Comunità - aprile 2014 - OratorioCanegrate.it

ANNO XLVI - N° 2 - APRILE 2014
75° DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA PARROCCHIALE - 1938
Vetrate centrali
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLVI N° 2 - APRILE 2014
IN QUESTO NUMERO:
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Editoriale del Parroco. L’Offerta di Cristo e del Popolo
Caritas Parrocchiale di Canegrate - a cura degli Operatori Caritas
L’organizzazione della Carità. II parte
Camminando per la Quaresima, genitori e figli insieme! - a cura delle catechiste
Marzo 2014 - Prima Santa Confessione
Giovani Sposi in cammino verso Dio
Lettera di Carlo Zardin - a cura della Commissione Missionaria
Carnevalate canegratesi dell’8 marzo 2014
Ai genitori dei nati nel 2007
La Schola Cantorum “Santa Cecilia” continua la sua attività
Cantare è come pregare due volte!
Decalogo per ben educare i figli
Il Papa: la Chiesa chiama ad affrontare “le nuove sfide della famiglia”
Consiglio degli Oratori - di Francesco Fusi
Giochi e buonumore
Offerte da metà febbraio a metà aprile 2014
Redazione: Innocente Campesato, Mascia Capponi, Emanuela Incicco, Giuseppino Pigaiani e i
sacerdoti di Canegrate.
Impaginazione e grafica: Giuseppino Pigaiani
Stampa: Giovanni Incicco
Copertina: Emanuela e Giovanni Incicco.
Diffusione e Abbonamenti: Addetti Buona Stampa.
E-mail: [email protected]
Sito Internet: www.oratoriocanegrate.it (“Comunità” scaricabile in Pdf)
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
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opo aver scritto sul significato dell’andare a
Messa, sula preparazione e
sull’introduzione alla Messa, e
sulla prima grande parte costituita dalla Liturgia della Parola
(noi per esigenze di brevità l’abbiamo sintetizzata esaminando
un po’ il ruolo dell’omelia), passiamo ora alla seconda grande
parte e cioè la Liturgia eucaristica.
• Inizia con i cosiddetti riti offertoriali che, con la riforma conciliare, meglio sarebbe chiamare:
la preparazione dei doni.
Quali doni? I fedeli portano
all’altare il pane e il vino, che
rappresentano tutta l’attività
umana che viene messa nelle
mani di Cristo, a servizio del suo
vangelo.
Portano anche offerte in denaro,
raccolte in chiesa, per i poveri e
per la comunità, per non dimenticare che siamo popolo unito,
che condivide e che aiuta.
• Poi arriviamo al momento centrale e culminante dell’intera
celebrazione, cioè la Preghiera
eucaristica.
Senza di essa la messa sarebbe
come un corpo senza il cuore.
Ricordiamo che questa preghiera
non è solo del sacerdote, ma di
tutta l’assemblea dei fedeli (in
unione con il sacerdote che la
presiede): attraverso di essa magnifichiamo le grandi opere di
Dio per salvare l’uomo.
È la preghiera per antonomasia:
è il grande rendimento di grazie a Dio per il dono della liberazione dal male. Riconosce la
gratuità di quell’amore di Dio
che ha trovato la massima manifestazione nel sacrificio-offertadono di sé, che Cristo ha compiuto sulla croce per la liberazio-
ne dell’umanità di tutti i tempi.
Comincia con il prefazio, con il
dialogo che lo precede e il Santo,
grido gioioso di lode.
Subito dopo invochiamo lo Spirito Santo (epiclesi) sui doni del
pane e del vino, affinché diventino il corpo offerto e il sangue
versato di Cristo per amore
dell’umanità.
La parola “memoriale”, pur non
essendo comune, è usata per sottolineare che l’Eucarestia non è
un semplice ricordo. Con questa parola si vuole affermare che
il sacramento dell’Eucarestia ci
rende “contemporanei” al sacrificio di Gesù. Cioè questo
gesto d’amore rimane, perdura
per tutta la storia dell’umanità.
Questo gesto d’amore infinito di
Dio per l’uomo è quello che decide la storia e ci permette di
affrontare il male che c’è in noi
con la certezza che il male è stato sconfitto una volta per tutte.
Questo atto di amore di Gesù è
l’unica vera forza, l’unica
“strategia” capace di vincere il
male. In altri modi il male non si
vince e la storia umana ne è una
conferma.
La Messa perciò è l’affermazione più importante e decisiva sulla storia umana: ci dice che il
dilagare del male non sarà l’ultima parola sulla storia degli
uomini e sulla nostra storia
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personale.
L’ultima parola è l’amore di
Dio, cioè la misericordia.
Quella di Dio. Solo per questa
possiamo
dobbiamo vivere
nella speranza.
Solo la misericordia di Dio,
espressa dal dono di sé di Cristo
sulla croce, ci permette, nonostante tutto il male che c’è, di
vivere nella speranza certa che,
nella lotta tra il bene e il male, il
destino del male è già segnato e
il bene sarà il traguardo.
Capite, la Messa cambia il modo di guardare la vita e la propria storia personale.
Allora, andare a Messa, partecipare alla Messa non è una devozione qualsiasi, non è una preghiera qualsiasi, ma è accettare
di entrare dentro questo dinamismo della storia, è accettare che
questo atto d’amore di Dio per
l’uomo ci penetri dentro, e in
questo modo avviene, a poco a
poco, la nostra liberazione dal
male.
Andare a Messa quindi vuol
dire camminare verso la vera
felicità, quella che dura e che
resiste ad ogni illusione e ad
ogni colpo del male.
Niente di meno.
Ecco perché andare a Messa è
fondamentale.
Non è un precetto, ma è l’unica
strada autentica verso la propria
liberazione.
Ecco, il cristiano va a Messa per
lasciarsi trasformare da essa.
Il vero pericolo per noi allora è
quello di essere presenti in chiesa, ma non disponibili a lasciarsi
cambiare.
Infine la Messa è il gesto più
forte di unione tra noi. Ma di
questo parleremo la prossima
volta.
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Il
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COLLABORAZIONE CON ALTRI ENTI
All’occorrenza si attivano contatti con gli assistenti
sociali e i servizi del Comune coscienti che le risorse del
sistema sociale sono molto ma molto maggiori delle nostre. Essendo tuttavia l’attività degli assistenti sociali
limitata dalle leggi, ecco che la Caritas si qualifica come
realtà a bassa soglia di accesso.
nostro aiuto è rivolto alle famiglie disagiate
di Canegrate e a coloro che da paesi molto
lontani sono giunti sino a noi in cerca di un lavoro
con il quale dare senso e dignità a quel bene unico
che è la vita.
Accanto a buona parte della nostra popolazione
che gode abbondanza di beni anche da pensionati,
vive una comunità marginale che in parecchi casi è
senza alcun reddito in una realtà dove tutto costa
caro.
La Caritas a Canegrate viene istituita dal parroco
don Mario Magnaghi assieme al consiglio pastorale
nel 1997 rispondendo alle istanze che venivano dai
vescovi. Affidata al vice parroco don Mauro Ghislanzoni, ha iniziato a raccogliere e a distribuire vestiario
e viveri. Ci siamo poi preparati al nuovo impegno
partecipando ai corsi organizzati dalla Caritas diocesana a Milano. Tra le emergenze vi erano i profughi
provenienti dai Balcani, allora in guerra e gli immigrati con tutte le complesse problematiche relative
alla regolarizzazione della loro nuova posizione.
Oltre che con il comune si collabora con varie associazioni missionarie o di volontariato.
Oltre ai servizi direttamente forniti alle utenze, la
Caritas di Canegrate partecipa con un gruppo di altre
Caritas della Diocesi di Milano ad una iniziativa che si
propone di raccogliere dati concernenti i tipi di povertà
presenti, la loro incidenza percentuale e la loro evoluzione.
CONTENUTO DEI COLLOQUI
Su un totale di 442 singole richieste pervenuteci nel
2012 le frequenze più significative sono le seguenti.
Ora diamo qualche numero (fino a fine dicembre
2013):
Ascolto
Alimenti
Lavoro a tempo pieno
Prestazioni tecnico professionali
Guardaroba e oggetti vari
SGUARDO GENERALE
Dall’inizio della nostra attività sono state aperte 1731
schede che riguardano complessivamente una popolazione di circa 3.000 persone.
Di queste il 48% sono maschi e il 52% sono femmine.
Gli italiani sono il 48% e gli stranieri sono il 52%
Tra gli italiani la percentuale degli uomini è del 36%
quella delle donne è del 35% e i bambini del 29%.
Tra gli stranieri la percentuale degli uomini è del 24%;
quella delle donne è del 36%.
E i bambini 40%.
Attualmente si assistono 73 famiglie per un totale di
152 persone.
34 %
18 %
15 %
9%
8%
Gli operatori Caritas
S
iamo il gruppo d’ASCOLTO della CARITAS
parrocchiale del nostro paese, e dopo anni di
militanza al servizio di chi ci chiede aiuto, vorremmo
farvi partecipi delle nostre amare riflessioni.
Oggi per l’educatore CARITAS sta diventando sempre più difficile consigliare ed aiutare chi si trova in difficoltà, senza sentire il disagio della propria pochezza, e
défaillance caritativa.
Le cause che oggi generano il bisogno e di conseguenza la richiesta di aiuto, sono quelle del non lavoro.
Senza un pur minimo reddito ci si sente tagliati fuori
dal contesto sociale e, senza neanche accorgersi, si finisce inevitabilmente nel degrado.
Se poi, alla mancanza di lavoro, aggiungiamo anche i
problemi di salute (sia fisica che psichica) le assenze di
legami parentali e amicali forti, la situazione è destinata
a degenerare sempre di più.
Noi possiamo offrire tanta accoglienza, condivisione
e comprensione, ma come si può ben intuire, è necessario anche un aiuto materiale.
Purtroppo il nostro piccolo mercatino, al quale si accede lasciando una piccola offerta, non è sufficiente per
sopperire alle tante difficoltà dei nostri assistiti. E anche
l’impegno economico della Parrocchia in quanto tale,
OGNI ANNO
• In un anno sosteniamo circa dai 270 ai 300 colloqui
e un centinaio di consulenze legali amministrative di
cui la maggioranza per le regolarizzazioni degli immigrati.
• Forniamo circa 1.800 borse viveri e 400 pacchi con
vestiario, scarpe, ecc.
• Si erogano contributi economici soprattutto per aiutare a pagare bollette per un ammontare di € 2.000,°°.
• In parecchi casi si attiva una assistenza personalizzata soprattutto là dove esistono limiti culturali o del
disagio psichico.
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ANNO
OSSERVARE
Il riferimento è al contesto del
territorio.
La
Caritas
come
“organismo pastorale” della comunità cristiana è legata in modo naturale alla dimensione territoriale: la
parrocchia e la diocesi sono, infatti,
collocate su di un territorio. Questo
legame immediato è diventato però
scelta simbolica esplicita, capace di
esprimere aspetti qualificanti del
ministero della Caritas oggi.
Osservare il territorio significa
che tutte le persone che sono presenti sul territorio della parrocchia
riguardano la parrocchia stessa.
Osservare sul territorio i bisogni
che si presentano, le povertà, ma
anche osservare le risorse: quelle
presenti sul territorio stesso, o al suo
servizio, che danno risposte ai bisogni. Le risorse possono essere quelle istituzionali o quelle promosse
dalla comunità cristiana o quelle più
spontanee nate dalla fantasia della
carità di singoli o di gruppi di persone motivate.
Scelta simbolica del compito di
osservare è la promozione per ogni
Caritas
diocesana
di
un
“osservatorio delle povertà e delle
risorse”.
ASCOLTARE
Ascoltare per entrare in relazio-
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2014
invece chi ha di più non si sente in colpa di pensare solo
al proprio EGO.
Canegratesi di buon cuore, aiutateci! Grazie.
pur consistente, è certamente di gran lunga insufficiente. Per questo lanciamo anche da queste pagine un appello. E, attenzione: non è sempre vero che esiste la
guerra fra i poveri. E’ più facile vedere la condivisione
fra di loro: chi ha meno divide il suo poco con l’altro;
La Caritas è una organizzazione
quindi con un modo preciso di lavorare, derivato da una riflessione che
ha portato ad individuare e scegliere un metodo di lavoro sintetizzato
intorno allo schema: osservare,
ascoltare e discernere. I tre verbi
richiamano un’altra formula conciliare: vedere, giudicare e agire.
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Una volontaria
ne, nella disponibilità ad essere
coinvolti; ascoltare i poveri, la loro
storia ma si ascolta anche ciò che
capita in noi e ciò che si smuove in
noi dall’evento dell’incontro col
povero. Lo si ascolta e lo si confronta con la parola di Dio, con la
tradizione di carità della chiesa, con
altre persone che hanno fatto una
simile esperienza, perché si possa
comprendere il senso e l’appello di
quell’incontro.
Atto simbolico è la costituzione
dei “centri di ascolto” che non sono
solo luogo di raccolta di domande
ed elenchi di bisogni. Sono il luogo
dell’incontro con l’altro, segno tangibile di un comunità attenta ai fratelli più fragili.
L’ascolto consente di dare significato al alcune situazioni di lacerazione, di strappo, è un modo di farsi
vicino, di sollevare l’altro, di offrire
una nuova possibilità, di valorizzare
le risorse dell’altro, di aiutarlo a
camminare con le proprie gambe,
senza creare dipendenza, è un modo
di offrire speranza, di offrire la possibilità di un futuro.
DISCERNERE
La carità è operosa e deve concretizzarsi in atti di carità. Il tema
del discernimento ha a che fare con
il fatto che c’è una concretezza da
agire. Discernere quindi come promuovere nella comunità l’attenzione, come rispondere alle esigenze
della carità, in dialogo con le istituzioni e le varie realtà.
Un metodo teso a rinnovare l’agire pastorale, per dare qualità alle
relazioni, per aiutarsi a non dimenticare la scelta preferenziale dei poveri; un metodo che ci tiene ancorati
alla storia che cambia, alla vita della
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gente, alle problematiche sociali.
Lo stile di azione e le finalità
dell’intervento della Caritas, sono
quindi sintetizzate dalle seguenti
espressioni (cfr. Lo riconobbero
nello spezzare il pane, nn 31-42).
• funzione pedagogica: nel senso
che “il lavoro prevalente da fare
è educare alla carità”, spingendo
questo compito fino a giocarsi
sui temi di “giustizia, pace e salvaguardia del creato”, educando
le coscienze ai fondamentali valori umani, alla riconciliazione,
alla pace, al servizio
• pedagogia dei fatti: nel senso di
risalire dalle opere al loro risvolto educativo e di fare educazione
promuovendo la carità nei fatti
• opere segno: nel senso che le
opere di aiuto ai poveri devono
essere “segno per i poveri che
Dio è amore, accoglienza e perdono; segno per i cristiani di come essere fedeli al Vangelo; segno per il mondo di che cosa sta
a cuore alla Chiesa”
• progetto: perché la carità non sia
soltanto la risposta emotiva ed
estemporanea alle emergenze,
ma diventi un percorso quotidiano attraverso il quale si costruisce una storia, si dà un volto alla
comunità ecclesiale e civile; in
questo senso si parla di “sfida di
collegare emergenza e quotidianità”
• spiritualità di povertà e di condivisione: per essere “degni dei
poveri”, come modo di stare accanto ai poveri, anticipando e
invocando il Regno di Dio che
viene.
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ANNO
In
quaresima a Canegrate
è ormai consuetudine
collocare i ritiri dei bambini che
partecipano al catechismo dell’iniziazione cristiana.
Domenica mattina, ritrovo ore
9.30, tra le preoccupazioni delle
catechiste nel cercare i bambini
scelti per leggere, i genitori, raccomandazioni varie, il via vai di persone, in OMI ci si prepara.
Tutti in fila, siamo pronti, in attesa del sacerdote per recarci in processione verso la Chiesa, per l’animazione della S. Messa delle ore
10.
Per le classi quarte la domenica
era la terza di quaresima, la S. Messa è stata presieduta da Padre Davide che, con gioia, ma con la sua solita serietà, ci ha fatto vivere una
celebrazione davvero avvolgente.
Durante l’omelia ha ricordato il
sacrificio di sacerdoti che hanno
dato la vita per il Vangelo, raccontando ai bambini anche qualche
aneddoto, dicendo all’assemblea
che non è solo il denaro ad aiutare
chi è nel bisogno, ma anche il nostro tempo, un sorriso, una “mano
tesa”, e non dimentichiamo l’efficacia della preghiera.
È seguito un momento con i
bambini nel salone dell’oratorio, e
una riflessione sui temi affrontati.
12.30: ora di pranzo. Il corridoio
dell’oratorio è una distesa di tavoli e
panchine, e qualcuno rischia di rimanere in piedi! Ma quanti siamo?!? Che bello! Sembra proprio
un banchetto.
Come l’anno scorso si è scelto di
fare un pranzo “in condivisione”,
ovvero ognuno porta qualcosa da
“DIVIDERE – CON” i presenti. Ed
è stato, ancora una volta, un successo.
È davvero bello ritrovarsi non
solo per il fine del pranzo in sé, ma
per stare insieme semplicemente e
con gioia, perché Gesù ci chiama!
È come costruire con tanti mattoncini, ognuno mette il suo, grande
o piccolo che sia, facendo crescere
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APRILE
2014
Paolo Veronese - La
Crocifissione di Gesù
la costruzione, ovvero la comunità.
C’è chi è più portato per i primi
piatti, chi per il dolce, ma c’era
l’imbarazzo della scelta, l’impegno
di mamme e papà è stato notevole.
Allora vogliamo ringraziare i
Don, perché è stata una loro idea
quasi indiscutibile dare una impronta nuova a questi incontri; i genitori,
perché hanno saputo farsi coinvolgere nella novità; i bambini, che con
il loro entusiasmo hanno animato
questi appuntamenti; non ultimo
“Grazie Gesù!”, per il dono di queste domeniche insieme, per la Tua
presenza viva in mezzo a noi.
Le catechiste di IV Elem.
*** *** ***
Eccoci qui, seconda domenica di
Quaresima dedicata alla classe V.
S. Messa con l’animazione e
ritiro con i bambini, pranzo di con4
divisione con loro e i loro genitori e
riunione con questi ultimi nel pomeriggio ... un bel programma serrato!
Già, un bel programma ma da parte
di noi catechiste qualche perplessità.
Nessuna richiesta di conferma alla
presenza al pranzo da parte dei genitori, dopo la messa sono liberi di
tornare a casa e presentarsi in un
secondo momento, sì ma quale sarà
il secondo momento? Il pranzo o la
riunione?
Dopo la celebrazione gli animatori entrano in OMI e iniziano a posizionare i tavoli, sono una vera forza della natura e non facciamo in
tempo a bloccarli che in un attimo
riempiono tutto il corridoio! Ci
guardiamo negli occhi ed esclamiamo “bhè, ormai i tavoli ci sono, speriamo in bene; meglio abbondare
che dover correre ai ripari con il
rischio di sembrare poco ospitali”.
Il tempo stringe e dobbiamo occuparci dei bambini … al resto pen-
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ANNO
seremo dopo. Il dopo è
stata una GIOIOSA SORPRESA: i genitori si
erano attivati preparando i tavoli con tovaglie
e tutto l’occorrente.
Usciti i bambini, tutti
hanno preso posto lungo i tavoli, i genitori
tutti da una parte … e i
figli dall’altra (come è
ovvio, del resto). Ci
rimaneva solo di aspettare i sacerdoti per la
preghiera di benedizione del pasto e … noi
catechiste? Eh, già.. e
noi? A bocca aperta
osservavamo che gli
unici pochi posti rimasti liberi erano vicino
ai bambini ed erano
per noi. Il cuore si è
riempito di gioia e soddisfazione nel vedere
tutto questo, la presenP. Veronesi - Gesù crocifisso
za dei genitori ci ha
rinfrancate. Fra i genitori si percepiva un
rapporto di serena amicizia, di collaborazione e di condivisione. Davvero una gran bella lezione per noi “donne di poca fede”,
convinte che i più avrebbero preferito rimanere a casa.
Grazie di cuore a voi genitori per averci
SMENTITE.
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O.M.I. e dopo una breve introduzione di Don
Andrea ci siamo divisi in gruppi per meditarlo,
svilupparlo e portare le nostre risonanze.
Poi a seguire Il pranzo condiviso e vissuto con
molta semplicità e familiarità che ha trasmesso
a tutti noi gioia ed entusiasmo.
Mentre i ragazzi avevano un momento di gioco
con gli animatori, ai genitori è stato presentato
il sussidio del Cammino dei “Cento giorni cresimandi” che quest’anno si inserisce nella proposta dell’anno oratoriano 2013-2014 “A tutto
Campo” che ci riporta all’ambientazione della
parabola del grano e della zizzania utilizzato
dal nostro arcivescovo come icona evangelica
della lettera pastorale “Il Campo è il Mondo”.
L’intero percorso, ricco di spunti, cerca di essere sempre più adeguato ai tempi, per condurre i ragazzi verso l’appartenenza alla comunità
che li accompagnerà nel cammino della Fede e
della Vita.
Domeniche così ci fanno sentire tutti a “casa”,
una casa che ci accoglie per quello che siamo,
una casa che promette un futuro ai nostri ragazzi, che sa accogliere i sogni di tutti, una
comunità che accoglie tutti!.
le catechiste di I Media
Le catechiste di V Elem.
*** *** ***
“Oggi, domenica 9 marzo, la nostra comunità inizia il cammino quaresimale, che
condurrà fino all’incontro con il Signore
risorto. In questo percorso ci faremo guidare
dal quadro che rappresenta la “Vocazione di
Matteo” e, domenica dopo domenica, saremo invitati a rivolgere il nostro sguardo su
alcuni particolari degli oggetti e dei personaggi ritratti …”
Questa frase ci introduceva nella quaresima e la 1° domenica “Il Vangelo sulle tentazioni di Gesù” è stata animata dai ragazzi
di I media. Questo Vangelo ricorda ad
ognuno di noi che “il Signore Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto. Le monete
che passano tra le mani dei compagni di
Matteo è il simbolo di tutte le tentazioni che
quotidianamente affrontiamo.
Abbiamo poi ripreso questa pagina di
Vangelo quando ci siamo ritrovati in
P. Veronesi - Risurrezione di Gesù
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ne un incontro
con la ginecologa che ci ha spiegato dettagliatamente tutti i metodi naturali e la
gravidanza.
Don Gino si alternava a questi
ritrovi con insegnamenti
cristiani sullo stile
di vita della coppia, sulla Chiesa domestica e il suo significato, o sulla
coppia nella società. Un intervento interessantissimo è
stato fatto anche da Don Andrea che ci ha spiegato in
maniera minuziosa il Sacramento e il rito del matrimonio.
Sul finire degli incontri, è stato proiettato un film
“Caso Mai”, che raccontava la vita di due sposi e le potenziali difficoltà che avrebbero potuto incontrare nel
corso degli anni. E’ stato sostanzialmente un riassunto di
tutte le cose a cui saremmo potuti andare incontro se
non avessimo messo in pratica ciò che avevamo appreso
durante tutto il corso.
A dare una mano a noi poche esperte coppie, c’erano
i nostri tutor, coppie “guida” che a ogni fine incontro ci
dividevano in gruppo, facendoci parlare, confrontandoci
tra di noi e con loro sugli argomenti trattati in serata ma
soprattutto condividendo con noi le loro esperienze di
vita. Sono stati essenziali anche per il rapporto che si è
andato a creare tra noi ragazzi.
L’epilogo di questa nostra avventura è stata una fantastica giornata dove siamo stati protagonisti prima in
Chiesa durante la S. Messa, e poi in un rinfresco tutto
preparato da noi a cui hanno partecipato i nostri tutor, e i
nostri cari ai quali abbiamo potuto presentare anche i
compagni di viaggio che per alcuni sono diventati compagni di avventura quotidiana … Ringraziamo quindi di
cuore tutti per quello che abbiamo imparato, per le scelte a cui siamo andati incontro, per le conoscenze che
abbiamo fatto e per l’immensa ricchezza che abbiamo
ricevuto da ogni persona incontrata durante il cammino.
P
ensiamo di parlare a nome di tutti nel dire che
nessuno di noi era particolarmente entusiasta
all’idea di dover partecipare a un corso prematrimoniale. Ci chiedevamo che preparazione potessimo mai ricevere in poco più di un mese per una cosa
tanto grande come il matrimonio. Il percorso ebbe inizio
l’8 Gennaio con una cadenza di due appuntamenti a settimana (molto impegnativo dal punto di vista pratico).
Ci incamminammo così tutti scettici, silenziosi ed estranei, in questa nuova esperienza. Al centro di tutto e filo
conduttore degli incontri eravamo proprio noi fidanzati;
una dozzina di coppie che si sono messe in gioco. Coppie completamente diverse le une dalle altre ma con
l’obbiettivo comune di promettersi amore davanti a Dio.
Ogni incontro aveva la propria particolarità e utilità.
Come la prima sera ad esempio, che siamo stati travolti
da una serie di domande alle quali onestamente, non ci
diamo mai il tempo di porci: la vita, la felicità e a quanto
peso diamo ad essa, la Fede e come la viviamo, Dio visto come necessità o devozione, all’essere cristiani, al
bene del nostro prossimo, ai nostri progetti … Sono domande che ci siamo fatti mai? Don Gino, ci ha fatto apprendere che “la Fede ci dice anzitutto che noi non veniamo dal caso per finire nel nulla e che c’è un Dio che
ci ama ed è interessato alla nostra felicità”.
Abbiamo inoltre goduto della professionalità dei nostri formatori, un esilarante e diretto psicologo, che ci ha
insegnato l’importanza della comunicazione tra uomo e
donna e ci ha divertito con la teoria che “una buona torta, più un’altra buona torta fa una torta gigante e buonissima” ! Ha paragonato l’auto e tutti i suoi componenti
alla coppia mettendo al centro, come motore, l’amore.
Abbiamo avuto un’intera serata a disposizione con l’Avvocato che ci ha illustrato tutti gli aspetti giuridici del
matrimonio dando poi spazio alle nostre domande e infi-
I fidanzati del corso 2014
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A cura della Commissione Missionaria
trasloco definitivo e l'inizio
della missione a luglio. Va
detto che qui in Russia, per
quanto si progetta non si è
mai sicuri di cosa succederà
domani, da un giorno all'altro può cambiare tutto. Si
cerca per quanto possibile di
progettare, affidando tutto
alla Provvidenza. Questa è
una palestra perchè aiuta ad
essere distaccati sia dai successi che dai fallimenti, perchè insegna che la nostra
vita non dipende dai successi "nel posto di lavoro".
Per ora insieme al direttore
della "Biblioteca dello Spiri-
Nelle foto vedute di Riazan
Cari amici
sono a Mosca da circa tre settimane. Quest'anno il clima è
più caldo del nomale, la neve è
sparita, ci sono spesso giornate
di sole, ma anche tanti sbalzi di
temperatura, passiamo da +20
gradi a sottozero da un giorno
all'altro.
Una delle cose che più mi piace di Mosca, è il fiume ininterrotto di gente che prende la
metropolitana: si scende per
scale mobili lunghissime, e si
vede sempre un flusso di persone che non finisce mai.
Proseguo lo studio del russo e
inizio a organizzarmi per il
to", un centro culturale con annesse libreria e
caffè, stiamo mettendo in piedi una scuola. Il
primo passo sarà iniziare con una scuola di lingue (insegneremo italiano e forse spagnolo), e
in futuro vedremo se riusciremo ad allargare
l'insegnamento a materie culturali. Io mi occuperò della amministrazione e dell'insegnamento.
Insieme al Vescovo abbiamo anche iniziato a
pensare la pastorale giovanile per l'anno prossimo. Faremo un incontro alla settimana con i
giovani, e una di questi incontri lo dedicheremo
ad una attività caritativa, andremo ad aiutare le
suore di Madre Teresa qui a Mosca, sia nella
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
casa per orfani che nella distribuzione di generi alimentari ai senzatetto in una delle stazioni.
Nella Settimana Santa, andrò in
una città a sud di Mosca, Riazan.
Lì aiuterò il parroco nella piccola
parrocchia. La comunità cattolica
è piccola, e per ora è ancora senza Chiesa. O meglio, la chiesa
cattolica esiste da circa 100 anni
a Riazan, ma durante il regime
comunista lo stato l'ha espropriata
e per varie ragioni ad oggi non è
ancora stata restituita. Quindi la
parrocchia cattolica attualmente
consiste in un monolocale: la sala
più grande funge da cappella, c'è
una piccola cucina, il bagno ed
infine una stanza che funge sia da
camera da letto per il parroco che
da ufficio parrocchiale. Posto per
gli ospiti non c'è io alloggerò
presso una famiglia di parrocchiani.
Vi chiedo di pregare per la nostra
missione e per la pace in Ucraina.
Carlo Zardin
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Sabato 21 giugno verrò
ordinato diacono a Roma,
nella basilica di Santa
Maria Maggiore. Chi vuole venire è invitato. Chiedo a tutti di sostenermi
con la preghiera, e in ogni
caso l'appuntamento è la
prima Messa da diacono,
domenica 29 a Canegrate.
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
I MIGNON IN VERSIONE SPORTIVA
I SUPER EROI
PEPPA PIG
I PIRATI DELLA “GAJO”
QUALCHE FACCIA NOTA E MENO NOTA…
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APRILE
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 2
APRILE
2014
Diocesi di Milano
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
Via Zanzottera, 18
20010 CANEGRATE (Mi)
Carissimi genitori,
con questa comunicazione vogliamo raggiungere tutti i
papà e le mamme che hanno bambini nell'età in cui comincia la proposta di catechesi parrocchiale. Come ben
sapete, si tratta di un momento molto importante per i
vostri figli, la cui formazione spirituale integra e compie
la crescita in età e conoscenza.
Di queste cose sarebbe bello poter parlare insieme, consapevoli che ogni genitore in quanto tale porta in sé una
missione educativa. Per questa ragione, vi invitiamo a
partecipare a uno di questi due incontri:
DOMENICA 25 MAGGIO - ORE 14.45
GIOVEDÌ 29 MAGGIO - ORE 21.00
in Oratorio Maria Immacolata, piazza Chiesa Parrocchiale
Solo dopo aver partecipato a uno di questi due momenti
di conoscenza e di informazione, potrete valutare liberamente se aderire alla proposta parrocchiale.
In attesa di incontrarci di persona, vi salutiamo cordialmente.
il parroco don Gino, il vicario don Andrea,
le catechiste
con la comunità tutta
Non
è mai facile essere orfani, ma a
maggior ragione se il proprio padre
spirituale e maestro si chiamava don
Gaetano. Non è facile proseguire
senza di lui, senza i suoi continui
sproni a continuare sempre meglio il
nostro operato. Ma i suoi insegnamenti vivono in noi e ci si bagnano
ancora gli occhi a pensare alle molteplici serate passate sotto la sua
“bacchetta” e trascorse a un continuo migliorarsi nell’arte del canto
sacro. Per questo la Schola Cantorum “Santa Cecilia”, ovvero la corale parrocchiale (attualmente composta da circa 25 cantori), non può
darsi per vinta e ha deciso di proseguire la propria attività al servizio
della comunità di Canegrate.
Come dice la parola stessa
“Schola Cantorum” (“scuola del
canto”) ha in sé un duplice scopo:
innanzitutto ovviamente il completo
servizio alla pastorale liturgica parrocchiale ma anche, e questo valore
è davvero importante, quello di essere una scuola di canto e di liturgia
per i partecipanti. Le nostre prove
settimanali infatti prevedono lo studio dei singoli canti alternato da
alcuni momenti in cui si spiegano i
tratti salienti e le parti di ciascuna
celebrazione. Un altro momento
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significativo, essendo scuola di canto liturgico, è quello in cui, pur studiando canti molto semplici e assembleari, ci si dedica maggiormente alla cura dell’emissione della voce e alle componenti più squisitamente musicali dell’esecuzione di
ciascun brano. Infatti la Corale si
occupa di preparare canti che possano coinvolgere direttamente l’assemblea ma anche di altri brani
scelti dal grande repertorio classico
corale che possano aiutare il coro
stesso a migliorarsi e a capire le
varie fasi della storia della musica
sacra.
L’obiettivo più grande del coro è
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
quello di animare la liturgia e aiutare l’assemblea a vivere bene ogni
celebrazione. Ricordiamoci che gli
attori principali di ogni liturgia sono
due: Dio e il suo popolo. Il coro è
solo un comprimario e aiuta lo
“svolgersi dell’azione”, ma nulla è
senza questi due personaggi fonda-
ANNO
mentali. Allora il nostro canto può
aiutare veramente tutti i nostri parrocchiani a capire meglio chi è Gesù
e cosa ha bisogno da noi. Il nostro
canto può piacere o no, ma se perdiamo la strada della coerenza che
ci chiede Gesù tramite la liturgia
allora perdiamo anche di significato
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e non avremmo più senso di esistere. I parrocchiani non avrebbero più
bisogno della Corale. Per questo
bisogna sapientemente alternare e
comprendere quali solo i momenti
in cui la liturgia e il popolo non possono fare a meno della Corale e
quando invece il coro può essere
“contorno”, creando un buon momento meditativo o elevando un
solenne canto di lode.
Quante belle parole direte. Eh sì,
però la Corale è fatta di persone
della vostra comunità che si dedicano ogni settimana con passione allo
studio dei canti e della liturgia in
modo che ogni celebrazione sia davvero festa. La Corale quindi è un
gruppo che non può che essere aperto a quanti, giovani e meno giovani,
possano e vogliano dedicarsi al canto liturgico. Aspettiamo con gioia
quindi tutti coloro che vogliano intraprendere questo percorso con noi,
ogni martedì sera presso la vecchia
casa canonica di Via Zanzottera a
partire dalle ore 21.00, oppure in
Chiesa Parrocchiale. Vi aspettiamo!
Se
pensiamo ai paesi africani e all’America del
Sud e a come loro vivono la celebrazione della messa non possiamo
che immaginare una bella festa,
molti nastri colorati, bambini sorridenti, balli scanditi dal battito delle
mani e tanti canti vivaci e allegri.
Quando entri in una loro chiesa e
partecipi a una loro Eucarestia ti
può sembrare quasi irreale il loro
entusiasmo e la loro partecipazione.
La messa è talmente sentita, vissuta e animata dalla gente che per
uno di noi, che entra in contatto con
questa realtà per la prima volta, può
sembrare un circo; potrebbe addirittura risultare “fastidioso” tutto questo calore umano.
Ma in realtà sono convinta che
ogni tanto ci farebbe bene partecipare a una celebrazione “dell’altro
mondo”: ci aiuterebbe a riscoprire la
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bellezza della partecipazione vera e
sentita al Mistero che si svolge davanti ai nostri occhi la domenica
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
mattina.
Perché alla fine tutta la tradizione africana o del
Sud America del vivere la Messa con canti, balli e
colori è un modo come un altro per coinvolgere le
persone in ciò che stanno vivendo; li rende partecipi,
attenti e felici di accogliere la Lieta Novella che ogni
domenica si rinnova!
La Gioia di Cristo viene espressa attraverso colori
e suoni che riempiono e scaldano il cuore.
Anche da noi, nella nostra più comune tradizione,
si prova a trasmettere con delle parole e delle armonie
il messaggio evangelico di Cristo.
Questo è lo scopo vero dei coretti delle parrocchie: accompagnare i fedeli durante la Messa, aiutarli
a partecipare con gioia a ciò che stanno vivendo, calarli nell’occasione e nel momento con una precisa
melodia, delle precise parole.
Infatti i canti della Messa non vengono scelti a
casaccio: si cerca di rimanere il più possibile in linea
con le letture della Domenica, con quello che il Vangelo e Cristo ci insegnano di volta in volta; così richiamando le parole del Nuovo e Antico Testamento
con un canto si aiutano i fedeli a farle risuonare nel
cuore e nella mente, a far sì che sedimentino un poco
e che uscendo di Chiesa, di domenica in domenica,
rimanga in essi una parola o una frase che Gesù quel
giorno ci ha voluto regalare.
Mi piace pensare che i canti durante la Messa ci
aiutino ad aprire il cuore, lo preparino ad accogliere
le parole di Dio, e allo stesso tempo queste melodie ci
donino pace e gioia!
È per questo che il coretto pone un’ attenzione
particolare al canto che si propone e in quale momento della celebrazione lo si intona.
È lo stesso coretto che deve aiutare i fedeli a mantenere il silenzio e l’atmosfera adatta a vivere la celebrazione.
Forse da parte della gente che siede tra le panche
vorremmo un po’ più partecipazione, soprattutto da
parte dei bambini, poiché cantare è sicuramente un
modo piacevole con cui rimanere concentrati con lo
sguardo su Gesù.
Sant’Agostino diceva che cantare è come pregare
due volte.
Che spettacolo! Quando intoni un canto a Dio non
lo fai per mostrare agli altri quanto tu sia bravo o capace ma lo fai perché la melodia ti avvicina a Lui, ti
riempie il cuore di una gioia vera ed è come sentirsi
in un abbraccio leggero e caldo.
Pensare poi a ciò che si sta dicendo e a ciò che si
sta cantando è un modo come un altro per dire “io
Signore Credo, e ci Credo con gioia, sono felice di
Ciò!”.
Se non te la senti di raggiungerci dietro all’altare,
partecipa tra la gente per animare la messa, segui il
canto, aiuta chi ti sta vicino a seguire la melodia…
sarà un bel modo per avvicinarsi a Dio un poco di
più.
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Ci
è stato dato un “Decalogo” per aiutare i
genitori nella loro grande e difficile missione. Lo offriamo a tutti, suggerendo di non leggerlo tutto d’un fiato, ma di “sorseggiarlo” poco per volta e meditarlo. Buona lettura.
PRIMO
L’opera educativa comincia dal seno materno; se
aspetti più tardi, hai perso la corriera più importante della tua vita di genitore.
SECONDO
Ricorda che i tuoi figli cominciano a capire assai prima di quanto tu creda e quando questo sia avvenuto non
lo saprai mai.
TERZO
Previeni il male con la vigilanza più attenta, per non
doverlo reprimere quando sarà troppo tardi; chi previene
si fa amare, chi reprime si fa odiare.
QUARTO
Non sgridare e non castigare con rabbia chi ha sbagliato, ma convincilo del suo errore con il ragionamento
più sereno ed affettuoso.
QUINTO
Non concedere tutto per esagerata tenerezza del cuore, perché chi dà i vizi li dovrà mantenere: la secchia con
la corda sempre lunga sta sempre in fondo al pozzo.
SESTO
Non dire mai si sì quando devi dire di no; non dire
mai di no quando puoi dire di sì. Nel sì e nel no i genitori
siano sempre concordi ad ogni costo.
SETTIMO
Di fronte alle domande difficili dei tuoi figli non raccontare frottole: a lungo andare non ci crederanno; esponi la verità nel modo più conveniente, ma sii “veritiero”
ad ogni costo. Meglio una verità imparata male dai genitori che un errore imparato bene dagli amici.
OTTAVO
Non dire: “Devi essere onesto”. Dà tu l’esempio
dell’onestà più cristallina nelle parole come nelle azioni
e i tuoi figli specchieranno in te.
NONO
Non dire: “ Va in chiesa”, ma sempre “Andiamo…”.
I tuoi figli ameranno Dio nella misura che lo amerai tu e
ameranno te nella misura che ameranno Dio.
DECIMO
Non togliere Dio dalla vita dei tuoi figli, perché commetterai un furto a loro danno; donando Dio ai tuoi figli,
il tuo dono si ripeterà ogni giorno anche al di là del tuo
tempo.
Il coretto!
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
Lettera di Francesco in vista del sinodo mondiale sulla
pastorale familiare che si svolgerà in ottobre. Preparato dal
sondaggio tra le diocesi su tematiche come le unioni omosessuali e la contraccezione
di Orazio La Rocca
CITTÀ DEL VATICANO
Preghiere per le "nuove urgenze
pastorali per la famiglia". E' quanto
chiede papa Francesco nella lettera
che oggi ha inviato alle famiglie di
tutto il mondo in vista del Sinodo
mondiale dei vescovi che il prossimo ottobre avrà come tema centrale
la "cura" e "le attenzioni" per la famiglia che la Chiesa è chiamata ad
affrontare nel mondo contemporaneo. Appuntamento che il tema del
Sinodo sintetizza col titolo "Le sfide
pastorali sulla famiglia nel contesto
dell'evangelizzazione" e che la Santa Sede ha voluto preparare facendo
svolgere un sondaggio tra le diocesi
per sentire le opinioni dei cattolici
su tematiche delicate come la difesa
della famiglia tradizionale, la promozione del nucleo familiare basato
sull'unione di un uomo e di una
donna, ma anche sulle nuove forme
di convivenza come le unioni di
fatto, le unioni omosessuali, e l'ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati. Il sondaggio è già al
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vaglio delle autorità vaticane, ma
alcune conferenze episcopali, come
quelle tedesca, svizzera, belga hanno già pubblicato i risultati, dai quali emerge un quadro a dir poco rivoluzionario, specialmente in tema di
coppie di fatto, unioni omosessuali
e divorziati risposati. Da qui - è
presumibile - l'appello del Papa nella lettera alle famiglie per chiedere
il conforto della preghiera per le
"nuove sfide pastorali della famiglia" a cui la Chiesa sta per essere
chiamata.
"La Chiesa - scrive Francesco annuncia il Vangelo affrontando
anche le nuove urgenze pastorali
che riguardano la famiglia''. E il
prossimo Sinodo è un ''importante
appuntamento'' che ''coinvolge tutto
il Popolo di Dio'' dai vescovi ai sacerdoti, ai consacrati, ai laici delle
Chiese particolari del mondo intero,
''che partecipano attivamente alla
sua preparazione con suggerimenti
concreti e con l'apporto indispensabile della preghiera''. ''Il sostegno
della preghiera è quanto mai necessario e significativo specialmente da
parte vostra, care famiglie'', continua il Papa, secondo il quale la preghiera delle famiglie per il Sinodo è
''un tesoro prezioso che arricchirà la
Chiesa''. ''Questa Assemblea sinodale - per papa Bergoglio - è dedicata
in modo speciale a voi, alla vostra
vocazione e missione nella Chiesa e
nella società, ai problemi del matrimonio, della vita familiare, dell'educazione dei figli, e al ruolo delle
famiglie nella missione della Chiesa. Pertanto vi chiedo di pregare
intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito''.
Papa Francesco ricorda che l'Assemblea sinodale straordinaria sarà
seguita un anno dopo da quella ordinaria, che porterà avanti lo stesso
tema della famiglia. E, in tale conte-
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ANNO
Anche se a volte vaghiamo nell’oscurità, la fede ci aiuta a vedere la luce!
Una famiglia cristiana che cammina nella fede, rispecchia la luce di Dio!
sto, nel settembre 2015 si terrà anche l'Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia. ''Preghiamo
dunque tutti insieme - continua perché, attraverso questi eventi, la
Chiesa compia un vero cammino di
discernimento e adotti i mezzi pastorali adeguati per aiutare le famiglie ad affrontare le sfide attuali con
la luce e la forza che vengono dal
Vangelo''.
''Nel vostro cammino familiare aggiunge papa Francesco - voi condividete tanti momenti belli: i pasti,
il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà... Tuttavia, se manca
l'amore manca la gioia, e
l'amore autentico ce lo dona
Gesù: ci offre la sua Parola,
che illumina la nostra strada; ci dà il Pane di vita, che
sostiene la fatica quotidiana
del nostro cammino. Care
famiglie, la vostra preghiera
per il Sinodo dei Vescovi
sarà un tesoro prezioso che
arricchirà la Chiesa. Vi ringrazio, e vi chiedo di pregare anche per me, perché
possa servire il Popolo di
Dio nella verità e nella carità''.
si la famiglia è nella mente e nel
cuore della Chiesa", e papa Francesco, con la sua Lettera alle "Care
famiglie" del mondo, "vuole coinvolgerle nel cammino sinodale",
commenta l'arcivescovo Vincenzo
Paglia, presidente del Pontificio
Consiglio per la Famiglia, presentando la lettera del Pontefice. La
preghiera, osserva monsignor Paglia, "è il primo modo di partecipare
a un cammino comune". "Le famiglie - è questo l'intento di Papa
Francesco, secondo Paglia - non
sono semplicemente l'oggetto di
un'attenzione. Esse sono anche il
soggetto di questo pellegrinaggio,
"Mai come in questi me15
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visto che della Chiesa sono la parte
preponderante, e segnate dal Sacramento del Matrimonio". Per il capo
dicastero vaticano della famiglia, il
Papa "guarda le famiglie con la gratitudine di chi scorge l'opera che
Dio stesso compie attraverso l'amore dell'uomo e della donna, dei padri
e delle madri, dei figli e delle figlie,
dei fratelli e delle sorelle, dei nonni
e dei nipoti". Secondo Paglia, "non
si può dimenticare che l'irradiazione
del primo cristianesimo è avvenuta
attraverso la rete delle famiglie. È
una grande lezione anche per questo
nostro tempo che invoca una nuova
stagione missionaria della predicazione evangelica.
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
Dopo unperiodosostanziale
di assen-
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dato, con tutti i limiti e con le giuste proporzioni, una sorta di potere
"legislativo". Questo certo non significa che emana leggi o promulga
decreti che vanno seguiti e rispettati, ma che propone e sceglie, tra le
varie proposte, e in base alle circostanze e alle attività, quelle che crede siano le migliori e più coerenti al
contesto. Ma chiaramente il concetto di coerenza può essere spesso
labile e soprattutto relativo per chi
ha l'onere di scegliere. Quindi in
tutte le scelte che il consiglio prende è rintracciabile e
deve essere rintracciabile una sorta di denominatore comune, una costante, che potremmo definire come la
"costante di scelta", che, nel nostro caso, corrisponde
alla Parola e a tutti i comportamenti etici che da essa
derivano. Ne consegue che le attività proposte dal consiglio hanno quasi sempre un doppio aspetto: quello ludico e quello etico.
Un altro strumento che usa il consiglio per far
del bene all'oratorio è quello, forse più banale, di
consigliare: i consiglieri, infatti, grazie alla ponderata libertà di parola di cui dispongono, sono
liberi di parlare, dialogare e sentire diverse opinioni che, tendenzialmente, dovrebbero corrispondere alle esperienze e alle richieste dei vari
gruppi. Le ampie e lunghe discussioni che spesso
sorgono sono anche in grado di rivelare, grazie a
pareri diversi e tra loro incoerenti, il sentire, se
non comune, almeno della maggior parte dei
fruitori e dei collaboratori dell'oratorio. I frutti di
queste discussioni risultano inoltre degli indicatori, utili soprattutto ai sacerdoti, per prendere
nel modo migliore le decisioni più importanti,
pensando sempre al bene comune. Infine il consiglio dispone di un altro mezzo per aiutare l'oratorio: i consiglieri infatti, chiamati, come detto precedentemente, ad assumersi delle responsabilità
per le proprie scelte, dovrebbero sentire maggiormente un senso del dovere nei confronti dell'oratorio, trasferendo questo sentimento a tutti i componenti del gruppo che rappresenta. E solo con
questo tessuto ideale ed uniforme di collaborazione e corresponsabilità reciproca che caratterizzerebbe le singole strutture, l'oratorio potrà
migliorare e crescere giovando ulteriormente alle
singole persone, alla collettività e alla comunità.
za nella nostra parrocchia di un organo collegiale, i nostri sacerdoti,
dall'estate scorsa, hanno deciso di
ricostituire, partendo proprio dalle
basi, un consiglio al quale è stato
affidato il compito di "prendersi
cura" del nostro oratorio. Facciamo
subito un po' di chiarezza a riguardo: da chi è formato questo consiglio? Fondamentalmente da rappresentanti, scelti dai sacerdoti stessi,
dei vari gruppi che collaborano attivamente in oratorio. I
consiglieri, di conseguenza, hanno diverse età, da quelle
più tenere, che rappresentano le nuove leve dei più giovani animatori, e quelle più mature.
In che modo il consiglio si prende cura del nostro
oratorio?
Attraverso diversi strumenti. Al consiglio viene affi-
Francesco Fusi
Oratorio - una fiamma che brucia nel cuore di chi lo frequenta ...
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ARGUZIE E FACEZIE
Ad un giovane monaco che
rimandava di giorno in
giorno un lavoro faticoso,
un anziano disse: “Chi vuol
fare qualcosa trova un mezzo, chi non vuol far nulla
trova una scusa…”
Ad un fratello che si lamentava continuamente della
propria vita padre Bessarione disse: “Forse è la
vita a non essere contenta
di te. Essa è contenta di
vivere con chi vuole viverla”
A un monaco che criticava
un fratello, il grande Giovanni disse: “Prima di ridere di tuo fratello, prova a
mettere i piedi nelle sue
scarpe.
A un monaco che prova
difficoltà a vivere in solitudine, il grande Daniele disse: “Diventa amico di te
stesso, e potrai vivere solo”
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QUAL È IL COLMO ….
… per un prete pignolo?
Inchinarsi davanti ad un punto cardinale!
… per una suora molto caritatevole?
Consolare i salici piangenti!
… per un sacrestano?
Avere tutte le candele accese e non riuscire a far partire la macchina!
… per un frate domenicano?
Mangiarsi un certosino e bersi un cappuccino!
… per un angelo?
Mangiare solo polli alla diavola!
BRRRRR CHE … FREDDURA!
Quanto costano le scarpe di Polifemo?
Un occhio della testa!
Perché Gino ha lanciato la sveglia in aria?
Perché il tempo vola?
Qual è la città dove nessuno vuole abitare?
Mì-là-nö
Cos’è che sta nel frigo sempre dopo il formaggio?
Il for-giugno
Cosa mangia un computer a dieta?
Una Apple!
Come si chiama il figlio di Alì Babà?
Semplice: Alì Bebè.
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ANNO
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OFFERTE DA METÀ FEBBRAIO A METÀ APRILE 2014
BATTESIMI
FUNERALI
MATRIMONI
€
€
€
510,00
1.300,00
50,00
PROVENIENTI DA:
Visita ai malati
Cassetta S. Colomba
Contributo uso aule S. Pietro
Classe 1934
€
€
€
€
1.055,00
481,91
1.050,00
100,00
IN MEMORIA DI:
Cavalleri Natalina Ida
Villa Laura
Talignani Pierina
€
€
€
500,00
500,00
300,00
A FAVORE DI:
Parrocchia (in genere)
Sant’Antonio (per riscaldamento)
Progetto Gemma
Caritas
€
€
€
€
800,00
100,00
200,00
310,00
IN OCCASIONE DI:
Festività della Pasqua (da N. N. per la parrocchia)
Benedizione e distribuzione dell’Ulivo
€
€
950.00
2.915,00
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COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLVI N° 2 - APRILE 2014
ANAGRAFE PARROCCHIALE
(riferita al periodo Febbraio - Marzo)
NUOVI FIGLI DI DIO E DELLA CHIESA
Menegazzi Alessia Maria - Milano - 21 Ottobre 2013
Tarantino Sofia - Magenta - 2 Settembre 2013
Baltieri Lorenzo - Legnano - 25 Agosto 2013
Borsani Lorenzo - Legnano - 20 Luglio 2013
Mirandola Sofia Caterina - Milano - 23 Dicembre 2013
Antonioli Matteo - Legnano - 22 Settembre 2013
Priori Altea Lavinia - Rho - 26 Ottobre 2013
Ronconi Giorgia Maria - Rho - 15 Agosto 2013
Douhour Omar - Legnano - 15 Aprile 2013
NUOVE FAMIGLIE
Cabiddu Luca con Baroni Viviana
I NOSTRI DEFUNTI
Bontorin Emilio, di anni 76; Meraviglia Egidio Riccardo, di anni 65; Caramore Dante, di anni 89;
Andretto Carlo di anni 86; Cotta Mafalda, di anni 86; Cavazzana Patrizia, di anni 53; Vella
Michele, di anni 82; Cavalleri Natalina Ida, di anni 85; Cavaleri Maria, di anni 85; Mondellini
Bruna, di anni 90; Biasini Leda, di anni 85; Villa Laura di anni 67; Ancona Angela di anni 86;
Spirito Leonardo di mesi 5; Garegnani Luigia di anni 94; Lodi Giacomo di anni 72; Cepollaro
Giuseppe di anni 49; Cozzi Maria, di anni 64; Bonomi Enrico, di anni 79; Colombo Iole, di anni
78; Crespi Mario, di anni 91; Rigo Virginia, di anni 88; Re Fraschini Anita, di mesi 19; Talignani
Pierina, di anni 94; Lodi Romeo, di anni 81; Montalbano Giuseppe, di anni 79.
ATTENZIONE ! NUOVI ORARI S. MESSE UNITÀ PARROCCHIALE DAL 1/01/2014
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “CANEGRATE”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
Vigiliare:
ore 18.00
Nel giorno:
ore 8.30
ore 10.00
ore 11.30
ore 18.00

Lunedì
Martedì
Numeri telefonici

Parroco:
don Gino Mariani
Coadiutore: don Andrea Citterio
0331 411803
0331 403907
338 7874881
Sante Confessioni
Mercoledì
Giovedì

8.30
Chiesa Parrocchiale
20.30
Chiesa Antica (PluriI)
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
S. Colomba
8.30
(PluriI)
Chiesa Parrocchiale
16.00
S. Antonio
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.00
S. Pietro
(PluriI)
1° Venerdì del mese
Ore 21.00 – 22.30
Venerdì
8.30
Chiesa Parrocchiale
Sabato
Ore 15.00 – 17.30
Sabato
8.30
Chiesa Parroc. (PluriI)
La SEGRETERIA PARROCCHIALE è aperta

Lunedì - Mercoledì - Venerdì
18.00 – 19.30
Sabato
09.15 – 10.30
Il CENTRO ASCOLTO CARITAS è aperto nei
seguenti giorni

0331 – 403462

Domenica
10.00 – 12.00
Lunedì e Mercoledì
15.00 – 17.00

0331 – 410641
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “SAN GIORGIO SU LEGNANO”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
Vigiliari:
ore 17.30
Nel giorno:
ore 8.00
ore 10.30
ore 17.30

NB - La S. Messa delle 17.30 dalla prima domenica di
Maggio all’ultima di settembre alla Chiesa del
CROCEFISSO.
Numeri telefonici
Parroco:
don Luciano Premoli
Sante Confessioni
Sabato
Lunedì
8.30
Chiesa Parrocchiale
Martedì
8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
Mercoledì
Giovedì

0331 401051
9.00 – 12.00
15.00 – 17.00

Venerdì
20.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Chiesa Parrocchiale
In entrambe le parrocchie nei mesi di LUGLIO e
AGOSTO restano solo le Messe feriali del mattino