DOMENICA 19 OTTOBRE 2014 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Via Campania 59/C - Tel. 06 688281 281 FONDATO NEL 1876 Campionato www.abb.it Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 mail: [email protected] Cibo e società Oggi Il Sassuolo frena la Juve La Roma travolge il Chievo e insegue a un solo punto Formaggi, zucchero e prosciutti da salvare sull’arca dei sapori di Perrone, Sconcerti, Tomaselli e Valdiserri alle pagine 38 e 39 di Isidoro Trovato nel supplemento UNA NUOVA FASE DEL PAPATO Frattura su gay e divorziati di Massimo Franco Al Sinodo non passano tre punti controversi. Il Pontefice: vedo la tentazione degli zelanti Maggioranza semplice e non qualificata dei due terzi su omosessuali e comunione ai divorziati risposati: così sono stati votati tre dei 62 punti della Relazione finale del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. Papa Francesco ai padri sinodali divisi: vedo la tentazione degli zelanti di trasformare «la pietra in pane o il pane in pietra». alle pagine 2, 3 e 5 Accattoli, Ricci Sargentini, Vecchi Lega e destra Migliaia contro i migranti D Burlando Sindaco, ministro e governatore Ma la colpa dei disastri è sempre degli altri Guardiamoci dal buonismo distruttivo e dai bizantinismi di Francesco a pagina 2 L’INTERVISTA IL MINISTRO ORLANDO di Marco Cremonesi e Paolo Valentino di Aldo Cazzullo P «L PHOTOVIEWS La piazza di Salvini che s’ispira a Le Pen «Cambio la giustizia con l’opposizione E San Vittore va chiuso» LEGGE DI STABILITÀ iazza Duomo trabocca di persone e bandiere. Leghiste. Matteo Salvini (al centro, nella foto) celebra sotto la Madonnina il successo completo della sua linea politica «lepenista»: in piazza a migliaia per difendere gli italiani — e non più solo i padani — dall’immigrazione clandestina. A sfilare in corteo con i leghisti ci sono, nella posizione di neo-alleati, le sigle della «destra di popolo» capeggiata dai militanti di Casapound. Si va in piazza anche a Bologna, dove all’Università è prevista una lezione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Ma questa volta è la sinistra antagonista a protestare e a scontrarsi con i militanti di estrema destra di Forza Nuova e la polizia. alle pagine 10 e 11 Tamburello a riforma della giustizia va fatta con le opposizioni. Sui reati finanziari c’è intesa coi 5 Stelle, sulla responsabilità dei magistrati con FI — dice il ministro Orlando al Corriere —. Rivedremo appello e ricorso in Cassazione, aumenteremo la discrezionalità del pm sull’azione penale». E sulle carceri: «San Vittore va chiuso». a pagina 9 di Aldo Grasso ● I CASI ● PADIGLIONE ITALIA IL RACCONTO IL FANGO E IL SENSO DEL POTERE DI RE CLAUDIO Le 48 ore segrete ai funghi al fango. L’ultima volta che ci siamo occupati di Claudio Burlando era per via di una bagatella: invece di presiedere un importante Consiglio era andato per funghi. Adesso la situazione è ben più grave. Ancora una volta Genova si è ritrovata sotto il fango dell’alluvione, come tre anni fa, come sempre le succede quando piove a dirotto. Di chi la colpa, del clima che è cambiato? Della Protezione civile? Del mancato riassetto idrogeologico? IL TESTO DEL DISCORSO ● GIANNELLI © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 771120 498008 www.abb.it I cattolici e i diritti La scossa di Bergoglio ai vescovi che si sono divisi. «C’è chi trasforma il pane in pietra» I 41 0 1 9> ANNO 139 - N. 248 La sfida ora è nella Chiesa l fatto che Francesco abbia deciso di parlare a conclusione del Sinodo è stato una sorpresa. Come minimo, non era scontato. La sua scelta sembra nascere dalla consapevolezza che il silenzio avrebbe aggiunto ambiguità e drammaticità ad un’assemblea segnata da «animate discussioni», come lui stesso le ha definite. Per questo ha usato parole forti e sincere, degne di un Papa che non ha paura di esporsi e di assumere posizioni scomode. D’altronde, era difficile limitarsi all’archiviazione banale e formale di un dibattito percorso da tensioni palpabili: soprattutto dopo le votazioni di ieri che hanno confermato l’altolà di una parte degli episcopati mondiali sui temi più delicati e controversi. Francesco sa di avere dietro di sé la maggioranza del Sinodo. Ma per un pontefice attento all’unità della Chiesa non può bastare. Le riserve non sono venute soltanto da «Roma»: da quella Curia che ne soffre il riformismo. Né possono essere bollate solo come «conservatrici». A contrastare aperture percepite, a torto o a ragione, come sperimentazioni dottrinali, sono anche esponenti del cattolicesimo che l’hanno votato al Conclave del marzo 2013. E Francesco non può sottovalutare o ignorare queste perplessità, pur ribadendo il proprio primato. Dunque le affronta, le analizza, e offre una risposta che tende a includere e a convincere. È un esercizio di saggezza obbligato, per evitare che le resistenze crescano tra mugugni e silenzi. Si tratta dell’unica risposta possibile di fronte a un mondo religioso che ha vissuto e vive con entusiasmo, ma anche con qualche timore e un filo di disorientamento, le innovazioni di Jorge Mario Bergoglio. Per questo l’impressione è che ieri si sia concluso «un» papato: quello spettacolare, mediatico, acclamato dalle folle. E sia cominciata una fase nuova, che archivia se non gli equilibri, gli umori del Conclave. E apre un pontificato meno scintillante e più drammatico, sofferto: autentico. Adesso il dialogo non è più solo con le piazze plaudenti ma con una Chiesa pronta a seguire il Papa e insieme decisa a chiedergli certezze e «governo». Francesco ne prende atto e addita «un cammino», lo chiama così, che implica il riconoscimento di differenze profonde. Sa che deve ricomporle, perché la sua idea del poliedro disuguale e reso compatto proprio dalle diversità non può solidificarsi senza avere dietro una Chiesa convinta: la sola in grado di accettare e amalgamare una complessità altrimenti a rischio di frammentazione. Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano In Italia EURO 1,40 Ogni volta che Burlando si presenta in pubblico spara a zero sui lavori fermi che avrebbero scongiurato morti e distruzioni: una volta la colpa è dell’ex sindaco Sansa, un’altra del Tar, un’altra ancora dei 50 km di fiumi tombati. Eppure se c’è un uomo che da più di trent’anni regna da Levante a Ponente, ricoprendo varie cariche (assessore, sindaco, ministro dei Trasposti, governatore), è proprio lui, l’ing. Burlando. Possibile che sia sempre colpa degli altri? Possibile che uno che guida la Regio- ne dal 2005 non senta il peso di qualche responsabilità? L’inferno sono gli altri, diceva Sartre. L’alluvione sono gli altri, ripete Burlando. Per anni la Liguria è stata dominata dai due Claudio, Scajola e Burlando; l’uno Dc, l’altro Pci; l’uno, per ora, tombato, l’altro, in teoria, libero di fare qualcosa per evitare il tracollo. Per un consumato politico come Burlando (dalemiano, bersaniano, renziano…) dev’essere facile stare sempre al potere. Difficile è farselo perdonare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli incentivi per le assunzioni? Finiranno in pochi mesi di Enrico Marro a pagina 8 luxury outerwear (dei leader) al vertice Asem di Andrea Galli a pagina 17 PARLA LOTITO «Io un vero capo Sono pronto per la politica» di Fabrizio Roncone a pagina 15 cinziarocca.com Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 2 Primo piano La Chiesa Nel voto finale non c’è maggioranza qualificata sulle tre questioni più dibattute, fallisce l’approvazione L’ammonimento di Bergoglio ai vescovi contro «l’irrigidimento ostile» e il «buonismo distruttivo» «Ho visto cinque tentazioni» La scossa del Papa al Sinodo L’evento ● Il Sinodo dei vescovi è stato istituito nel 1965 da papa Paolo VI. L’assemblea generale può essere ordinaria (ogni tre anni, su temi di interesse generale); straordinaria (all’occorrenza, per discutere questioni urgenti di interesse generale); oppure speciale (con un’ampia rappresentanza di vescovi di un’area geografica che si riunisce su questioni relative alla propria zona) ● Il Sinodo straordinario sulla famiglia che si conclude oggi ha riunito 191 «padri sinodali»: 42 dall’Africa, 38 dall’America, 29 dall’Asia, 78 dall’Europa e quattro dall’Oceania. I «padri sinodali» hanno votato e approvato il testo della Relatio Synodi in 62 punti (tre non sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi) ● Il testo approvato ieri sarà approfondito in tutte le chiese del mondo per un anno, fino al prossimo Sinodo ordinario deciso da papa Francesco, in programma dal 4 al 25 ottobre 2015, dal titolo: «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa nel mondo contemporaneo» CITTÀ DEL VATICANO Ha ascoltato per due settimane e ora prende la parola lui. «Parliamo un po’ del Papa, adesso, in rapporto con i vescovi... Dunque, il compito del Papa è di garantire l’unità della Chiesa, di ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge che il Signore ha loro affidato e di cercare di accogliere — con paternità e misericordia e senza false paure — le pecorelle smarrite. Ho sbagliato, qui, ho detto accogliere: andare a trovarle, piuttosto». È il tardo pomeriggio quando Francesco interviene al termine del Sinodo. I 183 padri presenti (su 191) hanno appena finito di votare, uno per uno, i 62 punti della Relazione finale, un voto elettronico segreto che prevedeva solo due possibilità, «placet» o «non placet». E qui succede una cosa particolare: tre paragrafi, i due che parlano di divorziati e risposati e quello sugli omosessuali, ottengono la maggioranza assoluta (104, 112 e 118 sì su 183), ma non quella qualificata dei due terzi che al Sinodo sarebbe necessaria per l’approvazione. Tutte le altre superano i due terzi, compreso il punto (125 sì, 54 no) che invita a considerare gli «elementi positivi» nei matrimoni civili e nelle convivenze. Eppure divorziati e gay, le questioni più delicate e simboliche di queste due settimane, restano nel testo pubblicato, considerato che questo Sinodo rappresenta «un work in progress» verso il Sinodo ordinario che si riunirà fra un anno e che la Relazione «non è un testo magisteriale, ma un docu- del Papa, che tuttavia mette in guardia i vescovi da cinque «tentazioni» opposte: «L’irrigidimento ostile» dei «tradizionalisti» e «intellettualisti»; il «buonismo distruttivo» dei «progressisti o liberalisti»; il voler «trasformare il pane in pietra» e «scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati»; la tentazione di «scendere dalla Croce» per «piegarsi allo spirito mondano»; e infine di «considerarsi non custodi, ma proprietari e padroni» della fede, e così «trascurare la realtà». Chiede equilibrio, Francesco. E del resto non c’è simmetria con il voto del mattino sul «messaggio finale» letto dal cardinale Ravasi. Un testo che parla dell’Eucaristia come del momento in cui «la famiglia si siede alla mensa del Signore con tutta la Chiesa» e aggiunge: «Per questo, nella prima tappa, abbiamo riflettuto sull’accompagnamento pastorale e sull’accesso ai sacramenti dei divorziati risposati». Ed è passato con 158 voti su 174: «Cristo ha voluto che la sua Chiesa fosse una casa con la porta sempre aperta nell’accoglienza, senza escludere nessuno». G. G. V. Gli applausi Dopo le parole del Pontefice cinque minuti di applausi e standing ovation mento che diventa un’ulteriore base di discussione», spiega padre Federico Lombardi. Lo dice lo stesso Francesco, ai vescovi: «La Relatio Synodi è il riassunto fedele e chiaro di tutto ciò che è stato discusso e viene presentato alle Conferenze episcopali come Lineamenta», e cioè come il testo che sarà approfondito in tutte le chiese del mondo per un anno. Alla fine, standing ovation di cinque minuti per le parole © RIPRODUZIONE RISERVATA Le parole di Francesco Non trasformate la pietra in pane e il pane in pietra Alcuni estratti del discorso conclusivo tenuto da papa Francesco davanti ai padri sinodali dopo le votazioni sui punti della «Relatio Synodi». Il testo integrale è sul sito www.corriere.it P otrei dire serenamente che, con uno spirito di collegialità e di sinodalità, abbiamo vissuto davvero un’esperienza di «Sinodo», un percorso solidale, un «cammino insieme». Come in ogni cammino ci sono stati dei momenti di corsa veloce, quasi a voler vincere il tempo e raggiungere al più presto la meta; altri momenti di affaticamento, quasi a voler dire basta; altri momenti di entusiasmo e di ardore (...). Essendo un cammino di uomini ci sono stati anche momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni, delle quali si potrebbe menzionare qualche possibilità: – una: la tentazione dell’irrigidimento ostile, il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo Spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, de- Stemma ● Lo stemma di papa Francesco ha una stella a otto punte, come otto sono le beatitudini ● Il motto miserando atque eligendo, è stato inserito in un cartiglio bianco con bordi rossi gli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti, oggi, «tradizionalisti» e degli intellettualisti. – La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause. È la tentazione dei «buonisti», dei timorosi e anche dei cosiddetti «progressisti e liberalisti». – La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati cioè di trasformarlo in «fardelli insopportabili». – La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio. – La tentazione di trascurare il depositum fidei, considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall’altra parte, la tentazione di trascurare la realtà usando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente! Li chiamavano bizantinismi, credo, queste cose. Le tentazioni non ci devono né spaventare né sconcertare e nemmeno scoraggiare, perché nessun discepolo è più grande del suo maestro; quindi se Gesù è stato tentato i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore. Mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni. Invece ho visto e ho ascoltato discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie e la «suprema lex», la «salus animarum». E questo sempre, lo abbiamo detto qui, senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l’indissolubi- lità, l’unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l’apertura alla vita. E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini; che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di ❞ Un anno di tempo Abbiamo ancora un anno per maturare soluzioni concrete alle sfide che affrontano le famiglie mangiare e bere con prostitute e pubblicani. La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o chi crede di essere perfetto (...). E quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare. Tanti commentatori hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l’altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori. E, come ho osato di dirvi all’inizio, era necessario vivere tutto questo con tranquillità, anche perché il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti. Parliamo un po’ del Papa, adesso, in rapporto con i vescovi... Il compito del Papa è garantire l’unità della Chiesa; ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge che il Signore ha loro affidato e cercare di accogliere le pecorelle smarrite. Ho sbagliato, qui. Ho detto accogliere: andare a trovarle. Il suo compito è di ricordare a tutti che l’autorità nella Chiesa è servizio, come ha spiegato con chiarezza papa Benedetto XVI (...). Ora abbiamo ancora un anno per maturare le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 3 Insieme I padri sinodali durante la messa. In tutto sono stati 191 a cui si sono aggiunti altri 62 partecipanti, inclusi otto delegati fraterni (Ansa / Osservatore Romano) L’analisi di Gian Guido Vecchi Così i tradizionalisti hanno resistito su gay e comunione per i divorziati La richiesta del Pontefice: «Pubblicate tutto». I 62 «no» a citazioni di Ratzinger e del catechismo CITTÀ DEL VATICANO Alla fine Francesco, conclusa l’ultima votazione, si volta e dice, lo sguardo sereno ma determinato: «Pubblicate tutto. La Relatio, i voti punto per punto. Tutto». È una mossa non prevista e senza precedenti, quella del Papa. Le centinaia di giornalisti da tutto il mondo che hanno seguito il Sinodo si erano rassegnati ad aspettare «qualche giorno», si diceva, il tempo di mettere in bella copia eventuali correzioni e tradurre il testo nelle varie lingue. Soprattutto, di norma, i paragrafi che non ottengono la «maggioranza qualificata» dei due terzi vengono esclusi dal testo finale, anche se hanno quella assoluta. E invece le fotocopiatrici vaticane si mettono in moto: decine di fascicoli in pochi minuti da diffondere urbi et orbi. Qualcuno, tra gli oppositori, è spiazzato. Chi invece sosteneva le aperture non se ne fa una ragione. Perché i tre punti non avevano nulla di sconvolgente, e la commissione incaricata di fare sintesi tra i 700 emendamenti aveva lavorato di fino. Il punto 52 spiegava che «si è riflettuto sulla possibilità che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia», riportava che «diversi padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale» e invece altri «si so- La vicenda ● Su un totale di 11.246 voti disponibili per i 62 punti i «placet» sono stati 10.269 e cioè oltre il 90,5 per cento anche se ogni singolo capitolo ha visto una votazione a se stante, con un risultato che va dagli zero voti negativi del numero 2 al 41 per cento del numero 52 ● Le 241 astensioni rappresentano il 2,1 per cento, mentre gli 836 voti contrari si sono attestati intorno al 7,3 per cento no espressi per una accoglienza non generalizzata», con relative ipotesi, e insomma rifletteva semplicemente la discussione in aula. L’altro, il numero 53, ricordava come alcuni padri avessero detto che «possono ricorrere fruttuosamente alle comunione spirituale», che è quello che aveva spiegato Benedetto XVI nell’incontro delle famiglie a Milano, nel 2012, mentre altri si erano chiesti perché allora non potessero ricevere anche l’ostia. Ma la faccenda più sorprendente riguarda il punto 55 sui gay: «Alcune famiglie vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con orientamento omosessuale. Al riguardo ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza. “A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione”». Le due citazioni vengono, rispettivamente, da un documento della Congregazione per la Dottrina della fede del 2003 e dal Catechismo (2358). «Ci sono 62 padri che I paragrafi della «discordia» Sacramenti e divorziati 1 2 3 Uno dei nodi della Relatio Synodi è il paragrafo 52 (nella foto sopra) che discute «sulla possibilità che divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia». «Diversi Padri sinodali — viene scritto — hanno insistito a favore della disciplina attuale». Il punto è uno dei tre, su un totale di 62, approvato con la sola maggioranza semplice: 104 sì e 74 no Comunione spirituale Nel punto successivo, il 53, si è discusso se far ricorrere divorziati, risposati o conviventi alla comunione spirituale e/o sacramentale. Anche qui le posizioni tra i presenti sono diverse. Per questo motivo, scrive la Relatio Synodi, «viene sollecitato un approfondimento della tematica». È il secondo tema approvato con la maggioranza semplice: 112 sì e 64 no Omosessualità Il terzo tema sul quale molto si è discusso è quello contenuto al punto 55 del documento: l’omosessualità. Nello stabilire che non esistono analogie tra il matrimonio e le unioni tra persone dello stesso sesso, i padri sinodali (con 118 sì e 62 no) hanno scritto però che i gay «devono essere accolti con rispetto e delicatezza» hanno bocciato il Catechismo e il cardinale Ratzinger!», esclama un padre stupefatto. Si sapeva che il tema dei gay creava problemi, in particolare, ad alcuni padri africani, dell’Est Europa e degli Stati Uniti. Il voto è segreto, c’è chi punta il dito sui curiali, «molti hanno votato contro, una chiusura assoluta, come fosse una fronda interna contro il Papa». Comunque sia, la decisione di Francesco annulla l’effetto «bocciatura». Perché i temi dei gay e dei divorziati, pur sempre approvati dalla maggioranza assoluta, restano. Devono ancora «maturare». Il testo è ancora di lavoro, «una base di riflessione». Francesco spiega che la Relazione integrale sarà mandata alle conferenze episcopali perché ne discutano in vista del Sinodo del 2105. Ci sarà anche un nuovo questionario tra i fedeli, il «popolo di Dio» che aveva favorito le aperture. Così Bergoglio si rivolge pure ai laici, quando conclude: «Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie». © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 5 # Primo piano Il caso di Roma Le nozze omosessuali: scontro su Marino Renzi: la legge si farà Alfano: «Dal sindaco autografi senza valore» Il prefetto: «Cancelli entro lunedì o le annullo» «Un atto d’amore tra due persone non può non essere riconosciuto. Speriamo che questo diventi un giorno normale e non straordinario». Ignazio Marino è visibilmente emozionato. È mezzogiorno di sabato e ha appena trascritto le nozze avvenute all’estero di sedici coppie omosessuali tra applausi, abbracci, strette di mano, qualche lacrima e tante foto ricordo. Un momento storico per le dieci donne e i ventidue uomini che acquisiscono così la legalità agognata per molti anni. E per i loro figli che sperano finalmente di poter avere due papà o due mamme anche sui documenti. Una speranza resa ancora più concreta a fine giornata quando Matteo Renzi annuncia la presentazione di una legge per il riconoscimento delle unioni civili secondo il modello tedesco «un minuto dopo» la seconda lettura della legge elettorale e della riforma costituzionale. Tuttavia la strada non è ancora spianata. Se nella sala della Protomoteca l’atmosfera è quella dei giorni di festa, fuori il clima si surriscalda quando a un gruppetto di difensori della famiglia tradizionale viene bloccato l’accesso alla piazza. «Fateci passare, la piazza è dei cittadini — si sfoga con i poliziotti Roberta Angelilli, coordinatrice regionale di Ncd per il Lazio —. È inaccettabile. Il sindaco ha minacciato di investirmi con la sua bicicletta. Ora mi aspetto le sue scuse». La polemica prende vigore quando il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, lancia un ultimatum al primo cittadino: «Cancelli le trascrizioni entro lunedì o ci sarà l’annullamento». Gli fa eco il ministro dell’Interno Angelino Alfano, autore della circolare che invita a bloccare qualsiasi trascrizione di matrimoni gay celebrati all’estero: «La firma di Marino non può sostituire la legge — dice —: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie». Il gesto è talmente eclatante che scendono in campo anche i vertici ecclesiastici. «Una scelta ideologica», «un affronto istituzionale senza precedenti», «una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico», attacca la diocesi di Roma. «Un’arbitraria presunzione», ROMA Le tappe ● Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha inviato una circolare ai prefetti perché rivolgano «un invito formale al ritiro e alla cancellazione» delle trascrizioni di nozze gay contratte all’estero. In caso contrario «si procederà al successivo annullamento d’ufficio degli atti che sono stati adottati in modo illegittimo» ● I sindaci di alcune delle più grandi città italiane non sono d’accordo: il primo cittadino di Bologna giudica la circolare di Alfano «stupida e tragicomica». Il collega di Milano registra in un solo giorno sette unioni civili ● Dopo la trascrizione a Roma di 16 unioni, il ministro Alfano ha scritto: «Ribadisco che per l’attuale legge italiana ciò non è possibile» secondo la Conferenza episcopale italiana (Cei), «inaccettabile», per di più «proprio a Roma in questi giorni» di Sinodo della famiglia. Il sindaco di Roma, comunque, non sembra disposto a fare marcia indietro: «Farò quello che indica la legge — dice — ma chiederò un parere legale per comprendere la legittimità di un eventuale annullamento da parte del prefetto. Io faccio il mio lavoro e difendo da sindaco i diritti dei cittadini». E ai vescovi replica ricordando che «oggi celebriamo un atto di stato civile italiano». I «neosposi» assumono un profilo basso. A fine cerimonia, dopo che Marino ha letto una poesia di Pablo Neruda per «ricordare questo momento così importante per Roma», escono silenziosamente, insieme a parenti e amici, dall’ingresso Sisto IV del palazzo senatorio a loro riservato in modo da evitare di passare dalla piazza dove, nel frattempo, sono arrivati i 19 I Paesi in cui le persone dello stesso sesso si possono sposare 1 Milione Quanti erano i gay in Italia nel 2011 secondo il dossier Istat 61,3 Per cento Gli italiani che ritengono i gay discriminati secondo il dossier Istat Oggi approfondimento su «la Lettura» La fatica di fare le norme I «ritardi» sui temi etici «Tutti i ritardi (incivili) dei diritti civili»: la fatica dell’Italia a legiferare su temi importanti per la società come unioni gay, divorzio breve, fine vita è il tema dell’approfondimento con cui si apre oggi la Lettura, il supplemento culturale domenicale del Corriere. Scrivono Pierluigi Battista, Cristina Taglietti, Elena Tebano. © RIPRODUZIONE RISERVATA Insieme Il sindaco di Roma Ignazio Marino con Costanza Tantillo (a sinistra), Monia Di Giuseppe e i loro bimbi dopo aver registrato il matrimonio (foto di Andrew Medichini/Ap) contestatori: «Marino famigliafobico», «La famiglia non è una trascrizione» recitano gli striscioni. «Non vogliamo rovinarci la giornata di festa» dicono tenendosi per mano Jonathon e Fabrizio. «La società civile è molto più avanti della politica — afferma convinta Laura Terrasi che da 18 anni sta insieme a Marilena Grassadonia —. I nostri figli sono stati molto contenti. La maggiore, 7 anni, a scuola ha detto che le sue mamme si sarebbero sposate anche a Roma. Qui sono presenti anche alcuni suoi compagni di scuola con i genitori». Nessuno si fa illusioni. In tasca alcune coppie hanno già pronti i ricorsi al Tar in caso di annullamento: «Non ci arrenderemo mai» fanno sapere Domenico Pasqua e Jeff Nuyts, entrambi elegantissimi. A qualcuno rimane l’amaro in bocca. È Giuseppina La Delfa, presidente delle Famiglie Arcobaleno, che dalla sua casa ad Avellino commenta: «Dopo 30 anni di lotta ci danno il contentino con le unioni civili. Saremo sempre cittadini di serie B. Che c’è da festeggiare?». Monica Ricci Sargentini @msargentini © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento La Cei protesta ma una pagina è stata girata di Luigi Accattoli I l Sinodo chiude oggi ma già ieri se ne è avvertita l’influenza innovativa nella disputa sulla «trascrizione» nei registri comunali di Roma di 16 matrimoni gay contratti all’estero: il Vicariato di Roma e la Cei hanno protestato ma l’hanno fatto con la stessa prudenza usata dalla Curia milanese una settimana addietro, precisando che la Chiesa non si oppone alla tutela dei «diritti» degli omosessuali, ma chiede che abbia un nome diverso da «matrimonio». Una delle voci intervenute nella disputa ha riconosciuto che anche una relazione tra omosessuali può meritare il nome di «amore». Questo riconoscimento è nell’editoriale di Roma sette, portavoce del Vicariato: «Sia chiaro, l’amore è cosa che sta a cuore anche a noi, più di ogni altra. Quello autentico, del vivere e soffrire nella fatica del quotidiano accanto a una persona, anche dello stesso sesso». Sono parole nuove che risentono della novità di linguaggio del Sinodo, che in un foglio di lavoro aveva accennato alla considerazione che merita il «mutuo sostegno» che gli omosessuali possono trarre dalla loro «unione». La «nota» della Cei afferma che la decisione del sindaco di Roma «sorprende» e non è «accettabile» a motivo della «equivalenza» che verrebbe a suggerire tra il matrimonio eterosessuale e quello omosessuale: e certo sono parole forti, che risentono dei toni di battaglia del nostro episcopato sui «valori non negoziabili» vigenti fino all’elezione di Bergoglio. Ma subito dopo la nota cita il Sinodo e chiarisce che la Chiesa non «chiude le porte a nessuno». Non c’è dubbio che una pagina è stata girata. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 6 Primo piano I conti pubblici Manovra, Maroni minaccia la rivolta fiscale Legge di Stabilità, Regioni divise. Dopo le polemiche Chiamparino apre alla trattativa con il governo La vicenda ● Torna alta la tensione nello scontro tra gli enti locali e governo centrale sulla questione della riduzione dei budget imposti dalla legge di Stabilità. Ieri a farsi sentire Roberto Maroni ROMA Non si fa in tempo a registrare una tregua nella furiosa polemica tra governo e Regioni sui tagli imposti dalla legge di Stabilità, con il premier Matteo Renzi rasserenato dai toni più concilianti dei governatori, che si ricomincia. Con il presidente della Lombardia Roberto Maroni che accusa la manovra dell’esecutivo «che ci costringe a chiudere ospedali o alzare le tasse», annuncia disobbedienza («Non lo voglio fare») e chiama a raccolta tutti i sindaci: «Stiamo La storia di Simona Ravizza pronti a fare la rivolta fiscale». Insomma, si placa Chiamparino, si risveglia Maroni. Nel frattempo il provvedimento, sottoposto alle ultime limature non sostanziali, prosegue il suo iter che domani dovrebbe portarlo al Quirinale e quindi in Parlamento. Anche ieri il governatore del Piemonte nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che già si era detto disponibile «a rimodulare il taglio dei 4 miliardi di euro», ha ribadito «di esse- re pronto a incontrare il governo in qualunque momento» con la «volontà ferrea di trovare un accordo, non di fare i Masanielli per avere visibilità» anche se sarebbe meglio spostare un po’ il carico dal complesso degli enti locali al complesso dei ministeri». Dall’altra parte Renzi apprezza sì il tono più mite del confronto, ma nella sostanza va dritto per la propria strada. Il messaggio di Palazzo Chigi è questo: siamo pronti a confrontarci, ma si parta dagli Corriere.it Sul canale Economia del sito del Corriere della Sera, spunti, analisi e aggiornamenti sulla legge di Stabilità sprechi delle Regioni e non si scarichi il costo sui cittadini. Resta comunque la soddisfazione di vedere che le critiche alla legge di Stabilità di fatto siano arrivate soltanto da lì. Alla fine si dovrà pur tagliare. Le Regioni temono di dover sacrificare servizi importanti, come sanità e trasporti. E i Comuni di essere costretti ad alzare le imposte locali. Rispondendo indirettamente anche a Chiamparino, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti spiega che «ognuno deve fa- re la propria parte, quindi anche i ministeri faranno la loro». Mentre quello dei Trasporti, Maurizio Lupi, aggiunge che «il problema non è opporsi ai tagli ma chiedersi se vengano premiate le Regioni virtuose rispetto a quelle che spendono». E ha una stoccata anche per i Comuni: «Si mettano una buona volta in discussione, o l’unica cosa che sanno fare è aumentare la Tari e la Tasi?». Giovanna Cavalli © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso San Raffaele: stop agli sprechi senza tagli alle cure Arcangelo La scultura che svetta sulla Cupola del San Raffaele alta più di otto metri MILANO Da qualche tempo fuori dai magazzini del San Raffaele c’è una bilancia. La usano per pesare i cartoni con siringhe, garze e pannoloni che devono essere caricati sui camion diretti in discarica. Siccome lo smaltimento dei rifiuti speciali viene pagato a chilo, è meglio controllare che nessuno arrotondi a scapito dei conti dell’ospedale. Neppure un euro dev’essere (più) sprecato. Altri tempi sotto la Cupola su cui svetta l’arcangelo Raffaele che, con i suoi 8,3 metri d’altezza, è diventato il simbolo degli sperperi dell’era di don Luigi Verzé. Adesso viene spulciata ogni clausola dei contratti d’appalto alla ricerca di risparmi: l’ospedale è stato acquistato l’11 maggio 2012 dal Gruppo San Donato, che fa capo alla famiglia dello scomparso Giuseppe Rotelli (oggi il figlio Paolo è vicepresidente). Il bilancio è passato da un (profondo) rosso di 65 milioni di euro a un Rinegoziazioni La rinegoziazione della fornitura di servizi ha portato a un taglio dei costi tra il 10% e il 35% (quasi) pareggio: gli ultimi dati registrano una perdita inferiore ai due milioni. Così l’operazione di salvataggio è diventata, mese dopo mese, l’emblema di come nella sanità sia possibile tagliare gli sprechi senza ridurre la qualità delle cure. Marco Carrai, manager vicino al premier Matteo Renzi e considerato il suo Gianni Letta, aveva citato l’esempio un mese fa su Milano Finanza: «L’azione di risanamento del San Raffaele ha portato a un livello di efficienza questo istituto che, se fosse preso a benchmark di riferimento per la sola Regione Lombardia, vi sarebbero risparmi nel settore di 1,8 miliardi annui. Considerando che la Lombardia rappresenta il 9% del settore in Italia i conti sono presto fatti». Parole che oggi — mentre Renzi invita le Regioni a ridurre gli sprechi e i governatori minacciano ripercussioni nefaste sulla sanità — sono 65 milioni, il rosso del bilancio delle passate gestioni del San Raffaele. Gli ultimi dati semestrali mostrano un quasi pareggio, con una perdita inferiore ai 2 milioni più che mai d’attualità. Ma prendere esempio dal risanamento del San Raffaele per i tagli alla sanità significa innanzitutto non dare nulla per scontato. Il nuovo amministratore delegato, Nicola Bedin, insieme con i suoi fedelissimi, s’è reso conto persino, per dire, che veniva pagata inutilmente la pulizia di due piani dell’ospedale: una (piccola) scoperta che gli ha permesso di rinegoziare le condizioni economiche dell’appalto con l’impresa di pulizie. Non è andata meglio alla ditta di telefonia. I due vecchi contratti di fornitu- ra — uno per la rete fissa, l’altro per i cellulari — sono stati unificati ed è stato spuntato un prezzo migliore: ora le telefonate dei medici e dei manager tra i cellulari e i numeri fissi dell’ospedale (e viceversa) sono gratuite. Il servizio di assistenza per i computer è stato inter- 1 milione, sui 10 spesi ogni anno, è stato risparmiato nell’acquisto del gas metano, che fa funzionare il cogeneratore per il riscaldamento e l’elettricità 1,8 20 miliardi di risparmi annui. È la stima fatta da Marco Carrai per la sola Regione Lombardia, se a livello regionale venisse adottato il «modello San Raffaele» milioni, il risparmio conseguito attraverso la riduzione della spesa per l’acquisto di beni in generale, per esempio quella per defibrillatori e pacemaker 20% 20 Quindici milioni di euro sono stati risparmiati nel budget del San Raffaele dallo stipendio dei lavoratori, con una riduzione totale del 20% per quanto riguarda la sola classe dirigente milioni di risparmi attraverso la rinegoziazione dei contratti d’appalto per la fornitura di servizi, come pulizie e mense. I tagli hanno ridotto i costi con punte fino al 35% nalizzato a costo zero, dirottando lavoratori già assunti. Esempi che si possono moltiplicare: la manovra di rinegoziazione dei contratti d’appalto per la fornitura di servizi (come pulizie, mense, energia) ha portato a un taglio dei costi tra il 10% e il 35%. In euro vuol dire oltre 20 milioni. Solo uno (sui 10 spesi) è stato risparmiato nell’acquisto del gas metano, che fa funzionare il cogeneratore per il riscaldamento e l’elettricità. C’è una verifica puntuale di tutto ciò che si trova nei magazzini: oggi è impossibile lasciare scadere anche solo una scatola di farmaci. E non viene perdonato neppure l’utilizzo superficiale di materiale da sala operatoria: il volume dei consumi è tenuto sotto controllo e, se i dati si discostano dagli standard, scatta la caccia allo spreco. Trattative serrate hanno portato a prezzi migliori anche per l’acquisto di defibrillatori e pacemaker. La spesa per l’acquisto di beni, in generale, è stata ridotta tra il 10% e il 20%. Il che vuol dire altri 20 milioni. Quindici milioni sono stati risparmiati — dopo estenuanti trattative sindacali — dallo stipendio dei lavoratori, con una riduzione del 20% dei dirigenti e con un piano straordinario di smaltimento ferie. Insomma: basta premi, superminimi e altri benefit concessi nell’epoca di don Luigi Verzé senza garantirne la copertura economica. La busta paga base, comunque, non è mai stata messa in discussione. Alberto Brambilla ha scritto su Il Foglio: «Il rilancio del San Raffaele è l’esempio di come si possano applicare criteri di efficienza economica e discernere tra spesa buona e cattiva. La stessa cosa si potrebbe realizzare nella sanità pubblica». Un auspicio. Ma perché anche un ospedale pubblico possa riuscirci non dovrebbe più avere le armi negoziali spuntate dai lacci delle gare pubbliche e servirebbe una maggiore libertà d’azione nella gestione del personale. E, magari, i manager dovrebbero essere scelti per capacità professionali e non per tessera di partito. Ma questa è un’altra storia. @SimonaRavizza © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 7 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 8 Primo piano I conti pubblici L’analisi Un anno di mercato del lavoro Chi è entrato chi è uscito nel corso del 2013 di Enrico Marro ROMA Il testo del disegno di leg- ge di Stabilità approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri arriverà in Parlamento la prossima settimana, spiegano fonti governative. Per ora bisogna accontentarsi della bozza, che non ha subito modifiche di rilievo, aggiungono. Aggiustamenti più importanti potrebbero invece arrivare alla Camera, dove comincerà l’iter del ddl. Sono infatti numerose le sorprese tra le righe dei 47 articoli della bozza e tanti i nodi da sciogliere. Alcuni noti da tempo, come l’allargamento della platea dei beneficiari del bonus di 80 euro alle famiglie numerose (nel testo non c’è ma molti parlamentari lo vogliono). Altri sorti dalla lettura della bozza. E non si tratta solo dei tagli a carico di Regioni ed enti locali. Quante assunzioni? Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in conferenza stampa aveva annunciato la decontribuzione totale per tre anni sui nuovi assunti. Una misura molto importante, finalizzata a favorire l’occupazione giovanile che, come certifica l’Istat, dal 2008 ad oggi, è diminuita di oltre due milioni, da Giovani Dal 2008 l’occupazione è diminuita da 7,2 a 5,1 milioni nella fascia tra 25 e 34 anni 7,2 a 5,1, nella fascia tra 25 e 34 anni. Lo sgravio contributivo c’è, ma l’articolo 12 fissa un tetto di 6.200 euro l’anno, che corrisponde a una retribuzione lorda annua di circa 19 mila euro, 1.200 euro netti al mese. Un livello che copre la grandissima parte delle retribuzioni d’ingresso. Ma il limite maggiore è costituito dallo stanziamento per lo sgravio. Lo stesso articolo 12 parla di «un miliardo per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017». Sommando le risorse che verranno dalla soppressione degli sconti sulla stabilizzazione degli apprendisti e sull’assunzione di disoccupati da più di 24 mesi, si arriva a 1,9 miliardi l’anno, dice il governo. Con questa somma, però, le aziende potrebbero assumere poco più di 300 mila persone (1,9 miliardi diviso 6.200 euro Rapporti di lavoro attivati 1º TRIMESTRE Totale: 2.430.296 139.422 2º TRIMESTRE Totale: 2.511.847 166.746 204.365 149.259 152.651 60.473 67.952 57.843 1.560.641 1.741.748 1.685.498 465.695 367.707 -489.712 386.142 -475.636 -481.297 140.686 167.438 54.073 1.539.435 364.972 -558.584 -1.087.599 -1.525.946 -1.529.201 -2.104.720 -45.190 -42.998 -52.257 -146.808 -195.540 -163.960 -132.521 -164.210 -157.635 Tempo indeterminato Tempo determinato Apprendistato Contratti di collaborazione Altro Rapporti di lavoro cessati 3º TRIMESTRE Totale: 2.393.507 4º TRIMESTRE Totale: 2.266.604 129.808 -44.894 -219.973 9.602.254 totale rapporti di lavoro attivati nei 12 mesi 0 9.799.190 totale rapporti di lavoro cessati nei 12 mesi -180.509 Totale: -1.901.830 Totale: -2.404.330 Totale: -2.384.350 Totale: -3.108.680 Corriere della Sera I limiti della legge di Stabilità, il bonus per le assunzioni sufficiente per pochi mesi Contratti a tempo indeterminato, incentivi per 300 mila lavoratori Professionisti penalizzati dal regime forfettario. Ridotto il taglio Irap fa 306.451) mentre, secondo i dati del ministero del Lavoro, in un anno vengono attivati circa un milione e mezzo di contratti a tempo indeterminato (nel 2013 sono stati 1.584.516). Anche considerando i paletti fissati dal ddl (la decontribuzione vale sulle assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel solo 2015, con l’esclusione del settore agricolo, dei contratti di apprendistato e del lavoro domestico e di coloro che nei sei mesi precedenti hanno avuto già un contratto a tempo indeterminato) i fondi stanziati potrebbero andare esauriti già nella prima metà del 2015. Se quindi davvero Renzi vuole rendere strutturalmente il contratto a tempo indeterminato meno costoso, deve stanziare molti più soldi. Sconto Irap a metà Oggetto di discussione è anche l’alleggerimento dell’Irap. La deducibilità totale del costo del lavoro dalla base imponibile riguarda esclusivamente la forza lavoro a tempo indeterminato. Ed è controbilanciata dalla cancellazione del taglio 19 mila euro lordi l’anno, il tetto oltre il quale non è più possibile lo sgravio 1 miliardo, lo stanziamento per favorire l’occupazione giovanile nel 2015-2017 2,9 miliardi, il taglio effettivo che subirà l’Irap, ben più basso dei 5 promessi dal premier Renzi del 10% dell’aliquota Irap decisa ad aprile. L’Irap torna quindi al 3,9% (dal 3,5%) sulla componente lavoro a tempo determinato e sulle altre due voci della base imponibile (profitti e interessi passivi). Significa che il taglio complessivo dell’Irap si riduce a 2,9 miliardi rispetto ai 5 annunciati da Renzi. Stangata su Tfr e fondi È forse il capitolo più criticato della manovra. Perfino Stefano Patriarca, (ex Cgil, ex Inps), esperto di previdenza che ha proposto il Tfr in busta paga già una decina di anni fa, boccia la decisione del governo di sottoporre a tassazione ordinaria il flusso di accantonamento del Tfr che il lavoratore, dal 2015 (e fino al 2018) potrà chiedere gli venga messo nello stipendio anziché andare al fondo pensione o restare in azienda ai fini della liquidazione (che gode di una tassazione agevolata). «Si rischia di compromettere tutta l’operazione — dice Patriarca —. Basti pensare che con una tassazione pari a quella del Tfr, con le somme messe in busta paga il reddito netto di un lavoratore che guadagna 15 mila euro all’anno aumenterebbe del 7,8% mentre con la tassazione ordinaria solo La vicenda ● Mercoledì scorso è stato approvato il testo del disegno di legge di Stabilità . Questa settimana è atteso invece il passaggio in Parlamento dove sono attesi aggiustamenti più importanti. Sono numerose le sorprese tra i 47 articoli della bozza e tanti i nodi da sciogliere. Alcuni noti da tempo, come l’allargamento della platea dei beneficiari del bonus di 80 euro. Altri emersi ora e legati agli sgravi alle aziende Il nuovo segretario della Cisl Furlan: cambiamo la manovra, ma col dialogo «La manovra va cambiata, ma con il dialogo. Ci vogliono interventi seri per occupazione e sviluppo. Vigileremo perché i tagli non significhino nuove tasse e meno servizi, ma siano tagli agli sprechi». Così ieri il nuovo segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, a Genova dove ha concluso il Jobs day, la giornata di mobilitazione della Cisl in 100 piazze d’Italia. In vista dell’incontro dei sindacati con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 27 ottobre, Furlan anticipa: «Per noi su alcune cose la manovra è buona, su altre va assolutamente cambiata». © RIPRODUZIONE RISERVATA del 5,2%». Ed è pioggia di critiche anche sull’aumento del prelievo sui rendimenti dei fondi pensione dall’11,5 al 20% e del Tfr (dall’11,5 al 17%). Partite Iva, chi ci perde La manovra prevede una riforma del regime di minimi per favorire le partite Iva a basso reddito. Oggi sono ammesse al regime di tassazione forfettaria le partite Iva con fatturato fino a 30 mila euro. Con la riforma i fatturati ammissibili varieranno per tipo di attività, da un tetto di 15 mila euro per i professionisti fino ai 40 mila euro per i commercianti. Questi ultimi quindi sarebbero avvantaggiati mentre i professionisti, osserva lo stesso sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, si vedrebbero dimezzata la soglia di fatturato e triplicata l’aliquota di prelievo che, secondo la stessa bozza, passa per tutti dal 5 al 15% del reddito imponibile. Anche qui, dunque sono possibili correzioni in Parlamento. Statali esasperati La proroga a tutto il 2015 del blocco dei contratti dei dipendenti pubblici non fa più notizia. Le retribuzioni sono ferme dal 2010. L’articolo 21 dispone anche il rinvio dell’indennità di vacanza contrattuale (non un gran danno, vista l’inflazione quasi a zero) e il blocco degli automatismi per il personale non contrattualizzato. Il tetto alle retribuzioni è stato tolto per militari e forze di polizia ma subiscono tagli l’indennità ausiliaria i fondi per il riordino delle carriere e le una tantum. E le spese per il funzionamento dei Cocer, gli organi di rappresentanza, sono dimezzate. © RIPRODUZIONE RISERVATA UNA MARCIA IN PIÙ ALLE TUE DIFESE? SU CON IMMUNO Per preparare il tuo organismo all’arrivo della stagione fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe a dura prova dalle molteplici situazioni di stress, SU con Sustenium Immuno Energy. La sua formula a doppia azione, con GLICINA, GLUTAMMINA, VITAMINE e ZINCO, è studiata per ATTIVARE e RINFORZARE le tue difese immunitarie. Disponibile in FARMACIA. Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 9 Primo piano Il governo L’INTERVISTA ANDREA ORLANDO «Per i pm più discrezionalità sui reati Il Pd? Rischio comitato elettorale» Il ministro: sulla riforma della giustizia giusto andare oltre la maggioranza. San Vittore va chiuso La carriera ● Spezzino, 45 anni, Andrea Orlando, ex pci, eletto alla Camera con l’Ulivo nel 2006, rieletto con il Pd nel 2008 e nel 2013 ● È stato portavoce del Pd con Walter Veltroni e Dario Franceschini segretari e presidente del Forum Giustizia con Pier Luigi Bersani ● Nel 2013 viene nominato ministro dell’Ambiente del governo presieduto da Enrico Letta ● Lo scorso febbraio è nominato ministro della Giustizia dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ● Il decreto legge sulla giustizia civile del Guardasigilli Orlando, approvato dal Consiglio dei ministri il 29 agosto e firmato dal Colle il 12 settembre, prevede, tra le altre cose, norme per la semplificazione del divorzio e lo smaltimento dell’arretrato ricorrendo ad arbitrati o negoziazioni assistite da avvocati invece del processo civile. Criticata dall’Anm la riduzione delle ferie dei magistrati (da 45 a 30 giorni) di Aldo Cazzullo Ministro Orlando, anche lei pensa che i magistrati facciano troppe ferie? «Penso che il taglio delle ferie si sia caricato di un significato ulteriore. Non è certo la pietra angolare della riforma; ma non è neppure un atto di lesa maestà, o un’aggressione». È evidente che le ferie sono un simbolo. Il punto è che la giustizia è lenta e incerta. «Non sono solo un simbolo. È uno dei tanti provvedimenti per migliorare le performance della giustizia. Pur riconoscendo la specificità del lavoro dei magistrati, credo se ne possa e se ne debba discutere». Questa settimana arrivano alla Camera il decreto e la legge delega sulla riforma del civile. Il governo punta sulla composizione extragiudiziale. Che esiste già; e non funziona. «Ampliamo percorsi che già ci sono. Ne apriamo di nuovi. E facciamo diventare gli avvocati promotori di questi percorsi. L’avvocato non ha interesse solo a mantenere la causa; diventa un soggetto che previene e ricompone il conflitto». Così il cittadino deve pagare per avere giustizia. «Non è vero. Lavoriamo a un sistema di incentivi: una parte delle spese per gli arbitri e per la negoziazione sarà detraibile. E non è vero che la giustizia viene privatizzata: se le parti non si ritengono soddisfatte, possono tornare alla giustizia ordinaria. La vera privatizzazione è un processo che dura 10 o più anni, in cui soccombe la parte più debole, che non è nelle condizioni di aspettare». In Italia ci sono troppi avvocati? «Il blocco del turn-over ha spinto una generazione verso la libera professione. La crisi dello status dell’avvocato diventa un problema democratico: l’avvocatura era un bacino in cui si selezionava la classe dirigente del Paese. Miglioreremo la formazione dei giovani, che potranno fare il tirocinio accanto a un giudice, e attueremo la riforma dell’ordinam e n to : a v r e m o a v vo c a t i specializzati, come i medici». È possibile rivedere l’obbligatorietà dell’azione penale? «Il principio costituzionale deve restare. Però leggi già votate dal Parlamento hanno già ampliato la flessibilità. La riforma introduce un ulteriore elemento di discrezionalità per il pm, la condotta riparatoria: chi fa un danno si impegna a risarcirlo, ripristina la situazione precedente, e il reato si estingue prima del processo». Perché si parla sempre di svuotare le carceri? E’ impossibile costruirne di nuove? Riconvertendo quelle nei centri storici, da San Vittore a Milano a Regina Coeli a Roma? «Costruire è necessario. Va anche detto che l’aumento dei detenuti non è dovuto a un aumento dei reati, ma a una scelta 1994 È il primo tentativo di riforma della giustizia della Seconda Repubblica. Guardasigilli è Alfredo Biondi, che ad agosto, quando il governo è in carica da meno di tre mesi, propone una convention sul tema. A settembre mette a punto un decalogo, ma a dicembre l’esecutivo cade 1997 Nel febbraio 1997 nasce la commissione Bicamerale: Massimo D’Alema è eletto presidente. Sul tavolo delle riforme, c’è anche quella della giustizia a cui viene dedicato uno dei 4 comitati. Dopo 15 mesi però il progetto fallisce 2004 È nel programma elettorale del 2001 della Cdl guidata da Silvio Berlusconi un progetto di riforma che prevede, tra l’altro, la separazione delle carriere dei magistrati. Il testo, dopo varie modifiche, è approvato nel 2004 dal Parlamento 2006 Nel 2006, con al governo il centrosinistra, la riforma Castelli viene cambiata. Il Parlamento approva la legge del Guardasigilli Mastella che cancella la separazione delle funzioni e alleggerisce i provvedimenti disciplinari nei confronti dei pm previsti nel testo precedente 2005 Il testo di riforma del centrodestra viene prima rinviato alle Camere dal capo dello Stato Ciampi perché ritenuto lesivo dell’indipendenza della magistratura. La legge Castelli, dal nome dell’allora ministro leghista viene varata nel 2005 Venti anni di tentativi 2011 Nel marzo 2011 il Consiglio dei ministri del Berlusconi IV approva la riforma del ministro Alfano. Prevede: separazione delle carriere, doppio Csm, responsabilità civile dei magistrati. Il governo cade a novembre politica. L’Italia ha deciso di aumentare il ricorso al carcere per droga e immigrazione. Meglio puntare sulla pena in comunità, sui lavori di pubblica utilità. Con Regioni e Comuni rimoduleremo il piano carceri, anche per cogliere l’occasione urbanistica legata a immobili di grande valore. Io sono per chiudere le carceri ottocentesche con i raggi, come San Vittore, non per riaprirlo altrove ma per sostituirlo con un carcere più piccolo fuori Milano». È possibile limitare l’appello e il ricorso in Cassazione? «Ci confronteremo con l’associazione magistrati e con gli ❞ Il decreto La Ue ci obbliga a varare una legge sulla responsabilità civile dei magistrati entro l’anno. Se il Parlamento non farà in tempo dovremo intervenire per decreto Le ferie Con i magistrati avevamo un dialogo costruttivo, ho visto un cambio di atteggiamento legato al taglio delle ferie Ma quello non è certo un atto di lesa maestà avvocati. Non credo a ricette tranchant, tipo abolire l’appello. Ma si può far sì che non tutto sia appellabile, e non tutto possa finire in Cassazione. Nella riforma è prevista una sorta di “superpatteggiamento”: una confessione con sconto di pena, una “condanna concordata” non appellabile». La responsabilità civile dei magistrati non sarà una punizione? «Modificare la legge Vassalli del 1988 era una necessità, imposta anche dall’Unione Europea, che ci obbliga a varare una nuova legge entro fine anno. Se il Parlamento non farà in tempo dovremo intervenire per decreto; ma la considero un’extrema ratio. La responsabilità dei magistrati resta indiretta: paga lo Stato, che può rivalersi sul magistrato, che però risponderà per l’errore, non in base alla grandezza della causa. Altrimenti nessuno vorrà fare processi grandi e quindi rischiosi». La magistratura ha un atteggiamento conservatore? «Avevamo avviato un dialogo costruttivo. Ho visto un cambio di atteggiamento molto forte legato alla vicenda delle ferie, forse perché le si è attribuita un’enfasi che è stata scambiata per un’aggressione». Renzi ha sbagliato? «Penso abbia voluto emblematizzare alcuni interventi, come in altri campi. C’è bisogno di parlare con l’opinione pubblica, di semplificare il messaggio. Credo che l’Anm sappia che noi non abbiamo mai fatto di questa misura un punto centrale. Mi auguro che si riprenda la discussione, ora che la legge di stabilità risponde a molte richieste dei magistrati. Ci sono i soldi per mille assunzioni nelle cancellerie, per stabilizzare i precari della giustizia, per riqualificare il personale». L’Anm critica le nuove norme sull’autoriciclaggio: limitarlo alle attività economiche e speculative consente ad esempio di comprarsi una villa con i fondi neri. «Se il reato di autoriciclaggio fosse una cosa semplice sarebbe già stato introdotto non tanto dalla destra, che non l’ha mai voluto, quanto dalla sinistra. Si tratta di una misura storica. Il cuore è impedire l’inquinamento dell’economia da parte di capitali illeciti, che alterano la concorrenza. Possiamo stabilire che comprare una villa con i fondi neri alteri il mercato immobiliare. Ma non possiamo semplicemente moltiplicare le sanzioni già previste per il reato presupposto, quello per intenderci con cui si è fatto il nero». Come cambieranno le intercettazioni? «Il tema va affrontato. La delega lo prevede. Dobbiamo conciliare le esigenze delle indagini con quelle della privacy e del diritto all’informazione. Serve un filtro per non far finire nei fascicoli ciò che non è penalmente rilevante». Il patto del Nazareno prevede un accordo sulla giustizia? «No. E non ne ho avuto alcun tipo di segnale. Non ho mai ricevuto un diktat legato a 7 anni È il tempo medio di attesa nel nostro Paese per il primo grado di giudizio di una procedura d’insolvenza 2 anni È il tempo medio di attesa in Italia per una pronuncia di primo grado in una causa di divorzio, più di un anno per il secondo grado patti segreti. Ma l’esigenza del confronto è fisiologica. Nella maggioranza ci sono forze che avevano programmi sulla giustizia molto diversi. E i numeri molto risicati al Senato ci impongono il confronto con le opposizioni. So che la navigazione è difficile: bisogna cercare ogni giorno punti di contatto. Ma andare oltre la maggioranza non è solo un’esigenza numerica; è un esigenza politica. Non è un obbligo previsto dalla Costituzione. Ma dopo lo scontro di questi vent’anni costruire una grande infrastruttura come la giustizia è una questione di rilevanza democratica». Sta dicendo che il governo vuole fare la riforma della giustizia con le opposizioni? «Sul civile c’è stato in commissione un atteggiamento costruttivo da parte di tutte le opposizioni. Mi auguro prosegua in Aula. Il consenso cambia a seconda del tema. Ci sono priorità simili sui reati di criminalità economica con i 5 Stelle e con settori di Forza Italia sulla responsabilità dei magistrati. Sul civile si possono ridurre le distanze con tutti. Del resto non esiste “la” riforma della giustizia. Esistono molti provvedimenti». Un eventuale appoggio di Berlusconi su alcuni punti farà pensare a patti inconfessabili. Grazia compresa. «La storia di questi mesi dimostra che si tratta di allarmi infondati. Un genere letterario, più che un’azione del legislatore o del governo». Che voto dà a Renzi? «Sicuramente positivo. Renzi sta cercando di rompere la temperie tecnocratica degli ultimi vent’anni, sorprendendo tutti. Renzi ha smentito Renzi. Ai tempi di Monti lo ricordo tra i più convinti supporter della sua agenda. Ora ha ridato respiro alla politica, incrinando la logica ragionieristica della gestione europea della crisi. Non solo rigore, ma redistribuzione del reddito e incentivi. Ora va proposta una politica industriale». Lei però viene da una parte del Pd che rischia di essere spazzata via. Il partito diventerà il comitato elettorale di Renzi? «Il rischio comitato elettorale c’è. Ma non inizia con Renzi. Non si tratta di coltivare la nostalgia del tempo delle sezioni. Dobbiamo costruire il partito facendo i conti con le nuove tecnologie, dando uno sbocco alla partecipazione attiva dei cittadini, in altre forme oltre a quelle delle primarie. Altrimenti sono in pericolo, oltre al partito e alla qualità democratica, anche le riforme. Che non dipendono solo dalle norme, ma da quel che si riesce a cambiare nel profondo del Paese». D’Alema e Bersani faranno la scissione? «Sono convinto di no. Non è nella loro cultura politica un posizionamento di mera testimonianza». © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 10 Politica La piazza della Lega: basta clandestini Lo slogan del corteo: prima gli italiani. In migliaia sfilano a Milano insieme all’estrema destra Salvini: è una questione nazionale. Nel partito meno Padania e più Le Pen: con lei per lo stop a Schengen Piazza del Duomo trabocca di persone e bandiere, il colpo d’occhio è impressionante. Matteo Salvini, il segretario della Lega, ha vinto la sua scommessa: quella di ieri pomeriggio a Milano è probabilmente la manifestazione del Carroccio più grande di sempre. «Non siamo 100.000, siamo 101.000 contro i gufi!» assicura il leader dal palco (40.000 secondo fonti della polizia). Ma la data è da registrare an- La destra che per un altro motivo: la Lega «padana» è finita. È il momento, pare, della Lega italiana. È lo stesso Salvini a declinare in modo «nazionale» la giornata di protesta contro l’immigrazione clandestina: «Pensiamo prima agli italiani». Gli italiani, tutti: quelli «che hanno il problema di un fisco che rapina, quelli le cui tasse servono a pagare l’operazione Mare no- Alle scorse Europee Casapound ha appoggiato nella circoscrizione Centro il leghista Mario Borghezio, risultando decisiva per la sua elezione MILANO Il corteo ● Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini aveva lanciato in agosto la manifestazione del 18 ottobre a Milano: «Un corteo contro l’invasione degli immigrati clandestini e l’operazione Mare nostrum: saremo 100 mila». ● Imponente ieri lo sforzo organizzativo del Carroccio, con decine di pullman di militanti da tutto il Nord. Al centro del corteo anche l’opposizione all’Ue e alle unioni gay È stata la prima volta che sfilavano insieme, ma Lega e Casapound, movimento di estrema destra forte in particolare a Roma e nel Lazio, da mesi collaborano. strum, schiavista e razzista». Per Roberto Maroni, «Mare monstrum». La svolta lepenista, annunciata al congresso che ha eletto Salvini segretario, è ormai davvero completata. E dispone anche di un’immagine simbolo: i militanti di Casapound e di altre sigle della «destra di popolo» che marciano nel cuore del corteo leghista. Le loro bandiere sono quelle dell’Europa coperte da una vistosa croce rossa a simboleggiarne la cancellazione. Giusto per sottolineare la continuità politica e ideale, Salvini annuncia anche che martedì, con Marine Le Pen, chiederà ufficialmente «la sospensione del trattato di Schengen e la ripresa dei controlli alle frontiere». Il no all’immigrazione diventa quindi un no all’invasione e alla violazione dei confini. Chi lo dice con la maggior lucidità è Mario Borghezio, di nuovo alla ribalta sopra un grande palco leghista dopo anni in cui la sua presenza era stata giudicata imbarazzante. L’europarlamentare va diritto al punto: «Voglio ringraziare quei siciliani e quei calabresi che cento anni fa, durante la Prima guerra mondiale, vennero al Nord per difendere i nostri confini. Quelli erano patrioti». Borghezio si ferma un istante: «Mi hanno chiesto di non insultare, Milano, piazza Duomo La manifestazione della Lega contro l’immigrazione clandestina, l’Ue e le unioni civili (Ansa) ma questo è un giudizio politico: se chi ha difeso i confini della patria è un patriota, chi non li difende quando dovrebbe farlo è un traditore. E allora, diciamolo: Renzi e Alfano sono dei traditori». Eppure dal palco tutti, ma proprio tutti, parlano di italiani. Lo fa il candidato alle regionali dell’Emilia-Romagna Alan Fabbri, lo fanno i governatori Roberto Maroni e Luca Zaia. L’eccezione è una sola: Umberto Bossi. Salvini scatena l’ovazione presentandolo come «colui che ha permesso che accadesse tutto questo». Lui, però, torna all’antico: «Si porrà il problema della libertà del Nord. E per quella arriverà in piazza mezzo milione di persone». Ma l’applauso è poco più di un atto di cortesia. Il Senatùr parla anche dei procedimenti sui rimborsi elettorali che si stanno per celebrare: «Ci processano ma non scappiamo» Il no ai clandestini, riprende Salvini, non è un no all’immigrazione. E prova a dimostrarlo portando sul palco (saranno subissati di applausi) il neo responsabile dell’immigrazione della Lega, Toni Iwobi, nigeriano, e la marocchina Souad Sbai, già deputata pdl. E Iwobi fa venire giù la piazza quando dice che «in Italia ci sono tantissime persone che sono leghiste e ancora non lo sanno». Perché sono determinate a fermare «chi vuole distruggere la nostra civiltà». Nostra italiana, Dal palco Borghezio: confini della patria da difendere Solo Bossi parla di «libertà del Nord» non nostra padana. E «nazionale» è anche un altro ospite voluto sul palco da Salvini. Il segretario del sindacato di Polizia Sap, Gianni Tonelli, assai efficace nel raccontare che «le mafie brindano, dato che le questure sono bloccate dal contrasto agli sbarchi». La manifestazione, preceduta da un lungo corteo da Porta Venezia, è tranquilla. Salvini si ferma in piazza della Scala, davanti al Comune «per dire a Giuliano Pisapia: no ad altre moschee». Una contro manifestazione dei centri sociali deve essere fermata tra piazza Santo Stefano e piazza Duomo. Qualche istante di tensione, poi tutto torna nei ranghi. Altro momento di nervosismo, mentre sta parlando Iwobi. Parte una salva di fischi. Ma era per l’affissione di uno striscione: «Milano ha sempre accolto tutti, anche i leghisti». Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il commento Vicino all’Europa dalla parte sbagliata di Paolo Valentino M ilano vicino all’Europa. Mai come negli ultimi giorni, il genio pop di Lucio Dalla ha descritto plasticamente la capitale morale. Il vertice euroasiatico ne ha fatto palcoscenico del «grande gioco» che sta cambiando gli equilibri globali. E quando racconteremo la storia della crisi ucraina, forse indicheremo Milano come tappa importante del processo negoziale. Ma c’è un’altra Europa cui ieri la città più americana e aperta d’Italia si è scoperta molto, troppo vicina. È quella dei populismi nazionalisti, delle pulsioni xenofobe, della destra antieuropea. Le decine di migliaia di persone mobilitate dalla Lega, con il contributo di Casapound, contro gli immigrati, segnano un salto di qualità che sarebbe grave ignorare. Riscoprendo le radici estremiste, il partito di Salvini traduce in italiano lo «Zeitgeist» dei suoi referenti in Europa, dal Front National di Marine Le Pen, alla Fpoe austriaca di Strache, al PVV olandese di Wilders. Li accomuna un’ostilità verso lo straniero, che in alcuni sa vestire perfino accenti di modernità, come la difesa dei diritti delle donne contro l’oscurantismo islamico. Nel paesaggio di rovine in cui Berlusconi lascia la destra in Italia, la Lega cerca di colmare il vuoto, indicando una prospettiva nuova e inquietante. Alle elezioni europee, l’Italia di Renzi è stata l’unico dei grandi Paesi ad arginare l’ondata populista. Il cambio di passo della Lega rischia di avvicinarci all’Europa, per le ragioni sbagliate. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 POLITICA Tensioni a Bologna Gli antagonisti contro Bankitalia La giornata ● Ieri all’Università di Bologna, per il sessantesimo anniversario della casa editrice Il Mulino, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha tenuto una lectio magistralis I collettivi sfidano Forza Nuova e contestano la lezione di Visco in ateneo DALLA NOSTRA INVIATA Gli scontri sono proseguiti fino a sera, su due diversi fronti. A manifestare, a Bologna, ieri pomeriggio in due zone diverse del centro storico, animato per lo shopping del sabato, erano i simpatizzati di Forza Nuova, e gli antagonisti, giovani dei collettivi e dei centri sociali. La tensione era già alta dalla mattina, ore prima della partenza programmata dei cortei. E la polizia era in allerta da giorni. Gli antagonisti partiti con l’intento di marciare contro il presidio di Forza Nuo- BOLOGNA Le cariche Fuori dall’università in 600 hanno lanciato oggetti sulla polizia che poi ha caricato va al grido «Bologna non è fascista», hanno però diversificato l’obiettivo aggiungendovi quello di disturbare la lezione del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco all’Università, in occasione della celebrazione dei 60 anni della casa editrice il Mulino. Dopo Napoli, dove il 2 ottobre avevano preso di mira il consiglio direttivo della Bce guidato da Mario Draghi, gli antagonisti, mobilitati contro «crisi e disoccupazione», hanno deciso di puntare su Visco. All’università, dove il numero uno della Banca d’Italia parlava, non si è però sentito nulla. Neanche gli echi dei cori e degli slogan lanciati contro le banche centrali. All’esterno però è esploso lo scontro fra i circa 600 manifestanti, che fino a quel momento avevano sfilato pacificamente, e la polizia che, in tenuta antisommossa, aveva formato un cordone in via Castiglione, per evitare l’accesso all’Aula Magna Santa Lucia. Dalle prime file del corteo, da chi protestava col volto coperto da casco, passamontagna e occhiali da sole, è partito il lancio di vernice, bottiglie e grossi petardi, una sorta di rudimentali bombe carta, per cercare di sfondare la barriera degli agenti, che hanno risposto con manganelli e fumogeni. Vi sono stati momenti di forte tensione e di paura per i passanti coinvolti nei disordini. Insomma il caos, che ha lasciato sul terreno feriti da entrambe le parti: quattro manifestanti, due carabinieri e un poliziotto. E dire che ieri Visco ha fatto un discorso proiettato sul futuro. Sull’onda della vecchia canzone di Bob Dylan che nel ‘64 avvertiva come i «tempi stessero cambiando» per i conservatori, per i portatori di sicurezze e per le autorità, Visco si è soffermato proprio sui problemi del lavoro chiedendo una rete più forte di sicurezze per chi è ● L’analisi «La sicurezza sociale va ripensata» E il governatore cita Bob Dylan di Stefania Tamburello L’ incertezza del futuro vista con gli occhi di un economista e banchiere centrale. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a Bologna, con una lectio magistralis all’Università per i sessant’anni del Mulino, si interroga su cosa la politica e le istituzioni finanziarie possano fare per assicurare la transizione verso un cambiamento guidato dall’evoluzione della tecnologia, dalla sfida delle macchine. E soprattutto cosa governi e autorità possano fare partendo dall’attuale fase di bassa crescita ed alta disoccupazione. «The times they are a-changin’», esordisce Visco, citando il titolo della canzone di Bob Dylan del 1964. «I tempi continuano sempre a cambiare» afferma, soffermandosi sull’aspetto più delicato della transizione quello del lavoro. Ad essere disoccupati sono molti dice, ma fra 10-15 anni oltre il 50% degli attuali posti di lavoro potrebbe essere automatizzato in Italia ed in Europa, sostiene citando uno studio. E allora bisogna prepararsi. «Ci vogliono sistemi non di difesa del posto di lavoro ma dei lavoratori, sistemi di sicurezza sociale che vanno rivisti e ripensati», dice. Occorre che la politica si muova, che prepari il cambiamento: in Italia, rimuovendo le rigidità semplificando le procedure, riformando la giustizia, rendendo l’ambiente più favorevole all’impresa, investendo sulla manutenzione del territorio che «è cruciale». In Europa, puntando sugli investimenti nelle infrastrutture e raggiungendo una politica comune su «sicurezza, difesa, immigrazione». Oltre a spingere verso quell’unione politica che avrebbe dovuto precedere e non seguire quella monetaria e finanziaria, questa messa in comune «servirebbe a far capire che l’Unione Europea è irreversibile». Come l’euro. E a dare una risposta efficace a «chi guarda ancora nello specchietto retrovisore» pensando ad una uscita dalla moneta unica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tafferugli Gli scontri ieri a Bologna tra i gruppi antagonisti e le forze di polizia durante il tentativo di boicottare il comizio del leader di Forza Nuova Roberto Fiore (Ansa) 11 disoccupato e perché no, anche il reddito di sussistenza o qualche strumento in grado di accompagnare il lavoratore anche quando è senza lavoro. Gli antagonisti però Visco non lo hanno sentito. Fermati in via Castiglione, hanno cambiato tragitto e ripreso l’obietti- vo originario gridando: «Siamo tutti antifascisti». Si sono quindi diretti verso Piazza San Domenico, dove erano riuniti circa 200 simpatizzanti di Forza Nuova per sentire il comizio del segretario Roberto Fiore. Anche qui c’era la polizia a fare cordone e gli scontri sono stati più violenti, tra lancio di bottiglie, petardi e fumogeni con lo strascico di feriti e contusi — due poliziotti sono stati portati in ospedale ma non sono gravi — e un arresto tra i manifestanti. S.Ta. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Scontri per la presenza di Visco tra circa 600 giovani dei centri sociali e la polizia. Il corteo ha contestato i militanti di Forza Nuova: altri incidenti 12 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 POLITICA 13 # Il Colle incalza le Camere bloccate e sceglie i suoi giudici costituzionali La nomina (in anticipo) di De Pretis e Zanon. Renzi: bene, il Parlamento non ha più alibi Il presidente della Repubblica, con largo anticipo rispetto al passaggio del testimone, ha nominato con decreto controfirmato dal premier Matteo Renzi i due giudici costituzionali — i professori Daria De Pretis di Trento e Nicolò Zanon di Milano — che il 9 novembre prenderanno il posto di Giuseppe Tesauro e di Sabino Cassese. La scadenza ampiamente rispettata da Giorgio Napolitano — che il 7 ottobre aveva parlato di «massima tempestività» almeno per quel che riguardava i tempi del suo adempimento — ora va a impattare pesantemente sul ritardo cronico del Parlamento che, invece, non riesce a sostituire altri due giudici il cui mandato è scaduto a giugno. «Io procedo rapidamente, vado avanti per conto mio: sia- ROMA Chi è ● Nato a Torino, 53 anni, Nicolò Zanon è professore ordinario di Diritto costituzionale all’università di Milano ● È stato membro laico del Csm (dal 2010) indicato dal Pdl mo in due e io non so l’altro come si muove...», aveva detto il capo dello Stato durante il suo viaggio a Milano. Poi il rientro a Roma e l’immediata comunicazione dell’avvenuta nomina dei due giudici: Napolitano, dunque, con tempi così serrati ha inteso confermare la più alta considerazione per la Corte e per l’esigenza che essa possa svolgere le proprie fondamentali funzioni nella pienezza della sua composizione. E se la forma è sostanza non è un caso che Napolitano ricordi, nella sua nota, che la comunicazione dell’avvenuta nomina dei giudici è stata comunicata, oltre che al presidente della Corte, anche ai presidenti di Camera e Senato. L’auspicio del Colle, quando di scrutini senza esito ne sono stati consumati 20, è che ora possano es- Berlusconi rilancia: congressi a dicembre E Fitto: no a selezioni via casting Insieme Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi scherza con Raffaele Fitto all’incontro «Sveglia il centrodestra», una sorta di Leopolda azzurra, che si è svolto ieri a Milano (foto Ansa) ROMA «I Congressi comunali potranno prendere il via dal 15 dicembre per ricostruire e rinnovare Forza Italia», annuncia Silvio Berlusconi in una lettera. Nel frattempo Raffaele Fitto ribadisce: «Non sono un traditore, ma dobbiamo ragionare su come costruire un’alternativa a Renzi». L’ex ministro partecipa a due dibattiti in un giorno. Non due incontri neutri, tanto che lui stesso spiega: «Sono iniziative che non sono viste bene». E così in mattinata va a Marino per prendere parte a «Ricominciamo da noi», convegno molto partecipato, promosso da Andrea Ronchi, presidente di Insieme per Il rinnovamento Ronchi: serve un nuovo centrodestra contro tutti i trasformismi Il bipolarismo va difeso l’Italia. Nel pomeriggio vola a Milano, a «Sveglia il centrodestra», ribattezzato la «Leopolda azzurra». E ribadisce le sue critiche a un partito che in pochi anni «ha perso otto milioni e mezzo di elettori». Ronchi accoglie Fitto (presente insieme a Maurizio Gasparri, Renato Brunetta e al direttore del Tempo, Gianmarco Chiocci) a Marino e chiede «un nuovo centrodestra contro tutti i trasformismi»: «Abbiamo messo in soffitta i valori che ci hanno consentito di sconfiggere la sinistra nel ‘93. Serve un centrodestra rinnovato che difenda il bipolarismo e i valori della destra». Il movimentismo di Fitto si intreccia con due temi caldi nella politica del centrodestra: le relazioni sempre più tese tra Forza Italia e Ncd e il rapporto con il governo. Fitto chiede chiarezza: «Sono stato, sono e sarò in Forza Italia. Non accetto lezioni da chi mi dà del traditore e non ho paura di fare la fine di Fini». Il suo mantra è «o di qua o di là»: «Non dobbiamo andare a rimorchio di Renzi. Dobbiamo avanzare proposte, non criticare e basta». Fitto ribadisce la sua richiesta di «invertire il meccanismo di selezione dall’alto della classe dirigente»: «No a una scelta fatta in base al casting e alle foto». Ronchi chiede un centrodestra che «abbia il coraggio di rappresentare le nostre idee»: «Il dibattito nato sulle unioni civili non dovrebbe esistere. Perché un moderato dovrebbe votarci se mettiamo in discussione la famiglia naturale? Rischiamo una sconfitta epocale alle prossime regionali. Molti sono attratti da Salvini, uno degli interpreti migliori del centrodestra, perché dice con crudezza quello che pensiamo noi su immigrazione e lavoro». Alessandro Trocino © RIPRODUZIONE RISERVATA sere rapidamente eletti anche i due giudici di nomina parlamentare. Anche se, in mancanza di un accordo, quella che inizia domani sarà una settimana senza votazioni, come hanno chiesto il Partito democratico e Forza Italia. Per Matteo Renzi, però, ora non ci sono più scuse: «Molto bene la decisione del presidente Napolitano, sono scelte di ottima qualità. Adesso il Parlamento non ha più alibi». Le «new entry» a Palazzo della Consulta, Daria De Pretis e Nicolò Zanon, hanno in comune un grande attaccamento alle rispettive università che, però, ora dovranno abbandonare per ben nove anni. La telefonata del Quirinale è arrivata solo due giorni fa in casa della rettrice dell’ Università di Trento che, dunque, si è trovata a dover decidere in poche ore di abbandonare un incarico impegnativo ma anche coinvolgente come quello del rettore di una delle più quotate ed efficienti università italiane. La professoressa De Pretis è molto apprezzata nel campo del diritto amministrativo italiano e comparato e del diritto dell’Unione Europea. È presidente dell’Istituto scienze amministrative ed è tra i fondatori di Italian Journal of Public Law. È sposata (con Giovanni Kessler, ex deputato dei Ds, dal 2011 direttore dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode, Olaf) e ha due figlie. Dal 9 novembre, poi, sarà la seconda donna della Corte accanto a Marta Cartabia (nominata da Napolitano nel 2011). Lo stesso amore per l’università vale per il professor Nicolò Zanon che a luglio ha concluso Chi è ● Daria De Petris, 57 anni, è nata a Cles (Tn), è rettore dell’università di Trento e professore ordinario di Diritto amministrativo ● È presidente dell’Istituto italiano di scienze amministrative il mandato di consigliere laico del Csm (eletto nel 2010 in quota Pdl) con il desiderio di tornare all’insegnamento a Milano dove è titolare della cattedra di diritto costituzionale: «Mi mancano i miei studenti», ripeteva Zanon a chi lo indicava come candidato parlamentare per la Corte. Zanon è stato alla Corte come assistente di studio del giudice Valerio Onida (1997), ha insegnato alla Bocconi, è stato componente del comitato legislativo della Regione Lombardia, ha fatto parte della commissione dei «saggi» sulle riforme nominati dal governo Letta. Fa parte della Fondazione Magna Charta di Gaetano Quagliariello ed è socio promotore di Italiadecide il cui presidente è Luciano Violante. I giudizi sono positivi: «Da Napolitano è venuta una lezione alla classe politica e un atto di amore per il Paese», dice Quagliariello (Ncd). «Il presidente ha seguito criteri che premiano l’alta competenza giuridico costituzionale...», chiosa Luigi Zanda (Pd). Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 POLITICA 15 # L’intervista di Fabrizio Roncone «La politica? Me lo chiedono in tanti Sono pronto a indossare il saio» Lotito: io un leader, è un dono naturale. Mi sento uomo del fare e non compro arbitri «Li sente?». Chi? «I pappagalli... So’ pappagalli che cantano... A pappagalliii!... Ah ah ah!». Claudio Lotito, dentro un gessato blu di ottimo taglio, dimagrito, l’umore eccellente, avanza tra gli alberi: tre ettari di giardino intorno a Villa San Sebastiano, la siepe che costeggia via Appia Antica. Con l’indice puntato, fa ruotare il braccio da destra a sinistra. «È tutto mio, fino a laggiù: bello, vero?». Un posto di bellezza definitiva, presidente. «Ci abitava il fotografo di Mussolini buonanima, poi ci sono stati i D’Amico, gli armatori. Io l’ho fatto diventare il mio quartier generale». È già mezz’ora che parliamo. Lotito tende a intervistarsi da solo: passando dal latino al romanesco, s’interroga e si risponde, polemizza e s’indigna, ironizza e scoppia in risate fragorose. «Dicono che sono l’uomo più potente del calcio italiano? Ma no... io sono al servizio delle istituzioni». Diventa serissimo di colpo solo quando gli chiedo se è vero che ha intenzione di scendere in politica. «Le spiego bene nel mio ufficio. Venga, entriamo...». Un corridoio di marmo, colonne di marmo, e poi arazzi medievali e lampadari luccicanti, candelabri d’oro e aquile d’argento, tappeti persiani, statue, affreschi. «Sta scomodo su quella se- ROMA Chi è ● Claudio Lotito, 57 anni, è un imprenditore nel settore dei servizi, in particolare nelle pulizie. È sposato con Cristina Mezzaroma. Ha un figlio ● Dal 2004 è presidente della Lazio. Con la squadra ha vinto due Coppe Italia e una Supercoppa italiana. Ha sostenuto la candidatura di Carlo Tavecchio alla presidenza della Figc ti con il Cavaliere, ma poi vedo e sento tutti...». Tipo? «Tipo che l’altro giorno ho viaggiato in aereo seduto accanto a Calderoli... dietro avevo Bersani... E che fa, Bersani?». Che fa? «Una battuta. Ma non posso dirgliela. Sono riservato, io». Coraggio. «Senta, guardi: me lo chiedono in tanti... Claudio puoi essere utile, Claudio dai, Claudio deciditi...». Matteo Renzi le piace? «Ha avuto il coraggio di sollevare alcune questioni: poi, però, dalle promesse devi saper passare ai fatti. E devi conoscere le priorità del Paese. La ri- forma del Senato, per dire, non è una priorità, e nemmeno la riforma elettorale. Certo, lo so, bisogna ammettere che si muove in un contesto non facile. Anche se poi...». Si risponda: anche se poi? «No, dico: io che ho fatto nel calcio italiano? Ho mantenuto le promesse, ho rotto gli schemi. Parlavo di un calcio didascalico e moralizzatore: e tutti a ridermi dietro. Poi però so’ andato da Andrea Agnelli e gli ho detto: Agné, sai che c’è? C’è che da oggi in poi dobbiamo condividere, e per condividere dev’esserci pari dignità. Nun me guardà così: da oggi in poi ci contiamo e non ci pesiamo. Il tuo voto vale come quello del presidente della Sampdoria». Vi siete contati e avete eletto alla guida della Federcalcio Carlo Tavecchio, uno che fa battute razziste, sulle donne, sugli handicappati. «Tavecchio ha detto cose giuste nella forma sbagliata. È un ragioniere, ha senso pratico e una certa età: quindi magari è rimasto un po’ indietro... Trent’anni fa, come faceva quella canzone? Nel Continente nero\ potiponzi\ ponzi\ po’...». La gaffe sui mangiabanane è costata a Tavecchio una squalifica dell’Uefa di 6 mesi. «A parte che non è una vera e propria squalifica... ma poi mi spiegate, voi che fate la guerra a Tavecchio, come fa ad essere 8 mila I dipendenti delle società che fanno capo a Claudio Lotito razzista uno che ha costruito due ospedali in Africa e adottato tre bambini?». Dicono: Tavecchio è teleguidato da Lotito. «Falso! Falsissimo! Tavecchio è un gran lavoratore...». (Lotito prende il cellulare, compone un numero. «Carlé, bello, so’ io... Senti: quante società coordinavi quand’eri a capo dei dilettanti? Ah... ecco, sì: 15 mila... No, niente, tranquillo, sta tranquillo...»). «Capito? Questo è uno capace di controllare 15 mila società! Un ex alpino, uno tosto. Con lui introdurremo la moviola, Blatter ci ha già dato l’okay, e poi, oh, abbiamo portato Conte sulla panchina azzurra». Conte fa giocare la Nazionale in modo imbarazzante. «Però vince. Embé?». In Nazionale lei è a bordo campo perché... «Perché, come consigliere federale, sono autorizzato. Punto». Sul web la sfottono: girano fotomontaggi con lei che compare ovunque. «M’invidiano! Vengo dal nulla, sono di successo, dormo tre ore a notte, gli parlo in latino, so’ colto. Anche a scuola: studiavo, prendevo voti alti. È una colpa essere bravi? Quando vedo arrivare Andrea Agnelli in Lega che si porta dietro portavoce, dirigenti, avvocati... Io vado da solo: com’è?». ❞ ❞ dia? È una sedia del Settecento. Un po’ alta, forse: ma all’epoca erano piccoletti...» (Intanto è comparsa la moglie, Cristina Mezzaroma, dinastia di costruttori: «Posso assistere?»). La politica, presidente. «Io sono pronto per mettere a disposizione la mia esperienza. Ho dimostrato di saper fare, io sono un uomo del fare. Sono capace ad amministrare. L’Italia, più che di politicanti, ha bisogno di buoni amministratori e di persone perbene. Perché chi fa politica dev’essere pronto ad indossare anche il saio, e io non avrei problemi. Io sono libero, non devo niente a nessuno, non ho interessi personali, non compro arbitri. Le mie aziende sono floride, ho 8 mila dipendenti, e quanto poi alla Lazio: la presi dieci anni fa con 550 milioni di debito e, adesso, è un gingillo di società, con un utile di 7 milioni...». Anche Diego Della Valle sembra intenzionato ad impegnarsi in politica. «Un altro che ha dimostrato capacità: ora, però, deve trovare il consenso. Operazione, purtroppo, non semplice. Però poi ciascuno ha la sua dimensione. Lui ha la sua, io sono più legato al territorio. Sa, io sono cattolico cristiano praticante e ho sempre un atteggiamento di disponibilità... Io, se posso, sono uno che aiuta». Lei è sempre stato molto vicino a Silvio Berlusconi e quindi è lecito supporre che... «No, alt! Io ho ottimi rappor- (Gli squilla il telefonino. «Però tu fai come ti dice Claudio tuo, fidati... e poi lo sai, no? Errare humanum est...»). «Scusi, dicevamo? Ah, ecco, sì: io non ho mai vissuto di rendita, come certi... E poi ho un dono: sono un leader. Ma non lo dico io, no: l’ha detto Preziosi, il presidente del Genoa, ad Agnelli. E pure Thohir, quello dell’Inter, mi sa che ha capito che tipo sono... Lo sa che inizia a piacermi quel Thohir?». Comunque la Roma costruirà lo stadio: la Lazio, per adesso, no. «A parte che la Roma costruirà lo stadio a Tor di Valle, dove pascolavano i cavalli: io della Roma non parlo. Perché, se no, dovrei parlare pure dei conti della Roma...». (Si alza di colpo, chiama la segretaria: «In macchina, sul sedile, dovrebbe esserci una mela: me la fa portare dalla scorta?»). «Sto a dieta. Si vede? Mangiare poco, bere molto... E comunque, guarda, non è facile fare il presidente della Lazio in una città dove D’Alema è della Roma, il presidente del Coni Malagò è della Roma... Ma io reagisco, me ne frego, vado avanti... Mhmm... Mo’, però, tu come me la scrivi quest’intervista?» (È passato al tu quasi senza accorgersene). Scrivo quello che m’ha detto, presidente. «Allora scrivi pure il mio motto: combattente, mai reduce!». Il confronto Della Valle ha capacità, ma trovare il consenso non è semplice. Io, se posso, sono uno che aiuta In aereo Ho ottimi rapporti con il Cavaliere, ma sento tutti L’altro giorno ho volato tra Calderoli e Bersani © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 16 Esteri Diplomazie di Guido Santevecchi Stretta di mano Cina-Giappone Primo disgelo? U na stretta di mano nei corridoi del vertice Asem di Milano tra Shinzo Abe e Li Keqiang ha riacceso le speranze di un disgelo diplomatico tra Giappone e Cina. I due Paesi sono divisi dai fantasmi della guerra d’invasione giapponese nel secolo scorso e dalla disputa territoriale per un pugno di scogli disabitati che Tokyo chiama Senkaku e Pechino Diaoyu. Forse non è ancora un miracolo quello avvenuto a Milano, e ci sono stati subito segnali contrastanti e preoccupanti lanciati da tre ministre ultranazionaliste a Tokyo. Ma i due capi di governo non si erano ancora incontrati da quando sono entrati in carica a fine 2012. Shinzo Abe è stato definito «persona sgradita» a Pechino nel dicembre del 2013, quando andò al santuario di Yasukuni, dove sono onorati due milioni e mezzo di giapponesi caduti al servizio dell’imperatore, ma anche 14 generali e politici condannati per i crimini commessi durante la Seconda guerra mondiale. Però, negli ultimi mesi, ci sono stati contatti sotterranei, scambi di segnali e di richieste per fissare un’agenda capace di disinnescare la crisi. La Cina avrebbe posto due precondizioni: nessuna nuova visita di Abe allo Yasukuni e l’ammissione che le isole sono contese. In cambio, al vertice Apec in programma a Pechino il 10 e 11 novembre, il presidente Xi Jinping accetterebbe di incontrare faccia a faccia Abe per almeno 15 minuti. Abe, ansioso di parlare con Xi, sarebbe pronto a un primo compromesso: davanti a Xi direbbe che le isole nel Mar cinese orientale sono giapponesi, ma ammetterebbe che la Cina ha le sue rivendicazioni e che servono colloqui per risolvere la questione. Ma proprio nello stesso giorno in cui i giapponesi hanno fatto filtrare questa apertura, una delegazione di 110 parlamentari di Tokyo è andata a rendere omaggio alle anime dei caduti di Yasukuni. E sempre da Milano, Shinzo Abe ha ordinato che a suo nome fosse depositato nel santuario un albero votivo. Subito sono arrivate le proteste ufficiali della Cina e della Corea del Sud, altra vittima delle aggressioni imperialiste nipponiche. Non basta: ieri a Yasukuni sono andate anche tre ministre. Oltre a complicare la questione con Cina e Corea del Sud, l’omaggio delle tre esponenti del governo suona anche come una sfida all’autorità di Abe. @guidosant © RIPRODUZIONE RISERVATA La diplomazia Renzi e gli ostacoli Ue A Milano l’Italia ha avuto un ruolo nell’avvicinare le posizioni di russi e ucraini Ora a Bruxelles la partita difficile con Merkel su bilancio e investimenti pubblici 23 ottobre: si riunisce il Consiglio europeo 1 novembre: la commissione Juncker entra in carica 31 dicembre: fine del semestre di presidenza italiano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Da Milano a Bruxelles, lo «stile Renzi» è di nuovo alla prova. Il calendario fornisce al premier un’altra occasione, in settimana prossima, per non essere trattato da studente, come a lui non piace, ma per salire in cattedra. Si riunisce infatti il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, il primo a presidenza italiana. Con Angela Merkel non saranno sicuramente sufficienti i sorrisi che le telecamere hanno catturato durante il summit euro-asiatico in cui l’ex sindaco di Firenze ha pilotato a Milano la discussione di quarantanove delegazioni rappresentate al massimo livello. Un impegno importante, anche se va detto che questi mega-appuntamenti multilaterali seguono generalmente un copione già scritto in precedenza. L’Italia, comunque, ha fatto la sua parte. Sulla crisi ucraina ha tirato il calcio d’inizio. Come del resto era naturale, la partita è stata proseguita, rispettando le regole del «formato Normandia», dalla cancelliera e dal presidente francese. Il vertice del 23 e 24 ottobre rappresenta una sorta di ennesimo momento della verità mentre la legge finanziaria italiana è sotto la lente della Com- BERLINO Intesa? Il premier Matteo Renzi con la cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa) missione - nel dibattito tra i sostenitori della politica del rigore, come la Germania, e chi invece mette l’accento sulla necessità di stimolare la crescita e promuovere gli investimenti, come i governi di Roma e di Parigi. Giovedì scorso, prima di partire per Milano, Angela Merkel ha ribadito che tutti i membri dell’Ue devono osservare le regole del Patto di stabilità e ha sottolineato l’im- Il tweet «Gentile, affascinante, carismatico e cool. In una parola, eccezionale!»: così Oprah Winfrey in un tweet descrive il presidente Renzi dopo un incontro a Palazzo Chigi portanza del ruolo dei privati nel rimettere in moto l’economia europea. Il giorno precedente anche un uomo più sensibile alle ragioni degli altri, come il vice cancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel aveva sostenuto che «più debiti in Germania non creano più crescita in Italia, Francia, Spagna e Grecia». Berlino punta all’obiettivo del pareggio di bilancio e sulle scelte di fondo la grande coalizione è vincolata dagli accordi di un anno fa. Non ci sono piromani e pompieri, soprattutto se è vero, come molti dicono, che l’incendio non esiste. «Gli scontri tra Germania e Italia vengono esagerati dai giornali», ripetono i collaboratori della donna più potente del mondo. E’ chiaro, però, che il presidente del Consiglio dovrà far sentire la sua voce. Come e quanto lo ha fatto in questa prima parte del semestre di presidenza dell’Ue? E’ indubbio che grazie al contributo italiano siano state raggiunte posizioni comuni significative, per esempio sulla minaccia dell’Isis, sulla priorità da attribuire alla sempre più grave situazione della Libia, sulla difesa delle popolazioni cristiane nelle aree di crisi. Tornando al summit dell’Asem, che è stato affiancato dagli sforzi per una Sorrisi Con Merkel non saranno sufficienti i sorrisi del summit euro-asiatico soluzione del conflitto ucraino, il ruolo dell’Italia è stato determinante nel raggiungimento dell’accordo sul piano per controllare con droni e personale militare il cessate il fuoco nell’est del Paese. Ma al di là della gestione dei dossier internazionali, che matura sempre attraverso una serie complessa di mediazioni, il modo di agire del presidente del Consiglio è stato caratterizzato, in questi mesi, dal tentativo di rompere gli schemi, in primo luogo nel rapporto con l’Europa e le sue istituzioni. Gli applausi ricevuti da Federica Mogherini durante le audizioni al Parlamento europeo per il via libera alla nomina ad Alto Rappresentante per la politica estera non possono essere sottovalutati. Come osserva il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che conosce molto bene le dinamiche dell’Unione, il presidente del consiglio «ha dato un impulso molto più politico che in passato alla formazione della Commissione». «La scelta di Federica Mogherini non è scaturita da alchimie - aggiunge - ma da una candidatura pubblica che è stata messa sul tavolo. E’ stata vinta una battaglia che sarà molto utile anche sul fronte complessivo della governance europea». Anche la tanto temuta Angela Merkel, interpellata qualche mese fa sul processo di nomina del successore di Lady Ashton, aveva detto di «conoscere bene le esigenze di Renzi». E le cose sono poi andate in quella direzione. Paolo Lepri © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 ESTERI 17 Scorte Putin si è portato dalla Russia una «scorta» di cinque limousine. Questioni di sicurezza, come si evince dalla foto sotto a destra, ma anche di logistica. Che, però, non gli ha evitato un’ammaccatura alla carrozzeria per una manovra errata dell'autista. La delegazione mongola, foto in alto a destra, si è distinta per una smania di shopping nelle vie del centro Limousine e culatello, le 48 ore segrete dei leader Dalla «fuga» dello spagnolo Rajoy alle «emergenze» di russi e indonesiani: il dietro le quinte del vertice milanese Dietro le quinte dell’Asem restano anche una limousine ammaccata, brandelli di fassona e culatello, una maglietta sudata. Chissà quale la rabbia del presidente russo Vladimir Putin, entrando nel portone della Prefettura, per la botta sulla carrozzeria causata da un’errata manovra dell’autista (oppure, dicono i maligni, dalle dimensioni sproporzionate della macchina rispetto al varco). Certo invece, e documentato dall’operazione di svuotamento dei piatti, è stato l’entusiasmo del premier spagnolo Mariano Rajoy, fuggito dalla cena ufficiale a Palazzo Reale per concedersi una ruspante mangiata in una trattoria di Porta Venezia. Infine probabile la soddisfazione, al di là della personale prova podistica, del primo ministro inglese David Cameron, protagonista di una corsa mattutina al parco Sempione: era un’alba di luce, di un’aria più da settembre che da ottobre avanzato, e Milano era L’Asem ● Giovedì 16 e venerdì 17 ottobre si è svolto a Milano l’Asia-Europe Meeting, il summit euro-asiatico Palazzo Reale, invitate dal capo di Stato Giorgio Napolitano per il gran galà; un centinaio i corazzieri dei carabinieri; spettava loro la gestione di Palazzo Reale, «bonificato» in angoli e cantoni, comprese le stanze della mostra di Segantini; delle autorità qualcheduno è arrivato a piedi, altri in macchina, mentre altri ancora non sono venuti per niente. A parte la delegazione mongola, che ha fatto caso a sé, alle prese con una compulsiva ininterrotta caccia agli acquisti di lusso, per la disperazione degli organizzatori, il tempo passava e di Rajoy nessuna traccia. Aveva per appunto scelto la trattoria e c’era andato, dopo il via libera degli investigatori. Prima erano stati esaminati il quartiere, il locale, il personale, la lista dei clienti prenotati; erano stati posizionati, sui palazzi vicini, dei tiratori scelti; erano stati studiati piani alternativi viabilistici per allontanarsi di fretta dalla trattoria in caso di pericolo o attentato; e s’era fatto ricorso a quote extra di personale, pronto come rinforzo, in aggiunta agli 25 auto Il corteo del premier cinese Li Keqiang: a bordo anche il cuoco personale oltre quattromila uomini già in strada. Per ogni evenienza. Come un paio di occhiali. A poche ore dal vertice al Centro congressi della vecchia Fiera, dalla delegazione indonesiana era partita l’allerta: non ci muoviamo dall’albergo. Cos’era successo? Che un pezzo grosso aveva rotto gli occhiali. Ne serviva subito un paio nuovo. Potenza della pubblicità: gli indonesiani avevano scelto sulla fiducia un negozio in piazza XXV Aprile e avevano chiesto di essere accompagnati sul posto. Peccato che in quel punto ci fosse la coda d’un corteo. Troppi rischi, marcia indietro. Bisognava cambiare. Un’ottica in piazza San Babila era perfetta come alternativa, e problema risolto. «Avessero avuto occhiali di scorta»: così avrebbero potuto dire agli indonesiani i cinesi, sbarcati con più del necessario, almeno a contare le 25 macchine in coda al premier Li Keqiang. A bordo han trovato posto il cuoco personale e Mangiare sicuro Poliziotti, vigili e tiratori scelti: il piano di sicurezza per la cena del premier spagnolo Le ricerche A poche ore dal vertice l’allarme indonesiano: occhiali rotti, ce ne serve un nuovo paio bellissima. Avranno apprezzato anche quelli della scorta al seguito. Il tema delle scorte è stato centrale, nel vertice euro-asiatico che in settimana ha portato a Milano 53 capi di Stato e governo. Laddove per scorte non si intendono solo quelle umane. Putin ne aveva altre cinque, incolonnate, di limousine uguali. Gli è bastato un rapido cambio di vettura e tutto come prima, più di prima. La sortita di Rajoy, per dire, è stata ben più complicata. Hanno dovuto imbastire al volo un piano di sicurezza esaminando il quale si capisce lo sforzo di poliziotti, carabinieri, vigili e finanzieri per un evento che l’Italia mai aveva organizzato nella sua storia. Perfino i diffidenti russi, per tacere dei maniacali cinesi, alla fine hanno dovuto magari non complimentarsi ma, ecco, riconoscere la bontà del lavoro questo sì. Si diceva del premier spagnolo. Giovedì sera, le autorità erano attese a l’aiuto cuoco, i camerieri, i responsabili del cibo (portato dall’Asia), gli addetti alla sicurezza accompagnati dai mezzi tecnologici di ultima se non addirittura prossima generazione. I cinesi erano alloggiati al Principe di Savoia. Non hanno voluto far entrare poliziotti e carabinieri; hanno preteso camere confinanti poi attrezzate di strumentazione per respingere le intercettazioni. Meno oltranzisti ancorché ugualmente prudenti i giapponesi: hanno chiesto con decisione d’essere informati di tecnica e tattiche delle scorte; come funzionavano, chi le effettuava. Si sono messi all’ascolto, marziali, inflessibili, inamovibili. Ognuno, s’intende, vive come vuole. Pure durante i vertici mondiali. Un nutrito gruppo della delegazione albanese, appena potuto, è scappato in Liguria. Non per il mare ma per il casinò di Sanremo. Andrea Galli © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 ESTERI 19 # La storia di Davide Frattini DAL NOSTRO INVIATO AMMAN Oh, sventurata città. Indirizziamo ormai i nostri passi verso le navi degli Achei. Sawsan è scappata senza passare da casa, era in ufficio, ha nascosto su di sé il salvacondotto più prezioso, quello da non mostrare alla frontiera, il suo primo articolo pubblicato da una rivista, la speranza di un futuro da giornalista contro il presente da impiegata che va verso l’esilio. Infelice, sollevati da terra, leva e drizza la testa, Troia non esiste più, tu non sei più regina. Rassegnati: la fortuna ha mutato il corso, naviga secondo la corrente e il destino. Maysoon sfoglia con la memoria le foto dei figli, le immagini che non può contemplare da due anni, sono rimaste nell’appartamento vuoto, forse distrutto: «Eravamo al mare e il tempo era bello. Abbiamo indossato i costumi, Aseel il suo da bambina, in acqua ha cominciato a urlare “aiuto, aiuto”, come un cartone animato. Ce n’è una di Hamoudeh, l’ultimo giorno di scuola in prima elementare: gli avevano messo una corona sulla testa. C’è una lettera che ogni tanto tiravo fuori e baciavo, vecchia di 14 anni: mi ero arrabbiata con loro, mi avevano chiesto scusa. Come Ecuba ero una regina, la regina della mia casa. Ho perso tutto, i ricordi non bastano». In te Ettore avevo trovato il marito ideale, spiccavi per in- Teatro Venti profughe siriane hanno partecipato a 7 settimane di teatro-terapia in Giordania (nella foto, la sera della prima). Ieri la partenza per Ginevra La scheda ● Nel 2013 settanta siriane partecipano a un seminario teatrale ad Amman. ● Le migliori sono selezionate per recitare le «Troiane» di Euripide in arabo. Debuttano ad Amman ● Il 22 ottobre lo spettacolo arriva al all’auditorium del Cern di Ginevra Il lamento delle donne siriane «Senza casa come le Troiane» Le profughe mettono in scena la tragedia di Euripide. Ora il debutto in Europa gedia con le loro parole e con quelle scritte da Euripide quasi 2.500 anni fa, per condividere lo strazio delle Troiane, vittime di un altro conflitto nello stesso Levante, per denunciare insieme le guerre degli uomini. Nel novembre del 2013 hanno risposto all’invito diffuso da Charlotte Eagar, William Stirling e Georgina Paget tra la gente in coda ad Amman per ottenere i buoni alimentari delle Nazioni Unite: partecipare a sette settimane di teatroterapia, guidate dal regista Omar Abu Saada, che è venuto da Damasco. In venti sono state selezionate per la produzione, resa possibile dai tre sceneggiatori con una raccolta fondi benefica. Ieri nove di loro — le altre sono fuggite senza il passaporto e non possono lasciare la Giordania — sono volate a Ginevra per una rappresentazione. Per quasi tutte è la prima volta in aereo, per tutte la prima in Europa. Hanno ritrovato in parte quello che Andromaca si nega. Per me non esiste più neppure quello che di solito resta alla gente: la speranza. @dafrattini Quell’atto d’accusa sul dolore dei vinti e la crudeltà dei forti di Eva Cantarella © RIPRODUZIONE RISERVATA L Nuova Ecuba Maysoon pensa ai figli: «Come Ecuba ero regina, regina della mia casa. Ho perso tutto» telligenza, stirpe, ricchezza, valore: mi hai presa, vergine, dalla casa di mio padre e mi hai conosciuta per primo nel talamo nuziale. Raneem si è sposata a 16 anni, adesso ne ha 24, due bambini di 8 e 5. Ha scelto Andromaca «perché anche il mio compagno è un eroe coraggioso, quel pomeriggio ha rischiato di morire per salvarci, per venire a prenderci sotto le bombe, un posto di blocco del regime dopo l’altro. Quando hanno bussato alla porta, non volevo aprire, avevo paura: invece era lui. Fino ad allora il nostro quartiere a Damasco era abbastanza sicuro, siamo fuggiti e non siamo più tornati». Se potesse entrare nella macchina del tempo, andare a prima della guerra, lasciare questo sottoscala che costa d’affitto come una casa vera, ritrovare la sua stanza a Sayida Zeinab e le amiche dell’università, Reem resterebbe qua. In esilio come 600 mila siriani arrivati in Giordania negli ultimi tre anni e mezzo, rifugiata come i 3 milioni spartiti tra i campi di tende alle frontiere dei Paesi vicini, senza più una nazione come i 6,5 milioni che pure in Siria sono ancora, profughi interni. Resterebbe qua. Perché le manifestazioni pacifiche nella primavera del 2011, i cortei a cui il padre e il fratello avevano partecipato, gli slogan contro Bashar Assad, hanno dato il coraggio a tutti, anche alle donne che in quei mesi sono dovute rimanere a casa. L’audacia di salire su un palcoscenico per raccontare la tra- ● Il commento Since 1870 Blundstone has made the toughest, no nonsense footwear for work and play. Today the brand is known for its iconic elastic sided boots worldwide, and for the constant improvement in comfort, protection and performance. Despite growing to become one of the world’s most recognizable boot brands, the company remains Tasmanian, using the best resources available from all over the world. Our Tasmanian history, heritage and people have helped shape the way our boots have evolved. It takes a unique place to inspire the development of a unique boot. shop on line wpstore.com e Troiane di Euripide andarono in scena ad Atene durante le Grandi Dionisie, nel 415 a.C. La scena dell’azione era la spiaggia di Troia, caduta nelle mani dei greci. Gli uomini erano stati uccisi, le donne erano in attesa di sapere a quale dei vincitori sarebbero state assegnate come schiave. Ed ecco giungere la notizia: Cassandra era stata scelta da Agamennone, che se ne era invaghito. Sarebbe stata la sua schiava-amante. Andromaca, la moglie di Ettore, era stata assegnata a Neottolemo, Ecuba a Odisseo. Al centro della tragedia, dunque, stava la sorte dei vinti. Per Euripide la rievocazione delle imprese belliche non era occasione per celebrare l’eroismo di chi vinceva, era l’occasione per denunciare le stragi, le rovine, la disperazione che esse provocavano. Ma per capire e apprezzare a fondo le Troiane bisogna ricordare il contesto nel quale vennero rappresentate. Nel 416 l’isola di Melo aveva rifiutato di allearsi con Atene contro Sparta, promettendo peraltro la sua neutralità. Ma Atene non tollerava che la sua egemonia venisse messa in discussione e aveva attaccato l’isola, passato per le armi gli uomini e venduto donne e bambini come schiavi. Mettendo in scena le Troiane, neppure un anno dopo, Euripide sottoponeva coraggiosamente alla riflessione degli ateniesi la spietatezza della loro città, impegnata in guerre di conquista e di preda. E sembrava quasi prefigurare il destino al quale questa politica poteva portarla. © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 20 Cronache Controlli anti Ebola negli scali francesi: primo caso sospetto Castro: Cuba e Usa unite per fermare l’epidemia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 4,5 Le migliaia di morti per l’Oms tra Liberia, Sierra Leone e Guinea 70 La percentuale di mortalità nei casi accertati di Ebola, secondo l’Oms 1976 L’anno nel quale lo scienziato Peter Piot, ad Anversa, scoprì il virus di Ebola La Francia risponde all’invito del presidente americano Barack Obama, che aveva chiesto maggiore impegno degli europei contro Ebola, e da ieri monitora i passeggeri in arrivo dalle zone a rischio (una misura già presa da Stati Uniti, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e Macedonia). L’obiettivo è impedire la propagazione del virus in Occidente ma anche rassicurare la popolazione: negli ultimi giorni si sono ripetuti gli allarmi e il trasferimento in ospedale di casi giudicati «probabili», anche se alle fine nessuna delle 11 persone sospette è risultata essere affetta dal virus. Il primo volo per il quale sono state sperimentate le nuove procedure di sicurezza è stato l’Air France in provenienza da Conakry, capitale della Guinea, arrivato alle 5 e 30 del mattino di ieri all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi. Subito è stato trovato un nuovo caso sospetto, con il risultato che la psicosi invece di placarsi si è rafforza- PARIGI ta: se al primo tentativo è stato individuato un passeggero con sintomi preoccupanti, quanti altri devono essere passati inosservati nei giorni scorsi? Una dottoressa 42enne, di nazionalità belga, in Guinea da inizio ottobre per una missione umanitaria contro Ebola, aveva la febbre a 38,5 gradi, abbastanza per fare scattare il piano di emergenza. Dopo un’ora però la sua temperatura era già scesa a 37,5, al di sotto della soglia giudicata pericolosa; i risultati definitivi dei test si avranno domani. Il ministro francese della Sanità, Marisol La misurazione Philippe Bargain mostra allo staff medico allo scalo «Charles de Gaulle» di Parigi come misurare la temperatura dei passeggeri arrivati dalle zone colpite dal virus Ebola (foto Reuters) Touraine, ha spiegato che tutti i passeggeri vengono sottoposti al controllo della temperatura appena scesi dall’aereo, sulla passerella, prima ancora del loro ingresso in aeroporto. Durante il volo vengono pregati A Fiumicino Dai consigli ai sintomi, i volantini informativi A Fiumicino ( foto Ansa) sono in distribuzione ai viaggiatori volantini informativi in italiano e inglese per informarli sul virus Ebola: dai sintomi da dichiarare ai comportamenti da adottare. Occorre richiedere assistenza per «febbre, debolezza, dolori muscolari e mal di gola seguiti da vomito, diarrea, eruzione cutanee e, in alcuni casi, sanguinamento». di compilare un questionario che punta a «rintracciare le persone qualora ce ne fosse bisogno una volta effettuato il test». Per adesso, in Occidente più che il virus dilaga la paura, perché i casi confermati sono rarissimi e sotto controllo. Nei Paesi africani più colpiti invece, Guinea, Liberia e Sierra Leone, la malattia ha fatto già 4.493 morti su un totale di 8.997 casi a partire da marzo, secondo le ultime cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità, ed è in continua progressione. Per questo due giorni fa a Parigi, durante una conferenza dell’Ocse, il presidente della Banca mondiale Jim Yong Kim ha pronunciato una frase allarmante: «Stiamo perdendo la battaglia, non c’è abbastanza solidarietà internazionale». A questo proposito ieri l’ex leader cubano Fidel Castro, 88 anni, ha detto «collaboreremo con piacere con il personale americano» nella lotta contro il virus. Cuba è finora il Paese che ha inviato più personale medico: 165 tra dottori e infermieri in Sierra Leone, altri 296 sono attesi in Liberia e Guinea (europei e americani sono invece sul posto tramite le organizzazioni umanitarie). Il segretario di Stato John Kerry ha ringraziato Cuba, in un raro episodio di disgelo tra l’Avana e Washington. Stefano Montefiori @Stef_Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA Domande e risposte Quello che sappiamo e che ignoriamo sugli effetti del virus Da quando si conosce Ebola? «La prima febbre emorragica individuata, quella di Lassa, compare nel 1967: mortalità dell’1%. La più nota, Ebola, compare invece nel 1976: mortalità del 50-70%. Virus degli animali, il pipistrello in particolare, fa il salto di specie. Fino all’epidemia odierna, partita a dicembre del 2013 e di cui ancora non si vede l’inizio della curva discendente. A questo ritmo a dicembre si stimano 10 mila casi a settimana». I controlli funzionano? «L’Oms sta rivedendo i sistemi di controllo e di sicurezza. Ebola ha messo in evidenza la fragilità dei servizi sanitari dei Paesi poveri e il sistema dei controlli in porti e aeroporti basati su risposte del viaggiatore che può mentire per eludere eventuali quarantene». Quali sono i sintomi? «Quando ancora non c’è la gravità evidente, sono simili a quelli di un’influenza: febbre dai 38 in su, mal di testa, dolori muscolari, o anche disturbi simili a quelli di un raffreddore. Ma non è Ebola se non si è stati nei Paesi focolaio o a contatto con un malato nei precedenti 22 giorni. L’incubazione dura, per il 92% dei casi, 21 giorni. In media l’infezione scoppia una settimana dopo il contagio». Come si trasmette? «Con il sangue soprattutto, anche degli animali selvatici che in Africa si mangiano per via della povertà. Con vomito, diarrea, urine dei malati. Forse con sudore e saliva. Il liquido più infettante è il sangue. Gli operatori sanitari sono i più a rischio assieme alla popolazione dei Paesi colpiti. C’è poi il discorso culturale: i morti nei funerali si lasciano all’aperto e il seppellimento è un momento di alto contagio. Ogni malato infetta in media altre due persone». Ci si deve preoccupare per il risvolto economico? «In Africa nessuno lavora più i campi. La Costa d’Avorio, produttore di cacao, non fa passare più i lavoratori dei Paesi colpiti e si parla già di crisi della cioccolata. La Germania ha chiuso le sue aziende in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Solo l’Italia prevede due miliardi in meno di interscambi in quell’area». Cosa fare? «Accelerare la ricerca di cure efficaci, al momento inesistenti, e di vaccini preventivi, rendere più efficienti i sistemi sanitari dei Paesi poveri (l’Oms deve rivedere la sua politica di aiuti in Africa), intervenire come Fao perche la fame non completi dopo la strage che Ebola sta compiendo ora». (Le risposte mediche sono di Giuliano Rizzardini, direttore del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano, predisposto a ospitare malati di Ebola). Mario Pappagallo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 CRONACHE Omicida in libertà ammazza il figlio che difende la madre 21 A Milano Billy, 16 anni, con il papà, la mamma e la sorella in una foto in piazza Duomo a Milano (foto Newpress) Il killer si è tolto la vita. Era ai servizi sociali MILANO Era filippino, era un rocker, la sua passione per la musica lo portava a indossare stivali a punta da texano, sfoggiava basettoni folti e capelli lunghi; s’era fatto 9 anni di carcere, per una rissa in cui era morto un giovane marocchino; Il condominio Gli uomini della Scientifica nel palazzo in largo Caccia Dominioni, a sud di Milano, dov’è avvenuto l’omicidiosuicidio (Furlan) era fuori (affidato ai servizi sociali) dal 6 gennaio scorso, e aveva ricominciato a «faticare», come scriveva su Facebook, parlando del suo nuovo lavoro. Rowell Alvarez, 43 anni, l’hanno trovato ieri mattina steso su un materasso intriso di sangue. Sotto il mento, sporgeva il manico del coltello che s’era conficcato in gola. Erano passate da poco le 6, largo Caccia Dominioni, periferia Sud di Milano. A quel punto, i poliziotti delle Volanti han- no guardato dietro il letto e hanno trovato il cadavere di un ragazzo. Massacrato dal padre: più di dieci coltellate tra la pancia e il torace. Billy Alvarez, anni 16, studente dell’istituto alberghiero, il progetto di diventare chef, appassionato di calcio e musica hip-hop, ragazzo allegro, sempre sorridente e di compagnia; cresciuto in Italia, da poco era tornato a scuola dopo uno stage in un ristorante e una vacanza passata in Liguria. Ieri mattina s’è svegliato per le urla della madre: il padre la stava aggredendo, lui s’è messo in mezzo ed è diventato il bersaglio di una ferocia cieca. A Facebook aveva affidato il perdono per il genitore che era in galera mentre lui cresceva: «Il passato ci ha ferito molto, soprattutto per la tua assenza... non ci sei mai stato nella mia infanzia... ma non mi importa più, perché ora sono felice con te... ho imparato a crescere da solo. Sei la mia roccia, custodita nel mio cuore... ti voglio bene, grazie papà». In questa storia ci sono anche due donne ferite, la madre e la sorella di Billy, Susan Coronel (48 anni) e Bihaj (20 anni), entrambe sono state portate in ospedale e operate, non sono Roma Investe 5 ciclisti, un morto Il pirata: «Non mi ricordo» Sull’asfalto I rottami della bici sulla quale pedalava il ciclista investito a Ladispoli (Roma) e morto in ospedale (Omniroma) ROMA Prima ha travolto quattro ciclisti facendoli finire fuori strada, poi, un chilometro dopo, ne ha tamponato un altro scaraventandolo sull’asfalto per 30 metri. Per quest’ultimo, Emilio Pulcinella, romano di 62 anni, non c’è stato niente da fare. Il pirata, un nigeriano di 48 anni, O.B.N., è fuggito con la sua Lancia Y vicino a Ladispoli, finendo contro una rotonda. Lì è stato arrestato dalla Polstrada. «Non ricordo nulla», ha raccontato. È accusato di omicidio, tentato omicidio e omissione di soccorso. Si ipotizza un malore del nigeriano mentre guidava. © RIPRODUZIONE RISERVATA Grosseto Omicidio e stupro: Bilella a processo GROSSETO Rinvio a giudizio per Antonino Bilella, l’agricoltore siciliano accusato di aver ucciso Francesca Benetti, insegnante milanese scomparsa a 55 anni il 4 novembre del 2013 nella sua villa di Gavorrano, in Maremma. Ieri il gup di Grosseto, Marco Bilisari, ha accettato l’impianto accusatorio della procura e ha incriminato l’agricoltore per omicidio volontario premeditato, occultamento e distruzione di cadavere, stalking e violenza sessuale. Bilella ha sempre giurato la sua innocenza ma per il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio, ci sono prove schiaccianti. La prima udienza è in calendario in corte d’assise il 17 dicembre. (M.Ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel 2005 ● Rowell Alvarez, il 43enne filippino che ha accoltellato il figlio, aveva già ucciso pochi anni fa. L’uomo aveva anche precedenti per resistenza e lesioni personali in pericolo di vita. C’è una foto in cui tutti e quattro sorridono, sotto i portici di piazza del Duomo, immagine di famiglia in apparenza pacificata. E ora è difficile capire, per gli investigatori delle Volanti e della Squadra mobile di Milano, quale sia stata la frattura che covava nella mente Su Facebook Le parole di affetto del ragazzo verso il genitore: «In questi anni mi sei mancato» dell’uomo. Le uniche parole, per ora, sono quelle della moglie: alle 5 e 50 di ieri mattina ha chiamato il 113, balbettava in italiano confuso una richiesta d’aiuto, era appena scappata da casa e aveva la camicia da notte zuppa di sangue. «Mi ha aggredita nel sonno — ha poi provato a spiegare — me lo sono trovato addosso col coltello, prima non c’è stata una lite. Negli ultimi tempi era un po’ depresso». Anche sua figlia ha provato a difenderla; poi, quando il padre ha sopraffatto il fratello, s’è rifugiata in casa di una vicina. I poliziotti l’hanno trovata lì. An- che lei studiava (lingue) e come Billy si impegnava per trovare un lavoro, la madre era il suo esempio, con tutte le ore che passava fuori per lavorare. Proprio sotto la casa popolare dove ieri la polizia scientifica era impegnata per i rilievi, nell’ottobre 2010 il tassista Luca Massari, 45 anni, investì un cagnolino, si fermò per chiedere scusa, venne aggredito e ucciso a pugni. Dall’altra parte della piazza c’è la parrocchia. Ogni tanto i volontari aiutavano la famiglia di Billy con un pacco di alimenti. Gianni Santucci © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il 6 gennaio 2005 al culmine di una lite — scoppiata per futili motivi — aveva ucciso un marocchino in viale Stelvio, a Milano ● Il 30 gennaio 2014 era stato scarcerato e affidato ai servizi sociali 22 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE # Le dimissioni dopo la sentenza Ruby? «Incoerenti con regole e deontologia» Nota del presidente della Corte d’appello di Milano. E Spataro: le sentenze si rispettano I processi ● Il 24 giugno 2013, nel cosiddetto processo Ruby, Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Milano a 7 anni di carcere per i reati di prostituzione minorile e concussione ● Il 18 luglio scorso la Corte d’appello di Milano ha assolto l’ex premier con formula piena. Il 16 ottobre sono state pubblicate le motivazioni dei giudici: 330 pagine di argomentazioni che hanno portato alla assoluzione dell’ex premier. Tra queste, il fatto che non conoscesse l’età di Ruby MILANO Il primo giorno, tramortito dall’enormità del gesto di un suo giudice, senza precedenti nella storia giudiziaria italiana, il presidente di tutta la Corte d’appello di Milano, Gianni Canzio, si era limitato a una gelida presa d’atto delle clamorose dimissioni di Enrico Tranfa, presidente del collegio (e della seconda sezione penale della Corte d’appello milanese) che giovedì aveva depositato le motivazioni dell’assoluzione il 18 luglio di Silvio Berlusconi dalle imputazioni di concussione e prostituzione minorile valse invece 7 anni di condanna in primo grado all’ex presidente del Consiglio nel processo Ruby. Ma ieri Canzio è andato oltre la constatazione del carattere «clamoroso e inedito» del gesto di Tranfa. E in una nota ufficiale ha stigmatizzato Le dimissioni del giudice perché, «se dettate dal motivo — non esplicitato direttamente dall’interessato ma riferito dai vari organi di stampa — di segnare il personale dissenso dal presidente del collegio rispetto alla sentenza assolutoria di Appello nel procedimento a carico di Silvio Berlusconi, non appaiono coerenti con le regole ordinamentali e deontologiche». Esse, infatti, «impongono l’assoluto riserbo dei giudici sulle dinamiche, fisiologiche, della formazione della decisione nella camera di consiglio dell’organo collegiale». Canzio rimarca che «ciò vale a maggiore ragione quando il processo sia stato celebrato, come nel caso concreto, in un clima di esemplare correttezza». Se restano in silenzio gli altri due giudici Locurto e Puccinelli, indirettamente tacciati da Tranfa di aver adoperato nel processo a Berlusconi un metro di giudizio diverso da quello utilizzato nei processi agli Naufragio a Marettimo Salvi 55 migranti su uno scoglio Migranti aggrappati agli scogli, a Marettimo, sono stati soccorsi e tratti in salvo dalla Guardia costiera: la barca sulla quale viaggiavano è affondata. I migranti, in tutto 55, tra cui donne e bambini, si trovavano in un punto difficile da raggiungere. © RIPRODUZIONE RISERVATA imputati comuni, le dimissioni di Tranfa stanno destando riflessioni critiche anche di altri pesi massimi della categoria. «Da sempre — ragiona ad esempio il procuratore della Repubblica di Torino, Armando Spataro, interpellato dopo la nota di Canzio — noi magistrati diciamo che le sentenze possono essere criticate ma si rispettano. Deve rispettarle il condannato, l’assolto, la parte civile, il pm. Ma deve rispettarle anche chi le emette». A Lo Curto, di cui dice di «non aver sempre condiviso posizioni associative» dentro la corrente di Area/Magistratura democratica, e ad Alberto Puccinelli «che praticamente non conosco», Spataro rivolge un «abbraccio sincero» anche perché «penso a come mi sentirei se fossi uno degli altri giudici del collegio: chiederei che il presidente dimessosi desse una spiegazione tecnica, anche per evitare illazioni che iniziano a circolare sulla eterodirezione del verdetto. Ma soprattutto, gridando a squarciagola, spiegherei che sono indipendente e soggetto soltanto alla legge, che uso lo stesso metro di valutazione per extracomunitari e potenti, e che per questo non mi interessa il livello di gradimento delle mie decisioni». Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Il caso L’Aquila e la richiesta di assoluzione per i sette scienziati di Anna Meldolesi L a stampa internazionale l’ha già definito un processo kafkiano. I membri della Commissione grandi rischi, tra cui alcuni dei sismologi più bravi del Paese, condannati in primo grado a sei anni per aver mal comunicato agli abitanti dell’Aquila il rischio di un possibile terremoto. Il procuratore generale vuole la conferma della pena in Appello, mentre l’Avvocatura dello Stato ieri ha chiesto l’assoluzione perché il fatto «non sussiste». La Commissione non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche tranquillizzanti prima del sisma e dunque non può aver causato la morte di nessuno. Ci sarebbe stato invece un cortocircuito mediatico, perché le frasi pronunciate prima della riunione del 31 marzo 2009 da uno dei membri sono state diffuse dopo e interpretate come il messaggio finale. Alla tesi dell’Avvocatura vale la pena di aggiungere una considerazione: in gioco non c’è solo la sorte di sette imputati, ma la possibilità stessa che agli scienziati italiani che si occupano di rischi sia consentito fare serenamente il proprio lavoro anche in futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 I dati della Polizia postale: «Recuperata gran parte del bottino». Gli attacchi dall’Est Avviene tutto in maniera silenziosa, unico sottofondo il ronzio del computer e il ticchettio di una tastiera. Attraverso la posta elettronica si inviano richieste al titolare di un conto corrente online fingendo che provengano da chi ha diritto di sapere — la banca stessa o altri enti autorizzati — e la persona risponde a un quesito dopo l’altro, condotto verso la truffa come i tonni dentro una tonnara. Finché è chiuso in trappola e concede le password rivelatrici della propria identità digitale, che da quel momento potranno essere usate dai cyber-banditi per rapinare soldi dal suo conto in banca. Ma c’è anche un altro sistema: prendere di mira non l’intestatario del conto, bensì l’apparecchio elettronico su cui lavora, il computer con cui muove personalmente i propri soldi; sempre attraverso la posta elettronica viene iniettato un virus che rende leggibile dall’esterno i codici alfanumerici digitati dall’ignaro utente per accedere al suo denaro. L’effetto finale è lo stesso: la rapina telematica che può colpire i singoli risparmiatori (di solito tanti, per piccole cifre) o aziende più o meno grandi, per somme più consistenti, aggredite con un colpo unico da decine o centinaia di migliaia di euro. Che nel giro di uno o due giorni si frazionano e sparisco- ROMA ● Migliaia di persone vengono derubate dopo aver risposto a email che paiono inviate dalla propria banca, anche se non è così ● Queste email chiedono informazioni sensibili, come le password del conto corrente: una volta ottenute, i soldi vengono prelevati e trasferiti altrove ● Non si deve rispondere a queste email e bisogna togliere dal proprio pc i virus in grado di «vedere» le password o le informazioni sensibili no su conti esteri, quasi tutti dell’Est europeo o in Asia, attraverso sofisticati meccanismi di riciclaggio telematico. Nell’ultimo anno la Polizia delle comunicazioni — il settore della polizia di Stato che un tempo si chiamava «postale» e ora s’è adeguato ai tempi e alle tecnologie — ha scoperto oltre 4.000 transazioni bancarie informatiche sospette, per im- porti complessivi che sfiorano i 40 milioni di euro. Di queste operazioni più di 3.000 sono state bloccate prima che il denaro facesse perdere le proprie tracce, per cifre superiori ai 38 milioni di euro, mentre con le restanti 971 operazioni sono stati rubati oltre 700.000 euro. Ciò significa che la maggior parte delle grandi truffe è stata impedita, mentre sono andate 971 Le transazioni truffaldine portate a termine, 3.104 quelle bloccate Le nozze nel Milanese Matrimonio con sponsor nel centro commerciale Lì si erano conosciuti e lì, davanti al sindaco del paese, si sono sposati: nel centro commerciale di Carugate (Milano) che ha interamente pagato il matrimonio di Pierpaolo e Alessandra ( foto LaPresse), con i negozi partner. in porto quelle meno redditizie; sull’altro piatto della bilancia, però, c’è il fatto che le transazioni intercettate rappresentano una quota minima del fenomeno. Tra il dieci e il venti per cento, secondo gli investigatori. Se dunque in un anno sono state scoperte truffe per poco meno 40 milioni di euro, significa che il bottino totale sommerso può variare da 200 a 400 milioni ogni anno. Il sistema messo in piedi per la prevenzione e l’intervento rapido consiste in una piattaforma informatica che si chiama «Of2Cen», frutto della collaborazione tra polizia e banche, e venerdì nella sede milanese dell’Associazione bancaria italiana si terrà una conferenza nell’ambito dell’Unione Europea per estendere la cooperazione agli organismi investigativi continentali. L’obiettivo del capo della polizia Alessandro Pansa è la creazione di una rete comune europea di «information sharing» per il contrasto al crimine cibernetico. I rapinatori telematici sono per lo più stranieri, molti dell’Est europeo. Era composta di rumeni, ad esempio, l’organizzazione che lo scorso maggio ha sottratto ben 450.000 euro dal conto di un’impresa bolognese di spedizioni internazionali. Attraverso l’infiltrazione nei computer aziendali di un apposito programma, i ladri si erano impossessati delle password con le quali avevano dirottato la cifra su una banca in Romania. Attraverso successivi passaggi, una parte dei soldi era servita ad acquistare (sempre online) orologi di valore, bloccati mentre stavano per essere spediti ai destinatari. Un mese prima, a Messina, un commerciante di abbigliamento ha visto sparire dal proprio conto 232.000 euro, ricomparsi grazie alle indagini della Polizia delle comunicazioni in una banca austriaca. Anche qui c’era stato un precedente furto di credenziali via Internet, sistema utilizzato anche per dirottare i pagamenti effettuati da imprenditori in buona fede: basta presentarsi con le coordinate sottratte ai creditori di una fornitura fatturata e non ancora saldata, per incassare le somme al posto del vero fornitore. Il tempo a disposizione degli investigatori per sventare le operazioni fraudolente è sempre più limitato dalla velocità delle comunicazioni: 24 ore, 48 al massimo, dopo le quali i soldi si volatilizzano. Per questo sarebbe importante l’affinamento di convenzioni e protocolli utili a snellire lo scambio di informazioni, anche a livello europeo. Allo scopo di contrastare i grandi «colpi», ma pure i piccoli, come quelli realizzati in Veneto qualche tempo fa. Da molti conti correnti i ladri succhiavano poche centinaia di euro, immediatamente trasferiti su altri depositi collegati a bancomat coi quali avveniva il ritiro pressoché immediato: in poche ore il denaro si trasformava da virtuale a reale. Impossibile da recuperare. Giovanni Bianconi © RIPRODUZIONE RISERVATA maxmara.com In un anno rubati online 40 milioni Indagini efficaci nelle prime 24 ore L’allarme 23 CRONACHE 24 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera CRONACHE Il rappresentante opera al posto del chirurgo A «Report» il caso di un venditore di pacemaker e dei legami tra Asl e aziende. «Non è un episodio isolato» ● In sala operatoria ci sono l’anestesista, l’infermiera di sala (la cosiddetta ferrista), un’altra infermiera, il primo chirurgo, l’aiuto con l’assistente ● Il chirurgo è l’attore principale: l’aiuto deve assisterlo facendo tutto quello che il chirurgo, avendo due sole mani, non potrebbe fare, mentre l’assistente deve provvedere a mantenere le condizioni generali ideali del campo operatorio ● Sono ammessi altri medici/ osservatori o tirocinanti: nel primo caso il paziente deve dare il consenso ROMA Sembra una di quelle scene di vita comune in cui il rappresentante di una ditta di aspirapolveri viene a casa per una dimostrazione sull’efficacia dell’elettrodomestico. E già che gli abbiamo aperto la porta, facciamo pulire al solerte venditore il nostro appartamento con la scusa del test. Stavolta però non si tratta di tappeti sporchi, bensì di cuori malati. Le porte che si aprono sono quelle di una sala operatoria e la persona che «approfitta» della dimostrazione del venditore è un cardiochirurgo. La variante sul tema è raccontata da un servizio di Report nella puntata di questa sera (21.45, Rai3). Non si tratterebbe di un caso isolato, ma di una pratica comune in molti ospedali. Teatro della scambio di ruoli nel filmato che andrà in onda è l’ospedale di Copertino, in provincia di Lecce. Le immagini — datate 11 novembre 2013 — mostrano Fabio Tridici, venditore di pacemaker per conto della casa statunitense Boston Scientific, praticare in prima persona un intervento di impianto di un dispositivo bi-ventricolare. Operazione estremamente delicata che si completa con l’inserimento di tre cateteri ventricolari. Uno dei quali viene applicato per stimolare elettronicamente quello sinistro che pompa il sangue in tutto il corpo e al quale si accede solo dalle arterie e dal ventricolo destro. Servono mani esperte e personale di massima preparazione, anche per fronteggiare eventuali complicazioni. E in- Gli annunci si ricevono tutti i giorni su: vece il primario del reparto di cardiochirurgia, Michele Mezio Galluccio, sembra ritagliarsi un ruolo di mero assistente di Tridici. «Ho solo passato gli strumenti al chirurgo, su sua ri- di Danilo Mainardi Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale inserite in queste pagine devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). ADDETTA amministrazione del personale, assunzioni cessazioni, trasformazioni rapporti con enti programma presenze Word, Excel, posta elettronica. 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Fulvio Fiano © RIPRODUZIONE RISERVATA CONTABILE pensionata esperienza piccole e medie aziende offresi parttime telefono 340.61.95.47.67 VAL GARDENA, SCILIAR •HOTEL CHARME: 35 stanze, am- pio giardino soleggiato, splendida vista Dolomiti, centro abitato. Affittasi da estate 2015. 331.71.52.982 COPPIA srilankese con qualifica Oss, cerca lavoro colf, badante, villa custode, patente, referenziati. 389.98.80.677 BORGHETTO SANTO SPIRITO nel verde, vicinanza mare appartamento: camera, tinello, bagno, box auto, balconata e cantina. ACE: G. Tel.: 333.67.68.783 A MILANO azienda settore beni di consumo, ricerca per nuova start up, 3 figure per mansioni di vendita, assistenza clienti e controllo qualità. Inserimento immediato. Tel: 02.49.63.71.35 AFFITTASI vendesi anche singolarmente capannoni, pressi svincolo tangenziale (CT) molto vicini a diversi centri commerciali. Dotati di ampie tettoie grandi spazi di manovre, piani di carico, uffici e servizi in ottimo stato. 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All’acutissima vista di un falco pescatore, in volo migratorio dall’estremo nord ( foto), non poteva sfuggire la distesa d’acqua della laguna di Orbetello e le folte pinete costiere, componenti tipiche dell’habitat elettivo della specie (Pandion haliaetus). Sono atterrati in cinque e uno ha anche occupato un nido preesistente. Un evento che fa sperare nell’insediamento spontaneo di una prima colonia nidificante. È un fatto importante che corona lo sforzo in atto da anni della Regione Toscana per reintrodurre la specie nel Parco della Maremma e riportare il falco pescatore in territorio nazionale. Alcune coppie sopravvivevano in Corsica e con la collaborazione dei sottolinea la casa statunitense. La legge contempla la presenza di un tecnico in sala operatoria, ma non lo autorizza in nessun modo a toccare il paziente. L’Asl di Lecce dice di essere a conoscenza del caso, ma di non aver mai avuto prove per agire. Come detto, però, le testimonianze raccolte da Sigfrido Ranucci, autore del servizio, raccontano di un episodio non isolato e di una pratica che coinvolgerebbe alcune delle più grandi case produttrici dei pacemaker. In molti casi ai medici delle strutture pubbliche, unici detentori del potere di decisione su quali strumenti far comprare agli ospedali, verrebbe offerto il pacchetto completo: assieme al macchinario da impiantare, l’affiancamento DOMESTICO cuoco, pulizie, stiro 20ennale esperienza in Italia, buon inglese ottime referenze offresi. 331.85.55.093 Spettacoli Milano Via Solferino, 36 sciplinare: «La nostra azienda fornisce al proprio personale chiare e perentorie istruzioni in merito ai divieti e alle regole che informano il legittimo esercizio di attività di supporto tecnico al personale sanitario», I falchi pescatori dopo l’alluvione trovano casa in Maremma www.piccoliannunci.rcs.it [email protected] oppure nei giorni feriali presso l’agenzia: chiesta in una situazione di emergenza. Ho una lunga esperienza da infermiere», prova a sminuire Tridici. La Boston Scientific, venuta in possesso del video, lo ha licenziato al termine di una procedura di- ● L’evento Viaggi L’équipe per promuovere tutto ciò che ti rende Speciale! [email protected] Data Fissa: +50% Data successiva fissa: +20% Per tutte le rubriche tranne la 21, 22 e 24: Neretto: +20% Capolettera: +20% Neretto riquadrato: +40% Neretto riquadrato negativo: +40% Colore evidenziato giallo: +75% In evidenza: +75% Prima fila: +100% Tablet: + € 100 Tariffa a modulo: € 110 Rubriche Compravendite immobiliari Nel testo dell’inserzione è obbligatorio indicare la classe energetica di appartenenza dell’immobile e il relativo indice di prestazione energetica espresso in kWh/mqa o kWh/mca a seconda della destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso di immobili esenti dall’indicazione, riportare la dicitura “Immobile non soggetto all’obbligo di certificazione energetica”. Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 CRONACHE 25 Autostima Tra ritmi frenetici e competizione non sappiamo chiedere aiuto La chiave per superare la vergogna dei fallimenti? Ammetterli 89 Mila gli psicologi italiani iscritti all’albo nel 2013. Rispetto al 2012 sono cresciuti del 3,92% 100 Mila gli psicologi che ci saranno in Italia entro il 2016. Oggi ci sono 50 mila universitari 47 La percentuale di psicologi con meno di 40 anni che sono iscritti alla cassa pensioni verso se stessi, verso i dipendenti coinvolti in un fallimento, verso la stessa società». Un suggerimento per chi si dovesse trovare in questa condizione? «Accettare il proprio stato, ammetterlo senza vergogna, mettere nel conto che tutti noi abbiamo limiti . In poche parole: sapersi ascoltare e fidarsi di ciò che viene da se stessi. E poi cercare un sostegno per risolvere il punto. Se si è coscienti di una difficoltà, la via della guarigione è già imboccata». Il «Mese del benessere psicologico» (calendario su ❞ Le paure Stiamo quasi tornando indietro, le diversità generano paure ILLUSTRAZIONE DI GUIDO ROSA «Lo psicologo non è un guaritore né un mago. È un professionista che può aiutare la persona che ha di fronte, con uno scambio e un confronto aperto, ad aprire nuovi canali mentali. E spesso a trovare il tesoro che tanti non sanno di possedere… Noi possiamo dire, guardando da fuori: “Eccolo lì, il tuo tesoro!”. Ma non è merito nostro, già esisteva». Emanuela Perri, psicologa e psicoterapeuta, è il segretario generale della Sipap, Società italiana psicologi area professionale, che ha organizzato in 120 città con 500 professionisti iscritti il «Mese del benessere psicologico», offrendo seminari e incontri gratuiti per individuare e comprendere le ragioni di possibili malesseri psicologici. Soprattutto per conoscere meglio se stessi Numerose (ovvie) richieste sui sentimenti (coppia e famiglia). Ma anche molta insistenza sull’autostima, sul nodo dell’assertività, sulla consapevolezza di sé. Perché, dottoressa? «I fattori sono tanti. Viviamo immersi in una società frenetica, competitiva, che chiede il massimo senza offrire strumenti per affrontare la sfida. Di qui una percezione sempre più diffusa di inadeguatezza, di incapacità di farcela. Infatti insistiamo continuamente, come associazione, sulla necessità di cominciare il lavoro nelle scuole, sia sui ragazzi che abbiano problematiche che sugli insegnanti, impegnati in un lavoro di sostegno alla crescita dei giovani sempre più difficile. Individuare un bisogno di aiuto nell’adolescenza significa favorire l’approdo a una maturità più equilibrata e consapevole». Ammettere di non riuscire a farcela è difficile. Chi è più capace, gli uomini o le donne? «Le donne, nella media, sono più consapevoli, più in grado di ammettere con se stesse cosa sta accadendo, e quindi reagiscono ponendo domande. Gli uomini hanno probabilmente maggiore difficoltà. Ma quando capiscono, sono molto collaborativi». Il nodo dell’autostima, spiega la dottoressa Perri, può condurre a esiti drammatici: «Il suicidio di tanti imprenditori è spiegabile anche in quella chiave, cioè nella sensazione di una profonda inadeguatezza www.sipap.it) ha successo soprattutto tra le donne (+75% dei partecipanti) e nella fascia di età 35-45 anni (55,3% delle adesioni). Prevedibile interesse per le dinamiche familiari (14,2%) e di coppia (9,8%). Ma c’è, appunto, molta richiesta per la consapevolezza di sé (11,8%), per l’autostima e l’assertività (8,6%), per la gestione delle emozioni (8,8%). Materia che deriva chiaramente dal lavoro, poiché il 61% dei partecipanti ai seminari ha un’occupazione. Insomma, conosci te stesso e ti troverai bene. Con- I motivi di sofferenza Dinamiche familiari 14,2% Consapevolezza di sé 11,8% Benessere psicologico 10,9% Dinamiche di coppia 9,8% Gestione delle emozioni 8,8% d’Arco ferma il presidente della Sipap, Pierluigi Policastro, anche lui psicologo e psicoterapeuta: «Quando parliamo di mancanza di autostima indichiamo quasi sempre una scarsa conoscenza del funzionamento di noi stessi che aumenta l’insicurezza. E così spesso si finisce col delegare la soluzione a risposte esterne messianiche, capaci di modificare la nostra vita». Proprio da qui parte, secondo Policastro, la proposta del «Mese del benessere»: «Siamo professionisti che vogliono recuperare la loro funzione sociale e mettere a disposizione un contributo alla coesione sociale, alla convivenza civile, alla capacità di integrare le diversità. Stiamo quasi tornando indietro, le diversità che ci circondano producono paure e insicurezze, danno corpo a fantasmi. Per questa ragione la cura psicologica di se stessi diventa importante. Quante volte sentiamo, di fronte a fatti estremi di cronaca, che i protagonisti erano persone miti, tranquille, educate come noi? La nostra è una proposta culturale che non si limita alla cura del sintomo». Ma il denaro (luogo comune finale) regala la felicità? «Aiuta, certo. Ma non c’è immediato automatismo. Vivere rappacificati con se stessi, con un fecondo ed equilibrato scambio relazionale con gli altri, quello, sì, è un bene che non ha prezzo». Paolo Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA La sperimentazione Petizione di Michela Brambilla Twitter ci manderà anche i messaggi di chi non seguiamo Via alla campagna contro l’uso di cani per l’accattonaggio Twitter copia Facebook, pardon, si ispira al social network di Mark Zuckerberg. Ha infatti annunciato che riconfigurerà il flusso dei tweet in funzione della «pertinenza» e non più in base alla cronologia. I tweet consultati potrebbero così comprendere cinguettii di persone che gli utenti non avevano scelto di seguire. Inoltre non sarà più possibile tornare al flusso cronologico. Il progetto è solo sperimentale e non coinvolgerà tutti. Ma è bastato annunciarlo per far protestare la Rete. «Non sono un oggetto da sfruttare». Parola di cane. È la nuova campagna lanciata ieri dalla presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, Michela Vittoria Brambilla, contro l’uso di animali nell’accattonaggio. L’ex ministro ha rivolto l’appello di segnalare i casi a un servizio di pronto soccorso veterinario sperimentale, che parte da Milano per poi estendersi a tutta Italia. Ha spiegato: «È ora di agire per contrastare questa grave forma di degrado». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 26 ● Fisco severo La riduzione dei bonus voluta dal nuovo ministro dell’Economia Emmanuel Macron scontenta soprattutto il ceto medio. In discussione il pilastro di un modello sociale che ha permesso alti tassi di natalità ANALISI & COMMENTI di Pierluigi Battista Troppi selfie e cinguettii, il narcisismo che danneggia l’Isis A desso i maggiorenti doc dell’Isis hanno deciso di rimproverare bruscamente quegli scriteriati di seguaci occidentali, che con i loro selfie, i loro cinguettii su Twitter, le loro esibizioni di Facebook, la mancanza di autocontrollo nella concessione su Internet dei propri «metadata», mettono in pericolo la sicurezza dello Stato islamista e possono compromettere la segretezza dei suoi rifugi, dei suoi arsenali, delle sue stesse operazioni militari. Si arruolano nella guerra santa e non sanno sorvegliare il loro narcisismo. I giovani che scappano dall’Europa «infedele» per raggiungere le milizie jihadiste sono pur sempre contaminati e ben lontani dalla purezza che verrebbe loro richiesta. Per quanto agitati dal fervore religioso, per quanto il loro odio per l’Occidente sia totale e senza scampo, hanno contratto le cattive abitudini della marcia e debosciata società da cui provengono. Male, dicono i responsabili dell’Isis. Troppo pericoloso. Perché è vero che i seguaci dell’Isis sono eccellenti comunicatori del loro messaggio di terrore, ma non possono ammettere che si abbassi la guardia e che i giovani arruolati che vengono dall’Europa si mettano a chattare come un corrotto giovinastro qualunque. È vero che molti si arruolano proprio perché attratti dalla bravura apocalittica della comunicazione dell’Isis, quei filmati che sembrano trailer del cinema catastrofista, quelle tuniche arancioni, il coltellaccio agitato da un carnefice abbigliato secondo i canoni della società dello spettacolo. Ma non bisogna esagerare. Perché poi la guerra non è un videogioco, perché i guerrieri non possono essere dei bamboccioni che postano le loro gesta su qualche blog. E quindi allarme Isis. Sarebbe comico, se non fosse tragico. © RIPRODUZIONE RISERVATA Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it on l’acqua alla gola, nel mirino di Bruxelles, fustigato da Berlino, François Hollande ha finalmente trovato il coraggio di annunciare qualche misura eccezionale per ridurre la spesa pubblica e riordinare un modello di servizi e sovvenzioni sociali che, come ha detto il neoministro dell’economia, Emmanuel Macron, «a forza di proteggere troppo, non protegge più niente». Un modello di sprechi, abusi, privilegi corporativi, pioggia di balzelli e sussidi che si risolvono in una voragine per le casse dello Stato e in un peso fiscale insostenibile, soprattutto per la parte — minoritaria — dei francesi che le tasse le paga. Ma il riformismo strutturale — nuovo verbo delle democrazie europee in recessione — dipende in minima parte dalla determinazione più o meno conclamata di chi governa. Ogni annuncio, ancora prima di trasformarsi in decisione, suscita un’ondata di proteste e chiusure in tutte le direzioni: nelle ultime settimane sono insorti farmacisti, ricercatori, avvocati e notai, piloti, impiegati dei tribunali e sono sul piede di guerra quanti sarebbero toccati da misure di liberalizzazione di servizi e tariffe. Ma ad opporsi al riformismo strutturale non sono soltanto le categorie penalizzate e loro rappresentanze: il che è comprensibile. Storcono il naso gli enti locali, ovvero le istanze più vicine ai cittadini, costrette a fare i conti con i tagli della spesa pubblica. Protestano le opposizioni. E s’incrina la coesione della maggioranza, fino a minacciare la tenuta del governo. La decisione più recente — quella che riduce i bonus fiscali per i figli a carico e taglia in proporzione al reddito le sovvenzioni per i servizi alla famiglia — dimostra come il riformismo strutturale, se messo davvero in pratica, sia indigesto trasversalmente agli schieramenti politici. Non ci riuscì il presidente Nicolas Sarkozy che ha finito per fare lievitare in modo drammatico il deficit dello Stato. E incontra enormi ostacoli il suo successore, Hollande. Il provvedimento sulle allocations familiales — che contraddice una promessa elettorale — mette in discussione un principio universale dello Stato francese che, fino ad oggi, ha garantito prestazioni, servizi e sovvenzioni per numero di figli indipendentemente dal reddito. Le allocations saranno ridotte della metà oltre i 6000 euro di reddito mensili e del 75 per cento oltre gli 8000. Il disagio è notevole, se si considera che il ceto medio ha già subito aumenti d’imposte: è stato calcolato che un nucleo con 7500 euro di entrate mensili pagherà un conto (fra tagli di sovvenzioni e aumenti d’imposte) di circa 3000 euro all’anno. Il malumore nella sinistra è palpabile e comprensibile. Le misure del governo socialista cominciano a contraddire scelte che fino ad oggi sembravano andare nella direzione opposta: tasse per i ricchi, salvaguardia del modello francese, nell’attesa fiduciosa di un ciclo positivo dell’economia. Ma è più emblematico il coro di disappunto e critiche da parte della destra e di organi di stampa come Le Figaro o Le Point che non perdono occasione per denunciare l’immobilismo di Hollande, la voracità dello Stato assistenziale, l’incompatibilità del modello francese con i patti europei, le regole di Bruxelles e la competitività internazionale. Alcuni argomenti non mancano di suggestione. Hollande metterebbe fine a un principio di uguaglianza di prestazioni che è alla base della concezione dello Stato francese. Le classi medio alte — si sostiene — pagano già più tasse e quindi concorrono in misura maggiore all’universalità delle prestazioni pubbliche. Si sostiene anche che di questo passo le classi più abbienti finiranno per pagare di più per mettere i figli nella scuola pubblica e che si aprano le porte verso una privatizzazione di servizi, quali appunto asili e scuole. Un ultimo argomento è che l’«attacco alla fa- FAMIGLIE TASSATE LA SVOLTA FRANCESE di Massimo Nava BEPPE GIACOBBE C ● Il corsivo del giorno miglia» metta a rischio uno dei record sociali che la Francia può vantare nel mondo: la demografia. Anche se proprio la destra, non senza ipocrisia, denuncia spesso l’immigrazione fuori controllo, i ricongiungimenti familiari, l’assistenzialismo, i fattori determinanti della più alta natalità francese. Confondendo eguaglianza con equità, efficienza con ingiustizia e talvolta persino doveri con diritti, si rischia di perpetuare quella che ancora Macron ha definito «la rigidità del siste- ma», aggredito da tre virus ultraresistenti e diffusi: «diffidenza, complessità e corporativismo». Formalmente socialista, nel cuore liberale, il ministro è deciso a dimostrare che la Francia è «capace di riformarsi» e soprattutto convinto che le prime vittime di sprechi e inefficienza del sistema siano proprio i ceti più deboli. Ma si sa, Macron è un ex banchiere prestato alla politica. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA IERI E OGGI IL MIRACOLO DELL’AUTOSOLE LEZIONE PER IL PAESE BLOCCATO di Giovanni Belardelli Malattie Una cultura della forma giuridica ha preso il sopravvento sull’efficacia dei risultati P uò accadere che, come avviene per gli individui, anche le nazioni si ammalino? E che dunque, come tutti gli ammalati, non riescano più a fare ciò che in precedenza sembravano in grado di realizzare con facilità e naturalezza? La fiction Rai dedicata alla costruzione dell’Autostrada del Sole, in onda lunedì e martedì sera (La strada dritta), sembra destinata a sollevare precisamente un interrogativo del genere. In soli otto anni di lavori, tra il 1956 e il 1964, venne realizzato un tragitto di oltre 700 chilometri, da Milano a Napoli, con soluzioni tecnicamente all’avanguardia per l’epoca. Cinquan- t’anni dopo lo stesso Paese sembra essere diventato incapace di portare a termine qualunque grande opera in tempi decenti e senza che tutto l’incartamento dei lavori finisca nelle aule dei tribunali: dapprima per i ricorsi al Tar, poi per i quasi altrettanto inevitabili casi di corruzione. Per rimanere nel campo dei trasporti, appare davvero impietoso confrontare con la realizzazione dell’Autosole la vicenda della metro C di Roma: allungamento dei tempi, lievitazione delle varianti e dei costi, incertezze sul tragitto finale dell’opera (non si sa se riuscirà ad arrivare a San Pietro o dovrà interrompersi a Piazza Venezia); infine, indagini della magistratura e della Corte dei conti. In questo e in tanti altri casi, i ritardi nei lavori, l’aumento dei costi, gli episodi di corruzione hanno necessariamente dei responsabili con un nome e un cognome, che spetta alla magistratura accertare. Ma dietro i singoli episodi, sembra difficile che non ritorni un quesito come quello iniziale: cosa ci è successo, di cosa si sono ammalati l’Italia e gli italiani per avere dismesso, o almeno così sembra, quella voglia e capacità di fare caratteristica del Paese uscito dalla guerra, protagonista prima della ricostruzione e poi del cosiddetto Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 PROGETTI SALVARE LE EDICOLE CON UNA RETE DI SERVIZI PER IL CITTADINO di Ricardo Franco Levi Futuro Sono circa trentamila in tutta Italia. La loro fortuna declina con i cambiamenti dell’informazione. È tuttavia uno spreco non utilizzarne le potenzialità S parse sull’intero territorio nazionale sono circa ventitremila, un numero che ne fa una rete pari a quella costituita da farmacie e parafarmacie e infinitamente più fitta di quella dei tredicimila uffici postali e delle poco più di quattromilacinquecento stazioni dei carabinieri. Stiamo parlando delle edicole. Le edicole vere e proprie, nelle forme, a tutti note, dei classici chioschi o dei piccoli negozi di paese. Perché, se considerassimo anche le tabaccherie, le stazioni di servizio e i supermercati dove si possono acquistare quotidiani e periodici, i numeri salirebbero sino a superare la soglia dei trentamila punti vendita. Quale che sia il numero esatto cui si scelga di fare riferimento, le edicole costituiscono un elemento forte e distintivo del «paesaggio sociale» italiano. Capita, tuttavia, sempre più spesso di trovare un’edicola chiusa, morta. Le serrande abbassate dei negozi dei più svariati settori merceologici sono purtroppo una visione consueta. Non c’è, dunque, da stupirsi che anche le edicole siano state colpite dalla crisi e dal calo dei consumi. Così come, se si guarda al finanziamento delle imprese, l’Italia si distingue dagli altri maggiori Paesi per il fatto di dipendere in misura assolutamente prevalente e sproporzionata dalle banche, così pure nel campo della distribuzione dei prodotti editoriali l’esperienza italiana differisce dai modelli prevalenti all’estero per il peso più che dominante rappresentato dalle edicole. Da noi le vendite per abbonamento sono state da sempre ridotte a una quota miserevole del totale. La drammatica contrazione delle vendite dei giornali, siano essi quotidiani o periodici, registrata negli ultimi anni per la somma della crisi economica e dell’estendersi di Internet come strumento di informazione, si è quindi scaricata come una devastante «bomba d’acqua» sulle «miracolo economico»? Proprio il confronto tra l’Italia di oggi e quella di mezzo secolo fa rende infatti improponibile ogni spiegazione che tiri in ballo un presunto carattere nazionale e sollecita piuttosto a cercare, come per qualunque malattia, le condizioni che ne abbiano facilitato la comparsa. Tra esse, ai primi posti, va probabilmente collocato quel «dedalo infernale di norme» del quale ha parlato su queste colonne Sergio Rizzo in relazione alla mancata edicole, tanto che negli ultimi anni ne sono andate perdute qualcosa come diecimila. Dobbiamo, per questo, rassegnarci a una progressiva ed inevitabile moria? Non necessariamente. Nell’Italia degli anni (e dei decenni) passati chi possedeva un’edicola poteva stare tranquillo. Era come avere «un podere in Chianti», per dirla con le parole di un toscano, vecchio del mestiere. Per aprire un’edicola serviva una licenza, averne una nuova era difficile e quelle esistenti si vendevano a caro prezzo. C’era una ragione per tutto questo. Le edicole dovevano essere protette e garantite perché erano un presidio essenziale per la diffusione di una libera informazione. Tanto da essere obbligate ad assicurare un uguale trattamento ad ogni pubblicazione, cioè, almeno in teoria, a tenere e ad offrire in vendita ogni giornale, grande o piccolo che fosse. Quei tempi sono passati. Con la riforma del commercio e normative diverse da regione a regione, di fatto oggi chi volesse aprire un’edicola non avrebbe più bisogno di chiedere una licenza né avrebbe ragione di spendere gran cifre per acquistarne una. Non c’è coda di acquirenti quando un’altra edicola si aggiunge a quelle già chiuse. La stessa garanzia di pari trattamento ha perduto ragione di essere. Dati gli alti costi della stampa e della distribuzione, gli editori per primi non hanno più interesse a inviare i loro prodotti in tutte le edicole se non hanno certezza di vendite regolari. Mentre il lettore che voglia avere la certezza di non mancare mai, dovunque egli si trovi, il proprio quotidiano locale o il proprio foglio preferito ha, comunque, la possibilità di servirsi via Internet. Che fare, dunque? Cercare nuove forme di protezione pubblica in ragione del carattere storico delle edicole, così come si cerca di fare per le antiche librerie? Per alcune, forse, ci potrebbero essere le condizioni. La strada maestra, però, non può che essere quella del mettersi al pari coi tempi. In questa direzione sono state fatte leggi — l’ultima è del maggio del 2012 — per sostenere la modernizzazione delle edicole, collegandole in un unico sistema informatico operativo su tutto il territorio nazionale. L’idea era di farne una rete al servizio della pubblica amministrazione. Tutto è rimasto lettera morta. Ma altre idee e altri progetti potrebbero nascere, nel pubblico così come nel privato. La rete di vendita delle edicole è sostanzialmente unica per la sua estensione e le sue potenzialità. Non metterla a frutto con spirito d’innovazione sarebbe un peccato. Peggio, un vero sciupio. © RIPRODUZIONE RISERVATA messa in sicurezza del Bisagno: una giungla di regole che, pensata per rendere più stringenti i controlli, ha finito spesso col favorire quanti guadagnano dai ritardi, dalle varianti, dai ricorsi. L’Italia soffre insomma di una sorta di ipergiuridicizzazione, fondata sul «ruolo eccessivamente preponderante della formazione giuridica» nell’ambito della pubblica amministrazione (così M. Bianco e G. Napolitano in un recente volume della Banca d’Italia su L’Italia e l’economia mondiale), ma che attraverso l’azione pubblica si è estesa a tutta la società. Il Paese soffre di quella prevalenza della cultura della forma sulla cultura dell’efficacia (e dunque dei risultati) che tutti sperimentiamo quotidianamente attraverso i rapporti con le pubbliche istituzioni. Non diversamente dalle fiction dedicate ad Adriano Olivetti e al maestro Manzi, alle sorelle Fontana e al fondatore dell’Ignis Giovanni Borghi, quella sulla realizzazione dell’Autosole ci sollecita dunque a riflettere su come eravamo qualche decennio fa, su ciò che allora sapevamo fare. Sta a tutti noi evitare che questo si risolva in una mera operazione nostalgia, dunque nello sguardo compiaciuto e malinconico insieme verso un passato finito per sempre, ma possa servire a interrogarci sulla condizione di crisi del Paese e delle sue capacità di fare, e su ciò che possiamo mettere in campo per uscirne. © RIPRODUZIONE RISERVATA ●S 27 NON LASCIAMO SOLA ASIA BIBI (E I CRISTIANI PERSEGUITATI) COMMENTI DAL MONDO I nuovi caudillos minacciano il Sudamerica nuova generazione ● ❞ Una di caudillos minaccia la democrazia in America Latina, sostiene un editoriale dell’International New York Times. Il pericolo viene dalla tendenza dei leader a fare di tutto per rinnovare i propri mandati. L’ultimo esempio è quello di Evo Morales, appena rieletto presidente della Bolivia e in carica dal 2006. Gli fanno buona compagnia Rafael Correa dell’Ecuador che vuol modificare la Costituzione per un numero infinito di mandati, Alvaro Uribe della Colombia e Nicolàs Maduro del Venezuela. Proibire davvero le fotografie in tutti i musei di fotografare ● ❞ Illedivieto opere nei musei era facile da far rispettare quando c’erano soltanto le macchine fotografiche. Ma nell’epoca dei telefonini e dei selfie è praticamente impossibile, argomenta Estrella de Diego sul Paìs. E tuttavia secondo il critico del giornale spagnolo la sorveglianza dovrebbe essere raddoppiata e il divieto fatto rispettare comunque, non solo per rispetto dei visitatori e per la salvaguardia delle opere ma per un fattore educativo: concentrati su se stessi si smette di vivere, di ammirare i capolavori. I limiti del farmaco che previene l’infezione da Hiv buona notizia, scrive ● ❞ La Sarah Boseley in una news analysis sul Guardian è che la sperimentazione della pillola che previene l’infezione da Hiv ha dato ottimi risultati in Gran Bretagna. Stiamo parlando del tenofovir, già approvato dalla Food and Drug Administration negli Usa. La cattiva notizia è che il farmaco non fermerà il propagarsi del virus. A causa degli effetti collaterali molti soggetti a rischio non sono disposti ad assumerla tutti i giorni. E per i costi alti quella pillola è proibitiva per le popolazioni dei Paesi poveri, in primis dell’Africa. a cura di Dino Messina periamo tutti che per Asia Bibi ci sia un epilogo simile a quello di Meriam Ibrahim, la cristiana condannata all’impiccagione per apostasia in Sudan e liberata lo scorso luglio grazie a una mobilitazione internazionale. Ma le premesse per questa pachistana di 47 anni, cattolica, madre di cinque figli, in cella da 1.943 giorni per aver insultato Maometto, non sono delle migliori. Giovedì l’Alta Corte di Lahore ha confermato la condanna a morte del 2010 nonostante l’inconsistenza delle accuse formulate da due donne musulmane. Non c’è da stupirsi perché le leggi sulla blasfemia in Pakistan vengono applicate in modo arbitrario diventando così il mezzo per incarcerare persone allo scopo di ottenere vantaggi negli affari o una vendetta. La Commissione giustizia e pace dei vescovi pachistani ha registrato 32 accuse di blasfemia nel 2013. In 12 casi riguar- davano cristiani. «La giustizia è sempre in mano agli estremisti» ha commentato l’avvocato di Asia Bibi, Naeem Shakir. Ed è vero. In Pakistan i musulmani moderati che chiedono di cambiare le «leggi nere» vengono uccisi. «Bisogna continuare a pregare per Asia Bibi — ha detto padre Yousaf Emmanuel, direttore della Commissione nazionale Giustizia e Pace dei vescovi pachistani —. Ci sarà un ricorso alla Corte Suprema». Bisogna mobilitarsi, diciamo noi, in nome della libertà di espressione e di religione, per fermare le stragi di cristiani nel mondo. Il 64% della popolazione del pianeta, stima il Pew Research Center, vive in Paesi che limitano o impediscono la libertà religiosa. L’80% delle persone uccise per il proprio credo è cristiano. L’Ocse ha calcolato che ogni cinque minuti un cristiano muore a causa della fede. Monica Ricci Sargentini © RIPRODUZIONE RISERVATA RAGAZZI E SOCIAL NETWORK L’ETÀ GIUSTA PER ISCRIVERSI Q ual è l’età giusta per consentire l’apertura di un account sui social network? Chi ha un figlio teenager sa che questo è uno dei temi delicati che prima o poi entra nel dibattito familiare. E ora che si torna a parlare di diritto all’anonimato — anche Facebook ci starebbe pensando nonostante si sia affermata su MySpace grazie alla battaglia per le foto personali sugli account — sembra necessario rimettere proprio loro al centro: i teenager. I social network sono nati nel 2003 e, dunque, stanno entrando ora in una fase di maturità. In molti Paesi come l’Italia l’età minima per aprire un account è 13 anni. Ma falsificare l’età è facilissimo visto che non sono richiesti documenti. Inoltre, il problema non è nuovo: già nel 2011 ComScore, la principale società che misura i flussi Internet negli Stati Uniti, quantificò in 3,6 milioni gli utenti sotto i 13 anni. Tutti profili con età «dopata». La posizione di un genitore non è facile. Il dilemma è: permetto consapevolmente l’accesso al figlio oppure lo nego vivendo nel sospetto che, aggirato il divieto, ci sia lo stesso? Per molti versi, ricorda il dibattito sull’obbligo del casco sul motorino negli anni Novanta. Ma qui, a complicare le cose, non è chiaro se il casco possa effettivamente servire a qualcosa. Alcune società come Google sembrerebbero volere riaprire il nodo dell’età minima, per abbassarlo. Il sospetto che lo possano fare per allargare la platea ufficiale degli account per scopi commerciali o pubblicitari è legittimo, anche se non scontato. Ma prima di lasciare che a decidere siano la burocrazia e le lobby, varrebbe la pena di capire come noi genitori vogliamo proteggere i piccoli consumatori di domani. Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA MINISTRI SCIITI E SUNNITI PER IL DIALOGO A BAGDAD P er una volta, buone notizie da Bagdad. Pur se con un mese di ritardo rispetto alle promesse, il neo-premier Haider al-Abadi è riuscito a nominare ieri l’avvocato sunnita Khaled al-Obeid a capo del dicastero della Difesa e lo sciita Mohammed Salem al-Ghabban a quello degli Interni. Il governo è adesso completo e può lavorare a pieno regime per affrontare i problemi che sempre più minacciano l’esistenza stessa dell’Iraq. Le opposte biografie dei due ministri sono una finestra sulle difficoltà del Paese, ma offrono anche la via per provare a risolverle. Obeid è stato un alto ufficiale nell’esercito di Saddam Hussein. Al contrario, Ghabban fu perseguitato e incarcerato dal dittatore. Se oggi riescono a lavorare assieme, possono proporsi a modello per superare la guerra civile tra sciiti e sunniti, che è tra l’altro all’origine del con- senso raccolto dagli estremisti di Isis arrivati dalla Siria. Se è vero infatti che fu la politica settaria filo-sciita dell’ex premier Maliki a fomentare il risentimento sunnita che sostiene i jihadisti, adesso proprio Obeid potrebbe aprire il dialogo tra il governo e le tribù della sua gente comunque critiche degli eccessi di Isis. I due ministri devono inoltre cooperare per bloccare le milizie sciite, che, come indicato da un recente rapporto di Amnesty International, si stanno macchiando di crimini gravissimi nei confronti dei sunniti. Occorre però si muovano rapidi. Le colonne di Isis stanno avvicinandosi alla capitale. Gli attentati sono quotidiani. Vanno coordinate le strategie con gli Usa e con i curdi nel Nord. Abadi è accusato di essere troppo debole. I due nuovi ministri potrebbero rafforzarlo. Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 28 Economia «CorrierEconomia» di Marco Sabella Borse e bond, come cercare di guadagnare con il rimbalzo S i è chiusa una settimana di passione per i listini di tutto il mondo con perdite comprese fra il 4 e il 7% e rimonta finale proprio nel giorno di venerdì 17. Intanto lo spread tra Bund e Btp decennali è tornato ad allargarsi fino a 200 punti salvo riportarsi a quota 161 nell’ultima seduta. Torna il panico sui mercati oppure si tratta di un semplice adattamento a una situazione economica globale meno rosea di quanto gli economisti prevedessero? Tra gli analisti e gli investitori istituzionali prevale questa seconda lettura e molti giudicano la correzione in atto come una buona occasione di acquisto. Questi i temi al centro dell’attenzione di CorrierEconomia, l’inserto economico e finanziario in vendita domani in allegato con il Corriere della Sera. L’analisi dimostra che negli anni della crisi, a partire dal 2008 e fino a settembre 2014, chi ha comprato sulle debolezze ha realizzato un profitto annualizzato del 5,7% e addirittura del 9,2% se gli acquisti sono stati graduali, con il metodo dei Pac, i piani di accumulo del capitale. Guardando al futuro, secondo alcuni strategist, nel 2015 le borse di Italia e Francia potrebbero registrare addirittura performance a doppia cifra. Ma la settimana che si apre domani sarà ricca di novità importanti anche per il reddito fisso, con l’avvio delle sottoscrizioni per la settima emissione del Btp Italia, il titolo del Tesoro con scadenza a sei anni e rendimento agganciato all’inflazione. Conviene acquistare il nuovo bond anche se i prezzi al consumo sono in calo? Gli specialisti rispondono affermativamente, sebbene la cedola minima garantita sia la più bassa di sempre (1,15%). Ma ci sono buone ragioni per scommettere sul ritorno a un andamento positivo dei prezzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Enel, nuove priorità nel piano 2015» Starace: numeri non diversi ma più investimenti per la crescita, c’è molto spazio per liberare valore MILANO Alla fine dell’anno, per l’Enel, l’obiettivo di ridurre il debito netto a 37 miliardi di euro rispetto ai 39 di fine 2013 sarà centrato. Certo, il risultato finale «potrà essere un po’ sopra o un po’ sotto quella cifra», spiega l’amministratore delegato del gruppo elettrico Francesco Starace, che confida comunque sulla bontà delle carte che ha in mano. La zavorra dell’indebitamento resta un tema primario per le relazioni con gli investitori e con le agenzie di rating. Ma anche se «la pressione si sente ancora» le condizioni del mercato dei capitali sono cambiate. L’abbondante liquidità alla ricerca di ritorni affidabili dovrebbe permettere di affrontare il nodo del rientro con minor affanno. E oggi l’attenzione dell’Enel si concentra in modo particolare «sui margini operativi che il gruppo può generare — aggiunge Starace — sulla loro robustezza nel tempo e sul rapporto con il debito, che già copriamo ogni anno per più di un terzo, un rapporto tranquillizzante». Di qui a fine dicembre, in ogni caso, il mercato si aspetta altre novità. Avviato il riassetto della controllata spagnola, avvicinate le attività sudamericane al controllo centrale, deciso un dividendo da 13 miliardi totali, si scommette ora sul collocamento (in Borsa o a investitori privati) di una consistente quota Endesa (si dice il 22%). All’Enel, al momento, non ci si sbilancia su modalità e tempi, né si potrebbe fare diversamente. Quei 2,5 miliardi incassabili dalla cessione spagnola coprirebbero più della metà del piano di dismissioni, che prevede entrate per 4-4,5 miliardi entro fine 2014. L’operazione ha però una sua logica autonoma. Endesa è una società matura: è prima in Spagna e seconda in Portogallo; ha margini limitati di crescita ulteriore ma flussi di cassa costanti e quindi attraenti per gli investitori. E l’Enel potrebbe dirottare i proventi di una discesa nel controllo su un «treno» più promettente, come quello delle attività sudamericane o delle energie rinnovabi- Il riassetto Il gruppo di Agordo In Spagna e America Latina Prima Enel 100% Enel Energy Europe 92,06% Endesa 100% Endesa Latam Dopo Enel 100% Enel Energy Europe 20,3% 40,32% Enersis Società quotata Chi è ● Nato nel 1955 a Roma, Francesco Starace si è laureato in Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano. Ha iniziato la propria attività quale analista per la sicurezza delle centrali elettronucleari presso Nira Ansaldo. È entrato a far parte del Gruppo Enel nel 2000 dove ha rivestito diverse posizioni manageriali. Prima di diventare amministratore delegato di Enel ha guidato Enel Green Power. 100% Endesa Latam 92,06% 20,30% Endesa Società non quotata li. Ma per mantenere le promesse sul piano di cessioni sarà sufficiente, allora, il parco di attività per 8-9 miliardi messo sul tavolo? E si farà in tempo? Sul fronte della Slovenske Elektrarne o su quello delle attività di distribuzione in Romania, i governi di Bratislava e di Bucarest traccheggiano. Ecco così aggiungersi alla lista delle dismissioni le attività nelle rinnovabili in Francia, e il progetto di imbarcare investitori istituzionali in singoli impianti nordamericani di Enel Green Power. Il debito e le cessioni Il debito netto sarà ridotto «intorno» a 37 miliardi. Cedibili anche le rinnovabili francesi Sicuramente le cose saranno più chiare in occasione del piano strategico di marzo 2015. Qualche analista teme che la scadenza possa essere l’occasione per «ammorbidire» alcuni obiettivi del passato, magari fissati sulla base di previsioni troppo ottimistiche. Per ora non sembra essere questo il caso, sostiene Starace: «Sarà un piano diverso nell’articolazione logica dei numeri, ma con numeri non diversi». In che senso? Nell’audizione al Senato di qualche giorno fa il ceo Enel ha sostenuto che vada rovesciata la logica che prevede che dei 25 miliardi di investimenti pre- 0% MILANO Ci vorrà ancora qualche giorno per cono- 40,32% Enersis d’Arco visti (in 5 anni) 16 vadano alla manutenzione e solo 9 alla crescita. Come è stato fatto in passato ad Enel Green Power, Starace si ripromette di spingere sul pedale dell’ «ottimizzazione»: «Abbiamo un potenziale enorme di liberazione di valore — afferma — come nelle reti di distribuzione, ora suddivise su 8 Paesi, ognuno con un sistema diverso. Abbiamo 61 milioni di clienti, e metà del margine Enel viene da lì». Musica differente, invece, per il mercato elettrico italiano. L’Enel ha alzato il velo della questione «sovracapacità produttiva», causata dallo sviluppo delle energie rinnovabili e dal calo dei consumi. Per il gruppo si tratta di 23 impianti e 700 dipendenti di troppo (questi ultimi non perderanno il posto di lavoro). In tutto circa 11 Gigawatt di potenza, il 25% del parco termoelettrico nazionale. La stima è che altri 10-12 Gigawatt siano in eccesso, un numero che andrebbe poi tradotto in centrali e occupati per ogni società. Poco potrebbe il «capacity payment», che secondo Starace sarebbe poco più di «un pannicello caldo» in una crisi strutturale. Curioso, infine: persino una controllata «indiretta» dallo Stato, come Enel Green Power, potrebbe fare ricorso al Tar contro il taglio degli incentivi al fotovoltaico. Una misura retroattiva considerata anticostituzionale. Anche se presa dal governo Renzi. Stefano Agnoli Due miliardi per aiutare la nascita di nuove aziende agricole e sostenere le esistenti «in un momento di mercato difficile, quando i problemi sono grandi anche sul fronte del credito». Il ministro Maurizio Martina ha scelto il Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio (organizzato da Coldiretti) per delineare gli otto punti degli interventi 2015-2017: contratti di filiera per le piccole aziende e di diCERNOBBIO (COMO) 11 milioni di italiani non mangiano in maniera adeguata stretto-filiera per le reti di aziende; sostegno a chi ha progetti di sviluppo industriale o commerciale; fondo di garanzia con copertura fino al 70% del prestito avuto dalla banca; fondo di credito Ismea per i mutui; aiuti alle startup, ai giovani e alle piccole e medie imprese che programmano investimenti. «Nonostante la crisi e il crollo dei consumi, il nostro è l’unico settore che offra un futuro e un lavoro: nel secondo quadrimestre del 2014 siamo cresciuti del 5,6%; negli ultimi scere il nuovo assetto di vertice che traghetterà Luxottica fuori dalle secche in cui è finita dopo le dimissioni, una settimana fa, del ceo per la finanza Enrico Cavatorta. Il futuro coamministratore delegato per l’area mercati che affiancherà il capo delle operation Massimo Vian è ancora in via di selezione, con la regia del presidente Leonardo Del Vecchio che in questi giorni ha intensificato gli incontri con il board. In ballottaggio ci sarebbero ancora due candidati, di cui uno straniero. Nessun annuncio ufficiale, secondo fonti vicine al vertice, sarebbe atteso a stretto giro in quanto non sono ancora stati convocati né il comitato controllo e rischi presieduto da Mario Cattaneo, né quello risorse umane guidato da Claudio Costamagna. Ossia i passaggi formali indispensabili per arrivare pronti alla scadenza di mercoledì 29 ottobre, Governance Leonardo Del Vecchio, con la moglie Nicoletta Zampillo. Il presidente della Luxottica annuncerà il 29 ottobre la nuova governance giorno della presentazione dei conti del terzo trimestre ma soprattutto la data promessa da Del Vecchio al consiglio per trovare la nuova governance della multinazionale che nei giorni caldi delle tensioni in consiglio ha perso un valore teorico di 2,4 miliardi. Da Agordo e dagli ambienti vicini al consulente Francesco Milleri arrivano rassicurazioni sulla scelta imminente. Cosa di cui beneficia il titolo (venerdì ha recuperato il 3,7%). La Consob intanto nei giorni scorsi ha intensificato i contatti con Luxottica per seguire le vicende e le prospettive di trovare una rapida soluzione al vertice. Tra Milano e la sede di Agordo, intanto, si lavora per preparare la conference call con gli analisti del 29 che non sarà guidata da Cavatorta, dimissionario. L’attenzione è concentrata sull’allestimento di un’intera squadra della finanza Luxottica per rispondere alla raffica di domande di analisti e fondi internazionali, che saranno impegnative. Daniela Polizzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Due miliardi alle aziende agricole strette tra «falsi» e embargo russo DALLA NOSTRA INVIATA Vertice Luxottica, un ballottaggio per il secondo ceo anni abbiamo creato 10 mila posti di lavoro» aveva del resto detto Roberto Moncalvo, 34 anni, presidente di Coldiretti, piemontese come Paolo Bonomi che nel 1944 fondò l’associazione di imprenditori che, con il suo milione e mezzo di iscritti, è la più forte del Paese e tra le più importanti in Europa. Le contraffazioni («i prodotti-tarocco») e il conto che l’embargo russo iniziato il 7 agosto sta presentando sono stati gli altri temi della giornata di ieri, mentre sullo sfondo restano i numeri della crisi illustrati nel- © RIPRODUZIONE RISERVATA Confronto Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti. Nella foto in alto, il ministro Maurizio Martina la prima giornata: 11 milioni di italiani (+130% rispetto al 2008) non mangiano in modo adeguato, mentre (ricerca Coldiretti/Censis) oltre 4 milioni chiedono aiuto per i pasti. Le contraffazioni e il mercato illegale nel quale la malavita organizzata mette radici sono in aumento: dalle mozzarelle ai terreni agricoli, dai ristoranti all’autotrasporto, il business illegale fattura circa 14 miliardi, e cresce nel mercato indebolito dalla crisi (il 61% dei disoccupati accetterebbe lavoro anche in un’azienda che ricicla denaro sporco) . E i «falsi» crescono anche sul mercato russo, negli spazi svuotati dall’embargo che su base annua al settore costa 200 milioni. Laura Guardini © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 ECONOMIA 29 Il bollettino sul rischio Consob: nessuna bolla ma attenzione ai corporate bond Dopo la correzione delle Borse Virgin Money, Branson rinvia la quotazione a Londra La Consob mette in guardia dal rischio di correzioni nella valutazione delle obbligazioni delle aziende europee, a seguito del contesto di instabilità e incertezza in cui sono ripiombati i mercati. Escluso, secondo il bollettino «risk outlook» di ottobre, un rischio bolla per le azioni europee, i cui valori sono «in linea con i fondamentali». Rischi contenuti anche per i titoli di Stato, «protetti» dalle misure non convenzionali messe in campo dalla Bce. Il bollettino ha però sottolineato che per le banche italiane nel periodo 2011-14 ci sono stati pochi aiuti di Stato e tanto ricorso al mercato, al contrario di quello che hanno fatto le banche di Germania, Spagna e Francia. Virgin Money, l’istituto bancario del fondatore dell’impero Virgin, Richard Branson (nella foto), ha deciso di rinviare la sua quotazione sulla Borsa di Londra dopo i crolli dell’ultima settimana. L’Ipo, ha fatto sapere la stessa società, avrà luogo «dopo ottobre 2014 e appena si verificheranno costruttive condizioni di mercato». Il rinvio della banca, che ha rilevato Northern Rock nel 2011, arriva dopo quello di Aldermore di pochi giorni fa. Ed è probabile che sarà seguito anche da altri ripensamenti fino a quando non si capire se la correzione in corso sui listini è solo temporanea. Crevit, il giallo della moneta online e la pista che porta a Hong Kong Famiglie e imprese Fisco, la valanga delle scadenze: entro fine anno 25 pagamenti Il credito non è esigibile in euro, il debito sì. La holding è nata 3 mesi fa in Cina La vicenda ● Il Crevit viene sponsorizzato come «moneta complementare» anche se di fatto è un’unità di conto della piattaforma di scambio di beni e servizi crevit.it. Anche se l’apertura di un «conto» è gratuita per farsi anticipare dei Crevit con un fido bisogna pagare il 5% di commissione, oltre l’Iva. La società risulta controllata da una holding con sede a Hong Kong MILANO Non è gratis come viene sbandierata. Non è una «moneta» per come siamo abituati a percepire quelle con corso legale. E, anche se il nome, Crevit, sembra fare il verso a una sorta di istituto di credito, risalendo la catena della Crevit Italia Srl si arriva fino a una “unlimited company ” numero 2121358 (non si sa nient’altro, nemmeno l’indirizzo) di Hong Kong. Anche se è emersa solo ora, la società Crevit Italia Srl era stata fondata da Marco Melega già nel 2009, subito dopo il fallimento di una sua precedente attività con la Level One Srl. In una vecchia versione del sito registrato da una «wayback machine», una sorta di archivio fotografico del web, lo spot era degno di una delle sirene dell’Odissea: «Compra e vendi senza denaro». «Senza soldi non si canta messa...» ha postato, con saggezza popolare, un utente sulla pagina Facebook del gruppo. Comunque dallo scorso luglio il 100% delle quote è passato alla Crevit International Holding Limited (Cina). Sul chi ci sia dietro la società non ha risposto. Si legge nel sito crevit.it che «Crevit è la nuova moneta complementare non convertibile in euro a cui è dato il valore convenzionale di un euro». La curiosità, inutile negarlo, viene solleticata. E anche l’idea ha un suo valore suggestivo: in una fase di crisi il ritorno a una forma di baratto tra beni e servizi — di cui il Crevit si propone come unità di misura all’interno della piattaforma online permettendone la circolazione — non è sbagliata ma nemmeno nuova (in Sardegna una startup italiana finanziata dal fondo DPixel e partecipata da alcune fondazioni bancarie opera da alcuni anni con il Sardex che però è un circuito di credito solo tra aziende selezionate). Visto che il Crevit tenta di coinvolgere le famiglie e offre a chiunque un conto via web è giusto leggere bene le postille sommerse nel fiume di promesse. Del tipo: è vero che non è convertibile in euro? Dipende se sei in credito o in debito. Per certi versi ricorda un test di valutazione da mondo della finanza gessata. Domanda: quanto fa 2+2? Risposta esatta: Commissione, al netto dell’Iva, che bisogna anticipare per avere Crevit Tasse in Europa Google dice addio al «Double Irish» e alle Bermuda Google pensa di smantellare la sua sede fiscale nelle Bermuda per concentrarsi su quella irlandese, dove comunque l’imposta sugli utili è ridotta al 12,5%. Lo rivela «Le Monde» secondo il quale l’idea di Google sarebbe quella di anticipare il governo di Dublino, il quale intende abolire il sistema del «Double Irish» entro il 2020. TRIBUNALE DI PRATO Via Baracca, 183, Novoli (FI) Via Erbosa, 113 (FI) Viale S. Concordio 996/d (LU) Via delle Fonti, 289 (PO) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il sottoscritto Andrea Lolli commissario straordinario della Stefan srl unipersonale in amministrazione straordinaria, nominato con provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico del 29 luglio 2013, informa che in data in data 28 giugno con decreto il Tribunale di Prato ha ammesso la società Stefan s.r.l. unipersonale in liquidazione alla procedura di amministrazione straordinaria, che in data 27 settembre 2013 è stato depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico un Programma di Cessione ai sensi dell’art. 27, lett. a, d.lgs. 270/99, che in data 7 febbraio 2014 è stata depositata la modifica ed integrazione al Programma di Cessione della procedura e che in data 12 febbraio 2014, con D.M. dello Sviluppo Economico è stata autorizzata ex art. 57 d.lgs. 270/1999 l’esecuzione del Programma secondo l’indirizzo suddetto. Il ramo d’azienda oggetto di cessione sarà costituito in estrema sintesi da n. 4 (quattro) Punti Vendita all’ingrosso che operano tramite la formula del c.d. “Cash and Carry”, tenuto conto della potenzialità di riconversione degli esercizi in medie strutture di vendita al dettaglio di superficie commerciale comunque inferiore a 1.500 mq di cui alla documentazione presente in data room; ELENCO PUNTI VENDITA CASH & CARRY Firenze CASH Firenze SUD CASH Lucca CASH Prato CASH 5% dipende se stiamo comprando o vendendo… Così bisogna sapere che il credito in Crevit «non è mai convertibile in euro». Ma niente paura: secondo la società se non sapete cosa farne basta trovare una Onlus a cui regalarli. Bene che vada sarebbe come trovarsi un cassetto pieno di «buoni pasto» che nessuno accetta più. Dalla carta straccia al bit straccio. Diversamente, per chiudere un conto a debito dopo 24 mesi, gli euro tornano improvvisamente di moda, chiaramente a vantaggio della società (il debito in Sardex, per esempio, non può essere tramutato in euro, mai). Altra illusione: «La piattaforma è gratuita». Sì, aprire un conto vuoto, ma acquistare crediti con un fido ha una commissione del 5% più Iva. Inoltre va chiarito subito un altro fattore: il Crevit non è una criptomoneta come il bitcoin. La differenza è sostanziale: il bitcoin viene registrato su memoria informatica e non è legato al fallimento di una singola società (nel caso del crac della piattaforma giapponese MtGox molti utenti non avevano registrato i codici). Qui, invece, i crediti svaniscono con un fallimento. Insomma nel Crevit non c’è nessun algoritmo o tecnologia. Quello che fa Crevit lo potrebbe fare qualunque gruppo di persone: la differenza la fa solo la fiducia nei confronti del marchio (con holding in Cina). Massimo Sideri [email protected] Novantuno miliardi di imposte, da pagare tra novembre e dicembre. Per imprese e famiglie italiane gli ultimi mesi di questo 2014 hanno in serbo una vera e propria valanga di scadenze fiscali: almeno 25, in pratica quasi una ogni due giorni. A cominciare dal versamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori familiari, per continuare con le ritenute dovute dai lavoratori autonomi, l’Iva, gli acconti Irpef, Ires e Irap, il versamento dell’ultima rata dell’Imu e della Tasi. A mettere in fila tasse e balzelli che imprenditori e capifamiglia devono onorare, ci ha pensato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ne ha contati un centinaio, tra addizionali, bolli, canoni, cedolari, concessioni, contributi, diritti, maggiorazioni, ritenute e sovraimposte. Il gettito si concentra comunque su pochissime voci. Le prime 10 imposte (Irpef, Iva, Ires, Irap, imposta sugli oli minerali, Imu, imposta sui tabacchi, addizionale Irpef regionale, ritenute sugli interessi e altri redditi da capitale e l’imposta sul lotto) hanno garantito nel 2013 oltre l’83% del gettito tributario. Per l’anno in corso, lo Stato e le Autonomie locali incasseranno 487,5 miliardi. Che sommati ai contributi sociali, pari a poco piu’ di 216 miliardi, faranno schizzare il gettito fiscale del 2014 a una cifra da capogiro: 704 miliardi. Gabriele Dossena mq 2050 2015 4258 2875 Alla luce di quanto sopra, il sottoscritto commissario straordinario invita qualunque interessato a presentare manifestazioni d’interesse per l’acquisto del ramo d’azienda nei termini esattamente descritti nei documenti posti in data room, e per questa finalità comunica che la data room verrà aperta dal 20 ottobre 2014 al 28 novembre 2014, presso lo Studio Dottori Commercialisti Associati Ciardi, Conti, Papini, Farnetani, Via Adriano Cecchi, 30, Prato (PO). Alla data room verranno ammessi esclusivamente i soggetti abilitati a norma di quanto previsto nel regolamento di data room, persone fisiche o giuridiche, direttamente interessati, anche per mezzo di loro dipendenti, ausiliari o professionisti incaricati, con esclusione degli intermediari. Le eventuali offerte irrevocabili che perverranno alla chiusura della data room non impegneranno la procedura, la quale si riserva di dar corso al Programma di Cessione nei tempi e modi concordati con i propri organi di controllo. Per informazioni contattare: Stefan s.r.l. unipersonale in amministrazione straordinaria, c/o Studio Dottori Commercialisti Associati Ciardi, Conti, Papini, Farnetani, Via Adriano Cecchi, 30, Prato (PO) - attenzione dott. Francesco Farnetani e Papini Maria Tel: +39 348-7618230. E mail: [email protected]. Pec: [email protected]. Informazioni su sito Internet www.tribunale. prato.it - www.astalegale.net - www.asteimmobili.it - www.portaleaste.it - www.publicomonline.it (Astalegale.net S.p.a tel. 075/5005080). ASSOCIAZIONE dei COMUNI DI VALLEDORIA, VIDDALBA e SEDINI Provincia di Sassari Comune di Valledoria - Area Ambiente AVVISO BANDO DI GARA APPALTO PUBBLICO PER L’AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO ASSOCIATO DI IGIENE URBANA E COMPLEMENTARI NEI COMUNI DI VALLEDORIA, VIDDALBA E SEDINI IN UN LOTTO UNICO PER IL PERIODO DI ANNI 6 (SEI) DECORRENTI DALLA DATA DI AFFIDAMENTO più eventuale proroga di sei mesi del contratto alla scadenza naturale. APPALTO DI SERVIZI: Categoria 16, CPC 94, CPV 90511100-3, 90512000-9, 90610000-6. PRESTAZIONE PRINCIPALE: CPV 90511100-3 “Raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti Solidi Urbani e assimilati, prodotti nell’intero territorio dei comuni dell’associazione” IMPORTO COMPLESSIVO APPALTO 6.741.593,07 + IVA. IMPORTO POSTO A BASE D’ASTA Euro 5.236.750,8 + IVA. CODICE CIG [5953433055]. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE: Procedura aperta (art.54, comma 1 e comma 2, art. 55, comma 5 del D.Lgs. 163/2006). CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE: economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art. 83 D.Lgs. 163/2006. SCADENZA TERMINE RICEZIONE OFFERTE: 16/12/2014 ore 13,00. SEDUTA PUBBLICA di apertura: 19/12/2014 ore 10.00. PUBBLICITA’: Il Bando di Gara è stato pubblicato alla GUUE il 15/10/2014 e pubblicato all’Albo Pretorio Web del Comune di Valledoria dal 09/10/2014 al 16/12/2014. Il Bando di Gara, il Disciplinare di gara, il Capitolato Speciale D’Oneri e gli altri allegati sono altresì visionabili sul sito internet www.comune.valledoria.ss.it. 15 ottobre 2014 IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO F.to Geom. Martino Murroni PROVINCIA DI VERONA PROVINCIA DI VERONA PROVINCIA DI VERONA PROVINCIA DI VERONA ASTA PER LA VENDITA DI UN FONDO A SAN FLORIANO, IN COMUNE DI SAN PIETRO IN CARIANO (VR) E’ indetta asta pubblica per la vendita di un fondo agricolo a S. Floriano, in Comune di S. Pietro In Cariano (VR), in fregio a via Speri e via Ca’ dell’Ebreo, in Valpolicella, nella zona classica per la produzione dell’omonimo vino. Il fondo ha una superficie catastale di 119.676 mq., pari a circa 39,89 campi veronesi. Il prezzo a base d’asta è di euro 5.834.000,00 (euro cinquemilioniottocentotrentaquattromila/00). Sono ammesse solo offerte in aumento rispetto al prezzo a base d’asta. Ricezione offerte: protocollo della Provincia di Verona entro le ore 12:00 di lunedì 1° dicembre 2014, a pena di esclusione. Apertura offerte: seduta pubblica alle ore 10:00 di giovedì 4 dicembre 2014 in una sala della Provincia, in via Franceschine n. 10, 5° piano, a Verona. L’avviso d’asta integrale è sul sito http://www.provincia.vr.it. Verona, 17 ottobre 2014 Il dirigente ing. Elisabetta Pellegrini ASTA PER LA VENDITA DI UN FONDO AGRICOLO in Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, frazione di Ponton, con annessi fabbricati E’ indetta asta pubblica per la vendita di un fondo agricolo in Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, frazione di Ponton, con annessi i fabbricati derivanti dalla soppressione dell’ex compendio ospedaliero. Classe energetica dei fabbricati “F”. Il prezzo a base d’asta è di euro 2.832.000,00 (euro duemilioniottocentotrentaduemila/00). Sono ammesse solo offerte in aumento rispetto al prezzo a base d’asta. Ricezione offerte: protocollo della Provincia di Verona entro le ore 12:00 di lunedì 1° dicembre 2014, a pena di esclusione. Apertura offerte: seduta pubblica alle ore 10:00 di giovedì 4 dicembre 2014 in una sala della Provincia, in via Franceschine n. 10, 5° piano, a Verona. L’avviso d’asta integrale è sul sito http://www.provincia.vr.it. Verona, 17 ottobre 2014 Il dirigente ing. Elisabetta Pellegrini ASTA PER LA VENDITA DI UN’EX VILLA PADRONALE CON EX CHIESETTA E PARCO ANNESSI, IN COMUNE DI S. AMBROGIO DI VALPOLICELLA (VR) E’ indetta asta pubblica per la vendita di una ex villa padronale, con ex chiesetta e parco annessi, ubicata in località “La Grola”, in Comune di S. Ambrogio di Valpolicella (VR). Classe energetica “G”. Il prezzo a base d’asta è di euro 1.016.000,00 (euro unmilionesedicimila/00). Sono ammesse solo offerte in aumento rispetto al prezzo a base d’asta. Ricezione offerte: protocollo della Provincia di Verona entro le ore 12:00 di lunedì 1° dicembre 2014, a pena di esclusione. Apertura offerte: seduta pubblica alle ore 10:00 di giovedì 4 dicembre 2014 in una sala della Provincia, in via Franceschine n. 10, 5° piano, a Verona. L’avviso d’asta integrale è sul sito http://www.provincia.vr.it. Verona, 17 ottobre 2014 Il dirigente ing. Elisabetta Pellegrini ASTA PER LA VENDITA DI UN FABBRICATO NEL CENTRO STORICO DI LAZISE (VR) E’ indetta asta pubblica per la vendita di un fabbricato nel centro storico di Lazise (VR), in via F. Fontana n. 14, che si affaccia sul Lago di Garda. Il fabbricato é a schiera, attualmente ad uso uffici, su tre piani interamente fuori terra, ciascuno della superficie lorda di circa 88 mq, oltre ad un piano soffitta-sottotetto. Edificio di classe F. Il prezzo a base d’asta è di euro 700.000,00 (euro settecentomila/00). Sono ammesse solo offerte in aumento rispetto al prezzo a base d’asta. Ricezione offerte: protocollo della Provincia di Verona entro le ore 12:00 di lunedì 1° dicembre 2014, a pena di esclusione. Apertura offerte: seduta pubblica alle ore 10:00 di giovedì 4 dicembre 2014 in una sala della Provincia, in via Franceschine n. 10, 5° piano, a Verona. L’avviso d’asta integrale è sul sito http://www.provincia.vr.it. Verona, 17 ottobre 2014 Il dirigente ing. Elisabetta Pellegrini TRIBUNALE DI MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA Nella causa di I Grado RG 5670/13 promossa da Giovanni Rebosio, Serafina Gallo, Mauro Rebosio, Erika Rebosio e Alberto Bertoli, Contro RTI S.p.A. e News 3.0 S.p.A. PQM Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza ed eccezione disattesa o assorbita, così dispone: - Accertato che l’utilizzo delle immagini degli attori da parte di RTI e NEWS 3.0 SPA è illecito, inibisce a RTI e NEWS 3.0 SPA l’ulteriore utilizzo delle immagini con i volti degli attori senza il loro consenso. - Condanna RTI al pagamento in favore degli attori, per i titoli di cui in motivazione, della somma di euro 52.000,00, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria, decorrenti dal 30 settembre 2012 al saldo. - Condanna NEWS 3.0 SPA al pagamento in favore degli attori della somma di euro 5.000,00, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria decorrenti dal 30 settembre 2012 al saldo. - Ordina la pubblicazione del dispositivo della presente sentenza, pubblicazione da effettuare sul quotidiano Corriere della Sera per una sola volta, a cura e spese di RTI entro trenta giorni dalla notificazione della presente sentenza, con facoltà per gli attori di provvedervi a loro cura, in caso di incompleto o intempestivo adempimento da parte della convenuta, ripetendo da RTI le spese a semplice presentazione della fattura. - Condanna RTI alla refusione delle spese processuali liquidate in euro 16.000,00 per compensi ed euro 927,00 per spese, oltre a spese generali ed accessori di legge, di cui euro 5500,00 a carico solidale con l’altra convenuta NEWS 3.0 SPA. Condanna la convenuta NEWS 3.0 SPA alla refusione delle spese processuali liquidate in complessive euro 5500,00 oltre spese generali e accessori di legge, in solido con RTI. Milano, così deliberato nella camera di consiglio del 7 luglio 2014 Il Giudice Relatore Il Presidente Dott. Silvia Giani Dott. Marina Tavassi Via Rizzoli, 8 Per la pubblicità legale e finanziaria 20132 Milano Tel. 02 2584 6665 rivolgersi a: Fax 02 2588 6114 RCS MediaGroup S.p.A. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano Via Campania, 59 00187 Roma Tel. 06 6882 8650 Fax 06 6882 8682 Vico II San Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli Tel. 081 49 777 11 Fax 081 49 777 12 Via Villari, 50 70122 Bari Tel. 080 5760 111 Fax 080 5760 126 30 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 31 Cultura & Spettacoli 7 giorni di tweet I consigli di Carlo A. Martigli per @La_Lettura. Da oggi tocca ad Alison Norrington Domenica Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato Trilogia sporca dell’Avana, Pedro Juan Gutiérrez. Avventure picaresche per chi ama sentirsi libero e sorridere Danubio, Claudio Magris. Un viaggio globale dalle sorgenti alla foce del Danubio Le Nozze di Cadmo e Armonia, Roberto Calasso. La mitologia greca in un libro da sfogliare a caso L’opera al nero, Marguerite Yourcenar. Il perfetto ritratto dell’uomo rinascimentale Caino, José Saramago. Il suo ultimo e più folle libro. «...Dio, né lui capisce noi, né noi capiamo lui». Colla, Irvine Welsh. Sesso, droga e violenza, quattro ragazzi crescono, dal 1980 al 2000 Satana, Cantor e l’infinito, Raymond Smullyan. Per esercitare la mente in modo divertente e intelligente Vintage Improvvisi Anche la famosa Casati fu una moglie E dal fax uscivano i topi di Scialoja di Sebastiano Vassalli di Alberto Arbasino che le aveva tutt’e due. Ma si trattava di un suo fratello, identico. E mi rammentai di Giovanni Urbani, col quale avevamo condiviso una quantità di cenette all’aperto, nei paraggi di Piazza Navona. Memorie di Cesare, pronto ad aprire o chiudere il portone quando il fratello, in via dei Banchi Vecchi o Nuovi, era perseguito dai teppisti di Campo de’ Fiori. Ora, Argan lesse una lezione o commemorazione perfetta. Manzù borbottò un alcunché. Che fare? Chiacchierai su Cesare Brandi a ruota libera. E mi fu immensamente grato per l’autentico affetto. Poi, sulla stessa macchina per Firenze, mi accorsi che aveva perso della pipì. «L a famosa Casati… Era la prima moglie di mio suocero», sorrideva levando il mento Anna Casati, moglie di Camillo, anzi Camillino. Offrivano vasti ricevimenti in via Puccini, in un grande salone pieno di tavolini abbigliati, con una quantità di scatoline e tabacchiere. Nelle sale attigue, come in un gabinetto di storia naturale, uccelli rarissimi o comunissimi perfettamente impagliati, con un minuzioso cartellino che precisava il luogo e la data dell’uccisione. Poi avvenne la tragedia. Triplice. ✽ ✽ ✽ Al palazzo Fortuny, veneziano, in campo San Beneto, mentre una anziana vedova Fortuny agonizzava lungamente a un piano superiore, si andava da una governante che vendeva i fondi innumerevoli di magaz- ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ ✽ in poi, una quarantina d’anni fa, ci si scambiavano piacevolezze per fax. E ho ancora, benché impalliditi, i suoi coniglietti che uscivano danzanti sull’apparecchio. Però, anche fior di dipinti. Ecco qui una composizione geometrica, e una «caccola» di veri stronzi, allineati su una importante parete di contemporanei. «Caro topo, vecchio topo, tu non sai cosa vien dopo»… «E se il tip-tap dei topi, “toppa” fra i proto-tipi?»... «Il Topo — per Toti — è un tipico topo — intrappolato — in un proto-tipo — forse appropriato. O anche troppo?»... «La Pala Costaguti — attribuita a Gabriella — con Toti ed altri aiuti»... Con Toti Scialoja, da Amato topino caro Incontrando il nome di Manzù, poi, diventa indimenticabile il ricordo di Cesare Brandi. Quando, per un ritardo raccapricciante, gli fu solennemente conferita la cittadinanza onoraria di Siena, la sua città. Gli avevano già amputato una gamba, e arrivando a Vignano osservai zino a pezzetti — residui di remotissimi tornei torinesi, da utilizzare sui divani, dunque — o anche a metraggio. Ne comprai vari tagli, da regalare alle amiche «conoscenti», anche per nozze. Così finirono benissimo, in vesti da ballo, o in cuscini. ✽ ✽ ✽ Una tavola da La Casati. La musa egoista, la graphic novel di Vanna Vinci (Rizzoli Lizard, 2013) dedicata alla vita dell’eccentrica nobildonna Luisa Casati Amman (1881-1957) Ottiero… Sua moglie, Silvana Mauri, aveva una vera vocazione per le anime smarrite: a cominciare da Pasolini. E poi, Franca Valeri divenuta siffatta a causa della predilezione per Paul Valéry. Per tanti anni, abbiamo abitato allo stesso N. 6 di via San Primo, giacché suo fratello Fabio aveva la delicatezza di affittare «il pianterreno della nonna», ancora col materassaio in cortile, come «seconda casa» a chi ne avesse un’altra. Arrivando in macchina lì sotto, ecco Valentino Bompiani con la moglie Bregoli. Gli si diede il catalogo di Arnold Böcklin già lì pronto (Basilea 1977). E lui, appassionatamente, mandando su la consorte, ne rifece l’impaginazione. Una delle ultime volte. Ottiero e Silvana abitavano più sopra. Li andavo a trovare, ogni tanto. Lui, spesso iroso. Lei, pacifica. «N La scrittrice sudafricana Nadine Gordimer (1923-2014): nel 1991 vinse il Nobel per la letteratura destino modellato dalla matrice storico-politica in cui sono nata». Sulla testimonianza, che «non è una parola semplice» quando la storia tira per la giacca gli autori, tonerà a riflettere nel 2006. Arrivando a elaborare il concetto di testimonianza interiore. Sono due dei saggi che ripercorrono la vita dell’autrice sudafricana morta il 14 luglio (1923-2014) e che finiscono per costituirne un’autobiografia intellettuale (Tempi da raccontare traduzione di Franca Cavagnoli, Valeria Gattei e Maria Luisa Cantarelli, Feltrinelli, pp. 251, 20). Di essere nata in una terra infuocata, si accorse fin dall’infanzia. Cresciuta in una cittadina mineraria, andava a giocare alle pendici di vecchi mucchi di carbone che parevano colline ricoperte dalla vegetazione. Ardevano dall’interno e qualche bambino ● L’artista romano Toti Scialoja (1914 – 1998, foto in alto): fu pittore, scenografo e poeta. Nella sua produzione anche libri per l’infanzia come Amato topino caro. 53 poesie con animali, edito da Bompiani nel 1971 (al centro la copertina) rimaneva incenerito. È la sua storia, raccontata nel testo più intimo della raccolta. Eppure quei cumuli dall’apparenza innocua alludono alla tranquillità di facciata che celava l’apartheid. Dal 1954, l’anno del primo saggio, al 1991, quando ritirò il Nobel, con Mandela già libero, e oltre, non dismise mai l’impegno. Lo scrittore, diceva, è «responsabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il fuoco nascosto nei mucchi di carbone: l’apartheid era lì on siamo figli soltanto della nostra epoca, ma anche del luogo in cui viviamo», scrive Nadine Gordimer in un breve saggio del 1985: «La mia coscienza e il mio subconscio, da cui attingo ciò che scrivo, derivano, fin dagli aspetti più personali della mente e dello spirito, dal Q Zola con una pagina di «L’Aurore» e Filippo Tommaso Marinetti con il «Figaro» hanno lasciato un segno nel tempo. Oggi dovrebbero ricorrere alla televisione, e non è detto che riuscirebbero ad avere gli stessi risultati. Il penultimo intellettuale, in Italia ( l’ultimo è Adriano Celentano, nella foto Ansa) è stato Pasolini. Non il poeta delle Ceneri di Gramsci: la poesia interessa a pochi. La sua forza era quella del cinema. Le sue idee come intellettuale erano quelle che erano; fossero state diverse, non cambiava niente. I fuoriclasse dei media, oggi in Italia, sono Berlusconi e Renzi. Berlusconi non ama gli intellettuali e ne ha attorno pochi. Attorno a Renzi, alla Leopolda, ce n’erano parecchi che spifferavano il come e il perché. Quando lui è andato al potere gli ha proposto di diventare ministri e loro cos’hanno fatto? Sono scomparsi. Pasolini (forse) un ministero l’avrebbe accettato. Celentano anche. Non ci sono più gli intellettuali di una volta. Il mondo è cambiato. Saggi di Nadine Gordimer (Feltrinelli) di Cinzia Fiori Intellettuali e no: Pasolini un ministero l’avrebbe accettato (pure Celentano) ualche settimana fa, un giornale italiano è tornato a porsi il problema degli intellettuali: esistono ancora? Dove sono? Chi sono? Contano qualcosa? Gli intellettuali, che intervengono a dire la loro nelle vicende umane e vorrebbero in qualche modo guidarle, esistono grazie al sistema dei media e dipendono dai media. La loro forza, in passato, era quella dei giornali. Émile ✽ ✽ ✽ Segantini, Giacometti… Mi sono sempre domandato: ma quando Rilke nel ’19 giunse nell’incantevole borgo di Soglio, ospite nel suo albergo di un Thurn und Taxis, con i due figli giovanotti Pierre e Balthus, visitavano oppure no la grande baita-atelier dei Giacometti, a Stampa, cioè a un passo? Lì vivevano il padre (Giovanni) dell’autore delle sculture esistenziali e filiformi. E a Coira v’è un museo dove sono esposti i lavori pittorici dei vari Giacometti. ✽ ✽ ✽ «Faitez-moi une petite folie», pare che dicesse Lilli Volpi a Tomaso Buzzi, partendo per un soggiorno americano. E al ritorno, sulla spiaggia di Sabaudia, trovò un immenso tempio greco, il celebre Volpaeum, da arredare coi mobili «anni Trenta» in ferro battuto come nella Machine infernale di Cocteau. Con un podietto per annunciare la colazione, mediante una tuba, da parte del maggiordomo in frac. E lì posso ricordare certe sue nenie meridiane e orientali, con Philippine de Rothschild. Cosa avrà detto Mimi Pecci allo stesso Tomaso Buzzi? Un teatrino regale come a Versailles? Effettivamente, alla Cometa, i distinti ospiti in platea si lamentarono molto per la mancanza di schienali sulle panche imbottite (come a Versailles). Ma Buzzi rimediò subito. La sera dopo, gli schienali c’erano. Quando poi Buzzi arredò un mezzanino per un suo favorito, installò i letti a castello. Fu subito detta: la capanna dei sette nani. Volti ● Alberto Giacometti (1901–1966; foto in basso), artista svizzero nato nel Canton Grigioni, tra i maestri del Novecento. Alla Galleria d’arte moderna di Milano, fino al 1° febbraio, è aperta la mostra Giacometti, con 60 suoi lavori, a cura di Catherine Grenier 32 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera SPETTACOLI Gag in tv Sting canta le suonerie dei telefonini. Non è l’ultima frontiera del business discografico in crisi, ma una gag televisiva. Ospite di Jimmy Fallon (nella foto con Sting) al «Tonight Show» della Nbc, il cantautore ha reinterpretato con la propria voce le suonerie più popolari degli smartphone. «Stingtones» le ha ribattezzate il conduttore con un gioco di parole sul termine inglese, ringtones, usato per le suonerie. La rockstar ha anche scherzato su una di quelle che Fallon gli ha proposto e che assomigliava a un pezzo dei Police: «Devo avvisare Sting canta le suonerie dei cellulari nello show di Fallon i mie legali», ha detto. La gag è proseguita coinvolgendo una persona tra il pubblico. Fallon ha invitato Sting a cantargli un messaggio personalizzato per la segreteria telefonica. L’ex leader dei Police, completamente rasato, ha quindi proposto una nuova versione di «Message in a Bottle», storico successo della band, con un testo modificato: «Mi spiace ma non ci sono/ Sembra proprio che tu non mi abbia trovato/ Oh!/ Lascia il tuo nome/ quando senti il beep. Spero che tu lascerai un messaggio nella segreteria». Il caso Sit-in e minacce alla vigilia dello spettacolo di John Adams ● La recensione Ritrovare Gentilucci e i suoi «Frammenti» di Paolo Isotta A DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Insieme agli attivisti dei movimenti ebraici, a due ex governatori, George Pataki e David Paterson, a diversi parlamentari repubblicani e democratici (da Peter King a Eliot Engel), ci sarà anche l’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, domani, a guidare la protesta contro la prima di The Death of Klinghoffer, il controverso melodramma scelto dal Metropolitan per inaugurare la sua stagione operistica. Da giorni il celebre teatro è sotto assedio: un picchetto dopo l’altro, alcuni dei quali organizzati da personaggi di rilievo della scena culturale della città, come il «trustee» della City University of New York, Jeffrey Wiesenfeld. Opera razzista e antisemita, «propaganda travestita da arte» come urlano i manifestanti che vorrebbero bruciare il palcoscenico? O interpretazione, discutibile ma lecita, del dramma dell’Achille Lauro — la nave attaccata nel 1985 da terroristi palestinesi e l’assassinio dell’ebreo Leon Klinghoffer, un anziano invalido, poi gettato in mare — da un punto di vista che tiene conto anche dei motivi storici del conflitto israelo-palestinese? L’opera, rappresentata la prima volta più di vent’anni fa, ha sempre irritato la comunità ebraica fin dal titolo (perché «morte di Klinghoffer e non assassinio?»), ma non si era mai arrivati a un’ostilità così brutale. Le contestazioni iniziali all’opera che è considerata la migliore del maestro minimalista John Adams, avevano segnato la prematura fine della carriera di librettista di Alice Goodman. Dopo un primo periodo di proteste accalorate, però, le acque si erano calmate e l’opera è stata rappresentata negli anni scorsi più volte senza incidenti in California, a Londra, a St NEW YORK Va in scena la morte di Klinghoffer Met assediato per l’opera criticata L’ex sindaco Giuliani guida la protesta contro la prima del teatro di New York Louis e anche alla Juilliard di New York. Quando il Metropolitan ha deciso di aprire la stagione con questo melodramma sapeva che avrebbe fatto discutere, ma non immaginava fino a che punto. A chi accusa l’opera di giustificare il terrorismo, il general manager della grande istituzione musicale newyorkese, Peter Gelb, replica che qualunque lavoro artistico dedicato a un conflitto deve esplorare le motivazioni di tut- Cosa c’è di Nuovo Contestazioni Dimostranti protestano davanti al Met di New York contro la decisione di mandare in scena «La morte di Klinghoffer»; sopra, una scena dell’opera di John Adams te e due le parti, senza per questo sostenere o giustificare i crimini commessi. Il Metropolitan non aveva, però, tenuto conto del fatto che il mondo ebraico reagisce oggi con molta più emotività alla diffusione di opere come quella di Adams perché allarmato dal clima di antisemitismo che si è diffuso di recente, soprattutto in Europa. E il teatro di New York è un formidabile megafono. Così, quando l’Anti Defamation League gli aveva chiesto di cancellare The Death of Klinghoffer dal cartellone, Gelb aveva proposto un compromesso: eseguire ugualmente l’opera a teatro, ma cancellando la tradizionale trasmissione della «prima» in 2000 teatri sparsi per il mondo. Abraham Foxman, il presidente della Lega, aveva accettato questa soluzione. Ebreo anche lui, considera l’opera discutibile ma non antisemita. Foxman temeva soprattutto che la sua rappresentazione nei teatri di città come Vienna, Amsterdam e Berlino potesse alimentare sentimenti ostili verso gli ebrei. Il compromesso di giugno che doveva raffreddare la polemica ha, invece, finito per scaldare ancora più gli animi: Adams ha protestato definendo «pura intolleranza» la cancellazione della trasmissione televisiva della sua opera, mentre i movimenti ebraici hanno visto in questa scelta la conferma della pericolosità dell’opera: perché a New York sì e altrove no? Così sono riprese le contestazioni più intolleranti, tracimate anche in raffiche di minacce via Internet a tutti i protagonisti: dallo stesso Foxman, definito un «kapo», al baritono Alan Opie, interprete di un Klinghoffer evidentemente non troppo simpatico, sommerso di insulti: «Per tutta la vita ti porterai addosso l’etichetta del fascista». Massimo Gaggi notizie dalle aziende La vicenda ● Leon Klinghoffer (1916 - 1985), disabile americano di origine ebraica, fu ucciso e gettato in mare dai terroristi palestinesi che dirottarono la nave da crociera Achille Lauro nel 1985 rmando Gentilucci (1939-1989) era uno dei fautori di una, dirò così, «Avanguardia integralista». Sperava si potesse avere un linguaggio dal nonlinguaggio, ossia da una sorta di equiparazione tra suono e rumore; onde la sua produzione, copiosa a onta della breve vita, è tutta un cozzare contro un muro. Quarant’anni fa lo disprezzavo e basta; oggi, dopo decenni che non ascolto un suo pezzo, l’esecuzione dei Frammenti sinfonici da Moby Dick avvenuta venerdì all’Orchestra Verdi mi ha indotto a nuove riflessioni. Nonostante tutto, mi pare ch’egli possedesse una forte natura musicale; e sebbene questi Frammenti, assommanti a ben quaranta minuti, paiano un catalogo dei luoghi comuni di tale Avanguardia, tale catalogo è ben detto. Talora aggregati sonori in sé privi di senso ne acquistano grazie alla fascinosa enunciazione timbrica; e insomma i brani sono un continuo trascorrere dal solecismo a un desiderio di bellezza perduta. Non credo sarei riuscito a provare interesse per quest’opera se non vi fosse stata la concertazione di Gaetano d’Espinosa; ha fatto un lavoro straordinario di rifinitura trasformando i Frammenti in una raffinatissima partitura sinfonica: la sua sola opera rendeva meritevole il concerto di attenzione. Lo stesso dicasi per Meridiana di Fausto Romitelli (19632004: il concerto pare una dedicazione a vite presto stroncate: salute a noi!). Nella seconda parte d’Espinosa ha fornito una sontuosa e matura esecuzione della Quarta Sinfonia di Brahms. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA a cura di RCS MediaGroup Pubblicità BE-TOTAL TIPS E LA PREVENZIONE LISOMUCIL, UNA SOLUZIONE PER LA TOSSE DA BAKEL, NUTRIREMEDY CREMA COMFORT 24H DOVE PROGETTO AUTOSTIMA: DA MILANO A ROMA P6 NAUSEA CONTROL SEA-BAND Un’alimentazione variata e sana è la base per aiutare l’organismo a rispondere all’attacco dei virus influenzali. In particolare le vitamine del gruppo B si sono dimostrate importanti nella ricostruzione cellulare dopo l’infezione virale. È fondamentale una prima colazione bilanciata. Be-total Tips:ecco un esempio di prima colazione vincente,a cura della dott.ssa D. Scatozza, Medico e Specialista in Scienza dell’Alimentazione: una ciotolina di ribes e un kiwi (ricchi di vitamina C, immunostimolante e antiossidante, e di fibre); una fetta di pane integrale con un cucchiaino di marmellata (il pane integrale è ricco di vitamine del gruppo B, Zinco, fibre e amidi a lento assorbimento, la marmellata apporta zuccheri semplici a rapido assorbimento). Una tazza di latte o uno yogurt bianco parzialmente scremati (calcio, proteine, fermenti lattici e vitamina D). 3-4 mandorle fresche o una noce (Zinco, acidi grassi essenziali e vitamina E). Maggiori info su www.betotal.net In presenza di tosse, bisogna prima di tutto capire se è “grassa”, con importante presenza di catarro, oppure secca. Per questo Lisomucil è disponibile in diverse formulazioni. Per la tosse grassa Lisomucil sciroppo con carbocisteina, nelle due formulazioni con e senza zucchero. 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Dove Progetto Autostima, iniziativa promossa da Dove e patrocinata dal Comune di Milano, con l’obiettivo di educare le ragazze ad avere un rapporto positivo con il proprio corpo e costruire una sana autostima,compie un anno e,dopo il ciclo d’incontri in 10 scuole secondarie di primo grado di Milano, estende il suo raggio d’azione; da oggi infatti anche Roma aderisce all’iniziativa.“Sei più bella di quello che pensi” è il messaggio che questa nuova serie d’incontri vuol far emergere, per incoraggiare le donne a esprimere il proprio potenziale, libere da modelli stereotipati, perché per Dove la bellezza sta nell’unicità irripetibile di ciascuna. Curato dagli psicologi dell’Associazione Accademia Pons di Milano, il percorso è ancora più significativo perché realizzato a scuola,dove ragazze e ragazzi sono a confronto con i coetanei. La nausea in gravidanza è un disturbo diffusissimo, che interessa l’85% delle future mamme soprattutto nei primi 3 mesi. In questo periodo però qualunque ginecologo consiglia di evitare i farmaci.È possibile trovare sollievo ricorrendo ad un rimedio naturale che la medicina tradizionale cinese utilizza già da migliaia di anni per tenere sotto controllo il sintomo nausea: l’acupressione sul punto PC6, considerato il punto elettivo per la nausea, gli stati di vertigine, il vomito, nonché regolatore delle distonie digestive e della pressione sanguinea per la sua azione antivagale. P6 Nausea Control Sea-Band sono i bracciali in tessuto elastico, riutilizzabili moltissime volte, che, posizionati correttamente nel punto giusto, agiscono contro la nausea per acupressione,senza causare effetti collaterali. In farmacia. www.p6nauseacontrol.com Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 L’incidente Timperi, annuncio con bestemmia a «Uno Mattina» SPETTACOLI Anche Tiberio Timperi (foto) finisce nel non lusinghiero elenco di chi ha bestemmiato in tv. È successo ieri, nel corso di «Uno Mattina in famiglia», su Rai1. Il presentatore ha fatto confusione durante l’annuncio di un ospite, poi ha aggiunto: «Ho sbagliato». Subito dopo però ha sbattuto la mano sul tavolo e, a bassa voce, ha pronunciato la bestemmia. L’annuncio si sarebbe dovuto tagliare, ma invece è andato in onda e per ben due volte. Dopo l’errore del conduttore, la Rai ha mandato in onda lo «schermo nero», quindi è stata riproposta la sigla seguita però dalla stessa scena con la bestemmia di Timperi. Solo dopo è andato in onda l’annuncio corretto dell’ospite in studio. Su Rai Gulp Parmitano spiega ai ragazzi le imprese spaziali Oggi, al Festival del Cinema di Roma, il sottosegretario Sandro Gozi presenterà «Cose dell’altro mondo», un format web ideato da Rai Ragazzi con protagonista l’astronauta italiano e ambasciatore del semestre di presidenza europea Luca Parmitano. Il programma, in prima visione dal 30 ottobre (il martedì e il giovedì alle 17) sul portale di Rai Gulp, sarà poi trasmesso anche in tv. Parmitano accompagnerà i giovani alla scoperta delle imprese spaziali, degli astri e dell’universo, svelando aneddoti e curiosità su questo mondo. Musica e storia nel viaggio in Italia di Gil e la moglie «C’è chi privilegia il lato artistico, ma deve comunque tenere conto di quello commerciale. E viceversa». Lui e Veloso sono una coppia di magnifici vecchietti. Caetano ha firmato le note dell’ultimo cd di Gilberto. «Non c’è nulla di pianificato, ma il potenziale per fare qualcosa assieme c’è. La nostra amicizia è solida come una roccia», ricorda Gil. Che conosce bene la musica italiana. «Non solo l’opera, ma anche il vostro pop è stato importante in Brasile: Modugno, Endrigo, Rita Pavone, Ornella Vanoni e più recentemente Finardi, Pino Daniele, Gilberto: vacanza da turisti con alcuni concerti Chi è ● Gilberto Gil è nato a Salvador il 26 giugno 1942. Ha fondato il Tropicalismo con Veloso ● Nell’88 ha sposato Flora Giordano (foto assieme), sua quarta moglie «S iamo solo io, mia moglie e la mia chitarra». La sera da solo sul palco con la compagnia della chitarra. Di giorno da solo in giro con Flora a fare il turista. Musica e relax. Ecco come è nato il tour che porterà Gilberto Gil a suonare in Italia (24 ottobre a Roma, 26 a Fabriano, 28 a Cesena, 1° novembre a Trieste, 6 a Padova). «Io e mia moglie abbiamo deciso di fare un viaggio che ci potesse portare in posti storici che non avevamo mai visitato. Una vacanza da turisti, soli io e lei, con una macchina per girare liberamente. E così ho deciso di fare anche dei concerti». Sul palco senza la band. Esperienza singolare. «Ho due sentimenti complementari — confessa il musicista —. Uno positivo: mi sentirò a mio agio, sarò io a decidere cosa fare, sa- rò io a guidare le canzoni e i sentimenti. Allo stesso tempo c’è un lato negativo: mi mancherà la compagnia degli altri musicisti». Gil è stato ministro della Cultura in Brasile. Lo aveva chiamato Lula. «Era un momento di cambiamento politico del Brasile. Collaborare con Lula, personaggio che rappresentava qualcosa di nuovo, è stato stimolante — sottolinea —. Ho avuto l’opportunità di proporre nuove direzioni e idee per la cultura che aiutassero a includere tutti quelli che erano tagliati fuori». Esperienza durata 5 anni, dal 2003 al 2008. «Il contributo che potevo dare l’ho dato. È stato faticoso e in quegli anni non sono riuscito a essere artista. Se tornassi indietro, però, lo rifarei». L’artista Gilberto Gil, che ai tempi della dittatura militare 33 ❞ Ho fatto politica con le canzoni e a volte ho portato la poesia nella politica La tournée L’artista sarà il 24 ottobre a Roma.Poi a Fabriano, Cesena, Trieste e Padova Sorriso Gilberto Gil,72 anni, musicista ed ex ministro della cultura brasiliano Fellini aveva la dignità dell’artista: a casa mia ho una foto di noi due venne esiliato per le sue posizioni non allineate, non si è mai ribellato, non ha mai litigato con il politico Gilberto Gil che avrà dovuto accettare i compromessi di palazzo? «Ci sono state lotte interne. Sono cose che capitano a tutti noi: abbiamo maschere diverse, siamo più persone in una. A volte però ho fatto politica con le canzoni e altre volte ho por- tato la mia visione poetica nella politica». A fine anni 60, con Caetano Veloso, Gil ha aperto la musica brasiliana ai suoni occidentali del rock. È stata l’età d’oro del tropicalismo, la bossa si è aperta al mondo e lo ha conquistato con classe. Oggi la musica che arriva dal Brasile è quasi sempre un pop tamarro in stile Michel Telò o Gusttavo Lima. Risposta diplomatica: Mannoia e Pausini». Ha conosciuto Fellini: «Si sentiva la dignità dell’artista. A casa mia ho appeso una foto di noi due». Il calcio è un argomento da evitare... «Ai mondiali non è andata bene... Né a noi, né all’Italia — la voce si fa cupa —. Per noi è stato un disastro la sconfitta con la Germania». Andrea Laffranchi © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 34 Eventi La guida Uno sguardo inedito dalle collezioni private alla Gam Manzoni Dal 24 ottobre al 18 gennaio 2015, alla GAM Manzoni di Milano, la mostra Boldini. Parisien d’Italie. Curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, l’esposizione ripercorrerà le tappe fondamentali della carriera del pittore ferrarese attraverso una selezione di quaranta opere, alcune delle quali mai esposte prima in pubblico, provenienti da collezioni private italiane, privilegiando opere eseguite a Parigi tra il 1871 e il 1920 circa. Catalogo: GAM Manzoni edizioni. Orari: da martedì a domenica, 10-13 e 15-19 (ultimo accesso 18.30). Aperture straordinarie: 1 novembre – 8 dicembre – 6 gennaio. Chiusure: 2425-26 dicembre. Biglietto intero: € 6, ridotto: € 5 per scolaresche (presentando alla cassa la lista completa degli studenti), gruppi compresi tra le 10 e le 25 persone, soci Fai e soci Touring Club. Entrata gratuita per un accompagnatore ogni 20 persone. Informazioni sul sito: gammanzoni.com. Sui social network, l’hashtag è #boldinimilano La mostra A Milano, 40 tele raccontano la maturità parigina del ferrarese. Spicca il quadro della principessa Radziwill, che ispirò Proust. Nelle pennellate tese e nelle pose mobili, quasi teatrali, affiora un moderno concetto di aristocrazia di Roberta Scorranese RITRATTO «L DI SIGNORE a proprietà feudale della terra conferiva dignità, mentre la moderna proprietà di beni mobili ci riduce nuovamente a un’orda nomade». Così scrive nel 1910 Edward Morgan Forster in Casa Howard, romanzo d’amore e di lotta (di classe). Nello stesso anno Giovanni Boldini esegue il ritratto di una donna bruna, spigolosa, sguardo intenso. Pare sempre sul punto di muoversi. Di fuggire. Cambiare posa. Mani irrequiete. È il ritratto della principessa Maria Radziwill, una delle tele in mostra alla GAM Manzoni in Boldini. Parisien d’Italie. In questa nobildonna, nata Marie de Bénardaky (18741949), erede di un’antica famiglia russa, Boldini coglie un uzzolo impaziente, instabile. Letterario, si direbbe. E non a caso: la futura principessa era stata una passione giovanile di Proust e pare che lo scrittore si sia ispirato proprio a lei per tratteggiare quel bel personaggio della Recherche che è Gilberte, figlia di Charles e Odette. Il padre era stato maestro di cerimonie dello zar e a Marie toccò in sorte una delle vite che vissero numerosi nobili dell’est Europa: l’arrivo a Parigi, le frequentazioni altolocate (anche se spesso al verde), rituali fatti soprattutto di ricordi. Si cuciva insomma quel romanzo sociale definito degli emigré. Dotato di grande finezza psicologica, a Boldini non sfuggì questa tensione. Il pittore, all’epoca, era una «star» del ritratto. Ricercato dall’alta borghesia di Parigi e Londra, conteso dai mercanti e ben tollerato dai mariti gelosi (la sua NERVOSE, INQUIETE, MAI AUSTERE LA RIVOLUZIONE DI BOLDINI NELL’ESTETICA DELLE NOBILDONNE attenzione per le donne era pari solo a quella per i cavalli, anzi, una volta disse: «Preferisco il culo di un cavallo a quello di una ragazza»). Poteva permettersi di osservare bene le numerose nobildonne che ritraeva. Di vestirle (e amarle). Così capì che quello stuolo di principesse, contesse e marchese stavano vivendo una stagione estetica irripetibile. I tumulti sociali che scossero l’Europa a cavallo tra Otto e il Novecento, i sussulti dall’est, il «caso Dreyfuss» in Francia: tutto contribuiva a disegnare un L’incontro Lo storico Bosi: «In lui presenti arti diverse. I movimenti ricordano le prime fotografie» nuovo concetto di aristocrazia. Più libertario, amorale, inquieto. «Diciamo pure eccentrico, come la marchesa Luisa Casati e il marchese de Montesquiou, entrambi da lui ritratti», fa notare Stefano Bosi, autore del catalogo che accompagna la mostra. Ecco allora che alle pareti della GAM Manzoni scorrono nobildonne che poco hanno conservato della consueta pacatezza austera che la pittura dell’800 aveva concesso loro. La principessa Radziwill sembra un zigzagare di colori vivaci, in continuo movimento; il Ritratto della contessa De Leusse, nata Berthier (1889) ci mostra la donna in una posizione di semi profilo, in un gioco di mani disallineate, come se stesse parlando, commentando. Il Ritratto di madame de Joss (1905), l’amante del momento, è un parossismo di li- © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli anni parigini della gloria in cui colse gli attimi fuggenti L’attrice «Il cappellino nuovo» (il quadro è conosciuto anche con il titolo di «Ritratto di Lina Cavalieri») 1898 circa Sciabolate di colore per personaggi all’apice dello charme di Chiara Vanzetto S i presentava nei salotti bene della Ville Lumière con la frase «Je suis Giovanni Boldini, l’empereur des peintres». Vanagloria? Forse no. Legittimo e realistico orgoglio. Perché Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931) è stato veramente un signore incontrastato dell’arte parigina, interprete perfetto del sogno Belle Epoque: negli anni ’80 dell’Ottocento, all’apogeo del successo, era pagato più di Renoir e Degas, suo grande amico. Proprio intorno al periodo francese del maestro focalizza l’attenzione la mostra Boldini, parisien d’Italie, vernice venerdì 24 ottobre alla galleria GamManzoni, a cura di Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes. Era dal 1989, dalla storica esposizione tenuta alla Permanente, che Milano non rendeva omaggio a Boldini. Per il suo ritorno GamManzoni propone una quarantina di opere di rara bellezza, provenienti tutte da collezioni private: alcune mai presentate prima, altre che non ap- Tocchi di stile Giovanni Boldini (in alto in uno dei suoi numerosi autoritratti) nacque nel 1842 a Ferrara e morì a Parigi nel 1931. Nella foto a destra, il «Ritratto della signora Enrichetta Allegri», 18941895. In basso, il «Ritratto della rincipessa Radziwill» che risale intorno al 1910 parivano in pubblico da anni. «La nostra passione, il nostro campo d’elezione è l’arte italiana del Diciannovesimo secolo, che attualmente ci sembra un po’ trascurata» raccontano Savoia e Maspes, che nel 2012 hanno aperto la loro galleria come spazio culturale e di ricerca, commercio escluso: quella sull’artista ferrarese è la loro quarta mostra, dopo il Divisionismo, Ciardi e Fattori. «La rassegna si apre con l’arrivo di Boldini a Parigi nel 1871, dove la frizzante aria francese lo svincola dai modi macchiaioli, e arriva agli anni Venti del Novecento. All’inizio ha una buona intuizione, per farsi un nome: si lega al mercante d’arte Goupil, celebre e influente, con cui lavora fino al ’77. Per lui produce su commissione pic- Il campo d’azione Dopo 25 anni una monografica sul pittore in una galleria, senza fini di commercio, specializzata nell’800 italiano. «Un periodo trascurato» nee, un frullare impazzito di pennellate (la famosa «sciabolata» di Boldini), il corpo nudo che si frantuma in mille pezzi fondendosi con le lingue del fuoco. La procace contessa Gabrielle de Rasty (altra amante) compare spesso nuda e lo sguardo del pittore è compiaciuto, ammiccante. Con lei frequenta Degas e il baritono Faure; è lei a introdurlo in alti circuiti sociali. Eppure nei quadri la contessa è allegra, frenetica, sensuale. È sua. «Ma sempre con rispetto — nota Bosi — e con un tocco di teatro simile alla fotografia che all’epoca stava affermandosi. Non è la pittura che rincorre il nuovo mezzo. È piuttosto una interessante commistione di arti diverse». Un linguaggio nuovissimo, che nulla toglie al lignaggio di queste apolidi: semplicemente le racconta in una tumultuosa fase di passaggio verso la modernità. Una modernità che rimetteva in discussione non solo gli averi ma anche i ruoli, i titoli, il modo di esprimersi. E in questa rappresentazione sociale, Boldini assorbe la sensibilità dell’epoca. Nel 1884 Huysmans aveva pubblicato Controcorrente (À rebours), il «racconto di una nevrosi», come disse de Maupassant, un’architettura compositiva fatta di deliri, visioni, autoanalisi. Schegge. Schegge come i corpi frantumati di queste donne. Ma Boldini coglie anche la Parigi impazzita, pullulante di uomini d’affari, parvenu, commedia umana e «città che sale». Di queste nobildonne ci restano i ritratti e un’eco fatta delle musiche di Debussy, dei romanzi di Mann, delle successive confluenze futuriste. Ma quello sguardo mobile della principessa Radziwill resta lì, sulla tela. Colto nel sussulto. [email protected] coli dipinti a tema galante secondo la moda del momento». Operine di genere incantevoli e ben rifinite, di maniera aggraziata. Dove tra boudoir e giardini si aggirano giovani donne dall’aria maliziosa e ingenua al tempo stesso: la modella è quasi sempre Berthe, compagna dell’artista per oltre un decennio. Già fin d’ora Boldini alterna con estrema facilità olio e acquerello, con tocchi brevi e liberi che anticipano la maniera più matura. Una maniera inconfondibile, cifra stilistica autonoma e distintiva, che trasforma l’italien nel ritrattista favorito dell’alta società parigina. Esecuzione sciolta, pennellate duttili, dinamiche, veloci e scattanti, quasi sciabolate di colore in punta di pennello. Figure mosse, colte in pose imprevedibili, tra sguardi obliqui e tagli fo- tografici. Corporature allungate, vitini di vespa, torsioni inaspettate, mani espressive. Fascino e grazia protagonisti, anche perché i soggetti sono in gran parte femminili: attrici come Jeanne Renouardt, cantanti come Lina Cavalieri, aristocratiche come la principessa Radziwill o la contessa De Leusse, belle sconosciute (alcune di esse, altre, al contrario, famose) immortalate in nudi di sorprendente libertà. Comunque brillanti, all’apice dello charme, quasi che solo l’artista riuscisse a liberare la loro segreta carica di seduzione. «In molte opere, spesso create per la propria collezione, Boldini si limita a mettere a fuoco un dettaglio. Il volto, il busto, un particolare dell’abito o dell’ambiente. Sullo sfondo pochi segni essenziali, uno stile di grande modernità». Esercizi pittorici personali anche alcuni piccoli paesaggi in mostra, poco frequenti da vedere. Da una Venezia sfatta, in morbidi toni pastello, a un’animata Place Pigalle di Parigi che vibra di movimento e vitalità. Boldini coglie comunque l’attimo fuggente. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 EVENTI Colte nella vita Scarica l’«app» Eventi Da sinistra, una serie di particolari tratti dalle opere in mostra: «La visita», 1874; «Al parco», 1872 e, a destra, «Madame de Joss» («Donna vicino al fuoco»), 1905 circa. Quest’ultima è stata una delle (tante) amanti di Giovanni Boldini Eventi 35 Informazione, approfondimenti, gallery fotografiche e la mappa degli appuntamenti più importanti in Italia. È disponibile sull’App Store di Apple la nuova applicazione culturale del «Corriere della Sera Eventi». È gratis per 7 giorni. ● Lo stilista Una texture cremosa Toccherei quei vestiti di Antonio Marras L e immagini mi hanno aiutato, se non addirittura salvato la vita. Melanconico e introverso com’ero, e con una probabile predisposizione alla dislessia, alle scuole elementari avevo un maestro degno delle sorelle Bronte che mi costringeva a leggere a voce alta sotto la costante minaccia di bacchettarmi sulle dita. Solo la tregua delle immagini riusciva ad allentare il terrore e mi regalava la pace e il sollievo dello sguardo. Forse per questo sono diventato un divoratore di immagini indiscriminato, quasi bulimico. Va da sé che sono un estimatore, un innamorato, un drogato di Giovanni Boldini . Con il lavoro che faccio, con la mia fame di forme, colori, segni, tracce, sguardi, visioni e accenni, è stato inevitabile. Come non annegare in quei quadri, in quelle figure conturbanti, in quei ritratti così pieni, focosi, stranianti e soprattutto belli, incredibilmente belli? Nei quadri di Boldini trovo tutto ciò di cui ho bisogno: gioia per gli occhi , spunti , suggestioni, stimoli visivi, provocazione per la mente e pace per i sensi. Mi perdo e mi abbandono di fronte ai suoi ritratti, alle sue donne, alla sua Parigi: sono catalizzatori di un clima emotivo, estetico, estatico. Il quadro per me è un racconto, una storia, un film. Lo studio e immagino tutto. La ragazza al parco con il cagnolino, chi aspetta? É la stessa che scrive una lettera sullo scrittoio? E a chi la scrive, al suo innamorato? Ha fretta? E Berthe, la sua modella e amante, è davvero bellissima o è lui a vederla così? Le pettinature, quei cappellini irresistibili, gli scialli, gli abiti, e poi le espressioni del volto, i dettagli dei luoghi circostanti, raccontano tanto delle donne, del loro carattere, del loro status, della loro percezione del mondo. E io vorrei sapere tutto di quelle creature speciali e impossibili, vere e proprie icone di stile, come la mitica Marchesa Casati o la magica Cléo de Mérode. Mi viene voglia di toccarli, quei quadri, per sperimentare la qualità tattile di certe superfici, di certi materiali, di quella mano di colore un po’ slabbrata che prende la luce in quel modo unico, del panneggio sapiente che crea quella texture cremosa, densa, dove il colore vibra e diventa intenso, profondo, liquido. E dolcemente naufrago, appagato e felice. © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo spirito di Francesca Bonazzoli «Q uando l’epoca in cui un uomo di talento è obbligato a vivere è piatta e stupida, l’artista è, perfino a propria insaputa, ossessionato dalla nostalgia di un altro secolo», scriveva il Des Esseintes del romanzo di Joris Karl Huysmans che disprezzava gli esponenti dell’alta finanza e lo spirito imprenditoriale dei borghesi. Boldini era proprio uno di questi ultimi, un astuto e quanto mai abile imprenditore di se stesso, il cui principale interesse non era tanto l’Arte, bensì i soldi e, essendo brutto (lo chiamavano il rospo o il nano), il successo con le belle donne. Non fu difficile per una tale volpe intuire che, fra tutti gli stili presenti sulla scena parigina, quello cosiddetto à la mode gli avrebbe dato le maggiori soddisfazioni economi- L’eleganza frivola di una borghesia fuori tempo L’arte amata nei salotti della Belle Époque seguiva il disimpegno del ‘700 di Watteau e Fragonard che. La scenetta di genere settecentesco, l’aneddoto raccontato nei dettagli minuti, le piccole figure dipinte con tocchi minuti, i colori smaltati, la grazia e la sensualità civettuola, erano gli ingredienti base del gusto imperante nei salotti eleganti della Parigi che contava ed era quanto di più squisito veniva richiesto presso i mercanti à la page, primo fra tutti la celebre maison Goupil. Genere disimpegnato, rappresentava l’arte per l’arte ammirata da Théophile Gautier e dal bel mondo che, fra il Ballo Excelsior e i piaceri delle Folies Bergère, sognava di vivere in una nuova Versailles. Così, il revival settecentesco era percepito come un rifugio per gli aristocratici e gli intellettuali che giudicavano volgare il mondo contemporaneo; ma era anche un modello d’eleganza per i borghesi, che a quel mondo volevano appar- Erotismo «Il bacio rubato» (1756–61) di Jean-Honoré Fragonard è attualmente conservato al Metropolitan Museum of Art di New York. Curiosità: il quadro è stato realizzato durante il soggiorno italiano del pittore settecentesco L’ascesa Boldini fu un astuto e quanto mai abile imprenditore di se stesso cui, in una prima fase, interessavano i soldi e il successo con le donne tenere e a cui si potevano accostare attraverso facili immagini d’intrattenimento. La risurrezione dell’età di Watteau e Fragonard nei quadretti con personaggi vestiti alla maniera settecentesca, con lo spensierato mondo di «donnine e pappagalli», parrucche, lezioni di danza, lettere scritte e ricevute di nascosto nei boudoir, vezzosi corteggiamenti nei giardini fra cocottes e cicisbei, era un modo per specchiarsi in quella stessa joie de vivre. L’illusione di rivivere quel mondo elegante e senza pensieri delle fêtes galantes. «Vennero i movimenti angolosi senza necessità, le linee strane senza perché. Una povera contessa non poteva sedersi su di una tela, né stare in piedi senza che il suo abito si spiegazzasse nel modo il più tempestoso di questo mondo. Un povero marchesino non poteva posarsi sopra uno sga- bello senza che la sua giubba non facesse i più capricciosi contorcimenti. Eravamo usciti dall’Accademia degli eroi nudi per cadere nell’Accademia dei signorotti vestiti», scriveva sarcastico Francesco Netti contro tutti i seguaci del re dei pittori à la mode: Mariano Fortuny. Fino al 1877 Boldini sposa questo stile, poi lo fa respirare in pennellate sempre più libere e ampie arrivando a una maniera nuova, tutta sua e modernissima. Ma il mondo di riferimento delle sue dame eleganti che esplodono in schegge di rossi e di neri, destinate ad andare a picco assieme al Titanic, è lo stesso delle dame di Watteau in procinto di imbarcarsi verso Citera, in un pulviscolo di cipria azzurrina in fondo al quale c’era la ghigliottina e la fine dell’Ancien Régime. © RIPRODUZIONE RISERVATA 36 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 37 ● Risponde Sergio Romano ● Più o meno LEGGE SULLE UNIONI CIVILI UN RITARDO DA COLMARE di Danilo Taino (statistical editor) Italiani pessimisti con qualche ragione LETTERE AL CORRIERE CONTRO L’ISIS Informazione necessaria Caro Romano, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, nel corso di un’udienza alla Camera, davanti alle Commissioni Difesa e Esteri, ha fatto un elenco dettagliato degli aiuti in uomini e armamenti (quanti, quali, da dove provengono e dove sono destinati) destinati alla coalizione che combatte l’Isis in Iraq. Non solo, ma ha aggiunto che sono già in viaggio. È stato, il suo un discorso preciso e orgoglioso ma, domando, se fosse proprio indispensabile, perché ora il nemico sa cosa si aspetta e da chi. Silvana Monticelli [email protected] La democrazia ha le sue regole e il Parlamento ha il diritto di essere informato. Vi sono casi in cui il segreto è giustificato e opportuno. Ma ve ne sono altri in cui è ancora più opportuno fare sapere all’opinione pubblica quali impegni il governo sta assumendo per dare il proprio contributo alla lotta contro l’Isis. STATO-REGIONI /1 Norme più efficaci Le lettere firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 @ [email protected] www.corriere.it [email protected] La tua opinione su sonar.corriere.it L Si è dimesso il giudice che voleva la condanna di Berlusconi nel processo Ruby. Ha fatto bene? SUL WEB Credo che Renzi commetta un errore allorché sollecita le Regioni a eliminare sprechi. Si illude se pensa che gli stessi soggetti che si sono autoprivilegiati siano determinati a spogliarsi dei loro «diritti acquisiti». Semmai, se proprio devono ascoltarlo, se la prenderanno con i poveri cittadini in termini di maggiori tasse e riduzione, se non soppressione di servizi. Bene farebbe Renzi a far approvare leggi dal Parlamento tese ad eliminare tutte le nefandezze prodotte dalle Regioni (e anche da altri enti pubblici) e descritte ampiamente in mille volumi i cui contenuti non sono mai stati messi in discussione. Alcuni sindaci, in modo creativo, vogliono far pressione sul Parlamento perché si faccia una legge per le unioni omosessuali ma il ministro dell’Interno ha chiesto ai prefetti di fare rispettare la legge. Il sindaco come «primo cittadino» deve rispettare e far rispettare la legge. L’autodifesa dei sindaci, che dicono che trasgrediranno la legge, si basa sull’idea che l’Italia sia un Paese «retrogrado» sulla questione dei «nuovi diritti». Ma in Europa ci sono già Paesi che si sono espressi a favore del matrimonio come sola unione fra uomo e donna nelle loro Costituzioni e sono la Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Bulgaria e Croazia. In Croazia nel dicembre scorso, con un referendum, il 66 per cento dei cittadini ha definito il matrimonio come unione fra uomo e donna. Dunque una buona fetta di cittadini europei è d’accordo con la richiesta del ministro Alfano. Gabriele Soliani [email protected] Caro Soliani, e parole non sono scatole vuote. Racchiudono il significato che hanno assunto con il passare del tempo e lo trasmettono alle generazioni future. Matrimonio, in particolare, è la parola con cui una larga parte dell’umanità descrive l’unione fra un uomo e una donna, benedetta da Dio o certificata dallo Stato. Utilizzarla per unioni diverse è un furto di tradizione che non conviene neppure agli omosessuali. Chiedono un diritto nuovo e dovrebbero desiderare che per l’esercizio di questo diritto venga adottata una parola nuova. È un desiderio legittimo? Lo Stato moderno non rilascia diplomi di moralità sessuale, non Risposte alle 19 di ieri Sì 64% 36% Non serve un nuovo Cottarelli. È necessario imporre volontà politica. Tenuto conto che di fatto la nostra Repubblica si è trasformata da parlamentare a presidenziale, Renzi faccia valere ciò che dice. La Nazione gli sarà grata. Franco Bellini, Udine No La domanda di oggi STATO-REGIONI /2 Non serve litigare La Lega ha organizzato un corteo a Milano contro l’immigrazione con lo slogan «Stop all’invasione». Condividete? Mi pare proprio che questi bisticci e botta e risposta tra governo e Regioni siano come il cane che si morde la coda. Tanto più che come al solito le conseguenze ( tasse e tasse) ricadranno su noi cittadini ormai logorati dall’ennesimo governo di «chiacchieroni», e deve decidere se l’omosessualità sia un abominevole vizio o, più semplicemente, una variante della umana sessualità. Se il fenomeno è socialmente rilevante, lo Stato deve prenderne atto e regolarne le conseguenze fra cui, in particolare, quelle patrimoniali. Ma potrà farlo soltanto se avrà prima deciso quando e come un rapporto sessuale diventi unione. Occorre, in altre parole, una norma. Il governo Prodi del 1996 ne era convinto e aveva preparato un ragionevole disegno di legge sui «diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi» (Dico). Ma la Conferenza episcopale italiana intervenne pesantemente nel dibattito politico con una nota in cui si affermava, tra l’altro: «Nessun politico che si proclami cattolico, può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società». Quell’intervento ebbe un duplice effetto negativo: privò l’Italia di una legge utile e dimostrò che il suo sistema politico poteva essere paralizzato da una interferenza ecclesiastica. Non è sorprendente, in queste circostanze, che alcuni sindaci abbiano deciso di colmare il vuoto lasciato dal Parlamento con qualche misura locale e parziale. Non possono celebrare unioni e dovranno evitare di violare leggi esistenti, ma possono conferire alla coppia omosessuale un minimo di identità amministrativa nell’ambito della città. Se si vuole evitare che questo avvenga in misura crescente e produca risultati aberranti, la soluzione è quella annunciata dal presidente del Consiglio negli scorsi giorni: fare una legge sulle unioni civili. © RIPRODUZIONE RISERVATA in questo senso Renzi ne è l’apice e l’esempio. Anna D’Alberto, Verona BILANCIO Rinviare il pareggio È auspicabile che in sede europea non siano posti ostacoli al nuovo orientamento della politica di bilancio italiana elaborata dal ministro dell’Economia Padoan che si concretizza anche nella definizione di un più lungo ma più realistico percorso di rientro dal disavanzo e nel conseguente rinvio al 2017 per il raggiungimento del pareggio. Questo orientamento si oppone nettamente alle precedenti politiche che nel vano tentativo di anticipare il pareggio hanno sensibilmente aggravato la recessione economica nel nostro Paese. I danni provocati dalle precedenti politiche, l’attuale situazione di recessione dell’economia europea e i nuovi orientamenti adottati da due importanti Paesi dell’Unione come la Francia e l’Italia dovrebbero indurre anche le autorità comunitarie a una meno restrittiva e più realistica interpretazione della normativa in materia di politica di bilancio e di consolidamento delle finanze pubbliche. Antonino Tramontana G li italiani sono pessimisti neri, quando si considera il futuro: questo non promette bene. Però hanno le idee estremamente chiare: questo è un bel vantaggio. Solo il 15% crede che i suoi figli saranno in una posizione finanziaria migliore della sua. Più o meno come i giapponesi (14%) e i francesi (13%) ma diversamente da tedeschi (38%), spagnoli e americani (30%) e ancora più distanti da vietnamiti (94%), cinesi (85%) e Paesi emergenti in genere. Questo pessimo umore si riflette anche nel peso che danno alla disuguaglianza sociale. Per il 73% degli italiani è un problema molto grande, come per i greci (84%) e gli spagnoli (74%). Mentre lo è molto meno per giapponesi (28%), tedeschi (39%), cinesi (42%), i quali ritengono probabilmente che, più che restringere il gap tra ricchi e poveri sia importante ridurre la povertà. Lo studio-sondaggio internazionale è condotto dal centro di ricerche americano Pew Research. Il quale scopre che, però, gli italiani sono, in Occidente, coloro che credono meno alle politiche di redistribuzione del reddito come via per limitare le disuguaglianze. Alla domanda «cosa contribuirebbe maggiormente a ridurre il gap ricchi/poveri» solo il 12% risponde tasse più alte, il 68% risponde tasse più basse: le politiche favorevoli alla crescita dell’economia sono insomma ritenute più adeguate alla semplice redistribuzione dell’esistente. Una considerevole lucidità per quel che riguarda la realtà italiana. E una notevole differenza rispetto a Paesi in cui le tasse sui ricchi sono invece favorite: per il 61% dei tedeschi, il 54% degli spagnoli, il 53% dei sudcoreani, il 50% dei britannici e il 49% degli americani. Le tasse alte e, più in generale, le caratteristiche socioeconomiche del Paese, sembrano essere ciò che scoraggia gli italiani. Quando Pew Research chiede loro cosa considerino «molto importante» per andare avanti nella vita, il 39% segnala «una buona educazione» e il 35% «lavorare sodo». Ma un 80% indica anche «fortuna» o «famiglia ricca» o «conoscenze giuste». «Lavorare sodo» è invece scelto dal 73% degli americani, dal 60% dei britannici, dal 49% dei tedeschi. In termini diversi, il 66% degli italiani concorda con il dire che il «successo nella vita è determinato da forze fuori dal nostro controllo»: solo il 32% non è d’accordo. Questione di carattere nazionale o l’osservazione di come funziona l’Italia. @danilotaino © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma INTERVENTI E REPLICHE Provvedimenti «anticemento» Forse possiamo dare un piccolo aiuto per chiarire lo stupore di Sergio Rizzo sulla stasi della legge «anticemento». La ricostruzione del giornalista (Corriere, 6 ottobre) è corretta: le proposte di legge finalizzate a fermare il consumo di suolo sono incomprensibilmente arenate nelle commissioni parlamentari. Eppure il tema sembra condiviso dalla stragrande maggioranza delle forze politiche in Parlamento. Una delle prime cose che abbiamo dovuto imparare quando siamo entrati in Parlamento è che in politica bisogna distinguere quello che si dichiara di voler fare da quello che si intende fare davvero. Alla prima categoria appartengono le iniziative finalizzate alla ricerca del consenso (pubblicizzandole preferibilmente negli ambiti dove riscuotono maggiore interesse), mentre alla seconda categoria appartengono atti concreti e per i quali si cercano corsie preferenziali. Non è un caso che sul consumo del suolo la nostra proposta di legge (certo la più determinata e la meno ambigua tra quelle depositate) abbia incontrato molte difficoltà ed era stata persino esclusa dall’assegnazione alle commissioni riunite, forse proprio perché affermava in modo inequivocabile la volontà di non consumare nuovo suolo agricolo, ed era © 2014 RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI FONDATO NEL 1876 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE PRESIDENTE Angelo Provasoli Ferruccio de Bortoli VICE PRESIDENTE Roland Berger CONDIRETTORE AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 5825 del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 Tel. 02-62821 DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PUBBLICITÀ RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-25846543 - www.rcspubblicita.it stata abbinata al «binario morto» della commissione ambiente. Siamo stati costretti a riformularla e a presentarla nuovamente, in modo da essere presenti con una nostra proposta nel dibattito su un tema che ci è caro. Nei mesi di attesa che l’iter del provvedimento proseguisse, abbiamo avuto il sospetto che quella della tutela del territorio e del suolo non fosse una priorità per questo governo e per questa maggioranza. Un sospetto che è diventato certezza quando, quest’estate, è stata anticipata la proposta Lupi sull’urbanistica ed è stato depositato il decreto legge sblocca Italia. Due provvedimenti che grondano asfalto e cemento e che sono chiaramente incompatibili anche con la più blanda delle proposte ferme in commissione. La linea politica del governo e della maggioranza guidata dal Pd sembra «in profonda sintonia» con l’equazione «crescita=cemento» che ha caratterizzato la politica berlusconiana dei condoni e della deregulation urbanistica. Ci piacerebbe solo che, per coerenza, il governo e le forze di maggioranza ritirassero le loro proposte di legge sul consumo di suolo. La linea politica di questo esecutivo, anche su questo, ha cambiato verso. Massimo De Rosa, M5S, vicepresidente Commissione ambiente, Camera dei Deputati EDIZIONI TELETRASMESSE: RCS Produzioni Milano S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 • RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 • RCS Produzioni Padova S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 - Tel. 049-87.00.073 • Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 • Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 • L’Unione Sarda S.p.A. Centro stampa 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo, 5 - Tel. 070-60.131 • BEA printing sprl 16 rue du Bosquet - 1400 Nivelles - Belgium • Speedimpex USA, Inc. 38-38 9th Street Long Island City - NY 11101 - USA • CTC Coslada Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) - Spagna • La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires - Argentina • Miller Distributor Limited Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 Malta • Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia 1300 Nicosia - Cyprus • FPS Fernost Presse Service Co. Ltd 44/10 Soi Sukhumvit, 62 Sukhumvit Road, Bang Chark, Phrakhanong - Bangkok 10260 - Thailandia Corsera + IoDonna + Cor. Como € 1,20 + € 0,50 + € 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. € 0,93 + € 0,47; m/m/g/d Corsera + CorMez. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,47; ven. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,93 + € 0,50 + € 0,47. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,62 + € 0,78; ven. 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Viaggio nel tempo” € 8,30; con “I capolavori dell’Arte” € 7,30; con “Ufo Robot” € 11,39; con “James Bond collection” € 11,39; con “Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni” € 11,39;con “English Express” € 12,39 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 38 Sport L’ad bianconero Marotta: «Nessun caso Vidal» «Mi pare che di Vidal (foto) si stia parlando un po’ troppo, soprattutto del suo ginocchio, che in realtà è assolutamente a posto. Purtroppo è alle prese anche lui con queste concomitanti convocazioni della Nazionale, è arrivato giovedì, quindi bisogna dosarlo nelle prestazioni». L’amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ha cercato di chiarire ai microfoni di Sky quello che sta ● L’analisi Sassuolo Juventus Più che un allarme è un soprassalto di normalità Marcatori: Zaza 13’, Pogba 19’ p.t. L © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 1 1 SASSUOLO (3-4-3): Consigli 7,5; Terranova 6,5, Cannavaro s.v. (Antei 5 10’ p.t.), Acerbi 6; Vrsaliko 6,5, Magnanelli 6,5, Missiroli 5,5 (Taider s.v. 34’ s.t.), Longhi 6,5; Berardi 6, Zaza 7, N. Sansone 6 (Biondini 6 25’ s.t.). All.: Di Francesco 7 di Mario Sconcerti a Juve si fa più piccola, questo restituisce due punti alla Roma e apre spazio a molte altre squadre che inseguono. È un piccolo infortunio questo della Juve anche se il Sassuolo è svelto, tiene sempre i tre attaccanti e cerca di difendersi senza soffocarsi. Ma questo pareggio quasi annulla il vantaggio di aver battuto la Roma. Più che i punti di distacco adesso restano i ricordi degli errori di Rocchi. Un po’ involuta la Juve in attacco. Llorente deve ancora segnare un gol, è più lento di qualche mese fa. La sua evoluzione in centravanti di sponda è andata troppo avanti. Sono giocatori sicuri, che vanno aspettati, ma adesso Llorente è un problema. E non si può chiedere a Tevez un rendimento più alto di quello già avuto. È un pareggio che arriva in sostanza dopo sei vittorie consecutive, non un gran problema, quasi soltanto un soprassalto di normalità. È mancato un dribbling, il gol è arrivato da una delle poche giocate di classe di tutta la partita. Se non fai pesare il tuo di più, gli avversari come questi, lontani per indole dalla bassa classifica, rispondono con una buona organizzazione di gioco. Il risultato è amaro, ma ci sta. Mi sembra abbia pesato sulla Juve anche la necessità di vincere. La Roma, tre ore prima, non solo lo aveva fatto facilmente, ma aveva dato la solita dimostrazione di potenza. È come se la Juve fosse uscita dalla partita di due settimane fa con la coscienza che la Roma ha qualcosa di più, non nel gioco, ma nella sua arroganza, nell’automatismo con cui trova la porta. È sembrata stasera per la prima volta una Juve preoccupata. Sta mancando anche Vidal, la squadra porta pochi centrocampisti al tiro, si aprono meno spazi per gli inserimenti, ma non si possono nemmeno cercare troppe spiegazioni per un risultato complessivamente normale. Credo che in realtà un punto solo di vantaggio sia giusto. I tre del dopo Rocchi erano troppi. Vedremo oggi chi saprà indietro far buon uso di questo piccolo passo falso. Ci sono almeno cinque squadre in costruzione (Napoli, Milan, Lazio, Fiorentina, Inter) più Samp e Udinese. Qualcosa di diverso o nasce subito, o non avrà più tempo di nascere. diventando un caso. Vidal, punto fermo della Juve di Conte, in questo campionato sta giocando meno e per la partita con il Sassuolo non è stato nemmeno convocato. Marotta, comunque, non si preoccupa del ginocchio e nemmeno delle voci che vorrebbero un po’ troppo movimentate le notti del cileno. «Vidal è un guerriero, è uno che risponde sempre ogni volta che viene chiamato. Quindi siamo contenti di averlo e siamo ottimisti anche per quello che sarà l’apporto che potrà dare». JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6; Ogbonna 6,5, Bonucci 6, Chiellini 5,5; Lichtsteiner 6, Pereyra 5,5, Pirlo 5,5 (Giovinco s.v. 39’ s.t.), Pogba 7, Evra 5,5 (Marchisio 5,5 15’ s.t.); Llorente 5 (Coman 5,5 21’ s.t.), Tevez 7. All.: Allegri 5,5 Arbitro: Banti 5 Espulso: Padoin (in panchina) 50’ s.t. Ammoniti: Zaza, Pogba, Acerbi, Ogbonna Recuperi: 2’ più 4’ DA UNO DEI NOSTRI INVIATI ❞ Allegri Abbiamo sbagliato, ma stiamo cambiando tipo di gioco ❞ Di Francesco Valori diversi ma ci abbiamo creduto senza paure REGGIO EMILIA E alla settima Madama, suo malgrado, si riposò. I primi punti (2) dell’anno sociale 2014-2015 la Juventus li perde con l’ultima in classifica, il Sassuolo, a meno 15 che, in questo momento, sono come 60. Il Sassuolo fa la sua partita, osando di più quando è fresco, arretrando, ma sempre con dignità, quando le forze se ne sono andate. Allegri forse qualcosa temeva, se alla vigilia aveva avvertito che battere la Roma, senza confermarsi qui, sarebbe stato un sforzo vano. Manca alla Juventus del Mapei Stadium la spietatezza dimostrata con la Roma, come se la concentrazione e la lucidità esaurite nella battaglia con i giallorossi non fossero state ancora recuperate, anche perché le convocazioni in Europa hanno impedito la ricarica. Almeno, però, si torna a parlare di calcio e Sassuolo-Juventus è una partita godibile, a tratti vibrante, con ottimi gesti tecnici almeno per un’ora. Come svolgimento iniziale è l’esatta fotocopia della sfida piovosa e fredda del 28 aprile, a parte gli innaturali 23 grandi in cui si gioca ora. Il Sassuolo va in vantaggio di nuovo con Simone Zaza che, contro la squadra a cui è destinato ritrova il gol perso dopo l’avvio da eroe nella nuova Nazionale di Conte. La Juventus subisce lo svantaggio per venti secondi di Controtempo Il calcio al volo di Simone Zaza, 23 anni, spiazza completamente Gigi Buffon e porta in vantaggio il Sassuolo (Ipp) Stop amnesia difensiva, di sbandamento totale grazie a cui il giovane attaccante ha ben due opportunità davanti a Buffon, la prima salvata da Bonucci, la seconda imprendibile (assist di Longhi, Chiellini spettatore). Agile e coraggioso il 3-4-3 di Di Francesco, ma più votato a rapide ripartenze che ad azioni manovrate. In questo eccelle Madama, restia però ad aumentare la media realizzativa. Prima e dopo il gol di Zaza e il pareggio di Pogba, la Juve Errori e spietatezza I bianconeri sbagliano molto e sembrano aver perduto spietatezza e concentrazione Frenata della Juventus Sassuolo in gol con Zaza poi il pareggio di Pogba macina occasioni fallite, as usual, per mancanza di concretezza sull’ultimo passaggio o sul tiro decisivo, o per la prontezza di Consigli. Llorente su lancio di Pogba, respinta del portiere, poi Acerbi fa muro su Pereyra, troppo flaccido sotto porta. Partita elettrica: la Juventus pareggia grazie a una rete spettacolare, per preparazione e conclusione: Tevez, grandissimo, recupera un pallone impossibile ad Antei e lo regala a Pogba: la traiettoria liftata è irresistibile, prima rete bianconera dell’anno. La Juve mantiene il controllo ma manca il vantaggio con Ogbonna (alto in mischia), Lichtsteiner (respinta del portiere), Pogba, che con una strepitosa azione, fa mezzo campo e conclude: 6 vittorie iniziali consecutive della Juventus. Il record è della Roma (10) 1 punti di vantaggio della Juventus sulla Roma dopo 7 turni Consigli si supera ancora una volta, non solo fermando il francese ma volando sulla ribattuta di Tevez. Nel secondo tempo Coman aggiunge il suo alla lista nera degli errori (o varie ed eventuali) sotto porta. Allegri trasforma la Juve in un 4-4-2, innesta Marchisio che non incide. La concentrazione viene erosa dalla stanchezza proprio mentre la Juve tenta l’ultimo assalto. E mentre il Sassuolo arretra, lasciando praticamente solo Zaza a impensierire (e ci riesce benissimo) la difesa bianconera, Consigli chiude la strada a Pogba, smarrito in inutili ghirigori. E il campionato è vivo e lotta insieme a noi. Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA In campo con il caschetto Serie B Volano Frosinone, Bologna e Livorno Crolla il Catania, il Brescia si riscatta Gol e spettacolo nella 9ª giornata, a cominciare dal 3-0 del Bologna al Varese, con il nuovo presidente Joe Tacopina in tribuna applaudito dai 20 mila spettatori. Al terzo gol (Cacia da metà campo), la curva Bulgarelli ha lanciato il coro «Portaci in Europa». Il Livorno, dopo i sei gol al Trapani, ne ha segnati quattro alla Ternana. Continua a stupire è il Frosinone, neo promosso dalla Lega Pro e ora primo con 18 punti, dopo il 2-0 al Modena, in attesa di vedere che cosa farà stasera l’Avellino (a Bari). La sorpresa in negativo è il Catania, retrocesso dalla A e penultimo in classifica, dopo lo 0-3 in casa dello Spezia, con molti errori arbitrali. Male anche il Latina, che aveva perso la A ai playoff a giugno: tre punti nelle ultime sette partite. Prima vittoria in casa per il Brescia. 9ª giornata. Venerdì: Vicenza-Pescara 2-1; ieri: Bologna-Varese 3-0, BresciaPro Vercelli 2-1, Carpi-Latina 21, Frosinone-Modena 2-0, Spezia-Catania 3-0, TernanaLivorno 0-4, Trapani-Crotone 3-1, V. Lanciano-Perugia 1-1; oggi, ore 18: Bari- Avellino; domani, ore 20.30: CittadellaEntella. Classifica: Frosinone 18; Livorno e Bologna 17; Carpi, Avellino*, Perugia e Trapani 15; V. Lanciano 14; Pro Vercelli e Spezia 13; Bari* 12; Modena 11; Ternana*, Brescia e Vicenza 10; Pescara 9; Cittadella* e Varese (-1) 8; Latina 7; Catania e Crotone 6; Entella** 5. *una gara in meno; **due in meno © RIPRODUZIONE RISERVATA Ternana solidale con i lavoratori delle acciaierie Sono entrati in campo con il casco giallo degli operai delle acciaierie di Terni in segno di solidarietà con i dipendenti dell’Ast, i calciatori della Ternana nell’incontro di ieri con il Livorno. Solidarietà ai lavoratori, impegnati in una difficile vertenza, anche dai sostenitori toscani in curva Ovest. Il casco non ha però evitato ai rossoverdi una pesante sconfitta casalinga per 4-0. Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 SPORT Calcio estero Era un derby decisivo per il futuro di Cesare Prandelli (foto) sulla panchina del Galatasaray e il Gala lo ha vinto battendo il Fenerbahçe 2-1. Decisivo uno degli uomini che finora aveva avuto meno feeling con l’ex c.t. azzurro, Wesley Sneijder, autore di una doppietta tra l’88’ e il 91’; inutile al 95’ la rete di Potuk per il Fener. I giallorossi, al terzo successo di fila, passano così in testa alla Super Lig turca, in attesa della gara del Sneijder uomo derby salva Prandelli Pellé, altri due gol Le pagelle Roma Chievo © RIPRODUZIONE RISERVATA Juventus Llorente fantasma 6 Buffon Buona una respinta su Zaza, poi solo uscite alte. 6,5 Ogbonna Fallisce una palla gol importante. Ma in copertura si fa notare per alcuni recuperi sprint. 6 Bonucci Ritorna subito al gol ma è in fuorigioco. Salva sulla linea un tiro di Zaza che però sul bis segna. 5,5 Chiellini Sul vantaggio del Sassuolo resta a presidiare la porta come un guardiano del faro. Dimenticandosi Zaza. 6 Lichtsteiner Lui c’è sempre, anche se non è pericoloso come sempre. 5,5 Pereyra Riesce a riprodurre a tratti il gioco tutto verticale di Vidal, ma in zona gol si vede la differenza. 5,5 Pirlo Poche invenzioni e nemmeno una da brevettare. 7 Pogba Il primo gol stagionale con la Juve è da appendere in salotto. Nella ripresa si perde in qualche fronzolo, ma con una percussione centrale va vicino al raddoppio. 5,5 Evra Qualche fiammata sulla rive gauche. Ma non sembra ancora inserito al meglio nei meccanismi. 5 Llorente Lo anticipano quasi tutti quelli che passano dalle sue parti. 7 Tevez L’azione del pareggio è un compendio di Tevezlogia: aggressività, tenacia, visione, tecnica. E non si ferma lì, anche se stavolta gli manca il gol spacca-partita. 5,5 Marchisio Il suo ingresso non incide. 5,5 Coman Entra nel momento più caldo e sbaglia un tiro che si era costruito bene. 5,5 Allegri Non è la Juve anti Roma con la bava alla bocca: poca lucidità complessiva, soprattutto sotto porta. Il gioco sulle fasce e l’apporto di Llorente meritano qualche riflessione anche in vista di Atene. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA 3 0 ROMA (4-3-3): De Sanctis 6; Maicon 6,5, Yanga-Mbiwa 7, Astori 6,5, Cole 6; Pjanic 6,5 (Paredes s.v. 23’ s.t.), De Rossi 7, Nainggolan 7 (Uçan s.v. 44’ s.t.); Ljajic 7,5, Totti 7,5 (Florenzi 6 15’ s.t.), Destro 7. All.: Garcia 7,5 Sassuolo Consigli è decisivo Paolo Tomaselli Monaco, rivale della Roma in Champions martedì all’Olimpico, travolge 6-0 il Werder Brema, mentre continua la picchiata del Borussia Dortmund, al 5° k.o. in 8 partite (12 a Colonia, in gol Immobile). Nella Liga al Real Madrid (5-0 in casa del Levante), risponde subito il Barcellona capolista con un 3-0 sull’Eibar. In Grecia l’Olympiacos, rivale della Juve in Champions mercoledì ad Atene, ha vinto 3-2 in casa dell’Ergotelis. Marcatori: Destro 4’, Ljajic 25’, Totti (rig.) 33’ p.t. DA UNO DEI NOSTRI INVIATI A REGGIO EMILIA 7,5 Consigli Molto reattivo in tutte le situazioni: decisivo nel doppio assalto ravvicinato Pogba-Tevez alla fine del primo tempo. 6,5 Terranova Dietro si balla ma lui sembra conoscere la musica. s.v. Cannavaro Fuori uso dopo appena dieci minuti: mette male un piede. 6 Acerbi Fondamentale la deviazione su Pereyra dopo 12’. 6,5 Vrsaljko Non ha paura neanche di dell’Apache Tevez: gomiti alti, discreta corsa, qualche inserimento pericoloso. 6,5 Magnanelli Il capitano che arriva all’allenamento in bici pedala come un matto in mezzo al campo. Soffre Pogba, ma non si ferma mai. 5,5 Missiroli Tiene la posizione senza fare danni; neanche agli avversari, purtroppo per lui, però. 6,5 Longhi Essenziale l'assist per il gol di Zaza. 6 Berardi Gioca piuttosto arretrato: generoso ma non sempre lucido. 7 Zaza Torna al gol dopo quaranta giorni, segnando ancora alla Juventus come a fine aprile. Un bello spot, assieme ad altri buoni colpi, per la squadra che può ricomprarlo. Ma si accende e si spegne ancora con troppa intermittenza. 6 Sansone Spaventa Pogba, che lo stende con una grande progressione a inizio ripresa. 5 Antei Entrare a freddo dopo 10’ contro la Juve non è il massimo. Ma commette l’errore di dare le briciole al piranha Tevez. Che lo azzanna sull’1-1. 6 Biondini Dà una mano a Magnanelli davanti alla difesa. Utile. 7 Di Francesco Affronta la Juve senza complessi da ultimo posto. Rischia con il 3-4-3. Un punto di ripartenza, per una squadra che viaggia al di sotto delle proprie potenzialità. Besiktas oggi. E Prandelli, per ora, è salvo. Continua il grande momento di Graziano Pellé: dopo il primo gol in Nazionale, l’attaccante ha realizzato ieri una doppietta nel clamoroso 8-0 del Southampton sul Sunderland. Pellé sale a 6 gol, secondo in Premier League solo ad Aguero (9, quattro ieri). Il Chelsea batte 2-1 il Crystal Palace e si conferma leader a più 5 sul Manchester City (4-1 sul Tottenham). In Bundesliga il Bayern 39 CHIEVO (5-3-2): Bardi 5; Sardo 6 (Cesar s.v. 26’ s.t.), Frey 5, Dainelli 5, Zukanovic 4,5, Biraghi 4,5 (Edimar s.v. 36’ s.t.); Cofie 6, Radovanovic 5, Hetemaj 5,5; Paloschi 5, Maxi Lopez 5,5 (Meggiorini s.v. 20’ s.t.). All.: Corini 5 Arbitro: Calvarese 5,5 Ammoniti: Pjanic, Maxi Lopez Recuperi: 0’ più 2’ ROMA È troppo facile questa se- ❞ Garcia Prendete quella dello scudetto come una profezia ❞ Totti Siamo ripartiti con la stessa mentalità di prima rie A a 20 squadre, un campionato poco «allenante», come dice Fabio Capello? Forse. Però la Roma fa appieno il suo dovere, anzi di più, con l’aiuto del Sassuolo che blocca la Juve e compatta la classifica. I giallorossi battono il Chievo segnando tre gol in 33 minuti, dando ragione a Garcia che ci aveva messo la faccia alla vigilia e riuscendo persino a gestire le energie in vista della partita di martedì sera contro il Bayern Monaco. In Champions League non ci sono avversari facili e, per la verità, nemmeno squadre che provano a chiudersi in nove, come ha fatto ieri il Chievo, anche una volta passato in svantaggio. La differenza è sembrata persino umiliante per Corini. C’è da dire, però, che non è semplice trovare contromisure quando la Roma mette in campo la classe di Totti, la voglia di Ljajic e Destro di scalare le gerarchie, la sapienza tattica di De Rossi e la capacità di Garcia di trovare sempre le motivazioni giuste. Il tecnico francese, alla vigilia, non aveva avuto paura di parlare di scudetto, anche se era un venerdì 17. Ha dato il messaggio giusto alla squadra, che, infatti, ha investito il Chievo come un tifone, creando tre occasioni nei primi quattro minuti e passando alla terza, con un colpo di testa in torsione di Mattia Destro. Un gol alla Potenza Adem Ljajic, 23 anni, realizza con un destro violento il secondo dei tre gol della Roma al Chievo (Activa Foto) Avanti Pruzzo, per i tifosi vintage. Un gol da centravanti puro, per dirla senza tempo. «È stata la nostra risposta sul campo — ha detto Garcia a fine gara —. I giocatori sono stati bravi a fare bel calcio e chiudere la partita in 30 minuti. Poi ci siamo gestiti, c’è una “piccola partita” da giocare martedì. Dite che ho sfidato la jella, parlando di scudetto? La mia può essere una profezia. La risposta la darà il campo, l’atteggiamento che abbiamo Schermo De Rossi L’importanza di avere De Rossi, lo schermo perfetto per una difesa debuttante avuto contro il Chievo lo dobbiamo avere sempre. Se vogliamo puntare in alto non c’è altro da fare. Martedì, però, c’è il Bayern e sarà un Olimpico di fuoco». A Roma c’è una voglia incredibile di calcio: ieri in 40 mila, martedì in 70 mila. Divertente la coreografia della curva piena di striscioni «rigore», inqualificabile il coro contro Pessotto. Non degno del gioco della Roma, delle ambizioni della società e della grande maggioranza dei tifosi giallorossi. La partita ha dimostrato l’importanza di avere De Rossi, perfetto schermo per la difesa debuttante con Astori e YangaMbiwa. Tutti i centrali difensivi giocano meglio quando c’è in campo il numero 16. SERIE A 7a giornata Ieri Roma-Chievo Sassuolo-Juventus Oggi, ore 12.30 Fiorentina-Lazio Ore 15 Atalanta-Parma Cagliari-Sampdoria Palermo-Cesena Torino-Udinese Verona-Milan Ore 20.45 Inter-Napoli Domani, ore 20.45 Genoa-Empoli Atalanta Parma 4-4-2 3-5-2 57 Sportiello 83 Mirante 22 Zappacosta 4 Mendes 29 Benalouane 19 Felipe 20 Biava 6 Lucarelli 93 Dramé 33 Rispoli 77 Raimondi 30 Acquah 21 Cigarini 21 Lodi 17 Carmona 8 J. Mauri 11 M. Moralez 11 De Ceglie 19 Denis 99 Cassano 99 Boakye 10 Belfodil Arbitro: Guida di Torre Annunziata Tv ore 15, Sky Calcio 4, Premium Calcio 4 Cagliari Sampdoria 4-3-3 4-3-3 27 Cragno 2 Viviano 21 Balzano 29 De Silvestri 24 Benedetti 28 Gastaldello 33 Capuano 26 Silvestre 8 Avelar 86 Cacciatore 16 Dessena 21 Soriano 4 Crisetig 17 Palombo 20 Ekdal 14 Obiang Ibarbo 23 11 Gabbiadini 25 Sau 9 Okaka 7 Cossu 23 Eder Arbitro: Gervasoni di Mantova Tv ore 15, Sky Calcio 4, Premium Calcio 4 Fiorentina Lazio 4-3-1-2 4-3-3 1 Neto 22 Marchetti 40 Tomovic 39 Cavanda 2 Gon. Rodriguez 3 De Vrij 15 Savic 2 Ciani 26 Radu 28 Alonso 16 Parolo 16 Kurtic 20 Biglia 7 Pizarro 6 S. Mauri 10 Aquilani 14 Mati Fernandez 87 Candreva 9 Djordjevic 30 Babacar 19 Lulic 11 Cuadrado Arbitro: Peruzzo di Schio Tv 12.30, Sky Calcio 1, Premium Calcio Palermo Cesena 3-5-2 4-4-1-1 70 Sorrentino 1 Leali 6 Munoz 24 Perico 12 Gonzalez 25 Capelli 19 Terzi 14 Volta 89 Morganella 17 Magnusson 17 Ngoyi 92 Defrel 27 L. Rigoni 8 De Feudis 15 Bolzoni 10 Coppola 7 Lazaar 33 Renzetti 9 Dybala 11 Brienza 20 Vazquez 89 Marilungo Arbitro: Damato di Barletta Tv ore 15, Sky Calcio 5, Premium Calcio 3 Torino Udinese 3-5-2 4-3-2-1 1 Gillet 31 Karnezis 19 Maksimovic 27 Widmer 5 Bovo 75 Heurtaux 24 Moretti 11 Domizzi 33 Bruno Peres 89 Piris 66 Pinzi 14 Gazzi 6 Allan 20 Vives 28 Sanchez Mino 19 Guilherme 36 Darmian 33 Kone 77 Thereau 22 Amauri 27 Quagliarella 10 Di Natale Arbitro: Russo di Nola Tv ore 15, Sky calcio 3, Premium Calcio 2 Verona Milan 4-3-3 4-3-3 1 Rafael 32 Abbiati 18 Moras 20 Abate 4 Marquez 13 Rami 25 Marques 33 Alex 33 Agostini 2 De Sciglio 23 Ionita 16 Poli 77 Tachtsidis 15 Essien 10 Hallfredsson 4 Muntari 21 J. Gomez 10 Honda 9 Toni 9 Torres 92 El Shaarawy 11 Jankovic Arbitro: Valeri di Roma Tv ore 15, Sky Calcio 1, Premium Calcio Prossimo turno Sabato 25/10, ore 15 Empoli-Cagliari Ore 18 Parma-Sassuolo Ore 20.45 Sampdoria-Roma Domenica 26/10, ore 15 Chievo-Genoa Juventus-Palermo Udinese-Atalanta Ore 18 Cesena-Inter Lazio-Torino Napoli-Verona Ore 20.45 Milan-Fiorentina 3-0 1-1 Roma, tris in 33’ travolto il Chievo La Juve a 1 punto 66 gol su rigore in serie A di Totti: il record è di 68, detenuto da Robi Baggio 14 gol segnati in 7 giornate dalla Roma: è il miglior attacco con la Juventus Garcia ha azzeccato in pieno anche la scelta di fare giocare Totti, per un’ora. Il capitano giallorosso sta vivendo un’eterna giovinezza e ha regalato assist (per il gol di Ljajic), tiri in porta e passaggi precisi a tutti i compagni. Destro e Ljajic hanno sfruttato al meglio l’occasione che Garcia ha dato loro, segnando e giocando una gara generosa anche in fase difensiva. Il serbo e Totti hanno lo stesso gusto di produrre calcio tecnico e in velocità. Non si può pensare che i veleni di Juve-Roma siano stati esauriti, ma la Roma doveva ripartire e lo ha fatto. La qualità del suo gioco garantisce che lo sprint per lo scudetto durerà davvero tutta la stagione. Luca Valdiserri © RIPRODUZIONE RISERVATA Classifica Inter Napoli 3-5-2 4-2-3-1 1 Handanovic 1 Rafael 23 Ranocchia 11 Maggio 15 Vidic 33 Albiol 5 Juan Jesus 26 Koulibaly 18 Zuniga 55 Nagatomo 88 Hernanes 88 Inler 90 M’Vila 8 Jorginho 10 Kovacic 7 Callejon 22 Dodò 17 Hamsik 9 Icardi 24 Insigne 8 Palacio 9 Higuain Arbitro: Orsato di Schio Tv ore 20.45, Sky Sport 1 e Calcio 1, Premium Calcio Eterno Totò Di Natale JUVENTUS* ROMA* SAMPDORIA UDINESE MILAN VERONA NAPOLI LAZIO FIORENTINA INTER GENOA EMPOLI CESENA TORINO CAGLIARI CHIEVO* ATALANTA SASSUOLO* PARMA PALERMO *una partita in più 19 18 14 13 11 11 10 9 9 8 8 6 6 5 4 4 4 4 3 3 corriere.it Sul sito del Corriere della sera le partite in tempo reale e tutti i gol e le immagini della giornata www.corriere.it 40 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera www.jeanlouisdavid.it Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 SPORT 41 Tennis Grande Sfida: McEnroe mattatore Rugby Vela Coppe, Zebre battute dall’Oyonnax Maserati salpa a caccia del record Successo di pubblico della 3a edizione della Grande Sfida, che venerdì a Genova (semifinali) e ieri al Forum di Assago (finali) ha riempito i palazzetti con McEnroe (foto), Lendl, Chang e Ivanisevic. La vittoria della tappa italiana del Champions Tour è andata al più giovane, Ivanisevic (che ha battuto Lendl), ma mattatore è stato John McEnroe, che ha deliziato i tifosi con tocchi sopraffini e urlacci. Nella prima partita di Challenge Cup, le Zebre non sono riuscite a battere l’Oyonnax. In vantaggio a fine primo tempo, hanno subito il ritorno dei francesi che si sono imposti 33-24. Oggi in Champions Cup, il Treviso debutta contro l’Ospreys (ore 14 Sky Sport 3). Ieri, gli All Blacks hanno superato 29-28 l’Australia. Ewen McKenzie, c.t. dei Wallabies, si è dimesso subito dopo il fischio finale. È partita la nuova sfida di Giovanni Soldini: al timone di Maserati, con un equipaggio di 9 uomini, ieri lo skipper ha lasciato New York per tentare di battere il record di traversata atlantica fino a Lizard Point. 2880 miglia in nord Atlantico da coprire in meno di 6 giorni, 17 ore, 52 minuti e 39 secondi, il tempo record stabilito nel 2003 dal maxi yacht di 140 piedi Mari Cha IV con a bordo 24 persone. Le milanesi I rossoneri in trasferta, i nerazzurri contro una diretta rivale: la corsa al 3° posto è già iniziata Attaccanti Filippo Inzaghi, 41 anni, allenatore ed ex centravanti del Milan, e Stephan El Shaarawy, 21 (Fotopress) ❞ Inzaghi Torres si sta integrando sempre meglio, ha dato tanto alla squadra Nessuno può incrinare il clima perché se lo incrina va via Istruzioni Walter Mazzarri, 53 anni, parla con il suo centravanti, Mauro Icardi, 21, 3 gol finora in campionato (Ansa) C’è l’esame Verona Inzaghi avvisa «Lamentele vietate» Tra Napoli e fischi Mazzarri cerca l’Inter perduta Occasione di rilancio per El Shaarawy «La rabbia per la panchina? Ha preso da me» Dopo due sconfitte è obbligatorio svoltare «Tifosi aiutateci, siamo pronti a riscattarci» Per ora, la possibile grana El Shaarawy è disinnescata, anche perché la cresta più alta della serie A oggi a Verona dovrebbe giocare dall’inizio. «Se è arrabbiato per le panchine si vede che ha preso da me — la risposta conciliante di Filippo Inzaghi all’«incazzatura» faraonica che ricorda le proprie da giocatore —, io e la società abbiamo sentito le dichiarazioni di Stephan, sono state rispettose: ha solo detto che giocare gli piace e lo dimostra in allenamento. Mi sarei arrabbiato se avesse detto che era contento a stare fuori o se dicesse che ha voglia ma non lo dimostrasse». L’allenatore rossonero sa bene però che, con solo il campionato e la Coppia Italia da giocare, sarà proprio la gestione della rosa numerosa (e, soprattutto, degli inevitabili malcontenti, tipo Mexès neanche convocato per Verona) uno dei suoi compiti più delicati. Preservare l’ambiente «peace&love» che si respira quest’anno a Milanello è la priorità n. 1 di Inzaghi, ma anche di Adriano Galliani che, a gennaio, magari proverà a dare qualche altra sforbiciata. Così si spiega l’avviso ai naviganti inviato dal tecnico: «Non c’è nessuno che può incrinare questo clima perché chi lo incrina non rimane al Milan — continua Inzaghi —. Ma ora non mi pongo il problema, perché non c’è malessere, solo l’arrabbiatura normale di chi non gioca. Se il problema ci sarà in futuro io e la società lo risolveremo anche in maniera dura, non accettiamo lamentele». I patti sono sempre stati chiari. «Qualcuno sapeva che avrebbe avuto meno occasioni. E quindi non può lamentarsi. Non ci saranno atteggiamenti sbagliati, perché MILANO nel caso saranno puniti. Poi se a gennaio qualcuno chiederà di essere mandato a giocare gliene verrà data l’opportunità». Sembra quasi una speranza, ma gennaio è lontanissimo. Oggi c’è un esame difficile, non solo per ragioni storiche, contro una squadra «che non può più avere solo la salvezza come obiettivo, ha venduto Iturbe e Romulo ma forse è persino più forte» e là davanti ha uno come Luca Toni, n. 9 della razza di Inzaghi, che proprio a Verona mise in mostra i super poteri trasformandosi in SuperPippo. Per il Milan che sogna l’Europa («E dalla porta principale sarebbe meglio», ripete Inzaghi) sarà «un bel banco di prova», la misura del proprio valore. O si spicca il volo o si viene risucchiati dal gruppone. «Complimenti a Toni perché fa ancora la differenza, ma col Milan ha già dato», dice Pippo ricordando la doppietta dello scorso anno al Bentegodi. Quella vigilia venne infuocata dal rapporto di Balotelli con il pubblico di Verona (che lo accolse con applausi sarcastici) e finì con Allegri che rimproverava i suoi «ragazzotti». È cambiato (quasi) tutto: in porta resta Abbiati perché Diego Lopez è reduce da un lungo infortunio, davanti (visto che Menez si è aggregato al gruppo solo venerdì e Bonaventura giovedì) dovrebbero giocare Honda «che si allena anche a casa», Torres che «ha dato tanto alla squadra anche con il problema alla caviglia», e appunto, El Shaarawy. Che in serie A non segna dal derby del 24 febbraio 2013 e che sarebbe un pazzo a sprecare un’occasione così. Arianna Ravelli © RIPRODUZIONE RISERVATA ❞ Benitez Terzo posto? Penso a una partita per volta Certo che vincere a San Siro sarebbe importante per la fiducia MILANO La partita degli ex (Mazzarri e Benitez) comincia dai numeri, che già dicono molto: l’Inter è reduce da due sconfitte consecutive (Cagliari e Fiorentina) ed è precipitata al 10° posto in classifica; il Napoli viene da due vittorie non brillanti (Sassuolo e Torino), ma ora può guardare al 3° posto («anche se io penso a una partita per volta e non a quello che sarà; se battiamo l’Inter, aumenterà la fiducia», le parole di Benitez); i nerazzurri nelle due partite di un anno fa (4-2 e 0-0) hanno avuto il 60% di possesso palla e incassato 4 gol, soffrendo la precisione offensiva degli avversari; Mazzarri, rassicurato da tutti i dirigenti sulla solidità della sua panchina, è apparso preoccupato, perché un paio di infortuni seri (Osvaldo e D’Ambrosio) e molti acciacchi non lo aiutano; Benitez più sereno, anche se ha ricoperto di elogi i nerazzurri: «È una squadra da vertice della classifica». Fresco di appello all’unità della nazione (interista), in serata, è arrivato in ritiro anche Erick Thohir: il presidente ha parlato con Mazzarri e poi con la squadra, nel tentativo di motivarla e di farle sentire la solennità del momento. Oggi, prima del posticipo di San Siro, assisterà al derby Primavera; domani presiederà l’assemblea degli azionisti; resterà a Milano fino a giovedì. Mazzarri ha cercato di spiegare qual è lo stato d’ animo del gruppo, in un momento così delicato: «Abbiamo lavorato bene, abbiamo analizzato gli errori e ho visto i ragazzi convinti di potersi riscattare. Ci aspetta una gara bella e affascinante contro una squadra importante e sono curioso di vedere come andrà a finire. I dirigenti sanno come lavoriamo; possono esserci momenti meno brillanti come questo e lo sanno. Io voglio far crescere questa squadra, che deve riuscire a essere nel gruppo di chi lotterà fino a maggio per un posto in Champions, dove vogliamo tornare. Ci sono ancora 32 gare e tanti punti in palio. Niente è ancora definito. I bilanci vanno fatti alla fine, non dopo sei partite». Mazzarri ha voluto chiarire anche le ragioni di una condizione fisica generale apparsa modesta, con Cagliari, Qarabag e Fiorentina: «Pondrelli, il mio preparatore, è con me da 13 anni e non sbaglia mai la preparazione se ha tutti i giocatori a disposizione. Il problema è che quest’anno per via del Mondiale e degli infortuni, come nel caso di Palacio, non avevamo i giocatori e tutto si è complicato. I momenti di difficoltà si superano insieme. Se non siamo al massimo fisicamente, dobbiamo aiutarci ancora di più e stare sempre concentrati». Resta la questione dei fischi di San Siro, che stasera tutti temono: «I fischi non fanno bene a nessuno. I tifosi, non solo quelli dell’Inter, devono incitare la loro squadra e poi alla fine mostrare un eventuale dissenso. Contestare durante la gara fa perdere ai ragazzi convinzione, mentre sentire il pubblico dalla propria parte fa rendere qualcuno ancora di più. I fischi per me? Non hanno un nome e non si capisce se sono indirizzati a uno o a un altro. Io sono il primo tifoso della mia squadra e noi tifosi viviamo di risultati. Se si contestano i giocatori è meno facile fare risultati». Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 42 Anna Lambiase con grande dolore annuncia la scomparsa della sorella Le sorelle Lucia e Luisa piangono la perdita dellamatissimo fratello Laura Giovanni Corrias I funerali si svolgeranno lunedì 20 ottobre alle ore 14 presso la Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio. - Busto Arsizio, 18 ottobre 2014. Marco Giorgino è affettuosamente vicino ad Anna Lambiase e a tutti i suoi cari in questo momento di grande dolore per la prematura scomparsa delladorata sorella Laura - Milano, 18 ottobre 2014. Partecipano al lutto: I nipoti Alessandra e Giovanni. LAmministratore, la Direzione, i dipendenti e i collaboratori di C.s. impianti S.p.A. partecipano al grande dolore della famiglia, per la prematura scomparsa del loro caro Direttore, collega e amico Ing. Mauro Merini - Milano, 18 ottobre 2014. I team Irtop e Vedogreen esprimono il più vivo cordoglio ad Anna Lambiase per la prematura scomparsa della sorella Laura Lambiase - Milano, 18 ottobre 2014. Nonostante la sua forza, la sua tenacia e la sua incrollabile fede non è riuscita a sopravvivere al dolore.- Ci ha lasciato allimprovviso - Milano, 19 ottobre 2014. Osvaldo Tarenzi sei stato un caro amico generoso e brillante, sarai sempre nel nostro cuore con affetto.- Siamo vicini con grande dolore alla famiglia con un forte abbraccio.- Adriano e Andreina Villa con Roberta e Riccardo Corbetta. - Milano, 19 ottobre 2014. Giovanna Ginatta Pomi Giuliano Paolini Ne danno il triste annuncio la nipote Mariasole con Massimiliano e Gregorio, la sorella Anthemys, la nipote Federica con Federico e Beatrice.- I funerali si svolgeranno lunedì 20 ottobre alle ore 14.45 presso la chiesa di Santa Maria al Paradiso corso di Porta Vigentina 14. - Milano, 16 ottobre 2014. Capita che la vita conceda dei privilegi, il nostro è stato quello di conoscerti.- Ciao "guerriero" non ti dimenticheremo.- Guido e Francesca Rivarola di Roccella. - Milano, 18 ottobre 2014. I condomini e lamministratore del condominio di corso di Porta Romana 76/2, Milano partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa della signora Ci manchi moltissimo.- Sempre vivo il tuo ricordo.Tua moglie Luisa, i figli Claudio, Anna e Nicola con la dolcissima Elena che ricorderà sempre nonno Guido. - Milano, 19 ottobre 2014. 19 ottobre 2012 - 19 ottobre 2014 Dott. Guido Pozzi Giovanna Ginatta Pomi 2008 - 2014 - Milano, 17 ottobre 2014. Garibaldi Stradiotti È mancato allaffetto dei suoi cari Nanni Moroni Ne danno il triste annuncio la moglie Enrica, i figli Fabio e Francesco con Veronica Genevieve e i nipoti.- Per lorario e il luogo delle esequie telefonare lunedì al numero 02.796220. - Milano, 18 ottobre 2014. I collaboratori e il personale di Moroni Gomma si uniscono al dolore dei familiari per la scomparsa del Da sei anni senza te, ma sei sempre nel nostro cuore con immutato rimpianto.- La tua famiglia. - Milano, 19 ottobre 2014. 19 ottobre 2001 - 19 ottobre 2014 Ing. Roberto Riontino Il tuo ricordo illumina i miei giorni.- Anna. - Milano, 19 ottobre 2014. 19 ottobre 2003 - 19 ottobre 2014 Dott. Gianferruccio Moroni Dott.ssa Maria Amelia Zilocchi del quale ricordano le qualità umane e professionali. - Milano, 18 ottobre 2014. Ci manchi sempre tanto, ciao!- Lisa, Alberto, Caterina. - Milano, 19 ottobre 2014. RCS MediaGroup S.p.A. - Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 13.30-19.30 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 25846003 www.necrologi.corriere.it e-mail: [email protected] SI ACCETTANO RICHIESTE VIA WEB, E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: Corriere della Sera Gazzetta dello Sport PER PAROLA: Necrologie: € 5,00 Adesioni al lutto: € 10,00 Necrologie: € 1,90 Adesioni al lutto: € 3,70 A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 300,00 Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti: € 258,00 Diritto di trasmissione: pagamento anticipato € 1,67 - pagamento differito € 5,00 L’accettazione delle adesioni è subordinata al pagamento con carta di credito Servizio fatturazione necrologie: tel. 02 25846632 mercoledì 9/12.30 - giovedì/venerdì 14/17.30 fax 02 25886632 - e-mail: [email protected] Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 MotoGp Marquez-Lorenzo duello all’alba Pole position per Marc Marquez davanti a Cal Crutchlow (Ducati) e a Jorge Lorenzo (Yamaha). In terza fila Andrea Iannone (settimo) e Valentino Rossi (ottavo, «Sono un po’ deluso, ho commesso un errore»), addirittura in quarta Andrea Dovizioso, appena decimo. È partito così, alle 7 di questa mattina, il Gp di Australia a Phillip Island, terzultima prova del Mondiale. Marquez è il pilota SPORT con il passo migliore, ma anche Lorenzo è in grandissima forma. Con il titolo già assegnato a Marquez (che è arrivato alla 12ª pole dell’anno e alla 49ª in carriera, e insegue il record di Mick Doohan di 12 vittorie in una stagione), Pedrosa, Rossi e Lorenzo lottano per il secondo posto nel Mondiale racchiusi in tre punti. La gara in diretta tv su Sky alle 7 e in replica alle 9.15 e alle 14. Nella notte si sono corse anche le gare di Moto2 e Moto3, in replica rispettivamente alle 10 e alle 12. Risultati e classifiche sul sito www.corriere.it. Basket Cremona passa a Reggio Emilia Sorpresa nell’anticipo della seconda giornata di serie A: la Vanoli Cremona supera in trasferta la Grissin Bon Reggio Emilia 70-69 e conquista i primi due punti del suo campionato. Oggi pomeriggio Cantù proverà a riscattare la dura sconfitta nel derby con Varese ospitando Avellino, mentre in serata Venezia e Roma testeranno le proprie qualità. Domenica di riposo per le due 43 reduci dall’Eurolega, Milano e Sassari, che scenderanno in campo domani nei due posticipi. 2ª giornata. Ieri: Reggio Emilia-Cremona 69-70; oggi, ore 18.15: Cantù-Avellino, Caserta-Brindisi, Bologna-Capo d’Orlando, Pesaro-Varese; ore 20.30: Venezia-Roma (RaiSport1); domani, ore 20.30: Milano-Trento, Pistoia-Sassari. Classifica: Brindisi, Sassari, Roma, Varese, Reggio Emilia*, Milano, Venezia, Pistoia e Cremona* 2; Capo d’Orlando, Avellino, Cantù, Trento, Caserta, Pesaro e Bologna 0. *una partita in più. Dylan Mouth prenota il Jockey Club Il vincitore del Premio Tesio favorito a San Siro dove ritorna lo spettacolo della Gran Corsa Siepi MILANO Bell’«italian job» quello Così oggi a San Siro 92° Gran premio del Jockey Club distanza 2.400 metri ore 17.50 I partecipanti: 1 Biz The Nurse 2 Duca di Mantova 3 Dylan Mouth 4 Open Your Hearth 5 Refuse To Bobbin 6 Sopran Nicolo 7 Wild Wolf Gran Corsa Siepi distanza 4.000 metri ore 14.50 Così in tv ore 14 Unire Tv (can. 220 Sky) ore 17.45 Sky Sport 24 messo a segno ieri ad Ascot dal tandem di due italiani ormai inglesi d’adozione come il 65enne allenatore Luca Cumani e il 22enne fantino sardo Andrea Atzeni: non che abbiano svaligiato una banca, come con l’espressione «italian job» la cinematografia anglosassone intende una rapina spettacolare, ma un gran bel colpo l’hanno assestato con la purosangue Silk Sari. La cavalla inglese (che Cumani allena in Inghilterra dove vive e dove da trent’anni si è affermato come top trainer vincitore persino di due Derby di Epsom) era migliorata tantissimo solo negli ultimi mesi e perciò non aveva l’iscrizione a un Gran Premio come le Champions Fillies and Mares Stakes di ieri ad Ascot: e così la moglie di Cumani, Sara, pur di dare una chance di valorizzazione alla cavalla che se la meritava, ha avuto l’idea di proporne l’affitto solo per questo Gran Premio di «gruppo 1» a chi avesse voluto finanziare il tesoretto di 48.000 euro necessario per l’iscrizione supplementare in Il campionato extremis. Ci ha creduto il «Fondo di assistenza dei fantini infortunati», e con l’investimento ha fatto un affarone: la cavalla, infatti, ieri pomeriggio ha colto (dietro la vincitrice Madame Chiang) un prestigioso secondo posto remunerato con 165.000 euro, andati quindi a una particolare destinazione assistenziale-previdenziale proprio al termine di una luttuosa settimana che, con due fantini morti in corsa in Au- Dirittura Dylan Mouth vince il Premio Federico Tesio (De Nardin) stralia e uno in gara negli Stati Uniti, ha drammaticamente testimoniato quanto resti pericoloso il mestiere di fantino, statisticamente forse ancor più di quello di pilota d’auto da corsa. Proprio il sabato di Ascot, che in sei gare offriva complessivamente quasi tre milioni di euro di montepremi, ha tenuto molti forti stranieri lontani da San Siro oggi per il 92° Gran Premio del Jockey Club di «gruppo 1» da 200 mila euro sui 2400 metri, dove solo un cavallo tedesco, Open Your Heart, scende a misurare gli italiani vincitori delle ultime due edizioni del Derby di Capannelle, Biz the Nurse nel 2013 e Dylan Mouth nel 2014. Biz the Nurse, che nel nome si porta l’infanzia curiosamente rifiutata da mamma Biz Bar e il conseguente svezzamento affidato per forza a una cavalla balia (nurse), è arrivato secondo un anno fa ma non ama i terreni autunnali pesanti per la pioggia. È dunque Dylan Mouth a presentarsi con le migliori chance, specie dopo il convincente successo nel Premio Federico Tesio nel quale ha lasciato a 3 lunghezze di distacco Biz the Nurse. L’altro clou del pomeriggio è la Gran Corsa Siepi di Milano, che riporta a San Siro il fascino dell’ostacolismo ippico e offre la possibilità di ammirare, in sella al cavallo saltatore ceco Brog Deas, una celebrità del galoppo dell’Est europeo come il fantino Jan Faltejsek, laureato delle ultime tre annate della Velkà di Pardubice, la mitica e massacrante corsa a ostacoli che monopolizza per un giorno l’intera Repubblica Ceca. La sfida, sui 4 chilometri di siepi da oltre un metro e 10 centimetri di altezza, è raccolta da Frolon, l’allievo dell’allenatore Paolo Favero battuto nel Gran Premio di Merano soltanto da un altro campione dell’Est come il polacco Alpha Two. Luigi Ferrarella [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzi pieni, comunicazione e conti in ordine il volley si organizza per schiacciare la crisi Addio serie A, ecco la SuperLega: 13 squadre, uno scudetto e un modello (americano) da seguire L’ambizione è molto alta: andare oltre il solo risultato sportivo. Di più: mettere una vittoria sul campo sullo stesso piano di un palazzetto pieno o di un messaggio comunicato bene. La pallavolo maschile italiana si è data un nuovo nome (SuperLega, invece che serie A1) e nuove regole (franchigie al posto di promozioni e retrocessioni) per festeggiare il suo settantesimo campionato. Il rischio, però, è credere che l’affetto che l’Italia sta riservando alla pallavolo femminile possa essere preso come termine di paragone. Tutti in piedi ad applaudire la tenacia delle pallavoliste anche se non è arrivata una medaglia? Vero. Ma una manifestazione come un Mondiale non è una competizione come un campionato. Cambiamenti, comunque, andavano fatti. Per mantenere la credibilità del movimento. Dopo due anni in cui si erano abolite le retrocessioni bisognava reinventarsi. Così le società, capitanate da un nuovo presidente di Lega, Albino Massaccesi (storico dirigente della Lube Macerata, che da quest’anno si chiama Treia) proveranno a vedere se il metodo a stelle strisce funziona anche da noi. Con le debite proporzioni, sia chiaro. Perché la pallavolo italiana è lontana anni luce dal professionismo. Poi a sentire i giocatori, qualche diritto in più per chi comunque «lavora» sottorete non guasterebbe. Intanto si apre all’est, con 1ª giornata Ieri Macerata 3 Verona 1 (22-25, 25-21, 25-19, 27-25) Oggi, ore 17.30 Modena Perugia (RaiSport1) Ore 18 Piacenza Ravenna Milano Molfetta Trentino Padova Latina Monza Riposa Muri e inno nazionale Inno nazionale e squadre schierate prima della partita, come negli Stati Uniti. A sinistra, il muro dei campioni d’Italia di Macerata, che puntano a confermare il titolo (il terzo per il club) appena vinto (Ansa) Monza che mette sotto contratto un giocatore cinese, Modena uno giapponese e Piacenza che sta provando a fare affari con un fondo arabo. Ovviamente vincere il campionato italiano conta ancora moltissimo. Probabilmente più che in qualsiasi altro paese. È per questo che Bruninho e De Cecco, due dei più forti palleggiatori al mondo, giocano a Modena e Perugia. Che Atanasijevic è rimasto e Kaziyski è tornato. E farlo avendo i palazzetti pieni all’80% sarà una sfida vera per molte società. Perché la garanzia della permanenza di un club nell’élite della pallavolo si ottiene attraverso il bilanciamento delle prestazioni sportive, dei dati di pubblico e del rigore finanziario, con premi per chi comunica e gestisce meglio l’affezione del pubblico e la cura degli sponsor. Che poi i negligenti vengano veramente puniti, soprattutto sul rigore finanziario, è un auspicio. Visto che in passato si è lasciato correre troppo, perfino quando l’inadempiente era un presidente di Lega. Tredici i club al via, che potrebbero crescere in futuro (Cuneo amaramente scomparsa) e attenzione ritrovata per i settori giovanili. «Bisogna anticipare l’ingresso in serie A dei giocatori», dice Massaccesi. Perché un conto è avere un vivaio, un altro far giocare i meri- tevoli in prima squadra. L’abbiamo visto nel confronto con gli altri paesi nel nefasto Mondiale dei ragazzi di Berruto. Convince la copertura televisiva. La Rai manderà in onda due partite (sabato e domenica) e le altre 4 saranno visibili su Sportube.tv attraverso una piattaforma streaming della Lega. Che il primo campionato di SuperLega abbia inizio. Eleonora Cozzari © RIPRODUZIONE RISERVATA Città di Castello Albo d’oro Questa la classifica degli scudetti vinti nel volley maschile 22 Modena 9 Treviso 8 Parma 6 Ravenna 5 Firenze 4 Torino 3 Bologna 3 Trento 3 Macerata 2 Roma 1 Cuneo 1 Piacenza 1 Catania 1 Ariccia Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera The Ad Store Italia 44 PSYLLOGEL FIBRA. LA TUA REGOLARITÀ INTESTINALE SECONDO NATHURA. Arance rosse, tè al limone, fragola o vaniglia? Scegli che sapore dare alla tua regolarità. Psyllogel Fibra è l’integratore alimentare a base di fibra di psyllium pura al 99%, che ti aiuta a ritrovare la tua naturale fisiologia senza irritare l’intestino. Aggiungilo a un’alimentazione sana, ricca di acqua, frutta e verdura e preparati a ritrovare il tuo benessere quotidiano. Perché di Nathura ti puoi fidare: da oltre vent’anni, infatti, passione e rigore scientifico garantiscono la reale efficacia dei suoi prodotti. Psyllogel Fibra ti aspetta in farmacia. 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Un progetto ambizioso, che dovrebbe portare a un approccio più integrato alla malattia, con lo scopo di disegnare le terapie sempre più «su misura» rispetto alle esigenze dei singoli pazienti, terapie che possono essere anche sensibilmente diverse (si vedano gli articoli alle pagine successive). Una cura personalizzata avrebbe il vantaggio di essere più efficace, meglio seguita e meglio tollerata, il che comporterebbe anche un vantaggio economico per l’intero sistema. Ottime premesse e saggi obiettivi. Ma in quale misura il progetto è stato attuato? Dopo un anno la risposta è, come al solito nel nostro Paese: qui un pò di più, là un po’ meno. Insomma, siamo alla solita copertura «a macchia di leopardo». Con una variante sorprendente: stavolta alcune delle Regioni in genere «virtuose» risultano a prima vista più in ritardo di altre che di solito si guadagnano voti bassi nella pagella dell’efficienza. Salvo scoprire che alcune di queste ultime, pur, sulla carta, prontissime a rispondere «sissignore», hanno in realtà fatto ancora meno delle altre. Non che il Piano per il diabete sia di facile attuazione. La distribuzione dei ruoli e delle responsabilità fra specialisti, medici di medicina generale, ospedali, servizi territoriali, è oggetto di discussioni anche molto vivaci e ci vorrà del tempo per trovare la quadratura del cerchio. Resta il fatto che una governance efficace del diabete è una priorità, non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale, perché i numeri della malattia sono in crescita costante e l’impatto economico importantissimo, specie in uno Stato con sistema sanitario solidaristico universale, come il nostro è (e vorremmo restasse). E, con un apparente paradosso, l’unica strategia possibile per sopportare l’urto dei costi è metterli in secondo piano rispetto all’attenzione alla salute del paziente. Perché una buona medicina, lo dimostrano decine di studi economici, costa molto meno di una medicina non buona, che è quasi sempre una medicina che spreca risorse. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'esperto risponde alle domande dei lettori su http://forum. corriere.it/ diabete/ di Adriana Adrian Bazzi Gli ultimi studi hanno decretato che gli obiettivi metabolici possono variare da persona a persona e devono tenere conto della qualità complessiva della vita e dei potenziali effetti collaterali delle terapie. E anche gli aspetti psicologici della malattia sono considerati sempre più importanti ●Il numero Osteoporosi, società scientifiche in campo per la prevenzione 30 % + Le donne in menopausa affette da osteoporosi N el mondo interessa oltre 200 milioni di donne. Solo in Italia colpisce 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini, con costi sociali altissimi, che in Europa superano i 57 miliardi di euro. È l’osteoporosi, una patologia in aumento, ma che può essere contrastata grazie alla prevenzione, tema al centro della giornata mondiale che si celebra domani, 20 ottobre. In occasione dell’iniziativa, gli esperti delle cinque società scientifiche che firmano la campagna «Stop alle fratture» (Siommms, Siot, Sir, Ortomed e Gisoos), lanciano un appello a tutte le donne italiane dai 50 anni in poi: non devono sottovalutare persistenti dolori ossei che possono essere sintomo di fratture da fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa, la cui incidenza è molto più comune di quanto si pensi. Si tratta, infatti, di una patologia che interessa il 30 per cento di tutte le donne che vanno in menopausa. 46 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera SALUTE A Milano Dossier Un nuovo polo per ricerche e terapie innovative Medicina Onu ha definito il diabete una «emergenza sanitaria planetaria». Identificare le cause che sono alla base della malattia e della sua continua espansione è una delle grandi sfide della medicina moderna: l’Ospedale San Raffaele di Milano l’ha raccolta con un nuovo investimento dedicato alla prevenzione e alla cura del diabete, in particolare del diabete di tipo 1 che sta aumentando fra bambini e adolescenti. Quattrocento metri quadri di nuovi laboratori L’ completamente dedicati al Diabetes Research Institute (DRI) saranno inaugurati il 27 ottobre. Inoltre, una nuova struttura di 100 mq, dedicata all’isolamento delle isole pancreatiche umane per le terapie innovative del diabete di tipo 1, entrerà in funzione a novembre. Nei prossimi anni il DRI si concentrerà in particolare sul trapianto di isole pancreatiche, sulla prevenzione, sullo sviluppo di nuovi farmaci e di nuovi test per individuare in anticipo le persone predisposte alla malattia. Con l’aumentare della sua diffusione il diabete si sta rivelando sempre più una patologia che presenta molte sfaccettature e implicazioni sul piano psicologico e relazionale, oltre che metabolico. E chiede, quindi, trattamenti che tengano conto delle differenze fra malato e malato Il sospetto U n anno fa il cinquantottenne attore americano Tom Hanks, due volte premio Oscar per i film Philadelphia e Forrest Gump, ha confessato, nel salotto del David Letterman Show, di avere un diabete di tipo 2. A causa, forse, delle variazioni di peso cui è andato incontro per interpretare i diversi ruoli nei suoi film. I medici gli hanno suggerito di ritornare al peso che aveva al liceo per guarire. «Impossibile — ha scherzato lui —. A quell’epoca ero magrissimo, perciò mi rassegno a essere diabetico». La sua storia si aggiunge a quella dei 346 milioni di persone in tutto il mondo (52 milio- Cure davvero «personali» per chi ha la glicemia alta ni in Europa, 3 milioni in Italia) che soffrono della stessa malattia. Il diabete di tipo 2 è una vera e propria epidemia, anzi uno tsunami come l’ha definito il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. E le previsioni per il 2025 parlano di un aumento impressionante dei casi, soprattutto legati all’obesità, che potrebbero raggiungere il miliardo (sono due i tipi di diabete mellito: quello di tipo 2 che compare nell’adulto e quello di tipo 1 che colpisce invece persone giovani: il primo rende conto del 90 per cento dei casi di malattia). Quindi tantissime le persone colpite, ma ognuna diversa dall’altra, come sottolinea un recente articolo di Lancet intitolato : «Le molte facce del diabete: una malattia che rivela una sempre maggiore eterogeneità». C’è il paziente con un diabete lieve che può essere controllato con la sola dieta oppure con gli antidiabetici orali, c’è invece quello che deve ricorrere alle iniezioni di insulina anche più volte al giorno e monitorare la glicemia durante la giornata (cioè la quantità di zuccheri nel sangue che indica se la terapia funziona). Tutti, ma in particolare questi ultimi, devono convivere con una malattia che può provocare disagio o, come dicono 50% La quota di diabetici che percepisce un «distress», cioè il disagio psicologico di dover gestire una condizione che è cronica Leggere le avvertenze riportate sulle confezioni. I dolcificanti artificiali potrebbero favorire la comparsa di un’intolleranza glucidica, l’anticamera del diabete. L’allarme arriva da una ricerca, pubblicata su Nature, che dimostrerebbe come i falsi zuccheri, almeno negli animali da esperimento (ma anche su volontari sani), aumentino i livelli di glicemia, attraverso un’alterazione della flora batterica intestinale . Per le cartilagini articolari, un brevetto innovativo. Dalla Ricerca Bios Line una formula innovativa a base di Avovida, estratto di Soia e Avocado® ricco in fitosteroli. Con Boswellia serrata, utile per la funzionalità articolare e Vitamina C, per la normale funzione delle cartilagini. i ricercatori, «distress». L’impatto del diabete nella vita quotidiana è stato valutato da uno studio chiamato Dawn2 (che ha coinvolto 15 mila persone, soprattutto diabetici, ma anche i familiari e gli operatori sanitari di 17 Paesi di 4 continenti) che è stato presentato a Vienna in occasione del 50° congresso dell’Easd (European Association for the Study of Diabetes). «Il diabete non comporta solo il rischio di gravi complicanze a cuore, reni, occhi, quando non è tenuto adeguatamente sotto controllo — commenta Antonio Nicolucci, responsabile del Dipartimento di farmacologia clinica ed epidemiologia della Fondazione Mario Negri Sud —, ma provoca, appunto, un distress che può essere definito come il peso psicologico che il malato percepisce nel dover gestire una patologia che è cronica e il proprio futuro. Nel nostro Paese un paziente su due lamenta questo disagio, legato alla gestione della cura e anche alla discriminazione di cui è oggetto. Un dato significativamente maggiore rispetto alla media europea, che si attesta attorno al 40 per cento. Tanto per fare un esempio, solo un olandese su cinque si lamenta». I pazienti italiani intervistati nel corso dell’indagine riferiscono un impatto negativo della malattia sul benessere fisico (65 per cento) e su quello psicologico (48 per cento). In particolare pesa il dover seguire la terapia soprattutto se prevede iniezioni di insulina e preoccupa il rischio di ipoglicemie, ❞ Epidemiologia Le previsioni degli esperti per il 2025 parlano di un aumento impressionante dei casi, soprattutto legati all’obesità di lavoro per esempio, che segnala almeno il 19 per cento dei pazienti. «Lo studio Dawn2 — commenta Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia — è il primo studio che pone particolare attenzione agli aspetti psicosociali della gestione del diabete e ha contribuito a modificare il modo in cui noi medici guardiamo alla malattia». Adriana Bazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA FORMULA BREVETTATA n. 1392395 Servono risparmi drastici sugli esami P Flexjal® Forte Integratore - ADATTO ANCHE A VEGETARIANI E VEGANI - SENZA GLUTINE Flexjal® Forte Crema-gel da massaggio - NICKEL TESTED Dal tuo Erborista e Farmacista di fiducia. cioè di cali improvvisi degli zuccheri nel sangue. E il 18 per cento fra i malati presenta segni di lieve depressione. «Con una differenza di genere a quest’ultimo proposito — continua Nicolucci —. Le donne ne soffrono di più». Il peso della malattia ricade anche sui familiari: la metà degli intervistati si preoccupa molto per le condizioni del malato e molti si sentono frustrati perché non riescono ad aiutare il proprio congiunto e vorrebbero essere più coinvolti nella gestione delle cure. Poi c’è il problema della discriminazione, nell’ambiente biosline.com arliamo delle lancette che servono per pungere il dito dei pazienti diabetici e ottenere quella goccia di sangue utile per misurare il controllo della glicemia e valutare l’effetto delle terapie. In Italia esistono 21 prezzi differenti per il loro rimborso nelle diverse Regioni e se ci si uniformasse a quello della Toscana (il più basso) si risparmierebbero 132 milioni di euro da destinare ai farmaci innovativi, più costosi di quelli classici, ma più utili al paziente. Anche il diabete deve fare i conti con la crisi e la spending review e ragionare sui risparmi. «Nel nostro Paese — denuncia Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, a Vienna in occasione dell’Easd, il congresso europeo sul diabete — manca un prezzo unico di riferimento per certi dispositivi come le lancette e questo comporta uno spreco di risorse». È un problema che presuppone soluzioni politiche (che si spera arrivino presto), ma c’è di più. E qui entrano in gioco i medici. Succede che, di fronte a un paziente diabetico, si prescrivano alcuni test di laboratorio non indispensabili, anzi inutili. Con costi “evitabili”: occorre, dunque, analizzare tutte le voci di spesa per separare quello Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 SALUTE Progressi Cellule del pancreas «costruite» in laboratorio I valori «normali» L’impatto della patologia Persone con diabete (x 1.000) LA DIFFUSIONE IN ITALIA 4.354 4.000 oug Melton, professore all’Harvard University di Boston, ha cominciato a studiare il diabete 23 anni fa, quando a suo figlio era stata diagnosticata la malattia di tipo 1, quella che richiede la somministrazione di insulina. Ed è arrivato a un risultato, appena pubblicato sulla rivista Cell, che gli esperti definiscono «un gigantesco passo in avanti» nella cura della malattia. Melton ha trovato il «cocktail perfetto» di composti chimici capaci di trasformare D 47 le cellule embrionali in beta cellule del pancreas, quelle che producono insulina, e con queste ultime spera di rimpiazzare i 150 milioni di cellule pancreatiche distrutte dal sistema immunitario. Le cellule costruite in laboratorio , trapiantate nei topi, funzionano per molti mesi, producono l’ormone e controllano la glicemia. Si tratterà adesso di studiare sistemi per metterle al riparo da nuove aggressioni da parte del sistema immunitario del paziente. Anche i parametri di riferimento cambiano 3.626 3.125 D 2.000 0 2000 2013 2035 Fonte: IDF Diabetes Atlas 1º-6º edizione LE SPESE PER LA CURA Ricoveri ospedalieri Farmaci 29% 57% Prestazioni specialistiche 14% Fonte: Osservatorio Arno Diabete, il profilo assistenziale della popolazione con diabete, rapporto 2011 LE CONSEGUENZE SULLA VITA QUOTIDIANA 1 su 5 delle persone con diabete si sente discriminata in quanto diabetica GLI ASPETTI PIÙ CONDIZIONATI DALLA MALATTIA 65% Salute fisica Benessere psicologico 48% Finanze 42% Tempo libero 35% 27% Lavoro e studio 21% Relazione con amici/familiari 0 Fonte: Studio Dawn2 che è strettamente necessario da quello che è di dubbia utilità o addirittura inutile. Prendiamo la vitamina D. Dice Enzo Bonora, presidente dell’Associazione medici diabetologi (Amd) : «È un fenomeno di moda. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sull’associazione fra carenza di vitamina D, malattie cardiovascolari e diabete. Ma a tutt’oggi mancano le prove (anche se ci sono studi in corso) che questo sia vero e che un supplemento di vitamina D possa essere utile. Però si continuano a prescrivere test e vitamina. Solo nell’ospedale di Verona, dove lavoro, si spendono ogni anno 200 mila euro per dosare la vitamina D. Una somma che, riferita al Veneto, consiste in non meno di due milioni di euro l’anno ed estrapolata all’Italia a circa 20 milioni di euro l’anno». Quello della vitamina D non è l’unico esempio di spesa “evi- 10 20 30 40 50 60 70 80 d’Arco tabile” nel capitolo “analisi di laboratorio per il diabete”. Ce ne sono altri, che riguardano da vicino la malattia anche se spesso sono prescritti da non diabetologi, come i dosaggi dell’insulina. Dice Giorgio Sesti, dell’Università di Catanzaro e presidente eletto della Società ita- Risorse carenti Pure in questo campo bisogna fare i conti con la crisi e la spending review Scelte appropriate Occorre separare quello che è necessario da quello che è di dubbia utilità omanda: quanti diabetici italiani tengono sotto controllo la propria malattia ? Risposta: soltanto un terzo, almeno fra coloro che hanno da poco scoperto di essere malati e non hanno ancora complicanze (i dati sono dello studio chiamato Riace che vuole valutare, appunto, le complicanze del diabete nella popolazione italiana e sta tenendo sotto controllo 15 mila pazienti). Questo è un guaio perché sono proprio i «neo-diagnosticati» e «i relativamente giovani» che possono avere i maggiori benefici dalle cure. Tenere a bada gli zuccheri nel sangue con le terapie per prevenire le complicanze (come quelle che colpiscono cuore, reni, occhi o cervello) significa mantenere un dosaggio dell’emoglobina glicata al di sotto del 7 per cento (l’emoglobina glicata è una frazione dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno, dotata di “memoria”: dà un’idea di quanto gli zuccheri nel sangue hanno superato la soglia di normalità nei due mesi precedenti). Per ricordare: il diabete è una malattia che nasce da un cattivo utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo a causa della mancanza o del malfunzionamento dell’insulina, l’ormone che controlla, appunto, il metabolismo del glucosio: la conseguenza è un aumento degli zuccheri nel sangue (iperglicemia). «Ma se in passato i diabetologi avevano, come primo obiettivo della terapia antidiabetica, il controllo metabolico e cioè il raggiungimento dei valori normali di glicemia e di emoglobina glicata, — spiega Simona Frontoni, diabetologa all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma — oggi si pensa di più alla qualità della vita e agli effetti collaterali dei farmaci». Ciò comporta che il limite ottimale inferiore al 7 per cento per l’emoglobina glicata non venga più considerato oggi una «taglia unica che veste tutti»: ocliana di diabetologia: «Un terzo dei pazienti diabetici non sa di esserlo, ma per diagnosticare questa situazione basta una glicemia (che valuta la quantità di zuccheri nel sangue) a digiuno. Non serve l’emoglobina glicata (l’esame che dice quanto la glicemia ha superato i limiti normali nei precedenti due mesi), ma quest’ultima viene spesso richiesta. Ci sono poi medici che chiedono il dosaggio dell’insulina per valutare l’insulino-resistenza (cioè l’incapacità delle cellule a utilizzare il glucosio) che non serve a niente. Basterebbe un metro da sarta: misurare la circonferenza dell’addome è il metodo più utile per stabilire se c’è insulino-resistenza e ha un costo zero (il grasso addominale è, infatti, un indice predittivo del rischio di diabete, ndr)». A. Bz. © RIPRODUZIONE RISERVATA corre personalizzare gli obiettivi glicemici da raggiungere. Alcuni studi degli ultimi mesi, come l’Accord, hanno infatti dimostrato che, per alcune categorie di pazienti come gli anziani, coloro che hanno anche altre malattie o sono diabetici da tempo e hanno già complicanze, ci si può accontentare di un’emoglobina glicata che può raggiungere valori anche al limite dell’8,5 per cento. Per molti pazienti il raggiungimento del «valore di riferimento» ottimale dell’emoglobina glicata comporta una serie di problemi legati alle terapie. Primo fra tutti il rischio di ipoglicemia, cioè di un’eccessiva riduzione degli zuccheri nel sangue, con conseguenze come tremori, palpitazioni, confusione, alterazioni del comportamento fino al coma. Secondo problema: l’aumento di peso che certi farmaci comportano e che è un paradosso, perché l’obesità è un fattore di rischio per il diabete. Terzo: la somministrazione per iniezione che provoca disagio al paziente. Farmaci Allo studio soluzioni contro il rischio di ipoglicemia e di aumento di peso Oggi la ricerca farmacologica sta cercando di ovviare al rischio dell’ipoglicemia e dell’aumento di peso con nuovi farmaci. Con le incretine, per esempio, e in particolare gli analoghi del Glp-1, ormoni che controllano la glicemia aumentando la secrezione di insulina e diminuendo quella del glucagone (l’ormone antagonista dell’insulina). E con nuove insuline, come la degludec, che assicura una copertura di 24 ore e riduce il rischio di ipoglicemia. Ed è allo studio anche l’associazione fra incretine e insulina con effetti potenziati. Ma sono farmaci da somministrare per iniezione, tutti i giorni. Così la ricerca sta sviluppando nuove incretine per somministrazione settimanale o addirittura per bocca, per aumentare l’aderenza della terapia da parte del paziente. E anche per le insuline si stanno studiando nuove formulazioni per uso orale e settimanale. A. Bz. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA L'esperto risponde alle domande dei lettori su http://forum. corriere.it/ diabete/ 48 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera SALUTE Nomenclatore Medicina Contributi Asl per le protesi fermi a 15 anni fa n Italia ci sono quasi 60 mila sordi e 11 milioni e 600 mila anziani over 65 e per loro, il rimborso fornito dalla Asl, in caso di sordità grave, è di soli 650-750 euro per protesi. Il resto della cifra, magari solo per procurarsi una protesi acustica più avanzata, bisogna pagarlo di tasca propria. Il problema è che il «Nomenclatore tariffario per protesi e ausili» è un prontuario nato provvisorio nel 1999 e rimasto tale fino ad oggi perché non è mai stato aggiornato. Solo l’Inail, per l’invalidità sul I Il test dell’udito sui bambini ora è quasi «universale» Oltre il 90 per cento dei neonati italiani sottoposto allo screening L'esperto risponde Alle domande sullo screening per la sordità nei neonati e nei bambini su corriere.it/ salute/ pediatria L’impegno Ospedali e pediatri sono riusciti a diffondere questo esame nonostante manchi una legge nazionale La mappa dei controlli Per quanti neonati (in percentuale) è previsto lo screening uditivo nel 2014 (proiezioni) 89-100 39-89 0-39 L a politica continua a latitare e una legge nazionale ancora non c’è. Grazie all’azione congiunta di genitori e medici lo screening audiologico sui neonati (vedi box a destra, ndr) ha però superato la soglia del 90% in Italia. Un traguardo importante, anche se c’è ancora molto da fare per raggiungere quel 95% che trasformerebbe lo screening in «universale». «Si è passati — spiega Luciano Bubbico, referente dell’Osservatorio disabilità del Dipartimenti di scienze biomediche Isfol-Istituto italiano di medicina sociale — da 156.048 neona- Stress 2008 29,9 48,4 60,6 2011 78,3 2013 80,1 90,9* 2014 *proiezioni Fonte: Dipartimento Scienze Biomediche ISFOL – Istituto Italiano di Medicina Sociale ti esaminati (29,9%) nel corso del 2003, con 145 Neonatologie a t t i ve ( 2 3 % d e l tot a l e ) , a 457.837 neonati attesi nel corso del 2014 (90,9%) sulla base delle 437 Neonatologie che hanno attivato lo screening Frustrazione Angoscia Frustrazione Esaurimento ut Burno Depressione 2003 2006 Depressione Burnout Frustrazione Andamento del programma di screening audiologico universale in Italia (% di neonati sottoposti a screening) (88,7% del totale)». Il risultato è stato raggiunto grazie anche alla tenacia del team di ricerca diretto da Luciano Bubbico, che ha continuato il lavoro di raccolta dei dati tra enormi difficoltà per mancanza di fondi e di personale. Passi da gigante, dunque, ma c’è voluto oltre un decennio. Perché? Il problema – come hanno sottolineato gli specialisti intervenuti al meeting nazionale organizzato a Roma dall’Associazione e dal forum «Affrontiamo la sordità insieme» (www.asi-onlus.it) – è che in assenza di una normativa nazionale e in presenza di delibere regionali che magari si limitano a «raccomandare» l’esame, tutto si è mosso su base volontaristica. La vera novità, tuttavia, è la rete creata tra i genitori e tra gli stessi specialisti: neonatologi pediatri, otorini e audiologi si parlano e collaborano. «Il forum in questo momento conta circa 4.500 membri: — spiegano Domenico Pinto, presidente dell’Associazione, e Jodi Cutler responsabile del forum — un buon esempio di solidarietà e di volontariato». Ruggiero Corcella lavoro, ha recepito la necessità di concedere degli apparecchi acustici in base alle necessità delle persone e quindi ha creato delle fasce diverse senza che si debbano pagare differenze. Non va meglio, per la fornitura delle pile per gli apparecchi acustici . Regioni e le Asl possono decidere in autonomia di destinare un fondo per l’erogazione della pile. Dunque, con buona pace dei pazienti, in alcune regioni vengono fornite e in altre no. R. Co. Prevenzione La risposta al suono per scoprire la sordità Il punto di partenza è un dato ormai scontato all’interno della comunità scientifica: l’acquisizione del linguaggio dipende da una normale funzione uditiva. Quindi se una famiglia desidera che il figlio abbia uno sviluppo normale del linguaggio, il presupposto è che il bambino abbia un udito normale. Lo screening audiologico universale, entro i primi 3 o 4 mesi di vita, permette di scoprire i problemi di sordità e di intervenire precocemente. In assenza di visite specialistiche la sordità infantile viene infatti scoperta intorno ai 2-3 anni di vita, rischiando di compromettere le capacità sociali, linguistiche, cognitive del bambino. Per la prevenzione, dunque, il test dell’udito è fondamentale. In più, ha costi molto contenuti: un apparecchio per l’esame delle otoemissioni acustiche, (che misura la risposta delle cellule ciliate al suono prodotto dall’apparecchio), costa 5 mila euro. L’esame garantisce al bambino e alla sua famiglia una vita normale, oltre a risparmi notevoli per la collettività: un bambino sottoposto a diagnosi in ritardo può avere un costo sociale di 750 mila euro nell’arco della vita, contro i 17 mila di un bimbo che invece la diagnosi l’ha ottenuta in tempo. Lo screening precoce identifica non solo le sordità profonde, ma anche quelle gravi e medio gravi: se non riconosciute subito e corrette con protesi acustiche, procurano ai bambini problemi scolastici importanti. Il test di base è già un buon punto di partenza, ma occorre un ulteriore sforzo: individuare i centri audiologici di secondo e terzo livello per la conferma della diagnosi e l’eventuale impianto cocleare. C’è infatti il rischio che i pazienti si «perdano» durante il percorso perché nessuno li segue. R. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA «Noi, una risorsa poco utilizzata» I genitori chiedono ai medici di essere più coinvolti nella cura N on solo screening: «Si fa un gran parlare di buone pratiche, di linee guida e di indicatori nazionali ma dimentichiamo sempre e comunque che uno degli anelli principali di questa catena è il genitore». Nel convegno dell’Associazione Affrontiamo la sordità insieme, la voce di Massimo Simicich, papà di una bimba sorda e presidente dell’Associazione Elda (Essere liberi di ascoltare) di Trieste, si è levata alta e forte per rivendicare il ruolo centrale dei genitori e l’importanza di costruire un'alleanza famiglie-medici. «Immaginiamo nel momento della diagnosi di essere seduti in un corridoio di ospedale e in quel momento si chiude una porta — ha detto Simicich —. Oltre quella porta c’è un mondo che va conosciuto e va vissuto assieme, dal medico e dai genitori. Come viene comunicata la sordità del bambino ai genitori e come la vivono? Nel momento della diagnosi ci dimentichiamo che nella testa del genitore scatta un senso di inadeguatezza nei confronti del proprio bambino. È naturale: in quel momento vedo mio figlio con altri occhi». Il presidente di Elda ha ribadito la necessità di umanizzare il percorso della cura e il bisogno delle famiglie anche di «emozionarsi». «Se vogliamo aiutare questi bambini, — ha sottolineato Simicich — in primo luogo dobbiamo aiutare le loro famiglie a capire. Non dimentichiamoci che ogni famiglia vive un contesto diverso, in una situazione diversa, nasce e proviene da contesti diversi. Non siamo standardizzabili, non possiamo creare un programma per questo tipo di cose, le variabili sono troppe. Quindi ricordiamoci del termine individualità». La famiglia come risorsa, dunque. «I centri audiologici — ha sottolineato Massimo Simicich — devono dotarsi di associazioni di famiglie e collaborare assieme, devono formare dei genitori che possano aiutare altre famiglie a proseguire in questo percorso». E le famiglie si organizzano anche in proprio. «Crediamo che l’approccio più importante sia l’intervento precoce centrato sulla famiglia — spiega Gabriella Traisci , logopedista —. Per ristabilire un equilibrio tra genitori, tra genitori e bambino, si dovrebbero aiutare le famiglie a considerare il bambino nella sua individualità, renderle partecipi delle successive scelte protesiche e riabilitative più in armonia con le caratteristiche del bambino. Il ruolo più importante per la famiglia di un bambino sordo è di amare, di educare e comunicare con lui » Seguendo il documento “Principi e linee guida per i programmi di rilevazione e di intervento precoce delle sordità”, elaborato nel 2007 dal Joint Committee on Infant Hearing (Comitato scientifico degli Usa formato da audiologi, otorinolaringoiatri e pediatri) le famiglie hanno iniziato su base di volontariato delle esperienze di “parent training” presso il Centro impianti cocleari dell’ospedale Umberto I di Roma. Si tratta di corsi con l’obiettivo di incentivare i genitori a diventare dei partner più reattivi nella comunicazione con il proprio bambino osservando, Il ruolo del volontariato I centri audiologici sono invitati a dotarsi di associazioni di famiglie e a collaborare con un’attenzione particolare all’umanizzazione aspettando e ascoltando i tentativi comunicativi del bambino stesso. «Questi corsi richiedono una motivazione e un impegno da parte di entrambi i genitori — sottolinea Gabriella Traisci —. Anche il padre va coinvolto nel processo educativo del bambino sordo, proprio per non fare sentire di più il peso che già le mamme di per se hanno di sentirsi educatrici, quindi di condividere questo senso di responsabilità». I risultati del corso sono stati misurati con la somministrazione di questionari, prima e dopo, attraverso il Parent Stress Index, che misura il livello complessivo di stress genitoriale. «Tra i genitori che hanno seguito il corso — dice Traisci — la difficoltà a relazionarsi con il bambino è scesa sensibilmente mentre è salita tra quanti non l’ hanno frequentato. Quindi, soprattutto nella fase subito dopo la diagnosi, è importante seguire in primo luogo la famiglia» R. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 49 SALUTE Vulnerabili Mi spieghi Le donne anziane sono la categoria più esposta Dottore e persone che rischiano di più di contrarre il tetano sono gli anziani, soprattutto le donne, gli uomini che non hanno fatto il militare (la vaccinazione antitetanica è stata resa obbligatoria dal 1938 per i militari), le persone che abitano nei Paesi in via di sviluppo e chi non è stato vaccinato. «La malattia di solito si presenta dopo un periodo di incubazione fra i 3 e i 21 giorni: fanno tipicamente la loro comparsa contrazioni muscolari involontarie — spiega il professor L Francesco Castelli, dell’Università di Brescia —. Quando la ferita è al capo, la bocca spesso si contrare in una smorfia dolorosa. Da lì, se non si corre ai ripari, le contrazioni involontarie possono interessare muscoli della nuca, del collo, del tronco e degli arti, fino al possibile blocco dei muscoli respiratori, che può portare al decesso. Altri possibili sintomi sono: difficoltà a deglutire, agitazione, intensa sudorazione e irritabilità». A. S. Quando si rischia davvero il tetano? Il tetano è una malattia infettiva che si può sviluppare quando una ferita della pelle viene contaminata dal batterio Clostridium tetani, che si può trovare nel terreno (soprattutto in campagna dove sono presenti animali d’allevamento). Questo batterio esiste in due forme Non è la ruggine il vero colpevole, ma un batterio eliminato da animali U Francesco Castelli Professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Brescia L'esperto risponde Alle domande sulle malattie infettive e le relative vaccinazioni all’indirizzo internet http://forum. corriere.it/ malattie_ infettive/ na ferita con un oggetto arrugginito e scatta la paura tetano: basterà disinfettare o è meglio andare dal medico? La vaccinazione antitetanica sarà ancora efficace? Quando l’ho fatta? Servirà un richiamo? «Innanzitutto sfatiamo un mito: non è la ruggine a essere pericolosa. Il problema tetano si pone se l’oggetto con cui ci si fa male potrebbe essere stato contaminato dalle feci di cavalli, mucche o ovini, animali che possono ospitare nel loro intestino il Clostridium tetani, batterio responsabile della malattia — puntualizza Francesco Castelli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università di Brescia —. Questo germe viene eliminato con le feci dagli animali e può sopravvivere a lungo nell’ambiente sotto forma di spore. Attraverso il morso di un animale o una ferita profonda, soprattutto se contaminata con terriccio, le spore possono infettare l’uomo, nel quale, in condizioni opportune, sono in grado di trasformarsi nella forma attiva del batterio, che produce una tossina neurotossica. La tossina arriva poi al sistema nervoso, risale i nervi sino a raggiungerne il corpo cellulare dove blocca il rilascio di neurotrasmettitori ad azione inibente e causa contrazioni involontarie e dolorose della muscolatura, continue o a crisi. Quando la quantità di tossina prodotta è elevata, può anche diffondersi tramite il sangue provocando il tetano generalizzato, la forma più grave a elevata letalità». Qual è il rischio reale di infettarsi? «In Italia la vaccinazione antitetanica dal 1963 è obbligatoria per tutti i bambini nel primo anno di vita, mentre fino a tale anno (dal 1938) lo era solo per i militari. Il problema è che non sappiamo quanto duri l’effetto protettivo e così viene raccomandato un richiamo ogni 10 anni, che però non tutti fanno. Nel nostro Paese i casi effettivi di tetano non sono molti e si verificano soprattutto in persone anziane, in particolare donne che vivono in campagna a contatto con cavalli, mucche e ovini. Nei Paesi in via di sviluppo, il tetano è invece una minaccia importante, anche se negli ultimi anni è aumentata la quota di persone, soprattutto bambini e donne gravide, che viene vaccinata. Ancora oggi in tali Paesi si possono verificare casi di tetano neonatale, in cui la malattia viene contratta al momento del parto dal figlio di donne non vaccinate, magari perché il cordone ombelicale viene tagliato con strumenti non sterili o medicato con argilla contaminata». Che cosa bisogna fare se ci si ferisce? «Di solito, le ferite superficiali e pulite non comportano particolari rischi: basta disinfettarle con cura. Un’attenta disinfezione e medicazione è fondamentale per le ferite più profonde e contaminate: in questi casi spetta al medico valutare se sussista un rischio reale di contrarre il tetano e valga la pena avviare, in rapporto al tempo trascorso dall’ultimo richiamo, una profilassi antitetanica, con la somministrazione del vaccino e, in caso di ferite ad alto rischio, anche con il ricorso a immunoglobuline specifiche». Qualche consiglio? «È importantissimo avere sempre a disposizione il proprio libretto delle vaccinazioni in modo tale da poterlo consultare con facilità in caso di necessità. Se poi si vuole stare proprio tranquilli, il suggerimento è di aggiornare la vaccinazione antitetanica ogni 10 anni e far vaccinare i propri figli, come raccomandato. Il vaccino è assolutamente sicuro. È costituito dall’anatossina, cioè dalla tossina tetanica trattata in modo da perdere la sua tossicità, mantenendo però la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi». Antonella Sparvoli © RIPRODUZIONE RISERVATA SPORE Il germe può sopravvivere a lungo nell’ambiente esterno in una forma, la spora, che può penetrare nell’organismo umano attraverso ferite FORMA VEGETATIVA Il germe è normalmente presente nell’intestino degli animali (soprattutto bovini, equini, ovini) senza creare problemi. Viene eliminato con le feci SPORA TOSSINA TETANICA 1 2 COME SI CONTRAE IL TETANO Le spore di Clostridium tetani dal terreno passano in una ferita 1 In particolari circostanze, per esempio nel caso di una ferita profonda, le spore si trasformano nella forma vegetativa del batterio che produce la tossina tetanica 3 2 CELLULA NERVOSA La tossina arriva alle cellule nervose che innervano i muscoli causando paralisi spastica, cioè contrazioni muscolari involontarie localizzate o generalizzate con rischio di morte 3 FIBRA NERVOSA I SINTOMI Di solito il periodo di incubazione varia da 3 a 21 giorni, ma può essere anche più lungo Le contrazioni muscolari involontarie sono il sintomo tipico. Se la ferita è vicina alla testa si possono avere spasmi dei muscoli del capo: la bocca si contrae in una smorfia involontaria e dolorosa (il cosiddetto riso a iena) Se non si interviene si contraggono, in successione, i muscoli della nuca, del collo, del tronco e degli arti, fino al possibile blocco dei muscoli della respirazione, il che può provocare il decesso Altri sintomi sono: difficoltà a deglutire, agitazione, sudorazione, irritabilità FIBRA MUSCOLARE 3 Se la tossina è prodotta in quantità elevata, può anche diffondersi tramite il sangue causando il tetano generalizzato, la forma più grave della malattia CHE COSA FARE IN CASO DI FERITA SOSPETTA LA PREVENZIONE In caso di ferita profonda (compreso un morso di animale) che potrebbe esporre al rischio di tetano (per esempio in campagna in ambienti in cui sono presenti equini, bovini od ovini) contattare immediatamente il medico o andare al Pronto soccorso Il tetano si può prevenire con la vaccinazione, obbligatoria dai primi anni 60. Dal 1968 il vaccino viene somministrato dal primo anno di vita in tre dosi (al terzo, quinto e dodicesimo mese di età). Una dose di richiamo viene eseguita a 5 anni e un’altra a 15 anni La durata reale della protezione non è ben definita per cui si raccomanda un richiamo ogni 10 anni La ferita va disinfettata subito ma questo non basta. Qualora ci fossero le indicazioni, i medici potrebbero proporre la profilassi antitetanica post-esposizione, che prevede la somministrazione del vaccino antitetanico, e/o il ricorso a immunoglobuline specifiche I CONSIGLI Ecco alcuni accorgimenti per non farsi cogliere impreparati nel caso ci si procuri una ferita a rischio di tetano Avere sempre a disposizione il proprio libretto delle vaccinazioni Aggiornare la vaccinazione antitetanica ogni 10 anni Tenere presente che non è la ruggine a causare il tetano. Può esserlo solo se l’oggetto arrugginito è stato contaminato dalle feci di animali portatori del batterio nel proprio intestino. La ruggine è solo la spia della lunga permanenza dell’oggetto metallico nell’ambiente e, quindi, del suo rischio di contaminazione In genere le ferite del tutto superficiali, se ben disinfettate, non espongono a rischi. Le spore per tornare vitali hanno bisogno di un ambiente senza ossigeno e questa circostanza si può verificare solo se la ferita è profonda o necrotica (con cellule morenti) ILLUSTRAZIONE DI MIRCO TANGHERLINI Lo specialista 50 Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera SALUTE L’altra cucina Alimentazione na fritturina leggera? Il segreto sta anche nella pastella, che protegge il valore nutritivo del cibo. Per imparare a farla meglio guardare a Oriente. Niente tuorlo d’uovo e niente latte (quindi niente colesterolo) nelle fritture della cucina cinese, per le quali si usano solo acqua, albume montato a neve, farina e maizena. Ma, anche se contiene un nonnulla di colesterolo, la più digeribile e meno calorica è la pastella del tempura alla giapponese. Che ha una U I segreti del «tempura» giapponese C’è fritto e fritto Come portare in tavola quello più salutare L'esperto risponde alle domande dei lettori sui temi di nutrizione all’indirizzo http://forum. corriere.it/ nutrizione Differenze Rischiose sono soprattutto le preparazioni non «domestiche», a casa bastano alcune cautele A confronto I Olio extravergine d’oliva Olio di semi d’arachide Olio di semi di mais Olio di semi di soia cibi fritti non godono di buona fama e una nuova conferma del fatto che non siano granché salutari viene da uno studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori, dopo aver esaminato più di centomila persone, seguite per oltre 25 anni, hanno osservato che il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e diabete di tipo 2 cresceva all’aumentare del consumo di cibi fritti. Chi ne mangiava da quattro a sei volte alla settimana aveva una probabilità di ammalarsi di diabete 2 o di malattia coronarica rispettivamente del 39% La stabilità degli oli in cottura dipende dalla resistenza all’ossidazione dei loro acidi grassi (i più instabili sono i polinsaturi, seguono monoinsaturi e saturi) e dal contenuto di antiossidanti come la vitamina E e i polifenoli dell’extravergine d’oliva ACIDI GRASSI TIPI DI OLIO Valori per etto saturi g monoinsaturi polinsaturi Vitamina E g g mg 22,40 14,5 73 7,5 19,4 52,5 27,9 19,1 15 30,7 50,4 34,50 14 22,8 59 18,50 Fonte: Tabelle di composizione degli alimenti INRAN agg.2000, valori arrotondati e del 21% maggiore rispetto a chi ne mangiava meno di una volta alla settimana. E i più “dannosi” erano i fritti consumati fuori casa. «Questo è l’aspetto da sottolineare — dice Vincenzo Fogliano, professore di Food Design all’Università di Wagenin- d’Arco gen (Olanda) e autore di numerosi lavori sull’olio extravergine d’oliva —. C’è, infatti, grande differenza fra la frittura casalinga, che dura massimo 30-60 minuti, e quella dei centri di ristorazione o delle aziende alimentari, dove l’olio viene mantenuto ad alte temperature per ore, giorni, perfino settimane. In queste condizioni si formano quantità molto più elevate di prodotti di degradazione dell’olio che possono favorire l’insorgenza di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari». Allora, per la frittura e cottura domestica, un olio vale l’altro? «Io consiglio l’extravergine — dice l’esperto — perché ricco di grassi monoinsaturi e di polifenoli, che contribuiscono a conferire particolare stabilità alla cottura. Chi trova il suo sapore “invadente”, può scegliere un olio di semi, fra quelli non troppo ricchi di grassi polinsaturi o con un buon contenuto di antiossidanti, che risultano più stabili al calore, come l’olio d’arachide». E nella frittura a casa l’olio si può riutilizzare? «Un solo riutilizzo a breve distanza non è pericoloso, a patto di filtrare bene l’olio, perché i residui di frittura si carbonizzano e si possono attaccare a quello che friggiamo», spiega Fogliano. Che dire, infine, degli oli proposti come ideali “per friggere”? «Si tratta in genere di miscele di oli di semi con alto grado di polinsaturi, che si ossidano facilmente ma sono più fluidi, e quindi scolano meglio dal prodotto, dando una frittura leggera, con risultati non molto diversi da quelli degli oli di una singola specie». Carla Favaro Nutrizionista caratteristica unica: poiché è molto liquida, non nasconde minimamente la forma dei pezzi di cibo che riveste, pur coprendoli perfettamente. Ingredienti: acqua ghiacciata, farina, uovo (poco). Le fritture orientali, seppure croccantissime, dorano meno di quelle nostrane, perché le pastelle sono meno ricche di proteine e restano più chiare e piene di bollicine. Roberta Salvadori © RIPRODUZIONE RISERVATA ● La ricetta della salute Orzo alla zucca con aromi Ingredienti per 4 persone: 250 g di orzo perlato, 500 g di zucca pulita, un mazzetto di erbe aromatiche, olio extravergine, sale, 100 g di scamorza affumicata (facoltativa). Preparazione: Sciacquare e lessare l’orzo per 30 minuti. Tagliare la zucca a fette e cuocerla a vapore per 10-15 minuti fino a renderla tenera, in alternativa cuocerla al forno o lessarla. Tritare le erbe, mescolarle con 3 cucchiai d’olio, scaldare l’olio a calore basso per 2-3 minuti. Frullare zucca, olio alle erbe con poco sale, versando un po’ di acqua per ottenere una crema. Scolare l’orzo e condirlo con la crema scaldandolo. Aggiungere, se gradita, la scamorza grattugiata. Valori nutrizionali a porzione (senza scamorza): proteine g 8, gassi g 11 (saturi g 1,5), carboidrati g 48, energia kcal 311. Ricetta dello chef Giuseppe Capano ● Il commento Anche quando si tratta di un olio “stabile”, come l’extravergine d’oliva, il modo migliore per usarlo è comunque a crudo, sia perché così mantiene inalterato il suo originale sapore, sia per massimizzare l’apporto di sostanze antiossidanti e in particolare dei polifenoli delle olive, importanti per la loro attività antiossidante, antiinfiammatoria e protettiva nei confronti dei tumori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Per difenderci dai trucchi dei ristoratori che vogliono farci «abbuffare» impariamo a leggere bene i menu A tutti è capitato di pentirsi di un’ordinazione al ristorante: un piatto più calorico di come sembrava quando siamo a dieta, oppure una portata che “nasconde” ingredienti poco salutari, quando dovremmo fare attenzione a colesterolo o glicemia. Ebbene, spesso scegliamo male per colpa del menu: lo ha dimostrato una recente indagine del Food and Brand Lab della Cornell University, per la quale sono stati passati al setaccio 217 menu e le preferenze dei commensali di oltre 200 pranzi e cene. La ricerca ha scoperto che le liste dei ristoranti sono piene di «trucchetti» che spingono i clienti a optare inconsapevolmente per portate in media più costose, spesso anche meno sane. «I piatti “raccontati” con profusione di aggettivi evocativi e dettagli vengono, ad esempio, considerati più succulenti e ordinati il 28% di Scelte condizionate Le insalate e i contorni di verdura, non a caso, vengono spesso inseriti solo in fondo all’elenco delle varie portate CAPELLI FORTI grazie all’estratto di Miglio CAPELLI FOLTI grazie alla Serenoa Repens e all’estratto di Ortica CAPELLI NUTRITI E RIGENERATI grazie al Selenio, alla Metionina, al Rame, allo Zinco volte più frequentemente rispetto agli stessi piatti spiegati con poche parole — osserva Brian Wansink, direttore del Food and Brand Lab e autore dell’indagine —. Per di più, la gente è risultata anche disposta a pagare un buon 10% in più per portate ben descritte». Il secondo trucco per farci scegliere ciò che vuole il cuoco è piazzare sul menu i piatti più costosi e complicati, in modo che attraggano l’attenzione: ad esempio, in una lista separata (come specialità della casa o piatti del giorno), oppure scrivendoli con caratteri più evidenti. Inevitabilmente saremo spinti a ordinarli, dice Wansink, ma il guaio è che spesso: «Si tratta delle portate meno salutari della lista, più complicate e ricche di ingredienti calorici. Per questo è importante conoscere i “trucchi” con cui i ristoranti compilano i loro menu. Essere coscienti delle strategie utilizzate per vendere di più una portata o l’altra, e della possibile influenza sulle nostre decisioni ci può aiutare a fare ordinazioni oculate, leggendo fra le righe delle descrizioni senza farsi attrarre da parole altisonanti o da una posizione più evidente sulla lista». Considerazioni condivise da Sybil Yang, dell’Università di San Francisco, che di recente ha verificato come nei menu esista un cosiddetto “punto oscuro”: studiando attraverso uno scanner oculare i movimenti degli occhi di un gruppo di volontari intenti a leggere un menu, la Yang si è accorta che in genere scorriamo la lista con molta attenzione, proprio come fosse un libro (dall’alto in basso, prima la pagina di sinistra e poi quella di destra), ma anche che esiste una parte “negletta”, su cui ci soffermiamo poco. Questa parte, spesso in basso o alla fine del menu, in genere coincide con il punto dove sono descritte le insalate e i contorni, a confermare che l’obiettivo dei ristoratori è, comprensibilmente, farci spendere e mangiare, ma non necessariamente in modo salutare. Anche utilizzare piatti grandi per piccole porzioni è un trucco per farci consumare di più, perché, lasciandoci la sensazione di aver mangiato poco, ci spinge a ordinare qualcosa d’altro. Come difendersi, allora, dai menu “ingannatori”? «Leggendoli con attenzione e consapevolezza. E, se siamo a dieta, spiegando al cameriere che vorremmo un piatto leggero», dice Wansink. Che mette in guardia anche dai ristoranti “all you can eat”, dove con un prezzo fisso si può fare man bassa di qualunque piatto del buffet: in questo caso non è il menu a trarre in tentazione, ma la disposizione dei cibi. «Spesso, all’inizio del buffet vengono messi i piatti più calorici e meno sani: il primo cibo che incontriamo in questi ristoranti in genere va a riempire ben il 68 per cento del piatto, — spiega l’esperto —. Quindi, meglio dare prima un’occhiata d’insieme alle proposte, per iniziare dalle portate più leggere». E attenzione anche ai dolci: spesso sono “in prima linea” nelle esposizioni, una tentazione cui si resiste più facilmente iniziando a servirsi dei piatti presentati un po’ più avanti. Elena Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 SALUTE Esenzioni Diritto Differenze anche per i malati cronici e rari ersone che hanno la stessa malattia cronica o rara sono esenti dal ticket sui farmaci mutuabili in alcune Regioni, mentre in altre devono pagarlo. «Anche nei sistemi di esenzione che le Regioni hanno adottato la variabilità è enorme», dice Isabella Morandi, che li sta esaminando per l’Agenzia nazionale dei servizi sanitari. «Il diritto dei malati cronici e rari ad avere farmaci gratuiti non è uguale dappertutto — conferma Tonino Aceti, P coordinatore del Tribunale dei diritti del malatoCittadinanzattiva — . Una discriminazione che potrebbe aggravarsi se, come si ventila, la revisione delle esenzioni avverrà in base al reddito. Sarebbe un’ulteriore misura per battere cassa, recuperando cifre irrisorie, dimenticando che questi malati già spendono in media 650 euro l’anno per farmaci non rimborsati dalla Sanità e 950 euro per parafarmaci e simili. M. G. F. Ticket sui farmaci, chi paga di più Il quadro aggiornato della compartecipazione dei cittadini alla spesa per i medicinali rivela una estrema variabilità da Regione a Regione Per saperne di più Si può consultare il sito della Agenzia nazionale per i servizi sanitari www.agenas.it C hi abita nel Lazio paga un ticket di 8 euro per avere due confezioni di un antistaminico di fascia A prescritto dal dottore sulla “ricetta rossa”, quindi a carico del Servizio sanitario nazionale; non paga nulla invece chi vive in Valle d’Aosta o in Sardegna. Ancora: il medesimo antiacido per lo stomaco — senza generico di riferimento e mutuabile — costa 4 euro a un assistito in Toscana o in Sicilia, pochi centesimi meno rispetto al prezzo del farmaco (4,78 euro) senza la ricetta del Servizio sanitario. Una vera giungla quella dei ticket sui farmaci, perché ogni Regione può deliberare autonomamente se introdurli o no, decidendo modalità di applicazione e importi diversi. A sottolinearlo è un recente studio di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, che ha analizzato i provvedimenti regionali sulla compartecipazione dei cittadini alla spesa farmaceutica, oltre che alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, aggiornati al primo ottobre. «I ticket sui farmaci, laddove sono stati introdotti, cambiano da Regione a Regione: si va dalla quota fissa sulla ricetta o sulle confezioni erogate, ai ticket modulati in base alle fasce di reddito o al valore del medicinale — spiega Isabella Morandi, esperta di Agenas e coordinatrice dello studio —. La variabilità dei sistemi di compartecipazione fa sì che i cittadini devono corrispondere cifre diverse per l’identico farmaco, a seconda della Regione di residenza». Ma ecco che cosa emerge dallo studio di Agenas. Valle d’Aosta, Friuli VeneziaGiulia, Marche, Sardegna e la Provincia autonoma di Trento non prevedono alcun ticket sui farmaci di fascia A. Tra le Regioni che prevedono misure di compartecipazione, in cinque — Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria e Tre casi rappresentativi ANTIBIOTICO ANTINFIAMMATORIO ANTISTAMINICO L’esempio riguarda un farmaco di marca (inserito in fascia A), per il quale non c’è in commercio un farmaco equivalente. Il prezzo al pubblico è di 35,75 euro (acquisto senza ricetta del Servizio sanitario) L’esempio riguarda un farmaco generico, con prezzo al pubblico di 4,49 euro (per l’acquisto senza ricetta del Servizio sanitario) L’esempio riguarda un farmaco di marca, (inserito in fascia A), per il quale non c’è in commercio un farmaco equivalente. Il prezzo al pubblico è di 13,26 euro (acquisto senza ricetta del Servizio sanitario) Per l’acquisto di 1 confezione con ricetta del Servizio sanitario a carico dell’assistito ci sono solo gli eventuali ticket QUANTO SI PAGA 0 euro Valle d’Aosta P. A. Trento Marche Sardegna Friuli 2 euro Piemonte Lombardia P. A. Bolzano Veneto Liguria Abruzzo 2,50 euro Molise 3 euro Puglia Calabria 3,50 euro Campania 4 euro Lazio 4,50 euro Sicilia PER FASCE DI REDDITO Da 0 a 3 euro Emilia Romagna Umbria Da 0 a 4 euro Toscana Da 1 a 2 euro Basilicata Per l’acquisto di 1 confezione con ricetta del Servizio sanitario, la Sanità rimborsa 3,72 euro (prezzo di riferimento) La differenza (0,77 euro) è a carico dell’assistito oltre agli eventuali ticket QUANTO SI PAGA Per l’acquisto di 2 confezioni con ricetta del Servizio sanitario a carico dell’assistito ci sono solo gli eventuali ticket QUANTO SI PAGA 0,77 euro Valle d’Aosta Piemonte P. A. Trento Friuli Venezia Giulia Marche Lazio Calabria Sardegna 1,27 euro Abruzzo Molise 0 euro Valle d’Aosta P. A. Trento Friuli Marche Sardegna 4 euro Piemonte Lombardia P. A. Bolzano Veneto Liguria 5 euro Campania Puglia Calabria 2 euro Sicilia 2,77 euro Lombardia P. A. Bolzano Veneto Liguria Campania 6 euro Abruzzo 8 euro Lazio Sicilia PER FASCE DI REDDITO PER FASCE DI REDDITO Da 0,77 a 3,77 euro Emilia Romagna Umbria Da 0,77 a 4,77 euro Toscana Da 1,77 a 2,77 euro Basilicata Da 0 a 6 euro Emilia Romagna Umbria Da 0 a 8 euro Toscana Da 2 a 4 euro Basilicata d’Arco Provincia autonoma di Bolzano — si paga un importo fisso per confezione pari a 2 euro, associato a un costo massimo per ricetta (4 euro). In Emilia Romagna, Toscana, Umbria, invece, il ticket varia a seconda di fasce di reddito ed è associato a un “tetto” per ricetta. Diversi, però, gli importi: la quota per confezione, modulata su quattro fasce di reddito, arriva a 3 euro in Emilia Romagna e Umbria, a 4 euro in Toscana. In Basilicata la quota per ricetta varia su due fasce di reddito e non va oltre i 2 euro. Ci sono poi Regioni, come Lazio, Abruzzo e Sicilia, che calcolano il ticket per confezione in base al prezzo del farmaco. La compartecipazione, poi, è richiesta anche a chi ha diritto ad esenzioni (nel Lazio) o ad alcune categorie (in Abruzzo e Sicilia). Un esempio: in Sicilia, se il farmaco costa fino a 25 euro, i non esenti pagano 4 euro di ticket; se il prezzo è superiore, il ticket è 4,50 euro. E il ticket per confezione lo paga anche chi soffre di «patologie croniche e invalidanti e rare»: 1,5 euro a confezione se il costo del farmaco è fino a 25 euro, 2 euro se va oltre. Altra modalità di compartecipazione in Molise, Campania, Puglia, Calabria: il ticket per confezione è associato a un ticket per ricetta. Per i non esenti, si va dagli 0,50 euro del Molise ai 2 euro in Campania. A questo ticket va aggiunta un’altra quota fissa, anch’essa variabile a seconda della Regione. E in queste Regioni, i ticket, anche se ridotti, li pagano pure gli esenti. Aggiungiamo che, anche per l’acquisto di farmaci equivalenti, ci sono differenze, perché alcune Regioni chiedono la quota fissa per ricetta (Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Molise, Puglia, Basilicata e Bolzano). Revisione Per assicurare equità nell’assistenza il sistema andrebbe reso più omogeneo 4,50 euro Molise 1,77 euro Puglia 51 Avete perso il filo del discorso? Non stupitevi: è solo la riprova di quante (molti sostengono “troppe”) variabili il censimento Agenas ha registrato. «Per assicurare l’accesso ai Livelli essenziali di assistenza, secondo il principio di equità per tutti i cittadini — osserva Morandi —, il sistema della compartecipazione dovrebbe essere ridefinito, favorendo anche l’appropriatezza delle prestazioni». Il nuovo Patto per la salute, sottoscritto da Stato e Regioni l’estate scorsa, stabilisce che è «necessaria una revisione della partecipazione alla spesa sanitaria e delle esenzioni» per evitare che i ticket siano una «barriera per l’accesso alle prestazioni». Un gruppo di lavoro, composto da rappresentanti delle Regioni, dei ministeri della Salute e dell’Economia e di Agenas, dovrebbe definire i contenuti di questa revisione entro il 30 novembre. Maria Giovanna Faiella © RIPRODUZIONE RISERVATA APPASSIONATI ALLA VITA CI SONO MOMENTI CHE VALGONO ANNI DI RICERCA. Ogni giorno portiamo la passione per la vita nei nostri laboratori, nei nostri uffici, negli ospedali, nelle vostre case. Lavoriamo per migliorare la salute attraverso la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini innovativi. Il nostro impegno raggiunge tutti, anche attraverso programmi umanitari di donazione e distribuzione di farmaci. Per assicurare ad ogni singola persona un futuro migliore. www.univadis.it www.contattamsd.it [email protected] www.msd-italia.it 09-13-MSD-2011-IT5849-J Be well. Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 52 S PECIALE a cura di RCS MediaGroup Pubblicità graficocreativo VISTA L’ i m p e g n o d i E s s i l o r p e r u n a c u l t u r a d e l b e n e s s e re v i s i vo Lenti da vista, una questione di stile. Di vita Quante vite vivi ogni giorno? Lavoro, sport, shopping, relax, cucina… Per ognuna di esse esistono lenti oftalmiche che aiutano a migliorare le tue performance visive C ambiare outfit a seconda delle occasioni, dei momenti e delle attività è per tutti un’abitudine. Tuttavia indossiamo sempre un solo paio di occhiali. E se vi dicessimo che, oltre all’abito, sarebbe meglio che anche gli occhiali fossero abbinati al proprio stile di vita? E che, inoltre, per le specifiche esigenze di ogni persona (lavoro, sport, tempo libero, ecc.), esistono lenti dedicate che migliorano le performance visive? Essilor, leader mondiale dell’ottica oftalmica da sempre impegnata a sostegno di una cultura del benessere visivo, ritiene che un punto di partenza fondamentale per migliorare la qualità di vita sia rivolgere un’attenzione particolare al proprio patrimonio visivo. Con questo obiettivo Essilor sensibilizza l’opinione pubblica attraverso campagne divulgative e investe costantemente nella Ricerca di lenti monofocali e multifocali, fortemente innovative e performanti, adatte ad ogni singolo portatore. IL SECONDO PAIO DI OCCHIALI Avere a cuore la vista comincia anche da qui. Ecco che possedere un paio di lenti in più non rappresenta solo una necessità per avere degli occhiali di scorta, ma è una scelta indispensabile per correggere al meglio ogni specifico difetto visivo e per affrontare con comfort e sicurezza qualsiasi attività quotidiana: ad esempio per chi vive davanti al tablet o al pc (non solo in ufficio), ma anche per chi pratica sport o trascorre molto tempo all’aria aperta. MIGLIORI PERFORMANCE VISIVE CON LENTI DEDICATE A ciascuno la propria lente da vista, dunque, perfettamente intonata al proprio stile di vita e alle personali necessità. Un esempio? Se siete studenti, se la vostra professione prevede un prolungato utilizzo della visione per vicino e ancora, se tablet e pc sono i vostri quotidiani alleati e strumenti di lavoro, esistono per voi in Essilor lenti dedicate che aiutano a raggiungere un miglior comfort di visione sia nella lettura da vicino sia nella media distanza. E non solo. Queste lenti specifiche possono essere equipaggiate con un trattamento “intelligente” in grado di filtrare la luce nociva, in particolare quella emessa dagli schermi digitali (blu-viola). È Crizal Prevencia di Essilor, una lente preventiva - risultato di un tenace impegno sul fronte della Ricerca nel campo dei filtri selettivi della luce - che viene in aiuto alla folta schiera degli internet dipendenti offrendo loro comfort visivo durante il giorno, occhi meno stanchi alla sera e non ultimo, preservando nel tempo il capitale visivo. ANCHE SOTTO IL SOLE … Un interessante spunto di riflessione è offerto da una recente ricerca che mette in evidenza quanto poco sia diffuso l’uso di un secondo paio di occhiali da sole correttivo: addirittura il 65% di chi porta occhiali con correzione visiva ha dichiarato di non utilizzare per nulla occhiali da sole (Fonte: Estin&Co Data Analysis, Dic. 2013). Vi sentite forse presi in causa? Sappiate che per voi, amanti dell’open air e dediti ad attività sportiva outdoor, esistono lenti vista-sole di altissima qualità. Coniugano elevate performance visive con protezione, moda e tendenza e possono essere personalizzate anche in funzione del tipo di montatura che più piace, senza escludere le più avvolgenti. Per le specifiche esigenze di vita di ogni persona esistono lenti dedicate che migliorano le performance visive È consigliabile quindi, prevedere per sportivi e non, un secondo occhiale specifico con lenti correttive colorate (quelle di Essilor, in particolare, sono realizzate per restituire una percezione naturale dei colori). E se siete alla ricerca di una lente con un plus in più, che sotto il sole risponda in maniera puntuale e precisa alle vostre esigenze visive, Essilor propone lenti polarizzanti (Xperio) che riducono l’abbagliamento da riverbero e i riflessi, migliorano la percezione dei contrasti e dei Varilux® S, l’unica lente composta da migliaia di micro-lenti Le lenti Varilux® S di Essilor sono un vero passo evolutivo nel mondo delle multifocali che permette di superare il compromesso presente nelle lenti progressive tradizionali - tra ampiezza del campo visivo e riduzione nella distorsione delle immagini (tecnicamente “effetto ondeggiamento”). Ciò è reso possibile grazie alla tecnologia Nanoptix™ che riprogetta l’intera struttura della lente, scomponendola in migliaia di micro-lenti per offrire immagini definite, ampie e stabili. Il risultato per i portatori è straordinario: fino al 90%* di riduzione dell’effetto ondeggiamento e un netto miglioramento della sensazione di equilibrio in movimento. Chi ha già avuto modo di provarle, diventa testimonial dei benefici delle lenti Varilux® S: “Sono sorpresa dalla nitidezza di immagine nel guardare da lontano, ma anche dal dettaglio nel vicino”; ”Guardo la TV e navigo sul tablet”; “Finalmente salgo e scendo le scale con sicurezza”; “Pensavo di dovermi abituare, invece…”. *Test di laboratorio R&S, 2011. 1. Basato sull’analisi della deviazione del raggio. 90% = miglioramento massimo del valore se parametrato alle lenti analizzate. colori e offrono protezione dai raggi UVA-UVB. Un mix di caratteristiche ideali per voi e i vostri occhi, non trovate? Prevedere un secondo paio di occhiali è quindi importante. Essilor ha individuato una formula che, in linea con la filosofia aziendale di promuovere la cultura del benessere visivo, supporta quanti desiderano un secondo equipaggiamento di lenti da vista. Si tratta dell’iniziativa promozionale“Raddoppia le tue lenti” valida sino al 31 dicembre. Per maggiori informazioni rivolgiti al Centro Specialista Varilux più vicino a te. Cercalo su www.varilux.it Corriere della Sera Domenica 19 Ottobre 2014 SALUTE @ Corriere.it/salute Vivere con il web Oncologia COME STARE VICINO A UN PADRE MALATO DI TUMORE, RISPETTANDO I SUOI SILENZI? Risponde Carlo Alfredo Clerici Medico specialista in psicologia clinica, Ist. tumori, Milano Sono la figlia quarantacinquenne di un uomo di settantasette, forte e allegro, cui è stato diagnosticato un carcinoma del colon. Purtroppo la diagnosi è arrivata in ritardo e io, vivendo in una città diversa, non ho saputo nulla fino a qualche settimana fa, dopo una serie di esami e cure che mi sono stati nascosti. Ora mi trovo a gestire il senso di colpa per i mesi andati e quello per la distanza che non mi permette di essere accanto a mio padre tutti i giorni. Lui certo ha capito la gravità della situazione, ma non ne abbiamo mai parlato chiaramente. Come è meglio comportarsi in questi casi? Come posso essergli d’aiuto? Lettera firmata P rovo a risponderle senza conoscere la sua storia e dettagli sulla vita e la malattia di suo padre. Una prima questione riguarda il ritardo nella diagnosi: talvolta il tempo impiegato per individuare la malattia è il risultato di un percorso non rettilineo e legato alla paura degli esami diagnostici. In ogni caso, non è utile tormentarsi su circostanze casuali, che Il sito della settimana Combattere in rete il dolore cronico alla luce del senno di poi potevano essere diverse, ma è importante concentrarsi sulle cose che possono essere utili a suo padre. Il cancro viene sempre percepito come un «ospite» invadente, impone radicali mutamenti delle abitudini, influenza i rapporti, condiziona il futuro. È una malattia che talvolta avvicina le persone e talaltra diventa una minaccia per l’unità del gruppo. Il modo in cui il papà si «abituerà» nel tempo alla malattia e alle cure avrà un effetto sulla qualità della sua vita e del tempo che avrete insieme. Il modo di adattarsi delle persone dipende dal tipo di difese psichiche di cui si dispone: se papà è una persona forte e allegra queste caratteristiche saranno importanti. L’esperienza clinica mostra come persone con risorse personali positive abbiano maggiori probabilità di adattamento alla malattia. Questo non significa (come talvolta si sente dire) che chi ha un atteggiamento ottimista ha maggiori probabilità di guarire, ma che mantenere un buono stato di salute mentale, un comportamento «aperto» verso il prossimo, può contribuire a vivere meglio la quotidianità. 53 Scriveteci Chiedete agli esperti le vostre segnalazioni, i vostri quesiti, i vostri dubbi, all'indirizzo di posta elettronica Oltre 160 medici specialisti rispondono online alle domande dei lettori in 50 forum [email protected] www.corriere.it/salute/forum Provi a trovare occasioni per stabilire un contatto con suo padre rispetto a questi temi profondi, di persona, per lettera, con una telefonata. È una reazione comune, nel caso di genitori malati, quella di non esprimere le proprie paure nel tentativo paradossale di difendere dal dolore chi è più caro, cioè i figli. I quali a loro volta tendono a fare lo stesso. Spesso così si mette in atto una sorta di «gioco di specchi», di «congiura del silenzio». Meglio sarebbe, invece, con delicatezza e in modo graduale che riusciste ad affrontare timori e difficoltà insieme. Ansia, paura, rabbia, dolore, angoscia, tensione: è normale che malati e familiari sperimentino reazioni negative. Riuscire ad affrontare periodi bui e sentimenti avversi insieme consente di non concentrarsi solo sulla malattia, ma di chiedere e ottenere aiuto da chi si ha intorno. Forse ricorda momenti del passato in cui suo papà l’ha protetta da cose difficili della vita: può essere uno spunto per parlargli e dimostrargli che vuole condividere con lui quello che sta vivendo, di essere in grado di affrontare l’argomento nei modi che suo padre può accettare. Se la presenza quotidiana è impossibile, aver dimostrato di tenere al vostro affetto può essere determinante per sgombrare il campo dai non detti e dai sensi di colpa. Se fosse disponibile uno psicologo presso il reparto o l’ospedale dove è curato il papà, potrebbero essere intrapresi alcuni colloqui per comprendere gli stati emotivi dei diversi componenti della famiglia e individuare strategie che facilitino la comunicazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dai forum dei nostri esperti CELIACHIA Ci si può «riabituare» al glutine? A mia nipote è stata diagnosticata intolleranza al glutine. Quando mangia a casa mia, debbo usare pentole soltanto per lei? La ragazza ogni tanto mangia metà brioche oppure un po’ di pizza e non ha malesseri. È possibile, allora, che possa reintrodurre piano piano alimenti contenenti glutine? Risponde Luca Elli Centro celiachia, Fondazione Irccs Ospedale Maggiore Policlinico, Milano entre non sono necessarie pentole e stoviglie «dedicate», perché è sufficiente siano pulite, non deve esserci un’ingestione volontaria né piccola né grande di glutine: la risposta immunitaria dell’organismo è indipendente dalla dose ingerita e dai sintomi. Averli o non averli, non cambia la severità della risposta infiammatoria che si crea nel piccolo intestino. La cosa più sconsigliata è l’ingestione sistematica di piccole dosi di glutine, che non permettono all’intestino di guarire e aumentano il rischio di sviluppare complicanze M DERMATOLOGIA La pitiriasi rosea tende a ripresentarsi? Ho avuto la pitiriasi rosea nel 2010 e poi nel 2013. Nel settembre scorso mi è comparsa una chiazza «madre» sotto il seno e in una settimana le chiazze sono aumentate. Perché il disturbo continua ripresentarsi? Ci sono creme utili? Risponde Carla Nobile Direttore del Servizio dermatologia, ospedale di Brunico (Bolzano) a pitiriasi rosea recidiva raramente. Le nuove chiazze potrebbero essere attribuibili alla Pityriasis versicolor, di frequente recidivante, che spesso si risolve da sé e che è causata dal fungo Malassetia furfur, normalmente presente sulla cute. Con l’aumento della temperatura e dell’umidità, a causa della sudorazione, si crea un ambiente fertile per una iperproliferazione di questo fungo, che causa chiazze rosate, specie al tronco. Per evitare ricadute, indossi biancheria di cotone, eviti indumenti che ostacolino la traspirazione e ambienti come le saune. Può inoltre utilizzare saltuariamente anche delle schiume antimicotiche. L RENE Malattia di Berger e rischi postgravidanza Oltre 12 milioni di italiani soffrono di dolore cronico. Un aiuto arriva dal sito della Fondazione Isal www.fondazioneisal.it . Nella sezione «La cassetta di pronto soccorso del dolore» si può scaricare l’opuscolo, realizzato nell’ambito del progetto «Change Pain» della European Pain Federation, con indicazioni per gestire in modo autonomo il dolore. Da «Progetti» si accede alle iniziative della Fondazione: il numero verde e il progetto «Cento città contro il dolore», per mettere in collegamento i medici e malati. Sono affetta da malattia di Berger con funzionalità renale nella norma. Ho messo al mondo una bimba due mesi fa con parto naturale e l’esame della creatinina, subito dopo la nascita della bambina, era 0,58. È possibile che, nonostante la gravidanza sia andata bene, si possano poi verificare peggioramenti della mia funzionalità renale? Risponde Arrigo Schieppati Dirigente medico, Unità nefrologia e dialisi, Azienda osp. papa Giovanni XXIII, Bergamo a gravidanza in una persona affetta da una malattia renale cronica può effettivamente determinare un peggioramento della funzione renale, ma in genere questo succede se la funzione renale era già alterata prima dell’inizio della gestazione. Quando la funzione renale è nella norma, di solito non si hanno significative alterazioni della creatinina né in gravidanza né dopo il parto. Il valore attuale di creatinina di 0.58 mg/dL è normale, dunque non vedo ragioni di preoccupazione. L FITOTERAPIA La notizia più cliccata Estratto di riso rosso contro il colesterolo? Tutti i danni della cannabis L’uso prolungato di cannabis riduce le capacità intellettuali, favorisce disturbi psichici, in gravidanza aumenta i rischi che il bimbo nasca sottopeso. Lo dimostra uno studio durato vent’anni. Il sito della settimana L’artrite psoriasica è una delle più frequenti patologie che si associano alla psoriasi. Da domani su Corriere.it/salute video con Gianfranco Altomare, responsabile della Dermatologia dell’Istituto Galeazzi di Milano. Risponde Fabio Firenzuoli Direttore Centro medicina integrativa Azienda ospedaliera universitaria Careggi, Firenze Vorrei conoscere il suo parere sull’utilizzo degli integratori che contengono riso rosso fermentato. Sono utili per abbassare il livello del colesterolo? E quali possono essere gli effetti di tale sostanza sul nostro organismo, colesterolo a parte? Mi chiedo anche se non ci siano dei possibili problemi di sicurezza per quello che riguarda l’eventuale contenuto in micotossine, in particolare la citrinina, di cui ho sentito parlare. li integratori a base di estratti di riso rosso fermentato contengono statine che vengono prodotte durante la fermentazione del riso e sono dovute ai funghi utilizzati, appunto, per il processo fermentativo. Sebbene siano «naturali», sono pur sempre statine, che, in teoria, possono avere gli stessi effetti benefici delle statine di sintesi, ma anche gli effetti collaterali. Quanto alla sicurezza, gli estratti di riso rosso per poter esser messi in commercio devono essere esenti da citrinina. G Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera 54 Tv .¤ .Õ Ê±ææ . ,.!"1$ ,3"1$ 3.$,± ʱÐæ 3"$!11" " !± 8@ÂkÎF ±Ðæ 1 ¤ ±±/± ±zæ 3$"$."$ "//.± .×NÂX@ b @ÎÎ×@ÎF ¤æ±Õæ /"1 !// ,. $" 3/$" /"$$ /1.$.".$ /3 ! 1 >$" ,, ,$$ 8± .k~k ¤Õ±Õæ " 8. ± X×kÎ ¤Ð±Ðæ 1$."± ¤|±ææ ¿."± 8@ÂkÎF ¤Ê±Ðæ 1 ¤± ¤Ê±ÐÐ 1!,$ ± ¤Ê±Ðz $!" "± 8@ÂkÎF ¤p±zæ ¿.1± -×ä Õæ±ææ 1$."± Õæ±Ðz . 13$± 8@ÂkÎF Õ¤±Õz .$/$ .$± X×kÎ Õ¤±Ðæ ./13.1$. 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L’«Invitato speciale» della puntata sarà l’attore Flavio Oreglio. Kilimangiaro Rai3, ore 15.05 Torna l’esperto di complotti T orna Adam Kadmon, personaggio simbolo del programma «Mistero», molto seguito sui social media, studioso di complotti internazionali. Tra i temi di stasera: l’Isis, l’allarme Ebola. Adam Kadmon Rivelazioni Italia 1, ore 21.30 Gabanelli parla dei dazi europei M ilena Gabanelli parla di TTIP ovvero del Trattato Transatlantico sugli Investimenti, questione complessa amata e odiata. Per quel che si sa, insieme ai dazi salterà anche una parte del sistema di tutele europee. Che potrebbe significare spalancare le porte a carni trattate con ormoni e antibiotici nonché prodotti Ogm. Report Rai3, ore 21.45 .| !18 $"1"33!± /kÂk . 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Primo, Auditel e Twitter Tv sono strumenti complementari: il pubblico televisivo (composto da circa 27 milioni di persone ogni sera) è UN’ALTRA VITA Vanessa Incontrada 8.642.000 spettatori, 32,16% di share. Rai1, martedì 14 ottobre, ore 21.25 GREY’S ANATOMY Ellen Pompeo 555.000 spettatori, 2,33% di share. La7, mercoledì 15 ottobre, ore 22.17 )/! %% 1;2 1*1 167 167 1 /&)'5 %% *;1 *7 *7 1*2 17 1 7 1 7 16; *72 *6 **1 *76 *67 *6 *7; 8/ # rà sempre più importante per investitori e broadcaster. A proposito di questi ultimi — terza considerazione — chi ne esce meglio? Dopo «X Factor» (1.292.000 spettatori Auditel, e 131.700 lettori di tweet), ci sono «Che tempo che fa» (con gli U2: 3.434.000 spettatori, 112.400 lettori di tweet), e poi «Pechino Express», «Virus», «Ballando con le stelle». La pay tv (Sky) ha un naturale interesse per un pubblico attivo. Ma la vera sorpresa è che la tv più social in Italia è, oggi, la Rai. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel incomparabilmente più ampio del pubblico dei social, e una buona parte di esso continua a godersi «passivamente» la tv. A settembre, Nielsen ha contato 240mila autori di tweet televisivi e 225mila «lettori» medi al giorno, per 2,6 milioni di tweet. Dunque, in secondo luogo, il pubblico «attivo» — quello armato di «second screen» — è più circoscritto, ma non per questo meno importante. È un pubblico «partecipante», «interattivo», capace di «far tendenza», spesso giovane e istruito: insomma, un «pubblico pregiato». La tv sarà sempre di più oggetto di conversazione sui social, e tracciare queste conversazioni sa- © RIPRODUZIONE RISERVATA /#&) -8/5) %5#&) -8/5) 76 )55)/ 1 ')9&/ 8)9 #' 6* )55)/ * ')9&/ '"*# '(* #(* "# "0 #'"# # #" "#, "#" '"0 '+ #') &/5$ +/)00#&) % ')05/ '#0)% 0/ #'5/005 %%.#'%8': %%.'5##%)' /#') //) " +)/5/ 5&+) 05#% 0)%!!#5) 08 5855 % /!#)'# & '" % )/&:#)' # '# %)%&'5 55 08%% +#'8/ +', # !#)/'# 0800#9# % )/ 8/)+ 0'/ % +/00#)' 55#% " +)/5/ 8' '55) %) 5/&#) 08 5855 % '#0)% +#)!! 5&+)/%# 08%% /!#)'# /#5#" % 8 % '9 08!%# ++''#'#, &%+ !$#((# ' $# #*"0 *"0'# ' )05 )/#') #%') /'5) ':# /#05 ')9 )%)!' #/': /8!# ')' .-8#% )& &+)00) +)%# /# )5': 5':/) '!# , %/# 5'# %/&) %!"/) !%#/# %# )% 89)%) )+/5) #)!!# )90# &+)/%# 9 )/: ;36 )/: 3 )/: 231 )/: 3( # !" )# !#! #*. ) ##! #4!# )* !. $+ $" $$ $+ $ $0 $ 0" 0/ 00 0 0/ 0+ 0 ) %#**# .! )#.#! 1!# )!4 !#2 !" !. $ $ $ $ $ $" 0$ 0" 0/ 0 0+ 00 0 0/ !" %) 05 $ $" 05 $, $ $, ('1 **! !# %# !. !" 0+ 00 0, 0" 00 0 0 ) # +)) &)00) )%5) &)00) )%5) !#55) !. 05 $, $ $ $, $/ 05 ) )1 *) * #.!4 & ) 0+ 00 00 0 0 00 /5 !" # $+ $0 $ $" $+ $+ $ #)!# )!.# )*. ! !4 )#! !" /') $/ $ !. !" !" *.!1 #!) 05 $+ &+)/% !. !" 0$ ) $" #* )+/5) 10eLotto I numeri vincenti 2 61 4 63 8 65 11 67 32 70 34 76 36 78 43 79 48 83 53 86 63 Numero Oro !. $$ 0 '5) 0 $ !" ) !! 1 40 44 53 Ai 4: nessuno Ai 3: nessuno Ai 5 stella: 30.056,55 Ai 4 stella: 66 5 9 10 2 27 281,90 17,65 nessuno 28.190 Ai 3 stella: Ai 2 stella: Agli 1 stella: Agli 0 stella: 28 30 Joker Replay www.corriere.it/giochiepronostici ' 1.765 100 10 5 351246 9 41 2 1 3 5 8 1 2 7 LA SOLUZIONE DI IERI 2 9 3 4 6 8 1 5 7 4 1 5 9 7 3 8 6 2 7 8 6 5 2 1 4 9 3 8 7 1 6 3 5 2 4 9 9 3 4 7 1 2 6 8 5 6 5 2 8 9 4 3 7 1 5 2 7 3 4 6 9 1 8 3 6 8 1 5 9 7 2 4 1 4 9 2 8 7 5 3 6 Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 Altri giochi su www.corriere.it $5 $5$ ' +'(* "# '" $05 "' 050 )#!. )# 0/5 /5/ +"( / )#!. 1*# ( " '# ! # "*# " '"(# - #' #( " ( *" #/# /"/ )#!. # "" (#" ** )**#! ' #" 5 '( ** ((# 6 6 4 3 5 , '(, #! "#+,' 6 9 4 6 7 9 72 Lotto Svizzero Chance 5 73 Numero Jolly 44 Numero SuperStar Jackpot indicativo prossimo concorso: 33.800.000,00 Ai 6: Ai 5+ Ai 5: 4 8 !(*'! ' !. $/ 0/ $/ $ # )90# 2 3 8 2 1 Superenalotto - Combinazione vincente 20 " "# GIOCHI E PRONOSTICI SUDOKU DIABOLICO 14 75 53 60 78 33 21 19 23 61 12 #"' '* !. 0$ )!# " $+ /0 )13* $/ 00 #)!!# 89)%)0) Lotto Estrazioni di sabato 18 ottobre 2014 63 67 48 39 BARI 4 76 79 44 CAGLIARI 8 32 2 9 FIRENZE 78 11 61 37 GENOVA 34 70 40 55 MILANO NAPOLI 83 65 23 75 32 76 80 52 PALERMO 11 63 17 90 ROMA 43 86 7 65 TORINO 36 53 20 17 VENEZIA 9 30 18 51 NAZIONALE + "# . )**#! *## ! #$"" ' "# !+'# $5 $5 (" "# *.) .! ( # !. 0 00 0 0 0/ 0/ 0/ .'5##%)' /#') //) )/&# " )'-8#055) % -80# 5)5%#5 % ')05/) )'5#''5 +)/5')9# 5&+) 05#% +/9%'5&'5 0)%!!#5) & '" % )/&:#)' # %)%# '# '" 55 08%% +/#'#+%# +#'8/ 9%%5, )//'5# #'05#%# 5%'5#" )'#:#)'') #% 5&+) 08% !') '#5) 055'5/#)'% 08%% '#'9# &/##)'% %)%&'5 '" 08%% )05 )/ /'0#, # "'# ' " # # +"#( '( '# #( +" ** $# Domenica 19 Ottobre 2014 Corriere della Sera FRAMESOFLIFE.COM MOD. AR5026 + Clip on 56
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