Il metodo dei 4 punti

DailyFX Strategies
Il metodo dei 4 punti
Matteo Paganini, Chief Analyst DailyFX
How to Analyze and Trade Ranges with Price Action (Title)
Il metodo dei 4 punti
Matteo Paganini
INTRO
Dopo anni di ricerca dedicati allo sviluppo di un approccio di trading profittevole, ho creato
quello che solitamente descrivo come il “metodo dei 4 punti”. Il nome può sembrare non
elegante, ma trasmette subito l’idea di come, prima di decidere qualsiasi tipo di operatività,
occorra condurre un’analisi che va a considerare 4 livelli di ragionamento, ognuno dei quali ci
fornirà un’indicazione utile ad attirare la nostra attenzione su un determinato livello di
quotazione, piuttosto che su un’area di prezzo, partendo dalle quali cercheremo di costruirci
un’idea rialzista o ribassista che ci darà un preciso segnale, long o short. Un metodo valido su
tutti i time frame.
Il processo decisionale d’investimento: metodo, risk reward, money
management
Prima di addentrarci nella descrizione del modello occorre fare una premessa doverosa. Il
metodo che esporrò rappresenta il primo punto di quello che io definisco processo decisionale
di investimento, la strada che occorre assolutamente percorrere prima di decidere se
effettivamente entrare a mercato o meno. Esso infatti consta di altri due step: la valutazione del
risk reward e la determinazione dell’importo da utilizzare seguendo criteri di money
management, molto basilari, ma efficaci nel tempo. La prima rappresenta la discriminante
principale che occorrerà valutare per decidere se effettivamente tramutare in operatività reale il
segnale operativo fornito dal metodo e che, tendenzialmente, ci farà decidere di entrare a
mercato soltanto nel caso in cui dovessimo
dovessimo trovarci al cospetto di un rapporto di risk reward
almeno pari a 1:2 (rischiare X per guadagnare 2X). Come fare a determinare con precisione
questo rapporto? Dapprima, occorre posizionare sempre uno stop loss deciso secondo criteri
tecnici (mai quantitativi,
titativi, in quanto, come capiremo nel seguito della trattazione, si rischierebbe
di regalare soldi al mercato se non ci si attiene al rispetto dei livelli di prezzo già battuti dal
mercato). Dopo aver individuato l’area di stop occorrerà ragionare su potenziali
pote
target di profitto,
razionalmente ottenibili. Una volta determinati questi livelli, basterà metterli a rapporto e
verificare che la strada che passa tra il nostro livello di ingresso e lo stop sia almeno pari alla
metà della distanza tra il livello di entrata e l’ultimo target di profitto deciso. Ultimo target di
profitto in quanto l’idea sarà sempre quella di posizionare almeno due livelli di profit (nell’ultimo
paragrafo capiremo come) in modo tale che al raggiungimento del primo sarà possibile chiudere
chi
metà posizione e portare lo stop sulla parte restante della posizione in pari. L’importo da
utilizzare per ogni singola operazione invece, terzo e ultimo punto del processo decisionale di
investimento, sarà determinato rapportando una quantità fissa dell’equity che decido di rischiare
sull’operazione al numero di pips che intercorrono dal prezzo di apertura allo stop prefissato. In
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questo modo avrò posizioni che verosimilmente saranno spesso caratterizzate da importi
differenti, ma che mi permetteranno
permetteranno di rispettare sempre due condizioni: un rischio di perdita
rigorosamente controllato oltre che legato a livelli di prezzo precisi, oltre i quali il mercato, per
un motivo o per un altro, non è stato in grado di portarsi nel recente passato. Tutto questo, ci
ripetiamo al fine di rafforzare il concetto, in caso di risk reward favorevole che mi farà
effettivamente decidere se far diventare realtà il risultato dell’analisi dello strumento finanziario
in esame tramite l’utilizzo del metodo dei 4 punti.
L’importanza
rtanza delle nuvole di ordini
Un ultimo concetto, utile a spiegare l’importanza del posizionamento tecnico dello stop e poi
possiamo passare ad analizzare nello specifico come funziona il modello che, ormai avrete
intuito, servirà solo ed esclusivamente a migliorare le probabilità che le operazioni effettuate si
vadano a chiudere in territorio positivo (tendenzialmente, se rispetterò il paletto di risk reward
almeno pari a 1:2 riuscirò ad essere tendenzialmente un trader profittevole a meno di sbagliare
la quasi totalità delle operazioni). Il motivo per il quale il mercato si sta muovendo
direzionalmente (o all’interno di un trend o all’interno di una congestione) compiendo un livello
massimo o di minimo dopo il quale comincia a muoversi dalla parte opposta, è da ritrovarsi
nell’esecuzione di flussi di ordini. Essi, ed i conseguenti capitali che sottostavano al movimento
in essere, o vengono meno o divengono meno importanti a livello di importi rispetto ai nuovi
ordini eseguiti e tramutati in flussi di denaro che sono stati in grado di far cambiare direzionalità
al mercato. Bene, molto spesso, quando avvengono queste inversioni, nuvole di ordini si vanno
a posizionare al di là del livello sul quale è avvenuto il giro del mercato, da qui l’importanza di
non posizionare ordini prima
ima che tali livelli siano sfondati per due motivi: il primo risiede nel fatto
che il mercato potrebbe tranquillamente rivisitare il livello critico di analisi in quanto già
raggiunto in precedenza senza che gli operatori che hanno preso posizionamenti sul lato di
mercato contrario a quello che stava comandando il movimento direzionale siano intervenuti,
facendo cambiare il senso del cammino dello strumento; il secondo, invece, riguarda
l’individuazione di livelli di attenzione, basandoci sul concetto e fatto che i prezzi vanno a
muoversi soltanto nel momento in cui vengono colpiti degli ordini che porteranno dei capitali ad
entrare nel mercato: se riesco ad avere l’idea di dove queste nuvole di ordini possano
posizionarsi, potrò cercare di individuare livelli intorno ai quali il mercato potrebbe mostrare
aumenti di volatilità a causa del colpimento di tali ordini o della difesa dei livelli ai quali tali ordini
si trovano, fornendo buone basi va
valutative
utative per la nostra operatività. E da qui partiamo
pa
con la
descrizione dei livelli che occorre analizzare nel momento in cui ci troviamo di fronte ad un
grafico. Ognuno di essi ci fornirà una potenziale indicazione di acquisto o di vendita che, unita ai
suggerimenti che ci verranno forniti dagli altri
altri livelli, ci porteranno alla decisione di poter
prendere un posizionamento long o short che diventerà reale, naturalmente, dopo il
completamento del processo decisionale visto poc’anzi, ma da qui in avanti vogliamo
concentrarci soltanto sulla generazione del segnale di acquisto o vendita.
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Livello 1: supporti e resistenze statici
I supporti e resistenze statici sono livelli di prezzo orizzontali, rappresentati da linee che
congiungono i massimi o i minimi segnati da uno strumento, in modo tale che in ogni istante di
tempo futuro considerato dovremo prestare attenzione soltanto ad un livello particolare o ad
un’area di prezzi. E’ importante far notare che, per individuare un livello statico, molto spesso è
sufficiente un primo punto di inversione dei prezzi dal quale tracciare una linea orizzontale in
modo tale da cominciare a curare quell’area di prezzo. Essi rappresentano il nostro primo livello
di attenzione, più importante di tutti gli altri, in quanto nel momento in cui i prezzi vanno a
raggiungere tali aree, molto spesso accade che esse riescano a respingerli. Nel caso in cui
invece esse vengano rotte dalle quotazioni, accade sovente che il ruolo primario ricoperto fino a
quel momento vada ad invertirsi. In parole povere, se un supporto viene rotto, è fa
facile che si
trasformi in resistenza grazie ai concetti di nuvole di ordini su cui abbiamo ragionato poco fa.
Quando i prezzi raggiungono queste aree, l’idea che si forma in noi è che esse possano
continuare a ricoprire il ruolo che stanno svolgendo fino ad allora, ma questo non basterà a farci
propendere ad un acquisto se siamo di fronte ad un supporto o ad una vendita se siamo di
fronte ad una resistenza. Occorre passare al livello successivo di analisi per cercare ulteriori
conferme, o per renderci conto che il livello che stiamo curando potrebbe essere rotto e
trasformarsi nell’opposto.
Supporti e resistenze statici
Sono evidenziati supporti e resistenze statici che all’inizio contengono i movimenti dei prezzi. In questo esempio vengono rotte
ro
a rialzo le
resistenze che si trasformano in supporti che non vengono più rotti. Esaminati da soli i supporti possono fornire dei suggerimenti
suggeri
di acquisto
potrebbero risultare deboli se non abbinati ad altre indicazioni. Fonte: Marketscope 2.0
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Livello 2: supporti e resistenze dinamici
I supporti e resistenze dinamici sono invece livelli di prezzo obliqui, rappresentati da trendline o
da canali che accompagnano le quotazioni in movimenti direzionali. Per tracciare questi livelli
occorrono almeno due punti da congiungere,
congiungere, altrimenti non sarebbe possibile determinare il
coefficiente angolare della linea disegnata. Un trucco che spesso utilizziamo è quello di
disegnare trendline ascendenti sui minimi di prezzo e poi traslarle sui massimi per vedere se si
va a formare un canale da seguire, all’interno del quale si stanno muovendo i prezzi. Se non
dovesse formarsi un canale preciso avrebbe validità soltanto la linea principale tracciata. Il
concetto che sta alla base dell’utilizzo di tali livelli è il medesimo di quello visto per i punti statici,
con una linea di supporto
orto che può rimanere tale o iniziare a ricoprire il ruolo da resistenza nel
momento in cui dovesse essere rotta. Viceversa per le resistenze. Questi livelli risultano più
difficilmente individuabili rispetto ai primi e rappresentano disegni effettuai da noi, il che equivale
a congetture ed ipotesi (che spesso però si realizzano), non a livelli di prezzo battuti dal
mercato come nel caso del primo livello analizzato. Questo fa sì che essi si posizionino al
secondo
ondo posto nella nostra scala di valori.
Supporti e resistenze dinamici
Sono evidenziati supporti dinamici che traslati sui livelli di massimo, in questo caso, vanno a formare un canale rialzista preciso.
p
Nel momento in
cui i prezzi vanno a toccare i supporti dinamici (che qui coincidono anche con i supporti statici andando a rafforzare l’idea che essi possano
essere dei punti sui quali effettivamente pensare ad operazioni lunghe) ripartono verso le resistenze, che una volta toccate respingono le
quotazioni
zioni verso i nuovi punti di supporto dinamici (che continuano a coincidere con gli statici). Fonte: Marketscope 2.0
La confluenza di un livello statico che funge da supporto con uno dinamico che ci fornisce gli
stessi suggerimenti va a conferire più forza al ruolo che il livello di prezzo in analisi sta
rappresentando. In caso di non corrispondenza precisa tra i due livelli (e con precisa non
intendo al pip, ma in base al time frame di riferimento, di un’area accettabile, per esempio una
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decina di punti su un grafico orario), ma di vicinanza di essi, assumerà più rilevanza
(comanderà) il primo dal punto di vista operativo in quanto più importante del secondo.
Livello 3: medie mobili esponenziali a 21 e 100 periodi
Questi indicatori si posizionano al terzo posto della nostra scala in quanto vanno a dipendere
dalle quotazioni passate e ci indicano due aree che noi, a nostro libero giudizio, abbiamo voluto
evidenziare sul grafico. Se avessimo scelto medie diverse da queste,
queste, sia per il metodo di
calcolo sia per i periodi utilizzati per la loro costruzione, avremmo avuto aree diverse
evidenziate. Esse vengono utilizzate sfruttando sempre i concetti di supporti e resistenze
dinamici, dopo che il mercato ha mostrato buoni a
aumenti
umenti di volatilità, ed il modo corretto per
comprendere che ruolo attribuire ad esse è determinato in maniera empirica, abbastanza
semplicemente. Basta scorrere il grafico dall’alto verso il basso: nel caso in cui trovassimo,
nell’ordine, prezzi, media a 21 e media a 100 come situazione iniziale, questo ci farebbe capire
che la media a 21 potrebbe fungere da supporto e che, se rotta, in linea di massima potremmo
attenderci il raggiungimento della 100; nel caso opposto, ovvero quello che vede la media a 100
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sopra la media a 21, a sua volta sopra i prezzi, ci troveremmo di fronte a medie da interpretare
come potenziali resistenze.
Medie mobili esponenziali
La media mobile esponenziale a 21 periodi funge da supporto dinamico. I prezzi, quando le si avvicinano
avvicinano dopo aver mostrato un primo aumento
di volatilità, si appoggiano alle aree da essa evidenziata per ripartire verso la direzione principale assunta dalle quotazioni.
quotazio Se la prima media
(21) dovesse essere rotta l’idea è che la seconda (100), unitamente ai
ai primi due livelli di analisi che ricopriranno un’importanza maggiore, possa
intervenire come supporto (o resistenza, nell’esempio come supporto). Fonte: Marketscope 2.0
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Anche in questo caso, se dovessimo trovare corrispondenza di ruolo tra il primo, il secondo
s
ed il
terzo livello di analisi, avremmo un’indicazione molto forte di potenziali tenute del livello, sia che
esso rappresenti un supporto, sia che esso possa essere identificato come resistenza. Come
visto al punto precedente, se dovessero esserci distanze
distanze tra i tre, essi comanderanno in base
all’ordine visto.
Livello 4: oscillatore stocastico lento a 10-6-3
10
periodi
Per mancanza di spazio non andiamo ad approfondire i motivi della scelta di questo oscillatore,
ci limitiamo ad indicare che esso viene calcolato da prezzi puri e che ci restituisce sempre una
scala fissa che si muove tra 0 e 100, andando ad evidenziare due
due zone critiche chiamate di
ipercomprato (tra 80 e 100) e di ipervenduto (tra 0 e 20). Tali zone mostrano, rispettivamente,
acquisti o vendite anomale rispetto al periodo di osservazione scelto (nel nostro caso 10
periodi), del quale stiamo analizzando l’ampiezza
l’ampiezza del range. Una volta raggiunta una zona
critica, potremmo trovarci di fronte a due situazioni diametralmente opposte: prezzi che si
sgonfiano dopo i flussi anomali o prezzi che prendono forza grazie a questi flussi, che, sovente,
rappresentano le prime
rime esecuzioni a sostegno di una rottura e di un probabile movimento
direzionale consistente. Secondo la nostra strategia, osserveremo lo stocastico soltanto quando
esso si andrà a trovare all’interno di una delle due zone critiche, ma prima di dare
un’interpretazione
terpretazione di quello che potrebbe succedere in futuro sui prezzi, occorrerà analizzare in
che fase di mercato ci troviamo. Passo imprescindibile. Se e solo se ci dovessimo trovare con
prezzi contenuti all’interno di due livelli 1, di due livelli 2 o di una combinazione di livelli 1 e 2 e,
contemporaneamente, l’oscillatore dovesse aver già mostrato durante la congestione in essere
(che potrà dunque essere laterale o direzionale) di essere entrato in zona di ipercomprato in
corrispondenza di prezzi sulle resistenze
resistenze per poi uscirne e portarsi in zona di ipervenduto in
concomitanza di prezzi sui supporti e così via fino al momento della nostra valutazione, allora
sarà possibile sfruttare i concetti di ipercomprato/venduto per ipotizzare uno sgonfiamento dei
prezzi
rezzi e impostare vendite sulle resistenze con stocastico in ipervenduto e viceversa. Qui, in
maniera naturale, avremo una corrispondenza tra l’entrata nelle zone critiche ed i livelli di
supporto o resistenza di livello 1 o 2. Nel caso in cui invece l’os
l’oscillatore
cillatore si dovesse trovare
all’interno di una zona critica, ma il mercato non si trovasse in una delle situazioni di
congestione descritte, avremo la possibilità di curare la formazione soltanto di divergenze
rialziste o ribassiste tra i prezzi e l’oscillatore.
l’oscillatore. Nel momento in cui dovessimo assistere alla
formazione di un minimo sui prezzi, con uno stocastico in ipervenduto che forma anch’esso un
minimo ed in seguito i prezzi dovessero formare un minimo inferiore al precedente, con un
oscillatore che va a formare un minimo in corrispondenza di quello segnato sui prezzi, ma che
sarà superiore rispetto a quello formatosi sull’indicatore precedentemente (sul secondo minimo
non ha importanza che si formi all’interno della zona critica), allora saremo in presenza
presenz di una
divergenza rialzista. Essa rimarrà valida, in linea di principio, fino a quando l’oscillatore non
entrerà nella zona di attenzione opposta rispetto a quella in cui si è formata ovvero fino a
quando lo stocastico, che in caso di divergenza rialzista
rialzista sarà puntato verso e cercherà di
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raggiungere la zona di ipercomprato, girerà a ribasso, anche all’interno della zona neutra (quella
che passa tra 20 ed 80).
Come utilizzare lo stocastico
Se si osservano i cerchi gialli si nota come i prezzi si stiano muovendo all’interno di un supporto di livello 1 e di una resistenza di livello 2.
Quando i prezzi si trovano sulle resistenze, lo stocastico si trova in zona di ipercomprato suggerendo possibilità di vendita.
vendita Quando i prezzi so
trovano sui supporti, lo stocastico
ocastico si trova in ipervenduto suggerendo dei potenziali acquisti. Se osserviamo invece le fasi direzionali, dopo la
formazione dei primi minimi (massimi) azzurri, notiamo che i prezzi continuano la propria strada e sui successivi minimi (massimi)
(mas
inferiori
(superiori) vanno a formare delle divergenze rialziste (ribassiste) che possono soltanto in quel momento portare a decisioni operative (se notate
nella F3 lo stocastico è in grado di seguire anche quei movimenti, contenuti tra livelli 2 di supporto e rresistenza).
esistenza). Fonte: Marketscope 2.0
L’ultimo passo prima del click
Quanto visto fin’ora ci fa capire come ogni livello funzioni come un votante. Ognuno può votare
a favore di un posizionamento long, di uno short, oppure non esprimere nessun voto, nel qual
caso non verrà tenuto in considerazione a livello di determinazione dell’ingresso, ma potrebbe
ricoprire un ruolo importante da un altro punto di vista. La diversa importanza assegnata ai livelli
di analisi infatti, mostra la sua validità anche quando si tratta di ragionare sui livelli che
potrebbero intervenire a frenare o interrompere l’eventuale movimento di prezzi che potrebbe
essere partito a seguito della nostra operazione. L’idea di fondo è semplice: restare all’interno
del livello di analisi su cui stiamo ragionando, andando ad individuare quali possano essere i
livelli
velli successivi dello stesso tipo che potrebbero fungere da resistenza in caso di operazione di
acquisto e che potrebbero intervenire come supporti in caso di un’operazione di vendita. Se un
supporto statico mi ha fatto entrare lungo, curerò la prima resistenza
resistenza statica che riuscirò ad
individuare. Se un supporto dinamico ha funzionato, attenderò che i prezzi vadano a
raggiungere, per esempio, la parte alta di un canale rialzista individuato. Se una media invece,
per esempio, non ha votato sull’ingresso, es
essa
sa potrebbe rappresentare un livello sul quale il
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movimento potrebbe fermarsi. Molto spesso troveremo una corrispondenza di livelli (per
esempio un livello 1 e 3 vicini tra di loro), che potrebbero inficiare il movimento partito e portare
ad un’inversione o che potrebbero essere superati e portare al raggiungimento dei prossimi
punti di attenzione individuati. Per questo motivo, se dovessimo avere il sentore che dei livelli
tecnici potrebbero dar fastidio alla nostra operatività e portare alla fine del movimento
movi
a nostro
favore, allora inseriremmo degli ordini di take profit per metà posizione in corrispondenza di
essi, con l’idea di posizionare lo stop in pari sulla restante parte, con un secondo livello di take
profit in corrispondenza dei livelli raggiung
raggiungibili
ibili in caso di non intervento o di intervento parziale
di quelli in corrispondenza dei quali sono stati posizionati i primi target. Nel caso in cui la
corrispondenza non sia abbastanza precisa, assumeranno più importanza i livelli 1 e via a
seguire gli altri.
Posizionamento target in base all’analisi dei livelli di intreferenza
Dalla corrispondenza dei voti forniti da tre livelli qu quattro viene generato un segnale short (cerchio giallo). Un livello statico 1 – che arriva dal
passato ma che per esigenzee di impaginazione non riusciamo a mostrare – funge da resistenza, indicazione rafforzata dalla presenza di un livello
2 dinamico rappresentato dalla parte alta del canale rialzista. Lo stocastico (livello 4), essendo il mercato contenuto tra due
d livelli 2, può essere
utilizzato considerando il concetto di ipervenduto, secondo quanto visto nell’articolo e fornisce anch’esso un’indicazione sh
short. La media mobile
non vota sull’ingresso. Andando ad effettuare un’analisi a ritroso (dal 4 all’1) dei livelli che potrebbero intervenire a frenare l’eventuale discesa,
occorre effettuare le seguenti considerazioni. Lo stocastico (4) farà considerare la short fino a che non girerà a rialzo, la media a 21 (3) potrebbe
intervenire come supporto dinamico, la parte bassa del
del canale rialzista (2) potrebbe ricoprire lo stesso ruolo ed in corrispondenza della media a
21 passano dei supporti statici (1). Dove si vede il cerchio verde sarà dunque possibile inserire un ordine di take profit per
pe metà posizione in
quanto i prezzi potrebbero
otrebbero fermarsi in quell’area e ripartire a rialzo ed operativamente si considererà il livello 1 (più importante del 3). IlI
secondo livello di target verrà posizionato considerando i potenziali punti di arrivo in caso di rottura del primo supporto individuato,
i
rappresentati da un altro livello statico (1), dalla parte bassa del canale rialzista (2) e dalla media a 100 periodi (3). Operativamente, verrò preso
a riferimento il livello 1. Fonte: Marketscope 2.0
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Conclusione
In conclusione, andando sempre ad analizzare i livelli dall’1 al 4 per decidere l’ingresso e dal 4
all’1 per decidere dove impostare take profit parziali, con uno stop tecnico sempre inserito in
macchina e delle semplici tecniche di money management che non
non andranno mai a prescindere
dal rispetto della regola che vuole almeno un rapporto tra rischio e rendimento pari a 1:2
andiamo a metterci in posizione di forza, dal punto di vista statistico, di fronte al mercato. Il
metodo servirà a migliorare il numero di operazioni in profitto, il risk reward a far sì che se su un
tot di operazioni sarò profittevole su meno della metà di esse sarò comunque in profitto o
comunque non in perdita, il money management servirà a non farmi regalare soldi al mercato,
permettendomi
domi di posizionare stop secondo i criteri delle nuvole di ordini.
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