CORSO FAD La chirurgia orale come ausilio della terapia ortognatodontica. Seconda parte APPROCCIO ESTRATTIVO L ’ultima tecnica che viene presa in considerazione è quella estrattiva. Questa soluzione è da prendersi in considerazione quando l’elemento incluso non può essere recuperato con le altre metodiche (ortodontiche o chirurgico-ortodontiche), ma è controindicata in quei casi dove i potenziali rischi superano i benefici. L’intervento va pianificato valutando clinicamente e radiograficamente la problematica. Come in altri atti chirurgici, infatti, è da considerarsi alto il rischio di causare lesioni a strutture anatomiche vicine, quindi è bene valutare la profondità dell’eventuale inclusione dell’elemento dentale, la sede e la morfologia radicolare. Bisogna programmare l’intervento valutando: tipologia della radice, che comprende numero ed eventuali curvature delle stesse; l’ampiezza del legamento parodontale per ipotizzare una probabile anchilosi; infine il livello di mineralizzazione raggiunto dal tessuto osseo, poiché nei pazienti giovani fino Paolo Negri Valentina Pegiati* Andrea Abazari Massimo Lotito Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Biomediche Cattedra di Patologia Speciale Odontostomatologica, Titolare per affidamento: dottor P. Negri Cattedra di Ortognatodonzia, Titolare: professor M. Lotito *Odontoiatra Specialista in Ortognatodonzia 544 a circa i 20 anni di età il tessuto osseo risulta meno mineralizzato e denso e quindi più elastico; l’ampiezza del sacco follicolare che, se maggiormente sviluppato, renderebbe più semplice l’estrazione (1, 5, 17, 18). L’intervento comincia con l’incisione di un lembo muco-periosteo a spessore totale, scelto in base alle esigenze, e si provvede allo scollamento dello stesso. I lembi adottati sono i medesimi per gli interventi sopra citati e differiscono a seconda della sede dell’inclusione. Nelle inclusioni in sede palatale, l’incisione è una linea festonata condotta a livello del solco marginale palatale (intrasulculare) (fig. 1), a partire dalla linea angolare mesiale del secondo premolare superiore fino alla linea angolare distale dell’incisivo centrale superiore omolaterale, se l’inclusione è unilaterale; altrimenti, se l’inclusione è bilaterale, l’incisione sarà estesa da entrambi i lati fino alla linea angolare mesiale del premolare controlaterale (6, 7). Lo scollamento, abbastanza vigoroso vista l’aderenza dei tessuti con il palato duro, GIU 2014 XXV (6) CORSO FAD fig. 1 Lembo marginale palatale. fig. 2 Lembo marginale. fig. 3 Lembo paramarginale. fig. 4 Lembo lineare in mucosa alveolare. deve essere rigorosamente sottoperiosteo per rispettare i rami dell’arteria palatina maggiore e minimizzare il sanguinamento (1, 5). Il fascio neuro-vascolare naso-palatino può invece essere reciso e semmai è bene procedere con elettrocoagulazione. Una volta esposto l’osso si procede all’individuazione della sede del dente che sarà quasi sicuramente evidenziata da una convessità sulla corticale. Si procede quindi con l’ostectomia mediante una fresa a bassa velocità montata su manipolo dritto sotto costante irrigazione, alla odontotomia se necessaria, lussazione ed estrazione dell’elemento (8). Quando l’elemento dentario è incluso in sede vestibolare, il lembo prescelto potrà essere marginale o paramarginale (con incisioni di rilasciamento verticali) (fig. 2) a seconda della posizione più o meno gengivale del dente (8). Durante la scelta del lembo, quindi, si deve prendere in considerazione la posizione del dente da estrarre e la sua localizzazione rispetto alla linea muco-gengivale (5, 6). Se il dente sarà posto al di sopra di questo limite, sarà allora consigliabile un’incisione paramarginale (fig. 3). L’incisione paramarginale deve essere condotta coronalmente alla linea mucogengivale. In alternativa può essere indicata anche un’incisione lineare in mucosa alveolare (fig. 4). Nel caso in cui siano presenti restauri protesici è preferibile scegliere il lembo paramarginale per evitare perdite di gengiva aderente nella zona cervicale. 545 GIU 2014 XXV (6) Nell’arcata inferiore è bene tenere in considerazione le varie strutture anatomiche “pericolose”: se per esempio ci dovessimo trovare in prossimità del foro mentoniero, sarà bene evidenziare e proteggere il nervo. Anche l’incisione di rilascio del lembo deve tenere conto di questa importante struttura e sarà consigliabile eseguire un lembo triangolare con rilascio in sede mesiale o distale dal nervo (fig. 5). Bisogna tenere conto anche del nervo incisivo e, qualora l’inclusione richieda un accesso linguale anche delle delicate strutture del pavimento orale (lembo intrasulculare) (fig. 6). Tenuto conto di queste particolari accortezze per le delicate strutture, poi i lembi utilizzati sono gli stessi che per il mascellare superiore. Per quanto riguarda invece la chi- CORSO FAD fig. 5 Lembo triangolare. fig. 6 Lembo intrasulculare sul versante linguale. fig. 7 Lembo trapezoidale. fig. 8 Lembo intrasulculare. fig. 9 Lembo triangolare. rurgia dei terzi molari inclusi, le motivazioni che ci possono spingere all’estrazione di questi elementi dal punto di vista ortodontico sono soprattutto la necessità di spazio per la distalizzazione in caso la terapia ortodontica lo richieda (per esempio in caso di distalizzazione dei secondi molari inferiori o superiori); in caso di chirurgia ortognatica maxillofacciale, quando devono essere effettuati interventi di osteotomia sagittale della mandibola e di osteotomia del mascellare superiore secondo Le Fort I, la rimozione di terzi molari inclusi solitamente precede l’intervento: la loro posizione infatti può essere d’ostacolo all’intervento stesso (18, 10). È consigliabile in questo caso che l’estrazione avvenga dai 6 ai 12 mesi prima della chirurgia ortognatodontica. L’estrazione degli ottavi, soprattutto se mesio-inclinati od orizzontali, è stata in passato motivata con problematiche di affollamento del settore frontale. Ad oggi questa motivazione non è più accettata poiché molti autori hanno dimostrato l’infondatezza di questa ipotesi. L’affollamento nel settore frontale inferiore sarebbe da ricondursi ad una crescita ulteriore della mandibola, quando l’arcata antagonista (mascellare superiore) sia invece giunta a fine crescita. L’estrazione dei denti del giudizio per prevenire o ridurre l’affollamento degli incisivi inferiori non sembra quindi giustificata. La chirurgia dei terzi molari inferiori è guidata principalmente dalle classificazioni che ne stabiliscono la difficoltà operatoria: questa deve essere programmata già in fase diagnostica valutando il quadro radiologico. 546 GIU 2014 XXV (6) Winter propose una interessante classificazione per i terzi molari inferiori in base all’angolazione: individua in ordine di difficoltà crescente gli ottavi mesio-inclinati, orizzontali, verticali e disto-inclinati (18). Pell e Gregory nel 1933 proposero altre classificazioni in base alla posizione dell’ottavo rispetto al margine anteriore della branca montante della mandibola e tra il piano occlusale del settimo e dell’ottavo (19). La tecnica operatoria prevede l’esecuzione di lembi a seconda della localizzazione e posizione del dente da estrarre (20). Per gli ottavi inclusi inferiori possiamo avvalerci di un lembo trapezoidale (fig. 7), di un lembo marginale con incisione intrasulculare a livello del settimo con un’incisione di scarico distale e vestibolare (fig. 8), di un lembo triangolare (fig. 9) (20, 21, 22). CORSO FAD fig. 10 Ottavo mesioinclinato. fig. 11 Ottavo orizzontale. fig. 12 Ottavo normoinclinato. fig. 13 Ottavo distoinclinato. fig. 14 L’incisione di scarico distale deve dirigersi sempre vestibolarmente per evitare lesioni al nervo linguale. Dopo aver scollato il lembo a tutto spessore si procede alla ostectomia in grado di accedere alla corona del dente incluso. A questo punto va effettuata l’odontotomia con fresa ossivora che differisce a seconda dell’angolazione che presenta l’ottavo rispetto al dente mesiale e per l’anatomia delle sue radici. L’odontotomia non deve essere mai totale in direzione linguale, apicale e mesiale, per non danneggiare le strutture nervose contigue (nervo linguale, nervo alveolare inferiore, corticale ossea, alveolo del dente adiacente e relativa superficie distale del secondo molare). Gli schemi sono i seguenti (22). Per gli ottavi mesio-inclinati è sufficiente separare la parte distale in senso obliquo (fig. 10). Per gli ottavi inclinati orizzontalmente (fig. 11) va sezionata in toto la corona con la fresa perpendicolare alle radici. Una volta eliminata la porzione coronale si procederà più agevolmente all’estrazione. Pe gli ottavi verticali (fig. 12) il procedimento è diverso in base al numero delle radici: con una radice va rimossa prima la parte distale e si procede quindi come per i mesio-inclinati; con due radici andrà separata la corona a livello della giunzione amelo-cementizia e in un secondo momento si divideranno le radici. Maggior difficoltà si riscontrerà nell’estrarre gli ottavi inferiori disto-inclinati (fig. 13). Questo perché il campo operatorio risulta in parte coperto dal dente precedente (secondo molare) che copre le radici dell’ottavo, nell’evenienza in cui queste debbano essere divise, poiché 547 GIU 2014 XXV (6) spesso è necessaria una più estesa ostectomia nella zona posteriore a causa della presenza della branca montante della mandibola, che impedisce il corretto movimento lussatorio (21, 22, 23). Si procede poi come per gli altri alla separazione della corona prima, e delle radici poi. Per quanto riguarda l’estrazione degli ottavi superiori, la difficoltà dell’estrazione segue sempre delle classificazioni sull’inclinazione e sulla profondità dell’inclusione. In grado crescente la difficoltà aumenta per i normo-inclinati, distoinclinati, mesio-inclinati (fig. 14). I lembi di accesso possono essere: • lembo a busta o intrasulculare (fig. 15) esteso al settimo e al sesto; • lembo marginale trapezoidale (fig. 16) con incisione di rilasciamento nel vestibolo; CORSO FAD fig. 15 Lembo intrasulculare. fig. 16 Lembo trapezoidale. fig. 17 Lembo triangolare. fig. 18 Lembo intrasulculare palatale. • lembo triangolare (fig. 17); • lembo intrasulculare palatale (fig. 18) con incisione di scarico distale; attenzione particolare è da porsi in questa zona nei confronti dell’arteria palatina soprattutto se l’inclusione ha sede francamente palatale. Raramente si rendono necessarie ostectomia e odontotomia che semmai vengono effettuate con un manipolo dritto ed una fresa a rosetta sotto abbondante irrigazione. L’estrazione viene eseguita con leve diritte e sottili, il dente lussato con forze controllate e pinze, e viene ultimata con dei punti di sutura singoli a diametro ridotto (4/0 o 5/0). GERMECTOMIE La germectomia è una tecnica chirurgica che permette la rimozione delle gemme dentali. Le controindicazioni al trattamento chirurgico sono essenzialmente riconducibili allo stato di salute del paziente. In linea generale, come in tutte le discipline mediche, è controindicato effettuare interventi di chirurgia orale quando i benefici dell’intervento sono inferiori ai rischi dello stesso e, ovviamente, in tutti i pazienti che non forniscono il proprio consenso e collaborazione al trattamento. Alcuni denti sono spesso soggetti ad anomalie di eruzione, di forma e volume, o spesso sono sede di alterazione dei normali processi di maturazione, o presentano vere e proprie patologie quali cisti odontogene follicolari o neoplasie (ameloblastoma): in questi casi è consigliabile l’estrazione precoce. Il terzo molare inferiore, per esempio, è uno di quegli elementi dentali che può andare spesso incontro a ritenzione o inclusione: questa evenienza puo’ essere causa di pericoroniti, carie, lesioni parodontali (anche a carico del secondo molare), cisti follicolari e nevralgie trigeminali per compressione del nervo alveolare inferiore (23). Può inoltre interferire con la normale eruzione del secondo molare, interponendosi lungo il suo tragitto eruttivo. La germectomia prevede l’avulsione di un elemento in inclusione quando ancora si trova in una fase di formazione incompleta, cioè quando è formata o la sola corona o fino al 548 GIU 2014 XXV (6) primo terzo della radice. Questa pratica è consigliata inoltre in presenza di elementi in eccesso che possano ostacolare o interferire con le normali fasi di permuta, nei casi di mancanza di spazio in arcata nei pazienti adolescenti e nei casi in cui si possano avere disallineamenti dovuti alla presenza dei denti inclusi. L’intervento è previsto anche come metodo di prevenzione della disodontiasi del terzo molare e può inoltre prevenire i danni da estrazione dell’ottavo in età adulta, quando aumenta il rischio di complicanze e in particolare di danno neurologico. È invece controindicato nei casi in cui durante le manovre chirurgiche si presenti il rischio di ledere strutture importanti e nei casi in cui la formula dentaria non sia completa o per agenesie o per perdita precoce di alcuni elementi dentari: in questi casi infatti, l’elemento in via di formazione potrà divenire un potenziale elemento sostitutivo. Indicazioni ortodontiche L’ortodonzia considera, in alcuni casi, la germectomia dei terzi molari CORSO FAD inferiori una fase della terapia. Questi, infatti, sono anche gli elementi che vengono maggiormente estratti a scopo ortodontico (24). Anche altri elementi, seppure in misura minore, possono essere estratti negli stadi di sviluppo precoce, purché non si creino asimmetrie nell’arcata controlaterale e l’occlusione dentaria rimanga adeguata nel rispetto di una buona funzione ed estetica: le gemme dei terzi molari superiori possono essere estratti per agevolare le manovre di distalizzazione di primo e secondo molare superiori o per non ostacolare il tragitto del settimo in eruzione qualora l’ottavo risulti d’ostacolo (1, 25). La germectomia viene condotta anche sulle gemme dei denti soprannumerari qualora possano creare problemi durante le fasi di permuta; è invece poco frequente nei settori premolari e può essere giustificata per compensare un’agenesia o per correggere una discrepanza dentodentale importante (26). Pareri discordanti si hanno nel timing della terapia: appurata la collaborazione del paziente ad eseguire l’intervento, che si svolgerà nella maggior parte dei casi in anestesia locale, scegliere l’età più adatta non è semplice. Una germectomia precoce condotta tra i 9 e i 12 anni è consigliata per ridurre al minimo i disagi post operatori, poiché il dente è alle prime fasi di sviluppo e differenziazione, anche se la collaborazione del paziente può non essere ottimale e l’accesso al campo operatorio può risultare difficile; alcuni autori indicano un’età intermedia tra i 13 e 17 anni e altri prediligono una germectomia tardiva eseguita tra i 17 e i 20 anni per ridurre al minimo gli errori diagnostici e per una maggiore compliance da parte del paziente vista la sua maggiore età (1, 22, 27). In linea generale l’età più appropria- ta per l’intervento di germectomia dell’ottavo è tra i 12 e i 16 anni. Una corretta diagnosi scaturita valutando attentamente il caso clinicamente e radiologicamente può fornire delle precise indicazioni: sarà importante dapprima valutare la previsione di crescita, la carenza di spazio in arcata, la possibilità di ottenere un buon allineamento anche dopo germectomia, l’assenza di diastemi, estrazioni pregresse o previste in corso di terapia (24). Può risultare utile estrarre le gemme dei terzi molari prima della terapia ortodontica nei casi in cui si preveda la distalizzazione dei settori posteriori e quando il secondo molare non riesca ad erompere a causa dell’interposizione del terzo molare. La germectomia è inoltre consigliata nei casi di deficit di spazio, di terze classi dentali/scheletriche, di discrepanza dento-basale e dento-dentale e quando la lunghezza deficitaria del perimetro mandibolare non permetta il corretto allineamento di tutti gli elementi in arcata con l’aumento della probabilità che il dente rimanga incluso. Anche in questo ambito esistono opinioni discordanti sulla possibilità che un tale intervento possa prevenire il manifestarsi di malposizioni degli incisivi: alcuni autori ritengono che il terzo molare in via di eruzione generi una spinta in grado di creare disallineamento nella parte anteriore dell’arcata inferiore; altri negano tuttavia la correlazione tra affollamento che si crea nella zona incisale e l’eruzione del terzo molare inferiore (28). Diagnosi ortodontica Molti autori hanno proposto una loro metodica per verificare, nei range d’età sopra descritti, la possibilità che il terzo molare inferiore rimanga 549 GIU 2014 XXV (6) incluso o erompa in arcata posizionato correttamente. La previsione viene effettuata durante l’esecuzione del tracciato cefalometrico, su una radiografia telecranio eseguita in proiezione latero-laterale, valutando la tendenza di crescita verticale del paziente in ipo o iperdivergenza, la lunghezza della mandibola, l’angolo goniaco mandibolare e la direzione di sviluppo condilare (29, 30). Anche l’ortopanoramica può essere presa in analisi come metodo di previsione per valutare la possibilità di eruzione del terzo molare: occorre misurare la distanza tra angolo distale del secondo molare inferiore e il bordo anteriore della branca montante della mandibola lungo il piano occlusale (spazio disponibile) e tenere in considerazione che stiamo valutando soggetti in crescita e che questo spazio aumenterà di circa 1,5 mm all’anno a partire dai 15 anni d’età per le femmine e dai 17 anni per i maschi; bisogna poi verificare il diametro mesio-distale della corona dell’ottavo e calcolare la differenza con lo spazio disponibile per l’eruzione (31). Per la diagnosi quindi l’esame radiografico rappresenta l’elezione e le informazioni utili vengono date da misurazioni e valutazioni su radiografie ortopanoramiche, radiografie telecranio in proiezione latero-laterale, radiografie endorali con tecnica di Clark , radiografie occlusali, tutte eventualmente coadiuvate da una Tc Dentascan o Cone Beam. Vanno soprattutto verificati posizione e stadio di formazione della gemma. I lembi utilizzati nella germectomia del terzo molare inferiore sono: • incisione triangolare paramarginale (fig. 19); • incisione intrasulculare con incisione mesiale di rilascio a livello della zona mesiale del settimo (fig. 20); CORSO FAD fig. 19 Incisione triangolare paramarginale. fig. 20 Incisione intrasulculare. fig. 21 Incisione nel fornice. fig. 22 Incisione paramarginale. fig. 23 Lembo intrasulculare esteso. • incisione nel fornice con concavità superiore che va da bordo anteriore della branca montante della mandibola fino al primo molare con lunghezza di circa 20 mm (fig. 21); • paramarginale sempre con incisione di rilascio mesiale (fig. 22); • intrasulculare estesa fino alla papilla interprossimale tra sesto e settimo (fig. 23). Si eseguirà poi l’ostectomia, con frese ossivore montante su manipolo dritto, il più ridotta possibile per non asportare quantità di osso considerevoli. Arrivati in prossimità della gemma, l’avulsione dipende dal grado di calcificazione, poiché se le cuspidi non saranno ancora mineralizzate, il sacco follicolare sarà estratto facilmente; se il dente ha la corona formata bisognerà effettuare una odontotomia, perché altrimenti tenderà a ruotare su se stesso e vista la sua forma tondeggiante ci può esse- re la necessità di tenerlo fermo con strumenti posti a contrasto. Estratti poi tutti i frammenti si procederà a revisionare la cavità e a suturare il sito. Nella germectomia degli ottavi superiori, i lembi utilizzati sono gli stessi che per l’estrazione dei terzi molari superiori permanenti e per l’estrazione si procede poi alla stessa maniera che per gli inferiori. ESTRAZIONI SERIATE La tecnica delle estrazioni seriate è una procedura ortodontica intercettiva che di solito si attua nella fase di dentizione mista precoce. Include la pianificazione estrattiva di alcuni decidui e successivamente di specifici denti permanenti in una sequenza ordinata e secondo uno schema predeterminato che guiderà l’eruzione dei denti permanenti in una posizio- 550 GIU 2014 XXV (6) ne più favorevole (32). Le estrazioni seriate sono determinate da due principi di base: la discrepanza tra lunghezza dell’arcata e materia dentale (quando c’è un eccesso di materia dentale rispetto alla lunghezza dell’arcata, l’estrazione selettiva di alcuni denti è fatta in modo tale che il resto dei denti possa venire guidata verso una occlusione normale) e il movimento fisiologico dei denti (la rimozione di alcuni denti induce lo spostamento nello spazio di estrazione di alcuni denti o fornisce una guida per i denti in eruzione). Indicazioni Le estrazioni seriate trovano applicazione più frequente nei casi di I Classe che mostrano generalmente armonia tra sistema muscolare e scheletrico, nei casi in cui la crescita non è sufficiente da colmare il gap CORSO FAD tra osso basale e materia dentale, ma soprattutto nei casi in cui ci sia una carenza di almeno 10 mm nella lunghezza dell’arcata. Questa carenza può derivare da assenza di spazio, perdita prematura di canini decidui, incisivi laterali impattati o malposizionati, affollamento degli incisivi inferiori e superiori, eruzione ectopica di alcuni denti, anchilosi di uno o più denti. Vantaggi e svantaggi Il trattamento con estrazioni seriate deve essere considerato più fisiologico poiché guida i denti verso una normale posizione, può eliminare o ridurre l’eventualità di un trattamento con bande e bracket (si stima che in seguito alle estrazioni seriate, l’utilizzo di terapia fissa con bracketssi riduca di circa 4 mesi) e migliora la possibilità di effettuare una buona igiene orale con diminuzione dell’insorgenza di carie. Di contro, le estrazioni seriate non possono essere applicate su tutti i pazienti e ne richiedono la collaborazione; se la procedura non è stata eseguita correttamente c’è il rischio di ridurre la lunghezza dell’arcata a causa della migrazione mesiale del segmento buccale; l’inclinazione assiale dei denti al termine della procedura di estrazione seriale può richiedere correzione. Diagnosi La diagnosi si esegue con l’analisi dei modelli di studio (valutazione dell’anatomia dentale, dell’intercuspidazione, della forma dell’arcata, della curva d’occlusione) e con l’ausilio di radiografie endorali e cefalometriche (valutazione di denti mancanti congeniti o sovrannumerari, studio dell’assetto e dello stadio di sviluppo delle radici e valutazione del possibile schema di eruzione). Terapia Vi sono due diverse procedure per condurre correttamente le estrazioni seriate: • il metodo di Dewel suddiviso in tre step; il primo consiste nell’estrazione dei canini decidui per creare spazio per l’allineamento degli incisivi e si dovrebbe eseguire intorno all’età di 8-9 anni; dopo un anno vengono estratti anche il primo molare deciduo così che l’eruzione dei primi premolari è accelerata; ciò è seguito dall’estrazione del primo premolare stesso per permettere ai canini permanenti di erompere al loro posto (figg. 24-27); • il metodo di Tweed che coinvolge l’estrazione dei primi molari decidui all’età di 8 anni; successivamente si eseguono le estrazioni dei primi premolari e dei canini decidui. TERAPIA CHIRURGICA DEI FRENULI In presenza di frenuli patologici, vanno valutate le indicazioni all’intervento chirurgico che possono essere ortodontiche, parodontali, protesiche ed estetiche. I frenuli del cavo orale sono strutture anatomiche, istologicamente costituite da una plica fibromucosa, le quali congiungono la superficie interna del labbro superiore e inferiore con la mucosa vestibolare del processo alveolare (frenuli labiali mediani e laterali) e la superficie ventrale della lingua con il pavimento della bocca (frenulo linguale) (33). Contrariamente, da quanto ritenuto in passato da vari autori, il frenulo è 551 GIU 2014 XXV (6) una struttura priva di fibre muscolari e quindi non in grado di interferire direttamente con l’eruzione dentaria e con la morfologia gengivale. I frenuli sono stati classificati in base alla loro inserzione e tra queste classificazioni vi è quella di Placek e collaboratori del 1974 che è tuttora la più utilizzata e divide i frenuli in: mucosi, gengivali, papillari e papillari penetranti. Le indicazioni ortodontiche al trattamento chirurgico dei frenuli sussistono soprattutto per frenulo labiale patologico in arcata superiore, quando è ipertrofico e ha un’inserzione troppo bassa che coinvolge anche la papilla interincisiva e tende ad ischemizzarla quando viene spostato il labbro. Le opinioni scientifiche sono differenti. Alcuni affermano che non vi è correlazione diretta tra frenulo mediano patologico e diastema interincisivo mediano. Tra gli articoli epidemiologici, uno dei più citati è quello pubblicato da Taylor nel ‘39: l’autore, studiando una popolazione di 1.500 bambini con frenulo normale e anormale, descrive l’esistenza di un diastema mediano superiore nel 97% dei casi all’età di 6-7 anni; all’età di 12-18 anni, solo il 7% manifesta la persistenza del diastema (34). Il diastema mediano (spazio tra gli incisivi centrali superiori) è quindi comune in dentizione decidua e mista e tende a chiudersi dopo l’eruzione dei canini permanenti, che sono gli ultimi denti che si posizionano in arcata e vanno ad occupare quasi tutto lo spazio disponibile residuo (35). La presenza transitoria di un diastema interincisivo superiore può essere quindi considerata fisiologica durante la dentizione mista ed è dovuta alla spinta che esercitano i laterali in via di eruzione contro la radice dei centrali; questa fase è transitoria e CORSO FAD figg. 24-27 Step previsti da Dewel per le estrazioni seriate. viene di solito superata con la comparsa in arcata dei canini ed il diastema va incontro ad autocorrezione. Il frenulo labiale interincisivo inferiore non è di così comune riscontro e la causa primaria è la spinta data dalla lingua in posizione bassa di riposo (33). Il frenulo linguale si definisce patologico quando la sua inserzione è situata in prossimità dell’apice della lingua, tanto da ridurne la mobilità. Le indicazioni all’intervento sono ortodontiche, foniatriche, protesiche, parodontali. La postura retratta e bassa della lingua determina una situazione di squilibri pressori della muscolatura oro-facciale, che favorisce quadri di malocclusione caratterizzati da un morso incrociato latero-posteriore (cross-bite), alterazioni della foneti- 552 GIU 2014 XXV (6) ca soprattutto delle consonanti dento-labiali, open byte anteriore correlato con deglutizione atipica; infatti, la scarsa spinta che la lingua esercita sul palato provoca uno sviluppo insufficiente del mascellare nel piano trasverso, mentre l’eccessiva pressione della lingua contro il processo alveolare inferiore favorisce l’eccessivo sviluppo mandibolare (1, 36). La presenza di un frenulo anoma- CORSO FAD fig. 28 Caruncole e frenulo linguali. fig. 29 fig. 30 Frenulectomia tradizionale. Diagnosi fig. 31 Frenulectomia con laser. lo può predisporre maggiormente all’insorgenza di lesioni cariose a carico dei molari inferiori in seguito ad una minore detersione data da movimenti linguali ridotti. È anche stata documentata l’altera- zione parodontale che deriva da un frenulo che prende inserzione nelle strette vicinanze della papilla gengivale linguale degli incisivi inferiori ed anche un diastema interincisivo inferiore. 553 GIU 2014 XXV (6) La diagnosi è prevalentemente clinica e valuta la mobilità delle strutture connesse, il tipo di inserzione, l’ampiezza del frenulo, la sua azione meccanica sul margine gengivale, l’ostacolo alle manovre di igiene orale (37). Se alzando il labbro superiore si ha ischemizzazione della papilla interincisiva, siamo probabilmente in presenza di un frenulo labiale superiore patologico (Blanching test positivo); se l’ischemia della papilla interincisiva è estesa addirittura fino alla papilla retroincisale con anche distacco del margine libero gengivale, il frenulo è francamente patologico. La diagnosi di anchiloglossia è determinata dall’incapacità del paziente di estendere la lingua fuori dal cavo orale per più di qualche centimetro e CORSO FAD di portare la lingua a contatto con la volta palatina. Qualora sia presente anche un’inserzione troppo apicale, la lingua assume un aspetto bilobato. li e linguali velocemente, con assenza di emorragia intraoperatoria e con un post operatorio meno fastidioso seguito da eccellente cicatrizzazione (40). Frenulotomia e frenulectomia BIBLIOGRAFIA La terapia dei frenuli patologici prevede la frenulotomia o la frenulectomia. Per frenulotomia si intende il riposizionamene più apicale (verso l’alto) del frenulo, un intervento che, quando indicato, risulta essere più delicato e porta a risultati estetici più accettabili: prevede la disserzione delle fibre del frenulo per eliminare la tensione che esso crea. Per frenulectomia si intende la rimozione chirurgica di un frenulo attraverso incisione dello stesso (fig. 28); è indicata nei casi più importanti. La tecnica chirurgica per la frenulectomia linguale prevede l’asportazione del frenulo con particolare attenzione al rispetto delle numerose strutture anatomiche presenti sul pavimento della bocca (dotti di Wharton, dotti di Bartolini, caruncole sublinguali, plesso venoso sublinguale) (fig. 29). Dopo infiltrazione di anestetico locale in sede paramediana nel pavimento orale, il frenulo viene clampato con pinza emostatica e viene praticata un’incisione orizzontale perpendicolare al frenulo stesso (22, 38). La lama del bisturi è mantenuta a contatto con la pinza emostatica e viene fatta scorrere fino alla plica sublinguale. Con forbici smusse si procede alla dissezione delle fibre sottomucose, si suturano, quindi, i margini della ferita (38). Entrambe le metodiche possono essere effettuate in modo convenzionale (figg. 29 e 30), con l’elettrobisturi e con il laser, soprattutto nel caso di frenuli con spessore e consistenza non elevati (39). Il laser a diodi (fig. 31) permette di sezionare ed asportare i frenuli labia- 17. Sands T, Pynn Br, Nenniger S. Third molar surgery: current concepts and controversies. Part 2. Oral Health 1993;83:19, 21–22, 27–30. 18. Winter GB. Principles of exdontia as applied to the impact mandibular third molar. American Medical Book Co 1926. 19. Pell GJ, Gregory BT. Impacted mandibular third molars. Classification and modified tecniques for removal. Dent Dig 1933;39:330. 20. Bui CH, Seldin EB, Dodson T. 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The fate of impacted lower third molars after the age of 20. Int J Oral Maxillofac Surg.1989;18(5):277-80. 28. Bramante MA. Controversies in orthodontics. Dental Clinics of North America 1990;34(1):91-102. 29. Bjork A. Prediction of mandibular growth rotation. Am J Orthod 1969;55:585-99. 30. Klontza HA. Tweed-Merrifield sequential directional force treatment. Seminars in Orthodontics Dec 1996;2(4):254-67. 31. Golovcencu L. Zegan G, Geleu G. Comparative analysis 554 GIU 2014 XXV (6) regarding two methods for predicting lower third molar impaction. Romanian Journal of Oral Rehabilitation JanMar 2012;4(1). 32. Hinrichsen CFL. Serial extraction in mixed dentition orthodontics. Australian Dental Journal 1961;6(4):201–9. 33. Impellizzeri A, Tenore G, Palaia G et al. Orthodontic problems of pathological frenulum: importance of intercepted diagnosis and of timing treatment. Prevent Res 2013;3(4) 280-5. 34. Taylor JE. Clinical observation relating to the normal and abnormal frenumlabiisuperioris. Am J Orthod Oral Surg 1939;25:646. 35. Broadbent BH. Ontogenic development of occlusion. Am J Orthod 1941;1:45. 36. Defabianis P. Ankyloglossia and its influence on maxillary and mandibular development (a seven year follow-up case report). Funct Orthod 2000;17:25-33. 37. Romanelli E, Allegrini S, Rotundo R, Muzzi L, Cairo F, Franceschi D, Pini Prato GP. Frenulo labiale superiore e diastema interincisivo. Revisione critica della letteratura. Odontoiatria - Rivista Italiana degli Amici di Brugg 2000; 2:153-9. 38. Marchesan IQ, Martinelli RL, Gusmão RJ. Lingual frenulum: changes after frenectomy. J Soc Bras Fonoaudiol 2012;24(4):409-12. 39. De Santis D, Gerosa R, Graziani PF et al. Lingual frenectomy: a comparison between the conventional surgical and laser procedure. Minerva Stomatol 2013;1. 40. Júnior RM, Gueiros LA, Silva IH et al. Labial frenectomy with Nd:YAG laser and conventional surgery: a comparative study. Lasers Med Sci 2013;22. CORSO FAD TEST DI APPRENDIMENTO 1. a. b. c. d. LA RECISIONE DEL FASCIO NASO-PALATINO COMPORTA: un’anestesia temporanea del terzo posteriore della mucosa palatale nessun rischio particolare un’emorragia intraoperatoria difficilmente domabile emiparesi 8. IN QUALE DEI SEGUENTI CASI LA GERMECTOMIA NON TROVA UNA INDICAZIONE ORTODONTICA: a. nella tendenza alla III Classe b. quando il trattamento preveda la distalizzazione dei settori posteriori c. in presenza di una discrepanza dento-dentale o dento-basale d. in presenza di diastemi, estrazioni pregresse o previste in corso di terapia 2. L’AVULSIONE NEL MASCELLARE SUPERIORE DI ELEMENTI DENTARI IN INCLUSIONE VESTIBOLARE RICHIEDE NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI UN LEMBO: a. triangolare b. lineare c. marginale o paramarginale d. lineare in mucosa alveolare 9. NELLA DIAGNOSI ORTODONTICA DELLE GERMECTOMIE, LA RADIOGRAFIA ORTOPANORAMICA: a. può essere presa in considerazione per valutare la divergenza mandibolare b. non può essere presa in considerazione come metodo di previsione per valutare la possibilità di eruzione c. può essere presa in analisi come metodo di previsione per valutare la possibilità di eruzione d. non è di ausilio diagnostico 3. PER LE INCLUSIONI IN SEDE LINGUALE SI PREVEDE L’ESECUZIONE DI UN LEMBO: a. intrasulculare b. paramarginale c. marginale d. a tutto spessore 10. a. b. c. LE ESTRAZIONI SERIATE: si effettuano soltanto sui denti decidui si effettuano in un’unica seduta secondo Dewel le estrazioni devono essere eseguite in questo ordine: canini decidui, primo molare deciduo, primo premolare d. secondo Tweed si effettuano soltanto nei casi di affollamento grave e II Classe dentale 4. SECONDO WINTER, QUAL È L’ORDINE DI DIFFICOLTÀ CRESCENTE NELLE ESTRAZIONI DEI TERZI MOLARI INFERIORI INCLUSI? a. ottavi verticali, disto-inclinati, mesio-inclinati e orizzontali b. ottavi orizzontali, mesio-inclinati, disto-inclinati e verticali c. ottavi orizzontali, verticali, disto-inclinati e mesio-inclinati d. ottavi mesio-inclinati, orizzontali, verticali e disto-inclinati 5. a. b. c. d. 11. LA POSTURA RETRATTA E BASSA DELLA LINGUA CAUSATA DA FRENULO LINGUALE CORTO È CAUSA DI TUTTE QUESTE SITUAZIONE ALL’INFUORI DI UNA: a. un’alterata pronuncia delle consonanti dento-labiali b. deep byte anteriore c. deglutizione atipica d. ridotto stimolo alla crescita del mascellare superiore PER L’ESTRAZIONE DEGLI OTTAVI INFERIORI INCLUSI: si deve eseguire esclusivamente un lembo intrasulculare possiamo avvalerci di un lembo triangolare, trapezoidale o intrasulculare si può evitare di eseguire lembi non è possibile eseguire un lembo trapezoidale 12. LA DIAGNOSI DI ANCHILOGLOSSIA È DETERMINATA: a. dall’incapacità del paziente di estendere la lingua fuori dal cavo orale per più di qualche centimetro e di portare la lingua a contatto con la volta palatina b. dall’incapacità del paziente di estendere la lingua a livello delle zone premolari c. dall’incapacità del paziente a toccare con la lingua la punta del naso d. dall’incapacità del paziente di toccare con la lingua il frenulo labiale superiore 6. a. b. c. L’ODONTOTOMIA: deve essere sempre totale in direzione linguale deve essere sempre totale in direzione apicale non deve essere mai totale in direzione linguale per evitare di danneggiare il nervo linguale d. non deve essere mai totale in direzione mesiale per evitare di danneggiare il nervo linguale 7. LE GERMECTOMIE: a. sono consigliabili nei casi di elementi con anomalie di eruzione, di forma e volume, o che sono sede di alterazione dei normali processi di maturazione, cisti odontogene e lesioni neoplastiche b. non si eseguono nei casi di gemme di ottavi inclusi c. costituiscono un approccio terapeutico essenziale per il trattamento ortodontico d. sono sconsigliabili nei casi di III Classe scheletrica 555 GIU 2014 XXV (6) rative all’interno di avviato studio odontoiatrico a Magnago (MI), con o senza personale . Lo studio comprende 3 unità operative, rx endorale, ortopantomografo digitale, lampada scialitica, medilight laser system . Tel . 0331 .657820 cerco Dental P S.r.l. in collaborazione con DIO Implant, azienda leader in implantologia, cerca agenti monomandatari (solo del settore) sul tutto il territorio nazionale (per zone libere) . Si offrono rimborso spese, provvigioni e premio a raggiungimento obiettivo . 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L’annuncio degli abbonati verrà inserito nel sito www.ariesdue.it e potrà essere pubblicato anche su Journal of Osseointegration e Rivista Italiana Igiene Dentale, le altre riviste edite da Ariesdue. 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P . iva/cod . fisc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e-mail . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ai sensi dei Decreti Legislativi 139/03 e 276/03 (Nuovo Codice in materia di protezione dei dati personali e “Legge Biagi”) vi do il mio consenso per il trattamento dei dati sopra riportati. La Direzione non si considera responsabile del contenuto degli annunci. 556 firma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GIU 2014 XXV (6) norme redazionali InformazIonI generalI » La rivista Doctor OS ha come scopo l’aggiornamento scientifico e professionale dell’odontoiatra. » Gli articoli dovranno essere classificabili secondo una delle seguenti tipologie: • ricerca clinica, sperimentale ed epidemiologica originale; • revisione della letteratura; • casi clinici; • aggiornamento professionale. requIsItI per la pubblIcazIone dI un manoscrItto » I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. Gli autori i cui manoscritti includono illustrazioni e/o parti di testo già pubblicate in altre riviste devono richiedere il permesso di riprodurre il materiale al detentore del copyright. Tale permesso deve pervenire in forma scritta insieme al manoscritto. In assenza di tale permesso, tutto il materiale ricevuto sarà considerato proprietà dell’autore del lavoro. L’editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli (sia scientifici che professionali), per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’autore/i. » Gli articoli devono pervenire alla redazione di Ariesdue in duplice copia cartacea e su supporto magnetico in formato MS Word per DOS, Windows o Mac nella loro stesura definitiva (non saranno accettate eventuali modifiche successive), completi di nome, cognome, qualifica professionale, indirizzo, telefono, codice fiscale e firma dell’autore/i. Inoltre è necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone. È possibile spedire i lavori (testo più iconografia) anche al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. » Le illustrazioni, compresi grafici e tabelle, devono essere fornite su supporto cartaceo e magnetico, numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Inoltre devono essere in numero ragionevolmente limitato e ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG). » Per un significativo contributo dei singoli autori alla pubblicazione, per lavori di revisione bibliografica o presentazione di casi clinici, sarà accettato come massimo un numero di quattro autori; per lavori di ricerca clinica, sperimentale o epidemiologica, invece, saranno accettati fino a sei autori. » Il testo deve essere dattiloscritto in lingua italiana e deve comporsi delle seguenti parti. • Titolo scientifico conciso e senza abbreviazioni, in italiano e in inglese. • Nome e cognome di autore/i e relative qualifiche professionali. • Riassunti strutturati in italiano e in inglese (minimo 150 parole, massimo 250), cioè recanti i seguenti sottotitoli: scopo del lavoro; materiali e metodi; risultati; conclusioni. • Parole chiave in italiano e in inglese (da 3 a 10), usando i termini indicati nell’Index Medicus. • Introduzione, volta a esporre lo scopo dell’articolo riassumendo lo stato attuale delle conoscenze sull’argomento che verrà trattato ed eventuali osservazioni. • Materiali e metodi, descritti in modo tanto dettagliato da permettere ad altri la riproduzione dei risultati. Qualora vengano riportati esperimenti su soggetti umani è necessario indicare se le procedure seguite sono conformi alle norme etiche proposte dal comitato responsabile della sperimentazione umana e alla Dichiarazione di Helsinki del 1975. • Risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici. • Discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio e le relative conclusioni. • Ringraziamenti, rivolti a coloro che non possiedono i requisiti necessari per essere indicati nella bibliografia. • Bibliografia. Le voci bibliografiche dovranno essere elencate in ordine di citazione con una numerazione araba progressiva, con particolare attenzione alla punteggiatura standard internazionale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione. • Rivista: ciascuna voce dovrà recare cognome e iniziale del nome degli autori (oltre i 6, elencare i primi 6 seguiti da et al.), il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista (usando l’abbreviazione dell’Index Medicus), l’anno di pubblicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. 557 GIU 2014 XXV (6) • Esempio di articolo: Boyne PJ, Shabahang S. An evaluation of bone induction delivery materials in conjunction with root-form implant placement. Int J Periodontics Restorative Dent 2001 Aug; 21(4): 333-43. • Libri, atti congressuali e monografie: per pubblicazioni non periodiche, cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo, l’edizione, l’eventuale editor, il luogo di pubblicazione, la casa editrice, l’anno di pubblicazione, le pagine interessate. • Esempio di libro: Santoro F, Maiorana C. Il trattamento ortodontico-chirurgico delle disgnazie. Ist ed. Milano: Ariesdue; 1998. • Esempio di capitolo di libro: Super S. Programmazione estetica in chirurgia ortognatica. In: Santoro F, Maiorana C. Il trattamento ortodontico-chirurgico delle disgnazie. Milano: Ariesdue; 1998. p. 250-61. • Esempio di atto congressuale: McNamara JA. La modificazione della crescita: cosa funziona, cosa funziona solo temporaneamente e cosa non funziona. In: Capurso U, Ideal treatment timing. Atti XV Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortodonzia; Firenze. Milano: Ariesdue; 1998. p. 31-9. • Tabelle, grafici e immagini. Didascalie. » L’approvazione alla pubblicazione è concessa dal Comitato Scientifico, il quale può apportare ai testi le modifiche che riterrà necessarie. Le bozze devono essere restituite corrette unicamente degli eventuali refusi di stampa, senza apportare variazioni o modifiche, entro il termine che verrà indicato. » La proprietà letteraria di tutti i testi, scientifici e di aggiornamento, spetta all’editore e l’autore/i, richiedendone la pubblicazione su Doctor OS, implicitamente accetta la possibilità che la rivista pubblichi, sia integralmente sia parzialmente, lo stesso lavoro e/o una traduzione di esso su altre pubblicazioni, italiane, straniere e online. Per trasferire la proprietà del manoscritto, gli autori devono compilare la Dichiarazione di Copyright (da richiedere alla redazione). L’editore declina ogni responsabilità nei confronti di manoscritti inoltrati senza essere stati espressamente richiesti dalla casa editrice. Le opinioni espresse riflettono il pensiero degli autori. La casa editrice non si assume alcuna responsabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati. » Il testo originale non viene restituito. rIchIesta estrattI e arretratI Redazione Ariesdue Via Airoldi, 11 - 22060 Carimate (CO) Tel. 031 792135 - Fax 031 790743 [email protected] inserzionisti Agenzia AFI . . . . . . . . . . . pag . 542 L’abbonamento* a Amici di Brigg . . . . . . . . . pag . 541 Biomicron . . . . . . . . . . . . . pag . 533 Caes . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 490 ALL ACCESS R IVI STA CARTACEA + I PAD, I PHON E E AN D ROI D Clear Align . . . . . . . . . . . . pag . 481 Curaden . . . . . . . . pagg . 485; 487 DAG Comunication . . . . pag . 531 AVVIA DAL TUO DEVICE L’APP DOCTOR OS De Marco . . . . . . . . . . . . . pag . 480 Puoi scaricarla gratuitamente da App Store o da Google Play ENTRA NELLA SEZIONE LOGIN ABBONATI Non hai i dati di accesso? 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II di copertina RIVISTA IPAD E IPHONE EDITION DISPONIBILE PER ANDROID EDITION Uragme . . . . . . . . . . . . . . . pag . 516 Veneto Servizi . . . . . . . . pag . 494 Voco . . . . . . . . . . . . . IV di copertina Wisil Latoor . . . . . . . . . . . . . inserto Zeiss . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 471 aries_abb_ipad_adv.indd 2 03/06/13 13:00 558 GIU 2014 XXV (6)
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