N° 32 Domenica 14

A PAG. 3
Catania - anno XXX - n. 32 - 14 settembre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
L’ESTREMISMO
ISLAMICO
E LA NUOVA SHOAH
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Anno scolastico 2014 pronto un “Patto educativo”
Vino nuovo in otri vecchi
Foto Siciliani-Gennari/SIR
I
l nuovo anno scolastico si apre
con i consueti problemi organizzativi di cattedre, orari,
carenza di docenti e di strutture.
Il documento preparato dal Premier
Renzi: “La buona scuola” presenta
un progetto di scuola rinnovata e
“buona”, quasi in controtendenza
all’attuale che si presenta “cattiva”.
Il documento, che dosa dramma e
speranza, squarci di luce e raggi di
poesia nell’uso di alcune belle
espressioni quali: “Costruire un’oc-
casione di bellezza educativa per i
nostri figli e per le famiglie che spesso vedono nella scuola non un posto
dove stare sicuri ma di preoccupazione», per non dire di disperazione”, appare sempre coperto dalla
coltre nera dell’insicurezza dei
finanziamenti e delle risorse. Le
necessarie proposte di miglioramento, condensate nei 12 punti del programma innovativo, disegnano una
scuola che vorrebbe cambiare aspetto, ma l’incertezza della disponibili-
tà delle risorse economiche, lascia
molto perplessi circa l’effettiva realizzazione delle innovazioni.
Non sono, infatti, sufficienti le promesse e le buone intenzioni.
L’anno scolastico che in Sicilia prende il via il 17 settembre e terminerà
il 9 giugno, sarà particolarmente
caratterizzato dal “patto educativo”
tra Governo e cittadini, da avviare
attraverso un dialogo e la raccolta di
proposte e idee da parte dei protagonisti della scuola, docenti e studenti.
Il dialogo, il confronto, le osservazioni in merito alle indicazioni delle
linee guida costituiscono un’occasione da saper cogliere e rendere
efficace, così da predisporre, quasi
un ponte verso il cambiamento che si
attiverà il prossimo anno.
Il 22 settembre il Presidente della
Repubblica al Quirinale saluterà la
delegazione degli studenti italiani,
raccomandando loro di impegnarsi
nello studio e di rendere operativa la
formazione e lo sviluppo delle competenze, in vista dell’inserimento
nella vita sociale e lavorativa.
Scuola e lavoro costituiscono i binari dello sviluppo della società e gli
investimenti per la scuola dovrebbero essere considerati non una spesa,
“perché educare, non è mai un costo,
ma gli sprechi sono inaccettabili”
dice Renzi. “Anche lo spreco dell’intelligenza dei ragazzi è da evitare,
occorre ripensare ciò che s’impara a
scuola. Neppure il tablet è sufficiente per imparare”. Il sano e corretto
uso delle nuove tecnologie dovrà
fare i conti con le risorse disponibili
per rinnovare le attrezzature scolastiche, dopo l’edilizia, e con le professionalità dei docenti, non ancora del
tutto pronti e preparati alla didattica
multimediale.
Potenziare le ore di laboratorio e
rivitalizzare la scuola del “saper
fare” diventerà un obiettivo e una
nuova dimensione della scuola rinnovata.
LA FAMIGLIA
DI FRONTE
ALLE NUOVE
SFIDE
a pagina 5
BICENTENARIO
DELLA NASCITA
DI DON BOSCO
a pagina 7
UNA VERSIONE
EPICA DELLA
PIETÀ IN SICILIA
Giuseppe Adernò
I conflitti attivi nel mondo
Terza guerra mondiale a capitoli
iamo nella Terza guerra mondiale, ma a pezzi”. Parole di Papa
Francesco di fronte al dramma della guerra che
coinvolge diversi paesi nel mondo. Un conflitto a
livello globale che attraversa trasversalmente i
“S
cinque continenti. Dall’Europa dove il mondo
occidentale si scontra con quello arabo-musulmano fino all’Asia Centrale con la Russia base solida del cristianesimo ortodosso che si scontra con
le popolazioni islamiche di radice iraniana e turcofona. Con in mezzo la situazione in Medio
Oriente, base operativa dell’avanzare del nuovo
Stato Islamico. Ed infine, l’immenso continente
Africa, la madre di tutti i conflitti irrisolti, che
vede l’invasione prepotente dei movimenti islamisti provenienti dalla Penisola arabica e dal Maghreb. A pagarne il prezzo più alto come sempre
sono i civili e gli sfollati: 50 milioni di sfollati nel
mondo e migliaia di vittime innocenti. Ecco nel
dettaglio tutti i focolai accesi nel mondo. In primis,
l’Ucraina. La rivoluzione di
piazza Maidan ha
portato ad una lunga guerra civile
contro i ribelli filorussi
dell’est,
appoggiati
dal
governo centrale
russo. Fin’ora sono
saliti a mille i morti
nelle ultime tre settimane fra Lugansk e
Donetsk. In totale 2300 vittime. Si passa
all’Iraq dove la deposizione di Saddam
Hussein nel 2003 ha portato all’avanzata
sunnita contro il governo sciita appoggiato dall’Occidente. In questo contesto è
nato lo Stato islamico dell’Iraq fondato
da Al Baghdadi. Ad oggi il conflitto ha
prodotto 170.000 vittime. Accanto all’I-
raq troviamo uno dei conflitti più cruenti nell’ultimo quadriennio, quello siriano. Conflitto nato
come una semplice rivolta contro il regime di
Bashar al Assad nel marzo 2011, e sfociato in uno
scontro etnico senza precedenti tra sciiti (alawiti)
Filippo Cannizzo
(segue a pagina 2)
a pagina 12
2
Prospettive - 14 settembre 2014
sommario al n. 32
Lettera agli studenti: Non lasciatevi rubare l’amore per la scuola
L’anno che verrà
PRIMO PIANO
Orrore in Burundi:
uccise tre missionarie
italiane __________________3
Indietro nel tempo
intervistando
Tito Marrone _____________4
La CISL Scuola IRC
apre anche in provincia _____5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
Lettera dell’Arcivescovo ____6
DIOCESI
Trecastagni
corso per orchestra d’archi __7
Al Castello Ursino
Salvatore Lavenia
in concerto_______________8
In ricordo
di Padre Antonino Torrisi ___9
Motta S. Anastasia
Premio nazionale
“sul tema della psiche
e dell’uomo” ____________11
Biagio Conte
torna sulle montagne ______12
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 10 settembre 2014
Carissimi ragazzi
«La vostra età meravigliosa e difficile. Io e quelli della mia generazione
l’abbiamo attraversata quando il
mondo era diverso. Speravamo in
una società migliore, da costruire
insieme, e ci preparavamo ad affrontare le sfide del futuro con lo studio
e l’impegno. Avevamo davanti a noi
il modello di uomini e donne forti,
figure di riferimento solide e determinate, che ci spronavano a crescere e a raccogliere il testimone nell’edificare una civiltà migliore. Oggi
corriamo il rischio che le cose non
siano più vissute così».
Queste espressioni, che il Card Vallini ha indirizzato nel mese di giugno
agli studenti di Roma alla vigilia
degli esami di maturità ritornano di
grande attualità e sollecitano un pensiero forte, capace di produrre azioni
coerenti.
e parole augurali per
l’inizio del nuovo anno
scolastico che il Presidente Napolitano indirizzerà a tutti gli studenti
d’Italia il prossimo 21 settembre dal
cortile d’onore del Quirinale, come
pure i messaggi del premier Matteo
Renzi, e del ministro Stefania Giannini, sono dense di stimoli, di suggerimenti, di raccomandazioni perché
la scuola possa rispondere alle esigenze e alle richieste della società di
oggi. La posta in gioco non è soltanto la scuola, bensì il futuro dell’intera società di domani che passa dalla
formazione dei giovani d’oggi.
Oggi, il futuro non solo non appare
sorridente e luminoso, ma addirittura incute ansia, timore e preoccupazioni. Le scelte da fare diventano
sempre più personali e rischiose. In
questo mondo globalizzato e frenetico, in cui le possibilità si moltiplicano a dismisura, tanto da generare
stordimento e confusione, si moltiplicano anche le insidie, gli inganni
e le falsità.
Spesso ci si lamenta d’una scuola
che non prepara i ragazzi al futuro,
per una lunga serie di ragioni a tutti
nota, non ultima il contenimento dei
costi.
Bisogna, allora, uscire dal guscio
protettivo dei formalismi e dei
numeri e confrontarsi col mondo,
con i suoi valori e, perché no, con i
suoi disvalori. Papa Francesco, il 10
maggio, incontrando a Roma gli studenti provenienti da ogni parte d’Italia, ha ricordato che la scuola «è
sinonimo di apertura alla realtà.
Andare a scuola significa aprire la
mente e il cuore alla realtà, nella
ricchezza dei suoi aspetti, delle sue
dimensioni. Essa non è un parcheggio: è un luogo di incontro nel cammino. È la prima società che integra
la famiglia. La scuola, quella vera,
educa al vero, al bene e al bello. E
l’educazione, ha sottolineato il Pontefice, «non può essere neutra. O è
positiva o è negativa; o arricchisce o
impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla».
Inizia, oggi, una nuova avventura
che vi vede protagonisti in 230 giorni di lavoro e di studio in vista di una
tappa finale che, anche se ancora
lontana per alcuni, è scandita dai traguardi annuali del percorso scolastico.
L
sono vicini in questo cammino
di formazione e di crescita.
Conservate e custodite la bussola dei valori che indica la
direzione durante la tempesta e
come un faro illumina i vostri
passi nei momenti tristi e nelle
notti buie. Non sentitevi mai
soli, noi educatori vi stiamo
non solo accanto, ma camminiamo insieme a voi verso la
meta.
Coraggio ragazzi! Non perdete
e non fatevi rubare la speranza
e l’amore per la scuola!
Tanto si può fare. Basta volerlo!
GiAd
È questo il contributo che la società
chiede a voi studenti: studiare! Questo è il vostro lavoro che diventa
prioritario su tutto il resto che potrà
apparire più gradevole e più leggero,
ma finisce in fretta e lascia tanto
vuoto e tanto amaro in bocca. Lo
studio diventa anche sacrifico,
richiede impegno e costanza, non
consente rinvii o rimandi e non
dovrebbe raccogliere “arretrati”.
Cominciando bene e compiendo
ogni giorno un passo avanti si raggiunge la meta, dando senso alla
vita, accogliendola nella sua pienezza, sviluppando le proprie competenze, ma soprattutto interiorizzando
virtù, abitudini e valori.
Papa Francesco raccomanda , inoltre, agli studenti la “magnanimità”:
essere magnanimi vuol dire avere un
cuore grande, senza paura, scommettere sempre sui grandi ideali.
È bello e gratificante essere il
“numero uno” e non solo a scuola,
ma anche nella solidarietà e nella
generosità, nell’attenzione verso gli
altri, contribuendo alla ricerca del
bene comune.
Il vero successo non è quello effimero, di carta stagnola luccicante, bensì quello che fa maturare le coscienze e dà senso e valore alle cose e alle
azioni di ogni giorno.
La scuola, i docenti, i genitori, vi
(continua da pag. 1)
TERZA GUERRA...
e sunniti. Tanti gli attori protagonisti
di un conflitto che non riesce a trovare un punto di equilibrio: hezbollah libanesi, consiglieri siriani, jihadisti provenienti dall’Arabia, insieme ai servizi segreti turchi. Qui è
esploso il fenomeno Isis. Impressionante il numero di vittime: 192.000.
In Asia resta aperto il fronte di guerra in Afghanistan, attivo dal 2001
con la guerra al terrore cominciata
con la missione americana Enduring
Freedom. Senza dimenticare come il
paese era già dilaniato da un quarto
di secolo di guerra civile tra sovietici, americani e forze talebane.
Numeri da rabbrividire quelli relativi alle vittime: 40.000, compresi
4mila soldati occidentali. L’Africa,
si diceva in precedenza, è considerata la madre di tutti i conflitti irrisolti. In Libia, dopo la dittatura di
Gheddafi si è passati all’anarchia
totale con l’avanzata delle nuove
milizie islamiste. Le vittime sono
13.000.
Spostandosi più giù, troviamo il
Mali, uno stato da sempre politica-
Filo
diretto
con
Ecco come mettersi in contatto con noi:
• Inviare un’email all’indirizzo
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mente debole e che ha visto in questi anni le forze jihadiste infiltrarsi
nel tessuto sociale-politico del paese. Punto cruciale l’intervento della
Francia in seguito al colpo di stato
del marzo 2012 e dell’offensiva del
Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad (a prevalenza tuareg) e degli islamisti nel dicembre
2012. In Nigeria, invece, si assiste
all’avanzata dei Boko Harm, gruppo
armato di matrice islamica.
Le vittime fra il 2009 e il 2014 sono
state stimate intorno alle 5 e 12 mila.
Recentemente l’opinione pubblica
internazionale si è mobilitata contro
il rapimento di 300 studentesse,
costrette a convertirsi pur di non perdere la vita. Situazione disastrosa
anche nella vicina Repubblica Centroafricana: la presa della capitale
Bangui, nel marzo del 2013, per
mano dei ribelli Seleka, ha portato
alla ribalta il paese africano, assediato da una cruenta e sconosciuta
guerra civile. In totale sono state
9000 le vittime in questi anni. Tra le
guerre africane come non ricordare
quella in Sud Sudan. Fra il 1983 e il
2003 la guerra civile sudanese ha fat-
to due milioni di morti. Conseguenza
di questo bagno di sangue è stata la
nascita del Sudan del Sud dove a fine
2013 è in corso una lotta etnica fra
l’etnia Dinka del presidente, Salva
Kiir, e quella Nuer del vicepresidente, Riek Macha. In totale il conflitto
ha prodotto 9000 vittime. Infine la
Somalia dove si combatte senza
sosta dalla metà degli anni 80. Gli
ultimi aggiornamenti provenienti dal
Corno d’Africa mostrano l’ascesa
della branca qaedista degli Shabaab.
In Asia un fronte attivo è quello del
Myanmar, ex Birmania. Dopo l’indipendenza dal governo britannico è
stato un susseguirsi di colpi di stato e
rivolte popolari: 200mila vittime in
66 anni. Quanto all’America Latina
un fronte caldo è rappresentato dalla
Colombia. Dalla rivolta contadina
degli anni Sessanta si è passati ad
una cruenta guerriglia tra esercito,
narcotrafficanti, popolazione locale e
Forze Armate Rivoluzionarie della
Colombia - Esercito del Popolo. Le
vittime stimate sono fra i 50 e i
200mila.
®
3
Prospettive - 14 settembre 2014
L’estremismo islamico e la nuova Shoah
I bambini di Gaza senza scuola
l vero nemico dell’umanità è oggi l’estremismo
islamico, che questa volta si presenta col nome di “Califfato”, che non è
solo anti-cristiano e anti-occidentale,
ma agisce contro l’umanità intera,
contro gli stessi musulmani, pur ispirandosi all’islam “puro e duro” e alla
storia islamica che ha sempre difeso
la “guerra santa”.
“Minimizzare la gravità della situazione sarebbe da irresponsabili,
afferma l’arcivescovo di ChietiVasto, Mons. Forte, “Ridurre i problemi a semplici conflitti locali non
ha fondamento nella realtà. La verità
è che il nuovo nemico dell’umanità è
più che mai il fondamentalismo, che
non va assolutamente confuso con le
forme dell’Islam autentico e con le
aspirazioni alla pace e alla giustizia
che pervadono il cuore e l’impegno
di tanti musulmani”.
La “crudeltà inaudita” dei mezzi bellici non convenzionali e della tortura,
impiegati dai jihadisti, sembra quasi
annunciare una “Terza guerra mondiale”, ha detto Papa Francesco ai
giornalisti, sull’aereo da Seul a
Roma.
Secondo Padre Piero Gheddo, è oggi
quanto mai importante capire che
non è sufficiente adottare la parola
“magica” della Chiesa post-conciliare: il dialogo interreligioso, accolto e
praticato in ogni Paese e nelle comunità diocesane, perché il dialogo senza la verità e il coraggio di afferma-
I
re la verità, non è vero dialogo, bensì una forma di compromesso e di
connivenza. Occorre, quindi, una
denunzia ferma e senza appello
all’integralismo fondamentalista”.
Come rimedio, auspica Mons. Bruno
Forte, è più che mai necessaria, “una
presa di posizione interreligiosa,
una denunzia ferma e senza appello
all’integralismo fondamentalista”.
L’autentico dialogo fra cristiani e
musulmani, che possa essere utile ad
ambedue i popoli e alla comune
ricerca di pacifica convivenza si fonda sulla verità, la giustizia e l’amore,
cioè l’aiuto, la solidarietà.
Il card. Kurt Koch, parlando dei criminali del Califfato, vestiti di nero e
incappucciati, figure simbolo del terrorismo islamico, ha scritto sull’Osservatore Romano che questa tragedia è da considerarsi quasi una nuova Shoah, un rinnovato Olocausto
originato da una spaventosa e dissennata ideologica violenza contro l’altro, semplicemente perché ha una
posizione religiosa diversa dalla propria.
“Cadono anche loro maciullati dalle
schegge o mentre cercano un rifugio
impossibile”. “Un intenso fuoco di
artiglieria ha spazzato via 19 civili
compresi 5 bambini.” Sono questi
due dei numerosi titoli delle notizie,
riportate dai giornali, quasi tragico
bollettino di guerra sulla striscia di
Gaza, per dare informazione sugli
attacchi di guerra in Medio Oriente.
Delle vittime innocenti palestinesi
sappiamo che giocavano a pallone
sulla spiaggia, si nascondevano in un
Iraq: forze di sicurezza irachene contro i
combattenti dell’Isil. Foto AFP/SIR
asilo, sono stati colpiti in maniera
barbara. Dei loro coetanei fra
Donetsk e Lugansk ugualmente
maciullati dalla guerra sappiamo
poco o niente, eppure anch’essi sono
morti mentre cercavano inutilmente
riparo dai bombardamenti, o non
viene resa nota la storia di Bogdan, 4
anni, che ha perso la madre, ma si è
salvato per miracolo sotto le macerie
di una casa sbriciolata dall’artiglie-
ria.
La tragedia dei bambini di Gaza,
rispetto alla strage dei Palestinesi,
sua famiglia. Inoltre, secondo quanto
riportato dalle stesse fonti locali,
l’assassino avrebbe confessato di
aver violentato ed ucciso brutalmente le donne, accanendosi particolarmente con coltello e pietra. Christian
Claude Butoyi è stato trovato dalla
polizia in possesso delle chiavi del
convento e del telefonino di una delle tre vittime: in ogni caso, questo
elemento non farebbe escludere il
tentativo di furto come movente del
delitto, anche se dalle camere delle
sorelle non è stato sottratto alcun
oggetto. Sulle dinamiche dell’atto
rimane ancora tanto da chiarire: è
possibile che abbia agito da solo,
senza l’aiuto di nessun complice?
Come si è introdotto nel convento
per uccidere la terza suora, nonostante la presenza della polizia?
Escludendo il raptus omicida (l’assassino è ritornato al convento per
compiere il terzo omicidio, dunque
vi è una lucida pianificazione degli
atti), quale è il vero movente di tanta efferata violenza? Perché ritornare
nel convento?
Le tre sorelle saranno sepolte nel
cimitero di Panzi, nei pressi della città di Bukavu (est della Repubblica
Democratica del Congo) con altri
missionari che hanno dato la loro vita
per questa terra.
è negato l’accesso all’istruzione di
base.
Come si legge nel dossier diffuso
dalla Croce Rossa Italiana e dalla rete Agire
(Agenzia Italiana per la
Risposta alle Emergenze), nel Kurdistan iracheno circa 190mila bambini
non potranno andare a
scuola. In Iraq - sottolinea, infatti, l’agenzia
Fides - oltre mezzo milione di profughi costretti a
lasciare le proprie case
davanti all’avanzata dei
jihadisti sono in età scolare e almeno 2.000 scuole sono occupate da famiglie e gruppi di sfollati.
In Siria, pure, dall’inizio
del conflitto, almeno 3
milioni di bambini hanno
dovuto abbandonare il percorso scolastico. Una scuola su cinque è inutilizzabile, mancano libri, banchi, servizi igienici e, in molte aree del Paese, non ci sono insegnanti disponibili.
Gli ostacoli maggiori li incontrano le
bambine delle comunità rurali. Oggi
tre bambine su quattro non ricevono
l’istruzione primaria di base: nel
2030, ce ne sarà una su due che non
andrà alle elementari. Circa il 90%
delle ragazze oggi non riesce a completare la scuola superiore: nel 2030
la percentuale sarà calata, ma solo
del 20 per cento. E nell’Africa subsahariana, mentre i maschi dovranno
aspettare fino al 2069 per raggiungere l’accesso universale all’istruzione
primaria, le femmine dovranno
attendere al 2086.
A meno di operare uno sforzo concertato, la distribuzione delle opportunità educative e quindi economiche diventerà sempre più diseguale
nei prossimi anni, afferma Gordon
Brown, già premier britannico, è
inviato speciale delle Nazioni Unite
per l’istruzione globale. La vera frattura è fra chi ha accesso all’istruzione e chi no.
In tutto il Medio Oriente, i conflitti,
le migrazioni forzate, le distruzioni
di edifici scolastici e la loro trasformazione in luoghi utilizzati per ospitare i rifugiati, rischiano di compromettere il futuro di un’intera generazione di giovani. I campi profughi
sono spesso sovraffollati o versano
in condizioni precarie, e gli unici
rifugi possibili per chi non viene
ospitato in abitazioni private restano
i parchi, gli edifici abbandonati o le
scuole.
Ora che in tutto il mondo le scuole
riaprono i cancelli, la comunità internazionale dovrebbe rinnovare il suo
impegno per garantire che ogni bambino, in ogni Paese, abbia l’opportunità di attraversare quei cancelli.
Il sopravvento del terrorismo islamico sollecita un forte richiamo all’unità delle forze sane dei diversi Paesi per far fronte comune e risposta
della coralità umanità.
Berenice
Il Condottiero
appare di serie B, mentre sappiamo
che la sofferenza non ha categorie,
né graduatorie o distinzioni.
Oggi, mentre tutti i bambini del
mondo si preparano per andare a
scuola quelli della Siria, dell’Iraq e
della Nigeria (restando nei campi
profughi o nelle zone di guerra)
restano esclusi.
L’istruzione da qualche tempo è considerata il fattore più importante per
garantire reddito, ricchezza, posizione sociale e sicurezza, eppure milioni di bambini e ragazzi rimangono
fuori dal sistema scolastico e ad essi
Orrore e violenza in Burundi: uccise tre missionarie italiane
Il loro sangue diventi seme di speranza e di fraternità
iolenza. Un’efferata, alcune persone ammalate che le
atroce ed insensata vio- sorelle visitavano soprattutto di
lenza. Questo è ciò che la scorsa domenica. Ero davanti all’entrata con
domenica, il 7 settembre 2014, si è l’intenzione di forzare la serratura
scatenato nella mente di un trenta- quando la porta si è aperta ed è appartreenne del Burundi, colpevole di sa Bernadetta, sconvolta. Aveva troaver brutalmente reciso le vite di tre vato una porta di servizio laterale alla
missionarie italiane saveriane (le loro casa aperta e, una volta entrate, i
Missionarie di Maria): Olga corpi senza vita delle sorelle Olga e
Raschietti (83 anni), Lucia Pulici (75 Lucia. Poi questa notte le sorelle sono
anni), i cui corpi sono stati rinvenuti tornate a chiamarmi, temevano che
domenica pomeriggio proprio
dalla terza vittima, Bernardette Boggian (79 anni), ritrovata
lunedì.
Il racconto dei fatti dalle parole di padre Mario Pulci, superiore dei missionari saveriani
in Burundi, raccolto dall’agenzia Misna: “Verso le 16 di ieri
la sorella Bernadetta è venuta
nel mio ufficio chiedendo
notizie delle sorelle Lucia e
Olga che erano rimaste a casa
mentre lei e la sorella Mercedes si erano recate all’aeroporto per accogliere le altre sorelFoto AFP/SIR
le di ritorno in Burundi dal
loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto l’aggressore fosse in casa. Quando
perché dall’interno della casa non siamo riusciti ad entrare abbiamo troc’erano segnali di vita, tutto era chiu- vato anche suor Bernardetta, senza
so e con le tende tirate. I guardiani del vita”. Cordoglio dal mondo per quecancello non le avevano viste uscire. sta enorme perdita, piccoli e grandi
Esito negativo lo ha dato anche una gesti di commozione e partecipazione
veloce ricerca nel quartiere presso anche dalla gente che amava profon-
V
damente le tre sorelle, per cui proprio
queste ultime avevano scelto di dedicare la loro vita fino in fondo, senza
risparmiarsi nessuna fatica nonostante l’età avanzata ed un fisico debilitato. Il Santo Padre, appena appresa la
tragica notizia, ha inviato due telegrammi a monsignor Evariste Ngoyagoye, nunzio apostolico in Burundi, e
a suor Ines Frizza, madre superiora
generale delle missionarie Saveriane,
affermando “il
loro sangue versato
diventi
seme di speranza per costruire
l’autentica fraternità tra i
popoli”. Cordoglio anche dal
Vescovo Enrico
Solmi, portavoce di tutta la
Chiesa di Parma, diocesi dalla quale provenivano le missionarie.
Secondo quanto
affermato dal portavoce della polizia
locale, il presunto autore del massacro, il trentatreenne Christian Claude
Butoyi, avrebbe confessato di aver
ucciso le tre sorelle in quanto il convento in cui vivevano si trova su un
terreno appartenente in passato alla
4
Prospettive - 14 settembre 2014
IN PRIMOPIANO
Indietro nel tempo intervistando Tito Marrone
“Sono le piccole cose che contano”
rrivo a Trapani sul far
della sera: l’aria carica
di sentori salmastri penetra nelle
narici, soffia il vento di scirocco e un
tramonto incendia il litorale dei suoi
bagliori vermigli. E così guardando
la costa immagino di vedere navi
fenicie che da Cartagine approdano a
questi lidi con un munifico carico di
stoffe pregiate, di spezie odorose e di
strani impiastri colorati. A loro spetta l’arte della tessitura come ben
documenta la vicina isola di Mozia,
antico emporio di questa civiltà.
Mi accompagnano in questa escursione nel Val di Mazara, gli amici
Dario Rosso, Alessia Gugliotta,
Maria Calabrò ed Elio Quiligotti.
Ci inoltriamo nelle vie della città
degli Elimi (così Trapani anticamente era definita in riferimento alla presenza di una misteriosa popolazione
orientale che la abitò), costellate da
innumerevoli chiese di fattura cinquecentesca. Un’architettura enfatica, esageratamente bella, un barocco
esplosivo nelle volute, nei giochi di
luci e di ombre tra telamoni, colonne
tortili, lesene, capitelli, sculture, timpani in un intreccio di forme e di
figure aggettanti, specchio di un
periodo storico che nell’arte trovava
uno sfogo estetico e di contenuti
meglio che in ogni altro ambito dello scibile umano.
Un vero bagno tra natura e storia e
così torniamo alla marina dove su
una cinta muraria campeggia lo
A
“Ho vissuto un amore
dai contorni da fiaba
e costei si chiamava
Maria Valle […],
era la ragione
della mia vita.
Un amore
che ha avuto una
tragica conclusione…”
stemma della città: cinque torri sormontano degli archi sul mare e al di
sopra un falcetto. Il significato araldico è palese: la difesa castrale dell’urbe sicula e la fertilità della terra
(Trapani dal greco drepane la falce
che, secondo la mitologia, perse
Cerere mentre cercava la figlia Proserpina rapita dal dio Plutone).
Poi odo una voce che come un suono
antico si accompagna alla musica
naturale della risacca:
Talvolta (l’anima nostra è in pace / e
l’occhio svaria / dalla finestra aper-
ta / su la campagna che giace / quieta e solitaria / sotto la luna deserta)
/ sentiamo nell’aria…
Sono le piccole cose che cantano (da
ESILIO DELLA MIA VITA).
Chi ha parlato? Osservo i miei compagni di viaggio, pensando fosse stato uno di loro ad avere proferito quei
versi, chissà magari il mio amico
Elio che allieta sovente le nostre promenade con versi tratti ora dai poeti
latini e greci, ora da Dante, ma
costui insieme agli altri è rapito da
una contemplazione solitaria del
paesaggio.
Poi ancora quella voce: <<Nacqui in
questa cittadina il 9 marzo 1882 e
a soli diciassette anni pubblicai la
prima raccolta di poesie intitolata
“Cesellature”.
Tre anni dopo con la mia famiglia
mi trasferii a Roma dove ebbi
modo di frequentare il circolo di
poeti crepuscolaristi e dove mi
legai in amicizia a Luigi Pirandello. Il mio nome è Tito Marrone>>.
Cooosa? Non mi dica che lei è quel
poeta che innovò l’attività teatrale
italiana introducendo dopo duemila
anni di silenzio la tragedia greca in
versi?
<<Brava! Nel 1906 infatti portai in
scena l’Orestiade di Eschilo al teatro Argentina di Roma!>>.
Maestro, le vorrei rivolgere una
domanda.
<<Tutte le domande che vuole, ma
la prego, signora Stefania, non mi
chiami maestro, perché il titolo mi
imbarazza tremendamente. Preferisco il mio nome di battesimo,
Tito!>>.
D’accordo Tito! Perché sulla sua
vicenda letteraria è piombato un inaspettato silenzio? Perché il suo nome
non compare nelle antologie, eppure
lei ha rimesso in scena il dramma
greco?
<<Sono stato profondamente innamorato, ho vissuto un amore dai
contorni da fiaba e costei si chia-
mava Maria Valle, bella,
gentile, armoniosa nel suo
esprimersi, donna dotata
di sensibilità sovrumana,
era la ragione della mia
vita.
Un amore che ha avuto una
tragica conclusione: questo
fiore gentile venne strappato alla vita, al sole, ai campi che erano calpestati dal
suo diafano piede, all’età
di ventidue anni, stroncata
dal tifo.
Mi chiusi in me stesso,
schiacciato dal mio dolore
e decisi di non partecipare
più ai cenacoli letterari e di
non pubblicare i miei versi>>.
Mi ricordo il titolo di un
romanzo di Guy de Maupassant “Forte come la morte”,
allusione all’amore.
<<Solo dopo la seconda
guerra mondiale, da quelle macerie universali ritrovai la forza interiore per pubblicare il mio poemetto “Esilio della mia vita”
(1950) e con questo ricevetti due
premi letterari>>.
Potrebbe sussurrarmi alcuni dei suoi
versi?
<<E una macchia di fango… / Sole
della mattina / di marzo, perchè
ridi? / Vattene, sole: io piango.>>
Stefania Bonifacio
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Prospettive - 14 settembre 2014
IN PREIMOPIANO
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo I della Parte II dell’Instrumentum Laboris
La pastorale della famiglia
di fronte alle nuove sfide
ell’attuale impegno
pastorale per la famiglia si nota un’interessante reciprocità tra la responsabilità dei pastori e i
diversi carismi e ministeri della
comunità ecclesiale. Nei diversi continenti, ad esempio, coppie di sposi
di consolidata esperienza famigliare
si trovano spesso a sostenere i sacerdoti negli itinerari di preparazione al
matrimonio, i cui obiettivi principali sono la promozione della relazione
di coppia con la consapevolezza e
libertà della scelta, la conoscenza
degli impegni umani civili e cristiani, la ripresa della catechesi dell’iniziazione con l’approfondimento del
sacramento del matrimonio, l’incoraggiamento alla partecipazione della coppia alla vita comunitaria e
sociale. Si denota, però, la poca
attenzione dei nubendi a tali itinerari
prematrimoniali. Si afferma nel frattempo la necessità di promuovere
catechesi differenziate per i giovani
anche prima del fidanzamento, per i
genitori dei fidanzati, per le coppie
già sposate, per i separati. In qualche
paese si segnalano vere e proprie
scuole di preparazione alla vita
matrimoniale, indirizzate soprattutto
all’istruzione e promozione della
donna. La questione, invece, è diversa nelle zone in cui vi è una forte
secolarizzazione, ove si constata una
crescente distanza culturale delle
coppie nei confronti dell’insegna-
N
mento della Chiesa. Talvolta, i corsi
particolarmente prolungati non sempre sono ben accolti. Si va diffondendo l’importanza del proporre ai
nubendi la conoscenza dei metodi
naturali di regolazione della fertilità
attraverso la testimonianza di “coppie guida”. Capita spesso che coppie
si presentino all’ultimo momento,
con la data del matrimonio già fissata, quando invece necessiterebbero
particolare cura, soprattutto nel caso
della disparità di culto (tra un battezzato e un non battezzato) o di una
scarsa formazione cristiana. Altre
Conferenze ricordano come gli itinerari prematrimoniali siano migliorati
negli ultimi decenni, con lo sforzo di
trasformare i “corsi” in “percorsi”,
coinvolgendo insieme sacerdoti e
sposi: da un servizio orientato al solo
sacramento si passa ad un primo
annuncio della fede.
In molte parti del mondo ci sono
varie proposte di preparazione al
matrimonio, come ritiri, incontri personali, gruppi di preghiera, pellegrinaggi, festival, congressi nazionali e
internazionali della famiglia. Tuttavia sono percepiti spesso come una
proposta obbligata che una possibilità di crescita a cui aderire liberamente. Fondamentale è il colloquio con il
parroco, che però si riduce in molti
casi in un incontro piuttosto formale.
In molti corsi si cerca di introdurre
nuovi temi quali la capacità di ascol-
Foto Siciliani-Gennari/SIR
tare il coniuge, la vita sessuale
coniugale, la soluzione dei conflitti.
In alcuni contesti, segnati da tradizioni culturali piuttosto maschiliste,
si nota la carenza di rispetto nei confronti della donna, da cui deriva un
esercizio della coniugalità non conforme alla reciprocità tra soggetti di
pari dignità. In alcuni territori, a prevalenza multi-religiosa e multi-confessionale, occorre tener conto del
numero elevato di matrimoni misti e
di disparità di culto, che necessitano
un’adeguata preparazione da parte
dei sacerdoti. Nelle diocesi dell’Europa orientale si ricerca il dialogo
con le Chiese ortodosse, in occasione della preparazione ai matrimoni
misti. Si creano occasioni di relazioni tra famiglie, in dialogo con le coppie anziane, valorizzando iniziative
di cultura biblica e momenti di preghiera per i nubendi. Le coppie più
mature fungono da “padrini” delle
giovani coppie che si preparano al
matrimonio. In merito alla pietà
popolare e alla spiritualità familiare
si evince la necessità di conservare e
promuovere forme di pietà popolare
a sostegno della famiglia. Nonostan-
La CISL Scuola IRC apre anche in provincia
ella nostra Provincia,
dopo l’apertura dello
sportello provinciale presso la sede
di Catania sita in Via Coviello 4, si
sono aperte le sezione I.R.C. ad Acireale, Caltagirone e Paternò, alla presenza del Segretario Provinciale
Generale Pippo Denaro e dei coordinatori provinciali Proff.ri Carmelo
Mirisola, Manuli Sergio, Maria Attinà, Salvo Pezzella che sono stati
accolti dai colleghi referenti della
sezione di Acireale: Proff.ri Giacomo Trovato e Calabretta Angela;
sezione di Caltagirone dai referenti
Proff.sse Angela Montemagno e
Patricia Privitera; sezione di Paternò
Prof. Cesare Ferrante.
Durante le inaugurazioni delle sedi,
il professore Mirisola ha tenuto a
focalizzare l’importanza della presenza del docente di religione nella
scuola dove, grazie alla propria specifica preparazione, all’esperienza
accumulata, alle competenze raggiunte, sono reali punti di riferimento per i ragazzi divenendo, attraverso
molteplici attività, progetti, incontri
didattici con conversazioni guidate,
figure di rilievo poiché ogni giorno
“trasferiscono valori”. In molti casi
poi, essendo presente nello staff del
dirigente a livello di collaboratore o
funzione strumentale, contribuisce a
reggere il timone dei singoli istituti
scolastici. Ha continuato sottolineando come, dentro la CISL che vanta
quasi 5 milioni d’iscritti, gli IdR non
sono e non si sono mai sentiti emarginati o peggio ancora ghettizzati,
bensì una parte del “tutto”, che nell’insieme compongono il mondo del-
N
La miniera dei valori
la scuola.
della categoria.
Inoltre ha ribadito che la Cisl e la Nessuno nella CISL - ha continuato Cisl Scuola, proprio per il suo alto si deve sentire isolato, ma tutti posnumero di iscritti appartenenti a tutti sono e debbono attingere alla forza
i comparti del mondo lavorativo, è generata dall’unione, passando dalsempre riuscita a dare maggiore for- l’Io al “NOI”, cosicché i problemi di
za alle sue singole voci e
dunque anche agli IdR.
Come del resto la CISL ha
fatto, contro tutti, firmando
con convinzione l’accordo
che ha permesso il concorso per l’immissione in ruolo degli IdR e intervenendo
più volte in suo favore nella persona del Segretario
Generale Nazionale Francesco Scrima il quale spesso, nei suoi discorsi, ne ha
Foto Siciliani-Gennari/SIR
sottolineato l’importanza
del ruolo nella scuola e ne
ha difeso i diritti asserendo che su una categoria e perfino del singolo,
questo terreno molto ancora va fatto generando ricadute significative nel
e si dovrà fare.
sociale, sono quindi i problemi di
Infine ha ricordato l’importanza che tutti, secondo lo spirito cislino
rivestono gli sportelli IRC nella “Insieme si può”!
CISL Scuola catanese e che si stanno Ha proseguito ricordando come la
estendendo in tutta l’isola, in stretto CISL, che affonda le radici nella
raccordo con la Segreteria nazionale Dottrina Sociale della Chiesa e quine con le altre realtà presenti nelle di sindacato di chiare ispirazioni di
altre regioni d’Italia.
principi cattolici, ha da sempre avuto
Il Segretario Provinciale Generale a cuore le problematiche del settore
Pippo Denaro, dopo aver ringraziato dei lavoratori IdR, tanto da sostenere
il Prof. Mirisola, i Coordinatori pro- con decisiva forza, l’espletamento
vinciali e tutti i referenti per il lavo- del concorso che permise nel 2005 di
ro svolto e l’impegno profuso e per ottenerne il ruolo.
quanto si andrà realizzando nel futu- Per questo, ha affermato il Segretaro prossimo in difesa della scuola e rio, l’Organizzazione vuole conti-
nuare a difenderne i diritti ed a perorarne le giuste richieste.
Tra i temi da affrontare con decisione e che vengono sollecitati fortemente dalla “base”, l’ottenimento di
una classe di concorso, il passaggio
da graduatoria di merito del concorso a graduatoria ad esaurimento e la
valutazione che possa allinearsi a
quella degli altri docenti, affinché sia
riconosciuto il valore,
l’impegno, la professionalità di chi appartiene a
questo settore lavorativo.
Pippo Denaro ha concluso augurando a tutti un
buon e proficuo lavoro,
sicuro che la forza data
dall’unione darà in tempi
brevi i suoi frutti, in termini di risposte certe alle
legittime richieste dei
docenti IRC.
In conclusione i Referenti delle sezioni si sono
dichiarati entusiasti dell’iniziativa
della CISL Scuola di Catania, riconoscendosi nei propositi illustrati dai
colleghi relatori e dal segretario provinciale, ma soprattutto nei valori che
questo sindacato da sempre porta
avanti; manifestando così la loro soddisfazione nel sentirsi inseriti nell’ampio quadro scolastico e in quello
ancora più ampio di lavoratori.
Denaro Pippo,
Segretario Generale Cisl scuola CT
Mirisola Carmelo, Attinà Maria,
Manuli Sergio, Pezzella Salvo,
Referenti provinciali Idr
te una certa disgregazione
familiare, restano ancora
significative la devozione
mariana e le feste popolari,
come momenti aggregativi
della famiglia. Oltre alla preghiera del rosario, in alcune
realtà si recita l’Angelus oppure si fa la peregrinatio Mariae
passando un’icona o una statua della Madonna da una casa
a un’altra. Tutto ciò incrementa forti rapporti di amicizia e
di comunione. Si segnala pure
l’apporto benefico che le
famiglie ricevono dalla vicinanza dei monasteri, mediante
i quali si stabilisce una relazione di complementarità
vocazionale tra matrimonio e
vita consacrata. Molte Conferenze Episcopali hanno testimoniato
come le Chiese particolari, con la
loro azione pastorale, sostengono la
spiritualità della famiglia. Dai movimenti di spiritualità viene un contributo specifico alla promozione di
un’autentica ed efficace pastorale
familiare nel nostro tempo. Per questo le Chiese locali dovrebbero trovare in essi vere risorse per promuovere percorsi di pastorale familiare
adeguati al nostro tempo. In molte
diocesi si promuove la formazione di
coppie in grado di sostenere altre
coppie e una serie d’iniziative tese a
creare una vera e propria spiritualità
familiare, anche se talvolta le comunità locali, i movimenti, i gruppi e le
aggregazioni religiose corrono il
rischio di rimanere chiusi in dinamiche troppo autoreferenziali. Necessita, pertanto, uno stile missionario,
affinché le famiglie svolgano un
apostolato vivo di evangelizzazione
nei confronti di altre famiglie con
una testimonianza credibile della
vita matrimoniale fedele, di stima
reciproca e di unità, di apertura alla
vita. Un punto chiave per promuovere un’autentica e incisiva pastorale
familiare è la testimonianza della
coppia, che manifesta la bellezza e la
gioia che dona l’accoglienza dell’annuncio evangelico del matrimonio e
della vita familiare. È essenziale,
pertanto, nella pastorale familiare la
via pulchritudinis, ossia la via della
testimonianza carica di attrattiva della famiglia vissuta alla luce del Vangelo e in costante unione con Dio.
Sebbene in molte aree geografiche la
riuscita del matrimonio e della famiglia non sia più data per scontata, si
osserva che nei giovani c’è un’alta
stima per i coniugi che, anche dopo
molti anni di matrimonio, vivono
ancora una scelta di vita improntata
all’amore e alla fedeltà. Per questo la
celebrazione, alla presenza anche dei
vescovi, di giubilei e feste di ringraziamento per i coniugi con molti
anni di matrimonio, diventa occasione di speciale testimonianza di
coniugi che restano uniti nonostante
problemi e difficoltà. Queste sono le
principali iniziative poste attualmente in atto di fronte alle nuove sfide
della pastorale per la famiglia che
sono rivelate dal questionario.
Giuseppe e Katia Scaccianoce
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Prospettive - 14 settembre 2014
Notizie in breve dal 15 al 21 settembre
l’Arcivescovo
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Ai Gruppi di Preghiera “Padre Pio” dell’arcidiocesi
Lunedì 15
• Ore 11.00 Pedara, Chiesa Madre: celebra la S.
Messa per la festa della Madonna.
• Ore 17.30 Mascalucia, Santuario Maria SS. Addolorata: celebra la S. Messa.
Domenica 21
• Ore 8.30 Belpasso, parrocchia S. Maria della Guardia in Borrello: celebra la S. Messa per la festa
patronale.
• Ore 11.00 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la
S. Messa in occasione del centenario della nascita
della famiglia paolina.
• Ore 17.30 S. Giovanni La Punta (Trappeto), parrocchia Madonna delle Lacrime: celebra la S. Messa di apertura della Visita pastorale.
Fratelli e Sorelle nel Signore,
È già trascorso un anno da quando abbiamo avuto la gioia di incontrarci, insieme ai vostri Assistenti, per un raduno diocesano in Cattedrale alla presenza del Coordinatore Responsabile Regionale
Padre Enzo La Porta O.F. Capp..
In quella circostanza sono stato confermato nelle buone impressioni che derivano dagli incontri avuti con voi in vari momenti e particolarmente nel corso della Visita pastorale che il Signore mi concede la grazia di realizzare.
Forti anche delle parole che Papa Francesco ci rivolge al numero
262 dell’enciclica Evangelii Gaudium «La Chiesa non può fare a
meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che
si moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, [...]. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una
spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe
con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione», anche quest’anno ci incontreremo in Cattedrale GIOVED) 26
SETTEMBRE p.v. con il seguente programma:
- ore 17,00 (raduno dei Gruppi);
- ore 17,30 (catechesi tenuta da Padre Enzo La Porta O.F.Capp. e
Rosario meditato);
- ore 19,00 (Celebrazione Eucaristica).
Vi invito cordialmente a tale incontro che già affidiamo all’intercessione di S. Pio da Pietrelcina, affinché per tutti noi sia una vera
“ricarica spirituale” per la nostra vita cristiana.
Vi attendo e vi benedico affettuosamente.
®
@ Salvatore, Arcivescovo
Martedì 16
• Ore 9.30 Mompilieri, Santuario Madonna della
Sciara: incontro con i sacerdoti in preparazione al
Convegno Catechistico diocesano.
• Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della
Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano.
Mercoledì 17
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della
Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano.
Giovedì 18
• Ore 9.30 Arcivescovado: incontra la Commissione
per la Formazione Permanente del Clero.
• Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della
Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano.
Venerdì 19
• Fuori sede.
Sabato 20
• Ore 19.30 Tremestieri Etneo, Chiesa Madre: Celebra la S. Messa di apertura della Visita pastorale al
IX Vicariato.
Avviso agli Enti Ecclesiastici
DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013
Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno
2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione
IMU e Tasi degli enti non commerciali.
La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e
pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento.
La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili
di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti
obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza
per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014.
SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE
ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA.
Inaugurazione
nuova cucina mensa
Help Center
Sabato 13 settembre ore 11:30
Piazza Giovanni XXII, angolo viale Africa
Sabato 13 settembre, alle ore 11:30, presso l’Help Center di
Piazza Giovanni XXII, angolo viale Africa, verrà inaugurata la
nuova cucina della mensa Caritas. Ad officiare la benedizione
sarà l’Arcivescovo di Catania, S. E. Mons. Salvatore Gristina,
alla presenza del Sindaco di Catania, Enzo Bianco.
La realizzazione della nuova cucina con l’adeguamento dei locali, ampliati e dotati di un’uscita di sicurezza non esistente, è stata possibile grazie alla raccolta fondi cominciata con il concerto
Pro Caritas del marzo scorso. Un restyling necessario per
ammodernare e rendere più funzionale il servizio mensa per gli
utenti ‘Help Center’ e per i volontari che ogni giorno dedicano il
loro tempo al fianco dei più poveri. A riguardo, il direttore Don
Piero Galvano, ringrazia per la generosità quanti hanno sostenuto e continueranno a sostenere la Caritas Diocesana.
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Prospettive - 14 settembre 2014
Iniziate al PalaCatania le celebrazioni siciliane per il bicentenario della nascita di Don Bosco
memoria d’uomo non
s’era mai vista a Catania la contemporanea presenza, per
un unico evento da celebrare insieme, del Rettor Maggiore dei Salesiani e della Madre Generale delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
Quest’inedita novità si è verificata
A
comune ideale educativo, per partecipare alla speciale festa regionale
per la solenne inaugurazione delle
celebrazioni siciliane, indette dalle
due ispettorie dei Salesiani di Don
Bosco e delle suore di S. Maria
Domenica Mazzarello, per festeggiare il bicentenario della nascita di
fondate da S. Giovanni Bosco. Catania, la città più salesiana dell’Isola
per la presenza di opere sociali e di
oratori-centri giovanili, tanto amata
dal santo più popolare e onorato dai
giovani di tutto il mondo, ha dato il
meglio di sé nel corso di una calda
giornata di festa trascorsa all’inse-
UN COMPLEANNO
con presenze d’eccezione
domenica scorsa, al PalaCatania,
gremito da oltre 4 mila rappresentanti della Famiglia Salesiana e del
Movimento giovanile salesiano:
ragazzi, giovani, famiglie, adulti
provenienti da ogni parte della Sicilia, che nel recente passato ha donato uno dei Rettor Maggiori del
secondo dopoguerra, don Luigi Ricceri di Mineo.
Tutti insieme, affratellati da un
S. Giovanni Bosco, con la partecipazione del rettor maggiore Don Angel
Fernandez Artime e della madre
generale Suor Yvonne Reungoat.
Entusiasmo alle stelle da parte di una
variopinta assemblea assiepatasi nella megastruttura polisportiva per
festeggiare il “compleanno” di Don
Bosco e salutare con affetto e i massimi esponenti del governo delle due
congregazioni religiose salesiane
gna del canto, della preghiera, dell’amicizia, della serenità.
Lo straordinario evento ha fatto riunire i membri dei 12 rami della
Famiglia salesiana operante in Sicilia, una vasta realtà ecclesiale basata
sul carisma e la missione del santo
fondatore a vantaggio della gioventù.
Ha riempito gli spalti anche un gran
numero di Figlie di Maria Ausiliatri-
ce guidate dall’ispettrice suor Anna
Razionale; una di loro, la catanese
suor Concetta Ventura, è stata chiamata ad occupare a Roma il posto di
segretaria della madre generale. Folta presenza di cooperatori, volontari
di Don Bosco, di ex-allievi salesiani.
Sono intervenuti il vice sindaco
Marco Consoli ex allievo di Cibali, il
comandante dei carabinieri Alessandro Casarsa e il sindaco di Trecasta-
Centro “Mariapoli Tre Tende” Trecastagni corso per orchestra d’archi
Un contributo alla formazione orchestrale
elle fresche pendici
dell’Etna, a Trecastagni, dal tramonto all’alba,
dall’aurora al crepuscolo,
studio, divertimento, allegria, condivisione fraterna
hanno attratto e impegnato
giovanissimi musicisti, dai
12 ai 20 anni, presso il
Centro “Mariapoli Tre
Tende” del Movimento dei
Focolari per Sicilia Calabria e Malta, con la partecipazione entusiastica al
corso per orchestra d’archi
curato dal m° Fabio Raciti,
da oltre 20 anni docente di
violino nelle scuole statali di musica.
Ricco ed intenso il programma di
studio, da Johann Sebastian Bach a
Bela Bartòk per i corsisti violinisti:
Bruna Patanè violino primo, Daniele
N
Licciardello, Erika Pappalardo,
Damiano Zappalà, Diletta Virgillito,
Daniele Pappalardo, Marco Toscano,
Martina Cavallaro, Erika Zingarino,
Giovanni Bonaccorsi, Amelia Puglisi, Michela Toscano, Gabriele Castorina, Alessia Pellegrino e Simona
Ciccia; Matteo Blundo viola e Ketty
Cascia violoncello. “Questa fantastica esperienza” spiega
uno dei corsisti “ha contribuito alla nostra formazione orchestrale e,
inoltre, ha arricchito il
nostro repertorio violinistico. Insieme abbiamo
raggiunto numerosi <traguardi>”. Al concerto
conclusivo, tenutosi nell’auditorium dell’ospitale e bellissima struttura
gestita dalle focolarine
Rita, Mariella, Jessica,
Nada e Susy, l’orchestra,
in cammino con la musica ricordando Chiara Lubich fondatrice del
Movimento, ha aperto con il celeberrimo Minuetto in La maggiore di
Luigi Boccherini.
Non sono mancati momenti anche di
vera commozione con l’esecuzione
dell’Adagio in Sol minore di Tommaso Albinoni per ricordare la piccola Laura Russo nel giorno del suo
funerale. Di grande preparazione si è
manifestata l’orchestra nell’esecuzione delle Sette Danze Rumene,
composta nel 1917 dal pianista
ungherese Bartòk con un’energia ritmica quasi ossessionante, un’armonia estremamente ardita e una ricerca
timbrica inesauribilmente feconda. Il
m° Raciti riusciva ad ottenere in pieno dai “professori d’orchestra” in
erba la struttura caratteristica del
canto popolare rumeno. Gli attestati
di merito sono stati consegnati a tutti i bravi corsisti dalla prof. Ermelinda Giuntalia.
A.B.
gni on. Giovanni Barbagallo. Il
momento centrale dell’entusiasmante kermesse è stata la concelebrazione dell’Eucarestìa presieduta dal
Rettor Maggiore assieme all’Ispettore don Pippo Ruta e ad una settantina di confratelli provenienti da tutte
le case salesiane, con l’animazione
del coro musicale della parrocchia S.
Domenico Savio di Gela diretto da
Dario Barbaro.
All’inizio il Segretario ispettoriale
don Michelangelo Spallina ha letto
un affettuoso indirizzo di saluto dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina impegnato pastoralmente a guidare un pellegrinaggio diocesano in
Romania.
La vibrante omelìa di don Angel alla
luce della Parola di Dio, proclamata
con passione tutta spagnola molto
affine al carattere focoso di noi siciliani, ha riscaldato i cuori per il forte
messaggio diretto in modo particolare ai giovani: “Oggi è una bella giornata di festa” ha detto commosso
“Oggi l’Isola trema non per l’Etna
ma per la grazia di Dio che viene
versata su di noi, una grazia che si fa
memoria centenaria e impegno quotidiano per tutti. Eleviamo a Dio una
gioiosa azione di grazia per tutto
quello che ha fatto per l’umanità
intera. Il Padre buono di Gesù ci ha
donato Don Bosco, padre e maestro
dei giovani, che col suo modo di
vivere ci ha donato lo spirito salesiano, dono da non nascondere. Don
Bosco e la sua opera sono un grande
impegno e invito a dare molto”. “Voi
carissimi Siculi” ha insistito padre
Angel “sapete cosa significhi dare
dei buoni frutti –avete le arance, le
(segue a pagina 8)
Pellegrini verso…. Roma dal 27 al 29 settembre 2014
La benedizione della lunga vita
Anziani e nonni
incontrano Papa Francesco
Domenica 28 Settembre Papa Francesco
convoca tutti i nonni e gli anziani del mondo per vivere con loro un momento speciale.
L’Ufficio per la Pastorale della Famiglia in
collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi,
accogliendo l’invito del Papa, intende offrire
anche agli anziani e ai nonni della nostra Arcidiocesi la possibilità di vivere questo straordinario evento, proponendo il seguente programma:
Sabato 27 Settembre: Catania - Roma
Raduno a Catania presso piazza Alcalà e partenza alle ore 06.30 per Roma. Lungo il percorso sosta a Paola, con visita del Santuario e
pranzo. Proseguimento per la capitale con
sosta a Pompei per la visita del Santuario della Beata Vergine del Rosario e Santa Messa.
Ripartenza. Arrivo in hotel in tarda serata.
Sistemazione nelle camere riservate. Cena e
pernottamento.
Domenica 28 Settembre: Roma
Prima colazione in hotel. Trasferimento in
Piazza S. Pietro. Incontro con Papa Francesco,
Santa Messa e Angelus. Pranzo in ristorante.
Nel pomeriggio visita guidata della Basilica di
Santa Maria Maggione e San Giovanni in
Laterano. In serata rientro in hotel. Cena e
pernottamento
Lunedì 29 settembre: Roma-Cassino-Catania
Prima colazione in hotel. Partenza per Cassino. Santa Messa all’Abbazia di Montecassino.
Pranzo. Proseguimento per la Sicilia. Arrivo in
tarda serata e termine dei servizi.
La quota di partecipazione è di euro 370.00.
Supplemento singola euro 35.00
La sistemazione è presso la “Casa per ferie
Eden Cusmano”, Roma.
La quota comprende:
Pullman GT per tutto il tour.
Sistemazione in camere doppie con servizi
privati.
Trattamento di pensione completa dal pranzo
del primo giorno al pranzo dell’ultimo giorno.
Visita guidata di mezza giornata il secondo
giorno.
Polizza assicurativa medico no stop e bagaglio.
La quota non comprende :
Bevande ai pasti, mance, facchinaggi, ingressi, extra di carattere personale, tassa di sog-
giorno in hotel, audio guide obbligatorie per la
visita delle Basiliche, quant’altro non specificatamente menzionato alla voce “la quota
comprende”.
Per informazioni contattare i coniugi Don
Mimmo (329 6545707 / [email protected]) e Anna Carulli (346 2173836). In
Curia l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia (095 2504375) riceverà le iscrizioni dal
27 Agosto fino al 19 Settembre nei giorni di
Lunedì, Mercoledì e Venerdì, dalle ore 10
alle 12, con un primo versamento di euro
150.
N.B. Il programma potrebbe subire delle
variazioni nell’ordine delle visite.
I Direttori
8
Prospettive - 14 settembre 2014
DIOCESI
Bicentenario della nascita di Don Bosco: le opere della Famiglia Salesiana in Sicilia
Testimonianze di consacrati e laici
l PalaCatania ha ospitato
migliaia di fedeli, consacrati e laici, facenti parte della Famiglia Salesiana o collaboratori ed
amici delle tante opere salesiane
sparse nel territorio, tutte realtà operanti in Sicilia e rappresentate da
numerosi delegati appositamente
venuti a Catania. Solo qualche dato
ci dà l’idea della consistenza della
presenza di servizio curata dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi la Sicilia conta 23 case
salesiane e 212 Salesiani: 1 studentato teologico a Messina; 1 comunità
appartamento a Palermo; 2 comunità
alloggio a San Gregorio e Camporeale; 3 scuole a Palermo, Catania e
Messina; 4 oratori animati da laici, 2
a Catania, 1 a Modica e 1 a Trapani;
6 centri professionali a Catania,
Gela, Ragusa, Palermo, Misterbianco; 10 parrocchie, 17 oratori. Le suore Salesiane contano 38 case e 601
consorelle: 2 pensionati universitari;
3 licei; 4 scuole superiori di 1° grado; 4 centri con obbligo formativo; 5
comunità alloggio, di cui 1 per
immigrati; 10 scuole primarie; 21
scuole dell’infanzia; 30 associazioni
di tempo libero e volontariato; 31
oratori, centri aggregativi o diurni.
Abbiamo avuto modo di sentire il
“polso” non solo dell’atmosfera di
grande festa di pre-compleanno in
onore di Don Bosco ma soprattutto
del profondo attaccamento di tutti i
partecipanti al carisma salesiano e ai
successori di S. Giovanni Bosco e S.
Maria Domenica Mazzarello nelle
care persone di don Angel e di suor
Yvonne.
Abbiamo avvicinato l’ispettore che
ha evidenziato la situazione assai
pesante della formazione professionale, dal momento che il pregresso è
molto forte da parte della Regione
essendo stati erogati quest’estate
solo tre stipendi ai dipendenti a fronte di 23/24 stipendi che rimangono
ancora in sospeso: “Si tratta di
affrontare questo passato che è abbastanza pesante” ha detto don Ruta “e
poi affrontare il presente ed anche il
I
(continua da pag. 7)
UN COMPLEANNO...
mandorle, i pistacchi e tanti ottimi
frutti che riempiono varie parti del
mondo- Non è facile annunciare il
Vangelo! Non lo è stato nemmeno ai
temi di Don Bosco perché anche
allora c’era la crisi e tanti ragazzi
erano abbandonati a se stessi. Oggi
Don Bosco ci invita a percorrere un
cammino affascinante: il servizio ai
giovani, soprattutto ai più poveri e in
difficoltà…”.
Dopo il pranzo a sacco molti si sono
confessati, hanno adorato Gesù
Eucaristìa, hanno frequentato gli
stand ricreativi con animazione
musicale, balli di gruppo, karaoke,
tornei sportivi. La straordinaria giornata, curata da 100 volontari del
Movimento Giovanile Salesiano,
che da oggi in poi saranno seguiti
dal giovane salesiano don Domenico
Luvarà al posto di don Marcello
Mazzei, si è conclusa con la consegna del mandato missionario e la
“buona notte” del Rettor Maggiore
che ha guidato la preghiera finale.
Antonino Blandini
futuro… Col cuore di Don Bosco
vorremmo continuare perché ci sono
ragazzi poveri che hanno veramente
bisogno”. Analoghe difficoltà economiche anche per venire incontro alla
realtà degli immigrati e soprattutto ai
minori non accompagnati.
L’ispettrice ha confermato le grandi
difficoltà della formazione professionale ed ha evidenziato come le
Figlie di Maria Ausiliatrice non
vogliono perdere di vista le periferie
geografiche, come Librino, mentre
pongono molta attenzione anche alle
periferie esistenziali costituite dai
più bisognosi ed emarginati.
Don Angelo Grasso, coordinatore
della consulta regionale della Famiglia Salesiana e delegato ispettoriale
del consiglio provinciale dei cooperatori, ha ammesso come la grande
occasione del bicentenario costituisca per i salesiani una rinascita, un
nuovo inizio, nonostante i problemi
e le difficoltà, perché “Don Bosco è
vivo e attuale anche oggi e i giovani
hanno bisogno di speranza”. “Sono
fiducioso” ha detto “anche per l’arrivo degli immigrati che vengono da
tutto il mondo. I Salesiani non possono restare indifferenti davanti a
tanti giovani che chiedono aiuto e
ospitalità nella nostra terra di Sicilia”.
Anche il salesiano coadiutore, il
prof. Ernesto Annoè, ha evidenziato
l’impegno dei consacrati salesiani
nel campo educativo, catechetico e
sociale.
Abbiamo avuto modo di avvicinare
diversi esponenti della Famiglia
Salesiana presenti in Sicilia con 12
gruppi riconosciuti e organizzati, ad
iniziare dalla signora Cinzia Vella di
Piazza Armerina, una salesiana cooperatrice che gestisce assieme al
marito un oratorio-centro giovanile
che da tre anni accoglie anche giovani immigrati provenienti dall’Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Senegal,
Gambia, che hanno avuto la gioia di
essere presentati al rettor maggiore.
Un gruppo di ragazzi oratoriani del
Collegio Immacolata di Trecastagni,
per mezzo del loro giovanissimo
portavoce, Gabriele Battaglia, ha
espresso la gioia di essere presente
all’evento che coincide con la ripresa dopo anni di stasi dell’attività dell’oratorio gestito dalle suore salesiane, del Savio Club, del Grest.
Anche il dr Emanuele Minneci, presidente emerito degli exallievi di
Cibali, ha riconosciuto la straordinarietà dell’evento giubilare salesiano
anche per i moltissimi exallievi siciliani di Don Bosco sparsi ovunque
nel mondo, anche se pochi frequentano le unioni associative dei rispet-
tivi istituti di provenienza.
L’ex allieva Rosamaria Giordano,
responsabile della federazione Sicilia-Catania, ha evidenziato la grande
grazia costituita dall’evento del
bicentenario.
Tommaso Pezzino, nella qualità non
solo di cooperatore ma soprattutto di
animatore del Cine Circolo Socio
Culturale di Pedara, si è detto entu-
siasta dell’avvio dell’anno bicentenario
che darà occasione di
un rilancio di tutte le
attività artistiche, teatrali, musicali ed educative.
Di pari sintonia anche
Salvatore Parrino, rappresentante con la
moglie dell’equipe
della pastorale familiare, formata da coppie, per il Movimento
pastorale delle famiglie che agisce come
raccordo tra i 12 gruppi della Famiglia Salesiana.
La signora Luigina Ciaramella, nella
qualità di presidente dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, si è associata ai sentimenti espressi da tutti i
seguaci della spiritualità mariana di
Don Bosco, evidenziata dall’anno
giubilare appena iniziato.
Giuseppe Reitano, coordinatore provinciale dei salesiani cooperatori di
Sicilia, ha evidenziato il rilancio in
atto dello stile di vita apostolica della sua associazione laicale forte di
700 aderenti presenti nelle diocesi,
nelle parrocchie, negli oratori. Suor
Marcella, facente parte dell’istituto
di vita consacrata delle Apostole della Sacra Famiglia fondate a Messina
dal cardinale Guarino, ha evidenziato lo straordinario e fecondo carisma
salesiano che sarà ancor più potenziato dall’anno giubilare in onore di
Don Bosco.
Anche alcuni rappresentanti delle
Volontarie e dei Volontari con Don
Bosco, Giusy, Liborio e Luciano,
hanno evidenziato il proprio particolare carisma di consacrati nel mondo
che fanno parte a pieno titolo della
Famiglia Salesiana nata dall’apostolato profetico di Don Bosco. In particolare i Volontari, gli ultimi nati,
sono orgogliosi di annoverare nelle
loro file il servo di Dio Nino Baglieri di Modica.
Blanc
Nuovo Direttore Comunità salesiana
S. Giovanni Bosco della Salette
i è insediato il nuovo
direttore della comunità
salesiana San Giovanni Bosco della
Salette, don Marcello Rubino, che ha
preso il posto di don Antonio Rubino. La cerimonia di insediamento si
è svolta con sobrio stile familiare
nella chiesa parrocchiale con la celebrazione dei vespri all’interno dei
quali è avvenuto il passaggio delle
consegne e la professione di fede di
don Marcello, alla presenza di tanti
salesiani provenienti da altre case
salesiane ed amici di Don Bosco.
Il parroco, don Vincenzo Andronaco,
ha presentato alla comunità il giovane salesiano in formazione, don
Alberto Anzalone, chiamato a svol-
S
Da sinistra il nuovo direttore don Marcello Mazzei, l’ispettore don Pippo Ruta,
l’incaricato dell’oratorio don Luigi
Maria Calapaj
gere l’attività di
tirocinio in oratorio; ha ringraziato,
inoltre, l’economo
uscente don Alessandro Malaponte
e presentato quello
entrante, don Salvatore Cultrera, ed
infine ha salutato e
ringraziato i due
giovani prenovizi,
Stefano Cartesiano
e Antonino Garufi, che giorno 7
entreranno in noviziato a Genzano di
Roma. Sinceri e profondi ringraziamenti per don Luigi Maria Calapaj
per 5 anni incaricato dell’oratorio.
Salvatore Lavenia interpreta la grande musica
al Castello Ursino
melodica ed interprel richiamo emozionante
della grande musica, nello splendido scenario dell’antica
corte del castello Ursino, ha radunato un folto numero di appassionati
per il Concerto del giovane pianista
Salvatore Lavenia nell’ambito del
programma musicale estivo “Happy
Catania” a cura dell’Istituto Musicale “V. Bellini”. Un repertorio musicale di assoluta preminenza nella
letteratura pianistica che nel corso
della serata ha visto, all’inizio, l’esecuzione della Sonata op.101 di
Beethoven dove, nell’interpretazione di Salvatore Lavenia, si avvertono tutte le caratteristiche della musica dell’ultimo Beethoven: la tendenza alla concentrazione interiore, lo
scostamento dagli schemi formali
della tradizione e infine l’uso di una
continua variazione tematica tesa a
compenetrare l’essenza quasi metafisica del mistero della materia
I
sonora: quasi che la musica fosse
già incominciata dentro l’animo di
chi suona. La serata è proseguita
con l’esecuzione del Carnaval, op.9
di Shumann.
L’opera sottotitolata Scènes mignonnes sur quatre notes (Piccole scene
su quattro note) presenta una immaginaria rassegna di personaggi che
rappresentano il lato fantastico ed
ardente e parimenti dolce e sognante della natura umana, espressi con
rara sensibilità emozionale dal
talento musicale del giovane pianista, ricco di straordinaria freschezza
tato con felice varietà
armonica. Di grande
bellezza musicale ed
indescrivibile fascino
l’ultimo pezzo in
programma, Sonatine
di Ravel, in cui il
tema iniziale, così
fresco e brillante,
ritorna in tutti e tre i movimenti:
slanciato e appassionato il primo,
grazioso e sognante il Minuetto,
vivace e trepidante il terzo tempo,
eseguito con leggerezza di tocco e
un fremito di danza che evidenzia il
carattere virtuosistico della scrittura
pianistica.
Alla fine i commenti entusiastici e i
prolungati applausi hanno richiamato il concertista sul palco per salutare i presenti con l’esecuzione di
alcune Mazurche di Chopin.
Placido Lavenia
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Prospettive - 14 settembre 2014
DIOCESI
In ricordo di Padre Antonino Torrisi
L’uomo giusto che godeva della semplicità
el silenzio di un’umile
stanzetta, ove era vissuto in questi ultimi anni, il 1° settembre 2014 si è spento senza dare fastidi a nessuno il caro Confratello SAC.
ANTONINO TORRISI, Parroco
emerito della Parrocchia S. Maria delle Grazie a Piano Tremestieri.
Aveva lasciato la sua parocchietta allo
scoccare dei suoi 75 anni, data canonica per le dimissioni, e si era ritirato
quieto, quieto nella sua Pedara.
Lì, infatti, era nato il 19 marzo 1928,
solennità di S.Giuseppe, allora festa
di precetto.
Dopo aver frequentato le scuole elementari a Pedara ed essere stato oratoriano dei PP. Salesiani, era entrato
nel nostro Seminario Arcivescovile
ove maturò la sua vocazione e ove si
preparò al sacerdozio sostenendo il
N
necessario, indispensabile iter culturale e formativo.
Anche lui, in seminario, soffrì il rigore e la fame del periodo bellico.
Fu ordinato presbitero da S.E. Mons.
Guido Luigi Bentivoglio S.O.C. il 10
luglio 1955, nella Chiesa Madre di
Pedara; una delle poche novità introdotte da Mons. Bentivoglio, venuto a
Catania, considerato che precedentemente, tutte le sacre ordinazioni venivano celebrate o in Cattedrale, o in
Seminario o a S.Benedetto.
Fu inviato subito come Vicario Cooperatore agli Angeli Custodi a Catania con il Parroco Don Santo D’Arrigo il quale, attivo com’era, teneva
sempre all’erta i suoi Vicari.
Tre anni appena di…apprendistato,
perché il 1° marzo del 1958 venne
chiamato in Curia come aiutante
Archivista allo sportello, per il disbrigo dei certificati.
Ma, nello stesso anno, resasi vacante
la Parrocchia di Piano Tremestieri, fu
nominato Parroco di quella piccola
Comunità ecclesiale. E, proprio perché parrocchia piccola e bisognosa, a
Padre Torrisi fu anche dato come…
contentino, l’incarico di insegnante di
religione cattolica nelle scuole statali.
Piano Tremestieri! Bisogna averla
conosciuta, questa borgata, cinquanta
anni fa! Un piccolo centro rurale con
poche case, pochi abitanti, una sola
strada di transito che congiungeva
Tremestieri a Mascalucia.
Oggi è un bel paesino. Gli abitanti, in
quel tempo, erano dediti ai campi.
Gente semplice e paesana. Padre Torrisi fu ritenuto l’uomo giusto per il
posto giusto.
Combatté, a principio, non poco per
amalgamare i suoi fedeli. I piccoli
centri, alle volte, sono più difficili da
gestire che le grandi Comunità. ‘Invidiuzze’, malintesi, chiacchiere…non
Gemellaggio della Madonna delle Montagne
Raccordo spirituale
ETNA-BOLZANO
’allarga la rete geografico-spirituale “La Montagna unisce” del gemellaggio della
Madonna sulle Montagne: quest’anno un altro “raccordo” ad “alto livello” spirituale è stato perfezionato
con la partecipazione alla s. messa
domenica 17 agosto: un gesto fraterno di amicizia tra i curatori dell’altarino della Madonna della Neve sull’Etna (metri 1980, ex Casa Cantoniera) e devoti del piccolo santuario
“Madonna delle Tre Fontane” di Trafoi, frazione del comune di Stelvio
(metri 1607, Bolzano), nel TrentinoAlto Adige.
Dopo la felice esperienza dell’arrivo
del Giro ciclistico patriottico d’Italia
del 2011 sul nostro vulcano, che diede inizio al 1° gemellaggio delle
grandi vette delle montagne italiane
costellate da siti intitolate alla devo-
S
zione mariana con l’incontro con gli
alpini dell’Alta Valtellina e i catanesi-etnei, e il gemellaggio l’anno
scorso con Piano della Battaglia nel
bacino montano delle Madonie, è
avvenuto il gemellaggio, promosso
dal Club Alpino Italiano e il comitato degli ex dirigenti diocesani dei
Giovani di Azione Cattolica di Catania, tra il santuario Madonna delle
Tre Fontane Sacre in Alta Val Venosta, diocesi di Bolzano e Bressanone.
Nel 1229 il pio pastore Moritz,
secondo la leggenda, vide tre getti
d’acqua taumaturgica e tre croci
uscire improvvisamente dalla roccia.
Nel santuario, sorto sul sito di un
antico eremitaggio, c’è un quadro
votivo del 1693 (l’anno orribile del
terremoto che distrusse Catania) che
illustra il prodigio da cui ebbe origine il luogo di culto.
Trafoi
Il parroco di Trafoi, don Florian
Oettl, ha celebrato l’Eucaristìa nella
parrocchiale del paese, dove ha sede
la casa del Parco Nazionale dello
Stelvio, essendo stato chiuso l’accesso al santuario per pericolo di frane, con la partecipazione di una
delegazione etneo-catanese assieme
rappresentanti degli alpini dei Passi
Gavia e Stelvio.
Subito dopo è avvenuto il simpatico
incontro con il cittadino più famoso
di Trafoi, il pluricampione di sci
Gustav Thoeni, sincero ammiratore
della nostra Montagna di lava, che
nel 1976 partecipò sull’Etna alla
“Tre Giorni internazionale” di sci.
®
mancano mai, fanno parte del vivere
quotidiano; così anche a Piano Tremestieri; ma, alla fine, il buon Parroco buttava acqua sul fuoco. Le sue
omelie erano molto semplici. Non
brillava, certo, per alta cultura, Padre
Torrisi, ma aveva il buon senso. Ed
anche l’umiltà di chiedere ai confratelli il meglio da fare.
Ebbe la fortuna, morta la mamma, di
restare con due sue sorelle, ambedue
religiose laiche ed insegnanti. Gli
fecero da mamma e lo sostennero in
tutte le sue necessità. Dopo la loro
morte, infatti, P. Torrisi cominciò a…
perder quota.
Assieme alla riforma delle anime, il
buon Parroco pensò anche al restauro
della chiesa vecchia e pericolante.
Riuscì ad avere un locale vicino alla
chiesa ove, durante i lavori di restauro, riuniva la sua gente, teneva le sue
riunioni, faceva giocare i ragazzi.
A conclusione del suo mandato, se ne
tornò tranquillo al suo paesello. Nella sua parrocchietta,
piccola e ristretta, vi aveva trascorso
45 anni. In quei lunghi anni, chissà se
avrà mai avuto desiderio di una chiesa più ampia e più scintillante! Io non
credo. Non si era mai lamentato del
suo stato di vita e si era mostrato
sempre contento del suo gregge: E, si
sa, chi si contenta, gode!
Rimasto solo chiese ed ottenne ospitalità all’O.A.S.I. Maria SS.Assunta
di Aci S.Antonio. Da lì saliva e scendeva per andare ad esercitare il suo
ministero sacerdotale a Pedara nella
chiesa S. Biagio di cui era stato nominato Rettore. Si mostrò sempre disponibile ad aiutare i confratelli in difficoltà.
Al suo funerale la chiesa madre di
Pedara era gremita di fedeli. Segno
della stima che avevano per il loro
prete concittadino. Ed anche i Sacerdoti erano molti. Padre Torrisi Antonino ha lasciato in tutti il profumo
della sua schietta semplicità.
Mons. Mauro Licciardello
Donati carrelli spesa alla Caritas Diocesana di Catania
rd Discount dona alla
Caritas di Catania
quindicimila e trecento euro in buoni spesa, provenienti da premi relativi al concorso “Vinci la California” , organizzato dall’azienda siciliana per festeggiare i primi 20 anni
di attività, non ritirati e che per legge sono destinati in beneficenza.
Per espresso volere del Presidente,
commendatore Roberto Abate, il
Consiglio d’amministrazione del
Consorzio leader regionale della
distribuzione organizzata Sicilia Discounts, ha deciso di donarli in
A
Ard Discount
dona 15.300 euro
in buoni spesa
maniera esclusiva alla Caritas etnea.
Iniziativa benefica che ha conferma-
to e rinsaldato il
rapporto avviato in
questi anni dall’azienda siciliana
con la struttura diocesana per la lotta
alla povertà e all’esclusione sociale.
Presso il centro direzionale di Motta
S. Anastasia si è svolta la consegna
dei buoni spesa alla presenza dell’intero Cda e dei soci fondatori dell’azienda, nata nel 1994, ad oggi leader
nella distribuzione low cost in Sici-
Caritas Catania
al centro commerciale Katanè
per raccolta materiale scolastico
uaderni, matite, penne biro, gomme,
astucci e cancelleria varia. Questo il
risultato della raccolta solidale ‘Una mano per la
scuola’ ideata e promossa da Ipercoop Sicilia a cui
ha aderito Caritas Catania allo scopo di ricavare
materiale didattico da destinare agli alunni in difficoltà economica del nostro territorio. Sabato 6
Q
settembre è toccato alla Caritas promuovere per
l’intera giornata la raccolta all’interno del centro commerciale Katanè presso il punto vendita
Ipercoop. Numerosi i volontari che hanno dato
la propria disponibilità a sostegno dell’iniziativa
caritatevole alternandosi per tutto il giorno dalle
ore 9:00 alle ore 21:00. Il ricavato dell’intera gior-
nata, in totale 15 carrelli colmi di prodotti per la
scuola, sarà devoluto alle famiglie più bisognose.
®
lia. Presenti anche il vice-presidente,
cav. Sabino Cioffi, e i consiglieri del
Cda, Antonino Capone, Michele
Alioto, ed Emanuele Sgarioto. I buoni, da 25 euro ciascuno, saranno distribuiti alle famiglie bisognose e utilizzati per il soddisfacimento della
Mensa Caritas ‘Help Center’ della
Stazione Centrale.
Don Piero Galvano, direttore Caritas Catania, ha ringraziato espressamente il presidente Roberto Abate e
l’intero Cda per la generosità dimostrata : “Un gesto di solidarietà che
rivela come sia possibile fare del
bene, che esistono persone generose
e di buona volontà anche oggi. Grazie a nome dei tanti poveri e delle
tante famiglie catanesi che potranno
beneficiarne”.
Per la Caritas di Catania si tratta di
una boccata d’ossigeno in un periodo
di grande congestione, a fronte delle
numerose richieste che ogni giorno
giungono all’Help Center, dove si è
arrivati a servire fino a 500 pasti al
giorno per italiani ed immigrati.
Un’accoglienza straordinaria che
anche grazie alla solidarietà dell’Ard
Discount non negherà a nessuno il
diritto ad un pasto caldo.
®
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Prospettive - 14 settembre 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
LA SALVEZZA DEL MONDO
ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE 24a dom. T.O. - Nm 21,4b-9; Sal 77,1-2.34.35-38; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17
È certamente un problema serio la salvezza
del mondo. Questo mondo si salverà? La
questione si rifà agli inizi della sua esistenza. Si pensi alle uccisioni e agli stupri, alle
violenze, alle ingiustizie e a tutto ciò che
pone questo mondo in una visione del tutto
negativa. Il simbolo più evidente è l’atteggiamento degli ebrei che escono dall’Egitto,
da dove erano stati liberati da pene e sofferenze, e si lamentano col Signore rimproverandogli di averli fatti uscire dall’Egitto per
farli morire “in questo deserto”, perché non
c’è né pane né acqua e sono nauseati dal
pane, la manna, che trovano “così leggero”.
Si pentono di quello che hanno detto perché
hanno parlato male del Signore e di Mosè, e
pregano Mosè perché interceda presso il
Signore per allontanare i serpenti brucianti
che provocavano tanti morti tra gli Israeliti.
Il Signore li salva dimostrando il suo eterno
amore per le sue creature. Il serpente elevato in alto diventa simbolo di un’altra elevazione in alto, la croce, dove sarà elevato il
figlio di Dio. Il Figlio, che Paolo viene presentato nella forma della sua umiltà: “che
pur essendo Dio non si avvale di questo privilegio per essersi fatto simile alla condizio-
ne di servo, umiliandosi e facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.
La condizione di servo e la morte in croce
sono i mezzi della salvezza del mondo. Dio
poteva dall’alto della sua onnipotenza
annientare il mondo. Invece lo salva offrendo come vittima di espiazione e come esempio di comportamento suo figlio. Infatti la
volontà di Dio non è quella di “condannare
il mondo, ma perché il mondo si salvi per
mezzo di lui”. Evidentemente questa salvezza non è uguale per tutti.
Ci sono quelli che la rifiutano, ci sono quelli che sono contrari, ci sono quelli che fanno professione di egoismo, quelli che negano Dio, quelli che non si vogliono esporre,
come Nicodemo. Ma la volontà di Dio è decisa: il mondo si deve salvare ed il Figlio non
viene nel mondo per condannarlo, ma per
salvarlo.
Nei rapporti tra Dio e gli uomini, anche se a
volte possono sembrare conflittuali, è chiaro
che c’è un giuoco di amore. Gli uomini:
creati da Lui, voluti da Lui e cercati insistentemente da Lui, sono amati fino alla follia da Lui. Ciò che Egli richiede: è umiltà,
semplicità, fede e amore. Questo non
dovrebbe essere difficile all’uomo, ma l’uomo deve superare se stesso. Lo farà? Se collabora con Dio allora il mondo si salverà.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
Soffrire per il regno di Dio 2 Ts 1,6-12
Da un lato Paolo ringrazia i Tessalonicesi
per quanto sopportano per vivere la loro
fede, dall’altro annuncia i castighi divini
per quanti sono causa di quelle sofferenze. I Tessalonicesi soffrono per la loro
fede sopportando “persecuzioni e tribolazioni”. A causa di queste saranno dichiarati da Dio “degni di quel regno di Dio
per il quale ora soffrite”. “E’ proprio
della giustizia di Dio rendere afflizioni a
quelli che vi affliggono e a voi che ora
siete afflitti, sollievo insieme a noi, quan-
do si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non
conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù Cristo”.
Il castigo che costoro riceveranno è una
rovina eterna, “lontano dalla faccia del
Signore e dalla gloria della sua potenza”.
“Quando egli verrà per essere glorificato
nei suoi santi ed essere riconosciuto
mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra
testimonianza in mezzo a voi. Questo
accadrà, in quel giorno”.
Anche per questo Paolo prega continuamente per loro “perché il nostro Dio vi
renda degni della sua chiamata e porti a
compimento con la sua potenza, ogni
vostra ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede. Perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù Cristo in voi e in lui, secondo la grazia del
nostro Dio”.
L.C.
La Croce da “prendere” e non da sopportare, da scegliere come riassunto di destino e di amor e
Croce, punto di congiunzione tra Dio e il mondo
Croce
L’unica parola che il discepolo ha da
consegnare al mondo è la parola della Croce.
La parola di Dio è qualcosa che ci
supera da ogni parte, che ci avvolge
e che quindi ci sfugge, se tentiamo di
afferrarla.
Noi siamo nella parola di Dio, essa
ci spiega e ci fa esistere. Come
potremmo noi parlarne, farne oggetto della nostra riflessione, addirittura
farla entrare in un progetto pastorale?
È stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a
dare un progetto alla nostra vita.
È in questa parola che il nascere e il
morire, l’amare e il donarsi, il lavoro
e la società hanno un senso ultimo e
una speranza.
“Nella tua luce vediamo la luce” .
Riviviamo qualcosa dell’impressione di Isaia, che sentiva le labbra
impure di fronte al mistero del Dio
vivente. Vorremmo dire come Pietro: “Signore, allontanati da me che
sono un peccatore” . Intuiamo che
parliamo di qualcosa che è come una
spada a doppio taglio, che ci penetra
dentro fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, che scruta i
sentimenti e i pensieri del mio cuore.
Commozione
Tutti partecipiamo al senso di timore, che ci invade e ci mettiamo spiritualmente in ginocchio per adorare
con commozione e gioia il mistero di
un Dio che si rivela e si comunica,
che si fa “buona notizia” per noi,
Vangelo.
È soltanto in questo atteggiamento di
adorazione e di obbedienza profonda
alla Parola che sentiamo di poter dire
qualcosa, con la coscienza di balbettare poco e male su un mistero tremendo e affascinante.
Ci accostiamo a questo mistero
anche in atteggiamento di speranza.
Il contatto vivo con la Parola che,
pur dimorando nell’intimo del nostro
cuore, ci oltrepassa e ci attrae con sé
verso un’immagine sempre più nuova e più pura di vita umana, produce
certamente un benefico rinnovamento dei nostri modi di pensare, di parlare, di comunicare tra noi.
Pensiamo al linguaggio che usiamo
noi credenti nella preghiera, nella
predicazione, nelle varie forme di
comunicazione della fede: è talora
ripetitivo, convenzionale, senza vivacità e senza mordente. Un incontro
più intenso con la parola di Dio potrà
ridargli chiarezza e incisività.
Ma pensiamo anche a vari linguaggi
che si intrecciano lungo le strade,
nelle case, nei luoghi di incontro, di
lavoro, di studio, nei mezzi di comunicazione sociale.
Non sentiamo forse tutti quanti l’esigenza di scoprire ciò che ci unisce al
di là delle divisioni; di ritrovare in
una comune tradizione la spinta verso il futuro; di ricondurre i diversi e
spesso contrastanti progetti di vita
umana a un’immagine di uomo, che
non mortifichi nulla di ciò che è bello, buono, onesto, che sia così ampia
e di così vasto respiro da accogliere
con rispetto anche il più piccolo contributo al vero progresso dell’uomo?
La Parola che Dio ci ha donato in
Gesù, che ha suscitato forme sempre
nuove di vita umana, che ha alimentato per secoli la nostra tradizione può aiutarci a ritrovare valori
comuni e creativi. Per questo osiamo offrire questi messaggi non solo
ai credenti, ma
anche a quei fratelli e a quelle
sorelle che, per
vari motivi, non si
sentono di condividere la vita della comunità cristiana. Le offriamo come un dono
e insieme come
una sfida; come
una promessa e
insieme come un
impegno.
Ci sono nella
parola di Dio tanti
spunti che parlano
immediatamente
all’uomo, trovano
direttamente la
via del cuore e
generano
una
coraggiosa volontà di servire l’uomo. Accogliere questi spunti significa lavorare per il vero bene dei
fratelli.
L’infinità del mistero, che indichiamo con il termine “parola di Dio”,
ha limiti insuperabili: “la parola di
Dio compia la sua corsa e sia glorificata”. Il tesoro della rivelazione,
affidato alla Chiesa, riempie sempre più il cuore degli uomini.
C’è strettissimo rapporto tra la
Sacra Scrittura e il Corpo del
Signore, tra la mensa della Parola e
la mensa Eucaristica. Desideriamo
sottolineare alcuni punti che servo-
no alla comunità per rendere sempre più esplicito e vissuto quel primato della parola di Dio, che è fondamento e radice di ogni attività
della Chiesa.
Emmaus
Possiamo riferirci all’episodio dei
discepoli di Emmaus. Spiccano in
esso tre momenti. Il momento finale
è il riconoscimento del Signore
risorto attraverso l’esperienza dello
“spezzare del pane”. Tale riconoscimento conduce alla corsa di ritorno
verso Gerusalemme per annunciare
la bella notizia della risurrezione,
cioè conduce alla riaggregazione alla
comunità cristiana e alla missione
evangelica.
Questo momento eucaristico e missionario, però, è preceduto e preparato da un momento contemplativo. I
discepoli insistono perché il pellegrino, ancora ignoto, ma già amato
attraverso i presentimenti del cuore,
resti con loro “perché si fa sera” . È
la prima e forse la più commovente
preghiera della comunità cristiana
dopo la Pasqua. Essa allude alla
povertà e alla solitudine dell’uomo
che si fa più evidente nell’oscurità
del mondo. Essa chiede che il colloquio di speranza si prolunghi, che la
presenza contemplativa dei discepoli
col Signore non si interrompa. Tale
presenza sta “riscaldando il cuore” e
lo prepara ai propositi generosi dell’azione.
Questo momento contemplativo scaturisce dall’annuncio della Parola.
Quando i due discepoli parlavano al
misterioso viandante della loro speranza circa Gesù di Nazareth, pensavano certo ad una salvezza misurata
dai loro desideri più immediati: “noi
speravamo che fosse lui a liberare
Israele”
Padre Angelico Savarno
11
Prospettive - 14 settembre 2014
cultura
All’Oasi “Regina Pacis” di Motta S. Anastasia Premio nazionale “sul tema della psiche e dell’uomo”
L’avventura della poesia e dell’arte
alcoscenico raffinato
per la IV Edizione del
Premio Nazionale “Oasi” di Poesia
sul Tema della Psiche e dell’Uomo,
che ritorna puntuale rinnovando la
sua allure, ispirato dalla “Musa del
Cuore” la quale si ammanta di continua vita poetica per il prezioso evento socio-culturale della Comunità
Terapeutica Riabilitativa “Oasi Regina Pacis” di Motta S. Anastasia. La
manifestazione, ideata e condotta dallo psichiatra, poeta e scrittore Giovanni Sollima, si è caratterizzata per
le forme poetiche, accompagnate dalle suggestioni visive della mostra artistica integrata, che ha fatto da cornice
e ha avuto il suo momento ammalian-
P
“Sono stanco di lottare contro i mulini
a vento, l’eccessiva burocrazia e l’indifferenza che mi opprimono e mi
schiacciano quotidianamente, siamo
ormai al limite delle forze fisiche e
mentali”. Ad affermarlo il missionario
laico Biagio Conte, fondatore della
Missione Speranza e Carità che ha
deciso di gettare la spugna dopo 25
anni di attività di volontariato svolta a
Palermo, sempre al fianco degli ultimi.
“Avete lasciato soli i poveri, i più
deboli, e adesso – si legge nella nota –
anche la Missione di fratel Biagio, che
da quasi venticinque anni si adopera
per aiutare i senza tetto. Non ritengo
giusto avere lasciato soli chi ogni giorno si prodiga in aiuto ai tanti poveri
bisognosi. La Missione, che in questi
venticinque anni ha operato gratuitamente per portare aiuto ai più bisognosi, non è stata compresa, ancor
peggio non è stata accettata ed egoisticamente esposta ai tanti rivali della
città di Palermo; in particolare mi sento lasciato solo dai titolari delle tre
strutture; Regione, Comune, Demanio”.
“Fratel Biagio – prosegue la nota –
decide a malincuore di restituire le tre
preziose strutture, tutte ubicate nella
zona della Stazione Centrale di Palermo, l’ex disinfettatoio, l’ex istituto
te grazie alla performance musicale
del bel canto del Gruppo Vocale Polifonico “Armosaico”, che con il suo
repertorio vasto e suggestivo ha
richiamato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico presente.
Vincitrice del 1° Premio è stata la
poetessa Domenica Caponiti con l’opera poetica “Il viaggio non si ferma
mai”; 2° Premio a Katiuscia Russo
per la lirica “Me stessa”; 3° Premio a
Vittorio Fazio per la poesia “La via
per l’isola… smarrita…”. Durante la
kermesse sono stati assegnati: Premio
Speciale “Mediterraneo” sui temi dell’Immigrazione e della Pace, inserito
in regolamento dal 2012, che per questa edizione ha visto vincitore il poe-
ta Alberto Borgia con
“Sempreverdi”, al quale è
stato riconosciuto un premio extraconcorsuale nuovo e dai significati profondi
e inediti Premio “Poetica
dell’Insegnamento – Diorama Educativo”, di natura
pedagogica, dedicato alla
figura di Anna Maria
Mogavero Sollima, educatrice ed insegnante; assegnato ad un poeta, sottolinea il dott. Sollima,“perché la poesia
insegna, e certa poesia sensibilizza ed
induce ad aprire gli occhi sulla realtà
e fa riflettere più di tanti trattati”.
Altro momento evocativo il Premio
Speciale “Libro di poesia” conferito
ad Alfio Licciardello per la raccolta
pubblicata “Miele e Lava”, dalla quale lo stesso autore ha suggestivamente letto la lirica che dà il nome al
Biagio Conte torna sulle montagne:
“Non ce la faccio più, me ne vado”
Santa Caterina e l’ex caserma aeronautica dove attualmente sono alloggiati gli accolti. Autorità, riprendete le
strutture, e vi prego anche tutti gli
accolti; purtroppo non riesco più a
garantire loro la luce, il gas, l’acqua, i
viveri, le medicine e i tantissimi biso-
gni, per poter portare avanti le comunità”.
“Spero – conclude la nota – che tutti
siete a conoscenza di quanto la Missione ha donato e contribuito per aiutare questa martoriata città di Palermo,
ma mi rendo conto adesso che non si
può fare niente di buono in questa terra di Sicilia, Italia, Europa. Fratel Bia-
gio ha deciso di tornare nuovamente
sulle montagne e nella madre terra,
sicuramente più generosa”.
E intanto piena solidarietà a Biagio
Conte è stata espressa dal direttore
della Caritas di Palermo, don Sergio
Mattaliano. “Da parte nostra e della
Caritas tutta c’è piena solidarietà con Fratel Biagio –
dichiara padre Sergio - in
quanto il nostro carissimo
fratello rende un servizio
importante per l’intera Chiesa e per la comunità laica tutta, a fianco dei più poveri della città di Palermo. In tutti
questi anni, fratel Biagio ha
dato sostegno ai più deboli,
spesso in luoghi dove tanti
altri non andavano. È partito
dalla Missione notturna, dando aiuto a
chi vive per strada, e poi ha continuato con l’accoglienza. Certamente da
parte della burocrazia ci devono essere delle norme e leggi che possono
favorire l’aiuto e il sostegno. E noi
non possiamo che essere solidali con
fratel Biagio, mostrando il nostro
sostegno e incoraggiamento affinché
continui e non abbandoni la sua Missione”. E lo stesso Conte, dopo lo sfogo lancia un appello alla società civile. “Purtroppo ed egoisticamente –
afferma Biagio Conte – queste ricchezze non sono state ridistribuite correttamente per il bene comune, in particolare per i più bisognosi. È veramente triste che il male, ancora oggi,
tende a distruggere la pace e cerca di
annientare tutta l’umanità; non possiamo rimanere passivi e spettatori ma
rispondere al male con il bene cioè
con la giusta opera, riproponendo al
più presto i giusti valori e le giuste
regole che purtroppo abbiamo cestinato”. Secondo il missionario laico, fondatore della Missione Speranza e
Carità, ognuno deve fare la sua parte
bene. “Convertiamoci - aggiunge – al
più presto alla vera giustizia, alla verità e alla vera libertà per il bene proprio
e di tutto il mondo. Non indurite più il
vostro cuore; se vogliamo salvare l’umanità e l’anima non ci rimane che
aprire il nostro cuore donando, aiutando e amando si ricevono tanti e tanti
benefici”.
Pino Grasso
libro. Importanti gli artisti
presenti per l’estemporanea mostra integrata:
Aurora Ricca, preziosa
nell’iter performativo dei
suoi quadri e gli allievi
dell’atelier d’arte del maestro Vincenzo Buccheri. Il
sindaco uscente dott.
Giuffrida, ha evidenziato
il consolidato legame tra
la Comunità Terapeutica
Riabilitativa istitutrice del
Premio “Oasi” di Poesia, il paese e il
territorio. Tutto ciò è stato ribadito dal
direttore del Centro comunitario,
Alessandro Russo, che ha espresso il
proprio impegno e piacere nel sostenere iniziative ferventi di significato e
ricche di assunti socioculturali come
la rassegna poetica premiale. Il dott.
Sollima, congratulandosi con tutti i
partecipanti, ha messo in evidenza
come molte poesie giunte presso la
Comunità per questa edizione parlano
d’amore, facendo di questo sentimento uno spontaneo fil rouge d’interesse
tematico. Numerosa la partecipazione
alle diverse e percettive anime della
manifestazione da parte della Comunità “Kennedy” di Saponara (Messina), una cui delegazione era guidata
dal Dott. Domenico Mallamace, e che
pure hanno recato in mostra oggetti
dipinti in terracotta, tipici della tradizione del loro laboratorio artistico
artigianale. “Un caleidoscopio di forme colori, musica e poesia, conclude
Sollima, ha atteso e alimentato capacità d’emozione”. Una serata che ha
interpretato il pensiero e il vissuto di
un’avventura dell’arte, con un affascinante viaggio per un progetto
ambizioso che afferma la propria singolare identità in chiave trasversale,
ovvero l’interazione e il dialogo tra
forme artistiche diverse ma sinergiche, universi di creatività con la giusta alchimia fanno dialogare poesia e
pittura.
L.B.
Colloqui Rosminiani I-II a cura di Piero Sapienza
ome si scrive nella introduzione: «Lo Studio
Teologico S. Paolo di Catania, con
l’anno accademico 2010/2011, dà vita
ai “Colloqui Rosminiani”. Con questa
iniziativa, lo studio del pensiero di
Rosmini viene introdotto nei programmi del S. Paolo per promuoverne la
conoscenza tra gli studenti del corso
teologico. L’iniziativa si articolerà in
due momenti, tra loro collegati. Innanzitutto, ogni anno, lo Studio Teologico
attiverà un seminario sul pensiero del
roveretano… In quest’anno accademico il seminario per gli studenti del 1° e
2° anno sarà: “La questione educativa
nel pensiero di Rosmini”, in sintonia
con il programma pastorale della CEI
per i prossimi dieci anni sulla sfida educativa.
Ma allo stesso tempo, l’iniziativa intende proiettarsi nel mondo accademico
catanese, di modo che la diffusione del
C
pensiero di Rosmini esca fuori dalla
cerchia degli studenti di teologia. Pertanto (ed ecco il secondo momento), ad
anni alterni sarà organizzato un “Colloquio” di una intera giornata, in collaborazione con l’Università di Catania,
aperto al pubblico.
L’iniziativa dello Studio Teologico S.
Paolo, oltre che opportuna ci sembra
anche molto significativa, perché ancora oggi, per i più, Rosmini è solo un
nome, come il “Carneade” di manzoniana memoria» (pp. 9-10).
Con queste iniziative si va riscoprendo
l’importanza della grande figura di
pensatore poliedrico che è stato Antonio Rosmini, capace di orientare ancora una volta questa nostra umanità che
stenta a trovare il senso del vivere.
Elenchiamo ora gli autori e le relazioni
pubblicate in questo volume.
Colloqui Rosmini I: Crisi antropologica oggi? La lezione di Antonio
Rosmini (2010).
COLLOQUI ROSMIN I: PERCHÈ?
Introduzione (Piero Sapienza )
-LA CRISI ANTROPOLOGICA
NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE (Antonino Crimaldi).
-ROSMINI E IL FONDAMENTO
DELLA QUESTIONE ANTROPOLOGICA (Umberto Muratore).
-ROSMINI E LA VISIONE INTEGRALE DELL’UOMO (Lino Prenna).
-LA VISIONE ANTROPOLOGICA
ROSMINIANA DI FRONTE ALLA
SFIDA EDUCATIVA (Antonio Staglianò).
-ROSMINIANESIMO IN SICILIA
(Salvatore Latora).
Colloqui Rosmini II: La politica di
Antonio Rosmini (2012)
-COLLOQUI ROSMINI: LA POLITICA DI A. ROSMINI. INTRODUZIONE (Piero Sapienza).
-ROSMINI E IL COSTITUZIONALISMO EUROPEO (Giuseppe Astuto)
-L’UNITÀ D’ITALIA E LA
VISIONE FEDERALE IN
ANTONIO
ROSMINI
(Paolo Armellini).
FILOSOFIA E POLITICA IN ANTONIO
ROSMINI (Francesco
Conigliaro).
-ROSMINI DI FRONTE LA MODERNITÀ: DIRITTI,
ECONOMIA E PERSONA (Salvatore
Muscolino).
LA CONCEZIONE ANTIPERFETTISTICA DELLA POLITICA IN
ROSMINI (Piero Sapienza).
Manca in questo volume l’ampia e ben
documentata relazione (38 pp.) del
prof. Markus Krienke: “ROSMINI
ANTICIPATORE DELLA SVOLTA
PERSONALISTICA NELL’ETICA
SOCIALE CRISTIANA. CONTEMPORANEAMENTE UN CONTRIBUTO ALLA DETERMINAZIONE NEL RAPPORTO TRA ROSMINI E TAAPARELLI SULL’ETICA
DEL DIRITTO”, pubblicata su Synaxis, 2(2012) 99-136.
Salvatore Latora
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Prospettive - 14 settembre 2014
RUBRICHE
Il Maestro scultore Roberto Santo crea una versione epica della Pietà in Sicilia a Taormina
La ricerca del perché della sofferenza
l maestro scultore di fama mondiale Roberto Santo, ha
creato una sua versione de
“La Pietà” nel contesto di un
incantevole colle di Taormina, che naviga in una meravigliosa vista mare, nella
villa della psicoterapeuta
scrittrice Rose Galante, e
svelata per la prima volta al
pubblico mercoledì 23
luglio. È stata commissionata dalla Parrocchia di St.
Patrick ad Anchorage, Alaska (U.S.A.), la quale sta
realizzando, grazie alla raccolta di fondi dei fedeli, il
“chiostro di St. Patrick” che
conterrà oltre 200 opere
d’arte, tutte realizzate dallo
scultore: 30 sculture, 200
Foto di Luca Guarneri
metri quadrati di vetrate ed
un muro di 100 m. realizzato in mosaico. All’interno del chio- no trasformato più di mille chili di
stro ci saranno sette cappelle con più creta, in un’opera d’arte per creare
di 100 bassorilievi raffiguranti il un istante che toglie il fiato, la morte
Vecchio e il Nuovo Testamento. di Gesù con la sua devota Madonna,
Roberto Santo è anche il direttore testimonianza leggendaria dove la
artistico del progetto e sovraintende sua padronanza della scultura figural’architettura, un gioiello per l’Ala- tiva è risoluta; la scultura in una priska e per il mondo intero. Per realiz- ma fase in argilla sarà successivazare “La Pietà” otto mesi di rifles- mente realizzata in bronzo, è alta
sione, frutto di centinaia di ore di 155 cm., larga 205 e ha una profonstudio e ricerca di svariate opere reli- dità di 100 cm.
giose di pittura e di scultura disloca- Un artista rinascimentale moderno,
te in giro per il mondo. Lo studio che ha il pieno controllo del procesdell’opera è passato dalla ricerca del so creativo e ama fare tutto con le
disegno alla realizzazione di sei mani, il suo genio si esprime anche
modelli di diverse dimensioni utili a nella sua mano sinistra, la risposta è
nel cervello e nella meraviglia del
ricreare la sua visione.
Le magistrali mani del Maestro han- vedere. Johannes Brahms e Paul
I
Wittgenstein lo avevano intuito nel
tempo, poiché il lobo parietale che
controlla l’uso della sinistra è più
rapido nel mandare impulsi. Ciò
garantisce momenti più rapidi, fini e
precisi, essenziali per suscitare emozioni, con un’antropologia sospesa
tra passato e futuro. La sua arte celebra il passato, in una raffinata esecuzione laboriosa ma di grande impatto visivo con toni morbidi e vellutati, e un’atmosfera che estende il
viaggio di Cristo all’infinito, teso
alla ricostruzione dell’universo. Un
new viaggio, sulle tracce di un
avventuroso antenato Michelangelo,
ma per scoprire l’opera d’arte del
Duemila. L’artista nella sua opera dà
un messaggio al mondo
“perché? Chiede a
Dio. Ha interpretato
magistralmente
la
nostra età il Duemila,
l’età della globalizzazione, la comunicazione tra religione e popolo, sacro e profano e
afferma: “Michelangelo nel 1500 vedeva il
Sacro, lontano dal profano e la sua Pietà era
ieratica”. Continua:
“ho creato la Pietà con
un’emozione diversa
rispetto a quelle realizzate in passato.” Robert
credente, da piccolo
collaborava come chierichetto con il sacerdote durante la Messa, la
sua formazione religiosa, artistica e psicologica lo porta a creare una scultura originale, raccogliendo gli elementi
archetipici delle figure femminili
che modella con l’argilla. È la plasticità della mente, della materia mnestica governata da segni e simboli,
che rimanda alla potenzialità della
materia plastica, duttile nella sapiente reiterata manipolazione dello scultore. L’immagine della femminilità
umana della Madonna, emerge in un
gioco compositivo, che canta la bellezza infinita delle creature e riporta
all’interno della materia il mistero
della maternità. Bella, maestosa nella sua solitudine, “La Pietà” irradia
da dentro le forze che tutto tengono
assieme e legano, ostinate, i fili della
degli stili barocco e rococò. Esempi
significativi di croci processionali
sono quella con stemma del vescovo
Giovanni De Rosa in argento (XV
sec.) attribuita a Giovanni di Spagna, conservata nel museo diocesano di Mazara del Vallo; la Croce
processionale con smalti e oro di
Nicola da Guardiagrele, nel museo
diocesano di Lanciano; la Croce
astile in rame dorato e argentato,
con smalti e lapislazzuli, di Girolamo Martino Spigliati, presso il
Museo della Cappella di San Jacopo
in Fiesole; e la suddetta Croce processionale di Borbona, databile al
1320-1330, oggi tornata definitivamente nella chiesa di S.Maria
Assunta, dopo essere stata esposta
dal 1974 nel museo del Tesoro del
Duomo di Rieti. I borbontini la portano in processione tutte le domeniche di settembre per la Festa della
Natività di Maria. La complessa iconografia che la connota racchiude i
temi della Trinità e il primato dello
Spirito Santo con la figura frontale
di Cristo issato sull’Albero della
vita al centro dell’Eden, mentre sul
retro siede sul trono apocalittico,
attorniato dai quattro evangelisti. Le
belle figure di Giovanni Evangelista,
con testa di aquila in alto e di Giovanni Battista, in basso, esaltano
l’importanza dello Spirito Santo.
Ancora una volta, le opere del
museo diocesano catanese spingono
l’osservatore a un excursus gratificante nel panorama dell’arte sacra.
vita. L’artista si dedica alla scultura
con mestiere e libertà espressiva. Per
lui l’arte è uno strumento per esplorare l’essere, per testimoniare la profondità recondita emozionale del
pensiero e plasma Cristo e la
Madonna con gestualità sapida ed
essenziale, rappresentando la simbologia della vita, la trasformazione
della materia in spirito.
Con il suo profilo asciutto, uno
sguardo aperto mi racconta che in
questi mesi si alzava alle 5 del mattino, toglieva il velo alla statua con il
buio e poi arrivava la luce, così la
Madonna si illuminava “e con dolore e sofferenza, sottolinea, la sua
richiesta “perché?” un pathos da
donna greca, che vive la nostra epoca. Concettualmente, spiega, mi
sono sempre chiesto il perché. Ho
sentito nella creazione dell’opera
che anche la Madonna, con la sua
fede instancabile, si rivolgesse a Dio,
con in grembo il corpo del suo figlio
morto dopo ore di agonia della Passione, chiedersi perché” continua
affermando “realizzare la Pietà è una
responsabilità enorme, significa raffigurare la scena più commovente
della nostra fede come Cristiani, un
momento con il quale è difficile convivere ogni giorno. Ho rinnovato
ogni giorno il dolore che Gesù e la
Madonna hanno sofferto ed anche i
miei sogni durante questo periodo
sono stati opprimenti. È stata una
creazione travolgente che ho amato
nonostante l’agonia vissuta in ogni
singolo momento. Sento che questa
sia la migliore opera d’arte che io
abbia mai realizzato ed attraverso
essa mi sento benedetto”.
Los Angeles è stata la città che lo ha
lanciato professionalmente nel mondo del cinema creando traillers e
campagne pubblicitarie per aziende
quali Microsoft e Nike e collaborando con personaggi illustri quali Steven Spielberg, Clint Eastwood,
George Lucas e Bob Zemeckis. Oltre
200 i film in cui Roberto ha espresso
la sua arte inclusi successi mondiali
quale Apocalypse Now, Superman,
Star Wars e Incontri ravvicinati del
terzo tipo. Le Poste degli Stati Uniti
hanno commissionato la sua “Flowers Series” che ad oggi rimane tra
le più vendute nella storia.
L’arte lo condusse naturalmente in
Italia dove si stabilisce a Pietrasanta
in Toscana, che si affaccia sul mare
Mediterraneo una terra famosa per i
suoi marmi e per gli artisti che la vissero sin dalla fine del ’500, tra questi
Michelangelo. Vive anche in California sua seconda casa in un ranch di
200 acri.
Anna Rita Fontana
Lella Battiato
Continua la visita al Museo diocesano
li arredi argentei esposti nella sala VI del
museo diocesano catanese, al terzo
piano, contemplano un pregiato
esempio di Croce processionale in
stile rococò realizzato da Francesco
Nocita all’inizio del XVII secolo, in
argento sbalzato e rame dorato. Si
tratta di una tipologia di croce decorata su entrambi i lati, in
quanto concepita per essere
portata in processione: essa
reca, infatti, solitamente
sulla parte frontale la figura
di Gesù Cristo, mentre sul
retro compare la Madonna o
un santo. Si definisce
impropriamente “croce astile”, dalla fattispecie diffusasi dopo il XVI secolo col
braccio verticale prolungato, detto anche asta, per consentire allo stauroforo una
presa più agevole: ne sono
esempio la Croce Astile di
Desiderio, in oro e pietre
preziose, conservata nei
Musei Civici di Brescia, e la
Croce processionale di Borbona, in provincia di Rieti,
capolavoro artistico sbalzato in lamina d’argento dorato a fuoco e decorato da
smalti traslucidi, che si attribuisce all’orefice toscano
Andrea di Jacopo d’Ognabene, attivo presso la corte
di Napoli di Roberto d’Angiò. Numerose iconografie
attestano fin dall’antichità l’uso di
croci processionali, dette portatili,
G
La Croce astile
quindi non sorrette da un’asta, e
munite di impugnatura corta affinché si portassero a mano, secondo
un’usanza che perdurò fino al XVI
secolo. Un esemplare del genere si
trova nel mosaico della Basilica di
San Vitale, a Ravenna, che raffigura
l’imperatore Giustiniano con il suo
seguito e l’arcivescovo Massimiliano. All’immagine di Gesù Cristo si
affiancano le terminazioni della
croce con figure di S. Giovanni
Evangelista, di Dio Padre, della
Madonna, di angeli e figure simboliche, già dal XII secolo in poi.
Le iniziali linee squadrate, nel
secolo successivo, si evolvono
con terminazioni arricchite da
estremità trilobate e polilobate,
con piccole sfere in metallo,
corallo o pietre preziose. Inoltre i
materiali nel tempo si sono
diversificati, registrando accanto
al metallo (argento, bronzo, rame
e oro) l’adozione di avorio o cristallo di rocca decorati con smalti e miniature, con l’inserimento
di reliquie a vista, data la trasparenza. La ricchezza stilistica prosegue nel XV secolo, con croci
di singolare inventiva come quelle abruzzesi, i cui contorni sono
decorati da perle, sfere e boccioli: celebri, in proposito gli esemplari prodotti da Nicola Guardiagrele e dalla sua bottega. Dopo la
Riforma cattolica invece si
osservarono norme più rigide
che imposero schemi strutturali e
decorativi più semplici, dai quali
in seguito si derogherà in opere più
complesse durante la diffusione
La sua arte
celebra il passato,
in un’atmosfera
che estende il viaggio
di Cristo all’infinito,
teso alla ricostruzione
dell’universo