La CUCINa È aNCHE DONNa

La
CUCINA
È
ANCHE
DONNA
A colloquio
con una nuova
arrivata
In un ambiente dove sembra essere
dominato da soli uomini, fa piacere
incontrare un volto femminile. Manuela
Bannò, giovane Chef di cucina, originaria
di Palermo, l’abbiamo incontrata durante
la sua esperienza inglese, a Londra, prima
tappa del suo percorso in terra britannica.
“Questa decisione di raggiungere Londra –
racconta Manuela – mi ha fatto realizzare
che mi avrebbe portata a risultati molto
positivi”. E così è stato. “Continuo ad
avere offerte di lavoro per preparare i
miei piatti in alcuni ristoranti ed anche
all’occasione di ricevimenti privati
organizzati da compagnie finanziarie
della City. Ho constatato subito che la
qualità dei menù di alcuni ristoranti italiani
potevano essere discutibili, in particolare
quando si cerca di mischiare la cucina
italiana con quella francese o addirittura
spagnola. Una fusione non veramente
necessaria”.
“Ho portato dalla Sicilia alcuni piatti
caratteristici ed altre pietanze della cucina
italiana contemporanea, cioè più leggera
ed innovativa. Mi sono sentita spinta
dalla voglia di fare – continua Manuela
-, desiderosa di proporre cose nuove, una
vera cucina mediterranea, composta di
ottimi ingredienti, tra cui l’immancabile
olio di oliva. Nuove concezioni, nuovi
menù, forme moderne di ripresentare
la cucina italiana, come la pasta con
le melanzane, gli sformati, il timballo
di maccheroni, la pasta con le polpette
fatta in maniera diversa, adattata ai gusti
moderni. La buona cucina deve essere
semplice, come quella nostrana che
utilizza ottimi prodotti freschi. Non deve
mai esserci un sapore prevalente, ma un
giusto equilibrio, con i sapori ben distinti.
La mia cucina non ha segreti, anzi cerco di
dividere con gli altri la preparazione delle
mie ricette perché ritengo che la stessa
ricetta preparata da altri dia un risultato
sempre diverso”.
Manuela Bannò è convinta che anche
l’occhio voglia la sua parte e prosegue:
“La preparazione di un piatto ha la sua
importanza; ci vuole una componente
cromatica, una disposizione particolare
e non geometrica dei colori, un ordine
che non sia precostituito ma lasciato alla
fantasia. Si devono rispettare però alcuni
assetti: per esempio mettere in alto o in
rilievo l’ingrediente principale e disporre il
resto del piatto con l’abilità di far sembrare
la disposizione casuale e non preordinata.
Ritengo che la ricerca storica sia molto
importante per la conoscenza dei cibi e dei
gusti del passato, per poi modificarli ed
adattarli ai tempi nostri. La cucina, infatti,
è sinonimo di grande cultura. I popoli
antichi più progrediti hanno anche grandi
tradizioni culinarie. La gastronomia italiana
va molto di moda a Londra, ma rischia di
cedere il primato a favore di altre cucine.
La capitale britannica, essendo un vero
‘melting pot’ culturale ed etnico, favorisce
naturalmente l’emergere di nuove
tendenze, anche a livello del cibo”.
Manuela Bannò ha fondato
l’associazione culturale ‘Le Cheffine
conKuró’, che nasce dal desiderio di
trasmettere e condividere la passione per
l’arte culinaria con coloro che vogliono
mettersi ai fornelli e fare di una pratica
quotidiana un’occasione speciale. “Le
nostre iniziative – spiega Manuela sono rivolte a principianti e a chi vuole
approfondire le proprie conoscenze e
capacità personali, a bambini e ragazzi,
ma non solo”.
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LONDRA SERA
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LONDRA SERA
A cura di Isabella Grimaldi de Monterval
L’alternativa al sistema del
dollaro
I maldestri tentativi da parte americana di salvare a tutti i costi
il ruolo egemone del dollaro stanno
spingendo molti
Paesi a lavorare più
alacremente per costruire un’alternativa
monetaria multipolare. Oggettivamente il dollaro, come unica valuta
degli scambi e delle riserve internazionali, ha concluso il suo ciclo
storico. Bisogna prenderne atto. Le destabilizzazioni finanziarie
e le svalutazioni monetarie nei Paesi emergenti, provocate dalle
politiche di liquidità ‘yo-yo’ della Federal Reserve, hanno indotto
alcuni governi a denunciare una guerra monetaria in corso. Le
cadute pilotate dei prezzi del petrolio e dell’oro mirano a mettere in
difficoltà soprattutto i Brics, la Russia e l’Iran. Contemporaneamente
i prezzi di alcune materie prime vengono manipolati al rialzo con
l’effetto di gambizzare le politiche industriali e di sviluppo dei Paesi
emergenti e anche dell’Unione Europea.
Anche se non lo volessero, da tempo molti Paesi sono quindi stati
costretti a immaginare e a proporre un nuovo sistema monetario.
Alcune recenti decisioni lo confermano. Infatti la creazione a
Fortaleza della Banca di Sviluppo dei BRICS ha in sé le potenzialità
per diventare un organismo monetario internazionale alternativo
al Fmi e alla Banca Mondiale del defunto sistema di Bretton Woods.
La stessa Cina fa grandi accordi con il Brasile, con la Russia,
con il Giappone, con la Corea del Sud regolati in yuan o in altre
monete nazionali. Sono contratti nella forma di swap monetari
che permettono di saldare gli scambi nelle valute stabilite.
Recentemente li avrebbe proposti anche all’Ue. Una parte del
grande accordo di forniture di gas tra la Russia e la Cina per
l’equivalente di 400 miliardi di dollari del resto verrà regolata in
rubli o in yuan.
Si ricordi inoltre che lo scorso aprile il governo di Mosca ha
annunciato che una parte dei contratti internazionali stipulati
dalle grandi corporation russe dovrà avvenire in rubli. Al recente
summit dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) di Pechino,
il Presidente Putin ha affermato che «faremo un uso sempre
maggiore di accordi e compensazioni in monete nazionali nel
nostro commercio con la Cina. Siamo pronti a fare i primi accordi in
rubli e in yuan, anche nel settore dell’energia». Una Commissione
intergovernativa russo-cinese è già al lavoro per studiare simili
opzioni. La stessa Banca Centrale russa ha annunciato la volontà di
creare con i partner dei BRICS un «sistema di scambi multilaterali».
Naturalmente i riverberi politici non mancano. Infatti la
conferenza per la sicurezza del Shanghai Cooperation Organization
(SCO), che già coinvolge Cina, Russia, Kazakhstan, Kirghizistan,
Tagikistan e Uzbekistan, vedrà a breve la partecipazione anche
di India, Pakistan, Iran, Afghanistan e Mongolia. Anche la Turchia,
che è un membro della Nato, sembra volervi aderire. Formerebbero
così un blocco che in campo energetico controllerebbe il 20%
delle riserve mondiali di petrolio ed il 50% di quelle di gas. In tale
contesto, come prevedibile, anche il ruolo dell’oro è ritornato al
centro delle discussioni. Con la volatilità del suo prezzo registratasi
nei mesi recenti si mira a renderlo instabile e quindi poco utilizzabile
in eventuali accordi monetari internazionali. Però si ha notizia che a
Mosca sarebbe in discussione proprio l’aggancio del rublo all’oro. È
facilmente intuibile che l’attuale svalutazione del 30% della moneta
russa sia frutto di speculazioni e manipolazioni internazionali.
Di sicuro non riflette la reale capacità economica e l’immensa
ricchezza della Russia. Agganciare il valore della valuta alle riserve
auree avrebbe un effetto stabilizzante sui cambi della moneta.
Come è noto, a parte il debito sovrano al 15% del Pil, la
Russia vanta riserve auree pari al 27% della quantità di rubli in
circolazione. Gli USA invece hanno un debito pubblico al 105% del
Pil, mentre le loro riserve auree coprono appena il 2,3% dell’offerta
monetaria. Non si comprende il perché esperti occidentali tentano
a minimizzare un possibile ruolo futuro dell’oro nel sistema
monetario. Si ignora che da tempo tutti i governi europei importanti,
a cominciare dalla Germania, dall’Olanda, dalla Gran Bretagna,
dalla Svizzera stanno effettuando forti campagne
pubbliche per riportare a casa il
loro oro, attualmente
detenuto
nei
caveaux
di Fort
Knox negli
Stati Uniti.
Su questo
terreno assai
movimentato
e complesso
riteniamo che il ruolo
dell’Unione Europea possa
diventare più centrale e più
incisivo. Una politica dell’Europa,
veramente indipendente, potrebbe
agevolare una soluzione non conflittuale verso
un nuovo sistema politico e monetario internazionale. Una nuova
architettura monetaria, come anche noi da tempo sosteniamo,
dovrebbe portare alla costituzione di un paniere di monete dove
ovviamente dovrebbe esserci anche il dollaro insieme all’euro e ad
altre importanti monete. Occorre prendere atto che con la caduta
del Muro di Berlino il mondo necessita di un assetto multipolare,
anche monetario. (Mario Lettieri, sottosegretario all’Economia
del governo Prodi & Paolo Raimondi, economista)
Debito dell’Italia sostenibile
L’economia italiana è in difficoltà, ma il debito pubblico resta
sostenibile e il sistema bancario solido, anche se continua la stretta
del credito alle imprese. Il tutto in una zona Euro in cui crescono i
rischi legati alla stagnazione della crescita e alla bassa inflazione. È
il quadro che emerge dal rapporto della Banca d’Italia sulla stabilità
finanziaria. “Il protrarsi delle difficoltà dell’economia, eccezionali
per durata e profondità, e l’esigenza di evitare una spirale recessiva
della domanda hanno indotto il governo a rivedere il profilo
temporale del riequilibrio delle finanze pubbliche”, rinviando il
pareggio al 2017, ricorda Palazzo Koch. “In prospettiva - aggiunge alla sostenibilità del debito contribuisce la dinamica delle principali
voci di spesa, che rimane contenuta; la velocità di aggiustamento
del rapporto tra debito pubblico e pil dipenderà soprattutto dal
ritmo di crescita del prodotto nominale”.
Intanto sul fronte delle banche reduci dagli esami della Banca
Centrale Europea, Via Nazionale rassicura: i risultati dei controlli
‘’mostrano una tenuta complessiva dei bilanci delle banche
oggetto dell’esercizio, nonostante le forti tensioni cui sono stati
sottoposti negli ultimi anni’’. Il credito però continua a contrarsi, e
a risentirne sono le imprese. ‘’Le piccole imprese, in media meno
patrimonializzate, restano più esposte ai rischi derivanti dalla
congiuntura e dalle difficoltà di accesso al credito’’.
Ma a pesare sull’Italia è anche l’andamento generale di
Eurolandia, tra crescita al lumicino e spettro deflazione. Nella zona
euro “il protrarsi della fase di stagnazione avrebbe ripercussioni
Saldo record per la Bilancia
Commerciale
La bilancia commerciale italiana ha registrato un surplus che
fiora, nei dati destagionalizzati, i quattro miliardi di euro, i
migliori risultati – secondo Assocamerestero - degli ultimi anni.
“Basti pensare che nel solo mese di ottobre superiamo il saldo
trimestrale positivo rilevato nel terzo trimestre 2012 - sottolinea
Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero,
commentando i dati Istat sul commercio estero -. A questo dato
contribuisce senza dubbio la contrazione delle importazioni che sta
caratterizzando in maniera consistente soprattutto gli ultimi due
anni. Inoltre, i prezzi del petrolio in flessione lasciano prevedere un
ulteriore miglioramento del saldo sul fronte importativo”.
Guardando ai mercati, le esportazioni nei Paesi dell’Unione
Europea a 28 segnano un rinnovato dinamismo (+4,7% le vendite
a ottobre rispetto al 2013), con incrementi consistenti nei Paesi
dell’Est Europa (+21,2% in Polonia e +10,9% in Repubblica Ceca),
nonché verso alcuni partner tradizionali (+13,7% in Regno Unito e
+7,1% in Spagna).
“La ripresa dell’export in ambito europeo è in parte attribuibile
alla strategia adottata dalle nostre imprese su mercati considerati
maturi per continuità e radicamento della presenza italiana, che
necessitano quindi di investimenti sulla qualità del prodotto,
per inserirsi in nuove nicchie di mercato – continua Esposito -. Il
successo di questa strategia è testimoniato dal costante incremento
dei valori medi unitari, pari al 2,8% nel mese di ottobre, che
testimonia come i consumatori stranieri siano disposti a spendere
di più per avere
prodotti di eccellenza”.
Se sul fronte europeo
l’export appare in
ripresa, nell’area extraUE si avvertono segnali
di rallentamento,
dovuti, da un lato, alla
crisi russa (le vendite
in Russia segnano nel
solo mese di ottobre
una contrazione
del 15,8% su base
annua); dall’altro,
all’andamento
altalenante di alcuni
mercati di prossimità,
come quello turco (in crescita
nell’ultimo mese, ma nei primi
dieci mesi dell’anno caratterizzato da un calo del 5,1%).
negative sul sistema finanziario e sui conti pubblici”. Nell’area
dell’euro, “aumentano i rischi per la stabilità finanziaria derivanti
dalla perdita di vigore della crescita e dai persistenti bassi livelli
di inflazione. In questo quadro, valori eccessivamente ridotti
dell’inflazione - conclude la Banca d’Italia - rendono più difficoltoso
il processo di riassorbimento del debito, pubblico e privato, e
implicano un inasprimento delle condizioni monetarie, con effetti
negativi su consumi e investimenti”.
Rischi per
l’eurozona
«I rischi per le prospettive
economiche dell’area dell’euro
rimangono orientati al ribasso» per
questo, viste anche le dinamiche
di bassa inflazione il Consiglio
direttivo della Banca Centrale
Europea è pronto (ed «unanime»)
a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali. Il bollettino
mensile della Banca Centrale Europea riprende e conferma le
indicazioni già emerse dopo la riunione mensile del Consiglio che
ricorda come sia stato conferito agli esperti della BCE e ai comitati
competenti dell’Eurosistema «l’incarico di assicurare la tempestiva
predisposizione di ulteriori misure da attuare se necessario».
Sulle prospettive dell›Eurozona, sottolinea la BCE, pesa
«l’indebolimento della dinamica di crescita nell’area dell’euro,
unitamente all’acuirsi dei rischi geopolitici», elementi che
potrebbero ripercuotersi sul clima di fiducia e soprattutto sugli
investimenti privati. Ma da Francoforte arriva anche un messaggio ai
governi, cui si ricorda come la minaccia alla crescita rappresentata
da «progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali».
Intanto, sempre nel bollettino, si legge la previsione di un gruppo di
analisti che ha tagliato le aspettative di inflazione nel breve e lungo
termine e di crescita del Pil.
Per i prezzi, ora le stime sono di un +0,5% per il 2014, +1,0%
per il 2015 e +1,4% per il 2016 mentre le aspettative di crescita del
PIL reale sono state corrette al ribasso di 0,2-0,3 punti percentuali,
scendendo allo 0,8% per il 2014, all’1,2% per il 2015 e all’1,5%
per il 2016. Stabili invece le attese sulla disoccupazione per il breve
periodo, mentre sono state corrette al rialzo su un orizzonte di più
lungo periodo.
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LONDRA SERA
TEMPO DI CINEMA ITALIANO
La sala del Genesis di Whitechapel ha aperto
le sue porte per l’evento mensile della nuova
stagione cinematografica italiana 2015. In
programma, il film del regista Roberto Andò “Viva
la Libertà” tratto dal libro “Il Trono Vuoto” che lo
stesso regista ha scritto alcuni anni orsono ed in
seguito adattato per la versione cinematografica
interpretrata da Toni Sordillo. La parte principale
del film si apre in primis con un personaggio
a capo del primo partito della sinistra italiana,
Enrico Olivieri, che fa cilecca, che non riesce a
far passare il suo messaggio. Una crisi che lo
costringe ad abbandonare tutto e tutti, e far
sparire le sue tracce. A far risollevare la situazione
entra in scena il fratello gemello Giovanni, appena
uscito da un centro di igiene mentale, che spacciandosi per Enrico riesce a ribaltare il tutto.
Andò, che è stato assistente del grande regista
della “Battaglia di Algeri”, Francesco Rosi, ha
diretto questo film con maestria, raccontando in
un modo buffo di quello che resta della politica
italiana. Alla fine della proiezione ci sono state
delle domande per il regista che era presente al
Genesis in compagnia della moglie Lia Pasquali.
Roberto Andò ha annunziato che il 7 febbraio
debutterà al Teatro Massimo di Palermo con la
“Vucciria”, una messa in scena del quadro di
Renato Guttuso al quale lo scrittore Andrea Camilleri ha dato vita con azioni e parole. “Sarà una
video-opera che non ha niente a che fare con il
melodrama – ha spiegato il regista - ma mette in
vita la storia che viene raccontata dal quadro”.
FOTO PRINCIPALE:
Si notano: Massimiliano Mazzanti, Console
Generale d’Italia nel Regno Unito con
Roberto Andò e la moglie di origine danese
del regista, Pia Pasquali; la realizzatrice
cinematografica Adele Tulli; il professore di
Politica Estera presso la Open University,
Geoff Andrews.
FOTO IN ALTO DA SINISTRA A DESTRA:
Il Console presenta il film “Viva la Libertà”.
Francesca Marchese, Clara Caleo Green,
Roberto Andò.
L’affollatissima sala del Genesis, nella zona
di Whitechapel.
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LONDRA SERA
During “Artrooms 2015” the rooms of the first floor of Melia
White House London were completely dedicated to the exbition of independent artists, thus offering them the opportunity to show their artwork in the intimate dimension of luxury
hotel rooms. According to its organizers, Le Dame Art Gallery
and Triumph UK, the new art fair was conceived around the
importance of the visitor’s experience: the unique setting of a
room becomes a pioneering way to access art, shortening the
distance between artists, curators and visitors. The fair also
included other projects, such as a special section dedicated
to South East Asian Art, and an exceptional programme of
events designed to enrich the overall experience.
In order to assure an impeccable first edition of the fair,
the artworks on show were carefully selected by a Committee and an Arts Advisor Board (among its members are
Roberta Cremoncini, Director of the Estorick Collection of
Modern Italian Art; Greta Scacchi, actress and art dealer; Ian
Rosenfeld, Curator and Director at Rosenfeld Porcini Gallery;
Arturo Galansino, Exhibition Curator at the Royal Academy of
Art).
Amongst the functional art section were the amazing
jewels designed by David Houston, designer for Assor Gioielli;
beautiful ceramic creation by Bridget Macklin; lamps by
Liliana Mascio; textile printing by Karina Castorani Gosteva;
and porcelains and painting by Joy Trpkovic, who has been
elected a Fellow of the Society of designer Craftsmen.
The independent artists section proposed the widest variety of artists and work by Anna Ravliuc, Mine Zabci, Kos Cos,
Deepa Khanna Sobti, Margherita Bertuss, Carolina Khouri,
Alice White, Kriss Guezati Dubini, Sonya Radan, Jean-Luc Almond, Abgail Burt, Deborah Pearce, Charlotte Esposito, Enzo
Fabbiano, Pato Bosich, Luca Indraccolo, Otogonbayar Tsogt,
Leandro Lottici, Gino Donvito, Sarka Darton, Renata Fdernandez, Mauro Molle, Maite Montet, Ricardo Pedrotti, Massimo
Chioccia and Olga Tsarkova.
Painters who have been recognized with awards also appeared at the gallery, such as Wendy Yeo who has worked
in various public collections held at the American Petroleum
Institute, Washington DC, Ashmolean Museum Oxford, The
British Library London, Elsevier oboken NJ and Hong Kong
City Hall; Nataniel Moine, winner of the National Museum
for Modern Art painting prize, the National Fund for Art and
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Culture, and who also won the Emerging Artists Competition; Gaspare Manos who created a sculpture presented to
John Woo as a prize for his work at the Open 13 Awards in
Venice, represented Italy at Open 13 International Exbition
of Sculptures and Installations 2010 and also featured at the
Urban Rhapsody Exhibition at the Boulakia Gallery in Paris;
Rafal Zawistow, who in 2012 exhibited his work as a solo
artist (Charles Saatchi brought the entire collection before
the private viewing); Maarten Van Der Bos, who won Bloomberg New Contemporaries 2012 and 2013 and achieved Ron
Mandos Young blood Award in 2011.
“Artrooms 2015” has already gathered an impressive
group of partners, such as the Estorick Collection of Modern
Art, the Wall Street International, Lazagne Magazine, Frattura
Scimposta, Art Style Magazine and BCA Media. Alessandro
Belluzzo from Belluzzo & Partners LLP, the Italian Chamber
of Commerce in Vietnam and Brazil together with the British
Chamber of Commerce in the Czech Republic and Macedonia
are amongst the Official Partners. (Photocollage: some
artists present at “Artrooms 2015” held at Melia
White House Hotel Regent’s Park)
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Bando della
IX Edizione
Premio Pietro
Conti
Il premio biennale, ideato dalla Filef e
promosso dalla Regione Umbria in collaborazione con l’ISUC, è giunto alla nona edizione.
Nei circa 20 anni di vita è diventato una
sorta di “osservatorio in diretta” dell’evoluzione dell’emigrazione e dell’immigrazione.
In questi anni ha raccolto centinaia di testimonianze, nelle sezioni Narrativa e Memorialistica e altrettanti contributi di riflessione e
approfondimento in quella Studi e Ricerche.
Sono circa un migliaio i lavori arrivati dagli
oltre 800 partecipanti al premio in circa 20
anni di attività; le 8 pubblicazioni realizzate
sulla base dei lavori selezionati dalle giurie
nazionali che si sono succedute in questi
anni sono state distribuite in oltre 20.000
esemplari in Italia e nel mondo. Oltre centomila i downloads dai diversi siti web che
hanno rilanciato i racconti e i saggi vincitori
delle diverse edizioni del premio.
Gli elaborati dovranno pervenire entro e
non oltre il 31 luglio 2015. Per informazioni:
FILEF — Segreteria Premio Pietro Conti, Viale
di Porta Tiburtina, 36 - 00185 Roma, Italia.
Tel +39 06 484994 +39 06 484994 - Email:
[email protected] . Borse di studio
dall’AmericanItalian Cancer
Foundation
L’American-Italian Cancer Foundation
(AICF) di New York è una onlus fondata
dal medico e ricercatore italiano Umberto
Veronesi per sostenere la ricerca e la
prevenzione sul cancro. Ogni anno,
attraverso un programma di borse di studio
e di ricerca internazionali post-laurea la
Fondazione sostiene progetti di ricerca a
favore di 20 giovani ricercatori italianiche
hanno la possibilità di lavorare al fianco di
mentori di spicco nei più importanti centri
di ricerca sul cancro di tutti gli Stati Uniti.
La borsa di studio dura due anni: i candidati
devono aver completato gli studi di laurea
negli ultimi tre anni e devono essere di
origine italiana.
Sin dall’avvio del programma nel 1983,
AICF ha premiato 288 studiosi: in 419
hanno ricevuto premi che ne hanno lanciato
le carriere professioni come ricercatori e
scienziati. La borsa di studio permette infatti
a giovani ricercatori promettenti di ricevere
una formazione avanzata e di poter portare
avanti ricerche innovative in alcune delle
società americane più competitive.
LONDRA SERA
Termine ultimo per la presentazione delle
domande di questo anno accademico è il 31
marzo prossimo. Le domande devono essere
inviate al direttore esecutivo Cristina Aibino
all’indirizzo email: [email protected] . Pensioni sociali
degli emigrati
“Secondo l’ONU il 48% degli anziani non ha
pensione. Per molti, tra quelli che la ricevono,
non è sufficiente a sopravvivere. Il rapporto
analizza i sistemi pensionistici di 178 Paesi.
Più di 45 Paesi hanno una copertura del
90% e oltre 20 nazioni in via di sviluppo
hanno raggiunto o quasi una copertura
universale”, come riferisce Pierluigi
Spiezia in un articolo pubblica nell’ultimo
numero del periodico PescaraPescara.
it, in cui focalizza l’attenzione sul legame
tra pensioni sociali ed emigrazione. “Alcuni
giorni fa un giornale locale ha dato notizia
che il Pm di Lanciano ha chiesto il rinvio
a giudizio per truffa di cinque anziani
emigrati in Argentina che, secondo l’accusa,
avrebbero fittiziamente ottenuto la residenza
nei loro Paesi d’origine (non all’Aire, come si
legge sul giornale, sennò sarebbero residenti
all’estero e, quindi, non pensionabili) per
ottenere dall’Inps la pensione sociale di
447,61 euro al mese.
Di notizie come questa l’Italia è piena e
noi ce ne siamo già occupati nel 2012; gli
emigrati nei Paesi sudamericani che non
hanno fatto fortuna, oggi tutti in età avanza,
forti della doppia cittadinanza, rientrano
in Italia, prendono residenza, magari nelle
proprie case lasciate nel dopoguerra, e fanno
domanda all’Inps per la pensione sociale,
che non è quella da lavoro, ma quella che
tocca a tutti i residenti nel Paese – anche
extracomunitari se con carta di soggiorno
– che non hanno reddito o quasi. Questo
perché in Sud America le pensioni (per chi
ce l’ha) variano da 100 a 200 dollari Usa,
una miseria in Paesi dove il costo della vita
è, sì, inferiore a quello europeo ma pur
sempre proibitivo per redditi così bassi.
Con la pensione sociale italiana, invece,
dall’altra parte dell’oceano si vive bene: ecco
perché tanti emigrati (quelli che si possono
permettere un biglietto aereo) tornano,
fanno la pratica all’Inps o patronato e poi
vivono un po’ qua (meno) e un po’ là (molto
di più).
Per il regolamento INPS (non la legge)
non va bene: se hai le pensione sociale sei
costretto ad avere la “dimora abituale”
(testuale di legge) in Italia almeno 11 mesi
l’anno e dal 2009 devi averci “soggiornato”
(testuale di legge) da almeno 10 anni.
Secondo il dizionario Treccani, il verbo
“dimorare” significa “abitare, più o
meno stabilmente, in un luogo” mentre
“soggiornare”, indicato anche come
sinonimo di “dimorare”, è “fare soggiorno,
trattenersi per un tempo più o meno lungo in
uno stesso luogo”.
Nel caso dell’inchiesta lancianese, pare
che i cinque emigrati siano “irrintracciabili
all’estero”. Capìta l’aria che tira e il rischio
di dover restituire soldi incassati per
sopravvivere (una media di oltre 20mila euro
a testa), gli anziani italo-argentini se ne son
tornati in Sud America. Se rinviati a giudizio,
si spera che i loro avvocati d’ufficio sappiano
far valere i loro diritti d’italiani emigrati (che
tanto hanno dato all’Italia dal dopoguerra in
poi, molto più di quello che hanno ricevuto),
di residenti fino a prova contraria, magari
proprietari di quella casa dove pagano anche
Irpef, Imu e Tasi, oltre che l’Iva sulle bollette
delle utenze”. Tra i numerosi ospiti e delegati accolti
e salutati dal segretario generale della UIL
Pensionati, Romano Bellissima, al 10esimo
Congresso Nazionale della UIL Pensionati,
tenutosi ad Abano Terme, una particolare
attenzione ha ricevuto la delegazione
estera proveniente da Australia, Argentina,
Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania
e Stati Uniti, in rappresentanza di migliaia
di pensionati emigrati italiani iscritti alla
UILP.
Una presenza che - unitamente alla
responsabile dell’Area Internazionale ITAL,
Anna Ginanneschi, al presidente della UIM,
Mario Castellengo, allo stesso presidente
nazionale dell’ITAL UIL, Gilberto De Santis,
ed al responsabile per l’estero della UILP,
Agostino Siciliano - ha animato una
tavola rotonda in cui si sono confrontati i
rappresentanti dei sindacati dei pensionati di
altre nazioni sulle politiche sociali esistenti
nei loro Paesi.
Ripresentazione
liste Comites in
24 circoscrizioni
Sono stati emanati i decreti consolari che
indicono nuovamente le elezioni dei Comites nelle 24 circoscrizioni in cui non erano
state presentate o ammesse liste candidate
al voto. Si tratta delle circoscrizioni consolari
di: Vienna, Liegi, Lione, Nizza, Atene, Dublino,
Oslo, Lisbona, Edimburgo, Praga, Bucarest,
San Marino, Madrid, Barcellona, Stoccolma,
Bangkok, Pretoria, Città del Capo, Perth,
Chicago, San Francisco, Detroit, San José e
Bogotá.
Il decreto stabilisce al 17 aprile 2015
la data del rinnovo, indica il numero dei
membri dei Comites in base alla consistenza
numerica delle collettività, istituisce l’ufficio
elettorale nelle sedi consolari e stabilisce la
data della prima seduta del nuovo Comitato.
Il termine ultimo per la presentazione delle
liste candidate nelle 24 circoscrizioni consolari sopra richiamate è il 16 febbraio.
Riceveranno il plico per il voto solo i
connazionali che entro il 18 marzo si saranno
iscritti negli elenchi elettorali istituiti presso
l’ufficio consolare di riferimento.
Sempre più
partenze
Aumentano gli italiani che emigrano
all’estero. Dato confermato dall’Istat che
ha pubblicato il rapporto sulle “Migrazioni
internazionali e interne della popolazione
residente”. Rapporto che certifica anche
come nel 2013 le immigrazioni dall’estero
siano state 307 mila, cioè 43 mila in meno
rispetto all’anno precedente (-12,3%). Il calo
delle iscrizioni dall’estero, spiega l’Istituto
nazionale di statistica, è imputabile ai flussi
che riguardano i cittadini stranieri, il cui
numero scende da 321 mila nel 2012 a
279 mila nel 2013. Nello stesso anno, c’è
stata anche una contrazione delle iscrizioni
dall’estero di cittadini italiani (da 29 mila a
28 mila unità).
Con 58 mila ingressi la comunità più rappresentata tra gli immigrati è quella rumena,
seguono: marocchina (20 mila), cinese (17
mila) e ucraina (13 mila). Rispetto al 2012,
risultano in calo di 23 mila unità le iscrizioni
di cittadini rumeni (-29%). In termini relativi,
calano significativamente anche le iscrizioni
di cittadini ecuadoriani (-37%), ivoriani
(-34%), macedoni (-26%) e polacchi (-24%).
Nel 2013 si contano 126 mila cancellazioni
dalle anagrafi per l’estero, 20 mila in più
dell’anno precedente.
Il saldo migratorio netto con l’estero è pari
a 182 mila unità nel 2013. In forte diminuzione rispetto all’anno precedente (-25,7%), è
anche il valore più basso registrato dal 2007.
L’aumento delle emigrazioni, spiega l’Istat,
è dovuto principalmente ai cittadini italiani,
le cui cancellazioni passano da 68 mila nel
2012 a 82 mila unità nel 2013 (+21%). In
aumento anche le cancellazioni di cittadini
stranieri residenti, da 38 mila a 44 mila unità
(+14%).
Le principali mete di destinazione per gli
italiani sono il Regno Unito, la Germania, la
Svizzera e la Francia. Nel loro insieme questi
paesi accolgono oltre la metà dei flussi in
uscita. Le migrazioni da e per l’estero di cittadini italiani con più di 24 anni di età (pari
a 20 mila iscrizioni e 62 mila cancellazioni)
riguardano per oltre il 30% del totale individui in possesso di laurea. La meta preferita
dei laureati è il Regno Unito.
Quanto ai trasferimenti di residenza
interni al territorio nazionale, nel 2013
hanno coinvolto 1 milione 362 mila individui,
interessando il 2,3% della popolazione. La
composizione dei flussi in base al raggio di
migrazione rimane sostanzialmente invariata
rispetto a quella osservata negli ultimi anni:
sono circa un quarto del totale i trasferimenti
di residenza interni di lungo raggio (335 mila
tra Comuni di regioni diverse) e 1 milione 28
mila quelli di breve raggio (tra Comuni della
stessa regione).
7
LONDRA SERA
I tassi migratori netti sono positivi in
tutte le regioni del Nord e in quasi tutte
quelle del Centro. Sono negativi in tutte le
regioni del Sud e delle Isole. Confermata,
dunque, l’attrattività delle regioni centrosettentrionali nei confronti di quelle meridionali. I trasferimenti di residenza interni
coinvolgono 1 milione 113 mila cittadini
italiani e 249 mila stranieri. La quota relativa
di questi ultimi risulta in aumento e pari al
18,3% del totale dei trasferimenti.
Siamo una
grande risorsa!
“A dire che gli italiani all’estero sono una
risorsa sono buoni tutti. Si tratta del classico
riconoscimento dovuto che consola e non
costa niente. Quando però dalle parole si
passa ai fatti il quadro cambia: tagli alla
rete consolare, tagli ad istituzioni come gli
IIC, tagli ai patronati all’estero che fanno un
lavoro utile, ritardi, rinvii e poi l’imposizione
di tempi impossibili per il rinnovo dei Comites (salvo poi estendere le date all’ultimo
minuto). Ogni tanto viene messo in discussione
perfino il diritto di voto di cittadini che
risiedono fuori dall’Italia. Si dice “siete una
risorsa” e s’intende “siete una fonte di
costi”. E perché? Perché “pagate le tasse
in un altro paese, fate crescere il PIL di un
altro paese, se create posti di lavoro li create in un altro paese. All’Italia che gliene
viene?” Gliene viene, eccome se gliene
viene. E tanto anche!”. A spiegare ‘quanto’
è Carla Ciarlantini-Krick su “Pd – cittadini
del mondo”, il notiziario del Dipartimento
coordinato da Eugenio Marino. Sul notiziario,
curato da Adriana Leo, Ciarlantini-Krick tiene
la rubrica ‘Oltre il bordo del piatto’.
“Un esempio è stato l›iniziativa lanciata
nel 2009 con il nome ‘Usa l›Italia’, che
giocava sul doppio significato di USA nel
senso di Stati Uniti e di invito ad utilizzare.
Utilizzare cosa? I prodotti italiani di alto livello nei settori alimentare, moda e tecnologie. L›iniziativa intendeva aprire il mercato
nordamericano ad un gruppo di aziende
italiane disposte ad investire in innovazione
ed espansione internazionale. Consisteva in
eventi, missioni, organizzazione di incontri
tra le imprese italiane e possibili partner
commerciali negli USA. Fu finanziata con 1.5
milioni di Euro e alle aziende partecipanti
ne fruttò 15 milioni. Un elemento chiave del
suo successo fu un italiano che, dopo aver
fatto carriera presso multinazionali come
la Fiat della quale è stato anche CEO North
America, ha fondato una sua azienda nei
dintorni di New York e fornisce consulenza
strategica a clienti sia americani che italiani.
Dando suggerimenti su come fare i primi
passi, dove cercare i primi clienti e indicando, grazie alla sua esperienza e alla sua rete
di contatti, a chi rivolgersi per creare una
base commerciale sul posto, questo italiano
ha contribuito a generare un giro d›affari
che continua ad avere successo anche oggi.
E si dà il caso che quelle aziende italiane
che presero parte all›iniziativa „Usa l›Italia“
paghino le tasse in Italia, facciano crescere il
PIL italiano e creino posti di lavoro in Italia.
Grazie anche ad un italiano all›estero.
Un altro esempio me lo ha fornito Cesare
Saccani, anche lui un dirigente di lunga
esperienza, anche lui italiano all›estero, attualmente in India. Cesare lavora nel settore
delle costruzioni e anche lui ha fondato una
sua impresa che si occupa di controlli di
sicurezza nei cantieri. Durante una recente
conversazione Cesare mi ha fatto notare che
nel 2013 l›industria italiana delle costruzioni ha fatturato qualcosa come 60 miliardi
di Euro – ripeto: 60 miliardi – in commesse
estere. Di queste commesse quasi il 30% è
venuto dal Sudamerica, primo fra tutti dal
Venezuela, mentre l›Asia, che pure è un mercato enorme e in crescita, è arrivata appena
al 3%. Come mai?
Probabilmente per varie ragioni, delle
quali una però salta agli occhi: il Sudamerica,
Venezuela in testa, vanta una forte presenza
di italiani ben inseriti, che hanno avuto un
notevole successo professionale e che non
solo conoscono benissimo il mercato locale,
ma possiedono anche una solida rete di
contatti sia con le imprese locali, sia con il
settore pubblico, quest›ultimo fondamentale
per qualunque progetto di costruzioni di
dimensioni significative. Grazie al loro supporto le imprese di costruzioni italiane sono
riuscite a farsi conoscere e ad essere prese
in considerazione nelle gare per appalti
importanti. In Asia invece gli italiani sono
pochini e infatti lì ancora non siamo riusciti
a schiodare.
Ora, anche le imprese di costruzioni che con
il contributo degli italiani all›estero hanno
portato a casa 60 miliardi di Euro si da il
caso che paghino le tasse in Italia, facciano
crescere il PIL in Italia e creino posti di lavoro
in Italia.
E allora perché tanti considerano gli
italiani all›estero come un peso, una palla al
piede, una fonte di costi e basta? Semplice:
perché nessuno si da la pena di informarsi,
valutare, fare i conti con uno sguardo che
vada un po› al di là delle Alpi e del Mediterraneo. Nessuno – tanto per tenere fede
al nome di questa rubrica – guarda oltre
il bordo del piatto. Abbiamo mandato
all›estero, intenzionalmente o meno, fior di
competenze, ma non ci passa per la mente
di farne buon uso in modo sistematico e
organizzato. Per dirla con Cesare Saccani:
«lavoratori di recente emigrazione costituiscono una risorsa preziosissima da sostenere
e coinvolgere sempre più nella competizione
tra reti organizzative per tre ragioni perché sono i primi e migliori promotori del
‘Made In Italy’ e della nostra cultura nei
paesi emergenti; i veri conoscitori di mercati
lontani e complessi; abituati a competere su
competenza, innovazione, merito ed etica. Il
PD deve mostrare coraggio e deve fare del
coinvolgimento degli italiani ‘oltre l›Europa’
un punto cardinale per favorire il processo di
crescita dell›economia e sprovincializzare il
paese».
Per finire, un esempio più vicino a casa
nostra: negli ultimi giorni ho concluso un
lavoro di ricerca di clienti e partner commerciali per un›azienda italiana che sviluppa
e produce sistemi per la regolazione del
voltaggio in impianti commerciali e industriali. Un›azienda di consulenza sull›efficienza
energetica e due rivenditori hanno preso
questi sistemi nel loro portafglio, e tutto
questo in Germania, paese dove di sicuro le
tecnologie avanzate non mancano. Come
mai il progetto è riuscito?
Anzitutto perché quei sistemi sono molto
buoni e hanno alcune caratteristiche che li
differenziano dalla concorrenza, il che sta a
dire che gli italiani sono bravi, e in secondo
luogo perché – guarda caso – a dare una
mano è stata un›italiana all›estero. A questo
punto i casi sono due: o la politica italiana
riconosce il valore della rete degli italiani
all›estero, le dà l›attenzione e l›importanza
che questa merita e crea una strategia
per usarla al meglio, oppure continua con
l›indifferenza, il provincialismo e i tagli
ai servizi per questa comunità. Però in
questo secondo caso che faccia bene i conti
delle perdite: saranno alte e tanto”. (Carla
Ciarlantini-Krick)
Un viaggio
d’altri tempi
Pubblichiamo questo interessante racconto
tratto dal libro “Gli emigranti si raccontano”
di Elide Filippetto.
Rina Girolami era una ragazza come tante
altre cresciuta nel suo paese, Fanna, in
mezzo a gente semplice, senza tante pretese.
Alla fine degli Anni ’40, a poco meno di 24
anni, decise di emigrare a Cardiff, nel Galles,
per andare a servizio presso una famiglia
di fannesi. Assieme ad un’amica, che si era
offerta di accompagnarla fino a Venezia dove
avrebbe preso il treno per Londra, Rina si
accomiatò dalla madre la quale, dopo avergli
fatto tutte le raccomandazioni di rito, le lasciò anche un po’ di soldi per i primi bisogni.
«A Venezia, mentre mi apprestavo a
salutare l’amica e a salire sul treno, sentii
all’autoparlante un avviso: “E’ in partenza
dal binario .....il treno diretto per ....”, al
che ho subito pensato che il treno andasse
proprio diretto, senza soste, fino a Londra.
A raccontarla adesso sembra una favola.
Allora decisi di consegnare all’amica i pochi
soldi che avevo perchè li riportasse indietro a
mia madre convinta che non ne avrei avuto
bisogno in quanto al mio arrivo in Inghilterra
la famiglia dei fannesi dove dovevo prestare
servizio avrebbero fin da subito provveduto
alle mie necessità».
Arrivati a Padova... il treno si fermò,
mettendomi già in agitazione, per via di quel
“diretto”. Durante la sosta c’erano quelli che
andavano avanti ed indietro, vendendo bibite
ed altro. Per fortuna da Fanna era partito
con me anche Carlo Zanetti, che tornava
a Londra dopo aver trascorso in paese un
periodo di vacanza. Gentilmente mi offrì
qualcosa da bere che accettai per la sete
che avevo. Naturalmente, prima della fine
del viaggio, ci sono state tante altre fermate
ed io sempre: “No, grazie...”, non volevo
approfittare). Il viaggio è stato terribile: due
giorni ed una notte e, da Milano a Parigi, in
piedi nel corridoio stretti come sardelle. Nella
sosta a Losanna ho visto nella stazione una
fontana, sono scesa a bere e quella bevuta
mi è bastata fino a Londra».
«Anche dopo l’arrivo a destinazione
- continua il suo racconto Rina - la vita è
stata dura ma l’ho affrontata con grande
determinazione e dopo tre anni ho potuto
trascorrere la mia prima vacanza di un
mese a Fanna. In seguito sono rimasta in
Inghilterra per altri tre anni poi, nel 1955,
sempre da sola, ho deciso di emigrare in
Svizzera. Lassù, poi, ho conosciuto mio
marito e ci siamo sposati. A Berna e dintorni
conoscevamo diverse famiglie di fannesi e
ci siamo trovati sempre bene. In tutto sono
rimasta là trentun’anni». (Pordenonesi nel
Mondo, www.efasce.it )
LA RICETTA
DELLA
SETTIMANA
Uova alla Romana
Ingredienti: 6 uova sode; béchamel molto densa; 300-350 dl di
olio da friggere. Per la panatura: farina; 1 uovo; pangrattato. Per la
béchamel: 300 dl latte; 1 noce di burro; 2 cucchiai farina; sale; pepe;
noce moscata grattata; Parmigiano.
Esecuzione: Sbucciare le uova sode e tagliarle a metà per la
lunghezza. Togliere i tuorli e metterli in una ciotola, schiacciarli con
una forchetta ed aggiungere la béchamel, l’impasto deve risultare
abbastanza sodo. Con un cucchiaio riempire il buco del tuorlo e
ricrearne la forma. Passare le uova così riempite nella farina poi
nell’uovo battuto ed infine nel pangrattato. Scaldare l’olio in un
pentolino di 15 cm di diametro a bordo alto. Friggere le uova a due a
due e quando sono dorate metterle a scolare. Da mangiare tiepide o
fredde, cospargendo di Parmigiano.
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LONDRA SERA
Il cibo nell’arte
I capolavori dei Grandi Maestri dal Seicento a Warhol
FOTO
PRINCIPALE:
“Tavolo con
angurie”
di Emilio
Longoni
FOTO IN ALTO
A SINISTRA:
“Mangiatori
di ricotta”
di Vincenzo
Campi (1580
circa)
FOTO IN
BASSO A
SINISTRA:
“Piatto di
pesche”
di Ambrogio
Figino
FOTO IN ALTO
A DESTRA:
“Tavolo
con pesche,
formaggio e
pani” di Giacomo Ceruti
FOTO IN
BASSO A
DESTRA:
“Composizione
di frutta
con statua
classica” di
Giorgio de
Chirico
Da Campi a Baschenis, Ceruti, Figino, da
Magritte a De Chirico, passando per Manzoni
e Fontana fino a Warhol. Sono solo alcuni dei
maestri dell’arte che si possono ammirare
nell’esposizione “Il cibo nell’arte. Capolavori
dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”
che si tiene a Brescia, in Palazzo Martinengo,
fino al 14 giugno 2015.
In linea con il Tema di Expo Milano 2015
«Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita»,
la mostra rivela attraverso un criterio
iconografico e cronologico quanto i pittori,
attivi tra il XVII secolo e il XIX, amassero
dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre
di origine e sarà anche un’occasione per
scoprire alimenti oggi scomparsi. La mostra è
promossa dall’Associazione Amici di Palazzo
Martinengo, con il patrocinio della Provincia
di Brescia, Regione Lombardia e di EXPO
2015.
L’esposizione presenta oltre 100 opere
di maestri dell’arte antica quali Campi,
Baschenis, Ceruti, Recco e Stanchi, che
dialogheranno con autori moderni e
contemporanei, da Magritte a de Chirico,
da Manzoni a Fontana e Lichtenstein, fino
a Andy Warhol. Sarà un grande evento che
segnerà il forte legame che unisce il cibo
alle arti figurative e coniuga la tradizione
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LONDRA SERA
enogastronomica con la cultura artistica
italiana, in un arco temporale di oltre quattro
secoli.
«Esponendo cento opere focalizzate sul
tema cibo, per lo più appartenenti alla storia
dell’arte italiana, dalla fine del Cinquecento
a oggi, stringiamo un forte legame con il
tema di Expo Milano 2015 - sottolinea il
curatore della mostra, Davide Dotti -. Si
compie un viaggio nell’arte, nel cibo e nei
luoghi: gli artisti erano molto sensibili alla
tradizioni delle loro terre d’origine, così ad
esempio, nei quadri dei napoletani ricorrono
il casatiello e le sfogliatelle, nei quadri dei
toscani e degli emiliani i salumi, nei quadri
dei lombardi la cacciagione».
Tra i capolavori in mostra i «Mangiatori
di ricotta» di Vincenzo Campi; il «Piatto
di pesche» di Ambrogio Figino (la prima
natura morta della Storia dell’Arte italiana,
dipinta circa cinque anni prima della
Canestra di Caravaggio); quello che la critica
specialistica ritiene essere il più importante
‘pendant’ di nature morte di Giacomo Ceruti
detto Pitocchetto, il «Tavolo con angurie»
del pittore divisionista Emilio Longoni e
«L’Ultima Cena» di Andy Warhol, un acrilico
su tela che reinterpreta in chiave Pop il
Cenacolo di Leonardo.
«La mostra è suddivisa in dieci sezioni,
che mi piace pensare come dieci portate:
l’allegoria dei cinque sensi, mercati
dispense e cucine, la frutta, la verdura,
pesci e crostacei, selvaggina da pelo e da
penna, carne salumi e formaggi, dolci vino
e liquori, tavole imbandite, il cibo dell’arte
del XX secolo - spiega il curatore -. Ai nostri
visitatori offriamo un menù artistico». A
chiudere idealmente il percorso espositivo ci
pensa l’installazione dell’artista Paola Nizzoli
con la ‘Piramide alimentare’.
«Mi auguro che questa mostra lasci
un appetito non solo artistico - sottolinea
Dotti -. Scoprire la nostra tradizione
gastronomica attraverso gli occhi degli
artisti può sicuramente stimolare l’appetito
intellettuale. Su cento opere 26 sono inedite,
scovate tra collezioni private. Sono molto
felice di presentare quelle di Giacomo Ceruti
detto il Pitocchetto, con i suoi quadri di
tavole imbandite, mai esposte in pubblico
prima d’ora». FOTO IN
ALTO:
“L’Ultima Cena” di Andy Warhol
SOTTO IN SENSO ORARIO PARTENDO DA SINISTRA:
“Massaia con rami” di Evaristo Baschenis
“Gli spillatori di vino” di Giacomo Ceruti detto
Pitocchetto
“Interno di dispensa con cibarie” di Jacopo
Chimenti
“Alzata con fichi, susine, pesche e meloni” di
Giovanni Stanchi (particolare)
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LONDRA SERA
FOTOGIORNALE
FOTOGIORNALE
Dacia Maraini
ricorderà
Pasolini
Ricordare Pasolini è un “dovere” e per farlo il
Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini,
ha firmato il decreto per la costituzione della
commissione tecnico-scientifica con il compito
di coordinare e promuovere le iniziative
culturali per le celebrazioni del quarantennale
della scomparsa (2 novembre 1975) di Pier
Paolo Pasolini, affidandone la presidenza a Dacia
Maraini. «L›Italia ha il dovere di ricordare Pasolini
e di trasmettere alle nuove generazioni l›attualità
del suo messaggio di ricerca e denuncia. Il
collegamento con il tema che sta finalmente
diventando centrale delle Periferie Urbane,
rende la rilettura dei lavori di Pasolini ancora più
importante e significativo», ha detto Franceschini.
La commissione è composta, oltre che da
Dacia Maraini, da Carla Benedetti, Antonio Calbi,
Graziella Chiarcossi, Roberto Chiesi, Ninetto
Davoli, Mario De Simoni, Gianluca Farinelli,
Angela Felice, Fabrizio Gifuni, Gloria Manghetti,
Marta Ragozzino, Lidia Ravera, Emanuele Trevi,
Gianni Torrenti e Walter Veltroni.
‹›Pier Paolo Pasolini è stato a mio avviso un
intellettuale provocatorio, spericolato,
controcorrente. Ma attenzione a non
imbalsamarlo, a non mummificarlo. Non
trasformiamolo in una icona. Domandiamoci,
piuttosto, che fine ha fatto oggi il coraggio
di Pasolini? - ha dichiarato l›assessore alla
Cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera -. Ho
sempre avuto una grande ammirazione per
Pasolini. Un intellettuale che sapeva rischiare,
che sentiva la necessità di capire, comprendere,
che sapeva soprattutto saper guardare avanti
con preveggenza, quasi profetica. Quello che lui
scriveva negli Anni Settanta è diventato realtà,
trent’anni dopo››.
‹›Pier Paolo Pasolini non piaceva a tutti - ha
sottolineato ancora la scrittrice e assessore alla
cultura della Regione Lazio -. Diversamente da
oggi dove nessuno ama rischiare, soprattutto
in ambiti politici, dove bisogna piacere
assolutamente a tutti. Lo ripeto è giusto
mantenere in vita una figura straordinaria come
quella di Pasolini, di cui si parla a distanza di 40
anni dalla sua scomparsa. Come si parla di Freud,
come si parla di Leopardi’’.
Si torna oggi a parlare di ‹periferie urbane›,
temi cari a Pasolini. ‹›Nelle periferie, in quei
luoghi ai margini delle città secondo Pasolini ‹vi
abitavano gli angeli› - ha commentato Ravera -.
Non erano contaminati dal consumismo e dalla
società. Pier Paolo si illudeva, magnificamente,
che l’innocenza e la purezza erano di casa tra le
persone più semplici. Li frequentava incurante
di quello che sarebbe poi accaduto. Pasolini - ha
aggiunto - non temeva l’altro, la diversità. E per
questo ha pagato duramente e a caro prezzo››.
Un palco, la galleria digitale e l’auditorium
saranno gli spazi che Cascina Triulza, Padiglione
della Società Civile di Expo Milano 2015, metterà
a disposizione di giovani artisti emergenti
italiani e internazionali che vogliono proporre i
loro progetti e le loro performance. Il progetto
StartArtist si rivolge a giovani da tutto il mondo
che desiderano fare della propria espressione
artistica un mestiere, una professione, e che
intendono trasformare il loro talento e la loro
determinazione in un impegno per la loro vita
futura. Circa due volte al mese, per tutta la durata
di Expo, gli spazi del Padiglione della Società
Civile saranno animati da giovani artisti e dalle
loro community: amici, fan, istituzioni pubbliche e
private che sostengono il loro lavoro. Il progetto è
sostenuto da Etica Sgr che insieme a Fondazione
Triulza vuole dare agli artisti emergenti
un’opportunità unica all’interno di Expo Milano
2015. Possono partecipare giovani artisti che
operano nell’ambito della fotografia, della pittura,
del design, della musica, del teatro, di altri tipi
di performance, della produzione video o di altre
discipline creative.
“Il sostegno alla Fondazione Triulza, che vede
tra i soci fondatori anche la nostra capogruppo
Banca Etica, rappresenta per noi un’opportunità
importante per dare voce al primo e unico
Padiglione della Società Civile nella storia delle
Esposizioni Universali - dichiara Alessandra
Viscovi, Direttore Generale di Etica Sgr -. I valori
che contraddistinguono Etica Sgr – correttezza,
trasparenza, equità e pari opportunità, valore
della persona, responsabilità e sobrietà –
rappresentano quello che è il fondamento della
Fondazione Triulza e del suo operato, come
testimonia in particolare il progetto StartArtist
che abbiamo deciso di supportare. Un’iniziativa
che si inserisce nell’ambito di una serie di nuovi
progetti che Etica Sgr lancerà nel corso dell’anno
per rafforzare ulteriormente il proprio impegno a
sostegno dei giovani e di uno sviluppo sostenibile
dell’economia del nostro Paese”.
Tutti gli artisti interessati a partecipare possono
presentare, a partire dal 15 febbraio, la loro
proposta a Fondazione Triulza, all’indirizzo email
[email protected],
insieme a un curriculum delle attività, dei progetti
Expo Milano offre spazio
a giovani artisti
e delle opere che hanno realizzato nella disciplina
prescelta.
“L’importanza e il ruolo sociale dell’arte è
uno dei temi portanti del programma culturale di
Cascina Triulza – afferma Chiara Pennasi, direttore
del Padiglione della Società Civile –. Vogliamo
dare l’opportunità ai visitatori di Expo di entrare
in contatto con realtà emergenti dell’arte in
tutte le sue espressioni, attraverso giovani che
esprimano creatività, multiculturalità, inclusione,
desiderio di costruirsi un futuro attraverso attività
artistiche che hanno valore per loro ma anche per
la società in cui si esprimono. Questo è lo spirito
di StartArtist e delle altre iniziative che metteremo
in campo sul tema dell’arte”.
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LONDRA SERA
FOTOGIORNALE
Microsoft inaugura Windows 10
Microsoft ha presentato la nuova generazione
del suo sistema operativo,Windows 10, nato
- dice la casa di Redmond - con l’obiettivo di
accompagnare gli utenti verso una nuova era
informatica più ‘personale’. L’aggiornamento
gratuito al nuovo sistema sarà disponibile
per tutti coloro che già utilizzano Windows
7, Windows 8.1 e Windows Phone 8.1 e che
decidono di effettuare l’upgrade durante il primo
anno.
“Windows 10 segna l’inizio di un’era
informatica più personale nel mondo dei
dispositivi mobili e dei servizi cloud - ha
dichiarato Satya Nadella, Amministratore
Delegato di Microsoft -. La nostra ambizione è
che gli 1.5 miliardi di utenti Windows attuali si
innamorino di Windows 10, e far sì che miliardi di
altri utenti decidano di fare di Windows la propria
casa”.
Tra le novità introdotte, arriva l’assistente
vocale Cortana su computer e tablet. Già presente
su Windows Phone (in versione alpha da dicembre
in Italia), è in grado di apprendere le preferenze
È una mutazione
la causa di certi
disturbi cardiaci
Dopo 25 anni di ‘caccia’, individuato un
importantissimo difetto cardiaco responsabile
di gravi malattie. È una scoperta cardine quella
fatta dagli scienziati della Cardiff University e
dell’Accademia Slovacca delle Scienze, che hanno
individuato un piccolo difetto in una proteina
del cuore, che porterà finalmente a un nuovo
bersaglio terapeutico futuro, alla base di farmaci
che possano prevenire disturbi cardiovascolari.
Se ne parla sulla rivista ‘International Union of
Crystallography Journal’.
“La nostra ricerca ha rivelato che
un’alterazione genetica nella membrana più
grande della proteina dalla quale dipende ogni
battito del cuore, produce un piccolo difetto
strutturale che altera il ritmo cardiaco”, spiega
Tony Lai del Sir Geraint Evans Wales Heart
Research Institute (WHRI) dell’ateneo di Cardiff.
La proteina, nota come recettore rianodina (RyR),
fornisce l’impulso di rilascio del calcio necessario
a ogni cellula del muscolo cardiaco per contrarsi.
Gli scienziati hanno scoperto che le mutazioni
ereditarie di questa proteina producono un sottile
cambiamento nel modello di rilascio del calcio, che
si traduce in un battito cardiaco instabile, che porta
alla drammatica perdita di ritmo e, di conseguenza,
alla morte improvvisa.
“Per la prima volta siamo riusciti a ottenere
un quadro molecolare preciso di questo piccolo
difetto - aggiunge l’esperto -. Questa nuova visione
dell’intricata struttura della proteina RyR e della
sua funzione contribuirà allo sviluppo di nuovi
farmaci che correggano questo difetto molecolare.
Ora dobbiamo iniziare lo screening di pazienti per
individuare questo difetto genetico, in modo che
si possano adottare misure per compensare le loro
probabilità di sviluppare malattie cardiache”.
individuali per offrire suggerimenti ad hoc.
Windows 10 includerà anche il nuovo browser
di Microsoft, ‘Project Spartan’, progettato con
grande attenzione al tema dell’interoperabilità.
Alcune delle funzioni più avanzate del browser
includono la possibilità di inserire commenti
mediante tastiera o penna direttamente sulla
pagina web e condividerli facilmente con gli
amici.
Non manca, ovviamente, Office per il nuovo
sistema operativo, ottimizzato per la tecnologia
touch. Le nuove versioni di Word, Excel,
PowerPoint, OneNote e Outlook sono state
completamente riprogettate: tra le nuove funzioni,
quella dell›inchiostro digitale per PowerPoint,
che consente agli utenti di aggiungere note alle
diapositive in tempo reale; i nuovi comandi di
Excel, incentrati sul touch, facilitano la creazione
e l’aggiornamento di un foglio di calcolo senza
tastiera o mouse.
Sbarcano poi su Windows 10 Xbox Live e la
nuova app Xbox, così da consentire a giocatori e
sviluppatori l›accesso alla rete di gaming.
Il Santo patrono d’Italia online
Un anno di successi per il sito dei frati del Sacro
Convento di Assisi, www.sanfrancesco.org,
dedicato alla figura del Santo patrono d’Italia.
Nel 2014 sono 149 i Paesi che si sono collegati al
portale, 110 milioni gli accessi e ben 11,5 milioni
le pagine lette. Dallo smartphone o dal proprio
computer tutti connessi con san Francesco. Il
santo più ‘amato’ della rete richiama l’attenzione
da tutto il mondo: dagli USA al Brasile, dal
Messico alla Siria, dallo Yemen all’Afghanistan,
dal Giappone alla Cina.
Sono arrivate a 13 milioni le persone
che al mese accedono al portale
per approfondire, con contenuti
francescani, quanto accade nel
mondo. Sempre più ‘social’ i frati del
Sacro Convento di Assisi che con i
circa 550.000 ‘mi piace’ della pagina
Facebook “San Francesco d’Assisi”
lancia la sfida a tutti gli internauti
e punta a raggiungere un milione
di fans nel 2015. Il 63% degli amici
della pagina Facebook sono donne e
provengono da ben 45 paesi: Italia,
Brasile, Pakistan e Costa d’Avorio per
citarne alcuni.
I frati del Sacro Convento di Assisi
sono anche su twitter con l’account
@francescoassisi; i followers sono
9.390 e i tweet inviati 10.850. Il
sitosanfrancesco.org è anche e
soprattutto riflessioni francescane e
preghiera. Sono più di 300 al giorno
le richieste di affidamento che la
redazione riceve tramite la webcam
collegata 24h si 24 sulla tomba di
san Francesco (9 milioni di accessi al
mese). “Un grazie a tutti coloro che ci
seguono e ci incoraggiano. I risultati
raggiunti premiano non solo il lavoro dei giovani
della redazione che quotidianamente donano
le loro energie preziose per san Francesco e la
comunità francescana, ma è anche segnale di
attenzione verso i valori di pace, fraternità e
serenità ineludibili dal cuore dell’uomo. Questi
valori rappresentano anche la risposta al
terrorismo e ad ogni forma di fondamentalismo”,
ha dichiarato Padre Enzo Fortunato, direttore del
sitosanfrancesco.org . 14
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