La Grande Prosa al Teatro Massimo stagione 2013/2014 Andrea, abbonato dal 2009 Alessandro, abbonato dal 2013 Benedetta, abbonata dal 1981 Circuito Teatrale Regionale Sardo organizzato dal Ce.d.a.c. è presente a: Cagliari TEATRO MASSIMO Alghero TEATRO CIVICO Arzachena AUDITORIUM COMUNALE Carbonia TEATRO CENTRALE Lanusei TEATRO TONIO DEI Macomer TEATRO COSTANTINO Meana Sardo TEATRO SAN BARTOLOMEO Nuoro TEATRO ELISEO Olbia CINE TEATRO OLBIA Oristano TEATRO GARAU Ozieri TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI Palau CINE TEATRO MONTIGGIA San Gavino Monreale TEATRO COMUNALE Sassari NUOVO TEATRO COMUNALE Sennori AUDITORIUM Tempio Pausania TEATRO DEL CARMINE Francesco, abbonato dal 1992 Luca, abbonato dal 2012 Maria Teresa, abbonata dal 1986 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Antonio Cabiddu Presidente Mario Pinna Vice Presidente Lucia Loddo Consigliere Gabriella Noè Consigliere Annalaura Pau Consigliere DIRETTORE DEL CIRCUITO TEATRALE REGIONALE SARDO Valeria Ciabattoni Salvatore Satta ADDETTO STAMPA Anna Brotzu Revisore Unico COMUNICAZIONE E REDAZIONE Annalaura Pau SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Lucia Loddo PROMOZIONE Francesco Cabiddu Giudita Melis FOTO Daniela Zedda PROGETTO GRAFICO Mauro Luccarini Valeria, abbonata dal 1981 AMMINISTRAZIONE Stefania Carrucciu Alessia Cicala Giangonario Sanna Enrico, abbonato dal 2012 Piero, abbonato dal 1982 Non solo uno slogan Questa è la nostra Stagione, motto e titolo che introduce ai molti cartelloni allestiti dal Cedac per le stagioni di prosa 2013/2014 del Circuito Teatrale Regionale Sardo. E certo non un pretestuoso o generico omaggio al pubblico che premia da oltre un trentennio le nostre proposte teatrali. In linea con la nuova collocazione che il teatro contemporaneo da oltre mezzo secolo gli riserva, il pubblico è nello spettacolo dal vivo non solo destinatario dell’evento artistico, ma coprotagonista, specchio riflettente dell’azione scenica, cassa di risonanza dell’emozione dell’attore, della sua sensibilità e profondità interpretative. Condizione ottimale infatti per la riuscita di uno spettacolo è l’empatia tra chi agisce e chi guarda, un rapporto di vicinanza e partecipazione che fa sì che lo spettatore sia protagonista della narrazione. Secondo il grande regista inglese Peter Brook, innovatore fondamentale del teatro del Novecento, lo spettatore è una delle tre corde che l’attore deve mantenere sempre in equilibrio. E ancor di più, nei suoi incontri-lezione con critici, artisti e spettatori, nel definire “il teatro uno specchio della società che non ha bisogno di cornici dorate”, arrivava a individuare una doppia responsabilità, nel suo modo di fare teatro: in uno spazio scenico generalmente vuoto vi è la responsabilità degli attori e del regista che si propongono di raccontare una storia, quindi la responsabilità di chi Fernando, abbonato dal 1986 deve perfettamente ricostruire lo spazio della storia per avvertirne appieno il dolore e lo sgomento, ruolo questo a cui sono chiamati gli spettatori. Non è stata infatti priva di effetti la rivoluzione che ha attraversato il teatro nel secolo scorso. L’evoluzione del concetto di spettatore nell’evento dal vivo è andata di pari passo con il radicale cambiamento della drammaturgia e del modo di pensare il teatro e anche lo spazio scenico. Superata soprattutto ideologicamente la rigida separazione tra palcoscenico e platea, il pubblico è stato spesso chiamato, in modo più o meno appropriato ed originale, a partecipare all’azione scenica. Nello spettacolo Apocalypsis Cum Figuris di Grotowski, paradigmatico per intendere la sua idea di teatro povero, attori e spettatori si riuniscono nel medesimo spazio. Le sue visioni ed esperienze poi il regista polacco, autentico mito di generazioni di teatranti, sviluppa nella sua opera fondamentale dal titolo appunto “Per un teatro povero” (1970), in cui sostiene con chiarezza: “Eliminando gradualmente tutto ciò che è superfluo, scopriamo che il teatro può esistere senza trucco, costumi e scenografie appositi, senza uno spazio scenico separato (il palcoscenico), senza gli effetti di luce e suono, etc. Non può esistere senza la relazione con lo spettatore, in una comunione percettiva, diretta”. Concezione chiara, in seguito spesso chiamata a giustificare anche lavori in cui, in una manifesta Giovanni Maria, abbonato dal 2002 Totta, abbonata dal 1980 volontà di stupire cavalcando il nuovo, il pubblico veniva coinvolto, o addirittura molestato e maldestramente usato. Un protagonismo indubbio, quindi, quello dello spettatore nel teatro contemporaneo, che non poteva non essere colto e segnare uno spartiacque tra vecchio e nuovo, tra passato e presente. Ne hanno tratto e giustamente le conseguenze i molti operatori, che, formatisi in quelle esperienze rivoluzionarie, hanno da lì individuato più attente forme di contatto e condivisione culturale, artistica ed emozionale col pubblico. Per il Cedac, che da oltre trent’anni costruisce i cartelloni del Circuito Teatrale Regionale Sardo, il pubblico è divenuto punto di riferimento ineludibile, non solo destinatario ma partner delle diverse iniziative, e ricchezza inestimabile. A Cagliari, con circa 34 mila spettatori, la stagione, che si svolge nella sala grande del Teatro Massimo, è un insieme di incontri felici, una successione di serate in cui gli spettacoli sono occasione di scambio, di confronto, di spirituale e umano arricchimento. E soprattutto a Cagliari, città capoluogo, dove non costante né adeguata è l’attenzione dei pubblici amministratori, dove soltanto l’impegno e la dedizione degli operatori Cedac sono valsi a garantire con puntualità la programmazione degli spettacoli più significativi e artisticamente riusciti della produzione nazionale, è il pubblico il vero e più importante finanziatore. Un pubblico educato e competente, attento ed entusiasta, che riversa conoscenze e curiosità, sensibilità e disponibilità anche su altre iniziative, a tutto vantaggio della cultura e della civiltà cittadine. Da una riflessione sulla più che trentennale esperienza Cedac è nata Questa è la nostra Stagione, iniziativa profondamente sentita come riconoscimento al ruolo e alla vicinanza del pubblico pur in momenti per molti aspetti difficili. L’iniziativa ha coinvolto spettatori partecipi da oltre trent’anni assieme ad altri che trent’anni fa non erano ancora venuti al mondo. Sono stati selezionati 24 spettatori, tra uomini e donne, che, abbandonate le loro attività quotidiane, hanno accettato di essere complici del Cedac. In un set speciale, la sartoria della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, che ha gentilmente messo a disposizione anche i suoi costumi di scena, i nostri testimonials hanno interpretato la loro idea di Teatro, diventando protagonisti di Questa è la nostra Stagione attraverso gli scatti di Daniela Zedda. Così ci ha confortato vedere che la veterana Totta ad esempio, abbonata dal 1980, o Valeria, abbonata dal 1981, si siano rese disponibili a prendere per mano, in un simbolico e festoso girotondo sul palcoscenico, i nuovi spettatori, Luca, Enrico e Alice, abbonati dal 2012, o i recentissimi e giovanissimi Alessandro, Marcello, Mariano e Claudio, abbonati dal 2013. Anna Paola, abbonata dal 1998 Marcello, Mariano, Claudio abbonati dal 2013 Monica, abbonata dal 1999 Stagione 2013/2014 al Teatro Massimo 5 > 9 febbraio 2014 Compagnia Mauri Sturno UNA PURA FORMALITÀ versione teatrale e regia Glauco Mauri (dal film di Giuseppe Tornatore) 20 > 24 novembre 2013 La Pirandelliana QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA di George Axelrod (traduzione Edoardo Erba) con Massimo Ghini e Elena Santarelli musiche Renato Zero regia Alessandro D’Alatri 4 > 8 dicembre 2013 Teatro dell’Elfo THE HISTORY BOYS di Alan Bennett (traduzione Salvatore Cabras e Maggie Rose) con Elio De Capitani e con Gabriele Calindri, Riccardo Bocci, Debora Zuin regia Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani 8 > 12 gennaio 2014 Produzioni Teatrali Paolo Poli AQUILONI di Paolo Poli liberamente tratto da Giovanni Pascoli con Paolo Poli e con Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco regia Paolo Poli con Glauco Mauri e Roberto Sturno e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore 26 febbraio > 2 marzo 2014 Zocotoco LA TORRE D’AVORIO di Ronald Harwood (traduzione Masolino d’Amico) con Luca Zingaretti e Massimo de Francovich e con Paolo Briguglia, e Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia regia Luca Zingaretti 5 > 9 marzo 2014 Teatro Stabile di Napoli / Teatro Stabile delle Marche L’AVARO di Molière (traduzione Cesare Garboli) con Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli, Antonella Romano, Salvatore Caruso, Sabrina Scuccimarra, Giuseppina Cervizzi, Rosario Giglio regia Arturo Cirillo 19 > 23 marzo 2014 Teatro Carcano LA COSCIENZA DI ZENO di Tullio Kezich 22 > 26 gennaio 2014 (dal romanzo di Italo Svevo) SERVO PER DUE (ONE MAN, TWO GUVNORS) 2 > 6 aprile 2014 Gli Ipocriti e Associazione REP/ la Compagnia di Repertorio liberamente tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni (traduzione e adattamento Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder) con Pierfrancesco Favino e gli attori del Gruppo Danny Rose regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli con Giuseppe Pambieri regia Maurizio Scaparro Associazione Teatrale Pistoiese / in collaborazione con Valzer Srl L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese e con Massimo Grigò adattamento e regia Roberto Valerio Alice, abbonata dal 2012 20 > 24 novembre 2013 mercoledì 20 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno A giovedì 21 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno B venerdì 22 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno C sabato 23 novembre 2013 – ore 17,00 / Turno P sabato 23 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno D domenica 24 novembre 2013 – ore 19 / Turno E 9 Fu il film del 1955 con la regia di Billy Wilder e l’interpretazione di Marilyn Monroe a decretare il successo di Quando la moglie è in vacanza. Del film un’icona nella storia del cinema del 20° secolo divenne la scena in cui l’abito bianco indossato da Marilyn viene sollevato dall’aria proveniente dalla grata di aerazione della metropolitana. In realtà la scena definitiva e poi inserita nel film in due sequenze successive, ma mai a figura intera, non è quella girata a Lexington Avenue, e programmata anche per altre vie del centro in ora notturna; a causa delle oltre ventimila persone che si radunarono per vedere l’attrice, facendo inferocire il marito Joe Di Maggio, e creando i presupposti per il divorzio di tre mesi dopo, la scena non riuscì e fu poi rifatta in studio. A rendere popolare la sequenza furono le fotografie scattate da Matty Zimmerman della Associated Press e poi utilizzate per il lancio del film. Associazione culturale La Pirandelliana QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA di George Axelrod traduzione Edoardo Erba con Massimo Ghini e Elena Santarelli e con Edoardo Sala, Anna Vinci, Clara Costanzo, Francesca Pisanello, Chiara Rosignoli, Luca Scapparone, Davide Santoro musiche originali Renato Zero scene Aldo Buti costumi Ornella Campanale luci Adriano Pisi musiche arrangiate e realizzate da Danilo Madonia regia Alessandro D’Alatri OLTRE LA SCENA venerdì 22 novembre 2013 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Massimo Ghini ed Elena Santarelli raccontano Quando la moglie è in vacanza durata: 2 ore (intervallo compreso) Il testo di George Axelrod debuttò a Broadway nel 1952 con un notevole successo di critica e pubblico. Ma la sua vera consacrazione internazionale avvenne nel 1955 attraverso l’adattamento cinematografico di Billy Wilder. È una commedia che nel 2000 è stata inserita, dall’American Film Institute, al 51° posto tra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi. Praticamente un classico della modernità. Il titolo originale The seven year itch (Il “prurito” del settimo anno) contiene forse più informazioni della seppur felice traduzione italiana Quando la moglie è in vacanza. È una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa “middle class” che sembra non avere epoche e che viene messa a confronto con le ambizioni di una ragazza che cerca di ridisegnare una propria personalità attraverso l’impegno nel mondo patinato della pubblicità, della moda o dello spettacolo in generale. Fa da detonare la prorompente fisicità della ragazza che come un uragano entra nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un maschile che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’apparentemente irraggiungibile opportunità. Considerando che sono passati più di sessant’anni dal suo debutto, il testo mantiene ancora intatta la freschezza di uno sguardo sui comportamenti e le relazioni tra maschi e femmine. Anche se sorprendente, la drammaturgia, oltre che divertire, inquieta anche un po’… 4 > 8 dicembre 2013 mercoledì 4 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno A giovedì 5 dicembre 2013 – ore 16,30 / Turno P giovedì 5 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno B venerdì 6 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno C sabato 7 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno D domenica 8 dicembre 2013 – ore 19 / Turno E 11 È il problema della verità alla base di alcune opere di Alan Bennett. Anche di History Boys, come egli stesso ha affermato: «Quando ho scritto History Boys ho pensato a una pièce sulla scuola, legata alle mie vicende dell’inizio degli anni cinquanta. Soltanto alla fine, quando ho visto il testo rappresentato sulla scena, mi sono reso conto del suo contenuto più profondo, che in effetti rimanda al problema della verità. Perché racconta di un certo modo di insegnare la storia, in cui più che i convincimenti e la veridicità dei fatti conta la performance del professore, e quindi dello studente chiamato a far scena con la recita degli esami.» Teatro dell’Elfo THE HISTORY BOYS di Alan Bennett traduzione Salvatore Cabras e Maggie Rose con Elio De Capitani, Gabriele Calindri, Riccardo Bocci, Debora Zuin e con Giuseppe Amato, Marco Bonadei, Angelo Di Genio, Loris Fabiani, Andrea Germani, Vincenzo Zampa, Alessandro Lussiana, Giacomo Troianiello luci Nando Frigerio regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani OLTRE LA SCENA venerdì 6 dicembre 2013 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Regista ed interpreti raccontano The History Boys durata: 2 ore e 40 minuti (intervallo compreso) È una storia di oggi The History Boys, commedia di Alan Bennett del 2004, vincitrice di tre Olivier Awards e sei Tony Awards, e trasformata in film nel 2006. Ambientata in una scuola inglese, racconta di un gruppo di adolescenti alle prese con gli esami di ammissione all’Oxbrige, ovvero agli esclusivi college di Oxford e di Cambridge. Tra gli studenti, molto diversi fra loro ma affiatati, si distinguono il leader della classe, il donnaiolo Dakin, il fragilissimo Posner e il poco convenzionale Scripps. Accanto a loro ruolo importante hanno gli insegnanti, quello di inglese Hector e quella di storia Mrs Lintott, che cercano di stimolare la loro curiosità al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, in contrasto col preside che tiene alla forma, alle tradizioni ed al buon nome della scuola. L’arrivo di un giovane professore cinico ed ambizioso, incaricato dal preside di rendere più brillante e spendibile al “supermercato del sapere” lo stile dei ragazzi, serve a mettere in evidenza pregi e difetti della scuola e più in generale compromessi culturali e ideologici della società contemporanea. La commedia di Alan Bennett nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani ha debuttato il 10 dicembre 2010 all’Elfo Puccini di Milano, salutata dai critici come “uno degli spettacoli più importanti ed emozionanti” firmati dai due registi. Un successo confermato dai tre Premi Ubu vinti nel 2011 e dal Premio le Maschere del teatro nel 2012, che si vanno ad aggiungere al “palmares” della versione originale. 8 > 12 gennaio 2014 mercoledì 8 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 9 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 10 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 11 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 12 gennaio 2014 – ore 19 / Turno E 13 Giovanni Pascoli, il poeta del microcosmo poetico familiare, degli affetti traditi, del “fanciullino”, fu nel periodo universitario un vero e proprio rivoluzionario. Prima, a causa di una manifestazione, perse una borsa di studio di 600 lire, con la quale avrebbe dovuto mantenersi all’Università. Qualche tempo dopo compose e lesse, durante un raduno socialista a Bologna, un sonetto inneggiante all’anarchico lucano Giovanni Passannante, autore del fallito attentato al re Umberto I°. Fu addirittura arrestato, e trascorse poco più di cento giorni in carcere, per aver protestato contro la condanna di alcuni anarchici, che avevano sostenuto Passanante. Le cronache riportano che in quell’occasione, sfidando le guardie, esclamasse: «Se questi sono i malfattori, evviva i malfattori!» Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale AQUILONI due tempi di Paolo Poli, liberamente tratti da Giovanni Pascoli con Paolo Poli e con Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco scene Emanuele Luzzati costumi Santuzza Calì musiche Jaqueline Perrotin coreografie Claudia Lawrence regia Paolo Poli OLTRE LA SCENA venerdì 10 gennaio 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Paolo Poli racconta Aquiloni durata: 2 ore (intervallo compreso) Aquiloni: allegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che affettuosamente ci ricorda Giovanni Pascoli. Fino alla metà del Novecento la scuola italiana si nutrì della sua produzione. La critica letteraria a cominciare da Croce privilegiò le rime giovanili, fino a Contini che ne elogiò il plurilinguismo, a Pasolini che rilevò la dicotomia psicologica, per arrivare a Baldacci che ne curò la ricca antologia. Da Myricae e dai Poemetti lo spettacolo intende evocare la magia memoriale e la saldezza linguistica nelle figure contadine di un’Italia ancora gergale. I floreali motivi della Bella Epoque accompagneranno gli ascoltatori nel ricordo del volgere del secolo. Personalissima è nel teatro di Paolo Poli la strada di rivisitazione di testi letterari, montati in scena con siparietti comici da avanspettacolo, che trova un valido sostegno in divertenti colonne sonore: brani musicali e canzonette d’epoca da lui cantate in falsetto. Legato alla cultura grande e piccola dell’Italia fine secolo e di quella del Novecento tra le due guerre, la cultura cioè dei nonni e dei padri - e anche della madre che era maestra – arricchita da una raffinata educazione letteraria, soprattutto francese, Poli esercita i suoi bersagli affabilmente ma puntualmente satirici contro la retorica e l’ipocrisia di una società ancora connotata sostanzialmente da mentalità piccolo-borghese; ma lo fa a modo suo, coniugando alla satira di costume la parodia e il funambolismo, la malinconia e il guizzo farsesco, il travestitismo e il divertissement cabarettistico. Le generazioni cambiano, ma Poli mantiene i suoi spettatori, affascinati dalla sua grazia; variando appena i materiali di partenza. Il che non è un limite, ma il segno di un’originalità e unicità di fare spettacolo abbastanza atipica in Italia. 22 > 26 gennaio 2014 mercoledì 22 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 23 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 24 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 25 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 26 gennaio 2014 – ore 19 / Turno E 15 Secondo E. Bean, autore nel 2011 di One man, two Guvnors, riscrittura del goldoniano Servitore di due padroni del 1745, «scrivere un adattamento è piacevole e comodo perché qualcuno ha già scritto la fine. Decidere come far finire una commedia o un dramma è una tortura per lo scrittore. Con gli adattamenti si deve solo collocare la trama del lavoro nel contesto che vuoi. Io ho scelto Brighton e come epoca il 1963. Il problema da risolvere fu quello del matrimonio combinato, tipico del ‘700 ma non degli anni sessanta in Inghilterra. Mi risolsi per un matrimonio di convenienza, ma per motivi diversi e più attuali: lo sposo è gay e vuole nascondere la sua omosessualità sposando una donna.» Gli Ipocriti e Associazione REP / la Compagnia di Repertorio SERVO PER DUE (ONE MAN, TWO GUVNORS) di Richard Bean (liberamente tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni); traduzione e adattamento Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder con Pierfrancesco Favino e gli attori del Gruppo Danny Rose: Diego Ribon, Valentina Valsania, Claudio Castrogiovanni, Bruno Armando, Marina Remi, Stefano Pesce, Chiara Tomarelli, Gianluca Bazzoli, Thomas Trabacchi, Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Haydée Borelli Luca Pirozzi, chitarra, voce e banjo Luca Giacomelli, chitarra e voce Raffaele Toninelli, contrabbasso e voce Emanuele Pellegrini, batteria, percussioni e voce Elaborazioni musicali a cura dell’orchestra Musica da Ripostiglio scene Luigi Ferrigno costumi Alessandro Lai regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli OLTRE LA SCENA venerdì 24 gennaio 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Pierfrancesco Favino e la Compagnia REP raccontano Servo per due (One Man, Two Guvnors) Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere 6.000 lire dopo aver concluso un affare con Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Essere al servizio di due padroni significherà per Pippo avere anche un doppio carico di lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti... Una riflessione diversa su un classico del teatro, Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni, Servo per due (One Man, Two Guvnors) nell’adattamento del noto commediografo inglese Richard Bean, riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, si presenta come una commedia comica, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio senso e interagiscono con il pubblico. Ciò che ha reso (in Inghilterra) e renderà (in Italia – dove debutta per la prima volta) lo spettacolo un vero successo è la sua combinazione di commedia visiva e verbale. La musica sarà parte integrante dello spettacolo e verrà eseguita dal vivo sul palcoscenico da una piccola orchestra composta da 4 elementi. Lo spettacolo è realizzato con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola di Firenze. Le parole della canzone Tomorrow Looks Good From Here sono state scritte da Richard Bean e Grant Olding. durata: 2 ore e 40 minuti (intervallo compreso) 5 > 9 febbraio 2014 mercoledì 5 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 6 febbraio 2014 – ore 17 / Turno P giovedì 6 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 7 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 8 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 9 febbraio 2014 – ore 19 / Turno E 17 Il poeta Rainer Maria Rilke (1875-1926) ha scritto: «È importante ricordare, ma è ancora più importante dimenticare.» Questa frase potrebbe essere adottata come citazione iniziale di Una pura formalità, il film di Giuseppe Tornatore del 1994, su cui si basa l’adattamento teatrale di Glauco Mauri. C’è una canzone che ossessiona Onoff, il protagonista della pièce, una canzone che egli stesso ha scritto (musicata per il film da Ennio Morricone) che ha titolo “Ricordare”. Ne canta alcune frasi in alcune sequenze del film, ma solo alla fine si può ascoltare integralmente. È il ricordo infatti una delle tematiche centrali di tutta l’opera, ma, contrariamente a quanto si crede o accade generalmente, qui il ricordo non ha una valenza positiva. Esso è invece foriero di dolore e di sofferenza. Compagnia Mauri Sturno Quando Una pura formalità di Giuseppe Tornatore uscì nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno dei suoi film più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un “piccolo capolavoro” (interpreti: Gérard Depardieu, Roman Polansky e un giovanissimo Sergio Rubini). L’intensità del racconto, il suo ritmo, illuminato da emozionanti colpi di scena, una razionale e al tempo stesso commossa visione della vita, mi hanno spinto, in pieno accordo con Tornatore, ad una libera versione teatrale. Già il film ha una sua struttura sospesa fra cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro. E come negli “incontri” fortunati, la storia così magnificamente raccontata nel film, ha fatto germogliare in me emozioni inaspettate che diventavano sempre più mie. Un’opera tanto più è valida quanto più dona a un interprete la possibilità di scoprire sfumature umane e poetiche in essa nascoste. Ho cercato di far rivivere tutta la forza drammatica della sceneggiatura modificandone quelle parti che si presentavano con dei connotati troppo cinematografici, preservandone al tempo stesso quell’intensità che dall’inizio ci avvolge nel suo misterioso intreccio. Il racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente epilogo, dove i pezzi lacerati di una vita si compongono in una serenità inaspettata e commovente: un capovolgimento radicale di quello che sembrava un giallo.... Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Ma, pur con la tipica atmosfera di un thriller, Una pura formalità è un viaggio alla scoperta di se stessi, di quella che è stata la propria vita. UNA PURA FORMALITÀ versione teatrale e regia di Glauco Mauri dal film di Giuseppe Tornatore con Glauco Mauri e Roberto Sturno e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore scene Giuliano Spinelli costumi Irene Monti musiche Germano Mazzocchetti OLTRE LA SCENA venerdì 7 febbraio 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Glauco Mauri e Roberto Sturno raccontano Una pura formalità durata: 1 ora e 30 minuti (senza intervallo) SCHERMI & SIPARI La grande prosa al Cinema Odissea La Grande Prosa sbarca al cinema con Schermi e Sipari, un ciclo di visioni in versione digitale al Cinema Odissea in viale Trieste 84 a Cagliari. Una rosa di titoli in programmazione, nella stessa settimana in cui sono proposti in scena gli spettacoli al Teatro Massimo, il lunedì alle ore 17,00 e la domenica mattina alle ore 11,00, nella Sala Kubrick, per un omaggio alla decima musa firmato Cooperativa Spazio 2001 in collaborazione con il CeDAC. La rassegna sottolinea il coté squisitamente cinematografico del cartellone della Grande Prosa al Teatro Massimo. Schermi e Sipari propone così una riflessione sui diversi linguaggi, quasi un gioco di specchi fra cinema e teatro, celebrando il fascino della decima musa e la magia del palcoscenico, sul filo delle emozioni. Per l’occasione sarà possibile acquistare un abbonamento pre-pagato al costo di € 15,00 Programma Lunedì 18 Novembre 2013 (ore 17,00) e Domenica 24 Novembre 2013 (ore 11,00) Lunedì 24 Febbraio 2014 (ore 17,00) e Domenica 2 Marzo 2014 (ore 11,00) USA, 1955, Commedia, 105’ Regia di Billy Wilder con Marilyn Monroe, Tom Ewell, Evelyn Keyes, Oscar Homolka Austria-Francia-Germania-GB, 2001 Drammatico, 105’ Regia di István Szabó con Stellan Skarsgård, Harvey Keitel, Birgit Minichmayr, Moritz Bleibtreu QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA Lunedì 2 Dicembre 2013 (ore 17,00) e Domenica 8 Dicembre 2013 (ore 11,00) THE HISTORY BOYS GB, 2006, Drammatico, 104’ Regia di Nicholas Hytner con Richard Griffiths, Samuel Barnett, Frances de la Tour, Samuel Anderson, James Corden, Stephen Campbell Moore, Andrew Knott, Russell Tovey, Jamie Parker, Dominic Cooper, Samuel Barnett, Sacha Dhawan, Penelope Wilton, Adrian Scarborough, Georgia Taylor Lunedì 3 Febbraio 2014 (ore 17,00) e Domenica 9 febbraio 2014 (ore 11,00) UNA PURA FORMALITÀ Italia-Francia, 1994, Drammatico, 108’ Regia di Giuseppe Tornatore con Gérard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Tano Cimarosa LA TORRE D’AVORIO Lunedì 3 Marzo 2014 (ore17,00) e Domenica 9 Marzo 2014 (ore 11,00) L’AVARO Italia, 1989, Commedia, 117’ Regia di Tonino Cervi con Alberto Sordi, Miguel Bosé, Lucia Bosé, Christopher Lee, Anna Kanakis Lunedì 17 Marzo 2014 (ore 17,00) e Domenica 23 Marzo 2014 (ore 11,00) LA COSCIENZA DI ZENO Italia 1988, Drammatico, 169’ Regia di Sandro Bolchi con Johnny Dorelli, Ottavia Piccolo, Eleonora Brigliadori, Andrea Giordana, Sergio Fantoni, Alain Cuny, Christine Jean, Orazio Bobbio, Riccardo Canali, Marina Giulia Cavalli CINEMA ODISSEA Viale Trieste, 84, 09123 Cagliari tel. 070 271709 www.cinemaodissea.it UN TEATRO DOVE ARRIVI SENZA PREOCCUPARTI DEL PARCHEGGIO? È IL MASSIMO. Scopri sul sito www.ctmcagliari.it le frequenze e gli orari di passaggio dei bus di CTM che ti portano, comodamente, al Teatro Massimo: 1, 5, 5/11, 10. 26 febbraio > 2 marzo 2014 mercoledì 26 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 27 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 28 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 1 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 2 marzo 2014 – ore 19 / Turno E 23 La definizione Ivory Tower, o Torre d’avorio, ha origine nel Cantico dei cantici (Canzone di Salomone del IV secolo a.C.), ma è in seguito, in inni sacri come in testi letterari, usata come epiteto di Maria, come traduzione dal latino Turris eburnea. In epoca moderna la si trova nel 1914, quando Henry James la pone come titolo del suo ultimo romanzo rimasto incompiuto. Siamo infatti in pieno estetismo, corrente artistico-letteraria a cavallo tra Ottocento e Novecento, che, propugnando il principio dell’arte per il gusto dell’arte, esalta il poeta-artista, che vuole trasformare la sua vita in opera d’arte. L’esteta ha paura della vita comune, dei ceti inferiori, della volgarità borghese, di una società dominata da idoli materiali e si rinchiude nella sdegnosa solitudine della Torre d’avorio. Ne sono cantori Swinburne, Wilde, Gautier, Apollinaire, fino a Nietzsche e D’Annunzio. Zocotoco LA TORRE D’AVORIO di Ronald Harwood traduzione Masolino d’ Amico con Luca Zingaretti e Massimo de Francovich e con Paolo Briguglia e Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia scene Andrè Benaim costumi Chiara Ferrantini luci Pasquale Mari regia Luca Zingaretti OLTRE LA SCENA venerdì 28 febbraio 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Luca Zingaretti, Massimo De Francovich e gli altri interpreti raccontano La torre d’avorio durata: 2 ora e 15 minuti (intervallo compreso) Berlino 1946. È il momento di regolare i conti, e la cosiddetta denazificazione – la caccia ai sostenitori del caduto regime - è in pieno svolgimento. Gli alleati hanno bisogno di prede illustri, di casi esemplari che diano risonanza all’iniziativa. Viene così convocato, nel quadro di una indagine sulla sua presunta collaborazione con la dittatura, il più illustre esponente dell’alta cultura tedesca, vale a dire il direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, universalmente acclamato accanto a Toscanini come il maggiore della prima metà del secolo. Furtwängler non era stato nazista, e anzi non aveva nascosto di detestare le politiche del Terzo Reich; era anche riuscito a non prendere mai la tessera del partito. Ma nel buio periodo dell’esodo di molti illustri intellettuali, che avevano preferito trasferirsi all’estero piuttosto che continuare a lavorare in condizioni opprimenti, era rimasto in patria, e aveva svolto la sua attività in condizioni privilegiate. Aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere accesa la fiaccola dell’arte e della cultura, convinto che questa non abbia connotazione politica; e aveva sfruttato il suo prestigio per aiutare, all’occorrenza, persone perseguitate o emarginate. Si era anche scaricato la coscienza barcamenandosi per esibirsi nel minor numero possibile di occasioni ufficiali; pur di non stringere la mano a Hitler, in una occasione famosa e fotografata, aveva fatto in modo di continuare a impugnare la bacchetta con la destra. Dai suoi compatrioti, quasi tutti melomani, era sempre stato venerato alla stregua di una divinità super partes, e anche dopo la fine della guerra nessun tedesco si era sentito di addebitargli alcunché. Ma ecco ora che i vincitori vogliono vederci chiaro e, se possibile, far crollare anche questo superstite mito della superiorità germanica. Consapevoli del fascino che il grande artista esercita su tante persone, essi affidano l’indagine a un uomo che dà ogni garanzia di esserne immune. 5 > 9 marzo 2014 mercoledì 5 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 6 marzo 2014 – ore 17 / Turno P giovedì 6 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 7 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 8 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 9 marzo 2014 – ore 19 / Turno E 25 L’Avaro, commedia in prosa del 1668, non piacque molto al suo apparire. Il successo, graduale, continuo, arrivò più tardi, tanto che oggi c’è chi la considera la migliore tra le commedie di Molière. L’autore infatti, grande uomo di teatro prima ancora che grande letterato, vi ha messo tutti gli ingredienti, i motivi, gli intrecci, le scene farsesche, che rendono esilarante una pièce comica. I motivi comici del teatro classico in fondo sono sempre gli stessi: il difetto maniacale del protagonista, in questo caso l’avarizia, la servitù brigantesca ed intrigante, gli amori contrastati dei giovani, la rivalità in amore tra i protagonisti, i malintesi, l’agnizione finale che risolve come un deus ex machina l’intrigo generale… Solitamente, su uno, su due di questi motivi, i grandi autori classici costruiscono le loro commedie: ne L’Avaro Molière li ha messi tutti. Ma questa ridondanza non appesantisce la commedia: come un perfetto direttore d’orchestra Molière sa dosare i molti strumenti di cui dispone tanto da rendere il lavoro esilarante ed equilibrato ad un tempo. Teatro Stabile di Napoli / Teatro Stabile delle Marche L’AVARO di Molière traduzione di Cesare Garboli con Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Monica Piseddu, Luciano Saltarelli, Antonella Romano, Salvatore Caruso, Sabrina Scuccimarra, Giuseppina Cervizzi, Rosario Giglio scene Dario Gessati costumi Gianluca Falaschi luci Badar Farok musiche Francesco De Melis regia Arturo Cirillo OLTRE LA SCENA venerdì 7 marzo 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Arturo Cirillo racconta L’Avaro durata: 2 ore (intervallo compreso) L’avaro è Arpagone, ma gli altri, cosa sono gli altri? Quale spazio è concesso all’alterità in questa casa corridoio dove tutto è ansiosamente osservato dal suo padre padrone? Tre sono i figli di Arpagone: Cleante, Elisa e la cassetta, ma solo l’ultima è stata “partorita” da lui stesso. Gli altri sono i figli di una madre morta, figli nemici vissuti come sottrattori di giovinezza ed amore, ancor prima che di denari. Mariana, la ragazza che si fa comprare dal vecchio avaro, per intermediazione della ruffiana Frosina, è forse l’ultimo anelito di vitalità, la battaglia finale per dare scacco matto al mondo e alle leggi della natura. Pornografia senile in cui “l’eretto” deve essere solo lui, gli altri li si lascia prigionieri dei loro ruoli, costretti a fare la commedia, mentre lui allude e depista. Solo i servi, non prendendolo sul serio, potrebbero farlo fuori, e non è casuale che sia l’anarchico Saetta a rubargli la cassetta, ma essi però sono pur sempre servi. Insomma gli altri senza Arpagone non si sa bene di cosa possano parlare, di cosa occuparsi. È come l’abitudine, secondo la definizione di Samuel Beckett: il collare che tiene legato il cane al suo vomito. Tutti lo schifano, ma tutti ne sono legati, quasi al guinzaglio, e alla fine, quando l’operetta delle agnizioni li scioglie dal legame, loro, finalmente liberi dove andranno? I vari figli, commissario, ruffiana, futura sposa, cuoco e cocchiere, vecchio nobile napoletano, domestico travestito, di cosa riempiranno ora le loro giornate senza più questo sottrattore di vita? Adesso gli toccherà viverla la vita, diventando Arpagoni loro stessi o magari liberandosi del cappio dell’avere, del possedere, di quello che è oggi il nostro esistere. 19 > 23 marzo 2014 mercoledì 19 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 20 marzo 2014 – ore 17 / Turno P giovedì 20 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 21 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 22 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 23 marzo 2014 – ore 19 /Turno E 27 Stigmatizzata da Giorgio Gaber in maniera ironica in un sua canzone, la contrapposizione tra destra e sinistra ha interessato fin dall’unità nazionale ed interessa ancora diffusamente il mondo culturale italiano. Un’etichetta di appartenenza che ha talvolta favorito, talaltra danneggiato l’opera e la carriera dell’artista o del letterato, e che ha spesso condizionato la critica. Al riguardo singolare è l’osservazione del critico Geno Pampaloni su Italo Svevo: «Italo Svevo è l’esempio più alto di falso scrittore di destra. Svevo pensava di essere un conservatore, che adattava tutte le sue conoscenze, psicoanalisi compresa, al proprio io egoistico. La sua intelligenza era però così moderna, così corrosiva, che alla fine non si può che catalogarlo di sinistra.» Teatro Carcano di Milano LA COSCIENZA DI ZENO di Tullio Kezich (dal romanzo di Italo Svevo) con Giuseppe Pambieri e con Nino Bignamini, Giancarlo Condé e (in ordine alfabetico) Silvia Altrui, Livia Cascarano, Guenda Goria, Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sincovich, Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf scene Lorenzo Cutùli costumi Carla Ricotti musiche Giancarlo Chiaramello regia Maurizio Scaparro OLTRE LA SCENA venerdì 21 marzo 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Giuseppe Pambieri racconta La coscienza di Zeno durata: 2 ore (escluso intervallo) La coscienza di Zeno altro non è che la storia di un piccolo e insignificante uomo dell’inizio del XX secolo, che incarna l’arte di sopravvivere e lo spirito di adattamento dell’uomo contemporaneo, afflitto dai mille mali della vita moderna. Alla banalità di quest’uomo si sommano importanti avvenimenti come la nascita della psicoanalisi, lo scoppio di una guerra mondiale e la visione dell’olocausto nucleare. Per il nostro teatro questo spettacolo è il tentativo di proseguire nella rappresentazione dei grandi temi della drammaturgia contemporanea. Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche crogiolo culturale della Mitteleuropa, tra la fine della Belle Epoque e la Prima Guerra Mondiale si svolge la vicenda di Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido - che muore suicida - la relazione extraconiugale con Carla). Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La vita non è né brutta né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e, quindi, di crescere; uomo nuovo in cerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra sfuggirgli. Sarà lui a dire il bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilità di quella guerra, che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto. Protagonista nel ruolo di Zeno Cosini è Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del nostro teatro, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. La regia, nitida e elegante, è firmata da uno dei maestri del teatro italiano e internazionale, Maurizio Scaparro. 2 > 6 aprile 2013 mercoledì 2 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno A giovedì 3 aprile 2014 – ore 17 / Turno P giovedì 3 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno B venerdì 4 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno C sabato 5 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno D domenica 6 aprile 2014 – ore 19 / Turno E 29 Scritto per i festeggiamenti del Carnevale del 1760, L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni non tardò a finire sotto gli strali di Carlo Gozzi, che scriverà pochi anni dopo: “Io non iscopro nelle sue Putte onorate che delle lascive fanciulle… nei suoi Impresari delle Smirne che una scuola di immodestia e di lussuria”. E dire che l’idea di mettere in scena il teatro nel teatro- in forma di parodia- vantava già illustri precedenti, a partire dal pamphlet di Benedetto Marcello “Il teatro alla moda”, fino a “L’impresario delle Canarie” di Pietro Metastasio, e ancora, sempre in musica, opere di Piccinni, Haydn, Gassmann e più tardi Mozart e Salieri. Ma la peggiore accusa mossa a Goldoni, come egli stesso ricorda nei “Memoires”, era l’ambientazione “troppo realistica e pungente”, e un atteggiamento ideologicamente sconveniente, perché troppo poco rispettoso delle tradizioni e dell’ordine sociale. Associazione Teatrale Pistoiese / in collaborazione con Valzer Srl L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese e con Massimo Grigò e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel scene Giorgio Gori costumi Lucia Mariani luci Emiliano Pona adattamento e regia Roberto Valerio OLTRE LA SCENA venerdì 4 aprile 2014 - ore 17,30 MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari Roberto Valerio racconta L’impresario delle Smirne durata: 1 ora e 30 minuti (intervallo compreso) Composta nel 1759 l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro. La vicenda ruota attorno ad un gruppo di attori, pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare così carichi d’oro e di celebrità. Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un grottesco sapore di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro. L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità. Che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste, all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie? NOVEMBRE 2013 APRILE 2014 PER I BIMBI DAI 4 ANNI IN SU PER I RAGAZZI DA 13 ANNI IN SU LA GIOIA DELLA SCENA/2 Compagnia teatro Circus Maccus CIRCUS MACCUS viaggio alla scoperta delle alchimie del teatro scrittura scenica e regia di Francesco Origo con Francesco Origo, Barbara Usai, Enrico Incani con Virginia Viviano, Paola Turata, Francesca Canosa, Andrea Roeckel, Tiziana Moi, Gianluca Tronci, Silvia Curatti, Alessandra Piga MEMORIE testo e regia di Valeria Pilia con Manuela Sanna e Manuela Ragusa viaggio – lettura scenica per non dimenticare con Marta Proietti Orzella e Carlo Bigolin musiche e sinth Alessandro Aresu Il crogiuolo ALL’OMBRA DELL’ULTIMO SOLE dieci giornate in “Decamerone” di Rita Atzeri liberamente ispirato al Decamerone di Giovanni Boccaccio con Daniela Collu, Alessandra Leo, Luca Gasole, Vincenzo De Rosa, Alessia Marroccu Caponi&Latini Teatro ONE ON ONE SHAKESPEARE scritto, diretto ed interpretato da Nunzio Caponio e Simeone Latini In italiano ed inglese, un viaggio nelle opere ed il tempo di William Shakespeare Actores Alidos IL BRUTTO ANATROCCOLO Burambò SECONDO PINOCCHIO con Daria Paletti e Raffaele Scarimboli La luna nel letto CENERENTOLA - ACROSS THE UNIVERSE di Rita Atzeri drammaturgia Katia Scarimbolo con Nunzia Antonino, Annarita De Michele, Luigi Tagliente, Paolo Gubello regia, scene e luci Michelangelo Campanale [email protected] Compagnia Çàjka NORME PER GLI ABBONATI PREZZI Abbonamento a 9 spettacoli Turni A - B (ore 20,30)intero primo settore € 195 secondo settore €160 loggione €100 ridotto €160 € 115 € 75 (solo Ersu e carta giovani) Turni C - D (ore 20,30) Turno E (ore 19,00)intero primo settore €220 secondo settore € 185 loggione €100 ridotto € 180 €135 € 75 (solo Ersu e carta giovani) Abbonamento a 6 spettacoli in pomeridiana Turno P interoridotto € 95 €68 CARNET a 5 biglietti per spettacoli a scelta SERALI interoridotto €100 € 80 BIGLIETTI Teatro Massimo di Cagliari Serali primo settore secondo settore loggione interoridotto € 30 € 24 € 25 € 19 €18 €15 Pomeridiane €16 €12 biglietti per Quando la moglie è in vacanza: intero platea primo settore € 35 intero platea secondo settore € 30 loggione €20 Le riduzioni saranno applicate esclusivamente presentando documento d’identità e tessere nominali (Carta Senior, Carta Giovani, Libretto universitario, cedola ERSU). Lo sconto per gli abbonati CRAL si applica solo al secondo settore e al loggione. La riduzione CRAL non si applica ai biglietti singoli. Per informazioni e acquisto rivolgersi alla biglietteria del Teatro Massimo (ingresso in via De Magistris) dalle ore 15,00 alle ore 19,30 dal lunedì al venerdì. tel. 345.4894565 [email protected] • Lo spettatore deve sempre essere munito del titolo d’ingresso da esibire al personale addetto al controllo. •L’abbonamento è personale e non cedibile; è rilasciato con diritto di posto fisso per gli spettacoli e per il turno a cui si riferisce. •Fatta salva la disponibilità dei posti, il Ce.D.A.C. permette il cambio Turno agli abbonati che si trovino impossibilitati ad assistere allo spettacolo nella data prevista del loro abbonamento. Per ogni cambio turno verrà rilasciato un titolo di ingresso del valore di € 5. • I posti lasciati liberi dagli abbonati che cambiano il loro Turno saranno rimessi in vendita. • I tagliandi di abbonamento non utilizzati non saranno rimborsati. • Gli abbonati che non saranno presenti in sala all’inizio dello spettacolo perdono il diritto al posto fisso; la Direzione si riserva di farli accomodare in altri posti disponibili e comunque non sarà consentito l’ingresso in sala fino alla fine del primo atto. • In caso di smarrimento dell’abbonamento è necessario presentarsi presso la biglietteria e compilare l’apposito modulo di autocertificazione di smarrimento. Non saranno rilasciati duplicati della tessera. • La Direzione si riserva la facoltà di rimuovere poltrone, anche se assegnate agli abbonati, qualora lo richiedano particolari esigenze tecniche o artistiche. La Direzione assegnerà il miglior posto possibile in base alla disponibilità per quella serata. • La Direzione si riserva il diritto di apportare al programma della Stagione i cambiamenti resi necessari (cambio orari, giorni di programmazione e/o spettacolo) per esigenze organizzative, tecniche o di forza maggiore. • Le eventuali variazioni di date, orari e/o programmi saranno comunicate tramite cartelli all’interno del Teatro Massimo, sul sito del Ce.D.A.C., sulla stampa quotidiana locale e per email. • La Direzione assicura, ai sensi della Legge 675/96 la riservatezza dei dati personali dell’abbonamento e il loro esclusivo utilizzo per comunicazioni inerenti l’attività del teatro stesso. •Non è consentito in sala l’utilizzo di macchine fotografiche, apparecchi di registrazione audio e video. •Durante lo spettacolo non è consentito uscire dalla sala. • È vietato introdurre bevande e alimenti in sala. •Per rispetto agli attori e al pubblico durante lo spettacolo i cellulari dovranno essere spenti.
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