Presentazione di Enrico Conti

COMPETENZE PER LO SVILUPPO:
SISTEMI DI ISTRUZIONE E
FORMAZIONE PROFESSIONALE A
CONFRONTO
IRPET
Enrico Conti - Firenze, 3 aprile 2014
La formazione delle competenze
p
p
per lo sviluppo:
pp uno schema analitico
Due decenni di ricerca comparata sui Sistemi di formazione delle competenze nelle
economie di mercato avanzate contemporanee hanno prodotto un dibattito ricchissimo che
1 ha confermato la grande importanza economica e sociale dei sistemi di produzione delle
competenze per lo sviluppo industriale
2 Ha anche sottolineato la complessità di questi sistemi, della loro storia e del loro rapporto
con l’economia
Uno schema analitico che possa inquadrarli in modo non riduttivo richiede di prendere in
considerazione due gruppi di attori: le istituzioni pubbliche e le imprese
((Busemeyer
y e Trampusch
p
2012).
)
 Entrambi questi attori possono essere più o meno impegnati nella formazione delle
competenze Se incrociamo le due variabili si ottengono quattro celle
competenze.
celle, riprodotte
nella tabella seguente e corrispondenti ad altrettanti tipi.
La formazione delle competenze
p
p
per lo sviluppo:
pp uno schema analitico
Lo schema analitico di Busemeyer e Trampusch (2012) simile a quello di Regini (1996)
Impegno delle imprese nella formazione
professionale iniziale
Impegno pubblico nella
formazione professionale
alto
basso
basso
alto
Sistemi statalisti
(Francia, Svezia)
Sistemi
collettivisti
(Germania)
Sistemi liberali
(USA)
Sistemi
segmentati
(Giappone)
La creazione delle competenze per lo sviluppo: uno schema analitico
tipo sistema
attori centrali
istituzioni centrali
tipo di competenze
centrali
statalista
Stato
percorsi scolastici
tecnicoprofessionali
accademicoaccademico
generaliste e
professionali
liberale
Stato aziende
Stato,
scuola generalista,
generalista accademicoaccademico
generaliste e
formazione
aziendali
aziendale “on the
job”
flessibilità
sistema duale
(integrazione tra
scuola e
formazione
aziendale)
professionali
alto livello medio di
qualificazione
rigidità e lentezza
professionale dei
nell’adeguare le
lavoratori
competenze
all’innovazione
formazione
aziendale iniziale
(corporate
university)
aziendali
rapporto tra
informalità, volontarismo
lavoratori e azienda
collettivista
Stato, organizzazioni
degli interessi
segmentato
Scuole aziende
Scuole,
punti forti
punti deboli
integrazione tra
scuola e FP
possibile
accademizzazione della
FP e indebolimento del
rapporto con le aziende
accademizzazione della
scuola,
deprofessionalizzazione
dei lavoratori di livello
medio e basso,
delocalizzazioni
Tendenze evolutive
1. Terziarizzazione. Nel manifatturiero sono molto importanti le competenze tecnico- professionali,
mentre le attività terziarie richiedono competenze generaliste, e in particolare le competenze
trasversali (lingue straniere, informatica) e quelle relazionali e organizzative ( scuola ma anche
f i li e società)
famiglia
i tà)
2. Accademizzazione della scuola. liceizzazione, della scuola secondaria, e indebolimento dei
rapporti tra scuole e mercato del lavoro (Schizzerotto e Barone 2006)
2006), determinata in parte anche
dalla scelta delle famiglie Ciò si riflette anche nella scelta della formazione universitaria.
3 Politiche Europee.
3.
Europee Il processo di Copenhagen . ll’accento
accento è posto su “un
un nuovo tipo di individuo
individuo,
che sviluppa di continuo, in modo imprenditoriale, le proprie competenze” per aumentare la propria
occupabilità, non si parla di qualificazione on the job né di modello tedesco.
4. La crisi economica e la globalizzazione pone i settori di fronte a una necessità o ad una scelta
• Delocalizzazione , o compressione dei costi (equilibrio “a basse competenze” e a bassi
salari )
• Investimento in tecnologia e competenze per spostarsi su segmenti di mercato superiore,
meno toccati dalla crisi e dalla competizione internazionale
Il caso di successo tedesco:
t d
“non
non solo duale
duale”
Il sistema di istruzione e formazione tedesco
10
11
12
13
14
15
16
GYMNASIUM
(Liceo)
10-16 anni
17
18
GYMNASIUM
(Liceo)
16-19 anni
REALSCHULE
(Scuola media tecnica)
10-16 anni
FACHOBERSCHULE
(Scuola tecnica in
alternanza formativa)
16-18 anni
19
FACHHOCH
- SCHULE
18/19-22/23
anni
20
21
22
23
UNIVERSITÀ
19 24/25 anni
19-24/25
BERUFSAKADEMIE
18-21 anni
HAUPTSCHULE
((Scuola media professionale)
p
)
10-15 anni
BERUFSFACHSCHULE
(Scuola
professionale di
1-3 anni)
15/16-16/19 anni
BERUFSHULE+BETRIEB
(Sistema duale-alternanza
lavorativa) 15/16-17/19 anni
FACHOBERSCHULE
17/19 -18/20 anni BERUF-SHULE+
BETRIEB
17/19-20/21 anni
FACHSCHULE
(Scuola
terziaria
professionale)
18/19-21/22
anni
Qualifica
di
assistente
artigiano
Qualifica
di
maestro
artigiano
24
25
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA E PROFESSIONALE
IRPET
I caratteri distintivi del sistema di istruzione e formazione tedesco
1 Tracking. L’inserimento precoce in un percorso di studi specifico. A undici
anni si determina se si è inseriti in un percorso di istruzione generalista o
tecnico professionale. Forte orientamento e scelta non solo delle famiglie
2 Il sistema duale. Una istruzione professionale fondata sull’apprendistato
in azienda finanziato dalle imprese stesse, come percorso utilizzato da
oltre
lt il 50% dei
d i provenienti
i ti dalla
d ll scuola
l secondaria
d i di grado
d inferiore.
i f i
3 Canale professionale aperto all
all’istruzione
istruzione superiore di tipo tecnico non
universitario
Il caso tedesco: le caratteristiche essenziali del sistema duale
1. Percorso integrato che abbina la formazione scolastica nella Berufsschule e una formazione
professionale di tipo pratico in azienda, attraverso un contratto di apprendistato retribuito.
2 N
2.
Nella
ll programmazione
i
edd erogazione
i
ddell servizio
i i sono coinvolti
i lti ttre partner
t
• Scuola professionale
• Impresa formatrice ( che partecipa volontariamente)
• Camera dell‘Industria e del Commercio ( pivot del sistema,
sistema registra i contratti,
contratti autorizza le
imprese a formare, predispone gli esami finali)
3 Durata
3.
Durata. Inizia a partire dai 15 anni (assolvimento obbligo scolastico) e varia da 1 a 3 anni,
anni a
seconda della specializzazione professionale e a seconda della modalità di frequenza (a tempo
pieno e a tempo parziale)
4. Si conclude con il diploma professionale. Coloro che completano con successo la formazione sono
abilitati a esercitare la professione in una delle 340 professioni riconosciute, per la quale hanno
ottenuto la qualifica
5. Contestualmente si può ottenere la certificazione intermedia per proseguire negli studi superiori
Un modello “win win” ?
I vantaggi
1 Per gli allievi. Socializzazione del giovane al lavoro. Fornisce un alto grado di skill jobspecific che facilitano la transizione scuola-lavoro.
specific,
scuola lavoro Circa il 70% degli apprendisti resta a
lavorare nell’azienda in cui ha effettuato l’apprendistato. Aumenta l’occupabilità dei
lavoratori (Mardsen 1999)
2 Per la scuola. Contamina scuola e impresa adattando la prima alle esigenze della
seconda; allevia i problemi di mismatch territoriale tra domanda e offerta di
competenze sul mercato del lavoro.
lavoro
3 Per le imprese. Determina una elevata qualificazione della manodopera a disposizione
delle imprese
p
aiutandole a competere
p
sulla q
qualità. Crea un clima industriale cooperativo
p
e poco conflittuale. (Maurice, Sellier e Silvestre, 1982; 1984; Sorge 1995)
4 Per il sistema economico. Produzione ridondante di competenze rispetto a quella che
un semplice meccanismo di mercato garantirebbe; aiuta il sistema a percorrere la via alta
dello sviluppo e a uscire dalle possibili trappole da sotto-investimento in capitale umano.
Le criticità p
possibili e q
quelle manifestatesi
1 Tracking precoce (11 anni), largamente determinato dal background familiare, può avere
esiti disegualizzanti in termini di opportunità di vita, amplificando e irrigidendo le
appartenenze di “classe”
2 Una formazione professionalizzante con skill job-specific potrebbe determinare nel lungo
periodo una minore flessibilità al mercato e dunque una minore ri-occupabilità
ri occupabilità e esiti
negativi in termini di carriera e/o reddito lungo il ciclo di vita.
3 Fenomeno di esclusione (di fatto limitato). Chi sta fuori del sistema delle qualifiche
professionali ha davvero poche chance di carriera.
4 Durante gli anni ’90 si è verificato
• Una difficoltà del sistema ad aggiornare i propri contenuti formativi.
• Le aziende, soprattutto le piccole, talvolta sono uscite dal sistema perché non
pp
i costi degli
g apprendisti
pp
riuscivano ppiù a sopportare
• la maggiore flessibilità del lavoro (riforma primi anni ‘2000) ha indebolito una delle
ragioni principali dell’investimento in formazione, ovvero la difficoltà di licenziare
Gli aggiustamenti
gg
degli
g anni ‘2000
I principali interventi degli anni 2000, sistematizzati nella riforma del 2005 della legge-quadro
del 1969 sono stai i seguenti
1 Flessibilizzazione degli apprendistati: dal duale triennale a modello “a stadi”, dove i
primi due anni consentono di ottenere un primo titolo, e il terzo anno, con il
conseguimento del titolo completo, è opzionale(stufenausbildung).
2 Aumenta il peso delle grandi imprese. Discussione in corso su possibile
aziendalizzazione degli esami
3 Sui contenuti formativi è in atto un processo di semplificazione e modularizzazione e
potenziamento delle competenze trasversali relazionali.
4 Stratificazione interna del duale e aumentata integrazione con ll’università
università.
• si è indebolita la distinzione tra università e Fachhochschulen
• le scuole superiori del sistema duale (Berufsakademien) si stanno a loro volta
t f
trasformando
d iin scuole
l di tipo
ti universitario,
i
it i simili
i ili alle
ll FH .
5 Si è permessa l’espansione, a discrezione dei lander, del training a scuola
Nonostante ciò……
Ancora nel 2010 nel sistema duale entra il 67% degli allievi usciti dall’obbligo
1992
2002
2010
Sistema duale
Übergangssystem
Università (comprese FH)
79
31
26
60
55
40
67
48
47
Scuole secondarie tecniche
14
20
21
8
6
4
Disoccupazione < 20 anni
fonte: adattato da BMBF (2011)
(
)
nota: i valori non sommano a 100 perché un individuo può partecipare a più di un percorso
Caratteri del sistema di istruzione e formazione italiano
1. Sistema di formazione delle competenze di tipo ex statalista  liberale che
prevede uno scarso investimento da parte delle imprese e ha conosciuto negli
g
ultimi decenni un disinvestimento da parte dello Stato.
2. Modello formativo centrato sull’asse generalista, e sulla didattica frontale anche
nella filiera tecnico
tecnico-professione
professione (TP),
(TP) fenomeno accentuato dal succedersi delle
riforme, da Berlinguer in poi.
3. Le imprese stanno fuori dal sistema e si relazionano con la scuola quasi
esclusivamente, se va bene, attraverso la modalità dello stage-tirocinio;
4. Scarso prestigio della filiera tecnico-professionale nella quale sono
selezionati gli allievi deboli ( in termini di background e carriera)
5. Separazione tra istruzione tecnica, professionale, e formazione professionale e
confusione delle competenze tra Stato e Regioni
6. Contenuti poco professionalizzanti
Spaggna
Portogallo
30
25
20
15
10
5
0
TOSCA
ANA
ITA
ALIA
Regno Unito
R
Belgio
Franncia
Greecia
Germania
Irlannda
Danimaarca
Finlanndia
Paesi Baassi
P
Luussemburrgo
Ausstria
Sveezia
Lo skill gap rispetto al resto dd’Europa
Europa (1)
I 18-24enni che abbandonano prematuramente gli studi -2012
17,6
Lo skill gap rispetto al resto dd’Europa
Europa (2)
Quota di 15 con livelli di apprendimento insufficienti –Pisa 2012
40,0
35,0
30,0
25 0
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
00
0,0
Italiano
Svezia
Grecia
Lussemb…
…
TO
OSCANA
ITALIA
Austria
Francia
Poortogallo
Spagna
21 22
21-22
Regnno Unito
Belgio
Danimarca
Geermania
Paeesi Bassi
Finlandia
F
Irlanda
Matematica
Disconnessione tra scuola e lavoro (1)
Quota di studenti che lavorano (15‐29 anni)
Il 61% della
domanda di
diplomati si
rivolge a
personale con
esperienza
specifica
19 3
19,3
Greccia
Itallia
2,5
Belggio
Toscan
na
Spagn
na
Portogalllo
Franccia
Irland
da
EU ‐ 2
27
Graan Bretagn
na
Svezzia
German
nia
Finland
dia
Norveggia
Danimarca
Oland
da
3,6
Disconnessione tra scuola e lavoro (2)
Canali di reperimento
dell’impiego
Canali di ricerca dell’impiego
in Toscana 2010
Concorsi pubblici
Scuola/università
Agenzie del lavoro/società
consulenza
Cpi
Contatti professionali
Rete parentale amicale
Iniziativa individuale
(autocandidature/annunci)
12,9
18,8
33,1
36,9
38,7
58 3
58,3
59,7
Cpi
3,1
Agenzie del lavoro/società consulenza
4,3
Altro
6,5
C
Concorsi
i pubblici
bbli i
82
8,2
Scuola/università
8,5
Contatti professionali
Iniziativa individuale
(autocandidature/annunci)
9,0
23,5
R t parentale
Rete
t l amicale
i l
36 9
36,9
Riqualificare ll’istruzione
istruzione vocazionale..
vocazionale
P t
Punteggi
i Invalsi
I
l i (da
(d 0 a 100)
Punteggio medio (0‐100)
Variabilità tra scuole
Variabilità dentro le scuole
Secondaria di 1° grado
Secondaria di 1
60
7%
93%
Licei
64
26%
74%
Tecnici
57
39%
61%
Professionali
41
43%
57%
3. Istruzione tecnica e professionale anello debole del sistema formativo
Perché esiste una domanda non soddisfatta
DIPLOMATI TOSCANI TOTALI
OFFERTA
di neo-diplomati
neo diplomati A
A.S.
S 2011/2012
(al netto di immatricolati)
7.700
DOMANDA
di diplomati dal settore privato
10.340
GAP
=
+2.640
DI CUI TECNICO PROFESSIONALI
DOMANDA
di diplomati tecnico
professionali dal settore privato
9.900
GAP
=
+3.700
OFFERTA
di neo-diplomati tecnico
professionali A.S. 2011/2012
6.200
Perché dove maggiore è la cd. Vet maggiori
sono anche
h le
l opportunità
t ità di llavoro
Quota di 15-29 diplomati o laureati nelle cd. vocational education and training
(VET) e tassi di occupazione 20-49 enni in Europa
60%
55%
50%
% 45%
V
40%
E
35%
T
30%
25%
20%
60%
65%
70%
75%
80%
TASSO DI OCCUPAZIONE
85%
90%
Cosa imparare dalla Germania?
Il principale fattore di successo del sistema tedesco risiede nell’integrazione formativa (non
nell’alternanza) tra mondo della scuola e mondo del lavoro attraverso il coinvolgimento attivo delle
imprese. Un obbiettivo difficile da raggiungere in contesti storicamente e istituzionalmente diversi
ma non impossibile. Nel contesto toscano ciò potrebbe essere perseguito attraverso due possibili
linee di azione:
1
Il rafforzamento
ff
d ll filiera
della
fili
professionale
f
i
l regionale
i
l
•
Un sistema IEFP che integri l’apprendimento a scuola con la formazione in impresa
sperimentando il modello duale.
•
Il potenziamento del grado post-secondario vocazionale centrato sugli ITS
2
La costruzione di una governance regionale forte in termini di
•
Analisi dei fabbisogni formativi e programmazione dell’offerta
•
Monitoraggio e valutazione degli esiti
•
C i
Coinvolgimento
l i
t del
d l sistema
i t
d ll imprese
delle
i
GRAZIE
G
DELL’ATTENZIONE
Cosa imparare dalla Germania?
In Germania l’istruzione tecnico professionale funziona. La
ragione del funzionamento risiede però non tanto
nell’alternanza
nell
alternanza
tra
scuola
lavoro
(e
quindi
nell’apprendistato), quanto nell’integrazione tra i due mondi
e nella cogestione della scuola fra governo locale,
associazioni sindacali e datoriali, che significa partecipare al
governo delle risorse e alla progettazione dei programmi
formativi
• Le competenze sono chiare. La competenza della scuola è
affidata ai Lander, che hanno il potere di organizzare gestire
e programmare le risorse
La replicabilità del modello…..
1
2
3
4
5
La tradizione. Tradizione delle corporazioni di arti e mestieri, mai tramontata, che determina la presenza
di ben 360 figure professionali certificate e il coinvolgimento delle organizzazioni datoriali nella
formazione.
formazione
Complementarietà istituzionale. Interconnessione tra modo in cui è organizzata l’istruzione-formazione
professionale e gli altri aspetti della regolazione istituzionale dell’economia (Hall e Soskice 2001).
Economia di mercato coordinata dove i rapporti tra aziende e altri attori sono regolati da un mix di
mercato e norme politiche e sociali (Soskice
(Soskice, 1999; Hall e Soskice,
Soskice 2001).
2001)
I rapporti istituzionali esistenti in Germania sono quindi solo una parte di un sistema regolativo più ampio,
in assenza del quale essi non sarebbero vitali.(Ballarino 2011). Il sistema di codeterminazione con il
coinvolgimento dei sindacati nella gestione dell’impresa costituisce un modello mai realizzato anche se
molto dibattuto nel nostro paese
paese.
La forza dell’economia manifatturiera della Germania con una matrice intersettoriale piena e la
compresenza di imprese grandi e medie, capaci e consapevoli dell’importanza di investire in formazione
professionale, oltre a un fitto tessuto di piccola impresa.
Per replicare un tale modello di istruzione-formazione è necessario un profondo mutamento culturale,
culturale una
presa di coscienza dell’importanza dell’investimento in formazione professionale da parte delle istituzioni
pubbliche come delle imprese e dei loro rappresentanti. Attualmente la qualità delle nostre scuole
professionali è pessima, vi accedono quasi esclusivamente alunni socialmente svantaggiati e/o con
difficoltà scolastiche
scolastiche. Ad esclusione
esclusione, parzialmente
parzialmente, della componente degli stranieri
stranieri, la formazione
professionale è vissuta dagli allievi più come fuga dal sistema di istruzione che come occasione di un
percorso di qualificazione professionale.