A PAG. 3 Catania - anno XXX - n. 32 - 14 settembre 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità L’ESTREMISMO ISLAMICO E LA NUOVA SHOAH “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Anno scolastico 2014 pronto un “Patto educativo” Vino nuovo in otri vecchi Foto Siciliani-Gennari/SIR I l nuovo anno scolastico si apre con i consueti problemi organizzativi di cattedre, orari, carenza di docenti e di strutture. Il documento preparato dal Premier Renzi: “La buona scuola” presenta un progetto di scuola rinnovata e “buona”, quasi in controtendenza all’attuale che si presenta “cattiva”. Il documento, che dosa dramma e speranza, squarci di luce e raggi di poesia nell’uso di alcune belle espressioni quali: “Costruire un’oc- casione di bellezza educativa per i nostri figli e per le famiglie che spesso vedono nella scuola non un posto dove stare sicuri ma di preoccupazione», per non dire di disperazione”, appare sempre coperto dalla coltre nera dell’insicurezza dei finanziamenti e delle risorse. Le necessarie proposte di miglioramento, condensate nei 12 punti del programma innovativo, disegnano una scuola che vorrebbe cambiare aspetto, ma l’incertezza della disponibili- tà delle risorse economiche, lascia molto perplessi circa l’effettiva realizzazione delle innovazioni. Non sono, infatti, sufficienti le promesse e le buone intenzioni. L’anno scolastico che in Sicilia prende il via il 17 settembre e terminerà il 9 giugno, sarà particolarmente caratterizzato dal “patto educativo” tra Governo e cittadini, da avviare attraverso un dialogo e la raccolta di proposte e idee da parte dei protagonisti della scuola, docenti e studenti. Il dialogo, il confronto, le osservazioni in merito alle indicazioni delle linee guida costituiscono un’occasione da saper cogliere e rendere efficace, così da predisporre, quasi un ponte verso il cambiamento che si attiverà il prossimo anno. Il 22 settembre il Presidente della Repubblica al Quirinale saluterà la delegazione degli studenti italiani, raccomandando loro di impegnarsi nello studio e di rendere operativa la formazione e lo sviluppo delle competenze, in vista dell’inserimento nella vita sociale e lavorativa. Scuola e lavoro costituiscono i binari dello sviluppo della società e gli investimenti per la scuola dovrebbero essere considerati non una spesa, “perché educare, non è mai un costo, ma gli sprechi sono inaccettabili” dice Renzi. “Anche lo spreco dell’intelligenza dei ragazzi è da evitare, occorre ripensare ciò che s’impara a scuola. Neppure il tablet è sufficiente per imparare”. Il sano e corretto uso delle nuove tecnologie dovrà fare i conti con le risorse disponibili per rinnovare le attrezzature scolastiche, dopo l’edilizia, e con le professionalità dei docenti, non ancora del tutto pronti e preparati alla didattica multimediale. Potenziare le ore di laboratorio e rivitalizzare la scuola del “saper fare” diventerà un obiettivo e una nuova dimensione della scuola rinnovata. LA FAMIGLIA DI FRONTE ALLE NUOVE SFIDE a pagina 5 BICENTENARIO DELLA NASCITA DI DON BOSCO a pagina 7 UNA VERSIONE EPICA DELLA PIETÀ IN SICILIA Giuseppe Adernò I conflitti attivi nel mondo Terza guerra mondiale a capitoli iamo nella Terza guerra mondiale, ma a pezzi”. Parole di Papa Francesco di fronte al dramma della guerra che coinvolge diversi paesi nel mondo. Un conflitto a livello globale che attraversa trasversalmente i “S cinque continenti. Dall’Europa dove il mondo occidentale si scontra con quello arabo-musulmano fino all’Asia Centrale con la Russia base solida del cristianesimo ortodosso che si scontra con le popolazioni islamiche di radice iraniana e turcofona. Con in mezzo la situazione in Medio Oriente, base operativa dell’avanzare del nuovo Stato Islamico. Ed infine, l’immenso continente Africa, la madre di tutti i conflitti irrisolti, che vede l’invasione prepotente dei movimenti islamisti provenienti dalla Penisola arabica e dal Maghreb. A pagarne il prezzo più alto come sempre sono i civili e gli sfollati: 50 milioni di sfollati nel mondo e migliaia di vittime innocenti. Ecco nel dettaglio tutti i focolai accesi nel mondo. In primis, l’Ucraina. La rivoluzione di piazza Maidan ha portato ad una lunga guerra civile contro i ribelli filorussi dell’est, appoggiati dal governo centrale russo. Fin’ora sono saliti a mille i morti nelle ultime tre settimane fra Lugansk e Donetsk. In totale 2300 vittime. Si passa all’Iraq dove la deposizione di Saddam Hussein nel 2003 ha portato all’avanzata sunnita contro il governo sciita appoggiato dall’Occidente. In questo contesto è nato lo Stato islamico dell’Iraq fondato da Al Baghdadi. Ad oggi il conflitto ha prodotto 170.000 vittime. Accanto all’I- raq troviamo uno dei conflitti più cruenti nell’ultimo quadriennio, quello siriano. Conflitto nato come una semplice rivolta contro il regime di Bashar al Assad nel marzo 2011, e sfociato in uno scontro etnico senza precedenti tra sciiti (alawiti) Filippo Cannizzo (segue a pagina 2) a pagina 12 2 Prospettive - 14 settembre 2014 sommario al n. 32 Lettera agli studenti: Non lasciatevi rubare l’amore per la scuola L’anno che verrà PRIMO PIANO Orrore in Burundi: uccise tre missionarie italiane __________________3 Indietro nel tempo intervistando Tito Marrone _____________4 La CISL Scuola IRC apre anche in provincia _____5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 Lettera dell’Arcivescovo ____6 DIOCESI Trecastagni corso per orchestra d’archi __7 Al Castello Ursino Salvatore Lavenia in concerto_______________8 In ricordo di Padre Antonino Torrisi ___9 Motta S. Anastasia Premio nazionale “sul tema della psiche e dell’uomo” ____________11 Biagio Conte torna sulle montagne ______12 Direzione amministrazione e redazione: via Etnea, 8 95121 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Grafica e impaginazione: Vera Cannavò Abbonamenti: ordinario Euro 40,00 ridotto (scuole, associazioni, confraternite, etc.) Euro 30,00 versamento su c/c postale n. 12442935 intestato a: ARCA s.r.l. via San Giuseppe al Duomo 2/4 95124 Catania Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm Annunci immobiliari e R.P.Q. 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Avevamo davanti a noi il modello di uomini e donne forti, figure di riferimento solide e determinate, che ci spronavano a crescere e a raccogliere il testimone nell’edificare una civiltà migliore. Oggi corriamo il rischio che le cose non siano più vissute così». Queste espressioni, che il Card Vallini ha indirizzato nel mese di giugno agli studenti di Roma alla vigilia degli esami di maturità ritornano di grande attualità e sollecitano un pensiero forte, capace di produrre azioni coerenti. e parole augurali per l’inizio del nuovo anno scolastico che il Presidente Napolitano indirizzerà a tutti gli studenti d’Italia il prossimo 21 settembre dal cortile d’onore del Quirinale, come pure i messaggi del premier Matteo Renzi, e del ministro Stefania Giannini, sono dense di stimoli, di suggerimenti, di raccomandazioni perché la scuola possa rispondere alle esigenze e alle richieste della società di oggi. La posta in gioco non è soltanto la scuola, bensì il futuro dell’intera società di domani che passa dalla formazione dei giovani d’oggi. Oggi, il futuro non solo non appare sorridente e luminoso, ma addirittura incute ansia, timore e preoccupazioni. Le scelte da fare diventano sempre più personali e rischiose. In questo mondo globalizzato e frenetico, in cui le possibilità si moltiplicano a dismisura, tanto da generare stordimento e confusione, si moltiplicano anche le insidie, gli inganni e le falsità. Spesso ci si lamenta d’una scuola che non prepara i ragazzi al futuro, per una lunga serie di ragioni a tutti nota, non ultima il contenimento dei costi. Bisogna, allora, uscire dal guscio protettivo dei formalismi e dei numeri e confrontarsi col mondo, con i suoi valori e, perché no, con i suoi disvalori. Papa Francesco, il 10 maggio, incontrando a Roma gli studenti provenienti da ogni parte d’Italia, ha ricordato che la scuola «è sinonimo di apertura alla realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. Essa non è un parcheggio: è un luogo di incontro nel cammino. È la prima società che integra la famiglia. La scuola, quella vera, educa al vero, al bene e al bello. E l’educazione, ha sottolineato il Pontefice, «non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla». Inizia, oggi, una nuova avventura che vi vede protagonisti in 230 giorni di lavoro e di studio in vista di una tappa finale che, anche se ancora lontana per alcuni, è scandita dai traguardi annuali del percorso scolastico. L sono vicini in questo cammino di formazione e di crescita. Conservate e custodite la bussola dei valori che indica la direzione durante la tempesta e come un faro illumina i vostri passi nei momenti tristi e nelle notti buie. Non sentitevi mai soli, noi educatori vi stiamo non solo accanto, ma camminiamo insieme a voi verso la meta. Coraggio ragazzi! Non perdete e non fatevi rubare la speranza e l’amore per la scuola! Tanto si può fare. Basta volerlo! GiAd È questo il contributo che la società chiede a voi studenti: studiare! Questo è il vostro lavoro che diventa prioritario su tutto il resto che potrà apparire più gradevole e più leggero, ma finisce in fretta e lascia tanto vuoto e tanto amaro in bocca. Lo studio diventa anche sacrifico, richiede impegno e costanza, non consente rinvii o rimandi e non dovrebbe raccogliere “arretrati”. Cominciando bene e compiendo ogni giorno un passo avanti si raggiunge la meta, dando senso alla vita, accogliendola nella sua pienezza, sviluppando le proprie competenze, ma soprattutto interiorizzando virtù, abitudini e valori. Papa Francesco raccomanda , inoltre, agli studenti la “magnanimità”: essere magnanimi vuol dire avere un cuore grande, senza paura, scommettere sempre sui grandi ideali. È bello e gratificante essere il “numero uno” e non solo a scuola, ma anche nella solidarietà e nella generosità, nell’attenzione verso gli altri, contribuendo alla ricerca del bene comune. Il vero successo non è quello effimero, di carta stagnola luccicante, bensì quello che fa maturare le coscienze e dà senso e valore alle cose e alle azioni di ogni giorno. La scuola, i docenti, i genitori, vi (continua da pag. 1) TERZA GUERRA... e sunniti. Tanti gli attori protagonisti di un conflitto che non riesce a trovare un punto di equilibrio: hezbollah libanesi, consiglieri siriani, jihadisti provenienti dall’Arabia, insieme ai servizi segreti turchi. Qui è esploso il fenomeno Isis. Impressionante il numero di vittime: 192.000. In Asia resta aperto il fronte di guerra in Afghanistan, attivo dal 2001 con la guerra al terrore cominciata con la missione americana Enduring Freedom. Senza dimenticare come il paese era già dilaniato da un quarto di secolo di guerra civile tra sovietici, americani e forze talebane. Numeri da rabbrividire quelli relativi alle vittime: 40.000, compresi 4mila soldati occidentali. L’Africa, si diceva in precedenza, è considerata la madre di tutti i conflitti irrisolti. In Libia, dopo la dittatura di Gheddafi si è passati all’anarchia totale con l’avanzata delle nuove milizie islamiste. Le vittime sono 13.000. Spostandosi più giù, troviamo il Mali, uno stato da sempre politica- Filo diretto con Ecco come mettersi in contatto con noi: • Inviare un’email all’indirizzo [email protected] • Telefonare al numero 095 2500220 o mandare un fax allo 095 8992039 Per il numero che sarà in edicola e in parrocchia l’28 settembre 2014, vi preghiamo di inviare i vostri contributi entro venerdì 19 settembre 2014. Grazie! UFFICIO MARKETING Vicino alle tue esigenze Vincenzo Montensanto 095. 2504311 348 1400832- [email protected] Dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 18:00 ABBONAMENTI - PUBBLICITÀ COMMERCIALI - SPECIALI PARROCCHIALI mente debole e che ha visto in questi anni le forze jihadiste infiltrarsi nel tessuto sociale-politico del paese. Punto cruciale l’intervento della Francia in seguito al colpo di stato del marzo 2012 e dell’offensiva del Movimento Nazionale di Liberazione dell’Azawad (a prevalenza tuareg) e degli islamisti nel dicembre 2012. In Nigeria, invece, si assiste all’avanzata dei Boko Harm, gruppo armato di matrice islamica. Le vittime fra il 2009 e il 2014 sono state stimate intorno alle 5 e 12 mila. Recentemente l’opinione pubblica internazionale si è mobilitata contro il rapimento di 300 studentesse, costrette a convertirsi pur di non perdere la vita. Situazione disastrosa anche nella vicina Repubblica Centroafricana: la presa della capitale Bangui, nel marzo del 2013, per mano dei ribelli Seleka, ha portato alla ribalta il paese africano, assediato da una cruenta e sconosciuta guerra civile. In totale sono state 9000 le vittime in questi anni. Tra le guerre africane come non ricordare quella in Sud Sudan. Fra il 1983 e il 2003 la guerra civile sudanese ha fat- to due milioni di morti. Conseguenza di questo bagno di sangue è stata la nascita del Sudan del Sud dove a fine 2013 è in corso una lotta etnica fra l’etnia Dinka del presidente, Salva Kiir, e quella Nuer del vicepresidente, Riek Macha. In totale il conflitto ha prodotto 9000 vittime. Infine la Somalia dove si combatte senza sosta dalla metà degli anni 80. Gli ultimi aggiornamenti provenienti dal Corno d’Africa mostrano l’ascesa della branca qaedista degli Shabaab. In Asia un fronte attivo è quello del Myanmar, ex Birmania. Dopo l’indipendenza dal governo britannico è stato un susseguirsi di colpi di stato e rivolte popolari: 200mila vittime in 66 anni. Quanto all’America Latina un fronte caldo è rappresentato dalla Colombia. Dalla rivolta contadina degli anni Sessanta si è passati ad una cruenta guerriglia tra esercito, narcotrafficanti, popolazione locale e Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia - Esercito del Popolo. Le vittime stimate sono fra i 50 e i 200mila. ® 3 Prospettive - 14 settembre 2014 L’estremismo islamico e la nuova Shoah I bambini di Gaza senza scuola l vero nemico dell’umanità è oggi l’estremismo islamico, che questa volta si presenta col nome di “Califfato”, che non è solo anti-cristiano e anti-occidentale, ma agisce contro l’umanità intera, contro gli stessi musulmani, pur ispirandosi all’islam “puro e duro” e alla storia islamica che ha sempre difeso la “guerra santa”. “Minimizzare la gravità della situazione sarebbe da irresponsabili, afferma l’arcivescovo di ChietiVasto, Mons. Forte, “Ridurre i problemi a semplici conflitti locali non ha fondamento nella realtà. La verità è che il nuovo nemico dell’umanità è più che mai il fondamentalismo, che non va assolutamente confuso con le forme dell’Islam autentico e con le aspirazioni alla pace e alla giustizia che pervadono il cuore e l’impegno di tanti musulmani”. La “crudeltà inaudita” dei mezzi bellici non convenzionali e della tortura, impiegati dai jihadisti, sembra quasi annunciare una “Terza guerra mondiale”, ha detto Papa Francesco ai giornalisti, sull’aereo da Seul a Roma. Secondo Padre Piero Gheddo, è oggi quanto mai importante capire che non è sufficiente adottare la parola “magica” della Chiesa post-conciliare: il dialogo interreligioso, accolto e praticato in ogni Paese e nelle comunità diocesane, perché il dialogo senza la verità e il coraggio di afferma- I re la verità, non è vero dialogo, bensì una forma di compromesso e di connivenza. Occorre, quindi, una denunzia ferma e senza appello all’integralismo fondamentalista”. Come rimedio, auspica Mons. Bruno Forte, è più che mai necessaria, “una presa di posizione interreligiosa, una denunzia ferma e senza appello all’integralismo fondamentalista”. L’autentico dialogo fra cristiani e musulmani, che possa essere utile ad ambedue i popoli e alla comune ricerca di pacifica convivenza si fonda sulla verità, la giustizia e l’amore, cioè l’aiuto, la solidarietà. Il card. Kurt Koch, parlando dei criminali del Califfato, vestiti di nero e incappucciati, figure simbolo del terrorismo islamico, ha scritto sull’Osservatore Romano che questa tragedia è da considerarsi quasi una nuova Shoah, un rinnovato Olocausto originato da una spaventosa e dissennata ideologica violenza contro l’altro, semplicemente perché ha una posizione religiosa diversa dalla propria. “Cadono anche loro maciullati dalle schegge o mentre cercano un rifugio impossibile”. “Un intenso fuoco di artiglieria ha spazzato via 19 civili compresi 5 bambini.” Sono questi due dei numerosi titoli delle notizie, riportate dai giornali, quasi tragico bollettino di guerra sulla striscia di Gaza, per dare informazione sugli attacchi di guerra in Medio Oriente. Delle vittime innocenti palestinesi sappiamo che giocavano a pallone sulla spiaggia, si nascondevano in un Iraq: forze di sicurezza irachene contro i combattenti dell’Isil. Foto AFP/SIR asilo, sono stati colpiti in maniera barbara. Dei loro coetanei fra Donetsk e Lugansk ugualmente maciullati dalla guerra sappiamo poco o niente, eppure anch’essi sono morti mentre cercavano inutilmente riparo dai bombardamenti, o non viene resa nota la storia di Bogdan, 4 anni, che ha perso la madre, ma si è salvato per miracolo sotto le macerie di una casa sbriciolata dall’artiglie- ria. La tragedia dei bambini di Gaza, rispetto alla strage dei Palestinesi, sua famiglia. Inoltre, secondo quanto riportato dalle stesse fonti locali, l’assassino avrebbe confessato di aver violentato ed ucciso brutalmente le donne, accanendosi particolarmente con coltello e pietra. Christian Claude Butoyi è stato trovato dalla polizia in possesso delle chiavi del convento e del telefonino di una delle tre vittime: in ogni caso, questo elemento non farebbe escludere il tentativo di furto come movente del delitto, anche se dalle camere delle sorelle non è stato sottratto alcun oggetto. Sulle dinamiche dell’atto rimane ancora tanto da chiarire: è possibile che abbia agito da solo, senza l’aiuto di nessun complice? Come si è introdotto nel convento per uccidere la terza suora, nonostante la presenza della polizia? Escludendo il raptus omicida (l’assassino è ritornato al convento per compiere il terzo omicidio, dunque vi è una lucida pianificazione degli atti), quale è il vero movente di tanta efferata violenza? Perché ritornare nel convento? Le tre sorelle saranno sepolte nel cimitero di Panzi, nei pressi della città di Bukavu (est della Repubblica Democratica del Congo) con altri missionari che hanno dato la loro vita per questa terra. è negato l’accesso all’istruzione di base. Come si legge nel dossier diffuso dalla Croce Rossa Italiana e dalla rete Agire (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze), nel Kurdistan iracheno circa 190mila bambini non potranno andare a scuola. In Iraq - sottolinea, infatti, l’agenzia Fides - oltre mezzo milione di profughi costretti a lasciare le proprie case davanti all’avanzata dei jihadisti sono in età scolare e almeno 2.000 scuole sono occupate da famiglie e gruppi di sfollati. In Siria, pure, dall’inizio del conflitto, almeno 3 milioni di bambini hanno dovuto abbandonare il percorso scolastico. Una scuola su cinque è inutilizzabile, mancano libri, banchi, servizi igienici e, in molte aree del Paese, non ci sono insegnanti disponibili. Gli ostacoli maggiori li incontrano le bambine delle comunità rurali. Oggi tre bambine su quattro non ricevono l’istruzione primaria di base: nel 2030, ce ne sarà una su due che non andrà alle elementari. Circa il 90% delle ragazze oggi non riesce a completare la scuola superiore: nel 2030 la percentuale sarà calata, ma solo del 20 per cento. E nell’Africa subsahariana, mentre i maschi dovranno aspettare fino al 2069 per raggiungere l’accesso universale all’istruzione primaria, le femmine dovranno attendere al 2086. A meno di operare uno sforzo concertato, la distribuzione delle opportunità educative e quindi economiche diventerà sempre più diseguale nei prossimi anni, afferma Gordon Brown, già premier britannico, è inviato speciale delle Nazioni Unite per l’istruzione globale. La vera frattura è fra chi ha accesso all’istruzione e chi no. In tutto il Medio Oriente, i conflitti, le migrazioni forzate, le distruzioni di edifici scolastici e la loro trasformazione in luoghi utilizzati per ospitare i rifugiati, rischiano di compromettere il futuro di un’intera generazione di giovani. I campi profughi sono spesso sovraffollati o versano in condizioni precarie, e gli unici rifugi possibili per chi non viene ospitato in abitazioni private restano i parchi, gli edifici abbandonati o le scuole. Ora che in tutto il mondo le scuole riaprono i cancelli, la comunità internazionale dovrebbe rinnovare il suo impegno per garantire che ogni bambino, in ogni Paese, abbia l’opportunità di attraversare quei cancelli. Il sopravvento del terrorismo islamico sollecita un forte richiamo all’unità delle forze sane dei diversi Paesi per far fronte comune e risposta della coralità umanità. Berenice Il Condottiero appare di serie B, mentre sappiamo che la sofferenza non ha categorie, né graduatorie o distinzioni. Oggi, mentre tutti i bambini del mondo si preparano per andare a scuola quelli della Siria, dell’Iraq e della Nigeria (restando nei campi profughi o nelle zone di guerra) restano esclusi. L’istruzione da qualche tempo è considerata il fattore più importante per garantire reddito, ricchezza, posizione sociale e sicurezza, eppure milioni di bambini e ragazzi rimangono fuori dal sistema scolastico e ad essi Orrore e violenza in Burundi: uccise tre missionarie italiane Il loro sangue diventi seme di speranza e di fraternità iolenza. Un’efferata, alcune persone ammalate che le atroce ed insensata vio- sorelle visitavano soprattutto di lenza. Questo è ciò che la scorsa domenica. Ero davanti all’entrata con domenica, il 7 settembre 2014, si è l’intenzione di forzare la serratura scatenato nella mente di un trenta- quando la porta si è aperta ed è appartreenne del Burundi, colpevole di sa Bernadetta, sconvolta. Aveva troaver brutalmente reciso le vite di tre vato una porta di servizio laterale alla missionarie italiane saveriane (le loro casa aperta e, una volta entrate, i Missionarie di Maria): Olga corpi senza vita delle sorelle Olga e Raschietti (83 anni), Lucia Pulici (75 Lucia. Poi questa notte le sorelle sono anni), i cui corpi sono stati rinvenuti tornate a chiamarmi, temevano che domenica pomeriggio proprio dalla terza vittima, Bernardette Boggian (79 anni), ritrovata lunedì. Il racconto dei fatti dalle parole di padre Mario Pulci, superiore dei missionari saveriani in Burundi, raccolto dall’agenzia Misna: “Verso le 16 di ieri la sorella Bernadetta è venuta nel mio ufficio chiedendo notizie delle sorelle Lucia e Olga che erano rimaste a casa mentre lei e la sorella Mercedes si erano recate all’aeroporto per accogliere le altre sorelFoto AFP/SIR le di ritorno in Burundi dal loro capitolo generale a Parma. C’era apprensione soprattutto l’aggressore fosse in casa. Quando perché dall’interno della casa non siamo riusciti ad entrare abbiamo troc’erano segnali di vita, tutto era chiu- vato anche suor Bernardetta, senza so e con le tende tirate. I guardiani del vita”. Cordoglio dal mondo per quecancello non le avevano viste uscire. sta enorme perdita, piccoli e grandi Esito negativo lo ha dato anche una gesti di commozione e partecipazione veloce ricerca nel quartiere presso anche dalla gente che amava profon- V damente le tre sorelle, per cui proprio queste ultime avevano scelto di dedicare la loro vita fino in fondo, senza risparmiarsi nessuna fatica nonostante l’età avanzata ed un fisico debilitato. Il Santo Padre, appena appresa la tragica notizia, ha inviato due telegrammi a monsignor Evariste Ngoyagoye, nunzio apostolico in Burundi, e a suor Ines Frizza, madre superiora generale delle missionarie Saveriane, affermando “il loro sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Cordoglio anche dal Vescovo Enrico Solmi, portavoce di tutta la Chiesa di Parma, diocesi dalla quale provenivano le missionarie. Secondo quanto affermato dal portavoce della polizia locale, il presunto autore del massacro, il trentatreenne Christian Claude Butoyi, avrebbe confessato di aver ucciso le tre sorelle in quanto il convento in cui vivevano si trova su un terreno appartenente in passato alla 4 Prospettive - 14 settembre 2014 IN PRIMOPIANO Indietro nel tempo intervistando Tito Marrone “Sono le piccole cose che contano” rrivo a Trapani sul far della sera: l’aria carica di sentori salmastri penetra nelle narici, soffia il vento di scirocco e un tramonto incendia il litorale dei suoi bagliori vermigli. E così guardando la costa immagino di vedere navi fenicie che da Cartagine approdano a questi lidi con un munifico carico di stoffe pregiate, di spezie odorose e di strani impiastri colorati. A loro spetta l’arte della tessitura come ben documenta la vicina isola di Mozia, antico emporio di questa civiltà. Mi accompagnano in questa escursione nel Val di Mazara, gli amici Dario Rosso, Alessia Gugliotta, Maria Calabrò ed Elio Quiligotti. Ci inoltriamo nelle vie della città degli Elimi (così Trapani anticamente era definita in riferimento alla presenza di una misteriosa popolazione orientale che la abitò), costellate da innumerevoli chiese di fattura cinquecentesca. Un’architettura enfatica, esageratamente bella, un barocco esplosivo nelle volute, nei giochi di luci e di ombre tra telamoni, colonne tortili, lesene, capitelli, sculture, timpani in un intreccio di forme e di figure aggettanti, specchio di un periodo storico che nell’arte trovava uno sfogo estetico e di contenuti meglio che in ogni altro ambito dello scibile umano. Un vero bagno tra natura e storia e così torniamo alla marina dove su una cinta muraria campeggia lo A “Ho vissuto un amore dai contorni da fiaba e costei si chiamava Maria Valle […], era la ragione della mia vita. Un amore che ha avuto una tragica conclusione…” stemma della città: cinque torri sormontano degli archi sul mare e al di sopra un falcetto. Il significato araldico è palese: la difesa castrale dell’urbe sicula e la fertilità della terra (Trapani dal greco drepane la falce che, secondo la mitologia, perse Cerere mentre cercava la figlia Proserpina rapita dal dio Plutone). Poi odo una voce che come un suono antico si accompagna alla musica naturale della risacca: Talvolta (l’anima nostra è in pace / e l’occhio svaria / dalla finestra aper- ta / su la campagna che giace / quieta e solitaria / sotto la luna deserta) / sentiamo nell’aria… Sono le piccole cose che cantano (da ESILIO DELLA MIA VITA). Chi ha parlato? Osservo i miei compagni di viaggio, pensando fosse stato uno di loro ad avere proferito quei versi, chissà magari il mio amico Elio che allieta sovente le nostre promenade con versi tratti ora dai poeti latini e greci, ora da Dante, ma costui insieme agli altri è rapito da una contemplazione solitaria del paesaggio. Poi ancora quella voce: <<Nacqui in questa cittadina il 9 marzo 1882 e a soli diciassette anni pubblicai la prima raccolta di poesie intitolata “Cesellature”. Tre anni dopo con la mia famiglia mi trasferii a Roma dove ebbi modo di frequentare il circolo di poeti crepuscolaristi e dove mi legai in amicizia a Luigi Pirandello. Il mio nome è Tito Marrone>>. Cooosa? Non mi dica che lei è quel poeta che innovò l’attività teatrale italiana introducendo dopo duemila anni di silenzio la tragedia greca in versi? <<Brava! Nel 1906 infatti portai in scena l’Orestiade di Eschilo al teatro Argentina di Roma!>>. Maestro, le vorrei rivolgere una domanda. <<Tutte le domande che vuole, ma la prego, signora Stefania, non mi chiami maestro, perché il titolo mi imbarazza tremendamente. Preferisco il mio nome di battesimo, Tito!>>. D’accordo Tito! Perché sulla sua vicenda letteraria è piombato un inaspettato silenzio? Perché il suo nome non compare nelle antologie, eppure lei ha rimesso in scena il dramma greco? <<Sono stato profondamente innamorato, ho vissuto un amore dai contorni da fiaba e costei si chia- mava Maria Valle, bella, gentile, armoniosa nel suo esprimersi, donna dotata di sensibilità sovrumana, era la ragione della mia vita. Un amore che ha avuto una tragica conclusione: questo fiore gentile venne strappato alla vita, al sole, ai campi che erano calpestati dal suo diafano piede, all’età di ventidue anni, stroncata dal tifo. Mi chiusi in me stesso, schiacciato dal mio dolore e decisi di non partecipare più ai cenacoli letterari e di non pubblicare i miei versi>>. Mi ricordo il titolo di un romanzo di Guy de Maupassant “Forte come la morte”, allusione all’amore. <<Solo dopo la seconda guerra mondiale, da quelle macerie universali ritrovai la forza interiore per pubblicare il mio poemetto “Esilio della mia vita” (1950) e con questo ricevetti due premi letterari>>. Potrebbe sussurrarmi alcuni dei suoi versi? <<E una macchia di fango… / Sole della mattina / di marzo, perchè ridi? / Vattene, sole: io piango.>> Stefania Bonifacio 5 Prospettive - 14 settembre 2014 IN PREIMOPIANO Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Capitolo I della Parte II dell’Instrumentum Laboris La pastorale della famiglia di fronte alle nuove sfide ell’attuale impegno pastorale per la famiglia si nota un’interessante reciprocità tra la responsabilità dei pastori e i diversi carismi e ministeri della comunità ecclesiale. Nei diversi continenti, ad esempio, coppie di sposi di consolidata esperienza famigliare si trovano spesso a sostenere i sacerdoti negli itinerari di preparazione al matrimonio, i cui obiettivi principali sono la promozione della relazione di coppia con la consapevolezza e libertà della scelta, la conoscenza degli impegni umani civili e cristiani, la ripresa della catechesi dell’iniziazione con l’approfondimento del sacramento del matrimonio, l’incoraggiamento alla partecipazione della coppia alla vita comunitaria e sociale. Si denota, però, la poca attenzione dei nubendi a tali itinerari prematrimoniali. Si afferma nel frattempo la necessità di promuovere catechesi differenziate per i giovani anche prima del fidanzamento, per i genitori dei fidanzati, per le coppie già sposate, per i separati. In qualche paese si segnalano vere e proprie scuole di preparazione alla vita matrimoniale, indirizzate soprattutto all’istruzione e promozione della donna. La questione, invece, è diversa nelle zone in cui vi è una forte secolarizzazione, ove si constata una crescente distanza culturale delle coppie nei confronti dell’insegna- N mento della Chiesa. Talvolta, i corsi particolarmente prolungati non sempre sono ben accolti. Si va diffondendo l’importanza del proporre ai nubendi la conoscenza dei metodi naturali di regolazione della fertilità attraverso la testimonianza di “coppie guida”. Capita spesso che coppie si presentino all’ultimo momento, con la data del matrimonio già fissata, quando invece necessiterebbero particolare cura, soprattutto nel caso della disparità di culto (tra un battezzato e un non battezzato) o di una scarsa formazione cristiana. Altre Conferenze ricordano come gli itinerari prematrimoniali siano migliorati negli ultimi decenni, con lo sforzo di trasformare i “corsi” in “percorsi”, coinvolgendo insieme sacerdoti e sposi: da un servizio orientato al solo sacramento si passa ad un primo annuncio della fede. In molte parti del mondo ci sono varie proposte di preparazione al matrimonio, come ritiri, incontri personali, gruppi di preghiera, pellegrinaggi, festival, congressi nazionali e internazionali della famiglia. Tuttavia sono percepiti spesso come una proposta obbligata che una possibilità di crescita a cui aderire liberamente. Fondamentale è il colloquio con il parroco, che però si riduce in molti casi in un incontro piuttosto formale. In molti corsi si cerca di introdurre nuovi temi quali la capacità di ascol- Foto Siciliani-Gennari/SIR tare il coniuge, la vita sessuale coniugale, la soluzione dei conflitti. In alcuni contesti, segnati da tradizioni culturali piuttosto maschiliste, si nota la carenza di rispetto nei confronti della donna, da cui deriva un esercizio della coniugalità non conforme alla reciprocità tra soggetti di pari dignità. In alcuni territori, a prevalenza multi-religiosa e multi-confessionale, occorre tener conto del numero elevato di matrimoni misti e di disparità di culto, che necessitano un’adeguata preparazione da parte dei sacerdoti. Nelle diocesi dell’Europa orientale si ricerca il dialogo con le Chiese ortodosse, in occasione della preparazione ai matrimoni misti. Si creano occasioni di relazioni tra famiglie, in dialogo con le coppie anziane, valorizzando iniziative di cultura biblica e momenti di preghiera per i nubendi. Le coppie più mature fungono da “padrini” delle giovani coppie che si preparano al matrimonio. In merito alla pietà popolare e alla spiritualità familiare si evince la necessità di conservare e promuovere forme di pietà popolare a sostegno della famiglia. Nonostan- La CISL Scuola IRC apre anche in provincia ella nostra Provincia, dopo l’apertura dello sportello provinciale presso la sede di Catania sita in Via Coviello 4, si sono aperte le sezione I.R.C. ad Acireale, Caltagirone e Paternò, alla presenza del Segretario Provinciale Generale Pippo Denaro e dei coordinatori provinciali Proff.ri Carmelo Mirisola, Manuli Sergio, Maria Attinà, Salvo Pezzella che sono stati accolti dai colleghi referenti della sezione di Acireale: Proff.ri Giacomo Trovato e Calabretta Angela; sezione di Caltagirone dai referenti Proff.sse Angela Montemagno e Patricia Privitera; sezione di Paternò Prof. Cesare Ferrante. Durante le inaugurazioni delle sedi, il professore Mirisola ha tenuto a focalizzare l’importanza della presenza del docente di religione nella scuola dove, grazie alla propria specifica preparazione, all’esperienza accumulata, alle competenze raggiunte, sono reali punti di riferimento per i ragazzi divenendo, attraverso molteplici attività, progetti, incontri didattici con conversazioni guidate, figure di rilievo poiché ogni giorno “trasferiscono valori”. In molti casi poi, essendo presente nello staff del dirigente a livello di collaboratore o funzione strumentale, contribuisce a reggere il timone dei singoli istituti scolastici. Ha continuato sottolineando come, dentro la CISL che vanta quasi 5 milioni d’iscritti, gli IdR non sono e non si sono mai sentiti emarginati o peggio ancora ghettizzati, bensì una parte del “tutto”, che nell’insieme compongono il mondo del- N La miniera dei valori la scuola. della categoria. Inoltre ha ribadito che la Cisl e la Nessuno nella CISL - ha continuato Cisl Scuola, proprio per il suo alto si deve sentire isolato, ma tutti posnumero di iscritti appartenenti a tutti sono e debbono attingere alla forza i comparti del mondo lavorativo, è generata dall’unione, passando dalsempre riuscita a dare maggiore for- l’Io al “NOI”, cosicché i problemi di za alle sue singole voci e dunque anche agli IdR. Come del resto la CISL ha fatto, contro tutti, firmando con convinzione l’accordo che ha permesso il concorso per l’immissione in ruolo degli IdR e intervenendo più volte in suo favore nella persona del Segretario Generale Nazionale Francesco Scrima il quale spesso, nei suoi discorsi, ne ha Foto Siciliani-Gennari/SIR sottolineato l’importanza del ruolo nella scuola e ne ha difeso i diritti asserendo che su una categoria e perfino del singolo, questo terreno molto ancora va fatto generando ricadute significative nel e si dovrà fare. sociale, sono quindi i problemi di Infine ha ricordato l’importanza che tutti, secondo lo spirito cislino rivestono gli sportelli IRC nella “Insieme si può”! CISL Scuola catanese e che si stanno Ha proseguito ricordando come la estendendo in tutta l’isola, in stretto CISL, che affonda le radici nella raccordo con la Segreteria nazionale Dottrina Sociale della Chiesa e quine con le altre realtà presenti nelle di sindacato di chiare ispirazioni di altre regioni d’Italia. principi cattolici, ha da sempre avuto Il Segretario Provinciale Generale a cuore le problematiche del settore Pippo Denaro, dopo aver ringraziato dei lavoratori IdR, tanto da sostenere il Prof. Mirisola, i Coordinatori pro- con decisiva forza, l’espletamento vinciali e tutti i referenti per il lavo- del concorso che permise nel 2005 di ro svolto e l’impegno profuso e per ottenerne il ruolo. quanto si andrà realizzando nel futu- Per questo, ha affermato il Segretaro prossimo in difesa della scuola e rio, l’Organizzazione vuole conti- nuare a difenderne i diritti ed a perorarne le giuste richieste. Tra i temi da affrontare con decisione e che vengono sollecitati fortemente dalla “base”, l’ottenimento di una classe di concorso, il passaggio da graduatoria di merito del concorso a graduatoria ad esaurimento e la valutazione che possa allinearsi a quella degli altri docenti, affinché sia riconosciuto il valore, l’impegno, la professionalità di chi appartiene a questo settore lavorativo. Pippo Denaro ha concluso augurando a tutti un buon e proficuo lavoro, sicuro che la forza data dall’unione darà in tempi brevi i suoi frutti, in termini di risposte certe alle legittime richieste dei docenti IRC. In conclusione i Referenti delle sezioni si sono dichiarati entusiasti dell’iniziativa della CISL Scuola di Catania, riconoscendosi nei propositi illustrati dai colleghi relatori e dal segretario provinciale, ma soprattutto nei valori che questo sindacato da sempre porta avanti; manifestando così la loro soddisfazione nel sentirsi inseriti nell’ampio quadro scolastico e in quello ancora più ampio di lavoratori. Denaro Pippo, Segretario Generale Cisl scuola CT Mirisola Carmelo, Attinà Maria, Manuli Sergio, Pezzella Salvo, Referenti provinciali Idr te una certa disgregazione familiare, restano ancora significative la devozione mariana e le feste popolari, come momenti aggregativi della famiglia. Oltre alla preghiera del rosario, in alcune realtà si recita l’Angelus oppure si fa la peregrinatio Mariae passando un’icona o una statua della Madonna da una casa a un’altra. Tutto ciò incrementa forti rapporti di amicizia e di comunione. Si segnala pure l’apporto benefico che le famiglie ricevono dalla vicinanza dei monasteri, mediante i quali si stabilisce una relazione di complementarità vocazionale tra matrimonio e vita consacrata. Molte Conferenze Episcopali hanno testimoniato come le Chiese particolari, con la loro azione pastorale, sostengono la spiritualità della famiglia. Dai movimenti di spiritualità viene un contributo specifico alla promozione di un’autentica ed efficace pastorale familiare nel nostro tempo. Per questo le Chiese locali dovrebbero trovare in essi vere risorse per promuovere percorsi di pastorale familiare adeguati al nostro tempo. In molte diocesi si promuove la formazione di coppie in grado di sostenere altre coppie e una serie d’iniziative tese a creare una vera e propria spiritualità familiare, anche se talvolta le comunità locali, i movimenti, i gruppi e le aggregazioni religiose corrono il rischio di rimanere chiusi in dinamiche troppo autoreferenziali. Necessita, pertanto, uno stile missionario, affinché le famiglie svolgano un apostolato vivo di evangelizzazione nei confronti di altre famiglie con una testimonianza credibile della vita matrimoniale fedele, di stima reciproca e di unità, di apertura alla vita. Un punto chiave per promuovere un’autentica e incisiva pastorale familiare è la testimonianza della coppia, che manifesta la bellezza e la gioia che dona l’accoglienza dell’annuncio evangelico del matrimonio e della vita familiare. È essenziale, pertanto, nella pastorale familiare la via pulchritudinis, ossia la via della testimonianza carica di attrattiva della famiglia vissuta alla luce del Vangelo e in costante unione con Dio. Sebbene in molte aree geografiche la riuscita del matrimonio e della famiglia non sia più data per scontata, si osserva che nei giovani c’è un’alta stima per i coniugi che, anche dopo molti anni di matrimonio, vivono ancora una scelta di vita improntata all’amore e alla fedeltà. Per questo la celebrazione, alla presenza anche dei vescovi, di giubilei e feste di ringraziamento per i coniugi con molti anni di matrimonio, diventa occasione di speciale testimonianza di coniugi che restano uniti nonostante problemi e difficoltà. Queste sono le principali iniziative poste attualmente in atto di fronte alle nuove sfide della pastorale per la famiglia che sono rivelate dal questionario. Giuseppe e Katia Scaccianoce 6 Prospettive - 14 settembre 2014 Notizie in breve dal 15 al 21 settembre l’Arcivescovo Dall’Agenda dell’Arcivescovo Ai Gruppi di Preghiera “Padre Pio” dell’arcidiocesi Lunedì 15 • Ore 11.00 Pedara, Chiesa Madre: celebra la S. Messa per la festa della Madonna. • Ore 17.30 Mascalucia, Santuario Maria SS. Addolorata: celebra la S. Messa. Domenica 21 • Ore 8.30 Belpasso, parrocchia S. Maria della Guardia in Borrello: celebra la S. Messa per la festa patronale. • Ore 11.00 Catania, Basilica Cattedrale: celebra la S. Messa in occasione del centenario della nascita della famiglia paolina. • Ore 17.30 S. Giovanni La Punta (Trappeto), parrocchia Madonna delle Lacrime: celebra la S. Messa di apertura della Visita pastorale. Fratelli e Sorelle nel Signore, È già trascorso un anno da quando abbiamo avuto la gioia di incontrarci, insieme ai vostri Assistenti, per un raduno diocesano in Cattedrale alla presenza del Coordinatore Responsabile Regionale Padre Enzo La Porta O.F. Capp.. In quella circostanza sono stato confermato nelle buone impressioni che derivano dagli incontri avuti con voi in vari momenti e particolarmente nel corso della Visita pastorale che il Signore mi concede la grazia di realizzare. Forti anche delle parole che Papa Francesco ci rivolge al numero 262 dell’enciclica Evangelii Gaudium «La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera, e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in tutte le istituzioni ecclesiali i gruppi di preghiera, [...]. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione», anche quest’anno ci incontreremo in Cattedrale GIOVED) 26 SETTEMBRE p.v. con il seguente programma: - ore 17,00 (raduno dei Gruppi); - ore 17,30 (catechesi tenuta da Padre Enzo La Porta O.F.Capp. e Rosario meditato); - ore 19,00 (Celebrazione Eucaristica). Vi invito cordialmente a tale incontro che già affidiamo all’intercessione di S. Pio da Pietrelcina, affinché per tutti noi sia una vera “ricarica spirituale” per la nostra vita cristiana. Vi attendo e vi benedico affettuosamente. ® @ Salvatore, Arcivescovo Martedì 16 • Ore 9.30 Mompilieri, Santuario Madonna della Sciara: incontro con i sacerdoti in preparazione al Convegno Catechistico diocesano. • Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano. Mercoledì 17 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano. Giovedì 18 • Ore 9.30 Arcivescovado: incontra la Commissione per la Formazione Permanente del Clero. • Ore 17.30 Mompilieri, Santuario Madonna della Sciara: prende parte al Convegno Catechistico diocesano. Venerdì 19 • Fuori sede. Sabato 20 • Ore 19.30 Tremestieri Etneo, Chiesa Madre: Celebra la S. Messa di apertura della Visita pastorale al IX Vicariato. Avviso agli Enti Ecclesiastici DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013 Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno 2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione IMU e Tasi degli enti non commerciali. La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento. La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014. SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA. Inaugurazione nuova cucina mensa Help Center Sabato 13 settembre ore 11:30 Piazza Giovanni XXII, angolo viale Africa Sabato 13 settembre, alle ore 11:30, presso l’Help Center di Piazza Giovanni XXII, angolo viale Africa, verrà inaugurata la nuova cucina della mensa Caritas. Ad officiare la benedizione sarà l’Arcivescovo di Catania, S. E. Mons. Salvatore Gristina, alla presenza del Sindaco di Catania, Enzo Bianco. La realizzazione della nuova cucina con l’adeguamento dei locali, ampliati e dotati di un’uscita di sicurezza non esistente, è stata possibile grazie alla raccolta fondi cominciata con il concerto Pro Caritas del marzo scorso. Un restyling necessario per ammodernare e rendere più funzionale il servizio mensa per gli utenti ‘Help Center’ e per i volontari che ogni giorno dedicano il loro tempo al fianco dei più poveri. A riguardo, il direttore Don Piero Galvano, ringrazia per la generosità quanti hanno sostenuto e continueranno a sostenere la Caritas Diocesana. 7 Prospettive - 14 settembre 2014 Iniziate al PalaCatania le celebrazioni siciliane per il bicentenario della nascita di Don Bosco memoria d’uomo non s’era mai vista a Catania la contemporanea presenza, per un unico evento da celebrare insieme, del Rettor Maggiore dei Salesiani e della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Quest’inedita novità si è verificata A comune ideale educativo, per partecipare alla speciale festa regionale per la solenne inaugurazione delle celebrazioni siciliane, indette dalle due ispettorie dei Salesiani di Don Bosco e delle suore di S. Maria Domenica Mazzarello, per festeggiare il bicentenario della nascita di fondate da S. Giovanni Bosco. Catania, la città più salesiana dell’Isola per la presenza di opere sociali e di oratori-centri giovanili, tanto amata dal santo più popolare e onorato dai giovani di tutto il mondo, ha dato il meglio di sé nel corso di una calda giornata di festa trascorsa all’inse- UN COMPLEANNO con presenze d’eccezione domenica scorsa, al PalaCatania, gremito da oltre 4 mila rappresentanti della Famiglia Salesiana e del Movimento giovanile salesiano: ragazzi, giovani, famiglie, adulti provenienti da ogni parte della Sicilia, che nel recente passato ha donato uno dei Rettor Maggiori del secondo dopoguerra, don Luigi Ricceri di Mineo. Tutti insieme, affratellati da un S. Giovanni Bosco, con la partecipazione del rettor maggiore Don Angel Fernandez Artime e della madre generale Suor Yvonne Reungoat. Entusiasmo alle stelle da parte di una variopinta assemblea assiepatasi nella megastruttura polisportiva per festeggiare il “compleanno” di Don Bosco e salutare con affetto e i massimi esponenti del governo delle due congregazioni religiose salesiane gna del canto, della preghiera, dell’amicizia, della serenità. Lo straordinario evento ha fatto riunire i membri dei 12 rami della Famiglia salesiana operante in Sicilia, una vasta realtà ecclesiale basata sul carisma e la missione del santo fondatore a vantaggio della gioventù. Ha riempito gli spalti anche un gran numero di Figlie di Maria Ausiliatri- ce guidate dall’ispettrice suor Anna Razionale; una di loro, la catanese suor Concetta Ventura, è stata chiamata ad occupare a Roma il posto di segretaria della madre generale. Folta presenza di cooperatori, volontari di Don Bosco, di ex-allievi salesiani. Sono intervenuti il vice sindaco Marco Consoli ex allievo di Cibali, il comandante dei carabinieri Alessandro Casarsa e il sindaco di Trecasta- Centro “Mariapoli Tre Tende” Trecastagni corso per orchestra d’archi Un contributo alla formazione orchestrale elle fresche pendici dell’Etna, a Trecastagni, dal tramonto all’alba, dall’aurora al crepuscolo, studio, divertimento, allegria, condivisione fraterna hanno attratto e impegnato giovanissimi musicisti, dai 12 ai 20 anni, presso il Centro “Mariapoli Tre Tende” del Movimento dei Focolari per Sicilia Calabria e Malta, con la partecipazione entusiastica al corso per orchestra d’archi curato dal m° Fabio Raciti, da oltre 20 anni docente di violino nelle scuole statali di musica. Ricco ed intenso il programma di studio, da Johann Sebastian Bach a Bela Bartòk per i corsisti violinisti: Bruna Patanè violino primo, Daniele N Licciardello, Erika Pappalardo, Damiano Zappalà, Diletta Virgillito, Daniele Pappalardo, Marco Toscano, Martina Cavallaro, Erika Zingarino, Giovanni Bonaccorsi, Amelia Puglisi, Michela Toscano, Gabriele Castorina, Alessia Pellegrino e Simona Ciccia; Matteo Blundo viola e Ketty Cascia violoncello. “Questa fantastica esperienza” spiega uno dei corsisti “ha contribuito alla nostra formazione orchestrale e, inoltre, ha arricchito il nostro repertorio violinistico. Insieme abbiamo raggiunto numerosi <traguardi>”. Al concerto conclusivo, tenutosi nell’auditorium dell’ospitale e bellissima struttura gestita dalle focolarine Rita, Mariella, Jessica, Nada e Susy, l’orchestra, in cammino con la musica ricordando Chiara Lubich fondatrice del Movimento, ha aperto con il celeberrimo Minuetto in La maggiore di Luigi Boccherini. Non sono mancati momenti anche di vera commozione con l’esecuzione dell’Adagio in Sol minore di Tommaso Albinoni per ricordare la piccola Laura Russo nel giorno del suo funerale. Di grande preparazione si è manifestata l’orchestra nell’esecuzione delle Sette Danze Rumene, composta nel 1917 dal pianista ungherese Bartòk con un’energia ritmica quasi ossessionante, un’armonia estremamente ardita e una ricerca timbrica inesauribilmente feconda. Il m° Raciti riusciva ad ottenere in pieno dai “professori d’orchestra” in erba la struttura caratteristica del canto popolare rumeno. Gli attestati di merito sono stati consegnati a tutti i bravi corsisti dalla prof. Ermelinda Giuntalia. A.B. gni on. Giovanni Barbagallo. Il momento centrale dell’entusiasmante kermesse è stata la concelebrazione dell’Eucarestìa presieduta dal Rettor Maggiore assieme all’Ispettore don Pippo Ruta e ad una settantina di confratelli provenienti da tutte le case salesiane, con l’animazione del coro musicale della parrocchia S. Domenico Savio di Gela diretto da Dario Barbaro. All’inizio il Segretario ispettoriale don Michelangelo Spallina ha letto un affettuoso indirizzo di saluto dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina impegnato pastoralmente a guidare un pellegrinaggio diocesano in Romania. La vibrante omelìa di don Angel alla luce della Parola di Dio, proclamata con passione tutta spagnola molto affine al carattere focoso di noi siciliani, ha riscaldato i cuori per il forte messaggio diretto in modo particolare ai giovani: “Oggi è una bella giornata di festa” ha detto commosso “Oggi l’Isola trema non per l’Etna ma per la grazia di Dio che viene versata su di noi, una grazia che si fa memoria centenaria e impegno quotidiano per tutti. Eleviamo a Dio una gioiosa azione di grazia per tutto quello che ha fatto per l’umanità intera. Il Padre buono di Gesù ci ha donato Don Bosco, padre e maestro dei giovani, che col suo modo di vivere ci ha donato lo spirito salesiano, dono da non nascondere. Don Bosco e la sua opera sono un grande impegno e invito a dare molto”. “Voi carissimi Siculi” ha insistito padre Angel “sapete cosa significhi dare dei buoni frutti –avete le arance, le (segue a pagina 8) Pellegrini verso…. Roma dal 27 al 29 settembre 2014 La benedizione della lunga vita Anziani e nonni incontrano Papa Francesco Domenica 28 Settembre Papa Francesco convoca tutti i nonni e gli anziani del mondo per vivere con loro un momento speciale. L’Ufficio per la Pastorale della Famiglia in collaborazione con l’Ufficio Pellegrinaggi, accogliendo l’invito del Papa, intende offrire anche agli anziani e ai nonni della nostra Arcidiocesi la possibilità di vivere questo straordinario evento, proponendo il seguente programma: Sabato 27 Settembre: Catania - Roma Raduno a Catania presso piazza Alcalà e partenza alle ore 06.30 per Roma. Lungo il percorso sosta a Paola, con visita del Santuario e pranzo. Proseguimento per la capitale con sosta a Pompei per la visita del Santuario della Beata Vergine del Rosario e Santa Messa. Ripartenza. Arrivo in hotel in tarda serata. Sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento. Domenica 28 Settembre: Roma Prima colazione in hotel. Trasferimento in Piazza S. Pietro. Incontro con Papa Francesco, Santa Messa e Angelus. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita guidata della Basilica di Santa Maria Maggione e San Giovanni in Laterano. In serata rientro in hotel. Cena e pernottamento Lunedì 29 settembre: Roma-Cassino-Catania Prima colazione in hotel. Partenza per Cassino. Santa Messa all’Abbazia di Montecassino. Pranzo. Proseguimento per la Sicilia. Arrivo in tarda serata e termine dei servizi. La quota di partecipazione è di euro 370.00. Supplemento singola euro 35.00 La sistemazione è presso la “Casa per ferie Eden Cusmano”, Roma. La quota comprende: Pullman GT per tutto il tour. Sistemazione in camere doppie con servizi privati. Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno al pranzo dell’ultimo giorno. Visita guidata di mezza giornata il secondo giorno. Polizza assicurativa medico no stop e bagaglio. La quota non comprende : Bevande ai pasti, mance, facchinaggi, ingressi, extra di carattere personale, tassa di sog- giorno in hotel, audio guide obbligatorie per la visita delle Basiliche, quant’altro non specificatamente menzionato alla voce “la quota comprende”. Per informazioni contattare i coniugi Don Mimmo (329 6545707 / [email protected]) e Anna Carulli (346 2173836). In Curia l’Ufficio per la Pastorale della Famiglia (095 2504375) riceverà le iscrizioni dal 27 Agosto fino al 19 Settembre nei giorni di Lunedì, Mercoledì e Venerdì, dalle ore 10 alle 12, con un primo versamento di euro 150. N.B. Il programma potrebbe subire delle variazioni nell’ordine delle visite. I Direttori 8 Prospettive - 14 settembre 2014 DIOCESI Bicentenario della nascita di Don Bosco: le opere della Famiglia Salesiana in Sicilia Testimonianze di consacrati e laici l PalaCatania ha ospitato migliaia di fedeli, consacrati e laici, facenti parte della Famiglia Salesiana o collaboratori ed amici delle tante opere salesiane sparse nel territorio, tutte realtà operanti in Sicilia e rappresentate da numerosi delegati appositamente venuti a Catania. Solo qualche dato ci dà l’idea della consistenza della presenza di servizio curata dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi la Sicilia conta 23 case salesiane e 212 Salesiani: 1 studentato teologico a Messina; 1 comunità appartamento a Palermo; 2 comunità alloggio a San Gregorio e Camporeale; 3 scuole a Palermo, Catania e Messina; 4 oratori animati da laici, 2 a Catania, 1 a Modica e 1 a Trapani; 6 centri professionali a Catania, Gela, Ragusa, Palermo, Misterbianco; 10 parrocchie, 17 oratori. Le suore Salesiane contano 38 case e 601 consorelle: 2 pensionati universitari; 3 licei; 4 scuole superiori di 1° grado; 4 centri con obbligo formativo; 5 comunità alloggio, di cui 1 per immigrati; 10 scuole primarie; 21 scuole dell’infanzia; 30 associazioni di tempo libero e volontariato; 31 oratori, centri aggregativi o diurni. Abbiamo avuto modo di sentire il “polso” non solo dell’atmosfera di grande festa di pre-compleanno in onore di Don Bosco ma soprattutto del profondo attaccamento di tutti i partecipanti al carisma salesiano e ai successori di S. Giovanni Bosco e S. Maria Domenica Mazzarello nelle care persone di don Angel e di suor Yvonne. Abbiamo avvicinato l’ispettore che ha evidenziato la situazione assai pesante della formazione professionale, dal momento che il pregresso è molto forte da parte della Regione essendo stati erogati quest’estate solo tre stipendi ai dipendenti a fronte di 23/24 stipendi che rimangono ancora in sospeso: “Si tratta di affrontare questo passato che è abbastanza pesante” ha detto don Ruta “e poi affrontare il presente ed anche il I (continua da pag. 7) UN COMPLEANNO... mandorle, i pistacchi e tanti ottimi frutti che riempiono varie parti del mondo- Non è facile annunciare il Vangelo! Non lo è stato nemmeno ai temi di Don Bosco perché anche allora c’era la crisi e tanti ragazzi erano abbandonati a se stessi. Oggi Don Bosco ci invita a percorrere un cammino affascinante: il servizio ai giovani, soprattutto ai più poveri e in difficoltà…”. Dopo il pranzo a sacco molti si sono confessati, hanno adorato Gesù Eucaristìa, hanno frequentato gli stand ricreativi con animazione musicale, balli di gruppo, karaoke, tornei sportivi. La straordinaria giornata, curata da 100 volontari del Movimento Giovanile Salesiano, che da oggi in poi saranno seguiti dal giovane salesiano don Domenico Luvarà al posto di don Marcello Mazzei, si è conclusa con la consegna del mandato missionario e la “buona notte” del Rettor Maggiore che ha guidato la preghiera finale. Antonino Blandini futuro… Col cuore di Don Bosco vorremmo continuare perché ci sono ragazzi poveri che hanno veramente bisogno”. Analoghe difficoltà economiche anche per venire incontro alla realtà degli immigrati e soprattutto ai minori non accompagnati. L’ispettrice ha confermato le grandi difficoltà della formazione professionale ed ha evidenziato come le Figlie di Maria Ausiliatrice non vogliono perdere di vista le periferie geografiche, come Librino, mentre pongono molta attenzione anche alle periferie esistenziali costituite dai più bisognosi ed emarginati. Don Angelo Grasso, coordinatore della consulta regionale della Famiglia Salesiana e delegato ispettoriale del consiglio provinciale dei cooperatori, ha ammesso come la grande occasione del bicentenario costituisca per i salesiani una rinascita, un nuovo inizio, nonostante i problemi e le difficoltà, perché “Don Bosco è vivo e attuale anche oggi e i giovani hanno bisogno di speranza”. “Sono fiducioso” ha detto “anche per l’arrivo degli immigrati che vengono da tutto il mondo. I Salesiani non possono restare indifferenti davanti a tanti giovani che chiedono aiuto e ospitalità nella nostra terra di Sicilia”. Anche il salesiano coadiutore, il prof. Ernesto Annoè, ha evidenziato l’impegno dei consacrati salesiani nel campo educativo, catechetico e sociale. Abbiamo avuto modo di avvicinare diversi esponenti della Famiglia Salesiana presenti in Sicilia con 12 gruppi riconosciuti e organizzati, ad iniziare dalla signora Cinzia Vella di Piazza Armerina, una salesiana cooperatrice che gestisce assieme al marito un oratorio-centro giovanile che da tre anni accoglie anche giovani immigrati provenienti dall’Afghanistan, Pakistan, Nigeria, Senegal, Gambia, che hanno avuto la gioia di essere presentati al rettor maggiore. Un gruppo di ragazzi oratoriani del Collegio Immacolata di Trecastagni, per mezzo del loro giovanissimo portavoce, Gabriele Battaglia, ha espresso la gioia di essere presente all’evento che coincide con la ripresa dopo anni di stasi dell’attività dell’oratorio gestito dalle suore salesiane, del Savio Club, del Grest. Anche il dr Emanuele Minneci, presidente emerito degli exallievi di Cibali, ha riconosciuto la straordinarietà dell’evento giubilare salesiano anche per i moltissimi exallievi siciliani di Don Bosco sparsi ovunque nel mondo, anche se pochi frequentano le unioni associative dei rispet- tivi istituti di provenienza. L’ex allieva Rosamaria Giordano, responsabile della federazione Sicilia-Catania, ha evidenziato la grande grazia costituita dall’evento del bicentenario. Tommaso Pezzino, nella qualità non solo di cooperatore ma soprattutto di animatore del Cine Circolo Socio Culturale di Pedara, si è detto entu- siasta dell’avvio dell’anno bicentenario che darà occasione di un rilancio di tutte le attività artistiche, teatrali, musicali ed educative. Di pari sintonia anche Salvatore Parrino, rappresentante con la moglie dell’equipe della pastorale familiare, formata da coppie, per il Movimento pastorale delle famiglie che agisce come raccordo tra i 12 gruppi della Famiglia Salesiana. La signora Luigina Ciaramella, nella qualità di presidente dell’Associazione di Maria Ausiliatrice, si è associata ai sentimenti espressi da tutti i seguaci della spiritualità mariana di Don Bosco, evidenziata dall’anno giubilare appena iniziato. Giuseppe Reitano, coordinatore provinciale dei salesiani cooperatori di Sicilia, ha evidenziato il rilancio in atto dello stile di vita apostolica della sua associazione laicale forte di 700 aderenti presenti nelle diocesi, nelle parrocchie, negli oratori. Suor Marcella, facente parte dell’istituto di vita consacrata delle Apostole della Sacra Famiglia fondate a Messina dal cardinale Guarino, ha evidenziato lo straordinario e fecondo carisma salesiano che sarà ancor più potenziato dall’anno giubilare in onore di Don Bosco. Anche alcuni rappresentanti delle Volontarie e dei Volontari con Don Bosco, Giusy, Liborio e Luciano, hanno evidenziato il proprio particolare carisma di consacrati nel mondo che fanno parte a pieno titolo della Famiglia Salesiana nata dall’apostolato profetico di Don Bosco. In particolare i Volontari, gli ultimi nati, sono orgogliosi di annoverare nelle loro file il servo di Dio Nino Baglieri di Modica. Blanc Nuovo Direttore Comunità salesiana S. Giovanni Bosco della Salette i è insediato il nuovo direttore della comunità salesiana San Giovanni Bosco della Salette, don Marcello Rubino, che ha preso il posto di don Antonio Rubino. La cerimonia di insediamento si è svolta con sobrio stile familiare nella chiesa parrocchiale con la celebrazione dei vespri all’interno dei quali è avvenuto il passaggio delle consegne e la professione di fede di don Marcello, alla presenza di tanti salesiani provenienti da altre case salesiane ed amici di Don Bosco. Il parroco, don Vincenzo Andronaco, ha presentato alla comunità il giovane salesiano in formazione, don Alberto Anzalone, chiamato a svol- S Da sinistra il nuovo direttore don Marcello Mazzei, l’ispettore don Pippo Ruta, l’incaricato dell’oratorio don Luigi Maria Calapaj gere l’attività di tirocinio in oratorio; ha ringraziato, inoltre, l’economo uscente don Alessandro Malaponte e presentato quello entrante, don Salvatore Cultrera, ed infine ha salutato e ringraziato i due giovani prenovizi, Stefano Cartesiano e Antonino Garufi, che giorno 7 entreranno in noviziato a Genzano di Roma. Sinceri e profondi ringraziamenti per don Luigi Maria Calapaj per 5 anni incaricato dell’oratorio. Salvatore Lavenia interpreta la grande musica al Castello Ursino melodica ed interprel richiamo emozionante della grande musica, nello splendido scenario dell’antica corte del castello Ursino, ha radunato un folto numero di appassionati per il Concerto del giovane pianista Salvatore Lavenia nell’ambito del programma musicale estivo “Happy Catania” a cura dell’Istituto Musicale “V. Bellini”. Un repertorio musicale di assoluta preminenza nella letteratura pianistica che nel corso della serata ha visto, all’inizio, l’esecuzione della Sonata op.101 di Beethoven dove, nell’interpretazione di Salvatore Lavenia, si avvertono tutte le caratteristiche della musica dell’ultimo Beethoven: la tendenza alla concentrazione interiore, lo scostamento dagli schemi formali della tradizione e infine l’uso di una continua variazione tematica tesa a compenetrare l’essenza quasi metafisica del mistero della materia I sonora: quasi che la musica fosse già incominciata dentro l’animo di chi suona. La serata è proseguita con l’esecuzione del Carnaval, op.9 di Shumann. L’opera sottotitolata Scènes mignonnes sur quatre notes (Piccole scene su quattro note) presenta una immaginaria rassegna di personaggi che rappresentano il lato fantastico ed ardente e parimenti dolce e sognante della natura umana, espressi con rara sensibilità emozionale dal talento musicale del giovane pianista, ricco di straordinaria freschezza tato con felice varietà armonica. Di grande bellezza musicale ed indescrivibile fascino l’ultimo pezzo in programma, Sonatine di Ravel, in cui il tema iniziale, così fresco e brillante, ritorna in tutti e tre i movimenti: slanciato e appassionato il primo, grazioso e sognante il Minuetto, vivace e trepidante il terzo tempo, eseguito con leggerezza di tocco e un fremito di danza che evidenzia il carattere virtuosistico della scrittura pianistica. Alla fine i commenti entusiastici e i prolungati applausi hanno richiamato il concertista sul palco per salutare i presenti con l’esecuzione di alcune Mazurche di Chopin. Placido Lavenia 9 Prospettive - 14 settembre 2014 DIOCESI In ricordo di Padre Antonino Torrisi L’uomo giusto che godeva della semplicità el silenzio di un’umile stanzetta, ove era vissuto in questi ultimi anni, il 1° settembre 2014 si è spento senza dare fastidi a nessuno il caro Confratello SAC. ANTONINO TORRISI, Parroco emerito della Parrocchia S. Maria delle Grazie a Piano Tremestieri. Aveva lasciato la sua parocchietta allo scoccare dei suoi 75 anni, data canonica per le dimissioni, e si era ritirato quieto, quieto nella sua Pedara. Lì, infatti, era nato il 19 marzo 1928, solennità di S.Giuseppe, allora festa di precetto. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Pedara ed essere stato oratoriano dei PP. Salesiani, era entrato nel nostro Seminario Arcivescovile ove maturò la sua vocazione e ove si preparò al sacerdozio sostenendo il N necessario, indispensabile iter culturale e formativo. Anche lui, in seminario, soffrì il rigore e la fame del periodo bellico. Fu ordinato presbitero da S.E. Mons. Guido Luigi Bentivoglio S.O.C. il 10 luglio 1955, nella Chiesa Madre di Pedara; una delle poche novità introdotte da Mons. Bentivoglio, venuto a Catania, considerato che precedentemente, tutte le sacre ordinazioni venivano celebrate o in Cattedrale, o in Seminario o a S.Benedetto. Fu inviato subito come Vicario Cooperatore agli Angeli Custodi a Catania con il Parroco Don Santo D’Arrigo il quale, attivo com’era, teneva sempre all’erta i suoi Vicari. Tre anni appena di…apprendistato, perché il 1° marzo del 1958 venne chiamato in Curia come aiutante Archivista allo sportello, per il disbrigo dei certificati. Ma, nello stesso anno, resasi vacante la Parrocchia di Piano Tremestieri, fu nominato Parroco di quella piccola Comunità ecclesiale. E, proprio perché parrocchia piccola e bisognosa, a Padre Torrisi fu anche dato come… contentino, l’incarico di insegnante di religione cattolica nelle scuole statali. Piano Tremestieri! Bisogna averla conosciuta, questa borgata, cinquanta anni fa! Un piccolo centro rurale con poche case, pochi abitanti, una sola strada di transito che congiungeva Tremestieri a Mascalucia. Oggi è un bel paesino. Gli abitanti, in quel tempo, erano dediti ai campi. Gente semplice e paesana. Padre Torrisi fu ritenuto l’uomo giusto per il posto giusto. Combatté, a principio, non poco per amalgamare i suoi fedeli. I piccoli centri, alle volte, sono più difficili da gestire che le grandi Comunità. ‘Invidiuzze’, malintesi, chiacchiere…non Gemellaggio della Madonna delle Montagne Raccordo spirituale ETNA-BOLZANO ’allarga la rete geografico-spirituale “La Montagna unisce” del gemellaggio della Madonna sulle Montagne: quest’anno un altro “raccordo” ad “alto livello” spirituale è stato perfezionato con la partecipazione alla s. messa domenica 17 agosto: un gesto fraterno di amicizia tra i curatori dell’altarino della Madonna della Neve sull’Etna (metri 1980, ex Casa Cantoniera) e devoti del piccolo santuario “Madonna delle Tre Fontane” di Trafoi, frazione del comune di Stelvio (metri 1607, Bolzano), nel TrentinoAlto Adige. Dopo la felice esperienza dell’arrivo del Giro ciclistico patriottico d’Italia del 2011 sul nostro vulcano, che diede inizio al 1° gemellaggio delle grandi vette delle montagne italiane costellate da siti intitolate alla devo- S zione mariana con l’incontro con gli alpini dell’Alta Valtellina e i catanesi-etnei, e il gemellaggio l’anno scorso con Piano della Battaglia nel bacino montano delle Madonie, è avvenuto il gemellaggio, promosso dal Club Alpino Italiano e il comitato degli ex dirigenti diocesani dei Giovani di Azione Cattolica di Catania, tra il santuario Madonna delle Tre Fontane Sacre in Alta Val Venosta, diocesi di Bolzano e Bressanone. Nel 1229 il pio pastore Moritz, secondo la leggenda, vide tre getti d’acqua taumaturgica e tre croci uscire improvvisamente dalla roccia. Nel santuario, sorto sul sito di un antico eremitaggio, c’è un quadro votivo del 1693 (l’anno orribile del terremoto che distrusse Catania) che illustra il prodigio da cui ebbe origine il luogo di culto. Trafoi Il parroco di Trafoi, don Florian Oettl, ha celebrato l’Eucaristìa nella parrocchiale del paese, dove ha sede la casa del Parco Nazionale dello Stelvio, essendo stato chiuso l’accesso al santuario per pericolo di frane, con la partecipazione di una delegazione etneo-catanese assieme rappresentanti degli alpini dei Passi Gavia e Stelvio. Subito dopo è avvenuto il simpatico incontro con il cittadino più famoso di Trafoi, il pluricampione di sci Gustav Thoeni, sincero ammiratore della nostra Montagna di lava, che nel 1976 partecipò sull’Etna alla “Tre Giorni internazionale” di sci. ® mancano mai, fanno parte del vivere quotidiano; così anche a Piano Tremestieri; ma, alla fine, il buon Parroco buttava acqua sul fuoco. Le sue omelie erano molto semplici. Non brillava, certo, per alta cultura, Padre Torrisi, ma aveva il buon senso. Ed anche l’umiltà di chiedere ai confratelli il meglio da fare. Ebbe la fortuna, morta la mamma, di restare con due sue sorelle, ambedue religiose laiche ed insegnanti. Gli fecero da mamma e lo sostennero in tutte le sue necessità. Dopo la loro morte, infatti, P. Torrisi cominciò a… perder quota. Assieme alla riforma delle anime, il buon Parroco pensò anche al restauro della chiesa vecchia e pericolante. Riuscì ad avere un locale vicino alla chiesa ove, durante i lavori di restauro, riuniva la sua gente, teneva le sue riunioni, faceva giocare i ragazzi. A conclusione del suo mandato, se ne tornò tranquillo al suo paesello. Nella sua parrocchietta, piccola e ristretta, vi aveva trascorso 45 anni. In quei lunghi anni, chissà se avrà mai avuto desiderio di una chiesa più ampia e più scintillante! Io non credo. Non si era mai lamentato del suo stato di vita e si era mostrato sempre contento del suo gregge: E, si sa, chi si contenta, gode! Rimasto solo chiese ed ottenne ospitalità all’O.A.S.I. Maria SS.Assunta di Aci S.Antonio. Da lì saliva e scendeva per andare ad esercitare il suo ministero sacerdotale a Pedara nella chiesa S. Biagio di cui era stato nominato Rettore. Si mostrò sempre disponibile ad aiutare i confratelli in difficoltà. Al suo funerale la chiesa madre di Pedara era gremita di fedeli. Segno della stima che avevano per il loro prete concittadino. Ed anche i Sacerdoti erano molti. Padre Torrisi Antonino ha lasciato in tutti il profumo della sua schietta semplicità. Mons. Mauro Licciardello Donati carrelli spesa alla Caritas Diocesana di Catania rd Discount dona alla Caritas di Catania quindicimila e trecento euro in buoni spesa, provenienti da premi relativi al concorso “Vinci la California” , organizzato dall’azienda siciliana per festeggiare i primi 20 anni di attività, non ritirati e che per legge sono destinati in beneficenza. Per espresso volere del Presidente, commendatore Roberto Abate, il Consiglio d’amministrazione del Consorzio leader regionale della distribuzione organizzata Sicilia Discounts, ha deciso di donarli in A Ard Discount dona 15.300 euro in buoni spesa maniera esclusiva alla Caritas etnea. Iniziativa benefica che ha conferma- to e rinsaldato il rapporto avviato in questi anni dall’azienda siciliana con la struttura diocesana per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Presso il centro direzionale di Motta S. Anastasia si è svolta la consegna dei buoni spesa alla presenza dell’intero Cda e dei soci fondatori dell’azienda, nata nel 1994, ad oggi leader nella distribuzione low cost in Sici- Caritas Catania al centro commerciale Katanè per raccolta materiale scolastico uaderni, matite, penne biro, gomme, astucci e cancelleria varia. Questo il risultato della raccolta solidale ‘Una mano per la scuola’ ideata e promossa da Ipercoop Sicilia a cui ha aderito Caritas Catania allo scopo di ricavare materiale didattico da destinare agli alunni in difficoltà economica del nostro territorio. Sabato 6 Q settembre è toccato alla Caritas promuovere per l’intera giornata la raccolta all’interno del centro commerciale Katanè presso il punto vendita Ipercoop. Numerosi i volontari che hanno dato la propria disponibilità a sostegno dell’iniziativa caritatevole alternandosi per tutto il giorno dalle ore 9:00 alle ore 21:00. Il ricavato dell’intera gior- nata, in totale 15 carrelli colmi di prodotti per la scuola, sarà devoluto alle famiglie più bisognose. ® lia. Presenti anche il vice-presidente, cav. Sabino Cioffi, e i consiglieri del Cda, Antonino Capone, Michele Alioto, ed Emanuele Sgarioto. I buoni, da 25 euro ciascuno, saranno distribuiti alle famiglie bisognose e utilizzati per il soddisfacimento della Mensa Caritas ‘Help Center’ della Stazione Centrale. Don Piero Galvano, direttore Caritas Catania, ha ringraziato espressamente il presidente Roberto Abate e l’intero Cda per la generosità dimostrata : “Un gesto di solidarietà che rivela come sia possibile fare del bene, che esistono persone generose e di buona volontà anche oggi. Grazie a nome dei tanti poveri e delle tante famiglie catanesi che potranno beneficiarne”. Per la Caritas di Catania si tratta di una boccata d’ossigeno in un periodo di grande congestione, a fronte delle numerose richieste che ogni giorno giungono all’Help Center, dove si è arrivati a servire fino a 500 pasti al giorno per italiani ed immigrati. Un’accoglienza straordinaria che anche grazie alla solidarietà dell’Ard Discount non negherà a nessuno il diritto ad un pasto caldo. ® 10 Prospettive - 14 settembre 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo LA SALVEZZA DEL MONDO ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE 24a dom. T.O. - Nm 21,4b-9; Sal 77,1-2.34.35-38; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17 È certamente un problema serio la salvezza del mondo. Questo mondo si salverà? La questione si rifà agli inizi della sua esistenza. Si pensi alle uccisioni e agli stupri, alle violenze, alle ingiustizie e a tutto ciò che pone questo mondo in una visione del tutto negativa. Il simbolo più evidente è l’atteggiamento degli ebrei che escono dall’Egitto, da dove erano stati liberati da pene e sofferenze, e si lamentano col Signore rimproverandogli di averli fatti uscire dall’Egitto per farli morire “in questo deserto”, perché non c’è né pane né acqua e sono nauseati dal pane, la manna, che trovano “così leggero”. Si pentono di quello che hanno detto perché hanno parlato male del Signore e di Mosè, e pregano Mosè perché interceda presso il Signore per allontanare i serpenti brucianti che provocavano tanti morti tra gli Israeliti. Il Signore li salva dimostrando il suo eterno amore per le sue creature. Il serpente elevato in alto diventa simbolo di un’altra elevazione in alto, la croce, dove sarà elevato il figlio di Dio. Il Figlio, che Paolo viene presentato nella forma della sua umiltà: “che pur essendo Dio non si avvale di questo privilegio per essersi fatto simile alla condizio- ne di servo, umiliandosi e facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. La condizione di servo e la morte in croce sono i mezzi della salvezza del mondo. Dio poteva dall’alto della sua onnipotenza annientare il mondo. Invece lo salva offrendo come vittima di espiazione e come esempio di comportamento suo figlio. Infatti la volontà di Dio non è quella di “condannare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”. Evidentemente questa salvezza non è uguale per tutti. Ci sono quelli che la rifiutano, ci sono quelli che sono contrari, ci sono quelli che fanno professione di egoismo, quelli che negano Dio, quelli che non si vogliono esporre, come Nicodemo. Ma la volontà di Dio è decisa: il mondo si deve salvare ed il Figlio non viene nel mondo per condannarlo, ma per salvarlo. Nei rapporti tra Dio e gli uomini, anche se a volte possono sembrare conflittuali, è chiaro che c’è un giuoco di amore. Gli uomini: creati da Lui, voluti da Lui e cercati insistentemente da Lui, sono amati fino alla follia da Lui. Ciò che Egli richiede: è umiltà, semplicità, fede e amore. Questo non dovrebbe essere difficile all’uomo, ma l’uomo deve superare se stesso. Lo farà? Se collabora con Dio allora il mondo si salverà. Leone Calambrogio San Paolo in briciole Soffrire per il regno di Dio 2 Ts 1,6-12 Da un lato Paolo ringrazia i Tessalonicesi per quanto sopportano per vivere la loro fede, dall’altro annuncia i castighi divini per quanti sono causa di quelle sofferenze. I Tessalonicesi soffrono per la loro fede sopportando “persecuzioni e tribolazioni”. A causa di queste saranno dichiarati da Dio “degni di quel regno di Dio per il quale ora soffrite”. “E’ proprio della giustizia di Dio rendere afflizioni a quelli che vi affliggono e a voi che ora siete afflitti, sollievo insieme a noi, quan- do si manifesterà il Signore Gesù dal cielo con gli angeli della sua potenza in fuoco ardente, a far vendetta di quanti non conoscono Dio e non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù Cristo”. Il castigo che costoro riceveranno è una rovina eterna, “lontano dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza”. “Quando egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile in tutti quelli che avranno creduto, perché è stata creduta la nostra testimonianza in mezzo a voi. Questo accadrà, in quel giorno”. Anche per questo Paolo prega continuamente per loro “perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento con la sua potenza, ogni vostra ogni vostra volontà di bene e l’opera della vostra fede. Perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù Cristo in voi e in lui, secondo la grazia del nostro Dio”. L.C. La Croce da “prendere” e non da sopportare, da scegliere come riassunto di destino e di amor e Croce, punto di congiunzione tra Dio e il mondo Croce L’unica parola che il discepolo ha da consegnare al mondo è la parola della Croce. La parola di Dio è qualcosa che ci supera da ogni parte, che ci avvolge e che quindi ci sfugge, se tentiamo di afferrarla. Noi siamo nella parola di Dio, essa ci spiega e ci fa esistere. Come potremmo noi parlarne, farne oggetto della nostra riflessione, addirittura farla entrare in un progetto pastorale? È stata la Parola per prima a rompere il silenzio, a dire il nostro nome, a dare un progetto alla nostra vita. È in questa parola che il nascere e il morire, l’amare e il donarsi, il lavoro e la società hanno un senso ultimo e una speranza. “Nella tua luce vediamo la luce” . Riviviamo qualcosa dell’impressione di Isaia, che sentiva le labbra impure di fronte al mistero del Dio vivente. Vorremmo dire come Pietro: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” . Intuiamo che parliamo di qualcosa che è come una spada a doppio taglio, che ci penetra dentro fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, che scruta i sentimenti e i pensieri del mio cuore. Commozione Tutti partecipiamo al senso di timore, che ci invade e ci mettiamo spiritualmente in ginocchio per adorare con commozione e gioia il mistero di un Dio che si rivela e si comunica, che si fa “buona notizia” per noi, Vangelo. È soltanto in questo atteggiamento di adorazione e di obbedienza profonda alla Parola che sentiamo di poter dire qualcosa, con la coscienza di balbettare poco e male su un mistero tremendo e affascinante. Ci accostiamo a questo mistero anche in atteggiamento di speranza. Il contatto vivo con la Parola che, pur dimorando nell’intimo del nostro cuore, ci oltrepassa e ci attrae con sé verso un’immagine sempre più nuova e più pura di vita umana, produce certamente un benefico rinnovamento dei nostri modi di pensare, di parlare, di comunicare tra noi. Pensiamo al linguaggio che usiamo noi credenti nella preghiera, nella predicazione, nelle varie forme di comunicazione della fede: è talora ripetitivo, convenzionale, senza vivacità e senza mordente. Un incontro più intenso con la parola di Dio potrà ridargli chiarezza e incisività. Ma pensiamo anche a vari linguaggi che si intrecciano lungo le strade, nelle case, nei luoghi di incontro, di lavoro, di studio, nei mezzi di comunicazione sociale. Non sentiamo forse tutti quanti l’esigenza di scoprire ciò che ci unisce al di là delle divisioni; di ritrovare in una comune tradizione la spinta verso il futuro; di ricondurre i diversi e spesso contrastanti progetti di vita umana a un’immagine di uomo, che non mortifichi nulla di ciò che è bello, buono, onesto, che sia così ampia e di così vasto respiro da accogliere con rispetto anche il più piccolo contributo al vero progresso dell’uomo? La Parola che Dio ci ha donato in Gesù, che ha suscitato forme sempre nuove di vita umana, che ha alimentato per secoli la nostra tradizione può aiutarci a ritrovare valori comuni e creativi. Per questo osiamo offrire questi messaggi non solo ai credenti, ma anche a quei fratelli e a quelle sorelle che, per vari motivi, non si sentono di condividere la vita della comunità cristiana. Le offriamo come un dono e insieme come una sfida; come una promessa e insieme come un impegno. Ci sono nella parola di Dio tanti spunti che parlano immediatamente all’uomo, trovano direttamente la via del cuore e generano una coraggiosa volontà di servire l’uomo. Accogliere questi spunti significa lavorare per il vero bene dei fratelli. L’infinità del mistero, che indichiamo con il termine “parola di Dio”, ha limiti insuperabili: “la parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata”. Il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempie sempre più il cuore degli uomini. C’è strettissimo rapporto tra la Sacra Scrittura e il Corpo del Signore, tra la mensa della Parola e la mensa Eucaristica. Desideriamo sottolineare alcuni punti che servo- no alla comunità per rendere sempre più esplicito e vissuto quel primato della parola di Dio, che è fondamento e radice di ogni attività della Chiesa. Emmaus Possiamo riferirci all’episodio dei discepoli di Emmaus. Spiccano in esso tre momenti. Il momento finale è il riconoscimento del Signore risorto attraverso l’esperienza dello “spezzare del pane”. Tale riconoscimento conduce alla corsa di ritorno verso Gerusalemme per annunciare la bella notizia della risurrezione, cioè conduce alla riaggregazione alla comunità cristiana e alla missione evangelica. Questo momento eucaristico e missionario, però, è preceduto e preparato da un momento contemplativo. I discepoli insistono perché il pellegrino, ancora ignoto, ma già amato attraverso i presentimenti del cuore, resti con loro “perché si fa sera” . È la prima e forse la più commovente preghiera della comunità cristiana dopo la Pasqua. Essa allude alla povertà e alla solitudine dell’uomo che si fa più evidente nell’oscurità del mondo. Essa chiede che il colloquio di speranza si prolunghi, che la presenza contemplativa dei discepoli col Signore non si interrompa. Tale presenza sta “riscaldando il cuore” e lo prepara ai propositi generosi dell’azione. Questo momento contemplativo scaturisce dall’annuncio della Parola. Quando i due discepoli parlavano al misterioso viandante della loro speranza circa Gesù di Nazareth, pensavano certo ad una salvezza misurata dai loro desideri più immediati: “noi speravamo che fosse lui a liberare Israele” Padre Angelico Savarno 11 Prospettive - 14 settembre 2014 cultura All’Oasi “Regina Pacis” di Motta S. Anastasia Premio nazionale “sul tema della psiche e dell’uomo” L’avventura della poesia e dell’arte alcoscenico raffinato per la IV Edizione del Premio Nazionale “Oasi” di Poesia sul Tema della Psiche e dell’Uomo, che ritorna puntuale rinnovando la sua allure, ispirato dalla “Musa del Cuore” la quale si ammanta di continua vita poetica per il prezioso evento socio-culturale della Comunità Terapeutica Riabilitativa “Oasi Regina Pacis” di Motta S. Anastasia. La manifestazione, ideata e condotta dallo psichiatra, poeta e scrittore Giovanni Sollima, si è caratterizzata per le forme poetiche, accompagnate dalle suggestioni visive della mostra artistica integrata, che ha fatto da cornice e ha avuto il suo momento ammalian- P “Sono stanco di lottare contro i mulini a vento, l’eccessiva burocrazia e l’indifferenza che mi opprimono e mi schiacciano quotidianamente, siamo ormai al limite delle forze fisiche e mentali”. Ad affermarlo il missionario laico Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e Carità che ha deciso di gettare la spugna dopo 25 anni di attività di volontariato svolta a Palermo, sempre al fianco degli ultimi. “Avete lasciato soli i poveri, i più deboli, e adesso – si legge nella nota – anche la Missione di fratel Biagio, che da quasi venticinque anni si adopera per aiutare i senza tetto. Non ritengo giusto avere lasciato soli chi ogni giorno si prodiga in aiuto ai tanti poveri bisognosi. La Missione, che in questi venticinque anni ha operato gratuitamente per portare aiuto ai più bisognosi, non è stata compresa, ancor peggio non è stata accettata ed egoisticamente esposta ai tanti rivali della città di Palermo; in particolare mi sento lasciato solo dai titolari delle tre strutture; Regione, Comune, Demanio”. “Fratel Biagio – prosegue la nota – decide a malincuore di restituire le tre preziose strutture, tutte ubicate nella zona della Stazione Centrale di Palermo, l’ex disinfettatoio, l’ex istituto te grazie alla performance musicale del bel canto del Gruppo Vocale Polifonico “Armosaico”, che con il suo repertorio vasto e suggestivo ha richiamato l’attenzione e l’entusiasmo del pubblico presente. Vincitrice del 1° Premio è stata la poetessa Domenica Caponiti con l’opera poetica “Il viaggio non si ferma mai”; 2° Premio a Katiuscia Russo per la lirica “Me stessa”; 3° Premio a Vittorio Fazio per la poesia “La via per l’isola… smarrita…”. Durante la kermesse sono stati assegnati: Premio Speciale “Mediterraneo” sui temi dell’Immigrazione e della Pace, inserito in regolamento dal 2012, che per questa edizione ha visto vincitore il poe- ta Alberto Borgia con “Sempreverdi”, al quale è stato riconosciuto un premio extraconcorsuale nuovo e dai significati profondi e inediti Premio “Poetica dell’Insegnamento – Diorama Educativo”, di natura pedagogica, dedicato alla figura di Anna Maria Mogavero Sollima, educatrice ed insegnante; assegnato ad un poeta, sottolinea il dott. Sollima,“perché la poesia insegna, e certa poesia sensibilizza ed induce ad aprire gli occhi sulla realtà e fa riflettere più di tanti trattati”. Altro momento evocativo il Premio Speciale “Libro di poesia” conferito ad Alfio Licciardello per la raccolta pubblicata “Miele e Lava”, dalla quale lo stesso autore ha suggestivamente letto la lirica che dà il nome al Biagio Conte torna sulle montagne: “Non ce la faccio più, me ne vado” Santa Caterina e l’ex caserma aeronautica dove attualmente sono alloggiati gli accolti. Autorità, riprendete le strutture, e vi prego anche tutti gli accolti; purtroppo non riesco più a garantire loro la luce, il gas, l’acqua, i viveri, le medicine e i tantissimi biso- gni, per poter portare avanti le comunità”. “Spero – conclude la nota – che tutti siete a conoscenza di quanto la Missione ha donato e contribuito per aiutare questa martoriata città di Palermo, ma mi rendo conto adesso che non si può fare niente di buono in questa terra di Sicilia, Italia, Europa. Fratel Bia- gio ha deciso di tornare nuovamente sulle montagne e nella madre terra, sicuramente più generosa”. E intanto piena solidarietà a Biagio Conte è stata espressa dal direttore della Caritas di Palermo, don Sergio Mattaliano. “Da parte nostra e della Caritas tutta c’è piena solidarietà con Fratel Biagio – dichiara padre Sergio - in quanto il nostro carissimo fratello rende un servizio importante per l’intera Chiesa e per la comunità laica tutta, a fianco dei più poveri della città di Palermo. In tutti questi anni, fratel Biagio ha dato sostegno ai più deboli, spesso in luoghi dove tanti altri non andavano. È partito dalla Missione notturna, dando aiuto a chi vive per strada, e poi ha continuato con l’accoglienza. Certamente da parte della burocrazia ci devono essere delle norme e leggi che possono favorire l’aiuto e il sostegno. E noi non possiamo che essere solidali con fratel Biagio, mostrando il nostro sostegno e incoraggiamento affinché continui e non abbandoni la sua Missione”. E lo stesso Conte, dopo lo sfogo lancia un appello alla società civile. “Purtroppo ed egoisticamente – afferma Biagio Conte – queste ricchezze non sono state ridistribuite correttamente per il bene comune, in particolare per i più bisognosi. È veramente triste che il male, ancora oggi, tende a distruggere la pace e cerca di annientare tutta l’umanità; non possiamo rimanere passivi e spettatori ma rispondere al male con il bene cioè con la giusta opera, riproponendo al più presto i giusti valori e le giuste regole che purtroppo abbiamo cestinato”. Secondo il missionario laico, fondatore della Missione Speranza e Carità, ognuno deve fare la sua parte bene. “Convertiamoci - aggiunge – al più presto alla vera giustizia, alla verità e alla vera libertà per il bene proprio e di tutto il mondo. Non indurite più il vostro cuore; se vogliamo salvare l’umanità e l’anima non ci rimane che aprire il nostro cuore donando, aiutando e amando si ricevono tanti e tanti benefici”. Pino Grasso libro. Importanti gli artisti presenti per l’estemporanea mostra integrata: Aurora Ricca, preziosa nell’iter performativo dei suoi quadri e gli allievi dell’atelier d’arte del maestro Vincenzo Buccheri. Il sindaco uscente dott. Giuffrida, ha evidenziato il consolidato legame tra la Comunità Terapeutica Riabilitativa istitutrice del Premio “Oasi” di Poesia, il paese e il territorio. Tutto ciò è stato ribadito dal direttore del Centro comunitario, Alessandro Russo, che ha espresso il proprio impegno e piacere nel sostenere iniziative ferventi di significato e ricche di assunti socioculturali come la rassegna poetica premiale. Il dott. Sollima, congratulandosi con tutti i partecipanti, ha messo in evidenza come molte poesie giunte presso la Comunità per questa edizione parlano d’amore, facendo di questo sentimento uno spontaneo fil rouge d’interesse tematico. Numerosa la partecipazione alle diverse e percettive anime della manifestazione da parte della Comunità “Kennedy” di Saponara (Messina), una cui delegazione era guidata dal Dott. Domenico Mallamace, e che pure hanno recato in mostra oggetti dipinti in terracotta, tipici della tradizione del loro laboratorio artistico artigianale. “Un caleidoscopio di forme colori, musica e poesia, conclude Sollima, ha atteso e alimentato capacità d’emozione”. Una serata che ha interpretato il pensiero e il vissuto di un’avventura dell’arte, con un affascinante viaggio per un progetto ambizioso che afferma la propria singolare identità in chiave trasversale, ovvero l’interazione e il dialogo tra forme artistiche diverse ma sinergiche, universi di creatività con la giusta alchimia fanno dialogare poesia e pittura. L.B. Colloqui Rosminiani I-II a cura di Piero Sapienza ome si scrive nella introduzione: «Lo Studio Teologico S. Paolo di Catania, con l’anno accademico 2010/2011, dà vita ai “Colloqui Rosminiani”. Con questa iniziativa, lo studio del pensiero di Rosmini viene introdotto nei programmi del S. Paolo per promuoverne la conoscenza tra gli studenti del corso teologico. L’iniziativa si articolerà in due momenti, tra loro collegati. Innanzitutto, ogni anno, lo Studio Teologico attiverà un seminario sul pensiero del roveretano… In quest’anno accademico il seminario per gli studenti del 1° e 2° anno sarà: “La questione educativa nel pensiero di Rosmini”, in sintonia con il programma pastorale della CEI per i prossimi dieci anni sulla sfida educativa. Ma allo stesso tempo, l’iniziativa intende proiettarsi nel mondo accademico catanese, di modo che la diffusione del C pensiero di Rosmini esca fuori dalla cerchia degli studenti di teologia. Pertanto (ed ecco il secondo momento), ad anni alterni sarà organizzato un “Colloquio” di una intera giornata, in collaborazione con l’Università di Catania, aperto al pubblico. L’iniziativa dello Studio Teologico S. Paolo, oltre che opportuna ci sembra anche molto significativa, perché ancora oggi, per i più, Rosmini è solo un nome, come il “Carneade” di manzoniana memoria» (pp. 9-10). Con queste iniziative si va riscoprendo l’importanza della grande figura di pensatore poliedrico che è stato Antonio Rosmini, capace di orientare ancora una volta questa nostra umanità che stenta a trovare il senso del vivere. Elenchiamo ora gli autori e le relazioni pubblicate in questo volume. Colloqui Rosmini I: Crisi antropologica oggi? La lezione di Antonio Rosmini (2010). COLLOQUI ROSMIN I: PERCHÈ? Introduzione (Piero Sapienza ) -LA CRISI ANTROPOLOGICA NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE (Antonino Crimaldi). -ROSMINI E IL FONDAMENTO DELLA QUESTIONE ANTROPOLOGICA (Umberto Muratore). -ROSMINI E LA VISIONE INTEGRALE DELL’UOMO (Lino Prenna). -LA VISIONE ANTROPOLOGICA ROSMINIANA DI FRONTE ALLA SFIDA EDUCATIVA (Antonio Staglianò). -ROSMINIANESIMO IN SICILIA (Salvatore Latora). Colloqui Rosmini II: La politica di Antonio Rosmini (2012) -COLLOQUI ROSMINI: LA POLITICA DI A. ROSMINI. INTRODUZIONE (Piero Sapienza). -ROSMINI E IL COSTITUZIONALISMO EUROPEO (Giuseppe Astuto) -L’UNITÀ D’ITALIA E LA VISIONE FEDERALE IN ANTONIO ROSMINI (Paolo Armellini). FILOSOFIA E POLITICA IN ANTONIO ROSMINI (Francesco Conigliaro). -ROSMINI DI FRONTE LA MODERNITÀ: DIRITTI, ECONOMIA E PERSONA (Salvatore Muscolino). LA CONCEZIONE ANTIPERFETTISTICA DELLA POLITICA IN ROSMINI (Piero Sapienza). Manca in questo volume l’ampia e ben documentata relazione (38 pp.) del prof. Markus Krienke: “ROSMINI ANTICIPATORE DELLA SVOLTA PERSONALISTICA NELL’ETICA SOCIALE CRISTIANA. CONTEMPORANEAMENTE UN CONTRIBUTO ALLA DETERMINAZIONE NEL RAPPORTO TRA ROSMINI E TAAPARELLI SULL’ETICA DEL DIRITTO”, pubblicata su Synaxis, 2(2012) 99-136. Salvatore Latora 12 Prospettive - 14 settembre 2014 RUBRICHE Il Maestro scultore Roberto Santo crea una versione epica della Pietà in Sicilia a Taormina La ricerca del perché della sofferenza l maestro scultore di fama mondiale Roberto Santo, ha creato una sua versione de “La Pietà” nel contesto di un incantevole colle di Taormina, che naviga in una meravigliosa vista mare, nella villa della psicoterapeuta scrittrice Rose Galante, e svelata per la prima volta al pubblico mercoledì 23 luglio. È stata commissionata dalla Parrocchia di St. Patrick ad Anchorage, Alaska (U.S.A.), la quale sta realizzando, grazie alla raccolta di fondi dei fedeli, il “chiostro di St. Patrick” che conterrà oltre 200 opere d’arte, tutte realizzate dallo scultore: 30 sculture, 200 Foto di Luca Guarneri metri quadrati di vetrate ed un muro di 100 m. realizzato in mosaico. All’interno del chio- no trasformato più di mille chili di stro ci saranno sette cappelle con più creta, in un’opera d’arte per creare di 100 bassorilievi raffiguranti il un istante che toglie il fiato, la morte Vecchio e il Nuovo Testamento. di Gesù con la sua devota Madonna, Roberto Santo è anche il direttore testimonianza leggendaria dove la artistico del progetto e sovraintende sua padronanza della scultura figural’architettura, un gioiello per l’Ala- tiva è risoluta; la scultura in una priska e per il mondo intero. Per realiz- ma fase in argilla sarà successivazare “La Pietà” otto mesi di rifles- mente realizzata in bronzo, è alta sione, frutto di centinaia di ore di 155 cm., larga 205 e ha una profonstudio e ricerca di svariate opere reli- dità di 100 cm. giose di pittura e di scultura disloca- Un artista rinascimentale moderno, te in giro per il mondo. Lo studio che ha il pieno controllo del procesdell’opera è passato dalla ricerca del so creativo e ama fare tutto con le disegno alla realizzazione di sei mani, il suo genio si esprime anche modelli di diverse dimensioni utili a nella sua mano sinistra, la risposta è nel cervello e nella meraviglia del ricreare la sua visione. Le magistrali mani del Maestro han- vedere. Johannes Brahms e Paul I Wittgenstein lo avevano intuito nel tempo, poiché il lobo parietale che controlla l’uso della sinistra è più rapido nel mandare impulsi. Ciò garantisce momenti più rapidi, fini e precisi, essenziali per suscitare emozioni, con un’antropologia sospesa tra passato e futuro. La sua arte celebra il passato, in una raffinata esecuzione laboriosa ma di grande impatto visivo con toni morbidi e vellutati, e un’atmosfera che estende il viaggio di Cristo all’infinito, teso alla ricostruzione dell’universo. Un new viaggio, sulle tracce di un avventuroso antenato Michelangelo, ma per scoprire l’opera d’arte del Duemila. L’artista nella sua opera dà un messaggio al mondo “perché? Chiede a Dio. Ha interpretato magistralmente la nostra età il Duemila, l’età della globalizzazione, la comunicazione tra religione e popolo, sacro e profano e afferma: “Michelangelo nel 1500 vedeva il Sacro, lontano dal profano e la sua Pietà era ieratica”. Continua: “ho creato la Pietà con un’emozione diversa rispetto a quelle realizzate in passato.” Robert credente, da piccolo collaborava come chierichetto con il sacerdote durante la Messa, la sua formazione religiosa, artistica e psicologica lo porta a creare una scultura originale, raccogliendo gli elementi archetipici delle figure femminili che modella con l’argilla. È la plasticità della mente, della materia mnestica governata da segni e simboli, che rimanda alla potenzialità della materia plastica, duttile nella sapiente reiterata manipolazione dello scultore. L’immagine della femminilità umana della Madonna, emerge in un gioco compositivo, che canta la bellezza infinita delle creature e riporta all’interno della materia il mistero della maternità. Bella, maestosa nella sua solitudine, “La Pietà” irradia da dentro le forze che tutto tengono assieme e legano, ostinate, i fili della degli stili barocco e rococò. Esempi significativi di croci processionali sono quella con stemma del vescovo Giovanni De Rosa in argento (XV sec.) attribuita a Giovanni di Spagna, conservata nel museo diocesano di Mazara del Vallo; la Croce processionale con smalti e oro di Nicola da Guardiagrele, nel museo diocesano di Lanciano; la Croce astile in rame dorato e argentato, con smalti e lapislazzuli, di Girolamo Martino Spigliati, presso il Museo della Cappella di San Jacopo in Fiesole; e la suddetta Croce processionale di Borbona, databile al 1320-1330, oggi tornata definitivamente nella chiesa di S.Maria Assunta, dopo essere stata esposta dal 1974 nel museo del Tesoro del Duomo di Rieti. I borbontini la portano in processione tutte le domeniche di settembre per la Festa della Natività di Maria. La complessa iconografia che la connota racchiude i temi della Trinità e il primato dello Spirito Santo con la figura frontale di Cristo issato sull’Albero della vita al centro dell’Eden, mentre sul retro siede sul trono apocalittico, attorniato dai quattro evangelisti. Le belle figure di Giovanni Evangelista, con testa di aquila in alto e di Giovanni Battista, in basso, esaltano l’importanza dello Spirito Santo. Ancora una volta, le opere del museo diocesano catanese spingono l’osservatore a un excursus gratificante nel panorama dell’arte sacra. vita. L’artista si dedica alla scultura con mestiere e libertà espressiva. Per lui l’arte è uno strumento per esplorare l’essere, per testimoniare la profondità recondita emozionale del pensiero e plasma Cristo e la Madonna con gestualità sapida ed essenziale, rappresentando la simbologia della vita, la trasformazione della materia in spirito. Con il suo profilo asciutto, uno sguardo aperto mi racconta che in questi mesi si alzava alle 5 del mattino, toglieva il velo alla statua con il buio e poi arrivava la luce, così la Madonna si illuminava “e con dolore e sofferenza, sottolinea, la sua richiesta “perché?” un pathos da donna greca, che vive la nostra epoca. Concettualmente, spiega, mi sono sempre chiesto il perché. Ho sentito nella creazione dell’opera che anche la Madonna, con la sua fede instancabile, si rivolgesse a Dio, con in grembo il corpo del suo figlio morto dopo ore di agonia della Passione, chiedersi perché” continua affermando “realizzare la Pietà è una responsabilità enorme, significa raffigurare la scena più commovente della nostra fede come Cristiani, un momento con il quale è difficile convivere ogni giorno. Ho rinnovato ogni giorno il dolore che Gesù e la Madonna hanno sofferto ed anche i miei sogni durante questo periodo sono stati opprimenti. È stata una creazione travolgente che ho amato nonostante l’agonia vissuta in ogni singolo momento. Sento che questa sia la migliore opera d’arte che io abbia mai realizzato ed attraverso essa mi sento benedetto”. Los Angeles è stata la città che lo ha lanciato professionalmente nel mondo del cinema creando traillers e campagne pubblicitarie per aziende quali Microsoft e Nike e collaborando con personaggi illustri quali Steven Spielberg, Clint Eastwood, George Lucas e Bob Zemeckis. Oltre 200 i film in cui Roberto ha espresso la sua arte inclusi successi mondiali quale Apocalypse Now, Superman, Star Wars e Incontri ravvicinati del terzo tipo. Le Poste degli Stati Uniti hanno commissionato la sua “Flowers Series” che ad oggi rimane tra le più vendute nella storia. L’arte lo condusse naturalmente in Italia dove si stabilisce a Pietrasanta in Toscana, che si affaccia sul mare Mediterraneo una terra famosa per i suoi marmi e per gli artisti che la vissero sin dalla fine del ’500, tra questi Michelangelo. Vive anche in California sua seconda casa in un ranch di 200 acri. Anna Rita Fontana Lella Battiato Continua la visita al Museo diocesano li arredi argentei esposti nella sala VI del museo diocesano catanese, al terzo piano, contemplano un pregiato esempio di Croce processionale in stile rococò realizzato da Francesco Nocita all’inizio del XVII secolo, in argento sbalzato e rame dorato. Si tratta di una tipologia di croce decorata su entrambi i lati, in quanto concepita per essere portata in processione: essa reca, infatti, solitamente sulla parte frontale la figura di Gesù Cristo, mentre sul retro compare la Madonna o un santo. Si definisce impropriamente “croce astile”, dalla fattispecie diffusasi dopo il XVI secolo col braccio verticale prolungato, detto anche asta, per consentire allo stauroforo una presa più agevole: ne sono esempio la Croce Astile di Desiderio, in oro e pietre preziose, conservata nei Musei Civici di Brescia, e la Croce processionale di Borbona, in provincia di Rieti, capolavoro artistico sbalzato in lamina d’argento dorato a fuoco e decorato da smalti traslucidi, che si attribuisce all’orefice toscano Andrea di Jacopo d’Ognabene, attivo presso la corte di Napoli di Roberto d’Angiò. Numerose iconografie attestano fin dall’antichità l’uso di croci processionali, dette portatili, G La Croce astile quindi non sorrette da un’asta, e munite di impugnatura corta affinché si portassero a mano, secondo un’usanza che perdurò fino al XVI secolo. Un esemplare del genere si trova nel mosaico della Basilica di San Vitale, a Ravenna, che raffigura l’imperatore Giustiniano con il suo seguito e l’arcivescovo Massimiliano. All’immagine di Gesù Cristo si affiancano le terminazioni della croce con figure di S. Giovanni Evangelista, di Dio Padre, della Madonna, di angeli e figure simboliche, già dal XII secolo in poi. Le iniziali linee squadrate, nel secolo successivo, si evolvono con terminazioni arricchite da estremità trilobate e polilobate, con piccole sfere in metallo, corallo o pietre preziose. Inoltre i materiali nel tempo si sono diversificati, registrando accanto al metallo (argento, bronzo, rame e oro) l’adozione di avorio o cristallo di rocca decorati con smalti e miniature, con l’inserimento di reliquie a vista, data la trasparenza. La ricchezza stilistica prosegue nel XV secolo, con croci di singolare inventiva come quelle abruzzesi, i cui contorni sono decorati da perle, sfere e boccioli: celebri, in proposito gli esemplari prodotti da Nicola Guardiagrele e dalla sua bottega. Dopo la Riforma cattolica invece si osservarono norme più rigide che imposero schemi strutturali e decorativi più semplici, dai quali in seguito si derogherà in opere più complesse durante la diffusione La sua arte celebra il passato, in un’atmosfera che estende il viaggio di Cristo all’infinito, teso alla ricostruzione dell’universo
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