Scarica il libretto - Carnevale di Ronciglione

Regione Lazio
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Comune di Ronciglione
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LA STORIA DI RONCIGLIONE
“Munera felici rètulit splendida fato Roncilio, tuscos celeberrimus inter honores”:
la sorte amica ha elargiti a Ronciglione, la più bella delle belle della Tuscia, doni splendidi (poligraphia ronciglionensium 1609).
La primitiva Ronciglione è collocata come gli antichi siti della Tuscia
sopra un grosso ciglione tufaceo, posto alla confluenza di due corsi d’acqua, il Rio Vicano, emissario del Lago di Vico, e il Fosso Chianello che,
dopo le colmate farnesiane del 500, ora scorre sotterraneo. Cipriano
Manente, storico orvietano del XVI secolo, pone come data approssimativa di fondazione l’anno 1045 per intervento dei Prefetti di Vico che
dominarono la Valle Tiberina...et il Lago di Vico. Nel 1526 Ronciglione
venne in possesso della famiglia Farnese e sotto la loro avveduta signoria
visse il maggior sviluppo e splendore (1527/1649). Fu un centro economicamente avanzato per il vasto apparato manufattiero: ferriere, ramiere,
cartiere, concerie, ceramiche, armerie, stamperie, ed ebbe una vivace attività culturale legata a varie accademie. Nel 1728 il Papa Benedetto XIII
con bolla pontificia concesse a Ronciglione il titolo di Città!
Ronciglione alla fine del XVIII secolo è una città ricchissima sebbene
non più al massimo del suo splendore (periodo farnesiano 1537/1649)
quando insieme a Castro fu capitale del ducato omonimo. Rasa al suolo
Castro, Ronciglione è rimasto l’unico esempio di urbanistica farnesiana
applicata in modo organico su vasto raggio. Dobbiamo ai duchi Pierluigi, Ottavio e Alessandro Farnese se Ronciglione ha strade e piazze
così larghe e belle e palazzi signorili. I Farnese avevano a loro servizio
architetti eccezionali come il Vignola, Sangallo il giovane, Pietro da Cortona, i Carracci. Nessuna città al mondo nel 500 ha strade e piazze così
larghe! È sempre una delle città industriali più importanti dello Stato
Pontificio. Il 40% di quello che si legge a Roma è stampato a Ronciglione. Ha l’esclusiva delle carte da gioco. Gli operai dei “defizi” (fabbriche) possono giocare a carte per loro passatempo senza pena alcuna,
caso unico nel suo genere (il gioco delle carte era privilegio della nobiltà
e dell’alto clero). Ronciglione è una città industriosa, ricca di imprenditori, di denaro e di cultura. Tutte le attività commerciali e culturali sono
fiorenti e fonte di lauti guadagni e fanno di Ronciglione un “centro” superiore ai paesi circonvicini.
Ronciglione ha mantenuto i privilegi che godeva sotto i Farnese, non
paga quasi le tasse. I ronciglionesi si sentono al di sopra degli abitanti
dei paesi confinanti. Infatti, ancora oggi ci chiamano “pallonari”. Per la
cronaca i monterosolini sono detti “prepotenti”, i nepesini “sapienti o
cipollari”, i civitonici “burrattini” i sutrini “gattari o faciolari”, i capranichesi “bioccolò o dormienti”, i ternai “tiranni” a Vallerano sono detti
“i patalocchi”, a Borghetto “pertichini”, a Narni “birbi” e così via. Il secolo XVIII si chiuse drammaticamente con i moti antifrancesi, durante
la Prima Repubblica Romana del 1798/99. Il popolo insorto con atto
folle, ma generoso, osò opporsi all’esercito francese che in quegli anni
doveva conquistare quasi tutta l’Europa. Ronciglione fu saccheggiata e
incendiata per tre giorni dai soldati del generale Valterre (28/30 Luglio
1799). Furono distrutti 174 palazzi e tutto l’archivio storico. Dopo i fatti
del 1799, Ronciglione, benchè ricostruita, non si è più ripresa. Le sue
industrie a poco a poco sono scemate e sparite; è venuta a mancare la
capacità imprenditrice che l’aveva contraddistinta nei secoli precedenti.
Ronciglione “Tuscos celeberrimus inter honores”: Ronciglione la più bella
tra le belle della Tuscia. Oscuro appare il significato del nome e molte e
ingegnose sono le congetture addotte a sua interpretazione. Restiamo
tuttavia con il Bedini quando asserisce che il nome di Ronciglione sia
venuto dala conformazione del massiccio tufaceo su cui era stata costruita: massiccio rotondeggiante - rotondus cilio - roncilio - Ronciglione. Sotto i Farnese Ronciglione conobbe la magnificenza
dell’umanesimo e del Rinascimento e come tutte le corti ducali rinascimentali Ronciglione conobbe anche i fasti dei ricevimenti, delle rappresentazioni teatrali, delle festività in genere e vi si consolidò il Carnevale
che ancora resiste all’usura del tempo. A proposito di rappresentazioni
teatrali famosissima fu il “San Bartolomeo” del 1604 durata sette ore
con cinquemila spettatori seduti e al coperto, arrivati a “briglia sciolta”
da tutta Italia (dobbiamo a Maria Teresa Venturini Fendi la pubblicazione del libro a cura del Prof. Quirino Galli) degno di nota il fatto che
tutti i costumi teatrali, ricchi e fantasiosi furono realizzati da artigiani
locali con tessuti pregiati, idem la grandiosa scenografia e gli stessi attori
furono tutti ronciglionesi.
LA STORIA DEL CARNEVALE
Il Carnevale di Ronciglione, festeggiato da oltre 456 anni documentati.
Sicuramente proviene dai lupercali romani, nel medioevo gli antichi riti
pagani si modificarono nella festa dell’asino, nella festa dei pazzi fino a
giungere all’odierno Carnevale, inteso come festa della trasgressione, del
rovesciamento della normalità quotidiana; tutto o quasi tutto era permesso in quei giorni. Il Carnevale è il massimo appuntamento organizzato
a Ronciglione nel periodo invernale. Bande, Ussari, maschere e mascherine, nasi rossi, carri allegorici, trampoli, ecc...si susseguono come d’incanto per cinque giorni, da Giovedì grasso a mercoledì delle ceneri.
È ancora oggi la manifestazione culturale più importante di Ronciglione.
È una festa che va snaturandosi, ma che mostra ancora forme e seguenze di una radicata tradizione. Il suo modello formale è il carnevale
romano rinascimentale e barocco. Il suono del campanone, che annuncia la festa, la consegna delle chiavi della città a Re Carnevale, il saltarello,
i carri allegorici, il rituale della morte di Re Carnevale con la “moccolata”
finale sono tutti elementi che ritroviamo già nelle feste rinascimentali e
che, simili, anche Goethe descriverà nel suo “Viaggio in Italia”
Luciano Mariti
Citiamo alcuni versi da editti e programmi:
Anno 1748, editto sopra carnevale:...durante il Bagordo carnevalesco,
si tollerano le maschere oneste, ma non nei giorni festivi nè di venerdì.
Nell’ultima sera di carnevale, prima di mezzanotte debbono cessare le
rappresentazioni comiche, festini, maschere e qualsiasi genere di divertimento carnevalesco, sotto gravissime pene pecuniarie, ai ciarlatani,
saltimbanche ed istrioni, pene corporali se per i loro insipidi divertimenti non hanno nostra licenza. Si procederà anche per inquisizione.
Anno 1870,...un drappello di cavalieri cittadini vestiti in costume giunti
al punto indicato (la mossa) retrocederanno a serrata corsa fino alla ripresa (arrivo) a prevenire la carriera (a fermare i cavalli della corsa a vuoto).
Anno 1887,...si decreta che gli osti debbano diminuire il prezzo del
vino, che alle carni sia pure ribassato il costo, prch’il povero possa aver
un pò di confronto dall’ombellico in giù, e gli uomini debbano abbandonare il contegno riservati, che le donne o belle o brutte si diano al
bel tempo.
Il getto dei fiori, dei coriandoli, dei confetti e di ogni altra galanteria,
esclusi le pigne e i sassi, sarà per tutti obbligatorio. Anno 1903,...si decreta che tutti i ronciglionesi si abbandonino alla baldoria senza affatto
curare il tempo e il denaro, in caso di pioggia occorrerà l’ombrello.
Anno 1920, dopo guerra, dal Gran Carnevale in Ronciglione,...Voi,
dopo 41 mesi di torture nelle trincee, di pericoli nei combattimenti affrontati e valorosi, voi che volete un sollievo dopo lunghe laboriose
sedute, dopo ostacoli che pareano insormontabili...,voi lasciati gli strumenti del lavoro vi riverserete nelle strade sotto i più variopinti e ridevoli costumi...
Anno 1939, dal XVII Era Fascista Gran Carnevale Ronciglione,...di
star con voi alfine è giunta l’ora/perciò ogni pena vada alla malora/a
voi ritorna ancor più battagliero/di gioia e di lazzi più foriero/a te ritorno Ronciglione amata/che sei la mia dimora beata. In quest’anno
fu costituita un’ammenda a chi indossava gli abiti borghesi, carezze e
premi alle maschere e ribassi ferroviari del 50% (Flaviano Feliciano
Fabbri).
In conclusione il carnevale di Ronciglione fonde motivi propri della
cultura contadina a quelli culturalmente più evoluti derivati dallo storico carnevale romano, tre sono le componenti, scandite dai ritmi e
dalle enfasi di un cerimoniale, identico a se stesso da tempi lontani:
1. Il suono del Campanone, che annuncia l’inizio del periodo estivo;
2. Il rito della morte di Re Carnevale, così composto da un corteo funebre segnato da lamenti, che accompagna il fantoccio al suo inevitabile destino, muniti di torce che, una volta volato via con un pallone
aerostatico, vengono gettate a terra a formare piccoli fuochi attorno ai
quali si compie il rito del Saltarello;
3. Il saltarello un ballo decisamente ritualizzato, la musica che lo accompagna ha due distinti temi, il primo lento e grave, come una marcia
funebre, durante il quale i partecipanti arrivano a rimanere immobili
e accovacciati, il secondo brioso e mosso dove i partecipanti girano in
tondo velocemente. (Quirino Galli).
Flaviano Feliciano Fabbri
GLI USSARI
La cavalcata dei Dragoni che apre ogni giornata carnevalesca, con cavalieri vestiti con uniformi degli ussari francesi del 1866.
La storia racconta che un capitano degli ussari francesi di stanza a
Ronciglione, che difendevano lo Stato Pontificio, durante il carnevale
innamoratosi di una bella dama per pavoneggiarsi davanti ai suoi occhi
sfilò più volte alla testa dei suoi Dragoni, dando così origine a questa
splendida cavalcata.
LE DOMENICHE DEL CARNEVALE
Sono tradizionalmente dedicate al Corso di Gala, che giunge quest’anno alla 316^/317^ edizione. Il Corso di Gala di Ronciglione, è sicuramente uno dei più belli e ricchi del centro Italia al quale
partecipano quasi un migliaio di persone divisi in gruppi mascherati
accompagnati da bande folcloristiche e carri allegorici che, fin oltre il
tramonto, affollano le vie rinascimentali del centro cittadino. Uno spettacolo variopinto e colorato realizzato grazie alla creatività, passione e
dedizione della maggioranza dei ronciglionesi che, da mesi prima dell’evento lavorano alacremente per far si che il Corso di Gala mantenga
la sua gloriosa fama.
CARNEVALE JOTTO
Come tradizione, non può mancare il lunedì pomeriggio gastronomico, si inizia con la maschera tipica di Ronciglione “Il Naso Rosso”,
da qui qualche cenno storico: l’Antica Società è stata costituita nel
1900, in un giorno feriale, i signori Piferi Bonaventura, Tani Romeo,
Anzellotti Pietro e Alessandrucci Giuseppe, mentre si trovavano nell’osteria di Anzellotti, decisero di formare questa società, cioè una convivenza di bontemponi, mangiatori e bevitori. Per essere ammessi
bastava pagare un litro di vino, ed avevano l’obbligo di sfilare in costume, qualunque ceto sociale appartenevano, vestiti di camicia da
notte di color bianco, naso rosso e pitale. Quindi dalle ore 17,00 circa
con l’accompagnamento dell’inno e al grido di carica del presidente,
sempre vestiti di camicia da notte bianca, naso rosso e pitale, si distribuiscono gratuitamente fumanti rigatoni al sugo per tutti.
Seguono poi Polentari, Fagiolari e Tripparoli che distribuiranno
golosissimi piatti delle proprie specialità, bagnate da buon vino...
consigliamo quindi di venire digiuni...
LA BANDA CITTADINA DI RONCIGLIONE
La Banda Cittadina di Ronciglione fu istituita nel 1835. Nel 1988 è stata
intitolata al Maestro Alceo Cantiani, che ne fu il Direttore per 34 anni.
Il Maestro Domenico Altissimi la diresse dal 1956 al 1981 e a lui è intitolata la nuova Scuola di Musica. L’organico odierno della Banda conta
58 Musicisti ed è il punto di riferimento di tutte le manifestazioni civili,
religiose e folkloristiche
della“ALCEO
nostra CANTIANI”
Cittadina. Al
Pro-Musica,
CITTADINA
DI Comitato
RONCIGLIONE
rappresentato dalV Presidente della Pro-Loco Rag. Luciano Camilli, è affidata la nomina del Presidente del Corpo Bandistico, da oltre vent’anni
tale ruolo è ricoperto dal Cav. Alcide Pelliccia. L’attuale Maestro è il Prof.
Fernando De Santis, che la dirige dal 1987. Sotto la sua guida la Banda
Cittadina ottiene importanti riconoscimenti in Italia e all’estero, in un
crescendo di affermazioni ai più importanti Concorsi Nazionale (Scandicci 2003 e 2008; Cascina 2008) e Internazionali (2° Premio al Concorso
di Santa Susanna in Spagna). Nel 2007 vince il Concorso Regionale
Bande del Lazio, classificandosi al 1° posto assoluto nella 1° Categoria.
La Giuria, assegna al Maestro della Banda di Ronciglione, Prof. Fernando
De Santis, anche il Premio Speciale quale Miglior Direttore del Concorso. Fra le più importanti Tournee Europee, dove sovente viene invitata
a rappresentare l’Italia riscuotendo ovunque uno straordinario successo
di critica e di pubblico, da ricordare i Festival Internazionali di: Palma de
Mallorca, Calella (Spagna), Francoforte sull’Oder (Germania), Slubice
(Polonia), Praga (Repubblica Ceca). Il 12 Ottobre 2013, il Corpo Bandistico di Ronciglione vince il Titolo Europeo nella categoria Concerto, al
XIV° Concorso Internazionale di Malgrat de Mar (Spagna), classificandosi al 1° Posto assoluto davanti alla Repubblica Ceca (2° Classificata) e
alla Germania (3° Classificata), successo decretato all’unanimità dai sei
membri della Giuria Internazionale.
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LA CORSA A VUOTO
Corsa di cavalli barberi senza fantino, è una manifestazione le cui origini risalgono ai tempi di papa Farnese nel 1465, quando corse di questa tipologia si svolgevano in Vaticano.
La particolarità di questa corsa è che si svolge lungo un percorso cittadino di circa 1 Km che attraversa la cittadina da sud a nord, i cavalli
si sfidano, affrontando prima la porta dell’orologio, poi la curva del
gricio, spesso decisiva per la vittoria finale e infine la lunga salita di
montecavallo dove li attende il traguardo.
Le corse sono particolarmente sentite dalla cittadinanza che si rappresenta nelle scuderie, associazioni di volontariato senza scopo di lucro,
che animano la vita sociale del paese, ed accudiscono i cavalli con
grande affetto e amore.
La manifestazione si svolge in due fasi: qualificazioni, articolate in tre
batterie di sei cavalli e le finali, consolazione e finalissima, in due batterie sempre da sei, al vincitore andrà il palio, uno stendardo dipinto a
mano differente di anno in anno.
Il tutto secondo il regolamento dettato dall’Amministrazione Comunale, le norme antidoping nazionali e le normative vigenti in materia.
Un CONVEGNO SULLE CORSE A VUOTO
soluzioni per una tradizione che deve vivere ancora.
Venerdì 28 febbraio il giorno in cui si aspettava la corsa del sabato di
carnevale ci prepariamo ancora alla “corsa a vuoto” foto,
riflessioni,mostra, filmati il pomeriggio nella sala della BCC ..La proloco e le scuderie si riuniscono a convegno per riflettere sulle criticità
e trovare le soluzioni capaci di far vivere ancora il gioco storico che da
secoli ci emoziona : i cavalli barberi, il battito nel vento.
E’ l’antica corsa del carnevale romano a cui accorrevano da tutta Europa, cavalli senza fantino che corrono, tra la folla emozionata, per
vincere il palio.
Il gioco è il risultato di un paziente lavoro di preparazione, selezione fatto
dalle scuderie, ragazze, ragazzi, fantini, lascini, dall’epoca di Ciceruacchio
(il primo borghese che iscrive i propri cavalli) senza differenza di ceto si
incontrano con un’unica passione : l’amore per i cavalli “barberi”.
Liberi , fieri,come i loro amici di scuderia i “barberi “ sanno gareggiare,
conoscono il percorso,regalano brividi agli spettatori che attoniti osservano questo particolare cavallo amico: con lui hanno passeggiato assieme
, si sono fermati a mangiare ogni giorno un panino mentre lui aveva la
migliore biada; ora dalle mosse delle orecchie , della testa capiscono le
sue emozioni, la sua strategia, le sue scelte nella corsa. Nessuna altra gara
al mondo lega così fortemente l’uomo a questo splendido animale il barbero che oggi corre in sicurezza , con la terra e protezioni su un percorso
che mette al primo posto l’amore per il cavallo.
E’ un gioco storico che dal 1400 rese prima famosa Roma con il suo carnevale romano , poi Ronciglione l’unica cittadina dove si è conservata questa tradizione , il paese di villeggiatura dei Romani. Da questo gioco prese
il nome in tutto il mondo la via principale di una città “via del Corso” la
via della corsa fatta diritta e allargata per LA CORSA.(si veda la lapide
posta a metà via del corso). Questa tradizione è un patrimonio ,una ricchezza per il nostro paese. La cultura la tradizione ci permette di pensare
al futuro ,rafforza le nostre radici ed è una straordinaria opportunità di
sviluppo sociale ed economico. Un’emozione unica che rende indimenticabile una cittadina e PERMETTENDOLE DI RACCONTARE AL TURISTA TUTTA LA PROPRIA STORIA.
Torna, rivisitato,
NASOROSSO di Luciano Mariti
La commedia, si svolge in una ideale città abitata non da uomini industriosi ma da maschere. Maschere del Carnevale e della Commedia
dell'arte: l'avaro mercante ronciglionese Gervasio, in gara con il libertino Orazio per possedere la giovinezza illibata di Angela; Arlecchino,
sempre preda di un'atavica fame che lo spinge ad autodivorarsi; Il dottor Campanaccio, inviluppato
nella sua logorroica saggezza;
l'adultera Antonia amata da
Terremoto, millantatore e gradasso soldato di ventura che finirà cucinato “a porchetta” e
servito al pranzo di nozze; i Cerusici che improvvisano un intervento chirurgico con seghe,
trapani, pompe ... E, insieme a
tali personaggi, Nasorosso, maschera che da sempre abita a
Ronciglione come Pulcinella a
Napoli.
Figura dell'antico carnevale di
Ronciglione, Nasorosso si presenta con il suo caratteristico
“pitale”, al centro di burle e lazzi: lo vediamo autostrangolarsi ingurgitando gnocchi “strozzapreti” per amore della servetta napoletana
Pimpinella, assistiamo allo sdoppiarsi e triplicarsi della sua figura, lo
troviamo in un Paradiso che crede essere il regno di Cuccagna e infine
orchestrare il gran finale quando tutti gli amanti si ritroveranno a letto,
ma ognuno con la persona sbagliata. Trincatore e pappatore, Nasorosso è creatura grottesca della genìa degli Zanni e dei Bertoldi, di quei
matti, balordi straccaspiedi, eroi dell'abbondanza e dell'eccesso che offrono in dono una risata piena, colma di salute.
«Aggrappatevi alla vita che la vita è salute»: questo, probabilmente,
pensa Nasorosso.
Lo spettacolo debutta nel carnevale del 1981 ed è premiato alla VIII
Rassegna Nazionale del Teatro Dialettale di Faenza, riservata ai dialetti
delle principali città italiane. Il “Resto del Carlino” elogiò «l’estrosa fantasia e la vitalità scenica di questa città delle maschere». Nasorosso ritorna oggi, rivisitato, con scene e interpreti nuovi, che si aggiungono
alle memorabili interpretazioni delle edizioni precedenti: del protagonista Mario Palozzi, di Costanzo Mascagna, Corrado Chiodi, dei Picchiorocò, di Sira e Giovanni Ficocello, dei fratelli Pietro ed Enrico Venci.
Interpreti: Salvatore Casini, Luigi De Angelis, Alessio De Angelis, Costanzo Federici, Roberta Galilei, Letizia Gazzaneo, Peppino Lorusso,
Mercedes Mazzeo, Maddalena Morera, Giovanni Monaldi, Noemi Monaldi, Manuel Monaldi, Guido Reali, Laura Sperati. Musici: Pier Luigi
Pontuale (direttore), Romeo Casani, Sergio Farricelli, Giuseppe Pontuale,
Mario Iozzoli, Dario Ferzini, Fabio Casani.
Scenografia: ideazione Massimo Mariti; realizzazione Falegnameria M.B;
pittura Stefano Cianti. Costumi: Angela Federici. Maschere: Giancarlo
Brachetti. Organizzazione: Francesca Ceccarelli. Regia: Luciano Mariti
Teatro Comunale Ettore Petrolini, venerdì 28 gennaio, sabato 1 febbraio,
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DOMENICA 23
Febbraio
Ore 11.00
In Piazza Vittorio Emanuele
Rappresentazione Teatrale
in “dialetto Roncionese”
aperto anche la Domenica
Padiglione delle Meraviglie;
Passeggiata ed esibizione
della Banda cittadina
"Alceo Cantiani"
e Majorettes
Ore 16.00
316° GRANDIOSO
CORSO DI GALA
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con lancio di caramelle
cioccolatini e nocciole,
gruppi mascherati
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LA CANZONE DELLE MASCHERINE
Un saluto a tutti voi dite un pò chi siamo noi?
Ci guardate e poi ridete? Oh! Mai più ci conoscete!
Noi scherziam senza far male, viva viva il Carnevale!
Siamo vispe mascherine, diavolini, follettini, marinai
bei ciociari, caramelle, vecchierelle:
noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale!
Vi doniamo un bel confetto, uno scherzo, un sorrisetto;
poi balliamo, poi scappiamo.
Voi chiedete: ma chi siete? Su pensate, indovinate.
Siamo vispe mascherine, diavolini, follettini, marinai
bei ciociari, caramelle, vecchierelle:
noi scherziam senza far male, viva, viva il Carnevale!
GIOVEDÌ 27
Febbraio
Ore 14.30
Il Campanone suona a distesa
per annunciare il ritorno di
RE CARNEVALE
Ore 15:30
HA INIZIO LA FOLLIA...
Rituale della Consegna
delle chiavi della Città
a Re Carnevale
seguito dalla tradizionale
Carrozza con autorità
del Carnevale, scortata
da un drappello di Ussari
Ore 16.00
GRAN CARNEVALE
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Cioccolateria
Sala da Thè
Ore 17.00
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Sant'Orso con Tozzetti e Vino
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AL VUOTO DELLE CORSE”
La corsa dei Barberi
L’importanza di un Palio
in sicurezza per la salvaguardia e
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Veglionissimo dello Studente
al Palasport.
Ristorante da Fiorò
LAGO DI VICO - RONCIGLIONE - VITERBO
U
na pasta e fagioli fumante, una capanna, il Lago di Vico
che con la sua discreta presenza lascia specchiare il cielo
nelle sue acque. La storia del ristorante Fiorò e del suo
vino inizia così. Era il 1947 quando Luigi De Fermo, assieme alla moglie Annetta cominciava a proporre i sapori più autentici conditi dalla sua inimitabile sagacia da oste consumato. Grazie
ad un’atmosfera conviviale che solo un vero ristoratore sa creare,
Fiorò diventa in breve un tempio del divertimento e della cucina
di tutta la regione, dove attori, intellettuali e politici celebravano
l’italico culto della buona tavola. Come un antico ristoratore, Luigi
De Fermo aveva saputo scoprire e custodire un locus amenus dove, oggi
come allora, il vino si beve per dare spazio all’anima, deliziando il
palato e cercando ogni volta nuove emozioni nei sapori di sempre.
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SABATO 1 Marzo
Ore 15.00
PASSEGGIATA della
BANDA CITTADINA “A. Cantiani” e MAJORETTES
PARATA STORICA degli USSARI
Ore 16.00
I° TORNEO dei RIONI “CITTÀ di RONCIGLIONE”
I° Prova:
“PERDE CHI CADE GIU”
con la partecipazione straordinaria della giuria di X-FacTORO:
MORGANO, VELIO e direttamente dalle scuole medie VENTURA.
Presentatore dell’evento L’ULTIMO DEI PICCHIOROCÒ!!
II° Prova:
“KARAOKE IN MASCHERA”
III° Prova:
“MEN Vs BIGNÈ e DOLCI de CARNEVALE!”
L’eterna lotta de o roncionese contro i dolci di carnevale
PREMIAZIONE
La squadra vincitrice sarà premiata con prodotti tipici del luogo
Ore 21:00
Spettacolo Teatrale “NASO ROSSO”
presso il teatro comunale “Ettore Petrolini”
regia del Prof. Luciano Mariti
Dalle Ore 22.30
Saltarello e Il Carnevale della NOTTE con le maschere
create dalla fantasia dei ragazzi
Ore 23.30
GRAN VEGLIONE delle maschere al Palasport
All’ingresso presentazione all’americana, con tappeto rosso, delle
“Mascherate della Notte” con scatto della foto ufficiale che darà
diritto alla partecipazione al concorso per la maschera più bella.
DOMENICA 2
Marzo
APERTO
tutte le sere
dalle ore 21,00
ORE 11.00
In Piazza Vittorio Emanuele
Rappresentazione Teatrale
in “dialetto Roncionese”
Padiglione delle Meraviglie;
Passeggiata ed esibizione
della Banda Cittadina
e Majorettes
RONCIGLIONE (VT)
Via delle Vigne, 16/c
info: 389 3448166
Ore 15.30
Parata Storica degli Ussari
Vicana
Petroli
maschere, carri allegorici,
con lancio di caramelle
cioccolatini e nocciole,
gruppi mascherati
e bande folcloristiche...
Ore 16.00
317° GRANDIOSO
CORSO DI GALA
STAND ENOGASTRONOMICI
Fregnacce, pizze fritte e altro...
Deposito
Carburanti
e Lubrificanti
Via Vasiano
Ronciglione (VT)
0761.625523
0761.653149
Ore 18:30
Tutti in Piazza della Nave
a ballare il
Tradizionale Saltarello
Ore 21:00
Spettacolo Teatrale
“NASO ROSSO”
presso il teatro comunale
“Ettore Petrolini”
regia del Prof. Luciano Mariti
XXX MIGLIA
da Roma
TTORIA ● PIZZERIA
A
R
T
TRATTORIA • PIZZERIA
Cucina tipica locale
Carne alla brace
Giovedì sera cucina orientale
(su prenotazione)
Venerdì pesce fresco
(su prenotazione)
Pasta fatta in casa
Chiuso
Luned
ì
Via Cassia Cimina, 70 • RONCIGLIONE (VT) • Tel. e Fax 0761 659300 • Cell. 348 8101259
www.trattoriaxxxmiglia.it • [email protected]
LEADER SCAVI
LEADER SCAVI srl
Via delle Cartiere snc
01037 - Ronciglione (VT)
tel. 0761 626.787
fax 0761 652.492
[email protected]
LUNEDÌ 3
Marzo
Ore 14.30
Il Campanone suona a distesa
Ore 16.30
“CARNEVALE JOTTO”
pomeriggio gastronomico con:
NASI ROSSI
maschera tipica di Ronciglione
con rigatoni al pitale
POLENTARI - FAGIOLARI
TRIPPAROLI
FREGNACCIARI
e per finire i SARACARI!!!
Ore 18.30
Tutti in Piazza della Nave
a ballare il
Tradizionale Saltarello
e sorprese in Piazza
Ore 21:00
Spettacolo Teatrale
“NASO ROSSO”
presso il teatro comunale
“Ettore Petrolini”
regia del Prof. Luciano Mariti
Ore 23.00
Veglionissimo dei Nasi Rossi
presso la Discoteca "2 Cigni"
Riservato ai soci e famiglia
[email protected]
Ronciglione (VT)
Via delle Vigne, 65
Tel. 0761 650239
625211 - 650301
Fax 0761 652149
MARTEDÌ 4 Marzo
Ore 14.30
Il Campanone suona a distesa
Ore 15.00
Parata Storica degli Ussari
Banda cittadina “Alceo Cantiani” e Majorettes
per le vie rinascimentali del paese
Ore 15:30
CARNEVALE DEI BAMBINI e Mascherate spontanee
Ore 17,30
Tutti in Piazza della Nave a ballare
il Tradizionale Saltarello
Ore 18.30
In Piazza del Comune morte e testamento di Re Carnevale
corteo funebre con la FIACCOLATA
della Compagnia della Penitenza
In Piazza della Nave Rituale riconsegna della chiave da
parte delle autorità del carnevale al Sindaco della città.
Ore 19.30
Partenza di Re Carnevale con il
GLOBO AEROSTATICO
Ore 21:00
Spettacolo Teatrale “NASO ROSSO”
presso il teatro comunale “Ettore Petrolini”
regia del Prof. Luciano Mariti
Ore 23.00
Il Carnevale della notte
con le maschere create dalla fantasia dei ragazzi
Ore 23.30
Veglionissimo di chiusura del Carnevale al Palasport
Si rinnova l’ingresso con presentazione all’americana
delle “Mascherate della Notte” con foto che darà diritto alla
partecipazione al concorso per la maschera più bella.
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COME ARRIVARE A RONCIGLIONE
da Roma:
Prendere il GRA ed uscire all’uscita 5
“Cassia Bis” in direzione Viterbo
proseguire sulla Cassia Bis,
dopo Monterosi prendere a destra
in direzione Nepi,
al primo incrocio prendere la
S.S. Cassia Cimina
(prima a sinistra) direzione Lago di Vico.
dall’autostrada:
Uscita Magliano Sabina,
direzione Civita Castellana e Borghetto,
proseguire per Fabrica di Roma,
raggiunto il centro del paese, girare a sinistra
percorrendo la Provinciale Massarella,
raggiunto il bivio con la S.S. Cassia Cimina,
girare a destra.