IL TRANSISTOR MOS • La tecnologia digitale trova attuazione implementando gli interruttori ideali mediante il transistor MOS. • I limiti dell’approssimazione del transistor MOS all’interruttore ideale si traducono in limitazioni delle caratteristiche funzionali dei circuiti realizzati. • Il funzionamento del transistor MOS si può capire partendo dalla struttura di partenza: il condensatore Metallo-Ossido-Semiconduttore (MOS). • Il condensatore è costituito da un sandwich di 3 materiali diversi: semiconduttore (silicio drogato p), biossido di silicio SiO2, materiale metallico (Al oppure polisilicio fortemente drogato n). 99 DIAGRAMMA A BANDE • • • Quando gli elementi vengono portati a contatto e sono in equilibrio il livello di equilibrio, Fermi è costante fra tutti i materiali. Le bande di energia si curvano in corrispondenza dell’interfaccia semiconduttoreossido. Senza l’ossido il sistema sarebbe una giunzione p-n in cui la regione n è molto più drogata della regione p, nella quale si estende la regione di carica spaziale. 100 1 DIAGRAMMA A BANDE /2 • La barriera di potenziale che nasce spontaneamente all’equilibrio tra metallo e semiconduttore cade in parte sul silicio e in parte sull’ossido. Supponendo pp che la zona svuotata nel silicio di estensione xdep, si può ricavare la corrispondente caduta di tensione V come: V = VSi − p + Vox (M.1) • La tensione che cade sul silicio vale: xdep VSi − p = ∫ E (x )dx = xdep ∫ qN A x dx = qN A 2 xdep 2ε Si (M.2) ε Si 0 0 con NA densità dei droganti di tipo p nel semiconduttore e εSi la costante dielettrica del silicio. • Per calcolare la tensione che cade sull’ossido Vox, conviene sfruttare la continuità della componente normale del vettore spostamento elettrico all’interfaccia tra ossido e silicio. 101 DIAGRAMMA A BANDE /3 Vox = xox Eox = xox ε Si qN A qN A xdep = xox xdep ε ox ε Si ε ox (M.3) essendo xox lo spessore dello strato di ossido e εox la costante dielettrica dell’ossido. • Introducendo la capacità Cox per unità di area del condensatore avente come dielettrico l’ossido, l’equazione diventa: 1 Vox = qN A xdep (M.4) Cox • Per comprendere il funzionamento del sistema, si supponga di applicare li dall’esterno d ll’ t un’opportuna ’ t ddp dd tra t il metallo t ll e il semiconduttore (bulk) riferito a massa. 102 2 FUNZIONAMENTO DEL CONDENSATORE MOS /1 • Applichiamo dall’esterno un’opportuna differenza di potenziale tra il metallo e il semiconduttore (indicato come bulk) supposto riferito a massa. massa 1. Tensione applicata al metallo NEGATIVA, con la quale si compensa l’incurvamento delle bande energetiche del semiconduttore (flat-band, banda piatta): la VFB da applicare al metallo coincide con la differenza delle funzioni lavoro del metallo e del semiconduttore VFB = Φ m − Φ Si (M.5) 103 FUNZIONAMENTO DEL CONDENSATORE MOS /2 2. Tensione applicata al metallo POSITIVA VT, tale da fare in modo che in corrispondenza all’interfaccia il livello di Fermi disti dalla banda di conduzione tanto quando nel substrato dista dalla banda di valenza (cioè Egap/2-qΦF). Fisicamente significa che la concentrazione di elettroni all’interfaccia ossido-silicio è pari alla concentrazione di lacune nel substrato, e dunque il materiale all’interfaccia da p che era è diventato n: si è formato uno strato di semiconduttore invertito all’interfaccia. VT prende d ill nome di d tensione i di soglia li 104 3 TENSIONE DI SOGLIA • Calcolo dell’altezza della barriera di potenziale tra metallo e semiconduttore in condizione di inversione: VSi-p=2ΦF, da cui si ricava la larghezza della zona svuotata: 2ε Si qN A 2 (M.6) VSi − p = 2Φ F = 2ε Si xdep ⇒ xdep = qN A 2Φ F • L’altezza della barriera risulta: V = 2Φ F + 1 1 2ε Si 1 qN A xdep = 2Φ F + qN A 2Φ F = 2Φ F + COX COX qN A COX (M.7) 2ε Si qN A 2Φ F • Quantitativamente la l tensione VT da d applicare l all metallo ll affinché si realizzi la inversione del materiale semiconduttore all’interfaccia con l’ossido si calcola come: (M.8) 1 VT = VFB + 2Φ F + 2ε Si qN A 2Φ F COX 105 TENSIONE DI SOGLIA /2 • A tensioni applicate > VT corrisponde un aumento della concentrazione di elettroni mobili all’interfaccia ossidosilicio e non un incremento dell’estensione della zona di carica spaziale. • Di conseguenza, per Vappl.>VT, la struttura si comporta come un condensatore di cui l’interfaccia Si-SiO2 invertita è una delle due armature, il metallo l’altra e l’ossido è il dielettrico di capacità specifica Cox. • La carica negativa libera per unità di area Q presente all’interfaccia risulta: Q = Cox (VG − VT ) (M.9) essendo VG la tensione applicata al metallo (gate). 106 4 TRANSISTORE MOS (MOSFET) • Condensatore MOS con due regioni n+: source e drain • Interdizione: quando la tensione di gate è inferiore alla tensione di soglia non vi è canale conduttivo e quindi non vi può essere corrente tra i terminali di source e drain. • Quando VG > VT si crea un canale conduttivo costituito da elettroni liberi all’interfaccia Si-SiO2 che mette in comunicazione source e drain. Applicando di conseguenza una differenza di potenziale fra source e drain nel canale scorre corrente. 107 TRANSISTORE MOS /2 • Il dispositivo può essere impiegato come interruttore elettronico comandato elettricamente mediante la tensione di gate; on esistenza del canale / off assenza del canale. • Dal punto di vista strutturale (geometrico e del drogaggio) il source e il drain sono tra loro indistinguibili e il dispositivo ha caratteristiche identiche scambiando tra loro i terminali. • Assumendo per convenzione che la corrente scorra da drain a source, si assume che il terminale a potenziale inferiore sia il source e quello a potenziale superiore sia il drain. 108 5 CARATTERISTICHE STATICHE • Leggi di controllo della corrente nel canale del dispositivo (a frequenza nulla). • Riferito il source a massa e applicata VD al drain: V(x) è la t tensione i nell punto t x del d l canale, l essendo d V(x=0)=0V V( 0) 0V e V(x=L)=VD. • Alla posizione x si induce una carica mobile (per unità di area: Q( x ) = COX (VG − V ( x ) − VT ) (M.10) che sostiene una corrente di deriva ID per effetto del campo elettrico longitudinale diretto dal source al drain pari a E(x)=dV(x)/dx 109 CARATTERISTICHE STATICHE /2 • La corrente è direttamente proporzionale all’intensità del campo elettrico attraverso la mobilità μn dei portatori: (M 11) (M.11) I D ( x ) = Wμ nQ( x )E ( x ) • La corrente totale al drain si ottiene integrando l’equazione su tutta la lunghezza L del canale: VD L ∫ I (x )dx = ∫ μ C D da cui: 0 n OX W (VG − V ( x ) − VT )dV ( x ) (M.12) 0 ⎡ VD2 ⎤ (M.13) ( ) V − V V − ⎢ G T D ⎥ 2 ⎦ ⎣ • È la legge di controllo della corrente di drain ID da parte I D = μ n COX W L delle variabili indipendenti VG e VD. 110 6 CURVE CARATTERISTICHE • • • • Curve statiche per VD ≤ (VG-VT) di un transistor MOS a canale n; W/L=1, COX = 50 μA/V2 (spessore di ossido di circa 30nm), VT=1V. La superficie descritta dalla funzione ID=f(VG,VD) viene rappresentata dal grafico monodimensionale della funzione ID=f(VD) parametrizzato in VG. I massimi delle curve, cioè le tensioni VD in corrispondenza alle quali ∂ID/∂VD =0 sono i punti del luogo VD=VG-VT Per tali tensioni in corrispondenza del drain dove V(x)=VD la carica del canale si riduce a zero, cioè Q(x=L)=0, per poi invertirsi di segno. 111 CURVE CARATTERISTICHE /2 • Il modello di controllo della corrente di drain è fisicamente valido per VD ≤ VG-VT, limite evidente anche dalla figura precedente,, per p p via del paradosso p che al crescere della tensione VD oltre un certo valore corrisponde una riduzione della corrente ID, cioè una resistenza differenziale negativa. • In corrispondenza a tale punto di strozzatura (pinch-off) del canale gli elettroni sono comunque sottoposti ad un campo elettrico che li induce a proseguire il moto verso il drain, in prima approssimazione a velocità costante per ogni tensione VD > VG-VT. • La tensione di frontiera VD = VG-VT in corrispondenza della quale il canale si rastrema sino ad esaurirsi in corrispondenza del drain, prende il nome di tensione di saturazione, VD,sat. 112 7 CURVE CARATTERISTICHE /3 • La caratteristica statica per VD > VG-VT si raccorda con continuità a quella descritta dalla equazione (M.13) dalla quale si ottiene analiticamente sostituendovi la condizione VD = VG-VT: 1 W (M.14) (V − V )2 I = μC D 2 n OX L G T • La zona di funzionamento descritta dalla (M.13) prende il nome di zona triodo o zona lineare. • La zona di funzionamento descritta dalla (M.14) (M 14) prende il nome di zona di saturazione. 113 CURVE CARATTERISTICHE /4 114 8 TRANSISTOR MOS a canale n e a canale p • Dal punto di vista funzionale la struttura esaminata si può impiegare come un interruttore elettronico comandato elettricamente dalla differenza di potenziale VGS tra gate e source e chiuso per VGS > VT. • Implementa l’interruttore di tipo n con la differenza che la resistenza fra i capi non è nulla e la commutazione non è istantanea. • Un sistema in grado di implementare l’interruttore di tipo p è il transistor MOS a canale p. • La struttura di tale dispositivo è complementare nei drogaggi a quella del MOS a canale n. Il principio di funzionamento è del tutto analogo (il canale sarà formato da lacune). 115 TRANSISTOR MOS A CANALE P • In zona lineare (M.15): • In zona di saturazione (M.16): VSG ≥ VT , p e VSD < VSG − VT , p [( ) 1 W 2 ISD = μ p COX 2 VSG − VT ,p VSD − VSD 2 L VSG ≥ VT , p e VSD ≥ VSG − VT , p ] ( 1 W ISD = μ p COX VSG − VT ,p 2 L ) 2 La mobilità dei portatori di interesse è quella delle lacune, ed è inferiore di 2 o 3 volte rispetto a quella degli elettroni: il transistor MOS a canale p conduce da 2 a 3 volte meno corrente rispetto ad un canale n delle stesse dimensioni polarizzato nelle stesse condizioni. Mediante l’impiego di transistor MOS a canale n e a canale p si può quindi realizzare una tecnologia digitale. 116 9 CARATTERISTICHE STATICHE DELLE PORTE LOGICHE • Una porta logica può essere compiutamente caratterizzata sulla base di: – – – – Funzione logica implementata Affidabilità Area occupata Prestazioni operative (velocità, potenza dissipata…) • Analisi statica (in “DC”) su invertitore. • Il segnale di ingresso varia lentamente, tanto da poter considerare la porta in stato di equilibrio in ogni istante di tempo tempo. • L’invertitore fornisce in uscita un segnale VOUT corrispondente al livello logico complementare a quello in cui si classifica il segnale in ingresso VIN. 117 CARATTERISTICA DI TRASFERIMENTO STATICA • Diagramma della funzione di trasferimento ingresso uscita della p porta in funzionamento statico. • La caratteristica ideale è la migliore possibile. • Disturbi di ampiezza inferiore a VDD/2 non influiscono sulla tensione di uscita. • Minima probabilità di commettere un errore logico. 118 10 INVERTITORE CON CARICO RESISTIVO • • • Analisi statica: il carico in uscita (di natura generalmente capacitiva) non influisce sul comportamento del circuito circuito. Il carico in uscita è generalmente il gate di un altro transistor (una delle 2 armature di un condensatore. L’altra è il canale sottostante). In una approssimazione ad armature piane e parallele (senza effetti di bordo o altri effetti capacitivi dovuti ai collegamenti) è stimabile come: CL=COXWL Condensatore di capacità CL tra l’uscita VOUT e massa. • • Se in ingresso la tensione è inferiore a VT il transistor nMOS è spento e, non potendovi fluire corrente, anche la corrente su R è nulla e VOUT=VDD. Se VIN=VDD, il transistor è sicuramente acceso; dimensionando opportunamente W/L e/o R, è possibile che risulti: VOUT < VT. 119 INVERTITORE CON CARICO RESISTIVO /2 • Attribuendo il valore logico 0 alle tensioni inferiori alla tensione di soglia g e il valore logico 1 alla tensione VDD, il circuito implementa un invertitore. • La condizione VOUT<VT garantisce la compatibilità della connessione di una porta identica in uscita, per la quale lo ‘0’ logico in ingresso è tale solo se spegne il transistor nMOS. • Analiticamente, il funzionamento statico del circuito è descritto dal bilancio delle correnti del resistore e del transistor: ID(VIN,VOUT)=IR(VR) (M.17) • Risolvendo questa equazione per diversi valori di VIN si calcola la caratteristica di trasferimento. • Condizione iniziale di osservazione è di transistor spento. 120 11 INVERTITORE CON CARICO RESISTIVO /3 • Al crescere della tensione di ingresso al di sopra della tensione di soglia il transistor comincia a condurre trovandosi a funzionare in zona di saturazione fino a che VDS=VOUT > VIN-VT, quando (M.18): VDD − VOUT 1 2 = μ nCOX (VIN − VT ) 2 R • Al crescere della tensione di ingresso aumenta la corrente IDS, quindi aumenta la caduta sulla resistenza R, il cui terminale VOUT inizia a scendere di tensione. • Per tensioni di ingresso VIN>VOUT+VT il transistor entra in zona triodo e l’eqn. q M.17 diventa: (M.19) VDD − VOUT = R 1 = μ nCOX 2(VIN − VT )VOUT − VOUT 2 2 • Il legame che si ottiene dalle equazioni i i M.18 M 18 e M.19 M 19 può ò essere rappresentato graficamente. [ ] 121 FUNZIONE DI TRASFERIMENTO STATICA INGRESSO - USCITA 122 12 FdT STATICA • • • • • La differenza con quella ideale sta nella transizione tra livelli logici, che nel caso reale non ha né escursione pari a VDD né pendenza infinita. La pendenza della curva rappresenta il guadagno in tensione dell’invertitore. Nell’intorno Nell intorno della soglia di commutazione Vsoglia è necessario che il modulo di tale guadagno sia > 1, per garantire la rigeneratività dei livelli logici, ossia: dVOUT (M.20) >1 dVIN Si supponga che in ingresso sia dato un segnale Vsoglia+v1: la corrispondente tensione di uscita è Vsoglia-v2. Se il guadagno di tensione della porta nell’intorno della soglia Vsoglia è >1 si ha che |v2|>|v1|. Connettendo tale segnale all’ingresso di un identico inverter, l’uscita di questo si porta a Vsoglia+v3, con |v3|>|v2|>|v1|. Pertanto dato un segnale VIN appena superiore alla tensione di soglia all’ingresso di un numero pari di invertitori identici in cascata, il valore dell’ingresso di partenza si sposta progressivamente verso la tensione associata all’ “1” logico. Vale anche il duale. 123 FdT STATICA /2 • Il meccanismo implica pure la rigenerazione dei fronti del segnale. • Lungo il tratto di transizione della caratteristica ci sono due tensioni caratteristiche in cui la curva ha pendenza uguale a –1: – VIL è la massima tensione interpretabile come ‘0’ logico – VIH è la minima tensione interpretabile come ‘1’ logico • Per tensioni di ingresso sufficientemente basse, la tensione di uscita è uguale alla tensione VOH (massima tensione di uscita corrispondente al livello logico ‘1’) 1) • Diminuzione della tensione di uscita al crescere della tensione di ingresso raggiunge il valore VOL per VIN=VOH (VOL è la minima tensione di uscita corrispondente al livello logico ‘0’) 124 13 LIVELLI LOGICI E TENSIONI • Dalle definizioni funzionali delle tensioni caratteristiche VOH,VOL,VIH,VIL discende che i livelli logici dei circuiti digitali non sono rappresentati da singole tensioni bensì da intervalli di t tensioni. i i • Questa elasticità conferisce all’invertitore un elevato grado di affidabilità. L’affidabilità ha un ruolo primario nel funzionamento dei sistemi reali per l’influenza di 2 fattori concomitanti: la dispersione dei valori dei parametri caratteristici dei dispositivi che realizzano il circuito logico; “rumore digitale” connesso al funzionamento di un qualsiasi sistema digitale. • Rumore digitale: i) effetto della approssimazione introdotta dalla quantizzazione tanto dei dati quanto dei coefficienti delle funzioni di trasferimento numeriche; ii) cause di perturbazione fisica dei livelli dei segnali elettrici (accoppiamenti induttivi, accoppiamenti capacitivi e fluttuazioni della alimentazione e della massa) 125 RUMORE E MARGINI DI RUMORE • Il rumore causa arbitrarie variazioni non deterministiche dei valori di tensioni e correnti dei circuiti e in conseguenza producono erronee valutazioni dei valori dei segnali logici da questi rappresentati, che rendono anche inaffidabile la compatibilità in ingresso e in uscita tra porte connesse in cascata. • Si introducono delle tolleranze dette margini di rumore • I margini di rumore sono intervalli di tensione entro i quali i valori effettivi delle tensioni corrispondenti a 0 e 1 possono fluttuare per effetto del rumore senza che ci sia equivocazione da parte di un sistema che riceve tali dati in ingresso. 126 14 MARGINI DI RUMORE • Margine di rumore basso NML associato al livello 0 • Margine di rumore alto NMH associato al livello 1 NM H = VOH ,min − VIH NM L = VIL − VOL ,max • C’è anche una zona di transizione • obiettivo del progetto: deve essere minimizzata, ovvero deve essere massimizzata la pendenza del tratto centrale della curva caratteristica. 127 DIMENSIONAMENTO DEL PROGETTO • Da tutte queste considerazioni si ricavano i vincoli p per dimensionare R,, W/L • Utilizzando anche la soglia logica si cerca di simmetrizzare q quanto possibile il circuito 128 15 INVERTITORE CON CARICO ATTIVO MOS • Realizzare il resistore in un circuito integrato non è conveniente. • Si utilizza un carico attivo: transistor MOS • Il MOS può essere in zona di saturazione (sopra) o in zona triodo (sotto). • Saturazione: il carico è in saturazione per collegamento. Gate e drain cortocircuitati soddisfano a VDS > VGS-VT. • Il transistor di carico è analogo ad un resistore non lineare lineare. Si può ricavare la corrente del carico, funzione solamente del nodo di uscita ID,carico=f(VOUT): I D ,carico = W 1 μ nCOX L 2 (VDD − VOUT − VT )2 carico 129 INVERTITORE CON CARICO ATTIVO MOS • • • • • • • Principale differenza con l’architettura con carico resistivo risulta nel valore massimo che la tensione di uscita raggiunge in corrispondenza del livello logico alto. Nel caso resistivo: VOH=VDD Nella configurazione a carico attivo: VOH=VDD-VT Questa si traduce anche in una limitazione del margine di rumore alto NMH. Per ovviare a tale inconveniente si polarizza il MOS in zona triodo mediante opportuna polarizzazione del terminale di gate: V>VDD+VT In tal modo risulta evidente che la tensione in uscita in corrispondenza al livello logico alto può raggiungere ancora VOH=VDD. Tuttavia la soluzione richiede un terzo livello di tensione V per il funzionamento, oltre a VDD e ground: complicazione architetturale. 130 16 INVERTITORE MOS • Effetti negativi: – Potenza statica dissipata PDC, cioè PDC=VDDIDC, in corrispondenza dello stato basso dell’uscita. – Curve caratteristiche statiche non sfruttano appieno l’escursione dinamica disponibile, tra 0 e VDD. • Causa: – Corrente che attraversa il circuito in corrispondenza dello stato logico basso dell’uscita, dovuta alla struttura circuitale con un unico dispositivo che, commutando, può essere spento in uno solo dei possibili stati logici e oppone bassa resistenza al passaggio della corrente nell’altro stato. • Soluzione: – Sostituire al carico un secondo dispositivo di commutazione che risulta spento nello stato logico complementare all’altro: vengono meno sia la potenza statica dissipata sia la caduta di potenziale che impedisce che VOL coincida con massa. 131 INVERTITORE CMOS • • Introduciamo il transistor pMOS che funziona in modo complementare al transistor nMOS (implementa ll’interruttore interruttore di tipo p) e lo utilizziamo per dispositivo di carico. I due transistor sono comandati dallo stesso segnale VIN e operano in modo complementare, data la diversa tipologia p e n: – Per ingresso ALTO il transistor pMOS è spento e il transistor nMOS è acceso e fissa l’uscita al livello basso. – Per ingresso BASSO il transistor nMOS è spento e il pMOS acceso e fissa l’uscita al livello alto. • Vcc = 5V p V0 = Vcc A=0 Vcc = 5V n p V0 A Vcc = 5V n p Input Interruttori Output A p n 0 chiuso aperto Vcc 1 aperto chiuso 0 V0 V0 = 0 A=1 n Complementary MOS (CMOS) 132 17 FUNZIONAMENTO STATICO • Quando VIN è al di sotto di VT,n: nMOS è interdetto, pMOS è acceso in zona t i d e l’uscita triodo l’ it è alta. lt VOUT=VOH=VDD ID,n=ID,p= 0A • VIN > VDD-|VT,p|: nMOS è in zona triodo, pMOS interdetto. VOUT=VOL= 0V ID,n=ID,p= 0A • Ottima rigenerazione dei livelli. • La caratteristica di trasferimento IN-OUT in continua può essere ricavata punto per punto dalle caratteristiche dei transistor. • Valgono: IDS,p=-IDS,n VGS,p=VIN-VDD VDS,p=VOUT-V VDD 133 CURVA CARATTERISTICA STATICA • Le ascisse VOUT dei punti di intersezione delle curve delle famiglie g aventi uguale g VIN definiscono la curva caratteristica. • Tratto a: nMOS spento, pMOS in zona triodo • Tratto b: nMOS in saturazione e pMOS tende a uscire da triodo • Punto c: entrambi in saturazione • Tratto d: nMOS in triodo, pMOS in saturazione • Tratto e: nMOS triodo triodo, pMOS spento. 134 18 CURVA CARATTERISTICA STATICA /2 • Vsoglia quando VOUT=VIN • Si ricava uguagliando le correnti nei transistor nel punto c. • Affinché la curva sia simmetrica, devono essere uguali le soglie dei transistor nMOS e pMOS (VT,n=|VT,p|) e uguali i fattori di processo kn=kp. • Per VIN=Vsoglia, tutti i valori Vsoglia-VT,n<VOUT<Vsoglia+|Vt,p| sono compatibili: il tratto c della curva è verticale. • Si può anche fissare un valore desiderato di soglia di commutazione e ricavare i corrispondenti valori dei fattori di processo per ottenerlo. • Vantaggio di spostare la soglia: si riesce a modificare il margine di rumore. 135 CURVA CARATTERISTICA STATICA /3 136 19 CARATTERISTICHE DINAMICHE DELLE PORTE LOGICHE • Evoluzione temporale dell’uscita del circuito portato fuori equilibrio da una sollecitazione istantanea in ingresso. • Si applica una sollecitazione istantanea dell dell’ingresso ingresso (per es. con uno scalino ideale) e si studia l’evoluzione del sistema conseguente ai transitori connessi con gli elementi capacitivi parassiti e non in esso presenti. • Le caratteristiche dinamiche di commutazione determinano la velocità globale dei sistemi e, di conseguenza, a esse sono legate specifiche di progetto di fondamentale importanza. • Si riescono a fare semplici calcoli nei casi di segnali di ingresso infinitamente veloci e infinitamente lenti. Negli altri casi è tutto molto complesso e si usano strumenti di simulazione circuitale per risolvere anche questi semplici circuiti. 137 RITARDI DI PROPAGAZIONE • Per velocità della porta si intende la misura del ritardo di propagazione del segnale dall’ingresso all’uscita delle porta. porta • 2 possibili commutazioni dei segnali di ingresso: dal livello basso al livello alto e viceversa. • Il ritardo di propagazione della porta tp è il risultato dell’accumulo del ritardo insito nella transizione del segnale di ingresso (che comunque è a banda finita e quindi mostra tempi di salita, rise time tr, e di discesa, fall time tf, di durata finita) con il ritardo introdotto dalla risposta della porta stessa. • Per caratterizzare la porta, consideriamo ideale il segnale di comando. 138 20 RITARDI DI PROPAGAZIONE /2 • Tempo di risposta della porta corrispondente alla transizione dell’uscita da basso a alto tpLH e da alto a basso tpHL. • Il ritardo di propagazione è definito come la media aritmetica di tali ritardi: t pHL + t pLH tp = 2 139 RITARDI DI PROPAGAZIONE /3 • La genesi dei ritardi di propagazione del segnale dall’ingresso g all’uscita risiede nei componenti capacitivi insiti nei circuiti. • Nel caso dell’inverter CMOS i contributi capacitivi sono molti e rendono evidente la difficoltà à di studiare la dinamica della porta, anche se il circuito di base è semplice. 140 21 RITARDI DI PROPAGAZIONE INVERTER CMOS • La capacità di carico (load, CL) congloba tutti i contributi parassiti che hanno ruolo nella ll dinamica di i di commutazione. • I condensatori connessi tra ingresso e massa o alimentazione non introducono costanti di tempo, dato il segnale di ingresso ideale. • Neppure i condensatori tra i source e i bulk, che rimangono equipotenziali, introducono ritardi. • Rimangono le capacità tra il nodo di uscita e la massa o l’alimentazione. • La dinamica della commutazione della porta è un processo di carica/scarica di una capacità lineare equivalente CL. 141 RITARDI DI PROPAGAZIONE INVERTER CMOS /2 t pHL = 1.38 t pHL = VDD CL 2 (VDD − VT ,n ) kn VDD CL 2 (VDD − VT ,n ) kn per eccesso per difetto 142 22 ENERGIA E POTENZA DISSIPATA • La potenza dissipata da una porta durante il funzionamento è un parametro importante quanto la velocità. velocità • L’energia consumata e il conseguente calore dissipato sono fattori che condizionano le scelte progettuali dei sistemi, specie se portatili, visto che influenzano direttamente fattibilità, affidabilità e costo. • Capacità di alimentazione: tempo di vita batterie. • Dissipazione: dimensioni, sistemi di raffreddamento, … • Potenza statica: PDC=VDD IDC • In condizioni statiche, l’invertitore CMOS ha potenza statica dissipata nulla. 143 POTENZA DINAMICA • Potenza dissipata in condizioni operative dinamiche; potenza di picco e potenza media. • Potenza di picco: massima potenza dissipata durante il funzionamento dell’invertitore Pmax = Imax VDD, è un parametro essenziale per il dimensionamento delle linee di alimentazione e della rete di massa. • Potenza media: nel caso dell’invertitore CMOS, le commutazioni corrispondono a processi di carica/scarica della capacità di carico e quindi ad essi è associata potenza dissipata. • La carica “spostata” spostata durante una commutazione è pari a Q=CLVDD, e l’energia spesa dal campo elettrico per spostare la carica Q dal potenziale VA al potenziale VB vale E=Q(VA-VB); se la commutazione è di ampiezza VDD, allora E=QVDD=CLVDDVDD=CLVDD2 144 23 POTENZA MEDIA • Se l’ingresso dell’invertitore è un’onda quadra di periodo T, la potenza dinamica media dissipata dalla porta in un periodo T è: Pmedia = E 1 2 2 f = C L ⋅VDD = C L ⋅VDD T T • Importante per fissare le specifiche di raffreddamento. • La potenza media è proporzionale alla frequenza di commutazione della porta f=1/T. • La potenza media dipende dal quadrato di VDD. • Però diminuire VDD riduce la potenza media dissipata, ma aumenta il ritardo di propagazione. • Cifra di merito che rappresenti il trade-off. 145 PRODOTTO RITARDO – ENERGIA ED 2 ED = C LVDD • • VDD CL (VDD − VT ,n )2 kn ED presenta un minimo in corrispondenza al quale sono minimi sia il ritardo che l’energia dissipata. Però lo sviluppo tecnologico risulta in: aumento di velocità dei circuiti che comporta un aumento della frequenza di commutazione f; aumento del numero di porte contenuto nel chip che aumenta CL; diminuzione delle tensioni di alimentazione VDD per aumentare la durata delle batterie. 146 24 NOR e NAND Aperto e chiuso invertiti Vcc = 5V p1 A B p2 V0 A n2 n1 B p1 p2 n1 n2 V0 Vcc 0 0 aperto aperto chiuso chiuso 0 1 chiuso aperto aperto chiuso 0 1 0 aperto chiuso chiuso aperto 0 1 1 chiuso chiuso aperto aperto 0 non passa corrente Vcc = 5V p2 p1 B V0 n1 A n2 A B p1 p2 n1 n2 V0 Vcc 0 0 aperto aperto chiuso chiuso 0 1 chiuso aperto aperto chiuso Vcc 1 0 aperto chiuso chiuso aperto Vcc 1 1 chiuso chiuso aperto aperto 0 non passa corrente 147 FAMIGLIE LOGICHE • • • • Porte logiche in tecnologia CMOS sono le più usate nei IC digitali. Esistono anche famiglie logiche diverse, basate su transistor bipolari: TTL e ECL. Esiste anche una tecnologia ibrida BiCMOS. Vantaggi CMOS: – Resistenza di ingresso elevata – Assenza di dissipazione di potenza statica – Escursione della tensione di uscita rail-to-rail – Architettura ratioless (i livelli logici non dipendono dalle dimensioni geometriche dei transistor, escluso la soglia di commutazione) 148 25
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