Problemi statici e idraulici delle briglie ! diversi materiali ! struttura della briglia ! dimensionamento statico ! problemi idraulici BRIGLIE: Opere trasversali al torrente, sporgenti dall’alveo nel quale sono fondate, costruite per fissare col coronamento la quota dell’alveo stesso e determinare, col materiale che va accumulandosi verso monte, la modifica della primitiva pendenza del torrente. Si differenziano per: -forma -modo di resistere -materiali -rapporto col deflusso e coi materiali trasportati • briglie a gravità e ad arco, di conglomerato di cemento semplice od armato, di muratura di pietrame, di gabbioni, di terra • briglie chiuse • briglie aperte, selettive e filtranti • briglie frangicolata Tecniche di ingegneria naturalistica: utilizzano come materiali da costruzione piante viventi (o loro parti), spesso in unione con altri materiali, quali legname, pietrame, acciaio, ecc. Gabbioni: parallelepipedi realizzati con un reticolato a maglia in filo d’acciaio zincato o plastificato, riempiti con materiali lapidei di pezzatura grossolana. Dubbia durabilità per urti e ossidazione. Utilizzo limitato ad alvei con trasporto caratterizzato da materiale fine. Briglie: tipologie Briglia di trattenuta temporanea a Briglia di trattenuta permanente, svuotamento della piazza di deposito a rettilinea (A11), a gravità (BZ) monte, con griglia a barre orizzontali (TN) Briglie: tipologie (2) Briglia di trattenuta, piena, ad arco (A2) sul T. Leno, a monte di Rovereto (TN) Briglie: tipologie (3) Briglia di trattenuta, selettiva, a griglia verticale, inclinata (B12 / D) sul T. Rossbach (TN) Dimensionamento statico (p. 322 Da Deppo et al., 2000) • peso proprio • spinta sul paramento di monte • sottopressioni lungo la linea di contatto calcestruzzo-terreno di fondazione • eventuali azioni sismiche ϕ ⎞ 2 ⎛ K = tan 45 − ⎜ ⎟ a Coefficiente di spinta attiva: 2 ⎠ ⎝ Coefficiente del terreno a riposo: - K0=0.4÷0.7 per le sabbie, - K0=1 solo per le argille - K0>1 argille sovraconsolidate Si possono avere diverse configurazioni di sollecitazione: 1) prima dell’interrimento (si forma un piccolo bacino a monte) 2) dopo l’interrimento, briglie con drenaggi 3) dopo l’interrimento, briglie senza drenaggi Hp. cautelativa: le perdite di carico sono concentrate lungo il piano di fondazione, assunto impermeabile • effetto benefico dei dreni • riduzione dell’eventuale spinta dovuta alle colate detritiche 1) prima dell’interrimento: • spinta idrostatica sul paramento di monte • spinta idrostatica sul paramento di valle • spinta sul paramento di valle dovuta al terreno (immerso) nella zona compresa tra il fondo dell’alveo ed il piano di fondazione • sottopressioni lungo il piano di contatto tra la fondazione e il terreno 2) dopo l’interrimento, con drenaggi: • spinta del terreno sul paramento di monte con peso specifico • γsat= γt + n γ (γ peso specifico acqua, γt del terreno, n porosità) • spinta dell’acqua nella eventuale zona immersa nelle vicinanze del piano di fondazione • spinta dell’acqua per il carico h sulla gàveta • spinta idrostatica sul paramento di valle • spinta sul paramento di valle dovuta al terreno (immerso) nella zona compresa tra il fondo dell’alveo ed il piano di fondazione • sottopressioni lungo il piano di contatto tra la fondazione e il terreno 3) dopo l’interrimento, senza drenaggi: • spinta del terreno sul paramento di monte • spinta idrostatica sul paramento di monte • spinta idrostatica sul paramento di valle • spinta sul paramento di valle dovuta al terreno (immerso) nella zona compresa tra il fondo dell’alveo ed il piano di fondazione • sottopressioni lungo il piano di contatto tra la fondazione e il terreno Dimensionamento della gàveta a) deflusso transitorio, prima che il tronco di monte sia riempito del materiale trasportato e trattenuto. Detta Ls la larghezza al fondo della sezione trapezia della gàveta ed s la scarpa (tipicamente pari ad 1), b0 e b1 la base minore e maggiore della sezione • il deflusso sulla gàveta è quello proprio degli stramazzi in parete grossa (Cq=0.385) • sulla soglia l’altezza della lama d’acqua è pari all’altezza critica k=2/3h0, con h0 tirante • idrico a monte trascurando, in prima approssimazione, l’ altezza cinetica relativa al deflusso di monte Q= Cq 15 (11b0 + 4b1 )h0 2 gh0 • L’altezza della savanella hs si assume pari al carico totale ek corrispondente allo stato critico k ed alla rispettiva altezza cinetica, al quale si aggiunge un franco f di 25-30 cm Q2 hs = ek + f = k + +f 2 2 2g(Ls k + sk ) Per s=1 ek=h è dato dalla 5.5 (Eq.5.4) ! Q $ 0.6436 h = 0.6661# & " Ls % (Eq.5.5) Dimensionamento della gàveta (2) b) deflusso a riempimento avvenuto: • non è più lecito trascurare l’altezza cinetica della corrente in arrivo • l’altezza della lama d’acqua sulla soglia può determinarsi utilizzando: • l’eq. del moto permanente se la configurazione geometrica del tronco di monte è diversa da quella della gàveta • l’eq. del moto uniforme se la larghezza dell’alveo è uguale a quella della gàveta e se si può ritenere il tronco lungo a sufficienza perché il moto uniforme possa instaurarsi L’altezza della gàveta viene in genere commisurata al caso a), a meno che si ritenga che il riempimento possa avvenire molto rapidamente. E’ bene che la linea dell’energia sulla soglia si collochi ad una quota inferiore a quella della sommità delle ali di immorsamento sulle sponde. PROBLEMI IDRAULICI LEGATI ALLE BRIGLIE • dimensionamento per la portata di progetto • processo di dissipazione a valle del salto: • scavo dovuto al getto sfiorante • processi di filtrazione generati dal dislivello Fenomeni localizzati in regime permanente ⇒ risalto → lunghezza del risalto (di superficie) Lr: la distanza misurata dal piede del risalto fino al punto in cui si viene a formare l’altezza coniugata h2 → lunghezza del risalto (di fondo) Lf: la distanza misurata dal piede del risalto fino alla sezione in cui si ha la rinormalizzazione degli sforzi tangenziali al fondo USBR Lr≈6 h2 se Fr>4 Lr≈5 h2 se Fr≈2 con vasche di tipo II e III si riduce Lr Adami (1994) Lf ≈17 h2 se Fr≈2 Lf ≈7-8 h2 se Fr≈5 Salandin (1995, localizzazione del risalto prodotta con restringimento planimetrico dell’alveo): Lf ≈6-10 h2 se Fr≈7-4 Fr1=1÷1.7 risalto ondulato, scarsamente dissipativo Fr1=1.7÷2.5 risalto debole Fr1=2.5÷4.5 risalto oscillante Fr1=4.5÷9 risalto stabile Fr1>9 risalto forte Localizzazione del risalto con abbassamento della platea rispetto al fondo del canale di valle: - teorema di Bernoulli, trascurando le perdite concentrate: ⎛ V32 ⎞ V22 ⎞ ⎛ ⎟ = z2 − z3 + ΔE ⎟ − ⎜ z3 + h3 + ΔH = 0 = ⎜⎜ z2 + h2 + ⎟ ⎜ 2 g ⎠ ⎝ 2 g ⎟⎠ ⎝ ⇒ ΔE = z3 − z2 = a Localizzazione del risalto mediante strozzatura terminale: - si esamina la situazione in cui attraverso la strozzatura si produca lo stato critico, quindi una sezione di controllo non influenzata da valle, definita da 13 2 3 ⎛ qs ⎞ ⎜ ⎟ Ec = ⎜ ⎟ 2 ⎝ g ⎠ - se a monte delle quinte si produce il risalto (da evitare ai fini dell’efficienza): q12 2 13 ⎞ 3 ⎛ ⎟ = ⎜⎜ 2 ⎝ r g ⎟⎠ con r=bs/b E1 = E2 + ΔE ⎫⎪ ⎬ ⇒ r > r ʹ′(Fr1 ) E2 = Ec ⎪⎭ SALTI DI FONDO (DD) i) piccoli salti corrente (rapida) incidente influenzata in qualche modo dallo stato idrometrico di valle ⎡⎛ h Δz ⎞ 2 ⎤ h2 ⎢⎜⎜ 2 − ⎟⎟ − 1⎥ = Fr12 2(h2 − h1 ) ⎢⎝ h1 h1 ⎠ ⎥⎦ ⎣ risalto a monte ⎡⎛ h ⎞ 2 ⎛ Δz ⎞ 2 ⎤ h2 ⎢⎜⎜ 2 ⎟⎟ − ⎜⎜ + 1⎟⎟ ⎥ = Fr12 2(h2 − h1 ) ⎢⎝ h1 ⎠ ⎝ h1 ⎠ ⎥⎦ ⎣ risalto a valle ii) grandi salti - corrente di monte lenta (Fr=1, perché passa in stato critico) H1 energia nella sezione 1 12 ⎡ ⎛ Δz 3 ⎞ ⎤ h1 = 2 ⎢1.06⎜⎜ + ⎟⎟ ⎥ hc ⎢⎣ ⎝ hc 2 ⎠ ⎥⎦ H1 h1 1 ⎛ hc ⎞ = + ⎜ ⎟ hc hc 2 ⎜⎝ h1 ⎟⎠ 2 −1 hp 0.66 ⎛ h ⎞ = 1.00⎜ c ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ in forma compatta: 0.81 h2 ⎛ hc ⎞ = 1.66⎜ ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ 1.275 h1 ⎛ h ⎞ = 0.54⎜ c ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ 0.81 L1 ⎛ hc ⎞ = 4.30⎜ ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ - corrente di monte veloce (Fr>1); relazioni interpolari valide per Fr≤5 hp 0.765 − 0.051Fr ⎛ h ⎞ = (1.236 − 0.136 Fr )⎜ c ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ 0.813− 0.006 Fr h2 ⎛ hc ⎞ = (1.61 − 0.04 Fr )⎜ ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ L2 ≈ 6h2 1.314 − 0.015 Fr h1 ⎛ h ⎞ = (0.566 − 0.021Fr )⎜ c ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ 0.753− 0.048 Fr L1 ⎛ hc ⎞ = (3.44 + 0.21Fr )⎜ ⎟ Δz ⎝ Δz ⎠ Erosione a valle dei salti di fondo - erosione a valle di una platea (il risalto si forma sulla platea) (Schoklitsch, 1935) q (m2/s) H2 carico totale rispetto alla soglia smax = 0.378H 20.5q 0.35 + 2.15Δz - erosione sul fondo di un corso d’acqua non protetto per effetto del getto sfiorante da una soglia (briglia) (Schoklitsch, 1932): smax h0.2 q 0.57 = 4.75 0.32 − h1 d90 d90 in millimetri Filtrazione sotto le briglie • galleggiamento (P>SP, P/SP>1.2 + eventuali strutture di ancoraggio dell’opera al terreno) • stabilità allo scorrimento e al ribaltamento • sifonamento a) sollevamento di una parte del terreno (heaving) al piede di valle dell’opera, ie>ic b) in qualche parte del campo di moto prende origine la rimozione di particelle terrose, il processo si esalta fino alla formazione di vene o piccoli canali sotterranei (piping) a)Procedimento proposto da Terzaghi: - palancola infissa per la profondità s0, - si ipotizza che il sifonamento possa interessare una porzione di terreno larga s0/2 e profonda s0 Alla base del prisma sono da considerare le seguenti pressioni: • pressione neutrale: l’azione che si trasmette attraverso i pori, a carico nullo p=γs0 • pressione totale: peso del terreno saturo, pt= γsats0 • pressione effettiva: l’azione che si trasmette nel contatto tra grani pari alla differenza tra la pressione totale e quella neutrale (γ sat − γ )s02 F= 2 γh s0 2 = γ sat − γ s0 ic = ≥ 4÷5 γ h ie
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