news sanitarie dal mondo Marilab PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE 2 Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno VIII_n. 2_aprile/giugno 2014_ distribuzione gratuita DIABETE La nuova epidemia? ALLERGIE Rimedi tradizionali e omeopatia MEDICINA ESTETICA Addio rughe e smagliature A TU PER TU CON Francesco Facchinetti “I ricercatori italiani hanno il vero X Factor” Sommario aprile/giugno 2014 Dica 33 - Il personaggio 6 FRANCESCO FACCHINETTI “I ricercatori italiani hanno il vero X Factor: non lasciamoli soli” di Valeria Bilancioni Diagnosi e terapia 29 30 31 Bioenergetica: dai piedi al volto per superare l’ansia anticipatoria Novità sulla cedolare secca in tema di locazioni abitative Evoluzione della specie: un mistero che si compie nel tempo 10 Il diabete: la nuova epidemia Novità salutari 15 Riabilitazione del pavimento pelvico 24 Venti di cambiamento 20 I disturbi dell’articolazione mandibolare 25 Peli superflui, rughe e smagliature: oggi c’è una soluzione! 28 Virgin Active... LIVE HAPPY & BE ACTIVE! Medicina Integrata 12 Omeopatia e allergie stagionali respiratorie 14 Anoressie e bulimie: quanto pesa l’anima Mali e beni di stagione 16 Che fastidio questa allergia! Political screening 32 Nuovo welfare con la riforma dei servizi socio-sanitari 33 Pubblico e privato insieme per dare assistenza sanitaria Marilab per il sociale Bene a sapersi 26 La prevenzione è uno stile di vita 18 Allarme ipertensione e obesità in Italia, a rischio i bambini 34 La Nazionale ad Ostia: successo internazionale a Via Amenduni 22 La depressione post-partum: un male spesso sottovalutato 18 12 Rubriche 17 Filo diretto 27 Infomarilab 31 Anno VIII - numero 02 - aprile/giugno 2014 Direzione - Redazione Marilab s.r.l. Viale Paolo Orlando, 52 [email protected] Direttore responsabile Luca Marino Comitato scientifico Luca Marino, Alessandro Colloca, Andrea Fabbri, Federica Razzi, Domenico Alberti Progetto grafico e impaginazione Silvia Celindano - Todi (PG) [email protected] tel. 075 8870055 Stampa Art&Copy - Roma Marketing e pubblicità c/o Marilab s.r.l. rif. Valentina Ambrosio - tel. 06 56195133 [email protected] Elisa Cellizza [email protected] Sito Web Gaia Gentile - tel. 06 56195110 [email protected] La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore. L’editore è a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Foto: Depositphotos, Fotolia Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 423 del 19.10.2005 Finito di stampare nel mese di aprile 2014 VIVENDI è una rivista trimestrale a carattere medico-scientifico edita da: Marilab s.r.l. VIVENDI viene distribuita gratuitamente. PER CONTATTARE LA REDAZIONE DI VIVENDI, POTETE INVIARE UNA MAIL AGLI INDIRIZZI: [email protected] [email protected] [email protected] www.vivendionline.it 20 Editoriale a cura di Luca Marino “Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera” scriveva Pablo Neruda e finalmente la stagione più mite dell’anno è arrivata. Ad accompagnare i lettori di Vivendi in questo bel periodo è Francesco Facchinetti, cantante, presentatore tv, DJ e imprenditore. Una personalità eclettica che, dopo aver girato il mondo, ci confessa di ritenersi fortunato a vivere in un Paese come l’Italia dove tutti i cittadini hanno diritto all’assistenza sanitaria. Testimonial dell’AIRC, ripone fiducia nei ricercatori italiani ma, fin da bambino, è stato abituato a ricorrere anche alla medicina alternativa. I nostri pazienti e i lettori fedeli sanno che anche noi del Gruppo Marilab abbiamo affiancato alla medicina tradizionale altre discipline, come l’omeopatia di cui parla la Dott.ssa Cuozzo nel suo articolo dedicato alle allergie stagionali respiratorie, per le quali propone un rimedio che risolva il problema alla base. Di allergie tratta anche il pezzo del Dott. Alberti, oculista, attraverso una panoramica delle cause e dei sintomi che caratterizzano i vari tipi di congiuntivite allergica. Ma al di là delle disfunzioni tipiche della stagione primaverile, è importante soffermarsi su una malattia che purtroppo non è limitata ad alcuni periodi dell’anno e che, una volta diagnosticata, è difficile da affrontare poiché subdola e spesso sottovalutata: il diabete. Di questa patologia parlano sia la Dott.ssa Malandrucco, endocrinologa perfezionata in diabetologia, che il Prof. Colloca, patologo clinico, ed entrambi la definiscono un’epidemia per la preoccupante diffusione che sta avendo e la precocità con cui si presenta. I giovani sono protagonisti anche dell’articolo della Dott.ssa Castro che affronta il tema dei disturbi alimentari, a partire dalle più conosciute anoressia e bulimia per arrivare alle forme subcliniche, così definite in quanto non classificate ma ugualmente pericolose. I soggetti maggiormente affetti da questi mali sono di sesso femminile e proprio alle donne sono dedicati gli articoli della Dott.ssa Calabrese, la quale propone efficaci soluzioni per ristabilire il corretto funzionamento dei muscoli del pavimento pelvico dopo il parto, e della Dott.ssa Di Sabatino che affronta, invece, questo delicato periodo nella vita di una donna dal punto di vista di quelle mamme che non riescono inizialmente ad accettare il loro nuovo ruolo di genitore, cadendo in depressione post-partum. Altri tipi di problemi che da sempre vedono le donne, ma non solo, protagoniste sono quelli riguardanti i peli superflui, i segni dell’età e le smagliature: per questo interviene il nostro medico estetico, Dott. Fratto, con tecniche e macchinari assolutamente innovativi e risolutivi…e tutto attraverso offerte molto vantaggiose. Ma le promozioni che vi presentiamo in questo numero di Vivendi riguardano vari ambiti: fisioterapia, analisi cliniche e odontoiatria. Ancora una dimostrazione di come il Gruppo Marilab affronti la crisi economica offrendo aiuti concreti! DICA 33 - IL PERSONAGGIO Cantante, presentatore tv, speaker radiofonico, talent scout, imprenditore: Francesco Facchinetti è il nuovo testimonial di Vivendi VIVENDI 6 “Bisogna sperimentare nuove cure per le malattie; abbiamo i dottori migliori al mondo. Le istituzioni non se ne occupano abbastanza”. S cordatevi di leggere storie di dislessia, occhio pigro, problemi al naso. Tutti argomenti letti e riletti, archeologia giornalistica. Quello che si racconta a Vivendi è un Francesco Facchinetti inedito, cresciuto sano ed energico grazie a un’educazione non convenzionale, oggi padre attento di una bimba di quasi tre anni. Lo incontriamo in una pausa dai suoi mille lavori, trovandolo in forma come non mai. “Sono cresciuto con una mamma vegana, molto attenta alla qualità dei cibi che mangiavo - ci spiega - e con la famiglia di mio padre dalle solide radici bergamasche, quindi con un’attenzione spiccata nei confronti dei prodotti della terra. Il mio motto è diventato: mangia sano e ti ammali meno”. Mai fatto uso di farmaci specifici? Mamma credeva molto nella medicina alternativa e questo alla lunga mi ha avvantaggiato. Oggi mi ammalo pochissimo, se mi dice sfiga una volta l’anno, ma anche quando ho la febbre alta è difficile che prenda la classica tachipirina. Se ho il mal di testa, basta mezza pasticca di Moment per farmi tornare sereno, mentre chi è ormai assuefatto ai farmaci con il tempo è costretto a prenderne di più potenti. di Valeria Bilancioni Non deve essere stato facile approcciarsi alla medicina alternativa se parliamo degli anni Ottanta. Beh, in effetti a scuola mi guardavano come un matto perché mia madre mi dava da prendere delle fiale di erbe che faceva arrivare direttamente dalla Foresta Nera, in Germania. In altri casi usava i Fiori di Bach. Ora però sento i benefici di questo tipo di educazione. Per mantenere il benessere psico-fisico, quindi, cibi sani e..? Attività fisica, chi si ferma è perduto. Questo non significa che dobbiamo essere tutti dei novelli Bruce Lee. Basta fare un “mezzo” sport ed evitare di stare troppo seduti. Quando accade di dover stare fer- DICA 33 - IL PERSONAGGIO “I ricercatori italiani hanno il vero X Factor: non lasciamoli soli” VIVENDI 7 mi, per lavoro, occorre trovare il tempo di un diversivo: una partitella con amici, giocare con i propri figli. Com’è cambiata la percezione della salute da quando è nata tua figlia Mia? Come ti approcci alle malattie dei piccoli? Sono diventato un po’, forse troppo, apprensivo. Se si tratta di me sono un animale, un vichingo bergamasco e non mi preoccupo di niente. Basta invece uno starnuto di mia figlia per mandarmi in paranoia e chiamare duecento dottori. Chiamo tutti quelli che posso e poi faccio la media di quello che dicono. Penso che un pediatra si preoccupi molto di tranquillizzare i genitori ma se non ha il bimbo davanti le sue possono essere solo ipotesi basate sulla casistica. Più ne ascolto e più mi sento tranquillo. All’inizio del 2014 sei tornato a cantare e il singolo Conta spiccava nella colonna sonora del fiction movie Braccialetti Rossi, andato in onda sulla Rai. Quanto ha inciso il tema della serie sulla tua scelta? Quando mi hanno inviato in visione il trailer e ho visto tutti quei bambini in ospedale sono rimasto molto colpito dal modo in cui veniva trattata la malattia, in tutte le sue manifestazioni. In tv si cade spesso nel tranello di fare facile speculazione su certi argomenti, ma in questo caso è stato diverso: tutto viene visto attraverso gli occhi di bambini e ragazzi che hanno la libertà di dire quello che vogliono, di trattare gioia e dolore così come sono, senza filtri. Vedere la mia canzone entrare nella compilation e poi nella sigla mi ha reso molto felice; spero proprio ci possa essere una nuova serie. Sei anche testimonial AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Sì, collaboro ormai da tempo con loro. Ho vissuto l’esperienza del tumore nelle sue diverse fasi, non in prima persona ma attraverso storie di persone a me vicine. So quello che succede e volevo dare qualcosa di me alla causa dell’AIRC. Il nostro è un Paese dove la ricerca incontra molti ostacoli, dove non si fa sperimentazione. Eppure abbiamo dei ricercatori con l’X Factor vero che meriterebbero maggiore attenzione. Per fortuna c’è l’AIRC che da questo punto di vista colma una mancanza delle istituzioni. DICA 33 - IL PERSONAGGIO VIVENDI 8 Preferisci la sanità pubblica o quella privata? Ci tengo a dire che, al di là delle comodità che si possono avere nelle strutture private, la nostra sanità pubblica funziona e dovremmo essere orgogliosi dei dottori italiani, tra i più bravi in assoluto. Io ho girato il mondo e posso dirlo. Basta vedere l’America: se non hai l’assicurazione non ti puoi curare. Il Presidente Obama ha provato a fare la riforma della sanità e si è visto quello che è venuto fuori. In Inghilterra, invece, è tutta una questione statistica. Si cura solo se si possono avere risultati soddisfacenti, altrimenti si soprassiede. Siamo veramente fortunati ad abitare in Italia. Non smetti mai di spendere parole molto dure nei confronti delle droghe. Qual è la tua opinione da condividere con i lettori di Vivendi? Sono tutto tranne che un moralista, ma il discorso è molto semplice. Se uno si droga, rovina la sua salute per tutta la vita, quindi è da stupidi assumere sostanze stupefacenti. Anche in questo caso è stata mia madre, quando ero adolescente, a farmi capire i rischi delle droghe. Prima mi ha fatto leggere come le sostanze fossero state utilizzate per sedare le masse e distruggere movimenti giovanili che avrebbero avuto tanto da dire. Poi, lei che lavorava nella comunità di Fratel Ettore, grande persona per cui è iniziato il processo di beatificazione, quando avevo 14 anni mi ha portato in ufficio e mi ha lasciato da solo con un ragazzo della mia età. Lui prima ha scambiato la cresta dei miei capelli per un pipistrello e poi ha iniziato a dare capocciate al muro perché sentiva un suono in testa. Mia madre mi ha spiegato che quel ragazzo si era drogato una volta sola, aveva preso un acido e sarebbe rimasto così per sempre. Non credo che occorra aggiungere altro per dire un NO convinto a qualsiasi sostanza stupefacente. Abbigliamento Emporio Armani, Giorgio Armani, Neil Barret. Scarpe Adidas. Hair Stylist Orea Malià. Multitasking? Di più. Ancora non esiste un aggettivo in grado di definire Francesco Facchinetti, lui che dell’essere un figlio d’arte ha fatto un punto di forza, emancipandosi molto presto dall’immagine del padre per intraprendere una carriera costellata di successi, ricca di progetti e in continua evoluzione. Undici anni fa la sua prima canzone: lui è DJ Francesco, a lanciarlo è Claudio Cecchetto e “La canzone del capitano”, doppio disco di diamante, vende più di un milione di copie. Dalla musica alla tv il passo è breve. Dopo aver partecipato al reality “L’isola dei famosi” ne diventa l’inviato in Honduras, conducendo altre trasmissioni e vincendo, nel 2008, l’Oscar Tv come rivelazione dell’anno, premio che vince anche con il programma “X Factor”, di cui conduce tutte le edizioni Rai. In parallelo corre la carriera radiofonica: per quattro anni di fila, su RTL 102.5, insieme a Nicoletta De Ponti, conduce il programma “Password”, in onda dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 19. “Password” è stato il programma radiofonico più ascoltato d’Italia in quella fascia oraria. Impresa che Francesco ripete oggi su Radio Kiss Kiss, dove con Pippo Pelo è protagonista de “I Corrieri della Sera”, Miglior Programma Radiofonico 2011/2012 e 2012/2013, vincitore dei Radio Music Awards di Zurigo. E cosa dire del percorso da imprenditore della rete, produttore e talent scout? Presidente della Goonies Spa e fondatore della NewCo Management, Francesco continua a scoprire talenti web nativi come ha già fatto lanciando Frank Matano - con cui ha prodotto due film in uscita nel 2014 e 2015 - Chiara Biasi e Mariano Di Vaio. Da non dimenticare, poi, la sua passione per la musica elettronica che ha generato il gruppo “We Are PresidentS”. Se poi gli chiedi qual è l’amore della sua vita, la risposta di Francesco, da tre anni a questa parte, è una sola: sua figlia Mia che l’ha reso papà per la prima volta. DICA 33 - IL PERSONAGGIO UNO, DIECI, CENTOMILA FRANCESCO glossario VIVENDI 9 DISLESSIA: è un disturbo classificato tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. AMBLIOPIA (occhio pigro): in oftalmologia, è un’alterazione della visione dello spazio che viene a manifestarsi inizialmente durante i primi anni di vita. Il termine deriva dal greco e, più esattamente, da “ops” (che significa visione) e “amblyos” (che significa ottusa, pigra). AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro): ente privato senza fini di lucro, è stato fondato nel 1965 grazie all’iniziativa di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui il Professor Umberto Veronesi e il Professor Giuseppe della Porta, avvalendosi del prezioso sostegno di noti imprenditori milanesi. Dall’anno della sua fondazione l’AIRC si è sempre impegnata a promuovere la ricerca oncologica nel nostro Paese e si è progressivamente ampliata, fino a contare oggi 17 Comitati Regionali e 1.462.179 soci: tante persone che con la loro generosità sostengono l’Associazione, consentendole di esistere e di andare avanti. L’attività dell’AIRC consiste nel raccogliere ed erogare fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e nel diffondere al pubblico una corretta informazione in materia. glossario DIAGNOSI E TERAPIA VIVENDI 10 Il diabete: la nuova epidemia Una malattia subdola ma causa di gravissimi problemi I n Italia il tasso di prevalenza della malattia diabetica nella popolazione generale è del 5,8%. Oggi, nel nostro Paese, quasi 3 milioni di persone soffrono di diabete mellito (di cui oltre il 90% di diabete tipo 2) ai quali va aggiunta una quota stimabile di circa 1,5 milioni di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono ancora a conoscenza. Nella società moderna, in cui il progresso scientifico è orientato a ridurre l’incidenza di malattie e a promuovere il concetto di salute, negli ultimi decenni, eccellenti risultati sono stati raggiunti nel contenere la diffusione delle malattie infettive e nel migliorare la prognosi di molte altre patologie. Tuttavia, purtroppo, in merito alla patologia diabetica si è assistito ad un trend opposto: la prevalenza del diabete di tipo 2 sta aumentando rapidamente in tutto il mondo, in parallelo con l’attuale epidemia di obesità e, mentre negli anni la mortalità per tumori e malattie cardiovascolari ha subito una notevole diminuzione, quella per diabete è andata in controtendenza aumentando ogni anno dell’1,1% fra gli uomini e dell’1,3% fra le donne. La crescente incidenza del diabete e dell’obesità è globalmente riconosciuta come una delle più serie minacce per la Oggi, nel nostro Paese, quasi 3 milioni di persone soffrono di diabete mellito ai quali va aggiunta una quota stimabile di circa 1,5 milioni di persone che, pur avendo la malattia, non ne sono ancora a conoscenza Dott.ssa Ilaria Malandrucco Medico Chirurgo - Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio Perfezionata in Diabetologia salute pubblica, per questo è importante focalizzare l’attenzione sulle giuste modalità di prevenzione e cura di questa malattia. Nell’uomo il mantenimento dei normali livelli di glucosio nel sangue è la risultante di due condizioni che in fisiologia sono strettamente interconnesse: la necessità da parte del pancreas di produrre un’adeguata quantità di insulina in risposta all’assunzione di carboidrati e la capacità da parte dei tessuti periferici di essere sufficientemente sensibili all’azione dell’insulina nell’utilizzare il glucosio presente nel sangue. Nel diabete tipo 2 questo delicato equilibrio è alterato dalla presenza dell’insulino-resistenza che impedisce all’ormone di svolgere correttamente la sua funzione a livello dei tessuti periferici. Il pancreas, che dapprima reagisce aumentando la produzione d’insulina, andando avanti con il tempo non è più in grado di produrre una quantità di ormone sufficiente a contrastare l’insulinoresistenza, con la conseguenza che i livelli di glicemia aumentano. La crescente incidenza del diabete e dell’obesità è globalmente riconosciuta come una delle più serie minacce per la salute pubblica DIAGNOSI E TERAPIA tori di rischio: sovrappeso, sindrome metabolica, obesità, sedentarietà, familiarità per diabete, storia di diabete gestazionale e presenza di ovaio policistico. Quando un soggetto scopre di essere affetto da diabete, ha la sensazione di aver collezionato una delle tante malattie croniche che segnano il passaggio dall’età della giovinezza all’età adulta, credendo di dover subire inerme gli scherzi di una glicemia. La sfida è insegnare al paziente a diventare protagonista della sua nuova condizione, che non significa correre dietro, ogni giorno, alla glicemia ballerina, ma vuol dire riprogrammare la propria quotidianità investendo in uno stile di vita sano perché…correre più veloci del diabete si può! 11 VIVENDI Il diabete è una patologia progressiva e la storia naturale della malattia vede lo sviluppo, nel corso degli anni, di complicanze responsabili dell’elevata mortalità del paziente diabetico. Le complicanze croniche sono più frequentemente a carico dei reni, degli occhi, del sistema nervoso e delle piccole e grandi arterie. Il diabete, infatti, costituisce una delle principali cause di cecità, insufficienza renale e amputazione degli arti inferiori. Il mantenimento del compenso metabolico ottimale può contribuire a prevenire lo sviluppo delle complicanze o a ridurne la gravità, modificando la prognosi della malattia. Armi vincenti sono la prevenzione della malattia diabetica, la diagnosi tempestiva e il corretto trattamento della malattia: quest’ultimo ha come fine la prevenzione e il rallentamento della progressione delle complicanze. È importante ricercare il diabete nei soggetti che presentano uno dei seguenti fat- MEDICINA INTEGRATA VIVENDI 12 Omeopatia e allergie stagionali respiratorie Affrontare il problema alla base correggendo lo squilibrio presente nell’organismo L‘ allergia è una patologia ad eziologia multifattoriale, caratterizzata da iperreattività immunitaria specifica verso sostanze eterologhe (allergeni), generalmente innocue per i soggetti normali. Il 20% della popolazione soffre di allergia: la rinite allergica è in costante crescita (10-30% della popolazione) così come l’asma allergico che interessa oggi il 10% della popolazione. Le principali allergie respiratorie si possono suddividere in: • Rinite allergica - a sua volta si distingue in stagionale e non stagionale. La prima, detta anche pollinosi, è causata frequentemente dai pollini di graminacee, presenti nell’aria in grande quantità da metà aprile a metà giugno. Attualmente, però, non è più limitata al periodo primaverile, ma può abbracciare un arco di tempo molto più esteso per il diffondersi di allergie a tipi di pollini diversi e alle muffe. I sintomi sono tanto più intensi quanto maggiore è la concentrazione di polline nell’aria. La rinite allergica non stagionale è chiamata anche rinite perenne in quanto i sintomi sono presenti durante tutto l’anno. I disturbi sono più lievi di quelli della pollinosi, ma possono peggiorare in seguito ad esposizione a massicce quantità di allergeni. Solitamente è dovuta alla sensibilizzazione allergica nei confronti degli acari della polvere e degli allergeni da animali domestici, anche se si può osservare un aggravamento nel periodo della pollinazione. Dott.ssa Stefania Cuozzo Reumatologa, specialista in Omeopatia, Medicina Tradizionale Cinese e Agopuntura • Congiuntivite allergica - si manifesta con arrossamento degli occhi, prurito, lacrimazione e intolleranza alla luce (fotofobia). Quando alla base vi è un’allergia vera e propria, con produzione di IgE, questi sintomi non sono quasi mai isolati ma interessano anche la mucosa nasale (oculorinite). Anche in questo caso si può distinguere una forma da esposizione ai pollini e una forma perenne. • Asma allergico - è la più grave delle allergie respiratorie. La muscolatura dei bronchi di tutti i pazienti asmatici presenta una sensibilità esagerata nei confronti degli stimoli esterni (iperreattività bronchiale). In questi pazienti il contatto con determinati allergeni (asma allergico) o la presenza di alcuni fattori scatenanti, induce la comparsa dei sintomi tipici della malattia, primo fra tutti il broncospasmo, ovvero una contrazione involontaria della muscolatura bronchiale che ostacola il passaggio dell’aria e rende difficoltosa la respirazione (dispnea). Il paziente può avvertire un senso di soffocamento associato ad una sensazione di oppressione toracica e un respiro sibilante. A volte l’unica manifestazione di un attacco d’asma è una tosse stizzosa e persistente. Le crisi durano da pochi minuti a qualche ora e possono risolversi da sole, ma frequentemente è necessario ricorrere ai farmaci. La medicina tradizionale offre eccellenti strumenti terapeutici da cui, soprattutto nelle forme acute e iperacute, non si può prescindere. In particolare gli antistaminici e i cortisonici. Si tratta, tuttavia, di terapie fondamentalmente sintomatiche che non risolvono alla base il problema. Un passo avanti in questo senso è stato fatto con l’utilizzo dei cosiddetti “vaccini antiallergici” in grado di aumentare la tolleranza del soggetto nei confronti di determinati allergeni. Come si sa, l’omeopatia cura il malato e non solo la malattia, cerca cioè di correggere quel difetto, in parte costituzionale e in parte determinato dall’ambiente, che ha portato il Sistema Immunitario del soggetto allergico ad essere sbilanciato e quindi a rispondere in maniera anomala nei confronti di sostanze normalmente innocue. Secondo l’omeopatia i sintomi rappresentano lo sforzo del nostro corpo di correggere uno squilibrio presente nell’organismo. Il fenomeno allergico rappresenta un processo di disintossicazione dell’organismo eccessivamente congestionato. Per ripristinare lo stato di equilibrio occorre favorire l’eliminazione delle tossine e rimuovere rapidamente le sostanze allergizzanti. Il trattamento omeopatico è molto efficace e si svolge su vari livelli d’azione. Si utilizzano, infatti, sostanze in grado di stimolare le cellule affinchè queste allontanino le tossine presenti al loro interno verso il liquido extra-cellulare; a queste si associa sempre una disintossicazione dell’organismo per prevenire una re-intossicazione. Inoltre, esistono prodotti che contengono sostanze allergeniche opportunamente diluite e dinamizzate che svolgono una vera e propria azione di desensibilizzazione antigenica e di riduzione della stimolazione iperergica. È sempre buona regola, comunque, rivolgersi al proprio medico per un’attenta valutazione clinico-diagnostica prima dell’utilizzo del medicinale omeopatico più indicato, ma la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante anche nel campo degli integratori alimentari e delle loro applicazioni in campo allergologico. Inoltre, deve esserci sempre un’attenta valutazione da parte del medico che deve discriminare se intervenire con il farmaco tradizionale o con quello omeopatico o integrare i due trattamenti per raggiungere un ottimo equilibrio terapeutico. Dott.ssa Francesca Castro Psicologia e Psicoterapia • Cura dei disturbi del comportamento alimentare, d’ansia e dell’umore • Psicoterapia sistemico-relazionale • Esperta in psicologia giuridica Dott.ssa Manuela Coscia Idrocolonterapia e Shiatsu • Idrocolonterapia • Trattamento Ohashiatsu • Linfodrenaggio energetico • Terapia cranio-sacrale biodinamica Dott.ssa Stefania Cuozzo Omeopatia, Medicina Tradizionale Cinese e Agopuntura • Visita omeopatica e di Medicina Tradizionale Cinese • Agopuntura • Moxibustione • Auricoloterapia • Coppettazione • Scalpopuntura e Addominopuntura • Mesoterapia omeopatica estetica ed antalgica Dott.ssa Federica Razzi Nutrizione e Nutriceutica • Dietoterapia clinica • Misurazione del Metabolismo Basale (Calorimetria Indiretta) • Terapia cognitivo-comportamentale e problemi del peso • Nutriceutica per un sano invecchiamento (Anti-Aging e Wellness) • Floriterapia (Fiori di Bach e Californiani) • Anamnesi corporea (DEXA, Calorimetria Indiretta, Antropometria) e valutazione parametri bio-umorali • Intolleranze Alimentari e Reintegrazioni 13 VIVENDI Dott. Ezio Agnifili Fisioterapia ed Osteopatia • Diagnosi e trattamenti (tecniche) manuali, funzionali, strutturali, cranio-sacrali, viscerali • Medicina dello Sport • Riabilitazione MEDICINA INTEGRATA LA NOSTRA ÉQUIPE DI MEDICINA INTEGRATA MEDICINA INTEGRATA VIVENDI 14 Anoressie e bulimie: quanto pesa l’anima Disturbi alimentari che si presentano sempre più spesso e più precocemente A noressie e bulimie sono indicatori sempre più diffusi del disagio culturale della nostra epoca e del soggetto, spesso (ma non sempre) femminile, rispetto al proprio corpo. Questa condizione negativa si radica nell’anima di chi non riesce a stare al mondo se non attraverso una soluzione, quella del disturbo alimentare, che mette a rischio la sua stessa vita e ha un esordio sempre più precoce, spesso anche prima dell’adolescenza. Sono due le categorie diagnostiche principali che esprimono questo disagio nel rapporto con se stessi e con il proprio corpo: anoressie e bulimie. Si parla di queste patologie al plurale poiché ve ne sono tante quante sono le persone sofferenti, ciascuna a proprio modo, di questo male di vivere, di vedersi e di essere. Le prime sono caratterizzate da un’ossessiva ricerca della magrezza, una continua preoccupazione per il proprio peso, una percezione alterata del proprio corpo e una dieta estremamente ipocalorica. Le bulimie, invece, determinano anch’esse il disagio rispetto all’immagine corporea e al proprio peso, ma con un’alimentazione caratterizzata da grandi abbuffate, senso di perdita di controllo di ciò che si sta ingerendo e, talvolta, comportamenti di eliminazione di quanto ingerito, come vomito autoindotto o abuso di lassativi. Chi soffre di disturbi alimentari può provare una forte vergogna, disgusto di sé, depressione o profonda colpa per la sua condizione, cercando dunque di nasconderla. Tali disturbi possono associarsi ad un deperimento oppure ad un aumento progressivo di peso che talvolta arriva all’obesità. Oltre a queste due categorie, vi sono tutte quelle forme sintomatiche che non ricadono nelle classificazioni diagnostiche, ma che non per questo sono indicatori di minore sofferenza, ancorchè definite come forme “subcliniche”. Recenti studi hanno riscontrato che circa il 6% delle giovani donne, in età compresa tra i 12 e i 25 anni, soffre di un qualche disturbo del comportamento alimentare (anoressie 0,3-0,5%, bulimie 1%, forme subcliniche 3-4%). Tale percentuale sale al 10% se si includono anche i disturbi atipici, meno evidenti, in cui vi sono solo alcuni dei sintomi descritti. I disturbi alimentari costituiscono un linguaggio che vuole esprimere il disagio e, in quanto tale, va ascoltato e accolto. Sono anche un male che mette a rischio la sopravvivenza di chi ne soffre e sicuramente la possibilità di un’esistenza vissuta autenticamente. Un percorso clinico di ascolto e cura è possibile e permette di elaborare questi stati dell’anima, alla ricerca di alternative all’unica, rigida regola che la patologia impone. Dott.ssa Francesca Castro Psicanalista - Psicoterapeuta Dott.ssa Stefania Calabrese Ostetrica D urante la gravidanza, la donna subisce vari cambiamenti del proprio corpo tra cui una maggiore frequenza della minzione, a seguito dell’irritazione della vescica causata dall’aumento della dimensione dell’utero e dalla compressione da parte della testa del feto. Inoltre, la donna assume una posizione viziata della schiena e l’aumento del peso porta a un sovraccarico sul pavimento pelvico. In fase di travaglio e al momento del parto, si verificano una pressione sulla vescica e un progressivo sfiancamento dei muscoli perineali dati dal passaggio della testa del feto. Tutti questi eventi fisiologici portano ad un indebolimento del pavimento pelvico, ancor più se durante il travaglio e il parto vengono effettuate manovre esterne come l’applicazione della ventosa (utilizzata per agevolare l’espulsione della testa del feto) o le compressioni sull’addome della donna mentre ha le contrazioni per aumentarne l’efficacia. Questi eventi cau- sano un indebolimento o addirittura un danneggiamento delle strutture muscolo-fasciali; infatti, nel 24-30% delle donne in fase post-partum si verifica un’incontinenza urinaria transitoria e nel 10% un’incontinenza persistente, ma sono presenti anche altri tipi di disturbi come dolore della cicatrice dell’episiotomia o sofferenza durante i rapporti sessuali. È importante, quindi, conoscere e avere cura del pavimento pelvico poiché tali disfunzioni, anche transitorie, costituiscono un campanello d’allarme per patologie future, più gravi, che possono portare alla necessità di un intervento chirurgico. Per migliorare la condizione fisica ed emotiva in cui la donna si trova a causa di questi problemi, o prevenirli, si può scegliere di sottoporsi alla rieducazione del pavimento pelvico che mira a insegnare a riconoscere la muscolatura in questione con l’utilizzo di tre importanti teniche: • kinesiterapia – semplici esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli perineali per aumentarne la conoscenza e il rafforzamento; • biofeedback – consiste nell’utilizzo di un’apparecchiatura in grado si registrare le contrazioni e trasformarle in un segnale visivo. La paziente può così vedere con i suoi occhi la propria attività muscolare; • stimolazione elettrica funzionale – vengono stimolate le fibre muscolari per mezzo della corrente elettrica in maniera assolutamente indolore. È indicata in caso di pazienti che non riescono a contrarre volontariamente i muscoli in modo adeguato. Per tutte le donne nel periodo post-partum (dopo almeno sei settimane dal parto) è consigliabile sottoporsi ad un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico che mira a trattare il dolore pelvico, rafforzare e donare tonicità ai muscoli per una ripresa migliore della normale vita quotidiana. Presso il Marilab Center di Ostia (Viale A. Zambrini) è attivo il Centro per la diagnosi e cura delle patologie del pavimento pelvico. Per maggiori informazioni e per prenotare una visita con i nostri specialisti contattare il numero 06 561951. 15 VIVENDI Riabilitazione del pavimento pelvico DIAGNOSI E TERAPIA Rafforzare i muscoli perineali per riprendersi al meglio dopo il parto MALI E BENI DI STAGIONE Che fastidio questa allergia! Congiuntiviti allergiche: cause e sintomi VIVENDI 16 C he cos’è la congiuntivite allergica? Si tratta di un processo infiammatorio a carico della congiuntiva indotto da un qualsiasi allergene, sia questo una sostanza chimica (es. soluzioni delle lenti a contatto) o naturale (es. pollini). Probabilmente, la congiuntivite allergica è la più comune reazione d’ipersensibilità di tipo I (allergie IgE mediate) che interessa circa il 20% delle allergie totali. Malgrado non sia stato ancora identificato un farmaco veramente efficace per curarla, la congiuntivite allergica si può prevenire adottando specifiche misure precauzionali di carattere igienico-comportamentale. Per ridurne i sintomi caratteristici, quali prurito, arrossamento oculare, intolleranza alla luce e gonfiore palpebrale, i farmaci antistaminici e corticosteroidei (colliri, pomate oftalmiche e compresse) sono indubbiamente i più indicati. Trattandosi di una forma allergica, anche questo tipo di congiuntivite rappresenta una risposta immunitaria, anomala ed esagerata, dell’organismo al contatto con un allergene. I sintomi prodotti dalla congiuntivite allergica esordiscono dopo “l’erroneo riconoscimento” di pollini, polveri o altri elementi da parte del Sistema Immunitario che li identifica come sostanze potenzialmente pericolose per l’organismo. Il prurito intenso, la lacrimazione abbondante e l’effettivo edema palpebrale sono dovuti al rilascio di istamina ed altre sostanze vasoattive prodotte dai mastociti localizzati a livello congiuntivale. Nel loro insieme queste molecole stimolano la dilatazione dei vasi sanguigni ed irritano le terminazioni nervose: viene così favorita una sovrapproduzione di secreto lacrimale. Esistono numerosi tipi di congiuntivite allergica distinti o in base alla modalità d’esordio e ai sintomi caratteristici, per cui si parla di congiuntivite acuta e cronica, o a seconda della causa scatenante, per cui si hanno le congiuntiviti allergica stagionale, perenne, atopica, giganto-papillare e da contatto. Esaminiamo un po’ più nel dettaglio i tipi di congiuntivite appena menzionati. • Forma acuta: si tratta di una forma orticarioide che provoca sintomi come orticaria e prurito intenso e feroce e si distingue per un evidente gonfiore delle palpebre. Normalmente i sintomi regrediscono in un tempo relativamente breve. • Forma cronica: i sintomi sono meno ir- Dott. Domenico Alberti Oculista ruenti ma tendono a persistere per lunghi periodi. A livello congiuntivale il paziente accusa prurito diffuso, fotofobia, arrossamento ed irritazione locale. Quando si riesce ad isolare l’allergene, è indispensabile evitarne quanto più possibile il contatto; se ciò non fosse possibile, per ridurre i sintomi, è consigliabile l’utilizzo di colliri antistaminici. • Congiuntivite allergica stagionale: sempre associata alla febbre da fieno, questo tipo di congiuntivite trova la spiegazione più plausibile nell’allergia al polline. Si caratterizza per episodi transitori di iperemia (arrossamento oculare), lacrimazione abbondante ed edema palpebrale. La cornea non è interessata. • Congiuntivite allergica perenne: i sintomi caratteristici si manifestano durante l’intero arco dell’anno in risposta a differenti tipi di allergeni quali, in particolare, acari della polvere, epitelio di animali domestici (la cosiddetta allergia ai peli di cane o di gatto), muffe, ecc.. • Congiuntivite allergica atopica: anche se relativamente rara, è tipica dei giovani adulti di sesso maschile. Il disturbo coinvolge le palpebre che appaiono screpolate, ispessite e ricoperte da piccole crosticine. In genere, l’allergia non si limita all’occhio: anche le pieghe laterali del collo e la ca- La congiuntivite rappresenta circa il 20% delle allergie totali e si può prevenire adottando specifiche misure precauzionali di carattere igienico-comportamentale Cari lettori, nel numero di Vivendi pubblicato a luglio dello scorso anno vi ho lasciato con una speranza: riuscire ad ottenere l’autorizzazione per l’apertura del Presidio di Day Surgery. Purtroppo, la Regione continua ad osteggiare la nostra iniziativa nonostante il palesato impegno ad erogare un servizio in regime privatistico che non andrebbe, dunque, ad intaccare la spesa pubblica. Tuttavia, nonostante questo momento di empasse dal quale speriamo di uscire al più presto, vi informo con grandissimo piacere che un traguardo è stato raggiunto: dopo lunghe e complesse trafile burocratiche, la stessa Regione, con Determinazione Dirigenziale n. G02663 del 05/03/2014, ha autorizzato l’apertura del Presidio Sanitario Medilab, collocato nei pressi del Marilab Center di Ostia, per l’erogazione di prestazioni ambulatoriali di chirurgia estetica e di odontoiatria. Un servizio, quest’ultimo, già ben avviato e apprezzato dalla clientela del nostro Centro di Via Caffaro, in zona Garbatella, all’altezza degli standard qualitativi a cui in questi anni vi abbiamo abituati. Finalmente, quindi, anche il territorio di Ostia e le zone limitrofe potranno usufruire di questi servizi. Un’attenzione particolare merita il nuovo reparto di medicina estetica e chirurgia plastica, attraverso il quale puntiamo ad offrire un servizio completo, a 360°, che spazi dalla consulenza all’intervento vero e proprio, con l’assistenza di uno staff medico altamente qualificato e di macchinari di ultima generazione. Vogliamo dire basta all’incompetenza e ai rischi in cui si incorre affidandosi a persone poco qualificate: il Gruppo Marilab lavora costantemente per mantenere il suo status di eccellenza e siamo convinti che ampliare l’offerta dei servizi ci permetterà di fidelizzare ulteriormente il cliente e di diventare, sul territorio di Ostia e non solo, un riferimento importante e unico nel suo genere. Continuate ad accordarci la vostra fiducia: stiamo lavorando per voi! Daniele Marino Per contattare Daniele Marino si prega di inviare una e-mail a [email protected] o un fax allo 06 56195182 FILO DIRETTO Chirurgia estetica e odontoiatria: un traguardo che vogliamo condividere con voi. 17 VIVENDI vità antecubitale (piccola fossa presente nell’articolazione del gomito) possono esserne coinvolte. • Congiuntivite allergica giganto-papillare: si tratta di un’allergia congiuntivale tipica dei portatori di lenti a contatto o protesi oculari. Anche i pazienti asmatici affetti da febbre da fieno o con una certa sensibilità ad allergeni di origine animale presentano un rischio piuttosto elevato di sviluppare congiuntivite giganto-papillare. I sintomi caratteristici d’esordio sono: irritazione, fotofobia, prurito, secrezioni mucose purulente ed intolleranza alle lenti a contatto. • Dermato-congiuntivite allergica da contatto: è essenzialmente causata da una reazione di ipersensibilità ad alcuni colliri o verso certe sostanze contenute in un cosmetico. In genere, questa forma di congiuntivite fatica a migliorare anche con i normali antistaminici. Per scongiurare le recidive, è indispensabile evitare ogni possibile contatto con l’allergene. I segni caratteristici delle congiuntiviti allergiche sono il gonfiore palpebrale, l’iperemia congiuntivale (occhi rossi), la lacrimazione abbondante e la presenza di follicoli. Per quanto riguarda i sintomi, invece, possiamo menzionare: bruciore, orticaria, prurito oculare/perioculare, sensazione di avere granelli di sabbia nell’occhio e starnuti (tipico sintomo della congiuntivite allergica primaverile). Per la terapia è sempre sconsigliabile il “fai da te” o l’utilizzo di colliri da banco acquistati in farmacia, meglio rivolgersi ad uno specialista in oftalmologia. BENE A SAPERSI Allarme ipertensione e obesità in Italia, a rischio i bambini VIVENDI 18 ATTENZIONE! È ora possibile valutare gli indicatori precoci di danno vascolare Q ualche anno fa, su questa rivista, presentai alla vostra attenzione una nota sulla sindrome metabolica. Mi riferivo a quella patologia che comprende un gruppo di disordini del metabolismo degli zuccheri e dei grassi che, in presenza di obesità e ipertensione, spesso, porta allo sviluppo di diabete mellito e di patologie cardiovascolari. In quello stesso articolo ricordavo che la familiarità ha una notevole incidenza in queste patologie che, negli ultimi anni, vengono rilevate sempre più frequentemente. Oggi torno sull’argomento per due motivi: anzitutto perché le nostre conoscenze nel campo specifico, in questo intervallo di tempo, si sono arricchite e, poi, perché giorni fa molti quotidiani hanno pubblicato un’importante notizia che, purtroppo, credo sia passata quasi inosservata, ovvero che negli Stati Uniti l’obesità infantile, nell’arco di un decennio, è diminuita del 43% grazie alle campagne informative promosse dal governo. Se a tal proposito vogliamo fare un confronto con la situazione nel nostro Paese, possiamo constatare che le valutazioni statistiche oggi rilevano che ogni dieci adulti è presente uno obeso mentre altri tre soggetti sono in condizioni di sovrappeso. Situazione, quindi, che merita molta attenzione ma che diventa preoccupante se passiamo a valutare lo stesso fenomeno nella fascia di soggetti compresi tra 6 e 9 anni. In questo ambito l’Italia, rispetto al resto dell’Europa (Fig. 1), purtroppo, occupa il primo posto avendo il più alto tasso di obesità infantile, posizione aggravata dall’andamento evolutivo del fenomeno che subisce un incremento di circa il 2,5% ogni 5 anni. Quali le cause di questo comportamento specie in età pediatrica? Alla base si trova certamente una cattiva alimentazione che, associata all’eccesso di cibo e alla sedentarietà, concorre ad attivare i meccanismi che generano l’obesità. Non entro nel merito dei comportamenti familiari ma, come medico, ritengo doveroso segnalare quali possono essere le conseguenze di abitudini di vita sicuramente discutibili. Tenendo in debita considerazione che l’obesità del bambino tende a persistere anche nell’adulto, e a tal proposito il dipinto del pittore Botero può essere un richiamo efficace (Fig. 2), cerchiamo, alla luce delle nuove conoscenze, di delineare i meccanismi ed identificare i cosidetti indicatori precoci di patologie cardiovascolari, citati nel titolo e presenti in questi soggetti. Il rischio cardiometabolico costituisce il pericolo complessivo di sviluppare nel Prof. Alessandro Colloca Patologo clinico SOVRAPPESO E OBESITÀ IN EUROPA (bambini fino a 10 anni) Fig. 1- Dati disponibili aggiornati al 2010 Organizzazione Mondiale della Sanità. corso della vita il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari come conseguenza della presenza di un insieme di fattori che, partendo dall’obesità e dall’ipertensione, vengono via via integrati e potenziati dalla dislipidemia (alterazione dei grassi), dalla insulino-resistenza, dall’iperglicemia e da uno stato infiammatorio cronico. La Fig. 3, a mio avviso, illustra molto chiaramente i componenti e i passaggi che alla fine portano al grave evento cardiovascolare. Il percorso può essere così delineato: l’aumento del grasso viscerale (non sottocutaneo ma endoaddominale) determina, mediante l’attivazione e il blocco di alcune sostanze, la dislipidemia (colesterolo T– HDL– LDL – Trigliceridi) e la difficoltà dell’ingresso del glucosio nelle cellule dei muscoli e del fegato. Il glucosio, rimanendo nel sangue, determina iperglicemia. A questo punto il pancreas, per controllare l’iperglicemia, aumenta la produzione di insulina spingendo l’eccesso di glucosio nelle cellule adipose. Questa situazione di glicemia normale e di iperinsulinemia viene definita resistenza insulinica. Nel tempo, tale stato genera una reazione infiammatoria con comparsa di markers specifici, un esaurimento della secrezione delle insule pancreatiche e conseguente carenza insulinica, quindi lo stato diabetico che concorre, con i fattori prima elencati, a determinare il danno sulla parete vascolare. Illustrati i vari componenti e i conseguenti passaggi, vanno ora identificati ed esaminati gli indicatori precoci di rischio cardiovascolare. Studi epidemiologici hanno infatti confermato l’utilità di rilevare sin dall’età pediatrica alcuni parametri che si sono dimostrati molto validi come precursori del danno vascolare. Questi dati, ricavati con tecniche ultrasonografiche non invasive (ecografie) in ordine di tempo è stata “la spagnola” nei primi anni del secolo scorso). Di fatto riteniamo fisiologico e quasi soddisfacente l’attuale andamento delle patologie che ci colpiscono. Ma se dedicassimo un po’ più d’attenzione a questo problema ci accorgeremmo che le epidemie di fatto esistono, anche se si presentano in modo subdolo e strisciante. È noto a tutti che la prima causa di morte sono le cardiovasculopatie ischemiche. È meno noto che la causa di queste morti è legata alle problematiche che avete appena finito di leggere. I dati epidemiologici ci dicono che oggi in Italia ci sono oltre due milioni di diabetici accertati mentre un altro milione sembra essere presente ma non ancora documentato. Le proiezioni statistiche prevedono per il 2030 la presenza di oltre cinque milioni di diabetici. Non basta questo per considerare il diabete alla stregua di un’epidemia? È giusto ignorare questo problema oppure è ora di affrontarlo nell’interesse dei propri figli e della società? A chi afferma che “grasso è bello” io rispondo che non è né bello né sano! Il Gruppo Marilab, da sempre attento alle problematiche che interessano la salute e il benessere dei concittadini, ritiene doveroso offrire il proprio contributo alla soluzione di questo problema. Le nostre strutture e i nostri specialisti sono in grado di fornire con notevole rapidità e massima qualità quanto riportato nell’articolo scritto dal Prof. Colloca. Se fosse possibile, nell’interesse del bene pubblico, offriremmo gratuitamente a tutti questo servizio di medicina preventiva. Purtroppo i tempi non lo consentono, ma proprio in questo periodo di difficoltà economiche ci dichiariamo pronti a compartecipare anche finanziariamente a questa impresa. Stiamo preparando delle offerte appropriate al contesto, sicuri, così facendo, di poter rendere un utile servizio alla società. Dott. Luca Marino – Titolare e Direttore Sanitario Gruppo Marilab 19 VIVENDI Fig. 2 - “La familia” di Fernando Botero e con indagini di laboratorio, forniscono allo specialista le informazioni necessarie e quindi l’indirizzo per adottare le idonee misure preventive. Di fondamentale importanza risulta la misurazione, tramite ecografia color-doppler, dello spessore medio-intimale della parete arteriosa dei vasi del collo. Altro marker importante in questo campo è la valutazione della rigidità della parete arteriosa che, sempre con ecografi ad alta risoluzione, si ricava determinando la velocità dell’onda di polso. Passando agli accertamenti di laboratorio è corretto indagare l’assetto lipidico, i valori glicemici e il tasso insulinemico. Il percorso viene concluso dallo specialista pediatra che si assume l’onere della valutazione definitiva integrando i reperti tecnologici con l’anamnesi familiare e l’esame obiettivo e impostando, in collaborazione con il nutrizionista, le terapie idonee. Completata questa esposizione non mi resta che trarre le conclusioni. Da tantissimi anni non siamo più abituati a prendere in considerazione e a temere le gravi manifestazioni epidemiche (l’ultima BENE A SAPERSI Fig. 3 - Rischio cardiometabolico globale DIAGNOSI E TERAPIA VIVENDI 20 I disturbi dell’articolazione mandibolare L’importanza di individuare questi problemi per prevenire patologie più estese L a prevenzione nei pazienti che presentano Disordini Temporo Mandibolari (DTM) risulta oggi fondamentale così come lo è per la patologia cariosa e parodontale. Con il termine DTM si intende l’insieme dei disturbi dell’apparato muscolo scheletrico e masticatorio. Questi, in quanto tali, possono dunque interessare i muscoli masticatori, le articolazioni o entrambe le strutture. L’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) è un giunto articolare di piccole dimensioni, ma di fondamentale importanza per lo svolgimento di molteplici funzioni come la masticazione e l’articolazione del linguaggio. Le patologie dell’ATM comprendono quadri clinici piuttosto rari, quali manifestazioni di malattie sistemiche spesso immuno-mediate (artrite reumatoide e lupus) e locali, come neoplasie intra ed extra-articolari, fratture del condilo mandibolare, iperplasie del processo coronide, lussazioni della mandibola e, infine, la più ampia categoria dei Disordini Temporo Mandibolari (DTM). I sintomi associati a questi disturbi sono vari e possono comportare difficoltà nella masticazione e nel linguaggio. In caso di disordini insorti da tempo si manifestano dolore cronico e depressione con riduzione complessiva della qualità della vita del paziente. L’odontoiatria moderna ha un ruolo fondamentale nell’intercettare precocemente i primi sintomi disfunzionali che il paziente può presentare nelle visite periodiche di controllo. Un esame clinico completo consentirà una diagnosi corretta e un successivo approccio terapeutico appropriato. Tale accertamento consiste in un questionario anamnestico e in un esame obiettivo clinico e strumentale affiancati, se necessario, da risonanza magnetica. I risultati degli esami andranno a costituire la scheda clinica del paziente che metterà in evidenza i fattori di rischio di tipo patologico, parafunzionale, psicologico e posturale. I Disordini Temporo Mandibolari sono molto diffusi e sono presenti già nei soggetti giovani, ma aumentano con l’età. L’incidenza maggiore è tra i 20 e i 40 anni con prevalenza nelle donne. Ci sono degli evidenti fattori di rischio per i DTM, ma i fattori eziologici più Dott.ssa Raffaella Pesce Odontoiatra frequenti sono i traumi, acuti o cronici. Fra questi, soprattutto le parafunzioni come il bruxismo, diurno e notturno, con cui si intende il digrignamento parafunzionale dei denti, ossia una tendenza involontaria a serrare i denti con movimenti non funzionali della mandibola, che può portare a traumi occlusali. Il bruxismo può verificarsi sia nella veglia che nel sonno con la differenza che, in questo secondo caso, al semplice serramento si associa anche il digrignamento. Molti studi hanno dimostrato che il bruxismo è soprattutto di origine centrale e hanno posto una particolare attenzione sui fattori psico-sociali (stress e personalità), neurobiologici e sui fattori esogeni come fumo e alcool. I mezzi terapeutici oggi a disposizione sono molteplici: i protocolli comprendono misure di ordine odontoiatrico, fisico, kinesiologico, fisioterapico ed eventualmente chirurgico. In primis è fondamentale adottare misure gnatologiche conservative di base atte a riportare il paziente ad una situazione occlusale fisiologica e stabile. Naturalmente, considerando lo stress una causa e un effetto bite occlusale, o piatto di miorilassamento, consente una distribuzione razionale delle forze occlusali su tutta l’arcata dentaria, con rilassamento totale dei muscoli masticatori ed è l’indicazione primaria in caso di DTM, di parafunzioni occlusali con sintomatologia algica occlusale e in pazienti particolarmente stressati con sintomi dolorosi evidenti. 21 VIVENDI della Disfunzione Temporo Mandibolare, bisogna ridurre la tensione muscolare e ripristinare un’occlusione corretta e compatibile con la capacità di adattabilità del paziente a questa nuova condizione, facendo sì che essa diventi stabile e duratura. È, dunque, necessaria una collaborazione attiva del paziente in ogni fase del trattamento. La risorsa terapeutica meno invasiva si avvale di placche occlusali: il DIAGNOSI E TERAPIA I Disordini Temporo Mandibolari sono molto diffusi e sono presenti già nei soggetti giovani, ma aumentano con l’età. L’incidenza maggiore è tra i 20 e i 40 anni con prevalenza nelle donne. BENE A SAPERSI La depressione post-partum: un male spesso sottovalutato VIVENDI 22 Scopriamo le cause che possono portare una neo-mamma a non gioire appieno per la nascita di suo figlio Q uando mamma e neonato tornano a casa dall’ospedale, secondo il senso comune, dovrebbe essere una festa e spesso lo è, anche se in un modo del tutto particolare perché alla gioia si accompagnano fatica ed impegno fisico e mentale. In alcuni casi, tuttavia, la donna vive questo momento con angoscia, con la paura di non riuscire ad essere “mamma”, di non sapere accudire il bambino. Il 50-80% delle puerpere soffre di uno stato depressivo transitorio nelle primissime settimane dopo il parto che, però, non è considerato un vero e proprio disturbo e che tende a scomparire spontaneamente. Questo viene chiamato maternity blues e comporta crisi di pianto senza motivo apparente, sfiducia in se stesse, irritabilità, inquietudine e ansietà. La sua coloritura depressiva dipende da molti fattori: le modificazioni ormonali che si verificano alla fine della gravidanza e che hanno riflessi importanti sull’umore, la stanchezza causata dal parto, il distacco dal figlio che non è più letteralmente una parte integrante della madre, la conclusione di un periodo generalmente positivo come quello della gravidanza e, non per ultimo, l’iniziale confronto reale con il bambino e le sue necessità che all’inizio possono essere difficili da soddisfare. Per esempio, attaccare il bambino al seno o fargli il primo bagnetto sono situazioni che viste dall’esterno potrebbero apparire di scarso rilievo, ma dal punto di vista della madre comportano difficoltà non da poco: è lei che ha il figlio tra le braccia ed è normale che possa Dott.ssa Annalisa Di Sabatino Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatrice Familiare sentirsi impotente, incapace e addirittura disperata se non sa come affrontare la miriade di compiti nuovi che le spetta. Sono paure che investono ogni madre e nella maggior parte dei casi non è necessario un particolare intervento ma solamente la condivisione dei propri vissuti e una maggior comprensione e vicinanza da parte del partner e della famiglia. Viceversa, è bene chiedere un aiuto specialistico quando il disagio esperito è insopportabile per la mamma e per la famiglia o quando il supporto reale o percepito non è sufficiente ad alleviare lo stato di sofferenze della puerpera. In ogni caso, è fondamentale distinguere nettamente questa quasi fisiologica reazione depressiva dal disturbo vero e proprio, definito Depressione PostPartum (DPP) o Depressione Puerperale, BENE A SAPERSI Quello che rende particolarmente insidiosa la depressione materna è il fatto che, in molti casi, non viene riconosciuta, compresa né legittimata dalla famiglia e dagli amici mune che una donna che ha appena avuto un bambino non possa non essere felice ostacola o peggiora proprio la condizione mentale della madre. Infatti, la pressione sociale, anche involontaria, che si esercita su di lei può essere così univoca e forte da amplificare nella donna sentimenti di colpa e di vergogna, dal momento che non riesce, come dovrebbe, ad essere felice di avere un figlio. Di conseguenza non è in grado di esprimere e comunicare alle persone più vicine le sue preoccupazioni, i suoi stati d’animo e finisce per chiudersi in un universo abitato solo da pensieri terribili, che non le lasciano alcuna via d’uscita. Mentre è importante che le neomamme depresse non pensino di aver fatto qualcosa di sbagliato o di essere anormali perché non riescono ad amare il proprio bambino. Le persone colpite non sono cattive, vivono solo un grave disagio. Devono rivolgersi immediatamente al partner, alla famiglia o agli amici, che possono essere molto utili nella prevenzione e nel sostegno lungo il percorso per venire fuori da questa condizione e, subito dopo, ad un medico o ad uno psicoterapeuta perché la Depressione Post-Partum, se correttamente diagnosticata e trattata, passa! 23 VIVENDI che colpisce, con diversi livelli di gravità, dall’8 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente tra la sesta-dodicesima settimana dopo la nascita del figlio e il suo primo anno di età. Le madri affette da questa patologia lamentano sintomi simili a quelli descritti per il maternity blues ma connotati da intensità e durata molto maggiore; inoltre, è spesso presente una generale difficoltà a prendere decisioni, l’umore è depresso, sono frequenti sentimenti di colpa e perdita di speranza nel futuro uniti ad un marcato calo di interesse o di piacere nel fare le cose. Possono comparire disturbi del sonno e dell’alimentazione e alcuni sintomi specifici riguardano la relazione con il bambino acuendo nella madre vissuti di vergogna ed inidoneità al ruolo genitoriale (per es. avvertirlo come un peso, non riuscire a provare emozioni nei suoi confronti, non essere in grado di concentrarsi sull’interazione con il figlio nelle semplici cure parentali come nella sintonizzazione emotiva). Quello che rende particolarmente insidiosa la depressione materna è il fatto che, in molti casi, non viene riconosciuta, compresa né legittimata dalla famiglia e dagli amici, che pure sperimentano una buona dose di sofferenza. Purtroppo, il luogo co- NOVITÀ SALUTARI Venti di cambiamento VIVENDI 24 Che ne sarà del servizio sanitario privato nei prossimi anni? I l FSN (Fondo Sanitario Nazionale) ha subìto negli ultimi anni una notevole riduzione dello stanziamento e per il prossimo triennio sono previsti ulteriori tagli. Ne consegue che le risorse a disposizione per l’assistenza sanitaria ai cittadini italiani sono sempre più scarse sia per le strutture pubbliche che per quelle private accreditate. Quali saranno gli effetti di questi ulteriori tagli sul servizio sanitario privato nei prossimi anni? Quali conseguenze dovranno subire tutti coloro che avranno necessità di usufruire di una prestazione sanitaria? Le risposte a queste domande non sono per niente facili, ma possiamo abbozzare delle previsioni plausibili. Il S.S.N. italiano, in virtù del suo universalismo, è ritenuto da molti uno dei migliori al mondo. Tuttavia, la diminuzione delle risorse economiche a disposizione rende ormai difficile la sostenibilità di un Sistema basato sul principio del “tutto a tutti”. Negli ultimi dieci anni, l’introduzione dei ticket prima e del superticket o quota fissa poi ha obbligato il cittadino a dover compartecipare alla spesa sanitaria a livelli sempre più elevati. La cosiddetta spesa “out of pocket” da parte degli utenti della sanità italiana è, infatti, tra le più alte nell’ambito dei paesi della Comunità Europea. Si è creata, di fatto, una spartizione della popolazione tra esenti (che hanno accesso gratuito a tutte le prestazioni) e non esenti (a cui viene richiesta una partecipazione al costo della prestazione che, in alcune regioni, sfiora i 70 euro a ricetta). Questo meccanismo, che allo stato dei fatti appare alquanto discriminatorio, sarebbe condivisibile se la categoria degli esenti fosse rappresentata esclusivamente da utenti a basso reddito. Oggi, invece, la questione non è ben delineata ed è sempre presente il rischio di creare delle disparità di trattamento. Ciononostante, il Sistema si sta indirizzando in maniera sempre più definita verso una suddivisione dei cittadini in fasce, con una differenziazione degli aventi diritto all’assistenza sanitaria in base al reddito e alla tipologia di prestazione. Si creerebbe, così, un Sistema virtuoso in cui i meno abbienti avrebbero accesso gratuito a tutti i servizi mentre, man mano che aumenta il reddito, l’elenco delle prestazioni gratuite si restringerebbe sempre di più. Un Sistema siffatto porterebbe ad aprire un’ampia fascia di mercato a cui farebbero riferimento tutti coloro che non avrebbero più diritto all’assistenza gratuita. Le strutture sanitarie, a questo punto, dovrebbero modulare la loro offerta e i loro prezzi al Dott. Luca Marino Titolare e Direttore Sanitario Gruppo Marilab Delegato Unindustria per la Diagnostica Ambulatoriale pubblico in base alle esigenze dei propri potenziali clienti e alla loro capacità di spesa. La presenza di numerosi soggetti erogatori pubblici e privati, in competizione tra loro, porterebbe ad un’offerta ampia e variegata anche nei prezzi e i cittadini avrebbero la possibilità di scegliere la loro struttura di riferimento in base al criterio del miglior rapporto qualità/prezzo, come già accade nella maggior parte dei settori dell’economia dei paesi industrializzati. Tutto ciò darebbe vita ad una logica di libera scelta da parte del cittadino non esente e ad un libero mercato da parte delle aziende sanitarie. Allo stesso tempo, la categoria degli esenti potrebbe trarre un beneficio dal fatto che il decongestionamento delle strutture accreditate porterebbe ad una riduzione delle liste d’attesa e, di conseguenza, ad un più facile accesso alla prestazione. Molti potrebbero pensare che un Sistema così concepito sarebbe deleterio per il settore in quanto causerebbe uno scadere della qualità. Personalmente ritengo che nell’era dell’informazione e del web il cittadino abbia tutti gli strumenti per tutelarsi e scegliere una struttura di fiducia che garantisca al contempo una buona qualità ed un prezzo ragionevole. Staremo a vedere! Quando i troppi peli e i segni dell’età diventano un disagio psicologico Medico estetico, chirurgo Specialista in malattie infettive e medicina tropicale L a crescita di peli superflui è sempre più considerata una problematica da risolvere. La richiesta di trattamenti per la rimozione accomuna uomini e donne di tutto il mondo, soprattutto per motivi estetici, ma anche per il presentarsi di forme patologiche: irsutismo e ipertricosi. L’irsutismo è la condizione di crescita eccessiva di peli in zone dove normalmente lo sviluppo è minimo o assente sul corpo femminile, quali viso, mento, collo, petto, area ombelico-pubica e interessa circa il 5-15% delle donne. Raramente è una manifestazione di una malattia, ma è considerato psicologicamente invalidante da chi ne è colpito. Per ipertricosi si intende, invece, un eccesso di peli con un aumento di densità in zone dove è comunque normale trovarli. Le cause dell’ipertricosi sono molteplici: ereditarietà, malnutrizione, ipotiroidismo, malattie dermatologiche e utilizzo di farmaci. Per il trattamento di entrambi i metodi più usati sono la decolorazione per i peli sottili; la depilazione meccanica o chimica, con rischio di follicoliti; l’epilazione con cera, spesso dolorosa e con follicoliti frequenti; l’elettrolisi, con possibili ipo o iperpigmentazione e cicatrici permanenti; la fototermolisi con laser e con luce pulsata, che richiede molte sedute e non è priva di effetti collaterali. La metodica più risolutiva e valida è senz’altro la fototermolisi selettiva mediante laser da non confondere con la luce pulsata utilizzata presso i centri estetici. L’innovazione tecnologica permette terapie sempre più efficaci e sicure, con un ottimo risultato estetico in pochissime sedute. Per una corretta epilazione è necessario determinare le caratteristiche anatomiche e biologiche del pelo, ma soprattutto il fototipo della persona da trattare. Per ridurre il disagio è necessario utilizzare un valido sistema di raffreddamento cutaneo. L’epilazione laser è ben tollerata, ma utilizzando l’ultima evoluzione tecnologica in fatto di depilazione il laser a diodo la rende adatta anche alla pelle più sensibile, garantendo una regressione della crescita pilifera fino al 95%. La sensibilità cutanea di molti soggetti spesso non permette di tollerare i trattamenti usuali, mentre il metodo depilatorio all’avanguardia dell’apparecchiatura Vectus della Palomar consente di effettuare la depilazione laser definitiva su qualsiasi tipo di pelle. Il Vectus sa unire all’efficacia il massimo comfort per il paziente, consentendo di trattare anche grandi aree in tempi rapidissimi: per zone come gambe o schiena bastano circa 5 minuti a seduta! Oltre ai peli superflui, un problema estetico che da sempre affligge molti soggetti è quello delle smagliature e delle rughe. Anche in questo caso uno dei metodi più innovativi per il miglioramento e rinnovamento della pelle: il Lux1540 Fractional, utilizzato per trattare le rughe perioculari e il contorno delle labbra, le rughe del collo e il decolleté, gli esiti cicatriziali da acne anche profondi, i melasmi, la riduzione dei pori e il miglioramento della texture cutanea. Questo macchinario è l’unico ad essere approvato dalla FDA americana per il trattamento delle smagliature ed è in grado di riparare la frattura profonda del derma, stimolando un ricompattamento del tessuto smagliato. Questo laser genera colonne termiche di 1 micron di diametro (un milionesimo di millimetro), di profondità 1-1,5 millimetri senza lasciare segni sulla cute. Il microfrazionamento della pelle genera una serie di reazioni che portano allo stimolo della formazione di nuovo collagene. Tra questi cilindri si trova la pelle non trattata, da cui inizia una rapida guarigione. Si assiste a una formazione generale di tessuto nuovo che perfeziona l’intero aspetto della pelle. Infatti, dopo alcuni giorni, la zona trattata mostra una sostituzione del tessuto con aumento dell’elasticità e della tonicità: le rughe si attenuano e le smagliature cominciano a migliorare progressivamente, senza segni evidenti esternamente. Il manipolo è passato sulla zona da trattare 2-4 volte, senza provocare dolore e al termine è evidente solo un lieve arrossamento che permane per ventiquattro ore. Per la seduta successiva è necessario attendere 4-5 settimane per permettere ai tessuti di completare la rigenerazione. Il ciclo di terapia varia da 4 a 8 sedute, ma i miglioramenti sono evidenti già dalla prima! Scopri le interessanti promozioni Marilab per la medicina estetica! PRIMA VISITA GRATUITA. Contatta il numero 06 56195199 25 VIVENDI Dott. Nicola Fratto NOVITÀ SALUTARI Peli superflui, rughe e smagliature: oggi c’è una soluzione! Intervista a Gianni Maritati MARILAB PER IL SOCIALE La prevenzione è uno stile di vita VIVENDI 26 Gianni Maritati, nato a Roma nel 1962 e da sempre attivo sul territorio di Ostia, è un giornalista e scrittore italiano. Laureato in Lettere Moderne e giornalista professionista dal 1991, è attualmente Vice Caporedattore della Redazione Cultura e Spettacoli del Tg1. A maggio dello scorso anno è stato colpito da un’ischemia cerebrale mentre era alla guida della sua auto sul G.R.A. di Roma. La redazione di Vivendi lo ha incontrato per offrire ai propri lettori una testimonianza di quanto accaduto e dimostrare come la prevenzione sia di fondamentale importanza. S ignor Maritati, vuole raccontarci brevemente l’esperienza che ha vissuto? Sì, il 13 maggio del 2013, mentre stavo percorrendo in macchina il G.R.A., sono stato colpito da un’ischemia cerebrale. Ho sentito come se mi stessero picchiando con un manganello sulla nuca, per ben due volte: una forte e l’altra più forte ancora. Fortunatamente tra la prima e la seconda botta ho avuto la possibilità di accostarmi senza provocare incidenti e coinvolgere altre persone. Ho avuto come la sensazione che qualcuno mi volesse fare del male aggredendomi alle spalle. Ha ricevuto dei segnali d’allarme nei giorni precedenti il malore? In realtà solo a posteriori mi sono reso conto che si trattava di segnali d’allarme, lì per lì forse li ho sottovalutati. Dieci giorni prima dell’ictus ho avvertito un fortissimo mal di testa mentre stavo lavorando e ad un certo punto ho iniziato, in alcuni momenti, a non vedere più in maniera distinta i colori fino ad arrivare a vedere tutto quasi in bianco e nero. Tuttavia, il dottore mi ha detto di non preoccuparmi e che si trattava solamente di stress data la vita frenetica che ho sempre condotto. Spesso si dice che prevenire è meglio che curare, anzi può salvare la vita. Quanto si rispecchia in questa affermazione? Mi ci rispecchio molto. Un controllo dal medico ogni tanto non fa mai male, ma ciò che secondo me è davvero importante è quella che io definisco autoprevenzione, ovvero prendersi cura di se stessi quotidianamente, autotutelarsi e prendersi i propri tempi seguendo l’istinto. Ad esempio, nel momento in cui ho iniziato a non vedere bene, mia moglie ha molto insistito perché andassi fino in fondo al problema. Secondo lei le persone sono sufficientemente preparate sul concetto di prevenzione, sia in generale che a livello locale? Avrebbe dei suggerimenti in questo senso? Penso che le persone sappiano cosa sia la prevenzione, ma a livello locale si potrebbero mettere in atto diverse iniziative. A Ostia siamo fortunati perché, nonostante tanti vivano questa città come una metropoli, si tratta di un territorio a misura d’uomo ma che offre molto: il mare, la pineta, la possibilità di fare passeggiate all’aperto. Dovremmo riappropriarci del nostro territorio e coglierne appieno le potenzialità e le risorse. Una bella camminata tra le rovine di Ostia Antica rasserena l’animo! Quello che io suggerirei, dunque, sarebbe favorire iniziative all’aperto per scoprire e valorizzare i beni del quartiere. Se la sente di dirci come ha superato la malattia? Io sono molto credente e questo sicuramente mi ha aiutato. Ma anche le preghiere delle persone che mi vogliono bene sono state fondamentali. È molto importante sapere che qualcuno aspetta che tu guarisca, questo ti dà una grande carica. E non parlo solo dei familiari, ma anche delle persone che lavorano con te o per le quali quotidianamente svolgi delle attività. Io, per esempio, faccio parte dell’associazione di volontariato culturale Clemente Riva con la quale organizzo la Festa del libro e della lettura di Ostia e anche la volontà di riprendere questa attività ha fatto nascere in me una forte motivazione a guarire. Proprio la motivazione credo sia alla base di tutto. Lei si è rivolto alla sanità pubblica o al settore privato per l’intervento e le successive cure? Come si è trovato? Quando mi sono sentito male sono riuscito a chiamare mia moglie che a sua volta ha chiamato l’ambulanza, sono stato portato prima all’Aurelia Hospital, poi al Policlinico Gemelli e per le cure mi sono rivolto al Santa Lucia. Devo dire che mi sono trovato bene, mi hanno riportato alla vita. Il mio giudizio complessivo è positivo, ma la cosa che ho scoperto è che esistono delle persone malate e non dei malati, così come esistono delle persone che fanno i medici e non dei medici. Ho riscoperto la centralità della persona, al di là del ruolo che ricopre. Per mesi ho sentito di aver perso tutto, di non poter più fare le cose normali e quando finalmente sono riuscito Marilab a rimettere insieme tutti i pezzi, ho capito l’importanza di quello che avevo e delle persone che ne facevano parte. Anche in questo senso la prevenzione è molto importante: il mio corpo a un certo punto si è come ribellato alla corsa continua a cui lo sottoponevo e ha iniziato a impormi i suoi ritmi. Con la terapia ho imparato a riscoprire il mio corpo e le sue esigenze. Che consiglio si sente di dare ai lettori di Vivendi? Voglio insistere sulla prevenzione: è fondamentale. Ma non intesa solo come esami medici o diete particolari, che pure sono importanti, parlo piuttosto della prevenzione come stile di vita nel compiere i normali gesti quotidiani in modo diverso e più sano. Purtroppo sembra che il nostro Paese non riesca ad uscire dal periodo di difficoltà economica che sta attraversando ormai da anni. Il Gruppo Marilab prosegue nella sua scelta di agevolare i cittadini in ambito sanitario, nella consapevolezza che la salute non debba essere tralasciata per alcun motivo. Negli ultimi mesi vi abbiamo proposto vari servizi a tariffe agevolate. Continuando su questa strada, di seguito trovate alcuni esempi di prestazioni a prezzi vantaggiosi disponibili in vari Centri. PROMOZIONE FISIOTERAPIA Possiamo vantare un reparto di fisioterapia che dispone di macchinari all’avanguardia e di uno staff molto preparato. Vogliamo, dunque, completare la nostra offerta di qualità con delle promozioni adatte ad ogni esigenza e ad ogni età: • terapie manuali (massaggi, tekarterapia, kinesiterapia, linfodrenaggio) al costo di € 50 anziché € 60 a seduta; • ginnastica posturale individuale al costo di € 50 anziché € 60 a seduta; • terapie manuali per gli over 65 e gli under 18 al costo di € 40 anziché € 60 a seduta. Ma le promozioni non finiscono qui: offriamo la possibilità di finanziamento a tasso 0 per 12 mesi*. Il reparto di fisioterapia è attivo presso il Marilab Center di Ostia (Viale A. Zambrini). Per info e prenotazioni rivolgersi al personale di accettazione o chiamare il numero 366 6858266. * in questo caso non si ha diritto a sconti e promozioni in corso. PROMOZIONE ANALISI CLINICHE Il Gruppo Marilab nasce, ormai più di 50 anni fa, come laboratorio di analisi cliniche diagnostiche; nel corso degli anni abbiamo integrato la nostra offerta sanitaria senza mai dimenticare, tuttavia, ciò che ha costituito la nostra nascita. Proprio in quest’ottica, vogliamo proporvi degli sconti sulle analisi effettuate in regime privatistico che vi costeranno addirittura meno di quanto paghereste tramite il S.S.N.. Ecco alcuni esempi di esami tra i più richiesti: • esame urine completo, urinocoltura e antibiogramma al costo di € 29,19 anziché € 32,19 del S.S.N.; • fT3, fT4, TSH e calcemia al costo di € 33,43 anziché € 35,93 del S.S.N.; • emocromo completo, sideremia, FR, Vitamina B-12 e acido folico al costo di € 38,93 anziché € 40,93 del S.S.N.. Ma questi sono solo alcuni esempi: troverete altre interessanti tariffe agevolate presso tutti i Centri Marilab. INFOMARILAB L’Associazione culturale Clemente Riva, che dal 2010 organizza la Festa del libro e della lettura di Ostia, rilancia la campagna “Chi dona un libro, dona un tesoro”. L’obiettivo è di raccogliere libri usati (ma in buone condizioni e di tutti i tipi tranne quelli scolastici) da rimettere in circolo attraverso le tante iniziative dell’Associazione stessa. Per prendere accordi è possibile inviare una mail ad [email protected] oppure, sempre previa mail, portare i libri nei nostri punti di raccolta: · Comitato di quartiere Ostia Nord (Parco Clemente Riva, Via delle Baleniere, 240 - il martedì dalle 18.30 alle 20); · Falegnameria “Bertolini” (Via Bertolini, 14c - Ostia Lido); · Negozio “Interdomus” (Via Diego Simonetti, 40 - Ostia Lido). ANCORA IMPORTANTI PROMOZIONI PER TUTTI I PAZIENTI 27 VIVENDI CHI DONA UN LIBRO, DONA UN TESORO NOVITÀ SALUTARI Virgin Active... LIVE HAPPY & BE ACTIVE! VIVENDI 28 È possibile ritrovare o mantenere la forma fisica e il benessere, divertirsi, conoscere gente nuova e sentirsi parte di un universo...e tutto questo attraverso una palestra? Certamente no! È per questo che Virgin Active, lontana anni luce dal concetto di palestra, ti propone un nuovo modo di intendere il benessere a tutto tondo, una visione “olistica” del wellness con un “occhio” al divertimento, che non comprende più solo la forma fisica ma anche il benessere mentale: un Club al quale appartenere e che rappresenta un modo di essere che va oltre l’avere. Insomma, un villaggio fitness dove prendersi cura di sé a 360°! Sarà difficile trovare una scusa per non riprendere in mano le fila del proprio benessere: Virgin Active propone ai suoi soci un’offerta unica nel mercato del wellness, con più di 170 ore di corsi fitness alla settimana, attività e programmi di allenamento per rispondere ai gusti e alle esigenze degli adulti e dei bambini. E ancora, personal trainer che sono veri e propri guru in materia. Entrare nel mondo Virgin Active vuol dire avere a disposizione tutte le novità mondiali del fitness che vengono lanciate in anteprima in tutti i Club. L’unica difficoltà sarà scegliere fra corsi body and mind, danza fitness e conditioning, oltre ai grandi classici come aerobica, yoga e pilates, corsi in acqua per chi in piscina si sente nel suo elemento naturale e corsi innovativi (spesso rivoluzionari) e divertenti che ti faranno ritrovare la carica e l’energia per affrontare la quotidianità. Non hai più neanche la scusa dei bambini! Per vivere con qualità un momento dedicato al benessere da condividere anche con la famiglia, i Family Club di Virgin Active ti propongono i V-Club, veri e propri “centri nei centri” dove ci prendiamo cura dei tuoi bambini e, oltre a impegnarli con attività e fitness adatti alla loro età, proponiamo anche attività didattiche per imparare divertendosi, il tutto sotto la guida di personale attento ed esperto. E se qualche volta non vuoi muovere neanche un muscolo, prova a entrare nella nostra SPA e lasciati coccolare dai servizi che offre e da trattamenti con prodotti di alta qualità! È una filosofia di vita, quella che ti proponiamo, che inizia con la “F” come Fun, Family, Friends e Feeling good: quattro parole che spiegano a fondo il successo di Virgin Active, confermato da più di un milione di iscritti in tutto il mondo. Se deciderai di far parte del nostro Club devi sapere che sentirai di appartenere a qualcosa di speciale e sentirai a fondo questa appartenenza anche una volta uscito dai nostri villaggi, quando anche tu diventerai testimone e protagonista dell’intensa vita virtuale degli iscritti che comunicano fra loro anche attraverso il web. Virgin Active è un luogo dove incontrare gente nuova ma soprattutto conoscersi ed entrare in contatto con quella parte di noi che ci rende speciali. Sei ancora dell’idea di iscriverti ad una palestra? Psicoterapeuta, supervisore e local trainer in analisi Bioenergetica. Psicologa analista di formazione junghiana e training autogeno. Perito del tribunale penale e civile di Roma A lcune persone generalmente molto capaci nel confrontarsi con situazioni nuove, talvolta entrano in ansia anticipatoria inibendo ogni virtù. Esami, gare sportive, colloqui di lavoro o incontri con persone sconosciute sono motivo di ansia che anticipa l’evento. Bellezza, intelligenza e preparazione tecnica vengono annullati, le parole rassicuranti non bastano, così come l’elaborazione dei ricordi infantili. La Bioenergetica, stabilendo una dialettica mente - corpo - processi energetici, conferisce autostima, fa sentire al corpo e alla mente fiducia nei valori personali. Iniziando dalle dita dei piedi, per poi attraversare lentamente ogni segmento corporeo fino a giungere al volto, si percorrono criteri funzionali che privilegiano la respirazione, le sensazioni cinestesiche, l’equilibrio posturale e le emozioni percepite ed espresse attraverso il corpo. Si sente un fisico vibrante tramite l’ascolto interiore espresso nel movimento significativamente sonoro. Nella psicoterapia individuale l’autopercezione vive uno spazio che delimita i confini, relazionandosi tra i propri spazi interiori e quelli del terapeuta, fino a formare campi di energia che si incontrano tra loro. L’alternanza tra analisi dei sogni, vissuti esistenziali, emozioni, motricità e vocalizzazione utilizza la Liberare l’energia interiore per acquistare fiducia in se stessi e affrontare al meglio le situazioni nuove regolazione energetica per l’introiezione del personale valore. Gli esercizi dei piedi, delle dita, della mascella e degli occhi, utili per sciogliere le stasi di energia, agevolano la respirazione profonda potenziando la memoria e l’intelligenza. Le vertebre cervicali si rilassano mobilitando vibrazioni negli organi e donando salute. L’energia bloccata nel volto è causa di malattie psicosomatiche, disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e della memoria. Occhi e bocca sono collegati alle vertebre cervicali, alle orecchie e al cervello e le loro contrazioni sono causa di cefalee, miopia, sinusiti, disturbi respiratori, digestivi e articolari. La gravità delle strozzature provoca depressione, ansia, crisi di panico, disagi comportamentali, difficoltà sessuali e sterilità psicologica. Gli esercizi dei piedi, del volto e le loro emozioni sono la parte più delicata e peculiare dell’analisi bioenergetica. C’è infatti una diretta interazione tra attività mentale e muscolare dei piedi e del volto: l’una influenza l’altra. I piedi sono energeticamente correlati a tutto il fisico, la testa contiene il cervello che manda comandi a tutto il corpo influenzando le situazioni organiche, intellettive e del comportamento. I movimenti psicofisici della Bioenergetica sono anche un utilissimo ausilio per la riuscita delle cure mediche perché, sbloccando le stasi di ener- gia, agevolano il libero fluire dell’energia frizzante attivando benessere dinamico. ELENCO LIBRERIE SUL SITO Tutti i martedì, presso il Marilab Center di Ostia (Viale A. Zambrini), è possibile partecipare alle classi di esercizi di Bioenergetica e Training Autogeno per scaricare lo stress quotidiano, aumentare l’autostima e il benessere, superare l’ansia e le crisi di panico e migliorare la salute e la bellezza interiori ed esteriori. Per informazioni: Viale dei Promontori - 00122 Roma cell. 338 5438008 www.bioenergeticaonline.it 29 VIVENDI Dott.ssa Maria Stallone Alborghetti BENE A SAPERSI Bioenergetica: dai piedi al volto per superare l’ansia anticipatoria BENE A SAPERSI Studio Tributario e Legale Bianchi VIVENDI 30 Novità sulla cedolare secca in tema di locazioni abitative I l Consiglio dei Ministri, nella riunione tenutasi il 12 marzo 2014, ha approvato un Decreto Legge per far fronte al disagio abitativo che interessa sempre più le famiglie impoverite dalla crisi economica. Il Piano Casa prevede interventi per 1 miliardo e 741 milioni di euro con tre obiettivi: sostegno all’affitto a canone concordato, ampliamento dell’offerta di alloggi popolari e sviluppo dell’edilizia residenziale sociale. Il Decreto Legge in esame ha ridotto, per il quadriennio 2014-2017, l’aliquota della cedolare secca, dal 15% al 10%, per i contratti di locazione ad uso abitativo a canone concordato e per le abitazioni concesse a cooperative o enti senza scopo di lucro, purché sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione. In via di principio, possiamo evidenziare che i locatori (persone fisiche) che stipulino contratti di locazione ad uso abitativo possano assoggettare il reddito così prodotto a due differenti sistemi: quello ordinario, in base al quale il canone concorre unitamente agli altri redditi del proprietario e viene tassato in base alle fasce IRPEF applicabili, o quello separato della cedolare secca. In tal caso, il reddito prodotto dalla locazione non si sommerà al reddito da lavoro o altro del locatore, ma sarà assoggettato all’aliquota prevista per la cedolare diversa per il canone libero oppure concordato. Per il primo, disciplinato dall’art. 2 comma 1 Legge 431/98, della durata di anni 4+4, trova applicazione la cedolare secca con un’aliquota del 21%. Per il secondo, disciplinato dall’art. 2 comma 3 Legge 431/98, la cedolare secca è stata ridotta dal 15% al 10%, dove si prevede una durata di 3 anni ed un rinnovo di ulteriori 2 e il canone è stabilito in base agli accordi territoriali stipulati tra le organizzazioni maggiormente rappresentative della proprietà edilizia e degli inquilini. Occorre precisare che i contratti di tal fatta possono essere stipulati solo nei Comuni ad elevata “tensione abitativa”, tra i quali rientra anche Roma. Optando per il regime della cedolare secca il locatore – persona fisica - si vedrà applicare l’imposta sostitutiva unica, in luogo di quelle altrimenti dovute, quali IRPEF e relative addizionali regionali e comunali, Registro e Bollo. La cedolare, inoltre, si definisce secca poiché non cre- sce contestualmente all’incremento del reddito imponibile. L’opzione per il regime della cedolare secca può essere esercitata alla registrazione del contratto o nelle annualità successive. Al fine di poter optare per tale regime, il locatore deve inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al conduttore, manifestando la propria scelta. Con la comunicazione il locatore rinuncia all’aggiornamento del canone, anche se contrattualmente previsto, incluso l’adeguamento ISTAT. La cedolare secca si applica a tutti i contratti di locazione ad uso abitativo, compresi quelli brevi (inferiori ai trenta giorni) che non necessitano di registrazione. Naturopata Counselor Psicosomatico L‘ ontogenesi è l’insieme dei processi mediante i quali si compie l’evoluzione biologica dell’embrione del singolo essere vivente partendo dal codice genetico che lo caratterizza e dall’ambiente biologico nel quale il processo si svolge. L’ontogenesi è spesso messa in relazione con la filogenesi, ovvero l’evoluzione propria della specie a cui appartiene il singolo essere vivente. Negli animali superiori possiamo affermare che “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”, ovvero riproduce, soprattutto nel periodo pre-natale, perinatale e nelle prime fasi della crescita, la filogenesi. Potremmo anzi sostenere che l’uomo porta in sé l’intera evoluzione della vita sulla Terra, ossia che lo sviluppo di ogni singolo individuo riproduce quella che è stata l’intera evoluzione dell’essere vivente. Ogni nostra cellula ricalca, infatti, tutto il processo evolutivo dagli inizi dell’organismo monocellulare fino a quell’organismo pluricellulare che oggi noi siamo. Il concetto evolutivo è un concetto che apre nuove prospettive, si vede l’uomo non come un prodotto completo e finito, ma come il prodotto di una continua evoluzione. Una delle teorie più interessanti della filoontogenesi è la teoria dei tre cervelli. Secondo il neurologo Paul MacLean il nostro cervello è costituito da tre componenti distinte, ognuna delle quali rappresenta un momento evolutivo ben preciso della specie umana: • l’archipallium o cervello primitivo, collegato al cervello rettiliano, costituito dal cervelletto e dal bulbo spinale; • il paleopallium o cervello intermedio, collegato al cervello mammaliano, costituito dal sistema limbico; • il neopallium o neocortex, collegato al cervello dell’uomo attuale, chiamato anche cervello superiore, costituito dagli emisferi cerebrali. Il primo è sede degli istinti e di tutte le funzioni vegetative primarie, come per esempio il controllo del ritmo cardiaco e respiratorio. Il cervello rettile nell’essere umano è profondamente legato all’inconscio e agli istinti primari: i processi-bisogni legati alla sopravvivenza, all’attacco e alla fuga, alla sessualità, alla riproduzione e al territorialismo. Il secondo corrisponde nella scala evolutiva al cervello dei mammiferi ed è coinvolto nell’elaborazione delle emozioni; è deputato alla comunicazione e alla pre- servazione non solo dell’individuo, ma anche della società. Il terzo, più recente, è esclusivo dei primati ed è sede di tutte le funzioni cognitive e razionali. È caratterizzato dalla sua straordinaria velocità di elaborazione dei dati sensoriali sia in modo logico-razionale che analogico-intuitivo. Seppur perfettamente coordinate tra loro, queste tre aree sarebbero indipendenti l’una dall’altra e in grado di dominarsi reciprocamente. Neopallium 3 2 Paleopallium Archipallium 1 31 VIVENDI Massimiliano Della Rocca Evoluzione della specie: un mistero che si compie nel tempo BENE A SAPERSI L’essere umano come prodotto di uno sviluppo continuo Un anno di politiche sanitarie raccontato da Riccardo Agostini (Pd), membro della commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio POLITICAL SCREENING di Valeria Bilancioni VIVENDI 32 Nuovo welfare con la riforma dei servizi socio-sanitari “Potenziare ambulatori, case della salute e assistenza domiciliare per razionalizzare i costi e decongestionare i pronto soccorso” P olitico di lungo corso, già coordinatore della segreteria romana dei Democratici di Sinistra e responsabile regionale del comitato promotore del Partito Democratico del Lazio, Riccardo Agostini è membro della direzione romana e regionale del Pd. A febbraio 2013 è stato eletto Consigliere Regionale del Lazio ed è membro delle commissioni “Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica” e “Politiche sociali e salute”. Visto dalla maggioranza, ci tracci un bilancio del lavoro nel settore della sanità fatto dal presidente Zingaretti nel primo anno di governo. Le novità presentate dal Presidente Zingaretti in materia di sanità sono decisamente positive e vanno nella direzione giusta. La copertura delle esigenze di personale delle aziende ospedaliere per far fronte alle emergenze e per decongestionare i pronto soccorso, un intervento che avevo più volte invocato, è stato un importante segno del cambio di passo. Un modo concreto per rimettere al centro dell’azione le esigenze primarie dei cittadini e per uscire da quella visione ragionieristica della sanità che troppi danni ha già prodotto. Anche l’apertura delle nuove case della salute e la procedura per l’individuazione dei nuovi Direttori generali segnano una evidente discontinuità con l’amministrazione precedente. La strada del rinnovamento passa però per una rimodulazione di un piano di rientro inadatto ai tempi e ha come traguardo parziale l’uscita da un commissariamento che mortifica la nostra sanità. Cosa c’è ancora da fare per rilanciare la sanità nella Regione Lazio? Occorre rimettere al centro le esigenze dei cittadini, uniformando l’offerta di sanità alle richieste. La prossima discussione della legge di riforma dei servizi socio–sanitari, della quale sono relatore, porrà proprio la questione in termini di integrazione tra offerta sanitaria e offerta di politiche sociali, per un nuovo e più capillare welfare. Sullo specifico dell’organizzazione sanitaria, è necessario uscire dal modello dei grandi ospedali generalisti e portare la sanità vicino, anche fisicamente, ai cittadini. Gli ambulatori, le case della salute, l’assistenza domiciliare e tutte le altre modalità di cura che sono allo studio, offriranno un servizio migliore permettendo allo stesso tempo di tagliare sprechi e razionalizzare i costi. Penso alla centrale unica degli acquisti e al prezzo medio ponderato dei farmaci. Con l’aiuto dei medici di base si potranno indirizzare i cittadini verso strutture più piccole e più vicine, decongestionando i pronto soccorso e ricorrendo ai ricoveri, in ospedali potenziati secondo le loro specializzazioni, per i casi più gravi. Infine, occorre tornare a lavorare sulla prevenzione delle malattie e in questo ci possono aiutare anche i presìdi sanitari scolastici sul mo- dello che ho proposto in un recente disegno di legge. Pubblico e privato secondo lei devono convivere? In che modo? Un sistema sanitario moderno prevede questa sinergia, ma con un cambio radicale di prospettiva rispetto al passato. Innanzitutto occorre lavorare con le strutture già esistenti in modo che il privato possa coadiuvare il pubblico, orientando la propria offerta rispetto alle esigenze del pubblico e non viceversa, come spesso è accaduto negli ultimi anni. La rassegna stampa quotidiana ci regala spesso brutte storie legate agli ospedali di Roma. Il cambio dei vertici Asl e delle direzioni ospedaliere sarà sufficiente a riportare la città ad adeguati livelli di efficienza? Necessario, ma non certo esaustivo. Mi pare che la modalità di individuazione dei candidati però offra già garanzie di competenza. Ai nuovi dirigenti toccherà il compito di mettere in condizioni tutti i professionisti della sanità, che oggi operano con grande sacrificio e con turni massacranti negli ospedali romani, spesso sotto organico, di lavorare al meglio delle proprie possibilità. Il primo passo è la stabilizzazione degli oltre 6.000 precari della sanità. Solo così limiteremo al massimo i margini di errore e potremo riportare le nostre strutture ad un’offerta sanitaria degna di una grande capitale europea. di Valeria Bilancioni “Serve un nuovo piano strategico: basta tagli, bisogna valutare accorpamenti di Asl e aziende” F iglio d’arte, Luca Gramazio fa politica da quando ha 18 anni. A 29 viene nominato Capogruppo del Popolo della Libertà dell’Assemblea Capitolina e dal 2013 ricopre l’incarico di Presidente del Gruppo Consiliare di Forza Italia alla Regione Lazio. Visto dall’opposizione, ci tracci un bilancio del lavoro nel settore della sanità fatto dal presidente Zingaretti nel primo anno di governo. È un bilancio scarno, minimo. Zingaretti si è fermato alle promesse da campagna elettorale, non è andato oltre: anzi, abbiamo dovuto assistere a vicende paradossali come l’allungarsi infinito delle liste d’attesa, le sempre maggiori criticità dei pronto soccorso, reparti a un passo dalla chiusura in fin troppe strutture. Tutto questo mentre l’amministrazione regionale duplica i ruoli con una cabina di regia che priva di senso la commissione consiliare salute; annuncia un concorso per i nuovi direttori generali, salvo poi aggiungere criteri a bando pubblicato esponendo così la Regione stessa a rischio ricorsi dagli altri partecipanti; ventila l’apertura delle case salute ma non le inserisce in un piano strutturale della sanità, che a tutt’oggi manca. Per non parlare, in un momento di spending review, degli aumenti degli stipendi dei dirigenti della sanità di un 20% o del duro giudizio che i tecnici dei Ministeri della Salute e dell’Economia hanno dato sul piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del Lazio. Una vera e propria bocciatura che, purtroppo, non fa altro che rafforzare le nostre preoccupazioni di fronte a una sinistra che governa così: promesse roboanti di interventi distaccati da una visione d’insieme. Cosa c’è ancora da fare per rilanciare la sanità nella Regione Lazio? C’è ancora molto da fare. A partire da un nuovo piano sanitario regionale, che non può in alcun modo coincidere con il solo taglio della spesa sanitaria. Serve un piano organico, strutturato e funzionale capace di garantire tutta la dovuta efficienza in questo delicato settore. Si devono assolutamente valutare degli accorpamenti delle Asl e delle aziende, allo scopo di trovare la formula migliore per rispondere alle esigenze del territorio e della domanda della cittadinanza. Questo, ovviamente, senza cancellare o chiudere le strutture ma riconvertendole: la priorità assoluta deve essere quella di migliorare la qualità del servizio e tutelare la salute delle persone. Pubblico e privato secondo lei devono convivere? In che modo? Devono assolutamente convivere, assumendosi la responsabilità di lavorare insieme, in maniera armonica, al fine di permettere di ridurre in maniera incisiva la spesa sanitaria della nostra Regione. Abbiamo strutture pubbliche capaci e, allo stesso tempo, un settore privato altamente professionale: collaborando insieme, ciascuno per le proprie competenze, sarà pos- sibile dare risposte puntuali e precise alle esigenze degli assistiti del Lazio e, contemporaneamente, formare professionisti del settore con una preparazione d’eccellenza. Una risorsa importante per il futuro sia per garantire l’assistenza, sia in termini di posti di lavoro. La rassegna stampa quotidiana ci offre spesso brutte storie legate agli ospedali di Roma. Il cambio dei vertici Asl e delle direzioni ospedaliere sarà sufficiente a riportare la città ad adeguati livelli di efficienza? Non mi sembra che in questo momento i nuovi direttori generali abbiano compreso appieno la portata del loro impegno in questo settore. Partendo dal presupposto che rimangono le perplessità sul bando per la scelta dei dirigenti, ritengo in ogni caso che non debbano mai prevalere i meri calcoli ragionieristici: la precedenza su tutto è rappresentata dalla funzionalità dell’azienda, dall’offerta rivolta ai pazienti e soprattutto dalla professionalità. L’auspicio è che con la conclusione delle nomine, ovvero quelle dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi, questa “triade” di professionisti abbia la possibilità e la capacità di lavorare seriamente nel settore, aumentando il servizio, rendendolo più efficiente. Soprattutto, serve una nuova consapevolezza delle responsabilità dei propri ruoli: chi non raggiunge gli obiettivi, dopo una verifica di quanto stabilito nei contratti stipulati, deve essere mandato a casa. 33 VIVENDI Pubblico e privato insieme per dare assistenza sanitaria POLITICAL SCREENING Un anno di sanità regionale visto da Luca Gramazio, Presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione Lazio MARILAB PER IL SOCIALE VIVENDI 34 La Nazionale ad Ostia: Riccardo Troiani Ufficio Stampa Ostiamare Lidocalcio successo internazionale a Via Amenduni Dopo l’Under 21 anche l’Under 18 sceglie il Centro Sportivo lidense U n anno e mezzo fa, nelle pieghe degli allenamenti sostenuti all’Anco Marzio dall’Under 21 di Ciro Ferrara, che aveva scelto appunto il Centro Sportivo dell’Ostiamare per svolgere la sessione con i propri ragazzi, uno degli ospiti illustri e Coordinatore delle Nazionali Giovanili, Arrigo Sacchi, aveva predetto al Direttore Generale biancoviola, Luigi Baioni, che in in un futuro prossimo altri eventi di questo prestigio si sarebbero ripetuti nel Centro Sportivo lidense, lodando l’organizzazione dell’Ostiamare e l’efficienza di struttura e staff. Ebbene, il mister è stato di parola poiché ad Ostia, all’Anco Marzio di Via Giovanni Amenduni, è andato in scena, nei giorni scorsi, un altro grande evento con protagonista la Nazionale, nel caso specifico l’Under 18 italiana di Paolo Vanoli, la quale ha scelto il mare della Capitale e i colori biancoviola per preparare ed affrontare il test amichevole ufficiale contro l’Ungheria dello scorso 19 marzo vinto, davanti ad un grande pubblico, per 2 a 0. Due giornate di allenamenti e la conferenza stampa di presentazione in Municipio sono stati i preziosi momenti che hanno anticipato lo svolgersi della gara e della grande giornata di sport a Via Amenduni. Proprio in sede di conferenza, nell’Aula Consiliare “Massimo Di Somma” del X Municipio, lo scorso 18 marzo, parole di elogio verso l’Ostiamare sono state espresse dal Capo Delegazione dell’Under 18, Giancarlo Antognoni, campione del mondo in Spagna 1982 da calciatore con l’Italia di Bearzot: «Felici di aver scelto il mare di Ostia come sede di questo evento, ringraziamo l’Ostiamare per averci permesso di allenarci con tranquillità e per averci fornito le migliori condizioni ambientali e organizzative per preparare il test contro l’Ungheria». Parole, quelle di Antognoni, che hanno preceduto di poco l’intervento del Direttore Generale dell’Ostiamare, Luigi Baioni (nelle due foto di apertura insieme proprio al mitico Antognoni): «È motivo di orgoglio che siano state Ostia e l’Ostiamare ad aver ospitato un evento così prestigioso. Siamo contenti come società di calcio di aver portato la Nazionale ad Ostia. Il nostro obiettivo è quello di portare Ostia e l’Ostiamare tra i professionisti perchè una città di 300.000 abitanti merita questo e molto altro. Perchè se leggete bene Ostiamare è Amare Ostia e non è poco!». L’organizzazione e l’efficienza degli staff biancoviola, uniti al gioiellino del Centro Sportivo Anco Marzio, hanno un solo esito: il successo riscontrato lo scorso 19 marzo nella meravigliosa giornata di calcio internazionale vissuta a Via Amenduni (nelle foto in basso l’ingresso di Italia e Ungheria sul prato dell’Anco Marzio e la foto di gruppo dell’Under 18).
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