo libro in capitoli, senza seguire un criterio particolare, se non il mio
modo di lavorare e di pensare quando redigo una ricetta. L’elemento centrale di ogni
piatto, quando comincio a pensarlo, è un unico ingrediente – non uno qualsiasi, ma uno
dei miei favoriti. Parto da questo elemento e cerco di lavorarci sopra, di potenziarlo, di
farlo emergere in modo nuovo pur mantenendolo al centro, nel cuore del piatto fnale.
La suddivisione in capitoli rispecchia il mio modo di procedere. Mette l’accento su alcuni
ingredienti, trascurandone altri e li raggruppa secondo una logica del tutto personale. Ci
sono ingredienti così importanti nella mia cucina – fra questi naturalmente le melanzane
– da indurmi a dedicare loro un capitolo speciale. Ci sono poi alcune categorie botaniche –
come i cavoli – alquanto scientifche ma che hanno per me un valore pratico: comprendono
verdure, semplici e robuste ma fresche, che mi viene naturale associare fra loro. Infne, mi
sono ispirato a libere associazioni personali e al modo di confgurare i miei menù.
Molte delle ricette pubblicate in precedenza, specialmente sul Guardian, hanno subito
modifche, alcune più sostanziali. Non sempre riesco a rendere conto del motivo di questi
cambiamenti. Il mio stile culinario e il mio modo di scrivere sono cambiati nel corso degli
anni e cose che sembravano avere un senso in un certo momento (per esempio le patate
in un gratin di carciof) adesso non lo hanno più. Ma in linea di massima, ogni volta che
ci accostiamo a un piatto – perlomeno per me è così – ci appare un po’ diverso: sembra
richiedere una piccola alterazione, l’aggiunta o l’eliminazione di qualche cosa. Io cerco di
farci attenzione e credo che l’autenticità dei piatti consista in questo.
Yotam Ottolenghi
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Radici e tuberi