La Grande Prosa al Teatro Massimo

La Grande Prosa al Teatro Massimo
stagione 2013/2014
Andrea, abbonato dal 2009
Alessandro, abbonato dal 2013
Benedetta, abbonata dal 1981
Circuito Teatrale Regionale Sardo
organizzato dal Ce.d.a.c. è presente a:
Cagliari TEATRO MASSIMO
Alghero TEATRO CIVICO
Arzachena AUDITORIUM COMUNALE
Carbonia TEATRO CENTRALE
Lanusei TEATRO TONIO DEI
Macomer TEATRO COSTANTINO
Meana Sardo TEATRO SAN BARTOLOMEO
Nuoro TEATRO ELISEO
Olbia CINE TEATRO OLBIA
Oristano TEATRO GARAU
Ozieri TEATRO CIVICO ORIANA FALLACI
Palau CINE TEATRO MONTIGGIA
San Gavino Monreale TEATRO COMUNALE
Sassari NUOVO TEATRO COMUNALE
Sennori AUDITORIUM
Tempio Pausania TEATRO DEL CARMINE
Francesco, abbonato dal 1992
Luca, abbonato dal 2012
Maria Teresa, abbonata dal 1986
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Antonio Cabiddu Presidente
Mario Pinna
Vice Presidente
Lucia Loddo
Consigliere
Gabriella Noè
Consigliere
Annalaura Pau
Consigliere
DIRETTORE DEL CIRCUITO TEATRALE
REGIONALE SARDO
Valeria Ciabattoni
Salvatore Satta
ADDETTO STAMPA
Anna Brotzu
Revisore Unico
COMUNICAZIONE E REDAZIONE
Annalaura Pau
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Lucia Loddo
PROMOZIONE
Francesco Cabiddu
Giudita Melis
FOTO Daniela Zedda
PROGETTO GRAFICO Mauro Luccarini
Valeria, abbonata dal 1981
AMMINISTRAZIONE
Stefania Carrucciu
Alessia Cicala
Giangonario Sanna
Enrico, abbonato dal 2012
Piero, abbonato dal 1982
Non solo uno slogan Questa è la nostra Stagione,
motto e titolo che introduce ai molti cartelloni allestiti dal Cedac per le stagioni di prosa 2013/2014
del Circuito Teatrale Regionale Sardo. E certo non
un pretestuoso o generico omaggio al pubblico che
premia da oltre un trentennio le nostre proposte
teatrali.
In linea con la nuova collocazione che il teatro
contemporaneo da oltre mezzo secolo gli riserva,
il pubblico è nello spettacolo dal vivo non solo destinatario dell’evento artistico, ma coprotagonista,
specchio riflettente dell’azione scenica, cassa di risonanza dell’emozione dell’attore, della sua sensibilità e profondità interpretative. Condizione ottimale infatti per la riuscita di uno spettacolo è l’empatia
tra chi agisce e chi guarda, un rapporto di vicinanza e partecipazione che fa sì che lo spettatore sia
protagonista della narrazione. Secondo il grande
regista inglese Peter Brook, innovatore fondamentale del teatro del Novecento, lo spettatore è una
delle tre corde che l’attore deve mantenere sempre
in equilibrio. E ancor di più, nei suoi incontri-lezione
con critici, artisti e spettatori, nel definire “il teatro
uno specchio della società che non ha bisogno di
cornici dorate”, arrivava a individuare una doppia
responsabilità, nel suo modo di fare teatro: in uno
spazio scenico generalmente vuoto vi è la responsabilità degli attori e del regista che si propongono di
raccontare una storia, quindi la responsabilità di chi
Fernando, abbonato dal 1986
deve perfettamente ricostruire lo spazio della storia
per avvertirne appieno il dolore e lo sgomento, ruolo questo a cui sono chiamati gli spettatori.
Non è stata infatti priva di effetti la rivoluzione che
ha attraversato il teatro nel secolo scorso. L’evoluzione del concetto di spettatore nell’evento dal vivo
è andata di pari passo con il radicale cambiamento
della drammaturgia e del modo di pensare il teatro
e anche lo spazio scenico. Superata soprattutto ideologicamente la rigida separazione tra palcoscenico e platea, il pubblico è stato spesso chiamato, in
modo più o meno appropriato ed originale, a partecipare all’azione scenica.
Nello spettacolo Apocalypsis Cum Figuris di Grotowski, paradigmatico per intendere la sua idea di
teatro povero, attori e spettatori si riuniscono nel
medesimo spazio. Le sue visioni ed esperienze poi
il regista polacco, autentico mito di generazioni di
teatranti, sviluppa nella sua opera fondamentale dal
titolo appunto “Per un teatro povero” (1970), in cui
sostiene con chiarezza: “Eliminando gradualmente
tutto ciò che è superfluo, scopriamo che il teatro
può esistere senza trucco, costumi e scenografie
appositi, senza uno spazio scenico separato (il palcoscenico), senza gli effetti di luce e suono, etc. Non
può esistere senza la relazione con lo spettatore, in
una comunione percettiva, diretta”.
Concezione chiara, in seguito spesso chiamata a
giustificare anche lavori in cui, in una manifesta
Giovanni Maria, abbonato dal 2002
Totta, abbonata dal 1980
volontà di stupire cavalcando il nuovo, il pubblico
veniva coinvolto, o addirittura molestato e maldestramente usato.
Un protagonismo indubbio, quindi, quello dello
spettatore nel teatro contemporaneo, che non poteva non essere colto e segnare uno spartiacque tra
vecchio e nuovo, tra passato e presente.
Ne hanno tratto e giustamente le conseguenze i
molti operatori, che, formatisi in quelle esperienze
rivoluzionarie, hanno da lì individuato più attente
forme di contatto e condivisione culturale, artistica
ed emozionale col pubblico.
Per il Cedac, che da oltre trent’anni costruisce i
cartelloni del Circuito Teatrale Regionale Sardo, il
pubblico è divenuto punto di riferimento ineludibile, non solo destinatario ma partner delle diverse
iniziative, e ricchezza inestimabile.
A Cagliari, con circa 34 mila spettatori, la stagione,
che si svolge nella sala grande del Teatro Massimo, è
un insieme di incontri felici, una successione di serate
in cui gli spettacoli sono occasione di scambio, di confronto, di spirituale e umano arricchimento. E soprattutto a Cagliari, città capoluogo, dove non costante
né adeguata è l’attenzione dei pubblici amministratori, dove soltanto l’impegno e la dedizione degli
operatori Cedac sono valsi a garantire con puntualità
la programmazione degli spettacoli più significativi e
artisticamente riusciti della produzione nazionale, è il
pubblico il vero e più importante finanziatore.
Un pubblico educato e competente, attento ed entusiasta, che riversa conoscenze e curiosità, sensibilità e disponibilità anche su altre iniziative, a tutto
vantaggio della cultura e della civiltà cittadine.
Da una riflessione sulla più che trentennale esperienza Cedac è nata Questa è la nostra Stagione,
iniziativa profondamente sentita come riconoscimento al ruolo e alla vicinanza del pubblico pur in
momenti per molti aspetti difficili. L’iniziativa ha
coinvolto spettatori partecipi da oltre trent’anni
assieme ad altri che trent’anni fa non erano ancora
venuti al mondo.
Sono stati selezionati 24 spettatori, tra uomini e
donne, che, abbandonate le loro attività quotidiane, hanno accettato di essere complici del Cedac.
In un set speciale, la sartoria della Fondazione
Teatro Lirico di Cagliari, che ha gentilmente messo a disposizione anche i suoi costumi di scena, i
nostri testimonials hanno interpretato la loro idea
di Teatro, diventando protagonisti di Questa è la
nostra Stagione attraverso gli scatti di Daniela
Zedda.
Così ci ha confortato vedere che la veterana Totta ad
esempio, abbonata dal 1980, o Valeria, abbonata dal
1981, si siano rese disponibili a prendere per mano,
in un simbolico e festoso girotondo sul palcoscenico, i nuovi spettatori, Luca, Enrico e Alice, abbonati
dal 2012, o i recentissimi e giovanissimi Alessandro,
Marcello, Mariano e Claudio, abbonati dal 2013.
Anna Paola, abbonata dal 1998 Marcello, Mariano, Claudio abbonati dal 2013
Monica, abbonata dal 1999
Stagione 2013/2014
al Teatro Massimo
5 > 9 febbraio 2014
Compagnia Mauri Sturno
UNA PURA FORMALITÀ
versione teatrale e regia Glauco Mauri
(dal film di Giuseppe Tornatore)
20 > 24 novembre 2013
La Pirandelliana
QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA
di George Axelrod
(traduzione Edoardo Erba)
con Massimo Ghini e Elena Santarelli
musiche Renato Zero
regia Alessandro D’Alatri
4 > 8 dicembre 2013
Teatro dell’Elfo
THE HISTORY BOYS
di Alan Bennett
(traduzione Salvatore Cabras e Maggie Rose)
con Elio De Capitani
e con Gabriele Calindri, Riccardo Bocci,
Debora Zuin
regia Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
8 > 12 gennaio 2014
Produzioni Teatrali Paolo Poli
AQUILONI
di Paolo Poli
liberamente tratto da Giovanni Pascoli
con Paolo Poli
e con Fabrizio Casagrande,
Daniele Corsetti, Alberto Gamberini,
Giovanni Siniscalco
regia Paolo Poli
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico,
Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore
26 febbraio > 2 marzo 2014
Zocotoco
LA TORRE D’AVORIO
di Ronald Harwood
(traduzione Masolino d’Amico)
con Luca Zingaretti
e Massimo de Francovich
e con Paolo Briguglia,
e Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti,
Caterina Gramaglia
regia Luca Zingaretti
5 > 9 marzo 2014
Teatro Stabile di Napoli / Teatro Stabile delle Marche
L’AVARO
di Molière
(traduzione Cesare Garboli)
con Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi,
Monica Piseddu, Luciano Saltarelli,
Antonella Romano, Salvatore Caruso,
Sabrina Scuccimarra, Giuseppina Cervizzi,
Rosario Giglio
regia Arturo Cirillo
19 > 23 marzo 2014
Teatro Carcano
LA COSCIENZA DI ZENO
di Tullio Kezich
22 > 26 gennaio 2014
(dal romanzo di Italo Svevo)
SERVO PER DUE
(ONE MAN, TWO GUVNORS)
2 > 6 aprile 2014
Gli Ipocriti e Associazione REP/
la Compagnia di Repertorio
liberamente tratto da
Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni
(traduzione e adattamento Pierfrancesco Favino,
Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder)
con Pierfrancesco Favino
e gli attori del Gruppo Danny Rose
regia Pierfrancesco Favino
e Paolo Sassanelli
con Giuseppe Pambieri
regia Maurizio Scaparro
Associazione Teatrale Pistoiese /
in collaborazione con Valzer Srl
L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE
di Carlo Goldoni
con Valentina Sperlì, Roberto Valerio,
Antonino Iuorio, Nicola Rignanese
e con Massimo Grigò
adattamento e regia Roberto Valerio
Alice, abbonata dal 2012
20 > 24 novembre 2013
mercoledì 20 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 21 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 22 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno C
sabato 23 novembre 2013 – ore 17,00 / Turno P
sabato 23 novembre 2013 – ore 20,30 / Turno D
domenica 24 novembre 2013 – ore 19 / Turno E
9
Fu il film del 1955 con la regia di Billy Wilder e
l’interpretazione di Marilyn Monroe a decretare il successo di Quando la moglie è in vacanza. Del film un’icona nella storia del cinema del
20° secolo divenne la scena in cui l’abito bianco indossato da Marilyn viene sollevato dall’aria proveniente dalla grata di aerazione della
metropolitana. In realtà la scena definitiva e
poi inserita nel film in due sequenze successive, ma mai a figura intera, non è quella girata a
Lexington Avenue, e programmata anche per
altre vie del centro in ora notturna; a causa
delle oltre ventimila persone che si radunarono per vedere l’attrice, facendo inferocire il
marito Joe Di Maggio, e creando i presupposti
per il divorzio di tre mesi dopo, la scena non
riuscì e fu poi rifatta in studio. A rendere popolare la sequenza furono le fotografie scattate
da Matty Zimmerman della Associated Press e
poi utilizzate per il lancio del film.
Associazione culturale La Pirandelliana
QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA
di George Axelrod
traduzione Edoardo Erba
con Massimo Ghini e Elena Santarelli
e con Edoardo Sala, Anna Vinci, Clara Costanzo, Francesca Pisanello,
Chiara Rosignoli, Luca Scapparone, Davide Santoro
musiche originali Renato Zero
scene Aldo Buti
costumi Ornella Campanale
luci Adriano Pisi
musiche arrangiate e realizzate da Danilo Madonia
regia Alessandro D’Alatri
OLTRE LA SCENA venerdì 22 novembre 2013 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Massimo Ghini ed Elena Santarelli raccontano
Quando la moglie è in vacanza
durata: 2 ore
(intervallo compreso)
Il testo di George Axelrod debuttò a Broadway nel 1952 con un notevole successo di
critica e pubblico. Ma la sua vera consacrazione internazionale avvenne nel 1955 attraverso l’adattamento cinematografico di Billy Wilder. È una commedia che nel 2000 è
stata inserita, dall’American Film Institute, al 51° posto tra le cento migliori commedie
americane di tutti i tempi. Praticamente un classico della modernità. Il titolo originale
The seven year itch (Il “prurito” del settimo anno) contiene forse più informazioni della
seppur felice traduzione italiana Quando la moglie è in vacanza. È una commedia sulle
manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa “middle class” che sembra non avere epoche e che viene
messa a confronto con le ambizioni di una ragazza che cerca di ridisegnare una propria
personalità attraverso l’impegno nel mondo patinato della pubblicità, della moda o dello
spettacolo in generale. Fa da detonare la prorompente fisicità della ragazza che come un
uragano entra nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un maschile che più che
subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’apparentemente irraggiungibile opportunità. Considerando che sono passati più di sessant’anni dal suo debutto, il testo mantiene ancora intatta la freschezza di uno sguardo sui comportamenti
e le relazioni tra maschi e femmine. Anche se sorprendente, la drammaturgia, oltre che
divertire, inquieta anche un po’…
4 > 8 dicembre 2013
mercoledì 4 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 5 dicembre 2013 – ore 16,30 / Turno P
giovedì 5 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 6 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno C
sabato 7 dicembre 2013 – ore 20,30 / Turno D
domenica 8 dicembre 2013 – ore 19 / Turno E
11
È il problema della verità alla base di alcune opere di Alan Bennett. Anche di History
Boys, come egli stesso ha affermato: «Quando ho scritto History Boys ho pensato a una
pièce sulla scuola, legata alle mie vicende
dell’inizio degli anni cinquanta. Soltanto alla
fine, quando ho visto il testo rappresentato
sulla scena, mi sono reso conto del suo contenuto più profondo, che in effetti rimanda
al problema della verità. Perché racconta di
un certo modo di insegnare la storia, in cui
più che i convincimenti e la veridicità dei
fatti conta la performance del professore, e
quindi dello studente chiamato a far scena
con la recita degli esami.»
Teatro dell’Elfo
THE HISTORY BOYS
di Alan Bennett
traduzione Salvatore Cabras e Maggie Rose
con Elio De Capitani, Gabriele Calindri, Riccardo Bocci, Debora Zuin
e con Giuseppe Amato, Marco Bonadei, Angelo Di Genio,
Loris Fabiani, Andrea Germani, Vincenzo Zampa,
Alessandro Lussiana, Giacomo Troianiello
luci Nando Frigerio
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
OLTRE LA SCENA venerdì 6 dicembre 2013 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Regista ed interpreti raccontano
The History Boys
durata: 2 ore e 40 minuti
(intervallo compreso)
È una storia di oggi The History Boys, commedia di Alan Bennett del 2004, vincitrice di
tre Olivier Awards e sei Tony Awards, e trasformata in film nel 2006. Ambientata in una
scuola inglese, racconta di un gruppo di adolescenti alle prese con gli esami di ammissione all’Oxbrige, ovvero agli esclusivi college di Oxford e di Cambridge. Tra gli studenti,
molto diversi fra loro ma affiatati, si distinguono il leader della classe, il donnaiolo Dakin,
il fragilissimo Posner e il poco convenzionale Scripps. Accanto a loro ruolo importante
hanno gli insegnanti, quello di inglese Hector e quella di storia Mrs Lintott, che cercano
di stimolare la loro curiosità al di là dei percorsi consueti e preconfezionati, in contrasto
col preside che tiene alla forma, alle tradizioni ed al buon nome della scuola. L’arrivo di
un giovane professore cinico ed ambizioso, incaricato dal preside di rendere più brillante
e spendibile al “supermercato del sapere” lo stile dei ragazzi, serve a mettere in evidenza
pregi e difetti della scuola e più in generale compromessi culturali e ideologici della società contemporanea.
La commedia di Alan Bennett nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani ha
debuttato il 10 dicembre 2010 all’Elfo Puccini di Milano, salutata dai critici come “uno
degli spettacoli più importanti ed emozionanti” firmati dai due registi. Un successo confermato dai tre Premi Ubu vinti nel 2011 e dal Premio le Maschere del teatro nel 2012, che
si vanno ad aggiungere al “palmares” della versione originale.
8 > 12 gennaio 2014
mercoledì 8 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 9 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 10 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 11 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 12 gennaio 2014 – ore 19 / Turno E
13
Giovanni Pascoli, il poeta del microcosmo
poetico familiare, degli affetti traditi, del
“fanciullino”, fu nel periodo universitario un
vero e proprio rivoluzionario. Prima, a causa
di una manifestazione, perse una borsa di
studio di 600 lire, con la quale avrebbe dovuto mantenersi all’Università. Qualche tempo
dopo compose e lesse, durante un raduno
socialista a Bologna, un sonetto inneggiante
all’anarchico lucano Giovanni Passannante,
autore del fallito attentato al re Umberto
I°. Fu addirittura arrestato, e trascorse poco
più di cento giorni in carcere, per aver protestato contro la condanna di alcuni anarchici, che avevano sostenuto Passanante. Le
cronache riportano che in quell’occasione,
sfidando le guardie, esclamasse: «Se questi
sono i malfattori, evviva i malfattori!»
Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale
AQUILONI
due tempi di Paolo Poli, liberamente tratti da Giovanni Pascoli
con Paolo Poli
e con Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti,
Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco
scene Emanuele Luzzati
costumi Santuzza Calì
musiche Jaqueline Perrotin
coreografie Claudia Lawrence
regia Paolo Poli
OLTRE LA SCENA venerdì 10 gennaio 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Paolo Poli racconta
Aquiloni
durata: 2 ore
(intervallo compreso)
Aquiloni: allegoria del comporre poetico, giocattolo antico preindustriale che affettuosamente ci ricorda Giovanni Pascoli. Fino alla metà del Novecento la scuola italiana si
nutrì della sua produzione. La critica letteraria a cominciare da Croce privilegiò le rime
giovanili, fino a Contini che ne elogiò il plurilinguismo, a Pasolini che rilevò la dicotomia psicologica, per arrivare a Baldacci che ne curò la ricca antologia. Da Myricae e dai
Poemetti lo spettacolo intende evocare la magia memoriale e la saldezza linguistica nelle
figure contadine di un’Italia ancora gergale.
I floreali motivi della Bella Epoque accompagneranno gli ascoltatori nel ricordo del volgere del secolo.
Personalissima è nel teatro di Paolo Poli la strada di rivisitazione di testi letterari, montati in scena con siparietti comici da avanspettacolo, che trova un valido sostegno in
divertenti colonne sonore: brani musicali e canzonette d’epoca da lui cantate in falsetto.
Legato alla cultura grande e piccola dell’Italia fine secolo e di quella del Novecento tra le
due guerre, la cultura cioè dei nonni e dei padri - e anche della madre che era maestra –
arricchita da una raffinata educazione letteraria, soprattutto francese, Poli esercita i suoi
bersagli affabilmente ma puntualmente satirici contro la retorica e l’ipocrisia di una società ancora connotata sostanzialmente da mentalità piccolo-borghese; ma lo fa a modo
suo, coniugando alla satira di costume la parodia e il funambolismo, la malinconia e il
guizzo farsesco, il travestitismo e il divertissement cabarettistico. Le generazioni cambiano, ma Poli mantiene i suoi spettatori, affascinati dalla sua grazia; variando appena i
materiali di partenza. Il che non è un limite, ma il segno di un’originalità e unicità di fare
spettacolo abbastanza atipica in Italia.
22 > 26 gennaio 2014
mercoledì 22 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 23 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 24 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 25 gennaio 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 26 gennaio 2014 – ore 19 / Turno E
15
Secondo E. Bean, autore nel 2011 di One
man, two Guvnors, riscrittura del goldoniano Servitore di due padroni del 1745,
«scrivere un adattamento è piacevole e comodo perché qualcuno ha già scritto la fine.
Decidere come far finire una commedia o
un dramma è una tortura per lo scrittore.
Con gli adattamenti si deve solo collocare
la trama del lavoro nel contesto che vuoi. Io
ho scelto Brighton e come epoca il 1963. Il
problema da risolvere fu quello del matrimonio combinato, tipico del ‘700 ma non degli
anni sessanta in Inghilterra. Mi risolsi per un
matrimonio di convenienza, ma per motivi
diversi e più attuali: lo sposo è gay e vuole
nascondere la sua omosessualità sposando
una donna.»
Gli Ipocriti e Associazione REP / la Compagnia di Repertorio
SERVO PER DUE (ONE MAN, TWO GUVNORS)
di Richard Bean (liberamente tratto da Il servitore di due padroni
di Carlo Goldoni); traduzione e adattamento Pierfrancesco Favino,
Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder
con Pierfrancesco Favino
e gli attori del Gruppo Danny Rose: Diego Ribon, Valentina Valsania,
Claudio Castrogiovanni, Bruno Armando, Marina Remi,
Stefano Pesce, Chiara Tomarelli, Gianluca Bazzoli, Thomas Trabacchi,
Pierluigi Cicchetti, Ugo Dighero, Haydée Borelli
Luca Pirozzi, chitarra, voce e banjo
Luca Giacomelli, chitarra e voce
Raffaele Toninelli, contrabbasso e voce Emanuele Pellegrini, batteria, percussioni e voce
Elaborazioni musicali a cura dell’orchestra Musica da Ripostiglio
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli
OLTRE LA SCENA venerdì 24 gennaio 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Pierfrancesco Favino e la Compagnia REP raccontano
Servo per due (One Man, Two Guvnors)
Negli anni Trenta a Rimini, Pippo, il nostro moderno Arlecchino ha appena perso il lavoro
e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare. Essendo ossessionato dal cibo è disperato, comincia a cercare un nuovo mestiere e dopo vari tentativi
accetta di lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni, trovando così il modo di raddoppiare il suo salario e i suoi pasti. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del Nord, ora a Rimini per riscuotere 6.000 lire dopo aver concluso un affare con
Bartolo, padre della sua fidanzata Clarice; l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore.
Essere al servizio di due padroni significherà per Pippo avere anche un doppio carico di
lavoro; dovrà ricordare quali ordini e da chi gli verranno impartiti...
Una riflessione diversa su un classico del teatro, Il servitore di due padroni di Carlo
Goldoni, Servo per due (One Man, Two Guvnors) nell’adattamento del noto commediografo inglese Richard Bean, riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino,
Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, si presenta come una commedia comica, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio
senso e interagiscono con il pubblico. Ciò che ha reso (in Inghilterra) e renderà (in Italia
– dove debutta per la prima volta) lo spettacolo un vero successo è la sua combinazione
di commedia visiva e verbale. La musica sarà parte integrante dello spettacolo e verrà
eseguita dal vivo sul palcoscenico da una piccola orchestra composta da 4 elementi.
Lo spettacolo è realizzato con la partecipazione della Fondazione Teatro della Pergola di Firenze.
Le parole della canzone Tomorrow Looks Good From Here sono state scritte da Richard Bean e Grant Olding.
durata: 2 ore e 40 minuti
(intervallo compreso)
5 > 9 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 6 febbraio 2014 – ore 17 / Turno P
giovedì 6 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 7 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 8 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 9 febbraio 2014 – ore 19 / Turno E
17
Il poeta Rainer Maria Rilke (1875-1926) ha
scritto: «È importante ricordare, ma è ancora più importante dimenticare.» Questa frase potrebbe essere adottata come citazione
iniziale di Una pura formalità, il film di Giuseppe Tornatore del 1994, su cui si basa l’adattamento teatrale di Glauco Mauri. C’è una
canzone che ossessiona Onoff, il protagonista della pièce, una canzone che egli stesso ha
scritto (musicata per il film da Ennio Morricone) che ha titolo “Ricordare”. Ne canta alcune
frasi in alcune sequenze del film, ma solo alla
fine si può ascoltare integralmente. È il ricordo infatti una delle tematiche centrali di tutta
l’opera, ma, contrariamente a quanto si crede
o accade generalmente, qui il ricordo non ha
una valenza positiva. Esso è invece foriero di
dolore e di sofferenza.
Compagnia Mauri Sturno
Quando Una pura formalità di Giuseppe Tornatore uscì nel 1994 fu accolto, per la sua
inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno
dei suoi film più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un “piccolo capolavoro”
(interpreti: Gérard Depardieu, Roman Polansky e un giovanissimo Sergio Rubini).
L’intensità del racconto, il suo ritmo, illuminato da emozionanti colpi di scena, una razionale e al tempo stesso commossa visione della vita, mi hanno spinto, in pieno accordo
con Tornatore, ad una libera versione teatrale. Già il film ha una sua struttura sospesa fra
cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro. E come negli “incontri” fortunati, la storia così magnificamente raccontata nel film, ha fatto germogliare in me emozioni
inaspettate che diventavano sempre più mie.
Un’opera tanto più è valida quanto più dona a un interprete la possibilità di scoprire sfumature umane e poetiche in essa nascoste.
Ho cercato di far rivivere tutta la forza drammatica della sceneggiatura modificandone
quelle parti che si presentavano con dei connotati troppo cinematografici, preservandone al tempo stesso quell’intensità che dall’inizio ci avvolge nel suo misterioso intreccio. Il
racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente epilogo, dove i pezzi lacerati di una vita
si compongono in una serenità inaspettata e commovente: un capovolgimento radicale
di quello che sembrava un giallo....
Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Ma, pur
con la tipica atmosfera di un thriller, Una pura formalità è un viaggio alla scoperta di se
stessi, di quella che è stata la propria vita.
UNA PURA FORMALITÀ
versione teatrale e regia di Glauco Mauri
dal film di Giuseppe Tornatore
con Glauco Mauri e Roberto Sturno
e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico,
Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore
scene Giuliano Spinelli
costumi Irene Monti
musiche Germano Mazzocchetti
OLTRE LA SCENA venerdì 7 febbraio 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Glauco Mauri e Roberto Sturno raccontano
Una pura formalità
durata: 1 ora e 30 minuti
(senza intervallo)
SCHERMI
&
SIPARI
La grande prosa
al Cinema Odissea
La Grande Prosa sbarca al cinema con Schermi e Sipari, un ciclo di visioni in
versione digitale al Cinema Odissea in viale Trieste 84 a Cagliari. Una rosa di titoli in
programmazione, nella stessa settimana in cui sono proposti in scena gli spettacoli al Teatro
Massimo, il lunedì alle ore 17,00 e la domenica mattina alle ore 11,00, nella Sala Kubrick,
per un omaggio alla decima musa firmato Cooperativa Spazio 2001 in collaborazione con
il CeDAC.
La rassegna sottolinea il coté squisitamente cinematografico del cartellone della Grande
Prosa al Teatro Massimo.
Schermi e Sipari propone così una riflessione sui diversi linguaggi, quasi un gioco
di specchi fra cinema e teatro, celebrando il fascino della decima musa e la magia del
palcoscenico, sul filo delle emozioni.
Per l’occasione sarà possibile acquistare un abbonamento pre-pagato al costo di € 15,00
Programma
Lunedì 18 Novembre 2013 (ore 17,00)
e Domenica 24 Novembre 2013 (ore 11,00)
Lunedì 24 Febbraio 2014 (ore 17,00)
e Domenica 2 Marzo 2014 (ore 11,00)
USA, 1955, Commedia, 105’
Regia di Billy Wilder
con Marilyn Monroe, Tom Ewell, Evelyn Keyes,
Oscar Homolka
Austria-Francia-Germania-GB, 2001
Drammatico, 105’
Regia di István Szabó
con Stellan Skarsgård, Harvey Keitel,
Birgit Minichmayr, Moritz Bleibtreu
QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA
Lunedì 2 Dicembre 2013 (ore 17,00)
e Domenica 8 Dicembre 2013 (ore 11,00)
THE HISTORY BOYS
GB, 2006, Drammatico, 104’
Regia di Nicholas Hytner
con Richard Griffiths, Samuel Barnett,
Frances de la Tour, Samuel Anderson,
James Corden, Stephen Campbell Moore,
Andrew Knott, Russell Tovey, Jamie Parker,
Dominic Cooper, Samuel Barnett,
Sacha Dhawan, Penelope Wilton,
Adrian Scarborough, Georgia Taylor
Lunedì 3 Febbraio 2014 (ore 17,00)
e Domenica 9 febbraio 2014 (ore 11,00)
UNA PURA FORMALITÀ
Italia-Francia, 1994, Drammatico, 108’
Regia di Giuseppe Tornatore
con Gérard Depardieu, Roman Polanski,
Sergio Rubini, Tano Cimarosa
LA TORRE D’AVORIO
Lunedì 3 Marzo 2014 (ore17,00)
e Domenica 9 Marzo 2014 (ore 11,00)
L’AVARO
Italia, 1989, Commedia, 117’
Regia di Tonino Cervi
con Alberto Sordi, Miguel Bosé,
Lucia Bosé, Christopher Lee, Anna Kanakis
Lunedì 17 Marzo 2014 (ore 17,00)
e Domenica 23 Marzo 2014 (ore 11,00)
LA COSCIENZA DI ZENO
Italia 1988, Drammatico, 169’
Regia di Sandro Bolchi
con Johnny Dorelli, Ottavia Piccolo,
Eleonora Brigliadori, Andrea Giordana,
Sergio Fantoni, Alain Cuny, Christine Jean,
Orazio Bobbio, Riccardo Canali,
Marina Giulia Cavalli
CINEMA ODISSEA Viale Trieste, 84, 09123 Cagliari
tel. 070 271709 www.cinemaodissea.it
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26 febbraio > 2 marzo 2014
mercoledì 26 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 27 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 28 febbraio 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 1 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 2 marzo 2014 – ore 19 / Turno E
23
La definizione Ivory Tower, o Torre d’avorio, ha
origine nel Cantico dei cantici (Canzone di Salomone del IV secolo a.C.), ma è in seguito, in
inni sacri come in testi letterari, usata come epiteto di Maria, come traduzione dal latino Turris
eburnea.
In epoca moderna la si trova nel 1914, quando
Henry James la pone come titolo del suo ultimo
romanzo rimasto incompiuto.
Siamo infatti in pieno estetismo, corrente artistico-letteraria a cavallo tra Ottocento e Novecento, che, propugnando il principio dell’arte
per il gusto dell’arte, esalta il poeta-artista, che
vuole trasformare la sua vita in opera d’arte.
L’esteta ha paura della vita comune, dei ceti inferiori, della volgarità borghese, di una società
dominata da idoli materiali e si rinchiude nella
sdegnosa solitudine della Torre d’avorio. Ne
sono cantori Swinburne, Wilde, Gautier, Apollinaire, fino a Nietzsche e D’Annunzio.
Zocotoco
LA TORRE D’AVORIO
di Ronald Harwood
traduzione Masolino d’ Amico
con Luca Zingaretti e Massimo de Francovich
e con Paolo Briguglia
e Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia
scene Andrè Benaim
costumi Chiara Ferrantini
luci Pasquale Mari
regia Luca Zingaretti
OLTRE LA SCENA venerdì 28 febbraio 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Luca Zingaretti, Massimo De Francovich e gli altri interpreti
raccontano La torre d’avorio
durata: 2 ora e 15 minuti
(intervallo compreso)
Berlino 1946. È il momento di regolare i conti, e la cosiddetta denazificazione – la caccia ai
sostenitori del caduto regime - è in pieno svolgimento. Gli alleati hanno bisogno di prede
illustri, di casi esemplari che diano risonanza all’iniziativa. Viene così convocato, nel quadro di una indagine sulla sua presunta collaborazione con la dittatura, il più illustre esponente dell’alta cultura tedesca, vale a dire il direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler,
universalmente acclamato accanto a Toscanini come il maggiore della prima metà del secolo. Furtwängler non era stato nazista, e anzi non aveva nascosto di detestare le politiche
del Terzo Reich; era anche riuscito a non prendere mai la tessera del partito. Ma nel buio
periodo dell’esodo di molti illustri intellettuali, che avevano preferito trasferirsi all’estero
piuttosto che continuare a lavorare in condizioni opprimenti, era rimasto in patria, e aveva
svolto la sua attività in condizioni privilegiate. Aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere
accesa la fiaccola dell’arte e della cultura, convinto che questa non abbia connotazione
politica; e aveva sfruttato il suo prestigio per aiutare, all’occorrenza, persone perseguitate
o emarginate. Si era anche scaricato la coscienza barcamenandosi per esibirsi nel minor numero possibile di occasioni ufficiali; pur di non stringere la mano a Hitler, in una occasione
famosa e fotografata, aveva fatto in modo di continuare a impugnare la bacchetta con la
destra. Dai suoi compatrioti, quasi tutti melomani, era sempre stato venerato alla stregua
di una divinità super partes, e anche dopo la fine della guerra nessun tedesco si era sentito
di addebitargli alcunché.
Ma ecco ora che i vincitori vogliono vederci chiaro e, se possibile, far crollare anche questo
superstite mito della superiorità germanica. Consapevoli del fascino che il grande artista
esercita su tante persone, essi affidano l’indagine a un uomo che dà ogni garanzia di esserne immune.
5 > 9 marzo 2014
mercoledì 5 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 6 marzo 2014 – ore 17 / Turno P
giovedì 6 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 7 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 8 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 9 marzo 2014 – ore 19 / Turno E
25
L’Avaro, commedia in prosa del 1668, non piacque molto al suo apparire. Il successo, graduale, continuo, arrivò più tardi, tanto che oggi c’è
chi la considera la migliore tra le commedie di
Molière. L’autore infatti, grande uomo di teatro
prima ancora che grande letterato, vi ha messo
tutti gli ingredienti, i motivi, gli intrecci, le scene
farsesche, che rendono esilarante una pièce comica. I motivi comici del teatro classico in fondo
sono sempre gli stessi: il difetto maniacale del
protagonista, in questo caso l’avarizia, la servitù
brigantesca ed intrigante, gli amori contrastati
dei giovani, la rivalità in amore tra i protagonisti,
i malintesi, l’agnizione finale che risolve come un
deus ex machina l’intrigo generale… Solitamente, su uno, su due di questi motivi, i grandi autori
classici costruiscono le loro commedie: ne L’Avaro Molière li ha messi tutti. Ma questa ridondanza non appesantisce la commedia: come un
perfetto direttore d’orchestra Molière sa dosare
i molti strumenti di cui dispone tanto da rendere
il lavoro esilarante ed equilibrato ad un tempo.
Teatro Stabile di Napoli / Teatro Stabile delle Marche
L’AVARO
di Molière
traduzione di Cesare Garboli
con Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi, Monica Piseddu,
Luciano Saltarelli, Antonella Romano, Salvatore Caruso,
Sabrina Scuccimarra, Giuseppina Cervizzi, Rosario Giglio
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Badar Farok
musiche Francesco De Melis
regia Arturo Cirillo
OLTRE LA SCENA venerdì 7 marzo 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Arturo Cirillo racconta
L’Avaro
durata: 2 ore
(intervallo compreso)
L’avaro è Arpagone, ma gli altri, cosa sono gli altri? Quale spazio è concesso all’alterità
in questa casa corridoio dove tutto è ansiosamente osservato dal suo padre padrone? Tre
sono i figli di Arpagone: Cleante, Elisa e la cassetta, ma solo l’ultima è stata “partorita” da
lui stesso. Gli altri sono i figli di una madre morta, figli nemici vissuti come sottrattori di
giovinezza ed amore, ancor prima che di denari.
Mariana, la ragazza che si fa comprare dal vecchio avaro, per intermediazione della ruffiana Frosina, è forse l’ultimo anelito di vitalità, la battaglia finale per dare scacco matto
al mondo e alle leggi della natura. Pornografia senile in cui “l’eretto” deve essere solo lui,
gli altri li si lascia prigionieri dei loro ruoli, costretti a fare la commedia, mentre lui allude
e depista. Solo i servi, non prendendolo sul serio, potrebbero farlo fuori, e non è casuale
che sia l’anarchico Saetta a rubargli la cassetta, ma essi però sono pur sempre servi. Insomma gli altri senza Arpagone non si sa bene di cosa possano parlare, di cosa occuparsi.
È come l’abitudine, secondo la definizione di Samuel Beckett: il collare che tiene legato
il cane al suo vomito. Tutti lo schifano, ma tutti ne sono legati, quasi al guinzaglio, e alla
fine, quando l’operetta delle agnizioni li scioglie dal legame, loro, finalmente liberi dove
andranno? I vari figli, commissario, ruffiana, futura sposa, cuoco e cocchiere, vecchio
nobile napoletano, domestico travestito, di cosa riempiranno ora le loro giornate senza
più questo sottrattore di vita? Adesso gli toccherà viverla la vita, diventando Arpagoni
loro stessi o magari liberandosi del cappio dell’avere, del possedere, di quello che è oggi
il nostro esistere.
19 > 23 marzo 2014
mercoledì 19 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 20 marzo 2014 – ore 17 / Turno P
giovedì 20 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 21 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 22 marzo 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 23 marzo 2014 – ore 19 /Turno E
27
Stigmatizzata da Giorgio Gaber in maniera
ironica in un sua canzone, la contrapposizione tra destra e sinistra ha interessato
fin dall’unità nazionale ed interessa ancora
diffusamente il mondo culturale italiano.
Un’etichetta di appartenenza che ha talvolta favorito, talaltra danneggiato l’opera e la
carriera dell’artista o del letterato, e che ha
spesso condizionato la critica. Al riguardo
singolare è l’osservazione del critico Geno
Pampaloni su Italo Svevo: «Italo Svevo è l’esempio più alto di falso scrittore di destra.
Svevo pensava di essere un conservatore,
che adattava tutte le sue conoscenze, psicoanalisi compresa, al proprio io egoistico. La
sua intelligenza era però così moderna, così
corrosiva, che alla fine non si può che catalogarlo di sinistra.»
Teatro Carcano di Milano
LA COSCIENZA DI ZENO
di Tullio Kezich (dal romanzo di Italo Svevo)
con Giuseppe Pambieri
e con Nino Bignamini, Giancarlo Condé
e (in ordine alfabetico) Silvia Altrui, Livia Cascarano, Guenda Goria,
Marta Ossoli, Antonia Renzella, Raffaele Sincovich,
Anna Paola Vellaccio, Francesco Wolf
scene Lorenzo Cutùli
costumi Carla Ricotti
musiche Giancarlo Chiaramello
regia Maurizio Scaparro
OLTRE LA SCENA venerdì 21 marzo 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Giuseppe Pambieri racconta
La coscienza di Zeno
durata: 2 ore
(escluso intervallo)
La coscienza di Zeno altro non è che la storia di un piccolo e insignificante uomo dell’inizio
del XX secolo, che incarna l’arte di sopravvivere e lo spirito di adattamento dell’uomo contemporaneo, afflitto dai mille mali della vita moderna. Alla banalità di quest’uomo si sommano importanti avvenimenti come la nascita della psicoanalisi, lo scoppio di una guerra mondiale e la visione dell’olocausto nucleare. Per il nostro teatro questo spettacolo è il tentativo
di proseguire nella rappresentazione dei grandi temi della drammaturgia contemporanea.
Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche crogiolo culturale della Mitteleuropa, tra la fine della Belle Epoque e la Prima Guerra Mondiale si svolge la vicenda di
Zeno Cosini, che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua
vita (la morte del padre, l’amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego
con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido - che muore suicida - la relazione extraconiugale con Carla). Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic
e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte
alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato (“La
vita non è né brutta né bella, ma è originale”) che gli permetterà di capirla meglio e, quindi,
di crescere; uomo nuovo in cerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra
sfuggirgli. Sarà lui a dire il bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l’inutilità di
quella guerra, che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto.
Protagonista nel ruolo di Zeno Cosini è Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del
nostro teatro, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. La
regia, nitida e elegante, è firmata da uno dei maestri del teatro italiano e internazionale,
Maurizio Scaparro.
2 > 6 aprile 2013
mercoledì 2 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno A
giovedì 3 aprile 2014 – ore 17 / Turno P
giovedì 3 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno B
venerdì 4 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno C
sabato 5 aprile 2014 – ore 20,30 / Turno D
domenica 6 aprile 2014 – ore 19 / Turno E
29
Scritto per i festeggiamenti del Carnevale
del 1760, L’impresario delle Smirne di Carlo
Goldoni non tardò a finire sotto gli strali di
Carlo Gozzi, che scriverà pochi anni dopo: “Io
non iscopro nelle sue Putte onorate che delle
lascive fanciulle… nei suoi Impresari delle Smirne che una scuola di immodestia e di lussuria”.
E dire che l’idea di mettere in scena il teatro nel
teatro- in forma di parodia- vantava già illustri
precedenti, a partire dal pamphlet di Benedetto Marcello “Il teatro alla moda”, fino a “L’impresario delle Canarie” di Pietro Metastasio,
e ancora, sempre in musica, opere di Piccinni,
Haydn, Gassmann e più tardi Mozart e Salieri.
Ma la peggiore accusa mossa a Goldoni, come
egli stesso ricorda nei “Memoires”, era l’ambientazione “troppo realistica e pungente”, e
un atteggiamento ideologicamente sconveniente, perché troppo poco rispettoso delle
tradizioni e dell’ordine sociale.
Associazione Teatrale Pistoiese / in collaborazione con Valzer Srl
L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE
di Carlo Goldoni
con Valentina Sperlì, Roberto Valerio,
Antonino Iuorio, Nicola Rignanese
e con Massimo Grigò
e Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel
scene Giorgio Gori
costumi Lucia Mariani
luci Emiliano Pona
adattamento e regia Roberto Valerio
OLTRE LA SCENA venerdì 4 aprile 2014 - ore 17,30
MEM Mediateca del Mediterraneo, Via Mameli 164 Cagliari
Roberto Valerio racconta
L’impresario delle Smirne
durata: 1 ora e 30 minuti
(intervallo compreso)
Composta nel 1759 l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro.
La vicenda ruota attorno ad un gruppo di attori, pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti
che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante
delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare così carichi d’oro
e di celebrità.
Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a
loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha
un grottesco sapore di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a
farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico,
di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga
l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i
cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per
il suo denaro.
L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme
della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela
incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e
libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande
di sconcertante attualità. Che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale
nella società contemporanea? E che ruolo riveste, all’interno di suddetta Arte, l’attore?
In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza
adeguate risorse finanziarie?
NOVEMBRE 2013
APRILE 2014
PER
I BIMBI DAI
4 ANNI IN SU
PER I
RAGAZZI
DA 13 ANNI IN SU
LA GIOIA DELLA SCENA/2
Compagnia teatro Circus Maccus
CIRCUS MACCUS
viaggio alla scoperta delle alchimie
del teatro
scrittura scenica e regia
di Francesco Origo
con Francesco Origo, Barbara Usai,
Enrico Incani
con Virginia Viviano, Paola Turata,
Francesca Canosa, Andrea Roeckel,
Tiziana Moi, Gianluca Tronci,
Silvia Curatti, Alessandra Piga
MEMORIE
testo e regia di Valeria Pilia
con Manuela Sanna e Manuela Ragusa
viaggio – lettura scenica per non
dimenticare
con Marta Proietti Orzella e Carlo Bigolin
musiche e sinth Alessandro Aresu
Il crogiuolo
ALL’OMBRA
DELL’ULTIMO SOLE
dieci giornate in “Decamerone”
di Rita Atzeri
liberamente ispirato al Decamerone
di Giovanni Boccaccio
con Daniela Collu, Alessandra Leo,
Luca Gasole, Vincenzo De Rosa,
Alessia Marroccu
Caponi&Latini Teatro
ONE ON ONE SHAKESPEARE
scritto, diretto ed interpretato
da Nunzio Caponio e Simeone Latini
In italiano ed inglese, un viaggio nelle
opere ed il tempo di William Shakespeare
Actores Alidos
IL BRUTTO ANATROCCOLO
Burambò
SECONDO PINOCCHIO
con Daria Paletti e Raffaele Scarimboli
La luna nel letto
CENERENTOLA - ACROSS
THE UNIVERSE
di Rita Atzeri
drammaturgia Katia Scarimbolo
con Nunzia Antonino,
Annarita De Michele, Luigi Tagliente,
Paolo Gubello
regia, scene e luci
Michelangelo Campanale
[email protected]
Compagnia Çàjka
NORME PER GLI ABBONATI
PREZZI
Abbonamento a 9 spettacoli
Turni A - B (ore 20,30)intero
primo settore
€ 195
secondo settore
€160
loggione
€100
ridotto
€160
€ 115
€ 75 (solo Ersu e carta giovani)
Turni C - D (ore 20,30)
Turno E (ore 19,00)intero
primo settore
€220
secondo settore
€ 185
loggione
€100
ridotto
€ 180
€135
€ 75 (solo Ersu e carta giovani)
Abbonamento a 6 spettacoli in pomeridiana Turno P
interoridotto
€ 95 €68
CARNET a 5 biglietti per spettacoli a scelta SERALI
interoridotto
€100
€ 80
BIGLIETTI
Teatro Massimo di Cagliari
Serali
primo settore
secondo settore
loggione
interoridotto
€ 30
€ 24
€ 25
€ 19
€18 €15
Pomeridiane
€16
€12
biglietti per Quando la moglie è in vacanza:
intero platea primo settore
€ 35
intero platea secondo settore
€ 30
loggione €20
Le riduzioni saranno applicate esclusivamente presentando documento
d’identità e tessere nominali (Carta Senior, Carta Giovani, Libretto
universitario, cedola ERSU).
Lo sconto per gli abbonati CRAL si applica solo al secondo settore e al
loggione. La riduzione CRAL non si applica ai biglietti singoli.
Per informazioni e acquisto rivolgersi alla biglietteria
del Teatro Massimo (ingresso in via De Magistris)
dalle ore 15,00 alle ore 19,30 dal lunedì al venerdì.
tel. 345.4894565 [email protected]
• Lo spettatore deve sempre essere munito del titolo d’ingresso da esibire al personale addetto al controllo.
•L’abbonamento è personale e non cedibile; è rilasciato con diritto di
posto fisso per gli spettacoli e per il turno a cui si riferisce.
•Fatta salva la disponibilità dei posti, il Ce.D.A.C. permette il cambio
Turno agli abbonati che si trovino impossibilitati ad assistere allo spettacolo nella data prevista del loro abbonamento. Per ogni cambio turno
verrà rilasciato un titolo di ingresso del valore di € 5.
• I posti lasciati liberi dagli abbonati che cambiano il loro Turno saranno
rimessi in vendita.
• I tagliandi di abbonamento non utilizzati non saranno rimborsati.
• Gli abbonati che non saranno presenti in sala all’inizio dello spettacolo
perdono il diritto al posto fisso; la Direzione si riserva di farli accomodare
in altri posti disponibili e comunque non sarà consentito l’ingresso in sala
fino alla fine del primo atto.
• In caso di smarrimento dell’abbonamento è necessario presentarsi
presso la biglietteria e compilare l’apposito modulo di autocertificazione
di smarrimento. Non saranno rilasciati duplicati della tessera.
• La Direzione si riserva la facoltà di rimuovere poltrone, anche se assegnate agli abbonati, qualora lo richiedano particolari esigenze tecniche o
artistiche. La Direzione assegnerà il miglior posto possibile in base alla
disponibilità per quella serata.
• La Direzione si riserva il diritto di apportare al programma della Stagione i cambiamenti resi necessari (cambio orari, giorni di programmazione
e/o spettacolo) per esigenze organizzative, tecniche o di forza maggiore.
• Le eventuali variazioni di date, orari e/o programmi saranno comunicate tramite cartelli all’interno del Teatro Massimo, sul sito del Ce.D.A.C.,
sulla stampa quotidiana locale e per email.
• La Direzione assicura, ai sensi della Legge 675/96 la riservatezza dei
dati personali dell’abbonamento e il loro esclusivo utilizzo per comunicazioni inerenti l’attività del teatro stesso.
•Non è consentito in sala l’utilizzo di macchine fotografiche, apparecchi
di registrazione audio e video.
•Durante lo spettacolo non è consentito uscire dalla sala.
• È vietato introdurre bevande e alimenti in sala.
•Per rispetto agli attori e al pubblico durante lo spettacolo i cellulari
dovranno essere spenti.