> S E T T I M A N A L E IDG di Giarre ANNO XXXIV • N. 20 • GIARRE, SABATO 14 GIUGNO 2014 • € 1,00 • A DIFFUSIONE REGIONALE • SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA • PUBBL. INF. 45% • www.gazzettinodigiarre.it > E sembra spirare aria di trionfalismo > Consiglio comunale... tutti a casa! Giarre: per l’approvazione del Consuntivo 2013 il sindaco Roberto Bonaccorsi parla di importanti obiettivi raggiunti... > a pag. 2 Francavilla di Sicilia: é stata ufficialmente decretata la decadenza del civico consesso. Ma qualcuno ancora spera... > a pag. 7 E torna il tintinnio di manette... Mascali, terremoto giudiziario Riposto, un’utentica bomba E d alla fine arrivò il momento degli avvisi di conclusione indagini per 36 tra ex sindaco, ex assessori, funzionari comunali e un notaio, nell’ambito del nuovo segmento dell’inchiesta sfociata nell’operazione Town Hall dello scorso 10 dicembre, riguardante Mascali. I carabinieri della Compagnia di Giarre hanno notificato 36 avvisi di garanzia. Tra i nomi di spicco, quelli dell’ex sindaco Filippo Monforte, dell’ex presidente del Consiglio comunale Biagio Susinni e del dirigente dell’Ufficio Urbanistica di Giarre, arch. Venerando Russo. Pesanti le accuse contestate a questi ultimi (abuso d’ufficio in concorso): “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, ovvero al fine di realizzare – per sé e altri – i profitti derivanti da speculazioni immobiliari commesse all’approvazione del nuovo Piano Regolatore di Mascali, agendo in concorso tra loro, Filippo Monforte in qualità di sindaco di Mascali, Biagio Susinni in qualità di presidente del Consiglio, Venerando Russo, in qualità di dirigente dell’Ufficio Urbanistico ed edilizia del Comune di Mascali, adottavano una pluralità di delibere illegittime ed in particolare con delibera n. 84 del 2-7-2010, istituivano una nuova area amministrativa, denominata VII Settore”. E le stesse accuse contestano agli imputati la violazione del principio di razionalizzazione economica che impone agli enti pubblici territoriali di “razionalizzare e snellire le strutture burocratico-amministrative, anche attraverso accorpamenti di uffici con l’obiettivo di ridurre l’incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in carico”. Invece, sempre le accuse, in questo caso a carico di Susinni, dopo la rimozione dell’ing. Leotta dalla direzione del Settore Urbanistica / Edilizia, conferivano analogo incarico all’arch. Venerando Russo (estraneo all’amministrazione), in violazione alle norme che consentono di conferire incarico dirigenziale a figura esterna “solo in assenza di professionalità analoghe presenti all’interno dell’Ente”. Altri punti dell’accusa riguardano la “adozione di una variante urbanistica illegittima”; una serie di lottizzazioni, con terreni agricoli diventati edificabili, intestati a prestanome, con l’indubbio aumento di valore; aree agricole che diventavano edificabili; l’approvazione della graduatoria “per l’assegnazione in pro- prietà delle aree edificabili nell’ambito dei piani per l’edilizia economica popolare, mancante, però, della preventiva pubblicazione del Bando Pubblico e preventiva pubblicazione dei criteri per la determinazione del punteggio e infine senza approvazione della graduatoria da parte della Giunta Municipale”; assunzioni senM.P. >CONTINUA A PAG. 2 L a notizia, a Riposto, circolava già da tempo ma adesso è diventata realtà. Infatti, sono stati notificati 3 avvisi di conclusione indagine per l’accusa di tentata estorsione in concorso. I provvedimenti, a firma del Pm Agata Santonocito, hanno raggiunto gli attuali consiglieri comunali Biagio Daidone e Antonino Virgitto e l’ex deputato regionale Antonino Amendolia che sono difesi dall’avv. Iofrida e dall’avv. Peluso. Vittima del reato contestato sarebbe l’attuale vicesindaco di Riposto, Gianfranco Pappalardo Fiumara. I fatti risalgono al lu- glio 2013 e le indagini, sulla scorta anche di registrazioni audio, sono partire nel gennaio scorso e condotte dalla Guardia di Finanza di Riposto, su delega della Procura di Catania. Il primo intervento ufficiale sulla vicenda è arrivato da un comunicato del vice sindaco Pappalardo Fiumara. In una nota afferma: “In riferimento alla notifica dei tre avvisi di conclusione indagini a carico dei consiglieri Biagio Daidone, Nino Virgitto e dell’ex deputato regionale Nino Amendolia e alle motivazioni in esse contenute ho ben poco da aggiungere; ho piena fiducia nella giustizia e soprattutto ho fiducia che anche a Riposto si cambi rotta. La politica è una cosa seria e i cittadini devono fare scelte che contribuiscano a dare moralità, a dire no al malaffare e a dare una mano ai giudici e alle forze dell’ordine per poter essere un presidio di legalità per tutti, denunziando ogni tentativo di corruzione e pretendere che chi gestisce la cosa pubblica e chi li rappresenta non abbia a perpetrare ricatti di qualsiasi forma, approfittando del ruolo e della politica al fine di arricchimenti personali. Sulla vicenda specifica mi astengo da ogni commento, speriamo di avere al più presto una sentenza che condanni i fatti delittuosi di cui sono stato oggetto; certamente ho vissuto con apprensione e disagio questi mesi ma la mia decisione di denunziare i fatti alla magistratura mi hanno dato speranza e fiducia. Nella vicenda ho avuto la piena solidarietà del Sindaco Enzo Caragliano che mi è stato vicino: in lui ho riposto la mia fiducia perché egli come Primo cittadino ha preso un impegno con gli elettori all’insegna della onestà e della trasparenza. E questo è un segnale forte che viene dato ai cittadini di Riposto. Ringrazio i miei genitori, la mia famiglia. Senza di loro non ce l’ avrei proprio fatta!”. A queste affermazioni ha subito replicato un intervento del difensore di Daidone e Virgitto, avv. Enzo Iofrida: “Da una prima lettura delle dichiarazioni rese dalla presunta persona offesa, dalla lettura delle registrazioni effettuate dalla medesima (registrazioni incomplete e parziali non apprezzabili nella loro Corrado Petralia >CONTINUA A PAG. 2 Nulla dies sine linea! “N ulla dies sine linea”, sì, “Nessun giorno senza una linea”: un motto, diffuso già nel Medioevo (Walther 18899) e tuttora usato per dire – giovane premier Matteo Renzi – che bisogna esercitarsi con continuità, costanza e forza di volontà. Proprio così, come si può facilmente desumere dal romanzo autobiografico “Ricordanze della mia vita” dello scrittore e patriota napoletano Luigi Settembrini, membro della Giovine Italia, il quale, per la sua attività antiborbonica, dovette scontare tre anni di carcere dal 1839 al 1842. E non solo questo, dal momento che, costretto a fuggire a Malta dopo la pubblicazione anonima della “Protesta del popolo delle Due Sicilie” (1847), tornò in Italia per partecipare ai Moti del ’48, per essere poi coinvolto nella repressione e condannato alla pena capitale (1851), poi commutata in ergastolo. Una vicenda umana, quella del Settembrini, assai dolorosa e triste, che ci ricorda ancora altri avvenimenti. E infatti, dopo aver evitato, grazie all’intervento del figlio, la deportazione in Argentina, dovette comunque fuggire in Gran Bretagna (1859), da dove ritornò in Italia dopo il 1860, per essere poi, nel 1872, eletto senatore. Proprio così, una vicenda umana che resta negli annali della storia d’Italia come uno degli esempi più alti di impegno civile, al quale tutti noi, e in primis quanti vengono chiamati a gestire cariche pubbliche, a qualsivoglia livello, dovrebbero guardare per assimilarne impegno, costanza e forza di volontà. E non solo la classe politica, ma anche quanti vivono a carico della pubblica amministrazione: burocrati e dirigenti per primi, sparsi lungo le complesse e variegate pieghe della res publica. Tutto questo per dirti, giovane premier Matteo Renzi, che il Paese Italia ha bisogno, sì, urgente bisogno di una svolta storica, cosa oggi a te possibile dato il tuo grande successo alle ultime elezioni europee. Un successo che oggi ti consente di affrontare qualsivoglia problema e di risolverlo nel tempo più breve, a cominciare dal taglio della spesa pubblica, a cominciare dai tanti, molti, innumerevoli privilegi della “casta politica”, la quale, senza scrupolo alcuno, non ha fatto altro, dal secondo dopoguerra ad oggi, che accumulare ricchezze, rubando a più non posso a spese della cosiddetta gente comune, riducendola piano pianino alla povertà più nera, così come è facile a tutti noi riscontare dando anche un fuggevole sguardo alle giornaliere statistiche che a noi vengono offerte, ripetutamente, dagli organi di informazione. Organi di stampa che ripetutamente, giorno dopo giorno, ci informano a più non posso che la disoccupazione nel Paese Italia non fa altro che aumentare sempre più. E tutto ciò mentre nuovi scandali vengono alla luce: dopo quello dell’Expo 2015, si scopre ora quello legato ai lavori del Mose, sistema realizzato per difendere Venezia e l’intero territorio lagunare dalle acque alte. Scandalo dove è coinvolta non solo la classe politica, i soliti tecnici e funzionari della pubblica amministrazione, ma anche diversi magistrati: ladroni imbiancati che meritano non solo di “essere presi a calci”, giovane premier Matteo Renzi, ma di perdere, sì, tutto ciò che è in loro possesso. Vergogna rincorra tutti loro per l’intera vita. “Ladroni senza cuore” che non sanno guardare a quanti oggi sono costretti a vivere nella miseria più nera. Eia ergo, giovane premier, vai avanti: “Magnis itineribus”! >CONTINUA A PAG. 2 2 > S E T T I M A N A L E IDG N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014 giarre di Giarre Giarre, aria di trionfalismo È Per l’approvazione del Consuntivo 2013 il sindaco Bonaccorsi parla di importanti obiettivi raggiunti stato approvato lunedì 9 giugno il bilancio consuntivo 2013 del Comune di Giarre, con l’obiettivo del risanamento, reso ancora più urgente per l’Amministrazione Bonaccorsi già all’indomani del suo insediamento, a metà del 2013. Le prime dichiarazioni del Primo cittadino Bonaccorsi sono improntate ad un trionfalismo che ben poco ha di moderato: «Abbiamo avuto a disposizione pochi mesi per lavorare al risanamento, ciononostante sono stati raggiunti importanti obiettivi: il Comune di Giarre non è più un “Ente strutturalmente deficitario”; il Comune di Giarre ha rispettato i parametri del “Patto di stabilità”». Ma vediamo quali sono state le strade imboccate dall’Amministrazione comunale per arrivare al documento contabile finale. Sulle “spese amministratori”, è stata ridotta l’indennità del 30 %; nelle “spese provveditorato, economali, istituzionali, di amministrazione generale”, sono state abbattute le spese di cancelleria, degli autoveicoli diversi da autovetture, di riscaldamento, di telefonia mobile, con l’eliminazione dei “telefonini” in utilizzo alla Giunta ed ai Consiglieri comunali. Nell’ambito delle “spese telefonia fissa e rete informatica”, sono stati risparmiati 422.865,00 euro l’anno, con la disattivazione di tutti i servizi non indispensabili, tra cui il contratto relativo al noleggio applicativo Softecno, al noleggio Applicativo Web e al noleggio servizi applicativi non standard, il cui valore ammontava ad Euro 70.477,50 bimestrale. Per la “Pubblica Illuminazione” si sostenevano oneri finanziari pari a circa 210.000,00 euro annui, è stata razionalizzata la gestione e dismesso contratto Enel Sole per circa un migliaio di punti luce. Per le “Spese Contenzioso e Patrocinio Legale”, sono stati risparmiati fino a 540mila euro l’anno, grazie alla definizione di un collegio di difesa che, per poco più di 800 euro pp al mese, si occuperà della difesa del Comune. Il team costerà all’Ente 60.000 euro, una cifra notevolmente inferiore a quella sostenuta negli scorsi anni quando, per gli incarichi legali, si arrivava a spendere fino a 600mila euro l’anno. È stato anche ridotto di 166.128,02 euro il disavanzo di amministrazione, con l’anticipo di un anno rispetto alla scansione temporale prevista nel piano di risanamento. Il disavanzo di amministrazione registrato nel rendiconto della gestione 2012, pari ad € 4.844.260,90, è stato ridotto di € 166.128,02, con un risultato finale di € 4.678.132,88. Significa che, al lordo dei fondi vincolati, pari ad € 721.353,57, la ridu- zione del predetto disavanzo ammonta ad € 887.481,59. Nella “Gestione di competenza” si sono registrate entrate superiori alle spese di € 1.409.639,10. Nel 2012, invece, le spese furono superiori alle entrate di € 1.738.948,20. È stato anche ridotto di € 2.033.008,52 il ricorso all’anticipazione di cassa. Ricordiamo che l’anticipazione di cassa è lo strumento tramite cui si fronteggia lo sfasamento temporale che può verificarsi nei flussi delle spese rispetto a quello delle entrate. Nel 2013, il ricorso all’anticipazione di cassa è diminuito, rispetto all’esercizio finanziario 2012, da € 3.893.707,31, ad € 1.860.698,79. Adesso, tocca alle forze politiche valutare questi dati ed offrire le proprie riflessioni. Corrado Petralia Donna, altruismo è generosità La presentazione del libro di Laura Efrikian diventa occasione per conoscere l’impegno umanitario della “fidanzata d’italia” L aura Efrikian è stata ospite del prestigioso “Salone degli Specchi” del Palazzo di Città di Giarre, lo scorso 6 Giugno. L’incontro è nato in occasione della presentazione del suo nuovo libro dal titolo “La vita non ha età”, opera che comprende due passate pubblicazioni: “Come l’olmo e l’edera” dedicata alla prima parte della sua vita, e “L’altra metà”, che racconta gli anni dal della separazione con Gianni Morandi fino al progetto per l’Africa. I tre volumi sono editi da MGC EDIZIONI. La serata si è svolta alla presenza del Consigliere comunale Tania Spitaleri e dell’Assessore comunale Antonino Raciti. Laura Efrikian, oltre che scrittrice, è attrice e presentatrice TV, la ricordiamo protagonista di due importanti sceneggiati televisivi, “La cittadella” e “David Copperfield”, entrambi sotto la direzione di Anton Giulio Majano. Nel 1961, condusse Canzonissima e, nel 1962, presentò con Renato Tagliani e Vicky Ludovisi il Festival di Sanremo. La “Fidanzata d’Italia” è stata, tra l’altro, la prima moglie di Gianni Morandi, dal quale ha avuto due figli, Marianna e Marco. La Efrikian, oggi, è molto attiva su due fronti: essendo un’armena di terza generazione, si batte per il riconoscimento, da parte della Turchia, del genocidio che nei primi del ’900 ha interessato il popolo armeno; inoltre, è molto presente in Kenya, dove ha adottato alcune famiglie donando loro sussidi per acqua, cibo e istruzione. Per quest’ultima causa nasce la raccolta fondi “Laura ForAfrica” che si occupa, appunto, di portare aiuti alla popolazione africana. Anche a Giarre, dopo la presentazione del libro, è stato istituito un banchetto per la raccolta presso il quale i cittadini giarresi hanno dimostrato la loro generosità con il loro personale contributo. La serata è stata organizzata con l’aiuto di alcune fan storiche giarresi di Laura Efrikian, capitanate da Maria Indelicato, che non hanno mai abbandonato il loro idolo, seguendone sino ad oggi la storia, e che con passione e dedizione hanno organizzato, oltre all’incontro giarrese, un piccolo tour in varie librerie delle province siciliane, per fare conoscere la Efrikian anche alle nuove generazioni, come esempio di donna dello spettacolo, ma soprattutto come donna generosa e altruista. Roberta Musumeci La ricchezza dei nuovi talenti Firenze ha battezzato e “consacrato” la giarrese Maria Privitera artista fra i grandi geni pittorici europei. Ne hanno discusso nella città di Dante gli esperti dell’università delle Nazioni Unite contestualmente all’evento “Satoyama Initiative European Regional Workshop In Florence” N el prestigioso Palazzo Coppini di Firenze – “Centro Studi e Incontri Internazionali” - si è svolta, nei giorni 26/27/28 maggio scorsi, la mostra virtuale di pittura “Natura” dell’artista giarrese Maria Privitera, laureanda alla facoltà di Giurisprudenza di Catania. La mostra si è aperta in contemporanea ai tre giorni di workshop fra Palazzo Coppini e l’Auditorium al Duomo di Firenze, dove, gli esperti dell’Università delle Nazioni Unite hanno discusso circa la tematica della rivitalizzazione dei paesaggi produttivi in Europa, in collaborazione con la “Satoyama Iniziative”, con l’Ipsi (partenariato composto da 155 organizzazioni che lavorano insieme per realizzare società in armonia con la natura), con la Fondazione “Romualdo Del Bianco” e il suo Istituto Internazionale “Life Beyond Tourism”. Visibili per l’occasione, e in omaggio alla natura, le immagini dell’artista siciliana Maria Privitera che, con le sue opere pittoriche ispirate alla sua terra, ha suscitato la sentita partecipazione degli ospiti del workshop. Unitamente alla proiezione dei quadri (prima mostra virtuale a Palazzo Coppini), la pittrice – poetessa ha anche trasmesso i suoi pensieri attraverso alcune poesie che sono state proiettate nel cor- so della tematica della mostra, sia in lingua italiana che in lingua inglese. La traduzione delle poesie in lingua inglese è stata curata dalla dott.ssa Anna Maria Betti, membro FidapaBPW che affianca la Fondazione ed il suo Istituto per contribuire allo sviluppo delle relazioni per il dialogo tra le culture e la pace nel mondo. I dipinti e le poesie di Maria Privitera sono stati molto apprezzati, non solo dagli ospiti stranieri coinvolti dal convegno che si è svolto a Firenze (la prima volta in Europa), ma anche dalla cittadinanza fiorentina, dalla Fidapa sez. Firenze, dai passanti e dai turisti ai quali l’artista ha voluto rilasciare copia delle sue poesie che sono state anche sentitamente recitate da alcuni partecipanti. Durante la mostra l’artista è stata intervistata a Palazzo Coppini dal giornalista Fabrizio Borghini, esperto d’incontri d’arte, che ha apprezzato e valorizzato il messaggio che l’autrice ha voluto trasmettere attraverso le sue immagini e le sue poesie. Maria Privitera esprime nelle sue poesie, una dedica all’incanto della natura, “tutta la natura riaccende colori e movimento, raccolta nell’equilibrio misterioso della sua essenza, dinanzi alla quale ogni presenza acquisisce bellezza e riconoscenza”. Un messaggio dunque di attenzione e rispetto verso “Madre Natura” che dona instancabilmente bellezza, vita e sostentamento, dinanzi alla quale la mano dell’uomo si pone, purtroppo, in modo devastante e pretenziosa e che dovrebbe invece donare, secondo l’autrice, rispetto, equilibrio e amorevole condivisione. Durante la sessione plenaria svoltasi presso l’Auditorium al Duomo di Firenze, il presidente, dott. Paolo Del Bianco, alla presenza di oltre 67 rappresentanti dei Paesi dell’Est, ha presentato l’artista, la quale, a sua volta, ha voluto ringraziare la Fondazione “Romualdo Del Bianco” e la “Fidapa- BPW” omag- giandole con le sue opere artistiche “Verso l’infinito” e “Il risveglio della natura”, entrambe raffiguranti tramonti e albe dove gli elementi - il fiore del ciliegio e le farfalle - hanno simboleggiato ancora una volta il messaggio della pittrice. Il suo possente messaggio così si esprime: “come il fiore e la farfalla hanno un ciclo vitale di nascita, splendore e ritorno alla terra, anche l’uomo nel suo ciclo di vita, volge verso l’infinito per ricongiungersi al luogo da dove ogni forma di vita proviene. Vita avvolta nell’eterno amore di madre natura, fonte di ristoro e di nutrimento e per questo meritevole di essere amata e rispettata”. L’evento è stato e lo è tutt’ora visibile con la community del portale Life Beyond Tourism finalizzato a valorizzare il dialogo tra le culture nel mondo. La mostra è stata promossa dalla Fondazione “Romualdo Del Bianco”, dall’Istituto Internazionale “Life Beyond Tourism” e dalla “FIDAPA – BPW” Sez.di Taormina con a capo la presidente Hanne Salsa Simonsen e dalla sez. di Giarre-Riposto presieduta dalla Prof.ssa Maria Rosa Tedesco di cui la giovane Maria Privitera è socia stimata. Lucia Brischetto da pag. 1 - Mascali, terremoto giudiziario za requisiti; rimborso non dovuto di spese legali. Un elenco lungo che contiene il castello accusatorio proposto dai Pubblici ministeri Alessia Natale e Antonella Barrera. Tra i nomi di spicco figurano anche gli ex assessori Agostino Mondello e Giuseppe Barbarino, il responsabile dell’ufo staff del sindaco Santi Moschetti, il dirigente comunale Claudio Brischetto. E ancora numerosi tecnici, tra cui l’ing. Francesco Ruello, ing. Alfio Musumeci e il geom. Giuseppe La Rosa. Tra gli indagati c’è anche il notaio Sebastiano Micali. M.P. da pag. 1 - Riposto, un’autentica bomba interezza), non mi pare che vi siano elementi dai quali desumere responsabilità penali a carico dei miei assistiti. Rilevo inoltre alcune stranezze in tutta la vicenda. Per esempio, mi chiedo come mai tali fatti, che se realizzati sarebbero certamente gravi, non siano stati denunciati subito, ma a distanza di 8 mesi. La Procura avrebbe certamente disposto delle intercettazioni che oggi avrebbero fornito risultati quantomeno più oggettivi e garantiti, rispetto a delle registrazioni effettuate da un soggetto che sa di registrare e può ipoteticamente condurre il dialogo ed iniziarlo o interromperlo a proprio piacimento. In ogni caso, non rinvengo in atti alcuna richiesta estorsiva; nessuna violenza o minaccia neppure velata, elementi questi necessari a qualificare il reato di tentata estorsione ed, infine, mi chiedo e non comprendo, che senso avrebbe avuto chiedere del denaro ad un assessore in cambio di una non pressante opposizione. Fare attività politica in modo libero non può essere intesa come la minaccia di un male ingiusto. Confidiamo anche noi come l’assessore, presunta persona offesa, nella Giustizia. Giustizia che a questo punto farà il proprio corso accertando se e cosa realmente sia accaduto e chi sia o siano gli eventuali responsabili”. Come si evince, una vicenda che, inevitabilmente, farà sentire i suoi effetti e le sue pressioni anche all’interno del Consiglio comunale. Il Civico consesso, infatti, vede il sindaco Caragliano impegnato in un’opera di “illustrazione” della bontà delle sue scelte politiche, così da poter tornare ad avere una maggioranza consiliare effettiva. Per il momento, ad essere stata “folgorata” dalla bontà di programmi ed intenzioni amministrative è stata la consigliera Paola Emanuele, quota Megafono. Ma non è escluso che le sirene ammaliatrici non siano pronte ad accalappiare qualche altro novello Ulisse… Corrado Petralia Aurora Aurora tanto attesa ed agognata inondami! dammi una rossa alba di luce pervasa non brume, non fosche nuvolaglie ma un sole di rosso scarlatto che ci accompagni per il lungo percorso. No, non ti nascondere sole al tramonto! soffermati a lungo e alto nel cielo. Rigenera, riscalda questo vetero e stanco mondo, risollevalo dal buio squallido e profondo mille, mille e mille ancora di queste aurore e di albe che illuminano il cielo d’amore. 1/6/2014 Rosario Pistorio > S E T T I M A N A L E IDG di Giarre Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant’Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n. 18 - 95014 Giarre (CT) Tel. 095/9895138 - Fax 095/9895036 Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione 16-12-1994 Registro Naz. della Stampa N. 6419 del 1996 e-mail: [email protected] Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel. 095 931661 - Fax 095 7799108 Abbonam. Soci: € 5,20 Ordinario: € 48,00 Sostenitore: € 258,00 C/C Postale N. 18201954 L’importo dell’abbonamento è detraibile dal reddito Pubblicità: Manchettes di testata € 130,00 cad., pubblicità modulo (44x36 mm.) € 41,40; commerciale, culle, nozze, ecc. € 2,00 mm.; sentenze e legali € 2,50; redazionali € 1,50 mm.; necrologi € 0,25 a parola nome in neretto e titoli € 1,50 a parola, croce € 8,00; pubblicità a colori +35%; posizione di rigore +10%; pubblicità politico € 2,50 mm. I.V.A. 20% esclusa. Il giornale si riserva in ogni caso il diritto di rifiutare qualsiasi inserzione. 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Costei è appartenente a una famiglia nobile di Salerno fra le più cospicue; è vissuta al tempo dell’ultimo principe longobardo di Salerno, Gisulfo II (dal 1058 al 1075), e prima dell’arrivo di Costantino l’Africano; vissuta operativamente nell’esercizio della professione della medicina, della chirurgia nella seconda metà del sec. XI. Compiuti gli studi primari e secondari, del trivio e del quadrivio, ha proseguito in quelli superiori proprio nello “Studium Salerni”, la ”Hippocratica Civitas Studium Salerni”, definita comunemente dagli storici “scuola medica di Salerno”, la cui secolare tradizione s’innesta in quella delle scuole cristiane. In detto Studium consegue il diploma di laurea in medicina, in chirurgia; e in esso è nominata subito a insegnare medicina con specializzazione, in ostetricia e in ginecologia, in urologia. La sua rinomanza è conosciuta in tutta l’Europa a tal punto che è chiamata a Parigi per insegnare medicina. Qui, il dettaglio storico. Da tutta l’Europa, si spostavano a Salerno per studiare medicina, per conseguire il grado accademico che ha valenza europeo “urbem et orbem”. Vi pervengono anche per farsi curare. In quel tempo, sec. XI, in quello scenario sanitario salernitano, per l’esercizio e l’insegnamento universitario dell’arte medica (dentro apposito palazzo), fa da caposcuola Guarimpoto, cassinese, il più illustre medico e docente di quel tempo (dal 1020 al 1050), seguito da un altro caposcuola, da Pietro, o Petrocello (fiorito nel 1035), chierico e medico, autore del manuale Practica Petrocelli Salernitani. Altri “lettori” sono presenti e fanno parte dell’equipe, rappresentanti la scuola di medicina e della dottrina medica salernitana, questa ancora priva di arabismi. La Trotula ha ricevuto gl’insegnamenti nella medicina da costoro e dai docenti, dai “lettori” allora presenti nello Studio. Le date nel testo e nel diagramma sono in- dicative della loro attività didattica. A quel tempo, vi sono a Salerno anche alcune presenze siciliane, che possono essere riscontrate nell’archivio del monastero Trinità della Cava. È presente Pietro, siciliano e medico, fiorito negli anni 1054-1075, di conclamata rinomanza, vissuto al tempo del principe longobardo della città, Gisulfo II, del quale è stato medico e ne ha ricevuto molti cospicui doni. Per mezzo di un diploma rogato nel 1102, al tempo del conte Ruggero II, di Sicilia e di Calabria, unitamente alla madre Adelasia, rileviamo la citazione di Pietro Medico Siculo del genitore Scolario (Messina). Mentre in un altro diploma, al tempo di Guglielmo Duca di Puglia, è citato Giovanni, figlio di tale Pietro Medico Siculo (nella precedente citazione) e con questo diploma gli sono confermati metà dei beni. Aggiungiamo, inoltre, Giovanni medico figlio di Costantino Siciliano, per un diploma del 1103 al tempo di Ruggero duca (discendente di Roberto il Guiscardo) per un passaggio di proprietà di un viridario (impianto di giardino anche per l’uso della materia medica) a favore del detto Giovanni Medico. Il manuale derenziano non dà chiarimenti, mentre noi rileviamo che il citato Scolario va rivisitato; se è lo stesso Scolarios da Messina, membro della famiglia Graffeo, qui personaggio emergente con molti possedimenti in Sicilia e in Calabria, vissuto nella seconda metà del sec. XI, fondatore di cenobi, dopo papas, egumeno basiliano, nominato cappellano del palazzo di Corte del normanno conte Ruggero I a Reggio Calabria. Questo personaggio storico disimpegna, in effetti, il mandato politico del detto conte che operava il processo di ricristianizzazione della Sicilia, smussando e sedando l’animosità del clero e della popolazione greca contro il conte, mandato eseguito con grande incisività e lieto successo. Il terzo figlio di Scolarios ha proprio il nome Pietro. Ritorniamo alla nostra Trotula e al detto Studium. Qui, si insegnava teologia, medicina, chirurgia, filosofia (retorica), diritto, lettere, fisica. Non possiamo lasciare dette affermazioni in aria. Qui, gli studi settoriali di medicina e chirurgia duravano cinque anni, più l’esecuzione di un’autopsia; a questo corso erano propedeutici tre anni di studi di filosofia. Dopo, si potevano sostenere gli esami per il conseguimento della laurea e della patente. A quel tempo, i Principi normanni ritraevano da quello Studium salernitano i medici per la loro Curia; e nei testi storici, nei documenti, si rinvengono citazioni di cancellieri medici, di notari medici. Detta donna-medico è autrice di numerosi trattati, testi, allora scritti e copiati a mano, che vengono usati e diffusi in Europa, dove vi sono centri di studio della medicina. Noi ne citiamo alcuni, mentre rileviamo che il contenuto dei suoi libri è riversato, con trascrizione e citazione, nei trattati dei “lettori” salernitani successivi. Il pensiero medico-chirurgico di Trotula costituisce autorità di dottrina, da riportare sui manuali per parecchio tempo dopo la sua scomparsa. Infatti, costei lascia ai posteri insegnamenti innovatori e pratici con la sua operatività chirurgica; è ideatrice proprio dell’applicazione, per la prima volta, dei punti di sutura sulle donne nel post-partum. La sua presenza nello “Studium Salerni” nella qualità di donna-“lettrice” non è isolata, vi sì pratica una condizione al femminile di “par condicio ante litteram”, a fianco e in parità con gli uomini. Altre dottoresse sono presenti in questo ateneo salernitano e vi esercitano la “lectio”; nel proseguire nel ricordo degli eventi storici rileggiamo Rebecca Guarna, Abella, Mercuriade, Costanza Calenda, per fare alcune citazioni, mentre altre donne seguiranno su questa scia. In questa struttura di insegnamento superiore rileviamo che a Salerno nel sec. XI vi è un clima culturale in sviluppo, in effervescenza, al quale hanno dato il loro contributo le donne. È una struttura universitaria dotata di una propria attività ambulatoriale, con un sistema di ospedaliz- zazione affiancata all’università, nel quale è possibile posizionare e tenere in osservazione, i pazienti per stabilire le terapie più adatte alla cura delle varie patologie. Vi è l’addestramento alla cura infirmorum nelle aule d’insegnamento dello Studium e nelle corsie dell’ospedale, da parte dei “lettori” sia per gli studenti, sia per gli infermieri. Pertanto, vi è contiguità fra la scuola teorica per apprendere i presupposti dottrinari, per gli studentiaspiranti medici, e scuola pratica per quelli e per gli infermieri, il personale paramedico. Salerno, in età tardo medievale, ha ben cinque ospedali. In questo ambiente di studio, di insegnamento, di esercizio pratico della medicina, della chirurgia, le donne-medico sono passate, hanno sottolineato quanto questa scienza meridionale abbia saputo debellare i limiti del volubile, del piacevole, anche perché rinomata è stata la bellezza delle donne salernitane, per dare spazio all’impegno culturale delle donne che vi si sono dedicate con professionalità. Va rilevato il dato storico che a Salerno le donne preferivano essere visitate dalle donne-medico, gli uomini dal medico-uomo. Sic! Non vi è alcunché da meravigliarsi. Bisogna rifarsi all’ordinamento giuridico protempore vigente. A Salerno, vi erano donne che studiavano medicina, chirurgia, in forza degli ordinamenti civili, degli usi e dei costumi del popolo, che allora questi ultimi avevano valore di legge; e sono condizioni di vita culturale e sociale già consolidate al tempo. Il tema delle donne-medico nella qualità di docenti pone il tema delle mulieres salernitanae; fra queste hanno rilevanza anche le infermiere (come sopra riportato). Si tratta delle rappresentanti delle famiglie nobili della città che vanno a scuola per apprendere, oltre alla preparazione culturale generale, per acquisire specifiche preparazioni di attività infermieristica, importante e preziosa qualificazione, specialmente quando la città è sotto assedio da parte di truppe nemiche, al fine di dare tempestiva assistenza sulle ferite causate dalle frecce avvelenate. Lo Studium, la “Schola Salerni”, è rinomata in tutta l’Europa per la presenza in essa di docenti altamente specializzati nell’insegnamento della preparazione dei veleni e dei contro veleni, l’antidotarium (anche per le morsicature da parte degli animali velenosi). (fine prima parte). Tonio Troina L’elisir di lunga vita L’olio di oliva è davvero così miracoloso? Guardando a tutte le sue proprietà ed ai suoi molteplici usi sembrerebbe proprio di sì F in dall’antichità, l’olio di oliva era un elemento base per la preparazione di impacchi e balsami contro le ustioni, le ulcere, il mal d’orecchio, era usato come purgante e per ammorbidire i calli. Conosciute anche le sue proprietà idratanti, era un miracoloso prodotto di bellezza. Come viene descritto nel papiro egiziano Ebers, di contenuto medico e scientifico, con l’olio di oliva veniva preparata una ricetta contro le rughe, insieme al latte e con grani d’ incenso, cera e bacche di cipresso finemente tritati. Il tutto veniva amalgamato e questo trattamento di bellezza doveva essere fatto per 6 giorni consecutivi. L’olio di oliva veniva usato, soprattutto, dai greci come unguento per rilassare i muscoli degli atleti, oppure, dai romani, come idratante dopo le sedute termali. Anche ai giorni nostri sono riconosciute e convalidate molte proprietà all’olio di oliva, soprattutto a quello extravergine. Infatti, i grassi sono necessari al nostro organismo ma non tutti i grassi sono “buoni” per il nostro stesso organismo. In linea di massima, sono da preferire quelli vegetali a quelli animali, ma vi sono anche delle eccezioni, come la margarina. L’olio di oliva, essendo ricavato dalla spremitura del frutto e non da processi chimici, è sicuramente il migliore condimento per una dieta mirata, soprattutto, al mantenimento efficiente dei processi digestivi dell’intestino ed alla prevenzione di malattie cardiovascolari. Infatti, per la sua alta digeribilità, l’olio d’oliva aiuta il fegato e il pancreas ad intervenire correttamente nel metabolismo globale dei grassi e dei carboidrati, e contribuisce all’abbassamento del livello di LDL (“colesterolo cattivo”) nel sangue, senza rischiare di abbassare i livelli di HDL (“colesterolo buono”). Quest’ultimo, ripulisce le arterie, grazie all’azione degli acidi monoinsaturi come l’acido oleico, componente principale dell’olio di oliva ed essenziale per le strutture delle cellule del nostro organismo. L’olio di oliva svolge anche una importante azione antiossidante. Infatti, gli acidi grassi dei lipidi sono soggetti ad ossidazione e possono produrre radicali liberi che, per la loro natura reattiva, se presenti nel corpo umano, possono essere nocivi, tanto da promuovere malattie cardiovascolari e tumorali per non parlare dell’invecchiamento precoce. L’acido oleico è meno soggetto ad ossidazione e contiene molte sostanze antiossidanti, utili a contrastare l’attacco dei radicali liberi, come la vitamina E, i flavonoidi, i fenoli e i pigmenti pirrolici. Inoltre, prevenendo l’invecchiamento dell’organismo migliora la salute dello strato cutaneo e dei capelli, nutrendoli con sostanze che il nostro corpo non riesce a produrre da solo e favorendo l’assorbimento delle vitamine. Per questi motivi, l’olio è importante per la dieta degli anziani ma anche dei bambini, fin dallo svezzamen- to, perchè completa le pappe a base di cereali e carne con una piccola dose di grassi. L’olio extra vergine di oliva è assai utile nelle diete degli sportivi e delle donne durante la gravidanza, ai primi soprattutto per la alta digeribilità e nei secondi casi, principalmente, perchè favorisce uno sviluppo ottimale del sistema nervoso del nascituro. Comunque, gli oli di oliva vanno preferiti crudi perchè non subiscono alterazioni nella cottura e nella frittura, a differenza degli altri condimenti che formano composti tossici. È opportuno, comunque, usare degli accorgimenti, come non aggiungere sale e spezie agli alimenti durante e dopo la frittura, in quanto si accelererebbe l’alterazione degli oli. Evitare temperature che superino i 180° C, utilizzando friggitrici con termostato, e comunque controllare che non si imbrunisca troppo l’olio e si formi una schiuma abbondante. Inoltre, è da evitare di aggiungere olio a crudo dopo la frittura. Ma l’olio di oliva aiuta a ringiovanire e a mantenere il corpo più giovane non solo all’interno del nostro organismo, ma anche all’esterno, essendo un elemento base per la cosmetica. Oltre ai saponi e a gli oli da bagno, in grado di lenire la pelle ed ammorbidirla, si trovano in commercio oli da usare al posto di creme per il corpo. Questi oli possono essere completati dall’essenze di altre piante utili per determinati problemi, come migliorare la circolazione e calmare i dolori muscolari, grazie all’uso di olio ed estratti di rosmarino. Oppure, massaggiando il corpo con olio unito ad essenze ricavate dalla lavanda si può avere un’ azione calmante e rilassante. Questi sono solo alcuni esempi ma l’olio di oliva può essere utile anche usato in “ricette fai da te”. Immergendo le unghie in un contenitore con dell’olio di oliva si potranno ammorbidire le pellicine intorno e rimuoverle facilmente; con l’aggiunta di qualche goccia di limone si potrà rinforzare le unghie più fragili e portate a spezzarsi. Per rendere, invece, più lucenti e morbidi i capelli che si sono opacizzati si può mescolare a cinque cucchiai di olio di oliva, il succo di un limone e con questo composto massaggiare la cute della testa e poi lasciare riposare per circa mezz’ora, completando il tutto con il lavaggio, usando uno shampoo delicato. Gaetano Bonaventura onsilia di Urty Tagay Quoque tu, Brute, fili mi? Anche tu, Bruto, figlio mio? È la frase che Cesare avrebbe pronunciato le Idi di Marzo, cioè il 15 marzo del 44 a.C, vittima di una congiura cui parteciparono una sessantina di cospiratori, mentre veniva colpito da ventitré pugnalate da Marco Giunio Bruto e da Giunio Cassio all’ingresso della Curia, ai piedi della statua di Pompeo. Svetonio non conferma, scrivendo: «Etsi tradiderunt quidam Marco Bruto irruenti dixisse», benché da alcuni sia stato asserito che dicesse a Marco Bruto in greco quando questi lo assalì: «Anche tu, figliolo». Mentre, invece, Shakespeare nella tragedia “Giulio Cesare” (atto III, 1) fa dire al dittatore prima di morire: «Et tu, Brute?» (“Anche tu, Bruto?”). Da qui, dunque, il semplice “Tu quoque”, usato per significare il comportamento sorprendente di una persona, specialmente se si lascia trasportare da una moda giudicata deteriore. «Per quanti secoli a venire / – scrive Shakespeare in “Cesare deve morire” – / questa grandiosa scena verrà rivissuta / in paesi ancora da nascere / in idiomi ancora sconosciuti!». E in effetti, lungo i secoli, poche scene sono state rivissute come quella del “cesaricidio”. Congiura che egli avrebbe potuto evitare, dal momento che pochi giorni prima delle Idi di marzo, a Cesare era stato riferito che i cavalli da lui consacrati al dio del fiume Rubicone rifiutavano il cibo piangendo. E ancora, qualche giorno dopo, gli si riferiva che uno stormo di uccelli aveva fatto a pezzi un uccellino che volava verso il luogo dove egli sarebbe stato ucciso. Presagi, entrambi, che riflettevano una forte e tutt’altro che infondata sensazione di pericolo, a ben riflettere, alla luce di quel preciso momento storico di transito a Roma dalla repubblica alla dittatura. Le ragioni erano abbastanza chiare: e infatti, Cesare era ormai il solo e unico padrone di Roma. Fuor di dubbio alcuno, dal momento che proprio un mese prima di quel fatidico 15 marzo, e precisamente il 14 febbraio, gli era stata conferita la dittatura a vita, a seguito della quale anche molti, che nel passato lo avevano sostenuto, pensavano che con lui fosse finita la libertà repubblicana. Tra questi anche Cassio, alleato storico di Pompeo. E non solo, visto che alla congiura aveva aderito persino Decimo Giùnio Bruto, un uomo nato, si diceva, dalla lunga relazione di Cesare con Servilia, matrona romana figlia di Quinto Servilio Cepione e sorellastra di Catone Uticense, sposata, in prime nozze, a Marco Giùnio Bruto. Quel giorno, insomma, le ragioni per non recarsi in Senato non mancavano. Ma Cesare, malgrado fosse stato ripetutamente informato di quei due presagi, non era tipo da rinunciarvi. E così, senza pensare affatto a quanto gli era stato consigliato, volle lo stesso incamminarsi verso il Senato, venendo da lì a poco trafitto da ben ventitré pugnalate. Quando capì di non avere più speranze, non gli restò che coprirsi il volto, morendo come una vittima sacrificale. Le sue uniche, celebri parole sarebbero state: «Quoque tu, Brute, fili mi?». In futuro nasce sui banchi Taormina: quando la Scuola…abbraccia la “Musica e il Canto”, creando lavoro N ell’Istituto tecnico commerciale “XXIV Maggio 1915”- paritario della città di Taormina, la gestione, la presidenza ed il corpo docente hanno saputo, sapientemente, accorpare cultura, istruzione, musica e canto, offrendo lavoro che genera ricchezza. In un mondo che diventa sempre più piccolo perché mass media e aerei, annullando le distanze, avvicinano i popoli, in un mondo dove la globalizzazione ha reso sempre più agguerrita la competitività e, quindi, emergere diventa sempre più difficile, perché la concorrenza è sempre più spietata, ancora una volta la Scuola diventa strumento e mezzo per preparare giovani sempre più competitivi. L’istituto, nel suo Pof (Piano dell’Offerta Formativa), nella parte riguardante le attività extracurriculari, ha inserito un progetto canoro “Artista per Passione”, aperto a tutti i giovani del meridione che si esibiranno pubblicamente, tramite le tappe del Talent “Uno Voice”. Il Talent partirà il prossimo 20 giugno a Catanzaro e toccherà i capoluoghi ed i centri nevralgici della Calabria, della Puglia e della Sicilia, e si concluderà a Taormina, giorno 06 settembre. Il Progetto, sostenuto anche dall’associazione “Viver Meglio Club”, dà la possibilità ai giovani artisti di farsi conoscere nel campo della musica. Quattro giudici, già noti al grande pubblico, saranno impegnati nel talent: Alessandro Bentivoglio, istruttore vocale, responsabile casting “Festival di Castrocaro”, direttore Musicale “Il Cantagiro”, seminarista in tecnica specialistica di canto; Davide Papasidero, interprete, vincitore “Festival di Castrocaro 2013 ” e protagonista di “X Factor 5”; Francesca Pignatelli, interprete, musicista, vocal coach e protagonista di X Factor 5”; Tommaso Gavazzi, Interprete, arrangiatore e protagonista di “The Voice of Italy” edizione 2013. Alla finalissima i giovani talenti si esibiranno con una band dal vivo e il vincitore, che emergerà nel campo della melodia e della canzonettistica, sarà premiato con la realizzazione di un singolo, arrangiato da Nicco Valenti, autore di Giusy Ferreri, Emma Marrone, Annalisa, Davide Papasidero… e con la produzione di un videoclip. La partecipazione al progetto, nel rispetto allo spirito in cui è stato ideato, consentirà di ottenere crediti scolastici per quei giovani che frequentano la Scuola secondaria di secondo grado. Glia spiranti artisti che intendono partecipare al progetto canoro possono rivolgersi al prof. Domenico La Croce, info: 3208150803/3349243490, [email protected] Francesco Bottari 4 > S E T T I M A N A L E IDG acese N. 20 • Saba to 14 Giugno 2014 Acireale ha scelto Barbagallo Vittoria netta al ballottaggio contro lo sfidante Di Re, per il giovane ingegnere eletto ottantaduesimo Sindaco della città È il dott. ing.re Roberto Barbagallo, classe 1977, il neo sindaco di Acireale, risultato vincitore in queste Amministrative 20014 con ben 15.573 voti di preferenza, al ballottaggio dell’8 e 9 giugno scorsi. Per la cronaca aggiungiamo che l’ottantaduesimo sindaco della Città, dall’Unità d’Italia, coniugato con la gentile sig.ra Paola da meno di un anno, è un libero professionista e che, da ben cinque anni, svolge il ruolo (centrista) di consigliere comunale acese essendo stato nella precedente tornata elettorale il consigliere più votato grazie ai suoi 1.100 voti di preferenza! Il suo diretto avver- sario, il dott. ing.re Michele Di Re, ha ottenuto 8.930 voti di preferenza. Il neo sindaco Roberto Barbagallo (foto) ha ottenuto il successo sostenuto da quattro liste civiche: Democratici per Acireale, Cambiamo Acireale, Popolari per Acireale e Acireale Futura. A pomeriggio inoltrato del 9 giugno, verificata la sua elezione a Sindaco si è subito recato nella frazione acese di Aci Platani, suo luogo di origine e residenza, per un primo bagno di folla e successivamente in Città per un altro bagno di folla in piazza Duomo, e quindi l’appuntamento con il sindaco uscente, l’avv. Nino Ga- rozzo, per uno scambio di saluti. Alla fine dell’incontro, Garozzo, così ha concluso il suo saluto: “A Roberto Barbagallo, il nostro sindaco, auguriamo ogni fortuna”. E il neo sindaco Barbagallo a sua volta ha così concluso: “Un grazie di cuore a mia moglie Paola, per l’incoraggiamento e il sostegno ricevuto, e a tutti gli acesi che vogliono la rinascita di Acireale”. Della Giunta faranno parte: Nando Ardita, Francesco Fichera, Adele Chiara D’Anna, Adriana Finocchiaro e Saro Raneri. Dal Gazzettino gli auguri di un sereno e fattivo lavoro. Camillo De Martino In cucina con Dadra Mini arancini al finocchietto “A rancini” versus “arancine”… Sicilia orientale versus Sicilia occidentale… la questione è annosa, ma poco conta! Quello che mi interessa, a prescindere da come li possiate chiamare, è che proviate questi “agglomerati di riso” per poterne testare la “croccante croccantezza” esterna e la saporitissima e al contempo delicata, morbidezza interna… un “cuore” gustoso che profuma di Sicilia… Ingredienti per 20 arancinetti circa 200 di riso arborio 3 cucchiaiate di ricotta di pecora che ha riposato un giorno (in modo da aver tempo di perdere l’eccesso di siero) 1 uovo 50 gr di burro 2 cucchiai di pecorino grattugiato 3 cucchiai di grana grattugiato Sale q.b. Pepe nero appena macinato q.b. Un mazzetto di finocchietto fresco Pangrattato (non troppo sottile) circa 100 gr Farina 00 3 cucchiai Acqua q.b. Da fare con largo anticipo (se possibile il giorno prima): nettate il finocchietto, sciacquatelo abbondantemente sotto acqua corrente, lessatelo in abbondante acqua salata. Nella stessa acqua in cui avete lessato il finocchietto, portate il riso a cottura, non serve aggiungere nulla altro. Scolatelo e conditelo col burro, grana e pecorino. Mettete da parte e quando sarà a temperatura adeguata, passatelo in frigo. Sicily & Co. Via Novaluce, 38 Tremestieri Etneo (CT) www.favolesiciliane.it Almeno 3 ore prima di accingervi a friggere i vostri mini arancini, unite l’uovo, precedentemente sbattuto e salato, nella terrina che contiene il riso e mescolate bene; se risultasse poco, dipende dalle dimensioni dell’uovo stesso, sbattetene un altro e aggiungetelo a cucchiaiate finché il riso non sia ben condito. È questo il momento di aggiungere il finocchietto, lesso e tagliuzzato con una mezzaluna, e la ricotta. Amalgamante perfettamente i vari ingredienti col riso e cominciate a formare i mini arancini, grandi quanto una noce, non di più. Schiacciate il riso con le mani, pressate bene; finite il riso condito che avete a disposizione, formando tutti gli arancinetti e metteteli in frigo per almeno 1 ora, così si assesteranno ben bene. Sul piano di lavoro mettete una ciotolina con dentro la farina lavorata a pastella con sufficiente acqua (la pastella deve essere li- quida) e, in un piatto piano, il pangrattato. Trascorsa l’ora di riposo in frigo, passate gli arancinetti nella pastella, di modo che ne siano completamente ricoperti, ma ne serve un velo e non di più… dopo passateli nel pangrattato che aderirà perfettamente proprio grazie alla pastella. Quando tutti gli arancini saranno, finalmente, pronti… fiamma vivace, padella a bordi alti, capiente, olio di semi di arachide o extravergine d’oliva (non vi consiglio nulla altro per friggere) molto abbondante e via… tuffateli nell’olio che sfrigola! Dobbiamo essere sui 180° per una frittura ben asciutta e in totale immersione in olio, pochi pezzi per volta fino alla perfetta doratura. Quindi, con una schiumarola, adagiate i miniarancini su cartapaglia per eliminare l’eccesso di unto e via subito in tavola. di Giarre La scuola diventa condivisione Acireale: il saggio di fine anno delle classi terze elementari del 4° circolo didattico dell’Istituto comprensivo “G. Galilei” (plesso Ferretti) diventa il prologo per la manifestazione “A Nivarata - il rito della granita siciliana” L a classi terze elementari del 4° circolo didattico dell’Istituto comprensivo “G. Galilei” (plesso Ferretti) di Acireale hanno scelto lo splendido scenario della piazza del Duomo per realizzare il saggio di fine anno, che ha fatto anche da allegro prologo all’inizio della manifestazione “A Nivarata - il rito della granita siciliana”, giunto alla sua terza edizione. Settantacinque bambini delle quattro sezioni, coordinati da dieci insegnanti, hanno messo in scena uno spettacolo molto divertente, durante il quale i presenti hanno potuto apprezzare le coreografie di alcuni dei più famosi successi de “Lo Zecchino d’Oro” (44 gatti, Il caffè della Peppina, Il valzer del moscerino) e l’esibizione canora di Simone Cavallaro. Al termine, tutti i bambini si sono scatenati sulle note dell’ormai celebre canzone “Happy” di Pharell Williams. Le insegnanti hanno voluto, quest’anno, collegare il progetto, nato come attività interna all’istituto scolastico, all’ormai nota manifestazione gastronomico-culturale ‘A Nivarata che ha preso il via ad Acireale, per lanciare un segnale di condivisione e pieno appoggio a queste ed altre iniziative analoghe, che intendano rilanciare la nostra città, promuovendone e valorizzandone quelle risorse ancora inespresse. Le insegnanti Mirella Fresta e Pinella Santangelo, intervistate al termine della manifestazione, hanno sottolineato la preziosa collaborazione prestata dai genitori degli alunni, che hanno dato il loro contributo, innanzitutto condividendo le loro scelte didattiche e, successivamente, aiutandole anche nella creazione dei costumi. Impresa non semplice, considerati i tempi assai ristretti a disposizione per la realizzazione del progetto (poco più di un mese). Le insegnati hanno, inoltre, ringraziato, anche a nome delle colleghe, il dirigente scolastico, prof. Giuseppina Montella, per il supporto ricevuto ed il Comune di Acireale per aver concesso l’utilizzo della piazza e dell’impianto di amplificazione. Guido Leonardi S Il mio blog: http://lestortedidadra.blogspot.com/ Azienda Agricola “La Contea” Via Novaluce, 69 Tremestieri Etneo (Ct) www.cantinelacontea.it ogno di volare insieme a te Ti guardavo mentre una luce illuminava la tua pelle, splendevi come una stella. Anche quando mi allontano ti sento vicino, il tuo viso è dentro il mio cuore. La poesia mi fa sentire libero… sogno di volare insieme a te come gli uccelli. Vito Cutuli > S E T T I M A N A L E IDG attualità di Giarre N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014 La Rosa dei Venti Viabilità e topografia della Sicilia antica Una struttura tesa ad orientare, come potrebbe significare la sua denominazione, i diversi gruppi eversivi «È stato operato il tentativo forse più pericoloso che la destra reazionaria abbia tentato e portato avanti dalla Liberazione ad oggi… Questo tentativo disgregante, che è stato portato con una trama che aveva radici organizzative e finanziarie consistenti, che ha trovato delle solidarietà probabilmente non soltanto di ordine interno ma anche di ordine internazionale, questo tentativo non è finito; noi sappiamo in modo documentato che questo tentativo è ancora in corso». Questo grido di allarme veniva lanciato il 5 novembre 1972 da parte dell’on. Arnaldo Forlani (nella foto), allora segretario della Dc, in un pubblico comizio a La Spezia. Erano trascorsi due anni dal golpe Borghese e le parole del leader democristiano testimoniano il clima di trame eversive che perdurava nel paese. Dopo alcuni anni di omertà, tentativi di copertura e connivenze negli anni 1970-1974, le inchieste giudiziarie hanno portato in parte alla luce alcune organizzazioni con le relative operazioni che misero in atto manovre golpiste destabilizzanti. La Rosa dei Venti era stata costituita come struttura di collegamento fra diversi gruppi e movimenti: in essa si collegavano gruppi terroristici della destra extra parlamentare, associazioni d’arma create o rafforzate allo scopo di realizzare delle reti di sostegno ai militari, ufficiali dell’esercito inseriti nelle strutture di sicurezza, movimenti di opinione pubblica in favore dello Stato forte, gruppi di militari americani facenti parte delle strutture di sicurezza della Nato in Italia, e gruppi di massoni tra i quali alcuni della P2 (Alliata di Montereale, Edgardo Sogno), e altri facenti parte del vertice dell’obbedienza di Piazza del Gesù del Gran Maestro generale Giovanni Ghinazzi. Non è chiaro se la Rosa dei Venti fosse un’autonoma struttura tesa ad orientare (come potrebbe significare la sua denominazione), i diversi gruppi eversivi o se si trattasse di una specie di coordinamento di 20 diverse organizzazioni. Certo è che essa dipendeva o, comunque, si coordinava con una struttura interna al servizio segreto ufficiale, il cosiddetto Sid parallelo, ma non coincideva completamente con essa. Il più importante protagonista che testimoniò, Roberto Cavallaro, mise in rilievo come l’organizzazione della Rosa perseguisse, attraverso l’intermediazione di gruppi terroristici, finalità che non erano il colpo di Stato ma una strategia del disordine e del terrore che giustificasse un intervento volto a ristabilire l’ordine. Sulle deposizioni del Cavallaro fu apposto, dal presidente del Consiglio dell’epoca, Mariano Rumor, il segreto di Stato. Successivamente, in un’intervista del 17 ottobre 1974, Cavallaro affermava: «L’organizzazione esiste di per sé, ha una struttura legittima il cui scopo è di impedire turbative alle istituzioni. Quando queste turbative si diffondono nel paese (disordini, tensioni sindacali, violenze e così via), l’organizzazione si mette in moto per creare possibilità di stabilire l’ordine. È successo questo: che se le turbative non si verificavano, esse venivano create ad arte da “organizzazioni” attraverso tutti quegli organismi di estrema destra, ma anche di estrema sinistra, ora sotto processo nel quadro delle inchieste sulle cosiddette trame nere (Rosa dei Venti, Ordine Nero, la Fenice, il Mar di Fumagalli, i Giustizieri d’Italia e tanti altri)». Molteplici sono le testimonianze che affermano che le diverse manovre di quella stagione furono costruite su tre dimensioni: quella puramente operativa e strumentale, quella ufficiale e semiufficiale operante dentro le forze armate e i servizi segreti, e quella internazionale di collegamento con la Nato. Lo conferma il colonnello Amos Spiazzi, uno dei principali protagonisti imputati nei procedimenti del Sid parallelo e della Rosa dei Venti. Nella commissione d’inchiesta Spiazzi dichiarava di considerarsi per la prima volta sciolto dal vincolo della riservatezza in merito a materie coperte dal segreto militare e di Stato. Il colonnello, lungamente operante in posizione dirigente nell’Ufficio I (sicurezza e informazione) dell’esercito, affermava che nell’ambiente delle forze armate erano sempre esistiti due strumenti: «Un piano di emergenza interna e un (segretissimo) piano di sopravvivenza». Il primo strumento prevedeva la selezione di personale fedelissimo dell’esercito disponibile a partecipare ad operazioni delicate; il secondo entrava in funzione in caso di vacanza della presidenza della Repubblica, di conflitto elettorale con il diretto intervento dell’esercito e in caso di invasione esterna. Il piano di sopravvivenza prevedeva, secondo Spiazzi, anche l’intervento, accanto ai militari, di raggruppamenti fidati, indicati in particolari schedature, e agiva sostanzialmente come un organismo potenzialmente partigiano. Con la sua deposizione Spiazzi forniva informazioni e spiegazioni del significato più autentico, anche se più recondito, di tutte le varie operazioni messe in atto dal golpe Borghese in poi. Si voleva cioè provocare, attraverso il cosiddetto disordine spontaneo o innescato, l’attuazione di piani di intervento militari e paramilitari, sostanzialmente ufficiali anche se segreti, ma noti alle alte gerarchie militari e ai responsabili politici. Quelle manovre eversive e destabilizzanti, comunque, non possono essere circoscritte a una dimensione nazionale e politica, risultando abbondanti le tracce del collegamento internazionale con gli ambienti Nato. Alcuni dei principali imputati nei processi per eversione di quel periodo, il generale Francesco Nardella, ex capo del Movimento Nazionale Opinione Pubblica, e il colonnello Angelo Dominioni, avevano avuto la responsabilità dell’Ufficio guerra psicologica presso il comando Ftase (Forze Terrestri Alleate Sud Europa) della Nato: un ufficio dalle attività misteriose che sembra avere avuto tra i suoi compiti, in collegamento con la Cia, quello di studiare le varie attività psicologiche da usare in caso di colpi di Stato, guerre civili, sommosse, controguerriglia e anche di approfondire l’uso “scientifico della strategia della tensione”. Al di là dei tanti punti di collegamento fra settori delle forze armate e settori dei servizi segreti con le organizzazioni della Nato, sono le stesse fonti ufficiali che rivelano l’esistenza di questa dimensione internazionale propria dell’integrazione militare dell’Italia nella Nato. Interrogato dalla Corte di Assise di Roma, il 14 dicembre 1977, nell’ambito dell’istruttoria del Super Sid, il generale Miceli, alla domanda se esistesse, all’interno del Sid, una struttura parallela che si affiancasse a quella ufficiale con i suoi organismi occulti, rispose: «Vuole sapere se esiste un organismo segretissimo nell’ambito del Sid. Ho parlato delle dodici branche in cui si divide. Ognuna di esse ha come 5 “V appendici altri organismi, altre organizzazioni operative sempre con scopi istituzionali. C’è, ed è a conoscenza anche delle massime autorità dello Stato. Vista dall’esterno, da un profano, questa organizzazione può essere interpretata in senso non corretto, potrebbe apparire come qualcosa di estraneo alla linea ufficiale. Si tratta di un organismo inserito nell’ambito del Sid comunque svincolato dalla catena di ufficiali appartenenti al servizio I, che assolve compiti pienamente istituzionali, anche se si tratta di attività ben lontane dalla ricerca informativa. Se mi chiedete dettagli particolareggiati, dico: non posso rispondere. Chiedeteli alle massime autorità dello Stato, in modo che possa esservi un chiarimento definitivo». Più volte sollecitato, Miceli precisava che i ministri della Difesa dell’epoca, Tanassi, Restivo e Andreotti, erano perfettamente a conoscenza dell’organismo segretissimo. La P2 si collocava e operava in un ambito in cui si incrociavano e reagivano reciprocamente strutture segrete e parallele dei servizi, manovre eversive e golpiste, organismi speciali delle forze armate depositari di piani d’emergenza, velleità d’ordine, volontarie connivenze dei politici pronti a strumentalizzare le trame internazionali Nato. Sarebbe però errato attribuire alla Loggia, come tale, una funzione direttiva di tutta la strategia della tensione. L’organizzazione gelliana divenne, piuttosto, il crocevia dei gruppi militari e civili che tramavano talora come punto di incontro, talaltra come collegamento e coordinamento e qualche altra volta come centro di propulsione. (6. – “Mezzo secolo di intrecci” 2014) Salvatore Musumeci «Occorre conoscere il passato per dare risposte al futuro» (Giuseppe Casarrubea) iabilità e topografia della Sicilia antica”, vol. II, di Luigi Santagati, Edizioni Lusssografica, Caltanissetta 2013, è la seconda parte (autonoma) di un’opera dedicata all’argomento; il primo volume è ormai irreperibile in forma cartacea, ma è consultabile su internet, mentre il terzo aspetta ancora di essere pubblicato e riguarderà il tracciato delle Regie Trazzere. Questo che presentiamo è incentrato sulla Sicilia alto-medievale ed arabo-normanna, specialmente della seconda metà del XII secolo, vista con l’occhio di alIdrisi, il famoso geografo arabo, ed è corredata da un prezioso dizionario topografico della Sicilia medievale. Non solo, il lavoro di ricerca molto innovativo dell’architetto Santagati riguarda anche la Sicilia tardo-medievale, all’incirca dalla prima metà del XV secolo, quando risultò distrutto il sub strato di casali sparsi per tutta l’Isola durante il regno di Federico II di Svevia e dei suoi successori Angioini ed Aragonesi, e fino all’anarchia che ne seguì. Un capitolo dell’opera è dedicato alle fonti di conoscenza geografica arabo-normanna, con un’attenzione speciale ai geografi e agli storici, al famoso “Libro di Ruggero” di Al-Idrisi, che è come una guida turistica per visitare “il mondo”. Del libro vengono presentate e discusse le traduzioni, a cominciare da quella di Giovanni Battista Raimondi del 1592, di Bernardino Baldi del 1600 e quella in latino del 1619, pubblicata a Parigi. Seguono le trasposizioni più recenti di autorevoli studiosi e, di ciascuna, si mettono in luce i pregi e i difetti. Una parte dello studio è incentrata, altresì, sui documenti medievali più importanti, sulla Carta della Sicilia dell’inizio del secolo XI ritrovata alla fine del secolo scorso da Jeremy Johnson, professore dell’Università di Oxford e che è riprodotta in copertina: essa raffigura la Sicilia rivolta al Nord e, contrariamente alla solita maniera araba in cui le carte sono orientate verso il Sud, “presenta l’isola ridotta ad un rettangolo dai lati arrotondati con un incavo ed un cerchio nella parte superiore rappresentante la città di Palermo”. Nel medesimo capitolo vengono passati in rassegna i testi fondamentali distinguendo Archivistica, Storia e Bibliografia. Il capitolo II è dedicato alle divisioni amministrative e geografiche medievali, a cominciare da quelle religiose, con l’elencazione delle diocesi romano-bizantine e di quelle normanne e oltre. Per quanto riguarda gli aspetti amministrativi, si apprezza la rassegna sui “Valli” e i loro confini e sugli insediamenti abitativi. Il capitolo III, costituisce un unicum e passa in rassegna le concezioni matematiche arabe e le grandezze di misura. Finalmente, il capitolo IV affronta il tema di fondo che dà il titolo all’opera e la qualifica tra le più interessanti tra quelle pubblicate di recente. Infatti, offre una panoramica delle vie di comunicazione nel periodo arabo-normanno e medievale, dei ponti esistenti all’epoca di Idrisi e di quelli risalenti all’età greca, romana e normanna, delle permanenze e dell’utilizzo della rete stradale romana. Il dizionario topografico della Sicilia medievale, che costituisce il nucleo “forte” dell’opera, è davvero frutto di certosine ricerche, che mettono a disposizione degli studiosi e degli appassionati di storia la rassegna dei toponimi e le notizie più importanti su ciascun sito. Nulla viene trascurato e, in taluni casi, vengono messi in risalto ambiguità e dubbi. Al libro sono abbinate due utilissime tavole, realizzate dall’autore, sulla viabilità e la topografia medievale della Sicilia. Giovanni Vecchio Quando la Storia… diventa territorio A Sant’Alfio si rinnova la ricorrenza del VI anniversario del riconoscimento Unesco conferito al Castagno dei Cento Cavalli quale “Monumento messaggero di pace nel mondo” L a vetusta “Pianta” simbolo di Sant’Alfio, il Castagno per eccellenza, è stato riconosciuto, il 18 maggio 2008, dall’Unesco “Monumento Messaggero di pace nel mondo” per la seguente motivazione: ”Meta agognata in ogni tempo e rifugio di uomini e donne di qualsiasi condizione, uniti dal comune desiderio di ritrovare se stessi mediante il pacifico contatto con la natura…”. Ad aprire l’evento celebrativo è stato il sindaco Giuseppe Nicotra, il vice sindaco Rosario Tornabene, il presidente del Consiglio comunale Renato Finocchiaro, insieme alla presidente del Club Unesco di Acireale, Nellina Ardizzone. Apertura che è stata accompagnata dall’inaugurazione della mostra dei fumetti dal tema “La Castagna del sorriso”, giunta alla seconda edizione. La mostra è stata allestita nell’atrio del Palazzo comunale, le immagine sono state commentate da Fulvio Viesi, presidente dell’associazione “La Tutela dei Marroni”, di Castiglione di Brentonico nel Trentino, città gemellata con Sant’Alfio. Il gruppo dei visitatori ha raggiunto il Castagno dove è stata allestita un’altra esposizione di oggetti, realizzata dagli studenti del liceo artistico statale “Brunelleschi” di Acireale e dell’istituto d’arte “R. Guttuso” di Giarre, as- sieme ad una produzione di piccoli souvenir che rinnovano le antiche usanze e la tradizione del Castagno. Alcuni brani musicali eseguiti dagli studenti del Liceo classico “Amari” hanno accompagnato l’evento dell’inaugurazione di una targa ricordo, allocata sotto la chioma del Castagno e donata dai consiglieri di maggioranza di Sant’Alfio. La Presidente del Club Unesco di Acireale, Nellina Ardizzone, ha consegnato il Premio “Sant’Alfio Fonte di Pace 2014”, alla giornalista Viviana Mazza, inviata nei paesi in guerra del Mediterraneo per seguire storie di donne e di uomini afflitti dalle tragedie della guerra e della povertà, e all’artista delle croci di Lampedusa Franco Tuccio, impegnato a cogliere l’attenzione e dare il giusto valore alle migliaia di vite di migranti spezzate durante il viaggio in terra di fortuna. Ha concluso la ricorrenza dell’anniversario del Riconoscimento Unesco la celebrazione della santa messa con raccolta di fondi per l’ attività CoAction a favore delle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Haiyan. Il “Castagno Millenario” è stato cantato e descritto da numerosi viaggiatori e studiosi, soprattutto nel ‘700 e nell’ 800, con rituali e leggende. È diventata una pianta ricca di fascino, legata a quel mito che vuole che, in una notte burrascosa, una regina di nome Giovanna sia stata amata da cento cavalieri del suo seguito e che con lei avevano trovato rifugio sotto la chioma e negli anfratti del tronco del maestoso albero. Albero che, per tantissimi secoli, ha forgiato la storia della “Pianta” e del “territorio di Sant’ Alfio, oggi meta di visitatori di tutto il mondo”. Anna Fichera Agricoltura - Giardinaggio - Brico - Enologia - Ricambi GIARRE (CT) - Via Continella, 2 (angolo via Ruggero I) Tel. e Fax: +39 095 8730434 - Cell.: 366 4173715 email: [email protected] 6 > S E T T I M A N A L E IDG catania e provincia N. 20 • Sa bato 14 Gi ugno 2014 di Giarre Iniziano le grandi manovre? C Randazzo: la consigliera comunale Stefania Salanitri lascia il gruppo “Per Francesco Sgroi Sindaco” e si dichiara indipendente on una dichiarazione letta durante la seduta del consiglio comunale dello scorso giovedì 5 giugno, la consigliera comunale Stefania Salanitri, ha ufficializzato la sua uscita dal gruppo “Per Francesco Sgroi Sindaco”. “È trascorso un anno dalle elezioni e oggi ho maturato la decisione di lasciare il mio ex gruppo consiliare [adesso composto da Alfio Pillera e Carmelo Scalisi, ndr] per intraprendere una strada da indipendente – dichiara la consigliera Salanitri, che aggiunge –. Sono consapevole e certa di proseguire il mio percorso basato su principii solidi quali l’umiltà, la serietà, l’onestà e la lealtà nei confronti sia della cittadinanza, sia del consiglio comunale, sia del gruppo consigliare da cui provengo. Ho preso le distanze dal gruppo per una scelta personale, pertanto – conclude – d’ora in poi valuterò autonomamente le proposte di deliberazione che mi si presenteranno e come sempre voterò con scrupolo e attenzione per il bene della città”. Il capogruppo della lista “Per Francesco Sgroi Sindaco”, Alfio Pillera, dal canto suo, commenta così l’episodio: “Prendiamo atto della scelta della consigliera Salanitri e rispettiamo la sua decisione personale. Nonostante l’uscita dal gruppo della consigliera – continua Pillera –, la nostra opposizione sarà ferma e rigorosa poiché la situazione politico-am- ministrativa non promette nulla di buono per il futuro, il paventato cambiamento rispetto al passato propagandato in campagna elettorale dal sindaco Mangione non vi sarà, anzi appare chiaro a tutti che tra non molto avverrà la “restaurazione” del vecchio modo di fare politica”. Intanto, la situazione nel civico consesso rimane fluttuante e in continua evoluzione e il dibattito politico locale rimane sempre ancorato alla risoluzione dell’eventuale allargamento della maggioranza (che, attualmente, conta soltanto otto consiglieri su venti), necessaria per far quadrare i conti in consiglio. Già da qual- che tempo, circolano indiscrezioni riguardo a un possibile accordo tra l’attuale maggioranza e il gruppo “Del Campo Sindaco”, ma allo stato attuale, nonostante i tatticismi, questa possibile alleanza di governo non si è ancora concretata. Tuttavia, alla luce della fuoriuscita della consigliera Salanitri e dei malumori che insistono nella stessa maggioranza su possibili aperture verso altri gruppi formati da ex amministratori, il quadro politico consiliare si arricchisce di nuovi elementi, prospettandosi uno scenario inedito. L’attuale maggioranza potrebbe attrarre a sé singoli consiglieri, senza pregiudizi e con il consenso anche dei dissidenti. Gaetano Scarpignato Cinque anni per una svolta San Gregorio: il Consiglio comunale revisiona lo Statuto allargando le sfere di rappresentanza della cittadinanza ma alcuni orizzonti restano ancora preclusi D opo una lunga gestazione, durata più di cinque anni, il Consiglio comunale di San Gregorio ha revisionato lo Statuto comunale della propria cittadina. Le modifiche apportate, nella maggioranza dei casi, sono degli adeguamenti di legge proposti dai segretari comunali che, nel tempo, si sono succeduti. Le novità, invece, che il Consiglio comunale precedente aveva proposto e che quello attuale ha accolto ampiamente, aprono l’istituzione comunale ai cittadini, anche a quelli più piccoli. Saranno, infatti, rappresentati sportivi, immigrati, amanti degli animali che certamente porteranno più linfa all’attuazione di politiche che daranno maggiore sostegno alla vivibilità della cittadina sangregorese. Il Primo cittadino, però, invita tutti ad evitare sterili polemiche: “Non cadiamo nelle futili polemiche dell’opposizione – ha commentato il sindaco, Carmelo Corsaro –, questo Statuto andava approvato già tre anni fa; la passata Amministrazione solo per un disegno di spartizione di poltrone ne aveva ritardato l’approvazione. Ringrazio, quindi, tutti i consiglieri comunali che ci hanno aiutato, accelerando questo percorso, a presentare nuovi strumenti amministrativi che fino ad oggi non erano applicabili. Tanti emendamenti sono stati accolti ove questo è stato possibile, ritengo, però, che bisogna rispettare le culture e i valori dei consiglieri comunali”. Più volte, si è parlato di convivenza e unioni di fatto e qualche emendamento in merito è stato respinto: “La nostra società – ha spiegato il dott. Corsaro – non ci sembra ancora pronta a metabolizzare queste scelte che, comunque, a gran voce dovrebbero essere discusse e legiferate dagli organi superiori competenti”. Michele Milazzo Atto d’amore per il futuro È A Catania nasce il primo modello italiano di solidarietà scolastica, rivolto a tutti gli studenti del territorio nazionale stata presentata ufficialmente lunedì mattina, a Catania, l’associazione culturale “G. Turrisi Colonna”, primo modello italiano di solidarietà scolastica, iniziativa è rivolta a tutti gli studenti del territorio nazionale. Un supporto economico per l’immatricolazione all’Università, per il conseguimento delle certificazioni linguistiche e della patente informatica, l’erogazione di borse di studio, e ancora diverse agevolazioni per partecipare ai viaggi d’istruzione o per acquistare i libri di testo: sono alcune delle attività che verranno promosse, a partire dal prossimo anno scolastico, dall’Associazione culturale “G. Turrisi Colonna”, la prima Onlus italiana che ha l’obiettivo di aiutare gli studenti meno abbienti, ma meritevoli, di intraprendere il miglior percorso di studi, che possa valorizzare le loro eccellenti capacità. Un modello di solidarietà che fa del diritto all’istruzione e della formazione gli strumenti con cui combattere la povertà, sia economica che culturale, un’iniziativa di matrice europea voluta in Italia dalla scuola più antica di Catania – lo storico liceo “G. Turrisi Colonna” – grazie all’impegno della sua dirigente Anna Maria Di Falco, di numerosi docenti e del personale Ata. Un valido esempio di sussidiarietà sociale che intende proporsi alle altre scuole della penisola italiana e al Ministero dell’Istruzione: «Facciamo appello anche alla pubblica cittadinanza – ha affermato la dirigente Di Falco, durante la presentazione ufficiale nella sede dell’Istituto – affinché tutti possano contribuire, con le proprie competenze e capacità, allo scopo virtuoso dell’Associazione. Il nostro primo compito sarà quello di scegliere i crite- ri trasparenti con cui individuare le intelligenze da premiare, nel nostro territorio ma anche nel resto del Paese». L’importanza dell’iniziativa è stata compresa appieno dalla forze sociali della città etnea. Sono intervenute, infatti, le maggiori autorità locali: l’arcivescovo di Catania mons. Salvatore Gristina, esprimendo un sentito plauso, ha benedetto la targa in cui è stato dipinto il logo dell’Associazione, realizzato dagli studenti del Liceo tramite un concorso di idee; il viceprefetto Anna Maria Polimeni ha sottolineato «la preziosa opportunità» offerta; il rettore dell’Università catanese Giacomo Pignataro ha ribadito, invece, la necessità della «filiera dell’istruzione» di lavorare in unità e per la continuità degli studi; il presidente del Tribunale dei Minori, Maria Francesca Pricoco, ha sottolineato come questa iniziativa riconosca «i diritti inviolabili dell’uomo, chiamato ad adempiere i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, come sancito dall’art. 2 della Costituzione»; il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale di Catania, Antonio Gruttadauria, ha voluto rilevare l’alto valore della scuola catanese dimostrato con quest’azione; in rappresentanza dell’Amministrazione comunale sono intervenuti gli assessori Valentina Scialfa (Politiche scolastiche), Angela Mazzola (Attività produttive), e Luigi Bosco (Lavori pubblici), definendo la nuova Onlus «un dono per Catania, un atto d’amore nei confronti del futuro della città rappresentato proprio dai giovani studenti promettenti». Presente anche Giovanni Russo, luogotenente per la Sicilia dell’Ordine equestre del Santo sepolcro di Gerusalemme. Antonio Percolla “Maria di Nazareth” Mascali: andato in scena con grande successo il Musical che ha accompagnato la celebrazione dell’anniversario dell’apertura della chiesa mariana della Nunziatella G iorno 8 giugno presso il Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice è andato in scena il Musical “Maria di Nazareth”. Questa rappresentazione nata da una iniziativa del parroco Arciprete don Carmelo Di Costa e della regista Claudia Marchese, per ricordare l’evento dell’apertura della chiesa mariana della Nunziatella e dell’anno Giubilare indetto dal 7 novembre 2013, giorno della apertura della suddetta chiesa, al giorno 7 novembre 2014. Partendo proprio dallo slogan dell’anno Giubilare, “Gesù è il Signore nato da Maria”, Claudia ha rielaborato 4 musical famosi, apportando delle modifiche e coinvolgendo molti parrocchiani di varia età. La commedia musicale è divisa in 2 atti, con regia e scenografia di Claudia Marchese, coreografie di Mariarita Ricca, Stefania Quisillo, Giusy Bafera, Sara La Rosa ed Agata Messina; trucco e capelli Martina Scaffidi, video e musiche Suor Enza Cavallaro, tecnico luce-scene ed aiuto regia Leonardo Licciardello, suggeritrice Iolanda Catalano, presentatrice Giovanna Lo Giudice, montaggio video Annalisa Patanè, alle riprese Valeria Finocchiaro, alla fotografia Lucy Fresta, abiti di Salanitri Grazia e Giovanna Lo Giudice. Attori, ballerini e cantanti sono stati: Claudia Marchese (nel ruolo di Maria di Nazareth da giovane nel primo atto e, nel secondo atto, nel ruolo della Maddalena); Isidoro Finocchiaro (nel primo atto nel ruolo di San Giuseppe, nel secondo atto nel ruolo di Gesù); Viviana Tomarchio (nel ruolo della Madonna, nel secondo atto); Mariarita Ricca (nel ruolo di Miriam); Agata Messina (nel ruolo dell’arcangelo Gabriele); Sara La Rosa e Giusy Bafera (nel ruolo degli angeli); Mario Privitera (nel ruolo di Giacomo); Danilo Santitto (nel ruolo di Pietro); Mario Finocchiaro e Giuseppe Musumeci (nel ruolo di centurioni); Dino Reale (nel primo atto, nel ruolo del diavolo, nel secondo atto, nel ruolo di Pilato); arciprete don Carmelo Di Costa (nel ruolo di Simeone); Gianmarco La Rosa (nel ruolo di Josek); Marinella Acquafermata (nel ruolo di Falek); Antonino Messina (nel ruolo di Tommaso); Mariangela Cardillo (nel ruolo di Santa Elisabetta); Giulio Marchese, Mariachiara Marchese, Tiziana Messina, Serena Santitto, Alice Messina, Martina Blanco, Matilde Rizzo, Miriam Rizzo, Carmen Russo, Rosario Russo, Elena Gangemi, Antonio Stella, e Stefania Quisillo (farisei, nazzareni). Il successo è stato sancito in maniera chiara dagli applausi ma, soprattutto, dall’impegno che i protagonisti hanno speso sia nella fase della preparazione e delle prove, sia, in quella più emozionante, della messa in scena del musical. Giuseppe Musumeci Riceviamo e pubblichiamo Elezioni europee ed amministrative a Giardini Naxos I n relazione all’articolo del “Gazzettino” titolato “Giardini Naxos, il responso delle urne” pubblicato nell’edizione del 7 giugno u.s. a firma di Francesco Bottari, desideriamo esprimere alcune nostre considerazioni. L’argomento trattato si riferisce alla politica giardinese a seguito delle recenti elezioni europee. Non confutiamo la legittima soddisfazione del prof. Bottari in quanto è evidente nei numeri ed anche perché, da liberaldemocrati- ci, rispettiamo le opinioni altrui. Pur tuttavia, riteniamo doveroso chiedere: - perché l’autore del suddetto articolo ha attribuito a Forza Italia il 16% e non la percentuale ottenuta da tale partito nella nostra città, che è il 21,71% (voti 677)? - perché lo stesso ha usato nei confronti del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia gli attributi di “inchiodato” per il primo e di “umiliata” per la seconda? Forse il giornalista avrebbe fatto bene ad attende- re i ballottaggi delle elezioni comunali di qualche giorno fa. Per quanto ci riguarda, non ci sentiamo umiliati in quanto davamo per scontato il calo dei nostri consensi, conseguenza anche delle recenti separazioni politiche, che speriamo di neutralizzare con la creazione di una nuova formazione di Centrodestra; a Giardini Naxos stiamo lavorando anche per questo, e siamo sulla buona strada. Il Club di “Forza Italia” di Giardini Naxos, che i sottoscritti rappresentiamo, ha un obiettivo primario: formare gruppi di lavoro che si dedichino ai rispettivi settori di competenza, avendo come unico obiettivo l’interesse della città e come imperativi “Passione”, “Onestà”, “Altruismo” e, soprattutto, “Serenità”. Si sono avvicinati a noi, caro preside Bottari, giovani uomini e donne che fanno onore alla cultura, all’arte ed allo sport; ma anche meno giovani intenzionati a ridare dignità alla politica: noi puntiamo sulla qualità, e non ci interessa la “quantità” ad ogni costo; e potremmo anche perdere ma non “perderci”. Parteciperemo, pertanto, alle prossime elezioni amministrative di Giardini Naxos all’interno di una coalizione che avrà un programma finalizzato a ridare lustro alla nostra bella città. Per quanto riguarda l’attuale Amministrazione Comunale, sappiamo bene che ha vinto con tremila voti e che, pur tuttavia, non ha prodotto gli effetti sperati. Ormai è troppo tardi, caro preside Bottari: le sue esortazioni sarebbero dovute venire prima. Ci permettiamo di aggiungere che desideriamo una campagna elettorale senza esasperazioni, incentrata su proposte e progetti fattibili e non su spartizioni di incarichi e promesse di lavoro. Alfio Marano e Mario Roma (presidente e portavoce del Club “Forza Italia” di Giardini Naxos) 7 > S E T T I M A N A L E IDG alcantara di Giarre N. 20 • Saba to 14 Giugno 2014 Consiglio Comunale a Francavilla: tutti a casa Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha ufficialmente decretato la decadenza dell’organo consiliare della cittadina dell’Alcantara, “colpevole” di non aver approvato entro i termini il Bilancio 2013. Si continua, tuttavia, a sperare nel buon esito del ricorso contro il precedente atto di sospensione A lla fine della settimana scorsa, mentre il nostro “Gazzettino” era già in stampa, agli ormai ex quindici consiglieri comunali di Francavilla di Sicilia veniva notificato il decreto con cui il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha ufficialmente proceduto allo scioglimento del civico consesso francavillese per non essere riuscito ad approvare entro i termini il Bilancio 2013. Adesso, dunque, è ormai assodata la decadenza del Consiglio Comunale della cittadina dell’Alcantara, anche se continua a pendere la “spada di Damocle” del ricorso che alcuni consiglieri, rappresentati dagli avvocati Andrea Lo Presti e Francesco Silluzio, hanno presentato nei giorni scorsi contro il preliminare provvedimento di sospensione. Potranno i vizi di tale atto propedeutico (tra cui la mancata indicazione della durata del periodo di sospensione e delle autorità cui fare ricorso) inficiare anche il successivo recente provvedimento con cui è stata sancita la decadenza dell’organo consiliare francavillese? Gli avvocati Sil- luzio e Lo Presti ci stanno ragionando sopra, riservandosi ulteriori iniziative giudiziarie. Sta di fatto che da ormai una settimana la comunità di Francavilla di Sicilia si trova a tutti gli effetti (soprattutto giuridici) ad essere guidata solo dal sindaco Lino Monea e dai suoi assessori, mentre i consiglieri comunali, eletti esattamente due anni fa, non hanno più alcuna voce in capitolo. Ed a meno di successive “sorprese”, tale poco “democratico” scenario caratterizzerà la vita politico-amministrativa dei prossimi tre anni in quanto, stando alle nor- mative vigenti, sembrerebbe assodato che, capitolando il Consiglio Comunale, gli organi esecutivi, ossia il sindaco e la Giunta, possono tranquillamente rimanere in carica sino alla scadenza naturale del mandato elettorale. A fare le veci dell’organo consiliare provvederà un commissario regionale (in questa prima fase è la dottoressa Maria Riva, la quale è anche segretario comunale a Giardini Naxos), che comunque non potrà spingersi oltre gli atti di ordinaria ammini- strazione, probabilmente non sufficienti a dare una “scossa” ad una comunità in preda ad una profonda recessione economica ed al conseguente malessere sociale. Rodolfo Amodeo A Graniti un angolo di Lourdes È in contrada Postoleone, dove cinquant’anni fa la signora Giovanna Longhitano ha miracolosamente “scoperto” un ambiente naturalistico molto simile a quello francese in cui la Madonna apparve a Bernadette. La grotta con la statua di Maria e l’annessa cappelletta sono assurte a luoghi di culto e meta di pellegrinaggi annuali per tantissimi fedeli della Valle dell’Alcantara M ezzo secolo di fede cristiana: è quello intensamente vissuto dalla signora Giovanna Longhitano, la quale non ha tenuto per sé la propria spiritualità, ma ha voluto condividerla con un’intera comunità, ossia quella di Graniti, ridente Comune della Valle dell’Alcantara in cui la mistica risiede. E quest’anno, nella ricorrenza di questo mezzo secolo, nel paesino alcantariano sono stati particolarmente solenni i festeggiamenti in onore di Santa Maria di Lourdes, il cui culto a Graniti e dintorni si deve proprio alla signora Longhitano in quanto è per iniziativa di quest’ultima che, esattamente cinquant’anni fa, in una campagna della contrada denominata “Postoleone” (immediatamente adiacente alla Strada Statale 185) venne collocata una statua della Vergine apparsa nel 1858 alla giovane contadina francese Bernadette Soubirous. Così qualche settimana addietro, in occasione di tale cinquantenario, la festa granitese della Madonna di Lourdes, celebrata ogni ultimo giorno di maggio, ha registrato una più che mai massiccia partecipazione di pellegrini devoti provenienti dai vari Comuni del comprensorio guidati dai rispettivi parroci nonché la presenza di Mons. Carmelo Lupò, vicario generale dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela. Abbiamo incontrato Giovanna Longhitano alla vigilia dell’importante momento di religiosità, mentre era intenta nei preparativi per rendere accogliente quel lembo di territorio in cui si staglia una grotta evocante proprio quella di Massabielle dove, oltre un secolo e mezzo fa, la Vergine ebbe a mostrarsi a Bernadette. Ciò nonostante, la fervente devota ha cordialmente accettato di dedicarci alcuni minuti per rispondere a qualche nostra domanda sulla sua profonda ed esaltante esperienza di fede. - Signora Longhitano, cosa l’ha realmente indotta a “regalare” ai suoi concittadini, e più in generale all’intera Valle dell’Alcantara, questo luogo di preghiera e spiritualità? «Semplicemente un sogno che feci nel 1962, all’età di ventidue anni, nel quale mi vedevo alle prese con la realizzazione, in una campagna poco distante da dove a tutt’oggi abito, di una cappelletta in cui collocare una piccola statua della Madonna. Due anni dopo, alla grotta, che con i dovuti restauri ed adeguamenti strutturali, effettuati grazie ai contributi economici di diversi fedeli di Graniti e dintorni, ho trasformato in cappella. L’altare di marmo ai piedi della grotta è stato, invece, costruito per volontà dell’allora parroco di Graniti, Filippo Calabrò». - Come ha vissuto i due anni intercorsi tra il “sogno” ed il suo avverarsi? «Di quel sogno non ne parlai con nessuno, tranne che con il compianto parroco Calabrò. Giovanna Longhitano e la grotta con la Madonna Dell’intuizione avuta due anni di Lourdes in contrada Postoleone dopo riprendendomi da quello svenimento in contrada Postoleone misi, invece, al corrente mentre mi recavo a piedi in contra- sognato». da Postoleone, venni colta da un - Ha fatto tutto a sue spese sia Padre Calabrò che mia madre. improvviso malore. Quindi mi ac- oppure le sono venuti incontro i Comunque, come solitamente avcasciai a terra, e quando rinvenni fedeli locali con le loro libere of- viene in casi del genere, in famiglia cominciarono a nutrire dei dubbi il mio sguardo si trovò di fronte ferte? uno sperone di roccia ingarbuglia«Diciamo che per prima cosa sulla mia sanità mentale…». - Questo suo spiccato misticito tra rami ed erbacce varie. Al- ho chiesto alla proprietaria di quel l’improvviso, però, una fortissima terreno il permesso di collocare smo, dunque, le ha creato dei folata di vento scostò violentemen- nella roccia la statua di Maria; do- problemi a livello sociale? «Purtroppo sì, anche se ne sote quella vegetazione, consentendo podiché mi sono prodigata io stesdi rivelare ai miei occhi l’esistenza sa per decespugliare la zona, far no sempre uscita fuori a testa alta. in quella roccia di una grotta, po- costruire una scala di accesso alla Furono i miei stessi familiari a farsta a circa dieci metri dal suolo e grotta ed, ovviamente, acquistare il mi visitare da un neuropsichiatra il straordinariamente somigliante al simulacro della Madonna. Succes- quale, pur non considerando grave luogo in cui la Vergine apparve a sivamente ho comprato anche, per il mio stato, mi fece ugualmente riLourdes: è proprio lì che ho realiz- quattordici milioni delle vecchie li- coverare in una casa di cura, da zato quanto, due anni prima, avevo re, una piccola casa rurale attigua cui poi mi “liberò” mio marito. Sta di fatto che oggi mi reputo una persona assolutamente “normale”, con due figli pienamente realizzatisi nella vita, di cui uno psicologo a Roma il quale ci tiene sempre a presenziare all’annuale celebrazione mariana di fine maggio in contrada Postoleone». - A parte quel sogno di cinquantadue anni fa, grazie al quale le comunità di Graniti e di tutta la Valle dell’Alcantara hanno rafforzato la loro devozione alla Madre di Gesù, ha avuto altre visioni nel corso della sua vita? «Certamente: mi è apparso spesso San Francesco d’Assisi, ragion per cui mi onoro di militare nell’Ordine laico delle Terziarie Francescane. Ma sono anche molto devota a Padre Pio, il quale è personalmente venuto a conoscenza dell’esistenza della sottoscritta tramite la mia madrina taorminese Maria Giaquinto, che gli inviò una lettera descrivendo il mio impegno religioso, alla quale seguì una missiva di risposta in cui si leggeva che il Frate (oggi Santo) di Pietrelcina avrebbe “pregato per me”. Ed, in effetti, sono ancora qua; e, nonostante i tanti ostacoli che ho incontrato sul mio cammino di fede, tutto mi è andato bene». R.A. La dolce “Pausa” di Angelo Zagari A Francavilla di Sicilia e dintorni sta letteralmente spopolando la simpatica competizione ideata da un appassionato buongustaio, il quale sottopone al suo insindacabile e “severo” giudizio i dessert e le altre varie leccornie che si è soliti preparare in casa I cosiddetti “social network”, ed in particolare “Facebook”, sono ormai protagonisti della vita quotidiana di ognuno di noi, transitando da essi tutte le comunicazioni e le informazioni di cui bisogna necessariamente tenere conto per rimanere “aggiornati” ed essere “cittadini del nostro tempo”. Ma i “new media” consentono anche di “autogenerare” personaggi ed eventi che, sino a qualche anno fa, si sarebbero potuti imporre all’attenzione dell’opinione pubblica (sicuramente con maggiori difficoltà e non sempre meritatamente) solo tramite i mass media tradizionali. Così, a Francavilla di Sicilia e nei viciniori Comuni della Valle dell’Alcantara, grazie alla “contagiosa” creatura di Mark Zuckerberg sta ormai da diversi mesi spopolando la “Pausa” di Angelo Za- gari, ossia una simpatica gara individuale a chi realizza il miglior dolce (torte, crostate, pasticcini, ecc.) per poi essere premiati con la consegna di un artistico grembiule, la cui “cerimonia”, che vede nelle vesti di brillante “presentatore” lo stesso Zagari, viene spesso videoripresa e postata sull’apposita pagina di Facebook e, quindi, condivisa nei profili di tutti gli interessati. L’originale trovata di colui il quale ormai tutti identificano come “Mister Pausa”, sta riscuotendo molto successo, e qualcuno ravvisa in essa un autentico “fenomeno massmediatico” essendo incentrata su di un semplice buongustaio che, tramite il “tam-tam” di Facebook, si ritrova quotidianamente nella propria abitazione decine di persone (in particolare casalinghe) le quali sottopongono al suo insindacabile giudizio quanto da esse prodotto per soddisfare gli esigenti palati di familiari ed amici. Al di là dell’aspetto competitivo, dunque, l’iniziativa consente di potersi avvalere di un esperto “assaggiatore”. «Ma “Pausa” – ci dice “filosoficamente” al riguardo il suo ideatore Angelo Zagari (nella foto) – vuol anche essere un ideale invito ad interrompere, almeno qualche minuto al giorno, la freneticità delle nostre esistenze per assaporare quanto di “dolce” la vita può ancora, nonostante tutto, offrirci». Alla faccia… del diabete, della glicemia e dei chili di troppo, abbiamo quindi contattato “Mister Pausa” per saperne di più su questa sua “dolce” iniziativa “gastromediatica”. - Caro Angelo, come ti è venuta l’idea di “Pausa”? «La pausa è un momento di relax tra un impegno e l’altro; ossia una manciata di minuti per rilassarci, durante i quali tanti esseri umani siamo soliti deliziarci i palati con alcune prelibatezze, che non possono certo essere piatti di pasta o secondi (consumati a pranzo o a cena), ma semplici dolciumi. Tale mia iniziativa è nata spontaneamente, grazie anche ai gusti ed alle cognizioni che ho maturato con i miei studi giovanili presso un istituto alberghiero, ma che non ho potuto mettere a frutto professionalmente in quanto il “destino” mi ha portato a trovare impiego in tutt’altro settore (un’industria car- taria, ndr)». - Come si svolge esattamente tale “sfida” e come scegli i singoli partecipanti? «Ormai i concorrenti mi vengono a trovare direttamente a casa per sottoporre al giudizio del mio palato le loro specialità. Sono, comunque, disposto a venire a “fare esami” anche a domicilio. Per il resto, una volta degustate le leccornie che mi vengono proposte, decido in totale autonomia se “promuovere” o “bocciare”: nel primo caso do in premio il grembiule con su scritto “Pausa” e l’inserimento (con foto o filmato) nella relativa pagina che ho creato su Facebook». - Sino ad oggi hai impartito più “promozioni” o più “bocciature”? «Devo dire che, purtroppo, sono in maggioranza i bocciati». - E cosa dici a chi non supera la prova, magari dopo aver tu trangugiato tutto il suo dolce? «Il dolce lo trangugio tutto se mi piace, altrimenti mi fermo e dico a chi l’ha preparato di riprovare con un altro dolce in quanto quello presentatomi non è da… Pausa». - Ma chi provvede all’acquisto degli allegri grembiuli che dai in premio (uno dei quali, addirittura, è stato avvistato sugli spalti dello “Juventus Stadium” durante un’importantissima partita del recente campionato di Serie A)? «Diciamo che, in attesa di qualche “benefattore” appassionato di dolci come me, per adesso mi sto autofinanziando. Quanto prima, comunque, al grembiule aggiungerò altri gadget». - Quali sono i tuoi ricordi più belli di tale particolare esperienza in questa fase iniziale? «Sicuramente i premi che ho dato a donne di fuori paese (ossia di Giardini Naxos, Taormina, Letojanni, Calatabiano, ecc.) venute appositamente a cercarmi per sottoporsi alla gara. Anch’io dunque, nel mio piccolo, con questa iniziativa contribuisco a rendere “famosa” Francavilla di Sicilia». - E qual è stato l’episodio più curioso in cui ti sei imbattuto? «Quando una signora mi ha presentato una torta dall’aspetto stupendo, ma con un ingrediente “da incubo”: lo zucchero dietetico!… Naturalmente mi sono rifiutato di assaggiarla, con conseguente… sonora bocciatura». - Viceversa, dovendo proclamare un vincitore assoluto, a chi assegneresti il principale grembiule di questi primi mesi di “Pausa”? «Sicuramente alla signora Giusy Ricciardo, di Francavilla di Sicilia, ed alla sua meravigliosa crostata alla marmellata». - I tuoi familiari sono contenti della tua “Pausa”? «Devo dire che ne sono orgogliosi sia mia moglie Giovanna che i miei figli Antonino e Gaetano. E di quest’ultimo sono particolarmente orgoglioso anch’io in quanto milita nella gloriosa banda musicale “Vincenzo Bellini” di Francavilla. Comunque, dopo questa lunga intervista, anche tu ti meriti una… Pausa. Ah… Ecco! Stanno proprio suonando alla porta: è una signora che vuole esaminato il suo “tiramisu”. Non c’è miglior occasione per fare Pausa insieme a me…». R.A. 8 > S E T T I M A N A L E IDG N. 20 • Sabato 14 Giugno 2014 attualità di Giarre Un raduno, il futuro è… Verde Azzurro Randazzo: Try Out di Baseball per Ragazzi e Cadetti, unica selezione in Sicilia per formare la Nazionale Sud che parteciperà al MundialHit A l campo di baseball di Randazzo, si è tenuto il Try Out Baseball categorie Ragazzi e Cadetti, per il progetto Verde Azzurro MundialHit. Il raduno è stato svolto con il coordinamento tecnico del responsabile dalla nazionale sud, Ivani Licciardi, e dallo staff del progetto Verde Azzurro, composto da Riccardo Messina e Antonio Russo. I ragazzi selezionati avranno la possibilità di partecipare al prossimo MundialHit che si terrà dal 6 al 10 agosto a Nettuno. L’occasione è diventata opportunità per dare una chance alle nuove leve del baseball, che spesso non hanno la possibilità di partecipare a tutti i tornei giovanili a causa della posizione geografica della Sicilia, avendo così tante difficoltà, logistiche ed economiche, che non permettono di spostamenti agili. La Sicilia, tuttavia, ha un grande potenziale, che deve essere sviluppato con il supporto di progetti come quello del Verde Azzurro. “Lo scouting per la nazionale sud – dice il responsabile Licciardi – ci consente di fare ampie selezioni in regionali quali la Puglia, Basilicata, Campania, Lazio e appunto Sicilia. Questo è il terzo Try Out, l’ultimo che svolgiamo ed anche l’unico in tutta la regione. Pensiamo che tutti i ragazzi possano avere un futuro in questo sport ma è importante che giochino molto. La realtà siciliana la conosco bene, perché ho giocato qui per dieci anni, in città come Ustica, Catania e Messina, per cui è scontato dire che più si pratica questo sport, più si allena e più si impara, altrimenti diventerebbe tutto più difficile. Qui ci sono molti ragazzi con talento, che abbiamo potuto osservare e valutare, poi le decisioni definitive le prenderemo quando andremo a comporre una prima rosa composta da 25 ragazzi, che parteciperanno ad ulteriori raduni dai quali arriveremo ai 18 che andranno a giocarsi il MundialHit in agosto”. Licciardi però non dimentica l’importanza dell’impianto sportivo in questo sport: “Questa è una struttura già buona di per se – conclude – ma spero che magari quando tornerò di trovarla ulteriormente migliorata in uno stato adeguato, perché serve a far crescere i nostri ragazzi e dare loro gli stimoli giusti”. I ragazzi hanno vissuto questo Try Out come una sorta di esame scolastico, consapevoli che quest’occasione rappresenta una possibilità di confronto ed il passaggio al baseball che conta: “Abbiamo iniziato la giornata con delle prove fisiche, che comprendono test sulla velocità e corsa sulle basi. Dopo ciò – ha proseguito Licciardi –, si è proseguito con le valutazioni per singoli ruoli e con la pistola radar abbiamo misurato la velocità per i lanciatori, il bloccaggio ed il tiro in base. Le battute le hanno fatte tutti i ragazzi, perché alla loro età non possono essere perfettamente inquadrati in un ruolo specifico. Molti di loro li conosco già ed hanno potenzialità e fisico e ad alcun sono pronti per salire di livello”. In collaborazione con la Randazzese Baseball, il Try Out ha suscitato interesse e premiato il lavoro della società randazzese, che ha prestato attenzione ai propri ragazzi ed è riuscita, negli ultimi anni, a poter usufruire della palestra comunale per svolgere le attività: “La scelta di svolgere il raduno nel nostro campo ci ha fatto enormemente piacere – dice Salvatore Grasso, presidente della Randazzese Baseball –. Questo sport continua a regalarci momenti di aggregazione, oltre che di attività agonistica, ed è per questo che se avessimo già avuto una struttura completa ed efficiente saremmo potuti andare anche oltre, ospitando anche la nazionale italiana, in virtù del fatto che il nostro terreno di gioco è a misura internazionale. Anche società del nord Italia ci hanno chiesto la disponibilità dell’impianto, ma lo stato di cose non consente di ospitare eventi di alto livello. Le possibilità di aprirsi a nuovi scenari ci potrebbero essere, anche perché il progetto di ristrutturazione del campo è stato approvato, ma ad oggi i fondi, che provengono dalla comunità europea, sono bloccati e noi siamo ulteriormente penalizzati. Ci tolgono pure quel poco che ci è rimasto, basti vedere il campo di Messina destinato all’ospitalità dei profughi”. Molte società di baseball, sono costrette all’autofinanziamento per pagarsi gli attrezzi di gioco e le trasferte. Non si chiedono grossi finanziamenti ma piccoli aiuti: “Basterebbe supportaci con una collaborazione fattiva – conclude Grasso –, piccole cose ma utili, come il mettere a disposizione quanto il nostro Comune ci può offrire, al massimo provvedere all’acquisto di materiali in piccole quantità. I genitori dei ragazzi, sentono più di altri la crisi, spesso i ragazzi sono anche costretti ad abbandonare l’attività sportiva e, probabilmente, si ritroveranno a percorrere vie dannose per la comunità ma soprattutto per loro stessi”. Salvatore Rubbino Lo chef nell’era digitale Taormina: lingue e web per diventare ambasciatori nel mondo di stile e sapori dell’Etna: l’esperienza di “Soste di Ulisse” nella speciale Lectio di Civita N el mondo che diventa un unico scenario, che annulla distanze e divisioni, anche le professioni di trasformano, diventano qualcosa che va oltre. Ed è così anche per lo chef. Infatti, oggi, non basta la passione per i fornelli e neppure rivisitare ad hoc la vecchia ricetta della nonna per diventare un master chef, ma saper essere ambasciatore di stile e sapori, parlare le lingue del mondo globalizzato e dialogare con la generazione digitale. “E certamente, non bastano tre ore di lezioni apprese in tv”. Un prezioso insegnamento, quest’ultimo, che viene da Enrico Briguglio, chef con quarant’anni di esperienza alle spalle, oggi presidente de “Le Soste di Ulisse”, l’associazione dei migliori ristoratori che, sotto l’effige di Ulisse, rappresentano l’eccellenza siciliana. Sono stati loro, per primi in Sicilia, a costituire una rete fondata sulla qualità, proponendo il Gran Tour dell’isola in chiave enogastronomica. E saranno proprio loro, gli chef pluristellati “a salire in cattedra”, a settembre, all’apertura del nuovo anno scolastico, per una iniziativa rivolta agli studenti dell’Istituto alberghiero “Pugliatti” di Trappitello, a Taormina. Si tratta di una sorta di speciale lectio in stile master chef. Una novità presentata al pubblico nell’aula magna del “Pugliatti”, da Nanda D’Amore e Umberto Iacono della società catanese “Civita”. È stata quest’ultima, infatti, ad ideare il progetto, inteso come momento didattico nell’ambito del piano formativo Teseo (TaorminaEtna: Sviluppo E’ Occupazione), con la collaborazione di “Soste di Ulisse” e del dirigente scolastico dell’alberghiero taorminese, Luigi Napoli. Un Piano formativo, finanziato da Fondimpresa, che è stato pensato e sviluppato nel cuore di un territorio incastonato tra l’Etna, i Nebrodi ed il parco fluviale Gole dell’Alcantara. E parliamo di un piano che si rivolge ad un centinaio di imprese che costituiscono il tessuto economico di questa terra ai piedi del vulcano, riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Un Piano che punta l’accento proprio sulle ricadute positive in termini di crescita occupazionale derivanti dal sapere costruire una rete di realtà imprenditoriali sane e innovative. Ad aderire al Piano di formazione continua Teseo sono albergatori, produttori vitivinicoli e caseari, imprenditori tessili e agricoli. In questo contesto di forte investimento verso un futuro da immaginare e costruire facendo rete, non potevano mancare gli studenti dell’istituto “Pugliatti”. I ragazzi, infatti, saranno i protagonisti dell’iniziativa che, per due giorni, li vedrà al fianco dei migliori cuochi siciliani, sottoposti a difficili prove davanti ai fornelli, ma protagonisti soprattutto della crescita di un territorio, avente il suo fulcro in Taormina e dintorni. Un territorio vocato, da sempre, al turismo, per le sue bellezze architettoniche e naturalistiche e anche per la sua importante esperienza nel campo della enogastronomia e della vitivinicoltura e che deve saper mantenere al top i livelli di eccellenza. “Puntare sulla formazione significa offrire i migliori servizi e una nuova e più qualificata occupazione – ha spiegato Nanda D’Amore –. Questo è uno dei primi obiettivi che si prefigge Fondimpresa e in questo senso, gli studenti di un istituto alberghiero ben radicato nel comprensorio, possono diventare la punta di diamante di un processo virtuoso che parte proprio dai banchi di scuola, per crescere in qualità e competenza e affrontare un mercato sempre più esigente e in continuo cambiamen- E Giarre resta a guardare Stresa: magnifiche note sulle due sponde del Lago Maggiore sono il biglietto da visita per un’offerta musicale che attira turisti da tutto il mondo M entre a Giarre si abbandona l’esperienza della scuola musicale, intitolata al maestro Francesco Pennisi, frequentata settimanalmente da numerosi elementi veramente, appassionati di musica, presso la scuola media “Macherione”, plesso “Giovanni Verga” di via Guglielmo Marconi, ma che, per le diatribe finanziarie, tra Comune e provincia regionale di Catania, ha sospeso l’attività con gli strascichi giudiziari intentati dal personale docente, esistono, in Italia, altri comuni che, con la musica riescono ad attrarre un notevole flusso anche turistico, si pensi per esempio a Spoleto, a Torino e Milano. In questi giorni, è stato reso noto il programma dello Stresa Festival 2014, che si aprirà il 24 luglio, con un concerto all’aperto sul lungolago La Piazzola della ridente cittadina piemontese sul lago Maggiore, ospiti un duo composto dai maestri Stefano Bollani al pianoforte ed Hamilton De Holanda al mandolino nell’ambito del “Midsummer Jazz Concerst” che comprende altre cinque esecuzioni, l’ul- tima delle quali è prevista domenica 27 luglio, alle ore 21, e vedrà esibirsi la John Scofied Uberjam Band composta dallo stesso John Scofiel e da Avi Bortnick alla chitarra elettrica, da Andy Hess al basso elettrico e da Terence Higgins alla batteria. Il programma delle “Meditazioni in musica” vede due sole esibizioni sulla sponda opposta, nel famoso eremo di Santa Caterina del Sasso di Leggiuno, to. Innovare, crescere, aggregarsi e integrarsi sono le condizioni per potersi aprire ai mercati internazionali (gli unici in crescita in questo momento), cogliendo le opportunità della globalizzazione, che crea una taglia unica e personalizzata, consentendo il protagonismo di quelle comunità locali che riescono ad integrarsi e che comunicano al mercato e ai consumatori”. Cibo e vino vanno di pari passo, si sa, diventano uno spartito musicale fatto di materie prime, aromi e colori che può essere suonato dappertutto: “Tanto a New York quanto a Copenaghen – racconta Enrico Briguglio agli studenti –, quello dello chef è l’unico mestiere che si comprime in valigia, lo porti con te e ovunque tu vada diventi ambasciatore della tua terra. Ma non ci sono scorciatoie per raggiungere l’eccellenza, la passione va accompagnata allo studio per acquisire le competenze necessarie”. Una riflessione che è stata fatta propria dal dirigente scolastico del “Pugliatti”, Luigi Napoli: “Il ragazzo che si iscrive all’alberghiero sa che non prenderà la semplice qualifica, consapevole che il percorso di studio si completa in cinque anni. Crediamo moltissimo nel rapporto di collaborazione con il mondo del lavoro: il compito della scuola è saperne leggere i segnali e preparare i giovani a essere protagonisti nel mondo lavorativo. La nostra scommessa è quella di aprire un colloquio costante e stabile con le attività produttive del territorio”. Daniela Greco col maestro di violoncello Johannes Moser che eseguirà, il 19 ed il 20 agosto, musiche di Bach appositamente scritte per questo strumento. Molto più vario e ricco di appuntamenti il programma di “Musica in movimento” che si aprirà il 22 agosto, nel modernissimo e dalla meravigliosa acustica del Palazzo dei Congressi di Stresa, e vedrà esibirsi l’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino, diretto dal maestro Gianandrea Noseda, con brani musicali del Guglielmo Tell di Rossini e della Rossiniana di Respighi; mentre il concerto di chiusura del 6 settembre vedrà la London Philharmonic Orchestra, diretta dal maestro Vladimir Jurowski, con musiche di Drorak e Brahms. Domenico Pirracchio Volgiamo lo sguardo a Sud Giardini Naxos: le perplessità del sindaco Nello Lo Turco sulle città metropolitane e sull’atteggiamento assunto dal primo cittadino di Messina L a città di Messina presto diventerà Città Metropolitana ed erediterà i poteri e le competenze, in passato divise fra Regione e Provincia. Accorperà 14 Comuni e si muoverà in armonia amministrativa anche con la città di Reggio Calabria. La Città Metropolitana è un Ente locale previsto per la prima volta dalla legge 8 giugno 1990 n° 142, che tutela e disciplina la riforma degli Enti Locali. Il decreto legge del governo Monti, convertito nella legge n° 135 del 7 agosto del 2012, stabiliva che entro il 1° gennaio del 2014, l’istituzione delle Città Metropolitane doveva essere completata. Il processo di riforme, introdotto dalla legge Monti, ha incontrato numerosi ostacoli e la sua scadenza è stata rimandata di un anno e precisamente al 1° gennaio del 2015. Ripreso dal ministro Delrio, ha previsto una nuova geografia politica del territorio ed è stato approvato alla Camera. Attualmente, è all’esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, dove sta suscitando, ancora una volta, pesanti polemiche e perplessità che hanno visto nascere nuovi emendamenti. Fra le tante perplessità, segnaliamo quelle del Sindaco di Giardini Naxos, prof. Pancrazio Lo Turco che lamenta l’apatia con quale la nascitura Città metropolitana di Messina, tratta l’accorpamento dei paesi che dovrebbero farne parte. Il sindaco Lo Turco evidenzia il poco e quasi nullo dialogo del Primo cittadino messinese con i paesi che dovrebbero essere inclusi nella macro istituzione, che avrà come guida la Città di Messina. In particolare, Nello Lo Turco così si esprime: “Dopo essere stati per lungo tempo la periferia della provincia, abbiamo il timore di diventare la periferia della Città Metropolitana che se nascerà, il parto sarà stato senza nessuno incontro. Messina non emette nessun segnale, mentre la Città di Catania, con il suo Sindaco Enzo Bianco, dimostra la sua totale disponibilità e la sua apertura, affinché l’erede della mitica Naxos, Giardini, graviti nella sua sfera di influenza. Da molto tempo aspettavamo di discutere con Accorinti, Sindaco di Messina, il quale ha deciso di convocare per il 6 giugno 2014 scorso i 14 paesi che dovrebbero costituire l’entità territoriale della macro città. Considerato che il suo orientamento è sbilanciato verso i paesi dello stretto, non ne condivido l’impostazione, perché non è giusto che i Comuni della Valle dell’Alcantara ne siano esclusi. Sono molto perplesso sulla ridistribuzione territoriale dei vantaggi e delle opportunità in quanto nulla è stato detto per i Comuni Alcanterini. La Città di Catania preme affinché la Città Metropolitana che dovrà nascere, abbracci i territori di Catania, Siracusa, i paesi del Val Demone e le città di Taormina e Giardini Naxos”. Messina ed il suo Sindaco, tacciono; silenzio. Siamo in attesa; aspettiamo. Abbiamo una serie di istanze che se verranno recepite porteranno alla nascita della Città Metropolitana di Messina, altrimenti non aderiremo. Non vogliamo essere sacrificati all’asse Messina-Reggio Calabria. Francavilla di Sicilia, Moio Alcantara, Graniti e gli altri 10 Comuni estromessi, dovranno essere inclusi, così da far nascere un polo territoriale ampiamente rappresentato e molto rappresentativo. Giardini Naxos e i paesi della Valle dell’Alcantara rappresentano la zona territoriale più visitata e più richiesta dal turismo nazionale ed internazionale. Le gole dell’Alcantara, con il loro mitico fiume, chiamato da Tucidide Akesines, per la qualità delle sue acque ritenute purificatrici e salutari, sono un patrimonio unico al mondo.Il fiume nasce dai monti Nebrodi e si sviluppa nella sua eterna corsa, per trovare riposo e pace, nella spiaggia della più antica colonia greca di Sicilia: Naxos. Prima però di trovare pace e riposo, entrando nel bacino vulcanico dell’Etna, il fiume torna a scorrere maestoso e veloce fra le antichissime lave, fra le gole corrose profondamente, percorrendo quelle che oggi è chiamata “ La valle dell’Alkantara”, una delle zone più belle e più suggestive della Sicilia, dove il visitatore non preparato, resta attonito e stupefatto al cospetto delle altissime pareti che giocano a sfiorarsi e atterrito dal cupo fragore delle sue acque che impetuose scorrono verso il loro ultimo destino: il mare. Siamo pronti a discutere e a confrontarci; se così non sarà, vuol dire che gireremo la testa e guarderemo più a Sud, dove la vicinanza è maggiore e l’accoglienza più calorosa. Francesco Bottari
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