Sommario OR todonzia TEC nica Editoriale “Tutto cambia” di Patrizio Evangelista.................................................................................................pag 3 Ortec informa “IL Tecnico di posturometria. Una nuova figura in odontoiatria e non solo”.........................................pag 6 “Ready for Florence”..........................................................................................................................................pag 15 “Simoes Network n° 6: impiego clinico e indicazioni per la costruzione”...............................................pag 19 “La terapia ortopedico-funzionale nella sindrome disfunzionale delle ATM”.......................................pag 29 Report XXI convegno Or-tec Rimini 19-20-21 giugno 2014.................................................................................pag 47 History “Considerazioni e impressioni su tre tecniche di ricerca della centrica e costruzione dei vari dispositivi necessari” (Maggio 1984)........................................................................pag 61 Save the date “Ortec all’Università” (Università degli Studi dell’Aquila)......................................................................pag 103 XLVI Congresso Ortec Firenze.....................................................................................................................pag 104 8th International Orthodontic Congress London 2015.........................................................................pag 105 2 Editoriale OR todonzia TEC nica “Tutto cambia” Patrizio Evangelista Dopo il periodo estivo dovremmo aver ricaricato le pile , ed essere pronti ad affrontare la coda di questo 2014 , che almeno per chi sta scrivendo, si preannuncia duro come i mesi precedenti, ma ricco di successi e grandissime soddisfazioni , umane e professionali. Questo è il mio ultimo editoriale da Presidente, ne approfitto quindi volentieri per salutare con un grande arrivederci tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi, in queste mie considerazioni, frutto dell’osservazione di chi, come molti di voi, vive quotidianamente questo fantastico ma durissimo impegno professionale , della fabbricazione di dispositivi ortodontici. In questi due anni di presidenza alla guida dell’Ortec, ho avuto modo di confrontarmi con tantissimi colleghi giovani, meno giovani, e anziani ( nel senso di esperienza e prestigio) e ho raccolto tantissime indicazioni sulle problematiche e le aspettative della nostra particolare categoria di Tecnici Ortodontici . Purtroppo, molte di queste considerazioni portano ad un velato pessimismo, frutto del momento contingente (vedi durissima crisi), ma anche di un radicale cambiamento che si sta abbattendo, come uno tsunami, sul comparto odontoiatrico in generale, non ultimo della nostra incapacità a modificare il nostro inquadramento legislativo e/o burocratico, non a caso dico nostra in quanto siamo responsabili almeno al 50% di quello che è successo alla figura dell’odontotecnico, ma soprattutto di quello che non è successo. Non sono mai stato un nostalgico e non rimpiango affatto, anche perché non li ho vissuti, i tempi che molti vorrebbero ritornassero, in cui l’odontotecnico era un pregiato artigiano che poteva, in virtù delle sue capacità manuali, imporre le condizioni al mercato di riferimento. Quei tempi purtroppo, o per fortuna, non torneranno più e prenderli a metro di paragone , sarebbe come ostinarsi a muoversi a cavallo piuttosto che in automobile. Per carattere, sono sempre orientato alla risoluzione dei problemi in un ottica di sviluppo e miglioramento. Tutto questo per dire che, ci piaccia o no, dovremmo imparare a gestire i nostri laboratori con dinamiche di impresa, investire quindi in capacità gestionali , produttive e comunicative. Dovremmo imparare ad essere seriamente comparto, non come ora, in cui sembriamo tutti amici per poi invece confrontarci con invidia e diffidenza reciproca. Questo percorso è duro ma non impossibile, e solo così potremo continuare a guardare al futuro con gioia e speranza . La cosa incredibile è che tutto cambia ma l’Or-tec da quarantasei anni è ancora qui, diversa sicuramente, magari nella forma ma non nella sostanza, ossia nella sua mission istituzionale di promuovere cultura ortodontica, questa si utile a compattare una categoria come la nostra e farla crescere. Volevo spendere le ultime righe di questo editoriale per ringraziare tutto il direttivo, la nostra Sonia della segreteria di Perugia e tutti voi che, con la vostra numerosa partecipazione agli eventi di questo biennio, avete reso questa esperienza meravigliosa. Patrizio Evangelista 3 Ortec Special Una triste notizia ha segnato l’epilogo di questa estate appena passata , ci ha lasciati il Dott. Giuseppe Cozzani , figura che ha contribuito con il suo entusiasmo e il suo infinito sapere in ambito ortodontico ,alla crescita professionale di noi tutti operatori del settore. L’ORTEC vuole ricordarlo con tutto l’affetto possibile , anche se grazie ai suoi insegnamenti e all’immenso patrimonio culturale che ci lascia rimarrà sempre nei nostri cuori. Ortec Associazione Nazionale Tecnici Ortodontici Dott. Giuseppe Cozzani 4 Ortec Informa IL Tecnico di posturometria Una nuova figura in odontoiatria e non solo OR todonzia TEC nica Autore: Enzo Ciocci, Socio Ordinario Ortec Lo scopo di questo lavoro, presentato in occasione del XLV Congresso Ortec, era quello di far conoscere al mondo odontoiatrico e non solo una nuova figura di tecnico, ossia quella del Tecnico di Posturometria. IL corso triennale per la formazione del TDP fu istituito nel 2002 presso l’Università di medicina e chirurgia di Siena, grazie all’iniziativa di tre professionisti del settore (foto1) : Prof Rocchi odontoiatra ( a sx), Prof Fonzi, anatomo patologo di fama nazionale ( al centro) e Sig Zanfrini titolare della ditta Lizard ( a dx). Fig.2 Quello che deve essere ben chiaro invece è che il TdP NON FA DIAGNOSI. Fig.1 COSA FA IL TDP ? Durante il corso di formazione triennale Il TdP viene istruito all’utilizzazione delle apparecchiature per la misurazione e alla conoscenza delle infinite variabili che possono alterare la postura di un individuo. Fig.3 Grazie all’utilizzo di particolari strumenti elettronici e manuali, misura le varie proporzioni del paziente, Detto questo, appare evidente che le figure mediche e non raccogliendo dati importanti che saranno poi utilizzati per la con le quali il TdP può collaborare sono numerose e con la ( foto n 4) andiamo a prenderne in considerazione alcune. valutazione generale del caso. (foto 2) 6 ortec informa Interessante sarebbe poter monitorare la postura di questi piccoli pazienti sia nell’arco dei cinque anni o ancora meglio nell’ arco della singola giornata e cioè prima e dopo le cinque ore scolastiche. Come ho già ribadito in precedenza il TdP effettua misurazioni (fig6) e per farlo può avvalersi di numerosi strumenti che possono essere sia meccanici che elettronici (fig 7/8) Fig.4 Per forza di cose il dentista, sarà per il TdP che incarna anche la figura di odontotecnico, il maggior fornitore di pazienti e grazie agli strumenti che ha a disposizione può andare a misurare, per esempio, come varia l’ attività muscolare prima in bocca e poi in tutto il corpo dopo l’inserzione nel Fig.6 cavo orale di un apparecchio ortodontico o di un manufatto protesico qualsiasi. Importanti collaborazioni possono nascere anche con gli ortopedici, in particolare per la riabilitazione dei protesizzati d’anca: infatti facendo uso della pedana stabilometrica possiamo andare ad analizzare come il paziente carica l’ arto operato e programmare così con i fisioterapisti un piano di recupero. Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda la collaborazione con le scuole, in particolare quelle elementari, dove i nostri figli stanno seduti per almeno cinque ore al giorno su banchi obsoleti con misure standard Fig.7 che ovviamente non possono essere adatti a tutti e facendo così assumere ai bambini atteggiamenti posturali non corretti .(foto 5) Fig.8 Fig.5 Strumenti meccanici: 7 ortec informa Serve per analizzare l’avampiede, mettendo l’arto del LO SCOLIOSOMETRO : ( FIG 10) Serve per valutare la posizione che il paziente assume in paziente in una posizione che non risenta del peso e della statica e prendere in considerazioni eventuali rotazioni. postura di tutto il corpo. (fig 13) Fig.10 Fig.13 IL PODOSCOPIO ( fig 11) Si valuta la volta plantare ed eventuali anomalie. GONIOMETRO GRAVITAZIONALE (fig 14) Misura le deviazioni malleolari e rotazioni tibiali Fig.11 Fig.15 PROTRATTORE DI ROOT (fig 12) INCLINOMETRO D’OSUALDO (fig 16) Misura l’angolo di rotazione del tronco. Fig.12 8 Fig.16 ortec informa LIVELLA ILIACA (fig17) Serve per rilevare la posizione del bacino (rotazione e slivellamento). KRM (fig 20/21) Serve per misurare le rotazioni e lo slivellamento delle ginocchia. Fig.17 Fig.20 DELTA LEG (fig. 18/19) Serve per analizzare la lunghezza degli arti con il paziente in posizione prona e supina. Fig.21 Fig.18 SISTEMA “MCS” ( fig 22/23) Composto da un caschetto con delle bolle e inclinometri e serve per valutare i gradi di mobilità del rachide cervicale. Fig.19 Fig.22 9 ortec informa Fig.26 Fig.23 Esiste anche la versione completamente elettronica. FIG 24/25 Fig.27 Fig.24 Fig.28 Fig.25 ELETTROMIOGRAFO (fig 26/27/28/29) Ci fornisce la rappresentazione grafica dell’attività mioelettrica dei muscoli di superficie. 10 ortec informa Fig.29 Fig.32 IL KINESIOGRAFO (fig 30/31/32) Ci fornisce la rappresentazione grafica bidimensionale dei movimenti della mandibola SPINAL MOUSE (33/34/35/36) Analizza i gradi di movimento del rachide Fig.30 Fig.33 Fig.31 Fig.34 11 ortec informa Fig.35 Fig.38 Analizzando i grafici, abbiamo una visione posturale e una stabilometrica (fig 39) Fig.36 LA PEDANA STABILOMETRICA (fig 37/38) Ci fornisce la rappresentazione grafica dell’appoggio Fig.39 podalico e dell’attività stabilometrica. VISIONE POSTURALE (fig 40/41) Valuta la postura attraverso l’analisi dei carichi Fig.37 12 Fig.40 ortec informa CONCLUSIONI Un particolare ringraziamento va all’amico e socio ordinario Ortec, nonché TdP, di grande esperienza Enzo Bartolucci che, oltre aver fornito parte del materiale fotografico presente in questo articolo, si prodiga ogni giorno affinchè la figura del TdP si possa inserire sempre meglio in tutti quei contesti dove la misurazione e la posturometria sono elementi fondamentali per una corretta diagnosi. Fig.41 VISIONE STABILOMETRICA (fig 42/43) Valuta l’armonia del sistema tonico posturale attraverso la valutazione delle oscillazioni. Fig.42 Fig.43 13 Ortec Informa Ready for Florence XLVI Congresso Nazionale Or-tec Otodonzia tecnica dalla funzionale alla chirurgia ortognatica Firenze 10 e 11 Ottobre 2014 o da Bass a z z e t r Fo Venerdì 10 Ottobre Titolo: “Il sistema A.L.F. e la craniodonzia” Relatore: Massimo Viglioli, Miriam Orlandi Massimo Viglioli Titolo: “La filosofia del Dott. J.A. Cervera nei pazienti in crescita”. Relatori: Giovanni Mautarelli, Valentina Giuliani Valentina Giuliani Massimo Mautarelli 15 ortec informa Titolo: “La chirurgia ortognatica in 3D: le nuove tecnologie dal planning,al laboratorio, alla sala operatoria” Relatori: Claudio Marchetti, Alberto Bianchi, Sara Amadori Alberto Bianchi Claudio Marchetti Sara Amadori Titolo: “Il Bio Bite Corrector: un nuovo dispositivo fisso per la correzione delle seconde classi”. Relatori: Emanuele Paoletto, Enrico Pasin Emanuele Paoletto Enrico Pasin Titolo: “ La chiusura del cerchio nella sfera della terapia funzionale. " Relatori: Roberto Accorsi, Monica Prampolini Roberto Accorsi Monica Prampolini Titolo: “Approccio multidisciplinare del paziente con disgrazie scheletriche”. Relatori: Benedetto Vinci, Riccardo Rizzo, Fausto Polastri Benedetto Vinci Riccardo Rizzo Fausto Polastri 16 ortec informa Sabato 11 Ottobre Titolo: " Easy and Straight: un approccio evidence based all’espansione del palato ". Relatore: Massimo Cicatiello, Vincenzo D‘Antò Vincenzo D’Antò Massimo Cicatiello Titolo: “Ortodonzia funzionale quale sviluppo nel moderno studio odontoiatrico”. Relatori: Ugo Belussi, Carlo Tian Ugo Belussi Carlo Tian Titolo: “Nuovi ausiliari per la costruzione di dispositivi fissi ad alta comptibilità biomeccanica”. Relatore: Vincenzo Giardina Vincenzo Giardina Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria OR-TEC inviando un fax al numero 075 50.55.033 o una mail ad [email protected]. La segreteria é attiva tutti i giorni lavorativi dalle 15,00 alle 18,00 allo 075 50.55.073. 17 Ortec Informa La terapia ortopedico-funzionale nella sindrome disfunzionale delle ATM OR todonzia TEC nica Pietro Paolo Chiechi Edoardo Zaffuto l’eziologia e la genesi delle alterazioni funzionali e morfologiche del sistema stomatognatico. Il metodo Planas La terapia in R.N.O. per mezzo degli apparecchi funzionali ha l’obiettivo di ricercare le cause di dette alterazioni, eliminarle e, se possibile, riabilitare l’organo o diminuire la assume molteplici applicazioni. Patologie parodontali, problematiche caratterizzate da gravità delle lesioni. presenza di dolore, di usura dentale, di interesse ortodontico, la funzionalizzazione post-ortodontica, l’azione di supporto Si propone quindi di assicurare libertà di movimento alla e guida nel molaggio selettivo, il trattamento delle mandibola, di fornire equilibrio e stabilità all’occlusione incoordinazioni condilo-meniscali, dei locking dell’ATM, dentale ed alle ATM (articolazioni temporo-mandibolari). delle osteoartrosi, delle varie forme di ipermobilità o Essa si differenzia dalla OFM unicamente in quanto, a ipomobilità della ATM, del bruxismo e finanche il differenza di quest’ultima, è rivolta non solo ai pazienti in trattamento dei postumi di fratture mandibolari, trovano fase di crescita attiva, bensì in tutte le fasce d’età. Trova tutte una indicazione valida nell’uso adeguato degli pertanto vasto campo di applicazione non solo nella apparecchi ortopedici ad azione funzionale. In particolare, correzione dei vettori di crescita ossei, ma anche nella il paziente disfunzionale potrà essere anche trattato con un correzione dei rapporti mandibolo-cranico e craniobite, ma alla fine tale trattamento dovrà sempre trovare una cervicale sui pazienti disfunzionali, sia per quanto concerne finalizzazione. Occorrerà, per correggere l’occlusione e dare il trattamento dei disturbi muscolari e articolari in fase acuta, alla bocca il massimo grado di stabilità, avvalersi della ma anche e soprattutto nella finalizzazione protesica e nella Ortopedia Funzionale, certamente molto più “dolce” stabilizzazione nel tempo del corretto rapporto mandibolocranico. dell’ortodonzia tradizionale. ABSTRACT La terapia ortopedico – funzionale è una proceduta di terapia utile per fornire lo spazio per tutti i denti, compresi i denti del giudizio, attraverso il miglioramento del tono muscolare. Essa mira a colpire le cause della malocclusione per ottenere una cura definitiva del problema presentato dal paziente. Tra i suoi risultati colpiscono anche le correzioni della postura del viso e della deglutizione, diretta conseguenza della modifica della funzione indotta dall’uso degli appropriati apparecchi. Questi fattori determinano una nuova direzione di sviluppo facciale, conseguenza diretta del trattamento specifico delle cause della disfunzione. I denti crescono storti come conseguenza di un restringimento delle basi ossee a INTRODUZIONE causa della alimentazione moderna con cibo cucinato, privo Diretta discendente dell’Ortopedia funzionale dei di micronutrienti, estremamente morbido da masticare, e Mascellari, la Riabilitazione Neuro Occlusale (RNO) è stata delle posture errate della bocca, della lingua e dei muscoli fondata dal Prof. Pedro Planas negli anni cinquanta. L’RNO periorali. è la parte della medicina stomatognatica che studia Nessun apparecchio ortodontico fisso o rimovibile è in grado di dare una buona stabilità occlusale, sia nelle patologie della sinoviale anteriore che posteriore, per il fatto che tutti possiedono una qualche componente che, poggiando sul piano occlusale, ne impedisce di fatto la piena maturazione in armonia con le determinanti anteriori e posteriori di Hanau. Gli apparecchi funzionali, progettati in modo da non ostacolare la libera eruzione dei denti, consentono di ottenere cambi di postura terapeutici della mandibola adeguati e idonea maturazione dei piani occlusali. 19 ortec informa Gli apparecchi funzionali adoperati possiedono un ancoraggio bi-mascellare con conseguente azione simultanea su entrambe le mascelle. Non sono legati con ganci nella cavità orale e funzionano da trasmettitori di stimoli funzionali sulla lingua, sui muscoli periorali, sulla deglutizione e sulle altre funzioni orali nelle ossa e nei denti. La terapia deve essere quanto più precoce possibile: obiettivo della TOF è non solo generare cambiamenti dentoalveolari, ma anche a livello scheletrico. Questo significa che il paziente ha bisogno di avere ancora un potenziale di crescita residuo. Deve inoltre essere il più possibile non estrattiva. La terapia ortopedico-funzionale mira infatti ad ottenere il massimo sviluppo possibile della cavità orale, eliminando tutte le barriere che possono creare squilibri di crescita e cerca di creare un ambiente adatto per uno sviluppo armonioso del sistema, sperando di costruire un’occlusione ideale, senza necessità di estrazioni a carico dei denti permanenti, anche nei casi in cui la differenza di dimensioni tra i mascellari sia particolarmente evidente. I risultati saranno stabili a lungo termine e senza spazio in eccesso in quanto avremo agito correggendo la funzione e creando un rapporto di armonia tra forma e funzione. La ATM, grazie all’interposizione del disco articolare tra due superfici ossee convesse, è una articolazione concavoconvessa complessa che consente movimento nei tre piani dello spazio con il minimo attrito. Essa deve necessariamente cambiare questa sua situazione anatomica originaria per poter diventare una articolazione stabile e senza attrito. Per questo motivo esiste e si interpone tra le due superfici articolari un disco fibrocartilagineo, che divide l’articolazione in due, nelle quali la metà inferiore di esso funziona in maniera diversa rispetto alla sua metà superiore. Avremo pertanto anche delle sinoviali ben distinte in ciascuna delle due articolazioni, nelle quali il liquido sinoviale passa dalla porzioni posteriori alle anteriori e viceversa ogni volta che il disco si sposta avanti ed indietro. È importante che questo disco stia in una posizione stabile. Quando esso si trova in condizioni di instabilità, l’articolazione funzionerà generando attrito tra le superfici articolari e andando incontro a degenerazione. La cartilagine articolare ha uno spessore di circa 0,8 mm ed è necessario che sia perfettamente integra per poter dare origine a movimento senza scosci articolari. Purtroppo la RM o la TAC mettono in evidenza solo gli strati sottocorticali e non permettono di valutare adeguatamente l’integrità della cartilagine articolare. In una articolazione sana il disco è abbastanza spesso e pertanto il condilo avrà una distanza adeguata rispetto alla superficie della glenoide. Il disco normalmente va in una direzione opposta a quella del condilo, perché è in una relazione concavoconvessa. Avviene pertanto un movimento di “rotazione condilo discale”. A 30 mm di apertura inizia poi il movimento del disco. In pratica al 50% del movimento di apertura il disco ancora non subisce alcun spostamento. Solo dopo i 30 mm di apertura il tessuto connettivo retro discale comincia a distendersi ed il disco inizia il suo movimento di traslazione. Quando il condilo ruota e trasla in avanti, il disco subisce una traslazione all’indietro rispetto al condilo. Praticamente il disco trasla avanti, ma molto Questo fa sì che la articolazione venga adeguatamente meno rispetto al condilo, per cui è come se avesse un nutrita su tutte le sue superfici. Avremo allora non una, ma movimento opposto rispetto ad esso. due articolazioni: LA SINDROME DISFUNZIONALE ATM 1. Articolazione temporo-discale concavo-convessa sinoviale superiore, indipendente, con funzione, disfunzione Nei pazienti affetti da DTM il dolore è senz’altro la costante e patologia indipendente. più importante e frequente. I pazienti riferiscono un dolore di vecchia data. Inizialmente intermittente, col tempo 2. Articolazione disco-condilare concavo-convessa sinoviale diviene continuo e sempre caratterizzato dal fatto di essere inferiore, anch’essa indipendente, con funzione, esacerbato dalla funzione. Frequentemente è difficile per il disfunzione e patologia indipendente. paziente individuarne la localizzazione in maniera decisa e dettagliata. Talvolta riferito in zona auricolare, altre volte in zona temporo-parietale, altre ancora mono o bilaterale. Altro 20 ortec informa sintomo caratteristico sono i rumori articolari, riferiti in zona auricolare e aggravati, come il dolore, dalla funzione. Tutti i problemi articolari presentano inoltre sempre dei problemi di funzione. I pazienti riferiscono di non poter aprire la bocca agevolmente, di avere una apertura ridotta, spesso associata ad un senso di affaticamento muscolare, tale da rendere impossibile la masticazione. Altri avvertono difficoltà al movimento della lingua, alla deglutizione, spesso accompagnata da un senso di instabilità occlusale tale da percepire soggettivamente un senso di non perfetto combaciamento tra le arcate dentarie. Spesso sono anche presenti problemi auricolari, caratterizzati da ovattamento dell’udito, vertigini, ipoacusia, acufeni. Altri pazienti lamentano anche problemi visivi. Riferiscono così di non vedere bene e di aver assistito ad un aggravamento della miopia o della ipermetropia. Quattro categorie differenti di alterato rapporto mandibolocranico possono accompagnarsi frequentemente ai disordini temporo-mandibolari: 1. La disfunzione cervicale. Sappiamo come la postura possa essere definita frutto della continua ricerca del minore squilibrio possibile tra le varie parti dell’organismo in una condizione di minore dispendio energetico. Fortemente correlata a fattori psico-emozionali, biochimici, strutturali, geopatici, cicatriziali, biotipologici, essa è in grado di modificare nel bene e nel male il rapporto mandibolocranico, e con esso tutte le funzioni dell’apparato masticatorio. Ogniqualvolta si generi, a causa di una postura errata, la perdita della posizione ideale da parte del condilo all’interno della cavità glenoidale, si assiterà ad una perdita della normale fisiologia articolare con rischio potenziale di DCCM. Sarà nostro principale obiettivo terapeutico, al fine di una stabilità dei risultati del trattamento, oltre alla correzione del rapporto mandibolo-cranico, anche quella del rapporto cranio-cervicale. 2. Lesioni primarie a carico delle ATM. Tra le tante, citiamo l’Artrite Reumatica Giovanile, in cui si assiste al livello delle ATM ad una erosione della testa del condilo e dell’eminenza, con conseguente aumento dell’interlinea articolare. Solitamente alla massima apertura della bocca si evidenzia una ridotta escursione condilare, con grave impotenza funzionale. Questi pazienti presentano una protrusiva interrotta, caratterizzata dalla mancanza di risalita della mandibola dopo il testa-testa incisale e da un tipico aspetto dolicofacciale, necessitando pertanto di uno specifico trattamento mediante apparecchi ortopedico-funzionali. 3. Classe II div. 2. In questi pazienti l’accentuazione della curva di Spee e la presenza di pre-contatti conseguenti al muro anteriore generano un dislocamento posteriore ed una surtrusione del condilo con conseguente rischio di 21 compressione articolare e tensione muscolare stomatognatica e cervicale ad azione «protettiva» sulle ATM. Inoltre l’estensione posturale cranio-cervicale, unitamente all’interposizione linguale posteriore e alla deglutizione disfunzionale, accentuano la spinta retrusiva mandibolare. Tuttavia, nonostante il retrognatismo mandibolare aumenti il rischio di spostamento del disco articolare, non sembra rappresentare un fattore di rischio in sè per TMD. È stato però dimostrato che su tali pazienti il trattamento ortodontico non aumenta il rischio di peggioramento dei TMD ed è inoltre in grado di migliorarne la sintomatologia quando questa sia prevalentemente di tipo muscolare. 4. Open-bite anteriore. Tale situazione, caratterizzata dall’inversione della curva di Spee, tale da generare dei precontatti posteriori, è in grado di provocare una distrazione ed una post-rotazione condilare. Inoltre la mancanza di guida anteriore, unitamente alla costrizione del palato e del faringe, aggrava la respirazione orale, la deglutizione disfunzionale da interposizione linguale anteriore e la estensione del capo. Anche su questi pazienti si assiste alla presenza di tensione muscolare stomatognatica e cervicale ad azione «protettiva» sulle ATM e spinta retrusiva mandibolare. Esistono molteplici lavori scientifici sostenenti che l'occlusione non sia causa dominante dei problemi TMD e che il trattamento ortodontico non sia fonte di rischio per lo sviluppo di segni e sintomi della patologia suddetta, e addirittura non avrebbe azione preventiva sull’insorgenza dei TMD. Tuttavia nella pratica clinica osserviamo frequentemente che dal punto di vista squisitamente “funzionale” tali pazienti presentano in ogni caso segni evidenti di “incoerenza tra forma e funzione”, che si concretizzano nel mancato rispetto delle Leggi di Hanau. Questi sostiene che qualsiasi bocca possa avere una funzione corretta solo quando esista una coerenza funzionale tra le determinanti posteriori (traietttorie condilari) e anteriori (overbire/overjet). Gli elementi in grado di “mediare” tra queste due realtà sono le determinanti intermedie (inclinazione del piano occlusale, ampiezza e profondità delle curve di compenso, altezza cuspidale). ortec informa Quando si è innanzi ad una crescita individuale fisiologica, la cinematica mandibolare simmetrica genera e mantiene una condizione di equilibrio muscolare in fisiologia. Tale condizione favorisce la crescita simmetrica delle determinanti posteriori e la maturazione di un piano occlusale coerente con le determinanti posteriori e anteriori, tale da consentire una funzione fisiologica: segni tutti di coerenza tra forma e una funzione nella fisiologia. Di contro, quando si realizza una crescita individuale in patologia si genera uno squilibrio posturale e muscolare che a sua volta mantiene una cinematica mandibolare asimmetrica. In tali circostanze lo sviluppo delle determinanti posteriori è asimmetrico e il piano occlusale matura coerentemente alle determinanti posteriori ma non con quelle anteriori, non permettendo lo sviluppo di una funzione fisiologica. È quello che viene definito come “incoerenza“ tra forma e funzione, ovvero la forma delle arcate non è in grado di consentire l’espletamento di una funzione corretta. 22 ortec informa o eccesso di dimensione verticale. Inoltre i pazienti con deviazione della mandibola presentano asimmetrie non solo nella morfologia della fossa glenoidale, ma anche nella posizione condilare. Di conseguenza, le determinanti posteriori non saranno mai simmetriche. Tutti i segni e sintomi da TMD sono più frequenti in pazienti con grande overjet o morso aperto o morso coperto rispetto ai pazienti con occlusione normale, e in tali soggetti il serramento può avere conseguenze diverse nei portatori di malocclusioni rispetto a quelli con occlusione normale. L’utilizzo di tecniche finalizzate solo alla simmetria delle forme e all’estetica potrà, nella migliore delle ipotesi, generare un piano occlusale con curve di compenso coerenti da un solo lato, ma non contemporaneamente dall’altro, mantenendo nel tempo incoerenza tra forma e funzione, predisposizione ad una masticazione monolaterale e non risolvendo i problemi per i quali il paziente era giunto alla nostra osservazione. In questi casi è prassi sottoporre i nostri pazienti ad un trattamento ortodontico, ma frequentemente si compie l’errore di avvalersi di biomeccaniche che hanno come unica finalità il raggiungimento di una buona estetica, destinate ad un insuccesso della terapia, a causa dalla mancata risoluzione delle problematiche disfunzionali del paziente. Una forma perfetta ottenuta con l’ausilio di archi preformati o di semplici allineatori infatti non può essere sinonimo di funzione perfetta in quanto, per raggiungere tale obiettivo, presuppone traiettorie condilari perfettamente simmetriche, e solo casualmente la realizzazione di curve di compenso con ampiezza coerente con l’inclinazione delle stesse. Se consideriamo l’enorme numero di variabili possibili, comprendiamo bene come la probabilità che si realizzi tale combinazione sia equivalente ad una vittoria ad una lotteria! Ma la realtà in Natura è che l’asimmetria di occlusione e dei condili sono associate. In tutti gli individui che necessitano di cure odontoiatriche e gnatologiche, proprio per il fatto di essere dei disfunzionali più o meno sintomatici, è presente un grado maggiore o minore di asimmetria, con un lato di masticazione prevalente, segni di disallineamento delle mediane, rapporti occlusali non ideali, precontatti, perdita 23 ortec informa le Leggi della Minima Dimensione Verticale e dell’eguaglianza degli AFMP, ma frequentemente rimane una terapia fine a se stessa, che finisce col bloccare il paziente in un determinato rapporto mandibolo-cranico senza portare ad una finalizzazione attraverso modifiche stabili dei piani occlusali, causando intrusione degli elementi dentari, aumento dell’overbite nei brachifacciali, o ulteriore apertura del morso ed estensione del capo nei dolicofacciali. Per poter risolvere la sintomatologia occorre avvalersi delle leggi di Sviluppo dell’apparato stomatognatico formulate dal prof. Pedro Planas. Solo la sua filosofia, proponendosi come obiettivo l’equilibrio occlusale, permette, per mezzo degli apparecchi ortopedico funzionali, di fornire al sistema giusti stimoli perché si correggano i vettori di crescita sfavorevoli, in modo che l’apparecchio nel cavo orale induca una funzione corretta, capace di favorire la maturazione del piano occlusale in coerenza con la stessa. Ciò è anche confortato dalle sopraggiunte dimostrazioni che nei pazienti con protrusione mandibolare si verifica, per effetto della correzione dell’occlusione e della morfologia craniofacciale, un rimodellamento osseo adattativo dell'ATM. Occorre pertanto “far funzionare” la bocca nella giusta maniera; obiettivo raggiungibile solo equilibrando gli Angoli Funzionali Masticatori di Planas (AFMP), creando coerenza tra le determinanti anteriori e posteriori per mezzo di opportune modifiche a quelle intermedie, consentendo al paziente di masticare bilateralmente in maniera alternata, cercando di ottenere una quadratura della mandibola (unica condizione che mi consenta sfioramenti di bilanciamento nelle lateralità), correggendo la dimensione verticale, eliminando le problematiche parafunzionali e disfunzionali, consapevoli che anche la sola posizione del condilo avanzata rispetto all’eminenza articolare che si riscontra nelle ipermobilità disco-condilari anteriori non è un segno premonitore di sintomi dell'ATM se non è accompagnata da una particolare modalità di azione dei muscoli masticatori (parafunzioni, disfunzione e incoordinazione della deglutizione e della muscolatura peri-orale e stomatognatica), tale da dare luogo ai segni funzionali di ipermobilità. Inoltre esso è privo di azione di controllo sulla deglutizione e sulla respirazione, funzioni, come detto sopra, frequentemente alterate nel paziente disfunzionale. Nel trattamento di questi pazienti è indispensabile una giusta valutazione delle funzioni neurovegetative dell’apparato stomatognatico per indirizzare il piano occlusale verso un corretto sviluppo. Solo gli apparecchi ortopedico-funzionali, grazie ad accessori opportunamente progettati e posizionati, permettono di ottenere un controllo della posizione della lingua in statica e dinamica e un miglioramento della respirazione, ottenuto per effetto del cambio di postura mandibolare e per azione diretta sui muscoli costrittori della faringe. Essi consentono inoltre di ottenere, grazie all’effetto di crescita dui mascellari e sui tavolati dentari, un piano occlusale parallelo al Camper, con un giusto rapporto tra dimensione verticale e sagittale, in assenza di deviazioni laterali della mandibola e in condizioni di massima stabilità In linea di massima, l’applicazione della filosofia di occlusale: conseguenza diretta di uno sviluppo delle arcate trattamento secondo i princìpi della RNO non vede di buon dentali quali manifestazione esteriore della Forma nata da occhio l’utilizzo dei bite di scarico in quanto contro i principi una corretta Funzione. delle Leggi di sviluppo di Planas. Esso non solo non applica L’approccio terapeutico al paziente disfunzionale verrà IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE DISFUNZIONALE SECONDO I PRINCIPI DELLA RNO 24 ortec informa pertanto effettuato innanzitutto individuando, al momento del trattamento, quale Cambio di Postura Terapeutico mandibolare consenta la ricattura del disco e in quale direzione debba evolversi la maturazione del piano occlusale. Di conseguenza, verranno individuati gli apparecchi ortopedico-funzionali in grado di imprimere alla mandibola lo specifico Cambio di Postura e di stimolare selettivamente la funzione in modo da orientare la crescita verso una corretta maturazione del piano occlusale. Solo un apparecchio funzionale (AOF) consente di scegliere il giusto CPT mandibolare per ciascun caso specifico, correggendo il rapporto mandibolo-cranico per mezzo della maturazione del piano occlusale nei tre piani dello spazio e permettendone la sua parallelizzazione spontanea al piano Camper insieme alla maturazione compensatoria delle basi ossee (1^ Legge di Planas), grazie ad una «rieducazione motoria funzionale» personalizzata in base al biotipo e alla classe scheletrica dentale e funzionale di appartenenza. Nel mesofacciale invece il condilo apparirà surtruso ma normo-ruotato. Pertanto la distrazione articolare non dovrà essere accompagnata da una modifica nella rotazione del piano mandibolare. Un unico dispositivo come un bite di scarico non potrà essere utilizzato su biotipi differenti in quanto il cambio terapeutico di postura mandibolare dovrà essere specifico per ciascun caso in esame. Un brachifacciale con una dislocazione condilo-discale anteriore avrà infatti un condilo ante-ruotato e surtruso. Per la ricattura del disco necessiterà di una distrazione articolare accompagnata ad una postrotazione del condilo ed un eventuale suo avanzamento. 25 ortec informa Nel dolicofacciale di contro, il condilo tenderà ad essere post-ruotato e surtruso. Per la ricattura del disco necessiterà di una distrazione articolare accompagnata ad una anterotazione condilare ed un eventuale suo avanzamento. Alla luce di tali considerazioni si comprende come l’ottimizzazione della posizione del condilo nella glenoide per mezzo di un bite risulti piuttosto “complicata”, non conoscendo gli effetti da esso provocati sulla rotazione condilare caratteristica del biotipo di appartenenza, così come anche piuttosto “empirica” attraverso l’impiego di trattamenti ortodontici con apparecchiature fisse. A tal proposito si consideri che non si conoscono a fondo gli effetti provocati dagli elastici intermascellari sui muscoli di un paziente disfunzionale e qualunque modifica indotta sui piani occlusali è realizzata grossolanamente e senza la guida indotta da una funzione. Inoltre l'uso di un apparecchio ortodontico fisso sembra essere efficace come l'uso di uno splint nel trattamento del dolore articolare e muscolare, ma non nel trattamento del click, almeno per quanto riguarda i risultati a breve termine (primi sei mesi di trattamento). L’ottimizzazione della posizione condilare è invece semplice da ottenere con gli apparecchi ortopedico-funzionali, in special modo se adoperati in associazione al metodo suggerito da Rocabado, i cui obiettivi sono la distrazione congiunta all'eliminazione di compressione, il restauro del riposo articolare fisiologico e, ove possibile, la mobilitazione dei tessuti molli per migliorare il rapporto condilo-fossa. Tale trattamento può inoltre essere agevolmente realizzato a qualsiasi età: crescita non significa infatti solo aumento di volume, ma anche cambio di forma, e questo avviene anche nell’adulto, seppure con velocità differente. Gli apparecchi ortopedico-funzionali riequilibrano il tono dei capi superiore e inferiore degli pterigoidei esterni agendo sul circuito γ dei fusi neuromuscolari grazie ad un effetto diretto del Sistema Neurovegetativo, correggendo in tal modo la cinematica mandibolare e creando i presupposti essenziali per una ricattura del disco e una normalizzazione dei rapporti articolari. Sempre per mezzo della normalizzazione delle funzioni neurovegetative, essi agiscono sul Sistema di Regolazione di Base migliorando il microcircolo e ottimizzando la nutrizione tissutale, essenziale per una crescita armoniosa delle basi ossee, indispensabile per una normalizzazione a lungo termine dei rapporti scheletrici intermascellari e delle funzioni stomatognatiche. Tuttavia è da sottolineare che l’utilizzo di AOF con azione di riposizionamento anteriore del condilo provoca un vantaggio sintomatologico massimo nei disfunzionali con dischi normali o ricatturati, mentre tali miglioramenti sono minimi in quei pazienti in cui i dischi non siano stati ricatturati, nei quali occorre piuttosto un’azione di decompressione articolare che di avanzamento 26 condilare. In ogni caso è largamente condivisa l’opinione che pazienti trattati con terapia funzionale presentino un significativo miglioramento e con risultati migliori rispetto ad altre categorie di pazienti. I risultati differiscono significativamente sia per quanto riguarda la gravità del dolore articolare e muscolare sia per la frequenza delle crisi cefalalgiche. CASO CLINICO 1. PAZIENTE DI 11 ANNI DI ETÀ Paziente con malocclusione di 2^ classe mesodivergente ed incoordinazione condilo-discale riducibile ATM sx. Il mascellare superiore è fortemente contratto, in RI e con piano occlusale ripido posteriormente. La Curva di Wilson è particolarmente pronunciata. Anche la mandibola presenta una Curva di Spee accentuata. È presente un discreto sovramorso anteriore ed un marcato overjet. La mediana inferiore è deviata a sinistra. Nei movimenti di lateralità si evidenzia una disclusione canina con contatti di iperbilanciamento posteriori, bilateralmente. La masticazione è di centrica, con lieve prevalenza a sx. ortec informa Si decide di trattare la paziente inizialmente con delle PIPS di classe 2 per facilitare la decompressione condilare e la ricattura del disco, successivamente con un Bimler B per il recupero di un corretto rapporto mandibolo-cranico sagittale e ed infine si effettua una contenzione attiva con delle PIPC di classe 2. L’angolazione patologica e in deviazione sul piano frontale del tragitto di centrica abituale e di deglutizione, nonché la disfunzione a carico di C1 trovano solo una parziale conferma nelle caratteristiche dei tracciati dentali, con limiti estremi piuttosto ampi, mancanza di giuda anteriore e slivellamento delle curve di Spee e di Wilson e può pertanto essere giustificata da una componente extrastomatognatica posturale. 27 ortec informa Si noti inoltre un effetto di correzione sul piano verticale. Si noti l’effetto di tipo ortopedico ottenuto, evidenziabile con un miglioramento del profilo, sia in direzione anteroposteriore che verticale. La paziente, inizialmente masticatrice monolaterale destra, ha avuto un’ottimale correzione sia funzionale che estetica e non si è resa necessaria la realizzazione di una seconda fase Si osservino i cambiamenti occlusali, avvenuti con maggiore di trattamento con apparecchi fissi. La correzione della evidenza al livello del rapporto mandibolo-cranico, con una funzione e la normalizzazione del rapporto mandibolocorrezione antero-posteriore, con modifiche nel rapporto cranico hanno ha portato alla ricattura del disco in maniera molare dalla classe II alla classe I. stabile e duratura e alla totale scomparsa della 28 ortec informa sintomatologia. CASO CLINICO 2. PAZIENTE DI 23 ANNI DI ETÀ La paziente giunge alla nostra osservazione per visita gnatologica. All’anamnesi riferisce trauma al coccige per caduta da un muretto e colpo di frusta cervicale in seguito ad un incidente automobilistico. Ha subito in passato un trattamento ortodontico durato 5 anni. Da circa due anni accusa serramento notturno, dolenzia sul 13 e cervicalgia al mattino al risveglio e recidiva dell’affollamento dentario. Follow-up a tre anni. 29 ortec informa L’ispezione clinica stomatognatica evidenzia un rapporto scheletrico e dentale di 1° classe con mascellare superiore in lieve flessione. Lieve affollamento del gruppo frontale superiore con giroversione del 12 e del 33. La curva di Wilson è chiusa. Disclusione canina pura a destra con iperbilanciamento sul 37; funzione di gruppo in lateralità sinistra. 30 La OPT mostra il condilo sinistro sovradimensionato rispetto al controlaterale, una tipica conformazione a Z del piano occlusale superiore, l’inclusione del 48 ed una differente lunghezza a carico del 11 e 22: tutti elementi che suggeriscono una prevalenza di masticazione sinistra. Nonostante ciò, alla RX in proiezione trans-orale di C1-C2 si evidenzia un rapporto cranio-mandibolare caratterizzato da una mandibola in lieve torsione opposta. Inoltre l’inclinazione e rotazione sinistra di C1 è incoerente con lo schema di masticazione sinistro evidenziato alla OPT. ortec informa posturali ed una incongruenza nei rapporti cranio-cervicale e cranio-mandibolare. Lo testimoniano la rotazione sx di C1, incoerente con la masticazione sx della paziente, la mancata sovrapposizione dei processi trasversi di C1, la diseguaglianza degli spazi C0-C1 e C1-C2, la disfunzione in deglutizione, la divaricazione di traccia in apertura e la mancanza di risalita in protrusiva, le tensioni compensative alla muscolatura lombo-sacrale e una iniziale incoordinazione della ATM sx. La rottura degli equilibri della disfunzione ha portato la paziente in patologia con comparsa di serramento notturno, dolenzia sul 13, cervicalgia e recidiva dell’affollamento dentario. Tuttavia non sono presenti grossi incarceramenti dentali, mentre l’anamnesi è positiva per eventi traumatici: l’orientamento terapeutico per risolvere la disfunzione non Anche dall’analisi dei modelli si evidenzia un emi-mascellare potrà esser solo quello di aumentare la DV a sx ed espandere sinistro cresciuto in rotazione esterna, a testimonianza di una a dx per equilibrare la masticazione. Fin quando persiste la masticazione preferenziale sinistra. causa responsabile delle tensioni muscolari, ogni trattamento sarebbe destinato ad un insuccesso ad alla recidiva! Occorre piuttosto ridurre le tensioni muscolari e fasciali posttraumatiche per migliorare il rapporto del complesso OAE e il rapporto C/C , aumentare la DV sul lato di masticazione per correggere il rapporto cranio-cervicale e rilassare ulteriormente la muscolatura, realizzare AFMP simmetrici per rieducare nel tempo la paziente alla lateralità perduta mediante PIPS DI CLASSE I^ e rivalutare funzionalmente la paziente non appena corretta l’inclinazione a Z del piano occlusale e raggiunti i parametri ideali del Korkhaus. In kinesiografia si noti come l’angolazione patologica e in deviazione sul piano frontale della centrica abituale e della deglutizione e la iniziale incoordinazione condilo-meniscale della ATM sinistra (evidenziabile da un brusco calo nella velocità di apertura intorno ai 2,5 cm, accompagnato da una deviazione sinistra in apertura), trovano solo una parziale conferma nelle caratteristiche dei tracciati dentali, con una evidente torsione del mascellare superiore, ma con protrusiva ampia e sufficiente risalita dopo il testa-testa. Tali dati, in associazione alla incongruente deviazione dx al passaggio da RP in CO, indicano una eziologia posturale della patologia, molto probabilmente aggravata da un trauma Si noti dalla sovrapposizione dei tracciati kinesiografici distorsivo del rachide cervicale, per altro riferito in anamnesi. iniziale (rosso) e dopo due sedute di trattamento osteopatico Ci troviamo pertanto innanzi ad una paziente masticatrice (bleu) come la riduzione delle tensioni miofasciali abbia storica di sinistra. migliorato non solo il rapporto cranio-cervicale e alterato la deviazione in apertura della bocca, ma addirittura il Lo confermano il condilo e il ramo mandibolare sinistri più cambiamento del rapporto mandibolo-cranico ottenuto è grossi dei destri (1^ legge di Planas), l’inclusione del 48 (1^ stato capace di cancellare la deviazione mandibolare a destra legge di Planas), il 12 più lungo del 22 (3^ legge di Planas), al passaggio da RP in CO e finanche di riequilibrare gli l’aspetto a Z del piano occlusale (4^ Legge di Planas), la RE AFMP. dell’emi-mascellare sinistro (1^ legge di Planas), lo AFMP sx < del dx (5^ legge di Planas). Tuttavia i traumi subiti hanno provocato seri problemi 31 ortec informa Dopo solo due mesi dall’applicazione delle Piste Indirette Planas Semplici (PIPS) la paziente riferisce di non accusare più alcuna tensione muscolare né dentale, che però ricompare dopo due giorni di sospensione della terapia. Viene a questo punto eseguito un molaggio selettivo finalizzato ad ottenere una riduzione dello AFMP destro con lo scopo di invertire inizialmente la funzione della bocca per stimolare gli engrammi sopiti fino a quel momento, ma senza dimenticare l’obiettivo del raggiungimento di un equilibrio con un piano occlusale funzionale caratterizzato da sfioramenti di bilanciamento posteriori in protrusiva e in lateralità. 32 ortec informa CONCLUSIONE Il controllo dei tracciati kinesiografici iniziale (rosso) intermedio (bleu) e finale (verde) mostrano come si sia incrementato il grado di apertura della bocca, si sia corretta la deviazione sinistra in massima apertura, il rapporto craniocervicale e gli AFMP, mentre residuano una disfunzione a carico di C1 e nella deglutizione, che necessiterebbero di un ulteriore collaborazione osteopatica e logopedica a fine trattamento. 33 In un’ottica volta ad una correzione stabile delle problematiche disfunzionali dei pazienti, a prescindere dall’età in cui giungono nei nostri studi professionali, gli apparecchi ortopedico-funzionali utilizzati in OFM/RNO consentono di ottenere un piano occlusale funzionale (POF). Occorre però diffidare da molti “pseudo” apparecchi ortopedico-funzionali. Possiedono infatti tale azione solamente quei dispositivi che consentano di avere il piano occlusale totalmente sgombro da ogni tipo di interferenza. Solo in tal modo potranno garantire un effetto di correzione della verticalità sotto la guida della corretta funzione. Grazie ad essi, le determinanti intermedie maturano coerentemente a quelle anteriori e posteriori e consentono di «mediare» quando queste ultime non siano coerenti, permettendo di ottenere ugualmente una funzione simmetrica. Le basi ossee maturano «lentamente e in armonia», guidate dalla funzione; gli AFMP si riequilibrano senza necessità di molaggi e la stabilità occlusale ottenuta contribuisce a stabilizzare a sua volta la postura. I denti rimangono cuspidati, senza rischio di derive indesiderate della mandibola e soprattutto si ha la possibilità di controllare e correggere altre funzioni dell’apparato stomatognatico come la respirazione e la deglutizione, garantendo maggiore stabilità nei risultati. ortec informa RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. The norwegian system of funcional gnato-orthopedics - Andresen V - Acta Gnathol 1936, 1:5-36. 2. The primary role of funtional matrices in facial growth. - Moss M, Salentijn L - Am J Orthod 1969, 55:566. 3 Teoría del servosistema en Ortopedia dentofacial con aparatos funcionales. - Petrovic AG Madrid - Harcourt Brace, 1998:13-63. 4. Ortopedia dentofacial con aparatos funcionales - Woodside D. En Madrid - Harcourt Brace, 1998:75-84. 5 Control of post natal growth of secundary cartilages of the mandible by mechanism regulation occlusion. Cybernetic model. - Petrovic AG Eur Orthod Soc 1974,50:69. 6. 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Effects of Orofacial Myofunctional Therapy on Temporomandibular Disorders - Cláudia Maria de Felicio, Ph.D., Melissa de Oliveira Melchior, MS, Marco Antonio Moreira Rodrigues da Silva, Ph.D. CRANIO - Volume 28 Issue 4 Ottobre 2010 Ortec Informa Simoes Network n° 6: impiego clinico e indicazioni per la costruzione OR todonzia TEC nica Pietro Paolo Chiechi Edoardo Zaffuto trattamento è stata oggetto di passioni profonde sia da parte di seguaci che di avversari. Sviluppata principalmente in Obiettivo primario in OFM è rimuovere le interferenze Europa, è stata introdotta in America da parte di autorevoli capaci di modificare in senso patologico la normale crescita insegnanti come Harvold, Frankel, Bimler, intorno alla metà dei mascellari attraverso una azione diretta sul sistema del secolo scorso. In quei tempi l’idea di poter intervenire neuromuscolare. Il tutto si ottiene agendo sulla cinematica influenzando positivamente o negativamente la crescita di mandibolare, in modo da creare una armonia funzionale nel un paziente veniva fortemente negata alla luce della sistema stomatognatico e ottenere una efficienza convinzione dell’esistenza di un programma di crescita masticatoria che porta ad un corretto funzionamento geneticamente determinato per ogni soggetto. dell’apparato digestivo e a nuovi riflessi posturali; pertanto per un corretto sviluppo il sistema stomatognatico è Scoperte successive come la teoria della matrice funzionale di Moss, la teoria della crescita Petrovic e gli studi di necessaria un’azione di “eccitazione neurale”. Woodside presso l'Università di Ontario in Canada, hanno Gli apparecchi ortopedici funzionali funzionano dimostrato la reale consistenza di questa terapia in maniera principalmente modificando la postura mandibolare per razionale, e non solo intuitiva. ABSTRACT esercitare quegli stimoli funzionali che favoriscano la crescita nelle zone ove è necessaria o per inibirla dove fino ad ora è stata eccessiva. Evidente esempio di tale azione è fornito dagli apparecchi del Prof. Pedro Planas che, per effetto della libertà di movimento fornita alla mandibola riescono, attraverso l’applicazione clinica delle Leggi dello Sviluppo, a correggere i vettori di crescita sfavorevoli del complesso maxillo-facciale. La cartilagine condilare mandibolare ha un tipo di crescita caratterizzata da morfologia e funzione differenti rispetto alla cartilagine epifisaria delle ossa lunghe. Tale realtà fornisce una spiegazione al tipo di risposta di questa struttura anatomica agli stimoli esercitati dall'apparecchio ortopedico funzionale. Allo stesso modo, i risultati degli studi sperimentali su animali sul rimodellamento della glenoide dopo terapia ortopedica funzionale hanno fornito La Prof. Wilma Alexandre Simoes ha successivamente un’ulteriore prova, in grado di dare una spiegazione alla elaborato una altri apparecchi ortopedico-funzionali, atti a stabilità delle correzioni, in particolare delle malocclusioni superare alcuni limiti di utilizzo dei classici apparecchi del di Classe II divisione 1. Prof. Pedro Planas, come l’utilizzo nei pazienti iperdivergenti o la necessità di un più veloce raggiungimento dello L’Ortopedia funzionale dei mascellari successivamente ha sfioramento incisale nella Determinata Area. Il presente avuto la sua massima espressione in Sud America ed in lavoro ha lo scopo di descrivere le principali tappe della particolar modo in Brasile con il suo massimo esponente la Prof. Wilma Alexandre Simoes, dove ha istituito un corso costruzione di una di tali apparecchiature. ufficiale di specializzazione nella specializzazione di ortodonzia di tale branca. INTRODUZIONE Alla luce di quanto detto precedentemente l’apparato L’Ortopedia Funzionale dei Mascellari (OFM) è stata stomatognatico non viene visto più come una parte a se introdotta ufficialmente nel mondo dell’ortodonzia nel 1936 rispetto al resto del corpo, bensì parte integrante il sistema da Andresen e Haulp come valida alternativa nel trattamento “Uomo” e, se vogliamo, determinante per una buon sviluppo delle malocclusioni. Come noto, questa filosofia di 35 ortec informa e accrescimento dello scheletro. L’Ortopedia funzionale dei della ATM inviano informazioni al livello cerebrale, dove mascellari sfrutta aree importanti di crescita dello scheletro avviene una rielaborazione di tali informazioni e una risposta cranio facciale come i condili. Essi sono dotati di un grande allo stimolo tramite il genioglosso e lo stilo glosso, potenziale di adattamento funzionale e attraverso la loro provocando in tal modo un cambio di postura terapeutico stimolazione se ne può modificare la direzione e la velocità mandibolare in rotazione predominante e inibendo l’entità di crescita, ma anche di tutto il complesso cranio-facciale. di apertura della bocca. Ciò è reso possibile proprio attraverso l'utilizzo dei dispositivi occlusali specifici messi a punto dalla Prof. LA COSTRUZIONE DEL SIMOES NETWORK WILMA SIMOES. N° 6 Come tutte le branche mediche, l’OFM si avvale di esami strumentali (teleradiografia, ortopantomografia, gnatostato, fotografie del volto e dei modelli) e dell’anamnesi remota e prossima per ottenere un maggior numero di informazioni utili a formulare e pianificare il trattamento. A questi vengono aggiunti esami dinamici come la valutazione dell’Angolo Funzionale Masticatorio di Planas, la Kinesiografia e l’Assiografia digitale, in grado di fornirci un quadro più completo del caso da affrontare. Per la costruzione dei dispositivi ortopedici funzionali l’odontotecnico necessita di alcune informazioni che forniscano una visione più ampia e corretta del caso, impossibile da ottenere con i soli modelli accompagnati da una prescrizione. Si tratta di dati diagnostici statici (cefalometria, compasso articolare, O.P.T., analisi del volto, biotipo di appartenenza) che forniscono informazioni sulla classe di appartenenza e sulle eventuali asimmetrie di forma. Ugualmente necessari sono i dati diagnostici dinamici come Essendo principio fondamentale della OFM il controllo del l’A.F.M.P. (Angolo Funzionale Masticatorio di Planas) e, Cambio di Postura Terapeutico Mandibolare, è necessaria quando possibile, i cicli masticatori, la Kinesiografia e anche un’analisi approfondita dei modelli prima della quant’altro possa chiarire le dinamiche dell’apparato realizzazione dell’apparecchio. Ogni apparecchio realizzato stomatognatico. è individuale, e non è mai uguale ad un altro, e si differenzia dal prototipo originario in base alle esigenze terapeutiche di È altresì necessario che l’odontotecnico venga informato dal ciascun paziente. Solo per una maggiore chiarezza clinico circa la priorità di trattamento nei tre piani dello mnemonica l’ideatrice di questa sistematica ha classificato i spazio specifica per ciascun caso in esame. Deve essere ben vari prototipi per le patologie che si possono presentare in chiaro se abbiamo necessità di espandere piuttosto che tutte le tappe evolutive in SIMOES NETWORK. aumentare la verticalità o quant’altro, tenuto conto della conformazione delle arcate dentarie, del biotipo e della fase Lo SN6, come lo SN2 e lo SN3, è impiegato tutte le volte in dello sviluppo dell’apparato stomatognatico in cui si trova il cui si richieda un cambio di postura terapeutico in rotazione paziente in quel preciso momento. predominante o in pro-rotazione. Può essere adoperato nei disfunzionali appartenenti ai tre biotipi fondamentali, ed è particolarmente indicato nelle patologie muscolari dei soggetti con ipermobilità, ma anche nelle patologie articolari anteriori caratterizzate da ipermobilità disco-condilare anteriore mono/bilaterale dopo un episodio recente di open-lock o nelle bascule su pazienti ipermobili con episodi pregressi di open-lock. In tal caso il suo impiego è di breve durata, dovendo successivamente essere sostituito da un altro apparecchio funzionale in grado di migliorare più efficacemente l’instabilità occlusale del paziente. Lo SN6 provoca inizialmente, grazie al corretto posizionamento degli scudi labiali, l’attivazione del digastrico. Questo, per un meccanismo di inibizione reciproca, provoca il rilassamento dei muscoli stiloglosso e pterigoideo laterale. Contemporaneamente i recettori del muscolo temporale e 36 Conseguentemente verrà scelto il cambio di postura terapeutico più idoneo per la correzione della disfunzione, nonché le sedi e i tipi di ancoraggio necessari per consentire al dispositivo l’espletamento di quella eccitazione neurale che sta alla base degli effetti clinici del trattamento. Per ancoraggio, in questa disciplina, non si intende l’effetto ritentivo dato da eventuali ganci presenti sul dispositivo, ma il confort, la stabilità, i vettori di crescita e gli stimoli propriocettivi che la placca con gli accessori daranno a tutto l’apparato stomatognatico. A questo punto, finalmente, si sceglie il tipo di apparecchio, inteso come indicazione generale che individua un prototipo da un altro, ma che non vuole essere un apparecchio standard, in quanto dotato certamente di caratteristiche individuali. Infine vengono individuati e progettati gli accessori necessari per migliorare il più possibile le prestazioni del dispositivo, ideati, progettati e realizzati per ottenere ancoraggio e migliorare gli stimoli propriocettivi. ortec informa Si tracciano sui modelli delle linee continue sui punti di repere della prima classe di Angle. Per le linee mediane prenderemo come riferimento superiormente il frenulo medio-vestibolare, piuttosto che la mediana dentale, in quanto quest’ultima potrebbe essere non corretta a causa di deviazioni laterali. Inferiormente prenderemo come riferimento il frenulo medio-vestibolare o quando è possibile il frenulo linguale, essendo un punto di repere più stabile. Analisi dei modelli Per prima cosa si sviluppano i modelli con gesso di 4° classe ortodontico, si procede alla squadratura, all’eliminazione di eventuali bolle positive di gesso e alla preparazione del modello inferiore eliminando l’area interna di gesso lasciando solo l’arco mandibolare, in modo tale da avere una maggiore area di manovra posteriore nelle fasi di lavorazione. Punti di repere Mettendo in relazione abituale le due arcate dentarie, tracceremo una linea discontinua sull’antagonista come prolungamento dei repere della 1° classe di Angle. In questo modo avremo ottenuto un riferimento ottico delle discrepanze tra posizione- rapporto ideale e posizionerapporto in abituale tra le arcate. Di solito in casi di iperdivergenza non si ha un occlusione stabile, essendo presenti uno o più punti di bascula che determinano la possibilità di ottenere una rotazione antioraria della mandibola. Questi saranno evidenziati con una linea obliqua che termina con una spirale. 37 ortec informa Nel caso preso in considerazione sarà necessario un cambio in pro-traslazione in rotazione antioraria maggiore a destra sul piano sagittale e una deviazione a sinistra sul piano frontale, vista la leggera deviazione a destra della mediana inferiore. Otterremo cosi una maggiore stabilità occlusale anteriore e una beanza tra i settimi superiori ed inferiori, espressione dell’avvenuto CPT in rotazione dominante, come si può osservare dalla foto. Cambio di postura terapeutico Il cambio di postura terapeutico mandibolare in rotazione dominante non è possibile da ottenere con manovre di aggiustamento su un eventuale morso di costruzione preso direttamente sul paziente ed è una manovra che si effettua necessariamente sui modelli a mano libera in laboratorio. Essa richiede una buona esperienza, e consentirà di valutare anche se la discrepanza tra posizione abituale e cambio di postura terapeutico mandibolare non sia eccessiva, tale da non essere accettata dal sistema. In tal caso il CPT verrà effettuato in più steep. Stabilizziamo questo cambio di postura con una chiave in cera in modo tale da trovare questa posizione con più facilità nelle varie fasi di lavorazione. 38 ortec informa Progettazione dei vari elementi dell’apparecchio superficie palatina del 11 e 21, visto la presenza di due segmenti orizzontali, posteriormente terminano tra l’incisivo laterale ed il canino. Vite di espansione centrale Sarà posizionata sul rafe palatino, tra 1° e 2° premolare per ottenere un maggior stimolo propriocettivo di espansione in questa zona rispetto all’aria dei molari. Si delimitano poi i limiti della placca in acrilico superiore. Archi dorsali Arco vestibolare superiore di Bimler Presenti in molteplici apparecchi, devono imprimere un vettore di crescita corretto in base al cambio di postura Avrà contatti con la porzione mesiale dei 12 e 22 con chiave terapeutico mandibolare voluto; solitamente vengono bassa, il limite posteriore sarà a distale del 1° molare. posizionati a livello del colletto linguale dei denti inferiori e devono essere perfettamente paralleli tra di loro. Visto l’importanza, è assoluta l’attenzione che deve essere posta in questa fase della progettazione. Nello SN6, se è presente anche un cambio di postura terapeutico mandibolare in verticalità, con la rotazione antioraria indotta alla mandibola all’inizio della terapia in zona molare, questo accessorio potrebbe interferire con gli elementi dentari. Per tale motivo si preferisce posizionarli a circa 2mm al di sotto del colletto dentale. Il limite posteriore è a distale del dente completamente erotto in arcata. Molle di presenza Avranno un doppio contatto nella porzione distale della 39 ortec informa Ottenute tali informazioni, vengono trasferite sul modello, sul quale disegneremo il limite inferiore della barra ondulata al colletto dei quattro frontali, il limite posteriore tra canino e incisivo e l’altezza, pari a circa 7mm, quanto sono alti i canini inferiori. Barra ondulata È l’elemento che caratterizza almeno tre apparecchi ideati dalla prof. Wilma Simoes (SN3-SN4-SN6). È un accessorio che, se non è progettato e costruito correttamente, secondo l’ideatrice paradossalmente porterebbe ad un aumento dell’iperdivergenza e a un aumento del morso aperto. Per questo motivo la Prof. Simoes ha messo appunto una cefalometria denominata “Compasso Articolare” con la quale si ha la possibilità di ottenere posizione, forma e inclinazione di questo elemento (si rimanda ad altro momento un approfondimento su questo argomento). 40 Scudi vestibolari Sono l’accessorio che contraddistingue questo apparecchio. Non hanno funzione di lip bumper, ma con la loro lieve pressione sulla mucosa liscia costringono la mandibola ad una rotazione antioraria. Per una corretta ortec informa costruzione di tale elemento l’ideatrice ha pubblicato sul suo libro uno schema apposito. Costruzione dell’arco di Bimler Iniziamo la costruzione degli accessori partendo dall’arco di Bimler. Esso è realizzato con un filo del diametro 0,9mm e avrà un contatto con il 12 e il 22 sulla superficie vestibolare in zona mesiale a chiave bassa. Questi due punti di contatto fungono da ancoraggio secondo l’OFM, ma daranno anche uno stimolo propriocettivo capace di favorire la correzione della giroversione di questi due elementi dentari. In zona canina viene poi creata una curva di 45° tale da rendere più ampio il segmento posteriore e avere funzione di lip-bumper sul buccinatore. Il limite posteriore con la curva è a distale del 1° molare. Disegniamo i nostri scudi vestibolari partendo dal delimitare il limite più basso del colletto dei quattro frontali con una linea discontinua. A circa 5mm inferiormente troviamo il limite tra la gengiva aderente e la mucosa liscia: questo sarà il limite superiore degli scudi, mentre quello distale è delimitato al punto dove inizia la bozza della cuspide del canino. Il limite inferiore è nella concavità del fornice, mentre quello mesiale è là dove inizia l’inserzione del frenulo medio-vestibolare. In questo quadrato scaricheremo il gesso creando una nicchia con una profondità di circa 2mm. Queste due zone saranno scaricate con della cera calibrata di 1mm, quindi avremo una pressione da parte degli scudi sulla mucosa liscia di circa 1mm. Il segmento che attraversa il piano occlusale passa tra canino e 1° premolare e dovrà essere il più passivo possibile, senza interferire con l’occlusione o con gli elementi dentali (canino-premolare). Non deve superare gli 11mm per non invadere eccessivamente l’aria palatale e rendere molto spessa la placca in acrilico. Anche questo segmento fornirà altri 2 punti di ancoraggio capaci di dare stabilità all’apparecchio. Il segmento ritentivo non deve superare i 15mm per non portare all’interno della placca in acrilico le tensioni che l’arco. Molle di presenza frontali superiori Realizzati con filo del diametro 0,8mm, i due segmenti orizzontali avranno un contatto con la superficie palatale in zona distale. Il contatto di questi due segmenti darà ancoraggio e fornirà altresì stimoli propriocettivi tali da favorire la rotazione del 11 e 21. La curva distale deve essere parallela al piano occlusale, tale da dare un vettore di crescita perpendicolare all’asse del dente. Mentre il limite posteriore è tra laterale e canino, la curva grande che precede il segmento ritentivo da elasticità all’accessorio ma non deve invadere l’area dello SPOT. 41 ortec informa Barre ondulate Vite di espansione centrale I tipi di barre ondulate che si possono realizzare sono: Una superiore ed una barra inferiore; quando nella zona Una vite di 14 mm viene posizionata sul rafe palatino tra anteriore abbiamo abbastanza spazio per ospitare i due primo e secondo premolare, avendo necessità di stimoli accessori, elementi che fungono da posizione ideale del propriocettivi con vettori di espansione specifici in questa gruppo frontale superiore ed inferiore in modo tale da dare zona. Anche questo è un ancoraggio per l’apparecchiatura in uno stimolo propriocettivo al SNC. Anche questi elementi questione. Tale vita non sarà mai attiva: non indurrà alcuno fungono da ancoraggio. stimolo specifico di tipo espansivo né effetti di spostamento Le stesse molle di presenza fungeranno da barra ondulata ortodontico a carco degli elementi dentari, ma servirà superiore quando non ci sia spazio sulla volta palatina esclusivamente ad adattare la volta palatina dell’apparecchio anteriore, alla crescita espansiva ottenuta e verrà attivata solamente per Una doppia barra ondulata viene applicata quando il pavimento della lingua è molto profondo. fornire maggiore stabilità e ancoraggio. Si possono inserire sia la barra ondulata superiore che la doppia barra inferiore quando abbiamo sia una volta palatina ampia che un pavimento profondo L’esperienza ci ha portato a dare delle indicazioni generali sulla costruzione delle barre ondulate. Nella 1° classe devono essere parallele all’asse degli incisivi, nella 2° classe vengono più vestiboloverse, nella 3° classe saranno perpendicolari al piano occlusale. 1° CL 2° CL 42 ortec informa 3° CL Il connettore centrale è realizzato con un filo del diametro 0,9mm è a chiave alta per non interferire con il frenulo medio vestibolare. Gli scudi vestibolari con il loro contatto con la mucosa liscia offriranno un ancoraggio alla mandibola costringendola ad effettuare una rotazione antioraria. Archi dorsali L’altezza della barra ondulata è solitamente pari all’altezza dei canini. Il segmento rettilineo varia dai 5 ai 7mm (comunque l’altezza minima è 3mm e quella massima 7mm). L’altezza della curva è di 1mm. La distanza tra i segmenti rettilinei è di 2-3mm. In letterature è riportato che per avere una corretta bioelasticità questo accessorio deve essere realizzato con un filo del diametro 0,9mm ma, essendo l’elemento che subisce maggiori tensioni nel cavo orale, spesso è soggetto a rottura con conseguenza di una terapia non continua e per tale motivo più lenta. La barra ondulata viene realizzata con un filo di diametro di 0,8mm, ha altezza di 7mm, è perpendicolare al piano occlusale e il suo limite distale è tra l’incisivo laterale ed il L’esperienza ci ha portato pertanto ad aumentare il diametro del filo fino a 1,1mm. In questo modo, anche se abbiamo reso canino. l’apparecchio meno elastico, tuttavia avremo il vantaggio di una terapia più continua, essendo soggetto a rotture meno Connettori vestibolari frequenti. I connettori laterali degli scudi vestibolari sono realizzati con un filo del diametro 0.9mm, attraversano il piano occlusale tra premolare e canino, non devono interferire con i denti antagonisti e devono essere passivi con i denti a contatto. Offrono ancoraggio e danno stabilità alla porzione inferiore dell’apparecchio. Presentano un ansa ad omega in zona bozza canina per dare al clinico la possibilità di modulare la pressione degli scudi sulla mucosa liscia. Placca in acrilico La placca, gli scudi linguali e quelli vestibolari vengono realizzati in resina con la tecnica sale e pepe. Anche questi elementi offriranno ancoraggio dettato dalla stabilità, confort e stimoli propriocettivi alla strutture anatomiche con cui sono a diretto contatto. 43 ortec informa Bibliografia 1. Effetti individuali detta terapia funzionale nel paziente in crescita – R. Dalì, L. Milano, G. D’Avanzo, A. Focalla, C. Grippando 2. Ortopedia Funcional de los Maxilares vista a través de la Rehabilitación Neuro-Oclusal.- Simoes W - Caracas:Editorial Isaro, 1989:75-93. 3. Ortodoncia. principios generales y técnicas. - Graber T, Vanarsdall R -Buenos Aires: Editorial Médica Panamericana, 1997:491-499. 4. La riabilitazione neuro occlusale: RNO – P. Planas 5. Principi di occlusione Neuromuscolare - Bazzotti L., Boschiero R, Editoriale Grasso, Bologna 1990. 6. Aparelhos ortopdicos funcionais. - Simoes WA.: In M. Saadia J. Ahlin – Atlas de ortopedia facial. Sao Paulo, Santos 2000 7. Gli apparecchi funzionali di Planas: caratteristiche, indicazioni ed effetti clinici – Zaffuto E.- Relazione al Convegno ANDI – Carrara 9-52008 8. La determinazione del rapporto mandibolo-cranico – Monaco – Palleria M. - International Academy of Posture and Neuro-muscolar Occlusion Research 1/2008 Conclusioni In un trattamento ortodontico o gnatologico è importante essere a conoscenza della funzione masticatoria e dei meccanismi di crescita dell'organo della masticazione, in modo da poter correttamente intervenire su tutte le patologie che a questo livello si possono instaurare, modificando la meccanica masticatoria. Secondo Pedro Planas e Wilma Simoes la terapia dovrebbe essere iniziata il più precocemente possibile per raggiungere un'adeguata "funzione masticatoria" tenendo sotto controllo durante il corso della vita tutte le patologie che possono alterare lo schema masticatorio del paziente. Per raggiungere tale scopo la RNO e la OFM si avvalgono di apparecchiature ortopedico-funzionali che, modificando la postura mandibolare in senso terapeutico, migliorano la funzione e conseguentemente la forma delle strutture scheletriche che compongono l’apparato stomatognatico. 9. Crecimiento, principal en el tratamiento de las maloclusiones – Simoes WA. – Gaceta Dental 1997, 74: 54-58 10. Principios fundamentais e caracteristicas basicas das tecnicas ortopedicas funcionais. - Simoes WA Rev:.Ortodoncia 9(2): 137-151, 1976 11. Relationship between maxillofacial morphology and deglutitive tongue movement in patients with anterior open bite - Tatsuya Fujiki, DDS, PhD,a Masahide Inoue, DDS,b Shouichi Miyawaki, DDS, PhD,a Toshikazu Nagasaki, DDS, PhD,c Keiji Tanimoto, DDS, PhD,d and Teruko Takano-Yamamoto, DDS, PhDe Okayama and Hiroshima, Japan 12. Teoria del Range Propriocettivo Tridimensionale Occlusale - Dr. Gian Mario Esposito - atti del VI° Congresso nazionale A.I.K.E.C.M. VICENZA, 6 7 OTTOBRE 1989 44 OR todonzia TEC nica ’ t r o p e ‘R ’ o t a s s a p l e d c e t r O i t n e v e ‘Gli Report XXI Convegno Or-tec Rimini 19-20-21 giugno 2014 OR todonzia TEC nica Anche quest’anno, nella sempre splendida località Riminese, si è svolto il tradizionale convegno Or-tec che ha visto la presenza di circa duecento partecipanti, tra clinici e tecnici , quindici relatori nazionali ed internazionali e quattordici aziende ad alimentare, con il loro gradito supporto, la chiusura di quel cerchio magico che delimita il successo per tutta la filiera del settore ortodontico. Il tema di quest’anno era la gestione tecnico clinica del paziente disfunzionale, cosi il corso precongressuale del giovedi pomeriggio è stato magistralmente tenuto dal Prof. Gregor Slavicek , uno dei massimi esponenti mondiali in materia. Il Dott. Marra ha generosamente, come sempre in virtù dell’amicizia che lo lega all’Or-tec, contribuito al successo del mini corso con la sua impeccabile traduzione. 47 report Il venerdì mattina siamo partiti subito fortissimo con una splendida relazione tecnico –clinica tenuta dal nostro socio Pietro Chiechi e dal Dott. Edoardo Zaffuto che, insieme, formano un superbo team di eccellenza per proprietà conoscitive ed operative nell’ambito della riabilatazione neuro occlusale e dell’ortopedia funzionale dei mascellari. A seguire il Dott. Pironi, forte anche della sua competenza in ambito chirurgico/ ortognatico, ci ha esposto come il team ortodontico tecnico e chirurgico, possa collaborare nella gestione delle patologie temporomandibolari. 48 report Per concludere la mattinata, un graditissimo regalo ci è stato fatto dal Prof. Galassini, che si è concesso per Ortec in una superba relazione sulle connesioni che regolano crescita e articolazioni e nella programmazione del trattamento ortodontico in fase evolutiva. Per il pomeriggio ad iniziare i lavori due colleghi, l’amico Giorgio Borin e il socio Daniele Del Mestre , che ci hanno esposto delle innovative tecniche per la realizzazione di modelli “informati” in funziome delle asimmetrie craniche. 49 report Il Dott. Cuman ha portato al convegno tutta la sua esperienza ed il suo entusiasmo che, grazie alla sua “tenera“ età, ha contraddistinto la sua relazione per brillantezza entusiasmo e ricchezza di contenuti. Dopo il Dott. Cuman, la collega Manuela Tromba, socio ordinario Or-tec , ed il Dott. Stefani ci hanno presentato un originale lavoro clinico tecnico su uno splint utilizzato clinicamente dal Dottore e realizzato dalla sempre precisa e impeccabile collega. Ultimo , ma non ultimo, il Dott. Carboni ci ha spiegato chiaramente l’importanza dell’utilizzo dell’indicatore di posizione condilare nella diagnosi ortodontica e nella progettazione dei dispositivi realizzati. Alla fine dei lavori un piacevole aperitivo poi tutti a tifare l’Italia (col senno del poi forse avremmo fatto meglio ad andare in spiaggia) e poi tutti a cena in riva al mare , con tanto di fuochi d’artificio. 50 report Al sabato mattina iniziamo con uno gnatologo figlio d’arte di fama internazionale che ha esposto alla platea lo splint gnatologico da lui ideato. 51 report Grazie al lavoro di diplomazia internazionale svolto dal nostro segretario Roberto Giammarini, a portarci i saluti della O.T.A., associazione dei tecnici ortodontici d’oltre manica , con un report del suo operato presso la struttura ospedaliera in cui collabora, il collega Paul Mallet, il quale ha invitato tutti a partecipare al congresso mondiale che si terrà il prossimo anno a Londra e in cui l’Or-tec sarà presente. Conclude i lavori il Dott. D’Ermes che espone alla platea il protocollo operativo utlizzato nella clinica odontoiatrica dell’Università La Sapienza di Roma. 52 report Dopo la nota di merito incassata dal past President Stefano della Vecchia e le foto di rito con tutto il direttivo carico di giusto orgoglio per l’ottimo lavoro svolto, il presidente Patrizio Evangelista chiudeva questo splendido evento, ancora una volta in nome di Or-tec. 53 Report XXI convegno Or-tec Rimini: i poster dei soci OR todonz a TEC n ca Come di consueto , durante il convegno sono stati esposti i poster dei soci. Abbiamo deciso di non procedere con la votazione del migliore in quanto erano tutti molto belli. A seguire i lavori di cui sopra. Elevatore Linguale Notturno (con accessori) Chang g-P Espansore rap do de pa a o ad approcc o ves ves bo are ERP m L’elevatore linguale notturno è uno dei rieducatori linguali più usati nel panorama ortodontico. A questo dispositivo possono essere aggiunti svariati ausiliari a seconda della malocclusione del paziente. In questo caso infatti, sono stati posizionati due ganci di Adams sui sesti ed un gancio a palla mesiale al dente deciduo 55, come ancoraggio. Poi è stata modellata una molla retro incisiva per cercare di proinclinare gli incisivi superiori ed è per questo che l’arco vestibolare, accuratamente modellato, lascia appositamente spazio nella zona vestibolare degli incisivi. Nella zona posteriore l’arco vestibolare risulta asimmetrico, in quanto l’ideatore dell’ELN non contemplava interferenze occlusali. Proprio per questo, dalla parte del quadrante due, l’arco vestibolare non rientra distale al canino ma prosegue costeggiando le facce vestibolari dei denti per collegarsi al ponte del gancio di Adams, dove verrà saldato al laser. In più, a questo rieducatore, è stata applicata una vite ad apertura anteriore per cercare di aumentare la distanza intercanina e nello stesso tempo ottenere una derotazione molare. Tutto questo sempre tenendo conto che il dispositivo dovrà cercare di rieducare la lingua, quindi molta importanza avrà lo scivolo in resina inclinato a 60° rispetto al piano occlusale, come ci ha insegnato il dott. Bonnet. Questo perché, se si ha un’inclinazione inferiore, la flangia risulterebbe troppo orizzontale sottraendo spazio alla lingua, mentre se avessimo un’inclinazione maggiore si creerebbe un muro per la medesima. Ricordo inoltre che il dott. Bonnet, consigliava di usare questo dispositivo per tutta la notte, dove nella zona REM, gli atti di deglutizione sono più frequenti e durante la giornata per tre volte, tre minuti a volta. E’ consigliabile in questo caso, visti i numerosi accessori, un utilizzo maggiore del rieducatore per cercare di ottenere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati. L’ELN è un dispositivo funzionale molto confortevole e come si evince in questa presentazione si presta a nuovi abbinamenti a mio parere molto utili. Rimini, 19-21 Giugno 2014 m m m m m Q m m m m m m ERP m m m D D M P m m C B m H P m C P A ERP Q m m m m m m m m m D m m m A m m P m m m m m m m S m m m mm m m m m C m m mm m m m m m C m m S m R m S A m Andrea Notari R m n 19 21 G ugno 2014 54 m m m m m V m D D V o o Evange s a report PLACCA AD DISTALIZZANTE DIST IST TALIZZANTE ALIZ ALIZZANTE IL REGOLATORE REGOLA LA AT TORE DI FUNZIONE A.C.C.O. DI ROLF FRANKEL La placca distallizante A.C.C.O. Si differenzia dalla classica placca di tipo Cetlin da un semplice particolare: Il gancio di Adams realizzato sul primo premolare si può trasformare in molla usata per distallizare quest'ultimo. Questo tipo di modifica ci fornisce un controllo di ancoraggio addizionale e vantaggi nel trattamento multibrackets. Mentre nella placca classica, il trattamento terminava con la distalizzazione del primo molare corretto in I Classe, con questa modifica il trattamento continua sino a quando entrambi i premolari sono in I Classe dando spazio anche alla distalizzazione spontanea dei canini. Il dispositivo è composto da: -Un arco vestibolare in filo duro-elastico di diametro 0,9; -Due ganci di Adams realizzati in filo duro-elastico di diametro 0.7; -Due molle in filo di sezione rettangolare .21x.25 Esecuzione del lavoro: Si modella l'arco vestibolare in filo tondo di diametro 0.8, in maniera tale da raggruppare i due incisivi centrali e laterali senza anse e lasciando liberi i canini, dando loro la capacità di potersi muovere durante la distalizzazione. Questo tipo di arco permette un ottimo ancoraggio per il settore dei denti frontali, dove spesso la distalizzazione causa una notevole perdita della posizione (Fig.1-2). Successivamente vengono modellati i due ganci di ADAMS realizzati sui primi premolari con una particolarità: Nella parte terminale mesiale del gancio, viene realizzata un'elice, in modo tale da poterla trasfomare in molla. Per effettuare questa modifica , basta tagliare l'estremità della graffa distale del gancio e attivare la parte terminale mesiale come una classica molla a laccio. Si passa, quindi, a modellare le due molle a laccio sui primi molari. La molla dovrà agire più cervicalmente possibile, con le spire localizzate distalmente al centro delle corone di 16 e 26. Tutti gli elementi vengono fissati con cera collante, facendo bene attenzione a coprire con cera bianca ad alto punto di fusione la parte attiva, sia delle molle dei molari, sia la parte attiva dei ganci dei premolari. La fase successiva prevede la modellazione della placca con il sistema della resina a spruzzo, costruendo un Bite-Plane anteriore in maniera tale da creare un rialzo minimo nel settore dei diatorici, e lasciando liberi dalla resina le pareti palatali dei premolari e dei molari in maniera tale da non impedire lo spostamento (Fig. 3.4.5.6). A polimerizzazione avvenuta, si passa alla rifinitura eliminando le sbavature e ripristinando la lunghezza e gli spessori dei bordi, infine si procede con la lucidatura. Rimini, 19-21 Giugno 2014 Il Regolarore di Funzione fu ideato da Rolf Frankel per correggere le malocclusioni di carattere funzionale favorendo l’attivita’ e la riprogrammazione del sistema neuromuscolare orofacciale. tali apparecchiature sono costruite come strumento di esercizio ortopedico capace di superare gli atteggiamenti posturali sbagliati ed i disordini spaziali della capsula orofacciale. Sulla base di concetti funzionali, l’autore ne descrive quattro tipi con indicazioni terapeutiche diverse e differenti modi di costruzione al variare delle problematiche e delle classi di Angle: -Frankel 1 per malocclusioni di classe 1 e 2 divisione 1 -Frankel 2 per i casi di seconda classe divisione 1 e 2 -Frankel 3 per terze classi -Frankel 4 per pazienti con tipolgia iperdivergente e morso aperto anteriore Tutti i tipi di regolatore sono essenzialmente costituiti da una componente funzionale ossia gli scudi acrilici, che hanno lo scopo di allontanare dalle arcate dentali la pressione di guance e labbra e ripristinare la postura dei muscoli periorali interrompendo abitudini anomale, e da una componente meccanica data da elementi in filo che sono destinati a collegare i vari componenti acrilici ed a sorreggere l’apparecchiatura , a provvedere all’ancoraggio intermascellare o da supporto occlusale 0 ancora se sono a contatto con denti, a detrminare un movimento dentario. Descrizione e differenze tra i quattro tipi di regolatore: gli scudi vestibolari ed i cuscinetti anteriori nel Frankel 1 e 2 sono uguali, la differenza la troviamo nella struttura metallica, in quanto il Frankel 2 presenta delle molle retro incisive poste sullo scudo di avanzamento inferiore , un arco retro incisivo superiore e dei ganci guida posti vesibolarmente a 13 e 23. da notare che: lo scudo di avanzamento non viene in contatto con gli incisivi , gli archi che uniscono gli scudi linguali a quelli vestibolari non devono interferire con il tavolato occlusale per facilitare l’avanzamento mandibolare. mentre il Frankel tipo 1 presenta solo dei ganci di stop posti su 13 e 23 per dare stabilita’ in senso verticale . l’arco palatino, sia nel frankel 1 che nel 2 e’posto in mesiale al 16 e 26 e finisce con lo stop al centro del quinto deciduo o del sesto permanente. Nel Frankel 3 i cuscinetti sono presenti nell’arcata superiore, le placche laterali inferiormente sono a contatto con la mucosa , mentre nella zona superiore sono distanti per stimolare la crescita ossea ed eliminare l’azione inibitoria della pressione dei tessuti . la struttura in metallo comprende un arco retro incisivo superiore ed un arco vestibolare inferiore modellato a contatto con la superfice vesibolare dei denti. l’arco palatino e’ modellato in distale agli ultimi molari presenti, inoltre troviamo degli stop posti sia all’arcata superiore che inferiore. nel frankel 4 i cuscinetti sono presenti nell’arcata inferiore, le placche laterali non devono essere a contatto, e troviamo degli stop su 16 e 26 e su 54 e 64 Fabio Belleggia Rimini, 19-21 Giugno 2014 55 Giovanni Tirimberio report ESP ESPANSIONE SP PA ANSIONE RAPIDA EL P PALA AL LA ATO DEL PALATO SPRING RET RETAINER TTAINER AI AINER Possibili applicazioni di uno stesso apparecchio hi ortopedico. t dico. Il trattamento elettivo nei casi d'iposviluppo scheletrico del mascellare superiore nell'età di crescita è l'espansione rapida con appositi apparecchi meccanici. Tale condizione viene comunemente definita palato stretto, il nome latino è "Morsus Contractus", frequentemente si associa al morso incrociato mono o bilaterale e a volte all'inversione totale del morso. L'apparecchio utilizzato a tale scopo prende il nome di espansore rapido palatale o diastasatore o disgiuntore palatale. La sua azione è molto efficace in età evolutiva, prima che termini la pubertà, quando la sutura non è ancora ossificata. Esistono molteplici varianti di tale dispositivo che vengono sovente richieste al laboratorio ortodontico. Il presente lavoro si propone di illustrare alcune di queste varianti, indicandone anche le possibili indicazioni terapeutiche. Introduzione: Lo Spring Retainer è un dispositivo rimovibile proposto per la prima volta nel 1975 ad opera di H. G. Barrer. La sua funzione consiste nello spostamento e nella correzione di piccoli movimenti o per recidive di post trattamento riguardanti il gruppo anteriore dei denti mascellari o mandibolari. Oggigiorno viene usato maggiormente per la correzione dei denti mandibolari. Questo tipo di dispositivo oltre ai classici ganci di ritenzione e all’arco vestibolare presenta anche una molla, in grado di creare pressione sui denti anteriori, creando così lo spostamento desiderato. Fasi di lavorazione: Come buona norma, prima della colatura e della realizzazione del duplicato del modello in gesso, è necessario osservare bene l’impronta ricevuta dal medico per rilevare eventuali anomalie presenti (fig. 1) ; una volta terminato questo passaggio, si procede con il set-up del gruppo anteriore (fig. 2) e il successivo posizionamento dei denti nella posizione desiderata, cercando di creare un allineamento ideale (fig. 3). La fase successiva consiste nel modellare i ganci, l’arco vestibolare, l’arco di rinforzo e la molla, parte principale e fondamentale del dispositivo. Modellati tutti gli elementi in filo questi vengono fissati sul modello, facendo particolare attenzione alla molla, poiché questa non deve essere interamente inglobata nell’acrilico, ma una parte deve rimanere libera per avere una maggiore elasticità. Si procede così ad isolare con della cera la parte della molla che non deve andare a contatto con la resina (fig. 4). A questo punto si può procedere con un ulteriore fase: la polimerizzazione dell’apparecchio e la sua successiva rifinitura. Anche durante quest’ultimo passaggio bisogna prestare molta attenzione, evitando di intaccare gli elementi in filo soggetti poi a rottura. Prima di passare alla fase finale, l’apparecchio rifinito và reinserito di nuovo sul modello in gesso, per accettarsi che non ci siano state imperfezioni o anomalie durante i passaggi precedenti (fig. 5). Terminate tutte le fasi il dispositivo viene lucidato ed è pronto per la consegna (fig. 6). Fig.1: vediamo rappresentato il classico E.R.P. con la vite posizionata al centro del palato il più in alto possibile, ed i due bracci ripiegati in modo da contattare le superfici linguali dei molaretti di latte, per terminare sul versante linguale delle bande sui sesti su cui vengono effettuate le saldature. Fig. 2: è riprodotto un Espansore Rapido a filo su bande, con ganci vestibolari che consentono l’applicazione e la trazione di elastici. Questa tipologia di E.R.P. è richiesta nei casi di III classe scheletrica in cui, alla fase espansiva mascellare, segue l’applicazione di Maschera di DeLaire. La presenza di scudi in resina sul versante palatale (variante di Hass) consente una miglior trasmissione delle forze a tutto il mascellare superiore nella fase di utilizzo degli elastici di classe III. Fig.3: Nelle Classi III iperdivergenti viene spesso richiesta la realizzazione di E.R.P. con ganci vestibolari per trazione ( DeLaire ), le cui componenti a filo sono inglobate in docce di resina che ricoprono completamente le superfici occlusali dei denti dei settori laterali. Tali docce, oltre a favorire una più rapida correzione dell’inversione del morso anteriormente, consentono un miglior controllo della verticalità. Il dispositivo prevede la cementazione intraorale. Fig.4: Nei casi di schisi è possibile associare alla vite dell’E.R.P., cui è richiesto un effetto ortopedico, delle componenti a filo che, opportunamente attivate, consentono l’applicazione di forze ortodontiche leggere. Conclusioni: Lo Spring Retainer risulta essere un valido dispositivo in quanto il rischio della recidiva è sempre in agguato poichè, o non si è raggiunto un perfetto equilibrio delle arcate dentarie o, per distrazione da parte del paziente per non aver indossato la contenzione. Inoltre risulta essere ben tollerato dai pazienti, si rivela di facile costruzione e quindi fabbricato in tempi brevi. Fig.5: Nei casi di mascellare con forma a V accentuata, nei quali è necessaria una maggiore espansione dei settori anteriori ai sesti, è spesso richiesto l’utilizzo di viti a Ragno. La caratteristica predominante di tali dispositivi è la presenza di un asse cerniera che và posizionato al centro del palato, in corrispondenza di una linea congiungente le superfici distali dei sesti. Fig.6: Esiste una variante di tale vite proposta da Liù, che ha due assi cerniera Rimini, 19-21 Giugno 2014 Giuseppe Simonelli Rimini, 19-21 Giugno 2014 56 Paolo De Dominicis report PREPARAZIONE PREP REP PARAZIONE A DEI MODELLI DIGITALE PER IL SET-UP SET T-UP -UP DIGIT GIT TALE ALE La preparazione dei modelli per la scansione 3D, si può eseguire in vari modi, con lo sviluppo delle impronte inviateci dal clinico, con la scansione delle stesse o con la ricezione diretta delle impronte digitali effettuate con lo Scanner Orale direttamente nella bocca del paziente, trasferito attraverso un server ed un software adatto. La soluzione più ricorrente che adottiamo regolarmente in laboratorio é la più tradizionale, le impronte sviluppate con gesso classe 4 miscelato sottovuoto, altrimenti non avrebbe alcun senso far prendere le impronte di precisione se le sviluppassimo normalmente. Devono essere prese con materiale di precisione, doppia impronta, per intenderci come per la protesi, in alternativa esistono in commercio degli alginati di alta precisione, detto questo iniziamo a pulire i modelli, i colletti dei denti, insomma tutte le imperfezioni poche se il materiale è buono. Successivamente dopo aver registrato il paziente, lo studio di provenienza, si può iniziare la scansione degli stessi, la superiore prima, l'inferiore seconda ed i modelli in occlusione per ultimo, il software nei suoi passaggi ti permette delle piccole correzioni delle imperfezioni che risulteranno, piccole bollicine o bassorilievi della gengiva. Si procede quindi alla zoccolatura dei modelli, si possono tagliare i modelli all'altezza dei fornici fino a dove sono chiari e leggibili facendo attenzione ai frenuli in modo da preservarli e costruire degli zoccoli della dimensione adatta a quella bocca sistemandoci le arcate con i piani e le mediane corrette, rendendoli perfetti per la visione al clinico ed al paziente. Completata questa procedura si passa sul software OrthoAnalyzer System, vanno completate le fasi di registrazione,inserendo note eventuali e il nome dell'operatore. Iniziamo con l'inserimento dei punti mesiodistali di tutte e due le arcate, facendo attenzione a segnare il punto di massima larghezza del dente, li sistemiamo bene e individuiamo la giusta inclinazione dei denti con gli assi dentali nei due versi, corrette le inclinazioni dei denti si passa ai contorni dei colletti, in questo passaggio bisogna essere particolarmente precisi nel chiudere gli spazi tra i denti altrimenti ci puó essere il rischio di trovarsi dei denti illeggibili, dei buchi tra i denti o delle grosse mancanze di materiale durante l'esportazione dei modelli una volta eseguito il setup. In questa fase togliendo il modello rimane solo la griglia, si può verificare il passaggio tra i denti se é uno solo é corretto, se invece ce n'è sono più di uno non é corretto, ne va del buon setup. Ora si può di nuovo correggere con funzioni tipo aggiungi, togli e liscia il dente, si dovrebbero lisciare i tagli dei denti perché rimangono spigolosi, e porterebbero sicuramente a delle collisioni segnalate durante il setup, determinando così una perdita di tempo dovendo rientrare nel taglio dei denti. Si prosegue ora con l'individuazione del punto di applicazione della forza o centro di rotazione, dove ci sarà il fulcro del movimento, dente per dente. Effettuati tutti questi passaggi abbiamo terminato la preparazione delle arcate, si può procedere ora con il setup digitale. Solo avendo cura di tutti i passaggi con la precisione maniacale di un tecnico ortodontico otterremo dei buoni risultati con i nostri setup digitali e con gli Allineatori . Rimini, 19-21 Giugno 2014 Paolo Ugolini 57 BBC bio-bite corrector www.bio-bite-corrector.com Indicazioni d’uso Vantaggi Distributori t Correzione delle malocclusioni scheletriche di Classe II t Correzione dentoalveolare delle malocclusioni di Classe II t Correzione della linea mediana t Chiusura dello spazio tra i denti posteriori dell’arcata inferiore - Norme Redazionali Per pubblicare articoli sulla rivista gli Autori si devono attenere alle seguenti NORME REDAZIONALI: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Gli articoli inviati allo scopo di essere pubblicati devono essere originali, avere carattere scientifico, trattare di tecnica ortodontica, di ortodonzia e di tutto ciò che è correlato alla materia specifica. I lavori devono essere: - Su file in 2 copie nella stesura definitiva; - Inviati alla Segreteria ORTEC - Strada Santa Lucia, 50/A - 06125 Perugia. La pubblicazione degli articoli deve essere richiesta all'atto della spedizione, con domanda scritta ed autografa, unita alla dichiarazione attestante che il lavoro presentato non è stato pubblicato e non è in visione, o in attesa di pubblicazione, presso altre redazioni. I comitati redazionali scientifico e di lettura sono organi competenti a concedere l'approvazione alla pubblicazione e ad apportare inoltre eventuali necessarie modifiche ai testi, senza peraltro intervenire sul contenuto scientifico del testo. Gli elaborati realizzati nell'ambito di un Istituto, devono essere correlati dell'autorizzazione del Direttore dello stesso Istituto. Gli articoli che comprendono cartelle cliniche e/o iconografica di pazienti che così diventano riconoscibili si accettano solo se congiunti all'attestazione da parte dell'autore/i, che si assume la responsabilità esclusiva alla divulgazione di elementi normalmente coperti da segreto professionale. La stesura degli articoli dovrà rispettare i limiti di 30 righe per pagina, con 60 battute per riga. Preferibilmente, il testo dovrà essere scritto mediante programma di video scrittura e fornito in supporto digitale (indicando il nome del file e il tipo di programma utilizzato). Il testo dei lavori, scritto in lingua italiana, comprenderà: il titolo, il nome e cognome dell'autore/i, la qualifica professionale di ciascuno, il recapito postale, il numero telefonico, indirizzo E-mail, una breve prefazione riassuntiva al massimo di 4 righe dattiloscritte, un riassunto conclusivo in italiano e in inglese ed eventuali Key - words. Se il testo è suddiviso in capitoli, sotto - capitoli e sotto - sotto - capitoli, dovrà presentare delle numerazioni indicative in cui la prima cifra indicherà il capitolo, la seconda il sotto capitolo e così via. Es. 1 capitolo, 1.1 sotto - capitolo, 1.1.1 sotto – sotto - capitolo. I comitati di visione e accettazione degli scritti pubblicabili decideranno, a loro discrezione, per i lavori ampi, la suddivisione in numeri successivi. La documentazione iconografica deve essere fornita in originale in file Jpeg/Png da 300 Dpi, dovrà essere ordinata secondo una numerazione normale progressiva e deve essere correlata di didascalie, anch'esse numerate e richiamate nel testo. I riferimenti bibliografici vanno posti al termine delle trattazioni, con ordine numerico progressivo ed alfabetico nel pieno rispetto delle norme internazionali, con il richiamo del numero d'ordine che compare nel testo. L'autore/i, sottoscrivendo i testi, si assume in proprio la responsabilità in ordine ai contenuti ed alle illustrazioni. L'editore assume la proprietà letteraria degli articoli che potranno, a sua discrezione, essere utilizzati per riproduzioni parziali o totali. 59 OR todonzia TEC nica y r o t His Considerazioni e impressioni su tre tecniche di ricerca della centrica e costruzione dei vari dispositivi necessari Maggio 1984 History OR todonzia TEC nica autore Pietro Driussi, socio ordinario Or-tec In questo momento stiamo notando una grande attenzione Abbiamo cosi iniziato , secondo queste scuole a cercare un verso le tematiche funzionali , al fine di favorire una recupero della centrica mandibolare prima di eseguire condizione di equilibrio muscolare , favorevole a creare le qualsiasi tipo di trattamento sul paziente. condizioni ottimali per la riuscita del trattamento ortodontico. Con un gruppo composto da “Tredici amici” abbiamo avviato una serie di studi per comprendere al meglio le funzioni muscolari , e tramite trattamenti funzionali raggiungere la miocentrica. La mia convinzione nasce dall’analisi degli insuccessi ortodontici e dallo studio di casi apparentemente irrisolvibili per problemi muscolari articolari e/o posturali . Conosciamo tutti le varie funzioni muscolari di interesse ortodontico , comunque a seguire una carrellata sulle funzionalità dei muscoli pertinenti: 61 history Genioioideo:abbassa la mandibola se l’osso joide è fisso , innalza lo joide se la mandibola è fissa. Temporale: Eleva e tira all’indietro la mandibola. Miloioideo: Partecipa alla dinamica linguale. Pterigoideo esterno: Con la contrazione simultanea del destro e sinistro la mandibola avanza , con la contrazione Buccinatore: muscolo della guancia alternata la mandibola produce circonduzione. Pterigoideo interno: Eleva la mandibola e la spinge in avanti e lateralmente. Orbicolare: diviso in quadrato del mento , muscolo triangolare,quadrato del labbro superiore, canino, incisivo del labbro superiore,zigomatico e mentale. Digastrico: Formato da due ventri , di cui, l’anetriore contraendosi simultaneamente innalza l’osso joide ( deglutizione) , mentre con la contrazione separata regolano la dinamica mandibolare. 62 history Glossopalatino-Faringopalatino-Elevatore del palatoTensore del palato Linguali Intrinseci - Estrinseci Ha colpito la mia attenzione il gruppo degli incisivi che hanno una stretta corrispondenza con i flessori e gli estensori del collo. Da non sottovalutare l’importanza dello Sternocleidomastoideo e del Trapezio della spalla. Secondo il Dott. Harold Gelb docente di protesi presso il new Jersey College , esiste un collegamento ( testato Kinesiologicamente) , trà gruppi dentali , suture e gruppi muscolari. 63 Sempre il Dott. Gelb ha dimostrato che, estrazioni che in qualche modo determinano un arretramento del punto A, depotenziano indirettamente i muscoli del collo. history Lo studio Kinesiografico ha evidenziato alcune sostanziali differenze. L’analisi di una patologia muscolare non puo non tener conto , che per patologia si intende studio della malattie , e analisi delle cause che le determinano ( eziologia), dei meccanismi con cui agiscono (patogenesi) , e delle lesioni che provocano all’organismo , a livello anatomico e/o istologico. Questo per dire che ogni disfunzione o disgnazia , porta un alterazione dell’equilibrio muscolare, pertanto prima di fare qualsiasi azione terapeutica bisognerebbe ricercare una posizione mandibolare in cui queste alterazioni spariscono. Molti autori stanno rivolgendo le loro ricerche proprio in questa direzione, spiegando molti insuccessi dati dall’inseguimento ostinato di una centrica mandibolare . 64 history Gnatologia La masticazione parte dai bordi dei denti e termina in c.r Kinesiografia I cicli masticatori terminano in c.o senza passare per c.r. La deglutizione avviene in c.r. La deglutizione avviene in c.o. La parafunzione è favorita sistemando i tragitti del bordo lontano e dietro c.r. La parafunzione avviene anteriormente a c.r. Il tragitto dell’asse cerniera rappresenta i movimenti di apertura e chiusura della mandibola. C’è una differnza sostanziale trà il tragitto asse cerniera e il tragitto di apertura naturale. La c.r. è valutabile come un punto di riferimento da cui raggiungere la posizione funzionale Il c.r . non ha alcun valore come punto di riferimento L’occlusione rimarrà e funzionerà in c.r. una L’occlusione non rimane mai in c.r. volta fermata in quel punto. Long centric : liberando un passaggio dalla c.r. alla c.o. possiamo dare alla mandibola la I dati in merito sono inapplicabili. libertà di scelta , e provvedere alla funzione in entrambi le posizioni. Spesso per resettare interferenze patologiche si usa un Bite, al fine inoltre di cercare più facilmente una occlusione centrica su cui costruire una funzione masticatoria. 65 history Bite Placche di svincolo Il più semplice è costituito da una placca in resina superiore ad ancoraggio molare , con un bite plane retroincisivo , sul quale contattando gli incisivi inferiori ,discludono le arcate. Una variante consiste nell’inserire un arco labiale tipo Hawley, con il rischio però di traumi per i tessuti gengivali. Un presidio per la modificazione del piano di masticazione , a mio modo di vedere particolarmente efficacie è la placca di sweed. Questa placca ha una estensione dell’acrilico sul margine incisale superiore. 66 history La placca cosi realizzata viene applicata , regolando il rialzo di quanto è sufficiente a liberare i denti posteriori dal contatto occlusale. 67 history Dopo l’adattamento , gli incisivi inferiori dovranno contattare sul bite in modo uniforme. Gli autori esaltano il comfort di questi dispositivi , secondo la nostra esperienza i pazienti un po meno. Altri effetti indesiderati possono essere , oscillazione dei denti frontali ed una estrusione dei settori posteriori , motivi per cui si consiglia l’utilizzo di questi dispositivi per periodi brevi , massimo 1 o 2 settimane. Tecnica di Gelb Come detto in precedenza grazie agli insegnamenti del Dott Gelb , sulla componente muscolare delle problematiche ortodontiche , stiamo riorganizzando i protocolli terapeutici al fine di evitare l’induzione di patologie articolari nei pazienti. Secondo gli studi del Dott. Gelb , è un errore costruire l’occlusione in relazione centrica ( ossia nella posizione di retrusione condilare) , egli infatti costruisce la sua centrica in una posizione piu anteriore , utilizzando un suo schema anatomico di analisi della cavità glenoide , e in questa posizione costruisce i suoi splint per i pazienti disfunzionali. 68 Nella sua tecnica lo splint si costruisce sull’arcata inferiore , dopo aver tracciato dei piani sui modelli si procede alla costruzione di un primo record in cera in base al quale dopo una attenta analisi del paziente potrà trovare il suo equilibrio history muscolare. I modelli dovranno essere squadrati con i piani paralleli tra di loro.Si segna con una matita la mediana dei modelli in senso antero- posteriore. Si segna la zona canina e si prosegue la linea vestibolarmente anteriore alla radice mesiale del molare della metà della somma dei diametri meso distali del canino –primo, secondo premolare e cuspide mesiale del primo molare. Superiormente , si traccia il centro dell’alveolo nella zona posteriore , e si traccia una linea seguendo la cresta del rafe pterimascellare in senso anteroposteriore , e continuando la linea verticalmente si segna l’inclinazione dell’asse dei denti.inferiormente si traccia la cuspide vestibolare e si trasporta verticalmente seguendo sempre l’asse dei denti. Ora tracciamo una linea inferiore , sulla sommità dell’alveolo parallela al piano occlusale del modello.Superiormente segnare la parte piu estrema della cresta alveolare sempre parallela al piano occlusale del modello.Dopo aver tracciato tutti i piani e le linee si montano i modelli su un articolatore galletti. Ora si posizionano , cercando di raggiungere un allinemento trà le linee ed i piani precedentemente tracciati. In questa posizione si realizzerà il record in cera dura. Trasformato poi in due corpi di resina , uniti da una barra retroincisiva inferiore. Qui un esempio del dispositivo realizzato , secondo la nostra esperienza questo dispositivi è ben tollerato e di estrema efficacia nei pazienti disfunzionali di prima e seconda classe. 69 history 70 history 71 history 72 history Tuttavia questa tecnica esprime la sua criticità nei pazienti in terza classe , in quanto sappiamo che esistono dei pazienti che una volta rilassati con miomonitor arretrano trascinando il condilo nel centro della fossa , avanzandolo quindi potremmo generare una postura mandibolare patologica. 73 history Secondo gli studi di Erb uno stimolo di lunga durata ecciterà sia il nervo che il muscolo. Cosi facendo si otterrò il rilassamento simultaneo di tutti i muscoli sotto il controllo del v° e del vii° paio di nervi . La loro contrazione simultanea ed equilibrata, da l’occlusione miocentrica o meglio il punto esatto dove questa deve essere registrata. Tecnica Kinesiografica – Elettromiografica L’impulso di un grado da una contrazione simultanea di tutti i muscoli precedentemente rilassati , e di una conseguente escursione mandibolare dalla posizione di riposo lungo il tragitto di chiusura di 1 mm ; questo percorso sotto l’impulso del miomonitor è la miocentrica , se talvolta il punto non corrisponde all’intercuspidazione si puo avere un eccessivo spazio libero, per cui i muscoli faranno uno sforzo eccessivo per portare la mandibola in occlusione con conseguente spasmo muscolare. Essendo in ambito ortodontico , ne conseguirà la necessita di una estrusione , tale da ridurre lo spazio libero e migliorare l’equilibrio muscolare. Per essere certi dell’ ottenimento della miocentrica è bene ripetere l’operazione almeno tre volte e verificare il raggiungimento della medesima posizione , se la patologia è tale da richiedere l’utilizzo di uno splint o un ortottico , questi andranno realizzati sull’arcata inferiore con i contatti occlusali ottenuti dal rilassamento precedente. Una sequenza delle fasi di realizzazione del dispositivo, eseguito dal collega Dolci . Secondo la nostra esperienza l’utilizzo del miomonitor in ortodonzia , pur con le dovute riserve rappresenta un’arma in piu per combattere gli insuccessi terapeutici. Molti manifestano scetticismo sulla possibilità di controllare il tono muscolare , ma un rigido protocollo fatto di ispezione , palpazione, analisi di latenza,misura della velocità condilare , e delle curve di intensità e durata , testimoniano non solo l’efficacia della tecnica , ma la possibilità di determinare la stimolazione a livello neurologico. La tecnica di uso comune è comunque quella della registrazione della relazione di intensità e durata dello stimolo elettrico applicato 74 history 75 history Considerazioni Alcune considerazioni sui tre metodi descritti : Il bite , manifesta la sua criticità ,essendo applicato all’arcata superiore, per problemi fonetici, e per impossibiltà di utilizzo durante la masticazione. Lo splint di Gelb , invece risulta soddisfacente nella gestione dei disfunzionali di prima e seconda classe , qualche problema come precedentemente descritto per i pazienti di terza classe. Il miomonitor esprime la soluzione migliore , soprattutto in quei casi in cui per la patologia il paziente esprime una apertura limitatissima , in quanto riusciremo ad avere sempre una apertura di 40-45 mm. Tanti potranno obiettare che senza l’ausilio di kinesiografo ed elettromiografo non si ottengono risultati , ma non si puo rimanere indifferenti nei confronti di sistemiche che ci consentono di perfezionare la diagnosi e la risoluzione di patologie , spesso indotte dalla terapia ortodontica. A proposito a seguire il caso di una bimba nata il 7 ottobre del 1972 . 76 history Priva di problemi ereditari, sofferenze articolari e abitudini viziate. Viene eseguito un miomonitor dallo stato di tensione dei muscoli orbicolari con primo rilassamento 40 minuti con soglia 7, poi di un‘ora e trenta minuti con soglia 6 , fatte le 3 verifiche sul mioprint nella stessa posizione viene pianificato il trattamento ortodontico. 77 history 78 history 79 history 80 history Ora due casi di ortodonzia funzionale : CASO 1 Paziente di 10 anni, presenta click in apertura, con stato posturale alterato. Viene sottoposto a trattamento con miomonitor , prima fase 40 minuti con soglia 5, seconda fase 2 ore soglia 4,5. Dai mioprint ricavati si realizza uno splint inferiore, dopo 3 mesi ottenuto un riposizionamento mandibolare avanzato e, scomparse le sintomatologie articolari, si realizza un attivatore di Andreseen. 81 history 82 history 83 history 84 history 85 history 86 history CASO 2 Bambino di 11 anni , con click in apertura e chiusura , dopo trattamento con miomonitor, si applica un attivatore di Andreseen. 87 history 88 history 89 history 90 history A seguire due casi, ad esclusiva competenza articolare. Caso 3 Ragazza di 24 anni affetta da rumori articolari e continue cefalee, oltre a dolori alle spalle e al collo. Dopo trattamento con miomioprint, a sintomatologia risolta , si decide di iniziare il trattamento ortodontico. Il trattamento e stato eseguito con il mioprint in sito , allo stesso sono stati rifatti i quadranti inferiori. 91 history 92 history 93 history 94 history 95 history Caso 4 Paziente di anni 17. La paziente presentava un’apertura ridotta a 8 mm , oltre a tutta una serie di problematiche articolo- posturali. Dopo terapia con miomonitor, e quindi ad apertura fisiologica recuperata, si evidenzia un precontatto, da cui si è recuperato lo spazio libero con conseguente aumento di verticalità . A fine cura i risultati di seguito. 96 history 97 history 98 history 99 history 100 history 101 1989 L’Italvolley vince il primo europeo Target ortodonzia c’era 8 1 9 9- 2 014 Save the date 103 save the date XLVI Congresso Nazionale Ortec 9-11 Ottobre 2014 Firenze 104 save the date LONDON 27 - 30 Settembre 2015 8TH INTERNATIONAL ORTHODONTIC CONGRESS 2015 105 Seguici su: www.ortec.it Facebook
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