unità D5 Gravitazione L ’effetto di gravità ha sempre interessato gli scienziati: Galileo svolse i primi esperimenti sulla caduta libera dei corpi, Newton enunciò la legge di gravitazione universale, Einstein definì la teoria della relatività generale. prerequisiti massa inerziale secondo e terzo principio della dinamica campo di forza e linee di forza campo di forza conservativo ed energia potenziale principio di conservazione del momento angolare 5.1 Legge di gravitazione universale Descrive le forze attrattive causate dalle masse dei corpi. 5.2 Campo gravitazionale Campo di forza generato dalla massa di un corpo qualsiasi. 5.3 Campo gravitazionale conservativo Verifica dell’esistenza dell’energia potenziale gravitazionale. 5.4 Campo gravitazionale terrestre Caratterizzazione del campo gravitazionale generato dalla Terra. 5.5 Moto orbitale Descritto da leggi empiriche e confermate dalla legge di gravitazione. UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE 5.1 481 Legge di gravitazione universale Qualsiasi corpo dotato di massa esercita una forza attrattiva su tutti gli altri corpi, la cui intensità aumenta con le masse coinvolte e diminuisce con l’aumento della reciproca distanza. Questo comportamento è formalizzato dalla legge di gravitazione universale di Newton che descrive sia l’attrazione gravitazionale terrestre responsabile della caduta libera dei corpi (par. 5.3), sia i moti orbitali dei pianeti (par. 5.4). Attrazione gravitazionale Introduciamo la legge di gravitazione universale approssimando i corpi a punti materiali. In figura 5.1 due punti materiali, A di massa mA e B di massa mB, sono a una distanza r. Tra i due punti si instaura un fenomeno definito attrazione gravitazionale descritto dalla sopra citata legge, qui di seguito enunciata. Tra due punti materiali si instaura una forza attrattiva con modulo direttamente proporzionale al prodotto delle masse e inversamente proporzionale al quadrato della reciproca distanza, cioè F G mA mB r2 in tutte le espressioni di questo tipo ci sono gli spazi a cavallo del punto centrale. verranno corrette nel controllo finale Il termine G = 6,67∙10-11 Nm2/kg2 è definito costante universale di gravitazione. L’attrazione gravitazionale compare sempre con una coppia di forze attrattive che rispettano il terzo principio della dinamica. Ponendo per esempio il punto materiale A all’origine di un sistema di riferimento (in figura, asse cartesiano r con versore u) possiamo usare le notazioni (1.8) dell’unità D1: su B agisce la forza attrattiva causata da A FAsuB A O FAsuB F u e su A agisce la forza attrattiva causata da B FBsuA F u B r FBsuA u r in tutti i deponenti di tipo AsuB metterei la spaziatura: A su B attenzione, anche nelle figure! da qui in avanti le segno con un cerchio rosso con il medesimo modulo F dato dalla (5.1). Quindi le due forze attrattive agiscono su corpi diversi e sono tra loro opposte, cioè FBsuA FAsuB Figura 5.1 Attrazione gravitazionale tra due punti materiali: le due forze attrattive obbediscono al terzo principio della dinamica; il sistema di riferimento è un asse cartesiano che riporta i valori della distanza r tra i punti. 482 MODULO D - DINAMICA Sovrapposizione degli effetti Figura 5.2 La forza attrattiva F sul punto materiale 3 è la somma vettoriale tra la forza attrattiva esercitata dal punto 1 (F1su3) e quella esercitata dal punto 2 (F2su3) in modo tra loro indipendente. Consideriamo un sistema di N punti materiali: la forza attrattiva esercitata sull’i-esimo punto materiale è la somma vettoriale delle forze che ogni singolo punto eserciterebbe in assenza degli altri (principio di sovrapposizione degli effetti). In figura 5.2 un esempio di forza attrattiva su un punto materiale causata da altri due punti materiali. 3 F1su3 F2su3 1 2 Corpi a simmetria sferica La (5.1) è valida se i corpi sono punti materiali, o meglio, se le loro dimensioni sono trascurabili rispetto la distanza r. In caso contrario è possibile impiegarla solo se i corpi, a dimensioni non trascurabili, hanno forma sferica (fig. 5.3), adottando la seguente regola. Ogni corpo sferico si approssima a punto materiale collocato nel suo centro da cui si considera la distanza dagli altri corpi. Figura 5.3 Attrazione gravitazionale tra due corpi sferici: la distanza r è tra i due centri dove si considera concentrata la rispettiva massa e applicati i punti di applicazione delle forze attrattive (confrontare con la figura 5.1). A B C FBsuA FAsuB C r Problema svolto 5.1 Una palla da biliardo con massa mA = 0,2 kg e un pallone di pallacanestro con massa mB = 0,6 kg hanno i loro centri a una distanza r = 0,5 m. Determinare il modulo comune delle forze attrattive che agiscono tra i due corpi. Il modulo della forza attrattiva tra i due corpi sferici è dato dalla (5.1) 2 mA mB (0, 2 kg) (0,6 kg) 11 N m F G 2 6, 67 10 3 1011 N 2 2 kg (0,5 m) r L’intensità della forza decisamente molto bassa non consente l’effetto visivo della reciproca attrazione. UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE Il termine “universale” imposto da Newton Il termine “universale” presente nella denominazione della legge di gravitazione è dovuto alla grande intuizione di Newton: due fenomeni apparentemente diversi quali (per esempio) la caduta di una mela da un albero e il moto della Luna intorno alla Terra sono causati dalla medesima forza attrattiva (fig. 5.3). Quindi la legge di gravitazione descrive sia moti gravitazionali che avvengono sulla Terra sia i moti planetari, e per questo, ha una versatilità universale come approfondiremo nel paragrafo 5.5. Luna F F mela Terra L’esempio della caduta di una mela non è casuale ma è dovuto al famoso episodio ormai entrato nella storia della fisica (fig. 5.5). Figura 5.4 [N.d.A. vicino alle frecce al posto di a mettere F] La mela e la Luna subiscono il medesimo fenomeno di attrazione a causa della Terra. Figura 5.5 Per Newton tutti i corpi dotati di massa hanno un potere attrattivo, responsabile sia dell’”attrazione delle mele verso il suolo” sia dei moti planetari. Costante G e intensità dell’attrazione gravitazionale Il termine “universale” accompagna anche la costante di gravitazione G della (5.1): infatti è valida per qualsiasi coppia di corpi e in qualsiasi zona dell’universo. Il suo valore ha un ordine di grandezza di 10-10 e dunque molto piccolo. Questo influisce sull’attrazione gravitazionale che risulta il più delle volte apparentemente non evidente: per esempio la forza di attrazione del problema svolto 5.1 è dell’ordine di 10-11 e dunque non è possibile osservare il reciproco avvicinarsi delle due palle anche se riducessimo la distanza a meno di un millimetro. Come abbiamo già detto nel paragrafo 1.4 dell’unità D1, l’avvicinamento di uno dei due corpi si rileva solo da parte del corpo con massa notevolmente inferiore all’altra come succede, per esempio, per la mela con la Terra. Un qualsiasi corpo dotato di massa, “perturba” lo spazio circostante. 5.2 Campo gravitazionale In questo paragrafo trattiamo l’attrazione gravitazionale descritta dalla (5.1) come effetto del campo di forze generato dalla massa di un corpo (par. 3.5, unità A3). sono N? 483 484 MODULO D - DINAMICA La massa di ogni corpo perturba lo spazio circostante con un campo di forze definito gravitazionale. In figura 5.6a il modello con punti materiali che adottiamo per descrivere il campo gravitazionale: nell’origine del sistema di riferimento una massa sorgente M fissa, generatrice del campo che vogliamo analizzare; a una generica distanza r una massa esploratrice m (m < M) che con il suo moto rileva il potere attrattivo della massa sorgente. Figura 5.6 Campo gravitazionale generato dalla massa sorgente M: (a) campo rilevato dalla massa esploratrice m in P; (b) vettore campo gravitazionale applicato in P. P M u m r g r M a u P m r r b Per descrivere in modo completo il campo gravitazionale (come del resto un qualsiasi campo di forze) occorre definire la forza che lo caratterizza, le linee del campo, e se conservativo, l’energia potenziale. Vettore campo gravitazionale Applichiamo la (5.1) alla massa esploratrice m per determinare la forza attrattiva dovuta alla massa sorgente M: FMsum G M m u r2 (5.2) Osserviamo che la massa m influisce sull’intensità di FMsum ostacolando il nostro obiettivo di studiare esclusivamente il campo generato dalla massa M. Per eliminare questo “disturbo” dividiamo la (5.2) per m ottenendo effettivamente la perturbazione che provoca M attraverso il campo gravitazionale in un determinato punto a distanza r (fig. 5.6b). Quindi g FMsum M G 2 u m r dove g è definito vettore campo gravitazionale. Riassumendo la perturbazione che provoca il campo gravitazionale generato da un corpo di massa M a una distanza r è definita dal vettore campo gravitazionale g G M u r2 (5.3) UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE L’unità della misura del modulo del vettore campo gravitazionale è nel sistema SI, metro su secondo al quadrato (in simboli m s-2). Si tratta quindi di un accelerazione. Infatti il vettore g è definito come rapporto tra una forza (la (5.2)) e una massa (la m), e dall’equazione del secondo principio della dinamica si ha appunto a = F/m. Naturalmente anche per il vettore campo gravitazionale è valido il principio di sovrapposizione degli effetti definito precedentemente per la forza attrattiva. Problema svolto 5.2 Calcolare l’intensità gL del vettore campo gravitazionale generato dalla Luna alle seguenti distanze: 1) sulla superficie della Luna; 2) alla distanza dal centro della Luna uguale a due volte il suo raggio. La Luna ha massa ML = 7,35·1022 kg e raggio rL = 1,738·106 m. 1) L’intensità del campo gravitazionale sulla superficie della Luna è data dal modulo della (5.3), con le opportune sostituzioni 2 ML 7,35 1022 kg m 11 N m 1,62 2 g L G 2 6, 67 10 2 6 2 kg (1, 738 10 m) s rL 2) Alla distanza r = 2rL, l’intensità del campo gravitazionale diventa gL G ML M g m G L2 L 0,406 2 2 (2rL ) 4 rL 4 s Linee del campo gravitazionale Valutiamo le linee di forza del campo gravitazionale (par. 3.5, unità A3). Immaginiamo di collocare intorno alla massa M di figura 5.6b il vettore g punto per punto rispettando la (5.3); quindi tracciamo le linee del campo in modo che in ogni punto il vettore g sia ad esse tangente. Otteniamo le linee del campo gravitazionale di figura 5.7, che sono radiali con verso ovviamente rivolto alla massa M. Figura 5.7 Linee del campo gravitazionale. M Linee del campo gravitazionale con due masse In figura 5.8 la forma delle linee del campo gravitazionale generato da due masse sorgenti vicine. Per costruirle si applica in ogni punto il vettore g1 provocato da m1 e il vettore g2 provocato da m2. Quindi per il principio di sovrapposizione degli effetti si esegue la somma vettoriale che definisce il vettore gtot. Le linee del campo si tracciano in modo che i vettori gtot siano sempre tangenti. 485 486 MODULO D - DINAMICA Figura 5.8 [pg.260, vol 1, Teppati-ValvoBrodie-vedere allegato] Linee del campo gravitazionale generato da una coppia di masse; è mostrata la somma vettoriale dei due vettori campi gravitazionali in un generico punto P. g1 P g2 gtot m1 m2 Forza gravitazionale Figura 5.9 Forza gravitazionale che agisce su una massa m immersa in un campo gravitazionale generato dalla massa M. Supponiamo di conoscere in un punto P dello spazio il vettore g del campo gravitazionale generato da un corpo di massa M: è immediato determinare la forza attrattiva, chiamata forza gravitazionale, che agirebbe su un corpo di massa m collocato in P (fig. 5.9). Fg M u g P m r r La forza gravitazionale Fg che agisce su un corpo di massa m in un punto P di un campo gravitazionale generato da una massa M è Fg m g (5.4a) dove g è il relativo vettore campo gravitazionale con punto di applicazione P. La forza gravitazionale (5.4) è la forza attrattiva (5.2): infatti se sostituiamo il vettore g con la (5.3), otteniamo Fg G M m u r2 (5.4b) e dunque Fg FMsum . Quindi, la conoscenza del vettore campo gravitazionale consente di applicare la legge di gravitazione universale. Ovviamente anche per la forza gravitazionale è valido il principio di sovrapposizione degli effetti. graf: è giusto questo spazio vuoto? UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE Il campo gravitazionale è un campo di forze conservativo? 5.3 Campo gravitazionale conservativo Valutiamo se la forza gravitazionale, e di conseguenza il campo gravitazionale, sono conservativi (par. 2.2, unita D2). Consideriamo la figura 5.10. Il lavoro compiuto dalla forza gravitazionale Fg tra la generica posizione iniziale I, distante rI dalla massa M, alla generica posizione finale F, distante rF, è LI F Fg s G M m M m G rI rF (5.5) Il lavoro dunque non dipende dal percorso ma solo dai suoi estremi, rI ed rF: quindi la forza gravitazionale, e dunque il campo gravitazionale, sono conservativi. Nell’esempio in figura il lavoro è positivo perché i vettori forza gravitazionale Fg e spostamento s sono concordi (evidente nel percorso radiale a). La (5.5) si dimostra con il calcolo integrale che non svolgiamo. r I a F M s Fg u b Energia potenziale gravitazionale Siccome il campo è conservativo, i termini della sottrazione (5.5) sono rispettivamente l’energia potenziale EP(I) in rI, ed EP(F) in rF ((2.5), unità D2). A questo punto dobbiamo imporre il punto a energia potenziale zero. Consideriamo di nuovo la (5.5) e portiamo la posizione iniziale a distanza infinita dalla massa M (rI = ): l’energia potenziale iniziale si annulla EP (rI ) G M m 0 riducendo la (5.5) al solo termine L F G M m rF Figura 5.10 La forza gravitazionale è conservativa: il lavoro che compie non dipende dal percorso scelto, se quello radiale a o quello generico b. 487 488 MODULO D - DINAMICA Siccome il lavoro è positivo siamo obbligati a mettere il segno meno davanti all’energia potenziale, cioè M m L F G rF dove il termine tra parentesi è l’energia potenziale a distanza rF dalla massa M. Generalizzando per una distanza r qualsiasi l’energia potenziale gravitazionale che possiede una massa m a distanza r dalla massa sorgente M del campo è EP (r ) G M m r (5.6a) con punto a energia potenziale zero scelto a distanza infinita, cioè EP ( r ) 0 (5.6b) La curva arancione in figura 5.11 descrive l’andamento dell’energia potenziale gravitazionale in funzione della distanza r: come prevedibile è una curva che coinvolge valori negativi di energia e tende a zero a distanza infinita dalla massa sorgente M (posta nell’origine degli assi) rispettando le (5.6). Figura 5.11 Diagramma dell’energia meccanica in funzione della distanza r dalla massa sorgente M. EM M Pm x x spostare questa illustrazione più avanti dove indicato EMcost EP EC Conservazione dell’energia meccanica Il campo gravitazionale è conservativo è dunque è valido il principio di conservazione dell’energia meccanica ((2.19a), unità D2). UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE Ipotizziamo una massa esploratrice m con velocità v a distanza r dalla massa sorgente: la massa m possiede dunque un energia cinetica EC = (1/2) mv2 e un energia potenziale data dalla (5.6a). La sua energia meccanica è dunque qui diagramma 5.11 EM EC EP 1 M m m v2 G 2 r (5.7) In figura 5.11 il diagramma dell’energia meccanica (vedere approfondimento, unità D2). Ipotizzando m in un generica punto P, la lunghezza della striscia rossa è il valore assoluto di EP e quella della striscia blu è il valore (sempre positivo) di EC: la differenza tra le due lunghezze è il valore di EMcost che deve rimanere costante (linea verde). Osserviamo che m non può allontanarsi oltre il punto X perché il valore assoluto di EP risulterebbe minore di quello di EMcost, e dunque, si avrebbe un impossibile energia cinetica negativa. In figura 5.12 è mostrato un altro esempio di diagramma dove la massa m ha energia meccanica nulla (la linea verde si sovrappone all’asse delle ordinate). In questo caso per mantenere l’energia meccanica costante a 0 occorre che il valore assoluto di EP e il valore di EC siano rappresentati da strisce di lunghezza uguale. In entrambi i diagrammi è evidente come una massa coinvolta nell’attrazione di un campo gravitazionale acquisti velocità all’avvicinarsi alla massa generatrice del campo. Figura 5.12 Diagramma dell’energia meccanica con massa m a energia meccanica nulla (EMcost = 0). EM M EMcost x Velocità di fuga Se desideriamo che la massa esploratrice m sfugga all’attrazione gravitazionale della massa sorgente M occorre che acquisti una velocità definita di fuga. La velocità di fuga è la minima velocità scalare necessaria a un corpo per sfuggire dall’attrazione di un campo gravitazionale. O in termini più formali è la minima velocità scalare necessaria per portare una massa a distanza infinita dalla massa sorgente. 489 490 MODULO D - DINAMICA È evidente che la velocità di fuga dipende dalla massa sorgente e dalla distanza iniziale da essa. Per determinarla ricorriamo alla conservazione dell’energia meccanica. Supponiamo che a un istante iniziale la massa m sia a distanza r dalla massa M e imprimiamo una velocità iniziale vi. Valutiamo il valore che deve assumere vi affinché diventi velocità di fuga vfuga. L’energia meccanica di m è per la (5.7) EMi 1 mM m vi2 G 2 r L’energia meccanica finale è quella per cui la massa m va a distanza infinita (rf = ) riducendo sempre più la sua velocità fino a fermarsi (guardare la striscia blu dell’energia cinetica di figura 5.12): quindi EMf 1 mM mM m v 2f G 0G 0 rf 2 e applicando la (5.7) EMf EMi 0 che comporta EMi 1 mM m vi2 G 0 2 r Da questa uguaglianza, isoliamo la vi ottenendo la relazione della velocità di fuga v fuga 2 G M r (5.8) Osserviamo che la velocità di fuga non dipende dalla massa del copro che si allontana. Analizziamo il campo gravitazionale con massa sorgente la Terra. 5.4 Campo gravitazionale terrestre In questo paragrafo descriviamo il campo gravitazionale del pianeta Terra (fig. 5.13). Il pianeta Terra ha massa MT = 5,98∙1024 kg e raggio RT = 6,38∙106 m. Figura 5.13 Pianeta Terra. Vedremo che il vettore campo gravitazionale terrestre è l’accelerazione di gravità g e la forza gravitazionale terrestre è la forza peso P, vettori entrambi noti. UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE Vettore campo gravitazionale terrestre (accelerazione di gravità) La figura 5.14 mostra il profilo della Terra con il relativo vettore campo gravitazionale in un punto P a una distanza h dal suolo. Essendo h << RT, si considera la massa terrestre concentrata al centro C del pianeta, e la consueta distanza r diventa la somma r = RT + h. r g MT Sostituiamo nella (5.3), M con MT, ed r con (RT + h): otteniamo u h C MT g G u ( RT h) 2 (5.9a) che con la condizione h << RT si approssima g G MT u RT2 (5.9b) Se nella (5.9b) sostituiamo con i rispettivi valori, otteniamo che il modulo del vettore campo gravitazionale terrestre è 2 5,98·1024 kg MT m -11 N m 9,81 2 g G 2 6,67·10 2 2 RT kg 6,38·106 m s (5.9c) Il valore ottenuto coincide con l’accelerazione gravita; inoltre il vettore campo g ha medesimi direzione e verso del vettore accelerazione gravità (confrontare la figura con figura 1.6 dell’unità B1). Quindi il vettore campo gravitazionale terrestre è il vettore accelerazione gravità. Variazione del modulo dell’accelerazione di gravità g La (5.9c) esprime un valore approssimato di g perché si trascura l’altezza h dal suolo. In realtà il valore esatto è dato dalla (5.9a), dove g è in funzione di h, cioè g ( h) G P MT ( RT h) 2 (5.10) Osserviamo che l’accelerazione diminuisce con l’altezza. A 100 km di altitudine g ha una diminuzione di solo 0,2 m s-2 rispetto al valore di 9,81 m s-2. Per apprezzare una sensibile diminuzione si deve raggiungere un altezza di 1000 km dove g si riduce a 7,3 m/s2. Infine, essendo la Terra un ellissoide il raggio terrestre RT diminuisce con l’avvicinarsi ai poli e dunque g aumenta con l’aumentare della latitudine. Figura 5.14 Vettore campo gravitazionale terreste applicato in un generico punto P (la figura non è in scala). 491 492 MODULO D - DINAMICA Forza gravitazionale terrestre (forza peso) La forza gravitazionale che agisce sulla massa m a una distanza h dal suolo è definita sostituendo nella (5.4) il vettore g con il vettore del campo gravitazionale terrestre (5.9a). Quindi Fg G MT m u ( RT h) 2 (5.11a) che diventa con la condizione h << RT Fg G MT m u RT2 (5.11b) Se evidenziamo la massa m, la relazione appare come M Fg m G 2T u RT Il termine tra parentesi è la (5.9b) e dunque Fg m g Sapendo che g è anche l’accelerazione di gravità, dalla relazione deduciamo che la forza gravitazionale terrestre è la forza peso. Problema svolto 5.3 Un satellite di massa m si muove su un’orbita circolare attorno alla Terra a un’altezza h = 10,0·103 km, con velocità tangenziale costante vt. Determinare: 1) la velocità vt; 2) il periodo T di rivoluzione del satellite. 1) Sul satellite agisce la forza di attrazione gravitazionale esercitata dalla Terra F G mM T ( RT h) 2 (1) Per la seconda legge di Newton, deve essere F = m a. Poiché il moto del satellite è circolare uniforme, la sua accelerazione a è centripeta ed è uguale a ((3.31a), unità C3) vt2 RT h UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE Sostituendo nella (1), otteniamo l’equazione G m vt2 m MT ( RT h) 2 RT h da cui isolando la velocità v vt 2 11 N m 6, 67 10 (5,98 1024 kg) 2 kg GM T m 4,93 103 6 6 RT h (6,38 10 10, 0 10 ) m s Osserviamo che la velocità del satellite non dipende dalla sua massa, ma solo dal raggio dell’orbita. 2) Il periodo T è legato alla velocità v dalla relazione (3.26) dell’unità C3, da cui ricaviamo T 2 ( RT h) 2 (6,38 106 10, 0 106 ) m 2, 09 104 s 5,80 h m vt 4,93 103 s Massa inerziale e gravitazionale La grandezza scalare massa che appare sia nell’equazione del moto sia nell’espressione della forza gravitazionale assume un significato diverso. Nell’equazione del moto già sappiamo, che la massa è definita inerziale con il seguente significato: la massa inerziale di un corpo quantifica la sua resistenza a cambiare lo stato di riposo o di moto rettilineo uniforme. Nell’equazione della legge di gravitazione universale la massa è definita gravitazionale con il seguente significato: la massa gravitazionale di un corpo quantifica la sua attitudine a essere attratto dalla massa di un altro corpo. Esperimenti svolti per misurare di un corpo la sua massa inerziale (tramite l’equazione del moto) e la sua massa gravitazionale (tramite la legge di gravitazione universale) confermano che la massa inerziale e la massa gravitazionale sono uguali. Questo è il motivo per cui abitualmente non si specifica si fa distinzione tra le due definizioni indicando entrambe le grandezze scalari con il termine massa. Energie potenziali gravitazionale e della forza peso L’energia potenziale gravitazionale terrestre di una massa m a un altezza h dal suolo è definita sostituendo nella (5.6a), m con MT ed r con (RT + h): otteniamo 493 494 MODULO D - DINAMICA verificare, forse è Ep (h) EP (r ) G MT m RT h (5.12a) La differenza di energia potenziale tra la generica altezza h e quella al suolo è dunque il lavoro compiuto dalla forza gravitazionale, cioè Lh0 G G MT MT m M m G T m 2 RT h RT RT h Ma il termine tra parentesi è il modulo di g dato dalla (5.9c) e dunque Lh0 mgh che coincide con la (2.11) dell’unità D2 riferita al lavoro compiuto dalla forza peso nel scendere da un altezza h. Quindi la (5.12a) e la (2.11), apparentemente diverse, rappresentano la medesima energia potenziale. Velocità di fuga della Terra La velocità di fuga necessaria a un corpo per allontanarsi dall’attrazione gravitazionale terrestre da una certa altezza h è data dalla (5.8) v fuga 2G MT RT h (5.13) dove si è sostituito la massa M con MT e la distanza r con RT + h. La velocità di fuga rispetto al suolo terrestre (h = 0) calcolata con la (5.13) è di 11,2 km/s (40320 km/h). Osservazione finale Le relazioni di questo paragrafo sono ovviamente valide per qualunque corpo celeste posto a massa sorgente: occorre solo sostituire alle grandezze MT ed RT la massa e il raggio del relativo corpo celeste (vedere problema svolto 5.4). Problema svolto 5.4 Calcolare la velocità di fuga dal pianeta Marte rispetto il suolo. Marte ha massa MM = 6,41·1023 kg e raggio è rM = 3,39·106 m. Utilizziamo la (5.13) con l’accortezza si fare le opportune sostituzioni. In questo caso h = 0 essendo richiesta la velocità di fuga dal suolo. Quindi v fuga 2 23 MM kg m 11 N m 6, 41 10 2G 2 6,67 10 5, 02 103 2 6 rM kg 3,39 10 m s UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE La teoria gravitazionale di Newton conferma il moto orbitale dei pianeti predetto da Keplero in modo empirico. 5.5 Moto orbitale Come anticipato nel primo paragrafo la legge di gravitazione di Newton è universale: infatti la forza attrattiva che la legge descrive, responsabile della caduta libera dei corpi, è la medesima di quella responsabile del moto orbitale dei pianeti. Il moto orbitale dei pianeti è descritto dalle tre leggi empiriche di Keplero. Appureremo l’universalità della legge di gravitazione dimostrando le tre leggi con la forza gravitazionale descritta dalla (5.1), o in modo equivalente dalla (5.4b). Leggi di Keplero Il moto orbitale dei pianeti è descritto da tre leggi, dedotte in modo empirico dal matematico danese Keplero (fig. 5.15) in un periodo precedente agli studi di Newton sulla gravitazione. Prima legge graf: sistemare virgolette La prima legge caratterizza la traiettoria orbitale dei pianeti (fig. 5.16). I pianeti percorrono orbite a forma di ellisse con il Sole in uno dei due fuochi. Figura 5.15 Giovanni Keplero (Weil der Stad 1571, Ratisbona 1630). Per riconoscere l’importanza della ricerca condotta da Keplero, Newton affermò: <<se sono riuscito a vedere più lontano degli altri è perché sono salito sulle spalle di giganti >>. pianeta F F Sole orbita ellittica a Nell’orbita ellittica il punto più lontano dal Sole è definito afelio e quello più vicino perielio. La lunghezza a del semiasse maggiore dell’ellisse è considerata come distanza media tra il pianeta e il Sole. Seconda legge La seconda legge caratterizza la velocità di moto dei pianeti (fig. 5.17). Il vettore posizione, con coda nel Sole e punta nel pianeta, copre aree uguali in intervalli di tempo uguali. Figura 5.16 Orbita ellittica dei pianeti intorno al Sole posizionato in uno dei due fuochi F. 495 496 meglio fare la freccia dal centro del sole al centro del pianeta? MODULO D - DINAMICA pianeta r Sole perelio DS DS afelio Il rapporto tra la porzione della superficie interna dell’ellisse coperta dal vettore posizione, S, e l’intervallo di tempo in cui avviene la copertura, t, è definita velocità areolare che indichiamo con la frazione S/t. Considerando questa velocità la legge assume la seguente equivalente forma. La velocità areolare dei pianeti è costante, cioè S costante t Figura 5.17 Il vettore posizione r spazza uguali porzioni di superficie ∆S dell’ellisse in tempi uguali (sono evidenziate e messe a confronto le zone di afelio e di perielio). (5.14) In figura sono evidenziate le porzioni di superficie spazzate dal vettore posizione quando il pianeta orbita in zone di afelio e perielio in un medesimo intervallo di tempo. Poiché per la (5.14) le due aree devono essere uguali è evidente che il tratto di orbita all’afelio e più corto di quello al perielio. Quindi la velocità tangenziale del pianeta è massima quando è nella zona più vicina al Sole (perielio) ed è minima quando è nella zona più lontana (afelio). Terza legge La terza legge caratterizza il tempo impiegato dai pianeti a percorrere la loro orbita definito tempo di rivoluzione T. Il rapporto tra il quadrato del periodo di rivoluzione intorno al Sole, T, e il cubo del semiasse maggiore dell’orbita ellittica, a, è uguale a una costante k valida per tutti i pianeti, cioè T2 k a3 (5.15) Problema svolto 5.5 Saturno ha un periodo di rivoluzione TS = 29,46 anni. Calcolare la sua distanza media dal Sole rS, conoscendo il periodo e la distanza media di Giove dal Sole (TG = 11,86 anni, rG = 7,78·1011 m). Utilizziamo la terza legge di Keplero (5.15) che è ugualmente valida ipotizzando orbite di pianeti circolari: occorre solo sostituire la lunghezza a con il raggio r dell’orbita circolare. Dato il valore di k sempre costante, possiamo perciò scrivere che TS 2 TG 2 rS 3 rG 3 da cui T rS rG S TG 2/3 29, 46 anni 7, 78 10 m 11,86 anni 11 2/3 1, 43 1012 m UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE La legge di gravitazione dimostra quelle di Keplero È possibile dimostrare le tre leggi di Keplero tramite la teoria del campo gravitazionale: il Sole è la massa sorgente del campo e il generico pianeta è la massa m esploratrice. In questo modo sul pianeta agisce una forza gravitazionale Fg con verso rivolto al Sole di massa M. Ipotizziamo le traiettorie circolari anziché ellittiche e i pianeti in moto circolare uniforme. La prima legge non la dimostriamo perché particolarmente complessa. far partire la freccia dal centro? Dimostrazione seconda legge La figura 5.18 mostra una porzione di orbita con la superficie spazzata dal vettore posizione r. Sul pianeta di massa m agisce solo la forza gravitazionale Fg dovuta al campo della massa sorgente Sole. La forza Fg, con direzione parallela a r, ha momento di forza nullo essendo il relativo prodotto vettoriale tra vettori paralleli. Dalla seconda legge cardinale, il momento di forza nullo comporta momento angolare costante (4.19 e 4.20a dell’unità D4). Determiniamo la velocità areolare con cui il pianeta percorre l’area S in un intervallo di tempo t. L’area S è quella di un settore circolare con raggio r, apertura angolare e lunghezza arco r ((2.15a), unità A2): dalla geometria piana risulta S = (1/2) r2. Quindi per la velocità areolare occorre dividere entrambi i membri per t RD q r DS M vt m Dq Sole S 1 2 r t 2 t Il rapporto /t è la velocità angolare che ricordiamo essere legata con la velocità tangenziale tramite la relazione vt = R: quindi S 1 r vt t 2 Moltiplicando numeratore e denominatore per la massa del pianeta m otteniamo S r m vt l t 2m 2m dove l è il momento angolare del pianeta. Siccome l è costante, come pure 2 m, segue che la velocità areolare è pure costante a conferma della (5.14). Dimostrazione terza legge La forza gravitazionale Fg è l’unica forza applicata al pianeta di massa m (fig. 5.18) in moto circolare uniforme. Quindi l’equazione del moto è Fg m ac Fg Figura 5.18 Dimostrazione seconda legge di Keplero. 497 498 MODULO D - DINAMICA dove ac è l’accelerazione centripeta (in altri termini la forza gravitazionale e quella centripeta coincidono). Se consideriamo i moduli dell’equazione del moto vt2 mM G 2 m r r (1) dove abbiamo applicato la (5.4b) e la (1.10) dell’unità D1. La velocità tangenziale vt è il rapporto tra la circonferenza dell’orbita e il tempo T di rivoluzione, cioè vt = 2 r/T: sostituiamo quindi nel membro a destra della (1) e sviluppiamo 2 r 4 2 rm T m r T2 2 per poi sostituire nella (1) G mM 4 2 rm r2 T2 Isoliamo infine T2 4 2 3 T r GM 2 e ottenere la costante k della (5.15) T 2 4 2 k r3 G M Attenzione: in questo caso di orbita circolare, il raggio r sostituisce la distanza del semiasse maggiore a dell’orbita ellittica. A questo punto siamo in grado di calcolare il valore della costante k conoscendo la massa M del Sole 4 2 4 2 2,99 1019 s 2 m -3 k 19 2 30 2 GM 6, 67 10 N m kg 1,98 10 kg UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE APPROFONDIMENTO Esperimento di Cavendish per la misura della costante di gravitazionale universale Lo scienziato inglese Henry Cavendish ideò un esperimento (fig. 5.19a) che permise nel 1798 la misura della costante universale di gravitazione G. Andiamo a descriverlo. Sostituendo con la (1) otteniamo Due sfere piccole di massa m (dell’ordine dei grammi) sono agli estremi di un asta di lunghezza b appesa a una sottilissima fibra di quarzo. Due sfere grandi di massa M (dell’ordine dei kilogrammi) sono poste vicino alle piccole in modo da creare su di loro un effetto attrattivo. Attenzione le sfere non devono toccarsi. Su ciascuna delle due piccole sfere agisce una forza gravitazionale FMsum perpendicolare alla sbarra, il cui modulo, secondo la legge di gravitazione universale, è da cui la relazione per calcolare la costante universale di gravitazione FMsum G M m r2 G M m bk r2 r2 k G M mb essendo tutte le grandezze a secondo membro misurabili e note. (1) sfere piccole dove r è la distanza tra i due centri delle sfere (fig. 5.19b). Le due forze FMsum creano una coppia di forze, e dunque, un momento dato dal prodotto ((1.17b), unità B1) FMsumb fibra di quarzo asta (2) sfere grandi a dove la lunghezza b è il braccio della coppia. A sua volta, la coppia di forze provoca una torsione della fibra che si oppone con un momento torcente dato dal prodotto k (5.16) M m (3) q FMsum m b dove k è la costante di torsione elastica della fibra e è l’angolo di rotazione dell’asta. I momenti di forza (2) e (3) sono ovviamente di verso opposto. L’asta smette di ruotare quando il momento di forza (3) riesce a equilibrare il momento di forza (2), cioè quando FMsumb k FMsum r M b Figura 5.19 [pg.266, vol 1, Teppati-Valvo-Brodie-vedere allegato] Esperimento di Cavendish: (a) struttura; (b) vista dall’alto che mostra la coppia di forze torcere la fibra. 499 500 MODULO D - DINAMICA APPROFONDIMENTO Moto di un proiettile che diventa orbitale La figura 5.20 mostra il disegno di Newton che descrive un modello con cui dimostra il legame tra la caduta libera dei corpi e il moto orbitale. Newton cosi spiega. Si deve immaginare di lanciare un proiettile con vettore velocità iniziale orizzontale dalla cima di una montagna. Maggiore è il modulo del vettore velocità iniziale maggiore è la distanza in caduta libera del proiettile prima di toccare il suolo. Ipotizzando assenza di attrito dell’aria, una velocità iniziale di modulo abbastanza elevato sarebbe in grado di fare orbitare il proiettile intorno alla Terra. Perciò un corpo che orbita intorno alla Terra è in realtà in caduta libera con un grande velocità iniziale. Satellite artificiale in orbita Dal modello di Newton di figura 5.20 possiamo determinare la velocità che occorre a un satellite artificiale di massa msat per mantenersi in orbita intorno alla Terra. La forza gravitazionale che tiene in orbita il satellite è anche la forza centripeta che agisce sul satellite: quindi 2 msat M T vsat G msat 2 rorb rorb (1) dove MT è la massa della Terra, rorb = (RT + h) è il raggio dell’orbita del satellite e vsat è la velocità tangenziale del satellite. Quindi dalla (1) vsat = G MT rorb (5.17) Riassumendo per immettere in orbita un satellite artificiale occorre portarlo ad altezza h e quindi imprimergli una velocità tangenziale data dalla (5.17). Figura 5.20 Disegno di Newton tratto dalla sua opera Philosophiae Naturalis Principia Matematica (1687). unità D5 Riepilogo 5.1 Legge di gravitazione universale EP (r ) G legge: onda elettromagnetica trasversale che si propaga nello spazio come onda sferica; F G mA mB r2 M m r con punto a energia potenziale zero scelto a r infinito. velocità di fuga: dove G è la costante universale di gravitazione, mA ed mB le masse coinvolte dalla reciproca attrazione ed r la distanza tra le due masse. applicazione universale: la legge di gravitazione universale descrive sia la caduta libera di corpi sul suolo terrestre sia il moto orbitale dei pianeti. 5.2 Campo gravitazionale vettore campo gravitazionale: g G M u r2 dove M è la massa sorgente ed r è la distanza tra la M e il punto di applicazione del vettore g. Forza gravitazionale: Fg m g dove m è la massa sorgente immersa nel campo gravitazionale. v fuga 2 G M r dove r è la distanza tra M e il punto in cui corpo deve assumere la velocità di fuga. 5.4 Campo gravitazionale terrestre pianeta Terra: pianeta con massa MT = 5,98·1024 kg e raggio RT = 6,38·106 m. vettore campo gravitazionale terrestre: g G MT u ( RT h) 2 dove h è l’altezza rispetto al suolo del vettore g. forza gravitazionale terrestre: Fg G MT m u ( RT h) 2 energia potenziale gravitazionale terrestre: 5.3 Campo gravitazionale conservativo EP (r ) G energia potenziale gravitazionale: MT m RT h 502 MODULO D - DINAMICA energia meccanica: EM 1 M m m v2 G r 2 dove v è la velocità scalare della massa esploratrice m. velocità di fuga terrestre: v fuga 2G MT RT h gestire lo spazio vuoto. 5.5 Moto orbitale Si potrebbe rimpolpare le voci relative alle leggi di leggi di Keplero: descrivono la cinematica dei Keplero pianeti nel sistema solare. prima legge di Keplero: i pianeti percorrono orbite ellittiche. seconda legge di Keplero: la velocità areolare dei pianeti è costante. S costante t terza legge di Keplero: T2 k a3 unità D5 Riepilogo dove T è il periodo di rivoluzione del pianeta intorno al Sole e a è la lunghezza del semiasse maggiore dell’orbita ellittica. unità TEST 1 D5 Verifiche 2 Se si raddoppia la distanza di un corpo dal centro della Terra, l’intensità della forza di attrazione gravitazionale sul corpo a) rimane uguale b) dimezza c) raddoppia d) si riduce a un quarto 3 The SI units of the universal gravitational constant G are a) kg2 N/m2 b) m kg/s2 c) N m2/kg2 d) N s2/m2 4 Due masse uguali si attirano con una forza di intensità F. Se ciascuna massa raddoppia, la forza F a) raddoppia b) dimezza c) quadruplica d) rimane costante 5 L’energia potenziale gravitazionale di un corpo di massa m che si trova al distanza r dalla superficie di un pianeta di massa M è Quale grafico in figura rappresenta correttamente l’andamento della forza gravitazionale F tra due corpi in funzione della loro distanza r? a) F r b) F r c) a) G mM r b) G mM r2 c) G M r d) G M r2 F r d) 6 F r Se l’energia potenziale gravitazionale di un corpo di massa m che si trova alla distanza r dalla superficie di un pianeta è Ep, l’energia potenziale gravitazionale di un corpo di massa 2m che si trova alla distanza 2r dal pianeta è a) EP b) 2 EP c) 1/2 EP d) EP2 504 MODULO D - DINAMICA 7 8 9 Un corpo di massa m è collocato nel punto P sulla superficie terrestre. Il campo gravitazionale della Terra in P ha modulo a) g ed è diretto radialmente verso l’esterno b) g ed è diretto radialmente verso il centro della Terra c) mg ed è diretto radialmente verso l’esterno d) mg ed è diretto radialmente verso il centro della Terra A planet has the same mass as the Earth. It also has a radius twice the Earth’s radius. If the Earth’s acceleration due to gravity is g, the acceleration due to gravity on the planet’s surface is a) 2 g b) 1/2 g c) 1/4 g d) 4 g Un pianeta ha massa e raggio doppi rispetto la Terra; l’accelerazione di gravità del pianeta rispetto a quella terrestre è a) il doppio b) la metà c) un quarto d) uguale 10 La velocità di fuga di un corpo dalla superficie della Terra è a) b) c) unità D5 Verifiche d) GM T RT GM T RT 2 c) il doppio di quella del satellite A d) un quarto di quella del satellite A 12 Due satelliti A e B ruotano su due orbite circolari attorno alla Terra. La velocità tangenziale del satellite A è doppia di quella del satellite B. Il raggio dell’orbita di A è a) la metà di quello dell’orbita di B b) uguale a quello dell’orbita di B c) il doppio di quello dell’orbita di B d) un quarto di quello dell’orbita di B 13 La Terra descrive un’orbita ellittica attorno al Sole. La velocità tangenziale della Terra è a) uguale in tutti i punti dell’orbita ellittica b) maggiore all’afelio c) maggiore al perielio d) nulla 14 Il periodo di rivoluzione di un pianeta attorno al Sole dipende a) dalla massa e dalla distanza del pianeta dal Sole b) solamente dalla distanza del pianeta dal Sole c) solamente dalla massa del pianeta d) dalla massa, dalla distanza e dalla velocità tangenziale del pianeta QUESITI 15 Come varia la forza di gravitazione con la distanza? 16 Quali sono le dimensioni della costante G? GM T 2 RT 17 Perché la costante G è detta universale? 2GM T RT 19 Descrivere le linee del campo gravitazionale prodotto da due masse vicine. 11 Due satelliti A e B, con massa mA e mB = 2 mA, ruotano sulla medesima orbita circolare attorno alla Terra. La velocità tangenziale del satellite B è a) la metà di quella del satellite A b) uguale a quella del satellite A 18 Descrivere le linee del campo gravitazionale prodotto da una massa puntiforme M. 20 Come varia il modulo del vettore accelerazione di gravità terrestre? 21 Che relazione esiste tra massa inerziale e massa gravitazionale di un corpo? 22 Verificare che i membri della formula UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE v GM hanno le stesse dimensioni. R 23 What is the minimum speed with which a space ship must leave the surface of the Earth in order to be able to escape from the gravitational attraction of the Earth? 24 Enunciare le tre leggi di Keplero. 505 33 Three 4,0 kg masses are located at points in the xy plane as shown in the figure. What is the magnitude of the resultant force (caused by the other two masses) on the mass at the origin? y 30 cm 25 Cosa si intende coi termini afelio e perielio? 26 Come è definita la velocità areolare? x 40 cm 27 La velocità tangenziale con cui un pianeta percorre l’orbita è costante? PROBLEMI 34 Fra la Terra di massa MT e la Luna di massa LT c’è un punto P in cui la forza gravitazionale risultante si annulla. Determinare la distanza tra P e il centro della Terra indicando con d la distanza tra i centri della Terra e della Luna. Legge di gravitazione universale (5.1) 31 Calcolare l’intensità della forza di attrazione gravitazionale tra Terra e Sole e quella tra Sole e Terra. La massa del Sole è 1,99·1030 kg; la distanza Sole-Terra è 1,50·108 km. 32 In figura i tre corpi sferici hanno tutti massa di 1,0 kg. Calcolare la forza risultante sul corpo C. A B 4,0 cm C 3,0 cm 36 Determinare modulo, direzione e verso del vettore campo gravitazionale prodotto da un punto materiale di massa m = 2,0 kg a una distanza da esso di r = 2,0 cm. 37 In figura sono rappresentati due punti materiali di massa m1 = 0,50 kg e m2 = 0,25 kg. Determinare modulo, direzione e verso del vettore campo gravitazionale prodotto dai due punti in P. m1 m2 P 1,0 cm 2,0 cm 38 In figura, tre sfere di massa m = 5,2 kg sono disposte sui tre vertici di un quadrato di lato 20 cm. Determinare modulo, direzione e verso del vettore campo gravitazionale prodotto dalle tre sfere sul vertice P. Verifiche 30 Due automobili, con massa di 2000 kg e di 3000 kg, “si attirano” con una forza di 1,0·10-6 N. Qual è la loro distanza? Se si raddoppia la distanza, che intensità assume la forza di attrazione? 35 Calcolare l’intensità del campo gravitazionale sulla superficie del Sole. La massa del sole è 1,99·1030 kg e il suo raggio è 6,96·108 m. D5 29 Due punti materiali di uguale massa distano 20 cm. Determinare la massa di ciascun punto se la forza gravitazionale di attrazione tra i punti ha modulo 2,97·10-9 N. Campo gravitazionale (5.2) unità 28 Determinare il modulo della forza di attrazione gravitazionale tra due corpi di massa 100 kg e 10,0 kg a una distanza di 1,00 m. 506 MODULO D - DINAMICA y m m 45 Calcola l’energia meccanica totale di un satellite di massa 200 kg che gira su un’orbita circolare con velocità tangenziale costante a 500 km dalla superficie terrestre. P m x Campo gravitazionale conservativo (5.3) 39 Una navicella spaziale di massa 500 kg si trova a una distanza dalla superficie della Luna ugaule al raggio lunare. Calcolare l’energia potenziale del corpo. La massa della Luna è 7,35·1022 kg e il suo raggio è 1,74·106 m. 40 Un corpo è lanciato radialmente dalla superficie della Luna con velocità di 2,0 km/s. Calcolare la massima distanza dal centro della Luna raggiunta dal corpo. La massa della Luna è 7,35·1022 kg e il raggio è 1,74·106 m. 41 Un proiettile è lanciato radialmente con velocità di 3,5 km/s dalla superficie di un pianeta di raggio 1,5·106 m. Il proiettile raggiunge l’altezza massima di 3,0·106 m sopra la superficie del pianeta. Calcolare la massa del pianeta. 42 Calculate the escape speed from the Moon. ML = 7,35·1022 kg, RL = 1,74·106 m. unità D5 Verifiche Campo gravitazionale terrestre (5.4) 43 Una nave spaziale si trova a una distanza dalla superficie terrestre di 2RT. Calcolare l’accelerazione di caduta libera dovuta alla forza di gravità agente sulla nave. 44 A mass weighs 16 N at the surface of the Earth. Find the mass’s weight when it is in orbit 1000 km above the surface of the Earth. 46 La Luna gira attorno alla Terra su un’orbita quasi circolare di raggio 384000 km. Sapendo che il periodo di rivoluzione è di 27,3 giorni, calcolare la velocità tangenziale, l’energia cinetica e l’ energia potenziale della Luna. La massa della Luna è 7,35·1022 kg. 47 Un satellite artificiale di massa m ruota attorno alla Terra con velocità tangenziale costante, su un’orbita circolare ad altezza 2,3·103 km rispetto alla superficie terrestre. Calcolare la velocità tangenziale e il periodo di rivoluzione del satellite. 48 Un satellite artificiale è detto “geostazionario” se il suo tempo di rivoluzione intorno alla Terra è uguale al tempo in cui la Terra compie una rotazione completa intorno al suo asse, cioè 24 ore. In queste condizioni il satellite appare immobile a un osservatore sulla Terra. Calcolare a quale altezza sulla superficie terrestre un satellite geostazionario deve orbitare e a quale velocità tangenziale percorre l’orbita. 49 Calcolare a quale distanza dalla superficie della Terra deve orbitare un satellite artificiale perché il suo peso sia un terzo di quello sulla Terra. 50 Un satellite artificiale della Terra ruota su un’orbita circolare con velocità tangenziale di 5,73·103 m/s. Determinare l’altezza rispetto la superficie terrestre, il periodo di rivoluzione e l’accelerazione centripeta del satellite. 51 A satellite leaves the Earth at a speed of 3,00·104 m/s. Find the satellite’s speed when it is very far from the Earth. 52 Un corpo di massa 1,0 kg si trova sulla superficie terrestre; è quindi portato a un’altezza h uguale al raggio della Terra. Calcolare l’energia potenziale del corpo ad altezza h e il lavoro della forza gravitazionale per portare il corpo all’altezza voluta. UNITÀ D5 - GRAVITAZIONE 507 LABORATORIO Misura dell’accelerazione di gravità con un pendolo Obiettivo Misura del periodo di oscillazione del pendolo per misurare in modo indiretto il modulo dell’accelerazione di gravità (par. 1.8, unità D1). Materiali sostegno da laboratorio una sfera di una certa massa cordino non estensibile di lunghezza l. Preparazione Costruzione del pendolo con i materiali elencati. Esecuzione Spostiamo la sfera del pendolo dalla posizione di equilibrio in modo che il cordino formi un angolo non maggiore di 10° rispetto la verticale. Lasciamo quindi libera la sfera in modo che il pendolo si matta ad oscillare. Misuriamo quindi il periodo di oscillazione T del pendolo. Ripetiamo la misura con angoli di spostamento diversi. Calcolo Il valore dell’accelerazione di gravità g si ottiene dalla formula che esprime il periodo di oscillazione T di un pendolo T 2 l g da cui D5 Verifiche 4 2l T2 unità g
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