sezione 1 - Comune di Castelnuovo Magra

COMUNE DI CASTELNUOVO MAGRA
PROVINCIA DELLA SPEZIA
PIANO COMUNALE DI
PROTEZIONE CIVILE
(SEZIONE 1)
PARTE NARRATIVA E NORMATIVA
1
INDICE
1.1 Premessa
1.2 Introduzione
1.2.1 Definizione, contenuti, limiti e gestione del Piano comunale di
protezione civile
1.3. Riferimenti normativi
1.3.1 Nazionali
1.3.2. Legislazione della Regione Liguria
1.4 Organizzazione del servizio comunale di protezione civile
1.4.1 Sindaco
1.4.2 Componente comunale del servizio di protezione civile
1.4.3 Volontariato
1.4.3.1 Gruppo comunale di protezione civile
1.4.4 Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
1.5 Analisi del contesto fisico-sociale del territorio
1.5.1 Premessa
1.5.2 Descrizione del territorio
1.5.3 Rete idrografica
1.5.4 Inquadramento geologico e geomorfologico
1.5.4.1 Inquadramento geologico-strutturale
1.5.4.2 Aspetti morfologici
1.5.5 Uso del suolo
1.5.6 Inquadramento climatico
1.5.7 Infrastrutture di servizio
1.5.8 Infrastrutture comunali
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1. Parte generale
1.1 Premessa
Il Piano comunale di protezione civile, è stato elaborato con lo scopo di fornire al
Comune
uno
strumento
operativo
utile
a
fronteggiare
l’emergenza
locale,
conseguente al verificarsi di eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo.
E’ necessario sottolineare che ci si riferisce ad eventi che per loro natura ed
estensione possono essere contrastati mediante interventi attuabili autonomamente
dal Comune con l’eventuale supporto di enti e organizzazioni esterni. Per i casi di
più rilevante dimensione il Piano rappresenta lo strumento di primo intervento e di
prima gestione dell’emergenza sapendo che servirà poi il supporto dei soggetti che
operano a livello regionale o nazionale.
Nello specifico caso del Comune di Castelnuovo Magra è indubbio che in caso di
necessità, oltre all’indispensabile coinvolgimento delle strutture operative (Vigili del
Fuoco, ASL, 118, etc.) che svolgono attività di soccorso a livello istituzionale, il
Comune potrà richiedere il supporto di quelle realtà presenti sul territorio cittadino,
le quali per organizzazione, disponibilità di risorse e professionalità possono
concorrere efficacemente ad affrontare l’emergenza.
Non ci si può, inoltre, dimenticare del contributo offerto dall’attività svolta dal
volontariato che ricopre un ruolo fondamentale non solo durante il soccorso alla
popolazione, ma anche in tutte le altre fasi che contraddistinguono l’attività di
protezione civile.
Inoltre, non si può non sottolineare che di fronte all’emergenza potrà in alcuni casi
essere necessario ricorrere all’ausilio delle risorse tecnologiche e strumentali che lo
sviluppato tessuto delle attività economiche private del nostro territorio può mettere
a disposizione.
Come già accennato il Piano rappresenta un ausilio per il superamento di emergenze
causate da calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed
estensione, debbano essere necessariamente fronteggiate a livello regionale o
nazionale, ma che richiedono, comunque, una gestione delle prime ore della crisi a
livello locale: infatti, se è vero che in tali situazioni si mette in moto un meccanismo
di aiuto di dimensione nazionale o,addirittura, internazionale, è altrettanto vero che
il maggior numero di vite umane salvate si concretizza nei momenti che seguono
immediatamente l’evento calamitoso.
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1.2 Introduzione
1.2.1 Definizione, contenuti, limiti e gestione del Piano comunale di
protezione civile
Il Piano Comunale di Protezione Civile o Piano Comunale d’Emergenza, di seguito nel
testo denominato Piano, è uno strumento di pianificazione indispensabile per
fronteggiare le emergenze di massa in aree soggette ad eventi estremi, ma anche
quando tali fenomeni si sviluppano con ridotta frequenza e comportano, comunque,
il perdurare di un rischio residuale.
Il Piano si può definire come il modello organizzativo di risposta agli scenari che
conseguono al verificarsi nell’ambito del territorio comunale di eventi capaci di
produrre effetti distruttivi nei confronti dell’uomo, dell’ambiente e del patrimonio,
che debbano essere fronteggiati con un intervento straordinario.
Il Piano, sulla base di scenari di riferimento, individua e disegna le diverse strategie
finalizzate alla riduzione del danno ovvero al superamento dell'emergenza ed ha
come finalità prioritaria la salvaguardia delle persone, dell’ambiente e dei beni
presenti in un'area a rischio.
Il Piano è sostanzialmente costituito da alcuni Scenari di evento e da un Modello di
intervento di emergenza e di soccorso. Ogni singolo scenario costituisce elemento di
supporto decisionale nella predisposizione del suddetto modello di intervento.
Lo scenario non è altro che la descrizione della dinamica dell'evento e si realizza
attraverso l'analisi, sia di tipo storico che fisico, delle fenomenologie.
I limiti della costruzione di uno scenario sono da ricercarsi nel livello di
indeterminatezza dei diversi fenomeni che lo generano.
A tale riguardo, si possono sostanzialmente riconoscere tre classi di fenomenologie:
- fenomeni noti e quantificabili, quindi con una casistica di riferimento ed una
modellistica di simulazione e previsione sufficientemente attendibili (per esempio
fenomeni di inondazione in senso stretto);
- fenomeni noti non quantificabili o scarsamente quantificabili per i quali si riesce a
raggiungere esclusivamente una descrizione qualitativa (per esempio fenomeni di
trasporto solido od alcune tipologie di frana);
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- fenomeni non noti o scarsamente noti che per intensità e dimensioni sono
riconducibili a fenomeni rari e, pertanto, difficilmente descrivibili anche a livello
qualitativo.
A fronte di una simile casistica di limiti oggettivi non è, perciò, quasi mai
concretizzabile il raggiungimento di una descrizione completa di tutte le situazioni;
d’altro canto le variabili nelle modalità di risposta allo scenario sono molto più
contenute.
Per la gestione del Piano sono indispensabili attività di supporto quali:
- predisposizione di schemi informativi diretti alla popolazione;
- verifica delle strutture comunali che garantiscono, anche con l'ausilio ed il
supporto di esercitazioni, l'operatività dei contenuti del Piano;
- analisi dei benefici ottenuti attraverso il modello decisionale utilizzato in fase di
emergenza, sia a seguito di simulazioni, che di evento reale;
- aggiornamento dei dati di base ad intervalli temporali regolari e ravvicinati;
- verifica continua dei meccanismi di interfaccia con: - altri enti territoriali
competenti nella gestione dell'emergenza e del soccorso;
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1.3. Riferimenti normativi
1.3.1 Nazionali
Sono di seguito riportati i principali riferimenti normativi in materia di protezione
civile utilizzati per la revisione del Piano:
Anno
Estremi dell’atto
1970
L. 8 dicembre 1970, n. 996. Norme sul soccorso e l’assistenza alle
popolazioni colpiteda calamità.
1981
D.P.R. 6 febbraio 1981, n. 66. Regolamento di esecuzione n.996, recante
norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità della
L. 8 dicembre 1970
1984
D.P.C.M.
14
settembre1984.
Organizzazione
del
Dipartimento
della
protezione civile.
1987 Circ. 12 gennaio 1987, n 1/DPC/87. Tipologia e terminologia delle
esercitazioni di protezione civile.
1988
D.P.R. 17 maggio 1988 n. 175. Attuazione della direttiva CEE n. 82/501,
relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività
industriali, ai sensi della legge 16 aprile 1987, n. 183. (Direttiva Seveso)
1989
O.M. 30 marzo 1989, n. 1676/FPC. Nuova disciplina del comitato per
l’attività di previsione, prevenzione e soccorso, prestata dai gruppi associati
di volontariato
1990
D.P.C.M. 13 febbraio 1990, n. 112. Regolamento concernente istituzione ed
organizzazione del Dipartimento della protezione civile nell’ambito della
Presidenza del Consiglio dei ministri
1992
L. 24 febbraio 1992, n.225. Istituzione del Servizio nazionale della
protezione civile.
1993
D.P.R. 30 gennaio 1993, n. 50. Regolamento concernente la costituzione ed
il funzionamento del Consiglio nazionale della protezione civile
1993
D.P.R. 30 gennaio 1993, n. 51. Regolamento concernente la disciplina delle
ispezioni sugli interventi di emergenza
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Anno
Estremi dell’atto
1993
D.M. 10 febbraio 1993. Individuazione e disciplina dell’attività dei gruppi
nazionali di ricerca scientifica al fine di consentire al Servizio nazionale
della protezione civile il perseguimento delle proprie finalità in materia di
previsione delle varie ipotesi di rischio.
1993
D.P.C.M. 26 luglio 1993. Riorganizzazione del comitato nazionale di
volontariato di protezione civile.
1994
Circ. 16 novembre 1994, n. 1768 U.L. Istituzione dell’elenco delle
associazioni di volontariato di protezione civile ai fini ricognitivi della
sussistenza e della dislocazione sul territorio nazionale delle associazioni
da impegnare nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso.
Adempimenti finalizzati all’erogazione di contributi per il potenziamento
delle attrezzature ed il miglioramento della preparazione tecnica.
1994
Circ. 29 novembre 1994, n. 314. Regolamento recante norme concernenti
la partecipazione delle associazioni di volontariato nelle attività di
protezione civile.
1995
D.L. 29 dicembre 1995 n. 560. Interventi urgenti a favore delle zone colpite
da eccezionali eventi calamitosi del 1995 e ulteriori disposizioni riguardanti
precedenti alluvioni, nonché misure urgenti in materia di protezione civile,
convertito, con modificazioni nella legge 26 febbraio 1996, n. 74.
1998
D.L.vo 31 marzo 1998, n. 112. Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del
capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59.
1999
D.L.vo 30 luglio 1999, n. 300. Riforma dell’organizzazione del Governo, a
norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
1999
D.L.vo 30 luglio 1999, n. 303. Ordinamento della Presidenza del consiglio
dei Ministri, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59.
7
Anno
Estremi dell’atto
1999
D.L.vo 17 agosto 1999 n. 334. Attuazione della direttiva 98/82/CE relativa
al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate
sostanze pericolose. (Seveso 2).
2000
D.L.vo 18 agosto 2000, n. 267. Testo unico delle leggi sull'ordinamento
degli enti locali.
2001
D.P.R. 8 febbraio 2001, n. 194. Regolamento recante nuova disciplina della
partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione
civile.
2001
D.M. 9 maggio 2001. Statuto dell’Agenzia di protezione civile.
2001
D.L. 7 settembre 2001 n. 343 (convertito, con modificazioni, dall'art. 1, L. 9
novembre
2001,
n.
401).
Disposizioni
urgenti
per
assicurare
il
coordinamento operativo delle strutture preposte alle attività di protezione
civile e per migliorare le strutture logistiche nel settore della difesa civile.
2002
O.P.C.M. 15 giugno 2002, n. 3220. Disposizioni urgenti di protezione civile.
2003
O.P.C.M 20 marzo 2003 n. 3274. Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio nazionale di normative
tecniche per la costruzione in zona sismica.
2004
Dir.P.C.M. 27 febbraio 2004. Indirizzi operativi per la gestione organizzativa
e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il
rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile.
2005
Dir.P.C.M. 2 febbraio 2005 – Linee guida per l’individuazione di aree di
ricovero di emergenza per strutture prefabbricate di protezione civile.
2005
D.P.C.M. 25 febbraio 2005. Linee Guida per la predisposizione del piano di
emergenza esterna
2005
D.L.vo 21 settembre 2005 n. 238. Attuazione Direttiva 2003/105/CE.
(Seveso 3).
2006
D.P.C.M.
3
aprile
2006
n.
1250
–
Composizione
e
modalità
di
funzionamento della Commissione nazionale per la previsione e la
prevenzione dei grandi rischi (Repertorio n. 1250).
8
Anno
Estremi dell’atto
2006
Dir.P.C.M. 6 aprile 2006 – Coordinamento delle iniziative e delle misure
finalizzate a disciplinare gli interventi di soccorso e di assistenza alla
popolazione in occasione di incidenti stradali, ferroviari, aeree ed in mare,
di esplosioni e crolli di strutture e di incidenti con presenza di sostanze
pericolose.
2006
Dir.P.C.M. 6 aprile 2006 – Gestione del flusso delle informazioni con la Sala
situazione Italia del Dipartimento della protezione civile – Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
2006
D.P.C.M. 23 ottobre 2006 - Modifiche all’organizzazione interna del
Dipartimento della protezione civile.
2006
D.P.C.M. 21 novembre 2006 – Costituzione e modalità di funzionamento del
Comitato operativo della protezione civile.
2007
D.P.C.M. 16 febbraio 2007. Linee guida per l'informazione alla popolazione
sul rischio industriale.
1.3.2. Legislazione della Regione Liguria
Anno
Estremi dell’atto
1996
Legge regionale n. 45 "Disciplina delle attività di Protezione Civile in ambito
regionale".
2000
Legge regionale n. 9 “Adeguamento della disciplina e attribuzione agli enti
locali delle funzioni amministrative in materia di protezione civile ed
antincendio".
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1.4 Organizzazione del servizio comunale di protezione civile
1.4.1 Sindaco
Il Sindaco è la massima autorità locale e responsabile di tutti gli interventi realizzati
nel proprio territorio.
Alla luce dei recenti trasferimenti e chiarimenti apportati dai decreti “Bassanini”
sulle competenze del Comune in materia di Protezione Civile si può affermare che il
Sindaco, nel tempo ordinario, garantisce le normali attività di prevenzione e
previsione utilizzando l’apposita struttura comunale prevista dalle legislazioni
vigenti a carattere nazionale e regionale, curando particolarmente l’aspetto della
pianificazione e del suo puntuale aggiornamento.
In condizioni d’emergenza provvede invece:

in qualità di Capo dell’Amministrazione, a dirigere e coordinare le prime
operazioni di soccorso nonché la preparazione dell’emergenza, a tenere
informati la popolazione e gli altri organi istituzionali, ad impegnare ed
ordinare spese per interventi urgenti secondo le procedure di legge
utilizzando - se del caso - mezzi e maestranze comunali e ogni altra
risorsa per l’organizzazione dell’emergenza nell’ambito della normativa
amministrativa speciale esistente e a disposizione per le fattispecie
(ordinanze
contingibili
ed
urgenti,
verbali
di
somma
urgenza,
deliberazioni in sanatoria, liquidazioni di fatture senza impegno di
spesa, ecc.);

in qualità di Ufficiale di Governo, ad adottare - se del caso - tutti i
provvedimenti di carattere contingibile ed urgente che si rendano
necessari per garantire la tutela della sicurezza e dell’incolumità
pubbliche, anche ai sensi della legislazione speciale vigente per le
singole materie.
Ove sia valutata l’opportunità, soprattutto per la gestione politica delle fasi di
previsione e prevenzione, il Sindaco può trasferire la delega ad un Assessore.
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1.4.2 Componente comunale del servizio di protezione civile
In condizioni di normalità operativa le attività di P.C. sono affidate agli Uffici di
Polizia Municipale e U.T.C., attraverso un coordinamento organico ed operativo degli
uffici stessi.
In tale coordinamento l’Ufficio di P.M. svolge comunque un ruolo primario per
competenze d’istituto ed organizzazione dell’ufficio. Tale coordinamento è posto alle
dirette dipendenze del Sindaco o di un suo delegato.
All’interno di tale coordinamento, i criteri generali di suddivisione delle principali
funzioni tra gli uffici sono i seguenti:
a) Previsione e Prevenzione: compito dell’U.T.C;
b) Intervento e soccorso: compito della polizia municipale con l’ausilio tecnico e
logistico del personale U.T.C. e di ogni altro ufficio, chiamato all’occorrenza;
c) Gestione del piano comunale di Protezione Civile e del C.O.C.: compito della
Polizia Municipale;
d) Ripristino delle precedenti condizioni, rilevazione danni e relative istruttorie
presso enti superiori: compito dell’U.T.C.
I restanti uffici comunali sono tenuti a fornire ogni necessaria collaborazione ed
informazione in merito, quando richiesta.
Tali attività vengono svolte in collaborazione con altri uffici pubblici, esterni
all’Amministrazione Comunale, secondo proprie competenze.
Potranno essere previsti incarichi specifici, nell’ambito del piano comunale di
protezione civile, a singoli dipendenti comunali, non retribuiti, anche non
appartenenti agli uffici sopra menzionati.
Le competenze gestionali per il servizio di Protezione Civile sono affidate al
responsabile dell’Ufficio di Polizia Municipale (Comandante o suo delegato)
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1.4.3 Volontariato
1.4.3.1 Gruppo comunale di protezione civile
Tra i compiti dell’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Provincia, vi è
quello di diffondere una cultura dell’autoprotezione e, in generale, promuovere le
attività connesse alle esigenze di Protezione Civile.
Accade frequentemente che molti cittadini si rendano disponibili per attività di
supporto nelle varie attività previste dal servizio di Protezione Civile e quindi è
compito dell’Amministrazione, qualora sia esplicitamente richiesto e ne sussistano i
requisiti,
il
loro
inquadramento
nel
G.C.V.P.C.
curandone
addestramento,
assicurazione, dotazione di attrezzature e mezzi individuali e collettivi nonché la
regolamentazione delle loro attività.
Importante strumento a disposizione del Sindaco, poiché questa è l’unica struttura
composta da cittadini volontari organizzata direttamente dall’Amministrazione, il
G.C.V.P.C. svolge l’attività in forma gratuita e non soggetta a compensi, salvo gli
eventuali rimborsi previsti per legge.
Il Gruppo Volontari del Comune di Castelnuovo Magra è riconosciuto dal
Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, organizzato secondo il regolamento
allegato al presente piano.
La complessità e l'importanza che l'operatività riveste nell'ambito di qualunque
organizzazione pubblica o privata, a maggior ragione se predisposta ad interventi
anche in emergenza, oltre alla responsabilità che comporta l'incarico di un
qualsivoglia pubblico servizio, impone che il GCVPC siano dotati di un’efficace
struttura organizzativa in grado di espletare tutte le attività del Gruppo al fine di
poter conseguire la missione assegnata nel migliore dei modi e far fronte a
qualunque tipo d’emergenza utilizzando al meglio le potenzialità insite nei Nuclei
stessi onde evitare, per quanto possibile, l’inutile dispendio di mezzi ed energie.
Tale organizzazione e le caratteristiche del reclutamento degli stessi volontari
vengono individuate in un apposito regolamento al quale si rimanda.
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1.4.4 Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
Il Centro Operativo Comunale, istituito con apposita ordinanza, è collocato presso il
Comando di Polizia Municipale con appositi locali ed attrezzature da impiegare nelle
situazioni d’emergenza.
Nel C.O.C. trova collocazione quel gruppo di lavoro composto da Amministratori e
Dirigenti incaricati di gestire l’emergenza secondo le indicazioni del Piano comunale
di Protezione Civile.
Le funzioni in esso previste sono:
1. Direzione e coordinamento
2. Tecnica e di pianificazione
3. Sanità, assistenza sociale e veterinaria
4. Volontariato
5. Materiali e mezzi
6. Servizi essenziali, infrastrutture ed attività scolastiche.
7. Censimento danni a persone e cose
8. Strutture operative locali
9. Telecomunicazioni
10. Assistenza alla popolazione
11. Ordine pubblico
Con apposito atto monocratico il Sindaco delibera la composizione e insediamento
del C.O.C. attenendosi alle procedure di legge e a quelle presenti nel presente piano.
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1.5 Analisi del contesto fisico-sociale del territorio
1.5.1 Premessa
La conoscenza degli elementi rappresentativi della realtà territoriale, demografica e
sociale del Comune di Castelnuovo costituisce una premessa indispensabile per una
corretta pianificazione d’emergenza.
1.5.2 Descrizione del territorio
Il Comune di Castelnuovo Magra è situato in provincia della Spezia, nell’immediato
entroterra del Levante ligure. Esteso per 14,9 km2, confina
con i comuni di
Ortonovo e Sarzana, appartenenti alla provincia della Spezia, e Fosdinovo, situato in
provincia di Massa Carrara. L’altitudine minima e massima del territorio comunale è
di 1 metri e 690 metri s.l.m. rispettivamente.
Gli abitanti residenti – circa 8258 (alla data del 31/12/2009) - risiedono
prevalentemente nelle frazioni di pianura. Il capoluogo infatti sorge su una collina a
circa 190 metri di altezza e conta una popolazione residente di 530 unità. Le frazioni
sono: Vallecchia, Molicciara, Colombiera, Palvotrisia e Castelnuovo Capoluogo.
Il territorio è servito da viabilità autostradale (Autostrada A12 Genova – Livorno,
Autostrada A15 Parma - La Spezia) anche se non interessato da uscita autostradale,
le più vicine risultano essere quella di Sarzana e quella di Carrara, sulla A12. Strade
statali
e
provinciali
collegano
Castelnuovo
Magra
ai
vicini
centri
costieri,
all’entroterra Ligure e Toscano, particolare rilievo assume la S.S 1 Aurelia, aperta da
Emilio Scauro nel 109 a. C. razionalizzando tracciati preesistenti, dalla quale
partono le strade minori che conducono alla maggior parte delle frazioni di pianura e
al centro storico situato sulla collina.
La linea ferroviaria La Spezia - Pisa attraversa il territorio comunale. Le stazioni più
vicine, Sarzana, Carrara-Avenza e La Spezia completano i sistemi di comunicazione
del Comune insieme alla piccola stazione di Luni, nella quale fermano alcuni treni
regionali. Per quanto riguarda le infrastrutture di comunicazione e l’accessibilità al
territorio comunale, non si può non ricordare la vicinanza con l’aeroporto
internazionale Galileo Galilei di Pisa, raggiungibile in poco tempo.
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L’Aeroporto di Luni è situato in prossimità del confine amministrativo di
Castelnuovo Magra.
1.5.3 Rete idrografica
Il Canale Lunense, costruito a partire dal 1880, nacque per volere della nobiltà
sarzanese e percorre tutto il sistema pedemontano del comune caratterizzandone il
paesaggio con argini, ponti e la vegetazione caratteristica che ne fiancheggia il corso.
Attualmente sono in fase di sistemazione alcuni dei suoi tratti principali (nella
frazione di Molicciara).
Fra i piccoli corsi d’acqua che attraversano il comune è opportuno ricordare il
torrente Bettigna, presso il quale, nella parte che dalla collina scende verso la
pianura, si trovano aree di particolare interesse paesaggistico e ambientale,
caratterizzate dalla presenza di piccole cascate. Il bacino del torrente è racchiuso fra
il colle del centro storico e le Colline del Sole.
Altri corsi d’acqua sono il canale della Colombiera e il Canale degli Orti.
1.5.4 Inquadramento geologico e geomorfologico
1.5.4.1 Inquadramento geologico-strutturale
I caratteri geologici del territorio sono rappresentati da quasi tutte le unità
tettoniche dell’Appennino Settentrionale, messesi in posto in più fasi che si sono
protratte dal Cretaceo superiore fino all’inizio del Miocene superiore: in questo
periodo si assiste alla chiusura del paleoceano ligure (Tetide) e alla formazione
dell’edificio appenninico. Successivamente tutta la struttura è coinvolta in una fase
di tipo distensivo, dando luogo ad alti tettonici e a depressioni, di cui la piana di
Castelnuovo e le colline sono la testimonianza più evidente. Sono state riconosciute
quattro unità tettoniche sovrapposte che comprendono l’Unità del Monte Gottero
(costituita da Argille a palombini, Scisti della Val Lavagna e Arenarie del Monte
Gottero), l’Unità di Ottone/S.Stefano (Flysch ad Elmintoidi di Ottone-S.Stefano,
Brecce di Santa Maria e Arenarie di Casanova), l’Unità di Canetolo (Argille e calcari)
e la Falda Toscana (Macigno). Attraverso tre fasi deformative è stato acquisito
l’attuale assetto strutturale delle unità appartenenti al dominio ligure e subligure; la
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prima ha portato allo sviluppo di fasce cataclastiche, la seconda alla formazione di
pieghe a largo raggio di curvatura, la terza a pieghe a matrici blande. Nella Falda
Toscana, rappresentata parzialmente dalla formazione del Macigno, sono presenti
soltanto la seconda e la terza fase deformativi. Nella zona collinare-montuosa sono
presenti le quattro unità tettoniche descritte, accavallate l’una sull’altra per effetto
della prima fase deformativa.
Nella cava esistente nell’ex fornace Filippi è stata recentemente riscontrata una
sequenza simile a quelle affioranti nel comune di Sarzana, attribuita ad un ciclo
lacustre impostato nel Rusciniano/Villafranchiano inferiore nelle depressioni
tettoniche costiere. Si distinguono nella serie orizzonti ad argille grigie, sabbiose e
limi argillo-sabbiosi con livelli e lenti di ghiaie in cui sono frequenti resti vegetali e
livelli di lignite.
I depositi quaternari posti sopra l’edificio strutturale sono stati suddivisi in tre
principali gruppi a seconda degli agenti morfodinamici che li hanno originati:
1. depositi dovuti all’azione delle acque superficiali
2. depositi dovuti all’azione della gravità
3. depositi antropici
1.5.4.2 Aspetti morfologici
I caratteri geomorfologici salienti del territorio possono essere descritti suddividendo
il territorio in zone individuabili grazie all’andamento delle curve di livello: ad una
prima fascia di pianura, caratterizzata da importanti insediamenti abitativi, segue la
fascia pedecollinare e collinare, chiusa alle spalle dall’ultima fascia quella dell’alta
collina (“montagna”).
L’urbanizzazione è concentrata attorno al capoluogo e nelle frazioni. Sono inoltre
presenti alcuni limitati fenomeni edilizi sparsi nelle aree collinari circostanti.
Il borgo antico di Castelnuovo Magra è situato sul monte Bastione a sud-ovest della
Valle del Magra. Dall'alto della collina domina la piana sottostante e un'ampia zona
litoranea. In giornate particolarmente limpide dalle alture è possibile vedere le
sagome lontane delle isole Capraia, Gorgona, Elba e della Corsica.
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Il territorio è diviso in tre fasce: la zona pianeggiante, quella collinare e la montana.
La maggiore parte della popolazione risiede nella zona pianeggiante, percorsa dalla
via Aurelia. Salendo verso la zona collinare, si trovano: il centro storico del paese, le
coltivazioni di vigne ed ulivi e boschi.
1.5.5 Uso del suolo
Secondo il censimento Istat del 1990, oltre la metà dell’intero territorio comunale di
Castelnuovo Magra (51,03%) risulta urbanizzata.
La superficie agricolo-forestale lorda risulta pari a 728,49 Ha: rapportando il dato
con quello precedente relativo al 1971 e con la superficie comunale totale si
evidenzia che in questo arco di tempo le aree a destinazione agraria e forestale si
sono ridotte del 45,4%, con l’abbandono di 211 Ha di coltivazioni arboree e la
scomparsa di 176 Ha di bosco e di 79 Ha di seminativi.
Nel complesso, le coltivazioni arboree permanenti (vite ed olivo) risultano pari al
37,6% della superficie totale, le aree boscate al 30,3% ed i seminativi al 17,9%.
Un’indagine successiva (1995), effettuata per l’elaborazione della Carta dell’Uso del
Suolo a corredo del vigente P.R.G, ha adottato metodologie differenti rispetto a quelle
normalmente in uso nei censimenti nazionali, mediante rilievi diretti sul campo e
considerando anche le superfici agricole improduttive od abbandonate: ciò ha
consentito di evidenziare con maggiore dettaglio la situazione reale attuale.
Si
ritiene opportuno pertanto fare riferimento a questi dati per le successive
considerazioni. Si riportano in Tabella 4 i dati territoriali riepilogativi ed in Tabella 6
le superfici agroforestali per qualità di coltura.
SUPERFICIE COMUNALE
1495 Ha
SUPERFICIE AGRICOLO-FORESTALE
1173 Ha
Boschi
408 Ha
Superficie agricola
462 Ha
Tabella 4 - Dati territoriali riepilogativi.
17
TERRENI
TIPOLOGIA
ESTENSIONE[m2]
Bosco
Loc. Il Tofo
430
Loc. Forte Bastione
2440
TOTALE
2870
Uliveto
Loc. il Posticcio
570
Loc. il Posticcio
320
Loc. il Posticcio
440
Loc. Garfagnino
110
TOTALE
1440
Seminativo-arborato
Loc. Molicciara (vicino ex cava Filippi) 5750
Fabbricati rurali-seminativo
Loc. Montecalcoli
10300
Tabella 5 – Tipologia ed estensione dei terreni di proprietà comunale (Fonte:
Inventario comunale).
18
QUALITA’ COLTURALE
SUPERFICIE
(Ha)
TOTALI
Incolto prod. e prati naturali
93.42.00
Incolto sterile
00.37.00
93.79.00
Prato pascolo-pascolo
12.38.30
12.38.30
Bosco conifere prevalenti
12.69.30
Bosco latifoglie prevalenti
219.97.85
Bosco misto
165.40.00
Castagneto- bosco ceduo
12.68.00
Seminativo semplice
02.96.10
Seminativo irriguo
29.93.00
Erbaio
14.83.38
Seminativo arborato (olivo)
24.88.53
Seminativo arborato (vite)
127.73.87
Seminativo arborato (misto)
151.10.50
Vigneto sp.
43.19.10
Frutteto sp.
1.55.00
Oliveto sp. razionale
56.69.00
Oliveto sp. tradizionale
182.14.55
Vivaio-Serra
4.53.00
Orto
5.72.00
Verde privato ad orto
12.24.00
22.49.00
TOTALE
1.173.44.48
1.173.44.48
410.75.15
47.72.48
302.73.00
44.74.00
238.83.55
Tabella 6 - Superfici agroforestali per qualità di coltura.
I terreni incolti rappresentano poco meno dell’8% dell’intera superficie agro-forestale
e circa il 13% della superficie agricola; le aree boscate tendono ad assumere
maggiore estensione soprattutto per naturale evoluzione delle cenosi autoctone nei
coltivi marginali e di difficile esposizione.
I seminativi (semplici, irrigui ed erbai) mostrano una diminuzione di superficie,
probabilmente in relazione alla scarsa remunerabilità sul mercato. I seminativi
19
arborati rappresentano invece buona parte dei terreni coltivati comunali: in
particolare, risulta diffusa la tipologia del seminativo contornato da filari di vite, a
testimonianza di una despecializzazione produttiva, con aziende generalmente votate
all’autoconsumo con esigenze pluriproduttive su limitate superfici.
I vigneti specializzati sono per la maggior parte iscritti alla D.O.C. Colli di Luni. La
coltivazione dell’olivo, pur essendo radicata nella tradizione locale, non ha invece
avuto un ruolo primario nella crescita delle aziende locali.
L’ortofloricoltura ha subito una forte contrazione, causa la forte concorrenza subita
sul mercato e per la mancata conversione strutturale delle stesse aziende che hanno
continuato la coltivazione in piena aria, riducendo costantemente le superfici
investite.
Aree coltivate
Olivicoltura
Nel territorio comunale la coltivazione dell’olivo risulta prevalentemente localizzata
nella media e bassa collina, su terreno ciglionato, terrazzato e talvolta in forte
pendenza. Le aree coltivate ad oliveto corrispondono a circa 238 ettari: dal confronto
dei dati relativi agli ultimi tre censimenti, si evidenzia anche per l’olivicoltura una
riduzione di superficie occupata (Tabella 7).
Censimento
N° Aziende
Superficie olivicola
(Ha)
1970
396
194,58
1982
447
149
1990
432
125,57
Tabella 7– Olivicoltura.
20
Viticoltura
Anche la superficie coltivata a vigneto nel periodo 1970-1990 si è ridotta di circa
139,77 Ha: il valore intrinseco della risorsa è comunque aumentato anche in
relazione all’ottenimento del marchio D.O.C. Colli di Luni. Sono
presenti sul
territorio forme di viticoltura tradizionali e rivolte all’autoconsumo, e forme che
utilizzano tecniche moderne di coltivazione e vinificazione, rivolte ad un mercato
specializzato.
Censimento
N° Aziende
Superficie (Ha)
1970
846
277,36
1990
640
137,59
Tabella 8 - Viticoltura.
Orticoltura
Tutto il comparto ha subito una forte riduzione anche a livello provinciale, in
relazione all’aumento dei costi di produzione, alla difficoltà di reperimento della
manodopera extraziendale ed alla scarsa remunerazione del prodotto sul mercato.
Censimento
N° Aziende
Superficie (Ha)
1982
214
27,82
1990
71
13,86
Tabella 9 – Orticoltura.
Seminativi
I terreni destinati a tale tipo di coltura sono localizzati principalmente nella zona di
piano, dove risulta più facile la meccanizzazione.
Tra il 1970 ed il 1990 si è registrata una diminuzione del 50% circa di tali tipologie
di coltivazione: molti terreni sono stati destinati a scopi con maggiore redditività.
L’area in cui si è maggiormente evidenziato questo cambiamento è compresa tra la
21
linea ferroviaria ed il Canale Lunense, dove per contro, si è avuto un maggiore
sviluppo degli insediamenti urbani e di servizio.
La coltivazione dei cereali, per il ristagno pluriennale del prezzo, non risulta
attualmente conveniente su piccole estensioni di territorio; si registra invece una
lieve crescita delle colture foraggiere, dato che richiedono bassi costi di gestione e
risultano totalmente meccanizzabili.
Aree boschive
Il Comune di Castelnuovo Magra ha un indice di boscosità dello 0,27 espresso
come rapporto tra le superfici boscate (408 ettari) e quelle dell’intero territorio
(1495 ettari). Come evidenziato dalla “Carta della vegetazione delle Alpi
Apuane e zone limitrofe” del Ferrarini (1972) (Tavola 1), le tipologie
vegetazionali individuate nel territorio comunale risultano le seguenti:
SERIE DELLE SCLEROFILLE SEMPREVERDI MEDITERRANEE:
Bosco di Pinus pinaster
Oliveto
SERIE DEL QUERCETO XEROMORFO:
Querceto-carpineto
Castagneto
22
Tavola 1 - I tipi vegetazionali del territorio comunale (da “Carta della vegetazione
delle Alpi Apuane e zone limitrofe”
(Ferrarini, 1972) - fuori scala).
23
1.5.6 Inquadramento climatico
In generale, il territorio della valle del Magra è caratterizzato da abbondanti
precipitazioni: le masse di aria umida provenienti dal mare trovano un ostacolo
naturale nei rilievi; questo fatto, unitamente ad una temperatura sempre piuttosto
mite, favorisce condizioni di elevata umidità.
Le precipitazioni, che registrano valori superiori ai 2000 mm annui lungo il crinale
Appenninico, diminuiscono sensibilmente man mano che ci si sposta verso sud: i
dati relativi alle stazioni più vicine alla costa, come Sarzana, indicano circa 900 mm
annui.
Precipitazioni
Mancando dati relativi a stazioni pluviometriche comprese nel territorio studiato, si
è ritenuto opportuno confrontare i dati esistenti per la
stazione di Sarzana, che
risulta la più vicina (Tab. 2).
Complessivamente, il mese più piovoso è ottobre, ma anche nel periodo invernale le
precipitazioni sono piuttosto abbondanti. Il mese meno piovoso è luglio (29 mm).
Il numero dei giorni di pioggia è di poco superiore in autunno rispetto alla
primavera: in ottobre–novembre si verificano spesso violente piogge che determinano
un aumento improvviso della portata dei fiumi, che può addirittura superare i 1000
mc/sec (Montanari e Gentile, 1979).
Le precipitazioni nevose sono sporadiche con permanenza al suolo limitata a
qualche giorno.
MEDIE DELLE
PRECIPITAZIONI
G
F
M
A
M
G
L
A
86
93
61
29
60
S
O
N
D
ANNO
(mm)
SARZANA
(29 m s.l.m.)
(1964-1984)
151 134 113
106 176 145 139
1293
Tabella 2 - Dati pluviometrici relativi alla stazione più prossima alla zona in esame.
24
Temperatura
L’andamento della temperatura è molto più regolare: la media annua è di circa 12°C,
con un minimo invernale che si registra in gennaio (6°C circa) ed un massimo estivo
in agosto di circa 21°C.
A Sarzana si verifica un periodo di aridità estiva di circa un mese, durante il quale il
valore medio delle precipitazioni scende al di sotto del doppio di quello delle
temperature: la zona della foce del Magra presenta un clima molto più caldo ed
asciutto rispetto a quello più tipicamente mediterraneo-montano (appenninico) del
territorio della Val di Vara (Montanari e Gentile, 1979).
MEDIE DELLE
TEMPERATURE
(°C)
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
D
ANNO
SARZANA
(29 m. s.l.m.)
(1969-1984)
6,5
7,3
9,6
11,3
13,3
16,1
19,4
20,4
18,9
15,8
11,2
7,7
13,1
Tabella 3 - Dati termometrici relativi alla stazione più prossima alla zona in esame.
Riferimenti
Montanari e Gentile, 1979 – Ricerche sulla vegetazione arbustiva ed arborea di greto
nei fiumi Magra e Vara (Liguria orientale). Not. Fitosoc., 14: 17-40, 1979.
25
1.5.7 Infrastrutture di servizio
Elettrodotti
Il territorio comunale è attraversato da 2 elettrodotti ad alta tensione.
Cabine secondarie a media/bassa tensione
Sul territorio è attualmente presente una cabina di trasformazione, di proprietà di
ENEL, in località Paduletti.
Strumenti di controllo / influenza del Comune
Il Comune esercita le competenze previste dalla legislazione vigente.
Gasdotti
Il territorio comunale presenta una rete di distribuzione del gas metano completa,
che serve tutto il territorio escluse le zone a monte di Vallecchia – Marciano: in tali
località è stato installato un serbatoio con rete di distribuzione gestito da privati .
La realizzazione della rete risale agli anni ’70. L’impianto è gestito da ACAM GAS:
non sono previsti lavori di ampliamento della rete.
Non sono presenti altri impianti che attraversano il territorio comunale.
Strumenti di controllo / influenza del Comune
Il Comune esercita le competenze previste dalla legislazione vigente.
Teleradiocomunicazioni e telefonia mobile
Nel territorio del comune sono presenti quattro antenne per la telefonia mobile: la
SRB TELECOM è ubicata in Via della Pace, la SRB VODAFONE/HG3 è localizzata
presso il Campo Sportivo di Carbonara, la SRB WIND è localizzata in loc. Paduletti
presso centrale Enel e la SRB MG3-Ericson è ubicata in località Montegrosso.
Strumenti di controllo / influenza del Comune
Il Comune esercita le competenze previste dalla legislazione vigente.
Distributori carburante
Sul territorio comunale è presente una stazione di rifornimento carburanti, nella
frazione Colombiera.
26
1.5.8 Infrastrutture comunali
Immobili
Le proprietà immobiliari comunali versano in discreto stato di conservazione. Gli
edifici presentano vie d’uscita adeguate per le situazioni di emergenza incendio.
Nel Palazzo Cornelio, dove sono ubicati gli uffici comunali, ha anche sede l’Enoteca
pubblica.
La Pubblica Biblioteca è collocata all’interno di una struttura ubicata in via della
Pace in Loc. “La Miniera”.
Per quanto riguarda l’istruzione il Comune è dotato di un asilo nido, di 1 scuola
materna, di 2 scuole elementari (ubicate in un unico plesso in loc. Palvotrisia) e di 1
scuola media.
Il Comune è inoltre dotato di due centri sportivi.
Sul territorio comunale sono presenti 2 cimiteri, di cui uno nel capoluogo, a gestione
diretta del Comune.
La descrizione in dettaglio è riportata nella parte II capitolo 8 del presente piano.
Strade comunali ed aree parcheggio
Nel territorio comunale si individuano una strada provinciale, 56 strade extraurbane
comunali. Vi sono inoltre 10 strade vicinali, una strada statale (S.S.Aurelia).
Sono state individuate circa 20 aree a parcheggio: l’area di Piazza Colombiera; quella
prospiciente il tendone ARCI; Via XXV Aprile in località Molicciara e del relativo
centro; quella a margine del campo sportivo di Carbonara; quella prospiciente il
complesso scolastico di Via Canale; quella lungo via Provinciale in località
Colombiera; quella adiacente alla scuola media “D.Alighieri”; quella
a servizio
dell’area verde di Palvotrisia; quella del cimitero del piano e del cimitero dell’Angelo;
quella di Piazza Garibaldi; quella di Via Veneto; quella in Via Olmarello, località
Molino del Piano. La superficie complessiva ammonta a mq 11.256. In seguito
all’avvio dei lavori di nuova edilizia dopo l’approvazione del PUC sono sorto nuovi
parcheggi.
La descrizione in dettaglio è riportata nella parte II del presente piano
27
Mezzi meccanici, automezzi e attrezzature
Si tratta per lo più di automezzi destinati al trasporto di persone e attrezzature
funzionali all’esecuzione delle manutenzioni o sopraluoghi sul territorio. Il
rifornimento
delle
autovetture
è
svolto
presso
distributori
di
carburante
convenzionati. Presso la sede del Municipio un deposito è adibito al parcheggio delle
vetture mentre le attrezzature di lavoro sono conservate presso il magazzino del
Comune.
La descrizione in dettaglio è riportata nella parte II capitolo 8 del presente piano
Circolazione mezzi
Nell’utilizzare gli automezzi comunali il personale è tenuto alla registrazione, su di
un modulo prestampato, degli orari di utilizzo del mezzo, dei chilometri percorsi, del
quantitativo di carburante approvvigionato, e di ogni eventuale spesa aggiuntiva
sostenuta per mantenere il corretto funzionamento del mezzo.
28
Impianti termici ed aeraulici
Il servizio di fornitura dell’energia per gli impianti termici installati presso gli edifici
dell’amministrazione comunale di Castelnuovo Magra è stato affidato mediante
convenzione ad A.C.A.M S.p.A. con un documento firmato in data 30/01/1999 con
durata fino al 31/10/2007.
IMPIANTI TERMICI
Presenza
Localizzazione
Tipo impianto
Combustibile
Potenza Serbatoio Apparecchiatura
Telematica
Palazzo Cornelio
(Sede Comunale +
Enoteca Pubblica)
Impianto
termico
Scuola Media
Impianto
Castelnuovo
termico
Scuola
Elementare
Palvotrisia
Impianto
termico
Scuola Materna
Impianto
Palvotrisia
termico
Scuola
Elementare
Canale
Impianto
termico
Asilo Nido centro
Impianto
Comm.le
termico
Ex sede comando Impianto
VV.UU.
Comando VV.UU.
Presso Centro
commerciale
Campo sportivo
termico
Impianto
termico
Impianto
termico
Metano
Metano
Metano
175
SI
KW
258
SI
KW
SI
380
KW
Metano
Metano
203
Metano
60 KW
Metano
24 KW
Metano
G.P.L.
SI
KW
SI
24 KW
194
SI
KW
Tabella 24 – Impianti termici ed areaulici
29
IMPIANTI TERMICI
Presenza
Localizzazione
Tipo impianto
Combustibile
Potenza Serbatoio Apparecchiatura
Telematica
Centro Sportivo
Impianto
Canale
termico
Magazzino
Impianto
Comunale
termico
Casa della Iose
Impianto
termico
ex scuola
Impianto
Marciano
termico
ex scuola
Impianto
Vallecchia
termico
casa dell'Eca
Impianto
termico
Tabella 24 – Impianti termici ed areaulici
Serbatoi e depositi
Sono presenti:
1 serbatoio di gasolio interrato a servizio dell’impianto termico comunale della
scuola materna Borghetto.
1 serbatoio di G.P.L. a servizio dell’impianto termico comunale del Campo Sportivo.
Impianti di pubblica illuminazione
L’amministrazione comunale è proprietaria degli impianti di pubblica illuminazione
(linee a bassa tensione e 150 punti luce) situati in località Colline del Sole e in altre
zone comunali.
Il Comune non detiene cabine di trasformazione.
30
Strutture contenenti amianto
Non risultano essere presenti manufatti contenenti amianto nelle strutture di
proprietà comunale né cave estrattive di pietre verdi.
Il Comune ha provveduto negli anni 2004-2005, tramite ditta esterna specializzata,
alla rimozione e smaltimento della copertura in eternit presente presso i cimiteri
Comunali ed il Centro Commerciale La Miniera.
I documenti attestanti lo smaltimento del materiale sono conservati presso l’ufficio
tecnico comunale.
Discariche attive ed impianti di smaltimento/trattamento rifiuti
Il
Comune
non
è
proprietario
di
discariche
attive
ed
impianti
di
smaltimento/trattamento rifiuti. L’area per la messa in riserva dei rifiuti di Via
Carbone, isola ecologica, affidata in gestione ad ACAM è di proprietà comunale.
Isole ecologiche
E’ presente l’isola ecologica di proprietà comunale sita in Via Carbone.
Acquedotti, reti fognarie e impianti di depurazione
La gestione del servizio idrico potabile e di fognatura e depurazione è curata dalla
società ACAM, tranne che per l’acquedotto Vallecchia, gestito dal Consorzio
Vallecchia.
L’approvvigionamento idrico è garantito dagli acquedotti Caprignano, Sarzana e
Vallecchia: L'acquedotto Caprignano è alimentato dalle sorgenti Toffo Alta e Toffo
Bassa da cui deriva complessivamente 4.793 mc/anno. Il volume di compenso
dell’acquedotto è pari a 12 mc; l'acquedotto Vallecchia è un acquedotto consortile ed
è alimentato dalle sorgenti Vallecchia 1 e 2.
L'acquedotto Sarzana, che serve anche i comuni di Sarzana e Ortonovo, è alimentato
dalla zona pozzi Battifollo e dal nuovo pozzo Battifollo, da cui deriva mediamente
4.698.619 mc/anno; il nuovo pozzo Battifollo è ubicato nel Comune di Sarzana, la
zona pozzi Battifollo è situata nel Comune di Arcola. L’acquedotto è alimentato
inoltre dalle sorgenti Pistello e Marcianella ubicate nel comune di Ortonovo (che
31
alimentano direttamente la rete intercomunale Piano di Castelnuovo – Piano di
Ortonovo), da cui deriva complessivamente 4.541 mc/anno.
L'acquedotto
Sarzana
è
alimentato
anche
dall’acquedotto
SAT
Ressora
1.
L'acquedotto Sat Ressora 1 trasferisce un volume medio di circa 1.700.000 mc/anno
all’acquedotto Sarzana, di cui circa il 70% per l’approvvigionamento del Comune di
Castelnuovo di Magra. L’ acquedotto SAT Ressora 1, che serve anche i comuni di
Castelnuovo di Magra, Sarzana, Ameglia, Lerici ed i Comuni ubicati fuori A.T.O.
Spezzino, Massa, Carrara e Fosdinovo, è alimentato dal campo pozzi SAT Ressora 1,
ubicato nel comune di Arcola, per un volume complessivo medio derivato di circa
2.680.560 mc/anno.
Le adduttrici dell’acquedotto Sarzana, nel territorio comunale, si estendono
complessivamente per 10,7 Km, con diametri compresi tra 75 e 300 mm, e sono
realizzate in ghisa (70%), acciaio (22%) e PEAD (8%).
Il volume di compenso attribuibile al comune è di 887 mc.
L'acquedotto Vallecchia serve la rete di distribuzione omonima. L'acquedotto
Sarzana serve la rete Castelnuovo Paese e la rete intercomunale Piano di
Castelnuovo-Piano d'Ortonovo.
La rete Castelnuovo paese si estende per 3,4 Km, con tubazioni di diametro
compreso tra 20 e 80 mm e realizzate in PEAD (44%), acciaio (49%) e ghisa (7%). La
rete Piano di Castelnuovo – Piano di Ortonovo si estende nel solo Comune di
Castelnuovo di Magra per 60,8 Km, con tubazioni di diametro compreso tra 12 e 300
mm e realizzate in PEAD (69%), acciaio (30%), ghisa (1%). L'acquedotto Caprignano
serve alcune case sparse in località Caprignano. Le tubazioni si estendono
complessivamente per 517 metri con diametri compresi tra 12 e 65 mm e sono
realizzate in acciaio (75%), PEAD (17%) e fibrocemento (8%).
Il sistema di collettamento dei reflui è costituito da tre schemi distinti.
La fognatura Castelnuovo Paese colletta le acque reflue provenienti dall’omonima
rete al depuratore. Le tubazioni si estendono per circa 950 metri, con diametri pari a
200 e 600 mm. e sono realizzate in fibrocemento (74%), gres (14%) e PVC (12%).
32
La fognatura Piano di Castelnuovo colletta le acque reflue provenienti dall’omonima
rete fognaria. Le tubazioni si estendono per circa 31 Km, con diametri compresi tra
50 e 300 mm e sono realizzate prevalentemente in PVC (89%) e grés (11%).
La fognatura consortile Vallecchia colletta i le acque reflue della rete fognaria
omonima, che vengono scaricati direttamente nel recettore finale. Le tubazioni si
estendono complessivamente per 500 metri e sono realizzate in PVC con diametro
pari a 200 mm.
La società ACAM S.p.A. è responsabile degli stati autorizzativi degli impianti in
gestione: gli scarichi sono stati autorizzati con Determinazione Provinciale della
Provincia della Spezia.
In particolare con determinazione n°28 prot. n°9536 del 14/02/2007 è stata
rinnovata l’autorizzazione, secondo la legge regionale 43/95 e il decreto legislativo
152/99, agli scarichi fognari delle frazioni del comune di Castelnuovo Magra in
località Paduletti. Tale autorizzazione ha validità sino al 31/12/2011. L’impianto
depura le acque reflue urbane dei comparti fognari delle frazioni di Molicciara,
Molino del Piano, Colombiera e Palvotrisia.
33
Descrizione
Effluente da impianto a fanghi attivi sito in località Paduletti
Origine
Da trattamento di depurazione di liquame civile di pubblica
fognatura classe A (art. 15 della l.r. 43/95)
Recapito
Canale Fossa Maestra
Tipologia
Impianto a fanghi attivi privo di sedimentazione primaria
(potenzialità 7500 ab/eq), costituito dalle seguenti fasi di
trattamento:
 Linea acqua: grigliatura, dissabbiamento, ossidazione,
sedimentazione
secondaria,
filtrazione
a
sabbia,
disinfezione tramite lampade U.V.
 Linea
fanghi:
stabilizzazione
sollevamento
aerobica,
fanghi
ispessimento
secondari,
a
gravità,
condizionamento con polielettrolita, disidratazione per
nastropressatura o, in alternativa, essiccamento su
letti
Caratteristiche
quantitative
qualitative
Portata media giornaliera in tempo asciutto 600 mc/giorno
e Qualità delle acque tipica di uno scarico che ha subito un
trattamento di tipo primario e secondario
Tabella 25 – Descrizione effluente da impianto a fanghi attivi sito in località Paduletti
34
Con determinazione n°76 prot. n°12474 del 29/03/2004 è stata rinnovata, con
validità di quattro anni, l’autorizzazione agli scarichi fognari delle frazioni di
Vallecchia e della località Giorgione.
Descrizione
Effluente da n.2 fossa Imhoff in parallelo site a valle
dell’abitato di Vallecchia, al servizio del comparto fognario
della medesima frazione e della località Giorgione
Origine
Da trattamento di depurazione di liquame civile di pubblica
fognatura classe A (art. 15 della l.r. 43/95)
Recapito
Canale Bettigna
Abitanti serviti
140 unità
Tipologia
Vasca di tipo Imhoff
Caratteristiche
Portata media giornaliera 28 mc/giorno
quantitative
qualitative
e Caratterizzazione dell’effluente tipica di refluo sottoposto a
trattamento depurativo di tipo Imhoff
Tabella 27 - Descrizione effluente da fossa Imhoff in parallelo site a valle dell’abitato
di Vallecchia.
35
La determinazione n°94 prot. n°23224 del 24/04/2007 autorizza il comune di
Castelnuovo Magra allo scarico per quattro anni per l’impianto situato in prossimità
del centro storico.
Descrizione
Effluente da impianto a fanghi attivi situato a 1 Km a valle
dell’abitato del centro storico, di cui raccoglie i liquami
Origine
Da trattamento di depurazione di liquame civile di pubblica
fognatura classe A (art. 15 della l.r. 43/95)
Recapito
Canale della Colombiera
Abitanti serviti
700 unità
Tipologia
Impianto
a
fanghi
attivi
ad
aerazione
prolungata
(potenzialità 800 ab/eq), costituito dalle seguenti fasi di
trattamento:
 Linea acqua: grigliatura, sollevamento, ossidazione,
sedimentazione secondaria, clorazione.
 Linea
fanghi:
stabilizzazione
sollevamento
aerobica
per
fanghi
secondari,
aerazione
prolungata,
essiccamento su letti o, in alternativa, trasporto del
fango liquido stabilizzato alla fase di disidratazione
meccanica di altro depuratore di maggiore taglia dotato
di nastropressa o centrifuga.
Caratteristiche
quantitative
qualitative
Portata media giornaliera in tempo asciutto 140 mc/giorno
e Caratterizzazione
dell’effluente
tipica
di
fanghi
attivi
correttamente dimensionato per l’ottenimento dei limiti della
tabella 3 – allegato 5 – D.lgsl. 152/99
Tabella 28 – Descrizione effluente da impianto a fanghi attivi situato a 1 Km a valle
dell’abitato del centro storico.
36
Rete fognaria CASTELNUOVO MAGRA
Localizzazione della
Frazione
Impianto di
Abitanti
Portata media
rete e tipo
servita
depurazione
complessivi
mc/giorno
reflui
serviti
Recettore
(residenti+
fluttuanti)
Pubblica fognatura di Vallecchia
Classe A*
2 imhoff**
140
28
Canale
e
Bettigna
Giorgione
Pubblica fognatura di Capoluogo A fanghi attivi
800
140
Classe A*
Canale della
Colombiera
Pubblica fognatura di Del Piano
A fanghi attivi
3000
600
Canale Fossa
Classe A*
Maestra
Pubblica fognatura di Via della imhoff**(prevista
Classe A*
Pace
* ai sensi della L.R. 43/95;
100
la dismissione)
20
Fosso Loc.
cava Filippi
** gestione ACAM.
Tabella 29 - Rete fognaria comunale.
37
IMPIANTI TECNOLOGICI: DEPURATORI
N.
DENOMINAZIONE E TIPOLOGIA
ABITANTI LOCALITA’
SERVITO
DEPURATORE
(Impianto
CAPOLUOGO 700
tecnico
di
depurazione
Via
SUPERFICIE
mq.
960 mq
Provinciale
acque miste)
DEPURATORE
PIANO
(Impianto 7000
tecnico di depurazione acque nere)
Località
4360 mq
Fontanella,
Via
Fontanella
DEPURATORE
(Impianto
DI
tecnico
VALLECCHIA 500
di
150 mq
depurazione
acque nere)
TOTALE
5470 mq
Tabella 30 – Impianti tecnologici: depuratori nel territorio comunale.
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Elettrodotti
Il territorio comunale è attraversato da 2 elettrodotti ad alta tensione.
E’ attualmente presente una cabina di trasformazione, di proprietà di enel,in località
Paduletti.
Gasdotti
Il territorio comunale presenta una rete di distribuzione del gas metano che serve
l’intero territorio, ad esclusione delle zone a monte Vallecchia-Marciano: la rete di
distribuzione in queste aree è affidata ad un serbatoio gestito da Centro Gas
(Gruppo ACAM); l’impianto di metanizzazione del territorio comunale è totalmente
gestito da ACAM S.p.A.
Impianti di teleradiocomunicazione
Nel territorio del comune oltre alle SRB di Telecom, Vodafon, H3G, Wind ed ericson
non sono presenti emittenti radiovisive, sebbene su di esso dispieghino i propri
effetti le installazioni civili e militari situate nei territori comunali confinanti.
Altri beni
Il patrimonio comunale è più complesso di quello in precedenza elencato, ma
considerando le finalità della presente analisi ambientale, non si ritiene pertinente
l’inserimento di taluni elementi.
1.5.6.1 Gestione delle operazioni di manutenzione strutture comunali
Il Comune provvede direttamente alla conservazione delle strutture di proprietà
comunale
tramite
il
proprio
personale.
In caso
di opere
straordinarie
manutenzione, i lavori sono dati in appalto a ditte specializzate.
39
di
Manutenzione strade comunali
Il Comune svolge direttamente operazioni di manutenzione delle strade per
interventi di piccola entità. L’attività comunale di manutenzione delle infrastrutture
viarie, è svolta direttamente dal Comune, attraverso interventi diretti da parte degli
operai comunali per piccole attività di manutenzione ordinaria e rifacimento della
segnaletica orizzontale, mentre per lo svolgimento di attività di manutenzione
straordinaria, quali grandi bitumazioni, rifacimento, costruzione e/o ampliamento di
sedi stradali il Comune si affida, mediante contratto d‘appalto, a ditte esterne
specializzate.
Sgombero neve
Il Comune gestisce in economia il servizio di sgombero neve, tramite il proprio
personale. Tra le dotazioni utilizzabili in caso di emergenza il Comune dispone di
quantitativi limitati di sale depositati presso i magazzini comunali e di una pala
meccanica. A seconda dell’entità dell’emergenza il Comune valuta il conferimento
degli interventi di ripristino della viabilità a ditte esterne specializzate laddove non
risulti necessario ricorrere all’intervento dell’Amministrazione Provinciale o altri Enti
sovraordinati. Le procedure di intervento vengono descritte nel presente piano
Spazzamento e lavaggio strade
Nel Comune di Castelnuovo Magra il servizio di spazzamento della rete viaria avviene
è gestito in parte da operai comunali (strade del centro storico) con mezzi manuali e
secondo le modalità impartite dall’ufficio tecnico e in parte da ACAM, con proprie
attrezzature motorizzate e manuali, limitatamente all’area del Centro Commerciale
“La Miniera” di Molicciara. La pulizia è effettuata dal fornitore a seguito del mercato
settimanale secondo quanto disciplinato nel contratto di affidamento del servizio
(Contratto di servizio Consiglio Comunale n° 17 del 23/12/2002). I rifiuti derivanti
dall’attività di pulizia, sono opportunamente smaltiti.
In data 30/12/2004 il comune ha deliberato per la liquidazione di un contributo
pari a 4.000,00 euro al Club Alpino Italiano – sezione di Sarzana per interventi di
pulizia e valorizzazione dei sentieri comunali nell’ottica del raggiungimento degli
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obiettivi di manutenzione e segnalazione della rete sentieristica e della viabilità
minore escursionistica prefissati dal comune.
Gestione acquedotto e fognatura
Le strutture delle reti degli acquedotti, delle fognature e i relativi impianti sono stati
conferiti ad ACAM; pertanto la Società gestisce il servizio idrico integrato in via
esclusiva sull’intero territorio e svolge direttamente le attività di manutenzione
necessarie.
Il Comune è informato dagli enti di controllo sulle non conformità riscontrate
derivanti dall’analisi della qualità delle acque potabili distribuite dall’acquedotto
comunale e delle acque di scarico a valle degli impianti di trattamento fognario. In
tali occasioni il Comune sollecita gli interventi del gestore, perché siano attuate le
necessarie azioni di ripristino della conformità. In caso di referti di analisi delle
acque ad uso potabile non conformi, il Comune valuta anche l’emissione di
ordinanze per la limitazione dell’utilizzo ad uso potabile delle acque distribuite
dall’acquedotto.
Il Comune è informato da ACAM relativamente alla qualità delle acque e degli
scarichi in caso di anomalie e non conformità.
Sul territorio sono presenti inoltre 2 acquedotti ad uso potabile (in frazione
Vallecchia e Marciano) la cui titolarità e gestione è di terzi.
Gestione degli impianti di pubblica illuminazione
La manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione di proprietà comunale è
svolta dagli addetti comunali che intervengono secondo le indicazioni ricevute dai
responsabili dell’ufficio tecnico. Per consentire la manutenzione ordinaria e
straordinaria degli impianti di pubblica illuminazione nonché di quella relativa agli
impianti presenti presso gli edifici, il Comune ha in corso l’affidamento di detto
servizio
a Ditta incaricata abilitata che provvederà altresì allo smaltimento delle
lampade sostituite.
La manutenzione degli impianti situati nel centro storico e nelle altre frazioni (576
centri luminosi) è affidata alla società So.l.e. S.p.a. che interviene dietro chiamata
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del Comune anche in caso di emergenza (interruzione linea), essendo subentrata in
data 01/08/99, alla società ENEL, titolare del servizio di gestione sottoscritto con
l’Amministrazione comunale con D.G.C. n. 236/1982.
Il Comune di Castelnuovo Magra provvede attualmente a fornire alla So.l.e S.p.a le
lampade per gli impianti di pubblica illuminazione gestiti, in virtù degli accordi
contrattuali sottoscritti con D.G.C. n. 236/1982.
Servizio di trasporto pubblico
Il servizio di trasporto pubblico è affidato alla società ATC (Delibera C.C. n. 41 del
03/08/1994)
Servizi scolastici: trasporto degli alunni
Il servizio di trasporto scolastico è attuato giornalmente da Ditta esterna
specializzata come stabilito dalla relativa Convenzione di affidamento stipulata.
Il fornitore svolge il servizio con propri automezzi, seguendo un percorso di linea
concordato annualmente in base alle necessità del Comune ed al calendario
scolastico.
Il Comune ha messo a disposizione di ATC parte del proprio magazzino per
consentire il ricovero degli automezzi adibiti al trasporto scolastico.
Servizi scolastici: mense
Centro produzione pasti Palvotrisia
I pasti sono forniti alle scuole dalla ditta CIR di Reggio Emilia (Determinazione
1/296 del 20/09/2006) e prodotti presso il Centro di produzione pasti comunali sito
nella struttura scolastica di Palvotrisia .
Complessivamente i pasti annui da fornire sono mediamente 45.000.
Il Comune si riserva la facoltà di svolgere periodici controlli sui prodotti alimentari e
sulle attrezzature e strutture della mensa. Presso le scuole media Dante Alighieri e
materna Oasi i pasti sono trasportati dal Centro di cottura da Palvotrisia in
multiporzione e distribuiti dal personale della Cooperativa Italiana Ristorazione. Il
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servizio comporta la fornitura di 1887 pasti settimanali. La somministrazione dei
pasti include l’operazione di trasporto e distribuzione.
Produzione pasti Asilo Nido
L’asilo Nido Comunale Zigo Zago presso il
Centro Commerciale è attualmente
gestito dalla Coop. COCEA .
I pasti sono elaborati all’interno della struttura da personale della Cooperativa
stessa.
Il Comune si riserva la facoltà di svolgere periodici controlli sui prodotti alimentari e
sulle attrezzature e strutture della mensa.
Le forniture alimentari e altro sono fornite attraverso fornitori individuati
dall’Amministrazione Comunale (Det. 2/54 del 04/09/2007).
Gestione impianti termici ed areaulici
La
manutenzione
ordinaria
e
straordinaria
degli
impianti
termici
e
di
condizionamento di proprietà comunale, l’assunzione di responsabilità (terzo
responsabile) e la fornitura di combustibile, sono state affidate dal Comune ad
ACAM fino all’anno 2007 (rif. contratto del 30/01/1999). La società ACAM è stata
anche incaricata dello svolgimento degli interventi di adeguamento impiantistico
previsti dalla normativa di settore applicabile, dell’installazione e attivazione di
apparecchiature telematiche per il controllo a distanza degli impianti e della
stipulazione di un’assicurazione per la copertura di eventuali danni causati
nell’esercizio dell’attività di gestione degli impianti.
Per gli impianti del centro Sportivo Canale, Enoteca pubblica, magazzino comunale,
ex-sede comunale di piazza Querciola, la fornitura di combustibile è a carico del
Comune.
La gestione degli impianti termici presso gli immobili destinati ad attività sociali è
gestita da CentroGas (Gruppo ACAM S.p.a)
Tutte le caldaie sono munite di libretti d’impianto e vengono regolarmente svolti i
controlli sui fumi e la manutenzione periodica a garanzia dell’ottimale rendimento.
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Gestione del verde pubblico
Il servizio di manutenzione delle aree verdi, dei cimiteri e lo sfalcio delle strade è
stato affidato alla Cooperativa Sociale Maris della Spezia con determinazione 1/179
del 19/05/2007.
Gestione degli impianti sportivi
Il Centro Sportivo Polivalente in località Colombiera, via Canale è affidato alla
Società Colli di Luni A.P.D. con convenzione stipulata nel corso dell’anno 2010. con
il controllo del Comitato Gestione del Centro Sportivo Comunale (C.G.C.S.C.)
Sono a carico del gestore del centro sportivo gli interventi di manutenzione ordinaria
sui locali ed impianti del complesso sportivo, compresi l’adempimento di verifica
periodica delle dotazioni antincendio e le spese per i consumi di energia elettrica,
combustibili ed acqua.
Gestione raccolta, cattura e custodia cani randagi
La gestione del servizio di raccolta, cattura e custodia cani randagi è in affidamento
alla ASL 5 La Spezia. La custodia ed il mantenimento dei cani abbandonati è affidata
alla Soc. Castelnuovo S.r.l. come da convenzione approvata con deliberazione G.C.
nr. 5 del 25/01/1999.
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