Viaggio tra gli ordini religiosi di Messina che sulla formazione dei rampolli si contendono il primato. A caro prezzo... A PAGINA 9 Nicoò Ragalmuto Scuole, la guerra dei preti Ci vuole un fisico bestiale A tu per tu con il campione di Muay Thai Nicolò Ragalmuto. Da Messina a Roma per allenare vip e campioni A PAGINA 20 ANNO XXI Numero 4 31 GENNAIO 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA EURO 1,50 Il commissario dello Stato Carmelo Aronica REGIONE Lo sceriffo IL COMMISSARIO DELLO STATO BOCCIA I CONTI DELLA SICILIA LA VERTENZA SI SPOSTA A ROMA. CON QUESTI RISCHI. DI CRAC 31 Gennaio 2014 il punto EDITORIALE Maledizioni elettorali Come una maledizione il destino della città di Messina torna nelle mani dei giudizi amministrativi. E la validità delle elezioni rischia di essere affidata a una questione di procedura: un avvocato che presenta un documento in fotocopia, un altro che ne contesta la veridicità perché chiede il documento in originale. Aldilà delle trappole di procedura, la sostanza è che il Tar è chiamato a decidere sulla cosiddetta “verificazione” delle schede. Farlo, può essere un gesto di rassicurazione del clima politico, che oggi risulta quanto mai sospeso. Sapere se Felice Calabrò, nella prima tornata elettorale, abbia raggiunto la maggioranza più uno dei voti, può essere un gesto di chiarificazione e di pacificazione. Non c’è cosa peggiore di chi occupa una sedia, mentre altri, non pochi, considerano la carica un’usurpazione. Dall’altro canto, la possibile conta dei numeri con la quasi certa caccia e raccolta di cinquanta preferenze, aprirà un problema politico non da poco. Perché il sindaco di Messina Accorinti è stato votato dalla maggioranza dei messinesi. In maniera certa. E netta. E’ come se la storia amministrativa di Messina avesse in serbo sempre le sue vendette. Il sindaco Francantonio Genovese fu spedito a casa dal ricorso presentato da un gruppo di mariuoli. Sbarcati a Messina da Posilippo e Mergellina, senza neanche avere la residenza, ritennero ingiustamente esclusa la loro lista di fede socialista. Se si fossero controllati i voti di quella lista, di certo sarebbero stati meno dei candidati. Ma il corso della sindacatura fu cambiato da una lista fantasma. Che ora, sotto altre vesti, torna a danzare. Maurizio Donisi Il Pd e l’effetto Maurizio Da un giovane sindaco, “terrone” amato dai suoi concittadini bergamaschi, l’esempio di come amministra un vero progressista. Che conosce il valore del verbo “stare” DI DOMENICO BARRILLÀ Per capire come mai il Pd, alle politiche di un anno fa, con lo spumante stappato, si è fatto raggiungere da un Cavaliere già smontato e riposto in soffitta, vicino alla scatola del presepe, e da un Movimento guidato col joystick da due furbacchioni, bisogna viaggiare fino ad Albano S. Alessandro, nella Bergamasca. Parlare del Pd non è accanimento terapeutico, bensì una necessità, perché se si smarrisce finiamo nelle fauci di qualche signorina scrutinata col metodo Arcore oppure nei riccioli inquietanti del duo consolle. Meglio di no. Il viaggio in Bergamasca ci serve per cercare tracce di ciò che dovrebbe essere la politica del Pd; ci serve per trovare conforto nei fatti, di norma indigesti a quei saputelli immortali, sempre arrabbiati con la realtà, allorché questa rifiuta di uniformarsi alle loro attese. Richard Feynman, Nobel per Fisica, studioso della meccanica quantistica, soleva dire che noi non possiamo spiegare alla Natura come si deve comportare. Ebbene, taluni questa pretesa non la scartano a priori, anzi la coltivano come un prezioso bonsai, e quando la Natura (l’elettorato, nel caso specifico) non obbedisce, la colpa non può che essere sua (cioè dell’elettorato, immaturo, nella migliore delle ipotesi). Mai un dubbio sulle proprie responsabilità, ci mancherebbe. Adesso il format si replica con l’elezione di Matteo Renzi, arrivato alla segreteria del partito per sfinimento di una base elettorale da troppo tempo esasperata. Anche in questo caso la colpa è di chi non ha capito, allora succede che, alla maniera dei Testimoni di Geova, proclamatori tenaci vogliono convertire gli eretici, avvertendo che la fine del mondo non tarderà. Evviva la democrazia. Per capire dove (non) porta tale sindrome dell’incompreso, dobbiamo dunque recarci nella Bergamasca e fare conoscenza del sindaco Maurizio Donisi, quarantacinquenne maestro elementare, con una tesi in medicina sempre da fare. Albano S. Alessandro era da sempre Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Graziella Lombardo Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 una vera roccaforte della Lega. Centrosinistra marginale o non pervenuto, troppo sofisticato per un ambiente dove le persone si alzano alle 5 del mattino per guadagnarsi duramente da vivere. In fondo è un partito di centrosinistra, mica di sinistra. Ebbene, Maurizio si è messo a fare quello che i progressisti, persi tra le vette di confronti tipo quello tra la Geloni e la Madia, non fanno più da un pezzo. Si è messo a stare. Maurizio, infatti, vince e piace perché “sta”, voce del verbo “stare”, in mezzo alle persone, che lui conosce perfettamente perché da una vita si occupa dei loro bambini. Un verbo arcaico, stare, che non si studia più nei circoli del Pd. Sette anni fa Maurizio si è inventato una lista civica mettendosi a fare opposizione sulle cose concrete, come le persone di quelle terre, in modo non ideologico. Nel 2012 è diventato sindaco e, peggio, si è messo a farlo sul serio. La mattina a scuola coi bambini, maestro ora part time, il pomeriggio fino a sera in ufficio e sul territorio, a rinegoziare e sgonfiare vecchi contratti, a beneficio delle casse comunali. Mai una parola sopra le righe, sempre mite e sorridente, quest’uomo originario del Sannio, un terrone amato dai suoi concittadini bergamaschi, che lui riama servendoli con devozione. Attento a tutti, proprio a tutti, lontano dalle polemiche, anche quando la Lega, in lutto irrimediabile, cerca di provocarlo volgarmente. Di sicuro Maurizio non è di destra, ed è una persona perbene priva di amici degli amici, di tecnici di fiducia, di pacchettini di tessere, ma amministra come un vero progressista e, se non ci saranno eventi eccezionali, sarà dura scalzarlo a fine mandato. Il Pd farebbe bene a trasferire la propria sede nazionale ad Albano S. Alessandro, il contagio sarebbe molto meglio di quei corsi di formazione di partito, i cui docenti, pure di partito o di area, moltiplicano l’effetto autoriproduzione che fa somigliare tutto perennemente se stesso. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm. 3,5 x 4,5); Manchette prima pagina euro 206,58; Finestrella prima pagina euro 438,99; commerciali a mod. euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. euro 129,11; redazionali euro 77,47; una pagina interna euro 1.446,08; ultima pagina euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + euro 387,34. Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana 31 Gennaio 2014 riservato MESSINA. “Querelle” sui certificati elettorali originali, in ballo l’ammissibilità dell’atto che potrebbe spodestare il sindaco Accorinti Ricorsi al Tar, inizio col botto Messina. Entra nel vivo con scintille il ricorso avverso all’elezione al primo turno di Renato Accorinti a sindaco di Messina. Di fronte ai magistrati amministrativi del Tar di Catania, giovedi 30 mattina si è discusso dell’ammissibilità del ricorso, e sono iniziati i colpi di scena. I legali dei ricorrenti (i ricorsi sono due, presentati in tempi diversi e unificati dal Tar) e del resistente, rispettivamente Silvano Martella e Arturo Merlo, hanno animato l’aula sull’acquisizione dei certificati elettorali. Martella ha presentato le fotocopie delle schede elettorali, Merlo si è opposto, sostenendo la necessità di esibire i certificati elettorali originali. Per i legali di Accorinti, quella dell’originalità dei certificati è “il cuore dell’eccezione”: per proporre ricorso elettorale in forma di azione popolare bisogna provare di essere iscritti alle liste elettorali. La difesa ha non ha chiaramente eccepito la falsità del documento, ma il dubbio se una fotocopia potesse costituire dal punto di vista processuale prova del possesso di un requisito. E secondo Merlo la giurisprudenza non consentirebbe ad una fotocopia di costituire prova elettorale. E’ iniziata così la seduta Felice Calabrò che deciderà i destini del comune di Messina, e la prosecuzione è stata altrettanto “thriller”: perchè le fotocopie non sono state prese nemmeno in visione dal collegio giudicante (presidente Biagio RETROSCENA. Le indagini sulla donna Insulti dai Carabinieri per Provvy La telefonata choc in diretta Tv MESSINA. La Procura che ipotizza un sequestro di persona. Sei dirigenti del Consorzio autostradale nel registro degli indagati e una registrazione choc mandata in onda dalla trasmissione Chi L'Ha Visto che ha fornito la sua ricostruzione sul caso della scomparsa di Provvidenza Grassi, il cui corpo è stato trovato la scorsa settimana sotto un viadotto autostradale. Sono gli ultimi retroscena di una vicenda che sta scatenando tanta indignazione tra i concittadini della donna scomparsa la notte del 9 luglio. Nel mirino, una telefonata del padre Giovanni Grassi alla Compagnia dei Carabinieri di Messina per segnalare una pista calabra appresa Provvidenza Grassi dal giornalista Giuseppe Pizzo. Accanto a lui, durante la chiamata, proprio il giornalista Pizzo, telecamere e microfoni. Nessuna intercettazione, dunque, ma solo una distrazione dei carabinieri che per un sbaglio avrebbero lasciato aperto il telefono. I microfoni ancora accesi avrebbero registrano quello che venne detto in caserma. Parlando di Provvidenza Grassi, si sono sprecati termini come“puttana” e “zoccola”, mentre in riferimento al padre qualcuno avrebbe sottolineato come avesse sempre “rotto i cogl...” anche di domenica pomeriggio, e Ferragosto. MASSONERIA Campanella, relatore Dauno Trebastoni, consigliere Giuseppina Leggio). Cosa potrebbe accadere adesso? Se i giudici propenderanno per la tesi di Merlo, i ricorsi saranno dichiarati inammissibili, e Accorinti guiderà Messina per cinque anni. Lo stesso risultato si avrebbe se il collegio giudicante dichiarasse l’inammissibilità dei ricorsi per genericità dei motivi, ma nel corso della mattinata è spuntata un’altra ipotesi. E cioè la verifica delle 150 sezioni contestate nei due ricorsi (in cui trovare i 59 voti, tanti ne sono mancati a Felice Calabrò per vincere al primo turno ed evitare il ballottaggio), e la decisione sull’ammissibilità del ricorso solo dopo l’esito della verifica: è una facoltà che i giudici si sono riservati di vagliare. Nel caso in cui il ricorso fosse ammesso e si andasse a giudizio di merito, la sentenza di primo grado che ne scaturirebbe sarebbe è immediatamente esecutiva (quindi in caso di vittoria dei ricorrenti calabrò diventerebbe sindaco). Gli “sconfitti” potrebbero sempre ricorrere al Cga per il secondo grado di giudizio, ma non ci sarebbe possibilità di sospensiva, ed il risultato arriverebbe a 2015 inoltrato. (A.C.) SOMMARIO PRIMO PIANO 6. La Sicilia “impugno” Il commissario blocca il 70% della manovra regionale POLITICA 9. Raciti, candidato unico Chiuso l’accordo per segreteria Pd 10. Bocciatura strategica L’aula non vota il riequilibrio 12. Servizi Sociali, è guerra Al comune è “tutti contro tutti” SICILIA 13. Quel colabrodo dell’Iacp Vertice in prefettura per 4 mila utenze idriche non pagate 14. Palagiustizia ai ferri corti Scontro tra comune e avvocati 16. Scuola, religiosa concorrenza Viaggio negli istituti privati che si contendono il mercato 17. Spazzini? No, meglio precari Gli Lsu del Comune rifiutano l’assunzione. Non vogliono la ramazza 18. Ato idrico, pignoramenti low cost Valanga di decreti ingiuntivi 19. Provincia, facciamo i centonove pagina 3 TOP SECRET conti Trentacinque ex consiglieri e 12 assessori chiedono rimborsi 20. Nicolò, lo “sforna” campioni” A tu per tu con il tranier dei vip ECONOMIA 25. La Tassa sull’Export Il centro mercantile di Milazzo punta sull’agroalimentare 27. Fattucchieri? No, fatturato Studio sul business dell’occulto POSTER 29. S. Elia, state...affreschi Le opere dei fratelli Filocamo abbadonate a se stesse RUBRICHE 3-4-5. Settegiorni 28. Consumatori / Consulenti 32. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci 39. Animal House Grande Oriente, i messinesi in corsa MESSINA. Sono due i messinesi che, il 2 marzo, tenteranno la scalata alle posizioni di vertice del Grande Oriente, la loggia massonica più numerosa d’Italia: Silverio Magno è candidato alla carica di Gran Maestro (la più alta della loggia), Santi Fedele a Gran Maestro Aggiunto. I due, però, correranno per liste diverse. Il notaio è inserito nella lista 2, il professore universitario nella 3. NOMINE Renato Panvino alla Dia di Catania MESSINA. Sarà Renato Panvino, neo promosso primo dirigente, già in servizio a Taormina, il nuovo capocentro della Direzione investigativa antimafia. Panvino, di origine reggina, è stato a lungo dirigente del commissariato nella Perla dello Jonio. Il nuovo incarico gli dà la competenza anche sulle province di Messina e Siracusa. DIFFIDE Palagiustizia, Gmc chiede dieci milioni al Comune MESSINA. La Gmc, società che che aveva avuto in appalto la realizzazione del Palagiustizia di Messina, tramite l’avvocato Fabrizio Gemelli, ha notificato al Comune una diffida per ottenere il risarcimento danni per la mancata aggiudicazione dei lavori. La richiesta ammonta oltre dieci milioni di euro. MEGAFONO Crocetta corteggia Felice Calabrò MESSINA. “Avances” politiche di Rosario Crocetta a Felice Calabrò. Il candidato sindaco di Messina, la settimana scorsa, si è intrattenuto a parlare con il governatore del futuro del Pd in Sicilia prima, e a Messina poi. Crocetta ha invitato Calabrò ad esser più vicino al “Megafono”. Dell’incontro, avvenuto alla presenza di Patrizio Marino, era stato precedentemente informato Francantonio Genovese, in “riflessione” politica dopo le inchieste che lo hanno tioccato da vicino sulla formazione professionale. 31 Gennaio 2014 CHI SALE Emilio Fragale MESSINA. “Tradizionale e con molta acciuga”: anche alle 17,30 di domenica pomeriggio, l’ex direttore generale del Comune di Messina, anziché una banale tazzina di caffè, si concede il piacere di un pitone fritto, al Bar Spadaro a Muricello, da vero cultore della materia gastronomica. Aurora Notarianni PALERMO. L’avvocato messinese, specializzata nelle tematiche del lavoro, è stata nominata vice presidente “onorario” del Cirs, il Comitato italiano di reinserimento sociale guidato a Messina ma Maria Celeste Celi. L’avvocato Notarianni si occuperà di promuovere nuove opportunità di lavoro legate alla riscoperta degli antichi mestieri: darò ricamo alla lavorazione di argenti e corallo. Lucas Caviezel CATANIA. Novanta anni il settembre scorso, ha raggiunto un altro importante traguardo: la cittadinanza onoraria dal sindaco di Catania, Enzo Bianco. Di nazionalità svizzera, ma da sempre a Catania, Caviezel ha esportato in tutto il mondo l'arte dolciaria e pasticcera siciliana e tutt'ora trasmette ai giovani aspiranti maestri gelatieri la sua grande esperienza. Rudy Maira PALERMO. L’ex capogruppo dell’Udc all’Ars, sa usare il bastone e la carota. Chiamato dai pm per rispondere sulle spese pazze dell’assemblea, ha chiarito con nonchalance: "Abbiamo esagerato, con il senno del poi posso dirlo. Ma non ci sono 'Fiorito' all'assemblea siciliana. Sono convinto di avere rispettato tutte le norme previste dalla Regione. Forse i finanzieri non hanno presente le norme in questione". Giovanni Iacono RAGUSA. Il consiglio comunale presieduto da Iacono ha approvato l'istituzione del registro delle Unioni Civili. In aula si è formato un 'partito' trasversale di 20 consiglieri per assicurare a tutti i cittadini le medesime opportunità. settegiorni MESSINA. Rinviato al 12 febbraio. La delusione dei parenti di 37 vittime Processo alluvione, rischio prescrizioni MESSINA. Udienza del processo sull'alluvione di Messina e di altri comuni della zona ionica, che l'1 ottobre 2009 provocò la morte di 37 persone. Sono imputati 15 tra ex amministratori pubblici, dirigenti, tecnici e funzionari, tra loro anche l'ex sindaco della città dello Stretto Giuseppe Buzzanca, l'ex primo cittadino di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente della protezione civile regionale Salvatore Cocina, l'ex commissario straordinario del Comune di Messina Gaspare Sinatra. Il processo, che ha visto avvicendarsi quattro giudici, è ancora alle fasi iniziali e oggi è stato rinviato al prossimo 12 febbraio per le eccezioni della difesa del Comune di Messina e dell'avvocatura dello Stato. Delusione tra i parenti delle vittime e i loro legali. L'avvocato Antonino Lo Presti, legale di Nino Lonia (che nella tragedia ha perso la moglie, i due figli e il suocero), ha sottolineato che "la maggior parte degli imputati vuole arrivare alla L’exsindaco Giuseppe Buzzanca MESSINA. Un’area verde verso il pieno recupero “San Nicandro”, da villa dei cani a progetto doc dell”Amicoverde” Messina. L’associazione “Amicoverde” ha ottenuto la concessione per l’adozione annuale della villetta “San Nicandro” (ubicata in via Leonardo Sciascia con ingresso da Piazza XXV Aprile), che da anni versa in forte stato di degrado. Si tratta di un progetto autodeterminato dai soci del gruppo per far si che l’area venga riqualificata per tornare ad essere uno spazio verde fruibile dalla comunità, dalla vicina parrocchia e dalle famiglie, che si sono autotassate. L’area cani è posta su un terrazzamento inferiore e proprio per questo l’area è stata denominata dagli abitanti della zona, “la villetta dei cani”. Ma già alcuni bambini, accompagnati dai genitori volontari dell’Associazione, riescono ad organizzare ed improvvisare dei giochi, così come gli scout da qualche settimana lì svolgono parte dell’attività domenicale. prescrizione e si sta cercando con un disegno preordinato di arrivare a questo. Anche le istituzioni hanno dimenticato queste persone". E Lonia aggiunge: "Voglio che questo processo abbia inizio, perché è stato sempre rinviato, ringrazio questo giudice che finalmente ha stilato un calendario di udienze, ma la giustizia per noi ancora è lontana. Io ho i miei problemi personali, e delle patologie che mi vengono dallo stato ansioso causatomi da questo processo. Ci hanno abbandonato anche le istituzioni che ci avevano promesso persino un posto di lavoro, ho mandato un e-mail al governatore Rosario Crocetta, ma ancora non ho avuto risposta. Era stato lui a proporre di equiparare i morti nell'alluvione alle vittime di mafia". "Questo - ha aggiunto anche Raffaella Ingrassia, che nell'alluvione ha perso i due figli - è un processo beffa dove sta emergendo ancora una volta la poca serietà delle nostre istituzioni". SOCIETÀ Villafranca, Serro in festa per la Candelora Villafranca. Il borgo di Serro in festa per la Patrona Maria Santissima della Candelora. Sabato 1 febbraio la funzione religiosa, alle 18,30, la chiesa della frazione di Villafranca ospiterà il coro di voci biance "Tintinnabulini" de La Casa delle Note del Maestro Monica Mancuso. L'appuntamento è organizzato dall'associazione "ViviSerro". Il 2 febbraio la benedizione delle candele dei fedeli e la processione con la statua della Madonna. Nasce a Palermo il primo Ecomuseo del mare PALERMO. Nascerà l'8 febbraio a Palermo l'ecomuseo urbano Mare Memoria Viva (Mmv): il primo in contesto urbano del Sud ospitato in due nuovi spazi di cultura e aggregazione per la città, l'Arsenale della Regia Marina e l'Ex Deposito Locomotive di Sant'Erasmo. "Un ecomuseo - dice Valentina Alga, del centro Clac - che mette al centro la funzione sociale e la partecipazione della comunità. Mare Memoria Viva è un ecomuseo dedicato al rapporto tra Palermo e il mare e si propone di riqualificare la costa di Palermo". Milazzo, l’”Orientagiovani” invade il Majorana MILAZZO. Oltre 3500 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado; 25 istituti comprensivi del territorio Barcellona – Villafranca, 4 Università per un totale di 22 corsi di studi presenti, 18 aziende del comprensorio, 250 studenti e 70 docenti della scuola oltre al personale Ata e della segreteria impegnati per 4 giorni. Questi i “numeri” di “Orientagiovani” dell’“Ettore Majorana” di Milazzo, su iniziativa del dirigente scolastico, Stello Vadalà, col Comune di Milazzo, Raffineria, Edipower e diverse aziende del comprensorio. CAPO D’ORLANDO. Iniziativa a Villa Piccolo Vittorio Sgarbi incontra Lucio e Casimiro CAPO D’ORLANDO. Conto alla rovescia per la manifestazione intitolata “Vittorio Sgarbi incontra Lucio e Casimiro” in programma sabato 1 febbraio alle 17 a Villa Piccolo di Capo d’Orlando. Il critico d’arte parlerà del contributo dato dai Piccolo alla cultura italiana e presenterà il suo ultimo libro “Il tesoro d’Italia”, edito da Bompiani. Un felice ritorno quello di Sgarbi a Villa Piccolo: è del 1996, infatti, una celebre puntata della rubrica “Sgarbi quotidiani” in onda su Canale Cinque, dedicata proprio a Lucio e Casimiro Piccolo, nel corso della quale il critico d’arte aveva raccontato le atmosfere della Villa di Capo d’Orlando e il contributo prezioso dato dai due fratelli alla cultura italiana, alla poesia e all’arte. Un filo mai interrotto, quello fra Sgarbi e Capo d’Orlando, che oggi, grazie alla “Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella”, presieduta da Giuseppe Benedetto, diviene occasione per lanciare una nuova sfida culturale. Durante la manifestazione sarà proiettata la puntata di “Sgarbi quotidiani”, intitolata Il tempo in posa, per la regia di Filippo Martinez. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. centonove pagina 4 Vittorio Sgarbi settegiorni FREE WEED. Primo gruppo in Sicilia contro la Giovanardi-Fini Droghe leggere anche per Messina DI CLAUDIO PANEBIANCO Messina. Inutile negarlo, ma l'Italia è certamente il paese dove si tende maggiormente, in modo sistematico, a fare di una lucciola una lanterna. Da anni, sopratutto i giovani ma anche vari convinti "attivisti" , lottano affinchè la legge Fini - Giovanardi, riguardante il consumo di droghe, sia decisamente rivista o addirittura abolita. Per lo Stivale, infatti, non vi è distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, di conseguenza, sia che un ragazzo venga trovato in possesso di marijuana o di cocaina verrà comunque segnalato come consumatore di sostanze stupefacenti. La Cassazione, a seguito di varie proteste, ha "ammorbidito" la Fini - Giovanardi, quasi limando alcuni aspetti della legge; ancora però la questione è aperta, le segnalazioni per i ragazzi che il sabato sera vengono sorpresi con il classico spinello in mano continuano a fioccare, le cure mediche attraverso l'utilizzo di cannabis sono un taboo in quasi tutta l'Italia. In Spagna la musica, proprio grazie alle manifestazioni dei cittadini, è completamente cambiata: nella Penisola Iberica, infatti, sono nati dei veri e propri Club della Marijuana, dove il proprietario produce il materiale ed i soci, versando una determinata quota, possono ottenere la loro dose personale di cannabis, rimanendo comunque nei limiti (più flessibili di quelli Italiani) registrati dal nuovo emendamento; in caso di controllo da parte delle autorità, dovranno mostrare la tessera del Club a cui sono registrati, dove è dichiarato il quantitativo che il soggetto può portare INIZIATIVE. Raccolta di firme per il progetto “ecologico” e “å costo zero” Galleria-parcheggio a Piazza Cairoli Messina. Una galleria-parcheggio a Piazza cairoli a costo zero per l'amministrazione comunale (si paga da sola, dandola in concessione per cinque anni, incassando due eruo al giorno). Ma non è tutto: l’edificio è energicamente autosufficiente con costo di gestione praticamente nulli; il costruttore potrà usufruire di un bonus fiscale del 60% del costo. Il progetto è dell'ingegnere Achille Baratta insieme all'architetto Andrea Bartucciotto, con la collaborazione per gli impianti dell'ingegnere Maria Scalisi e per le strutture l'ingegnere Roberto D'Andrea. La struttura - secondo chi l’ha progettata - si monta in 15 giorni, sarà coperta in lastre trasparenti che con il movimento ed il peso delle macchine soprastanti generano energia pulita che unita a quella generata dai pannelli solari che rivestono il montacarichi creano energia anche per l'illuminazione della piazza. Per sondare il gradimento al progetto dei cittadini, l’associazione “Il mio territorio” ha presentato l’iniziativa e avviato una raccolta firme. Si può aderire anche on line: www.activism.com/unagalleriaparcheggioapiazzacairoli/ con sè. Alcuni mesi fa, ispirandosi proprio a questo successo del popolo, in italia è nato il progetto Free Weed, che punta alla diffusione di un referendum per abolire del tutto la Fini - Giovanardi. In tutti i comuni con più di 10.000 abitanti, sarà possibile, da venerdì 21 marzo 2014, firmare tale documento per rendere palese la propria opinione. Anche a Messina il progetto Free Weed ha trovato terreno fertile, nella figura dei giovanissimi Emanuele Milazzo, Francesco Campione ed Enrico Merlino, Portavoce dell'iniziativa per la Città dello Stretto. Emanuele, volendo chiarire la situazione, ha dichiarato: "La cannabis è sempre stata una risorsa preziosissima e importantissima per l'uomo sin dal VIII Sec a .C viste le ampissime possibilità di uso. Dalla carta ai tessuti, dai carburanti alle plastiche. È assurdo che una pianta come la Cannabis venga considerata come un male da estirpare, nonostante tutte le proprietà benefiche che la scienza ha pienamente confermato. Per quanto concerne la questione del nostro testo di legge, non solo è stato dichiarato piu volte incostutizionale, ma è anche risultato essere un fattore criminogeno, vista l'aumento dei nostri detenuti da 2006 a oggi (35% dei detenuti a causa della fini giovanardi)". ROSA E NERO Alì Terme, nonna Domenica spegne centonove candeline Alì Terme. 109 anni. E’ la vetta che la signora Domenica Famà, originaria di Fiumedinisi, ma residente ad Alì Terme, ha raggiunto la settimana scorsa, festeggiata tra gli altri anche dalla figlia Francesca, nota ostretica, che di anni ne ha “appena” 85. Secondo dati recenti delle Asl nazionali, sono 350 gli italiani che hanno superato la quota di 105 anni. Il record nazionale appartiene comunque alla signora Emilia Zucchetti, 110 anni compiuti il 22 agosto scorso, originaria di Torri del Benanco, in provincia di Verona. A Domenica Famà gli auguri sinceri e doppi per i suoi 109 anni da parte della redazione di Centonove. Festa per i 90 anni di Mariano Carbonaro Messina. Una guantiera di dolci da due chili per festeggiare i novant’anni pieni di papà Mariano: il capo di gabinetto della Provincia di Messina, Nino Carbonaro, per l’occasione sabato scorso ha fatto rifornimento in una nota pasticceria del centro e ha poi festeggiato a dovere la vetta raggiunta dal genitore. Si è laureato Peppe Lombardo Messina. Discutendo brillantemente una tesi su “Autonomismo ed europeismo, la politica estera di Craxi” si è laureato il nostro collaboratore Peppe Lombardo in Scienze politiche indirizzo Relazioni internazionali. Centodieci e lode il risultato per il neo dottoreal quale vanno gli auguri della redazione di Centonove. Gangi a lutto per Placido Napoli L’ipotesi parcheggio-volante Gangi. Gangi piange Placido Napoli, uomo simbolo dell’impegno, della genialità dell’emigrante siciliano. Emigrato in Argentina nel 1950, era il principale operatore finanziario di borsa con 133 società quotate. Napoli era nato a Gangi 74 anni fa, giovanissimo di era trasferito con la famiglia in Argentina dove era diventato il simbolo degli emigrati siciliani. centonove pagina 5 31 Gennaio 2014 CHI SCENDE Angelo Panebianco MESSINA. Il direttore del dipartimento di Scienze veterinarie è pronto ad assegnare una borsadi studio di ventimila euro per un anno di ricerca a chi approfondirà un tema di “importanza vitale” per la città di Messina: la determinazione sessuale della spigola. Il borsista dovrà capire perchè le femmine sono in via d’estinzione: forse sono troppo spigolose? Daniele Ialacqua MESSINA. L’assessore all’Ambiente del Comune di Messina e il suo collega alla Mobilità hanno scoperto l’acqua calda. I due, infatti, hanno commissionato una rilevazione dell’inquinamento acustico, scoprendo che è diminuito nell’area dell’isola pedonale e che non è aumentato nelle vie adiacenti dove si può andare in auto. Tonino Perna MESSINA. L’assessore alla Cultura del Comune di Messina finisce nel mirino della IV Circoscrizione. Il consiglio, infatti, insoddisfatto dalle risposte a una interrogazione su un affidamento diretto per il “Natale nei quartieri”, sottolinea il “comportamento politico poco responsabile tenuto nella vicenda” e si interroga sull'opportunità che Perna “possa ancora essere mantenuta la delega alla Cultura”. Maurizio Puglisi MESSINA. In assenza di cartelloni definitivi da pubblicare sul sito internet del Vittorio Emanuele, il presidente dell’Ente autonomo regionale di Messina, ancora in attesa della ratifica del Cda (ancora l’assessore al Turismo Stancheris non ha deciso il suo componente), si accontenta come può, condividendo su Facebook la stagione del Teatro di Pace del Mela. Pippo Corvaja MESSINA. L’ex assessore all’Urbanistica della giunta Buzzanca non resiste al richiamo dell’aula. Mercoledi 29, poco prima di mezzanotte, Corvaja si è presentato in consiglio comunale per assistere alla votazione sul piano di riequilibrio. Corvaja, comunque, era in buona compagnia. Tra il pubblico, infatti, sedevano gli ex colleghi Pinuccio Puglisi e Gianfranco Scoglio. 31 Gennaio 2014 primopiano Carmelo Aronica REGIONE. Il commissario dello Stato blocca il 70 per cento della manovra economica La Sicilia “impugno” Lo scontro si sposta a Roma con il governatore Crocetta che parla di “attentato al lavoro di risanamento portato avanti dal mio governo”. La posta in palio per scongiurare il crac DI ENZO BASSO PALERMO. Se all’Assemblea regionale siciliana, finite le scorte di carta igienica, si è passati all’uso dei fazzolettini Scottex, al Genio civile di Messina i dipendenti hanno fatto una colletta da un euro a testa e sono stati comprati rotoloni “Regina”, una scorta utile “per almeno quindici giorni”. Ma se nei bagni della Villa del Casale a Piazza Armerina ormai il puzzo la fa da padrone, come le erbacce e la sporcizia nelle aree archeologiche di tutta l’Isola, al museo di Messina, finito a dicembre l’appalto con la ditta esterna, le pulizie a turno ora le fanno i dipendenti. FALLIMENTI IN VISTA. E’ il nuovo fronte della crisi economica che ha investito la Sicilia. E che è destinato a fare rivivere nella patria che fu e che è dei Gattopardi le scene raccapriccianti che fino a poco tempo fa si vedevano in Tv per la Grecia. All’origine di tutto la voragine dei conti presentati nella finanziaria della Regione Sicilia, che ha portato il commissario dello Stato in Sicilia, il prefetto Carmelo Aronica, a indossare i panni dello Sceriffo con la stelletta e a bloccare il 70% della manovra presentata dall’assessore al Bilancio Luca Bianchi, ex direttore dello Svimez, per conto del Governo Crocetta. Risultato: 26mila dipendenti con lo stipendio bloccato. E un quesito tutto da chiarire su una parolina sconosciuta ai più, i residui attivi, classificati in bilancio con la esorbitante cifra di 15 miliardi di euro. La sonora bocciatura del commissario Aronica ha mandato a gambe all’aria la manovra di Bilancio, facendo gridare allo scandolo il governatore Rosario Crocetta. Che ha subito spostato a Roma la vertenza. “Aronica attenta alla Sicilia. E’ un attentato al lavoro di risanamento che il mio governo ha portato avanti con tagli che ora si attestano su 1, 2 miliardi di euro”. IL PREFETTO-SCERIFFO. Toni che non hanno turbato il prefetto-sceriffo. Aronica si è limitato a rilevare: “Faccia attenzione Crocetta alle parole che Giampiero D’Alia centonove pagina 6 pronuncia. Mi limito solo a ricordare che il responsabile dell’ordine pubblico in Sicilia è il presidente della Regione…”. Toni infuocati che hanno portato il governatore a fare slittare di qualche giorno la pubblicazione della manovra di bilancio sulla Gazzetta ufficiale, senza le parte impugnate, e a fare convocare una serie di vertici a ripetizione a Roma, dove in maniera del tutto singolare non hanno partecipato n’è il premier, Enrico Letta, né, peggio, il ministro dell’economia, Saccomanni. La vertenza è stata girata al ministro per i rapporti Stato-regioni, il renziano Delrio, singolarmente accompagnato nel dibattito governativo da una comitiva di politici siciliani: il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, l’ex presidente del Senato Renato Schifani. A loro, e al sottosegretario Patroni Griffi l’assessore Bianchi ha sintetizzato il contenuto della manovra. Su sette miliardi di spesa, ha detto l’assessore in quota Pd, la Regione quest’anno ha risparmiato il 20% delle somme, più di un miliardo “con tagli alla sanità, ai rimborsi dei forestali, alla formazione e alle società partecipate”. NEL MIRINO 15 MILIARDI. I 15 miliardi appostati tra i residui attivi, sui quali la Corte dei conti regionale ha più volte richiamato l’attenzione, sono frutto delle passate gestioni, “ma già il fondo rischi-come chiede la Corte dei Conti- è stato rimpolpato con più di duecento milioni”. Bazzecole per il commissario Aronica. Che vede uno squilibrio accertato nei conti di quasi seicento milioni e che chiede poi chiarezza non solo su alcune poste oscure, ma anche sulle spese “previsionali” future: non solo la spesa corrente che è già altissima e ingoia il 90% del bilancio, tra stipendi e pensioni, ma soprattutto su tutti gli enti collegati, sui quali la manovra Crocetta, a dire dei tecnici del Angelino Alfano Graziano Delrio primopiano commissario dello Stato, sorvola: i debiti degli Ato rifiuti e idrici, e i conti sballati delle decine di società partecipate, oggi ridotte a sei, sette. Da Sicilia E-Servizi che dovrebbe gestire la telematica e vanta una controversia da ottanta milioni con l’ex socio privato, a Sviluppo Italia Sicilia che ha settanta dipendenti insediati dentro l’Irfis, che tengono le braccia conserte. Il ministro D’Alia, prendendo le distanze dai toni di Crocetta, indossando i panni pacati dello statista, ha detto che “Aronica fa il suo mestiere e per questo va rispettato”. SUMMIT DELUDENTE. Ma i risultati del “summit” non sono stati rosei per il governatore dell’Antimafia: l’indicazione del governo è di creare una task- force e passare il bilancio al setaccio “voce per voce”. Tradotto, è l’anticamera del commissariamento di Stato, già ventilato un anno e mezzo fa in una neanche tanto riservata lettera OCCORRE SAPERE Un appello... Montante L’INIZIATIVA COORDINATA DAL PRESIDENTE DEGLI INDUSTRIALI CHE CHIEDE L’INTERVENTO DI NAPOLITANO Rosario Crocetta dell’ex premier Monti all’ex governatore Raffaele Lombardo, l’uomo che per risanare i conti della Regione aveva deciso di chiamare al capezzale di Palazzo d’Orleans, l’ex commissario della Parmalat, Enrico Bondi. Il manager dopo aver chiesto una relazione al ragioniere generale L’ANALISI. L’impugnativa del commissario non ha nulla a che vedere con lo Statuto. Ecco perchè Ma l’autonomia non c’entra IL GOVERNO BOCCIATO PER LA VIOLAZIONE DI TRE ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE CHE RIGUARDANO ENTRATE E USCITE ALLA LUCE DEL CONTROVERSO PRINCIPIO EUROPEO DEL VINCOLO DI BILANCIO DI 31 Gennaio 2014 MAURIZIO BALLISTRERI* Il presidente della Regione Rosario Crocetta lanciando i suoi strali contro il commissario dello Stato, “reo” di avere impugnato 36 articoli su 50 della Finanziaria regionale, ha invocato la costituzione dell’Alta Corte prevista dall’art. 24 dello Statuto siciliano, contro la presunta lesione alla specialità autonomistica. In realtà, l’Alta Corte venne immediatamente istituita dopo l’approvazione, avvenuta con Regio Decreto Legislativo 15 maggio 1946, n. 455, dello Statuto siciliano e le sue competenze furono dichiarate assorbite dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 38 del 1957 della stessa Consulta, determinando un formidabile vulnus all’Autonomia speciale, non contrastato politicamente e giuridicamente dalla classe dirigente isolana dell’epoca, che conclamò così il suo endemico ascarismo. Ma proprio tale corte di giustizia costituzionale paritetica, “caducata” ma non soppressa dal Giudice delle leggi nazionali, costituiva il simbolo dell’Autonomia siciliana, di quel rapporto “pattizio” posto alla base del motto autonomistico: “Due Nazioni in uno Stato”. All’epoca si sarebbe dovuta eccepire tale decisione, che mortificò in modo irreversibile l’Autonomia siciliana, poiché lo Statuto della Regione Siciliana con l’Alta Corte è inserito nella legge costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948, cioè non è una legge ordinaria bensì costituzionale, e la Corte Costituzionale non può pronunziarsi su articoli di leggi costituzionali, su cui sono competenti le Camere per la loro soppressione o modifica; non poteva entrare quindi, nel merito della legge costituzionale del 1948, perché essa era stata approvata dalla Assemblea Costituente il 31 gennaio 1948 con riferimento all’art.116 della Costituzione, che è chiarissimo riguardo alle forme particolari di autonomia concesse alla Sicilia con Statuto Manifestazione di protesta a Palermo Speciale adottato con norma costituzionale. Ma l’impugnativa del commissario dello Stato Carmelo Aronica ha ben poco a che vedere con lo Statuto autonomistico, poiché governo e Assemblea regionale sono stati “bocciati” per la violazione di tre articoli della Costituzione repubblicana, 81, 97 e 117, che riguardano entrate e uscite alla luce del controverso (e antisociale) principio europeo del vincolo di bilancio, obbligo dei concorsi pubblici per la Pubblica Amministrazione, potestà legislativa delle Regioni. Piuttosto, riguarda l’improvvisazione e il pressappochismo politico e dell’alta dirigenza della nostra Isola, nonostante gli ammonimenti lanciati dalla Corte dei Conti con il giudizio di parificazione del Bilancio siciliano lo scorso giugno. E intanto, centinaia di lavoratori con le loro famiglie, dai forestali ai dipendenti dei Consorzi di Bonifica e degli Ersu sino a centinaia di altri enti, rischiano di rimanere senza reddito, nella disperazione più nera, a causa di una politica e una burocrazia inadeguate! *docente universitario, già deputato ARS centonove pagina 7 PALERMO Un appello al Capo dello Stato per salvare la Sicilia. E’ l’iniziativa coordinata dal presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, che insieme undici associazioni, Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti e Legacoop, si è rivolta a Giorgio Napolitano per denunciare l’intervento del commissario Aronica che con la bocciatura della manovra di Bilancio rischia di mettere definitivamente in ginocchio l’Isola. Grande alleato e sostenitore di Crocetta, Montante nel documento ricorda come il tasso di disoccupazione in Sicilia supera il 39% e in alcune zone, dove si è tornato a emigrare, si supera abbondantemente la soglia del 51,3%. Il sistema delle imprese è in affanno, l’edilizia è crolata e la crisi-scrivono le associazioni datoriali e i sindacati-ha già messo a nudo il fragile di sistema economico dell’Isola, dove l’istituzione delle zone franche, nelle zone di maggiore disagio, può essere solo un incentivo a una situazxioner di grave difficoltà economica. Di tutt’altro tono invece l’intervento della Cisl, che attraverso il suo segretario Maurizio Bernava si rivolge al capo del governo Enrico Letta, per fermare il governatore della Sicilia Crocetta dai suoi intenti di guerra contro il commissario dello Stato. 31 Gennaio 2014 primopiano della Regione, ha poi declinato elegantemente l’invito. Della serie: la Parmalat si è risanata, risanare quella mucca Carolina, dalle mille mammelle, che è diventata la regione Sicilia, è una…mission impossible. SPRECHI E STIPENDI. Ma chi è attaccato alla mammella della Regione? La radiografia è impietosa. Su quasi diciottomila dipendenti diretti, più di 1200 sono dirigenti. Ma è la pletora degli enti collegati, Irsap, Esa, Parchi, teatri, consorzi di bonifica che aggiunti a quasi ventimila forestali part-time e dai cinquanta ai sessantamila precari, portano le bocche da sfamare attaccate alle mammelle della Regione a ben 144.000 stipendi mensili, “ancora non del tutto classificati” ammettono a denti stretti all’assessorato al Bilancio di via Notarbartolo. Una grande multinazionale che anziché beni e servizi, produce stipendi. Con i sindacati che non perdono occasione per bacchettarla, come se la “mangiatoia” della formazione professionale fosse stata considerataha detto l’assessore Nelly Scilabra, “un finanziamento occulto ai partiti e ai sindacati”. MA COME USCIRNE? Se già nelle Nelly Scilabra strade scoppiano le risse tra i 3200 assunti nel servizio del “118” e i forestali non vogliono saperne di rinunciare ai rimborsi chilometrici, finora riconosciuti, l’impressione è che la situazione al governo regionale sia sfuggita di mano: gli autobus dell’Ast, l’azienda pubblica dei Trasporti con una flotta di più di seicento mezzi, non escono più dai garage: manca la benzina. E’ il caso di dire: si è al capolinea. Se il dipartimento di economia dell’Università di Messina diretto dal professore Mario Centorrino, ha documentato come i fiumi di denaro drenati in questi anni dall’Unione europea, a differenza di altre regioni come la Basilicata o la Puglia, non hanno fatto affatto crescere il Pil, la soluzione proposta da alcuni fautori strenui dell’Autonomia, è quella di cassare l’articolo-truffa “art 36, comma 2” dello Statuto regionale, già votato nella passata legislatura dall’Ars, che ripristina il principio delle imposte di produzione: solo dagli impianti di produzione petrolifera-ha calcolato il deputato di Voce Siciliana- Michele Cimino- si recuperebbero 8 miliardi imposte”. La politica dell’Isola però viaggia in senso inverso: Aronica ha bocciato una norma che dimezzava le imposte ai petrolieri in Sicilia, che non hanno mai riconosciuto uno sconto per la benzina dovuto ai danni ambientali, come si fa in Valle d’Aosta. ENTRATE, ANZI USCITE. A questo si aggiungono i conti in crisi di Riscossione Sicilia: la crisi ha fatto diminuire le entrate fiscali, perlopiù rateizzate da privati e imprese. Un trend negativo al quale si aggiunge il fatto che Unicredit ha spostato la sede legale dell’incorporato Banco di Sicilia a Milano, facendo venir meno alle entrate regionali 300 milioni l’anno di imposte. Ma si può uscirne? Quello che non si dice è che la Sicilia, la terra secondo l’Unesco più ricca di bellezze storiche e artistiche e paesaggistiche del mondo, ha il suo cancro nella politica e nel malaffare. E proprio lo Statuto che l’ha resa autonoma, nella parte finale prevede che se si attenta alla dignità del popolo siciliano, lo Stato può intervenire, nominando i commissari. Non tutto il male viene per nuocere. Il Belgio senza governo in cinque anni ha risanato i suoi conti. La Sicilia senza i suoi politici in cinque anni potrebbe risorgere. Qualcuno a Roma comincia a pensarci. Mentre in Sicilia, sotto la cenere, da quindici giorni cova già la rivolta. IL CORSIVO Vecchio continente sempre più vecchio MENTRE DA NOI NON SI RIESCE A PRESENTARE UN BILANCIO CREDIBILE NEGLI STATI UNITI SI INTRODUCE LA SCALA MOBILE PER I LAVORATORI DI GIOVANNI FRAZZICA Il corpo, la morte, l’anima, parole che alimentano un’ansia silente, progressiva che cresce col passare del tempo, quando scompare il compagno di scuola, la vicina di casa, il vecchio segretario del Partito, il collega d’ufficio, la moglie di un amico. Un elenco inarrestabile, che si contabilizza come la battaglia navale: colpito, quando si ha il tempo di sapere di una qualche grave malattia, affondato quando giunge la fine. Ma si deve continuare, andare avanti. Si, bel modo di dire. Ma avanti dove? Con chi? Certo con quelli che sono rimasti, se ne hanno voglia, se si sentono in condizione di continuare, con i nuovi. Anche se le notizie che giungono dal mondo dell’informazione non invitano certo all’impegno ed alla partecipazione. Leggere che è stata confermata l'evasione fiscale del cantante Tiziano Ferro per circa 3 milioni di euro non fa piacere, ci si sente traditi da un personaggio a cui si era data fiducia. Una fiducia diversa di quella concessa a quei politici che, con i rimborsi dei gruppi parlamentari destinati all’attività politica hanno comprato mutande verdi, Diabolik, borsette di Vuitton e quant’altro. E ci sono anche i grandi servitori dello Stato come Antonio Mastrapasqua, definito un conflitto di interessi in carne ed ossa, un uomo che colleziona incarichi e cariche di alto livello, e, ovviamente, gli stipendi ad esse collegati. Era già stato attenzionato dalla Fornero, ma ormai la sua figura è criticata da più parti, Mastropasqua dovrebbe essere arrivato a quota 25 tra i ruoli che ricopre all’interno di presidenze, vice presidenze, presenze all’interno dei consigli di amministrazione et similia tra cui Equitalia Nord, Centro e Sud ed è anche dirigente di Italia Previdente, di Eur Spa, di Eur Tel, di Eur Congressi Roma, di Coni servizi Spa, di Autostrade per l’Italia, di Fandango, di Telecom Italia Media; è inoltre all’interno del CdA di Quadrifoglio, di Telenergia, di Loquendo, di Aquadrome e per finire presidente onorario di Mediterranean Nautilus Italy, di ADR Engineering, di Consel, di Groma, di Emsa Servizi, di Telecontact Center, di Idea Fimit Sgr. 25 incarichi, che prima erano ben 55. Ora Mastrapasqua è indagato per la sua attività di Direttore generale Antonio Mastropasqua centonove pagina 8 dell’Ospedale israelitico di Roma per aver chiesto al Servizio sanitario nazionale dei rimborsi che non erano dovuti. Enrico Letta dice che su questa vicenda vuole vederci chiaro e chiede una relazione al ministro Giovannini, però nell’immediato deve fare i conti con le dimissioni della Di Girolamo, che si è tuffata in un mare in cui tanti squali sono già in movimento e girano seguendo cerchi che via via diventeranno più stretti in un percorso che punta alle spoglie del suo governo. Ma mentre i riti sacrificali seguono il loro iter tradizionale, mimetizzato da foglie di fico, depistaggi e bugie, dal Fmi arriva l'allarme di Cristine Lagarde: "20 milioni di disoccupati nell'Ue, la crisi non è finita". E in Italia è senza lavoro un terzo degli under 25, numeri in grado di evocare una turbativa dell’ordine sociale, soprattutto al Sud ed in Sicilia, dove i dati si appesantiscono per la inestricabile crisi economica regionale, mal celata da un Governo che non riesce neanche a presentare una finanziaria credibile al Commissario dello Stato. Negli Usa invece, a sorpresa, Obama scavalca il Congresso e introduce la scala mobile per i lavoratori. Ahimè, com’è diventato vecchio il vecchio Continente. 31 Gennaio 2014 politica DEMOCRATICI. Davide Faraone chiude l’accordo con l’area Cuperlo per la segreteria Raciti, candidato “turco” Il nome del deputato, leader siciliano dei Gd e vicino a Orfini e Fassina, sbaraglia quello di Antonio Saitta, proposto dagli esponenti isolani. Ma l’area Renzi si spacca, con la corsa di Ferrante È QUELLO di Fausto Raciti, il nome che conclude la lunga trattativa per trovare la quadra sulla candidatura alla segreteria regionale del Pd. Il tutto, dopo un rush finale durato ininterrottamente per 48 ore (fino a martedì 28), e che ha visto accavallarsi ordini e direttive sulla linea FirenzePalermo di cui si è fatto latore Davide Faraone, luogotenente di Matteo Renzi in Sicilia. CHI È RACITI. Trentenne, deputato nazionale di rigida ortodossia bersaniana (per cui lo scorso anno venne calato nel listino bloccato, senza passare dalle primarie, nel collegio Sicilia Orientale proprio per ordine dell'allora segretario del Pd), è oggi “cuperliano” di ispirazione vicina ai “Giovani Turchi” di Matteo Orfini ed Andrea Orlando. Attualmente, Raciti è segretario nazionale dei Giovani Democratici. Poco addentro alle vicende siciliane e alle gattopardesche manovre che da sempre le contraddistinguono, come ha ammesso in conferenza stampa, il candidato è stato scelto dopo un ballottaggio molto stretto col messinese Antonio Saitta, assai gradito ai cuperliani di Sicilia ma inviso a Mirello Crisafulli, che non avrebbe mai appoggiato un candidato così vicino ad Antonello Cracolici (come Saitta appare). SICILIA TAGLIATA FUORI. Ma la partita interna al Pd rendeva necessario tagliare fuori l’isola, e così che la partita giocata è squisitamente nazionale: si trattava, infatti, di trovare una candidatura di condivisione tra i renziani e i cuperliani “Giovani Turchi” così da supportare il lavoro del neo segretario nazionale dentro la Fausto Raciti direzione del Partito e coi gruppi parlamentari per portare a casa la difficile trattativa sulla legge elettorale. La mossa di Raciti, quindi, è un segnale di “apertura” alla parte dei cuperliani più dialogante e aperta a compromesso. LE REAZIONI. Malumori fortissimi sono saliti dalla base renziana di Sicilia, che non ha visto di buon occhio il bagno di realismo, al limite del cinismo, operato da Davide Faraone; Raciti, infatti, non conosce le dinamiche siciliane, non ha mai seguito da vicino le asprezze delle correnti locali e, da tempo, vivendo stabilmente a Roma, non segue adeguatamente la politica isolana. Realpolitik pura, a tratti eccessiva, quella di Faraone, che non è piaciuta a tantissimi renziani, che ritengono tale scelta in contrasto con le aspirazioni di rinnovamento da anni perseguite. Al fine di controbilanciare la candidatura di Raciti, Faraone lo ha fatto affiancare da Mila Spicola, sua fedele compagna di avventura, già immessa nella Direzione Nazionale del Partito, e oggi chiamata a “controbilanciare” in chiave renziana una segreteria regionale che rischia di apparire in partenza lacerata tra le varie anime. La scelta della Spicola, tuttavia, non viene letta con soddisfazione da parte dei renziani storici siciliani: l'equilibrio della segreteria rischia di diventare troppo incentrato su Palermo e sul sistema di gestione di Faraone; la stessa Mila Spicola, che sempre si è proclamata interessata a temi e proposte concrete, adesso sembra aderire ad un progetto politico di “normalizzazione”. L’ALTRO FRONTE. Al ticket RacitiSpicola, cui aderiscono pertanto i renziani siciliani e l'Area Cuperlo, oltre che Beppe Lumia e il presidente Rosario Crocetta, si contrapporrà la candidatura del segretario uscente, Peppino Lupo, sostenuto dall'area Dem siciliana, e da “big ingombranti” del Pd, quali Francantonio Genovese, Nino Papania e Sergio D'Antoni. Lupo è pronto allo scontro, sentendosi “tradito” da Faraone, che fino a non molto tempo fa lo persuadeva sulla certezza di una ricandidatura. Di fuoco, le sue prime dichiarazioni: «Mi candido perché l'unità del Partito non può passare per logiche di spartizioni di poltrone e sottogoverni, come sarà quella di Raciti». Delusi anche molti renziani storici, che si andranno a coagulare sulla candidatura di Antonio Ferrante, avvocato palermitano di estrazione liberale, fondatore delle Associazioni renziane “Big Bang!” in Sicilia e Sardegna, fino a non molto tempo fa fidatissimo consigliere di Faraone, da questi pian piano messo ai margini. Altrettanto deluso, ma ancora non bene chiara la posizione che sosterrà al congresso, il renziano Fabrizio Ferrandelli, che avrebbe gradito la candidatura alla segreteria, ma - anche in questo caso - è stato scoraggiato da Faraone. Infine, si registrano le candidature di Antonella Monastra, consigliere comunale a Palermo, che sarà rappresentante dell'Area Civati e l'onorevole Giuseppe Lauricella, esponente che si definisce “candidatura libera”, ma di estrazione socialista. La sfida di Raciti sarà quella di controbilanciare la sua squadra con forze nuove e non legate al sistema palermitano, essendo ormai diffusi i malumori tra le varie anime sia cuperliane che renziane, sia sull'eccessivo squilibrio a favore dei palermitani, sia sulla logica di cooptazione che si teme possa sovrintendere alla composizione degli esecutivi. (D.D.J.) MESSINA Vai col coordinamento BASILIO RIDOLFO AFFIDA LA GESTIONE DEL PARTITO A UN GRUPPO GUIDATO DA FELICE CALABRÒ. MA... La vicenda del PD messinese, ancora in alto mare, non vede ancora una soluzione all’orizzonte. Il congresso cittadino, infatti, che era previsto in concomitanza con lo svolgimento delle primarie per la scelta del segretario regionale, è stato posticipato a data da destinarsi dal segretario provinciale, Basilio Ridolfo, che ha così comunicato l'intenzione di separare i momenti di svolgimento delle due assise per comprendere gli equilibri del Pd messinese a seguito dei risultati delle primarie regionali. Lunedì 27, presso la sede della federazione ex Ds, convocata da Ridolfo, si è tenuta una pre assemblea di tutte le anime del partito. Dopo numerosi interventi, nei quali è emersa la necessità di non lasciare allo sbando la gestione del Pd in città, o affidato solo alle conferenze stampa di Felice Calabrò - che l'Area Cuperlo e diversi settori della componente civatiana non ritengono possa aver titolo a rappresentare tutto il Partito cittadino - si è giunti alla indicazione, da parte di Basilio Ridolfo, di un “coordinamento di lavoro” composto dai capigruppo consiliari di area, dai presidenti circoscrizionali e da Calabrò stesso in chiave di coordinatore. Questa scelta non piace alla componente renziana ortodossa (Alessandro Russo chiedeva che fosse il segretario provinciale a rappresentare il partito, magari affiancato da un gruppo di lavoro rappresentativo delle varie anime del centonove pagina 9 Partito), affiancata dall'Area Civati e dall'Area Cuperlo (Filippo Panarello ha espresso chiaramente il suo disappunto a Ridolfo al termine della riunione). Sul fronte delle candidature, l'Area Renzi è quasi certa di predisporre una mozione che verrà presentata alla prossima Assemblea, con la quale si richiede la indizione di primarie cittadine per la scelta del segretario. I nominatvi che si rafforzano sono Calabrò, in attesa sentenza del Tar di Catania sulle amministrative. Stabili, invece, le quotazioni di Russo, che passerebbe per una presa di posizione aperta da parte di Davide Faraone. La vicenda della segreteria cittadina, in questo caso, si giocherà sul doppio piano con la composizione della segreteria regionale: nel caso di vittoria di Raciti, infatti, sono certe le previsioni di ingresso nell'esecutivo regionale di un esponente renziano. (D.D.J.) 31 Gennaio 2014 politica PALAZZO ZANCA. L’aula non vota il piano di riequilibrio. Per “prendere tempo”. Due mesi Bocciatura strategica L’assessore al Bilancio Guido Signorino passa in rassegna le mosse per uscire dal “rosso fisso”: resta da convincere la Corte dei conti. Indispettita da un anno di tattiche dilatorie. Ecco perchè DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. E’ forse la prima volta nella storia delle istituzioni parlamentari che un’amministrazione debba convincere un’assemblea a bocciare un provvedimento emanato dallo stesso esecutivo: bocciare il “nuovo” piano di riequilibrio. Motivo? Prendere tempo. Sessanta giorni. ue mesi per presentare un piano di risanamento dell’ente che sia credibile e che possa convincere la Corte dei conti. DIRE, FARE, SPERARE. Era un consiglio affollatissimo quello che ha bocciato il piano. A farsela alla larga, come è già accaduto in occasione del voto sulla Tares, sono stati i consiglieri del Megafono (con la lodevole esclusione di Pio Amadeo). E di fronte ai consiglieri, più per lasciare le dichiarazioni a verbale e tentare di convincere la Corte dei conti, che persuaderli a votare l’atto, l’assessore al Bilancio Guido Signorino ha elencato le “best practices” che, nei prossimi dieci anni, dovrebbero consentire a palazzo Zanca di mettere la testa fuori dall’acqua: sette milioni in dieci anni dalla compartecipazione degli utili dell’Amam, per esempio, o la mostruosa cifra di 25 milioni di risparmi sul personale. Sull’energia elettrica già si è “messo mano”. Palazzo Zanca è uscito dal regime di salvaguardia che imponeva di pagare il 30% in più in bolletta, e dalla rinegoziazione dei contratti di fornitura sul mercato libero Signorino conta di risparmiare nel decennio circa 45 milioni. Poi ci sarebbero i trenta milioni di contributo decennale promessi dalla regione per i comuni disastrati come Messina che si Guido Signorino accompagnano ai dodici milioni decennali di risparmi sui mutui, ai cinque milioni in cinque anni che dovrebbero entrare in cassa dalle sanatorie edilizie, ai tre in più dall’incremento delle tariffe a carico di chi usufruisce dei servizi a domanda individuale, terminando con il milione e mezzo all’anno recuperato dalla lotta all’evasione e dagli 800mila euro risparmiati dalla razionalizzazione dei fitti passivi. Basterà? CORTE IN AGGUATO. Dipende dalla pazienza dei magistrati contabili, già mess a dura prova da un anno di . Perchè il comune di Messina ha fatto richiesta di aderire al piano decennale di riequilibrio nel 2012, promettendo una serie di “cambi di passo” che se fossero stati attivati avrebbe avuto maggiore credibilità nei confronti della Corte dei conti. In realtà si è approfittato di norme che hanno consentito le proroghe: la prima adesione alla legge 174 è stata chiesta a febbraio del 2013 dall’allora commissario del Comune Luigi Croce. Il piano che ne è scaturito è stato ammazzato dal mancato contratto di servizio con l’Amam che avrebbe assicurato copertura al piano, che comunque è stato istruito e oggi è “congelato” alla Corte dei Conti. Nel frattempo subentra la nuova amministrazione, e ci si appella alla possibilità di usufruire dei benefici dell’emendamento proposto dal senatore Bruno Mancuso, che consente alle nuove amministrazioni di rimodulare il piano di riequilibrio entro 60 giorni dalla relazione di inizio mandato che rappresenta l’agenda politica dell’amministrazione. Quindi subentra la legge di stabilità, che concede un nuovo piano di riequilibrio in caso di bocciatura di quello precedente da parte del consiglio comunale. Strategie dilatorie che non fanno propendere per la remissione alla “clemenza della Corte”, che già un anno e mezzo fa ha cazziato il comune di Messina con una relazione al vetriolo su quanto avrebbe potuto fare e non ha mai fatto. E in questi tempi supplementari di due mesi? RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE. Signorino ha indicato la via, ma la sensazione è che i magistrati contabili preferiscano i tempi coniugati al passato piuttosto che al futuro. Alla presentazione del nuovo piano di riequilibrio, il comune di Messina dovrebbe presentare il piano di servizio con l’Atm già firmato, e possibilmente i dieci bilanci dell’azienda già approvati. A questo proposito, dopo anni di cincischiamenti, si sono seduti ad un tavolo i revisori dei conti di palazzo Zanca e quelli dell’azienda di via La Farina, e un’intesa di massima potrebbe giungere a breve. Nel frattempo, per l’Atm c’è da pensare al futuro. L’amministrazione di Giuseppe Buzzanca, nel 2012, aveva immaginato un programma di liquidazione e trasformazione in spa a tappe. manco a dirlo, il programma è fermo al palo. L’amministrazione Accorinti ha intenzione di ritirare quella delibera e di proporne una nuova, in cui non compare più la trasformazione in società per azioni. E poi? Non sarebbe male portare di fronte alla Corte dei Conti anche il contratto di servizio con Messinambiente, senonchè per la partecipata di via Dogali i programmi sono abbastanza lontani dall’essere definiti. E poi c’è sempre l’inghippo del disallineamento tra i bilanci di Messinambiente e Ato3. ZOOM David: e dissesto sia PER IL CAPOGRUPPO PD IL “FALLIMENTO” DEL COMUNE È INEVITABILE. E LO SPIEGA MESSINA. Allora, Paolo David, per lei che è capogruppo del Pd, il Comune di Messina va in dissesto? Penso proprio di sì. Anche perché l’amministrazione non sa da dove cominciare. Dal piano previsionale, al piano di riequilibrio i conti non tornano. Cosa c’è che non va? Intanto questo piano di riequilibrio si rifà alla gestione commissariale di Luigi Croce. In questi mesi, a parte tanti bla bla, e tante delibere sbagliate e poi ritirate, questa amministrazione non ha fatto nessun programma per la città. La vostra soluzione qual è? Sarebbe stato opportuno un confronto politico leale sui problemi, mentre l’atteggiamento degli assessori della giunta Accorinti è sempre stato quello di chiudersi a riccio, quando si avviava al dialogo le decisioni erano già prese. Comportamento anomalo. Ma si sa che c’è stato un incontro, a Roma, tra il vicesindaco Guido Signorino e l’onorevole Francantonio Genovese… Sa per cosa? Posso soltanto dire che Genovese, con senso di responsabilità, non si è mai negato in sede istituzionale per risolvere i problemi della città. Ma Signorino, attraverso Genovese, chi ha incontrato? Con il sottosegretario per seguire da vicino le procedure del “salva Comuni”. Ma in termini di riequilibrio cosa proponete voi? Messina ha bisogno della politica, dei tecnici e di un centonove pagina 10 programma finanziario e di sviluppo di respiro: entrate e uscite per dieci anni debbono avere una visione di lungo periodo. Una cosa difficile e che va studiata nei tempi giusti e con le persone giuste. Oggi il dissesto è nelle cose. Perché anche se mandiamo avanti una delibera indietro, chi dice che si possa trovare una soluzione certa? Con i debiti fuori bilancio cosa faremo? Sono tutte domande senza risposte. I revisori che dicono? Hanno espresso parere contrario al piano di riequilibrio di Signorino. Ancora oggi non sappiamo l’esatta esposizione del Comune. E ora che succede? A questo punto abbiamo sessanta giorni per un nuovo piano. Ma io mi chiedo: a che serve tutto questo? Lei dice che siamo già al dissesto? Io penso che il dissesto non si possa più evitare. E.B. 31 Gennaio 2014 politica Nino Mantineo Clara Crocè MESSINA. Assessore, esperto, consulta comunale, sindacati: tutti battagliano con tutti Servizi sociali, è guerra Tagli ai fondi per due milioni e mezzo, la Cgil sul piede di guerra. Sul banco degli imputati la gestione, tra bandi e Voucher. In mezzo l’amministrazione. Tutti i protagonisti MESSINA. E’ precipitata in due settimane, la situazione. Due settimane in cui si sono persi per strada due milioni e mezzo, stornati dalla dotazione finanziaria dei servizi sociali. Dei ventidue milioni inseriti nel previsionale 2013 votato il 30 dicembre, infatti, l’amministrazione guidata da Renato Accorinti ne ha decurtati 2,4, seminando il panico tra gli operatori e facendo infuriare i sindacati. Non è che l’ultima cattiva notizia nel settore dei servizi sociali. Una polveriera pronta ad esplodere. E che mette tutti contro tutti. TUTTI CONTRO TUTTI. “Abbiamo perso la pazienza”, ha tuonato Clara Crocè della Cgil, appresa la notizia. Il sindacato, che pure ha sostenuto Accorinti in campagna elettorale, non si tira indietro quando c’è da bastonare. Problema è che i fendenti arrivano anche dall’interno dell’amministrazione. Angela Rizzo, esperto del sindaco in materia di servizi sociali, ha attaccato violentemente l’assessore al ramo Nino Mantineo, accusandolo di aver tradito lo spirito dell’esperienza “dal basso”, sposando la politica portata avanti dagli amministratori che lo hanno preceduto. “Ho appreso - spiega Angela Rizzo in una lettera inviata ad Accorinti - che sono stati pubblicati nove bandi che riguardano il D26 (il distretto sociosanitario, ndr) senza che io sia stata minimamente coinvolta nell’esami degli stessi. Pertanto non sono in grado di poter esprimere alcun giudizio. Naturalmente - continua - tali bandi non sono stati portati a conoscenza della consulta, nonostante le affermazioni della presidente di tale organo che aveva promesso che si sarebbe attivata in tal senso”. E la presidente come risponde? TRA DUE FUOCHI. Maria Lucia Serio, alla testa della consulta, si è trovata stretta tra due fuochi, attaccata anche da CittadinanzAttiva, una delle associazioni che fanno parte della consulta. Alle accuse lanciate dalla Serio di essere “interessata alla cogestione dei servizi sociali insieme ad esecutivo e ad uffici”, CittadinanzAttiva ha risposto di occuparsi “esclusivamente di volontariato” e di “non avere nel suo Dna le caratteristiche genetiche della gestione e della coge - prosegue una nota dell’associazione - si deve prendere atto che non trovando ascolto nel Presidente della Consulta, resterà valida la delibera del 19 novembre (che finanzia i servizi dal 2013 al 2015), adottata in solitudine dall'Assessore al ramo, che si è assunto la responsabilità di perpetuare un sistema oneroso per il Comune e di dubbia efficienza per l'utente”. Nello specifico, CittadinanzAttiva chiedeva l’introduzione del voucher per lasciare libertà di scelta dei servizi all’utenza, Mantineo ha risposto che non se ne parla perchè il voucher comporterebbe politiche neoliberiste che l’amministrazione non ha intenzione di perseguire. “Non si tratta di essere contro qualcuno - spiega Maria Lucia Serio - come presidente della consulta lavoro con le organizzazioni di terzo settore per un contributo. Daremo conteributi concreti. Rispetto al resto ritengo che la delibera del 19 novembre è stata firmata senza consultarci. Abbiamo chiesto all’assessore un maggiore coinvolgimento, metteremo all’ordine del giorno della prossima assemblea (metà marzo) la discussione”. QUANDO C’ERA L’ISTITUZIONE. Cancellata con una delibera proposta nel 2010 da Angelo Burrascano quando ancora militava nel Pdl, l’Istituzione ai servizi sociali, considerata un carrozzone, oggi sarebbe un modello di capacità gestionale. Nel 2007, ultimo anno di attività, l’Istituzione contava su una disponibilità economica che arrivava a stento a diciassette milioni. Tutt’altra musica rispetto ai ventotto del 2011, ai ventisette del 2012 ed agli oltre trenta del 2013. E il servizio non è andato migliorando in proporzione. Tutt’altro. (A.C.) STORIE Dipendenti contro UNA CONDANNA PER CALUNNIA, UN TRASFERIMENTO ATTESO DA AGOSTO: SI FRONTEGGIANO DUE DONNE Lo sbando dei servizi sociali non riguarda solo la gestione del settore: anche i dipendenti sono sul piede di guerra. Tra di loro. Un caso che nasce a giugno del 2013 ed è scoppiato poco prima di Natale, con la richiesta da parte dell’allora dirigente ai Servizi sociali Salvatore De Francesco, del trasferimento di un direttore di sezione amministrativa, Maria Rita Rizzo, per incompatibilità ambientale. Cosa è successo? “Si fa presente – scriveva De Francesco a giugno – che la dipendente è stata condannata per calunnia nei confronti della dipendente di questo dipartimento, l’assistente sociale Giuseppa Oliva”. A chiedere l’allontanamento di Maria Rita Rizzo è stata la stessa Oliva, motivando la richiesta con motivi di salute; alterati, secondo l’assistente sociale, dalla presenza del direttore di sezione. Perché tanta animosità tra le due? Ad una collega delle due dipendenti del dipartimento, nel 2006, scompaiono due assegni. Maria Rita Rizzo, si legge nei capi d’imputazione del processo, “dichiarava falsamente di averli ricevuti da Giuseppa Oliva a rimborso di un prestito, incolpandola così del reato di furto, pur sapendola innocente. Inoltre – continua la sentenza emessa dal giudice Eliana Zumbo – a seguito di querela sporta da Giuseppa Oliva non appena venuta a conoscenza delle sue mendaci dichiarazioni, (Maria Rita rizzo) confermava le accuse nei confronti della Oliva”. Accuse che il processo ha dimostrato essere false, e che hanno portato alla condanna (sospesa con condizionale) per calunnia. centonove pagina 11 Sulla base dell’atto del tribunale, l’allora segretario generale Santi Alligo ha disposto il trasferimento della Rizzo dal dipartimento sociale a quello al Commercio. Decisione alla quale si è opposta la Cisl, “in quanto, trattandosi di dirigente sindacale, necessita di una preventiva richiesta di nulla osta da parte dell’organizzazione”. Al sindacato ha risposto l’ex dirigente al Personale Antonino Cama. Che citando una sentenza della cassazione ha spiegato che “il nulla osta non è necessario se il trasferimento avviene nell’ambito del medesimo stabile”. Partita chiusa? No. Perché, a dicembre inoltrato, Giuseppa Oliva scrive al nuovo segretario Antonio Le Donne lamentando il fatto che, nonostante il trasferimento di Maria Rita Rizzo (sospesa per un anno dall’albo degli assistenti sociali in seguito alla condanna) sia effettivo da agosto, non è mai stato notificato per i suoi prolungati periodi di assenza dal lavoro. Per malattia. (A.C.) 31 Gennaio 2014 politica TAORMINA Ncd, Corvaia alla corte di Alfano DI L’ex vice sindaco Francesco Ruggeri Il sindaco Luigi Calderone SAN PIER NICETO. Ecco perchè ha lasciato il vice sindaco Dimissioni d’amore Francesco Ruggeri non si iconosceva più nell’operato dell’esecutivo. «Non stava rispettando il programma. Ho voluto dare uno scossone» DI GIANFRANCO CUSUMANO SAN PIER NICETO. «Le mie dimissioni? Un atto d’amore nei confornti del paese e dell’amministrazione». L’ex vice sindaco di San Pier Niceto, Francesco Ruggeri, ritorna sulle sue dimissioni a ciel sereno. Ad essere stato spiazzato tutto il mondo politico del picoclo comune tirrenico. L’avvocaro Ruggeri, marito dell’assessore Maria Teresa Parisi di Gualtieri Sicaminò, non ha anticipato nulla nè al sindaco, nè al segretario cittadino del Pd (il suo partito), Biagio Nastasi. Ancora oggi, infatti, a due settimane dall’estremo gesto politico non solo non è stato sostituito, ma non vi sono memmeno ipotesi sui papabili. L’unica cosa certa è che difficilmente sarà un consigliere comunale. Più probabile che Luigi Pietro Calderone scelta un professionsta esterno. ma perchè l’avocato Rugeri si è dimesso? «Può essere ritenuto un atto d’amore nei confronti della città, perchè così l’aministrazione si può fermare un attimo e riflettere su quello che è stato fatto in questo primo scorcio di legislatura, gli errori e rimediare prima per il bene della città e poi per ottenere un riscontro politico alle prossime amministrative. Io, infatti, continuerò a fare politica e non ho alcuna intenzione di “ritirarmi”, seguirò le vicessitudini politiche dall’esterno». Nella sua lettera di dimissioni l’ex vice sindaco, spiega i motivi. Che ribadisce. «Dovevamo mettere un punto e voltare pagina, così non è stato - sostiene - ci siamo ritrovati a mantenere cinque capi area e portare avanti i progetti delle amministrazioni che abbiamo contestato, mettendo da parte i nostri che ci hanno consentito di vincere. la gente ci ha scelto perchè dovevamo rompere con il passato, non per perpetuarlo». Ruggeri si attribuisce il merito di avere contribuito in questo periodo di amministratore al risanamento economico – finanziario dell’Ente («oggi il Comune di San Pier Niceto non è Ente strutturalmente deficitario, mentre, in precedenza, lo era», sottolinea ); alla riduzione delle spese del contenzioso attraverso la gestione diretta delle controversie civili e tributarie da parte degli Uffici interessati («nei casi consentiti dalla legge»); alla realizzazione del progetto di gestione associata del servizio mediante la costituzione dell’Aro Valle del Mela. «Il raggiungimento di questi obiettivi - tiene a precisare Ruggeri - è frutto di personale lavoro, condiviso solo con qualcuno degli addetti ai lavori, difficilmente è stato frutto di una partecipata volontà politica. Ciò ha comportato un distacco sempre più crescente con le altre forze politiche di governo le quali si sono rivelate indifferenti». ENRICO SCANDURRA TAORMINA. Doveva presentarsi a Milazzo prima delle festività natalizie per siglare, finalmente, l’accordo tanto agognato. Prendere confidenza con i nuovi compagni d’avventura. Scambiare qualche parola. E, invece, tutto è stato confezionato dopo l’epifania. E precisamente sabato scorso. Mentre a Taormina si discuteva, come sempre, di programmazione per la nuova stagione turistica, il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dava il benvenuto all’interno della sua nuova creatura politica, il Ncd, a Nunzio Corvaia, consigliere comunale di minoranza ed ex assessore della Giunta di Mauro Passalacqua. L’ufficialità era arrivata nel tardo pomeriggio, proprio mentre il neosegretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, incontrava nella sua sede, a Roma, l’ex premier Silvio Berlusconi per parlare di legge elettorale. «Non voglio parlare di politica nazionale - spiega -. Voglio solo fare il bene del mio centro. E siccome da tempo non trovavo il giusto interlocutore ho deciso, una volta per tutte, di voltare pagina. Di cambiare casacca, anche se rimango e rimarrò sempre all’interno dell’area di centrodestra. E proprio il nuovo partito di Alfano, il Ncd, forse potrà darmi quello che non ho mai ricevuto da Forza Italia e dal Pdl. Quello che m’interessa è cercare di trovare le giuste soluzioni ai problemi che attanagliano Taormina e tutto il comprensorio. Solo questo». Ad aderire al nuovo partito a Taormina e BARCELLONA Calderone e Pino scommettono in azzurro BARCELLONA. Gli avvocati Tommaso Calderone e Gianni Pino sono pronti a ritornare nell’agone politico. Calderone, penalista tra i più noti del messinese, da sempre vicino agli ideali di destra, si è incontrato con l’ex ministro Maurizio Gasparri per cercare di riallacciare un rapporto politico partendo da Forza Italia. Quasi tutti gli ex Pdl sono transitati nel Nuovo Centro destra, seguendo i deputati Nino Germanà, Enzo Garofalo e il senatore Bruno Mancuso, dunque, quella azzurra, attualmente, rimane una casella sguarnita. Una buona occasione per ricominciare. Il percorso sta andando avanti di pari passo con l’avvocato Gianni Pino, già assessore provinciale, e Giuseppe Lo Presti, primo difensore civico del comune di Barcellona negli anni 90. I primi due si sono incontrati anche con il coordinatore regionale di Forza Italia, Enzo Gibiino, per discutere i termini di una riorganizzazione territoriale. In provincia di Messina ci sono già due pezzi importanti: i deputati Santi Formica e Bernadette Grasso (che ricopre anche la carica di sindaco di Capri leone). «Non ci interessano nè poltrone o primogeniture - dice Gianni Pino - vogliamo solo ricominciare a lavorare per il territorio, facendo politica e confrontarci alle prossime competizioni elettorali. Già alle prossime amministrative non è escluso che presenteremo liste nei comuni del comprensorio. Attorno a noi una ventina di amministratori locali tra cui tre sindaci». Calderone potrebbe già riscaldare i motori per una candidatura alle Regionali. GIA.C. centonove pagina 12 Nunzio Corvaia dintorni per adesso c’è solo lui, ma in futuro non esclude che ci possa essere qualche new entry di rilievo e, parlando di questo, si sofferma sulla sua strutturazione nel territorio. «Alfano mi ha inviato pochi giorni fa una mail, dalla quale si evince un interessamento ad aprire dei circoli nella zona - ha detto ancora -. Quindi a poco a poco si penserà a gettare le basi per il futuro. Un futuro che sembra davvero pieno di buoni propositi. C’è tutta l’intenzione di collaborare con il governo nazionale per la rinascita del nostro comprensorio». Dunque ogni cosa a suo tempo. E intanto lo stesso Corvaia ha fatto sapere che il deputato regionale di riferimento sarà Nino Germanà, che avrà il compito di interloquire con il senatore Bruno Mancuso ed il deputato nazionale Enzo Garofalo. «Sono stato deluso dai vari onorevoli Nino Beninati e Francesco Stagno D’Alcontres - ha aggiunto poi -. Adesso spazio a chi veramente può dare una mano d’aiuto al nostro territorio. Dopo aver costituito il gruppo zonale cominceremo a lavorare sui veri problemi che affliggono Taormina. La priorità? Sicuramente non è l’apertura di un Casinò a Taormina. Non ho mai parlato con l’on. Alfano di una possibile apertura di una casa da gioco, pur avendone la possibilità. È utopistico, oltre ad essere una vera e propria bufala ed una presa in giro colossale». Work in progress, perciò, all’interno del Nuovo Centro Destra. Soprattutto nell’area jonica, dove appunto si cercano conferme ed accordi all’ultima spiaggia. E mentre Nunzio Corvaia scommette tutto sulla “novità politica”, i suoi “stretti collaboratori” in Consiglio comunale attendono di confrontarsi con lui. “A breve avrò un incontro con loro conclude -. Ci confronteremo sempre e comunque su ogni argomento. Con il gruppo consiliare sono in ottimi rapporti. Il cambio di casacca non ha avuto alcun effetto negativo. E questo è davvero importante”. 31 Gennaio 2014 sicilia MESSINA. Vertice in prefettura per quattromila utenze idriche non pagate all’Amam Quel colabrodo dell’Iacp La grana sui morosi destinata ad esplodere mettendo in evidenza anni di allegra gestione. Dalle bollette con l’Enel alle botteghe “regalate”. E la Finanza punta gli occhi sulle indennità di risultato dei dirigenti MESSINA. Quattromila utenze idriche delle quali lo Iacp, l’istituto autonomo delle case popolari, ha chiesto il distacco per morosità all’Amam, l’azienda acquedotto del Comune. E’ stato il tema di un vertice davanti al Prefetto Stefano Trotti, tra il presidente dell’Amam, Alessandro Nastasi, il commissario Iacp, Venerando Lo Conti, e il sindaco di Messina, Renato Accorinti, accompagnato dal vicesindaco Guido Signorino. L’Amam, che vanta crediti per quasi tre milioni di euro, ha finora tenuto un atteggiamento di grande responsabilità sociale: nonostante il distacco delle utenze chiesto dallo Iacp già dall’ottobre scorso, non è stata interrotta alle famiglie l’erogazione idrica. “Abbiamo concordato una moratoria-spiega il presidente dell’Amam, Alessandro Nastasi- si è deciso di approfondire la tematica contenzioso e ci siamo detti disponibili a regolarizzare tutte le posizioni con nuovi contratti da sottoscrivere con i rappresentanti di condomio”. Lo Iacp si è impegnato a fornire subito gli elenchi e tra una settimana è fissato un nuovo incontro operativo dal prefetto che vigila non solo su questa vertenza. Lo Iacp è chiamato a rispondere anche del caso di una Palazzina dalla quale sono state fatte sgombrare nove famiglie a Patti, i n corso Matteotti, per il rischio di crollo: i primi rilievi dei tecnici hanno documentato l’uso indistinto di cemento depotenziato. L’impressione è che la grana Iacp stia per esplodere, in tutte le sue diramazioni: gestione allegra delle procedure, mancanza di controlli sulle utenze Enel, morosità alle stelle per le botteghe, assegnate spesso a prezzi di favore. Quella dei condomini, sarà certo la prima grana. Da anni l’istituto non ha un elenco completo, gli incarichi vengono affidati senza criteri di selezione, e sono all’ordine del giorno le liti tra capi condomini, che presentano all’Istituto fatture per lavori eseguiti, autorizzati non si sa IL CASO Il panificio non accetta lo sfratto, 60 alloggi bloccati MESSINA. Non si costruiscono sessanta alloggi perché non si riesce a sfrattare un panettiere. Succede a Fondo Basile De Pasquale. Qui lo Iacp, l’istituto autonomo delle case popolari di Messina, ha un progetto esecutivo di nove milioni di euro, finanziato già da anni e più volte riproposto. I lavori però non partono perché il panificio, intestato alla signora Anna Forte, non si muove dalla via Seminario estivo perché non accetta l’offerta compensativa dell’istituto che offre un locale poco distante. Questo nonostante la ditta abbia già definito i dettagli e il ristoro dell’esproprio. “Avevamo proposto al panettiere-dice a denti stretti un funzionario dello Iacp-una sede poco distante con una offerta da settecento euro al mese: non ha inteso accettare e le opere non possono partire da due anni. Siamo arrivati alla quarta revisione prezzi con il tariffario regionale, ma ancora non si riesce a fare l’appalto”. Il rischio è che la Regione ora provveda a stornare i fondi, come è già successo in altri casi. Altra storia limite a Villaggio Aldisiio. Qui un un gruppo di 32 alloggi per i quali sono stati conferiti incarichi a professionisti esterni, l’ingegnere Giovanni Pirrotta, per i rilievi plano-altimetrici e l’ingegnere Santi Alessandro Bombaci, parcelle già liquidate per miglia di euro, perché i proprietari del terreno avevano già firmato un compromesso con una ditta privata che ha provveduto poi a costruire altri alloggi. da chi. La guardia di Finanza ha già chiesto all’Iacp l’elenco dettagliato di tutte le consulenze legali affidate all’esterno dal giugno 2008 al giugno 2013. Un fatto che segue a ruota, il blitz operato dalle Fiamme Gialle, su una precisa denuncia della dirigente dell’Istituto Maria Grazia Giacobbe, su una ottantina di dipendenti, per i quali si è aperto il processo Antiassenteismo” al Tribunale di Messina, udienza aggiornata al 22 marzo. Dalle difese approntate dai legali, sono emersi anche fatti curiosi: alcuni dipendenti accusati di assenteismo, si trovavano al Tribunale a testimoniare in processi per conto dell’istituto, altri devono giustificare assenze di dieci minuti per il caffè. Un fatto, questo, che ha creato un clima di sfiducia verso i quattro dirigenti dell’istituto, che con una transazione controversa, con più di un passaggio oscuro che ora rischia di finire anch’essa sotto l’occhio dei finanzieri, sono riusciti a farsi liquidare dall’ente per il quale lavorano quasi un milione di euro di premio di produttività, a fronte di risultati che sono ad di sotto dei minimi livelli di efficienza, difficili da valutare, perché-come hanno rilevato i revisori dei conti che hanno passato al setaccio i bilanci tutti in pesante passivo dello Iacp“mancavano gli obiettivi prefissati”. Un fatto che ha rilevato anche il giudice del lavoro Laura Romeo, al quale i dirigenti si erano rivolti, Ma che è stato sanato da un altro dirigente chiamato apposta da Caltanissetta per “sanare” il contenzioso, attraverso la conciliazione all’ufficio del lavoro. centonove pagina 13 DECRETI INGIUNTIVI 65 case da pagare IL COMUNE “ACQUISTA” CASE DA UN PRIVATO PER RISANAMENTO. POI TUTTO SI ARENA. E IL COSTRUTTORE MINACCIA AZIONI LEGALI Il regalo di Natale, per l’assessore al Risanamento Sergio De Cola, è stato un atto extragiudiziale, fatto recapitare sulla sua scrivania un giorno prima che si chiudesse il 2013 da Angelo Libetti, costruttore da sempre legato al mondo delle coop, che con palazzo Zanca non sembra avere mai fortuna: prima lo “standby” del piano di lottizzazione di san Licandro, poi la bocciatura del progetto di edilizia convenzionata sul torrente Trapani, oggi un’altra sorpresa. Nel 2006, il comune di Messina si mette sul mercato per reperire cinquanta alloggi da destinare a baraccati, e Libetti Angelo Libetti presenta offerta per case da realizzare a Bordonaro nell’ambito del piano particolareggiato. Offerta che, dopo qualche tempo, viene rimodulata e portata a 65 alloggi. Si arriva al 2011 e palazzo Zanca trasmette il progetto (approvato dalla commissione edilizia) a Palermo, all’assessorato alle Infrastrutture. Nel frattempo, l’Iacp si tira fuori e dichiara non competente in materia, solo per essere ritirato dentro per i capelli dall’assessorato palermitano, che invia il progetto alla commissione tecnica dell’ente (ottenendone parere favorevole). Fine della storia? Si, nel senso che da quel momento di progetti, finanziamento e alloggi non se ne sa più nulla: il comune di Messina riceve il parere tecnico dall’Iacp nel 2011, poi tutto cade sotto silenzio, e a Palermo, all’assessorato delle Infrastrutture non viene inviato alcun documento. A quel punto, dopo aver atteso Libetti s’incazza, si rivolge al legale Giovanni Marchese e fa recapitare a palazzo Zanca l’atto stragiudiziale, col quale chiede l’immediato invio del progetto cantierabile a Palermo in maniera da non perdere i finanziamenti (e da stipulare l’atto di acquisto), adombrando, in caso di ulteriore inerzia da parte dell’amministrazione, l’avvio di azioni di risarcimento danni per inadempienza contrattuale. (A.C.) 31 Gennaio 2014 sicilia MURO CONTRO MURO. È scontro tra il Comune e gli avvocati sulla sede del secondo Tribunale Palagiustizia ai ferri corti Il presidente dei togati ribadisce come unica soluzione la Casa dello Studente di via Battisti, snobbando tutte le alternative sul tavolo. E accusa il sindaco di collussione con i poteri forti. Ecco perché Renato Accorinti DI TIZIANA CARUSO Agognare un immobile a due passi dal centro cittadino, ma definirlo “abbandonato” e “poco confortevole” per gli studenti. Senza che lo sia, affatto. Dire a un sindaco che è “vittima di poteri forti”, dopo che, Renato Accorinti, come un kamikaze, ha disatteso le aspettative di tutte le massime autorità cittadine. Sostenere la gratuità della cessione dell’ex hotel Riviera per farne una residenza universitaria. Ben sapendo che si tratta di una locazione che avrebbe come contropartita esorbitanti costi di ristrutturazione. Negare che ci siano alternative valide alla “Casa dello Studente” mentre il Comune ha già avanzato ben quattro richieste per la concessione di beni demaniali tra cui l’ex caserma di Bisconte. Così si sta consumando lo scontro sul secondo Palagiustizia. Con prese di posizione, accuse, menzogne palesi e mezze verità. LA MICCIA. Una seduta straordinaria del Consiglio comunale chiesta a orologeria per trattare l’argomento. Occasione in cui Accorinti è stato “accerchiato” anche dai consiglieri di centro sinistra e centro destra attraverso due ordini del giorno in pressing per “indirizzare” il secondo polo giudiziario in via Cesare Battisti, obiettivo di un folto gruppo di magistrati e avvocati capitanati dal presidente della Corte d’Appello Nicolò Fazio e dal presidente dell’Ordine degli Avvocati, Francesco Celona Franco Celona. LO SCONTRO. Proprio quest’ultimo, durante la seduta del civico consesso, ha consumato il primo dei suoi attacchi al Sindaco, dopo aver appreso che Accorinti, sul piatto, aveva intenzione di mettere almeno altre tre alternative, tra cui l’ex caserma di Bisconte. Forte di un Consiglio comunale che ha dato il suo placet alla soluzione “Casa dello Studente”, Celona, ha deciso di rincarare la dose durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario accusando Accorinti di essere vittima di alcuni “poteri forti”, decantando la “convenienza” della soluzione “Casa dello Studente” e affermando che le opzioni offerte fossero solo chiacchiere. LE ACCUSE DI CELONA. Celona, definendo il Sindaco “sottoposto a poteri forti”, seppur sollecitato, non ha però tirato fuori alcun nome, ma si è limitato ad affermare: «Sono personaggi facilmente individuabili che hanno interesse a ostacolare la risoluzione del problema o evitare la riqualificazione di strutture come l’ex hotel Riviera o il Margherita». E ha liquidato con un “anche” un interrogativo forse non troppo comodo: «Ma i poteri forti sono i locatori delle sedi distaccate di Palazzo Piacentini?». LA SCHEDA Le opzioni in campo Casa dello Studente. E’ la soluzione che ha messo d’accordo avvocati, magistrati, parlamentari nazionali e regionali, vertici dell’Università, commissario della Provincia, Cisl, consiglieri comunali di centro destra e centro sinistra, consiglieri del Pd della III e della IV circoscrizione, universitari legati al centro destra. Ex Margherita. La proposta dell’avvocato Aurora Notarianni ha trovato il placet dell’ingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca e il favore dei presidenti della IV e della V circoscrizione, dell’Udu, di alcuni lavoratori del Tribunale e dei sindacati. Ex Caserma di Bisconte. Al momento sembra l’opzione più cara a Renato Accorinti che assieme alla sua Giunta ne ha chiesto la concessione. Anche se Gaetano Sciacca spiega: “Senza messa in sicurezza del torrente sarebbe impossibile sopportare l’aumento del transito veicolare”. Ospedale militare. Un progetto di circa 11 anni fa, oggi sponsorizzato dall’associazione “Viva Messina” che sabato 1 febbraio in una conferenza stampa spiegherà il perché l’Amministrazione comunale dovrebbe propendere per questa soluzione. I “POTERI FORTI”. Celona, di fatto, conosce abbastanza bene nomi e cognomi di chi ogni anno intasca quasi 2 milioni di euro. Ovvero noti imprenditori messinesi come gli Urbano o i Franza, questi ultimi soci di Francantonio Genovese, il leader del Pd che alle ultime amministrative avrebbe visto di buon occhio Celona sindaco. O ancora storiche famiglie togate, come i Carrozza. E per concludere Dino Arrigo, venerabilissimo fratello della Gran Loggia Regolare. Ma, oltre loro, chi sarebbero i “poteri forti”? Se Celona non riconosce peso a un’armata composta da avvocati, magistrati e massimi vertici di CONTRADDIZIONI Studenti in protesta LA RESIDENZA PER I FUORISEDE È ULTIMATA, MANCA SOLO L’ADEGUAMENTO SISMICO. MA LA MENSA GIÀ FUNZIONA Sulle facciate dell’edificio di via Cesare Battisti, intanto, sono comparsi, a firma di alcuni studenti fuorisede, anche calabresi, degli striscioni contro il “furto” della struttura per scopi diversi dai fini universitari. Di fatto il prossimo 6 febbraio si apriranno le buste della gara d’appalto da 2,6 milioni di euro bandita dall’Ersu per l’adeguamento sismico della “Casa dello Studente” che attualmente ospita gli uffici di ben 36 dipendenti amministrativi, una mensa a dir poco frequentata e uno sportello che ogni giorno riceve decine di studenti universitari, anche disabili. Alcune centonove pagina 14 associazioni universitarie hanno più volte evidenziato che i tempi per rendere nuovamente fruibili gli alloggi dell’immobile di via Cesare Battisti siano infinitamente minori rispetto a quelli necessari a ristrutturare l’ex hotel Riviera o il Margherita. Si tratterebbe infatti di attendere circa sei mesi per l’assegnazione della gara d’appalto, mentre i lavori per l’adeguamento sismico, da bando, si dovrebbero concludere nel giro di un anno. Nel caso in cui il Comune di Messina dovesse invece richiedere il cambio di destinazione d’uso dell’immobile, necessario al fine di trasformare la “Casa dello Studente” nel secondo polo giudiziario, Palazzo Zanca rischierebbe addirittura di dover risarcire l’Ersu per i lavori di ristrutturazione effettuati in passato all’interno della struttura, costati circa 5 miliardi delle vecchie lire. (T.C.) sicilia istituzioni messinesi come il magnifico Pietro Navarra o il commissario della Provincia Filippo Romano, il quale “risponde” direttamente al ministro Gianpiero D’Alia, o ancora, ad esempio, il deputato Beppe Picciolo, leader siciliano dei Dr… O le maggiori autorità messinesi sono davvero scarse o qualcuno è in malafede. L’ECONOMICITA’. Ma ecco i motivi per cui la “Casa dello Studente”, secondo il Presidente dell’Ordine degli avvocati, sarebbe la migliore opzione. «L’Università ha tutte le possibilità per ristrutturare l’hotel Riviera con una spesa minore rispetto a quella che serve per la Casa dello Studente - ha detto, definendo l’immobile abbandonato e tutt’altro che idoneo alle esigenze degli universitari - la Provincia concederebbe gratuitamente l’edificio di viale della Libertà che a differenza della struttura di via Cesare Battisti è dotato di stanze più ampie e confortevoli». Se Celona afferma di conoscere bene l’ex caserma di Bisconte e fa gli scongiuri, con tutta probabilità non ha mai messo piede all’hotel Riviera, almeno da una ventina d’anni. Dal momento che persino il commissario Romano ha ammesso candidamente di non avere idea di quanto denaro serva per rimetterne in sesto una parte. Di pala e pico non ci sarebbe, invece, bisogno alla Casa dello Studente che non è affatto abbandonata e che, ogni anno, oltre ad offrire circa 50mila pasti a studenti, conta 133 camere (circa 10mq ciascuna) mantenute in buone condizioni e altrettanti bagni praticamente nuovi di zecca, ma probabilmente poco adattabili a trasformarsi, ad esempio, nei circa 3000 mq necessari ad accogliere gli Uffici del Giudice di Pace che, dal prossimo aprile, per forza di cose, dovranno essere ampliati. SPALLE AL MURO. Il quesiti del legale al primo cittadino, al rettore e al commissario alla Provincia Se Notarianni domanda SOSTENITRICE DELL’IPOTESI “MARGHERITA”, CHIEDE CONTO SU BISCONTE, BENI D’ATENEO E EX HOTEL RIVIERA “Per Amor di Verità”, comincia così la premessa a una serie di domande che l’avvocato Aurora Notarianni pone ad alcuni degli attori coinvolti nell’affare “Palagiustizia satellite” in cui secondo il legale si sta verificando “una sconfortante messa in scena della menzogna, una arrogante fiera della vanità, ad uso di qualche servo sciocco, e l'opera, forse più amara che buffa, ha celebrato il travisamento dei fatti e dei numeri”. La Notarianni, tra le spettatrici della seduta del Consiglio comunale dedicata al secondo polo giudiziario, ha fatto richiesta di accesso agli atti per verificare il numero di consiglieri in aula durante la votazione dell’Ordine del giorno che spingeva il sindaco Accorinti verso la soluzione “Casa dello Studente” e proprio al Sindaco, al Rettore e al Commissario della Provincia rivolge alcune domande: Ad Accorinti: 1. E’ vero che per gli uffici giudiziari occorrono oltre 14.000 mq di superficie utile (mq 10.632 come da elenco fitti passivi e mq 3600 per gli uffici del GIP e della Procura e per le aule d’udienza attualmente negli scantinati di Palazzo Piacentini)? 2. E’ vero che il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta ha dato la sua disponibilità a concedere in comodato d’uso gratuito la struttura dell’ex Ospedale Regina Margherita, patrimonio disponibile della Regione della superficie utile coperta di oltre 20.000 mq ed oltre 7.000 mq scoperta? 3. E’ vero che è per la messa in sicurezza del torrente Bisconte è necessaria una spesa ingente (oltre 8 milioni di euro) e non è ancora stata disposta l’esecuzione delle relative opere ? A Navarra: 4. E’ vero che l'Ersu, ente regionale autonomo dotato di proprio bilancio, gestisce fra l’altro l'immobile di via Cesare Battisti, con vincolo di destinazione dal 1933 a Casa dello studente e che la superficie dell'edificio è pari a mq.6.800 così utilizzata: q. 1150 per la mensa degli studenti, unica al centro della città, aperta sei giorni su sette alla settimana che somministra oltre 50000 pasti ed affidata in gestione ad una società esterna (sino al 2017) che occupa 25 dipendenti, 1029 mq per gli uffici amministrativi cui sono addetti circa 36 dipendenti trasferiti dall’anno 2010 con annullamento dei fitti passivi, 4.800 mq per 133 stanze (per due studenti ogni stanza) con annessi bagni ? 5. E’ vero che l'Ersu ha speso 5 miliardi delle vecchie lire per La mensa all’interno della Casa dello Studente ilavori di ampliamento dell’edificio di via Cesare Battisti e che per l’adeguamento sismico ha la disponibilità della somma di € 3.000.000,00 per l’esecuzione dei lavori come da progetto (già pagato) e da bando in corso per l'aggiudicazione ? 6. E’ vero che gli studenti richiedenti alloggio sono circa 1400 di cui 62 ospiti al Residence Papardo, 130 a Gravitelli ed 83 all'Residence Annunziata e che il patrimonio edilizio universitario non adeguatamente utilizzato comprende altresì ed oltre alla Casa dello studente di via C. Battisti: un edificio al Policlinico in corso di realizzazione per essere adibito ad alloggio per gli studenti con circa 50 posti letto; ulteriori 110 posti letto alla Cittadella universitaria; ulteriori vani non utilizzati all'ex Palazzo delle poste; aule dismesse delle facoltà di ingegneria; prestigiosi vani (6 posti letto singoli e 18 doppi) a Villa Pace? A Romano: 7. E’ vero che l'ex Hotel Riviera, composto da 55 stanze, 40 residence, 5 suite, 2 sale ristorante, 1 sala ricevimenti, 1 bar e negozi al piano terra, ha un valore di mercato (a base d’asta) di € 20.704.000, costituisce buona parte dei possibili proventi derivanti dalla dismissione del patrimonio immobiliare (per circa € 21.000.000) ed è dichiarato nel bilancio di previsione 2013 tra le entrate concorrendo al raggiungimento del pareggio di bilancio? 8. E’ vero che l’ex Hotel Riviera non è agibile, ha una superficie utile per alloggi di circa mq.5.000, necessita di costosi lavori di ristrutturazione edilizia per i quali non esiste una stima e la copertura del tetto in amianto è stata di recente oggetto di lavori di “incapsulamento” ? 9. E’ vero che la Provincia sostiene fitti passivi per i locali e le aule del Liceo Seguenza per € 89.550.00 ed € 74.970,00, oltre oneri condominiali, in favore dell’Istituto Cristo Re e del Conservatorio Corelli per € 252.450,00, oltre oneri condominiali, in favore della SITAT srl? centonove pagina 15 31 Gennaio 2014 TRA LE CARTE Chi sono i locatari degli uffici giudiziari IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DOVREBBE PAGARE IL 75%. MA PER ANNI NESSUNO GLIELO HA CHIESTO MESSINA. Chi sono i beneficiari del milione e 800mila euro che ogni anno viene pagato per gli affitti dei locali giudiziari? C’è Dino Arrigo, avvocato, ex consigliere provinciale e storico massone messinese (oggi in sonno), che tramite la sua EdilSud affitta al ministero della giustizia due uffici per poco meno di 79mila euro all’anno. Uffici che, tra l’altro, il comune di Messina spesso non ha pagato e per questo Arrigo ha fatto recapitare a palazzo Zanca, nel 2012, un decreto ingiuntivo. Un nome ricorrente, tra chi affitta uffici ad uso giudiziario, è quello di Carrozza: Pietro ne cede tre in cambio di circa 83mila euro, Emanuele affitta per 66mila euro, Giuseppe si accontenta di 24mila euro e qualche spicciolo. Nell’affare rientrano anche gli enti, non solo i privati: L’agenzia del Demanio si fa pagare dinquemila euro, l’Iacp ne riceve quasi ottantamila. Giovanbattista Magno possiede gli immobili del Tribunale di sorveglianza, e fa il colpaccio con 148mila euro di affitti all’anno, mentre Antonietta Ardizzone, per ospitare i locali della polizia giudiziaria, incassa poco più di ventimila euro all’anno. Poi le società: quasi quarantamila euro alla Ard Immobiliare, ventimila alla Garda srl dell’imprenditore iraniano Toluian Hushidar, ben 339mila alla neptunia Spa, immobiliare di famiglia del gruppo Franza (così come la Imfra, che affitta l’archivio della Procura a 23mila euro), i cui locali ospitano il Giudice di pace. La Neptunia, poi, è stata a tanto così dal vendere un palazzo in via Acireale da destinare a secondo palagiustizia. Affitta anche Miscela D’Oro: direttamente per 112mila euro, e nella persona del proprietario Francesco Urbano per oltre 67mila euro, due locali sono adibiti ad archivi. Il migliore affare, alla fine, lo fa Giuseppe Pugliatti. Per il suo immobile in via Domenico Savio, ogni anno l’affitto è di 331mila euro. Chi paga? Il Ministero della Giustizia per il 75%, il comune di Messina ci mette il resto. Il problema è che, per anni, il comune di Messina ha “anticipato” l’intero costo degli affitti senza poi chiedere il corrispettivo del 75% di compartecipazione al ministero della Giustizia. Risultato? Una ventina di milioni gettati al vento. A decidere, invece, è la Commissione permanente degli stabili comunali, della quale fanno parte il presidente del Tribunale Nicolò Fazio, l’ordine degli avvocati (oggi presieduto da Franco Celona, che all’apertura dell’anno giudiziario ha polemizzato col sindaco renato Accorinti, anche lui parte della commissione), e il dirigente al Patrimonio. (A.C.) 31 Gennaio 2014 sicilia MESSINA. Viaggio negli istituti privati che si contendono il mercato dell’alta qualità. E non solo Scuola, religiosa concorrenza A rendere appetibili le elementari, non solo fede, valori condivisi e istruzione più all’avanguardia, ma anche il tempo prolungato e orari più elastici. Ma tutto ha un costo. Che varia a seconda di... MESSINA. Iscrizioni che vanno dai 150 ai 300 euro, rette mensili da 140 a 240, servizi mensa pagabili in una sola soluzione o giorno per giorno, laboratori, attività extracurriculari, completini e, ovviamente, doposcuola. A Messina, l’struzione primaria dei figli costa, ma, oltre a status sociale, formazione qualificata che segue le riforme scolastiche e in linea con i propri principi e valori, a far pendere il piatto della bilancia verso gli istituti privati è pure la “comodità”: comodità di poter lasciare e recuperare il pargolo prima e dopo l’inizio delle lezioni; comodità di un servizio mensa; comodità del doposcuola fino alle 18; comodità, infine, di far seguire nello stesso luogo altre attività (fisiche e formative) senza bisogno di “sbattere” da una parte all’altra della città. Certo, tutto ha un prezzo, ma l’offerta degli istituti messinesi, quelli religiosi, rientra nella categoria che non conosce crisi: il genere “alto”, su cui punta lo stesso Marchionne lasciando in Italia la produzione delle auto “costose”. IERI E OGGI. Negli ultimi cinquanta anni, a dominare la scena sono sempre stati i Salesiani e i Gesuiti, a cui si affiancano, oggi, le Figlie del Divino Zelo e, da sempre, il Sacro Cuore, il Sant’Anna e le Ancelle Riparatrici. Nel corso dei decenni, però, qualcosa è cambiato. Così, mentre il Santa Brigida non fa più le primarie, la crisi ha in parte colpito i salesiani (soprattutto le scuole legate all’ordine maschile), che dopo la chiusura del San Luigi (medie e superiori), mantengono le posizioni con il Domenico Savio (infanzia e primaria), pur dovendosi confrontare L’Istituto dei Salesiani con all’interno il “Domenico Savio” con tanta “concorrenza”, compresa quella interna delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che gestiscono l’Istituto Don Bosco e il Leone XIII. “CARO” IGNATIANUM. Nonostante la demolizione della sede di Piazza Cairoli, i Gesuiti, a Messina, sono stati sempre un must per la “città bene” insieme al San Luigi. A differenza dell’istituto salesiano, che ha chiuso i battenti, l’Ignatianum ha ancora scuole dell’infanzia, elementare, secondaria di primo grado e di secondo grado indirizzo scientifico, anche se, legati ai Gesuiti, ci sono solo il nome e la filosofia, visto che la gestione è affidata a una cooperativa. Ma quanto costano le primarie? L’iscrizione è 250 euro, mentre è possibile pagare due tipi di retta mensile: 240, per chi seguirà il normale orario (8,15-13,15) e 307 per chi resta fino alle 18 e trenta (mensa compresa, più le attività sportive e la lingua straniera). Per frequentare la scuola, però, è necessaria la divisa, composta da dieci pezzi. Il prezzo? 200 euro (cifra che può essere “spalmata” sulle rette). La politica del collegio punta alla formazione di classi con massimo 22 alunni. Tanti i laboratori e le attività: arte, fotografia, zumba e altri sport, piscina, canto, scienze e, ovviamente, informatica. I SALESIANI. Al “Domenico Savio” sono ospitate la scuola dell’Infanzia e le Primarie . L’istituto è l’ultimo baluardo della continuità educativa salesiana in città, circostanza testimoniana dal fatto che, a gestire la scuola, è una cooperativa “mista” di sacerdoti e laici. L’iscrizione è 300 euro, la retta trimestrale è di 600 e la mensa (circa cinque euro) è affidata all’Alberghiero Antonello. Le attività collaterali e pomeridiane costano 40 euro. A spiegare il “perché ai Salesiani” è una insegnante e socia della cooperativa, Caterina De Leo: «Io, da mamma, ho iscritto i miei figli al Domenico Savio perché penso che nella scuola cattolica vi sia una continuità di valori che nella pubblica non c’è. In quest’ultima, inoltre, puoi trovare il docente, ma non l’ambiente e neanche una protezione che rassicura la famiglia. Da noi - continua - il cortile è il massimo per i ragazzi, ed è il luogo dove possono restare anche dopo la fine delle lezioni, senza andare in strada». Per Caterina De Leo, un altro motivo fondamentale è la formazione: «Abbiamo accolto appieno le indicazioni nazionali che prevedono un insegnamento europeista. La nostra scuola è centro Trinity per l’apprendimento dell’inglese che sviluppiamo anche con il Drama Lab e la Clil applicata agli insegnamenti di Scienza e Informatica». All’orbita salesiana appartengono anche le Figlie di Maria Ausiliatrice. Le loro scuole sono il Don Bosco e il Leone XIII, che gestiscono direttamente. Per frequentare la prima, l’iscrizione è 200 euro, la retta è di 480 (trimestrale) ed è possibile mangiare (esiste un libretto buoni pasto da 2 o 4 euro). Previsto anche il doposcuola fino alle 16 e 15. Ma come mai, di fronte a un’offerta e una filofofia coincidenti, si registrano differenze di prezzo tra le diverse scuole private? Molte sono le cause. La prima è relativa alle vocazioni: quelle femminili sono maggiori (soprattutto fuori dall’Italia), e questo permette un continuo afflusso di personale interno che non costiutisce spese (dall’insegnamento alla mensa, alle pulizie). La seconda, poi, si lega anche alla tipologia dei contratti applicati al personale, alcuni dei quali più onerosi di altri. Un terzo, ma non esistono “prove”, è anche la reale differenza tra gli stipendi teorici e quelli realmente pagati. (D.D.J.) A TUTTO SUORE Da collegi a imprese LE PIÙ EFFICIENTI? LE FIGLIE DEL DIVINO ZELO, CHE STANNO SUPERANDO SACRO CUORE E SANT’ANNA A completare il quadro dell’istruzione privata religiosa, sono le Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù (che contano su due istituti), il Sacro Cuore di Gesù (delle Domenicane del Sacro Cuore, la cui attività risale al 1937), il Sant’Anna (Figlie di San’Anna) e lo Spirito Santo. Quest’ultimo istituto è retto dalle Figlie del Divino Zelo, fra le più attive e capaci nel settore imprenditorial-educativo. Le primarie, con ingresso dalle 8,20 e uscita alle 13,20, prevedono, come nelle altre scuole, l’insegnamento di una maestra affiancata docenti di inglese, informatica, LA unica REGIONE SI DICE da PRONTA A SOSTENERE LE SPESE. musica e educazione fisica. Nel corso dell’anno, poi, sono previsti laboratori. Il costo dell’iscrizione è di 150, mentre la retta mensile è di 140 euro. Attualmente esistono due sezioni, affidate alle due maestre (una laica e una religiosa) con massimo venti alunni per classe. Il servizio mensa è extra e costa 6 euro al giorno (si prenota la mattina). In aggiunta alla normale retta, con 80 euro al mese i bambini possono avvedere al doposcuola, dal lunedì al venerdì, con all’interno attività sportive, come la sherma, e altro ancora. Un’altra storica centonove pagina 16 istituzione, un tempo come collegio al pari del Sacro Cuore, è il Sant’Anna. Gli orari delle lezioni sono dalle 8 e 20 (ma la scuola apre i battenti quaranta minuti prima) alle 13 e 15 (con “tolleranza” fino alle 14). Per chi ha necessità di lasciare i bambini nel pomeriggio, il servizio extra chiude i battenti alle cinque e trenta tutti i giorni della settimana ad esclusione del sabato e, ovviamente, della domenica. La mensa? La scuola, a richiesta (e a pagamento) fornisce un primo. L’insegnamento è affidato a un maestro (affiancato da docenti di inglese, fisica e informatica) e le classi possono raggiungere i 28 alunni. Mentre l’iscrizione costa 200 euro, la retta, trimestrale, è di 560. Il servizio mensa, per un anno, viene 360. 31 Gennaio 2014 sicilia S. AGATA MILITELLO. Gli Lsu del Comune rifiutano l’assunzione. Non vogliono occuparsi di raccolta rifiuti Spazzini? No, meglio precari L’amministrazione Sottile vorrebbe utilizzarli per diminuire i costi di raccolta e smaltimento della spazzatura. Ma i sindacati dicono no. La proposta dell’assessore alle Finanze Marco Vicari DI NINO DRAGOTTO SANT’AGATA MILITELLO. “Protetti” da intemperie e dai caldi nocivi esterni i lavoratori precari, finora collocati al riparo negli uffici della struttura comunale, non vogliono finire in strada a spazzare e raccogliere rifiuti, nemmeno con l’allettante prospettiva del posto fisso promessa loro dal sindaco e dall’assessore comunale al Bilancio. Destinati a restare precari per sempre, ma innamorati, i circa 80 contrattisti e lavoratori addetti alle attività socialmente utili, si sono sposati, molti tra di loro, formando famiglia sommando due piccoli stipendi, magari abitando nella casa dei genitori. Una quotidianità senza eccessive agiatezze, dignitosa, senza l’obbligo di andare a raccogliere i rifiuti nel territorio comunale. «Produttività zero e zero stipendio», reclama chi è senza Da sinistra l’assessore Marco Vicari e il segretario Roberto Ribaudo lavoro o teme di rimanere disoccupato. società Ato Me 1, infatti, il primo dal pagamento delle bollette Tares è L’amministrazione comunale di cittadino Carmelo Sottile con due fatta una previsione d’incasso di circa sant’Agata Militello per ridurre il successive ordinanze ha fatto ricorso un milione e 200 mila euro, circa il costo delle bollette Tares temporaneo a forme di raccolta di 35% di una copertura integrale del intenderebbe svolgere dall’1 aprile il rifiuti solidi urbani, prorogando fino servizio annuale per una spesa di servizio raccolta rifiuti con proprio al 31 marzo l’affidamento del circa tremilioni di euro. L’assessore personale, ma sarebbe un “pesce” di servizio, continuando ad avvalersi Vicari ipotizza di dare corso ad un cattivo gusto da fare ingoiare ai 38 della struttura organizzativa ( atto di interpello per 30 lavori lavoratori della Multiecoplast oggi personale, automezzi, impianti) delle contrattisti, da destinare al servizio impegnati a pulire le strade di società Tirreno Ambiente SpA e della raccolta e spazzamento rifiuti, al fine Sant’Agata e che temono un effetto Multiecoplast srl. L’assessore con di risparmiare una somma di circa boomerang sulla stabilità della loro delega alle Finanze e Tributi, Marco 800 mila euro che andrebbe a ridurre occupazione. Dall’1 ottobre , data Vicari, sostiene nelle casse comunali la quota riportata nelle bollette dei coincidente alla soppressione della contribuenti. I 30 lavoratori andrebbero stabilizzati come dipendenti comunali con un contratto retributivo di 30 ore rispetto alle 24 di oggi , ed in particolare 22 unità di categoria A per la raccolta differenziata, 4 unità della categoria B con mansioni di autista e servizio controllo, 4 unità di categoria C addetti alle attività del Ccr, Centro comunale raccolta. L’assessore Marco Vicari, recentemente ha promesso che in merito ai 30 lavoratori comunali incontrerà le rappresentanze sindacali, ma fino ad oggi non ha rispettato l’impegno. Sindacati e rappresentanti dei lavoratori annunciano e battaglia. «Sul personale comunale - scrivono vogliamo ricordare al sindaco Sottile che proprio lui assieme al segretario generale Roberto Ribaudo nel mese di novembre aveva assunto l'impegno di aprire il confronto e di portare a soluzioni tutte le questioni rimaste insolute sulla questione dei servizi collegati alla Tares. Per sindaco ed assessori il provvisorio diventa definitivo, e procedono a passo spedito a rideterminare la dotazione organica ed approvare il piano del fabbisogno senza l'obbligatorio confronto con il sindacato». FURNARI Foti, stop alla discarica IL SINDACO BLOCCA IL RILASCIO DI AUTORIZZAZIONI REGIONALI PER L’IMPIANTO DI TIRRENO AMBIENTE FURNARI. Il sindaco di Furnari Mario Foti, pur non essendo invitato, partecipa ad una conferenza di servizi indetta dalla “TirrenoAmbiente s.p.a.” per il rinnovo e modifica delle autorizzazioni della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Ed è polemica. Con una precedente missiva, inviata alle autorità competenti, il sindaco Foti aveva già anticipato la propria partecipazione al tavolo tecnico indetto dalla “TirrenoAmbiente ” al Dipartimento Acque e Rifiuti della Regione Siciliana. In questo documento, infatti, aveva già evidenziato come “per l’ennesima volta, la popolazione di Furnari non fosse stata nemmeno presa in considerazione mentre, secondo quanto statuito dal Consiglio di Stato (Sez. V, con sentenza n. 5193 del 16 settembre 2011), “soggetti interessati alla localizzazione sono non solo gli appartenenti al comune di ubicazione ma anche i cittadini dei comuni limitrofi”. Sta di fatto che la società intendeva rinnovare e modificare le due autorizzazioni già oggetto di annullamento da parte del Tar di Catania – nonostante siano ancora sottoposte al giudizio di Appello del Consiglio di Giustizia Amministrativa -con la conseguenza che, in caso positivo, si sarebbe verificato un nuovo ampliamento della discarica e sostanzialmente vanificato l’esito del giudizio pendente. Il sindaco di Furnari ha rilevato la “tracotanza” con la quale, in diversi procedimenti centonove pagina 17 relativi alla realizzazione dell’invaso ed i tre precedenti ampliamenti, «era stata falsamente attestata e “cancellata” la presenza del Comune di Furnari dalla vicina discarica». «La procedura - ha sostenuto Foti - non teneva conto del preciso obbligo di accertare, attraverso il criterio della “prevenzione” e della “precauzione”, se l’impianto fosse conforme alle norme di legge che salvaguardano il diritto alla salute dei cittadini di Furnari e, in particolare, le sue preesistenti risorse idriche protette, rappresentate dai pozzi di “Contrada Lacco». La ferma opposizione del Comune di Furnari ha determinato la sospensione della conferenza di servizio, la quale si è riservata di svolgere indagini sulle autorizzazioni rilasciate in passato, a prescindere dall’esito del giudizio amministrativo. Pamela Arena 31 Gennaio 2014 sicilia L’ELENCO Da Messina a Barcellona Ecco tutti i debiti PER MILAZZO BATOSTA DA MEZZO MILIONE. “SOLO” 123 MILA PER PATTI Le proteste delle associazioni che contestavano la costituzione dell’Ato idrico MESSINA. Valanga di decreti ingiuntivi ai comuni. Devono versare 6 milioni di euro Ato, pignoramenti low cost L’ente che doveva gestire il servizio idrico integrato è stato messo in liquidazione. Le amministrazioni non hanno mai versato le quote associative. Incarichi a giovani avvocati con parcelle “light” DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Sei milioni di euro. E’ questa la cifra che l’Ato idrico di Messina vanta come crediti nei confronti dei 108 comuni del messinese che vi facevano parte. L’ente si trova in liquidazione, come disposto dalla Regione. Il liquidatore è il commissario straordinario della Provincia, Filippo Romano, il quale ha creato una task force per definire, in particolare, le pratiche di recupero crediti. Dopo gli avvisi bonari che sono stati inviati senza riscontro alle amministrazioni comunali, Romano ha deciso di passare alle maniere forti. E nei prossimi giorni partiranno citazioni giudiziarie che prevedono, a sua volta, pignoramenti direttamente nella casse delle amministrazioni comunali. I comuni che rischiano sono tanti. Il debito più alto è di Messina che, in base ai calcoli aggiornati al 28 gennaio scorso, dovrebbe versare 2 milioni 634 mila euro. Seguono Milazzo con 453 mila euro, Barcellona con 209 mila, Capo d’Orlando 133 mila e Patti con 126 mila. Cifre nettamente inferiori per gli altri centri, anche se in rapporto alle dimensioni i 64 mila euro di San Fratello (comune dissestato) o 63 mila di Naso di certo non lasciano dormire sonni tranquilli agli amministratori. L’Ato idrico, dunque, si prepara a nominare un esercito di avvocati. Chi sogna parcelle d’oro, però, sbaglia. «Porteremo avanti questo recupero nel modo più risparmioso - avverte Filippo Romano - saranno scelti giovani legali perchè si tratta di un lavoro in cui c’è molto da scartabellare, dunque, occorre l’entusiamo di un giovane. Inoltre, li pagheremo solo quando la pratica andrà a buon fine con il relativo versamento delle somme (meno di 500 euro a pratica, ndr). Le parcelle saranno ampiamente ribassate visto che si tratta di lavoro di routine. Saranno scelti con criterio territoriale e casuale, in modo da essere già presenti sul territorio di competenza». MESSINA. Ecco l’elenco dei comuni che devono versare le somme più significative all’Ato idrico di Messina: Acquedolci, 64.904 euro; Alcara Li Fusi, 6.068; Alì Terme, 6.300; Antillo, 4.571; Barcellona P.g. 209.409; Basicò, 6.011; Brolo, 77.668; Capo d’Orlando, 133.130; Caprileone, 44.268; Caronia, 8.788; Castel di Lucio, 12.098; Castell’Umberto, 45.374; Castroreale, 17.218; Falcone 40.395; Ficarra, 25.484; Fiumedinisi, 6.804; Fondachelli Fantina, 9.631; Francavilla di Sicilia, 61.441; Furci Siculo, 22.771; Furnari, 27.478; Gaggi, 32.530; Galati Mamertino, 44.198; Giardini Naxos, 46.462; Gioiosa Marea, 58.416; Graniti, 8.297; Gualtieri Sicaminò, 23.915; Itala, 23.915; Librizzi, 18.448; Lipari, 25.872; Longi, 15.983; Mazzarrà Sant’Andrea, 26.248; Messina 2 milioni 634.434; Milazzo, 453.824; Mistretta, 44.853; Montalbano Elicona, 21.042; Naso, 63.778; Nizza di Sicilia, 24.836; Oliveri, 31.360; Pace del Mela, 42.823; Patti, 126.832; Piraino, 45.939; Roccalumera, 33.960; San Filippo del Mela, 52.858; San Fratello, 64.466; San Salvatore di Fitalia, 20.282; Sant’Agata Militello, 52.181; Santa Lucia del Mela, 19.059; Sant’Angelo di Brolo, 21.217; Santa Teresa di Riva, 21.853; San Teodoro, 23.350; Santo Stefano di Camastra, 27.505; Saponara, 61.719; Savoca, 4.097; Sinagra, 29.403; Scaletta Zanclea, 10.447; Spadafora, 73.285; Taormina, 57.360; Terme Vigliatore, 63.441; Torregrotta, 16.017; Torrenova, 9.046; Tortorici, 112.740; Tripi, 4.230; Tusa, 40.564; Ucria, 5.061; Valdina, 7.999; Venetico, 35.690; Villafranca Tirrena, 120.385 IL CASO Via Bonino, condominio a secco da un mese APPARTAMENTI SENZA DISTRIBUZIONE A CAUSA DI UN GUASTO. AMAM: «BISOGNA EFETTUARE SCAVI LUNGHI 170 METRI» MESSINA. Da venti giorni vivono senza acqua. Sono i residenti di un popoloso condominio di via Bonino. Un vero incubo che l’Amam non è riuscito ancora a scacciare. A quanto pare la situazione ritornerà alla normalità nella seconda metà di febbraio. «I tecnici dell’Amam - si legge in una nota dell’amministratore condominiale, Domenico Puleio - hanno rilevato che il tubo di adduzione dell’acqua alla palazzina era intasato per quasi la metà, pertanto ci hanno invitato ad effettuare la sostituzione di questa tubazione dato che non permetteva un regolare passaggio del flusso di acqua. Pertanto in via di urgenza è stato fatto tale lavoro, (costato ai condomini oltre 2 mila euro più iva), ma nonostante questo la situazione restava identica a prima. Quindi oltre al danno la beffa di aver fatto un lavoro che si è rivelato inutile e non risolutore. Alle nostre rimostranze, l’Amam, ha nuovamente inviato i tecnici, i quali non hanno potuto fare altro che constatare la situazione». Il condominio si sta attivando per adire le vie legali. «Bisogna effettuare uno scavo lungo 170 metri - spiegano all’ufficio tecnico dell’Azienda municipale acque - abbiamo già individuato la ditta che dovrà effettuare i lavori, cominceranno la prossima settimana, ultimato l’iter burocratico. La normalità ritornerà tra una ventina di giorni». centonove pagina 18 La sede dell’Amam 31 Gennaio 2014 sicilia MESSINA. Trentacinque ex consiglieri e 12 assessori chiedono arretrati per mezzo milione di euro Provincia, facciamo i conti La Finanziaria aveva decurtato le indennità del 10%, ma successivamente la Regione cambiò idea. Il commissario Filippo Romano si rivolge a Palermo. E prepara alla controffensiva Filippo Romano L’ex consiglio provinciale DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Avevano dovuto rinunciare al 10% di indennità a causa della spending review. Oggi presentano il conto all’ufficio legale della Provincia regionale di Messina. Sono 47 le richieste di rimborso relative alle “spettanze integrative delle indennità di funzione relative al triennio 2009/2011” da parte di assessori e consiglieri provinciali in carica nell’ultima legislatura. Complessivamente, i 35 consiglieri e i 12 componenti dela giunta di Nanni Ricevuto, chiedono con altrettanti atti stragiudiziali oltre mezzo milione di euro. Nello specifico gli ex politici vorrebbero incassare le somme decurtate dalle indennità che gli amministratori/consiglieri hanno percepito nel triennio a seguito della riduzione del 10% introdotta dalla finanziaria 2005, nell’ambito della riduzione dei costi della politica in Italia. Questione finita sul tavolo del commissario di Palazzo dei Leoni, Filippo Romano, che però rischia di diventare non solo un caso politico, ma anche un boomerang. Romano dal momento del suo insediamento alle prese con una situazione economica dell’ente a dir poco drammatica determinata dai continui tagli dei trasferimenti regionali e nazionali. Le richieste rischiano di peggiorare ancora di più i conti in rosso. Gli ex assessori che richiedono il conguaglio sono 12 per un importo complessivo (incluso di Irap) di 191 mila euro. Gli ex componenti del consiglio provinciale sono 35 per un importo complessivo di Irap di 341 mila euro. Il totale è di 532 mila euro. Nel caso in cui alle richieste dovessero aggiungersi anche gli ex amministratori (assessori e presidente della provincia) che ad oggi non hanno avanzato istanze di conguaglio, l’importo complessivo lieviterebbe a 800 mila euro. C’è da dire, comunque, che gli importi riferiti per gli ex consiglieri provinciali sono stati calcolati dagli uffici secondo un importo massimo teorico. Per un esatto calcolo di eventuali spettanze si dovrà procedere ad una ricognizione individuale delle presenze effettive per le quali è stato corrisposto il gettone di presenza. La pretesa nasce da una interpretazione assunta dai politici in ordine all’applicazione della legge finanziaria in Sicilia nella parte che incide sulle spettanze degli amministratori. Il Cga, consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia, nonchè l’ufficio legislativo e legale della Regione, in passato avevano confermato la decurtazione nell’ottica del contenimento della spesa pubblica. A mettere tutto in discussione è stata la circolare 1 del 13 gennaio 2011 dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione pubblica che ha espresso un parere diverso. Immediatamente la Provincia con determina dirigenziale 105 dell’aprile 2012 ha ritenuto di non applicare più la riduzione del 10% nel computo delle indennità degli amministratori con decorrenza 1 gennaio 2012. Ripristinando l’indennità originaria antecendente al 30 settembre 2005. L’ente, su disposizione del commissario Filippo Romano, ha bloccato i conguagli. Al dirigente della II direzione, Armando Cappadonia, ha chiesto di presentare un quesito alla Regione per capire se la richiesta si può accogliere e, nel frattempo, di sospendere ogni atto fino al nuovo indirizzo. Contestualmente alla Ragioneria guidata da Nino Calabrò, nel caso la Regione dovesse dichiarare inammissibile la richiesta, di prepararsi a rispondere “pan per focaccia” attivando tutte le procedure necessarie per recuperare dagli stessi politici firmatari degli atti stragiudiziari il 10% delle somme percepite dal 1 gennaio 2012 fino alla conclusione della legislatura nel giugno 2013. Una richiesta quella degli ex politici, dunque, che potrebbe rivelarsi un boomerang. LA SCHEDA Il popolo del rimborso ECCO I NOMI DEI POLITICI CHE HANNO INVIATO GLI ATTI STRAGIUDIZIALI. DA PIO AMADEO A NINO SUMMA MESSINA. A prendere carta (bollata) e penna per scrivere alla Provincia regionale e richiedere quelle che tecnicamente definiscono “spettanze integrative delle indennità di funzione relative al triennio 2009/2011” sono stati 35 consiglieri e 12 assessori. Ecco i nomi dei consiglieri: Salvino Fiore, Franco Andaloro, Giacinto Barbera, Enrico Bivona, Piero Briuglia, Roberto Cerreti, Pino Galluzzo, Pippo Lombardo, Nino Passari, Giovanni Princiotta, Giuseppe Saya, Nino Summa, Ciccio centonove pagina 19 Italiano, Luigi Gullo, Salvatore Calì, Lalla Parisi, Enzo La Rosa, Salvatore Miano, Rosy Danzino, Enzo Testagrossa, Massimiliano Branca, Marco Vicari, Simone Magistri, Nino Calà, Nino Muscarello, Biagio Bonfiglio, Roberto Gulotta, Maurizio Palermo, Nino Calabrò, Nino Previti, Biagio Gugliotta, Saro Sidoti, Pippo Rao, Matteo Francilia, Angelo Passaniti. Il totale delle richieste ha un ammontare presunto di 341 mila euro (comprensivo di Irap). A richiedere le somme sono state anche 12 assessori: Pio Amadeo (14.965 euro); Piero Petrella (15.252 euro); Pippo Di Bartolo (22.081); Mario D’Agostino (22.081); Gaetano Duca (14.945 euro); Giuseppe Martelli (22.081); Maria Perrone (22.081); Salvatore Schembri (6.767); Nino Terranova (22.081); Carmelo Torre (6.767); Saro Ventimiglia (22.081). 31 Gennaio 2014 sicilia PROTAGONISTI. A tu per tu con il personal trainer di Messina che a Roma allena i vip Nicolò, lo “sforna” campioni Più volte campione di thai boxe prepara oggi atleti e non grazie ad una cultura del benessere legata allo sport e curata in tutti i particolari. Ricerca e innovazione con un occhio puntato ai templi cinesi Nicolò Ragalamuto in allenamento in sospensione con trx DI MARIA TIZIANA SIDOTI ROMA. Sport e allenamento, declinati in vari modi con passione, tecnica e scienza. Prima come atleta. Ora come personal trainer e preparatore atletico. E anche autore di manuali per tecnici. È la storia di Nicolò Ragalmuto, siciliano di Messina, da anni nella capitale. Prima 4 volte campione italiano e nel 2006 intercontinentale di thai boxe ed ora libero professionista della preparazione e del benessere con varie specializzazioni e certificazioni anche estere. Nicolò, classe 1983, si è laureato in Scienze Motorie e Sportive all'Università di Messina nel 2007, ha pronto il nono libro, prossimo all'uscita, "Core Training come mezzo di prevenzione e sviluppo della forza funzionale nello sport" per Giacomo Catalani Editore. PREPARAZIONE A 360º. «Da settembre 2008 sono a Roma: solo per il lavoro, avevo più opportunità, perchè giù al sud non esiste la mia figura professionale, non c'è ancora una cultura della salute legata all’attività sportiva. Nelle palestre ci sono gli istruttori ma il personal trainer non si limita ad allenarti con i pesi, deve insegnarti anche mangiare e perfino a vestirti, soprattutto le scarpe», spiega Nicolò Ragalmuto. Che dopo la laurea inanella titoli di studio e specializzazioni uno dietro l'altro: dal master in Ricerca e Riabilitazione Avanzata alla Tor Vergata di Roma al corso di rieducazione in acqua dello sportivo, operatore specializzato nell'applicazione del taping, e non solo. «La preparazione è fondamentale, è l'aggiornamento che contraddistingue. Ora le certificazioni mi arrivano dagli Usa: in Italia ho già raggiunto tutto quello che c'era da raggiungere. Quella della Nsca ha valore internazionale, è importante, se devo andare all'estero: solo circa 12 persone ce l'hanno in Italia», sottolinea Ragalmuto. Insomma, interdisciplinarietà e studio costante al servizio del benessere dell'atleta amatoriale o professionista. E così Ragalmuto si occupa di preparazione atletica di singoli o di squadre in maniera scientifica in vista di competizioni di alto livello, di allenamento funzionale in particolare con kettlebell o in sospensione con trx, di sviluppo forza e massa, fitness per dimagrimento, valutazione composizione corporea, di rieducazione motoria post traumatica, in back school per le algie vertebrali, per le patologie cardiovascolari o come prevenzione dell'osteoporosi, di istruire negli sport da combattimento muay thai e pugilato, e Nicolò Ragalmuto prepara un atleta per il circuito eur di barche d'epoca Panerai e per il Mondiale a Barcello Nicolò in una competizione internazionale di muay thai LA CARRIERA Dal titolo intercontinentale al manuale di istruttore di Body Building Nicolò Ragalmuto inizia l'attività agonistica da giovanissimo nelle rappresentative delle scuole medie negli sport di squadra, pallamano, pallavolo e calcio, impegnato contemporaneamente in 2 campionati giovanili di calcio, uno di rugby e 6 di pallamano, praticando a supporto atletica leggera e potenziamento. Poi passa al pugilato con la vittoria ai regionali 2003, e alla thai boxe con 40 incontri da professionista, 4 volte campione italiano 2002, 2005, 2006 e 2008, e titolo intercontinentale nel 2006, e in nazionale ai mondiali di Bankok. Oltre alla laurea in Scienze Motorie, il perfezionamento in chinesiologia, ed il master in ricerca e riabilitazione, diploma di istruttore in attivtà motoria per la terza età, di thai boxe e pugilato, esperto di preparazione fisica Coni, e personal trainer certificato Nsca-Usa. È docente nazionale nei corsi istruttori per NonSoloFitness Snc, autore di 8 libri su fitness e allenamento e di corsi di difesa personale per la Regione Lazio "Giù le mani dalle donne", e contro il bullismo nelle scuole. centonove pagina 20 sicilia 31 Gennaio 2014 ABC DEL FITNESS I segreti del Kettlebell Nicolò Ragalmuto in tv, cura una rubrica nel programma Galeno di Rai Sport1 ropeo na 2014 nelle tecniche di difesa personale, con programmi mirati secondo le caratteristiche di ognuno, mentre progetta un'altra laurea in Scienze della Nutrizione. OCCHIO AL PASSATO. Nelle sue attività studio, ricerca e innovazione in mix con sguardo al passato, come nell'allenamento in sospensione praticato nei templi cinesi oltre 1 secolo fa. «Ormai il fitness è arrivato ad un livello tale che è difficile trovare qualcosa di nuovo, quindi, si attinge al passato e lo si ripropone. Ma lo si fa anche per una questione di salute», sottolinea Ragalmuto. Che spiega: «Si è passati dagli anni '80 con l'aerobica e i '90 con il body building, in cui prevaleva un aspetto più estetico, ad una ricerca oggi più di un aspetto salutistico: le persone vogliono stare bene e miscelando vecchio e nuovo, si mira alla globalità, a sviluppare un corpo armonioso e funzionale, mentre oggi per l'industrializzazione, che ha creato una serie di patologie per mancanza di movimento e vita sedentaria, l'individuo si sta involvendo, assumendo davanti al computer la postura di una scimmia e perdendo tutte le proprietà di individuo. Per questo l'allenamento non dev'essere fine a se stesso ma aiutare a prevenire». E aggiunge: «L'aggiornamento è costante, perchè io lavoro con individui in lezioni one to one, per cui oltre all'allenamento c'è anche la stimolazione della persona con novità, rispettando sempre la salute: così la persona ha un miglioramento non solo fisico ma personale, acquista maggior fiducia in se stesso con tutte le conseguenze sociali che questo può avere». Da atleta con l'adrenalina della competizione a preparatore di altri sportivi. «È diversa come sensazione: quando gareggi tu, è più una sfida con te stesso. Quando alleni, cerchi di far migliorare l'altra persona, sono tante le sfaccettature, c'è anche un aspetto psichico e devo essere io in grado di capirlo. È un lavoro più complicato. Sono due cose distinte e separate in due fasi diverse della mia vita: ho fatto l'atleta, ora mi va di mettermi in gioco attraverso gli altri», spiega Ragalmuto. Che tra personal trainer, preparatore, chinesiologo, formatore, autore ha una sua preferenza: «Sono tutti importanti ma se dovessi scegliere, preferirei più l'ambito sportivo: è bello come personal trainer rendere felici le persone, aiutandole a star bene, ma è più stimolante da ex atleta il lavoro di preparatore non solo per il benessere dell'atleta ma anche per il fatto che raggiunge degli obiettivi sportivi». Ha allenato 6 campioni italiani dilettanti di thai Boxe e un vice campione mondiale juniores di kick boxing, un giocatore professionista di calcio tra gli altri, ed ora un atleta per il circuito europeo di barche d'epoca Panerai in programma da aprile al 30 settembre, e per il Mondiale dei 12 metri a Barcellona nelle prime 2 settimane di luglio, ed un calciatore congolese. IL SOGNO. Ragalmuto come esperto di preparazione atletica è stato nel programma tv Galeno di Rai Sport 1 in onda ogni venerdì da ottobre a dicembre 2013: «Era una trasmissione medica e mi hanno chiamato per la parte fitness prima per una puntata, poi gli è piaciuto e mi hanno confermato. È stato più divulgativo, per un pubblico non di tecnici». Per specialisti sono, invece, i manuali da lui curati. Tante soddisfazio i dunque ma ancora un sogno: «Mi piacerebbe confrontarmi un giorno con una squadra importante di calcio ed andare anche fuori dall'Italia: sarebbe interessante e poi, se già sei lontano dalla tua città, ti sposti senza problemi. L'unica cosa che non farei è tornare a Messina: è sempre la mia città di nascita e tante cose le ho grazie a dove sono nato, determinazione, impegno, stile di vita, e anche l'università è stata formativa e utile. Ogni tanto torno per i parenti, ma non ci starei più, e se avessi avuto la possibilità, sarei andato via prima, forse avrei fatto anche altre esperienze, perchè a Messina non c'è meritocrazia, si aspetta sempre "se si conosce qualcuno". Questa cosa mi dà fastidio, perchè sei tu che devi cercare e non aspettare, ti devi impegnare, è un pò come nel combattimento. Io mi sono creato da solo a Roma e ho avuto anche tante porte in faccia. E un'altra cosa che non mi piace è che è tutto rallentato, tutti si lamentano ma nessuno fa niente. Che peccato». centonove pagina 21 Nel lessico della preparazione fisica e dell'allenamento Pt è la sigla che sta per Personal trainer ossia il professionista specializzato nell'allenamento, fitness e rieducazione. Il termine fitness è in uso negli ultimi 20 anni per lo stato di benessere fisico o forma fisica. L'allenamento funzionale, basato su esercizi richiamanti l'atto motorio quotidiano che normalmente utilizza le sinergie muscolari ed è sviluppato in maniera combinata sia su piani che su assi, ha come principali metodi il kettlebell e l'allenamento in sospensione. Il kettlebell è un attrezzo con cui si allenano i muscoli ad un grado di contrazione diversa da quella normale: migliora forza, elasticità, coordinamento ed è utile al dimagrimento. L'allenamento in sospensione era praticato nelle arti marziali nei templi cinesi più di 100 anni fa, ed in seguito nei moli, sulle navi, dove le attrezzature erano cinghie per paracadute: così Randy Hedtrick creò esercizi, da cui si originò un attrezzo, il Trx. Si basa sull'uso del proprio sovraccarico corporeo, sospeso grazie a 2 cinghie, e aumenta la cinestesia ossia la capacità di controllo del corpo nello spazio. (M.T.S.) 31 Gennaio 2014 centonove pagina 22 31 Gennaio 2014 sicilia AMBIENTE. Due nuovi impianti fotovoltaici nei plessi “Ungaretti”e “Sciascia” Le scuole verdi di Villafranca Il vicesindaco Cavallaro: «Grazie ai fondi del Ministero sono in fase di definizione altre installazioni». L’impegno per l’energia pulita che passa anche dal bike-sharing e campagne informative Villafranca Tirrena. Linea “green policy” nei plessi scolastici “Ungaretti” e “Sciascia” di Villafranca Tirrena. Sono entrati, infatti, in esercizio nei giorni scorsi due impianti fotovoltaici di potenza pari a 18,50 Kw, apportando notevoli benefici in termini economici e di riduzione di emissioni di anidrite carbonica. L'amministrazione comunale, in relazione alla produttività attesa, stima un incentivo dal gestore dei servizi energetici pari a circa 14.700 euro all'anno e di un risparmio energetico per 8.820 euro. Si tratta del raggiungimento di un nuovo importante obiettivo del programma del sindaco Matteo De Marco, considerato il periodo di enormi difficoltà in cui versano le casse di tanti enti locali. I due impianti sono stati realizzati dalla ditta CST srl di Sant'Agata Militello che, sotto la supervisione dell'ingegnere Alfredo Russo, a capo Ufficio Tecnico, che tra l'altro ha curato la progettazione e la direzione dei lavori, ha adempiuto le pratiche di installazione e la realizzazione di un sistema di monitoraggio efficiente. Nel caso di interruzione della produzione di energia fotovoltaica, infatti, degli “Alert” provvederanno immediatamente alla segnalazione per un rapido intervento tecnico di ripristino. Sul sito istituzionale del comune (www.comune. villafrancatirrena.me.it) è già possibile, inoltre, visualizzare la sintesi aggiornata dei dati della produzione degli impianti. “L'energia “verde” è un settore in continua espansione per cui l'amministrazione da tempo si è dimostrata particolarmente sensibile ed anticipatrice di politiche virtuose. Ma la progettazione non si ferma qui – spiega il vicesindaco Giuseppe Cavallaro - e sono in fase di definizione altre installazioni di impianti fotovoltaici grazie all'utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Ministero dell'Ambiente per le energie rinnovabili. L'ufficio tecnico ha in cantiere diverse proposte interessanti legate all'energia pulita. È in fase conclusiva anche l'allestimento della rete dei collegamenti informatici delle pensiline fotovoltaiche del progetto di bikesharing, all'interno del quale lo scorso anno scolastico si è avviato un programma di sensibilizzazione all'uso delle energie alternative per i giovani studenti. È inoltre in fase di avvio centonove pagina 23 la realizzazione dell'impianto fotovoltaico sul plesso scolastico “Leonardo da Vinci”. Da ultimo, con una recente delibera (la n.13 del 23.01.2014), la giunta municipale ha destinato le somme derivanti dagli incentivi economici introitati dal gestore dei servizi energetici a perseguire nell'efficientamento energetico degli immobili e degli impianti comunali. Stiamo lavorando a tal proposito con l'assessore alla manutenzione Tito Costa all'individuazione di interventi per la riduzione dei consumi, utilizzando nuove forme di temporizzazione e razionalizzando il consumo di energia all'effettivo bisogno”. Giuseppe Cavallaro 31 Gennaio 2014 sicilia L’ESPERTO Ma adesso stiamo perdendo peso... PERL DIRIGENTE SALVATORE SCONDOTTO FUNZIONANO LE CAMPAGNE DI PREVENZIONE. E QUELLE ALIMENTARI SALUTE. L’assessorato regionale monitora il fenomeno obesità Sicilia, nel segno della bilancia Un meeting a Catania sancisce: siamo i più grassi d’Italia.L’attenzione puntata all’educazione alimentare in età pediatrica: troppi bimbi “pappa e ciccia” con la tv. Con questi rischi DI GIUSEPPE LOMBARDO Nando Mericoni, all’anagrafe Alberto Sordi, in Un Americano a Roma lanciava la sua sfida personale: “Maccarone, m'hai provocato e ti distruggo!”. Poche battute e uno splendido ritratto, un affresco destinato a testimoniare su pellicola il rapporto romantico che lega gli italiani alla tavola. Ma cosa succede se quel legame diventa indissolubile, anche a spese della salute? Se le giovani generazioni crescono non tanto anagraficamente, quanto fisicamente, bruciando le tappe e non le calorie? Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, oggi viviamo in un ambiente “obesogenico”: uno spazio in cui aumenta la sedentarietà, peggiora l’alimentazione, diminuisce la qualità della vita. Anche l’Italia è investita frontalmente da questo fenomeno, non a caso è stata premiata la scelta di dedicare l’Expo del 2015 al tema “Nutrire il Pianeta, energia per la Vita”. Dal 2005 il Ministero della Salute ha cercato di affrontare, d’intesa con le regioni, le criticità partendo dai dati. Le ultime rivelazioni mostrano come il 24% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni presenti un eccesso di peso. La Sicilia segue il trend: lo ha ammesso implicitamente lo stesso Assessorato della Salute regionale, monitorando il fenomeno ed organizzando, lo scorso novembre, un meeting a Catania, un incontro sulla “Educazione alimentare in età pediatrica”. L’obiettivo, in agenda da alcuni anni, è quello di rafforzare una campagna di prevenzione che consenta di disinnescare i rischi, riflettendo sui benefici economici annessi per l'erario pubblico. Benefici evidenti, se è vero com’è vero che le malattie croniche – quelle che investono l’apparato locomotore, cardiovascolare e respiratorio – sono spesso determinate da cattivi comportamenti dei soggetti. Come ha rilevato Salvatore Reguirez, Dirigente educazione e promozione alla Salute del Dipartimento Attività Sanitarie, ciò equivarrebbe ad “abbattere uno dei fattori di rischio più importanti per la contrazione di patologie cronico-degenerative, compresi i tumori, il cui costo dell’assistenza, anno dopo anno, sta raggiungendo livelli esorbitanti”. Un passo significativo, dunque, attuabile soltanto tramite la cooperazione di molteplici soggetti: dai medici alle industrie alimentari, dal mondo agricolo agli enti locali, dalle associazioni alle istituzioni nazionali – ed in tal senso s’inquadra il Progetto Nazionale di Promozione dell’Attività Motoria (PNPAM) –, senza trascurare le famiglie. Già, le famiglie. Un tasto dolente, quello della responsabilità alimentare, se autentica è la fondatezza scientifica dello studio realizzato da Nemet, Pantanowitz ed Eliakim. Questi hanno dimostrato come la propensione alla cattiva alimentazione dei genitori condizioni al 98% la sovraesposizione al fenomeno dei minori, tra l’altro sempre più sedentari e attratti da giochi tv e videogiochi. Un dato che si intreccia con le rilevazioni regionali, che dal 2008 in avanti mostrano come l’obesità tenda a diminuire con il crescere del livello di istruzione della madre. Per questo la dottoressa Francesca Cardella, responsabile Diabetologia Pediatrica all’Ospedale Di Cristina di Palermo, insiste sulla necessità di sviluppare, anche nel contesto isolano, “una sorveglianza nutrizionale sulle corrette abitudini alimentari, che vanno gestite sin dall’epoca fetale, quindi attraverso una corretta alimentazione della madre, che rimane l’attrice fondamentale del percorso educativo della propria prole ed in questo può e deve avvalersi della collaborazione del pediatra di famiglia”. Una scelta obbligata e una strategia di lungo respiro per affrontare l’emergenza e ripristinare i valori della dieta Mediterranea. IN CIFRE OKkio alla salute, i dati del sistema di sorveglianza Sul campione preso in analisi, a livello nazionale il 22,6% dei bambini è risultato in sovrappeso, il 10,9 % in condizioni di obesità. - La variabilità del dato a livello regionale mostra i picchi nelle aree del sud (se 15 bambini su 100 a Bolzano mostrano una propensione al fenomeno, in Campania si registra una media del 48%. In Sicilia il 24% dei bambini di età inferiore agli 8 anni è in sovrappeso, il 13% in condizioni di obesità). - Tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 37% non ritiene che il proprio figlio sia in eccesso ponderale e solo il 29% pensa che la quantità di cibo da lui assunta sia eccessiva. centonove pagina 24 Messina. Accertato l'impatto del fenomeno e le criticità ad esso legate, abbiamo intervistato il dottore Salvatore Scondotto, Dirigente del Servizio Osservatorio Epidemiologico Regionale. Dottore Scondotto, nella nostra regione qual è la reale incidenza del fenomeno? In Sicilia fino al biennio 2008/2009 eravamo la maglia nera d’Italia, secondi solo alla Campania. Il 25% dei bambini in età compresa fra i 6 e gli 8 anni era in sovrappeso, il 17% presentava sintomi di obesità. Tanto a livello nazionale quanto a livello regionale si è ritenuto doveroso intervenire con una campagna per la prevenzione e la correzione delle cattive abitudini alimentari. Una campagna che ha avuto un riscontro decisamente positivo: nel 2012 il 24% dei bambini è risultato in sovrappeso, il 13% in obesità. E sono gli ultimi dati di cui disponiamo. Ci siamo allineati alla media nazionale, perdendo 4 punti percentuali. Come mai le regioni meridionali sono sovraesposte al fenomeno? E’ un problema di tipo culturale. Spesso e volentieri, soprattutto al Sud, passa un cattivo adagio: l’idea che in bambini “più sono in carne, più sono in salute”. Quando è ovvio che non è così… Un genitore preoccupato e consapevole a quali enti o strutture può rivolgersi? Naturalmente il primo passo porta dal pediatra, che deve essere in grado di diagnosticare il fenomeno e che può intervenire con cognizione di causa. Questi può consigliare la famiglia in merito al da farsi. Nei casi più complessi esistono centri specialistici a Palermo, a Ragusa e in altre località della Sicilia. Sarà il pediatra stesso a valutare, caso per caso, le condizioni. La prevenzione in cosa consiste? Esistono tre tipi di intervento. Un intervento di sorveglianza nutrizionale sui dati, grazie alle rilevazioni scolastiche realizzate dal Servizio igiene delle Asl sotto il profilo campionario. Un’analisi individuale dei casi più complessi: i già menzionati centri specialistici. Ed una campagna informazione incisiva, basata non solo sui rischi legati ai problemi di salute, ma anche sulla necessità di tutelare prodotti tipici di sicuro impatto nutrizionale. In tema di rischi, per una struttura pubblica quanto sono ingenti in media i costi legati al fenomeno? Sono costi elevatissimi. La spesa sanitaria per le malattie croniche è spesso determinata da comportamenti non sani. Esistono quattro fattori di rischio: la cattiva alimentazione, il fumo, l’alcol e la sedentarietà. Malattie circolatorie, tumori, diabeti, malattie respiratorie sono il riflesso di comportamenti sbagliati. 31 Gennaio 2014 economia MILAZZO. Il centro mercantile Sicilia punta sull’agroalimentare La Tassa sull’Export La società amministrata da Elio La Tassa costituisce con la Cia un consorzio per promuovere nel mondo la produzione d’eccellenza DI GIANFRANCO CUSUMANO MILAZZO. Il centro mercantile Sicilia ritorna alle origini e, a distanza di oltre 20 anni dalla realizzazione, apre ai prodotti agroalimentari grazie alla costituzione del consorzio MIExport. La struttura finanziata nel 1988 dalla cassa Depositi e prestiti, costata circa 38 miliardi di lire, si estende su una superfice coperta di 22 mila metri quadrati alle porte di Milazzo, in contrada Ciantro. Nacque con il vincolo ventennale di centro agroalimentare (lʼopera è finita pure nel mirino di tangentopoli) ma dopo anni di abbandono (alcune celle frigorifere non furono mai messe in funzione e andarono perdute) fu affittata dal centro Mercantile Sicilia spa, società che si occupa di logistica e che riunisce alcune delle società più importanti del messinese: dal Gruppo Franza al Gruppo Cambria. Ora si cambia registro. La società amministrata da Elio La Tassa ha stretto un accordo con la Cia, Confederazione Italia agricoltori, è nelle prossime settimane costituiranno il consorzio MIExport (Mercantile import -export). La società fornirà assistenza in materia doganale, fiscale, contrattualistica internazionale, logistica. «L’intento è quello di proporci agente di sviluppo economico per dare nuova finalità alla spa che era nata solo per gestione del complesso di proprietà dell’Asi - spiega La Tassa - ritengo che bisogna dare un impulso diverso non relegando il centro solo a deposito e logistica come voluto dall’Asi, ma finalizzato all’export». E in Sicilia l’agriturismo ha tutte le carte in regole per fare il gran salto internazionale. «Per il momento siamo solo noi e la Cia. I soci che vorranno aderire dovranno solo versare una quota di iscrizione. Questo è il momento è giusto perchè paesaggi e monumenti non si possono esportare, l’unico nostro patrimonio rimane l’agro alimentare tenendo in considerazione l’opportunità di Expo 2015. L'iniziativa si concluderà con la stipula di contratti di rete delle aziende produttrici di eccellenza. Il ricavato sarò legato esclusivamente attraverso l’attività di export». A Expo 2015 la Sicilia sarà capofila del Cluster biomediterraneo con il tema "nutrire il pianeta”. «In buona sostanza - continua Elio la tassa - il nostro obiettivo è valorizzare e promuovere sui mercati internazionali le produzioni di eccellenza del comparto, con particolare riferimento a quelle biologiche, al fine di favorirne l'esportazione negli Stati Uniti, Brasile, Canada, Giappone, Cina, Russia. Si tratta di una opportunità irripetibile». Il "Centro Mercantile Sicilia" annovera tra i propri soci il Consorzio Asi, il Comune di Milazzo, la Camera di Commercio e la Provincia regionale che però non hanno aderito. La sede sarà a Ciantro. Nonostante le istituzioni avessero snobbato dalle istituzioni la proposta, la società "Centro mercantile Sicilia spa" ha deciso di portare avanti questa scommessa. Al Ministero per lo Sviluppo economico sarà presentata LA SCHEDA Diciotto padiglioni costati 38 miliardi MILAZZO. ll Centro Mercantile Sicilia Elio La Tassa richiesta di ammissione e l'approvazione del progetto di internazionalizzazione per lo svolgimento di specifiche attività promozionali a favore delle piccole e medie imprese del comparto agro alimentare. Il centro Mercantile Sicilia rimane affittuaria della struttura Asi. Versa un canone di circa 350 mila euro l’anno, ma si accolla manutenzioni e gestione ordinaria. Due anni fa gli immobili erano stati messi in vendita dall’Asi per fare cassa, ma l’operazione non andò in porto. Ancora oggi La Tassa conferma l’intento di acquisire la proprietà, contraendo un mutuo. di Milazzo è una struttura finanziata dalla cassa depositi e prestiti nel 1988, costata 38 miliardi di lire. Si estende su 22 mila metri quadrati coperti con spazi idonei al deposito e allo stoccaggio di merci e con infrastrutture utili per una avanzata gestione logistica della distribuzione essendo in un punto di snodo tra porto, scalo ferroviario e autostradale di Milazzo. La struttura (finita nel mirino della tangentopoli locale) dispone di aree coperte e scoperte destinabili alla containerizzazione e alla movimentazione delle merci. Dei 18 padiglioni utilizzati, 11 sono provviste di celle frigo e tutti rispettano gli standard di sicurezza per lo stoccaggio e la movimentazione delle merci custodite. L’intera area del Centro è recintata e dispone di un presidio di sorveglianza nelle 24 ore, oltre che sistemi di videosorveglianza. SINAGRA Il Polo tessile diventa d’autore LA FEMCA CISL ACCENDE I RIFLETTORI SUL SETTORE CHE STA TENTANDO IL RILANCIO SUI NEBRODI. CON UN CONVEGNO CHE PUNTA SULLA QUALITA’ SINAGRA. Il tessile d’autore come volano di un intero territorio. La Femca Cisl di Messina accende i riflettori su nuove opportunità che esistono in provincia di Messina e che rappresentano una eccellenza anche in campo nazionale con un convegno a respiro nazionale su “Tessili e Nebrodi. Il Tessile d’Autore come prospettiva di nuove opportunità” che si terrà sabato mattina, 1 febbraio, dalle ore 9.30, al Palazzo Salleo di Sinagra, palazzo baronale del 1700 posto nel cuore del borgo antico del centro nebroideo e struttura incantevole e ricca di affreschi e di ceramiche tipiche del posto, individuato come luogo simbolo del territorio. «La Femca Cisl - si legge in una nota - ha voluto mettere insieme tutti i portatori di interessi che insieme possono dare un apporto allo sviluppo della progettualità messa in cantiere». Prevista, infatti, la presenza di consulenti d’impresa ed esperti di marketing che possano offrire un contributo di esperienza nella gestione delle future attività commerciali e imprenditoriali; delle rappresentanti delle donne nel mondo del lavoro, dell’imprenditoria giovanile e del sindacato; dei rappresentanti degli imprenditori già affermati dai quali poter attingere le esperienze migliori, offrendo loro novità sulle quali poter magari costruire opportunità di investimento in settori sempre più specializzati della moda. Il convegno sarà moderato dal segretario generale della Femca Sicilia, Franco Parisi. Previsto il contributo di Franco Reale, Direttore dell’Accademia Moda e Costume di Roma, protagonista del progetto realizzato con le lavoratrici di Sinagra di “Atelier di moda e costume per il recupero delle tradizioni artigianali” che ha come obiettivo la trasmissione “delle tecniche e della professionalità per giungere alla manifattura di capo pregiato, ma la stessa cultura della sartoria d’alta moda, intesa come l’arte di creare un pezzo unico». centonove pagina 25 31 Gennaio 2014 economia UOMINI&BUSINESS. Storia della società editrice Sud Spa Gazzetta, da Bonino al bottino Il quotidiano di Messina dopo 62 anni di storia sempre in crescita, costretto a sforbiciare le redazioni. Ma il patrimonio si mantiene inalterato sancendo la robustezza di una struttura finanziaria a prova di bomba DI VINCENZO LOMBARDO Messina. Nell’immaginario pantheon della memoria della città, un posto importante spetta ad Uberto Bonino (1901-1988), che cittadino messinese non lo era di nascita ma lo era diventato per motivi familiari. Vi si trasferì, in tenera età, dalla natia La Spezia al seguito della madre Luisa Vignolo Koller e del padre, Teofilo, ammiraglio della Regia Marina, destinato a Messina come comandante di Marisicilia. Nel 1946 fu eletto deputato all'Assemblea costituente e, dal 1948, più volte rieletto in Parlamento, prima nel Pli, poi nel Partito Nazionale Monarchico, cui aderì nel 1951, e quindi nel Partito Monarchico Popolare fino al 1963. Nei primi anni del dopoguerra inizia la sua attività di editore, dando vita al Notiziario di Messina. Nel 1951 fonda la Società Editrice Siciliana, che dal 13 aprile 1952 inizia a pubblicare il quotidiano Gazzetta del Sud. Il 2 giugno 1970 viene nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone. Nel dicembre 1972, insieme alla moglie, Maria Sofia Pulejo, appartenente a una delle famiglie più agiate di Messina, proprietaria della Società Molini Gazzi, della quale Bonino è per lungo tempo amministratore delegato, dà vita a una fondazione con l'obiettivo di aiutare giovani neolaureati in Medicina e Giurisprudenza a specializzarsi, permettendo con l'erogazione di borse di studio, di frequentare corsi e stage di perfezionamento. Per molti anni rivestì la prestigiosa carica di presidente della Banca di Messina, antica istituzione finanziaria cittadina che rimase attiva fino al 1977.Oggi la Fondazione BoninoPulejo è azionista di maggioranza, col 51,75%, della Ses SpA che pubblica il LA SCHEDA RATING ECONOMICO SOCIALE (0 a 10): 6,25 - Storia 64 anni di attività: 9 - Andamento economico: 8 - Rapporto Occupazione/Territorio Partner di Iniziative Sociali: 8 - Sponsor Attività Sportive: N.C. [email protected] Nino Calarco Uberto Bonino quotidiano. La rimanente parte del capitale sociale, è così suddivisa: 33% all’Italmobiliare di Carlo Pesenti, 15% all’editore Mario Ciancio e 0,25% a Francesco Pulejo. Sempre nel 1972 Uberto Bonino torna in Parlamento, al Senato nelle liste del Movimento Sociale Italiano, nel collegio di Messina, ed è rieletto nel 1976. Nel 1977 lascia il Msi per aderire al gruppo di Democrazia Nazionale, di cui è vice presidente, fino al 1979, anno in cui ha termine la sua carriera politica. La storia di un giornale non è solo la storia del suo fondatore, ma anche quella dei suoi direttori. Alla guida della Gazzetta si sono susseguiti nell’ordine, Gino Bruti fino al 1953, Michele Torre 1954, Orsino Orsini 1954/1962, Sergio Pacini 1962/1968, Nino Calarco 1968/1979 – 1983/2012, Alessandro Notarstefano. Durante la direzione di Nino Calarco il quotidiano tocca l’apice della sua espansione: cinque edizioni e dieci redazioni (Messina, Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro, Crotone, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Catania, Ragusa, Siracusa, oltre l’Ufficio di corrispondenza di Milazzo), che impiegano 87 giornalisti e 73 poligrafici e consolida la leadership dell’informazione in Calabria e nella provincia di Messina. Calarco è stato un gran direttore e, come ogni gran direttore, ha scritto poco. I suoi editoriali non sono stati frequenti, ma, quando la sua firma si imprimeva sulle colonne del giornale, lasciavano il segno. Politicamente fazioso, sotto il profilo culturale, è stato di grande e spaziante apertura mentale, accogliendo come collaboratori intellettuali di destra e di sinistra. Al senatore Calarco, e alla Gazzetta del Sud, vanno intestate le battaglie in favore del Ponte sullo Stretto. Nel 1987 è nominato presidente della società pubblica Stretto di Messina SpA, incaricata della realizzazione del ponte sullo stretto, dove resta fino al 2002. Il traguardo sembrava essere a portata di mano, ma la situazione economica dissestata del Paese da un lato e l’opposizione di un vasto arco di forze da sempre paladine del fronte del no, hanno fermato la grande opera. Un altro grande protagonista della espansione del giornale è stato Giovanni Morgante, presidente della controllante Ses SpA dal 1991, che ha saputo guidare lungo un percorso virtuoso di consolidamento finanziario, accantonando a riserve, negli anni, quote cospicue di utili d’impresa, costruendo così una struttura finanziaria dagli elevati indici di stabilità patrimoniale. Solidità che si è rivelata vantaggiosa in tempi di crisi al punto da assorbire le ingenti perdite di esercizio dell’ultimo triennio che ammontano a euro 5.751.000, con un aumento di capitale sociale di pari importo, attestandolo a complessivi euro 10.695.000. Oggi la Gazzetta del Sud ha una tiratura di circa 70.000 copie, e una diffusione di circa 55.000, il 20% in meno rispetto alle medie degli anni antecedenti il 2010. Un fatturato in discesa, nel 2012 si ferma a euro 19.625.00 (1,16% in meno rispetto al 2011) e un conseguente decremento di redditività (3.524.000). La devastante crisi economica attraversata dal paese, in uno alla più peculiare crisi del settore editoriale, minacciato in radice dalle centonove pagina 26 nuove tecnologie web ha portato Giovanni Morgante a varare un “piano di riorganizzazione aziendale” che costituisce formale avvio della procedura di stato di crisi. Dopo 62 anni di storia sempre in crescita, la Gazzetta del Sud innesta una sconfortante marcia indietro, dove il segno meno viene applicato a tutte le voci dei costi della produzione. Meno pagine in giornale fanno meno voci di stipendi per collaboratori e meno costi poligrafici. Meno redazioni uguale meno costi fissi. Le sezioni locali coordinate dalla sede di Via Taormina. La cronaca di Messina riunita a quella regionale. Sforbiciata alle redazioni delle piazze dove il giornale non è riuscito a conquistare spazi di mercato tali da coprire i costi di produzione e di distribuzione come a Catania, Ragusa e Siracusa. Sotto il profilo occupazionale il piano di ristrutturazione prevede una riduzione di 22 persone, blocco del turn over e mobilità interna. Tuttavia la struttura finanziaria della Gazzetta del Sud è solidissima. Il Patrimonio Netto mantiene la ragguardevole dimensione di euro 70.313.000, il 76% del passivo, il che vuol dire che la robustezza della struttura finanziaria è a prova di bomba. La compostezza del bilancio è minata dalla persistenza di crediti diversi oltre esercizio per euro 35.734.000 di difficile lettura. Solitamente sotto questa voce sibillina vengono nascosti crediti inesigibili che negli esercizi successivi prendono la strada delle perdite. Malgrado ciò la gestione presenta un margine di struttura più che buono: euro 7.546.000. Il che significa che gli investimenti eseguiti sono coperti dai mezzi patrimoniali che riescono pure a finanziare il circolante. Un altro punto di forza della società è quello di detenere un’abbondante liquidità, circa 23milioni di euro investiti in titoli, obbligazioni e depositi bancari che generano remunerazioni per circa 2milioni di euro. Il che riverbera benefici effetti sul cash flow aziendale che si attesta intorno ai 391.000 euro. L’indebitamento bancario è esiguo, euro 9.591.000. Parimenti minuscolo, se non insignificante è il rapporto Indebitamento/Patrimonio Netto che si ferma allo 0.02%. Non soddisfacente è il Margine operativo lordo che è divenuto negativo, - 1.714.000 euro, per via del fatto che i costi sono diminuiti meno dei ricavi. C’è da stare attenti ma non bisogna essere preoccupati per lo stato di salute della Ses SpA. Ciò è garanzia di lunga vita per la Gazzetta del Sud e per le famiglie dei suoi 155 dipendenti. economia TENDENZE. Lo studio del professore Centorrino dell’Università di Messina sull’occulto in tempi di crisi Fattucchieri? No, fatturato Più crescono le difficoltà economiche più le persone si rivolgono ai maghi che nei primi 6 mesi del 2013 hanno incassato un miliardo in più. Tra i clienti spuntano anche top manager e imprenditori Messina. Si intitola “La crisi fa crescere le fatture dei maghi”, l’ultimo contributo del gruppo di studio coordinato da Mario Centorrino (ordinario di Economia all’Università di Messina e già assessore regionale alla Formazione) che da tempo sta portando avanti «una ricognizione di ciò che si sta modificando, dal punto di vista economico, con la crisi», come sottolinea il professore. Questa ultima analisi, scritta insieme a Rosamaria Alibrandi, segue le altre di analogo argomento (ad esempio reati legati al bisogno, e non solo) pubblicati da www.lavoce.info: “Invalidità civile, per qualcuno è un affare” (scritto con Margherita Billeri e Pietro David), “Chi vince al gioco d’azzardo on line” (con Margherita Billeri e Pietro David), “L’economia di Cosa Nostra al tempo della crisi” (con Margherita Billeri e Pietro David) e “Crimini e misfatti: la crisi li incentiva” (con Pietro David) OCCULTO IN ASCESA. “Esiste una relazione tra l’intensificarsi del ricorso a maghi e cartomanti e la crisi economica?”, si chiedono Centorrino e Alibrandi, “quasi che le difficoltà economiche imponessero di affiancare le aspettative e le scelte con elementi di irrazionalità, ovvero rendessero necessaria una conferma di fiducia ricorrendo a consulenze paranormali”. I due studiosi, premettendo di non possedere “un data set sufficientemente ampio per procedere ad analisi econometriche che offrano relative certezze sul tema”, mettono insieme una serie di ricerche recenti che forniscono qualche risposta. “Nei primi sei mesi del 2013, il fatturato (presunto) dell’occulto, qui inteso come il settore nel quale lavorano maghi, cartomanti, fattucchieri, cui vanno aggiunti spiritisti, sensitivi, rabdomanti, è aumentato del 18,5 per cento, passando da 7,5 miliardi a 8,3 miliardi. Un numero considerevole di operatori dell’occulto – 160mila – Mario Centorrino fornisce 30mila prestazioni giornaliere a quei quattro italiani su dieci che confidano nelle previsioni di chiaroveggenti, spendendo per una “consulenza” un importo variabile tra 50 e mille euro. Le donne li interrogano per conoscere il futuro in relazione alla vita affettiva, sentimentale e alla salute. Gli uomini concentrano la loro domanda su lavoro e denaro. L’emergere del lavoro come argomento sul quale ottenere conferma o smentita di aspettative è ribadito da un’altra ricerca sul tema, quella condotta dal Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale (Cicap). Al cartomante o mago si chiedono previsioni sul lavoro, cercando di esorcizzare così l’incubo di perderlo o di non trovarlo per sé ma anche per i figli. Poi, a seguire, le domande cercano rassicurazioni su affari in corso, salute, amore perso o trovato. Si intensificano i contatti tra i maghi e gli indovini e i professionisti della finanza, i top manager e gli imprenditori, finalizzati a conoscere sviluppi e tempi della crisi. Uno studio del Codacons stima che siano 13 milioni i cittadini che si rivolgono al mondo dell’occulto, un milione in più rispetto al 2011 e oltre 3 milioni in più rispetto al 2001”. IL GIRO DI AFFARI. “Le difficoltà economiche - scrivono Centorrino e Alibrandi - e le aspettative all’insegna dell’incertezza oltre che la problematicità nel trovare lavoro, il bisogno di una rassicurazione personalizzata, spingono un numero crescente di italiani a cercare risposta nella cartomanzia, negli oroscopi a pagamento e nella magia, alimentando il fatturato degli operatori dell’occulto. Fatturato totalmente in nero, stimato in questa ricerca, in 6,3 miliardi di euro, sulla base di una spesa media pari a 500 euro. Le modalità di pagamento delle prestazioni esoteriche variano molto: ora sono effettuate anche in natura (generi alimentari, gioielli); centonove pagina 27 31 Gennaio 2014 oppure ricorrendo a prestiti, con relativa rateizzazione del saldo, concessi a volte da organizzazioni specializzate in operazioni di usura. Qualche anno addietro si era cimentato sui calcoli dell’economia dell’occulto anche l’Osservatorio antropologico: per il 2009 ne stimava il fatturato in 5 milioni di euro, con un’evasione pari al 95 per cento. La differenza tra i numeri di cinque anni fa e quelli attuali potrebbe essere un’ulteriore dimostrazione del rapporto tra crisi e ricavi dell’occulto, un’attività, detto per inciso, che ha costi di produzione minimi. Sempre secondo l’Osservatorio antropologico, i clienti si concentrerebbero per il 42 per cento nel Nord, per il 27 per cento nel Centro, per il 18 per cento nel Sud e per il 19 per cento nelle Isole”. MA IN GERMANIA. A “scuotere” a sorpresa l’indagine è il dato della Germania, paese esente dalla crisi: “Nel 2002 il giro di affari legato all’occulto veniva stimato nella Repubblica federale tedesca in 9 milioni di euro. Dieci anni dopo era più che raddoppiato (20 miliardi) e una proiezione al 2020 indica una cifra pari a 35 miliardi. Tutto da rifare? Probabilmente, chi vorrà esercitarsi sull’economia dell’occulto dovrà ben delimitare il suo campo di studio. Nell’ultima ricerca citata, per esempio, vi si fanno rientrare anche terapie alternative, pratiche e dottrine spirituali, antroposofia e teosofia. I compassati tedeschi credono ai miracoli (55 per cento) e alla rinascita dopo la morte (26 per cento)”. 31 Gennaio 2014 economia NOMINE ANCISICILIA APPELLI. I Giovani imprenditori all’Abi e alla regione sulla crisi che investe il settore costruzioni Ance: senza credito non c’è futuro Palermo. I Giovani imprenditori di Ance Sicilia lanciano un appello all’Abi e alla Regione affinché siano create condizioni per favorire l’erogazione del credito alle imprese del settore. Il presidente dei Giovani dell’Ance Sicilia, Angelo Turco, segnala, infatti, “una contrazione dei finanziamenti concessi dalle banche alle nostre attività e un peggioramento delle condizioni applicate, proprio nel momento in cui gli imprenditori hanno più bisogno di un maggiore sostegno”. La crisi che colpisce da anni il settore edile, secondo l’ultimo “Rapporto sull’economia siciliana del 2013” della Banca d’Italia, ha comportato nello scorso anno un calo dell’occupazione dell’8,7% nel campo delle costruzioni (16,3% nel secondo trimestre), una riduzione del 23% delle ore lavorate e la cessazione di 1.961 imprese edili a fronte di 915 nuove iscrizioni: sono 45.335 quelle attive (-2,5% rispetto al 2012). Il settore dei bandi pubblici ha subito una contrazione di circa il 30%, il mercato immobiliare privato una media CONSUMATORI Cartelle esattoriali LA LEGGE stabilità per l’anno 2014 ha introdotto una agevolazione per il pagamento delle cartelle esattoriali e avvisi di accertamento esecutivi che consente di estinguere le posizioni di debito senza la corresponsione di interessi. La legge prevede che, relativamente ai carichi inclusi in ruoli emessi da uffici statali, agenzie fiscali, regioni, province e comuni, affidati in riscossione fino al 31 ottobre 2013, i debitori possono estinguere il debito con il pagamento: a) di una somma pari all'intero importo originariamente iscritto a ruolo, ovvero a quello residuo, con esclusione degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e con esclusione degli interessi di mora; b) delle somme dovute a titolo di remunerazione prevista dall'articolo 17 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, e successive modificazioni. Restano comunque dovute per intero le somme da riscuotere per effetto di sentenze di condanna della Corte dei conti. Francesco Suria, Adiconsum Cisl di -20%: perdite di gran lunga superiori alla media del Mezzogiorno. “La missione propria delle banche dovrebbe essere quella di sostenere chi con coraggio resiste e vuole continuare a fare impresa nell’Isola – osserva Turco – . Invece sempre la Banca d’Italia ci informa che, in questo scenario, nel 2013 la flessione dei prestiti bancari alle imprese edili in Sicilia è stata del 3% (3,8% per quelle di piccole dimensioni), quando gli indebitamenti concessi alle pubbliche amministrazioni dell’Isola sono invece aumentati del 6,8%. Le banche ci hanno ridotto soprattutto gli anticipi su fatture e gli altri crediti autoliquidanti. Ne consegue – aggiunge il presidente dei Giovani imprenditori di Ance Sicilia – che lo scoraggiamento e la mancanza di fiducia hanno rallentato la domanda di credito da parte delle imprese e il peggioramento delle condizioni posti dalle banche: l’aumento dello spread applicato su crediti a medio termine ha portato la media dei tassi all’8,26%”. “Questi comportamenti – sottolinea TURISMO. Bando per i Comuni Turco – contribuiscono agli stati di crisi aziendali. Nel settore edile, oggi hanno raggiunto il valore più elevato dall’inizio della crisi i nuovi finanziamenti andati in sofferenza (il 7,1%) e quelli di difficile restituzione (il 13,4%) portando le sofferenze totali al 44,1% dei prestiti in essere”. I Giovani imprenditori di Ance Sicilia hanno chiesto un incontro alla delegazione regionale dell’Abi e al governo Crocetta “perché non è comprensibile – conclude Angelo Turco – come mai le banche da un lato finanzino le pubbliche amministrazioni prestando loro fiducia e dall’altro non si fidino della loro solvibilità negando alle imprese aggiudicatarie anticipazioni di fatture o di commesse pubbliche e investimenti per opere con finalità sociale come l’edilizia sovvenzionata e il social housing. Le banche devono tornare a credere in questo settore fondamentale per l’economia siciliana e la Regione deve contribuire ai rischi cui vanno incontro le aziende di credito”. Leoluca Orlando presidente PALERMO. È Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, il nuovo presidente dell’AnciSicilia, eletto questa mattina durante il Consiglio regionale dell’Associazione svoltosi a Villa Niscemi. Orlando succede di fatto a Giacomo Scala, dimessosi lo scorso giugno. In questi ultimi mesi la carica di presidente è stata ricoperta pro tempore da Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni e vice presidente vicario dell’AnciSicilia. “La mia elezione - spiega il neo presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, Leoluca Orlando – conferma l’esigenza che il presidente dell’AnciSicilia debba impegnarsi a dimostrare con forza e determinazione che non esistono differenze fra piccoli e grandi comuni e che debba necessariamente essere rafforzata la credibilità e l’identità degli enti locali. Il presidente dell’AnciSicilia ha, quindi, il compito di rappresentare in maniera forte e unitaria tutto il territorio e tutelare la vita stessa dei comuni sottoposti, da troppo tempo, a violenti colpi di maglio da parte del governo centrale e del governo regionale”. “Questa sera – conclude Leoluca Orlando sarò al Quirinale non soltanto come sindaco di Palermo ma anche come presidente dell’AnciSicilia e mi impegnerò affinché si ponga una più stretta e rigorosa attenzione ai problemi che avviliscono il sistema degli enti locali”. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Si tira a camper News dalla legge di stabilità Palermo. Torna il bando "I Comuni del Turismo all'aria aperta" promosso da Apc-Associazione Produttori Caravan e Camper in collaborazione con Anci-Associazione Nazionale Comuni Italiani, Federparchi-Europarc Italia, Federterme e FEE ItaliaFondazione per l'Educazione Ambientale. Lo scopo dell'iniziativa, giunta alla XIII edizione, è quello di incentivare le amministrazioni comunali nella progettazione e realizzazione di aree di sosta camper, contribuendo alla diffusione della cultura del turismo itinerante en plein air in Italia. Entro il 31 maggio 2014 i Comuni potranno, quindi, concorrere alla vincita di 4 premi da 20.000 euro ciascuno inviando il proprio progetto di area sosta camper multifunzionale e integrata con il territorio. Dall'homepage del sito www.associazione produttoricamper.it è possibile accedere alla sezione 'Comuni En Plein Air' e trovare tutti gli strumenti informativi utili per partecipare. Come di consueto, anche la legge di stabilità 2014 ha apportato numerose modifiche alla legislazione in materia di lavoro. Ma vediamo quali sono le principali novità che interessano i datori di lavoro. In tema di ammortizzatori sociali, in attesa che sia emanato il Dm che rivede i criteri per la concessione dei trattamenti di integrazione salariale in deroga, nei settori dove non sono stati istituiti i fondi di solidarietà bilaterale introdotti dalla riforma Fornero, i datori di lavoro dovranno fare riferimento al fondo di solidarietà residuale. Questa gestione dovrà essere attivata dal ministero del Lavoro a decorrere dal 1° gennaio 2014, per i settori, tipologie di datori di lavoro e classi dimensionali comunque superiori ai 15 dipendenti, non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale. La finalità del fondo è quella di assicurare ai lavoratori una copertura in costanza di rapporto nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, per le fattispecie previste dalla normativa in materia di Cigo e Cigs. Inoltre, la legge di stabilità ha prorogato al 31 marzo 2014 la “sanatoria” degli associati in partecipazione, consentendo di evitare l’estinzione degli illeciti. In merito invece all’utilizzo dei contratti a termine, dal 1° gennaio 2014 non è più applicato il limite delle ultime sei mensilità, con riferimento alla restituzione del contributo addizionale introdotto dalla riforma Fornero a finanziamento dell’Aspi e dovuto in relazione ai contratti di lavoro a termine. Sempre con effetto dal 1° gennaio 2014, con decreto Lavoro-Economia, deve essere stabilita la riduzione percentuale dell’importo dei premi Inail, da applicare per tutte le tipologie di premi e contributi oggetto di riduzione, nel limite complessivo di un importo pari a 1.000 milioni di euro per l’anno 2014 (1.100 milioni di euro per l’anno 2015 e 1.200 milioni di euro dall’anno 2016). Infine, sono stati stanziati fondi per il rifinanziamento dei contratti di solidarietà di cui sono destinatarie le imprese non rientranti nel campo di applicazione della Cigs e delle proroghe a 24 mesi della cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione di attività. Le aziende si possono rivolgere ai consulenti del lavoro per ottenere l’adeguata consulenza normativa e per farsi supportare nella gestione degli istituti interessati dall’intervento della legge di stabilità. Fondazione studi ha pubblicato sul tema la circolare n.1/14. centonove pagina 28 PATRIMONIO Sant’Elia, state... affreschi Pagina 30. Le opere pittoriche dei fratelli Filocamo sulle pareti della chiesa di Messina, abbandonate in attesa di restauro poster 31 gennaio 2014 GIORNATA DELLA MEMORIA Quando c’era il quartiere Paraporto Pagina 33. La zona di Messina vicino alla Tommaso Cannizzaro “rifugio” degli scampati al nazismo MURALES DI UMANITÀ VARIA L’INTERVISTA. A tu per tu con il cantautore messinese Savasta che porta il buonumore a Zelig Gabriele, canta che ti passa Il suo personaggio è una riuscita invenzione teatrale dove la satira sposa le sonorità brasiliane. Ora assapora il successo senza dimenticare la sua città: «Ha fatto sbocciare i miei sogni. Milano mi ha permesso di realizzarli» Gabriele Savasta Messina. Gabriele Savasta, il cantautore che arriva al cuore delle persone tra ironia e poesia si è conquistato un posto di primordine sul palco di Zelig uno in prima serata. Continua così a mietere successi e forti applausi il personaggio del “cantautore statale” che Savasta ogni lunedi in prima serata porta nel programma condotto da Davide Paniate, Katia Follesi ed Elisabetta Canalis. Si tratta del primo messinese in assoluto che sale sul palco della mitica trasmissione di Mediaset ed il primo siciliano in chiave comico-musicale. L’esilarante personaggio del portato a Zelig uno da Savasta è una riuscita invenzione teatrale dove la sottigliezza della satira, accompagnata, a volte, da brani musicali di atmosfera brasiliana composti dallo stesso artista approdano ad una divertente conclusione e per gli argomenti trattati che ci coinvolgono giornalmente, e per il convincente risultato mai banale. Savasta è riuscito con gli anni a ritagliarsi uno suo spazio che lui stesso si è cucito addosso con fantasia e creatività. Se son rose, fioriranno… ma il profumo è quello. Quanto è stato speciale questo 2013 dopo un duplice esordio nazionale? Sono stati importanti anche gli anni che lo hanno anticipato però sicuramente questo è l’anno in cui ho iniziato a raccogliere quello che ho seminato. Esordire prima con Nino Frassica in Rai in radio e poi con Zelig a Mediaset su Italia1 è stata una soddisfazione. Anche questo 2014 è cominciato bene. E’ appagante essere finalmente riconosciuto come professionista ma so perfettamente che oggi ho la luce puntata addosso e domani potrebbe non essere più così. Così come ho creduto in me stesso quando le porte non si aprivano adesso che ho ottenuto qualcosa non mi monto di certo la testa. Cantautore e cabarettista. Dove finisce la prima identità e dove inizia la seconda? Ma, diciamo che quando suono male dico che sono un cabarettista e quando non faccio ridere dico che sono un cantautore. Scherzi a parte non ho mai amato le classificazioni. Ho un motore creativo e mi viene naturale cambiare registro. Posso scrivere monologhi oppure canzoni, posso scrivere materiale comico oppure serio. Anche se la parola “serio” è veramente brutta. Sei tra i pochi artisti italiani ad essere stato finalista e premiato sia in festival musicali che stranieri. Sì, questo a chi non ti conosce affatto crea confusione. Il pubblico a volte può essere un nemico. Nel senso che una volta che lo hai conquistato con una determinata cosa vuole solo quella fino alla nausea. Non so se sarà un giorno il mio caso ma ci sono artisti che si sono ritrovati scavalcati dai loro personaggi e dalle loro trovate che sono stati la loro fortuna ma anche la loro condanna. Poi alla fine i festival quando sono tanti da una parte sono un segnale perché significa che sei piaciuto in ambiti diversi, giurie diverse e regioni diverse. Però possono anche non voler dir nulla. Ci sono talenti che nei concorsi non sono mai emersi. Nell’arte l’aspetto soggettivo è molto forte. Sei l’ottava realtà comica siciliana arrivata a Zelig dopo quasi 20 anni dopo Ficarra & Picone, Giovanni Cacioppo, Il Gruppetto, Il Mago Forrest Teresa Mannino, Aldo di Aldo, Giovanni e Giacomo e infine Francesco Rizzuto che è presente con te anche in questa edizione di Zelig1. Ci sarebbero anche Salvo Spoto che però ha fatto soltanto l’Off in seconda serata, Giancarlo Barbara che però è nato a Cuneo e Nadia Puma che è nata a Palermo ma è cresciuta in settentrione. Il primo musicale siciliano ed il primo comico messinese anche … Diciamo che a parte il grandissimo Nino non è che ci siano altri concittadini che facciano comicità. Sei anche autore del tuo materiale, giusto? Si, io scrivo e compongo e poi canto suono e recito quello che ho scritto e composto. Questo mi fa coraggio perché magari potrà capitare che mi tolgano dalla tv ma nessuno può togliermi, la capacità ed il divertimento di creare. Di fare e di migliorare non ce lo può vietare nessuno, dipende solo da noi. Messina, Novara e Milano. Che ruolo hanno avuto queste città nella tua vita. Io devo tanto a Messina, dove sono nato e cresciuto come persona e come artista. Messina è una città che i sogni li fa sbocciare. Milano è una città che magari ti permette di realizzarli. Novara è la città nella quale vivo con la mia famiglia, dove cresce mia figlia, dove lavora mia moglie e dove lavoro anche io, perché faccio anche l’educatore scolastico. Novara mi permette di frequentare Milano per la sua vicinanza geografica. Quali sono i tuoi comici preferiti? Massimo Troisi per me è il più grande comico italiano della storia. Il punto più alto dell’arte per me è unire poesia e ironia e Troisi le faceva diventare una cosa sola proprio come faceva Charlie Chaplin. Adoro anche Ugo Tognazzi. E come cantautori? Paolo Conte per lo stesso motivo di Troisi : unisce poesia ed ironia. Dei nuovi amo Bersani, Silvestri e Capossela. Mi piacciono anche Cristicchi e Tricarico. centonove pagina 29 LA CARRIERA Dagli esordi col padre ai successi con Radio2 Savasta inizia imparando i primi accordi alla chitarra dal padre e successivamente si distingue frequentando un laboratorio scolastico con Massimo Piparo e Annibale Pavone. In seguito, a Progetto suono, perfeziona lo studio della chitarra jazz con Claudio Cusmano innamorandosi delle sonorità della musica jazz. Continua con i corsi di Nicola Cali e con i Machine Work,attraverso le sue ballate che denunziano i mali della politica locale(vedi “Il Cavaliere Cammarata”). Nel 2005 dopo una folta selezione, è finalista al festival della canzone demenziale di Sanscemo all’Alcatraz di Milano dove conquista il premio della critica e sempre a Milano, accanto al mitico premio Nobel Dario Fo’ ed altri artisti, partecipa al Rock in Fo’. Ancora a Milano frequenta l’Accademia del Comico e le sale di Teatro-Canzone misurandosi con altri artisti locali e mettendosi in evidenza per la sua prorrompente autoironia. Nel 2008 scrive il brano musicale “Il ponte sullo stretto” il cui video entra in finale al festival del video clip di Mestre e nel 2009 gli si apre la porta del laboratorio Zelig di Milano dove la sera testa i suoi esilaranti sketch assieme ad altri colleghi. Nel 2010 l’uscita del suo primo cd “ Un ignorante intellettuale” in cui risalta la partecipazione special guest di Gigi Cifarelli grande chitarrista jazz di notevole notorietà che ha anche collaborato con Mina e Renato Zero,tanto per citarne alcuni. Successivamente è finalista al festival dei cantautori italiani a Biella con il brano “ Briciole di pane” che mette in risalto il grande significato delle piccole cose della vita che spesso sfuggono al ritmo frenetico della vita. Nel 2011 sbarca ad “Insieme” con Salvo La Rosa, nel 2013 è sul palco dell’Auditorium di Pace del Mela assieme a Giovanni Cacioppo e nel 2013 è ospite in diverse puntate a Rai Radio 2 nella famosa trasmissione “Meno male che c’e’ Radio 2” condotta da Nino Frassica e Simone Cristicchi dov’è spesso gradito ospite. Dal 30 dicembre è tra i protagonisti di Zelig uno dove si è messo in luce con un personaggio che sta riscuotendo notevole successo. 31 Gennaio 2014 posterpatrimonio EMERGENZE. Le opere dei fratelli Filocamo di Messina abbandonate a se stesse S.Elia, state... affreschi Sulle pareti della chiesa seicentesca, i dipinti dei valenti pittori cresciuti alla scuola di Lisbona, “rivendicano” lavori di restauro con urgenza. Ma anche rispetto per la memoria DI ALESSANDRO FUMIA Messina. Uno splendido ciclo di affreschi presenti a Messina, quello conservato sulle pareti della chiesa seicentesca di sant’Elia, ha bisogno di essere salvaguardato, valorizzato e divulgato nella conoscenza collettiva. Gli affreschi urgono di restauro. L’opera dei fratelli Filocamo, valenti pittori messinesi discepoli di Carlo Maratta presenti in sant’Elia, sono quasi del tutto sconosciuti nella memoria critico artistica e in quella collettiva fra i messinesi; i loro lavori per decenni, hanno dato lustro alla nostra città. Depositari di un gusto e di una estetica riconosciutagli dalla critica contemporanea della capitale italiana, come in quella portoghese di Lisbona, le loro opere principali, furono realizzate in gran parte per le aule ecclesiastiche dei templi e delle case delle congreghe messinesi. Di loro rimangono tutta una serie di opere presenti nel territorio siciliano e calabrese: da ricordare gli affreschi presenti nella cattedrale di Acireale e alcuni quadri a olio di Antonio Filocamo in quel della parrocchia di Maria Santissima I’intemerata di Scilla. Le opere messinesi in sant’Elia, si mostrano all’osservatore in una condizione precaria. Le immagini fotografiche che riproducono quegli affreschi 30 anni fa, rispetto alle riproduzioni digitali attuali, mostrano notevoli segni di dissesto cromatico. TRE FRATELLI, UNA BOTTEGA. Antonio Filocamo nacque a Messina nel 1669 morendovi di peste nel 1743. Ha operato principalmente nella sua città natale, aprendo una bottega familiare insieme ai fratelli Paolo e Gaetano, dove avviò una accademia d'arte con particolare riguardo a studi sul nudo. Di lui si ricordano composizioni affrescate e pitture a olio, ritenendolo rispetto ai suoi fratelli, il migliore esponente della scuola marattiana attiva in Sicilia. Famosi furono i suoi affreschi come: alla tribuna della chiesa di sant’Anna nel 1707 quando affrescò scene del Vecchio Testamento. Nel 1711 affrescava la cupola, il coro e la cappella di santa Venera nella chiesa madre di Acireale. Affreschi analoghi vennero realizzati nel 1716 presso l’oratorio della pace in san Domenico. La caduta dei demoni, affrescata nella cupola della chiesa di san Gregorio, è un’opera del 1723; con scene francescane, affrescò la cupola e le pareti della nave della chiesa di santa Maria di Basicò, opera eseguita nel 1736. Da ricordare numerose opere a olio presenti a Messina come in Calabria. Paolo Filocamo nasce a Messina verso il 1684 e come il fratello Antonio sarà vittima della peste del 1743. Si ricordano di lui alcune opere in quel di Roma, nella fase della formazione artistica: dal 1705 al 1707 si ricorda la sua partecipazione al concorso clementino dell'Accademia di S. Luca. Nel 1705 vinse il primo premio nella terza classe di pittura con un disegno raffigurante Tre statue. Allo stesso modo, nel 1706 si aggiudicò il secondo premio nella seconda classe di pittura con una Scena biblica, e nel 1707 si distinse nel concorso clementino con due fogli raffiguranti Enea e Anchise e una scena di battaglia. Scena che replicherà nel 1719 ambientata a Messina. Si cimentò come il fratello nella ritrattistica con opere a olio, ma non sfuggì anch’egli al fascino della produzione di pitture murali: gli viene attribuita una splendida trasfigurazione del Cristo, affrescata nel 1736 nella cupola della chiesa di santa Maria in san Leone. La collaborazione con il fratello gli assegna il ruolo di miniatore, assoggettandogli da parte della critica, le realizzazioni di piccola foggia, come cammei che arricchivano le composizioni del fratello Antonio. L’opera distinguibile di entrambi, è palese negli arredi del tempio elianico di Messina. I grandi arazzi pittorici in essa presenti, sono assoggettati alla mano di Antonio mentre, le pezze araldiche e le relative miniature, risentono del gusto del fratello Paolo. Il ciclo di affreschi di sant’Elia viene attribuito agli inizi del 1706, quando la famiglia Filocamo si era già trasferita a Messina. Marco Filocamo, battesimo Cristo BELLEZZE SENZA TEMPO. Il ciclo qui segnalato è posto in essere, viene inserito in molte raccolte artistiche e storico bibliografiche, solo in chiave storica ricordandolo al passato. L’opinione generale, formatasi su documenti che hanno vinto il tempo, CURIOSITÀ La chiesa dei tesori scampata ai disastri Marco Filocamo gesù fra i dotti al tempio La chiesa Sant’Elia sorge nell’ omonima via vicino al corso Garibaldi. Un Santo che il Senato messinese elesse a compatrono della città durante l’epidemia di peste del 1743. Questa chiesa è una delle poche rimaste indenni a terremoto e guerre. Particolare attenzione è da porre al portale tardo barocco del 1694, con un frontone curvilineo ed al centro un oculo a vetri policromi. L’interno è a navata unica e conserva gran parte della sua struttura originale, impreziosita da stucchi e affreschi. La chiesa è stata oggetto di restauri non ottimali che hanno deturpato notevolmente la doratura degli stucchi, originariamente in oro zecchino. Oltre i numerosi affreschi, al centro del paliotto dell'altare maggiore, risalta una scultura in marmo bianco raffigurante la Madonna della Lettera. centonove pagina 30 31 Gennaio 2014 posterpatrimonio Due affreschi di Paolo Filocamo sembra non avere contezza della presenza dei manufatti, inseriti nella sopravvissuta chiesa di sant’Elia. Infatti la maggior parte dei fondi storici segnalati dalla stampa specializzata e dalla critica d’arte, ritengono questo ciclo di affreschi, perduto con il sisma del 1908. La loro pittura, risente delle influenze marattiane che grande consenso suscitarono in quella fase storica, a cavallo fra il tardo seicento e le prime decadi del secolo successivo. Una pittura che fonda il suo stato d’essere nella corrente pittorica dei Carracci, in modo particolare, subendo l’influenza del Sacchi e dell’Albani. Antonio Filocamo, recupera dal Maratta incorporando nelle sue elaborazioni, le scelte cromatiche del Dominichino, esplorando con una saggia e accurata sintesi graduale del colore, l’effetto luminoso nelle scene affollate, rese ancor più maestose nelle tematiche in rapporto alla gloria di Maria. Un vero e proprio marchio di fabbrica che ritroviamo negli affreschi di Acireale e in quelli messinesi in gran parte perduti. I fratelli Filocamo inserirono negli arredi della chiesa di sant’Elia per volontà dei committenti, il più ricco ciclo indetto alla Natività di Nostro Signore. Le monache agostiniane che amministravano il monastero e la chiesa, accompagnarono la volontà dei nobili committenti degli Spadafora, dei Donato e dei Gemelli affinché, le cappelle e le pareti della nave elianica, proponessero al visitatore, una scena semplice e maestosa nel contempo. LE OPERE, GLI ENIGMI. La maestria ricercata nei volumi plastici e nel gioco delle luci attraverso l’uso sapiente dei colori, veniva favorita dal ciclo di stucchi di gusto fanzanghiano presente ne pannelli, nelle trangle figurate degli apparati scenici e nello scenico colonnato posto all’abside. Da ritenere possibile anche l’opera dell’ornatista Gaetano Filocamo, il fratello più piccolo della famiglia, perito anch’egli durante la pestilenza che colpì Messina nel 1743. Questo insieme, oggi viene evocato, dai gradi affreschi opera di Antonio Filocamo che raffigurò: il Battesimo di Cristo e a una Sacra Famiglia, sulla parete di sinistra, oggi in parte confinante con la sacrestia; mentre sulla parete di destra, un tempo confinante con il monastero elianico, sono presenti gli affreschi raffiguranti Gesù fra i dottori al tempio e la visita dei tre re magi alla Sacra Famiglia. Incastonati in sontuosi apparati angelici in forma di festone, posti all’apice delle rispettive cappelle, compaiono figure affrescate a tema, riconducibili all’opera di Paolo Filocamo, il quale dipinse figure simboliche legate a dei motti accademici; in gran parte sintetizzavano figure araldiche legate Marco Filocamo, Sacra famiglia Marco Filocamo, Visita tre magi alle famiglie committenti. In esso è palese ritrovare simboli blasonati degli Spadafora, dei Gemelli e dei Donato del ramo veneziano, che propongono la loro pezza gentilizia, presso l’altare maggiore della chiesa di sant’Elia. Il monumentale altare, probabile opera dell’architetto Giovanni Francesco Arena socio e collaboratore di Giacomo Amato, uno degli indoratori plastici, attivo nella chiesa di sant’Elia nel 1783 delimita come in un prezioso scrigno gli arredi dell’aula. Il grande cappellone si mostrava a pancia di botte, dove Antonio vi realizzò una scenica rappresentazione ascensionale del Profeta Elia innalzato nell’empireo. Raffigurazione distrutta nei bombardamenti insurrezionali del 1848. La chiesa in parte restaurata due anni più tardi, ricevette le cure del pittore Giacomo Grasso, il quale realizzò ex novo il nuovo cappellone della nave, dipingendovi un Elia su carro di fuoco, centonove pagina 31 pronto ad incamminarsi nei viali celesti mentre Eliseo, veniva mostrato in atto di trattenerlo. Allo stesso tempo, in forma di cimiero sui capitelli corinzi sagomati e posti in stucco opera del Biondo, presero sede, dei piccoli ovali affrescati, definiti in una sorta di piccoli scudi sormontati da una croce oppure, da simboli blasonati in foggia di armature per identificarne la gerarchia nobiliare. Queste miniature sono ascrivibili al pennello di Paolo Filocamo e possono essere datati nello stesso periodo in cui si ritiene, vennero realizzate tutte le pitture, comprese le tavole a olio presenti nella chiesa di sant’Elia. Questo ciclo di affreschi, certamente particolare e per certi versi unico, merita di essere valorizzato affidandoli al godimento della cittadinanza e al pubblico forestiero. Un patrimonio dimenticato, quasi isolato e nascosto agli occhi degli intenditori, necessita di urgente restauro viste le numerose presenze e tracce di umido, provenienti dalla sommità di copertura anch’essa, in precario stato di mantenimento. Un restauro che deve donare alla cittadinanza le pitture e gli apparati barocchi settecenteschi, anch’essi da reinserire fra il patrimonio artistico-monumentale di Messina. Allo stesso tempo è doveroso ricollocare questi affreschi nella storiografia artistica siciliana, magari favorendo lo sviluppo e lo studio apposito, riscoprendo l’Accademia pittorica dei fratelli Filocamo presso la quale operarono, valenti allievi che ne accorparono i più reconditi segreti, poi offerti magistralmente alla storia, in ulteriori opere sparse in giro per tutta l’isola. Basti ricordare fra i discepoli dei Filocamo, l’illustre acese Pietro Paolo Vasta (1697 - 1760). 31 Gennaio 2014 posterlibri RECENSIONI. La storia della sorella di Pancrazio De Pasquale tra decadenza nobiliare e condizionamenti sociali Maria, la pianista sullo Stretto La storia vera raccontata dalla figlia Antonina Aliberti anche attraverso gli epistolari in una originale narrazione che svela anche un pezzo di storia di Messina DI FRANCA SINAGRA BRISCA Messina. Più che di biografia si tratta di una storia familiare messinese, vissuta tra lo Jonio e lo Stretto, tra decadenza nobiliare e nuove opportunità di vita; condizionamenti culturali, sociali e storici negli anni dal fascismo al primo dopoguerra in Sicilia attraversano la vita di una giovane pianista, Maria De Pasquale (sorella del noto Pancrazio De Pasquale, presidente regionale e deputato nazionale ed europeo, la cui vicenda l’autrice ha trattato in L’epurato). E’ una storia vera, basata su una doppia testimonianza, quella filiale dell’autrice e quella documentale degli epistolari, che per mezzo dell’elaborazione narrativa consente la traduzione di una specifica vita, comune a tante, in originale narrazione e in storia di vita. Sul filo del racconto, guidato dalla tenerezza dello sguardo mentre recupera e illustra i ricordi della madre e i propri, l’autrice Antonina Aliberti crea una coerente armonia attorno all’evoluzione dei fatti, la sua maestria narrativa è tale da permetterle di guidare il giudizio sempre benevolo del lettore, di spiegare ed esprimere con affetto disarmato e carezzevole la soluzione ad avvenimenti avversi che hanno richiesto un impegno personale totalizzante. Un libro da inserire nel solco delle biografie femminili, storicamente contestualizzate, fiorite di recente a costituire una sorta di genealogia di genere, che evidenzia l’autorevolezza dell’esperienza vissuta LACERTI DI LETTURE spesso eroicamente dalle donne a noi vicine, a cominciare dalle nostre madri. Fondamentale la coltissima e vibrante presentazione dell’opera espressa dall’autrice in intervista. “Qual è il nucleo contenutistico del libro? E’ un libro sulla vita: sul conflitto tra le nostre speranze e il caso, che distrugge le nostre speranze. Ed è anche un libro sull’amore per i figli, e sulla responsabilità che hanno i padri nei confronti dei figli, che non si cancella con una separazione o con un divorzio. La storia di vita della propria madre ha in genere una motivazione specifica, per lei quale è stata? Il motivo è anzitutto personale, direi quasi egoistico. Maria De Pasquale era mia madre, della quale ho raccontato la giovinezza negli anni tra il 1931 e il 1959; dopo la sua morte avvenuta nell’agosto del 2011, per molto tempo non riuscivo più a pensare ad altro che alla terribile ultima settimana all’Ospedale Papardo. Avevo dimenticato tutto del resto della sua vita passata e della mia vita trascorsa con lei. E’ un fenomeno abbastanza frequente in chi subisce la perdita della persona amata. Ma la cosa più grave è che io avevo l’impressione di aver perduto la mia identità: anche la mia vita passata si era cancellata con la morte di mia madre. Così ho deciso di ricostruire la vita di lei, che non si esauriva certo in quell’ultima settimana; la sua vita era stata ben altro. In questo modo ho ritrovato anche me stessa. Ho cercato di ricostruire nel modo più impersonale possibile, non mi piacciono l’autocommiserazione o la descrizione del proprio dolore. La sua docenza di Filosofia antica e di Estetica traspare nella trama del libro? Il racconto della vita di mia madre mi ha dato modo di riflettere su un aspetto per così dire universale della vita degli uomini, che mi ha sempre affascinato. E’ un aspetto leopardiano, ed è il fatto che, quando si guarda all’arco complessivo della vita di una persona, vediamo che quasi mai le speranze e i progetti di quella persona riescono veramente a realizzarsi. I nostri progetti sono illusioni, sono nostre costruzioni immaginarie della nostra vita, che prima o poi si scontrano con il caso, a cui diamo nome destino: fatti imprevedibili come una guerra o una malattia, la morte o l’abbandono di qualcuno. E poi c’è la nostra incapacità di valutare e capire a fondo gli eventi e di prendere la decisione giusta. Gli antichi e Omero erano acutamente LA CLASSIFICA consapevoli che nella vita degli uomini l’errore inconsapevole, con i suoi effetti devastanti, è sempre in agguato. Ora la storia della vita di mia madre è proprio questo: una giovane pianista di talento vede infranto il proprio progetto… Come è riscattata la vita di Maria, qual è il bilancio conclusivo? Ma c’è una capacità di amare che resiste ad ogni delusione e ad ogni disastro. Questo amore per la vita era un tratto essenziale della personalità di mia madre, e io ho cercato di evidenziarlo; è la sola cosa che può fare di una vita un successo e non un fallimento. Ho ricostruito la storia di Maria in modo oggettivo, utilizzando epistolari e diari autentici. In particolare l’epistolario con il fratello Pancrazio, che in un certo senso ha avuto una sorte simile a quella della sorella: anche le sue speranze si sono infrante contro il fato e il destino. Un altro tema proposto è la questione dei figli, come viene trattato? L’amore per i figli ha dominato la vita di Maria, e questo è l’altro tema del libro. L’amore di una madre per i figli, e la responsabilità che hanno i padri nei confronti dei figli, anche quando un matrimonio va in frantumi. Ma lascio volentieri al lettore il piacere di scoprire la vicenda“ “Maria De Pasquale. Una donna” di Antonina Alberti, ed. Il Melangolo, Firenze 2013, pagg. 200 € 16.00 DI FELICE IRRERA A v20 anni dall’evento che vide l’ammissione del Sovrano Militare Ordine di Malta alle Nazioni Unite in qualità di Osservatore Permanente, ecco utili considerazioni e riflessioni sul tema del rapporto Smon-Onu. Non mancano gli accenni all’evoluzione istituzionale dell’Ordine, volti a comprendere gli sviluppi del suo apparato in relazione al sistema internazionale e il rapporto giuridico esistente con l’Onu. Sergio Miracola, Il Sovrano militare ordine di Malta all'Onu, Dario Flaccovio 2013, pp. 136, € 18,00 Sepulveda Margaret Mazzantini 1tanzaLuis Storia di una lumaca che scoprì l'impor- 4 Splendore - Mondadori della lentezza - Guanda Suzanne Collins Michele Serra 5 Il canto della rivolta. Hungar Games 2GliFabio sdraiati - Feltrinelli Mondadori Volo Collin 3Verso casa - Mondadori 6Suzanne Hungar Games - Mondadori www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Stato d’eccezione Basta un efficiente e programmato “ordinario” per risolvere le emergenze senza rischio di speculazioni. “«Lo Stato d’eccezione», la sospensione dello stato di diritto e della norma stessa è una pratica consuetudinaria di questi processi di intervento e modifica dei territori a seguito di un disastro. Nella proclamazione dello Stato di eccezione la norma è quasi del tutto annullata a vantaggio della decisione. La norma resta vigente, ma la sua attuazione è sospesa: un autentico diritto alla decisione.” Ha radici lontane la palude di sabbie mobili di cui l’attuale immobilità urbana e amministrativa è lucida metafora. “L’operazione speculativa, non si svolse alla velocità di un lampo. Anzi, complici le lungaggini burocratiche, i tempi diluiti, furono funzionali ad accrescere ulteriormente l’immanenza della tragedia e a rappresentare le scelte speculative successive come guidate dalla necessità.” Messina fu terra di rapina: istinto predatorio che tutt’oggi si registra. “Molte proprietà immobiliari e una parte dei suoli edificabili si erano concentrate nelle mani di grandi proprietari come la Curia, lo Stato e i privati più dotati di disponibilità finanziaria, le ditte monopoliste degli appalti si facevano cedere i diritti per cifre irrisorie al fine di innalzare successivamente grandi edifici su cui ricevevano contributi statali dal valore di centinaia di milioni di lire.” Dopo il 1908 una borghesia agraria proveniente dall’entro terra, latrice di una cultura centonove pagina 32 feudale, sostituì la precedente classe egemone: un trapianto di un organo vecchio e malato in un organismo giovane e sano. “Una borghesia incolta che è interessata all’accumulazione veloce e non possiede una visione del futuro. Vive di espedienti, quando non di posizione di rendita parassitarie, e che ha una progettualità molto limitata e generalmente incapace di operare, se non nel campo delle costruzioni. Cosa resta dunque, a questa borghesia priva di immaginazione se non erodere il territorio? Una classe di speculatori concentrata su un numero assai ridotto di settori, sistematicamente consegnata al deterioramento dell’ambiente di vita entro cui essa stessa si trova a svolgere la propria esistenza.” Lacerti tratti da: “Quota Zero” - 2013- parte II Pietro Saitta posterstoria Ebrei nei campi di sterminio GIORNATA DELLA MEMORIA. Vicino la via Cannizzaro di Messina il “rifugio” degli scampati al nazismo Quando c’era il quartiere Paraporto Non un ghetto, ma un’earea commerciale e mariara, dove vivevano molti ebrei fuggiti da tutta la Sicilia. Una terra che ha dimenticato le crudeltà e che non è mai stata testimone della lotta al nazifascismo DI DOMENICO CACOPARDO «Oro e denaro/caricati, e i veicoli imboccarono/la via Cassia: a Firenze le torture/erano raffinate; c’era il letto/di chiodi, c’era il pugno/di Mario Carità, guantato e lucido/per le bocche più mute, c’erano i corpi/vivi da denudare.» Con questi versi, Emilio Zucchi, poeta e amico di Mario Luzi, racconta le gesta della banda Carità e dell’ufficiale delle SS Koch. Una delle vicende più efferate e macabre del periodo nazi-fascista. Le generazioni, soprattutto nella Sicilia liberata il 16 agosto del 1943, succedutesi dal 1945, non hanno avuto conoscenza di ciò ch’erano stati il fascismo e il nazismo. Di quanto la dignità umana fosse calpestata ogni minuto di ogni giorno, di quanto dolore fosse dispensato a chi era contrario ai regimi o, semplicemente, ebreo, zingaro od omosessuale. A un livello poco meno infimo erano collocati gli slavi, usati come schiavi nelle officine e nelle fattorie della grande Germania. L’Italia seguì l’esempio del regime tedesco e adottò, nel 1938, leggi razziali scritte sul criminale esempio d’Oltralpe e aggravate durante il periodo della Repubblica sociale. La loro applicazione venne, in qualche caso, mitigata dalla popolazione, incapace delle crudeltà ch’esse comportavano. Questo atteggiamento, però, non fu così generale e unanime come ci si sarebbe aspettato. Molti, per interesse, approfittarono della situazione, impadronendosi di aziende di proprietà ebraica. La casa editrice Treves, una delle più importanti della nazione, venne rilevata da Aldo Garzanti che ne assorbì il catalogo e le diede il proprio nome. Le confische di beni ebraici si susseguirono a ritmo serrato. Nulla venne risparmiato. In Sicilia non si percepì quanto stava accadendo in Italia (Fossoli e Trieste) e in Germania. Gli ebrei erano pochi: qualche professore, allontanato dall’insegnamento, qualche negozio subito chiuso. Nessun altro sintomo venne percepito. Anzi, dopo le entusiastiche accoglienze agli alleati liberati, gran parte del mondo piccolo borghese e terriero iniziò a rimpiangere i fascisti e la militarizzazione del Paese. Gli ebrei erano già scomparsi da secoli. La loro persecuzione iniziò in Sicilia il 18 giugno 1492, con un editto di Ferdinando il cattolico (sostenuto dalla moglie Isabella di Castiglia) che impose loro di abbandonare per sempre l’isola, pena la morte. Vi erano vissuti dai tempi biblici e rappresentava una delle terre più importanti di insediamento, dopo la diaspora del 70 d.C. Quando venne emanato l’editto, nell’isola c’erano più ebrei, in rapporto alla popolazione, di quanti fossero presenti in ogni altra regione europea, d’Occidente e di Oriente. A Modica, già nel 1478, la popolazione aveva attaccato il Cartellone, il loro quartiere, massacrandoli. Gli scampati s’erano rifugiati a Messina. Qui gli ebrei vivevano nel quartiere Paraporto tra il Duomo e il torrente Portalegni e oggi dovrebbe essere lungo la via Cannizzaro. Non un ghetto, ma un’area aperta come si conviene in una città commerciale e marinara, frequentata da gente di tutto il mondo conosciuto. La sinagoga di Messina era grande come quella di Palermo, aveva forma di esedra e si trovava nel luogo sul quale fu poi costruita la chiesa di San Filippo Neri. Taormina aveva la sua Giudecca vicina porta Catania e la sinagoga accanto al San Domenico. Anche qui, avvenne il massacro della maggior parte di loro. I fuggitivi dalla Sicilia (e dalla Spagna) si concentrarono a Salonicco, dove si costituì e prosperò, sino al 1944, la più grande comunità ebraica d’Europa (oltre 40.000 persone). Le SS le concentravano una volta la settimana nella piazza principale: ordinavano la consegna di oro e gioielli 31 Gennaio 2014 e diramavano le disposizioni della settimana. Un giorno, come ordinato, gli israeliti gremirono la piazza. Poco dopo, mezzi blindati e militari nazisti chiusero le vie d’uscita. Il blocco totale durò vari giorni, e il tempo non fu clemente con i disperati. Infine, furono incolonnati e guidati sino alla stazione ferroviaria. Qui li aspettavano i treni piombati per un viaggio di una settimana per Auschwitz. Gli ebrei di Salonicco scesero dai vagoni e passarono direttamente alle camere a gas Ziclon C e ai crematori. Alla fine della guerra, meno di 100 superstiti raggiunsero Salonicco. Questo per ricordare, nel giorno della memoria, che anche in Sicilia occorre rammentare episodi di razzismo antiebraico, ancorché lontani nel tempo. Ma torniamo alla Seconda guerra mondiale. Circa 9000 furono gli ebrei italiani deportati in Germania. Di essi quasi 8000 non fecero ritorno. Questa la macabra contabilità italiana d’una tragedia che attraversò l’Europa, dalla Francia alla Russia provocando tra i 5 e i 6 milioni di vittime. A esse vanno aggiunti i caduti in operazioni belliche (almeno 25 milioni), i prigionieri di guerra deceduti nei campi di concentramento, le vittime civili delle truppe tedesche e italiane nei Balcani, in Grecia e in Russia. Perché la tragedia non venga dimenticata e perché sia comunicata alle generazioni post-belliche, è stata istituita la Giornata della memoria, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, nell’anniversario della liberazione del campo di Auschwitz-O wi cim da parte delle truppe sovietiche. Dell’odio razziale e delle stragi da esso provocate, il 27 gennaio s’è tenuta memoria in tutto il mondo. In Sicilia l’attenzione dovrebbe essere maggiore, perché essa non è stata testimone della lotta al nazifascismo e spesso ha dato il voto agli eredi di quelle crudeli persecuzioni. Non s’è vista nell’isola, però, quella generale mobilitazione di università e scuole per proporre il ricordo dell’Olocausto alle giovani generazioni. Le omissioni, in un caso come questo, sono imperdonabile complicità. www.cacopardo.it INIZIATIVE E Catania ricorda l’allenatore Kertèsz Gèza Catania. Anche l’allenatore ungherese Kertész Géza merita un posto di rilievo nella giornata della memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto nazista. Lui, che guidò la formazione di calcio del Catania tra il 1933 e il 1936 e nel 1941-1942, fu fucilato da eroe nel 1945 in Ungheria, dopo aver organizzato un gruppo di resistenza antinazista e aver salvato degli ebrei e dei dissidenti ungheresi dalla Gestapo. La città dell’Elefante ha recuperato la sua memoria storica grazie al lavoro degli autori del volume Tutto il Catania minuto per minuto e al comitato pro-Géza Kertész. Venerdì 24 gennaio, durante una conferenza organizzata da Assostampa e Ersu Catania, il segretario provinciale del sindacato dei giornalisti, Daniele Lo Porto, ha annunciato che nelle prossime settimane si terrà una conferenza dedicata proprio alla figura di Kertész, oltre che ad Amedeo Rega (portiere scampato all’eccidio delle Fosse Ardeatine) e Luz Long (già olimpionico tedesco e morto in guerra in Sicilia). centonove pagina 33 31 Gennaio 2014 postermusica MESSINA Il manoscritto del tenore Boccaccini senza segreti Nella foto, da sinistra Mariachiara Millimaggi, Federica D'Andrea, Agnese Carrubba, Cecilia Foti GRUPPI. Cecilia Foti, Federica D’Andrea, Agnese Carrubba e Mariachiara Millemaggi insieme in nome del jazz Glorius,eravamo quattro amiche al bar Una grande passione per la musica e l’amicizia nata a “progetto Suono” mette insieme donne di talento che stanno conquistando l’Italia. Con la sola forza delle loro voci DI NUNZIA LO PRESTI Messina. Glorius è l'aspettativa di gratificazione musicale di quattro donne che si mettono insieme per dare voce ai grandi classici del funky e del pop, passando per qualche standard, tutto su un retroterra che sa di jazz: “Perché il jazz piace a tutte, è sempre raffinato e non banale nelle mille possibilità musicali che può aprire, dalla ritmica, agli accenti, ai cambi di tempo, e può essere quell’ingrediente in più, quella spezia, o la ciliegina se vogliamo, che rende più saporito ogni genere, per arricchirlo”. Cecilia Foti ci parla degli ingredienti di questo progetto musicale tutt'altro che improvvisato, frutto invece di anni di conoscenza lavorativa e non, di studio condiviso e non, di esperienze differenti fra loro che si mescolano per Cecilia Foti, foto di Carla Bonomo appuntamenti sempre inaspettati: “Nasce da me l’idea di presentarci – con Federica D'Andrea, Agnese Carrubba, Mariachiara Millimaggi - come gruppo vocale a XFactor nel 2008 con il nome Triskéle, poi ripescate nel 2010. Dopo aver fatto varie esperienze con l’alternarsi di cantanti e musicisti a “Progetto suono”, dove ci siamo conosciute mentre studiavamo arrangiamento corale con Liliana Minutoli e cantavamo tutte nel Progetto Suono Choir&Band (parliamo di quasi 15 anni fa!), abbiamo deciso di continuare ad arrangiarci da sole, dapprima in sei, e adesso con la formazione Glorius in quattro” È quindi in questo ri-arrangiarsi al femminile che sta la vostra personalità? “Non so in effetti se c’è una formazione come la nostra che si avvale solo delle voci (nei brani a cappella) e del “minimo” strumentale - quando c’è, cioè solo di un pianoforte e a volte delle percussioni o della body percussion. Nel nostro percorso formativo poi, naturalmente sempre in via di sviluppo, abbiamo incontrato Ciro Caravano dei Neri per caso, Paola Folli, Maria Pia De Vito, Mark Murphy… e tutto questo contribuisce al risultato finale, che poi porta la nostra firma”. Spesso si dice che tutto è già stato fatto, suonato, cantato.. come si pone un'artista di fronte a questo muro? La forza delle voci è qualcosa in più, è il respiro che si fonde, come condividere la forza vitale primordiale. Volendo è anche una cosa semplice, ma molto intima. Non è solo un ensemble musicale, è qualcosa in più. È un suono che ogni corpo "costruisce" secondo le proprie caratteristiche fisiche ed emotive. Quello delle Glorius è un respiro comune, e questo colpisce sempre ed emoziona il pubblico che ci ascolta. Amiamo cantare insieme, forse è solo questo, per incontrarsi è necessario un grande affiatamento, per l'appunto, "fiato". Cantiamo in quattro come se fossimo un corpo solo, che "costruisce" la propria voce unica. Per i prossimi concerti bisognerà attendere aprile: il 9 nella Rassegna jazz di Torregrotta; il 23 al Teatro Morelli di Cosenza, il 24 per la rassegna vocal jazz al femminile Voci di donne teatro Piscator a Catania. centonove pagina 34 Messina. Venerdì 31 gennaio, alle ore 16.30, nel quadro delle attività organizzate dall’Archivio Storico “Nitto Scaglione” e dalla Biblioteca Comunale “Tommaso Cannizzaro”, si svolgerà al Palazzo della Cultura “Antonello da Messina” un incontro sul tema: “Il manoscritto del tenore”. Giovan Francesco Boccaccini cantante e pittore nell’Europa dell’Ottocento”. Una riscoperta, questa di Boccaccini, di un personaggio davvero poco conosciuto a Messina dai non addetti ai lavori. Nato a Pistoia il 23 giugno 1786, dopo una lunga carriera in Italia (Parma, Torino, Trieste, Roma, Genova, Brescia, Palermo, Napoli, Milano) e all’estero (Dresda, Parigi, Londra), si stabilì a Messina, dove ebbe un contratto al Teatro La Munizione e sposò nel 1835 una nobile messinese, Eustochio Rosso. Negli ultimi anni si dedicò alla pittura (aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti a Brera) e morì nella città dello Stretto il 17 giugno 1877, lasciando alla famiglia del naturalista Cocco i suoi disegni e i manoscritti della sua autobiografia e del “Giornale degli avvenimenti di Messina. Anno 1848”. Per saperne di più su questo personaggio si potranno ascoltare lo storico dell’arte Luigi Giacobbe, della Soprintendenza B.C.A. di Messina, che relazionerà su “Giovan Francesco Boccaccini ‘delicatissimo adornista’ ”; e Alba Crea, docente di Storia ed Estetica della Musica al Conservatorio “Corelli di Messina, che parlerà su “La carriera del tenore Boccaccini: dalla corte di Dreda al Teatro La Munizione di Messina”. Per il Comune di Messina, oltre all’esperto, cultore di storia patria Giovanni Molonia, interverranno l’Assessore alla Cultura Tonino Perna, il Dirigente del Dipartimento Cultura Salvatore De Francesco e Dora Rattazzi, dell’Archivio Storico Comunale; per la Soprintendenza B.C.A. di Messina, il Direttore Beni Bibliografici e Archivistici Melina Prestipino. F. I. posterteatro Le Sorelle Macaluso foto di Carmine Maringola DEBUTTI. La piece scritta e messa in scena dalla regista palermitana al Mercadante di Napoli Le sorelle di Emma Dante Standing ovation per la prima pronta a girare l’Italia per raccontare l’universo femminile diviso fra terra e cielo, inferno e paradiso, vita e morte. Senza dimenticare la mia del primo bacio DI GIÒ PEREC Palermo. Sono sette Le sorelle Macaluso di Emma Dante nella pièce scritta e messa in scena da lei in prima assoluta al Teatro Mercadante di Napoli salutata alla fine da applausi calorosi e standing ovation. Numero scaramantico il 7, magico direi, che porta bene al mondo dello spettacolo, contribuendo la geniale artista palermitana ad allungarne la serie con i suoi successi. Sette sono i nani di Biancaneve, quanti I sette samurai di Kurosawa che darà vita poi a quei Magnifici sette di John Sturges nel suo western del 1960 con una sfilza di star, ritrovandolo raddoppiato in quel film musicale Sette spose per sette fratelli di Stenley Donen. Ma attenzione perché sette sono pure i peccati o vizi capitali immortalati da Bosch in un suo dipinto vedibile al Museo del Prado di Madrid, quegli stessi forse, che investono Le sorelle Macaluso della Dante, che vivono metateatralmente e metafisicamente tra cielo e terra, tra inferno e paradiso, tra vita e morte. E’ suggestiva la scena d’apertura, nuda e nera, occupata solo da una ballerina danzante e volteggiante come un pupo siciliano e da cinque scudi sul proscenio, luccicanti e nuovi di zecca, simili a quelli dei Paladini di Francia. Dal fondo s’intravedono un gruppo di personaggi, in maggioranza femminili, rigorosamente agghindati di nero, illuminati fiocamente e gradualmente sino a sostanziarsi in tutta la loro interezza. Per alcuni minuti marciano su e giù lungo la scena, da rievocare quasi quella marcia marziale, da brivido, che è stato il primo quarto d’ora del Woyzeck di Büchner secondo Carlo Cecchi nella prima metà degli anni’70. Solo che qui la Dante, forse con un pizzico di autoreferenza, fa un salto al suo spettacolo d’esordio alle soglie del 2000 (quello della sua nuova weltanschauung teatrale) che è stato Palermu, con le protagoniste che sfilano poi in processione dietro uno stendardo religioso. Eccole adesso le sette sorelle togliersi quegli abiti neri al ritmo di dixieland e di musiche echeggianti gli ottoni di Bregovic e restare in sottane colorate e poi in costume da bagno intero e canticchiare più d’una volta alcune note di ‘U pisci spada di Domenico Modugno, ruotante , come si sa, attorno ad un pescespada femmina catturata durante una mattanza che invita il maschio a fuggire, ma inutilmente, perché lui si lascia catturare per morire insieme a lei: una canzone d’amore in dialetto siciliano, accattivante musicalmente di cui però non vi trovo una liaison con lo spettacolo. Ed eccole ancora le sorelle raccontare a turno un episodio che le ha segnate quando erano bambine: quello che rievoca la loro prima volta al mare, il loro primo bagno nell’acqua salata, la pasta al forno sulla spiaggia, il melone dimenticato sulla strada e quella specie di gioco pericoloso che fanno molti ragazzini quando cronometrano contando a voce alta chi è capace di centonove pagina 35 31 Gennaio 2014 restare di più in apnea mentre qualcuno gli ottura il naso. Ci lascerà le penne, purtroppo, Antonella (Elena Borgogni), alla quale Katia (Leonarda Saffi), la sorella più appariscente per i coloriti e variegati toni dialettali, stringerà più del dovuto il naso facendola affogare. Una morte che rievoca un altro spettacolo cult della Dante titolato Vita mia, dove un ragazzo in bicicletta muore senza morire davvero perché è sempre in mezzo ai vivi. Come Antonella del resto che continua a giocare con le sorelle e insieme al padre (Sandro Maria Campagna) che ritorna dall’aldilà e che, con toni affabulatori, racconta i suoi tanti e disparati lavori per non far morire di fame la sua famiglia. E appare pure la loro madre (Stephanie Taillandier) anche lei defunta quando le figlie erano piccole e che non smetterà mai di fare l’amore col marito in lunghissimi abbracci e reiterati girotondi lungo tutto il palcoscenico. Sono senza parola le sorelle vive, si chiedono senza parlare il da farsi e di chi possa essere la colpa di quella morte involontaria e improvvisa. Sarà il padre ad assumersi la responsabilità, soprattutto per non averle potute controllare a sufficienza. E c’è un’altra giovane vittima, figlio della sorella Gina ( Italia Carroccio) che è il giovane calciatore Davidù (Davide Celona) con la maglietta azzurra del Napoli di Maradona ( certamente un omaggio della Dante verso quel capoluogo partenopeo che l’ha sempre amata e accolta a braccia aperte) deceduto mentre giocava a calcio per un attacco di cuore e che non smette di dribblare chi si trova davanti e dare colpi di testa al pallone. Adesso le sorelle si rivestono di nero. Dal gruppo si stacca la ballerina Maria (Alessandra Fazzino) la stessa dell’inizio, che accenna a qualche passo di danza, subito incoraggiata e incitata da Cetty (Marcella Colaianni) e Pinuccia (Daniela Macaluso), quindi si spoglia lentamente sino a rimanere nuda e mentre la sorella Lia (Serena Barone) le lancia un tutù che lei indossa lentamente, sembrerà in chiusura una bambolina danzante sopra un carillon. A Emma Dante, per imbastire spettacoli di tale fatta, non interessano storie del tipo Star Trek o di quelle americanate televisive abitate da morti che rivivono in mondi virtuali e/o para o fantascientifici. A lei interessano storie semplici che affondano nella cultura popolare, come il cuntu che gli ha fatto un amico con la nonna ammalata che di notte chiama la figlia urlandole se è viva o morta e quando la figlia le risponde che è viva, la donna non le crede affermando d’essere morta da lungo tempo e chi le sta attorno non le dice la verità per non farla spaventare. Poi la storia assume una vita propria, una via “dantesca”, restando indelebile nella mente di chi l’ha visto. Le sorelle Macaluso sarà in scena al biondo di Palermo dal 25 febbraio al 2 marzo. 31 Gennaio 2014 postermusica Orchestra da Camera I Musici MESSINA. Terzo memorial “Giuseppe Intelisano” Ars Nova torna “giovane” La kermesse dedicata quest’anno ai talenti in erba. L’appuntamento 1 e 2 febbraio nella Cappella Santa Maria all'Arcivescovado. Per difendere un sogno... DI ISABELLA MOLONIA Messina. “Quando la musica diventa un tutt’uno con la memoria”. Anche quest’anno si accendono i riflettori su un evento divenuto ormai una consuetudine nella città nello Stretto: il Memorial del Fondatore dell’Ars Nova Giuseppe Intelisano. Per questa terza edizione due gli appuntamenti musicali : sabato 1 e domenica 2 febbraio alle ore 19 nella Cappella S. Maria all'Arcivescovado in Via I Settembre. Un mix perfetto di musica e di emozioni animerà gli appuntamenti inseriti da quest’anno nella 57° stagione concertistica dell’ Associazione Vincenzo Bellini e organizzati in collaborazione con la Casa musicale San Filippo. Due giornate all’insegna della buona musica per non “dimenticare” chi ha fatto di questa forma di cultura una “scommessa” di vita nella difficile realtà messinese, Giuseppe Intelisano, fondatore nel ’92 di una realtà ben radicata nel nostro territorio che da sempre, fino alla sua scomparsa, ha cercato di dare spazio al talento nostrano. Per questa occasione si avvicenderanno sul palco le giovani leve della musica siciliana in ambito classico e non, tutti accumunati dall’amore incondizionato per questa forma di espressione. Tema portante delle serate “l’amore”, filo conduttore delle esecuzioni in programma nelle infinite sfaccettature che la musica è in grado di riprodurre. Saranno i giovani i protagonisti indiscussi dell’evento con l’ “Orchestra da Camera I Musici”, un ensemble di giovanissimi strumentisti ad arco nato dal progetto del M° Giuseppe Fabio Lisanti in collaborazione con il M° Maurizio Salemi. Un gruppo musicale giovanile che affronta il repertorio barocco esplorandone tutti gli aspetti stilistici e tecnico-compositivi. Alcuni artisti dell’ensemble I Musici si esibiranno in altre formazioni o da solisti, come Il Duo La Torre - Manitta; la violoncellista Barbara Visalli reduce dalla recente collaborazione con l'Orchestra nazionale dei conservatori all'Arena di Verona con Gianni Morandi. Sul palco anche le giovanissime arpiste del Duo Palazzolo. Si cimenteranno inoltre i giovani allievi delle scuola di musica Ars Nova. Tra i numerosi ospiti largo margine sarà dedicato alle realtà corali messinesi: i piccoli talenti del coro Note colorate diretto dal M°Giovanni Mundo; la Corale polifonica S. Nicolò diretta dal M° Nazzareno De Benedetto e la Corale polifonica Santa Maria dei Miracoli diretta dal M° Giacomo La violoncellista Barbara Visalli. Arena. Non mancheranno agli appuntamenti i professionisti che negli anni hanno collaborato e continuano a collaborare attivamente all’interno dell’Associazione: il Duo Cartosio Salemi; il Duo Rotondo - Pirrera soci dell'Associazione e rispettivamente insegnanti di pianoforte e di canto all’interno della struttura; il M° Alessandro Monteleone alla chitarra suonerà con la pianista Lucia Arena. Uno stralcio di sonorità popolari sarà offerto dal duo Baglio -Drago, riduzione del Kalamos Ensemble, con un inedito duetto che fonde chitarra, voce e zampogna. Duo Torre-Manitta centonove pagina 36 Questi solo alcuni dei protagonisti della manifestazione, tutti riuniti anche quest’anno per celebrale la musica a 360°. Perché il sogno di Giuseppe Intelisano non si spenga: «Continuare a dare ai giovani quella spinta in più per credere ancora nella musica», come racconta Immacolata Pulicano Intelisano che continua a denti stretti a difendere il sogno del marito, portando avanti questa realtà affinchè i giovani possano trovare spazio in una società cieca e sorda davanti ad una terra che pullula di talenti privi di spazi idonei per valorizzarli. posterrubriche 31 Gennaio 2014 DANZA MUOVE VISIONI MUSICA DI MARCO OLIVIERI DI CESARE NATOLI Wall Street secondo Scorsese Palermo ricorda Abbado Sesso, droga e tanti, tanti soldi. Soldi facili da guadagnare, ingannando il prossimo e derubandolo. Da cinque anni Leonardo DiCaprio, mattatore assoluto di “The Wolf of Wall Street”, intendeva realizzare anche come produttore il film, tratto dal romanzo autobiografico del broker Jordan Belfort e scritto molto bene dallo sceneggiatore Terence Winter. Grazie alla regia di Martin Scorsese, al quinto titolo con DiCaprio, si assiste senza pause a tre ore adrenaliniche. I ritmi scoppiettanti, tra commedia nera e situazioni grottesche, sono al servizio di un racconto cinico e disincantato fatto dallo stesso protagonista. In primo piano un’America spietata e materialista, drogata dalla propria bulimica avidità. Sapiente l’uso delle musiche e ottimo il cast: da Matthew McConaughey a Jonah Hill, Margot Robbie e Jean Dujardin. Scorsese non eguaglia i suoi capolavori, da “Taxi Driver” a “Toro scatenato”, ma il film funziona. La varietà dei registri, da quello comico al drammatico, senza dimenticare lo sguardo lucido sulla corruzione che anima il mondo della finanza e i suoi squali, garantisce lo spettacolo e stimola la riflessione sulla natura ingannevole dei rapporti umani. Cinque le candidature all’Oscar. TEATRO Il medico dei passi al Luigi Pirandello Messina.. “Il medico dei pazzi”, i ue atti comici di Edoardo Scarpetta andranno in scena sabato 1 e dimenica 2 febbraio alle ore 18.30 al Nuovo Teatro Luigi Pirandello della Città del ragazzo per la settima rassegna teatrale 2014 con la direzione artistica di Pippo Cicciò e a sostegno delle adozioni a distanza. Sul palco Pino Imbesi, Cettima Ambrogio, Giovanni Cundrò, Santina Restuccio, Milena De Bartolo, Alessandro Liotta, Nicola Sciarrone, Nella Guglielmino, Nino Lanzellotti, Peppe Costa, Salvatore Berenato, Alberto Subba, Giulia Accetta, Silvia Pino e Lucia Rizzo. Un momento dello spettacolo Il piacere di essere terroni Sud Virus, la nuova coreografia di Roberto Zappalà DI PAOLO RANDAZZO Catania. Ci sono molte prospettive assumendo le quali si può raccontare “Sudvirus, il piacere di sentirsi terroni”, ovvero l’ ultima coreografia di Roberto Zappalà che, dopo aver debuttato a luglio a Civitanova Marche, è andata in scena finalmente a Scenario pubblico il fine settimana scorso e si potrà vedere ancora l’1 e il 2 febbraio. Si tratta del racconto della Sicilia contemporanea che destruttura e poi rimonta utilizzando intelligenza, ironia, cultura, vissuto e luoghi comuni della nostra terra. Tuttavia, trattandosi di un lavoro di danza, la prospettiva più idonea a raccontare questa operazione è quella formale: scriviamo di una coreografia infatti in cui l’elemento più evidente e denso di senso autonomo è la piena maturità espressiva di questo artista e del suo ormai ben collaudato ensemble (non solo i danzatori/creatori Gaetano Badalamenti, Maud de la Purification, Alain El Sakhawi, Valeria Zampardi, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Ilenia Romano, ma anche i DE GUSTIBUS collaboratori storici come Nello Calabrò per i testi e l’elaborazione concettuale, Salvo Noto per il tappeto sonoro e l’elaborazione di musiche di Beethoven, Matthew Herbert, Adriano Murania, Paganini, Vivaldi, e Debora Privitera per le scene e i costumi). Prezioso è inoltre l’apporto dell’azione scenica di Vincenzo Pirrotta e delle musiche eseguite dal vivo da Alfio Antico e da Puccio Castrogiovanni. È davvero impressionante vedere con quanta gioia, sicurezza e potenza si muovano in scena gli interpreti: il linguaggio espressivo è, certamente, quello che Zappalà ha elaborato e affinato in due decenni di progetti e produzioni, ma sorprendono la freschezza e la potenza con cui esso riesce a colorarsi ancora, a proporre nuove metafore espressive, abitare nuovi territori di senso, creare nuovi contenuti. Domina la metafora dei virus che, da microrganismi vitali, si trasformano in elementi significanti, e da qui scaturisce la riflessione su ciò che vuol dire oggi “appartenere ad una terra”, viverne, interpretarne attivamente o subirne limitazioni. “Oggi è un giorno triste per tutto il mondo della musica ma per Palermo e il Teatro Massimo forse ancora di più: la scomparsa di Claudio Abbado, infatti, ci colpisce particolarmente perché il suo nome è legato al più bel momento di festa della storia recente del nostro Teatro: Abbado era infatti sul podio dei “suoi” Berliner Philharmoniker in occasione del concerto per la riapertura del Massimo il 12 maggio del 1997”. Si è espresso così il prefetto Fabio Carapezza Guttuso, commissario del Massimo di Palermo, commentando la recente scomparsa del grande direttore milanese. “Claudio Abbado – continua Carapezza – non è stato soltanto un musicista raffinatissimo e uno dei protagonisti della storia dell’interpretazione del secondo Novecento, ma anche un esempio per tutti noi su come va pensata e realizzata la musica, sul valore del far “musica insieme”, sulla ricerca della perfezione, sull’importanza di trasmettere l’arte alle generazioni future”. Con Palermo, del resto, Abbado (cittadino palermitano onorario) aveva un legame particolare. La madre Maria Carmela Savagnone, infatti, era di origini palermitane e nel capoluogo siciliano ci tornava volentieri. Memorabili le sue presenza sul podio nel 1961 e, nel 2012, alla guida dell’Orchestra Mozart, sua ultima “creatura”. Ci sembra corretto condividere le parole di Abbado che più di altre sono state citate in questi giorni: “La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva”. DI MASSIMO LANZA Da I Ruggeri di Messina Il 2013 non ha regalato solo chiusure alla ristorazione messinese, ma anche delle piacevoli conferme come il locale della famiglia Ruggeri accanto al teatro Vittorio Emanuele. Due salette intime elegantemente arredate dai caldi colori pastello, bella anche l'apparecchiatura. Ad accogliervi il più giovane dei Ruggeri, Alvise simpatico padrone di casa, gentile e premuroso con tutta la sua clientela. In cucina papà Franco, chef di rango e comprovata più che trentennale esperienza, una vera istituzione a Messina. La cucina partendo da una solida impostazione regionale offre accanto a piatti delle tradizione isolana con qualche divagazione mediterranea anche diverse proposte nate dalla fantasia dello chef. A centonove pagina 37 completare il tutto anche una piccola ma ben fatta carta dei vini che offre la possibilità di spaziare in diverse regioni d'Italia. Si apre con la caponata di pescespada, buona e ben fatta, o con il saporito tortino di alici in salsa d'arance, ma la scelta e più ampia e comprende come per il resto del menù anche piatti di carne. Tra i primi spaghetti con pomodoro pachino e bottarga di tonno, ma è buona anche la cacio e pepe e la vellutata di zucca rossa con gorgonzola e speck. Tra i secondi l'alalunga scottata con granella di pistacchi e tzatziki o magari se preferite la carne il brasato al nero d'Avola, cotta a puntino così come lo stinco di cinta senese su tigella di patate. Anche i dolci sono adeguati al resto, piacevole il cuore di cioccolato con crema di pistacchi di Bronte, altrimenti semifreddo alla meringa, parfait di mandorle o panna cotta. I Ruggeri – Via Via Pozzo Leone, 21 Messina Telefono 090 343938 31 Gennaio 2014 posterlettere QUI SCUOLA DI ANDREA SMITH HERITAGE GUI DI SERGIO BERTOLAMI Un porto per la città Congedo dottorato, stipendio ai precari LA CONCESSIONE del congedo retribuito ad un docente ammesso ad un dottorato di ricerca senza borsa di studio non può essere condizionata dalla sua posizione giuridica. Spetta sia di ruolo ch non di ruolo. E’ questa la decisione alla quale è pervenuto il Giudice del lavoro di Ancona, con la sentenza del 16 ottobre 2013, esaminando il ricorso di un docente precario che aveva impugnato il provvedimento con il quale il dirigente scolastico aveva richiesto la restituzione della retribuzione percepita in quanto, non essendo di ruolo, era escluso dalla possibilità di fruire di congedo retribuito ai sensi dell'art.453 DPR 297/94. Nella sentenza è fatto presente che l’art. 24 del CCNL 95 non contiene alcun riferimento alla distinzione tra personale di ruolo e non di ruolo e nemmeno esprime un mero rinvio al citato all’art. 453. Inoltre, è evidenziato come l’interesse dell’Amministrazione alla formazione dei propri dipendenti prescinde dalla tipologia giuridica del contratto del docente. Infatti i docenti precari della scuola pubblica, inseriti nelle graduatorie per entrare di ruolo sono di fatto equiparati al personale stabile, anche perché destinati per gli anni successivi a passare in ruolo, quindi, concedere loro congedo retribuito per il dottorato di ricerca, consente alla scuola di assumere stabilmente personale maggiormente preparato. Il giudice evidenzia che non possono esistere differenze di trattamento economico tra personale stabile e precario nella vigenza dell'art.6 D.L.vo 368/01, norma che, nell'imporre un criterio di "non discriminazione", richiama precisamente la "clausola 4" dell'Accordo Quadro attuato con la Direttiva 1999/70. Vale a dire, ciò che spetta al docente di ruolo spetta anche a quello non di ruolo. Nessuna discriminazione. ECOLOGIA&AMBIANTE MESSINADRASTICA DI FABIO AMATO Messina, zona sud e polo sportivo MA VOI LO SAPETE che a Messina abbiamo risolto la "questione meridionale"?. La famosa diatriba, il Nord progressista, tecnologico, senza disoccupazione e rivolto al futuro ed il Sud retrogrado, con un alto tasso di disoccupazione ed analfabeta è stata risolta nella nostra città. Basta vedere dove hanno fatto l'isola pedonale... nella Zona Sud! Dove ci sono più Vigili Urbani... nella Zona Sud! Dove ci sono più macchine, più negozi, più uffici , più Studi Professionali... nella Zona Sud! Ed i Centri Commerciali? Nella Zona Sud!!! Nella Zona Nord ci sono solo aeree abbandonate, come la Fiera di Messina, Ospedali in disuso, come il Regina Margherita, c'è il Museo ma è stato un errore e la Notte della Cultura, che si svolgerà a metà febbraio, sarà l'occasione per trasferirlo. Per avvalorare questa tesi basta guardare, la mattina, verso dove vanno le macchine, verso la Zona Sud e cioè verso il futuro, verso la parte della Città dove si produce reddito e si creano posti di lavoro. E quando si fa sera il flusso si inverte e si va tutti verso il Nord, e cioè verso l'incerto. E le scuole, i centri di Cultura, dove sono? Tutti nella Zona Sud! Noi formiamo i nostri ragazzi, la forza lavoro di domani al Sud. Da noi, i ragazzi non scappano, studiano! Ed i maggiori ospedali, dove sono? Nella Zona Sud! Il Papardo è un eccezione. Ho sentito dire che è un Ospedale di Palermo, che per comodità e stato posizionato a Messina. Lo so che è una cazzata, ma non sapevo cosa scrivere. In ultima analisi, domenica scorsa ho imboccato l'autostrada e sono uscito allo svincolo di San Filippo, anzi "Polo Sportivo" e sono stato travolto da una folla oceanica che si dirigeva o verso la partita di calcio, verso la partita di basket, verso la Piscina, verso le piste da sci artificiali, verso i campi da baseball, verso le manifestazioni di Ippica e verso le numerose manifestazioni di atletica leggera. Ma che cazzo sto dicendo!? Tu esci dallo svincolo "Polo Sportivo" e l'unico sportivo che ho visto era un bambino che andava in bicicletta ed un disperato che faceva footing in mezzo alle macchine che andavano verso i numerosi negozi della Zona Sud! Una cortesia togliete quel cartello! Il countdown segna la data del 9 febbraio 2014. La brochure, che ognuno può scaricare dalla home del website del Comune di Messina, cliccando su PI.CO., assicura: «Tutte le indicazioni presentate dai cittadini saranno esaminate e contribuiranno alla definizione di un nuovo Piano Regolatore condiviso con la città». In grassetto si specifica che il Piano Regolatore è il documento per scrivere le regole d’uso del territorio comunale per i prossimi anni. Quanti freneranno il facile piagnisteo e avanzeranno proposte? Basterebbe gettare l’occhio più in là, per scorgere chi ha saputo realizzare opere capaci di superare le circostanze immediate e valorizzare al tempo stesso, in modo duraturo, quella che è l’anima della città. Suggerirei di approdare alla nuova Messina dal suo stesso porto naturale e dal braccio falcato che lo cinge. Per recuperare quello che era il regno dei camalli, i genovesi hanno lasciato spazio alla fantasia di un architetto. Renzo Piano ha dato vita al waterfront della Genova contemporanea, che non scarica più carbone ma turisti. Il Bigo ricorda le gru dismesse dell’antico porto; con i suoi sette bracci d’acciaio sorregge la tensostruttura che copre la piazza delle feste e un ascensore rotante per uno sguardo panoramico. Anche il Vieux Port di Marsiglia, in gran parte pedonalizzato, stracolmo di visitatori, è l’immagine nuova della città, capitale della cultura 2013, ma con un progetto di rinnovamento iniziato venti anni fa e che proseguirà fino al 2020. E noi ci moviamo solo ora. «Coquin de sort!», esclamerebbe un marsigliese, come dire: «porca miseria!». DI ANNA GIORDANO Ma i fondali hanno vita Erosione costiera a destra e a manca, le cronache quotidiane sono ormai un bollettino di guerra. Non so se sia voluta ignoranza o meno, quella che spinge ancora oggi molte amministrazioni a voler perpetrare indefesse, progetti e azioni che l’erosione costiera la mantengono o la incrementano. A porre rimedio del tutto inutile tanto si usano soldi pubblici oppure si agevolano ditte varie che scavano e quel materiale da qualche parte devono andarlo a mettere. Quindi, cosa di meglio del famoso “un viaggio e due servizi” ? da un lato la ditta risparmia e non poco, dall’altro il comune fa quello che ritiene utile per tamponare l’emergenza, quasi a costo zero. Già, il materiale da buttare in mare… cosa vuoi che sia, tanto i pesci si spostano e il fondale è (per gli ignoranti) privo di vita. La posidonia oceanica, pianta marina in grado insieme alla rara intelligenza umana e all’ancor più rara prevenzione (parola vana) - di rallentare l’energia dell’onda, laddove ancora sopravvive, grazie a questi interventi semplicemente folli, soccombe. E via libera ad onde e correnti e tempeste ed erosione! l’importante è tenere sempre ben scollegato il cervello, di respingere al mittente le lettere degli ambientalisti che da anni segnalano il rischio elevatissimo di perpetrare all’infinito il problema dell’erosione costiera, di snobbare le relazioni degli specialisti che individuano nella sbagliata e schizofrenica presunta pianificazione del territorio, il male reale da centonove pagina 38 combattere. Ed ecco che porto di Grotte, la Tono Mortelle, porto ad Orto Liuzzo, porto a Capo d’Orlando, porto a Sant’Agata, porto canale a Caronia, altri porti canale sulla ionica insieme a porti e porticcioli vari e al dilagare di nuova edilizia sulle coste, nuove regimentazioni di fiumare ecc, proseguono imperterriti la loro strada che incrementerà a dismisura l’erosione, e chi li osteggia è il solito ambientalista estremista. Prima era il progresso il diktat di ogni follia, ora è l’economia da rilanciare. Il tutto, con conseguente danno ambientale a carico della collettività comunque, perché quando distruggi il mare, a lungo termine dai il colpo di grazia anche alle (poche) economie sane legate ad esso. Se esistesse ancora la selezione naturale, la specie umana si sarebbe già estinta. Succederà, peccato che prima scompariranno tutte le altre specie. 31 Gennaio 2014 postercommenti L’INTERVENTO ELIODORO Non resta che tagliarci la testa DI PASQUALE RUSSO Mentre imperversano le tasse, i balzelli, le sigle più assurde che significano solo “paga e taci”, si insiste con un piano di revisione dei posti letto nella regione Sicilia che continua la politica delle lacrime e sangue, anzi solo lacrime, perché il sangue è finito. Con la drastica cura dimagrante di Massimo Russo siamo arrivati a 3,67 posti letto per 1000 abitanti, di cui solo lo 0,14 per riabilitazione. L’obiettivo era il 3,7 per mille. (dati “Espresso”- ricavati da “Osservasalute 2013”) La Sicilia, udite, udite, è diventata regione virtuosa. Ma il piano di rientro non sarebbe bastato, visto che si annunciano nuovi tagli. La rimodulazione della rete ospedaliera prevede il taglio di altri 244 posti letto nella provincia di Messina, di cui 127 per acuti. Chi ogni giorno si confronta con la sofferenza e la malattia, operatore o malato, sa bene cosa significhi trovare un posto letto, prenotare un esame etc. La gestione ciecamente economicistica della sanità ha già fatto seri danni. Nessuno 150 PAROLE DA PALERMO Fiocco nero DI Venti, anzi uragani, di crisi MARIA D’ASARO PURTROPPO una virtù poco diffusa a Palermo è la gentilezza: ci si insulta per futili motivi se si è in fila alle poste o per pagare un ticket sanitario; si arriva a fare a pugni per un banale tamponamento. Ma ciò che mi fa più soffrire è lo sguardo cupo di giovani mamme e papà addirittura verso i loro bambini, anche molto piccini. Ho sentito le urla furiose di alcune madri, con toni che sfondavano quasi il muro del suono, verso bimbetti di due, tre anni, colpevoli soltanto di volere accarezzare un cagnolino. Ho visto papà picchiare bimbetti solo perché non volevano entrare in macchina. Gli stessi papà, magari, in compagnia dei loro bambini, fumano senza ritegno dentro l’automobile o ascoltano musica a tutto volume. La stretta al cuore è obbligata: in questo clima, i “carusi” cresceranno più tristi. E magari, da adulti, ci faranno pagare la loro infanzia calpestata. CATANIA. I nodi vengono al pettine: dalla vertenza Micron, che vuole dimezzare i dipendenti dello stabilimento di Pantano d'Arci, alla Pubbliservizi, la partecipata della Provincia i Catania. Quasi seicento posti di lavoro a rischio. L' Etna valley non ha più la competitività dei tempi di Pasquale Pistorio neanche il settore della microelettronica e l'indotto si sta desertificando. Alla Pubbliservizi la tensione è evidente: nei giorni scorsi alcuni dipendenti hanno occupato la storia sede di palazzo Minoriti. Il timore è che lo scioglimento della Provincia blocchi il contratto di servizio e il relativo corrispettivo di 20 milioni di euro l'anno per pagare i circa 400 dipendenti. la chiamavano "la Provincia 2" ai tempi della presidenza Lombardo quando l'organico era cresciuto forse ben oltre le necessità. Il commissario straordinario Giuseppe Romano ha cercato di portare serenità, ma le buone notizie, se ci saranno, si aspettano da Palermo. ANTIBUDDACI Massimo Russo innalza il vessillo degli sprechi, dell’ospedale come diritto di “campanile”, ma occorre che il risparmio risponda ai bisogni e sia in grado di erogare adeguati servizi. I famosi Pte (Presidi territoriali emergenza) ed i Pta (Presidi territoriali assistenza) non credo funzionino al meglio, la medicina territoriale è inadeguata, il risultato è che i Pronto Soccorso continuano ad essere intasati, i pazienti esasperati, i medici stanchi e stressati. L’austerità andava gestita con un occhio alla diversità delle varie regioni, ha fatto molto più danni al Sud che al Nord. Il gap è peggiorato. Al Sud si spende di più per servizi peggiori ed è calata anche la spesa per la sanità privata. Tra ticket, liste d’attesa, caro farmaci e quant’altro, la gente arriva al punto di rinunciare a curarsi. Il governo tenta di correre ai ripari mettendo a disposizione della sanità nel Patto di stabilità due miliardi di euro, destinati finalmente a riorganizzare gli ospedali per renderli efficienti e creare presidi attivi 24 ore su 24 nel territorio, incentivando i medici di base, i Pta, i Pte, la riabilitazione e la lungodegenza. Insomma, speranza “ultima dea”. Se son rose, fioriranno. ANIMAL HOUSE DI DINO CALDERONE I democratici e l’innominato Dopo la vittoria di Renzi le reazioni all'interno del partito democratico sono state vivaci, era quindi immaginabile che anche a Messina si sarebbe assistito a prese di posizione, manifestazioni di consenso, critiche, come in ogni parte d'Italia. La recente riunione del partito democratico messinese (era presente il segretario provinciale Basilio Ridolfo) ha espresso invece qualcosa di diverso. La discussione sulla linea del nuovo segretario nazionale è rimasta infatti sullo sfondo, dominata soprattutto da problemi locali che nessun osservatore, attento alle vicende del partito democratico, può però definire marginali e di scarso significato. La rilevanza tutta politica di questi temi è stata infatti affrontata con grande chiarezza da Emilio Fragale, che ha introdotto l'incontro su tre punti: modello organizzativo del PD locale; rapporto con il Governo regionale; posizione nei confronti dell'amministrazione Accorinti. I consiglieri comunali sono stati invitati giustamente a costituire un solo gruppo consiliare, mentre si è valutata come impropria ogni esibizione di Felice Calabrò in riunioni pubbliche accanto a consiglieri PD, dimenticando però, in maniera troppo sbrigativa, che la partita del candidato a sindaco non è stata ancora archiviata. Alcuni interventi hanno insistito molto sulla presenza pervasiva e oppressiva di un padrone del PD messinese. Anche se tutti hanno compreso l'allusione (il riferimento, ovviamente, era al parlamentare nazionale Francantonio Genovese), sarebbe stato meglio indicarlo in maniera esplicita, per contribuire a un confronto pubblico di qualità, meno interno al partito. Non è un dettaglio. Se questo dibattito fosse stato seguito da qualcuno esterno al PD cosa avrebbe capito? La sensazione probabilmente non sarebbe stata molto positiva, nonostante lo sforzo coraggioso di chi ha parlato. A breve si terrà il congresso provinciale del partito, con esiti difficilmente prevedibili, ma lì i nomi bisognerà farli, anche quelli di chi si candiderà alla segreteria provinciale. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Presidio veterinario addio Che il randagismo a Messina sia una vera e propria piaga non è un mistero. Impossibile quindi che la gente non sia rimasta stupita venendo a conoscenza della disposizione di sospensione del servizio di sterilizzazione di cani e gatti di strada. L'Azienda Sanitaria Provinciale ha sancito lo stop senza alcun preavviso pubblico, alcuna comunicazione ai volontari impegnati sul territorio ed alcuna consultazione con l'assessore all'Ambiente e soprattutto la principale autorità sanitaria, il sindaco. La legge, questo è un dato di fatto che non può essere ignorato, impone che i randagi debbano essere sterilizzati, se le loro condizioni di salute lo permettono, ad opera delle aree di sanità pubblica veterinaria delle aziende sanitarie locali e poi centonove pagina 39 ricollocati nelle colonie di provenienza. Come non dubitare della fondatezza del provvedimento di sospensione del presidio veterinario nell'ambulatorio di Giostra? Un atto reso non meno grave dalla disponibiltà per la sterilizzazione del canile di Castanea e di una struttura di Giardini, per due volte alla settimana: condizioni insufficienti per gestire il fenomeno del randagismo. Probabilmente è il caso di ribadire ancora una volta che i randagi in tutta la provincia sono svariate migliaia, la cui gran parte si concentra nel capoluogo. Un problema che da anni grava sulla città, un quadro inquietante. Ma la cosa ancora più inquietante è l'incapacità di elaborare risposte valide e convincenti da parte delle autorità competenti. Preoccupa la loro incapacità di mettersi alla guida di un percorso condiviso che conduca alla conquista della civiltà e del rispetto per l'intera popolazione, che include pure quegli amici a quattro zampe sacrificati sull'altare dell'imperizia.
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