RISK MANAGEMENT NEWS - n° 34

Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
2
Il punto di Rubini
4
D&O: tutti la vogliono,
pochi la conoscono
8
Polizza D&O:
essere all’altezza delle circostanze
9
L’opportunità di una polizza D&O
ed il ruolo peculiare del loss adjuster
10
I nuovi controlli in materia ambientale
13
Pirateria moderna:
problema in evoluzione
14
Nel Lusso la reputazione è il maggiore
rischio da gestire
16
Nuovi strumenti assicurativi
per i rischi nei viaggi di lavoro
17
Internazionalizzazione: nuove
opportunità di sviluppo del business
con un’attenta gestione dei rischi
18
Analisi dei rischi, tra efficacia
ed efficienza
20
ANRA Informa
di Paolo Rubini
Periodico d’informazione a cura di
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
Il punto di Rubini
Cari lettori,
Vorrei aprire il Punto accennando brevemente al 15° convegno annuale di ANRA, che si
tiene il 25 e 26 settembre a Milano nel Palazzo Lombardia. Dopo il successo del convegno
dello scorso novembre, tutta l’industry assicurativa ha accordato ad ANRA un grande consenso circa la sua capacità di rappresentare,
con voce forte e credibile, la nostra professione
e l’esigenza delle aziende italiane di rafforzare
il presidio nella gestione dei rischi. Ne è prova
il fatto che per la prima volta il nostro convegno annuale, ancora articolato su una giornata
e mezzo, aprirà quello che abbiamo definito
l’ANRA Village: un luogo, in piazza Città di
Lombardia, in cui ben 25 espositori accoglieranno i partecipanti al convegno con stand in
cui verranno illustrate le loro soluzioni per la
nostra comunità professionale. Giunto alla
sua 15° edizione, quest’anno il convegno tratterà di “Enterprise Risk management & Governance”. L’obiettivo di ANRA, da sempre,
è quello di guidare l’evoluzione della nostra
professione e non potevamo quindi sottrarci a
quanto da qualche tempo viene richiesto dalle
nostre aziende: da un lato affrontare in modo
integrato ed omogeneo l’intero spettro dei
rischi aziendali, quali quelli strategici, finanziari, di mercato, reputazionali, regolatori e di
compliance (l’ERM); dall’altro contribuire in
modo più diretto al buon governo dell’impresa. Noi crediamo che la strumentazione di cui
dispone il risk manager tradizionale, abituato
a condurre analisi di rischio con valutazione
di probabilità e impatto dei rischi, oltre che
la conoscenza del business che gli deriva
dalle tradizionali attività di risk engineering
e loss prevention, siano essenziali in un processo ERM e lo pongano in una posizione di
vantaggio nell’assunzione della responsabilità
dell’intero processo di Enterprise Risk Management.
In questo numero abbiamo voluto introdurre
un lieve cambiamento nella linea editoriale
della nostra newsletter, iniziando ad approfondire una specifica tematica, con l’obiettivo
di dare maggior supporto operativo al lettore.
Il tema prescelto è la copertura della Responsabilità Civile degli Amministratori e dei
Dirigenti dell’azienda: una soluzione assicurativa ormai piuttosto diffusa ma della quale il
risk manager e gli stessi assicurati sanno poco.
Abbiamo quindi voluto entrare nel merito del
contratto assicurativo, della portata della copertura, spesso più ampia di quanto si creda,
ma anche delle insidie nascoste nei contratti;
ne abbiamo descritto il funzionamento, i criteri su cui si basa la sottoscrizione del rischio,
la gestione dei sinistri, dandone anche alcuni
esempi. Ne è emerso un quadro che non mi
risulta sia mai stato dato, in Italia, della polizza D&O, vista con gli occhi del risk manager,
oltre che dell’assicuratore e del perito.
Abbiamo poi dedicato attenzione ad importanti novità introdotte, nel campo dei rischi
ambientali, dal Decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 46 : attuazione della direttiva
2010/75/UE relativa alle emissioni industriali
(prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento). Come ci illustra Andrea Quaranta,
esso modifica parzialmente il famoso decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevedendo
l’obbligo di inserire nella domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) una
“relazione di riferimento” contenente informazioni sullo stato di qualità del suolo e
delle acque sotterranee, con riferimento alla
presenza di sostanze pericolose pertinenti. Lo
scopo della norma è di consentire un raffronto
in termini quantitativi con lo stato del suolo
al momento della cessazione definitiva delle
attività. Ciò rende anche meno complesso il
funzionamento di una eventuale copertura
assicurativa “postuma” del danno ambientale.
Un altro tema che ci è parso molto interessante è quello dell’evoluzione delle attività di
pirateria sulle coste africane, che ha cambiato
lo scenario delle assicurazioni marittime negli
ultimi anni. Paolo Olivari (di Generali) ci illustra sia le recenti dinamiche indotte dall’intensificarsi delle attività di controllo e prevenzione, sia l’attribuzione della natura di atto di
avaria comune al pagamento di molte delle
spese in cui l’assicurato incorre per le operazioni atte al recupero del bene sequestrato,
con il necessario coinvolgimento degli assicuratori dei singoli partecipanti alla spedizione.
Il settore del lusso è di vitale importanza per
l’economia italiana: ci è parso importante iniziare ad affrontare i rischi di queste aziende,
intervistando ACE, che ha svolto un sondaggio su un ristretto campione di 45 aziende
europee produttrici di beni di lusso, e di una
serie di colloqui approfonditi con esperti in
materia; di tale ricerca diamo conto parte in
questo numero e parte nel prossimo.
Nella ricerca di ACE, fra gli altri, sono stati
citati i rischi nei viaggi di lavoro. Sul tema abbiamo voluto fare un approfondimento, riferendoci a un’indagine condotta da AIG su un
gruppo di 500 “Frequent Flyers”, composto
da persone di nazionalità italiana che viaggiano abitualmente per lavoro.
Diamo infine conto di due importanti incontri che hanno visto ANRA fra i promotori.
Il primo, organizzato da Aon, è già avvenuto
ed ha trattato di rischi e opportunità nei mercati a rischio, con interventi di Paolo Ciocca
(di BNL), Simonetta Acri (di SACE) e Mattew Shires (di Aon Risk Solutions).
Il secondo, organizzato da Cunningham
Lindsey Lercari e Zurich, avrà luogo in ottobre ed avrà per titolo “Dall’analisi dei rischi
alla riduzione delle spese”: ne presentiamo
qui le premesse e gli obiettivi.
Buona lettura.
Paolo Rubini
Milano, 10 settembre 2014
Con il Patronato di
9.00 - 9.30 Registrazione dei partecipanti
9.30 - 9.45 Apertura Lavori
Saluto di Paolo Rubini - Presidente ANRA
PRO 25
GRA SET
9.45 - 10.15 Intervento di Julia Graham - Presidente FERMA
MMA 14
10.15 - 10.45 Io ed il Rischio. Paolo Ainio - AD Banzai
Intervistato da Alessandro Plateroti - Vicedirettore Sole 24 Ore
11.15 - 12.00 ERM, Governance e Codice di Autodisciplina:
visioni dei CRO a confronto. Massimiliano Fossati - CRO Unicredit
Jennifer Hoffman - Corporate Risk Management Director Astaldi
Modera Alessandro Plateroti - Vicedirettore il Sole 24 Ore
12.00-13.00 TAVOLA ROTONDA
ERM e Governance: confronto tra gli attori.
Introduzione: Enrico Guarnerio - Presidente
Comitato Tecnico Scientifico ANRA
Stefano Preda - Prof. di Istituzioni e Mercati Finanziari Politecnico Mi
Fausto Cosi - Presidente ANDAF
Francesco Sogaro - Senior Partner Fondo Italiano d’Investimento
Luigi Santa Maria - Socio Studio Legale Associato Santa Maria
Modera Alessandro Plateroti - Vicedirettore il Sole 24 Ore
enterpr ise
Risk
manage
13.00-13.15 Mercati globali, rischi complessi
Alessandro Castellano - AD SACE
ment
&
g ov e r n a n c e
15.00 - 16.15
WORKSHOP 1 - Valutare i rischi strategici: M&A
Salvatore Iannitti - Of Counsel Norton Rose Fulbright
Rowan Bamford - AIG M&A EMEA Underwriting Manager
María José Cruz Gómez – M&A Team Leader AIG
Alessandro De Felice - Cro Prysmian
Vincenzo Aliotta - Financial Institutions Specialty Director AON
WORKSHOP 2 (39° piano) - Big Data & Cyber Risks
Paola Luraschi - Principal Milliman
Luca Scagliarini - VP Strategy & Business Development Expert System
Filippo Miliani - Risk Manager Tenova
Bill Austin - VP, Senior IT Manager XL Group
Daniela Giannantonio – Leader Risk Intelligence SAS
16.45 – 18.00
WORKSHOP 3 - Business Continuity & Supply Chain
Marco Terzago - Risk Manager SKF Industrie
Konrad Meisterhans - Head Property EMEA, Swiss Re Corporate Solutions
Giovanni Celeri - Marsh Risk Consulting
WORKSHOP 4 (39° piano) - Gestione dei rischi nei contratti
Paolo Lionetti - Group Insurance & Claims Manager Autostrade per l’Italia
Massimo Lomartire – Branch Manager Centro Nord Willis Italia
Francesco Santi – Docente Università Cattolica Milano
Luca Scaltriti - Studio Legale Scaltriti & Partners
quale
valore
aggiunto?
9.30 - 10.15 Governance e Risk Management del capitale umano:
tendenze e best practices nelle aziende multinazionali
Simon Gilliat - Global Head of International Consulting Group Towers Watson
10.15 – 10.45 Presentazione della Ricerca RiskGovernance/ANRA.
Evoluzione del ruolo del gestore dei rischi aziendali in Italia
Prof. Marco Giorgino - RiskGovernance
Paolo Rubini - Presidente ANRA
PRO 26
GRA SET
MMA 14
11.30-12.15 TAVOLA ROTONDA: Commenti sulla Ricerca RiskGovernance/ANRA
Prof. Marco Giorgino - RiskGovernance
Alessandro De Felice - CRO Prysmian
Federica Seganti - MIB Trieste
12.15-12.45 ERM e valore di mercato delle Imprese: un’ indagine empirica
Barbara Monda - Deputy Director Risk Governance
12.45 – 13.15 Enterprise Risk Management e Governance: quale valore aggiunto?
Prof. Avv. Alberto Monti
13.15- 13.30 Conclusioni Paolo Rubini - Presidente ANRA
13.30 LIGHT LUNCH
xv
convegno annua le
a s s o c i a z i o n e
e
n a z i o n a l e
r e s p o n s a b i l i
d e i
r i s k
a s s i c u r a z i o n i
m i l a no –pa l a z z o lo m b a r di a
a z i e n d a l i
25–26 settembre 2014
www.anra.it – [email protected] – 02.58103300
in collaborazione
con
anr a
m a n a g e r
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
D&O: tutti la vogliono,
pochi la conoscono
Considerate nei primi anni un prodotto tipicamente nord-americano collegato alle
pesanti conseguenze di eventuali Class Action, le polizze D&O si sono affermate
in Italia nell’ultimo decennio, per far fronte all’inasprirsi delle normative sulle
responsabilità di dirigenti, amministratori ed aziende. Attorno a questo prodotto
rimangono delle questioni non ancora del tutto chiare per le aziende
•
La D&O (Directors’ & Officiers’ Liability) è
una polizza che negli ultimi anni ha riscontrato un costante aumento di interesse da parte
degli amministratori e dei dirigenti di azienda, che ne hanno potuto apprezzare l’indubbia utilità nel tutelare non solo gli interessi
propri, ma anche e soprattutto il patrimonio
aziendale, esposto a sempre nuovi rischi di
azioni legali e alle conseguenti spese di difesa.
Il crescente interesse su queste polizze ha fatto emergere negli anni alcuni aspetti che sono
divenuti punto di confronto tra compagnie e
clienti. Una delle chiavi nella diffusione delle
polizze D&O risiede nel rapporto che lega
impresa ed amministratori e nelle responsabilità che vengono oggi attribuite dalla normativa a queste figure. Con il D.Lgs. 231/2001,
infatti, si introduce nel nostro ordinamento
la responsabilità amministrativa/penale delle
persone giuridiche per i reati commessi da
soggetti che vi operano: non solo il soggetto
che ha commesso reato, ma la stessa impresa
presso cui il soggetto lavora sono tenuti a rispondere dei reati previsti come penalmente
rilevanti dalla stessa legge. La 231 dunque
comporta un aumento del rischio di azioni
civili nei confronti degli amministratori e dei
dirigenti, come regolate nel Codice Civile dagli articoli dal 2393 al 2396, dal 2403 e 2407.
La polizza D&O ha dunque una rilevanza
sempre maggiore:
• per gli amministratori, specie quelli indipendenti, che oggi spesso accettano la
carica solo se adeguatamente tutelati da
una polizza che assicuri le responsabilità
assunte nello svolgimento della carica;
4
per i manager, che hanno necessità di
muoversi con un certo potere discrezionale per raggiungere gli obiettivi richiesti
dall’azienda, e vedono il proprio patrimonio tutelato dalla D&O;
• per l’azienda, che con la stipula della polizza ottiene un duplice interesse diretto,
perché rende il dirigente più libero nell’operare (sapendo che la propria responsabilità è coperta dalla D&O) e nello stesso
tempo tutela sé stessa, ove essa debba
rispondere dell’operato del proprio dirigente. In Italia tale responsabilità è esplicitamente prevista dall’art. 15 del CCNL
dei dirigenti industriali che, al comma 1,
stabilisce che “ogni responsabilità civile
verso terzi per fatti commessi dal dirigente nell’esercizio delle proprie funzioni
è a carico dell’azienda”; sono esclusi solo i
casi di dolo e colpa grave (quest’ultima di
solito viene comunque ricompresa nella
garanzia di polizza): ne consegue che anche tutte le spese di difesa del dirigente
siano a carico dell’azienda.
Per quanto attiene agli amministratori, va poi
sottolineato che la dimensione aziendale è
ininfluente: che si tratti di multinazionali o di
Pmi, per il codice civile l’amministratore è in
ogni caso responsabile e dal 2004, con la riforma Vietti, sono definite e date per acquisite le
peculiarità professionali dell’amministratore,
che deve avere competenze adeguate al ruolo
che ricopre, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda.
Come funziona una polizza D&O
La polizza è nota per assicurare la responsabilità civile dei consiglieri di amministrazione
della società contraente e delle società da essa
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
controllate: “La definizione di Assicurato
in realtà è ben più ampia ed include, oltre ai
membri dei Consigli di Amministrazione,
i Sindaci, il Dirigente Preposto (ex D.Lgs.
262/05), i membri dei vari comitati interni
(esecutivo, di sorveglianza, di gestione), liquidatori volontari, amministratori di fatto; tutti
costoro rientrano nella categoria dei Directors; ma la polizza assicura anche tutti i dirigenti o chiunque abbia funzioni manageriali
nella società, gli Officers” spiega Paolo Rubini,
presidente di Anra e Head of Insurance in
Telecom Italia. Sono anche assicurati i D&O
di società non controllate dalla società contraente, se da essa nominati (i cosiddetti “outside
directors”): “La copertura in tal caso opera in
eccesso ad eventuali polizze che tali società
abbiano stipulato direttamente e limitatamente alla responsabilità personale dell’assicurato. In ogni caso, la definizione di Società
assicurata comprende anche le controllate, fra
le quali possono essere incluse le fondazioni e
associazioni non lucrative”. Per venire incontro alle necessità delle aziende, la territorialità è di solito “mondo intero”, mentre come
Foro Competente usualmente è precisato
quello della sede legale della Capogruppo.
Come visto precedentemente, l’oggetto
dell’assicurazione prevede garanzie sia a favore degli assicurati (quindi a tutela del patrimonio personale dei D&O), sia a favore
della società contraente: “Gli assicurati sono
tenuti indenni per le richieste di risarcimento
avanzate direttamente nei loro confronti per
fatti inerenti la loro attività (cosiddetto “side
A”)” precisa Rubini, “mentre la Società è coperta sia per le somme che abbia pagato agli
assicurati, essendo obbligata per legge o per
contratto a tenerli indenni (cosiddetto Company Reimbursement, o “side B”), sia per i danni
derivanti da acquisto, vendita o offerta di ac-
quisto o vendita di titoli emessi dalla società
su qualsiasi mercato azionario (i cosiddetti
Securities Claims, o “side C”)”.
La polizza esclude, di solito, le azioni del contraente o di un assicurato nei confronti di un
altro assicurato (clausola “Insured vs Insured”), tuttavia la copertura può essere estesa
anche all’azione sociale di responsabilità ai
sensi del 2° comma dell’art. 2393 cc., in quanto specifica eccezione alla predetta esclusione.
I criteri di sottoscrizione
In Italia sono ormai numerosi i player assicurativi che offrono coperture D&O. Sergio
Pierro, Underwriter International Financial
Lines per XL Group elenca quanto necessita
per valutare la sottoscrizione della polizza: “I
documenti indispensabili da analizzare in fase
assuntiva sono un numero limitato: l’ultimo
bilancio disponibile, un questionario che contenga le informazioni dettagliate sull’eventuale storia sinistrale dell’azienda e una serie di
informazioni sulla Corporate Governance”.
In modo particolare nel questionario (definito
“warranty statement”) – la cui compilazione è
di uso comune tra i sottoscrittori - si richiede
al contraente di polizza di specificare se è a
conoscenza di circostanze pregresse che possono dare luogo ad un sinistro, con lo scopo di
escluderle esplicitamente dal contratto. Alessandro Zampini, Head of Financial Lines in
Zurich precisa: “L’attività di assunzione di
una polizza D&O comporta lo studio di una
serie di elementi che vanno dall’analisi del bilancio, dell’esperienza e track record del senior
management della società contraente, l’analisi
del suo settore di attività, dell’andamento del
titolo in borsa nei 12 mesi precedenti (per le
società quotate) e l’esposizione geografica; oltre a ciò può essere poi necessario assumere
altre informazioni. In particolare, Zurich è da
5
sempre attenta alla ricerca di una soluzione
assicurativa ottimale, analizzando in dettaglio
la presenza internazionale dell’assicurato, in
modo tale da strutturare un programma pienamente adeguato alle normative internazionali”.
La validità temporale della polizza è quella
tipica per i contratti che utilizzano la forma
di copertura “claims made”. Dice Paolo Rubini:
“Sono coperti i sinistri in cui la richiesta di
danno (claim) è stata avanzata nei confronti degli assicurati per la prima volta durante
il periodo di validità del contratto, indipendentemente da quando sia avvenuto il danno.
Sono pertanto assicurati tutti i “past, present
and future Directors and Officers”, senza necessità di preventiva identificazione nominativa
in polizza”, purchè un danno a loro ascritto
sia stato denunciato nel periodo di validità
della polizza. Continua poi Rubini, facendo
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
leva anche sulla propria esperienza: “Questo
sistema di funzionamento della polizza richiede alcune accortezze. La prima riguarda
l’acquisto di un periodo di retroattività della
garanzia, a copertura dei fatti avvenuti prima
dell’attivazione della polizza. La seconda riguarda la necessità di predefinire un eventuale
periodo di ultrattività, a copertura di denunce
presentate dopo la cessazione della polizza ma
riferite a fatti accaduti in vigenza della stessa. Quando poi cambia il controllo della società, sebbene la copertura continui per tutti
i D&O, potrebbe essere nell’interesse di chi
vende avere a disposizione una specifica copertura pluriennale a garanzia dei fatti compiuti dai consiglieri uscenti, e nell’interesse di
chi compra non condividere lo stesso massimale di polizza (di solito aggregato annuo)
con il venditore. A questo scopo è possibile
stipulare contratti cosiddetti run off cioè polizze D&O poliennali riferite alle sole richieste di risarcimento relative a fatti avvenuti
prima del change of control”.
Alessandro Zampini,
Head of Financial Lines di Zurich
Sergio Pierro,
Underwriter International Financial Lines per XL Group
Una ricca casistica di eventi
Chi ricopre cariche con responsabilità di gestione è sempre esposto al rischio di contenziosi, una tendenza che pare essere in aumento nell’attuale periodo di crisi. Alcuni esempi
di ambiti di applicazione della D&O possono
riguardare l’esito fallimentare di un’operazione
su cui gli investitori chiedono il risarcimento,
oppure il conflitto d’interessi che è una criticità per aziende e società di qualsiasi livello.
Secondo Alessandro Zampini di Zurich “Un
trend che si osserva in tutti i settori di attività
è quello dell’attivazione della polizza a seguito
di indagini svolte da parte delle autorità di vi-
6
gilanza nei confronti degli assicurati. In molti
casi tali indagini, pur non costituendo ancora
fattispecie di sinistro, rappresentano una forte
ed immediata esposizione in termini di costi
legali e di consulenti di cui la compagnia si
fa carico. Indagini da parte di un ente di regolamentazione, di una procura nei confronti
di un amministratore e costi per audizioni di
fronte a autorità estere, sono fra i casi più frequenti su cui la compagnia si trova a rispondere relativamente alle spese legali collegate alla
polizza”. Sergio Pierro, di XL, aggiunge due
casi vissuti direttamente: “Ricordo la richiesta di sinistro per un’azione di responsabilità
promossa dal commissario liquidatore di una
società in amministrazione straordinaria nei
confronti della precedente amministrazione,
o anche la richiesta di risarcimento nei confronti del presidente di una società il quale ha
effettuato operazioni di investimento di denaro dell’azienda senza previa autorizzazione da
parte del CdA”.
Altro ambito di rischio sono le operazioni di
finanziamento arbitrarie, in cui ad esempio
la società controllante si avvale di un prestito
dalla controllata: di fronte ad eventuali problemi di liquidità di quest’ultima, alcuni terzi
come fornitori o banche potrebbero decidere
di promuovere azioni per cattiva gestione verso gli amministratori.
Data poi l’operatività multi giurisdizionale,
quindi transnazionale, della polizza D&O, un
ambito di rischio particolarmente interessante, specie per le PMI, è l’attività produttiva e
commerciale all’estero, che prevede il contatto
con contesti professionali e legislativi sconosciuti a chi non si è avvalso precedentemente
di adeguata consulenza: situazioni che possono dare luogo in maniera del tutto involontaria a eventi critici.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
La difesa legale nelle polizze D&O
Le polizze D&O includono nel massimale
anche le spese per i costi di difesa, in sede
civile o penale. A differenza di altri contratti
assicurativi, nelle polizze D&O più sofisticate
tali costi di difesa possono essere anticipati prima della sentenza definitiva (e quindi
a prescindere dall’accertamento della colpa
dell’assicurato), via via che vengono sostenuti;
qualora venga emessa una condanna per dolo
con sentenza definitiva, l’assicurato, sarà tenuto alla restituzione alla compagnia di quanto
percepito.
“Ciò appare insolito, ma dipende dalla filosofia stessa della copertura” osserva Paolo
Rubini, “l’interesse dell’assicuratore è nel difendere l’assicurato fino dal primo momento,
quando ancora non è nota la natura, colposa
o dolosa, del sinistro. La copertura di tutte le
spese legali appare oggi l’argomento di maggiore interesse da parte delle aziende, a mio
avviso ingenerando un equivoco di fondo: il
rimborso di ingenti spese di difesa (comprese le perizie) ai propri dirigenti, cui l’azienda
è tenuta in forza del contratto di lavoro, non
deve far intendere che lo scopo della polizza
sia principalmente quello della tutela legale.
Se le polizze hanno un andamento tecnico
negativo solo per effetto delle spese legali, forse può convenire gestire queste ultime,
predeterminando i difensori e/o le loro tariffe
in modo da mantenere la capacità assicurativa
a disposizione per coprire l’oggetto principale della polizza, cioè i risarcimenti in caso di
soccombenza”.
Quello dell’incidenza delle spese legali e del
“malinteso” obiettivo delle polizze D&O è
un argomento a cui le compagnie sono necessariamente sensibili: “La D&O, in quanto polizza RC, prevede la copertura dei costi
di difesa che dovessero essere sostenuti dalla
persona assicurata in seguito ad una richiesta
di risarcimento relativa ad un proprio errore
manageriale” precisa Alessandro Zampini, “in
realtà, il deteriorarsi della situazione economica italiana e la maggiore litigiosità degli
ultimi anni hanno comportato un acuirsi dei
costi di difesa pagati dalla compagnia a seguito dell’attivazione della polizza D&O. E’ pertanto sempre più importante per l’assicurato
entrare nell’ottica della scelta del massimale di
polizza in considerazione non solo del potenziale danno, ma anche dei costi di difesa che
da esso possano scaturire”. Anche per Sergio
Pierro si tratta di un tema alquanto spinoso:
“Emerge il conflitto tra la possibilità di copertura di costi di difesa sia in fase attiva che
passiva nell’ambito della tutela legale, con la
sola copertura dei costi di difesa in fase passiva nella RC Amministratori. Risulta quindi
evidente che l’optimum potrebbe essere raggiunto solo attraverso una tutela legale che
venisse “forgiata” sulla base della copertura
garantita dalla polizza D&O”.
La gestione del sinistro
Le polizze D&O operano in regime di
“Claims made” ovvero si attivano in presenza
di un sinistro denunciato per la prima volta
nel periodo di validità della polizza, anche se
l’azione che ne è all’origine risale ad un tempo
di retroattività della copertura attiva. Come
sinistri vengono intesi la richiesta di risarcimento da parte di terzi, un’azione per responsabilità sociale o l’avvio di un procedimento
giudiziario che richieda la tutela da parte di
un legale.
L’assicurato richiede a questo punto l’intervento della compagnia per l’attivazione della
polizza e questa inizia ad operare nell’ottica
di una riduzione di tempi e di costi a tutela
del proprio cliente. Dice Sergio Pierro di XL:
“Nel momento in cui il sinistro viene notificato alla compagnia di assicurazione, procedia7
mo immediatamente con l’analisi della polizza
e del questionario al fine di evincere quale sia
l’ambito di copertura e l’eventuale misura di
indennizzo da corrispondere all’assicurato. Il
responsabile della gestione del sinistro, lavora
in collaborazione con lo studio legale al fine
di predisporre la migliore strategia per poter
affrontare la controversia”. In questa azione
le compagnie si avvalgono della collaborazione di tutti gli attori: “La compagnia, tramite
il proprio team di liquidatori dedicato (o, in
casi particolari, tramite legali specializzati),
esamina il sinistro insieme al cliente e all’intermediario, per comprenderne l’esposizione
concreta e per valutare l’approccio opportuno”
precisa Alessandro Zampini di Zurich, “Vengono fornite altresì alcune linee guida per la
gestione del contenzioso. In linea generale, la
compagnia tende ad evitare al cliente l’alea di
un contenzioso favorendo, previa valutazione
del caso nel merito, transazioni o altre soluzioni alternative”.
Esiste infine una opzione che è utile considerare in fase di sottoscrizione di una polizza
D&O, vale a dire il caso di conoscenza di una
situazione in essere che potrebbe dare luogo
ad un sinistro: in tal caso va resa evidente la
situazione al sottoscrittore, il quale può prevedere la modalità di “denuncia di circostanza”,
riservandosi di segnalare le condizioni per le
quali potrebbe rifiutare di far rientrare l’eventuale sinistro nelle coperture. “Un momento
particolarmente delicato”, spiega Rubini, “è
costituito dal cambio di assicuratore; infatti
occorre essere certi che tutti i sinistri (claims),
ma anche tutte le “circostanze”, siano stati notificati al vecchio assicuratore, per evitare che
restino scoperti. I risk manager definiscono
questo insieme di informazioni, in modo gergale ma molto evocativo, laundry list”.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.agcs.allianz.com
Polizza D&O:
essere all’altezza delle circostanze
di Massimilano Gianelli
Responsabile Sinistri AGCS
Italia
Operando su denuncia di sinistro, potrebbe accadere che alcune circostanze
conosciute all’atto della sottoscrizione - e potenzialmente a rischio di richiesta di
risarcimento - rimangano escluse. Un dialogo con la compagnia può risultare utile
per trovare una soluzione e non trovarsi scoperti
Le polizze D&O operano su base claims
made: le persone assicurate potranno validamente impegnare la polizza a condizione che
nel periodo di validità del contratto sia stata
da loro ricevuta una richiesta di risarcimento.
Gli assicurati resteranno pertanto privi di
copertura qualora la richiesta risarcitoria sia
inviata in un periodo di tempo successivo al
periodo di validità della polizza, e ciò nonostante l’atto illecito dannoso o il danno si siano verificati durante la sua vigenza.
Vi è poi il rischio concreto che neppure l’(eventuale) assicuratore subentrato si faccia
carico del sinistro: le polizze D&O infatti
escludono esplicitamente le richieste di risarcimento che siano conseguenza di circostanze
note agli assicurati in un periodo di tempo
antecedente all’entrata in vigore della polizza.
Le persone assicurate resterebbero sprovviste
di copertura sia sulla polizza in vigore al momento della realizzazione dell’evento dannoso
(in assenza di una richiesta di risarcimento
non si ha un sinistro), sia sulla polizza successiva stipulata da un nuovo assicuratore (il
quale avrà fatto sottoscrivere un warranty statement in cui si denunciano le circostanze note
pregresse, poi espressamente escluse dal testo
di polizza).
Per ovviare a questo inconveniente, la polizza
D&O ha introdotto un elemento di novità: la
possibilità per la persona assicurata di denun-
ciare la “circostanza da cui potrebbe nascere
un sinistro”.
L’assicurato potrà impegnare la polizza nel
momento in cui è a conoscenza di una circostanza da cui potrebbe nascere un sinistro, pur
in assenza di una richiesta risarcitoria: quando
e se la richiesta di risarcimento giungerà, il sinistro potrà finalmente attivarsi ed avrà come
data quella in cui l’assicurato è venuto a conoscenza della circostanza.
Si tratta in breve di una sorta di patto condizionale sospensivo con il quale l’assicuratore,
in presenza di una “circostanza” valida a termine di polizza, si impegna a valutare future
richieste di risarcimento ed eventualmente a
gestire e pagare i danni, applicando le condizioni della polizza in vigore al momento della
denuncia della circostanza.
Tuttavia, è bene precisare che denunciare fatti
e/o supposizioni estremamente vaghe e niente affatto circostanziate, non otterrà l’effetto
sperato.
Denunciare come circostanza “La crisi finanziaria del 2009” e pretendere di agganciarvi
una o più richieste di risarcimento direttamente od indirettamente collegate non avrà
effetto: si tratta infatti di una denuncia non
valida perché troppo ampia e vaga.
La denuncia di circostanza perché possa validamente impegnare la polizza deve essere
opportunamente “circostanziata” (appunto) e
8
dettagliata elencando (ove possibile) i fatti, le
persone assicurate potenzialmente coinvolte, i
danni potenziali e così via. Inoltre, la stessa
impegnerà la polizza strettamente all’interno
dei fatti e dell’episodio così circostanziato.
La denuncia di circostanza è uno strumento
chiave della polizza D&O e può avere conseguenze non meno significative della denuncia
di sinistro: occorre pertanto prestare particolare attenzione e cura al suo utilizzo.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.crawfordandcompany.it
L’opportunità di una polizza D&O
ed il ruolo peculiare
del loss adjuster
L’Avv. Francesca Pittaluga, senior loss adjuster di Crawford & Company Italia,
risponde a domande concernenti alcuni aspetti dei sinistri su Polizze D&O e il loro
recente sviluppo
Avvocato, che cos’è una Polizza D&O?
In breve, una polizza D&O copre la responsabilità civile di amministratori, sindaci e di
altre figure dirigenziali in genere. Questi profili nei sistemi di diritto inglese e nord-americano, vengono generalmente indicati come
“Directors & Officers”.
Cosa rende i sinistri su Polizze D&O tanto
frequenti ed attuali?
L’insolvenza delle società di capitali è una
realtà sempre più diffusa, non solo in Italia,
ma in tutta Europa, stante la crisi finanziaria
e industriale in corso. Proprio l’insolvenza ha
comportato un aumento di richieste risarcitorie e determinati settori ne sono risultati più
colpiti. In particolare i settori Trasporti, Auto,
Edile, Immobiliare e delle Energie rinnovabili
sono quelli con più imprese in sofferenza, se
non addirittura fallite. Così si registra un picco di sinistri che, secondo recenti analisi, sono
prodotti proprio da questi comparti.
Qual è un esempio tipico di sinistro D&O?
I sinistri che nascono dai fallimenti e dalle
procedure affini non sono l’unica casistica esistente ma di certo quella più frequente. I curatori fallimentari devono recuperare denaro da
distribuire ai creditori sociali. Avendo pochi
mezzi a disposizione, promuovono con facilità richieste risarcitorie contro amministratori
e sindaci, ipotizzando mala gestio aziendale,
false dichiarazioni e bilanci e accusando tali
soggetti di aver perseguito il proprio perso-
nale vantaggio anzichè quello della società.
Secondo uno studio americano, in Europa,
nel 2013, i sinistri derivanti da fallimenti si
attestano al primo posto per importi erogati.
In media quali sono le richieste risarcitorie
dirette a sindaci e amministratori e quali gli
importi erogati a indennizzo?
Sovente le richieste risarcitorie iniziali eccedono di gran lunga i massimali di polizza. Si
parte con richieste milionarie per poi addivenire a cifre più ragionevoli, perchè, come detto, l’obiettivo concreto dei curatori è quello di
recuperare proventi da distribuire poi ai creditori sociali. I curatori sono consapevoli che
le procedure giudiziali sono lunghe e costose,
comportano oneri della prova circa il quantum e il nesso causale e divengono quindi
cause non vantaggiose. Perciò noi adjusters
ci adoperiamo molto spesso per comporre la
vicenda con una transazione.
Qual è il ruolo del loss adjuster in questi casi?
Il loss adjuster deve inquadrare il caso e quantificare il danno potenziale nel minor tempo possibile, suggerire agli assicuratori una
riserva del danno adeguata per permettere
agli stessi una rapida riflessione su come procedere, possibilmente prima che la richiesta
risarcitoria da stragiudiziale si trasformi in
giudizio civile, con tempi e costi rilevanti. In
tal senso collaborare con l’assicurato ed eventualmente con il suo legale si rende quanto
mai necessario. Proprio gli assicurati, spesso,
9
si fanno parte attiva e ci aiutano a capire se le
loro responsabilità siano reali o meno, raccolgono per noi la documentazione necessaria, ci
forniscono i chiarimenti richiesti e ciò a tutto
vantaggio non solo degli assicuratori, ma degli
stessi assicurati per una definizione rapida del
sinistro.
Il 22 settembre 2014 Crawford & Company
Italia organizzerà un seminario, tenuto dal
Dott. Marco Rossetti, magistrato della Suprema Corte di Cassazione, che avrà per oggetto
i diversi profili della responsabilità degli Amministratori, dei Sindaci e Altre Cariche Dirigenziali di Società.
Per maggiori informazioni contattare:
[email protected]
Avv. Francesca Pittaluga
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
I nuovi controlli
in materia ambientale
Il decreto sulle emissioni industriali è uno strumento utile (anche) per
promuovere il risk management. Al centro della nuova norma, la volontà del
legislatore di rendere periodici i controlli delle matrici ambientali nel periodo di
esercizio e alla cessazione dell’attività
di Andrea Quaranta
Environmental risk and crisis manager
[email protected]
I nuovi controlli periodici
Il recente decreto “emissioni industriali”
(D.Lgs n. 46/2014) ha profondamente riformato la disciplina sull’autorizzazione integrata ambientale: fra le innovazioni normative, la
più importante dal punto di vista della gestione del rischio è quella concernente l’obbligo
di inserire nella domanda di AIA – nei casi in
cui l’attività comporti l’utilizzo, la produzione
o lo scarico di sostanze pericolose e, tenuto
conto della possibilità di contaminazione del
suolo e delle acque sotterrane nel sito dell’installazione – anche una relazione di riferimento (vedi la tabella), elaborata dal gestore
prima della messa in esercizio dell’installazione o del primo aggiornamento dell’autorizzazione rilasciata, per la quale l’istanza costituisce richiesta di validazione.
L’obiettivo del legislatore consiste nel controllo periodico – in fase di esercizio e al momento della cessazione definitiva dell’attività
– dello stato delle matrici ambientali rispetto alla situazione in essere al momento della
messa in esercizio dell’installazione.
Il rafforzamento dei controlli: il cambio di
prospettiva
Il sistema di controlli ambientali, dunque, è
stato rinforzato. Ne costituisce ulteriore riprova la modifica nella disciplina del contenuto prescrittivo dell’AIA che, in estrema
sintesi, ha stabilito che:
1. l’AIA include le ulteriori disposizioni
[…] adeguate:
• per la manutenzione e la verifica periodica delle misure adottate per prevenire
le emissioni nel suolo e nelle acque sotterranee;
• relative al controllo periodico del suolo e
delle acque sotterranee in relazione alle
sostanze pericolose che possono essere presenti nel sito e tenuto conto della
possibilità di contaminazione del suolo
e delle acque sotterranee presso il sito
dell’installazione;
2. l’autorità competente fissa valori limite
di emissione che garantiscono che, in
condizioni di esercizio normali, le emissioni non superino i livelli associati alle
migliori tecnologie disponibili (BAT)
attraverso una delle due opzioni indicate
dall’art. 29-sexies, comma 4-bis. In particolare, la seconda prevede la fissazione di
Contenuto: informazioni sullo stato di
qualità del suolo e delle acque sotterranee,
con riferimento alla presenza di sostanze
pericolose pertinenti
Scopo: effettuare un raffronto in termini
quantitativi con lo stato al momento della
cessazione definitiva delle attività
Le informazioni devono riguardare almeno:
• l’uso attuale e, se possibile, gli usi passati del sito,
• se disponibili, le misurazioni:
− effettuate sul suolo e sulle acque
sotterranee che ne illustrino lo stato
al momento dell’elaborazione della
relazione o, in alternativa,
− (nuove) effettuate sul suolo e sulle
acque sotterranee tenendo conto della possibilità di una contaminazione
del suolo e delle acque sotterranee da
parte delle sostanze pericolose usate,
prodotte o rilasciate dall’installazione
interessata
10
“valori limite di emissione diversi [rispetto a quelli di cui alla prima opzione…] in
termini di valori, tempi di riferimento e
condizioni, a patto che l’autorità competente stessa valuti almeno annualmente i
risultati del controllo delle emissioni al
fine di verificare le emissioni, in condizioni di esercizio normali, non superino
i livelli di emissione associati alle BAT”;
3. l’AIA contiene anche:
• nel caso della cit. seconda opzione, di
cui al punto precedente, una sintesi dei
risultati – previsti già dalla disciplina
previgente – “espressi in un formato che
consenta un confronto con i livelli di
emissione associati alle BAT, rendendo
disponibili, a tal fine, anche i risultati del
controllo delle emissioni per gli stessi
periodi e alle stesse condizioni di riferimento dei livelli di emissione associati
alle BAT”;
• l’obbligo di comunicare all’autorità competente, ai comuni interessati e all’ente
responsabile degli accertamenti, i dati relativi ai controlli delle emissioni richiesti
dall’AIA;
4. nell’ambito dei controlli, di cui al punto precedente, è espressamente prevista
un’attività ispettiva presso le installazioni, svolta con oneri a carico del gestore
dall’autorità di controllo che preveda
l’esame di tutta la gamma degli effetti
ambientali indotti dalle installazioni interessate;
5. fatto salvo quanto specificato nelle conclusioni sulle BAT applicabili, l’AIA
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
•
•
Andrea Quaranta
programma specifici controlli almeno
una volta ogni cinque anni per le acque
sotterranee e almeno una volta ogni dieci
anni per il suolo, a meno che sulla base
di una valutazione sistematica del rischio
di contaminazione non siano state fissate
diverse modalità o più ampie frequenze
per tali controlli;
6. fatto salvo quanto disposto dalla disciplina sulla tutela delle acque dall’inquinamento e sulla bonifica dei siti contaminati, l’autorità competente stabilisce
condizioni di autorizzazione volte a garantire che il gestore, fra l’altro:
• elabori e trasmetta per validazione all’autorità competente la relazione di riferimento prima della messa in servizio della
nuova installazione o prima dell’aggiornamento dell’autorizzazione rilasciata
per l’installazione esistente, quando l’at-
tività comporta l’utilizzo, la produzione o
lo scarico di sostanze pericolose, tenuto
conto della possibilità di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel
sito dell’installazione, mentre
al momento della cessazione definitiva
delle attività, valuti lo stato di contaminazione del suolo e delle acque sotterranee
da parte di sostanze pericolose pertinenti
usate, prodotte o rilasciate dall’installazione;
adotti le misure necessarie per rimediare
all’inquinamento che dovesse emergere
da quest’ultima valutazione, in modo da
riportare il sito allo stato antecedente,
tenendo conto della fattibilità tecnica di
dette misure.
Fatta salva quest’ultima disposizione, il gestore deve, al momento della cessazione definitiva delle attività, eseguire gli interventi
necessari ad eliminare, controllare, contenere
o ridurre le sostanze pericolose in modo che
il sito, tenuto conto dell’uso attuale o dell’uso
futuro approvato:
• cessi di comportare un rischio o
• non comporti un rischio significativo
se la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee nel sito comporta un rischio
significativo per la salute umana o per l’ambiente in conseguenza delle attività autorizzate svolte dal gestore anteriormente al primo
aggiornamento dell’autorizzazione per l’installazione esistente.
La tutela del più importante asset dell’impresa: il suolo su cui sorge
Si tratta di una novità importante, che finalmente sembra rispondere alla necessità di
unire al trasferimento del rischio per danno
ambientale – valorizzandolo – anche la ge11
stione del rischio inquinamento e della crisi.
La visione tradizionale ha sempre considerato, a torto, l’inquinamento come un evento
(molto) raro e connesso al concetto di rilascio
e alla presenza di sostanze pericolose allo stato liquido, e in ogni caso associato alle “grandi
industrie”.
Tuttavia, la realtà ha dimostrato che:
• non vale l’equazione piccola azienda =
piccolo danno;
• la contaminazione dei luoghi è connessa
anche, e soprattutto, ad eventi quali l’incendio, l’esplosione, gli eventi naturali,
che colpiscono innanzitutto l’area del sito
produttivo.
In sostanza, l’analisi della realtà già evidenziava che era indispensabile affiancare alla tradizionale polizza assicurativa generale – che
lascia scoperti molti aspetti: uno su tutti, il
terreno sul quale sorge l’impresa – una serie
di strumenti ulteriori: un risk & crisis management adeguato e una polizza ambientale ad
hoc.
Ora, con questa novità normativa il legislatore, sia pure con il consueto ritardo, sembra
correre ai ripari, prevedendo un obbligo che,
almeno in teoria, dovrebbe contribuire anche a rendere consapevoli gli imprenditori
dell’importanza di dotarsi proprio di quegli
strumenti cui si è appena fatto riferimento,
con lo scopo di tutelare l’impresa dall’evento,
più frequente di quanto non si possa immaginare, di inquinamento e, soprattutto, uno dei
suoi asset più importanti: il suolo su cui sorge.
L’uso di queste due espressioni: “sembra”, e
“in teoria” è d’obbligo. Per rendere effettiva
la riforma occorrerà valutare se, alla prova dei
fatti, il nuovo sistema di controlli sarà reale
ed efficace, o se rimarrà soltanto lettera morta,
come purtroppo è spesso accaduto in passato.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.generali.it
Pirateria moderna:
problema in evoluzione
di Paolo Olivari
Hull claims manager in Generali Italia
Nonostante le azioni messe in atto anche attraverso l’Unione Europea per ridurre
il rischio pirateria sulle coste somale, il fenomeno vede una recrudescenza in altre
aree geografiche, con forme anche violente verso i beni e le persone coinvolte
La ricomparsa negli ultimi anni delle attività di pirateria è un problema che gli assicuratori marittimi hanno dovuto riaffrontare
seriamente. La letteratura ci ha confermato,
attraverso autori importanti come l’Arnoud,
Lowndes & Rudolf e non ultimo il nostro
Ferrarini, la correttezza dell’attribuzione della
natura di atto di avaria comune al pagamento
di molte di quelle spese in cui il cliente incorre per le operazioni atte al recupero del bene
sequestrato, laddove questo sia avvenuto a beneficio di una spedizione caratterizzata dalla
partecipazione di una pluralità di interessi, e
quindi l’attitudine del relativo esborso a far
sorgere in capo ai singoli partecipanti alla
spedizione un’obbligazione contributoria, ed
ai rispettivi assicuratori una corrispondente
obbligazione indennitaria. Il rischio pirateria può assumere quindi dimensioni notevoli.
In questo articolo considereremo la attuale
situazione del fenomeno, che ha innegabilmente registrato una forte diminuzione nella
sua forma estorsiva, evolvendosi però in una
forma più violenta di carattere predatorio in
altre zone geografiche.
Nel Marzo 2012 l’Unione Europea ha esteso
la durata della missione Atalanta sino a tutto
il 2014, permettendo inoltre alle forze armate
l’attacco dei pirati sia in mare che nelle basi
terrestri, non più solo quindi attività di controllo e prevenzione ma licenza di ricercare e
distruggere almeno la “logistica”. Le nazioni
europee hanno siglato accordi collaborati-
vi con il governo federale somalo transitorio
per la lotta al fenomeno. L’utilizzo delle “best
management practices” definite dall’IMO, arrivate ormai alla loro 4° edizione, l’adozione
di guardie armate a bordo, la chart Q6114
che stabilisce una “Voluntary reporting Area”
hanno quindi avuto l’effetto sperato, vale a
dire una quasi totale estinzione degli attacchi pirati al largo della Somalia. Nell’ultimo
anno nessuna unità di dimensioni rilevanti è
stata più oggetto di sequestro. Nonostante il
risultato sopra descritto, la dimostrazione di
adattamento dei moderni “pescatori-pirati”
non si è fatta attendere e, anche se in forme
e natura diverse dal caso somalo, il numero di
avvenimenti lungo la costa orientale africana
è decisamente aumentato, accompagnato ad
una sempre maggiore violenza. In Africa l’attività piratesca si distingue in due principali
modus operandi: il furto del carico trasportato
ed il sequestro di equipaggio. Nel primo caso,
i furti avvengono in breve tempo ed attraverso l’utilizzo di chiatte o piccole unità in cui il
bottino viene trasferito, nel secondo i tempi si
dilatano fisiologicamente a seguito dell’attività estorsiva conseguente. Nel 2013 i sequestri
di persona hanno registrato in quei luoghi un
aumento dell’80% rispetto al 2012. In tutti i
casi il fatto viene correttamente identificato
come pirateria, seppure le problematiche e
gli interessi coinvolti siano spesso diversi. Si
presenta quindi oggi, anche agli assicuratori,
un nuovo pericolo ed una nuova sfida di non
facile soluzione: ridurre il “rischio Africano”.
13
L’approccio adottato comunemente in Somalia deve quindi essere ridefinito, le BMP4
hanno poca efficacia in caso di navi ormeggiate in rada, e l’adozione di personale armato
presenta maggiori difficoltà e si deve confrontare con problematiche locali non semplici.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.acegroup.com
Nel Lusso la reputazione
è il maggiore rischio da gestire
Il rischio reputazionale è la prima preoccupazione delle aziende europee del lusso.
Gli altri fattori di rischio individuati da un’indagine settoriale di ACE sono legati
all’ambiente, ai viaggi d’affari e alla responsabilità del management – prima parte
Le aziende produttrici di beni di lusso ritengono di andare incontro a maggiori rischi per
la loro reputazione rispetto a quelle di altri
settori, secondo una recente indagine pubblicata dal Gruppo ACE in Europa. A seguito di
un sondaggio* svolto su un ristretto campione
di 45 aziende europee produttrici di beni di
lusso, e di una serie di colloqui approfonditi
con esperti in materia, la relazione è inoltre
giunta alla conclusione che la questione ambientale, i viaggi d’affari e la responsabilità
di amministratori e dirigenti sono tre rischi
emergenti per il settore, da tenere sotto controllo.
Circa il 75% fra gli alti dirigenti esperti nella
gestione dei rischi, facenti parte del campione
preso in esame, ha affermato che la reputazione è il bene più prezioso per la loro azienda,
e l’80% concorda nell’affermare che il rischio
per la reputazione è la singola categoria di
rischio più difficile da gestire. Quasi 6 su 10
fra gli interpellati hanno riferito che la globalizzazione ha incrementato l’interdipendenza dei rischi che si trovano ad affrontare,
indicando come principali barriere ad un’efficace gestione dei rischi per la reputazione la
carenza di strumenti e procedure, un budget
insufficiente e la scarsità di tempo, nonché
di risorse umane e di capacità mirate in tal
senso. Secondo Orazio Rossi, Country President ACE Italia: “Malgrado un recente rallentamento, la crescita del settore dei beni di
lusso è stata notevole. Tuttavia, insieme a tale
crescita è sopraggiunta una nuova esposizione
a rischi imprevisti. Nel nostro mondo globalizzato le eventualità non rispettano categorie
precise. L’esposizione ai rischi attuali richiede
un approccio interdisciplinare. Un incendio
in una fabbrica in India o in Cina è in grado
di innescare eventi a catena che comportano
perdite finanziare e responsabilità personali
dei singoli dirigenti, così come danni significativi per il marchio. Tali rischi sono stati
esacerbati dai “social media”, le reti sociali per
la condivisione di contenuti, con copertura
delle notizie 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. A
fronte di minacce di tale entità, è richiesta una
gestione dei rischi estremamente sofisticata”.
Oltre all’attenzione massima per la reputazione, in base al campione di settore esaminato
da ACE, le tre categorie di rischi emergenti
verosimilmente in grado di provocare un significativo impatto finanziario per le aziende del lusso nel corso dei prossimi due anni
potrebbero essere la questione ambientale,
i viaggi per affari e la responsabilità di dirigenti ed amministratori. I commenti su questi
rischi saranno pubblicati nel prossimo Risk
Management News.
Quale di queste categorie di rischi ritenete possa avere l’impatto finanziario
maggiormente significativo sulla vostra attività nel corso dei prossimi due anni?
*ACE ha pubblicato la suddetta relazione dell’indagine di mercato in collaborazione con Longitude Research. La relazione è
scaturita da due fonti principali. È stato svolto un sondaggio dettagliato su un ristretto campione di 45 Risk Manager di aziende appartenenti trasversalmente a tutto il settore dei beni di lusso, con ricavi annui da 250 milioni di US$ ad oltre 1 miliardo
di US$ in Europa. I partecipanti hanno dedicato in media 20 minuti al sondaggio. Hanno inoltre avuto luogo colloqui ad alto
livello con vari dirigenti d’azienda esperti nella gestione dei rischi nel settore del lusso ed altri aventi competenze nel campo
dei rischi reputazionali.
14
Globale.Specializzata. Affidabile.
Servizi di consulenza attuariale
Grazie a 14.000 dipendenti in 37 Paesi, tra cui 2.100 attuari, Towers Watson è il consulente attuariale leader a livello globale
ed è partner di fiducia delle aziende per la valutazione e l’ottimizzazione dei rischi e dei costi dei piani pensionistici e sanitari e
degli altri employee benefit.
La prestigiosa rivista Fortune ci ha recentemente nominato “World’s most admired company” nella categoria “Diversified
Outsourcing Services”.
Tra i nostri clienti vi è oltre il 70% delle aziende incluse nell’indice Fortune 500.
Presenti a Milano e a Roma con circa 80 dipendenti, tra cui 40 attuari, siamo i consulenti attuariali leader anche in Italia per le
aziende, le banche, le compagnie di assicurazione, i fondi pensione e i fondi sanitari, che si avvalgono delle nostre competenze
e dei nostri software per valutare e monitorare i rischi.
Certificazione di qualità ISO 9001:2008
Benefits
Risk and Financial Services
Talent and Rewards
towerswatson.com
Copyright © 2014 Towers Watson. All rights reserved.
TW-EU-2014-39344. Luglio 2014.
Towers Watson in Italia è rappresentata da Towers Watson Italia Srl.
/company/towerswatson
@towerswatson
/towerswatson
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.aig.co.it
Nuovi strumenti assicurativi
per i rischi nei viaggi di lavoro
di Roberto Ferrarini
Responsabile Infortuni e
Malattie AIG Italia
I moderni sistemi di informazione consentono di aumentare la sicurezza per chi
viaggia per lavoro, che può ricevere “bollettini di allerta” sui paesi di destinazione
ed eventuali notizie circa cambiamenti politici o particolari condizioni climatiche
avverse
I dipendenti di un’azienda sono una risorsa
preziosa e durante le trasferte all’estero, che
diventano sempre più frequenti - come recentemente dimostrato da un’indagine di mercato condotta dalla Banca d’Italia sui processi di
delocalizzazione delle imprese italiane all’estero - devono essere adeguatamente tutelati
contro ogni eventualità, qualunque sia il loro
paese di destinazione: una responsabilità che
vede coinvolto in primo luogo l’ufficio del
personale il quale deve essere strutturato per
assolvere all’obbligo legale e morale di tutela
della salute e della sicurezza dei dipendenti.
Spesso infatti i paesi che offrono le maggiori
potenzialità di crescita e guadagno sono anche quelli più instabili e imprevedibili e quindi, da questo punto di vista, più rischiosi.
In un mondo
in cui le notizie
viaggiano in tempo reale sui social
media, la gestione
inadeguata di una
situazione di crisi
può sgretolare rapidamente l’immagine e il valore
di un marchio:
è buona norma
premunirsi, assumendo prima di partire tutte le informazioni
utili alla tutela della propria sicurezza, ai rischi
sanitari, agli spostamenti in loco, alla criminalità urbana e all’eventuale rischio di terrorismo e disordini civili.
Un’indagine condotta da AIG su un gruppo
di 500 “Frequent Flyers”, composto da persone di nazionalità italiana che viaggiano abitualmente per lavoro, ha portato interessanti
risultati: la maggior parte delle persone intervistate, ben il 65% del campione, ha dichiarato
di avere avuto in passato la necessità di richiedere assistenza durante un viaggio di lavoro
per una situazione di emergenza, collegata
principalmente alla cancellazione del volo/
hotel o alla perdita del bagaglio. Solo il 51%
del campione ha dichiarato di possedere una
16
polizza di assicurazione, e tale consapevolezza
si identificava con l’esistenza di una card di
assistenza, tuttavia solo il 33% dei viaggiatori
assicurati ha dichiarato di portare la card sempre con sé durante il viaggio di lavoro. A tale
proposito, la conoscenza dei contenuti della
copertura assicurativa – quando presente - in
termini di garanzie è stata generalmente molto bassa.
Trovandosi in una situazione di emergenza
durante un viaggio all’estero, ben il 70% delle persone intervistate ha affermato di aver
contattato più persone e non solo la Centrale
Operativa messa a disposizione dalla compagnia di assicurazione. Il campione intervistato
si è inoltre dimostrato molto favorevole circa
la possibilità di sostituire la tradizionale card
di assistenza con un applicativo App, ben il
96% delle persone si sono infatti dichiarate
interessate e disponibili a scaricare il dispositivo. Sulla modalità di accesso al dispositivo di
assistenza, il campione ha espresso interesse
soprattutto verso un servizio di tipo one-touch oppure one click via phone, dove tramite
una sola operazione si potesse accedere direttamente al dettaglio delle coperture assicurative, alla Centrale Operativa di Assistenza, ai
numeri di telefono utili nel paese di destinazione, e a tutti gli eventuali servizi aggiuntivi
messi a disposizione dalla Compagnia.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.aon.com
Internazionalizzazione: nuove
opportunità di sviluppo del
business con un’attenta
gestione dei rischi
Nel convegno organizzato da Aon e ANRA con il supporto di BNL e SACE sono state
evidenziate le opportunità e le criticità del processo di internazionalizzazione:
crescono, in maniera differenziata, le economie avanzate, mentre si riduce il
vantaggio competitivo delle produzioni emergenti.
guale, ripresa. Rimane elevato il
tasso di disoccupazione e preoccupa l’andamento dell’inflazione, mentre effetti positivi sono
attesi dalle recenti decisioni della politica monetaria.
Il focus sull’Italia fa registrare segnali di ripresa nel settore
manifatturiero, mentre i servizi
stagnano e le costruzioni soffrono. L’ampiezza della crisi rende
complesso il recupero atteso per
i prossimi anni.
“Uno scenario che ha degli impatti importanti anche sulle strategie
delle imprese che s’internazionalizzano – ha spiegato la dr.ssa Simonetta Acri
- Direttore Rete Italia di SACE – A chi punta
sui mercati esteri s’impone la duplice necessità di
non trascurare i segnali di ripresa provenienti
dai mercati avanzati e di guardare, nel contempo
all’evoluzione dei mercati emergenti, identificando in modo selettivo le opportunità. Per questo è fondamentale una corretta valutazione del
Rischio Paese.”
2014 Political Risk Map
Experience the Political
Risk Map on your tablet
and smartphone
ARCTIC OCEAN
G R E E N L A N D
Baffin Bay
Laptev Sea
Kara Sea
Beaufort Sea
East Siberian Sea
Barents Sea
Nor wegian Sea
Davis Strait
AL ASKA (US)
ICELAND
Godthåb
SWEDEN
Reykjavik
Anchorage
London
Bering Sea
Moscow
Paris
FRANCE
Toronto
MONACO
U N I T E D S TAT E S
O F A M E R I C A
New York
Kiev
PORTUGAL
Washington, D.C.
Madrid
BOSNIA
Algiers
M
TUNISIA
a
Niamey
Monrovia
LIBERIA
Yaoundé
CABINDA (ANGOLA)
ASCENSION ISLAND (UK)
Bangkok
CAMBODIA
Phnom Penh
GUAM (US)
LAOS
THAILAND
Bay of Bengal
VIETNAM
Manila
South
China
Sea
MICRONESIA
KIRIBATI
SOUTH SUDAN
NAURU
SINGAPORE
KENYA
SEYCHELLES
Jakarta
SOLOMON ISLANDS
Dili
MALAWI
Luanda
ZAMBIA
Timor
Sea
Lilongwe
Honiara
TUVALU
Darwin
FIJI
Lusaka
La Paz
VANUATU
ST. HELENA (UK)
Harare
ZIMBABWE
São Paulo
Asunción
MOZAMBIQUE
Windhoek
ATLANTIC OCEAN
NAMIBIA
BOTSWANA
Gaborone
Pretoria
SOUTH
AFRICA
Montevideo
NEW CALEDONIA (FR)
KEY
Country risk level
AUSTRALIA
Symbols illustrating significant risks
Brisbane
SWAZILAND
Low risk
LESOTHO
Santiago
Buenos Aires
MAURITIUS
REUNION ISLANDS (FR)
Maputo
Johannesburg
URUGUAY
ARGENTINA
Antananarivo
MADAGASCAR
Rio de Janeiro
PARAGUAY
Map Analysis
This tool allows you to analyse your portfolio of
countries over a period of time and across risk type(s)
CHILE
Port Moresby
TIMOR LESTE
COMOROS
ANGOLA
Brasilia
PAPUA NEW
GUINEA
INDONESIA
BURUNDI
Salvador
BOLIVIA
PACIFIC OCEAN
MARSHALL ISLANDS(US)
PALAU
MALAYSIA
Kuala Lumpur
RWANDA
Dar-es-Salaam
TONGA
Aon Analytical Tools
Measure your exposure to political risks
PHILIPPINES
SRI LANKA
MALDIVES Colombo
Nairobi
Kinshasa
TANZANIA
Lima
HONG KONG
MACAU
SOMALIA
Bujumbura
Brazzaville
CONGO
BRAZIL
Ad
INDIAN OCEAN
Mogadishu
DEMOCRATIC REPUBLIC
Kampala
OF CONGO
Libreville
GABON
Kigali
Fortaleza
PER U
Hanoi
Vientiane
BRUNEI
UGANDA
SAO TOME & PRINCIPE
Quito
BURMA (MYANMAR)
ETHIOPIA
Bangui
EQ GUINEA
ECUADOR
PACIFIC OCEAN
TAIWAN
Rangoon
f
f o
Taipei
Dhaka
Kolkata
Mumbai
DJIBOUTI
SOUTH
SUDAN
CENTRAL
CAMEROON AFRICAN REPUBLIC
Lomé
Accra
Abidjan
TOGO
COTE D'IVOIRE
Gul
Sana
Addis Ababa
NIGERIA
GHANA
Freetown
SIERRA LEONE
YEMEN
SUDAN
N'Djamena
BENIN
GUINEA CONAKRY
Paramaribo
FRENCH GUIANA (FR)
SURINAME Cayenne
INDIA
Arabian Sea
JAPAN
East
China
Sea
BHUTAN
BANGLADESH
Karachi
Muscat
OMAN
Mecca
Khartoum
CHAD
BURKINA
FASO
Bamako
Bissau
GUINEA BISSAU
GRENADA
GUYANA
Georgetown
Katmandu
Thimphu
Abu Dhabi
UAE
Se
Dakar
Banjul
GAMBIA
ST. VINCENT
TRINIDAD & TOBAGO
VENEZUELA
Bogotá
COLOMBIA
Red
CAPE VERDE
ST. LUCIA
BARBADOS
Caracas
PANAMA
PANAMA
GALAPAGOS
ISLANDS (ECUADOR)
SAMOA
FRENCH
POLYNESIA
QATAR
SAUDI
ARABIA
Tokyo
Shanghai
NEPAL
Delhi
lf
GUADELOUPE (FR) ST. KITTS & NEVIS
DOMINICA
Caribbean
ANGUILLA
NETHERLANDS
Sea ANTILLES (NL)
San José
COSTA RICA
ERITREA
NIGER
Osaka
PAKISTAN
Gu
HONDURAS
Tegucigalpa
Managua
NICARAGUA
MALI
Nouakchott
SENEGAL
Seoul
Islamabad
Wuhan
KUWAIT
e
San Salvador
EL SALVADOR
MAURITANIA
PUERTO RICO (US)
VIRGIN ISLANDS (US)
ANTIGUA & BARBUDA
Pyongyang
CHINA
Kabul
AFGHANISTAN
IRAQ
Th
Belmopan
Guatemala
GUATEMALA
Santo
Domingo
Beijing
TAJIKISTAN
SOUTH KOREA
IRAN
Baghdad
BAHRAIN
Jeddah
DOMINICAN REP
Port-auPrince
NOR TH KOREA
Dushanbe
Ashkhabad
Tehran
Beirut
Damascus
Amman
JORDAN
HAITI
Kingston
Vladivostock
Alma Ata
KYRGYZSTAN
SYRIA
PALESTINE
ISRAEL Tel Aviv
Cairo
EGYPT
Riyadh
BELIZE
Mexico City
Tashkent
TURKMENISTAN
Baku
TURKEY
LEBANON CYPRUS
n
LIBYA
JAMAICA
Cayman
Islands (UK)
Guadalajara
AMERICAN SAMOA (US)
Ankara
Athens
MALTA
ite
Se rran
a
ea
Tripoli
ALGERIA
El Aaiun
WESTERN SAHARA
CUBA
Havana
Bishkek
UZBEKISTAN
AZERBAIJAN
F.Y.R. MACEDONIA
ALBANIA
ed
Melilla (Sp)
ATLANTIC OCEAN
BAHAMAS
GREECE
SERBIA
Tunis
Gibraltar (UK)
Ceuta (Sp)
Rabat
MOROCCO
THE CANARIES (SP)
Miami
ARMENIA
MONTENEGRO
SPAIN
Lisbon
MADEIRA (PORT)
BERMUDA (UK)
New Orleans
Gulf of Mexico
Ulan Bator
MONGOLIA
GEORGIA
Rome
VATICAN
AZORES (PORT)
Dallas
Houston
MEXICO
K A Z A K H S TA N
MOLDOVA
Black
Sea
BULGARIA
SAN MARINO
ANDORRA
Sea
Boston
Chicago
Sea of
Okhotsk
Novosibirsk
Minsk
Warsaw
GERMANY
UKRAINE
Prague
CZECH REP
SLOVAKIA
AUSTRIA
LIECHTENSTEIN
Bern
HUNGARY ROMANIA
SWITZERLAND
SLOVENIA
ITALY
Belgrade
Bucharest
Sarajevo
CROATIA
LUXEMBOURG
HAWAIIAN
ISLANDS (US)
Exposure Calculator
Measure your company's financial or
operational risks based on actual exposure
St Petersburg
Tallinn
BELARUS
POLAND
Berlin
NETHERLANDS
BELGIUM
Los Angeles
TAHITI
Stockholm
ESTONIA
Dublin
San Francisco
NIUE (NZ)
Helsinki
Oslo
Riga LAT VIA
DENMARK Copenhagen
Kaliningrad LITHUANIA
(Russia)
Vilnius
UNITED
KINGDOM
IRELAND
Québec
Montréal
Ottawa
ian
Moldova
NORWAY
North
Sea
Hudson Bay
C A N A DA
Seattle
en
Vancouver
RUSSIA
FINLAND
Casp
Il convegno svoltosi a Milano dal titolo “I
rischi e le opportunità nei mercati a rischio: gli
strumenti a supporto dell’impresa” è stato aperto
dall’overview economica realizzata dal dr. Paolo Ciocca – Economista del Servizio Studi
BNL Gruppo BNP Paribas – che ha messo in
luce uno scenario mondiale in continuo mutamento.
Negli Stati Uniti, l’aumento della produzione
si accompagna ad un calo del tasso di disoccupazione mentre le prospettive di crescita a
medio termine risentono delle reali potenzialità delle nuove fonti energetiche.
In Cina, dopo la forte espansione degli ultimi
anni, si prevede per il prossimo triennio un
rallentamento del tasso di crescita, come conseguenza di un minore peso degli investimenti e di una maggiore attenzione per la stabilità
del sistema bancario. Pesa, inoltre, la scelta di
passare da una crescita quantitativa ad una visione qualitativa dello sviluppo.
L’attenzione deve essere indirizzata anche
verso realtà meno conosciute, come i paesi
dell’Africa Sub Sahariana, che crescono di
oltre il 5%, o il Messico, che presenta tassi di
sviluppo del 4%.
Nel Regno Unito la crescita, vicina al 3%, si
accompagna ad evidenti squilibri, che interessano i conti con l’estero, con un deficit delle partite correnti di oltre il 3%, e il settore
immobiliare, con un aumento dei prezzi delle
case prossimo al 10%.
Nell’area euro, l’economia è in lenta, ma dise-
Cape Town
Medium-low risk
EXCHANGE TRANSFER:
SOVEREIGN NON-PAYMENT:
Perth
Sydney
POLITICAL INTERFERENCE:
Adelaide
Medium risk
SUPPLY CHAIN DISRUPTION:
Medium-high risk
High risk
Very high risk
To access the analytical tools, please visit aon.com/2014politicalriskmap
and register or use your login details.
Non Rated
FALKLAND
ISLANDS (UK)
Line of Control
and management programmes to respond to adverse political actions, providing balance sheet protection and business facilitation. Political and security risk assessments are also available, allowing you to make
Tasman
Sea
Auckland
NEW ZEALAND
Wellington
POLITICAL VIOLENCE:
Christchurch
RISK OF DOING BUSINESS:
INABILITY OF GOVERNMENT TO
PROVIDE STIMULUS:
SOUTHERN OCEAN
Scotia Sea
Aon's political risk experts use a combination of market experience, innovative analysis tools and tailored risk transfer programmes to help you minimise your exposure to political risks. Aon designs risk transfer
Canberra
Melbourne
LEGAL & REGULATORY RISK:
BANKING SECTOR VULNERABILITY:
Aon Political Risk Map
Aon's Interactive Political Risk Map has been recognised by Business Insurance as 2014 Innovation Award Winner.
To view the Interactive Map and access more than fifteen years worth of data on Emerging Markets,
please visit aon.com/2014politicalriskmap
informed decisions regarding your operations and investments.
For further information, please email [email protected] or visit aon.com/2014politicalriskmap
© Copyright Aon Plc 2014. All rights reserved. Published by Aon Risk Solutions, Global Broking Centre, London.
Il Rischio Paese rappresenta il potenziale impatto negativo che le dinamiche di un
paese possono avere sui flussi di cassa di un
investimento all’estero e comprende i rischi di
insolvenza, i rischi operativi e i rischi politici:
una mappa dei rischi come quella messa a disposizione da AON può essere uno strumento
17
About Roubini Global Economics
Roubini Global Economics is a leading macroeconomic research and country risk firm best known for its accuracy in predicting
vulnerabilities and crisis. Roubini Country Risk combines expert research and risk assessment tools, enabling you to better
understand and quantitatively measure countries’ macroeconomic, political, business and social risks.
di analisi e valutazione utile alle imprese che
vogliono investire all’estero.
Infine, Matthew Shires - Head of Political
Risk di Aon Risk Solutions - ha dichiarato:
“Utilizzando le più recenti funzionalità di dati e
analisi, la mappa interattiva online di Aon consente ai clienti una chiarezza senza precedenti
nel valutare i rischi politici nei Paesi emergenti.
Gli aggiornamenti trimestrali assistono i nostri
clienti nel loro processo decisionale strategico e
finanziario.” Il contesto globale odierno presenta molte opportunità per le aziende italiane, è però fondamentale conoscere i rischi e
le difficoltà che si possono incontrare in altre
realtà e il rischio politico è una variabile che
nessuna azienda può trascurare nella definizione delle proprie strategie di internazionalizzazione.
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
www.gruppolercari.com
Analisi dei rischi, tra efficacia
ed efficienza
Quali benefici può avere per l’azienda un attento risk management? Quanta parte
ha l’analisi dei dati nel limitare le future esposizioni? Queste sono alcune delle
domande che i risk manager si trovano sul tavolo sempre più spesso. Se ne parlerà in
occasione di un forum organizzato da Cunnigham Lindsey Lercari e Zurich che avrà
luogo a Milano giovedì 16 ottobre. L’incontro sarà realizzato in collaborazione con
ANRA e con il patrocinio di AIdAF, (Associazione Italiana delle Aziende Familiari che
riunisce alcune tra le principali aziende familiari italiane, guidate dai valori dell’etica
d’impresa, della meritocrazia, della responsabilità sociale e della sostenibilità)
Nell’attuale fase congiunturale, caratterizzata
da volatilità dei prezzi e forti turbolenze nei
mercati finanziari, i rischi che un’impresa è
chiamata ad affrontare sono ogni giorno più
rilevanti e le decisioni che il management
deve assumere per la gestione sono più difficili a causa della componente di rischio e di
incertezza sul futuro risultato economico che
comportano. Per costruire nuove possibilità e
garantire la propria sopravvivenza e sviluppo
le imprese non possono aspettare “che la tempesta passi” e devono individuare gli aspetti
del proprio business da implementare o diversificare.
Ciò deve indurre a ricercare nuove opportunità per allungare la catena del valore.
La crescita, e spesso la sopravvivenza, aziendale passa anche attraverso il superamento dei
propri orizzonti culturali e nazionali divenuti
sempre più stretti e meno forieri di opportunità. In tale contesto si inseriscono anche alcune imprese familiari, che con la loro storia
rappresentano un importante patrimonio di
tradizioni e risorse, non solo economiche, per
la Società e per il Paese nei campi più disparati, dal mondo della produzione a quello dei
servizi.
Che si tratti di una piccola o media azienda
o di una grande realtà industriale, familiare o
non, questo non significa trasferirsi tout court
all’estero o delocalizzare parte delle attività
ma aprirsi alla internazionalizzazione seguendo tre driver fondamentali:
Convegno organizzato con
con il patrocinio di:
• mantenere la propria identità: il valore del- alla copertura con un generico ombrello assile aziende italiane è racchiuso nella loro storia, curativo.
fatta di sacrificio, dedizione e innovazione
• garantire un presidio diretto, per essere I rischi aziendali devono essere affrontati e
vicini e soddisfare i propri clienti presenti in gestiti con un approccio globale ed evoluto
altre parti del mondo
che accompagni l’azienda nell’intero proces• adattare la propria offerta al nuovo merca- so di gestione del rischio, a partire dalle vato: anche questo non implica snaturare il pro- lutazioni preventive di una struttura di Risk
dotto oppure il core business, ma andare in- Engineering, all’offerta di un programma ascontro a nuovi potenziali target, adeguando il sicurativo adeguato e di altri strumenti assiprodotto o il servizio alla domanda specifica. curativi specialistici, all’assistenza qualificata
Ma questo processo evolutivo, se da una parte (non solo peritale ma anche gestionale) in
apre nuove opportunità, dall’altra comporta caso di sinistro.
un ampliamento e una diversificazione dei
rischi d’impresa (oltre
a quelli tipicamente
operativi, anche i rischi
emergenti e strategici,
inerenti per esempio le
minacce informatiche
o i danni reputazionali).
Su questi deve essere
acquisita una sempre
maggiore consapevolezza che porti a strutturarsi per tempo con
una funzione interna Cunningham Lindsey Lercari fa riferimento alla storico Gruppo che può vantare una stodi Risk Management ria ultracentenaria nel proprio settore, avendo raggiunto quest’anno il 135° anno di vita.
ed effettuare un’anali- Quest’anno la società organizza, unitamente a Zurich, un forum in collaborazione con
si preventiva dei rischi ANRA e AIdAF, (Associazione Italiana delle Aziende Familiari, alla quale è associata) nel
corso del quale si discuterà dell’importanza di un risk management oculato.
peculiari del proprio
Nella foto la famiglia Lercari, da sinistra: Alessandro, Gian Luigi, Rodolfo, Lucia, Giobusiness, senza limitarsi vanna, Vittorio e Giovanni.
18
QUANTE SONO LE PROBABILITÀ
di avere
imprevisti?
Sappiamo che ogni giorno presenta dei rischi.
E’ per questo che ad HCC Global prestiamo particolare
attenzione a prodotti assicurativi finanziari, permettendo
ad amministratori e dirigenti di raggiungere i loro obiettivi,
tralasciando gli imprevisti.
HCC Global
Un processo assicurativo che noi chiamiamo “Mind over risk.”
hcc.com/global
Torre Diagonal Mar, Josep Pla 2, Planta 10, 08019 Barcellona, Spagna
Una filiale di HCC Insurance Holdings, Inc.
HCC Global Financial Products, S.L. - Società unipersonale – ES B-61956629 – Registro delle Imprese di Barcellona, volume 31639, folio 159, pagina B-196767, Agenzia
assicurativa monomandataria per conto di HCC International Insurance Company PLC. Succursale in Spagna, iscritta nel Registro degli Intermediari Assicurativi e Riassicurativi e
loro Dirigenti del Direttorato Generale per le Assicurazioni e Fondi Pensione (Dirección General de Seguros y Fondos de Pensiones) con il codice E0191B61956629.
Prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
ANRA informa
Queste le date già programmate per gli appuntamenti organizzati da ANRA:
•
25 e 26 settembre 2014
CONVEGNO ANNUALE ANRA “Enterprise Risk Management e Governance: quale valore aggiunto?”, a Milano,
Palazzo Lombardia
•
16 ottobre 2014
Forum organizzato da Cunnigham Lindsey Lercari e Zurich in collaborazione con ANRA, a Milano
•
28 ottobre 2014
Convegno “Evoluzione del rischio D&O nel contesto EU” organizzato da Allianz Global Corporate & Specialty in
collaborazione con ANRA, a Milano
•
30 ottobre 2014
Convegno Lloyd’s – ANRA, a Roma
•
5 novembre 2014
Convegno organizzato da Marsh e ANRA, a Milano
20
Risk Management News
Numero 34 - Agosto 2014
Chi è ANRA
ANRA è l’associazione che dal 1972 raggruppa i Risk Manager e i Responsabili delle Assicurazioni Aziendali. Ad oggi l’associazione
conta oltre 150 soci e svolge un importante ruolo per la creazione in Italia di una cultura della gestione dei rischi e delle forme più
adeguate per assicurarli. In ANRA sono rappresentati i Risk Manager e i Responsabili Assicurativi Aziendali: i primi monitorano ed
esaminano tutti i rischi, ordinari e straordinari, correlati all’attività aziendale, li condividono con il top management e formulano, con
il loro accordo, un piano operativo per la gestione dei rischi; i secondi, invece, impostano, realizzano e gestiscono il piano assicurativo
dell’azienda.
IFRIMA
ANRA fa parte dell’IFRIMA (International Federation of Risk and Insurance Management Associations), l’organizzazione, la cui
attività può essere fatta risalire al 1930, che raccoglie sotto di sé le associazioni internazionali di gestione del rischio, in rappresentanza
di 23 organizzazioni e 30 Paesi di tutto il mondo. L’obiettivo primario di IFRIMA è quello di fornire un forum per l’interazione e il
confronto tra le varie associazioni di categoria e i membri che ne fanno parte.
FERMA
ANRA è iscritta a FERMA (Federation of European Risk Management Associations), l’organizzazione che attualmente riunisce
le associazioni nazionali di Risk Management di 22 nazioni europee. Essa rappresenta oltre 4800 professionisti che operano nei più
svariati campi, dall’industria alla finanza passando per la sanità, presso organismi statali, privati o enti benefici.
Scopo del FERMA è promuovere la cultura della prevenzione rischio e favorire il networking tra i propri associati.
Per maggiori informazioni:
ANRA, Via del Gonfalone 3 - 20123 Milano
T +39 02.58.10.33.00 F +39 02.58.10.32.33 - www.anra.it - [email protected]
Seguici anche su:
Per approfondire i temi trattati in questo notiziario, vi invitiamo a consultare la pagina dei link consigliati da ANRA.
Risk Management News è un notiziario periodico dell’associazione ANRA.
[email protected]
21