Costruzioni in zona sismica A.A. 2013-‐2014 Proge9azione sismica di edifici in c.a. Requisi1 di prestazione Requisito di non-‐collasso. La stru9ura deve essere proge9ata e costruita per sopportare l’azione sismica di proge9o, definita nella sezione, senza che si manifesDno fenomeni di collasso locale o globale ed in modo da mantenere dopo l’evento sismico la sua integrità stru9urale ed una residua capacità portante. L’azione sismica di proge9o è espressa in termini di: a) azione sismica di riferimento associata a una probabilità di riferimento di superamento, PNCR=10% in 50 anni o a un periodo di ritorno di riferimento, TNCR=475 anni Requisito di limitazione del danno. La stru9ura deve essere proge9ata e costruita per sopportare un’azione sismica, che abbia una probabilità di verificarsi più alta dell’azione sismica di proge9o senza che si verifichi un danneggiamento con conseguenD limitazioni nell’uDlizzo, i cui cosD sarebbero sproporzionatamente alD se rapportaD con il costo della stru9ura in sé. L’azione sismica da tenere in conto per il "requisito di limitazione del danno" ha una probabilità di superamento, PDLR=10% in 10 anni e un periodo di ritorno, TDLR=95 anni. Livelli di Prestazione Stato limite ul1mo • La resistenza e la capacità di dissipare energia da assegnare alla stru9ura sono in relazione al maggiore o minore grado di risposta non-‐lineare che si intende sfru9are. In termini operaDvi il bilancio tra resistenza e capacità di dissipare energia è cara9erizzato dai valori del coefficiente di stru>ura q e dalla classificazione della duWlità associata. • Come caso limite, per la proge9azione di stru>ure classificate come non-‐dissipa1ve, non si Dene in alcun conto la dissipazione istereDca di energia e il coefficiente di stru9ura non può essere preso, in generale, maggiore del valore di 1,5 considerato per tenere conto delle sovraresistenze. • Si deve verificare che la stru>ura nel suo insieme risul1 stabile so9o l’effe9o dell’azione sismica di proge9o. Si deve considerare la stabilità sia nei confronD del ribaltamento sia dello scorrimento. • Si deve verificare che sia gli elemenD di fondazione sia il terreno di fondazione siano in grado di resistere agli effeW delle azioni dovuD alla risposta della sovrastru9ura senza significaDve deformazioni permanenD. • Nell’analisi, si deve tenere conto della possibile influenza degli effeE del secondo ordine sui valori degli effeW delle azioni. • Si deve verificare che so9o l’azione sismica di proge9o il comportamento degli elemen1 non-‐stru>urali non rappresenD un rischio per le persone e non abbia un effe9o sfavorevole sulla risposta degli elemenD stru9urali. Stato limite di danno • Si deve assicurare un adeguato grado di affidabilità contro un inacce9abile danneggiamento mediante il soddisfacimento di limiD sulle deformazioni • Per stru9ure importanD per la protezione civile, si deve verificare che il sistema stru9urale possieda una resistenza ed una rigidezza sufficien1 a garan1re la funzionalità dei servizi vitali a seguito di un evento sismico cara9erizzato da un appropriato periodo di ritorno. Criteri di proge>azione • si raccomanda che le stru9ure dovrebbero avere forme semplici e regolari sia in pianta sia in elevazione. Se necessario ciò può essere realizzato suddividendo la stru9ura mediante disposiDvi di collegamento in unità dinamicamente indipendenD. • Al fine di garanDre un comportamento globale dissipaDvo e duWle, devono essere evitate ro>ure fragili o la prematura formazione di meccanismi instabili. A tal fine, si deve fare ricorso alla procedura di proge9o secondo la capacità, che è uDlizzata per o9enere la gerarchia delle resistenze dei vari componenD stru9urali e dei modi di ro9ura necessari per assicurare un meccanismo plasDco adeguato e per evitare modi di ro9ura fragili. • Poiché il comportamento sismico di una stru9ura dipende in larga parte dal comportamento delle sue zone ed elemenD criDci, i de>agli costruEvi della stru9ura in generale e di queste regioni o elemenD in parDcolare, devono essere tali da mantenere la capacità di trasme9ere le forze necessarie e di dissipare energia so9o condizioni cicliche. • Le analisi devono essere basate su un adeguato modello stru>urale, che, quando necessario, deve tenere conto dell’influenza della deformabilità del terreno e di elemenD non-‐stru9urali e di altri aspeW, come la presenza di stru9ure adiacenD. Principi base della proge>azione Semplicità stru>urale La semplicità stru9urale, cara9erizzata dall'esistenza di percorsi chiari e direE per la trasmissione delle forze sismiche, è un importante obieWvo da perseguire poiché la modellazione, l'analisi, il dimensionamento, la definizione dei parDcolari e la costruzione di stru9ure semplici sono soggeW a minori incertezze e quindi la previsione del loro comportamento durante un evento sismico può essere ipoDzzata in maniera molto più realisDca. da: Mezzina, 2011 Principi base della proge>azione Uniformità, simmetria e ipersta1cità • L’uniformità in pianta è cara9erizzata da una regolare distribuzione degli elemenD stru9urali che perme9e una trasmissione rapida e dire9a delle forze di inerzia prodo9e dalle masse distribuite dell'edificio. Se necessario, l’uniformità può essere o9enuta dividendo l'intero edificio mediante apposiD elemenD di collegamento in unità dinamicamente indipendenD. • L’uniformità dell'edificio nello sviluppo ver1cale della stru9ura è altre9anto importante poiché in tal modo si tende ad eliminare la formazione di zone sensibili ove vi sia una grande concentrazione di sforzi o notevoli richieste di duWlità che potrebbero essere causa di un prematuro collasso. • Una stre9a relazione tra la distribuzione delle masse e la distribuzione delle resistenze e delle rigidezze elimina eccentricità eccessive fra massa e rigidezza. • Se la configurazione dell’edificio è simmetrica o quasi-‐simmetrica, una disposizione simmetrica degli elemen1 stru>urali, che si raccomanda sia ben distribuita in pianta, è appropriata per il raggiungimento dell’uniformità. • L’uDlizzo di elemenD stru9urali distribuiD con regolarità aumenta l’ipersta1cità e perme9e una ridistribuzione più favorevole degli effeW dovuD alle azioni e una maggior dissipazione di energia da parte dell'intera stru9ura. Principi base della proge>azione Rigidezza e resistenza bidirezionale Il moto sismico orizzontale è un fenomeno bidirezionale e per questo moDvo la stru9ura dell'edificio deve essere in grado di resistere ad azioni orizzontali provenienD da qualsiasi direzione. si raccomanda che gli elemenD stru9urali siano disposD in pianta secondo una maglia ortogonale che assicuri cara9erisDche analoghe di resistenza e rigidezza in entrambe le direzioni principali. Resistenza e rigidezza torsionali Oltre alla resistenza e alla rigidezza laterali, si raccomanda che la stru9ura dell'edificio possegga un'adeguata resistenza e rigidezza torsionali al fine di limitare moD di Dpo torsionale che tendono a so9oporre i diversi elemenD stru9urali ad un regime di sforzo non uniforme. In questa oWca le configurazioni in cui i principali elemenD resistenD all’azione sismica sono distribuiD in prossimità del perimetro esterno dell'edificio presentano chiari vantaggi. Principi base della proge>azione Azioni membranali a livello dei piani • Negli edifici, gli impalca1 (compreso il te9o) giocano un ruolo molto importante nel comportamento sismico complessivo della stru9ura. Essi si comportano come membrature orizzontali che riuniscono e trasme>ono le forze di inerzia ai sistemi stru>urali ver1cali e assicurano che deW sistemi partecipino tuW insieme nel contrastare l'azione sismica orizzontale. L’azione degli impalcaD come membrature assume una parDcolare importanza nel caso di sistemi stru9urali verDcali cara9erizzaD da uno sviluppo complesso e non uniforme o quando si uDlizzino insieme sistemi stru9urali cara9erizzaD da una diversa deformabilità orizzontale (come per esempio nei sistemi misD o sistemi doppi). • Si raccomanda che i sistemi di solai e il te9o abbiano rigidezza e resistenza in pianta e siano collegaD in maniera efficace agli elemenD stru9urali verDcali. Si raccomanda di prestare una parDcolare a9enzione alle configurazioni non compa>e o molto allungate in pianta ed ai casi in cui esistano grosse aperture nei solai, specialmente se queste ulDme sono poste in prossimità dei principali elemenD stru9urali verDcali, impedendo così un'efficiente connessione tra la stru9ura verDcale e orizzontale. • Si raccomanda che le membrature abbiano sufficiente rigidezza in pianta per la distribuzione delle forze di inerzia orizzontali sui sistemi stru9urali verDcali, in accordo con le ipotesi dell’analisi, in parDcolare quando ci sono significaDvi cambiamenD nella rigidezza o rientri e sporgenze di elemen1 ver1cali al di sopra e al di so9o della membratura. Principi base della proge>azione Fondazione adeguata • Per quanto riguarda l’azione sismica, la proge9azione e la costruzione delle fondazioni e degli elemenD di collegamento con la sovrastru9ura devono garanDre che tu>o l'edificio sia sollecitato in maniera uniforme dall'azione sismica. • Per stru>ure composte da un discreto numero di pare1 con funzione stru9urale, differenD per larghezza e rigidezza, si raccomanda di predisporre una fondazione del 1po rigido scatolare o con cellule, che includa due piastre, una all'intradosso della fondazione ed una all’estradosso. • Per edifici con elemen1 di fondazione separa1 (plin1 o pali), si raccomanda l’uDlizzo di una piastra di fondazione o di una trave di collegamento tra quesD elemenD in entrambe le direzioni principali Principi base della proge>azione Membrature sismiche primarie e secondarie • Un certo numero di membrature stru9urali (cioé travi e/o colonne) possono essere proge9ate come membrature (o elemen1) sismiche "secondarie", non facenD parte del sistema resistente all’azione sismica dell’edificio. La resistenza e la rigidezza di quesD elemenD alle azioni sismiche deve essere trascurata. Nondimeno queste membrature e i loro collegamenD devono essere proge9aD e dotaD di de9agli costruWvi per sostenere i carichi gravitazionali quando soggeW a spostamenD causaD dalla più sfavorevole delle condizioni sismiche di proge9o. • Si raccomanda che il contributo totale alla rigidezza laterale di tu9e le membrature sismiche secondarie non sia maggiore del 15% di quella di tu9e le membrature sismiche primarie. Principi base per la proge>azione Capacità di dissipare energia e classi di duElità • La proge9azione di edifici di calcestruzzo in zona sismica deve garanDre un'adeguata capacità di dissipazione dell'energia da parte della stru9ura senza una significaDva riduzione della sua resistenza globale nei confronD delle azioni orizzontali e verDcali. • Si deve garanDre un'adeguata resistenza di tuW gli elemenD stru9urali nella situazione sismica di proge9o, e si raccomanda che le richieste di deformazioni non-‐lineari nelle zone criDche siano adeguate alla duWlità globale ipoDzzata nei calcoli. • Gli edifici di calcestruzzo in zona sismica devono essere proge>a1 per fornire una capacità di dissipazione di energia e un comportamento duEle globale. Si garanDsce un comportamento duWle globale se la richiesta di duWlità riguarda globalmente un grande volume della stru9ura in differenD elemenD e posizioni in tuW i suoi piani. A tal fine, si raccomanda che le modalità di collasso duWle (per esempio flessionali) precedano le modalità di collasso fragili (per esempio a taglio) con un sufficiente grado di affidabilità. • Gli edifici di calcestruzzo sono classificaD nelle due classi di duWlità CD B (duWlità bassa) e CD A (duWlità alta), in funzione della loro capacità di dissipazione di Dpo istereDco. Entrambe le classi corrispondono a edifici proge9aD, dimensionaD e dotaD di de9agli locali in accordo con specifiche disposizioni anDsismiche, che perme9ono alla stru9ura di sviluppare un meccanismo stabile associato a una grande dissipazione di energia di Dpo istereDco so9o cicli di carico ripetuD, senza che si verifichino ro9ure di Dpo fragile. • Al fine di garanDre la duWlità necessaria per le classi di duWlità B e A, si devono soddisfare per ogni classe disposizioni specifiche per tuW gli elemenD. Si uDlizzano per ogni classe valori differenD del coefficiente di comportamento q, in relazione alla differente duWlità disponibile relaDva alle due classi di duWlità. Criteri di regolarità stru>urale Ai fini della proge9azione in zona sismica, le stru9ure degli edifici sono classificaD in regolari e non-‐regolari. Questa disDnzione si rifle9e sui seguenD aspeW della proge9azione in zona sismica: • il modello stru>urale, che può essere un modello piano semplificato o un modello spaziale; • il metodo di analisi, che può essere un’analisi semplificata con spe9ro di risposta (metodo delle forze laterali) o un’analisi modale; • il valore del coefficiente di comportamento q, che deve essere diminuito per edifici non-‐regolari in elevazione da Aiello, 2011 Regolarità in pianta Per un edificio da classificare come regolare in pianta, esso deve soddisfare tu9e le condizioni elencate nei paragrafi seguenD. a) La stru9ura dell'edificio deve essere approssima1vamente simmetrica in pianta rispe9o a due assi ortogonali in relazione alla distribuzione della rigidezza laterale e della massa. Regolarità in pianta da Aiello, 2011 Regolarità in pianta da Aiello, 2011 Regolarità in pianta b) La snellezza λ= Lmax/Lmin dell’edificio in pianta non deve essere maggiore di 4, dove Lmax e Lmin sono rispeWvamente la maggiore e la minore dimensione in pianta dell’edificio, misurate nelle direzioni ortogonali da Aiello, 2011 Regolarità in pianta da Aiello, 2011 Regolarità in pianta da Aiello, 2011 Regolarità in pianta c) La configurazione della pianta deve essere compa>a, cioè ogni impalcato deve essere delimitato da una linea convessa poligonale. Nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25 % della dimensione totale della costruzione nella corrispondente direzione; Regolarità in pianta d) La rigidezza in pianta degli impalcaD deve essere sufficientemente grande rispe9o alla rigidezza laterale degli elemenD stru9urali verDcali, in modo che la deformazione dell’impalcato abbia un effe9o piccolo sulla distribuzione delle forze tra gli elemenD stru9urali verDcali. A questo riguardo, si raccomanda che le configurazioni in pianta a L, C, H, I, e X siano a9entamente esaminate, sopra9u9o per quello che riguarda la rigidezza dei traW laterali, che dovrebbe essere paragonabile a quella della parte centrale, al fine di soddisfare la condizione di impalcato rigido. Si raccomanda di considerare l’applicazione del presente paragrafo per il comportamento globale dell’edificio. da Aiello, 2011 Regolarità in pianta: martellamento da Aiello, 2011 Regolarità in pianta da Aiello, 2011 Regolarità in pianta: deformabilità torsionale • Deformabilità torsionale. Ad ogni livello e per ogni direzione di analisi x e y, l’eccentricità stru9urale eo e il raggio torsionale r devono essere in accordo con le due condizioni riportate di seguito, che sono espresse per la direzione di analisi y : eox < 0,30 rx rx > ls dove: eox è la distanza tra il centro delle rigidezze e il centro di massa, misurata lungo la direzione x, che è normale alla direzione dell’analisi considerata; rx è la radice quadrata del rapporto tra la rigidezza torsionale e la rigidezza laterale nella direzione y ("raggio torsionale"); ls è il raggio giratore della massa del piano in pianta [radice quadrata del rapporto tra (a) il momento di inerzia polare della massa del piano in pianta rispe9o al centro di massa del piano e (b) la massa del piano]. Deformabilità torsionale In edifici monopiano il centro delle rigidezze è definito come il centro della rigidezza laterale di tuW le membrature sismiche primarie. Il raggio torsionale r è definito come la radice quadrata del rapporto tra la rigidezza torsionale globale rispe9o al centro della rigidezza laterale, e la rigidezza laterale globale, in una direzione, tenendo conto di tu9e le membrature sismiche primarie in questa direzione. In edifici mulDpiano sono possibili solo definizioni approssimate del centro delle rigidezze e del raggio torsionale. Una definizione semplificata, per la classificazione della regolarità stru9urale in pianta e per l’analisi approssimata degli effeW torsionali, è possibile se le due condizioni seguenD sono soddisfa9e: a) tuW i sistemi resistenD ai carichi laterali, quali i nuclei, le pareD stru9urali, o i telai, si sviluppano senza interruzioni dalle fondazioni fino alla sommità dell'edificio; b) le deformate dei singoli sistemi so9o i carichi orizzontali non sono molto differenD. Questa condizione può essere considerata soddisfa9a nel caso di sistemi a telaio e sistemi a parete. In generale questa condizione non è soddisfa9a nei sistemi doppi. Nei telai e nei sistemi a pareD snelle con deformazione prevalentemente flessionale, la posizione dei centri di rigidezza e del raggio torsionale di tuW i piani può essere calcolata come quelle dei momenD di inerzia della sezione degli elemenD verDcali. Se in aggiunta alle deformazioni flessionali, sono significaDve anche le deformazioni a taglio, queste possono essere tenute in conto uDlizzando un momento di inerzia equivalente della sezione. Deformabilità torsionale da Aiello, 2011 Deformabilità torsionale Deformabilità torsionale Regolarità in elevazione (NTC 08) • tuW i sistemi resistenD verDcali (quali telai e pareD) si estendono per tu9a l’altezza della costruzione; • massa e rigidezza rimangono costanD o variano gradualmente, senza bruschi cambiamenD, dalla base alla sommità della costruzione (le variazioni di massa da un orizzontamento all’altro non superano il 25 %, la rigidezza non si riduce da un orizzontamento a quello sovrastante più del 30% e non aumenta più del 10%); ai fini della rigidezza si possono considerare regolari in altezza stru9ure dotate di pareD o nuclei in c.a. o pareD e nuclei in muratura di sezione costante sull’altezza o di telai controventaD in acciaio, ai quali sia affidato almeno il 50% dell’azione sismica alla base; • nelle stru9ure intelaiate proge9ate in CD “B” il rapporto tra resistenza effeWva3 e resistenza richiesta dal calcolo non è significaDvamente diverso per orizzontamenD diversi (il rapporto fra la resistenza effeWva e quella richiesta, calcolata ad un generico orizzontamento, non deve differire più del 20% dall’analogo rapporto determinato per un altro orizzontamento); può fare eccezione l’ulDmo orizzontamento di stru9ure intelaiate di almeno tre orizzontamenD; • eventuali restringimenD della sezione orizzontale della costruzione avvengono in modo graduale da un orizzontamento al successivo, rispe9ando i seguenD limiD: ad ogni orizzontamento il rientro non supera il 30% della dimensione corrispondente al primo orizzontamento, né il 20% della dimensione corrispondente all’ orizzontamento immediatamente so9ostante. Fa eccezione l’ulDmo orizzontamento di costruzioni di almeno qua9ro piani per il quale non sono previste limitazioni di restringimento. Regolarità in elevazione da Mezzina, 2011 Regolarità in elevazione (EC8) Se ci sono considerevoli irregolarità in elevazione (per esempio una riduzione drasDca di tamponamenD in uno o più piani rispe9o ad altri), devono essere aumentaD gli effeW dell’azione sismica negli elemenD verDcali dei rispeWvi piani con il seguente coefficiente di amplificazione : dove: η = (1 + ΔVRw/ΣVed) < q ΔVRw è la riduzione totale della resistenza delle pareD di muratura nel piano considerato, paragonata al piano con più tamponamenD al di sopra di esso; Σved è la somma delle azioni sismiche di taglio agenD su tu9e le membrature sismiche verDcali primarie del piano considerato. Se quest’espressione porta a un coefficiente di amplificazione η minore di 1,1, non è necessario modificare gli effeW delle azioni. Regolarità in elevazione da Mezzinaa, 2011 ! !"#$%&'(')'*&++,-"./0'1"'1,--0'1&-0/"-,20'34",-0'.055"+&36' ! !"#$%&'(')'*+,,-..+'/&,'01"-2+'.+33"4&0'-'5&66"2+7' ! Irregolarità dovute ai tamponamen1 di muratura • Devono essere tenute in conto le conseguenze di irregolarità in pianta prodo9e dai tamponamenD. • Devono essere tenute in conto le conseguenze di irregolarità in elevazione prodo9e dai tamponamenD. • Si deve tenere conto delle elevate incertezze rela1ve al comportamento dei tamponamenD (sopra9u9o, la variabilità delle loro proprietà meccaniche e dei loro a9acchi al telaio circostante, la loro possibile modifica durante l’uDlizzo dell’edificio, come il loro non-‐uniforme grado di danneggiamento subito durante il terremoto stesso). • Devono essere tenuD in conto gli effeE locali possibilmente sfavorevoli dovuD all’interazione telaio-‐tamponamento (per esempio la ro9ura a taglio di colonne so9o forze di taglio indo9e dall’azione a puntone diagonale dei tamponamenD) Limitazione dei danni ai tamponamen1 • Si raccomanda che per i sistemi stru9urali, ecce9o nei casi di bassa sismicità, siano prese appropriate misure per evitare ro9ure fragili e premature disintegrazioni delle pareD di tamponamento (in parDcolare di pannelli di muratura con aperture o composte da materiali fragili), nonché il collasso parziale o totale fuori piano di pannelli snelli di muratura. • (Esempi di misure in accordo per migliorare l’integrità e il comportamento sia nel piano sia fuori piano, includono leggere reD metalliche ben ancorate su una faccia della parete, elemenD di armatura fissaD alle colonne e inseriD nei leW di malta della muratura, puntelli e catene a9raverso i pannelli e lo spessore totale della parete. Limitazione dei danni ai tamponamen1 Limitazione dei danni ai tamponamen1 Fa>ore di stru>ura (§3.2.3.5) Il fa9ore di stru9ura q è un coefficiente introdo9o nelle NTC08 che Dene conto in modo semplificato della capacità dissipaDva anelasDca della stru9ura della sua sovraresistenza a9raverso il quale viene convenientemente rido9o lo spe9ro di proge9o. Coefficiente di riduzione della resistenza da: Mezzina, 2011 Coefficiente di stru>ura da: Mezzina, 2011 Coefficiente di stru>ura: riduzione dello spe>ro di proge>o da Braga, 2010 Fa>ore di stru>ura (§7.3.1) Quando si uDlizza l’analisi lineare per sistemi dissipaDvi, Il valore del fa9ore di stru9ura dipende dalla Dpologia stru9urale, dal suo grado di iperstaDcità e dai criteri di proge9azione ado9aD e prende in conto le non linearità di materiale. Esso può essere calcolato tramite la seguente espressione: dove: q = q0⋅KR q0 è il valore massimo del fa9ore di stru9ura che dipende dal livello di duElità a>esa, dalla 1pologia stru>urale e dal rapporto αu/α1 tra il valore dell’azione sismica per il quale si verifica la formazione di un numero di cerniere plasDche tali da rendere la stru9ura labile e quello per il quale il primo elemento stru9urale raggiunge la plasDcizzazione a flessione; KR è un fa9ore riduWvo che dipende dalle cara9erisDche di regolarità in altezza della costruzione, con valore pari ad 1 per costruzioni regolari in altezza e pari a 0,8 per costruzioni non regolari in altezza. α1 è il valore per il quale è molDplicata l’azione sismica di proge9o orizzontale al fine di raggiungere prima la resistenza flessionale in una qualsiasi membratura nella stru9ura, mentre tu9e le altre azioni di proge9o restano costanD; αu è il valore per il quale è molDplicata l’azione sismica di proge9o orizzontale al fine di formare cerniere plasDche in un numero di sezioni sufficienD per lo sviluppo di un’instabilità stru9urale globale, mentre tu9e le altre azioni di proge9o restano costanD Il coefficiente αu può essere o9enuto da un’analisi staDca non-‐lineare (pushover) globale. da: Mezzina, 2011 Fa>ore di stru>ura • Per le costruzioni regolari in pianta, qualora non si proceda ad un’analisi non lineare finalizzata alla valutazione del rapporto αu/α1, per esso possono essere ado9aD i valori indicaD nei paragrafi successivi per le diverse Dpologie costruWve. • Per le costruzioni non regolari in pianta, si possono ado9are valori di αu/ α1 pari alla media tra 1,0 ed i valori di volta in volta forniD per le diverse Dpologie costruWve. • La scelta del fa9ore di stru9ura deve essere adeguatamente giusDficata. Il valore ado9ato deve dar luogo ad azioni di proge9o agli staD limite ulDmi coerenD con le azioni di proge9o assunte per gli staD limite di esercizio. • Per la componente ver1cale dell’azione sismica il valore di q uDlizzato, a meno di adeguate analisi giusDficaDve, è q = 1,5 per qualunque Dpologia stru9urale e di materiale, tranne che per i ponD per i quali è q = 1. Tipologie stru>urali • stru&ure a telaio, nelle quali la resistenza alle azioni sia verDcali che orizzontali è affidata principalmente a telai spaziali, avenD resistenza a taglio alla base ≥ 65% della resistenza a taglio totale; • stru&ure a pare., nelle quali la resistenza alle azioni sia verDcali che orizzontali è affidata principalmente a pareD, singole o accoppiate, avenD resistenza a taglio alla base ≥ 65% della resistenza a taglio totale4; • stru&ure miste telaio-‐pare., nelle quali la resistenza alle azioni verDcali è affidata prevalentemente ai telai, la resistenza alle azioni orizzontali è affidata in parte ai telai ed in parte alle pareD, singole o accoppiate; se più del 50% dell’azione orizzontale è assorbita dai telai si parla di stru0ure miste equivalen5 a telai, altrimenD si parla di stru0ure miste equivalen5 a pare5; • stru&ure deformabili torsionalmente, composte da telai e/o pareD, la cui rigidezza torsionale non soddisfa ad ogni piano la condizione r/ls > 0,8, nella quale: r2 = rapporto tra rigidezza torsionale e flessionale di piano ls2 = (L2 + B2)/12 (L e B dimensioni in pianta del piano) • stru&ure a pendolo inverso, nelle quali almeno il 50% della massa è nel terzo superiore dell’altezza della costruzione o nelle quali la dissipazione d’energia avviene alla base di un singolo elemento stru9urale da Braga, 2010 da Braga, 2010 da Braga, 2010 parete accoppiata: Elemento stru9urale cosDtuito da due o più pareD singole, connesse secondo uno schema regolare da travi adeguatamente duWli ("travi di connessione"), in grado di ridurre almeno del 25% la somma dei momenD fle9enD alla base delle singole pareD pensate come non-‐collaboranD. da Braga, 2010 da Braga, 2010 da Braga, 2010 da Braga, 2010 Coefficiente di stru>ura, qo per sistemi regolari in elevazione Per prevenire il collasso delle stru9ure a seguito della ro9ura delle pareD, i valori di q0 devono essere ridoW mediante il fa9ore kw: ⎧1, 00 per stru>ure a telaio e miste equivalenD a telai Kw = ⎨0, 5 ≤ (1+α0) / 3 ≤ 1 per stru>ure a pare1, miste equivalenD a pareD, torsionalmente deformabili dove α0 è il valore assunto in prevalenza dal rapporto tra altezze e larghezze delle pareD. Nel caso in cui gli α0 delle pareD non differiscano significaDvamente tra di loro, il valore di α0 per l’insieme delle pareD può essere calcolato assumendo come altezza la somma delle altezze delle singole pareD e come larghezza la somma delle larghezze. Per Dpologie stru9urali diverse da quelle sopra definite, ove si intenda ado9are un valore q > 1,5 il valore ado9ato deve essere adeguatamente giusDficato dal progeWsta. da: Mezzina, 2011 da Braga, 2010
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