Corso di Fenomenologia delle Interazioni Fondamentali LM in Fisica, AA 2013-14 Silvia Arcelli Le Interazioni Deboli 17 Marzo 2014 1 Le Interazioni Deboli • • L’interazione Debole nel Modello Standard Teoria di Fermi: – Estensione della teoria di Fermi (corrente vettoriale e corrente assiale) • Violazione della parità nelle interazioni deboli: – – – – • • Il decadimento dei mesoni K e il puzzle theta-tau Ipotesi di violazione della parità ed Esperimento di Madame Wu (1956-57) Scoperta del neutrino (Reines e Cowan, 1956) Determinazione dell’elicità del neutrino (Goldhaber et al., 1958) Slides al link: http://www.bo.infn.it/~arcelli/LezioniFIF.html Rif: Bibliografia sul sito del corso + E. Segrè (Nuclei e Particelle): 2 Estensione della Teoria di Fermi Dallo studio dei decadimenti per differenti tipi di transizioni (Fermi o GT) si pose Dopo breve tempo la necessità di estendere la teoria di Fermi, che è basata sull’assunzione di interazioni di due correnti esclusivamente di tipo vettoriale. H Fermi G ( p n ) ( e ) In generale, non esistono restrizioni a priori sulla forma della corrente, a patto che gli operatori coinvolti assicurino la Lorentz-invarianza dell’Hamiltoniana. Questo porta a generalizzare la forma dell’interazione in termini di una serie di operatori Oi: H decay G C ( O i i S ,V , A,T , P p i n )( eOi ) h.c. 3 Estensione della Teoria di Fermi Gli operatori Oi sono combinazioni delle matrici gamma che compaiono nell’equazione di Dirac: ( p m) 0 Matrici Gamma: (rapp. Dirac) I 0 0 I 0 5 0 I I 0 0 i 1, 2 , 3 i 0 Proprietà 2 5 2 ( ) ( ) I , 0 , 2 5 i matrici di Pauli 4 Estensione della Teoria di Fermi OS I OV OA 5 i OT ( ) 2 OP i 5 Gli operatori Oi , combinati con le funzioni d’onda delle particelle/antiparticelle, definiscono una serie di covarianti bilineari , di cui alcuni con definite proprietà di trasformazione rispetto a un’ operazione di parità: Operatore Forma Tipo Proprietà OS OA 5 vettore assiale OT i 5 tensore Proprietà miste vettore Non invarianti per parità OV OP scalare pseudoscalare Invarianti per parità 5 Estensione della Teoria di Fermi Limite non relativistico della corrente carica di nucleone: J N ( p n ) Fermi Transitions Gamow-Teller Transitions 6 Estensione della Teoria di Fermi •ai decadimenti di Fermi (ΔJ = 0) possono contribuire solo i termini vettoriali o scalari (i relativi operatori non cambiano gli spin) •ai decadimenti di Gamow-Teller (ΔJ = 1) possono contribuire solo termini assiali o tensoriali (i relativi operatori cambiano gli spin) F: operatore di tipo V e/o S GT: operatore di tipo T e/o A •Inoltre, Il termine di tipo P è rilevante solo per nucleoni relativistici (Tnucleone 0 per il decadimento ), e si può trascurare. 7 Struttura della Corrente -Determinazione di CI •Osservabili sperimentali sensibili ai coefficienti Ci: •forma dello spettro del’elettrone (positrone ) del decadimento β •distribuzione angolare dell’elettrone rispetto al nucleo Da questi si riesce a definire quali siano i termini rilevanti e quale sia la loro entità: Plot di Kurie: Termine non lineare nel Kurie plot •N.B. Interferenza fra i termini CS e CV e fra CT e CA, nessuna interferenza fra le ampiezze di transizione MF e MGT di tipo Fermi e Gamow-Teller 8 Struttura della Corrente -Determinazione di CI •Dal fatto che si osservano transizioni di Fermi o di Gamow-Teller pure, si deduce che non si può avere contemporaneamente: CV CS 0 o CT C A 0 •Dalla linearità del Kurie plot (i.e.termine di interferenza nullo) tuttavia i loro prodotti sono consistenti con l’essere zero, il che implica : CV 0 o CS 0 e CT 0 o CA 0 La discriminazione su quali di questi termini siano nulli si ottenne dall’analisi della correlazione angolare dell’elettrone (positrone) rispetto alla direzione del neutrino nel decadimento beta. 9 Struttura della Corrente -Determinazione di CI Neutrino non osservabile: sperimentalmente, si misura l’impulso dell’ elettrone e la cinematica del nucleo di rinculo. Transizioni Di Fermi I dati sono piccati a =0 •e,e collineari per Transizioni di Fermi •le elicità dell’elettrone e dell’antineutrino sono opposte. •Dati consistenti con la presenza di un operatore di tipo V CV 0, CS 0 10 Struttura della Corrente -Determinazione di CI Transizioni di Gamow-Teller I dati sono piccati a =180 •e,e “back to back” per Gamow -Teller •Anche in questo caso contribuiscono solo i termini in cui le elicità dell’elettrone e dell’antineutrino sono opposte. •Dati consistenti con la presenza di un operatore di tipo A CA 0, CT 0 11 Struttura della Corrente -Determinazione di CI Quindi, all’Hamiltoniana contribuiscono esclusivamente i termini associati a operatori vettoriali ed assiali: CV , CA 0, CS ,CT ,CP, 0 Rispetto alla teoria originaria di Fermi, è introdotto un termine aggiuntivo di natura assiale (che si applica a transizioni di GT), che comparirà insieme al termine vettoriale Nell’espressione degli osservabili rilevanti come rate di decadimento, spettri etc. Ad esempio lo spettro di energia dell’elettrone sarà espresso come: . 12 Determinazione di CV,CA Ai decadimenti di Fermi puri contribuisce solo CV, per cui si può porre =1: Dal decadimento del neutrone (mista): (t=tempo di dimezzamento) Confrontandolo con i dati del decadimento dell’ossigeno 14 (doppio decadimento beta inverso, transizione di fermi) si ha: Si riescono pertanto a determinare i coefficienti CA e CV. Il segno relativo è misurato con esperimenti in cui neutroni polarizzati decadono in volo, e misurando l’elettrone il protone di rinculo. 13 Decadimento e Teoria di Fermi, sommario •Il decadimento è un processo debole che è ben descritto da una teoria di interazione corrente -corrente di tipo puntiforme, con un accoppiamento G, dimensionale. •La teoria di Fermi (VV) necessita di un’estensione per descrivere adeguatamente le transizioni del tipo GT. L’analisi delle proprietà delle particelle emesse nel decadimento premette di selezionare interazioni che coinvolgono correnti assiali e vettoriali. H decay G Ci ( pOi n )( eOi ) h.c. i V , A •Tuttavia nell’Hamiltoniana compaiono sempre prodotti di operatori omologhi (i.e. AA,VV, ... che sono tutti invarianti sotto trasformazione di parità) e non in prodotti misti (ad esempio, di tipo AV, che violano la parità) , l’hamiltoniana è ancora uno scalare (e non uno pseudoscalare): questa formulazione ancora non incorpora la violazione di parità. 14 Violazione della parità: Mesoni K • • I mesoni K furono scoperti nel 1947 in interazioni di raggi cosmici in camera a nebbia, da Rochester e Butler. Osservazione preliminare nel 1943 (LeprinceRinguet) Particelle “strane”: produzione associata per interazione forte (sezioni d’urto elevate), in cui la stranezza è conservata, e decadimento che viola la stranezza con vite medie lunghe (dell’ordine dei 10-8-10-10 s). 2 mK 494 MeV/c K K 15 Particelle “Strane” Produzione associata di un barione strano e di un K0, in camera a bolle 16 Violazione della Parità nelle interazioni deboli Nei primi anni ‘50 una serie di dati riguardanti decadimenti deboli con parità opposta di due stati che a tutti gli effetti rappresentavano la stessa particella (stessa massa, stessa vita media) cominciò a incrinare l’assunzione (un pregiudizio molto ragionevole) che nell interazioni deboli, così come in quella E.M e forte, la parità si conservasse. theta-tau puzzle •Spin-Parità del mesone : Lo spin del pione è uguale a 0, per cui la parità del sistema a due pioni è data da (-1)2(-1)l, dove l è il momento angolare orbitale del sistema a due pioni. Per conservazione del momento angolare totale, la spin-parità di deve essere: (Spin-parità naturale) 17 Violazione della Parità nelle interazioni deboli • Spin-Parità del mesone : la parità del sistema a tre pioni è data da (-1)l+L, dove l è il momento angolare del sistema di due pioni identici e L è il momento angolare della coppia di pioni rispetto al terzo pione. Il momento orbitale dei due pioni, l, deve essere pari per una questione di simmetria. Gli stati possibili di momento angolare totale sono quindi: Dall’analisi dettagliata delle distribuzioni dei prodotti di decadimento del mesone (Dalitz Plot) si riuscì a determinare univocamentela spin-parità dello stato discriminandola dalle altre possibilità 18 Violazione della Parità nelle interazioni deboli •I decadimenti della e del , che corrispondono ad un’unica particella fisica (il Kaone carico), sono caratterizzati da stesso spin, ma parità opposta. N.B. In interazioni forti il K ha parità definita (-), ma nei suoi decadimenti, che procedono attraverso l’interazione debole, non ha parità definita. J P 0 J P 0 K 0 K •Questo portò T.D.Lee e C.N. Yang a ipotizzare (1956) che nelle interazioni deboli la parità non venisse conservata, suggerendo anche delle verifiche sperimentali per confermare la loro ipotesi. •In particolare, suggerirono a C.S.Wu, esperta nello studio del decadimento beta e loro collaboratrice, l’esperimento poi divenuto celebre e che, insieme alla loro idea, fruttò a Lee e Yang il premio Nobel nel 1957 19 Esperimento di C.S.Wu (“Madame Wu”) •Violazione della parità nel decadimento (GT) di nuclei di Cobalto polarizzato: Co60Ni* e e 60 • In generale, la violazione di parità si manifesta in un valor medio diverso da zero di quantità con parità negativa (ovvero, non invariante per riflessione degli assi). Il decadimento beta di un nucleo: N N e e •è definito da tre quantità cinematiche: pe , p , pN . possibili osservabili: pe pN -Invariante per parità pN ( pe p ) -Non invariante, ma il decadimento avviene su un piano... 20 Esperimento di C.S.Wu (“Madame Wu”) •Per evidenziare effetti di violazione della parità, occorre trovare un osservabile che dipenda dalla combinazione di un vettore e di un vettore assiale. Una quantità con queste proprietà è la proiezione dell’impulso dell’elettrone lungo la direzione di polarizzazione del Nucleo (e sono anche quantità misurabili): pe J Co pseudoscalare: P pe J Co ( pe J Co ) Misurando la distribuzione angolare degli elettroni rispetto alla direzione dello spin del Cobalto, se si osserva asimmetria: N( ) N(π ) questo è indice di violazione della parità. 21 Esperimento di Madame Wu •Polarizzare i nuclei è complicato (momento magnetico piccolo dovuto alla grande massa): q g s m •Polarizzazione del Cobalto con campo magnetico moderato (B=0.05 T) e uso di un sale paramagnetico che genera campi magnetici locali molto elevati, 10-100 T) Con la polarizzazione “competono” gli effetti dell’agitazione termica: P(T ) e B kT •Uso di un criostato che portava la temperatura a circa 10 mK. Nonostante questo, La polarizzazione decadeva a zero dopo pochi minuti dallo spegnimento del campo magnetico. 22 Esperimento di Madame Wu Schema dell’ Apparato Sperimentale: H •Sorgente •Scintillatore per elettroni •Scintillatore per fotoni 23 Esperimento di Madame Wu Misura diretta del grado di polarizzazione del Cobalto osservando la distribuzione spaziale dei fotoni di diseccitazione del Ni*, la cui emissione non è isotropa e dipende dalla polarizzazione del nucleo: 60 Ni* 60Ni Asimmetria dei fotoni (conteggi equatoriali vs conteggi a 0 gradi) εγ N γ (900 ) - N γ (00 ) N γ (H 0) 24 Esperimento di Madame Wu •Misura dei conteggi di elettrone rispetto alla direzione di polarizzazione del cobalto ; misura invertendo il campo magnetico, e in funzione del tempo (polarizzazione dei nuclei decrescente per effetto dell’agitazione termica) Asimmetria degli elettroni: N(H ) - N(H ) 1 αPβcos N(H 0) Elettroni emessi preferenzialmente Nella direzione opposta al campo magnetico Violazione della Parità 25 Violazione della Parità nelle interazioni deboli •Essenzialmente in contemporanea con l’esperimento del 60Co, la violazione di parità fu misurata in maniera concettualmente analoga anche nel decadimento del pione carico: • Questa serie di esperimenti stabilirono con certezza la violazione di parità nelle interazioni deboli. 26 Violazione della Parità nelle interazioni deboli •Alcuni anni dopo l’esperimento di Madame Wu, due altri esperimenti completarono il quadro che definiva la fenomenologia delle interazioni deboli di bassa energia: •Rivelazione diretta del neutrino: esperimento di Reines e Cowan, 1956 (nobel nel 1995) •Misura dell’elicità del neutrino: esperimento di Goldhaber, Grodzins e Sunyar , nel 1958 •In particolare, quest’ultimo esperimento fu conclusivo per la definizione della struttura “chirale” dell’interazione debole: misurando l’elicità del neutrino si fornì la prova sperimentale che i neutrini esistono solo nello stato di elicità sinistrorsa. 27 Osservazione diretta del neutrino •Esperimento di Reines e Cowan, nel 1956, presso Il reattore nucleare di Savannah River (USA) •Sezioni d’urto molto basse, occorre avere un flusso elevato di antineutrini e un bersaglio “massivo”. Reines e Cowan usarono gli antineutrini prodotti per decadimento dai neutroni derivanti dalla fissione dell’uranio • il bersaglio era acqua con soluto del Cloruro di Cadmio (200 l). Il bersaglio era anche equipaggiato di strati di scintillatore liquido per la rivelazione dei prodotti di reazione . Il positrone era “taggato” attraverso la reazione di annichilazione, in cui erano prodotti 2 fotoni di 0.5 MeV, rivelati dallo scintillatore. e e 2 28 Osservazione diretta del neutrino •Il neutrone nello stato finale veniva catturato dagli atomi di cadmio, producendo uno stato eccitato che in circa 30 s si diseccitava emettendo dei gamma energetici (6 MeV) •“Segnatura” dell’antineutrino: coincidenza temporale ritardata di fotoni di annichilazione e quelli di diseccitazione, rivelati nello scintillatore liquido. •Misure effettuate anche a reattore spento, per determinare il fondo. •Rate di eventi molto basso, circa 3 per ora •Consistente con la previsione della teoria di fermi 29 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. L’esperimento di Goldhaber et al (1956), molto ingegnoso, si basa sullo studio del decadimento dell’Europio in Samario (cattura K), che procede secondo due fasi: 1) 2) 1. 2. Cattura K dell’elettrone, con produzione di Samario eccitato e un neutrino monocromatico (decadimento a 2 corpi) con E=840 KeV. Si ha una variazione dello spin nucleare (GT). Il Samario si diseccita emettendo un fotone monocromatico di 961 KeV (ancora un processo a due corpi), e anche in questo caso si ha una variazione dello spin del nucleo 30 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. •Per la prima reazione, imponendo la conservazione del momento angolare, si hanno due possibili configurazioni: •Il neutrino e il Samario hanno la stessa elicità (proiezione dello spin lungo la direzione dell’impulso) h(Sm* ) h( e ) 31 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. •Andando ad esaminare la seconda reazione, se si analizzano i fotoni emessi lungo la direzione di volo del Samario : h(Sm* ) h( ) h( e ) •Per quei fotoni, avendo il nucleo di Samario spin nullo, il fotone di diseccitazione deve avere la stessa elicità del Sm*. Misura dell’elicità dei fotoni Misura dell’elicità dei neutrini 32 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. •Elicità dei fotoni misurata attraverso lo scattering Compton in Ferro Magnetizzato. La sezione d’urto Compton dipende dall’orientazione relativa degli spin del fotone e dell’elettrone. In particolare, si osserva trasmissione maggiore nel caso lo spin del fotone sia parallelo (concorde)allo spin dell’elettrone. •Occorre tener presente che solo quei fotoni emessi lungo la direzione di rinculo del Sm*, e quindi in direzione opposta ai neutrini, hanno la stessa elicità dei neutrini. L’ingegnosità dell’esperimento sta proprio nella tecnica di selezione di quei fotoni. •Si utilizza l’effetto di assorbimento risonante dei fotoni in Samario 33 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. •Quando un fotone di diseccitazione da una transizione con energia E0 viene emesso, occorre fornire al nucleo un impulso uguale per conservare l’impulso totale: 3 eV (nucleo non relativistico) •L’energia del fotone è quindi diminuita di una piccola quantità, che in generale, impedisce che lo stesso fotone possa essere riassorbito da un nucleo di Sm (processo inverso, risonante). •Solo quei fotoni emessi lungo la direzione di volo del Sm*, acquistando energia per effetto Doppler, recuperano gran parte dell’energia che manca loro per fare assorbimento risonante dopo il quale, il Sm si diseccita emettendo ancora fotoni. 34 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. Schema dell’apparato sperimentale: Verso di B Seleziona Fotoni con elicità negativa/positiva Assorbimento risonante In Sm, seleziona solo i fotoni con elicità uguale a quella del neutrino Variando la direzione del campo magnetico, si determina l’elicità dei fotoni e quindi dei neutrini 35 Elicità del Neutrino-Esperimento di Goldhaber et al. •I picchi di risonanza si ottengono per una configurazione di campo magnetico che massimizza la trasmissione di fotoni levogiri. Il neutrino è sinistrorso. Violazione massimale di parità nelle interazioni deboli, che selezionano solo uno stato di elicità per il neutrino. Energia del fotone 36
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