contributi La presa in carico respiratoria del bambino con malattia neuromuscolare (NMD) Fabrizio Rao, MD; Marino Iatomasi, PT; Elisa Falcier, MD; Elisabetta Roma, MD; Ksenija Gorni, MD; Valeria Sansone, MD Centro Clinico NeMO, Fondazione Serena, Osp. Niguarda Ca’ Granda, Milano Riassunto Le patologie neuromuscolari (NMD) rappresentano nell’età evolutiva la più frequente causa d’insufficienza respiratoria cronica (IR) che richiede il ricorso alla ventilazione meccanica domiciliare (VMD). La presa in carico respiratoria del bambino affetto da NMD costituisce una sfida impegnativa per i professionisti coinvolti e per la famiglia. I punti chiave nell’assistenza del bambino affetto da NMD sono rappresentati dall’avvio e dal monitoraggio della ventilazione non invasiva (NIV) e dalla gestione delle secrezioni delle vie aeree. Una buona presa in carico di questi aspetti consente un migliore controllo della malattia e la prevenzione di episodi di riacutizzazione respiratoria che, se non riconosciuti e trattati tempestivamente, incidono pesantemente sul decorso clinico di tali patologie. In questo lavoro vengono presi in esame i singoli aspetti relativi alla valutazione diagnostica funzionale respiratoria, ai programmi di monitoraggio periodico della stessa, alle tecniche di gestione delle secrezioni delle vie aeree, nell’ottica di un programma integrato che coinvolga tutte le figure professionali interessate, a partire dal fisioterapista, in collaborazione con il piccolo paziente e la famiglia. Abstract Neuromuscular diseases (NMD) in childhood are the most frequent causes of chronic respiratory failure (CRF), which requires the use of home mechanical ventilation (HMV). The respiratory care of the child with NMD represents a major challenge for professionals involved and for the family. The key points in the treatment of the child with NMD are the introduction and the monitoring of non invasive ventilation (NIV) and the management of airway secretions. A good care of these aspects allows a better control of the disease and the prevention of respiratory exacerbations which, if not recognized and promptly treated, weigh heavily on the clinical course of these illnesses. In this paper we examine every single aspect of the diagnostic respiratory functional assessment and its programs of periodic monitoring, the techniques of airway clearance required and their management, aiming to an integrated program involving all the professionals that work with the patient, starting from the physical therapist, in collaboration with the young patient and family. Introduzione Le patologie neuromuscolari (NMD) rappresentano nell’età evolutiva la più frequente causa d’insufficienza respiratoria cronica (IRC) che richiede il ricorso alla ventilazione meccanica domiciliare (VMD) e rappresentano anche il più calzante esempio di paziente ad elevata complessità assistenziale. L’alterazione della funzione respiratoria nei bambini con NMD è la più importante causa dell’elevata mortalità associata a queste patologie; in particolare, le infezioni respiratorie sono la causa più comune di ospedalizzazione e di morte nei pazienti neuromuscolari con deficit dei muscoli respiratori [1,2]. L’insufficienza respiratoria (IR) può insorgere acutamente, come risultato di un’infezione respiratoria, o lentamente nell’ambito del progressivo peggioramento legato alla malattia di base. Le principali malattie neuromuscolari che portano a compromissione respiratoria sono riassunte in Tabella 1. Di seguito saranno analizzati i punti principali di un programma di valutazione per la gestione del paziente con NMD. 1) Coinvolgimento respiratorio nelle NMD Le NMD possono compromettere lo scambio dei gas e la funzione di pompa del sistema respiratorio, il mantenimento del tono delle alte vie aeree, la loro stessa protezione e l’efficienza della clearance delle secrezioni nelle vie aeree. Le conseguenze della mancata efficienza del sistema sono l’ipoventilazione, l’ostruzione delle alte vie aeree, l’aspirazione polmonare, la ritenzione delle secrezioni con facilità di sviluppo di infezioni respiratorie, associate agli effetti meccanici della progressiva scoliosi. Corrispondenza PAROLE CHIAVE Keywords [email protected] Malattie neuromuscolari in età evolutiva, valutazione clinica della funzionalità respiratoria, cura respiratoria, ventilazione non invasiva, clearance delle secrezioni, monitoraggio temporizzato. Neuromuscular diseases in childhood, clinical assessment of respiratory function, respiratory care, non invasive ventilation, secretion clearance, timed monitoring. 26 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 Tabella 1 Patologie neuromuscolari. MIDOLLO SPINALE: Lesione midollo cervicale post-traumatica, Siringomielia, Mielite trasversa MOTONEURONE: Atrofie Muscolo Spinali (SMA I, II, III), Poliomielite, S. post-polio NEUROMIOPATIE PERIFERICHE: lesione n. frenico post-intervento cardiochirurgico, S. Charcot-Marie-Tooth, S. Guillain-Barrè GIUNZIONE NEURO-MUSCOLARE: Miastenia MUSCOLO: > Distrofie Muscolari: Duchenne (DMD), Becker, dei cingoli, Fascio-Scapolo-Omerale, Emery-Dreyfuss, Distrofie Muscolari Congenite (CDM merosino-negativa, CDM con s. del rachide rigido, CDM di Ulrich), Distrofia miotonia congenita > Miopatie congenite: Miopatia nemalinica, Miopatia centronucleare, Miopatia miotubulare > Miopatie metaboliche: Miopatie mitocondriali > Dermatomiosite giovanile Queste complicanze spesso coesistono, portando alla progressiva comparsa di IR. L’età di comparsa dei problemi respiratori varia con la malattia di base. Nella Tabella 2, modificata da Je- remy Hull e coll., sono rappresentate le patologie più frequenti [2]. Tabella 2 Progressione dell'IR in diverse patologie neuromuscolari. Patologia SMA Tipo 1 Insufficienza respiratoria Progressione Caratteristiche In tutti i casi entro i due anni Rapida Tutti i casi richiedono supporto ventilatorio h24 Tipo 2 Tipo 3 SMA con distress respiratorio tipo 1 DMD/Distrofia muscolare dei cingoli con grave debolezza in esordio Circa il 40% nell’infanzia Rara nell’infanzia Entro i 6 mesi Lenta Lenta Rapida nel primo anno, poi lenta Distrofia facioscapolo-omerale Quando l’esordio avviene prima dei 20 anni Lenta Qualsiasi età a seconda della severità Lenta L’ipoventilazione può essere presente in bambini ancora deambulanti con CV relativamente conservata Comune nelle forme congenite severe, solitamente in miglioramento Non comune Iniziale miglioramento seguito da un declino lento successivo Difficoltà di apprendimento, sonnolenza diurna, ipoventilazioni centrali Debolezza fluttuante, apnee episodiche, stridore congenito nei pazienti con mutazione DOK7 Possibile deterioramento acuto Stridore, specialmente nella mutazione GDAP1 Distrofia muscolare congenita Tutti i tipi Distrofia miotonica Tipo 1 Tipo 2 Miopatia mitocondriale Charcot-Marie-Tooth Malattia di pompe In seguito alla perdita del cammino Comune Esordio precoce e severo specialmente nella mutazione GDAP1 Esordio infantile o tardivo. Negli esordi più tardivi può verificarsi a deambulazione conservata Tutti richiedono supporto ventilatorio h24 Cardiomiopatia che generalmente compare in seguito alla compromissione respiratoria, ma può anche precederla L’esordio severo in età infantile è spesso associato a sordità neurosensoriale Rapida nell’esordio infantile, lenta nell’esordio tardivo Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 27 Cenni di fisiopatologia In tali patologie vi è tipicamente un quadro restrittivo che può peggiorare in presenza di scoliosi. La scoliosi è presente nelle DMD in circa il 70,9% dei casi e in quasi tutti i pazienti affetti da SMA 1,2 [3] mentre risulta meno frequente nelle restanti patologie neuromuscolari. Nello studio di Robinson D. e Galasko CS. del 1995 [4] è stato dimostrato come la severità della scoliosi valutata come angolo di Cobb sia inversamente proporzionale al valore della capacità vitale (CV) predetta. Un’altra caratteristica patologica delle NMD è la ritenzione delle secrezioni per la presenza di tosse inefficace o parzialmente efficace secondaria alla debolezza muscolare e all’elevata affaticabilità [5]. Con la progressione della debolezza può instaurarsi anche un’alterazione della funzione deglutitoria che, in certi casi, specialmente nelle SMA 1 e nelle miopatie di tipo nemalinico, può portare a malnutrizione e rischio di aspirazione. Le microaspirazioni ripetute associate a reflusso gastroesofageo cronico possono determinare la formazione di atelettasie, bronchiectasie e fibrosi polmonare. Si può facilmente intuire come in questi pazienti la valutazione dello stato nutrizionale sia dunque cruciale. Nei pazienti affetti da DMD, all’età di 13 anni, circa il 50% di essi risulta in sovrappeso; la situazione si capovolge con il progredire della malattia: negli stati più avanzati la percentuale di pazienti sottopeso raggiunge il 50%. In queste patologie con importante compromissione muscolare spesso vi è l’indicazione al posizionamento di SNG o di gastrostomia per mantenere una adeguata nutrizione [6]. Il sonno nei soggetti sani è associato a una riduzione del drive ventilatorio e del tono muscolare delle alte vie aeree, specialmente durante la fase di sonno dei movimenti rapidi oculari (fase REM). Nei bambini con NMD questa riduzione di attività muscolare può determinare ipoventilazione e/o episodi di collasso delle vie aeree superiori con apnea ostruttiva. Nei pazienti con DMD in fase avanzata l’apnea ostruttiva si associa frequentemente all’ipoventilazione [7]. Con il progredire della patologia e con il peggiorare del quadro ventilatorio si può poi sviluppare ipercap28 nia diurna. Solitamente l’ipercapnia in stato di veglia è preceduta da ipoventilazione sonno-correlata ed episodi ricorrenti di riacutizzazione associati ad infezioni polmonari o aspirazione; se non trattata, l’ipercapnia diurna ha prognosi severa [8]. In molti bambini con NMW (neuromuscular weakness), episodi d’insufficienza respiratoria acuta sono associati a infezioni del tratto respiratorio o a ritenzione di secrezioni bronchiali. Un elenco dei più frequenti fattori precipitanti un episodio d’insufficienza respiratoria acuta è riportato nella Tabella 3. Tabella 3 Fattori scatenanti episodio di insufficienza respiratoria acuta. Infezione delle vie aeree superiori Polmoniti Atelettasie Insufficienza cardiaca secondaria a cardiomiopatia o aritmie Farmaci sedativi Aspirazione Pneumotorace Embolia polmonare Distensione gastrica acuta associata all’utilizzo della NIV 2) Identificazione dei bambini a rischio di complicazioni respiratorie Valutazione clinica La valutazione clinica è parte importante e punto di partenza nell’identificazione del rischio di complicanze respiratorie e nell’inquadramento generale della progressione della malattia. È importante quindi la raccolta di dati anamnestici quali la frequenza e la severità delle infezioni, la rilevazione di sintomi predittivi d’ipoventilazione notturna, la valutazione dell’andamento della scoliosi e della postura, la nutrizione e la funzione deglutitoria. Non esistono però al momento studi che abbiano formalmente correlato la valutazione clinica del paziente neuromuscolare con le complicazioni respiratorie. In conclusione è possibile dire che la sola valutazione clinica, pur se indi- Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 spensabile, è scarsamente predittrice di disturbi durante il sonno ed anche della sopravvivenza dei pazienti affetti da DMD [9,10]. Spirometria In bambini sani la spirometria è generalmente eseguibile e ripetibile dai 6 anni di età, utilizzando incentivatori visuali. La capacità vitale può essere attendibilmente misurata nella maggior parte dei soggetti affetti da debolezza muscolare eseguendo una manovra lenta, chiedendo quindi al bambino di eseguire un respiro profondo seguito da una espirazione più lunga possibile attraverso lo spirometro. È stato dimostrato che la CV ha un valore predittivo nei confronti della suscettibilità alle infezioni: una CV inferiore a 1,11 L predice il rischio di infezioni respiratorie con una sensibilità del 90,5% ed una specificità del 70,8% [11]. L’evidenza che la CV possa predire la presenza di disturbi respiratori durante il sonno (DRDS) in pazienti con NMD deriva da numerosi studi: due studi eseguiti su un eterogeneo gruppo di malattie neuromuscolari hanno dimostrato che la capacità vitale inspiratoria (CVI) inferiore al 60% del teorico predice la presenza di DRDS e una CVI inferiore al 40% predice la presenza di ipoventilazione notturna [12]. Un altro studio ha mostrato correlazione tra CV inferiore a 1820 ml ed ipoventilazione notturna [13]. L’evidenza che la CV può predire la sopravvivenza in pazienti con NMD deriva da due studi retrospettivi che coinvolgevano bambini affetti da DMD: in particolare si evidenziava che quando la CV scendeva al di sotto di 1 litro la sopravvivenza media era di 3,1 anni; solo l’8% dei malati era sopravvissuto a 5 anni [14,15]. Ulteriori misure utili nel bambino sono i test di forza MIP (massima pressione inspiratoria), MEP (massima pressione espiratoria) e SNIP (pressione inspiratoria nasale di sniff). La MIP si è dimostrata fortemente correlata alla CV anche nel bambino, con buona predittività di DRDS, ipoventilazione notturna e ipercapnia diurna [16]. In uno studio che indagava un gruppo eterogeneo di NMD è stato dimo- strato come una MIP inferiore a 40 cmH2O fosse associata a DRDS; una MIP inferiore a 25 cmH2O a ipoventilazione notturna [16]. Per valutare l’efficacia della tosse viene misurato il CPF (cough peak flow), utilizzando un misuratore di picco di flusso o uno spirometro. Nell’adulto sano il CPF è normalmente al di sopra di 400 l/min. Un CPF minore di 270 l/min, negli adulti e nei bambini al di sopra dei 12 anni di età, porta ad una maggiore esposizione a episodi infettivi e ad una maggiore ritenzione di secrezioni. Un CPF inferiore a 160 l/min, in pazienti di età maggiore di 12 anni, è indicativo di tosse inefficace [17]. Nella valutazione dell’efficacia della tosse in bambini al di sotto dei 12 anni è possibile utilizzare una tabella pubblicata da Bianchi C. e Baiardi P. con i valori di CPF misurati in bambini sani dai 4 ai 18 anni [18]. Misurazione gas ematici in stato di veglia La misurazione dei gas ematici nei bambini avviene di norma utilizzando campioni di sangue capillare arterializzato. La presenza d’ipercapnia diurna (PaCO2 > 45 mmHg) è indice di ipoventilazione in veglia; i bambini con ipercapnia diurna sono certamente affetti da ipoventilazione notturna. La presenza di elevati livelli di bicarbonati può indicare, in caso di normocapnia, ipoventilazione notturna. L’evidenza che la presenza di ipercapnia possa predire la sopravvivenza proviene da uno studio longitudinale retrospettivo di 18 pazienti con DMD in cui l’ipercapnia correlava con la CV e la sopravvivenza [14]. Monitoraggio notturno del sonno Il declino della funzione respiratoria nei pazienti con malattia neuromuscolare progressiva determina insufficienza respiratoria ed ipoventilazione diurna. La meccanica respiratoria risulta inizialmente compromessa durante il sonno. La stadiazione del sonno può essere suddivisa in sonno attivo (sonno REM) e sonno tranquillo (non-REM). La forza del diaframma è conservata in tutte le fasi del sonno; i muscoli intercostali, quelli delle alte vie aeree e i muscoli accessori della respirazione sono de- ficitari nelle fasi di sonno attivo a causa dell’ipotonia muscolare. L’ipoventilazione notturna nelle NMD progressive si estrinseca dapprima nelle fasi di sonno attivo. Quando la malattia progredisce la debolezza respiratoria aumenta e l’ipoventilazione si presenta in tutti gli stadi del sonno, prima che si instauri l’ipercapnia diurna. Il monitoraggio notturno del sonno è utile per identificare i pazienti che hanno ipoventilazione notturna [19]. 1. Saturimetria notturna L’esame più semplice per valutare la presenza di DRDS è il monitoraggio notturno della saturazione ossiemoglobinica. La saturimetria notturna è un esame eseguibile a domicilio in bambini con malattia neuromuscolare [20]. La desaturazione ossiemoglobinica può essere conseguenza di eventi apnoici ostruttivi delle alte vie aeree o d’ipoventilazione. Va segnalato che ipoventilazioni clinicamente significative conseguenti a debolezza muscolare è improbabile che occorrano in assenza di desaturazione inferiore a 93%, e che un tracciato saturimetrico tecnicamente soddisfacente è un accettabile metodo di screening per l’ipoventilazione in bambini asintomatici con debolezza muscolare. Tale esame potrebbe non essere però sufficiente ad escludere disturbi respiratori nel sonno in bambini sintomatici. Non ci sono studi che valutino specificamente quando la sola saturimetria notturna sia adeguata o necessaria come metodo di screening per ipoventilazione notturna in pazienti pediatrici con NMD. Esiste un solo studio su 50 bambini (23 con malattia neuromuscolare) in ventilazione non invasiva in cui la sola saturimetria notturna ha fallito nell’identificazione dell’ipercapnia (intesa come CO2 transcutanea > 50 mmHg per il 10% del tempo di registrazione o per almeno 5 minuti consecutivi) [21]. 2. Ossicapnografia Le registrazioni della CO2 possono essere ottenute utilizzando la misurazione transcutanea della CO2 o dell’end-tidal CO2; in uno studio retrospettivo su 609 pazienti pediatrici la rilevazione della CO2 transcutanea correlava significativamente con la misurazione dell’end-tidal CO2 [22]. Al- cuni strumenti transcutanei sono in grado di misurare simultaneamente i valori di CO2 e di saturazione ossiemoglobinica: periodi di desaturazione ossiemoglobinica accoppiati al riscontro d’ipercapnia in sonno REM sono fortemente suggestivi di ipoventilazione. 3. Poligrafia cardio-respiratoria I canali principali per l’esame cardiorespiratorio includono la SpO2 con il segnale pletismografico, il monitoraggio transcutaneo o dell’end-tidal CO2, l’ECG, bande ad induzione toraciche e addominali per la valutazione del pattern respiratorio, sonda per movimento e flusso nasale (termistore o sensore di pressione). Non ci sono studi che valutino specificamente quando la poligrafia cardio-respiratoria sia adeguata o necessaria come metodo di screening per l’ipoventilazione notturna in bambini con NMD. 4. Polisonnografia Due consensus statements per la standardizzazione delle cure in pazienti con DMD e SMA appoggiano la polisonnografia come esame di scelta nei bambini a rischio di disturbi respiratori durante il sonno [23,24]. Punti chiave: > La valutazione della presenza di disturbi respiratori durante il sonno dovrebbe essere eseguita almeno annualmente in pazienti che hanno una CV inferiore al 60% del predetto e nei bambini che hanno perso la capacità di deambulare a causa della progressiva perdita di forza muscolare o che non sono mai stati abili a camminare. > In bambini affetti da NMD con incerta velocità di progressione della malattia, in quelli che hanno evidenziato un peggioramento clinico, sofferto di ripetute infezioni respiratorie o sviluppato sintomi compatibili con ipoventilazione, la valutazione respiratoria del sonno dovrebbe essere eseguita più di una volta all’anno. > Un esame saturimetrico notturno tecnicamente soddisfacente che mostri una saturazione media al di sopra di 93% è considerato sufficiente per escludere significativa ipoventilazione notturna in pazienti asintomatici con NMD. Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 29 > O gniqualvolta persistano dubbi sulla presenza di disturbi respiratori nel sonno dopo un esame saturimetrico, o vi è una SpO2 media inferiore a 93% una poligrafia respiratoria o una polisonnografia dovrebbero essere eseguite. Studi per identificare aspirazione polmonare Nelle NMD sono state ben descritte difficoltà di alimentazione [6]. I problemi di deglutizione incrementano il rischio di aspirazione di materiale alimentare a livello polmonare. I sintomi suggestivi di una progressiva difficoltà nella deglutizione sono rappresentati da tosse, starnuti, aumento del tempo necessario all’alimentazione [25]. L’aspirazione può essere silente e manifestarsi con polmoniti recidivanti. Una valutazione da parte del logopedista è necessaria in caso di sospetto di aspirazione; è inoltre indicato sottoporre il paziente a videofluoroscopia della deglutizione (VFSS) in tutti i casi in cui persistano dubbi riguardo a un’eventuale aspirazione. La postura e il controllo del capo risultano inoltre importanti durante l’alimentazione. Pazienti con severa debolezza muscolare come i bambini con SMA di tipo 1 possono presentare una paralisi delle corde vocali con aspirazione silente [23]. In bambini con DMD, la fase orale della deglutizione è di solito più compromessa, a differenza della fase faringea relativamente preservata [26]. La completa valutazione della deglutizione prevede comunque la combinazione di valutazione clinica e videofluoroscopia. 3) Gestione delle secrezioni delle vie aeree La maggior parte delle tecniche classiche di clearance delle vie aeree iniziano con una profonda inspirazione seguita da un’espirazione forzata (huff); l’inspirazione profonda consente all’aria di penetrare dietro il muco (direttamente o per vie collaterali), allargare le vie aeree, mobilizzare le secrezioni dalle piccole vie aeree fino ai grossi bronchi dai quali saranno rimosse tramite l’espirazione forzata. Nei bambini affetti da NMD le tecniche autonome di clearance delle vie aeree sono spesso inefficaci, in quanto 30 essi non hanno la capacità di generare un volume pre-tussivo adeguato a causa della debolezza muscolare, con conseguente flusso espiratorio forzato inefficace. Tecniche di fisioterapia toracica in bambini con NMD Fisioterapia toracica disostruttiva Non esistono studi controllati che dimostrano il beneficio delle tecniche di fisioterapia toracica disostruttiva (clapping, oscillazioni, compressioni) in bambini con NMD durante episodi respiratori acuti. Anche nel mediolungo termine non esistono studi controllati che dimostrano il beneficio della fisioterapia toracica che utilizza tecniche di disostruzione manuale nel preservare la funzione polmonare o nell’aumentare la sopravvivenza. Studi osservazionali e retrospettivi hanno evidenziato una riduzione delle ospedalizzazioni e un incremento della sopravvivenza in bambini con NMD [27-29]. Ventilazione percussiva intrapolmonare (IPV) La ventilazione percussiva intrapolmonare (IPV) è una metodica di respiro intermittente a pressione positiva (IPPB) che rilascia un’elevata frequenza di micro-volumi di aria (6-8 ml per 100-300 cicli al minuto) che vanno ad inserirsi sul normale pattern respiratorio del paziente; questo crea una vibrazione interna (percussione) nel polmone che promuove la clearance delle secrezioni. Reardon e coll. [30] hanno randomizzato 18 bambini e adolescenti (11-19 anni di età) con malattie neurologiche e neuromuscolari con trattamento profilattico con IPV o spirometria incentivante (IS) per un periodo di 7 mesi: i bambini trattati con IPV non hanno presentato polmoniti e non hanno usato antibiotici comparati con la comparsa media di 3 infezioni e 44 giorni di terapia antibiotica nel gruppo sottoposto a sola IS. Oscillazione toracica ad alta frequenza (HFCWO) L’oscillazione toracica ad alta frequenza (HFCWO) può essere somministrata attraverso compressioni intermittenti della parete toracica utilizzando un giubbotto gonfiabile indossato dal paziente e collegato a un compressore che lavora a pressioni e frequenze modificabili dall’operatore (5-20 Hz). Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 La vibrazione del torace produce un flusso oscillatorio che promuove la mobilizzazione delle secrezioni dalla periferia verso le vie aeree più prossimali. Con IPV e HFCWO è possibile mobilizzare una significativa quantità di secrezioni. È quindi importante assicurare presidi di emergenza (pallone AMBU, aspirazione) disponibili in caso di accumulo delle stesse nelle vie aeree centrali. Ad oggi negli studi pubblicati su questa metodica disostruente non vi sono indicazioni certe in termini di efficacia, ma solo in termini di miglior aderenza alla tecnica rispetto alla fisioterapia toracica tradizionale [31]. Metodiche aumentative della tosse I metodi aumentativi della tosse sono parte essenziale della gestione della clearance delle vie aeree in bambini con malattia neuromuscolare. Queste tecniche presuppongono due momenti: l’aumento del volume inspiratorio e la facilitazione dello svuotamento toracico durante la fase espiratoria. Entrambi determinano l’aumento del flusso espiratorio durante tosse. Quando la funzione bulbare è adeguata a mantenere la chiusura glottica, i volumi inspiratori pretussivi possono essere incrementati utilizzando numerose tecniche. La massima capacità di insufflazione (MIC) è il volume massimo di aria accumulata nei polmoni del paziente oltre la capacità vitale spontanea. La MIC è ottenuta quando il paziente inspira profondamente, trattiene il respiro e aumenta il volume di aria accumulato attraverso l’uso di un pallone AMBU (air-stacking), un ventilatore in modalità volumetrica o attraverso il respiro glossofaringeo. Quando la disfunzione bulbare impedisce il controllo della glottide, può essere utilizzata l’insufflazione passiva attraverso un pallone AMBU dotato di valvola espiratoria chiusa [32], con strumenti di insufflazione-essufflazione meccanica o con ventilazione ciclata a volume [33]. Quando sono utilizzati metodi passivi, il volume inspiratorio raggiunto è chiamato capacità di insufflazione polmonare. Il flusso espiratorio può essere incrementato nei bambini affetti da NMD anche con compressioni della parete toracica o addominale (tosse assistita manualmente); la compressione sincrona dell’addome quando il paziente tossisce deter- mina un aumento immediato della pressione addominale conseguente alla spinta del contenuto addominale sul diaframma, aumentando il flusso espiratorio [34]. Queste tecniche possono essere combinate con l’air-stacking per raggiungere un più elevato flusso espiratorio durante tosse. Gli strumenti d’insufflazione-essufflazione meccanica (MI-E) consentono il miglioramento della clearance delle secrezioni applicando una pressione positiva alle vie aeree (insufflazione), poi rapidamente convertita in pressione negativa (essufflazione); questo rapido passaggio a pressione negativa produce un elevato flusso espiratorio di 6-11 litri al secondo (360-660 litri al minuto) simulando un atto tussigeno. 1. Air-stacking L’air-stacking si è dimostrato capace di aumentare il picco di flusso espiratorio durante tosse (CPF) in bambini affetti da SMA e DMD, comparato alla tosse non assistita [35,36]. 2. Tosse assistita manualmente La tosse assistita manualmente è una tecnica semplice che si è dimostrata efficace nell’aumentare il CPF in bambini e adulti con NMD comparata con la tosse spontanea [35,36]. Toussaint e colleghi hanno studiato 179 pazienti con NMD di età superiore a 8 anni [37], mostrando che le metodiche di tosse assistita manualmente possono da sole aumentare il CPF in pazienti con una capacità vitale tra 1030 e 1910 ml: al di sopra e al di sotto di questi limiti non erano in grado di migliorare il CPF. 3. Air-stacking combinato con tosse assistita manualmente Numerosi studi osservazionali in adulti e bambini affetti da NMD hanno mostrato che la combinazione di airstacking con tecniche manuali può portare a significativi incrementi del CPF comparato all’uso delle stesse tecniche usate singolarmente [35-37]. 4. Insufflazione-essufflazione meccanica (MI-E) Non esistono studi randomizzati controllati che mostrino che l’in-essufflazione meccanica (MI-E) sia più efficace di altre forme di fisioterapia toracica nella prevenzione delle riacutizzazioni respiratorie in bambini o adulti affetti da NMW. Ci sono nume- rosi studi che evidenziano la sua efficacia nell’incrementare il CPF. Uno studio su 17 bambini affetti da malattie neuromuscolari eterogenee [38] ha dimostrato che la MI-E in un range di pressioni tra 15 e 40 cmH2O era ben tollerata e non aveva effetti sulla saturazione ossiemoglobinica durante la manovra. Un significativo aumento del CPF è stato segnalato con l’utilizzo di MI-E con 40 cmH2O. Punti chiave: > Bambini con tosse inefficace (inclusi adolescenti con età > 12 anni con CPF < 270 litri al minuto), in particolare se soggetti a frequenti episodi infettivi respiratori, dovrebbero essere sottoposti a tecniche aumentative della tosse. > L’assistenza manuale alla tosse e l’air-stacking per raggiungere la MIC sono metodi efficaci per incrementare l’efficienza della tosse e dovrebbero essere proposti quando vi è indicazione. > L’in-essufflazione meccanica dovrebbe essere considerata in bambini con forza muscolare molto compromessa, perdita di funzione bulbare e incapacità di cooperare nelle manovre di tosse assistita o air-stacking, o nei casi in cui tali manovre non sono efficaci. > L e tecniche oscillatorie quali l’HFCWO e l’IPV dovrebbero essere considerate nei bambini che hanno difficoltà a mobilizzare le secrezioni o che hanno persistenti fenomeni di atelettasia. > Le tecniche di clearance delle vie aeree dovrebbero essere usate durante le infezioni respiratorie quando la saturazione ossiemoglobinica scende al di sotto del 95% in respiro spontaneo in aria ambiente. > L’in-essufflazione meccanica dovrebbe essere disponibile in acuto in tutti gli ospedali che trattano pazienti affetti da malattie neuromuscolari come alternativa agli altri metodi di clearance delle vie aeree per prevenire il deterioramento e la necessità di intubazione e ventilazione meccanica. 4) Ventilazione assistita Gli obiettivi della ventilazione assistita nei bambini con NMD sono: > T rattamento dei sintomi da ipoventilazione notturna. > T rattamenti dei sintomi da ipoventilazione diurna. >R iduzione della frequenza di ospedalizzazione per infezioni respiratorie. >P revenzione delle deformità toraciche in giovani bambini. >A umento della sopravvivenza. Ventilazione non invasiva La NIV viene utilizzata nelle NMD per supportare il respiro, sia in ospedale che a domicilio. Le maschere nasali e le nasal pillows sono generalmente meglio tollerate, ma possono determinare perdite di aria che rendono la ventilazione meno efficace. L’efficacia della NIV nel correggere l’ipoventilazione notturna può portare anche al miglioramento dell’ipercapnia diurna, quando presente [39]. Nei bambini con severa compromissione funzionale l’ipercapnia è presente anche in stato di veglia. In questi casi la NIV permette di migliorare l’ossigenazione e ridurre i livelli di anidride carbonica notturna e diurna, migliorare l’indice di apnea-ipopnea (AHI) e ridurre i sintomi da ipoventilazione [40]. In bambini con NMD con ipoventilazione sintomatica o ipercapnia diurna la NIV riduce la frequenza delle ospedalizzazioni e le giornate di ricovero per riacutizzazione respiratoria, già nell’anno successivo all’introduzione della ventilazione stessa [41,42]. Utilizzata a pressioni medie di 18 cmH2O, la NIV ha permesso, in bambini SMA [43], di prevenire la comparsa di deformità della gabbia toracica (pectus excavatum), correggere l’ipoventilazione notturna, abolire l’asincronismo dei movimenti di torace e addome contrastando la comparsa di deformità a lungo termine [44]. Infine permette un miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita in bambini affetti da NMD ad andamento progressivo [45]. Ventilatori e modalità di ventilazione Esiste una vasta gamma di ventilatori domiciliari utilizzabili nei bambini affetti da NMW. Negli ultimi anni sono disponibili macchine capaci di operare sia in modalità volumetrica che pressometrica. Il maggiore vantaggio della ventilazione volumetrica tramite l’utilizzo della ventilazione a Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 31 boccaglio è la possibilità di utilizzare il ventilatore anche come assistenza all’air-stacking o come incentivazione della tosse. Il limite più grande delle modalità volumetriche in maschera è quello di non essere in grado di compensare le perdite, esponendo il paziente al rischio di ipoventilazione. AI contrario la modalità pressometrica è disegnata per incrementare il flusso aereo fino alla pressione di picco richiesto, compensando le perdite eventuali. In caso di utilizzo di circuito con valvola per evitare il rischio di rebreathing è necessario mantenere una pressione espiratoria minima di 4 cmH2O [46]. Le due modalità di ventilazione più comuni usate nel paziente neuromuscolare sono la spontanea/temporizzata (S/T), con una frequenza di backup e ciclaggio a caduta di flusso, o assistita/controllata a pressione (P A/C), che prevede un tempo inspiratorio fisso. Lo scopo di avere differenti modalità è quello di raggiungere la massima sincronia tra paziente e ventilatore. Fauroux e colleghi [47] hanno testato le performances di 17 ventilatori utilizzati in NIV domiciliare, dimostrando che la sensibilità del ciclaggio in-espiratorio era inefficace in infanti e bambini quando erano presenti perdite nel circuito; l’incapacità del ventilatore nel determinare lo sforzo espiratorio del paziente determinava un allungamento della fase inspiratoria del tutto sconfortevole. In questi casi la presenza di un tempo inspiratorio predeterminato consente una più efficace presa in carico della ventilazione. Si raccomanda inoltre l’impostazione di una frequenza di back-up durante il sonno. Quando iniziare la NIV Nei bambini clinicamente stabili, la NIV notturna può essere iniziata a domicilio titolando gradualmente in poche notti le impostazioni più adeguate. Per molti bambini le indicazioni alla NIV sono rappresentate dall’ipoventilazione sintomatica e il miglioramento dei sintomi è di solito sufficiente a persuadere sia i bambini che la famiglia della necessità di proseguire il trattamento; è importante quindi iniziare con pressioni o volumi bassi per promuovere una buona tolleranza alla ventilazione. 32 Esiste uno studio che ha comparato l’efficacia della NIV impostata in pazienti ricoverati in ospedale e quelli in cui l’adattamento è stato eseguito a domicilio [48]: dopo due mesi non sono emerse differenze nel miglioramento degli scambi gassosi notturni, nella compliance alla ventilazione o nella qualità della vita tra i due gruppi di pazienti. Le linee guida dell’American Thoracic Society [49] raccomandano l’inizio della ventilazione meccanica domiciliare (VMD) per i pazienti affetti da NMD o malattie della gabbia toracica quando, dopo adeguata terapia medica, persistono sintomi di ipoventilazione notturna o di insufficienza respiratoria associati ad ipercapnia o riduzione della CV a valori inferiori a 15 ml/kg. Lo European NeuroMuscular Centre (ENMC) considera come indicazione all’inizio della NIV notturna la presenza di una delle seguenti situazioni [50]: a. d eterioramento acuto del deficit respiratorio cronico; b. i percapnia (PaCO 2 > 45 mmHg) diurna sintomatica; c. ipoventilazione notturna sintomatica, definendo come ipoventilazione notturna la presenza di una CO2 transcutanea ≥ 50 mmHg per almeno il 50% del sonno oppure la presenza di sintomi associati a desaturazioni notturne < 88% per più di 5 minuti consecutivi; d. la presenza di una CV < 50% del teorico associata a sintomi in presenza di patologia neuromuscolare progressiva; e. la presenza di una significativa ipercapnia diurna o notturna in assenza di sintomi richiede uno stretto monitoraggio; in questi pazienti può essere iniziata la NIV valutando caso per caso, essendo a rischio di deterioramento; f. l a presenza di frequenti infezioni respiratorie (> 3 all’anno) deve far prendere in seria considerazione l’inizio della NIV. Appare comunque ragionevole avviare il paziente affetto da NMD all’utilizzo della NIV in presenza d’ipercapnia diurna. Punti chiave: > I l team clinico che ha in carico il bambino che utilizza la NIV dovreb- Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Gennaio-Aprile 2014 • Numero 1 be avere familiarità con un piccolo numero di ventilatori; in molti bambini le modalità pressometriche sono ben tollerate e facili da usare. > Le modalità ventilatorie che prevedono un tempo inspiratorio fisso sono di solito le più appropriate in bambini molto compromessi o molto piccoli. > Per i bambini più grandi e negli adolescenti la ventilazione diurna con boccaglio e l’uso di air-stacking come modalità di assistenza alla tosse in ventilazione volumetrica dovrebbe essere preferita. > Quando è utilizzata una maschera oro-nasale o full face dovrebbe essere posizionata una valvola antiasfissia. > I bambini che necessitano di ventilazione per più di 16 ore al giorno dovrebbero essere provvisti di un secondo ventilatore in caso di rottura. Monitoraggio del paziente pediatrico in NIV Una volta che il bambino è in grado di tollerare la NIV domiciliare, dovrebbe essere organizzato un monitoraggio per controllare il grado di correzione dell’ipoventilazione; il minimo strumentale necessario è uno studio del sonno che registri la saturimetria e la capnografia. L’analisi del movimento del torace e dell’addome all’interno di un monitoraggio cardiorespiratorio permette inoltre di correggere gli asincronismi toraco-addominali. Le perdite sono motivo di scarsa efficacia e tolleranza della NIV e sono inevitabili sia in maschera nasale che facciale: diventa estremamente importante la scelta corretta della maschera, particolarmente difficile nel bambino molto piccolo. In tali casi esiste la possibilità di costruire maschere personalizzate. Punti chiave: > A stabilizzazione dell’adattamento alla NIV domiciliare, una ossicapnografia o una poligrafia dovrebbero essere eseguite per controllare che siano aboliti i fenomeni di ipoventilazione associati al sonno. Rivalutazione respiratoria I bambini in VMD dovrebbero essere valutati almeno una volta all’anno per assicurare la persistenza dell’efficacia della NIV notturna nel controllare l’ipoventilazione. Nelle Tabelle 4 e 5 sono riportati i tempi e gli esami strumentali consigliati nei bambini con NMD. Effetti avversi della NIV Le lesioni da decubito, in particolare a livello della radice del naso e della cute frontale, sono frequenti durante l’uso della ventilazione non invasiva. La prevenzione è estremamente importante: è consigliabile tollerare una minima perdita aerea dalla maschera piuttosto che rischiare una lesione cutanea. Nei casi di ventilazione per numerose ore al giorno è essenziale disporre di più interfacce per variare l’appoggio cutaneo. In caso di arrossamento della cute è utile il posizionamento di materiale idrocolloide. La pressione esercitata dalla maschera sul viso del piccolo paziente in crescita, può determinare un ritardo di crescita della struttura ossea del massiccio facciale che può portare a una mal occlusione dentaria. Fauroux e colleghi hanno effettuato una survey su 40 bambini in NIV o CPAP per almeno 4 settimane: l’appiattimento delle ossa facciali era presente nel 68% dei bambini (51). L’alternanza con maschere total face potrebbe ovviare a questo problema. Tabella 4 Follow-up nei pazienti neuromuscolari di età inferiore ai 5 anni. Una volta all’anno o più frequentemente in caso di insufficienza respiratoria incombente: > Anamnesi per sintomi di ipoventilazione notturna, insufficienza respiratoria o disfunzione bulbare > Esame obiettivo cardio-polmonare con SpO2% e CO2 transcutanea + peso e altezza > Saturimetria notturna nei casi dubbi o, se sintomi di ipoventilazione notturna o sospette apnee-ipopnee, polisonnografia con monitoraggio transcutaneo della CO2 > Rx torace + emocromo + elettroliti completi + bicarbonati > EGA capillare arterializzato se: – Saturimetria notturna significativamente alterata – Sintomi di disfunzione respiratoria – Infezione delle vie aeree in atto o storia di infezioni ricorrenti Tabella 5 Follow-up dei pazienti neuromuscolari di età superiore ai 5 anni. Una volta all’anno: > Anamnesi per sintomi di ipoventilazione notturna, insufficienza respiratoria o disfunzione bulbare > Esame obiettivo cardio-polmonare con SpO2% e tCO2 + peso e altezza > FVC seduto e anche supino se FVC seduto < 80% teorico + MIP e MEP > Picco della Tosse > Rx torace + emocromo + elettroliti completi > Saturimetria notturna > Polisonnografia con monitoraggio tCO2 nei casi dubbi o se sintomi di ipoventilazione notturna o sospette apnee-ipopnee EGA arterioso o di sangue capillare arterializzato se: > FVC < 40% predetto > Saturimetria notturna significativamente alterata > Sintomi di disfunzione respiratoria > Infezione delle vie aeree in atto o storia di infezioni ricorrenti I pazienti devono però essere rivalutati ogni 3-4 mesi se: > FVC seduto < 60% teorico o se caduta FVC > 20% da seduto a supino > Picco della tosse < 270 l/min > La saturimetria notturna deve essere rivalutata almeno ogni 6 mesi se FVC < 40% Conclusioni La presa in carico del bambino affetto da patologia neuromuscolare richiede l’integrazione tra numerose figure professionali quali pediatra, neurologo, fisiatra, pneumologo, fisioterapista respiratorio, motorio e occupazionale. È assolutamente necessaria la totale collaborazione tra tutte le professionalità coinvolte per garantire un passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta meno traumatico possibile; un ruolo centrale in questo percorso è svolto dal fisioterapista respiratorio, che accompagna il piccolo paziente durante tutto il percorso della malattia, costituendo il punto di riferimento per il bambino e la sua famiglia, anche dal punto di vista educazionale. È verosimile che nei prossimi anni assumerà sempre più importanza l’aspetto multidisciplinare della presa in carico del paziente neuromuscolare, in particolare pediatrico, ad oggi non ancora presente diffusamente su tutto il territorio nazionale. Bibliografia [1] Howards RS, Wiles CM, Hirsch NP, et al. Respiratory involvement in primary muscle disorders: assessment and management. Q J Med 1993;86:175-189. [2] P errin C, Unterborn Jn, Ambrosio CD, et al. Pulmonary complications of chronic neuromuscular diseases and their management. 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