Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 2 Il punto di Rubini 4 D&O: tutti la vogliono, pochi la conoscono 8 Polizza D&O: essere all’altezza delle circostanze 9 L’opportunità di una polizza D&O ed il ruolo peculiare del loss adjuster 10 I nuovi controlli in materia ambientale 13 Pirateria moderna: problema in evoluzione 14 Nel Lusso la reputazione è il maggiore rischio da gestire 16 Nuovi strumenti assicurativi per i rischi nei viaggi di lavoro 17 Internazionalizzazione: nuove opportunità di sviluppo del business con un’attenta gestione dei rischi 18 Analisi dei rischi, tra efficacia ed efficienza 20 ANRA Informa di Paolo Rubini Periodico d’informazione a cura di Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 Il punto di Rubini Cari lettori, Vorrei aprire il Punto accennando brevemente al 15° convegno annuale di ANRA, che si tiene il 25 e 26 settembre a Milano nel Palazzo Lombardia. Dopo il successo del convegno dello scorso novembre, tutta l’industry assicurativa ha accordato ad ANRA un grande consenso circa la sua capacità di rappresentare, con voce forte e credibile, la nostra professione e l’esigenza delle aziende italiane di rafforzare il presidio nella gestione dei rischi. Ne è prova il fatto che per la prima volta il nostro convegno annuale, ancora articolato su una giornata e mezzo, aprirà quello che abbiamo definito l’ANRA Village: un luogo, in piazza Città di Lombardia, in cui ben 25 espositori accoglieranno i partecipanti al convegno con stand in cui verranno illustrate le loro soluzioni per la nostra comunità professionale. Giunto alla sua 15° edizione, quest’anno il convegno tratterà di “Enterprise Risk management & Governance”. L’obiettivo di ANRA, da sempre, è quello di guidare l’evoluzione della nostra professione e non potevamo quindi sottrarci a quanto da qualche tempo viene richiesto dalle nostre aziende: da un lato affrontare in modo integrato ed omogeneo l’intero spettro dei rischi aziendali, quali quelli strategici, finanziari, di mercato, reputazionali, regolatori e di compliance (l’ERM); dall’altro contribuire in modo più diretto al buon governo dell’impresa. Noi crediamo che la strumentazione di cui dispone il risk manager tradizionale, abituato a condurre analisi di rischio con valutazione di probabilità e impatto dei rischi, oltre che la conoscenza del business che gli deriva dalle tradizionali attività di risk engineering e loss prevention, siano essenziali in un processo ERM e lo pongano in una posizione di vantaggio nell’assunzione della responsabilità dell’intero processo di Enterprise Risk Management. In questo numero abbiamo voluto introdurre un lieve cambiamento nella linea editoriale della nostra newsletter, iniziando ad approfondire una specifica tematica, con l’obiettivo di dare maggior supporto operativo al lettore. Il tema prescelto è la copertura della Responsabilità Civile degli Amministratori e dei Dirigenti dell’azienda: una soluzione assicurativa ormai piuttosto diffusa ma della quale il risk manager e gli stessi assicurati sanno poco. Abbiamo quindi voluto entrare nel merito del contratto assicurativo, della portata della copertura, spesso più ampia di quanto si creda, ma anche delle insidie nascoste nei contratti; ne abbiamo descritto il funzionamento, i criteri su cui si basa la sottoscrizione del rischio, la gestione dei sinistri, dandone anche alcuni esempi. Ne è emerso un quadro che non mi risulta sia mai stato dato, in Italia, della polizza D&O, vista con gli occhi del risk manager, oltre che dell’assicuratore e del perito. Abbiamo poi dedicato attenzione ad importanti novità introdotte, nel campo dei rischi ambientali, dal Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46 : attuazione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento). Come ci illustra Andrea Quaranta, esso modifica parzialmente il famoso decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevedendo l’obbligo di inserire nella domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) una “relazione di riferimento” contenente informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti. Lo scopo della norma è di consentire un raffronto in termini quantitativi con lo stato del suolo al momento della cessazione definitiva delle attività. Ciò rende anche meno complesso il funzionamento di una eventuale copertura assicurativa “postuma” del danno ambientale. Un altro tema che ci è parso molto interessante è quello dell’evoluzione delle attività di pirateria sulle coste africane, che ha cambiato lo scenario delle assicurazioni marittime negli ultimi anni. Paolo Olivari (di Generali) ci illustra sia le recenti dinamiche indotte dall’intensificarsi delle attività di controllo e prevenzione, sia l’attribuzione della natura di atto di avaria comune al pagamento di molte delle spese in cui l’assicurato incorre per le operazioni atte al recupero del bene sequestrato, con il necessario coinvolgimento degli assicuratori dei singoli partecipanti alla spedizione. Il settore del lusso è di vitale importanza per l’economia italiana: ci è parso importante iniziare ad affrontare i rischi di queste aziende, intervistando ACE, che ha svolto un sondaggio su un ristretto campione di 45 aziende europee produttrici di beni di lusso, e di una serie di colloqui approfonditi con esperti in materia; di tale ricerca diamo conto parte in questo numero e parte nel prossimo. Nella ricerca di ACE, fra gli altri, sono stati citati i rischi nei viaggi di lavoro. Sul tema abbiamo voluto fare un approfondimento, riferendoci a un’indagine condotta da AIG su un gruppo di 500 “Frequent Flyers”, composto da persone di nazionalità italiana che viaggiano abitualmente per lavoro. Diamo infine conto di due importanti incontri che hanno visto ANRA fra i promotori. Il primo, organizzato da Aon, è già avvenuto ed ha trattato di rischi e opportunità nei mercati a rischio, con interventi di Paolo Ciocca (di BNL), Simonetta Acri (di SACE) e Mattew Shires (di Aon Risk Solutions). Il secondo, organizzato da Cunningham Lindsey Lercari e Zurich, avrà luogo in ottobre ed avrà per titolo “Dall’analisi dei rischi alla riduzione delle spese”: ne presentiamo qui le premesse e gli obiettivi. Buona lettura. Paolo Rubini Milano, 10 settembre 2014 Con il Patronato di 9.00 - 9.30 Registrazione dei partecipanti 9.30 - 9.45 Apertura Lavori Saluto di Paolo Rubini - Presidente ANRA PRO 25 GRA SET 9.45 - 10.15 Intervento di Julia Graham - Presidente FERMA MMA 14 10.15 - 10.45 Io ed il Rischio. Paolo Ainio - AD Banzai Intervistato da Alessandro Plateroti - Vicedirettore Sole 24 Ore 11.15 - 12.00 ERM, Governance e Codice di Autodisciplina: visioni dei CRO a confronto. Massimiliano Fossati - CRO Unicredit Jennifer Hoffman - Corporate Risk Management Director Astaldi Modera Alessandro Plateroti - Vicedirettore il Sole 24 Ore 12.00-13.00 TAVOLA ROTONDA ERM e Governance: confronto tra gli attori. Introduzione: Enrico Guarnerio - Presidente Comitato Tecnico Scientifico ANRA Stefano Preda - Prof. di Istituzioni e Mercati Finanziari Politecnico Mi Fausto Cosi - Presidente ANDAF Francesco Sogaro - Senior Partner Fondo Italiano d’Investimento Luigi Santa Maria - Socio Studio Legale Associato Santa Maria Modera Alessandro Plateroti - Vicedirettore il Sole 24 Ore enterpr ise Risk manage 13.00-13.15 Mercati globali, rischi complessi Alessandro Castellano - AD SACE ment & g ov e r n a n c e 15.00 - 16.15 WORKSHOP 1 - Valutare i rischi strategici: M&A Salvatore Iannitti - Of Counsel Norton Rose Fulbright Rowan Bamford - AIG M&A EMEA Underwriting Manager María José Cruz Gómez – M&A Team Leader AIG Alessandro De Felice - Cro Prysmian Vincenzo Aliotta - Financial Institutions Specialty Director AON WORKSHOP 2 (39° piano) - Big Data & Cyber Risks Paola Luraschi - Principal Milliman Luca Scagliarini - VP Strategy & Business Development Expert System Filippo Miliani - Risk Manager Tenova Bill Austin - VP, Senior IT Manager XL Group Daniela Giannantonio – Leader Risk Intelligence SAS 16.45 – 18.00 WORKSHOP 3 - Business Continuity & Supply Chain Marco Terzago - Risk Manager SKF Industrie Konrad Meisterhans - Head Property EMEA, Swiss Re Corporate Solutions Giovanni Celeri - Marsh Risk Consulting WORKSHOP 4 (39° piano) - Gestione dei rischi nei contratti Paolo Lionetti - Group Insurance & Claims Manager Autostrade per l’Italia Massimo Lomartire – Branch Manager Centro Nord Willis Italia Francesco Santi – Docente Università Cattolica Milano Luca Scaltriti - Studio Legale Scaltriti & Partners quale valore aggiunto? 9.30 - 10.15 Governance e Risk Management del capitale umano: tendenze e best practices nelle aziende multinazionali Simon Gilliat - Global Head of International Consulting Group Towers Watson 10.15 – 10.45 Presentazione della Ricerca RiskGovernance/ANRA. Evoluzione del ruolo del gestore dei rischi aziendali in Italia Prof. Marco Giorgino - RiskGovernance Paolo Rubini - Presidente ANRA PRO 26 GRA SET MMA 14 11.30-12.15 TAVOLA ROTONDA: Commenti sulla Ricerca RiskGovernance/ANRA Prof. Marco Giorgino - RiskGovernance Alessandro De Felice - CRO Prysmian Federica Seganti - MIB Trieste 12.15-12.45 ERM e valore di mercato delle Imprese: un’ indagine empirica Barbara Monda - Deputy Director Risk Governance 12.45 – 13.15 Enterprise Risk Management e Governance: quale valore aggiunto? Prof. Avv. Alberto Monti 13.15- 13.30 Conclusioni Paolo Rubini - Presidente ANRA 13.30 LIGHT LUNCH xv convegno annua le a s s o c i a z i o n e e n a z i o n a l e r e s p o n s a b i l i d e i r i s k a s s i c u r a z i o n i m i l a no –pa l a z z o lo m b a r di a a z i e n d a l i 25–26 settembre 2014 www.anra.it – [email protected] – 02.58103300 in collaborazione con anr a m a n a g e r Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 D&O: tutti la vogliono, pochi la conoscono Considerate nei primi anni un prodotto tipicamente nord-americano collegato alle pesanti conseguenze di eventuali Class Action, le polizze D&O si sono affermate in Italia nell’ultimo decennio, per far fronte all’inasprirsi delle normative sulle responsabilità di dirigenti, amministratori ed aziende. Attorno a questo prodotto rimangono delle questioni non ancora del tutto chiare per le aziende • La D&O (Directors’ & Officiers’ Liability) è una polizza che negli ultimi anni ha riscontrato un costante aumento di interesse da parte degli amministratori e dei dirigenti di azienda, che ne hanno potuto apprezzare l’indubbia utilità nel tutelare non solo gli interessi propri, ma anche e soprattutto il patrimonio aziendale, esposto a sempre nuovi rischi di azioni legali e alle conseguenti spese di difesa. Il crescente interesse su queste polizze ha fatto emergere negli anni alcuni aspetti che sono divenuti punto di confronto tra compagnie e clienti. Una delle chiavi nella diffusione delle polizze D&O risiede nel rapporto che lega impresa ed amministratori e nelle responsabilità che vengono oggi attribuite dalla normativa a queste figure. Con il D.Lgs. 231/2001, infatti, si introduce nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa/penale delle persone giuridiche per i reati commessi da soggetti che vi operano: non solo il soggetto che ha commesso reato, ma la stessa impresa presso cui il soggetto lavora sono tenuti a rispondere dei reati previsti come penalmente rilevanti dalla stessa legge. La 231 dunque comporta un aumento del rischio di azioni civili nei confronti degli amministratori e dei dirigenti, come regolate nel Codice Civile dagli articoli dal 2393 al 2396, dal 2403 e 2407. La polizza D&O ha dunque una rilevanza sempre maggiore: • per gli amministratori, specie quelli indipendenti, che oggi spesso accettano la carica solo se adeguatamente tutelati da una polizza che assicuri le responsabilità assunte nello svolgimento della carica; 4 per i manager, che hanno necessità di muoversi con un certo potere discrezionale per raggiungere gli obiettivi richiesti dall’azienda, e vedono il proprio patrimonio tutelato dalla D&O; • per l’azienda, che con la stipula della polizza ottiene un duplice interesse diretto, perché rende il dirigente più libero nell’operare (sapendo che la propria responsabilità è coperta dalla D&O) e nello stesso tempo tutela sé stessa, ove essa debba rispondere dell’operato del proprio dirigente. In Italia tale responsabilità è esplicitamente prevista dall’art. 15 del CCNL dei dirigenti industriali che, al comma 1, stabilisce che “ogni responsabilità civile verso terzi per fatti commessi dal dirigente nell’esercizio delle proprie funzioni è a carico dell’azienda”; sono esclusi solo i casi di dolo e colpa grave (quest’ultima di solito viene comunque ricompresa nella garanzia di polizza): ne consegue che anche tutte le spese di difesa del dirigente siano a carico dell’azienda. Per quanto attiene agli amministratori, va poi sottolineato che la dimensione aziendale è ininfluente: che si tratti di multinazionali o di Pmi, per il codice civile l’amministratore è in ogni caso responsabile e dal 2004, con la riforma Vietti, sono definite e date per acquisite le peculiarità professionali dell’amministratore, che deve avere competenze adeguate al ruolo che ricopre, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Come funziona una polizza D&O La polizza è nota per assicurare la responsabilità civile dei consiglieri di amministrazione della società contraente e delle società da essa Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 controllate: “La definizione di Assicurato in realtà è ben più ampia ed include, oltre ai membri dei Consigli di Amministrazione, i Sindaci, il Dirigente Preposto (ex D.Lgs. 262/05), i membri dei vari comitati interni (esecutivo, di sorveglianza, di gestione), liquidatori volontari, amministratori di fatto; tutti costoro rientrano nella categoria dei Directors; ma la polizza assicura anche tutti i dirigenti o chiunque abbia funzioni manageriali nella società, gli Officers” spiega Paolo Rubini, presidente di Anra e Head of Insurance in Telecom Italia. Sono anche assicurati i D&O di società non controllate dalla società contraente, se da essa nominati (i cosiddetti “outside directors”): “La copertura in tal caso opera in eccesso ad eventuali polizze che tali società abbiano stipulato direttamente e limitatamente alla responsabilità personale dell’assicurato. In ogni caso, la definizione di Società assicurata comprende anche le controllate, fra le quali possono essere incluse le fondazioni e associazioni non lucrative”. Per venire incontro alle necessità delle aziende, la territorialità è di solito “mondo intero”, mentre come Foro Competente usualmente è precisato quello della sede legale della Capogruppo. Come visto precedentemente, l’oggetto dell’assicurazione prevede garanzie sia a favore degli assicurati (quindi a tutela del patrimonio personale dei D&O), sia a favore della società contraente: “Gli assicurati sono tenuti indenni per le richieste di risarcimento avanzate direttamente nei loro confronti per fatti inerenti la loro attività (cosiddetto “side A”)” precisa Rubini, “mentre la Società è coperta sia per le somme che abbia pagato agli assicurati, essendo obbligata per legge o per contratto a tenerli indenni (cosiddetto Company Reimbursement, o “side B”), sia per i danni derivanti da acquisto, vendita o offerta di ac- quisto o vendita di titoli emessi dalla società su qualsiasi mercato azionario (i cosiddetti Securities Claims, o “side C”)”. La polizza esclude, di solito, le azioni del contraente o di un assicurato nei confronti di un altro assicurato (clausola “Insured vs Insured”), tuttavia la copertura può essere estesa anche all’azione sociale di responsabilità ai sensi del 2° comma dell’art. 2393 cc., in quanto specifica eccezione alla predetta esclusione. I criteri di sottoscrizione In Italia sono ormai numerosi i player assicurativi che offrono coperture D&O. Sergio Pierro, Underwriter International Financial Lines per XL Group elenca quanto necessita per valutare la sottoscrizione della polizza: “I documenti indispensabili da analizzare in fase assuntiva sono un numero limitato: l’ultimo bilancio disponibile, un questionario che contenga le informazioni dettagliate sull’eventuale storia sinistrale dell’azienda e una serie di informazioni sulla Corporate Governance”. In modo particolare nel questionario (definito “warranty statement”) – la cui compilazione è di uso comune tra i sottoscrittori - si richiede al contraente di polizza di specificare se è a conoscenza di circostanze pregresse che possono dare luogo ad un sinistro, con lo scopo di escluderle esplicitamente dal contratto. Alessandro Zampini, Head of Financial Lines in Zurich precisa: “L’attività di assunzione di una polizza D&O comporta lo studio di una serie di elementi che vanno dall’analisi del bilancio, dell’esperienza e track record del senior management della società contraente, l’analisi del suo settore di attività, dell’andamento del titolo in borsa nei 12 mesi precedenti (per le società quotate) e l’esposizione geografica; oltre a ciò può essere poi necessario assumere altre informazioni. In particolare, Zurich è da 5 sempre attenta alla ricerca di una soluzione assicurativa ottimale, analizzando in dettaglio la presenza internazionale dell’assicurato, in modo tale da strutturare un programma pienamente adeguato alle normative internazionali”. La validità temporale della polizza è quella tipica per i contratti che utilizzano la forma di copertura “claims made”. Dice Paolo Rubini: “Sono coperti i sinistri in cui la richiesta di danno (claim) è stata avanzata nei confronti degli assicurati per la prima volta durante il periodo di validità del contratto, indipendentemente da quando sia avvenuto il danno. Sono pertanto assicurati tutti i “past, present and future Directors and Officers”, senza necessità di preventiva identificazione nominativa in polizza”, purchè un danno a loro ascritto sia stato denunciato nel periodo di validità della polizza. Continua poi Rubini, facendo Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 leva anche sulla propria esperienza: “Questo sistema di funzionamento della polizza richiede alcune accortezze. La prima riguarda l’acquisto di un periodo di retroattività della garanzia, a copertura dei fatti avvenuti prima dell’attivazione della polizza. La seconda riguarda la necessità di predefinire un eventuale periodo di ultrattività, a copertura di denunce presentate dopo la cessazione della polizza ma riferite a fatti accaduti in vigenza della stessa. Quando poi cambia il controllo della società, sebbene la copertura continui per tutti i D&O, potrebbe essere nell’interesse di chi vende avere a disposizione una specifica copertura pluriennale a garanzia dei fatti compiuti dai consiglieri uscenti, e nell’interesse di chi compra non condividere lo stesso massimale di polizza (di solito aggregato annuo) con il venditore. A questo scopo è possibile stipulare contratti cosiddetti run off cioè polizze D&O poliennali riferite alle sole richieste di risarcimento relative a fatti avvenuti prima del change of control”. Alessandro Zampini, Head of Financial Lines di Zurich Sergio Pierro, Underwriter International Financial Lines per XL Group Una ricca casistica di eventi Chi ricopre cariche con responsabilità di gestione è sempre esposto al rischio di contenziosi, una tendenza che pare essere in aumento nell’attuale periodo di crisi. Alcuni esempi di ambiti di applicazione della D&O possono riguardare l’esito fallimentare di un’operazione su cui gli investitori chiedono il risarcimento, oppure il conflitto d’interessi che è una criticità per aziende e società di qualsiasi livello. Secondo Alessandro Zampini di Zurich “Un trend che si osserva in tutti i settori di attività è quello dell’attivazione della polizza a seguito di indagini svolte da parte delle autorità di vi- 6 gilanza nei confronti degli assicurati. In molti casi tali indagini, pur non costituendo ancora fattispecie di sinistro, rappresentano una forte ed immediata esposizione in termini di costi legali e di consulenti di cui la compagnia si fa carico. Indagini da parte di un ente di regolamentazione, di una procura nei confronti di un amministratore e costi per audizioni di fronte a autorità estere, sono fra i casi più frequenti su cui la compagnia si trova a rispondere relativamente alle spese legali collegate alla polizza”. Sergio Pierro, di XL, aggiunge due casi vissuti direttamente: “Ricordo la richiesta di sinistro per un’azione di responsabilità promossa dal commissario liquidatore di una società in amministrazione straordinaria nei confronti della precedente amministrazione, o anche la richiesta di risarcimento nei confronti del presidente di una società il quale ha effettuato operazioni di investimento di denaro dell’azienda senza previa autorizzazione da parte del CdA”. Altro ambito di rischio sono le operazioni di finanziamento arbitrarie, in cui ad esempio la società controllante si avvale di un prestito dalla controllata: di fronte ad eventuali problemi di liquidità di quest’ultima, alcuni terzi come fornitori o banche potrebbero decidere di promuovere azioni per cattiva gestione verso gli amministratori. Data poi l’operatività multi giurisdizionale, quindi transnazionale, della polizza D&O, un ambito di rischio particolarmente interessante, specie per le PMI, è l’attività produttiva e commerciale all’estero, che prevede il contatto con contesti professionali e legislativi sconosciuti a chi non si è avvalso precedentemente di adeguata consulenza: situazioni che possono dare luogo in maniera del tutto involontaria a eventi critici. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 La difesa legale nelle polizze D&O Le polizze D&O includono nel massimale anche le spese per i costi di difesa, in sede civile o penale. A differenza di altri contratti assicurativi, nelle polizze D&O più sofisticate tali costi di difesa possono essere anticipati prima della sentenza definitiva (e quindi a prescindere dall’accertamento della colpa dell’assicurato), via via che vengono sostenuti; qualora venga emessa una condanna per dolo con sentenza definitiva, l’assicurato, sarà tenuto alla restituzione alla compagnia di quanto percepito. “Ciò appare insolito, ma dipende dalla filosofia stessa della copertura” osserva Paolo Rubini, “l’interesse dell’assicuratore è nel difendere l’assicurato fino dal primo momento, quando ancora non è nota la natura, colposa o dolosa, del sinistro. La copertura di tutte le spese legali appare oggi l’argomento di maggiore interesse da parte delle aziende, a mio avviso ingenerando un equivoco di fondo: il rimborso di ingenti spese di difesa (comprese le perizie) ai propri dirigenti, cui l’azienda è tenuta in forza del contratto di lavoro, non deve far intendere che lo scopo della polizza sia principalmente quello della tutela legale. Se le polizze hanno un andamento tecnico negativo solo per effetto delle spese legali, forse può convenire gestire queste ultime, predeterminando i difensori e/o le loro tariffe in modo da mantenere la capacità assicurativa a disposizione per coprire l’oggetto principale della polizza, cioè i risarcimenti in caso di soccombenza”. Quello dell’incidenza delle spese legali e del “malinteso” obiettivo delle polizze D&O è un argomento a cui le compagnie sono necessariamente sensibili: “La D&O, in quanto polizza RC, prevede la copertura dei costi di difesa che dovessero essere sostenuti dalla persona assicurata in seguito ad una richiesta di risarcimento relativa ad un proprio errore manageriale” precisa Alessandro Zampini, “in realtà, il deteriorarsi della situazione economica italiana e la maggiore litigiosità degli ultimi anni hanno comportato un acuirsi dei costi di difesa pagati dalla compagnia a seguito dell’attivazione della polizza D&O. E’ pertanto sempre più importante per l’assicurato entrare nell’ottica della scelta del massimale di polizza in considerazione non solo del potenziale danno, ma anche dei costi di difesa che da esso possano scaturire”. Anche per Sergio Pierro si tratta di un tema alquanto spinoso: “Emerge il conflitto tra la possibilità di copertura di costi di difesa sia in fase attiva che passiva nell’ambito della tutela legale, con la sola copertura dei costi di difesa in fase passiva nella RC Amministratori. Risulta quindi evidente che l’optimum potrebbe essere raggiunto solo attraverso una tutela legale che venisse “forgiata” sulla base della copertura garantita dalla polizza D&O”. La gestione del sinistro Le polizze D&O operano in regime di “Claims made” ovvero si attivano in presenza di un sinistro denunciato per la prima volta nel periodo di validità della polizza, anche se l’azione che ne è all’origine risale ad un tempo di retroattività della copertura attiva. Come sinistri vengono intesi la richiesta di risarcimento da parte di terzi, un’azione per responsabilità sociale o l’avvio di un procedimento giudiziario che richieda la tutela da parte di un legale. L’assicurato richiede a questo punto l’intervento della compagnia per l’attivazione della polizza e questa inizia ad operare nell’ottica di una riduzione di tempi e di costi a tutela del proprio cliente. Dice Sergio Pierro di XL: “Nel momento in cui il sinistro viene notificato alla compagnia di assicurazione, procedia7 mo immediatamente con l’analisi della polizza e del questionario al fine di evincere quale sia l’ambito di copertura e l’eventuale misura di indennizzo da corrispondere all’assicurato. Il responsabile della gestione del sinistro, lavora in collaborazione con lo studio legale al fine di predisporre la migliore strategia per poter affrontare la controversia”. In questa azione le compagnie si avvalgono della collaborazione di tutti gli attori: “La compagnia, tramite il proprio team di liquidatori dedicato (o, in casi particolari, tramite legali specializzati), esamina il sinistro insieme al cliente e all’intermediario, per comprenderne l’esposizione concreta e per valutare l’approccio opportuno” precisa Alessandro Zampini di Zurich, “Vengono fornite altresì alcune linee guida per la gestione del contenzioso. In linea generale, la compagnia tende ad evitare al cliente l’alea di un contenzioso favorendo, previa valutazione del caso nel merito, transazioni o altre soluzioni alternative”. Esiste infine una opzione che è utile considerare in fase di sottoscrizione di una polizza D&O, vale a dire il caso di conoscenza di una situazione in essere che potrebbe dare luogo ad un sinistro: in tal caso va resa evidente la situazione al sottoscrittore, il quale può prevedere la modalità di “denuncia di circostanza”, riservandosi di segnalare le condizioni per le quali potrebbe rifiutare di far rientrare l’eventuale sinistro nelle coperture. “Un momento particolarmente delicato”, spiega Rubini, “è costituito dal cambio di assicuratore; infatti occorre essere certi che tutti i sinistri (claims), ma anche tutte le “circostanze”, siano stati notificati al vecchio assicuratore, per evitare che restino scoperti. I risk manager definiscono questo insieme di informazioni, in modo gergale ma molto evocativo, laundry list”. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.agcs.allianz.com Polizza D&O: essere all’altezza delle circostanze di Massimilano Gianelli Responsabile Sinistri AGCS Italia Operando su denuncia di sinistro, potrebbe accadere che alcune circostanze conosciute all’atto della sottoscrizione - e potenzialmente a rischio di richiesta di risarcimento - rimangano escluse. Un dialogo con la compagnia può risultare utile per trovare una soluzione e non trovarsi scoperti Le polizze D&O operano su base claims made: le persone assicurate potranno validamente impegnare la polizza a condizione che nel periodo di validità del contratto sia stata da loro ricevuta una richiesta di risarcimento. Gli assicurati resteranno pertanto privi di copertura qualora la richiesta risarcitoria sia inviata in un periodo di tempo successivo al periodo di validità della polizza, e ciò nonostante l’atto illecito dannoso o il danno si siano verificati durante la sua vigenza. Vi è poi il rischio concreto che neppure l’(eventuale) assicuratore subentrato si faccia carico del sinistro: le polizze D&O infatti escludono esplicitamente le richieste di risarcimento che siano conseguenza di circostanze note agli assicurati in un periodo di tempo antecedente all’entrata in vigore della polizza. Le persone assicurate resterebbero sprovviste di copertura sia sulla polizza in vigore al momento della realizzazione dell’evento dannoso (in assenza di una richiesta di risarcimento non si ha un sinistro), sia sulla polizza successiva stipulata da un nuovo assicuratore (il quale avrà fatto sottoscrivere un warranty statement in cui si denunciano le circostanze note pregresse, poi espressamente escluse dal testo di polizza). Per ovviare a questo inconveniente, la polizza D&O ha introdotto un elemento di novità: la possibilità per la persona assicurata di denun- ciare la “circostanza da cui potrebbe nascere un sinistro”. L’assicurato potrà impegnare la polizza nel momento in cui è a conoscenza di una circostanza da cui potrebbe nascere un sinistro, pur in assenza di una richiesta risarcitoria: quando e se la richiesta di risarcimento giungerà, il sinistro potrà finalmente attivarsi ed avrà come data quella in cui l’assicurato è venuto a conoscenza della circostanza. Si tratta in breve di una sorta di patto condizionale sospensivo con il quale l’assicuratore, in presenza di una “circostanza” valida a termine di polizza, si impegna a valutare future richieste di risarcimento ed eventualmente a gestire e pagare i danni, applicando le condizioni della polizza in vigore al momento della denuncia della circostanza. Tuttavia, è bene precisare che denunciare fatti e/o supposizioni estremamente vaghe e niente affatto circostanziate, non otterrà l’effetto sperato. Denunciare come circostanza “La crisi finanziaria del 2009” e pretendere di agganciarvi una o più richieste di risarcimento direttamente od indirettamente collegate non avrà effetto: si tratta infatti di una denuncia non valida perché troppo ampia e vaga. La denuncia di circostanza perché possa validamente impegnare la polizza deve essere opportunamente “circostanziata” (appunto) e 8 dettagliata elencando (ove possibile) i fatti, le persone assicurate potenzialmente coinvolte, i danni potenziali e così via. Inoltre, la stessa impegnerà la polizza strettamente all’interno dei fatti e dell’episodio così circostanziato. La denuncia di circostanza è uno strumento chiave della polizza D&O e può avere conseguenze non meno significative della denuncia di sinistro: occorre pertanto prestare particolare attenzione e cura al suo utilizzo. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.crawfordandcompany.it L’opportunità di una polizza D&O ed il ruolo peculiare del loss adjuster L’Avv. Francesca Pittaluga, senior loss adjuster di Crawford & Company Italia, risponde a domande concernenti alcuni aspetti dei sinistri su Polizze D&O e il loro recente sviluppo Avvocato, che cos’è una Polizza D&O? In breve, una polizza D&O copre la responsabilità civile di amministratori, sindaci e di altre figure dirigenziali in genere. Questi profili nei sistemi di diritto inglese e nord-americano, vengono generalmente indicati come “Directors & Officers”. Cosa rende i sinistri su Polizze D&O tanto frequenti ed attuali? L’insolvenza delle società di capitali è una realtà sempre più diffusa, non solo in Italia, ma in tutta Europa, stante la crisi finanziaria e industriale in corso. Proprio l’insolvenza ha comportato un aumento di richieste risarcitorie e determinati settori ne sono risultati più colpiti. In particolare i settori Trasporti, Auto, Edile, Immobiliare e delle Energie rinnovabili sono quelli con più imprese in sofferenza, se non addirittura fallite. Così si registra un picco di sinistri che, secondo recenti analisi, sono prodotti proprio da questi comparti. Qual è un esempio tipico di sinistro D&O? I sinistri che nascono dai fallimenti e dalle procedure affini non sono l’unica casistica esistente ma di certo quella più frequente. I curatori fallimentari devono recuperare denaro da distribuire ai creditori sociali. Avendo pochi mezzi a disposizione, promuovono con facilità richieste risarcitorie contro amministratori e sindaci, ipotizzando mala gestio aziendale, false dichiarazioni e bilanci e accusando tali soggetti di aver perseguito il proprio perso- nale vantaggio anzichè quello della società. Secondo uno studio americano, in Europa, nel 2013, i sinistri derivanti da fallimenti si attestano al primo posto per importi erogati. In media quali sono le richieste risarcitorie dirette a sindaci e amministratori e quali gli importi erogati a indennizzo? Sovente le richieste risarcitorie iniziali eccedono di gran lunga i massimali di polizza. Si parte con richieste milionarie per poi addivenire a cifre più ragionevoli, perchè, come detto, l’obiettivo concreto dei curatori è quello di recuperare proventi da distribuire poi ai creditori sociali. I curatori sono consapevoli che le procedure giudiziali sono lunghe e costose, comportano oneri della prova circa il quantum e il nesso causale e divengono quindi cause non vantaggiose. Perciò noi adjusters ci adoperiamo molto spesso per comporre la vicenda con una transazione. Qual è il ruolo del loss adjuster in questi casi? Il loss adjuster deve inquadrare il caso e quantificare il danno potenziale nel minor tempo possibile, suggerire agli assicuratori una riserva del danno adeguata per permettere agli stessi una rapida riflessione su come procedere, possibilmente prima che la richiesta risarcitoria da stragiudiziale si trasformi in giudizio civile, con tempi e costi rilevanti. In tal senso collaborare con l’assicurato ed eventualmente con il suo legale si rende quanto mai necessario. Proprio gli assicurati, spesso, 9 si fanno parte attiva e ci aiutano a capire se le loro responsabilità siano reali o meno, raccolgono per noi la documentazione necessaria, ci forniscono i chiarimenti richiesti e ciò a tutto vantaggio non solo degli assicuratori, ma degli stessi assicurati per una definizione rapida del sinistro. Il 22 settembre 2014 Crawford & Company Italia organizzerà un seminario, tenuto dal Dott. Marco Rossetti, magistrato della Suprema Corte di Cassazione, che avrà per oggetto i diversi profili della responsabilità degli Amministratori, dei Sindaci e Altre Cariche Dirigenziali di Società. Per maggiori informazioni contattare: [email protected] Avv. Francesca Pittaluga Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 I nuovi controlli in materia ambientale Il decreto sulle emissioni industriali è uno strumento utile (anche) per promuovere il risk management. Al centro della nuova norma, la volontà del legislatore di rendere periodici i controlli delle matrici ambientali nel periodo di esercizio e alla cessazione dell’attività di Andrea Quaranta Environmental risk and crisis manager [email protected] I nuovi controlli periodici Il recente decreto “emissioni industriali” (D.Lgs n. 46/2014) ha profondamente riformato la disciplina sull’autorizzazione integrata ambientale: fra le innovazioni normative, la più importante dal punto di vista della gestione del rischio è quella concernente l’obbligo di inserire nella domanda di AIA – nei casi in cui l’attività comporti l’utilizzo, la produzione o lo scarico di sostanze pericolose e, tenuto conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterrane nel sito dell’installazione – anche una relazione di riferimento (vedi la tabella), elaborata dal gestore prima della messa in esercizio dell’installazione o del primo aggiornamento dell’autorizzazione rilasciata, per la quale l’istanza costituisce richiesta di validazione. L’obiettivo del legislatore consiste nel controllo periodico – in fase di esercizio e al momento della cessazione definitiva dell’attività – dello stato delle matrici ambientali rispetto alla situazione in essere al momento della messa in esercizio dell’installazione. Il rafforzamento dei controlli: il cambio di prospettiva Il sistema di controlli ambientali, dunque, è stato rinforzato. Ne costituisce ulteriore riprova la modifica nella disciplina del contenuto prescrittivo dell’AIA che, in estrema sintesi, ha stabilito che: 1. l’AIA include le ulteriori disposizioni […] adeguate: • per la manutenzione e la verifica periodica delle misure adottate per prevenire le emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee; • relative al controllo periodico del suolo e delle acque sotterranee in relazione alle sostanze pericolose che possono essere presenti nel sito e tenuto conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee presso il sito dell’installazione; 2. l’autorità competente fissa valori limite di emissione che garantiscono che, in condizioni di esercizio normali, le emissioni non superino i livelli associati alle migliori tecnologie disponibili (BAT) attraverso una delle due opzioni indicate dall’art. 29-sexies, comma 4-bis. In particolare, la seconda prevede la fissazione di Contenuto: informazioni sullo stato di qualità del suolo e delle acque sotterranee, con riferimento alla presenza di sostanze pericolose pertinenti Scopo: effettuare un raffronto in termini quantitativi con lo stato al momento della cessazione definitiva delle attività Le informazioni devono riguardare almeno: • l’uso attuale e, se possibile, gli usi passati del sito, • se disponibili, le misurazioni: − effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee che ne illustrino lo stato al momento dell’elaborazione della relazione o, in alternativa, − (nuove) effettuate sul suolo e sulle acque sotterranee tenendo conto della possibilità di una contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte delle sostanze pericolose usate, prodotte o rilasciate dall’installazione interessata 10 “valori limite di emissione diversi [rispetto a quelli di cui alla prima opzione…] in termini di valori, tempi di riferimento e condizioni, a patto che l’autorità competente stessa valuti almeno annualmente i risultati del controllo delle emissioni al fine di verificare le emissioni, in condizioni di esercizio normali, non superino i livelli di emissione associati alle BAT”; 3. l’AIA contiene anche: • nel caso della cit. seconda opzione, di cui al punto precedente, una sintesi dei risultati – previsti già dalla disciplina previgente – “espressi in un formato che consenta un confronto con i livelli di emissione associati alle BAT, rendendo disponibili, a tal fine, anche i risultati del controllo delle emissioni per gli stessi periodi e alle stesse condizioni di riferimento dei livelli di emissione associati alle BAT”; • l’obbligo di comunicare all’autorità competente, ai comuni interessati e all’ente responsabile degli accertamenti, i dati relativi ai controlli delle emissioni richiesti dall’AIA; 4. nell’ambito dei controlli, di cui al punto precedente, è espressamente prevista un’attività ispettiva presso le installazioni, svolta con oneri a carico del gestore dall’autorità di controllo che preveda l’esame di tutta la gamma degli effetti ambientali indotti dalle installazioni interessate; 5. fatto salvo quanto specificato nelle conclusioni sulle BAT applicabili, l’AIA Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 • • Andrea Quaranta programma specifici controlli almeno una volta ogni cinque anni per le acque sotterranee e almeno una volta ogni dieci anni per il suolo, a meno che sulla base di una valutazione sistematica del rischio di contaminazione non siano state fissate diverse modalità o più ampie frequenze per tali controlli; 6. fatto salvo quanto disposto dalla disciplina sulla tutela delle acque dall’inquinamento e sulla bonifica dei siti contaminati, l’autorità competente stabilisce condizioni di autorizzazione volte a garantire che il gestore, fra l’altro: • elabori e trasmetta per validazione all’autorità competente la relazione di riferimento prima della messa in servizio della nuova installazione o prima dell’aggiornamento dell’autorizzazione rilasciata per l’installazione esistente, quando l’at- tività comporta l’utilizzo, la produzione o lo scarico di sostanze pericolose, tenuto conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel sito dell’installazione, mentre al momento della cessazione definitiva delle attività, valuti lo stato di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee da parte di sostanze pericolose pertinenti usate, prodotte o rilasciate dall’installazione; adotti le misure necessarie per rimediare all’inquinamento che dovesse emergere da quest’ultima valutazione, in modo da riportare il sito allo stato antecedente, tenendo conto della fattibilità tecnica di dette misure. Fatta salva quest’ultima disposizione, il gestore deve, al momento della cessazione definitiva delle attività, eseguire gli interventi necessari ad eliminare, controllare, contenere o ridurre le sostanze pericolose in modo che il sito, tenuto conto dell’uso attuale o dell’uso futuro approvato: • cessi di comportare un rischio o • non comporti un rischio significativo se la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel sito comporta un rischio significativo per la salute umana o per l’ambiente in conseguenza delle attività autorizzate svolte dal gestore anteriormente al primo aggiornamento dell’autorizzazione per l’installazione esistente. La tutela del più importante asset dell’impresa: il suolo su cui sorge Si tratta di una novità importante, che finalmente sembra rispondere alla necessità di unire al trasferimento del rischio per danno ambientale – valorizzandolo – anche la ge11 stione del rischio inquinamento e della crisi. La visione tradizionale ha sempre considerato, a torto, l’inquinamento come un evento (molto) raro e connesso al concetto di rilascio e alla presenza di sostanze pericolose allo stato liquido, e in ogni caso associato alle “grandi industrie”. Tuttavia, la realtà ha dimostrato che: • non vale l’equazione piccola azienda = piccolo danno; • la contaminazione dei luoghi è connessa anche, e soprattutto, ad eventi quali l’incendio, l’esplosione, gli eventi naturali, che colpiscono innanzitutto l’area del sito produttivo. In sostanza, l’analisi della realtà già evidenziava che era indispensabile affiancare alla tradizionale polizza assicurativa generale – che lascia scoperti molti aspetti: uno su tutti, il terreno sul quale sorge l’impresa – una serie di strumenti ulteriori: un risk & crisis management adeguato e una polizza ambientale ad hoc. Ora, con questa novità normativa il legislatore, sia pure con il consueto ritardo, sembra correre ai ripari, prevedendo un obbligo che, almeno in teoria, dovrebbe contribuire anche a rendere consapevoli gli imprenditori dell’importanza di dotarsi proprio di quegli strumenti cui si è appena fatto riferimento, con lo scopo di tutelare l’impresa dall’evento, più frequente di quanto non si possa immaginare, di inquinamento e, soprattutto, uno dei suoi asset più importanti: il suolo su cui sorge. L’uso di queste due espressioni: “sembra”, e “in teoria” è d’obbligo. Per rendere effettiva la riforma occorrerà valutare se, alla prova dei fatti, il nuovo sistema di controlli sarà reale ed efficace, o se rimarrà soltanto lettera morta, come purtroppo è spesso accaduto in passato. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.generali.it Pirateria moderna: problema in evoluzione di Paolo Olivari Hull claims manager in Generali Italia Nonostante le azioni messe in atto anche attraverso l’Unione Europea per ridurre il rischio pirateria sulle coste somale, il fenomeno vede una recrudescenza in altre aree geografiche, con forme anche violente verso i beni e le persone coinvolte La ricomparsa negli ultimi anni delle attività di pirateria è un problema che gli assicuratori marittimi hanno dovuto riaffrontare seriamente. La letteratura ci ha confermato, attraverso autori importanti come l’Arnoud, Lowndes & Rudolf e non ultimo il nostro Ferrarini, la correttezza dell’attribuzione della natura di atto di avaria comune al pagamento di molte di quelle spese in cui il cliente incorre per le operazioni atte al recupero del bene sequestrato, laddove questo sia avvenuto a beneficio di una spedizione caratterizzata dalla partecipazione di una pluralità di interessi, e quindi l’attitudine del relativo esborso a far sorgere in capo ai singoli partecipanti alla spedizione un’obbligazione contributoria, ed ai rispettivi assicuratori una corrispondente obbligazione indennitaria. Il rischio pirateria può assumere quindi dimensioni notevoli. In questo articolo considereremo la attuale situazione del fenomeno, che ha innegabilmente registrato una forte diminuzione nella sua forma estorsiva, evolvendosi però in una forma più violenta di carattere predatorio in altre zone geografiche. Nel Marzo 2012 l’Unione Europea ha esteso la durata della missione Atalanta sino a tutto il 2014, permettendo inoltre alle forze armate l’attacco dei pirati sia in mare che nelle basi terrestri, non più solo quindi attività di controllo e prevenzione ma licenza di ricercare e distruggere almeno la “logistica”. Le nazioni europee hanno siglato accordi collaborati- vi con il governo federale somalo transitorio per la lotta al fenomeno. L’utilizzo delle “best management practices” definite dall’IMO, arrivate ormai alla loro 4° edizione, l’adozione di guardie armate a bordo, la chart Q6114 che stabilisce una “Voluntary reporting Area” hanno quindi avuto l’effetto sperato, vale a dire una quasi totale estinzione degli attacchi pirati al largo della Somalia. Nell’ultimo anno nessuna unità di dimensioni rilevanti è stata più oggetto di sequestro. Nonostante il risultato sopra descritto, la dimostrazione di adattamento dei moderni “pescatori-pirati” non si è fatta attendere e, anche se in forme e natura diverse dal caso somalo, il numero di avvenimenti lungo la costa orientale africana è decisamente aumentato, accompagnato ad una sempre maggiore violenza. In Africa l’attività piratesca si distingue in due principali modus operandi: il furto del carico trasportato ed il sequestro di equipaggio. Nel primo caso, i furti avvengono in breve tempo ed attraverso l’utilizzo di chiatte o piccole unità in cui il bottino viene trasferito, nel secondo i tempi si dilatano fisiologicamente a seguito dell’attività estorsiva conseguente. Nel 2013 i sequestri di persona hanno registrato in quei luoghi un aumento dell’80% rispetto al 2012. In tutti i casi il fatto viene correttamente identificato come pirateria, seppure le problematiche e gli interessi coinvolti siano spesso diversi. Si presenta quindi oggi, anche agli assicuratori, un nuovo pericolo ed una nuova sfida di non facile soluzione: ridurre il “rischio Africano”. 13 L’approccio adottato comunemente in Somalia deve quindi essere ridefinito, le BMP4 hanno poca efficacia in caso di navi ormeggiate in rada, e l’adozione di personale armato presenta maggiori difficoltà e si deve confrontare con problematiche locali non semplici. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.acegroup.com Nel Lusso la reputazione è il maggiore rischio da gestire Il rischio reputazionale è la prima preoccupazione delle aziende europee del lusso. Gli altri fattori di rischio individuati da un’indagine settoriale di ACE sono legati all’ambiente, ai viaggi d’affari e alla responsabilità del management – prima parte Le aziende produttrici di beni di lusso ritengono di andare incontro a maggiori rischi per la loro reputazione rispetto a quelle di altri settori, secondo una recente indagine pubblicata dal Gruppo ACE in Europa. A seguito di un sondaggio* svolto su un ristretto campione di 45 aziende europee produttrici di beni di lusso, e di una serie di colloqui approfonditi con esperti in materia, la relazione è inoltre giunta alla conclusione che la questione ambientale, i viaggi d’affari e la responsabilità di amministratori e dirigenti sono tre rischi emergenti per il settore, da tenere sotto controllo. Circa il 75% fra gli alti dirigenti esperti nella gestione dei rischi, facenti parte del campione preso in esame, ha affermato che la reputazione è il bene più prezioso per la loro azienda, e l’80% concorda nell’affermare che il rischio per la reputazione è la singola categoria di rischio più difficile da gestire. Quasi 6 su 10 fra gli interpellati hanno riferito che la globalizzazione ha incrementato l’interdipendenza dei rischi che si trovano ad affrontare, indicando come principali barriere ad un’efficace gestione dei rischi per la reputazione la carenza di strumenti e procedure, un budget insufficiente e la scarsità di tempo, nonché di risorse umane e di capacità mirate in tal senso. Secondo Orazio Rossi, Country President ACE Italia: “Malgrado un recente rallentamento, la crescita del settore dei beni di lusso è stata notevole. Tuttavia, insieme a tale crescita è sopraggiunta una nuova esposizione a rischi imprevisti. Nel nostro mondo globalizzato le eventualità non rispettano categorie precise. L’esposizione ai rischi attuali richiede un approccio interdisciplinare. Un incendio in una fabbrica in India o in Cina è in grado di innescare eventi a catena che comportano perdite finanziare e responsabilità personali dei singoli dirigenti, così come danni significativi per il marchio. Tali rischi sono stati esacerbati dai “social media”, le reti sociali per la condivisione di contenuti, con copertura delle notizie 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. A fronte di minacce di tale entità, è richiesta una gestione dei rischi estremamente sofisticata”. Oltre all’attenzione massima per la reputazione, in base al campione di settore esaminato da ACE, le tre categorie di rischi emergenti verosimilmente in grado di provocare un significativo impatto finanziario per le aziende del lusso nel corso dei prossimi due anni potrebbero essere la questione ambientale, i viaggi per affari e la responsabilità di dirigenti ed amministratori. I commenti su questi rischi saranno pubblicati nel prossimo Risk Management News. Quale di queste categorie di rischi ritenete possa avere l’impatto finanziario maggiormente significativo sulla vostra attività nel corso dei prossimi due anni? *ACE ha pubblicato la suddetta relazione dell’indagine di mercato in collaborazione con Longitude Research. La relazione è scaturita da due fonti principali. È stato svolto un sondaggio dettagliato su un ristretto campione di 45 Risk Manager di aziende appartenenti trasversalmente a tutto il settore dei beni di lusso, con ricavi annui da 250 milioni di US$ ad oltre 1 miliardo di US$ in Europa. I partecipanti hanno dedicato in media 20 minuti al sondaggio. Hanno inoltre avuto luogo colloqui ad alto livello con vari dirigenti d’azienda esperti nella gestione dei rischi nel settore del lusso ed altri aventi competenze nel campo dei rischi reputazionali. 14 Globale.Specializzata. Affidabile. Servizi di consulenza attuariale Grazie a 14.000 dipendenti in 37 Paesi, tra cui 2.100 attuari, Towers Watson è il consulente attuariale leader a livello globale ed è partner di fiducia delle aziende per la valutazione e l’ottimizzazione dei rischi e dei costi dei piani pensionistici e sanitari e degli altri employee benefit. La prestigiosa rivista Fortune ci ha recentemente nominato “World’s most admired company” nella categoria “Diversified Outsourcing Services”. Tra i nostri clienti vi è oltre il 70% delle aziende incluse nell’indice Fortune 500. Presenti a Milano e a Roma con circa 80 dipendenti, tra cui 40 attuari, siamo i consulenti attuariali leader anche in Italia per le aziende, le banche, le compagnie di assicurazione, i fondi pensione e i fondi sanitari, che si avvalgono delle nostre competenze e dei nostri software per valutare e monitorare i rischi. Certificazione di qualità ISO 9001:2008 Benefits Risk and Financial Services Talent and Rewards towerswatson.com Copyright © 2014 Towers Watson. All rights reserved. TW-EU-2014-39344. Luglio 2014. Towers Watson in Italia è rappresentata da Towers Watson Italia Srl. /company/towerswatson @towerswatson /towerswatson Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.aig.co.it Nuovi strumenti assicurativi per i rischi nei viaggi di lavoro di Roberto Ferrarini Responsabile Infortuni e Malattie AIG Italia I moderni sistemi di informazione consentono di aumentare la sicurezza per chi viaggia per lavoro, che può ricevere “bollettini di allerta” sui paesi di destinazione ed eventuali notizie circa cambiamenti politici o particolari condizioni climatiche avverse I dipendenti di un’azienda sono una risorsa preziosa e durante le trasferte all’estero, che diventano sempre più frequenti - come recentemente dimostrato da un’indagine di mercato condotta dalla Banca d’Italia sui processi di delocalizzazione delle imprese italiane all’estero - devono essere adeguatamente tutelati contro ogni eventualità, qualunque sia il loro paese di destinazione: una responsabilità che vede coinvolto in primo luogo l’ufficio del personale il quale deve essere strutturato per assolvere all’obbligo legale e morale di tutela della salute e della sicurezza dei dipendenti. Spesso infatti i paesi che offrono le maggiori potenzialità di crescita e guadagno sono anche quelli più instabili e imprevedibili e quindi, da questo punto di vista, più rischiosi. In un mondo in cui le notizie viaggiano in tempo reale sui social media, la gestione inadeguata di una situazione di crisi può sgretolare rapidamente l’immagine e il valore di un marchio: è buona norma premunirsi, assumendo prima di partire tutte le informazioni utili alla tutela della propria sicurezza, ai rischi sanitari, agli spostamenti in loco, alla criminalità urbana e all’eventuale rischio di terrorismo e disordini civili. Un’indagine condotta da AIG su un gruppo di 500 “Frequent Flyers”, composto da persone di nazionalità italiana che viaggiano abitualmente per lavoro, ha portato interessanti risultati: la maggior parte delle persone intervistate, ben il 65% del campione, ha dichiarato di avere avuto in passato la necessità di richiedere assistenza durante un viaggio di lavoro per una situazione di emergenza, collegata principalmente alla cancellazione del volo/ hotel o alla perdita del bagaglio. Solo il 51% del campione ha dichiarato di possedere una 16 polizza di assicurazione, e tale consapevolezza si identificava con l’esistenza di una card di assistenza, tuttavia solo il 33% dei viaggiatori assicurati ha dichiarato di portare la card sempre con sé durante il viaggio di lavoro. A tale proposito, la conoscenza dei contenuti della copertura assicurativa – quando presente - in termini di garanzie è stata generalmente molto bassa. Trovandosi in una situazione di emergenza durante un viaggio all’estero, ben il 70% delle persone intervistate ha affermato di aver contattato più persone e non solo la Centrale Operativa messa a disposizione dalla compagnia di assicurazione. Il campione intervistato si è inoltre dimostrato molto favorevole circa la possibilità di sostituire la tradizionale card di assistenza con un applicativo App, ben il 96% delle persone si sono infatti dichiarate interessate e disponibili a scaricare il dispositivo. Sulla modalità di accesso al dispositivo di assistenza, il campione ha espresso interesse soprattutto verso un servizio di tipo one-touch oppure one click via phone, dove tramite una sola operazione si potesse accedere direttamente al dettaglio delle coperture assicurative, alla Centrale Operativa di Assistenza, ai numeri di telefono utili nel paese di destinazione, e a tutti gli eventuali servizi aggiuntivi messi a disposizione dalla Compagnia. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.aon.com Internazionalizzazione: nuove opportunità di sviluppo del business con un’attenta gestione dei rischi Nel convegno organizzato da Aon e ANRA con il supporto di BNL e SACE sono state evidenziate le opportunità e le criticità del processo di internazionalizzazione: crescono, in maniera differenziata, le economie avanzate, mentre si riduce il vantaggio competitivo delle produzioni emergenti. guale, ripresa. Rimane elevato il tasso di disoccupazione e preoccupa l’andamento dell’inflazione, mentre effetti positivi sono attesi dalle recenti decisioni della politica monetaria. Il focus sull’Italia fa registrare segnali di ripresa nel settore manifatturiero, mentre i servizi stagnano e le costruzioni soffrono. L’ampiezza della crisi rende complesso il recupero atteso per i prossimi anni. “Uno scenario che ha degli impatti importanti anche sulle strategie delle imprese che s’internazionalizzano – ha spiegato la dr.ssa Simonetta Acri - Direttore Rete Italia di SACE – A chi punta sui mercati esteri s’impone la duplice necessità di non trascurare i segnali di ripresa provenienti dai mercati avanzati e di guardare, nel contempo all’evoluzione dei mercati emergenti, identificando in modo selettivo le opportunità. Per questo è fondamentale una corretta valutazione del Rischio Paese.” 2014 Political Risk Map Experience the Political Risk Map on your tablet and smartphone ARCTIC OCEAN G R E E N L A N D Baffin Bay Laptev Sea Kara Sea Beaufort Sea East Siberian Sea Barents Sea Nor wegian Sea Davis Strait AL ASKA (US) ICELAND Godthåb SWEDEN Reykjavik Anchorage London Bering Sea Moscow Paris FRANCE Toronto MONACO U N I T E D S TAT E S O F A M E R I C A New York Kiev PORTUGAL Washington, D.C. Madrid BOSNIA Algiers M TUNISIA a Niamey Monrovia LIBERIA Yaoundé CABINDA (ANGOLA) ASCENSION ISLAND (UK) Bangkok CAMBODIA Phnom Penh GUAM (US) LAOS THAILAND Bay of Bengal VIETNAM Manila South China Sea MICRONESIA KIRIBATI SOUTH SUDAN NAURU SINGAPORE KENYA SEYCHELLES Jakarta SOLOMON ISLANDS Dili MALAWI Luanda ZAMBIA Timor Sea Lilongwe Honiara TUVALU Darwin FIJI Lusaka La Paz VANUATU ST. HELENA (UK) Harare ZIMBABWE São Paulo Asunción MOZAMBIQUE Windhoek ATLANTIC OCEAN NAMIBIA BOTSWANA Gaborone Pretoria SOUTH AFRICA Montevideo NEW CALEDONIA (FR) KEY Country risk level AUSTRALIA Symbols illustrating significant risks Brisbane SWAZILAND Low risk LESOTHO Santiago Buenos Aires MAURITIUS REUNION ISLANDS (FR) Maputo Johannesburg URUGUAY ARGENTINA Antananarivo MADAGASCAR Rio de Janeiro PARAGUAY Map Analysis This tool allows you to analyse your portfolio of countries over a period of time and across risk type(s) CHILE Port Moresby TIMOR LESTE COMOROS ANGOLA Brasilia PAPUA NEW GUINEA INDONESIA BURUNDI Salvador BOLIVIA PACIFIC OCEAN MARSHALL ISLANDS(US) PALAU MALAYSIA Kuala Lumpur RWANDA Dar-es-Salaam TONGA Aon Analytical Tools Measure your exposure to political risks PHILIPPINES SRI LANKA MALDIVES Colombo Nairobi Kinshasa TANZANIA Lima HONG KONG MACAU SOMALIA Bujumbura Brazzaville CONGO BRAZIL Ad INDIAN OCEAN Mogadishu DEMOCRATIC REPUBLIC Kampala OF CONGO Libreville GABON Kigali Fortaleza PER U Hanoi Vientiane BRUNEI UGANDA SAO TOME & PRINCIPE Quito BURMA (MYANMAR) ETHIOPIA Bangui EQ GUINEA ECUADOR PACIFIC OCEAN TAIWAN Rangoon f f o Taipei Dhaka Kolkata Mumbai DJIBOUTI SOUTH SUDAN CENTRAL CAMEROON AFRICAN REPUBLIC Lomé Accra Abidjan TOGO COTE D'IVOIRE Gul Sana Addis Ababa NIGERIA GHANA Freetown SIERRA LEONE YEMEN SUDAN N'Djamena BENIN GUINEA CONAKRY Paramaribo FRENCH GUIANA (FR) SURINAME Cayenne INDIA Arabian Sea JAPAN East China Sea BHUTAN BANGLADESH Karachi Muscat OMAN Mecca Khartoum CHAD BURKINA FASO Bamako Bissau GUINEA BISSAU GRENADA GUYANA Georgetown Katmandu Thimphu Abu Dhabi UAE Se Dakar Banjul GAMBIA ST. VINCENT TRINIDAD & TOBAGO VENEZUELA Bogotá COLOMBIA Red CAPE VERDE ST. LUCIA BARBADOS Caracas PANAMA PANAMA GALAPAGOS ISLANDS (ECUADOR) SAMOA FRENCH POLYNESIA QATAR SAUDI ARABIA Tokyo Shanghai NEPAL Delhi lf GUADELOUPE (FR) ST. KITTS & NEVIS DOMINICA Caribbean ANGUILLA NETHERLANDS Sea ANTILLES (NL) San José COSTA RICA ERITREA NIGER Osaka PAKISTAN Gu HONDURAS Tegucigalpa Managua NICARAGUA MALI Nouakchott SENEGAL Seoul Islamabad Wuhan KUWAIT e San Salvador EL SALVADOR MAURITANIA PUERTO RICO (US) VIRGIN ISLANDS (US) ANTIGUA & BARBUDA Pyongyang CHINA Kabul AFGHANISTAN IRAQ Th Belmopan Guatemala GUATEMALA Santo Domingo Beijing TAJIKISTAN SOUTH KOREA IRAN Baghdad BAHRAIN Jeddah DOMINICAN REP Port-auPrince NOR TH KOREA Dushanbe Ashkhabad Tehran Beirut Damascus Amman JORDAN HAITI Kingston Vladivostock Alma Ata KYRGYZSTAN SYRIA PALESTINE ISRAEL Tel Aviv Cairo EGYPT Riyadh BELIZE Mexico City Tashkent TURKMENISTAN Baku TURKEY LEBANON CYPRUS n LIBYA JAMAICA Cayman Islands (UK) Guadalajara AMERICAN SAMOA (US) Ankara Athens MALTA ite Se rran a ea Tripoli ALGERIA El Aaiun WESTERN SAHARA CUBA Havana Bishkek UZBEKISTAN AZERBAIJAN F.Y.R. MACEDONIA ALBANIA ed Melilla (Sp) ATLANTIC OCEAN BAHAMAS GREECE SERBIA Tunis Gibraltar (UK) Ceuta (Sp) Rabat MOROCCO THE CANARIES (SP) Miami ARMENIA MONTENEGRO SPAIN Lisbon MADEIRA (PORT) BERMUDA (UK) New Orleans Gulf of Mexico Ulan Bator MONGOLIA GEORGIA Rome VATICAN AZORES (PORT) Dallas Houston MEXICO K A Z A K H S TA N MOLDOVA Black Sea BULGARIA SAN MARINO ANDORRA Sea Boston Chicago Sea of Okhotsk Novosibirsk Minsk Warsaw GERMANY UKRAINE Prague CZECH REP SLOVAKIA AUSTRIA LIECHTENSTEIN Bern HUNGARY ROMANIA SWITZERLAND SLOVENIA ITALY Belgrade Bucharest Sarajevo CROATIA LUXEMBOURG HAWAIIAN ISLANDS (US) Exposure Calculator Measure your company's financial or operational risks based on actual exposure St Petersburg Tallinn BELARUS POLAND Berlin NETHERLANDS BELGIUM Los Angeles TAHITI Stockholm ESTONIA Dublin San Francisco NIUE (NZ) Helsinki Oslo Riga LAT VIA DENMARK Copenhagen Kaliningrad LITHUANIA (Russia) Vilnius UNITED KINGDOM IRELAND Québec Montréal Ottawa ian Moldova NORWAY North Sea Hudson Bay C A N A DA Seattle en Vancouver RUSSIA FINLAND Casp Il convegno svoltosi a Milano dal titolo “I rischi e le opportunità nei mercati a rischio: gli strumenti a supporto dell’impresa” è stato aperto dall’overview economica realizzata dal dr. Paolo Ciocca – Economista del Servizio Studi BNL Gruppo BNP Paribas – che ha messo in luce uno scenario mondiale in continuo mutamento. Negli Stati Uniti, l’aumento della produzione si accompagna ad un calo del tasso di disoccupazione mentre le prospettive di crescita a medio termine risentono delle reali potenzialità delle nuove fonti energetiche. In Cina, dopo la forte espansione degli ultimi anni, si prevede per il prossimo triennio un rallentamento del tasso di crescita, come conseguenza di un minore peso degli investimenti e di una maggiore attenzione per la stabilità del sistema bancario. Pesa, inoltre, la scelta di passare da una crescita quantitativa ad una visione qualitativa dello sviluppo. L’attenzione deve essere indirizzata anche verso realtà meno conosciute, come i paesi dell’Africa Sub Sahariana, che crescono di oltre il 5%, o il Messico, che presenta tassi di sviluppo del 4%. Nel Regno Unito la crescita, vicina al 3%, si accompagna ad evidenti squilibri, che interessano i conti con l’estero, con un deficit delle partite correnti di oltre il 3%, e il settore immobiliare, con un aumento dei prezzi delle case prossimo al 10%. Nell’area euro, l’economia è in lenta, ma dise- Cape Town Medium-low risk EXCHANGE TRANSFER: SOVEREIGN NON-PAYMENT: Perth Sydney POLITICAL INTERFERENCE: Adelaide Medium risk SUPPLY CHAIN DISRUPTION: Medium-high risk High risk Very high risk To access the analytical tools, please visit aon.com/2014politicalriskmap and register or use your login details. Non Rated FALKLAND ISLANDS (UK) Line of Control and management programmes to respond to adverse political actions, providing balance sheet protection and business facilitation. Political and security risk assessments are also available, allowing you to make Tasman Sea Auckland NEW ZEALAND Wellington POLITICAL VIOLENCE: Christchurch RISK OF DOING BUSINESS: INABILITY OF GOVERNMENT TO PROVIDE STIMULUS: SOUTHERN OCEAN Scotia Sea Aon's political risk experts use a combination of market experience, innovative analysis tools and tailored risk transfer programmes to help you minimise your exposure to political risks. Aon designs risk transfer Canberra Melbourne LEGAL & REGULATORY RISK: BANKING SECTOR VULNERABILITY: Aon Political Risk Map Aon's Interactive Political Risk Map has been recognised by Business Insurance as 2014 Innovation Award Winner. To view the Interactive Map and access more than fifteen years worth of data on Emerging Markets, please visit aon.com/2014politicalriskmap informed decisions regarding your operations and investments. For further information, please email [email protected] or visit aon.com/2014politicalriskmap © Copyright Aon Plc 2014. All rights reserved. Published by Aon Risk Solutions, Global Broking Centre, London. Il Rischio Paese rappresenta il potenziale impatto negativo che le dinamiche di un paese possono avere sui flussi di cassa di un investimento all’estero e comprende i rischi di insolvenza, i rischi operativi e i rischi politici: una mappa dei rischi come quella messa a disposizione da AON può essere uno strumento 17 About Roubini Global Economics Roubini Global Economics is a leading macroeconomic research and country risk firm best known for its accuracy in predicting vulnerabilities and crisis. Roubini Country Risk combines expert research and risk assessment tools, enabling you to better understand and quantitatively measure countries’ macroeconomic, political, business and social risks. di analisi e valutazione utile alle imprese che vogliono investire all’estero. Infine, Matthew Shires - Head of Political Risk di Aon Risk Solutions - ha dichiarato: “Utilizzando le più recenti funzionalità di dati e analisi, la mappa interattiva online di Aon consente ai clienti una chiarezza senza precedenti nel valutare i rischi politici nei Paesi emergenti. Gli aggiornamenti trimestrali assistono i nostri clienti nel loro processo decisionale strategico e finanziario.” Il contesto globale odierno presenta molte opportunità per le aziende italiane, è però fondamentale conoscere i rischi e le difficoltà che si possono incontrare in altre realtà e il rischio politico è una variabile che nessuna azienda può trascurare nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione. Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 www.gruppolercari.com Analisi dei rischi, tra efficacia ed efficienza Quali benefici può avere per l’azienda un attento risk management? Quanta parte ha l’analisi dei dati nel limitare le future esposizioni? Queste sono alcune delle domande che i risk manager si trovano sul tavolo sempre più spesso. Se ne parlerà in occasione di un forum organizzato da Cunnigham Lindsey Lercari e Zurich che avrà luogo a Milano giovedì 16 ottobre. L’incontro sarà realizzato in collaborazione con ANRA e con il patrocinio di AIdAF, (Associazione Italiana delle Aziende Familiari che riunisce alcune tra le principali aziende familiari italiane, guidate dai valori dell’etica d’impresa, della meritocrazia, della responsabilità sociale e della sostenibilità) Nell’attuale fase congiunturale, caratterizzata da volatilità dei prezzi e forti turbolenze nei mercati finanziari, i rischi che un’impresa è chiamata ad affrontare sono ogni giorno più rilevanti e le decisioni che il management deve assumere per la gestione sono più difficili a causa della componente di rischio e di incertezza sul futuro risultato economico che comportano. Per costruire nuove possibilità e garantire la propria sopravvivenza e sviluppo le imprese non possono aspettare “che la tempesta passi” e devono individuare gli aspetti del proprio business da implementare o diversificare. Ciò deve indurre a ricercare nuove opportunità per allungare la catena del valore. La crescita, e spesso la sopravvivenza, aziendale passa anche attraverso il superamento dei propri orizzonti culturali e nazionali divenuti sempre più stretti e meno forieri di opportunità. In tale contesto si inseriscono anche alcune imprese familiari, che con la loro storia rappresentano un importante patrimonio di tradizioni e risorse, non solo economiche, per la Società e per il Paese nei campi più disparati, dal mondo della produzione a quello dei servizi. Che si tratti di una piccola o media azienda o di una grande realtà industriale, familiare o non, questo non significa trasferirsi tout court all’estero o delocalizzare parte delle attività ma aprirsi alla internazionalizzazione seguendo tre driver fondamentali: Convegno organizzato con con il patrocinio di: • mantenere la propria identità: il valore del- alla copertura con un generico ombrello assile aziende italiane è racchiuso nella loro storia, curativo. fatta di sacrificio, dedizione e innovazione • garantire un presidio diretto, per essere I rischi aziendali devono essere affrontati e vicini e soddisfare i propri clienti presenti in gestiti con un approccio globale ed evoluto altre parti del mondo che accompagni l’azienda nell’intero proces• adattare la propria offerta al nuovo merca- so di gestione del rischio, a partire dalle vato: anche questo non implica snaturare il pro- lutazioni preventive di una struttura di Risk dotto oppure il core business, ma andare in- Engineering, all’offerta di un programma ascontro a nuovi potenziali target, adeguando il sicurativo adeguato e di altri strumenti assiprodotto o il servizio alla domanda specifica. curativi specialistici, all’assistenza qualificata Ma questo processo evolutivo, se da una parte (non solo peritale ma anche gestionale) in apre nuove opportunità, dall’altra comporta caso di sinistro. un ampliamento e una diversificazione dei rischi d’impresa (oltre a quelli tipicamente operativi, anche i rischi emergenti e strategici, inerenti per esempio le minacce informatiche o i danni reputazionali). Su questi deve essere acquisita una sempre maggiore consapevolezza che porti a strutturarsi per tempo con una funzione interna Cunningham Lindsey Lercari fa riferimento alla storico Gruppo che può vantare una stodi Risk Management ria ultracentenaria nel proprio settore, avendo raggiunto quest’anno il 135° anno di vita. ed effettuare un’anali- Quest’anno la società organizza, unitamente a Zurich, un forum in collaborazione con si preventiva dei rischi ANRA e AIdAF, (Associazione Italiana delle Aziende Familiari, alla quale è associata) nel corso del quale si discuterà dell’importanza di un risk management oculato. peculiari del proprio Nella foto la famiglia Lercari, da sinistra: Alessandro, Gian Luigi, Rodolfo, Lucia, Giobusiness, senza limitarsi vanna, Vittorio e Giovanni. 18 QUANTE SONO LE PROBABILITÀ di avere imprevisti? Sappiamo che ogni giorno presenta dei rischi. E’ per questo che ad HCC Global prestiamo particolare attenzione a prodotti assicurativi finanziari, permettendo ad amministratori e dirigenti di raggiungere i loro obiettivi, tralasciando gli imprevisti. HCC Global Un processo assicurativo che noi chiamiamo “Mind over risk.” hcc.com/global Torre Diagonal Mar, Josep Pla 2, Planta 10, 08019 Barcellona, Spagna Una filiale di HCC Insurance Holdings, Inc. HCC Global Financial Products, S.L. - Società unipersonale – ES B-61956629 – Registro delle Imprese di Barcellona, volume 31639, folio 159, pagina B-196767, Agenzia assicurativa monomandataria per conto di HCC International Insurance Company PLC. Succursale in Spagna, iscritta nel Registro degli Intermediari Assicurativi e Riassicurativi e loro Dirigenti del Direttorato Generale per le Assicurazioni e Fondi Pensione (Dirección General de Seguros y Fondos de Pensiones) con il codice E0191B61956629. Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 ANRA informa Queste le date già programmate per gli appuntamenti organizzati da ANRA: • 25 e 26 settembre 2014 CONVEGNO ANNUALE ANRA “Enterprise Risk Management e Governance: quale valore aggiunto?”, a Milano, Palazzo Lombardia • 16 ottobre 2014 Forum organizzato da Cunnigham Lindsey Lercari e Zurich in collaborazione con ANRA, a Milano • 28 ottobre 2014 Convegno “Evoluzione del rischio D&O nel contesto EU” organizzato da Allianz Global Corporate & Specialty in collaborazione con ANRA, a Milano • 30 ottobre 2014 Convegno Lloyd’s – ANRA, a Roma • 5 novembre 2014 Convegno organizzato da Marsh e ANRA, a Milano 20 Risk Management News Numero 34 - Agosto 2014 Chi è ANRA ANRA è l’associazione che dal 1972 raggruppa i Risk Manager e i Responsabili delle Assicurazioni Aziendali. Ad oggi l’associazione conta oltre 150 soci e svolge un importante ruolo per la creazione in Italia di una cultura della gestione dei rischi e delle forme più adeguate per assicurarli. In ANRA sono rappresentati i Risk Manager e i Responsabili Assicurativi Aziendali: i primi monitorano ed esaminano tutti i rischi, ordinari e straordinari, correlati all’attività aziendale, li condividono con il top management e formulano, con il loro accordo, un piano operativo per la gestione dei rischi; i secondi, invece, impostano, realizzano e gestiscono il piano assicurativo dell’azienda. IFRIMA ANRA fa parte dell’IFRIMA (International Federation of Risk and Insurance Management Associations), l’organizzazione, la cui attività può essere fatta risalire al 1930, che raccoglie sotto di sé le associazioni internazionali di gestione del rischio, in rappresentanza di 23 organizzazioni e 30 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo primario di IFRIMA è quello di fornire un forum per l’interazione e il confronto tra le varie associazioni di categoria e i membri che ne fanno parte. FERMA ANRA è iscritta a FERMA (Federation of European Risk Management Associations), l’organizzazione che attualmente riunisce le associazioni nazionali di Risk Management di 22 nazioni europee. Essa rappresenta oltre 4800 professionisti che operano nei più svariati campi, dall’industria alla finanza passando per la sanità, presso organismi statali, privati o enti benefici. Scopo del FERMA è promuovere la cultura della prevenzione rischio e favorire il networking tra i propri associati. Per maggiori informazioni: ANRA, Via del Gonfalone 3 - 20123 Milano T +39 02.58.10.33.00 F +39 02.58.10.32.33 - www.anra.it - [email protected] Seguici anche su: Per approfondire i temi trattati in questo notiziario, vi invitiamo a consultare la pagina dei link consigliati da ANRA. Risk Management News è un notiziario periodico dell’associazione ANRA. [email protected] 21
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