DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014 In Italia EURO 1,40 www.corriere.it ANNO 139 - N. 266 . Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 281 Serie A S www.menghishoes.com Le idee Oggi S Sofferto pari del Milan El Shaarawy torna al gol E La città dei libri Lo speciale su BookCity A Alessandro Bocci, Monica Colombo A Arianna Ravelli alle pagine 38 e 39 Quindici pagine nel supplemento Il caso Quirinale Il premier: lui garanzia per il Paese. E si è già aperta la difficile partita della successione L’ANATRA ZOPPA FORSE CI STUPIRÀ Così Napolitano lascerà il Colle di Angelo Panebianco A dicembre l’annuncio, poi le dimissioni a gennaio. Grasso supplente per 15 giorni È di Marzio Breda L’ ipotesi che Giorgio Napolitano lasci il Quirinale entro fine anno è più che fondata, e potrebbe realizzarsi con questi tempi: a fine dicembre il preannuncio delle dimissioni, poi, nel giro di qualche settimana, l’addio formale. Da quel momento scatterebbero i 15 giorni previsti per la convocazione delle Camere e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E scatterebbe anche la supplenza da parte della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Grasso. Il premier Renzi: «Napolitano è una garanzia per tutto il Paese e non mi preoccupo delle voci». INTERVISTA CON TOTI ● GIANNELLI «Sì al patto del Nazareno ma no ai diktat di Renzi» di Tommaso Labate «P er Forza Italia il patto del Nazareno è ancora in piedi: a differenza del premier non sentiamo scricchiolii. Ma i diktat di Renzi sui tempi non li accettiamo»: a parlare — direttamente da Arcore — è Giovanni Toti. «Non siamo contrari a cambiare l’Italicum, ma dobbiamo rifletterne anche con i nostri possibili alleati». Il consigliere politico di Berlusconi, pur nel «rispetto» per decisioni che «solo Napolitano può prendere», tratteggia il possibile identikit del suo successore: «Non è detto che debba venire dall’area culturale del centrosinistra: il Pd non pensi a cercare strane geometrie parlamentari». alle pagine 2 e 3 Trocino, Zuccolini a pagina 5 BOLOGNA «SE RESTAVO MI MASSACRAVANO» Gran Bretagna Ha voluto incontrarlo prima di morire I centri sociali assaltano l’auto di Salvini Assalto dei centri sociali all’auto di Matteo Salvini, segretario della Lega, in un parcheggio alla periferia Nord di Bologna. Salvini si era fermato per valutare se ci fossero le condizioni di sicurezza per entrare nel vicino campo rom di via Erbosa, dove una settimana fa una ragazza rom aveva schiaffeggiato una consigliera comunale del Carroccio. Gli antagonisti hanno tentato di bloccare l’auto. L’autista a questo punto ha accelerato rischiando di travolgere i contestatori. Colpiti più volte parabrezza e cofano. Sfondato con un casco il vetro posteriore. Salvini: «Se restavo, mi massacravano». Aggredito anche un cronista. alle pagine 8 e 9 M. Cremonesi, Di Vico, Senesi, Velonà L’ultimo sguardo di Sheila al suo cavallo L’ addio di Sheila Marsh al suo Bronwen. La favola di una donna, Sheila, 77 anni, morta per un tumore dopo avere ricevuto l’ultimo omaggio, un bacio, dal cavallo che aveva cresciuto, allevato, curato per tanto tempo. L’istante dell’incontro (nella foto) è stato immortalato dalle macchine fotografiche davanti all’ospedale di Wigan, nel Regno Unito. di Fabio Cavalera a pagina 23 continua a pagina 26 M 9 771120 498008 ettiamola così. Che la politica non chiude le porte a nessuno. Che la «politica è servizio». Che «in Liguria c’è una situazione d’emergenza». Che è bello ricordare un ex sindacalista della Cgil come persona moderata, amante di Tex Willer, del melodramma e delle canzoni di Mogol-Battisti. Ok, ma la pratica Cofferati non era già stata inventariata? Pare di no. Sergio Cofferati correrà alla carica di governatore. O meglio, prima dovrà superare le primarie, visto che la sua Candidato Il ritorno dell’ex sindacalista, in corsa per la carica di governatore in Liguria IL CORSIVO Colpire, togliere la parola La violenza come metodo di Pierluigi Battista a pagina 26 di Aldo Grasso ● Il racconto ● PADIGLIONE ITALIA 25 ANNI DAL CROLLO LE PORTE SEMPRE GIREVOLI DI COFFERATI IL MIO MURO 41 1 0 9> Loreto (AN) La politica estera di Obama un luogo comune che gli americani votino per lo più disinteressandosi della politica estera del proprio Paese (tranne quando stanno pagando il conto di qualche guerra in corso) mentre ai non-americani interessano soltanto le conseguenze internazionali di quel voto. Chiediamoci allora quali effetti avranno sulla politica mondiale e, per conseguenza, anche su noi europei, le elezioni americane di midterm e il completo controllo del Congresso che quelle elezioni hanno consegnato ai repubblicani. Nei prossimi due anni, quanti ne mancano per le Presidenziali, con un presidente ormai debolissimo, la politica estera degli Stati Uniti è destinata ad essere ancora più oscillante e priva di credibilità di quanto sia stata negli ultimi anni? Molti lo pensano, ma non è detto che sia così. Ci sono almeno tre ambiti in cui l’obbligo, per il presidente democratico e per il Congresso repubblicano, di trovare un terreno comune di compromesso e di cooperazione, può avere ricadute positive: i possibili accordi commerciali internazionali, la trattativa sul nucleare con l’Iran, la questione della guerra allo Stato islamico. Il predominio repubblicano sul Congresso è, innanzitutto, un buon viatico per le trattative a cui Obama (giustamente) tiene tanto relative al Tpp (Trans-Pacific Partnership), l’accordo del libero scambio per l’area del Pacifico, e al Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), l’accordo con l’Europa. I repubblicani sono meno sensibili dei democratici alle sirene del protezionismo economico, sono più favorevoli, per cultura e tradizione, ad accordi di libero scambio. Nello specifico, hanno anche qualche ragione geopolitica da far valere: l’accordo del Pacifico, soprattutto, è anche un modo, dal punto di vista repubblicano, per accerchiare e «contenere» la Cina. Anche noi europei potremmo essere avvantaggiati: grazie a una maggioranza «nemica» Obama potrebbe ottenere, in materia di accordi commerciali, anche in quello con l’Europa, più sostegno dal Congresso di quanto avrebbe ottenuto senza quella maggioranza. E veniamo al Medio Oriente, ove la politica di Obama ha mostrato fin qui le maggiori crepe. Si consideri la trattativa sul nucleare con l’Iran. I casi sono due: o fallirà anche perché i repubblicani riterranno insoddisfacenti le concessioni iraniane oppure verrà siglato un eccellente accordo, con serie garanzie dell’Iran sulla sua rinuncia al nucleare militare. Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] FONDATO NEL 1876 sfidante, Raffaella Paita, non ha alcuna intenzione di farsi da parte. L’ultima cosa per cui Cofferati viene ricordato nel bene (bene relativo, s’intende), è quando radunò tre milioni di persone al Circo Massimo, marzo 2002: gridavano contro Berlusconi: «Tu sì, tu no/articolo 18 non ci sto». Poi solo brutte figure. A Bologna fu catapultato come sindaco e da marziano si fece la fama di sceriffo; una festa per i bolognesi quando alzò i tacchi. Nell’abbandonare il campo, «il Cinese» ver- sò melassa sulla decisione: si era invaghito di una giovane genovese, voleva vivere sotto la Lanterna per curare l’innamoramento e l’amore. Il tempo di comprare i mobili Ikea per la casa e già Cofferati si era candidato al Parlamento europeo: poche grane, ottimo stipendio di fine carriera. Ora torna, «derogando al principio che un impegno si porta a termine». Come dicono a Genova, no ghé bella reuza ch’a no divente ûn grattacû. Cofferati, rosa sfiorita, cinorrodo? © RIPRODUZIONE RISERVATA luxury outerwear DI BERLINO di Haruki Murakami È passato un quarto di secolo dalla caduta del muro di Berlino. Quando visitai per la prima volta Berlino nel 1983, la città era ancora divisa in zona Est e Ovest. I turisti potevano visitare Berlino Est, ma dovevano però passare attraverso numerosi posti di blocco ed erano tenuti a lasciare la zona entro la mezzanotte. Al rintocco della campana, come Cenerentola che abbandona il ballo. continua a pagina 13 cinziarocca.com Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 2 . Primo piano Il Colle Napolitano si prepara a lasciare È aperta la partita del Quirinale Renzi: lui è una garanzia per il Paese, non corro dietro alle voci. Forza Italia: se sta lì, non è male ● Scenari ❞ Pietro Grasso Il presidente continuerà a dare il massimo per il nostro Paese in qualsiasi modo o funzione ❞ Maria Elena Boschi Mi auguro resti il più a lungo possibile, al presidente dobbiamo tanto, nutriamo profonda stima ❞ Beppe Grillo Un presidente della Repubblica che decide lui quando dimettersi ricatta di fatto il Parlamento Nel primo totonomi Prodi, Veltroni e la carta rosa di Roberto Zuccolini Nella complessa partita a scacchi del Quirinale per il momento c’è solo una certezza. L’avvicinarsi delle dimissioni di Giorgio Napolitano metteranno — anzi hanno già messo — in moto un toto-presidente che si preannuncia tormentato, non meno di quello che un anno e mezzo fa portò alla sua rielezione. Nella speranza che almeno non si riproduca lo stesso scenario in Parlamento, con continui colpi di scena e «tradimenti» all’interno dei partiti (nel Pd aleggia ancora il «fantasma» dei 101 che non votarono Romano Prodi), cominciano a girare i primi nomi. Rumors appena accennati, per il momento. Si ridiscute, nuovamente, dell’opportunità di eleggere per la prima volta una donna al Colle. E in questa cornice c’è da registrare che, già da tempo, nel Pd si parla di Roberta Pinotti, facendo presente che il curriculum dell’attuale ministro della Difesa può corrispondere alle qualità richieste. Un nome femminile che si affianca ad un altro, che si è fatto molte volte in passato: Anna Finocchiaro, che guida la commissione Affari costituzionali del Senato, dove passerà nei prossimi giorni proprio la riforma elettorale che è nel cuore di Renzi. Ma a proposito del Pd, da cui dovranno uscire le prime proposte concrete in quanto gruppo più grande sia alla Camera che al Senato, è da ricordare che ha in Parlamento (come tutti i partiti) gli stessi eletti di un anno e mezzo fa, quando era segretario Pier Luigi Bersani. E quindi non sarà facile per Matteo Renzi far passare i nomi che gli stanno a cuore, almeno quanto sta faticando ora alle prese con il Jobs act. Ma forse ancor di più. C’è anche chi rilancia personalità autorevoli della «ditta» come Walter Veltroni mentre non pochi puntano nuovamente su Romano Prodi che, in un contesto politico diverso, potrebbe ritentare l’approdo al Colle. Si tratta di un toto-presidente molto iniziale e ancora molto confuso. Tra i tantissimi i nomi, anche quello del capogruppo a Palazzo Madama, Luigi Zanda. Ma c’è chi sta già cercando un outsider per riscuotere consensi bipartisan. ROMA «Napolitano è una garanzia per tutto il Paese e non mi preoccupo delle voci». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde così alla prospettiva delle dimissioni che vogliono il capo dello Stato dimissionario all’inizio del nuovo anno. Eventualità che lo stesso Giorgio Napolitano prospettò al momento dell’insediamento di fronte al Parlamento. Il premier aggiunge: «Non mi preoccupo di fare previsioni sul futuro del capo dello Stato ma solo di fare bene il mio lavoro». La prospettiva di una fine anticipata del mandato, rilanciata ieri da Stefano Folli su Repubblica, si intreccia con il tema di un possibile scioglimento delle Camere prima della scadenza naturale. E con la riforma della legge elettorale, sulla quale Matteo Renzi chiede un’accelerazione a Forza Italia, partito con il quale ha firmato il Patto del Nazareno. Il capo dello Stato accettò il nuovo mandato legandolo proprio a un processo di riforme, a partire dalla nuova legge elettorale. Il ministro Maurizio Lupi è 543 i voti con cui Napolitano viene eletto il 10 maggio 2006 738 i voti con cui Napolitano viene eletto di nuovo il 20 aprile 2013 8 gli anni di permanenza al Quirinale del presidente Giorgio Napolitano preoccupato dall’ipotesi di dimissioni: «Il presidente Napolitano aveva annunciato che una volta che il Paese fosse uscito dall’emergenza avrebbe fatto una scelta diversa. Non mi pare che siamo usciti dall’emergenza e quindi mi auguro che possa continuare. Anche perché in questi anni è stato una garanzia istituzionale per tutti noi e un punto di riferimento in Italia e all’estero». Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi si augura che il capo dello Stato «resti il più a lungo possibile». Anche perché, aggiunge, «abbiamo un presidente della Repubblica autorevole, a cui dobbiamo tanto, per cui nutriamo una profonda stima. Non ci dobbiamo preoccupare per il dopo». Per il consigliere politico di Forza Italia Giovanni Toti, l’argomento è «prematuro». Ma, poi spiega, «al momento, il Presidente è un elemento di stabilità: se sta lì, non è male». Il Mattinale, organo di Forza Italia vicino a Renato Brunetta e ai contrari al patto del Nazareno, dà un’interpretazione un po’ diversa e porta in superficie un timore di molti, ovvero che eventuali dimissioni possano accelerare la fine della legislatura: «Napolitano — scrive il Mattinale — non vuole essere colui che scioglie le Camere. Insomma, al di là delle negazioni di Matteo Renzi, in questa scelta del Colle c’è una certa profezia, che l’accelerazione improvvisa del «Fine legislatura» Il Mattinale parla di «scelta profetica» e ci vede la fine anticipata della legislatura premier nel sistemare a comodo suo la legge elettorale svela». Ma c’è anche chi sostiene la tesi opposta, che cioè le dimissioni potrebbero ritardare i tempi per nuove elezioni legislative, visto che servirà il tempo per eleggere il nuovo Presidente e poi in primavera si dovrà votare per le Regionali. Fa sentire la sua voce anche il presidente del Senato Pietro Grasso: «Sono certo che il presidente della Repubblica darà e continuerà a dare il massimo per essere utile al nostro Paese in qualsiasi modo e con qualsiasi funzione». Fuori dal coro la voce di Beppe Grillo, che dal blog contesta il Quirinale, oltre che il presidente del Consiglio. Secondo il leader dei 5 Stelle, «il presidente della Repubblica eletto(si) per la seconda volta contro lo spirito della Costituzione, che decide lui quando dimettersi, ricatta di fatto il Parlamento». Sul tema interviene anche Lucio Romano, presidente del gruppo Per l’Italia: «Ritengo del tutto inopportuna la discussione su quando il capo dello Stato possa dare le dimissioni. Fin dal discorso d’insediamento, il presidente ha ricordato di ritenere il mandato indissolubilmente legato alle riforme. Alla politica il compito di proseguire il lavoro per le riforme, nella consapevolezza dell’alto ruolo di garanzia del capo dello Stato per tutte le forze politiche». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA Il percorso La prospettiva delle dimissioni 1 L’ipotesi che ha messo a rumore i palazzi della politica prevede che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lasci tra poco più di un mese, alla fine dell’anno, in concomitanza con la conclusione del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea. Il capo dello Stato aveva chiarito nel suo discorso d’insediamento (il 22 aprile 2013) che non sarebbe restato al Quirinale per tutta la durata del suo secondo mandato (che scade nel 2020). A giugno 2015 Giorgio Napolitano compirà 90 anni L’iter delle riforme 2 Il capo dello Stato, nel suo discorso di investitura, aveva richiamato i parlamentari sulla necessità di portare a termine le riforme: da quelle istituzionali, alla giustizia, a una nuova legge elettorale. I lavori parlamentari finora hanno prodotto una prima approvazione a Palazzo Madama della riforma del Senato che sancisce la fine del bicameralismo perfetto. Resta invece ancora aperta la questione di una nuova legge elettorale, un punto su cui Napolitano aveva particolarmente insistito Il ruolo del presidente del Senato 3 Nel caso il presidente della Repubblica, come si ipotizza, dovesse annunciare le sue dimissioni nel discorso agli italiani di fine anno, potrebbero seguire nel giro di poche settimane le dimissioni formali. A quel punto scatterebbero i 15 giorni previsti per la convocazione delle Camere. E inizierebbe la supplenza da parte della seconda carica dello Stato. Sarebbe quindi il presidente del Senato Pietro Grasso a subentrare in attesa delle votazioni per il nuovo presidente della Repubblica Il voto per il Colle 4 L’articolo 83 della Costituzione disciplina il voto del presidente della Repubblica che viene «eletto dal Parlamento in seduta comune. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale». L’elezione del capo dello Stato avviene a scrutinio segreto. Nelle prime tre votazioni è necessaria l’approvazione dei 2/3 dell’assemblea (maggioranza qualificata); per le votazioni successive è sufficiente la maggioranza assoluta Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 PRIMO PIANO 3 . La rielezione Il 20 aprile 2013 Giorgio Napolitano viene rieletto capo dello Stato con 738 voti contro i 217 di Stefano Rodotà (nella foto Ansa il discorso tenuto davanti al Parlamento in seduta congiunta il 22 aprile con a sinistra la presidente della Camera Laura Boldrini e a destra il presidente del Senato Pietro Grasso). Alla prima votazione, il 18 aprile, il Pd d’accordo con il centrodestra aveva candidato l’ex presidente del Senato Franco Marini che però non raggiunge il quorum. Alla quarta votazione, quando è richiesta la sola maggioranza assoluta, Pd e Sel indicano l’ex premier Romano Prodi, con l’opposizione di tutto il centrodestra. Ma anche Prodi non raggiunge la quota di voti necessaria Il retroscena di Marzio Breda Gli ultimi tentativi del premier E il presidente: non ce la faccio più Annuncio a fine anno. Non vuole sciogliere lui le Camere nel caso di voto anticipato L’ultimo che ha creduto di convincerlo è stato Matteo Renzi, una settimana fa. «Presidente, la prego di rivedere le sue decisioni e di restare più di quanto vorrebbe. Siamo in una fase critica per le riforme e non solo. C’è bisogno di lei, come garanzia per tutti, finché non usciremo dall’emergenza». Questa la richiesta. Ma, anche se il premier aveva vestito le proprie parole con toni insistenti e, anzi, quasi accorati, la risposta non è cambiata: un no secco. Giorgio Napolitano è rimasto irremovibile, dopo che già da qualche tempo ripeteva di voler interrompere presto il secondo mandato al Quirinale. Si era detto e scritto (anche sul Corriere, in diverse circostanze, benché Napolitano non gradisse «lo sterile gioco» delle supposizioni) che dalla chiusura del semestre italiano di guida dell’Ue, il prossimo 31 dicembre, ogni giorno sarebbe stato plausibile, come data per un congedo anticipato del capo dello Stato. Nessun grande mistero, nessuna vera incognita. Certo, molti tendevano a far slittare nella tarda primavera — ma non oltre il suo novantesimo compleanno, il 29 giugno — l’orizzonte che il presidente era disposto a darsi. Altri, più drasticamente, stringevano i tempi a gennaio, basta pensare a Emanuele Macaluso, che già il 18 marzo scorso aveva profetizzato le dimissioni dell’«amico Giorgio» nel giro di «poco più di sei mesi». Ieri la questione è stata rilanciata per via mediatica, con una perentoria indicazione: Napolitano lascerà il Colle entro fine anno. Per come si sono messi troppi fattori, è ormai un’ipotesi più che sensata. Infatti, per il presidente il limite di «sostenibilità» di un incarico così gravoso, sia sul piano istituzionale sia su quello personale, sembra ormai sul serio alle soglie di La confidenza All’origine anche motivi di salute come avrebbe confidato all’amico Alfredo Reichlin esaurirsi. Forse senza possibilità di ripensamenti, a costo di dover certificare un fallimento — in questo caso del Parlamento — rispetto alla speranza di potersene andare lasciando il Paese più «in ordine» di un anno fa. Sulle sue scelte incombe anzitutto un problema di «sostenibilità» fisica, perché Napolitano è da mesi perseguitato da una serie di disturbi e acciacchi che gli impongono fastidiose terapie e lo fanno dormire poco e male. Tanto da confidare di recente ad Alfredo Reichlin, coetaneo e sodale di una vita: «Non ce la faccio più». Guai su cui potrebbe forse anche passare sopra, per un altro po’, a un paio di condizioni. Se vedesse che il percorso delle riforme costituzionali, certo non brevissimo, fosse costruttivamente imboccato. E se si riuscisse a varare rapidamente almeno un nuovo sistema elettorale (da realizzare per legge ordinaria, dunque attraverso un itinerario meno problematico), in grado di sostituire il relitto legislativo che resta in Il profilo ● Giorgio Napolitano è nato a Napoli nel 1925. È stato presidente della Camera dal 1992 al 1994, ministro dell’Interno dal ‘96 al ‘98. Senatore a vita dal 2005, nel 2006 inizia il primo mandato da capo dello Stato piedi dopo la sentenza della Consulta sul famigerato Porcellum. Ma su entrambi questi fronti, che erano fra le precondizioni da lui poste per accettare un reincarico comunque a termine, nonostante i suoi continui richiami la politica è impantanata. Non solo. Con i due maggiori partiti impegnati in reciproche prove di leadership e con intermittenti fibrillazioni su alleanze fondate solo su calcoli di convenienza, tra la seconda metà di gennaio e febbraio potrebbe accadere di tutto. Anche che il governo dichiari forfait, magari sulla base di qualche nuovo sondaggio, ciò che ucciderebbe la legislatura. E Napolitano, si sa, non vuole firmare uno scioglimento delle Camere che renderebbe l’Italia ingestibile per alcuni mesi, provocando un lungo stallo proprio quando l’Europa si aspetta da noi scelte concrete e convincenti sull’economia. Andandosene prima, il presidente metterebbe quantomeno l’intero sistema dei partiti di fronte alle proprie responsabilità. Se tale scenario è davvero fondato e se non dovessero intervenire variabili che nessuno azzarda, la procedura potrebbe essere questa. A fine dicembre, durante l’incontro con le alte cariche dello Stato o nel messaggio agli italiani di fine anno, il preannuncio delle imminenti dimissioni. Poi, nel giro di qualche settimana, le dimissioni formali. Da quel momento scatterebbero i 15 giorni previsti per la convocazione delle Camere e la designazione delle deputazioni regionali, prima che i cosiddetti «mille elettori» (ma sono qualcosa di più) comincino a votare per il nuovo inquilino del Quirinale. E scatterebbe pure, anche se le prassi costituzionali non sono univoche, la supplenza da parte della seconda carica dello Stato. Cioè del presidente del Senato, Piero Grasso. Uno schema che impone un’osservazione inquietante: se un lampo non illuminerà i politici, il successore di Napolitano rischierebbe di essere eletto da un Parlamento in articulo mortis. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 4 . Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 5 . Primo piano Le riforme Le condizioni di Berlusconi per trattare Tra oggi pomeriggio e domani l’ex premier prepara la contromossa per dividere la maggioranza: un possibile sì alle modifiche in cambio di soglie di accesso molto più alte per i piccoli partiti «Siamo pronti a discutere delle modifiche alla legge elettorale in Senato. A discutere anche del premio di maggioranza alla lista. A patto che le soglie di accesso per i piccoli partiti vengano alzate al 5% o anche oltre…». L’ultima mossa di Silvio Berlusconi prende forma nella serata di ieri. E dietro la risposta che l’ex Cavaliere darà (probabilmente oggi) all’ultimatum di Matteo Renzi potrebbe esserci il tentativo di provare a lanciare una mina (politica) contro il vertice di maggioranza che il premier ha già convocato per domani. ROMA L’incontro ● Mercoledì si è tenuto a Palazzo Chigi l’ultimo incontro tra Renzi e Berlusconi ● Per l’Italicum è duello sui tempi: il premier vuole accelerare e minaccia di andare avanti senza FI L’intervista di Tommaso Labate «Renzi propone delle modifiche? Bene, ne proponiamo anche noi» è la frase che qualcuno dei parlamentari che ieri s’è messo in contatto col centralino di villa San Martino ha sentito pronunciare a Berlusconi. La «carta segreta» che studiano ad Arcore, insomma, potrebbe essere quella di provare a spaccare la maggioranza. A dividere Renzi da Alfano, che faticherebbe ad accettare soglie di accesso troppo alte. E soprattutto a tentare di prendere tempo rilanciando la palla nel campo dell’avversario. Nella complicata ricostruzione della giornata di ieri spuntano due dettagli. Il primo è la «sfida» che dai renziani viene fatta recapitare all’ex premier per tramite di Denis Verdini. «Se Berlusconi non dice subito sì, da lunedì lavoriamo per modificare l’articolo 2 della legge per estenderla anche al Senato». Una pistola politicamente carica per le elezioni anticipate, insomma. Il secondo è la diplomazia parallela che il leader forzista intavola sia con gli alfaniani che con l’opposizione interna. In entrambi i casi l’ambasciatore è Giovanni Toti, che a Milano incontra sia Maurizio Lupi che Raffaele Fitto. La prima stra- 60 i senatori eletti a Palazzo Madama nel gruppo di Forza Italia. I deputati eletti a Montecitorio per il partito sono 70 da, quella di provare un fronte comune, è praticamente impossibile, visto che i due blocchi non si fidano l’uno dell’altro. Col secondo, oltre alla comune richiesta di «poter discutere prima delle modifiche dentro FI» non si va. Ma è una condizione che non sta bene a Renzi, e quindi esce dallo schema. Tra il sì incondizionato e il no secco a Renzi, ipotesi entrambe da escludere, a Berlusconi non rimane che la terza via. La possibile carta segreta. Accettare gli innesti renziani all’Italicum proponendone di altri, come l’innalzamento delle soglie, per provare a dividere la maggioranza. Il tutto mentre le possibili dimissioni di Napolitano entro l’anno vengono visti ad Arcore come un’insperata àncora di salvataggio. Niente presidente della Repubblica, niente scioglimento delle Camere, niente elezioni anticipate. Con l’ex Cavaliere che, sotto sotto mormora: «Prima di tentare l’abbraccio con Grillo, Renzi ricordi quello che accadde a Bersani. Grillo lo porterebbe a spasso per poi portarlo a sbattere». T. Lab. © RIPRODUZIONE RISERVATA Toti: i diktat sul patto non li accettiamo ma non sentiamo né rumori né scricchiolii Il consigliere politico di Berlusconi: niente forzature e rispetteremo gli accordi «Per Forza Italia il Patto del Nazareno è ancora in piedi. A differenza di Renzi non sentiamo né rumori né scricchiolii. Ma i diktat del premier sui tempi non li accettiamo». La voce di Giovanni Toti arriva alle otto di sera direttamente da Arcore. Quando mancano poco più di ventiquattr’ore all’ultimatum di Matteo Renzi sull’Italicum, il consigliere politico di Silvio Berlusconi esprime la posizione del partito. La stessa che inizierà a scandire i tempi di una giornata, quella di oggi, che si annuncia molto lunga. Tot, seppur in una cornice di «stima» e «rispetto» per le decisioni che «solo Giorgio Na- ROMA 6 1 7 8 2 9 3 4 5 ❞ La via di Damasco Forse qualcuno nella notte viene folgorato sulla via di Damasco e si trova la soluzione politano può prendere», tratteggia anche il possibile percorso sull’elezione del nuovo capo dello Stato. Con tanto di identikit politico-culturale: deve appartenere all’area dei moderati che è «la maggioranza nel Paese». Toti, voi prendete tempo ma Renzi non ve ne dà. Ancora poche ore e il Pd potrebbe cercare altri alleati sulle riforme. Berlusconi gli risponderà entro domani (oggi, ndr)come chiede il presidente del consiglio? «Francamente non credo sia una questione di tempi, ma di contenuti. Per noi il Patto del Nazareno è in piedi. E continua a prevedere che si va avanti in un percorso di riforme solo se i contraenti sono d’accordo. Il premier ha proposto modifiche su modifiche, è legittimo, le abbiamo sempre accettate mettendo al primo posto il bene del Paese anche quando non ci avvantaggiavano. Adesso chiediamo di fare le nostre valutazioni». Ma Renzi ha lanciato un ul- In platea Milano, il parterre dell’iniziativa «Oltre ogni muro» della Fondazione Alleanza nazionale: 1) Laura Ravetto, FI; 2) Antonio Giordano, segretario della Fondazione An; 3) Francesco Storace, La Destra; 4) Gianni Alemanno, FdI; 5) Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore; 6) Giovanni Toti, FI; 7) Roberto Formigoni, Ncd; 8) Mario Mauro, Popolari per l’Italia; 9) Mariastella Gelmini, FI timatum che scade tra poche ore. «Io non sono al corrente di alcun ultimatum. Noi non siamo pregiudizialmente contrari a cambiare l’Italicum, come abbiamo già dimostrato e neppure a valutare un eventuale premio di maggioranza alla lista. Ma dobbiamo valutare se questa modifica si adatti alle coalizioni che si contenderanno in futuro la guida del Paese alle elezioni. Per fare questo ci vogliono serie riflessioni anche con i nostri possibili alleati e quindi del tempo». Quanto? «È anche possibile che nella notte qualcuno venga folgorato sulla via di Damasco e la soluzione si trovi… Ma al momento serve del tempo». Se questa folgorazione avvenisse troppo tardi, Renzi cercherebbe altre strade e altri alleati. Lunedì c’è il vertice di maggioranza. «Noi siamo all’opposizione, i vertici di maggioranza non ci riguardano. Se potessi dare un consiglio a Renzi, però. Gli sug- gerirei di usarli meglio i vertici di maggioranza. Magari su uno di quei temi che interessano gli italiani. Dalla maxirata della Tasi in scadenza alle tasse sulla casa, passando per i 100mila immigrati sbarcati in Sicilia negli ultimi tempi. C’è l’imbarazzo della scelta. La legge elettorale è importante ma non è la cosa più importante. Tra l’altro, se l’Italicum langue al Senato è solo per le divisioni del Pd. Noi non abbiamo mai perso tempo. E senza noi e il senso di responsabilità del presidente Berlusconi, neanche la riforma costituzionale sarebbe mai passata». Nel Pd però c’è chi pensa ❞ Le valutazioni Il premier ha proposto modifiche su modifiche, chiediamo di fare le nostre valutazioni che Berlusconi temporeggi perché non controlla più i gruppi parlamentari. «Parlare del nostro dibattito interno tralasciando le lacerazioni del Pd è come la famosa storiella dello stolto che guarda il dito e non la luna. Alla prova dei fatti, sulle riforme Forza Italia ha sempre garantito il rispetto dei patti. Se Renzi non fa forzature, sarà così anche stavolta. Non siamo noi il guaio del premier, anzi». In una partita già complicata potrebbe inserirsi anche l’elezione a breve del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, infatti, sembra intenzionato a dimetters. ❞ L’ultimatum Non so di ultimatum, non siamo pregiudizialmente contrari a cambiare l’Italicum Chi è ● Giovanni Toti, 46 anni, giornalista, da gennaio è il consigliere politico di Silvio Berlusconi. È stato direttore di Studio aperto prima (dal 2010) e anche del Tg4 (dal 2012) poi, dopo l’uscita di Fede ● Candidato alle scorse Europee come capolista di FI nel Nordovest, viene eletto a Bruxelles con 148.291 voti, primo degli azzurri eletti in quella circoscrizione Non temete di rimanere tagliati fuori dalla scelta del suo successore? «Io spero che Napolitano resti. E comunque, la scelta di lasciare deve essere solo sua. Detto questo, è fisiologico che l’elezione del successore andrebbe delineata in un percorso condiviso. Se qualcuno pensa a geometrie alternative, sappia che può farsi male. Renzi e il Pd ricordino i 101 che hanno affossato Prodi». Come immagina il prossimo presidente della Repubblica? «Non lo immagino, visto che adesso c’è Napolitano nel pieno delle sue funzioni e che spero non vada via presto. Certo, non c’è scritto da nessuna parte che il suo successore debba ancora venire dall’area culturale del centrosinistra. Il nostro è un paese a maggioranza di moderati. E quella figura, soprattutto in un momento di grande difficoltà per l’Italia e per l’Europa, dovrà essere una figura di massima garanzia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 6 # . Primo piano Le riforme Palazzo Chigi mantiene la pressione E aspetta la telefonata da Arcore Mercoledì il leader aveva detto al Cavaliere: Silvio, ignoriamo chi ci vuole bloccare Il nodo ● Nel nuovo Italicum proposto dal premier Renzi al leader di FI Berlusconi ci sarebbe una sola soglia di sbarramento al 5 per cento ● Il Ncd, che è nel governo, punta ad abbassare la soglia (almeno) al 4 per cento ROMA «Caro Silvio, sia io che tu siamo circondati da gente che tenta di bloccare tutto e di ricattarci, dobbiamo avere la forza di ignorare tutti coloro che giocano contro la modernizzazione di questo Paese». Mercoledì scorso, prima di congedarsi, Matteo Renzi ha rivolto anche questo invito a Silvio Berlusconi: rompere gli indugi, sulla legge elettorale, significa ignorare tutti coloro che dentro i rispettivi partiti continuano a porre condizioni o minacciare scissioni. Se il discorso ha fatto presa, se siamo veramente a un passo dall’accettazione da parte del Cavaliere, lo sapremo nelle prossime ore. Renzi ha preteso una risposta, «una telefonata» dell’ex premier, entro stasera. Domani c’è il vertice di maggioranza e martedì si comincia in prima commissione al Senato, con o senza il contributo di Forza Italia. Ma da Arcore ripetono di non volere ultimatum. Le voci di ieri sera, a Palazzo Chigi, raccontavano di un Berlusconi comunque pronto a uscire dall’incertezza e a rinnovare il patto del Nazareno. Ieri Renzi si è apparentemente tenuto distante dalla materia. Le attribuisce scarso appeal mediatico, le dedica poche battute al giorno. L’appuntamento della giornata consentiva di parlare di riforme, di futuro del Paese, del resto, solo attraverso l’uso della metafora. Ed è accaduto a San Benedetto Val di Sambro, visita alla Variante di Valico, vista come simbolo del Paese, «capace di uscire dal tunnel della pigrizia, della stanchezza, della rassegnazione, a patto che ognuno faccia un pezzetto di strada». Renzi rintraccia proprio nella caduta dell’ultimo diafram- L’intervista La Variante di Valico In Val di Sambro ma delle gallerie «i tabù che bisogna abbattere. Con il cuore in mano vi chiedo — ha detto rivolgendosi alle maestranze — di continuare a credere che questo Paese è capace di fare cose giudicate altrove improbabili. L’Italia è più forte e più grande di come viene descritta, i problemi li abbiamo, ma non cediamo alla cultura del piagnisteo perché abbiamo realtà uniche al mondo». Di Berlusconi, dell’Italicum, del patto del Nazareno apparentemente non c’è traccia, i contatti ordinari del resto li tengono il ministro Boschi, il vicesegretario del Pd, Guerini, i plenipotenziari del Cavaliere, Verdini e Letta. La telefonata che attende Renzi però dovrebbe arrivare direttamente da Arcore. E nonostante alcune previsioni positive, non è detto che arrivi oggi, il Cavaliere potrebbe anche prendersi qualche giorno, anche per non sot- Il messaggio «Dobbiamo uscire dal tunnel della pigrizia, della stanchezza, della rassegnazione» Il taglio della cravatta alla festa in galleria: tanto era in prestito L’ultimo diaframma dell’ultima galleria della Variante di Valico, il percorso alternativo dell’Autostrada del Sole fra Bologna e Firenze, è venuto giù. Il premier Matteo Renzi ieri ha partecipato con gli operai alla cerimonia nella galleria Val di Sambro, sottoponendosi anche al taglio della cravatta, gesto tradizionale in occasioni come questa: «Tanto me l’ha prestata Giovanni Castellucci (il presidente di Autostrade per l’Italia, ndr)», ha scherzato il premier. Da toscano, Renzi ha parlato della variante come della fine di un incubo per gli automobilisti: «Finalmente Isoradio smetterà di parlare di code tra Barberino e Roncobilaccio. Opere come questa dimostrano che l’Italia è capace di uscire dal tunnel» (Ansa) tostare ai tempi dell’ultimatum che il premier gli ha rivolto. I toni bassi di ieri, da parte degli esponenti di Forza Italia, lasciavano intuire che il rischio di una rottura del patto del Nazareno sia più lontana. Nel governo, il ministro Lupi, non aveva dubbi, l’accordo politico sulle legge elettorale «certamente si troverà». Anche se non sarà facile mettere d’accordo il partito di Berlusconi e il Nuovo centrodestra di Alfano. Domani si terrà il vertice di maggioranza a Palazzo Chigi e si discuterà di una soglia di ingresso in Parlamento più bassa di quella gradita al Cavaliere: fra il 3 e il 5% si misura anche la difficoltà di queste ore nel trovare una sintesi che stia bene un po’ a tutti, dal Pd all’ex premier sino ad Alfano. Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA Zanda: ora Forza Italia risolva i problemi interni L’esponente pd: M5S? Registro che dodici senatori hanno abbandonato il loro gruppo Chi è ● Luigi Zanda, 72 anni, avvocato, senatore e capogruppo del Partito democratico a Palazzo Madama. È membro della direzione nazionale del Pd ROMA Il patto tiene o Berlusconi si sfila? «Un conto è la maggioranza di governo e un altro è la necessità che le modifiche della Costituzione e le regole del gioco siano approvate da maggioranze quanto più larghe possibili — risponde Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd —. Deve restare fuori dal perimetro delle riforme soltanto chi non vuole parteciparvi». Renzi si aspetta il sì di Berlusconi entro poche ore. «Non conosco le dinamiche interne a Forza Italia, ma in Parlamento registro che l’unica forza politica che mantiene una compattezza e una linea è il Pd. Se Forza Italia avesse delle perplessità a proseguire una collaborazione sulle riforme istituzionali, il mio augurio è che risolva molto presto i suoi problemi interni». Altrimenti martedì l’Italicum parte con chi ci sta? «Altrimenti è una formula che non deve essere usata in politica, la buona politica esige che fino alla fine si ricerchi una soluzione positiva». Il vertice di lunedì a Palazzo Chigi non serve a cercare un’alternativa al patto del Nazareno? «I vertici di maggioranza si fanno aspettando un risultato positivo. L’Italia è in condizioni molto difficili e sta camminando su un crinale, dobbiamo fare le scelte che possono salvare il Paese. Dopo lo Sblocca Italia dobbiamo approvare una vasta serie di riforme, dalla legge di Stabilità alla legge elettorale, che possiamo realizzare entro febbraio. Non farlo, perché qualche partito non dovesse collaborare, avrebbe costi molto elevati per il Paese e diminuirebbe la nostra forza contrattuale in Europa. Senza riforme l’Europa non ci ascolta». Grillo spezzerà la «catena» che vi lega a Berlusconi? «In Senato io ho sempre cercato un dialogo positivo col M5S, ma spesso ho dovuto fare i conti con loro comportamenti inaccettabili, o con un loro difficile coordinamento con le posizioni di Beppe Grillo». Vuol dire che lo scouting del Pd sta avendo successo? «Non c’è nessun senatore ❞ Punti fermi sono soglia del 40% per il premio e sbarramento di livello europeo L’ex segretario Cgil alle primarie Liguria, Cofferati si candida: «Discontinuità» GENOVA(e. d.) La Liguria ha bisogno di rinnovamento ed «è fuori luogo pensare che possa essere affidato a chi ha avuto responsabilità fino ad ora». Così, nel segno della discontinuità con il governatore uscente Claudio Burlando e con l’assessore della sua giunta Raffaella Paita, da tempo in corsa per le primarie, Sergio Cofferati ha ufficializzato la sua candidatura (il voto è fissato per il 21 dicembre). L’ex segretario cgil è sostenuto da un mix di bersaniani e civatiani, ma anche da alcuni sostenitori di Matteo Renzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA dei Cinquestelle che possa dire di aver avuto da parte mia qualche avance diretta a far cambiare la loro casacca. Ma registro che dall’inizio della legislatura una dozzina di senatori cinquestelle hanno abbandonato il loro gruppo». Sta nascendo un nuovo gruppo di ex grillini in grado di rendere non più determinanti i voti di Berlusconi? «Lo chieda a loro». Cambierete l’Italicum? «Abbiamo bisogno di una legge elettorale che garantisca un governo stabile di legislatura e restituisca ai cittadini il diritto di scelta dei parlamentari. I punti fermi sono il ballottaggio, una soglia del 40 per cento per concedere il premio, uno sbarramento di livello europeo. E servono parlamentari scelti o con i collegi uninominali o con le preferenze». Con i capilista bloccati non sono i cittadini a scegliere. «I capilista bloccati non dovrebbero superare il 30 per cento degli eletti. Il punto di riferimento utile potrebbe essere la percentuale bloccata del listino del Mattarellum». Chiti, che guidò i dissidenti del Senato, chiede lo sbarramento al 3 e dice che «il voto di ognuno non risponde a ordini di maggioranza». «Già negli anni 70 si discuteva della soglia di sbarramento, ne parleremo e decideremo qual è la soglia migliore per garantire stabilità. Sulla libertà di voto il mio compito principale è quello di difendere l’unità del gruppo del Pd, non di arzigogolare su ipotesi negative». E i numeri? «Non mi preoccupano, la minoranza non ha mai strappato. Come in tante altre occasioni discuteremo, anche vivacemente, e troveremo una soluzione utile al Paese». E se Napolitano dovesse lasciare a fine anno? «Tutti dobbiamo augurarci che rimanga al Quirinale per il tempo più lungo possibile. Io non mi iscrivo al partito del pronostico, mi sembra una discussione tutta interna al dibattito sui giornali». Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 7 . Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 8 . Primo piano Il Carroccio Sassi e calci degli antagonisti a Bologna Salvini aggredito e costretto a fuggire In due sfondano il parabrezza e rischiano di essere investiti. Cronista picchiato Il campo ● Il campo di via Erbosa a Bologna ospita alcune decine di italiani di etnia sinti. In origine fu l’allora sindaco Renzo Imbeni ad assegnare nel 1990 la zona ai parenti delle vittime di uno degli attentati della banda della Uno bianca BOLOGNA Il parcheggio semideserto davanti alla sala HippoBingo, alla periferia Nord di Bologna, doveva essere solo una tappa. Il segretario della Lega Matteo Salvini aveva deciso di fermarsi per valutare se ci fossero o meno le condizioni di sicurezza per entrare nel vicino campo rom di via Erbosa, dove una settimana fa una ragazza rom aveva schiaffeggiato una consigliera comunale del Carroccio. E dove Salvini voleva verificare di persona la situazione, atteso dai centri sociali e dalla polizia in assetto antisommossa. «Però non voglio casini», aveva detto il leader leghista. Neanche il tempo di finire la frase che gli antagonisti hanno fatto irruzione nel parcheggio, a viso scoperto. Salvini si è infilato in macchina accanto all’autista. Dietro, due consigliere comunali e il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Alan Fabbri. Gli antagonisti si sono messi davanti all’auto, tentando di bloccarla. Uno di loro è salito in piedi sul cofano. L’autista ha accelerato rischiando di travolgere i contestatori che hanno impugnato le cinture sfogandosi sui parabrezza dell’auto. L’ultimo colpo, con un casco, ha sfondato il vetro posteriore. Quello anteriore ne uscirà frantumato in tre punti. L’autista è riuscito a imboccare l’uscita. Un’ora do- Il presidio ● Una contestazione alla visita al campo del leader della Lega Nord Matteo Salvini era stata annunciata da una serie di centri sociali bolognesi: Xm24, Tpo, Hobo. A loro si sono aggiunti esponenti del sindacato di base Usb po, un gruppo di anarchici si è accanito con calci e spintoni contro un cronista del Resto del Carlino, Enrico Barbetti, che ne è uscito con un gomito rotto. Si è conclusa così una settimana segnata dall’attesa della visita leghista al campo rom. «Il Comune paga le bollette ai nomadi ma i terremotati fanno la fame», aveva detto Salvini che dopo l’aggressione si è sfogato: «Bastardi! Se questa è la Bologna democratica la dobbiamo liberare». Poi, a chi gli chiedeva se la decisione di partire sgommando non abbia fatto precipitare la situazione, ha risposto: «Dovevamo scendere e farci massacrare? Siamo stati assaliti. Ma io al campo rom ci torno. Questa non è la vera Bologna. Denunceremo tutti». Due attivisti dei centri sociali si sono fatti visitare in ospedale. Nulla di grave. Ha detto uno di loro: «L’auto ha tentato di investirci, abbiamo solo reagito a un tentato omicidio». Gli indagati sono 6 (danneggiamento e violenza privata), del collettivo universitario Hobo. Per Djana L’attacco L’eurodeputata dem Moretti: «Salvini usa parole come pietre, non faccia la vittima» Pavlovic, vicepresidente della Federazione sinti e rom insieme, Salvini «sta provocando uno scontro sociale». Il Pd bolognese condanna l’episodio, ma è evidente l’imbarazzo dopo una settimana in cui i dem avevano criticato la visita della Lega. L’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, vicina a Sel, era arrivata ad affermare di poter «capire» gli schiaffi subiti dalla consigliera leghista. Il candidato pd alla Regione Bonaccini ha chiesto alla Lega di rinunciare alle provocazioni. Solidali il ministro Boschi, i governatori Maroni e Zaia, il leader di Casa Pound Italia Iannone, Meloni (FdI) e Brunetta (FI). Durissima invece la dem Alessandra Moretti: «Le aggressioni vanno sempre condannate ma Salvini non faccia la vittima: è andato cercando un palco ben sapendo che chi come lui usa parole come pietre provoca reazioni ancor più dure». Pierpaolo Velonà © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ex portavoce della Lista Bacchiddu, da Tsipras a fan di Matteo: «Ottimo politico» MILANO Da testimonial della L’assalto Bologna, a sinistra il momento in cui l’auto con a bordo Matteo Salvini e altre tre persone viene bloccata, circondata e colpita da un gruppo di militanti dei centri sociali (foto Benvenuti). Qui sopra invece (foto Ansa) il leader del Carroccio mostra il parabrezza sfondato dai sassi lanciati contro la sua auto mentre si allontanava Il retroscena Il segretario all’attacco di Alfano Ma Maroni prende le distanze Un caso con la Questura: non informati degli spostamenti ❞ Angelino Alfano Lavoriamo perché ciascuno possa esprimere il proprio pensiero. Maroni sa benissimo come funziona il sistema delle scorte MILANO La giornata inizia con l’aggressione dei centri sociali all’auto con cui Salvini sta arrivando al campo rom di via Erbosa, a Bologna. E si chiude con la polemica serrata tra la Lega e Angelino Alfano, corredata da richiesta ufficiale di dimissioni per il ministro dell’Interno. Tutti d’accordo? Non proprio. Il governatore lombardo Roberto Maroni si dissocia dalla richiesta di dimissioni. Anche se chiede con energia «spiegazioni» al Viminale. Il nodo su cui si dipana la giornata è l’adeguatezza o meno delle presenza delle forze dell’ordine a una manifestazione il cui rischio per l’ordine pubblico era annunciato: bastava leggere i giornali. E allora, la prima domanda al segretario leghista è: c’erano i servizi di tutela al suo arrivo nella zona del campi rom? La risposta è «No. Sono arrivati dopo». Dal Viminale la reazione non è tempestiva, per diverse ore, molte, non arrivano dichiarazioni di Alfano. Salvini dice di non credere «che le forze del- l’ordine non mi abbiano protetto, il problema è di quei poveretti che usano pugni, calci e sassi per sostenere le loro povere idee». Eppure, il lungo silenzio del ministro accende gli animi. E così il vicecapogruppo al Senato della Lega, Stefano Candiani, dà fuoco alla miccia: «L’aggressione a Salvini ha un mandante politico al Viminale. Delinquenti, rom, antagonisti, scafisti, ladri e clandestini possono stare tranquilli: hanno un padrino al ministero dell’Interno. Alfano non è di certo sereno ma il suo silenzio oggi pesa parecchio». Il capogruppo alla Camera, Gian Marco Centinaio, compie il passo successivo: «Chiediamo le immediate dimissioni di Alfano. Le sassate ricevute da Salvini dimostrano che in questo Paese comandano i centri sociali, i rom, i clandestini e i delinquenti». Nel pomeriggio il ministro interviene — «Condanniamo ogni forma di violenza e lavoriamo per difendere tutti gli uomini delle istituzioni, perché possano liberamente esprimere il proprio pensiero» — e si rivolge direttamente a Maroni: «È stato ministro dell’Interno e sa benissimo come funziona il sistema delle scorte e delle tutele». Il governatore lombardo non è d’accordo con la richiesta di dimissioni: «Non credo di certo che Alfano abbia chiesto di sguarnire la sicurezza di Salvini. Sento dire che Salvini avrebbe eluso la scorta. Peccato che sul posto, oltre al segretario ci fossero tutti i giornalisti e i centri sociali. Dunque, se non le dimissioni, delle spiegazioni sono doverose». La Questura di Bologna, infatti, ha nel frattempo spiegato che Salvini è arrivato senza scorta e avrebbe comunicato tardi che si sarebbe fermato a circa un chilometro dal campo rom per incontrare i giornalisti. Ed è qui, infatti, nel parcheggio dell’Hippo Bingo che è scattata l’aggressione. «Chi non c’era erano le forze dell’ordine» dice Mario Borghezio — che giusto oggi sarà alla Spezia per un’altra manifestazione dalle contestazio- ni annunciate —. «La verità è che la marcia trionfale di Salvini verso la leadership del centrodestra spaventa chi preferisce un’opposizione debole e divisa». Una teoria corrente nel Carroccio è che sia in corso un tentativo di marginalizzazione del movimento che passa attraverso la sua riduzione a minoranza estremista. Borghezio è cauto: «Non lo so, ma tutto ci si può attendere dal Paese che ha inventato la strategia della tensione. Di sicuro, si sente l’odore dell’inghippo politico». La vicenda divide anche il partito di Alfano. Ncd esprime sì solidarietà a Salvini, ma temperata dal monito al segretario, uno per tutti quello di Cicchitto, a «non incendiare la prateria». Chi si distingue per la solidarietà senza se e senza ma è Formigoni. Ma per Salvini è più grave la mancanza di prese di posizione da parte «della Boldrini e del Pd». Con l’eccezione del ministro Boschi, netta nella condanna. Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Mario Borghezio Tutto ci si può attendere dal Paese che ha inventato la strategia della tensione. Si sente l’odore dell’inghippo politico lista Tsipras — con polemiche annesse per una foto in bikini «a fini elettorali» — a tifosa di Matteo Salvini. Il suo endorsement, Paola Bacchiddu, lo ha fatto ieri su Facebook, sùbito dopo l’assalto bolognese all’auto del segretario leghista. «Teo Salvini tutta la vita», il titolo del post già di per sé eloquente. A fronte poi della valanga di commenti che hanno invaso il suo profilo, Bacchiddu non s’è sottratta alla richiesta di spiegazioni. Il lepenista Salvini? «È un ottimo politico. Ha risollevato una Lega ormai “saponizzata”. Ha carisma. Di persona è molto più ragionevole di quanto non appaia. Alcune cose che dice sono parossistiche, altre condivisibili. È sempre sul territorio anche quando le telecamere si spengono e la campagna elettorale è conclusa. Privatamene ha aiutato progetti cui avrebbe dovuto occuparsi la sinistra. E che la sinistra ha rifiutato». Conclusione a suo modo coerente: «Se si candidasse a sindaco di Milano, credo che lo voterei». Alle polemiche è abituata, l’ex responsabile comunicazione della sinistra che guardava ad Atene per arrivare a Strasburgo. Quando, per portare voti alla causa, ebbe l’idea di postare una sua foto in costume col lato B in primo piano divise le coscienze di femministe e compagni. Dopo la campagna elettorale — e il quattro per cento strappato dalla Lista Tsipras, minimo sindacale per la sopravvivenza politica e per eleggere gli europarlamentari — il divorzio con la sinistra «bacchettona» fu reso ufficiale. La nuova folgorazione si chiama Salvini. «Come fa lui una campagna elettorale, peraltro, nessuno al mondo (solo Renzi forse). Altro che lista Tsipras». Andrea Senesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 9 . Primo piano Il sindacato La Cgil: voteremo il referendum della Lega L’apertura al quesito sull’abolizione della riforma Fornero. Il Carroccio ringrazia: oltre gli steccati I sindacati insieme per la manifestazione dei dipendenti pubblici che vanno verso lo sciopero generale Il quesito ● Il quesito che chiede di abrogare la legge Fornero è uno dei 5 referendum su cui la Lega Nord ha raccolto le firme. Lo scorso 4 novembre la Cassazione ha certificato che la quota di 500 mila firme è stata raggiunta. In dicembre è atteso il parere della Corte costituzionale. Se ci sarà il via libera, il voto potrebbe essere nella primavera 2015 ● La legge Fornero prende il nome dal ministro del Lavoro del governo Monti Elsa Fornero. È un intervento sul sistema pensionistico che prevede, tra l’altro, l’allungamento dell’età per la pensione ROMA Sciopero generale più vi- cino e adesione della Cgil al referendum della Lega per l’abolizione della legge Fornero sono le novità emerse ieri dalla manifestazione unitaria del pubblico impiego. Rivendicando il «successo» della giornata (centomila, secondo gli organizzatori, in piazza a Roma: «È andata meglio del previsto, così come quella dei pensionati»), Cgil, Cisl e Uil sono stati unanimi nell’affermare che «ora la palla è al governo, aspettiamo risposte nelle prossime ore». In caso contrario, sciopero. Anche se resta qualche distinguo, che non compare nella nota congiunta diramata ieri sera, ma che è stata chiara negli interventi dal palco. «Se non ci saranno risposte — dichiara infatti Susanna Camusso — ci sarà lo sciopero di categoria, chiameremo tutti i lavoratori». E alla leader della Cgil si affianca il segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, per il quale il governo è «il peggior datore di lavoro del Paese. Se non si siede per rinnovare il contratto, faremo lo sciopero generale dei lavoratori pubblici. Anzi, lo estenderemo anche ai precari del settore privato». Mentre è più attendista Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl: «Non accetteremo un altro blocco dei contratti, fermi da sei anni. Però in Italia gli scioperi generali si decidono insieme. E dopo lo sciopero generale non c’è più niente, gli obiettivi devono essere chiari». Una differenza di linea che si riflette anche in materia di referendum anti legge Fornero. Perché, da un lato, c’è Camusso che dichiara: «Nel momento in Il messaggio Il segretario Cgil Susanna Camusso ieri in piazza con una maglietta rossa con una boccetta di profumo e la scritta: «Arrogance, profumo di premier» (Ansa) «Mancano i fondi» Chiude la Padania Dal primo dicembre addio anche al sito MILANO Padania addio. Il quotidiano leghista dal primo dicembre non sarà più in edicola. La chiusura era annunciata da anni, i tagli alla stampa di partito ne avevano fatto profetizzare la fine da tempo. Ora, lo stop alle pubblicazioni è arrivato davvero. E l’evoluzione nel portale di informazione web di cui si parlava fino a non molto Prima pagina Ieri La Padania ha comunicato ai lettori che dal primo dicembre, dopo 18 anni, il quotidiano leghista non sarà più in edicola tempo fa? Niente da fare, almeno per il momento. A chiudere sarà anche la padania.net, il sito Internet di informazione. Anche se il segretario leghista Matteo Salvini ieri sera in Abruzzo ha parlato di un rilancio dell’attività Internet: «La Lega è al risparmio ma comunque non ci arrendiamo e, coinvolgendo i giornalisti della Padania, stiamo lavorando per trovare una soluzione per rimanere quantomeno su Internet». Per la direttrice Aurora Lussana, il dolore è accentuato da una data simbolica: aveva preso le redini del quotidiano padano esattamente 2 anni fa. Il primo numero della Padania, l’organo di stampa fortemente voluto da Umberto Bossi e da lui sempre diletto, era uscito l’8 gennaio 1997, nei giorni dell’indipendentismo. Con la chiusura finiranno in cassa integrazione 14 giornalisti e 5 tipografi. Fino a nuovo ordine, l’informazione della Lega sarà affidata alla pagina Internet e all’account Twitter di Salvini. M. Cre. © RIPRODUZIONE RISERVATA cui la Corte costituzionale ammettesse la consultazione, la Cgil sarebbe favorevole in quanto ciò determinerebbe per il governo un tempo entro il quale abolire una legge in- giusta». (Con «soddisfazione» del segretario leghista Matteo Salvini per «la dimostrazione che si può andare oltre gli steccati ideologici»). Mentre, dall’altro, Furlan frena: «A quella legge vanno tolte le storture. È una cosa più complessa di un semplice referendum». Eppure le critiche al governo restano condivise da tutte e tre le sigle. Così, a Renzi, Camusso ricorda di essere d’accordo a riformare la Pubblica amministrazione, ma «per prima cosa escludiamo la politica: basta nominati». Inoltre, se davvero Renzi non vuole lo scontro sul lavoro, «dica alla sua ministra di smetterla di qualificare i lavoratori pubblici come privilegiati». Aggiunge Furlan: «Qualcuno pensa che bastano due slide per fare le riforme. Nessuno può pensare, davanti al disastro del Paese, di fare da solo o con pochi intimi». E Barbagallo, sottolineando che negli ultimi anni sono stati «17 miliardi gli euro fregati dagli stipendi dei lavoratori pubblici», incalza: «Dopo aver dovuto fare una cena da mille euro per il finanziamento del partito, adesso al presidente del Consiglio possiamo proporre una cena da venti euro per ascoltare le ragioni dei precari». R.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento Un passo in più di Camusso verso il divorzio dai dem di Dario Di Vico I l referendum sulla riforma delle pensioni targata Fornero può diventare a primavera un test contro il governo Renzi e (anche) per questo motivo Susanna Camusso ieri ha annunciato il suo appoggio. Si tratta di un altro passo verso il divorzio definitivo tra Cgil e Pd perché la confederazione finirebbe per appoggiare un’iniziativa politica promossa dalla destra leghista e neo-lepenista. È vero che fu la Lega di Umberto Bossi a far cadere nel ‘94 il governo Berlusconi proprio sulle pensioni e subito dopo una mobilitazione romana dei sindacati, ma non è esattamente la stessa cosa. Allora la prima mossa l’avevano fatta i leader di Cgil-Cisl-Uil, ora la primogenitura è interamente della Lega. Camusso rimette, dunque, nel mirino Renzi anche se l’attuale premier e segretario del Pd quando fu approvata la riforma Fornero era in minoranza e nel partito comandava Pierluigi Bersani. Di questi tempi però poco importa, siamo al Matteo-contro-tutti. Al di là degli schieramenti però se Salvini e Camusso lavoreranno in joint venture una spiegazione in fondo la si può trovare: sperano entrambi di parlare e rassicurare lo stesso segmento sociale, i lavoratori delle grandi e medie © RIPRODUZIONE RISERVATA fabbriche del Nord. Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 10 . Primo piano Conti pubblici Scontrino fiscale, bonus ai commercianti Allo studio sgravi fiscali per incentivare l’acquisto delle apparecchiature che serviranno a tracciare i pagamenti e girarli direttamente al Fisco. Arriva la fattura elettronica tra privati ● La legge 11 marzo 2014, n. 23 ha conferito una delega al governo per la realizzazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, da attuare entro dodici mesi , cioè entro il 26 marzo 2015. ● A fine ottobre il governo ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo contenente la disciplina della dichiarazione dei redditi precompilata. Si prevede che entro il 15 aprile di ciascun anno la dichiarazione precompilata venga resa disponibile in via telematica al contribuente, che può accettarla oppure modificarla, rettificando i dati comunicati dall’Agenzia e/o inserendo ulteriori informazioni. ● La Tappa successiva dell’attuazione della delega fiscale sarà il decreto delegato che introdurrà forme di pagamento e tenuta della contabilità elettroniche, allo scopo di semplificare l’attuale sistema e combattere l’evasione fiscale, in particolare quella relativa all’Iva. Sono previsti scontrini digitali, fatturazione elettronica e sistemi di pagamento elettronici. ROMA Una scatolina grigia, 15 centimetri per 20, collegabile con una connessione Usb al computer e il gioco è fatto. Voi acquistate in contanti o con carta, il commerciante batte il prezzo del prodotto, dalla piccola stampante esce lo scontrino cartaceo. Ma soprattutto, in tempo reale, da quello stesso apparecchio la transazione viene trasmessa per mezzo di un indirizzo e-mail ad un server che la archivia, una sorta di cloud (nuvola, ndr), capace di memorizzare milioni di operazioni. Le prime stampanti di scontrini digitali sono già in commercio, essendo state autorizzate a gennaio scorso. La novità è che il governo, per incentivarne l’uso, potrebbe accollarsene in tutto o in parte il costo, attraverso un meccanismo di detrazione fiscale. Ma partiamo dal principio, che è la delega fiscale che ha già prodotto un decreto delegato sulla dichiarazione dei redditi precompilata che arriverà a casa di 20 milioni di contribuenti dall’aprile 2015. Ora però il governo ha intenzione di spingersi oltre e integrare quel 730 con un’ulteriore facilitazione: la possibilità di completare la dichiarazione precompilata con alcune spese detraibili. Nasce qui la necessità di introdurre lo scontrino digitale in uno dei prossimi decreti Il 730 precompilato Il governo studia di integrare il 730 precompilato con alcune spese detraibili delegati, su cui sta lavorando una squadra di tecnici, coordinata dal viceministro Luigi Casero. In particolare si prevederà che, attraverso l’uso degli scontrini digitali, le spese sostenute per il medico, i farmaci, la palestra dei figli vengano inviate immediatamente al cervellone dell’Agenzia delle Entrate, con il semplice uso della tessera sanitaria, in modo che la dichiarazione che verrà inviata a casa del contribuente, a partire dal 2016, possa già contenere le detrazioni. Ma cosa ci guadagna la controparte? Minori oneri per la conservazione e la rendicontazione delle scritture contabili: per i più piccoli il governo sta pensando di abolire l’obbligo di tenuta dei registri dei corrispettivi, oltre a concedere una detrazione per l’acquisto delle 20 milioni I 730 precompilati da inviare ai contribuenti 3,6 milioni Le pmi sotto i 5 milioni verificate con studi di settore 120 miliardi di euro La stima dell’evasione annua in Italia stampanti digitali. L’operazione però non sarebbe completa se non contemplasse l’attivazione del sistema della fatturazione elettronica anche tra privati (oggi è già in vigore nel rapporto tra lo Stato e i privati). Anche questa è allo studio e dovrebbe essere inserita nel prossimo decreto delegato, insieme con alcuni sistemi di incentivazione per chi adopererà la fatturazione elettronica: minori controlli fiscali, minori obblighi di presentazione di documentazione contabile. Il quadro si completa con un accordo con il sistema bancario per rendere meno oneroso l’utilizzo di tutti i sistemi di pagamento elettronici, i cosiddetti Pos. L’obiettivo del governo è creare un sistema totalmente tracciabile ma anche sicuro: il ser- ver, ad esempio, dovrà soddisfare alcuni requisiti tecnologici di riservatezza. L’operazione è complessa e richiede ancora che alcune autorizzazioni giungano dall’Unione europea ma il governo conta che possa andare completamente a regime entro il 2018. Il risultato dovrebbe essere uno snellimento del sistema fiscale ma anche un forte recupero dell’evasione, in particolare di quella dell’Iva, l’imposta più evasa nel nostro Paese. In attesa che siano pronte le autorizzazioni e le infrastrutture informatiche, il recupero dell’evasione dell’Iva è stato temporaneamente affidato al sistema del reverse charge (inversione contabile, ndr) dal venditore all’acquirente (escluso quello finale). Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA Le misure ILLUSTRAZIONI DI VINCENZO PROGIDA La delega Dichiarazione precompilata Fatturazione elettronica Scontrino digitale Pagamenti elettronici 1 2 3 4 Arriverà da aprile 2015 a casa di 20 milioni di contribuenti. Vi saranno già contenuti i dati dell’anagrafe tributaria (quelli anagrafici, i parenti a carico, gli immobili e i terreni posseduti) ma anche quelli trasmessi da parte di soggetti terzi (banche, assicurazioni ed enti previdenziali) e quelli contenuti nelle certificazioni dei sostituti d’imposta. Dal 2016 con la tessera sanitaria saranno inserite le relative spese detraibili. La manovra Esiste già per le operazioni che coinvolgono la pubblica amministrazione e le imprese private, ma l’intento della delega fiscale è quello di estenderla anche ai rapporti tra privati. Coloro che aderiranno al sistema di fatturazione elettronica potranno usufruire di un sistema fortemente premiale, con l’immediato incasso dei crediti fiscali e procedure amministrative particolarmente semplificate. Una scatolina grigia collegabile con una connessione Usb al computer da cui, a transazione effettuata, esce lo scontrino cartaceo. Ma soprattutto, in tempo reale, da quello stesso apparecchio la transazione viene trasmessa tramite un indirizzo e-mail ad un server che la archivia: una sorta di cloud (nuvola, ndr), capace di memorizzare milioni di operazioni. Le prime stampanti di scontrini digitali sono già in commercio. La delega fiscale introdurrà l’obbligo dell’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronici per i commercianti e gli artigiani e la possibilità di utilizzare la carta elettronica per pagare le prestazioni professionali. Sia gli importi relativi al Pos, sia i nuovi pagamenti con carta elettronica verranno accreditati in banca e in questo modo tutte le relative transazioni diventeranno perfettamente tracciabili. Casa, dalla «local tax» rispunta la vecchia Imu Emendamenti di tutti i gruppi all’aumento delle tasse su fondi pensione e Tfr ROMA Quattromila emendamenti, e siamo solo all’inizio. Matteo Renzi ha voluto una legge di Stabilità espansiva, che per la prima volta dopo anni dà alle famiglie e alle imprese più di quello che toglie, e i deputati, i partiti, alla vista di qualche risorsa da spendere, si sono scatenati. Le 4 mila richieste di modifica presentate in Commissione Bilancio alla Camera saranno scremate a 500, ma poi la valanga di emendamenti si riabbatterà sull’Aula di Montecitorio, poi di nuovo in Commissione ed in Aula al Senato. Per la legge di bilancio sarà un mese e mezzo di cammino parlamentare arduo, con imboscate possibili ovunque, e tanti temi spinosi da sciogliere, come le tasse sulla casa, sul Tfr e sui fondi pensione, e le risorse per gli ammortizzatori sociali, con la discussione della Legge di Bilancio che incrocia, pericolosamente, la delega sul Jobs Act. Il governo si è già detto di- 4 mila. Gli emendamenti alla Camera alla legge di Stabilità 400 milioni. I fondi per ridurre le imposte su fondi pensione e Tfr 36 miliardi. L’ammontare delle misure previste dalla legge di Stabilità sponibile a ragionare sull’aumento delle imposte sui fondi pensione e la rivalutazione del Tfr, sull’articolazione del bonus bebè, sul regime dei minimi per le partite Iva e anche sugli sgravi Irap per i nuovi assunti. Ma sempre e solo a patto che i saldi della manovra, cioè i grandi numeri, vengano salvaguardati. Il che restringe parecchio i margini per una riduzione delle imposte su fondi pensione e Tfr, che valgono 400 milioni l’anno, e che i deputati di quasi tutti i gruppi hanno chiesto di eliminare. Oggetto di moltissime proposte di modifica è la nuova local tax, che dovrebbe di nuovo superare Imu e Tasi. Il governo vorrebbe far scattare il nuovo regime già dal 2015, ma il semplice accorpamento delle due imposte farebbe solo resuscitare la vecchia Imu. Si vorrebbero ripristinare anche gli sgravi per i figli, e cogliere l’occasione per trasferire ai Comuni anche il gettito dell’Imu sui capannoni, eliminando la loro compartecipazione all’Irpef. Ma è un’operazione molto complessa, difficile da fare in poche settimane. Non si esclude un rafforzamento delle norme sulle partecipate degli enti locali, per «forzarli» a fare altri risparmi. Sugli sgravi Irap per le assunzioni a tempo indeterminato molte proposte puntano allo stesso obiettivo, vincolare in qualche modo il comportamento delle imprese. Escludendo dal bonus chi ha licenziato, come ha chiesto la Commissione Finanze, o chi delocalizza la produzione, come chiede Sel, o condizionando le agevolazioni alle sole assunzioni aggiuntive. Qualche modifi- ca condivisa potrebbe emergere anche sul nuovo trattamento dei minimi per le partite Iva. Molti, tra Ncd, Pd e Fi, si sono schierati contro i tagli ai patronati e contro la tassazione ad aliquota marginale Irpef del Tfr maturando in busta paga, ma anche questa operazione sarà difficilmente «compensabile», visto che genera un gettito annuo di oltre due miliardi di euro. La minoranza del Pd è particolarmente bellicosa, ed ha avanzato una buona parte dei quasi mille emendamenti del partito del premier, con i quali, in pratica, riscrive quasi da capo la manovra. C’è anche la proposta di un forte aumento Gli sgravi sui figli Tra le modifiche alla legge di Stabilità figura anche il ripristino degli sgravi sui figli Eredità Tra le proposte c’è l’aumento della tassa di successione per il reddito di cittadinanza delle imposte di successione per finanziare il reddito di cittadinanza. E si chiedono risorse aggiuntive per gli ammortizzatori sociali, proprio mentre è in corso un braccio di ferro tutto dentro al Pd sulla calendarizzazione del Jobs Act alla Camera, che rischia di sovrapporsi. Tra gli emendamenti presentati molti riguardano la famiglia, con un proliferare di «bonus». Accanto a quello destinato alle mamme per i bebè, che Sc e Ncd puntano a modificare per favorire le famiglie con i redditi più bassi, sono spuntati fuori anche il bonus pannolino, altri aiuti per tre anni alle neomamme, ed il bonus per i libri del liceo. Sc vuole più soldi per gli asili nido (togliendo 100 milioni all’Agenzia delle Entrate). E non manca il taglio della spesa per gli aerei militari F-35, o delle missioni di pace, proposti da Sel, per rifinanziare la scuola. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 PRIMO PIANO 11 . Sulle pensioni l’«effetto recessione» Il governo cerca la formula anti tagli Sterilizzazione e periodi più lunghi tra le ipotesi per evitare la svalutazione degli assegni ● Il nodo è quello del tasso di capitalizzazion e dei montanti contributivi, calcolato ogni anno dall’Istat sulla variazione media del Pil nel quinquennio precedente ● Per la prima volta, a causa della recessione economica, questa percentuale è risultata negativa (0,1927%), e senza interventi ridurrà l’assegno previdenziale dei futuri pensionati ● La richiesta di chiarimenti da parte dell’Inps comporterà una sospensione dell’applicazion e del tasso negativo. Nella riforma delle pensioni del 1995 (la cosiddetta Riforma Dini) infatti non era stato previsto un Pil negativo. Il governo cerca una soluzione Il caso di Sergio Rizzo Che il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia se lo dovesse aspettare, non c’era proprio alcun dubbio. Dopo il fuoco di sbarramento scatenato dagli avvocati dello Stato contro le misure che li riguardavano contenute nella riforma della pubblica amministrazione, un ricorso al Tribunale amministrativo era il minimo. Invece ne sono arrivati addirittura cinque, in cinque Tar diversi. E il bello è che ognuno di quei tribunali, per la serie «certezza del diritto», ha preso una decisione diversa. Con il risultato finale che la norma per mandare in pensione gli avvocati dello Stato al compimento dei settant’anni di età già a partire dal 31 ottobre scorso è ora bloccata. I primi a fare ricorso, per giunta, non sono stati due esponenti qualsiasi dell’Avvocatura, bensì due vice Avvocati generali: Giuseppe Nucaro, 73 anni di età, e Raffaele Tamiozzo, anch’egli settantatreenne. alla questione: «Abbiamo tutte le intenzioni di riflettere sul tema — assicura il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta — ma è ancora presto per dire come.È necessario fare dei calcoli molto complessi. Lasciamo lavorare l’Inps». Ed è proprio con l’Inps che il governo dovrà confrontarsi per fare delle ipotesi sull’applicazione del tasso di rivalutazione ai montanti contributivi, che per il momento resterà sospesa. «L’ideale sarebbe poter operare una correzione minima dell’attuale sistema senza modificarlo nella sostanza» suggerisce Giorgio Santini (Pd), membro della commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali. Le ipotesi in campo, oltre alla sterilizzazione tout court dell’effetto negativo della rivalutazione, senza toccare l’attuale sistema di calcolo, proposta da Di Gioia, prevedono invece una modifica del meccanismo. C’è chi come Cesare Damiano, in un disegno di legge già presentato per aiutare i più giovani a accumulare una pensione che sia almeno pari al 60% dell’ultima retribuzione percepita, ipotizza di calcolare il tasso di rivalutazione sui cinque anni precedenti a quelli di crescita negativa del Pil. Un’altra ipotesi è quella di ricomprendere invece nel sistema di calcolo anche gli anni di crescita negativa, ma di diluirne l’effetto aumentando il numero di anni presi in considerazione, portandoli da cinque a sette o a dieci. A. Bac. I tassi di sostituzione attesi La ricerca Le stime della Ragioneria Generale dello Stato Lavoro dipendente «Commercianti e artigiani sono i più a rischio povertà» Pensionamento alla prima età utile, con contrubuzione variabile Autonomi Lavoro dipendente dinamica 3% 80,0 79,1 77,9 75,8 75,0 73,6 76,7 74,3 72,9 69,6/38,6 69,2/38,2 70,0 69,4/38,4 69,7/38,7 71,2 70,2 69,1 68,9/37,9 68,6/37,6 67,9 68,7/37,7 66,1 65,1 65,0 65,0 64,0 64,0 63,0 62,1 60,0 (in percentuale) ● Il governo studia come evitare il rischio che la flessione del Pil possa determinare il taglio delle pensioni future. Ad aprire il confronto è stata la richiesta che l’Inps di prepara a inviare ai ministeri del Lavoro e dell’Economia per sapere come applicare il nuovo tasso annuo di capitalizzazion e dei contributi ROMA Difficilmente passerà attraverso la legge di Stabilità la soluzione del problema della svalutazione delle pensioni che potrebbe determinarsi applicando gli attuali metodi di capitalizzazione dei montanti contributivi, legati all’andamento del Pil (prodotto interno lordo). L’emendamento presentato dal senatore Lello di Gioia (Pd), presidente della commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali, che punta a sterilizzare il tasso di rivalutazione, si infrangerà con ogni probabilità sul muro che martedì verrà elevato dalla commissione Bilancio, presieduta da Francesco Boccia (Pd), per arginare gli interventi non strettamente attinenti alla manovra. «Ci concentreremo sulle misure di politica economica con impatto macro» ha detto ancora ieri Boccia, non lasciando molto margine a speranze. L’emendamento Di Gioia si propone di sterilizzare il tasso di rivalutazione che l’Istat calcola ogni anno sulla variazione media del Pil nel quinquennio precedente. Tasso che, a causa della recessione, ora risulterebbe negativo (-0,1917%) e che quindi andrebbe a incidere negativamente sul monte dei contributi accumulato negli anni. «Calcoliamo un tasso almeno pari allo zero» propone invece Di Gioia. Ma così facendo, se il meccanismo attuale restasse lo stesso, si verrebbe a creare un buco che lo Stato dovrebbe coprire, osservazione che la Ragioneria avrebbe già avanzato. Di che ordine? «Più o meno di 100 milioni» ipotizza Di Gioia. Il governo non è insensibile Tasso di sostituzione al netto di IRPEF La vicenda 59,9 60,5 60,5 1970 1972 55,0 1968 1974 1976 1978 1980 Anno di nascita (inizio lavoro a 24 anni) Tassi di sostituzione netti attesi per lavoratori dipendenti privati e pubblici e lavoratori autonomi. Stima in linea con l’ultimo rapporto del Nucleo Valutazione e della RGS, con crescita delle retribuzioni individuali attese all’1,51% reale, ipotesi di crescita media quinquennale del PIL pari a 1,57% reale e inflazione al 2% (con relativo incremento della produttività pari all’1,53% annuo). © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA No al ritiro a «soli» 70 anni Gli avvocati dello Stato fanno causa al ministero Ovvero i più alti in grado dopo l’Avvocato generale, incarico ricoperto fino al 31 ottobre, data del pensionamento, da Michele Dipace (74 anni). Subito seguiti, Nucaro e Tamiozzo, dagli avvocati dello Stato distrettuali di Bologna, Caltanissetta, Milano e Napoli. Le motivazioni? Si va dalla presunta violazione di una direttiva comunitaria che ha boc- Raffica di ricorsi Dalla Lombardia alla Sicilia sono ben 5 i tribunali amministrativi coinvolti nei ricorsi Alla Consulta Per decisione del tribunale di Bologna la questione è finita alla Corte Costituzionale Le famiglie che hanno come fonte principale di reddito il lavoro autonomo, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti e i soci delle cooperative sono quelle più a rischio di povertà. Lo scorso anno una su quattro si è trovata in difficoltà economica. Lo rileva l’ufficio studi della Cgia di Mestre secondo cui dal 2008 al primo semestre di quest’anno gli autonomi che hanno chiuso l’attività sono stati 348.400 (6,3%) mentre la platea dei lavoratori dipendenti è diminuita «solo» del 3,8%. La Cgia sottolinea inoltre che nel 2013 il 24,9% degli autonomi ha vissuto con un reddito disponibile inferiore a 9.456 euro annui, dunque sotto la soglia di povertà Istat. Per quelle con reddito da pensioni, il 20,9% ha percepito un reddito al di sotto della soglia di povertà, mentre per i lavoratori dipendenti il tasso si è attestato al 14,4%. «Dopo quasi sette anni di crisi, il ceto medio produttivo è sempre più in affanno», commenta la Cgia, «oggi è il corpo sociale che più degli altri è scivolato verso il baratro della povertà e dell’esclusione sociale». ciato la legge ungherese sul pensionamento dei giudici, alla contestazione del fatto che una cosa del genere possa essere decisa per decreto, per arrivare a mettere in discussione la legittimità costituzionale di un intervento su quelli che sono considerati «diritti soggettivi». Su tutte, l’irritazione perché mentre i magistrati hanno ottenuto una deroga di un anno al pensionamento dei settantenni, gli avvocati dello Stato, che sarebbero a loro equiparati pur avendo una funzione del tutto diversa, non sono riusciti a spuntarla. E come sono articolate le motivazioni, così sono curiosamente variegate le decisioni dei giudici amministrativi. I Tar del Lazio e della Lombardia, chiamati a esprimersi sulle lamentele dei due vice avvocati generali e del loro collega di Milano, hanno rigettato la domanda di sospensiva dell’entrata in vigore della tagliola. Ma il presidente del consiglio di Stato Giorgio Giovannini, al quale è stato prontamente proposto appello contro la decisione dei Tar, ha invece accolto la richiesta con un decreto monocratico: senza cioè una decisione collegiale, per la quale è stata convocata la camera di consiglio il 19 novembre. Dal canto suo il Tar siciliano deciderà sulla sospensiva il prossimo 11 novembre. Mentre il Tar della Campania, diversamente da Giovannini, ha respinto il ricorso dell’avvocato distrettuale di Napoli, giudicandolo del tutto infondato. Al contrario il Tar dell’Emilia Romagna ha accolto l’istanza di sospensione avanzata dall’avvocato di Bologna. Ma non si è limitato a questo: ha infatti sollevato la questione di legittimità costituzionale e disposto la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale. Scontato, a questo punto, che il prossimo 19 novembre il Consiglio di Stato confermi la sospensiva in attesa della decisione della Con- La vicenda ● La norma, per mandare in pensione gli avvocati dello Stato al compimento dei 70 anni, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 31 ottobre, è stata bloccata da 5 ricorsi al Tar. (Nella foto Marianna Madia, ministro della PA) sulta. E ora quel pezzo della riforma della pubblica amministrazione, dopo che negli ingranaggi è stata buttata tutta quella sabbia, resta con il motore fermo. La vicenda ha aspetti inevitabilmente paradossali. A cominciare da quello di avvocati dello Stato, il cui compito è appunto difendere le ragioni dello Stato, che fanno causa allo Stato medesimo per difendere le proprie ragioni innanzitutto anagrafiche. Arrivando ad argomentare, in qualche ricorso, che il pensionamento dei settantenni non potrebbe produrre l’atteso ricambio generazionale perché c’è il blocco del turnover. Tesi che il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti non condivide affatto: «Questa storia è la dimostrazione di quanto sia faticoso cambiare il Paese. Le resistenze sono fortissime e dappertutto. Ma noi andiamo avanti. Siamo determinati a dare spazio, in nome del merito e della contendibilità dei luoghi di responsabilità, a chi in questi anni ha avuto la strada sbarrata dalle logiche ferree dell’anzianità e della cooptazione. Vogliamo passare dalla legge del ‘no amici, no carriera’, alla regola del ‘no merito, no carriera’». Auguri. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 12 . Esteri Diplomazie La caduta del rublo Il cambio con il dollaro di Guido Santevecchi Pechino sfoggia la sua grandeur a Obama-Putin Padrone di casa Il presidente Xi U na foresta di sigle e un allestimento da Olimpiadi. A prima vista si potrebbe riassumere così il vertice Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation) che porta domani per due giorni a Pechino i leader di 21 Paesi, da Obama a Putin al giapponese Abe. Ricevimento in grande stile, degno dei Giochi del 2008: costruito dal niente un quartiere tra le montagne, in riva a un lago, a un’ora d’auto dalla capitale: 12 ville presidenziali, un centro conferenze, un grand hotel Kempinski di 21 piani, a forma di uovo. E poi un campo da golf di 18 buche, anche se in Cina è in vigore (dovrebbe) una legge che vieta di costruire percorsi per il gioco borghese che consuma terra e acqua. Primo obiettivo: presentare agli ospiti un cielo pulito, rarità a Pechino. E siccome il partito non sa ancora comandare il vento, per ridurre l’inquinamento sono stati chiusi 2.445 cantieri e 2.386 fabbriche alimentate a carbone nel raggio di 200 chilometri. L’agenda del vertice racchiude una sfida UsaCina, tra le sigle Tpp e Ftaap. Gli americani lavorano alla Trans Pacific Partnership, accordo sui commerci che include 12 Paesi ma non la Cina. I cinesi rispondono con la Free Trade Area AsiaPacific, frenata da Washington. Nessuna delle due iniziative andrà in porto al vertice Apec. Pechino ha ottenuto solo un impegno ad avviare uno studio di fattibilità che dopo due anni produrrà raccomandazioni. Il vertice è disegnato come grande palcoscenico per il presidente Xi Jinping e le nuove ambizioni geopolitiche della Cina. Xi si può permettere di guardare dall’alto in basso Obama, reduce dal disastro elettorale. E per concedere un colloquio ad Abe ha incassato una dichiarazione in cui il Giappone ammette che c’è una pretesa territoriale cinese sulle isole Senkaku/Diaoyu. È pronto un documento che istituisce una rete anticorruzione globalizzata, reclamata dalla Cina, impegnata in una caccia ai corrotti rifugiati all’estero con centinaia di miliardi sporchi. Quartier generale? A Pechino, naturalmente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le crisi 32,86 ● Sono state due le gravi crisi finanziarie che hanno colpito la Russia dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, una ogni dieci anni: nel 1998 e nel 2008 ● Nel 1998 la Borsa di Mosca perse il 75%. Il governo russo non pagò i 40 miliardi di dollari di debito pubblico. L’inflazione raggiunse l’84%. La crisi gettò nella povertà 43 milioni di persone ● Nel 2008, l’economia russa risentì degli effetti della crisi finanziaria mondiale con il calo dei prezzi di petrolio e del gas 49,74 1 gen 7 nov 2014 Fonte: Thomson Reuters Datastream d’Arco Russia, l’incubo della crisi finanziaria Crollo del rublo (-40 da inizio anno), petrolio ai minimi. A Mosca è corsa ai dollari Il Cremlino in difficoltà: dovrà rivedere la politica estera e le scelte sull’Ucraina? MOSCA La vertiginosa discesa del rublo potrebbe riuscire a provocare quel risultato che le sanzioni occidentali hanno finora solo propiziato: portare Vladimir Putin sulla strada di un reale compromesso in Ucraina. L’economia russa va male, soprattutto da quando la crisi nel Paese vicino ha arroventato i rapporti con l’Occidente. Ma negli ultimi giorni la moneta nazionale si è avvicinata al collasso, con la gente che torna a nascondere dollari ed euro sotto il materasso, come nei momenti peggiori, prima di gravissime crisi del sistema bancario. Mercoledì scorso la Banca centrale aveva fatto l’errore di annunciare che non sarebbe più intervenuta massicciamente sui mercati per difendere la moneta nazionale, e questo aveva provocato un ulteriore crollo, fino a 60 rubli contro un euro (prima della crisi era sotto i 40). Venerdì la Banca ha fatto marcia indietro e, nel timore di possibili nuove norme, gli operatori hanno iniziato a liquidare posizioni in euro e dollari. E questo ha ridato un po’ di respiro alla valuta. Ma ora è la gente qualunque che acquista valuta per salvare i risparmi. Al punto che il ministro per lo Sviluppo economico Aleksej Ulyukayev è arrivato ad ammettere che la cosa migliore potrebbe essere quella di tenere i quattrini in dollari, euro e rubli. Gli interventi sul mercato sono costati allo Duma Vladimir Putin preoccupato ascolta la relazione del leader della Duma, il Parlamento russo, Sergey Naryshkin Stato già 30 miliardi di dollari. La Russia ha riserve ingenti (a settembre erano di 400 miliardi di dollari), ma non infinite. E le crisi si sa come iniziano, ma non come finiscono quando i cittadini sono presi dal panico. In Russia gli stipendi sono pagati in rubli, ma tutti i generi di consumo, dalle auto alle arance, sono d’importazione. Lo stesso vale per i beni strumentali. I loro prezzi, quindi, salgono con il crescere del valore del dollaro. Ecco allora che il cittadino Ivan appena riceve lo stipendio si affretta a cambiarlo, per non vederselo falcidiato dall’inflazione che ha già superato l’8,5 per cento. La Banca centrale ha già fatto salire più volte (pochi giorni fa di un punto e mezzo) il tasso di sconto portandolo al 9,5 per cento, e potrebbe agire nuovamente. Inoltre per oggi non si escludono anche alcune restrizioni amministrative al cambio delle valute. Il rublo debole sarebbe utile se la Russia esportasse prodotti finiti, che diventerebbero più competitivi. Ma dal Paese escono solo materie prime, soprattutto gas e petrolio che sono in discesa da mesi. È vero che l’apprezzamento del dollaro fa aumentare gli introiti dello Stato dalle vendite del greggio e del metano, ma non abbastanza da bilanciare le perdite sul fronte delle importazioni. Inoltre, col petrolio a 80 dollari lo Stato ha difficoltà a far quadrare i conti perché il budget 2014 è stato delineato ipotizzando un prezzo di 93 dollari. Per l’anno prossimo il bilancio va in pareggio con un prezzo di 96 dollari. Tutto questo vuol dire che Putin dovrà rivedere i suoi programmi: interventi nella Crimea appena annessa, sostegni ai secessionisti ucraini, spese sociali per il normale cittadino russo, per non parlare degli investimenti nella difesa. Già si parla di forte aumento delle tariffe urbane (elettricità, riscaldamento, eccetera) che potrebbero ridurre il consenso di cui gode il presidente russo. Se poi si arrivasse addirittura al default del rublo come avvenne nel 1998, allora le cose potrebbero mettersi veramente male. Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 ESTERI 13 . HARUKI MURAKAMI Tra storia e letteratura «La mia Berlino e i Muri che risorgono Abbatterli è una magia quotidiana» mitano. Finalmente un muro è caduto, il mondo è cambiato, tiriamo un respiro di sollievo. Eppure, improvvisamente da qualche parte è già sorto il prossimo muro. Un muro etnico, religioso, un muro dell’intolleranza, del fondamentalismo, un muro di avidità e paura. Non riusciamo a vivere senza un sistema fatto di muri? Per noi scrittori i muri sono vincoli da spezzare. Non facciamo che questo con le nostre storie — metaforicamente parlando —. Scavalchiamo i muri che separano il reale dall’irreale e la consapevolezza dalla mancata presa di coscienza. Scopriamo il mondo al di là del muro, torniamo di qua e raccontiamo dettagliatamente quanto abbiamo visto, senza pretendere di giudicare il significato del muro o dei suoi pro e contro. Non facciamo altro che rappresentare precisamente quello che appare dall’altra parte. In questo consiste il lavoro quotidiano di uno scrittore. SEGUE DALLA PRIMA L’autore I ● Haruki Murakami, 65 anni, giapponese di Kyoto (suo nonno era un monaco buddista), è considerato uno dei più grandi scrittori viventi pur essendo in patria una figura molto discussa. I suoi libri tradotti in 50 lingue hanno venduto milioni di copie ● Tra i suoi romanzi più famosi (tradotti da Einaudi) ricordiamo: «Nel segno della pecora» (1982), «Norwegian Wood» (1987), «L’uccello che girava le viti del mondo» (1994). L’ultimo libro s’intitola «L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio» (2013) ● Murakami ha dedicato questo discorso agli studenti che protestano a Hong Kong n quell’occasione andai a vedere «Il Flauto magico» al Teatro dell’Opera di Berlino Est, con mia moglie e un amico. La messa in scena e l’atmosfera del teatro erano meravigliosi. Ma atto dopo atto le lancette dell’orologio si avvicinavano sempre più alla mezzanotte. Ricordo che ci precipitammo al Checkpoint Charlie e che riuscimmo ad arrivare appena in tempo. Fu comunque la rappresentazione del «Flauto magico» più emozionante della mia vita. Il sollievo non durò a lungo Quando ritornai a Berlino, il Muro non c’era più. Mi ricordo ancora il sollievo che provai quando cadde nel 1989. «La Guerra Fredda è finita», pensai, come probabilmente moltissimi altri in tutto il mondo. «Davanti a noi si profilano tempi migliori e più sereni». Purtroppo il sollievo durò poco. Guerra in Medio Oriente, nei Balcani, un attentato terroristico dopo l’altro e, nel 2001, l’attacco al World Trade Center a New York, per cui crollarono tutte le nostre belle speranze. Per me come scrittore, i muri sono sempre stati un tema importante. Nel mio romanzo «La fine del mondo e il Paese delle meraviglie» rappresento una città immaginaria circondata da alte mura da cui non si può fuggire, una volta entrati. Nel romanzo «L’uccello che girava le Viti del Mondo» il mio eroe, dal fondo di un pozzo, riesce ad attraversare le mura e raggiungere un altro mondo. Il mio discorso di ringraziamento in occasione del conferimento del «Premio di Gerusalemme» si intitolava «I muri e le uova». Era sulla durezza dei muri, contro cui ci infrangiamo, fragili come uova. In quello stesso momento a Gaza erano in corso scontri violenti, e mi chiesi se saremmo stati sempre impotenti di fronte a questi muri. I muri sono un sistema di potere Per me i muri sono un simbolo di ciò che separa gli uomi- ❞ I muri possono anche proteggerci. Ma per farlo devono escludere chi si trova dall’altra parte Ovviamente i problemi che affliggono il mondo non possono essere risolti attraverso una simile consapevolezza comune. Purtroppo la letteratura non ha un impatto così diretto. Ma disponiamo del potere dell’immaginazione, come cantava John Lennon. Anche se ci sembra impotente di fronte una realtà cinica e prepotente, ci mette in condizioni di immaginarci un mondo distinto da quello attuale. La forza della fantasia, che tutti hanno, ci dà la forza serena e inesauribile di continuare a cantare e scrivere storie, sen- Anche le storie superano i confini Barriere Berlino (qui sopra) e a destra Hong Kong e Israele-Cisgiordania ni dai sistemi valoriali. Limitano, schermano, isolano. In certi casi possono anche proteggerci. Però per proteggerci, dobbiamo escludere quelli che si trovano dall’altra parte del muro — questa è la logica dei muri. All’improvviso diventano un sistema rigido, che si oppone alla logica di altri sistemi, spesso con la forza. Il Muro di Berlino era un esempio lampante di questa dinamica. A volte mi sembra che abbattiamo un muro per erigerne un altro altrove. Può essere un muro fisico o invisibile, che condiziona il modo di pensare. Alcuni muri ci proibiscono di andare avanti, altri muri ci li- Gorbaciov 25 anni dopo «La Guerra fredda è ricominciata» «Il mondo è sull’orlo di una nuova Guerra fredda che, secondo alcuni, è già iniziata». A Berlino per il 25° anniversario della caduta del Muro, l’allora presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov punta il dito contro l’Occidente e sollecita la ripresa di un dialogo con la Russia, suggerendo di sollevare le sanzioni per la crisi ucraina. Se uno legge una storia che sente al cuore e lo tocca in modo particolare, può succedere che sfonda il muro insieme all’autore. Ovviamente, quando chiude il libro si ritrova fisicamente più o meno ancora nello stesso posto in cui era all’inizio della lettura. Se si è mosso, al massimo dieci o venti centimetri più in là. La realtà fisica non è cambiata e non è stato risolto alcun problema concreto. Eppure il lettore ha la sensazione distinta di aver sfondato un muro spesso, di essere stato al di là e tornato al di qua del muro. Ha l’impressione di essersi mosso fisicamente dal suo punto di partenza, quand’anche di soli dieci o venti centimetri. Per questo sono convinto che questa esperienza fisica sia la cosa più importante nell’atto della lettura. Percepisce la sensazione di essere libero, di potere andare dove vuole passando attraverso tutti i muri. È mio grande desiderio scrivere possibilmente romanzi e racconti di questo tipo, e di condividerli possibilmente con molte persone. ❞ Immaginare il mondo senza muri in certi casi si traduce in realtà. Io ci credo: le storie hanno questo potere za farsi scoraggiare. La capacità di immaginarsi vividamente un mondo senza muri in un mondo di muri, in certi casi, si traduce quindi in realtà. Credo che le storie abbiano questo potere. E non c’è luogo più ideale di Berlino 2014 per riflettere ancora una volta su questo potere. Vorrei mandare questo messaggio ai giovani di Hong Kong che in questo momento combattono contro il loro muro. Haruki Murakami (Discorso di ringraziamento per il «Welt-Literaturpreis» Traduzione di Ettore Claudio Iannelli) © DIE WELT UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 14 . Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 ESTERI 15 . La Catalogna, il voto e la teoria dei giochi «Perché sarà libera» L’intervista di Andrea Nicastro Un economista star sulla consultazione di oggi I PRECEDENTI STORICI Le date ● Era il 12 dicembre 2013 quando il presidente della Generalitat di Catalogna, Artur Mas, annunciò che il 9 novembre 2014 si sarebbe tenuta una consultazione popolare per chiedere il via libera allo Stato di Catalogna ● Il 25 marzo 2014 la Corte costituzionale spagnola ha dichiarato l’illegittimità del referendum ma Barcellona ha risposto che non avrebbe fatto alcun passo indietro ● L’8 aprile anche il Parlamento spagnolo ha respinto la richiesta di Barcellona. La consultazione di oggi non ha valore legale 1469 Matrimonio segreto 1580-1640 Unificazione degli imperi spagnolo tra Isabella di Castiglia e portoghese e il cugino Fernando 1400 1500 1600 1808-1814 Guerra napoleonica di indipendenza 1700 1800 1714 con la guerra di successione salirono al trono i Borbone. Il regno di Aragona fu cancellato LA CATALOGNA IN SPAGNA Popolazione Num. di imprese Cantabria 17,5% 18,8% Pil procapite media nazionale 22.700 192.544 28.915 893.200 183.291 26.666 669.500 138.300 16.666 16,6% sul totale nazionale 1° 8.440.300 576.565 3.040.000 1.460.600 2° 7.553.650 494.509 2.688.500 6.495.551 468.930 2.630.700 0 3° 18,5% Occupati Dissocupati 14,7% Pil Fonte: Eurostat, Ine DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA Professore alla Columbia di New York, inventore dell’indice di competitività internazionale, consulente del Fmi, protagonista fisso al Forum dei potenti di Davos: Xavier Sala i Martin è l’autore del libro diventato una lonely planet del separatismo catalano. Persino un’icona storica come Pep Guardiola ne tiene una copia sul comodino. «És l’hora dels adéus?» («L’ora degli addii?») argomenta con numeri e tabelle i perché e i percome Barcellona si separerà da Madrid. In fondo spiega persino che il voto di oggi, pur degradato dal Tribunale costituzionale spagnolo da referendum a sondaggio, tra reciproche accuse di attentare alle garanzie democratiche, resta una tappa di avvicinamento all’inevitabile divorzio. «Ho usato la teoria dei giochi, calcolato percentuali e rischi come per un qualunque business plan — spiega Sala i Martin al Corriere —. Secondo me l’indipendenza si raggiungerà pacificamente attraverso negoziati». Eppure, sino a oggi, è solo muro contro muro. «Madrid sa dire solo no, vero, ma la maggioranza sociale a favore dell’indipendenza catalana non può essere ignorata a lungo. Si arriverà a un Parlament secessionista». La Spagna ha sterilizzato ogni effetto legale del voto separatista di oggi, cosa le impedirà di farlo in futuro? «Un prerequisito per far parte dell’Unione Europea è il rispetto democratico. Madrid non può permettersi di ignora- 1900 2000 1978 LE NUOVE COMUNITÀ AUTONOME Le 3 (su 17) comunità autonome più grandi Madrid Andalusia Catalogna Il peso relativo della Regione all’interno del sistema Paese 1975-1978 Franco muore. 2014 La nuova Costituzione riconosce Consultazione le comunità autonome autonomista Galizi Ga aliziiia aliz alizi La Rioja Paesi Baschi Navarra Asturie C sstiglia Castiglia tiglia a -LLLe Leon eon Aragon A ona on Mad Ma M ad drid r Estrem madura mad m ad ra C Catalogna Castig Casti iiglia igl ig g La Man an ncha n h Anda da alus usia us usia V Va Valencia Mu Murcia Nazionalità storiche Nazionalità storiche ma senza Statuto durante la Repubblica Comunità storica Altre comunità autonome re un’istanza popolare rappresentata da organi legalmente eletti. O meglio, potrebbe farlo, ma ne pagherebbe il conto». Non soffrirebbe di più una Catalogna indipendente osteggiata dalla Spagna e fuori dall’Europa? «Con una separazione conflittuale, Madrid non potrà cedere parte del debito pubblico al nuovo Stato catalano e, senza le tasse di Barcellona, non sarà in grado di farvi fronte. Con un effetto domino il default spagnolo trascinerebbe al fallimento anche le banche tedesche e francesi che hanno Bonos in portafoglio. Sarà Frau Merkel allora a imporre un compromesso». Tutte le speranze basate sull’Europa, quindi. «Non solo. In caso di lite, Barcellona chiuderebbe i confini, così arance e automobili CdS spagnole non arriverebbero sui mercati europei perché strade e ferrovie per l’export passano da noi. Sarebbe penoso per tutti». Perché non basta regolare i dissensi in democrazia? «Se noi siamo il 16% della popolazione e gli spagnoli l’84%, democraticamente, decideranno sempre loro cosa gli conviene di più. Prendiamo la decantata autonomia delle regioni. Nella realtà non esiste. Dai programmi scolastici al welfare decide sempre il centro. Un esempio: la settimana scorsa Madrid ha bocciato una legge catalana che impediva di tagliare l’elettricità ai poveri. L’ha fatto perché non può permettersi questa regola nel resto del Paese. Così però anche i nostri poveri soffrono. È giusto?». Però per decenni la Catalo- Attesa Una donna a Girona, in Spagna, siede vicino a un albero decorato con il disegno di un’urna elettorale in attesa del referendum di oggi sulla indipendenza della Catalogna (Ap/Emilio Morenatti) gna ha guadagnato dal mercato chiuso franchista. «Ma oggi non è più vero. Se una donna vuole lasciarti, non puoi risponderle che avete condiviso gli stipendi per anni. Si cambia». Il futuro è di giganti come Cina, India, Brasile. Non è anacronistica la corsa a rimpicciolirsi? «Le misure non contano. La Svizzera vive benissimo fuori dalla Spagna. E l’Italia, che è ben più grande, non può difendersi da sola da un attacco militare. Ha bisogno della Nato. E per un attacco economico le serve l’Ue. Per l’effetto serra? L’Onu. Il futuro è di Stati omogenei, alleati tra loro. Siamo obbligati ad andare d’accordo. Per questo ci separeremo sì, pacificamente». @andrea_nicastro © RIPRODUZIONE RISERVATA «Riconoscere lo Stato di Palestina? Non aiuta la pace» L’ambasciatore israeliano sulle mozioni al Parlamento italiano: «Premio anticipato per Abu Mazen» Chi è ● Naor Gilon, 50 anni, è l’ambasciatore israeliano a Roma dal febbraio 2012 ● Nel 2009 è stato capo di Gabinetto del ministro degli Esteri Avigdor Lieberman (e vicedirettore per l’Europa occidentale dal 2009 al 2011) ROMA «Riconoscere oggi lo Sta- to di Palestina senza chiedere nulla in cambio non aiuta la pace, al contrario la allontana. Perché non riporterà i palestinesi al tavolo negoziale, visto che ottengono in anticipo quello che vogliono, e inoltre alimenterà la delusione del popolo palestinese, perché la loro vita quotidiana non cambierà in ragione di questo». Naor Gilon è l’ambasciatore israeliano in Italia. La dinamica politica innescata in Europa dal riconoscimento della Palestina da parte del governo svedese e dal voto con cui il Parlamento di Londra ha invitato Downing Street a fare altrettanto, preoccupa il governo di Gerusalemme, contrario a ogni «ricompensa preventiva» per Abu Mazen e l’Autorità palestinese. La presentazione di tre mozioni per il riconoscimento alla Camera e al Senato ha confermato che il tema è entrato nell’agenda politica italiana. «I fatti degli ultimi sei anni — spiega Gilon — dimostrano che la scelta fatta dall’Europa, di dare ai palestinesi una sorta di pre- mio anticipato, non ha funzionato. Furono indicati dall’inizio obiettivi finali, che avrebbero dovuto essere invece frutto di negoziato, come i confini del 1967 e lo Stato palestinese. Da ultimo, due anni fa, gli eu- ropei, compreso il governo italiano, votarono per dare all’Autorità palestinese lo status di osservatore all’Onu. Ma questi incentivi non hanno riportato Abu Mazen alla trattativa». Forse, facciamo presente al- In Medio Oriente Il capo della diplomazia Ue «Gerusalemme sia la capitale di due Stati» In visita in Israele, Cisgiordania e Gaza per la sua prima missione all’estero come capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha sollecitato la creazione di uno Stato palestinese. «Io credo che Gerusalemme può e debba essere la capitale di due Stati». l’ambasciatore, anche gli insediamenti israeliani nei territori occupati non hanno spinto il leader palestinese a un atteggiamento più morbido. Israele ha continuato a farli, ben sapendo che questi creano situazioni di fatto destinate a complicare ogni accordo sui confini, per esempio. «Rispetto il suo punto di vista sugli insediamenti, anche se non lo condivido. Ma noi abbiamo dimostrato in passato che quando c’è da lasciare un insediamento in nome di un’intesa per la pace, lo abbiamo fatto. Vale per tutti il ritiro unilaterale da quelli di Gaza. Ma gli insediamenti non c’entrano con il riconoscimento della Palestina». Perché secondo lei la Svezia si è decisa a questo passo? «Lo trovo un po’ strano. Nella prima settimana del nuovo governo, mentre il Medio Oriente esplode dalla Siria alla Libia e migliaia di persone muoiono, il tema numero uno per Stoccolma è stato il riconoscimento dello Stato palestinese. Non vedo alcun altro Paese seguirli. Quello che fanno i Parlamenti, come quello inglese e forse quello italiano è un’altra cosa». Per Gilon, si tratta di un nuovo «tentativo dei palestinesi di ottenere, attraverso i loro amici, il riconoscimento internazionale del loro Stato». Ma «dal punto di vista del diritto internazionale, uno Stato per essere accettato deve avere il controllo effettivo del suo territorio. A Gaza non è così». E all’obiezio- Il passo di Stoccolma «Il Medio Oriente brucia e per gli svedesi il riconoscimento della Palestina è la priorità» ne che Abu Mazen sia l’unico interlocutore ragionevole che Israele possa trovare e che se vuole la pace, non dovrebbe delegittimarlo, Gilon ribatte che «la ragionevolezza non basta a farne un partner per la pace, se continua a rifiutarsi ogni assunzione di responsabilità». Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 16 . Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 ESTERI 17 # . Il Messico e la guerra della droga Ricostruita la vicenda degli aspiranti maestri fatti sparire da narcos e agenti I genitori sperano ancora: «Dateci le prove». Il caso scuote i vertici del Paese ●Il caso I volti I ragazzi messicani uccisi Jorge Álvarez Nava 19 anni Jorge Aníbal Cruz Mendoza 19 anni Chistian Alonso Rodriguez Telumbre 21 anni Carlos Iván Remírez Villareal 20 anni Miguel Ánge Hernández Martínez 27 anni Leonel Castro Abarca 18 anni José Eduardo Bartolo Tlatempa 19 anni Nera e outsider La scelta di Obama per la Giustizia di Viviana Mazza Jonás Trujillo González 20 anni Martín Getsemany Sánchez García 20 anni Everardo Rodriguez Bello 21 anni Cutberto Ortiz Ramos 22 anni Jhosivani Guerrero De La Cruz 21 anni Giovanni Galindes Guerrero 20 anni José Ángel Campos Cantor 33 anni Luis Ángel Abarca Carrillo 18 anni Alexander Mora Venancio 21 anni Miguel Ángel Mendoza Zacarias 33 anni Marcial Pablo Baranda 20 anni José Ángel Navarrete González 18 anni Julio César López Pantolzin 25 anni Israel Jacinto Lugardo 19 anni Carlos Lorenzo Hernández Muñoz 19 anni Luis Ángel Francisco Arzola 20 anni Christian Tomás Colón Garnica 18 anni Adán Abrajan De La Cruz 24 anni Saúl Bruno García César Manuel González Hernández Marco Antonio Gómez Molina Antonio Santana Maestro Jorge Antonio Tizapa Legideño 19 anni Mauricio Ortega Valerio 18 anni José Luis Luna Torres 20 anni Magdaleno Rubén Lauro Villegas 19 anni Jorge Luis González Parral 21 anni Doriam González Parral 19 anni Emiliano Alen Gaspar De La Cruz 23 anni Abel Gracía Hernández 21 anni Nemjamín Ascencio Bautista 19 anni Felipe Arnulfo Rosa 20 anni Jesús Jovany Rodríguez Tlatempa 21 anni Abelardo Vazquez Peniten Bernard Florens Alcaraz Israel Caballero Sánchez Corriere della Sera I 43 uccisi su ordine del sindaco Trovati i resti degli studenti. Le rivelazioni di tre criminali: «Bruciati su una pira» 45 i giorni passati dalla scomparsa dei 43 studenti lo scorso 26 settembre nello Stato di Iguala, a 200 km da Città del Messico 25 mila le persone svanite nel buco nero della guerra dei narcos in Messico. Molte delle loro storie restano sconosciute WASHINGTON I 43 studenti di Iguala sono ancora considerati degli scomparsi. Perché le ossa trovate in alcune fosse comuni e in un torrente non sono per ora identificabili. Toccherà all’esperto austriaco Parson Walther, che ha indagato sui resti della famiglia dello zar, dare la risposta alle autorità. E a quello si aggrappano i genitori dei ragazzi, fatti sparire alla fine di settembre da agenti e narcos: «Per noi sono ancora vivi» gridano padri e madri in faccia alle autorità messicane che ora vogliono chiudere, in fretta, il caso. Infatti, hanno offerto ai media i tre rei confessi. El Jona, El Pato e El Chereje ricostruiscono quello che è accaduto il 26 settembre. Gli agenti bloccano, sparando, i bus che trasportano gli studenti. Alcuni sono uccisi. Un altro lo trovano cadavere, con il volto scorticato e senza occhi. Il resto sono infilati nei suv e in un camion dell’immondizia, un corteo che trasporta il carico umano nella discarica di Loma de Coyote, poco fuori Iguala, Stato di Guerrero, 192 chilometri a sud della capitale. Quindici arrivano senza vita. Asfissiati. Ad attendere gli ostaggi ci sono i gatilleros, i sicari dei Guerreros Unidos. Li fanno scendere per sottoporli a un rapido interrogatorio. Lo prevede il manuale non scritto dei narcos che, talvolta, si divertono a filmare la scena poi postata su YouTube. I banditi vogliono sapere se, come ha ipotizzato uno dei loro capi, detto El Gil, gli studenti sono al servizio degli avversari, i Los Rojos. Una menzogna. Infatti gli studenti negano qualsiasi legame. Ma serve a poco, li ammazzano. Entrano in scena El Tuerto e El Bimbo che organizzano la pira come fosse un falò di campagna. Pietre disposte tutte intorno, rifiuti della discarica, qualche copertone e poi un’innaffiata di benzina sui cadaveri. Bruceranno a lungo quei corpi, «quattordici ore», precisa El Chereje nella sua dichiarazione, che però non ricorda esattamente il numero delle vittime: «44 o 43». Il giorno dopo, quando i resti sono diventati cenere, li sparpagliano tra una fossa comune dentro sacchi dell’immondizia e il vicino fiume San Juan. Parole che vanno registrate ma pesate, in quanto le autorità hanno bisogno di offrire all’opinione pubblica gli autori materiali. Infatti i genitori dei ragazzi non si fidano, chiedono che le analisi siano condotte da esperti argentini. Dubbi, invece, non sembrano esserci sui mandanti. C’è una piramide della morte dietro questo eccidio, con in cima la coppia reale: il sinda- Trattative segrete Liberati i due americani prigionieri in Nord Corea Sono già in viaggio verso casa i due americani liberati dai nordcoreani. Kenneth Bae, 45 anni, agente di turismo, era stato fermato in Corea del Nord due anni fa ed era stato condannato a 15 anni di detenzione per aver tentato di «ribaltare» il regime. Matthew Todd Miller invece, arrestato lo scorso aprile, era stato condannato a settembre a sei anni di lavori forzati per «atti ostili» sul territorio nordcoreano. La liberazione è avvenuta grazie al termine di trattative segrete condotte dal direttore della National Intelligence, James Clapper. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama lo ha personalmente ringraziato per essere riuscito in quella che si presentava come una «missione impossibile». co di Iguala José Luis Abarca e la moglie Maria, entrambi in arresto. Lui, uomo corrotto e coinvolto nell’omicidio (mai perseguito) di un attivista, ha ordinato di fermare gli studenti. Temeva che potessero inscenare una manifestazione di protesta al comizio della «regina», come chiamano la consorte. Probabile che gli esecutori siano andati oltre, sperando che la verità rimanesse sepolta nella discarica. Il braccio dell’agguato è composto da molti personaggi. Il capo della polizia municipale, Felipe Flores, ancora latitante. Gilardo Astudillo, alias El Gil, e Sindronio Casarrubias, il leader dei Guerreros Unidos, il primo fuggiasco e il secondo in manette. Benjamim Mondragon, altro esponente della gang, che si è tolto la vita. Infine la manovalanza, i poliziotti e i pistoleri, fermati a decine da un imponente dispositivo di sicurezza mobilitato, tardivamente, dal presidente Peña Nieto. Il patto criminale in questo angolo di Messico non è nato per caso. Abarca era quasi sconosciuto ed è diventato sindaco. La moglie, ambiziosa e appariscente, gli ha garantito l’appoggio della famiglia. Due suoi fratelli facevano parte dei Beltran Leyva, il cartello che ingloba anche i Guerreros: sono stati eliminati nel 2009. Un terzo è finito per qualche tempo in galera. È in questo ambiente che cresce l’alleanza tra Abarca e la banda, alla quale paga il pizzo. Iguala non è un’eccezione, ma solo l’esempio più noto. Quei 43 aspiranti maestri sono in un elenco di quasi 25 mila persone svanite nel buco nero della guerra messicana. E tanti di loro restano dei desaparecidos mai citati sulla pagina di un giornale. Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA S e verrà confermata dal Senato, Loretta Lynch — 55 anni, radici nel Sud e laurea ad Harvard — sarà la prima donna afroamericana a diventare ministro della Giustizia degli Stati Uniti. La nomina è stata ufficializzata ieri dalla Casa Bianca in una cerimonia in cui il presidente Obama ha elogiato il lavoro fatto da Lynch come procuratore federale del distretto orientale di New York (che comprende Brooklyn, Queens, Staten Island, Long Island) nel «combattere mafiosi, gang della droga e terroristi, senza perdere la reputazione di persona affabile». Nell’occupare la poltrona del dimissionario Eric Holder (a sua volta il primo afroamericano in quel ruolo), Lynch erediterà molte delle questioni spinose che hanno attirato le critiche dei repubblicani verso il suo predecessore, inclusa l’autorità del presidente di ordinare attacchi su obiettivi terroristici, la raccolta di comunicazioni di cittadini americani, i casi che riguardano i diritti civili. Lynch non fa parte della cerchia ristretta di Obama, a differenza di altri candidati che erano stati considerati: è una relativa «outsider», il che potrebbe facilitare la sua approvazione in un Senato dominato dai repubblicani dopo le elezioni di Midterm del 4 novembre. Sarà la prima volta in due secoli che un procuratore federale arriva a diventare direttamente ministro della Giustizia, ma Lynch ha una vasta esperienza: ha perseguito politici corrotti sia democratici sia repubblicani, le banche di Wall Street, i pianificatori di un attacco terroristico contro la metro di New York, si è occupata di casi di brutalità della polizia (uno in particolare è diventato simbolico, con la condanna a 30 anni di carcere di un agente per aver picchiato e sodomizzato l’immigrato haitiano Abner Louima). La Casa Bianca ha auspicato una sua approvazione «rapida» portando i giornalisti del sito Politico a ipotizzare che i democratici intendano avviare la discussione prima dell’insediamento del nuovo Congresso (mentre formalmente hanno ancora il controllo del Senato). I repubblicani, pur dicendosi aperti alla conferma di Lynch, hanno però avvertito che deve essere esaminata «secondo procedura regolare», l’anno prossimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 18 . Cronache La protesta I manifestanti davanti al Comune di Carrara (Lapresse) Assedio al sindaco di Carrara Tensione tra alluvionati e polizia Due agenti feriti. Poi i manifestanti trascorrono la notte all’interno del Municipio Ancora sporchi di fango e disperati in tanti avevano annunciato quell’assalto al Palazzo. E dopo tre giorni di tam tam mediatico su Internet ieri mattina sono arrivati in più di duemila davanti al Comune di Carrara. Gente comune, uomini e donne con le case allagate e i negozi devastati, operai e intellettuali, studenti e insegnanti, anche un gruppo di ultrà della Carrarese. Hanno urlato tutta la loro rabbia contro sindaco e giunta, politici e tecnici. Poi sono entrati nell’androne del Palazzo e hanno tentato di raggiungere l’ufficio del sindaco, Angelo Zubbani (Psi). Lui li ha sentiti, ha afferrato un megafono ed ha deciso di incontrarli lungo le scale già presidiate dalla polizia in assetto antisommossa. «Avete ragione, portiamo sulle spalle tutto questo fango», ha detto ai manifestanti. Poi una frase, che come una scintilla, ha fatto esplodere la CARRARA L’inchiesta ● A Carrara, all’alba di mercoledì 5 novembre, dopo le forti piogge la piena del fiume Carrione inonda la città: il bilancio è di 450 sfollati e 1600 case danneggiate ● Sono franati 114 metri di argine e ne sono rimasti in piedi soltanto 25. Ora la Procura di Massa Carrara indaga per disastro colposo protesta: «Noi però non abbiamo alcuna responsabilità». Il caos. Una parte dei manifestanti ha iniziato a lanciare pietre, fumogeni, bottiglie, qualsiasi tipo di oggetto. Un uomo ha sventolato un cappio, altri hanno bersagliato il sindaco con pezzi di fango essiccati. C’erano anziani con le lacrime agli occhi per la rabbia, donne con il pugno rivolto verso il cielo. Una signora si è tolta le scarpe e li ha tirate verso il primo cittadino, poi ha cercato di superare lo sbarramento delle forze dell’ordine. Non ci sono state cariche, nessuna manganellata. Due poliziotti Piazza in fermento La protesta è nata in modo spontaneo, da una raccolta di firme in piazza. Poi sono volate bottiglie e fumogeni TRIBUNALE DI MILANO - SEZIONE FALLIMENTARE POWERELSE SRL IN LIQUIDAZIONE E IN CONCORDATO PREVENTIVO Avviso di vendita - Invito a presentare offerte irrevocabili di acquisto Si rende noto che la procedura in oggetto, proprietaria delle partecipazioni nella società del 15% in Alfa Solaris S.r.l. e del 25% in Beta Solaris S.r.l., ha ricevuto un’offerta di acquisto relativa a tali partecipazioni per un corrispettivo pari a 150.000 euro, da corrispondersi al momento dell’atto di cessione. Gli interessati a presentare offerte migliorative, purchè caratterizzate dalle medesime condizioni sopra previste, sono invitati a richiedere la documentazione necessaria al Liquidatore, dott. Marco Ziccardi (e-mail: [email protected]) o al Commissario Giudiziale, Avv. Marco Moro Visconti (tel.02/2909851 - fax 02/29098585) e a far pervenire entro il termine del 20/11/2014 h 12 offerte cauzionate mediante assegno circolare di importo pari al 10% del prezzo offerto. In caso di pluralità di offerte verrà indetta una gara informale presso lo studio del Commissario Giudiziale in Milano, via Privata C. Mangili 6, in data che verrà comunicata successivamente agli offerenti, con prezzo base pari all’importo della migliore offerta pervenuta e rilanci minimi pari a 5.000,00 euro, secondo modalità che verranno stabilite all’inizio della gara. Tutte le spese e le imposte inerenti e conseguenti all’aggiudicazione e al successivo atto di trasferimento saranno poste a carico della società acquirente. IL LIQUIDATORE - Dr. Marco Ziccardi Politecnico di Milano Estratto esito di gara Il Politecnico di Milano ha aggiudicato la procedura aperta per la FORNITURA DI PUBBLICAZIONI IN ABBONAMENTO E SERVIZI GESTIONALI CONNESSI PER IL POLITECNICO DI MILANO. N.CIG 5800590E48. Valore finale totale dell’appalto: € 1.602.288,12 IVA esclusa. Data di aggiudicazione: 09/10/2014. Aggiudicatario: LICOSA Libreria Commissionaria Sansoni S.p.A., Via Duca di Calabria, 1/1 50125 Firenze - Italia. L’avviso di avvenuta aggiudicazione è stato spedito alla GUUE il 15/10/2014. IL Rup - Cristian Borrello Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a: Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 - Fax 02 2588 6114 Via Campania, 59 C - 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12 C.so Vittorio Emanuele II, 60 70122 Bari Tel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO APPALTI CONTRATTI - ASSICURAZIONI DEMANIO E PATRIMONIO Il Comune di SALERNO pubblica l’avviso per la partecipazione all’asta pubblica per la vendita degli immobili di proprietà comunale. Il testo integrale, con l’elenco dei beni e le modalità di partecipazione, è disponibile sul sito internet www.comune.salerno.it/sez.bandi e concorsi e presso l’Ufficio Patrimonio - Rione Zevi (tel. 089/662903 e 089/662904). Il termine ultimo per la presentazione delle offerte scade il 16 dicembre 2014 ore 12:00. Il Dirigente Servizio Appalti, Contratti, Assicurazioni, Demanio e Patrimonio Avv. Luigi Mea sono però rimasti feriti e trasportati all’ospedale con prognosi di pochi giorni. Zubbani ha tentato di replicare, ma nonostante il megafono con il volume al massimo, è stato coperto da un coro di insulti. Una pietra l’ha raggiunta a una gamba, una bottiglia gli ha sfiorato il volto. Gli agenti l’hanno afferrato di peso e portato in salvo in un ufficio dove è rimasto asserragliato per ore mentre la gente occupava la sala consiliare. Ed è qui che il sindaco ha avuto un leggero malore. «Nulla di grave, solo un po’ di stress», ha detto ai poliziotti che volevano portarlo all’ospedale. La marcia sul Comune è stato l’ultimo atto di un dopo alluvione da incubo. È iniziata alle 11, spontanea. Prima con una raccolta di firme, nella piazza del municipio, per sfiduciare la giunta. Poi con la richiesta di parlare con il sindaco. «È la prima volta che scen- do in piazza, mai partecipato a manifestazioni politiche o sindacali — ha raccontato Francesca Franziani, casalinga cinquantenne —. La mia casa è stata alluvionata tre volte: adesso nel fango ci devono andare loro». Una protesta atipica quella di ieri, senza bandiere, appartenenze politiche, ideologie. «Finalmente questa città si è mossa da un torpore letale — ha detto Guido Palmerio, uno dei manifestanti che da anni si batte per la legalità e la trasparenza in città —. Carrara era una città sedata, immobilizzata da decisioni concordate tra maggioranza e opposizione. Un colossale inciucio che ha portato solo fango». In serata un centinaio di cittadini ha occupato il Comune dove ha organizzato un’assemblea e trascorso la nottata. Marco Gasperetti [email protected] ❞ Ho la casa piena di fango: ora nel fango ci devono andare loro Francesca «L’argine del Carrione è di polistirolo» Caso sui lavori per la messa in sicurezza In un servizio mandato in onda da RaiNews si vede una parte dell’argine del torrente Carrione crollato. L’inviato Paolo Poggio mostra il muro di cemento spezzato e all’interno della sezione ci si accorge chiaramente che per costruirlo sono stati utilizzati cemento armato e polistirolo. Basta sfiorare con le mani l’argine e il polistirolo si disperde come farina. Un altro video-denuncia è stato pubblicato su Facebook dalla senatrice M5S Sara Paglini che porterà la questione in Parlamento. «L’uso del polistirolo è ammesso ma è meno usato rispetto ad altre tecniche di costruzione — spiega Gianfranco Becciu, docente di costruzioni idrauliche al Politecnico di Milano — perché si tratta di un materiale, se pur più facile da utilizzare e meno caro, più fragile rispetto a plastiche e particolari materiali in metallo e dunque poco adatto a resistere a tensioni anche molto piccole. In caso di errore di progettazioni si potrebbe dunque rompere quindi a mio avviso meglio non esagerare». Il docente, pur premettendo che dalla visione di un filmato o di alcune foto è impossibile fare un’analisi scientifica, è però convinto che il crollo dell’argine non sia da addebitarsi al polistirolo. «È più probabile che il cedimento sia stato provocato da un cattivo ancoraggio alla base della barriera — spie- Il muro Il servizio di Rai News 24 «Mi trattano da delinquente Non lascio, la colpa è della Provincia» CARRARA Il sindaco è ancora sotto shock. «La mia coscienza è pulita, non c’è fango, non c’è melma. Mai ero stato così offeso, mai trattato come un delinquente. Capisco la rabbia degli alluvionati, ma lo ripeto non sono nostre le responsabilità. Quell’argine era di competenza della Provincia». Angelo Zubbani ( foto sotto), 61 anni, socialista doc, il primo sindaco nella storia di Carrara a superare l’ostacolo del doppio mandato (siede sulla poltrona più alta del municipio dal 2007) non fa un passo indietro. «Non mi dimetto. Io di questo assalto sono riuscito a decifrare solo alcune cose. Ho capito © RIPRODUZIONE RISERVATA La denuncia CARRARA Il primo cittadino ga —, e forse da un errore di dimensionamento di questo argine». Ma allo stesso tempo, fa capire l’esperto, non è improbabile che, nel caso di anomalie costruttive, l’utilizzo del non usuale polistirolo potrebbe aver avuto degli effetti. Insomma, anche se solo la perizia darà la conferma all’ipotesi, il materiale utilizzato per la costruzione della barriera potrebbe finire sotto inchiesta. C’è però un altro aspetto da valutare ed è la quantità di polistirolo utilizzato. Se si esagera la struttura può essere assolutamente a rischio. «Un’ipotesi che non voglio neppure prendere in considerazione — sottolinea Becciu — perché non credo si possa essere così incompetenti da alleggerire barriere che pur hanno bisogno di dilatazione come un argine». M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA perfettamente chi avevo davanti nel primo anello dei manifestanti, erano i soliti e tra di loro molti esagitati. Ma gli altri anelli, quelli più indietro, erano composti da cittadini, forse gli stessi che mi hanno eletto. E questo per me è una staffilata al cuore.». Eppure è stato proprio quel dichiararsi innocente a scatenare la rabbia del popolo. Anche perché di alluvioni, in città ce ne erano state già tre così devastanti. E due anni fa, in un tatto della riva del Carrione di competenza del Comune, era crollato addirittura un palazzo per fortuna precedentemente evacuato (c’è un’inchiesta in corso). «Come faccio a mollare adesso — dice Zubbani —, sarebbe da vigliacchi. Se solo avessi avuto la sensazione di aver sottovalutato l’emergenza non avrei aspettato un minuto a scendere in piazza e ad avvertire i miei cittadini. Adesso tiro fuori dal fango la mia città, poi se ne riparerà in consiglio comunale, l’unico che può democraticamente sfiduciarmi. Io sono amareggiato ma sereno». M. Ga. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 CRONACHE 19 # . «Hanno manipolato i miei dati» Denuncia di Marino sulle multe «Colpito da chi vuole le tangenti a Roma». Ma è giallo sulle precedenti versioni ❞ Due giorni fa quel permesso esisteva e ora invece è sparito ❞ È un reato molto grave, che comporta fino a otto anni di reclusione ROMA Quella delle multe non pagate di Ignazio Marino diventa una spy story. Fatta di dubbi, gialli, particolari che non collimano. E, adesso, anche di presunti hackeraggi al sistema informatico del Campidoglio, denunciati ieri dal sindaco ai Carabinieri. Marino diffonde un video che lo riprende nel suo studio di palazzo Senatorio, la barba lunga, la giacca blu, la cravatta rossa. Voce profonda, tono grave. Marino parla di «tentativi di costruire un dossier falso, per dimostrare che non avessi diritto al pass per la Ztl». E insiste: «Due giorni fa quel permesso esisteva e ora invece è sparito. Si tratta di un reato molto grave, che comporta fino ad otto anni di reclusione». Vicenda complessa, che va spiegata. Tre giorni fa il senatore Ncd Andrea Augello presenta un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Angelino Alfano, nella quale chiede risposte sul permesso Ztl (zona a traffico limitato) del sindaco e delle multe (otto, tutte non pagate) comminate alla sua Panda rossa dal 25 giugno al 25 luglio 2014. Un mese nel quale il pass di Marino risultava in effetti scaduto: il vecchio contrassegno arrivava fino al 23 giugno, quello nuovo partiva dal 21 agosto. A quel punto, è scattato il «balletto» di versioni fornite da Marino e dal suo staff. Prima si è detto che l’auto del sindaco era in una «lista bianca», ma se fosse stato così la targa sarebbe stata «riconosciuta» dai varchi elettronici e le multe non ci sarebbero state. Poi il Campidoglio si è appellato al meccanismo dell’autotutela dell’amministrazione, che si attiva quando ci possono essere contenziosi, senza però specificare quale struttura l’ha richiesta. Non i vigili urbani (il comandante, Raffaele Clemente, ha smentito categoricamente qualsiasi tipo di intervento), non i dirigenti del Dipartimento entrate. Che sia stato lo stesso Marino a richiedere l’autotutela? Il centrodestra ha chiesto l’accesso agli atti del Comune: si vedrà. A questo punto, però, il primo cittadino rilancia ancora. E, dal cilindro, tira fuori un foglio «inedito», tenuto finora secretato. Marino, nel video, mostra una stampata, tratta dai terminali comunali, con data 6 novembre, intorno alle dieci del mattino. Lì viene indicato un «permesso senza contrassegno. Giornalieri e temporanei sindaci d’Italia» per l’auto del chirurgo primo cittadino, con decorrenza dal 24 giugno fino al 31 ottobre. A leggere quella carta, si tratta di un pass «retroattivo»: la «data di aggiornamento», cioè quando quel pass viene inseri- Bergamo Le manifestazioni to, è il 12 agosto. Esattamente il giorno in cui l’Agenzia della Mobilità, quella che rilascia i tagliandi per la Ztl, inserisce l’auto di Marino nella white list (in attesa che la pratica venga completata). Le multe, infatti, sono tutte precedenti. Nella stampata dell’8 novembre, e questo è l’oggetto della denuncia ai Carabinieri, quella dicitura sul «pass temporaneo» sparisce. Il sindaco attacca: «Stiamo pestando i piedi a molte persone che preferirebbero una capitale che funzioni sulla base di favori e anche di tangenti. Noi siamo diversi e non ci faremo spaventare». Augello replica: La lista In un primo momento lo staff del sindaco diceva che l’auto era in una «lista bianca» Sentinelle in piedi e corteo, sfida sulla famiglia Sabato di manifestazioni (e contro-manifestazioni) a Bergamo. Da una parte le silenziose file formate dalle Sentinelle in piedi, chiamate a raccolta per difendere «la famiglia naturale da chi la vuole disfare»; dall’altra un colorato corteo organizzato dalle associazioni LGBT (sigla che raggruppa Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) per dire «no all’omofobia». E’ finita senza incidenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Se ne occuperà la Procura. Ma se non risultasse alcuna manipolazione, Marino si dovrebbe dimettere». Nel merito della vicenda, manipolazione o no, cambia poco. Quel pass «temporaneo», all’Agenzia della Mobilità, non esiste: fino al 12 agosto – come attesta anche la stampata del videoterminale il 6 novembre – l’auto di Marino era «scoperta». E, anzi, ogni giorno che passa si aggiungono nuove domande. La prima: il permesso temporaneo è stato pagato? La seconda: chi era al volante della Panda rossa quando sono scattate le contravvenzioni? Ernesto Menicucci © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Papa Francesco rinnova i vertici della sua diplomazia e allo stesso tempo ufficializza l’avvicendamento di uno dei capi dicastero vaticani di recente maggiormente al centro delle polemiche. Il cardinale statunitense Raymond Burke è stato rimosso dalla guida del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica, che è un dicastero della Curia romana e massimo organo giurisdizionale della Santa Sede. Bergoglio ha nominato Burke patrono all’Ordine dei Cavalieri di Malta, un incarico poco più Nomina Come «ministro degli Esteri» è stato scelto l’inglese Paul Richard Gallagher che di cerimoniale. Una decisione largamente attesa. E Burke stesso disse di aspettarselo in dichiarazioni a margine del recente Sinodo dei vescovi sulla famiglia, in cui egli è stato il campione del cosiddetto campo «conservatore», cioè di quella che ieri il segretario del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, ha definito «una minoranza di blocco» rispetto al «percorso pastorale nuovo» voluto dal Pontefice. Decisione attesa,dunque, quella su Burke ma il cui significato è altrettanto inequivocabile viste anche le recenti dichiarazioni del porporato che ha descritto la Chiesa «come una barca senza timone», anche se poi ha cercato di correggerle sostenendo che non era al Papa che si riferiva. Come prefetto della Segnatura Francesco ha promosso l’arcivescovo corso Dominique Mamberti che per otto anni è stato Segretario per i rapporti con gli Stati, e ora potrebbe ottenere la porpora. Il nuovo «ministro degli Esteri» vaticano invece è Paul Richard Gallagher, 60 anni, nato a Liverpool nello stesso quartiere dei Beatles (è il primo inglese a ricoprire l’incarico), per un anno e mezzo e fino a ieri nunzio in Australia (ha «selezionato» il successore del cardinale George Pell come arcivescovo di Sydney, Anthony Fisher, nominato a settembre). Gallagher ha fatto esperienza diplomatica nei cinque continenti (e anche al Consiglio d’Europa). Ha lavorato per cinque anni in Segreteria di Stato e dunque conosce da vicino la macchina curiale, viene descritto come preparato e alieno da «cordate», mentre con il suo arrivo cresce il peso degli anglofoni in Vaticano. Sarà il braccio destro del segretario di Stato Pietro Parolin, in un momento in cui la diplomazia della Santa Sede è impegnata su dossier cruciali riguardanti le gravi tensioni internazionali. M.Antonietta Calabrò @maria_mcalabro © RIPRODUZIONE RISERVATA Stufa a legna ventilata modello Flò colore bianco La rivoluzione in Curia Bergoglio rimuove il cardinale conservatore MGA GROUP Vaticano 20 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera CRONACHE . La storia di Giusi Fasano «Così mio figlio arbitro picchiato in campo mi ha reso fiero di lui» Il genitore: Luigi tremava ma era preoccupato per me DALLA NOSTRA INVIATA MARTIGNANO (LECCE) Se esistesse un giorno esatto per diventare adulti Luigi saprebbe qual è stato il suo: domenica 26 ottobre, su un campo da calcio della provincia di Lecce. Infilato nella divisa da arbitro e con l’energia dei suoi 17 anni, «è un po’ come se quel giorno fosse diventato grande», per dirla con suo padre Daniele. Ha capito che il rispetto delle regole è meno comune di quanto gli fosse mai sembrato. Ha imparato che la ragionevolezza e la giustizia sono armi potenti contro la violenza e si è fermato a riflettere sul senso dello sport e della competizione. Mentre incassava pugni e calci da sconosciuti, Luigi non immaginava il modo di vendicarsi ma l’angoscia del padre che, al di là della rete, lo aveva visto prima sopraffatto in campo e poi scomparire nello spogliatoio. È un poliziotto, Daniele Rosato. Sa per esperienza che basta l’insensatezza di un violento — uno solo — per fare danni enormi. «Papà starà morendo di preoccupazione» sapeva fin troppo bene Luigi. E mentre tastava il naso gonfio di botte non restituiva né pugni né calci, piuttosto pensava a sua madre Antonella, che avrebbe visto l’acqua rossa di sangue lavando la maglietta nera. «Possibile arrivare a tanto per un gioco?» si è chiesto quel giovane arbitro mentre l’ambulanza lo portava in ospedale. Possibile, sì, come raccontano troppo spesso le cronache. E stavolta è capitato proprio a lui, per un fischio non gradito durante la partita di seconda categoria fra l’Atletico Cavallino e il Cutrofiano. Botte e insulti. «Quando l’ho visto mi è sembrato terrorizza- La vicenda ● Il 26 ottobre, durante la partita nel Leccese tra il Cavallino e il Cutrofiano l’arbitro Luigi Rosato (nella foto, con il collare) viene aggredito ● Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta Per Luigi i medici hanno stabilito 21 giorni di prognosi ● Ci sono state polemiche per il presidente del Cavallino che dopo i fatti ha detto: «Due schiaffi sono pochi, io l’avrei ammazzato» ● Pochi giorni dopo la partita Luigi ha scritto una lettera che ha commosso tutti per ringraziare tutti quelli che gli sono stati vicini to ma si è sforzato di sorridermi e mi ha buttato le braccia al collo» racconta Daniele. «Papà non ti preoccupare, va tutto bene» ha mentito Luigi, «ho solo perso tanto sangue dal naso...». Quel «tutto bene» è diventato una prognosi di 21 giorni per contusioni varie e una distorsione del rachide cervicale. Suo padre ci ripensa e si emoziona: «Mi ha commosso quel suo insistere per rassicurarmi e il dispiacere che provava per quello che era successo, più che per se stesso. Mi ha quasi chiesto scusa per ciò che avevo visto...». Fosse stato un problema al computer Luigi (classe quinta all’Istituto Tecnico di Maglie) avrebbe saputo subito cosa fare, bravo com’è da meritare un 10 in informatica per aver creato una app... Ma stavolta il problema era la mancanza di rispetto, l’arroganza. Quale app usare? Quel ragazzino si è messo davanti al computer e ne ha inventata una fatta di parole semplici: una lettera «per dire grazie al buono che c’è», riassume suo padre Daniele. Per far arrivare i suoi ringraziamenti alla Federazione Gioco Calcio, ai «colleghi arbitri di tutt’Italia», agli amici per «non avermi mai lasciato solo» e, so- ❞ Negli spogliatoi l’ho trovato terrorizzato, ma si è sforzato di sorridermi e mi ha buttato le braccia al collo La lettera che ha scritto dopo le botte è la cosa più bella che abbia mai letto: mi ha ripagato di tanti sacrifici prattutto, ai suoi genitori. «A te papà, grazie» ha scritto «perché oltre a sopportare freddo, vento e i soliti insulti rivolti a me, hai sopportato tanta rabbia per quello che è successo... grazie perché solo con il tuo abbraccio mi sono sentito al sicuro». E «grazie a te, mamma, perché nonostante lavavi la mia divisa sporca di sangue con gli occhi lucidi di pianto, mi hai incoraggiato e sostenuto con il tuo sorriso». Una pagina che ha commosso tutti, non certo un «discorsetto così», come l’ha chiamato Luigi. «È la cosa più bella che io abbia mai letto» dice Daniele. E spiega: «Due sere dopo l’aggressione l’hanno invitato a una riunione di arbitri. Ci ha detto “mi sono preparato due appunti per i giovanissimi” e avrebbe dovuto leggerlì lì. Ma davanti all’applauso della sala si è emozionato e non è riuscito a farlo, così ha poi diffuso quel che aveva scritto via facebook». Un tripudio. Le parole di Luigi hanno sfondato i muri dell’indifferenza e nell’arco di poche ore hanno fatto il giro completo del mondo patinato del calcio. Gli hanno mandato messaggi in migliaia, la sua lettera è diventata una bandie- In azione Luigi Rosato, 17 anni, mentre arbitra ra contro la violenza nel calcio, lo hanno chiamato gli arbitri suoi idoli da sempre. Pierluigi Collina ha scritto di lui sulla Gazzetta ricordando se stesso arbitrare da ragazzino: «Ho rivisto il mio papà che come il suo mi ha accompagnato tante volte..». «Io ho solo scritto dei pensieri semplici, è pazzesco» si è stupito Luigi parlandone con i suoi e con sua sorella Giulia. Suo padre sorride: «A casa ci sembra di vivere un sogno. Con quelle parole mi ha ripagato di tutti i sacrifici che un genitore può fare per un figlio. E la cosa di cui andiamo più fieri è che Luigi è riuscito a trasformare la brutta parentesi di quel giorno in un’opportunità per far passare un messaggio positivo». Ci è riuscito usando una app speciale: il buonsenso. @GiusiFasano ❞ Le parole del ragazzo Papà, grazie, non hai potuto fermare chi mi ha colpito, però quando pochi minuti dopo mi hai raggiunto, con il tuo abbraccio mi sono sentito al sicuro © RIPRODUZIONE RISERVATA Agrigento Tra Europa e Stati Uniti Gli staccano l’acqua Muore d’infarto Armi e droga online Chiusi 400 siti illegali Ha aperto la porta di casa agli operai del gestore idrico che dovevano effettuare il distacco del contatore dell’acqua e, nella concitazione, si è sentito male ed è morto d’infarto. È successo a Lucca Sicula, un paese di circa tremila abitanti in provincia di Agrigento. Salvatore Tafuro, pensionato di 68 anni, era originario di Brindisi ma viveva da anni con la sua famiglia nel centro dell’entroterra agrigentino. Secondo una prima ricostruzione in mattinata sarebbero arrivati nell’appartamento di Tafuro dei dipendenti della società che gestisce il servizio idrico con il compito di distaccare l’utenza. L’uomo avrebbe chiesto di non procedere al taglio del contatore, contestando l’intervento, ma durante la conversazione si sarebbe sentito male e poi è morto. I familiari hanno presentato un esposto alla Procura di Sciacca chiedendo di accertare eventuali responsabilità. Il sindaco di Lucca Sicula Giuseppe Puccio ha informato dell’episodio il prefetto Nicola Diomede, che ha già convocato una riunione ad Agrigento per domani mattina. Lo chiamano il «lato oscuro del web», una sezione di Internet non raggiungibile con i tradizionali motori di ricerca. Un’operazione di polizia chiamata «Onymous, coordinata tra le autorità di 16 Paesi europei più gli Stati Uniti, ha portato all’arresto di 17 persone e alla chiusura di 400 siti illegali. Tutti operavano sulla rete Tor, sede di innumerevoli traffici illegali, dalla vendita di droga e armi allo scambio di immagini pedopornografiche. Blake Benthall, 26 anni, detto Defcon, è uno degli arrestati. È ritenuto il capo di Silk Road 2.0, indirizzo internet per la vendita di sostanze illegali. Il primo Silk Road era stato chiuso dall’Fbi un anno fa, ma Benthall ha lanciato una nuova versione subito dopo. «Oggi è uno dei mercati criminali su internet più estesi, complessi e più utilizzati», sostiene l’FBI. Un giro d’affari stimato in 8 milioni di dollari al mese, circa 150 mila utenti abituali. Sequestrati anche Bitcoin, la moneta elettronica utilizzata su Internet, per un valore di 1 milione di dollari. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 CRONACHE 21 . Strasburgo vieta alla Svizzera di respingere i rifugiati in Italia Bagnasco (Cei) Sentenza della Corte per i diritti dell’uomo «salva» una famiglia di profughi afghani «I richiedenti asilo politico rischiano di restare senza un luogo in cui abitare o di essere alloggiati in strutture insalubri». È una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, è un verdetto che condanna la Svizzera ma che al tempo stesso muove pesanti moniti all’Italia. Il 4 novembre scorso i namente di soccorrere i disperati giunti a centinaia di migliaia dalle aree più tribolate del pianeta; ma contemporaneamente si inserisce in una diatriba sempre più accesa tra Roma e Berna. Come è noto, i migranti che approdano sulle coste italiane solo in minima parte scelgono di fermarsi nel nostro paese; quasi tutti decidono di proseguire la fuga fino a paesi del Nord o centro Europa dove possono chiedere asilo politico. La Svizzera è una delle mete e la vicenda di Golajan Tarakhel , di sua moglie Maryam e della loro prole di cui si è occupata la Corte di Strasburgo rientra in pieno in questa casistica. Di più: Tarakhel potrebbe diventare simbolo di una svolta nel trattamento dei migranti in Europa. Approdato in Calabria con la famiglia il 16 luglio 2011 dopo tappe in Pakistan, Iran e Turchia, viene alloggiato a Bari; pochi giorni dopo il gruppo, scappa e cerca di entrare in Austria; tentativo fallito che li induce a provare il passaggio in Svizzera. Qui viene avanzata la richiesta di asilo politico. La risposta delle autorità locali è però negativa e per i migranti, ospitati in un centro di accoglienza di Losanna, si pro- La frontiera italo elvetica 2013 I° sem. 2014 Stranieri presenti illegalmente in Ticino 8.000 7.500 Passatori arrestati 50 47 ti, sanciti dal trattato di Dublino, in pratica, la Svizzera dovrebbe accertare che i profughi possano ricevere adeguata assistenza e solo a quel punto procedere all’espulsione. Ma Berna da tempo accusa l’Italia di non controllare a sufficienza le sue frontiere e di favorire la fuga dei migranti oltreconfine. L’ufficio immigrazione elvetico, dal canto suo, ha annunciato che non terrà conto di Strasburgo e che continuerà a rinviare gli immigrati in l’Italia, limitandosi a chiedere garanzie per l’accoglienza dei minori. Sorpreso da alcuni passaggi del verdetto si dice invece in un comunicato Christopher Hein, del Consiglio italiano dei rifugiati (Cir): «È importante comunque che la Corte riconosca che i richiedenti asilo appartengono a una popolazione svantaggiata e vulnerabile. Sappiamo che il sistema di accoglienza in Italia, nonostante i passi avanti degli ultimi mesi, presenta ancora lacune molto gravi. Speriamo che la sentenza dia l’impulso a ulteriori sforzi per l’adeguamento del sistema agli standard europei». Claudio Del Frate @cdelfrate La vicenda ● Il ministro della giustizia svizzero Simonetta Sommaruga è intervenuta ieri a commentare la sentenza di Strasburgo: pur non condividendo il contenuto si è detta disposta ad aiutare l’Italia «Sulla morte di Cucchi si arrivi alla verità completa» Ieri il primo ministro britannico David Cameron ( foto a destra Afp Photo), ha piantato un papavero di ceramica all’interno della installazione «Blood Swept Lands and Seas of Red», nei pressi della Torre di Londra. L’opera ricorda il centenario dello scoppio della Prima guerra mondiale ed è stata realizzata con 888.246 papaveri in ceramica che simboleggiano tutte le vittime del Regno Unito nel conflitto. La creazione doveva essere rimossa mercoledì per inviare i fiori a quanti li hanno acquistati in cambio di donazioni a enti di beneficenza militari; invece resterà sino a fine mese per lo straordinario successo. ROMA L’auspicio del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, perché si possa arrivare «ad una verità il più possibile completa e aderente ai fatti». L’incontro «di sostanza e tutt’altro che formale» (parole dell’avvocato Fabio Anselmo) con il procuratore capo Giuseppe Pignatone, nella speranza di riaprire le indagini. Le mille e oltre persone — famiglie e antagonisti, studenti e anziani — che hanno partecipato ieri alla fiaccolata per la verità davanti al Consiglio superiore della magistratura. A una settimana di distanza dalla sentenza di Appello che ha assolto tutti gli imputati, la famiglia di Stefano Cucchi trova nuovo conforto nella sua battaglia per accertare le responsabilità della morte del 31enne, arrestato per droga e morto da detenuto nel 2009. «Finalmente si è aperto uno spiraglio e noi andremo avanti», ha detto ieri sul palco di piazza Indipendenza la mamma, Rita Calore. «I segnali che arrivano sia dai cittadini, sia dalle istituzioni ci scaldano il cuore. Qualcosa sta cambiando e questo ci apre uno spiraglio di speranza», ha aggiunto la sorella, Ilaria ( foto). La manifestazione, organizzata dall’Associazione contro gli abusi in divisa (Acad) ha raccolto anche le testimonianze dei familiari di altre vittime o presunte vittime di violenze delle forze dell’ordine, Bernardino Budroni, Riccardo Magherini, Francesco Mastrogiovanni e Stefano Gugliotta. Solidarietà ha espresso anche Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi. Al vaglio dei magistrati romani c’è da venerdì anche una denuncia a carico del consulente della Procura, Paolo Albarello. Fulvio Fiano © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA La disposizione L’espulsione può avvenire solo se ai rifugiati è assicurato un adeguato trattamento giudici di Strasburgo con il provvedimento 326 del 2014, hanno ordinato allo stato elvetico di non rimandare in Italia una famiglia di afghani (genitori e quattro figli minorenni) a r r i va t a i n E u r o p a d o p o un’odissea su barconi, camion e treni proprio perché quei profughi, nel caso venissero restituiti all’Italia, rischiano di non avere un’adeguata assistenza umanitaria. Il verdetto suona sicuramente ingeneroso nei confronti di quanti, da Lampedusa e su fino a Milano si occupano quotidia- 40 6.000 30 4.000 3.800 20 2.000 21 10 0 0 2013 2014 Fonte: Polizia di confine svizzera 2013 2014 d’Arco spetta l’espulsione verso l’Italia. Lo stop arriva grazie al ricorso alla Corte Europea, secondo la quale Tarakhel e i suoi hanno diritto a restare in Svizzera. Motivo? «Tenuto conto della situazione attuale del sistema di accoglienza in Italia — è scritto nella sentenza — non è infondato che i richiedenti asilo corrano il rischio di restare senza un luogo dove abitare o che siano alloggiati in strutture insalubri o dove si verificano episodi di violenza». Perché non vengano violati i diritti degli individui dei rifugia- ● La Svizzera è uno dei Paesi a cui puntano gli stranieri che approdano in Italia. Le altre mete sono Germania e Paesi scandinavi, dove il trattamento è ritenuto migliore © RIPRODUZIONE RISERVATA Gran Bretagna Il fiore piantato da Cameron L’orrore di Cerys, corteggiata e poi mangiata da un cannibale Il carnefice ucciso dalla polizia inglese: aveva avvicinato la vittima in un bar invitandola a casa sua Paula Yemm è immobile, incassata nel divano della sua cas a i n O a kd a l e , v i c i n o a Blackwood, Sud del Galles. Ha agenti di scorta accanto a lei che la controllano. Hanno paura che faccia qualcosa di grave. Ha 49 anni Paula Yemm e fino a mercoledì scorso sua figlia Cerys, 22 anni, era semplicemente una graziosa ragazza bionda che frequentava il college e per mestiere da grande voleva prendersi cura degli altri in campo sociale. Oggi Cerys Marie Yemm è diventata la vittima del cannibale, catapultata in pochi minuti in un orrore senza confi- Lui ● Matthew Williams, 34 anni, è stato ucciso da una scarica di taser della polizia che lo ha sorpreso durante atti di cannibalismo su una donna ni, per via di quell’uomo che le ha mangiato letteralmente la faccia e si è messo a giocare con i suoi bulbi oculari come fossero biglie di vetro. Una storia che dal sud del Galles ha sconvolto il mondo intero. Una storia che poteva capitare a qualsiasi ragazza del college che entra in un bar a bere un drink e conosce un ragazzo. Matthew Williams aveva 34 anni e prima di riempirsi di cocaina, quella sera appariva come un ragazzo a modo, pacato, così come raccontano adesso inorriditi i frequentatori di quel bar. Matthew e Cerys si conoscono, chiacchiera- no, bevono qualcosa, le ore passano e l’invito dell’uomo a seguirlo nel suo ostello a due passi deve essere sembrato alla ragazza il preludio di una piacevole avventura galante, magari da raccontare alle amiche. Cosa sia successo subito dopo nella stanza del Sirhowy Arms hotel, ad Argoed, vicino Il killer L’omicida, conosciuto come un violento, ha agito sotto l’effetto della cocaina Lei ● Cerys Yemm, 22 anni, studiava in un college ed è stata uccisa da Williams dopo essere stata convinta a seguirlo: si erano incontrati al bar Cardiff non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che quando la polizia è entrata in questa stanza dell’ostello ha dovuto sfondare la porta perché Matthew Williams non voleva aprire. Stava mangiando il viso della sua vittima. Quando la polizia è entrata ha trovato il cannibale che, con in mano un occhio di Cerys, stava divorando le sue guance. Usare la pistola elettrica per paralizzare il cannibale è stato il primo pensiero dei poliziotti. Si chiama pistola taser, questa pistola elettrica: su Matthew mercoledì sera sono stati sparati 50 mila volt per cercare di stordirlo, anche se ormai per la povera Cerys non c’era davvero più nulla da fare. Non c’è stato più nulla da fare nemmeno per Matthew e adesso questo orrore senza confini ha spalancato le porte alle polemiche, perché Matthew Williams non era nuovo alla giustizia con i suoi atti di violenza, sebbene nessuno mai ha mai pensato che arrivasse ad atti di cannibalismo. Ma adesso è a Paula Yemm che gli agenti di Oakdale stanno pensando. La mamma di Cerys non riesce a muoversi dal suo divano. Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 22 . Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 CRONACHE 23 . La storia di Fabio Cavalera La favola triste di Sheila che dice addio all’amico cavallo Malata di tumore, la donna ha chiesto l’incontro e si è spenta poco dopo La teoria ● I benefici che un animale può indurre in un malato sono stati studiati a partire dal 1960 dallo psichiatra Boris Levinson, con particolare riguardo ai bambini. La sua teoria ha preso il nome di pet therapy ● Secondo la pet therapy la vicinanza di un animale può calmare l’ansia e aiutare a superare lo stress e la depressione Nel caso della donna inglese, Sheila da anni si prendeva cura di Bronwen, il cavallo da cui si è congedata Il saluto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L’ultimo incontro tra Bronwen e la sua padrona, Sheila Marsh, di 77 anni, è avvenuto all’esterno dell’ospedale di Wigan, dove la donna era ricoverata perché affetta da un tumore A organizzare il saluto, su richiesta della malata, era stato il personale dell’ospedale Sheila è morta due giorni dopo quell’estremo saluto LONDRA Se mai servisse un racconto per testimoniare quanto può essere profondo il rapporto di un essere umano con un animale, l’amico animale, si dovrà ricordare l’addio di Sheila Marsh al suo Bronwen. Una donna di 77 anni che è morta di tumore dopo avere ricevuto l’ultimo omaggio, un bacio sulla guancia dal cavallo che aveva cresciuto, allevato curato per tantissimo tempo. E per fortuna che questo istante, l’istante dell’incontro L’ultimo passo Il personale ha portato la barella in cortile, lei ha chiamato l’animale che si è avvicinato finale, è stato immortalato dalle macchine fotografiche davanti all’ospedale di Wigan perché, forse, sarebbe risultato persino difficile credere a una favola del genere, che poi favola non è ma è storia di una intesa fortissima e unica, certificata dal saluto dolce fra un’anziana signora e l’amico del cuore, l’amico con cui ha condiviso passeggiate, corse e lunghe galoppate. Sheila Marsh, quando ancora ne aveva le forze, lavorava al- l’Haydock Park, un ippodromo del Lancashire nel nordovest inglese. Era appassionata di animali. E di cavalli soprattutto. Ne aveva sei, oltre a tre gatti e tre cani. Si dice che le donne, La ricerca La chiesa storta di Van Gogh colpa di una retinopatia Confronto La chiesa di Auvers-surOise dal vivo e nel dipinto che Van Gogh ne fece un anno prima di morire Qui sopra un autoritratto del pittore olandese: secondo una ricerca l’artista soffriva di maculopatia I tetti sono ondulati come i profili dell’edificio che nella realtà è caratterizzata da un’architettura a linee rette. Così Van Gogh vedeva la chiesa di Auvers-surOise quando la dipinse nel 1890, un anno prima di morire. Il capolavoro non fu soltanto frutto del suo estro. Molto probabilmente il pittore soffriva in quel periodo di una maculopatia da stress, problema della retina causato dall’accumulo di sostanze prodotte dall’organismo in persone ansiose. Nella macula, la parte dell’occhio da cui dipende la nitidezza della visione, si crea una specie di bolla liquida che deforma le immagini. Il quadro è il primo caso documentato della malattia di Van Gogh, la corioretinopatia sierosa centrale, patologia degli stressati moderni, molto più diffusa rispetto a 50 anni fa (1 caso su 1000). Uno dei maggiori esperti al mondo è Andrea Cusumano, docente di oftalmologia all’università di Tor Vergata, professore a Bonn e alla Cornell University di New York. Cusumano fin da giovanissimo è appassionato delle opere dell’artista francese: «Il sintomo principale consiste in una marcata alterazione delle immagini accompagnata talvolta da abbassamento della vista. La malattia può regredire spontaneamente oppure ha un andamento cronico. Per queste situazioni esiste un intervento innovativo, la terapia fotodinamica». I tipi più a rischio? Impazienti, aggressivi e competitivi in modo esasperato. Il tono dell’umore crea una reazione biochimica che compromette la saluta della retina. Margherita De Bac © RIPRODUZIONE RISERVATA più degli uomini, riescano a sviluppare una relazione speciali con i cavalli: questione di tatto, di dolcezza, di gentilezza. Chissà se è davvero così. Ma Sheila, sposata e con figli e quattro nipoti, aveva per Bronwen un’attenzione eccezionale. Lo aveva preso che era un puledro di poche settimane e lo ha tenuto con lei per venticinque anni. Era il suo favorito. Gli parlava. Lo curava. Lo portava a correre quando ancora era occupata all’Haydock Park e soprattutto dopo, una volta andata in pensione. Ma Sheila Marsh si è ammalata. Un tumore che i medici le hanno diagnosticato come non guaribile. Ed è cominciato un calvario di cure che ha rallentato il decorso fino all’epilogo di due giorni fa. Sheila sapeva di avere una manciata di ore a disposizione e nella sofferenza ha chiesto di esaudire un desiderio: rivedere per l’ultima volta il suo Bronwen. Non è facile organizzare un incontro fra una paziente che è in punto di morte e il suo animale, il suo cavallo, il suo amico del cuore. Ma la figlia Tina è riuscita a convincere gli infermieri e i medici. Sarebbe stato un atto di amore verso la donna. E lo è stato. Sheila su una barella, con il respiro allo stremo. Però con la mente lucida. Con gli occhi che brillavano. Certo si rischia di sconfinare e si sconfina nella cronaca strappalacrime. Ma più che strappalacrime deve essere la cronaca di un’azione dolce compiuta da tutti i suoi protagonisti, una cronaca che ci spiega quanto sia misterioso e bello il rapporto fra l’uomo e la natura, fra l’uomo e gli animali, che ci dice quanto importante sia la comprensione delle strutture ospedaliere. Gail Taylor, infermiera specializzata nella assistenza ai malati terminali e alle famiglie, ha voluto i fotografi per ricordare e ha raccontato quei pochi minuti. È una testimonianza commossa e diretta: «Il personale ha spinto il letto con le rotelle fino all’ingresso dell’ospedale. Sheila lo ha chiamato con delicatezza e Il personaggio La donna lavorava in un ippodromo inglese e possedeva sei purosangue Bronwen si è avvicinato. Il cavallo si è piegato teneramente e l’ha baciata sulla guancia. Come se fosse consapevole dell’addio». Poche ore più tardi Sheila si spegneva. E si spegnava sicuramente felice. Non solo per avere ritrovato il suo Bronwen ma anche per l’intelligenza e l’accortezza di un ospedale che le ha consentito il più desiderato degli addii. @fcavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 24 . Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 CRONACHE 25 # . Web e diritti Le norme Stati Uniti La legge obbliga le aziende con oltre 50 dipendenti a fornire 12 settimane di congedo non retribuito. Il pagamento è facoltativo: lo ha scelto il 14% ILLUSTRAZIONE DI ALBERTO RUGGIERI Se gli indicatori economici fanno dire agli esperti che gli Usa vanno più veloci dell’Europa, i dati sui congedi parentali mostrano una tendenza opposta: in quattro anni (2010-2014) la quota delle aziende a stelle e strisce che offrono la possibilità ai papà di assentarsi per occuparsi dei bebè è sceso di cinque punti percentuali (Società per la Gestione delle Risorse Umane). Paradosso della storia. Almeno a sentire il New York Times, che così sintetizza la questione: fare il «mammo», come si chiama da noi poco bonariamente il papà casalingo, potrebbe penalizzare la carriera dei maschi. Che si troverebbero ad affrontare gli stessi problemi che hanno in molte parti del mondo le donne, quando si assentano dal lavoro alla nascita di un figlio. Una questione «femminile» al maschile. Il giornale cita il caso di Todd Bedrick, un contabile che s’è preso una lunga pausa dalla Ernst & Young per dedicarsi alla figlia. Ha imparato a cullare, a farla addormentare e ha elaborato un sofisticato congegno per far congelare e scongelare il latte materno di sua moglie. Ma un sociologo, Scott Coltrane, che studia la paternità all’Università dell’Oregon, ammette che ancora qualche pregiudizio c’è sugli uomini che affermano di mettere al primo posto i figli rispetto al lavoro. Perché il caso Bedrick rischia di mutare profondamente la cultura sul posto di lavoro. La famiglia del contabile della Ernst & Young ne ha tratto beneficio, sua moglie Sara guadagna di più e ha meno possibilità di entrare in depressione nei nove mesi dopo il parto. Il problema, secondo recenti opinioni di sociologi americani, è che con le donne capofamiglia soddisfatte, i maschi cominciano a preoccuparsi degli effetti che il congedo di paternità potrebbe avere sulle loro carriere. Una situazione simile, per certi aspetti, a quella italiana, dove la sfida non è solo convincere i datori di lavoro ad offrire il congedo, ma gli uomini a prenderlo. Le statistiche mostrano che sono ancora basse le percentuali dei maschi che accedono al congedo parentale. Per l’Istat solo il 7 % dei padri vi fa ricorso. L’Inps grosso modo fotografa lo stesso: l’88% dei congedi facoltativi è appannaggio delle donne. Per Paola Profeta, professoressa di Scienze delle finanza all’Università Bocconi, la situazione è destinata a restare così, anche in futuro, in assenza di Paternità o carriera Chi prende il congedo per stare col figlio si vede penalizzato su lavoro e stipendio Esattamente come accade alle mamme A casa con i figli I dipendenti che in Italia hanno utilizzato almeno una volta il congedo parentale 45,3% 6,9% Donne Uomini Durata di almeno un mese 69,6 Così in Europa per gli uomini 60 Germania 40 20 19,8 25% Svezia 13% 0 Uomini Donne 140.000 i dipendenti di enti pubblici che hanno utilizzato i congedi parentali Finlandia ITALIA Francia Fonte: Osservatorio nazionale sulla famiglia 9% 6,9% 2% d’Arco una vera svolta culturale. «Lo squilibrio è tutto a sfavore delle donne che hanno stipendi mediamente inferiori a quelli dei loro mariti. Con una retribuzione al trenta per cento in caso di congedo si fa presto a fare due calcoli in famiglia e optare per far restare a casa la donna». Per la professoressa bocconiana la strada da seguire è quella dei Paesi scandinavi: «In Svezia o in Norvegia si arriva fino a un mese di congedo obbligatorio retribuito per i maschi. Solo così è stato possibile ridurre lo sbilanciamento dei ruoli che in Italia assegna prevalentemente alle donne la cura dei bambini. Se tutti i maschi avessero gli stessi diritti si attenuerebbe anche l’effetto americano: la rinuncia per paura di limitare la carriera». I dati Eurostat dicono che in Italia la spesa per congedi è pa- ri allo 0,2% del Pil. In Svezia siamo allo 0,8%. Anche se rientriamo tra i Paese più generosi quanto a soldi per maternità. Tuttavia i numeri non dicono tutto. Almeno per Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale all’Università di Bergamo che alla paternità ha dedicato un libro. Riconosce che ancora i numeri sono bassi. Ma dopo aver condotto un’indagine sociologica sul campo s’è convinto che in Italia ci sia voglia di paternità. Che la svolta culturale sia già in atto. Soprattutto nell’Italia Centro-settentrionale. «Molti maschi vorrebbero passare più tempo con i loro figli, ripensare in modo diverso la loro presenza nella famiglia. Soprattutto nel campo dell’associazionismo dove maggiore è la possibilità di aiuto reciproco tra padre e madre. Il problema si scontra con un mercato del lavoro estremamente competitivo, deregolamentato e poco organizzato per favorire i papà». In attesa di riforme, il Maschio italiano può sempre apprendere da Bedrick: che cerca di tornare a casa presto per fare il bagno alla figlia. Agostino Gramigna Italia Il congedo parentale ha una durata di sei mesi con retribuzione pari al 30% Dal 2012, in via sperimentale, il papà ha l’obbligo di astenersi dal lavoro per un giorno Svezia Il congedo è un diritto individuale e può essere preso fino agli 8 anni di vita del bambino Ogni genitore ha diritto a 60 giorni L’indennità è pari all’ 80% dello stipendio Germania Il congedo può essere preso fino a 3 anni di vita del bambino per 12 mesi. Dal 2007 è prevista un’indennità pari al 67% dello stipendio fino a 1800 euro (anche part time) Le nuove regole sulle armi da set per i produttori sono inapplicabili. Valsecchi: gireremo all’estero Si cambia ● Una direttiva europea ha stabilito due anni fa che le armi di scena devono essere rese innocue ● Il ministero dell’Interno ha istituito una commissione che ha previsto una procedura per adeguare le armi, scattata il 5 novembre questione deve trovare una soluzione seria. Venerdì, in un comunicato congiunto, Anica, associazione nazionale delle industrie cinematografiche; e Apt, associazione dei produttori televisivi, hanno diramato un comunicato molto allarmato: «A partire da oggi ogni fornitura di armi ad uso scenico si ferma, e con essa si fermano tutti i set cinematografici e di fiction d’azione. Le perdite economiche si annunciano ingenti. Tutto ciò a causa della Legge che regolamenta la detenzione e l’uso delle armi a uso scenico». Una legge che una commissione ha cambiato con «norme tecnicamente opinabili, ogget- tivamente inapplicabili». Una situazione tipicamente italiana. Spiega infatti Valsecchi a cui chiediamo di spiegarci come funzionano le sparatorie sui set. Le armi sono vere o Le ricerche offrono dati allarmanti. Per esempio: il 25 per cento delle ragazze è stato molestato online, il 26% ha subito stalking. Lo dice lo studio americano del Pew Research Center. Così i colossi del web corrono ai ripari. Come Twitter, che ha «ingaggiato» l’organizzazione non profit Wam (Women, action ad the media), che ha già realizzato una campagna contro la violenza sulle donne insieme con Facebook. Un progetto pilota per intercettare non solo le molestie sessuali, ma anche i commenti razzisti o quelli lesivi della dignità sessuale degli utenti. I tweet incriminati verranno segnalati attraverso un modulo online e valutati dallo staff della Wam: due moderatrici donne. Lo staff, se ci sono i presupposti, avvertirà Twitter. «Promettiamo una risposta rapida — assicurano da Wam —. Ma non possiamo prendere noi le decisioni conseguenti, questo spetta ai moderatori di Twitter». Un progetto pilota di breve, anzi brevissima durata: forse appena un mese. Nel quale Wam cercherà anche di tracciare un profilo base di chi commette abusi e attraverso quali forme, in modo da suggerire risposte adeguate e preventive. La mossa di Twittter è sicuramente un passo avanti, ma probabilmente troppo corto. Come confessa Jaclyn Friedman, direttrice esecutiva di Wam, all’Atlantic: «È frustrante che con tutto il denaro che hanno a disposizione non siano in grado di spendere un po’ di più per rendere più sicura la piattaforma». E sebbene si dica «entusiasta e incoraggiata» dal progetto non nasconde che trova «scandaloso che una piccola organizzazione con solo due persone debba lavorare gratis per loro». In ogni caso, la sicurezza (soprattutto) delle donne sulla rete è un problema molto sentito negli Usa. I casi di violazioni si moltiplicano. Come per esempio quello di Zelda Williams, la figlia dell’attore Robin, che ha cancellato il suo account Twitter dopo aver ricevuto messaggi offensivi in seguito alla morte del padre. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Se una legge impedisce le sparatorie nei film «Mi sono affrettato a girare tante scene di sparatorie delle fiction che ho attualmente in produzione — “Squadra mobile” e “Squadra antimafia” — perché non so che farò da domani. Se la situazione non si risolverà sarò costretto ad andare all’estero». Perché ora il problema è che sul set, in Italia, non si potrà più sparare. Pietro Valsecchi, uno dei migliori produttori cinematografici e di serie televisive che abbiamo in Italia (qualche titolo dei suoi successi: «Distretto di polizia», «Ris Delitti Imperfetti», «Il capo dei capi») è dunque corso ai ripari mettendo fretta ai suoi attori, ma certo la La soluzione di Twitter contro le molestie: donne moderatrici Sul set Anna Caterina Murariu punta una pistola sul set di «Squadra antimafia» finte? «Come accade in tutta Europa si spara con armi vere, modificate ovviamente. Le stesse fabbriche d’armi applicavano le modifiche necessarie affinché le pallottole non potessero uscire dalla canna. E certificavano che la pistola sparava a salve. Da qualche tempo una commissione del Ministero degli Interni stava lavorando per cambiare le cose. Che sono appunto cambiate da venerdì. Ma secondo le armerie queste nuove modifiche non vanno bene e dunque le armi non possono essere certificate. Da qui il blocco totale». Domanda ingenua: perché non usare pistole giocattolo? «Perché si vedrebbe. È una questione anche di peso, del rapporto che l’attore/gangster/killer instaura in quel momento con l’arma. Con il giocattolo non si crea». Se non fosse che di mezzo ci sono posti di lavoro che potrebbero saltare, ci sarebbe da ridere. In America i ragazzini sparano nei licei e noi non possiamo più fare dei bei polizieschi. Conclude amaro Valsecchi: «Spero davvero che ci si incontri e che il problema venga risolto. La Taodue (società di produzione di Valsecchi, ndr) dà lavoro a 15mila persone all’anno. E io voglio continuare a produrre e mantenere l’industria qui, in Italia. Ma se non mi mettono più nelle condizioni di girare un film d’azione che devo fare?». Maria Volpe © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 26 ● . Il caso Cucchi La sentenza della Corte d’appello ha un devastante lato oscuro: milioni di italiani potrebbero non credere più al sistema della giustizia e trasformare il volto martoriato di Stefano in icona plausibile per altre indignazioni quotidiane ANALISI & COMMENTI di Pierluigi Battista Colpire, minacciare e togliere la parola La violenza torna ad essere metodo a chiave sta in due righe e una foto, a galla su Internet come un messaggio in bottiglia. «Più di tre milioni di persone hanno visto questo post, non siamo soli e non lo saremo mai», scrive Ilaria Cucchi accanto all’immagine di suo fratello Stefano, sfigurato dalle botte sul tavolo dell’obitorio. Ecco. Tre milioni di persone ripescano quella bottiglia, rileggono quel messaggio, guardano il volto di quel ragazzo qualunque, un figlio, un fratello, uno di noi. L’effetto è quello di una chiamata generale. Così si spiega la serata delle «mille candele» ieri a Roma, in piazza Indipendenza, lanciata e rilanciata via web, cresciuta nel passaparola dei blogger e diventata infine un sussulto di rabbia reale sotto il Csm al grido di «giu-sti-zia! giu-sti-zia!». Accorrono ragazzi dei collettivi antagonisti, certo. Amici di Stefano anche da Villa Maraini, sì, dove si lotta contro la droga. Ma pure mamme, nonni, adolescenti, bimbi sulle spalle dei papà coi lumini accesi in cerca di una verità che in mattinata ha invocato persino il cardinal Bagnasco. Si può discutere e molto sulla sentenza che manda tutti assolti per la morte di Stefano Cucchi, ma qui il punto non è di diritto. È, banalmente, di sostanza. La decisione della Corte d’appello — il pestaggio ci fu, la vittima è sotto i nostri occhi e tuttavia non ci sono responsabili — ha stappato un sentimento collettivo e popolare: per effetto della tenacia della famiglia Cucchi e del coraggio di Ilaria, di sicuro, ma anche e soprattutto dello spirito dei tempi. «Sappiamo chi è Stato», anticipano i social network nei loro hashtag e strillano poi i cartelli in piazza. Dietro di essi si vede un’onda che monta con il moltiplicatore emotivo di Facebook e Twitter, e con la filosofia degli indignados: il sospetto che non ci sia da credere a nessuna autorità costituita, la voglia di strappare il velo a un potere che si autoassolve, alle caste e alle lobby. Con la forza di un semplice assunto, che chiunque può capire senza essere un giurista o un politologo: Cucchi è entrato in cella vivo e sulle sue gambe, ne è uscito morto e ridotto a larva. Gli attacchi di alcuni esponenti del centrodestra al ragazzo e al suo stile di vita suonano dunque, oltre che crudeli, stonati. Un vano tentativo di buttarla in politica: perché qui non si tratta di mettere sotto accusa o di difendere un paio di carabinieri, tre agenti di custodia, qualche medico, né si discute della libertà di sballo o di spinello. Qui è morto un giovane uomo che andava aiutato. E a essere revocato in dubbio dal popolo italiano, o almeno dalla sua massa critica rap- C i mancava solo il ritorno della violenza e dell’agguato. Gli incendiari giocano alla radicalizzazione della lotta politica. Matteo Salvini provoca buon senso e buon gusto andando ad arringare le folle che vorrebbero smantellare i campi rom: una miccia da far esplodere per la grancassa della propaganda. I centri sociali rispondono con l’assalto di piazza e l’intimidazione violenta sistematica. Pochi, ma in grado di esercitare il diritto arbitrario di togliere la libertà di parola del Nemico mostrificato. Pochi, ma intolleranti e in grado di far vittime: ieri due feriti per un autista, quello del leader della Lega, incapace di tenere i nervi saldi, cui va aggiunto un cronista bolognese con un braccio rotto dai nuovi squadristi. Questi ultimi quasi teorizzano l’aggressione ricercata con arroganza. Nulla si è salvato in questi ultimi anni dalla furia intollerante sublimata con i nobili abiti della «contestazione»: comizi, congressi, conferenze, presentazioni di libri (di Giampaolo Pansa), feste di partito, cortei, celebrazioni del 25 Aprile. Pochi anni or sono, è utile ricordarlo, addirittura papa Ratzinger dovette rinunciare a una prolusione presso il rettorato dell’Università di Roma per non innescare violenze e danni all’intera città. Circostanze totalmente dissimili tra loro, ovvio. Ma nel sottosuolo mentale e ideologico dei violenti si annida sempre la stessa smania censoria. La voglia incontenibile di interrompere qualunque manifestazione. Il leader della Lega sembra non conoscere il principio di responsabilità che un politico deve dimostrare se decide di solleticare gli istinti xenofobi contro «gli zingari». Gli «antagonisti» sembrano invece non conoscere altro linguaggio che quello dell’aggressione. E le immagini di Bologna sono chiarissime su chi porta la colpa dei feriti di ieri. Tra cui un giornalista colpevole solo di fare il suo mestiere. Sempre gli stessi bersagli per i professionisti dello squadrismo. © RIPRODUZIONE RISERVATA BEPPE GIACOBBE L ● Il corsivo del giorno IL PERICOLO NASCOSTO NELLA VERITÀ NEGATA di Goffredo Buccini presentata in Rete, è il sistema per intero: un sondaggio di Agorà dice che il 70 per cento vorrebbe rivedere la sentenza (pure prima della Cassazione). È come se il caso Cucchi avesse svegliato con qualche ritardo una specie di grillismo giudiziario. «Cosa è giusto lo decidiamo noi!»: questo è il messaggio finale, in sé tutt’altro che rassicurante, prodotto dalla malagiustizia. Il furto di verità fa venire in mente, a chi ha memoria, l’Italia delle stragi. Ma qui è tutto più immediato e comprensibile. La faccia pesta di quel ragazzo ogni volta che apriamo il computer è paradossalmente un memento più assillante persino delle terribili foto di un treno sventrato o di una piazza devastata, perché la nebbia di rinvii e depistaggi allora confondeva tutto, e noi tutti, nel tempo. Nell’eterno presente perpetuato in Rete, invece, la verità denegata appare affilata come il volto di Cucchi nell’ultimo scatto. LA POLITICA ESTERA DI OBAMA L’ANATRA ZOPPA FORSE CI STUPIRÀ SEGUE DALLA PRIMA S Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it i noti il paradosso (che è poi il paradosso presente in ogni negoziato internazionale): il fatto che il presidente abbia ormai margini di manovra assai ristretti (i repubblicani non gli permetterebbero un accordo qualsivoglia) e il fatto che gli iraniani lo sappiano obbliga questi ultimi, se davvero sono interessati al successo della trattativa, a fare concessioni che forse non avrebbero dovuto fare se Obama non si fosse così indebolito sul piano interno. Di positivo c’è che, con la vittoria congressuale repubblicana, si è ridotto drasticamente lo spazio per bluff e furbizie varie (da una parte e dall’altra) nel negoziato in corso. La questione del nucleare iraniano si intreccia, naturalmente, con la vi- cenda della guerra allo Stato islamico. La lettera segreta che Obama ha inviato alla guida suprema iraniana Khamenei, e di cui in questi giorni è stato rivelato il contenuto, nella quale si propone di fatto uno scambio fra accordo sul nucleare e lotta comune contro lo Stato islamico, è una lettera maldestra che riflette la confusione strategica in cui versa da tempo la politica mediorientale di Obama: una alleanza esplicita con l’Iran (e col siriano Assad) contro lo Stato islamico farebbe crescere ancor di più, in tutto il mondo, i simpatizzanti sunniti di quest’ultimo. Solo che quella lettera precede le elezioni americane e oggi non ha più molto valore. Difficilmente, infatti, quella posizione potrebbe essere accettata (almeno ufficialmente) dai repubblicani. Tuttavia, Obama ha ora l’occasione L’idea che la giustizia sia cosa di cui diffidare ha avuto per vent’anni un tratto tutto politico: Berlusconi l’ha inculcata ai suoi e ne ha fatto la propria cifra. Ma questa storia semplice ne dà un segno pre-politico e trasversale: una cosa che chi attacca la memoria di Cucchi — nel riflesso pavloviano di difendere le divise purchessia — sembra non comprendere. Tutto questo non è però gratuito. Il pericolo che milioni di italiani qualsiasi non credano più ai loro giudici è ben più devastante dell’eversione a bassa intensità proposta per due decenni dal berlusconismo. E sta qui, in definitiva, il lato più oscuro della sentenza Cucchi. Che avrà tecnicamente le migliori ragioni, ma contiene un insulto al senso comune, un nocciolo di non plausibilità: e perciò trasforma il volto martoriato di Stefano in icona plausibile per altre mille indignazioni quotidiane. di assumere una postura molto più decisa e dura nel grande pasticcio mediorientale. E non è forse un caso che subito dopo le elezioni egli abbia deciso di inviare nell’area altri 1.500 soldati, sia pure con compiti solo «di addestramento delle truppe» (per ora). Se scegliesse di alzare ancora di più il tiro contro lo Stato islamico, ma chiarendo anche che ciò non implicherebbe alcuna alleanza di fatto con il dittatore siriano Assad, difficilmente i repubblicani potrebbero contestarlo. Si aggiunga che la probabile candidata democratica alle prossime Presidenziali, l’ex segretario di Stato Hillary Clinton, già critica nei confronti della politica estera di Obama, è sicuramente pronta ad avanzare nuove dure obiezioni, e il presidente ha interesse a prevenirla con azioni internazionali decise. Potrebbe persino accadere che gli europei (e anche gli alleati mediorientali) scoprano fra poco di poter contare di nuovo, in quella partita, sulla leadership degli Stati Uniti. Il presidenzialismo americano, il © RIPRODUZIONE RISERVATA cosiddetto «governo diviso», è soggetto a dinamiche più complesse di quelle che gli europei di solito immaginano. Non è detto che un presidente «anatra zoppa», come è oggi Obama, sia necessariamente destinato a un mesto declino senza più storia e gloria. Può anche essere che la bruciante sconfitta delle elezioni di midterm si riveli per il presidente, paradossalmente, una fortuna, rendendolo di fatto più libero di agire sulla scena internazionale (come osservava sul Corriere del 7 novembre Massimo Gaggi). Certamente non tutto, ma molto dipende comunque da lui. Si tratta di capire se Obama ha ancora voglia oppure no di chiudere con qualche successo la storia della sua amministrazione. Se così fosse, le nuove condizioni potrebbero agevolarlo. Una fortuna per lui e forse anche per tutti coloro, europei per primi, la cui sicurezza migliora quando l’America ha successo. Angelo Panebianco © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 . NUOVI ASSETTI PARTITO DELLA NAZIONE LA SFIDA (E I RISCHI) DEL PROGETTO DEL PD di Virginio Rognoni Bipolarismo L’idea del premier di consolidare un polo riformista potrebbe favorire lo sviluppo di una forza antagonista: un riordino che farebbe l’interesse del Paese S econdo le analisi che sono state fatte dopo la Leopolda e Piazza San Giovanni c’è anche la prospettiva di una possibile trasformazione del Partito democratico in un partito «totalizzante». La vocazione maggioritaria del Pd, in uno scenario fortemente segnato dalla debolezza dei partiti di opposizione, porterebbe a questo rischio. La vigoria del segretario-premier farebbe il resto: Renzi solo al comando, con lui è la gente; e il partito, di cui è segretario, è del tutto sfocato. Quasi a prova di una deriva del genere si è richiamata la stessa espressione «partito della nazione», circolata con insistenza alla Leopolda. Così, per esempio, Cacciari: la nazione è «tutto», il partito è «parte»; se, dunque, c’è un partito della nazione, quel partito è il partito unico e la democrazia si spegne. A sua volta Luciano Gallino: «anche altri partiti, in passato, si sono qualificati nazionali e sappiamo come sono andate le cose». Tutto vero: ma è giusto prendere sul serio — qui e ora — l’espressione «partito della nazione» e paventarne gli esiti disastrosi per la democrazia? Altre volte, in tempi passati, si è parlato di «country party» per definire la Democrazia cristiana e il suo ruolo centrale per gli equilibri politici del Paese; una sorta di «innocente» retorica a sostegno di una indiscutibile situazione di fatto. Ma anche oggi il «partito della nazione», di cui si è parlato alla Leopolda, mi pare semplicemente un argomento retorico, un capitolo della propaganda che ogni partito si concede. Piuttosto, il progetto di Renzi, condiviso da tutto il partito, è chiaro nella sua enunciazione: l’alternanza al governo di due formazioni contrapposte, con programmi e storie diverse che, appunto, ne provocano la contrapposizione. Il programma — brevemente si può dire così — è un deciso riformismo che senta fortemente le esigenze della giustizia, che modernizzi il Paese, gli tolga la ruggine in non pochi meccanismi istituzionali, elimini burocrazie e ritardi; tutto ciò attraverso l’azione di un partito — il Pd — che, nell’agire per questo programma, deve esso stesso mettersi in gioco. In ogni caso un partito collocato sulla sinistra, secondo la storia che ha alle spalle, compresa quella del cattolicesimo democratico e senza infingimenti come lo prova la sua collo- cazione, a livello europeo, fra le famiglie socialiste. È con questo progetto e con questo partito che Renzi si è presentato alle elezioni europee, di fatto al giudizio della gente, e ha avuto grande successo. Di fronte a tale risultato la conclusione è elementare: il Pd ha bisogno di Renzi e Renzi ha bisogno del Pd. Ma questo rapporto di reciprocità, che conferisce forza al partito, richiede una costante manutenzione e l’impiego di ogni risorsa di cui la cultura politica dispone; soprattutto quando la dialettica fra maggioranza e minoranza si radicalizza e diventa dura contrapposizione. Spetta soprattutto al segretario questa opera di manutenzione capace di eliminare incomprensioni che, nel tempo, irrigidendosi, potrebbero diventare laceranti. Faccio solo un esempio: le dichiarazioni di molti esponenti della minoranza di escludere qualsiasi ipotesi di scissione e di rimanere, in ogni caso, nel partito, non possono essere considerate come espressione di uno stato di necessità o di opportunismo. In queste dichiarazioni c’è (e basterebbe il solo dubbio che ci sia) il sentimento di una appartenenza, avvertita come cosa preziosa; l’appartenenza al partito, alla sua storia e alle sue ragioni di oggi. Un patrimonio che non può essere liquidato e buttato via con parole sbrigative. Al contrario, trovando le parole «giuste» della politica — che pure ci sono — deve essere valorizzato. Se ne avvantaggerebbe il dibattito interno sugli stessi decisivi temi della politica economica e ❞ Pedagogia Il piano dei democratici ha in sé una carica «pedagogica». Ma se la sfida non venisse superata ci troveremmo dentro un centrismo senza confini del lavoro; temi tutti che la dirigenza ha il dovere di portare al governo secondo gli esiti di un dibattito interno, a cui a pieno titolo ha partecipato anche la minoranza. La sfida politica del Pd sta anche qui, delicatissima, sul fronte interno e va giocata con grande discernimento. Il suo progetto può non avere successo ma è veramente ambizioso nella sua enunciazione. Muoversi, infatti, con forza e chiarezza, verso il consolidamento di un polo di sinistra-riformista potrebbe provocare e favorire la nascita di una formazione antagonista. A questo modo si metterebbe in moto un processo di riordino integrale dell’assetto politico nell’interesse del Paese. Un progetto ambizioso, dunque, che finisce per avere in sé una carica «pedagogica» che, nei momenti difficili, non è affatto estranea alla politica. Se è così, che si parli del Pd come il «partito della nazione» non può certo creare sconcerto. Se la sfida non fosse superata, ci troveremmo tutti dentro un centrismo senza confini. È bene saperlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA ●È 27 UNA PAROLA, FRAU MERKEL: NE HA BISOGNO LA BCE COMMENTI DAL MONDO La Svizzera e il dilemma sui residenti ricchi facciamo un ● ❞ «Non autogol»: così l’economista Roberto Grassi sul Corriere del Ticino avverte i cittadini svizzeri che saranno chiamati a un referendum per aumentare la tassazione per i «globalisti», cioè i circa 5.500 stranieri che beneficiano di grandi introiti, risiedono in Svizzera e godono di benefici fiscali. Disincentivare l’arrivo di personaggi di successo nei rispettivi campi, sostiene Grassi, porterebbe solo minori entrate alla Svizzera e aggraverebbe l’imposizione fiscale per tutti gli altri cittadini. L’Infanta Cristina e il segnale atteso sulla successione imputata per ● ❞ L’hanno frode fiscale. L’Infanta Cristina potrebbe essere processata e condannata. El País, diretto da Antonio Caño, chiede che la sorella del re di Spagna, «rinunci volontariamente ai suoi diritti successori alla Corona». Una scelta più per dare un segnale che dalle vere implicazioni dinastiche (l’Infanta è solo sesta in linea di successione). Ma proprio re Felipe, pochi giorni dopo l’investitura, ha voluto disegnare una monarchia nel segno dell’onestà e che garantisca l’indipendenza della magistratura. Un invito al passo indietro per Cristina. a cura di Carlo Baroni il momento di dire una parola, signora Merkel. A costo di essere accusata di ingerenza, questo è uno di quei passaggi in cui il Paese (volente o nolente) leader in Europa deve dimostrare leadership. Dopo che, giovedì, a Francoforte, il presidente della Bce Mario Draghi aveva assicurato che nel Consiglio della Banca centrale europea c’è unanimità sulle misure straordinarie da prendere per evitare che l’Eurozona cada nella deflazione, dopo che aveva detto che tra i banchieri centrali dell’euro non c’è una spaccatura Nord/Sud, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, 24 ore più tardi, ha fatto conoscere i suoi distinguo. Riguardano le dimensioni e la tempistica di un’eventuale operazione di acquisto massiccio di titoli pubblici da parte della Bce, e probabilmente anche il merito di un’iniziativa del genere. Le differenze di opinione della Bundesbank in fatto di politica monetaria sono ovviamente legittime: anche nell’americana Fed la presenza di «falchi» e «colombe» non è elemento di scandalo. La questione, però, in un’area monetaria di 18 diverse economie e altrettanti Stati si carica di significati politici. Finora, la Bce è stata l’unica istituzione a funzionare in senso europeo: il rischio che corre adesso è di essere penetrata da quelle stesse divisioni che sono ormai evidenti tra i governi, dallo stesso senso di sfiducia tra partner. Weidmann si sente in obbligo di tranquillizzare l’opinione pubblica tedesca. Altri banchieri centrali, ad esempio il francese Christian Noyer, si collocano al polo opposto di Weidmann, per ragioni simili. In questa situazione, è necessaria un’azione di leadership che faccia intendere in quale direzione l’Eurozona sta andando. In politica, per evitare gli scontri tra Renzi e il presidente della Commissione Juncker. E nei confronti della Bce: non per ingerire ma anzi per evitare che diventi terreno di scontro politico. Una parola: occorre sapere se Berlino accetterà le scelte di Francoforte. Danilo Taino @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ASCESA DEL CRISTIANESIMO CHE PREOCCUPA PECHINO I l governo cinese è ufficialmente ateo. Ma dalle rotative di una casa editrice di Nanchino, riferisce il Financial Times, è appena uscita la 125 milionesima copia della Bibbia. Nella Cina fabbrica del mondo c’è anche la più grande fabbrica di Bibbie della terra. Si sa che molti editori occidentali ormai vengono a stampare i loro libri nella Repubblica popolare, per ridurre i costi. Però più di metà della produzione di Nanchino è diretta al mercato interno. Perché il cristianesimo, introdotto nell’Impero di Mezzo dai missionari gesuiti nel 1534, anche se controllato e oppresso, si sta diffondendo in una società neo-capitalista dove le diseguaglianze economiche si dilatano. La Cina riconosce oggi quattro religioni: buddismo (la fede più diffusa), taoismo, islamismo e cristianesimo. L’ufficio statistiche di Pechino conta meno di 30 milioni di cristiani, tra i quali 5,3 milioni cattolici raccolti nell’Associazione patriottica. Ma secondo stime della Diocesi di Hong Kong i cattolici sono circa 12 milioni, se si comprendono quelli delle «chiese sotterranee», devoti alla Santa Sede di Roma. Contando i protestanti (che in Cina sono la maggioranza), i cristiani potrebbero essere 100 milioni, più dei membri del partito comunista, fermi a 86 milioni. Entro 15 anni, con la progressione costante che si sta registrando, i cristiani cinesi potrebbero diventare 165 milioni. La Cina sarebbe a quel punto il primo Paese cristiano nel mondo. Il partito comunista, scosso oggi da una campagna anticorruzione al suo interno che mostra alla gente come i dirigenti più che servire il popolo si siano serviti da soli, teme una sfida alla sua autorità morale. Per questo cerca di costringere cattolici e protestanti ad arruolarsi nelle associazioni patriottiche. E per questa paura, quest’anno, sono state demolite decine di chiese. La motivazione ufficiale? Violazione delle regole urbanistiche. Guido Santevecchi @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 28 . Economia «Internet veloce, lo Stato dovrà investire sulla rete» CorrierEconomia di Giuditta Marvelli Borse e bond ancora cari Come investire Torna la volatilità sui mercati azionari e intanto i rendimenti dei titoli di Stato restano ai minimi. Come fare per investire in sicurezza e guadagnare? Dalle emissioni zero coupon ai conti di deposito, dai conti correnti remunerati fino alle azioni a bassa volatilità, «CorrierEconomia», l’inserto del «Corriere» in edicola domani con il quotidiano, esplora tutte le alternative per tenere a bada il rischio. Perché per investire oggi è necessario Antitrust e Authority per le comunicazioni: il mercato ha fallito Al vertice Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom. Sopra, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della Concorrenza e del mercato MILANO Per potenziare in Italia lo sviluppo delle reti fisse di nuova generazione, la cosiddetta banda ultra larga, è necessario un intervento pubblico visto che non è possibile contare sugli investimenti privati a causa degli alti costi «irrecuperabili» e della concorrenza che riduce ricavi e margini. Per di più «in presenza di una domanda ancora poco sviluppata». A sostenerlo sono le autorità indipendenti Antitrust (Agcm) e il Garante delle comunicazioni (Agcom). Secondo le authority, l’intervento pubblico può andare dalla costituzione di un operatore di rete puro a un investimento misto pubblico-privato, alla joint venture tra operatori privati (per sostenere la quale si può derogare alle leggi antitrust) agli incentivi fiscali come quelli introdotti con lo «sblocca Italia». Anche se, sottolinea l’analisi conoscitiva delle due autorità, non sembra che gli operatori siano La banda ultra larga in Italia e in Europa L’evoluzione delle connessioni 25 Gran Bretagna 20 UE 15 Germania 10 Spagna 5 Francia ITALIA 0 2010 2011 2012 2013 Fonte: Commissione Europea, Digital Agenda Scoreboard disposti a collaborare. Punto di partenza dell’analisi è che «la realizzazione delle reti fisse a banda ultra larga in fibra ottica costituisce un progetto di rinnovamento radicale delle infrastrutture ... che probabilmente non ha precedenti». Reti arretrate anche perché a differenza di altri Paesi non hanno beneficiato della convergenza della tv via cavo. Eppure, nonostante la domanda in Italia sia ancora bassa, il mercato può offrire 2014 d’Arco Nuovo stabilimento Italcementi apre a Brescia Italcementi investe 150 milioni in Italia e inaugura il nuovo impianto nella cementeria di Rezzato e Mazzano. Dopo il taglio del nastro di lunedì scorso alla presenza del premier Matteo Renzi, ieri il gruppo della famiglia Pesenti ha ufficialmente inaugurato il nuovo forno dello stabilimento nella provincia di Brescia. © RIPRODUZIONE RISERVATA grandi potenzialità di sviluppo con i servizi di «video online» (come dimostra, all’estero, l’esperienza di Netflix) o la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Per questo Agcom e Antitrust propongono di stimolare la concorrenza tra operatori attraverso «una maggiore trasparenza della qualità delle connessioni online» e di spingere sulla domanda con «voucher, sovvenzioni, benefici fiscali per famiglie e imprese che vogliano dotarsi di una connettività a banda ultra larga». Non è un paradosso che siano proprio le autorità che devono tutelare la concorrenza ad intervenire. Lo fanno perché si trovano di fronte a un «fallimento del mercato» — scrivono i presidenti Giovanni Pitruzzella (Antitrust) e Angelo Marcello Cardani (Comunicazioni). Il riferimento è ai gestori che finora hanno realizzato reti, Telecom Italia, Fastweb o Metroweb. Entro il 2016 con i piani dei privati si arriverà alla copertura del 50% della popolazione, ma l’effettiva concorrenza si avrà solo in un’area pari al 25% della popolazione. Troppo poco per centrare gli obiettivi indicati nell’Agenda digitale europea. Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA «Rinnovabili, incentivi alle imprese più efficienti» tenere a mente che si è in presenza di un doppio binario (prezzi elevati sia in Borsa sia per i titoli di Stato e bond societari) su cui non è semplice far correre il portafoglio. In cima alla lista delle possibilità ci sono sempre i depositi vincolati o, in alternativa, i conti correnti remunerati. In media si strappa l’1% netto, a patto di lasciare fermi i soldi per 12 mesi. Agli irriducibili dei titoli di Stato, invece, può essere utile esplorare il campo dei Btp senza cedola, gli unici che si possono comprare oggi a meno di 100. © RIPRODUZIONE RISERVATA Molinari (Metaenergia): va sostenuta la ricerca, serve una nuova filiera italiana Maurizio Molinari, presidente e amministratore delegato di Metaenergia, di cui è anche fondatore Il decreto sblocca Italia è diventato legge tra le contestazioni di chi pensa che le semplificazioni introdotte si tradurranno in un attacco al territorio. Che ne pensa, Maurizio Molinari, presidente di Metaenergia che opera nel settore delle rinnovabili? «Lo sblocca Italia contiene un principio molto sano: conferisce al governo centrale capacità decisionale per garantire interessi nazionali anche in un settore strategico come le infrastrutture energetiche. In questo modo, attraverso un nuovo iter legislativo, determina tempi certi per autorizzazioni e realizzazioni. In futuro sarà più facile investire e far partire la ripresa». Intanto gli investimenti in rinnovabili nei primi nove mesi del 2014 passano in Italia da un miliardo di dollari a soli 262 milioni, in confronto allo stesso periodo del 2013. «Le energie rinnovabili hanno rappresentato nell’ultimo quinquennio il settore nel quale si è più investito a livello europeo e soprattutto in Italia con il sostegno dello Stato. Ora si deve procedere a una rimodulazione degli incentivi al fine di alleggerire i costi derivanti dagli oneri alle famiglie e alle imprese». Come andrebbero rimodulati gli incentivi? «Applicando un principio di efficienza degli impianti installati, premiando e parametrando le eventuali nuove fonti di incentivazione. Ad esempio, considerata la non totale programmabilità della produzione di energia per mancanza di tecnologie idonee, l’utilizzo delle fonti fossili è supporto necessario alla crescita di impianti green. Quindi piuttosto che incentivare la semplice installazione delle rinnovabili, bisognerebbe sostenere la ricerca per impianti caratterizzati da una buona innovazione tecnologica, idonea a creare una nuova filiera italiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA Bologna 12-16 Novembre 2014 EIMA INTERNATIONAL 2014 ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI MACCHINE PER L’AGRICOLTURA E IL GIARDINAGGIO FederUnacoma Surl - Italia - 00159 Roma - Via Venafro, 5 Tel. (+39) 06.432.981 - Fax (+39) 06.4076.370 [email protected] - www.federunacoma.it Per questo ci vorrebbe una politica energetica. «Non c’è dubbio». Il basso prezzo dell’elettricità rappresenta un ostacolo alla realizzazione di nuovi impianti? «No, il vero limite finora è stata la lungaggine degli iter burocratici e l’incertezza nell’ottenimento delle autorizzazioni». Consiglierebbe a un investitore straniero di puntare sull’Italia a questo punto? «Consiglierei soprattutto ai nostri imprenditori di credere nelle nostre potenzialità e nei giovani, ritrovando il piacere di essere italiani, contribuendo concretamente a migliorare il nostro Paese con un ritrovato ottimismo e soprattutto con convinzione nel futuro». Antonella Baccaro Organizzata da FEDERUNACOMA Surl in collaborazione con BolognaFiere Spa www.eima.it Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 ECONOMIA 29 . I conti Monte dei Paschi, il mercato teme perdite per un miliardo Fabrizio Viola Quello che il Montepaschi approverà il mercoledì 12 potrebbe essere il decimo trimestre di fila in perdita. Gli analisti si attendono un rosso pesante, attorno a un miliardo di euro, a causa non solo dell’andamento del mercato italiano ma anche delle svalutazioni e degli accantonamenti emersi con la verifica della qualità degli attivi (asset quality review) portata avanti dalla Bce, che ha fatto emergere 2,8 miliardi di euro di correzioni. Sulla base delle stime degli analisti consultati da Bloomberg, Mps dovrebbe registrare un rosso attorno ai 929 milioni di euro. Secondo Kepler Chevreux invece la banca potrebbe registrare un risultato negativo di 721 milioni nel singolo trimestre e di 1,074 miliardi sui nove mesi: «Ci aspettiamo che il tentativo di ristrutturazione di Mps sia di nuovo a un punto morto», scrivono in un report. Bisognerà vedere quanto sarà portata a fondo la pulizia del bilancio, il primo che sarà votato dai soci esteri rappresentati in consiglio da David Martinez Guzman (Fintech) e Roberto Isolani (Btg Pactual). La banca ha comunque superato l’aqr con un patrimonio del 9,5% contro il minimo dell’8%. Dal consiglio potrebbero venire anche indicazioni sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi e sul rimborso del miliardo di aiuti di Stato (Monti bond), nonché sulle prospettive dell’istituto, che potrebbe essere conquistato da un’altra banca. È battaglia sulle polizze Usa per medici e ospedali italiani Il caso di Mario Gerevini e Simona Ravizza Una lite da oltre mezzo miliardo tra AmTrust e il broker Trg oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: Milano Via Solferino, 36 tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ABILE impiegata tecnico-commerciale e acquisti offresi part-time in Milano. 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I dubbi sulla tenuta finanziaria della COPPIA srilankese con qualifica Oss, cerca lavoro colf, badante, villa custode, patente, referenziati. 389.98.80.677 DOMESTICA /badante, 8 anni esperienza, brava, cucina, stiro, pulizie. 37enne residente Milano. 380.58.30.546 COMMERCIALE 41enne, decennale esperienza nelle vendite maturata all'estero, settore beni di largo consumo, valuta offerta lavorativa come responsabile commerciale estero. Esperienza consolidata nella gestione di risorse, di distributori, di agenti e nella pianificazione ed esecuzione del budget. Ottimo inglese parlato e scritto, disponibile alle trasferte. [email protected] CONSULENTE con decennale esperienza internazionale in finanza straordinaria valuta offerte in studio o azienda. 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Il divorzio è finito il 4 novembre al centro dell’ultimo PRIVATO vende sculture in bronzo di quotato artista toscano del novecento, 346.59.97.211 PUNTO D'ORO compriamo contanti, supervalutazione gioielli antichi, moderni, orologi, oro, diamanti. Sabotino 14 - Milano. 02.58.30.40.26 ACQUISTIAMO ACQUISTARE, vendere aziende, immobili, ricercare soci, joint-venture? Trentennale esperienza nazionale, internazionale, pagamenti garantiti. www.cogefim.com - 02.39.26.11.91 ATTIVITÀ da cedere/acquistare artigianali, industriali, turistico alberghiere, commerciali, bar, aziende agricole, immobili. Ricerca soci. Business Services Group 02.29.51.82.72 PROFESSIONISTA non libero conoscerebbe scopo seria amicizia signora pari requisiti Corriere 183-XZ - 20132 Milano ACQUISTIAMO • BRILLANTI, GIOIELLI FIRMATI, orologi marche prestigiose, coralli, argenteria. 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Troppe le richieste di risarcimento danni, infinitamente lunghi i tempi delle cause in Tribunale che costringono a mettere a bilancio come possibili perdite i soldi da rimborsare. Nell’ultimo report dell’Ania (l’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici), la stima delle denunce per errori medici ha superato quota 30 mila, un numero che si è triplicato negli ultimi venti anni. Il costo dei premi è lievitato: un ospedale spende per assicurarsi in un anno dai 500 mila ai 9 milioni di euro (la cifra dipende dall’attività svolta, la media è intorno ai 3 milioni). Alla fine Corsi ● AmTrust, leader del mercato italiano contro i rischi da malasanità, ha rescisso il contratto con il broker per l’Italia, Trust Risk Group I fratelli Karfunkel si chiamano Michael, 71 anni, e George, 65. Sono ex poveri, ora miliardari. Sono praticamente sconosciuti. Eppure la malasanità italiana è assicurata con la compagnia AmTrust, controllata dai Karfunkel e quotata al Nasdaq. In caso di errori medici in quasi duecento ospedali è proprio la società dei fratelli Karfunkel a dover garantire il risarcimento dei danni ai pazienti e alle loro famiglie. Lo stesso vale per gli eventuali sbagli di 40 mila medici, anche loro clienti di AmTrust. Nel 2013 la società ha sottoscritto polizze sanitarie in Italia per 225 milioni di euro e oggi copre il 60% degli enti ospedalieri. Adesso è sorto un grosso problema. Il distributore esclusivo delle polizze AmTrust in Italia, il broker Trust Risk Group, li accusa di aver illecitamente rotto il contratto ed è pronto a chiedere un risarcimento di 550 milioni di euro, Spettacoli La vicenda Ogni giorno oltre 8 MILIONI DI LETTORI con l’abbinata Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport nelle edizioni stampa e digital www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] •AUTOMOBILI E FUORISTRADA, qualsiasi cilindrata. Passaggio di proprietà, pagamento immediato. 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Zyskind ha sposato la figlia di Michael Karfunkel. L’azienda ha un’impronta familiare e dimensioni discrete: 4,1 miliardi di fatturato 2013 (esploso dai 2,7 del 2012), 3.200 dipedenti, 70 sedi in mezzo mondo, una specialità nelle polizze infortuni dei lavoratori. Tanti business di nicchia a basso margine, compensati con alti volumi. Gli analisti accreditati confermano anche negli ultimi report il giudizio positivo e il titolo della società viaggia sui massimi dell’ultimo anno (50 dollari). Il rating sulla solidità finanziaria è A (excellent). Le polizze in Italia fanno capo alla controllata AmTrust Europe di Londra che ha un patrimonio netto di 202 milioni. Ma la AmTrust non è un gigante e suona, dunque, un po’ strano che l’enorme responsabilità di coprire i rischi di gran parte della malasanità italiana ricada sulle spalle di un’azienda familiare. Garantiscono i Karfunkel? © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport con le edizioni stampa e digital offrono quotidianamente agli inserzionisti una audience di oltre 8 milioni di lettori, con una penetrazione sul territorio che nessun altro media è in grado di ottenere. La nostra Agenzia di Milano è a disposizione per proporvi offerte dedicate a soddisfare le vostre esigenze e rendere efficace la vostra comunicazione. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 1: € 2,08; n. 2: € 7,92; n. 3: € 7,92; n. 4: € 5,00; n. 5: € 4,67; n. 6: € 4,67; n. 7: € 4,67; n. 8: € 4,67; n. 9: € 4,67; n. 10: € 2,92; n. 11: € 3,25; n. 12: € 4,67; n. 13: € 9,17; n. 14: € 7,92; n. 15: € 4,17; n. 16: € 2,08; n. 17: € 4,58; n. 18: € 3,33; n. 19: € 3,33; n. 20: € 4,67; n. 21: € 5,00; n. 22: € 4,67; n. 23: € 5,00; n. 24: € 5,42. 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Coleridge, La ballata del vecchio marinaio. Profetico viaggio nel mare dell’ignoto Israel J. Singer, La famiglia Karnowski. Tre generazioni di ebrei erranti e dannati Tony Judt, Novecento. Una storia filtrata dall’etica Bernardo Valli, La verità del momento. Con il dovuto rispetto, meglio di Kapuscinski Alessandro Galante Garrone, Il mite giacobino. Un gentiluomo indignato ante litteram Angelo Ferracuti, Il costo della vita. Morti bianche al calor vivo Enzo Beacco, L’offerta musicale. Risonanze per musicofili (da tavolino e da concerto) Riflessioni di un autore incluso nel nuovo «Zingarelli» Biennale Arte di Venezia Un pastrocio non è un pasticcio: dentro la vita segreta del vocabolario Padiglione Italia: Trione curatore di Claudio Magris D unque sono nella bibbia. Addirittura come un suo autore, sia pure solo di poche righe. Considero la mia inclusione nello Zingarelli un vero premio, che rischia di indurmi alla vanità ben più di altri riconoscimenti. Il vocabolario — e tanto più un principe, il principe dei vocabolari come lo Zingarelli — è il libro dei libri, una vera bibbia che racchiude il tutto e il suo significato. È la vera biblioteca di Babele, perché contiene potenzialmente, con le innumerevoli combinazioni possibili delle sue 144 mila voci, tutti i libri immaginabili. Trovarsi nel vocabolario è dunque trovarsi nel cratere di un’inesauribile creatività e mi sento un po’ come uno di quegli astronauti scelti, in tanti film, per viaggi nello spazio-tempo. Al vocabolario si ricorre, ovviamente, per conoscere il significato dell’una o dell’altra parola o espressione. È geniale l’idea di Biblioteca di Babele Si tratta del libro dei libri, della vera bibbia che racchiude il tutto e il suo significato offrire, per alcuni lemmi — 55 se non sbaglio — non solo il significato letterale, denotativo di una parola (quello che ci insegna, ad esempio, che ipochilia vuol dire ridotta secrezione dei succhi gastrici), ma anche le potenzialità latenti in una parola, il significato irripetibile che essa può assumere in una vita e in un’esperienza, la sua universalità espressa, a differenza che negli altri casi, nell’unicità, nell’individualità della creazione artistica. Il lemma «padre» ha un significato uguale per tutti, ma ha anche una pluralità di significati, che non ne dissolvono il significato generico, ma lo rendono concreto nella sua vita unica e irripetibile nel cuore e nella mente di un uomo, come appare con forza nella voce scritta da Valerio Magrelli. Così la morte ha un senso uguale per tutti ma è diversa per ognuno e questo può farlo sentire solo l’arte, la letteratura. Perciò sono così lieto che alcune mie righe siano state scelte per mostrare, per far toccare con mano come la parola, nella scrittura, possa diventare altra cosa — tante altre cose, quante sono le penne che la scrivono — rispetto alla sua definizione lessicale, non per smentire quest’ultima, bensì per rivelare quante potenzialità, quanti germi di creatività essa contiene, quante diversità sono latenti nella sua formulazione. Non sta a me giudicare se, nel caso mio, la scelta della redazione sia stata felice o meno, ma comunque ormai, per mia fortuna, è fatta. Il vocabolario è un compendio della vita, delle sue regole e delle sue eccezioni, della sua logica e delle sue insensatezze, non sempre le stesse nei diversi vocabolari. Alcune lingue — e i vocabolari che cercano di afferrarle — hanno più termini di altre per esprimere diverse sfumature di rosso o di verde e dunque chi le parla distingue più o meno variazioni di rosso o di verde. Tutto è comune e niente è identico nelle diverse lingue e dialetti; pastrocio non è la stesa cosa di pasticcio. Parecchi anni fa ho scritto sul «Corriere» una grottesca pagina in cui immaginavo l’impossibile compilazione di un D.U.D. (Dizionario universale definitivo), che fermasse per sempre lo scorrere e la metamorfosi della vita e delle parole. Leggo molto i vocabolari, molti vocabolari, come esortava ❞ Il lemma «padre» ha un senso condiviso, ma ne rivela anche altri Queste pagine sono una parabola della nostra esistenza Baudelaire. Dalle parole nascono altre parole, altre cose, altri volti del mondo. Vocabolari monolingui e vocabolari che mettono a contatto lingue diverse. In questo momento, per un’idea narrativa che ho in testa, un vocabolario che ho spesso fra le mani è quello francese-creolo e creolo-francese. Nei vocabolari si coglie il trasformarsi della vita, della società, della Storia; il nascere e il morire di cose, professioni, condizioni di vita. Il vocabolario italiano-tedesco e tedesco-italiano Rigutini-Bulle del 1900 — forse il più grande nel suo campo, nonostante il tempo passato — elenca all’inizio i diversi linguaggi specifici. Quelli delle scienze vengono raggruppati in poche categorie generali, fisica, matematica, meccanica, tecnica, mentre a quasi ogni gergo artigiano viene riconosciuta la dignità di una classe autonoma: i doratori, i bottaj, i calzettaj, i cappellaj, i carbonaj, i carrozzieri, i cartaj, i conciatori, i fabbri, i fornaj, i fochisti, i gettatori, i gioiellieri, gli incisori, i libraj, i magnani, i muratori, i mugnaj, gli orefici, gli scalpellini, i sarti, i setaiuoli, i tappezzieri, i tornitori, i valigiaj, i verniciatori, i vinaj hanno tutti la loro menzione particolare, al pari degli «scienziati» e dei «tecnici». Il vocabolario è un’enciclopedia della conoscenza ma anche della sua impossibilità, del nulla su cui si affaccia ogni cosa e ogni parola. Il significato di ogni temine, di ogni parola viene spiegato ovviamente con il ricorso ad altre parole, ognuna delle quali, per essere capita, ha bisogno di altre parole e così via, magari alla fine pure di quella alla ricerca del cui significato si era partiti. Il vocabolario è dunque una parabola della vita, edificio che poggia su se stesso ovvero sul nulla, come il barone di Münchhausen che si solleva tirandosi su per i propri capelli. Nel Rigutini-Bulle l’ultimo vocabolo, che chiude a pagina 1040 l’appendice della parte tedescoitaliana, è Zungentatterich, che gli autori traducono «balbettio dal troppo bevere»: il catalogo delle parole del mondo, classificate con rigorosa precisione, finisce con questo farfugliare di una lingua piacevolmente grossa e impastata. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’evento S ● Anticipiamo l’intervento di Claudio Magris, che parteciperà all’evento di BookCity a Milano dedicato allo Zingarelli 2015 della Zanichelli (pp. 2.690, con dvd-rom, 81) previsto alle 18 di venerdì 14 nella sala conferenze di Palazzo Reale. Con Mario Cannella (curatore del volume), Carla Fracci, la regista Alina Marazzi e lo scrittore Tiziano Scarpa. Coordinerà Luca Sofri, letture di Elisabetta Vergani Justin Rowe, Perhaps I shall find out somebody’s secret (2010, «libro alterato», particolare) Legge di Stabilità: editori e politici alleati Iva sugli ebook da ridurre al 4%, arriva l’emendamento bipartisan di Roberta Scorranese P rendiamo un classico: Lolita. Stessa copertina Adelphi, stessa accurata traduzione di Giulia Arborio Mella. È la versione digitale del capolavoro di Vladimir Nabokov: perché dovrebbe essere diverso dalla versione cartacea? È questo il punto che ha mosso, nei giorni scorsi, la campagna #unlibroèunlibro, promossa dall’Aie, l’associazione editori. Un Il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, 56 anni (foto Lapresse) hashtag per chiedere a gran voce l’equiparazione dell’Iva tra i libri di carta e quelli digitali. Per gli editori è discriminazione: l’Iva sulla carta è al 4%, quella sugli ebook è al 22%. Ma si muove anche la politica. Martedì, nella discussione sulla legge di Stabilità alla commissione Bilancio della Camera, tra i 4 mila emendamenti dai partiti, quello che chiede l’equiparazione delle imposte tra carta e digitale spicca nei circa mille presentati dal Pd (emendamento sottoscritto da tutti i membri del Partito democratico delle commissioni Finanze e Cultura). Ma è una richiesta trasversale nella lista degli emendamenti. Antonio Palmieri di Forza Italia dice: «Un tema che ci sta a cuore, abbiamo preso sul serio le aperture pubbliche di Franceschini». Si allinea anche Scelta civica, come conferma Pierpaolo Vargiu. Insomma, una richiesta univoca. Laura Donnini, amministratore delegato di Rcs Libri, conferma: «È prima di tutto di Paolo Conti una battaglia culturale che l’Italia non può perdere. Gli emendamenti bipartisan sono un dato significativo e incoraggiante, sintomatico dell’attenzione del Parlamento al progresso culturale. Auspichiamo che anche il governo, da sempre impegnato sul fronte del progresso tecnologico, banda larga, etc. sostenga le forze parlamentari. Siamo a un passo dal conquistare un risultato strategico per l’economia culturale italiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA arà Vincenzo Trione il curatore del Padiglione Italia alla 56ª Biennale Arte di Venezia. Lo ha annunciato il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini: «Una scelta trasparente» assicura, compiuta tra otto proposte di altrettanti curatori e direttori di musei di arte contemporanea, tutti al di sotto dei cinquant’anni (Trione e Mauro Codognato, Cristiana Collu, Lorenzo Giusti, Gianfranco Maraniello, Letizia Ragaglia, Francesco Stocchi, Andrea Viliani). Trione, napoletano, classe 1972, professore di Arte e nuovi media e di Storia dell’arte contemporanea all’università Iulm di Milano, dove è vicepreside della Facoltà di Arti, turismo e mercati e coordinatore della laurea triennale in Arti, design e Vincenzo Trione è spettacolo e nato a Napoli nel 1972. Insegna allo della laurea Iulm di Milano magistrale in e ha appena Arti, patrimopubblicato Effetto ni e mercati. città (Bompiani) Dal 2009 è collaboratore del «Corriere della Sera». La proposta di Trione per il nostro Padiglione nazionale si intitola Codice Italia. Il neocuratore spiega così la sua proposta: «È il tentativo di far affiorare l’autentico codice genetico artistico del nostro Paese. Qual è la vera identità dello stile italiano dei nostri giorni? Esistono soltanto Maurizio Cattelan o Francesco Vezzoli, che guardano chiaramente a modelli americani? Io penso che esista invece una precisa personalità dell’espressione italiana, con una forte consapevolezza della propria specificità legata alla memoria e alla storia dell’arte. E ogni segno degli artisti che ho prescelto, in tutto una dozzina tra maestri degli anni Sessanta-Settanta e giovanissimi talenti, è sorretto da tale coscienza». Trione promette che il suo viaggio, al quale si affiancherà una sezione extra aperta a personalità delle ultimissime generazioni nemmeno entrate nel sistema dell’arte, avverrà al riparo dal passatismo e dell’anacronismo ma anzi sotto il vessillo della sperimentazione avanguardistica. Tra le mostre che Trione ha curato El siglo de Giorgio de Chirico alla Ivam di Valencia nel 2007, Salvador Dalí nel 2010 e Alberto Savinio nel 2011 entrambe a Palazzo Reale di Milano e Post-classici al Foro romano e al Palatino di Roma nel 2013. È autore di molti saggi e monografie, il più recente dei quali è Effetto città, un viaggio tra architettura e cinema, pittura e urbanistica negli agglomerati in cui viviamo. © RIPRODUZIONE RISERVATA 32 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI . «Tale e Quale Show» Non solo Madonna. Adesso nell’elenco di chi è rimasta (più o meno a sorpresa) a seno nudo a favore di telecamera c’è anche Veronica Maya (foto). Durante la diretta di venerdì «Tale e Quale Show», su Rai1, alla presentatrice, impegnata proprio nell’imitazione di Madonna (destino), è scivolato il corpetto del suo abito, lasciando a lungo il seno nudo. Un incidente che si è ripetuto più volte: mentre ballava la showgirl sembrava essersi resa conto una prima volta di quello che Veronica come Madonna e l’incidente sexy in tv scatena l’ironia sul web stava accadendo, al punto che cercava di rimettere al posto giusto la scollatura anche durante l’esibizione. Ma poi, continuando nelle giravolte, il corpetto ha ceduto del tutto, così da obbligare Carlo Conti, conduttore del programma, a intervenire, facendo sospendere l’esibizione e richiedendo l’intervento delle costumiste. Un incidente che ha subito scatenato l’ironia sul web : su Twitter il nome di Veronica Maya è immediatamente finito tra i più commentati. De Sica l’intramontabile A 40 anni dalla morte la sua lezione di cinema è ancora attuale Sapeva entrare dentro la realtà, senza mai eccessi o sbavature di Paolo Mereghetti Profilo ● Vittorio De Sica è morto nel 1974 a 73 anni, è stato attore, regista e sceneggiatore. Era nato a Sora, in provincia di Frosinone D i sé diceva di essere «nato e rinato alla vita artistica almeno cinque volte». Eppure quello che altrove sarebbe stato un titolo d’onore e d’invidia — chi anche all’estero può vantare una carriera così? Prosa, canzone, radio, rivista, cinema come attore e regista. E che regista! Vengono in mente Chevalier, Sinatra, Hans Albers, forse la Dietrich ma ci si ferma sulle dita di una mano. E tutti solo davanti all’obiettivo, mai dietro… — quella varietà di volti e di talenti, di intuizioni e di genialità, alla fine gli si è come rivoltata contro, confusi tutti in una generica ammirazione per un «maestro» da relegare nel passato, in una stagione ormai tramontata. Eppure a quarant’anni dalla sua morte (all’ospedale di Neuilly-sur-Seine, il 13 novembre 1974), la sua lezione e il suo amore per lo spettacolo sono più che attuali, necessari. Se una qualità risplende in tutta la carriera di Vittorio De Sica, capace di legare indissolubilmente le sue prove di regista con quelle di attore, è stata l’abilità di farsi «forma naturale di una materia vivente»: la frase è di Bazin e si riferiva alla messa in scena dei film neorealistici — Sciuscià e Ladri di biciclette su tutti — eppure questa capacità di trovare l’espressione più giusta e vera, più immediata e «spontanea» per riprendere una scena si può trasferire anche alle sue prove d’attore, ai suoi ruoli cinematografici. Non c’è mai una sbavatura, un eccesso, una stonatura nelle sue interpretazioni, anche quando accettò di partecipare a film non proprio inappuntabili, per ragioni certamente più alimentari che artistiche (in totale lo si è visto in 157 film, più ● Dopo l’inizio nel teatro, è stato tra i padri del Neorealismo, conquistando successi in tutto il mondo Ha vinto quattro volte il premio Oscar per il miglior film straniero ● De Sica ha avuto una vita sentimentale intensa: è stato sposato dal ‘37 con Giuditta Rissone, da cui l’anno dopo ha avuto la prima figlia, Emilia. Ha conosciuto qualche anno dopo l’attrice catalana Maria Mercader, con cui è andato a convivere e dalla quale ha avuto due figli: Manuel, nel ‘49, e Christian, nel ‘51 Maestro Vittorio De Sica a tavola. Di sé diceva di essere «nato e rinato alla vita artistica almeno cinque volte» di Totò che si fermò a 101 e di Sordi che arrivò a 151). A contraddistinguere il suo rapporto col cinema, dietro e davanti la macchina da presa, c’era proprio questa capacità di arrivare alla realtà delle cose nella maniera più diretta e im- mediata: niente eccessi o artifici retorici, nessun trucchetto o furbizia, nemmeno quando diceva al figlio Christian «Ricordati, prima di entrare in scena, un’ombra di grigio sulle palpebre». Quello era il bagaglio mini- RIZZOLI GALLERIA DA NOI, C’È UN PIANO CREATIVO CHE mo dell’attore, non lo scivolone nella retorica della farsa o dell’eccesso. Che si trattasse del maresciallo Carotenuto cavalier Antonio o dell’attacchino senza bicicletta Antonio Ricci, dell’incallito e perdente giocatore conte Prospero B. o dello sconsolato e solitario pensionato Umberto D., sempre De Sica ha saputo restituire sullo schermo quel miracolo di umanità e verità, di concretezza e di esemplarità che oggi sembra irrimediabilmente perduto sugli schermi italiani. E che lui invece ha saputo insegnare e trasmettere a tutti, cominciando da chi lavorava con lui. È un’idea di cinema e più genericamente di spettacolo rispettosa di chi sta in scena come di chi sta in platea (della dignità dell’uno e dell’intelligenz a d e l l ’a l t ro ) , a n co r a t a a un’idea «realistica» della rappresentazione capace di restituire immediatezza e spontaneità (verrebbe da dire anche: verità), guidata da una misura che è fatta di tecnica e di esperienza ma soprattutto di amore e passione. La lacrima o la risata, il palpito o l’ammirazione non sono il frutto di una preparazione artificiosa ma piuttosto dalla capacità di accompagnare chi guarda dentro le ragioni e le spiegazioni di una scelta, di una situazione, di una decisione. Come Rossellini, Vittorio De Sica ha saputo fare del proprio cinema una prova di libertà, con in più la forza di un’immedesimazione e di una spontaneità che al regista di Ladri di biciclette veniva dalla sua lunga militanza attoriale, dalla capacità di trovare dentro a ogni «uomo della strada» le potenzialità per diventare grande attore. Ma anche di far uscire da ogni attore, la più autentica e credibile delle umanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA Album La famiglia Vittorio De Sica posa sorridente con la moglie Maria Mercader e i figli Christian e Manuel in un’immagine del 1970 La musa Vittorio De Sica con Sophia Loren. L’attrice vinse l’Oscar nel 1962 per la sua interpretazione in «La ciociara» Gli Oscar De Sica ha vinto 4 Oscar tra il ‘48 e il ‘72 con Sciuscià, Ladri di biciclette (foto), Ieri, oggi domani e Il giardino dei Finzi-Contini L’attore De Sica è stato anche grande attore, apparendo in quasi 160 film (nella foto in Pane, amore e fantasia con Gina Lollobrigida) POWERED BY Da noi, c’è un piano tutto dedicato ai bambini: il primo. È uno spazio in cui respirare la magia dei libri in modo naturale e divertente. Un luogo dove i piccoli lettori crescono, grazie a strumenti interattivi e percorsi disegnati apposta per stimolare, avvicinare e appassionare. FA CRESCERE I PICCOLI LETTORI. SCOPRITI LETTORE. Galleria Vittorio Emanuele II Milano Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 SPETTACOLI . L’attore suicida Prima di togliersi la vita, Robin Williams non aveva fatto uso di alcolici e nemmeno assunto droghe. Sono stati resi noti questi i risultati dell’autopsia sul corpo dell’attore suicidatosi il 12 agosto scorso nella sua casa di Tiburon, in California. Si sono trovate solamente tracce di farmaci che gli erano comunque stati regolarmente prescritti. Cade così l’ipotesi che l’attore possa aver deciso il tragico gesto sotto l’effetto di stupefacenti, lui che comunque in passato era stato protagonista di diverse vicende di dipendenza da alcol e droga, oltre che di periodi di gravi depressioni. La sua morte ha sconvolto Hollywood ma anche milioni di fan in tutto il mondo. Nel corpo di Williams nessuna traccia di droghe o alcol Il caso ● L’opera Simon Boccanegra di Verdi è l’ultimo spettacolo lirico della stagione 2013-2014 ● Il 7 dicembre si aprirà la nuova stagione con il Fidelio di Beethoven, diretto da Daniel Barenboim (71 anni, nella foto) ● La protesta della Cgil potrebbe far saltare l’ultima replica del Simon Boccanegra, in programma il 19 novembre Su Facebook Vasco: al sole della Puglia ritrovo me stesso «Vengo qui a ritrovare me stesso, faccio grandi passeggiate, c’è il mare, lo iodio. È un posto fantastico». Vasco Rossi, in un’intervista sul suo profilo di Facebook che definisce «originale, solo per voi», racconta del suo periodo di riposo in un albergo in Puglia. «Me l’ha ordinato il medico — spiega il Blasco — devo fare tre mesi all’anno di talassoterapia». Dopo l’uscita del suo nuovo album, «Sono innocente», Vasco si prende un periodo di riposo: «Così posso andarmene in letargo. Dormo, leggo e così recupero le energie» Ora sciopera la Scala Rischia di saltare l’ultimo Boccanegra La Cgil proclama due giorni di stop il 14 e il 19 La protesta delle maschere di sala e dei tecnici La «prima» si avvicina e, nel rispetto della tradizione di rito ambrosiano, la Cgil della Scala ha annunciato uno sciopero. Il primo della stagione e dell’era di Alexander Pereira. A saltare potrebbe essere l’ultima replica del Simon Boccanegra, con Placido Domingo, il 19 novembre. Allo sciopero si aggiunge un’agitazione venerdì 14 per consentire ai lavoratori di partecipare alla manifestazione indetta dalla Fiom-Cgil (che influenzerà la preparazione del Fidelio del 7 dicembre). La decisione è stata presa dopo alcune assemblee che hanno affrontato «i molteplici problemi esistenti e insoluti da troppo tempo, come carenza di organico in alcuni settori, non applicazione di accordi integrativi e anche problematiche MILANO nazionali», si legge nella nota sindacale. «Al momento non ho sentito altri sindacati — dice Paola Bentivegna, della Cgil — e nessuno del Teatro; ma al 19 mancano ancora 1o giorni». Tempo c’è per rientrare. Le motivazioni dell’agitazione sono sia generali che locali. Quelle «generali» vanno dalle «generalissime» — come l’ostilità al jobs-act e ai provvedimenti del governo Renzi — a quelle di settore, come la legge di riforma Franceschini, i licenziamenti del Teatro dell’Opera di Roma (che, però, stanno rientrando) e la generale volontà dei governi di destrutturare la produzione delle Fondazioni lirico sinfoniche. Questo punto, però, è controverso. I tagli previsti dalla Legge di stabilità, infatti, «non Antonacci: molti cantano ma pochi sono gli artisti «Avevo bisogno di un tour». Il via da Roma Voce Biagio Antonacci è nato a Milano il 9 novembre 1963: dopo due anni di assenza, ieri a Roma c’è stata la prima tappa del suo «L’amore comporta tour» «I 33 n un mercato dove ormai non si vendono più dischi, e la musica è un prodotto da fornire gratuitamente, i concerti sono il termometro del tuo valore. Per andare a vedere un artista esibirsi dal vivo si spendono soldi, ci si deve muovere. Non sempre è facile. E allora a chi mi permette di poter vantare nove sold out, io dico grazie!». Biagio Antonacci torna a farsi «zingaro»: ieri al Palalottomatica di Roma la prima tappa del suo «L’amore comporta tour». Se mai ce ne fosse stato bisogno, la conferma che l’empatia e l’abbraccio con il pubblico sono ingrediente fondamentale nella carriera di un artista pronto a scendere idealmente dal palco e andare ad abitare fra i pensieri dei fan. «Erano due anni che non andavo in tournée e ne sentivo la mancanza — spiega il cantautore milanese —. Ho bisogno di quel tipo di energia. I nuovi canali? Non riuscirei mai ad imporre un album su iTunes come hanno fatto gli U2. Uno schiaffo alla fantasia e alla cu- riosità. Come i volantini che trovi in cassetta. Li butti senza neanche averli sbirciati». Venticinque anni di carriera rendono le spalle larghe: «Potrei suonare anche nelle bettole. In fondo in origine gli artisti venivano dalla strada. A 50 anni suonati, e dieci di gavetta prima di diventare famoso, quello che dovevo fare l’ho fatto. Ora sono pronto per sperimentare. A preoccuparmi sono piuttosto i giovani: tanti cantanti, ma pochi artisti». Sul palco per un concerto che è una esplosione pop con anche le hit del repertorio sette musicisti, fra cui Mika Ronos, batterista di 22 anni della Repubblica Ceca, scoperto su YouTube. Alla fine un appello contro la violenza sulle donne, «ciascuna è nostra madre, nostra sorella. La soluzione è avere coraggio». Il viaggio continua, fino a dicembre, poi nuove date ad aprile e una seconda parte. In mezzo un «regalo di Natale» ai fan: esce il 17 novembre il cofanetto cd+dvd di «Palco Antonacci», lo show di San Siro. © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Non abbiamo sentito altri sindacati né il Teatro, ma al 19 mancano 10 giorni I problemi? Carenza di organico e mancata attuazione degli accordi Cgil Palcoscenico Un momento del «Simon Boccanegra», l’opera di Verdi in programma fino al 19 novembre alla Scala hanno toccato gli spettacoli» come ha sottolineato in un convegno («Le società concertistiche: attività e gestione», Società del Quartetto e Fondazione Bruno Leoni) il direttore generale del settore Salvatore Nastasi, e la riforma prevede una programmazione triennale negli stanziamenti come più volte richiesto. Quanto alle ragioni locali dello sciopero sono, all’opposto, particolarissime. La prima è la rivolta delle maschere. Il personale di sala ha, in genere, contratti annuali; ma alcune maschere lavorano in modo continuativo da più di un decennio e coloro che fanno causa per chiedere l’assunzione spesso vincono. La direzione della Scala, in questi casi, fa ricorso contro il provvedimento lasciando il lavoratore, secondo il sindacato, «senza adeguate tutele». Le maschere hanno chiesto di essere ricevute per risolvere quest’annosa questione, ma senza fortuna. Dalla Scala, tuttavia, si lascia intuire che ci sarà «disponibilità» all’ascolto. C’è poi la solita vendetta del faraone. La Scala ha venduto l’Aida di Zeffirelli («l’unico spettacolo di cui mi sono pentito» ha dichiarato l’ex sovrintendente Stéphane Lissner in un’intervista sull’ultimo numero della rivista L’avant-scène) al teatro di Astana, sollevando le ire del grande regista fiorentino. Ma anche, evidentemente, non chiarendo bene il calcolo delle retribuzioni dovute al personale della Scala che ha trasportato mummie e sarcofagi dorati sino in Kazakistan. E così i tecnici hanno avanzato rivendicazioni sul lavoro in trasferta. Pierluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 34 Eventi . La guida Duecento opere da musei europei e raccolte private Alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma, fino al 15 febbraio 2015, la mostra Secessione e Avanguardia. L’arte in Italia prima della Grande Guerra 1905-1915, a cura di Stefania Frezzotti. L’esposizione presenta quasi duecento opere, tra cui 129 prestiti per lo più provenienti da musei europei e collezioni private. L’iniziativa rientra nel Programma ufficiale delle commemorazioni per il centenario della Grande Guerra della presidenza del Consiglio dei ministri – Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale. Organizzazione e comunicazione: Electa e Civita Cultura. Il catalogo è pubblicato da Electa. Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 19.30, il venerdì fino alle 22 (la biglietteria chiude un’ora prima). Informazioni: tel. +39 06 32298221 oppure sul sito www.gnam.beniculturali.it. Sui social network: si possono seguire tutti gli aggiornamenti all’account twitter @GNAM_Roma L’appuntamento L’esempio per tutti era Klimt con la Secessione viennese, ribelle alle accademie. Così nel decennio tra il 1905 e il 1915, personaggi come Balla, Boccioni, Medardo Rosso, Pellizza da Volpedo accesero un fervore culturale senza confini di Lauretta Colonnelli C i sono non solo capolavori dei grandi artisti del 900, ma anche un’infinità di storie, tra le 170 opere esposte nella mostra Secessione e Avanguardia, alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. C’è innanzitutto il Girasole di Gustav Klimt, in prestito dalla Österreichische Galerie Belvedere di Vienna. Il dipinto rappresenta un grande girasole sullo sfondo di un giardino fiorito. Ma si intravede nel fiore anche una figura umana: la corolla delinea il viso, il fogliame un abito. Fu interpretato come il ritratto ideale della signorina Flöge, che Klimt aveva fotografato ripetutamente, nell’estate del 1906, sullo sfondo di un giardino di girasoli. La posa ieratica della modella è la stessa del fiore antropomorfo. Esposto nel 1910 alla Biennale di Venezia, diffuse il klimtismo in Italia. Ne fu travolto Felice Casorati, che riprese i motivi floreali dell’artista austriaco nella Preghiera, tempera su fustagno. E Vittorio Zecchin trasferì la sua sovrabbondanza decorativa nel Convegno mistico. Mario Cavaglieri si ispirò alle sue suggestioni orientali in Vasi cinesi e tappeto indiano e in Giulietta nell’atelier di Padova. Klimt era stato uno dei fondatori della Secessione, il movimento dei giovani artisti che si vollero contrapporre alle Accademie. Si accese nel 1892 a Monaco, nel 1897 a Vienna, nel 1898 a Berlino. Proviene dalla prima mostra della Secessione GLI AGITATORI DELL’ARTE AVANGUARDIE E SOCIALISMO UMANITARIO QUANDO L’ITALIA SI AGGANCIÒ ALL’EUROPA Ispiratrice La pedagogista Maria Montessori (1870-1952). Giacomo Balla si appassionò alle sue teorie educative e copiò per le figliolette i banchi giocattolo che lei aveva disegnato nel 1907 per l’asilo dei figli degli operai. A destra Ferdinand Hodler «Il sentimento» (1901-1902) a Monaco il Peccato di Franz von Stuck, con la torbida Eva avvolta in un gigantesco pitone nero. Opera che ebbe un tale successo da essere replicata ben undici volte dall’autore. A Roma la prima mostra della Secessione si inaugurò nel 1913, quando nel resto d’Europa il movimento era quasi spento. E si intrecciò con le tendenze artistiche ispirate al socialismo umanitario che l’avevano preceduta e con le avanguardie che avevano appena cominciato a ribollire, soprattutto quella rappresentata dal Futurismo. La mostra curata da Stefania Frezzotti racconta, attraverso le opere arrivate da tutta Europa e quelle provenienti dai depositi della Gnam, il clima di fervore innovativo che animò il decennio breve, compreso tra il 1905 e il 1915, a ridosso della Grande Guerra. «L’idea della mostra nasce dal desiderio di rievocare un momento in cui l’arte fu veramente europea, cosmopolita, senza confini», racconta Maria Vittoria Marini Clarelli soprin- tendente della Galleria. «Si confrontavano le idee e i nuovi linguaggi. Nacquero nuove riviste, come «La Voce» di Prezzolini e «Lacerba» di Papini e Soffici. Si crearono nuovi circuiti per allestire mostre al di fuori dei canali ufficiali che rifiutavano le avanguardie. Picasso, che aveva mandato un quadro alla Biennale di Venezia del 1905, se lo vide tornare indietro dopo tre giorni». Balla lesse lo scritto di Tolstoj Che cos’è l’arte, in cui si metteva in evidenza il ruolo morale e sociale che l’arte può rivestire, e realizzò il bellissimo ritratto in bianco e nero dello scrittore russo. Scoprì le teorie pedagogiche di Maria Montessori e copiò per le figliolette i banchi-giocattolo che l’educatrice aveva disegnato nel 1907 per l’asilo dei figli degli operai. Pellizza da Volpedo dipinse il Quarto Stato, di cui sono espo- Dalle suffragette ai trafori gli ingressi nella modernità Q uando nel 1861 l’Italia fu unificata nonostante il principe di Metternich sostenesse che «La parola Italia è un’espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle», era per lo più considerata un’appendice pittoresca dell’Europa industrializzata. Ma già fra il 1896 e il 1913 un grande balzo produttivo porta il Paese fra i primi sette al mondo cominciando però, già da allora, a lasciare indietro il meridione. L’Europa, invece, è ben lontana dal pensarsi unita e ogni singolo Stato nazionale è intento a preparare i pretesti del grande calvario collettivo. Nel 1905 in Russia i cosacchi sparano su un corteo di dimostranti guidati dal pope e a ottobre, dopo uno sciopero generale, a San Pietroburgo nascono i primi consigli operai (i soviet); lo zar, costretto a concedere una costituzione, organizza una feroce repressione. A Parigi, in- tanto, Matisse dipinge la Joie de vivre, controcanto del De Profundis (lettera pubblicata postuma) di Oscar Wilde, condannato dalla morale vittoriana alla reclusione per sodomia. In Inghilterra, nel 1913 le suffragette organizzano scioperi della fame per il diritto di voto: un’ambizione già più alta rispetto al suffragio universale concesso l’anno prima in Italia a tutti i cittadini maschi alfabetizzati. Nello stesso anno, il 1906, in cui in Francia ha inizio il Cubismo, in Italia viene fondata la Lancia e, quattro anni dopo, l’Alfa che, assieme alla Fiat, disegnano l’Italia del futuro cui concorre anche la Olivetti che apre nel 1908 la sua prima fabbrica di macchine da scrivere. Milano e Torino ospitano le grandi esposizioni universali e quella del 1906 festeggia l’inaugurazio- Il giudizio del politico austriaco A fine Ottocento smentimmo Metternich che aveva definito l’Italia «un’espressione geografica, senza alcun valore politico» © RIPRODUZIONE RISERVATA ● La mostra della Galleria nazionale prende l’avvio dal 1905, anno in cui Gino Severini e Umberto Boccioni organizzano nel Ridotto del Teatro Nazionale di Roma una «Mostra dei Rifiutati» ● Fra il 1908 e il 1915 a Venezia e a Roma si accentuano le istanze di rinnovamento In Laguna, fanno discutere le rassegne organizzate dalla Fondazione Bevilacqua La Masa: nel 1913, bollate come «eversive», vengono sospese ● Alle ultime edizioni della Secessione, del 1915 e del 1916, in piena guerra, si afferma una nuova generazione di artisti, come Felice Carena, Pasquarosa Bertoletti, come pure Oskar Brázda e Armando Spadini L’omaggio Il ritratto dedicato da Giacomo Balla a Tolstoj (1911), il primo che aveva insegnato gratis ai contadini già a metà ‘800 Noi subito ai vertici produttivi (ma il Sud è già escluso) di Francesca Bonazzoli sti i disegni preparatori, mentre Cambellotti organizzava, con lo scrittore filantropo Giovanni Cena, scuole per i contadini della campagna romana. Medardo Rosso scolpì il suo Bambino malato dopo la degenza in un ospedale parigino. Boccioni dipinse l’Idolo moderno, immagine simbolo della mostra, ritraendo i riflessi della luce elettrica sul volto allucinato di una cocotte. Carrà sorprese un tram in corsa scagliato sulla folla in piazza Duomo a Milano. Si entra in mezzo alle fanciulle di Edoardo Gioia, dipinte per l’Esposizione internazionale del 1911 e restaurate per questa mostra. Si esce tra le «linee di velocità» di Balla, che acquistano volume e rendono con colori accesi il movimento a ondate delle masse interventiste e delle bandiere. Siamo nel 1915. La visione inebriante del futuro che aveva abbagliato l’inizio del secolo sta per frantumarsi in macerie. [email protected] Le date ne del traforo del Sempione. Anche i futuristi cavalcano il mito centrale della Belle Epoque, ossia il viaggio e la velocità delle comunicazioni, ma da Roma in giù sopravvive un’Italia diversa: quella dei venditori d’acqua a Napoli e dei carusi in Sicilia, i minorenni venduti per lavorare in miniera. Mentre le fabbriche svuotano le campagne, nel 1906 viene fondata la Confederazione generale del lavoro per tutelare i diritti sindacali dei lavoratori e in Francia gli operai indicono il primo sciopero generale per ottenere la giornata di otto ore. E se il primo ministro Clemenceau (lo stesso che adorava le ninfee di Monet) mobilita l’esercito contro gli scioperanti, lo zar in Russia scioglie la prima duma perché troppo democratica. Intanto, se l’esploratore norvegese Amund- sen determina la posizione del polo magnetico, gli Stati europei muovono i loro eserciti verso il Sud a spartirsi l’Africa. Nel 1909 anche il cielo è terra di conquista e il francese Blériot attraversa la manica con un aereo mentre Luigi Ganna, con la bicicletta, vince il primo giro d’Italia. Mancano solo tre anni alla grande guerra e l’austriaco Hess scopre i raggi cosmici; Einstein enuncia il principio di equivalenza delle forze inerziali e gravitazionali e Rutherford elabora il modello dell’atomo costituito da un nucleo intorno a cui ruotano gli elettroni. Ma l’iceberg che nel 1912 affonda il Titanic con il suo carico di straccioni in terza classe, manda a picco le illusioni di un progresso facile, presto raffreddate anche dalla guerra. Se ci guardiamo alle spalle, in cento anni siamo cambiati radicalmente e siamo arrivati fino sulla Luna. La politica, invece, si è mossa ancora lentamente: ci ha trascinato in un nuovo massacro mondiale e persino oggi i falsi conflitti dell’Europa ci sembrano portare indietro a quelli che ci consegnarono all’assurda carneficina della prima grande guerra. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 EVENTI 35 . In mostra Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. Scarica l’«app» Eventi Da sinistra, «Il ventaglio verde» di Carena; «Ragazza con vestito verde» di Schiele; «Idolo moderno» di Boccioni; «San Sebastiano» di Bonzagni Eventi Lo stile Gruppo antiborghese Con un’aria beffarda di Giusi Ferré N el linguaggio fiammeggiante dei Futuristi, gli abiti dovevano essere aggressivi, agilizzanti, gioiosi con stoffe di colori e iridescenze entusiasmanti, illuminanti come comandi su un campo di battaglia (dal Manifesto futurista di Milano, 11 settembre 1914). Di questa intenzione bellicosa, nella realtà se ne fece quasi niente, eppure questa celebre fotografia, scattata a Parigi da Didier Ottinger, dimostra un profondo cambiamento di stile, diventato antiborghese pur conservandone l’apparenza con quei cappotti da banchiere. Ma non aveva più la rigidità perbenista dell’Ottocento, piuttosto la padronanza e la disinvoltura di uomini che stanno cambiando il mondo e le arti. E i cappelli a bombetta hanno un’aria beffarda, come quelli portati, molti anni dopo, dai Fab Four, i favolosi Beatles. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento Due donne coraggiose Ora, avanti i mecenati di Rachele Ferrario I linguaggi di Roberta Scorranese N «L a Galleria sono io», diceva Palma Bucarelli ( foto) del «suo» museo. Lo ha diretto per 35 anni tra le polemiche: durante l’occupazione nazista salvò le opere dai bombardamenti; sostenne l’avanguardia astratta, volle la prima mostra di Pollock in Italia, di Modigliani, Mondrian, Burri, Pascali e Manzoni, soprattutto coltivò il senso di appartenenza alla storia e seppe fare molto con poco. «Se fosse per me non lo farei ma per la Galleria son capace di qualsiasi cosa», diceva: ottenere capolavori a prezzi vantaggiosi o in dono, lavorare più di diciotto ore al giorno, vivere letteralmente tra le opere (dormiva dove ora sono uffici della soprintendenza). L’eredità della Bucarelli è stata pesante. Ma oggi è rivalutata e il suo esempio è prezioso. Vittoria Marini Clarelli, a capo della galleria da dieci anni, ha fatto rivivere le collezioni in tutta la ricchezza: una scommessa vincente in tempi di crisi e finanziamenti inesistenti. Uno dei punti di forza è il dialogo tra l’eredità del passato e il presente: mostre, conferenze, incontri per il pubblico, che ha accolto la domenica mattina con i suoi collaboratori nelle sale del museo, di cui ha rivoluzionato l’allestimento; chiamando gli artisti di oggi a farsi interpreti della collezione dello Stato. Dopo la riforma Franceschini, che vuole l’autonomia dei musei, un’altra sfida: trovare mecenati e sponsor. Ci sarà qualcuno pronto a coglierla e a investire? © RIPRODUZIONE RISERVATA ell’infanzia di un Novecento ancora intorpidito dalle promesse della Belle Epoque, l’avanguardia deve farsi largo a suon di schiaffi. Nel 1911 Boccioni prende a ceffoni Ardengo Soffici in un caffè di Firenze, perché reo di aver criticato le opere dei Futuristi a Milano; l’anno prima lo stesso Boccioni aveva dipinto Rissa in galleria, raffigurazione compiaciuta di una zuffa tra donne, e due anni prima Marinetti aveva minacciato di morte quel chiaro di luna che solo nel 1819 Leopardi rimirava «pien d’angoscia». Il terreno teorico era stato ben coltivato: per fare due esempi, Sorel aveva scritto Considerazioni sulla violenza e Freud indicava nel parricidio la nascita dei legami sociali adulti. Fatto sta che il Novecento si Schiaffi, stroncature e ironie E la poesia finì in prima linea critica letteraria che Giovanni Boine tiene sulla rivista «La riviera ligure» si chiama Plausi e botte. Quante botte animano questo scorcio del XX secolo. È nel segno del parricidio (come ha più volte osservato Walter Pedullà nei suoi bellissimi saggi sul Novecento) che si apre la modernità e Boccioni e Severini si vestono da «rifiutati» e incendiano la Secessione. È nel segno del parricidio che Einstein azzarda un capovolgimento totale della visione del mondo. Ma come tutte le adolescenze che si ribellano all’autorità genitoriale, anche i linguaggi primonovecenteschi crescono cercando un’identità. In una varietà di stili, dal simbolico all’astratto al futurista. Alcuni non ce la fanno a correre veloci come le prime automobili che sfrecciano per le strade e ripiegano su un intimismo intriso di ironia. E allora la convivenza tra passato e presente si fa interessante e cuce nella letteratura (soprattutto nella poesia) italiana dell’epoca uno splendore innocente, stupefatto. Ancora oggi vivido. L’avanguardia, alla fine, convive con la tradizione. Convive e si integra a volte con un’armonia così sottile e perfetta che rintracciarne i contorni è difficile: meglio leggere gli scritti, dunque. Meglio leggere le poesie di Guido Gozzano, così rivoluzionario nella sua ironia leggerissima, nascosta nelle «buone cose di pessimo gusto» dei Colloqui. Meglio leggere Aldo Palazzeschi e il suo Codice di Perelà (1908-1910) dove decreta: «Io sono leggero… un uomo leggero… tanto leggero». Perelà è il simbolo di Eclettico Lo scrittore e poeta Aldo Palazzeschi (1885-1974) Enigmatico Dino Campana (1885-1932), autore dei «Canti Orfici» Armonie La leggerezza eversiva di Palazzeschi convive con la compostezza sarcastica di Gozzano apre nel segno della violenza, dell’impeto, della rottura. Accanto ai primi esperimenti linguistici «incendiari» come quelli di Palazzeschi, ecco le stroncature sonore che riempiono le riviste letterarie come «La Voce» (fondata nel 1908 da due incendiari veri come Papini e Prezzolini); ecco Scoperte e massacri, il titolo che Ardengo Soffici volle dare alle sue stilettate scritte tra il 1908 e il 1915 contro gli artisti a suo dire «fuori dal tempo», mentre indicava la nuova strada in Cézanne e Picasso; la rubrica di Capofila Ermetico Il poeta Giuseppe Ungaretti (1888-1970) Elegiaco Ardengo Soffici, «Sintesi di un paese primaverile», 1913, quadro custodito presso la Galleria nazionale di arte moderna di Roma un’impalpabilità corrosiva, risposta all’aggressività insita nelle avanguardie. La poesia, dunque. La poesia come nuovo laboratorio di linguaggi, straordinaria fucina di innovazioni stilistiche Nel suo bel saggio nel catalogo della mostra di Roma, Andrea Cortellessa parte dalla tensione della violenza inesplosa nei versi di Clemente Rebora pubblicati nel 1913, in una inquietudine «insostenibile, costantemente rilanciata e mai risolta». Una forma espressionistica singolare che non trova sfogo e per questo è viva, guizzante. E andrebbe riletto (con gli occhi di oggi) anche Dino Campana, sedotto dalle suggestioni oscure al pari di Cézanne e che nei Taccuini scrive: «Si sente suon di tamburi alle porte della città/ Al Pasckowki è un dolce noioso sereno sulla vecchia pietra/ col vento che mette in follia le bandiere». Gli orfismi di Campana hanno convissuto con il realismo magico di Massimo Bontempelli ma ben più interessante convivenza (sebbene anagraficamente diversi) è stata quella tra due grandi Luigi dell’epoca: il Pirandello dell’incomunicabilità esistenziale e il Capuana del verismo più efficace. Su tutti, Ungaretti che visse quasi un secolo (18881970) e che del secolo raccontò contraddizioni, bellezze, coraggio e codardie. La Secessione italiana e le avanguardie si sono nutrite di questo cibo così variegato e fecondo. Eppure, nell’aria resta un verso di quel Palazzeschi così leggero, giunto a noi forse grazie a questa insondabilità: «E lasciatemi divertire!» [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 36 . Dopo lunga malattia, è mancata al nostro affetto Antonietta (Nina) Armao Ne danno lannuncio Lony, Davide con Valentina e Daniele con Shana.- I funerali si terranno lunedì 10 novembre alle ore 9 nella parrocchia di San Pietro in Sala, piazza Wagner 2. - Milano, 7 novembre 2014. Partecipano al lutto: Francesca Allegranza. Lia con Daniele Barbara Federico Carlotta. Enrico Rossella. Vittoria con Beatrice e Lila Jane con Jonah, abbracciano forte forte la loro Increduli e sconvolti, Luciano e Carla con Ilaria e Valentina salutano per lultima volta Ninetta cara amica di tutta una vita e abbracciano forte Lony, Davide e Daniele e le loro famiglie. - Milano, 8 novembre 2014. Ciao Ninetta ti ricorderemo per sempre.- Le tue amiche Anna Colombo, Giovanna Dotti, Emanuela Flenda con Micaela e Aurelio. - Milano, 8 novembre 2014. - Milano, 7 novembre 2014. Jaklin e Stefano addolorati per la perdita della cara Ladorata moglie Mirella coi figli Franco e Giulia, con Roberta e Alberto, annunciano che ci ha lasciato Nina Si ringraziano Hector e il personale RSA Baroni.- I funerali si terranno lunedì 10 novembre alle ore 14.45 in San Lorenzo Maggiore. - Milano, 9 novembre 2014. Ciao nonno Millo Ninetta sarai sempre nel nostro cuore.- Roberta e Armando Bianchessi. - Milano, 8 novembre 2014. Enrico Fiocchini Funerali: lunedì 10 novembre ore 11 Basilica di San Marco. - Milano, 7 novembre 2014. ti vogliamo bene.- Clelia, Giorgio, Tobia, Riccardo, Camilla e Davide. - Milano, 9 novembre 2014. Il fratello Ambrogio con Margherita, Nicoletta e Riccardo piange sconsolato lamato Camillo di cui porterà sempre nel cuore la bontà danimo, lallegria e lamore per la famiglia. - Milano, 9 novembre 2014. compagna di tutta una vita.- Roberto, Cippi e Lorenzo. - Milano, 8 novembre 2014. Marina Luciano Pinuccia Sandro Mila Susanna Valerio conserveranno sempre nei loro cuori il ricordo del dolce sorriso di Ninetta Armao Kohen e si stringono affettuosamente a tutta la sua amata famiglia. - Milano, 7 novembre 2014. Elio e Lilli con Giorgio e Muriel, Paolo e Daniela sono vicini con tutto il loro affetto a Loni, Davide, Daniele e alla famiglia tutta nel ricordo della carissima amica Ninetta Armao - Milano, 8 novembre 2014. Partecipa al lutto: Franca Corinaldesi. Alain e Leila si stringono a Loni, Davide e Daniele con infinita tristezza nel dolore per la scomparsa di Ninetta Armao di cui ricorderanno sempre lallegria e il sorriso. - Istanbul, 8 novembre 2014. Ninetta ti sei portata via un tesoro di affetti ma ciò che è veramente nostro, come lamicizia che ci ha legato per una vita, non può esserci tolto.- Silvano e Paola, Diego e Jisu, Paolo, Chona. - Milano, 8 novembre 2014. Partecipano al lutto: La famiglia Dalla Maria. La famiglia Faye. Partecipano al lutto: Lella. La famiglia Bulgheroni. Grazie per esserci sempre stato con dolcezza, altruismo, generosità.- Un ultimo bacio papà Franco e Giulia. - Milano, 7 novembre 2014. Al nostro Non ti dimenticheremo mai zio Enrico Oscar Franca Roberta e familiari. - Bergamo, 7 novembre 2014. Ricordando con affetto un carissimo amico, Isabella Bocconi e figli partecipano al dolore di Mirella, Franco e Giulia per la perdita di Enrico - Milano, 8 novembre 2014. Vicky Ciampa Le famiglie Perullo, Grimaldi e Pradé profondamente addolorate si stringono affettuosamente a Venanzio, Thomas, Adele e Rosina per la prematura scomparsa della adorata mamma. - Roma, 8 novembre 2014. Vicky La sua dolcezza ed il suo sorriso rimarranno sempre nei nostri cuori.- Massimo e Gabe. - Roma, 8 novembre 2014. È mancata allaffetto dei suoi cari Ciao Ninetta te ne sei andata con la riservatezza e leleganza di sempre.- Per me ci sarai sempre.- Silvano. - Milano, 8 novembre 2014. Cara Nina te ne sei andata con la discrezione che era uno dei tuoi tanti pregi.- Grazie per il sincero affetto che ci hai dato e che terremo sempre nei nostri cuori.- Ci mancherai tanto.- Melania Nicola Caterina e Rodolfo. - Milano, 8 novembre 2014. Elsa ed Emilio, Marica e Michele e Rita ricordano con affetto e tenerezza la cara amica Ninetta - Milano, 8 novembre 2014. Camillo siamo stati insieme ragazzi, sposi, genitori, nonni.Sempre insieme e sempre in buona armonia.- Ci mancherai.- Un abbraccio a Antonietta, Valeria, Bianca, Lucia e ad Ambrogio da parte dei cugini Giannino e Rossana insieme a Giorgio e Fabio e alle loro famiglie. - Milano, 8 novembre 2014. Paola, Leonardo e Margherita abbracciano affettuosamente Antonietta, Lucia, Bianca, Valeria nel ricordo del caro Camillo nonno che con i tuoi esempi e i tuoi insegnamenti ci hai aiutato a crescere e a diventare migliori.- Rimarrai per sempre nei nostri cuori.- Gaia ed Enrico. - Milano, 7 novembre 2014. Ida Piccinini Variati Ne danno il triste annuncio con immenso dolore il marito Gianvittorio, i figli Vittorio e Massimo e le mogli Anna e Ninie.- Si ringrazia la cara amica Franca per laffettuosa e amorevole assistenza. - Milano, 7 novembre 2014. Nel dolore per la scomparsa della cara e dolce amica Ida Variati Nella e famiglia si stringono a Gianvittorio e figli. - Milano, 8 novembre 2014. Con grande affetto e rimpianto Claudio saluta la cara Ida Piccinini Variati - Milano, 7 novembre 2014. - Milano, 7 novembre 2014. Partecipiamo al dolore per la perdita di Camillo ricordandolo con affetto e simpatia.- Zelia, Luca e Lucia. - Milano, 8 novembre 2014. Ciao Camillo grazie per aver percorso questo tratto di strada insieme a noi: ricordiamo la tua dolcezza, il tuo sorriso e il tuo affetto fraterno.- I tuoi cognati Luisa, Anna e Beppe. - Vigevano, 7 novembre 2014. Caro zio Camillo sei sempre stato innamorato della vita.- Grazie per la tua dolcezza e per la tua allegria.- Grazie per il grande amore che hai dato a noi e a tutta la tua famiglia.- I tuoi nipoti Giovanni, Pietro, Angelo, Paola, Laura, Marco, Andrea e famiglie. - Vigevano, 7 novembre 2014. Ugo Mariuccia Massimo e Prisca, Letizia Laura ed Alessandra abbracciano con affetto Antonietta Valeria Biancamaria e Lucia per la scomparsa del caro Camillo - Milano, 9 novembre 2014. I vicini abbracciano Anto Valeria Bianca Lucia uniti nel ricordo del loro papà Camillo Famiglia Toscano. - Milano, 8 novembre 2014. Un po seccato perché il suo cappellino rosso era stato usato per raccogliere le more ha subito sorriso mentre le mangiavamo tutti insieme.- Ci piace ricordarlo così Camillo Con tantissimo affetto ci stringiamo alla cara Antonietta, Valeria, Bianca, Lucia.- Pia, Gigi, Silvia, Eden, Annapaola, Federico. - Milano, 7 novembre 2014. Adolfo e Federico Mamoli con Patrizia si stringono profondamente commossi ad Antonietta Valeria Bianca e Lucia per la scomparsa di Ferruccio de Bortoli è vicino alla famiglia e partecipa al dolore per la scomparsa di Ninetta Carlo Arcari rimarrai sempre nei nostri cuori.- Daniela e Gianni. - Milano, 8 novembre 2014. collega e amico di cui ricorda il grande tratto umano e professionale. - Milano, 8 novembre 2014. Camillo Reina Partecipano al lutto: Roberto e Donatella del Ponte. I figli Monica con Paolo Marcello con Valeria i nipoti Sebastiano e Beatrice piangono la scomparsa dellamato padre e nonno Roberto Ruiz de Cardenas - Milano, 8 novembre 2014. Partecipano al lutto: Claudio e Caterina Pilati. Gianluca piange la scomparsa del caro fratello Roberto compagno di una vita di lavoro e di vicende familiari. - Milano, 8 novembre 2014. Ciao Un addio colmo di affetto alla nostra amatissima Nina Camillo Reina Un forte abbraccio ad Antonietta e figli, ricordando con affetto il fraterno amico da sempre.- Vilma e figli. - Milano, 7 novembre 2014. Camillo Reina Ciao nonna Nina si stringono al resto della famiglia. - Milano, 8 novembre 2014. Siamo serene nel pensarti di nuovo sorridente e, piene dellamore che ci hai dato, siamo più forti perché tornerai a proteggerci.- La moglie Antonietta, le figlie Valeria con Max, Bianca con Daniele, Lucia con Mattia annunciano la perdita del loro caro e amato Camillo amico di una vita. - Milano, 8 novembre 2014. Partecipa al lutto: Joelle Duport. Adolfo e Gianna Martelli con rimpianto sono vicini a Monica Marcello e Gianluca per la scomparsa dell Ing. Roberto Ruiz de Cardenas carissimo amico sin dai primi anni di scuola. - Milano, 8 novembre 2014. Il 7 novembre ci ha lasciato Laura Orrù Panone Ne danno il triste annuncio Sonia, Riziero e Bernardo.- I funerali avranno luogo lunedì 10 novembre alle ore 14.45 muovendo da via Fratelli Bronzetti 15 per la parrocchia di Santa Maria del Suffragio.- Uno speciale ringraziamento per il team del dottor Paolo Tarsia del reparto Sacco dellOspedale Policlinico di Milano, per il dottor Roberto Visintin, per il dottor Tiziano Lucchi e per la signora Rosa per laccurata ed amorevole assistenza. - Milano, 9 novembre 2014. Con dolore immenso la moglie Elisabetta e le figlie Alice ed Anna annunciano la scomparsa del loro caro I funerali si terranno lunedì 10 novembre 2014 alle ore 14.45 nella parrocchia San Paolo, piazza Caserta, Milano. - Bresso, 8 novembre 2014. nonna Laura Alberto grande amico, ispiratore e indimenticabile past President di TAGA Italia.- Il Consiglio Direttivo e gli associati di TAGA Italia. - Milano, 8 novembre 2014. Un dolce saluto a te Alberto marito amatissimo, prezioso e indispensabile.Sempre tua Betty. - Bresso, 8 novembre 2014. Presidente e Direttivo di ARGI ricordando con stima le doti professionali e umane di Ti salutiamo papà Alberto Sironi il nostro eroe, forte, grintoso e protettivo.- Le tue figlie Anna e Alice: il tuo sorriso, la tua vita. - Bresso, 8 novembre 2014. esprimono il più sincero cordoglio alla famiglia, ai colleghi e agli amici. - Milano, 8 novembre 2014. Roberto Levi e tutti i collaboratori di Printgraph SpA, sono vicini con infinito dolore alla moglie Betty e alle figlie Anna ed Alice, per la scomparsa di Negli amici di 4ITGroup a lungo persisterà il ricordo dellinarrestabile voglia di fare di Alberto Sironi insostituibile amico e gentiluomo. - Settimo Milanese, 8 novembre 2014. Ruggero e Piki con Chiara e Oliviero si stringono a Betty, Anna, Alice, a papà Antonio e mamma Giuseppina nel giorno della perdita di Alberto amico fraterno che resterà sempre nei nostri cuori. - Merate, 8 novembre 2014. Alberto Sironi Alba, Andrea, Paolo e Marta annunciano la morte di Aldo Pozzoli e Giacomo Rota unitamente a tutto il personale di Pozzoli SpA si stringono commossi alla famiglia per la perdita del loro caro Nellottavo anniversario della morte di Gabriella Menchini Provera verrà celebrata una Santa Messa nella chiesa dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne 54 alle ore 18,30 di mercoledì 12 novembre.- Giovanni. - Milano, 9 novembre 2014. La famiglia Sette ringrazia i tanti amici che hanno partecipato con commozione e affetto al dolore per la morte dellamatissimo Arch. Bruno Sette - Roma, 9 novembre 2014. - Inzago, 8 novembre 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE Giovanni Beneduci ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 un padre e marito che ci mancherà molto.- Un uomo che ha saputo coniugare una carriera esemplare con lumiltà e la semplicità di sempre.- Le esequie saranno lunedì ore 15 presso San Salvatore in Lauro.- Non fiori ma offerte per la lotta al cancro.- I figli e la moglie. - Roma, 8 novembre 2014. Emilio Mosca Enzo Grassi Sei in ogni nostro pensiero e ci manchi sempre più.Non basta sapere che ci sei, perché abbiamo troppa voglia di riabbracciarti, Magda e Valentina.- Enzo sarà ricordato oggi, durante la Santa Messa delle ore 18, in Santa Maria Madre della Chiesa a Buccinasco. - Assago, 9 novembre 2014. Alberto Sironi È venuto a mancare il nostro caro È mancato 9 novembre 2009 - 9 novembre 2014 Alberto Sironi - Bresso, 8 novembre 2014. amico e socio insostituibile.- Il settore della stampa perde uno dei suoi massimi esperti. - Milano, 8 novembre 2014. amatissimo marito e padre, esemplare devoto alla famiglia ed onesto lavoratore.- I funerali avranno luogo in Dresano lunedì 10 novembre alle ore 15 nella chiesa di San Giorgio Martire, indi al cimitero di Fiamignano (RI).- La cara salma è esposta nella camera ardente dellOspedale di Vizzolo Predabissi sino alle ore 14 di lunedì. - Dresano (MI), 6 novembre 2014. Alberto La più sentita vicinanza a famiglia e colleghi. - Milano, 8 novembre 2014. Alessandro e Inge Pesenti sono vicini alla famiglia per la scomparsa dellamico sei stata speciale...sei e sarai una parte colorata della nostra vita!- Le tue nipotine Lara ed Isabella. - Milano, 9 novembre 2014. Claudio Ceretti Alberto - Inzago, 8 novembre 2014. Ciao Partecipano al lutto: Giacomo Rota e famiglia. Tutta Zetas piange la scomparsa di Carissima La famiglia Pozzoli è vicina con immenso affetto a Betti, Anna e Alice in questo momento di dolore per la scomparsa del carissimo Alberto Sironi CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Con dolore lo annunciano: le figlie Anna e Laura e famiglie.- Emilio riposerà nel cimitero di Merate (LC).- Per informazioni sul funerale telefonare al 3472341147. - Merate, 9 novembre 2014. PER PAROLA: Partecipiamo al dolore di Umberto e Camilla con tanta tristezza Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Milena Comini non smetterà di essere nei nostri cuori.- Claudio e Barbara. - Zurigo, 8 novembre 2014. Giorgio Mulé è vicino a Ennio Doris e famiglia per la scomparsa della sorella Udilla Doris Corriere della Sera Gazzetta dello Sport Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] - Milano, 8 novembre 2014. Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 37 ● . Risponde Sergio Romano ARTE E CULTURA A PARIGI ALL’OMBRA DEL TERZO REICH Caro Romano, in tv si pubblicizza l’acquisto di titoli di Stato italiani con «...e in più hai la garanzia della solidità dello Stato italiano». Le chiedo: stupidità o cinica disonestà? Fabrizio Perrone Capano fabrizio.perronecapano@ fastwebnet.it Il troppo pessimismo non è meno dannoso dell’eccessivo ottimismo. Silvano Soldaini [email protected] Ho letto la sua risposta a un lettore che esponeva i rischi per Parigi di essere distrutta. Si potrebbe supporre che una città in una fase di guerra cruenta abbia corso effettivamente l’alea di soffrirne, ma bisogna tenere presente l’ammirazione di Hitler che il 28 giugno 1940 l’aveva visitata con entusiasmo in compagnia dell’architetto Albert Speer e dello scultore Arno Breker. Il Führer così espresse i suoi sentimenti: «Vedere Parigi era il sogno della mia vita. Non so esprimere tutta la mia felicità nel vedere esaudito oggi quel sogno». Giampaolo Grulli [email protected] Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] La tua opinione su sonar.corriere.it Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: la criminalità frena gli investimenti esteri. Concordate? SUL WEB CENTRI SOCIALI Democrazia e attacchi Risposte alle 19 di ieri Ancora una volta appartenenti ai centri sociali non trovano di meglio da fare che aggredire il segretario della Lega Matteo Salvini, prendendo a calci e pugni la sua auto, mentre era a Bologna in visita in un campo nomadi. Certi personaggi parlano di democrazia, ma la loro democrazia è a senso unico: l’importante è pensarla come loro! Fabio Todini, Roma CASE OCCUPATE Rischio Far West? In questi mesi le cronache si stanno occupando del grave problema dell’occupazione Caro Grulli, itler non avrebbe esitato a colpire Parigi. Le sue istruzioni ai comandi militari, mentre le truppe alleate avanzavano verso la capitale francese, erano perentorie: distruggere i settanta ponti che collegano le due sponde della Senna e della Marna. Non appena le truppe tedesche uscirono dalla città, la capitale fu bombardata dagli aerei della Luftwaffe. Ma vi era effettivamente nell’opinione pubblica tedesca e nello stesso leader nazista un’ammirazione che rasentava spesso il senso d’inferiorità. L’uomo che meglio incarnò questo atteggiamento fu Otto Abetz, ambasciatore tedesco a Pa- H DISASTRI CONTINUI Patrimonio artistico Non passa giorno senza che il nostro patrimonio artistico non subisca danni a volte irreparabili per colpa dei nostri amministratori/politici. Roma e Pompei sono i luoghi più colpiti a causa delle mancate manutenzioni. Si parla di rischio sfacelo, di protezione dell’ambiente e costantemente si evidenzia il declino del nostro Paese. È mai possibile che non si possa arrestare questo disastro? di Danilo Taino Statistical editor Le proteste dei tassisti: una Uber-pubblicità LETTERE AL CORRIERE SPOT IN TV Titoli di Stato ● Più o meno Sì 79% 21% No La domanda di oggi Via lo scontrino fiscale, sì alla tracciabilità elettronica: le mosse dell’Agenzia delle entrate batteranno l’evasione? forzata e violenta di case abitate da gente legalmente assegnataria o proprietaria. Ormai sono tante le persone che hanno paura ad allontanarsi dalla propria abitazione, anche per brevi periodi, temendo che al rientro non possano più risiedere nel proprio appartamento. Se le autorità continueranno a tollerare simili violazioni della legge, rischiamo di trasformare lo stato di diritto in Far West. Sergio Guadagnolo [email protected] rigi dal 1940 al 1944. Abetz frequentava gli ambienti culturali della città, corteggiava gli intellettuali, aiutava le case editrici a superare i veti della censura, interveniva per addolcire le politiche repressive della Gestapo e delle SS. Questa politica ebbe l’effetto di convincere una parte della intellighenzia francese che la città, nell’Europa tedesca del dopoguerra, sarebbe stata una specie di corpo separato e avrebbe continuato a illuminare il continente con lo splendore delle sue bellezze e la vivacità dei suoi circoli culturali. I teatri di Parigi continuarono a rappresentare opere di Henry de Montherlant, Jean Anouilh e persino Jean-Paul Sartre. Alcuni dei maggiori registi cinematografici, Henry Georges Clouzot e Marcel Carné, realizzarono film che circolarono nelle sale cinematografiche e vennero, in qualche caso, distribuite dalla Ufa, la grande azienda cinematografica tedesca. Picasso rimase a Parigi e ricevette nel suo studio la visita di qualche ammiratore tedesco. Grazie alla regia politica di Abetz, una delegazione di personaggi dello spettacolo visitò la Germania e alcuni intellettuali parteciparono al grande convegno sull’Europa del futuro organizzato a Weimar da Joseph Göbbels nell’ottobre 1942. Il quadro cominciò a cambiare tra la fine del 1942 e l’inizio del 1943: un periodo che coincide con la sconfitta di Erwin Rommel in Africa e di Friedrich Paulus a Stalingrado. © RIPRODUZIONE RISERVATA famiglie e tutti i responsabili dei progetti (alla salute, alla legalità, al teatro, ecc.) non saranno retribuiti. Dunque, oltre al blocco degli scatti di anzianità fino al 2018, anche quei pochi soldi del fondo di istituto ripartiti fra alcuni docenti, ci saranno sottratti. Avrei preferito un premier che, ammettendo che stiamo passando un periodo difficile, avesse chiesto sacrifici anche a noi e non uno che proclama la scuola al primo posto nei programmi del suo governo e poi toglie risorse! Maria Teresa Triggiani SCUOLA Fondi dimezzati Durante una riunione ristretta, il preside ci ha comunicato che il fondo d’istituto è stato dimezzato. Questo significa che tutte le certificazioni linguistiche e non, saranno a carico delle [email protected] PREMI DEI CONCORSI Dare più informazioni Ogni anno affluiscono nelle casse dell’erario milioni di euro da parte dei Monopoli di Stato che gestiscono lotterie e «gratta e vinci». Va bene che «pecunia non olet», però un comportamento etico imporrebbe di evidenziare sui biglietti in vendita le percentuali di possibilità di vincita e il numero dei premi. Antonino Genovese [email protected] SOLO IN CONTANTI Pagamento del bollo Ho pagato 200 euro per il bollo auto. Ma che fatica! I tabaccai, con ricevitoria per pagamento bollettini vari, mi hanno rifiutato il pagamento tramite bancomat. Ho dovuto pagare in contanti perché sembra che le spese da loro sostenute se si paga col bancomat, siano maggiori al guadagno. Eppure di recente il governo chiedeva di pagare anche le piccole somme telematicamente! Sergio Capone C he la cattiva pubblicità possa in certi casi essere molto proficua, è da sempre la regola di più di un esperto di comunicazione. Una spacconata dei vecchi manipolatori dell’opinione pubblica — si potrebbe pensare. Nell’era del Big Data, possiamo verificarla, in qualche modo misurarla. Diogo Macahdo, un ricercatore del think tank Bruegel, ha voluto testare l’assunto nel caso di Uber, il servizio auto con prenotazione via app diventato un caso mondiale negli scorsi mesi: un indiscutibile esempio di «cattiva pubblicità» data dalle proteste e dalle manifestazioni con le quali Uber è stato accolto dai tassisti e dai divieti introdotti da numerose autorità. Machado ha preso in considerazione la Germania. Per prima cosa, ha tracciato un indice delle ricerche delle parole «Taxi» e «Uber» effettuate su Google. Fino al 13 aprile 2014, giorno in cui fu introdotta la prima regolamentazione tedesca del servizio, le ricerche per Uber stavano attorno a un indice 25, mentre quelle per Taxi attorno a 50. Da quel momento, la situazione inizia a cambiare e si ribalta l’8 giugno, quando i tassisti tengono le loro manifestazioni contro l’attività che ritengono illegale: l’indice Google per Taxi arriva a 58 e quello per Uber a cento. Dalla fine di agosto in poi, quando il divieto di operatività a Uber è imposto e poi revocato dalle autorità, l’indice indica valori quasi sempre superiori per Uber, tra 60 e 98, rispetto a Taxi, tornato attorno a 50. Si può pensare che le ricerche su Google siano solo di curiosità, per avere informazioni su un servizio sconosciuto. Machado ha dunque anche misurato la correlazione tra le ricerche per le due parole, supponendo che la maggiore correlazione, cioè il muoversi nella stessa direzione dell’indice riferito a Taxi e a Uber, significhi che la gente cerchi Uber per le stesse ragioni per cui cerca Taxi, cioè per prenotarne il servizio. Il risultato: fino all’aprile 2014, quando non c’era polemica, il coefficiente di correlazione (ottenuto attraverso una formula matematica per misurare la relazione) era bassissimo e spesso negativo, mediamente, tra l’autunno 2013 e la primavera 2014, pari a 0,14; da quando sono esplose la battaglia di piazza e la polemica politica, si è impennato a una media di 0,56. I tassisti e le autorità (almeno in Germania) sono insomma stati una gran pubblicità per Uber. E si può dire che i vecchi guru dell’advertising non sbagliassero di molto. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Busto Garolfo (Va) INTERVENTI E REPLICHE Ricordo di Giuseppe Luraghi A proposito della lettera «Luraghi e la Giulietta», di Giorgio Vecchiato (Corriere, 4 novembre), pur non dubitando di un ricordo che risale a 44 anni fa, credo che a Vecchiato sia sfuggito il tono con cui Giuseppe Luraghi pronunciò quelle parole (ammesso che le abbia pronunciate). Poiché Luraghi (lo conoscevo bene perché era mio papà) era un manager profondamente convinto del fatto che le macchine Alfa Romeo potevano primeggiare solo se la loro qualità era altissima, se erano affidabili, se erano durevoli e così via, credo che l’ex direttore della Gazzetta del Popolo non abbia percepito l’ironia o addirittura l’aperta presa in giro contenuta in quella battuta. Comunque vedo che Vecchiato non aveva grande fiducia neanche nella Fiat, padrona di Torino, se in seguito ha scelto solo marche straniere… Marina Luraghi, [email protected] La misura Garanzia Giovani in Campania In merito all’articolo «La fabbrica che in Campania non può assumere disoccupati» di Gian Antonio Stella (Corriere, 7 novembre), preciso quanto segue. La Cgil in Campania non ha mai ricoperto un ruolo sostitutivo rispetto a quello istituzionalmente assegnato dalla misura © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it Garanzia Giovani alle strutture della Regione e meno che mai è stata ed è destinataria di «prebende». Contrariamente a ciò, leggo: «La Campania, che aveva in dote più soldi di tutti (191 milioni), ha deciso di metterne una montagna (45 e mezzo) sull’accoglienza, distribuendo cioè una pioggia di prebende a una folla di società anche dei sindacati che fanno a pagamento lo stesso lavoro (in pratica: il primo colloquio) fatto “gratis” dai centri per l’impiego pubblici». Nell’articolo quindi si afferma genericamente il falso. Franco Tavella Segretario generale Cgil Campania Le associazioni sindacali risultano abilitate ai servizi per il lavoro in base all’articolo 6 comma 3 del decreto legislativo 276/03 e quindi figurano tra i soggetti che il piano di attuazione che la regione Campania ha varato per attuare il programma garanzia giovani. La Cgil si chiama fuori? Prendiamo nota. (g.a.s.) Cioran e il futuro dell’uomo Al lettore ottimista sul futuro, segnalo le parole di Emil Cioran: «La natura non solo ha fatto uno sbaglio ad ammettere l’uomo nel suo regno, ma ha compiuto un attentato contro se stessa». Pierangelo Gabba, Pinarolo Po (Pv) EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. 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SERVIZIO CLIENTI: 02-63797510 (prodotti collaterali e promozioni). * Con “Sette” € 2,90; con “Io Donna” € 2,90; con “Style Magazine” € 3,40; con “Living” € 5,30; con “Vignaioli e vini d’Italia 2015” € 14,30; con “Mila e Shiro” € 11,39; con “Tutto Pratt” € 12,39; con “La Tasi e le nuove tasse sulla casa” € 7,30; con “Le grandi storie Disney” € 9,39; con “Grandangolo” € 7,30; con “Lettere d'amore” € 8,30; con “Agatha Christie” € 8,30; con “Agatha Christie Poirot” € 11,39; con “La biblioteca della Grande guerra” € 11,30; con “Alda Merini” € 8,30; con “Skylander” € 11,30; con “Diabolik. Nero su nero” € 8,39; con “Buone notizie” € 9,30; con “ II teatro di Eduardo” € 7,39; con “Geronimo Stilton. Viaggio nel mondo” € 8,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39; con “La Scuola del racconto” € 8,30 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 38 Sport Le pagelle DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A GENOVA Sampdoria Gabbiadini tuttofare 6 Romero Uscite sempre sicure, non gli riesce il miracolo sul rigore, ma è chiedere troppo. 5,5 De Silvestri Una faticaccia tenere El Shaarawy. Anche per quello, non riparte molto. Rischia il rigore cinturando Fernando Torres. 6 Silvestre Un paio di ottimi interventi in chiusura (uno su El Sha), giusto per far bella figura con l’ex squadra. 6 Gastaldello Uomo d’ordine della difesa: detta i tempi e riesce anche a impostare. 5 Mesbah Contenuto dalla buona lena di De Sciglio, ci mette una mano di troppo per stoppare il cross di Menez. 6,5 Soriano Parte in sordina, poi cresce, si porta più avanti e aumenta il pressing, mandando in confusione gli equilibri instabili del Milan. 6 Obiang Non riesce a ragionare troppo, così ci prova con i lanci lunghi. Salta in perfetta solitudine e, di testa, colpisce in pieno il palo. 5,5 Duncan Non riesce a dettare i tempi di gioco e a costruire. 6,5 Gabbiadini Mobile, torna ad aiutare ed è pericoloso negli inserimenti. 7 Okaka In crescita esponenziale, Conte avrà preso qualche appunto per il futuro. Con la punta della suola anticipa Diego Lopez e Bonera e riapre la partita. Prezioso il lavoro spalle alla porta, suo anche l’angolo del raddoppio. 7 Eder Perde la palla che avvia il gol del Milan, ma poi scava più tunnel della Tav e si ferma solo con il fallo (vedi il giallo a De Sciglio). Lesto a ribattere in rete quando la palla ritorna dal palo di Obiang. 7 Mihajlovic Va sotto, ma la aggiusta e poi prova a vincerla (dentro Rizzo, centrocampista offensivo, appena il Milan raggiunge il pari): intelligenza e carattere. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Milan De Jong solita diga 6 Diego Lopez Quando serve c’è: vedi il tiro di Soriano nel finale. 6 De Sciglio Inzaghi lo accomuna sempre a El Shaarawy: in effetti danno entrambi segnali di risveglio, anche se il terzino soffre un po’ Eder. Che si trovi davvero meglio a destra? 5,5 Mexes Deciso a cogliere l’opportunità (è la prima volta che calca il campo) resta un po’ troppo fuori dall’area. Si perde Okaka, salvato perché ci inciampa addosso. 5,5 Rami Finché è questione di muscoli tutto ok, quando si va sulla velocità meno. Si fa superare da Gabbiadini in occasione del cross-gol. 5 Bonera Riproposto per infortuni altrui, si fa anticipare da Okaka nel primo gol. Alla lunga emerge la sua lentezza. Finisce espulso per due falli. 6 Essien Fa da equilibratore e distribuisce pure palloni con un senso. Più errori nella ripresa. 6,5 De Jong Palermo è stata una parentesi nera. Torna la diga di sempre. 6 Bonaventura Supplisce i vuoti in mezzo, buona occasione col tiro da fuori. 5 Honda Circa 50’ di niente. I test di MilanLab che lo davano stanco non mentivano. 6 Menez Alti alti e bassi bassi. Bene i primi 20’, ma piuttosto di passarla si fa sparare e non contrasta Obiang nel raddoppio Samp. Non sbaglia il rigore. 7 El Shaarawy Risponde a Conte seduto in tribuna: sì, sono pronto per diventare grande. La crescita passa da un destro dal limite nell’angolo più lontano che diventa un gran gol. Gli mancava da 622 giorni. Il più indiavolato dei diavoli. 6 Torres Più attivo ed efficace delle ultime volte, lotta e dà fastidio alla Samp. Merita fiducia. 6 Inzaghi I progressi ci sono stati, ma il Milan manca il salto di qualità. a.rav. © RIPRODUZIONE RISERVATA . Iannone con il casco Milan Barbara Berlusconi cerca idee in Motogp Barbara Berlusconi cerca ispirazione nella MotoGp. «Il calcio italiano sta vivendo momenti difficili –—ha dichiarato l’ad rossonero a Valencia —. Io sono qua per trovare nuove idee». Ieri ha incontrato Andrea Iannone, che indossa un casco con il logo del Milan (anteprima di una linea che sarà lanciata a breve). Oggi, accompagnata da Stefano Domenicali (che Barbara aveva cercato di portare al Milan) vedrà Carmelo Ezpeleta. «Servono idee vincenti e qui posso trovarle — ha continuato l’ad —. Il Milan? La situazione è delicata ma abbastanza positiva. Inzaghi sta facendo un grande lavoro. L’obiettivo è la Champions, quella attuale non è la posizione che la squadra merita». Ritorno Il gol di El Shaarawy, 22anni, che ha battuto Romero con un gran destro dal limite (ImageSport) ❞ Mihajlovic Non ho nulla da dire ai miei, hanno dato tutti il massimo Milan, la svolta è a metà Pareggia a Genova con la Sampdoria e manca l’assalto al terzo posto in classifica Passa in vantaggio con El Shaarawy, va sotto e pareggia con un rigore di Menez DA UNO DEI NOSTRI INVIATI ❞ Inzaghi Sono molto soddisfatto ma solo del gioco: meritavamo di vincere GENOVA Come sull’ottovolante, il Milan prima sale, poi precipita e quando gli manca il respiro riemerge dall’inferno in cui era precipitato. Il pari nel fortino di Marassi è un punto guadagnato considerando i risultati della squadra di Mihajlovic nel suo stadio. Nessuno qui era riuscito a fare due gol contro la seconda difesa del campionato. Nessuno, prima dei rossoneri, aveva impegnato così tanto i doriani. Ma il 2-2 è anche un’occasione persa. Perché il Milan ha per due volte la partita in mano: all’inizio dopo la rete di El Shaarawy, cuore genoano, in rete 622 giorni dopo l’ultima volta in campionato e per questo commosso sino alle lacrime. E alla fine, dopo che Menez su rigore riacciuffa il pareggio. Manca la zampata vincente nel momento in cui la Samp sembra un po’ provata e disarticola- ta. Ma l’arbitro Orsato non se la sente di fischiare un altro rigore al Milan per un intervento di De Silvestri su Torres e il diagonale di Bonaventura esce di un soffio. Inzaghi si può consolare: la squadra è in crescita dopo Sampdoria Milan 2 2 Marcatori: El Shaarawy 9’, Okaka 45’ p.t.; Eder 6’, Menez su rigore 19’ s.t. SAMPDORIA (4-3-3): Romero 6; De Silvestri 5,5, Silvestre 6 (Regini s.v. 38’ s.t.), Gastaldello 6, Mesbah 5; Soriano 6,5, Obiang 6 (Bergessio s.v. 46’ s.t.), Duncan 5,5 (Rizzo 6 22’ s.t.); Gabbiadini 6,5, Okaka 7, Eder 7. All.: Mihajlovic 7. MILAN (4-3-3): Diego Lopez 6; De Sciglio 6, Mexes 5,5, Rami 5,5, Bonera 5; Essien 6, De Jong 6,5, Bonaventura 6; Honda 5 (Torres 6 14’ s.t.), Menez 6 (Poli s.v. 42’ s.t.), El Shaarawy 7. All.: Inzaghi 6. Arbitro: Orsato 5,5. Ammoniti: Menez, De Sciglio, Duncan, De Jong. Espulso: Bonera 40’ s.t. Recuperi: 1’ più 3’. i pareggi senza gloria con Fiorentina e Cagliari e il tonfo con il Palermo. Ora serve continuità. La Samp merita tutto quello che ha. Sbaglia l’approccio, ma rientra bene il partita: pareggia con Okaka e sorpassa i rivali grazie a Eder. Sul più bello, però, si fa prendere dall’entusiasmo, facendosi trovare scoperta sulle ripartenze milaniste. U n p e c c a t o d i g i o ve n t ù . Mihajlovic ha messo insieme una squadra che ha gioco, anima e che ha dimostrato di poter lottare nelle posizioni di vertice della classifica. A Marassi consoliamoci con i gol dei giovani italiani, proprio sotto gli occhi del c.t. Antonio Conte. El Shaarawy sblocca il risultato con un destro a rientrare, Okaka risponde con una zampata formidabile al tramonto del primo tempo, secondo acuto in campion a to . E g i à c h e c i s i a m o , parlando di giovani, il cross Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 622 i giorni passati da El Shaarawy senza segnare in A. L’ultimo, prima di ieri sera, lo aveva segnato all’Inter il 24 febbraio 2013 vincente da sinistra è di Manolo Gabbiadini, uno dei migliori in campo. Il c.t. in tribuna prende nota. Il Milan si impossessa in fretta della partita. La Samp, che in casa non ha mai perso, è lenta e imprecisa, come stordita dai complimenti che si sono moltiplicati dopo la vittoria contro la Fiorentina. Anche incapace di gestire il pallone in assenza di Palombo. Obiang, regista improvvisato, sbaglia moltissimo e dà fiato alle ripartenze milaniste. Occasioni Rossoneri in crescita, ma perdono per due volte l’occasione di chiudere la partita Ma intorno alla mezz’ora Mihajlovic trasforma il 4-3-3 nel 4-2-3-1 che cambia la vita ai doriani, alzando Soriano e restituendo aggressività alla squadra di casa. Nella ripresa la Samp insiste e il Milan, come un pugile suonato, prova a difendersi a centro ring cercando di rimanere in piedi ma al primo vero affondo crolla, mostrando le solite lacune sulle palle inattive. La rete del sorpasso la firma Eder, solo a centro area, dopo che il colpo di testa di Obiang su angolo di Okaka si era stampato sul palo. A quel punto la Samp ha la partita in mano, ma cercando il 3-1 regala al Milan il contropiede. Il rigore (mano di Mesbah) trasformato da Menez cambia nuovamente gli scenari. La banda Inzaghi sul 2-2 torna padrona della scena. Una grande squadre ne saprebbe approfittare. Quella rossonera ancora no. Ci vuole pazienza. Il 2-2, alla fine, è una iniezione di autostima in attesa del derby. Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 SPORT 39 . Estero La «goal line technology» dà un gol a Cahill del Chelsea. Il caro vecchio arbitro nega un rigore al Liverpool per un braccio in area dello stesso Cahill. E così il bilancio è tutto a favore dei Blues di Mourinho (foto) che rimontano i Reds, andati in vantaggio con il turco Can. Per il Chelsea è decisivo ancora una volta Diego Costa. Mario Balotelli si fa notare solo per un cartellino giallo: per lui zero tiri in porta e sempre più lontana l’eventuale convocazione di Antonio Conte in azzurro. Vola invece il Southampton di Graziano Pellé (autore di un assist) che batte il Leicester 2-0 e resta al secondo posto a 4 punti di distanza. Torna a vincere il Manchester United: 1-0 Mou rimonta i Reds grazie alla tecnologia Boateng da record Il Faraone felice Pippo invece se la prende con l’arbitro GENOVA Seicentoventidue Oggi il Verona: Thohir a San Siro inquieto dopo il vertice Uefa Mazzarri non è Van Gaal e Thohir non è Moratti. Il tecnico avrebbe potuto ripetere quello che ha detto l’olandese venerdì, alla vigilia della gara (vinta 1-0) con il Crystal Palace: «Sono stato pessimo e lo dico per rispetto dei tifosi, della società, che ha avuto grande fiducia in me, nei miei calciatori e nel mio staff. Ma quando fai 13 punti in 10 partite non stai facendo bene». Mazzari non è stato «pessimo» (mai esagerare) e di punti ne ha raccolti 15 in 10 partite, ma se avesse parlato più o meno come Van Gaal, stasera, prima del Verona, avrebbe raccolto non pochi applausi a San Siro. E sarebbe stato un modo per voltare pagina. Invece, in questa vigilia trafelata, schiacciata fra la buona partita pareggiata con il St. Etienne e lo stop per le nazionali (le domeniche in cui l’Inter esprime il gioco migliore), prima di derby e Roma, Mazzarri ha preferito spiegare: «Io non valuto me stesso, lascio che siano gli altri a farlo. È vero che abbiamo sbagliato qualche partita, ma se stiamo attenti al lavoro avviato, si vede che stiamo facendo talmente tante cose in un’annata appena iniziata che si potrebbe anche provare a vedere il bicchiere mezzo pieno. Qui si gioca sempre per un solo risultato contro avversari che contro di noi danno tutti il 120%; i pareggi a volte sono stati valutati come tragedie; le sconfitte non ne parliamo; per i giovani è più difficile crescere ed è difficile fare un gioco organico, sono tante le cose da valutare. Io darò sempre il massimo per questi giocatori che mi stanno regalando tante soddisfazioni». MILANO ❞ Mazzarri Ripartiamo dalla prova in Coppa Daremo tutto per il pubblico ❞ Thohir Bene giovedi, ma oggi con il Verona non mi basta il pareggio © RIPRODUZIONE RISERVATA Ad Appiano è apparso anche Thohir, reduce dall’incontro di venerdì a Nyon con i rappresentanti dell’Organo di Controllo Finanziario dei Club dell’Uefa. Non tutti sono apparsi entusiasti del piano di rientro presentato dai vertici nerazzurri e a non convincere sembra siano state le idee legate agli investimenti e all’aumento dei ricavi. I tagli non sempre sono la soluzione migliore: in un anno di nuova proprietà, le promesse sono state tante, le idee innovative poche e i progetti per il futuro nel complesso restano modesti, anche perché un grande club non può Allenatore amaro «Qui si gioca sempre e solo per un risultato; anche i pareggi sono vissuti come tragedie» non pensare di ingaggiare grandi giocatori. O forse qualcuno sarà rimasto perplesso di fronte a un presidente che ha concesso un prestito (22 milioni) alla società da lui guidata, con un interesse dell’8%. Cose che Moratti in 18 anni e mezzo di presidenza non si è mai nemmeno sognato di fare. Oggi c’è il Verona, battuto due volte nell’ultimo campionato (4-2 a San Siro). L’Inter arriva all’appuntamento con la squadra di Mandorlini (il libero dello scudetto 1989) in condizioni precarie: molta stanchezza (i 93’ di Europa League con il St. Etienne); molti infortunati (non c’è Guarin fra i convocati, ma Hernanes e Nagatomo sì); molte preoccupazione per l’accoglienza di San Siro (prima dell’1-1 in Francia, c’è stata la caduta di Parma). È la vita. Vita nerazzurra. Fabio Monti SASSUOLO (4-3-3): Consigli 5,5; Vrsaljko 6, Cannavaro 6, Terranova 6, Peluso 5; Missiroli 6, Magnanelli 6, Taider 5,5 (Pavoletti s.v. 43’ s.t.); Berardi 6 (Floro Flores s.v. 35’ s.t.), Zaza 5,5 (Floccari 6 26’ s.t.), Sansone 5,5. All.: Di Francesco 6 Bomber Mauro Icardi, 21 anni, ha segnato cinque gol in questo campionato (due su rigore): è il miglior realizzatore dell’Inter (LaPresse) REGGIO EMILIA Quinto risultato utile in serie A: il Sassuolo ottiene un piccolo record ma senza fare troppi festeggiamenti. Gli emiliani pareggiano al Mapei Stadium con l’Atalanta, che sta lentamente uscendo dal periodo nero e che può recriminare per il palo di Raimondi nella ripresa che avrebbe potuto regalare i tre punti agli ospiti. Il pari però è forse il risultato più giusto al termine di un match brutto e giocato su ritmi bassi, ma che consente alle due squadre di fare un piccolo passo in avanti in classifica verso posizioni più tranquille. Nel Sassuolo rientrava Simone Zaza, ma la sua prestazione non è stata sufficiente. Più pimpante il compagno d’attacco Berardi, pericoloso nel primo tempo. La migliore chance dell’incontro però capita sulla testa del difensore atalantino Raimondi, che al 27’, su pennellata di Molina, stacca più in alto di Peluso e manda la palla a sbattere sul palo. Nel recupero un’immagine insolita: Cherubin toglie, nel marcarlo, la maglietta al neo entrato Pavoletti, senza che però l’arbitro Pasqua se ne accorga. © RIPRODUZIONE RISERVATA 11a giornata Cagliari Genoa 4-3-3 3-4-3 1 Perin 27 Cragno 14 Roncaglia 21 Balzano 8 Burdisso 32 Ceppitelli 13 Antonelli 15 Rossettini 21 Edenilson 8 Avelar 69 Sturaro 16 Dessena 19 Greco 5 Conti 20 Ekdal 33 Kucka 17 Farias 24 Falque 25 Sau 32 Matri 7 Cossu 10 Perotti Arbitro: Peruzzo di Schio Tv: ore 12.30, Sky Calcio 1, Premium Calcio Chievo Cesena 4-2-3-1 4-3-3 1 Bizzarri 30 Agliardi 21 Frey 25 Capelli 3 Dainelli 14 Volta 87 Dukanovic 15 Krajnc 34 Biraghi 17 Magnusson 14 Cofie 5 Giorgi 56 Hetemaj 34 Cascione 23 Birsa 10 Coppola 69 Meggiorini 92 Defrel 24 Schelotto 27 H. Almeida 10 Maxi Lopez 61 Garritano Arbitro: Tagliavento di Terni Tv: ore 15, Sky Calcio 4 Empoli Lazio 4-3-1-2 4-3-3 33 Sepe 22 Marchetti 2 Laurini 39 Cavanda 19 Barba 3 De Vrij 24 Rugani 2 Ciani 21 Mario Rui 5 Braafheid 88 Vecino 16 Parolo 6 Valdifiori 20 Biglia 11 Croce 19 Lulic 27 Zielinski 87 Candreva 10 Tavano 9 Djordjevic 7 Maccarone 6 S.Mauri Arbitro: Mazzoleni di Bergamo Tv: ore 15, Sky Calcio 2, Premium Calcio 2 Fiorentina Napoli 4-3-3 4-2-3-1 1 Neto 1 Rafael 40 Tomovic 11 Maggio 2 Gonzalo Rodriguez 33 Albiol 15 Savic 26 Koulibaly 28 Alonso 31 Ghoulam 20 Borja Valero 88 Inler 10 Aquilani 19 Lopez 14 Mati Fernandez 7 Callejon 11 Cuadrado 17 Hamsik 24 Insigne 30 Babacar 9 Higuain 72 Ilicic Arbitro: Valeri di Roma Tv: ore 18, Sky Calcio 1, Premium Calcio Inter Verona 3-5-2 4-3-3 1 Handanovic 1 Rafael 23 Ranocchia 71 Martic 15 Vidic 4 Marquez 5 Juan Jesus 18 Moras 33 Agostini 20 Obi 17 Kuzmanovic 23 Ionita 18 Medel 8 Obbadi 10 Kovacic 10 Hallfredsson 22 Dodò 17 N. Lopez 9 Icardi 9 Toni 8 Palacio 11 Jankovic Arbitro: Rocchi di Firenze Tv: ore 20.45, Sky Calcio 2, Premium Calcio 2 Juventus Parma 4-3-1-2 3-5-2 1 Buffon 83 Mirante 26 Lichtsteiner 4 Mendes 19 Bonucci 6 Lucarelli 3 Chiellini 15 Costa 20 Padoin 33 Rispoli 30 Acquah 2 Romulo 21 Lodi 8 Marchisio 6 Pogba 8 José Mauri 37 Pereyra 11 De Ceglie 10 Tevez 99 Cassano 10 Belfodil 14 Llorente Arbitro: Russo di Nola Tv: ore 15, Sky Calcio 1, Premium Calcio 1 Palermo Udinese 3-5-2 4-3-1-2 70 Sorrentino 31 Karzenis 6 Munoz 27 Widmer 12 Gi. Gonzalez 75 Heurtaux 4 Andelkovic 5 Danilo 89 Pires 3 E. Pisano 15 Bolzoni 7 Badu 27 L. Rigoni 6 Allan 19 Guilherme 8 E. Barreto 8 B. Fernandes 7 Lazaar 77 Thereau 20 Vazquez 24 Muriel 9 Dybala Arbitro: Doveri di Roma Tv: ore 15, Sky Calcio 3, Premium Calcio 3 Roma Torino 4-3-3 3-5-1-1 26 De Sanctis 1 Gillet 35 Torosidis 19 Maksimovic 44 Manolas 25 Glik 2 Yanga-Mbiwa 24 Moretti 3 A. Cole 33 Peres 15 Pjanic 14 Gazzi 20 Vives 16 De Rossi 4 Nainggolan 8 Farnerud 36 Darmian 27 Gervinho 7 El Kaddouri 10 Totti 27 Quagliarella 8 Ljajic Arbitro: Banti di Livorno Tv: ore 20.45, Sky Sport 1 e Calcio 1, Premium Calcio 1 Sabato 22/11, ore 18 ATALANTA-ROMA Ore 20.45 LAZIO-JUVENTUS Domenica 23/11, ore 12.30 TORINO-SASSUOLO ore 15 CESENA-SAMPDORIA NAPOLI-CAGLIARI PARMA-EMPOLI UDINESE-CHIEVO VERONA-FIORENTINA Ore 20.45 MILAN-INTER Lunedì 24/11, ore 20.45 GENOA-PALERMO 0 0 Arbitro: Pasqua 6 Ammoniti: Magnanelli, Benalouane, Berardi, Vrsaljko. Recuperi: 1’ più 5’ Ieri SASSUOLO-ATALANTA SAMPDORIA-MILAN Oggi, ore 12.30 CAGLIARI-GENOA Oggi, ore 15 CHIEVO-CESENA EMPOLI-LAZIO JUVENTUS-PARMA PALERMO-UDINESE Ore 18 FIORENTINA-NAPOLI Ore 20.45 INTER-VERONA ROMA-TORINO Prossimo turno Sassuolo Atalanta ATALANTA (4-4-1-1): Sportiello 6; Raimondi 6,5, Benalouane 5,5 (Zappacosta s.v. 32’ s.t.), Standardo 6, Cherubin 5,5; Molina 6,5 (D’Alessandro 6 36’ s.t.), Migliaccio 6, Baselli 6, Dramé 5,5; Moralez 6,5 (23’ s.t. Boakye 6); Denis 5,5. All.: Colantuono 6 Serie A 0-0 2-2 © RIPRODUZIONE RISERVATA anticipo Inter, i problemi sono tanti L’altro Il Sassuolo sfonda Mazzarri va controcorrente non con l’Atalanta «Stiamo facendo molto» Il dopopartita giorni dopo, davanti ad Antonio Conte in tribuna, El Shaarawy rompe tabù e digiuno con un destro potente e imprendibile. Si accascia e si commuove mentre i compagni lo sommergono. Era dal 24 febbraio dello scorso anno (derby terminato 1-1) che mancava in campionato l’appuntamento con il gol. «Qui a Marassi le gambe mi giravano bene, sono contento di essere tornato al gol ma avrei preferito una vittoria per ritrovare fiducia e rimetterci in marcia» sospira il Faraone che in questa lunghissima astinenza aveva lasciato il segno solo nel preliminare di Champions League a Eindhoven il 20 agosto del 2013. «Siamo riusciti a rimettere in piedi la partita dopo essere andati sotto. Questo è un punto importante, anche se avremmo meritato di più». Dopo aver saltato l’ultimo ritiro azzurro, ora El Shaarawy (che lascia lo stadio con la borsa della Nazionale) spera di poter staccare un pass per Coverciano. «Per un attaccante è bello segnare, non arrivava da più di 20 partite Spero che la rete davanti al ct sia fondamentale in chiave convocazione. Sono contento delle sue parole (“deve decidere se vuole diventare grande“, ndr) , ha detto delle cose giuste». El Shaarawy a parte, il Milan non ha molti motivi per sorridere. Mexes alla prima gara della stagione ammette: «Mi sentivo un po’ fuori dal progetto, ma sono un professionista». Ma Inzaghi attacca: « Ci sono state cose molto strane in questa partita. Quali? Mi dispiace per Bonera, con due falli è andato fuori. Il rigore ? Torres ha preso posizione e non mi pare abbia simulato». Monica Colombo sul Crystal Palace. E torna al successo anche il Barcellona, in rimonta sull’Almeria (2-1). L’impatto decisivo dalla panchina è di Luis Suarez, autore degli assist per i gol di Neymar e Jordi Alba. Il Real schianta 51 il Rayo. In Bundesliga continua il monologo del Bayern Monaco: 40 sul campo dell’Eintracht, con tripletta di Muller. Per Jerome Boateng, difensore del Bayern e della nazionale tedesca, è stata la 50ª partita consecutiva senza sconfitte — record in Germania — l’ultima il 28 ottobre 2012 contro il Leverkusen: nei due k.o. della gestione Guardiola, Boateng era assente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Classifica Serie B 13ª giornata JUVENTUS 25 ROMA 22 SAMPDORIA* 20 LAZIO 19 NAPOLI 18 GENOA 18 MILAN* 17 UDINESE 16 INTER 15 FIORENTINA 13 VERONA 13 TORINO 12 PALERMO 12 SASSUOLO* 12 ATALANTA* 10 CAGLIARI 9 EMPOLI 7 CESENA 7 PARMA 6 CHIEVO 5 *una partita in più Bologna-Carpi pari senza gol Frosinone super Venerdì Spezia-Crotone Ieri Bologna-Carpi Brescia-Pescara Catania-Varese Cittadella-Latina Frosinone-Trapani Modena-Avellino Perugia-Entella Vicenza-Pro Vercelli V. Lanciano-Livorno Domani, ore 20.30 Bari-Ternana (Pairetto) corriere.it Sul sito del Corriere della Sera le partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata www.corriere.it Pareggio senza gol fra Bologna e Carpi nel derby emiliano, che ha lasciato la sorprendente squadra di Castori al primo posto, raggiunta dal Frosinone, diventato una macchina da gol: 4 reti al Latina domenica scorsa e 4 al Trapani (tripletta di Curiale). Cade il Livorno in casa del Lanciano (rigore di Piccolo); l’Avellino conquista il secondo posto andando a vincere a Modena; dopo sei giornate, è tornato al successo il Perugia (sull’Entella). Il Brescia è stato sconfitto in casa dal Pescara, che risale in classifica come il Catania: 2-1 al Varese; di Calaiò in rovesciata il gol dell’1-0. © RIPRODUZIONE RISERVATA 2-1 0-0 1-3 2-1 1-1 4-1 1-2 2-1 2-1 1-0 Classifica Carpi e Frosinone p. 25; Spezia e Avellino 23; Bologna e V. Lanciano 22; Livorno e Trapani 21; Perugia 20; Pro Vercelli 17; Bari* 16; Modena, Varese (-1), Entella e Catania 15; Brescia 14; Vicenza e Pescara 13; Cittadella 12; Ternana* 11; Crotone e Latina 10. (*) una partita in meno Prossimo turno Sabato 15/11 (ore 18): CarpiCittadella. Ore 20.30: BolognaBrescia. Domenica 16/11 (ore 12.30): Trapani-Catania. Ore 15: Crotone-Bari; Entella-Modena; Latina-V. Lanciano; Livorno-Pro Vercelli; Pescara-Frosinone; Ternana-Spezia; Varese-Perugia. Ore 18: Avellino-Vicenza. 40 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SPORT . Dopo il Colosseo C’è chi le chiama «americanate» e chi pensa che il futuro del calcio, per aumentare i ricavi, passi anche da lì. Di sicuro il presidente romanista James Pallotta (foto) fa parte del secondo gruppo: «Il mio sogno non è necessariamente vedere un match giocato nel Colosseo. Ma penso sia un’opportunità far svolgere partite tra le squadre top europee in posti quali il Circo Massimo. Nel Colosseo, magari, si possono fare eventi più piccoli, pre e post partita, e si potrebbe trasmettere l’evento in tutto il mondo in pay per view, ma questo dipende dal ministro della Cultura. Si potrebbero destinare i proventi a una fondazione per restaurare le antichità di Roma». Il sogno di Pallotta «Vorrei giocare al Circo Massimo» © RIPRODUZIONE RISERVATA Juve, Conte addio «Ma avanti piano» Le certezze di Garcia «Roma da scudetto» Allegri avvia il cambiamento ma perde Pirlo «Quando dico una cosa non lo faccio per caso» ❞ ❞ Allegri Martedì abbiamo ripreso un discorso iniziato in estate Garcia Ho fiducia nei miei giocatori, possiamo fare grandi cose Pronti Mattia Vitale e Sebastian Giovinco in un contrasto durante l’allenamento (LaPresse) Proveremo a cambiare piano piano per trovare anche stimoli nuovi Pallotta è stato ricevuto ieri dal sindaco Ignazio Marino per un aggiornamento sulla questione stadio: «Il nostro obiettivo è trovare la soluzione migliore per la città di Roma. Stiamo cercando di fare lo stadio migliore possibile, ma anche quello con i migliori servizi. Stiamo discutendo con il sindaco per renderlo facilmente raggiungibile dall’aeroporto». Il sindaco Marino, che sullo stadio si è impegnato a fondo, è sembrato ottimista: «La nostra speranza è arrivare entro i primi sei mesi del 2015 a porre la prima pietra per la costruzione dello stadio della Roma». In francese è più brillante: désengagement. In italiano disimpegno. Massimiliano Allegri sostiene di voler «continuare su quella che è stata la traccia della partita di martedì, dove abbiamo ripreso un discorso che avevamo iniziato in estate». Il «discorso» è la difesa a quattro (e altro di conseguenza) introdotta dal primo minuto contro l’Olympiacos e confermata oggi allo Stadium, ospite il Parma. È un passo importante nel désengagement dal passato contiano, anche se ci sono strane analogie con l’epopea dell’autentico Fantantonio di questo scorcio di storia calcistica e, in particolare, con quanto avvenne martedì 29 novembre 2011, a Napoli, quando Conte abbandonò il 4-2-4 (e anche il 43-3, utilizzato in alternativa) per quel 35-2 che ha spazzato via ogni forma di resistenza in Italia. Quella sera, la Juventus risalì da 0-2 e da 1-3 dando prova di tenuta tattica e caratteriale. Si può dire che nacque allora la squadra di Conte. Allegri ha portato aria nuova e idee personali, come ogni allenatore che subentra, più o meno in corsa, ovviamente, ma ha lavorato sulle sue idee tattiche dietro le quinte «preferendo fino a questo punto restare fondamentalmente nel solco tracciato nei tre anni precedenti. Per vari motivi ho preferito continuare con il sistema di gioco vecchio, magari con uno sviluppo diverso. Cercheremo di cambiare, piano, piano, per trovare anche stimoli nuovi. I giocatori hanno le qualità per farlo». Il «discorso» non riguarda solo la difesa quattro ma anche il resto, specialmente il tridente, ma l’idea di vedere insieme Tevez, Llorente e Morata, se non esclusa, è sospesa. «Penso che squadra possa giocare anche con i tre davanti. Dipende dalla disponibilità che gli attaccanti offrono nella fase di non possesso palla. Non c’è una squadra che si possa permettere tre giocatori che non partecipano alla fase difensiva. Occorre molto equilibrio. E contro il Parma sarà una partita molto difficile, per l’avversario e perché veniamo da una prova di grande intensità, con dispendio di energie fisiche e mentali». Per disimpegnarsi da Conte, Allegri dovrebbe migliorare in due aspetti. Primo: la rosa al completo. E invece solo posti in piedi in infermeria, ieri si è aggiunto Andrea Pirlo, a riposo cinque giorni e a rischio per la Nazionale. Secondo: sbagliare di meno (simbolo dello spreco il rigore fallito da Vidal contro l’Olympiacos, anche se il tecnico lo assolve ). Per risolvere il problema Allegri suggerisce allenamenti mirati e consiglia di «avere un po’ più di cattiveria davanti; creiamo sempre molto ma bisogna migliorare la fase realizzativa. Così non va bene. Perché non si può pensare di avere sempre sette-otto occasioni da gol ogni partita». Roberto Perrone Giallorossi La Roma si allena, capitan Totti (col berretto) oggi partirà titolare (LaPresse) Non ho certezze, che nel calcio non esistono, ma delle convinzioni © RIPRODUZIONE RISERVATA ROMA Rudi Garcia non ritratta. «Se sono sempre sicuro che vinceremo lo scudetto? Quando dico una cosa non lo faccio per caso. Ho fiducia nei miei giocatori, so che possiamo fare grandi cose. Lavoriamo insieme da 16 mesi e stiamo costruendo una squadra con un’identità di gioco, ci lavoriamo ogni giorno. Abbiamo ottenuto dei risultati e continueremo a seguire questa strada. Non parlo di certezze, perché nel calcio non esistono, ma di convinzioni e le mie non cambiano dopo una o due partite. I ragazzi sono motivati, pensiamo positivo per il resto della stagione, a partire dalla partita contro il Torino». Il tecnico francese sa che i numeri non sono dalla sua parte: dopo aver vinto le prime sei gare stagionali, tra campionato e Champions, ci è riuscito solo due volte nelle ultime otto (contro Chievo e Cesena; poi 4 sconfitte e 2 pareggi, 15 gol subiti e 9 fatti). Visto che il calcio ha poca memoria, a Roma come altrove e a volte più di altrove, a Garcia è stato rimproverato sia l’eccesso di presunzione (l’1-7 contro il Bayern all’andata) che l’eccesso di difensivismo (il 2-0 del ritorno). Una mancanza di coerenza che gli è stata rinfacciata da molti critici e tifosi, senza pensare che la ribalta dell’Allianz Arena era importantissima, a livello internazionale, anche per l’allenatore. Aver scelto una formazione più accorta può essere visto come un atto di debolezza oppure come avere messo COSA C’È DI NUOVO... NOTIZIE DALLE AZIENDE l’interesse della squadra davanti al proprio? «Non dobbiamo cambiare mentalità, dobbiamo continuare ad avere fiducia in noi stessi. Bisogna guardare avanti, tornare a giocare da Roma, con aggressività e soprattutto con entusiasmo. La squadra non ha perso fiducia. Vivo con i ragazzi ogni giorno, li vedo in campo e osservo buoni allenamenti. Sono uno che analizza le cose nel lungo periodo e da inizio stagione vedo una Roma che sta sulle stesse tracce di quella dell’anno scorso». Contro il Torino, che ha giocato in Europa League giovedì sera, ci sarà il ritorno tra i pali di Morgan De Sanctis (alla 50ª partita in giallorosso) e quelli di Pjanic, Totti e Gervinho. Ballottaggio per la terza maglia in attacco tra Ljajic e Destro. Andrà in panchina Kevin Strootman, a otto mesi dall’infortunio di Napoli, ed è stato convocato anche Alessandro Florenzi, nonostante la distorsione della caviglia patita a Monaco di Baviera. L’olandese non è utilizzabile, l’azzurro farà un provino per capire se può almeno fare la riserva. I grandi rientri per Garcia dovrebbero arrivare dopo la sosta delle nazionali. Il tecnico spera di recuperare Maicon e Astori, magari anche Castan. Rientri che possono cambiare la squadra. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA a cura di RCS MediaGroup Pubblicità DA NESTLÉ UN AIUTO ALLE NEO MAMME AMERICAN PISTACHIO GROWERS E LA CORSA BB CON ARGENTO IONICO EVITA I MICROBI SAUGELLA FESTEGGIA I SUOI PRIMI 40 ANNI BE-TOTAL IMMUNO PLUS Durante la maternità è fondamentale curare la qualità dell’alimentazione. Possono infatti verificarsi carenze di nutrienti come acido folico, ferro, vitamina D, DHA. 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Novak Djokovic è il grande favorito del Masters che comincia oggi a Londra. Diretta su Sky: ore 15 Nishikori (Gia)-Murray (Gb); ore 21 Federer (Svi)-Raonic (Can). Il numero 1 ha 1.310 punti di vantaggio su re Roger che, però, può guadagnarne 1.725 se vince il trofeo per la settima volta e la Coppa Davis (finale con la Francia 21-23 novembre) con i due singolari. A Djokovic, però, basta conquistare i tre match di qualificazione, 200 punti l’uno, per conservare la prima posizione. La Cmc Ravenna vince 3-0 (25-19, 25-20, 25-17), sul campo del Vero volley Monza, nell’anticipo della 5ª giornata della SuperLega di pallavolo maschile. I romagnoli affiancano Modena in testa alla classifica con 12 punti. Oggi la Energy T.I. Diatec Trentino affronterà la Revivre Milano, quindi Cucine Lube Banca Marche Treia-Copra Piacenza (Raisport 1 ore 17); Top Volley Latina -Altotevere Città di Castello; Calzedonia Verona-Sir Safety Perugia e Tonazzo Padova Exprivia Neldiritto Molfetta. Per Modena un turno di riposo. Incredibile Rossi, in pole dopo 4 anni Samoa k.o. Rugby La griglia 1. Rossi, Ita, Yamaha, 1’30.843 2. Iannone, Ita, Ducati, a 0.132 3. Pedrosa Spa, Honda, a 0.156 4. Lorenzo, Spa, Yamaha, 0.206 5. Marquez, Spa, Honda, a 0.301 6. Espargaro, Spa, Yamaha, a 0.464 7. Smith, Gbr, Yamaha, 0.481 8. Crutchlow, Gbr, Ducati, a 0.516 9. Dovizioso, Ita, Ducati, a 0.583 10. Bradl, Ger, Honda, a 0.600 Classifica 1. Marquez 337 punti (già campione) 2. Rossi 275 3. Lorenzo 263 4. Pedrosa 230 5. Dovizioso 174 10. Iannone 102 Così in tv Ore 14 diretta SkyMotoGp A Valencia colpo grosso di Valentino: «Non ci avrei scommesso neanch’io» Botta e risposta con Lorenzo: «Mi ha preso la scia». «Jorge è nervoso? Meglio» l’Italia spezza la serie nera Resta il fatto che è bastato un attimo per riaccendere la rivalità sopita, e la versione di Rossi non l’attenuerà di certo: «Stavo per ripartire quando è passato Lorenzo, sono stato fortunato, anche se lui era un secondo avanti e l’aiuto è stato minimo. È nervoso? Meglio». E d’improvviso riappare il box diviso da un muro, con i primattori che si mangiano il fegato lumandosi in cagnesco. Bel materiale per la corsa di oggi, che definirà il secondo in campionato e il maschio-alfa nel team Yamaha. E soprattutto bel ma- ASCOLI L’emorragia di risultati e DAL NOSTRO INVIATO L’evento è così clamoroso che ha lasciato a bocca aperta pure quel gran brianzolo di Silvano Galbusera, capotecnico coi piedi ancorati al suolo, mai vittima di facili esaltazioni: «Valentino mi deve spiegare come ha fatto…». Stupore, occhio pallato, vago senso di stordimento davanti all’ennesima impresa. Per un attimo li ha vissuti anche il campione appena sceso da cavallo: «Non ci avrei scommesso neanch’io. Quando sul display della moto ho visto che non ero in prima fila, ho cercato al quarto posto, al quinto, al sesto. Ci ho messo un po’ a capire che ero in pole! La sorpresa di Silvano è la stessa mia». Rossi in pole position, la 50ª in top class, non accadeva dal 22 maggio 2010, 81 gare fa, tempi lontani, pleistocene motociclistico. «Trasmettevano ancora le gare in bianco e nero…». Ma poi proprio questo è Valentino Rossi: un 35enne campione di un’altra epoca che continua a vincere pure in questa, ancora giovane e bello mentre il suo ritratto invecchia in soffitta. Senza patti col diavolo, però. Solo con il lavoro e la passione: «Oggi faccio fatica doppia rispetto a 10 anni fa. Ma mi diverto. E stare a contatto con i giovani (Antonelli, pupillo della sua Academy, è in pole in Moto3, ndr) mi tiene giovane». Questa è la parte poetica della storia. In quella prosaica, invece, c’è chi non si meraviglia per niente e accusa: «Valentino mi ha aspettato per prendere la scia. Brutto, come quelli che VALENCIA La sorpresa Il suo capotecnico Galbusera: «Valentino mi deve spiegare come ha fatto…» copiano il compito a scuola. Io non l’ho mai fatto. Ma ognuno usa le armi che vuole…». Jorge Lorenzo usa quelle della rabbia per addolcire un quarto posto che lo relega in seconda fila, ritardo che si somma al ritardo di 12 punti su Rossi e lo inquieta non poco. Sono tuttavia parole vuote. Primo, perché lo sci nautico non è un reato; a suo modo, anzi, è un’arte. Secondo, perché tante volte Rossi ha fatto da motoscafo agli altri e, se la vita è un’altalena di dare e prendere, tutto ciò fa solo parte del gioco. Unico Valentino Rossi, 35 anni, alla 50ª pole in top class. L’ultima è stata 81 gare fa (Epa) © RIPRODUZIONE RISERVATA A Rosberg il duello casalingo con Hamilton Alonso (8°): «Se resterò cercherò di fare meglio» F1 in Brasile: c’è Nico davanti a tutti. Fernando striglia il team e gioca con il futuro DAL NOSTRO INVIATO Mentre là davanti — parliamo delle Mercedes: e di chi, sennò? — la lotta per la leadership in famiglia è ormai scandita dai millesimi, con Nico Rosberg che per 33 brucia Lewis Hamilton e centra la decima pole stagionale, a Casa Ferrari siamo all’avanspettacolo. «Se resterò, cercherò di fare meglio rispetto a queste cinque stagioni», dice Fernando Alonso rimettendo nella terra di nessuno la questione del suo futuro. Il lato B del discorso, infatti, è: «Vedrò di superarmi pure nel caso me ne andassi». Se resterò. Ma dai… Fernando sembra proprio divertirsi nel nascondino verbale. L’altra sera ha dichiarato che «c’è una vita oltre alla Ferrari». Quindi, ha ammesso di andarsene. «No, non è così. Devo affrontare un sacco di momenti pubblici, nei quali mi chiedono sempre la stessa cosa: è difficile stare dietro alle parole, ma io intendo dire che la carriera, SAN PAOLO come dimostra Massa, può proseguire». Ci auguriamo che sia vero che in settimana, o al massimo a ridosso del Gp di Abu Dhabi, arrivi questo benedetto annuncio che, sul fronte Ferrari/ Alonso, sancirà la rescissione consensuale del contratto. Invece dal lato McLaren, con cui lo spagnolo è d’accordo già da tempo, si cercherà di capire la durata del rapporto (due anni e opzione per un terzo?) e magari se è il più lucroso «agreement»della F1. Poi scatterà la fase-2 della storia: Alonso e la McLaren faranno shopping alla Ferrari? Vista la lunga amicizia con Fernando, il primo indiziato a seguirlo è il diesse Massimo Rivola (anche perché a Woking se ne va il pari ruolo Sam Michael). Ma potrebbero essere coinvolte anche altre figure. Alla Rossa non battono ciglio: si scruta il mercato, però si fa notare che l’organigramma 2015 è definito e seguirà uno schema semplificato e, si pensa, più efficiente.Vedremo. Intanto, mentre sul fronte poli- Inseguitore Nico Rosberg, 29 anni, punta al sorpasso su Hamilton, 29 (Afp) teriale per il 2015, quando Rossi, ipse dixit, punterà al suo decimo Mondiale. Come sempre in MotoGp, una pole, per quanto eccezionale, non inciderà comunque sull’esito della corsa, che si preannuncia elettrica. «Sono ancora un po’ indietro, di setting e di passo», ammette Rossi. Marquez, benché quinto, è il vero favorito; Lorenzo ha un gran passo; Pedrosa c’è; e Iannone, in pole fino a pochi secondi dalla fine («Ci ho sperato, poi è arrivato Vale…»), farà gran bagarre in avvio. Tutti però dovranno fare i conti con Valentino. Accadeva lo stesso già secoli fa. Alessandro Pasini certezze è arginata dall’Italia del rugby in un pomeriggio di sofferenza e solidità mentale, in cui la vittoria è imperativo e l’obiettivo si vede da subito scolpito nella volontà di una squadra che non ce la fa più ad arrivare sempre a un passo dalla meta della continuità per poi essere ricacciata indietro dalle proprie insicurezze. L’autunno azzurro dei test match si apre con una vittoria (24-13) su Samoa e non è cosa da poco, perché i colossi del Pacifico viaggiano con 5 posizioni di vantaggio nel ranking Irb (9 contro 14), nei 6 precedenti avevano perso una sola volta (nel 2009, sempre ad Ascoli) e, soprattutto, il cervellone dei bookmaker disegnava per loro un vantaggio di 6 punti. Tutto smentito da un’Italia concreta, che ritrova d’incanto la leadership del suo capitano Parisse ( foto), una terza linea che torna a difendere con il sangue agli occhi (Favaro uomo del match di giornata) e scopre un gigante maori, Kelly Haimona, che non è solo fisico, ma anche capacità di leggere il gioco e buona predisposizione alla pedata di lunga gittata. Eppure nel primo tempo gli avversari extralarge erano riu- tico è ripreso il dialogo sulla revisione dei criteri di congelamento dei motori (fumata nera: aggiornamento ad Abu Dhabi), la pista ha eletto Massa primo avversario delle Mercedes e ha tenuto le Rosse in linea con le attese (mediocri): ottavo Fernando, decimo Raikkonen dopo essere stato davanti al compagno nelle prove. Alonso ha avuto con il team, via radio, uno sfogo nel Q1, dove ha abortito il primo giro lanciato. «Perché non riesco a cominciare una qualifica con regolazioni normali? Perché, perché? Vabbé, ce la farò». Le unità elettriche non erano cariche, ecco il guaio: «Semplicemente, non eravamo pronti» ha commentato Fernando, evitando di polemizzare oltre. Non è certo l’aria che respirano Rosberg e Hamilton . Aria di grande sfida: «Non baderò a difendermi, sono qui per vincere» dice Lewis. Nico è pronto: «Ad Austin non avevo ritmo, ora so come fare». Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA La griglia di partenza Gp del Brasile, il via alle 17 Prima fila 1. Rosberg (Mer) 1’10”023 2. Hamilton (Mer) 1’10”056 Seconda fila 3. Massa (Wil) 1’10”247 4. Bottas (Wil) 1’10”305 Terza fila 5. Button (McL) 1’10”930 6. Vettel (RB) 1’10”938 Quarta fila 7. Magnussen (McL) 1’10”969 8. Alonso (Fer) 1’10”977 Quinta fila 9. Ricciardo (RB) 1’11”075 10. Raikkonen (Fer) 1’11”099 Sesta fila 11. Gutierrez (Sau) 1’11”591 12. Hulkenberg (FIn) 1’11”976 Settima fila 13. Sutil (Sau) 1’12”099 14. Grosjean (Lot) 1’12”037 Ottava fila 15. Vergne (TRos) 1’12”040 16. Maldonado (Lot) 1’12”233 Nona fila 17. Kvyat* (TRos) 18. Perez** (FIn) 1’12”076 *: penalizzato; ** retrocesso 5 posizioni La classifica 1. Hamilton (Mercedes)316 2. Rosberg (Mercedes) 292 3. Ricciardo (Red Bull) 214 6. Alonso (Ferrari) 149 12. Raikkonen (Ferrari) 47 Così in tv Ore 17 diretta SkyF1, ore 21.45 differita Raidue sciti a dilatare il senso di oppressione dell’Italia e a far apparire sullo stadio Del Duca lo spettro di una sconfitta che nell’anno che sconfinerà nel Mondiale inglese poteva essere letale. La meta di Lam, figlia di una giocata «all’italiana» nata da una touche e proseguita con una maul avanzante irresistibile, arrivata dopo il botta e risposta dalla piazzola di Haimona e Pisi, poteva far salire l’ansia da prestazione agli azzurri. Invece nel secondo tempo «Abbiamo ritrovato l’equilibrio tra attacco e difesa che avevamo smarrito nell’ultimo anno» (le parole sono del c.t. Jacques Brunel), il vento è girato grazie a una meta di Favaro al termine di una bella carrettata della mischia, preambolo della magia griffata dalla coppia HaimonaParisse. Campagnaro forza un punto di scontro, raggruppamento e palla veloce per il maori. Un occhio allo schieramento della difesa, un occhietto a Parisse che da navigato marpione intuisce e si fionda oltre gli avversari per ricevere la delizia aerea sputata dal piede di Haimona. Meta splendida, paura alle spalle e la sensazione che solo un giocatore in campo avrebbe potuto arpionare quel pallone. Per fortuna dell’Italia quel giocatore era lì, al posto giusto. Valerio Vecchiarelli © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 42 The Ad Store Italia . PSYLLOGEL FIBRA. LA TUA REGOLARITÀ INTESTINALE SECONDO NATHURA. Arance rosse, tè al limone, fragola o vaniglia? Scegli che sapore dare alla tua regolarità. 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Nutrizione Diritto Perché è importante Cure palliative che in gravidanza ancora insufficienti non manchi lo iodio in diverse Regioni Le pagine del vivere bene www.corriere.it/salute di Elena Meli La «maggiore età» dei farmaci generici La riflessione di ARMANDO SANTORO* RICERCA INDIPENDENTE E VINCOLI BUROCRATICI S e Alexander Fleming fosse vissuto oggi, molto probabilmente non sarebbe riuscito a scoprire la penicillina. Burocrazia e costi, infatti, soffocano la Ricerca a tal punto da renderne il cammino estremamente difficile. Con il tempo, la cosiddetta Good Clinical Practice, nata a difesa del paziente con l’obiettivo di garantire solo ed esclusivamente la realizzazione di studi eticamente e scientificamente validi, ha finito di fatto per danneggiarlo. Ha infatti ostacolato la Ricerca — limitandola — con una serie di vincoli burocratici (pratiche complesse, assicurazioni, approvazioni di comitati etici…) e conseguenti oneri economici divenuti insostenibili. Ancor di più in un momento in cui la carenza di fondi pubblici è drammatica. Questo ha gettato in una crisi profonda la Ricerca spontanea, indipendente, accademica. Soprattutto nel settore Oncologico ed Emato-oncologico, dove oggi gli studi sono quasi esclusivamente sponsorizzati dalle case farmaceutiche. Si tratta dunque di una Ricerca mirata a dimostrare l’efficacia, talvolta anche modesta, di un farmaco, per arrivare poi alla sua registrazione a costi spesso ingiustificati. La ricerca di nuovi farmaci è certo indispensabile per migliorare le armi terapeutiche a nostra disposizione, ma ha dei limiti oggettivi. Limiti derivanti dalla necessità di dimostrare un vantaggio, anche se di impatto clinico non rilevante, senza contestualizzare i dati sull’impatto globale sul paziente a lungo termine. Un nuovo farmaco da solo, infatti, non può essere l’unico scopo della Ricerca, che deve avere prospettive più ampie e garantire al paziente una vita non solo più lunga ma anche di qualità migliore. Di qui il ruolo fondamentale della Ricerca indipendente che studi farmaci e approcci terapeutici apparentemente meno innovativi ma che, utilizzati in modo diverso — con indicazioni differenti, ad esempio, in pazienti anziani o con altre patologie associate — possano migliorare lo standard di cura e i risultati a lungo termine. Fondamentale, quindi, che Ministeri coinvolti (Salute, Ricerca) ed organi regolatori (AIFA) da una parte spingano le aziende farmaceutiche a fare una ricerca di più ampio respiro, dall’altra semplifichino — pur mantenendo alto il livello di sorveglianza sul rigore e la validità scientifica degli studi — i meccanismi che soffocano la ricerca spontanea. Nell’interesse di tutti i pazienti. *Dir. Humanitas Cancer Center, Milano; Dir. Scientifico Accademia Naz. di Medicina di Ruggiero Corcella Incontro al Corriere Domani, alle ore 18, al Corriere della Sera, a Milano, incontro aperto al pubblico sul tema: «I farmaci generici funzionano davvero?». Intervengono i farmacologi Silvio Garattini e Francesco Scaglione. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: incontricorriere [email protected] oppure 02-20400331 di ADRIANA BAZZI Il primo ad arrivare in Italia, nel 1996, fu un antiaggregante. Da allora l’utilizzo dei medicinali equivalenti nel nostro Paese è cresciuto in modo costante, anche se in misura inferiore rispetto ad altre nazioni europee. Probabilmente perché ci sono ancora molte diffidenze verso pastiglie e capsule «no logo». Quali sono giustificate e razionali e quali, invece, sono soltanto frutto di pregiudizi? ●Il numero Visite odontoiatriche gratuite per tre giorni nei centri pubblici 6 mila Tanti sono i casi di tumore alla bocca ogni anno in Italia U n controllo in bocca può salvare la vita. «Ogni anno sono circa 6 mila i casi di tumore alla bocca, con alto tasso di mortalità a cinque anni. Bisogna garantire a tutti almeno le visite in una struttura pubblica». Così spiega i motivi dell’iniziativa “La Salute in Bocca” il coordinatore nazionale, Francesco Riva: il 13, 14 e 15 novembre centri odontoiatrici pubblici offriranno per la prima volta visite specialistiche gratuite in tutta Italia. Gli ambulatori aderenti all’iniziativa (elenco su www.lasaluteinbocca.it), voluta dall’Associazione primari di odontoiatria e chirurgia maxillo facciale, saranno aperti dalle 8 alle 20. I cittadini accederanno alle strutture ospedaliere e territoriali senza alcuna prescrizione né ticket; dopo aver compilato la scheda con i loro dati, verranno avviati alla visita specialistica e alle cure del caso. Per le donne in gravidanza saranno in funzione gli ambulatori “Bollino Rosa” dedicati. 44 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SALUTE Dossier Medicina Mercato Gli «originatori» che continuano a piacere . è generico e generico. C’è quello a totale carico del cittadino (nella cosiddetta fascia C), c’è quello in fascia A che è rimborsato dal Servizio sanitario (con ticket) e c’è quello dispensato dalle strutture sanitarie pubbliche che lo acquistano con gare di appalto. Con il generico tutti risparmiano. Poi ci sono i farmaci a brevetto scaduto, gli originatori dei generici, che le industrie continuano a vendere a prezzo ridotto: peccato che lo hanno ridotto di C’ più per le medicine a carico del Servizio sanitario e meno per quelle che il cittadino paga. Comunque si continuano a comprare, pagando la differenza (il cittadino ci perde un po’, il Servizio sanitario no). Ma questo, in qualche misura, impedisce che il mercato dei generici raggiunga quella massa critica che permetterebbe di liberare risorse per i farmaci innovativi (con un danno per il sistema nazionale e per i cittadini). A. Bz. L’equivoco generato dalla denominazione scelta al loro esordio ha provocato molti altri fraintendimenti. Un problema reale, però, è quello della effettiva riconoscibilità del medicinale, soprattutto per gli anziani. E condiziona l’adesione alle terapie Incontro al Corriere Domani, alle ore 18, al Corriere della Sera, a Milano, incontro aperto al pubblico dal titolo: I farmaci generici funzionano davvero? Intervengono i farmacologi Silvio Garattini e Francesco Scaglione. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: incontricorriere [email protected] o 02-20400331 T utto cominciò con la ticlopidina. Il farmaco, un antiaggregante cugino dell’aspirina, serve per ridurre il rischio di infarti e ictus: è stato il primo «generico» autorizzato in Italia. Era il 1996. Il suo nome di fantasia è Tiklid e aveva un brevetto, poi è scaduto. E, da allora, è diventato proprietà di tutti: chiunque può riprodurlo e venderlo con solo il nome del principio attivo (ticlopidina, appunto). Ma perché utilizzare i generici invece che continuare a comperare i farmaci griffati? Il motivo è economico: i generici, per essere tali, devono costare almeno il 20 per cento in meno dei loro nobili antenati (i cosiddetti generatori). E così risparmiano quei sistemi sanitari che, come in Italia, offrono gratuitamente i farmaci ai cittadini (salvo il pagamento del ticket) e i privati o le assicurazioni laddove non esiste una sanità pubblica (come negli Stati Uniti). In Italia i generici (i principali sono antiacidi, Li chiamano generici ma sono equivalenti ❞ L’errore Il termine «generico» dà l’idea che il farmaco non abbia specificità. Questo ha creato diffidenza fra i medici e i malati e ne ha frenato l’utilizzo anticolesterolo, antipertensivi, farmaci attivi sul sistema nervoso centrale come ansiolitici e antipsicotici) faticano a decollare anche se il loro consumo è in crescita: nell’ultimo anno il numero di confezioni vendute ha raggiunto la quota del 14,9 per cento rispetto a tutti i farmaci e il 18,63 rispetto ai farmaci con brevetto scaduto. In altri Paesi si arriva addirittura al 50 per cento. «Chiamarli generici — commenta Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano — è stato un errore. Il termine dà l’idea che il farmaco vada bene per tutto e non abbia specificità. E questo ha creato diffidenza fra i medici e i malati e ne ha rallentato l’introduzione». Ma la faccenda è ancora più complicata. Arrivano i generici, ma intanto le industrie farmaceutiche, che possiedono il farmaco branded, continuano a produrlo come «farmaco a brevetto scaduto» e, per essere competitive con il ge- Lo studio Diminuisce il costo, aumenta l’aderenza Valori % di energia vitale +47% Lo studio riguarda gli Stati Uniti, è stato condotto alla Columbia University di New York e riportato dal Journal of the National Cancer Institute. In sintesi: l’introduzione degli inibitori dell’aromatasi generici ha aumentato l’aderenza alla terapia del 50 per cento da parte di donne, operate di tumore al seno, che hanno i recettori positivi per gli estrogeni. La terapia ormonale orale con gli inibitori dell’aromatasi riduce in maniera sostanziale la percentuale di ricomparsa della malattia, ma metà delle pazienti non la segue. Il motivo? In America i farmaci si pagano. Ma quando si rendono disponibili i generici, i costi diminuiscono e diventano accettabili. Dire però che la terapia con generici aumenta tout court l’aderenza non sarebbe corretto, perché la realtà americana (dove appunto il cittadino paga) è diversa da quella italiana (dove il farmaco viene garantito dal Servizio sanitario nazionale). A fare la differenza non è il generico in sé, ma i soldi che il cittadino deve sborsare. nerico, abbassano i costi (qualche volta fino a sovrapporsi a quello del generico, ma non sempre, anzi). E, secondo Garattini, hanno molti mezzi per promuoverlo, mentre il nostro sistema sanitario non ha sufficienti risorse per imporre i no logo. «Non dobbiamo dimenticare — dice Garattini — che i risparmi sui generici ci potrebbero permettere di avere a disposizione farmaci innovativi, molto costosi, per la cura dei tumori, per esempio, o delle epatiti». Generici a tutti i costi in nome del risparmio? Frena Francesco Scaglione, farmacologo all’Università di Milano. «Se andiamo a vedere bene i dati — dice — è forse vero che l’Italia non usa molto i generici, ma si allinea ai Paesi europei in termini di risparmi se si considera il ricorso ai farmaci a brevetto scaduto comunque più economici». Il cittadino, infatti, può avere l’originale pa- Continuità Per il paziente la medicina è la scatola e la scatola è la cura. Se inizia con un prodotto è meglio che gli resti fedele gando una differenza di prezzo: il sistema sanitario stabilisce un prezzo di riferimento per il medicinale che rimborsa a prescindere da quello che il cittadino (o la struttura sanitaria) acquista, generico o branded. «A questo punto lo Stato non c’entra più — dice Scaglione — e interviene il rapporto medicopaziente: per il paziente il generico è un farmaco diverso». La legge consente al generico di modificare confezione, forma della pillola e persino il colore. Per il medico problemi non ce ne sono. Ma per il paziente sì: per lui il farmaco è la scatola e la scatola è la cura. «Nessuno — continua Scaglione — si è occupato di questo. Il vero problema non è la prescrizione, ma è l’aderenza alla terapia». Adriana Bazzi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 75,5% 28,5% Vibracell® a 37° Per i biosimilari in arrivo previsti specifici test di efficacia Centrifugato fresco di frutta e verdura U no, il rituximab, ha perso il brevetto nel 2013. Quest’anno sono altri tre «principi chiave», fra quelli che fanno spendere di più i sistemi sanitari, ad aver raggiunto la scadenza, secondo dati Ims Health, azienda che analizza il mercato dei farmaci: l’infliximab, l’insulina glargine e l’insulina aspart. E con questi nomi un po’ astrusi entriamo nel mondo dei biosimilari, che sono diversi dai generici. I generici infatti sono la copia di piccole molecole di sintesi chimica, tutto sommato abbastanza facili da riprodurre. Con i biosimilari il discorso cambia, perché sono copie di farmaci biologici, prodotti, cioè, con tecniche di biologia molecolare, e sono strutture complesse, essendo proteine. Il rituximab, per esempio, è un anticorpo monoclonale, utilizzato nella cura di linfomi, leucemie e malattie autoimmuni. L’infliximab viene prescritto nella terapia di malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide o il morbo di Crohn (un’infiammazione cronica dell’intestino). L’insulina è un ormone: cura il diabete. E nei prossimi anni ce ne saranno altri: in totale una dozzina, fra i più importanti , che oggi rendono conto di una spesa a livello globale di 67 miliardi di dollari (53 miliardi di euro) all’anno. Il loro ingresso nel mondo dei no logo potrebbe rappresentare un grande risparmio sia per i sistemi sanitari che offrono ai cittadini cure gratuite (salvo ticket) sia, in generale, per chi i farmaci se li deve comperare di tasca propria. Ma ancora una volta il problema è quello dell’efficacia (sono uguali ai farmaci di marca?) e della sicurezza (hanno effetti collaterali diversi?). «Per i biosimilari — spiega Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano — è cambiata la modalità con cui si dà l’autorizzazione al commercio. In questo caso, infatti, non solo si deve dimo- Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 SALUTE In farmacia 861 milioni di euro sono il prezzo della diffidenza Il consumo in Italia Le percentuali sul totale dei farmaci venduti 30,22% Farmaci protetti da brevetto 18,63% Farmaci generici 51,15% Farmaci a brevetto scaduto ma «di marca» 69,78% Farmaci con brevetto scaduto La penetrazione dei generici sul mercato regione per regione Prov. aut. Trento Lombardia Emilia Romagna Prov. aut. Bolzano Veneto Toscana Friuli Venezia Giulia Piemonte Valle d’Aosta Liguria ITALIA Umbria Sardegna Abruzzo Marche Puglia Lazio Molise Sicilia Calabria Campania Basilicata 37,6% 33,3% 31,5% 30,7% 30,1% 29,8% 29,7% 29,2% 28,0% 27,2% 25,0% 24,5% 22,4% 22,2% 21,2% 20,4% 20,3% 18,0% 17,7% 17,6% 17,5% 17,5% 0 5 10 15 20 25 30 35 40 Le scadenze dei brevetti dei farmaci nel nostro Paese (1996-2017) 90 NUMERO PRINCIPI ATTIVI 80 70 60 50 40 30 20 10 19 9 19 6 9 19 7 9 19 8 9 20 9 0 20 0 0 20 1 0 20 2 0 20 3 0 20 4 0 20 5 06 20 0 20 7 0 20 8 0 20 9 10 20 1 20 1 1 20 2 1 20 3 1 20 4 1 20 5 16 20 17 0 Fonti: Rielaborazioni Centro Studi Assogenerici, su dati IMS Health; Elaborazioni Centro Studi AIFA 2010 strare che il principio attivo è lo stesso, ma si deve confermare che il biosimilare ha lo stesso tipo di capacità di agire sul recettore (questi farmaci, infatti, interferiscono con recettori cellulari e cioè con proteine che governano il metabolismo cellulare, ndr )». Ecco allora che i biosimilari, oltre a dover dimostrare, come i generici, la biodisponibilità (cioè la loro presenza nel sangue in concentrazioni utili per ottenere l’effetto terapeutico), devono essere valutati anche con verifiche cliniche, condotte sui pazienti. Cioè, i biosimilari devono provare di essere efficaci almeno in una delle indicazioni per cui sono prescritti. In pratica, se il biosimilare infliximab dimostra di essere efficace nella cura del morbo di Crohn , si assume che funzioni anche per curare l’artrite reumatoide (perché così fa il farmaco originatore ). d’Arco «Oggi in commercio esistono già biosimilari di prima generazione, che non sono però anticorpi monoclonali — spiega Michele Carruba, farmacologo all’Università di Milano —. Si tratta dell’eritropoietina, l’ormone che aumenta la produzione di globuli rossi, e del fattore di stimolazione delle colonie di leucociti, usato nella cura dei tumori: sono molecole Autorizzazione In questi casi deve essere provata la stessa capacità di agire sul recettore Valutazioni Sono richieste verifiche cliniche, cioè sperimentazioni condotte sui pazienti 45 . a diffidenza ha un prezzo. Di fronte alla prescrizione di un farmaco generico, che mediamente costa il 20 per cento in meno del suo originatore di marca, un cittadino può decidere di optare per quest’ultimo, pagando la differenza di prezzo. I motivi sono i più vari: la fedeltà alla vecchia terapia, l’abitudine al nome, alla confezione, alla forma e al colore della pillola. L’idea è che comunque la marca rappresenti una garanzia in più anche se le prove scientifiche L dimostrano il contrario. Così, nel 2013, gli italiani hanno speso 861 milioni di euro per coprire la differenza di prezzo fra il farmaco generico, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale secondo il prezzo di riferimento, e il corrispondente farmaco di marca. La Regione in cui si è speso di più è la Lombardia, con 107 milioni di euro, anche se nel valutare questa cifra va considerato il fatto che è una delle regioni con più abitanti. A. Bz. Quanto contano le differenze di concentrazione nel sangue N on sono farmaci da sottoscala. I generici prendono vita quando i brevetti dei prodotti di marca scadono: tutti possono copiarli a patto che rispettino una serie di regole. «Il farmaco generico — dice Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano — è sottoposto ad autorizzazione come tutti gli altri, e deve dimostrare l’equivalenza rispetto al suo originatore. Deve cioè contenere la quantità prescritta del principio attivo e deve documentare, attraverso studi di farmacocinetica (che vengono condotti su volontari sani, ndr), che raggiunge nel sangue concentrazioni adeguate per esercitare il suo effetto terapeutico». È sull’equivalenza che si aprono le discussioni fra esperti. Uno dei punti critici è che la concentrazione terapeuticamente utile del generico nel sangue può avere fluttuazioni anche importanti. Ecco che cosa ha detto a Roma, all’ultimo congresso della Società italiana di medicina interna, il presidente eletto Franco Perticone: «I farmaci generici sono una risorsa insostituibile, tuttavia occorre fare attenzione ad alcuni elementi, per far sì che il loro uso sia corretto, efficace e sicuro. La biodisponibilità di un generico nel sangue può variare anche del 20 per cento in più o in meno rispetto all’originatore: una forbice del 40 per cento che per alcune patologie può non essere tollerabile, come per esempio nelle aritmie cardiache, dove la terapia va dosata e modulata con molta precisione per avere la massima efficacia con i minori effetti collaterali». Garattini controbatte: «Gli obiettori devono dimostrare che c’è un effetto terapeutico diverso legato a questa variabilità. E poi si tollera che anche il principio attivo dell’originatore abbia un tasso di variabilità nel sangue fra l’85 e il 120 per cenper terapie di supporto, non farmaci specifici per la cura di patologie come i tumori». Gli anticorpi monoclonali, invece, nella maggior parte dei casi, funzionano come antitumorali. Secondo l’Aiom, l’Associazione degli oncologi medici, i biosimilari richiedono processi di vigilanza accurati e appositi registri. «Per questi prodotti — precisa Stefano Cascinu, past president dell’Aiom — deve essere previsto un uso appropriato e attento dello strumento della notifica di eventuali reazioni avverse. E gli oncologi sono pronti a fare la loro parte». Le associazioni dei pazienti — come l’AIMaC, l’Associazione italiana malati di cancro —, d’altra parte, rivendicano il diritto alla continuità del trattamento con il farmaco originario qualora il paziente ne faccia già uso. A. Bz. © RIPRODUZIONE RISERVATA to». Rincara Michele Uda, direttore generale di Assogenerici, l’associazione dei produttori: «Le fluttuazioni del farmaco nel sangue non dipendono solo dal medicinale in sé, ma anche alle condizioni del paziente: dal suo peso, dalla dieta che segue, dalla presenza di altre patologie e via dicendo». Nei farmaci, poi, ci sono anche gli eccipienti. Sono sostanze inerti che non hanno proprietà terapeutiche: la loro funzione è quella di rendere somministrabile il principio attivo, cioè la componente del farmaco che svolge una funzione terapeutica. Dice ancora Uda: «Gli eccipienti usati per i generici sono comunque gli stessi presenti nei farmaci di marca. E sono censiti in un’apposita lista nella farmacopea ufficiale». Aggiunge Garattini: «Gli eccipienti nei generici possono cambiare, ma non ne influenzano l’efficacia. Allergie? Può essere, ma questo è un rischio legato anche ai prodotti di riferimento, cioè ai farmaci branded». Medicine intercambiabili ma i generici possono avere forma e colore diversi. Secondo uno studio pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, questo riduce l’aderenza alla cura nei pazienti che hanno subito un attacco di cuore. Ma ancora una volta i clinici fanno osservare che gli eccipienti (variabili da generico a generico ) possono modificare l’assorbimento, la biodisponibilità e in ultima analisi l’azione del medicinale. «Gli eccipienti possono riservare brutte sorprese — aggiunge Perticone —. Un esempio? L’amido di frumento può creare disturbi ai celiaci». Anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sottolinea che gli eccipienti possono avere rilevanza per la sicurezza di un medicinale ed è per questo che i foglietti illustrativi riportano sempre specifiche avvertenze. Ogni generico, dunque, pur contenendo lo stesso principio attivo, può avere una biodisponibilità diversa e differenti eccipienti. Francesco Scaglione, farmacologo all’Università di Milano, raccomanda: «Una volta scelta la terapia, è deleterio passare dal farmaco generico A al B e poi al C». Soprattutto se si è bambini o anziani». A. Bz. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Per saperne di più sui farmaci generici si può consultare il sito dell’Aifa http://www. agenziafarma co.gov.it/it/ 46 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SALUTE . Diffusione Alimentazione Un problema per il 10 per cento della popolazione l corpo umano non riesce a produrre iodio da solo, e quindi deve introdurlo con l’alimentazione. Le quantità necessarie variano a seconda dell’età (si veda il grafico). In gravidanza, nella prima infanzia e fino all’adolescenza lo iodio salva il cervello, ma anche in età adulta un deficit può provocare disturbi non da poco, come l’ingrossamento della tiroide, l’ipotiroidismo e i noduli tiroidei. Purtroppo, la carenza nutrizionale di iodio è ancora I molto frequente in Italia e non solo nelle aree montane come si crede comunemente: il 10 per cento della popolazione soffre di gozzo e stando ai dati degli Osservatori regionali per la prevenzione del gozzo, raccolti su 4 mila bambini di 9 regioni, solo in Sicilia, Toscana e Liguria non si registrano carenze rilevanti; in Piemonte, Lombardia, Veneto, Molise, Puglia e Calabria, invece, i deficit di iodio sono ancora abbastanza diffusi E. M. Lo iodio che va messo in tavola Un minerale che non deve mancare soprattutto in gravidanza e nei primi anni di vita, per assicurare ai bambini il migliore sviluppo intellettivo L'esperto risponde alle domande sulla nutrizione del bambino su http://forum. corriere.it/ali mentazionenel-bambino S ullo iodio, il minerale indispensabile per far funzionare a dovere la tiroide in tutte le età della vita, le leggende metropolitane si sprecano. Perché non è vero, ad esempio, che basti qualche boccata di aria di mare per averne a sufficienza, o che il sale marino integrale metta al riparo da carenze. La strada per non correre il rischio di un’insufficienza passa piuttosto dalla dieta, assicurandosi di portare in tavola spesso pesce di mare, latte e uova e usando (poco) sale iodato per condire le pietanze. È il messaggio della nuova campagna di informazione della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP): il Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria. Iniziato pochi giorni fa, proseguirà fino a maggio 2015 per raggiungere il maggior numero possibile di mamme e bambini in tutta Italia (si veda box). Obiettivo, scongiurare il deficit di iodio e le sue conseguenze, particolarmente gravi durante la gravidanza e nell’infanzia. Se la futura mamma ha una carenza consistente di iodio, ad esempio, aumenta il pericolo di aborto e morte del neonato, inoltre il bimbo può andare incontro a malformazioni congenite, cretinismo, ritardi nel linguaggio, deficit psicomotori, dislessia. «Molti organi fondamentali, come il cervelletto, si sviluppano nelle prime settimane di gestazione — spiega Mohamad Maghnie, presidente SIEDP —. Chi vuole avere un figlio o scopre di essere incinta dovrebbe perciò sottoporsi a un esame del sangue per scoprire eventuali disfunzioni tiroidee che possono essere il campanello d’allarme di un’insufficienza di iodio: il deficit infatti non dà sintomi». Peraltro, anche una carenza lieve durante l’attesa può mettere a rischio il miglior svilup- Per non rischiare la carenza Fabbisogni giornalieri di iodio in microgrammi (mcg) adulto gravidanza allattamento neonati da 0 a 5 anni da 6 a12 anni 220 290 40 90 120 L’apporto dei cibi Mcg di iodio per 100 grammi di alimento 74 30 15 8 6 3 3 Il consumo di sale iodato in Italia è il 55% del totale del sale utilizzato 150 Le «perdite» con la cottura Pesce di mare, crostacei e molluschi Formaggi vaccini stagionati Latte e yogurt Uova Cereali (pasta, pizza, pane) Carne (bovina, suina, pollame) Frutta e verdura (ortaggi a foglia, pomodoro, frutta fresca)* bollitura 58% griglia 23% frittura 20% * esistono patate e carote iodate che contengono 25-50 mcg per 100 g di prodotto Per coprire il fabbisogno giornaliero di iodio, senza superare i livelli di consumo di sale raccomandati, possono contribuire: 5 grammi di sale iodato per l'adulto, 2-3 grammi di sale iodato nel bambino Fonte: dati ISS 2012 po intellettivo del bambino. Come ha dimostrato di recente una ricerca condotta su oltre mille donne, pubblicata su Lancet, un deficit lieve o moderato di iodio nel primo trimestre di gravidanza, periodo “critico” dello sviluppo fetale in cui si forma il sistema nervoso, si associa a un quoziente d’intelligenza più basso nei figli, misurato a otto anni. Se poi la lacuna nella futura mamma è ancora più marcata il quoziente intellettivo dei fi- Periodo «critico» Nel primo trimestre di gestazione si forma il sistema nervoso del nascituro Esami importanti La futura mamma deve accertarsi subito di non avere disfunzioni tiroidee Corriere della Sera gli può scendere addirittura di 12, 13 punti. E se ci fossero ancora dubbi sull’importanza di questo minerale per la salute dei bimbi, uno studio apparso sull’European Journal of Endocrinology ha indicato che una dieta ricca di iodio in gravidanza sarebbe associata alla nascita di bimbi capaci di prestazioni cognitive migliori, in ultima analisi più bravi a scuola. Morale: le donne in età fertile, in gravidanza o che allattano, i neonati e i bambini devono garantirsi un adeguato apporto di iodio ogni giorno, e l’unico modo efficace è attraverso l’alimentazione. «I cibi di origine animale come pesce di mare, molluschi, crostacei, latticini e uova ne sono ricchi e devono far parte della dieta delle future mamme e dei bambini — raccomanda l’esperto —. Una tazza di latte al giorno (senza differenza fra intero o scremato, fresco o a lunga conservazione, ndr), ad esempio, contribuisce in ma- Progetto di prevenzione Informazione ai genitori nelle scuole di dieci città In dieci città italiane, dieci giorni di appuntamenti organizzati negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e primarie allo scopo di informare le mamme e i bambini sull’importanza dello iodio. Il Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria, che è partito nei giorni scorsi con le prime tappe a Roma e a Torino, e che proseguirà nei prossimi mesi, fino al mese di maggio del 2015, toccando asili nido e scuole di Pisa (l’appuntamento è per il prossimo 25 novembre), Milano, Bari, Potenza, Bologna, Napoli, Cagliari e Genova. In particolare, in alcuni istituti scolastici si terranno incontri di sensibilizzazione dedicati agli alunni e ai loro genitori. In moltissime altre scuole, grazie anche al contributo dei Comuni e delle Regioni, saranno a disposizione degli studenti e delle loro famiglie specifici materiali informativi e locandine. Chi volesse avere maggiori informazioni sul Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria, può visitare il sito internet della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, all’indirizzo www.siedp.it. niera significativa al fabbisogno iodico quotidiano. Altrettanto utile è il sale iodato soprattutto se “protetto”, ovvero in una formulazione tale da non consentire una riduzione eccessiva dei contenuti di iodio durante la cottura». Infatti, quando una pietanza viene cucinata la concentrazione del minerale scende: con l’ebollizione cala del 58 per cento, cuocendo sulla griglia del 23 per cento, friggendo si abbassa del 20 per cento. Il sale protetto resiste meglio, ma certo non si può esagerare, soprattutto nelle pappe dei più piccoli: può essere aggiunto in moderata quantità solo a partire da un anno di vita. Moderazione serve anche per bambini, adolescenti e adulti, pena un aumento considerevole del rischio di malattie cardiovascolari. Cinque grammi di sale iodato al giorno nell’adulto e due-tre grammi nel bambino sono sufficienti a coprire il fabbisogno di iodio giornaliero senza superare i livelli di consumo di Alleato Il sale iodato aiuta a coprire il fabbisogno, ma va usato con moderazione sale raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità. «Inoltre, possono essere d’aiuto gli ortaggi arricchiti: oggi esistono patate e carote che contengono da 0,25 a 0,5 microgrammi di iodio per grammo di prodotto e in futuro gli alimenti “fortificati” saranno sempre di più — osserva Maghnie —. Veri e propri supplementi vanno riservati eventualmente a condizioni in cui il fabbisogno è parecchio aumentato, come in gravidanza o durante l’allattamento. Il latte materno, infatti, che contiene più del doppio di iodio rispetto a quello vaccino, è l’unica fonte di questo prezioso minerale per i neonati allattati al seno, perciò è indispensabile che la mamma introduca sempre la giusta dose quotidiana di iodio. Evitando, naturalmente, di fumare: le sigarette riducono infatti anche la quantità di iodio nel latte». Elena Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA APPASSIONATI ALLA VITA CI SONO MOMENTI CHE VALGONO ANNI DI RICERCA. Ogni giorno portiamo la passione per la vita nei nostri laboratori, nei nostri uffici, negli ospedali, nelle vostre case. Lavoriamo per migliorare la salute attraverso la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini innovativi. Il nostro impegno raggiunge tutti, anche attraverso programmi umanitari di donazione e distribuzione di farmaci. Per assicurare ad ogni singola persona un futuro migliore. www.univadis.it www.contattamsd.it [email protected] www.msd-italia.it 09-13-MSD-2011-IT5849-J Be well. Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 47 SALUTE Provvedimenti Mi spieghi . Innanzitutto meno grassi e più attività fisica Dottore e il colesterolo è alto, i primi provvedimenti riguardano la dieta. «Bisogna riequilibrare l’apporto di grassi, riducendo quelli saturi (burro, carne, latticini) e gli acidi grassi parzialmente idrogenati, presenti in molti prodotti da forno e di pasticceria — dice Arrigo Cicero, farmacologo clinico, Università di Bologna —. Si consiglia poi di mangiare più pesce, legumi e cereali integrali, frutta e verdura, poco sale e alcol, nonché di limitare buona parte dei formaggi. Gli S effetti di questa alimentazione non sono sempre eclatanti sul colesterolo, ma sono indubbi i benefici sul fronte del rischio cardiovascolare». L’intervento dietetico andrebbe integrato con regolare attività fisica, abbandono del fumo, dimagrimento se si è in sovrappeso. In alcuni casi può risultare utile il ricorso a integratori alimentari o fitoterapici per ridurre il colesterolo e i trigliceridi. A. S. Perché è pericoloso il colesterolo alto? Lo specialista Le arterie del cuore possono «chiudersi». Ma il rischio dipende anche da altri fattori Il colesterolo viene trasportato nel sangue da una classe particolare di particelle, le lipoproteine, classificate in base alla densità. Le più importanti sono Ldl e Hdl Per ipercolesterolemia si intende un eccesso di colesterolo nel sangue, condizione che può, nel medio-lungo termine, avere gravi conseguenze sulla salute. Il colesterolo è una sostanza grassa che viene assunta con la dieta (10% circa del totale), ma soprattutto prodotta dal fegato (90% del totale) Ldl o lipoproteine Hdl o lipoproteine a bassa densità: ad alta densità: trasportano il colesterolo rimuovono il colesterolo sintetizzato dal fegato in eccesso dai diversi alle cellule del corpo tessuti e lo trasportano (da qui il nome nuovamente al fegato, colesterolo «cattivo») che poi lo elimina (colesterolo «buono») T Arrigo Cicero Farmacologo clinico Divisione di Medicina interna dell’Università di Bologna L'esperto risponde Sui problemi di cuore e vasi su http:// forum. corriere.it/ cardiologia utti lo temono, pochi lo conoscono veramente. Stiamo parlando del colesterolo: questa sostanza, entro certi limiti, è necessaria al corretto funzionamento del nostro organismo (è coinvolta nella produzione di ormoni, della vitamina D ed è un costituente delle membrane biologiche), ma quando è presente in eccesso può nuocere alla salute. «Il colesterolo che abbiamo nell’organismo arriva solo in minima parte dalla dieta; per circa il 90% questa sostanza è infatti prodotta dal fegato — premette Arrigo Cicero, farmacologo clinico della Divisione di Medicina interna dell’Università di Bologna —. Il trasporto del colesterolo nel sangue è affidato a particolari particelle, le lipoproteine: le più note sono le Ldl e le Hdl. Le Ldl trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo (e sono il cosiddetto colesterolo «cattivo»). Le Hdl invece rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti, per trasportarlo nuovamente al fegato, che provvede a eliminarlo (da qui il termine colesterolo «buono»). Cosa accade se il colesterolo è eccessivo? «L’ipercolesterolemia è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari: quando il colesterolo è troppo abbondante, tende a depositarsi sulla parete delle arterie, favorendo, col passare del tempo, la formazione di accumuli (placche aterosclerotiche), che possono crescere fino ad occludere il vaso, oppure rompersi e i frammenti possono diventare “tappi” (trombi) nella circolazione. A seguito dell’ostruzione causata della placca, il flusso sanguigno diventa difficoltoso, privando organi importanti, come cuore e cervello, di un adeguato apporto di ossigeno e nutrienti, causando lesioni intermedie (angina, ischemie cerebrali transitorie, claudicatio intermittens) o irreversibili (infarto, ictus)». Come si misura il colesterolo? «La colesterolemia, cioè la quantità di colesterolo totale, si misura con un esame del sangue. Poiché il colesterolo non circola libero, ma inglobato dalle lipoproteine, per avere un quadro completo occorre misurare anche gli specifici livelli di colesterolo Ldl e Hdl (nonché quelli di altri grassi, i trigliceridi). Esistono poi indagini strumentali che si possono usare per chi si presume abbia un rischio cardiovascolare aumentato (es.: fumatori, diabetici, ipertesi), per capire se vi sia un accumulo precoce di colesterolo nelle arterie. La prima di queste indagine è l’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (le carotidi, i vasi arteriosi più vicini alla superficie della pelle e quindi i più facilmente indagabili): l’esame non deve limitarsi a dire se l’arteria è chiusa o aperta, ma deve valutare anche lo spessore della parete del vaso. Vi sono inoltre mezzi più invasivi e costosi (coronaro-Tac, coronarografia, angiografia, Rm-vascolare, ecografia endovascolare) da riservarsi a casi particolari». Quando e come si cura il colesterolo alto? «Dieta, interventi sullo stile di vita, farmaci specifici, sono i capisaldi del trattamento dell’ipercolesterolemia. La decisione di intraprendere o meno un trattamento non dipende, però, solo dal superamento di un particolare valore limite: è fondamentale un’attenta analisi del rischio cardiovascolare della singola persona, che dipende non solo dalla quantità di grassi nel sangue, ma anche da altri elementi: età, ipertensione, diabete, sedentarietà, obesità, sovrappeso, fumo di sigaretta, familiarità per infarti e ictus, ecc. Per la valutazione esistono anche specifiche tabelle e linee guida, ma l’ideale è sempre calibrare il trattamento sulla singola persona». Antonella Sparvoli © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI EFFETTI SULLA SALUTE FLUSSO DI SANGUE NORMALE 1 Quando è presente in eccesso, il colesterolo Ldl tende a depositarsi sulla parete delle arterie, provocandone ispessimento e indurimento progressivi (aterosclerosi) 2 Col passare del tempo il continuo deposito di colesterolo Ldl porta alla formazione di placche, che ostacolano il flusso sanguigno e possono addirittura bloccarlo PLACCA ATEROSCLEROTICA FLUSSO DI SANGUE RIDOTTO ACCUMULO DI COLESTEROLO Quando il cuore non riceve abbastanza sangue ricco di ossigeno, si può sviluppare l’angina pectoris (condizione caratterizzata da dolore al torace, di solito in concomitanza di uno sforzo o di uno stress), ischemie cerebrali transitorie (Tia) o claudicatio intermittens (dolore che compare durante la camminata a passo normale). Inoltre, le placche possono staccarsi e formare un trombo, che può indurre un infarto o un ictus I FATTORI DI RISCHIO Esistono diversi fattori di rischio che possono contribuire all’ipercolesterolemia e a un aumentato rischio cardiovascolare. I principali sono: Dieta ricca di grassi animali e artificiali Vita sedentaria Familiarità per eventi cardiovascolari in giovane età Diabete Patologie reumatologiche autoimmuni Fumo Insufficienza renale cronica Sovrappeso e obesità Infezione da HIV Predisposizione genetica Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno I SINTOMI E LA DIAGNOSI LE CURE L’ipercolesterolemia non dà sintomi, anche se può avere diverse conseguenze gravi, soprattutto se si somma ad altri fattori di rischio cardiovascolare Il colesterolo, nelle sue diverse forme (totale, Ldl, Hdl) può essere misurato con un semplice esame del sangue. In genere nella stessa occasione si misurano anche i livelli di altri grassi, i trigliceridi La decisione di intraprendere un trattamento per l’ipercolesterolemia non è dettata dal superamento di un particolare valore limite, ma dalla valutazione complessiva del rischio cardiovascolare della singola persona. A parità di colesterolemia, il rischio cardiovascolare può essere, infatti, molto differente per il sommarsi o meno di più fattori, quali fumo, età, ipertensione arteriosa, obesità, sedentarietà, precedenti problemi cardiaci Gli strumenti a disposizione vanno dagli interventi sulla dieta e lo stile di vita (smettere di fumare, limitare gli alcolici, fare attività fisica, dimagrire se in sovrappeso) fino al ricorso ai farmaci. Tra questi, i più utilizzati sono le statine, il fenofibrato (di solito impiegato nelle forme in cui sono particolarmente elevati i livelli di trigliceridi) e l’ezetimibe (spesso usato in sostegno alle statine quando queste funzionano poco o non bastano). In alcuni casi in supporto alla dieta si possono usare specifici integratori fitoterapici per ridurre il colesterolo (per esempio quelli a base di riso rosso fermentato e/o berberina), oppure per ridurre i soli trigliceridi (acidi grassi omega 3 e l’olio di krill) VALORI DI RIFERIMENTO COLESTEROLO TOTALE COLESTEROLO Hdl (buono) COLESTEROLO Ldl (cattivo) Desiderabile Limite superiore di normalità Alto Basso Normale Alto Ottimale Subottimale Limite superiore di normalità Alto Molto alto <200 mg/dL 200-239 mg/dL >240 mg/dL <40 mg/dL 40-59 mg/dL >60 mg/dL <100 mg/dL 100-129 mg/dL 130-159 mg/dL 160-189 mg/dL >190 mg/dL 48 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SALUTE Medicina Neurologia Se diminuiscono i neuroni, aumenta il rischio d’insonnia . n sonno è profondo e ristoratore se il cervello è ricco di neuroni e sinapsi. «Con gli anni le cellule cerebrali muoiono e il riposo diventa più superficiale e meno riposante», spiega l’esperto di medicina del sonno Lino Nobili. Lo conferma una ricerca pubblicata sulla rivista Brain, che ha identificato nell’uomo i “neuroni-interruttori del riposo” che si perdono con l’età: facendo l’autopsia del cervello di 45 partecipanti al Rush Memory and Aging Project e U correlando i risultati con le analisi del sonno condotte quando erano in vita, si è scoperto che al diminuire dei neuroni del nucleo preottico ventrolaterale (un’area cerebrale profonda) cresce la frammentazione del sonno e il rischio di insonnia. Un effetto documentato anche nei malati di Alzheimer, dove spesso le cellule di questo nucleo scompaiono e si hanno importanti disturbi del sonno. A. V. Invecchiando non si dorme meno Il riposo degli anziani non è più breve, come molti pensano, ma è poco efficace perché costellato di micro risvegli che non si ricordano alla mattina Per saperne di più Lo speciale sonno di Corriere.it www.corriere.it /salute /speciali/2014 /sonno P iù si invecchia meno si dorme: un’affermazione che finora pareva incontrovertibile. Ora, invece, uno studio pubblicato sul Journal of Gerontology spiega che il riposo degli anziani spesso non si accorcia affatto, però perde in qualità. Gli autori hanno arruolato 700 persone di età superiore ai 65 anni, hanno fatto compilare loro appositi questionari e li hanno confrontati con le registrazioni del ritmo sonno-veglia, eseguite per 72 ore con l’actigrafo (sensore da polso che monitora i movimenti, quindi la durata del riposo). Leggendo solo le risposte ai questionari si sarebbe potuto concludere che la maggioranza dormisse davvero poco: il 30% lamentava di svegliarsi spesso durante la notte, il 13% di riuscire a riaddormentarsi solo al mattino, un 12% di faticare molto a prender sonno alla sera. Poi però, guardando i dati dell’actigrafo, si è scoperto che l’effettiva durata del riposo non era molto minore del normale, visto che in media nell’arco della giornata i partecipanti dormivano oltre 7 ore. «Con l’età si accorciano le fasi di sonno profondo e REM — osserva Raffaele Antonelli Incalzi, docente di Medicina interna e Geriatria dell’Università Campus Biomedico di Roma e membro del direttivo della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria —. Il riposo diventa meno ristoratore e l’anziano dà la colpa a una diminuzione delle ore in cui ha dormito, men- Cambiamenti Con l’età si indebolisce la sincronizzazione dell’orologio biologico con il ciclo luce-buio Sonniferi Il ricorso a farmaci «ipnotici» non deve essere né prolungato né improvvisato tre è spesso proprio la qualità del sonno a peggiorare». «Con l’andare degli anni la sincronizzazione dell’orologio biologico con il ciclo luce-buio si indebolisce e capita più spesso di appisolarsi anche di giorno: il numero totale di ore di sonno non cambia, ma la percezione è un declino del benessere, perché restare svegli a lungo di notte è spiacevole e il sonno notturno è più riposante — aggiunge Lino Nobili, coordinatore del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del sonno dell’ospedale Niguarda di Milano —. Inoltre, il sonno dell’anziano è spesso costellato di micro risvegli di pochi secondi, che non incidono sulla durata complessiva del riposo, ma lasciano la sensazione di non aver dormito abbastanza». La qualità del sonno si deteriora anche per colpa di malattie correlate all’età, come spiega Antonelli Incalzi: «I dolori articolari, le broncopneumopatie croniche, lo scompenso cardiaco, la depressione sono più frequenti negli ultrases- Notti difficili dopo i 65 anni Il 30-40% degli ultrasessantacinquenni riferisce disturbi del sonno Il 30% si sveglia molto spesso durante la notte Il 13% si sveglia troppo presto e ha difficoltà a riaddormentarsi Il 13% al risveglio, non si sente mai riposato Il 12% ha problemi ad addormentarsi la sera Fonte: Chen et al. J. Gerontol. 2014 CdS santacinquenni e rendono il sonno più “fragile”. Anche molti farmaci possono compromettere il sonno: direttamente, perché impattano sulla sua struttura, come i beta-bloccanti (usati ad esempio per l’ipertensione, ndr), o indirettamente, perché provocano risvegli, come i diuretici. Così, il 30-40% di anziani riferisce disturbi del sonno». È un destino ineluttabile? «Chi conduce una vita attiva ha meno problemi: chiudersi in casa con le tapparelle abbassate e sonnecchiare in poltrona tutto il giorno è un grave errore, mentre seguire le regole per una buona igiene del sonno aiuta molto — dice Nobili —. Se c’è un disturbo, poi, bisogna capire da che cosa dipende per intervenire nel modo giusto: guai al “fai da te” con i sonniferi, spesso causa di cadute notturne quando l’anziano si sveglia confuso e si alza per andare in bagno». «I farmaci vanno usati in casi selezionati, a basso dosaggio e per periodi limitati — conferma il geriatra —. Se il problema dipende da un’altra patologia, basta curarla per riposare meglio; se è colpa di qualche medicinale, può bastare modificarne gli orari di assunzione. In alcuni casi possono essere utili la melatonina o rimedi tradizionali come i decotti di malva, la camomilla, la valeriana». Alice Vigna © RIPRODUZIONE RISERVATA Siamo tutti un po’ lupi mannari? Il sonno profondo si riduce con la luna piena (e non si sa perché) S tando alle leggende, vampiri e lupi mannari sono ben svegli nelle notti di luna piena. Ma non solo loro: tutti noi, secondo ricerche recenti, siamo condizionati dal plenilunio e tendiamo a riposare meno e peggio quando la luna è nel suo massimo splendore. Lo studio più nuovo in proposito arriva dall’Università di Göteborg, in Svezia, dove Michael Smith ha provato a registrare per diverse notti le caratteristiche del sonno e l’attività cerebrale di 47 volontari adulti. I risultati mostrano che il plenilunio accorcia la durata del riposo di circa 20 minuti, rendendo anche più difficile addormentarsi. Risultati che fanno il paio con quelli di uno studio svizzero di un anno fa, secondo cui con la luna piena impieghiamo almeno cinque minuti Retaggio preistorico I primi umani forse mantenevano uno stato di dormiveglia nelle fasi di plenilunio perché il chiarore li esponeva all’attacco dei predatori Meccanismo In ogni caso, non si sa ancora se l’influenza del satellite su di noi sia dettata da ragioni legate alla luminosità o alla gravità CAPELLI FORTI grazie all’estratto di Miglio CAPELLI FOLTI grazie alla Serenoa Repens e all’estratto di Ortica CAPELLI NUTRITI E RIGENERATI grazie al Selenio, alla Metionina, al Rame, allo Zinco in più del solito per addormentarci e soprattutto si riduce del 30 per cento la fase di sonno profondo. Come se non bastasse, in coincidenza con il plenilunio diminuiscono i livelli circolanti di melatonina, l’ormone che favorisce il torpore, e i volontari partecipanti allo studio hanno riferito pure di aver dormito peggio. In entrambe le ricerche si è fatto riposare i partecipanti in stanze senza finestre, per cui l’effetto del plenilunio non può essere imputato alla maggior luce che filtra dall’esterno disturbando il sonno. «Piuttosto, nei giorni di luna piena la corteccia cerebrale sembra più reattiva e sensibi- le — spiega Smith —. L’effetto si registra in entrambi i sessi, mentre sono soprattutto gli uomini a risentire delle difficoltà ad addormentarsi e dell’accorciamento della durata del sonno. I dati suggeriscono che vi sia una sorta di orologio biologico interno regolato dalle fasi lunari, ma i meccanismi alla base sono tuttora sconosciuti». «A oggi nessuno è riuscito a chiarire l’influenza della luna piena sul sonno — interviene Lino Nobili, coordinatore del Centro per la diagnosi e la cura dei disturbi del sonno dell’ospedale Niguarda di Milano —. Il fatto che non riusciamo a spiegarne il motivo, però, non significa che il fenomeno non esista, anche se servono ulteriori studi per caratterizzarlo meglio». Le fasi lunari hanno un impatto sulle nostre vite, basti pensare al ciclo mestruale femminile; ma per quale motivo avremmo mantenuto, per quanto sotto traccia, un orologio biologico “lunare” anche per i ritmi sonno-veglia? Secondo Christian Cajochen, dell’Università svizzera di Basilea, autore del primo studio che ha indicato una relazione fra plenilunio e sonno, il ritmo circalunare sarebbe un retaggio del passato: «I primi umani forse avevano un sonno più leggero nelle notti di luna piena perché il chiarore li esponeva agli attacchi dei predatori. Le origini del fenomeno potrebbero perdersi ancor di più nella notte dei tempi, quando i padroni della Terra erano i dinosauri e si svilupparono i primi mammiferi: quei nostri lontanissimi antenati erano costretti a vivere soprattutto di notte ed erano più attivi con la luce lunare al massimo, perché di giorno dovevano nascondersi dai grandi rettili. Alcuni animali hanno tuttora un ritmo riproduttivo governato dalla luna: è possibile che la leggera riduzione del sonno nell’uomo sia l’eredità di ere remote in cui pure noi dovevamo riprodurci durante i pleniluni». Resta da capire quale sia il “sincronizzatore” lunare che riusciamo a sentire: abbiamo recettori che distinguono la luce della luna da quella solare? Siamo sensibili all’attrazione di gravità che esercita il satellite, un po’ come se in noi si creasse una “marea interna”? Per ora è ancora difficile dirlo. A. V. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 Terzo settore Diritto In forte crescita la presenza del non profit . a Federazione delle Cure Palliative riunisce oggi 80 associazioni, con un impegno di persone che è cresciuto dai 3.560 volontari censiti nel 2011 a oltre 5 mila nel 2013. I fondi raccolti da immettere nei vari sistemi sanitari regionali sono stati 18 milioni nel 2011. Le associazioni gestiscono anche direttamente circa un quarto degli hospice e un quarto delle cure domiciliari. «E sentiamo fortissimo quanto questa attività di Terzo settore a cui è chiesto di integrarsi L L’Italia è a due velocità anche nelle terapie contro il dolore Appello della Federazione cure palliative per la fine delle disparità L'esperto risponde alle domande dei lettori sui temi relativi alla terapia del dolore su forum.corrier e.it/terapia_ del_dolore La petizione Una raccolta di firme tra le 80 associazioni aderenti sosterrà le richieste rivolte al ministro Lorenzin L a protesta non è nel loro Dna però, in occasione della prossima Giornata nazionale per le cure palliative, l’11 novembre (giorno dell’«estate di San Martino»), la Federazione cure palliative onlus presenterà un appello al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, corredato da una raccolta di firme lanciata tra le 80 associazioni aderenti alla onlus. «Al ministro — spiega Luca Moroni, presidente della Federazione — chiediamo di farsi parte di un’azione congiunta con le Regioni per la promozione dello sviluppo delle cure Sette malati su 10 ancora non ricevono l’assistenza dovuta P rima i dati positivi: «Le cure palliative non esistevano fino a 20 anni fa e ad oggi abbiamo 234 hospice in Italia e 118 unità di cure palliative domiciliari», elenca Luca Moroni, presidente della Federazione Cure Palliative. Non basta. «Abbiamo un quadro normativo bello e chiaro: la legge 38 del 2010 è considerata un modello anche all’estero». E ancora: «Le Cure Palliative — prosegue Moroni — sono state riconosciute come disciplina medica a sé ed è stata sistemata anche la questione dell’inquadramento dei medici con specialità diverse da quelle previste dalla legge 38, che poi costituivano l’ossatura degli hospice e rischiavano di restare esclusi dal sistema, mettendo così in ginocchio servizi e pazienti». Le ombre, però, esistono. «La legge 38 è stata formalmente recepita nella maggior parte delle Regioni, ma in concreto attuata a livello locale in pochissime — sottolinea Moroni — . Sulle cure palliative dal 2007 sono stati fissati obiettivi numerici chiarissimi, che le Regioni sono tenute a rispettare in termini di rapporto tra malati oncologici e pazienti assistiti. Ma siamo ancora molto lontani: i malati oncologici assistiti con le cure palliative arrivano a stento al 30%. L’obiettivo era il 65%. Negli hospice l’obiettivo era il 20% e siamo arrivati al 9%, peraltro raggiunto solo da 3 Regioni su 21. Nelle cure domiciliari l’obiettivo era il 45% e siamo arrivati al 20%: lo standard di 14 pazienti ogni 10 mila abitanti è stato raggiunto solo dalle province di Trento, Lecco, La Spezia e Bologna». Moroni rilancia dunque la necessità di un intervento decisivo da parte del ministero. Anche in termini di risorse. «Chi ha investito negli hospice — dice — ha visto diminuire il numero dei decessi in ospedale, chi non lo ha fatto ha registrato un aumento. Vuole dire che l’investimento nelle cure palliative determina una maggiore appropriatezza delle prestazioni e quindi anche una riduzione nei costi». Secondo Moroni, oltre a realizzare le cure dove non ci sono, occorre una presa in carico graduale e precoce del malato e più attenzione alla sua famiglia. R. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA 49 SALUTE La mappa delle strutture Numero hospice Totale: 234 Numero posti letti Totale: 2.578 1.531 639 138 118 Le unità di cure palliative domiciliari 55.300 I pazienti assistiti a domicilio 60 408 36 Fonte: Rapporto 2014 sulla Legge 38/2010; Fed. Cure Palliative (dati 2013) Prospettive Per la sostenibilità del sistema sanità servirà integrare di più il «privato sociale» CdS palliative». Il fatto è che, a più di quattro anni dall’entrata in vigore della legge 38 che sancisce il diritto alle cure palliative, solo una parte dei cittadini può ricevere l’assistenza di cui ha bisogno. «Qualche passo in avanti è stato fatto — aggiunge Luca Moroni —, però non nella direzione di una maggiore omogeneità». I dati (vedi articolo sotto), infatti, testimoniano ancora una volta un’Italia a due velocità. E sull’argomento interviene anche la Fondazione ANT Italia Onlus, che dal 1985 ad oggi ha assistito, in modo completamente gratuito, oltre 100 mila sofferenti oncologici . «Condivido la necessità di omogeneizzare le cure palliative sul territorio italiano — dice Raffaella Pannuti, presidente di ANT—, ma prima dobbiamo ragionare su come rendere sostenibile il nostro modello di sanità. Noi auspichiamo che la sanità rimanga pubblica, ma affinché questo sia possibile bisogna ragionare in termini di sanità integrata con il settore privato e il privato sociale». Ruggiero Corcella con la sanità pubblica sia in aumento — dice il presidente della Federazione, Luca Moroni — . La stessa riforma del Terzo settore va nella direzione della costruzione insieme di un welfare partecipativo, nel quale noi vogliamo essere presenti con tutte le energie e con entusiasmo. Però anche le Regioni devono fare la loro parte, se non con nuove risorse, almeno con una riallocazione delle risorse stesse sul territorio». R. Co. ●Pensa la salute di Riccardo Renzi «Dematerializzazione», ma solo a metà no degli obbiettivi della Sanità, entro la fine dell’anno, si chiama “dematerializzazione”. Ciò che deve dematerializzarsi è la ricetta del medico, quel foglietto bianco e rosso cui siamo abituati: tutto dovrà passare via Internet. Si tratta di una rivoluzione importante: il risparmio di una foresta di carta, e un recupero di costi di gestione, efficienza e controllo. Ma le rivoluzioni, si sa, non sono un pranzo di gala. Questa, decisa nel 2010, è passata attraverso numerose scadenze “improrogabili” e, appunto, proroghe. A oggi solo Sicilia, Valle d’Aosta, Trentino, Basilicata e Veneto l’hanno attuata, entro la fine dell’anno anche le altre Regioni dovrebbero farlo. Ma per i primi tempi, pare, salveremo solo mezza foresta: invece del classico foglietto i medici ne rilasceranno un altro, che faccia da promemoria nel caso il farmacista non possa collegarsi al sistema e al quale applicare le fustelle dei farmaci ancora in uso. Meglio mezzo passo avanti, comunque, che niente. E se arrivasse un’altra proroga non importa: dopo tutto, la ricetta elettronica non l’ha prescritta il medico. U © RIPRODUZIONE RISERVATA IN BREVE A Milano i seminari di Vidas A Milano, per i Seminari dell’Associazione Vidas (che assistite i malati terminali), il 12 novembre (Palazzo Giureconsulti, via Mercanti 2, ore 18) incontro: «La scelta. Cultura della cura e legislazione (relatore Valerio Onida). Dopo il testamento biologico (Luciano Orsi, direttore Cure palliative Mantova)». Modera Silvia Vegetti Finzi. Ingresso gratuito, pren. 02.72511.203/2 Case Roland per bimbi malati Da oggi 9 novembre, fino al 29, con Sms o chiamando da rete fissa al 45506 si possono donare da 2 a 5 euro per le cinque «Case lontane da casa», costruite e gestite da Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia vicino a ospedali pediatrici d’eccellenza, per permettere a bambini di curarsi con accanto le famiglie. Per inf. www.fondazioneronald.it Teatro a sostegno di Antea Il 13 novembre a Roma, al Teatro7 (via Benevento 23, ore 21), Massimo Wertmuller in «Il pellegrino», serata per Antea Associazione Onlus, che assiste gratuitamente malati terminali. Sempre per Antea, «Bazar di Natale», il 15 (ore 10-19) e 16 novembre (10-18) al Circolo del ministero Affari esteri (Lungotevere Acqua Acetosa 42). Per teatro e inf. www.antea.net Vintage per «Magica Cleme» Torna «Magico vintage»: più di 5 mila pezzi vintage in vendita per Fondazione Magica Cleme Onlus, a Milano (Showroom Papaveri, via Ciro Menotti 9) il 19 novembre (ore 16.30 - 20) e dal 20 al 23 novembre (9.30-19). Fondazione Magica Cleme offre divertimento a bambini malati di tumore e alle loro famiglie. Per informazioni www. magicacleme.org Ernia inguinale, visite gratuite Il 29 novembre (dalle 9 alle 12), in 16 ospedali italiani, visite gratuite dagli specialisti per prevenire, identificare e curare l’ernia inguinale. L’iniziative è promossa dall’Italian Society of Hernia and Abdominal Wall Surgery (ISHAWS) Per informazioni sui centri aderenti www.ishaws.it e numero 392.3657445 (attivo dalle 9 alle 18). 50 Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera SALUTE . Corriere.it/salute Vivere con il web a cura di Daniela Natali Medicina dello sport È VERO CHE SE SI ESAGERA CON LO STRETCHING SI HANNO EFFETTI NEGATIVI? Risponde Gianfranco Beltrami docente Scienze motorie Univ. Parma Faccio molti esercizi di stretching e flessibilità, soprattutto perché pratico danza classica anche se a livello amatoriale. Pratico anche tanti altri s p o r t e g e n e r a l m e n t e fa c c i o stretching dopo spinning o dopo lunga camminata in montagna. Oggi, in palestra, ho sentito un istruttore spiegare a un ragazzo la funzione dello stretching dopo aver fatto pesi o più in generale attività fisica, dicendo che non fa che aumentare il danno muscolare e non serve a nulla. Anzi. Ma è mai possibile? Con tutto lo stretching che faccio dovrei avere i muscoli in pessime condizioni e invece sto benissimo. Ho ragione io o l’istruttore? L e informazioni che ha sentito sono effettivamente errate. Lo stretching riduce la tensione muscolare, migliora la coordinazione e la propriocezione (cioè la presa di coscienza del proprio corpo), previene traumi muscolari e tendinei, e migliora l’escursione articolare. È però anche vero che non bisogna esagerare, perché mantenere l’allun- @ Scriveteci Chiedete agli esperti le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all'indirizzo di posta elettronica Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum [email protected] www.corriere.it/salute/forum gamento delle fibre muscolari per lunghi periodi può condurre ad una sorta di assuefazione che, riducendo il segnale che genera il riflesso dell’allungamento, può perfino arrivare a favorire certi tipi di traumi, specialmente se si effettua lo stretching prima di una gara. Per poter allenare correttamente la flessibilità, è necessario sviluppare parallelamente anche la forza muscolare mediante esercizi con un numero alto di ripetizioni, a basso carico, ed eseguite lentamente, naturalmente effettuati dallo stesso distretto muscolare sul quale si lavora con lo stretching. Questo tipo di preparazione è utile per aumentare la resistenza muscolare e la forza del tessuto connettivo associato al muscolo, diminuendo i rischi del sovrallenamento e di eventuali microlesioni che potrebbero derivare da un avventato utilizzo di esercizi di allungamento. Continui pertanto a fare stretching, possibilmente con la guida di un istruttore qualificato. Dai forum dei nostri esperti CARDIOLOGIA Quali cure per l’angina microvascolare? Risponde Filippo Crea, ordinario Cardiologia Università Cattolica, Policlinico Agostino Gemelli, Roma Chiedo il vostro parere per mia zia, di 71 anni, non fumatrice e normopeso, con esami del sangue nella norma, che in seguito a forte dolore al petto si è sottoposta a coronarografia. Le coronarie sono risultate “a posto”, ma le è stata diagnosticata una «malattia dei piccoli vasi periferici». Le è stato prescritto un farmaco che le ha creato non pochi effetti collaterali e quindi è stato sospeso; lo stesso è accaduto con i cerotti con nitroglicerina. Ci sono alternative farmacologiche, come la classica cardioaspirina? er la terapia dell’angina “microvascolare”, cioè dei piccoli vasi periferici, esistono diverse alternative farmacologiche che vanno naturalmente concordate con il cardiologo curante, ma non esiste un farmaco “ideale” e definitivamente risolutivo (per esempio si può ricorrere a calcio-antagonisti, beta-bloccanti, bamifillina). Quanto all’utilizzo della cardioaspirina, può essere utile, ma non risolve la sintomatologia. P OSTEOPOROSI C’è predisposizione alla fragilità ossea? Mio figlio, 16 anni, ha subito due brutte fratture nell’arco di sei mesi in banali e leggere cadute. Il ragazzo ha avuto uno sviluppo molto rapido negli ultimi due anni, ma ha un’ossatura sottile. È destinato a una precoce osteoporosi? Risponde Maria Luisa Brandi Ordinario Endocrinologia, Malattie Metabolismo, Università Firenze e fratture da fragilità sono un campanello di allarme serio. Consiglio una MOC lombare e femorale, esame semplice e non radiologicamente invasivo. Inoltre dovranno essere valutati questi parametri: calcemia, fosforemia, PTH, fosfatasi alcalina ossea, CTX, 25OHD3, calcio e fosforo nelle urine delle 24 ore, creatinina clearance, prolattina, test celiachia. Con questi esami è utile rivolgersi a uno specialista in endocrinologia e metabolismo che raccoglierà anche la storia familiare e personale del ragazzo per orientarsi sulla diagnosi e la terapia. L UROLOGIA Per disostruire la prostata ci vuole il laser? Ho 40 anni e devo sottopormi a incisione transuretrale della prostata per sclerosi del collo vescicale. Meglio un intervento con energia bipolare o laser? Il laser dà davvero tempi di cateterizzazione minori? Risponde Giuseppe Zanni, urologo Ospedale San Raffaele, Milano n letteratura il dibattito su quale sia la migliore fonte di energia da usare per la disostruzione della prostata è tuttora aperto. Il minor tempo di cateterizzazione vescicale permesso dal laser può certo rappresentare un vantaggio, ma non deve essere considerato come unico motivo di scelta di una tecnica piuttosto che di un’altra. Considerando la sua età è assolutamente consigliabile programmare la criopreservazione del seme prima dell’intervento, a prescindere dalla tecnica chirurgica adottata. I Il sito della settimana Papilloma virus, informazioni in Rete Quella dei Papillomavirus è una famiglia numerosa e diffusa di virus che possono causare malattie benigne, come i condilomi genitali, o maligne, quali tumori di utero o bocca. Per sapere quali esami fare (Pap o Hpv test) o informarsi sulla vaccinazione, si può consultare il sito www.hpvunit.it dell’Istituto Tumori Regina Elena di Roma. Il video L’impatto della psoriasi sulla qualità della vita, in particolare sulla sfera psicosociale, è il tema di una video-intervista, online da domani su Corriere.it/salute, con la professoressa Annamaria Offidani, direttore della Clinica dermatologica dell’Università di Ancona Rettifica A pagina 46 del Corriere della Sera del 2 novembre è stata attribuita un’iniziativa per la salute cardiovascolare delle donne alla Società Italiana di Ginecologia Ospedaliera invece che alla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. Ci scusiamo con i lettori per l’errore. Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 51 . S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo BENESSERE E BELLEZZA La ricerca cosmetica perfeziona le sue armi contro le pelli impure o segnate da rughe precoci Pelle al top con cure mirate Dai fondali marini e dai prodotti vegetali della terra si estraggono sostanze che preservano la bellezza A mmettiamolo: resistere al trascorrere del tempo non è più una scelta dettata da vanità e superficialità, ma è un desiderio profondo, che affonda le sue ragioni nella sacrosanta esigenza di presentarsi al mondo carichi di fascino e di voglia di vivere. Per questo motivo aumentano le vendite di prodotti cosmetici e di tutto ciò che ci consente di migliorare il nostro aspetto. E, operatori e pubblico, sempre più numerosi, si danno appuntamento a fiere dedicate all’“apparire”. La più recente si è tenuta il 2 novembre al Pala Modigliani di Livorno, una due giorni no-stop durante i quali sono state mostrate le ultime tendenze del benessere e i ritrovati delle aziende cosmetiche. Grazie anche a tutto ciò l’avanzare dell’età non ha più nulla in comune con il concetto di rassegnazione, al contrario fornisce un potente stimolo a prendersi cura di se stessi. Per le donne over quaranta è in atto, per la prima volta nella storia, un cambiamento di mentalità e visione rispetto al proprio modo di porsi agli altri che ha prodotto una piccola rivoluzione personale. Non a caso fare colpo su persone più giovani non è più solo appannaggio dei maschi: oggi, se è lei ad avere 10-15 anni più di lui non fa scandalo. Una conquista di parità tra i sessi frutto anche delle cure estetiche che fortunatamente una donna ha a disposizione. Capelli fluenti, pelle levigata, corpo tonico, mani morbide, trucco perfetto, look studiato per valorizzare la silhouette, sono tutte armi che all’occorrenza funzionano come un potente elisir di giovinezza, in quanto fanno sentire sicure di sé e belle come a venti anni. ALLA RICERCA DEGLI AMICI DELLA PELLE I laboratori della cosmesi lavorano a pieno ritmo a favore del fascino e della bellezza per offrire quell’arma in più che deriva dalla scoperta di nuove molecole da sostanze pre- Abolito il concetto di rassegnazione, oggi si punta alla giovinezza che va ben oltre gli“anta” ziose contenute nelle piante, che da millenni fanno parte di quell’immenso patrimonio che la natura ci ha regalato. In netta ascesa sono i prodotti che derivano dai vegetali, amici non solo della salute umana, ma rispettosi dell’ambiente e degli animali. Stiamo parlando di cosmetici privi di coloranti, conservanti, parabeni, siliconi e varie sostanze chimiche, sostituite da prodotti biologici e il più naturale possibile, capaci di garantire ottimi risultati contro i peggiori nemici della pelle, arrossamenti, screpolature, secchezza, irritazioni, bruciori. Il mare, con la sua immensità, non viene solo scandagliato in cerca di petrolio, ma anche per l’importante patrimonio di piante e vegetali ricchi di sostanze preziose utilizzate in cosmesi. Si studiano le alghe, che contengono polisaccaridi che proteggono l’integrità dei capillari, e tanti altri principi attivi idratanti ed emollienti con cui preparare maschere per il viso. Il mondo vegetale terrestre offre moltissimo all’indu- stria cosmetica, per esempio gli olii, ottimi come antirughe e antisecchezza. OLIO PER NUTRIRE L’EPIDERMIDE Con l’arrivo delle temperature invernali l’epidermide tende a seccarsi, a diventare cioé più sottile, fragile, arrossata e desquamata. E quando il mantello idrolipidico posto a difesa degli attacchi di freddo e gelo si assottiglia, va reintegrato con molecole che lo aiutino a essere ripristinato. Ecco allora venire in soccorso le sostanze contenute in alcuni olii che, tra i tanti prodotti naturali, hanno conquistato un posto d’onore nei laboratori di ricerca, per le numerose qualità antiage (stimolano la produzione di fibroblasti ed elastina) e per la capacità di rendere la pelle elastica e protetta. Vediamo quali sono le proprietà benefiche di alcuni degli olii più utilizzati e perchè. Olio di semi di girasole – Que- Dal mondo vegetale la cosmesi attinge a piene mani per ricavare dagli olii sostanze antiage sto olio è importante in cosmesi per la capacità di migliorare arrossamenti, irritazioni e infiammazioni cutanee. La sua validità risiede nel contenuto elevato di vitamina E (ne possiede più di altri olii e dello stesso burro di Karité, molto presente nelle creme nutrienti) e di vitamine A, C e D, ottime per le qualità protettive. È molto delicato, al punto da poter essere adoperato sulla pelle dei bambini. Olio di mandorle dolci – Perfetto per prevenire le smagliature, grazie al potere elasticizzante delle sue vitamine, è ottimo anche sul viso in quanto aiuta a contrastare le rughe. Olio di oliva - Un antiage importante in quanto ricco di vitamina A, K, D. Olio di jojoba – Ha la capacità di penetrare attraverso i piccoli pori dell’epidermide portando il suo nutrimento fino agli interstizi del derma. È ricco di antiossidanti come i tocoferoli. OIL aloevera, concentrato di benessere e bellezza Dai laboratori Planter’s è nato un nuovo prodotto per il benessere e la bellezza di viso, mani e corpo: OIL, un olio multifunzione elasticizzante e nutriente, indicato per tutti i tipi di pelle e ideale per quelle secche, stressate e che necessitano di particolari accorgimenti. Grazie alla sua formulazione spiccatamente naturale OIL è l’alleato quotidiano in caso di disidratazione cutanea, rugosità e smagliature. Non unge, si assorbe rapidamente e conferisce alla pelle un aspetto più morbido e più compatto. OIL fa parte della linea RIPARATRICE “10 regole naturali” realizzata nel pieno rispetto degli equilibri naturali della pelle. Nel prodotto infatti impera la “polisensorialità” del delicato profumo vanigliato senza allergeni e degli attivi che contraddistinguono la Crema RIPARATRICE, il “prodotto principe” di PLANTER’S: Olio di Mandorle Dolci, Olio di Semi di Lino, Olio di Riso, Olio di Karité, Aloe vera estratto, Olio di Iperico e Vitamina E. In più OIL contiene Squalene dell’Insaponificabile dell’Olio di Oliva – l’alternativa “verde” e naturale del silicone” - Ximeninic – derivato naturale del seme del sandalo definito “skin firmer” – Olio di Borragine e Olio di Girasole. OIL è formulato SENZA: parabeni, petrolati e oli minerali - PARAFFINA LIQUIDA - alcol etilico, coloranti di sintesi, lanolina, materie prime di origine animale, siliconi, PEG; con profumo senza allergeni. Testato dermatologicamente e per il nichel, la sua efficacia è testata clinicamente. I prodotti PLANTER’S sono venduti in farmacia e in erboristeria. Per maggiori informazioni: www.planters.it Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 52 . S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE Un appuntamento con un grande evento di sensibilizzazione e di informazione su questa malattia Chi è protagonista della propria salute è vittorioso Per la gestione del diabete svolge un ruolo chiave l’autocontrollo quotidiano C elebrata ogni anno il 14 novembre in tutto il mondo, la Giornata Mondiale del Diabete è il più grande evento di sensibilizzazione e informazione sul diabete, sulla sua prevenzione e sulla sua gestione. In Italia è organizzata da migliaia di Volontari, persone con diabete, medici e infermieri che organizzano eventi in quasi 500 città, con il coordinamento di Diabete Italia. Le centinaia di iniziative, il cui elenco è consultabile sul sito www.giornatadeldiabete.it, si terranno per la maggior parte nel weekend del 15 e 16 novembre. Fulcro dei vari eventi sono i banchetti dove ognuno potrà avere una valutazione del proprio rischio di sviluppare il diabete riempiendo un semplice questionario. NUMERI IN CRESCITA Il diabete è certamente uno degli scotti in termini di salute che si paga al progresso, infatti è una delle più diffuse e serie malattie del nostro tempo, con costi umani ed economici altissimi. In particolare, la forma in assoluto più frequente e in perenne crescita sia nei Paesi avanzati sia in quelli che da poco hanno iniziato il loro sviluppo economico, è il diabete di tipo 2, che compare dopo i 40 anni con un’incidenza in aumento con il passare degli anni. In Italia si calcola che sia stato diagnosticato a 3 milioni di persone, che 1 milione ne soffrano ma non siano state diagnosticate, e che 2,6 milio- ni abbiano difficoltà a mantenere la glicemia nella norma, una condizione che nella maggior parte dei casi prelude alla comparsa del diabete. A questi vanno aggiunti coloro che hanno invece il diabete 1, la forma meno frequente che si mani- Il 9,2% degli italiani ha difficoltà a mantenere sotto controllo la glicemia festa durante l’infanzia o l’adolescenza e comunque sempre entro i 20 anni: si stima riguardi nel nostro Paese circa 250 mila persone. E’SEMPRE INDISPENSABILE Il diabete si sviluppa senza quasi sintomi, ma conduce a gravi complicanze che possono manifestarsi con il tempo agli occhi, ai reni, all’apparato cardiovascolare e ai nervi. Importanti studi clinici internazionali hanno però confermato che un Un’ opportunità che fa la differenza Sia nel caso del diabete 1, sia di quello 2, la misurazione della glicemia è parte integrante della terapia del diabete. Un regolare automonitoraggio della glicemia da parte di chi soffre di diabete, consente, infatti, di controllare meglio il proprio diabete in quanto permette di verificare che le terapie siano efficaci, di gestire le situazioni più a rischio e soprattutto di prevenire le complicanze a lungo termine che sono l’aspetto più temibile di questa malattia. Grazie all’offerta tecnologica più avanzata, oggi è disponibile per questo monitoraggio una buona gamma di glucometri sempre più accurati, precisi e all’avanguardia. Tra quelli di ultima generazione ci sono i cosiddetti “integrati”, o tutto in uno, cioè “All in One”, appositamente progettati, come l’ultimo sistema di A. Menarini Diagnostics, per facilitare sempre più la gestione individuale del diabete. Di misura estremamente ridotta e sempre pronti all’uso, sono semplici da usare in modo da favorire l’adesione del paziente alla cura e al controllo della gestione del diabete. In pratica si adattano allo stile di vita di chi soffre di diabete, permettendogli di effettuare la misurazione della glicemia ovunque e in qualsiasi momento, privato, sociale o di lavoro, ma garantendo la massima discrezionalità. controllo ottimale della glicemia, cioè della concentrazione di zucchero nel sangue, è in grado di prevenire o minimizzare le complicanze, sia in chi soffre di diabete 1 ed è in terapia insulinica sia in coloro che hanno il diabete 2 e seguono la terapia orale. La glicemia è, dunque, la variabile chiave nella terapia del diabete e per questo svolge un ruolo strategico insostituibile il suo autocontrollo. In altre parole il costante autocontrollo glicemico è l’unico modo ad AUTOCONTROLLO DELLA GLICEMIA IN LIBERTÀ CUSTODIE per proteggere il glucometro dagli urti e caricare sensori e lancette Il glucometro tutto in uno progettato per adattarsi al tuo stile di vita: tutto ciò che serve per la misurazione della glicemia in un unico strumento semplice, discreto, sempre pronto. LANCETTE vano sistema pungidito integrato SENSORI foro uscita strisce reattive quando vuoi, dove vuoi, sempre pronto. DISCRETO • COMPATTO • NO CALIBRAZIONE CAMPIONE DI SANGUE RIDOTTO (0,5 μL) MISURAZIONE RAPIDA (5“) • LEGGERO (95 g) PUNGIDITO INTEGRATO • CARTUCCIA DA 25 TEST LO TROVI IN FARMACIA Per maggiori informazioni rivolgiti al tuo Centro Anti Diabete di riferimento. www.glucomenready.it www.glunews.net Numero Verde per avere assistenza tecnica sull’utilizzo dei prodotti A.Menarini Diagnostics e per richiedere la sostituzione gratuita degli strumenti in garanzia. Le misurazioni devono essere eseguite nell’ambito del controllo medico. È un dispositivo medico diagnostico in vitro CE 0123. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Aut. Ministero della Salute 10/09/2014 oggi disponibile per verificare il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi terapeutici raccomandati. Chi soffre di diabete ha quindi la possibilità di mettere in atto giorno per giorno le scelte ottimali per la sua salute misurando da sé con appositi strumenti, in pochi secondi, la glicemia, secondo una frequenza di controlli giornalieri concordata con il proprio medico diabetologo e personalizzata in relazione al tipo di terapia praticata e allo stile di vita. Corriere della Sera Domenica 9 Novembre 2014 53 . S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE Nessuna incertezza per far fronte a quella che viene oramai definita un vera e propria epidemia Agire subito con determinazione Se non adeguatamente curato, il diabete può portare a numerose complicanze a carico di diversi organi. Possono però essere prevenute se si interviene ai primi segnali di glicemia che sale I l diabete rappresenta un problema dalle rilevanti dimensioni sociali sia per il numero di persone che ne soffrono e per i conseguenti costi per i sistemi sanitari, sia perché se non è adeguatamente tenuto sotto controllo, può danneggiare lentamente vari organi e sfociare in una serie di complicanze. Qualche dato per fornire un quadro del rischio che comporta per salute: provoca una maggiore frequenza, da 2 a 4, di malattie coronariche e cioè angina, infarto; è la prima causa di cecità fra gli adulti ed è Giusto® Diabel Giuliani: per la Giornata Mondiale del Diabete Anche quest’anno, Giuliani partecipa con la linea Giusto® Diabel alla Giornata Mondiale del Diabete, impegnandosi attivamente per fare informazione contro questa patologia distribuendo materiali informativi tra cui il test di autovalutazione per conoscere il proprio rischio di sviluppare il diabete e un opuscolo informativoeducativo con tema il ruolo dello stress ossidativo nella comparsa del diabete e delle sue complicanze realizzato con la collaborazione scientifica di AMD. Durante la settimana del 14 novembre la linea Giusto® Diabel propone degustazioni gratuite di alcuni suoi prodotti come biscotti, fette biscottate o confetture, nelle farmacie e nei punti vendita aderenti all’iniziativa (elenco consultabile sul sito www. giustogiuliani.com). Nata dalla ricerca Nutrizionale Giuliani, Giusto® Diabel è una linea completa di pasta, biscotti e fette biscottate, formulata specificamente per i diabetici con prodotti* ricchi in fibre, a basso indice glicemico, senza zuccheri aggiunti, e con l’aggiunta di polifenoli (brevetto Giuliani). Molte quest’anno le proposte della linea, fra cui un’intera gamma di prodotti con dolcificanti da Stevia, il nuovo dolcificante di origine naturale: Bontà di Frutta meno zuccheri, confetture extra con tanti pezzi di frutta, la linea di cioccolati VivaStevì, barrette e tavolette in tanti gusti golosi dalla tradizione cioccolatiera belga, e i nuovissimi Preparati per dolci, riducono notevolmente l’apporto calorico rispetto ai preparati tradizionali con zucchero. Per informazioni: www.giustogiuliani.com *Le caratteristiche possono variare da prodotto a prodotto responsabile della metà di tutte le amputazioni non legate a traumi. Come hanno però dimostrato le numerose ricerche cliniche condotte, queste complicanze possono essere prevenute se fin dai primi segnali di un’alterazione della glicemia, confermati dalla diagnosi, si interviene subito. LE MISURE NECESSARIE Quando il diabete si manifesta, trattandosi di una condizione cronica, richiede per tutta la vita di essere tenuto sotto controllo con le terapie prescritte, in quanto altrimenti la glicemia torna a salire. Nel diabete di tipo 1 - la forma meno comune che si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza e comunque sempre entro i 20 anni d’età - la terapia consiste nell’assumere ogni giorno l’insulina attraverso diverse iniezioni o attraverso un microinfusore. La terapia con insulina è sempre individualizzata al singolo caso in modo da garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi glicemici previsti e ridurre la frequenza degli effetti collate- Negli ultimi decenni si è verificato un drammatico aumento di diabete in tutto il mondo rali e delle reazioni avverse. E’ parte integrante della terapia insulinica anche l’autocontrollo, ovvero l’automisurazione della glicemia effettuata più volte al giorno: permette di calibrare al meglio la terapia e di fare le scelte ottimali per la propria salute. Per chi soffre di questa forma di diabete è basilare anche la dieta che deve essere sana e varia. In particolare è necessario un equilibrio tra la quantità dei carboidrati assunti ai pasti e la quantità di insulina da somministrare in quanto se questo equilibrio non viene raggiunto, si possono avere o troppi carboidrati con valori elevati di glicemia o troppa insulina con valori troppo bassi di glicemia. Infine è altrettanto importante l’esercizio fisico che contribuisce, insieme alla terapia insulinica, a migliorare il controllo metabolico. DIETA ED ESERCIZIO FISICO Nella maggior parte dei casi diabete di tipo 2 - la forma più diffusa, riguarda 9 casi su 10, che compare dopo i 40 anni con un’incidenza in aumento con il passare degli anni - le terapie vincenti per tenerlo sotto controllo sono la dieta e l’attività fisica: migliorano la sensibilità dell’organismo all’insulina permettendo così un calo della presenza di glucosio nel sangue. Infatti in questa forma di diabete, a differenza da quello di tipo 1, il pancreas produce ancora l’insulina, ma in quantità inferiori a quelle necessarie all’organismo, oppure la produce in quantità normale, ma l’organismo non è in grado di utilizzarla. Con la conseguenza, in entrambi i casi, che il corpo non riesce più utilizzare gli zuccheri come fonte di energia e che, quindi, il glucosio si accumula nel sangue e la glicemia si alza vertiginosamente. Per quanto riguarda la dieta, deve essere impostata in modo da prevedere una riduzione delle calorie totali con l’obiettivo di raggiungereoconservareilpeso ideale, in quanto il sovrappeso e l’obesità sono presenti in oltre Ci sono due forme di diabete: quello di tipo 1, meno frequente, e quello di tipo 2, più diffuso l’80% dei pazienti con questa forma di diabete. Per mantenere livelli glicemici vicini alla normalità e costanti, si deve anche frazionare l’alimentazione in tre pasti e due spuntini lungo l’arco della giornata e seguire un regime alimentare vario e bilanciato, cioè che garantisca un normale apporto proteico e una sufficiente quantità di carboidrati complessi, di fibre, di vitamine e minerali. L’esercizio fisico, che è l’altro valido strumento terapeutico, permette inoltre di perdere peso in quanto aumenta il consumo energetico. Si raccomandano, però, almeno 30 minuti di attività fisica lieve/moderata 5 giorni a settimana, attenendosi ad alcune semplici regole come, ad esempio, quelle di adattare la dieta all’esercizio e di misurare la glicemia prima, durante e dopo l’attività. Se nonostante tutte queste modificazioni dello stile di vita, la glicemia non si normalizza, gli specialisti raccomandano di non lasciar passare ulteriormente il tempo, ma di deve passare alla terapia con i farmaci. Per il diabete di tipo 2 ne sono disponibili diversi tipi, tutti ugualmente validi ed efficaci. Domenica 9 Novembre 2014 Corriere della Sera 54 . Tv .¤ .Õ ±Ðæ 1 ¤ ±±/± ¤æ±ææ 3$"$."$ "//.± .×NÂX@ ¤æ±Ðæ /3 !!"± ÎÎ×@ÎF± ¤æ±zz /"1 !// ¿> .8 " !"$± .k~k± ¤Õ±ææ . 1 ¿"3/± .k~k ¤Õ±Õæ " 8. ± X×kÎ ¤Ð±Ðæ 1$."± ¤|±ææ ¿."± 8@ÂkÎF ¤Ê±Ðæ 1 ¤± 1!,$ ± ¤Ê±Ðz $!" 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Qui c’è l’arte dell’ospitalità e la tradizione culinaria nell’incantevole atmosfera di una vera masseria siciliana. Padrona di casa è Simonetta Agnello Hornby (foto) avvocato e scrittrice palermitana che apre le porte della casa di famiglia: insieme alla sorella Chiara svelano ricette tramandate da cinque generazioni. Il pranzo di Mosè Real Time, ore 12.20 La Rai aiuta la ricerca sul cancro D a stamattina al via la maratona finale per la raccolta fondi per la ricerca sul cancro, su molti programmi Rai: «Uno Mattina In Famiglia», «Quelli che il calcio», «L’Arena», «Domenica In», «L’Eredità», «Affari tuoi». Fino allo «Speciale Elisir»: insieme a Mirabella e ai ricercatori, ci sono Rocco Papaleo, attori e sportivi. Speciale Elisir Rai3, ore 21.45 Da Glasgow musica e show T utto pronto per uno dei più grandi eventi di musica. Alle otto si comincia con il Red Carpet Show. A condurre la serata,la star dell’hip hop Nicki Minaj che preannuncia anche una performance «super hot». Mtv Ema 2014 Mtv, dalle ore 20 .| ¤Ê±ææ ¤Ê±Ðæ ¤É±¤z ¤É±Õæ ¤p±æz ¤p±zæ ¤±Ðz Õ¤±¤æ ÕÕ±zæ Õб¤æ 3!11$$;± X×kÎ@ $"1"33!± /kÂk . "9/ $."$± $"1"33!± /kÂk .$1./ G //1./± /kÂk 8"± /kÂk $/1 9/,..± /kÂk ! 1>± !"/1.!± ÎÎ×@ÎF ! . $ ¤±|z !$/1 ".$3/ ,. $$ .± 8@ÂkÎF : 1$. 9;± 8@ÂkÎF !.3 $."$± ! 1.!"1$. /81$"± ! "$8>± ! $ /1."$ 8>$ /"$. 9.± |±¤z !$/1 ".$3/ ,. $$ .± 8@ÂkÎF Õæ±Ðæ Õ¤±¤z Õбææ æ±|z Õ±Ðæ p±ææ ! ¿!!>>$ $ /,$/$± ®/kÎkÎ@k` Â@X@ËÎ@@` ¤Êɯ ±Õz !1.$,$± ÎÎ×@ÎF ¤¤±¤æ 1. /1$8/1± ÎÎ×@ÎF ¤¤±Ðæ 1. .$"3.$,± Îα ¤Õ±ææ 1 б ¤Õ±¤æ 1Ð 3$. "± Îα ¤Õ±¤z 1Ð ,./$"± ÎÎ×@ÎF ¤Õ±Õz .1.11± X×kÎ ¤Ð±æz $,$ / "± ÎÎ×@ÎF ¤|±ææ 1 .$" !1$± ¤|±¤z 1 б ¤|±Ðæ " ¤ËÕ $.± ÎÎ×@ÎF ¤z±æz !".$ $.$ $.± ÎÎ×@ÎF ¤z±|z !".$ 8.1.!$ 3" !$"$± ÎÎ×@ÎF ¤±ææ 1 б ¤±Ðæ 1 .$"± !1$± Õæ±ææ $± ÎÎ×@ÎF Õ汤æ 1!,$ ± 1@ ÅÞ Õ¤±|z /, /.± ÎÎ×@ÎF± b×Xk !Xkk !Â@Nk@` 8Â~k 8@ÅÅ@ÂÎ ÕбÐæ 1 б Õб|æ 1 .$"± Õб|z >$± ÎÎ×@ÎF æ±|z "1$ >3 ,./"1± /kÂk æ±zz 1 б !1$ Ð !18 ¤Ê±ææ !$1$.$! ,$1 !± 8@ÂkÎF ¤p±|æ .">$"_ ! $ .z ¤p±æz . 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Chiameremo così, d’ora in avanti, l’attitudine di un programma televisivo a catalizzare ascolti e visibilità cavalcando un tema d’immediato impatto emotivo (caffè, pizza…). Le oche in questione sono quelle spennate per confezionare piumini e diventate protagoniste dell’inchiesta che «Report» ha dedicato ai fatti e misfatti dell’industria dell’abbigliamento di lusso. Ebbene, le oche di «Report» sono valse al programma il record per questa e la scorsa stagione: 3.140.000 spettatori medi, con una share del 13,4%. Si tratta di un ascolto superiore di due punti e mezzo rispetto CHAMPIONS LEAGUE Bayern Monaco-Roma 6.915.000 spettatori nel primo tempo: 23,86% di share. Canale 5, mercoledì 5 novembre, ore 20.46 IL TALK DI PARAGONE «La Gabbia» 590.000 spettatori, 2,89% di share. La7, domenica 2 novembre, ore 21.38 *0! && 37+ 37) 2== 3) 2+3 0'*(6 && +37) +2== +3 3 + 3= 2++ 2+= 3) +2= +3 +33 +2=2 +3= +3 +2== 90 $ ne e giovane-adulto (quarantenni col miglior share, al 16%), educato (laureati addirittura al 27%), più femminile (15%) che maschile. Triplice morale della favola: con il talk politico in ribasso (Michele Santoro, Massimo Giannini, Giovanni Floris…) risalgono le quotazioni dell’inchiesta; tv e social network, «convergendo», si rinforzano a vicenda; la miscela che ne esce – all’incrocio fra vecchi e nuovi media, fra televisione e internet – può rivelarsi micidiale per chi finisce sul banco degli imputati. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni elaborazione Geca su dati Auditel alla media, oltre seicentomila spettatori in più. Questi dati non comprendono, ovviamente, tutti coloro che hanno visto – interamente o in parte – la puntata nei giorni successivi, grazie al sito del programma e a Rai.tv: un numero consistente, se si considera che l’inchiesta di Stefania Rimini è diventata rapidamente un «contenuto virale», «spalmabile» dagli stessi spettatori grazie ai social media. Non è un caso che, la scorsa settimana, «Report» sia balzato al terzo posto nella classifica dei programmi più twittati di Nielsen Italia, preceduto soltanto da «X Factor» e «Pechino Express» (due programmi di intrattenimento). Piume e cinguettii raccolti fra un pubblico giova- © RIPRODUZIONE RISERVATA 0$'* .906* &6$'* .906* 87 *66*0 2 (*;'0 9*; $( 7+ *66*0 + (*;'0 '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ ',* ,$: 1$966* 1*&!!$6* ,0 *'($ & (60*19 6*0( ,!!$*00 $(; & *0 19&& *1( !$ *!!$ $( 106 ' $( '($0 ,$: $(6(1 (& *01* $ *'($ *( $ (9*;* '&6',* $91*- '06% ;01* '6 166$'( $& '&6',* 1$ (69 & *0 19 0!( 19&& 0!$*($ 6$00($" *( ,$*!! $91 1,11* (" *06$- (*'($ ,$: *&$ $00!*&0$ 19&& 0 0$6$" 19 ,06 & 9- &%+ !$#((# ' /90*, *$(6& &/;16 $600(* *(6$(9(* 110 $(60116$ ,0690<$*($ 6&(6$" *( (9$ ,$*!! $91 ,$: $(6(1 19&& 0($ 19&& &0$9&" 01$9 ,$*!!$ (*0 19&& 0!$*($ &&($" ,0 9( '*16 $0*&<$*( $(16$& (*0 66$; 19 .916 0 ,0;& &/&6 ,011$*( *( & 6',* 19& 016* & *(6$((6 1,$ 19$ 166*0$ (60*# *0$(6&$- $# #*"0 *"0'# ' *16 *0$(* $&(* 0(6* (<$ 0$16 (*; *&*!( $0(< 09!$ (*( /.9$& *' ',*11* ,*&$ 0$ *6(< 6(<0* '!# - &0$ 6($ &0'* &!"0* !&$0$ &$ *& 9;*&* *,06* $*!!$ *;1$ ',*0&$ ; *0< =47 *0< 4 *0< 342 *0< 4) $ !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $ $/ $0 $0 $0 0$ $+ $ $+ $ $ $ ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $$ $$ $ $, $0 $ 0$ $ $" $+ $, $ $ !" %) $ $5 $ $+ $5 $, $ ('1 **! !# %# !. !" 00 $+ $+ $" $, 00 00 ) # !. *) * #.!4 & ) 0$ $, $+ $" $ $/ $" !" # #)!# )!.# )*. ! !4 )#! $/ $/ $, $ $ $0 00 $ 05 $ $, $, $+ !" $ 0(* !. !" 34 39 11 9 26 10 9 64 87 67 25 BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE 52 56 45 72 47 7 52 90 27 69 69 36 73 41 73 62 52 17 56 2 25 70 83 65 54 43 39 12 4 54 54 87 37 5 52 69 65 82 50 24 63 57 29 72 !" *.!1 #!) $0 " ',*0& !. !" 0$ ) $0 #* *,06* 10eLotto I numeri vincenti 7 47 9 52 10 56 11 64 26 67 27 69 34 72 36 73 39 87 45 90 34 Numero Oro !. 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