INNESTI_68,5x99_I.pdf 1 27/05/14 12:10 C M Y CM MY CY CMY K 1- Manifesto Padiglione Italia La cartella stampa è scaricabile da: www.innesti-grafting.it/press/ Innesti/grafting Se il funzionalismo del secolo scorso cercava il grado zero, il pensiero contemporaneo persegue nuovi fini e valori attraverso una metamorfosi delle strutture esistenti. Proprio questo appare il contributo originale della cultura progettuale del nostro paese nell’ultimo secolo: una ‘modernità anomala’, marcata dalla capacità di innovare e al contempo di interpretare gli stati precedenti. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di agire con efficacia e sensibilità in contesti urbani stratificati. Cino Zucchi COMUNICATO STAMPA 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia PADIGLIONE ITALIA Innesti/Grafting a cura di Cino Zucchi Tese delle Vergini all’Arsenale, dal 7 giugno al 23 novembre 2014 Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee presentano la Mostra del Padiglione Italia, che dialoga su più livelli con i temi della 14. Mostra Internazionale di Architettura e degli altri padiglioni nazionali. INNESTI/GRAFTING è il titolo, ma soprattutto la chiave di lettura che Cino Zucchi - nominato dal Ministero curatore del Padiglione Italia per la Biennale Architettura 2014 - ha scelto per sviluppare la direzione suggerita da Rem Koolhaas ai padiglioni nazionali, “Absorbing Modernity 1914/2014”. Un invito ad approfondire i processi che hanno portato all’attuale carattere omogeneo e atopico dell’architettura globale, individuando le resistenze e/o le caratteristiche peculiari che la modernizzazione ha preso nel confronto con le vere o presunte “identità nazionali”. In INNESTI/GRAFTING Cino Zucchi parte dall’assunto che “l’architettura italiana dalla prima guerra mondiale a oggi mostra una ‘modernità anomala’, rappresentata dalla grande capacità di interpretare e incorporare gli stati precedenti attraverso metamorfosi continue. Non adattamenti formali a posteriori del nuovo rispetto all’esistente, ma piuttosto ‘innesti’ capaci di trasfigurare le condizioni del contesto in una nuova configurazione: un atteggiamento visto un tempo da alcuni come nostalgico o di compromesso, ma oggi ammirato dall’Europa e dal mondo come il contributo più originale della cultura progettuale italiana”. INNESTI/GRAFTING è quindi un racconto della nostra migliore architettura da un punto di vista inedito. Opere antiche, recenti e contemporanee sono scelte con gli occhi di un botanico piuttosto che con quelli di uno storico, e rilette secondo modalità originali per svelare la loro capacità di unire indissolubilmente interpretazione e innovazione, materia esistente e forma futura. La proposizione fondamentale del Padiglione, l’innesto come leitmotiv dell’architettura italiana nei secoli, è rappresentata sia con la lettura dei progetti esposti sia attraverso la struttura stessa del percorso espositivo e del suo impianto scenico, fino creare un unico grande ritratto dal forte impatto visivo e formale, dove ogni elemento mette in rappresentazione la tesi secondo modalità proprie. Nella mostra del Padiglione Italia non c’è l’idea di un’evoluzione lineare, bensì l’esame di singoli episodi o eventi progettuali legati nel tempo da relazioni inaspettate. Se la modernizzazione ha coinvolto nell’ultimo secolo l’intera penisola, il caso di Milano è assunto come esemplare “laboratorio del moderno” le cui vicende architettoniche e urbanistiche degli ultimi cento anni – ma anche alcuni momenti cardine della sua storia passata – mostrano le particolari modalità assunte da progetti dalla grande carica trasformativa al confronto con la struttura urbana preesistente. Ma Milano è anche il luogo che ospita Expo 2015, un esempio di grande trasformazione territoriale degli ultimi anni che sarà osservata nei suoi diversi contenuti e nei suoi sviluppi presenti e futuri. La mostra continua con una serie di collage di architettura e con la suggestiva rappresentazione di un grande paesaggio contemporaneo costituito da immagini di progetti recenti dove architetti di varie generazioni si sono confrontati con contesti impegnativi. Una serie di “cartoline” autografe di architetti stranieri danno un’interpretazione sintetica della particolare condizione italiana vista da diversi angoli del mondo. Un ruolo importante nel percorso espositivo è rappresentato dall’opera corale “Paesaggi Abitati” a cura di Studio Azzurro, volta a indagare come l’uomo interagisce con le trasformazioni dettate dall’architettura e come a sua volta le adatti ai suoi bisogni quotidiani. L’installazione è realizzata con una selezione dei 300 contributi video raccolti attraverso un invito pubblico che il Padiglione Italia ha rivolto a studenti, persone comuni, video maker. Ad aprire e chiudere la mostra due segni, due “innesti” fisici nel contesto dell’Arsenale firmati dallo stesso Cino Zucchi: l’Archimbuto, il grande portale arcuato dell’ingresso adiacente le Gaggiandre e il Nastro delle Vergini, una grande panca-scultura che si snoda tra gli alberi nel Giardino delle Vergini. Contatti stampa MiBACT–DG PaBAAC Alessandra Pivetti Tel 366.6482897 alessandra.pivetti@ beniculturali.it L’insieme del Padiglione mostra la ricchezza e la stratificazione del paesaggio italiano, e la capacità di interpretare i segni del passato da parte degli attori che più hanno contribuito alla sua trasformazione in un paese contemporaneo, capace di dialogare con il mondo. Ufficio Stampa Padiglione Italia OTTO Sara Resnati Tel 02.45470850 – 329.2143000 [email protected] www.innesti-grafting.it Facebook: www.facebook.com/ Padiglione.Italia.2014. Innesti.Grafting Twitter: @Pad_ITALIA_2014 Cino Zucchi Innesti: il moderno come trasfigurazione “La tradizione non è che se non la storia di una serie di trasfigurazioni nuove delle cose.” Massimo Bontempelli, Tradizione, 1934 “Per me non esiste ‘il passato’ perché considero che tutto è simultaneo nella nostra cultura e nemmeno esistono per me, nel giudicare architettura, fratture tra l’architettura antica e la moderna.” Gio Ponti, Amate l’architettura, 1957 Il progetto moderno ha spesso perseguito un organismo autonomo generato dal semplice programma funzionale e potenzialmente riproducibile in molti esemplari; ma la cultura architettonica italiana ha sempre dovuto fare i conti con la presenza di ambienti urbani e territoriali dalla struttura complessa, dove il nuovo intervento è solo un nuovo strato di un palinsesto più ampio. Il Padiglione Italia 2014 mostra un paese che ha perseguito grandi innovazioni tecniche e formali riuscendo ad innestare il nuovo su di un fatto preesistente, sia esso fisico o culturale: una “modernità anomala”, sofisticata nelle strategie e negli esiti, dove il luogo e i suoi caratteri non sono solo un limite fisico, quanto un materiale vivo da trasformare. Se il concetto di “contestualismo” evoca un semplice adattamento formale del nuovo alle consuetudini esistenti al fine di renderlo accettabile, un “innesto” presuppone una ferita nell’organismo ospite, ma anche una profonda conoscenza della sua fisiologia. La sezione “Monditalia” ideata da Rem Koolhaas per l’Arsenale, con la sua lettura acuta e idiosincratica, decostruisce in maniera definitiva l’immagine da cartolina che il Bel Paese ha accumulato nei secoli e che ha finito per nasconderne la realtà multiforme e contradditoria. Il Padiglione Italia esamina i tentativi da parte della cultura progettuale dell’ultimo secolo di agire su questo paesaggio frammentato in maniera “edificante”, innestando gemme di grande modernità negli interstizi che separano gli strati precedenti. L’Italia di questo ultimo secolo ha perseguito momenti di grande innovazione tecnica e formale, affrontandoli spesso con la coscienza della responsabilità che ne derivava. Il passato non è quindi solo un valore da conservare, ma anche un elemento vivo che costituisce lo sfondo della nostra vita quotidiana insieme ai nuovi ambienti che ogni giorno costruiamo e trasformiamo per rispondere a nuovi bisogni. Il Padiglione Italia e le sue parti Archimbuto. Un innesto contemporaneo Sulla facciata delle Tese delle Vergini che ospitano il Padiglione Italia nello spazio dell’Arsenale, un nuovo portale di ingresso in metallo dalla forma arcuata e dallo snello profilo annuncia il tema del Padiglione con un vero e proprio “innesto” sull’edificio esistente, dialogando con gli archi del contiguo portico delle Gaggiandre attribuito a Jacopo Sansovino. Prima Sala Innesti. Il moderno come metamorfosi All’ingresso della mostra, una sezione introduttiva descrive mediante brevi testi e immagini i caratteri peculiari dell’architettura moderna italiana dell’ultimo secolo e le sue radici in quella più antica. Come Michelangelo ingloba i palazzi preesistenti nella nuova sistemazione del Campidoglio, così secoli dopo i concorrenti del concorso per il Palazzo del Littorio devono confrontarsi con le imprescindibili presenze del Colosseo e della Basilica di Massenzio. Expo 2015. Un laboratorio ambientale A sinistra dell’ingresso, un allestimento “leggero” mette in scena il grande “laboratorio Expo” che sta avviandosi verso il proprio ambizioso traguardo: un nuovo luogo collettivo che con i contributi di grandi architetti, fotografi e artisti internazionali mostrerà al mondo intero le diverse forme di una nuova coscienza nei confronti dell’ambiente. Il concetto urbanistico dell’intera area, i progetti per i cluster tematici, il Padiglione Italia, mostrano diverse articolazioni dell’idea di sviluppo sostenibile che animerà la manifestazione. Nella sezione “2030 EXPOST. Tracciare futuri possibili”, una serie di giovani studi di architettura sono stati chiamati a prefigurare le metamorfosi dopo la manifestazione. Milano. Laboratorio del moderno A destra della sezione introduttiva, una serie scelta di trasformazioni edilizie antiche e nuove mostrano la complessa dialettica tra innovazione e rispetto della forma urbana esistente che ha caratterizzato il passaggio da città a metropoli della capitale lombarda. Episodi che attraversano i secoli come la vicenda dei progetti incompiuti per la facciata del Duomo o quelli della crescita della grande fabbrica dell’Ospedale Maggiore, altri più legati a vicende traumatiche - come quella della ricostruzione del centro dopo i bombardamenti del 1943, o della Triennale “occupata” nel 1968 - rappresentano una città cresciuta “per occasioni” piuttosto che per pianificazione di lungo periodo. Più che agli architetti moderni che hanno creato il volto della città contemporanea – tra loro Piero Portaluppi, Giuseppe Terragni, Gio Ponti, Piero Bottoni, Ignazio Gardella, i BBPR, Asnago e Vender, Gigi Caccia Dominioni e molti altri – l’esposizione guarda al tema dell’inserimento di nuovi edifici alla ricerca di condizioni moderne di vita all’interno della forma urbana esistente, riletto attraverso documenti d’epoca e l’interpretazione di fotografi contemporanei. La sezione dedicata a Milano si conclude con il tema de “la città che sale”, nel rapporto dialettico tra edifici alti e forma urbana, mostrando con evidenza la trasformazione scalare della città dal novecento ad oggi. Seconda sala Un paesaggio contemporaneo Se nella prima sala l’allestimento riproduce la struttura compatta e l’ordine geometrico della città storica, la seconda rappresenta anche nelle sue modalità allestitive un’interpretazione attuale del paesaggio italiano che, come diceva Gio Ponti, è fatto “metà da Dio e metà dagli architetti”. Nella grande penombra del salone esistente, grandi prismi di diversa forma e profilo sostengono immagini retroilluminate di progetti contemporanei integrati in contesti diversi, che insieme danno vita ad uno scenario cangiante ed inatteso. Piuttosto che descrivere i progetti in mostra, l’allestimento compone nelle modalità di un grande collage la diversità delle condizioni urbane e di paesaggio del nostro paese, e le diverse risposte individuali al tema comune del rapporto tra l’occasionalità programmatica dei singoli interventi e la costruzione collettiva del territorio. Ambienti taglia e incolla Su di una delle pareti della seconda sala trova posto una grande “quadreria” di collage fisici e digitali realizzati sul tema dell’innesto da architetti italiani delle generazioni più giovani; riflessioni astratte, talvolta provocatorie, che documentano la feconda e continua ridiscussione sui mezzi disciplinari e sul rapporto tra storicità e contemporaneità. Paesaggi abitati. La vita si adatta agli spazi che si adattano alla vita Se la cultura architettonica interviene ogni giorno nel tessuto delle città, i risultati di questo lavoro diventano ogni giorno lo sfondo della vita quotidiana di tutti noi. Sopra queste trame urbane troviamo un ordito di trasformazioni più fini che gli utenti portano avanti per adattare alle loro esigenze le strutture in cui abitano e lavorano. Con il supporto di Designboom, il popolare magazine digitale, il Padiglione Italia ha invitato persone comuni, studenti, videomaker ad inviare brevi video a camera fissa di spazi pubblici: nuclei antichi vissuti o abbandonati, moderni centri commerciali, luoghi che si animano per eventi o vicende particolari. Una selezione dei 300 contributi pervenuti dà vita a un grande “mosaico animato” interpretato da Studio Azzurro per documentare l’estrema diversità del paesaggio italiano e delle vite che ospita. Cartoline dal mondo In prossimità dell’uscita verso il giardino, un grande tavolodistributore contiene diciotto cartoline che rappresentano altrettanto sintetiche “letture” della modernità italiana da parte di importanti architetti del mondo (da Steven Holl a Juan Navarro Baldeweg, da Dominique Perrault a Peter Wilson e molti altri) che hanno in qualche modo intersecato la cultura italiana nel loro lavoro o nella loro riflessione teorica. Esterno Il nastro delle Vergini Nel giardino dell’ex convento delle Vergini sul lato posteriore del padiglione, la grande scritta in metallo esistente recuperata dal vecchio Padiglione Italia ai Giardini diventa il punto di partenza fisico e ideale di un gesto sintetico: un grande panca di metallo che si snoda attraverso gli alberi per delimitare uno spazio di festa, sosta, riflessione o dibattito ai diversi visitatori che attraversano la mostra. Cino Zucchi Cenni biografici Nato a Milano nel 1955, ha conseguito il Bachelor of Science in Art and Design presso il Massachusetts Institute of Technology e la Laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano, dove è Professore Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana e docente al Dottorato di Progettazione Architettonica e Urbana. E’ stato John T. Dunlop Visiting Professor in Housing and Urbanization presso la Graduate School of Design di Harvard nel 2013 ed ha partecipato in qualità di docente a numerosi seminari di progettazione e teoria urbana presso la Syracuse University di Firenze, l’ETH di Zurigo e l’Universidad Politécnica di Madrid. Tiene regolarmente conferenze e seminari e partecipa a giurie di concorsi di architettura nazionali ed internazionali. Ha pubblicato saggi e recensioni sulle maggiori riviste internazionali ed è membro del forum della rivista “Lotus international” dal 1996. E’ autore dei libri L’architettura dei cortili milanesi 1535-1706 (Electa 1989), Asnago e Vender. Architetture e progetti 1925-1970 (Skira 1999), Copycat (Marsilio 2012), Cino Zucchi. Inspiration and Process in Architecture (Moleskine 2012) e curatore del volume Bau-Kunst-Bau (Clean 1994). Ha partecipato all’organizzazione e all’allestimento della XV, XVI, XVIII e XIX Triennale di Milano, ed è membro del comitato scientifico della XXI Triennale 2016. Il suo lavoro è stato esposto alla 6°, 8°, 12° e 13° Biennale di Architettura di Venezia, dove l’installazione Copycat. Empathy and Envy as Form-makers ha ricevuto la menzione speciale della giuria. Nel Novembre 2013 è stato nominato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo curatore del Padiglione Italia alla 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Con lo studio Cino Zucchi Architetti ha progettato e realizzato negli anni numerosi edifici pubblici, residenziali e commerciali, una serie di progetti di spazi pubblici, progetti per il ridisegno di aree agricole, industriali e storiche ed ha partecipato a numerosi concorsi liberi e a inviti nazionali e internazionali. Tra i lavori più noti dello studio vi sono la riforma dell’area ex Junghans a Venezia (che ha conseguito svariati premi di architettura), il master plan per l’area di Keski Pasila a Helsinki, gli edifici residenziali e per uffici nell’area dell’ex Alfa Romeo a Milano, l’edificio per uffici ad Assago (Milano), gli Headquarters Salewa a Bolzano, i complessi residenziali a Milano, Parma, Ravenna e Bologna, il nuovo centro direzionale Lavazza e la ristrutturazione e l’ampliamento del Museo Nazionale dell’Automobile a Torino. Alla sezione Innesti. Un paesaggio contemporaneo prendono parte 85 progetti di studi italiani: - 2A+P/nicole_fvr - 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo - ABDA Architetti Botticini de Apollonia e Associati - ABDR Architetti Associati - act_romegialli - aMDL_architetto Michele De Lucchi - Amoretti Calvi e Associati + Giancarlo Ranalli - Archea Associati - Barozzi/Veiga - baukuh - Boeri Studio (Boeri, Barreca, La Varra) - C&P Architetti Luca Cuzzolin+Elena Pedrina - C+S Architects - Calzoni Architetti – Arch. Sonia Calzoni - Massimo Carmassi - Antonio Citterio Patricia Viel and Partners - Clementi Hinners architects - Roberto Collovà - Cottone+Indelicato, Joan Puigcorbé - Mario Cucinella Architects - Rosario Cusenza + Maria Salvo Studio - DAP studio/Elena Sacco-Paolo Danelli - Elasticospa - Elasticospa+3 - ES-arch enricoscaramelliniarchitetto - ETB - Gambardellarchitetti - Ghigos, ARCstudio, Id-Lab - giussaniarch - Roberto Giussani / Andrea Balestrero - Gregotti Associati International (Augusto Cagnardi, Vittorio Gregotti, Michele Reginaldi) - GSMM architetti - Raimondo Guidacci Architetto - IaN+ - Ifdesign - Iotti + Pavarani Architetti - Kuehn Malvezzi - Labics - LAN - Vincenzo Latina - Lelli, Bandini, Luccaroni, Magazè, Laboratorio di Architettura - Gaetano Lixi, Francesco Delogu - Luciano Giorgi, Liliana Bonforte (lgb-architetti) - MAB arquitectura - LAPS - Architecture - mdu architetti - MoDus Architects - monovolume architecture+design - Adolfo Natalini / Natalini Architetti Firenze - Marco Navarra_NOWA - Gualtiero Oberti, Attilio Stocchi - OBR Paolo Brescia, Tommaso Principi - Onsitestudio - OperaStudio Magni Paci Architetti - Park Associati (Filippo Pagliani, Michele Rossi) - Pietro Carlo Pellegrini architetto - Pierpaolo Perra, Alberto A. Loche - Renzo Piano Building Workshop - Piuarch. Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini, Monica Tricario - Renato Rizzi - Studio Italo Rota and Partners - Scandurra Studio - Scape - Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna - Markus Scherer, Walter Dietl - Nunzio Gabriele Sciveres Architetto - Sp10 - stARTT studio di architettura e trasformazioni territoriali - Studio Albori - StudioErrante Architetture - Studio di Architettura Andrea Milani - Studio Zero85 - Tasca Studio Architetti Associati - Werner Tscholl Architekt - Paolo Zermani (Studio Zermani Associati) Alla sezione Ambienti taglia e incolla hanno contribuito 5 architetti e artisti: - Carmelo Baglivo - Luca Galofaro - Cherubino Gambardella - Agostino Osio - Beniamino Servino Crediti Padiglione Italia MiBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Ministro Dario Franceschini Sottosegretari di Stato Francesca Barracciu Ilaria Borletti Buitoni Capo di Gabinetto Giampaolo D’Andrea Segretario Generale Antonia Pasqua Recchia PaBAAC - Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee Servizio architettura e arte contemporanee Direttore: Maria Grazia Bellisario Coordinamento Alessandra Fassio Comunicazione Alessandra Pivetti Amministrazione Maria Teresa Soldo, Daniela Aquilini Fotografia Roberto Galasso Segreteria Dora Campisi con Guglielmina Calandri Collaborazioni Gaia Gallotta, Valentina Palermo, Marco Piras Un sentito ringraziamento a Paolo Baratta Presidente de la Biennale di Venezia Mostra Innesti/Grafting Consulenza illuminotecnica Carlotta de Bevilacqua Curatore Padiglione Italia Cino Zucchi Ufficio stampa Otto Idee e Soluzioni di Comunicazione Globale srl Sara Resnati Coordinamento scientifico Nina Bassoli Progetto di allestimento CZA Cino Zucchi Architetti Cino Zucchi, Omar De Ciuceis, Stefano Goffi, Diego Martinelli con Federico Bettazzi, Massimo D’Alessio, Serena Dambrosio, Claudia Gallo, Antonio La Marca, Matteo Spotti Coordinamento generale Paola Zini Coordinamento comunicazione Sara Fortunati, Finola Doyle Coordinamento prestiti e logistica Francesca Serrazanetti Progetto grafico Studio FM Milano Installazioni video Studio Azzurro Direzione artistica Fabio Cirifino, Leonardo Sangiorgi Coordinamento Carmen Leopardi Produzione esecutiva Ilaria Bollati Progetto tecnico allestimento Daniele De Palma Sviluppo software e sistemi interattivi Marco Barsottini, Lorenzo Sarti Post produzione video Lisa Cartuccia, Matteo Cellini, Mauro Macella, Kenji Matsushita Suoni e musiche Tommaso Leddi Gestione social media Pamela Pelatelli Sito web BananaStudio con Paul Houston Catalogo della mostra Marsilio editori Sezione “Milano. Laboratorio del moderno Consulenza scientifica Federico Bucci con Elisa Boeri; Paola Nicolin con Alberto Zenere; Francesco Repishti Ricerca e progettazione modelli della sala “La città che sale” Onsitestudio Giancarlo Floridi, Angelo Lunati con Lorenza Odorizzi, Daniele Panni e Filippo Fagioli Fotografi Vincenzo Castella Filippo Poli Filippo Romano Maurizio Montagna Sezione “EXPO 2015. Un laboratorio ambientale” Coordinamento scientifico Luisa Collina Progetto di allestimento MoDus Architects Matteo Scagnol, Sandy Attia con Martina Salmaso Visualizzazione di dati e informazioni / Data and information visualization Density Design Lab - Politecnico di Milano Sviluppo contenuti per EXPO 2015 Matteo Gatto, Marco Chiodi, Alessandra Santerini Sviluppo contenuti per Padiglione Italia EXPO 2015 Paolo Verri, Francesca Lambertucci Coordinamento scientifico workshop “(2030) EXPOst” Paolo Galuzzi con Arexpo S.p.A. Progetti Barozzi Veiga ma0 Openfabric StudioErrante Architetture YellowOffice Sezione “Ambienti Taglia e Incolla” Coordinamento scientifico Emilia Giorgi Sezione “Paesaggi Abitati” Progetto di allestimento dello spazio di sosta Matilde Cassani Sponsor Main sponsor istituzionali EXPO Milano 2015 Padiglione Italia EXPO Milano 2015 Main sponsor Artemide Lavazza Sponsor Arexpo Sto SE & Co.KGaA Hines Italia SGR S.p.A. Fondo Porta Nuova Garibaldi Sponsor tecnici De Castelli Laboratorio Morseletto per l’architettura Fornitore ufficiale Valchromat Patrocinio Comune di Milano Ringraziamenti ACS Archivio Centrale dello Stato, Roma; Valentina Angeloni; Archivi Storici del Politecnico di Milano; Archivio Asnago e Vender; Archivio Luigi Caccia Dominioni; Archivio Civico del Comune di Milano – Settore; Cittadella degli Archivi e Gestione Documentale; Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo; Archivio Fondazione Pirelli; Archivio Fotografico – La Triennale di Milano; Archivio Latis; Archivio Terragni; ASG Archivio Studio Gardella; Luca Baroni; Massimo Bray; Francesca Cadeo; Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Castello Sforzesco, Milano; Comocomera.it; CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione. Università degli Studi di Parma; Designboom; Edoarda de Ponti; Fondazione Piero Portaluppi; Fondazione studio museo Vico Magistretti; Alberto Garutti; Alberto Gavazzi; Giovanna Latis; Monica Lattuada; Serena Maffioletti; Maurizio Cattelan Archive; Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Archivio del ‘900 - Fondo Figini e Pollini; Gabriele Pasqui; Cesare Pellegrini; Marko Pogacnik; Attilio Terragni; Università IUAV di Venezia, Archivio Progetti - Fondo Giorgio Casali; Ilaria Valente 2- Schema generale del progetto di allestimento 3 4 3- Schizzo del Portale 4- Schizzo della sala “Milano Moderna: un laboratorio urbano” 5- Schizzo della sala ”Un paesaggio contemporaneo” 6- Schizzo dell’installazione “Un giardino ospitale” 5 6 7- Il Portale. Un innesto contemporaneo 8- Sala “Milano Moderna: un laboratorio urbano” 9- Sala ”Un paesaggio contemporaneo” 8 9 10 12 11 10- Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Palazzo Montecatini, Milano 1936-1938 11- Luigi Moretti, Edificio in Corso Italia, Milano 1949-1955 12- Franco Albini, Franca Helg, Grandi magazzini La Rinascente, Roma 1957-1961 13- Gruppo Carminati, Lingeri, Saliva, Terragni e Vietti, con Bartolini, Nizzoli e Sironi, Concorso Palazzo del Littorio, Roma 1934 14- Non è vero che uno stabile sia tanto più bello quanto più metri misuri di altezza, dalla “Domenica del Corriere” del 2 ottobre 1955 13 14 17 15 18 19 16 15- MoDus Architects, Casa e Atelier d’artista, Castelrotto (BZ) 2013 16- Onsitestudio, Edificio ASL, Milano 2010 17- Massimo Carmassi, Ricostruzione di San Michele in Borgo, Pisa 2001 18- Barozzi / Veiga, Scuola di musica, Brunico (BZ) 2012 19- Archea Associati, Cantina Antinori, San Casciano Val di Pesa (FI) 2012 20- Raimondo Guidacci, Due Case, Orsara Di Puglia (FG) 2006 20
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