Riassunto a cura dell'autore Maurizio Dattilo, MD Introduzione La struttura della cromatina spermatica è frequentemente compromessa come conseguenza di danni di tipo ossidativo e condiziona una scarsa efficacia riproduttiva sia per via naturale che in corso di trattamenti PMA. Trattandosi di un danno di natura ossidativa, il supporto di tali pazienti con sostanze antiossidanti appare come una promettente strategia. In effetti, almeno venti studi clinici pubblicati negli ultimi 10 anni, pur se eterogenei tra loro e spesso metodologicamente carenti, hanno tutti confermato qualche effetto positivo di tali interventi sulla qualità dell'eiaculato. Di contro, tali effetti positivi potrebbero avere un mero valore cosmetico dal momento che difficilmente si riesce a dimostrare un reale impatto sui tassi di grevidanza. Le recenti review sul tema hanno pertanto posto l'accento sul rischio che le terapie con forti antiossidanti, se da un lato migliorano certi parametri spermatici, es. la mobilità, dall'altro creano interferenze con i processi ossidativi fisiologici che nello spermatozoo sono particolarmente importanti. È stato visto in studi clinici che quando un intervento antiossidante risulta in una riduzione della frammentazione del DNA questa viene pagata con un aumento dell'indice di decondensazione nucleare con un effetto finale negativo. Questo fenomeno è stato definito come "stress riducente" in opposizione al tradizionale concetto di stress ossidativo. Il problema può essere risolto utilizzando un approccio di attivazione metabolica basato sulla somministrazione di antiossidanti indiretti, ovvero di sostanze che non sono dei veri antiossidanti ma agiscono promuovendo e sostenendo l'attività dei meccanismi antiossidanti fisiologici. In questo modo l'effetto antiossidante si manifesta fino al raggiungimento dell'equilibrio ossidoriduttivo. Si può pertanto intervenire in maniera decisa senza rischiare un effetto eccessivo e dannoso. L'antiossidante fisiologico universale è il glutatione (GSH) che perô non è attivo per somministrazione orale. La sintesi del glutatione avviene nella via delle trans-sulfurazioni che ha come substrato di partenza la omocisteina, che è a sua volta il prodotto finale delle reazioni di transmetilazione. L'enzima chiave per l'avvio del processo é la cistationina beta-sintetasi (CBS), un enzima unico nel suo genere che si attiva spontaneamente quando viene ossidato (redox regolato). In sostanza, la cellula attiva la sintesi del GSH se e quando c'é un eccesso di carico ossidativo. Tuttavia tale attivazione non basta, la CBS sarà intensamente attiva solo se le sue 4 subunità legano ciascuna una molecola di S-adenosyl-metionina (SAMe). Questa è a sua volta il portatore del metile attivato per le reazioni di transmetilazione e precursore, dopo donazione del metile, della stessa omocisteina. In conclusione, un'efficace difesa antiossidante endogena è possobile solo se a monte vi é una piena efficienza delle reazioni di transmetilazione. Questo fa sì che la cellula attivi le difese solo se è in grado di crescere e differenziarsi. Pertanto, un efficace stimolo alle difese antiossidanti può essere ottenuto supportando Pag. 1 contemporaneamente sia le reazioni di transmetilazione (crescita e differenziazione + disponibilità di SAMe per l'attivazione di CBS) che quelle di trans-sulfurazione (sintesi del GSH). Le sostanze necessarie allo scopo sono: donatori di metile per la sintesi di SAMe, acido folico; donatori di cisteina per la sintesi del GSH, N-acetil-cisteina; ed i co-fattori essenziali degli enzimi coinvolti: zinco e vitamine B2, B3, B6 e B12. Il presente studio ha valutato l'efficacia di tali sostanze nel migliorare la capacità riproduttiva in uomini subfertili. Il supporto nutrizionale somministrato, Condensyl®, conteneva anche piccole quantità di vitamina E e di betalaine e quercetine di origine naturale ad ulteriore prevenzione della perossidazione dei lipidi di membrana. Metodi Lo studio ha reclutato 84 partners maschili di coppie resistenti ad almeno 2 cicli di PMA (range 2-6) e con un indice di frammentazione del DNA spermatico (DFI) e/o un indice di decondensazione nucleare (SDI) > 20% indipendentemente dallo spermiogramma (1 su 4 normospermico) e dalla presenza di un fattore femminile. Tabella 1 - Caratteristiche demografiche dei pazienti e delle loro partners Pazienti Partners femminili 35 (25-44) Età media (range) 37 (25-63) Normospermici, n (%) 19 (23%) Astenospermici, n (%) 14 (17%) Oligoastenosp., n (%) 51 (61%) Fatt femminile, n (%) 28 (33%) Precedenti cicli PMA (n 2.4 (2-6) medio, range) Ai pazienti é stato offerto un trattamento con Condensyl®, 1 o 2 compresse al giorno per 4 mesi, in preparazione di un nuovo ciclo PMA. Il DFI è stato valutato con la metodica TUNEL e lo SDI con colorazione con blu anilina, prima e dopo il trattamento. Le variabili continue sono state analizzate con Il Wilcoxon test (intra-gruppo) o con il Mann-Witney test (tra gruppi). L'indipendenza tra variabili categoriche è stata analizzata con il Chi2 test. Risultati Gli 84 pazienti arruolati hanno assunto 1 (n=54) o 2 (n=30) compresse di Condensyl® per un periodo varaibile tra 2 e 12 mesi (media 130 giorni). I trattamenti brevi sono stati in larga parte dovuti all'insorgere di una gravidanza, quelli più lunghi erano legati ad esigenze di pianificazione familiare. Il tasso di risposta al trattamento è stato del 71.4% per DFI, del 64.3% per SDI e del 47.6% per entrambi (Tabella 2). Il trattamento non ha modificato la conta spermatica (p = 0.69), la motilità (p = 0.52) e la morfologia (p = 0.1). Non vi sono state differenze nel tra normospermici vs oligo- ed oligoasteno-spermici nel tasso di risposta di DFI ed SDI e nei tassi di gravidanza. Diciotto coppie (21%) hanno riportato una gravidanza spontanea con nascita a termine prima del ciclo PMA pianificato. Le rimanenti 66 coppie sono state sottoposte a PMA (4 IUI; 18 IVF; 44 ICSI) ed hanno ottenuto altre 22 gravidanze cliniche di cui 15 a termine. Il tasso di gravidanze cliniche complessivo (CPR) e quello di nati vivi (LBR) sono stati del 47.6% e 39.3%. I full responders, ovvero i 40 pazienti che hanno migliorato sia DFI che SDI hanno riportato un CPR del 70% ed un LBR del 57.5% (p < 0.001 - Tabella 3). I 28 pazienti partner di donne portatrici di fattore femminile hanno generato solo 2 gravidanze cliniche di cui 1 a termine. Tuttavia, essi non hanno neanche migliorato gli indici DFI e SDI, probabilmente come conseguenza di una scarsa compliance per cui i dati non vanno assunti come una mancanza di efficacia in presenza di un contemporaneo fattore femminile. I tassi di gravidanza clinica e nati vivi nelle 56 coppie senza fattore femminile sono stati rispettivamente del 68% e 57%. Non è stato possibile definire dei valori di DFI e SDI predittivi di gravidanza. I pazienti che hanno ottenuto una gravidanza clinica (n = 40), il sottogruppo che ha ottenuto una gravidanza spontanea (n = 18) ed il sottogruppo che ha ottenuto una gravidanza da PMA (n = 22) avevano un più basso SDI post-trattamento (p < 0.001). Il sottogruppo che ha ottenuto una gravidanza da PMA aveva anche un minore DFI di significatività borderline (p = 0.046). Vedi Tabella 4 (Tabella 5 nella pubblicazione). Pag. 2 Tabella 2 - Valori di DFI e SDI prima e dopo il trattamento, medie Gruppi n (%) All Patients 84 (100) DFI responders 60(71%) SDI Responders 54 (64%) DFI and SDI responders 40 (48%) * p < 0.001, Wilcoxon test Tabella 3 - Tassi di gravidanza Condensyl® Pre 29.7% 33.0% 28.5% 31.8% DFI Post 23.1% 20.0% 21.4% 18.8% Diff. % -6.6%* -13.0% -7.0% -13.1% Pre 40.1% 38.5% 42.0% 40.2% SDI Post 36.3% 34.6% 30.2% 28.9% Diff. % -3.8% * -3.9% -11.8% -11.4% in 84 pazienti PMA-resistenti trattati con Categorie n Tutti i pazienti Pz che migliorano sia DFI che SDI Pz che migliorano SDI Pz che migliorano DFI Pz che non migliorano DFI ed SDI Independence CHI² test 84 40 54 60 10 Gravidanze cliniche n Tasso p 40 47.6% 28 70.0% 0.000 35 64.8% 0.000 33 55.0% 0.032 0 0.0% 0.001 Discussione Il presente studio riporta un CPR del 47.6% ed un LBR del 39.3% in coppie PMA-resistenti portatrici di un fattore maschile a seguito di un intervento nutrizionale con antiossidanti indiretti. È da notare che oltre la metà delle nascite (18 su 33) sono state otenute spontaneamente, ovvero ancora prima che ci fosse il tempo per il ciclo PMA programmato e che lo studio, a differenza di altri sull'argomento, includeva anche coppie con fattore femminile (n=28, 33%). Lo studio mancava di un gruppo di controllo per cui non sono possibili conclusioni sul valore dei tassi di gravidanza riportati, che comunque sono molto più alti delle attese in considerazione del tipo di pazienti trattati. Di contro, la correlazione delle gravidanze con gli indici di danno spermatico è molto robusta. Tali indici non si riducono in assenza di interventi e la loro riduzione dimostra indirettamente che le gravidanze erano legate al trattamento somministrato. Per la prima volta a nostra notizia un trattamento antiossidante ha prodotto la contemporanea riduzione sia dell'indice di frammentazione (DFI) che di quello di decondensazione (SDI) confermando che il trattamento non ha causato il temuto "stress riducente". La riduzione media degli indici, per quanto significativa, sembra di modesta entità (-6.6% e -3.8%) ma questa risente di una quota di totali non-responders (n=10) n 33 23 30 26 0 Nati vivi Tasso p 39.3% 57.5% 0.001 55.6% 0.000 43.3% 0.23 0.0% 0.007 che sono fortemente sospettati di non aver assunto il trattamento. Nel gruppo dei full responders le riduzioni percentuali sono infatti di entità considerevole (-13% per DFI e -12% per SDI) e giustificano ampiamente il successo terapeutico (CPR 70%, LBR 57%). Nel nostro modello sperimentale le gravidanze hanno mostrato una correlazione molto forte con la riduzione dello SDI mentre l'effetto della riduzione del DFI era molto più modesto (Tabella 5). Pertanto il DFI, che pure è un ottimo indicatore per stabilire una cattiva prognosi riproduttiva, è più debole come criterio di risposta al trattamento. Il danno al DNA misurato da DFI può essere ampiamente riparato nello zigote la cui capacità di DNA repair é per definizione di origine ovocitaria. L'effetto finale della frammentazione spermatica dipende quindi dalla variabile capacità di DNA repair dell'ovocita, ovvero dalla sua qualità, il che rende DFI una misura meno diretto della contribuzione maschile all'infertilità di coppia. Di contro, i danni all'organizzazione dei cromosomi di cui allo SDI hanno ben poche probabilità di essere riparati nello zigote e riflettono direttamente il contributo maschile. È opportuno sottolineare che la misurazione dell'indice di decondensazione con blu anilina è una metodica semplice, non richiede apparecchiature complesse ed ha bassi costi. Ciò nonostante questo test è ad oggi largamente sottoutilizzato. Pag. 3 Tabella 4 Risposta DFI e SDI in funzione della comparsa di una gravidanza clinica, medie Gruppi Tutte le gravidanze SI NO n (%) 40 (47.6) 44 (52.4) Gravidanze spontanee SI 18 (21.5) NO 66 (78.5) Gravidanze da PMA SI 22 (33) NO 44 (67) Mann-Whitney test Pre DFI Post Diff. % p Pre SDI Post Diff. % p 29.4% 20.1% 30.1% 25.9% -9.3% -4.2% 0.168 40.6% 29.3% 39.6% 42.6% -11.3% 3.0% 0.000 23.2% 18.4% 31.5% 24.4% -4.8% -7.2% 0.571 44.8% 29.8% 38.8% 38.0% -15.0% -0.7% 0.000 34.4% 21.4% 30.1% 25.9% -13.0% -4.2% 0.046 37.2% 29.0% 39.6% 42.6% -8.2% 3.0% 0.001 Le sostanze somministrate ai nostri pazienti (Condensyl®) appartengono tutte alla classe degli antiossidanti indiretti o molto indiretti. Le vitamine B utilizzate sono tutte incapaci di ridurre un'altra sostanza. Esse agiscono come donatore di metile (acido folico - vit. B9) o come co-enzimi per le razioni di transmetilazione (vit. B2, B3, B12) e si limitano ad assicurare una ampia disponibilità di SAMe essenziale per l'attivazione della CBS e sintesi del GSH con conseguente aumento delle difese antiossidanti endogene. Lo stesso vale per lo zinco. Sebbene un tempo considerata un antiossidante, la N-acetilcisteina è anch'essa incapace di ridurre altre sostanze ma agisce come precursore (cisteina) per la sintesi del GSH e, una volta che questa sia saturata in funzione della domanda, non esercita alcun altro effetto. La vitamina B6 sostinene la sintesi del GSH agendo come co-fattore essenziale per la CBS. Le betalaine sono biodisponibili e si stratificano sui lipidi di membarana dove si ossidano al loro posto prevenendo l'innesco della cascata lipoperossidativa mentre le quercetine agiscono chelando i metalli pro-ossidanti. Infine, la vitamina E é attivamente antiossidante a partire dalla dose di 300 mg die ma alla dose da noi impiegata può solo agire da debole protettore dei lipidi di membrana. L'effetto combinato di tutte queste sostanze é spingere l'omeostasi cellulare verso una piena capacità antiossidante mentre viene al contempo sostenuta la crescita e differenziazione cellulare. Questo contrasta fortemente con l'ambiente riducente artificiale prodotto con la somministrazione di antiossidanti diretti. Uno specifico vantaggio di questo approccio é che la dose somministrata diventa meno critica (autolimitante). Questo consente anche di allargare indicazioni e durata del trattamento senza correre rischi di effetti negativi (stress riducente). Conclusioni La forte correlazione tra il miglioramento della fertilità e la riduzione dello SDI confermano l'importanza della struttura cromatininca nella funzione riproduttiva e la sua susceettibilità ai fattori ambientali, danno ambientale da un lato e manipolazioni nutrizionali dall'altro. Gli indici DFI e SDI confermano la capacità di marcare una cattiva prognosi mentre la riduzione di SDI manifesta la più forte correlazione con gli esiti positivi. Le vitamine del gruppo B ed i loro co-fattori (Condensyl®) appaiono sicure ed efficaci e possono migliorare la prognosi riproduttiva sia per via naturale che all'interno di pratiche PMA. Infine, la delucidazione del complesso metabolismo dei gameti ha il potenziale di produrre avanzamenti decisivi nella comprensione della fisopatologia della riproduzione umana. Pag. 4
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